The love is louder than the pressure to be perfect.

di LaMusaIspiratrice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Sfogliavo distrattamente le pagine della rivista.Le scorrevo cercando qualcosa che mi interessasse.
Improvvisamente vidi un immagine che catturò la mia attenzione.
C’erano alcune star: Miley Cyrus, Victoria Justice, Zendaya, Camilla Belle, Caroline Sunshine, Annasophia Robb e Ashley Argota e Demi Lovato.
Tutte avevano una scritta sulle mani:The love is louder than the pressare to be perfect.
L’amore è più forte della pressione di essere perfetto.
Certo era facile per loro.Loro che avevano tutto.Labbra e capelli perfetti.Corpo perfetto.
Soldi e fama.
Invece io cosa avevo?
Mi hanno spinto a diventare perfetta.Mi sono autodristutta… ma che importa?
Mi hanno detto che a causa delle mie imperfezioni mia madre mi ha abbandonato.
Ma era vero? 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Ed era cominciata un’altra domenica.Tutte noi eravamo disposte sui gradini della grande chiesa e indossavamo una divisa verde formata da una giacca e una gonnellina a quadri.
La suora ci fece un cenno e noi cominciammo a cantare l’ave maria a cappella.
Tutte le coppie felici cominciarono ad entrare nella grande entrata della cattedrale.Da lontano ci indicavano e parlottavano tra loro.Ci guardavano…eravamo tutte uguali a parte i colori dei capelli,ma io ero diversa da tutte loro.Avevo i capelli color rame,la pelle olivastra con un accenno di lentiggini sul naso e gli occhi verdi.Il mio corpo era abbastanza gracile ma avevo i fianchi larghi e le gambe troppo grasse.C’era un dislivello tra la parte superiore e quella inferiore.Ah non vi ho detto il mio nome.Mi chiamo Elena…come la donna greca che aveva portato allo scoppio della Guerra di Troia scappando con Paride.Nello stesso modo io con la mia nascita avevo portato la rovina nella vita di mia madre.Infatti subito dopo avermi concepita mi portò in questo orfanotrofio.”Le suore della Sanità” di Bologna.Da quel giorno erano passati sedici anni.Ed io ero sempre stata lì.Non avevo molte amicizie…le suore avrebbero voluto che fossi più cattolica…invece a stento dicevo qualche preghierina…le mie amiche non sopportavano la mia aria triste e avevano scambiato la mia timidezza con aria di superiorità.
 
Improvvisamente nella grande chiesa entrò una piccola famigliola composta da un marito,un uomo baffuto dall’aria simpatica;una donna alta e dall’aria molto puntigliosa e precisa e un ragazzo della mia età che mi fissava.
Perché una coppia che ha già un figlio dovrebbe desiderarne un altro?
Perché dovrebbe desiderare me?
L’ave maria era finito e noi in fila ci ritirammo nelle nostre stanze.Una alla volta in fila ordinata ci allontanammo.
-Dai un po’ di allegria Elena…sarà la volta buona…-mi disse la mia amica Silvia,la ragazza delle pulizie
Le feci un sorriso forzato.Da sedici anni era sempre la stessa storia…ma mai nessuno la aveva adottata.
Entrai nella mia stanza e mi stesi sul letto.Cominciai a pensare…tutte le altre ragazze cercavano di immaginare la propria madre…ma io no…che senso aveva…immaginare l’impossibile…??La cosa importante era capire chi sarebbe stata la sua nuova famiglia.
-Elena-
La madre superiora gridò il suo nome e bussò alla porta.
Io mi alzai veloce dal letto e aprii la porta.
-Madre superiora…-
-Elena…prepara i bagagli…-
-Perché mi cacciate via?-
-No…sei stata adottata…dalla famiglia di Ferrara,la famiglia Mini…passeranno a prenderti domani.-
Wow non mi sembrava proprio vero!Non riuscii a rispondere nulla e dissi solo:-Grazie!-
La madre superiora mi guardò e senza dire nulla se ne andò.
Stavo un’emozione che non provavo da tanto tempo…era felicità per caso?
Misi tutte le mie cose in valigia e poi andai a trascorrere il pomeriggio con le mie compagne nella mensa e nella sala comune.Intanto era scesa la sera ed era arrivato il momento di tornare nella mia stanza.Per strada incontrai Silvia che stava lavando il pavimento di legno.
-Silvia…io volevo salutarti….-
-No…non dirmelo…ti hanno adottata…?-
-Si…-
-Hai visto che dovevi continuare a sperare??-
-Hai ragione!Ma mi dispiace…noi dovremo separarci…-
-Sta tranquilla…noi ci rivedremo…perché tu verrai a trovarmi…vero?-
-Ma certo-
Silvia mi abbracciò e mi strinse forte a sé.
-Andrà tutto bene…la tua vita sta per cambiare…-
I miei occhi si fecero lucidi e mi tirai su il naso.
Silvia mi guardò e mi sorrise.
-Ti adoreranno…-disse
Lei era sempre stata così positiva.
Io le sorrisi.
Entrai nella mia stanza con le gambe tremanti.Stavo per abbandonare quella che per anni era stato il mio tormento e la mia ancora di salvezza.
E ora cosa mi aspettava?Una nuova scuola,una nuova casa,una nuova famiglia.
Avevo sempre odiato le novità. Ripensai alle parole di Silvia…dovevo essere più positiva!!
Tutto sarebbe stato migliore…Addio Suore della Sanità…Addio Bologna…Ferrara sto arrivando!
 
Ehilà!!Sono nuova di questa categoria…seguendo l’esempio della mia amica(Remedios La bella) ho deciso di scrivere anche io la prima fanfic drammatica!
Spero vi piaccia…per il momento vado ancora sul vago…poi più avanti comincerete a capirci qualcosa!

