Thank you, Cupid

di Shoreline
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** 1. Love can do everything ***
Capitolo 3: *** 2.In the past, now, in the future ***
Capitolo 4: *** 3. A gift from the snow ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***



Thank you, Cupid
-
Introduzione


Oggi ho deciso di ispezionare le vie di Toronto. Questa città canadese piena di vita significa un sacco di lavoro per me: piena di vita vuol dire stracolma di gente, quindi traboccante di sentimenti, inevitabilmente bisognosa d’amore.
Mentre cammino un uomo mi passa attraverso. Quanto odio questa sensazione!! E’ un grande inconveniente dell’essere Cupido: aiuti gli esseri umani a incontrare la loro anima gemella, a costruirsi una vita sentimentale e loro ti ripagano attraversandoti il corpo! Detesto anche il modo con cui la gente mi rappresenta: ma da dove l’hanno tirata fuori che sono un neonato con tanto di pannolino che scaglia frecce a forma di cuore per far innamorare?
Dopo quest’ultimo pensiero la mia attenzione viene attirata da una ragazza castana con gli occhi color ambra, che passeggia con aria triste lungo il marciapiede. La riconosco subito: è Courtney Austen. Questa diciassettenne mi ha dato non pochi problemi negli ultimi tempi. Fino a poco più di un anno fa era felice e totalmente innamorata del suo ragazzo Duncan Ford, completamente il suo opposto visto che lui è un punk e lei punta alla perfezione in tutto quello che fa. Ma tutto è cambiato quando Duncan l’ha tradita con la sua migliore amica Gwen Burke: dopo un periodo di feroce rabbia iniziale, Courtney ha deciso di chiudere le porte all’amore, e probabilmente ha anche buttato via la chiave. Crede che il miglior modo per cessare di soffrire sia quello di smettere di amare. Per esperienza personale, posso dire che non c’è sbaglio più grande. Un’anima priva di questo grande e misterioso sentimento è un’anima soggetta a perdersi in pensieri troppo razionali e rigorosi.
L’amore è indispensabile e alla fine rende felici, basta saper aspettare. Il dolore è una tappa fondamentale e spesso inevitabile, ma alla fine ne vale la pena. E questo Courtney deve capirlo. Ma per farlo deve anche lasciarsi andare, mettere da parte l’orgoglio una volta tanto. Non lascerò che la sua smania di perfezione la opprima. La aiuterò a togliere il lucchetto che le chiude il cuore, e se non troverò la chiave sarò disposto anche a romperlo. Tenterò di tutto. In fondo sono quì per questo.


Angolo dell'autrice
Eccomi sono tornata, questa volta con una storia a capitoli.
Beh, visto che in questo periodo sembra che Cupido si sia dimenticato di me, ho deciso di impersonificarlo in una storia.
So che come inizio è molto corto, ma questa è solo l'introduzione, i prossimi saranno più lunghi.
Alla prossima :)
Baci
LittleShadow

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Capitolo 2
*** 1. Love can do everything ***


