I desideri del Faraone... sono ordini

di Francesca Akira89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Occhi di fuoco ***
Capitolo 2: *** Finalmente.. o forse no? - L'ordine ***
Capitolo 3: *** Insolite reazioni - La mattina dopo ***



Capitolo 1
*** Occhi di fuoco ***


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§ I desideri del Faraone sono ordini §

 

 

Occhi di fuoco
- Capitolo 1° -


Il calore dei raggi del sole scivolava nella sala del trono dalle ampie finestre squadrate, alternando luce e ombra sul ricco pavimento screziato.
Faceva caldo. In Egitto faceva SEMPRE caldo, ma quella mattina in particolare.
Era una di quelle mattine in cui ad uno non sarebbe venuta voglia di far altro che immergersi nelle fresche acque del Nilo e rimanere lì fino a sera, pur con i coccodrilli e tutto. Di sicuro sarebbe stato meglio di stare lì, in fila con un'altro gruppo di sventurati, con addosso mezzo chilo di ricche stoffe e bardature che costituivano la veste sacerdotale e in mano la Barra del Millennio che in quel calore stava praticamente divenendo incandescente.
Ma il loro compito era stare lì ad attendere in piedi e in quella posa ridicola (con le braccia strette a croce di fronte al petto) l'arrivo del Faraone, e fino ad allora non poteva nemmeno pensare di andare a rifugiarsi nel tempio, dove almeno c'era un po' di fresco.
Pur tuttavia, quando una musica trionfale lo informò dell'arrivo della Luce d'Egitto, nonché suo cugino, il sacerdote Seth pensò che avrebbe preferito rimanere lì fino a sera, piuttosto che doverlo rivedere.
Mantenne lo sguardo fisso dinanzi a sé; incrociare lo sguardo del Faraone era vietato, guardare negli occhi il figlio di Rah significava rimanere bruciati all'istante, diceva la leggenda...
Un' idiozia a suo parere, e probabilmente anche a parere di tutti gli altri. A palazzo non vi era un'anima a crederlo, forse solo alcuni servi... Erano leggende per la plebaglia, perché non si avvicinassero troppo al palazzo...
Difatti, non era certo per quella leggenda che guardare negli occhi il suo Faraone gli risultava tanto ostico, ma per ben altro.
All'inizio aveva creduto ad una sua paranoia ma poi...
S'irrigidì, avvertendo su di sé quello sguardo ametista, più bruciante del sole cocente che lo stava abbrustolendo da ore.
Avvertì quegli occhi spogliarlo, denudarlo di quegli abiti che fino a poco prima gli erano sembrati tanto ingombranti, arrivando fino alla sua anima.
Poi tutto finì. Il Faraone raggiunse il trono, sotto il saluto dei consiglieri schierati in fila dalla porta fino a quest'ultimo, a cui partecipò anche lui, muovendo automaticamente le labbra.
Non era paranoia... E in fondo l'aveva sempre saputo...
Del resto, sguardi simili erano piuttosto difficili da fraintendere...
Si stupiva che nessun altro se ne fosse accorto.
O forse.. Se n'erano accorti, ma facevano finta di niente...
Allora.. probabilmente.. nemmeno il modo in cui le sue guance bruciavano d'imbarazzo e vergogna quando quegli occhi si posavano su di lui era così invisibile... E lui che si era illuso di essere riuscito a mascherare il suo stato d'animo!
La voce del Faraone congedò, come ogni mattina, buona parte dei consiglieri, lasciando solo coloro che avevano particolari informazioni da dare, e i tre che dovevano esporre alla Luce d'Egitto le principali decisioni da prendere che necessitavano di un suo giudizio.
Rimase immobile mentre coloro che gli stavano accanto si allontanavano. Beati loro...
Infatti, per quello che era chiamato privilegio lui era uno dei tre...
Tutti dicevano che era stato scelto perchè era cugino del Faraone, e non per suoi meriti...
Ovviamente non di fronte a lui, o metà del regno si sarebbe trovata esiliata nel Regno delle Ombre...
Eppure, da quando erano iniziate quelle strane.. attenzioni del Faraone nei suoi confronti quelle voci erano cessate... Con un moltiplicarsi di bisbigli maligni dietro le sue spalle, ovviamente...
Avvertì nuovamente quegli occhi fissarlo e si mosse rigidamente per inginocchiarsi di fronte al trono su cui Lui era assiso.
Mentre il primo consigliere cominciava la sua tiritera, la sua mente si allontanò anni luce, sforzandosi di ignorare quello sguardo allusivo e bruciante, chiedendosi quando mai gli sarebbe stato dato quell'ordine che ormai da anni aspettava con angoscia crescente...
Quando quel momento sarebbe arrivato non si sarebbe potuto tirare indietro, lo sapeva bene...
I desideri del Faraone erano ordini, dopotutto.