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Mi svegliai e mi vestii di corsa…improvvisamente avevo una gran fretta di partire.Di andare via.Di incontrare la mia nuova famiglia.
Afferrai il trolley che avevo preparato già la sera prima e lo spinsi fuori dalla porta.Attraversai il corridoio buio illuminato solo da qualche finestra da cui entrava uno sprazzo di luce.Il corridoio che mi conduceva fuori e la gomma dei miei stivali graffiò il marmo freddo del pavimento.Nel silenzio della mattina io attraversavo quel corridoio.Si udivano soltanto il rumore delle ruote del trolley e il battito del mio cuore.Più mi avvicinavo alla grande porta chiusa più il battito aumentava e la sensazione di ansia aumentava.
Era un cambiamento e i cambiamenti mi avevano sempre spaventata.Ero arrivata davanti alla porta.Ora dovevo decidermi…Spinsi la porta e fui investita dalla luce del sole che quasi mi accecò.Quando riaprii gli occhi vidi un’ autilitaria grigia.Appoggiati all’auto c’erano un uomo e una donna che parlavano tra loro.Ehi ma io li avevo già visti!
Era la coppia che aveva già un figlio…Guardai attraverso i finestrini e lo vidi seduto dietro con lo sguardo rivolto altrove.Quando mi videro l’uomo mi venne vicino e mi aiutò a portare il mio bagaglio fino all’auto.La donna si avvicinò a me e mi offrì la mano.
-Ciao io sono Stefania!-si presentò- e tu devi essere Elena-
Io sorrisi timida e le strinsi la mano.Poi si avvicinò l’uomo e mi strinse la mano-Ed io sono Giovanni-
Dopo esserci presentati salii sull’ auto e guardai il ragazzo seduto accanto a me.
-Ciao sono Marco…-si presentò
-Ciao sono Elena…-sorrisi imbarazzata
-Tra un po’ ti pentirai di aver lascito il collegio…-
 Io lo guardai interdetta.Lui scoppiò a ridere.-Ehi stavo scherzando!-
Io mi tranquillizzai e risi insieme a lui.Bè almeno era simpatico.
Mi sporsi al finestrino e guardai il viale alberato che stavamo attraversando.Era davvero bellissimo.Era decorato da foglie rosse,arancioni,verdi,marroni.La macchina al suo passaggio schiacciava qualche castagna caduta dagli alberi.
L’autunno rendeva tutto davvero magico.Senza rendermene conto mi addormentai con la testa appoggiata al finestrino.
-Elena svegliati…siamo arrivati-
Aprii gli occhi e mi accorsi che avevo dormito molto.Infatti il sole era diventato un po’ più forte…
-Che ore sono?-chiese strofinandomi gli occhi.
-Le tre del pomeriggio-
Scesi dalla macchina e mi trovai davanti ad un cancello di ferro battuto che cingeva una villetta gialla molto carina.
Entrai nel cortile e poi nella villa.L’arredamento era semplice ma molto accoglievole.Un lungo corridoio conduceva ad una piccola cucina molto illuminata dai mobili chiari.
Nel corridoio c’erano altre porte:una era la camera da letto e l’altra era un bagno.
Al piano superiore c’era un bagno,e due camere…la mia e quella di Marco.
Entrai nella mia stanza.Una camera larga e illuminata da un grande balcone che conduceva ad uno piccolo balcone. Appoggiato al muro c’era un grande letto.Accanto un comodino in legno.
Di fronte c’era un piccolo armadio,una cassettiera e una scrivania.
-Allora ti piace la tua nuova stanza?-
-Si…-
Ed ero sincera.Molto sincera.Ero davvero felice.Ed io che stamattina ero così preoccupata.
Sistemai le mie cose nell’armadio e personalizzai la camera.Appesi delle foto e cercai un posto dove poter sistemare i miei libri.
Nota per Elena:chiedere di comprare una libreria.
Mi sedetti sul letto e sospirai.Ma era un sospiro di gioia.
Marco entrò nella stanza.
-Ti piace?-
-Si…ma avrò bisogno di una libreria…-
-Chiedila a papà e la avrai…-
-Adesso è meglio che ti avverta su come si vive qui…-disse
-Sono tutta orecchi…-
-Mamma lavora come segretaria,mentre papà è un dentista…questo vuol dire che sono tutto il giorno fuori casa…ma di sera ceniamo tutti insieme…-
-Ok…sono abituata ad essere sola…-
-Domani verrai a vedere la scuola??-
-Bè…non so…-
-Bè prima o poi dovrai andarci…in quale scuola andrai?-
-Stavo pensando di andare al liceo classico…-
Marco fece una smorfia e poi disse:-Puzzi di secchiona…-
Io scoppiai in una grande risata.
E si la vita sta davvero migliorando…come avrei voluto raccontarlo a Silvia!
 
Allora per il momento i cap sono un po’ noiosi…ma tra un po’ la storia dovrebbe coinvolgervi…
Ah vorrei dirvi che io non sono di Ferrara…non so nemmeno come sia fatta…ma ho avuto l’idea di ambientarla lì e quindi…spero che mi perdonerete se parlerò di cose che non ci sono in questa città.  

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


L’autobus si fermò davanti alla fermata con cinque minuti di ritardo.Le porte si aprirono ed io ci entrai.Nemmeno il tempo di entrare che ero già stata schiacciata dagli altri ragazzi.Il pullman improvvisamente frenò e caddì sul petto di un ragazzo alto quasi il doppio di me.
-Scusami…-
Il ragazzo non mi rispose nemmeno ma il suo sguardo mostrava che non mi aveva di certo perdonato.
Per fortuna la mia fermata era la prossima.Il pullman si fermò ed io scesi di fretta.Attraversai la strada.
Ero arrivata fuori ad un cancello  che portava ad un grandissimo cortile brulicante di ragazzi.
Davanti a me si ergeva un grandissimo edificio fatto di mattoni rossi.Il suo colore avrebbe dovuto indurmi sicurezza…ma nulla in quell’agglomerato di ragazzi mi trasmetteva fiducia.
Sospirai ed entrai con la testa bassa.Ascoltavo le parole dei gruppi di ragazzi che sorpassavo.
-Hai visto quel ragazzo lì?-
-Quello è troppo carino…-
-Secondo me gli piaccio io…-
Ok avevo trovato il gruppo che io denominavo “le cacciatici” o anche delle le ochette.
Continuai a camminare e ad ascoltare.
-Io ieri ho scritto un racconto di sette pagine…sapessi la mia professoressa come mi guardava!!E i miei compagni!-
-Io invece guarda…ieri sono andata a comprare questi pantaloni…-
-Sono davvero forti…-
Li guardai.In effetti erano davvero carini.
-Sarò popolarissima grazie a loro…-
Che illusa!Credeva che un paio di jeans fossero necessari per essere popolari.Decisi che avrei comprato lo stesso paio di jeans.Chissà che faccia avrebbe fatto!
 
Entrai nella mia classe e occupai l’unico posto libero. Appoggiai lo zaino sul banco e poi mi sedetti.Una ragazza dai capelli nero corvino e una maglia nera con il disegno di un teschio molto minaccioso si avvicinò e si sedette accanto a me.
-Sei nuova?-mi chiese
-Si…-
-Sono felice che tu sia qui…-mi porse la mano e notai che aveva molti bracciali borchiati.
-Anche io…-
Cercai di instaurare un discorso con lei e iniziai dal libro che aveva in mano e che probabilmente stava leggendo.
-Di cosa parla?-chiesi fingendomi interessata
-Parla del fatto che ogni giorno che passa ci avviciniamo sempre di più alla morte…vuoi leggerlo anche tu?-
-No…grazie mille…-
L’arrivo del professore mi salvò.Aveva la barba bianca e il viso pieno di rughe.
-Che cosa insegna?-
-Filosofia…-
-Ah ecco!-
Sembrava davvero un filosofo appena arrivato dalla Grecia.Quando cominciò a parlare questo confermò la mia teoria.Si doveva essere davvero un filosofo!
Dopo due ore di filosofia e due di greco finalmente potei uscire da quell’edificio.Prima di uscire chiesi alla mia compagna di banco che avevo scoperto si chiamasse Lucy se potevamo andare a fare una passeggiata in centro.Lei accettò entusiasta e fissammo un orario preciso per l’incontro.
Uscì dall’edificio e attraversai il cortile.Da lontano vidi Marco che teneva per mano una ragazza.Ma io la avevo già vista!Era la ragazza che indossava i pantaloni molto carini…
La cosa mi diede un po’ fastidio…ma cercai di non farci caso.
 
Ehi precisiamo che non ho niente contro le dark ma volevo far capire che Elena uscita dal mondo perfetto del collegio si scontar con la dura realtà fatta di ragazze antipatiche,autobus affollati e lezioni noiose!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Io e Lucy camminavamo per le strade antiche e molto caratteriste della città.Avevamo comprato una graffa e la mangiavamo camminando e passando davanti ai vari negozietti.
Chiacchieravamo allegramente.Lei mi aveva chiesto di raccontarle qualcosa del colleggio ed io le avevo raccontato qualcosa sulle mie compagne.Facevo la loro imitazione e Lucy rideva forte.
Qualcuno ci guardava ma io me ne fregavo.Non stavamo facendo nulla di male.Stavamo ridendo.Ci fermammo davanti ad una vetrina decorata dai colori sgargianti.La scritta Saldi era attaccata al centro della vetrina.I manichini indossavano Jeans a vita bassa e T-shirt dai colori accesi.La maggior parte erano arancioni o marroni.
-Sono i colori della stagione!-esclamai
-Si...-
Continuai a fissare la vetrina finche Lucy non mi si avvicinò e disse:-Che ne dici di entrare?-
-Non ho molto denaro…-dissi con un po’ di vergogna.
Avrei dovuto chiedermene un po’ alla mia nuova famiglia ma non ci avevo pensato.Mi maledii.
-Se vuoi posso prestarti qualcosa io…e poi tu me li ridai domani.-
-Davvero?-chiesi con gli occhi illuminati dalla gioia.
-Ma certo…su entriamo-
Entrai insieme a Lucy e fui inondata da una sensazione di calore.Il locale aveva il riscaldamento acceso.Una musica di sottofondo si sentiva e mi entrava nelle orecchie.
La musica dolce e melodiosa mi rilassava.
 
