Le cronache delle Principesse Combattenti

di bimbarossa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'età dell'argento(Kathodos, discesa di Silver Millennium) ***
Capitolo 2: *** L'età dell'oro ***
Capitolo 3: *** L'età dell'acqua ***
Capitolo 4: *** L'età delle catene ***
Capitolo 5: *** L'età dei fuochi ***
Capitolo 6: *** L'età dei riflessi(o delle riflessioni) ***
Capitolo 7: *** L'età delle tempeste ***
Capitolo 8: *** L'età della spada ***
Capitolo 9: *** L'età della rosa(o del rosa) ***
Capitolo 10: *** L'età delle galassie ***
Capitolo 11: *** L'età della Terra ***
Capitolo 12: *** L'età delle lucciole ***
Capitolo 13: *** L'età del passaggio ***
Capitolo 14: *** L'età del Coniglio(Anodos, ascesa di Crystal Tokyo) ***



Capitolo 1
*** L'età dell'argento(Kathodos, discesa di Silver Millennium) ***


La dama di compagnia di Queen Selene entrò silenziosamente nella stanza della sua padrona, e come ogni volta fu colpita dal candore delle pareti di marmo bianco solo in parte interrotte da affreschi di creature leggendarie di cui la mitologia di Silver Millennium abbondava, come unicorni bianchi che volavano tra candide nuvole rosa, o fiori che al posto dei petali possedevano invece corolle di perle (lacrime delle principesse che avevano regnato nel passato); i preferiti della sovrana però erano inspiegabilmente piccoli e furbi conigli argentati che,con le loro zampette agili e tozze si rincorrevano per i giardini, dove scavavano buche profonde che sarebbero magari potute arrivare dall'altra parte della Luna, la parte oscura in cui era caldamente sconsigliato andare.

Pandia, la dama di compagnia, ebbe un brivido ricordando una vecchia, vecchissima storia, un racconto la cui trama e scia si perdevano, ma non del tutto, oltre il buio stesso di una notte senza stelle, lo stesso buio del cielo lunare.

Una regina abitava, in quel regno oscuro, una regina che adesso era dentro uno specchio per volere di Selene, poiché aveva tentato di invadere Silver Millennium per invidia e brama di potere, cercando un fantomatico cristallo d'oro che si trovava sulla Terra.

La Terra, quel pianeta azzurro che Pandia poteva osservare ogni volta dal grande terrazzo della sala dei ricevimenti e a cui nessuno di loro poteva accedere, ma il cui compito per ogni suddito lunare era di proteggerla e guidarla sulla Retta Via.

Ovviamente questo era il secondo dei loro doveri; il primo era tutelare il loro preziosissimo Cristallo d'Argento. E pensando a quel gioiello fonte di pace e prosperità, Pandia fece un gesto contro la sfortuna perché sapevano tutti che quelli non erano giorni felici per Silver Millennium.


La regina si trovava seduta al suo grande specchio sostenuto da una cornice madreperlacea, quasi più luminosa di esso, cornice che era stata donata alla regina dal suo amato sposo.

"Mia signora, dovreste mangiare e poi riposare," disse vedendo il vassoio ancora pieno di cibo che era abbandonato sulla specchiera della stessa tonalità iridescente," vostro marito non avrebbe mai voluto che voi vi lasciaste andare così, avete una bambina da crescere e condurre al Trono Lunare che le spetta.”

"La mia piccola Serenity!" il gemito si spezzò e le lacrime, già a lungo versate, rigarono ancora il suo volto,"come farà a crescere senza una guida paterna?"

"Voi siete forte, siete una matriarca, e un po' della vostra tempra si è trasmessa anche a vostra figlia." Di questo Pandia non ne era molto sicura. La principessa era certamente una delle bambine più dolci e buone che avesse mai visto, ma la sua dolcezza non serviva a molto quando dovevi gestire un regno che era invidiato da tutti per la sua tecnologia, la sua bellezza, la sua cultura e progresso. Inoltre piangeva e frignava spesso, era pigra e sbadata; il suo maestro di geopolitica del sistema solare si lamentava di lei di continuo, e solo la sua insegnante di relazioni pubbliche con la Terra la elogiava apertamente, affermando come la principessa avesse una insopprimibile quanto mai inopportuna curiosità verso quel pianeta tanto primitivo.

"Già, oggi è stata molto forte la mia bambina," continuò a parlare Selene come in trace, "avresti dovuto vederla al Galaxy Chauldron, non ha pianto quando le ho fatto vedere dove suo padre è morto per salvare tutti noi."

Anche Pandia pensava che entrambe fossero state molto coraggiose ad andare in un posto simile, dove si diceva si fosse liberato il male stesso. In realtà le voci erano discordanti, in quanto le cronache delle Guerre Sante delle Sailor affermavano che Chaos, e qui Pandia fece un altro gesto superstizioso, fosse stato sconfitto da un una Sailor potentissima, la Guerriera Leggendaria che però dopo averlo sconfitto era inspiegabilmente sparita. A ciò era seguito un periodo di insperata pace che era stato interrotto da qualcuno, qualcuno legato a Chaos, o forse lui stesso che non era stato distrutto in modo definitivo; entità che stava compiendo stragi su tutti i pianeti della galassia, uccidendo civili ma soprattutto braccando e rubando l'anima cristallina delle guerriere che proteggevano quei pianeti.

Il terrore si era sparso anche lì, sulla Luna, e il loro amato sovrano, che riposi in pace, era partito per quel fulcro malefico da cui non aveva mai fatto ritorno. La regina saputo della tragedia, pur straziata dal dolore aveva condotto assieme ai dignitari di corte la sua bambina in quel posto, forse per farle elaborare il lutto per il padre producendo quel distacco necessario per andare avanti, ma anche, e questa era l'ipotesi per cui protendeva Pandia, per ricordarle la sfida ineluttabile che la piccola avrebbe dovuto affrontare.

"Non sarà da sola, mia regina, a combattere contro tutti i nostri nemici, ci saranno le Guerriere Sailor che la proteggeranno!" La regina annuì ancora e i suoi occhi azzurro scuro adesso erano asciutti. Cominciò a spazzolarsi i lunghi capelli biondo cenere e fissò Pandia con fermezza.

"A proposito delle guerriere Sailor, oggi ci sarà la loro ufficiale investitura, con la consegna dei loro castelli! Sono grandi ormai, e sufficientemente responsabili per assolvere ai loro doveri di nascita, non solo di guardiane di mia figlia ma, cosa ancora più importante, di protettrici dei loro pianeti e del sistema solare sia dagli invasori interni, sia da quelli esterni provenienti dallo spazio profondo e insondabile che sembra da lì fuori pronto a braccarci!"

Detto questo con un tono di voce lieve e leggermente lugubre, posò, con un colpo che fece sobbalzare Pandia già spaventata e con i brividi che le solcavano tutto il corpo grassottello, la spazzola sulla specchiera e si alzò, il voluminoso vestito di un bianco accecante che frusciava ad ogni suo movimento,come un sudario per una morte annunciata,ma non ancora avvenuta.


La sala delle cerimonie era affollata di gente e il brusio rendeva indistinte le parole e le intenzioni; che cosa aveva in mente di fare Queen Selene? Davvero voleva affidare la sicurezza di Silver Millenium e quella del Sistema Solare a delle ragazzine? Il brusio cessò quando entrarono nella sala vari personaggi con le insegne di vari colori e decorate con varie pietre; portavano degli strani stendardi con strani simboli, diversi dalla onnipresente luna nascente argentata che si trovava ovunque lì, dalle maniglie delle porte fino alla fronte di Queen Selene e di sua figlia.

Entrarono poi sette fanciulle, di vario aspetto e altezza ma tutte con un'aria nobile nel volto serio e con le loro uniformi militari che avrebbero usato per combattere. Perché loro erano militari, anche se i maligni dicevano che fino al giorno prima scorrazzassero nei giardini del palazzo con la principessa Serenity. Tre si distinguevano perché erano visibilmente più grandi e taciturne, se ne stavano in disparte e sembravano distanziarsi dalle altre quattro, gruppo composto da una stangona, una minuta e timida, una altera e enigmatica e una chiacchierona che seguiva con gli occhi tutti i bei ragazzi della stanza. Quando la regina entrò il silenzio si fece grave e assordante. Da un cuscino di velluto argento prese una spada di cristallo e chiamò a se una per una le sette ragazze:

"Princess Mercury, da oggi sarai chiamata ufficialmente l'Amica dell'Acqua, perché tu possa trovarne dentro saggezza, lungimiranza e pace!"

"Princess Mars, da oggi tu sarai ufficialmente la Freccia di Fuoco che illuminerà e difenderà con il suo fulgore e precisione Marte e Silver Millennium."

"Princess Jupiter, da oggi diverrai ufficialmente il Seme da cui nasce la vita e il Frutto da cui noi prendiamo sostentamento e protezione."

"Princess Venus,piccola bambina dell'amore e della beltà, è ufficialmente ora che tu cresca e diventi il paradigma di tutti i tipi di amore, ti auguro di conoscerli tutti; e di tutti i tipi di bellezza, non solo quella fisica ma anche quella interiore."

"E ora a voi, guardiane del sistema solare esterno," disse rivolgendosi alle tre ragazze che se ne stavano isolate nell'ombra, "voi siete speciali perché lo è il vostro compito, ma il fatto che sia speciale vuol dire che è anche più pericoloso!” Le guardò bene, gli occhi azzurro scuro preoccupati e sollevati come un faro che sondava tutto e tutti in quella stanza. “Ogni entità che proviene dallo spazio solare esterno deve essere fermata, che sia innocua o letale, non vi saranno concessi errori, il rischio è troppo alto. Per assolvere questo compito ho deciso di dotarvi di tre talismani dal potere immenso. Vi sarete accorti tutti che sono presenti nella stanza ufficiali dalle divise viola a cui non ho affidato nessuna principessa perché ne facciano una guerriera; ebbene quello che sto per dirvi vi inquieterà e vi riempirà di terrore e paura, ma dovete ricordarvi che la speranza resiste sempre, anche quando tutto il resto viene spazzato via."

Come doveva essere difficile per una persona, per una regina, per una donna dover usare quel tono fermo, lapidario, che sapeva, che prediceva cose inenarrabili e spaventose, ma senza tuttavia rinunciare, e soprattutto far rinunciare loro dal credere, dall'avere fiducia nel futuro e nei loro santi valori su cui Silver Millennium si fondava.

"Se questi tre talismani dovessero entrare in risonanza e voi vi doveste riunire, allora quegli ufficiali avrebbero la loro principessa, ma non potrebbero mai farne una guerriera; lei non combatte ma il suo attacco è più distruttore di tutti i vostri, non è ostile ma pregherete che non si risvegli mai, lei non uccide ma azzera tutto ciò che viene toccato dal suo potere," il suo tono divenne più ottimista e si concesse un piccolo sorriso.

"Sono certa che questo non avverrà; noi siamo un regno tecnologicamente avanzato e predichiamo la pace e la tolleranza, siamo una guida per gli altri popoli che ci rispettano e che noi rispettiamo, perciò non roviniamo un'occasione di festa! Adesso mangiate e bevete cittadini di Silver Millennium, onorate queste nostre donne che combatteranno per l'amore e la giustizia, onoriamo le nostre paladine della legge!"


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Capitolo 2
*** L'età dell'oro ***


So che molte persone mi odiano, alcune, poche mi amano; Metallia tanto tempo fa me lo aveva predetto, sarei stata considerata un'eroina o una strega e il verdetto lo avrebbe emesso la storia.

La guerra contro Silver Millennium si sta protraendo più del previsto e i risultati mancano, anzi alcuni soldati stanno disertando e il malcontento serpeggia tra le nostre truppe. Alla fine non mi rimarrà altra scelta che liberare quelle sette creature mostruose di cui non ho il pieno controllo.

Sono nel mio accampamento, e alla luce di quella Luna che voglio disperatamente distruggere sto scrivendo questo mio resoconto, perché i posteri possano valutare con obbiettività quello che è successo, affinché la sua versione,la versione di quell'intrigante dai lunghi capelli dorati non sia l'unica che circoli dopo la mia distruzione, se è questo il volere del destino.

Ma se tutto andrà come spero il nome di Serenity non sarà più pronunciato da nessuno e la Luna sarà solo un posto desolato e grigio e finalmente Endymion e il Cristallo d'Argento saranno miei.

Ho sempre pensato, fin dalla fanciullezza, di essere destinata a grandi gesta e anche se provengo da una umile famiglia terrestre e non sono una discendente della stirpe lunare ti avrei reso felice, Endymion.

Lui deve sapere che tutto quello che è stato fatto non è stato fatto per odio, per ragioni politiche e di controllo del Sistema Solare, o almeno non solo per quello. Ho agito solo perché ti amavo Endymion, e ti amo ancora; e mi dilania vedere che invece di schierarti con il tuo popolo difendi una smidollata principessa che non vuole saperne di impugnare una spada, o di combattere ad armi pari in uno scontro fisico. Segue i precetti di quella stupida di Selene; l'amore,la fratellanza, il rispetto reciproco e la comprensione.............come se loro ci amassero, ci rispettassero e ci comprendessero! Lo sanno tutti che ci trattano e ci considerano come scimmie ammaestrate, da guidare benevolmente e con condiscendenza verso la retta via. Via che scelgono loro per noi, presuntuosi essere pallidi e artificiali, demoni sotto sembianza di angeli! Almeno io sono vera,passionale, lotto per i miei diritti, per la mia indipendenza e per il mio cuore. Non mi arrenderò mai, MAI, dovessi torcere quel collo bianco con le mie stesse mani, se non in questa vita in un'altra. Io sono Beryl la rivoluzionaria, la paladina dei terrestri oppressi dal dolce ma spietatamente inflessibile chiarore di quell'astro, che se ne sta lassù, appeso come un memento per me,per la sgualdrina bionda, per il mio amato e anche per te Metallia,anche per te.

So che le devo tutto. Sarei solo una donna sedotta e abbandonata adesso senza di lei, una fallita rifiutata perfino da quello sciocco di Helios quando ho tentato di iniziare la mia carriera tra le sue Menadi.

Sono una persona ambiziosa, e come abitante di Golden Kingdom ero e ancora lo sono una sostenitrice del potere del Cristallo d'Oro e di colui che lo possiede, il mio adorato Endymion; ecco perché volevo diventare una Menade e lavorare nel tempio di Helios su Elysion dove il Cristallo d'Oro è custodito per proteggere il nostro sovrano e tutti i terrestri.

Elysion è una dimensione onirica ma sempre legata alla Terra e possono raggiungerla solo chi ha un sogno meraviglioso. E io a quel tempo avevo tanti sogni meravigliosi!

Anche se adesso disprezzo profondamente il guardiano di Elysion la mia storia è iniziata nel suo bianco e immacolato tempio, forse troppo immacolato tanto che per i suoi standard io non avevo un'anima sufficientemente pura per lavorarvi e completare la mia istruzione.

"Non è che tu non sia buona o che non meriti di diventare una Menade," mi aveva detto Helios dopo il colloquio nel gazebo dove lui nutriva le molte creature di quel regno surreale "ma la tua energia spirituale non è costante"

Dovette notare la mia espressione confusa perché riprese imbarazzato: "Davvero Beryl, tu sei una ragazza molto intelligente, e sento che hai un grande potenziale ma quello che percepisco in te non è il sereno e ritmico battere di un cuore ma un frastuono seguito dal silenzio più totale. Metti ordine nella tua anima, impara il valore della mitezza che non è codardia, della solidarietà che non è tirannia, del coraggio che non è temerarietà e violenza." Si interruppe come se volesse aggiungere altro ma la presenza di un ospite vestito come un soldato, ma il cui mantello e la cui aria nobile non avrebbero consentito di scambiarlo per un vile uomo d'armi, si stagliava nel verde giardino.

Il principe Endymion, signore di Golden Kingdom, la cui dorata anima cristallina reggeva e governava la Terra, dai moti convettivi nel suo nucleo esterno fino agli uragani che spazzavano la sua superficie, era davanti a me in tutta la sua bellezza.

Alto e prestante, con i capelli neri che luccicavano nella luce senza fonte apparente di Elysion, mi guardava con i suoi occhi blu e a buon ragione apprezzava quello che vedeva.

Sapevo di essere bella anche nella mia povera veste grigia, i lunghi capelli ramati che mi scendevano lungo le spalle in onde infuocate, il mio incarnato perfetto e leggermente abbronzato, la mia altezza considerevole. Non di certo una bionda ragazzina esile e pallida, ma capisco che ad un uomo come lui sia piaciuto torreggiare sopra di lei per proteggerla.

Sicuramente però non poteva torreggiare sopra di me, ne glielo avrei permesso, anche se lo amavo dalla prima volta che lo avevo visto.

Però nel giardino di Helios quel giorno nessuno poteva immaginare che Endymion si sarebbe infatuato di quella, la cosa era talmente assurda che se poco tempo dopo non gli avessi visti non ci avrei creduto.

Era espressamente vietato ai terrestri di relazionare con gli abitanti di Silver Millennium, le due stirpi non dovevano in alcun modo intrecciarsi, sicuramente perché ci ritenevano inferiori e perché noi li ritenevamo dei presuntuosi iceberg che stabilivano anche il clima tramite il loro Eternity Main System, o dove la sovrana poteva procreare solo una figlia femmina. Vi lascio immaginare il lavoro degli esperti di biotecnologia e astrologi di corte.

"Devo andare Beryl, mi dispiace ancora per averti dovuto rifiutare." La mia espressione adesso non era di confusione ne di vergogna, solo di aperta sfida.

"Non preoccuparti, saprò cavarmela anche senza il tuo aiuto. Ho un enorme potenziale!" Con un leggero inchino beffardo verso il custode dal bianco vestito, e uno di esplicita civetteria verso il principe che invece era completamente vestito di nero me ne andai dirigendomi verso i giardini del tempio.

Aspettavo di sentire su di me la confortante e benevola nebbiolina che mi avrebbe indicato l'uscita da Elysion, quando invece vidi uscire da una strana spaccatura in un terreno altrimenti curatissimo delle bolle trasparenti dai riflessi verdognoli che mi attiravano come una falena è attirata dalla luce.

Un calore bellissimo e consolatorio mi avvolse, un calore che nessuno mai mi aveva dato, e una voce dolcissima come cristalli di zucchero mi chiamò:

"Ciao Beryl, finalmente ti ho trovato!"

Rimasi costernata dal fatto che sapesse il mio nome e non risposi.

"Ti ho cercata a lungo e adesso non ti lascerò mai più!"

"Ma chi sei?" lo spavento e la curiosità si contendevano il mio corpo e il mio cuore.

La voce emise una breve risata argentina, infatti ne aveva la stessa consistenza riflettente, brillante e opaca insieme.

"Tu non puoi nemmeno immaginare chi sia ma puoi chiamarmi Metallia. Vorrei che adesso che ci siamo presentate tu divenissi mia amica."

Adesso il suo tono sembrava quello di una ragazzina che rivela un grande segreto alla sua compagna di giochi. Infantile e suadente.

"Per potere diventare tua amica dovrei almeno vedere il tuo volto. Da dove provieni e soprattutto che cosa vuoi?"

"Il mio aspetto dici? Sei una a cui l'aspetto di sicuro non manca," il tono era gelido ma non ostile, "percepisco la tua fisicità Beryl e credo che la percepiscano in molti, compreso il principe Endymion".

Arrossii profondamente. Riprese a parlare: "Sappi Beryl che l'involucro di cui sono fatti gli essere viventi di questo sistema solare per quanto sia appariscente, immediato e abbia una certa forza intrinseca mi è completamente inutile. Inoltre soccombe alle leggi del tempo e dello spazio, è limitato e limitante, mentre io non ho leggi a cui obbedire, sono infinita e per arrivare qui, in questo pianeta azzurro, ho viaggiato per milioni di anni luce in un tuo battito di ciglia." Le bolle che uscivano dalla fenditura misteriosa si diradarono e potei vedere un bagliore incandescente che illuminava il terreno.

Anche se quella visione mi aveva messo un terrore mai provato prima decisi di non piegarmi davanti a quella manifestazione che aveva il chiaro scopo di intimorirmi .

"Ma allora se sei tanto potente perché hai bisogno di un'umile terrestre come me?"la provocai.

"Attualmente non ho energia sufficiente per arrivare al mio scopo ma ho abbastanza potere perchè tu lo faccia per me".

Avrei dovuto essere sorpresa ma l'antica convinzione di essere speciale si era risvegliata.

"Cosa dovrei fare?"

"Devi solo distruggere Silver Millennium!"

"Ma come posso farlo? Non so niente di quel regno lontano e poi perché lo vuoi distruggere? E io potrei distruggerlo? Come faccio? Non sono adatta neanche per fare la Menade."

"Non dare ascolto a quello che dice quell'inetto di Helios, lui ha già i suoi guai con la Regina della Luna Morta che brama il suo prezioso Cristallo d'Oro," sogghignò ferocemente. "Il mio padrone, quello che mi ha creata ha partorito molte creature, più forti e motivate di me per spegnere la luce accecante del Cristallo d'Argento," non capii cosa stava dicendo e a che si riferisse con creatore, "scommetto che Zirconia starà svolgendo il suo lavoro egregiamente sobillando Nehellenia e la sua naturale malvagità."

Le bolle che uscivano dalla fenditura incandescente adesso erano talmente tante che mi spaventai ed mi sentii soffocare, caddi a terra ma prima di svenire sentii la sua voce che diceva vicino al mio orecchio:" Ancora non è il momento per te ma tieni gli occhi aperti e spia il nemico."


Forse quello che ho raccontato non verrà creduto da molti ma giuro che le cose andarono proprio così. Mi ritrovai nel mio letto con la mente lucida e con tutti i ricordi di quello che mi era successo. Quindi io ero veramente speciale, non ero una fallita come diceva Helios!

ll calore che avevo provato quando avevo incontrato Metallia non mi abbandonò neanche nei mesi successivi, e quando camminavo ora potevo farlo con una nuova dignità e un senso nuovo di euforia che aumentò quando il principe mi mandò a chiamare.

Sapevo che lo avrebbe fatto, tutti sapevano che Endymion era un cultore della bellezza femminile, e lo sguardo che gli avevo lanciato era abbastanza esplicito e lui non poteva rifiutare.

Divenni la sua amante e andai con lui quando una delegazione terrestre fu invitata a Silver Millennium per il rinnovo dei trattati di pace. Con noi c'erano anche la sua guardia personale composta dai quattro suoi migliori amici, che chiaramente disprezzavano che io fossi così vicina ad Endymion.

Ora che avevo lui Metallia era caduta nell'oblio e se il ricordo non fosse stato così chiaro e il senso di calore sempre presente avrei dubitato di quell'esperienza.

Arrivati sulla Luna potemmo vedere la grandezza di Silver Millennium; il clima artificiale prevedeva splendide giornate e il profumo di sandalo pervadeva l'aria. Il mare della Serenitatis in cui il regno era sorto era un bacino colmo di acqua limpidissima e di un azzurro corposo e denso come sciroppo e non si vedeva il fondo, anche se ogni tanto apparivano granchi argentati che vi nuotavano dentro.

Tutto era splendente e del bianco più puro e l'accoglienza era impeccabile è cortese. Sapevo che il re era morto e Queen Selene regnava in attesa che la figlia diventasse abbastanza grande. Non avevo mai visto quell'intrigante quindi non è vero quello che dicono che l'ho sempre odiata. Non avevo motivi per odiarla.

So benissimo quando è iniziato il mio odio viscerale per lei. Ricordo tutto di quella sera. Volevo solo vedere di nuovo quell'acqua così strana e bella, così opaca e ambigua, sembrava una madre che nasconde i figli perché li vuole proteggere o forse si vergogna di loro. Come mia madre che non si curava abbastanza di me neanche per darmi un'istruzione decente.

Stavo contemplando il cielo che sembrava uguale a quello sulla Terra, solo che non diventava mai azzurro di giorno poiché non vi era atmosfera che circondasse quell'astro, così il blu dominava tutto e tutti per tutto il giorno lunare.

Sentii un rumore che proveniva dalla terrazza che sovrastava il laghetto interno collegato al Grande Mare. La vidi per la prima volta, una figura vestita di bianco e con i lunghi codini dorati che svolazzavano alla leggera brezza, che scendeva silenziosa da una scala che non avevo notato perché coperta dall'edera rampicante che la copriva interamente. Pensavo che mi avesse visto e quindi mi volesse raggiungere per parlarmi, ma non si diresse verso di me, anzi non mi vide proprio perché i suoi occhi blu, potevo vederlo anche da qui dietro l'albero in cui mi ero involontariamente o forse no nascosta, erano tutti per un'altra figura che si stava avvicinando.

Non potevo credere che lui mi avesse tradito con quel fantoccio di principessa, non potevo credere che mi avesse tradita per una non terrestre. Lui, che si era sempre lamentato del ruolo di secondo piano cui era costretto, poiché a volte la luce della Luna poteva anche oscurare quella del Sole.

"Sei venuto amore mio," la sua voce era smodatamente gentile e piena di quell'insulsa speranza che io avevo appena perso.

"Non potevo non venire, da quanto ti ho vista a Elysion non ti ho potuto più dimenticare!" I due si abbracciarono mentre io riflettevo con spietata e inopportuna razionalità su quella informazione. Quelli della Luna non potevano venire sulla Terra così come noi non potevamo mescolarci a loro. Quindi lei era venuta sulla Terra probabilmente con la compiacenza di quello smidollato di Helios e quei due si erano incontrati. Negli ultimi tempi infatti lo avevo visto molto meno e aveva un'espressione di disagio ma come ricordai amaramente non di colpa.

"Serenity, dobbiamo stare attenti, non devono scoprirci o sarà la fine di molti mondi, il tuo, il mio e quello dell'intero Sistema Solare!"

"Ma io ti amo Endymion e non posso più riuscire a nascondere il mio sentimento per te," le lacrime le rigarono il volto latteo, "cosa faremo?"

"Niente per ora, ci sono già abbastanza problemi che ho già discusso con tua madre. Una nuova minaccia arriva dal Sole, me lo ha detto Helios che ha avvertito un cambiamento nella sua struttura, le macchie solari stanno aumentando e l'energia delle particelle del vento solare è mutevole.Non sappiamo cos'è ma è negativa."

Metallia, era Metallia. Ora il ricordo emergeva sommergendo tutto, e il calore a cui l'associavo adesso era un fuoco che non si sarebbe estinto. Sentivo la pelle bruciare e corsi nella mia stanza, mi guardai nello specchio e notai che ero pallida e tremante. Qualcosa però non andava nel mio volto: gli occhi.

I miei occhi erano sempre stati il mio punto di forza, cangianti, a volte azzurri, a volte verdi o anche grigi.

Adesso avevano una sfumatura rossa che non avevo mai visto e le mie unghie si stavano allungando innaturalmente.

Decisi di tenermi per me sia i cambiamenti nel mio corpo che quello che avevo visto, e quando tornammo sulla Terrà non potei non cercarla.

La fenditura che bruciava come la mia anima era ancora lì come una ferita che non si rimargina e le bolle erano trasparenti ora.

"Sei venuta finalmente ma adesso sei pronta!"

Non risposi a parole ma il mio assenso era esplicito.

"Sai Beryl ti racconterò una vecchia storia che tutti sulla Luna sembrano avere dimenticato, ma io so tutto come il Sole che illumina ogni cosa, bella o brutta. La regina della Luna Morta quando la giovane principessa nacque decise di presentarsi non invitata alla festa, e come regalo per il nuovo membro reale le predisse che non sarebbe mai diventata regina." Il silenzio era assordante ma pieno di significati. Ormai tra noi le parole non erano più necessarie. "Queen Beryl, vuoi aiutarmi a fare avverare questa profezia?"

Io accettai.

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Capitolo 3
*** L'età dell'acqua ***


Sono immersa qui,nella Grande Madre, e come un neonato nel liquido amniotico sento ogni cosa, ogni movimento,ogni vibrazione, ogni pensiero. Le onde si propagano da me e attraverso di me, le sento arrivare e le sento partire e il loro costante e lento rifluire è come una ninnananna che mi culla e mi aiuta a sopportare il difficile compito che attende una principessa.

Lo sento arrivare, ci speravo che lo facesse anche se la mia naturale e odiata insicurezza mi faceva temere che non fosse abbastanza interessato ad una ragazza timida come me. Ma adesso è qui, dove deve essere, dove devo essere io,finalmente.


Quando decisi di partire per Mercurio mi ero autoconvinto che fosse solo per ordine del mio Master, preoccupato per gli strani accadimenti che avvenivano sul Sole ed essendo quel pianeta il più vicino alla mia meta era naturale e giustificato che mi recassi lì per controllare.

Come uno dei generali del potente Endymion, principe di Golden Kingdom è mio dovere perlustrare un territorio in cui si sta insidiando una probabile minaccia, anche se devo dire che non ne ero molto convinto, la giudicavo più una misura allarmista.

Accettai per vedere lei.

Nessuno avrebbe mai pensato che Zachar, uno dei dei più potenti uomini sulla Terra, comandante del settore europeo e uno dei più grandi esperti di mineralogia, si fosse infatuato di una donna. Non una donna normale, ne una terrestre, ma della Signora di Mercurio in persona.

Anzi, i miei soldati all'inizio della mia carriera militare ridevano di me e mi sfottevano per la mia profonda amicizia con il mio mentore, Lord Kaspar, a cui devo tutto e che insieme al mio Master rappresentavano un tempo il mio mondo. L'esercito non perdona e ho dovuto subire molte angherie mentre il grado e il prestigio di Kaspar lo hanno protetto almeno da questo. Lo sapevo ed ero preparato ma tutto ciò mi aveva indurito, non nel senso che fossi duro o glaciale, anzi ai motteggi e agli sberleffi avevo risposto con un'ironia pungente e un certo bonario spirito sardonico che mi aveva poi salvato. I veri soldati amano il cameratismo più di quanto odino l'omosessualità.

Inoltre il mio aspetto femminile, minuto, con un'ossatura gracile ma nobile, i lunghi capelli color sabbia e le iridi verde acido non mi aiutava.

No, la mia durezza era piuttosto una immensa capacità di adattamento, quella che ti spinge a tutto per raggiungere i tuoi obbiettivi, che ti fa usare mezzi puliti e sporchi, sia per farti accettare dai tuoi sottoposti, anche quelli che disprezzavo, o scavalcare un collega,e decretarne la fine.

Ero disposto a comportarmi così anche con lei e partii con questa convinzione. Devo dire che per un terrestre viaggiare fino a Mercurio non è facile, anzi sono convinto che raggiunsi il suo castello che orbita attorno al suo pianeta solo per sua volontà.

La navicella che mi trasportava recava il simbolo della Terra, un cerchio diviso da una linea orizzontale, l'equatore, e una linea verticale, quella che univa i due poli.

Potete immaginare il mio stupore quando arrivai e non vidi altro che nebbia; mi figuravo il Mariner Castle come una splendida fortezza di come se ne vedono molte sul mio pianeta, invece qui c'era solo questa informe palla di nebbia che si spandeva per centinaia di kilometri in larghezza e in lunghezza e racchiudeva, invitante e filacciosa chissà quali meraviglie.

Il mio luogotenente guardò sbalordito quella muraglia bianca e non fece cenno di seguirmi quando dalla mia navicella sbarcai direttamente ad un molo sospeso nel vuoto costruito ed elegantemente lavorato, di un azzurro acquamarina. Quando vi appoggiai i piedi però notai che era acquamarina e pensando che camminavo come un'ebete nello spazio sopra Mercurio senza altro sostegno che un pontile di acquamarina ebbi il profondo terrore che il molo non reggesse il mio peso e io avrei vagato ininterrottamente in quel blu privo delle tre dimensioni.

Il pontile però resse, e mi feci coraggio,guardai meglio quell'ammasso informe per vedere se c'era una porta, un passaggio ma inutilmente.

Evidentemente non mi voleva e feci per tornare indietro, poi notai un bagliore azzurro ghiaccio che prima era un puntolino che si ingrandì come dotato di vita propria, la sua vita; credevo che per qualche magia sarebbe diventato un portale ma di nuovo dovevo essere stupito, le logiche terrene qui non funzionavano perciò mi arresi e aspettai. Il punto che ormai era una nuvola azzurra all'interno della grande nuvola bianca in un baleno si depositò per terra, perché adesso potevo vedere il suolo, e formò una strada di un azzurro fluorescente che splendeva e si perdeva nelle vastità di Mercurio. Non potevo rimanere lì quindi feci un cenno al mio luogotenente che fu molto felice di ripartire.

Seguendo il percorso che gentilmente mi era stato offerto, perché era un'offerta, ne ero sicuro, mi ritrovai sulla riva di un lago che non so neanche se definirlo lago. Posso solo dire che era talmente cristallino che i fondali si sarebbero potuti vedere anche se fossero stati in profondità; da lì non vedevo niente e l'unica cosa che vi si rifletteva era solo il cielo stellato di Mercurio, così diverso dal mio, con strane scie dorate che dalle informazioni raccolte doveva essere il pulviscolo solare che raggiungeva con facilità quel pianeta, così che la superficie lacustre era anch'essa dorata e luminosa. Acqua di un oro luminoso. Cielo di un oro luminoso. Così sopra, così sotto.

Scrutai la riva dove mi trovavo per vedere se vi era qualcuno che potesse scortarmi al castello ma nel buio notai solo una barca, anche questa proveniente da un unico blocco, che doveva essere immenso, di acquamarina con decorazioni floreali che poi identificai come gigli.

Se voleva farmi remare avrei remato.

La scia azzurra proseguiva anche nell'acqua e risplendeva nell'oscurità come una guida; dalla barca mi sporsi per vedere i famosi fondali ma tutto quello che vidi fu l'abisso. Di nuovo ero sospeso sopra Mercurio e galleggiavo in quell'acqua che non si sapeva dove andasse a finire, ormai però non temevo più di cadere e decisi che per non perdermi in quel mondo così strano dovevo fissare quella azzurra corrente serpentina, il mio appoggio che non mi lasciava mai, così non mi accorsi della montagna che mi sovrastava. Quando ne presi coscienza cercai di vedere meglio che cosa fosse, se fosse davvero una montagna, oppure era un'isola o pensai con un brivido una creatura marina che infestava il lago. Per ora era solo un alto e nero cumulo di massa sconosciuta che si ergeva in mezzo a quel mercureo chiarore ma inspiegabilmente sentivo che era lì che dovevo fermarmi. Non c'era un approdo quindi con la preziosa barca intrapresi il giro della massa,anche per soddisfare la mia curiosità.

Lo notai subito appeni lo vidi, la scia azzurra era sparita da un pezzo ma ora la ritrovai anche se non aveva più la forma di un serpente-guida. Adesso era un immenso ghiacciaio che si abbarbicava nella parete nera e il contrasto tra quel nulla oscuro e la fluorescenza azzurro ghiaccio rendeva le mie membra piene d timore reverenziale e meraviglia assoluta.

Accostai la barca ad un altro pontile che però era sormontato da due colone di marmo azzurro e il cui architrave raffigurava una lira sempre di marmo azzurro. Mi avvicinai all'entrata del ghiacciaio, non c'era nessun ostacolo che me ne impedisse l'accesso e percorsi corridoi di ghiaccio che gettavano bagliori surreali intorno a me. Per quella che sembrò un'eternità e senza che incontrassi nessuno dei dignitari di Princess Mercury, dovevo ricordarmi di chiamarla così, vagai fino a sbucare in un altro corridoio che però non aveva le pareti di ghiaccio bensì di semplice mamo con venature azzurre che lo rendevano poroso. Mi avvicinai e vidi che dal muro uscivano ad intermittenza piccole gocce d'acqua che colavano lungo il muro per depositarsi in piccole cisterne che bordeggiavano tutte le pareti, decorate con gigli argentati e azzurri. Seguii di nuovo quello che oramai era il mio criterio, va dove ti porta l'azzurro.