Note dell'autrice:

La mia seconda yaoi...
Sempre su questo anime, chissà perché... ?.?
Beh, che dire.. m'ero stufata di vedere Yami/Atem presentato come un passivo pulcinotto implume... Rimane pur sempre un faraone abituato a comandare, secondo me, e se davvero fra quei due c'è stata una qualche storia, dubito fortemente che sia stato il sacerdote a prendere il sopravvento... Perlomeno non all'inizio...
Se poi qualcuno ha notizie più precise, me ne scuso...
Per il momento godetevi questa mia ff, dove troverete un Atem più 'alla Seto' e un Seth, se non proprio remissivo, quantomeno sottomesso ai voleri del Faraone...
Commentate, please! ^o^

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Capitolo 2
*** Finalmente.. o forse no? - L'ordine ***


Nuova pagina 2

Finalmente.. o forse no?
- Capitolo 2° -

 

 

Camminava piano, descrivendo con passo lento il perimetro della finestra, gli occhi rivolti al cielo.

Il sole era ancora alto, eppure le lievi sfumature aranciate di cui erano spruzzate le nuvole lasciavano intendere che di lì a poco il tramonto sanguigno avrebbe sostituito l'astro; quel sole lucente da cui secondo la tradizione proveniva la stirpe dei Faraoni, figli di Rah.

Si chiese per la prima volta se il suo scetticismo in proposito potesse risultare sgradito agli dei...

Forse era per quello che lo stavano sottoponendo a quella terribile prova...

O, chi lo sa, forse era invece un premio di Osiride per tutto il tempo che passava a pregare al suo tempio... Dopotutto, molti avrebbero visto la sua situazione come privilegiata... Divenire favorito del Faraone doveva essere un sogno per molte.. e molti.

 

Eppure...

Per tutta la sua vita aveva desiderato essere libero, ma si era reso conto ben presto che l'ambiente in cui era nato non glielo avrebbe mai reso possibile...

Si rendeva conto che avrebbe potuto finire anche peggio.. A fare la fame per le strade o il soldato sempre in qualche battaglia a farsi ammazzare per la gloria del Faraone, come suo padre Akunadin, che dopo aver corso di guerra in guerra, aveva finalmente trovato la pace in fondo all'oceano durante uno dei viaggi di ritorno...

Sospirò, abbassando il capo.

Sì, era decisamente un ingrato...

Era cugino della Luce d' Egitto e a quanto pareva anche oggetto dei suoi desideri, uno dei consiglieri più in vista e il detentore della Barra del Millennio, eppure si lamentava...

In fondo, era inutile continuare a pensarci. La libertà non esisteva.

E lui, era in uno stato di non-libertà dei più piacevoli, dopotutto.

Si chiedeva però quando mai sarebbe arrivato il giorno che tanto temeva…

Erano anni ormai che il Faraone aveva preso a guardarlo in quel modo, eppure mai niente in quel proposito era uscito dalle Sue labbra.

Quasi quasi avrebbe preferito che si sbrigasse. Quantomeno si sarebbe tolto il pensiero.

 

-         Come mai qui a quest’ora, sacerdote Seth? Non dovrebbe essere al tempio?

 

Il sacerdote trasalì, e per poco la Barra del Millennio non gli sfuggì dalle mani.

