Let me break this awkward silence.

di _nikky_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Inseguimenti ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


«Sei...perfetta. Sono così incredibilmente fortunato a starti accanto.»

Kyle. Il mio ragazzo. Un ragazzo talmente perfetto che se la perfezione in persona l'avesse incontrato sarebbe certamente arrossita, diceva a me che ero perfetta. A me! Io sono Cherry.

Sono...beh, diciamo tutto il contrario! Sono un difetto ambulante. «Sì certo, come no...» dissi roteando gli occhi mentre la solita orda di ragazze invidiose mi lanciava sguardi pieni di odio dall'altra parte del giardino della nostra scuola. «Ci puoi scommettere!» disse dandomi un piccolo buffetto sulla guancia. Gli feci una linguaccia e ci avviammo verso l'aula delle assemblee. La nostra scuola era molto grande, tre piani e un'infinità di aule, una specie di labirinto. Percorremmo il lungo corridoio che portava alla sala. Mentre camminavamo insieme agli altri, una strana e minuta figura si fece largo fra la folla camminando a zig-zag. Era un ragazzo di circa 17 anni, con una postura leggermente incurvata e i capelli neri arruffati che non mi resero facile l'impresa di guardarlo in viso. Ero presa a fissarlo stranita, quando anche lui si voltò nella mia direzione. Non capii se mi avesse rivolto un sorriso o una specie di smorfia, ma una cosa era certa... «Che tipo strano.» dissi a bassa voce, più a me stessa che a Kyle. «È soltanto un esibizionista.» sentenziò Kyle, sbuffando mentre cominciavamo a prendere posto nelle prime file. Kyle, oltre ad essere praticamente perfetto era anche a capo del corpo studentesco, per intenderci, si occupava di tutta quella roba noiosa che concerne riunioni, progetti e cose così. Mentre sonnecchiavo sulla poltrona in attesa che quella megera della Preside finisse di parlare, mi accorsi che lo strano ragazzo spettinato era a qualche poltrona da me, con le gambe rannicchiate. Non capivo perché, ma avevo come la sensazione che mi stesse osservando, sebbene il suo sguardo fosse ben puntato verso il palco. Era una cosa abbastanza inquietante. “Forse sono solo paranoica...” «Qualcosa non va?» disse Kyle poggiandomi una mano sulla spalla. «Va tutto alla perfezione!» risposi io, proprio Miss Convinzione. «Infine, dato che la prudenza non è mai troppa, vorrei raccomandare alle ragazze di stare attente. Con gli omicidi di quest'ultimo periodo, bisogna prendere atto che nemmeno Villa Park è più un posto sicuro!» Concluse la preside. Villa Park, una piccola periferia, la piccola periferia di Chicago. Vivere a Villa Park non era certo come vivere a Chicago. Sin da piccola avevo sempre scorrazzato per le strade con le altre bambine senza nessuna paura...ma recentemente un'ondata terrificante di omicidi aveva scombussolato la sicurezza di tutti i cittadini. 20 ragazze uccise a Villa Park. Un orribile record. «Non pensi che sia terribile non poter stare sereni nemmeno in un posto tranquillo come questo?» dissi corrucciandomi in volto, mentre Kyle guardava davanti a sé nel corridoio. «Già, è terribile. Vuoi che ti accompagni a casa?» disse cingendomi le spalle. «Beh, ok, grazie.» sorrisi. «Ah, ehm, Kyle, ti dispiacerebbe andare avanti? Ti raggiungo all'ingresso. Io...ho dimenticato un libro in classe!» Non potevo farci niente, avevo uno sfrenato bisogno di sapere qualcosa di più su quello strano ragazzo che, avevo visto con la coda dell'occhio, era appena entrato nell'ufficio della preside. Non appena Kyle fu abbastanza lontano, avvicinai con discrezione l'orecchio alla porta. «Nossignore, la polizia non deve entrarci!» mi sembrava una voce maschile, probabilmente lo spettinato. Capivo le sue parole, ma non ne comprendevo il significato. «Il...anonimato...fondamentale» O forse ornamentale? «Farò il possibile, arrivederci.» SBANG. La porta mi prese in pieno naso. «Scusa io...che ci facevi lì dietro?» Una scusa, presto, una scusa! «Ehm...passavo...» Grandioso, davvero una scusa elaborata e credibile. «Capisco. Beh, a presto, Cherry.» disse il ragazzo. Mi chiedevo come facesse a sapere il mio nome...e mi chiedevo anche come mai non mi avesse fatto altre domande, anche se, conservando l'ultimo briciolo di amor proprio che mi era rimasto mi tenni quei dubbi per me. «Cherry, sono in ritardo!» disse Kyle facendo capolino dalla porta. Io e il “ragazzo del mistero” ci scambiammo un ultimo sguardo e poi, accompagnata da Kyle, me ne tornai a casa mia, dove per tutta la sera non feci altro che pensare a quegli occhi neri, che ero finalmente riuscita a vedere e che tanto mi avevano incuriosita.