Se il silenzio rotto da un persistente gocciolio prima era stato irritante e colpiva le mie orecchie fastidiosamente, ora era di qualche conforto, mi stavo avvicinando a lei . Lo sentivo. Era vicina.

Seguii nuovamente l'azzurro quando una serie di biforcazioni mi costrinsero ad una scelta, infatti mi si parò davanti una lunga serie di scalini ricoperti di un soffice velluto di quel colore famigliare che mi portò alla più grande piscina che avessi mai visto.

Endymion ne aveva una e io e gli altri suoi tre generali nonché migliori amici ci eravamo trastullati spesso lì, ma non era paragonabile a quelle proporzioni. Guardando meglio mi accorsi che non era tanto larga quanto profonda, ma niente vuoto in fondo come temevo, niente sensazione di sprofondare nell'abisso ora. Il fondo c'era eccome solo che era a parecchi metri al di sotto del livello di quell'acqua chiarissima, un terrestre non avrebbe potuto raggiungerlo senza bombole d'ossigeno.

Mi avvicinai al bordo e guardai giù, sapevo che c'era qualcuno ma quel qualcuno non era dentro l'acqua.

Una figura bianca e bassa, con corti capelli neri dai riflessi blu si stagliava a pochi metri da me,spaventata e imbarazzata. Gli occhi di un azzurro intenso si fissarono sui miei e le sue guance avvamparono.

Princess Mercury, la Signora di Mariner Castle e del pianeta più vicino al Sole era davanti a me in tutta la sua nudità.

"Ti stavo aspettando!" le sue parole erano smentite dalla sua reazione. No, cara, tu non mi aspettavi affatto, o forse non così presto. Sfacciatamente posai lo sguardo sul suo corpo nudo e bagnato e lei notandolo con un gesto fluido della mano fece cristallizzare le goccioline che la ricoprivano, e queste,come rami di un ghiaccio vivo la avvolsero tutta e con uno scoppio che mi fece ritrarre apparve da sotto il ghiaccio, o forse era il ghiaccio stesso, un regale abito azzurro.

"Non credevo che giungessi al Terzo stadio così in fretta, ti ho sottovalutato Zachar ma sono contenta che tu sia giunto fino a me!

"Terzo Stadio?" le domandai per nascondere il piacere che mi avevano provocato le sue parole. La dolce, timida e razionale Princess Mercury era felice di vedermi!

Non speravo di suscitare il suo interesse quando l'avevo vista la prima volta su Silver Millennium qualche mese fa durante il rinnovo dei trattati di pace. Io e lei siamo molti diversi e tutti sapevano che le Sailor Guardiane sono inavvicinabili per i terrestri e questa ninfa acquatica più di tutte. Abbiamo parlato solo perché per un capriccio mi ero messo a suonare il pianoforte, una delle mie grandi passioni,me la ricordo anche adesso la melodia, A fabricated forevermore, e lei si era avvicinata a me con sorpresa di tutti e mi aveva accompagnato con la lira. Per tutta la durata della mia permanenza sulla Luna avevamo parlato di musica, astronomia e mineralogia; lei aveva affermato che i miei occhi erano uguali a quelli della zoisite che portavo appuntata alla mia uniforme.

"Dov'è la tua zoisite?"mi chiese inaspettatamente.

Ormai i suoi poteri di chiaroveggenza non dovevano più sorprendermi.

"L'ho sostituita con questa pietra, il berillio che è il regalo di un'amica". Beryl non era mia amica ma le dovevo un favore perché aveva convinto lei Endymion a mandare me su Mercurio.

La mia risposta sembrò contrariala, forse era gelosa. L'idea mi galvanizzò enormemente.

"Ti stava meglio l'altra, si intonava ai tuoi occhi, sei sicuro che vuoi tenere quella?" il suo tono era molto serio, anche troppo,mi sentivo sotto esame.

"A me piace e poi devi ancora rispondermi, cosa è il Terzo Stadio?

Per un attimo vidi delusione nei suoi occhi ma fu una sensazione fuggevole subito sostituita dall'aria della professoressa che insegna all'allievo testardo.

"L'acqua, il mio elemento è presente in natura in tre stadi, allo stato aeriforme cioè la barriera di nebbia che hai visto quando sei arrivato, allo stato liquido rappresentato dal lago artificiale che ho creato e allo stato solido, questo posto"e allargando il candido braccio si rivolse a tutto ciò che ci circondava. "Questi tre stadi sono delle misure di sicurezza che devono proteggermi sia da invasori umanoidi sia dal Sole che qui non è fonte di vita come sulla Terra ma di morte"concluse pensierosa.

"Se vuoi comprendere le miei parole vieni con me e ti mostrerò cosa significa vivere su Mercurio!"

Avrei voluto parlare ancora un po' di noi, avrei voluto avere io il controllo della situazione, ma il mio fascino macchiavellico con lei non funzionava. Come si può tenere l'acqua tra le mani?

La seguii fuori dalla caverna di ghiaccio che era a quanto pare solo una parte del castello, quella più interna, e insieme a lei percorremmo a ritroso il cammino che avevo fatto; quando arrivammo alla sponda del grande lago trasparente dove iniziava la barriera di nebbia ci fermammo e di nuovo con sinuosità lei con un movimento quasi impercettibile smosse quella caligine azzurrina che si diradò lentamente fino a formare un vero e proprio buco sullo spazio sconfinato. Ricordo come adesso che rimasi stupito di come fosse labile il confine tra il terreno ricoperto di un'erba quasi blu e il nulla. Se avessi fatto un altro passo sarei precipitato di sotto o forse per la mancanza di gravità sarei volato via.

Mi avvicinai a questo confine alzando le mani quasi aspettandomi un muro invisibile che separasse i due mondi rendendoli come la mia mente, funzionante a settori ben distinti ma lei mi fermò.

"Non lo farei se fossi in te,l'unica cosa che non ti risucchia nel vuoto è la mia forza di volontà, l'unica cosa che sostiene il mio rifugio è il mio potere e lo sto consumando considerevolmente per mantenere aperto questo varco", rabbrividii e mi allontanai con tutta la dignità che ancora possedevo.

"Questa nebbia proviene dal mio fiato ed è l'unico mezzo affinché il mio castello e le persone dentro non brucino all'istante per il calore del Sole, l'acqua del lago è il mio sangue che permette a tutti di muoversi da Mercurio all'intero Sistema Solare, la caverna di ghiaccio dove risiederai è il mio cuore che è dove io mi rifugio e dove accolgo pochi eletti,come te."

Non mi diede il tempo di compiacermi di questa frase perché proseguì:

"Se abitassi su Mercurio potresti vedere sorgere il Sole due volte e tramontare due volte, se stessi in un qualsiasi punto del mio pianeta ammesso che resistessi a temperature di 300° potresti osservare il Sole nello stesso identico punto per 176 giorni, Sole che non è quel disco baluginante che vedi sulla Terra ma è quello"e mi indicò un punto"quella mostruosità è il Sole per noi!"

E la vidi davvero quella mostruosità, perché l'astro che a noi terrestri da vita e tepore lì era immenso, una gigantesca sfera rossa, non gialla, e potevo vedere che in quella direzione il cielo non era blu ma di un bagliore arancio, come se andasse a fuoco. Per un attimo, e solo per un attimo che sarebbe però bastato a sciogliermi senza la presenza di Mercury sentii sulla mia faccia una folata di aria invisibile ma incandescente, poi la mercurea protezione altrettanto invisibile si ricompose interamente e io potei riprendermi da quell'esperienza.

"Sarai molto stanco Zachar, dovresti riposarti, vieni, torniamo a casa, Maia ti mostrerà la tua stanza!"

Non potei fare altro che seguirla, di nuovo impotente, io che volevo e che avevo sempre il controllo della situazione ero nelle sue mani. Le mie mani non potevano afferrare l'acqua ma le sue mani potevano consumare il mio spirito.

Mi svegliai senza sapere quanti giorni, mesi o anni erano passati, Mercurio aveva un giorno molto lungo ma il suo moto di rivoluzione era veloce. Due albe e due tramonti,già.

Non avevo dormito molto bene, avevo una strana agitazione, un'inquietudine che mi pervadeva l'animo ma il pensiero di incontrare Mercury mi fece dimenticare di cercarne le cause. Non era importante, volevo solo godermi queste giornate con lei e magari chiederle qualche informazione sulla minaccia proveniente dal Sole. Maia fu l'unica altra persona che vidi, completamente vestita in azzurro con il solo simbolo astronomico di Mercurio, il caduceo che ornava la sua divisa. Mi accompagnò in una grande biblioteca dove però c'era un angolo allestito all'accoglienza degli ospiti, con varie sedie e un tavolino di bambù intarsiato di venature di turchese; il tavolo era apparecchiato con vari piatti, una torta di un giallo vivo e piccoli triangoli bianchi farciti con qualcosa di estremamente gustoso. Dopo essermi servito, Mercury non aveva potere su tutto e di certo non sul mio stomaco,mi annoiai e mi avvicinai allo scomparto di libri più vicino leggendo vari titoli.

La storia del Cristallo d'Argento.............................rimanda pag 458

a Leggende dei Sette Malvagi

Non so cosa mi avesse spinto verso quel libro, so solo che fu un impulso che non mi apparteneva, un impulso malevolo che guidò la mia mano e i miei occhi su quella strana leggenda di sette mostri, creature del Male, che erano legati a doppio filo a sette cristalli, i cristalli dell'Arcobaleno che componevano il potente Cristallo d'Argento. Chi? Chi mi aveva fatto notare che il bene è sempre legato al male e che è molto pericoloso cercare di dividerli? Ricordo solo dei capelli ramati, sono confuso e mi manca la mia zoisite, mi manca non poter contattare il mio Master e chiedergli un consiglio. Un tonfo, il libro che cade simultaneamente ad una porta che sbatte.

Mercury è nella stanza e i suoi occhi ora sono azzurro ghiaccio, la sua statura e più imponente e non c'è traccia di rossore o infantile incertezza sul suo viso. Sono io che arrossisco.

"Stavo solo cercando qualcosa da leggere"cercai di scusarmi.

"Vedo che hai già mangiato!"i suoi occhi erano tornati subito azzurro intenso e non avevo più la sensazione di sfracellarmi contro un iceberg almeno. Ero tornato in me ed ero pronto a rimediare per il mio comportamento maleducato. Ma ancora una volta lei mi sorprese:

"Vieni con me, facciamo una passeggiata nel mio giardino".

Non potei non accettare e poi ero curioso, chissà cosa aveva in mente. Avevo capito che ogni sua azione era solo la conclusione di una lunga elaborazione di dati, analisi psicologica e intuizione. Se non avessi sentito il suo profumo di gardenia che emanava, se non avessi toccato la sua pelle morbida e se non avessi visto la tenerezza nei suoi occhi quando arrossiva avrei ipotizzato che fosse un'automa.

Vagammo per lunghi corridoi, di nuovo, fino ad arrivare ad un portale di colonne di marmo azzurro che davano su un giardino senza piante ne fiori o normali elementi che si trovano nei giardini.

"Non è proprio un giardino, è più un luogo in cui anche una principessa può respirare liberamente!mi confidò. Il gelo di poco prima era scomparso.

Mentre camminavamo in questo enorme spazio pieno di colonne che sembravano messe lì a caso, la sensazione di estraneità che avevo provato in biblioteca si rimpadronì di me e io non seppi trattenere questa nuova emozione, di sfida,di competizione, di melliflua provocazione.

"Non ho mai visto una biblioteca grande quanto la tua, nemmeno su Silver Millennium"dissi con tono noncurante"ma loro non ne hanno bisogno, si credono perfetti, invece chi ama i libri cerca la perfezione e sa che non la troverà mai".

Non rispose ma si limitò ad indicarmi il percorso da seguire come il suo serpente azzurro che mi aveva mandato per raggiungere il suo castello. Il serpente!

"Ora capisco cosa è il caduceo, è un serpente!"

"Il caduceo è un bastone con due serpenti, come la terra e il cielo, il bene e il male, la malattia e la sua medicina, ecco cosa è Mercurio, ecco cosa sono io!"

Ribadisci la tua grande potenza ma sei ridotta a fare da balia ad una principessa che preferisce flirtare con i terrestri piuttosto che occuparsi del suo popolo. Ho sentito delle voci che stanno iniziando a circolare sulla Terra anche se personalmente non ci credo, Queen Selene non lo permetterebbe mai! Ma il malcontento sul mio pianeta e l'insofferenza verso il Regno della Luna sta crescendo. Potresti unirti a noi, con i tuoi poteri e la tua intelligenza potremmo evolverci più rapidamente, potresti essere un contributo molto importante per gli umani". Non volevo pregare ma il mio tono senza rendermene conto era una supplica. Le presi il volto tra le mani e le baciai teneramente la guancia umida. Non volevo rinunciare a lei.

"Perché piangi?"

Non rispose perché nel frattempo eravamo arrivati ad una fontana piena di quell'acqua cristallina che ora conoscevo bene. Non poteva essere meno che pura, altrettanto il candore di Mercury era virgineo e immacolato come la statua che si trovava al centro della fontana.

"La Vergine di Mercurio, il simbolo della costellazione sotto la quale sono nata"sussurrò.

Potei notare infatti che nell'acqua era riflessa la costellazione della Vergine che splendeva in cielo in quel momento. Così sopra, così sotto.

Mi voltai di nuovo verso di lei ma questa volta il suo viso era asciutto.

"Zachar, non tradirò il mio popolo nemmeno per te, ti amo, te ne sarai accorto, e anche se stasera giacerò con te tradendo il mio destino e il mio dovere domani sarà tutto uguale a prima. Il ciclo dell'acqua non si interrompe, anche se per un momento questa si intorbidisce o tentenna per gli ostacoli che le si parano davanti. Tu hai fatto la tua scelta, io ho fatto la mia!".

Non sapevo che cosa volesse dire, non mi sembrava di avere fatto una scelta ne che il suo sacrificio fosse così grave ma non mi importava. La volevo, l'irraggiungibile Signora di Mercurio e l'avrei ottenuta. Avevo vinto di nuovo.


Se ne andato, e io sono di nuovo qui, nella Grande Piscina che è la Grande Madre,di nuovo azzurra e limpida, da sola in questo gelo senza macchia. Il 65% del mio corpo composto da acqua è felice di questo,niente più tentazioni, niente più pietre, anzi zoisiti che possano increspare la tranquillità del mio cuore, ma il resto del mio corpo soffre perché lo amo e lui mi amava, anche se presto mi dimenticherà. Io so che non lo dimenticherò. L'acqua non può essere afferrata ma ti entra dentro perché essa ti ha dato la vita e la speranza.

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Capitolo 4
*** L'età delle catene ***


 

Appena apro gli occhi lo vedo, scuro, muscoloso, che dorme al mio fianco e io stretta a lui come se questo momento dovesse durare un'eternità anche se so che non è così. La mia mano passa tra i peli ispidi del suo torace e sento che si sta svegliando. Peccato perché guardarlo dormire e passare le mie dita tra i suoi lunghi capelli prematuramente bianchi è uno dei grandi piaceri a cui pensavo di dover rinunciare. Ma a lui non rinuncio,qualunque cosa accada.


Mi svegliai quando il mio corpo decise che era abbastanza riposato per affrontare un'altra giornata. Su Venere le giornate erano molto più lunghe,i normali ritmi circadiani sballati; un giorno terrestre qui equivaleva a circa un anno nel mio pianeta; non essendoci un costante passaggio tra il giorno e la notte non sapevo quando dovevo dormire ne quando dovevo alzarmi. Così nel periodo che passai qui mi spogliai gradualmente di tutti gli anacronismi della Terra,di tutte le vecchie abitudini,le quotidianità della mia vita e rimasi puro istinto.

Dormivo quando ne avevo bisogno e mi alzavo per lo stesso motivo.

La mia compagna non sembrava lamentarsi, anzi apprezzava che io finalmente mettessi da parte tutte le responsabilità di generale dell'esercito, di perfetto soldato, di perfetto amico.

Non fraintendetemi, sono molto legato ad Endymion, darei la vita per lui e per il nostro popolo, e nessuno sa quanto Zachar sia come un fratello per me, a volte anzi lo considero quasi un bambino capriccioso di cui prendermi cura; ma spesso tutto questo mi pesa come un fardello, vorrei essere semplicemente Kaspar, l'uomo che sotto tutto quel gelo e freddezza ama con una passione quasi folle una principessa.

Mi giro lentamente per non svegliarla ma i suoi occhi azzurro chiaro sono già aperti e il suo sorriso contagioso e birichino mi da il buongiorno.

Invece di alzare la mano per accarezzarla come avrei voglia di fare guardo con compiacimento evidente il suo corpo nudo, bianco e splendente, i lunghi capelli biondi che la avvolgono,e penso che davvero è la dea dell'amore.

Venus,non sai neanche l'effetto che mi fa guardarti”le sussurrai.

Invece lo so”ridacchio divertita guardando la mia virilità ergersi sotto le lenzuola. Almeno avevo avuto il pudore di coprirmi mentre lei era completamente disinibita.

Come una gatta che fa le fusa si strusciò a me e per quel mattino che non era mattino non ci furono altre parole.


Mentre ci rivestivano qualcuno bussò deciso alla porta:

Avanti”adesso era Princess Venus che parlava,autorevole e ferma.

Entrò Noga,la sua cameriera personale che però non guardò la sua padrona anche se si rivolgeva a lei, stava osservando me.

E' arrivato questo per Lord Kaspar,mia signora”e con un inchino sparì come era entrata,silenziosa e precisa.

Venus mi osservò mentre mi consegnava il plico che attendevo, i quotidiani rapporti che ricevevo dalla Terra.

Guardai accigliato quello che vi era scritto e poi glielo passai quasi con disgusto.

Allora le voci sono vere”disse in tono piatto, non mi sembrava sorpresa dalle notizie. Kaspar,quanto sei sciocco,lei sa benissimo che è tutto vero.

Mi rivolsi a lei con rabbia:

Certo che è tutto vero,e tu ne eri al corrente da mesi. Sei quella che le sta più vicina quindi sapevi quello che faceva e con chi lo faceva.”

Mi voltai per afferrare la giacca della mia uniforme e feci per andarmene ma lei mi fermò.

Si,lo sapevo ma non avrei potuto fare niente per impedirlo”sospirò e io aspettai che il senso di colpa affiorasse dal suo sguardo ma non fu così. Questo mi fece infuriare ancora di più.

Ammettilo che l'hai aiutata nelle sue fughe sulla Terra,l'hai coperta con Pandia, con sua madre e con le altre Guardiane. Sapevi che Serenity si incontrava con Endymion di nascosto sul nostro pianeta,che si erano innamorati. Bleah..........un principe terrestre con una aspirante al trono della Luna.............è inammissibile!”

Non credi nel potere dell'amore Kaspar?”aveva sopportato umilmente la mia predica furibonda ma adesso i suoi occhi erano ammiccanti come nel nostro talamo, ora tutto il potere di Venere rifulgeva in lei e io persi tutta la mia ira.

Sarei caduto in ginocchio davanti a lei ma non potevo permettere che quella fosse la mia risposta alla sua domanda.

Così con un enorme sforzo mi voltai e con un tono permaloso continuai:

L'amore non è per tutti, alcune persone non se lo possono permettere, ci sono cose più importanti come gli ideali,i doveri di un principe nei riguardi del suo popolo, le tradizioni,il destino di milioni di persone. Endymion sa benissimo che questo amore è impossibile per lui, non farà la sciocchezza di mettere a repentaglio tutto,i trattati di pace,il benessere delle persone di cui ha la responsabilità..........”non riuscivo neanche ad afferrare tutte le implicazioni di quella situazione se la vicenda fosse stata di dominio pubblico.

L'orrore sulla mia faccia doveva essere evidente perché Venus si avvicinò e quando tornai al presente dopo avere visto uno spicchio di futuro,vidi che la donna che mi stava davanti non era più la Signora di Venere ne la dea dell'amore, ma solo una faccia amica, la migliore amica che avessi, la mia confidente, una compagna che mi stava alla pari a cui non dovevo fare la guardia, a cui non dovevo dare protezione ma solo fiducia. Una cosa difficilissima per me, per Lord Kaspar.

Nessuno per ora sa di questa storia, Queen Selene non lo permetterà e io cercherò di convincere Serenity a ragionare,però.............”il suo tono era dubbioso”non posso chiederle di non amare!”

Pensai di sbagliarmi ma le sfuggì un singhiozzo anche se nulla poi tradì questa mia percezione.

Io non sono come Mercury, lei la rimprovera quando non si applica nei suoi doveri, Mars trova sempre un motivo per criticarla ma so che le vuole bene come nessun altro mentre Jupiter, beh, lei farebbe a pugni con Chaos stesso se minacciasse l'incolumità di Serenity”

Ma io........io e lei,non so come spiegarlo,siamo complici,a volte abbiamo le stesse espressioni,le stesse idee bizzarre,io la comprendo!”

Si accasciò su una sedia, e io che l'avevo vista sempre vitale e dinamica mi spaventai, sembrava una rosa precocemente appassita; poi un fruscio, qualcosa di morbido e peloso che si attorcigliava alle mie gambe per poi dirigersi verso la donna con l'elegante abito giallo che stringeva le mani a pugno.

Artemis,sai sempre quando ho bisogno di te!”

Il buffo gatto bianco con la macchia a forma di luna crescente sulla fronte miagolò di piacere quando lei lo prese al caldo tra le sue braccia.

Devo ammettere che persino in quel frangente provai invidia per il felino e desiderai essere al suo posto.

Fortunatamente per noi non ci sono le stesse restrizioni, tu sei una Guardiana, non un membro della famiglia reale della Luna!”lo dissi con un tono leggero, per allentare quel clima di tensione ma mi accorsi che se non fosse stato così, se lei ed io non ci saremmo potuti frequentare, la mia integrità che vantavo tanto non mi avrebbe salvato da questo sentimento.


Non credere che i dignitari di Silver Millennium non disapprovassero, all'inizio della nostra relazione scappavo per i nostri appuntamenti di nascosto ,non sapevo come dirlo a Queen Selene, è stata così buona con me”

Il gatto bianco, quello sbruffone avido di coccole che avrei dovuto avere io, si era addormentato e Venus sembrava molto più calma.

Si alzò, appoggiò delicatamente la bestiola sul letto e mi prese per mano.

Vieni,andiamo a mangiare qualcosa. Poi ti condurrò nel cuore di Magellan Castle!”


A questo punto vorrei descrivervi il palazzo in cui risiedevo e dove Princess Venus esercitava al livello massimo il suo potere; esso ruotava attorno a Venere e quando ero arrivato qui poche settimane fa?(il tempo è relativo) mi ero guardato attorno sbalordito.

Infatti Venere è il pianeta più caldo del Sistema Solare non perché si trovi relativamente vicino a quella stella calda ma perché è avvolto da nubi di anidride carbonica e azoto che rendono l'aria irrespirabile e creano un effetto serra spaventoso,con temperature di 500°, nuvole che non sono nuvole ma nebbia spessa e umida. Oltre a questo la pressione su Venere è 90 volte quella terrestre quindi il germogliare della vita è impossibile. Per proteggere la sua dimora dal caldo torrido che arrivava da Venere il castello era protetto da una barriera arancio traslucida cristalliforme mentre il castello era formato da due coni di dimensioni diverse apparentemente non uniti, anche se percepivo una forza che li teneva insieme.

Quando chiesi spiegazioni a colei che mi aveva ospitato ella mi condusse nella parte superiore del secondo cono, quello più grande, dove io ero atterrato e che rappresentava l'entrata del palazzo che si sviluppava in verticale verso il basso. Mi fece notare che nel punto in cui i due coni si univano, in alto e ancora non so cosa li teneva sospesi,si trovavano due rombi luminescenti, di un giallo brillante che mandavano però un suono metallico.

Quelli sono le colonne di questo posto, si potrebbe dire che mantengono stabile la mia casa”ridacchiò divertita.

Questi coni sembrano quasi una bilancia se non fosse che sono diversi, non proprio una bilancia equilibrata!”

E mai quale bilancia lo è! Il simbolo della bilancia non significa equilibrio, come credono tutti, ma è l'opposto; raramente nella natura, nell'uomo o in ogni fenomeno tu puoi trovare equilibrio, il piatto pende da una parte o da un'altra, deve farlo, la nostra stessa sopravvivenza è data dal fatto che siamo più forti degli animali, che a loro volta mangiano le piante; la catena della vita prevede una parte più forte e una più debole che si alternano ma non sono mai allo stesso livello. Sarebbe la società perfetta ma anche la fine di tutti noi.”

Un bagliore viola mi attraversò, come qualcosa che ti appare nella coda dell'occhio, che cerchi di afferrare ma ti sfugge. Lo stesso presentimento di quando avevo letto quel dispaccio segreto, un senso di catastrofe imminente.

I due rombi luminosi sono il perno della bilancia della vita, che alcuni chiamano destino, fato, provvidenza, o Dio, un giudice supremo, qualcuno al di sopra di tutto e tutti, il punto di riferimento che, si voglia o no, evita che un piatto prevali totalmente sull'altro, anche se a volte sembra non esserci!”

Durante il suo discorso ero stato in un silenzio sorpreso, non avevo mai conosciuto il suo lato filosofico, o almeno non il lato filosofico serio,perché a volte proclamava proverbi buffi che mi facevano inaspettatamente ridere.

A questo pensavo mentre correvamo per i corridoi seguiti dal gatto bianco, con lei che continuava a tenermi la mano mentre mi trascinava sempre più in basso, e scendevamo molte scale, i nostri passi che rimbombavano su piastrelle luminescenti.

Quando mi fermai per prendere fiato, notai che la luminescenza era dovuta a piccole farfalle dorate che erano intrappolate dentro le piastrelle, creature che sbattevano le ali, incatenate nel sottosuolo, calpestate ma ostinatamente vive.

Quando ero ormai sicuro che saremmo sbucati dall'altra parte del cono la mia amabile guida invece mi condusse in una stanza immensa dove vi era un trono, vi facemmo l'amore ricordo ma quello fu poi, degli oggetti antichi e la cosa che mi colpì di più,una grande statua a grandezza naturale,che era eretta su un piedistallo pentacolare, e che rappresentava una ragazza somigliante a Venus ma i cui capelli e il pube erano di un magnifico rame dorato.

Ehi,ma tu non sei rossa!”ribattei ridendo, certamente non per offenderla, ma mi arrivò lo stesso un pugno scherzoso alla spalla.

A me piaci anche bionda e...............ma quello cos'è?”

Nel punto in cui doveva trovarsi il cuore c'era un foro e quando guardai meglio vidi un bagliore arancione.

Questa”disse prendendo una grossa perla di quel colore che si trovava nel buco”è il Venus Droplet, la sostanza perlacea che è uscita dal mio corpo quando sono nata, è una reliquia dei venusiani.”

Ma è il Venus Cristal? Ho sentito di qualcosa del genere che voi Sailor custodite.”

No, il cristallo che racchiude il potere di Venere è la mia anima,non il mio cuore!”

Quindi questa perla rappresenta il tuo cuore?” Avrei tanto voluto stringere quella reliquia tra le mani, solo per un attimo.

Per molto tempo l'ho pensato veramente, anche se ovviamente è solo una leggenda; mi sono infatuata di tanti uomini ma nessuno era arrivato tanto vicino, non quanto te. Adesso so che il mio cuore l'ho sempre avuto dentro di me, mi ostinavo a non usarlo, ma lui è qui,e batte, batte per te. Sono la Guerriera dell'amore ma non ho mai creduto alla sciocchezza del “donare il cuore” a qualcuno. Il mio cuore resterà con me affinché ogni battito mi ricordi del mio amore per te!”

Per un attimo mi aveva deluso con le sue parole poi la speranza e per la prima volta nella mia vita la leggerezza mi invase, una sensazione di totale libertà.

Dopo il nostro incontro bollente sul trono ero fisicamente esausto, una spossatezza innaturale che non mi spiegavo mi avvolgeva il corpo e andai a riposare. Durante il sonno rivedevo la statua nella sala del trono, i suoi capelli di quello strano rame dorato che si scurivano fino a diventare un rosso acceso, parole che parlavano alla mia anima, che non era certo cristallina come quella di Venus; la mia anima che era la kunzite che portavo sempre attaccata alla mia divisa adesso pulsava, la sentivo nel sogno.......tradimento.......principi etici.....il nostro popolo verrà distrutto.....Endymion è un impostore........

Mi svegliai sudato e circondato dal buio, guardandomi in giro per vedere cosa mi aveva spaventato. Avrei giurato di avere sentito qualcosa di morbido e peloso che mi balzava addosso ma il gatto bianco dormiva tranquillo nella sua cesta dorata con topazi che mirabilmente la decoravano.

Il posto accanto a me era vuoto, lei si era stranamente alzata.

La curiosità e l'inquietudine mi spinsero a cercarla seguendo l'odore di cannella che ormai mi era così famigliare e forse lo era sempre stato, fino a che arrivai ad un'ala del palazzo che non mi era ,questa, famigliare affatto.

Entrai quasi con reverenza nella stanza che era illuminata da una luce dorata strana e confortevole, e vidi tanti Kaspar che mi guardavano sbalorditi.

La sala era completamene ricoperta di specchi, anzi ora che guardavo meglio era un unico specchio che circondava l'intero perimetro delle pareti.

Siccome tutta quella superficie riflettente mi confondeva e non sapevo dove andare usai il mio naso; l'odore di cannella mi condusse ad una figura in giallo,ingobbita e seduta su un pavimento lucido ma opaco; provai una stretta al cuore a vederla accucciata lì per terra, con le ginocchia strette sotto il mento e il viso nascosto dai lunghi capelli biondi che le ricadevano attorno.

Venus,hai freddo?” fu la prima cosa che mi venne in mente perché tutto quel vetro mi procurava una sensazione di gelo; nel sentirmi, tante ragazze gialle sussultarono nello stesso momento.

Mi hai raggiunto Kaspar”mi accoccolai vicino a lei e cercai di riscaldarla.

Cosa è tutto questo?”mi guardai in giro con soggezione e incredulità.

Questo è lo Specchio di Venere, il luogo che rappresenta il mio simbolo astronomico”anche in quella luce soffusa potevo vedere la prova ancestrale delle sue parole presente nella sua fronte.

Questo specchio mostra la reale essenza di noi stessi e vengo qui perché ho bisogno di sapere che non sono lei!”

Anche se non conoscevo niente del suo passato su Silver Millennium sapevo di chi stava parlando.

Ti riferisci a Serenity!”

Annuì piano e con vergogna.

Sai, da quando l'ho conosciuta le ho voluto bene, facevamo sempre le cose insieme, ti ho già spiegato il rapporto che mi lega a lei. Ma guardami Kaspar..........guardami”si era alzata in piedi e stava quasi per piangere”siamo quasi identiche! Mi hanno persino chiesto di essere una sua sosia quando la situazione era troppo rischiosa, hanno anche costruito un cristallo d'argento falso per me ma io sono stanca di essere falsa”il suo tono era quasi isterico.

Cercai di calmarla ma lei si divincolò e appoggiò la fronte alla parete riflettente e fredda.

Sai cosa temo maggiormente?Di morire impersonando lei. Non Voglio”

Voglio morire come Sailor Venus, neanche principessa di Venere, questo titolo non mi ha mai dato tanto. Voglio dare la mia vita per lei ma non essendo lei.”

Tu non morirai, sanno tutti che le Guardiane sono eterne come i loro pianeti!”

Fece una risata amara:

Anche il pianeta che si staglia bianco sotto di noi mentre vi ruotiamo attorno un giorno verrà consumato dal suo stesso ruotare. E poi con tutte queste minacce e ribellioni sulla Terra le possibilità di un conflitto sono alte. Non sono una codarda, so quale è il mio dovere ma se un giorno, spero lontano, impugnerò le armi per difendere la mia principessa , lo voglio fare come la guerriera che sono, non una copia fasulla, un semplice riflesso di dubbia sostanza.”

Un rumore di qualcosa che si infrange la interruppe e un giovane dai capelli biondi e corti, alto e muscoloso entrò in quel sacrario provocandomi un brivido di sommo fastidio.

Adonis, cosa vuoi?” era tornata la Princess Venus imperturbabile, la faccia che doveva mostrare a tutti i suoi sottoposti.

Mia Signora, ci sono alcuni problemi, dei funzionari provenienti da Silver Millennium sono arrivati e vogliono parlarvi con urgenza”.

Entrambi sparirono e dopo poco non sentii più i loro passi per i corridoi del Magellan Castle.

Riflettei sullo sfogo a cui avevo appena assistito paragonando la mia splendida donna a quelle splendide farfalle racchiuse nel pavimento,a come anche l'amore e l'abnegazione totale avessero delle catene,forse dorate e cuoriformi ma sempre limitanti, e stavo per andarmene quando un impulso mi spinse a guardarmi in quello specchio che doveva rimandare la mia vera immagine.

Inizialmente non trovai niente di diverso, ma poi, forse era un effetto ottico, ma i tratti del mio volto si modificarono, presero una piega crudele, le iridi azzurro ghiaccio senza traccia di pietà umana. Mi spaventai e fuggi lontano da quel tormento.


Non voglio crederci, Endymion non può avere agito così stupidamente, non può averlo fatto, non può”

Le notizie da Silver Millennium che erano appena arrivate da corrieri trafelati e anche spaventati erano pessime.

Il principe Endymion aveva dichiarato ufficialmente il suo amore per la principessa Serenity, figlia della sovrana del Regno della Luna e lei con un comunicato che era subito seguito al primo aveva confermato la sua inderogabile intenzione di sposarsi con il suo amato.

Camminavo avanti e indietro come un animale in gabbia meditando di partire immediatamente per la Terra e cercare di rimediare ma pensai con amarezza che non c'era più niente che potessi fare. Ora la guerra era ineluttabile, tutti la volevano, soprattutto i terrestri che già non sopportavano il giogo di Silver Millennium. Io in questa contesa avevo preferito rimanere neutrale,confidando che la pace si sarebbe mantenuta se ognuno faceva la sua parte, ma anche se lungi dal considerarlo un giogo, l'influenza del Regno della Luna mi irritava e pensavo che Endymion si sarebbe dovuto imporre di più. Ma questo! Una resa totale!

Tutti quei principi, tutte quelle regole nobili della cavalleria che mi avevano insegnato fin da piccolo, la lealtà, l'appartenenza ad un popolo, il rispetto per le tradizioni che mi avevano fatto diventare il generale che ero, vennero fuori e un moto di rancore, di speranze mal riposte e fiducia tradita mi assalì.

Ricordai i discorsi che faceva Beryl nell'ultimo periodo e che adesso si erano rivelate profetiche.

Venus non era ancora rientrata e io cominciai a preparare i miei bagagli.

Mettendomi la giacca sentii qualcosa di duro che premeva e mettendo le mani in tasca vidi il berillio che l'ex amante del mio Master mi aveva dato prima che partissi come regalo per averle procurato una sfera di cristallo, paccottiglia di scarso valore sicuramente.

Ora quel berillio rappresentava molto di più, rappresentava una fazione,l'illusione che tutto tornasse come prima, qualcuno a cui credere di nuovo. Il traditore non ero io, cercai di rassicurarmi mentre sostituivo la kunzite con la nuova pietra, era lui che aveva preferito l'amore a tutti noi, a tutto quello che avevamo costruito.

L'amore!

Pensai a Venus e al sacrificio che stavo per compiere ma tutto quello che le avevo detto era vero, c'era qualcosa più importante dell'amore.

L'ideale in cui credevo era ancora possibile e anche se abbandonare,non tradire,Endymion mi dilaniava non potevo fare altro. Lei aveva la sua catena,io avevo la mia,ognuno ha le sue catene personali da cui non si vuole ne ci si può sciogliere,si può solo seguire quel destino che è sopra ogni cosa,pregando che la bilancia non si capovolga sotto il peso di quelle stesse catene che ci stritolano ma che sono la nostra ancora.


