addio vecchia vita, benvenuta vita nuova

di miss volturi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cap 1 ***
Capitolo 2: *** cap 2 ***
Capitolo 3: *** cap 3 ***
Capitolo 4: *** cap 4 ***
Capitolo 5: *** cap 5 ***
Capitolo 6: *** cap 6 ***
Capitolo 7: *** cap 7 ***
Capitolo 8: *** cap 8 ***
Capitolo 9: *** cap 9 ***
Capitolo 10: *** cap 10 ***



Capitolo 1
*** cap 1 ***


Ero sulla scrivania di camera mia e stavo facendo i compiti. Quanto odiavo l’inglese, non ci capivo un’acca. Io sono Leah Clearwater, abito in Italia insieme a mio fratello Seth e mio padre. I miei genitori si sono separati quando io avevo 4 anni e Seth ne aveva 2. Non ho nessun ricordo di quando mia madre viveva con noi. Non l’ho nemmeno mai vista davvero, tranne che in alcune fotografie che mio padre teneva per “ Non ripetere gli stessi errori” diceva sempre. Stavo dicendo, io stavo facendo i miei benedetti compiti di inglese quando suonò il telefono. Urlai a mio fratello che era al piano di sotto < Seth, telefono> da lui non ricevetti risposta. Probabilmente stava giocando ancora a quei maledetti videogiochi. Imprecando scesi e risposi al telefono < Pronto?>
< Lei è la signorina Clearwater?> disse una voce sconosciuta.
< Si sono io>
< Sono spiacente di darle la notizia che suo padre durante il lavoro ha avuto un infarto e purtroppo ci ha lasciati>.Ma come poteva essere. Fino alla mattina prima mio padre stava benissimo. Com’era possibile? Chiusi il telefono senza neanche salutare e andai da Seth.
< Seth > dissi in un sussurro. Lui non mi rispose ma si limitò a dire < Sono arrivato a 10000 punti in questo gioco>.
< Seth devo dirti una cosa> alzando leggermente il tono della voce.
< Non puoi dirmelo dopo?> mi stavo veramente irritando. Andai alla televisione e la spensi < Hey> disse lui. Iniziò a maledirmi i tutte le lingue del mondo, ma qualcosa nel mio sguardo lo fece smettere. < Papà e morto> dissi tutto d’un fiato lasciando che le lacrime uscissero. Mio fratello ci mise un po’ a realizzare quello che avevo detto. Lui si alzò e mi venne ad abbracciare. Mi sentivo male. Non so cosa sarebbe successo. Di certo non potevamo vivere da soli, siccome io non ero maggiorenne. Avevo paura !

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Capitolo 2
*** cap 2 ***


Vi prego recensite. Voglio sapere cosa ne pensate XD
 
Al funerale tutti facevano le condoglianze. Anche se in realtà non capivano minimamente come mi sentivo. Seth che era sempre stato più forte di me rispondeva al posto mio. Quando quella tortura finì tornammo a casa. era doloroso stare li dove pochi giorni prima c’era anche lui. Mentre eravamo seduti sul divano abbracciati qualcuno telefonò. Seth rispose. Non capii molto della conversazione. Quando tornò dov’era disse < Era l’assistente sociale. Ha detto che dovremo andare dalla mamma > forse era meglio così. Almeno lontana dai posti che mi legavano a lui forse sarei stata meglio.
Dopo un paio di giorni di completa catalessi nella mia stanza che decisi che avrei reagito. Dovevo continuare a vivere. Certo i primi giorni non sarà facile, ma ci dovevo provare, altrimenti mi sarei bruciata come una candela. Seth venne a dirmi < Sorellona, domani abbiamo l’aereo. Vuoi una mano per preparare le valigie?> io annuii. Se ero con qualcuno era più facile sopportare il dolore, soprattutto se quel qualcuno era Seth. Misi tutte le mie cose dentro le valigie. Erano a mala pena 4. Non avevo mai avuto molti vestiti, non ero la classica fanatica della moda anzi, io adoravo le macchine e le moto. Ne possedevo una bellissima costruita da me e mio padre. L’avrei portata con me. Non sapevo neanche dove saremmo andati, ma sinceramente non mi importava più di tanto. Quando finimmo ci guardammo negli occhi. Lui mi rivolse un sorriso sincero. Adoravo mio fratello, senza di lui sicuramente non ce l’avrei fatta a superare questo momento. Si sedette sul mio letto e mi fece cenno di sedermi affianco a lui. Io mi sedetti < Leah mi devi promettere una cosa> io annuii < Devi girare pagine, non ne vale la pena di continuare a soffrire. Cerca di essere gentile con la mamma. Noi non sappiamo cosa è realmente successo> quando faceva la parte del comprensivo non lo sopportavo. Mia madre non si è neanche presentata al funerale. Almeno se non lo faceva per suo marito l’avrebbe dovuto fare peri suoi figli. Guardai Seth negli e dissi < Sul fatto di girare pagina ti do ragione, ma non chiedermi di perdonare la mamma tra un giorno e un altro> lui stava per dire qualcosa ma il mio sguardo gli fece capire di stare zitto.
Sorridendomi per l’ultima volta uscì dalla stanza. Guardai l’ambiente spoglio. Io ce la potevo fare, l’avrei fatto per me stessa. Avrei rinchiuso tutto il mio dolore in un cassetto, anche se non so quanto tempo ci avrei messo. Avevo solo bisogno di tempo, tutto qui. Senza accorgermene mi addormentai sul mio letto.