The space in between us
Starts to feel like the world’s apart
Like I’m going crazy
And you say it’s raining in your heart
You’re telling me nobody’s there
To try and fly
Oh but that’s just crazy
‘Cause baby I told ya I’m here for good

My love’s like a star, yeah
You can’t always see me
But you know that I’m always there
When you still unshining
Take it as mine
And remember I’m always near
If you see a comet
Baby I’m on it
Making my way back home
Just follow the glow yeah
It won’t be long
Just know that you’re not alone

 
Girai tra i vari scaffali e vidi un paio di Jeans molto carini.Li riconobbi subito.Erano quelli indossati dalla ragazza di Marco.Li presi e me li appoggiai sulle braccia.
Lucy me ne indicò un paio pieni di catene e strappi.Ma io li scartai subito.Mi diressi in uno stanzino che una commessa mi aveva indicato e accesi la luce.
Mi tolsi i miei pantaloni ed indossai l’altro paio.Ma non salivano.Cercai di tirarli su ma niente.Chiamai la commessa e le chiesi una taglia in più.
-Mia cara…quella è una 42!Se non ti entra il problema è tuo e non della taglia!-lo disse con un disprezzo tale che a stento trattenni le lacrime.
Il suo sguardo.I suoi occhi pieno di disprezzo.Ne avrebbe parlato con le amiche…ne avrebbero riso…
Mi tolsi il paio di jeans e mi rivestii.Buttai il paio di Jeans a terra e uscii di corsa dal negozio.Feci la strada di corsa e non notai nemmeno Lucy che mi guardava sorpresa.
Correvo.Le lacrime riempivano i miei occhi ed io correvo.In un battibaleno mi ritrovai davanti al grande cancello di casa mia.Entrai in casa e notai che era deserta.Marco mi aveva avvertito.
Entrai nella mia stanza e mi stesi sul letto.
-Devi essere perfetta!Perchè credi che tua madre ti abbia abbandonato?-
-Studia e prendi voti alti…-
-Sorridi altrimenti nessuno ti adotterà…-
-Mia cara…quella è una 42!Se non ti entra il problema è tuo e non della taglia!-
 

Mi alzai e accesi il computer.Andai su Google e digitai le parole:”Dimagrire molti chili in pochi giorni”.
Mi uscirono molti risultati,ma uno mi colpì particolarmente.Vendeva pillole per diminuire la fame.Dopo aver esitato per un secondo cliccai sul tasto acquista.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Entrai in classe ed il mio stomaco borbottò.Cercai di non farci caso e di nasconderlo a me stessa più che agli altri.Mi sedetti accanto a Lucy e il mio stomaco borbottò di nuovo.
Lucy se ne accorse e mi disse:-Hai fame?-
-No…tranquilla…-
-Ma hai fatto colazione?-
Io non le risposi e ingerii una pillola contro la fame.
-Che roba è?-mi chiese preoccupata
-Niente è una pillola per controllare la dieta-
-Mica provoca dipendenza??-
-Ma scherzi??-esclamai
Ma che cosa era quello??Una specie di interrogatorio??
Per fortuna la lezione cominciò e la professoressa cominciò a parlarci di Esiodo,un autore greco accusato di misoginia,ossia di odio verso le donne.E non era un accusa vana.
Lui infatti diceva:”Chi si fida delle donne…si fida dei ladri…”
Non deve avere avuto molte relazioni questo qui!-pensai e risi divertita
La lezione finì ed io andai a casa.Appoggiai lo zaino sul tavolo della cucina e chissà per quale motivo mi ritrovai a guardare il frigo chiuso.
La fame mi giocava brutti scherzi…era già da due settimane che mi costringevo a mangiare solo di sera ed i risultati cominciavano a vedersi:avevo perso 5 chili.
Non riuscii a restitere.Aprii il frigo ed afferrai una fetta di torta di mele che aveva fatto mia madre ieri sera e che io non avevo voluto nemmeno provare.
Mi sedetti al tavolo e la mangiai velocemente.Avevo saziato la mia fame.Salii in camera per fare i compiti ma quando passai davanti allo specchio cominciai a sentirmi terribilmente in colpa.Avevo lavorato tanto per dimagrire e non potevo buttare tutto al vento per un attimo di debolezza…no…non potevo.
Andai in bagno e mi misi due dita in gola.Tossii.Gli occhi diventarono rossi e mi vennero i conati di vomito.Improvvisamente pensai a mia madre che con tanto amore preparava pranzi e cene e allora ci rinunciai.
Non volevo ammalarmi ma solo dimagrire…

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Erano passate due settimane e non avevo più provato a fare nulla del genere.Ogni venerdì puntualmente mi pesavo e con grande gioia scoprivo che il mio peso non faceva che diminuire…ogni settimana di più.Finchè un giorno qualcosa cambiò.Era venerdì 21 ottobre 2011.Tornai da scuola e tutta eccitata salii al piano di sopra.Entrai in bagno e salii sulla bilancia fredda come il marmo.Aspettai un secondo e poi scesi.Guardai il mio peso.Impossibile…non ero scesa di un grammo!!Riprovai.Niente…lo stesso peso.
Tornai nella mia stanza amareggiata e arrabbiata.Accesi il computer e di nuovo digitai le parole:”Perdere peso in pochi giorni”.
Uscirono più di mille risultati.Scorsi la pagina velocemente ed un risultato attirò la mia attenzione.”Dieci rimedi per perdere peso”.
Aprii la pagina e lessi di una ragazza che come me voleva perdere peso rapidamente.
Un altro utente rispose suggerendole alcuni rimedi che per lei avevano funzionato.
-Non mangiare più e cerca di mangiare il meno possibile…-diceva-E se questo non funzionerà…usa lassativi oppure vomita.L’importante è che tu riesca ad espellere i grassi dal tuo corpo e questo è l’unico modo.-
D’istinto spaventata da quelle parole chiusi la pagina e mi ritrovai a fissare il desktop del mio computer.
L’importante è che tu riesca ad espellere i grassi dal tuo corpo e questo è l’unico modo.
Allontanai lo sguardo dallo schermo eppure il pensiero era sempre lì.Fisso su quelle parole che mi terrorizzavano eppure mi attiravano.Che fare?Tentare??
Le mie mani mossero il mouse e ciccarono i tasti della tastiera e mi ritrovai sulla stessa pagina.
Rilessi le istruzioni dell’utente.
 
Ero piegata sul water e guardavo ciò che avevo appena rigurgitato.Era rosso.Il colore del sangue…era davvero sangue?
Tirai lo sciacquone e cercai di eliminare l’immagine che avevo appena visto e che era ancora impressa davanti ai miei occhi.
Aprii il rubinetto e mi bagnai il viso.Non ero io…non potevo essere stata davvero io.Io dovevo semplicemente eliminare i grassi dal mio corpo. Improvvisamente mi pentii.Mi pentii di tutto.
Ah come avrei voluto avere un telecomando con cui poter tornare indietro nel tempo!
Certo questo non potevo farlo…ma potevo di certo non ripetere mai più lo stesso errore.
All’ora di cena mangiai con più appetito del solito tanto da far insospettire i miei genitori.
-Elena…hai fame stasera?Ma oggi hai mangiato?-
-Certo…è solo che stasera ho più appetito-
-Ah ok…-si limitò a rispondere mia madre.
Ma d’ora in poi si sarebbero dovuti abituare.
 
