Hollow Bastion di niki_ (/viewuser.php?uid=148319)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Awakening ***
Capitolo 2: *** Waste of time ***
Capitolo 3: *** Princesses ***
Capitolo 4: *** Puzzle ***
Capitolo 5: *** Fall asleep ***
Capitolo 6: *** Epilogo - A new being ***
Capitolo 1 *** Awakening ***
1. Awakening
Apro un occhio. Un pavimento di mattonelle freddo e lucido. Non la moquette calda della mia camera da letto.
Punto un braccio sul terreno e sollevo il busto da terra, disorientata. E dolorante. I muscoli mi fanno male, sono tutti indolenziti.
Mi rotolo su un fianco. Il cielo è azzurro, il sole tiepido.
Una torre mi sovrasta. Scatto a sedere e la osservo con il naso all’insù. Su di essa c’è disegnato uno strano cuore con la punta allungata. Al centro pare diviso da filo spinato. Un simbolo?
Mi alzo. È inutile stare seduta senza fare niente. E poi mi è sempre piaciuto esplorare.
Entro ed esco nei corridoi di questo castello. Funivie, terrazze e… le creature d’ombra. Le riconosco. Quegli strani esseri neri come la notte più buia e dagli occhi giallo accesi avevano invaso il mio mondo, la mia città, la mia casa… E poi? Niente, solo buio, fino al risveglio in questo castello.
Sono venute a riprenderti, mi urla una voce nella testa. I miei ultimi ricordi mi assalgono mentre corro per impedire alle creature di circondarmi.
La mia scrivania, il mio mare di carte, fogli e fogliacci. Stavo disegnando per rilassarmi quando la matita mi cade. Mentre mi chino per raccoglierla vedo due occhi gialli fissarmi. Salto all’indietro con un urlo. Anche mia sorella urla, giù nel salotto. Sono più creature. Mi circondano impedendomi ogni via di fuga. Mi fissano, sembrano aver trovato quello che stavano cercando. Poi il buio più completo.
Una porta! Senza pensarci due volte mi fiondo dentro la stanza chiudendo il gigantesco uscio dietro di me e accasciandomi lentamente a terra appena noto che le creature non mi hanno seguita. Grazie a Dio!
Apro di nuovo gli occhi. Sono capitata in una biblioteca. Una gigantesca biblioteca a due piani.
Cammino fra gli scaffali. Libri di ogni genere e di tutti gli argomenti allineati perfettamente nelle librerie.
Salgo le scale e mi sposto al piano superiore. Le cose si fanno interessanti. Una scrivania con un libro appoggiato sopra. Aperto. Mi avvicino e lo sfioro con un dito. Non è impolverato. Qualcuno è stato qui di recente, quindi questo qualcuno può darmi una mano a capire dove diamine sono finita.
Il titolo del capitolo mi attira. Le creature dell’Oscurità. Sotto un disegno perfetto delle creature che mi avevano assalito a casa. Senza pensarci due volte mi siedo e prendo il libro in grembo.
Heartless. Così si chiamano le creature d’ombra. Esseri senza cuore che divorano quelli dei viventi. Nascono quando un cuore cede all’oscurità. E molte altre informazioni che a riportarle tutte ci vorrebbe una vita.
Leggevo con molto interesse qualcosa sugli Heartless artificiali e quelli “naturali”, quando sono distratta da un seccato, anche se lasciava trapelare molta curiosità, “Tu chi sei? E perché stai leggendo il mio libro?”.
Sussulto. Eccolo il misterioso “qualcuno”. Alzo gli occhi dal libro e mi trovo davanti un ragazzo dai capelli argentati. Mi fissa con le braccia incrociate, lo sguardo verde acqua duro e freddo.
“Dove mi trovo?”, lo ignoro.
“Chi sei?”, ripete come se fossi mentalmente ritardata “Che ci fai alla Fortezza Oscura?”
Fortezza Oscura. Come nome promette bene, cavolo!
Digerisco piano l’informazione a occhi bassi. Mi sentivo tremendamente imbarazzata a guardarlo!
“Non sai parlare?”, la voce del misterioso ragazzo inizia a sfiorare l’insofferenza.
“Ily”, sussurro appena.
“Alla buon’ora!”, alza gli occhi al cielo “Io invece sono Riku”.
Note di quella pazza dell'autrice:
Buon pomeriggio a tutti! ^^
Finalmente, dopo secoli di "metto, non metto, ma sì metto... Ma se dopo non piace?", mi sono decisa a pubblicare questa benedettissima fanfiction.
Mi sono buttata sul sicuro scegliendo Kingdom Hearts (il mio gioco preferito di sempre *w*) che conosco a menadito.
Recensioni, consigli e critiche sono bene accetti dato che sono una principiante e mi aiuterebbero a migliorare.
Grazie, spero che vi piaccia ^^
Niki_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Waste of time ***
2.
Waste of time
Riku
è andato verso la scala. Scende
due gradini, ma non sentendo nessun rumore si gira un secondo indietro.
“Che
fai lì impalata? Vuoi restare qui dentro per
sempre?”, la sua voce è più
rilassata, quasi divertita. Penserà che sono una fifona di
prima categoria… Ma
per cosa? Perché non mi fido di un perfetto sconosciuto?
Questa non è paura, ma
pura razionalità. Non è forse questa la prima
cosa che ci insegnano i genitori?
Non fidarti degli sconosciuti e non accettare niente da loro?
Sì,
è vero, ma
questo è un caso eccezionale. Sopravvivenza significa anche
fidarsi,
una parte di me mi ricorda in che situazione del cavolo sono finita.
Inizio
a scendere con lentezza e ad ogni gradino cambio idea, ma alla fine
sono di nuovo
al suo fianco. Ho sfogliato la mia margherita e ho scelto di avere
fiducia in
Riku sperando di non dovermene pentire.
Lui
mi lancia un’occhiata perplessa (per scendere quei venti
gradini ci ho messo
una vita e mezzo) e apre la porta della biblioteca. Rabbrividisco e mi
aggrappo
istintivamente al suo braccio. “Ma non ci sono gli
Heartless?”, la mia voce è
un sussurro terrorizzato.
“Con
me non ti faranno niente”, mi guarda negli occhi per
convincermi della
veridicità delle sue parole.
Sospiro
sollevata. Lui accenna un vago sorriso e mi conduce fuori.
“Dove
mi porti?”. È da un po’ che camminiamo e
fra corridoi e funivie e ancora
corridoi ho perso l’orientamento.
“Da
Malefica”, da quando abbiamo lasciato la biblioteca
è diventato telegrafico.
Malefica?
Anche questo nome è tutto un programma!
“E
chi è?”, domando.
“La
proprietaria di questo castello”.
“Gli
Heartless non potrebbero farle del male?”. Come potrebbero
fare a me e a Riku.
“Non
c’è da preoccuparsi. Hanno paura di
noi”. Paura di loro? O mio Dio, ma cos’è
questo ragazzo?
“Mi
riporterete a casa?”, mi esce così, spontaneo. Lui
si ferma e si volta appena,
ma mi squadra per bene come in biblioteca. “Non possiamo
ricreare un mondo
andato distrutto”, dice cupo.
