Riflessi oscuri di _Syn (/viewuser.php?uid=35935)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Heidi [Specchio] ***
Capitolo 2: *** Alec [Acqua] ***
Capitolo 3: *** Afton [Tacchi] ***
Capitolo 4: *** Felix [Maschera] ***
Capitolo 5: *** Jane [Riflesso] ***
Capitolo 6: *** Demetri&Heidi [Miele] ***
Capitolo 1 *** Heidi [Specchio] ***
Note: Quella che vi apprestate a leggere è una raccolta di 3 – o
6, devo ancora decidere – drabble, tutte dedicate ai Volturi. Ho
chiesto a mia sorella di darmi dei prompt e così lei ha fatto. Il
primo prompt è “Specchio”.
E' la prima volta che uso i Volturi nelle mie fanfiction, perciò non
so neanch'io cosa aspettarmi. Ma mi piace analizzarli, quindi
continuerò, sperando di migliorare :)
La raccolta si apre con Heidi.
Buona lettura!
Alexiel.
Riflessi oscuri
Heidi [Specchio]
Si dice che i vampiri non possano riflettersi nello specchio, perché
la loro esistenza sulla terra è pari a quella di un fantasma, di un
cadavere senz'anima. Innaturale e blasfema.
Heidi sorride al suo riflesso, perfettamente visibile sulla
superficie cristallina dello specchio rotondo e piccolo che tiene in
una mano. Dietro di lei c'è una fila di esseri umani che la segue:
la loro anima è già corrotta e sedotta dal suo sguardo, dalla sua
bellezza irresistibile, si crogiola nella blasfemia di desideri
impalpabili. L'anima segue l'odore della morte. Profumo di fiori e
incenso, dolce e nauseante annulla la ragione.
La paura è solo un bocciolo che ancora non riconosce il suo nome:
fiorirà in un urlo, come petali vibranti che si dissolvono al tocco
dell'aria, quando sarà troppo tardi, quando sarà sradicata dal
terrore primordiale, dalla sete e dall'inevitabile.
L'umano che insegue la morte e sorride. Innaturale.
L'umano che arde nel desiderio di ciò che è proibito. Blasfemo.
Heidi ripone lo specchio in una tasca.
Non sarà il suo riflesso a svanire.
Note finali: Al prossimo capitolo e grazie per aver letto!
Next: Alec [Acqua]
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Capitolo 2 *** Alec [Acqua] ***
Riflessi Oscuri
Alec [Acqua]
L'acqua gelida della piscina si uniforma al suo corpo e alla sua
temperatura come se fosse una semplice estensione e ricopre tutto il
resto: suoni, percezioni, ricordi. E' come essere immersi in un
tempio di sensazioni perdute.
Alec chiude la sua mente a tutto e continua a sprofondare quanto più
può nell'incoscienza. Il suo corpo si perde, fa quasi fatica a
individuarlo, e al giovane vampiro sembra di annegare dentro
se stesso.
Nessuna voce, nessuno sguardo; solo un mondo da cui potrà sempre
salvarsi, uscire. Se vorrà tornare a sentire, dovrà solo fare una
mossa: schiudere appena le labbra, compiere un arco con le braccia e
spostare l'acqua, ascoltandone il dolce sciabordio.
Alec può decidere di fuggire, può decidere di rimanere, può
decidere di non sentire: gli basta la volontà. La Signora dei Sensi
che, nella nebbia e nel fuoco, si fa sua serva.
Ma i corpi assiderati, dissanguati, che galleggiano come foglie sulla
superficie dell'acqua ora rossastra... essi non hanno più volontà,
sono stati abbandonati e lui li ha offerti alla sua Signora e
Serva. E a se stesso.
Ad Alec basta quel pensiero per riaprire gli occhi e muoversi.
Jane, da bordo piscina, gli sorride come sempre e gli porge la mano.
Ed è l'unico mondo in cui desidera tornare.