-Elena…ma come stai bene!!Hai perso peso?-mi chiese una ragazza
-Ci conosciamo??-le chiesi dubbiosa.
-Certo mi chiamo Tanya…-
La guardai attentamente e la riconobbi.Era la fidanzata di Marco.
-Vorrei invitarti ad una festa-disse lei
-Davvero?-chiesi con troppo entusiasmo
-Certo la sera di Halloween a casa mia organizzo una grande festa.Ti piacerebbe venire?Naturalmente bisogna venire mascherati…-
-Ma non conoscerei nessuno…-
-Conosceresti me…ed io potrei presentarti qualcuno…-
-Ok…-
-Allora ci vediamo!-
Ok i miei buoni propositi potevano aspettare…avrei ripreso a mangiare dopo la festa.Ora dovevo comprare un abito adatto.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Indossai il vestito che avevo comprato e indossai tutti gli accessori.
Era un vestito alla Charleston molto glamour.Mi guardai allo specchio soddisfatta.
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Scesi dalle scale e avvisai mia madre che ero pronta.Lei prese le chiavi della macchina ed andai con lei nell’autoveicolo.
Mi guardò e poi commento:-Stai bene…ma non era meglio vestirsi da strega o fantasma??Insomma oggi è Halloween…non la settimana della moda-
-Ma nessuno sarà vestito da fantasma…tutti saranno travestiti in modo impeccabile ed io non voglio sentirmi in imbarazzo…-
Lei non rispose ma io sapevo che cosa avrebbe voluto dire.Quando io ero giovane…ci vestivamo e chiedevamo caramelle…eccetera…
-Vengo a prenderti massimo alle undici…-
-Ma…-
-Nessun ma…ne abbiamo già parlato!-
-Ok…-risposi con tono arrendevole.
Lei già non volevo che io ci andassi ma dopo le mie tante suppliche aveva acconsentito…purchè tornassi presto a casa.
La macchina attraversò varie strade e poi si fermò.Da fuori alla grande villa già si sentiva la musica che rimbombava.Mia madre sospirò e mi rammendò di nuovo tutte le raccomandazioni.
Non bere niente se non sei sicura di che cosa sia…fai attenzione…attenta a questo a quello.Le parole mi scivolavano addosso mentre fremevo per scendere da quell’auto.
-E in ultimo divertiti!-disse facendo diventare la sua faccia seria in un viso felice.
-Grazie…posso andare?-
Lei annuì ed io scesi sbattendo la portiera della macchina.
Mi avvicinai e bussai al campanello.Mi sentii stranamente tesa mentre aspettavo che qualcuno mi rispondesse.
All’improvviso sentii la voce di Tanya.
-Chi è?-
-Sono Elena…-
-Ti apro-
Il cancello si aprii ed io entrai.Avvertii la macchina di mia madre partire.Dopo aver attraversato il grande giardino bagnato varcai la soglia di casa.Fui investita da uno strano calore e vidi tutta la gente che era venuta.Non conoscevo nessuno e tutti mi fissavano.
Tanya si avvicinò a me e mi fece i complimenti.Anche io glieli feci anche se non mi piaceva molto il suo costume da diavoletta.Mi portò in una sala dove la musica era ancora più alta.  
Don't make plans
Come on with me, we stay up all night long
I want you in, I want you bad
Let's keep the party going all night long
Let's keep the party going all night long
All night long, all night long, all night long
Si avremmo ballato davvero tutta la notte.Mi mescolai alla folla cercando di non farmi notare. Muovevo il mio corpo senza alcuna convinzione.Copiavo Tanya che sembrava molto più esperta di me.Improvvisamente Tanya si allontanò e la musica cessò.Cominciarono le proteste di tutti i ragazzi.
-Che ne dite di fare un po’ di karaoke?-chiese Tanya.-Dai vieni…Elena…non essere timida…-
Io sentendo che parlava con me mi avvicinai.Lei mi diede in mano il microfono e mi disse:-Su canta questa canzone-
Davanti a me c’era un computer e le parole cominciarono a scorrere veloci mentre io cercavo di seguirle.Decisi di rilassarmi e di cantare per divertirmi.Sul mio viso comparse un sorriso mentre cantavo.
He got those lips like sugar cane 
Good things come for boys who wait 
He's a one stop shop with a real big uh 
He's a sweet talkin' sugar-coated candyman
Quando finii Tanya mi raggiunse e mi disse:-Wow non sapevo che fossi così intonata!Ma hai studiato canto?-
-No-
-Wow strano…sei davvero brava…sono sincera!Vieni andiamo…a vedere un film dell’orrore-
Una camera era già stata allestita per permetterci di vederlo.Sembrava l’enorme sala cinematografica ma al posto delle poltrone c’erano sedie di plastica.Cominciò un film dell’orrore che in verità non faceva neanche molta paura ma non potevamo trattenerci dal gridare alla sola vista del sangue.Tanya si stringeva ad un ragazzo che non avevo mai visto.
Ma non era la ragazza di mio fratello?Forse si erano lasciati…questo spiegava perché lui non era qui.
Guardai l’orologio.Erano le dieci.Improvvisamente qualcuno bussò al campanello.Capii all’istante che era mia madre e avvisai Tanya che dovevo andare.
-Ma ora inizia il divertimento…-
-Mi dispiace…ma devo proprio…-
 
Entrai nell’auto di mia madre e tornammo a casa.Entrai in casa e salii le scale canticchiando e ballando.Passando fuori la porta di mio fratello avvertii qualcuno piangere ma a quel tempo ero troppo egoista per accorgermene.

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Capitolo 9
*** capitolo 8 ***


Scesi dal pullman e attraversai a piedi la strada che mi conduceva alla scuola.Per strada incontrai Lucy che come al solito non mi rivolse la parola.Era ormai da una settimana che non lo faceva perché “ero diventata una di loro”…ossia avevo fatto amicizia con altre ragazze ed ero diventata più popolare di lei.Durante una nostra discussione la accusai di essere gelosa e lei mi avvertì dicendo che se continuavo così sarei rimasta da sola.
Mentre la guardavo affrettare il passo ed entrare in classe mi sentii chiamare.
-Ehy Elena-
Mi voltai.Era Tanya.
-Ciao…-
-Ho una notiziona per te!!-mi disse affannata a causa della corsa
-Quale?-
Mi rispose dandomi un volantino pubblicitario.Lo fissai senza alcuna convinzione.
Questo foglio dai colori sgargianti sponsorizzava un concorso di canto.Il vincitore avrebbe avuto la possibilità di cantare un duetto con la madrina del concorso,Demi Lovato.
-E allora?-mi chiese lei
-Non capisco che cosa centro!-le risposi
-Ti ho iscritta al concorso…hai il provino oggi dopo la scuola-
-Ma…io…-
-Ascoltami…hai una voce meravigliosa e se riuscirai a sfondare…diventerai famosissima…ed io sarò la tua migliore amica famosa…chissà come ci chiameranno…Elanya!!-
Dopo vari tentativi riuscì a convincermi e dopo cinque ore di lezione mi ritrovai fuori ad un edificio grigio.Non aveva nulla di particolare…sembrava un palazzo come un altro.Controllai l’indirizzo.Era giusto.Entrai e mi avvicinai ad una scrivania dove una donna con un tailleure grigio parlava a telefono.Le mostrai il volantino e lei senza prestarmi troppa attenzione mi indicò una porta con un dito.Varcai la soglia e vidi almeno una ventina di ragazze accompagnate dalle loro madri sedute sulle sedie di plastica.In quella anonima stanza grigia sembrava di stare dal medico.Si sentiva una strana tensione nell’aria.Tutte le madre fissavano le altre ragazze e le squadravano,poi tornavano a guardare le proprie figlie e a sussurrarle parole di incoraggiamento.Tutta quella situazione mi dava fastidio,odiavo essere al centro dell’attenzione e cominciavo a chiedermi perché ero lì.Afferrai una rivista e la sfogliai distrattamente.Sentivo i loro occhi posarsi su di me.Mi analizzavano.Mi scrutavano.
Mi sarei alzata e sarei scappata via se non fosse accaduto nulla.E invece il destino non voleva che mollassi.Infatti un uomo uscì da una porta e ci distribuì il testo della canzone che dovevamo cantare e cominciò a far entrare una ragazza.
Lessi il foglio che mi era stato dato.
This line is words you said,
Have all gone to my head
I hear angels sing, in your voice
When you pull me close,
Feelings I’ve never known
They mean everything,
And leave me no choice