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Capitolo 3
*** cap 3 ***


La mattina dopo Seth mi svegliò dicendo che dovevo sbrigarmi o altrimenti avremmo perso l’aereo. Io scesi dal letto con estrema lentezza. Andai in bagno e dopo aver fatto una doccia calda mi vestii. Scelsi dei vestiti semplici: una canottiera bianca, un paio di Jeans chiari e un a felpa nera. Dovevamo fare parecchie ore di viaggio. Un taxi ci aspettava fuori. Lanciato un ultimo sguardo alla mia vecchia casa, alla mia vecchia vita pensai” Addio papà”.
Salimmo sul taxi che ci portò via.
L’aeroporto non era molto lontano, ci volle solo mezz’ora. Prendemmo le valigie e dopo aver fatto il checkin salimmo sull’aereo. Io rimasi abbracciata a mio fratello per parecchio tempo, finché mi addormentai nuovamente. Una nuova inquietudine si impossessò di me. Come avrei reagito rivedendo mia madre? Nemmeno io comprendevo pienamente me stessa, ma la rabbia che provavo nei suoi confronti di certo non si poteva cancellare con una gomma in pochi attimi. Come poco tempo prima Seth mi svegliò dicendo < Siamo arrivati> io mi alzai sorridendogli. Scendemmo dall’aereo. Prendemmo le valigie e le moto. Di certo le nostre moto non potevano rimanere in Italia, piuttosto sarei rimasta io con loro. Chiedemmo a un taxi di seguirci mentre andavamo a casa di nostra madre. Meno male che Seth aveva il navigatore sulla moto, altrimenti sarebbe stato un problema. Seth prima che partissimo mi rivolse uno sguardo comprensivo. Sapeva quanto mi costava andare da lei.
Lui era sempre stato un cuore d’oro e perdonava tutti in un niente. In un certo senso lo invidiavo, perché io invece rimuginavo sulle cose fino a rodermi il fegato, sentendomi alla fine uno schifo. Una volta mi ero sfogata ed era stato davanti al preside,a causa di una rissa che avevo fatto con una ragazza che non mi lasciava in pace e senza accorgermene gli gridai in faccia procurandomi una sospensione.
Dopo quella sfuriata mi sentii immediatamente meglio e non mi importò molto delle conseguenze. Forse il perché dello sguardo di Seth era proprio quello. In cuor mio speravo che qualcosa mi facesse scattare, anche perché avevo tante cose da dire che nessuno poteva immaginare. Nemmeno Seth. Di certo non potevo gridarle in faccia sena che mi avesse provocato, e poi anche se glielo dicessi non mi capirebbe anche perché l’inglese era la materia che odiavo di più, e capivo quando parlavano ma a parlare … speriamo che lo parli. Poi pensai “ Ma certo che lo conosce vivevano in Italia prima”. Se voleva una figlia buona  e gentile aveva sbagliato ovulo. E il fatto che non fossi una persona molto espansiva non mi aiutava molto. Notai che dopo un paio di kilometri la strada si immergeva nel verde. Girammo per una stradina che portava a dei rari caseggiati tutti dello stesso colore rosso scolorito. Capimmo qual’era la nostra casa a causa di uno striscione che copriva l’intera facciata. “ benveuti a casa” e la N dove l’avevano lasciata. Io e Seth ci guardammo attraverso il casco. Ma dov’erano tutti? Non ci avevano neanche aspettato? Sentivo un brusio da dentro la casa. evidentemente non si erano accorti del nostro arrivo. Pensai di farli accorgere della nostra presenza sgommando un po’ e dando gas. Finalmente si girarono e ci videro. Quando uscirono la prima cosa che pensai fu “ Ma cosa mangiano questi?” dei ragazzoni palestrati e a petto nudo uscirono di casa sorridenti. Mio fratello si tolse il casco e sceso dalla moto andò a presentarsi < Ciao io sono Seth Clearwater> disse stringendo la mano a tutti. Loro si presentarono e uno di loro dissero < Sapevo che avevi una sorella non un fratello> chiese dubbioso. Mi avevano scambiato per un ragazzo. Mio fratello nascose una risata con un colpo di tosse. Molto discreto. hA si? io un ragazzo. Mi tolsi il giubbotto facendo vedere le mie forme che non si addicevano proprio a un ragazzo, e poi mi tolsi il casco. Loro tossirono imbarazzati. Guardai Seth e dissi in italiano < Di ai tuoi nuovi amici che se mi scambiano un'altra volta per un ragazzo gli stacco la testa. Chiaro?> lui mi guardò spalancando gli occhi. Io sorrisi ai ragazzoni falsa. A proposito di falsità, dov’è mia madre? Mio fratello ovviamente non disse ai ragazzi quello che gli avevo detto e appena mia madre uscì dalla porta si fiondò tra le sue braccia. Ma come faceva? Una strana rabbia mi saliva da dentro. Incrociai le braccia al petto. Non era cambiato una virgola dalle foto che avevo visto. I capelli neri come la pece, come gli occhi, la pelle leggermente scura. Tutto sommato era una bella donna. L’unica cosa che avevo ereditato da lei erano i capelli scuri, mentre i miei occhi erano azzurro ghiaccio, e la pelle pallida. Seth invece era identico in tutto e per tutto ai ragazzi di prima, solo meno muscoloso. Magari anche lui un giorno sarebbe diventato così. Dopo un lungo abbraccio, la falsità fatta a persona sembrò accorgersi di me. Le lacrime spingevano per uscire, ma non avrei mai permesso di mostrare la mia debolezza. Perché per me lei non era altro che una debolezza.
Lei si avvicinò a me e disse in italiano < Non mi saluti?> dovetti trattenere le parole che stavano per uscire come un fiume dalla mia bocca. < Ciao Mamma> dissi con un finto sorriso. In fondo cosa si aspettava? Per un attimo gli angoli della sua bocca si curvarono all’in giù, ma subito dopo tornò a sorridere. Si avvicinò a me e mi abbracciò. Inizialmente rimasi interdetta da quel gesto, ma poi mi lasciai andare rispondendo all’abbraccio. In fondo mi mancava, ma sapevo che di lei non mi potevo fidare. Qualcosa mi diceva che prima o poi non se ne sarebbe andata di nuovo.   
Ero rimasta tesa nonostante tutto. Era più forte di me, non riuscivo a rilassarmi. Mia madre però sembrò apprezzare. Mi sentivo un pesce fuor d’acqua, tutti si conoscevano. Per Seth era facile fare amicizia, era sempre tanto allegro che la trasmetteva anche agli altri. Tutto il contrario di me, che invece era difficile che esprimessi le mie emozioni. Mi sedetti su una panchina, mia madre era attaccata a un uomo che era bianco però. Si tenevano per mano. in cuor mio già sapevo che legame c’era tra loro ma l’unica ma mi continuavo a ripetere “ sono solo amici”. Questo mio sogno venne smentito da un bacio che si scambiarono. Mi si gelò il sangue nelle vene. Ma cosa ci facevo li? Io non conoscevo questa gente. Mi alzai e me ne andai nel bosco. Nessuno sembrò accorgersene. Forse era un bene, o forse una mia capacità. Scomparire senza che nessuno se ne accorgesse, oppure essere insieme a qualcuno senza che questo si accorga della mia presenza. E questo, visto la mia asocialità, era un bene. Non facevo facilmente amicizia, o non la volevo fare. Ero giunta alla conclusione che stando soli si soffra di meno. O almeno credo. Camminai tranquilla nel bosco. Io non sarei dovuta venire, era la cosa migliore per me. Ma Seth … non potevo lasciarlo da solo, o forse ero io che non riuscivo a stare senza di lui. Non riuscivo a separarmi da lui. In quel momento mi passò nella mente l’immagine di mia madre che bacia quell’uomo. Vedo che non ci ha messo molto a dimenticarlo, a meno che il motivo per cui si erano lasciati non era proprio lui. La cosa non mi avrebbe sorpreso. Chissà papà cosa avrebbe pensato? Sarebbe stato contento per la mamma? Ero così generoso e simile a Seth che probabilmente avrebbe fatto anche da testimone.
Il fatto che più mi innervosiva era che almeno avrebbe potuto presentarcelo. Io quella donna proprio non la capisco, ma non la voglio proprio capire. A un certo punto mi accorsi di essere arrivata in una vasta radura. C’erano tantissimi fiori, tutti colorati.
Mi sedetti al centro di essa. Vedevo il sole scomparire dietro le montagne. Che spettacolo. Era come se sentissi di aver trovato il mio posto nel mondo, anche se sapevo che mi bastava un passo per tornare ad essere la vecchia antipatica Leah.
 

