Crowned A

di Hurricane93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** [1-Anna-] A beautiful lie ***
Capitolo 2: *** [2-Anna-]Just an ordinary day... ***
Capitolo 3: *** [2-jared-] Hurricane ***
Capitolo 4: *** [2-jared-] Business card ***
Capitolo 5: *** [3-Anna-]...it isn't an ordinary day ***
Capitolo 6: *** [3- Jared] And now? ***
Capitolo 7: *** [4- Anna] Stranger in a stranger land ***
Capitolo 8: *** [4-Jared-] Amazed ***
Capitolo 9: *** [5-Anna-] Pandora's vase ***
Capitolo 10: *** [6-Jared-] L'inizio dell'inizio ***
Capitolo 11: *** [7-Anna- ] All night long ***
Capitolo 12: *** [8-Jared-] Oh...it's bliss! ***
Capitolo 13: *** [Cap 9 -Anna-] Shape on my heart ***
Capitolo 14: *** [cap 10 -Jared- ] You're not alone ***
Capitolo 15: *** [cap 11 -Anna-] Elevator ***
Capitolo 16: *** [cap 12 -Jared-] The story ***
Capitolo 17: *** [cap 13 -Anna-] Wake up ***
Capitolo 18: *** [cap 14 -Jared-] Trust me, I need you ***
Capitolo 19: *** [cap 15-Anna-] Dead and gone ***
Capitolo 20: *** [cap 16 -Jared- ] Oh God, Shannon... ***
Capitolo 21: *** [cap 17 - Jared- ] L.A, we're coming! ***
Capitolo 22: *** [cap 18 -Anna- ] Welcome home A. ***
Capitolo 23: *** [cap 19 -Anna- ] I'm not nice to meet you ***
Capitolo 24: *** [cap 20 - Anna- ] Oh, dean! ***
Capitolo 25: *** [cap 21 -Jared- ] Jealousy ***
Capitolo 26: *** [cap 22 - Anna - ] Work in progress ***
Capitolo 27: *** [cap 23 - Anna - ] Gotten ***
Capitolo 28: *** [cap 24] Time to say goodbye ***
Capitolo 29: *** The biggest surprise ***



Capitolo 1
*** [1-Anna-] A beautiful lie ***





"Siamo in arrivo all'aeroporto J.F Kennedy di New York, preghiamo i gentili passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza. Fra qualche minuto cominceremo le manovre di atterraggio."

< Finalmente - pensai dentro di me - non vedo l'ora di andare in hotel e farmi una doccia >. Eccomi lì, seduta ad aspettare di arrivare a N.Y. city e la prima cosa a cui penso è quella di farmi una doccia. Forse penerete che io sia pazza, e forse lo sono, ma dopo aver fatto la spola fra Milano-Londra-New york per lavoro, credetemi non vi farà alcun effetto arrivare in queste metropoli così tanto sognate i  gioventù.
Ok, non sono così anziana, ho appena 28 anni ma la mia vita in questo ultimo decennio è stata veramente frenetica.
Mi sono laureata, sono andata a vivere da sola a Milano, ho convissuto con un uomo e ho trovato lavoro come avvocato internazionale per una multinazionale. Diciamo che gran parte dei miei sogni nel cassetto si sono realizzati,e diciamo anche che me li sono stramaledettamente meritati.

Sto aspettando che la mia valigia compaia magicamente sul nastro trasportatore, l'auto di servizio è già parcheggiata fuori. Guardo il mio riflesso su uno specchio lì vicino, il trucco per fortuna ha resistito...ma la mia criniera rossa non può dire altrettanto!
Un'orda di giornarlisti si fiondarono su un uomo appena arrivato anche lui da chissà quale volo; non lo riconobbi eppure mi ricordava...ecco la mia valigia.
Infilo le chiavi nell'auto, una mustang nera; avvio il motore e mi fiondo in strada; ho solo qualche isolato da fare per arrivare in hotel ma ci misi comunque circa trenta minuti a causa del traffico. Odio il traffico.
Dopo essermi sistemata in camera, fatta la doccia e cenato decisi che forse era il caso di fare un giro per la grande mela. Le luci di questa città sono incredibili, solo quando  sei qui capisci veramente cosa significhi la frase " la città che non dorme mai ".
Cerco un bar dove ci sia poca gente, cosa a dir poco impossibile in una città così ma stranamente quella sera fui fortunata. Entrai in un pub che si trovava  in angolo tra una via secondaria e la avenue principale. Mi sedetti in un tavolo a fianco alla vetrata che si rivolgeva alla strada trafficata, mi piace osservare la gente; ordinai un martini, cosa che mi fece tornare alla mente quella stupida è pubblicità con Clooney ed un mio compagno di liceo.
Non feci caso alle persone presenti in quel bar, ma sentivo su di me uno sguardo che mi osservava. Ecco se mi piace osservare la gente, odio la gente che fissa; non la sopporto, in più penso di avere un sesto senso o cose simili per queste cose perchè appena qualcuno fissa lo sguardo su di me io lo sento. Ho già detto che sono pazza no?
< Forse quel qualcuno-pensai-ha notato il tuo tatuaggio,sai com'è non è facile non notarlo... >
Già, la A tatuata tra le scapole sovrastata da una corona non potrebbe di certo passare inosservata,e che poi mi metta una maglia aperta sulla schiena di certo non migliora la cosa.

Incuriosita dal voler sapere chi fosse il mio osservatore non tanto segreto mi guardai intorno facendo finta di osservare l'arredamento del pub. Non mi accorsi però che qualcuno si stava avvicinando al mio tavolo...
Lo vidi solo quando si sedette di fronte a me, non lo riconobbi, eppure ebbi la sensazione di averlo già visto, e di conoscerlo bene...

"Ciao" mi fece.
"Ciao" risposi.
"Sono Jared piacere di conoscerti."
"CAZZO!" esclamai in italiano
"Cosa scusa?" per fortuna non capiì cosa dissi.
"No scusami...sono Anna"
Quando disse il suo nome ebbi un flash nella mia mente: era jared Leto, frontman dei 30 seconds to mars!
Come ho potuto non riconoscere quegli occhi di quel azzurro così intenso, e quel viso così...stupendo è dire poco!
"Bello il tuo tatoo" mi fece riportandomi sulla terra.
"Oh grazie, ne hai anche tu?" Come se non lo sapessi, pff!!
"Oh..sì, beh uno e questo " e mi fece vedere il tatuaggio che ha all'interno del polso:


 

Così ebbi la prova concreta che fosse lui.
Non so perchè feci finta di non riconoscerlo, cioè avevo uno dei miei artisti preferiti qui davanti a me e faccio finta di non sapere chi sia. Forse feci così perchè sembrava che lui volesse avere qualcuno con cui parlare, non sembrava volesse avere qualcuno che lo idrolatrasse, quella sera sembrava volesse sembrare un uomo qualunque.
"E cosa significa questo tatoo?" chiesi
"Beh, io ho una band,e questo è il logo del suo nome, non so se conosci i 30 seconds to mars..." fece lui..
"sì forse ne ho sentito parlare..."
Cooosa??? No ma veramente nella cena di questa sera c'era qualche stupefacente, cioè come posso aver risposto così quando sono stata ad ogni loro concerto possibile ed immaginabile, ho fatto mille sacrifici per vederli, ed ora sono solo in grado di rispondere così? sono una vera ingrata lo so.

"Ma...sei inglese?" mi fece riportandomi nuovamente sulla terra.
"Eh? no no, sono italiana! non noti il mio continuo gesticolare ed il tono di voce che è tipo 10 decibel superiore rispetto a qualunque tono di qualsiasi essere umano che non sia italiano?" La buttai sul ridere, cosa tipica di me, e sul suo volto si aprì un sorriso che...beh era stupendo!
"ahahaha in effetti l'avevo pensato ma parli veramente bene inglese" mi disse.
"sai com'è, quando vivi praticamente più a Londra che in Italia si fa presto ad imparare bene la lingua. Comunque...cosa ci fa una rockstar in questo buco di pub?" Cambiai  discorso, non mi piace molto parlare di me con un "estraneo", diciamo così.

"avevo bisogno di starmene da solo, allontanarmi dalla mia vita caotica così mi sono rifugiato qui...poi mi sono incuriosito vedendo una certa A coronata e così..." sorrise.
"Mmmmh...chissà perchè ma quella A mi ricorda molto qualcuno..." Alchè feci una delle mie tante facce da cretina e scoppiammo tutti e due in una sonora risata.
< E' proprio come me lo sono sempre immaginato > mi dissi.
In quel momento mi cominciai a grattare ferocemente il polso sinistro,
"Stupida zanzara" esclamai in italiano.
"cosa?" rispose lui, ovviamente non aveva capito quello che ebbi detto.
Tradussi la frase ma intanto quel prurito non voleva cessare, così alzai la manica della maglia pensando di fare meglio se avessi grattato direttamente sulla pelle. Fu una cosa fatta sovrapensiero... eccolo lì, il mio secondo tatuaggio, una frase che per molti non voleva dire niente, forse perchè eran una frase latina, ma sia per me che per Jared significava molto:

PROVEHITO IN ALTUM

 "E quello cos'è??" esclamò lui, dilatando gli occhi e rimanendo a bocca aperta, aveva capito che gli avevo mentito per tutto il tempo.
"Uhm...ehm...niente" riuscì a mugugnare; nel frattempo cercai qualche dollaro nelle tasche della giacca per pagare il mio martini, trovai solo 20$ ; misi i soldi sopra il tavolo, presi la mia borsa e afferrai la mia giacca. Non mi accorsi che qualcosa scivolò a terra dalla mia tasca.
Uscì di fretta dal pub, fermai velocemente un taxi e in pochi minuti che mi parvero ore mi ritrovai nella hall dellìhotel.
< Sono scappata da quel pub come se fossi una ladra. Sono una stupida > mi dissi fra me e me.






Nota dell'autore: Salve a tutti, allora questo è il primo capitolo della mia "psuedo" storia. Ok allora questa probabilmente è una gran ca****a...però boh a me piace.
In questa storia vorrei non cadere nel'ovvio diciamo.Nei prossimi capitoli probabilmente capirete cosa voglio intendere.
Have fun and see you soon!

 

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Capitolo 2
*** [2-Anna-]Just an ordinary day... ***





Il giorno dopo dovetti lavorare per tutta la mattinata e nel pomeriggio avevo un incontro di lavoro con un rappresentante di un'azienda che sarebbe diventata collaboratrice dell'azienda che seguivo.
Raggiunsi l'ufficio del signor Smith con mezz'ora di anticipo così decisi di prendermi la mia dose giornaliera di caffè da starbucks.
Venti minuti dopo ero nella sala d'attesa dell'ufficio attendendo che la segretaria mi venisse a chiamare.
Frugai nelle varie tasche della borsa, in quelle della mia giacca, persino nel porta cellulare alla ricerca dei miei biglietti da visita << e pensare che una volta ero convinta che non servissero a niente quei cosi e adesso non riesco a vivere senza!_ pensai - e adesso che figura ci faccio con Smith?Ma dove li ho infila...>>, in quel momento venni interrotta dall'arrico della segretaria che mi diceva che Mr. Smith mi stava aspettando nel suo ufficio.

Due lunghissime ore dopo ero di nuovo nella mia mustang incolonnata nel traffico delle sei della grande mela. Ero nervosa, ero lì da più di venti minuti ed il traffico non aveva intenzione di muoversi. Mi pare di aver già detto di odiare ma meglio ripeterlo, IO ODIO IL TRAFFICO.
Per non sentire i vari clacson provenitni da macchine e taxi alzai il volume dell'autoradio.Guardandomi intorno notai il mio cellulare lampeggiare. Una chiamata. <>.
Così risposi al cellulare.

"Pronto?"
"Hei!! Hai perso qualcosa ieri sera miss Anna Dal Zotto???"

Era lui.

Nota dell'autore:Bene fine del secondo capitolo,molto breve ma pieno di suspance ^^
Allora con i prossimi due capitoli facciamo un balzo indietro e racconterò quello che è successo in quei due giorni dal punto di vista di Jared.
Quindi cercate di non perdere il filo e se trovate errori ditemelo!
Have fun and see you soon!
A.

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Capitolo 3
*** [2-jared-] Hurricane ***





Il volo da los angeles arrivò in orario a New York all'aeroporto J.F. Kennedy << Finalmente sono arrivato >> si disse.
Aveva trascorso l'ultima settimana in sala di registrazione; il nuovo cd sarebbe uscita l'anno prossimo , erano ancora agli inizi e stavano lavorando su un numero esorbitante di canzoni, che poi con il passare del tempo sarebbero state scremate fino a circa ad una ventina.
Era venuto a N.Y.  per fare una pausa dal lavoro, voleva stare un po' da solo; infatti la band era rimasta ad L.A. , aveva bisogno di un break dalla sua vita caotica; ovviamente non poteva aspettarsi di trovare pace e tranquillità a New York, ma siceramente ci sperava...e come volevasi dimostrare ecco che appena entrato in aeroporto una marea di giornalisti lo assalirono riempiendolo di domande, << Chi cazzo li ha chiamati questi? - pensò -come inizio siam proprio messi bene, speriamo che non sia sempre così per il resto del tempo >>.
Cercando di sfuggire  dalla raffica di domande non badò minimamente alle persone lì presenti, tranne che per una macchia di capelli rossi...
Decise di andare nel suo appartamento solo per posare le valige, voleva uscire quella sera, ricordava un bel pub poco frequentato che sarebbe stato ideale per il suo "break".
Arrivato in quel pub ordinò una birra, la gustò, gli piaceva quel retrogusto amaro che gli lasciva in bocca; sentiva piano piano il tepore dell'alcool infodersi nel suo corpo, era una bella sensazione...ma niente era bello quanto vedere una folla di fans che canta con te ai concerti, era un' emozione insustituibile , l'aspetto migliore di fare il cantante.
Poco dopo aver finito la birra, sentì aprirsi la porta del bar, ma era troppo inento nei suoi pensieri per osservare chi fosse entrato; qualcosa però lo attirava, così si voltò e vide una donna girata di spalle, la schiena era scoperta per mettere probabilmente in evidenza un tatuaggio situato al centro delle scapole: una A con sopra una corona.
Decise senza un vero motivo di parlare con lei.

                          ______________                                         _________________                                      _________________

Rimase a bocca aperta vedendo Anna (durante la serata aveva capito il  motivo di quella A) scappare velocemente dal pub e dileguarsi tra la folla.
Si sentiva come se un uragano lo avesse lasciato nel caos più totale e tutto ciò che rimaneva del suo passaggio era solo una domanda che gli rimbalzava nella mente da quando aveva scorto quel tatuaggio: " Perchè ha fatto finta per tutta la serata?".
E poi lo vide. Nella fretta di uscire, Anna aveva fatto cadere involontariarmente il suo porta biglietti da visita. Jared lo raccolse e lesse il biglietto, c' era il nome, il nome dell'azienda per cui lavorava e sorpresa...il suo numero di cellulare.
Pagò la birra ed uscì all'aria fresca di fine ottobre in quella New York che tanto amava ma che in quel momento non era così bella come l'idea di poter rivedere e capire quella "crowned A".

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Capitolo 4
*** [2-jared-] Business card ***





Nota dell'autore: erratta corrige nel capitolo precedente! Era il capitolo 1 questo è il 2! Have fun A.

Quella notte Jared rimuginò per tutto il tempo sull'accaduto, provò a dare qualche soluzione plausibile a quella domanda che gli rimbombava in testa , ma senza giungere ad una valida conclusione.
Quella mattina dopo aver fatto una doccia e colazione decise di andare a correre a Central Park, adorava quell'immenso spazio verde nel bel mezzo della città più caotica del mondo.
Con la musica nelle orecchie cercò di isolarsi dal resto del mondo; fu felice di non incontrare nessun fan, ma poi, chi è che alle 9 di mattina si trova a Central Park ad aspettare che qualche star passi di lì per caso? Beh, fortunatamente nessuno.
Il suo fisico lo ringraziò per quel movimento salutare, era da un po' che non dedicava del tempo al jogging; ad L.A. era sempre assediato dai paparazzi e negli ultimi tre mesi si era praticamente trasferit in sala d'incisione. Tornato nel suo appartamento si cucinò qualcosa da mangiare, non era mai stato un bravo cuoco e probabilmente non lo sarebbe mai stato; dopo aver pranzato un senso di stanchezza lo assalì,e non avendo dormito bene quella notte decise di fare una piccola "siesta".
Si sveglio alle sei << Ma io non sono normale! - pensò vedendo l'ora nella sveglia - ma vabbè qualche ora di sonno mi ci voleva.>>.
Aveva lasciato sul comodino accanto al telefono il biglietto da visita di Anna, lo prese, se lo rigirò fra le mani e pensò << Se voglio avere qualche risposta dovrò fare qualche domanda al diretto interessato>>, e così dicendo prese una decisione, prese il cellulare e compose il numero che c'era nel biglietto e attese che qualcuno rispondesse...

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Capitolo 5
*** [3-Anna-]...it isn't an ordinary day ***





Non riuscì a dire niente, ero troppo sorpresa, mai nella vita mi sarei immaginata che un giorno Jared Leto mi potesse chiamare...
"Anna ma ci sei ancora?" Fece lui dall'altro capo del telefono. Ho la capacità straordinaria nel perdermi in un mondo tutto mio lo so.
"Ehm sì...ciao Jared", calò un silenzio di tomba per qualche secondo poi un fiume di parole mi uscì dalla bocca.

"Ascolta, mi discpiace, veramente, non so perchè ho fatto finta di non conoscerti ieri sera; probabilmente ero fuori di me; perchè sì so chi sei, sono una fan dei 30 seconds to mars e cazzo adoro le tue canzoni e i vostri arrangiamenti!
Sono venuti a vedervi decine di volte; ho fatto letteralmente pazzie per venire a vedervi e ieri che ti avevo a pochi centimetri da me non so veramente cosa mi è successo...mi dispiace di averti preso in giro...perdonami"

Silenzio.

"Hei...ci sei ancora?" chiesi pensando che mi avesse chiuso il telefono in faccia senza accorgermi.

"Wow! Non ti avevo chiesto ancora niente e tu sei esplosa come un vulcano! ora sì che si vede il tuo lato italiano!"
Così scoppiò in una risata, stetti lì a sentirlo ridere senza capire veramente quello che voleva e cosa c'era di così divertente.

"Comunque -cominciò- tranquilla non mi sono sentito preso in giro, solo che veramente non capivo perchè ti fossi comportata così...ma vedo che non lo sai nemmeno tu...mi sento più sereno adesso, ho raggiunto la pace dei sensi!"

"Oh fai anche lo spiritoso adesso! Ma sentilo! "

Silenzio. Scoppiammo a ridere per l'enorme stupidaggine che disse Jared.

"Vabbè -riprese- cosa fai questa sera?"
"Chi?Io?" risposi stupita. <> pensai

"No, dico al tuo amico immaginario!A chi credi che stia chiedendo scusa?"rispose
" Ah ah ah molto simpatico lui - dissi sarcasticamente- sai com'è sono uscita con Brad, George, Matt...ma sinceramente non sono mai uscita con un Jared, quindi potrebbe anche essere fattibile questa cosa...però dovrei controllare la mia agenda...sai quando hai una vita molto impegnata come la mia è difficile trovare il tempo anche per una cena, non so se puoi capirmi..." scherzai. Ovviamente quella sera non avevo niente da fare,e poi anche se avessi avuto un impegno l'avrei cancellato seduta stante per lui.

"Vedo che il senso dell'umorismo non ti manca, comunque non mi hai ancora risposto...cosa fai questa sera allora?"

"No va bene. Questa sera non ho nessun impegno." risposi

"Oh bene -fece lui- avevo bisogno di compagnia questa sera; sai in questa città non c'è nessun..."

"Seeeeeeeeeee certo - lo interruppi- dai basta scherzare!"

"...intendevo qualcuno di interessante" concluse lui.
"Ah" non seppi cos'altro rispondere.

"Dai dai non fare l'imbarazzata adesso, Sei interessante Anna, cioè finalmente conosco qualcuno che non fa parte del mio mondo diciamo, sai è difficile trovare qualcuno di vero tra le persone famose." cercò di levarmi dall'imbarazzo riuscendoci circa

"A beh se la mettiamo così nemmeno io ho mai conosciuto una rockstar -risi- beh a che ora passo a prenderti?"

"Cosa?" rispose in tono stupito
"oh dai dovrò pur rimediare in qualche modo e poi ho il motore di una mustang a cui non piace stare ferma al chiuso" dissi
"Ah beh se è per la macchina allora...beh ti mando per messaggio l'indirizzo del mio appartamento. Ci vediamo alle 9 ok??"

"Ok perfetto tra poco allora" gli dissi
"Ok! ciao Ann!" mi fece
"Ciao J!" esclamai o chiusi la chiamata.

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Capitolo 6
*** [3- Jared] And now? ***








<< Cavolo!- pensò- quella ragazza è veramente un ciclone! >>
Chissà cosa avrebbe scoperto quella sera di Anna.

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Capitolo 7
*** [4- Anna] Stranger in a stranger land ***








<< Questo è veramente assurdo - mi dissi - io che esco con Jared Leto e perlopiù lo vado anche a prendere! E' una cosa inaudita veramente! >>
Mi misi un paio di jeans, una T-shirt semplice e arricchii il mio look con un paio di sandali tacco 10 che amavo ed un giubotto da cui non mi separavo mai.

