La Dama Misteriosa

di Pandora86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


                         La Dama Misteriosa
 
 
Capitolo 1.
 
Una ragazza dall’aspetto del tutto anonimo infagottata nel suo pesante cappotto camminava a testa bassa per le vie di Tokyo  pensando e ripensando ad una soluzione per il suo problema. Questa volta Maya non sapeva proprio cosa fare e sperava che due passi l’avrebbero aiutata a schiarirsi le idee.                                                                                                   Ripensava al suo ultimo disastroso incontro con Masumi la sera del suo fidanzamento e non sapeva con che faccia avrebbe avuto il coraggio di guardarlo al loro prossimo inevitabile incontro.                                                        “Magari - pensava consolandosi -  non c’è nessun motivo di preoccuparsi, forse mi sto facendo troppi problemi. Saremo circondati da centinaia di persone e probabilmente non ci sarà nemmeno l’occasione per scambiare qualche parola. E poi - continuava fra sé - sarà presente anche la sua fidanzata e molto probabilmente sarà così impegnato a tenerle compagnia che non mi rivolgerà  nemmeno una parola” pensò con una punta di fastidio. Questi erano discorsi molto logici pur tuttavia poco veritieri, Maya lo sapeva. Sapeva benissimo che l’avrebbe cercato con lo sguardo tra i presenti ed inevitabilmente si sarebbe avvicinata per parlare o anche solo per averlo a qualche metro da se ed in questo modo avere la sensazione di sentirlo più vicino.
Osservando il suo sguardo riflesso in una vetrina tornò indietro con la mente a quando , una settimana prima, il regista dopo le prove aveva convocato gli attori per una comunicazione urgente.
“Devo farvi un lungo discorso e dato che detesto ripetermi siete invitati ad ascoltare attentamente in modo da avere chiara ogni parola che dirò. Quest’anno -  aveva incominciato con voce burbera Kuronuma  -l’associazione dello spettacolo ha trovato un modo ancora più bizzarro per farsi pubblicità e nello stesso tempo per fare pubblicità agli spettacoli teatrali e cinematografici delle varie compagnie. Come sapete, benché la Dea Scarlatta sia l’interesse principale in questo periodo, l’ associazione non tralascia la gestione di altri spettacoli e la loro relativa pubblicità per suscitare l’interesse del grande pubblico. Quest’anno - aveva ripetuto  Kuronuma grattandosi perplesso la barba - hanno avuto un’idea a dir poco brillante – aveva puntualizzato il regista calcando in modo ironico sulle ultime parole e precisando in questo modo il suo disappunto. - hanno pensato di promuovere  tutti o meglio i principali spettacoli , i loro rispettivi attori e le varie case di produzione con una festa aperta al pubblico,o meglio, considerando il biglietto salato, al pubblico d’èlite con la presenza della televisione e dei giornalisti in modo da suscitare e soddisfare la curiosità del pubblico che non ha accesso alla sala. Ma qui viene il bello - aveva continuato il regista accendendosi una sigaretta - si tratta nientemeno che di una festa di carnevale in cui tutti gli attori sono gentilmente invitati ed in poche parole obbligati se vogliono riscuotere un parere positivo, a scegliere un personaggio, una maschera o qualunque altra cosa e impersonare il personaggio che sceglieranno, non solo con i vestiti ma con le parole e con i dialoghi. Dovranno in pratica analizzare un personaggio e improvvisare un vero e proprio copione dettato da battute improvvisate  al momento durante lo svolgimento della festa. Quindi dovranno comportarsi e rapportarsi agli altri in base ai modi di fare e al linguaggio del personaggio da loro scelto senza però avere un copione prestabilito. Improvvisazione allo stato puro insomma. Tenete presente che è anche un modo per valutare il talento degli attori e la loro capacità espressiva. Ci saranno  come ho già detto i giornalisti che nelle interviste e nei dialoghi cercheranno sicuramente di tendere tranelli agli attori per metterli in difficoltà. E secondo la mia opinione saranno gli stessi componenti dell’associazione e i rappresentanti delle case produttrici che cercheranno di porre delle domande difficili allo scopo di far cadere in contraddizione l’attore. Per non parlare del pubblico che ha accesso alla sala. Una serata di tranelli e trappole ovunque insomma. Vi spiego con un semplice esempio - continuò Kuronuma con fare sbrigativo - se un attore  decide di improvvisare uno dei tre moschettieri o la regina Maria Antonietta e una persona si avvicina e vuole parlare di computer, l’attore considerato il tempo del personaggio che interpreta non dovrebbe neanche sapere di cosa parla. Per quanto riguarda gli attori del mio cast siete pregati di scegliere il più in fretta possibile chi volete interpretare in modo da venire da me e cercare di scegliere i comportamenti e le battute più appropriate. Come se poi il lavoro non fosse già a sufficienza. Questo è tutto potete andare e  - aveva aggiunto voltandosi  - vedete per quella sera di non farmi fare brutte figure e di impegnarvi con serietà qualunque cosa scegliate di impersonare. Sappiate inoltre che non intendo restare indietro con le prove per lo spettacolo quindi scegliete qualcosa di semplice ma ad effetto. La festa si terrà fra due settimane - aveva concluso burbero Kuronuma allontanandosi.
Nella sala si era levato un mormorio eccitato.
“una festa di carnevale”
“fra due settimane?
“che bello”
“ci sarà da divertirsi”
 “tu che maschera sceglierai?”
Erano questi i commenti degli attori che non la smettevano più di parlare fra loro pregustando la serata.
“Certo che questa è una bella novità eh Maya”le si avvicinò Sakurakoji con un grosso sorriso stampato in faccia
“eh già” commentò Maya non riuscendo a celare la propria preoccupazione
“sei preoccupata per il personaggio da scegliere?”
“Si” mentì Maya ripensando alle parole del regista. Le varie case di produzione aveva detto. Questo voleva dire che ci sarebbe stato anche lui. Come avrebbe fatto a guardarlo in faccia dopo l’umiliazione subita al ricevimento? L’idea di incontrarlo la elettrizzava ma al contempo ne aveva timore. Per di più  l’avrebbe rivisto conciata in chissà quale modo indossando uno stupido vestito di carnevale. Avrebbe certamente finito per rendersi ridicola in qualche modo e al pensiero della futura umiliazione trattenne a stento le lacrime.
“Suvvia Maya non preoccuparti - aveva proseguito Sakurakoji non seguendo il filo dei pensieri di lei - troveremo il modo di fare bella figura, pensa che io avrei già in mente qualcosa per noi” la incoraggiò poggiandole una mano sulle spalle
“Ah si?”Gli sorrise debolmente Maya non notando il tono eccitato con il quale aveva espresso la parola “noi”
“sicuro, indovina un po’ ?”
“non so Sakurakoji, non ne ho idea”
“ti dice niente Romeo&Giulietta?”
“Romeo e Giulietta?”
“si proprio quelli, allora che ne dici?
“Non so Sakurakoji, credo che siano troppo impegnativi” rispose Maya esitante
“beh sarebbe solo per una serata e basterà parlare poco non credi?” continuò incalzandola.
“”si ma sarebbe comunque importante calarsi bene nel personaggio - replicò Maya evasiva cercando di non fargli capire quanto poco ci tenesse a far coppia con lui  - e considerato che dovremo improvvisare le conversazioni - continuò  - non sarà facile in così poco tempo entrare nella testa di Romeo E Giulietta. Considera poi che dobbiamo anche provare per la Dea scarlatta quindi…”
“ok ho capito. Cercheremo qualcosa di più semplice”le rispose con un gran sorriso
“si certo” rispose Maya conciliante “ora vado a casa Sakurakoji, sono un po’ stanca”
“si ti capisco. Allora avviamoci che ti accompagno”
Ed era proprio da quella giornata che erano iniziati i guai per Maya. Era passata una settimana e non solo non sapeva che personaggio interpretare, inoltre Sakurakoji non era riuscito a mascherare la propria delusione quando Maya aveva rifiutato con decisione di recitare in coppia con lui, dopo aver sentito le innumerevoli proposte dell’amico tra cui Lancillotto&Ginevra , Trisano&Isotta e tanti altri, non avendo più scusanti per i propri continui rifiuti. Erano tutte coppie legate da un sentimento d’amore storico aveva notato Maya e non se la era proprio sentita di interpretare una doppia storia d’amore oltre alla Dea Scarlatta con Sakurakoji. Nonostante ciò non le piaceva ferire l’amico. E poi c’era  Kuronuma che stava diventando irritante con le sue continue insistenti proposte su personaggi adatti a lei e ansioso di sapere la sua scelta.
 “Quasi quasi non ci vado -  pensò Maya riscuotendosi e ritornando con la mente al presente - si non ci vado” pensò con decisione e rabbia avviandosi verso casa asciugando con un braccio le lacrime che avevano iniziato a rigarle il viso , quando all’improvviso, notò qualcosa che attirò il suo sguardo…
  

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ringrazio tutti quelli che hanno trovato il tempo di leggere la mia storia e soprattutto chi ha lasciato una recensione. Grazie mille, mi ha fatto molto piacere leggere i vostri commenti. Ecco il secondo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate. Buona lettura.
 