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Capitolo 4
*** cap 4 ***


Arrivò presto notte nella foresta e io non avevo la più pallida di come tornare a casa. ma io non me ne preoccupavo molto perché tanto la mattina dopo sarei tornata a casa con tutta la calma.
Anche se probabilmente si sarebbero preoccupati, ma non mi importava molto. Forse un po’ per Seth ma mi avrebbe capito. Appoggiai la schiena per terra e chiusi gli occhi. Ero in pace assoluta. Niente e nessuno mi avrebbe disturbato in quel luogo. Li riaprii e mi soffermai a osservare il soffitto blu del cielo. Potevo vedere tutte le stelle e le costellazioni. La stella polare era la più luminosa. Chiusi gli occhi per un attimo e non li riaprii più fino alla mattina successiva. I raggi del sole mi disturbavano molto. Ma che stava succedendo. Mi addormentavo sempre. Guardai il cellulare che avevo in tasca: nessuna chiamata senza risposta o messaggio. Erano le 8.30. era molto strano pensavo che Seth, non mi avesse almeno chiamato. Ripresi il sentiero che mi portò fuori dal bosco. Di fianco alla casa c’era una grande radura dove Seth e gli altri stavano giocando a calcio. Quando mi vide disse < Ciao hai dormito bene ? com’è la tua stanza?> non si era accorto che non c’ero ieri sera. Spalancai gli occhi, ero sua sorella e non si ero accorto che non c’ero? una estrema amarezza mi salì in gola. Abbassai il capo sconfitta. Valevo così poco? Urlò mentre giocava < Va tutte bene ?> io entrai in campo a tutta carica e presi la palla. Gli altri provavano a scartarmi, ma ero pur sempre la migliore attaccante della mia squadra in Italia. E non ci riuscivano, mi preparai a tirare e ovviamente feci goal. Mio fratello era rimasto indietro e mi guardava stralunato. Io gli urlai < Sei proprio uno stronzo lo sai? Io ieri sera non ero con te. Non te ne sei accorto?>lui si imbroncio all’insulto, poi dopo aver capito a cosa mi riferivo, spalancò gli occhi e io dissi < Ecco appunto, taci che è meglio> tutto il dialogo era avvenuto in italiano e i ragazzi ci guardavano con aria interrogativa. Le lacrime spingevano per uscire ma dovevo trattenermi. In quel momento mia madre uscì di casa disse < Seth è pronta la colazione> era bello sapere che anche lei si era dimenticata di me. Non ce la facevo più. Stavo per scoppiare. Ero ferma in un punto e stavo iniziando a tremare. Seth capì e mi si parò davanti. < Leah calmati > Ma non ci riuscivo. Un dolore lancinante all’altezza del petto mia stava facendo malissimo. Probabilmente la falsa non sapeva nemmeno che avesse una figlia. Lo guardai glaciale negli occhi < Non-dirmi-di-calmarmi> mia madre aveva osservato la scena disse < Leah c’è qualcosa che non va ?>. questo non doveva dirlo.
Alzai lo sguardo su di lei e mi avvicinai a passo di carica < Leah fermati> disse Seth, ma io lo ignorai.
< Tu mi chiedi se c’è qualcosa che non va?> dissi piano. Vedevo nei suoi occhi paura. Mi allontanai e iniziai a urlare. < Secondo me come mi dovrei sentire sapendo che nessuno dei miei famigliari si è accorto che io non sono tornata a casa a dormire. Tu non ti sei mai importata a me. Io sentivo le telefonate che facevate te e papà. Tu chiedevi sempre di Seth e di me mai. Cosa ti ho fatto io? Perché non sono degna delle tue attenzioni? Sono meno importante di lui? Dimmelo perché il dolore che mi sta lacerando il petto non smetterà finché non avrò capito. Credo che sia il caso che io torni in Italia. Vedo che qui io non sono ben accetta> Seth urlò < No! Leah non farlo. Ti prego> le lacrime che stavo trattenendo mi rigavano il viso. Mi sentivo uno schifo. Quelle che cadevano erano lacrime amare. Mia madre mi guardava con gli occhi spaventati. Dopo tutto che avevo detto sentivo le forze abbandonarmi. Le gambe si facevano pesanti. Poi all’improvviso tutto fu nero.

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Capitolo 5
*** cap 5 ***


Riaprii gli occhi a fatica. C’era una luce forte intorno a me e sentivo delle voci. Vidi una figura che mi sembrava famigliare, ma io non riuscivo a distinguerla. Affilai lo sguardo e vidi che era mio padre. Mi guardava con quegli’occhi chiari che ti scavavano l’anima.  Prima che potessi dire qualcosa lui mi mise un dito sulle labbra facendomi capire di non parlare. < Tesoro come stai?> ma cosa ci faceva qua mio padre? Ero morta ? sentivo la stessa pace che avevo sentito nella radura. < Bene grazie> lui sorrise dolce < Non essere dura con tua madre. Ti vuole bene> io annuii poca convinta.  < Mi fai una promessa Leah?> < qualunque cosa papà?> dissi decisa
< Dimentica tutto il rancore che nutri per quello che ti circonda e diventa l’adolescente bella come il sole come eri da bambina. Ti prego fallo per me> mi sarebbe costato molto. < Adesso devo andare. Non è ancora giunta la tua ora. Torna da Seth> Prima che potessi rispondere tutto fu avvolto da una luce accecante. Riaprii gli occhi e vidi che ero in ospedale. I macchinari segnavano i miei battiti cardiaci. Seth mi teneva per mano. era addormentato vicino a me. Che carino. Mi aveva fatto un dolore terribile sapere che si era dimenticato di me. Però avevo promesso a papà di prendermi cura di lui e l’avrei fatto. 

