Hollow Bastion

di niki_
(/viewuser.php?uid=148319)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Awakening ***
Capitolo 2: *** Waste of time ***
Capitolo 3: *** Princesses ***
Capitolo 4: *** Puzzle ***
Capitolo 5: *** Fall asleep ***
Capitolo 6: *** Epilogo - A new being ***



Capitolo 1
*** Awakening ***


1. Awakening

Apro un occhio. Un pavimento di mattonelle freddo e lucido. Non la moquette calda della mia camera da letto.
Punto un braccio sul terreno e sollevo il busto da terra, disorientata. E dolorante. I muscoli mi fanno male, sono tutti indolenziti.
Mi rotolo su un fianco. Il cielo è azzurro, il sole tiepido.
Una torre mi sovrasta. Scatto a sedere e la osservo con il naso all’insù. Su di essa c’è disegnato uno strano cuore con la punta allungata. Al centro pare diviso da filo spinato. Un simbolo?
Mi alzo. È inutile stare seduta senza fare niente. E poi mi è sempre piaciuto esplorare.
 
Entro ed esco nei corridoi di questo castello. Funivie, terrazze e… le creature d’ombra. Le riconosco. Quegli strani esseri neri come la notte più buia e dagli occhi giallo accesi avevano invaso il mio mondo, la mia città, la mia casa… E poi? Niente, solo buio, fino al risveglio in questo castello.
Sono venute a riprenderti, mi urla una voce nella testa. I miei ultimi ricordi  mi assalgono mentre corro per impedire alle creature di circondarmi.
La mia scrivania, il mio mare di carte, fogli e fogliacci. Stavo disegnando per rilassarmi quando la matita mi cade. Mentre mi chino per raccoglierla vedo due occhi gialli fissarmi. Salto all’indietro con un urlo. Anche mia sorella urla, giù nel salotto. Sono più creature. Mi circondano impedendomi ogni via di fuga. Mi fissano, sembrano aver trovato quello che stavano cercando. Poi il buio più completo.
Una porta! Senza pensarci due volte mi fiondo dentro la stanza chiudendo il gigantesco uscio dietro di me e accasciandomi lentamente a terra appena noto che le creature non mi hanno seguita. Grazie a Dio!
Apro di nuovo gli occhi. Sono capitata in una biblioteca. Una gigantesca biblioteca a due piani.
Cammino fra gli scaffali. Libri di ogni genere e di tutti gli argomenti allineati perfettamente nelle librerie.
Salgo le scale e mi sposto al piano superiore. Le cose si fanno interessanti. Una scrivania con un libro appoggiato sopra. Aperto. Mi avvicino e lo sfioro con un dito. Non è impolverato. Qualcuno è stato qui di recente, quindi questo qualcuno può darmi una mano a capire dove diamine sono finita.
Il titolo del capitolo mi attira. Le creature dell’Oscurità. Sotto un disegno perfetto delle creature che mi avevano assalito a casa. Senza pensarci due volte mi siedo e prendo il libro in grembo.
Heartless. Così si chiamano le creature d’ombra. Esseri senza cuore che divorano quelli dei viventi. Nascono quando un cuore cede all’oscurità. E molte altre informazioni che a riportarle tutte ci vorrebbe una vita.
Leggevo con molto interesse qualcosa sugli Heartless artificiali e quelli “naturali”, quando sono distratta da un seccato, anche se lasciava trapelare molta curiosità, “Tu chi sei? E perché stai leggendo il mio libro?”.
Sussulto. Eccolo il misterioso “qualcuno”. Alzo gli occhi dal libro e mi trovo davanti un ragazzo dai capelli argentati. Mi fissa con le braccia incrociate, lo sguardo verde acqua duro e freddo.
“Dove mi trovo?”, lo ignoro.
“Chi sei?”, ripete come se fossi mentalmente ritardata “Che ci fai alla Fortezza Oscura?”
Fortezza Oscura. Come nome promette bene, cavolo!
Digerisco piano l’informazione a occhi bassi. Mi sentivo tremendamente imbarazzata a guardarlo!
“Non sai parlare?”, la voce del misterioso ragazzo inizia a sfiorare l’insofferenza.
“Ily”, sussurro appena.

“Alla buon’ora!”, alza gli occhi al cielo “Io invece sono Riku”.

Note di quella pazza dell'autrice:
Buon pomeriggio a tutti! ^^
Finalmente, dopo secoli di "metto, non metto, ma sì metto... Ma se dopo non piace?", mi sono decisa a pubblicare questa benedettissima fanfiction. 
Mi sono buttata sul sicuro scegliendo Kingdom Hearts (il mio gioco preferito di sempre *w*) che conosco a menadito. 
Recensioni, consigli e critiche sono bene accetti dato che sono una principiante e mi aiuterebbero a migliorare. 
Grazie, spero che vi piaccia ^^

Niki_

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Waste of time ***


2. Waste of time

Riku è andato verso la scala. Scende due gradini, ma non sentendo nessun rumore si gira un secondo indietro. “Che fai lì impalata? Vuoi restare qui dentro per sempre?”, la sua voce è più rilassata, quasi divertita. Penserà che sono una fifona di prima categoria… Ma per cosa? Perché non mi fido di un perfetto sconosciuto? Questa non è paura, ma pura razionalità. Non è forse questa la prima cosa che ci insegnano i genitori? Non fidarti degli sconosciuti e non accettare niente da loro?
Sì, è vero, ma questo è un caso eccezionale. Sopravvivenza significa anche fidarsi, una parte di me mi ricorda in che situazione del cavolo sono finita.
Inizio a scendere con lentezza e ad ogni gradino cambio idea, ma alla fine sono di nuovo al suo fianco. Ho sfogliato la mia margherita e ho scelto di avere fiducia in Riku sperando di non dovermene pentire.
Lui mi lancia un’occhiata perplessa (per scendere quei venti gradini ci ho messo una vita e mezzo) e apre la porta della biblioteca. Rabbrividisco e mi aggrappo istintivamente al suo braccio. “Ma non ci sono gli Heartless?”, la mia voce è un sussurro terrorizzato.
“Con me non ti faranno niente”, mi guarda negli occhi per convincermi della veridicità delle sue parole.
Sospiro sollevata. Lui accenna un vago sorriso e mi conduce fuori.  