Appena apro gli occhi spero sempre di vederlo ma incontro solo il nulla. So perché lo ha fatto, ha questo assurdo concetto dell'onore al di sopra di tutto, ma è più grave tradire un popolo o tradire un sentimento? Almeno il calore di Artemis riscalda le mie notti interiori mentre il suo ricordo si indurisce fino a diventare una piccola perla, che non è il mio cuore, ne la mia anima ma è la mia speranza di incontrarlo ancora.

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Capitolo 5
*** L'età dei fuochi ***


Stanotte ho fatto un sogno spaventoso. Mi trovavo sulla Terra e la Luna era bianca e splendente nel cielo scuro. Non sono mai stata sul quel pianeta quindi non può essere stato stato solo un incubo, sento la forza del destino che scorre sempre più rapida tra tutti noi, in tutti noi. Ciò che è già stato stabilito sta per compiersi.

Il cielo sulla Terra non è come quello su Marte; non sono una persona vanitosa ma assomiglia molto al colore dei miei capelli, una strana sfumatura così scura da non essere più nera ma viola.

L'astro che ho giurato di proteggere con tutta me stessa era di un candore abbacinante e feriva gli occhi. La Luna era piena, tonda , perfetta e invitante, un concentrato di serenità e purezza. Poi dal nulla un rumore silenzioso, interno e sibilante mi fece sobbalzare e quando alzai di nuovo gli occhi sulla Luna, la vidi tremare leggermente, e apparvero tante vene rosse come crepe insanguinate. Con terrore volli distogliere lo sguardo ma nel sogno non siamo mai padroni della nostra volontà. Potei solo assistere impotente a quello spettacolo spietato e triste, con la mia patria che andava in pezzi, in pezzi!, grandi e piccoli che cadevano su di me schiacciandomi fino a togliermi il respiro. Mi sono svegliata sobbalzando, sudata e affannata come se avessi corso cento, mille vite in un secondo, tutte le dimensioni di quel destino che ormai incombe, in cerca di una soluzione, ora che tutto sta per cambiare.


Mi affacciai alla finestra della mia stanza per respirare l'aria pura di quella primavera che tanto pura non sarebbe stata, e vidi la Luna piena, bianca e splendente, beffarda e traditrice.

Mi voltai e detti la schiena a quello spettacolo come mi ero voltato e avevo dato la schiena al mio comandante.

Infatti io Jadeite, generale del principe Endymion sono da ormai un giorno un traditore.

Non avrei mai pensato che avrei tradito il mio Master ne lo avevo programmato. Anche se non gli ero affezionato come Lord Kaspar e Zachar lo ammiravo e credevo in lui.

Infatti sono entrato nell'esercito per fare carriera. I miei genitori mi hanno sempre detto che la mia ambizione e sete di potere mi avrebbero fatto perdere la retta via e ora posso dire che non si sbagliarono.

Devo ammettere che però anche Endymion ha le sue colpe. Non avrebbe mai dovuto preferire a tutti noi quella. Una femmina.

Sapevo della sua relazione con Serenity ma credevo che volesse solo sfruttarla a suo vantaggio per ottenere migliori condizioni nei trattati di pace. Invece pochi giorni fa quello stupido ha dichiarato pubblicamente che intende sposarla violando tutte le leggi che ci garantiscono la pace a lungo cercata.

Il calore dentro la stanza riscaldata è bollente come lo è stata questa notte. Guardo il letto sfatto dove poche ore prima io e Beryl abbiamo fatto l'amore. Insieme. Uniti nel corpo e negli obbiettivi di conquista.

Lei è ancora lì distesa, bellissima ed eccitante. I lunghi capelli ramati sono sparsi sul cuscino. Endymion è davvero uno stupido. Preferire quella insipida biondina a questa creatura selvaggia e pericolosa come un'orchidea esotica.

La osservo mentre si sveglia, si stira languida e mi guarda con quegli strani occhi rossi. Quando l'ho conosciuta credevo avessero un altro colore. Forse mi sono sbagliato.

Jack, sei stato magnifico stanotte!”

Anche tu lo sei stata ma sei anche pigra! Abbiamo molte cose da preparare”.

Già. Con Endymion impegnato a reprimere le ribellioni che stanno scoppiando in tutto il regno possiamo dedicarci al nostro ambizioso progetto”.

Molto furba a spargere quelle voci sulla relazione del principe con Serenity. Un lavoro lungo ma efficace.”

Sono mesi che sto pianificando nell'ombra la loro rovina e niente mi potrà distogliere dalla mia vendetta,” per un momento osservai con un misto di orrore e fascino le sue unghie lunghissime che brillavano nella luce dell'alba come lame affilate.

Anche se siamo ben organizzati abbiamo bisogno di persone che sappiano combattere, non solo con le armi umane........dimmi Jack, ti piacerebbe avere dei poteri che ti permettano di succhiare l'energia delle persone riducendole a semplici e avvizziti gusci vuoti?”

La guardai con sospetto, non molto sicuro di cosa volesse dire. Sapevo che odiava Endymion per come l'aveva trattata e sapevo dei complotti, delle riunioni notturne con i facinorosi che odiavano Silver Millennium; sapevo anche delle armi che si stavano accumulando in depositi segreti, delle spie a palazzo. C'era un clima pesante e opprimente che aleggiava su Golden Kingdom e dopo l'annuncio ufficiale se osservavi bene le persone potevi capire chi erano i ribelli. Non ti guardavano mai negli occhi, soprattutto se avevi una divisa come me, e le labbra erano serrate in una piega amara d disprezzo, come se pregustassero e temessero al tempo stesso la rivoluzione che si aspettavano.

Certo che vorrei dei poteri Beryl ma come pensi di darmeli? Riflettendo meglio come hai fatto ad organizzare tutto questo in pochi mesi senza farti scoprire?”

Jack, non essere curioso! Piuttosto preparati a partire per Marte. So che non sei entusiasta della missione che ti ho affidato ma dobbiamo avere più alleati possibile quando dichiarerò guerra a Silver Millennium e una principessa guardiana sarebbe perfetta!”.

Princess Mars non tradirà mai Serenity! Andiamo Beryl, è una follia! Sai quello che si dice di lei. E' glaciale, spigolosa, non si avvicina mai a nessuno, in particolare agli uomini. Ha persino fatto voto di castità alla sua principessa.”

Ecco perché è la preda ideale. Se raccogliessi tutte le informazioni invece di essere così approssimativo sapresti anche che la Signora di Marte ha interrotto ogni rapporto con Silver Millennium da quando è stato diffuso l'annuncio. Ha sempre scoraggiato la sua protetta e le altre guerriere da relazioni amorose e lei è intoccabile. Credo che sia rimasta molto delusa dal comportamento di quella sgualdrinella bionda, non glielo perdonerà mai”la risata di Beryl era maligna come il sapore che avevo in bocca per la critica che mi aveva appena fatto. Perché doveva sempre trovare qualche difetto in quello che facevo? Le donne! Tutte vipere, opportuniste e bugiarde! Deboli creature che dovrebbero solo ringraziarci della nostra benevolenza! Ma allora perché di fronte a Beryl mi sento io il debole? Perché mi affascina tanto?

Dobbiamo approfittare di questa situazione prima che Princess Mars ritrovi la sua lealtà o che vi sia costretta dal suo affetto per la sua piccola principessa”e qui il suo tono si fece aspro come succo di limone”devi andare su Marte e cercare di convincerla a rinnegare il compito che le hanno affidato alla sua nascita”.

Schioccai la lingua esasperato. ”La missione non si prospetta semplice. Se odia gli uomini perché mandi me? Potresti andarci tu.........e poi non ho molto simpatia per il tuo sesso!”

Quindi non hai simpatia neanche per me?”

Corrucciò le labbra in maniera infantile e magnifica.

Tu sei diversa!”. Già mi stavo spogliando, lentamente per non farle capire quanto lei fosse diversa per me”tu mi piaci perché non pensi come una donna. Tu non ami come una donna. Tu sei una guerriera con tutti gli attributi anche se non li hai fisicamente e fortunatamente”.

La sua risata mi sorprese. Per la prima e l'ultima volta rise come la ragazza terrestre che era e che non sarebbe mai più tornata ad essere.


Anche se non ero molto sicuro del piano di Beryl partii subito per Marte. Fu un viaggio relativamente breve, se pensavo a Nevius che oramai doveva essere arrivato su Giove mi sentivo fortunato. Non mi piaceva viaggiare e detestavo i velivoli che erano necessari per gli spostamenti interplanetari. Beryl mi aveva assicurato che Nevius sarebbe presto entrato nel nostro gruppo ma non ne ero certo. Quel ragazzo non era cero malleabile come Zachar o dedito alla causa come Lord Kaspar, era una mina vagante che seguiva un po' troppo i sentimenti. In realtà si stava recando da Princess Jupiter su ordine di Endymion ma i poteri misteriosi di Beryl lo avrebbero raggiunto anche in un pianeta lontano come Giove. Inavvertitamente guardai oltre il finestrino della navicella e vidi Marte, avvolto nella sua rossa aura ferrosa e poi un enorme palazzo che galleggiava nello spazio, un palazzo che sembrava nella sua struttura verticalmente digradante verso l'alto una fiamma che guizzava nel nulla freddo e ostile, un riparo di calore e conforto.

Benvenuto a PhobosDeimos Castle, generale!”mi accolse un soldato racchiuso in una lucida armatura rossa tempestata di rubini. Guardai meglio e notai che era un soldato ma un soldato donna.

Nel mio percorso fino alla sala delle udienze vidi molte persone ma nessun uomo che si aggirasse per il castello. Bene, sono in netta minoranza! Se scoprono che non sono più un generale ma un traditore queste amazzoni mi castreranno e lo faranno con gioia.

Quando mi ebbero condotto innanzi alla Signora di Marte potei vedere che era davvero quella che tutti descrivevano come una delle più belle donne di Silver Millennium. Era in piedi vicino al trono con un mazzo di margherite tra le mani di un biancore spettrale, l'aria nobile e fiera con cui scrutava tutto e tutti, anche me, e che mi fece pensare ad un laser di fuoco, ad un raggio di fuoco anzi, i capelli lunghissimi, neri con i flessi viola del cielo notturno e quegli occhi.........altrettanto scuri da sembrare neri ma anch'essi in realtà di un viola profondo come l'abisso in cui stavo per perdermi.

Avevo giurato a me stesso che nessuna donna mi avrebbe intrappolato e ora dovevo ricredermi per la seconda volta.

Il lungo vestito rosso evidenziava la sua altezza notevole e il corpo statuario, corpo che si mosse in modo fluido quando Princess Mars si girò verso di me. Normalmente mi sarei aspettato che una persona altezzosa e cosciente del suo potere come lei mi guardasse fieramente negli occhi ma non fu così. Gettò una lunga occhiata inquietante alle mie spalle come se dietro di me ci fosse qualcun altro e poi mi fissò con sdegno.

Jack, ex generale di Golden Kingdom e reietto traditore della tua patria, vedo che ti porti dietro l'ombra della tua corruttrice e padrona!”

Sbiancai visibilmente. Lei sapeva!

Avrei dovuto ricordarmi che tutti nel Regno della Luna la temevano credendola una specie di strega con strani poteri divinatori e di preveggenza. Sicuramente poteri non paragonabili a quelli di Beryl, sperai.

E così sai tutto! Almeno non dovrò spiegartelo, mia signora!”mi inchinai con finta aria deferente e fissai i suoi occhi spudorato.

Sono venuto qui per questo, per invitarti tra le file di noi gloriosi rivoluzionari fedeli alla Terra contro il principe impostore che si è alleato con il Regno della Luna!”.

Voi terrestri potete fare quello che volete con il vostro principe! A me non interessano le vostre faide quindi perché dovrei essere coinvolta?”.

Mi permetto di dissentire Signora di Marte. Credo che non vi sia ancora giunta la notizia. I Liberatori della Terra hanno dichiarato guerra a Silver Millennium e hanno rinnegato il principe Endymion”avevo provato molte volte quella frase, volevo darle il maggior effetto possibile per rendere il significato e questa guerra come qualcosa d giusto e nobile ma quando le parole mi uscirono dalle labbra erano pregne solo di vergogna e miseria, finte perle di saggezza e orgoglio.

Nello stesso momento si sentì un gran trambusto fuori dalla stanza. Evidentemente la notizia era appena arrivata su Marte.

Un ghigno di di dolore piegò quella bella bocca che avrei desiderato baciare avidamente.

Ma bene, ora sono anche io una pedina di questo stupido gioco!”

Si girò e mi trovai davanti la sua schiena. I lunghi capelli ondeggiavano sempre di più come se scuotesse la testa, ed era così.

Non potevo vederla ma tutto il suo corpo era in tensione come un arco che si prepara a scoccare una freccia mortale.

Avrei dovuto immaginarlo! Avrei dovuto controllarla di più! Venus, questa me la paghi! Sono sicura che lei sapeva tutto! Rinunciare ai suoi privilegi per l'amore, rinunciare ad un intero regno per un uomo. Come ha potuto farlo?”

Ascoltai affascinato quello sfogo,fermo, impalato lì come un'idiota mentre la glaciale principessa cercava di trattenere la sua natura che non era ghiaccio ma fuoco, che brucia e distrugge, ma che bruciando tutto rinnova.

Vedi anche tu che non puoi più fidarti della Principessa Serenity come io non posso più fidarmi del mio Master. Siamo stati entrambi traditi dalle persone a cui tenevamo di più, a cui avevamo dato tutta la nostra obbedienza, lealtà e fiducia. Ora che la guerra è una realtà, l'unica realtà, devi schierarti! Potresti mettere al nostro servizio il grande potere che deriva dal quel pianeta che laggiù ruota incurante di noi e di tutte le alleanze che adesso si formeranno”cercai di essere suadente senza essere lascivo. Sarebbe stato un errore letale con una come lei.

Caro mio ex generale,tu che corteggi senza pudore il mio potere! Non sai neanche da dove deriva!”

So che ognuna di voi, Guerriere protettrici ha un seme di stella puro che rappresenta il vostro pianeta e da cui traete energia dando stabilità alla massa planetaria stessa!”.

Avevo fatto molte ricerche su quelle Sante Guerriere e sulle loro leggendarie battaglie che duravano ormai da secoli.

Hai detto bene. L'anima di tutte le persone e racchiusa, anzi no, è un cristallo che può essere impuro o puro. Quando l'universo si è formato le Galassie e i pianeti che contenevano non erano semplici raggruppamenti di carbonio, o gas, o qualsiasi elemento tu voglia. Erano delle forze, delle potenze che erano completamente fuori controllo. Qualcuno, non si sa chi, alcuni dicono la Guerriera Leggendaria ma non credo che sia stata lei, per poterle controllare estrapolò dal nucleo stesso di ogni pianeta dell'universo la sua matrice originaria e la sintetizzò in cristallo così puro, così fragile ma così portentoso da dover essere custodito in un contenitore adatto, fatto di carne e sangue, le Sailor Guerriere. Solo loro possono mantenere stabili i pianeti così da mantenere stabili le Galassie e l'universo intero. Tu non sai quanto sia difficile avere questa cosa dentro, il dovere e le responsabilità che ne derivano”trasse un profondo sospiro e poi mi fissò con rabbia e con invidia”tu sei qui e con un facilità che mi spaventa hai il coraggio di chiedermi di servirmi del mio potere come vorrei senza curarmi degli altri!”.

Ti sto chiedendo proprio questo”.

Così farei come Serenity, per te dovrei abbandonare la mia famiglia, le persone a cui voglio bene?Tu puoi averlo fatto ma io non lo farò e poi io non mi fido di te, non ti conosco e tu non conosci me. Sei come tutti gli uomini, ambizioso e pronto a usare chiunque, soprattutto le donne deboli e stupide!”.

Rise piano, beffardamente.

Almeno io mi sottrarrò al destino di servire un Regno governato da una donna! Ricordati di quello che ti dico, Silver Millennium andrà in rovina indipendentemente dalla scelta che farai!”

Stavo urlando, più per convincere me stesso che lei.

Attento a come parla generale!”

Adesso stava urlando anche Princess Mars e una soldatessa irruppe nella sala. Dopo un veloce controllo se ne andò silenziosamente.

Credo che dovresti andartene Jack, e riferisci a Beryl che non otterrà mai ciò che vuole!”.

Almeno lei è una donna, non un ghiacciolo!”.

Provocata Mars si alzò in tutta la sua fierezza e furore dal trono in cui si era seduta durante la nostra conversazione, ma forse aveva calcolato male lo scalino del soppalco,oppure come pensai più tardi,fu tutto architettato magistralmente, ma inciampò nel regale abito rosso e sarebbe caduta rovinosamente se l'istinto di salvare principesse in pericolo che non sapevo di possedere mi permise di evitare quel disastro e al tempo stesso di crearne un altro.

Non appena entrai in contatto con il suo corpo una fiamma che non aveva mai bruciato, neanche per Beryl e che non sarebbe mai bruciata per nessuna mi invase, rimasero solo le ceneri del mio cuore, delle mie convinzioni misogine, delle mie passate passioni, di Beryl stessa e dei nostri progetti di conquista. Era rimasto solo lo scheletro di me stesso, che non erano le ossa, anzi mi sentivo una gelatina!, ma un'emozione primaria, così profonda e seppellita dentro di me da non essere mai riuscita a venire fuori.

Non so come ma mi trovai abbracciato a lei e ci baciavamo con ardore. Sentii che le mi guidava in una stanza, poi un letto morbido e finalmente il buio della resa.


Mars Flame Sniper!”

Mi svegliai di soprassalto con la sua voce che mi rimbombava dentro e fuori di me e mi accorsi di avere una freccia di rosso fuoco solido puntata alla gola.

Ma cosa stai facendo Mars?”

La donna con cui avevo passato la notte più bella della mia vita adesso mi guardava con una tristezza tale che feci per alzarmi ma la punta della freccia incandescente mi trafisse la carne e sobbalzai.

Non ti muovere Jack! Ti ucciderò se ti muovi”.

Che cosa stai facendo?”ripetei.

Le lacrime le scendevano sulle guance e cadevano sul mio petto nudo.

Ho infranto il mio voto di castità per te, non ti conosco eppure ho infranto la promessa che avevo fatto a Serenity! Per questo stasera partirò per Silver Millennium per rimediare al mio errore e pagare con la vita per salvare la mia principessa”si asciugò una lacrima che le era colata tra le labbra.

Vieni con me Jack e ti lascerò vivere! Non ti permetterò di tornare da lei, non voglio combattere contro di te! Butta il berillio che adesso macchia la tua uniforme e rimetti la jadeite che onoravi prima!”.

Non posso e non lo farò! Endymion è un perdente ormai, ha voltato le spalle al suo popolo. Dove credi che sia adesso? Sulla Terra a proteggere quelli che ancora lo difendono rischiando la vita? No! E' sulla Luna con lei, a proteggere lei. Uccidimi se vuoi ma io non mi farò mai comandare da una donna!”.

Per un momento pensai davvero che mi volesse uccidere ma lentamente i suoi occhi smisero di versare lacrime che si asciugarono e si indurirono, i suoi muscoli si rilassarono e il calore che la freccia emanava smise di sfrigolare i peli sul mio petto.

Vattene allora, ci rincontremo sul campo di battaglia, ma ricordati che questa freccia la prossima volta dilanierà il tuo di cuore!


Per molti notti ho fatto sempre lo stesso sogno, ma stanotte era diverso e più spaventoso. Al posto della Luna c'era un'enorme Princess Mars appesa nel cielo notturno della Terra. Io, nuda come non ero mai stata, esposta e vulnerabile splendevo bianca, i miei capelli la volta celeste. Poi questo corpo perfetto venne squarciato da tante ferite, che come fiumi di morte e sofferenza si facevano strada fino al nucleo cristallino che proteggevo da eoni e un dolore lacerante mi spaccava in tanti pezzi.

Non so cosa possa significare ma io sono lo scudo che protegge e la lancia che trafigge, qualunque ostacolo possa essere. Anche se l'ostacolo sono io stessa.

 

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Capitolo 6
*** L'età dei riflessi(o delle riflessioni) ***


Avrei voluto fare tante cose in questa vita. Dipingere. Suonare. Nuotare fino a non avere più ossigeno nei polmoni e fino a che le mie membra non siano diventate talmente raggrinzite da sembrare squame di pesce. Non voglio lamentarmi, essere la sovrana di Nettuno è soddisfacente per me ma sento di volere qualcosa di più. Sento di volere qualcuno in più nella mia esistenza. So chi sceglierei ma la mia scelta cozzerebbe con tutto quello che mi è stato insegnato ed assegnato. Fisso inutilmente l'universo dal mio Acquarium ed è talmente immenso, insondabile e vivo che assomiglia al mare. Ma almeno il mare lo conosco, non ho paura di scendere nella sua oscurità, di toccare quel nero e caldo punto di inizio. Tutti pensano che più si scende nelle profondità marine è più la temperatura scende, ed in realtà è così, ma io sento caldo quando finalmente vi arrivò, sento il calore dell'origine delle cose, l'esplosione accecante che generò l'universo stesso, un'esplosione accecante da essere priva di luce la quale si deve arrendere a tale immensità, e penso che se scendo sempre più in basso arriverò al fulcro di questa mia vita che vorrei dividere con te, che sei fatta di quell'aria che qui sotto è così assente da essere indispensabile.


Ho fatto tante cose in questa vita. Combattuto. Amato. Odiato. Non mi sono mai lamentata e non lo farò adesso, anzi qui su Nettuno ho trovato la pace che cercavo da tempo. Triton Castle è diventata la mia casa, non un rifugio, quello è stato Silver Millennium, ma non voglio più pensare a quella vicenda. Non voglio provare tristezza mentre guardo lei.

Non capita sempre di vedere un tale spettacolo e ho fatto uno sforzo enorme per alzarmi in questo giorno nettuniano che dura 18 ore terrestri per potere solo sbirciare la più bella creatura che abbia mai visto.

Nell'Aquarium non è previsto che l'accesso sia per tutti ma io sono una delle fortunate a cui è consentito entrare. Di solito è il suo nascondiglio personale e infatti eccola che arriva con il suo splendido abito verde acqua, l'incedere armonioso come quello delle onde sulla piccola spiaggia ricreata in questa ala del castello, spiaggia che è bagnata dall'acqua cristallina di un mare verde turchese; ho visto questo tipo di colore solo due volte. Una volta, la seconda, nel Regno della Luna; acqua talmente densa da non essere più trasparente ma sciropposa e vellutata. La prima volta, beh la prima volta è stata quando ho visto la Terra e non potrò mai scordare quel giorno. Un giorno perfetto, dove ho conquistato e perso tutto.

Non sto seguendo il mio proposito di godermi questo piccolo momento di felicità. Non devo pensare al passato. Si potrebbe pensare che questo mare ricreato sulla punta superiore di Triton Castle, il quale assomiglia ad una spada rivolta verso il basso, si espanda nell'infinito e scivoli fuori per riversarsi nello spazio ma non è così. Una struttura trasparente circonda il tutto e se non soffri di vertigini puoi vedere il pianeta Nettuno che gira lentamente sotto di noi.

Ma ecco che Princess Neptune si avvicina, anche lei lentamente e con la stessa grazia del pianeta da cui trae la sua forza, e si immerge nell'acqua.

Oh Dea come è bella! Ho pensato che fosse strano che si immergesse vestita, si sarebbe rovinata il suo reale abito ma poi ho scoperto che non c è barriera, che un semplice pezzo di stoffa non può niente contro il legame che c'è tra lei il mare. A contatto con quell'acqua strana i suoi vestiti si sono magicamente dissolti creando una spuma bianchissima che l'ha avvolta. Per un attimo ho avuto paura che quel liquido corrodesse anche lei come acido e forse lo ha fatto veramente. Erano un tale tutt'uno, la donna e l'acqua che la prima si era fusa con la seconda e ora capivo perché i suoi capelli avessero quel colore, semplicemente il mare era un prolungamento del suo corpo o forse era lei ad essere un essere fantastico partorito dal mare stesso.

La osservavo nuotare pigramente, godendosi ogni bracciata, fendendo e lottando contro ogni onda di quell'oceano artificiale(o forse sono i vostri oceani terrestri ad essere una copia del suo, pensateci bene)e mi persi in tutti i suoi gesti, io che avevo un senso dell'orientamento addestratissimo che mi aveva permesso di trovare questo Sistema Solare e così di trovare lei.

Non mi sono ancora presentata, mi chiamo Larissa, cortigiana al servizio di Princess Neptune e come avrete di certo capito non la servo solo spinta dal dovere ma anche dall'amore.


Conobbi Larissa molto tempo fa, il giorno in cui ufficialmente divenni la Signora di Nettuno e Queen Selene mi spedì nel mio pianeta con i miei soldati e i miei dignitari. Fra coloro che mi servivano c'era anche lei; la scorsi subito perché credo che sia la persona esteticamente più affascinante che io abbia mai visto. E' impossibile non notarla, con quella pelle pallida in cui dubito che scorra il sangue, con quell'ossatura perfetta e soprattutto con quei capelli.

Ieri mentre le impartivo lezioni di disegno le ho chiesto se potevo farle il ritratto perché come soggetto è un caso unico in cui posso sfidare i miei limiti; infatti riprodurre il colore dei suoi capelli sarebbe una vera sfida per me essendo un miscuglio straordinario di un biondo tendente al castano e un arancione quasi fluorescente, acuito dal fatto che invece di essere splendenti e brillanti sembrano possedere la speciale caratteristica di assorbire la luce e di trasformarsi per mezzo di essa in una presenza viva e consistente .

Sentendo la mia richiesta mi ha guardato con quegli occhi nocciola e il nodo che avevo da anni serrato nello stomaco si è allentato. Ha rifiutato e subito si è dedicata al suo acquarello senza più guardarmi, la veste verdemare semplice senza un piega come il suo volto.

In tutti questi anni non l'ho mai vista esprimere un'emozione, rabbia, dolcezza o passione. Ci sono molti uomini che la guardano con desiderio ma lei non ha mai ricambiato il loro sguardi come ieri non ha ricambiato il mio.

Evidentemente non è come me o forse lo è troppo.

Di me si dice che sono altera, inavvicinabile e troppo dedita al mio dovere ma non sospettano minimamente cosa c'è sotto la superficie del mio mare personale. Non sanno che quando sono preoccupata dipingo, che ogni pennellata è una sublimazione di tutti i gorghi e di tutte le correnti turbinose che affliggono la mia anima.

E in questo periodo dipingo spesso.

Solo così riesco a non pensare a tutto quello che sta accadendo su Silver Millennium. Ormai la guerra è stata dichiarata e già le prime truppe terrestri stanno invadendo il Regno della Luna da est con al comando niente meno che Zachar, uno dei generali di Endymion.

Nessuno si aspettava il loro tradimento, poiché non solo lui ha tradito tutti noi. Le ultime informazioni portate da Proteo affermano che solo Nevius non ha ancora posto il berillio sulla sua uniforme ma solo perché è disperso su Giove e nessuno sa dove sia finito. Eppure nonostante tutte queste preoccupazioni so che dipingendo o provando a dipingere Larissa queste verrebbero assorbite dalla sua chioma, scontrandosi con la sua compostezza solida e rassicurante o magari finalmente capaci di incrinarla e lascerebbero me libera, solo per un attimo, quel piccolo e prezioso lasso di tempo da quando il pennello tocca la carta a quando il disegno prende forma.


Ieri quando Princess Neptune mi ha chiesto se poteva ritrarmi credo di avere raggiunto il massimo livello di felicità e che non provavo da molti anni; ma è stata anche la prova più dura della mia vita rifiutare. Sembra che io non possa fare a meno di vincere per poi dover perdere tutto quello che ho guadagnato.

Pensavo che si fosse offesa ma poi oggi, e forse sono l'unica nel castello, ho assistito ad una delle sue divinazioni.

In realtà non credo che la Signora di Nettuno abbia poteri divinatori ma possiede uno dei più potenti e pericolosi oggetti in cui mi sia mai imbattuta, anche se lei non sa quanto il Deep Aqua Mirror sia pericoloso per me.

Dopo averle portato la colazione mi stavo dirigendo verso la porta ma lei mi ha fermato e mi ha invitato a sedermi in una delle sedie di stagno lavorate finemente e intarsiate di disegni marini raffiguranti pesci e meduse cesellate in turchesi verdi.

Ero preoccupata e pensavo di avere fatto un errore o di essermi tradita ma poi lei ha innocentemente iniziato a mangiare delicatamente la sua colazione senza degnarmi di uno sguardo.

Me ne stavo lì a fissare le estremità a forma di medusa che sostenevano un tavolino quando il rumore di un suo movimento(percepivo tutto di lei)mi fece alzare la testa.

Sai cosa è questo?”domandò mostrandomi uno specchio nel cui retro spiccava il simbolo di Nettuno.

Ebbi un tremito ma evidentemente lei non si sorprese per la mia reazione che scambiò per il solito timore che tutti avevano verso il talismano.

Non devi preoccuparti, in questo periodo non lo uso spesso dopo.......”mi guardò con una strana espressione come se volesse confidarsi ma non sapesse se reputarmi all'altezza di ciò che doveva dirmi.

Comunque oggi non posso esimermi altrimenti Uranus si arrabbierà”, e rise.

Non l'avevo mai vista ridere! Chi era questa Uranus?

Prese lo specchio delicatamente e vi immerse il suo spirito come stamattina aveva immerso il suo corpo nel mare dell'Aquarium mentre io mi smarrii nel suo profumo che identificai come glicine.

Si, è glicine!”

Sobbalzai e se non mi alzai dalla sedia fu solo perché fin da piccola mi era stato inculcato il concetto di dignità ma sentivo il rossore che cominciava a diffondersi sul mio volto e lasciai che l'onda dei miei capelli sciolti mi coprisse in parte.

Adesso li tenevo sempre liberi ma ricordavo il periodo il cui li tenevo legati in una treccia spessa che ricadeva sempre sulla mia spalla. I primi tempi dopo la mia fuga e dopo che la treccia era sparita potevo sentire ancora quel peso come un monito o come un pezzo della mia vita che non voleva staccarsi da me. Ora no, non sentivo più quel peso sulla mia spalla ne sulle mie spalle. Non avevo più rimpianti.

Come avete fatto mia signora a sapere quello che pensavo?”

Se vuoi saperlo no, non è stato lo specchio a rivelarmelo ma solo le tue narici dilatate. Non scomodo il mio talismano per queste sciocchezze!”aveva un tono irritato la cui causa non riuscivo a comprendere.

Mi dispiace”non avevo chiesto scusa a molte persone nella mia vita e sicuramente ad ancora meno con quel tono umile e sottomesso.

Neptune però neanche mi aveva ascoltato perché era intenta a scrutare la superficie riflettente di quell'aggeggio che ormai odiavo e poi lo ripose con un sospiro.

Tanto materiale su cui riflettere e neanche una risposta chiara!”sbuffò delusa”puoi andare Larissa, hai il permesso di allenarti con Proteo, poi se vuoi possiamo fare una gara di nuoto”.

Certo mia signora!”

Ma l'entusiasmo che avrei provato non mi investì e percepii solo una sensazione di disagio come se fossi trasparente come una medusa.


Non avrei voluto essere così brusca ma quello che avevo viso nello specchio mi aveva lasciato interdetta. Mi aspettavo immagini di Silver Millennium ma ho capito che lo specchio mi fa vedere ciò che io temo, e mi vergogno a dirlo ma per ora più della normale preoccupazione per la mia patria l'eco della guerra mi giunge affievolito, come il rumore delle onde se appoggi una conchiglia vicino all'orecchio, mentre tutta la mia attenzione è andata sempre verso un altro astro, più vicino al mio pianeta e al mio cuore. Mi manchi Uranus e vorrei che non ci fossero milioni di kilometri che ci separano ma solo la distanza che il nostro corpo ci costringe a rispettare.

Però non ho visto Uranus nello specchio ma un'altra donna che se non fisicamente almeno nello spirito le assomiglia.

Anche adesso dalla mia finestra sul cortile interno posso vederla mentre si allena con la spada insieme a Proteo. Lo fa tutti i giorni e il mio attendente mi ha confidato che desidera, non appena lui la riterrà pronta, andare su Silver Millennium per combattere.

Non avrei mai pensato a lei come una guerriera, è troppo esile e delicata,ma guardandola attentamente mi sono dovuta ricredere, i suoi muscoli sodi sono allenati e scattanti e possiede una forza latente che attira chiunque.

Le stesse caratteristiche che ho sempre amato in un'altra persona: una mascolinità, un'androginia che se in Uranus è presente anche nel suo aspetto fisico in Larissa è totalmente mancante. Il suo lato femminile mi raggiunge con una forza tale che mi sento stringere il ventre e un brivido di eccitazione mi pervade.

Più tardi mentre sono andata all'Aquarium per la gara mi sono sentita bene come non ero stata da quando avevo saputo dello scoppio della guerra.

Lei era lì, ancora vestita con il suo abito inappuntabile e senza pieghe e mi è venuta la voglia di scuoterla. Mi sono accorta pensando questa frase che andava bene anche per me. Eravamo entrambe chiuse nel nostro guscio.

Togliti i vestiti, non ti servono in acqua”

Ho pensato che non l'avrebbe fatto ma poi si è tolta ciò che indossava e io ho trattenuto il fiato. Subito si è tuffata ed è sparita nelle profondità del liquido che adoravo e io l'ho seguita. Ho vinto ma non me ne importato. I suoi capelli essendo bagnati si erano scuriti e io l'ho fissata affascinata mentre lei cercava di rivestirsi ma la tunica si era attorcigliata. Mi sono avvicinata per aiutarla e lei si è scostata come se l'avessi bruciata e mi sono resa conto che lei provava quello che provavo io. Ci siamo accarezzate piano e poi sempre più velocemente,abbiamo tentato di prolungare quel piacere ma mi sono lasciata possedere e poi io possedei lei con una frenesia che Uranus non avrebbe mai immaginato. Uranus! Sfinita e sudata me ne sono stata lì a pensare a lei che era lontanissima da me e per la prima volta la sentii lontana davvero da me. Perché? Perché avevamo dovuto sacrificarci tanto?


Finalmente avevamo fatto l'amore. Lo desideravo da quando l'avevo vista e ora sapevo che non le ero indifferente.

Stavo andando da lei il giorno dopo il nostro incontro quando mi fermai fuori dalla sua porta. Qualcuno in quella stanza stava urlando ma non era Neptune.

Come sarebbe che non sai chi è l'artefice? Dovresti saperlo! Neptune, non pensavo che fossi così occupata!” Entrai di soppiatto nella stanza e mi nascosi dietro una tenda. Vedevo un ologramma di una donna vestita in blu minuta e alta che a fatica si dominava. Eppure il suo tono non era arrabbiato ma solo impaziente. Tutto nel suo corpo e nel suo atteggiamento era movimento perpetuo.

Calmati Uranus, non ho detto che non so niente, ho detto che non ho visto niente. Sei sempre la solita ragazza impetuosa. Ti stavo dicendo che prima di......insomma prima di sentire.......”

Non dirlo perché non è così. Non c'è stata nessuna risonanza e lo sai. La situazione non è così tragica. La guerra è appena iniziata e vinceremo”aveva urlato troppo forte come se cercasse di convincere più se stessa che Neptune.

Io l'ho sentito, un fremito, un....non so come definirlo ma è stato terribile. Non ho più avuto il coraggio di toccare lo specchio fino a pochi giorni fa”.

Trattenni il respiro. Parlava dell'occasione in cui ero presente io, chissà cosa aveva visto quella volta.

Comunque ho visto questa Beryl che ha generato tutto questo, è molto potente ma il male non proviene da lei. C'è qualcun' altro dietro, una presenza senza volto, ho visto solo.....bolle e una risata che mi ha messo i brividi; emanava una sete di potere e distruzione che è estranea alle nostri menti e che non tento nemmeno di decifrare”sospirò rassegnata.

