Inevitabilmente, amore

di rinoa81
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Inevitabilmente, amore.

Cielo stellato, mare calmo, e silenzio intorno. Strano a dirsi, in quella nave i momenti di calma e silenzio erano veramente rari... Chissà perché poi proprio quella sera, che non aveva voglia di dormire, avevano deciso tutti di farlo... Beh, poco importava, si sarebbe goduto la quiete che regnava intorno. Anzi, perché non approfittarne per allenarsi qualche ora? Gli avrebbe fatto senz' altro bene, allenarsi lo aiutava a non pensare e a rilassarsi... via i pensieri, via la tensione... via tutto... Iniziò a sollevare i pesi, ritrovandosi a ricordare per l'ennesima volta, quella sera, il miliardesimo litigio con Nami.

Uno, due, tre, quattro...

Non ricordava nemmeno come era iniziata, quella lite... ah, si... erano seduti tutti a tavola per pranzare, e ad un certo punto, aveva chiesto a Nami di passargli una bottiglia d'acqua, che per sua sfortuna, era proprio vicina a lei. Non l'avesse mai fatto.

Cinque, sei, sette, otto...

L'aveva letteralmente fulminato con gli occhi, lo sguardo duro e tremendamente serio... forse si era svegliata male, quella mattina... era stata silenziosa fino all'ora di pranzo, rispondendo a monosillabi e malamente a chiunque gli rivolgesse la parola.

Nove, dieci, undici...

Avrebbe dovuto capirlo prima che sarebbe stato meglio starle alla larga, quel giorno. Non appena lei fece per rispondergli, capì subito che non avrebbe avuto la sua acqua. Ma, in compenso, un terribile mal di testa per un bel pò era assicurato.

Dodici, tredici, quattordici, quindici...

"Mi hai forse presa per la tua schiava?"

Ecco, il danno era fatto. Possibile che doveva essere sempre così maledettamente acida con lui? Se si era alzata con la luna storta che andasse a sfogarsi con qualcun'altro, non le avrebbe permesso di scatenare una delle loro solite liti, questa volta. Era stata una bella giornata fino a poco prima, e non aveva voglia di litigare. Non le avrebbe permesso di rovinargli la giornata. No. L'aveva guardata un attimo, con aria quasi indifferente, e aveva fatto per alzarsi per prendere lui stesso la bottiglia. Non aveva neanche risposto alla sua domanda, tanto per essere sicuri di non far danni.

Sedici, diciassette, diciotto...

Ma a quanto pare, lei aveva già deciso anche per lui. Con uno scatto, degno di una ladra qual'era, si era impossessata della bottiglia guardandolo con aria di sfida. Sapeva che stava per fare quello che un attimo prima si era imposto di evitare, ma... quella ragazzina riusciva ad innervosirlo fino all'inverosimile, quando ci si metteva. Balzò dalla sedia e le strappò la bottiglia di mano. E lì, iniziarono a piovere i soliti insulti, gridando come due forsennati. Gli altri fecero spallucce non badandoci più di tanto, erano ormai abituati a scene come quella, e continuarono a mangiare come niente fosse. Solo Sanji si permise di intromettersi nella loro lite, ricevendo in risposta da Nami uno sguardo più fulminante di quello dato in precedenza al povero spadaccino, e questo bastò a farlo diventare piccolo piccolo e a rimettersi a mangiare.

Diciannove, venti, ventuno, ventidue...

"Si può sapere che diavolo hai, stamattina? Sei più acida del solito!"

"Stà zitto, spadaccino da quattro soldi!"

Ventritre, ventiquattro, venticinque...

"Strega!"

"Squattrinato!"

"Isterica!"

"Rozzo!"

"Acida!"

Ventisei, ventisette, ventotto...

Sembrava quasi una gara a chi trovava più insulti per l'altro, e sembrava anche non voler finire più. Invece, Nami, tirò fuori un insulto nuovo nuovo di zecca che chiuse la gara definitivamente.

Ventinove, trenta, trentuno...

"...porco!!"

Silenzio. In un attimo calò un silenzio a dir poco gelido. Si sentì solo il rumore dei passi veloci di Nami che, furibonda, era praticamente scappata via. Alla parola 'porco' tutti i presenti in quella stanza si erano fermati da qualsiasi cosa stessero facendo prima. Anche Rufy, si. I loro sguardi presero a guardare prima la direzione nella quale Nami era fuggita, poi Zoro. Lo squadrarono da capo a piedi, come se cosi la risposta alla domanda che si erano mentalmente fatti, potesse uscire in quel modo. Dopo un attimo di smarrimento e confusione totale, fu di nuovo Sanji che praticamente assalendo lo spadaccino, prese a chiedere più volte -"Cosa diavolo hai fatto a Nami,eh?! Sei un miserabile!!"

Trentadue, trentatre, trentaquattro, trentacinque...

"Ma che diavolo vai blaterando, idiota!" Tra tutti loro, Zoro era certamente il più confuso... cercava di dare una spiegazione alla parola che Nami aveva appena pronunciato, ma non riusciva a capire... cosa aveva voluto dire? Beh, più che altro voleva capire il perchè di quella parola, non c'era molto da capire sul significato della parola stessa... un porco è un porco, eh. E poi... sembrava a dir poco arrabbiata... Aveva imparato a conoscere quella matta, sapeva riconoscere quando era semplicemente nervosa, tesa, o arrabbiata... era arrabbiata, anzi, furibonda. Si arrabbiava spesso, si, anche per cose stupide... ma questa volta era decisamente diverso. Sentiva che era qualcosa di più delle sue solite arrabbiature stupide e passeggere...