Rimango
di sasso. Il mio mondo è distrutto? La mia città,
la mia casa, la mia famiglia…
Tutto davvero perduto per sempre?
Mi
scende una lacrima lungo la guancia. Mi maledico mentalmente per non
essere
riuscita a trattenerla. Il dito freddo di Riku la raccoglie
“Piangere non ti
riporterà indietro”, parole un po’ dure
per consolare una persona.
Dure
ma vere: piangermi addosso non mi servirà a niente. Annuisco
piano e
rincomincio a seguirlo.
L’ennesimo
corridoio si apre in una sala buia e spettrale che torce dalle fiamme
verdi
rendono ancora più tetra.
Di
spalle c’è una donna con un lungo mantello nero e
un cappello con due corna,
nere anch’esse.
“Chi
è questa piccola e insignificante ragazza?”,
chiede girandosi. Cominciamo bene…,
la voce nella mia
testa suggerisce anche un rapido dietrofront, ma lo escludo subito. Mi
perderei
da sola, senza Riku al mio fianco.
“Penso
che potrebbe essere una di quelle Principesse. Non senti la sua
luce?”.
Principesse? Luci? È pazzo, lo sapevo.
“No.
È luminosa, ma non abbastanza”. Ok, questo
è il club dei pazzi deliranti “Non
ci serve un’altra perdita di tempo”, degli
Heartless appaiono intorno a lei, fissano
Malefica per un secondo e poi mi si avvicinano velocemente.
Neanche
lo vedo muoversi. Le creature d’ombra scompaiono in fumo nero
mentre Riku
assume una posa puramente plastica stringendo nella mano destra una
spada a
forma di ala demoniaca. “No”, dice solamente e il
cuore mi balza sul petto per
il sollievo.
Malefica
mi guarda, i suoi occhi mi trafiggono come una lama di ghiaccio.
Rabbrividisco
e faccio mezzo passo all’indietro. “Una perdita di
tempo, ma va bene. Sei come
un figlio per me, lo sai. Tienila pure”, mi tratta come un
animale da compagna,
ma non importa. Oltre a essere pazza è anche
un’omicida. Meglio starle alla
larga.
Riku
riassume una postura normale e si gira verso di me. “Vieni,
ti faccio vedere
dove dormirai”, e senza un’altra parola gira i
tacchi ed esce.
Rimango
un secondo a fissare la schiena di Malefica, ma prima che si volti me
ne vado
anch’io.
“Controlla
gli Heartless?”, sono shoccata, ma la rabbia inizia a salire.
Se lei controlla
gli Heartless vuol dire che è colpa sua se il mio mondo
è andato distrutto.
Sono quasi tentata di piantare in asso Riku e tornare indietro ad
affrontarla.
“Non
ci pensare neanche”, deve aver intuito le mie intenzioni,
anche se suppongo che
non fosse difficile dato che sono rossa per l’ira
“È una strega molto potente”.
Ora
che mi ha svelato questo piccolo particolare capisco
cos’è il bastone che
stringeva Malefica. In effetti mi sembrava un po’ troppo
giovane per doversi
appoggiare a un pezzo di legno.
“Non
hai risposto alla domanda”, ritorno al discorso originale
lasciando perdere
momentaneamente il mio desiderio di vendetta.
“Sì,
controlla gli Heartless”, era ora che tirasse fuori dalla
bocca quelle quattro
paroline!
“E
come mai li ha mandati nel mio mondo?”, la mia voce
è tranquilla anche se trema
un po’. Stringo i pugni forte, conficcandomi le unghie nei
palmi, riconoscendo
il classico prurito al naso che precede le lacrime.
“Non
sono cose che ti riguardano”. Siamo sicuri che gli Heartless
siano gli unici
senza cuore? Esistono Heartless dalle fattezze umane dai capelli
argentati e
gli occhi verde acqua? Per me, sì: ce ne ho uno proprio a un
passo da me.
“Come
‘non sono cose che mi riguardano’?”, sto
diventando isterica, ma Riku mi sta davvero
facendo uscire di testa “Il mio mondo è stato
distrutto e tu mi dici che non ho
neanche il diritto di sapere perché?”.
“Non
riesce a controllare completamente gli Heartless. Sono ancora molto
indipendenti e seguono il loro istinto primario: trovare i
cuori”, mi inizia a
spiegare con voce di sufficienza.
“Se
non li sa controllare perché li usa?”, borbotto.
“Mai
sentito parlare dei Cuori dei mondi?”, fa finta di non avermi
sentita.
Ci
penso su: il libro che stavo leggendo prima dell’arrivo di
Riku aveva accennato
a qualcosa su questi grandi cuori, ma la pagina era rovinata ed ero
passata
oltre.
Annuisco.
“Sono quei Cuori che gli Heartless stanno cercando. Ogni
mondo ne possiede uno
e se viene distrutto, il mondo fa la stessa fine”, ma non mi
lascia tempo di
controbattere perché apre una porta “Ecco, sei
arrivata. Ci vediamo”, non mi
degna di uno sguardo e se ne torna indietro.
“Una
perdita di tempo”, gli ripete Malefica dopo che Riku ha
lasciato Ily alla sua
stanza ed è ritornato nel Santuario.
“Perché
ucciderla? È arrivata qui da un mondo distrutto,
ciò significa che ha un cuore
forte. In qualche modo ci potrà essere utile”,
scrolla le spalle lui.
“Forse,
o forse no, ma secondo me l’hai voluta risparmiare solo
perché assomiglia alla
tua amica”.
Riku
sussulta. Ily… Ily assomiglia così tanto a Kairi.
Lo stesso visetto da bambina,
i capelli rossi tenuti corti, lo stesso impulso di proteggerla. Sa che
non è
Kairi, lo sa. Lo aveva sperato quando l’aveva vista a capo
chino leggere in
biblioteca, ma quando aveva alzato gli occhi la speranza era morta.
Occhi verde
smeraldo, brillanti come gemme.
Ily è
diversa. Ily non è Kairi. Ily non è la sua
migliore amica. Perché allora quel
gesto di pietà? In fondo sarà una perdita di
tempo. Deve seguirla e guidarla.
Non ne ha tempo. Ha altro a cui pensare, ma ucciderla… No,
non può farlo. E poi
il fatto che sia arrivata alla Fortezza Oscura invece che alla
Città di Mezzo
significherà pur qualcosa, no?
“Avrà una sua utilità”,
risponde lui dopo un secondo di pausa.
Note
di quella pazza
dell’autrice:
Avrei
voluto pubblicarlo
prima questo capitolo, ma il mio computer sembrava sul punto di
implodere
quindi ho rinviato di un giorno. L’importante è
che ci sono riuscita,
finalmente!
Per quanto riguarda le
parti in corsivo blu: ho deciso di aggiungerle per dare una visione
più
completa della storia e spiegare cose che Ily non sa. Mi è
servita anche per
dare una prima, infantile descrizione del mio personaggio. Grazie, Riku
<3
Già che siamo in vena di
ringraziamenti:
LarcheeX:
grazie per il tuo consiglio. Ho provato a dare una struttura
più complessa al mio periodo, non so il risultato, ma mi ci
sono messa
d’impegno xD
zexelmas:
sei stato molto
gentile :D Spero che il secondo ti piaccia! Aspetto con ansia la tua
recensione! Ah, quasi dimenticavo, buon Halloween!!!