Note: Prima di tutto, specifichiamo che questa è una
doubledrabble. Non sono riuscita a limitarmi più di tanto. Alec mi
piace un sacco e 100 parole non mi bastavano :D
Qui ho dipinto un quadro un po' macabro, ma Alec non si
diverte solo
ad ammazzare poveretti innocenti in piscina. Sa nuotare anche senza
farlo, ecco. Nella mia mente riesco a immaginarlo come un piccolo
nuotatore. All'inizio non avevo fatto caso al contrasto fuoco/acqua,
ma mi era semplicemente venuto in mente che, tra tutti gli hobbies
del mondo, il nuoto era quello che riuscivo ad associare più
facilmente ad Alec. Poi sarò solo io, non saprei XD
Jane è un elemento che non potevo far mancare, per cui eccola lì,
piccola e carina, che aiuta suo fratello a uscire dall'acqua. Che poi
sorrida mentre è circondata da cadaveri umani che galleggiano come
foglie... be', che vi aspettavate? Non potevo creare una scena
completamente normale, altrimenti non sarebbero stati loro.
Grazie per aver letto e per gli eventuali commenti <3.
Alexiel.
Next: Afton [Tacchi]
Appuntino: per chi volesse capire meglio
il prossimo capitolo, consiglio la lettura di "Eco
Mortale". Diciamo che si tratta
di una lettura propedeutica. Se poi l'avete già letta, tanto meglio :)
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Capitolo 3 *** Afton [Tacchi] ***
Note: Non ho messo ad Afton un paio di tacchi se
ve lo state
chiedendo. In realtà, il prompt potrebbe benissimo essere
“silenzio”, ma tra quelli inventati da mia sorella non compariva;
poi, però, mi sono accorta che i tacchi avrei potuto inserirli da
qualche parte.
Quindi sì, se pensate all'Afton di Alexiel il silenzio viene di
conseguenza. Ecco perché ho pubblicato “Eco mortale”,
l'altro giorno. Così questa drabble avrà più senso. Anzi,
quasi-tripla-drabble. Le parole aumentano capitolo dopo capitolo XD
Il prossimo sarà dedicato a Felix. Il prompt non l'ho
ancora deciso, sarà una sorpresa.
Buona lettura,
Alexiel.
Riflessi Oscuri
Afton [Tacchi]
Il silenzio non è invisibile. Afton lo vede, lo sente e, a volte,
gli sembra di poterlo toccare. E' un tipo tosto, che sa colpirti
anche piuttosto violentemente e, non sembra, ma in realtà non va mai
via. Certo, vivendo a Volterra uno potrebbe dubitare seriamente di
questo, ma anche quando le chiacchiere di Felix o di Aro diventano un
vero e proprio “vaffanculo” all'apparato respiratorio
umano, Afton riesce ancora a trovare frammenti del suo caro amico da
qualche parte.
Per esempio, ora è nel suono che i tacchi di Chelsea producono
mentre lei cammina nella loro stanza, lo sguardo affilato e divertito
al tempo stesso. Sono passi cauti e il rumore dei tacchi sarebbe
inudibile a chiunque non fosse un vampiro. Si muove velocemente, lo
cerca, mentre lui è invisibile e si nasconde; il silenzio viene
tagliato in tanti frammenti quando Chelsea muove l'aria per
affrettarsi verso il punto in cui la presenza di Afton è più intensa,
oppure quando lui si allontana per sfuggire alla cacciatrice.
Il suono cambia, i passi diventano una danza e tra lei e il silenzio
nasce un valzer impazzito, che Chelsea sembra ballare da sola. Anche
l'espressione invisibile di Afton muta e sembra
diventare geloso – del silenzio e di Chelsea, così perfetti in
quella danza.
Il tacchettio è armonioso e ipnotico, lo cattura. La caccia, ormai,
è terminata.
E' troppo lento e Chelsea, esibendo un'espressione ferina e
soddisfatta, lo abbraccia, fulminea, e lo attira a sé.
“Preso.” sussurra.
E il silenzio, tra le sillabe pronunciate velocemente, con un tono
vittorioso, si adagia su di loro.
Molto meglio.