Si volse di scatto, inginocchiandosi contemporaneamente:

 

-         Vi chiedo scusa, Altezza.. Non vi avevo sentito arrivare…- ‘Ma quando imparerò a star zitto…?!’ pensò contemporaneamente, maledicendo i suoi precedenti pensieri. Chissà perché, aveva un brutto presentimento…- Oggi il tempio è occupato dalle danzatrici per l’ annuale celebrazione alla fertilità, e come ben sapete, ad alcun sacerdote maschio è permesso assistere a tale cerimonia…

 

-         Ah, già…- disse Lui, soavemente- Avevo dimenticato… Sapete, c’è stato molto da fare con la costruzione degli argini per la piena, e ho quasi scordato in che stagione ci troviamo…

 

-         Non dovete certo giustificarvi con me, Luce d’ Egitto…- replicò Seth, senza muoversi dalla sua posizione.

 

-         Non era mia intenzione…- lo freddò il Faraone- Puoi anche alzarti…- aggiunse.

 

Seth obbedì, mantenendo rispettosamente lo sguardo basso.

I sandali dorati del sovrano scricchiolarono frattanto che gli si avvicinava.

 

-         Sai…- represse un sussulto, nell’avvertire il Suo fiato sul collo, mentre le Sue labbra gli sussurravano quelle parole all’orecchio- ..Stavo giusto pensando che era molto che non avevamo occasione di parlare da soli, cugino… E dire che quando eravamo bambini passavamo molto tempo insieme…

 

Seth deglutì appena:

 

-         Voi siete il Faraone, Altezza…

 

-         So perfettamente chi sono, Seth… E so anche che sono io a decidere come devono andare le cose…- si voltò, allontanandosi bruscamente da lui- Stanotte, nelle mie stanze. Ti aspetto.

 

Il suo cuore scivolò di qualche gradino, facendo un bel tuffo nello stomaco.

Beh.. Non si poteva dire che non fosse stato esaudito subito…

Dannati i suoi pensieri..!

Chinò il capo, mentre il suo cuore prendeva ad arrampicarsi lungo la trachea per tornare al suo posto, pulsando violentemente :

 

-         I vostri desideri sono ordini, Altezza…- lo sussurrò troppo piano perché potesse sentirlo, ma non aveva importanza. Il Faraone era già sparito lungo il corridoio.

 

 

Note dell’autrice:

 

Vorrei ringraziare Bia-chan per aver commentato! ^-^

Credo ci saranno altri due o tre capitoli al massimo.

Commentate, perfavore!

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Capitolo 3
*** Insolite reazioni - La mattina dopo ***


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Insolite reazioni
- Capitolo 3° -

 

Caldo…

Un dolce tepore lo avvolgeva completamente.

Non era lo stesso calore bruciante che provava quando restava troppo tempo al sole, eppure pareva altrettanto annebbiante.

Poggiava su qualcosa di morbido. Molto morbido. Mentre avvertiva le braccia praticamente intrappolate da qualcosa di setoso e leggero.

Eppure i letti assegnati ai sacerdoti erano piuttosto sobri, e la stessa stanza congiunta al tempio così umida…

Non riusciva a capire…

Mugugnò, riaprendo gli occhi.

Gli occhi offuscati dal sonno si incontrarono con un soffitto dorato e decorato a plettri solari. Sbatté maggiormente le palpebre, ruotando leggermente il viso e osservando l’ambiente circostante: la stanza era ampia e ricca, disseminata di gioielli. La tenda arancio che la divideva da un largo balcone lasciava appena filtrare il sole, che si proiettava pallidamente nella penombra in cui era immerso.

Rimase immobile a fissarne per qualche secondo i giochi di luce, dopo di che si abbandonò con la testa sul cuscino morbido, socchiudendo nuovamente gli occhi, respirando adagio. Il lieve dolore fisico che avvertì quando provò lentamente a muoversi fu l’ultima prova che gli servì per far riemergere del tutto i ricordi della sera prima.