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Capitolo 6
*** cap 6 ***


Mi svegliai che ero stesa su un letto.
Probabilmente quella doveva essere la mia stanza. Era tutta blu. La luce filtrava dalla finestra. Mia madre si doveva essere veramente impegnata per fare quello che ha fatto. Ripensai a quello che avevo fatto. Mi ero comportata malissimo, e avevo mandato a puttane ogni possibilità di poter instaurare un rapporto con mia madre. Però si erano anche loro comportati male. Come si faceva a dimenticarsi della propria figlia o della propria sorella. Sicuramente ieri essendo presi da tutte quelle emozioni, non avevano osservato ogni mio spostamento. Mi ero comportata da stronza egoista e me ne vergognavo, ma avrei dovuto affrontare le conseguenze. Mi resi conto che quei discorsi la ragazza di qualche ora prima non avrebbe fatto mai un ragionamento del genere. L’incontro con mio padre mi aveva cambiato. Ma ovviamente rimanevo la solita asociale nonostante tutto. Possibile che fosse stato un sogno? Dovevo tornare con i piedi per terra. Scesi dal letto e molto lentamente aprii la porta della mia stanza. Sentivo che stavano parlando giù in cucina. Molto lentamente e il più silenziosamente possibile, e mi resi conto che funzionava, non mi rendevo nemmeno io conto che mi stavo muovendo. Rimasi in ascolto sull’ultimo gradino. < Dobbiamo dirglielo appena si sveglierà> disse una voce a me sconosciuta.
< Si hai perfettamente ragione, ma chissà come reagirà> disse mia madre.
< Pensa cosa direbbe se lo scoprisse da sola> disse uno dei ragazzi. Ma cos’era questa una riunione di condominio. Mi resi visibile dicendo < Prima che mi diciate qualsiasi cosa, dovrei dirvi io una cosa > dissi io. Loro si girarono allarmati. < Mi dispiace del mio comportamento verso tutti voi. Sono stata un egoista> abbassai lo sguardo a disagio. Non era da me chiedere scusa. Mia madre si avvicinò e disse < Non ti preoccupare piccola mia ti capiamo. Scusa anche me. Mi sono comportata in maniera davvero ignobile. L’abbracciai forte, quasi stritolandola, finchè disse < Leah, non respiro> e la lasciai. L’uomo che non conoscevo disse < Leah siediti ti dobbiamo parlare> io annuii. Qualcosa nella sua espressione mi fece allarmare. Era su una sedia a rotelle, la sua pelle era ambrata rigata da delle rughe. Mi sedetti su una sedia < Io sono Billy Black e lui e mio figlio Jacob. Tu conosci le nostre leggende Quiluette ?> io annuii lievemente. Mi ricordavo di quando mia madre ce le raccontava prima di andare a dormire. < Magari se mi rinfrescasse la memoria …> chiesi io impacciata. Jacob ridacchiò. Io lo fulminai con lo sguardo.
< Le leggende dicono che la nostra gente deriva dai lupi> io non feci niente, ma continuai a ascoltarlo attentamente. < La nostra creazione è dovuto all’arrivo dei “freddi “. I visi pallidi li chiamano vampiri. Fin dall’inizio dei tempi sono stati nostri nemici. Il caso ha voluto che queste leggende non siano vere e proprie leggende> spalancai gli occhi. Cosa voleva dire che non erano leggende ? e cosa centravano con me? Billy riprese a parlare molto lentamente.
< Quando tu ieri sei svenuta, per motivi ignoti ti sei trasformata in un lupo> se possibile spalancai ancora di più gli occhi. Soffermai gli occhi sulla mia persona. Mi sembrava di essere più alta, le forme più accentuate. Ma ero veramente io? < Non sei l’unica> continuò lui < Anche mio figlio lo è, come molti altri ragazzi, circa una decina. Tu sei l’unica ragazza> ok. Mi sembrava di essere in un film dell’orrore. Rimasi a fissare il pavimento per non so quanto tempo. Non poteva essere vero. Non so perché, ma questa storia oltre che a spaventarmi leggermente, mi eccitava più del dovuto.
< il tuo compito insieme agli altri ragazzi sarà quello di proteggere il nostro territorio dai “ freddi”>
< I Freddi esistono?> dissi.
< Si> disse Billy.
Solitamente una persona normale sarebbe sconvolta, ma dopo qualche minuto di spossatezza mi ripresi e dissi < Bene. Quando si comincia?>  Mia madre mi guardò sconvolta. Billy ammirato mentre Jacob ridacchiava come al solito.
< Mio figlio ti spiegherà quello che devi sapere per fare parte del branco> io annuii. Jacob mi disse < Seguimi fuori>. Dopo aver salutato mamma con la mano uscii dalla porta. < Bene che per cominciare dovresti trasformarti>. Io lo guardai dubbiosa < E come si farebbe ?> lui lanciò gli occhi al cielo, poi si concentrò e in pochi attimi diventò un lupo rosso enorme. Fico!!!
Provai a fare altrettanto. A un certo punto venni scossa dalle convulsioni, e inavvertitamente mi trasformai. Ero un lupo bianco. Bellissimo!!!!! Forse era dovuto dalla mia pelle chiara. “ Forse “ disse Jacob. Ma come aveva fatto? “ ci possiamo leggere nella mente” ah ecco. A un certo punto sentii la voce di un altro lupo che diceva “ Hey Jacob come va con la lupacchiotta?” che ragazzino simpatico “ Lupacchiotta in linea caro” pensai. Immaginai già come si doveva sentire. Anzi lo sentivo proprio. Sentivo le sue emozioni! “ Stasera dobbiamo farti conoscere ai Cullen, nel caso fiutassero il tuo odore, saprebbero chi sei” io annuii con il capo. Poi mi venne in mente “ Ma dov’è Seth?” “ Vieni andiamo da lui. È ancora un po’ sconvolto” lui prese a correre. Iniziai a correre anch’io. Era una sensazione bellissima sentire il vento tra i peli. Senza rendermene conto superai Jacob e dissi “ Sei lento!” lui mi guardò con aria di sfida “ Adesso vediamo chi è lento” prese a correre più veloce. Ma io non  mi facevo battere così velocemente. Iniziai a correre più velocemente e lo superai. Ridacchiai. Lui mi guardò malissimo. Era così facile prenderlo in giro. Lui sentì il mio pensiero e rise con me. Sentii una voce dire “ Ragazzi riunione al confine con i Cullen, vogliono conoscere la lupacchiotta” doveva essere lo stesso di prima. Gettai gli occhi al cielo. Ero curiosa di conoscerlo.
Seguii Jacob. Giungemmo in una radura dove c’erano anche gli altri lupi. Tutti avevano il manto scuro, perché io dovevo essere sempre quella diversa?
Jacob, al mio pensiero rise. Erano più o meno una decina. Mi guardarono dalla testa alle zampe. “ Ciao ragazzi” pensai io. “ Ciao a te “ dissero tutti in coro. Notai che c’era una puzza in direzione sud che era quasi insopportabile. Tutti mi fissarono per un po’ e pensarono cose tipo: “ma questo da dove spunta”, mentre Jacob se la rideva e diceva a tutti “ Dopo vedrete che bella sorpresa che ci ha preparato il nostro amico”. Si vedeva che si divertiva, anche se io non ero del tutto d’accordo. Mi limitai a guardarlo male. E per  tutta risposta lui rise ancora di più. Poi dissi “ ma cos’è questa puzza?” . tutti mi fissarono ancora più accigliati. “ Sono i succhiasangue. Dovrai farci l’abitudine visto che abbiamo sancito la tregua. Praticamente ci siamo alleati” “ Ma non eravamo nemici mortali come il dottor Otto e Spiderman?”. Jacob rise del paragone. “ Lo eravamo prima di … Va bè te lo racconto dopo, è una storia lunga”> io feci cenno di si con il capo. A un certo punto sentii l’odore amplificarsi sempre di più. Questo voleva dire che erano vicini a noi. Per qualche arcano motivo i lupi erano assolutamente tranquilli. Chi li capiva questi. Presi a pensare in italiano, tanto loro non capiscono una mazza!!! Finalmente li vidi arrivare. Mi sembrava di vedere degli dei, anzi dei modelli di Dolce e Gabbana. Erano veramente bellissimi. Erano in 8. Uno era in prima linea e sembrava essere il capo.
Era biondo platinato ( Platinette versione uomo affascinante, mi ha seguita!!!) alto, muscoloso, occhi dorati. Al suo fianco una donna dai capelli soffici e rossi, un ragazzone che sembrava un armadio, una ragazza bionda che oltre che essere bellissima era anche un po’ inquietante, una ragazza bassina con i capelli neri anche lei un po’ strana, poi uno biondo miele alto, una ragazza mora e alta, e al suo fianco un ragazzo con i capelli rossi. La cosa che li accumunava tutti, oltre che la bellezza, era un sorriso enorme stampato sulle labbra. Sentivo anche una certa felicità anche nei miei nuovi compagni. Ma che stava succedendo. Non ci capivo più niente. L’uomo platinato disse        < Salve a tutti! Ho saputo che avete un nuovo componente > Jacob mi guardò e disse “ è meglio che ti vai a trasformare “ io annuii con il capo e andai dietro a un cespuglio e concentrandomi mi trasformai nuovamente. Mi guardai e mi sembrava che fosse tutto a posto. Uscii e vidi i lupi strabuzzare gli occhi. Mi guardai nuovamente. Non avevo niente di strano, non ero sporco, i vestiti c’erano … qual’era il problema? vidi i  vampiri strabuzzare gli occhi. Anche loro. Ma che cazzo … poi mi ricordai che Jacob non gli aveva detto che ero una ragazza. Incrociai le braccia sotto il seno, spostando il poso da un piede all’altro. Pensai “ Ma cosa vogliono una foto?” Vidi il rosso ridere. Mah mi sa che qua sono tutti un po’ pazzi.
Il biondo disse < piacere io sono Carlisle Cullen, mentre loro sono la mia famiglia Esme, Emmett, Rosalie, Alice, Jasper, Bella e Edward> io sorrisi dicendo < Io sono Leah Clearwater> < Piacere di conoscerti Leah, scusa la nostra maleducazione ma non ci aspettavamo certo che il gene si fosse tramandata anche alle donne> io un po’ imbarazzata dissi < A quanto pare …> Mamma mia che imbarazzo!!! Vidi nuovamente il Rosso,che poi era Edward, ridere. Ma aveva dei problemi ? < No leggo nella mente > disse lui. Questo spiega molte cose. Pensai “ Qua tra lupi e vampiri, la mia privacy va a farsi un viaggetto “ lui ridacchiò di nuovo. Io alzai un sopracciglio e lo guardai. Lui subito la smise. < Non sembri proprio una Quiluette, più che altro una qualunque umana> io mi girai verso la fonte della voce. Sembrava più un’accusa più che altro. Era stata la bionda. < Mio padre non lo è e ho preso da lui, mentre mio fratello da mia madre che invece lo è> lei annuì con il capo.
Il ragazzo-armadio disse < Hai un accento strano>
Io sorrisi < Si sono italiana> vidi i Cullen irrigidirsi, come la mia compagnia. Che avevo detto? < Di dove ? > disse il signor Cullen. Lentamente dissi < Modena, vicino a Bologna> li vidi rilassarsi leggermente. Ma dov’ero finita? Mi facevo vedere  e per poco non gli prendeva un colpo, poi gli dicevo da dove venivo e l’effetto non cambiava … dovevo chiarirmi le idee con Jacob. Edward mi guardava in modo strano, e aveva assottigliato lo sguardo. Ma mi voleva lasciare in pace ? calò uno strano silenzio. Jacob con una zampa mi toccò la gamba. Capii di dovermi trasformare. Mi trasformai come al solito. Alice disse < Ti dona il bianco> io le feci l’occhiolino, e insieme al gruppo mi allontanai.