Niki_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Princesses ***
Princesses
Alla
mia SoVa, dalla tua Viku
3.
Princesses
La biblioteca è
diventata la mia casa, ormai.
Sono soprattutto
i libri sull’Oscurità che mi
attraggono di più: un argomento interessante e per di
più ben fornito: gli
scaffali, infatti,
ne sono pieni. Eppure nessuno di tutti i libri che ho letto finora
spiega
come difendersi
dall’Oscurità. Si nomina solo un’arma
leggendaria, il Keyblade, capace di distruggere gli
Heartless e chiudere per sempre le serrature dei mondi. Niente di
approfondito, ma pur
sempre un accenno a qualcosa che può li salvare.
Per
qualche strano motivo, però, Riku non ne vuol sentir parlare
di Keyblade.
Si era irrigidito
sentendo quel nome e avevo capito che è argomento
tabù, quindi ero indietreggiata balbettando qualcosa su dei
libri che dovevo
assolutamente leggere e me ne sono tornata indietro prima che potesse
dire qualcosa.
Meglio non
insistere.
Ormai
ho imparato il percorso per andare dal Santuario (la stanza dove
c’era
Malefica) alla biblioteca e quindi alla mia stanza.
Approfittando
dell’insperata assenza dei due mi sono messa a curiosare in
giro e sfiorando i
muri del Santuario con le dita si è aperto un passaggio. Ho
guardato per un secondo il corridoio che si perdeva nel buio, ma poi
l'ho imboccato senza paura. Sono sempre stata curiosa, è
più forte di me, e spesso per soddisfarla mi vado a cacciare
in situazioni non molto rosee.
Il corridoio sbuca in un grande salone, illuminato da fiaccole blu, ai
lati sei capsule, tre per lato, di cui cinque occupate da cinque
ragazze addormentate, belle come il
sole.
Poggio le mani sul vetro
freddo, ma specie di scarica elettrica che dai polpastrelli si espande
fino alla punta dei piedi, mi costringe a staccarmi con un brivido che
mi risale lungo la schiena. Non mi piace questo posto: troppo
inquetante, perfino per Malefica e il che è tutto dire!
Torno a osservare la ragazza: un viso disteso e tranquillo, abiti
principeschi, capelli dorati e un diadema sul capo. Che sia una Principessa? Una delle Principesse a cui
aveva accennato Riku? Che diamine…?
Mi volto per non guardarla e noto una
scalinata. Sono i miei piedi a muoversi da soli e mi conducono su una
specie di palco sopraelevato con una posizione dominante su questo
grande salone: alle mie spalle il simbolo,
uguale a quello avevo visto il primo giorno sulla torre, è
gigantesco e pervaso
da brillanti luci verdi, blu e rosse, colori che mi sono sempre
piaciuti anche se ora come ora sono inquetanti; di fronte dei comandi e
una specie di
computer. Mi avvicino vincendo l'irrazionale istinto di darmela a gambe
da qui.
Il PC, più che altro, è pieno di dati che
riguardano sette ragazze, le cosiddette Principesse del Cuore, il cui
potere può rivelare la serratura di Kingdom Hearts. Sei sono
certe: Aurora,
Belle, Jasmine, Cenerentola, Biancaneve e Alice mentre la settima
è ancora un’incognita.
I dati sono provvisti anche di foto e vedendo le immagini delle ragazze
capisco che quelle nelle capsule sono Aurora,
Cenerentola, Biancaneve, Belle e Alice.
Mi
stacco dalla tastiera con mille domande per la testa. Tutte queste
informazioni mi
disorientano. Non
voglio avere niente a che fare con Principesse, serrature e
questo fantomatico Kingdom Hearts. Voglio tornare a casa,
ecco il mio lato infantile che torna a galla. Andiamo, Ily, reagisci!
Il mio bel pensiero maturo, però, se ne va a fare compagnia
a quelli immaturi e quelli su Principesse, Chiavi e Cuori. Risultato?
La testa mi sta per esplodere, così me la
stringo fra le mani, scivolando per terra in attesa che passi
l'emicrania. Mi bastano solo due minuti e piano piano che le mille voci
nella mia testa spariscono, una sola rimane: il buonsenso. Finalmente!
Lo stavo aspettando da un po'! Saltando i convenevoli mi suggerisce di
andarmene di
corsa, di dimenticare tutto. Già
è tanto che Malefica ti abbia lasciata in
vita, chissà cosa farebbe se scoprisse che hai curiosato
nella sua stanza segreta, parole sante!
Prima di imboccare il passaggio, mi giro a guardare le ragazze
addormentate e mi sorge una domanda: cosa vuole farne Malefica di
questo Kingdom Hearts?
Alla sala
principale
incontro Riku.
Sorrido e mi sporgo dal corridoio sopraelevato agitando la mano, Lui
alza lo
sguardo e ricambia con una smorfia che ormai interpreto come
sorriso.
È allora che la noto: Riku tiene fra le
braccia il corpo di una ragazza addormentata, o forse
svenuta. La riconosco grazie ai
dati che ho sbirciato nella stanza segreta: Jasmine, ecco come si
chiama, e con lei le
Principesse salgono a sei, manca la famosa incognita.
“Chi…
Chi è questa ragazza?”, domando. Zitta,
stupida, non impicciarti! Dovresti aver già dimenticato
tutto!
Lui abbassa la testa per guardare davanti a sè e imbocca la
porta con l’emblema senza dirmi niente: la vuole portare da
Malefica sicuramente.
“Riku!”,
urlo, ma lui non mi risponde. Sospiro e apro la porta
della biblioteca richiudendola dietro di me.
So
già cosa cercare: Kingdom Hearts.
"La
sesta Principessa...", Malefica ha un sorriso tanto smielato quanto
fasullo. A
Riku non piace, non gli è mai piaciuta Malefica. Ma le
tenebre che la circondano…
L’attraggono e lo spaventano contemporaneamente: sente che
è lui che vogliono.
“Ho
fatto come mi hai chiesto. Dov’è lei?”,
le ricorda i patti: prendere le
Principesse, Kairi in cambio. Dato che non era con Sora è
andata dispersa in
qualche mondo e lui la troverà, costi quel che costi.
“Ma
certo, mio caro, io rispetto la parola data”, Malefica si
gira verso la parte
di sala al buio “C’è già un
vascello pronto per te”. Dall’ombra esce un pirata
con la mano sinistra uncinata.
Kairi,
non ti abbandonerò come ha fatto Sora,
pensa e segue Capitan Uncino sulla nave che lo porterà da
lei.
Note di quella pazza
dell'autrice:
Ok,
sono in un ritardo stratosferico, ma a mia difesa posso dire che i miei
professori sono dei sadici che si divertono a riempirmi di compiti
tanto che nei libri potrei farci il bagno e non sto scherzando! T__T
Travagli scolastici a
parte, sono contenta di aver finalmente postato questo benedettissimo
capitolo. Non so se il sito mi darà problemi con il colore
(speriamo di no, cavolo!), ma nel caso succeda come l'altra volta le
parti in terza persona oltre a essere in blu saranno sottolineate.