“Dove mi porti?”. È da un po’ che camminiamo e fra corridoi e funivie e ancora corridoi ho perso l’orientamento.
“Da Malefica”, da quando abbiamo lasciato la biblioteca è diventato telegrafico.
Malefica? Anche questo nome è tutto un programma!
“E chi è?”, domando.
“La proprietaria di questo castello”.
“Gli Heartless non potrebbero farle del male?”. Come potrebbero fare a me e a Riku.
“Non c’è da preoccuparsi. Hanno paura di noi”. Paura di loro? O mio Dio, ma cos’è questo ragazzo?
“Mi riporterete a casa?”, mi esce così, spontaneo. Lui si ferma e si volta appena, ma mi squadra per bene come in biblioteca. “Non possiamo ricreare un mondo andato distrutto”, dice cupo.
Rimango di sasso. Il mio mondo è distrutto? La mia città, la mia casa, la mia famiglia… Tutto davvero perduto per sempre?
Mi scende una lacrima lungo la guancia. Mi maledico mentalmente per non essere riuscita a trattenerla. Il dito freddo di Riku la raccoglie “Piangere non ti riporterà indietro”, parole un po’ dure per consolare una persona.
Dure ma vere: piangermi addosso non mi servirà a niente. Annuisco piano e rincomincio a seguirlo.
L’ennesimo corridoio si apre in una sala buia e spettrale che torce dalle fiamme verdi rendono ancora più tetra.
Di spalle c’è una donna con un lungo mantello nero e un cappello con due corna, nere anch’esse.
“Chi è questa piccola e insignificante ragazza?”, chiede girandosi. Cominciamo bene…, la voce nella mia testa suggerisce anche un rapido dietrofront, ma lo escludo subito. Mi perderei da sola, senza Riku al mio fianco.
“Penso che potrebbe essere una di quelle Principesse. Non senti la sua luce?”. Principesse? Luci? È pazzo, lo sapevo.
“No. È luminosa, ma non abbastanza”. Ok, questo è il club dei pazzi deliranti “Non ci serve un’altra perdita di tempo”, degli Heartless appaiono intorno a lei, fissano Malefica per un secondo e poi mi si avvicinano velocemente.
Neanche lo vedo muoversi. Le creature d’ombra scompaiono in fumo nero mentre Riku assume una posa puramente plastica stringendo nella mano destra una spada a forma di ala demoniaca. “No”, dice solamente e il cuore mi balza sul petto per il sollievo.
Malefica mi guarda, i suoi occhi mi trafiggono come una lama di ghiaccio. Rabbrividisco e faccio mezzo passo all’indietro. “Una perdita di tempo, ma va bene. Sei come un figlio per me, lo sai. Tienila pure”, mi tratta come un animale da compagna, ma non importa. Oltre a essere pazza è anche un’omicida. Meglio starle alla larga.
Riku riassume una postura normale e si gira verso di me. “Vieni, ti faccio vedere dove dormirai”, e senza un’altra parola gira i tacchi ed esce.
Rimango un secondo a fissare la schiena di Malefica, ma prima che si volti me ne vado anch’io.

“Controlla gli Heartless?”, sono shoccata, ma la rabbia inizia a salire. Se lei controlla gli Heartless vuol dire che è colpa sua se il mio mondo è andato distrutto. Sono quasi tentata di piantare in asso Riku e tornare indietro ad affrontarla.
“Non ci pensare neanche”, deve aver intuito le mie intenzioni, anche se suppongo che non fosse difficile dato che sono rossa per l’ira “È una strega molto potente”.
Ora che mi ha svelato questo piccolo particolare capisco cos’è il bastone che stringeva Malefica. In effetti mi sembrava un po’ troppo giovane per doversi appoggiare a un pezzo di legno.
“Non hai risposto alla domanda”, ritorno al discorso originale lasciando perdere momentaneamente il mio desiderio di vendetta.
“Sì, controlla gli Heartless”, era ora che tirasse fuori dalla bocca quelle quattro paroline!
“E come mai li ha mandati nel mio mondo?”, la mia voce è tranquilla anche se trema un po’. Stringo i pugni forte, conficcandomi le unghie nei palmi, riconoscendo il classico prurito al naso che precede le lacrime.
“Non sono cose che ti riguardano”. Siamo sicuri che gli Heartless siano gli unici senza cuore? Esistono Heartless dalle fattezze umane dai capelli argentati e gli occhi verde acqua? Per me, sì: ce ne ho uno proprio a un passo da me.
“Come ‘non sono cose che mi riguardano’?”, sto diventando isterica, ma Riku mi sta davvero facendo uscire di testa “Il mio mondo è stato distrutto e tu mi dici che non ho neanche il diritto di sapere perché?”.
“Non riesce a controllare completamente gli Heartless. Sono ancora molto indipendenti e seguono il loro istinto primario: trovare i cuori”, mi inizia a spiegare con voce di sufficienza.
“Se non li sa controllare perché li usa?”, borbotto.
“Mai sentito parlare dei Cuori dei mondi?”, fa finta di non avermi sentita.
Ci penso su: il libro che stavo leggendo prima dell’arrivo di Riku aveva accennato a qualcosa su questi grandi cuori, ma la pagina era rovinata ed ero passata oltre.
Annuisco. “Sono quei Cuori che gli Heartless stanno cercando. Ogni mondo ne possiede uno e se viene distrutto, il mondo fa la stessa fine”, ma non mi lascia tempo di controbattere perché apre una porta “Ecco, sei arrivata. Ci vediamo”, non mi degna di uno sguardo e se ne torna indietro.

“Una perdita di tempo”, gli ripete Malefica dopo che Riku ha lasciato Ily alla sua stanza ed è ritornato nel Santuario.
“Perché ucciderla? È arrivata qui da un mondo distrutto, ciò significa che ha un cuore forte. In qualche modo ci potrà essere utile”, scrolla le spalle lui.
“Forse, o forse no, ma secondo me l’hai voluta risparmiare solo perché assomiglia alla tua amica”.
Riku sussulta. Ily… Ily assomiglia così tanto a Kairi. Lo stesso visetto da bambina, i capelli rossi tenuti corti, lo stesso impulso di proteggerla. Sa che non è Kairi, lo sa. Lo aveva sperato quando l’aveva vista a capo chino leggere in biblioteca, ma quando aveva alzato gli occhi la speranza era morta. Occhi verde smeraldo, brillanti come gemme.
Ily è diversa. Ily non è Kairi. Ily non è la sua migliore amica. Perché allora quel gesto di pietà? In fondo sarà una perdita di tempo. Deve seguirla e guidarla. Non ne ha tempo. Ha altro a cui pensare, ma ucciderla… No, non può farlo. E poi il fatto che sia arrivata alla Fortezza Oscura invece che alla Città di Mezzo significherà pur qualcosa, no?
“Avrà una sua utilità”, risponde lui dopo un secondo di pausa.
 

Note di quella pazza dell’autrice:
Avrei voluto pubblicarlo prima questo capitolo, ma il mio computer sembrava sul punto di implodere quindi ho rinviato di un giorno. L’importante è che ci sono riuscita, finalmente!
Per quanto riguarda le parti in corsivo blu: ho deciso di aggiungerle per dare una visione più completa della storia e spiegare cose che Ily non sa. Mi è servita anche per dare una prima, infantile descrizione del mio personaggio. Grazie, Riku <3
Già che siamo in vena di ringraziamenti:

LarcheeX: grazie per il tuo consiglio. Ho provato a dare una struttura più complessa al mio periodo, non so il risultato, ma mi ci sono messa d’impegno xD
zexelmas: sei stato molto gentile :D Spero che il secondo ti piaccia! Aspetto con ansia la tua recensione! Ah, quasi dimenticavo, buon Halloween!!!