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Capitolo 7
*** cap 7 ***


Tornammo a casa mia, dove mi trasformai. Seth era seduto sulla veranda che osservava il vuoto. Per sottolineare la mia presenza tossii. Lui saltò sulla sedia. Sembrava veramente spaventato. < Ciao Seth come stai?>
< BE .. bene e tu?> ma che gli prendeva?
< Bene anch’io. Sono successe delle cose strane in questo periodo vero?>lui annuì debolmente.
< Sai che non devo avere paura di me vero?> lui spalancò gli occhi. < E secondo te come dovrei reagire se tua sorella da un momento all’altro si trasforma in un lupo?> < Non è una cosa che è dipesa da me >ci fu un attimo di silenzio. < Mi dispiace per come mi sono comportata l’altra sera. Non so perché ho detto quelle cose> lui mi guardò stranito e disse < Esci da questo corpo! Mia sorella che chiede scusa? Ma quando mai?> io risi con lui. Poi tornammo seri. < Ti ha fatto male?>
< No non  me ne sono neanche accorta> dissi io alzando le spalle. io feci una smorfia < Non credo sia una buona idea, non si sa chi mi può vedere, però te lo prometto, un giorno ti farò vedere> lui annuì contento. Ci abbracciammo, mentre io cercavo di contenere la mia forza. Ancora abbracciati venimmo interrotti dal branco di stupidi. < Scusate se interrompiamo le smancerie, me vorrei avvertirti che stasera ci sarà un falò, fatti trovare pronta, ti passo a prendere> io annuii, mentre loro si allontanavano.
I jeans non erano il massimo per trasformarsi. Entrai in casa e dopo aver salutato mia madre andai nella mia camera. Mi feci una doccia e poi venne il dilemma: cosa mettere? Volevo stare comoda ma allo stesso tempo non essere una stracciona. Optai per dei pantaloncini corti aderenti e una canottiera verde. Scesi giù dove mia madre stava preparando la cena.
< Stasera vado al falò e perciò non preparare per me> lei si girò e mi guardò. Mi avvicinai e la abbracciai < Cosa c’è mamma ?>
< Niente, ma ti prego stai attenta> io annuii. In quel momento entrò Jacob dicendo < Andiam … > Non finì la frase e mi guardò dalla testa ai piedi. Io arrossii lievemente. < Ciao mamma> dissi io precedendolo all’uscita. Lui poco dopo mi seguì. Chissà perché aveva fatto quella faccia? Lui si trasformò e vidi che gli abiti che aveva indosso si lacerarono per formare dei piccoli coriandoli per terra. Non l’avevo notato prima.
Mi trasformai anch’io ma i miei vestiti non fecero la stessa fine. Sentii Jacob pensare “ Che fortuna che hai tu! Non ti si lacerano i vestiti. Sei l’unica del branco” ridendo pensai “ il vantaggio di essere donna!” così dicendo partimmo per il falò.
 
 
Arrivammo in una radura. C’erano già praticamente tutti che stavano parlando. Rimasi al limite della foresta. Sentii i discorsi che stavano facendo da umani e perciò non si accorsero della mia presenza < Ma che storia è mia questa?>
< Infatti. Una donna ? non si è mai vista una cosa del genere>
< Pensate non vorrà sporcarsi i vestiti> poi ci fu una risata sonora.
< E magari quando si farà la manicure non si vorrà trasformare> altre risate.
Jacob spuntò in quel momento dalla boscaglia. Mi osservò chiedendosi perché mi ero fermata, io abbassai il capo, mentre continuavo ad ascoltare.
< Non so perché Sam abbia accettato di averla nel branco, non è giusto che con tutti i problemi che abbiamo ci si debba mettere anche lei> ma chi si credevano di essere, dei fenomeni? Se volevano prendermi per il culo o avevano qualcosa da ridire me lo dovevano dire in faccia. Avevano sbagliato persona. Sentivo che la vecchia Leah stava tornando alla ribalta. Era come se fossi diventata Dottor Jekyll e Mr Hyde. Dentro di me c’erano due personalità che a seconda dell’evenienza uscivano fuori. Meno male che avevo pensato in italiano se no Jacob avrebbe capito quello che stavo pensando. Comunque prestava più attenzione a quello che dicevano i ragazzi. Agli ennesimi insulti non ce la feci più. Mi trasformai. Pensavo che fossi una ragazzina? Adesso ve la faccio vedere io chi è la ragazzina. Presi la maglietta scollata e la alzai, facendo una specie di top.
Jacob mi guardò stranito. Io gli mimai con le labbra < Adesso vedi >.
Uscii dal mio nascondiglio, e Jacob uscì dietro di me. Mi avvicinai con fare sexy nella loro direzione. Adesso dovevano vedere chi ero. sculettai un po’ e notai che loro mi guardavano con la bocca spalancata. Io sfoggiai un sorriso luminoso. Io dissi < Ciao ragazzi forse non mi sono ancora presentata, io sono Leah> dissi appoggiandomi su un fianco. Vidi i loro occhi accendersi. Il primo disse < Io sono Quil, loro sono Jared e Justin> strinsi la mano a tutti a loro. subito dopo arrivarono anche tutti gli altri, compresi i Cullen. Il leggi pensieri era un problema. se avesse spifferato tutto sarebbe stato un problema. vidi che Edward mi guardava “ Se capisci cosa sto facendo non dire niente a nessuno, chiaro?” lo vidi annuire. Continuai a fare la civettuola ancora un po’. Se mi avesse visto Seth mi avrebbe dato due sberle.
A un certo punto vidi che stavano portando le casse,e  un impianto stereo.
< C’è anche la musica?> chiesi ai miei “ amici”
 < Si facciamo il Karaoke così per divertirci> fantastico! Mi venne un’idea fantastica. Edward sembrò percepire la mia idea e infatti spalancò gli occhi. Io risi. Jacob, che intanto si era trasformato prese il microfono e disse < Bene diamo inizio alla serata. C’è qualcuno che vuole cominciare?> io mi guardai intorno e visto che nessuno alzava la mano, mi feci avanti io. Camminai tra la folla con fare sensuale. Se avevo un corpo così dovevo anche sfruttarlo. Dissi che volevo “La vita che verrà” dei Finley ma non l’avevano. Vidi che avevano una chitarra. Chiesi se me la prestavano, l’avrò suonata così tante volte che avevo perso il conto.
La adoravo. Mentre suonavo c’era un ragazzo che mi fece cenno segno di passargli la chitarra, perché la sapeva. Io gliela passai velocemente. Mi abbassai la maglietta e mi legai i capelli. Vidi la faccia dei ragazzi che parlavano male di me imbronciarsi. Vidi la faccia di Edward divertita, perché capiva già il discorso che volevo fare alla fine. Finalmente la canzone finì. Ci furono parecchi applausi e io mi inchinai a questi. Poi dissi < Vi ringrazio molte. Prima di lasciare il posto a qualcun altro, vorrei fare un piccolo discorso. So che io non ero certo aspettata nel branco. Ma vorrei dirvi una cosa: io non sono una principessina, e per la cronaca io non mi sono mai fatta la manicure, e dall’estetista ci andavo per la ceretta. Chiunque pensi il contrario sarò felice di condurre un discorso con lui.> dissi ridendo. Poi diventai seria < Chiunque provi a parlare male di me alle spalle il suo culo non si distinguerà dalla faccia > e lasciai il microfono a Jacob che mi aveva affiancato. Mi sorrise lievemente. < Non potrei essere più d’accordo > continuò lui. Lanciai un’occhiataccia ai ragazzi che avevano la faccia bassa.
 