Non demordere, cerca di vedere altro”tutta la vitalità della donna in blu la abbandonò ma lei non sospirò. Non la conoscevo ma intuivo che non era il tipo che si demoralizzava in fretta”possiamo fare solo questo, tu trovare la verità e io.....beh io posso solo mandare consigli su strategie militari. E pregare. Pregare ogni giorno per la salvezza della nostra principessa”


La conversazione con Uranus mi ha privato di tutte le mie forze. Succede ogni volta, devo sorridere, rispondere con battute sardoniche e leggere per smorzare il suo comportamento troppo serioso, fare finta che sia solo un'amica per me. Lei non può provare niente per me. Sono una sciocca e dovrei concentrami di più sul mio dovere. E poi questo nuovo sentimento per Larissa che è arrivato in un momento della mia vita in cui non me lo aspettavo e non so come mi devo comportare.

Poco dopo che l'ologramma si è dissolto Larissa è entrata nella stanza e mi ha trovato con la faccia coperta da una mano.

Sarà sempre così?

Ha sorriso dolcemente e io ho sentito quel sorriso anche senza vederlo, quel primo raggio di apertura nei confronti di qualcuno dopo anni di isolamento volontario.

Si, è forse anche peggio. Sarà così in tutte le vite che vivrai, fino a quando i venti longitudinali di Nettuno spazzeranno la sua superficie e il metano nella sua atmosfera gli darà quel colore blu così simile ai tuoi occhi. E' questo il prezzo di essere una Sailor guerriera, vivrai molte vite piene d'amore a anche di sofferenza, ricordando quello che non hai potuto cambiare e commettendo gli stessi errori che avrai già fatto. Conosco questa sensazione e mi manca!”.

Sei anche tu una Sailor guerriera.” Non era una domanda ma una affermazione.

Non lo sono più da molto tempo mentre tu lo sei ancora e non devi dimenticarlo”.

E se nella prossima vita dovessi dimenticarlo, dimenticare tutto questo e dimenticare te o......”

Uranus? So che sei innamorata di lei e ormai l'ho accettato. Se ti dovessi dimenticare ci penserò io a ricordartelo! Ti riporterò indietro affinché tu vada avanti!”


Sono molto triste ma anche molto serena. Tra poco sarò su Silver Millennium per saldare un vecchio debito e forse morirò nel tentativo. Tutte noi guerriere dobbiamo rinunciare a qualcosa.

Come Mercury che ha donato la sua verginità non solo del corpo ma anche dello spirito a Zachar sapendo benissimo che il male gli stava già invadendo l'anima, gli ha aperto la mente che è la cosa più preziosa per lei mentre lo guardava scegliere e sbagliare.

Come Venus che lotta strenuamente per amare un uomo di nobili principi ma che per essi adesso calca il suolo lunare contro di lei.

Come Mars che adesso si sta dirigendo sulla Luna dopo avere infranto tutto quello che poteva essere infranto, dal suo voto di castità al suo cuore.

Nemmeno io mi risparmierò ma adesso voglio solo godere del calore di Neptune, del tepore del suo letto e del silenzio consolante che viene dopo avere preso una decisione difficile.

Domani lascerò questo posto e sorprendentemente ne sono felice. Di nuovo sulla breccia contro i cattivi per la libertà.


Amo il buio che trovo nelle profondità del mare ma quello della mia camera mi aveva sempre fatto paura. Ma non più da quando ho terminato la mia opera. Di solito dipingo quadri ma stavolta ho scelto un pannello di legno in cui ho dipinto con colori fluorescenti una creatura come quelle che proprio nel buio dell'oceano usano la loro luce per attirare le prede.

Forse il mio intento è lo stesso perché non posso fare a meno di guardarla prima di dormire, una figura con una divisa uguale alla mia ma invece che il verdemare la gonna e il colletto sono di una sfumatura simile a quella dei fiori di glicine mentre il fiocco è di un marrone della stessa tonalità dei suoi occhi. Una lunga treccia biondo-arancio a cui è intrecciato un nastro dello stesso viola glicine le scende sopra una spalla vicino alla scollatura che non è come quella famigliare a V che conosco bene ma è a forma di cuore che lascia intravedere un seno prosperoso, un seno materno. Infatti un involto è racchiuso tra le sue braccia. Ne quando avevo visto questa immagine nello specchio quel giorno ne quando poi l'avevo dipinta sapevo chi era quella bambina ma sapevo che era una femmina. Non ho bisogno dello specchio ne dell'intuito che mi è innato, così come sono sicura che il suo destino si incrocerà con quello di tutti noi.

 

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Capitolo 7
*** L'età delle tempeste ***


Vorrei poter dire che non mi aspettavo la guerra, vorrei poter dire che che non volevo la guerra ma sarei una bugiarda. Una bugiarda spietata. Perché a me la guerra piace, mi piace combattere, mi piace sentire il contatto fisico con il nemico e mi piace sentire tutti i miei nervi che scattano. Ma questo mio desiderio insensato e condannabile ha un prezzo che non sono pronta a pagare, anche se stare qui su il mio pianeta a fare la Signora di Giove mi sta prosciugando più di una ferita, una lenta emorragia che corrode la mia moralità e il mio senso del dovere, perché io dovrei desiderare la pace per la mia principessina e per la mia patria lontana; sembrano avermi dimenticato entrambi, il mio mondo è così lontano dal loro e le comunicazioni sono così difficili! Chiedo solo un piacevole diversivo, un momentaneo cambiamento, l'emozione fugace non della lotta ma di una dolce resa.



Quando riaprii gli occhi non vidi niente. Sentii solo un tremendo dolore in tutto il corpo e soprattutto alla testa. Mi sforzai di alzarmi ma non ce la feci, sentivo freddo e un vento violentissimo smuoveva l'abitacolo in cui ero come se fosse un barattolo pieno di caramelle, e la caramella in questo caso ero io, che venivo sballottato furiosamente. Tutto questo mi fece perdere di nuovo i sensi e quando mi ripresi di nuovo almeno potevo mettere a fuoco gli oggetti e avere la forza di alzare il braccio per tastarmi la ferita alla testa che pulsava tanto quanto il vento, il cui ululato continuava imperterrito a sfidare i miei nervi già provati dall'incidente con la navicella.

Infatti ero precipitato su Giove e non sapevo minimamente in che punto dell'enorme pianeta fossi.


Dopo essermi fasciato la testa mi voltai e scoprii il cadavere del pilota che mi guardava con occhi vuoti e inespressivi. Mi scostai per quel poco che lo spazio ridotto della navicella mi permetteva e affannosamente tentai di aprire la mia portiera. Forse il fatto che fosse bloccata mi salvò la vita perché se avessi compiuto quel gesto sconsiderato sarei certamente morto; l'atmosfera piena di ammoniaca di Giove mi avrebbe ucciso o forse sarei stato spazzato via dalla tempesta che si stava scatenando sopra di me. Sapevo che le tempeste qui potevano durare giorni come anni ed erano tempeste elettromagnetiche quindi se un fulmine avesse colpito il mio abitacolo sarei stato fritto in modo veloce e brutale. Non potevo fare altro che cercare di vincere la mia repulsione e avvicinarmi ai comandi per vedere se il motore funzionava ancora ma quando lo feci non ottenni risposta, solo il ventoso silenzio che mi opprimeva come un macigno.

Così attivai la mia unica speranza, il meccanismo di segnalazione che sulla Terra funzionava benissimo in caso di avaria ma su Giove era come giocare alla roulette russa cioè una questione di probabilità che non erano a mio favore. Con la tempesta ed essendo questo pianeta un gigante avrebbero visto il puntolino giallo che si innalzava in quell'atmosfera pregna di sostanza nocive?


Le ore passavano lentamente e anche se la ferita non sanguinava più il freddo mi indeboliva e inoltre la spia del livello d'ossigeno lampeggiava in maniera allarmante. Ero caduto in uno stato di torpore in cui pensavo a Endymion che mi aveva mandato qui per chiedere rinforzi a Princess Jupiter ora che la guerra era in pieno svolgimento.

Per raggiungere Io Castle che orbita attorno a questo maledetto astro ci ho impiegato settimane, non so niente di quello che sta accadendo su Silver Millenium, potrebbero già essere tutti morti o più probabilmente è già stata dichiarata la pace, quindi ho intrapreso questo viaggio per niente e morirò per niente!

Pensai questo mentre, inconsapevole che mi stavano raggiungendo le squadre gioviane di soccorso, stavo per forzare il mio sportello per morire come un soldato, sul suolo di questo pianeta in cui ero stato mandato. Poi dal finestrino vidi tantissime navicelle verdi con il simbolo di Giove che spiccava dorato ma la cosa che mi fece dubitare di avere delle lesioni al cervello fu che questi veicoli tecnologici erano guidati da uno dei mezzi di trasporto più antichi: un quadrupede cavalcava veloce con in groppa un'amazzone vestita di verde, i capelli rosso ruggine stretti in una coda che sventolava come una bandiera ribelle.

Come potevano un animale ed una ragazza aspirare i fumi velenosi dell'atmosfera gioviana?

Intanto la creatura mitologica formata dai due esseri che parevano immortali si avvicinò al rottame che mi racchiudeva e potei osservare che il quadrupede non era un cavallo o almeno non lo era interamente; pareva più quello che i miti della Terra definivano centauro sagittario e la donna che scese con un guizzo di voluminose gonne color smeraldo era nientemeno che la Signora di Giove in persona così come la ricordavo dai trattati di pace, in particolare dall'occasione in cui l'avevo notata che pattinava durante i festeggiamenti per intrattenere gli ospiti terrestri. Sapevo che il pattinaggio era lo sport nazionale di Silver Millenium e a detta di tutte le persone che avevano assistito come me allo spettacolo Jupiter era la migliore pattinatrice di tutto il regno.

Non era cambiata molto, i capelli tra il castano ramato e il rosso-bruno erano naturalmente ricci e indomabili, gli occhi verde scuro spiccavano di insolente sincerità,con sempre quell'altezza considerevole e quella perenne andatura di chi sta andando in guerra, la testa alta e le spalle dritte. Se non fosse stata così alta potevi scommettere che avresti sempre incrociato il suo sguardo, non dovevi temere che sfuggisse codardamente o timidamente i tuoi occhi. Fortunatamente io ero uno dei pochi che poteva guardarli quegli occhi e lo feci attraverso il vetro e anche lei mi guardò. Sentii un formicolio nello stomaco, una sensazione inebriante che partiva dalla testa e scendeva lungo la spina dorsale fino ad arrivare ai lombi, una sensazione che provavo solo quando osservavo il cielo e le stelle, la mia più grande passione.

Non so se mi riconobbe ma a gesti mi fece capire che mi avrebbero tirato fuori e che sapevano che avrebbero trovato un ferito ed un cadavere. Lavorarono lei e i suoi soldati armati e dotati di mascherine per ore e quando riuscirono a forare la corazza e respirai una minima quantità di quel miasma malefico svenni per la seconda volta.


Un nuovo doloroso risveglio, una nuova fatica di comprendere dove ero, ma questa volta almeno il pilota morto non c'era e io ero su un morbido letto in una specie di stanza circolare. Il vento non si era ridotto ma la struttura sembrava resistente e anche comoda, piena di cibo e servizi igienici. Dovevamo essere ancora su Giove ma non sentivo rumore di altri essere umani. D'improvviso una porta si aprì. Doveva essere mimetizzata bene nella parete perché i miei sensi sviluppati di soldato non l'avevano notata. Ne entrò un ufficiale vestito con un armatura talmente verde da riflettersi sulle pareti bianche, impreziosita da smeraldi grossi come uova di struzzo il cui peso dava un'idea della forza dell'uomo che doveva sopportarlo. In realtà non doveva essere difficile per lui essendo gigantesco e con un torace ampio e muscoloso, i capelli lunghi quanto i miei ma invece che castani erano rosso acceso, le iridi non blu cobalto ma nere come ossidiana, iridi che imprigionavano e proteggevano i pensieri del loro proprietario affinché il temerario che avesse osato guardarlo dritto in faccia non poteva scorgervi niente se non la piega dura della mascella e la lunga cicatrice che attraversava quasi tutta la guancia destra.

Uno sguardo ben diverso da quello della sua principessa e io avevo sfidato entrambi tenendoli testa e forse ne avrei pagato le conseguenze.

Generale Nevius, Princess Jupiter vi da il benvenuto,”e sorrise malignamente osservando la mia ferita alla testa,”e spera che accetterete il suo invito a pernottare su Io Castle, anche se attualmente non possiamo ancora raggiungerlo.”

Con chi ho il piacere di parlare?”guardai la sua divisa cercando mostrine che mi indicassero il suo grado ma non ce ne erano.

Sono il comandante Ganimede, capo dell'esercito della Signora di Giove, ai vostri ordini!”detto questo si mise sull'attenti rispettando la gerarchia ma mi accorsi che la sua espressione invece che neutra come quella dei miei sottoposti quando facevano il saluto militare era quasi ironica.

Non potevo tollerarlo!

Comandante Ganimede, ringrazio lei e la Signora di Giove per averi prestato soccorso. Sa dirmi dove ci troviamo? Siamo ancora su Giove vero? Vorrei che ci muovessimo in fretta per arrivare su Io Castle, devo discutere di cose molto importanti con la principessa!”

Lo guardai duramente e con la bocca atteggiata ad una leggera smorfietta sardonica, avevo davvero fretta e non potevo stare a parlare con un comandante di livello inferiore e per di più strafottente.

Mi dispiace ma non sarà ancora possibile muoversi, l'anticiclone è molto forte e sono sorpreso che la navicella dove vi trovavate non sia stata spazzata via!”

Non mi importa, non mi farò certo intimidire da una tempesta!”

Su Giove, generale non esistono tempeste! Quelle brezze le lasciamo a voi sulla Terra! Qui esistono cicloni e anticicloni e la loro durata non è prevedibile!”

Ero esasperato e furioso dalla sua evidente mancanza di rispetto ma cercai di mantenermi calmo perché sospettavo che le sue parole fossero drammaticamente vere, anzi che nascondessero una realtà ancora più penosa.

Quanto crede che durerà?”

Di nuovo quel sorriso beffardo che mi innervosiva. Avrei scommesso che lo facesse appositamente per irritarmi.

Sono di nuovo spiacente di arrecarvi pessime notizie ma questo non è un anticiclone normale ma è la Grande Macchia Rossa e sono secoli che le sue spire continuano ad avvolgere l'emisfero meridionale del pianeta. Probabilmente non cesserà per altri secoli e anche quando sembrerà che sia finita si riformerà imperterrita più furiosa di prima. Solo Princess Jupiter può portarci fuori da questo inferno rosso e lei non tornerà prima di qualche giorno”.

Cosa? Qualche giorno? E che ci va a fare una donna in una tempesta?”lo sfidai con lo sguardo a contraddire il termine che avevo usato,”e perché i suoi uomini glielo hanno permesso?”

Ero troppo sbalordito per essere arrabbiato e devo dire anche un po' curioso.

La nostra Signora può fare quello che le aggrada.” La sua voce era un pezzo di ghiaccio acuminato, oppure una lama di spada appena affilata.

Intuii che mi ero spinto oltre i limiti tacitamente stabiliti, ero pur sempre un ospite e loro mi avevano appena salvato la vita. Cambiai la postura del mio corpo che fino a quel momento esprimeva rabbia disperata e prepotente frustrazione e gli feci capire senza parole(non mi sarei mai abbassato a scusarmi pubblicamente) che mi spiaceva di averli superati quei confini ma che sarei comunque rimasto sulla linea che separa l'educazione dall'ingratitudine, non mi sarei fatto intimidire, non mi sarei tirato indietro, dovevo trovare immediatamente Princess Jupiter e nessuno mi avrebbe fermato.

Lui comprese tutto questo, eravamo entrambi dei soldati e soprattutto eravamo uomini.

Giove è un pianeta enorme e voi siete riusciti ad atterrare proprio nella Grande Macchia Rossa!”il tono era ancora sarcastico ma non c'era più quella acida diffidenza di prima e anche io sorrisi perché in effetti le probabilità di finire nel più grosso anticiclone del pianeta erano davvero poche.

Fortunatamente eravamo in questa parte dell'emisfero meridionale perché alcuni nostri soldati si erano persi e li avevamo appena recuperati poco lontano da qui quando abbiamo visto il vostro segnale. Lei è subito intervenuta ma non sapeva che il principe Endymion avrebbe mandato voi; sono settimane che prepara le truppe e partiremo per Silver Millennium tra poco!”

Ero stupito dall'iniziativa di Jupiter. Non mi aspettavo di doverla pregare ma almeno mi aspettavo, anzi volevo almeno parlarle e mi resi conto con fastidio che dato che tutto era pronto non l'avrei neanche vista.

Devo comunque avere un colloquio con lei, devo aggiornarla su quello che sta accadendo; immagino che tutta l'elettricità che Giove emette nello spazio e che ha anche causato il mio incidente interferisca con il vostro sistema di comunicazioni. Princess Jupiter è ancora là fuori a cercare qualcuno?”

Ci doveva per forza essere una spiegazione logica al suo strano comportamento!

Non sta cercando qualcuno, sta cercando qualcosa!”


Non appena ero uscito dalla costruzione in cui mi avevano portato e dotato di respiratore portatile fui scaraventato quasi per terra dalla forza del vento. Vedevo aria che vorticava attorno a me e non era trasparente, inconsistente; il vento qui aveva un colore ed era dello stesso colore dei capelli di Jupiter, un rosso ruggine che mi si infilò in gola, nel naso, negli occhi e io ero come una candela che si stava per spegnere, la ferita alla testa pulsava e non riuscivo a stabilire da che parte dovessi andare.

Ganimede mi aveva dato una bussola ma con tutte quelle scariche non mi fidavo di quello strumento, e non potevo interpellare le mie amate stelle perché non potevo neanche vederle. Mi affidai quindi solo al mio istinto, e anche se non posso spiegarlo razionalmente, in quel momento o forse da quando avevo visto i suoi occhi la prima volta dal vetro della mia navicella, mi sentivo legato a lei, sentivo una scarica, una vibrazione che intercorreva tra noi e che mi avrebbe guidato come un fulmine che sa dove schiantarsi, alla mia destinazione.

Stavo camminando da ore quasi quando sentii inaspettatamente profumo di violetta. Mi voltai e vidi una luce verde che mi portò ad uno strapiombo. Lì, in mezzo a quel caos rosso, in quel rumore che assordava e perforava e scardinava ogni processo umano di comprensione visivo-uditiva io vidi e udii una figura che se ne stava ferma in cima a quella rupe, sorprendentemente ferma e stabile, come ancorata nel terreno e anche lei mi guardava, sentivo quei suoi occhi verdi che ancorarono anche me e io mi persi in lei, no anzi lei si perse in me, entrò nella mia bocca, nel mio naso, nei miei occhi.

Ed ora che lei era in me e io ero in lei sentivo quello che provava, quello che cercava.

Princess Jupiter, regina delle tempeste, tu le cavalchi, ci passi attraverso, cerchi emozioni forti che ti impediscano di impazzire in questa gabbia lontano da tutto ciò che ami e difendi. Sei una guerriera che non combatte, sei un principe senza la sua amata da salvare, sei un fulmine che non può scaricare la sua forza nel terreno, sei un'azione incompiuta.

Tutto questo lo capii in un istante e in quello stesso istante, quando il nostro legame aveva permesso che si creasse un'incrinatura nella sua corazza, lei percepì questo buco e la vidi vacillare. Una raffica di vento la fece cadere e la vidi sparire nello strapiombo.


Avevo trovato una grotta in cui ci saremmo potuti rifugiare e fu nel terreno duro al suo interno che deposi il corpo di Jupiter.

Ero riuscito a trovarla, svenuta e ammaccata ma viva. La caduta non aveva procurato danni seri perché si riprese molto velocemente e potevo vedere che il suo corpo sprigionava scintille intermittenti di elettricità.

Grazie per avermi salvata generale Nevius. Tra poco mi riprenderò del tutto e potremo tornare alla base”faticava a respirare ma la sua voce era ferma e decisa.

Lo sa che lei è completamente pazza! Sarà anche la Signora di Giove ma il suo comportamento si è dimostrato sconsiderato e illogico”la mia ira repressa per l'incidente, per il mio incontro con il comandante Ganimede e soprattutto e lo ammettevo per la prima volta, per il comportamento del mio Master che aveva provocato una guerra inutile, mi travolse.

Chi sei tu per dirmi quello che devo fare? Tu, un miserabile terrestre! Tu che sei venuto a mendicare il mio esercito e il potere di Giove, chi sei per dire a me quello che devo fare?”

Si era alzata in tutta la sua altezza ma stavolta aveva trovato un degno avversario altrettanto alto e notai con enorme soddisfazione che non ci era abituata.

Io dico quello che voglio e non sono io che mendico il tuo esercito. Endymion mendica il tuo esercito per colpa della tua principessa. Lo ha circuito e adesso c'è una guerra....ma tu che ne sai qui confinata su questo pianeta! I villaggi al confine del Mare Crisium sono stati già spazzati via dalle truppe del neo stato, il Regno delle Tenebre, e così che si chiamano adesso i Liberatori della Terra e quelle stragi a est le ha fatte un mio amico, o almeno colui che credevo mio amico!”tutta la rabbia si dissolse e rimase solo un'altra sensazione, informe e calda, leggera e consistente insieme, era sollievo.

Anche Jupiter che aveva subito il mio sfogo si rilassò di riflesso e mi guardò non con pietà ma con aperta invidia. Lei non avrebbe mai avuto sollievo dal suo desiderio. O forse si. Capii perché le truppe erano già pronte, lei non aspettava altro che questo, lo aspettava e lo temeva.

Certo per te questa guerra è una benedizione, almeno farai quello per cui sei nata invece che startene qui ad inseguire tempeste!”non avevo potuto fare a meno di provocarla ma mi bastò un occhiata al suo viso per pentirmene perché un violento pugno si abbatte sul mio zigomo e io barcollai.

Non azzardarti a ripetere mai più una frase simile!”stava per affibbiarmi un altro pugno ma questa volta parai il colpo e le afferrai il braccio.

Lottammo dandoci morsi e graffi fino a quando rotolammo per terra con lei sotto di me che si divincolava come un serpente e come un serpente era pronta a mordermi. Le immobilizzai le braccia, i nostri volti talmente vicini che i respiri si fondevano, praticamente ci stavamo baciando prima che le nostre bocche si unissero. E finalmente si unirono, si unì tutto quello che di noi, del nostro corpo si poteva unire, perché le nostre anime lo erano già da tempo e fare l'amore con lei è stato solo l'ultima fase di una fusione che ormai era irreversibile.


Il viaggio fino a Io Castle fu molto breve e quando arrivammo nell'atmosfera di Giove vidi che una struttura tubolare lunga e stretta galleggiava nello spazio. Era grigia e scura e quando ci avvicinammo potei osservare che al suo interno era cava.

Ma questa è un'immensa folgorite!”avevo visto quei mineraloidi sulla Terra che si formavano quando un fulmine colpiva la sabbia, soprattutto se questa era ricca di quarzo; il calore fondeva il terreno cristallizzandolo.

Questo è il mio castello. Ganimede, porta la navicella al suo interno. Questa spedizione è stata interessante ma molto faticosa!”

Il suo sguardo cercò il mio e io arrossii perché la sua sincerità la rendeva spudorata ma anche molto desiderabile.

Non si eravamo scambiati molte parole dopo quello che era successo e non avrei saputo neanche cosa dirle.

Notai con stupore che la navicella si diresse all'interno della cavità e quando fummo dentro il grande tubo poteri vedere che c'erano più livelli i cui accessi erano enormi porte di legno verde in cui stazionavano guardie arcigne e attente.

Ci fermammo ad un livello intermedio e Jupiter mi condusse un una stanza così grande che temevo di perdermi. C'era un letto e già speravo in una ripetizione di quello che era accaduto nella grotta ma con mio sommo disappunto nella stanza c'era anche un'altra persona.

Forse te lo sei dimenticato ma sei ferito. Lui è un ottimo medico, viene direttamente dal Regno della Luna quindi approfittane”mi sfiorò la mano delicatamente e se ne andò seguita da Ganimede che prima di sparire mi lanciò uno sguardo duro e apprensivo, lo sguardo di un padre preoccupato per una figlia. Intanto il medico mi stava togliendo la fasciatura e quando l'ebbe tolta completamente sentii un grido soffocato. Preoccupato che si fosse infettata e anche sorpreso perché non sentivo dolore presi uno specchio lì vicino e il mio cuore smise per un attimo di battere.

La ferita non era infetta ma ciò che rendeva mostruoso quello spettacolo era che il sangue che usciva sporadicamente dallo squarcio non era rosso ma verde, lo stesso verde di quella maledetta stanza che si era fatta soffocante, lo stesso verde degli occhi della mia amata.

Mi alzai di scatto e fuggii. Correvo senza vedere nessuno così mi imbattei proprio in lei.

Cosa stai facendo qui? Non dovevi farti.........”con orrore appuntò lo sguardo su quel marchio d'infamia; sapevo cosa mi stava succedendo, lo avevo visto nei miei amici, l'avevo sentito nella mia nephrite che avevo perso nell'incidente.

Di nuovo la mia antica rabbia, il mio antico impulso di prendermela con la prima persona che mi capitava, la mia antica impulsività unita a qualcosa di completamente nuovo e malvagio mi investì e sapevo che stava per capitare qualcosa di terribile.

E' tutta colpa tua, è tutta colpa di voi guerriere, è tutta colpa di voi, soldati di Silver Millenium! Mi sto trasformando in un mostro a causa di una guerra che non mi appartiene!”

La presi per le spalle e la scossi violentemente. Strano che per quanto fosse alta, robusta e potente nella mia stretta fosse così vulnerabile e fragile. E questo non era un deterrente per me anzi mi eccitava.

Tutto quello che di buono e sacro in me era sparito insieme a ciò che rendeva rosso il mio sangue.

Nevius cerca di calmarti......lasciami, mi stai facendo male.........lasciami.............cosa stai facendo..........no...no........non lo fare.......no......Nevius........no.........”

Prima di commettere l'irreparabile o forse era già troppo tardi(per me lo era di sicuro ma almeno per lei speravo di no)Ganimede intervenne colpendomi in testa.

Prima di svenire sentivo solo la voce di Jupiter:

E ' un mostro”E' diventato un mostro!” poi finalmente il vuoto.


Un un altro doloroso risveglio. Un altro faticoso tentativo di capire dove fossi. Credo che fosse la terza volta da quando ero arrivato su Giove. Un sorriso dovuto alla comicità del mio pensiero poi una voce che mi apostrofò:

Cosa hai da ridere bastardo terrestre! Sei fortunato che non ti ho ucciso ma avrei tanta voglia di farlo! Se lei non mi avesse fermato lo........”

Ganimende, adesso basta!”

Jupiter era nella stanza e mi guardava con un furore tale che dalle mani vedevo scintille crepitanti come piccoli schiocchi iracondi. Le vesti erano lacerate e le le parti interne delle cosce erano piene di lividi.

La consapevolezza della nefandezza che stavo per compiere, il ricordo dell'aberrazione che avrei potuto perpetrare contro la persona che amavo mi annichilì più dei colpi che avevo ricevuto e mi sentii un guscio secco e amorfo, il mio corpo ormai ospitava solo l'essere che aveva fatto quello scempio, l'essere che sarebbe partito presto per unirsi alla schiera dei traditori.

Per quanto adesso io ti odi per quello che mi hai fatto non posso dimenticare quello che è successo in quella grotta, non posso dimenticare quello che mi hai dato”.

Io non ti ho dato niente, quelli”e guardai i lividi”sono l'unica cosa che ti ho dato! E probabilmente finiremo per combattere uno contra l'altra perché sai che è quello che accadrà”.

Mi alzai,Ganimede era uscito dalla stanza ma sentivo la sua presenza lì vicino. Stava per ribattere ma io la fermai.

Stavo per farti l'unica cosa che una donna come te, orgogliosa, e indomita, e splendida non avrebbe mai sopportato. Ti amo Jupiter, ma non posso starti accanto, non dopo quello.....tieni, prendili, sono un antico cimelio di famiglia, erano di mia madre che era una sacerdotessa di un'antica divinità terrestre, sono l'unica testimonianza di quello che ero, sono la testimonianza di quello che sento per te!”

Mi voltai e uscendo passai accanto al soldato dalla corazza verde come il mio nuovo sangue.


Arrivai sulla Terra e mi diressi nell'unico luogo in cui potevo rifugiarmi, con i miei simili, nella stanza del trono di Queen Beryl.

Zachar, Lord Kaspar e Jack erano già lì.

Bene, ora che tutti i miei generali sono presenti possiamo finalmente attaccare Silver Millenium. Dopo la prima incursione di Zachar si aspetteranno che colpiremo da est ma noi li sorprenderemo da ovest, voglio che vi posizionate nella piana di Sinus Lunicum. Partirete per il Mare Imbrium stasera, il Regno della Luna deve essere spazzato via!”


Non l'ho visto andarsene. Non sono riuscita a farlo. Ganimede mi ha curato le ferite ma io non sentivo dolore. Quelle non sono ferite. Appena il mio fedele amico mi ha avvertito che aveva lasciato il castello ho potuto aprire la mano che era stretta spasmodicamente attorno al suo contenuto. Nell'incavo vi erano due rose, perfette e brillanti ma i cui petali acuminati mi avevano ferito la pelle per averle strette troppo. Chi ha detto che solo le spine pungono? Ora lo so, non ti dimenticherò mai, paragonerò ogni uomo che incontrerò a te e ogni volta che sentirò nei miei lobi la presenza di queste rose saprò che posso sopportare la tua scelta.

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Capitolo 8
*** L'età della spada ***


Tutti, prima o poi nella loro vita capiscono perchè esistono. Io ne possiedo una lunghissima che molti potrebbero scambiare per eterna, ma so che non lo è affatto, prima o poi anche io come il mio pianeta cesserò di girare, cesserò di dibattermi per cercare di mantenere un posto e a posto il mio piccolo universo, e quando gli atomi del mio corpo minuto e mascolino, gli atomi del ghiaccioso Urano si saranno trasformati in polvere di stelle e carbonio, allora, solo allora forse, il vento che infuria in me e nella stratosfera del mio azzurro astro smetterà di tormentare ed erodere e io sarò libera di volare, portata dall'aria direttamente verso la mia patria lontana, mi depositerò sulle vie lastricate di Silver Millennium, sentendomi così più utile di adesso.

A volte dubito di sapere il perché della mia esistenza. A cosa servo? A cosa posso mai servire confinata qui del mio castello come le principesse di quelle vecchie fiabe? Loro almeno, prima o poi vengono liberate da qualcuno, solitamente un cavaliere con un'armatura luccicante, mentre io che sono sempre stata il cavaliere e la protettrice di me stessa, come farò a liberarmi? Come si fa quando il prigioniero è il salvatore? La mia principessa è da qualche parte nel Regno della Luna e io non posso fare niente per aiutarla, una forza che deve rimanere inerte mentre tutto ciò che ama rischia di essere spazzato via per sempre.


Tutti pensano che portare un'armatura sia facilissimo. Un peso che ognuno potrebbe tollerare, ma chiedetelo ad un soldato e vi risponderà che dentro quella corazza che lo ricopre, che lo difende, è un vero inferno.

Io sono un soldato, per la precisione sono un soldato dell'esercito di Princess Uranus ed il mio nome, e con mio intendo che me lo sono dato io essendo orfano dalla nascita, è Setebos, e posso affermare che è un nome di tutto rispetto; non è per vanagloria che lo sostengo ma solo perché ho sempre fatto il mio dovere, conosco gli ordini e obbedisco alla mia comandante. Certo, la Signora di Urano non interviene molto spesso e sicuramente non lo farà in questa guerra che ormai da mesi terrestri sta imperversando nella nostra patria ma prima o poi il mio grande sogno, lo scopo della mia esistenza, quello di sentire con timore e reverenza il mio nome sulle labbra dei nemici, si avvererà e lei sarà orgogliosa di me.

Stamattina andai come al solito a farle rapporto ma stavolta avevo pessime notizie da portarle.

Lei era sempre nella sala delle udienze, che camminava avanti e indietro, con le mani che stringevano spasmodicamente un'enorme spada, la spada notai, e quando mi vide per poco non mi aggredì.

"Era ora che ti facessi vedere! Di solito sei sempre puntuale con le informazioni che provengono dalla Luna. Non voglio sentire il bollettino dei morti nelle nostre truppe, stamattina non potrei sopportarlo, voglio solo sapere se abbiamo mantenuto il possesso dei confini occidentali,”si avvicinò con uno svolazzo di gonne, impaziente e impetuosa.

"Mia signora, dovete perdonarmi ma è successo quello che temevamo. Nei sei mesi terrestri che sono passati dalla presa della piana di Sinus Lunicus i ribelli terrestri hanno perso uomini e mezzi come avevamo calcolato. La loro artiglieria non è avanzata come la nostra. Hanno avuto parecchie diserzioni e hanno tentato l'ultima carta. Princess Mercury ci aveva avvertito ma le conseguenze saranno devastanti.”

Non dovevo aggiungere altro. Princess Mercury era la miglior stratega del regno e non solo. Involontariamente aveva dato ai nemici un'arma quasi indistruttibile.

"Così li hanno risvegliati!”tutta la frustrazione se ne andò lasciando una calma piatta come dopo il passaggio di un uragano.

"Si mia signora, hanno risvegliato i sette malvagi!”


Ciò che Setebos mi aveva riferito non mi avrebbe dovuto sorprendere ma non posso negare che avevo provato un fremito di paura, un oscuro presagio di morte, come quando hai il fianco scoperto durante un combattimento e non puoi difenderti e parare bene i colpi.

Non è una sensazione che mi piace e devo ammettere che non ci sono più abituata. Non da quando c'è Setebos con me.

Ovviamente non essendo un tipo estroverso non faccio amicizia con tutti o molto spesso. Forse perché do troppo valore al quel sentimento che unisce due persone e quindi voglio preservalo per qualcuno di veramente importante.

Neanche con colei che devo proteggere con la mia stessa vita ho mai provato qualcosa di simile, Serenity non sarà mai mia amica ma è il mio tesoro da custodire, la mia perla bianca e preziosa, troppo perché una forza della natura come il vento non la corroda o la sporchi. Non ho mai provato l'ebbrezza e la gioia di avere un compagno, di qualcuno che mi copra il fianco durante la lotta fisica o le mie guerre interiori, qualcuno pronto anche a sacrificare una vita,la propria o quella di altri per un bene supremo, ma Setebos ci va molto vicino.

Quando parlo con lui sento un calore che si propaga dentro di me, come se potessi dirgli tutto quello che provo o che penso, una sensazione rara e appagante che trovo solo quando parlo con Neptune.

Neptune! Strana ragazza! Come farà a sopportare il mio malumore, le mie crisi, il miei eccessi?Perchè quando durante i nostri collegamenti vedo la sua figura verde acqua la tensione si allenta, il vento cala e diviene una brezza costante che lenisce il mio spirito?

Pensare a lei ha un effetto calmante su di me e ora ne ho proprio bisogno.

Dopo che avevo congedato Setebos mi sono affrettata infatti a rivolgermi a quell'unico sostegno che non mi abbandonava mai, che non cedeva mai neanche sotto le spinte della più potente tra le tempeste.

"Uranus, che piacere sentirti!”il suo tono era davvero felice, senza traccia di affettazione o mieloso spirito di sopportazione.

"Ciao Neptune, vedo che stai divinamente! Hai saputo ciò che è successo?”