Niki_

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Princesses ***


Princesses

Alla mia SoVa, dalla tua Viku
 

3. Princesses

La biblioteca è diventata la mia casa, ormai. 
Sono soprattutto i libri sull’Oscurità che mi attraggono di più: un argomento interessante e per di più ben fornito: gli scaffali,
infatti, ne sono pieni. Eppure nessuno di tutti i libri che ho letto finora spiega come difendersi dall’Oscurità. Si nomina solo un’arma leggendaria, il Keyblade, capace di distruggere gli Heartless e chiudere per sempre le serrature dei mondi. Niente di approfondito, ma pur sempre un accenno a qualcosa che può li salvare. 
Per qualche strano motivo, però, Riku non ne vuol sentir parlare di Keyblade. 
Si era irrigidito sentendo quel nome e avevo capito che è argomento tabù, quindi ero indietreggiata balbettando qualcosa su dei libri che dovevo assolutamente leggere e me ne sono tornata indietro prima che potesse dire qualcosa. 
Meglio non insistere.

Ormai ho imparato il percorso per andare dal Santuario (la stanza dove c’era Malefica) alla biblioteca e quindi alla mia stanza. 
Approfittando dell’insperata assenza dei due mi sono messa a curiosare in giro e sfiorando i muri del Santuario con le dita si è aperto un passaggio. Ho guardato per un secondo il corridoio che si perdeva nel buio, ma poi l'ho imboccato senza paura. Sono sempre stata curiosa, è più forte di me, e spesso per soddisfarla mi vado a cacciare in situazioni non molto rosee. 
Il corridoio sbuca in un grande salone, illuminato da fiaccole blu, ai lati sei capsule, tre per lato, di cui cinque occupate da cinque ragazze addormentate
, belle come il sole. 
Poggio le mani sul vetro freddo, ma specie di scarica elettrica che dai polpastrelli si espande fino alla punta dei piedi, mi costringe a staccarmi con un brivido che mi risale lungo la schiena. Non mi piace questo posto: troppo inquetante, perfino per Malefica e il che è tutto dire!
Torno a osservare la ragazza: un viso disteso e tranquillo, abiti principeschi, capelli dorati e un diadema sul capo. Che sia una Principessa? Una delle Principesse a cui aveva accennato Riku? Che diamine…?
Mi volto per non guardarla e noto una scalinata. Sono i miei piedi a muoversi da soli e mi conducono su una specie di palco sopraelevato con una posizione dominante su questo grande salone: alle mie spalle il simbolo, uguale a quello avevo visto il primo giorno sulla torre, è gigantesco e pervaso da brillanti luci verdi, blu e rosse, colori che mi sono sempre piaciuti anche se ora come ora sono inquetanti; di fronte dei comandi e una specie di computer. Mi avvicino vincendo l'irrazionale istinto di darmela a gambe da qui.
Il PC, più che altro, è pieno di dati che riguardano sette ragazze, le cosiddette Principesse del Cuore, il cui potere può rivelare la serratura di Kingdom Hearts. Sei sono certe: Aurora, Belle, Jasmine, Cenerentola, Biancaneve e Alice mentre la settima è ancora un’incognita. I dati sono provvisti anche di foto e vedendo le immagini delle ragazze capisco che quelle nelle capsule sono Aurora, Cenerentola, Biancaneve, Belle e Alice.
Mi stacco dalla tastiera con mille domande per la testa. Tutte queste informazioni mi disorientano. Non voglio avere niente a che fare con Principesse, serrature e questo fantomatico Kingdom Hearts. Voglio tornare a casa, ecco il mio lato infantile che torna a galla. Andiamo, Ily, reagisci!
Il mio bel pensiero maturo, però, se ne va a fare compagnia a quelli immaturi e quelli su Principesse, Chiavi e Cuori. Risultato? La testa mi sta per esplodere, così me la stringo fra le mani, scivolando per terra in attesa che passi l'emicrania. Mi bastano solo due minuti e piano piano che le mille voci nella mia testa spariscono, una sola rimane: il buonsenso. Finalmente! Lo stavo aspettando da un po'! Saltando i convenevoli mi suggerisce di andarmene di corsa, di dimenticare tutto. Già è tanto che Malefica ti abbia lasciata in vita, chissà cosa farebbe se scoprisse che hai curiosato nella sua stanza segreta, parole sante! 
Prima di imboccare il passaggio, mi giro a guardare le ragazze addormentate e mi sorge una domanda: cosa vuole farne Malefica di questo Kingdom Hearts?

Alla sala principale incontro Riku. 
Sorrido e mi sporgo dal corridoio sopraelevato agitando la mano, Lui alza lo sguardo e ricambia con una smorfia che ormai interpreto come sorriso. 
È allora che la noto: Riku tiene fra le braccia il corpo di una ragazza addormentata, o forse svenuta. La riconosco grazie ai dati che ho sbirciato nella stanza segreta: Jasmine, ecco come si chiama, e con lei le Principesse salgono a sei, manca la famosa incognita.
“Chi… Chi è questa ragazza?”, domando. Zitta, stupida, non impicciarti! Dovresti aver già dimenticato tutto!
Lui abbassa la testa per guardare davanti a sè e imbocca la porta con l’emblema senza dirmi niente: la vuole portare da Malefica sicuramente.
“Riku!”, urlo, ma lui non mi risponde. Sospiro
e apro la porta della biblioteca richiudendola dietro di me.
So già cosa cercare: Kingdom Hearts.

"La sesta Principessa...", Malefica ha un sorriso tanto smielato quanto fasullo. A Riku non piace, non gli è mai piaciuta Malefica. Ma le tenebre che la circondano… L’attraggono e lo spaventano contemporaneamente: sente che è lui che vogliono.
“Ho fatto come mi hai chiesto. Dov’è lei?”, le ricorda i patti: prendere le Principesse, Kairi in cambio. Dato che non era con Sora è andata dispersa in qualche mondo e lui la troverà, costi quel che costi.
“Ma certo, mio caro, io rispetto la parola data”, Malefica si gira verso la parte di sala al buio “C’è già un vascello pronto per te”. Dall’ombra esce un pirata con la mano sinistra uncinata. 
Kairi, non ti abbandonerò come ha fatto Sora, pensa e segue Capitan Uncino sulla nave che lo porterà da lei.