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Capitolo 8
*** cap 8 ***


La serata stava iniziando a diventare noiosa, così decisi di andare a fare un giro. I Cullen come al solito stavano per i cavoli loro, i Quiluette stanno sempre tra loro e a volte mi lanciano occhiate fugaci. Mi ero stancata di essere l’emarginata. Mi trasformai velocemente e iniziai a correre a tutta velocità. Mi sentivo libera, come non mi ero mai sentita. Essere un lupo ha i suoi vantaggi. Non ti devi più preoccupare di quello che succede intorno a te, importi solo te e la foresta. Arrivai a uno strapiombo che terminava con un tuffo nel mare. Era notte e si vedevano le onde spumeggiare contro la parete rocciosa. In un certo senso mi inquietava, ma in un altro mi eccitava a mi spingeva a saltare per poter assaggiare il vuoto nella sua essenza. Come nello spazio. A un certo punto un odore forte mi colpi in pieno il muso. Era una puzza nauseante, me non erano i Cullen, l’odore era diverso. Seguii la scia dentro la foresta.
L’odore diventava sempre più intenso man mano che mi avvicinavo. Cercai qualcuno che fosse collegato con la mente, ma non c’era nessuno e non volevo chiedere aiuto ai Cullen. Arrivai in una radura, anzi era la radura. Dove due sere prima avevo passato la notte. Guardai tra gli alberi e vidi delle persone, anzi, non erano delle persone ma dei vampiri. Per poco non mi venne un infarto. Cercavo di nascondermi nel fitto della foresta, anche perché il mio manto si vedeva molto facilmente, essendo bianco. < … Cullen sono caduti veramente in basso> disse uno di loro.
< Come hanno fatto ad allearsi con dei licantropi>
< Già. Comunque Aro cosa vuoi fare ?>.
Il vampiro che fino a quel momento era stato zitto disse < Stavo pensando> Aveva una voce davvero inquietante, anche se molto melodiosa.
< Si padrone> disse uno.
< Chissà che strana combinazione deve essere quella tra vampiro e licantropi, forza, intelligenza, immortalità, si mimetizzerebbe più facilmente tra gli umani>
Ci fu un po’ di silenzio poi disse < Credo che sarebbe un’idea fantastica > in quel momento senza rendermene conto pestai un ramo spezzandolo. Loro si girarono. Io per un attimo incontrai gli occhi di Aro, che sembrava essere il capo. Iniziai a correre più forte che potevo, quando mi resi conto, che mi stavano inseguendo. Cercai di correre ancora più veloce, imprimendo le zampe nel terreno.
Iniziai a provare paura, risentendo nella mia testa i loro discorsi. Volevano veramente trasformarmi in un vampiro-lupo. A un certo punto una figura si materializzò davanti a me. Era uno di loro. mi lasciò un sorriso, si avventò su di me e poi il buio.
 
Un fuoco avvolgeva il mio corpo. Com’era possibile che mi stessi trasformando?  Com’era possibile una cosa del genere? O forse magari stavo solo morendo. Il mio corpo era combattuto tra le alternative. Quale sarebbe stata la migliore delle cose? Morire non mi avrebbe permesso più di vivere le esperienze che avrei fatto da umana. Anche le più basilari emozioni come la rabbia, l’amore, la noia, …
Ma se invece fossi diventata un vampiro avrei potuto vivere come una persona normale, ma a che prezzo? Invece di combattere la morte, come era mio compito da licantropo, la creavo. Avrei potuto vivere come i Cullen, ma ce l’avrei fatta ? i dubbi mi spingevano da una parte e l’altra.  
A un certo punto il dolore iniziò a diminuire. Sentivo sollievo, man mano. poi finalmente il dolore finì e l’unica cosa che sentii fu l’ultimo battito del mio cuore.
 
Lentamente aprii gli occhi. Una luce immensa mi avvolse, costringendomi a chiuderli nuovamente e mettermi una mano davanti. Alzai il busto e quando mi abituai alla luce mi guardai attorno. Ero in un stanza tutta bianca, io ero su un lettino di ospedale. La stanza era completamente sgombra a parte uno specchio. La prima cosa che pensai fu” allora sono viva “ mi lasciai sfuggire un sorriso. Andai allo specchio. Ero veramente io quella? Non era possibile. Riflessa nello specchio c’era una ragazza con dei lunghi capelli neri che le ricadevano morbidi sulla schiena, il fisico secco e sodo, alta, quando arrivai ad osservare gli occhi per poco non mi venne un infarto. Erano rosso sangue. Ero veramente diventata un vampiro? Ma com’era possibile? Il veleno avrebbe dovuto uccidermi e invece … poi mi venne in mente una cosa: forse era per il fatto che non ero totalmente un licantropo? Ma che avevo preso anche da mio padre che non aveva i geni? Forse la risposta era quella. Potevo vedere i granelli di polvere che giravano per la stanza. Annusai l’aria e sentii degli odori famigliari: C’erano i Cullen, Jacob e qualche altro licantropo, e … quei bastardi. Dovetti chiedere aiuto a tutto l’autocontrollo che possedevo per non scendere giù e appenderli al muro come dei quadri. Perché era questo che si meritavano. Mi sentivo molto più forte di prima, cosa abbastanza strana, visto che già prima con i poteri da licantropo lo ero. era come se i poteri di licantropo e vampiro si fossero sommati in una cosa sola. In quel momento mi resi conto che forse era il caso che scendessi giù a far vedere com’era la nuova Leah. Lentamente aprii la porta. Sentii che stavano parlando. Feci più piano possibile in modo che non mi sentissero. Non scesi le scale ma rimasi in cima alla rampa. < Sapete cosa succederà?> chiese Jacob con tono preoccupato.  Forse gli importava qualcosa di me. Carlisle disse < Non credo che sia mai successa una cosa del genere: potrebbe succedere che il veleno invada il suo corpo e essendo un licantropo muoia, oppure che si trasformi> sentii Jacob digrignare i denti < Che cosa orribile!>. decisi di fare la mia entrata teatrale. < Non credo che il risultato sia tanto male> dissi scendendo le scale. Loro si girarono verso di me sorpresi. Arrivata al piano di sotto incrociai le braccia sotto il seno, e li guardai. Tutti avevano la stessa identica espressione: bocca aperta e pensierosi. Tutti, tranne Edward. Che espressione strana che aveva. La fronte era aggrottata come per uno sforzo, e mi fissava attentamente. Io dissi < Cos’è volete una foto?> Aro disse < Fantastico!!>. io mi girai verso di lui e alzai un sopracciglio. Decisi di non rispondere. Non meritava neanche che sprecassi il mio fiato. Loro continuavano a fissarmi < Vi volete togliere quell’espressione da pesce lesso? Uffa  >
Loro distolsero lo sguardo. Carlisle posò il suo sguardo su Edward e disse < Tutto ok figliolo?> < No. Non riesco più a leggerle nella mente >io sorrisi compiaciuta dalla notizia. < Io non riesco a controllarle le emozioni> disse Jasper confuso. < Meglio così>.
< Che abbia un potere simile al mio?> disse Bella. < Avete notato che non ha nessun odore?> loro annusarono l’aria poi dissero < E vero>. Bene ero immune ai poteri. < Ti puoi trasformare?> chiese Jacob.
< Non lo so. Non ho ancora provato> mi concentrai e mi trasformai, dopo di che tornai alla forma normale. < Si mi posso trasformare>
< Chissà che non abbia qualche potere ?>disse Aro contento e curioso allo stesso tempo. Io non lo cagai di striscio. Poi sentii dire < Demetri > qualcosa mi arrivò addosso scaraventandomi a terra. Lo guardai in cagnesco e scoprii i denti. Pensai alla strategia da seguire, ma ero in una brutta posizione se gli fossi stata dietro sarebbe stato più facile. In quel momento mi teletrasportai alle sue spalle. Dopo un secondo di stupore gli tirai un calcio dritto nelle parti basse. < Questi trucchetti funzionano sempre!>
Ridacchiai tra me e me.
 