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Capitolo 4 *** Felix [Maschera] ***
Note:
Mi sa che la dicitura drabble devo proprio toglierla dagli
avvertimenti. Stavolta non mi sono per niente limitata e ho raggiunto
le 2000 parole XD Ma ehi, l'avevo specificato che Felix chiacchiera
assai. Mi avrebbe ridotto in polvere se non gli avessi dato
abbastanza spazio. Non immagino cosa potrebbe combinare Aro.
Bon. Vi
auguro buona lettura, condita di crack pairing e trollate varie ai
danni di qualcuno. Non ho resistito.
Riflessi
oscuri
Felix
[Maschera]
Percepisce la
sua presenza e la sua voce morbida, da mamma, già da prima
che Demetri porti lei e parte dell'allegra famigliola giù nei
sotterranei. Non è molto lontana e può immaginarla mentre la sua
espressione cambia, diventa dura e sprezzante, nonostante la presenza
di sua figlia al suo fianco. Può sentire anche lei e la sua voce
melodiosa, piena di bontà e tutte quelle cose che Felix trova fin
troppo bianche e morbide, quasi flaccide. Dopo viene il marito.
Edward Cullen, come al solito, è il silenzio melodrammatico
personificato, ma Felix
non fa fatica a individuarlo semplicemente perché è impensabile
immaginare Isabella Cullen senza il suo dolce amore al fianco.
Il vampiro si
lascia sfuggire un ghigno e Flavia, la nuova segretaria dopo
l'affezionata Gianna, gli sorride cordiale.
“E' di buon
umore, signor Felix?” chiede.
Il suo ghigno
si allarga e, davanti a quell'espressione, Flavia rimane interdetta.
Spera vivamente che il signore non sia lì per ammazzarla proprio
quel giorno, perché vorrebbe almeno morire con un bel vestito e con
le unghie rifatte per bene.
Ma non sembra
sia così, medita, perché Jane ha lasciato sulla scrivania una
montagna di documenti da compilare.
“Cazzo,
sì.” risponde Felix, il sorrisetto che non accenna a sparire. Le
visite dei Cullen sono divertenti, anche se negli ultimi anni hanno
finito per minare gravemente l'autorità dei Volturi.
Si chiede che
penserà il caro Edward quando si farà un giro nella sua mente e
troverà tutta l'allegria per la visita di sua moglie. Così impara a
fare l'impiccione e a ignorare il significato della parola “privacy”.
“Mi fa
piacere.”
A lui ancora
di più e infatti lo sguardo rosso di Felix sembra rilucere.
Flavia non ha
ancora imparato a distinguere l'umore buono pericoloso dall'umore
buono innocuo. In effetti, dubita che in tutto quello che fa ci sia
qualcosa di innocuo. Sospira e si chiede se sia una buona idea
provare in quei cinque minuti di pausa il nuovo smalto verde mela
oppure aspettare di andare a casa. Sfidare la sorte in un covo di
vampiri?
Scrolla le
spalle.
Tanto vale
provarci, magari non le resta troppo tempo. Ma prima che possa
estrarre dall'astuccio la boccetta, dei passi annunciano l'arrivo di
nuovi visitatori che seguono Demetri. Alza il capo, sorridendo
automaticamente, e riconosce un gruppo di vampiri che il Signor Aro
sta aspettando con trepidazione.
“Buongiorno,
signor Demetri.” dice con un sorriso. Demetri risponde senza
dimostrare troppo entusiasmo e continua a far strada ai Cullen
“Buongiorno.” aggiunge poi, quando i tre visitatori passano di
fronte alla scrivania.
“Buongiorno,
Flavia.” la saluta il vampiro con i capelli rossicci, leggendo la
targhetta con il suo nome. La donna al suo fianco lo imita.
Felix,
intanto, si gode l'occhiata omicida di Edward Cullen e nota quella
preoccupata di sua moglie, che si trasforma subito in irritazione nel
momento in cui i suoi occhi si posano su di lui, che la saluta con
l'immancabile occhiolino. La Guardia reagisce
con allegria, finge di non notare l'atmosfera ostile e muove un
braccio per invitare tutti a passare. Demetri lo fissa e scuote
lentamente il capo, ma anche lui adora vedere Edward Cullen in
difficoltà, perciò evita di rimproverarlo o dirgli di starsene al
suo posto.