Light on my heart,
Light on my feet,
Light in your eyes,
I can’t even speak
Do you even know,
How you make me weak

I’m a lightweight better be careful what you say
With every word I’m blown away
You’re in control of my heart

I’m a lightweight easy to fall easy to break
With every move my whole world shakes
Keep me from falling apart
 
In un certo senso la canzone mi rappresentava molto.Anche io ero molto fragile.Sarebbe bastata una sola parola per farmi crollare eppure nessuno la aveva mai detta.Era una parola che era dentro di me già da tempo ma non ci tenevo a farla uscire né a pensarla.
L’uomo uscì e gridò:-La prossima!-
E la prossima ero io.Mi alzai in piedi di scatto ed entrai a testa bassa.Entrai in una grande sala dalle pareti bianche.Davanti a me c’era un lungo tavolo dove erano seduti alcuni giudici.
-Sei da sola?-
-Si…perché è un problema??-
-No…direi di no…-
Mi fecero cenno di iniziare.Io chiusi gli occhi e cominciai.
Make a promise please
You’ll always be in reach
Just incase I need
You there when I call (here when I call)
This is all so new
Seems to good to be true
Could this really be
A safe place to fall

Light on my heart,
Light on my feet,
Light in your eyes,
I can’t even speak
Do you even know,
How you make me weak
Oh ohhh

I’m a lightweight better be careful what you say
With every word I’m blown away
You’re in control of my heart

I’m a lightweight easy to fall easy to break
With every move my whole world shakes
Keep me from falling apart

Keep me from falling under in your love
It’s almost all too much
Handle with care
Say you’ll be there

I’m a lightweight better be careful what you say
With every word I’m blown away
You’re in control of my heart

I’m a lightweight easy to fall easy to break
With every move my whole world shakes
Keep me from falling apart

Keep me from falling apart

Keep me from falling apart

Oh ohhh
Falling apart
 
Aprii gli occhi e guardai lo sguardo dei giudici.Mi guardavano.Non riuscivo a decifrare la loro espressione.
-Signorina…abbiamo bisogno di una firma da parte di un genitore…-
-Questo vuol dire…??-
-Si lei è stata presa…-
L’uomo mi diede un foglio da far firmare ai miei genitori ed uscii.
Quando rientrai nella grande sala d’attesa tutte mi guardarono.Ero raggiante e capirono dalla mia espressione che ero stata presa.Alcune bisbigliarono qualcosa che mi sforzai di non sentire.
Uscii dall’edificio e mi recai a casa per far firmare quei fogli.Questi chiedevano l’autorizzazione dei miei genitori poiché fra una settimana mi sarei dovuta stabilire nei loro studi.Lì avrei dovuto seguire lezione con un vocal coach e imparare una coreografia.
I miei genitori accettarono di firmare.
A quel tempo lo definii l’inizio di una nuova avventura,ma adesso mi rendo conto che forse era più la fine.Il perché lo capirete più avanti.
 
Spero vi piaccia questo capitolo!!Ho scelto come madrina Demi Lovato perché anche lei ha avuto gli stessi problemi di Elena e quindi ho pensato di intrecciare le loro storie…

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Scesi dalla macchina e portai la mia borsa dentro agli studi.Entrai nel cancello dove avremmo dovuto alloggiare.C’era un grande parco decorato ogni tanto da qualche casetta colorata.
Immediatamente fui raggiunta da un addetto.
-Signorina Elena…venga con me…-mi disse e mi condusse verso una casa di colore viola.
Tirò fuori una chiave e aprì la porta. Dentro ero molto piccola ma accogliente.C’era una piccola scrivania,un letto e una cassettiera.
-Tra un ora ci sono le prove e stasera lo show.-mi avvertì.
Poi si allontanò chiudendo la porta.Sistemai le mie cose nella cassettiera e poi feci le prove per tutto il pomeriggio.
 
Lo show era cominciato e salimmo sul grande palco allestito nel parco.Eravamo sei ragazze,tutte più o meno della stessa età,tutte molto emozionate.Il pubblico ci accolse con un grande applauso.Guardai il pubblico.C’era soltanto mia madre.
Io dovevo esibirmi per seconda.Prima di me andò una ragazza molto alta e bella che si esibì con la canzone Trainwreck.
Toccava a me.La voce del presentatore mi svegliò dal sogno.
Io con un paio di pantaloncini neri,un top bianco e una giacca nera.
http://www.bambini.eu/2011/10/06/bella-thorne-e-zendaya-alla-premiere-di-real-steel-vota-il-look/evangeline-lilly-at-the-world-premire-of-real-steel-in-universal-city
-Un applauso per Elena che ci canterà Scars!-
 
I can't pretend that I don't see you 
I can't pretend I don't wanna hold you 
When you're around 
When you're around 
I can't say that nothing was I 
But we know if I looked in your eyes 
I'd break down 
If I could for just one night 
To be with you 
It may be right 
For what we were 
And what we are 
It's hidden in the scars 
If I could to take you there 
I won't let go 
And this I swear 
You won't have to wonder 
What we are 
You won't have to ever 
To look so far 
Hidden in the scars 
It's hidden in the scars 

Mentre cantavo I ballerini dietro di me ballavano e sudavano.Mi sentii terribilmente in colpa.Mentre io ero ferma e cantavo erano loro a fare la maggior parte del lavoro.Decisi di chiedere di ballare anche io nella prossima puntata.

I can't pretend that I don't see you 
I can't pretend I don't wanna hold you 
When you're around 

La mia esibizione finì ed io tornai a mio posto a testa bassa.Si esibirono anche le altre ragazze e tutte furono applaudite.Arrivò presto il momento critico.Il momento in cui avrebbero annunciato le due ragazze eliminate dai giudici.Il presentatore fece una battuta,ma io nemmeno la ascoltai.Ero troppo nervosa.
Pronunciò i due nomi.
Tonia e Sandra.
Non le conoscevo ma non mi importava.Non ero io ed era già qualcosa.
-Ora annunceremo le canzoni che canterete la prossima puntata-
A me mi fu assegnata la canzone Unbroken.Chiesi a una ragazza accanto a me se era movimentata.Mi disse di si.Bene avrei potuto ballarla.Mia madre nel pubblico applaudiva felice ma c’era qualcosa di strano nel suo sguardo.Forse qualcosa la turbava.
Ricevette una chiamata e dopo aver letto chi fosse il destinatario si alzò e se ne andò.
-Cosa stava accadendo a casa mia??- 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Passai la semifinale senza problemi e dopo vari giorni di prove estenuanti arrivò finalmente la sera della finale.Ormai contavo ansiosa i giorni che mi separavano dal mio ritorno a casa.
Avevo provato a mangiare di nuovo con regolarità ma mi era stato impossibile.Per quanto ci provassi non riuscivo a mangiare più di un boccone e la cosa cominciava a spaventarmi.
Avevo perciò deciso di parlare a mia madre del mio “problema”.Mi avrebbe sgridata?Forse.Ma il pensiero di aver rovinato irrediabilmente la mia vita o il mio corpo cominciava ad assillarmi e avevo davvero paura.
 