"Certo,” ecco cosa apprezzavo di lei, pur essendo una vera signora non faceva caso ai convenevoli di rito in una conversazione, ”e sono molto preoccupata. Credevo davvero che stessimo per respingerli definitivamente ma ora.........ora hanno sette tra i più temibili guerrieri che si siano mai visti e non solo, ti rendi conto che se il Cristallo d'Argento dovesse.......,” anche con tutte le scariche che rendevano difficile la comunicazione potevo vedere benissimo il suo viso contorto in una smorfia di angoscia, ”se il Cristallo d'Argento dovesse frammentarsi nei sette cristalli dell'arcobaleno come prevede la misura di sicurezza decisa dalla regina, ora quei cristalli avrebbero i loro contenitori predestinati. Sarebbe spaventoso!”

"Ma chi cavolo ha stabilito che proprio in quei mostri dovessero essere racchiusi i cristalli? E' contrario a ogni principio!”

"Ma non a quello del libero arbitrio!”Neptune inaspettatamente aveva sorriso e le si era illuminato il volto pallido e bellissimo.

"Il Cristallo d'Argento ha un immenso potere che può essere usato per il bene o per il male a seconda di chi lo usa. Da millenni appartiene alla famiglia reale ma non è detto che continui ad essere così. Tutti hanno l'opportunità di tentare di trovarlo e usarlo, anche i nostri nemici. La leggenda dice che sette creature, non mostri attenta, racchiudono i sette cristalli! Beryl ha convinto I Sette Malvagi a lavorare per lei, ma in realtà loro non hanno una malvagità innata, sono solo dei mercenari!”

"Sono anche la chiave per distruggerci! Il libero arbitrio non dovrebbe essere concesso a tutti!”ero furiosa e l'agitazione mi impediva di stare ferma.

"Uranus, non fare la sciocca, sai anche tu che quello che è giusto non sempre è quello che vogliamo!”

"Ma sarebbe molto più facile se fosse così! Le Sailor Guerriere sono tutte a Silver Millennium? I traditori che cosa stanno facendo? Ho sentito che in molti stanno disertando ma ora con quelle malefiche creature che Beryl ha a disposizione le adesioni ritorneranno fiorenti più di prima!”

"Le Sailor Guerriere sono da mesi posizionate con i loro eserciti ai confini del Mare Serenitatis. Sai quanto è dura per loro dover combattere contro le persone che hanno imparato ad amare .E credo che non sia facile neanche per Endymion....”

"Non nominarlo quello lì! E' tutta colpa sua se la nostra principessa adesso rischia la vita, non poteva lasciarla stare? Gli uomini sono tutti prepotenti, non riescono neanche a rispettare le regole che loro stessi hanno creato. Se lo avessi qui lo prenderei a pugni!”

"A me invece piace!”una risata aveva trillato e via etere mi aveva raggiunta provocatoria e irritante. Non sopportavo che a Neptune piacesse quel bellimbusto che aveva portato tutti noi in guerra.

"Una volta l'ho visto quando è venuto ai trattati di pace e noi abbiamo avuto uno dei pochi permessi a lasciare il nostro posto di guardia; ha un'aria molto regale e sono sicura che ama molto Serenity.”

"Non sapevo che fossi romantica,” avrei voluto suscitare la sua ira come lei aveva fatto con me ma Neptune era un pilastro di corallo difficile da scalfire.

A proposito Uranus tu non hai sentito niente nella tua..........ehm........spada?”

Sapevo quello che mi stava per chiedere e non avevo avuto nessuna intenzione di risponderle. Intanto tutti i peli che il mio corpo magro e glabro possedeva si erano rizzati e se avessi guardato negli occhi Neptune non avrei potuto mentire come invece spudoratamente avevo fatto.

La mia Space Sword è sempre affilata ed efficiente, non temere. Adesso devo andare, mi aspettano gli allenamenti con Setebos”.

Per un attimo e forse la mia immaginazione mi aveva tradito,o forse il collegamento era di nuovo disturbato, la voce di colei che mi stava davanti si era affievolita ed era diventata flebile e monocorde, come se fosse dispiaciuta per qualcosa che avevo detto.

Va bene,ti lascio al tuo allenatore. Non stancarti troppo!”

Stavo per rispondere ma l'ologramma era già sparito.


L'allenamento poche ore fa andò malissimo. Uranus fu molto distratta e ne capivo il motivo. La sua figura alta e slanciata fu meno dinamica del solito, i suoi occhi di un blu molto scuro non riuscirono a focalizzarsi al meglio sugli oggetti da colpire e le mani non stettero mai ferme ma passarono dall'elsa della Space Sword ai corti capelli di un castano chiarissimo da risultare biondo rendendoli una massa scompigliata e arruffata.

Devi concentrarti di più!”le intimai ma il mio tono non era di rimprovero.

La compresi. Se ne sta qui come tutti noi, ad aspettare, e l'attesa è peggio di sapere che Silver Millennium è stata spazzata via o che miracolosamente abbiamo vinto e la guerra è finita.

Però la cosa che più ci fiacca e ci riduce i nervi a brandelli e la consapevolezza di non poter intervenire, noi non combattiamo le lotte interne al Sistema Solare e per la mia Signora che è dinamismo alla stato puro deve essere un'agonia.

Io tento di aiutarla per quello che posso, le sto vicino, facciamo delle scorribande insieme su Urano, la consolo con il mio corpo quando mi permette di avvicinarla tanto da avere un'intimità.

Non mi illudo che provi qualcosa per me oltre il cameratismo tra militari o tra allieva e maestro; è sempre la mia comandante e Signora di Urano e nessuno dei due si può permettere di dimenticarsene, anche se a volte ci lasciamo entrambi andare e ci confidiamo i nostri pensieri, le nostre paure e le nostre speranze.

E sicuramente tra le mie speranze non c'è quella di suscitare amore nel suo cuore. Ho amato solo una persona, mia moglie che è morta molto tempo fa e non intendo sostituirla.

Però sia io che Princess Uranus siamo fatti di carne, siamo persone avventate e impulsive e abbiamo degli istinti.

Se abbiamo a volte fatto l'amore è stato solo come un atto di condivisione, di conforto oppure un semplice scambiarsi piacere e affetto.

Per quanto la ammiri e si, la adori non amo Princess Uranus.

Possiede troppo quegli attributi che dovrebbero essere una prerogativa di noi maschi; gli uomini con lei si sentono sminuiti perchè vale due volte loro e non lo nasconde.

Ci vuole coraggio ad indossare la sua armatura, anche se questa è un semplice e regale vestito blu che la fascia come quelle amazzoni narrate nelle leggende terrestri.

Si, la sua armatura è molto più pesante della nostra di comuni soldati, perchè non è fatta di ferro ma è costituita e intrisa di responsabilità, di rinunce e comandamenti che si desidera disperatamente infrangere.

Oggi non sono particolarmente in forma e la mia spada non è particolarmente affilata.”

Mentiva. La Space Sword era affilatissima come un rasoio e brillava minacciosa nella penombra della stanza.

Ti conosco abbastanza da sapere che le bugie non ti donano. Dimmi cosa ti preoccupa.”

Quando eravamo soli tutti i formalismi venivano accantonati e anche le barriere che mi permettevano di capire la differenza tra le sue bugie e le sue verità.

Pensavo che Neptune esagerasse ma ora lo sento anche io.......”

Sobbalzai quando sentii nominare la Signora di Nettuno. Non volevo ammettere che se c'era una persona che era vicina a Uranus più di me era sicuramente lei, e sospettavo che Uranus stessa non sapesse neanche quanto ne fosse influenzata.

Cosa senti?”

Mi guardò e percepii un gelo quale non ne avevo mai sentito.

Sento la fine, per tutti noi. Sento la risonanza in ogni fendente della mia spada,” un grido strozzato le uscì dalle labbra che tremarono visibilmente, ”e questa presenza che incombe come una cappa malefica si sta inspessendo e non riesco a respirare. Oh Dea, cosa devo fare? Mi sento così impotente, come il personaggio di una storia che deve seguire un copione crudele e non può sgarrare, neanche se c'è la salvezza del proprio mondo in gioco. Dannazione, è tutto terribilmente difficile!”

Non trovai parole abbastanza consolatorie per lei quindi le offrii il mio corpo, nella quiete e nel silenzio del Miranda Castle.


Me ne stavo raggomitolata su una sedia elegante e scomoda, completamente di platino e piena zeppa di fiori che sembravano orchidee e che certamente non avevo scelto io. Preferisco la tenda che io e Setebos dividiamo quando pernottiamo su Urano, nei momenti in cui Setebos è la sola presenza che potrei tollerare.

Abbiamo fatto l'amore poche ore fa, ma non è riuscito ad alleviare le mie pene.

Magari avesse potuto! Magari potessi amarlo!

E' un uomo molto piacente, alto quanto me, con capelli non molto corti, lisci e neri, gli occhi a mandorla che risplendono gentili e fermi.

Alzo lo sguardo e sul mio letto è adagiata, cruda e letale, la mia spada e sento d'istinto le mie dita che si flettono ma brandiscono solo il vuoto.

In quello stesso istante un colpo alla porta mi spaventò, io che non mi spaventavo mai.

Non so come ma sapevo che quando quella porta si fosse aperta la mia vita non sarebbe stata più come prima.

Avanti!”speravo che la mia voce reggesse ma la faccia di Setebos era terrea.

Cosa è successo?”ansimavo e l'aria, la mia aria, il mio elemento, mi aveva tradito fuggendo dai miei polmoni.

Setebos sembrava spaesato e non mi guardava negli occhi.

"Cosa è successo?”avevo chiesto di nuovo.

"Uranus, meglio che ti siedi”.

"Non voglio sedermi, voglio solo che parli!”

"Princess Mars e Princess Jupiter sono morte!”

Non sono mai svenuta e non capiterà adesso! ripetevo questa frase come un mantra mentre mi appoggiavo alle colonne del letto e cercavo il fiato per continuare a parlare.

Come?”non riuscivo a pronunciare altro.

In battaglia ovvio, ”mi stava nascondendo qualcosa e lo odiavo per questo, evidentemente non mi giudicava abbastanza forte, ”ma almeno prima d morire sono riuscite ad uccidere Nevius e Jack”.

Ho detto come? Sono stanca di essere protetta, sarò anche una donna ma sono il tuo comandante. Voglio il rapporto completo di quello che è accaduto!”

La rassegnazione aleggiava sul suo viso ma avevo vinto.

Mars e Jupiter erano nei territori a sud-ovest di Silver Millenniun. Avremmo dovuto aspettarci che fossero le prime a cadere. Sempre in prima linea e combattive come poche. Princess Mars ha impattato contro i soldati di Jack presso il Lacus Doloris,” aveva sospirato perché il nome era proprio azzeccato, ”ha combattuto come una leonessa, glaciale e precisa e con una delle sue frecce ha trafitto al cuore il traditore che poi è morto bruciato. Ne è rimasto solo lo scheletro. Non so perché dopo si sia distratta ma è stata circondata da troppi uomini che.......uomini che l'hanno tramortita, stuprata a turno e poi uccisa, il suo corpo fatto a pezzi e bruciato.”

Aveva sputato quelle parole come se ardessero nella sua bocca come tizzoni ardenti mentre io nella mia percepivo solo la bile che mi inacidiva la lingua e me la incollava al palato.

Stringevo il pomello del letto così tanto che pensavo di essermi rotta qualche dito, se fosse stata la mia spada avrei ucciso qualcuno, forse Setebos, o Queen Selene per avermi imposto queste inammissibili restrizioni, o me stessa per non dovere più sentire quegli orrori.

Ma non sono una che cede e così con un cenno, non potevo parlare, non più, lo avevo pregato di continuare.

Tutto questo è accaduto poche settimane fa. Per quanto riguarda Nevius era presente e ha prelevato lo scheletro del suo compagno e lo ha messo in una bara di vetro che non si sa dove sia finita. Poi si è diretto a sud verso il Lacus Gaudii dove erano stanziate le truppe gioviane. E' strano ma non ha opposto molta resistenza. Si dice che la presa malefica di Beryl sul generale fosse solo fisica, che in realtà Nevius non fosse totalmente circuito dalle forza del male. Il suo è stato più un suicidio e personalmente penso che fosse contento che fosse stata Jupiter a.........”

Non mi interessa di quel traditore. Non mi interessa di come è morto. Voglio solo sapere quello che è successo a lei. Cosa è successo a Princess Jupiter?”

Stava tentando di sfondare la guardia nemica ma è stata colpita da un colpo a tradimento che l'ha decapitata. La sua testa ora è esposta come monito ai confini meridionali infilzata su una picca. I villaggi a sud sono tutti distrutti e tutte le donne prima di essere uccise sono state costrette a baciare quel macabro trofeo. Gli uomini e i bambini non sono stati risparmiati mentre ancora nei boschi vicino al Monte Heamus si sente il grido disperato di Ganimede per la morte della sua Signora. Dicono che sia impazzito dal dolore......Devo andare avanti?”

Avevo fatto un segno di diniego. Per ora poteva bastare.

Un filo di saliva mi colava sul mento e me lo ero pulito con una mano tremante.

Lasciami sola!”

Fortunatamente non aveva protestato,così avevo potuto vomitare in pace.


Avrei fatto di tutto pur di non essere il latore di quelle notizie che avevano sconvolto tutti. Il senso di perdita e di lutto aleggiava come un'ombra sull'intero castello.

Avrei fatto di tutto pur di non essere lì. In quei giorni avevo maturato una decisione irrevocabile ed ero deciso a perseguirla altrimenti sarei impazzito come Ganimede.

Con piglio deciso mi diressi nella stanza di Uranus in cui era chiusa da giorni e la trovai accucciata sempre nello stesso posto, la spada che giaceva abbandonata ancora sul letto.

Che conseguenze ci sarebbero se un soldato del tuo esercito andasse a combattere a Silver Millennium?”

Mi guardò con occhi stanchi ma sempre vigili e attenti.

Direi che ti aspetta la morte per tradimento”.

Tu cosa faresti?”

Se lo chiedi a Princess Uranus ti risponderei che io stessa eseguirei la sentenza, se invece lo chiedi alla guerriera che sono ti direi che ti seguirei, se solo potessi rescindere i legami con la principessa che dovrei essere”.


Setebos se ne andato portando con se un pezzo di me, avevo di nuovo il fianco sguarnito e mi sentivo vulnerabile come non mai.

Oggi dopo giorni ho contattato Neptune; per interi minuti ci siamo solo guardate e nei suoi occhi limpidi ho trovato il balsamo per le mie ferite, ferite non di una che è stata in guerra ma di una vigliacca che non ha avuto il coraggio di sfidare le regole e fregarsene degli ordini impartiti.

Lei non ha parlato, ha solo allungato la mano e in quel momento il collegamento tra i due pianeti doveva essere perfetto perché la sua immagine era nitida come se fosse realmente davanti a me.

Quella mano bianca era una sfida, aveva osato sfidare il vento, ma lei, con la sua tranquillità e mestizia, poteva stare dietro al turbine che io ero?

Dovevo fidarmi, allungare la mia mano e toccare la sua.

Ed è quello che ho fatto, e anche se sapevo che il contatto non era reale giuro che ho sentito il suo tocco sulla punta delle mie dita, un tepore ha sfiorato i miei polpastrelli e ha raggiunto la mia anima regalandomi un frammento di visione che è andata dritta al mio cuore.

Due donne che corrono insieme, l'una protegge il fianco dell'altra, unite.

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Capitolo 9
*** L'età della rosa(o del rosa) ***


Anche se le altre persone mi compiangono io sono convinta che la solitudine sia mia amica, la mia fida alleata, l'unica emozione che io mi possa permettere e che conosco, perché solo con quel senso di struggente e lucido distacco riesco a rimanere salda e stabile nel ruolo che mi è stata impartito e per cui sono nata. Nelle mie vene scorre il sangue di Cronos, e io come sua figlia e discepola, come Signora di Plutone e come umile servitrice di Queen Selene sono più che felice di assolverlo, non permettendo che colui che io comando e controllo, l'irrazionale, l'ineluttabile e crudele Tempo prenda il sopravvento su di me, usurandomi con il suo lento e implacabile progredire. Ogni azione, ogni sensazione, ogni persona che interagisce con noi ci matura, ci muta, ci permette di crescere e cambiare. Io come essere fuori dal tempo e dallo spazio perciò devo rimanere sola, immutabile, senza legami che possano anche solo scalfire la mia nicchia, il mio guscio d'ambra. La prima e unica volta che l'ho incontrato, lui mi ha paragonato infatti a quegli insetti antichi come la Terra stessa che in un attimo della propria esistenza sono stati intrappolati da quella sostanza vischiosa, simile al dolce miele che poi si solidificata diventando più preziosa dell'oro, più preziosa della vita che contiene al suo interno e che se ne sta lì, immobile, serafica e inconsapevole(o invece perfettamente cosciente nel mio caso)che in realtà il suo cuore non batte, che le sue parole non raggiungono chi lo osserva ammirato da fuori, magari invidiando quella piccola creatura che ormai è diventata fredda, più dura del suo guscio, più dura di quella stessa volontà che non le consente di spaccare, di mandare in piccoli frantumi dorati ciò che la avvolge e la protegge. Rimanere fermi a guardare è infinitamente più sicuro che farsi travolgere, farsi conoscere, farsi amare e io non sono stata creata per farlo, non sono pronta per farlo, non ancora.


Mi piace passare attraverso la piccola folla che mi aspetta ogni volta, mi piace toccare le persone e attraverso il tatto toccare le loro anime e unirmi a loro nel grande legame che unisce ogni essere vivente, sentire su di me la potenza della Dea che mi scorre nel sangue e comunicare questa enorme energia a coloro che richiedono il mio conforto.

Il mio santuario è minuscolo, una piccola caverna che a noi esuli terrestri la signora di Plutone ha concesso per pregare le nostre divinità, ma soprattutto per ritrovarci, per parlare insieme, per discutere di quello che sta succedendo, per non sentirci abbandonati.

Sappiamo come quelli che vivono a Charon Castle ci considerano: dei nemici, gente da cui diffidare perché potremmo essere delle spie,e se sapessero chi sono, se sapessero che Beryl, la loro nemesi è mia sorella, allora mi ucciderebbero all'istante e brucerebbero questo posto, distruggerebbero la nostra santa reliquia e io non posso permettere che accada. Non ho viaggiato per milioni di kilomentri seguita dalle poche persone disposte a credere ad una dodicenne che ha sentito la chiamata della Dea da infante e poi lasciare che tutto si estingua in uno sbuffo di fiamme e pregiudizi.

Devo proteggere il poco che sono riuscita a salvare della nostra stirpe come la Dea mi ha ordinato, anche se dovessi pregare Princess Pluto, anche se questo vuole dire umiliarsi con suoi dignitari, non perché io approvi ciò che mia sorella ha fatto, al contrario vorrei che questa guerra non ci fosse mai stata, vorrei che vivessimo in pace in questo universo che può contenerci tutti, come la mia Signora mi ha insegnato. La fratellanza, la solidarietà, ecco i principi e le leggi che dovrebbero governare il nostro mondo, dove uomini e donne, umani e dee convivano pacificamente, come era sulla Terra prima del Regno delle Tenebre, prima di Golden Kingdom, prima che la società patriarcale relegasse le donne a schiave o mogli deboli e devote.

Il mio culto è più antico di tutto ciò, solo le femmine, e in particolare le adolescenti più dotate come me possono diventare sacerdotesse della Rosa, e noi siamo resistite ai secoli, alle prevaricazioni e alle nuove norme che sottomettono il nostro sesso.

Una parte di me, quella scritta nel sangue e nel genere sessuale che condividiamo, ammira Beryl per la sua ambizione, l'altra la disprezza profondamente per il tradimento contro il nostro principe che nonostante tutto rispetto, per averci messo in una situazione compromettente in cui ci sono molte cose in gioco, tutto quello che le mie antenate hanno costruito, per cui hanno lottato e che io cerco faticosamente di preservare.

Appena arrivata nella grotta sacra prendo i petali di rose che i fedeli al culto hanno lasciato e le butto nel braciere dove arde un fuoco caldo e inebriante.

Plutone è un pianeta freddo, pieno di ghiaccio e oscuro. Tutto ciò che è calore e luce è come un miraggio, un piccolo paradiso in cui è difficile credere a meno che non lo si tocchi. Ho dovuto curare molte bruciature perché la gente ci si avvicina troppo, desiderosa di scaldarsi e ripararsi da quel gelo perenne.

I petali emettono un leggero sfrigolio mentre bruciano e nell'aria si sente un profumo gradevole ma pur sempre con un retrogusto di qualcosa di affumicato o in cenere.


Si chiama Anenke ed è una sacerdotessa terrestre. La mia idea di ospitare alcuni profughi che avevano rinnegato il Regno delle Tenebre non era ben vista dai miei dignitari ma sono stata inflessibile; qualcosa in me mi aveva costretto a farlo.

In questi mesi terrestri non me ne sono mai occupata, ero troppo impegnata a sondare le nebbie del tempo nel tentavo di vedere quel futuro che avevo finito per temere più del contatto con le persone.

Essendo la Guardiana del tempo tutti mi ritengono onnisciente ma non è proprio così; tuttavia faccio di tutto per fare permanere questa diceria, soprattutto in questi tempi così bui. Se mi sforzo di non essere preoccupata loro crederanno che andrà tutto bene e io voglio che continuino a crederlo.

Non posso ammettere che neanche io so molto di ciò che capiterà. L'unica cosa che percepisco con certezza è che il mio Garnet Rod, la mia chiave scarlatta, vibra come se volesse essere usata per aprire la porta sull'abisso, stride e geme per unirsi agli altri due talismani, agli altri due arti che formano quel corpo di guerriera che non deve essere mai risvegliata.

Da quando ho saputo che Princess Mars e Princess Jupiter sono morte e in quale modo questa tragedia è avvenuta sono sempre più inquieta,la mia imperturbabilità leggendaria sente le sue fondamenta cedere, vedo incrinature nel pendolo ambrato che mi fa oscillare tra la paura e la rassegnazione.

Forse perché ero in questo stato d'animo nervoso che non mi è famigliare che conobbi Anenke.

Il mio castello mi sembrava soffocante, volevo uscire da lì, così mi recai sul mio piccolo pianeta e mi diressi verso il villaggio di terrestri che si erano miracolosamente adattati al clima proibitivo di Plutone che ha una atmosfera molto leggera quindi nella sua storia ci sono stati molti impatti di asteroidi che hanno formato crateri sormontati da collinette.

Il villaggio sorgeva in uno di questi bacini mentre sul promontorio che lo sovrastava sorgeva una delle formazioni naturali più inquietanti che avessi mai visto.

Una roccia a forma di teschio in cui si apriva una cavità simile ad una bocca dentata e schernente era il loro tempio in cui praticavano la loro misteriosa religione.

Poche cose sono riuscite ad intimorirmi nella mia esistenza monotona passata ad osservare guerre e lotte sanguinose, ma quel luogo sembrava infestato da qualcosa di estraneo; il mio pianeta che conoscevo come me stessa era stato invaso da una forza sconosciuta e mi resi conto che dal piedistallo in in cui mi ero rintanata, dal mio perfetto e trascendente punto di osservazione per scrutare nelle ere passate e future lontane da me mi ero scordata di guardare quello che succedeva sotto il mio naso, una negligenza imperdonabile.

Ricordavo bene i giuramenti che avevo fatto a Queen Selene: quando ero molto piccola, nel senso che il seme di stella era stato da poco racchiuso dentro di me, la regina mi aveva imposto dei divieti; non potevo viaggiare attraverso il tempo, non dovevo mai abbandonare le Sacre Porte che custodivo e per nessuna ragione dovevo fermare il tempo. Se avessi trasgredito a questi tre comandamenti sarei inesorabilmente perita.

Certo trascurare quello che avveniva su Plutone non mi esponeva ad un rischio simile ma non potevo tollerare che qualcosa mi sfuggisse. Mi diressi così verso il santuario con passo fermo e implacabile.


L'ho notata subito. Alta, flessuosa e con un corpo dalle forme morbide ed invitanti, Princess Pluto era riconoscibile anche per i suoi capelli lunghi e scuri con riflessi verdi come il fondo di una palude tenebrosa ed inquietante.

Non mi fece paura, ero abituata a presenze più sinistre, fino a quando non la fissai negli occhi. Occhi color malva, occhi da sciamana, da veggente, da colei che vede nelle e attraverso le cose. Quegli occhi erano due stelle fisse, iridi che non sarebbero mai mutate anche se il volto e il corpo da pantera di cui facevano parte si potevano muovere alla velocità del lampo nelle tre dimensioni dello spazio(lunghezza, altezza e larghezza),o potevano vedere alla velocità dello sguardo o di una visione fugace attraverso le tre dimensioni del tempo(passato, presente e futuro).

Provai un brivido riconoscendo in quella donna una potenza pari a quella della divinità che servivo e a cui la mia vita era dedicata. La donna con l'elegante vestito nero era una Dea altrettanto potente.

Lei poteva entrare. Lei doveva entrare.

Quando l'avevo vista mi ero messa sulla porta del tempio per non farla passare, come scudo per tutto quello che la grotta conteneva ma dopo avere intravisto in lei quella sorta di lasciapassare spirituale mi scostai in un gesto di invito, di diffidente tolleranza.

Mi guardò, era alta e io dovevo essere una mocciosa ai suoi occhi, ma lo sguardo che si appuntò su di me non era uno sguardo tra una donna e una bambina, tra una Sailor guerriera ed una profuga terrestre.

Era uno sguardo di riconoscimento, di percezione reciproca e fidandomi del mio istinto e dal fatto che la Dea non mi avesse avvertito di nessun pericolo imminente la condussi all'interno nel nostro santuario.

Sai chi sono signora di Plutone?”lei mi seguiva per il corridoio buio e non mi voltai per parlarle. Sentii una risata fioca ma non era divertita.

So che fai parte della stirpe di Beryl, la donna che si fatta manovrare e che per sete di potere ha ucciso persone innocenti.”

Questa volta per ribattere mi voltai di scatto fermandomi bruscamente. ”Non lo ha fatto solo per questo! L'amore l'ha condotta sulla via sbagliata ma non deve essere giudicata come una spregevole strega! Lei non è questo, o almeno non è solo questo!”

Direi un concetto d'amore molto distorto. Credimi Anenke, non giudico tua sorella una perfida strega. E' il burattino di una creatura più subdola di lei che l'ha sfruttata e continuerà a sfruttarla fino a quando non le servirà più. Anche se l'esercito di tua sorella vincerà pensi che lei sopravviverà? Pensi che si salverà dal male che la divora?”

La sua voce era dura e ostile.

Puoi prendertela con me quanto vuoi solo perché ho il suo stesso sangue. Mi stupisco che tu non ci abbia già fatto uccidere tutti!”

L'ostilità scomparve in un baleno e un'espressione colpevole invase quei suoi strani occhi.

Mi dispiace, non volevo prendermela con te. Io non uccido degli innocenti e voi lo siete. Tu lo sei. Vorrei solo che tutto questo non fosse mai iniziato!”

Sospirò mentre riprendevamo a camminare, questa volta una di fianco all'altra.


Entrando nel santuario non avevo nessuna idea di quello che vi avrei trovato. Non conoscevo molto delle usanze dei terrestri, ma il ricordo dell'unico esponente di quella strana razza che avevo conosciuto il giorno dei trattati di pace era così vivo, dentro di me, da spingermi a continuare a vedere come loro, come lui vivessero, in cosa credessero, se fossero così primitivi e maschilisti.

La bambina mi affascinava, anche se sapevo di chi era sorella. Avrei dovuto provare diffidenza, ma davanti ai suoi chiari e saggi occhi grigi che sembravano sapere così tanto della vita, e che mi ricordavano me stessa, non ce la feci ad odiarla.

Finalmente arrivammo alla nostra destinazione, un grande antro illuminato da molti bracieri in cui ardevano fiamme arancioni come i suoi capelli.

Sentivo che veniva da lì dentro l'emanazione di quella straordinaria energia che avevo percepito arrivando alla colonia terrestre.

Scrutai nelle ombre create dalla luce soffusa, e vidi che nella parete interna c'era un altare con tantissimi petali di rose sparsi ovunque, lasciati lì come ex voto dai proseliti di quello strano culto.

E poi la vidi.

Era una statua enorme, creata da un'abile mano che sapeva cosa stava facendo, e dipinta con colori accesi, vividi, sicuramente scelti per attirare l'attenzione.

La scultura che stavo osservando avidamente era una ragazza dai lineamenti delicati ma decisi, lunghi capelli di uno strano e meraviglioso scuro arancio dorato, occhi marrone scuro che sembravano fissarti, sondarti con il loro magnetismo innato.

Ma ciò che più mi sconcertava era il fatto che la divinità terrestre avesse una divisa, una divisa di Sailor guerriera, una divisa che però non era uguale alla mia ma molto simile.

Questa era di un rosa acceso mentre il fiocco era marrone scuro come i suoi occhi, e questo poteva passare; ma ciò che la contraddistingueva era la totale, quasi soffocante, profusione di rose che la decoravano. Rose dipinte nei suoi capelli, nella gonna, e i suoi stivali rosa acceso alti fino al ginocchio erano un'intricata e squisita trama composta interamente da quei fiori delicati.

Dovevano essere passati interminabili minuti di silenzio, in cui ero rimasta sbigottita a fissare l'idolo che ci sovrastava, finché Anenke mi sussurrò:

Lei è la Nostra Signora, la Dea della Rosa. La veneriamo da secoli sulla Terra, ma è un culto strettamente femminile che il crescente patriarcato vuole estirpare. Non posso affermare che il principe Endymion ci abbia perseguitato ma suo padre e suo nonno prima di lui hanno ucciso molte nostre sacerdotesse.”

Rimasi in silenzio e aspirai il profumo dei petali di rose quando una leggera brezza entrò chissà da dove e mi fece accapponare la pelle.

La ragazzina di fianco a me si irrigidì tutta, la sua postura cambiò e i suoi occhi divennero vitrei, grigie perle in cui ora risplendeva la luce divina dell'essenza che si era appena palesata nella stanza.

Mi voltai lentamente e Anenke, o meglio lo spirito che possedeva il suo corpo mi sorrise acidamente.

Princess Pluto,la nera guardiana delle Sacre Porte. Sei venuta da me. Non lo avevo previsto ma le cose non cambieranno per questo. Anzi, temo che il fardello che già porti aumenterà con la consapevolezza della verità.”

La voce che mi parlava era di una donna, non di una bambina ed era incredibilmente suadente.

Quale verità? Chi sei?”scandii lentamente l'ultima domanda.

Ci sono molte verità che devi sapere e te le dirò. Chi sono invece dovrai scoprirlo da sola, hai tutte le capacità per farlo.”

“”Ma cosa stai........”

Ora ascoltami figlia di Cronos. Nella tua patria sono accaduti fatti che dovresti conoscere. I soldati terrestri sono arrivati al cuore di Silver Millennium. Hanno distrutto il Moon Palace anche se il traditore Zachar è perito per un colpo a sorpresa di Princess Venus. Come sciami di locuste voraci si sono riversate dal pianeta dove sono nata tanto tempo fa fino alla Luna, e volevano penetrare nell'Eternity Main System, ma hanno trovato Princess Mercury. Lei non avrebbe mai permesso che insozzassero con la loro malvagità la sua creatura; ma non poteva fare niente. Erano in troppi e l'hanno uccisa, il suo prezioso cervello spappolato sulla consolle che tanto amava,”quelle parole così crudeli contrastavano con la bocca infantile che le pronunciava.

Princess Venus ha combattuto fino alla fine facendo fuggire la regina, sua figlia e il suo amato principe, mentre lei manteneva la retroguardia. Ha ucciso Lord Kaspar e poi si è scagliata contro Beryl con la spada forgiata nel cristallo trapassandole il cuore”.

Per un attimo Anenke, quella vera tornò nel suo corpo ed un lieve singhiozzo si propagò nell'antro mentre una lacrima solitaria le scendeva lungo la guancia. Poi lo spirito riprese il suo spietato possesso e continuò imperterrita il suo macabro resoconto di quello che non volevo sentire perché era una sentenza di morte, non solo per le mie compagne ma per noi tutti.

La guerriera dell'amore è morta come voleva. Sailor Venus ha continuato a combattere fino allo sfinimento, fino a che la spada non aveva più corpi da trafiggere”.

Ma allora.........”

E' morta di dolore. Il suo cuore non poteva sopportare la perdita di tutte le persone a cui teneva. Si è semplicemente sdraiata vicino al corpo del traditore che amava e da cui era riamata e se ne andata.”

Rise sguaiatamente e nel sentire quella risata così dissacrante una sensazione che non mi aveva mai sfiorato, l'ira, mi invase e tentai di schiaffeggiarla.

Con una forza sorprendente per una bambina che non era più bambina mi fermò la mano inguantata.

Allora è proprio vero quello che pensavo di te! Tutti credono che tu sia la Guerriera dell'oltretomba, solitaria e nera ma è solo mera illusione esteriore, un involucro, una protezione. Al suo interno però non vi è ferma e passiva oscurità, non vi è l'inerme accettazione del semplice spettatore, della voce fuori campo, del narratore onnisciente di questa triste storia. La tua anima cristallina non è nera, ma risplende di luce rosata. Tu non sei solo la Guardiana del tempo, sei la guerriera della Rivoluzione, portatrice di cambiamenti e di leggi scardinate, di affetto materno e custode dell'innocenza. No, lasciami finire! Devi ascoltarmi! Non c'è più tempo, non puoi fare più niente in questa dimensione temporale. La tua principessa è morta! Si è suicidata dopo che il suo amato Endymion è stato ucciso dalle ultime truppe rimaste. Li hanno attaccati a nord di Silver Millennium sul Lacus Mortis dove si erano rifugiati.”

Non poteva essere vero! No! Non doveva succedere a lei, non doveva succedere a noi!

Il cuore dell'insetto chiuso nell'ambra cominciò inaspettatamente a battere. Le ali presero a vibrare, a frullare di disperazione e rabbia e la voglia di spaccare tutto, la voglia di manipolare il tempo, riannodare i fili di quel sanguinoso intreccio e tornare indietro si fece schiacciante.

Non puoi tormentarti! Ora devi prepararti a quello che accadrà. Puoi farlo. Questa vita sta per finire anche se niente finisce. La pace tornerà solo quando le due sorelle dai fulvi capelli si ricongiungeranno. Ecco la mia profezia.”

Sentivo nell'aria che si era fatta più fredda che lo spirito stava per andarsene ma prima dovevo chiederle una cosa. Dovevo farlo.

Lui ha sofferto? Che ne è stato del suo regno? Cosa succederà ora a Golden Kingdom?”

Mi guardò con malizia e compassione e io abbassai gli occhi imbarazzata.

Il principe Endymion non è per te e non lo sarà mai. Rassegnati a questa verità che è più certa del Sole che sorge. Per quanto riguarda il suo regno esso non esisterà più, le sue macerie fanno da contrappunto a quelle che sulla Luna ne deturpano la bellezza. Che tale spreco! Due popoli che avrebbero potuto essere così uniti.........”

Avvertii una esitazione ,come se volesse dirmi altro ma già Anenke stava tornando mentre l'altra se ne era già andata.


Vorrei che ci fosse un'altra soluzione ma la Dea è stata chiara nella sua sentenza.

Quando la sua energia è entrata dentro di me non pensavo che sarebbe stato così devastante.

Lentamente trituro le erbe che mi serviranno per l'infuso e ripenso a quello che ha detto. Silver Millennium non esiste più, la mia patria non esiste più .Mia sorella non esiste più. Devo fare cessare tutto questo e c'è un solo modo.

La pace ritornerà quando le due sorelle dai fulvi capelli si ricongiungeranno......

Mi presi una ciocca di capelli color fiamma e mi preparai al mio compito,feci le abluzioni rituali e mi cosparsi di petali di rose. Poi mi sdraiai sull'altare ,fissai la mia Signora e bevvi la pozione.

Mi sarei ricongiunta a mia sorella e tutto sarebbe finito.


Il giorno dopo riandai al santuario. Volevo delle spiegazioni ma una strana inquietudine mi assillava. Stava per succedere qualcosa di tremendo e avevo anche il vago sospetto di cosa si trattasse.