 

Capitolo 2.

 
Intanto dall’altra parte della città in un ristorante lussuoso una nota coppia si avviava verso il tavolo prenotato.
“oh Masumi  sono felice di aver ricevuto il tuo invito, era da tanto che non ci vedevamo”
“lo so Shiori ma il lavoro si è duplicato dopo l’annuncio del party organizzato dall’associazione dello spettacolo. Come se non bastassero le preoccupazioni che mi porta la Dea Scarlatta” replicò Masumi quasi sussurrando l’ultima frase e volgendo lo sguardo lontano ammirando in apparenza il panorama che si godeva dalla terrazza del lussuoso ristorante.
“Si però sono felice che ci sia un party e che ci andremo insieme” rispose sognante lei guardandolo con amore.
“Sei sicura di voler partecipare con me? - rispose Masumi  distogliendosi dai suoi pensieri  - sai che per me non sarà una serata di svago. Ci saranno i maggiori esponenti delle case produttrici e parecchi membri dell’associazione. Per non parlare di giornalisti e attori… punto a concludere almeno un affare proficuo per quella serata e non potrò tenerti compagnia.”
“Ci sarà anche la tua segretaria e i tuoi collaboratori. Ti daranno certamente una mano e potrai alleggerire il lavoro.”
“lo sai che preferisco trattare gli affari personalmente, dopo tutto sono sempre il migliore no?” Le rispose Masumi rivolgendole un gran sorriso.
“Certo caro lo so. Non importa se non potrai tenermi compagnia. Ti starò vicino senza disturbarti. Sono felice lo stesso.”
Masumi non rispose rivolgendole un sorriso enigmatico. E così ci sarebbe stata anche lei. Del resto lo aveva dato per scontato. E allora perché provava quest’angoscia in fondo al cuore?e poi… anche se non ci fosse stata Shiori, cosa sperava di ottenere? La presenza della sua fidanzata non avrebbe cambiato il corso della serata. L’avrebbe rivista lo sapeva. Ma sapeva anche che probabilmente si sarebbe visto puntare addosso uno sguardo d’odio o comunque di fastidio. Anche se….
Questo rappresenta i miei sentimenti
Perché gli era tornata alla mente questa frase? Perché proprio ora così lontani da quella notte e a kilometri di distanza? Non ci pensava da tanto tempo. O meglio, aveva smesso di interrogarsi ossessivamente sul significato di quella frase e su quella visione probabilmente frutto di un amore disperato non ricambiato. Eppure Maya lo aveva chiamato amore mio, rivolgendogli precedentemente le battute della Dea Scarlatta…. O si era immaginato anche quello? Possibile che il muro d’odio costruito in otto anni si stesse lentamente abbattendo e che Maya avesse iniziato a considerarlo come uomo e non come un cinico presidente di un’importante casa di produzione?
“Questo non è possibile” pensò fra se Masumi…. Eppure…
“Masumi mi ascolti?” gli domandò Shiori allontanandolo bruscamente dai suoi pensieri
“scusa mi sono distratto - le rispose amabilmente  - ero concentrato sul panorama e pensavo che è splendido poterlo ammirare in tua compagnia” mentì abilmente lui. Del resto pare che mentire ed ingannare fossero le cose in cui riusciva meglio.
“oh Masumi come sei dolce” rispose Shiori al settimo cielo del tutto all’oscuro dei pensieri del suo promesso sposo.
“mi dicevi?”riprese Masumi sviandola del tutto
“si, mi domandavo cosa potrei indossare. Gli attori saranno vestiti da carnevale e mi preoccupa la varietà del vestiario che ci sarà durante la serata. Quindi non so proprio in che tipo di abito presentarmi.”
“solo gli attori saranno vestiti da carnevale” le ricordò lui
“si questo è vero. Ma mi preoccuperei se non scegliessi qualcosa di adatto per la serata. Non voglio farti fare una brutta figura”
“di questo non devi preoccuparti. Sarai bellissima in ogni caso. Vieni, andiamo a ballare.” Concluse lui con un tanto amabile quanto ipocrita sorriso porgendole la mano.
La serata trascorse in maniera del tutto tranquilla. Shiori continuava a parlare di banalità mentre lui le rispondeva con sorrisi  vaghi ed assenti.

Masumi seduto sul suo letto ripensava alla serata appena trascorsa. Mai come quella sera provava un immenso vuoto nel cuore accresciuto dai continui discorsi di Shiori riguardo al loro matrimonio.  Masumi ne era oramai certo. Sposando Shiori la donna scelta dal padre per lui avrebbe rinunciato ad avere una sua vita. Ma soprattutto avrebbe rinunciato al suo sogno d’amore con lei. Sogno comunque irrealizzabile al di la del matrimonio puntualizzò Masumi nei suoi pensieri. Forse però il fatto di sposarsi metteva fine in modo brusco all’illusione. Se invece non avesse accettato la proposta del padre probabilmente avrebbe potuto continuare ad illudersi e ad aspettare Maya per anni o comunque fino a quando lei non avesse scelto di dividere la sua vita con qualcun altro. Eppure…dentro di se c’era qualcosa che lo spingeva a sperare. Tra non molo l’avrebbe rivista. A quel pensiero il cuore nel petto cominciò a battergli come impazzito. Si , l’avrebbe rivista e cosa sperava di ottenere? Gli ritornarono in mente le aspre parole che le aveva rivolto al ricevimento del suo fidanzamento. Perché era lì? Cosa voleva dirgli prima di essere offesa da lui in quel modo? Masumi sentiva che era una cosa importante eppure sapeva che probabilmente queste domande non avrebbero avuto mai una risposta… Eppure continuava a sperare….E fra questi pensieri si addormentò quando fuori oramai rischiaravano le prime luci dell’alba.

  

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ecco  a voi il terzo capitolo. Un ringraziamento a chi lo leggerà ed in particolare a chi ha recensito fino ad ora. Mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensate del mio racconto. Per il resto che dire…. Buona lettura.
 
 
Capitolo 3.
 