Salii sul palco con indosso un vestito nero formato da una maglia nera a spalle larghe e una gonnellina nera.Era legato in vita un nastro rosa che aveva una coda dietro e sopra aveva anche una giacca rosa.
Le luci si spensero e nel grande globo dietro di me comparvero mille brillantini fucsia.I ballerini cominciarono a ballare.I loro costumi erano fosforescenti e brillavano nel buio mentre io restavo ancora nell’oscurità.
La musica partì.Ed io cantai immobile davanti al microfono.Tutto era ancora buio e i ballerini continuavano a ballare.
Locked up tight
Like I would never feel again
Stuck in some kind of love prision
And threw away the key (Oh oh)

Terrified
Until I stared into your eyes
Made me start to realize
The possiblities (so, so)

Tutti si fermarono.Anche la musica.
I'm gonna love you like I've never been broken
I'm gonna say it like it's never been spoken
Tonight Tonight
I'm letting go, go, go, go
I'm gonna give it like it's never been taken
I'm gonna fall like I don't need saving
Tonight tonight
I'm letting go, go, go, go

La musica ripartì e la luci viola si accesero.Io ballai insieme al gruppo di ballerini e divenimmo una cosa sola.Le nostre braccia si muovevano insieme e anche le nostre gambe.Eravamo una cosa sola.
 
Solve it out
The same lies with a different face
But there's something in the words you say
That makes it feel all so real
I'm gonna love you like I've never been broken
I'm gonna say it like it's never been spoken
Tonight Tonight
I'm letting go, go, go, go
I'm gonna give it like it's never been taken
I'm gonna fall like I don't need saving
Tonight tonight
I'm letting go, go, go, go

 
Mi fermai di nuovo e allungai le braccia.Le agitavo come se fossero le ali.Come se fossi un angelo.
No need for me to run, run, run
You makin' me believe in everything
No need to go and hide, hide, hide
Gonna give you every little piece of me

 
I ballerini mi afferrarono e mi posarono sulle loro forti spalle.Quanto avevamo provato questo passo.Ero anche caduta un paio di volte.
 
I'm gonna love you like I've never been broken
I'm gonna love you like I've never been broken

Le luci creavano bellissimi giochi e I ballerini ballavano accanto a noi.Mi posarono di nuovo a terra.
I'm gonna love you like I've never been broken
I'm gonna say it like it's never been spoken
Tonight Tonight
I'm letting go, go, go, go
I'm gonna give it like it's never been taken
I'm gonna fall like I don't need saving
Tonight tonight
I'm letting go, go, go, go

 
Le luci si spensero e il pubblico applaudì forte.La ragazza dopo di me si esibì in una divertente versione di Real Life.
Era arrivato il momento del verdetto finale.Eravamo io e lei.Due ragazze che nemmeno si conoscevano.E che avrebbero dovuto fingere di essere sportive e abbracciarsi quando il presentatore avrebbe detto il verdetto.
-La vincitrice è …-
La sua pausa cominciava a darmi sui nervi.
-Elena…-
La ragazza mi abbracciò e il pubblico applaudì.
Io?Alla fine avevo vinto.L’unica cosa che riuscii a dire fu:-Wow!-
Non lo avrei mai creduto possibile.Se solo le ragazze che mi avevano dato della inutile da piccola mi avessero visto in quel momento.
Sul palco salì Demi Lovato che si complimentò con me e il presentatore annunciò il nostro duetto.
-Duetto??Ma il testo??-
Il testo comparì sul video gigante dietro di noi.Io mi voltai e anche lei ma presumo che non dovesse leggere dato che avrebbe dovuto conoscerlo.
I'm losing myself 
Trying to compete 
With everyone else 
Instead of just being me 
Poi attaccò lei.
Don't know where to turn 
I've been stuck in this routine 
I need to change my ways 
Instead of always being weak 
[Insieme]
I don't wanna be afraid 
I wanna wake up feeling beautiful..today 
And know that I'm okay 
Cause everyone's perfect in unusual way 
So you see, I just wanna believe in me 
La la la la la la la la 

[Io]
The mirror can lie 
Doesn't show you what's inside 
And it, it can tell you your full of life 
It's amazing what you can hide 
Just by putting on a smile 
[insieme]

I don't wanna be afraid 
I wanna wake up feeling beautiful..today 
And know that I'm okay 
Cause everyone's perfect in unusual way 
So you see, I just wanna believe in me 

[Demi] 
I'm quickly finding out 
I'm not about to break down 
Not today 
I guess I always knew 
That I had all the strength to make it through 

Anche io per anni avevo desiderato di aquisire fiducia.Fiducia in me.Nei pomeriggi in cuiguardavo fuori dalla finestra della mia camera del colleggio con le lacrime che mi rigavano le guance e le orecchie piene degli insulti che avevo appena ricevuto.Si anche io avevo desiderato sapere chi ero e fare in modo che niente e nessuno riuscisse a buttarmi giù.
E ora credevo in me?Si dopo aver lottato contro la fame avevo il corpo che volevo.
Avevo una famiglia.Avevo un gruppo di amici.E avevo anche vinto un talent show.
 
So you see, now, now I believe in me 
Now I believe in me

In quel momento il tempo si fermò.Ed io fui cosciente di tutto.Nonostante tutto non potei evitarlo.Il mio corpo non aveva più forze.Erano ormai giorni che mi sentivo sempre più debole.Forse ecco perché ero ansiosa di tornare a casa.Avevo paura di continuare così.Sapevo che un giorno il mio corpo avrebbe ceduto.Era forse arrivato quel giorno?
La vista mi si annebbiò e le palpebre si chiusero.Caddi a terra come un sacco di patate.L’urto mi fece male alla testa.Riuscii ad udire alcune grida lontane…indistinte.
Cosa ne sarebbe stato di me?Cosa mi stava accadendo?
Ero morta forse?Ero svenuta?E allora perché ero così cosciente?
La mia mente smise di funzionare e riuscii solo a percepire che qualcuno mi aveva sollevata.
Udii un suono fortissimo.Avrei voluto coprirmi le orecchie ma non avevo il controllo dei miei arti e così mi lasciai andare sopraffatta dalla stanchezza che ormai aveva preso il sopravvento.

Questo è il capitolo portante.Da qui in poi la storia si dividerà tra i problemi di Elena e quelli di Marco.Spero vi sia piaciuto.