Naturalmente arrivai in anticipo all'indirizzo che mi aveva mandato J., decisi così di ammazzare il tempo, uccidendomi lentamente.
Presi il mio immancabile pacchetto di Marlboro, presi una sigaretta e l' accessi, è un brutto vizio lo so, ma è l'unica cosa che riesce a calmarmi quando sono agitata ( come in questo momento!) o quando sono furiosa, ribadisco, lo so che sono strana.
Non riuscii a fare tre boccatta alla mia sigaretta che qualcuno dietro di me esclamò: " Ehi! sai vero che ti fa male?"
"Eh tu lo sai- dissi rimanendo ancora appoggiata alla macchina rivolta verso la strada- che solo perchè sei tu non ti mando in un bel paese??" conclusi voltandomi verso di lui.
"Touchè" disse lui alzando le mani in segno di resa.
"Bella macchina" disse.
"Lo so...è la mia!" sorrisi e lui contraccambiò
"Che modesta - disse - me la fai provare vero?"
"Neanche il padre eterno se esistesse potrebbe guidare la mia auto signor Leto" esclamai.
"Vabbè - fece spallucce - mi accontenterò del posto passeggero ".
"No guarda veramente c'è il bagagliaio per te, sai - guardandomi intorno - non vorrei che ti riconoscessero "
" Ma che carina - sorrise - certo che se restiamo qui ancora un po' un'orda di giornalisti ci assalirà e addio serata..."
"Dai allora sali in macchina e fammi strada." feci

Salimmo in auto, avviai la macchina e ovviamente lo stereo si accese sparando a tutto volume Pretty Vacant dei Sex Pistols.
"Bei gusti musicali" disse in un tono che faceva capire la sua contrarietà.
"Beh cosa ti aspetti da una a cui piacciono i 30stm??" dissi.
"E con questo cosa intendi?" disse diventando scuro in faccia.
"Ma niente!Che scemo che sei!" esclamai
"Beh ma grazie eh, prima offendi la mia band e poi anche me! Che ingrata che sei, guarda che i tuoi biglietti da visita me li tengo io eh?"
"Cos'è un ricatto??" chiesi sorridendo.
"Può essere" fece l' occhiolino.
" A beh se è così allora considerati rapito. Sei mio." Dicendo così premetti sull'acceleratore, la macchina non mi tradì e sfrecciò sulla strada incollando sul sedile Jared.
"Tu sei pazza!!" esclamò
"Dai dimmi qualcosa che non so già!" gli dissi e così cominciammo a ridere.

Finita Pretty Vacant ecco che iniziano le note di "Revolution"

"Oh oh  ma questa canzone mi ricorda qualcosa...ah sì l'ho scritta io" gli si illuminarono gli occhi.
Non so come o perchè ma ci ritrovammo a cantarla insieme, fu una sensazione strada...per anni ho cantato sopra le canzoni dei 30 ma cantare davvare insieme a J fu stupendo.
Dopo che la canzone finì...
"Dai ti porto nel mio regno adesso" mi disse
"Ok" e intanto mi schizzarono nella mente milioni di luoghi in cui poteva portarmi...ma nessuno di essi era minimanete vicino alla realtà.
Passò qualche minuto finchè J. disse: "Eccoci, gira a destra e siamo arrivati." mi indicò una strada secondaria, misi la freccia e svoltai.
"Arrivati- disse slacciandosi la cintura- sono sicuro che ti piacerà."

Spensi l'auto e scesi, mi guardai intorno non vedendo niente di particolare.

"Scusa siamo arrivati...dove?" fissandolo intensamente e pensando che fosse uno scherzo.
"Dai seguimi...e non fare quelle facce che ti vengono le rughe!"
"Oh che simpatico...la tua è tutta invidia" scoccandogli un'occhiataccia delle mie.
"Che acida che sei"

Ci guardammo. Scoppiai a ridere; quell'uomo era veramente fuori.
"Dai andiamo!" esclamò.

Entrammo per una porta che non avevo notato quando mi guardai in giro, salimmo due rampe di scale ed ecco un'altra porta. Appena varcai l'entrata mi trovai in un corridoio dalle pareti rosso fuoco ricoperti da dischi.
"Wow" dissi davanti a quella meravigli.
"Già- fece- però se entri del tutto è meglio"

Sì mi accorsi che ero solamente sulla soglia di quel...boh non so cos'era...venni avanti e mi chiusi la porta alle spalle. Vedendo che non mi muovevo J. tornò verso di me e prendendomi per mano mi trascinò avanti.
"Ecco che inizia il tour " disse tenendomi ancora per mano, mi portò in una stanza al buio, non riuscivo a scorgere niente, lui accese la luce e...
"O MIO DIO!" urlai.

Era uno studio di registrazione, un VERO studio!! Non avevo idea di come funzionassero quei mixer e tutti quei bottoni, ma cavolo era una cosa a dir poco stupenda.

"Sapevo che ti sarebbe piaciuto" mi disse. Lo guardai e vidi che anche a lui brillavano gli occhi.
<< Questo è il suo mondo - pensai- lo ama, e io ho avuto l'onore di condividere questo con lui. STUPENDO >>

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Capitolo 8
*** [4-Jared-] Amazed ***








Non aveva mai visto la gioia sprigionarsi così distintamente negli occhi di una persona.
E fu proprio in quel momento che capì di non avere ancora osservato veramente quella ragazza.
Aveva gli occhi verdi, ma riuscì a notare che c’erano dei riflessi di azzurro << Secondo me cambiano colore a seconda del tempo >> pensò. Aveva i capelli lisci e rossi, tendenti più al ramato; facevano quasi luce da quanto il colore era acceso.
Non era stupenda, non era come le donne con cui lui usciva , ma probabilmente aveva qualcosa che le altre non avevano.
 
“ Beh allora, vuoi provare?” fece.
 
“Eh?? Provare cosa?” gli domandò sbarrando gli occhi.
 
“Oh dai non ti ho portato qui solo per farti vedere lo studio, perché non canti per me?” disse sfoggiando uno dei suoi sorrisi.
 
“No, no, no. Io non sono una rockstar. Sono un avvocato mica una cantante!” rispose scuotendo la testa.
 
“Oh dai, cosa vuoi che sia, siamo solo noi due qui, non succede niente dai!” la supplicò.
 
“Mamma quanto ti odio in questo momento – mi fece – guarda ti avverto, se stecco non provare nemmeno a prendermi in giro!” lo minacciò puntandogli l’indice contro.
 
“Parola di lupetto ” e le fece l’occhiolino.
 
Lei rise per la battuta di lui e se ne andò dalla stanza per raggiungere la stanza di fronte al vetro.

Nota dell'autore: Scusate per la brevità dei capitoli ma è una mia scelata "stilistica" diciamo, secondo me capitoli troppo lunghi soprattutto se sono al computer stancano facilmente, e poi in questo modo riesco a creare più suspance ^^.

Grazie a Federica.

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Capitolo 9
*** [5-Anna-] Pandora's vase ***








«Ok, già la faccenda era assurda (cioè di me che porta fuori J.), adesso mi ritrovo davanti ad un microfono in uno studio di registrazione, veramente questo non me lo sarei mai e poi mai immaginato!» pensai mentre Jared entrava nello studio di fronte al mio.
 
Ora uno specchio ci divideva.
 
Lo guardai mentre premeva qualche bottone a me sconosciuto; cominciai ad osservarlo: non li dimostrava i suoi “quasi” 50 anni, come non aveva mai dimostrato veramente la sua età, eppure qualcosa nel suo viso era cambiato… i lineamenti si erano fatti più marcati, la linea della mascella si era fatta più rigida, forse anche a causa della sua magrezza. «Chissà come fa» pensai.
Venni interrotta.
 
“Ehi! Mi senti?” mi fece J.
 
“Sì, ti sento forte e chiaro signor capitano!” gli risposi scherzosamente.
 
“Dai, ti metto su una base e tu canti ok?”
 
“Ehm sì va bene… basta che conosca la canzone” dissi un po’ titubante.
 
“Sì dai è una canzone italiana che dovresti conoscere” mi fece.
 
“Va bene dai proviamo… al massimo mi invento le parole tanto tu l’italiano non lo sai!” scherzai.
 
“Ecco grazie Anna per rimarcare la mia ignoranza riguardo lei lingue, se non ci fossi te a ricordarmi queste cose come farei?”
 
“E lo so... sono un parte integrante della tua vita ormai!” come era facile scherzare con lui.
 
“Ok dai bando alle ciance. Ci sentiamo dopo ok?”
 
“Va bene!”
 
Calò il silenzio.
Stetti in piedi davanti a quel microfono aspettando di sentire qualcosa nelle cuffie… intanto Jared si era seduto e cominciò a fissarmi. Mi sentii completamente in imbarazzo ma non potei pensarci molto perché in quel momento cominciai a sentire qualcosa nelle cuffie.
 Riconobbi subito la canzone anche se erano anni che non l’ascoltavo.
 
“Naaaaa! – esclamai – non ci posso credere!” e cominciai a cantare.
 
Le parole mi salivano alla bocca in modo naturale, non feci fatica a ricordare il testo… mi feci trasportare dalla musica delle parole, scordai persino il mio osservatore speciale e mi abbandonai al ritornello della canzone:
 
USAMI, STRAZIAMI, STRAPPAMI L’ANIMA, FAI DI ME QUEL CHE VUOI TANTO NON CAMBIA L’IDEA CHE ORMAI HO DI TE VEDERE CONIGLIO DALLE 1000 FACCE BUFFEEEE*
 
Terminai di cantare e veramente non mi sentivo così bene da un’infinità di tempo. Non mi ricordavo che cantare mi facesse avere un tale benefico effetto. Purtroppo in quegli anni avevo completamente accantonato l’amore per la musica e molte altre cose.
Sentii che in tutti quegli anni avevo represso dentro di me tutti quei sentimenti che riuscivo ad esprimere solo con la musica. E lui, quella sera, aveva scoperchiato il mio vaso di Pandora. Ero inarrestabile; mi sentivo onnipotente quella sera.
E quello fu solo l’inizio.

*mentre tutto scorre- Negramaro

Note dell'autore: questo e i prossimi due capitoli che posterò sono i capitoli che più preferisco in assoluto! Allor...premetto che con questo capitolo si chiude la prima parte della storia...penso che l'intera storia sarà suddivisa in 4 parti: diciamo che questa era l'incipit della storia...il prossimo si chiamerà L'INIZIO DELL'INIZIO...il terzo RITORNO AL PRESENTE e l'ultimo non so ancora come si chiamerà! :D
Comunque diciamo che la storia è tutta nella mente e devo riportarla solo prima sulla carta e poi qui! :)
Chiunque legga la mia storia e vede che le piace...non è che potrebbe recensirla?

Besitos,
Anna

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Capitolo 10
*** [6-Jared-] L'inizio dell'inizio ***








Si sedette sulla sedia, voleva godersi quello spettacolo che lei gli dedicava, se si può dire così visto che lui l’aveva praticamente supplicata.
Conosceva bene quella canzone, una volta che si trovava in Italia andò a sentire un concerto dei Negramaro; fu colpito da quella canzone perché sprigionava allo stesso tempo sia rabbia che amore.
 
 
Appena lei sentì la base spalancò gli occhi ed esclamò:
 
“Naaaa non ci posso credere!”
 
Capì di aver azzeccato la canzone. Vide l’imbarazzo che la bloccava lì davanti al microfono sparire in un baleno.
Sentì di aver scatenato qualcosa in lei. Ma non sapeva cosa, come non sapeva molto altro di Anna. Mentre cantava vide mille emozioni esplodere in lei, quella canzone le calzava a pennello. Non aveva mai visto tutta quell’energia sprigionarsi in una persona in così poco tempo.
 
Questo lo sorprese molto e gli piacque ancora di più.
 
Pensò che il destino volesse farli incontrare per qualche motivo. E stava a loro scoprire quale fosse.
La canzone finì ma non si accorse che aveva chiuso gli occhi in quel frangente.
 
“Ehilaaaaa!! Sono stata così inascoltabile da farti addormentare?? – disse – Eppure mi sembrava di aver cantato abbastanza bene” sbuffò.
 
“Sei stata magnifica, non dire cavolate!” non si accorse di averlo detto con un trasporto un po’ troppo eccessivo.
 
“Beh adesso non esageriamo – rise – era solo una canzone” sdrammatizzò.
 
“Sarà pure una canzone – ribatté – ma sei riuscita a farla tua ed è quello che conta realmente, tutti siamo in grado di cantare qualche nota messa a cassaccio ma non tutti sono in grado di interpretare la musica, pochi ci riescono sul serio e fino in fondo – non riusciva ad arrestarsi, doveva trovare le parole per dire quello che aveva provato sentendola cantare – veramente Anna, mi hai fatto avvertire qualcosa alla bocca dello stomaco, sentivo la tua rabbia, il tuo amore… ti ho sentita dentro” concluse.
Nel frattempo non si accorse che lei aveva preso un foglio, trovato chissà dove un pennarello e aveva cominciato a scrivere.
Quando ebbe finito di parlare guardò il vetro dello studio: Anna era lì che appoggiava con la mano sul vetro un foglio scritto:
 
«MAYBE TONIGHT WE CAN FORGET ABOUT ALL… IT COULD BE JUST LIKE HEAVEN   <3  »
 
Riconobbe subito quella frase, era tratta da una sua canzone «Guarda caso…» pensò.
 
“E con questo cosa intendi?” le chiese.
 
“Intendo quello che c’è scritto – rispose – dimentica chi sei tu e chi sono io, senza pudore, divertiamoci questa sera, usciamo dai nostri canoni e abbandoniamo le nostre vite così lontane l’una dall’altra per una notte, potremmo scoprire che è una cosa bellissima come il paradiso per l’appunto”.
 
Quello che disse lo zittì. Possibile che una completa sconosciuta riuscisse a capire quello che lui voleva veramente?
Nessuno aveva mai capito realmente quali fossero i suoi desideri in questo periodo, possibile che per quella ragazza lui fosse trasparente come il vetro?
 
“D’accordo” riuscì a borbottare.
 
“Bene – disse aprendosi in un sorriso – adesso metti una base di una canzone qualsiasi, il mio desiderio più grande è cantare in questo momento e adesso voglio farlo con te!”
 
“Beh onoriamo la mia band dai!” disse lui.
 
Mise le basi dei suoi primi tre album e si fiondò da lei; si misero uno di fronte all’altro e guardandosi negli occhi cominciarono a cantare.
 
Canzone dopo canzone, strofa dopo strofa, si trovarono subito in sintonia e lei sapeva ogni parola di ogni canzone. Quella sera non si divertì mai così tanto in vita sua.






Note dell'autore:Posso dire che da questo capitolo è uffcialmente iniziata la vera storia!
Besitos, Anna

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Capitolo 11
*** [7-Anna- ] All night long ***








Cantammo per tutta la notte, sfogai tutto quello che avevo celato in questi anni nel cuore e fu come svuotare completamente un vaso. Non avevo mai provato così tante emozioni in un’unica notte. LUI, beh lui era stupendo. Per quanto cercasse di non pensarci, non poteva ancora credere a tutto quello che era successo negli ultimi due giorni. Era veramente stupendo: non avrebbe mai voluto che quella notte finisse.
 
“Sono distrutta! Non ce la faccio più!” dissi accasciandomi a terra.
 
“A chi lo dici! Non ho più voce nemmeno io!” rispose sedendosi accanto.
 
Scese il silenzio. Ci chiudemmo nei nostri pensieri rimuginando sugli avvenimenti di
quella notte.
 
“MA CAVOLO E’ STATO STUPENDO!!”
 
Esclamammo contemporaneamente le stesse parole scandendone all’unisono ogni singola sillaba. Ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere.
 
“Bene ci siamo sincronizzati durante la notte, peggio dei computer siamo!” dissi ridendo.
 
“Ahahah vero!” disse lui scoppiando in una fragorosa risata.
 
Restammo lì ancora qualche minuto finché non mi girai verso di lui e dissi:
 “Ascolti signor Leto, non so bene quale sia la sua alimentazione, se segua una dieta o cosa, ma io non mangio da ieri e necessito urgentemente di mettere qualcosa nello stomaco!”
 
“Mmmh – fece lui – sì dai è ora di andare a fare colazione” e sorrise.
 
“In pratica ho una fame da lupi e fra un po’ mi mangio il microfono se non sono stata chiara!” dissi ridendo.
 
In effetti erano le sei e mezzo di mattina. Scendemmo nel cortile dove avevo lasciato l’auto: era l’alba e la città cominciava pian piano a svegliarsi. Il silenzio regnava sovrano…
“Ma allora questa città va a dormire ogni tanto!” esclamai.
 
Lui mi precedeva e si voltò guardandomi come se fossi pazza.
 
“Eh già” disse sorridendo.
 
Lo osservai: cavolo quanto era bello anche se non era più tanto giovane! E fu li che mi feci sopraffare dal mio istinto.
 
“Ascolta… devo fare una cosa” gli dissi.
 
“Ok” rispose.



Note dell'autore: Eccomi qui! Devo ringraziare un po' di persone: Allora prima fra tutte Starsshine, Federica, ancora grazie di cuore di tutto!
Poi RobyRasia che mi ha inserito fra le sue storie preferite ^_^ grazie mille!!
E poi Alaska,Baby90,Wildflicka e Xia1101 per aver messo la mia storia fra le seguite!
E ancora grazie ad Alibi e a Angel_lily!
See you soon!!
Anna

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Capitolo 12
*** [8-Jared-] Oh...it's bliss! ***








Finì di pronunciare quell’ok e lei si precipitò verso di lui. Fu un attimo. In un lampo lei posò le labbra sulle sue.

Durò pochissimo.

Appena lui cercò di contraccambiare lei si irrigidì e scattò all’indietro.

“Ma sei pazzo??” urlò.

“Eh?? Ma parli te scusa – rispose – guarda che quella che mi è appena saltata addosso non sono di certo io!” si difese.

“Eh adesso non esageriamo! Se ti fossi saltata addosso adesso non saresti di certo ancora vestito!” cominciò a ridere.

Lui era veramente sconcertato. Più cercava di capire Anna e più si convinceva che non l’avrebbe mai capita!

Pochi secondi dopo...Anna

“Adesso non fraintendermi – disse – non provo niente di particolare per te, me è venuto così, d’istinto e io l’ho solo assecondato. Voglio dire ho passato tutta la notte con Jared Leto e non gli ho dato nemmeno un bacio?? Dai è inaccettabile!” esclamò lei esibendosi in un sorriso a 32 denti.

“Ah ok” rispose lui abbozzando un sorriso.

“Beh comunque grazie per aver contraccambiato il bacio” replicai.

“Ah prego figurati, lo faccio sempre con le mie fans” ironizzò.

“Sì certo come no – esclamai – dillo che ti sei segretamente innamorato di me!”

“No mi dispiace – rispose sorridendo – io sono innamorato solo alla musica”

“E di te egocentrico!” aggiunsi.

“Beh sì, forse lo sono veramente, ma se non lo fossi tu saresti qui con me? e probabilmente se non lo fossi non saresti nemmeno così innamorata del sottoscritto; ammettilo che sono il tuo sogno erotico!” mi rispose ridacchiando sotto i baffi.

“Pff, certo Jared certo. La demenza senile è una brutta cosa eh?”

“Coooooosa? Brutta……………”

Cominciai a correre, pensai che mi volesse ammazzare.
Infatti mi fu subito dietro.

«Maledette sigarette» imprecai.
Mi rincorse per un po’ poi, stremata, mi fermai.

“Basta, basta ti prego – dissi ansimando – mi rimangio tutto!”

“Ah che ragazza sfaticata che sei! Non sei in grado nemmeno di fare una corsetta” mi schernì.

“Ok, ok – feci – me lo merito… pace!” esclamai porgendogli la mano.
“Va bene dai” rispose scostando la mano e abbracciandomi.

“Ma guai a te se mi dai ancora del vecchio!” disse.

“Ok nonno Jared”

Mi tirò un pugnetto “leggero” sulla spalla.

“Dai andiamo a fare colazione – suggerii – questa corsetta mi ha fatto venire ancora più fame! Vuoi guidare te stavolta?” proposi voltandomi verso di lui.

“Oh oh oh – fece – Anna Dal Zotto ritratta la sua affermazione. Cosa mai può essere successo per farti c…….”

Non lo lasciai terminare: “Ascolta vuoi che mi rimangi tutto e che ti metta veramente nel bagagliaio questa volta??” lo minacciai.

“No no. Dammi le chiavi. Andiamo” disse prendendo le chiavi dalla mano e correndo verso l’auto.



Note dell'autore: Allora questo sarà l'unico bacio che Anna darà a J., quindi chi sperava in una storia fra i due...beh avete sbagliato fan fiction! :D
Il titolo del capitolo è una frase di Freddy Mercury, in qualche modo volevo ricordarlo dopo 19 anni dalla sua morte!
Grazie ancora a tutti quelli che leggono la mia storia!
See you soon,
Anna

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Capitolo 13
*** [Cap 9 -Anna-] Shape on my heart ***











Mi portò in un Caffè molto carino nell’Upper East Side. Presi un cappuccino ed una brioche, tipica colazione italiana, mentre lui ordinò quella sottospecie di bibitone che gli americani chiamano caffè. Assaporai la mia brioche ed il mio cappuccino come se non mangiassi da mesi. Lui guardava fuori dalla vetrata immerso in chissà quale pensiero lontano.
 
“Un penny per un tuo pensiero” dissi. Adoravo quell’affermazione.
 
“Mmmh cosa?” rispose lui ancora immerso nei suoi pensieri.
 
“No dico… a cosa stavi pensando?”
 
“Mah sai… negli ultimi due giorni ne sono successe di cose nell…”
 
Venne interrotto dall’arrivo di una chiamata nel mio cellulare.
 
“Scusa posso rispondere?” domandai.
 
“Certo fai pure!”
 
Presi il telefono e risposi. Mi allontanai per non disturbare le persone presenti e uscii dal bar.
 