Problema risolto.
Come al solito ringrazio
chi sta leggendo la mia storia e i fantastici due che la recensiscono,
grazie di cuore ragazzi! <3
E infine saluto la mia
SoVa: niente è stato più impagabile della tua
faccia stupita :3
Niki_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Puzzle ***
Explanations
A Rossella, sperando di
averle trovato un diversivo
4.
Puzzle
Sono seduta
alla scrivania della biblioteca e tengo un libro aperto
sulle ginocchia. E' da circa un'ora che trascrivo
su un foglio le informazioni che mi
servono anche se non sono molte, a dirla tutta: da quanto ho capito
Kingdom
Hearts è il Cuore di tutti i mondi e potrebbe essere sia la
Luce che l’Oscurità, ma le
fonti sono più propense verso quest’ultima; le
Principesse, come avevo appreso dai dati nella stanza segreta, servono
a rivelarne la serratura.
“Che stai scrivendo?”, prima che riesca a
nascondere il
foglio con gli appunti, Riku, con grande velocità, lo prende
dal tavolo
e inizia a leggerlo.
Appoggio il libro
mentre lui spalanca gli occhi come se non credesse a quello che sta
leggendo.
“Non sono cose che ti riguardano”, la sua voce
è
tornata fredda e spietata.
“E
perché no? In
questo casino ci sono finita di mezzo anch’io!”,
ribatto
fissandolo dritto negli occhi. Nessuno, di solito, riesce a mentirmi
mentre li guarda e speriamo che Riku non sia l'eccezione!
“Non sono cose che ti riguardano”, si è
addolcito di colpo. Non ci credo, ha funzionato! Meglio approfittarne.
“Siamo
sulla stessa
barca, ormai: le ho viste, quelle ragazze! Perché volete
violare
Kingdom Hearts?”, scopro le mie carte continuando a tenere il
suo
sguardo incatenato al mio. Dai
che funziona, dai che funziona..., mi ripeto speranzosa.
Le ultime parole
famose: il
verde acqua dei suoi occhi torna a lampeggiare. “Non me ne
importa nulla di Kingdom Hearts!”, mi urla
lanciando il foglio dietro di sé “Che Malefica ne
faccia
ciò che vuole! Io rivoglio Kairi!”
Rimaniamo
entrambi immobili: io per la sorpresa a una sfuriata così
violenta che mi
ha costretta ad arretrare di qualche centimetro per non farmi trapanare
le orecchie, lui per essersi esposto così tanto.
“Una tua amica?”, la prendo alla larga appoggiando
le braccia sulla scrivania.
“La mia migliore amica”, la sua voce ha perso
vigore, come
se l’armatura con cui si era protetto finora si fosse
sgretolata
all’improvviso mostrando il suo lato debole. No, non debole,
il
suo lato sensibile: Riku senza difese, il vero Riku.
“Può
sembrarti
stupido e ipocrita, ma so quello che provi.
Io…”, non mi lascia neanche finire. Esplode
complentamente tornando
ad ardere di collera più di prima “A
sì,
perché tu sai quello che
si prova, vero?”, sarcasmo velenoso il suo,
urlato per di più: sono costretta ad allontanarmi di nuovo
sentendo la sua voce arrivare al massimo dei decibel.
“Dannazione Riku! I miei sono…”, mi
blocco. Non voglio dirlo, non voglio dire morti
“Scomparsi! Anch’io sono
sola!”, mi sono messa a gridare anch’io rifacendomi
sotto.
Ci guardiamo negli occhi per un lunghissimo secondo.
“L’ho
trovata”, dice di getto senza distogliere lo sguardo dal mio.
“Sono contenta per te”, replico a bassa voce
“Ma perché allora sei così
arrabbiato?”
“Perché gli Heartless le hanno rubato il
cuore”, un
silenzio pesante e carico di tristezza cala fra di noi.
Non so come consolarlo, come si può consolare uno come Riku?
Non si può farlo e basta: ha letto negli occhi la mia
intenzione
e mi ha dato le spalle. “Ho ancora una missione. Fai la
brava".
“Non ho cinque anni!”, gli urlo prima che scompaia,
con mia grande sorpresa, in un portale d’oscurità.
Portali di
oscurità... Ok, Riku è sempre stato strano, ma
non pensavo che potesse usarli..., continuo
a pensare mentre giro a testa bassa per i corridoi e senza
neanche rendermene conto entro nel Santuario.
Sussulto
riconoscendo le
fiamme verde acido. "Ops, mi sono persa", cerco di giustificarmi senza
neanche alzare lo sguardo per non incrociare quello di Malefica, eppure
il
silenzio rimane assoluto. Sollevo la testa quanto basta per guardandomi
intorno: la strega non c'è, che insperato colpo di fortuna!
Piccolo
promemoria: mai lasciare all'istinto le scelte decisive.
Infatti, senza
pensarci due volte, attivo il passaggio e il muro si alza
mostrandomi la stanza segreta. Rimango ferma un secondo, riprendendo
possesso dei miei piedi. Ok,
Ily, Malefica non c'è, la vocina nella mia
testa torna a farsi sentire Ma
non ti pare di aver avuto fin troppa fortuna? Torna indietro
finché puoi prima di cacciarti in un brutto guaio.
L'avevo
già accennato prima: sono curiosa, fin troppo. Il mistero mi
ha sempre affascinata e quel grande salone era sicuramente il posto
più misterioso e intrigante che avessi mai visto in vita
mia, perciò non stupitevi troppo se ho ignorato
il buonsenso e sono entrata nella stanza segreta.
Una strana elettricità, quasi palpabile con mano,
l'attraversa ora che anche Jasmine
riposa in una capsula. Sei Principesse, tutte in una sola stanza, mi
pare logico che si smuova qualcosa.
Salgo sul palco sopraelevato fino ad arrivare al computer, ma non lo
noto neanche
perché a terra, proprio davanti il PC,
c’è una
ragazza stesa,addormentata. Ed è la mia copia sputata.
Mi inginocchio
accanto a lei e
la tocco con un dito: la carne tiepida cede al mio tocco. Quindi non
è un'illusione indotta dal mio cervello per farmi scappare
da qui.
La prendo per le spalle e la scuoto leggermente. Niente. Ovvio, che ti aspettavi?,
zitta maledetta voce! A guardarla meglio, però,
più che
addormentata sembra morta. “Andiamo, svegliati”, le
sussurro
scostandole i capelli rossi dagli occhi. Mi chino su di lei accostando
la mia guancia alle sue labbra dischiuse e avvertendo un piccolo
respiro:
è viva, per fortuna!
Il rumore ritmico
di un bastone posato a terra mi distrae. Lo scettro di Malefica!,
mi urla la vocina riportandomi alla mente il bastone a cui si reggeva
al nostro primo incontro-quasi scontro.
Striscio sotto il bancone su cui si trova il computer. Speriamo solo
che non venga a guardare qui sotto!