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Lentamente ripresi i sensi.Ma non aprii gli occhi poichè avevo paura di non sapere dove mi trovassi.E in che condizioni mi trovassi.
Toccai con le dita la superficie su cui ero appoggiata.Era morbida…doveva essere un letto.Un morbido letto.Respirai profondamente e percepii un odore che mi fece bruciare il setto nasale.Era alcol etilico misto ad un disinfettante ne ero sicura.Era di solito usato per pulire le camere degli ospedali.Ed io ahimè ero proprio lì.
Aprii gli occhi e provai a sollevare il busto e nonostante la fatica riuscii ad appoggiarmi alla sbarra di ferro appoggiata al muro.Finalmente potevo mettere a fuoco la stanza.Era una anonima camera di ospedale.Le pareti erano bianche e davanti a me c’era un grosso armadio bianco aperto.Accanto al mio letto ce ne erano altri due che però erano vuoti.Una finestra posta nell’angolo della stanza illuminava tutto l’ambiente.Nonostante fosse novembre c’era ancora un timido sole che splendeva nel cielo grigio.
Accanto al mio letto c’era un comodino con una bottiglia d’acqua e una mela.Appena vidi la bottiglia mi venne una gran sete così allungai il braccio e cercai di afferrarla ma qualcosa me lo impediva.Sulla mia mano era stato inserito un ago collegato ad una flebo.
La porta si aprì lentamente,come se la persona che la stesse aprendo non volesse fare rumore.
Finalmente la maniglia si girò mentre io avevo lo sguardo fisso sulla porta.
-Ti sei ripresa finalmente…-disse Marco
La sua voce e il suo sguardo avevano una punta di irritazione.
Io annuìi.
-Ma alla fine si può sapere che hai combinato?-chiese con tono di rimprovero.
-Nulla…-risposi e mi stesi sul cuscino dandogli le spalle.
Lui si affacciò alla finestra e lasciò che il vento gli sfiorasse il viso.
Mi coprii con la coperta e feci finta di essermi addormentata.
Che cosa voleva da me?Chi era lui per giudicarmi??
Non sapeva nemmeno che cosa avevo passato e lui mi giudicava così.
E lui era mio fratello??
Nella stanza piombò il silenzio totale.Questo era interrotto solo da qualche soffio di vento che si scontrava contro il vetro della finestra.
Udii dei passi che rapidamente si avvicinavano.Qualcuno si stava avvicinando.E correva.
La porta si aprì di scatto e i passi si avvicinarono sempre di più.
-Oh mio Dio!Elena…-disse una ragazza con la voce rotta dal pianto
-Silvia?-
Io mi voltai verso di lei e mi lasciai abbracciare,baciare e coccolare da lei.Le sue lacrime mi bagnavano i capelli.
-Ma cosa ti è successo??-
-Io…io…-
Avrei dovuto spiegarle tante di quelle cose.Le raccontai in breve qualche cosa su ciò che era accaduto nell’ultimo mese.
Prima che lei potesse rispondere Marco esclamò a gran voce:-Non posso crederci!Chi non ha problemi se li crea!!Sei davvero una stupida!!C’è chi i problemi ce li ha sul serio e tu te li crei.-
Aprì la porta e la sbattè.
Ma cosa voleva da me??Qualche giorno prima mi era sembrato così simpatico e ora…ora non faceva che offendermi.Non era mica colpa mia?O forse si? 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Ero stesa ancora nel mio letto e avevo lo sguardo rivolto verso la finestra.Era ormai passata una settimana da quando ero rinchiusa in quella stanza e ogni giorno era sempre uguale.Le mie giornate erano lente e solitarie.Tranne qualche visita dei miei genitori o di Marco ero sempre sola.Passavo quelle giornate a leggere o ad ascoltare canzoni malinconiche e a chiedermi perché.Come avevo fatto a cadere così in basso?Come mai ero rimasta sola?Perchè continuavano a trattenermi lì e non mi dimettevano?Forse perché nonostante mi sforzassi non riuscivo a mangiare neanche un boccone.Mi chiedevo come facevo ad essere ancora in piedi.Ah già non ero in piedi…ero sempre stesa sul letto perché se mi fossi alzata…bè non sarei riuscita a restare in piedi.
Sentii dei passi avvicinarsi e allora mi stesi facendo finta di dormire.Avevo le orecchie tese come un animale nascosto tra i cespugli che ascolta i passi di un feroce orso.
-Un centro?-chiese una voce sconvolta
-Si…un centro che aiuta i ragazzi ad uscire da problemi del genere…-
-Ma…lei non è pazza!Non ne ha bisogno!-
-Non sto dicendo che lo sia signora…ma guardi quel piatto è pieno…vuole che diventi tutta ossa…io credo che dovrebbe agire subito!Ho il nome di un centro serio…-
-Ma lei lo sa che molto spesso le persone temono di uscire da quei centri…o che ci escono che stanno peggio di prima??-
-E’ un rischio-
-E’ un rischio??Ma lei si rende conto…??-
-Signora la decisione spetta a lei…-
Lei si sedette su una sedia e scoppiò in lacrime.
-La colpa…la colpa è mia…tutta mia…sono una madre terribile…prima Marco e poi Elena…sono davvero terribile!!-diceva tra i singhiozzi.
Parlavano di me?Io chiusa in un centro?Allora la cosa era peggio del previsto.
Mi alzai dal letto ed esclamai:-No…non vado da nessuna parte…-
Poi scappai dalla mia stanza e attraversai il corridoio.Improvvisamente i miei occhi si appannarono e le mie gambe crollarono.Mi ero forse dimenticata che non ero neanche capace di tenermi in piedi?
Mi mantenni vicino al muro e crollai con le ginocchia sul pavimento.
Cercavo di riprendermi e di darmi forza da sola.
-Cosa hai?-sentii una voce dolce e innocente.Mi voltai e la vidi.Una bambina con un pigiama rosa con delle roselline.Lei aveva un viso molto sciupato e mi guardava con i suoi occhi da cerbiatto.Solo a guardarla mi vennero le lacrime agli occhi.
-Tutto bene!-dissi abbracciandola.
-Perché sei qui?-mi chiese dolce
-Sono un po’ debole e sto facendo una forza per rafforzarmi…e tu perché sei qui?-
-Non lo so…mamma mi dice che non è niente ma prima stava piangendo…-
-Anche la mia…-le dissi sorridendole.
Scoppiammo a ridere entrambe e ci guardammo.
Una donna sulla quarantina si avvicinò e la richiamò.
-Cattiva Matilde!Non dovevi allontanarti…mi hai fatto spaventare…ora torna a letto su-
Cercai di alzarmi e ci riuscii.A quanto pare avevo recuperato un po’ di forza.
-Signora…-le dissi avvicinandomi a lei-Che cosa ha Matilde?-
-Ha un brutto tumore al cervello e non credo sopravvivrà fino a Natale-disse.
I suoi occhi si riempirono di lacrime e lei scappò via.
No…non poteva essere.Quella povera bambina che cosa aveva fatto per meritarselo?Lei stava per morire e non era giusto.Io lo meritavo di più.Io avevo scelto la mia fine e ora ne stavo subendo le conseguenze.In quel momento tutto si fece chiaro e il rimorso mi distrusse il cuore.
La mia non era stata una malattia,ma una scelta.E ora sarebbero arrivate le conseguenze.
Ma ne sarei stata capace?

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Il giorno dopo mi dimisero.Nonostante tutto andai a trovare Matilde anche dopo essermene andata.
.Ogni giorno in cui andavo veniva anche Marco e ci divertivamo molto insieme.Lui ci faceva ridere e mi consolava ogni qual volta le parole della povera bambina mi rattristavano e rischiavo di piangere davanti a tutti.Ad esempio un giorno mi chiese di cantarle una canzone che si chiamava We Can Ch’ange the world.Quando le chiesi come mai voleva che le cantassi proprio quella lei mi aveva risposto che da grande avrebbe voluto cambiare il mondo.
Un’altra volta invece si era paragonata ad un particolare tipo di uccello che ogni giorno gioiva per essere vivo.
Non avevo ancora preso una decisione e ogni giorno mi sforzavo di mangiare  naturalmente senza risultato.I cucchiai sembravano enormi e non riuscivo nemmeno a mangiare tutto il contenuto di un solo cucchiaio.Se con un grande sforzo riuscivo a mangiare tutto non riuscivo poi ad evitare di vomitare tutto.Ormai ero in un vicolo cieco e sapevo che semmai fossi uscita da questo circolo vizioso mi avrebbero chiuso in un grande centro.Lì mi avrebbero curato certo ma avevo una grande paura.Avevo fatto delle ricerche e avevo saputo che molto spesso le persone che entrano in un centro poi avevano paura di uscirci…in alcuni casi peggioravano.
Avevo paura anche se cercavo di non pensarci.
 