“Pronto?”
 
“Ah ma sei ancora viva?” disse una voce.
 
“Eh?? Scusi con chi parlo?”
 
“Anna sei via da due giorni e già non riconosci la mia voce?” in quel momento capii chi fosse all’altro capo.
 
Era Federico, l’uomo con cui ho convissuto per due anni a Milano. C’eravamo lasciati da qualche mese e proprio due giorni prima che io partissi ci eravamo visti per dirci addio.
 
“Ah… ciao Fede, perche mi hai chiamato?” chiesi seccata.
 
“Beh volevo sentirti” rispose.
 
“No Federico, avevamo detto che per un certo periodo non ci saremmo più sentiti e un periodo non sono 2 giorni!” cominciai ad alterarmi.
 
“Anna mi manchi”
 
Fu la FINE.
 
“Tu dici a me che ti manco? – cominciai a sbraitare – proprio tu? Ma non ti mancavo quando stavi con quella puttana di Giorgia che fra parentesi era una delle mie più care amiche? Adesso che lei non ti vuole più pensi che io ti riaccolga a braccia aperte? Federico quando ho detto ADDIO non intendevo un ARRIVEDERCI. Federico cancella il mio numero: io per te non esisto più” e riattaccai all’istante.
 
«Bell’inizio di giornata» pensai.

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Capitolo 14
*** [cap 10 -Jared- ] You're not alone ***


                                    




Pensò che quella non fosse una chiamata di piacere, vedendo Anna fuori dal bar che sbraitava e immaginò che stesse urlando.
La chiamata durò appena qualche minuto ma fu alquanto intensa. Rientrò nel bar pochi minuti dopo cercando di sembrare normale ma, in effetti per quanto cercasse di nasconderlo, si vedevano le sue mani tremare.
 
“Brutto bastardo, stronzo, idiota, pezzo di merda” bofonchiò lei tornando al tavolo.
 
“Cosa?” chiese lui pensando che gli stesse parlando.
 
“No niente” fece lei cercando di fare un sorriso che si trasformò più in una smorfia.
 
“Tutto a posto?”
 
“Non proprio però vabbè niente di che”
 
La vide cercare di trattenersi dal dire qualcosa, cercava di ricomporsi ma tremava ancora, lui non sapeva come comportarsi, se dirle o fare qualcosa.
Non capiva perché si sentisse in pena per lei. Non riusciva a raccapezzarsi su come lei gli fosse penetrata dentro così in profondità. Intanto lei cominciò a piangere sommessamente cercando di non farsi notare: tutto inutile.
 Allora lui si alzò, aggirò il tavolo, la prese per le spalle e piegato verso di lei le sussurrò all’orecchio:
 
“Vieni, hai bisogno di andare in un posto tranquillo per sfogarti”.
 
“Grazie – mormorò lei in tutta risposta – ma sto bene”.
 
“Sì, starai sicuramente meglio di uno col cancro ma non bene quanto me”.
Riuscì a strapparle un sorriso.
 
“Che scemo che sei” rispose.
 
“Lo so grazie. Dai andiamo”.
Pagò lasciando una lauta mancia. Se ne fregò altamente tanto i soldi non erano mai stati un suo problema. La fece salire in auto, lei non fiatò sul fatto che fosse ancora lui alla guida.
«La cosa è preoccupante» pensò.
 
“Dove mi porti?” gli chiese quando fu salito a bordo.
 
“Ti porto da me che domande”
 
“Non è necessario, puoi portarmi anche in hotel…” cercò di ribattere.
 
“Eh sì ti accompagno e poi come ci torno io a casa?” replicò.
 
“Ah sì giusto…”
 
«Mamma mia siamo messi proprio male – si disse – cioè ci sarà circa un taxi per ogni abitante di NY e lei si beve questa fandonia?»
 
Si convinse che non poteva lasciarla sola e capì quanto fragile fosse quella ragazza! Proseguirono verso il suo appartamento in silenzio, entrambi erano immersi nei propri pensieri; lui stava pensando a come Anna lo stesse sorprendendo ogni volta di più, lei non era come le altre e questo l’aveva già pensato il giorno prima, ma più passava del tempo in sua compagnia e più si convinceva della sua assomiglianza con i diamanti: come un diamante con mille sfaccettature può emanare luce da ogni angolo, anche lei era bellissima in qualsiasi momento. Perché sì, ora sarà stata anche scossa e triste ma caspita dopo aver pianto i suoi occhi erano di un azzurro così intenso… forse più dei suoi. Quest’ultimo pensiero volle esternarglielo.
 
“Ascolta, non avrei mai voluto vederti così… ma sappi che sei stupenda anche ora come prima”.
Ok lo aveva espresso alquanto male quel suo pensiero, però il senso era quello.
 
“Beh, fattelo dire, questo è il complimento più strano e contorto che mi abbiano mai fatto finora. E come tentativo di abbordaggio è pessimo, sappilo”.
 
“Oh oh per fortuna non hai perso del tutto il tuo senso dell’umorismo” gli rispose.
 
“Già” sbottò lei richiudendosi di nuovo in se.
Arrivarono davanti all’edificio in silenzio. Posteggiò l’auto nel proprio spazio riservato nel parcheggio sotterraneo. Le aprì la porta da vero gentleman e questo lei lo notò.
 
“Guarda che non sono un’invalida, sono solo scossa – gracchiò lei fulminandolo – ma molto gentile da parte tua”.
 
“Prego”.
 
Entrarono in ascensore e lui premette il pulsante 26.







Note dell'autore: Ma buonasera!!Da quanto che non ci si scrive? XD
Ma quanto dolce non è Jared?? *____* non so di cosa mi ero fatta quando ho scritto questo capitolo :D Poi non so ma questo capitolo è lunghissssssssimo rispetto agli scorsi, Ah l'amur brutta bestia XD
Cosa ne pensate delle immaggini dei capitoli??Carine (vi conviene dire di sì perchè ci ho perso ore e ore a farle xD)??
Mui bien alor al prossimo capitolo!! (che poliglotta che sono u.u)
Mi raccomando leggete leggete leggete e soprattutto RECENSITE!!!
Besitos,
Anna

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Capitolo 15
*** [cap 11 -Anna-] Elevator ***


                                            




Mi guardai nello specchio dell’ascensore: ero veramente uno straccio. Ok sarà che questa notte non avevo dormito, però sapevo che quella chiamata, per quanto breve fu, mi aveva riaperto delle ferite che sanguinavano ancora.
Troppi brutti ricordi erano collegati a Federico, a Milano, a Giorgia e  all’Italia stessa. Andando a lavorare all’estero avevo lasciato in Italia il mio passato che purtroppo mi aveva segnato così marcatamente in quegli anni.
Guardando il tasto illuminato nella tastiera infinita dell’ascensore, mi venne in mente una cosa.
 
“Sai… – cominciai – non ci avevo fatto caso ma il 26 è un numero che ci accomuna” lo guardai.
 
Lui spostò il suo sguardo dalle sue scarpe al mio viso.
 
“Ah sì? Finalmente qualcosa che ci accomuna”
 
“Beh io sono nata il 26 luglio e tu il 26 dicembre… in pratica siamo nati lo stesso giorno”
 
“Eh eh eh, vedo che sai molto di me” mi sorrise.
 
“Wikipedia fa miracoli sai” e in quel momento riuscì a sorridergli veramente.
Fu una bella sensazione. Le porte dell’ascensore si aprirono direttamente sull’entrata di un appartamento.
 
“Quando sei famoso, l’ascensore che ti porta direttamente all’appartamento è il massimo. Così i paparazzi non rompono i coglioni – disse – beh benvenuta a Letolandia” e rise.





note dell'autore: Lo so che come battuta è pessima...ma a me faceva tanto ridere :D :D

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Capitolo 16
*** [cap 12 -Jared-] The story ***


                                                                  




«Che pessima battuta – pensò fra se – me la potevo sicuramente risparmiare».
 
“Posso togliermi le scarpe?No perché sarò anche abituata a stare sui tacchi ma ormai sono 12 ore che li ho ai piedi e comincio a non avere più la sensibilità alle dita” fece lei.
 
“Certo fa come se fossi a casa tua”.
 
“Dov’è la camera da letto?” chiese all’improvviso.
 
“Cos’è sono così irresistibile che vuoi saltare i preliminari?” scherzò lui.
 
“Ma che idiota che sei! Volevo solo distendermi, sai com’è il jet lag e una notte in bianco sono proprio un bel mix”.
 
“Già, a chi lo dici… comunque è in fondo a destra la camera… però prima per favore raccontami cosa ti è successo prima… giuro non so perché ma sono preoccupato per te” disse posandole una mano sulla spalla e poi attirandola con l’altra verso di se.
 
Lei non oppose resistenza. Lo guardò negli occhi. Si sedettero sul divano uno accanto all’altro e lei raccontò tutto: di Federico, di Giorgia, di quanto aveva sofferto per quei due e quanto ci stava ancora soffrendo.
Era come se si fossero rotti gli argini di un fiume, Anna stava riversando su di lui tutte le sue emozioni.
Gli disse perché era letteralmente scappata dall’Italia, perché preferiva abitare all’estero e perché a casa ci tornava solo raramente. Disse tutto molto lucidamente, anche se vedeva che era molto scossa.
Quando finì di parlare, istintivamente, l’abbracciò e la strinse forte a se. Voleva che lei non si sentisse sola, desiderava che capisse che lui era lì pronto ad ascoltarla e a sollevarla. Lei probabilmente lo capì e si lasciò andare. Restarono lì per qualche minuto finché lei, ancora con la testa sulla sua spalla, gli chiese:
 
“Possiamo andare a dormire? Sono veramente distrutta…”
 
“Certo, vieni ti accompagno” le disse accompagnandola in camera.
Appena lei vide il letto ci si fiondò subito, si tolse rapidamente i jeans e la t-shirt rimanendo in culotte e reggiseno.
 
“Spero che non ti disturbi la mia mise…” riuscì a dire.
 
“Diciamo che farò finta di non aver visto niente”
 
“Che scemo che sei… beh non stiamo a perdere tempo… notte J” così lei concluse e si rifilò sotto il lenzuolo.
 
Lui si tolse i vestiti e si infilò nell’altra parte del letto.
«Che situazione strana» pensò fra se.
 
“Ah e ovvio che se provi a toccarmi ti spezzo le gambine” sibilò lei.
“Certo non preoccuparti. Ora dormi” rispose lui.
 
Prima che l’abbraccio di Morfeo lo avvolgesse, riuscì a pensare che se le persone fossero delle precipitazioni atmosferiche lui sarebbe stato una pioggerellina estiva mentre lei un tornado in piena regola.





Note dell'autore:Ve lo aspettavate un capitolo così??u.u
A me piace moltissssssssimo detto sinceramente :)
See you soon,
Anna

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Capitolo 17
*** [cap 13 -Anna-] Wake up ***


                                                    




Fui svegliata da un suono molto familiare, ci misi solo qualche secondo a capire che era il mio cellulare che squillava. Mi alzai in fretta per prendere il telefono, ovviamente dovetti rovistare a lungo per trovarlo nella borsa.
«Chissà perché mi ostino a comprare queste borse enormi?? – si disse – spero che J non si svegli».
 
Riuscì finalmente a trovare il cellulare e a rispondere.
“Pronto?”
 
“Anna sei tu??” era John, il suo capo.
 
“Sì, scusa John non trovavo più il telefono”
 
“Ok tranquilla. Ho sentito il signor Smith questa mattina. Sembra che l’appuntamento sia andato bene. Sai è molto importante che la nostra azienda collabori…”
 
Mamma quando iniziava a parlare quell’uomo non la finiva più. Mi girai per tornare a sedermi sul letto ed ecco che vidi J. che si era messo seduto e si stava stropicciando gli occhi. Gli feci un ciao con la mano e lui ricambiò.
 
“Sì immagino quanto sia importante Smith in questo momento per l’azienda John e sono contenta che l’appuntamento sia andato bene” risposi al mio capo.
 
“Sì ecco volevo proprio dirti che Smith era così entusiasta di te che ti ha invitata ad uscire insieme a lui e sua moglie. Ovviamente vorrebbe che tu fossi accompagnata da qualcuno. Se non hai nessun cavaliere per questa sera, ci sono sempre io” mi disse.
 
Odiavo uscire con John. Aveva quasi l’età di mio padre e mi metteva sempre in imbarazzo poiché ci provava sempre. Ma la cosa che mi dava ancora più fastidio era che lui fosse sposato e con una figlia che aveva quattro anni meno di me.
 
“No no tranquillo John – gli risposi – ho già il mio cavaliere per questa sera – indicando J con un dito – allora a che ora e dove questa sera?”
 
“Ah… sì alle 08:30 pm da Gino’s… hai presente dov’è?”

“Mmmh non proprio ma riusciremo a trovarlo. Ciao John” e chiusi la chiamata.
 
“Dov’è che dobbiamo andare questa sera??” mi domandò lui sospettoso.



Note dell'autore:Brevissssssssssimo questo capitolo!!!
See you soon,
Anna


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Capitolo 18
*** [cap 14 -Jared-] Trust me, I need you ***


                                                                   






Scoprì di essere stato ingaggiato da Anna per accompagnarla ad una cena di lavoro con un certo Smith; non poté non rifiutare davanti alla faccia supplichevole di Anna.
Sapeva che dopotutto sarebbe stato bene insieme a lei.
 
“J, devo tornare in albergo per preparami, ci vediamo dopo ok?” disse lei quando finì di vestirsi.
 
“Eh? Cosa?” chiese lui stupito
 
“Ho detto…” ricominciò
 
“Sì ho capito cos’hai detto… ma non se ne parla proprio” la interruppe, non voleva che lei se ne andasse, le piaceva troppo la sua compagnia.
 
“Scusa?” chiese lei voltandosi per guardarlo in faccia.
 
“Nono tu adesso vai in hotel, prepari le valige fai il checkout e poi vieni da me” ribattè.
 
“Ma non se ne parla proprio Jared!”esclamò lei ancora più decisa
 
“Ooooh daaaaaaaaiiiiii”
Sapeva che nessuno poteva resistere alle sue suppliche… e infatti…
 
“Ooooh e va bene, va bene! Resto!!” cedette, sapeva che lo avrebbe fatta
 
“Evvai! – disse abbracciandola forte a se – mi stai rendendo troppo felice!”
 
“Sì sì capisco J, pure io sono felice però adesso mollami che non respiro” disse con un filo di voce.
 
“Ah oops scusa” ogni tanto non sapeva gestire la sua forza.
 
“Di niente… posso andare adesso?”chiese.
 
“Sì sì… a dopo quindi” gli sorrise
 
“Sì ok..bye!” disse lei scomparendo dalla sua vista.
 
Dopocena… Jared
 
Uscirono da Gino’s verso le 11 e si incamminarono verso casa in una New York piena di luci. Il cibo era ottimo anche se lui dovette scartare alcune pietanze alquanto allettanti per la presenza di carne o di qualche sugo a base di essa; a volte l’essere vegetariano causava qualche problema.
Non aveva parlato molto perché il signor Smith aveva monopolizzato la serata parlando esclusivamente di lavoro annoiando tutti i presenti. Aveva notato che Anna durante la cena sembrava assente, non aveva praticamente mai parlato se non per rispondere alle domande che Smith le aveva posto. Inoltre aveva visto che più volte Anna aveva rifiutato delle chiamate. Pensò fosse per quel motivo che appariva così apatica.
Appena furono soli fuori dal ristorante le chiese:

“Chi era prima?”

“Chi vuoi che fosse?”

“Ancora lui??”

“Già… odio stare così per un coglione totale – sbottò – in questo momento mi odio tantissimo”.

“Ma cosa stai dicendo? Sai perche ti chiama, Anna? Perché gli manchi, si è reso conto quanto importante fossi per lui, quanto preziosa sei. Anna quello che si deve odiare è lui non te”.

“J. avrai anche ragione ma non sopporto l’idea di risultare così fragile di fronte alle persone, di fronte a lui… di fronte a te”.
Sentì il sangue raggelarsi nelle vene, quelle parole lo colpirono dritto al cuore.

“Perché dici questo?” disse piano.

“Perché è così J! Ti conosco da quanto, tre giorni forse? Eppure mi hai già visto piangere, ti ho praticamente raccontato tutta la mia vita e io cosa so di te? Proprio niente!! E sai cosa succede in questi casi? Io mi fido troppo delle persone, anche di quelle che non conosco e poi succede che queste, proprio nel momento in cui sei più fragile, ti voltino le spalle e ti lascino col cuore a pezzi! Jared io mi sono subito fidata di te ma ho una paura tremenda che tu possa ferirmi!”

“Anna – aveva troppe cose da dirle e faceva fatica a portare quello che sentiva dentro – ti giuro che quello che dici te non accadrà mai! Adesso ti spiego il perché: Anna tu sei una persona speciale, come ti ho già detto, sei diversa da tutte le persone che conosco; tu sei vera, genuina. Comprendo le tue paure perché nel mio mondo la falsità è raddoppiata rispetto a quello in cui vivi tu. So che le persone di cui potersi fidare sono poche al mondo. Anna te lo giuro Ti puoi fidare di me, e in questo momento sento di aver bisogno di una persona come te accanto." “

Disse quelle parole veramente con il cuore in mano. Voleva che lei gli credesse, che lei non lo mettesse più in dubbio come aveva fatto prima.
Rimasero lì, l’uno di fronte all’altro in silenzio, entrambi a pensare a quello che l’altro aveva detto. Alzò lo sguardo verso di lei che già lo stava guardando con gli occhi lucidi. Come sempre era bellissima. Lei corse verso di lui e lo abbracciò. Posò la testa sulla sua spalla:

“Grazie J” bisbigliò.

“Tranquilla” le baciò la fronte.

“Dai andiamo che sto congelando.” Fece lei staccandosi da lui.
Era passato tutto, lei era tornata quella di sempre, briosa  vivace come l’aveva conosciuta due giorni prima.

Così si avviarono nuovamente verso casa.





Note dell'autore:Rieccomi a postare un nuovo capitolo!
In questi giorni che sono a casa cercherò di fare il possibile per postare nuovi capitoli!!
Grazie a tutti/e quelle che passano a leggere questa storia!!
See you soon!
Anna

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Capitolo 19
*** [cap 15-Anna-] Dead and gone ***


                                                           







In pochi minuti fummo a casa; mi dispiaceva tremendamente aver trattato così Jared, ma la paura che si era insinuata dentro di me era tanta, per fortuna che lui mi aveva capita.
Mi sentivo più tranquilla ora, J. infondeva in me un nonsochè che mi rappacificava l’animo; con lui mi sentivo più forte, sentivo che ero pronta ad affrontare qualunque cosa se c’era lui accanto a me. Mai in vita avrei detto che Jared fosse una persona così unica e stupenda.

Dopo aver fatto questo pensiero mi venne in mente una cosa.
 
“Hei J.” dissi

“Sì?” rispose lui dalla cucina;

“Ho deciso”

“Cosa?”

“È ora che chiuda definitivamente con il passato.” Dissi decisa

“E come?”   chiese alquanto sorpreso,
<< Ma quante domande fa quest'uomo? >>mi dissi.

“Adesso vedi”

Mi guardò inarcando il sopracciglio destro, era evidente che non ci stava capendo niente, e come negarglielo nemmeno io sapevo precisamente cosa stessi facendo; ero semplicemente guidata dal mio istinto.
Pescai il mio telefono dalla borsa, composi il numero e attesi che mi rispondesse.

“Pronto?” rispose Federico.

“Ciao, ho visto le tue chiamate.”

“Beh più che vederle semplicemente me le hai chiuse tutte al primo squillo praticamente…”

“Sì sì dettagli…cosa vuoi?”
La mia voce si era fatta acida, cattiva, in quelle parole c’era racchiusa tutta la mia rabbia che avevo nei confronti di lui, e veramente era tanta.

Lo lasciai parlare, ovviamente non credevo a una parola che usciva dalla sua bocca mi ero fatta già troppo abbindolare da lui, ora basta. Disse che gli mancavo, che si dispiaceva per tutto quello che mi aveva fatto; tutte balle. Il monologo giunse al culmine quando Federico disse:

“Io non vivo senza te.”

Nel frattempo che ascoltavo il mea culpa di Fede mi ero avvicinata alla finestra dell’appartamento e l’avevo aperta; una ventata di aria fresca mi colpì in pieno viso facendomi sentire viva. Sentivo di avere la mia vita nelle mie mani; era giunto il momento di dare una svolta alla mia vita una volta per tutte.

“Capisco” dissi.

“Hai solo questo da dirmi?” chiese lui stranito dall’altro capo del telefono.

“No brutto stronzo! Bon vojage mon amour!”

Esclamai scagliando il cellulare con tutta la forza che avevo fuori dalla finestra. Ah che sensazione di completa pace! Sperai con tutto il cuore che il mio telefono non finisse in testa a qualche malcapitato.

“Adieu”
dissi richiudendomi la finestra alle spalle, quel gesto oltre ad uno scatto di follia pura era proprio un segno di ribellione dal mio passato; in quel cellulare c’erano troppe cose che mi ricordavano fatti ed avvenimenti poco piacevoli della mia vita, con il passato avevo chiuso definitivamente tutto.

Jared era lì in piedi, probabilmente incredulo alla scena a cui aveva appena assistito, come non biasimarlo direi? Mi misi accanto a lui e dissi:

“Ti saresti mai immaginato una cosa del genere?”

“Direi proprio di no. Cioè hai lanciato dal 26esimo piano il tuo cellulare! Io non ci riuscirei mai con il mio Blackberry!”

“Sì immagino J. ma a differenza tua io non sono così presa dal mio cellulare. Andiamo a dormire adesso?”