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Bene gente, penso a questa storia da giorni e non ero ancora riuscita a buttar giù niente ç_ç Spero che questo prologo vi piaccia anche se è un po' breve xD grazie in anticipo a tutti quelli che leggeranno, se ce ne saranno D: Spero di poter aggiornare presto :3
Nicole

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Capitolo 2
*** Inseguimenti ***


Inseguimenti

Killer's Pov
 

Tap, tap, tap. I suoi passi sono così delicati, come come fosse una ballerina di danza classica sulle punte. La sua bellezza eterea la rende simile ad una dea dell'antica Grecia. Quei capelli corvini, cielo, quanto sono belli. Tap, tap, tap fanno i suoi piedini sul marciapiede bagnato dalla pioggia. Tap, tap, tap ancora qualche passo. Ancora qualche leggiadro passo, chimerica dama. Quella pelle...così bianca, quasi trasparente, pura. Ancora qualche passo. «Mh? Ehi! Cosa ci fai da queste parti?» Ci siamo, oh meraviglia. «Facevo un giro! Ti andrebbe di prendere un caffè?» Sarai così bella, tinta di rosso cremisi.

 

Cherry's Pov
 

«Non saprei dirti, Martha. Semplicemente mi ha incuriosita. E poi ormai ho deciso, non puoi fermarmi!» dissi convinta alla mia migliore amica, Martha. «Tu sei tutta scema.» disse lei diretta. «Lo stalking è un reato grave. E poi, cavolo l'hai guardato bene?! Suvvia, tu stai con Kyle! Con KYLE! E vuoi seguire quel tizio che ha qualche rotella fuori posto?!» Sbuffai rumorosamente e tutti nella classe si voltarono verso di me. «Ehm, ho qualcosa in faccia?» dissi ironica, tutti si voltarono. «E se fosse lui l'assassino? Non ci pensi? Sei un'incosciente.» Ci pensai su un attimo. No, non poteva essere lui. I suoi incatenanti occhi neri erano davvero troppo innocenti. «ORMAI-È-DECISO. Oggi dopo la scuola lo seguirò e svelerò il suo mistero!» dissi con fin troppa enfasi. Il professore entrò in classe, così io ebbi l'ultima parola. Grandioso. «Ragazzi, mi addolora molto informarvi del fatto che un'altra ragazza è stata uccisa a Villa Park. La quinta, per quanto riguarda questo Liceo.» Strabuzzai gli occhi, ero costernata. Nella classe si alzò un incredibile chiacchiericcio. Qualcuno si mise perfino a strillare. Io ero bloccata, fissavo il vuoto di fronte a me, non riuscivo a muovermi. Senza rendermene conto svenni per non so quanto tempo e mi risvegliai in infermeria. «Cherry, piccola, svegliati. Sono qui, è tutto ok!» era la voce di Kyle, calda e rassicurante. Aprii lentamente gli occhi e mi sollevai piano. Vidi Kyle di fronte a me. «Oh, finalmente! Mi hai fatto spaventare così tanto, piccola mia.» senza neanche rendermene conto scoppiai a piangere. «Ehi ehi, che succede? Non mi piace vederti piangere.» gli gettai le braccia al collo. «Che sta succedendo? Questo è il posto in cui sono cresciuta, questo è il posto che amo e in cui mi piace vivere! Chi osa deturparlo e sporcarlo in questa maniera orribile?!» Singhiozzavo e tutto mi appariva offuscato dalle lacrime. «Non preoccuparti piccola, tu sei al sicuro. Ci sono io a proteggerti. Nessuno ti farà mai del male.» mi asciugò delicatamente le lacrime con un dito e io feci un respiro profondo. «Ti ringrazio, amore. Avrei tanto voluto che anche le ragazze uccise avessero avuto un angelo custode come te.» Ci salutammo, Kyle tornò a lezione e io, che invece avevo finito, mi avviai verso casa. Mi ricordai poi, mentre mi trovavo ancora nei pressi della scuola, del piano d'inseguimento. “Pff, stupida Cherry. Dopo tutto quello che ti è capitato pensi ancora a queste fesserie.” dissi tra me e me. E nonostante ciò, cominciai a cercarlo con lo sguardo. Non c'era traccia di lui, così mi incamminai. Ad un tratto lo vidi all'angolo della strada. Pioveva ed io indossavo un cappotto e perfino dei guanti, faceva piuttosto freddo, ma lui era lì, in jeans e maglietta, con i capelli completamente bagnati. Non si muoveva, se ne stava lì. Istintivamente mi nascosi dietro ad un pilastro, anche se effettivamente non stavo facendo nulla di male. Mi misi ad osservarlo. Cosa faceva? Cosa stava aspettando? Oppure...chi stava aspettando? Pioveva e lui non si muoveva. E quegli occhi, quegli occhi che sembravano scavarti dentro erano persi verso il cielo. Se ne stava lì. «La pioggia è interessante. Non trovi, Cherry?» Mi sentii il sangue gelare nelle vene. Come aveva fatto a notarmi? Venni fuori da dietro il pilastro, non posso esserne certa, ma dovevo avere davvero un'espressione esilarante, dato che mi rivolse un tenero sorriso. «Beh, per certi versi direi