Vidi un capannello di donne che sostavano all'entrata della grotta e il timore si accentuò. Non mi fermarono mentre freneticamente mi dirigevo nella sala dove la statua dominava ogni cosa.

Anenke era distesa sull'altare, bianca, piccola e fragile, le labbra bluastre che tremavano mentre la vastità del suo folle gesto si ripercuoteva in me. Sentii per la prima volta le lacrime minacciare di uscire dai miei occhi quando delicatamente la sollevai e le baciai teneramente i suoi boccoli rossi.

Perché? Perché?”il mio era un urlo.

Princess Pluto se ne era andata, eravamo sole lì, lo spirito morente di Anenke e la creatura appena nata che ero io, non diversa e cambiata nella forma fisica ma nuova nella sua consapevolezza; un essere che poteva piangere per una bambina che si era sacrificata per una stupida profezia che neanche la riguardava perché, come aveva detto lo spirito, ora sapevo.

Avevo quelle capacità per capire chi fosse colei rappresentata nella statua, adesso potevo vedere chiaramente cosa era avvenuto molto tempo prima, e anche se il presente, il mio presente era distrutto e annebbiato dalle mie lacrime, riuscivo a comprendere ogni scorcio del passato e di conseguenza del futuro. Sapevo chi erano i protagonisti della profezia, sapevo chi erano le due sorelle e con terrore mi accorsi che tutto era iniziato con loro.

Volevo imprimermi i volti di queste figure dimenticate nella memoria ma nel momento esatto in cui Anenke esalò l'ultimo respiro anche l'intero universo, lo sentii chiaramente, sembrò fermarsi.

Un tremito mi percosse le membra e il Garnet Orb si illuminò.

La risonanza.

Un'energia spaventosa e potente come mille esplosioni mi accecò internamente, tutto divenne buio e splendente e il mio corpo cominciò a dissolversi per essere catapultato su un altro pianeta, sull'astro in cui la distruzione sarebbe stata manifesta.

Una distruzione che non era la conseguenza di ciò che era accaduto su Silver Millennium. I talismani entrano in risonanza quando la speranza finisce e solo il nulla può permettere una rinascita.

Qui, in questa grotta a forma di teschio la speranza era morta con una bambina che vedeva nella morte l'unica soluzione, qui tutti i valori che avevano sostenuto il nostro mondo erano andati in cenere come i petali delle rose.

Un attimo prima che il mio corpo sparisse, un attimo prima che il cuore fosse invaso dalla desolazione senza fine, il fumo del libero arbitrio, delle variabili e del caso si dispersero e il futuro fu chiaro e netto davanti ai miei occhi.

Sentii una voce allegra e fanciullesca, che sapeva di zucchero filato rosa e cappelli di paglia.

Pu.....”

Una bambina mi veniva incontro, un essere innocente a cui non avrei mai permesso di sacrificarsi inutilmente, a cui non avrei mai permesso di sentirsi emarginata o sopraffatta da fardelli troppo pesanti per lei. Questo sarebbe stato il mio giuramento più sacro e non l'avrei mai infranto anche se voleva dire rompere gli altri provocando la mia morte. Avrei avuto un'amica, un'amica vera che avrebbe scacciato quella solitudine a cui mi ero appigliata come se potesse sostituire un cuore che batte, una bocca che ride, mani che abbracciano. Avrei avuto qualcuno da amare.

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Capitolo 10
*** L'età delle galassie ***


Probabilmente nessuno mi conosce, la storia su di me ha avuto un effetto impietoso relegandomi nell'oblio più assoluto e avevo accettato questo non come una punizione divina ma come un dono, perché volevo essere dimenticata, dovevo essere dimenticata.

Ma ora qualcosa dentro di me mi impone di combattere questa deriva nella dimenticanza e di lottare per farmi conoscere, non perché voglia degli onori, la Dea sa che non ne merito, ma perché la mia vita, i miei sbagli e i tentativi di porvi rimedio siano di monito e forse mi azzardo a dire, di esempio per le giovane generazioni di guerriere che verranno dopo di me.

Inizio come sempre sono iniziate tutte le storie, tutte le biografie, con la data e il luogo di nascita.

Beh per quanto riguarda la data posso dirvi 13,7 miliardi di anni fa mentre per il luogo è un po' più complicato.

Il pianeta in cui sono nata è uno dei primi corpi celesti che si sono formati all'inizio dell'universo e gira tutt'ora attorno alla stella più antica esistente, entrambi nella costellazione della Bilancia, circa 4000 anni luce distanti dalla Terra.

Come tutte le cose più importanti anche il nome di questo pianeta nessuno se lo ricorda. Di certo vi posso dire che non ero la Sailor guerriera di un pianeta prospero e ricco, se lo fosse stato di certo molti avvenimenti non sarebbero successi. Anzi devo dire che era un posto brullo, pieno di rovine, senza vegetazione e soprattutto senza quell'azzurra distesa liquida che caratterizza il vostro astro.

Ma vedete, era la mia casa, il posto in cui e per cui ero nata, le poche persone che proteggevo mi amavano e io le amavo come una madre affettuosa, come una figlia riconoscente, come una Sailor guerriera conscia delle sue responsabilità.

Inoltre ero abituata a molto peggio. Per miliardi di anni non avevo avuto sulle mie spalle solo il peso di qualche centinaia di persone e di un vecchio pianeta caduto in disgrazia. Un tempo ero la Signora della Galassia,ero Sailor Galactos.



Un tempo ero la Signora di Silver Millennium mentre adesso sono un povero relitto umano, profanata nel corpo e nello spirito mentre tento di conservare le poche energie rimaste per fare quello che devo, per saldare un debito che grava sulle mie spalle nei confronti del mio popolo, nei confronti di mia figlia e con mio grande rammarico nei confronti di me stessa.

Non posso morire adesso, è troppo presto ma il soldato terrestre che mi ferito con la sua spada imbrattata del sangue di coloro che dovevo proteggere sapeva come usarla.

Accasciata a terra con accanto il corpo dell'amante di mia figlia cerco di trascinarmi al sicuro perché sento delle voci cattive e aspre come il sangue che ho in bocca avvicinarsi e non voglio che mi trovino qui, completamente esposta nel padiglione costruito sopra il Lacus Mortis dalle mie antenate. Le bianche colonne marmoree, perfette e di una lucentezza spietata sono picchiettate qua e là del sangue di Endymion. Mi avvicino a lui e gli tasto delicatamente una mano e nel farlo ci metto tutto il mo impegno ma ansimo come se avessi corso il tempo di una vita, come se avessi corso il tempo di una morte.

E lui è sicuramente morto, le iridi blu che guardano in alto, i capelli di un sublime e rivoltante nero ciliegia, contorno perfetto per lo squarcio che gli ha spaccato il cranio e che condannerà mia figlia alla più dolorosa e inaccettabile delle morti.

Con il residuo di fiato che mi rimane nella gola secca, in cui non vi erano ne urla ne pianti nemmeno quando quello stesso soldato ha violato il mio corpo per umiliare me e le donne della mia stirpe, cerco di alzarmi il tanto che basta per vedere cosa sta succedendo all'estremità del pontile dove sento rumori secchi, cozzare di armi e schiocchi quando le ossa e le cartilagini vengono tranciate.

Evidentemente le guardie del corpo che mi sono rimaste, quelle che non sono fuggite con la barca ormeggiata ad un lato del padiglione trascinando di peso Serenity in lacrime, sono state sconfitte e ormai arriveranno a me prima che io sia riuscita a portare a termine il mio compito.

Sento dei passi sulle assi del pontile, sono in due e vanno di fretta. Ormai non ho la forza neanche di alzare la testa quindi solo quando sono sopra di me li riconosco e posso permettermi finalmente, forse per la prima volta da quando è iniziata questa guerra, di respirare liberamente.

I volti di colei che oggi si fa chiamare Larissa e di un soldato con un improbabile quanto pericoloso ciondolo attaccato ad una catenina mi osservano per un attimo con uno sguardo di timore e terrore, angoscia e paura di toccarmi poi Larissa con la bocca distorta da una smorfia di puro ribrezzo esclama:

Cosa vi hanno fatto Vostra Maestà!”poi la rabbia sparisce dalle sue iridi nocciola e si china su di me e sento un profumo di lavanda che è una promessa di paradiso.

Bastardi terrestri, non hanno rispetto per le loro donne, figurarsi per la nostra sovrana!ӏ il soldato con il simbolo di Urano a parlare adesso.

Non.....dovete preoccuparvi........per me....,”riesco a balbettare.

Vi porteremo via da qui e poi potremo curarvi....dovete solo resistere Vostra maestà!”.

Si....certo...ma prima.....,”guardo Larissa e lei capisce.

Boforchia qualcosa al soldato che si dilegua poco lontano per”controllare se arriva qualcuno”anche se sappiamo bene tutti e tre che non è così.

Ora mia regina dovete rilassarvi, penserò io a voi!”nel dire quelle frasi con un tocco delicato copre il mio inguine ignominiosamente e crudelmente esposto come un trofeo o come una cosa che ormai non vale più niente. Sento male in ogni mia più piccola parte ma so che Larissa ha ragione. Se riuscissi a rilassarmi andrebbe sicuramente meglio per il mio povero corpo.

Ogni fibra del mio essere però si ribella, e i muscoli pelvici ancora di più ma devo farlo;così intraprendo questo difficile proposito e smetto di sanguinare. Avrei potuto usare il Cristallo d'Argento per curarmi, e per un attimo sono stata tentata di farlo, mi sento sporca e internamente spezzata,non più integra. La cosa che più desidero è un bagno di luce nello splendore e nella purezza, rimarginare le mie ferite e magari fare finta che non sia successo niente, ma il Cristallo d'Argento non è fatto per questo. Non si può rimediare all'irrimediabile, e inoltre il suo potere mi serve per uno scopo più giusto; in fondo dimenticare tutto sarebbe come se quell'uomo mi avesse davvero ucciso più del colpo di spada che mi ha inferto.

Andrà tutto bene mia regina, non è ancora finita!”e chi meglio di lei poteva capirmi? Chi può comprendere le conseguenze di uno stupro se non una persona che lo ha vissuto?

Infine sei venuta......combattendo per Silver Millennium; e permettendomi di portare a termine il mio compito hai saldato il tuo debito.....,”la guardo, l'uniforme color viola glicine spiegazzata e con macchie di sangue secco, la spessa treccia arancio-dorata lievemente disfatta e le labbra contorte in una smorfia gentile che vuole nascondere una feroce rabbia latente.

Non ditelo Vostra Maestà....non pronunciate quel nome, non sono più.....”

Si che lo sei e lo sei sempre stata! E' ora che Larissa sparisca perché lei non può aiutarmi! Lei non può aiutarci! Ho bisogno che ritorni Sailor Galactos!”



Non si può fuggire al passato per sempre, prima o poi ti riacciufferà e pretenderà lo scotto degli anni, anzi nel mio caso dei secoli dimenticati e la penale forse sarà la tua stessa vita.

Quando ho visto Queen Selene in quelle condizioni, lì in quel padiglione degli orrori, con le gambe piene di lividi e il grembo violentato ma con quella scintilla di dignità che non aveva mai abbandonato la sua persona, avrei voluto tornare indietro, avrei voluto mantenere anche io un'anima candida anche quando la sozzura ti macchia il corpo.

Guardai il ventre di Selene, doveva patire enormi sofferenze, chi aveva compiuto quello scempio era davvero un mostro e mi augurai di averlo tra le mani.

Almeno a fare questo era stato un essere reale, tangibile mentre nel mio caso come si fa a vendicarsi delle tenebre?

Appoggiai istintivamente le mani sul mio di ventre e ricordai un'altra sensazione, un movimento leggero, una creatura timida che esplora i confini dello spazio carnoso che la racchiude.

A quel tempo, cioè ormai tre secoli fa, consideravo mia figlia come una creatura timida ma poi si è rivelata ben altro.

Queen Selene aveva ragione. Io ero stata Sailor Galactos.

Ma dopo quello che era successo non mi reputavo più all'altezza di guidare la galassia, ormai ero corrotta. La Via Lattea aveva bisogno di qualcuno di immacolato che la rappresentasse, così mi ritirai sul mio povero e anonimo pianeta per nascondere e crescere la mia vergogna.

Purtroppo però il Gruppo Locale non la pensava nello stesso modo. Mi scovarono nel mio rifugio proprio dopo il parto e ancora non avevo osservato quell'essere nato da me che Sailor Andromeda era entrata nella mia camera.

Il portamento eretto e la divisa azzurro ghiaccio che contrastava con i suoi capelli biondissimi si profilarono sulla soglia, e io sentii una sensazione di gelo che mi attanagliò, una morsa di paura che mi portasse via quel fagotto caldo, quella bambina la cui nascita non avevo programmato; ma insieme arrivò anche il sollievo poiché ormai non dovevo più vivere in clandestinità.

Così hai deciso di portare a termine la gravidanza Galactos........Io non ne avrei avuto il coraggio!” la sua voce sottile ma insolitamente acuta mi accapponò la pelle ma fissai quelle iridi di un pallido e acquoso celeste che mi squadravano con palese disapprovazione.

Tu e Sailor Pinwhell potete anche non approvare ma sono io che devo decidere. In fondo ho pagato per averla. Ho rinunciato al destino per cui esisto, non sono più la protettrice della Galassia, quindi la tua presenza qui è inutile!”

Ti sbagli!” la sua voce era proprio di una tonalità giallo limone come quella del suo fiocco, e il suo sorrisetto una stilettata al vetriolo, ”tu non puoi smettere di essere ciò che sei anche se con il tuo comportamento ostinato hai disonorato noi Antenate!Come puoi essere un esempio per le guerriere che verranno? Ti rendi conto che ci hai messo un bersaglio addosso facendo nascere quella....quella....”

E' mia figlia e non ti permetto di parlare così!”stavo tremando e la debolezza del parto non mi aiutava.

Ti dico solo questo e poi me ne vado: prima o poi dovrai fare una scelta, o lei”e indicò l'essere miagolante tra le mie braccia”o la salvezza dell'universo!”

Smettila Andromeda, se sei venuta per minacciare allora veditela con me e non con una puerpera moribonda!”una figura famigliare e splendente fece il suo ingresso, un bagliore di furia repressa ma canzonatoria negli occhi viola porpora.

Ti ci metti anche tu Silver? Non potrai difenderla a lungo ma dato che sono in minoranza sono disposta a ritirarmi per ora!”

Ecco vattene e rassicura il Gruppo Locale che non ci saranno problemi, come può una bambina così bella,” e prese la piccola in braccio facendole delle buffe moine, ”minacciare l'equilibrio dell'intero universo?”


Già, come poteva un tale esserino essere così pericoloso?

Negli anni seguenti sia io che Sailor Silver crescemmo la bambina secondo i principi delle sante guerriere che difendevano i valori della giustizia e dell'amore e nessuna ombra si profilava in quell'orizzonte sterminato che potevo intravedere ogni giorno dal mio balcone. Certo, non potevo offrirle molto, il mio palazzo non era certo come quello del Regno della Luna ma Galaxia era una bambina buonissima, di una dolcezza commovente a volte.

L'unica cosa che stonava con questo idillio, e quando ve lo dirò sicuramente riderete ritenendomi una sciocca, erano i suoi capelli.

Non assomigliavano ai miei anche se avrebbero potuto esserlo. Sembrerà strano ma erano di due colori, due colori ben distinti!

La parte attaccata al cuoio capelluto era dorata mentre le ciocche più lunghe erano di un vivido rosso scuro.

Non appena Silver aveva notato la cosa si era lasciata scappare:

Ma questa bambina sembra già essere spezzata in due!”

La fulminai con un'occhiata e per un po' nei nostri dialoghi permané una freddezza scomoda e insidiosa. Di Silver mi ero sempre fidata, era una mia alleata come guerriera di un altro pianeta del mio stesso Sistema Solare; l'avevo anche mandata circa 4,6 miliardi di anni fa in una zona che a quel tempo era remota, nel braccio chiamato dello Sperone di Orione. Dovete sapere che la mia galassia, la Via Lattea è una spirale barrata, quindi ha molti bracci che si dipanano dal centro galattico. Non mi piace pensare a quel posto, ma se devo raccontare la mia storia sentirete molto spesso nominare questo fulcro di negatività, l'origine della mia perdizione.

Comunque in uno di questi bracci, appunto lo Sperone di Orione in quel periodo ferveva un'attività particolare e nuovi potenti astri stavano vedendo la luce con nuove e giovani Sailor Guerriere che li avrebbero protetti. Quindi avevo mandato Silver a controllare e lei si era fermata in un pianeta molto vicino alla stella madre che voi chiamate Sole, precisamente il pianeta Venere. Lì per alcuni secoli vi si era stabilita dando vita ad una comunità prospera che la venerava. La cosa non mi sorprese; erano esseri ancora non molto progrediti e la loro Sailor guerriera non era neanche nata, in più Silver è molto avvenente, con i suoi capelli biondo rame che le ricadevano lunghi e morbidi sulla sua divisa verde acido con il fiocco viola porpora e la statura di una dea. Se io non avessi portato i sandali alla schiava color glicine che completano la mia uniforme sarei sembrata minuscola in confronto a lei.

Eravamo cresciute insieme e avevamo smesso di crescere fisicamente insieme, perché una guerriera rimane giovane e bella grazie all'energia del suo inestinguibile seme di stella.

Ecco perché la morte non mi aveva mai spaventato tanto. Una Sailor muore solo in tre occasioni: quando il suo pianeta muore; in battaglia contro i nemici(ma in quel caso tornerà certamente in vita se il suo nucleo cristallino è rimasto intatto) oppure se decide liberamente di porre fine alla sua vita. In quel caso la potenza del suo seme di stella non può nulla, prevale e prevarrà sempre la volontà. Noi Guerriere possiamo fare tutto con la nostra volontà, con la nostra dedizione.

Perciò io e Silver eravamo molto unite; guardavamo insieme quell'ammasso nebuloso in formazione che sarebbe diventato il vostro Sistema Solare. Ci mise milioni di anni a formarsi, prima il sole e poi i vari pianeti.

Nelle notti abbastanza fresche ci sdraiavamo sull'erba e scommettevamo su in quali di quegli astri sarebbe nata la vita e io seppi subito su chi avrei puntato. Infatti non appena avevo visto quella distesa azzurra, quel colore così meraviglioso e denso in cui niente poteva perdersi davvero e in cui tutto poteva essere ritrovato sentii un'urgenza di recarmici, esplorare quel nuovo mondo pieno di promesse e anni più tardi sarei andata io al posto di Silver se non avessi avuto quel pesante fardello, il peso dell'intera Galassia che era la mia priorità assoluta.

Potete capire quindi benissimo come il raffreddamento dei nostri rapporti fosse stato traumatico per me, ma non potevo permettere che anche lei mettesse in dubbio la natura di mia figlia. Perciò mi apprestai a crescere Galaxia sfidando la diffidenza di tutti e più la osservavo e più mi dicevo che Silver e il Gruppo Locale si sbagliavamo clamorosamente.

Un giorno, dopo circa sette dei vostri anni terrestri Galaxia stava in quello che noi chiamavamo giardino ma che era un spazio spoglio e misero che circondava la mia dimora quando sentii un grido.

Corsi fuori e vidi la mia bambina china per terra con qualcosa tra le mani.

Guarda mamma questo uccellino è ferito ad un ala e non può più volare! Dobbiamo curarlo!”

Controllai il povero volatile che aveva non solo un'ala spezzata ma anche una ferita alla testa e dubitavo che potesse sopravvivere.

Mi dispiace amore mio ma l'uccellino non credo che guarirà. Spero solo che non abbia una lunga agonia.”

Allora forse dovremmo aiutarlo!”e detto questo strinse ferocemente l'esserino che pigolò straziato dal dolore e poi non pigolò più.

Trattenni un grido di orrore vedendo l'uccello schiacciato e la manina di Galaxia piena di sangue e sostanze vischiose uscite dal corpo letteralmente esploso.

Adesso non soffre più mammina!”e l'innocenza e il candore di quelle parole mi fecero tremare tanto da non riuscire a tirarmi in piedi. Me ne stetti lì con una figlia che non conoscevo e che mi faceva una paura folle e la prima cosa che feci fu di chiamare Silver dopo tutti gli anni che non ci eravamo viste.

Le raccontai l'accaduto e la sua faccia inorridita mi spaventò.

Non dovresti stupirti Galactos .Per tutti questi anni hai sperato che la tua parte prevalesse ma non puoi dimenticarti la sua parte. Quella bimba è internamente e non solo divisa tra due estremi, uno positivo e uno negativo. Sai che è così. Puoi fare finta di niente, puoi solo sperare che prevalga il buono che c'è in lei....”

Quello che mi chiedo Silver e se c'è del buono in lei......e se invece fosse davvero come dice Andromeda un pericolo per tutti noi e per se stessa?”

Non è così. E' anche tua figlia e qualcosa dalla Signora della Galassia deve averlo pur preso .Deve solo essere guidata, deve essere controllato il suo grande potere. Se pensi che il Gruppo Locale abbia disapprovato la tua scelta solo perchè la reputa un pericolo ti sbagli. Loro sanno che Galaxia è potente, forse potrebbe diventare la Sailor guerriera più potente e la temono, la temono molto.”

Dopo quel colloquio in cui io e Silver eravamo tornate più amiche che mai non era successo niente di così clamoroso come l'episodio in giardino.

Di nuovo gli anni fecero il loro corso e Galaxia divenne una splendida adolescente e come tutti gli adolescenti cominciò a voler ottenere i suoi spazi, sfidare i propri limiti, saggiare le sue capacità e sfidare l'orizzonte davanti a lei.

Non sapevo che una di quelle sfide si sarebbe rivelata tragicamente allettante, anzi quando mi si parò davanti neanche la riconobbi per ciò che era, vedevo solo un vecchio rattrappito con una strana sfera in mano che si presentò alla mia porta.

Non potevo vedere il suo volto nascosto dal mantello scuro e quando si palesò con la sua aura demoniaca era troppo tardi.

Mi braccò nell'atrio dimesso che dava sul giardino .Non aveva più l'aria del mendicante ma sprigionava energia nera da tutto il suo corpo.

Signora della Galassia, ti ringrazio per la tua ospitalità su questo pianeta misero e tetro. Ammetto che mi aspettavo di più da una delle Antenate ma tu non sei colei che cerco, quindi non mi interessa l'astro che hai scelto di proteggere, l'astro di cui ti sei accontentata. Non avevi bisogno di scegliere, avevi l'intera Via Lattea da conquistare mentre ora guardati attorno......questo posto è in rovina, non ci sono miniere di metalli pesanti e le poche persone che ci vivono devono faticare e la loro salute è cagionevole. Mi domando perché, perché la potente Sailor Galactos, membro del Gruppo Locale e una delle prime Sailor guerriere a nascere, una delle depositarie degli antichi segreti e conoscenze si sia volontariamente relegata in questo rimasuglio di elio ed idrogeno che non interessa a nessuno!”

Interessa a me! Questo è il luogo in cui sono nata e a te non deve interessare. Ti riconosco e mi rendo conto che sono stata una stupida a farmi avvicinare da te! Riferisci al tuo padrone che qui non c'è niente per lui e vattene!”ero furiosa e anche impaurita. Stava per accadere qualcosa di estremamente pericoloso e avevo la sensazione di non potere fare niente per impedirlo.

Ti sbagli mia Signora del Nulla, qui c'è qualcosa, anzi qualcuno di molto prezioso per lui, tua figlia Galaxia.......adesso tu mia cara consegnerai la tua bambina a me, il Supremo Fantasma nato da Chaos stesso e suo messaggero. Obbedisci e forse ti risparmierò la vita!”

No, tu non avrai Galaxia, lui non avrà mai Galaxia! Te lo impedirò con tutte le mie forze ed è meglio che te ne vai e forse io risparmierò la vita a te. Lei non gli apparterà mai!”

Il Supremo Fantasma rise,e rise, come se si divertisse immensamente:”Ma lei gli appartiene già!”



Sailor Galactos e il giovane soldato di Urano sono stati molto gentili cercando di infliggermi il meno dolore possibile mentre mi stanno trasportando via da lì, via da quel luogo di morte.

Tanto tempo prima, le mie antenate hanno costruito quel padiglione sul Lacus Mortis per placare le dee che vi dimoravano, infatti è decorato con teschi di ossidiana con intarsi a forma di rose argentate. E' molto bello, un vero capolavoro e sono contenta che sia la tomba di Endymion.

Ci stiamo dirigendo a est e per giunta a piedi. Mi sono accorta che Sailor Galactos ha qualcosa che non va fisicamente ma sono troppo stanca e troppo concentrata su quello che devo fare per approfondire il problema. Voglio solo dormire per un tempo immemorabile e sognare la mia infanzia, quando tutto era più bello,come la nascita di Serenity, che non so dove sia, o l'incoronazione delle mie prodi guerriere. Ricordo così chiaramente! Quanta nostalgia ora che tutto sta per finire!

Questi pensieri però non mi sono di nessun aiuto, non devo pensare ai fulgidi giorni del passato ma alle tristi ore che scandiscono il mio futuro.



La creatura malvagia che mi stava davanti aveva ragione. Per quanto io avessi finto in questi anni che Galaxia fosse mia in realtà lei non lo era affatto.

Come poteva esserlo se una metà di lei era oscurità?

Il Supremo Fantasma se ne stava immobile di fronte a me e anche se non gli vedevo il volto percepivo il suo ghigno di trionfo e osservai la sua sfera che in quel momento brillò mostrandomi una scena famigliare, una scena che apparteneva al mio passato.

Ero in quella stesso porticato ma era notte e io stavo come sempre guardando il cielo. Ero ancora Sailor Galactos e mai come allora ero orgogliosa di rappresentare la Via Lattea. Ma non era la mia Galassia che stavo osservando ora, quella scia bianca come una collana di perle; era invece un piccolo pianeta, giovane e splendente, pieno di speranza e potenzialità.

La Terra. Oh Dea, adoravo osservarla, avevo un fascino magnetico che non potrei spiegare. Silver mi canzonava per questa ossessione morbosa verso quell'astro così lontano e poco sviluppato, così prematuro da non avere neanche una Sailor guerriera che lo proteggesse.

Comunque non voglio dilungarmi; quella sera, nel preciso istante in cui realizzai che era in quel pianeta il mio destino e una piacevole e giovanile euforia mi pervadeva l'animo,beh in quel momento persi tutto.

Forse ero distratta ma non percepii che l'atmosfera stava cambiando, che le ombre delle colonne non erano più confortevoli e un riparo per le mie emozioni ma erano diventate una trappola senza scampo.

Fino ad allora non sapevo che l'oscurità fosse viva ma lo era. Lo era!

Mi sentii avvolgere da qualcosa di soffocante e nero, come una collana di perle scure che mi strangolasse e un essere fatto di buio ed incubi, di urla nella notte e tenebre mi invase.

Invase il mio fisico stuprandomi il corpo e invase la mia anima corrompendola.

Caddi per terra, attorno a me Chaos, perché di lui si trattava, mi aveva completamente ricoperta come una nube,un miasma infernale e lo sentivo ridere, dentro di me, fuori di me ma non vedevo bocche.

C'erano solo tre occhi rossi che ammiccavano e il suo lurido corpo si contorceva in spasimi disgustosi che mi stritolavano dolorosamente.

Nel momento in cui le sue convulsioni raggiunsero il massimo avvenne una cosa terribile e che ancora non riesco a spiegare.

All'apice della nostra macabra unione quel mostro divenne debole, anzi divenne la creatura più debole del creato. Se fossi stata coraggiosa e se avessi ricordato i valori delle Sailor guerriere io, che ero parte di lui e lui di me come un solo essere, bene e male attorcigliati e fusi insieme, io Sailor Galactos avrei potuto facilmente ucciderlo e con lui perire io stessa.

Ma non lo feci. L'istinto di conservazione fu più forte di tutto, della repulsione, dell'orgoglio, del dovere e dell'amore. Nell'attimo in cui mia figlia fu concepita raggiunsi il punto più basso della mia esistenza perché anteposi la mia vita su tutti i miei principi e non mi curai delle conseguenze.

Conseguenze che furono chiarissime alcuni mesi dopo. Non nascosi niente al Gruppo Locale, mi ritirai sul mio pianeta e mi preparai a diventare madre.

La visione terminò con la faccia di mia figlia ma questa non era un'immagine creata da quella perfida creatura.

Era il viso riflesso di Galaxia che, nascosta dietro ad una colonna aveva assistito alla ricostruzione di ciò che era accaduto e ora sapeva la verità sulle sue origini.

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Capitolo 11
*** L'età della Terra ***


A volte non ti accorgi che la tua vita sta per cambiare, che sei arrivato ad un bivio e che le cose non saranno mai come prima.

Non so se avrei preferito saperlo; mantenere un'illusione di controllo della propria esistenza ti aiuta a non impazzire ma può anche accecarti e quando il pericolo ti sbatte contro, dritto in faccia, il colpo fa più male e ti ritrovi a terra prima di renderti conto che sei davvero caduta.

Perciò quando vidi la mia piccola Galaxia impaurita e con gli occhioni spalancati per le rivelazioni travolgenti della sua nascita che aveva visto, che aveva PERCEPITO nella sfera di quel bastardo, il tirapiedi di Chaos, non avvertii la minaccia incombente ma ero solo furiosa che mia figlia avesse scoperto così quella verità che avrei preferito rivelarle io, in un altro momento, in un altro luogo, in un'altra vita.

Dopo che la sfera del Supremo Fantasma, il vecchio Saggio malefico venuto qui direttamente da Sagittarius A per chissà quale malevolo proposito, era tornata alla sua oscura normalità, Galaxia si girò lentamente verso di me, pregandomi con lo sguardo che tutto ciò non fosse vero.

Lei non poteva essere la figlia di Chaos.

Lei non poteva essere una creatura d'ombra per metà. Per metà.

Si, dovevo concentrami su quello, su quella parte che io le avevo dato, un'eredità di luce e purezza che tentai di infonderle attraverso i miei di occhi, cercando di trasmetterle sicurezza, tranquillità, che niente era cambiato tra noi, in lei.

Mentre ci fissavamo questo legame era fortissimo, sarei riuscita a trattenerla, ne ero sicura, poi una risata cavernosa e raschiante si intromise e io sentii il filo rosso che ci univa sfilacciarsi piano piano fino a ridursi ad un sottile richiamo inconscio, quel residuo di cordone ombelicale che nemmeno Chaos poteva spezzare.

Vieni con me piccola Galaxia, tuo padre ha un'enorme sorpresa per te! Se mi seguirai potrai vedere un intero universo di meraviglie che neanche puoi immaginare, pianeti così grandi e floridi in cui potrai regnare incontrastata. Finora tua madre, questa donna che ha rinunciato al suo potere, che ha rinunciato all'intera Galassia ha dominato la tua vita, ti ha relegato in questo sperduto astro, povero e marginale e invece di crescerti ambiziosa e orgogliosa della tua nobile stirpe se ne sta qui.....ad osservare un altro pianeta altrettanto misero e altrettanto trascurabile. Vieni con me Galaxia e vedrai il centro della vita!”

Non starlo ad ascoltare! E' un bugiardo e un impostore!”avrei voluto gridarle queste parole ma mi erano rimaste incastrate in gola. In realtà una vocina dentro di me mi bisbigliava maligna che non erano tutte menzogne quello che diceva.

Madre, non voglio lasciarti! Ti prego, dammi una ragione per restare!”

Tutto mi sarei aspettata ma non questo. In quei pochi minuti in cui mi ero ripresa mi attendevo un totale rifiuto o un'accettazione completa da parte di mia figlia.

Quale ragione? Quale ragione potevo darle per restare? Il mio pianeta era davvero povero,non avevo niente da offrirle; Chaos era veramente suo padre ed ero sicura che non le avrebbe fatto fisicamente del male ma il reale motivo per cui stavo ancora nel mio vigliacco silenzio era che io volevo che andasse.

Per tutti questi anni le avevo voluto bene, le avevo dato la vita ma una parte del mio cuore la odiava. Odiava il modo in cui era stata concepita,odiava le conseguenze che la sua nascita mi aveva portato, odiava il fatto che il fardello di sostenere e proteggere la Via Lattea fosse stato sostituito da un peso ancora più opprimente.

Volevo solo essere libera, senza legami e doveri e magari raggiungere il pianeta azzurro che adoravo.

Era questo il prezzo? Era l'anima di Galaxia che dovevo vendere per il mio destino sulla Terra?

Ripensandoci ora dopo tre secoli saprei cosa fare e non ci penserei un attimo a dire le parole giuste per evitare quello che successe .Ma la mia bocca restò risolutamente chiusa mentre gli occhi di mia figlia si aprivano per fare uscire un'unica lacrima.


A volte ti accorgi immediatamente che sei arrivata ad una svolta, ad una lacerante biforcazione che si spezza in due, che ti spezza in due. Mi volto indietro verso il Lacus Mortis che sparisce nell'orizzonte grigio della mia patria.

Strano, la mia percezione dei colori è cambiata radicalmente, il suolo lunare mi era sempre sembrato color argento mentre adesso lo vedo cinereo e fumoso, pregno dei fuochi provenienti dai villaggi bruciati, pregno dell'odore di ossa tritate e corpi in decomposizione. Setebos e Sailor Galactos si stanno dirigendo verso il Lacus Somniorum perché i ribelli terrestri non si sono spinti così lontano a sud-est e noi potremo essere al sicuro.

Se il soldato di Urano mi sembra ancora in forze e risoluto ad andare avanti non è così per Sailor Galactos che si accascia al suolo respirando affannosamente e si tiene una mano premuta sul fianco destro.

Che succede?”Setebos mi posa delicatamente a terra e il contatto con la mia fredda Luna mi fa rabbrividire.

Niente, devo solo riposare! Non preoccuparti per me!”

Lo sento imprecare. ”Sei ferita! Perché non me lo hai detto? Non ti avrei costretto a marciare per tutto questo tempo! Fammi vedere!”

Li sento trafficare, lui borbotta mentre lei minimizza. Se non fossi così stanca e provata la aiuterei ma ormai il dolore fisico e mentale si impossessano di me rendendomi indifferente e passiva. Voglio solo arrivare al tempio della Dea Argentata e tutto quello che mi rallenta mi rende rabbiosa e ingrata.

Sailor Galactos sembra capire il mio stato d'animo, la mia impazienza feroce che è la mia sola scintilla di energia rimasta, quello che mi spinge a rimanere viva e non lasciarmi assorbire da questo terreno duro, ferito, eppure famigliare come un grembo materno.

Dobbiamo andare, ormai non manca molto”nel dirlo si guarda intorno come se sentisse una minaccia che incombe, qualcosa di più spaventoso della guerra ,di più devastante dell'attacco del Regno delle Tenebre, di più terrificante del destino che ci attende.

Una falce brilla violacea, pronta a calare su di noi, un sibilo che sembra il respiro silenzioso e immenso dell'universo.


Non mi aspettavo di rivederla. O di rivederla cosi immutata.

Forse mi aspettavo un mostro con un solo occhio, o forse un essere deforme che avesse preso il posto della mia dolce e bellissima bambina. Si associa sempre la bruttezza alle cose cattive ma il fascino di quella donna che mi stava di fronte dopo tanti anni che non la vedevo, la pelle lattea, l'ossatura delicata e lo splendido ovale del volto che incorniciava due occhi che brillavano di letale perfidia era più inquietante di qualsiasi mostruosità.

La vera, cruda malvagità è nella perfezione.

Accanto a lei con un sussulto vidi un'ombra nera, quell'ombra che è ancora nei miei incubi e il mio primo istinto fu di staccarla da Galaxia, di separare quelle due creature che non potevano, non dovevano essere unite.

Ma ero stata io a permettere questo perciò strinsi i pugni e inghiottii rabbiosamente il bolo di saliva che mi si era formato in gola.