La bambina,
quella con il nome strano e con i geni ancora più strani, se ne sta
tra i suoi genitori e stringe una mano per lato. Guarda la segretaria
e le sorride angelica, manco fosse l'angelo del Signore. Jane è
capace di sorridere in quel modo, solo che gli occhi rossi incutono
molto più timore. In ogni caso, dopo aver lavorato a stretto
contatto con i gemelli, Flavia ha imparato a non fidarsi troppo dei
bambini pallidi, perciò risponde al sorriso con un'occhiata un po'
preoccupata e si domanda se sarà la bimba a strapparle il cuore e
bere il suo sangue.
No, in quel
momento Renesmee Cullen non è affatto carina e Flavia, fregandosene
altamente di tutto, rivolge tutte le sue attenzioni allo smalto
verde.
Felix mostra
la sua allegria ancora più apertamente quando Renesmee Cullen
procede nella sua marcia, con espressione offesa e triste.
“Amore, tu
vai avanti, io vorrei scambiare due parole con Felix.” bisbiglia
Bella, una mano poggiata cautamente al braccio del marito. Sta per
ribattere ma lei lo zittisce in un modo che Felix, da lì, non riesce
a comprendere. Sembra solo che Edward abbia visto la Terra Promessa.
“Sleale.”
sussurra.
“Se è
l'unico modo per farti capire che non ho brutte intenzioni...”
Felix tende
le orecchie. Oh, brutte intenzioni; peccato, lui ci sperava. Sente il
ringhio di Edward, da poco lontano, e soffoca una risata. Per gli
standard di Volterra quel giorno si sta divertendo troppo. Caius non
ne sarà troppo felice. Ma Caius non è mai felice di niente, a meno
che non possa decapitare/lanciare nel fuoco/ammazzare in qualunque
modo qualcuno.
“Torna
presto.”
“Non ti
accorgerai neanche che mi sono allontanata.”
Non sa
perché, ma Edward ridacchia a quel passaggio e poi la lascia andare,
non per questo tranquillo.
Meglio così.
“Nessie,
resta vicina a papà.”
La bambina di
circa nove anni, boccoli ramati e occhioni marroni grandi come quelli
di sua madre, annuisce e abbraccia sua madre, che sorride e risponde a
una domanda che Felix non ha afferrato. Ha usato il suo potere di
mostrare le cose, intuisce. Bella le bacia la fronte e le ripete le
solite raccomandazioni. Poi Renesmee si allontana graziosamente,
tendendo la mano
al padre, che non la smette di guardarsi indietro fino a quando non
svolta l'angolo.
Ma a Felix
non interessa più di tanto la bambina ibrida e la sua aura
zuccherosa e fatata. In effetti, tutti sono rimasti stupiti quando
lui non ha dimostrato il benché minimo interesse verso la creatura.
Aro ha persino pensato di farlo esaminare per cercare poteri latenti
che potrebbero essere sfuggiti all'attenzione e Felix gli ha risposto
che semplicemente i bambini non sono il genere di compagnia che
predilige, soprattutto quelli con quell'aria per bene e dolce come il
miele a cui non puoi neanche insegnare qualche parolaccia senza che
corrano a dirlo a mamma e papà. Oppure i bambini dall'aria innocente
che al primo cenno di distrazione ti lasciano sul pavimento in preda
a dolori infernali o, in alternativa, in una bolla di nebbia in
attesa di crepare.
I bambini
sono troppo piccoli e lui è troppo grosso. Già da umano rischiava
di romperli con una pacca sulla spalla o di farli fuggire via,
terrorizzati, con un semplice sguardo.
“Bella,”
è sua madre che gli interessa “è un piacere rivederti.” dice.
Si avvicina a
lei, un sorriso splendente stampato sul volto, e la donna si
irrigidisce. Non è mai a suo agio tra quelle pareti e non l'ha mai
vista sfoggiare un sorriso, neanche per sbaglio, quando viene a far
loro visita.
“Felix.”
lo saluta, mantenendo le distanze, sia fisicamente che nelle maniere.