“Ok…giura che non  mi lancerai mai via il mio BB?” chiese lui quasi implorante.

“Sì sì Jared te lo giuro” dissi alzando gli occhi al cielo.







Note dell'autore:Il titolo del capitolo è il titolo di questa canzone:
http://www.youtube.com/watch?v=uj-nDmXHmng            é letteralmente stupenda e per me ha un grande significato.
See you soon,
Anna

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Capitolo 20
*** [cap 16 -Jared- ] Oh God, Shannon... ***


                                                                        









HEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEIIIIIIIIIIIIII JARED !! DOBBIAMO DARTI PER DISPERSOOO????

Venne svegliato di soprassalto dalla segreteria telefonica; prese di corsa il telefono sperando che Anna non si fosse svegliata.

“Ma siete fuori di testa??” parlò a bassa voce. Erano quei due dementi di Shannon e Tomo.

“Non ti sentiamo bene J. parla più forte!” disse Shannon. Immaginò che suo fratello avesse capito che non era da solo in casa.

“Non posso” bisbigliò.

“Come???Non ho capito??” ecco che anche Tomo ci si metteva.
Dio quanto non li sopportava quando facevano così,
 
“Ho detto che NON POSSO!” esclamò.
 
“Ma che cazzo Jared parla piano…” ecco Anna si era svegliata. Si maledì per aver assecondato quei due emeriti cretini che si ritrovava per compagni di band.
 
“Ah ma è italiana…e J che buongustaio” sentiva quei due ridacchiare,
<< Giuro che un giorno o l'altro li strozzo quei due >> si disse.


 
“Ma stai zitto Shann!” disse stizzito.
 
“Beh adesso stai calmo J. era solo una battuta!” disse calmo Shann.
 
“No Shannon, non è solo una battuta, prima di dire qualsiasi altra cazzata per favore sappi che non è quello che pensi.” Disse lui cercando di spiegarsi.
 
“Ah no? Non è la solita Echelon che incontri per caso che poi ti fai e il giorno dopo <>? Jared so come sei fatto.” In effetti suo fratello non aveva tutti i torti, però questa volta era veramente diversa la situazione.
 
“Sì lo so pure io come sono fatto, ma con lei non c’è stato niente e non ci sarà mai niente” disse velocemente. Sentiva che Anna lo stava fissando tentando di capire chi ci fosse dall’altra parte della cornetta e cosa avesse detto per farlo alterare così.
 
“E allora cosa ci faceva nel tuo letto?” chiese suo fratello scettico.
 
“Vive qui.”
 
“Cooosa? Jared Joseph Leto ma ti sei ammattito? Che cazzo ti è passato per la mente?”
 
“Shann…sembri mamma – disse con calma- è qui a New York per lavoro, mi sono solo offerto di ospitarla. E comunque decido io cosa fare della mia vita, e in fondo non c’è niente di male.”
 
“No J. non c’è niente di male finché non verrai sommerso dai paparazzi fuori da casa.”
 
“Che facciano pure. Non ho niente da nascondere. E con questo ti saluto”.
 
Chiuse la chiamata, lanciò il telefono sul tappeto e si tuffò con la faccia sul cuscino.
Dio quanto può essere irritante certe volte suo fratello!! Dio quanto non sopportava dargli spiegazioni!
 
“Era tuo fratello?” chiese Anna.
 
“Sì…beh c’era anche Tomo, odio quando mi fanno da mamma chioccia quei due.” Le rispose con ancora la faccia schiacciata nel cuscino.
 
“Sanno semplicemente come sei fatto J…sei troppo istintivo e non pensi alle conseguenze…si preoccupano solo per te - disse scompigliandogli i capelli – dai dai J. rilassati adesso”.
 
Detto questo lei si infilò in bagno e lui  non resistette al dolce richiamo del sonno.
 
Quando si svegliò Anna era in cucina intenta a cucinare dei pancakes.
 
“Spero che ti piacciano” disse lei mettendogli un piatto sul tavolo.
 
“Beh grazie, non dovevi”
 
“Sai com’è da brava italiano mi piace cucinare, mi rilassa -disse lei sorridendo- assaggia poi mi dici come sono io intanto vado a farmi una doccia”
 
“Va bene” disse addentando la colazione che era decisamente deliziosa, in un batter d’occhio i pancakes erano spariti. Quando trovava qualcosa da mangiare che gli piaceva sapeva trasformarsi in un ingordo di prima categoria.
 
20 minuti dopo…Anna
 
Quando uscii dal bagno J non c’era, aveva lasciato un biglietto sul tavolo:
 

Vado a correre. I pancakes erano buonissimi.
J.

<< Lui e la sua fissa per il jogging >>

pensai.
 
La notte passata allo studio di registrazione aveva fatto riemergere in me emozioni e sensazioni che avevo accantonato negli anni, la voglia di cantare in primis, ma anche quella di scrivere. Scrivevo da quando ero piccola, qualunque cosa, pensieri, frasi, poesie, canzoni; avevo riempito fogli e fogli di quello che mi veniva in mente; poi non so bene perché ma non scrissi più niente.
Quella mattina mi sentivo stranamente “ispirata”, quindi presi il mio bloc-notes dalla borsa, mi sedetti e cominciai a scrivere tutto quello che mi passava per la testa.
Il risultato di tutte quelle parole messe insieme?
Una canzone.
 
<< Chissà cosa ne penserebbe J. >>mi dissi.
 
Alle 10:30 avevo un incontro con John quindi mi preparai e uscii di casa.
Jared non era ancora tornato, così prima di andarmene lasciai un post-it sulla porta/ascensore di casa.








Note dellautore: Sarete un po' curiose di sapere che canzone è...( voce dalla regia:)"Veramente no"
A ok fa niente tanto passeranno un po' di capitoli prima di leggere il testo ^_^
See you soon,
Anna

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Capitolo 21
*** [cap 17 - Jared- ] L.A, we're coming! ***


                                   









Aveva corso per più di due ore, era stanchissimo ma compiaciuto.
Appena arrivò sulla porta/ascensore di casa vide un post-it appiccicato su di esse, era di Anna:

 
“Sono andata a lavoro (sai com’è la gente normale deve
Fare anche questo :D). Ci vediamo a pranzo spero!
Anna
PS: Guarda sul tavolino ^^ ”

 
<<  Mmmh…chissà cosa mi ha lasciato – pensò – forse altro cibo! – sorrise – sono proprio un ingordo >>.
Appena le porte dell’ascensore di aprirono, morso dalla curiosità si precipitò per vedere cosa aveva lasciato Anna. Era un foglio a quadretti tutto scritto con scarabocchiature e cancellature; in fondo scritto in penna verde c’era scritto:

“Cosa ne pensi?”

 
Si sedette e cominciò a leggere il testo. Era una canzone. E che canzone!!
Bella, profonda, immaginava già a chi era rivolta; Anna continuava a stupirlo sempre di più. Poi un’idea gli balenò in mente. Prese il telefono e digitò il numero di suo fratello.
 
“Pronto?” rispose Shann.
 
“Hei  fratellone, voglio aggiungere una canzone al CD!”
 
“Cos’è l’italiana ti ha ispirato Jay?” chiese scettico il batterista.
 
“Ehm… non proprio”
 
“Beh mi dispiace per te ma l’album è già bello che completo fratellino, non possiamo aggiungere nuove canzoni”  Shannon non sapeva mentire nemmeno per telefono.
 
“Non possiamo o non vuoi Shann?” chiese
 
“Entrambi.” Rispose secco suo fratello.
 
“Dai Shann giuro che la canzone è stupenda, ti prego, inseriamola come bonus track!” era iniziata la fase dell’imploro, sapeva che suo fratello non avrebbe mai detto di no.
 
“Mmmmh” ecco che aveva iniziato a cedere.
 
“Oooooh Shann per favoreeeeeeeee!” adesso suo fratello si sarebbe immaginato i suoi occhi azzurrissimi farsi imploranti e il labbro inferiore farsi sporgente, aaah che bella cosa fare l’attore!
 
“Ok ok ok, va bene dai…me la mandi?” Jared 1 Shannon 0 Yeah!
 
“No no, veniamo ad L.A.”
 
“Veniamo? Cos’è adesso il tuo ego spropositato è diventato di carne ed ossa?Cavolo sapevo che sarebbe successo prima o dopo…uff volevo essere presente all’evento…” Ma quanto stupido doveva essere suo fratello???
 
“Ma non dire stronzate Shann…io e Anna”
 
“Chi scusa?”
 
“La ragazza di questa mattina…” bombashanimal scoppierà fra 3…2…1…
 
MA SEI RIMBECCILLITO TOTALMENTE JARED???Non so hai fatto colazione con il tuo cervello questa mattina al posto del solito caffè?Ma dimmi te cosa devo sentire…”
 
“Shann la canzone l’ha scritta lei!” Esclamò per coprire le urla di suo fratello.
 
“Ah…” sbiascicò il batterista.
 
“Già…quindi fidati di me ok?”
 
“Ok…” era riuscito ad ammutolirlo.
 
“Bene ti faccio sapere quando arriviamo. Ciao Shann”
 
“Ciao J.”
 
“Ah salutami Tomo!”
 
“Ciao Jared!” sentii da lontano la voce del chitarrista, immaginava che Tomo avesse ascoltato tutta la conversazione.
<< Tomo, l’uomo del silenzio dovrebbero chiamarlo. >> disse fra se.
 
Circa un’oretta dopo mentre lui era spaparanzato sul divano a guardare la tv sentì Anna arrivare a casa. Aveva portato a casa il pranzo, probabilmente quella mattina aveva notato il vuoto cosmico che c’era nella dispensa.
Eggià, la rockstar Jared Leto non era proprio in grado di cucinare; fra un po’ era in grado di bruciare l’acqua per fare il thè figuriamoci cosa poteva accadere se si cimentava nel cucinare qualcosa.
 
Quattro involtini primavera dopo…
 
“Allora hai letto la canzone?” gli chiese Anna
 
“Sì sì, devo dire che non è niente male, mi sono permesso di fare qualche modifica…spero che non ti dispiaccia…” disse lui; doveva dirle della telefonata di prima con Shannon ma non sapeva proprio da dove iniziare…
 
“No no tranquillo era proprio quello che volevo facessi” intanto che diceva questa Anna stava preparando la tavola; si sentiva tremendamente viziato da quando viveva con lei.
 
“Ah poi mi sono permesso di fare anche un’altra cosa…” sapeva che Anna l’avrebbe ammazzato appena avrebbe sentito cosa aveva deciso di fare, l’avrebbe preso per il collo ne era certo;
<< Addio mondo crudele! >> nemmeno nei pensieri la smetteva di essere melodrammatico.
 
“Mmmh…ho chiamato mio fratello prima per dirgli…beh…” Dio com’era difficile mettere quattro parole insieme certe volte!
 
“Pensi di farcela J.?” gli chiese voltandosi verso di lui.
 
“E sì sì…però tu non t’arrabbiare…”
 
“Dai Jared parla cos’hai fatto??”
 
Prese un lungo respiro e tutto d’un fiato disse:
“Ho detto a Shannon che metterò la tua canzone nel nuovo CD e 1) tu vieni ad L.A. con me e 2) tu canterai la canzone con me”
 
Silenzio.
 
Ancora silenzio.
 
<<  Almeno sono ancora vivo, è già una buona cosa >> si disse.
 
“Anna?” chiese piano.
 
MA SEI IMPAZZITO TOTALMENTE?Ma io ti mangio Jared!”  era la seconda volta che si era preso del pazzo, forse era il caso di farsi qualche domanda?Naaaaaaaa…
 
“Sinceramente non avevo tenuto in considerazione l’essere mangiato come morte…questo me lo tengo a mente non si sa mai…” cercò di scherzare, ma sul volto di Anna non era comparso alcun sorriso…
 
“No no J. non sto scherzando. Ma ti pare che io venga con te a Los Angeles per incidere una canzone che poi ascolteranno centinaia di migliaia di persone?Ma non se ne parla proprio!” e adesso come faceva a convincerla?
 
“Anna ascoltami… canta con me questa canzone, cantala e basta giuro che  farò di tutto per non farti conoscere; non ti chiedo nient’altro di cantare con me per favore “.
 
“Ma perché Jared? Se vuoi ti lascio il testo non voglio niente in cambio. J., veramente non voglio entrare in un mondo che non mi appartiene e che non mi apparterrà mai…” cominciò lei, era evidente che non sentiva ragioni per cantare quella canzone ma lui doveva convincerla a tutti i costi.
 
“Come faccio a cantare una canzone che hai scritto tu? Come faccio a trasmettere le emozioni che volevi far trasmettere tu quando hai scritto questo testo? Solo tu sei in grado di interpretarlo veramente. Ti prego Anna, so benissimo quanto ti piaccia cantare, so quanto riesci ad entrare nelle canzoni e so quanto a riesci a trasmettere bene le emozioni…L’ho visto l’altra sera nello studio, sai meglio di me che sei in grado di fare questo, quindi perché non provarci seriamente?Metterò questa canzone come ghost track se vorrai, non la pubblicizzerò te lo giuro; fammi questo regalo Anna ti prego. Voglio questa canzone nel mio album. Voglio te nel mio album.”
Cercò di utilizzare le parole più convincenti , non stava mentendo con quelle parole, la voleva veramente nel suo CD; non se ne andava da New york senza di lei, se non la riusciva a convincere l’avrebbe infilata in valigia con la forza. Nessuno diceva no a Jared Leto.
La stava fissando intensamente, vedeva che stava pensado.
 
Pensava ancora.
 
E ancora.
 
<< Cazzo l’attesa mi sta uccidendo! >> pensò.
 
Lei era lì immobile ancora in piedi di fronte a lui. Il viso corrucciato e lo sguardo fisso sulle sue decolleté.
 
“Mmmmh…” disse lei.
 
“Si?” chiese lui fiducioso.
 
“Jared…” cominciò incerta su cosa dire.
 
“Dimmi.”
 
“Giurami che tutto quello che hai detto lo farai perché giuro solennemente che ti spezzo qualche ossicino se non lo farai…”
 
“Quindi è un sì?” doveva sentirlo concretamente prima di esultare.
 
“Mmmmh…sì” disse Anna timidamente.
 
“Evvai!!” corse da lei e la strinse forte a se.
 
“L.A. I’m coming!” esclamò lei tutta felice.
 
<< Quanto l’adoro >> pensò lui.
 
Cinque minuti dopo che l’euforia del momento si attenuò…
 
“Ma come faccio con il lavoro? Cioè quanto staremo via? Io non posso lasciare John proprio ora, ho un ruolo chiave in questo momento…” cominciò a farneticare Anna.
 
“Con calma ok? – iniziò lui – Con John ci parlo io ok, vedrai che arriveremo ad un compromesso, al massimo farai la spola fra L.A. e N.Y.”
 
“E certo vuoi farmi morire di sonno tu! Vedo quanto mi vuoi bene J!” intanto che disse questo cominciò a ridere.
 
“Ah Dio…che stupida che sei.”
 
“Ma Grazie sai??” si finse offesa
 
“Beh prego” rispose lui.
Inaspettatamente però lei gli tirò un pugno.
 
“Ma Ahia!” esclamò lui.
 
“Oh dai Jared non fare la checca adesso non ti ho fatto niente” disse scherzosa Anna
 
“Com’è che mi hai chiamato scusa?” mai nessuno gli aveva dato del gay così apertamente.
 
“Io?Non ho detto proprio niente!” Ecco che faceva una delle sue facce, gli facevano troppo ridere.
 
“E si si…adesso vedi cosa ti faccio.”
 
Detto questo si piegò in due in modo tale da porterla caricarsela sulla schiena.
 
“Jared che cazzo fai?Sei pazzo?”
 
“Mmmh dimmi qualcosa che non so già”
 
“Sei un ladro di battute J. fattelo dire” disse lei cercando di liberarsi.
 
La portò in camera e la lanciò sul letto e cominciò a farle il solletico.
 
“No Jared noooo ti prego tutto ma non il solleticooooooo, J. basta ti prego smettila!!” esclamò lei fra le risate.
 
“Eh no mi dispiace, non la smetto finchè tu non ti rimangi quello che hai detto” disse lui continuando a solleticarla.
 
“Ok ok, Jared non sei una checca però adesso lasciami ti prego!” disse lei.
 
“Ok va bene” e così la lasciò andare, si distese accanto a lei sul letto. Ha il volto arrossato, sia per lo sforzo che per il troppo ridere; intanto lei non la smetteva di ridere.
 
“Noi due insieme siamo proprio dei pazzi scatenati” fece lei tra le risate.
 
“Eggià” rispose lui sorridendo.
 
Con lei stava dannatamente bene, cioè lei lo faceva stare bene, lo faceva ridere, più di quanto non lo facesse di suo. Non era come le altre, non era attratto da lei, non provava nulla per lei. Stava solo semplicemente bene insieme ad Anna.
 
“Jared -  si fece all’improvviso seria – ma come definiresti il nostro rapporto?”
 
“Stavo giusto pensando a questo – disse lui mettendosi sul fianco per guardarla – non so come si possa definirlo sinceramente, io sto bene insieme a te e penso e spero che questo valga anche per te”
 
“Già” disse annuendo.
 
“Siamo amici, o forse qualcosa di più”
 
“Qualcosa di più?” vide Anna irrigidirsi. Ecco che non si era spiegato male come al solito.
 
“No no mi sono spiegato male. Il nostro rapporto è più profondo dell’essere semplicemente amici; è un legame più forte, indissolubile. Sento il dovere di proteggerti quando siamo insieme, è come se tu fossi mia sorella.”
Ecco, vedeva Anna come la sorella minore che non aveva mai avuto.
 
“Il mio fratellone J.” fa lei avvicinandosi a lei e abbracciandolo.
 
“La mia sorellina A.” fece lui inebriandosi del suo profumo fresco.
 
Fratello e sorella. Chi avrebbe mai detto che da questo viaggio a New York se ne sarebbe tornato a casa con un nuovo componente della famiglia? Lui di certo no.







Note dell'autore: Ehi ehi ehi!!!Chi di voi fortunate era a Bologna last night? ^_^
Io purtroppo ero a casuccia a studiare -.- ma me li ero goduta già quest'estate non mi posso lamentare u.u
Qusto capitolo è lunghisssssssssssssimo confronto agli altri :)
Diaciamo che qui si chiude la seconda parte della storia! Dal prossimo tutti nella città degli angeli!
Spero che vi sia piaciuto il nuovo capitolo!
See you soon,
Anna

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Capitolo 22
*** [cap 18 -Anna- ] Welcome home A. ***


                                          





Sette giorni dopo eravamo sul volo New  York – Los Angeles. Jared stava controllando i suoi vari profili sui vari social network… << Per fortuna ha 50 anni >> pensai.
Io invece beh…stavo lavorando; John non aveva preso bene il mio “trasferimento” e mi aveva lasciato tutte le pratiche da finire per la collaborazione con Smith.
Quindi grazie a J. avevo pagine, pagine e ancora pagine di lavoro da completare.
 
“Cosa stai facendo?” mi chiese.
 
“Secondo te?” risposi acida.
 
“Oh dai non è colpa mia, mica potevo sapere che il tuo capo potesse reagire in questo modo, poi vabbè sono quattro scartoffie…” disse lui pacifico.
 
“Quattro scartoffie Jared? Devo concludere un’intera pratica da sola! J. lascia stare ok con questo discorso?” dissi.
 
“Ok ok scusami…”
 
“No scusami te J., forse era meglio che semplicemente non venissi…” dissi frettolosamente.
 
“Balle”
 
Non potei ribadire perché in quel momento lo speaker ci interruppe.
 
“Siamo in arrivo a Los Angeles International airport, preghiamo i gentili passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza le manovre di atterraggio inizieranno fra qualche minuto. Ringraziamo i gentili passeggeri per aver scelto la nostra compagnia.”
 
“Solo 2 settimane fa stavo arrivando dall’Italia e mai, dico mai, avrei potuto immaginare che ora sarei stata seduta accanto al mio cantante preferito diretta ad L.A per incidere una canzone con lui. Mi sento come Cenerentola.”
 
“Ti manca solo un principe azzurro ed il finale «E vissero tutti felici e contenti» “ disse lui.
 
“L’amore è l’unica cosa che non mi manca sinceramente” risposi.
 
“Immagino”
 
Dopo 20 minuti atterrammo, uscimmo dal terminal e sorpresa… PAPARAZZI!
 
“Non è possibile cristo santo!! Allontanati da me, fingi che noi due non ci conosciamo!” disse sussurrando.
 
Quindi in un nanosecondo mi dileguai dal suo fianco svicolando tra le persone, mandai un messaggio a J.
“Ti aspetto al ristorante”.
 
Pochi minuti dopo arrivò anche lui, potrei dire che il suo umore era più nero dei suoi anfibi.
 
“Com’è andata?”
 
“Lasciamo perdere ok? Questi stronzi continuano a perseguitarmi… mamma che nervoso!!”
 
“Ok J. calmati adesso ok? Andiamocene di qui che è meglio”.
 
Ci avviammo verso l’uscita e aspettammo un taxi.
 
Dopo esser riusciti a prendere un taxi….Jared
 
Decise di chiamare suo fratello.
 
“Pronto?”
 
“Hei Shan siamo arrivati, fra qualche minuto siamo a casa!”
 
“Ah bene” sbiascicò suo fratello. Cos’aveva quella sera Shannon, non era mai stato di poche parole al telefono, soprattutto con lui.
 
“Che c’è Shannon?”
 
“Niente. Questa sera non sarò a casa. Ci vediamo domani in studio. Ciao J.”
 
Gli chiuse il telefono in faccia. Come non sopportava il suo comportamento.
 
“Il comitato di accoglienza questa sera non sarà presente questa sera mi dispiace” disse ad Anna che lo stava guardando.
 