Thank you, Cupid
-1. Love can do everything

Sono più determinato che mai a portare a buon fine questa impresa. Insomma, Courtney è un soggetto decisamente difficile, e riuscire nel suo caso sarà come avere la certezza di poter compiere qualunque missione amorosa. E poi tutti meritano di essere felici.
Osservo attentamente come cammina la ragazza: i passi sono sicuri e la testa è alta, uno sguardo fiero nei grandi occhi scuri. Ma quella fierezza è solo un guscio esteriore che nasconde una ferita troppo dolorosa da far vedere apertamente. Quegli stessi occhi sono anche velati dalla tristezza di chi vuol dimenticare.
Seguo la diciassettenne fino ad un grande palazzo color mattone, dove Courtney citofona un appartamento.
-Sì, chi è?- chiede una voce gracchiante proveniente dall’apparecchio.
-Signora Littleton, sono Courtney!-
-Oh, sali pure tesoro-.
Così ci incamminiamo lungo una serie apparentemente infinita di rampe di scale. Per fortuna sono un angelo: oltre ad essere invisibile agli occhi umani posso anche volare, evitando faticacce del genere. Sono sicuro che in questo momento anche Courtney vorrebbe questa possibilità: dopo una decina di rampe le sue gote da ambrate sono diventate rosse, e posso sentire che il suo respiro si è fatto più affannoso.
Finalmente si ferma su un pianerottolo e bussa ad una porta marrone. Ad aprire è una ragazza bionda con grandi occhi verdi. La riconosco subito, è Bridgette Littleton. Non si può dire che lei e il suo fidanzato Geoff Pace mi abbiano dato molti problemi. Da quando si sono incontrati ci hanno messo poco a capire da soli che il loro era vero amore e da quel momento non hanno fatto altro che limonare, i litigi sono stati davvero pochi.
-Court! Come va?-
-Bene, ma starei meglio se metteste un ascensore in questo condominio!!-
-Ti capisco, pensa a me che devo fare questa fatica più volte al giorno!- Detto questo le due ragazze entrano. Inutile dire che le seguo. Non per essere uno stalker, ma se voglio aiutare Court devo soppesare ogni suo minimo comportamento e capire ciò che sente veramente, sotto quella scorza dura da perfettina con cui si ricopre.
Nell’arco di tempo che stanno insieme le due ragazze chiacchierano del più e del meno. Beh, in realtà è Bridgette che chiacchiera, Courtney si limita ad annuire e a dare qualche breve risposta. Posso notare dai suoi occhi che non sta veramente ascoltando, ha un’espressione assente. Andiamo ragazza, non essere così apatica! Capisco che non sei più davvero interessata a niente da quando Duncan ti ha tradita, ma con questa tua indifferenza stai quasi per far bestemmiare me, Cupido! Insomma, sono un angelo!!
Mi fermo con questi pensieri quando noto che l’espressione della castana è cambiata: da persa nel vuoto è diventata improvvisamente attenta e sofferente. Ah, capisco. Bridgette ha iniziato a parlare della sua relazione con Geoff. Ma non sono l’unico ad aver notato questo cambiamento, anche la bionda se n’è accorta.
-Tutto bene Court? Hai un’aria strana, stai male?-
- No sto bene, non preoccuparti!-
Bugiarda. E nemmeno brava. Anche Bridgette si è accorta che menti.
-Courtney, siamo amiche. Se hai un problema dovremmo parlarne insieme!-
-Bridgette sto bene, davvero. Non c’è nulla di cui preoccuparsi. Ah senti, ricordi quegli appunti di Storia? Avrei bisogno di riaverli e…-
Che fai mora, cambi discorso? Per aiutarti ho bisogno che tu le affronti, queste conversazioni!
-Ho capito. Ti fa male che io parli di me e Geoff-
Brava Bridgette, così ti voglio, esplicita!!
-Ma cosa dici Bridg? Non mi fa assolutamente male! Perché dovrebbe? Anzi sono contenta che tu sia felice con lui, davvero!-
- E’ perché… perché ti piace ancora Duncan, vero?- Se non ci fosse la pelle nel mezzo, potrei vedere il sangue di Courtney raggelarsi nelle sue vene.
-Ma… ma cosa stai dicendo? Io non amo quello stupido punk con la testa verde e la faccia bucata come il suo cervello!! Sei pazza? Ma come ti è venuto in mente?!-
-Scusa Court, non volevo. E’ che mi pareva…-
-Ti pareva male, Bridg. E ora scusami, ma devo andare.-
Detto questo la ragazza si precipita fuori dall’appartamento, fa di corsa le scale e esce dal condominio. Con un fiatone che non finisce più continua a ripetere:
-Io non amo lo stupido punk! Non amo lo stupido punk!-
Mi dispiace Court, ma sappiamo tutti e due che non è così.
E ora che so che la Principessa rivuole il suo stupido punk, vediamo se anche lo stupido punk rivuole la sua Principessa.
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Mi è bastato uno schiocco di dita per ritrovarmi nella piccola casa in cui abita Duncan. Lui e Gwen si sono lasciati da un mesetto circa, perché entrambi avevano capito che erano fatti per essere amici, e non di più. All’inizio hanno un po’ sofferto tutti e due, ma poi hanno superato la cosa. La dark ha ricominciato a vedersi con il suo ex, Trent. E siccome di amore me ne intendo, sono convinto che basterà poco perché si rimettano insieme. Come so tutto questo? Beh, sono o non sono Cupido? Conosco ogni minimo dettaglio sulle vite sentimentali di ogni persona presente sulla faccia della Terra. Sì, ogni tanto nella mia testa si crea un po’ di confusione.
Ho seguito Duncan per tutta la sera, ma finora non ho trovato nessun indizio prezioso. E’ stato fino a tarda notte in discoteca provandoci con un paio di ragazze, senza sembrare particolarmente dispiaciuto dei loro rifiuti. Ora è in camera sua e sta per andare a dormire. Credo che andrò da Courtney e tornerò qui domani per cercare di capire qualcosa.
Sto per andarmene quando sento che Duncan sta aprendo un cassetto. Mi giro e lo vedo seduto sul letto con una foto in mano. Mi avvicino per guardarla e… lo sapevo! E’ una foto con lui e Courtney sulla spiaggia di Wawanakwa!
-Buonanotte Principessa. Mi manchi- dice Duncan con un sospiro. Senza pensarci un attimo comincio a gridargli nelle orecchie con tutta la forza che ho:
-Perché non le parli? Perché non le dici che sei ancora innamorato di lei?-
E’ un trucchetto che ho imparato dopo tanto tempo di esperienza. Ho scoperto che in questo modo riesco a comunicare con gli umani. Io urlo una domanda e loro per qualche strana ragione sentono l’impulso di rispondere.
Grido nelle orecchie di Duncan finché non mi fa male la gola, lui assume un’espressione confusa e assente e finalmente parla:
-Non le parlo per colpa del suo orgoglio. Sono convinto che non tornerebbe mai con me dopo quello che le ho fatto. E’ colpa del suo orgoglio-.
Dovevo immaginarmelo. Courtney ha davvero un caratteraccio e si danneggerebbe pur di mantenersi orgogliosa e forte agli occhi degli altri.
Ma l’amore può cambiare. L’amore può migliorare. L’amore può tutto.