di sì.» una risposta molto arguta, complimenti, Cherry. Distolse lo sguardo da me, e tornò ad osservare il cielo. «Intendo, cade dalle nuove, ripulisce il mondo e poi si asciuga e scompare. È molto eroica.» Lo guardai interrogativa. Non riuscivo ad afferrare ciò che aveva appena detto. «Se solo la pioggia riuscisse a ripulire il mondo anche dalla malvagità...» continuava a parlare, ma non ero del tutto certa che parlasse davvero con me. «Ad ogni modo, tu conosci il mio nome, ma io non conosco il tuo.» Accennò ad una risata, mentre prese a mangiare un lecca-lecca che aveva tirato fuori da non so dove. «È davvero così importante, un nome? Quella che noi chiamiamo rosa, se avesse un altro nome, non conserverebbe forse il suo dolce profumo in ogni caso? Non lo diceva anche Shakespeare?» disse in tono pacato. Aveva un modo di parlare che non ti lasciava scampo. Rimanevi irrimediabilmente intrappolato nella sua ragnatela. «Hai ragione, il nome non è così importante, in realtà. Però come fai quando la gente deve chiamarti? O scriverti, o dedicarti una poesia?» Non so perché dissi questa frase, mi vergognai subito dopo averla detta e (ne sono certa) divenni paonazza. «In tal caso, puoi chiamarmi Ryuzaki*. Non è il mio vero nome, ma come ti ho già detto, non trovo che il nome abbia molta importanza.» continuava a sorridere, tranquillo, con una mano in tasca ed una che accompagnava il lecca-lecca. Osservandolo mi ritrovai a pensare che era davvero bello, seppur fuori dal comune. In quel momento, era così affascinante che mi fece quasi venir voglia di fargli un ritratto. «D'accordo, Ryuzaki.» sorrisi. Mi sentivo pazza, stupida, incosciente. Ma stavo bene. «Posso chiederti una cosa?» dissi e lui mi guardò negli occhi, facendo cenno di sì con la testa. Diventai...viola, probabilmente. «Come sai il mio nome?» dissi portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Dovevo essere davvero orribile, fradicia com'ero. «Tutti sanno il nome della ragazza più invidiata dalle studentesse della Willowbrook High School**!» disse gettando la testa all'indietro. «Oh...» guardai verso il basso. “Ma che credevi, che fosse un agente della CIA?!” «Devo proprio andare adesso, Cherry, è stato bello parlare con te.» guardava in lontananza, subito dopo arrivò una lussuosissima auto nera, Ryuzaki mi fece un cenno di saluto con la mano, io ricambiai e lui salì e si allontanò. Guardai l'orologio e mi resi conto che ero stata lì sotto la pioggia insieme a lui per più di un'ora. Cominciai ad andare verso casa mia, sicuramente mia madre mi avrebbe fatto una ramanzina storica. «Quegli occhi...» sussurrai a voce bassa. Ero arrivata a casa, «Mamma, sono tornata!» Dissi e mi preparai alla sfuriata. «Sei in ritardo. Non vorrai fare aspettare Kyle? È meglio che ti prepari! Sei fradicia.» era mia sorella, Liz. «Sì, ora vado a prepararmi. La mamma?» dissi togliendomi il cappotto. «Ha avuto un imprevisto al lavoro, mi ha chiesto di te ma ti ho coperta. A proposito, dov'eri?» disse guardandomi inquisitoria. «Io...mi sono fermata a parlare...con...un ragazzo.» non ero proprio in grado di mentire a mia sorella. «Un ragazzo?! Pff, sorellina, sai che io sono sempre dalla tua parte, ma non mi farei scappare Kyle troppo facilmente se fossi in te! Lui è perfetto...per te.» Sbuffai, ero stufa di sentirmelo ripetere. «Hai ragione, è proprio perfetto.» le sorrisi e corsi a prepararmi. “Forse un po' troppo perfetto...” pensai. Un'ora dopo, ero pronta e Kyle in orario bussò alla porta. Gli aprii, «Sei bellissima.» disse guardandomi. Ci avviammo verso la sua auto, Kyle mi aprì lo sportello ed io entrai. “È perfetto, ma...quegli occhi, diamine. Non riesco a non pensare a quei bellissimi occhi.

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NOTES: 
*so che Elle ha cominciato a farsi chiamare Ryuzaki dopo il caso di BB, ma non sapevo che nome metterci. Perdonate la mia carenza di fantasia :D
**è per davvero la scuola superiore di Villa Park!

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Non so se questo capitolo è lungo, corto, magro, grasso. È il capitolo che mi è venuto. Si è...scritto da solo (?) E niente boh, ringrazio tutti quelli che hanno recensito il prologo e quelli che recensiranno questo capitolo, sempre se ce ne saranno, come ho già detto. Scusate se ci ho messo tanto a postare, ma la scuola mi prende abbastanza tempo xD Fatemi sapere se la storia vi piace e io la continuerò con estremo piacere, 
Nicole :3

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