“Ah non importa tranquillo, per questa sera mi basti te, e poi penso che appena arriveremo a casa mi fionderò subito a letto.” Dicendo questo si appoggiò sulla sua spalla.
 
“Sei stanca?” Le chiese appoggiando il mento sulla testa di lei.
 
“Direi. Non mi sono mai abituata al jet-leg.”
 
“Già immagino.”
 
Il tragitto in taxi fu relativamente breve ma lungo abbastanza perché Anna si addormentasse accoccolata su di lui.
Quando furono arrivati pagò l’autista e piano piano prese la prese in braccio cercando di non svegliarla e la portò in casa.
 
<< Ma dimmi te cosa mi tocca fare – pensò lui – non ho mai fatto una cosa simile per una donna, spero che se ne renderà conto un giorno. >>
 
A casa, come gli aveva detto suo fratello, non c’era nessuno.
La portò in camera sua visto che ormai si era abituato alla presenza del corpo gracile di Anna nel suo letto; la mise sotto le coperte, si spogliò e si mise a letto anche lui. Prima di addormentarsi si avvicinò ad Anna e le sussurrò all’orecchio:
 
“Benvenuta a casa.”
 
Si rigirò e sentì lei mugugnare nel sonno:
 
“Grazie.”
 
Quella sera si addormentò convinto che non avrebbe voluto essere da nessun’altra parte del mondo se non lì con lei.





Note dell'autore: Buongiorno! questo capitolo l'avrei postato questa notte quando sono tornata a casa...ma o il troppo sonno o il troppo alcool mi sono dimenticata di premere il tasto "aggiungi una storia" quindi...rieccomi qui! xD
Spero che il capitolo vi piaccia ^_^
See you soon,
Anna

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Capitolo 23
*** [cap 19 -Anna- ] I'm not nice to meet you ***


                                           ;        













Quella mattina ci svegliammo tardi. LETTERALMENTE e TREMENDAMENTE tardi. Il cellulare di J. non aveva intenzione di smettere di suonare e lui non aveva alcuna intenzione di svegliarsi. Quindi decisi di rispondere io.
 
“Pronto?”
 
“Passami mio fratello.” Intuii che dall’altro capo del telefono c’era Shannon, dovevo ammettere che aveva una voce alquanto sexy…ma i suoi modi bruschi non lo erano di certo.
 
“Buongiorno anche a…” cercai di ironizzare ma venni bloccata.

PASSAMI JARED TI HO DETTO!” esclamò lui.
 
<<  E che cavolo siamo un po’ nervosetti?? >> mi dissi.
 
“Adesso te lo sveglio” risposi con calma.
 
“Ecco brava renditi utile” rispose acido.
 
<<  Ma che stronzo! >>
 
Svegliai Jared il più dolcemente possibile, ma diciamocelo, era un’impresa letteralmente impossibile.
 
“J…J…J…svegliati c’è tuo fratello al telefono…” dissi scuotendolo un po’.
 
“Mmmmh – la voce di Jared sembrava provenire dall’oltretomba – mettilo in vivavoce…” mugugnò lui.
“Ok…” risposi.
<<  Prima però dovrei capire dove si trova il tasto per il vivavoce in questo trabicolo >> mi dissi.
 
Fortunatamente non dovetti cercare tanto.
 
“Ciao Shann” disse J. sprofondando il viso nel cuscino.
 
“Jared cazzo stai ancora dormendo??” urlò dall’altra parte il batterista.
 
“Mmmh…tecnicamente no…” Mugugnò il fratello muovendosi un po’ sul letto.
 
“Sbrigati cazzo…ti stiamo aspettando da due ore ormai!”
 
“Ok adesso arrivo…” aveva rimesso la faccia sul cuscino.
 
ORA JARED!!”
L’urlo di Shannon fece scattare in piedi me e sobbalzare J.
 
“E poi si chiedono perché ti chiamano Shanimal cristo! Hai fatto prendere un colpo ad Anna brutto stronzo!” disse il cantante sedendosi sul letto.
 
“Oh quanto mi dispiace guarda…see ya!” disse Shann chiudendo la chiamata.
 
“Dio che fratello idiota che devo avere” disse stiracchiandosi la schiena.
 
“Beh J ha anche ragione, dovremmo essere stati la da un bel po’ ormai.” Dissi io tranquillamente.
 
“Sì lo so, ma mi…”
 
“Ti da fastidio quando ti rimbecca in questo modo” finii la frase per lui.
 
“Esattamente; quindi sbrighiamoci prima che mio fratello vada di nuovo alla carica – disse sghignazzando – ti offro la colazione per strada”
 
“Ok va bene, tanto immagino che la dispensa sia vuota” dissi scherzosamente.
 
“Ehm no…Shann sa cucinare”
 
“Ahnn capisco…beh andiamo ho estremo bisogno di un caffè!” necessitavo della mia dose giornaliera di caffeina.
 
“Pure io” disse.
 
“Un vero caffè dico”
Detto questo mi arrivò un cuscino in  faccia.
 
“Beh ma è la verità scusa!Come fai a bere quel bibitone la e aver anche il coraggio di chiamarlo caffè?”
 
“Sì sì certo…” disse lui scanzonandomi.
 
“Dai andiamo allora.” Feci.
 
Un’ora dopo (Jared era peggio di una donna quando entrava in bagno ) arrivammo finalmente in sala di registrazione.
Ero leggermente…emozionata diciamo così. Attraversata quella porta avrei conosciuto finalmente il resto della band, Shannon, Tomo e Tim. Non vedevo l’ora! Ero più agitata di un’adolescente con gli ormoni a mille!
 
“Bene – iniziò Jared – Welcome to the universe…welcome to Mars” Amavo quando Jared faceva la sua sceneggiata tragicomica.
 
“Pronta? Avverto che tutti e 4 insieme siamo incontenibili.”
 
“Ce la posso fare.”  Dissi non del tutto certa delle mie parole.
 
“Ok, andiamo allora.”
 
Detto questò lui aprì la porta e mi fece entrare per prima. Il primo che si “gettò” letteralmente su di me fu Tim.
 
“Hei Jared potevi dirlo che era una bella rossa!Cavolo mi sarei fatto la barba!!”              
 
“Tim devo ricordarti che sei sposato? A volte mi chiedo come fa Brittany a stare insieme a te” disse il cantante.
 
“Sai com’è J madre natura con te sarà stata gentile sul fatto dell’aspetto fisico, a me invece ha donato delle doti naturali che sfortunatamente tu non hai…” disse sogghignando
 
<< Ma dove sono finita??? >> mi dissi.
 
“…Comunque io sono Tim piacere”
 
“Anna piacere mio!”
 
“Ciao Tomoo!” sentii J. urlare da dietro le mie spalle e un attimo dopo lo vidi saltare sulle spalle del chitarrista.
 
“Jay jay sono felice pure io di vederti ma per favore ora scendi dalle mie spalle che mi stai fracassando la schiena!”
 
“Ok ok va bene ora scendo - disse – Tomo questa è Anna” disse voltandosi verso di me.
 
“Oh finalmente! Anna la tua fama ti precede, io sono Tomo” disse porgendomi la mano.
 
<<  Scusatemi…che fama? Cioè da quando io ho una fama? Jared dovrà spiegarmi un po’ di cose…”
 
Mi girai verso J. che si stava guardando la punta dei piedi, mi ripromisi che più tardi mi dovevo far spiegare un po’ di cose da lui.
 
“Dov’è Shannon Tomo?” chiese Jared.
 
“È di là…sta suonando…”
 
“Ok…ma che cos’ha oggi?”
 
“Ah non ne ho idea, è arrivato qui senza dire niente a nessuno e si è chiuso in studio…”
 
“Capisco…”
 
Qualche minuto dopo…Jared
 
“Allora mio fratello è arrivato?” sentì la voce di suo fratello che proveniva dal corridoio del suo studio.
 
“Sono qui!” disse.
 
“Oh finalmente ti sei degnato di arrivare” ecco la faccia di Shann fare capolino nella sala. Mamma che faccia! Ma che cos’ha? Uno appena investito da un tir è più allegro di lui.
 
“Beh non è una passeggiata un viaggio in aereo per gli states Shannon.”
 
“Sì sì ok…ci mettiamo al lavoro allora?” chiese lui acido.
 
“Prima ti devo presentare una persona”
 
“Sì sì, ok ciao io sono Shannon, tu sei Anna. Ok fatte le presentazioni ora possiamo produrre qualcosa che sia inerente al nostro lavoro o stiamo qui a contare i tagli dei tuoi pantaloni j??”
 
<< IO LO UCCIDO >> pensò
 
“Ma si può sapere che hai Shann??” esclamò.
 
J. NON HO NIENTE OK??” urlò il fratello.
 
“Sì certo come no!”
 
“Vai al diavolo Jared!” così dicendo suo fratello si buttò sul divano della saletta, si mise gli occhiali da sole e da lì non si mosse più.
 
Qualche ora dopo Anna chiese se qualcuno volesse qualcosa da bere; tutti quanti risposero…tranne Shannon.
 
“Scusa Shannon vuoi qualcosa da bere?” chiese gentilmente lei.
 
Nessuna risposta.
 
“Shannon…” cercò di insistere lei
 
“Shann cazzo ti ha fatto una domanda!” J. aveva esaurito la sua poca pazienza nei confronti di suo fratell.
 
“NO” quella fu l’unica cosa che disse in tutto l’arco della giornata.
 
Tornata con le bibite Anna disse che andava fuori a fumare. Vedeva che era nervosa, e lo era grazie a quel coglione che si ritrovava per fratello. Non capiva perché l’aveva trattata così male per tutto il giorno. Mai nella sua vita Shannon si era comportato così con una sua amica, nemmeno con quella più oca e cretina.
Si perse nei suoi pensieri e non si accorse che suo fratello nel frattempo era uscito pure lui dalla stanza.

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Capitolo 24
*** [cap 20 - Anna- ] Oh, dean! ***


                                              













Mi accesi una sigaretta, la prima sigaretta in L.A.
 
<< Colpa di quel fottutissimo batterista – pensai – che cazzo gli ho fatto cristo santo? >>.
Fumai con avidità e rabbia, vedevo in quella sigaretta la mia valvola di sfogo, era tutto il giorno che mi trattenevo, mi si leggeva in faccia quanto nervosa fossi. Sapevo che era stato un enorme errore venire qui, sapevo che non era una buona idea!
 
<< Un giorno ucciderò J. lo giuro >> ma in realtà sapevo che non l’avrei mai fatto, uno perché era illegale e due…in fin dei conti a lui ci tenevo.
L’importante era che io riuscissi a restare calma, non dovevo perdere la pazienza, ce la potevo fare.
 
“Che ci fai qui?” ecco la sua voce, gelida, acida,odiosa.
 
“Non vedi? Sto fumando.” Risposi altrettanto acida.
 
“Sì questo lo vedo grazie. Ma che ci fai in questo posto intendo.”
 
<< Ma che domanda è scusa?? >>
 
“Cosa vuoi che ne sappia io scusa? È la prima volta che vengo qui e questo è l’unico posto in cui posso fumare. Ecco cosa ci faccio qui.”
Come mi fa innervosire quest’uomo non ci riusciva  nessuno.
 
“Capisco” rispose.
 
“Ma che bravo” dissi a bassa voce, o forse no, ma chissene.
 
“Senti io non ce l’ho con te”
 
“Eh?Ma mi stai prendendo in giro? Sei stato uno stronzo per tutto il tempo, e non mi riferisco solo all’atteggiamento che hai avuto con me, non hai rivolto la parola a tuo fratello per tutto il giorno sebbene lui cercasse di intavolare un discorso o di farti semplicemente capire perché ha scelto di mettere la canzone che ho scritto io; appena ho cercato di chiederti qualcosa tu mi hai ignorato completamente e per avere una tua risposta per poco Jared non ti saltava addosso! E tu vuoi dirmi che non ce l’hai con me? Risparmiami la farsa Shannon ti prego! Evidentemente ti starò sulle scatole, non mi rovino certamente la vita per uno come te stanne certo!” Dissi quelle parole con una rabbia che non mi apparteneva; lui era capace di tirarmi fuori il peggio di me veramente.
 
“Cosa vuoi da mio  fratello?” ecco che manco calcolava quello che dicevo.
<<  Dio che nervoso >>
 
“Proprio nulla” risposi.
 
“Balle” dicendo questo si tolse gli occhiali da sole, ora i suoi occhi fissavano intensamente i miei, il suo sguardo era carico di rabbia, rancore, odio. Non riuscii a sostenere quello sguardo.
 
“ E allora visto che tu sai tutto dimmi te quello che voglio io da Jared.” Dissi in tono di sfida.
 
“Tu cerchi la popolarità, e hai trovato in Jared quello che hai sempre cercato, un trampolino per raggiungere il successo. Sembri tanto diversa dalle altre ma sai una cosa? Sei esattamente, totalmente uguale alle altra, sei solamente più furba. Se le altre cercano di conquistarsi la fiducia e il rispetto da mio fratello portandoselo a letto, restare il più a lungo possibile nel suo letto e tentare di arrivare al suo cuore; tu hai mirato dritto al suo cuore senza aprirgli le gambe. Fai tanto finta di fare l’amica e invece sei solo una lurida puttana.”
In quelle due ultime parole Shannon raccolse tutto il disgusto e il disprezzo che provava nei miei confronti.
 
<<  Stai calma. Non l’ha detto sul serio, me lo sono solo immaginata. Stai calma. Non farlo Anna non farlo.               Non farl…Oh merda!! >>
 
Non riuscii a controllarmi, venni accecata dalla rabbia e gli detti un pugno in faccia. Sì,io Anna avevo dato un pugno a Shannon Leto, fratello di Jared Leto. Adesso potevo considerarmi una completa ed emerita deficiente.
 
“Dio che maleeeeeeeeeeeee” disse il batterista mettendosi le mani sul viso e piegandosi in due dal male.
<<  Complimenti Anna, già gli stavi poco simpatica adesso dopo avergli dato un pugno diciamo che non ci sono molte altre possibilità che il rapporto con Shan possa migliorare. >>
 
“Dio! Scusami scusami non volevo ti giuro non volevo!” dissi balbettando.
 
“Ma certo che volevi mica ti parte un pugno così per sbaglio!” anche se si teneva ancora le mani sulla faccia sapeva ancora fare umorismo.
“ Sì hai ragione ma caspita tu mi hai provocata!” cercai di difendermi.
 
“Sì sì ok ne parliamo dopo ok?Adesso mi aiuti un attimo voglio andare giù a farmi controllare il naso, non vorrei che fosse rotto.”
 
“Ok” dissi avvicinandomi a lui, lui mi passò un braccio sulle spalle e si appoggiò a me, non era poi così messo male eh, probabilmente era solo per sicurezza.
Quando scendemmo le scale lui mi fece:
 
“Bel gancio destro comunque.”
 
“Mmmh grazie”
Entrammo nello studio e subito Jared disse:
 
“Che cazzo è successo??”
 
“Abbiamo avuto un piccolo scambio di opinioni” disse il fratello.
Jared ci guardò strano,venne accanto a noi e  rivolgendosi a me chiese:
 
“Tu stai bene?” non risposi, annuii semplicemente.
 
“Cavolo Jay quello che si è beccato un pugno sono io mica lei!!” sbuffò Shannon.
 
“Shann se ti sei beccato un pugno da Anna vuol dire che te lo sei anche meritato; si può sapere di cosa avete discusso?” domandò Jared.
 
“Lascia stare J. roba nostra – dissi io – possiamo concentrarci su tuo fratello adesso per favore??”
 
“Ci penso io” disse Tomo materializzandosi accanto a Shann, lo prese e lo porò in un’altra stanza.
Restammo soli io e Jared visto che Tim aveva preferito seguire gli altri due; mi dispiaceva aver litigato con suo fratello, non avevo la minima idea perché lui mi aveva detto quelle parole, e soprattutto mi rammaricavo sul fatto di non esser riuscita a controllarmi.
 
“Cosa ti ha detto mio fratello per farti arrabbiare così tanto?” mi chiese guardando fisso il pavimento.
 
“Jared non è imp…” cominciai.
 
“Anna sì che è importante!” disse voltandosi guardando dritto nei miei occhi; nemmeno il suo sguardo riuscii a sostenere.
 
“Va bene…ha detto che sono come tutte le altre…che cerco solo la popolarità attraverso te e beh che…beh…che sono una puttana” dissi flebilmente.
 
“Cooosa??Giuro che lo strozzo sto giro! Ma che cazzo gli passa per la testa a quell’uomo dico io??” nel mentre che disse questo era scattato in piedi ed era già pronto ad avviarsi fuori dalla porta probabilmente per andare da Shannon; lo presi per il braccio prima che possa andare a fare una cavolata.
“Jared per favore non intrometterti in questa storia! – esclmai – Lo so tuo fratello probabilmente non doveva dire quello che ha detto, ma nemmeno io dovevo reagire in quel modo! Quindi la colpa è tanto mia quanto sua! J. lascia che ce la sbrighiamo fra noi, adesso resta qui per favore”
 
“Ok va bene” disse rimettendosi a sedere. Quelle furono le ultime parole che ci rivolgemmo quella sera.
 
Quella sera stessa, qualche ora dopo…Anna
 
Quella sera decisi di starmene nella mia stanza a casa di Jared e Shannon,
<<  Ma dico io, pure la casa dovevano dividere quei due! >> pensai.
Volevo prendermi avanti con il lavoro che mi aveva lasciato John, quindi rimasi per tutto il tempo nella stanza che mi aveva dato Jared accanto alla sua. Lui, ovviamente, era uscito, non sapeva proprio starsene a casa tranquillo per una sera.
Passarono le ore e mi accorsi che si era fatto molto tardi, quindi decisi di andare a prendere un bicchiere di acqua e poi andarmene a letto.
Appena fui in cucina vidi arrivare J. da fuori, non mi sebrava che fosse uscito con Shannon…
Esattamente come immaginavo,non era Shann quello accanto a Jared, ma una biondona tutta curve e silicone. Ero stramaledettamente in imbarazzo.
 
<<  Ma perché non me ne sono rimasta in camera dico io?? >>
 
“Ciao Anna” disse Jared entrando in cucina, aveva gli occhi bassi.
<< Per fortuna non sono l’unica in imbarazzo qui >>
La barbie che si era portata a presso era rimasta fuori a finire la sigaretta.
 
“Ciao J, stavo appunto andando a letto, buona continuazione.”
Appoggiai il bicchiere sul bancone e mi dileguai in un batter d’occhio in camera senza preoccuparmi minimamente di Jared che mi stava fissando attonito e di quella donna. Non ero arrabbiata, solo un po’ infastidita diciamo. Insomma poteva anche dirmi che sarebbe tornato in dolce compagnia; beh dolce è una parola grossa. Tornai in camera, mi spogliai e mi misi a letto, avevo tremendamente sonno, << Devo ricordarmi di non lavorare mai più fino a quest’ora >> mi dissi.
Peccato che se la mia intenzione era quella di dormire, quella di J. non lo era affatto. Possibile che in quella casa le pareti fossero così fini? << E che cavolo la gente vuole dormire!! >>
 
Ad un certo punto sentii la porta della camera aprirsi, un fascio di luce colpì il mio corpo avvolto dalle lenzuola.
 
“Chi è?” chiesi già sapendo la risposta, Jared era momentaneamente occupato, quindi l’unico che rimaneva era…
 
“Ah sei sveglia?” mi chiese Shannon.
 
“Beh sai com’è difficile addormentarsi con questo sottofondo.”
Non mi voltai verso di lui, uno perché stavo dannatamente bene in quella posizione sotto le coperte e due beh…non è che avessi tutta quella voglia di parlare con lui.
 
“È sempre così, a lui piace spassarsela”
 
“Ha 50 anni caspita dovrebbe ormai aver messo la testa apposto.” Sbuffai.
 
“Hai detto bene, dovrebbe” si avvicinò e si sedette sull’angolo del letto.
 
“Va meglio il naso?” chiesi, ero veramente in pena, non mi ero mai sentita così male come adesso dopo aver fatto qualcosa.
 
“Abbastanza, Tomo ha detto che è solo una botta, non dovrebbe essere rotto”
 
“Molto bene. E senti Shannon… mi dispiace molto.”
 
“Beh in fondo me lo sono meritato. Pensa che anche Tomo voleva mollarmi un pugno quando gli ho raccontato cosa ti avevo detto”
 
Ridacchiai immaginandomi la scena.
“Tomo sì che ha la testa sulle spalle.” Dissi mettendomi a sedere sul letto e appoggiando la testa sulla testiera.
 
Rimanemmo in silenzio.
 
“Perché pensi che io sia così Shann?” chiesi.
 
“Pensavo” disse
 
<< È già un buon inizio che metta al passato certi verbi >> pensai.
 
“Beh allora perchè pensavi così?”
 
“Perché come vedi di donne ne passano molta qui per casa, e molte come ho detto prima cercano di passarci più tempo possibile nel suo letto; sia per il fatto che Jared, come me, è un talento naturale a letto; sia perché vogliono conquistarlo e sfruttare al meglio la sua notorietà. Lui non vuole avere una donna, non ne vuole sapere di una moglie o quant’altro, a lui piace questa vita. Io pensavo che tu fossi una di queste donne, ma evidentemente ti ho giudicata troppo in fretta. Perché se fosse stato così, ora al posto di quella donna la ci saresti te” Disse indicando la stanza di J.
 
“Già – cominciai – ho notato che vuoi molto bene a tuo fratello” dissi.
 