Angolo dell'autrice
Ecco a voi il primo capitolo della storia.
Devo dire che l'ho scritto veramente di getto, in poco più di un'ora l'ho finito.
Spero solo che il risultato meriti!
Mi raccomando recensite, voglio sapere cosa ne pensate!!!
Alla prossima :)
Baci
LittleShadow

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Capitolo 3
*** 2.In the past, now, in the future ***


Thank you, Cupid
-2.In the past, now, in the future.

Non avrei mai pensato che una lezione di Storia potesse essere così noiosa. Sono nella classe di Courtney, ed è quasi un’ora che quel professore basso e mingherlino con due piccole fessure nere al posto degli occhi si ostina a spiegare. Intanto per la classe volano bigliettini e piccoli aeroplani di carta. Si vedono persone che usano il cellulare, ripassano altre materie o semplicemente non riescono a tenere gli occhi aperti. Perfino Courtney sta parlando a bassa voce con Bridgette!
La voce stridula e monotona dell’uomo mi penetra nelle orecchie:
-E fu così che nel 1533 Enrico VIII sposò in segreto Anna Bolena…
Sì, ricordo perfettamente quel matrimonio! Anche se, visto come è finito, non posso certo dire che sia stato uno dei miei lavori migliori. Beh, anche Cupido ogni tanto sbaglia! Ma non questa volta; Court e Duncan torneranno insieme, e sarà merito mio.