Non è per
niente espansiva e questo permette a Felix di stuzzicarla con maggior
divertimento. Lo sa che è preoccupata dalla prospettiva di un
attacco visto che il suo Scudo delle Meraviglie contro di lui non
funzionerebbe; ma Felix non ha intenzioni bellicose, perlomeno non in
quel senso. Tuttavia, questo non le ha impedito di andargli incontro
di sua volontà per scambiare “due parole”.
L'unica cosa
che Felix vuole, è passare piacevolmente il tempo mentre aspetta
quel momento.
“Gita di
piacere?” chiede.
Fa un altro
passo avanti e si avvicina abbastanza per metterla a disagio e farle
alzare lo sguardo fiero ma irritato. Può quasi immaginare la smorfia
e il ringhio rabbioso che stanno per nascere su quel bel volto.
Oh, Bella
Cullen non sa portare pazienza e, nonostante la sua inesperienza e la
sua giovinezza, Felix guarda con speranza a un futuro scontro tra
loro due. Dopotutto, i maestri non le mancano e lei impara in fretta.
Deve essere il modo in cui sfida tutti apertamente, quasi desiderasse
morire. Tutti gli altri Cullen fingono una patina di rispetto e
amicizia, dimostrano ribellione, se necessario, e disapprovano quello
che loro, i Volturi, rappresentano. Basti considerare la loro
bizzarra dieta vegetariana.
Ma Isabella
Cullen li disprezza senza sforzarsi troppo di dare a intendere il
contrario; anzi, è un disprezzo così evidente e spassionato che a
volte sembra che le sue guance pallide, granitiche, si tingano di
rosso. Ma è solo illusione, è solo il ricordo che Felix conserva
della Bella umana. E' un bel ricordo, anche se l'immortalità, come
ripete Aro a ogni loro incontro, le sta d'incanto.
“Dovere.
Non si ignorano gli inviti ufficiali, no?” replica Bella.
Per
provocarlo e dimostrare una qualche sicurezza che non possiede, Bella
si avvicina a sua volta e arriva a sfiorargli il mantello grigio.
Spericolata
e sciocca. In una parola: arrogante. E a Felix piace, perché in
effetti fa tutto quello che lui si aspetta e desidera. Non deve usare
la forza fisica per manipolarla, per attirarla, ed è proprio questa
la cosa più divertente. Bella Cullen si lascia battere lasciando che
lui usi armi deboli come le provocazioni. Dopotutto, è per questo
che si trova lì con lui: pure e semplici provocazioni. Chissà se
suo marito le dirà cosa ha visto nella sua mente.
Tiene il
mento alto per guardarlo e scopre i denti, impercettibilmente. E'
solo un sorriso mascherato, velenoso.
“Il
Boss era curioso di incontrare tua figlia
un'altra volta. Non mi sembra che lei non fosse contenta, no? Magari
la prossima volta verrà per restare.” il sorriso di Felix si
allarga quando lo sguardo di Bella diventa scuro e i denti affilati
mordono le labbra piene. Una scia di veleno scivola via e Bella la fa
sparire, rapida.
“Non
credo. A Renesmee piace la sua vita.”
In
realtà, la sua frase suona più come un “A Renesmee piace la
vita”, ma Felix non si sofferma a commentare. Preferisce godersi lo
sguardo sicuro della donna che vacilla un po' sotto il suo ghigno
altrettanto spavaldo.
“Non
si sa mai.” ribatte Felix. “E penso che tuo marito si sia
allontanato abbastanza, quelle due parole puoi dirmele, ora.”
Ora
sembra più pallida, come se fosse possibile, e la sua sicurezza
vacilla per una frazione di secondo, il tempo che le serve per
mettere di nuovo le distanze fra loro. Felix ridacchia.
“L'ultima
volta l'occasione che aspettavi non si è presentata.” ovviamente
si sta riferendo alla battaglia che i Volturi hanno perso qualche
tempo prima, ma Felix non tiene rancori così a lungo come Aro e
Caius, perciò ha già smesso di pensarci. Perché lui crede nelle
occasioni e le parole di Bella non sono che previsioni senza
fondamento, leggere come l'aria e inutili. “E non lo farà.”