“In effetti hai ragione, siamo sempre stati legati l’uno all’altro, ho sempre sentito il dovere di proteggerlo, e lo faccio anche adesso seppur siamo cresciuti. Jared è sempre stato il più fragile e il più emotivo dei due. L’assenza di nostro padre l’ha segnato profondamente,e per dimostrare agli altri e soprattutto a mamma che era forte ha costruito attorno a se praticamente invalicabile. Tranne per te a quanto sembra.” Disse lui voltandosi verso di me.
 
“Ehm ehm – le ultime parole mi avevano profondamente colpita – beh comunque pure te hai un muro che divide te dalla gente, e si chiama occhiali da sole. Tu porti costantemente gli occhiale per non far vedere i tuoi occhi alla gente, non è un segno di strafottenza il tuo come molti pensano; non vuoi far vedere alla gente quanto tu sia in realtà fragile e quanto tu abbia  sofferto nella tua vita”
 
“Già, forse hai ragione, diciamo che J. lo nasconde meglio”.
 
“Sì, forse. Ma se noti, lui non porterà spesso come te gli occhiali ma quando parla con delle persone che non conosce e a cui non vuol far capire cosa prova realmente non le guarda mai negli occhi. Jared guarda quasi sempre da un’altra parte, sembra sempre così lontano…quasi assente”
 
“Vedo che te lo sei studiato per benino il mio fratellino” disse divertito il batterista.
 
“Mmmh…sì diciamo di sì” dissi sorridendo anche se lui non mi potè vedere visto che eravamo ancora completamente al buio.
Intanto arrivavano ancora gemiti e mugolii dalla camera di Jared.
 
“Oh cristo santo! Ma continueranno ancora per tanto?” chiesi, era una cosa a dir poco insopportabile!
 
“Continueranno per tuuuuutta la notte” rispose lui.
Sospirai. Mai nella vita avevo desiderato così tanto dormire.
 
“Ma non ti viene mai la voglia di strozzarlo??” chiesi esausta.
 
“Sì a volte sì, ma sai pure io mi diverto certe volte quindi dobbiamo sopportarci a vicenda…non credere che ci sia solo uno stallone in famiglia eh?” disse ridendo Shannon.
 
<< Vedo che la megalomania è di famiglia qui, povera Costance >> pensai.
 
“Ti va di ascoltare un po’ di musica?Tanto per non sentire quei due.” Dissi.
 
“Certo!Basta che decida io cosa ascoltare!”
 
“Mmmh va bene dai…tanto l’ipod è mio” dissi sogghignando.
 
Saltai giù dal letto, avevo solo i pantaloni del pigiama  e il reggiseno, sinceramente non mi preoccupai che Shann mi vedesse così. Presi la mia borsa e cominciai a frugare al suo intento per trovare l’ipod. Dalle pesanti tende un fascio di luce mi illuminava la schiena nuda.
 
“Bel tatuaggio” mi disse.
 
“Oh grazie. Pensa che tuo fratello mi ha rivolta la parola proprio a causa di questo tattoo.”
 
“Capisco. E ne hai altri?”
 
“Sì uno sul polso.”
“Beh ma te ne manca uno! Tutti sanno che i tatuaggi vanno sempre dispari!” disse.
 
“Ah..buono a sapersi, cercherò di rimediare il prima possibile” dissi sorridendo.
 
Tornai sotto le coprte con il mio ipod, ci attaccai un altro paio di cuffie e dissi:
 
“Pensi di rimanere lì sull’angolo o venire qui?”
 
“Beh in effetti…ma posso?Cioè insomma non è che magari ti scatta un non so che e mi tiri un altro pugno?”
 
“Ma figurati! Diciamo che siamo in tregua. Allora vieni?” chiesi.
 
“Certo!”
 
“Ecco tieni” dissi dandogli il lettore in mano.
 
“Grazie” fece lui accendendolo, così iniziammo ad ascoltare musica.
 
Ovviamente Shannon sceglieva le canzoni più rock e ritmate presenti nell’elenco, e ogni tanto quando capitava di ascoltare le canzoni dei 30 lui cominciava a suonare una christine immaginaria. Come suo fratello la musica gli scorreva nelle vene.
Quella notte la passammo così, ascoltando musica tutto il tempo. Non ci scambiammo molte parole, solo qualche “Che bella questa” oppure “No questa non mi piace”; come nottata non fu malissimo, senza dirci molto, Shann e io riuscimmo a ricucire un po’ il nostro “rapporto”, che non era partito nei migliori dei modi.

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Capitolo 25
*** [cap 21 -Jared- ] Jealousy ***


                                   




I raggi del sole colpirono i suoi occhi svegliandolo,
“Mmmh…Anna?” girandosi verso di lei…ma sorpresa quella accanto a lui non era Anna ma un’altra donna.
<< E questa chi è? Ah ora ricordo…>>
Ora ricordava, ieri sera era uscito a spassarsela, aveva alzato un po’ il gomito e poi si era portato a casa quella donna. Beh donna…che parolona…una brava a letto e basta ma appena apriva bocca si capiva quanto stupida potesse essere. Probabilmente se  fosse stato sobrio non se l’avrebbe portata a casa…o forse sì, la sua vita amorosa  in fondo era un casino totale.
 
<< Devo fare colazione >> pensò, si alzò e si avviò verso la cucina dove trovò Shannon e Anna intenti a chiacchierare.
<<  Madò pure le allucinazioni ho…quanto cazzo ho bevuto ieri?? >>
Un profumo dolce invase le sue narici, era un profumo familiare, era…
 
“CIOCCOLATAAAAAAAAAA!!!”
Che bello la sua bevanda preferita a colazione!
 
“Sì Jay c’è la cioccolata…comunque buongiorno anche a te” gli disse Shannon, d’altro canto Anna non gli rivolse nemmeno uno sguardo.
 
“Come mai avete entrambi gli occhi rossi?” chiese curioso.
 
“Ieri sera ci siamo strafatti di marjuana” rispose acida Anna.
<< Si può sapere che le ho fatto per avere un trattamento così? >>
 
“Jared ieri qualcuno non ci ha fatto dormire questa notte.” Gli rispose suo fratello.
 
“Ci?” cosa si era perso quella notte?
 
“Sì ero in camera sua…”
 
“E cosa ci facevi tu scusa in camera sua ? Mi volete spiegare perché ieri vi lascio due secondi da soli e Shannon mi ritorna  con il naso mezzo rotto e ora questa mattina sembrate due piccioncini innamorati?” disse puntando l’indice contro a suo fratello e fissando gli occhi su Anna. Cos’era quella sensazione alla bocca dello stomaco? Gelosia? Ma dai…e poi geloso di chi?Sarà la fame…
 
“Jared non farti strani film in testa che non è il caso, ho solamente approfittato del tuo concerto notturno per chiarire con Anna quello che era successo appunto ieri pomeriggio.” Rispose tranquillamente Shannon.
 
“Ah…e avete risolto tutto?” Chiese lui non credendo minimamente alle parole del fratello, intanto la morsa allo stomaco si stringeva sempre più. Vide i due scambiarsi un’occhiata fugace prima che Shannon rispondesse:
 
“Beh…direi di sì”
 
“E io dovrei credere alle tue parole Shann? Si può sapere cos’è accaduto veramente fra voi due ieri notte o lasciate che me lo immagini da solo? Sinceramente? Non me l’aspettavo proprio da voi due…” disse sprezzante, ormai non riusciva nemmeno a ragionare, era accecato dalla gelosia nei confronti di lei, nella sua testa ora c’erano solo delle immagini di suo fratello a letto con Anna. Non capiva né come Shannon potesse avergli fatto questo a lui né il perché lui fosse così arrabbiato con entrambi.
 
“Jared ma ti sei rincretinito totalmente? Questa notte io e tuo fratello abbiamo solamente parlato, e guarda caso abbiamo parlato proprio di te! Io non so ti sei divertito tutta la notte con quella sottospecie di Barbie umana facendoci passare la notte in bianco e ora tu cominci a sbraitare solo perché Shannon è venuto in camera mia questa notte?Tu sei pazzo J, completamente fuori… e se non credi alle nostre parole a questo punto sono affaracci tuoi, posso preparare le valige anche subito, no problem.” Disse Anna mettando la tazza che aveva in mano sul lavello e andandosene in camera sua sbattendo la porta.
 
“Ma che ho detto di male?” chiese stupito a suo fratello.
 
“Cos’hai detto di male Jared?Ah non so vedi un po’ tu …ma io mi chiedo cosa ti passa per la testa certe volte? Scatti come una molla solo perché io sono stato in camera sua questa notte, e poi schizzi totalmente anche dopo che io ti dico che non è successo proprio niente! Jared dopo esserti scopato tutta la notte una donna e facendo sentire tutto ad Anna io direi che è stata anche troppo buona prima! Questa mattina la cioccolata te l’ha fatta lei sapendo che a te piace, non credere che l’abbia fatta io. Quindi io direi che hai decisamente esagerato prima con il tuo exploit di gelosia.”
 
“Ma Anna è solo un’amica.”
 
“Tu credi? E comunque sia tu di certo non ti sei comportato da amico con lei.”
 
E quel tu credi cosa voleva dire? Sì Anna non era nient’altro che un’amica, ok non sapeva perché aveva avuto quella reazione ma sapeva che fra loro due c’era solo un rapporto di amicizia, nulla di più e nulla di meno.
 
“Penso che dovrò chiederle scusa…”
 
“Credo anch’io, e ti conviene farlo prima che lei prenda il primo volo di ritorno per New York, perché prima mi sembrava tremendamente seria quando ha detto che preparava le valige.”
 
“Sì lo so…peccato che la borsa con il portafoglio e le carte di credito sono qui…quindi adesso devo andare prima che la bionda la si svegli e cominci a tormentarmi, ma mi prendo la borsa di Anna così non potrà andarsene tanto in giro, e tu caro Shannon guai a te se le presti soldi o gli dici che  la sua borsa ce l’ho io.”
 
“Jared non ti conviene semplicemente andare a chiederle scusa ora?” chiese suo fratello alzando il sopracciglio destro.
 
“Non ho tempo ora e comunque sai quanto ci metto prima di chiedere scusa…”
 
“Sì sì lo so bene…”
 
“Bene adesso devo proprio scappare…ci vediamo dopo in studio Shann!Ciao” disse aprendo la porta e andandosene di corsa da casa.










Note dell'autore: buone feste!

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Capitolo 26
*** [cap 22 - Anna - ] Work in progress ***


                                            




<<  Ma per chi mi ha preso dico io?Chi si crede di essere per trattarmi così? Cosa dovrei dire io dopo averlo sentito tutta notte mentre si faceva una?Mamma che nervoso. Che nervoso. >> Non stavo preparando le valige, non l’avrei mai fatto di mia spontanea volontà, se voleva che me ne andassi doveva venire a dirmelo in faccia.
Non riuscivo a capire perché Jared si era così innervosito all’idea che suo fratello fosse stato in camera mia, insomma non era successo proprio niente fra me e Shannon, e anche se fosse successo qualcosa sinceramente non erano affari suoi. Non ero mai stata proprietà di nessuno, tantomeno di Jared Leto. Per me l’argomento era bello che archiviato.
 
Una chiamata in entrata.
 
<< Ma chissà chi potrà mai essere >> mi dissi già conoscendo la risposta. In quel momento solo 3 persone avevano il mio nuovo numero. Mia madre, John e Jared. Escludendo per principio mia mamma, sempre so non si sia presa la briga  di telefonarmi quando in Italia erano le 3 di notte; a quest’ora l’ufficio non è ancora aperto quindi esclusi anche John…quindi restava solo….
 
“Vuoi ancora rincarare la dose Jared?” chiesi acida.
 
“ Ehi come facevi a sapere che ero io? Comunque no…volevo solo scusarmi. “ disse lui dall’altro capo del  telefono, immaginai quanto fosse difficile per lui chiedere scusa. Soprattutto a me.
 
“Ah…beh meno male”
 
“Stai preparando le valige?” chiese lui preoccupato.
 
“Mmmh…può essere…”
 
“Beh tanto la tua borsa ce l’ho io quindi non puoi andare da nessuna parte”
 
“Cos’hai fatto scusa??” chiesi stupita.
 
“Ehm ehm…per sbaglio mi sono ritrovato la tua borsa fra le mani…te la riporto dopo in studio.”
 
“Jared Joseph Leto ti conviene muovere il tuo culetto rinsecchito che ti ritrovi e riportare la mia borsa qui!!” Sbraitai.
 
“Anna stai calma ok? È solo una borsa alla fi…”
 
“Jared è la MIA borsa!!Meglio che ti muovi a fare quello che stai facendo e venire subito in studio!” dissi chiudendogli il telefono in faccia.
<< Pure privata della mia borsa!Mamma che inizio di giornata! >> pensai.
 
Venti minuti dopo io e Shannon arrivammo allo studio, l’atmosfera lì lì dentro era sempre festosa, ero veramente contenta di rivedere i ragazzi!
“Hei è arrivata la rossa!” sentii qualcuno che da dietro mi metteva una mano fra i capelli scompigliandomeli tutti.
 
“Ciao anche a te Tim, sono contenta pure io di vederti….ma ora togli quella mano dai miei capelli grazie!” dissi.
 
“Oh come sei suscettibile oggi.” Fece lui scherzoso.
 
“Diciamo che non abbiamo avuto un buon inizio di giornata.” S’intromise Shann.
 
“Capisco…cosa mi nascondete voi due?” ci chiese dubbioso il bassista.
 
“Tim per favore non iniziare anche tu con questa storia ok? Tra me e Shannon non c’è proprio niente, e non c’è  niente nemmeno tra me e Jay prima che tu mi chieda altro ok?”
 
“Ok ok…scusami” disse abbattuto. <<  Come stroncare l’animo festoso di una persona sul nascere proprio. Complimenti Anna, bel lavoro. >>
 
Nel mentre che dicevo questo non sentii la che porta dietro a me si era aperta e anche chiusa e quando qualcuno mi prese per la vita cacciai un urlo.
Indovinate chi era?
 
“Dio Jared non farlo mai più!” esclamai.
 
“Ahahaha dovevi vedere la faccia che avevi” disse Tim mentre si stava piegando in due dalle risate sul divanetto, e anche Tomo e Shann se la stavano ridendo di gusto.
<<  Ma che bella figura di merda >> pensai.
 
“Ecco la tua amata borsa, ed anche un cappuccino per addolcirti un po’…” disse dietro di me Jared posandomi le sue labbra sulla guancia e mettendomi in mano il bicchiere di cartone.
 
“Oh grazie J…sei veramente un angelo” dissi
 
“Eh lo so grazie…me lo dicono tutti!” disse Jay gonfiando il petto.
 
“Pff che megalomane” disse Shannon sbuffando.
Prima che iniziasse una nuova discussione fra i due fratelli Tomo si intromise e disse:
 
“Allora pensiamo di metterci al lavoro su questa canzone o pensiamo di stare qui a fare la muffa?” In effetti, erano due giorni che eravamo li e nessuno conosceva il testo della canzone tranne io e Jared.
 
“Ehm…certo! Su al lavoro gente!” ecco che il lato da primadonna di Jared saltava fuori!
 
Jared.
 
Si misero tutti seduti attorno al tavoino dello studio; Anna dette ad ognuno il testo della canzone.
“Allora – iniziò, si vedeva palesemente quanto fosse in imbarazzo, in fondo quella canzone parlava di lei e non è mai facile parlare di se e delle proprie emozioni con la gente, soprattutto quando non sei abituato a farlo – questa canzone non è altro che un discorso che fa un uomo alla donna che ama e che ha perso tempo fa…tutto qui”.
 
“Mmmh non penso sia tutto qui sinceramente  - commentò Shannon – ma intanto possiamo cominciare da questo.”
 
“Già…penso che la melodia non dovrà essere molto ritmata…dovrebbe fare semplicemente da sottofondo”  riflettee ad alta voce Tomo.
 
“E io che speravo in un bel pezzo rock!” sbuffò Tim.
 
“Beh e chi ce lo impedisce scusa? - disse Jared, sembrava avesse avuto un’illuminazione – potremmo fare così, quando cantiamo le strofe ci sarà la batteria che terrà semplicemente il tempo, tomo tu ti inventi qualche accordo e tu Tim gli andrai semplicemente dietro, acceleriamo il ritmo nel ritornello e poi potremmo inserirci un bell’assolo di chitarra! Sarò un genio eh?”
 
“Jared hai elencato semplicemente gli strumenti che usiamo quotidianamente nelle nostre canzoni e sviluppato un po’ l’idea di Tomo, non gasarti troppo fratellino.” Disse Shannon lasciando il povero frontman con il viso corrucciato.
 
“Beh aspettate un’attimo… Tomo tu sai suonare anche il violoncello vero?” chiese Anna pensierosa.
 
“Mmmh…sì..dici che potremmo inserirlo?” chiese il chitarrista curioso.
 
“Sarebbe un’ottima idea!Ma perché non c’ho pensato prima io?” esclamò Jared battendosi la mano sulla fronte.
 
“Vediamo…perché forse io sono veramente il genio della situzione?” disse Anna stuzzicando l’ego spropositato del cantante.
 
“Ahahah Jay se non te la sposi tu questa donna la sposo io” disse Tim sedendosi accanto ad Anna e mettendo le mani attorno alla sua vita in un slancio affettuoso nei suoi confronti.
 
<< Se la tocca ancora giuro che lo uccido! – disse fra se Jared – ok cerchiamo di trattenerci… >>
Sentiva lo sguardo di Anna fisso su di lui, come se volesse cercare di capire quello che stava pensando, non voleva assolutamente far trasparire il suo disappunto per quell’azione dopo quella mattina.
 
<< Ma che cavolo mi succede? >> si chiese il cantante.
 
Suo fratello stava battendo le bacchette sul tavolino, capì che anche lui stava elaborando qualcosa, Anna invece stava tenendo il tempo di Shannon col piede.
Adorava quei momenti antecedenti alla nascita di una nuova canzone, c’era quel qualcosa nell’aria che lo elettrizzava a tal punto da non riuscire a starsene seduto e aspettare, ed ora sentiva nelle sue vene quella sensazione, e certamente anche gli altri stavano provando la stessa cosa; infatti Tomo era andato a prendere la chitarra acustica e stava strimpellando qualche accordo e Tim aveva fatto la stessa cosa. Ma quella che lo stupiva di più era Anna. Ancora una volta.
Era seduta sul divano, i gomiti appoggiati sulle gambe, il viso racchiuso nelle sue mani con i capelli che le ricadevano ribelli di qua e di là, avrebbe detto che fosse addormentata se non fosse stato per quel piede che teneva il ritmo delle bacchette di Shannon.
Ad un certo punto qualcosa scattò nella sua mente e inspiegabilmente si ritrovò seduto accanto a lei e con una voce così flebile da essere quasi impercettibile cominciò a cantare una melodia dietro il  ritmo che stava dando Shannon e gli altri.
 
Era nata.
 
Shannon continuava a battere le bacchette, Tomo prese il ritmo e cominciò a pizzicare lievemente le corde della chitarra e Tim dava corpo al suono del croato; Anna intanto aveva alzato  la testa e ammirava quello che stava succedendo attorno a lei.
Continuarono per ore ed ore in quel modo; ogni tanto si fermarono per fare qualche correzione, scrissero la melodia, la cancellarono e la riscrissero per mille volte ancora.
La canzone era bella, dannatamente bella.
Il giorno dopo avrebbero registrato gli arrangiamenti e dopo avrebbero pensato alle voci.
Non si accorsero di aver trascorso l’intera giornata in studio senza mai mettere un piede fuori da esso. Quando uscirono era già calato il sole nella città degli angeli e si accorsero che, stranamente, era iniziato a piovere.
 
“Oh piove!” disse stupito Jared.
 
“Cavolo non ho l’ombrello!” sbuffò il batterista.
 
“E a che ti serve l’ombrello scusa? È solo una po’ di pioggia, adoro la pioggia.” Disse sognante Anna.
 
“Contenta te- disse contrariato Shann – a me mette solo tristezza…”
 
“Ma dai cosa dici! Senti quanto è bella la pioggia!” disse lei prendendo Shannon e Jared per un braccio e trascinandoli sotto il cielo.
 
“Non vi fa sentire vivi le gocce che si infrangono sui vostri visi?Come non fa a non piacervi?” disse Anna con il viso rivolto alle nuvole e con la bocca aperta in un sorriso.
 
“In effetti non è poi una brutta sensazione…” disse il cantante.
Anna forse era riuscita a convincere Jared, ma di certo non Shannon. Infatti Jared vide suo fratello liberarsi dalla presa di Anna e di forza caricarsela su una spalla, e voltandosi verso di lui dire stizzito:
 
“Andiamo a casa adesso?”
 
“Shannon sei un guastafesta uffa!” esclamò Anna battendo i pugni sulla sua schiena.
 
“Sarà, ma non voglio che vi prendiate una bronchite voi due, e anch’io sinceramente.”
 
“Che fratello adulto e responsabile che ho…” disse Jared.
 
Lui ed Anna si guardarono negli occhi ed insieme esclamarono:
 
GRAZIE SHANNNNNN!!” e si misero entrambi a ridere come dei cretini.
 
“Ma dimmi te con che gente devo avere a che fare!” borbottò il batterista.
 
Così decidendo, Shannon con ancora Anna in spalla e Jared dietro perso in chi sa quale pensiero, se ne tornarono tutti e tre a casa.