Dopo un’altra estenuante mezz’ora finalmente la lezione finisce e Courtney s’incammina verso la fermata del pullman. Sono un paio di giorni che seguo le sue mosse e quelle di Duncan, ormai potrei fare un dettagliatissimo quadro della loro tipica giornata.
Dopo scuola lei fa i suoi compiti ed esce con Bridgette oppure rimane in casa.
Lui getta in un angolo remoto della sua camera i libri ed esce.
Lei sta andando a prendere il bus in Kennedy Road.
Lui sta andando a prendere il bus in High Street.
Ma se fossero costretti a salire sullo stesso mezzo di trasporto?
In un battito di ciglia mi “teletrasporto” da Duncan. Il punk dall’inconfondibile cresta verde sta camminando con aria annoiata verso la fermata, tirando un calcio a qualche sasso ogni tanto. Dopo pochi minuti arriviamo a destinazione e osservo il ragazzo mettersi a sedere su una panchina ad aspettare. Nell’attesa tira fuori dal suo zaino un mp3 e si mette le cuffie nelle orecchie. Il volume è così alto che riesco a sentire anche io la batteria che tiene il tempo.
Appena vedo arrivare il lontananza il pullman schiocco le dita, e in men che non si dica sul display del mezzo appare la scritta “fuori servizio”. Il ragazzo dagli occhi cerulei si accorge dell’avviso e, alzatosi dalla sua postazione, si limita a sbuffare e a dirigersi verso la fermata più vicina. Ma non ho certo intenzione di rendergli la vita così facile.
Dopo pochi minuti vediamo arrivare l’autobus e il punk si avvicina al ciglio della strada per farsi notare dal conducente.  Invece a me basta un battito di mani per far sì che quest’ultimo non si fermi e lasci a piedi un ormai sorpreso e furente Duncan.
-Ehi fermo! Torna indietro brutto stronzo!!
Dopo una serie di pesanti insulti mi sento quasi in colpa nei confronti del povero autista e credo che, se mi potesse vedere, Duncan mi avrebbe squartato volentieri.
Il diciassettenne si toglie violentemente le cuffie dalle orecchie e si avvia con un’espressione adirata verso l’ennesima fermata. Arrivati guardo il cartello all’inizio della strada. Kennedy road. Perfetto.

Giuro che, se potessi, mi sentirei male. Questo pullman è pieno di gente e c’è una vomitevole puzza di sudore che impregna l’aria. Duncan non ha trovato posto a sedere e si è rassegnato a stare in piedi.
Ma dov’è lei? Dovrebbe essere qui! Mi guardo freneticamente intorno e finalmente la vedo: anche lei in piedi, i capelli leggermente arruffati e i grandi occhi che guardano in questa direzione, che guardano quelli del suo ex. Grandi occhi color dell’ambra pieni di ricordi, frustrazione, sofferenza e di un amore che non è stato cancellato. Il suo sguardo è ricambiato da due iridi color del ghiaccio ricolme di rimorso, che sembrano chiedere scusa, piene di un amore ancora indelebile.
Tutto ad un tratto Duncan si riscuote e si stampa sulla faccia un suadente, quanto falso, sorrisetto strafottente, dopo di che si dirige verso Courtney facendosi largo tra la gente con qualche spallata.
-Principessa! Quanto tempo!
-Non osare più chiamarmi così, brutto punk traditore da strapazzo, e spostati che voglio stare il più lontano possibile da te!!
-Andiamo Courtney è passato più di un anno, non sarai ancora arrabbiata con me!?
- No guarda mi sono buttata tutto alle spalle e ora non vedo l’ora di fare da damigella al tuo matrimonio con Gwen!!
-Io e Gwen non stiamo più insieme, Principessa.
Courtney spalanca per un attimo gli occhi sorpresa, poi si ricompone velocemente:
-Beh… non m’interessa!! E ti ho già detto di non chiamarmi Principessa!
No, così non va. A mali estremi, estremi rimedi. Schiocco le dita e il bus subisce una scossa abbastanza violenta perché Courtney si ritrovi tra le braccia di Duncan, i visi vicinissimi l’uno all’altro.
-Principessa, non ti ricordavo così intraprendente- dice il punk maliziosamente, le mani posate sui fianchi della ragazza nell’atto di sorreggerla.
-Ti ricordavi male, mio caro- la ragazza ha adottato un tono suadente e con la mano scarruffa leggermente la cresta verde di lui.
I due si avvicinano ancora di più, ad una distanza molto pericolosa. Io chiudo gli occhi orgoglioso, complimentandomi mentalmente; non avrei mai pensato che sarebbe stato così facile, avevo paura che il caratteraccio di Court avesse il sopravvento.
I miei pensieri vengono interrotti dalla voce di Duncan:
-Ahi!!
Ah, questa è musica per le mie… no, un attimo. Ahi? Non ditemelo. Apro gli occhi lentamente, quasi a voler rimandare la scena che mi si presenta davanti: il ragazzo si sta massaggiando con aria sofferente la guancia sinistra arrossata, mentre l’ispanica sta scendendo dal pullman con aria compiaciuta:
-Ciao ciao Duncan! E’ stato bello rivederti!
Decido di seguire la ragazza lasciando il punk visibilmente deluso.
Dopo qualche passo, l’espressione divertita e menefreghista di Courtney lascia spazio ad una faccia triste e sofferente. La sento sospirare e vedo scendere sulla sua guancia una lacrima solitaria, una delle tante che ha pianto per quel ragazzo, una delle tante gocce che formano una tempesta.
Ma questa volta la colpa è sua. Deve assolutamente lasciarsi andare. Altrimenti io sarò impotente davanti a questi due cuori che fanno di tutto per rifiutarsi, anche se così complici di quel legame che li ha legati e che li lega tutt’ora. E che probabilmente li legherà in futuro.