“Vuol
dire che ti unirai a noi, prima?” domanda la Guardia, palesemente
divertita da quella sicurezza. Se c'è una cosa che ha imparato e che
non si è mai rivelata errata nel corso dei secoli, è che non c'è
mai abbastanza sicurezza, soprattutto quando si è così arroganti. I
Volturi stessi hanno sperimentato la verità di quelle parole a loro
scapito.
Bella
ha vinto le sue battaglie fino a quel giorno, ma la fortuna gira e le
occasioni non mancano mai.
“No.”
risponde.
La
sua voce, tanto è intensa e profonda, riecheggia tra le pareti di
pietra.
E'
proprio un no con i fiocchi, pensa Felix.
“Peccato.
Al Signor Aro farebbe davvero piacere.”
A
lui basterebbe una cosa, un'occasione, e gli andrebbe benissimo.
Qualunque sia la parte del campo in cui lei si trovi; preferirebbe
quello opposto, in ogni caso.
“Ora,
se permetti, raggiungo la mia famiglia.” sibila freddamente Bella.
Felix
le fa un inchino e arriva a guardarla direttamente negli occhi. Rosso
e ambra che si sfidano, immobili, e aspettano il momento giusto per
attaccare.
Peccato,
pensa Felix, che dovrà attendere ancora molto tempo perché quel
momento arrivi. Non vede l'ora di potersi scatenare in un
combattimento come si deve; gli dispiace solo che non potrà bere il
suo sangue, che non potrà sentire le sue umane grida di dolore e
paura, che non riuscirà a sentire la sua calda vita scorrere via tra
le mani fredde. Ma non sarebbe un combattimento, altrimenti. Solo una
caccia. Per quello c'è Demetri.
Si
accontenterà di quegli occhi, del veleno e dell'attesa.
Tuttavia
non è quello il momento né il luogo, e loro lo sanno bene.
“Divertiti,
Bella.”
Bella
non ricambia l'augurio e si lascia alle spalle quel silenzioso e
ordinato campo di battaglia.
E'
solo una guerra mascherata.
Per ora.
Precisazioni:
§
Mi è sempre parso stupido e improbabile che Nessie riuscisse a
sparaflashare tutti con la sua bellezza e il suo essere così
adorabile.
Insomma, ho voluto ridurre tutta quell'essenza alla Mary Sue che
sprigiona tutte le volte che mette piede da qualche parte.
§
Cit: “Sembra solo che Edward abbia visto
la Terra Promessa” Non so se
si è capito, spero di sì, ma qui Bella si è privata dello Scudo
per mostrare i suoi pensieri e le sue intenzioni a Edward.
§ Ah, ovviamente Flavia è un
OC che ho inventato per sostituire Gianna. Farà di nuovo la sua
comparsa in futuro.
Note:
Confesso. Shippo la Felix/Bella in silenzio.
Shippavo
in silenzio, anzi. Ormai è cosa pubblica XD Mi piacciono, non ci
posso fare niente. Il crack chiama e Alexiel risponde. Ovviamente non
li shippo in senso romantico, che farebbe pure ridere.
Bene. Spero
che anche questo capitolo – sempre più lungo degli altri – vi
sia piaciuto <3
Per ora ho in
corso due flashfiction, una su Renata e l'altra su Jane, perciò non
so quale pubblicherò prima. Magari mi blocco e ne scrivo una su
Demetri, non si può mai sapere XD Aspettatevi una sorpresa, quindi.
Baci,
Alexiel.
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Capitolo 5 *** Jane [Riflesso] ***
Riflessi oscuri
Jane [Riflesso]
“Jane, mia cara, per favore.”
Lo sguardo di Jane incontra il volto distorto dalla paura di un
neonato. In un attimo la paura diventa disperazione cieca e le sue
membra sono colpite da un incendio; il dolore lo costringe a chiudere
gli occhi, a urlare parole senza significato. Il dolore è così
forte che la vittima non trova neanche, dentro se stessa, il modo per
implorare pietà. Il fuoco divampa e le urla deliziano le orecchie di
Jane, ma non abbastanza.