Come gli era stato ordinato, quella notte si era recato nelle stanze del Faraone. All’inizio, Lui aveva cominciato a parlare dei tempi in cui erano bambini, dei loro giochi e dei loro genitori, fino a quando all’improvviso si era ritrovato disteso sul letto di seta.

Poi non c’era stato più null’altro, se non le fiamme traballanti delle candele e la Sua immagine che si ergeva su di lui.

Riaprì piano gli occhi, richiamato dal leggero peso che avvertiva sul petto, che poi era anche la fonte del tepore di cui si era sentito avvolto al risveglio.

Abbassò lo sguardo sulla morbida capigliatura mora sparsa come una cortina di seta sul suo torace  abbronzato, mentre le altre ciocche bionde andavano ad incorniciare il Suo viso beatamente addormentato.

Si rese conto in quel momento di non aver mai davvero GUARDATO il volto del Faraone.

Probabilmente per quella stupida, idiotissima (che Rah lo perdonasse) legge non scritta secondo cui era vietato guardare il Faraone negli occhi.

Non sapeva nemmeno perché l’avesse seguita, dato che non ci credeva. Forse perché lo facevano tutti, forse per il modo in cui quegli occhi avevano iniziato a fissarlo qualche mese dopo la sua salita al trono, fatto sta che quella era la prima volta dopo anni che aveva l’occasione di osservarLo nel vero senso della parola.

Si sorprese a pensare che in fondo non era cambiato troppo da quando erano bambini. Era cresciuto, certo, ma i lineamenti del suo viso erano rimasti gli stessi, nonostante avesse preso una fisionomia indubbiamente più decisa ed altera.

Probabilmente non Lo trovava molto cambiato perché lui era e restava comunque più grande di Lui, eppure il ruolo preso dal cugino aveva negli anni precedenti aumentato ai suoi occhi le sue proporzioni, fino a farlo apparire quasi un gigante. Miracoli della divinizzazione.

I suoi pensieri furono bruscamente interrotti dallo schiudersi di due ametiste luminose.

Lui non aveva MAI creduto a quella leggenda, eppure in quel momento temette davvero che un raggio di sole cadesse all’istante dal cielo per incenerirlo.

Sbatté le palpebre, imbarazzato da quegli occhi ancora lievemente appannati dal sonno che lo fissavano in silenzio e distolse lo sguardo.

Forse.. avrebbe dovuto andarsene…

Quella notte non aveva ricevuto ordini su come comportarsi il mattino dopo, ma d’altra parte era avvenuto tutto così in fretta…

Beh, no.. Dire che era avvenuto ‘in fretta’ non era del tutto esatto; in effetti, ci era andato sorprendentemente giù leggero. Era stata l’unica nota inaspettata della serata.

Dopotutto però, a che serviva che rimanesse lì..? In fondo…

Si sollevò per scendere dal letto, ma prima di riuscirci un paio di braccia lo circondarono rimettendolo disteso, mentre il capo del Faraone andava ad accoccolarsi meglio contro il suo torace:

 

-         Dove pensi di andare?- chiese, con uno sbadiglio.   

 

-         Io.. ecco…- balbettò, sorpreso- E’ mattina, mio Faraone…

 

-         Storie. Il mattino non inizia se non sono io a deciderlo…- borbottò Lui, strofinando lievemente il viso contro la sua pelle.

 

Beh, magari era un po’ estrema come affermazione, ma in effetti era quasi vera: la giornata lavorativa, che fosse quella dei sacerdoti, dei funzionari di corte, degli schiavi o dei liberi cittadini, non aveva inizio se il Faraone non si presentava alla terrazza per ‘dare il Saluto al padre Sole’.

Ciononostante non gli sembrava comunque una buona ragione per rimanere a vegetare nel letto; che sarebbe successo se un funzionare di corte fosse venuto a controllare che fine aveva fatto la ‘Luce d’Egitto’?

Si sentì bruciare le guance dalla vergogna solo al pensiero di una simile eventualità.

