Questa raccolta è stata scritta per il contest "The seven deadly sins" di Wynne Sabia, con il prompt invidia. Si è inaspettatamente classificata seconda, regalandomi un'incredibile soddisfazione. Ringrazio Wynne per l'accurato giudizio e spero che voi lettori vogliate regalarmi anche il vostro parere.
Pubblicherò a distanza di pochi giorni le altre sei drabble che completano la raccolta.

Envy me

Harry Potter

A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
L’aveva capito quando da piccolo subiva i dispetti di suo cugino Duddley, che puntualmente veniva punito dalla magia che ancora lui non sapeva di possedere.
L’aveva sperimentato più volte nel corso dei suoi anni da adolescente maldestro.
Lo rimuginava ora, percependo l’imminenza del confronto con Voldermort.
Se solo lui non l’avesse decretato il Prescelto, interpretando a suo piacimento quella dannata profezia.
Se solo avesse scelto Neville al suo posto -proprio quel Neville che stava arrossendo imbarazzato all’ennesimo rimprovero di Piton- avrebbe potuto essere anche lui un ragazzino imbranato.
E invece era Harry Potter, sommerso dalle responsabilità.

Ginevra Weasley

C’era stato un nuovo attacco quella notte.
L’espressione di Hermione a colazione testimoniava la sua preoccupazione, mal celata da un viso stanco tipico di chi ha dormito poco e male. Cercava diligentemente di ingoiare una fetta di pane e marmellata, ma si vedeva che non ne aveva voglia.
Al suo fianco, come sempre, Harry la confortava, con parole sussurrate piano e una mano che le accarezzava premurosamente il braccio irrigidito.
Ginny, seduta solo qualche posto più in là, sentì il suo stomaco serrarsi in una morsa dolorosa e l’appetito venir meno. Non avrebbe mai ottenuto la sua attenzione, né sarebbe mai stata più importante di lei ai suoi occhi.

Hermione Granger

Lei aveva un cervello di prim’ordine, capace di immagazzinare centinaia di informazioni in un pomeriggio.
Lei aveva uno straordinario acume, che le permetteva di cavarsela di fronte agli imprevisti.
Lei aveva la stima dei professori, che la rendeva fiera di sacrificare gli svaghi per lo studio.
Lei aveva Harry, su cui poteva contare se si fosse trovata in difficoltà.
Lei aveva un milione di cose per cui essere grata, ma avrebbe rinunciato volentieri a tutte in cambio di lui: Ron.
Ron che baciava languidamente Lavanda davanti a lei in sala comune.
L’altra non possedeva nessuna qualità degna di nota, ma aveva Ron.

Ronald Weasley

Harry lanciò loro un ultimo sguardo atterrito, prima di dirigersi silenziosamente verso Silente.
Tutti gli sguardi erano calamitati sulla sua figura smilza che attraversava la Sala Grande, compreso quello di Ron.
Perché non gli aveva confidato nulla? Erano migliori amici, condividevano ogni cosa.
Sete di gloria, gli sussurrò il suo cuore malignamente, desiderio di trovarsi sotto i riflettori.
Lasciò trapelare il suo scontento con uno sbuffo che fece voltare Hermione.
‹‹Che hai?›› le chiese spazientito, accorgendosi della sua espressione preoccupata.
‹‹Sarà pericoloso, Ron›› sbottò a bassa voce, ‹‹possibile che tu non capisca?››.
Bastarono quelle parole per farlo sentire inadeguato, un pessimo amico.