Te l'avevo detto, te
l'avevo detto...,
continua a ripetermi. Se sopravvivo, giuro che mi compro un nuovo
cervello! Possibilmente non abitato da stupide vocine so-tutto-io.
Interrompo questa
mia serie di pensieri no sense solo quando il vestito di Malefica si
ferma davanti al corpo della ragazzina
addormentata. Mi premo le mani sulla bocca per limitare il rumore del
mio respiro e inizio a sudare freddo. Non chinarti, ti prego, non
chinarti...
“Ci deve essere un modo”, le scarpe di Riku la
raggiungono facendola voltare.
“Il cuore è stato preso dagli Heartless, ma non
temere,
c’è sempre un modo”, si volta e se ne va
lentamente mentre la mia mente festeggia.
Riku si inginocchia davanti alla ragazza solo quando Malefica sparisce.
“Kairi…”, si blocca. Dannazione, mi ha
vista.
“Che diamine ci fai qui?”, bene, è
arrabbiato, non
gioca a mio favore.
“Fai come se non ci fossi, non voglio rovinare il tuo
momento”, mi escono da sole. Accidenti, perché non
penso
mai prima di parlare?
“Non essere stupida! Vai via prima che ti scopra!”,
si sporge verso di me.
“Molto gentile da parte tua preoccuparti, Riku, ma sai
com’è non posso passare davanti a Malefica come se
niente
fosse mentre esco dal passaggio segreto. Sai
com’è, io non
so usare i portali d’oscurità o quello che
sono…”
“Aspettami, quando torno ti prometto che ti
racconterò
tutto, ok?”, stende una mano con il palmo rivolto verso di me.
Annuisco appena e prima di venire risucchiata dal portale faccio in
tempo a lanciare un ultimo sguardo a Kairi, tenuta sollevata con
dolcezza dall’altro braccio di Riku.
Non è la mia stanza, ma le somiglia molto: cambia solo la
disposizione dei mobili.
Mi stendo spossata sul letto. Attraversare un
portale è un’esperienza unica, ma stancante, oltre
che
terrificante: avevo quasi temuto che Riku mi avesse teso un
tranello…
Riku…
Mi riporta in mente quello che è successo alla
stanza segreta. Quella ragazza… Kairi, l’amica di
Riku! Ecco
perché dormiva: ha perso il cuore. Il mio si stringe al
pensiero
e mi poso la mano sul petto come se possa calmare il battito accelerato.
Kairi…
E se fosse… E se fosse solo per la nostra
somiglianza fisica che Riku mi aveva salvata dagli Heartless? Per il
suo desiderio di rivederla si era lasciato imbrogliare dalla
nostra somiglianza?
Scuoto la testa fra me e me con gli occhi chiusi e non riesco
più a riaprirli per la stanchezza e per lo stress accumulato
scivolando piano piano
nell’incoscienza.
Lo stesso sogno, come ogni notte, e mi spaventa, come ogni notte: la
mia
camera, gli Heartless che mi circondano, le loro ombre che si
avvicinano e fanno scomparire ogni colore. Quando arrivano a me inizio
a sparire, pezzo per volta e l’oscurità sta per
prendere il
mio cuore. Mi agito, ma è inutile, proprio come cercare di
afferrare il fumo. Anche la mia testa sta per scomparire quando una
voce
mi chiama. “Ily! Ily, forza, svegliati!”.
Svegliati.
Tre sillabe che mi riportano alla realtà.
Apro gli occhi:
Riku mi tiene,
dopo avermi scossa un paio di volte (molto tatto, insomma), per le
spalle. “Stai bene?”, mi domanda mentre mi metto
seduta.
“Sì, sì. Mi ero solo
appisolata”, annuisco con energia.
“Incubo?”
“Sei molto perspicace”, inarco un sopracciglio.
Sospira e si mette a gambe incrociate sul letto. “La tua
promessa?”, lo incito.
Lui mi guarda spaesato per un secondo poi i suoi occhi si illuminano
“La promessa, già”.
Lo incoraggio con un cenno della testa. “Da dove vuoi
partire?”, sospira rassegnato.
“Da te. Non so niente sul tuo conto”, arrotolo fra
le dita il lenzuolo.
“Io…”, sembra indeciso: guarda il
lenzuolo come se
potesse dargli coraggio e pare trovarlo “Io vivevo alle Isole
del
Destino, un bel posto, tutto sommato, ma era uno sputo di isola
sperduta in mezzo al mare. Poi una notte la Porta si è
aperta e
sono arrivato qui. Finalmente avevo lasciato il mio mondo”,
un
sorriso che svanisce subito “Ma Kairi ha perso il cuore per
colpa
degli Heartless e Sora si è dimenticato di noi e ha iniziato
a
viaggiare per i mondi con i suoi due nuovi amici”, il suo
sguardo
è di ghiaccio. Non oso incrociarlo e continuo a fissare il
lenzuolo “Perché lui è il Prescelto. Il
Custode del
Keyblade”, sussulto all’ultima parola
“Preferisce
usarlo per aiutare persone sconosciute invece di Kairi! Kairi
è
la nostra migliore amica!”, inizia a surriscaldarsi
“Ma
tutto cambierà ora”, si rilassa.
“E come?”.
“Malefica dice che ne ho le potenzialità.
Diverrò io il Custode del Keyblade”.
Apettate un
momento! Ma il Keyblade non sceglie il suo custode da solo? Bisogna
avere delle… potenzialità?
“Chi è la settima Principessa?”, cambio
discorso
“Aurora, Belle, Alice, Cenerentola, Biancaneve, Jasmine
e?”, elenco.
“Kairi”, finisce lui.
Kairi.
Ovvio: tutti i pezzi devono combaciare in questo puzzle.
“E ora che ci sono tutte e sette?”.
“Il cuore di Kairi non è qui”, mi
ricorda lui. Giusto, troppo facile se no.
“E come lo riavrete?”.
“Malefica ha avuto un intuizione. Sora deve essere qui e
tutti i
pezzi andranno a posto da soli”.
“E quando otterrete Kingdom Hearts che
succederà?”.
“Non lo so e francamente non m’importa”,
si stringe nelle spalle.
“I mondi saranno gettati in un caos peggiore di
questo”, sussurro quasi fra me e me.
“Ma questo è il prezzo da pagare per la
libertà”, è ufficialmente impazzito.
Gettare via
tante vite innocenti solo per appagare una curiosità?
A proposito di curiosità… “È
perché assomiglio a Kairi che mi hai risparmiata,
vero?”.
“Non sarò ipocrita. Sì”, mi
sorride. Questo ragazzo ha improvvisi sbalzi di
umore, fatico a stargli dietro.
Ma in fondo
è stato onesto con me...
Mi alzo e faccio per
uscire. “Hai già finito?”, sembra
sorpreso. Si sarà
immaginato un terzo grado e ora è un po’ deluso
dal mio
ritiro.
“Sì, so quello che volevo. Avrò molto
da riflettere”, abbasso la maniglia.
“Ti accontenti di poco”.
“Chi si accontenta gode. E poi queste cose sono troppo grandi
per me”, chiudo la porta alle mie spalle.