Note di quella pazza dell'autrice:

Ok, sono in un ritardo stratosferico, ma a mia difesa posso dire che i miei professori sono dei sadici che si divertono a riempirmi di compiti tanto che nei libri potrei farci il bagno e non sto scherzando! T__T

Travagli scolastici a parte, sono contenta di aver finalmente postato questo benedettissimo capitolo. Non so se il sito mi darà problemi con il colore (speriamo di no, cavolo!), ma nel caso succeda come l'altra volta le parti in terza persona oltre a essere in blu saranno sottolineate. Problema risolto.

Come al solito ringrazio chi sta leggendo la mia storia e i fantastici due che la recensiscono, grazie di cuore ragazzi! <3 

E infine saluto la mia SoVa: niente è stato più impagabile della tua faccia stupita :3

Niki_

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Puzzle ***


Explanations
A Rossella, sperando di averle trovato un diversivo

4. Puzzle

Sono seduta alla scrivania della biblioteca e tengo un libro aperto sulle ginocchia. E' da circa un'ora che trascrivo su un foglio le informazioni che mi servono anche se non sono molte, a dirla tutta: da quanto ho capito Kingdom Hearts è il Cuore di tutti i mondi e potrebbe essere sia la Luce che l’Oscurità, ma le fonti sono più propense verso quest’ultima; le Principesse, come avevo appreso dai dati nella stanza segreta, servono a rivelarne la serratura.
“Che stai scrivendo?”, prima che riesca a nascondere il foglio con gli appunti, Riku, con grande velocità, lo prende dal tavolo e inizia a leggerlo.
Appoggio il libro mentre lui spalanca gli occhi come se non credesse a quello che sta leggendo. “Non sono cose che ti riguardano”, la sua voce è tornata fredda e spietata.
“E perché no? In questo casino ci sono finita di mezzo anch’io!”, ribatto fissandolo dritto negli occhi. Nessuno, di solito, riesce a mentirmi mentre li guarda e speriamo che Riku non sia l'eccezione!
“Non sono cose che ti riguardano”, si è addolcito di colpo. Non ci credo, ha funzionato! Meglio approfittarne.
“Siamo sulla stessa barca, ormai: le ho viste, quelle ragazze! Perché volete violare Kingdom Hearts?”, scopro le mie carte continuando a tenere il suo sguardo incatenato al mio. Dai che funziona, dai che funziona..., mi ripeto speranzosa.
Le ultime parole famose: il verde acqua dei suoi occhi torna a lampeggiare. “Non me ne importa nulla di Kingdom Hearts!”, mi urla lanciando il foglio dietro di sé “Che Malefica ne faccia ciò che vuole! Io rivoglio Kairi!”
Rimaniamo entrambi immobili: io per la sorpresa a una sfuriata così violenta che mi ha costretta ad arretrare di qualche centimetro per non farmi trapanare le orecchie, lui per essersi esposto così tanto.
“Una tua amica?”, la prendo alla larga appoggiando le braccia sulla scrivania.
“La mia migliore amica”, la sua voce ha perso vigore, come se l’armatura con cui si era protetto finora si fosse sgretolata all’improvviso mostrando il suo lato debole. No, non debole, il suo lato sensibile: Riku senza difese, il vero Riku.
“Può sembrarti stupido e ipocrita, ma so quello che provi. Io…”, non mi lascia neanche finire. Esplode complentamente tornando ad ardere di collera più di prima “A sì, perché tu sai quello che si prova, vero?”, sarcasmo velenoso il suo, urlato per di più: sono costretta ad allontanarmi di nuovo sentendo la sua voce arrivare al massimo dei decibel.
“Dannazione Riku! I miei sono…”, mi blocco. Non voglio dirlo, non voglio dire morti  “Scomparsi! Anch’io sono sola!”, mi sono messa a gridare anch’io rifacendomi sotto.
Ci guardiamo negli occhi per un lunghissimo secondo. “L’ho trovata”, dice di getto senza distogliere lo sguardo dal mio.
“Sono contenta per te”, replico a bassa voce “Ma perché allora sei così arrabbiato?”
“Perché gli Heartless le hanno rubato il cuore”, un silenzio pesante e carico di tristezza cala fra di noi. 
Non so come consolarlo, come si può consolare uno come Riku?
Non si può farlo e basta: ha letto negli occhi la mia intenzione e mi ha dato le spalle. “Ho ancora una missione. Fai la brava".
“Non ho cinque anni!”, gli urlo prima che scompaia, con mia grande sorpresa, in un portale d’oscurità.

Portali di oscurità... Ok, Riku è sempre stato strano, ma non pensavo che potesse usarli..., continuo a pensare mentre giro a testa bassa per i corridoi e senza neanche rendermene conto entro nel Santuario.
Sussulto riconoscendo le fiamme verde acido. "Ops, mi sono persa", cerco di giustificarmi senza neanche alzare lo sguardo per non incrociare quello di Malefica, eppure il silenzio rimane assoluto. Sollevo la testa quanto basta per guardandomi intorno: la strega non c'è, che insperato colpo di fortuna!
Piccolo promemoria: mai lasciare all'istinto le scelte decisive.
Infatti, senza pensarci due volte, attivo il passaggio e il muro si alza mostrandomi la stanza segreta. Rimango ferma un secondo, riprendendo possesso dei miei piedi. Ok, Ily, Malefica non c'è, la vocina nella mia testa torna a farsi sentire Ma non ti pare di aver avuto fin troppa fortuna? Torna indietro finché puoi prima di cacciarti in un brutto guaio.
L'avevo già accennato prima: sono curiosa, fin troppo. Il mistero mi ha sempre affascinata e quel grande salone era sicuramente il posto più misterioso e intrigante che avessi mai visto in vita mia, perciò non stupitevi troppo se ho ignorato il buonsenso e sono entrata nella stanza segreta. 