In una zona della città più modesta nello stesso momento Maya continuava a rigirarsi inutilmente nella vaga speranza di prendere sonno.  Ripensava al suo acquisto e si chiese se avesse fatto bene a prendere una decisione così in fretta. Ripercorse mentalmente la serata sperando di trovare una risposta adeguata alla sua domanda. Ritornando a casa persa fra i suoi tristi pensieri era stata attirata da un negozio. Non l’aveva attirata il negozio in se precisò Maya con se stessa ma un vestito. Un vestito di carnevale.  L’aveva guardato a lungo non riuscendo a capire che cosa rappresentasse. Era un vestito molto ampio simile ad un modello ottocentesco europeo ma non  rappresentava di certo un vestito di una regina o comunque una nobildonna del secolo. Era di un azzurro molto intenso con delle maniche lunghe e larghe ed una modesta scollatura a v  ,quasi come se il sarto avesse voluto iniziare a cucire un chimono ed arrivato alla vita avesse cambiato idea e cucire un vestito in stile francese di una dama dell’ottocento pensò maya sorridendo al buffo pensiero che le era venuto in testa… Per finire la vita sottile del vestito era accompagnata da un doppio nastro legata a fiocco.. Quello che contrastava il vestito già bizzarro di per se era il fatto che fosse accompagnato da una strana maschera oltre che da una singolare parrucca di capelli neri acconciata in una pettinatura piuttosto  pomposa ,con dei piccoli brillantini all’interno delle ciocche che cadevano ad incorniciare il viso del manichino....Maya rimase a dir poco affascinata dal vestito che, visto nel complesso le sembrava a dir poco bellissimo e che emanava un non so che di misterioso.
Rimase a lungo a fissare l’abito indecisa sul da farsi. Avrebbe voluto acquistarlo ed immediatamente le venne in mente il denaro recapitatole pochi giorni prima da Hijiri da parte del suo ammiratore sconosciuto assieme ad un grosso mazzo di rose scarlatte , con un biglietto contenente gli auguri del suo amico ammiratore. Però era indecisa. Innanzitutto non sapeva cosa rappresentasse e già questo era un problema. Inoltre, nonostante il suo ammiratore, di cui lei era a conoscenza della sua identità all’insaputa di questi, le avesse messo a disposizione una cifra piuttosto ingente, e di certo per acquistare  un vestito del genere occorreva una grande somma di denaro, forse sarebbe rimasto deluso nel vederla con indosso un vestito del genere. Magari si aspettava qualcosa di più classico…. Proprio mentre era persa in queste sue considerazioni una voce l’aveva distolta da i suoi pensieri.
“Le piace quel vestito signorina?”
Maya si accorse che le aveva rivolto la parola l’uomo che lavorava nel negozio e che forse era uscito vedendola fissare per un tempo così lungo la vetrina.
“si - rispose Maya titubante  - mi piace molto”
“e scommetto che non ha ancora capito di che maschera si tratta” le rispose l’anziano uomo sorridendo
“già - rispose Maya arrossendo - è proprio così”
“perché non entra dentro così le racconto la storia della Dama Misteriosa”
“la Dama Misteriosa??”
“è così che si chiama il vestito, ma venga dentro che le racconto meglio.”fece l’uomo invitandola ad entrare con un gesto
Maya lo seguì all’interno del negozio con la curiosità oramai alle stelle.
L’interno del negozio era molto più grande di quanto ci si aspettasse dall’esterno. C’erano migliaia di manichini con indosso i più svariati vestiti e Maya osservò l’ambiente rapita. Aveva la sensazione di essere entrata in una fiaba.
“Deve sapere -  cominciò l’uomo girando per il negozio, mostrandole gli abiti e facendola accomodare  - che da piccolo mi piaceva molto leggere. Avevo una grande fantasia e immaginavo i dettagli di tutti i personaggi che incontravo leggendo. Avevo un debole per i vestiti. Il mio sogno era di fare lo stilista. Una volta studiato nelle migliori sartorie del Giappone, mi sono però accorto che la moda giapponese, forse proprio per il suo attaccamento ad abiti tradizionali, mancava a mio avviso di originalità e così ho iniziato a girare il mondo alla ricerca di idee e di nuove conoscenze. Ho visto gli stili europei e americani e ho anche provato a fare qualche collezione ma sentivo che mancava qualcosa. Ogni vestito che disegnavo non mi soddisfaceva e di conseguenza non piaceva neanche al pubblico. Era come se i vestiti che disegnavo mancassero di personalità. Decisi così sconfitto di ritornare in Giappone. Durante il viaggio di ritorno per ingannare il tempo mi ritrovai a leggere Romeo&Giulietta. Mi persi completamente nella storia immaginando i luoghi e gli ambienti descritti dal libro e mentre mi soffermavo ad immaginare i particolari dei vestiti dei protagonisti compresi quel che veramente mi sarebbe piaciuto fare. Disegnare e cucire personalmente abiti da carnevale. Abiti a cui avrei potuto dare una storia e una personalità. Così tornato in Giappone mi sono messo all’opera aprendo dapprima un piccolo negozio che con il passare degli anni si è ingrandito come lei vede e mi ha permesso di vivere agiatamente fino ad oggi.”
Maya intanto ascoltava la storia dell’uomo rapita , non riuscendo ad allontanare gli occhi dalla sua figura che ,mentre parlava camminava tra i vestiti osservandoli con uno sguardo colmo d’affetto e di soddisfazione.
“ma veniamo alla storia del vestito… le ho detto che si chiama La DamaMisteriosama non le ho detto che è una mia personale creazione. Mi dica… ha notato la promiscuità di stili dell’abito? Sicuramente si… avrà notato che la gonna è la parrucca sono in stile francese ispirate ai vestiti e alle acconciature del secolo ottocentesco…”
“solo la gonna avevo capito di che genere fosse…. La parrucca non l’avevo intuito”ammise Maya
“bene…  - sorrise compiaciuto l’uomo  - e la parte superiore del vestito invece?”
“si è inspirato ad un kimono vero?” Lo anticipò maya
“esatto signorina”
“è la maschera invece?”continuò Maya incapace di trattenere la curiosità
“vede la maschera è un modello italiano. Di Venezia per la precisione, dove anche lì ha luogo un carnevale molto famoso. Si chiama Carnevale Veneziano per l’appunto e la maschera è proprio una maschera veneziana. E ora mi dica… cosa ne pensa del vestito e dei suoi pezzi?”
“beh devo ammettere che mi piace molto ma quello che colpisce di più è probabilmente la maschera… non so attira e sembra abbinarsi perfettamente all’abito”
“è quello che ho pensato anch’io signorina. Quando sono stato a Venezia e ho visto il carnevale ho notato che le donne erano tutte vestite in modo abbagliante,ma quello che le rendeva bellissime erano proprio le maschere splendenti che indossavano. Nonostante avessero il volto coperto , pensi un po’ che ironia ,io affermo con certezza che si trattava di donne bellissime forse proprio perché erano quelle maschere a renderle bellissime. Ed è per questo che ho scelto di accompagnare una maschera di quel genere a questo vestito. Vede questo vestito rappresenta il destino.”
“il destino?” domandò Maya interdetta.
“si il destino. L’ho creato un anno fa proprio pensando alla mia vita. Pensando che mi sono arricchito con un lavoro che amo ma che non avrei mai immaginato di fare. Pensando a quando ero di ritorno in Giappone sconfortato e poi ho avuto un’idea datami da un libro letto per caso che mi ha indicato la via. E a come è cambiata la mia vita da quando ho aperto, oramai più di cinquant’anni fa un piccolo negozietto che forse non sarebbe durato molto e invece mi ha accompagnato fino a questa veneranda età. La vita è un mistero e il destino i serve di strade misteriose e strane per portarci alla felicità. A me è stato un libro. Agli altri? Chissà. E allora ho pensato di realizzare tutto questo in un unico abito . Un abito che parte in un modo, a metà strada si trasforma per cambiare stile e poi finisce in tutt’altro modo. Un abito che è un mistero insomma. Ed ecco che dopo un anno di lavoro è nato “la Dama  Misteriosa””
“ma chi è in realtà?”
“è questo il punto. È tutti e nessuno. Chi è il destino in fondo?Può essere chiunque e permettere a chi la indossa di essere per una sera un’altra persona. Per essere chi non si è. Un abito che permette di fare, a chi lo indossa, quello che non si ha il coraggio di fare nella propria vita. Si impersona il destino in fondo. Si può fare qualsiasi cosa ed essere chiunque. – e l’uomo si interruppe facendo una lunga pausa -  e lei signorina, chi vorrebbe essere per una sera?” Le domandò infine con sguardo penetrante.
“ehm..non so chi vorrei essere. Vorrei solo che il mio sogno si realizzasse.” rispose Maya profondamente colpita dalle parole dell’uomo
“Lei che cosa ha fatto per realizzarlo?”
“Nulla ma… credo che il mio sia un sogno irrealizzabile.”
“Nessun sogno è irrealizzabile. Basta avere la forza di volerlo realizzare.”
“Io sono un’attrice  - disse Maya esitante  - ed ho interpretato tanti ruoli, ma non riesco ad interpretare me stessa e a confidare i miei sentimenti ad un uomo che mi ha sempre sostenuto mandandomi segretamente delle rose scarlatte. Lui non sa che io sono a conoscenza del fatto che lui sia il mio ammiratore ma io lo amo più di me stessa e non so che fare. Vorrei rivelargli tutto ma ho paura di essere respinta” - continuò Maya e piano piano iniziò a confidarsi con l’uomo raccontandole del suo ammiratore, del muro di odio che aveva costruito in tutti questi anni e del fatto che l’uomo in questione era il promesso sposo di un’altra donna. Le parole scorrevano veloci e Maya non sapeva perché avesse iniziato a confidarsi con uno sconosciuto. Tuttavia il solo parlarne la fece sentire meglio e la riempì di una nuova rinnovata speranza.
Il negoziante l’ascoltò attentamente ed infine  si decise a parlare
“Chissà -  rispose l’uomo -  forse questo vestito potrebbe  darle il coraggio. È facile parlare di qualcosa che ci sta a cuore quando gli altri non ci riconoscono. Forse la sua vita potrebbe cambiare, o forse no, ma almeno non avrebbe il rimorso di non aver tentato”
“ma quanto verrebbe a costare il vestito?”
“lei mi è simpatica, gli è lo vendo a 1000 yen”
“1000 yen? Ma è pochissimo…”(n.d.a. 1000 yen corrispondono a circa 10,00 euro)
“non si preoccupi, sono io che decido i prezzi… allora lo prende??
“si lo prendo” rispose Maya d’impulso
“bene allora le faccio un pacco”
“buona fortuna” la salutò il commerciante accompagnandola alla porta
“grazie” rispose Maya esitante avviandosi verso casa
Non si era accorta che una figura la seguiva da lontano osservando tutti i suoi movimenti.
Così Maya era rincasata con il suo strano pacco. L’aveva acquistato d’impulso e ora non sapeva che fare.
Essere un’altra persona. Decidere il mio destino interpretando il destino stesso.
Erano queste le frasi che le erano risuonate in testa per tutto il tragitto verso casa e ,che a quell’ora tarda, non le permettevano di prender sonno.
“Come posso essere un’altra persona? Chi devo essere?”
Erano queste le domande che tormentavano Maya. Perché lei ora che aveva il vestito non sapeva proprio come trarne fuori un’interpretazione.
“potrei chiedere a Kuronuma - pensò appoggiandosi con i gomiti sul cuscino - così mi sgriderebbe dandomi della sciocca” concluse il suo pensiero aggrottando le sopracciglia e sbuffando. Non aveva detto niente neanche a Rei che quella sera vedendola rientrare con un pacco si era fatta prendere dalla curiosità.
“non posso parlartene ora -  si era giustificata Maya  - si tratta del party che c’è tra qualche giorno e mi sono cacciata in una strana situazione. Non ci capisco niente ma sento che devo risolverla da sola” aveva concluso mogia Maya.
“non ti preoccupare  - le aveva sorriso Rei -  Sono abituata alle stranezze alle quali ricorri da anni quando si tratta di recitare. Spero solo però che mi svelerai presto il mistero, lo sai che sono curiosa” aveva concluso facendole l’occhiolino e discorrendo di tutt’altro per il resto della serata.
“mistero -  pensò maya - in fondo era proprio il vestito a chiamarsi così.” riflette Maya mettendosi di scatto a sedere sul letto  e dandosi della stupida per non esserci arrivata prima.                                                                                                                                                      “questo è l’abito del destino -  aveva detto il negoziante.  - Ed è un vero mistero”. Ma certo. Ora sapeva come doveva interpretare il suo personaggio.
“si ce la posso fare.”pensò Maya chiudendo gli occhi felice ed assaporando il sonno troppo a lungo trattenuto , promettendo a se stessa che si sarebbe impegnata  con tutte le sue forze.
  