Ciao cara mammina, spero che tu stia bene! Sei sempre la stessa, non sei invecchiata affatto e devo ammettere che sono un po' gelosa del tuo aspetto fisico”.

Si avvicinò con passi felpati, gli stivali d'oro che ticchettavano nel pavimento rovinato della sala principale del palazzo.

Non credevo che mi potesse fare del male ma quando alzò la mano per toccarmi la pesante treccia che pendeva sulla mia spalla, inavvertitamente mi scostai.

Galaxia ghignò piano, godendo della mia reazione. C'era qualcosa di felino,di latente e pronto a scattare in lei ma è difficile credere che tua figlia ti si possa rivoltare contro.

Perché lo hai portato qui? E cosa hai fatto in tutti questi anni?”a mio modo ero molto curiosa, volevo sapere l'origine di quel cambiamento che insieme mi terrorizzava e mi affascinava.

Mio padre,” e si voltò verso l'essere-ombra in famelica attesa, ”mi ha dato un nuovo pianeta tutto per me, la Stella Zero. Devi vederlo, è grande e ricco, la sua metallicità è molto più elevata di qualsiasi corpo celeste che abbia mai visto. Ma non sono qui per elencarti le qualità del mio dominio. Anzi, mi sono stancata di possedere solo una stella. Le voglio tutte!”rise sguaiatamente e la sua armatura baluginava di dorati riflessi crudeli.

Voglio conquistare tutte le stelle di questa Galassia, voglio estirpare da ogni singola guerriera il suo seme di stella......e indovina un po' da chi inizierò?”

MI guardò con tale spietatezza che il mio cuore smise per un momento di battere.

Osi alzare le mani su tua madre?”

Mia madre! Smettila di fare l'innocentina e piegati al mio volere. Tu hai rinunciato al tuo potere, hai rinunciato a questo”e indicò in alto la polvere bianca come zucchero filato che era stato il mio fardello. La mia ragione di vita.

Ma io non sarò così stupida, io diverrò Sailor Galaxia!”il suo tono stava diventando disgustosamente esaltato, ”ora mammina mi darai il tuo seme di stella......puoi consegnarmelo spontaneamente o te lo strapperò con la forza!”

Non ci riuscirai!”feci un tentativo di allontanarmi ma sentii una forza tenebrosa che mi trascinava a terra, debole e inerme. Chaos.

Accucciata, umiliata come non ero mai stata in vita mia vidi mia figlia che si inginocchiava accanto a me con un sorrisino talmente falso da darmi la nausea e un tono dolce come zucchero filato, come la Via Lattea che splendeva sopra di noi, immota e distante.

Me lo darai, vero mammina?”la sua mano tocco il mio petto e sentii il mio cuore che batteva impazzito, un dolore sordo che mi esplodeva dentro e la mia anima cristallina che si ribellava a quell'invasione.

Ga....laxia.....ferma....ti!”non riuscivo a respirare e la vista mi si era annebbiata.

La donna, l'estranea che mi era di fronte parve esitare, la bambina che piangeva per un animale ferito ritornò per un attimo a guardami stranita, con lo stesso stupore nel costatare di stritolare di nuovo la forza vitale di un essere inerme riducendolo al suo volere.

Non tentennare figlia mia! Prendi il seme di stella di tua madre! Che questo sia il primo della tua grande collezione!”c'era un tale trionfo nella voce lugubre e mefitica di Chaos che non dubitai che la mia fine fosse vicina.

Eppure il dolore si fece meno intenso e quando riaprii gli occhi accecata dalle lacrime Galaxia si era alzata, e mi osservava come un gigante che avesse graziato l'insetto che voleva disperatamene schiacciare.

Notai allora che aveva con se una spada enorme e inaspettatamente la rivolse contro suo padre.

Perché disturbarmi a prendere il suo seme di stella? Per una che ha abbandonato sua figlia non ne vale neanche la pena e poi questo lurido pianeta non mi interessa.....sai padre, non c'è gusto a battersi con una perdente, perché tu cara mammina SEI una perdente”una occhiata di presuntuosa sufficienza saettò verso di me”voglio diventare potente, più potente di qualsiasi Sailor guerriera sia esistita e che esisterà. Tutti mi acclameranno perché avrò distrutto Chaos stesso, mio padre! Sarò la Guerriera Leggendaria e il mio mito si diffonderà in tutte le Galassie!”

Credi davvero di potermi sconfiggere? Se vuoi davvero uno scontro epico, questo pianeta è troppo piccolo; questo Sistema Solare antico è troppo piccolo. Raggiungimi nel Galaxy Chauldron e vedremo se la mia progenie riuscirà a battermi!”

E scomparve in frammenti oscuri che esplosero come schegge, con un rumore di specchi e speranze infrante.

Per ora sei salva mammina, ma ti consiglio di non farti trovare qui quando ritornerò. Perché io ritornerò, sconfiggerò il mio stesso padre e poi mi prenderò ogni seme di stella di questa Galassia. Puoi scappare, se fossi in te lo farei, magari sul quel pianeta, la tua azzurra ossessione. Ma sappi che un giorno anche quell'astro che adori più di me, più della missione per cui sei nata sarà mio, e tu non puoi fare niente per impedirlo!”


Abbiamo viaggiato verso sud-est per cinque giorni. Le mie condizioni e quelle di Sailor Galactos sono peggiorate ma io non recedo dal mio proposito e confido troppo nel senso del dovere della mia compagna di viaggio per scoraggiarmi. Lei deve molto a Silver Millennium, ha un debito che deve pagare così come l'ho io nei confronti di tutti i miei sudditi, di tutte le mie ragazze, di mia figlia. E della Terra. Come abbiamo fatto a ridurci così? Tre secoli sono ormai passati eppure ancora ci odiano mentre si sono dimenticati che sono stati loro a rinunciare a noi, a rinunciare a lei, ad ucciderla senza alcuna pietà per poi relegarla nell'oblio. Se fosse ancora viva questa guerra non ci sarebbe mai stata e forse Serenity avrebbe potuto amare liberamente il suo Endymion. Ma il passato non si può cambiare, Sailor Earth non potrà tornare mai più.


Seguii il consiglio e non appena Galaxia sparì in un turbine di polvere dorata mi sciolsi la mia lunga treccia, mi spogliai della mia uniforme viola e me ne andai, abbandonai per sempre il pianeta in cui ero nata.

Percorsi 4000 anni luce con un unico chiodo fisso. Dovevo raggiungere quel pianeta azzurro che mi chiamava dalla prima volta che lo avevo visto.

So che il vostro giudizio su di me sarà spietatamente negativo ma non appena lo raggiunsi fui veramente felice, persino più del giorno in cui nacque Galaxia.

Tutta la passività, il nichilismo e la codardia che avevano caratterizzato gli ultimi anni se ne erano andati e tornai ad essere una guerriera fiera e potente anche se paradossalmente non lo ero più.

Scoprii che sul quel pianeta vivevano delle persone che non erano protette da una paladina della giustizia ma erano sotto l'egida di diverse tribù molto popolose chiamate Regni.

Ne esistevano molti ma il più grande era il Golden Kingdon, governato da un sovrano, un uomo! come appresi con sorpresa e il potere si tramandava per linea maschile.

La cosa non mi infastidiva finché potevo vivere liberamente facendomi gli affari miei.

Ma il fatto che cambiò drasticamente la mia vita fu che per la prima volta mi innamorai.

Lui era un ragazzo bellissimo, gentile e comprensivo. Si chiamava Tellus e io lo adoravo. Gli raccontai del mio passato ma dubito che avesse compreso appieno la mia origine o la portata dei fatti da me narrati. Forse non ci credeva neanche del tutto, considerandole delle storie un po' infiorettate a cui accondiscendere con bonario scetticismo.

Da questa unione nacque una bambina e appena la vidi sapevo che lei era destinata a cambiare questo pianeta.

Più cresceva e più mi somigliava, una versione più scura, con la sua carnagione abbronzata, i capelli di uno scuro oro-rosso caramellato, le iridi di un castano profondo e caldo.

Non era una comune abitante di questo pianeta che non avevano poteri, o almeno che si ostinavano a non cercarli nel profondo di se stessi. Anzi,lei era una terrestre per metà.

Eppure mi resi conto che era la PRIMA terrestre, la capostipite delle future generazioni che avrebbero dominato questo astro poiché un giorno che lei tornò dalla sua passeggiata nelle grandi foreste dell'emisfero settentrionale in cui vivevamo circonfusa di una luce dorata considerai l'ipotesi che anche lei fosse una Sailor guerriera.

Ma non una guerriera qualsiasi, era proprio la protettrice della Terra, era Sailor Earth.

Tutto il mio percorso, tutta la mia sofferenza era servita a qualcosa. Io dovevo arrivare qui perchè lei rivendicasse il suo potere e il suo destino. Una vita per una vita.

Il cuore di Galaxia, la mia orgogliosa, superba e fulgida primogenita per la salvezza della piccola, ostinata e determinata Earth.

Ma ovviamente i problemi e i lutti non mi abbandonarono. Tellus fu ucciso da uno dei soldati di Iperione, il principe di Golden Kingdom. Io ed Earth non ci riprendemmo mai del tutto e mia figlia decise di usare i suoi poteri per proteggere chi era tiranneggiato, chi subiva abusi e soprattutto le donne che erano soggiogate ai loro uomini.

Nacque un vero e proprio culto intorno a lei, alcune donne la veneravano e la acclamavano, lasciavano davanti alla nostra porta cestini colmi di petali di rose che profumavano la nostra casa per giorni.

Le rose erano il suo simbolo. Infatti nei suoi capelli quando era nel pieno del suo potere e la sua divisa rosa acceso la ammantava di energia e carisma, le apparivano quei fiori come se vi fossero tatuati sopra, il marchio della sua stirpe sicuramente.

La leggenda della sua bellezza si diffuse fino ad arrivare ad Iperione stesso che la volle incontrare.

Devo dire in parziale discolpa di mia figlia che costui era piuttosto belloccio e affascinante e lei era giovane ed ingenua. Non contò niente che lui fosse se non l'assassino materiale ma il responsabile dell'omicidio del padre, non contò niente che lui fosse un aperto maschilista con idee misogine e retrograde. Contro il mio volere si sposarono e lei divenne la principessa di Golden Kingdom.

Anche se i primi anni furono felici e pieni di passione la situazione non poteva durare a lungo, non per niente Earth era la Signora della Terra nel senso più essenziale e primordiale del termine e Iperione poteva sbandierare i suoi muscoli e la sua forza bruta quanto voleva.

L'attrazione che aveva provato per lei, della stessa labile sostanza di quella provata dal cacciatore per il suo trofeo, si spense in fretta quando comprese che lei non era la creatura malleabile che sperava.

Ben presto le donne a corte seguirono le idee rivoluzionarie che le avevo trasmesso, circolarono storie sulle misteriose combattenti dotate di poteri immensi che dominavano interi pianeti e di conseguenza, così come i terrestri dovettero fare i conti con un universo sconfinato in cui loro erano un puntino sperduto, così gli uomini rimasero sbalorditi che delle donne detenessero tali incredibili magie.

Chiamarono queste donne streghe,fattucchiere di cui bisognava diffidare e se Earth era ancora al sicuro essendo incinta e quindi futura madre dell'erede al trono, cominciò a spandersi il seme dell'invidia verso il mio sesso e Iperione e i suoi consiglieri utilizzarono questi sentimenti per orchestrare una campagna diffamatoria verso un regno lontano, governato proprio da una di quelle megere e che essendo tecnologicamente più avanzato anche se privo di risorse naturali faceva gola al mio subdolo genero.

Di Silver Millennium non conoscevo molto, sapevo però che rispettava, anzi si fondava sui principi con cui ero cresciuta e anche se le regine che si succedevano al trono non erano delle guerriere esse vivevano altrettanto a lungo grazie al potere di un antico gioiello, il Cristallo d'Argento. Inoltre si avvalevano della collaborazione delle Sailor protettrici dei pianeti che facevano parte di questo Sistema Solare che proteggevano e vegliavano sulla principessa che sarebbe succeduta al trono.

Dopo pochi mesi mia figlia mi diede il mio primo nipote. Era un bambino bellissimo, con folti capelli scuri e occhi blu che splendevano allegri ogni volta che vedevano una rosa. Mi divertivo a fare giochi di prestigio usando quei bellissimi fiori le rare volte che lo vedevo, la maggioranza di nascosto. Come potevo spiegare a Iperione e ai suoi bacchettoni sudditi la mancanza di rughe o del fatto che non invecchiavo grazie al mio seme di stella?

Questo strano fenomeno che non si spiegavano condanno però mia figlia. La sua bellezza e la sua eterna gioventù suscitarono scandalo e paura. Se avessi anche solo intuito quello che sarebbe accaduto avrei fatto qualcosa. Di nuovo. Arrivavo sempre troppo tardi per le mie figlie.

Iperione geloso della sua straordinaria moglie che non deperiva mentre lui era sempre più afflitto dalla senilità e dall'amarezza, decise che lei non doveva più vivere.

Sono sicura che sia stato lui a farla uccidere,noi guerriere non possiamo morire, a meno che non siamo in guerra o sia un atto deliberato contro se stessi. Ed era una guerra, silenziosa e per questo molto più pericolosa quella che si stava generando e la prima vittima fu Earth. Una guerra che solo ora che è palese, riconosciuta, può finalmente cessare.

Alla sua sepoltura, quando temevo di avere perso anche questa figlia però avvenne il miracolo. Stavamo vegliando io ed alcune donne che poi diventarono le prime sacerdotesse del suo culto, quando arrivo il piccolo Endymion.

Il corpo della madre splendeva alla luce dei bracieri e il piccolo stava assorto e concentrato in silenzio, gli occhi asciutti ma con un leggero tremore infantile, come se stesse per scoppiare in lacrime.

Poi un chiarore dorato mi fece alzare la testa dal mio doloroso torpore, e vidi che dal corpo di Earth usciva un cristallo, il suo seme di stella, dorato e meraviglioso.

Il seme che rappresentava la Terra si avvicinò al bambino che lo fissava senza paura ne timore e con un dolce e soffice fruscio entrò dentro il figlio mentre la madre spariva in un turbine di luci sfavillanti.

Ebbene, quel bambino era il bis-bisnonno del cadavere che ci siamo lasciati dietro e che non ho potuto neanche seppellire.

Lui non saprà mai la verità così come non saprà che dopo questo evento mi recai nel Regno della Luna dove chiesi rifugio.

Non potrà mai immaginare che dopo trecento anni sentendo le voci che qualcuno dal lontano Centro Galattico stava uccidendo e arraffando anime cristalline avevo capito subito che Galaxia era tornata e riferii tutto alla mia protettrice, Queen Selene, la quale mantiene tuttora questo tremendo segreto perché è troppo anche per lei, è troppo per chiunque. Forse un giorno qualcuno riuscirà a fermare Galaxia, forse un giorno al mio errore sarà posto rimedio.

So solo che quando ero ormai pronta a rassegnarmi a vivere il resto della mia lunga vita da sola e con il gelo nel cuore è arrivata un'altra persona speciale. Appena l'ho vista durante la cerimonia di investitura, con i suoi capelli così simili a questa vostra acqua che mi aveva tanto ossessionato e spinto a rinunciare a tutto pur di raggiungerla, compresi che sarebbe stata l'ultimo essere che avrei amato, la mia ultima meta, la mia ultima metà.

A pensarci bene mi sono lamentata spesso durante questo riassunto della mia esistenza.

Povera patetica Signora della Galassia, non fa che lagnarsi e soccombere agli eventi!

Invece sono stata fortunata, ho conosciuto creature fantastiche, amori unici e mi rimane solo un altro passo da compiere, un'altra sfida da affrontare e poi finalmente il meritato riposo.


Finalmente dopo questo viaggio estenuante il meritato riposo. Siamo arrivati al tempio della Dea Argentata sul Lacus Somniorum e abbiamo scoperto che le truppe terrestri hanno scardinato anche questo ultimo baluardo a sud-est. La struttura è in rovina, le colonne finemente scolpite sono state buttate giù e la commozione e la rabbia repressa mi impongono di sdraiarmi su una di esse. Il mio ultimo letto dove riposerò in eterno.

La statua della Dea in marmo mi guarda dall'alto; è rimasta sorprendentemente integra e non ci sono graffi nella sua smaltatura in argento, il sorriso è sempre benevolo e sfuggente.

Respiro piano per non consumare il poco ossigeno che mi rimane nei polmoni, devo lasciare le mie ultime istruzioni alla piccola Luna che si era nascosta quando i soldati sono venuti qui per distruggere tutto.

Luna, come custode del Tempio della Grande Dea Argentata, la nostra Progenitrice, ti chiedo un ultimo favore e devi promettermi che mi obbedirai ciecamente!”

Si Maestà ma non non parlate così, vi prego!”le lacrime solcano il musetto della gattina nera che un tempo era una donna potente e temibile.

Soldato di Urano, Sailor Galactos, queste sono le mie ultime volontà prima di ricongiungermi con la Dea.....”sollevo lo Scettro Lunare che è sormontato dal Cristallo d'Argento e che avevo stretto per tutto quel pellegrinaggio di sofferenza da Lacus Mortis, tanto che mi è rimasta la sua impronta stampata sulla mano pallida.

Tra poco il Silence Glaive della guerriera che non si sarebbe mai dovuta risvegliare ci investirà e allora sarà la fine, moriremo e non c'è niente che possa evitarlo.....ma posso almeno riportarvi in vita. Non posso impedire la nostra morte ma posso ridarvi la vostra vita”un colpo di tosse mi fa interrompere e con stizza mi asciugo il sangue che mi esce dalla bocca.

Con il residuo di potere del Cristallo d'Argento permetterò la vostra resurrezione. Tutti coloro che sono periti in questa guerra avranno un'altra possibilità, dai nostri alleati ai nostri nemici. Le guerriere ritorneranno, in un'altra forma; le mie potenti Dee si reincarneranno in semplici e deboli terrestri. Per quanto riguardo Beryl e Metallia anche volendo non potrei sigillarle per sempre ma almeno le posso spedire nel più lontano”e sibilai con disgusto”nel più lontano ed estremo lembo di suolo che si trovi sulla Terra!”

E la piccola Serenity?”Luna si toglie le gocce perlate che le si erano formate nella peluria e nei baffi.


Oh Luna,” rido piano per il suo aspetto buffo e sento le costole incrinarmi e il dolore esplodere in ondate senza limite, ”mi rimani solo tu! Quando ti risveglierai, tra mille anni devi ritrovare la mia bambina e proteggerla dalle forze del male. Ricordati che non sarà facile, lei sarà un'umana e magari non la riconoscerai. Aveva una vita quasi eterna e quando la rivedrai sarà una mortale che non ricorderà niente del suo passato. Così Endymion e le Sailor guerriere. Magari in quella vita che li sto offrendo come ultimo sacrificio saranno felici. Non lo sarebbero mai stati in questo tempo; lui sarebbe vissuto e invecchiato e lei lo avrebbe visto morire mentre era ancora giovane e bella. Ma la mia più grande speranza”a quel punto sento la mia voce tremare”è che un giorno magari tra duemila anni vivranno e si ameranno non come un principessa e un terrestre, ne come due mortali, ma come due sovrani saggi e lungimiranti, entrambi sotto la benedizione del Cristallo d'Argento. Vorrei poterli vedere,vorrei poter......”

Queen Selene...,”subito Sailor Galactos che era rimasta in silenzio si avvicina, la mano insanguinata che si preme la ferita.

Anche tu potrai rivivere....”

No, non voglio un'altra esistenza, non voglio un'altra possibilità! Ho già dato, per ben due volte ho commesso due passi falsi e mi sono ostinata a continuare a vivere per rimediare. Ma ora basta. Il tempo delle Antenate è finito, il mio tempo è finito e adesso voglio solo prendermi ciò che mi appartiene. Ho deciso poche cose durante il mio cammino ma questo lo decido io!”

Sembra molto decisa e io non posso dire niente per convincerla.

Ora è il turno della Terra che si riprenderà e prospererà. So che è così, lo spirito di mia figlia non è ancora sparito e magari nel futuro i suoi discendenti vivranno nei suoi insegnamenti, magari forse brandendo una rosa come arma piuttosto che spade e odio. Mi azzardo anche a credere che quando l'altra giungerà, quando la Galassia e la Terra si incontreranno finalmente torni la pace!”

Improvvisamente una piccola scossa fa tremare la colonna su cui sono sdraiata. Ci guardiamo negli occhi e poi li rivolgiamo al cielo buio sopra di noi. Strisce viola lo decorano come veli di dei furiosi; un vento che proviene dal nulla si alza e mi sento morire dentro.

Restiamo ad attendere non sapendo bene cosa aspettarci,come avverrà.

Il silenzio viene però spezzato da Setebos che inaspettatamente dice la frase più lunga che gli ho sentito pronunciare da quando lo conosco:

Ritornerete anche voi, vero Maestà?”

Sorrido di sghembo perché è l'unico movimento che riesco a fare.

Ho commesso molti sbagli. Di chi credi che sia la colpa di quello che è successo? Io, solo io mi sono ostinata nelle vecchie tradizioni, nelle vecchi convinzioni che dopo la morte di Sailor Earth i terrestri non fossero più affidabili, non fossero più degni di mischiarci a noi. Non posso permetterlo di nuovo. Non farò questo di nuovo a mia figlia!”

Un urlo acuto che deve provenire dall'origine dallo spazio profondo ci investe, non dal basso ma dall'alto, come se una creatura volante e gigantesca si stia avvicinando alla Luna. Il terrore ormai ci pervade per quanto il coraggio e il sapere che sarebbe successo ci abbia preparato alla totale distruzione.

Poi inaspettatamente fu invece totale amore.


Quando le due sorelle dai fulvi capelli si ricongiungeranno tornerà di nuovo la pace. E' l'unico regalo che posso farvi bambine mie. Un giorno vi ricorderete di me. Un giorno vi ricorderete di voi.

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Capitolo 12
*** L'età delle lucciole ***


Apocalisse.

Ragnarock.

Nemesi.

Ecpirosi.

Cataclisma finale.

Ho talmente tanti nomi e mi chiamano in talmente tanti modi che non so più quale sia quello vero.

Ma non credo che faccia differenza per una creatura che nasce per morire.

Non faccio in tempo neanche ad abituarmi al mio nuovo corpo, rivestimento di carne e sangue così liquido ma al tempo stesso stabile e caldo, che devo autodistruggermi e portare con me nella mia scia, nastro nero di morte che si avvita attorno al mio collo come un cappio, tutti quelli che entrano in contatto con il mio Silenzio.

Sento già le cellule che si duplicano, le ossa che si saldano, le vene che si riempiono di sangue vivo, percepisco un pulsare costante e ritmico.

Saturno, il pianeta che finora è stato inattivo ma mai placido, tranquillo ma mai innocuo, si sta risvegliando e dalla massa di gas di metano che lo compongono sorge un essere la cui volontà non è mai esistita poiché è puro destino, perfetto mezzo e fine ultimo che non conosce pietà o compassione ma solo imparziale palingenesi.


Elisabetta.

L'Autrice.

Ho solo questi nomi e per semplice rispetto della privacy non vi menzionerò il mio cognome o gli altri due nomi che mi hanno affibbiato come vuole la tradizione durante il battesimo.

Sono una ragazza che ha sempre desiderato diventare scrittrice e sto intraprendendo questo cammino che non so dove mi porterà.

Di sicuro non avevo mai pensato di scrivere qualcosa su Sailor Moon, la mia eroina preferita di quando ero piccola e di quando sono grande.

Ma questa storia che da mesi sto pubblicando mi è stata imposta dal destino, non ho potuto farne a meno, qualcosa me lo imponeva e continua a impormelo.

Tutto ciò che scriverò non vuole e non vorrà mai delegittimare la proprietà dei personaggi che appartengono e apparteranno solo a Naoko Takeuchi ma voglio solo raccontare la mia esperienza e le coincidenze che mi hanno portato a condividere questo racconto con voi, specialmente con Miss_Writer che mi è sempre stata vicina incoraggiandomi quando vedevo che le recensioni non arrivavano e che magari ciò che scrivevo poteva annoiare o non piacere.

Ma scrivere è solo l'atto finale; forse dovrei cominciare dall'inizio e spiegarvi quello che trovai in soffitta quella calda mattina estiva in cui ero rimasta a casa da sola, ignara della sensazionale scoperta che mi aspettava.


Percepisco un odore.

Il mio primo atto fisico è dilatare la narici per afferrare questa piccola e fuggevole fragranza di caprifoglio che mi solletica il naso fino a che essa diventa quasi inconsistente e poi sparisce del tutto.

Dietro le palpebre chiuse vedo una luce viola intermittente.

Vorrei aprirle ma ancora è troppo faticoso per me così focalizzo la mia attenzione sugli altri miei sensi.

La lingua è secca e cerco di staccarla dal palato come se non avessi mai bevuto, ed in effetti è proprio così mentre il tatto non posso neanche usarlo. Galleggiò nel vuoto,o almeno penso di galleggiare perché non sento niente, niente mi tocca e questo senso di sospensione che mi culla come un bambino appena nato è tremendamente soporifero.

Ma non posso addormentarmi. Mi sono appena svegliata e non posso deludere il mio pubblico.

Sento la bocca arida che si piega in una smorfia ironica per il mio pensiero perché i miei spettatori sono un ammasso di scheletri bianchi, di morti dimenticati, di anime tormentate.

Delle voci.

Mi volto nella direzione da cui viene questo suono così strano. So che stanno aspettando me, che sono qui per me ma io sono la Signora del Silenzio, non sono abituata ad esercitare il senso dell'udito.

Ma non sono nemica del suono.

Il Silenzio ha un suono, a metà tra una vibrazione e un fischio di un fantasma.

No, io sono l'antitesi della Parola, del suo potere che è pari al mio ma opposto poiché per mezzo di essa si creano principi, idee, progresso, costruzione e distruzione. Attraverso la Parola c'è intermediazione mentre io sono Assoluta. Io sono Assoluta e Vuota.

Mi giudicano la guerriera della morte e della rinascita ma non hanno capito niente.

Princess Saturn è la Regina del Nulla, una livella che non crea e non uccide, una tabula rasa che appiana ogni torto, ogni apparente ed effimera vittoria per permettere di nuovo la Gioia e il Dolore. Il Bene e il Male.

Perciò queste voci mi infastidiscono alquanto ed è solo per allontanare questi molesti disturbatori che compio lo sforzo di aprire gli occhi.

Vedo solo buio ma anche il buio è qualcosa. Il buio è una coperta di onice e velluto nero, è il velo di Maya ma anche un paramento di tenebrosa malvagità.

Questo buio però non è totale. Tre figure, piccine piccine si avvicinano nel mio sconfinato e illimitato orizzonte fino ad arrivare vicino a me, sotto di me e alzano la testa guardandomi.

Si è svegliata allora! Dovremmo ucciderla prima che prenda il pieno possesso dei suoi poteri!” una biondina nervosa e magra mi osserva come se fossi l'essere più repellente di questo universo.

Non possiamo ucciderla e lo sai! Ormai lei è la nostra unica possibilità, è troppo tardi anche per un omicidio!”la sua compagna con il simbolo di Nettuno sulla fronte è lapidaria nella sua sentenza mentre la donna con negli occhi la Ruota del Tempo tace, come se avesse paura di ferirmi con altre verità che potrebbero distruggere chiunque ma non me.

Le Guardiane dei Talismani! Dovrei ringraziarvi di avere interrotto il mio lungo sonno...” le mie prime parole escono con fatica poiché è difficile tradurre dei concetti astratti, usare quei sottili fili di carne che sono le corde vocali e l'aria che inspiro e poi sopportare quegli agglomerati senzienti di suoni che mi infastidiscono tanto.

Parlare è contro la mia natura ma per divertirmi con loro ne vale la pena. Voglio anche io ottenere qualcosa da questo straziante gioco.

Sapete quale è il suo vero nome?”domando sibillina.

Mi guardano interdette, sempre con il naso all'insù nella loro comica impotenza.

Il nome di cosa?”scatta la bionda con il lungo vestito blu.

Ma come? Parlo dell'antico gioiello per cui questa guerra è iniziata e che tutti bramano. Il suo vero nome è Cristallo d'Argento Illusorio,” rido con gusto nel pronunciare l'ultima parola come per assaporare meglio la prossima rivelazione, ”e quanto mai la definizione fu più azzeccata! Il suo potere infatti non conta niente, non più! Non in confronto al mio, non in confronto a questo,” e indico il mio pianeta, Saturno, che comincia a bollire sotto i nostri occhi mentre una patina violacea si alza da esso e si propaga nello spazio circostante.


Non sono mai stata una ragazza molto dedita allo sport. Le mie materie preferite sono storia e letteratura e come ho già detto ho sempre desiderato essere una scrittrice.

Per questo anche quel giorno, invece di uscire ero rimasta a casa da sola a leggere uno dei romanzi femministi che sono la mia passione.

Poi sentii un rumore che proveniva dalla soffitta e sono andata a controllare. Lì c'erano solo i bauli di mia nonna che nessuno apriva da anni ma stranamente uno era semiaperto. Dubitavo che fosse stata mia madre ma mi avvicinai perché dentro sembrava brillare come se ci fosse una torcia accesa al suo interno.

Mi sporcai le dita di polvere che mi pulii nei pantaloni e poi guardai. Un libro enorme se ne stava adagiato, solitario e sporco ma con un'energia latente che potevo nettamente percepire.

Non potevo resistere così lo aprii con fatica per non farne rovesciare le pagine che non erano tutte completamente attaccate alla costola interna del volume.

Sembrava molto vecchio e sfogliandolo notai che era stato scritto da diverse mani. Sembrava una raccolta ingiallita dal tempo messa insieme da più persone.

Ovviamente quando lo lessi non trovai mai il nome di Sailor Moon o la storia inventata da Naoko Takeuchi ma solo delle cronache di donne aliene che in un tempo molto lontano avevano affrontato una grande prova, una guerra fisica e interiore.

Quello che ho trovato l'ho trascritto in questa storia da me pubblicata e sono sicura, anche se non ne ho le prove, che loro fossero proprio le paladine della legge che tanto seguivo quando ero bambina, e volevo condividere con voi la mia scoperta trascrivendone fedelmente il contenuto .

Certo, vi chiederete perché siano rimasti brevi spezzoni delle Guardiane del Sistema Solare Interno o come siano finiti i diari dei Generali in questa raccolta.

Ho fatto molte ipotesi e penso che i diari delle Quattro Guardiane per la maggior parte siano stati distrutti nel conflitto che si è svolto in quel misterioso Regno della Luna.

Posso vederlo dalle macchie di sangue che incrostano i fogli pieni della grafia minuziosa e precisa della Guerriera dell'Acqua citata nel mio libro che ho identificato arbitrariamente con Princess Mercury; minuscole formule matematiche costellano i bordi, molto diversi dai cuoricini e dalle facce buffe presenti nel diario della Guerriera dell'Amore. La sua scrittura è piena e rotonda quasi a voler riempire tutto il foglio con i suoi occhielli e le sue volute. Assomiglia un po' a quella della mia guerriera preferita, la Signora delle Tempeste, con la sua grafia a scatti, contornata da fiori che fanno da cornice alle pagine. Ma la più elegante, la più raffinata è sicuramente quella della Principessa del Fuoco; anche quando parla degli incubi e delle paure non dimentica mai le regole della forma e della sintassi. Niente orpelli o disegnini simpatici decorano le sue memorie poiché le sue parole, le sue frasi elaborate ma sentite costituiscono il più importante e prezioso insegnamento che è tutto quello che ci è dato sapere di lei.

Sui generali il fatto che i loro scritti si trovassero insieme a quelli delle loro nemiche mi ha lasciato piuttosto perplessa, ma credo che qualcuno e non chiedetemi chi, li abbia ritrovati, tra le rovine polverose di Silver Millennium e abbia deciso di conservare queste antiche testimonianze perché in un futuro lontano i posteri sapessero cosa fosse realmente successo e potessero giudicare in maniera obbiettiva entrambe le fazioni. Per quanto mi riguarda ho trovato particolarmente affascinante il personaggio di Beryl, una ragazza normale come chiunque di noi che per amore, o per odio dovrei dire si è trasformata in una strega. Di certo non è l'unica, ho visto di peggio nella nostra realtà. La sua grafia è particolarmente minuta, come se avesse una mancanza di stima o avesse un complesso di inferiorità mentre scarabocchi informi e senza senso si profilano nelle estremità inferiori delle pagine.

Queste sono le cronache contenute nella prima parte del libro, quella messa peggio e con più lacune. La seconda invece contiene i diari delle Guerriere del Sistema Solare Esterno con la scandalosa e sorprendente parte riguardante Sailor Galactos, ma l'arrivo di mia madre mi aveva interrotto e così tutto venne nascosto sotto strati di polvere e ragnatele.


Ogni parte del mio corpo neonato è in perpetua connessione con l'universo circostante. Non mi è concesso neanche di avere intimità con me stessa, sono solo un conduttore, l'ultima pedina rimasta sulla scacchiera. Ma sono stufa di arrivare per ultima ed andarmene per prima. Per una volta vorrei combattere insieme a loro, stare al fianco di qualcuno che possa reggere l'urto del mio terribile potere, ma nessuna delle mie compagne può farcela.

Mi sento debole, dal nucleo più profondo di me stessa, la mia anima cristallina, si propaga un tremore leggero ma è sufficiente per farmi temere che la Cosa stia per iniziare.

Non posso chiamarla fine perché non lo è, è solo un annullamento, uno azzeramento di tutte le forze in capo, un momento di respiro e di riflessione che ha come prezzo il mio sacrificio.

Dalla mia posizione sopraelevata mi abbasso lentamente fino a toccare il suolo e appena lo faccio il mio corpo nudo viene rivestito come un guanto da un elegante abito viola e nelle mie mani appare lo scettro con la Falce che lo sormonta.

Anche questa è una falsa credenza. La Cosa non si sprigionerà di certo da questo bastone privo di potere intrinseco ma dal fulcro della mia persona.

PERSONA.

Adesso sono una persona, con una coscienza razionale, con un cuore che batte, e ho paura.

Ho paura della morte, non voglio morire!

Perché? Perché devo farlo? Non voglio tornare nell'oblio, voglio continuare a sentire questa deliziosa aria che entra nei miei polmoni, voglio usare i miei nuovi pollici opponibili non per bramare il mio nero strumento falciforme ma per afferrare un altra mano. Forse la mano di una delle tre donne che adesso sono alla mia stessa altezza così che io posso vedere nei loro occhi ora una scintilla di superstizioso terrore e angosciosa rassegnazione.

So che vi sareste augurate che io non mi fossi mai svegliata ma sono la vostra unica salvezza...quando i Talismani si uniscono si generano due entità: Io che sono Totale Vacuità e la Coppa Lunare, fonte di estrema Speranza...ma voltatevi...quel mucchio di cenere sul pavimento del Titan Castle è tutto quello che rimane di quest'ultima,” la guerriera con gli occhi color del mare mi osserva e vedo che lei sa.

Colei che poteva brandirla è morta e quindi la Coppa Lunare si è disintegrata!” Princess Neptune afferra la mano (come la invidio!) della nervosa biondina che comincio a trovare inaspettatamente simpatica, come se solo in questo momento la terribile verità si fosse affacciata alla sua mente e provo compassione per lei, per tutte loro, per la ragazza che è tornata indietro sfidando i soldati di sua madre e si è suicidata accanto al corpo della persona che amava.

Una parte di me si sente responsabile anche se io non sono la causa ma l'effetto che tutti questi eventi hanno provocato. E una strana sensazione di soffocamento mi si forma in gola, sento bruciare questi occhi che hanno appena visto la luce, sento qualcosa che spinge per uscire ma non non posso permetterlo, io non devo provare sofferenza o felicità.