Una strana elettricità, quasi palpabile con mano, l'attraversa ora che anche Jasmine riposa in una capsula. Sei Principesse, tutte in una sola stanza, mi pare logico che si smuova qualcosa.
Salgo sul palco sopraelevato fino ad arrivare al computer, ma non lo noto neanche perché a terra, proprio davanti il PC, c’è una ragazza stesa,addormentata. Ed è la mia copia sputata.
Mi inginocchio accanto a lei e la tocco con un dito: la carne tiepida cede al mio tocco. Quindi non è un'illusione indotta dal mio cervello per farmi scappare da qui.
La prendo per le spalle e la scuoto leggermente. Niente. Ovvio, che ti aspettavi?, zitta maledetta voce! A guardarla meglio, però, più che addormentata sembra morta. “Andiamo, svegliati”, le sussurro scostandole i capelli rossi dagli occhi. Mi chino su di lei accostando la mia guancia alle sue labbra dischiuse e avvertendo un piccolo respiro: è viva, per fortuna!
Il rumore ritmico di un bastone posato a terra mi distrae. Lo scettro di Malefica!, mi urla la vocina riportandomi alla mente il bastone a cui si reggeva al nostro primo incontro-quasi scontro.
Striscio sotto il bancone su cui si trova il computer. Speriamo solo che non venga a guardare qui sotto!
Te l'avevo detto, te l'avevo detto..., continua a ripetermi. Se sopravvivo, giuro che mi compro un nuovo cervello! Possibilmente non abitato da stupide vocine so-tutto-io.
Interrompo questa mia serie di pensieri no sense solo quando il vestito di Malefica si ferma davanti al corpo della ragazzina addormentata. Mi premo le mani sulla bocca per limitare il rumore del mio respiro e inizio a sudare freddo. Non chinarti, ti prego, non chinarti...
“Ci deve essere un modo”, le scarpe di Riku la raggiungono facendola voltare.
“Il cuore è stato preso dagli Heartless, ma non temere, c’è sempre un modo”, si volta e se ne va lentamente mentre la mia mente festeggia.
Riku si inginocchia davanti alla ragazza solo quando Malefica sparisce. “Kairi…”, si blocca. Dannazione, mi ha vista. “Che diamine ci fai qui?”, bene, è arrabbiato, non gioca a mio favore.
“Fai come se non ci fossi, non voglio rovinare il tuo momento”, mi escono da sole. Accidenti, perché non penso mai prima di parlare? 
“Non essere stupida! Vai via prima che ti scopra!”, si sporge verso di me.
“Molto gentile da parte tua preoccuparti, Riku, ma sai com’è non posso passare davanti a Malefica come se niente fosse mentre esco dal passaggio segreto. Sai com’è, io non so usare i portali d’oscurità o quello che sono…”
“Aspettami, quando torno ti prometto che ti racconterò tutto, ok?”, stende una mano con il palmo rivolto verso di me.
Annuisco appena e prima di venire risucchiata dal portale faccio in tempo a lanciare un ultimo sguardo a Kairi, tenuta sollevata con dolcezza dall’altro braccio di Riku.

Non è la mia stanza, ma le somiglia molto: cambia solo la disposizione dei mobili.
Mi stendo spossata sul letto. Attraversare un portale è un’esperienza unica, ma stancante, oltre che terrificante: avevo quasi temuto che Riku mi avesse teso un tranello…

Riku… Mi riporta in mente quello che è successo alla stanza segreta. Quella ragazza… Kairi, l’amica di Riku! Ecco perché dormiva: ha perso il cuore. Il mio si stringe al pensiero e mi poso la mano sul petto come se possa calmare il battito accelerato.
Kairi… E se fosse… E se fosse solo per la nostra somiglianza fisica che Riku mi aveva salvata dagli Heartless? Per il suo desiderio di rivederla si era lasciato imbrogliare dalla nostra somiglianza?
Scuoto la testa fra me e me con gli occhi chiusi e non riesco più a riaprirli per la stanchezza e per lo stress accumulato scivolando piano piano nell’incoscienza.
Lo stesso sogno, come ogni notte, e mi spaventa, come ogni notte: la mia camera, gli Heartless che mi circondano, le loro ombre che si avvicinano e fanno scomparire ogni colore. Quando arrivano a me inizio a sparire, pezzo per volta e l’oscurità sta per prendere il mio cuore. Mi agito, ma è inutile, proprio come cercare di afferrare il fumo. Anche la mia testa sta per scomparire quando una voce mi chiama. “Ily! Ily, forza, svegliati!”.
Svegliati. Tre sillabe che mi riportano alla realtà.
Apro gli occhi: Riku mi tiene, dopo avermi scossa un paio di volte (molto tatto, insomma), per le spalle. “Stai bene?”, mi domanda mentre mi metto seduta.
“Sì, sì. Mi ero solo appisolata”, annuisco con energia.
“Incubo?”
“Sei molto perspicace”, inarco un sopracciglio.
Sospira e si mette a gambe incrociate sul letto. “La tua promessa?”, lo incito.
Lui mi guarda spaesato per un secondo poi i suoi occhi si illuminano “La promessa, già”.
Lo incoraggio con un cenno della testa. “Da dove vuoi partire?”, sospira rassegnato.
“Da te. Non so niente sul tuo conto”, arrotolo fra le dita il lenzuolo.
“Io…”, sembra indeciso: guarda il lenzuolo come se potesse dargli coraggio e pare trovarlo “Io vivevo alle Isole del Destino, un bel posto, tutto sommato, ma era uno sputo di isola sperduta in mezzo al mare. Poi una notte la Porta si è aperta e sono arrivato qui. Finalmente avevo lasciato il mio mondo”, un sorriso che svanisce subito “Ma Kairi ha perso il cuore per colpa degli Heartless e Sora si è dimenticato di noi e ha iniziato a viaggiare per i mondi con i suoi due nuovi amici”, il suo sguardo è di ghiaccio. Non oso incrociarlo e continuo a fissare il lenzuolo “Perché lui è il Prescelto. Il Custode del Keyblade”, sussulto all’ultima parola “Preferisce usarlo per aiutare persone sconosciute invece di Kairi! Kairi è la nostra migliore amica!”, inizia a surriscaldarsi “Ma tutto cambierà ora”, si rilassa.
“E come?”.
“Malefica dice che ne ho le potenzialità. Diverrò io il Custode del Keyblade”.
Apettate un momento! Ma il Keyblade non sceglie il suo custode da solo? Bisogna avere delle… potenzialità?
“Chi è la settima Principessa?”, cambio discorso “Aurora, Belle, Alice, Cenerentola, Biancaneve, Jasmine e?”, elenco.
“Kairi”, finisce lui.
Kairi. Ovvio: tutti i pezzi devono combaciare in questo puzzle.
“E ora che ci sono tutte e sette?”.
“Il cuore di Kairi non è qui”, mi ricorda lui. Giusto, troppo facile se no.
“E come lo riavrete?”.
“Malefica ha avuto un intuizione. Sora deve essere qui e tutti i pezzi andranno a posto da soli”.
“E quando otterrete Kingdom Hearts che succederà?”.
“Non lo so e francamente non m’importa”, si stringe nelle spalle.
“I mondi saranno gettati in un caos peggiore di questo”, sussurro quasi fra me e me.
“Ma questo è il prezzo da pagare per la libertà”, è ufficialmente impazzito. Gettare via tante vite innocenti solo per appagare una curiosità?
A proposito di curiosità… “È perché assomiglio a Kairi che mi hai risparmiata, vero?”.
“Non sarò ipocrita. Sì”, mi sorride. Questo ragazzo ha improvvisi sbalzi di umore, fatico a stargli dietro.
Ma in fondo è stato onesto con me...
Mi alzo e faccio per uscire. “Hai già finito?”, sembra sorpreso. Si sarà immaginato un terzo grado e ora è un po’ deluso dal mio ritiro.

“Sì, so quello che volevo. Avrò molto da riflettere”, abbasso la maniglia.
“Ti accontenti di poco”.
“Chi si accontenta gode. E poi queste cose sono troppo grandi per me”, chiudo la porta alle mie spalle.
Ora l'unica cosa da fare è aspettare che tutti i pezzi di questo intricato puzzle tornino da soli al loro posto e nel frattempo posso anche dedicarmi alla ricerca di un nuovo cervello libero da voci petulanti...