Note dell'autore: Hola! Spero che questo capitolo possa piacervi ^^ ringrazio tutti quei pazzi/e che continuano a leggere ogni capitolo di questa pazza storia! E grazie ancora a quelle due/tre personcine che commentano ormai ogni capitolo. Ragazze ogni vostra recensione mi riempie il cuore ^^
See you soon,
ANna (ormai ho deciso di firmarmi così perchè sono stufa di digitare sbagliato o dover cancellare e riscrivere quella stramaledetta N! che ragazza pigra che sono xD)

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Capitolo 27
*** [cap 23 - Anna - ] Gotten ***


gotten                                                      









Quella notte riuscii a dormire visto che Jared era rimasto stranamente a casa e che quindi non si era portata nessuno nuova sottospecie di Barbie normodotata; anzi, poco dopo che me ne fui andata a letto lo sentii infilarsi sotto le coperte del mio letto. Avevo fatto finta di essermi già addormentata perchè ero troppo stanca per iniziare un discorso, e soprattutto sapendo che quando Jared iniziava a parlare non la finiva più.
Alla mattina J. mi aveva fatto trovare il caffè, quello che piace a me pronto sul tavolo della cucina, stranamente dopo la scenata della mattina precedente era diventato estremamente gentile nei miei confronti. Che volesse farsi perdonare? Mah...

"Dov'è Shannon?" chiesi osservando che in casa del batterista non c'era nessuna traccia.

"É andato a correre..." rispose sfogliando una rivista trovata chissà dove in giro.

"Che famiglia di salutisti" dissi sorseggiando il mio caffè.

"Embhè mica siamo tutti pigri e pappamolle come te" disse sorridendomi.

"Gne gne gne; io non ho di certo bisogno di andare a correre ogni mattina, mica sono vecchia come te"  le frecciatine alla mattina erano le mie preferite.

"Se se buona la scusa, tu sei pronta?"

"Io sì ma...dobbiamo già andare?" << uff non ho voglia...>> mi dissi.

"Eh sì, vedrai che finchè non finiremo di incidere la canzone i ritmi diventeranno frenetici." disse lui chiudendo la rivista che stava leggendo e stiracchiandosi la schiena.

"Uhm capisco; beh allora andiamo" risposi finendo di bere il caffè.

"Sì aspetta solo due minuti e arrivo..."

<< Se due minuti...e ci credo anche>> pensai rimettendomi comoda sulla sedia.

25 minuti dopo in macchina...

"Allora di cosa parla veramente questa canzone? Ieri con la tua spiegazione devo dire che non l'hai data a bere a nessuno..." chiese Jared pichiettando sul volante una melodia presente nella sua testa.

"Beh penso che siano le parole che vorrei sentirmi dire da..." iniziai a rispondere, con lui era molto più semplice parlare di quello che avevo dentro.

"Federico" cocluse J.

"Già" dissi voltandomi a guardare fuori dal finestrino oscurato.

"Lo ami ancora?" chiese schietto lui.

"Forse... è stata una persona molto importante per me ed è difficile chiudere totalmente con il passato, essendo parte integrante della mia vita qualsiasi piccola cosa potrebbe riportarmi a lui...sto cercando di dimenticarlo, o almeno cercare di ricordarlo senza provare niente..."

"Capisco...beh sappi che ci stai riuscendo bene " sorrise dicendo questo.

"Grazie J."

"De nada."

"Cambiando discorso...Shannon mi ha detto che i tatuaggi dovrebbero essere dispari" mentre dico questo Jared sospirò rumorosamente.

"Ha cominciato pure con te mio fratello?"

"A quanto pare...però io sinceramente non saprei cos'altro farmi..."

"Neppure io sinceramente...siamo arrivati comunque." disse parcheggiando la macchina dietro agli studi.

Quando entrammo in studio tutti erano già al lavoro, Shannon stava incidendo la sua parte mentre Tomo e Tim stavano provando insieme le loro parti. Era bello vederli tutti al lavoro; osservai come Shann suonasse con passione la sua batteria.

<< Per fortuna che non ne voleva sapere niente di questa canzone >> pensai; sì Jared non sa tenere la bocca chiusa e mi aveva raccontato di come suo fratello fosse letteralmente contrariato dall'idea di Jared.

Quando Shannon usc' dalla sala insonorizzata toccò a Tomo a registrare, io ero rimasta ad osservare incantata il croato suonare la chitarra ancora meravigliata che tutto quello stava succedendo realmente; i due fratelli intanto si erano seduti sul divanetto a parlottare, dopo poco decisi di raggiungerli.
Shannon teneva in mano la sua amata canon.

<< Cosa l'ha portata a fare la macchinetta fotografica? >>
Non riuscì a finire il pensiero che venni colpita dal flasch della macchienetta fotografica.
<< A cosa vuoi che serva scusa eh? >> lo so, ogni tanto faccio domande stupide.

"Shannon no! Odio le foto!" esclamai.

" Ma dai che sei venuta benissimo qui!" disse guardando la foto che mi aveva appena fatto.

" Tanto immagino che anche se te lo chiedessi non cancellersti mai la foto..." dissi cercando di spiare com'era uscita la foto, ma Shannon accortosene prontamente mi allontano lo schermo della macchina da sotto i miei occhi curiosi.

"Ehi cosa cerchi di guardare eh? Non lo sai che le fotografie si guardano solo con il  permesso del fotografo? E comunque ovvio che non la cancello...nemmeno se mi implorassi" disse ridendo il batterista.
 
Un'altro flash, ma questa volta colpì Jared che stranamente stava trafficando con il suo amato blackberry.

"Sempre su twitter J?" chiese Shannon.

"Mmmmh...stavo solo controllando una cosa..." disse tutto concentrato su quello che stava scrivendo.

"Cosa faresti senza il tuo cellulare eh Jared?" chiesi io divertita dalla scena.

"Probabilmente andrei in crisi di astinenza." rispose

"Penso anch'io!" dissi.

"Ah che gente" sbuffò Shannon.

"Ecco che parla il saggio, guarda che anche tu sei sempre su Twitter!Soprattutto di notte!" dissi indicandolo.

" Ma cosa sei una spia del K.G.B. in incognito??"

"No sono solo  una fan" sorrissi.

"Ah giusto...quindi sei peggio di una spia!" disse il batterista.

"Fratello non metterla alla prova perchè saprebbe recitarti a memoria la pagella di prima liceo! Fidati  nemmeno io ricodavo di avere B in chimica, è una cosa allucinante!" disse Jared rientrando nel discorso.

"Esattamente...sigaretta Shann??" chiesi.

"Ma ovvio!" rispose Shannon.

"Pff lo sapete che..." iniziò il frontman.

"Jared risparmiati la predica!" disse il batterista voltando gli occhi al cielo.

"Ok ok scusate..." disse rimettendosi a rispondere alla sue fan su Twitter di buona lena.

Una sigaretta dopo...

"Jared guarda che tocca a te e ad Anna adesso ad andare in studio." ci disse un collaboratore della band.

"Mmmh ok...pronta?"  fece lui poggiandomi una mano sulla spalla.

"Io direi proprio di no sai?" dissi io.

Ma figurati se io ero pronta ad incidere una canzone! Certo che anche lui faceva domande stupide... ero stra agitata, non sapevo cosa fare, non ero per niente preparata e poi non era come quella sera dove eravamo solo io e Jared.
Mannaggia a me che mi sono cacciata in questa situazione! Ero decisamente, maledettamente nel panico.

"Anna...respira per favore" ora anche l'altra mano era appoggiata sull'altra spalla.

"É è è...difficile" ecco avevo iniziato anche a balbettare; e che cavolo!!

"Respira...devi stare tranquilla" disse guardandomi dritta negli occhi.

"La fai facile te..." quanto lo odiavo in quel momento Dio solo lo sa.

"Ma perchè É facile Anna..." disse  marcando quella è.

"Ok..."

Respirai a fondo, decisamente quel lavoro di inspirazione ed espirazione stava funzionando...sentivo il cuore rallentare i battiti...i nervi cominciavano a sciogliersi...

"Tutto ok adesso?" mi chiese.

"Sì circa...ma non so cosa devo fare!" ecco che ricominciavo ad impanicarmi.

"Cantare semplice."

"Sì grazie J. avevo intuito che non dovevo fare un triplo carpiato lì dentro..." sbuffai.

"Beh ascolta...abbiamo provato fino alla nausea ieri sera no? Ormai la canzone la conosci, tu cantala come sai fare e se ci sarà qualche errore  te lo diciamo ok?" disse lui squotendomi un po' le spalle.

"Va bene..."

Detto questo Jared mi accompagnò davanti al microfono, mi lasciò lì e lui se ne ritornò dietro al vetro di fronte a me, chissà perchè quella scena mi ricordava  qualcosa... un sorriso mi si stampò in faccia.

"Pronta?" disse Jared dall'interfono.

"Mmmh sì circa..."

"Ok cominciamo allora" la comunicazione terminò lì. Improvvisamente mi ritrovai avvolta completamente dal silenzio, poi incominciò la canzone....

"So nice to..."

"Ehm Anna ti diamo noi l'attacco" disse J.

"Ah ooops scusate" e chi lo sapeva scusa?

"Tranquilla" ancora una volta il silenzio più totale piombò nelle mie cuffie.

Ripartì la musica, guardai Jared che trafficava con il tecnico coi bottoni finchè non mi guardò e con un cenno della testa mi dette l'atacco.


"So nice to see your face again

Tell me how long has it been
Since you’ve been here
You look so different than before
But still the person I adore
Frozen with fear..."


La stessa sensazione che mi aveva colto quella sera in studio con Jared era tornata, sentivo quella canzone mia, quella canzone ERA mia, sapevo benissimo cosa volevo trasmettere con quelle parole...sapevo quali parole marcare e quali cantare come se fossero portate via dal vento...tutto il mondo era fuori, in quel momento c'ero solo io e la musica. Nient'altro.

"I’m out of love but I’ll take it from the past
I’ll let out words cause I’m sure It’ll never last

And I’ve been saving
These last words for one last miracle
But now I’m not sure..."

"Ok per adesso basta così Anna." mi dicono dall'interfono stoppando la musica.

"Come? Di già?" chiesi stupita.

"Eh sì dobbiamo vedere come la canta Jared adesso; i ritornelli ci penseremo poi a farli."

" Ah va bene...vengo lì allora?"

"Esatto!"

Posai le cuffie dove le avevo trovae  e mi avviai alla porta che per poco non mi arrivò in faccia visto che J. stava entrando.

"Oddio sorry Anna."

"Tranquillo non mi hai fatto niente..." per fortuna.

Avvicinò il suo viso al mio e in un sussurro mi disse:

"Sei stata grandiosa."

"Grazie" riuscì a sbiascicare, non posso dire di essere arrossita, ma il senso di calore sulle guance ce l'avevo.
Io e Jared quindi ci scambiammo i "ruoli", ora era lui ad essere davanti al vetro alla mercè di tutti, però lui sicuramente non era così agitato come lo ero io.

"Ok J. parti dalla seconda strofa tu ok?" fece il tecnico.

Jared si limitò ad annuire, si vedeva che era concentrato su quello che doveva fare. Iniziò la musica e il tecnico gli diede l'attacco.

"Maybe it’s the bitter wind
A chill from the Pacific rim
That brought you this way
Do not make me think of him
The way he touch your fragile skin..."


Mentre diceva queste parole una smorfia si formò sul suo volto, portò le mani in avanti come se stesse tenendo qualcuno per la vita...si era totalmente immedesimato nella canzone e stava immaginando nella sua mente la scena che era descritta nella canzone.


"That hunts me everyday
I’m out of love but I can’t forget the past
I’m out of words but I’m sure it’ll never last..."


<< Per fortuna ero solo io che potevo interpretare alla meglio la mia canzone, pff >>
Lui stava interpretando quella canzone perfettamente, proprio come gli avevo detto di fare. Adoravo la sua voce, adoravo come le parole uscivano come sussurri dalla sua bocca, amavo come riusciva a cambiare il modo in cui diceva le parole, e il quel momento adoravo come stava cantando la mia canzone.

"So nice to see you face again
But tell me will this ever end?
Don’t disappear..."*


Jared finì di cantare l'ultima strofa e riaprì gli occhi guardando nella nostra direzione. Ero letteralmente senza fiato; era la stessa identica emozione quando andavo ai suoi concerti, negli anni lui e la sua musica non avevampo mai smesso  di levarmi il fiato.

"Bene Jared per oggi abbiamo finito, ci vediamo domani ok?"

Jared annuì e se ne uscì dallo studio, lo raggiunsi subito e l'unica cosa che riuscii a dire fu:

"Bravissimo" ci mancava solo che cominciassi a battere freneticamente le mani ed ero la fotocopia di una 14enne esagitata.

"Non guardarmi con quegli occhi da fan sfegatata ti prego!" disse sorridendomi,

"Uffa mica lo faccio di proposito" misi il broncio.

" Ma immagino - disse ridacchiando - andiamo a casa adesso? Gli altri saranno già là che ci aspettano".

"Direi proprio di sì, sono stanchissima."

Dicendo così ci avvicinammo verso l'uscita.

"Prima però - disse fermandosi di fronte a me - ho una domanda...che nome avrai come nome d'arte visto che non vuoi sapere veramente chi sei?" chiese J.

"Beh io direi proprio che sara CROWNED A  il mio nome" risposi tutta soddisfatta.

"Azzeccatissimo direi" rispose mettendomi un braccio sulla spalla, e così io e Jared ce ne tornammo a casa pronti a festeggiare la prima giornata di incisione.














Note dell'autore: Hola!!! Scusatemi per il tremendo ritardo!!!
Allora spero che questo capitolo vi possa piacere, io lo adoroooooooooo *_* Ehm ehm detto questo...vi piace la canzone?? Purtroppo non l'ho scritta io perchè sennò mi chiamerei Slash ^_^ la canzone si chiama Gotten ed è in collaborazione con Adam Levine il cantante dei maroon 5.
Vi lascio qui la traduzione (l'ho fatta io non so se sia giusta :))

É così bello vedere la tua faccia di nuovo
dimmi quanto tempo è passato
dall'ultima colta che sei stata qui
(dall'ultima colta che sei stata qui)
sembri così diversa rispetto a prima
ma sei ancora la persona che adoro
congelato dalla paura
sono pazzo d'amore, e lo prendo (l'amore) dal passato
sono senza parole (anche) perchè sono sicuro che non durerebbero abbastanza 

E io salverò
queste ultime parole per un ultimo miracolo
ma ora non ne sono sicuro
non posso salvarti se
tu non mi lasciare

Tu mi fai sentire come non lo sono mai stato.

forse è il vento aspro
un brivido dal bordo del Pacifico
che ti ha portato su questa via
(che ti ha portato sulla mia strada)
non farmi pensare a lui
il modo in cui tocca la tua  pelle fragile
questo mi fa male tutti i giorni
sono pazzo d'amore, ma non posso dimenticare il passato
Sono senza parole, sono sicuro che non durerebbero abbastanza

E io salverò
queste ultime parole per un ultimo miracolo
ma ora non ne sono sicuro
non posso salvarti se
tu non mi lasciare
Tu mi fai sentire come non lo sono mai stato.

É così bello vederti di nuovo il volto
Ma dimmi finirà mai?
Non sparire

E io salverò
queste ultime parole per un ultimo miracolo
ma ora non ne sono sicuro
non posso salvarti se
tu non mi lasciare
Tu mi fai sentire come non lo sono mai stato.


See you soon,

ANna

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Capitolo 28
*** [cap 24] Time to say goodbye ***


                                              










Le settimane passarono velocemente, la canzone ormai era pronta, mancavano ancora delle piccole modifiche ma il più era fatto. Quindi se il lavoro era terminato, ormai era arrivato per me il momento di tornare a casa che ovviamente continuavo a rimandare perché io qui con Jared, Shannon e gli altri ci stavo bene. Tremendamente bene.
Negli ultimi giorni tutti quanti eravamo abbastanza nervosi, perché stavamo realizzando che eravamo alla fine della nostra “collaborazione” se così infondo si poteva chiamare questa cosa: Shannon passava ore ed ore chiuso con la sua Christine, Jared scompariva all’improvviso e nessuno sapeva dove andasse, Tim era diventato praticamente muto e Tomo era diventato sempre più mamma chioccia con me. Mi sentivo abbastanza in colpa di questi strani comportamenti, ma sapevo che prima o dopo sarei dovuta tornarmene a casa, perché come avevo già detto a J, questa non era la mia vita e non lo sarebbe mai diventata. La mia partenza era prevista per la settimana prossima, e ormai dovevo prepararmi al ritorno alla vita normale. Non sarebbe stato facile, già lo sapevo.
 
Quella sera eravamo rimasti tutti a casa, cosa che accadeva sempre più spesso, ed io e Jared eravamo sul letto, io ascoltavo la musica e J...beh indovinate? Esatto era su twitter a rispondere ai messaggi delle sue fan...
"Cosa ti piace di me Anna?" mi chiese all’improvviso Jared.

"Scusa?" scostai momentaneamente lo sguardo dal mio pc a lui.

"Cosa ti piace fisicamente di me?"

"Ma che razza di domanda è scusa?"

"Rispondi"

"Mmmh...il naso"

"Eh?"

"Sì mi piace il tuo naso - dico voltandomi completamente verso di lui puntellandomi su un braccio - fa una curva verso l'interno e finisce con la punta all'insù; mi piacciono anche le tue sopracciglia, sai quella destra all’inizio è tutta spettinata diciamo mentre quella sinistra è più ordinata – dicendo questo mi scappava da ridere - poi vediamo… mi piacciono le due corde alla fine del tuo collo - dico sfiorandole con le dita della mano destra - le tue spalle lineari - continuo sfiorando la sua pelle - le costole che sembrano venire fuori dal tuo torace visto la tua magrezza – dissi inarcando il sopracciglio un po’ contraddetta - poi le linee che delimitano gli addominali - tremò quando appoggiai la mano sul suo stomaco - e che dire...i tuoi occhi tolgono il fiato”.

Lo lasciai senza parole, non si aspettava questo e nemmeno io mi sarei aspettata di riuscire a dire quelle cose veramente… l’avevo osservato in ogni suo più piccolo particolare, ed erano proprio quei piccoli particolari che lo rendevano stupendo.

“E a te cosa piace di me sentiamo…” domandai curiosa.

Con uno scatto mi buttò distesa sul letto e si sedette sopra di me,

"Jared che cosa stai facendo?" chiesi cercando di rimettermi seduta ma lui essendo più forte di me mi teneva giù senza tanto sforzo.

"Shhh lasciami fare..." sussurrò.

Rimasi in silenzio...

 "Di te mi piacciono i tuoi capelli...lisci che non stanno mai nel posto che dovrebbero stare - dicendo così cercò di mettere a posto i miei capelli - mi piacciono le facce che ogni tanto fai...ecco come quella che stai facendo ora – sorrise - mi piacciono i tuoi occhi che non sono mai dello stesso colore di quando ti svegli alla mattina, mi piace il neo che hai qui sul petto perché so che si può vedere solo quando sei così senza maglietta - toccandomi mi fa venire la pelle d'oca - ecco mi piace anche questa pelle d'oca - rise- mi piace la tua pancia… e come se mi piace, mi piace quella sua curva che ha che non si vede quando hai una maglietta addosso – detto questo mi passa un braccio sotto la schiena e mi tira verso di lui – mi piace la tua schiena, le tue scapole che racchiudono la tua iniziale…”.

La sua voce era diventata un sussurro...sentivo il suo fiato caldo sulla mia pelle...non so cosa stava succedendo...lasciai  decidere a lui cosa fare...

"Cosa stai facendo J.??" chiesi piano

"Non lo so Anna..." rispose, lui era lì a qualche centimetro da me, entrambi bloccati dal solo pensiero di cosa potesse accadere qualche secondo più tardi.

"Non lo fare...ti prego" lo implorai, perché dovremmo cambiare proprio ora il nostro rapporto? E lo so, lo avevo provocato io, ma una reazione così non me la sarei proprio immaginata.

“I-io non ho idea di cosa mi stia prendendo… - farfugliò lui tenendomi stretta vicino a sé – in questo momento ti sto desiderando Anna.” I suoi s’inchiodarono sui miei, ed io ancora una volta non riuscii a sostenere il suo sguardo.

“Jared hai preso un abbaglio credi, sei solo confuso” dissi tentando di allontanarlo, inutilmente.

“ E se non fosse così? – chiese prendendomi per i polsi – e se io provassi realmente qualcosa? Qualcosa che non sia solamente amicizia?”

“Ora basta Jared! – esclamai riuscendo a scansarlo e velocemente a mettermi in piedi accanto al letto – Tu non provi niente per me, come io non provo niente per te, non puoi adesso rovinare il nostro rapporto proprio ora che sto per tornarmene a casa!” ero sull’orlo delle lacrime, perché tra tutte le persone lui era quella che per niente al mondo avrei voluto perdere.

“Io non lo sto facendo apposta Anna! Le cose succedono, e adesso sta succedendo qualcosa tra noi due, o almeno a quanto sto capendo, sta accadendo solo a me” disse arrivando velocemente verso di me e mettendomi con le spalle al muro.

“Jared n-non…toccarmi” dissi raccogliendo le ultime briciole di calma che mi erano rimaste.

“Cosa mi fai se lo faccio?” Mi chiese con tono di sfida.

“Io non farò niente, rovinerai semplicemente tutto quello che abbiamo costruito in quest’ultimo mese.” Dissi guardandolo dritto negli occhi. Sul viso di Jared si vedevano praticamente passare alla velocità della luce migliaia di pensieri contrastanti, nella sua mente regnava la confusione totale, io lo fissavo senza sapere cosa avrebbe fatto da qui a pochi secondi; poi d’un tratto vedo i suoi occhi fissarsi su di me e il suo pugno alzarsi, in quell’istante chiusi gli occhi temendo il peggio ma poi il suo pugno sbatté sul muro accanto alla mia testa. Delle lacrime scivolarono silenziose dagli occhi.

“Forse è il caso che domani me ne torni a casa” bisbigliai.

“Sì penso sia meglio.” Mi rispose lui voltandomi le spalle, pensai che forse anche lui stesse piangendo dal nervoso.