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Capitolo 9
*** cap 9 ***


Carlisle stava discutendo nel suo ufficio insieme Aro. Chissà cosa avessero tanto da discutere. Gli altri erano giù con me. Nell’aria regnava il silenzio, anche se non ce n’era un motivo. Tutti mi fissavano come se si aspettassero che tra un momento e l’altro potesse succedere qualcosa. A un certo punto Rosalie mi chiese < Ma non hai sete ?> quella doveva essere una domanda che si stavano ponendo molti, perché i loro sguardi si fecero più intensi. In effetti l’avevo notato anch’io. Io non avevo voglia di bere sangue. Non avevo alcun impulso. Io negai con il capo, non sapendo dare nessuna risposta in più. Lei si alzò in piedi e disse < Come sarebbe che non hai sete ? non ti brucia la gola?> iniziavo ad irritarmi < Senti Barbie vampira da due soldi, innanzitutto abbassa il tono, poi no non ho sete, te lo devo dire in aramaico?> tutti mi guardarono come se fossi impazzita. E4ro io quella pazza? Jacob non rispondeva più a niente, era completamente immerso nei suoi pensieri, Edward non era molto diverso continuava a osservarmi come una calamita, Rosalie che mi faceva duemila volte la stessa domanda incazzandosi pure. Ma mi hanno preso per un fenomeno da baraccone. In quel momento avvertii un languore alla pancia. Spalancai gli occhi. Nessuno se ne accorse. Iniziai a fiutare una scia. Chiusi gli occhi e iniziai a visualizzare dove si trovava la mia presa. Senza neanche rendermene mi ritrovai nello stesso luogo. Era in città, credo davanti alla scuola. C’era una ragazza che mi attirava. Non potevo però avvicinarmi, mi avrebbero notato. Stupida bellezza del cavolo! Decisi di non farmi notare. Quando la ragazza si allontanò dal suo gruppetto di amici iniziò a camminare per una stradina. Il posto perfetto. Stavo per attaccarla, quando qualcosa mi buttò all’indietro. Mi girai e vidi Edward che mi guardava in cagnesco. < Mi dispiace, ma lo faccio per il tuo bene> mi prese per il collo e in un attimo fummo a casa. mi aveva colta talmente di sorpresa che non ero riuscita a reagire. Appena arrivammo lui mi scaraventò contro un muro. Ma chi si credeva di essere questo < Hey moderiamo i modi> mi rialzai, incazzata a umiliata alla stesso tempo. Chinai la testa e per evitare che tutti vedessero l’umiliazione sul mio viso, corsi su per le scale e entrai nella stanza dov’ero prima. Iniziai a pensare e a ripensare a quello che era successo prima. Stavo veramente per uccidere una persona? Come avevo potuto cadere in questo tranello teso dalla mia razza ? sentivo ancora fame. Era come se avessi lo stomaco vuoto, non mi bruciava la gola, come doveva essere normale. In quel momento mi venne un ‘illuminazione. Scesi giù un cucina sotto gli occhi di tutti, quasi correndo. Bella mi raggiunse e disse < Cosa stai facendo?> io con un sorriso sereno sulla faccia disse < Ho capito perché non provo la sete> iniziai a preparare il piatto tipico di mia nonna: le lasagne. Ci sarebbe voluto un po’, ma il risultato sarebbe stato ottimo. Tutti vennero in cucina e mi guardarono per un po’. Loro chiedevano tra di loro cosa stessi facendo. Dopo un paio d’ore finii e dopo averlo messo in un piatto, presi una forchetta e iniziai a mangiare. Io non provavo sete perché io non bevevo sangue e mangiavo come chiunque altro. Siccome ne era avanzata un bel po’, indicai la teglia fumante a Jacob che non se lo fece ripetere due volte. Mangiammo velocemente. Edward disse < Spiegato il mistero del perché non provavi il bruciore> quando finii di mangiare lo guardai negli occhi e dissi < Grazie Edward, mi hai salvata da una vita dannata > lui sorrise. Se non mi avesse fermata, mi sarei maledetta per il resto della mia vita per aver ucciso una persona. Ringraziai Esme per avermi permesso di usare la sua cucina poi andammo tutti in soggiorno. Aro e Carlisle in quel momento ci raggiunsero. Carlisle disse < Bene, io e Aro abbiamo discusso e abbiamo deciso che tu potrai rimanere qui> Cosa ? dovevano deciderlo loro? io alzai un sopracciglio scettica. < Cosa c’è che non va mezza licantropo vampira?> io lo guardai intensamente .Spostai il peso di una gamba sull’altra e dissi scocciata < Non sapevo che dovevate decidere voi> Jasper in quel momento disse < Fermatela > Ma io non stavo facendo niente. Emmett in quel momento si mise tra noi. < Jasper ma ti sei rincretinito? Non sto facendo niente > dissi alzando le mani. < le tue emozioni dicevano che eri parecchio arrabbiata e questo per i neonati non è una bella cosa > io lo guardai innervosita < Quante volte mi sono arrabbiata oggi Jasper? Tre quattro volte e quante ho aggredito qualcuno?> lui sembrò pensarci e disse 
< E questo non dice al tuo geniale cervellino? Vuol dire che non ho bisogno di protezione> lui annuii anche se non molo convinto. Emmett si ritrasse.
< Comunque si, dovevamo discutere se tu potessi o no rimanere qui o andartene con loro in Italia> io feci un passo avanti  e dissi < Mettiamo bene le cose in chiaro: sono io che decido se e quando andarmene, di certo non voi>
< Leah calmati!> disse Jacob, stavolta come alfa. Ma perché tutti mi davano ordini. Non ero mica una bambina. Aro sorrise e disse < Devo dire che l’arroganza fa parte del tuo carattere> io lo ignorai. Non mi conosceva!
< Comunque credo che sia il caso che tu ti trasferisca qui, per evitare di mettere in pericolo la tua famiglia> disse Carlisle < Non è il caso. Io non bevo sangue ma mangio come gli umani> Lui disse < Bene  allora, ma vorrei che iniziassi a frequentare anche noi, visto che dovrai imparare a comportarti anche come tale, devi tenere conto che adesso non hai più poteri solo da licantropo, ma devi gestire tutte e due> su quello fui d’accordo con Carlisle.
< Credo sia il caso di andare a casa> dissi io. Uscii e mi trasformai. Jacob mi seguì poco dopo.