Note di quella pazza dell’autrice:

Eccomi qua, sono tornata con il parto della mia mente malata! :D
Come al solito spero che il sito non faccia strani scherzetti e metta tutto come ho deciso *incrocia le dita*
Ringrazio tutti di cuore, chi legge e chi recensisce (santa polenta, ma quanto sono ripetitiva!), dato che sono quasi arrivata alla fine di questo mio sclero. Dopo questo capitolo c'è l'ultimo e l'epilogo, non disperatevi troppo! *si tappa le orecchie perché a questa notizia si è scatenata una festa con tanto di conga*
Vabbé, vi lascio in pace e mi dileguo *ninjapuff*

*ninjapuff* Ah, quasi dimenticavo: saluto la mia Rossella, sperando di averle trovato un altro interessante argomento per le nostre conversazioni e non solo riguardo a qualcuno che inizia con "N" e finisce con "ico" :D

Niki_

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Fall asleep ***


Darkness inside you Nessuna nota finale stavolta ma ci vediamo direttamente all'epilogo. Grazie, Niki_


A KaiVi, perché anche se ci odiamo a morte gli voglio un bene dell'anima

5. Fall asleep
Mi sveglio all'improvviso saltando a sedere sul letto.
Sbadiglio stropicciandomi pigramente gli occhi cercando di capire perché il sonno mi abbia abbandonato così prematuramente mentre di solito è lo stomaco a scuotermi dal mio letargo per reclamare il pranzo.
Mi giro in direzione della finestra aperta che dà verso oriente: il sole è sorto da poco e la luce, riflessa sui vetri, finisce esattamente sul cuscino. Mistero risolto.
Mi maledico mentalmente e, con estrema lentezza, riesco a raggiungere la finestra e a socchiuderla per poi tornare a letto. Sto per rimettermi sotto quelle calde coperte quando sento un rombo basso; all'inizio penso che sia solo frutto della mia immaginazione unita alla sonnolenza, ma mi convinco del contrario sentendo il rombo aumentare d'intensità.
Tutto a un tratto la stanchezza è sparita e corro di nuovo alla finestra.
Mi sfrego gli occhi pensando di sognare: una navicella rossa è appena apparsa alla Cascata Inversa, poco fuori dal castello, e da questa parte un raggio di luce che tocca il suolo.
È l’istinto a dirmi che sta succedendo: è arrivato, Sora è qui.

Battendo ogni record di velocità, corro giù per le scale e apro il portone d’ingresso del castello.
Ormai mi sono abituata alla penombra della Fortezza Oscura e quindi rimango un attimo abbagliata dalla luce del sole. Solo quando i miei occhi si abituano, scosto la mano con cui li avevo protetti dai raggi e inizio a guardare nel cortile notando, vicino alla funivia che porta alla Cascata Inversa, Riku.
Lo chiamo e lo raggiungo di corsa.
Mi ero preoccupata molto quando, appena il raggio di luce era sparito, avevo collegato il nome di Sora a quello di Riku e quindi all'inevitabile diverbio verbale o fisico (molto più probabile quest'ultimo, in fondo sono sempre ragazzi...) che avrebbero avuto, perciò mi ero cambiata a velocità supersonica per correre incontro al vincitore: se fosse stato Sora avrei sempre potuto mollargli un calcio dove so io.
“Ily…”, Riku mi guarda sorridendo, un vero sorriso a trentadue denti bianchi come la neve, che però sparisce, sostituito da un'espressione sorpresa, quando lo abbraccio di getto.
Ehm, Ily?, bussa alla mia testa la solita vocina riportandomi coi piedi per terra.
Giusto per mettere in chiaro le cose: non sono innamorata di Riku*. E' stato il bisogno di appoggiarmi a qualcuno amico (beh, ormai siamo quasi amici, no?) a fare dell'albino tutte le figure di riferimento di cui ho bisogno ora che ho perso tutto. Riku è la mia famiglia e i miei amici tutto insieme, non posso e non voglio amarlo in quel senso.
Mi stacco con un sorrisino imbarazzato. “Non ti ha fatto del male, vero?”, la mia voce si incupisce di nuovo mentre cerco il segno di qualche ferita.
“Neanche un graffio”, allarga le braccia per darmene prova. Il mio sguardo viene attirato dalla spada che stringe nella mano destra anche se 'spada' non è l'esatto termine per descriverla: è una gigantesca chiave argentata, dal manico giallo e l'impugnatura nera, il Keyblade.
Come una bambina, allungo le dita verso l'oggetto della mia curiosità e lo percorro per tutta la sua lunghezza, fino ad arrivare a stringere leggermente l'impugnatura. “E così avevi davvero tutte le caratteristiche...”, sussurro non distogliendo lo sguardo dall'arma leggendaria.
“Già”, asserisce con una punta d'orgoglio che mi fa ridere.
Solo allora vedo che non è da solo: ci sono due figure che prima non avevo preso in considerazione, preoccupata com'ero per l'incolumità di Riku, un cane e un papero antropomorfi, vestiti di tutto punto, guardano preoccupati la funivia come se aspettassero qualcosa o qualcuno.
“E voi chi siete?”, li guardo inclinando la testa.
“Paperino”, il papero non mi degna di uno sguardo, continua a stringere forte lo scettro al petto fissando la Cascata Inversa.
“Io sono Pippo, piacere di conoscerti!”, almeno il cane è educato.
“Io, invece, sono Ily”, sorrido portandomi la mano sul petto.
“Sì, d’accordo, lasciamo perdere i convenevoli”, bene, Riku è tornato normale.
“Vuoi andare da Kairi?”, sta iniziando ad essere facile intuire quello che gli passa per la mente.
Annuisce e guarda con soddisfazione il Keyblade nella sua mano destra. “Con questo riuscirò a riportarla indietro”.
“Ma tu non puoi venire, però”, aggiunge quando siamo davanti alla biblioteca.
“E perché no?”, mi impunto incrociando le braccia.
“Malefica”, queste quattro sillabe mi convincono, anche se mi scoccia che usi sempre questa carta per farmi desistere.
“Che lagna che sei!”, sbatto la porta della biblioteca dietro di me.