Trentasei, trentasette...

"E allora mi spieghi perché ti ha chiamato porco, eh? E poi si vede lontano un miglio che la mia adorata Nami oggi é nervosa! Quindi le hai fatto qualcosa, é logico!"

"Perchè non lo chiedi a lei, stupido! Io non le ho fatto proprio niente!" tentò di giustificarsi Rolonoa. Ma aveva la sensazione che nessuno lì dentro gli credesse. Lo guardavano ancora perplessi, cercando però di non farglielo notare.

"Se Zoro dice così, io gli credo!" Oh, bene. Qualcuno allora gli credeva.

"Rufy, mi spieghi su quali basi lo fai?"

"Ha detto che non le fa fatto niente, quindi..."

"La fai facile, tu! Non hai sentito cosa ha detto la mia dolce Nami?"

"Maddaaai, anche a me dice tante volte che sono un maiale! Eheheh!"

"E' diverso, idiota!!"

Trentotto, trentanove, quaranta...

"Quando avrete deciso il verdetto, chiamatemi." Detto questo, Zoro uscì da quella cucina che improvvisamente gli era parsa troppo stretta e soffocante per riuscire a rimanerci un minuto di più. Doveva parlare con Nami, doveva chiederle, doveva sapere. Aveva la sensazione che lei ce l'avesse a morte con lui per qualche stupido equivoco, lo sentiva. Eppure non aveva di certo l'abitudine di spiarla in bagno o rubarle la biancheria intima, cosa cavolo l'aveva spinta a dargli del porco? Raggiunse la sua stanza, bussò, ma non ricevette risposta. Provò ad aprire la porta, ma niente. Quella stupida si era chiusa dentro.

"Nami, non fare la bambina, apri questa porta!" ...Niente, nessuna risposta.

"Eddai, apri! Guarda che la butto giù eh?" ...Silenzio.

"....."

"Và al diavolo, stupida!"

La pazienza non era di certo il suo forte, era risaputo.

Quarantuno, quarantadue, quarantatre...

Per tutto il resto della giornata non si erano rivolti la parola, lei non lo aveva guardato neanche per un solo istante, neanche per sbaglio. Lui ovviamente non aveva tentato di avvicinarla, troppo ferito nell'orgoglio com'era; non solo si era preso del porco e dovuto sopportare gli sguardi e le domande dei suoi compagni, ma aveva provato a cercare un chiarimento... e lei lo aveva completamente ignorato. Se a lei andava bene cosi, allora andava bene anche per lui. L'avrebbe ignorata anche per sempre, che problema c'era?

Quaranta... quaranta... Maledizione!

Perfetto, adesso per colpa di quella stupida ragazzina, doveva anche ricominciare a contare.

Uno, due, tre...

Da quando avevano preso a viaggiare insieme, avevano discusso un miliardo di volte, ma mai erano arrivati al punto di non rivolgersi la parola e ignorarsi come due estranei. Di solito i loro battibecchi nascevano e morivano lì, e subito dopo tornava tutto come prima. Questa volta sembrava diverso, e senza capire perchè, la cosa lo infastidiva non poco.

Quattro, cinque, sei...

Basta, aveva perso la concentrazione, meglio lasciar perdere gli allenamenti per quel giorno. Si avviò verso la cucina, avrebbe messo qualcosa sotto ai denti e poi sarebbe andato a dormire. Inutile star lì come un'idiota a ripensare a quello che era accaduto, non avrebbe risolto la situazione... doveva parlare e basta. Magari la sua sensazione era sbagliata, e... un attimo... ma che diavolo stava facendo? Sembrava un patetico ragazzino che aveva litigato con la propria ragazza, non era da lui fare questi pensieri... che stupido, cosa gliene importava se ce l'aveva con lui e avrebbe continuato ad ignorarlo, a non guardarlo più, a non rivolgergli più la parola... a non stuzzicarlo, a non sorridergli più... Dannazione, lo stava facendo ancora.

Cambiò direzione, e invece della cucina, decise di andare subito a dormire. Era la soluzione migliore, il giorno dopo sarebbe tornato tutto come prima...

Ma questo era quello che pensava lui, perchè le cose non andarono esattamente come aveva pensato. Nami aveva continuato ad ignorarlo per tutto il giorno, non gli aveva parlato neanche per impartirgli qualche ordine come era solita fare, non lo aveva rimproverato quando invece di lavorare si era messo a poltrire, niente di niente. Anzi, non appena si incrociavano o sentiva lui arrivare, cambiava direzione. Grandioso...

Evitato come la peste, come si suol dire.

Stava iniziando a dargli sui nervi, quella situazione... Aveva cercato di capire cosa stesse passando nella dannata testa di quella mocciosa... ma più ci pensava, più si sentiva confuso, e terribilmente irritato... l'unica soluzione che gli veniva in mente era sempre la stessa: doveva parlare con lei. Ma come diavolo faceva se appena sentiva la sua presenta anche a metri di distanza, pareva una saetta mentre scappava via? L'avrebbe fermata con la forza, allora... L'aveva vista dirigersi in cucina, qualche minuto prima, e gli altri erano tutti sul ponte... bene, cosi avrebbero potuto parlare senza essere disturbati. O almeno lo sperava. La trovò a prepararsi del caffè; o almeno ci provava, visto che il barattolo che lo conteneva non sembrava volersi aprire... la osservò per qualche secondo, senza che lei si accorgesse della sua presenza, e poi si decise ad aiutarla. Le prese il barattolo dalle mani, facendola quasi sussultare per lo spavento, e lo aprì. Lei non disse nulla, e come se lui non fosse presente, continuò a preparare il caffè tranquillamente. Continuava ad ignorarlo, eh?