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Ed eccoci al quarto capitolo. Grazie ha chi ha avuto il tempo di leggere il mio racconto, ma soprattutto ha chi ha inserito la storia nelle seguite o nelle preferite. Grazie mille.
Grazie anche a chi ha lasciato recensioni… i vostri commenti sono davvero preziosi…
Buona lettura
 
 
Capitolo 4.
 
Il giorno dopo decise di dare il via all’inizio della sua interpretazione.
“Se interpreto la Dama del Mistero” aveva pensato avviandosi alle prove “prima di tutto nessuno deve sapere che sono in quella sala e nessuno deve venire a conoscenza di chi indossa quell’abito”. 
E così aveva fatto. Anche se le era costata la sfuriata del regista e l’espressione delusa di Sakurakoji ,oramai aveva deciso. Tutti dovevano sapere che lei non aveva nessuna intenzione di partecipare al party.

“Sei impazzita Kitagima??!!”le aveva urlato il regista
“mi scusi signor Kuronuma ma non me la sento davvero”
“tu hai in mente qualcosa Kitagima. Non sai mentire. Mi auguro per te che sia così. E vedi di fare in modo che sia un’idea vincente e che non ne risulti un fiasco” e l’aveva congedata lasciando la sala e sbattendo la porta.

“Cosa significa che non vieni Maya? - le aveva domandato incredulo Sakurakoji  - lo sai che è importante anche per la Dea Scarlatta”
“lo so ma ho i miei buoni motivi”
“e allora spiegameli, siamo colleghi di lavoro e ottimi amici, sono certo che saprò aiutarti” le rispose lui premuroso
“mi dispiace ma non me la sento di parlarne” replicò Maya evasiva
“se non ci vai tu allora non ci vado nemmeno io, rimango a farti compagnia”
“cosa?” quasi urlò Maya spalancando la bocca
“hai capito bene -  le rispose lui ancora più risoluto  - magari quella sera potremo ripassare le battute della dea Scarlatta”concluse con un grosso sorriso
“ascoltami Sakurakoji - replicò Maya capendo che era stata messa alle strette  - Se ti dico che non ne posso parlare ora non vuol dire che non lo potrò fare in futuro. È importante per me che tu partecipi al party. E in ogni caso , anche se io non vi parteciperò quella sera non potrò in nessun caso stare in tua compagnia. Ne alla festa ne in un altro posto.” Concluse Maya sperando dentro di se di essere stata convincente.
“che significa?”
In tutta risposta Maya abbassò lo sguardo incapace di proseguire oltre. Passarono alcuni attimi di silenzio e Sakurakoji notando l’imbarazzo di Maya riprese a parlare.
“tu mi nascondi qualcosa”
Silenzio
“dimmi solo una cosa Maya, hai detto che per te è importante che partecipi alla festa. È così?”
“si” rispose Maya esitante ancora incapace di guardarlo negli occhi
“allora ci andrò ma ad una condizione”
“cosa?” Lo guardo Maya preoccupata
“che poi mi dirai cosa nascondi. Non subito. Anche fra un anno. Quando ti sentirai. Però che prima o poi mi spiegherai.”
“te lo prometto” sorrise Maya più serena. In fondo parlargli del vestito non avrebbe significato confidargli anche i suoi sentimenti per Masumi.
“Ti prendo in parola allora” rispose lui con un sorriso che tuttavia mal celava la cocente delusione di quella sera.
“Ti accompagno a casa Maya” riprese poi cercando di essere allegro e disinvolto come sempre.
“Grazie Sakurakoji” accettò Maya per non ferirlo ulteriormente avendo notato la profonda delusione scritta sul suo viso.
Percorsero la strada di casa in silenzio e si salutarono normalmente in apparenza.
“a domani Maya, non fare tardi alle prove del pomeriggio.” L’aveva salutata lui alzando la mano in segno di saluto e mettendo in moto.
“non preoccuparti. A domani” aveva risposto distrattamente Maya con la testa già altrove e seguendo con lo sguardo Sakurakoji finche non sparì del tutto in fondo alla via.

Ci aveva pensato durante il tragitto. La prima parte del suo piano era andata bene, nonostante tutto però  non si decideva a salire all’interno dell’appartamento che divideva con Rei. Ora doveva fare la cosa più importante e non doveva sbagliare. La sua interpretazione quella sera sarebbe stata perfetta.  Si avvicino alla cabina telefonica e compose un numero che ormai le era familiare.
“Pronto chi parla?”rispose una voce all’altro capo del telefono.
“Signor Hijiri sono Maya, mi dispiace disturbarla”
“Signorina, mi dica”
“avrei urgente bisogno di parlarle domani stesso se per lei non è un problema. Le prove sono nel pomeriggio e volevo sapere se lei è libero in mattinata.”
“sono libero signorina Maya. Vediamoci nel bar adiacente al palazzo delle prove verso mezzogiorno. A quell’ora è sempre poco affollato e potremo parlare senza essere disturbati.”
“va bene signor Hijiri le auguro la buona notte.”
“buona notte anche a lei signorina” e detto questo riagganciò
Intanto Maya tornò verso casa con il cuore in tumulto. Sali i gradini che portavano al suo appartamento in modo lento e distratto.  Allo stesso modo consumò una veloce cena ed andò immediatamente a stendersi ne suo futon. Troppi pensieri le giravano per la mente e questi la tormentarono lungo la notte regalandole un sonno agitato e riservandole al mattino un risveglio colmato dall’ansia. 
Con lo sguardo assonnato si alzò dirigendosi verso il bagno. Constatò che era uno straccio e si augurò che una doccia rilassante potesse calmarla almeno un po’ e darle un aspetto più riposato. Stette a lungo sotto il getto d’acqua calda sforzandosi di non pensare a niente. Dopo la doccia si vestì e guardò l’orologio. Segnava le 11:30. Dandosi due pizzicotti sulle guance per riacquistare un po’ di colore si avviò verso il luogo dell’appuntamento. Camminò volutamente in modo lento e arrivò dinanzi al bar con dieci minuti d’anticipo. Guardò attraverso le vetrate e notò che il signor Hijiri era già seduto ad un tavolino piuttosto appartato in paziente attesa.                                                                                                        Dopo un’iniziale titubanza e mille dubbi fece ricorso  a tutto il coraggio di cui disponeva e ,facendo un bel respiro, afferrò la maniglia della porta e si decise ad entrare.
“Signorina è in anticipo “la accolse Hijiri porgendole la mano ed invitandola a sedersi di fronte a lui.
“beh si, quello che devo dirle è piuttosto importante” ripose Maya esitante
“vuole che le ordini qualcosa?” le domandò l’uomo gentilmente cercando di mettere Maya a proprio agio.
“non importa signor Hijiri. Preferirei arrivare subito al dunque e non rubarle tempo inutile”
“allora la ascolto signorina. Mi dica”
“vede - iniziò maya porgendogli una busta - vorrei restituire il denaro che il donatore di rose mi ha fatto recapitare”
“ma… non capisco - replicò Hijiri sorpreso. Tutto si sarebbe aspettato tranne quello - perché mai questo gesto?  - continuò cercando di capire  - l’ha forse offesa il gesto del donatore? In realtà lui non voleva urtare i suoi sentimenti. Voleva solo darle la possibilità di scegliere per la festa qualunque abito volesse”
“si lo so. E la prego di riferire al mio amico delle rose che non sono offesa. E solo che…. Vede… - farfugliò Maya cercando le parole adatte  - io non ci sarò quella sera”terminò al culmine dell’imbarazzo arrossendo e sperando con tutte le sue forze che non risultasse troppo evidente che stava mentendo. Di certo non sapeva che Hijiri la teneva d’occhio per conto di Masumi Hayami e che quindi l’avesse già vista comprare un vestito.
“Non capisco proprio - rispose dopo un attimo di esitazione e aver riordinato i pensieri  - l’ammiratore ci rimarrà male. Lei sa che , come a tutti i suoi spettacoli  , il suo amico sarà partecipe anche a quel party” azzardò Hijiri reggendole volutamente il gioco e cercando di capire a che gioco stesse giocando Maya. Sapeva che era una ragazza timida e sincera e francamente non si spiegava proprio il suo comportamento.
“si lo so ma vede non me la sento proprio, le assicuro che ho le mie buone ragioni per non parteciparvi. Le prego di riferire tutto questo all’ammiratore di rose ringraziandolo per tutto quello che fa per me.”
“signorina, lei ha dei problemi vero?sia sincera.” Le domandò marcando le ultime parole.
Maya alzò lo sguardo stupita
“si signor Hijiri. Ho dei problemi  - ammise Maya.  - problemi che nessuno può risolvere tantomeno che io. Però ho deciso che posso provarci e che voglio tentare di risolvere le cose a modo mio.” terminò alzando lo sguardo timido ma deciso.
Hijiri notò lo sguardo luccicante di Maya e concluse la conversazione.
“capisco signorina. Riferirò tutto questo all’ammiratore e….” ma non terminò la frase
“NO…. - lo interruppe Maya d’impulso con tono accalorato - non riferisca tutto….. cioè ….. non l’ultima parte intendo….” Farfugliò Maya al culmine dell’imbarazzo. Non voleva che Masumi sapesse che aveva dei problemi e capisse che riguardavano proprio lui. Però intanto si rendeva conto della gaffe appena fatta
“Sa non vorrei che si preoccupasse ulteriormente….”aggiunse sperando di rimediare.
“non si preoccupi signorina. Stia tranquilla .Ora la saluto dato che impegni urgenti mi chiamano” la salutò Hijiri con un enigmatico sorriso avviandosi verso l’uscita.
“le auguro buona fortuna” terminò prima di voltarle definitivamente le spalle uscendo dal bar ,lasciando Maya a riflettere.