Angolo dell'autrice
Lo so, sono in ritardo epico!!
Scusatemi tanto, ma un po' la scuola, un po' gli impegni... e un grosso blocco d'idee che si è messo a rompere le scatole.
Comunque questo è il secondo capitolo, spero vi piaccia!
Recensite!!!
Baci
LittleShadow


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Capitolo 4
*** 3. A gift from the snow ***


Thank you, Cupid.
-3. A gift from the snow.

Noia. Una pagina dietro l’altra, sfogliate con la più grande noncuranza da qualcuno che sta studiando, o almeno si sta autoconvincendo di farlo. La noia che ti assale in una giornata d’inverno come questa, mentre il paesaggio innevato all’esterno offre un luogo più che adeguato per i confusionari giochi dei bambini.
Quanti amori ho visto sbocciare sotto la neve; non mi è mai stato chiaro il motivo, ma questi soffici e candidi fiocchi che cadono morbidamente a terra sembrano immettere nell’animo degli umani un senso di innaturale tranquillità, rendendo più facile e suggestivo il nascere di una nuova passione.
Tutti alzano la testa verso il cielo quando nevica -persino io, che vengo proprio da lassù- per contemplare, anche solo per un momento, questo affascinante fenomeno.
Beh, tutti tranne Courtney. L’ispanica è china da ore sui libri -attualmente su quello di filosofia-, senza essersi mai concessa una minima pausa. Ha spento il cellulare per evitare telefonate e le è presa una mezza crisi isterica quando sua madre le ha proposto di svagarsi un attimo, continuando a ripetere che non sarebbe mai potuta diventare la miglior avvocatessa del Canada se veniva interrotta durante lo studio.
Credo proprio che tutto questo stress sia la conseguenza dell’incontro con Duncan sul pullman. La ragazza non l’ha presa bene, e non voglio nemmeno pensare a cosa potrebbe farmi se sapesse che sono io il responsabile dell’accaduto! Comunque io lo faccio solo per il suo bene e quello del punk, e non sono assolutamente disposto a mollare. Anzi, ho già in mente un’idea per farli incontrare di nuovo, anche se più discreta della precedente e più soggetta a non funzionare. Sì, perché io non potrò fare altro che dare un input, starà a loro decidere se seguirlo o meno.

Dopo il mio consueto schiocco di dita, mi ritrovo in un quartiere non troppo affollato della città, davanti ad una casa color mattone già vista. La neve continua imperterrita ad imbiancare le strade. Non mi resta che sperare che continui, mentre mi trovo costretto ad aspettare che una familiare figura esca da quell’edificio.