“Bene – dissi prendendomi il pc che era rimasto sul letto e i miei vestiti – mi farò accompagnare da Shannon…addio Jared.”

“Addio.”

Mi precipitai fuori dalla stanza per poi accasciarmi a terra appena ebbi chiuso la porta. Shannon mi fu subito accanto, circondandomi con le sue braccia forti.

“Te l’ha detto vero?” mi sussurrò all’orecchio.

“T-tu lo sapevi? Perché non me l’hai detto?” dissi fra i singhiozzi.

“Io speravo che cambiasse idea, cioè che avrebbe capito che si stesse sbagliando…non piangere ti prego.”

“C’è stato un momento in cui ho avuto paura di lui Shannon…tu non puoi capire…” dissi non riuscendo a smetterla di piangere.

“Shhh va tutto bene Anna…”

“No Shannon non va bene proprio niente! Domani me ne vado, io non voglio restare qui.”

“Ne sei proprio sicura?” mi chiese sollevandomi il viso in modo che lo potessi guardare in faccia.

“Sì Shann, è ora che torni a casa - dissi tirandomi su in piedi – vado a preparare le valigie, notte Shann”.

“Ok…adesso vado a parlare a Jared cerco di farlo ragionare, tu invece cerca di riposarti” disse il batterista facendomi l’occhiolino e cominciando a bussare alla porta del fratello.

Mentre preparavo le valigie sentivo i due fratelli parlare, anche se non riuscivo a capire esattamente immaginavo cosa stessero dicendo, e io sperai vivamente che Shannon riuscisse a far ragionare Jay, anche se la cosa era molto improbabile. Quando andai a letto stavano ancora parlando e io mi addormentai con il sottofondo della voce di Jared nelle orecchie.

La mattina dopo

“Ti ho prenotato i biglietti su internet questa mattina, il volo è alle 11” mi fece Shannon quando arrivai in cucina porgendomi il biglietto e una tazza di caffè bollente.
“Grazie Shann sei un tesoro - dissi sedendomi di fronte a lui guardando il mio biglietto – ma non dovevi disturbarti, e poi Shannon prima classe? Ma ti pare che io sia una tipa da prima classe?” chiesi stupita.

“Per te questo ed altro – disse facendomi l’occhiolino – e comunque lì sul tavolo ci sono altre cose per te.” Fece indicandomi due buste sul tavolino.
“Cosa sono?” chiesi curiosa.

“Aprile no? Una è da parte mia e l’altra è da Jared, beh lui in verità vuole che tu l’apra quando sarai in aereo.”

“Ah ok, beh allora apriamo la tua” dico prendendo in mano la busta più vicina a me, aprii delicatamente e sfilai il contenuto dalla busta ritrovandomi in mano delle foto, le foto che aveva fatto Shannon durante queste settimane!

“Oddio Shann sono stupende!” dissi mentre gli occhi mi si riempivano di lacrime.

“No dai non metterti a piangere Anna!” esclamò lui con espressione disperata.

“No no non piango giuro…è che non me lo aspettavo.” Dissi andando ad abbracciare Shannon.

“Ehm sì ok, non avrei mai immaginato una reazione del genere, comunque sono contento che ti siano piaciute.” Disse accarezzandomi la schiena.

“Direi che dovremmo andare in aeroporto se non vuoi che perda il volo.” Dissi prendendo le valigie che avevo portato in cucina.

“Già è ora di andare” disse avviandosi verso la porta.

Me ne andai da quella casa senza salutare Jared, fu una cosa di cui me ne pentii per diverso tempo.

Il viaggio verso l’aeroporto fu abbastanza silenzioso, e anche quando fummo arrivati io e Shannon non ci scambiammo molte parole, sicuramente se ci fosse stato Jared le cose sarebbero andate molto diversamente. In breve tempo era arrivato il momento dei saluti.
 
“Beh – iniziò Shannon grattandosi la testa – eccoci qua.”
 
“Già chi l’avrebbe detto che queste settimane sarebbero passate così in fretta, e che soprattutto noi due saremmo diventati così amici!” feci un po’ imbarazzata, non sono mai stata brava con i saluti.
 
“Ahaha vero, i primi giorni non riuscivo proprio a sopportarti sai?”
 
“Non me ne ero proprio resa conto guarda” dissi iniziando a ridere.
 
“Beh dai sono riuscita a farti ridere almeno – fece sorridendomi di rimando – Anna è stato un piacere conoscerti e lavorare con te in queste settimane, e penso che questo non sia solo il mio pensiero, ma anche quello di Tomo Tim Emma e tutti gli altri”
 
“Grazie Shannon…anche tu sei una bella persona.” Dissi abbracciandolo. In quel momento chiamarono il mio volo e dovetti avviarmi verso il gate.
Sperai con tutto il mio cuore che quella non fosse l’ultima volta in cui avrei visto Shannon, e che alla fine avrei avuto il coraggio di leggere la lettera di Jared e magari di riuscire a chiamarlo per chiarire tutto.
E così me ne tornai a NY alla mia vita normale, mi sarebbe mancata la vita con Jared e Shannon, mi sarebbero mancati quei due fratelli e più di tutto quei due occhi azzurro ghiaccio fissi su di me.











Note dell'autore: Hola! ^^ finalmente sono tornata con questa FF! sono felice perchè in tutti questi mesi non ho avuto alcuna ispirazione e poi d'improvviso eccola ritornare :D Spero che vi possa piacere questo capitolo ^^ questo è il penultimo e il prossimo concluderà questa storia :)
Bene ci vediamo al prossimo capitolo, che è già in gran parte scritto ;)
See you soon,
ANna

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Capitolo 29
*** The biggest surprise ***


                                   










3 anni dopo...

Parigi - Anna



Esco dal mio ufficio in pratica sotto l'arc de triomphe e mi avvio verso la mia macchina, finalmente posso prendermi qualche giorno di vacanza per stare insieme alla mia famiglia e coccolarmi il mio bimbo. Ancora mi stupisco di come le cose possano cambiare in così breve tempo, dopo la mia avventura in America sono tornata a casa, dove ho incontrato un mio vecchio amico d'infanzia e poi va a capire come sia successo, sta di fatto che ora sono sposata con Mattia e ho un bellissimo di due anni. Strana la vita no?
Mentre m’infilo nel traffico parigino, sento il cellulare iniziare a squillare insistentemente nella borsa, velocemente lo pesco e metto il vivavoce:

"Pronto?" chiedo in francese, ormai non so più che lingua usare.

"Anna?" fa dall'altro capo una voce familiare ma che in questo momento non riesco a riconoscere.

" Sì sono io e lei è?" chiedo dubbiosa.

"Anna sono io Shann...Shannon Leto!" cosa???

"Oh porca putt.... Shannooooooonnnn!!! Oddio come stai? Da quanto tempo che non ci sentiamo? " faccio stupita, tra tutte le persone che mi sarei immaginata Shann era sicuramente l'ultima persona della lista.

"Io sto bene grazie e tu?Ascolta ti devo chiedere un favore..."

"Io sto bene grazie...sentiamo di cosa si tratta?" chiedo sorpresa.

"Ascolta immagino che tu sappia che fra tre giorni faremo il nostro ultimo concerto ed io mi chiedevo se magari volevi venire e...e beh duettare un'ultima volta con Jared...lui sicuramente ne sarebbe contento."

Ascolto le parole di Shannon praticamente a bocca aperta, negli ultimi anni non c’eravamo mai sentiti tranne per scambiarci gli auguri per festività e compleanni ma nient'altro, e poi con Jared proprio non c'eravamo più sentiti quindi ero molto dubbiosa sul fatto che lui sarebbe stato contento di rivedermi.

"Senti Shann io non credo sia proprio il caso...insomma sai che io e Jared non ci siamo più sentiti da quella volta..." il semplice ricordo a casa Leto mi faceva ancora male...

"Anna ti prego pensaci, sarebbe l'occasione perché voi due risolviate questa questione...gli manchi sai? Ogni tanto parla di te, vorrebbe anche chiamarti ma tu sai com'è fatto, non farebbe mai il primo passo...fallo per me  Anna." le parole di Shannon mi sembrano sincere e forse ha anche ragione, piacerebbe anche a me recuperare il rapporto che c'era tra me e Jared.

"Shann potrei anche farlo...ma non voglio farmi conoscere sai che io non voglio entrare nel vostro mondo."

"Quindi è un sì?? – ecco che travisava le mie parole - Perfetto!! Non ti preoccupare nessuno ti riconoscerà ci penso io!!Allora venerdì mattina prendi il primo volo per Milano e ci vediamo direttamente al concerto, Emma ti manderà tutto quello che servirà! Grazie Anna ho sempre detto che sei speciale! Ci vediamo!"
“No ma io…” Non riesco a rispondere che Shann ha già chiuso la chiamata, probabilmente per non rischiare che io cambiassi idea.
Ecco dopo tre anni sono stata catapultata un'altra volta nel mondo dei Mars, spero che ne valga la pena.

Milano - Jared

"Jared Jared!!" urla mio fratello entrando nella suite tutto eccitato.

"Cosa c'è Shannon??" chiedo seccato, odio vedere la gente così agitata.

"Ascolta propongo un cambio della scaletta..beh più che altro sarebbe un'aggiunta." fa mio fratello stravaccandosi sul divanetto.

"E quale sarebbe questa aggiunta sentiamo” dico girandomi verso di lui alquanto seccato.

“Canta Gotten.” Risponde lui secco.

“Scordatelo”

“E perché no scusa?” mi fa lui stupito; che faccia tosta.

“Shannon non l’ho mai cantata in nessun concerto, sai come la penso, e comunque chi farebbe la parte di Anna?” Dio il solo pronunciare quel nome mi riporta a tre anni fa, se solo potessi ritornerei a quella sera cancellerei tutto, ma ormai è successo e io l’ho persa per sempre.

“Falla tu che problema c’è – inizia mio fratello – Dai Jared lo sai quanto è famosa quella canzone, tantissimi echelon l’hanno richiesta ai concerti…sarebbe ora che li ripagassimo non credi?” Shannon quando vuole sa essere maledettamente convincente.

“Mmmh…quindi tu dici sia una buona idea?” chiedo non convinto ancora del tutto.

“Io direi sia ottima…e lo pensano anche Tomo e Tim” fa annuendo.

“Bisognerebbe provarla almeno qualche volta, cioè almeno per la band perché io mi ricordo le parole…” dico dubbioso, insomma il concerto è fra meno di tre giorni e non so se la band riuscirebbe a re impararsi la canzone di nuovo.

“Tu non ti preoccupare Jay, io e gli altri la sappiamo a memoria quella canzone, tu basta che dici di sì e avverto subito Emma e gli altri della modifica!” esclama Shannon scattando in piena in preda a non so quale demenza senile.

“Penso di non poter dire altro che…sì” Dico non del tutto certo che Shannon mi stia raccontando tutta la verità.

“Fratellino – dice avvicinandosi e dandomi una pacca energica sulla spalla – hai fatto la scelta giusta.” E così se ne esce dalla stanza.
Me ne sono già pentito, che cazzo sta tramando mio fratello?
 
 
3 giorni dopo – Anna
 
 
SHANNON CHRISTOPHER LETOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!” Urlo dal mio camerino. Sono furiosa!!
 
“SHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH Anna non urlare ti prego non vorrai farti scoprire? Comunque cosa c’è?” fa entrando di corsa nella stanzetta che hanno adibito apposta per me.
 
“Shannon che cazzo ti è passato per la testa quella volta? Dico io ma mi vedi come sono vestita???” dico  indicandomi.
 
“Che c’è che non va? Sei bellissima.” Fa lui sgranando gli occhi.
 
“Stai scherzando? Sembro un pagliaccio Shann!!” dico esterrefatta, ma qui resto sempre l’unica di normale?
 
“E scusa…Pierrot non era forse un pagliaccio?” fa lui accarezzandosi il pizzetto.
 
“Sì ma…ma hai visto che trucco? Non sembro nemmeno io!”
 
“Anna tu non devi sembrare te, nessuno ti deve riconoscere!”
 
“Al diavolo Shann, quand’è che sarà il mio turno per entrare?” chiedo abbattuta. Ma io dico, ma chi me l’ha fatta fare sta roba?
 
“Ti dirà tutto Emma,  tu mi raccomando resta qui dentro e non farti scoprire da Jared! Non vedo l’ora di vedere la sua faccia!” fa lui tutto contento.
 
“Mah quindi tu te ne vai?” Chiedo stupita.
 
“Eh Anna sai com’è sono il batterista della band, penso noterebbero la mia assenza…” mi dice guardandomi stranito.
 
“Ah sì sì certo hai ragione, scusa Shannon oggi proprio non connetto col cervello” dico grattandomi la testa.
 
SHANNON CHRISTOPHER LETO DOVE CAZZO SEIIII!!!” un urlo sovraumano interrompe la nostra conversazione.
 
JARED ARRIVO!! – esclama il batterista – scusa Anna ma la divah chiama – dice facendomi l’occhiolino – mi raccomando stai qui fino a quando non dovrai entrare, ci vediamo!” Prima di uscire dal camerino si avvicina a me e mi abbraccia dandomi un bacio sulla guancia.
 
“In bocca al lupo Shann!” gli sussurro nell’orecchio.
 
“Immagino servirà molta fortuna anche a te!” dice mentre si volta ed esce lasciandomi sola nella stanza. Mi siedo e mi guardo allo specchio; non sono realmente arrabbiata per come mi hanno truccata e vestita, sono solo maledettamente agitata, non ho mai fatto questo genere di cose, e sinceramente non sono per niente preparata a cantare su un palco, faccio fatica a cantare quando c’è qualcuno in casa, figuriamoci davanti a migliaia di persone!
 
Sento che il concerto è iniziato e la mia adrenalina comincia a schizzare a picchi mai visti in tutta la mia vita, non sono pronta, e non lo sarò mai, ma perché ho accettato tutto questo? Oltre a dover cantare sarà anche la prima volta che rivedrò Jared da quella sera di tre anni fa, il solo pensiero mi rende ancora più nervosa.  Ho sempre immaginato il giorno in cui ci saremmo rivisti, ma di certo non l’ho mai immaginato così.  Ok calmiamoci, andrà tutto bene.
 
“Anna?” la voce di Emma interrompe il mio tentativo di rilassamento facendomi sussultare.
 
“Dimmi che non è già ora.” Supplico tenendo gli occhi chiusi.

“È ora Anna.” Dio no.

“Cazzo.” Riesco a dire mentre mi alzo dalla sedia e mi avvicino alla porta.

“Pronta?” mi chiede Emma scrutandomi da capo a piedi.

“No, ma non posso cambiare idea giusto?” sbuffo.

“Vedo che sei entrata nella giusta ottica.” Fa accarezzandomi la spalla.

“Ecco…quindi come si dice in questi casi : Che lo show inizi.” Dico prendendo il microfono dalle mani di Emma e dirigendomi verso il palco.
 
Jared
 
“Ok gente siamo arrivati alla fine di questo splendido concerto! Come ultima canzone vorrei cantare un pezzo che solo i veri echelon conoscono, questo pezzo non è mai passato nelle radio, non è mai stato pubblicizzato eppure ha avuto un successo pazzesco: questa canzone s’intitola GOTTEN” appena finisco di dire la frase un boato di sorpresa arriva dalla folla, forse Shannon ha avuto una buona idea.
Mi faccio passare velocemente Arthemis ed inizio a suonare, sento che è calato un silenzio surreale, nessuno se l’aspettava, e se devo essere sincero, non mi sarei mai immaginato di suonare questa canzone ad un concerto e soprattutto senza Anna.
Mi avvicino al microfono, sto per iniziare a cantare:
 
“So…”                                                                                                                                                                   “So nice to see your face again…”
 
La mia voce viene coperta da un’altra, mi guardo attorno basito ed incontro lo sguardo di una donna truccata e vestita da Pierrot, la musica s’interrompe e rimango a fissare quel pagliaccio di fronte a me che mi sorride imbarazzato.
 
“I-io n-non ci posso credere…sei te.” Dico dimenticandomi completamente di essere sopra un palco di fronte a migliaia di persone che stanno guardando questa scena che da lontano può sembrare ridicola.
 
“Sono felice che tu mi abbia riconosciuto Jay” mi risponde lei con una calma innaturale. Anna non è cambiata di una virgola dall’ultima volta che ci siamo visti, è un’emozione indescrivibile quella che sto provando in questo momento.
 
“Signori e signore è un piacere dirvi che è qui con me sul palco CROWNED A!!Questa è la più grande sorpresa che io abbiano mai fatto in tutta la mia vita!” Esclamo prendendo Anna per la mano e portandola il più avanti possibile sul palco. La risposta del pubblico è immediata, un’ovazione l’accoglie in questo bellissimo spettacolo.
 
“CIAO ITALIAAAAAAAAA!! - Esclama lei alzando le braccia al cielo – Non stavi cantando una canzone Jared?”  dice lei in un perfetto inglese, nemmeno oggi vuole farsi riconoscere.
 
“Certo…Sei pronta Milano???” un coro di  assenso si levò dalla folla.
 
 Riprendo a suonare dall’inizio la canzone, questo momento sarà epocale.
 
 
Anna
 

Essere di nuovo così vicina a Jared mi fa sentire come se non ci fossimo mai realmente lasciati, le sensazioni che sto provando in questo momento sono uniche, mi sto divertendo così tanto che mi sono letteralmente scordata di essere di fronte ad un pubblico, mentre canto giro per il palco, vado da Tomo che nel corso degli anni si è tagliato i capelli pepe e sale, Tim invece è sempre il solito e appena incrocio il suo sguardo mi ammicca come se ci fossimo visti fino al giorno precedente, Shannon invece se la ride di gusto, probabilmente ho suscitato l’effetto desiderato da lui.
Jared sembra completamente un’altra persona, non riesce a staccarmi gli occhi di dosso, è troppo felice di rivedermi…ed io sono contenta di non aver detto di no a Shannon tre giorni fa. Appena finiamo di cantare la canzone, Jared ringrazia la folla e afferandomi la mano mi trascina dietro nel backstage fino ad arrivare al suo camerino; io non oppongo resistenza e mi faccio trascinare da lui, appena entriamo lui richiude la porta alle spalle e in un battito di ciglia mi sta abbracciando.
Certamente quest’abbraccio vale più di mille parole, trasmette tutto ciò che vorremmo dirci ma che non riusciremmo mai a dirci perché troppo orgogliosi di noi stessi, questo abbraccio sta risolvendo tutto quello che non siamo riusciti a risolvere in questi anni.
 
“Grazie” sussurra lui ad un certo punto.
 
“Non devi ringraziare me Jared, è stato tuo fratello a fare tutto” rispondo mentre resto ancora abbracciata a lui.
 
“Senti – inizia lui allontanandomi in modo che lo potessi guardare in faccia – mi dispiace per tutto, per come ti ho trattata tre anni fa, per non essermi fatto più sentire da quella sera, e spero che tu non abbia letto la mia lettera perché ho scritto solo un mucchio di cazzate…”
 
“Jared stai calmo ok?- dico scuotendolo un po’ – non ti devi scusare di nulla va bene? Perché pure io non mi sono fatta più sentire, non ti ho mai chiamato né scritto quindi abbiamo entrambi le nostre colpe, però è forse arrivato il momento di lasciarci tutto alle spalle non credi? E comunque la tua lettera…non ho mai avuto coraggio di leggerla, ero convinta che tu volessi chiudere per sempre con me e vederlo scritto nero su bianco mi avrebbe distrutta.” A queste parole la mia voce s’incrina, gli occhi mi si riempiono di lacrime e istintivamente mi riavvicino a Jared per trovare conforto nelle sue braccia.
 
“Tu non immagini nemmeno quanto tu mi sia mancato” dico non riuscendo a trattenere le lacrime. Lacrime di gioia ovviamente.
 
“E tu non puoi immaginare quanto mi senta felice in questo momento riaverti nella mia vita.” Mi risponde accarezzandomi e appoggiando il mento sulla testa. Rimaniamo così in silenzio, troppo stupiti di essere di nuovo insieme, troppo sovrastati dalle nostre emozioni per parlare, in compenso parlano i nostri cuori, di nuovo vicini l’uno all’altro, battono forte, felici di essersi ritrovati.
 
“Ti devo mostrare una cosa” dico mentre mi asciugo le lacrime e rimettendomi apposto i capelli. Accendo la luce e finalmente riesco a vederlo in tutta la sua perfezione; ha gli occhi arrossati pure lui e vederlo così mi fa ritornare le lacrime agli occhi, non riuscirò mai ad abituarmi al fatto che qualcuno possa tenere così tanto a me. Mi slaccio la camicetta per scoprire il lato destro del mio corpo a Jared.
 
“Non ci posso credere!” esclama stupito lui mentre si solleva pure lui la canotta che indossa facendomi vedere la stessa identica zona.
 
Una A coronata spunta prepotente fra due sue costole.
 
Fra due mie costole una J sboccia al centro di una rosa rossa.
 
Anche se i nostri corpi erano rimasti così lontani così a lungo, le nostre anime erano rimaste insieme per tutto il tempo, facendoci comportare come se fossimo rimasti l’uno accanto all’altra.
 

 
 
 

The end

 
 


Nda:
 
Eccoci finalmente con l’ultimo capitolo di questa storia! Ringrazio chiunque abbia letto una qualunque parte di questa storia, coloro che hanno commentato capitolo per capitolo questa storia sostenendomi sempre, chi ha messo questa storia tra le preferite, tra le seguite e chi non ha mai smesso di leggere la storia, anche dopo mesi che ero “dispersa” tra tutti  i miei impegni.
Grazie mille a tutti!
See you soon,
ANna
 
 

 
 

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