Non è mai abbastanza.
Quando Aro la guarda, Jane non potrebbe desiderare
altro. La sua
adorazione può diventare sciocca, il suo viso può trasformarsi in
quello di una bambina che cerca attenzione e approvazione – amore –
ma non importa.
Quando Aro la guarda, i suoi occhi si trasformano in uno specchio di
fuoco e Jane incontra il proprio riflesso, finendo intrappolata in
una tortura senza fine.
Il sorriso di Aro riflette i suoi sentimenti e li rimanda indietro,
in una fiammata che non la incenerirà mai. Ma un giorno sarà
abbastanza forte e quello specchio andrà in frantumi. Un giorno
riuscirà a comprendere le parole che esplodono nella sua mente ogni
volta che la gelosia, l'odio, il disprezzo e l'amore la costringono a
contorcersi, senza chiedere pietà.
“Jane, mia cara...”
Mai.
Il dolore non è mai abbastanza.
Note: Ed ecco Jane. Ho sempre pensato che quel suo
essere
sadica nascondesse anche qualche “frammento” di masochismo. Se ti
piace far soffrire la gente, ti “piace” anche soffrire. Oppure
non puoi farne a meno. E' come mettere l'uno di fronte all'altro due
specchi. E' un processo che non finisce mai, neanche dentro se
stesso. Uscirne... be', non penso che lei ci riuscirà.
Grazie per aver letto e a chi commenterà <3
Alexiel.
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Capitolo 6 *** Demetri&Heidi [Miele] ***
Riflessi oscuri
Demetri&Heidi
[Miele]
La
prima cosa che nota mentre si dirige verso la sua stanza è una
presenza familiare, che riconosce all'istante per quella strana
patina luminosa al profumo di miele che ricopre l'essenza dei suoi
pensieri. Non può leggere la sua mente, ma può accarezzarne
l'involucro e sentirne il profumo. Poi Demetri lo segue finché non
ne raggiunge l'origine e niente, neanche le gambe più rapide del
mondo, potranno fermarlo a quel punto.
Quel
profumo di miele, luminescente come il sole intrappolato in una
gabbia di nuvole, è vicino. Demetri non perde la solita compostezza
e non si affretta verso la porta; mantiene un andatura lenta, come se
non avesse percepito nulla. Dopotutto, la preda non scappa e lui non
ha premura di trovarla.
A
lui piacciono le cose lente, che si dipanano sotto i suoi piedi un
pezzo alla volta; non ne perde neanche un frammento, perché ai suoi
occhi è tutto chiarissimo, un quadro completo a cui lui metterà la
firma una volta raggiunto. Oppure lo farà a pezzi.
Poggia
la mano sul pomello della porta e lo gira.
La
camera è immersa nel buio, come sempre, ma Demetri distingue
benissimo la figura di Heidi. Seduta sulla sua poltrona, quella
poggiata al muro accanto al “Concerto a tre”, il quadro che Felix
gli ha regalato vent'anni prima perché gli andava; Demetri
non ha mai capito se gli andasse di rubarlo o di regalarglielo. Forse
entrambi i motivi.
“Sentito
un buon profumo?” lo saluta Heidi, con voce allegra.
La
pesca deve essere andata bene, come sempre; peccato che lui se la sia
persa mentre tornava dalla sua missione.
“Familiare.”
precisa Demetri.
“Se
ti è familiare, deve piacerti.”
Il
vampiro passeggia per la stanza quasi vuota. Se non fosse per la
poltrona, il quadro e qualche libro, lo sarebbe davvero; dopotutto,
non ne ha davvero bisogno, è solo un luogo in cui tornare e stare
soli dopo una missione. O un luogo in cui farsi attirare da Heidi. Il
fatto che la donna scelga proprio la sua stanza per intrappolarlo è
insieme divertente e quasi irritante.
Heidi
lo sa che Demetri diventa fin troppo meticoloso nella scelta delle
parole, che raggiunge livelli spaventosi di pignoleria linguistica
per far filare un discorso nel modo più logico possibile. E sa anche
che lo fa solo per irritarla e attirarla nella sua trappola. Sarebbe
bravissimo, se solo non fosse lei la pescatrice.