E’ passata un’oretta, e finalmente vedo il portone aprirsi; chiudo gli occhi nella speranza di trovarmi davanti chi spero, quando li avrò riaperti. Dischiudo piano le palpebre e lancio un grido di gioia quando la vedo. Quella ragazza dai lunghi capelli biondi raccolti in una coda di cavallo e i grandi occhi celesti, che si sta rinvolgendo in un caldo piumino, mi è fondamentale.
Apro la mano rivolgendo il palmo verso il cielo, cosicché un piccolo oggetto, ma di vitale importanza, appaia su di esso. Niente di magico, straordinario o quantomeno raro. Solo un semplice ed innocente foglietto di carta.
Comincio a sollevarmi in alto, fino a portarmi qualche metro sopra la testa della ragazza. Da questa posizione, mi lascio scivolare dalle mani il bigliettino. Lo osservo fluttuare nell’aria fredda candido come i fiocchi di neve, come se volesse confondersi a loro, e così paurosamente soggetto ad essere portato lontano, fino a scomparire nell’etere. Non senza il mio aiuto, il piccolo oggetto si posa proprio sulla spalla della diciassettenne.
-Che cos’ è?- la bionda si è accorta della piccola cosa cadutale addosso.
Visibilmente esitante la prende e comincia ad aprirla lentamente, sgranando sempre più gli occhi leggendo la scritta ordinata e vermiglia:
Aiutali. Delle indicazioni e le giuste parole dovrebbero bastare.
Sento il cuore salirmi in gola mentre aspetto una qualsiasi reazione da parte della ragazza, rimasta come pietrificata a causa di quel foglietto apparentemente innocuo. Deve assolutamente capire e agire di conseguenza, altrimenti vedrò la speranza svanire nel nulla. Si scioglierà sotto i miei occhi come la neve che tocca un terreno troppo caldo, senza modo di riportarla indietro.

-Le feste sono alle porte, e i corsi e le piazze addobbate sono affollati da una moltitudine di persone che visitano i negozi per fare acquisti. Ma sentiamo quali sono i prodotti più venduti in questo periodo dell’anno…
-Non. Me. Ne. Frega. Niente!- scandisce furente Duncan lasciandosi andare sui morbidi cuscini, dopo aver spento in malo modo la televisione. Il punk dagli occhi color del ghiaccio è intento a bere una lattina di birra, stravaccato comodamente sul divano e con i piedi appoggiati sul tavolino di fronte.
Non ho mai visto nessuno tanto disordinato: il salotto, se è ancora possibile chiamarlo così, è cosparso di lattine, Cd e riviste, mentre i cuscini del divano sono pieni di briciole. E non sembra proprio che lui abbia intenzione di riordinare e tantomeno pulire.
Dopo aver finito la sua bibita, Duncan si alza e sta per avviarsi verso la cucina, quando la sua attenzione viene attirata da qualcuno che bussa alla porta.
-Chi è che disturba ed è così idiota da venire qui con questo tempo maledetto!?-
Di malavoglia va ad aprire. Vedo la rabbia dipingersi sul suo volto quando si accorge che fuori non c’è nessuno, ma qualcosa lo blocca dal cominciare a lanciare imprecazioni: ai suoi piedi si trova una lettera bianca, con il suo nome sopra. Visibilmente sorpreso la raccoglie e rientra in casa. Dal canto mio, so bene chi è il mittente; in fondo c’ero quando è stata scritta, poche ore prima.
Duncan strappa impazientemente la busta e apre il foglio che si trova all’interno. La sua sorpresa aumenta quando il suo sguardo si posa sull’angolo inferiore destro, andando a leggere la firma di una persona a lui familiare: Bridgette.

Angolo dell'autrice
Eccomi, eccomi!! Non sono andati via tutti, vero? Se qualcuno è rimasto, spero che abbia apprezzato questo capitolo. Ok, mi rendo conto che è particolarmente noioso (e, come dire... bruttino?) ma è essenziale per lo sviluppo della storia. L'ispirazione mi è venuta ascoltando quella meraviglia di Somebody to love. Per carità, NON quella di Justin Bieber, quella dei Queen (oddio, li ho messi nella stessa frase D:)!!!!
Vabbè finisco il momento di sclero e mi nebulizzo (nebulizzati, by Fiorello :D)
Recensite!!
Baci
Shoreline


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