Per strada Hijiri cercò di fare mente locale della conversazione appena avuta provando a far luce sulla faccenda. Maya doveva avere una buona ragione per avergli detto di non voler partecipare alla festa quando in realtà aveva intenzione di andarci. Più che altro aveva voluto farlo sapere al suo ammiratore pensò Hijiri. Inoltre i problemi che la ragazza aveva riguardavano proprio l’ammiratore di rose anche se tuttavia lei si rifiutava di ammetterlo o probabilmente non era intenzionata a farlo sapere proprio all’ammiratore. Hijiri valutò le due ipotesi convincendosi della seconda. Si, Maya non voleva far sapere a Masumi che aveva dei problemi verso di lui. Inoltre ci teneva a fargli sapere che quella sera non ci sarebbe stata. Ma perché tutto questo? Maya non conosceva l’identità del suo donatore di rose valutò Hijiri. A meno che…. Decise che doveva chiarire il mistero prima di riferire la conversazione e restituire il denaro a Masumi Hayami. Lui gli avrebbe chiesto la conversazione nei minimi dettagli e sapeva che non poteva presentarsi con delle rispose esaurienti se non indagava. Masumi si sarebbe preoccupato e in fondo era proprio quello che Maya non voleva. Inoltre gli aveva pregato di non riferire all’ammiratore dei suoi turbamenti interiori quindi non aveva altra scelta. Doveva continuare a tenere d’occhio Maya e approfittando del pomeriggio in cui lei era impegnata nelle prove avrebbe indagato per conto suo. Aveva un posto da dove iniziare. Tanto valeva andarci.
Compose il numero di cellulare e attese che qualcuno gli rispondesse
“Pronto Hijiri”
“Signor Hayami volevo riferirle che ho da poco lasciato Maya. Volevo dirle che però non possiamo vederci nel pomeriggio per raccontarle l’accaduto”
“cosa vuoi dire Hijiri, spiegati” replicò Masumi che già stava andando su tutte le furie. Da quando il suo fidato collaboratore l’aveva chiamato ieri sera non aspettava altro che si incontrasse con Maya  per sapere cosa voleva da lui la ragazza.
“signor Ayami mi creda sulla parola. Se rimando l’incontro riguarda proprio Maya. Devo chiarire alcune cose che ,se non capisco, non mi danno la possibilità di riferirle la conversazione. È importante per il bene di Maya.”concluse deciso sapendo che l’ultima affermazione avrebbe placato l’ira del suo capo.
“capisco - rispose infatti Masumi più calmo - non appena sai tutto chiamami a qualunque ora. Mi libererò da qualsiasi impegno e ci incontreremo.”
“va bene signor Hayami, buona giornata” e detto questo attaccò.
“Buona giornata” pensò con rabbia Maumi nel suo ufficio. Sapeva benissimo che non sarebbe stata per niente una buona giornata. Almeno non con tutti i misteri che aveva sollevato  il suo fidato collaboratore con poche parole.
“cosa diavolo avrà voluto dire?” e con questo pensiero cercò inutilmente di concentrarsi sul lavoro. 

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Ecco a voi un altro capitolo della mia fan fiction. Ringrazio chi ha recensito e chi ha inserito questa storia tra le preferite e le seguite. Grazie mille!!!!  E ovviamente chi avrà il tempo di leggere questa storia. Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate….:D
Buona lettura
 
 
 

Capitolo 5.
 

Maya intanto aveva deciso di recarsi dalla sua insegnante per chiederle consiglio.
 

Oramai il passo più importante era fatto e lo sapeva. Lui non avrebbe saputo che ci sarebbe stata anche lei. Il suo ammiratore non lo avrebbe saputo. Masumi Hayami non lo avrebbe saputo e al pensiero del suo nome il cuore prese a batterle furiosamente. Ma…. Cosa sperava di ottenere? …. aveva bisogno della signora Tsukikage. Non di certo per raccontarle la sua drammatica storia d’amore ma almeno per avere un parere sul personaggio che aveva scelto e sentirsi ,almeno in parte, rassicurata.
Bussò titubante la porta e Genzo la accolse con un gran sorriso. La fece accomodare su un comodo divano mentre nel frattempo lui sarebbe andato a chiamare la signora. Maya intanto aspettava con gli occhi bassi tormentando ,per l’ansia, l’orlo della sua gonna.

“Maya” la chiamò la signora Tsukikage riportandola alla realtà

“signora… io volevo vederla”

“questo è evidente Maya. Devi dirmi il perché però.” rispose la signora mettendosi comoda. Sapeva grazie al suo intuito che la sua allieva aveva una storia lunga da raccontarle.

“ecco…. Non so se sa del party organizzato dall’associazione dello spettacolo…”
“ne sono a conoscenza… hanno mandato l’invito anche a me”

Questo Maya non se lo aspettava. Se c’ era anche la sua insegnante come avrebbe potuto chiederle consiglio senza farle capire quello che aveva in mente? Lei poi che era una delle due candidate alla Dea Scarlatta… no, non  avrebbe potuto deludere la sua insegnante rivelandole la sua incapacità.

“ci ho  ripensato signora, credo che gliene parlerò un’altra volta”

“come vuoi Maya” acconsentì la signora Tsukikage senza però non capire quello che Maya pensava.

Era evidente che era in difficoltà per la serata ma ,il fatto che ci fosse presente anche lei ,questo implicava per Maya un problema. L’accompagnò alla porta sicura che avrebbe trovato la strada giusta ,come aveva sempre dimostrato in passato ,nelle varie maschere che aveva dovuto indossare per calcare la scena.
 
“E così sono al punto di partenza” pensò Maya avvilita avviandosi alle prove pomeridiane.

Nel frattempo Hijiri non aveva mancato di seguire i suoi spostamenti e aveva avuto la conferma dei suoi sospetti nel fatto che Maya andasse dalla sua insegnante. Quando aveva dei problemi infatti ,andava sempre lì come punto di riferimento. Ora che Maya era alle prove poteva allontanarsi per le sue indagini private. Sapeva dove doveva andare. Aveva intenzione di dirigersi al negozio dove Maya qualche giorno prima aveva comprato un vestito da carnevale. Entrò con fare noncurante chiedendo del proprietario del negozio.

“Sono io il proprietario” rispose l’uomo.

“Bene questo semplifica le cose”rispose Hijiri pensando che non avrebbe dovuto chiedere al proprietario notizie dell’uomo con cui aveva parlato Maya ,giacché era proprio lì davanti a lui.

“Vorrei farle alcune domande e verrò subito al punto. Due giorni fa in tarda serata è venuta una ragazza ad acquistare un abito”

“vengono molte persone nel mio negozio”

“già ma credo che di questa ragazza si ricordi bene dato che è stata a lungo davanti alla vetrina ed è stato stesso lei a servirla, inoltre si è trattenuta molto tempo dentro il negozio”

“in effetti mi ricordo della ragazza in questione - rispose l’uomo inarcando le sopracciglia  - cosa  vuole sapere della ragazza?”

“Innanzitutto che vestito ha comprato”

“si rende conto che per farmi certe domande deve avere delle buone motivazioni? Soprattutto se vuole che io le dia delle risposte.”