D’altro canto, opporsi o semplicemente ribattere alle parole del Faraone non gli sembrava una buona idea, per cui decise di rimanersene tranquillo…

O almeno di provarci.

Cosa che gli venne indubbiamente resa più difficile dal fatto che il Faraone aveva cominciato a passare le labbra per il suo collo, mentre una delle Sue mani tracciava disegni invisibili sul suo petto.

Provò una certa frustazione unita ad un sentimento di sconforto (e pure qualche altra cosa, dì la verità.. -.^ nda). Mica aveva intenzione di ricominciare di primo mattino?! Ma non si stancava mai?!...

Si abbandonò sul materasso rimanendo immobile sotto quelle attenzioni; d’altra parte non è che potesse fare altro: quando ti ritrovavi a trattare con un Faraone, qualunque fosse l’oggetto del discorso (o nel suo caso non proprio del discorso), oltre al tuo titolo c’era pure la tua testa in ballo…

Si rese conto solo dopo un paio di secondi che si era fermato. Abbassò lo sguardo, incrociando quello ametista del Faraone, e provò di nuovo quella sensazione di disagio, ma vagamente meno forte rispetto a prima:

 

-         Qualcosa non va?- si ritrovò a chiedere.

 

-         Forse questo dovrei chiederlo io…- ribattè lui, senza smettere di scrutarlo in quel modo strano.

 

-         Altezza.. Non capisco…- mormorò, confuso. Cosa poteva averlo fatto irritare? Non aveva fatto né detto nulla…

 

-         Perché sei qui, Seth?

 

Spiazzato. Completamente. Che cosa intendeva dire? Visto che ormai avevano finito doveva andarsene? Ma se quando ci aveva provato poco prima era stato Lui a fermarlo!

 

-         Allora?!

 

Ahi…

Stava perdendo la pazienza, lo capiva dal tono…

Ciò che non capiva era..

Perché?..

 

-         Mi avevate dato un ordine, Altezza…- si decise a rispondere, incerto.

 

Il Faraone si sollevò dal suo corpo, voltandogli le spalle mentre si metteva a sedere:

 

-         E nient’altro?

 

-         Nient’altro…?- ripeté, sempre più confuso- Nient’altro cosa?

 

Forse non avrebbe dovuto dirlo, perché un secondo dopo si ritrovo faccia a faccia con quelle due ametista scintillanti d’ira.

Si tirò indietro quasi senza accorgersene.

 

-         Non eri d’accordo?

 

Sgranò gli occhi, che aveva istintivamente abbassato quando quelle due perle violette si erano fissate nelle sue azzurre.

Quella domanda proprio non se l’aspettava.

E adesso che accidenti avrebbe dovuto rispondere..?

Non era che fosse o non fosse d’accordo.. Semplicemente Lui…

 

-         Voi.. Siete il Faraone, Altezza…

 

Seguì un silenzio che non riuscì ad interpretare, poi la Sua voce risuonò di nuovo, stavolta notevolmente più bassa:

 

-         Puoi anche ritirarti. Avverti il consigliere Mahad che farò un po’ tardi per il Saluto.

 

Ricominciò a respirare.

 

-         Come desiderate, Altezza…- mormorò, alzandosi e raccattando i suoi vestiti finiti ai piedi del letto.

 

S’inchinò lievemente facendo attenzione a non fissarLo e uscì fuori dalla stanza senza far rumore.

 

 

 

Note dell’autrice:

 

Ah-ah! Non ci pensavate proprio che l’avrebbero fatto davvero in questo modo, eh? -.^

Direi che entrambi hanno avuto reazione piuttosto strane, non trovate?

Seth, a rigor di logica, dovrebbe essere sconvolto o quantomeno turbato, invece le uniche cose che gli sono sembrate strane sono quelle che invece dovrebbero essere considerate normali…

Atem.. Beh, per lui vi lascio da sole/i ad interpretare la sua reazione…

A proposito.. Mi chiedo se qualcuno ha notato fino ad ora un PICCOLO particolare molto importante a livello introspettivo… ^o^ Cercatelo e fatemi sapere!

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