Dei secchi rumori metallici uniti a grida mi fanno riemergere dal libro. Sbuffo alzando gli occhi al cielo: non mi vuoi partecipe al risveglio di Kairi obbligandomi in biblioteca ma poi ti permetti anche di fare casino? “Ma te la vuoi…”, socchiudo la porta della biblioteca per cantargliene quattro, ma rimango a bocca spalancata per lo spettacolo che si sta svolgendo nella sala principale.
Riku indossa una strana ‘tutina’ aderente nera con il simbolo degli Heartless sul petto e una specie di gonnellino da hula. Qualche giorno prima, nei corridoi, avevo sentito parlare di questa 'forma oscura': Malefica spiegava a Riku come utilizzare il potere dell'Oscurità per accrescere la propria forza, ma si era bloccata notandomi ed io ero scappata di corsa.
La mia attenzione è dirottata però sulla mano destra: al posto del Keyblade stringe la spada a forma di ala demoniaca. Perché l’arma leggendaria la stringe un ragazzino dai capelli castani, spalleggiato da Paperino e Pippo. Deve essere Sora, l’amico traditore. Inoltre osservando i due animali antropomorfi capisco che sono i famosi nuovi amici del ragazzino, due banderuole peggio di lui.
Paperino, Pippo e Sora si muovono insieme perfettamente, in quello che sembra essere uno schema d'attacco studiato alla perfezione, ma Riku è indubbiamente più forte, dato che riesce a tenere testa a uno scontro tre contro uno senza cedere minimamente terreno.
Ecco, le ultime parole famose: l’albino si stacca da quella giostra di morte, guarda l’avversario per un secondo e scappa via verso la porta con l’emblema. Ritirata strategica o una vera sconfitta?
“Riku!”, lo chiama Sora allungando la mano verso di lui. Ha una voce acuta, quasi infantile e non mi è difficile capire le sue intenzioni: vuole inseguirlo.
Devo aiutare Riku, ma come?
Temporeggia. Dai tempo a Riku di riprendersi, mi suggerisce la vocina: da quando ho minacciato di sfrattarla inizia a essere più collaborativa.
D'accordo, proviamoci.
Sbatto con forza la porta della biblioteca, attirando sicuramente l’attenzione del Custode del Keyblade, poi salgo le scale velocemente raggiungendo il mio obbiettivo: la scrivania. Infatti, ben nascosto, c’è un piccolo pulsante nero: Riku mi aveva spiegato che attivava una specie di sistema di difesa che rallentava il nemico che avanzava per il castello.
Lo premo e corro fino alla porta del piano sopraelevato della biblioteca mentre di sotto i ripiani si muovono fino a formare un labirinto che può essere attraversato solo rimettendo i libri al loro posto.
Richiudo la porta dietro di me e salgo sul parapetto del corridoio. È un salto, Ily, a casa ne hai fatti molti più alti, mi dico mentre guardo i cinque metri che mi separano dal suolo.
E poi non hai altra scelta, rincaro la dose.
Dopo un profondo respiro mi lascio cadere e atterro, inaspettatamente, silenziosissima; dalla biblioteca nessuno si è accorto di niente.
Attraverso la porta con l’emblema e attivo il secondo e ultimo sistema di sicurezza: la porta si chiude e i quattro pezzi che compongono il simbolo degli Heartless si staccano e volano in direzioni diverse, andando a nascondersi nell’ampio ingresso.
Più di così non posso fare, o forse sì? In effetti c’è qualcos’altro: aiutare Riku a riprendersi psicologicamente in vista dell’imminente secondo round.

Riku corre. La rabbia e la frustrazione lo spingono ad accellerare il passo sempre di più.
Non è riuscito a battere Sora e, peggio ancora, si è fatto fregare il Keyblade. “Pe-perché? Era mio!”, si domanda furioso.
“Lo sai”, una voce nell’ombra gli risponde.
Riku si blocca e si guarda intorno: dietro di lui, una figura incappucciata in un cappotto marrone sembra ardere di una fiamma blu “Il cuore forte e sincero conquista il Keyblade”.
“Cosa? Vorresti dire che il mio cuore è più debole del suo?”, oltre al danno la beffa. Chi è questo per sputare sentenze?, pensa punto sul vivo.
“In quell’istante, lo era”, la voce dell’uomo è calma e piatta, quasi rassicurante.
No, non è vero, l’albino scuote la testa.
“Però, tu puoi diventare più forte”, l’incappucciato si avvicina. Sembra quasi un fantasma, avvolto da quelle fiamme blu “Non hai avuto paura di varcare le porte dell’Oscurità. Non ti incute alcun terrore”, si ferma e la sua voce diventa sempre più invitante per Riku. “Sprofonda di più nell’Oscurità e il tuo cuore sarà più forte”.
Eccolo, il modo: accettare quell’Oscurità che sempre l’aveva chiamato a sé, lasciarsi andare ad essa, semplicemente, niente freni e niente ripensamenti.
Non si torna indietro, questo Riku lo sa, ma sono l’orgoglio ferito e il dolore che prova per il presunto tradimento dell’amico che lo fanno parlare. E le sue sono parole di resa incondizionata. “Che devo fare?”, china la testa chiudendo gli occhi. 
“È molto semplice”, una pausa che fa fremere Riku nell’impazienza “Apriti all’Oscurità. Tutto qui”, altra pausa “Lascia che il tuo cuore, il tuo essere diventi Oscurità”
Riku rialza la testa mentre il suo corpo viene avvolto da fiamme verdi, le familiari fiamme verdi dell’Oscurità, mentre l’uomo incappucciato avanza lentamente verso di lui.
Aprirmi all’Oscurità, il suo ultimo pensiero prima di aprire il suo corpo e il suo cuore a quello strano individuo.

So di avere poco tempo.
Corro per i corridoi all'insegimento dell'albino e alla fine sbuco nella terrazza sotto la torre col simbolo. Rimango a guardarlo per un momento ripensando a quando ero arrivata lì: quante cose sono successe nell'arco di pochi giorni!
“Ti avevo detto di restare in biblioteca”, Riku mi distrae, la voce più fredda del solito.
“Non sono potuta rimanere. Ha fatto irruzione il Cu… Sora”, il cipiglio di Riku è aumentato mentre stavo pronunciando Custode perciò la prendo alla larga “Sono dovuta scappare, ma ho attivato i sistemi dietro di me e ho guadagnato un po’ di tempo”.
“Davvero? Che brava”, sembra quasi ironico.
“Ti senti bene?”, inclino la testa guardandolo. E' ancora nella sua forma oscura, ma non è questo a spaventarmi: è… tutto il suo atteggiamento.
Un brivido mi risale lungo la schiena quando nella sua mano appare una spada, diversa dall’ala demoniaca che ha sempre usato: è totalmente nera, con il manico rosso cremisi.
“Cos’è, Riku?”, faccio mezzo passo indietro. Il mio cuore inizia a martellarmi forte nel petto, senza un logico motivo, ma solo per via delle spiacevolissima sensazione che provo nel fissare quell'arma.
Lui sorride, maligno. “Questo… Questo è il Keyblade del Cuore della Gente”, una lunga falciata verso di me.
“Un… Keyblade?”, balbetto “Ma Sora…”
“Questo è un Keyblade differente”, altra falciata “Nato dai cuori delle Principesse che abbiamo”
Annuisco senza entusiasmo aspettando che continui, con un altro brivido che mi risale la spina dorsale.
“Può aprire i cuori delle persone all’Oscurità”, il suo sorriso si allarga mentre la mia fronte si imperla di sudore freddo. L’istinto mi urla di darmela a gambe, stavolta lo so il percorso, eppure rimango inchiodata lì, mentre Riku copre la distanza con un’ultima falciata.
“Tanta luce, ma chissà quant’è grande la tua ombra…”, mi sussurra nell’orecchio. La sua voce ha uno strano doppio timbro “Bisogna testare per conoscere”.
Il respiro mi si blocca in gola mentre il mio cervello lentamente elabora quello che il mio cuore mi sta urlando da quando ho messo piede sulla terrazza.
Vorrei spingerlo via, ma le braccia non mi rispondono: pendono semplicemente ai miei fianchi. Allora cerco di scappare, ma anche le gambe sono in sciopero, come ogni mio muscolo.
Riku mi guarda negli occhi, poi un sibilo secco e qualcosa che mi colpisce al petto.
Quando quel ferro freddo affonda nel mio caldo corpo sento un dolore tremendo, come un fuoco che mi brucia viva seppur circoscritto alla sola gabbia toracica.
Il mio cuore si ribella a questo calore improvviso, accelera i battiti e, centimetro dopo centimetro, viene estirpato dal mio torace, volando leggero verso il cielo.
Senza il mio cuore che le oscurava, le tenebre più profonde mi prendono e sono le fiamme verde acqua degli occhi di Riku l’ultima cosa che vedo prima che il mio corpo svanisca nel nulla, in un turbinio di luci dorate, sotto la torre con l’emblema, dove tutto è iniziato. E finito.