"Prego, non c'è di che, Nami." fece sarcastico. Forse punzecchiarla avrebbe funzionato, aveva la lingua lunga, quella. Non sapeva starsene zitta davanti ad una provocazione, quindi gli avrebbe risposto di sicuro. Ma con sua grande sorpresa, la rossa non rispose. Versò il liquido marrone nella tazzina, lo bevve, e infine ripose la tazzina tra le altre cose che Sanji avrebbe lavato poco più tardi. Aveva veramente l'impressione di essere diventato ad un tratto invisibile, e non era proprio una bella sensazione. Ma non appena lei gli passò davanti, senza dire una parola per l'ennesima volta, lui la prese per un polso e la bloccò.

"Si può sapere che accidenti hai?" notò mentre cercava di divincolarsi dalla sua presa, che aveva di nuovo abbassato lo sguardo, come per nascondergli la sua espressione. La tirò un pò più vicino a sè, in modo da poterla guardare in viso, ma lei continuava a cercare di liberarsi senza ovviamente riuscirci dato che lui era cento volte più forte di lei. "Allora?" le disse guardandola con aria di sfida. "Ti avverto che non ho intenzione di farti uscire da qui finchè non mi dici cosa diavolo ti è preso, quindi faresti bene a sbrigarti." e sapeva bene che sarebbe stato capace di farlo, l'avrebbe costretta a star lì anche per giorni se fosse stato necessario. Sembrava veramente preoccupato, e questo un pò le dava soddisfazione, ma non cambiava le cose. Non cambiava che il fatto che due sere prima, l'aveva visto... l'aveva visto baciare... Nico Robin. Si, proprio cosi. Li aveva visti, e all'improvviso aveva sentito crescerle dentro una rabbia smisurata. Rabbia che dapprima non si spiegava, ma alla quale poi, con fatica, aveva dato un nome: gelosia. Era gelosa. Era gelosa di Zoro. Anche se in un primo momento l'aveva negato a se stessa, -l'orgoglio le impediva di farlo, alla fine non le era rimasto che accettare quest'assurda verità: era gelosa marcia. Non aveva ancora chiaro cosa provasse esattamente per lui, ma sapeva che in quel momento, avrebbe potuto dare in pasto ai pesci i resti di Robin. Sapeva che non avrebbe dovuto fidarsi troppo di lei, e quello era stato il risultato. Ma adesso che sapeva come stavano le cose, non avrebbe più permesso di prenderla in giro.

Aspettò qualche minuto per vedere se lui la lasciasse finalmente andare, ma pareva essere proprio l'ultima delle cose che avesse intenzione di fare, quindi tentò ancora una volta di liberarsi dalla sua stretta. Ma lui era troppo forte per lei, non poteva combatterlo... "Vuoi lasciarmi andare?" gli chiese, finalmente. Lui, per tutta risposta, le strinse ancora di più il polso, stando sempre e comunque attento a non farle troppo male. "Lasciami." ripetè alzando lo sguardo fino ad incontrare i suoi occhi calmi e fissi su di lei. Finalmente si era decisa a guardarlo, pensò lo spadaccino, un passo in avanti. "Se vuoi che ti lasci andare," -iniziò "devi prima dirmi perchè ti comporti in questo strano modo." Nami aprì bocca per rispondergli, ma lui la interruppe. "E non venirmi a dire che non sai di cosa parlo, o che non sono affari che mi riguardano." l'anticipò lui, sapendo esattamente quale sarebbe stata la sua risposta. "...infatti non lo sono. Tra l'altro mi stai facendo perdere tempo, devo controllare la rotta, lasciami!" e fece ancora per liberarsi, invano. Zoro sospirò, cercando di mantenere la calma, che stava già per perdere. Le afferrò l'altro polso ancora libero, facendola indietreggiare per portarla contro il muro. Si mise più vicino a lei, cosicchè da non permetterle di potersi muovere più di tanto. "Che diavolo fai, stupido!" protestò lei, ormai bloccata. Erano vicinissimi, poteva sentire benissimo il suo odore, e il calore che il suo corpo emanava... sentiva una strana sensazione pervaderle il corpo e la mente... cos'era?

"Non dire che non sono affari miei, Nami. Voglio sapere perchè sei così... arrabbiata con me."

"Non sono arrabbiata con te."

"Si che lo sei."

"No."

"Oh, andiamo! Perchè mi eviti allora?"

"Perchè vuoi saperlo, Zoro?"

"Ma che domande sono, stupida!"

"Rispondi!"

Si passò una mano tra i capelli, lasciandole libero il polso, sospirando ancora. Era stanco del suo comportamento da bambina capricciosa e ostinata... non gli stava facilitando per niente le cose, ed in più a causa della stretta vicinanza che lui stesso aveva causato, era andato in confusione. Il suo profumo si era impossessato dei suoi sensi, facendogli allentare la pressione che stava facendo su di lei. Le lasciò andare anche l'altro polso, non sapendo ormai che altro fare. Quella stupida proprio non si rendeva conto di quanto il suo atteggiamento stupido ed egoista lo ferisse.