Hijiri capì che con l’uomo non avrebbe potuto tergiversare. O gli raccontava la verità oppure non avrebbe concluso nulla. L’uomo avrebbe capito se mentiva. Optò per la prima ipotesi.

“Credo che lei abbia riconosciuto quella ragazza, era famosa un po’ di tempo fa in televisione ed ora è candidata al ruolo della Dea Scarlatta, un famoso spettacolo teatrale scomparso da molti anni. È la rivale della famosa Ayumi Himekawa. Quella ragazza è Maya Kitagima.

“In effetti mi sembrava di averla già vista da qualche parte”

“Diciamo che io sono un addetto alla sua sicurezza”

“Diciamo?

“Beh si… è quello il mio ruolo ma non è ufficiale. Sono tenuto a proteggerla per ordine privato del mio capo che tiene alla sicurezza della ragazza molto più che alla sua.”

“capisco… il famoso donatore di rose suppongo… o meglio il suo agente”

“si ma come ….”
“come ho fatto a saperlo? Me lo ha detto Maya stessa….”
“questo semplificherà ulteriormente le cose…. Allora può dirmi che abito ha comprato e soprattutto a che scopo?”

“Lo posso dire ma ad una condizione. Che non lo riferisca al suo capo. Altrimenti i sogni di Maya potrebbero andare in frantumi.”

“va bene” accettò Hijiri

“il vestito che ha comprato è un costume chiamato La Dama Del Mistero”

“la dama del mistero? Che maschera sarebbe?

“Lo dice stesso la parola. Ma non è importante il costume quanto i sogni di chi lo indossa. La signorina era molto afflitta e si è confidata con me. Mi ha parlato di un sogno irrealizzabile e di un amore impossibile che la tormenta e che in passato le ha creato problemi con la recitazione. Si tratta secondo lei di un uomo troppo diverso. Mi ha raccontato di aver fatto sbagli in passato e di aver alimentato l’odio verso quest’uomo. Che secondo lei, mai e poi mai l’uomo in questione potrebbe interessarsi a lei,e che tra l’altro ,ha un’altra donna.  Poi mi ha parlato del suo ammiratore facendomi capire ,dal modo in cui ne parlava ,che ritenesse fossero la stessa persona. Ora, io non so cosa voglia fare con quel vestito, ma è rimasta molto colpita quando le ho detto che l’abito permetteva di sentirsi una persona diversa.”

“capisco” concluse Hijiri con calma facendo tuttavia fatica a mantenere la sua impassibilità. Sapeva che il suo lavoro li era concluso. Ringraziò l’uomo e si avviò verso l’uscita cercando di rimettere in ordine le idee. Maya sapeva, di questo era sicuro. Come e quando lo aveva scoperto questo era un vero e proprio enigma a cui forse solo la ragazza avrebbe potuto dare una risposta.  Un’altra cosa chiara, Maya era innamorata di Masumi. Ne era innamorata al punto tale da non riuscire a recitare. Ora cosa doveva fare lui? Riferire tutto al capo era impossibile ,aveva promesso ed inoltre era seriamente convinto che Maya avesse in mente qualcosa di speciale per la sera del party. Anzi… sentendo il nome del vestito Hijiri  aveva una vaga idea di quello che volesse fare Maya. Questo spiegava perché non voleva si sapesse della sua presenza. Guardò l’orologio. C’era ancora tempo prima che Maya finisse le prove. Prendendo il cellulare dalla tasca decise di recarsi da Masumi.
L’ufficio era semi deserto e come aveva predetto, Masumi l’aspettava con ansia.

“Allora  - lo incalzò -  cosa devi dirmi?”

“Maya ha deciso di non partecipare al party e stamattina ha voluto vedermi per restituirmi la busta contenente il denaro”

“come sarebbe a dire? Che spiegazione ti ha dato?”

Hijiri era posto davanti ad una scelta . O aiutava Maya mantenendo il suo segreto o aiutava Masumi svelandogli tutto.

“Questi due  - pensò  - si sono costruiti un muro d’odio e di equivoci che devono abbattere da soli.”                                                                                  
Tuttavia, vista la loro capacità a farsi sempre più male decise di optare per una strada intermedia e di dare una mano ad entrambi.

“La signorina ha dei grossi problemi”

“cosa? Sei riuscito a scoprire di cosa si tratta?

“è appunto per questo che non l’ho voluta vedere subito dopo il nostro colloquio. Si tratta degli stessi problemi che in passato le impedivano di recitare. Problemi di cuore a quanto sono riuscito capire.”

“Maya innamorata? E di chi? Di quel ragazzo?” pensò Masumi non riuscendo a trattenere il nervosismo.

“Continua. Cosa hai scoperto? E perché non intende venire al ballo in maschera?”

“Fonti certe mi hanno detto che riguarda il suo ammiratore. Maya è molto infelice.”

“intendi che vorrebbe sapere chi è? Ma cosa c’entra questo con le sue questioni di cuore?”

“c’entra eccome. Maya è innamorata proprio del suo ammiratore. E da molto tempo a quanto pare.”
Masumi rimase scioccato. Maya innamorata di lui? Aveva la sensazione di aver ricevuto in pieno una scossa elettrica.

“Come può essere? Lei non sa chi è” domandò cercando di mantenere il controllo.

“questo non so dirglielo. Le ho riferito tutto quello che so.”

“Capisco. Allora ti lascio ai tuoi incarichi.”

“Arrivederci signor Hayami” si congedò Hijiri  uscendo dall’ufficio.
Intanto Masumi pensava. Maya innamorata di lui. Era impossibile. Lei non poteva sapere che era lui il suo ammiratore.

Questo rappresenta i miei sentimenti

Perché gli era tornata in mente di nuovo quella frase? Lei gli aveva donato un ramo di susino scarlatto. I sentimenti della Dea Scarlatta. L’amore della Dea Scarlatta. E lo aveva donato proprio a lui. Ma come poteva essere? Non era innamorata del suo ammiratore? Ed un pensiero sconcertante gli balenò nella mente.
“Possibile che lei sapesse?”
Al culmine dell’agitazione prese la giacca ed uscì in fetta dall’ufficio. 

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Ecco a voi un nuovo capitolo della storia.
Grazie mille per le recensioni.
Ringrazio anche chi ha inserito questa storia tra le preferite e le seguite e ovviamente  tutti quelli che hanno avuto il tempo di leggerla.
Come al solito… buona lettura.
 

Capitolo 6.
 
 
Maya intanto pensava alla sua giornata. Le prove erano appena finite e dopo aver rifiutato l’invito di Sakurakoji di accompagnarla a casa si avviò con i suoi pensieri. Le prove non erano andate affatto bene. Continuava a pensare all’abito e alla sua interpretazione. La signora Tsukikage non aveva potuto aiutarla e lei non sapeva cosa fare. Aveva afferrato il suo personaggio ma non sapeva come interpretarlo. Come si può interpretare un mistero? Come parla un mistero? Lei non lo sapeva proprio.

Anche la Dea Scarlatta presentava le stesse difficoltà. Maya aveva afferrato il cuore personaggio ma faticava a muoversi e ad esprimersi come una dea. Possibile che i due personaggi si assomigliassero tanto? In fondo rappresentavano una un mistero di un amore infelice, l’altra era invece  il destino. Si ,i due personaggi erano accomunati da qualcosa. Maya adesso capiva la difficoltà del personaggio scelto.

“Buonasera ragazzina” una voce familiare interruppe i suoi pensieri

“buona sera signor Hayami - rispose Maya stupita  - cosa ci fa qui?

“Motivi di lavoro ovvio. Ho saputo che non parteciperai al party e sono venuto a sincerarmene di persona.”

“La smetta signor Hayami - rispose Maya con voce addolorata trattenendo le lacrime a stento - la smetta di considerarmi un prodotto o un motivo di lavoro.”

Masumi rimase interdetto.  Maya sembrava sinceramente addolorata per il suo tono freddo e per le sue parole dure. La guardò intenerito e decise di abbassare la guardia.

“Perché non vieni al party Maya?

Maya dal canto suo sembrava sorpresa del cambiamento del tono dell’uomo. Ora, rispetto a prima sembrava sinceramente interessato a lei, non come prodotto ,ma come persona.

“Ho dei problemi signor Hayami” rispose sincera sperando con tutta se stessa che la loro conversazione non si sarebbe trasformata in un diverbio violento come accadeva sin troppo spesso e da troppo tempo ormai.

“hai anche problemi a recitare a detta del regista. È tutto collegato per caso?”

“cosa… cosa intende signor Hayami?” domandò Maya punta sul vivo

“sai benissimo cosa intendo Maya… venire a quel party è molto importante per la Dea Scarlatta….

Non hai vissuto per poter recitare questo ruolo? E ora perché ti tiri indietro?”

Maya non sapeva più cosa rispondere. Avrebbe voluto scappare via ma non voleva ferirlo. D’altro canto non poteva neanche dirgli la verità.

“mi dispiace signor Hayami…. Non posso dirglielo. Sono cose personali e…”si interruppe sentendo le lacrime bagnarle il viso.