Ora l'unica cosa da fare è aspettare che tutti i pezzi di
questo
intricato puzzle tornino da soli al loro posto e nel frattempo posso
anche dedicarmi alla ricerca di un nuovo cervello libero da voci
petulanti...
Note di quella pazza dell’autrice:
Eccomi
qua, sono tornata con il parto della mia mente malata! :D
Come al solito spero che il sito non faccia strani scherzetti e metta
tutto come ho deciso *incrocia le dita*
Ringrazio tutti di cuore, chi legge e chi recensisce
(santa polenta, ma quanto sono ripetitiva!), dato che sono quasi
arrivata alla fine di questo mio sclero. Dopo questo capitolo
c'è l'ultimo e l'epilogo, non disperatevi troppo! *si tappa
le
orecchie perché a questa notizia si è scatenata
una festa
con tanto di conga*
Vabbé, vi lascio in pace e mi dileguo *ninjapuff*
*ninjapuff* Ah, quasi dimenticavo: saluto la mia Rossella, sperando di
averle trovato un altro interessante argomento per le nostre
conversazioni e non solo riguardo a qualcuno che inizia con "N" e
finisce con "ico" :D
Niki_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Fall asleep ***
Darkness inside you
Nessuna nota finale stavolta ma ci vediamo direttamente all'epilogo. Grazie, Niki_
A KaiVi, perché anche se ci odiamo a morte gli voglio un
bene dell'anima
5.
Fall asleep
Mi sveglio all'improvviso saltando a sedere sul letto.
Sbadiglio stropicciandomi pigramente gli occhi cercando di capire
perché il
sonno mi abbia abbandonato così prematuramente mentre di
solito
è lo stomaco a scuotermi dal mio letargo per reclamare il
pranzo.
Mi giro in direzione della finestra aperta che dà verso
oriente:
il sole è sorto da poco e la luce, riflessa sui vetri,
finisce
esattamente sul cuscino. Mistero risolto.
Mi maledico mentalmente e, con estrema lentezza, riesco a raggiungere
la finestra e a socchiuderla per poi tornare a letto. Sto per
rimettermi sotto quelle calde coperte quando sento un rombo
basso; all'inizio penso che sia solo frutto della mia immaginazione
unita alla
sonnolenza, ma mi convinco del contrario sentendo il rombo aumentare
d'intensità.
Tutto a un tratto la stanchezza è sparita e
corro di nuovo alla finestra.
Mi sfrego gli occhi pensando di sognare: una navicella rossa
è
appena apparsa alla Cascata Inversa, poco fuori dal castello, e da
questa
parte un raggio di luce che tocca il suolo.
È l’istinto a dirmi che sta succedendo:
è arrivato, Sora è qui.
Battendo ogni record di velocità, corro giù per
le scale e apro il portone d’ingresso del
castello.
Ormai mi sono abituata alla penombra della Fortezza Oscura e quindi
rimango un attimo abbagliata dalla luce del sole. Solo quando i miei
occhi si abituano, scosto la mano con cui li avevo protetti dai raggi e
inizio a guardare nel cortile notando, vicino alla funivia che
porta alla Cascata Inversa, Riku.
Lo chiamo e lo raggiungo di corsa.
Mi ero preoccupata molto quando, appena il raggio di luce era sparito,
avevo collegato il nome di Sora a quello di Riku e quindi
all'inevitabile
diverbio verbale o fisico (molto più probabile quest'ultimo,
in fondo sono sempre ragazzi...) che
avrebbero avuto, perciò mi ero cambiata a
velocità
supersonica per correre incontro al vincitore: se fosse stato Sora
avrei sempre potuto mollargli un calcio dove so io.
“Ily…”, Riku mi guarda sorridendo, un
vero sorriso a
trentadue denti bianchi come la neve, che però sparisce,
sostituito da un'espressione sorpresa, quando lo abbraccio di getto.
Ehm, Ily?,
bussa alla mia testa la solita vocina riportandomi coi piedi
per terra.
Giusto per
mettere in chiaro le cose: non sono innamorata di
Riku*. E' stato il bisogno di appoggiarmi a qualcuno amico (beh, ormai
siamo quasi amici, no?) a fare
dell'albino tutte le figure di riferimento di cui ho bisogno ora che ho
perso tutto. Riku è la mia famiglia e i miei amici tutto
insieme, non posso e non voglio amarlo in quel senso.
Mi stacco con un sorrisino imbarazzato. “Non ti ha fatto del
male, vero?”, la mia voce si incupisce di nuovo mentre cerco
il
segno di qualche ferita.
“Neanche un graffio”, allarga le braccia per
darmene prova.
Il mio sguardo viene attirato dalla spada che stringe nella mano destra
anche se 'spada' non è l'esatto termine per descriverla:
è una gigantesca chiave argentata, dal manico giallo e
l'impugnatura nera, il Keyblade.
Come una bambina, allungo le dita verso l'oggetto della mia
curiosità e lo percorro per tutta la sua lunghezza, fino ad
arrivare a stringere leggermente l'impugnatura. “E
così
avevi davvero tutte le
caratteristiche...”, sussurro non distogliendo lo sguardo
dall'arma
leggendaria.
“Già”, asserisce con una punta
d'orgoglio che mi fa ridere.
Solo allora vedo che non è da solo: ci sono due figure che
prima non avevo
preso in considerazione, preoccupata com'ero per
l'incolumità
di Riku, un cane e un papero antropomorfi, vestiti di tutto punto,
guardano
preoccupati la funivia come se aspettassero qualcosa o qualcuno.
“E voi chi siete?”, li guardo inclinando la testa.
“Paperino”, il papero non mi degna di uno sguardo,
continua a stringere
forte lo scettro al petto fissando la Cascata Inversa.
“Io sono Pippo, piacere di conoscerti!”, almeno il
cane è educato.
“Io, invece, sono Ily”, sorrido portandomi la mano
sul petto.
“Sì, d’accordo, lasciamo perdere i
convenevoli”, bene, Riku è tornato normale.
“Vuoi andare da Kairi?”, sta iniziando ad essere
facile intuire quello che gli passa per la mente.
Annuisce e guarda con soddisfazione il Keyblade nella sua mano destra.
“Con questo riuscirò a riportarla
indietro”.
“Ma tu non puoi venire, però”, aggiunge
quando siamo davanti alla biblioteca.
“E perché no?”, mi impunto incrociando
le braccia.
“Malefica”, queste quattro sillabe mi convincono,
anche se
mi scoccia che usi sempre questa carta per farmi desistere.
“Che lagna che sei!”, sbatto la porta della
biblioteca dietro di me.
Dei secchi rumori metallici uniti a grida mi fanno riemergere dal
libro. Sbuffo alzando gli occhi al cielo: non mi vuoi partecipe al
risveglio di Kairi obbligandomi in biblioteca ma poi ti permetti anche di fare casino?
“Ma te la vuoi…”, socchiudo la porta
della
biblioteca per cantargliene quattro, ma rimango a bocca spalancata per
lo spettacolo che si sta svolgendo nella sala principale.
Riku indossa una
strana
‘tutina’ aderente nera con il simbolo
degli Heartless sul petto e una specie di gonnellino da hula. Qualche
giorno prima, nei corridoi, avevo sentito parlare di questa 'forma
oscura': Malefica spiegava a Riku come utilizzare il potere
dell'Oscurità per accrescere la propria forza, ma si era
bloccata notandomi ed io ero scappata di corsa.