"Voglio saperlo perchè non ti sei mai comportata così." rispose calmo.

"E allora?"

"Dì, Nami... lo stai facendo apposta per farmi perdere la pazienza, non é così?"

"Facendo cosa?"

"..."

Se fosse stata un uomo le avrebbe tirato un pugno dritto in faccia già da un pezzo. Ma sopratutto, se fosse stata un uomo, non si sarebbe trovato in quella strana e assurda situazione. Basta, quella maledetta strega gli stava facendo perdere la ragione, era meglio lasciar perdere. Quando la signorina si sarebbe stancata di quel gioco, bene, sarebbe stato disposto di nuovo a parlarle. Adesso era veramente stanco. Le voltò le spalle e si avviò verso la porta per andare via, ma sorprendentemente lei la raggiunse prima di lui, e gli si mise davanti. E adesso che voleva? Prima faceva di tutto per farlo andare via, e ora gli bloccava l'uscita?

"Non mi hai risposto." fece lei, seria. Questa, poi... L'aveva costretta lui a rimanere perché voleva risposte, e adesso lei faceva lo stesso!

"Neanche tu, siamo pari. E adesso fammi uscire."

"No, prima devi rispondermi! ...Perché?"

"Hai proprio una bella faccia tosta, tu!" la scansò da una parte e afferrò la maniglia, ma lei lo fermò afferrandolo per la maglia. Ad un tratto le era tornata in mente quella scena... Zoro e Robin. Robin e Zoro. E ancora, la gelosia si fece padrona di lei, e qual punto scoppiò. Lo guardò con tutta la rabbia che aveva, e lo afferrò per il collo della maglietta, minacciosa.

"Se vai ancora da lei, giuro che ti butto in mare!!"

L'espressione che Zoro assunse in quel momento, fu di totale e completo smarrimento.

Note dell'autrice: Salve a tutti! ^__^ Eccomi qua con la mia prima fanfiction, so che non è un granchè quindi siate clementi per favore... ^^" Aspetto i vostri commenti e i vostri consigli, perchè ho tanta voglia di migliorarmi ^_^ Ringrazio Shainareth che senza volerlo mi ha dato la spinta per scrivere questa storia, spero tu non sia pentita, adesso XD Al prossimo capitolo! ^O^

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Inevitabilmente, amore.2


"Eh?" riuscì solamente a dire.

Ok, forse era arrivato il momento di fare il punto della situazione.

Nami era furiosa con lui.

Nami lo ignorava senza un apparente motivo.

Nami pretendeva delle risposte sul perchè lui fosse interessato al suo atteggiamento.

Nami l'aveva minacciato di buttarlo in mare se fosse andato di nuovo da lei...

.....Da lei, chi?

Ok, doveva ammetterlo, fare il punto della situazione non gli era servito a nulla... anzi, era più confuso di prima. Ma all' improvviso, ebbe un' illuminazione. Ma certo, come aveva fatto a non pensarci prima? Era chiaro, non poteva esserci altra spiegazione. Prese il coraggio necessario, e si buttò. "Nami..." azzardò, "hai...hai le tue cose, non è cosi?" Lei subito gli diede un pugno in testa, come risposta, sbraitando. "Che diavolo ti salta in mente, idiota!" No, aveva sbagliato... decisamente. E a giudicare dalla forza del suo pugno, parecchio. Al diavolo, per quanto ancora voleva continuare con la sua testardaggine? Stava perdendo l'ultimo briciolo di pazienza che gli era rimasta... Sbuffò, incrociando le braccia al petto, tornando a guardarla. Adesso aveva un'espressione diversa da pochi minuti prima; sembrava una bambina, la faccia imbronciata e leggermente imbarazzata... E vedendola cosi, in quel momento, d'improvviso gli era venuta voglia di abbracciarla, non si chiese perchè, ma pensò bene di non farlo, a meno che non volesse ritrovarsi con un'altro bernoccolo in testa. E poi... che pensieri gli saltavano in mente, ora?

Deciso ormai di andare fino in fondo a quella storia, la esortò nuovamente a rispondere alla sua domanda.

"Nami, per l'ultima volta... vuoi dirmi cos'hai? Di cosa stai parlando?"

"Di niente, Zoro... davvero" mentì lei. Si maledì mentalmente per quella piccola confessione che si era lasciata sfuggire, adesso lui si sarebbe fatto più insistente, lo sapeva. Si chiese se non fosse veramente il caso di dirgli tutto, ma c'era sempre quel piccolo ostacolo che glielo impediva: il suo orgoglio. Aveva fatto una fatica del diavolo solo per ammettere a se stessa che fosse gelosa di lui, come poteva riuscire a dirglielo? No, si disse, non l'avrebbe fatto. Sicuramente l'avrebbe presa in giro, quello sbruffone insensibile! Lo sentì sbuffare per l'ennesima volta, guardandolo mentre riapriva la porta della cucina. Richiamò la sua attenzione con lo sguardo, e poi sparì dalla stanza senza dire una parola. Sorpresa dalla sua reazione, si morse un labbro, maledicendosi un'altra volta.