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Capitolo 10
*** cap 10 ***


“ Sei sicura di stare bene ?” chiese lui. “ Certo maschio alfa “ dissi innervosita. Non mi era piaciuto come si era rivolto a me.
“ mi dispiace per come mi sono comportato, ma ti stavi scaldando troppo” io pensai non troppo convinta “ certo certo”.
Giungemmo a casa. ci trasformammo, e mentre stavo per correre dentro, lui mi fermò e disse < Sei sparita per due giorni e toccherà a te spiegare l’accaduto, credo che lo debba fare tu> io annuii cercando di pensare alle parole da usare.
Salutai Jacob con un debole cenno del capo. Presi un gran respiro ed entrai in casa. erano tutti in salotto: Billy, Mamma, Seth. Quando mi videro si alzarono in piedi ( quelli che potevano ). Vidi su mia madre un’espressione infuriata, ma quando mi guardò dalla testa ai piedi spalancò gli occhi scandalizzata. Seth che non sapeva niente dei vampiri disse < Mamma mia, ma da quando sei diventata così figa ? e soprattutto da quando hai gli occhi rossi?>
Io sorrisi debolmente. Billy ebbe la stessa reazione di mia madre. Io dissi < Credo di dovervi delle spiegazioni, sedetevi> le mie parole sembravano lo scampanellio delle campane, cosa che non sfuggì a nessuno,a ma eseguirono il mio consiglio. Io rimasi in piedi. < Allora, vi ricordate l’altra sera quando sono andata alla festa dei Quiluette? Mi ero allontanata dal gruppo, perché la festa mi annoiava. Mi sono trasformata e giunta a una scogliera è sentito una scia, che era di vampiro, ma non era dei Cullen> Seth mi interruppe chiedendo  < Chi sono i Cullen?>. < Te lo spiego dopo> risposi frettolosamente alla sua domanda. Continuai < Comunque seguii la scia e mi sono trovata davanti a dei vampiri. Loro mi hanno visto, e … bè’ mi hanno morso> Billy spalanca ancora di più gli occhi < Ma com’è possibile ?> chiese. < Me lo chiedo anch’io, ma a quanto pare posso essere sia vampiro che licantropo> Seth si ritrasse leggermente < Sei … un vampiro?> < Io annuii, < Ma non mi nutro di sangue, ma di cibo come voi, evidentemente alcune cose sono rimaste inalterate> Tutti si rilassarono. Ci fu un po’ di silenzio. < Cosa intendi fare ?> chiese mia madre che fino a quel momento era stata zitta < Vivrò come ho vissuto fino a poco tempo fa> lei annuì. Annuso l’aria e dico < Hai preparato gli hamburger?> chiedo interessata. Lei sorride e annuisce. Billy mi chiese < Hai qualche potere, come quelli dei Cullen?> io mi materializzai dietro di lui < Si > Seth disse  < Wow > io risi. < Peccato che non posso rimanere con voi a mangiare, devo tornare dai Cullen. Devo parlare con loro. a quanto pare devo imparare a viere come un vampiro, quindi dovrò passare un po’ di tempo con loro> Mia madre non sembrava molto contenta ma annuì < Voglio venire anch’io con te > disse alzandosi.
< Non se ne parla proprio > disse mia madre severa. < Ma perché mamma? Voglio conoscere questi Cullen se passeranno del tempo con la mia Sorellona>. Non volevo intromettermi, ma … < Mamma, fallo venire, tanto cosa che siano quattro vampiri scemi a confronto di una mezza licantropo-vampiro? Poi se succede qualcosa mi materializzo immediatamente qui> sembrava essersi convinta < ok ma alle 10 a casa. a proposito, domani cominciate la scuola a Forks > io alzai le spalle. Non mi interessava molto, tanto non avrei dormito comunque. Seth, tutto contento mi seguì fuori. Pensai che il modo migliore per andare a casa Cullen fosse il teletrasporto. Lo presi per mano. non l’avevo mai fatto con una persona in più. Iniziai a concentrarmi e a visualizzare la radura davanti alla casa.
quando riaprii gli occhi eravamo li. < Seth aspettami un attimo qui. Non ti muovere > feci una corsa fino in casa. < Cullen ci siete > < Siamo tutti in salotto> sentii dire. Li raggiunsi < Ciao, sentite, mio fratello vi vuole conoscere è un problema?> Emmett disse < No assolutamente > Carlisle intervenne dicendo < Aspetta come ha reagito quando gli hai detto al verità?> io alzai le spalle < è stato quasi contento adesso è elettrizzato. Sembra un bambino che sta per andare a mirabilandia> dissi ridacchiando. Aro disse < Si fallo venire voglio conoscere questo ragazzo > lo disse in un modo quasi maligno. Mi avvicinai lievemente < Provate torcergli anche solo un capello e potrete dire addio all’eternità> dissi io severa. Bella e Edward ridacchiarono. I seguaci di Aro li guardarono male. Io uscii di casa e urlai a Seth < Seth muovi il culo e vieni qui> Emmett disse < Che finezza ragazzi> io sorrisi lievemente. Seth arrivò correndo. Salì le scale di corsa e ci raggiunse. Aveva il fiatone. Io scossi il capo. < Seth loro sono Carlisle, Esme, Edward, Bella, Rosalie, Emmett, Alice e Jasper. Poi ci sono i tre della discordia: Aro e i suoi scagnozzi di cui non conosco il nome> Uno di loro disse < Io mi chiamo Caius e lui è Demetri> lui li fissava uno ad uno. Aveva bisogno del suo tempo per elaborare le informazioni. Emmett alla velocità della luce gli si parò davanti. Lui cacciò un urlò saltando all’indietro. Noi iniziammo a ridere. Lui diventò tutto rosso e incrociò le braccia al petto < Non c’è niente da ridere, vorrei vedere voi al mio posto > noi iniziammo a ridere ancora più forte. Lui sbiascicò in italiano < Non è giusto deridere gli altri> Aro smise di ridere dicendo < Siete italiani?> Seth rispose prontamente < Si >  < e di dove ?> < Volterra non so se la conoscete> gli altri smisero di ridere immediatamente. Ma che sta succedendo. < Ma dai? Anche noi> disse Demetri con un sorrisino. Ecco perché di quel silenzio. Emmett ruppe il silenzio dicendo < Ti va di giocare alla Wii in camera mia ?> lui annuì contento. Salirono le scale lasciandoci soli.
< Non ci avevi detto di essere italiana > disse Aro.
< Nemmeno voi, e non me lo avete chiesto> dissi io alzando il mento. In quel momento mi venne in mente una domanda che volevo fare a Edward e  Jasper, che mi era venuta in mente andavo a casa.
< Jasper come facevi a sapere prima che mi stavo arrabbiando se non senti le mie emozioni? E Edward come hai fatto a sapere dov’ero quando mi sono materializzata?> loro sbarrarono gli occhi e abbassarono il capo. Aspettai risposta finché Jasper non prese parola < In realtà io sento le tue emozioni> < E io i tuoi pensieri>. Io sgranai gli occhi. Mi avevano mentito? Avevo ragione a non fidarmi mai delle persone. < No ti devi fidare di noi> disse Edward avvicinandosi < Ma volevamo essere sicura che non censurassi i tuoi pensieri e di conseguenza alterassi le tue emozioni. Ma che fossi totalmente te stessa> mi stavo davvero alterando. < Voi sapete benissimo che dico sempre quello che penso e l’avrei fatto che questi pensieri ti piacessero o meno. Non mi piace la gente che mi mente> urlai il nome di Seth dalle scale, lui scese e disse < Che c’è?> < Andiamo a casa, adesso!> lui protestò < Ma non sono ancora le 10> io lo guardai truce < Non me ne frega niente adesso andiamo a casa, la gente che c’è qui non si fida di noi, perché noi dovremmo fidarci di loro> lui mise il broncio e disse < No io rimango qui a giocare con Emmett> io alzai un sopracciglio. Quanto avrei voluto che facesse quello che gli dicevo senza protestare! A un certo punto i suoi occhi si fecero vitrei e si misero a fissarmi < Andiamo a casa Leah> io spalancai gli occhi. La cosa mi preoccupava alquanto. E gli altri lo notarono. < Sei stata tu ?> mi chiese Carlisle. Io alzai le spalle. Quindi avevo due poteri: fico.
Puntando gli occhi su Seth pensai rimani qui e torna normale. I suoi si fecero vispi come sempre e disse < Cos’è successo?> mi grattai la testa pensierosa. Mi girai verso Demetri e pensai “ Vai a prendermi un bicchiere d’acqua “ i suoi occhi divennero vitrei e si mosse verso la cucina. Il compare disse < Ma dove sta andando?> io sorridendo risposi < A prendermi un bicchiere d’acqua>.
Mi piaceva questo nuovo potere. Mi dava una certa soddisfazione. Demetri ricomparve con un bicchiere d’acqua in mano. mi porse il bicchiere e tornò normale. < Fichissimo > disse Jacob. Ridacchiai tra me e me.
Mi sembrò di vedere i vampiri sbiancare, mentre Aro rideva.
Questo non mi piace.
 

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