La mia attenzione
è dirottata però sulla mano destra: al
posto del Keyblade stringe la spada a forma di ala demoniaca.
Perché l’arma leggendaria la stringe un ragazzino
dai
capelli castani, spalleggiato da Paperino e Pippo. Deve essere Sora,
l’amico
traditore. Inoltre osservando i due animali antropomorfi capisco che
sono i famosi nuovi
amici
del ragazzino, due banderuole
peggio di lui.
Paperino, Pippo e
Sora si
muovono insieme perfettamente, in quello che sembra essere uno schema
d'attacco studiato alla perfezione, ma Riku è indubbiamente
più forte, dato
che riesce a tenere testa a uno scontro tre contro uno senza cedere
minimamente terreno.
Ecco, le ultime parole famose: l’albino si stacca da quella
giostra di
morte, guarda l’avversario per un secondo e scappa via verso
la
porta con l’emblema. Ritirata strategica o una vera sconfitta?
“Riku!”, lo chiama Sora allungando la mano verso di
lui. Ha
una voce acuta, quasi infantile e non mi è difficile capire
le
sue intenzioni: vuole inseguirlo.
Devo aiutare Riku, ma come?
Temporeggia. Dai tempo a Riku di riprendersi, mi suggerisce la
vocina: da quando ho minacciato di sfrattarla inizia a essere
più collaborativa.
D'accordo,
proviamoci.
Sbatto con forza
la porta
della biblioteca, attirando sicuramente l’attenzione del
Custode
del Keyblade, poi salgo le scale velocemente raggiungendo il mio
obbiettivo: la scrivania. Infatti, ben nascosto,
c’è un
piccolo pulsante nero: Riku mi aveva spiegato che attivava una specie
di
sistema di difesa che rallentava il nemico che avanzava per il castello.
Lo premo e corro fino alla porta del piano sopraelevato della
biblioteca mentre di sotto i ripiani si muovono fino a formare un
labirinto
che può essere attraversato solo rimettendo i libri al loro
posto.
Richiudo la porta
dietro di me e salgo sul parapetto del corridoio. È
un salto, Ily, a casa ne
hai fatti molti più alti, mi dico mentre guardo i
cinque metri
che mi separano dal suolo.
E poi non hai altra scelta, rincaro la dose.
Dopo un profondo
respiro mi
lascio cadere e atterro, inaspettatamente, silenziosissima; dalla
biblioteca nessuno si è accorto di niente.
Attraverso la porta con l’emblema e attivo il secondo e
ultimo
sistema di sicurezza: la porta si chiude e i quattro pezzi che
compongono il simbolo degli Heartless si staccano e volano in direzioni
diverse, andando a nascondersi nell’ampio ingresso.
Più di così non posso fare, o forse
sì?
In effetti c’è qualcos’altro: aiutare
Riku a riprendersi
psicologicamente in vista dell’imminente secondo round.
Riku corre. La rabbia e la frustrazione lo spingono ad accellerare il
passo sempre di più.
Non
è
riuscito a battere Sora e, peggio ancora, si è fatto fregare
il
Keyblade. “Pe-perché? Era mio!”, si
domanda furioso.
“Lo sai”, una voce nell’ombra gli
risponde.
Riku si blocca e si guarda intorno: dietro di lui, una figura
incappucciata in un cappotto marrone sembra ardere di una fiamma blu
“Il cuore forte e sincero conquista il Keyblade”.
“Cosa? Vorresti dire che il mio cuore è
più debole
del suo?”, oltre al danno la beffa. Chi
è questo per
sputare sentenze?,
pensa punto sul vivo.
“In quell’istante, lo era”, la voce
dell’uomo è calma e piatta, quasi rassicurante.
No, non è vero,
l’albino scuote la testa.
“Però, tu puoi diventare più
forte”,
l’incappucciato si avvicina. Sembra quasi un fantasma,
avvolto da
quelle fiamme blu “Non hai avuto paura di varcare le porte
dell’Oscurità. Non ti incute alcun
terrore”, si
ferma e la sua voce diventa sempre più invitante per Riku.
“Sprofonda di più
nell’Oscurità e il tuo
cuore sarà più forte”.
Eccolo, il modo: accettare quell’Oscurità che
sempre
l’aveva chiamato a sé, lasciarsi andare ad essa,
semplicemente, niente freni e niente ripensamenti.
Non si torna indietro, questo Riku lo sa, ma sono l’orgoglio
ferito e il
dolore che prova per il presunto tradimento dell’amico che lo
fanno
parlare. E le sue sono parole di resa incondizionata. “Che
devo fare?”,
china la testa chiudendo gli occhi.
“È molto semplice”, una pausa che fa
fremere Riku
nell’impazienza “Apriti
all’Oscurità. Tutto
qui”, altra pausa “Lascia che il tuo cuore, il tuo
essere
diventi Oscurità”
Riku rialza la testa mentre il suo corpo viene avvolto da fiamme verdi,
le
familiari fiamme verdi dell’Oscurità, mentre
l’uomo
incappucciato avanza lentamente verso di lui.
Aprirmi all’Oscurità,
il suo ultimo pensiero prima di aprire il suo corpo e il suo cuore a
quello strano individuo.
So di avere poco tempo.
Corro per i
corridoi all'insegimento dell'albino e alla fine sbuco
nella terrazza sotto la torre col simbolo. Rimango a guardarlo per un
momento ripensando a quando ero arrivata lì: quante cose
sono successe nell'arco di pochi giorni!
“Ti
avevo
detto di restare in biblioteca”, Riku mi distrae, la voce
più fredda del solito.
“Non sono potuta rimanere. Ha fatto irruzione il
Cu…
Sora”, il cipiglio di Riku è aumentato mentre
stavo
pronunciando Custode perciò la
prendo alla larga “Sono
dovuta scappare, ma ho attivato i sistemi dietro di me e ho guadagnato
un po’ di tempo”.
“Davvero? Che brava”, sembra quasi ironico.
“Ti senti bene?”, inclino la testa guardandolo. E'
ancora nella sua forma oscura, ma non è questo a
spaventarmi: è… tutto il suo atteggiamento.
Un brivido mi
risale lungo
la schiena quando nella sua mano appare una spada, diversa
dall’ala demoniaca che ha sempre usato: è
totalmente nera,
con il manico rosso cremisi.
“Cos’è,
Riku?”, faccio mezzo passo indietro. Il mio cuore inizia a
martellarmi forte nel petto, senza un logico motivo, ma solo per via
delle spiacevolissima sensazione che provo nel fissare quell'arma.
Lui sorride, maligno. “Questo… Questo è
il Keyblade
del Cuore della Gente”, una lunga falciata verso di me.
“Un… Keyblade?”, balbetto “Ma
Sora…”
“Questo è un Keyblade differente”, altra
falciata “Nato dai cuori delle Principesse che
abbiamo”
Annuisco senza entusiasmo aspettando che continui, con un altro brivido
che mi risale la spina dorsale.