Il resto della serata era proseguito normalmente, gli altri sembravano non accorgersi di quello che accadeva fra la cartografa e lo spadaccino, o forse, preferivano non intromettersi. E chi aveva un minimo di sale in zucca, sapeva che quella era la cosa più giusta da fare quando si trattava di loro due.

Erano tutti sul ponte, a fare baldoria al loro solito; Rufy, Usop, e Chopper, intrattenevano gli altri con le loro scenette comiche, Sanji continuava a servire da bere a destra e a manca, cosa che a Nami non dispiaceva affatto, visto il modo in cui tirava giù tutto d'un fiato. Robin se ne stava seduta vicino a lei, sorridendo ogni tanto, mentre Zoro era seduto in disparte, in un angolo poco lontano da loro. Non aveva mangiato nè bevuto niente, stava semplicemente a guardarli. Osservava quei pazzi dei suoi compagni divertirsi con qualsiasi cosa, e si chiedeva se ci sarebbe stato un'altro posto che non fosse quella nave, che avrebbe saputo farlo sentire cosi bene. No, sicuramente no.

Di tanto in tanto rivolgeva il suo sguardo a Nami, controllando che non esagerasse troppo col bere... ma quell' idiota di un cuoco non si accorgeva di quanto stesse bevendo? Ci avrebbe dovuto pensare lui, se non si fosse fermata...

....Grandioso, la controllava anche, adesso.

Chiuse un attimo gli occhi, cercando di scacciare via i pensieri, godendosi la leggera brezza che sembrava accarezzarlo gentilmente. Li riaprì poco dopo, avvertendo la presenza di qualcuno vicino a lui. Era Nico Robin.

"Non bevi?" gli chiese, offrendogli un boccale pieno di birra. Non aveva voglia di bere, ma accettò ugualmente. Semplicemente gli sembrava scortese non farlo, era stata gentile, dopotutto. Non si fidava molto di lei, ma non doveva essere per forza sgorbutico tutte le volte... Sorseggiò la sua birra, cercando di nuovo con lo sguardo Nami. La vide alzarsi mentre rideva come un'isterica, farfugliando cose senza senso... e gli sembrò che stesse provando ad avvicinarsi a dov'era lui. Si domandò se fosse il caso o meno di aiutarla, ma non ce ne fu alcun bisogno, perchè lei fu più veloce dei suoi pensieri. Era già li, davanti a lui, le mani sui fianchi com'era suo solito fare quando doveva sgridarlo. Ma questa volta non partì nessun rimprovero, anzi, fece un gran sorriso.

Brutti effetti faceva, l'alcool.

"Ehilà, piccionshiniiii!"

......

Brutti, davvero brutti.

Per un attimo gli parse che lei stesse parlando con qualcun'altro, e diede un'occhiata veloce intorno per accertarsene.

"Shuvviiia, non shtatevene qui sholi sholetti!Ahahahah!"

Nico Robin sembrò far finta di non aver sentito, o forse, non volle darle molta importanza, visto che la bella cartografa non era molto in forma. Non era ubriaca, figuriamoci. Ma un pò... su di giri, ecco. Le rivolse un mezzo sorriso, e si avviò a tornare fra i suoi compagni, che continuavano a spassarsela un mondo. Zoro dal canto suo non sapeva che fare; chiedere nuovamente spiegazioni all'ennesima stranezza della rossa, o lasciar correre? Beh, tanto non avrebbe potuto neanche volendo, visto che Nami si era dileguata.

..........

"Vado a dormire." annunciò. Forse più a se stesso, che agli altri. E stava per andarsene, quando qualcuno lo chiamò.

"Ehi, Zoro!"

"Mh?Che c'è, Chopper?"

"Aspetta!" gli raccomandò la piccola renna, facendogli cenno di non muoversi. Lo raggiunse in fretta, ansimando un pò per la piccola corsa.

"Posso chiederti un favore?" gli chiese, titubante. Vedendo Zoro annuire, fece la sua richiesta.

"Potresti portare Nami a letto, per favore?"

"Eh? E perchè proprio io, scusa?"

Questa era bella, davvero bella. Forse anche Chopper aveva bevuto un pò troppo?

"Ehm... perchè tu stai andando via, no?" gli rispose lui, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. "Credo abbia bisogno di riposo, sai... in questi giorni lavora tanto, ed é parecchio nervosa, e..."

"Va bene, ho capito." lo interruppe Zoro. "Ci penso io" tagliò corto, cercando di nuovo la rossa tra i suoi compagni, non trovandola. E adesso dove si era cacciata? Sbuffò, ormai rassegnato. Quella ragazzina non finiva mai di dargli noie...

La trovò qualche minuto dopo, rannicchiata su se stessa, accanto al suo albero di mandarini. Si era già addormentata, quella pazza. E dire che un attimo prima era sveglia e su di giri...

Provò a chiamarla e a scuoterla, ma lei si rannicchiò ancor più su se stessa, continuando a dormire. Inutile provare ancora, si disse. La osservò qualche minuto, contemplando ogni suo lineamento, ogni suo piccolo movimento. Era così serena mentre dormiva, così... angelica. Ed era una bella contraddizione, perchè lei di angelico non aveva quasi niente. Era una peste, una manipolatrice, una strega. Non di certo un' angelo. Ma in fondo a lui piaceva cosi, perchè quella piccola donna sapeva sempre come tenergli testa. Lei sapeva stuzzicarlo, provocarlo fino a smuoverlo completamente... lui solitamente calmo e riflessivo, quando aveva a che fare con lei, perdeva puntualmente il controllo. Ma -probabilmente qualcuno gli avrebbe dato del pazzo se gliel' avesse sentito dire, era la cosa che più gli piaceva di lei, perchè lo faceva sentire... vivo. Nessun' altra persona al mondo sarebbe stata capace di farlo sentire cosi, lo sapeva. Come sapeva di amarla. Poteva mentire a chiunque, certo, anche a se stesso, ma non al suo cuore. Al cuor non si comanda, nè si mente.