“ora devo andare”lo salutò correndo via. Allontanandosi dall’uomo che amava con tutta se stessa.

Masumi la guardò allontanarsi provando una strana angoscia nel cuore. Maya era veramente addolorata per qualcosa. Aveva eclissato la sua domanda. Questo  vuol dire che il suo fidato collaboratore aveva fatto centro. E poi quelle lacrime… come se il suo considerarla un prodotto l’avesse realmente ferita. Come se fosse realmente dispiaciuta di non potergli dire cosa la assillava… gli ritornò in mente il pensiero di prima… possibile che Maya sapesse chi era? Ma allora… era veramente innamorata di lui?

Maya ritornò a casa di corsa andando subito a letto. L’incontro con Masumi l’aveva sconvolta. Eppure l’uomo era stato gentile. Sembrava preoccupato per lei. Masumi, il suo ammiratore delle rose scarlatte.  Di una cosa era certa. Quella sera avrebbe cercato di realizzare il suo sogno e gli avrebbe fatto capire che lei lo amava regalandogli un’interpretazione senza eguali.

Intanto i giorni si susseguivano in fretta. Ognuno degli attori aveva ormai scelto il proprio costume e
Maya osservava Rei prepararsi per la fatidica serata. L’amica aveva scelto uno dei tre moschettieri e Maya constatò che, essendo abituata a recitare ruoli maschili ,quel costume le calzava a pennello. Le aveva augurato buon divertimento e l’aveva osservata dalla finestra allontanarsi con il resto della compagnia. Ora toccava a lei. Aveva deciso di prepararsi anticipatamente e raggiungere la sala a piedi dato che era poco il tragitto da percorrere. Maya aveva ripensato per giorni a come costruire il personaggio. Scartò il pacco con mani tremanti e guardò a lungo l’abito. Infine si decise ad indossarlo. E si guardò allo specchio. Indossò la parrucca. E guardò a lungo la maschera. Ancora uno sguardo allo specchio. “io sono la Dama del Mistero” pensava “io sono il destino” ed infine portò la maschera al viso che le copriva metà faccia. Si guardò a lungo soddisfatta della propria immagine. Era irriconoscibile. Si avviò verso la porta e scese per strada. Si sentiva diversa. Si sentiva un’altra. Presa da questi pensieri raggiunse l’edifico dove si sarebbe svolto il party. Si sentiva pronta e chiedendosi se tutto quello che stava facendo avesse senso ,aprì la porta ed entrò. 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Ed eccoci al penultimo capitolo della storia.
Ringrazio vecchi e nuovi recensori, e chi ha inserito questa storia tra le preferite e le seguite.
Grazie anche a tutti i lettori silenziosi che continuano a seguirmi.
Che dire… Buona lettura.
 
 
 
Capitolo 7.

 
La sala era affollata e rumorosa. La gente era tantissima e Maya si sentì inizialmente spaesata.

“Io sono la Dama del Mistero” pensò e si avviò vicino al buffet.

Notò subito Rei e gli altri della compagnia. Gli passò davanti senza degnar loro di uno sguardo. La guardarono incuriositi ma non la riconobbero. Cercò con gli occhi Masumi e lo trovò, bello ed impeccabile come sempre, in compagnia della sua fidanzata. Maya l’aveva previsto. Sapeva che ci sarebbe stata anche lei. Lo guardò a lungo incerta sul da farsi finchè l’uomo volse lo sguardo verso di lei. Si guardarono per un lungo istante.

Masumi, sentendosi osservato, aveva girato lo sguardo ed aveva notato quella ragazza che lo fissava. Aveva continuato a guardarlo anche quando lui l’aveva notata e non riusciva a distogliere gli occhi da lei. Era come se quella ragazza avesse uno sguardo magnetico. O forse ad incuriosirlo era stata la maschera che le copriva metà del volto. Aveva appena iniziato a formulare questi pensieri quando lei aveva iniziato a camminare nella sua direzione. Si stava avvicinando e Masumi non aveva la più pallida idea di chi fosse. Si allontanò di poco dalla sua fidanzata lasciandola in compagnia del nonno e del regista Onodera ,avvicinandosi alla finestra per fumare. La ragazza rimase immobile seguendo il suo spostamento con gli occhi e riprese a camminare nella sua direzione. Perché lo fissava in quel modo? E soprattutto perché il suo sguardo lo metteva maledettamente a disagio?

“Il presidente della Daito sarebbe così gentile da concedermi un ballo o urterebbe troppo i sentimenti della sua fidanzata?” gli domandò la ragazza appena gli fu vicino inclinando leggermente la testa e sollevando leggermente la mano verso di lui.

Masumi rimase impietrito. Quella voce. Era camuffata, questo era evidente, ma era il tono a sbalordirlo. Aveva una tonalità che sembrava provenire  da un’altra dimensione, o meglio sembrava che quella voce, insieme alla creatura a cui apparteneva, non fosse umana.

Notò lo sguardo della ragazza fisso su di se. Dopo averle rivolto quella domanda era rimasta immobile a fissarlo ,con il braccio alzato verso di lui e la testa inclinata ,al pari di una statua. Quell’immobilità e quello sguardo mettevano i brividi e Masumi si chiese chi mai fosse in grado di interpretare un ruolo simile, ma soprattutto chi fosse la persona che gli stava davanti. Rendendosi conto di essere rimasto a lungo zitto, per riacquistare il controllo si passò una mano tra e capelli e rispose con tono neutro.

A quanto pare mi conosce. Sarei onorato di ballare con lei, ma vorrei prima sapere lei chi è.”

La ragazza lo fissò a lungo poi mosse leggermente la testa ritirando lentamente il braccio ed avvicinandolo al petto

“chi sono?” domandò con voce velata

“Esatto… chi è lei? In fondo lei mi conosce. Non crede che sia giusto sapere per me lei chi è?”replicò
Masumi rimanendo sempre più sbalordito. Le movenze della ragazza erano state impercettibili e l’espressione non era mutata quando gli aveva rivolto la sua domanda di risposta. Sembrava quasi che non fosse abituata a muoversi o comunque, che non fosse abituata a muoversi in un corpo.

Si -  pensò Masumi -  sembra una statua a cui è stata da poco data la vita.”

 “Ma che cosa vado a pensare” si rimproverò mentalmente notando che la ragazza non lo aveva ancora risposto

“chi è lei?”le ripetè

“non balla?” domandò nuovamente Maya porgendogli nuovamente la mano

Masumi era rapito. Con poche parole quella ragazza lo aveva lasciato interdetto. Agendo d’impulso  prese la mano che lei gli offriva e si lasciò guidare verso la sala da ballo.

La ragazza si muoveva leggera e delicata e tutta la sua figura emanava un fascino misterioso. Iniziarono a ballare. La ragazza sembrava completamente a suo agio. Masumi invece cingendole la vita si trovò nuovamente ad affrontare il disagio di prima ,che tentò di dissipare intavolando una conversazione.

“Non mi ha ancora risposto - la incalzò Masumi  - se non vuole dirmi chi è o a che compagnia teatrale appartiene almeno mi dica che cosa rappresenta il suo costume””

“il destino”

“come?”

“il mio nome è la Dama Misteriosa”

“mai sentita nominare. Che personaggio sarebbe?”

“io rappresento tutti e nessuno. Io sono il destino che intreccia i fili della vita altrui donando la felicità”

“davvero?” le rispose Masumi sarcastico. Ballare con quella ragazza continuava a  metterlo a disagio
“e lei è felice signor Hayami?”

“vuole forse cambiare anche il mio destino e donarmi la felicità?” -  rispose Masumi  con ironia non dando a vedere quanto le parole della ragazza lo lasciassero sbalordito ed incapace di parlare. Il suo sguardo  fisso inoltre continuava a mettergli soggezione.

“il suo futuro è già deciso, ma forse il destino prevede per lei un’altra strada”

“sul serio?  - e stavolta Masumi faticò a stento a trattenere le risa  - lei più che il destino mi sembra una veggente. Andiamo allora , cosa può dirmi del mio destino ?”

Maya smise di ballare. Lo guardò fisso per un lungo istante e sempre fissandolo gli rispose:

 “il nostro destino è di essere un unico fiume. Anche se nasciamo da due sorgenti diverse siamo destinati a sfociare, insieme,uniti in una sola anima nello stesso mare” e con questa frase si allontanò lentamente dalla pista da ballo lasciano Masumi impietrito.

“Caro -  gli si avvicinò Shiori  - ho visto che ballavi con una ragazza”

“Si. Un’attrice in cerca di pubblicità” rispose Masumi non riuscendo a cancellare il turbamento nel suo cuore. Per tutta la serata seguì la strana ragazza con gli occhi.

Anche gli altri l’avevano notata e le si erano avvicinati con le più disparate domande  ,ma la ragazza dal canto suo aveva risposto con frasi strane e sibilline. La signora Tsukikage  la osservava con un sorriso sulle labbra. L’aveva vista avvicinarsi a Masumi e poi invitarlo a ballare e aveva capito immediatamente di chi si trattava.
Notando lo sguardo dell’uomo che la seguiva con gli occhi incapace di farne a meno gli si avvicinò.