Una mattina quando io e Marco andammo in ospedale trovammo il letto vuoto.
-L’avranno dimessa-esclamai
-Ora chiedo-disse Marco ma la sua voce era agitata
Uscì dalla stanza e andò in corridoio.Entrò nella stanza con un viso pallidissimo e si sedette sul letto.
-Che cosa è successo?-gli chiesi
-Che cosa gli è successo Marco?-gli ripetei.
Mi stesi accanto a lui e cominciai a piangere.Lui piangeva con me.Non c’era bisogno di parole.
Soprattutto quando queste parole erano tanto brutte da gelare il sangue nelle vene.
 
La pioggia cadeva forte sui nostri volti e sui nostri capelli.Le gocce di pioggia attraversavano i nostri volti e si mischiavano alle lacrime amare.
Dopo aver assistito ad una commovente predica durante il suo funerale ora aspettavamo che la bara fosse messa nel fosso e ricoperta di terra…e poi da una dura e pesante lapide di marmo.
Sulla lapide tutti misero dei fiori e noi appoggiammo il suo libro preferito.Quello su cui c’era disegnato il suo uccello preferito…l’uccello che come lei gioiva per essere ancora vivo…ora non avrebbe più potuto gioire.
In quella triste giornata tutto era triste…La terra aveva perso un angelo e il cielo lo aveva acquistato.
-Dovremmo dare le condoglianze…-
-Vai tu…-
Mi sedetti a terra sotto la pioggia.
-Che ne dici  di andare in un posto al riparo?Devo parlarti!-
Lo guardai basita.Lui mi prese per mano e mi portò via dal cimitero…via da tutta quella disperazione. 

Scommetto che vi starete chiedendo ma questa che morte ha fatto?? E non vi biasimo...Ma vi assicuro che ho dei buoni motivi.No...giuro! Allora abbiamo cambiato operatore telefonico e allora mi hanno staccato internet per un mese...inoltre in questo mese ho avuto un miliardo di compiti!!Mi dispiace per essere stata assente per così tanto tempo...ora recupero.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


-Di cosa volevi parlarmi?-gli chiesi impaziente
Mi aveva portata in una casetta abbandonata.Probabilmente era stato un ripostiglio perchè ovunque vi erano scaffali impolverati e mensole piene di ragnatele.
-E' già da parecchi giorni che dovevo farti una domanda...-
Gli feci segno di continuare.
-Tu...guardati come ti sei ridotta!Sei fragile...e anche le cose più facili della vita come mangiare per te sono un miraggio...ma perchè?Spiegamelo perchè non riesco a capirlo!E' stato perchè volevi piacere ad un ragazzo non è così?-
-No...-
-E allora perchè?Perchè non ti sentivi adatta?Ti prego dimmelo!Perchè io non riesco...non posso capirti!!-
Restai in silenzio a guardare le ragnatele che formavano qualcosa di simile ad una tenda.
Pensai a cosa potergli dire…era strano ma nessuno mi aveva mai chiesto perché ero triste…perché piangevo…
-Hai mai letto il libro Cime Tempestose?-
-Si lo abbiamo studiato in letteratura inglese e mi hanno obbligato a leggerlo nelle vacanze natalizie dell’anno scorso…ma che centra?-
-Heathcliff è un personaggio malvagio ma solo perché da piccolo era stato maltrattato e allo stesso modo io sono così insicura e fragile…perché nessuno mi ha insegnato a credere in me.-
I suoi occhi mi guardarono confusi poi dentro di loro si accese una luce…
-Ti hanno picchiata in quel colleggio?-
-No…-sospirai-Devi sapere che in quel colleggio regna la perfezione…le ragazze sono continuamente in competizione e prevale solo la più perfetta…è quella l’immagine che la direttrice vuole dare…il colleggio perfetto…con ragazze perfette…intelligenti,brillanti,belle e tranquille.Questi sono i canoni richiesti.E cosa accade se non si è perfetti?Io lo so…perché non lo ero…-
-Che vuoi dire?-
-Io…Dislessica…sapessi quante volte le suore mi facevano leggere davanti a tutti…ma io non ci riuscivo…la bacchetta mi colpiva la mano mentre le lacrime mi solcavano il volto.Mi minacciava…-Se tu non riuscirai a leggere nessuno ti adotterà…mancano solo 4 anni…ricordati che a 16 ti cacceremo e vivrai da sola…per strada!...Ecco perché tua madre…ti ha abbandonato…-
-Ce la fai a continuare?-mi chiese notando le lacrime che mi solcavano il volto.
-Si…molto spesso mi immaginavo come la piccola fiammiferaia  morta…da sola in strada…e piangevo….-
-Deve essere stata una consolazione per te il fatto che ti abbiamo adottata allora…-
-E credevo di essere felice…di essere capace di buttarmi tutto alle spalle ma a quanto pare…no non ci sono riuscita…le ferite sono troppo profonde per curarsi da sole…e ora la morte di Matilde le ha fatte riaprire nuovamente… -
-Ma da lei…possiamo imparare tanto…ascoltami…lei amava la vita ma l’ha perduta…ma tu ce l’hai e allora amala sfruttala al massimo…vivi al massimo…fai quello che vuoi…Che cosa vorresti fare??-
-Ricordi quando lei aveva detto che avrebbe voluto cambiare il mondo,fare in modo che nessuno più morisse,rendere il mondo un posto meraviglioso…vorrei esaudirle questo desiderio…-
-Mi sembra un’ottima prospettiva di vita!-disse sorridendo
-Anche a me!-risposi
-Approposito anche io vorrei farti una domanda-
-Certo dimmi-
-Anche tu sei stato male…perché?-
-Sono caduto in depressione…a quanto pare neanche io sono forte…ma io sono uscito da questo flagello e adesso devi farlo anche tu!-
 
-Tesoro…la situazione sta diventando insostenibile…vuoi continuare a distruggerti?-
-No…non voglio…ho paura…-
La luce che entrava dalla finestra della cucina mi accecava.
-Anche io tesoro…e ti giuro che non vorrei mai chiuderti in un centro se non sapessi che questo è l’unico modo per curarti…per tenerti viva…-disse mia madre apprensiva.
-Ci penserò…-dissi per assecondarla
Corsi di sopra e mi lanciai sul letto della mia camera mentre le lacrime mi bagnavano il viso pallido.
Mentre affogavo i miei gemiti nel cuscino sentii la porta aprirsi.
-Possiamo entrare?-
Marco si sedette sul letto accanto a me mentre Emily con i suoi capelli nero corvino dello stesso colore degli abiti che indossava mi guardava con una mano appoggiata alla mia scrivania. Accanto a lei c’era anche Silvia.
-Forse è stata colpa mia…avrei dovuto fermarti dal primo momento…e non farti arrivare fino a qui.-disse Emily-Mi dispiace-
-Non è colpa tua è solo mia…e ora non so come uscirne-
-Un modo ci sarebbe…-
-No non lo sosterrei…ve lo assicuro…-
-Si invece tu sei forte e poi noi verremmo a trovarti ogni giorno…-
-Io..io..-
-Noi crediamo in te!-
-Ok ok se così tante persone credono in me…come posso io non farlo?-
Tutti mi abbracciarono.Il giorno seguente andai al cimitero e portai un fiore sulla tomba di Matilde.
-Matilde ti prometto che cambierò il mondo…sta tranquilla…ma per cambiare il mondo prima devo cambiare il mondo e ora so di poterci riuscire- E questo è!Spero che vi sia piaciuta!Adesso ho intenzione di tornare nella mia categoria...quella sui Manga e gli Anime!! E ho già in mente una storia...spero mi seguirete!!Bye!

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