Demetri
può trovarla, lei può attirarlo fino a farlo impazzire.
Quando
riescono a mettersi d'accordo la forza di attrazione tra loro diventa
talmente perfetta da far impallidire persino le leggi della fisica.
Di
fronte al silenzio di Demetri, Heidi si lascia scappare un sorriso,
simile a un ghigno di soddisfazione, e si guarda intorno come se
stesse cercando qualcosa.
“E'
un vero peccato che tu non abbia un letto.” commenta.
Tamburella
con le dita sui braccioli della poltrona, come se suonasse un
pianoforte invisibile o muovesse i fili di una marionetta.
Demetri
si fa strada nel buio e si appoggia al muro, vicino al quadro e poco
lontano da Heidi.
“Non
ne ho bisogno.” risponde semplicemente.
Heidi
ride e quella sua aura, che brilla opaca e ingannevole, sembra
risplendere per un momento, come se il sole si fosse liberato dalle
nuvole. E il miele scende caldo dalle sue labbra, sprigiona il suo
profumo dolce.
“Neanch'io.”
Succede
velocemente: Heidi si alza dalla poltrona e lo raggiunge, le mani
poggiate sul suo petto e le labbra piegate in un sorriso morbido, che
gronda ancora miele caldo.
Lei
che disprezza qualunque cosa sia umana, preferirebbe giacere su un
mare di pietre e sangue.
Lei
che è così bella che fa quasi paura toccarla e rovinarla. E vive
dietro le nuvole, rilucendo come una dolce promessa come il paradiso,
e poi si rivela l'inferno.
Demetri
le tocca il volto con una mano, accarezzandone una guancia con il
pollice e arrivando a sfiorare le labbra. L'altra mano gioca tra i
suoi capelli, che profumano ancora di vite strappate, urla soffocate
nel sangue e... miele.
La
sfiora e guarda come se fosse la sua preda e lei, silenziosa,
trattiene la voce.
Lo
sa che anche quella è solo un'illusione, ma lei lo lascia fare,
perché in fondo vorrebbe che quel cacciatore riuscisse a catturarla
senza il bisogno di preparare un terreno e ricoprirlo di trappole.
Per questo, ogni volta, Heidi sceglie quella stanza vuota, sua, buia,
e aspetta che lui ritorni.
Ma
quando Demetri la bacia, Heidi sente la trappola scattare, come un
suono metallico, e si porta una mano al petto.
Dopotutto,
la trappola è sempre lei.
Fin
Precisazioni:
§
Ho voluto dare ai pensieri di Heidi il profumo del miele perché il
miele attira. E mi sembrava appropriato. Non so se l'abilità di
Demetri gli permetta di sentire dei veri “profumi”, ma ho pensato
che a seconda della persona lui potesse associarli a un profumo reale
e simile.
§
“Concerto a tre” è un dipinto del pittore olandese Jan Vermeer,
rimasto all'Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, finché
qualcuno l'ha rubato nel marzo del 1990. Ho pensato che Felix,
durante una missione particolarmente noiosa in Olanda, abbia deciso
di approfittare dell'occasione per fare un regalo al suo amico
Demetri e divertirsi un po'. E' che quando penso alle opere d'arte
perdute mi vengono in mente i Volturi. E sì, volevo assolutamente
infilare Felix in qualche modo anche in questo capitolo. E' lui che me
l'impone, io non c'entro.
Note:
Ed eccoci arrivati alla fine, con Demetri e Heidi. Non sono stata
capace di scegliere uno solo di loro, perché hanno più o meno lo
stesso spazio nella storia. E poi mi piace: la raccolta è iniziata e
terminata con Heidi.
Loro
li shippo dai tempi di New Moon – che poi è l'unica volta in cui
si può vederli interagire – e ho sempre trovato curioso il fatto
che lei attiri le sue prede con il suo potere e lui le cerchi, senza
che queste possano sfuggirgli. Che dire? Spero che questo piccolo viaggio a Volterra sia stato gradito da voi lettori, silenziosi e non. Baci,
Alexiel.
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