Istintivamente portò una mano a scostarle un ciuffo ribelle dal viso, continuando ad osservarla. Si sedette accanto a lei, ripensando agli eventi di quegli ultimi giorni... Ripensò allo strano comportamento della cartografa, al quale non riusciva a dare una spiegazione, ripensò alle sue parole, enigmatiche come un rebus per lui, e ripensò alla sensazione che aveva provato quando l'aveva avuta cosi vicina a sé. Il suo profumo, il suo calore... era qualcosa che sembrava attirarlo sempre più, e aveva paura che non sarebbe stato capace di controllarsi, con il passare del tempo. E doveva farlo, invece... aveva un sogno da realizzare, non doveva farsi distrarre da questo genere di cose.

Ad un tratto Nami cominciò a muoversi, mormorando prima frasi incomprensibili, e infine gridando chiaramente: "maledetto idiota!" Che matta... chissà cosa stava sognando? Si sdraiò vicino a lei, iniziava a sentire la stanchezza, si sarebbe riposato qualche minuto... Ma Nami sembrava avere il sonno parecchio agitato, non faceva altro che brontolare... Forse sarebbe stato meglio portarla nella sua cabina, avrebbe dormito meglio. Si tirò su a sedere e la guardò ancora, quando lei improvvisamente si svegliò. Si guardò un attimo intorno, confusa, e si accorse della presenza dello spadaccino seduto vicino a lei.

"E tu che ci fai qui?" gli chiese con la voce ancora impastata dal sonno, rimettendosi in piedi, allarmata.

"Niente, schiacciavo un pisolino..." fece lui vago, alzandosi come aveva fatto lei

"Pensavo dormissi con la tua nuova fiamma..."

"Che?"

"Robin..." precisò lei. Aveva fatto tanto per fare in modo che lui non sapesse che lei aveva visto, e adesso le era uscito di bocca cosi, senza quasi rendersene conto... forse era stata colpa della debolezza che il sonno le procurava... o forse, semplicemente, il suo orgoglio iniziava a cedere.

"Nuova fiamma? Robin?" le chiese, confuso. "Tra tutte le cose strane che hai fatto e detto in questi giorni, questa le supera tutte. Decisamente."

"Non provare a negare, sai? Vi ho visti con i miei occhi! Proprio qui!" Sentiva di nuovo la rabbia salirle addosso, non solo quello stupido si era permesso di stare con un'altra, ma la prendeva anche in giro, negando! Una ragione in più per darlo in pasto ai pesci...

Ma lui continuava a non capire... Nuova fiamma? Robin? Li aveva visti, diceva... visti cosa? Forse, finalmente, avrebbe risolto quel rebus, quella zuccona sembrava essere molto più disposta a parlare, adesso. E sperava fosse la volta buona, voleva che le cose tornassero esattamente come prima. Ne aveva bisogno...

"Cosa hai visto?" provò a chiederle.

"Non mi va di parlarne."

"Non vorrai ricominciare, vero?" incrociò le braccia, segno che non voleva chiudere la questione facilmente.

Nami stette un attimo in silenzio, riflettendo su quello che era più giusto fare. Dirgli quello che aveva visto equivaleva a confessargli la sua gelosia, e ovviamente a quel che provava per lui. E a tutte le conseguenze che questo avrebbe causato. Non dirglielo, invece, equivaleva a sopportare, continuando a non rispondere, una serie di domande che Zoro le avrebbe fatto e continuato a rivolgerle per chissà quanto tempo. Equivaleva anche continuare ad ignorarlo, non rivolgergli la parola. Niente più punzecchiature, niente più battibecchi, nè arrabbiature e tant'altro. Meglio, no?

..........

"Ho visto te e Nico Robin, qualche giorno fa. Esattamente qui, verso sera. Eravate qui, insieme, e vi... baciavate. Vi ho visti con i miei stessi occhi, quindi evita di negarlo e risparmiami i particolari di com'é successo, quando, e perché. Siate felici e tanti bei figli maschi." disse tutto d'un fiato mentre si apprestava a scendere i primi scalini per tornare giù. Ma si sentì afferrare un braccio, e Zoro la costrinse a voltarsi per guardarlo. "Aspetta." le chiese solamente, sorridendo leggermente.

Finalmente aveva capito, ogni cosa. Era tutto chiaro, finalmente. E all'improvviso, dimenticò tutti i motivi per cui si era sempre detto, imposto, di doversi trattenere, e controllare. Adesso che aveva capito, voleva sentirla vicina, e sentirsi ancora come solo lei riusciva a farlo sentire: vivo. Per un attimo si chiese se non fosse stata la paura, allora, a trattenerlo per cosi tanto tempo... non gli importava, adesso. La tirò più vicino a sè, appoggiando la fronte contro la sua. Lei si soprese, domandandogli cosa stesse facendo, ma comunque non sembrava opporre resistenza, anzi... Meglio, cosi avrebbe potuto spiegarle tutto con tranquillità. "Nami... hai frainteso tutto" iniziò, con un nuovo sorriso sulle labbra. Lei non rispose, aspettando silenziosamente che lui continuasse. Davvero strano... che fosse stato il suo gesto, a calmarla in quel modo? La guardò un attimo, poi continuò. "Non é successo niente con Robin." giurò. "La aiutavo soltanto a togliersi un moscerino che le era entrato in un occhio, e..." la vide aggrottare le sopracciglia, per poi spingerlo via.