“Stavolta ha superato se stessa non crede?” gli domandò quando gli fu vicino

“Non capisco a cosa si riferisce signora Tsukikage” replicò Masumi.

“parlo di quella ragazza - indicandola con un dito  - la sua recitazione è brillante non crede?”
“beh le confesso che…”

“che non ha ancora capito chi è suppongo” terminò per lui la signora

“Esatto. Non mi dica che lei lo ha capito.”

“Lei mi sottovaluta signor Hayami. Crede forse che non saprei riconoscere una persona anche se abilmente camuffata? Le ripeto che quella ragazza ha superato se stessa. Ha preso sul serio il suo ruolo e lo interpreta perfettamente. A differenza degli altri attori ,che sono venuti qui solo a divertirsi ,lei si è calata perfettamente nel personaggio dando personalità al costume che indossa.” E terminata la frase si allontanò con una risata. 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


p> Ed eccoci all’ultimo capitolo della storia.
Grazie mille a tutti quelli che hanno recensito, che hanno inserito questa storia tra le preferite, le seguite e le ricordate.. Grazie ai vostri incoraggiamenti questa storia è potuta andare avanti.
Come al solito, vi auguro buona lettura!!!!
 
 
 

Capitolo 8.
 
Masumi intanto non poteva fare a meno di  seguire la ragazza con gli occhi. Ripensava alle parole della signora. Dunque la signora la conosceva. C’era solo una ragazza che avrebbe potuto impegnarsi tanto e calarsi nella descrizione della signora Tsukikage. Maya. E a quel pensiero rimase sconvolto. Non era possibile. Lei non era presente in questa sala. Inoltre non l’avrebbe mai invitato a ballare e quelle parole poi… però… la signora Tsukikage era stata abbastanza chiara anche se non aveva detto espressamente di chi si trattava. Decise di andare a fondo della faccenda. Era sempre più sicuro che quella ragazza fosse Maya. Solo lei avrebbe potuto interpretare un ruolo simile e riuscirci tanto bene da non farsi riconoscere neppure da lui.

Si avvicinò a Shiori dicendo che doveva fare una telefonata importante. Si avviò velocemente verso il parcheggio. Prese il cellulare e compose svelto il numero.

“Pronto”

“Hijiri sono io”

“Signor Hayami mi dica”

“Maya è qui” esordì Masumi  senza preamboli

Silenzio.

“Tu lo sapevi?”

Silenzio

“Rispondimi immediatamente.”

“Si ,lo sapevo signor Hayami”

“come hai potuto farmi questo?”

“ho agito per il suo bene. Non so se l’ha scoperta o se glielo ha detto lei. Comunque era nei desideri di Maya che non si sapesse che lei fosse li quella sera”

“avrebbe rovinato la sua interpretazione, questo lo capisco.”

“non è solo per questo. Anzi credo che non sia assolutamente per questo. Le ho già accennato ai problemi di Maya e lei voleva espressamente che una persona in particolare non sapesse chi era”

“Il suo ammiratore suppongo. Ma spiegati meglio. Lei non sa chi è quindi…”

“Mi dispiace signor Hayami ma deve sbrogliare da solo la faccenda. Maya ha voluto darsi la possibilità di poter cambiare il proprio destino con le sue stesse mani. E forse ha voluto dare una possibilità anche a lei. Faccia lo stesso anche lei. Deve essere in grado di arrivarci da solo. La saluto.”

Arrivare da solo a che cosa ? -  pensò irritato Masumi.  - Perché Maya voleva che lui non sapesse che era lì? E perché era stata la prima persona alla quale aveva parlato durante la serata? Lo aveva invitato volutamente a ballare e gli aveva detto quella frase…Maya ha deciso di cambiare il suo destino aveva detto Hijiri, che voleva dire questo? Allora Maya sapeva chi era in realtà? Hijiri sembrava volesse farglielo capire. E quella frase? Voleva dichiararsi?

Maya innamorata di lui?non era possibile ma i fatti parlavano chiaro. A quanto pare Maya era a conoscenza della sua identità e ricambiava i suoi sentimenti. Questo spiegava anche il suo risentimento quando l’aveva elogiata ancora una volta come un prezioso prodotto. Nonostante la confusione e lo smarrimento che provava decise che avrebbe chiarito i suoi sentimenti. Ritornò con passo svelto in sala. Non poteva più aspettare. Erano otto anni che aspettava. La cercò con lo sguardo e la vide sulla terrazza. Decise di andarle a parlare.

“Ammira le stelle?” le domandò quando le fu vicino

“si”rispose Maya sorpresa dalla vicinanza di Masumi

“le piace guardare il cielo?”

“si ma sono delusa”

“cosa intende?

“le stelle qui non si vedono bene. La loro bellezza si può ammirare solo nel paese natale della Dea Scarlatta….” e si interruppe. Capì di essersi tradita. Guardò confusa l’uomo che le sorrise. Non sembrava sorpreso dalla sua risposta.

“Ora devo andare. La saluto signor Hayami.” E si allontanò frettolosamente dalla sala dirigendosi verso l’uscita. Masumi intanto la guardava intenerito e rifletteva. Maya quella sera aveva voluto mandargli un chiaro messaggio. Adesso sapeva che anche lei ricambiava i suoi sentimenti.  Alzando gli occhi al cielo notò una stella cadente. Si, il suo desiderio poteva avverarsi.

Maya intanto si era diretta ai giardini pubblici sedendosi su un’altalena. Che stupida era stata. Aveva rivelato la sua identità. Non era forse questo quello che voleva in fondo?però… non era così che intendeva rivelarsi, però aveva risposto sovrappensiero. Aveva rovinato tutto. Lui l’avrebbe certamente derisa. Cosa aveva creduto di fare con quello stupido costume addosso? Le lacrime iniziarono a rigarle il viso. Prese la maschera e la getto a terra con rabbia.

“è un peccato rovinare una maschera tanto bella Maya”

Maya sussultò. Masumi l’aveva seguita. Perché era lì? Per deriderla forse?

L’uomo intanto si era chinato a raccoglierle la maschera e gliela stava porgendo inginocchiandosi di fronte a lei.

“non mi serve più -  rispose Maya asciugandosi le lacrime ,che non la smettevano di bagnarle il viso  - mi sono tradita con quella frase vero?”

“avevo già capito chi fossi da prima Maya”

“com’è possibile?credevo che…” rispose sorpresa

“non ci sono arrivato da solo. È stata la signora Tsukikage ad illuminarmi.”

“allora la mia recitazione è stata davvero scadente” replicò Maya afflitta prendendosi la testa tra le mani

“al contrario. La tua insegnante ti ha molto lodata ed anche io ho apprezzato la tua bravura stasera”

“perché lei è qui?

“perché ho intenzione di rivolgermi al destino per cambiare la mia vita” le rispose Masumi sorridendo

“lei oramai mi ha scoperto signor Hayami. Il destino non c’è più” rispose Maya distogliendo lo sguardo.

“tu credi Maya?” e mise un mano all’interno della giacca cacciando fuori un meraviglioso fiore.
“per la mia rosa scarlatta - disse porgendogliela - mi avevi scoperto vero?”

“si signor Hayami”rispose Maya accettando il fiore. Non sapeva cosa fare. Tutto avrebbe pensato tranne che la serata potesse avere quella conclusione.

“perdonami Maya. Sono stato uno stupido, ma ero da troppi anni convinto che tu mi odiassi per capire i segnali che mi mandavi. Sono innamorato di te ,Maya da otto lunghissimi anni.” E detto questo le prese il viso e la avvicinò a se  attirandola in un lungo bacio.

Maya si lasciò baciare al culmine della felicità e sorrise guardando il volto tanto amato di Masumi ,che la guardava comunicandole il suo amore molto più con gli occhi che con le parole. Dentro di se ringraziò il negoziante con il quale si era confidata. L’uomo aveva avuto ragione. Felice abbracciò Masumi e guardò il cielo. Si aveva proprio avuto ragione. Il vestito le aveva davvero cambiato la vita e ,guardando la maschera fra le mani di Masumi, le rivolse un muto ringraziamento.
Grazie Dama Misteriosa.
 
 
                         …………………………………………….
 
 
Si racconta che tanto tempo fa l’essere umano aveva una solo anima ed un solo corpo. Non esistevano uomini o donne e l’essere umano era la creatura più perfetta che esistesse. Ma un giorno un Dio invidioso di tanta bellezza e perfezione separò l’anima dell’essere umano a metà, costringendo ogni metà ad abitare in un proprio corpo. Da allora ogni anima vagava ininterrottamente nel cammino della vita cercando pazzamente l’altra metà di se stessa.
Quella sera in un piccolo parco , circondati da giochi per bambini, due anime si erano finalmente congiunte dopo lungo tempo e niente più le avrebbe separate.
 
                                                              FINE
  

 

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