“Può aprire i cuori delle persone
all’Oscurità”, il suo sorriso si allarga
mentre la
mia fronte si imperla di sudore freddo. L’istinto mi urla di
darmela a gambe, stavolta lo so il percorso, eppure rimango inchiodata
lì, mentre Riku copre la distanza con un’ultima
falciata.
“Tanta luce, ma chissà
quant’è grande la tua
ombra…”, mi sussurra nell’orecchio. La
sua voce ha
uno strano doppio timbro “Bisogna testare per
conoscere”.
Il respiro mi si
blocca in
gola mentre il mio cervello lentamente elabora quello che il mio cuore
mi sta urlando da quando ho messo piede sulla terrazza.
Vorrei spingerlo
via, ma le
braccia non mi rispondono: pendono semplicemente ai miei fianchi.
Allora cerco di scappare, ma anche le gambe sono in sciopero, come ogni
mio muscolo.
Riku mi guarda negli occhi, poi un sibilo secco e qualcosa che mi
colpisce al petto.
Quando quel ferro
freddo
affonda nel mio caldo corpo sento un dolore tremendo, come un fuoco che
mi brucia viva seppur circoscritto alla sola gabbia toracica.
Il mio cuore si ribella a questo calore improvviso, accelera i battiti
e, centimetro dopo
centimetro, viene estirpato dal mio torace, volando leggero verso il
cielo.
Senza il mio cuore che le oscurava, le tenebre più profonde
mi prendono e sono le
fiamme verde acqua degli occhi di Riku l’ultima cosa che
vedo prima che il mio corpo svanisca nel nulla, in un turbinio di luci
dorate, sotto la torre con l’emblema, dove tutto è
iniziato. E
finito.
* Piccola puntualizzazione, mi sembrava doverosa dato che non mi
permetterei mai di far innamorare la mia Ily di Riku. Perché
Riku lo voglio tutto per me ù.ù <3 *Si
apre la porta e
due infermieri energumeni portano Niki al manicomio*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Epilogo - A new being ***
Epilogo - A new being
A
Serena, perché se il capitolo non vi piace è
colpa sua.
Epilogo
- A new being
La
creatura si accorge di essere viva.
Ad
occhi chiusi prende un grosso respiro, come se fosse stata in apnea per
lungo
tempo, e l’odore del mondo la colpisce come un pugno, anche
se due sono più forti di tutti gli altri: erba e
stucco.
Solo quando
il respiro si normalizza prova gli altri sensi.
Le
dita della mano sfiorano con leggerezza i fili d’erba lunghi
e sottili, poi,
con un grande sforzo, riesce a portarla sulla pancia sfiorandola con
delicatezza. Lì sua pelle è
calda e morbida e inizia a stringerla finché non avverte una
piccola stilettata. La riconosce, anche se non l'ha mai provata finora:
è il dolore.
Dolore è male,
le dice una vocina nella sua testa.
Allora tende
l'orecchio per sentire i rumori dello spazio circostante: alla sua
destra un cicalio sommesso,
foglie che si muovono nella brezza leggera, il canto di un uccello in
lontananza, ma se si concentra riesce a sentire anche il rumore di un
tram che passa
cigolando sulle rotaie.
Si
morde il labbro inferiore pensando a cosa fare finché non
sente
i denti bagnati da qualcosa e, incuriosita, si passa la lingua sulla
sorgente del liquido: sangue, si dice riconoscendo il
sapore ferroso.
Devi andartene da
qui,
la voce, la sua guida verso la salvezza, è sempre presente Apri gli occhi e alzati.
Lei obbedisce,
socchiudendoli piano piano. Sopra di lei il cielo è rosso
infuocato, in un tramonto appena velato
da qualche nuvola di passaggio; girando leggermente la testa di lato
vede i fili d’erba
verdi mossi leggermente dal vento e un muro di recinzione in mattoni;
dall’altra
parte si erge un bosco di alberi verde scurissimo con le cime che
sfiorano il
cielo.
È ora di muoverti.
La creatura puntella i gomiti tirandosi su leggermente. Si mette a
studiare il suo corpo magro e i
vestiti leggeri che lo coprono: non li riconosce né li
ricorda.
Con
uno sforzo costringe i muscoli a piegarsi e a flettersi e, nonostante
sia un po’ indolenzita, riesce
ad alzarsi.
Appena
si mette in piedi appare una figura incappucciata davanti a lei da un
portale d'Oscurità: un uomo in un
cappotto nero all’apparenza molto pesante la
guarda da sotto il cappuccio e stende la mano verso il suo
volto.
Impaurita, fa un mezzo passo indietro, aspettandosi un
attacco, ma
invece appaiono tre lettere davanti al suo viso: I, L, Y, Ily.
La ragazzina ha gli occhi verde smeraldo sgranati, guarda le lettere e
ricorda, finalmente, tutto: la sua casa, il suo mondo, la sua vita,
l’attacco
degli Heartless, la Fortezza Oscura, Malefica, Kairi, Kingdom Hearts,
il
Keyblade, Paperino, Pippo, Sora e… Riku.
L’uomo,
con un gesto pigro, fa ruotare le lettere intorno alla sua testa
finché non le fa fermare. Una ‘x’ dorata
appare in
mezzo alle precedenti lettere che sono state cambiate di
posto: Lixy, ecco cosa si legge ora.
“Lixy…”,
ripete lei guardando la parola.
“Il
tuo nuovo essere”, dice lui.
I suoi occhi verde smeraldo riescono a incontrare quelli
dell’uomo nascosti
sotto il cappuccio: occhi gialli, come quelli degli Heartless.
“La
mia nuova vita”, Lixy si gira verso la villa in rovina mentre
mette mille pensieri si accumulano nella sua testa.
L’uomo
le tende una mano. “Insieme le daremo un senso”.
Lixy
guarda la mano dell’uomo incappucciato, indecisa: ancora una
volta si deve fidare di uno
sconosciuto, ma la sopravvivenza è anche questo.
L’afferra,
poco convinta, e si fa trascinare in un portale
d’oscurità.
[End…]
Note
di quella pazza dell'autrice:
L'ho
finita davvero: un mese dopo la pubblicazione del primo capitolo posto
l'ultimo. Significativo, no?
Hollow
Bastion
finisce qui, ma più che una vera fine sembra un inizio: in
teoria avrei un paio di idee per sviluppare un seguito, ma non ne sono
sicura. Che dovrei fare?
Ringrazio dal
profondo del
mio cuoricino tutti quelli che hanno letto questa storia dall'inizio
alla fine, ma soprattutto un grazie enorme va a quelli che l'hanno
recensita:
LarcheeX:
anche se sei apparsa solo nei primi due capitoli, è solo
merito
tuo se sono riuscita a migliorare il mio stile da quello del primo
capitolo a quello del quinto.
zexelmas: il migliore, il mio
preferito. Se sono arrivata in fondo a questa storia è anche
grazie a te :D
Deby92: carissima, sono
così contenta che non so cosa dire xD Spero che un
sentitissimo grazie possa bastare.
Della serie "il
mio squallore non ha mai fine":
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=836889&i=1
Buona domenica! *ninjapoof*
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=817729
|