"Questa é la scusa più patetica che tu potessi trovare!"

Ecco, lo diceva che era stata troppo tranquilla...

"E' la verità!" iniziò ad alterarsi, perché doveva finire sempre così?

"Mi hai presa per scema? Ti aspetti veramente che io ci creda?"

"Si, perchè é la verità, ti dico!

"Piantala di mentire!" sbottò lei, a dir poco furiosa. Credeva la reputasse un pò più intelligente... poteva almeno sforzarsi a cercare una scusa più credibile!

"Piantala tu, stupida! Perché mai dovrei mentirti?! Non ti dovevo proprio nessuna spiegazione, eppure l'ho fatto!"

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Per alcuni minuti rimasero in silenzio, come quando succede in un duello dopo una serie di colpi, i due avversari si fermano a prendere fiato e a pensare alla mossa successiva.

"Non ti ho chiesto niente... perchè l'hai fatto, allora?" domandò lei, un pò più calma.

"Colpa della tua... gelosia."

"Eh? Io non sono gelosa! Non lo sono affatto!" arrossì un poco, forse più per la vergogna di essere stata 'scoperta' che per il suo comportamento anomalo.

Zoro sospirò. Era più dura del previsto, quella testarda non si decideva ad aiutarlo per niente, e dire che lui aveva fatto più di un passo per sistemare le cose. Era testardo e orgoglioso anche lui, e stava facendo una fatica del diavolo per venirle incontro. Come poteva farle entrare in quella testaccia dura che non gliene importava niente di Robin, e che invece, voleva lei, e lei solamente? Sarebbe stato capace di buttarsi nel fuoco per lei, se fosse stato necessario... gli avrebbe creduto, se glielo avesse detto? Probabilmente no. O forse si, ma non lo avrebbe mai detto. Anche lei pensava, forse, che le cose non dovevano cambiare, tra di loro. Non dovevano rischiare di compromettere la realizzazione dei loro sogni, le loro promesse, e il clima nella nave. Forse, non era testarda. Semplicemente cosciente. E lui non lo era, non più, se aveva iniziato a desiderare, a sperare, che le cose tra di loro cambiassero. Aveva fatto dei passi in avanti, per lei. E per lei ne avrebbe fatto altrettanti, indietro, se era questo che voleva.

Non era difficile, bastava scusarsi per aver frainteso, lei avrebbe capito e le cose sarebbero rimaste uguali. Bugie su bugie...

Facile, no?

"Ok, ho capito. Scusa per aver frain..." non terminò la frase, notando che lei gli aveva voltato le spalle... tremava? Merda, ci mancava solo che si mettesse a piangere, adesso. Per cosa, poi?

"Nami...?" provò a chiamarla, in un sussurro. Ma lei non rispose, anzi, pareva tremare ancora più forte. "Ehi, tutto bene?"

All'improvviso, lei si voltò, scoppiando a ridere.

........?

"Ma sei scema?! Mi hai fatto preoccupare!" sbraitò. Quella maledetta strega lo stava prendendo in giro, o cosa?

"Ahahahah!" continuò lei, sempre più forte. "Ma ti rendi conto, Zoro? Ero gelosa per un moscerino! Si può essere più stupidi?" gli disse, dandogli delle pacche su una spalla.

"Cosa... cosa hai detto?"

"Mh? Se si può essere più stupidi?" ripetè lei.

"No... prima."

"Ah." si fermò lei, capendo a cosa si riferisse. "Ehm... che ero gelosa?"

"Sì." rispose lui, ancora incredulo.

Nami lo guardò, scrutandolo un pò, per tentare di capire cosa stesse pensando in quel momento lo spadaccino. Ora che aveva ammesso, e lui sapeva... come sarebbe andata a finire? Non lo sapeva, ma forse era meglio correre ai ripari... Si schiarì la voce, tossendo leggermente, richiamando la sua attenzione. "E' meglio che vada a dormire, sono parecchio stanca... notte!" e fece per la seconda volta il gesto di scendere gli scalini, quella sera, e per la seconda volta Zoro la fermò afferrandole un braccio.

"Notte un corno. Non ti lascerò scappare via, questa volta." le comunicò, deciso come non mai. La portò di nuovo vicino a lui, e le accarezzò una guancia, sorridendole lievemente. Basta paure, basta ripensamenti, orgogli, bugie e inganni. L'amava e sapeva che lei amava lui. Non voleva più costringersi a mentire, a controllarsi, a far finta di niente. La desiderava, la voleva, la amava. Mai avrebbe pensato di poter provare qualcosa del genere per qualcuno. Eppure lei era diventata cosi importante per lui, senza che se ne rendesse conto... era stata capace di risvegliarlo, in tutti i sensi. Sorrise, trovando la risposta alla domanda che si era posto poco prima, quando si chiedeva come avrebbe potuto farle capire che di Robin non gliene importava niente, ma che voleva solo e sempre lei.