* Piccola puntualizzazione, mi sembrava doverosa dato che non mi permetterei mai di far innamorare la mia Ily di Riku. Perché Riku lo voglio tutto per me ù.ù <3 *Si apre la porta e due infermieri energumeni portano Niki al manicomio*

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Epilogo - A new being ***


Epilogo - A new being
A Serena, perché se il capitolo non vi piace è colpa sua.

Epilogo - A new being
La creatura si accorge di essere viva.
Ad occhi chiusi prende un grosso respiro, come se fosse stata in apnea per lungo tempo, e l’odore del mondo la colpisce come un pugno, anche se due sono più forti di tutti gli altri: erba e stucco.
Solo quando il respiro si normalizza prova gli altri sensi.
Le dita della mano sfiorano con leggerezza i fili d’erba lunghi e sottili, poi, con un grande sforzo, riesce a portarla sulla pancia sfiorandola con delicatezza. Lì sua pelle è calda e morbida e inizia a stringerla finché non avverte una piccola stilettata. La riconosce, anche se non l'ha mai provata finora: è il dolore.
Dolore è male, le dice una vocina nella sua testa.
Allora tende l'orecchio per sentire i rumori dello spazio circostante: alla sua destra un cicalio sommesso, foglie che si muovono nella brezza leggera, il canto di un uccello in lontananza, ma se si concentra riesce a sentire anche il rumore di un tram che passa cigolando sulle rotaie. 
Si morde il labbro inferiore pensando a cosa fare finché non sente i denti bagnati da qualcosa e, incuriosita, si passa la lingua sulla sorgente del liquido: sangue, si dice riconoscendo il sapore ferroso.
Devi andartene da qui, la voce, la sua guida verso la salvezza, è sempre presente Apri gli occhi e alzati
Lei obbedisce, socchiudendoli piano piano. Sopra di lei il cielo è rosso infuocato, in un tramonto appena velato da qualche nuvola di passaggio; girando leggermente la testa di lato vede i fili d’erba verdi mossi leggermente dal vento e un muro di recinzione in mattoni; dall’altra parte si erge un bosco di alberi verde scurissimo con le cime che sfiorano il cielo.
È ora di muoverti. La creatura puntella i gomiti tirandosi su leggermente. Si mette a studiare il suo corpo magro e i vestiti leggeri che lo coprono: non li riconosce né li ricorda.
Con uno sforzo costringe i muscoli a piegarsi e a flettersi e, nonostante sia un po’ indolenzita, riesce ad alzarsi.
Appena si mette in piedi appare una figura incappucciata davanti a lei da un portale d'Oscurità: un uomo in un cappotto nero all’apparenza molto pesante la guarda da sotto il cappuccio e stende la mano verso il suo volto. 
Impaurita, fa un mezzo passo indietro, aspettandosi un attacco, ma invece appaiono tre lettere davanti al suo viso: I, L, Y, Ily.
La ragazzina ha gli occhi verde smeraldo sgranati, guarda le lettere e ricorda, finalmente, tutto: la sua casa, il suo mondo, la sua vita, l’attacco degli Heartless, la Fortezza Oscura, Malefica, Kairi, Kingdom Hearts, il Keyblade, Paperino, Pippo, Sora e… Riku.
L’uomo, con un gesto pigro, fa ruotare le lettere intorno alla sua testa finché non le fa fermare. Una ‘x’ dorata appare in mezzo alle precedenti lettere che sono state cambiate di posto: Lixy, ecco cosa si legge ora.
“Lixy…”, ripete lei guardando la parola.
“Il tuo nuovo essere”, dice lui.
I suoi occhi verde smeraldo riescono a incontrare quelli dell’uomo nascosti sotto il cappuccio: occhi gialli, come quelli degli Heartless.
“La mia nuova vita”, Lixy si gira verso la villa in rovina mentre mette mille pensieri si accumulano nella sua testa.
L’uomo le tende una mano. “Insieme le daremo un senso”.
Lixy guarda la mano dell’uomo incappucciato, indecisa: ancora una volta si deve fidare di uno sconosciuto, ma la sopravvivenza è anche questo.
L’afferra, poco convinta, e si fa trascinare in un portale d’oscurità.

[End…]

Note di quella pazza dell'autrice:

L'ho finita davvero: un mese dopo la pubblicazione del primo capitolo posto l'ultimo. Significativo, no?
Hollow Bastion finisce qui, ma più che una vera fine sembra un inizio: in teoria avrei un paio di idee per sviluppare un seguito, ma non ne sono sicura. Che dovrei fare? 
Ringrazio dal profondo del mio cuoricino tutti quelli che hanno letto questa storia dall'inizio alla fine, ma soprattutto un grazie enorme va a quelli che l'hanno recensita:
LarcheeX: anche se sei apparsa solo nei primi due capitoli, è solo merito tuo se sono riuscita a migliorare il mio stile da quello del primo capitolo a quello del quinto.
zexelmas: il migliore, il mio preferito. Se sono arrivata in fondo a questa storia è anche grazie a te :D
Deby92: carissima, sono così contenta che non so cosa dire xD Spero che un sentitissimo grazie possa bastare.

Della serie "il mio squallore non ha mai fine":
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=836889&i=1

Buona domenica! *
ninjapoof*

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=817729