L'attirò più vicino a sé, sorridendo della sua espressione confusa, catturandole la bocca con un bacio. La sentì lasciare andare un piccolo sospiro, mentre portava la sua mano ad accarezzargli il viso, e rispondeva al suo bacio. Un bacio estremamente lento, ma carico di passione. Sentiva il corpo sciogliersi dalle tensioni, la ragione annebbiargli la mente, mentre il respiro e il profumo di Nami s'impradonivano pian piano dei suoi sensi, facendogli vibrare cuore e anima.

Si staccarono dopo poco, lentamente, e Nami lo guardò un pò scossa, cercando di rendersi pienamente conto di quello che stava accadendo.

"Forse stiamo correndo un pò troppo..." sussurrò piano, non troppo certa di quello che diceva.

Lui le risolve un ghigno divertito, ormai certo di quello che voleva. "Correndo?" le domandò, "A me sembra che abbiamo aspettato anche troppo..."

Lei ridacchiò piano, annuendogli, ricordando tutte le occasioni che avevano avuto per confessare quello che provavano, e tutte le volte che probabilmente si erano maledetti per non averlo fatto. Che stupida... come aveva potuto pensare solo per un attimo, che lui amasse qualcun'altra? Loro erano legati, inevitabilmente.

Gli sorrise mentre la stringeva ancora, regalandole un'altro bacio.

E finalmente, abbandonò le sue paure ed incertezze, lasciandosi andare completamente, senza ripensamenti e rimorsi.

Da sempre, facevano parte l'uno dell'altra.

Da sempre, erano legati, indissolubilmente.

Da sempre, era, inevitabilmente, amore.

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Note dell'autrice: Incredibile, ce l'ho fatta a finirla! XD Che emozione... *__* Allora... passo subito a ringraziare, e rispondere, tutti quelli cha hanno letto e commentato:

Lisachan: Innanzitutto grazie per aver commentato, sei stata la prima :P Mi hai dato una bella mazzata a dir la verità, ma poi ho capito quello che volevi dire ^_^ Per prima cosa ti dico che ho scritto questa storia con il semplice scopo di divertirmi, e di provare questa nuova esperienza... questo non mi giustifica per aver scritto sciocchezze probabilmente, però, ti dico con tutta la sincerità di questo mondo che non avevo intenzione di scrivere qualcosa di originale o di straordinario. Non sono così presuntuosa perlomeno da volerlo fare nella mia prima fanfiction in assoluto. Non so se hai capito cosa cerco di dirti, spero di sì ^^ Volevo solo scrivere qualcosa di semplice, tanto per prendere confidenza con i personaggi e tutto ^^ Che poi sia venuta una schifezza, é un'altro discorso XD Poi, per quanto riguarda il comportamento di Nami, credo sia solo questioni punti di vista: magari qualcun'altro invece è stato incuriosito all'inizio dal suo strano atteggiamento, chiedendosi cosa diavolo le fosse successo XD Che poi fosse esagerata o meno, questo non lo sapremo mai... visto che, come ha detto Shaina, non abbiamo mai visto una Nami gelosa da Oda ^^ Passiamo al cambio di POV fra Zoro e Nami... che all'inizio non sapevo manco cos'era, poi ho capito XD Credo che qui tu abbia ragione, e spero che in questo secondo capitolo abbia rimediato un pò ^^ E per ultimo, sicuramente la storia non è originale, e qui ti riporto a quello che ho scritto prima ^^ Ok, mi pare che abbia finito XD Ti ringrazio davvero per i consigli, spero mi saranno utili se e quando scriverò un'altra fiction :P

Mukka: Grazie anche a te, é stato un'onore sapere che la storia ti aveva presa *_* Purtroppo non c'è stata la dolorosa e sofferta fine della nasona, mi perdoni? XD Grazie ancora! >.<

Shainareth: Ehm, devo ancora pagarti i danni morali? XD Dai, abbi pietà! In fondo non era come sembrava, te l'avevo detto! >_< E ci tenevo a ringraziarti, oltre che per il commento, per la spinta iniziale che mi hai dato, e per il sostegno successivo. ^-^ E' stato davvero importante, credimi ^^ Spero che dopo aver letto la fine di 'sta storia non ti sia shockata XD

Chiarina: Non credevo di riuscire a dare qualcosa, mi fa piacere sapere che mi sbagliavo ^^ Ti ringrazio per le belle parole, spero ti sia piaciuto anche questo secondo e ultimo capitolo. Davvero grazie, un bacio!

Bia-chan: Ti ringrazio per i complimenti, e mi fa tanto piacere che la storia ti abbia coinvolto ^_^

Gin9: L'entusiasmo che mi hai dimostrato mi ha dato una bella soddisfazione, grazie ç_ç

Darkrin92: Ecco qui la risposta alla tua domanda in preda all'attacco di gelosia XD Scusa se ti ho fatta aspettare tanto ^^

Yuniechan: Grazie anche a te, e scusami per l'attesa XD

Ed infine un ringraziamento speciale a Selphie86, Sakura84, e ShinjiRHCP per avermi incoraggiata sopportando le mie crisi XD In particolare a Selphie alla quale ogni volta leggeva due righe, le dicevo: "com'è?com'è?é uno schifo,vero? T_T" poverina XD

Grazie a tutti, alla prossima, spero! :*

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