La mia unica arma, la mia unica protezione da me stessa è la neutralità.

Non è colpa tua Sailor Saturn, non devi ritenerti responsabile ne devi trattenerti! Fallo avanti, non puoi più aspettare, la nostra realtà come la conosciamo è finita e solo tu puoi farla rinascere!” la Nera Guardiana delle Sacre Porte contiene tutta la tristezza del mondo nel suo sguardo immoto e senza tempo e io capisco che è inutile procrastinare.

Solo tu sarai immune dal mio potere Princess Pluto poiché ciò che ti costituisce è fuori dal mio controllo, ma ti conviene tornare al tuo ruolo di Custode poiché solo lì il mio potere non ti raggiungerà e anche così non sono sicura di non cancellare anche te. Il Tempo è una costante ma io sto per eliminare ogni forma di vita e di pensiero esistente nel raggio di milioni di kilometri da qui per una distanza non quantificabile”respiro velocemente perché sarà un'azione che smetterò di fare molto presto”quello che rimarranno saranno solo i ricordi. Quello è il tuo campo Pluto, non il mio. Io non possiedo ricordi perché non possiedo ne passato ne futuro. Ho solo questo straccio, questo brandello di presente, e per quello che vale sono felice di avervi conosciute. Mi dispiace così tanto.”

Fallo ora, non si può più aspettare, ti prego...”

Non avrei mai pensato che qualcuno mi pregasse di distruggere tutto ma la voce di Princess Pluto e il suo tono autoritario hanno ben ragione di spronarmi.

La pressione dietro le mie palpebre è diventata insopportabile e posso sentire che anche quella barometrica, di pressione, sul mio pianeta sta vertiginosamente aumentando tanto che mi chiedo se il mio astro non stia collassando, e allora il mio potere sarebbe niente in confronto alla nascita di una supernova.

Finalmente arriva, quel senso di struggente malinconia...tutti i rimpianti, tutti i rimorsi, tutte le esistenze che avrei potuto vivere e quelle che distruggerò mi si palesano davanti rendendomi la visuale appannata e liquefatta. Sento le lacrime che scendono, una, due, poi sempre più copiose.

Sto espiando gli errori di tutti, i fallimenti di tutti gli esseri del creato, e soffrendo per tutti loro, attirando su di me questo peso indescrivibile che non mi fa respirare, posso solo piangere, fino a prosciugarmi, fino a diventare un guscio duro composto solo di Silenzio e carbonio.

Le parole, queste strabilianti latrici di mistico potere che io temevo ora si fanno strada nella fessura che era la mia bocca ma adesso è solo una ferita, una faglia, una frattura nell'essere di pietra che sono diventata.

Death ribbon revolution!

Come un nodo disfatto di un fiocco che non si scioglieva mi sento spezzare in tanti piccolissimi frammenti che in un esplosione di antimateria enorme partono come razzi verso il centro del Sistema Solare, verso Silver Millennium.

Non so che pezzo sono, credo che il fegato abbia distrutto Miranda Castle e tutti i suoi dignitari mentre il mio alluce sta raggiungendo Mercurio.

Vedo la mia patria che si avvicina, un faro che mi guida, che mi chiama e per la prima volta mi sento Complementare a lei, io che sono sempre stata Completa, un organismo unicellulare fine a se stesso.

Voglio questa appartenenza, questa Comunione e mi preparo disperata a schiantarmi su di essa.


Le cronache delle Guerriere del Sistema Solare Esterno, forse perché non hanno partecipato al conflitto sono molto più estese e con maggior numero di dettagli su come era la loro vita prima della distruzione del Regno della Luna.

Leggendo quella della Signora del Mare si affacciava, anche se come personaggio secondario una donna che non ha un riscontro nell'opera di Naoko Takeuchi quindi non sapevo bene come interpretarla.

Ma negli ultimi plichi che ho letto recanti il sigillo, della famiglia reale presumo poiché è una falce di Luna crescente, è di nuovo venuto fuori il nome di Larissa e il suo diario era tra le pagine di quello scritto dalla fantomatica sovrana di quel regno dimenticato. Quindi ho dedotto che ci fosse uno stretto legame tra le due e che essa fosse presente durante le ultime fasi della guerra.

I fogli sono molto deteriorati e a volte le parole neanche sono leggibili o sono sbavate, drammatico segno che chi scriveva stava piangendo.

Non so se crederete a tutto ciò, non voglio convincere nessuno. Vi chiederete inoltre perché sono intervenuta in prima persona, perché adesso.

La risposta e che non potevo lasciarla sola. Nessuno avrebbe parlato di lei o per lei, Princess Saturn si è immolata per salvare tutto e tutti e volevo che il suo gesto fosse raccontato. Perché le Parole hanno un enorme potere, le Parole rimangono, vangelo di speranza, di fede nel futuro e nelle proprie capacità per rendere noi stessi e il mondo un posto migliore. Le parole permettono di andare avanti, di progredire, di imparare dai nostri sbagli ed evitare che di nuovo qualcuno intervenga per riportare indietro le lancette sullo zero. Princess Saturn non è ne morte ne rinascita. E' tutto ciò che sta in mezzo: la mancanza di possibilità, di energia , di evoluzione, di rinnovamento eppure è una forza necessaria in quanto il lavoro sporco qualcuno deve pur farlo quando si raggiunge il punto di rottura, di non ritorno.

In ultimo per non tediarvi tanto con dissertazione filosofiche risponderò alla domanda che qualcuno forse si farà. Ma come ha fatto il diario di Princess Saturn a salvarsi dalla distruzione?

Beh, sfogliando tutto il libro era rimasta solo una pagina bianca, immacolata e non mi spiegavo la sua presenza.

Poi una sera in cui una brezza fresca anticipava l'autunno ma ancora si sentivano i grilli frinire e le raganelle gracidare nel fiume davanti a casa mia, mentre stavo cercando di addormentarmi con la pagina vuota sul comodino, entrò una lucciola.

La fissai mentre svolazzava per la stanza, e si posava per un attimo sul foglio. Con mia somma costernazione apparvero degli sbaffi scuri e non ero sicura neanche di avere visto bene.

Comunque catturai l'insetto e alla sua luce nel foglio bianco apparvero delle scritte, ultima e flebile testimonianza della guerriera che come le lucciole brilla per poco e solo quando l'oscurità è più totale. Come le stelle. Come noi che in un universo freddo e incomprensibile siamo un puntino luminoso e splendente.

Quando ho deciso di pubblicare questa storia questo avrebbe dovuto essere il capitolo conclusivo,e mi sarei tenuta il segreto per me. Ma ho cambiato idea, non posso ancora lasciarla andare.

Perché vicino alla scatola con questo libro ve ne era un'altra, ancora più misteriosa e pericolosa, i cui contenuti possono cambiare il corso di tutti noi.


Avevo pensato che impattando contro la Luna avrei distrutto lei e me. Ma, e non so se sia una cosa positiva, è stato più uno scontro spirituale, una fusione di due anime che erano state lontane troppo a lungo e che finalmente si siano ritrovate.

Sento il mio cuore, perché adesso so che è questo frammento quello che si è diretto qui, che smette piano di battere, le ossa si stanno sciogliendo, le cellule si dimezzano fino a che ne rimane solo una, una minuscola particella di vita.

Perché io sono viva e un giorno rinascerò per vivere, con tutto quello che comporta questo termine. Questa Parola.

E anche questa. Aspettami.


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Capitolo 13
*** L'età del passaggio ***


Ora basta, avete risvegliato il mio lato più cattivo!”

E il suono raspante che è uscito da quella bella bocca dorata è davvero crudele, come se si preparasse, e godesse, di qualcosa di portentosamente orribile. Poi è un attimo, un battito di ciglia, se non fossi sempre attenta a quello che mi circonda neanche lo avrei visto.

Un lampo giallo-oro si propaga dai suoi polsi inanellati da quegli strani braccialetti. Però mi sbaglio. Non è un lampo, ma quattro, che si dirigono inesorabilmente verso di noi.

Vorrei correre da Usagi per proteggerla ma vedo che Sailor Star Fighter ci ha già pensato frapponendosi tra quella tremenda onda di energia e la NOSTRA principessa. La MIA amica.

Ma quelle luci malevoli non puntano lei. Vengono direttamente su di noi. Su di me.

Strano, non sento dolore; solo un contraccolpo che mi fa quasi cadere, una violenta spinta che mi trapassa il corpo.

Ma non riesco a cadere, almeno non subito, anzi sono sospesa, trattenuta in piedi da questa stessa energia che mi ha colpito e, ora lo posso vedere chiaramente, che mi ha privato del mio seme di stella, della mia vita.

Odo la risata agghiacciante di Galaxia mentre tutto tremola davanti a me, poi finalmente la sensazione di sospensione innaturale si estingue e io posso accartocciarmi sul questo pavimento altrettanto innaturale e ultra-dimensionale.

Istintivamente allungo la mano per afferrare il mio computer portatile che tengo sempre con me ma non ho abbastanza forza cinetica per compiere un tale gesto, così mi sforzo di vedere cosa sia successo alle altre ragazze.

Intanto sta diventando difficile attuare il processo di respirazione polmonare ma posso ancora sentire delle voci concitate che gridano, la sofferenza e l'angoscia che traspaiono in ogni parola.

Oh no! Perché? Perché? Perché volete sacrificarvi per noi?

Sailor Star Healer, spettinata e sudata(o forse sono lacrime?)si avvicina all'ammasso che siamo noi, come se non volesse credere a ciò che vede, come se il suo dolore fosse troppo grande e non potesse sopportarlo.

Non posso lasciarla così, non posso non rispondere a quella straziante domanda. Deve sapere, farsene una ragione e andare avanti, risollevarsi, per proteggere ciò che è rimasto da proteggere.

E' facile sai,” respiro faticosamente, ”per proteggere coloro a cui vogliamo bene!”

Appena pronuncio queste parole mi rendo conto che è vero, stupendamente e semplicemente vero.

Sono cosciente che la mia vita sta per terminare, e che probabilmente non proverò più la sensazione inebriante di toccare la copertina di un libro nuovo, o sentire quella pace che deriva dopo una nuotata, e che non realizzerò il mio sogno di diventare un medico.

Ma in fondo un po' lo sono già; un medico salva le persone e io l'ho fatto.

E lo rifarei, rinuncerei a tutto questo pur di tutelare chi mi è caro.

La consapevolezza di questa brillante verità mi fa sentire leggera leggera, o più probabilmente è dovuto al fatto che stia sparendo in tante faville luminose.

Anche ora, nei miei ultimi istanti non posso fare a meno che analizzare tutto, monitorare la situazione, contare i battiti del mio cuore che stanno decelerando e che sono sempre più difficili da percepire.

All'inizio non me ne rendo conto. Pensavo che fosse dovuto alla morte imminente il mio strano battito cardiaco, invece sta davvero seguendo una melodia. Una melodia antica di secoli, di ricordi, di vite spezzate e amori delusi.

Mi sento trasportare lontano, catapultata in un'altra dimensione, o forse dalla dimensione in cui sono nata.

Il mio cuore batte a tempo con quel suono, così forte che lo sento nel mio padiglione acustico, come il tonfo ritmico dei passi della persona che stai aspettando e che si è decisa finalmente a tornare.

Ed è tornato.

Sapevo che mi amava ancora, che nonostante il suo millenario tradimento qualcosa in lui, poche note di una canzone canticchiata involontariamente, era rimasto e che lo avrebbe riportato da me.

La mia vita precedente adesso mi si palesa davanti con una chiarezza che neanche la ricostruzione di Luna tanto tempo fa è riuscita ad ottenere.

Ci vuole una morte per ricordarne un'altra.

Non ero presente quando Zachar è morto, ucciso da Princess Venus, da Minako.

Di certo non nutro rancore nei suoi confronti, era suo dovere farlo e sono felice che lo abbia fatto.

Mi domando invece se io ho peccato, nei suoi confronti per averle imposto questo fardello, o nei confronti di Zachar per non averlo amato abbastanza da ucciderlo, per aver preferito salvaguardare la sicurezza dell'Eternity Main System, la mia sublime creazione che è ridotta da secoli in bulloni arrugginiti e pezzi di acciaio ossidato.

Ho sempre dato la precedenza a tutto ciò che potevo controllare, a tutto ciò che non aveva un'anima e mi chiedo se in questo io non abbia perduto la mia di anima.

Eppure la musica continua a pulsare, questo sentimento è sopravvissuto al dominio di guerra, odio e razionalità per accompagnarmi nel varcare questa difficile soglia che separa ciò che è da ciò che non è più.

E il mio amore per te è ancora.


Ho cercato di scostarmi i capelli che mi ricadono sul viso ma vorrei non averlo fatto.

Mi sarei risparmiata l'atroce visione di Amy che si è dissolta davanti ai miei occhi inondandoli di lacrime. Ho fatto in tempo solo a fissare i suoi di occhi e vedere una melodia che vi nuotava dentro di cui percepisco solo il pezzo finale e poi il silenzio.

Silenzio rotto dai singhiozzi soffocati di Sailor Star Healer, del mio Yaten, e poi la voce della sua compagna che chiede sorpresa ad una Amy che è già sparita:

Davvero ci volete bene? Sul serio?”

Nessuno le risponderà quindi tocca a me farlo, mettere a nudo qualcosa che le Starlights hanno sempre diffidato, sempre temuto, sempre cercato ma che per me ormai è scontato come il sorgere del Sole. Non può essere altrimenti se frequenti Usagi. Non può essere altrimenti se sei la guerriera dell'Amore.

Certo, vogliamo bene sia a Sailor Moon che a voi! La vostra vita è preziosa, non avreste mai dovuto dubitarne!”

Io non ne ho mai dubitato, per me l'Amore è tutto.

Sono morta per Amore e a quanto pare continuo a farlo.

Ci vuole una morte per ricordarne un'altra.

E io mi ricordo di quel tragico momento, in cui mi sono accasciata volontariamente vicino al tuo cadavere perché la voglia di vivere mi aveva completamente abbandonato.

Oh Kaspar, anche adesso il tuo viso mi appare davanti e prende il posto di quello sofferente di Yaten che non è più Yaten(non lo è mai stato, o forse si?), con gli stessi capelli lunghi e chiari, lo stesso attaccamento al dovere e all'onore, anche se tu non hai mai avuto quell'acidità mordace che lo contraddistingue.

No, tu usasti il gelo e il silenzio impassibile per tenere lontano, per tenermi lontano.

E' stata l'ultima espressione che ho visto nei tuoi occhi prima che te li facessi chiudere per sempre con la mia spada forgiata nel cristallo.

Mi ricordo il giorno in cui Queen Selene me ne fece assumere la responsabilità, perché è anche il giorno in cui ho capito di amarti.

La nostra è stata una storia clandestina vissuta all'ombra del Moon Palace, costellata di incontri fugaci e baci rubati mentre controllavo che Serenity non facesse sciocchezze con il tuo amico principe. Mi dispiace di non averti detto di loro ma avevo paura della tua reazione, avevo paura che i tuoi principi tanto rigorosi risorgessero spingendoti ad abbandonarmi, a rifiutarmi, ed infatti è questo ciò che è avvenuto.

Solo adesso che guardo di nuovo in faccia il buio della morte posso ammettere la rabbia, la delusione che ho provato e che inaspettatamente continuo a provare per quello che mi hai fatto, che ci hai fatto; posso accettare senza vergogna ne rimorso il sollievo che ho provato quando ti ho ucciso.

Perché questo senso di colpa ha ucciso anche me.

A differenza delle mie compagne non sono perita in battaglia, non ho avuto una morte onorevole come vuole la tradizione.

No, io non potevo continuare a vivere con questo peso, non potevo continuare vivere senza Amore, senza te.

Avrei preferito un colpo di spada, magari come quello che ti ho inferto, o bruciata come Mars, come Rei. Credimi, sarebbe stato un supplizio meno sofferto, meno crudele.

Non c'è niente di più orribile che sentire il proprio cuore che rallenta i battiti, spegnendosi volontariamente.

Non c'è niente di più orribile che morire di dolore.

Sento il nastro del mio fiocco che si sta sciogliendo; vorrei aggiustarmelo, un ultimo gesto di affettata eleganza che può avere solo la guerriera della Bellezza, ma non ho più la mano. Al suo posto ci sono solo piccole scintille dorate che mi ricordano le farfalle racchiuse nel pavimento del mio castello, e sento un perfido senso di nostalgia che mi divora e prende il posto del vuoto lasciato dal mio seme di stella che ora è racchiuso bramosamente nella mano di Galaxia.

Deve essere per questo che il tuo viso si appanna un po' (ma non sparisce mai del tutto)per lasciare spazio ad altre persone, altri uomini che ho amato.

Vedo Alan, con quel naso e quella riservatezza tipicamente inglesi; vedo Adonis e la sua insicurezza, vedo un altro ragazzo, anche lui con i capelli insolitamente chiari e con una falce di Luna dorata sulla fronte e due occhi gentili e quasi felini.

Se avessi saputo che eri così affascinante nella tua forma umana Artemis non ti avrei trattato così male e non ti avrei fatto così tanti dispetti.

Finalmente la mia naturale allegria prende il posto di questa desolazione che non mi è mai appartenuta.

Ora posso anche morire, ma con il sorriso sul volto.


Ma in questo modo ora rischiate di perdere anche la vostra!”

Già, lo puoi ben dire Sailor Star Fighter!

So benissimo che la mia vita è in pericolo; non mi sono mai sentita così debole, così inerme, e lo detesto!

Non sono mai stata tanto passiva in vita mia e vedere quelle tre che si affliggono per noi come se avessimo fatto un errore salvandole mi fa profondamente arrabbiare.

Possibile che non comprendano? Vorrei potermi alzare e stampare un bel pugno nel loro bel viso per farli capire quello che hanno davanti, chi hanno davanti.

Ovviamente la situazione è disperata, lo so e forse neanche Usagi potrà rimediare ora che è sola, senza Mamoru, senza di noi.

Pochi mesi fa abbiamo vissuto un episodio simile con Nehellenia; Usagi era irriconoscibile, sembrava totalmente sopraffatta e io sono stata risucchiata in uno specchio. Ma poi, e questo mi è stato raccontato da lei dopo, qualcosa in lei è scattato, un ricordo, un'emozione, un simbolo. In questo caso è stato il mio orecchino. Non mi ero accorta di averlo perso mentre la difendevo da quella strega ma sono contenta che abbia fatto da tramite, da conduttore, per farla tornare indietro, da Mamoru, da noi.

Alzo faticosamente una mano per togliermene uno. Devo farlo e non so neanche perché. Forse perché vorrei che il miracolo si ripetesse, svegliarmi da questo incubo e ritrovare la mia antica fiamma verde che mi ha sempre sostenuto da quando i miei genitori sono morti nell'incidente aereo, tanti anni fa.

Una rosa rossa, petali che pungono il palmo della mia mano chiusa a pugno anche se non è diretto verso una faccia. O forse una faccia c'è, quella di un uomo dai capelli lunghi, un uomo che amava le stelle e che amava me una volta, l'uomo a cui inconsciamente ho paragonato tutti i ragazzi che mi si presentavano di fronte e che invariabilmente non reggevano mai il confronto con lui.

Non voglio piangere, non è da me, Makoto Kino non piange mai.

Ma il destino è veramente ingiusto! Ti ho perso già una volta, un millennio fa e quando ci siamo reincarnati in questi corpi terrestri neanche ti ho incontrato, eri già morto, sparito. Avevi dato la vita per un'altra, per cui nutrivi sicuramente un affetto sincero.

Devo considerare il nostro legame spezzato per sempre? Allora perché in questo momento così triste per me e per le mie compagne penso soltanto a te, se mi ami ancora, se ci rivedremo di nuovo ,se mi perdonerai mai per averti ucciso.

O per averti liberato?

Una parte di me crede, vuole credere, ha bisogno di credere che la tua morte per mano mia sia stata una salvezza per te che non hai mai sopportato forme di tirannia e di controllo mentale, a te che è sempre piaciuto guardare il cielo nella sua vastità, nel suo contenere miriadi di stelle così immote e distanti. Non avresti mai tollerato il giogo di Metallia e quel nuovo sangue che ti aveva dato, verde plasma che sa più di freddi smeraldi tritati che fluido portatore di vita.

Belle parole! Smettila Makoto, cresci un buona volta, smettila di seguire ogni ragazzo sperando di ritrovare Nevius! Smettila di creare giustificazioni per quello che hai fatto così come crei oggetti di economia domestica o torte, per dolcificarti l'amara realtà delle cose.

No, Nevius non voleva essere ucciso,tu non l'ho hai salvato, non l'ho hai protetto.

Guerriera della Protezione, che tremenda beffa!

Invece io ho scelto.

Nella mia vita passata ho scelto Usagi, i suoi errori, il mio dovere, mentre in questa, di esistenza, che sta per abbandonarmi ho sempre e solo cercato quello a cui avevo rinunciato.

Paradossalmente invece non ho protetto Nevius, ne Usagi, anzi Serenity; e mi rendo conto di quanto il suo passato suicidio mi ha fatto infuriare.

E più odiavo inconsciamente questo suo estremo atto di debolezza, di cedimento, più il mio desiderio di salvaguardare la sua incolumità, il suo cuore, il cuore di Usagi di mille anni dopo, aumentava.

Perché ho sempre e solo protetto me stessa.

Ho voluto crearmi un bozzolo in cui rifugiarmi, in cui sentirmi al sicuro perché a dispetto di quello che credevo, di quello che credono tutti io non sono forte. Ho paura. Ho paura della morte, della sofferenza; così le vado incontro, con i pugni e con i calci, con le urla di battaglia chiamando il fulmine che con la sua carica, la sua potenza, carica anche me e mi da quell'illusione di imbattibilità necessaria ad affrontare le terribile sfide di una Sailor Guardiana codarda.

Improvvisamente questa ritardata ammissione non mi sembra più così in ritardo.

Ora è il momento giusto per ammettere i propri limiti, i propri fallimenti.

Ci vuole una morte per ricordarne un'altra.

E questa morte, la morte della mia arroganza, della mia tronfia forza bruta mi serve perché ora ho capito che anche se io non ci sarò a proteggerla, la mia piccola Usagi può farcela, di nuovo, che ci proteggerà lei, che mi proteggerà lei.

Adesso che non ho quasi più un corpo fisico mi sento davvero forte.

Mi rimane un'ultima raccomandazione, un'ultima preghiera.

Ascoltate, non pensate più a noi, pensate a Usagi! Dovete proteggere questo nostro mondo!”


Su, rispondimi Rei!”

Mi sento sollevare, poi il profumo di Usagi mi raggiunge e capisco che è proprio finita.

Usagi non avrebbe quegli occhi così tristi, non piangerebbe in maniera così disperata se non fosse davvero la fine. Ma lei piange sempre, anzi è la più grande frignona che conosca ma è la mia frignona e non vorrei che nessun altro piangesse per me se non lei.

Cerco di aprire gli occhi per guardarla, quella bionda visione, perché appena li chiudo tremende immagini mi si affacciano alla mente e non voglio ricordare,immagini della mia vita passata che si sovrappone con l'attuale rendendomi la visuale sfuocata e incompleta.

Rivedo le fiamme, non le mie ma quelle dei terrestri che fanno a pezzi e bruciano il mio corpo dopo averlo ripetutamente violato senza che io potessi fare niente per impedirlo.

Persino con davanti il volto di Usagi, l'immagine della purezza, rivedo il tuo corpo carbonizzato, stavolta dalle mie braci ardenti d'odio e umiliazione, e poi il tuo cadavere portato via da Nevius in una bara di vetro.

Anche dopo mille anni sono felicissima di averlo fatto anche se non lo meritavi.

Non lo meritavi poiché non ti ucciso perché eri una minaccia per Silver Millennium, ma solo perché mi avevi sedotto e abbandonato, perché per te ho tradito tutti i miei valori, il mio voto, e fatto vacillare la mia abnegazione verso la mia principessa.

E' incredibile quanto ti odi ancora dopo tutti questi anni, e questo risentimento, questo rancore verso di te e verso tutto il genere maschile per cui già non nutrivo tanta fiducia, ritengo che sia il motivo per cui non mi sono più permessa, neanche in questa esistenza, di trovare l'amore o abbia preferito scappare se percepivo che stavano nascendo in me simili stucchevoli emozioni.

Mi sono allontanata infatti da Yuichiro proprio quando sembrava che mancasse poco a quel passo che non ho nessuna intenzione di compiere. E da come si mettono le cose non credo che lo compierò mai.

Amiche mie!”sento Usagi che grida, il suo corpo trema mentre guarda in alto la polvere che sono diventate le mie compagne. Polvere e cenere come sarò io tra poco, come ero io da molto prima, da quando tu, maledetto Jack mi hai calpestato il cuore.”Aspetta Makoto, Minako dove vai? Piccola Amy! Non lasciatemi qui da sola, vi scongiuro, non lasciatemi!”

Questo sfogo inutile è proprio da Usagi! Mi viene voglia di strapazzarla, di odiarla come odio te. Perché lei ha tutto, ha dei genitori che si amano, un futuro luminoso e pieno di gioia e un uomo stupendo che non la rinnegherebbe mai, un uomo che non saresti mai costretta ad uccidere ma per cui ti uccideresti, ti immoleresti cento, mille volte. Potrei contarle tutte, quelle di questa vita e quelle dell'altra in cui Usagi si è sacrificata per lui.

Questa sciocca non ha imparato niente, eppure mi domando se io potrei amare in maniera così totale e irresponsabile.

Non piangere Usagi, non sei più una bambina!”devo fermare quel torrente e inculcarle le ultime regole per sopravvivere. Perché lei deve sopravvivere, non potrei sopportare un mondo senza Usagi anche se io non dovessi farne più parte.

Ma è irrefrenabile e commovente nella sua ostinazione.

Ma no! Non è giusto Rei, non dovete lasciami sola, avete promesso che saremmo sempre state tutte insieme fino alla fine, invece mi lasciate sola! Vi prego non andatevene!”

La ricordo anche io quella promessa, fatta tanti anni fa prima di partire per il Polo Nord, rinnovata ogni volta, in ogni battaglia. Ma adesso sembra proprio che debba essere infranta come il legame che percepisco con questa bizzarra ragazza bionda con gli occhi sempre pieni di lacrime, così diversa da me da risultare il mio negativo.

O forse sono io il suo negativo, bruna guerriera colma di risentimento e invidia, copia ottusa di una matrice acuta e consapevole della sua positiva e splendente purezza.

Non mi ero accorta di quanto avessi invidiato Usagi in questi anni, di quanto mi fossi spinta nel suo cono d'ombra consapevolmente per essere come lei, riuscendo però solo ad essere il suo doppio oscuro, l'altra metà della medaglia che nessuno sceglie,che nessuno conosce.

Le mie critiche, le mie provocazioni, il mio spingerla ad essere come me, perfino il mio voto di castità fatto mille anni fa erano solo il rifiuto,o meglio il tentativo di nascondere la mia ammirazione, l'ossessione di diventare come lei.

Quanto mi sono affannata inutilmente! Tanto più perché sono sicura che Usagi sappia tutto ciò, ma invece di compiangermi, invece di rinfacciarmi questa ipocrisia, mi ha costantemente impartito, e lo sta facendo ancora con la sua testardaggine, quegli insegnamenti, quelle regole per sopravvivere che sono il vero segreto, per la vittoria, per il rispetto di se stessi, per la felicità.

Ma tu non sei sola! Ricordatelo Usagi, tu avrai accanto il tuo Mamoru!”non so perché ma sto piangendo, sento che tutto mi sta sfuggendo tra le mani troppo velocemente, troppo intensamente per afferrare in pieno la portata della mia scoperta.

Il dolore si fa bruciante come una fiamma nera che divampa lentamente, ma che è parimenti inestinguibile, per cui ho quasi fretta di bruciarmi, sento quasi l'urgenza di andarmene, con la speranza di rinascere di nuovo come la Fenice di fuoco; e questa volta non per brillare di luce riflessa ma per risplendere nel bagliore della mia unicità.

Perdonami non posso più proteggerti, ma chissà forse presto ci rivedremo!”

E ci credo sul serio, anzi ripongo tutto in questa aspettativa luminosa come un'alba.

E la morte diventa uno strumento, il ricordo degli errori passati diviene uno psicopompo dolce-amaro ma indispensabile se si vuole andare avanti in una strada che è piena di incognite, sorprese, affanni ma che è sempre lì, il futuro è sempre lì, a portata di mano.

Devi solo morire per afferrarlo di nuovo.

Perché ci vuole una morte per ricordarne un'altra. Perché ci vuole una morte per ricordare la vita.

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Capitolo 14
*** L'età del Coniglio(Anodos, ascesa di Crystal Tokyo) ***


Un sognatore è uno che può solo trovare la sua strada al chiaro di Luna,e la sua punizione è che scorge l'alba prima del resto del mondo”Oscar Wilde


30 giugno 2000


Le contrazioni si susseguono ad intervalli sempre più regolari e sempre più frequenti. Ormai respirare è diventato più un modo per tenere sotto controllo il dolore e la paura piuttosto che immettere aria nei polmoni, anche perché credo che i miei di polmoni, insieme a tutti gli altri organi, si siano liquefatti nel brodo di sofferenza che è il mio corpo. Sento che qualcosa di oscuro e pesante dentro il mio ventre spinge verso il basso, lottando per uscire ed affrancarsi da me, per sempre.

Certo, ogni madre agogna disperatamente vedere il viso del proprio figlio, ed affronta la fatica immensa del parto solo facendo appello a questa prospettiva. Invero io però conosco già il viso della mia bambina, ogni tratto, ogni espressione. Ma so anche che la ChibiUsa che verrà al mondo oggi non sarà mai la ChibiUsa che ho conosciuto e amato anni fa, di cui ero amica, di cui ero sorella.

Da quando emetterà il suo primo vagito io sarò sua MADRE e non potrò più essere la sua confidente, la sua alleata. Dovrò essere la sua guida, il suo punto di riferimento, il suo sostegno, e un sostegno deve essere inamovibile, rigido, sicuro.

Perciò temo la separazione con questo piccolo bozzolo caldo che vuole farsi strada fuori da me, perciò gioisco nel prolungamento di questo atroce dolore, io che mi lamentavo per un graffio al ginocchio la prima volta che ho affrontato un mostro ben 8 anni fa. Ma il mostro che devo fronteggiare adesso sono io stessa e le mie insicurezze.

Perché tra poco io diverrò Queen Serenity.


Pur sapendo già quando mia figlia sarebbe nata(un vantaggio di conoscere parte del proprio futuro)quando Usako si accasciò per terra afferrandosi il ventre con le mani il mio cuore smise per un attimo di battere e temetti che non ce l'avrei fatta a far fronte a quella esperienza che di norma rende gli uomini impotenti e vulnerabili. Inoltre sono un medico e proprio in virtù di questo le mie preoccupazione erano decuplicate. Sono a conoscenza infatti di tutti i rischi, di tutte le complicazioni che possono insorgere durante un parto e benché Setsuna mi avesse assicurato che non c'erano stati grandi cambiamenti nel nostro avvenire ero pur sempre un futuro padre molto, molto ansioso.

Quel pomeriggio faceva abbastanza caldo, anche se un leggero venticello da sud-ovest gonfiava le tende del nostro piccolo soggiorno. Pur essendoci sposati da meno di un anno e pur sapendo che presto la famiglia si sarebbe allargata avevamo deciso di non spostarci dal mio appartamento da scapolo dove avevamo vissuto tanti momenti felici insieme. Altro che regnanti del mondo! Altro che reggia principesca! Usako appena trasferita aveva riempito l'armadio con i suoi vestiti, la cucina con le pentole che le aveva regalato mia suocera, l'anta del frigorifero era stracolma di colorati e vivaci conigli con tutte le espressioni possibili; persino una piccola presina a forma di mamma coniglio con il suo cucciolo mi faceva ridere ogni volta che la vedevo mentre il soggiorno era invaso da piante lussureggianti donataci con tanto calore da una sempre più indaffarata Makoto.

Proprio lei insieme alle altre ragazze quel giorno avevano dato una festa per il compleanno di Usako che si sarebbe tenuta da noi poiché mia moglie non avrebbe potuto salire gli innumerevoli scalini che portavano al tempio scintoista di Rei.

Alla rumorosa festa parteciparono a sorpresa anche Haruka, Michiru, Setsuna e Hotaru. Non che non fossero invitate ma tutti noi non ci aspettavo che accettassero; quindi fu con notevole stupore che le accogliemmo nel chiassoso gruppo che si era affollato nell'appartamento. Prevedevo guai con i vicini del piano di sotto!

Intanto io e Haruka ci eravamo sistemati davanti al televisore per assistere alla gara di moto, una delle poche cose che avevamo in comune io e la ragazza alta e bionda che se ne stava stravaccata a bere birra in una poltrona troppo piccola per le sue lunghe gambe.

E il sorpasso tra il compagno di scuderia della Signora dei Cieli e il suo rivale nella classifica punti fu l'ultima cosa che ricordai prima del grido di Usako.



Oggi compio 22 anni. Ne sono passati ben 8 da quando ho preso consapevolezza del mio passato e del mio futuro e in ogni giorno di questi 8 anni mi sono chiesta come sarebbe andata se io non fossi la reincarnazione di Serenity, se non fossi la prossima regina del mondo intero. A volte vorrei essere solo una ragazza normalissima che vive la sua vita, il suo amore, le sue amiche come fanno tutti gli altri.

Le mie amiche!

Ecco Usagi, parlami di loro, devi pur distrarti tra una contrazione e l'altra!”il sorriso fiducioso e materno della dottoressa Akago, la mia ginecologa nonché amica di Mamo-chan mi invita, mi convince a confidarmi, a pronunciare frasi che da 6 anni non mi sono mai permessa di condividere con nessun altro, nemmeno con mio marito.

Ma d'altronde sono completamente aperta, lì sul quel lettino con le gambe divaricate e con le parti intime esposte, che il senso di avvilimento e vergogna sarebbe proprio fuori luogo, perciò la mia lingua si scioglie e ne escono pensieri che mi fanno più paura del travaglio.

Le ho già parlato di loro vero? Credo anche che le abbia intraviste qualche volta nelle varie visite mediche....ogni volta c'era una di loro!”mi asciugo il sudore e penso al prossimo passo da fare.

Si, ho intravisto una mora con i capelli lunghi che è quella con cui ti vedevo più spesso, una biondina chiacchierona e una con una riccioluta coda color ruggine. E poi non potrei dimenticarmi di Amy, accompagnava spesso sua madre quando era piccola durante le visite e faceva sempre un sacco di domande!”si ferma per guardarmi di soppiatto come se le stessi nascondendo qualcosa,”avevamo tutti pensato che avrebbe fatto l'internato qui in Giappone ma a quanto pare l'idea della Germania non l'ha mai abbandonata.” Il suo tono è sempre gentile ma l'occhiata che mi lancia mentre intanto osserva il tracciato mi fa sentire come se fossi responsabile di qualcosa.

Forse è il sollievo che ha appena seguito la fine di una contrazione, ma non resisto e sbotto:

Anche noi lo pensavamo, ma a quanto pare ognuna ha deciso la propria strada che non include rimanere nel proprio paese!”

Soffoco un singhiozzo secco,senza lacrime. Non volevo dirlo con tanta amarezza ma mi sento molto sola in questo periodo. Avevo immaginato che le mie amiche rimanessero sempre accanto a me, che ci fossero sempre quando ne avrei avuto bisogno. Invece non sarà così. Contro ogni previsione dettata da un futuro già scritto.

E' normale che perseguano le loro aspirazioni! Non trovi che sia un po' egoista avere la vita degli altri sempre a nostra disposizione? E poi adesso sono qui, sono di là che aspettano con trepidazione la nascita della tua bambina, cosa vuoi ancora?”

Rivoglio le mie amiche, rivoglio la complicità che ci legava prima, prima di Galaxia, prima che loro svanissero e io le riportassi in vita. Akago ha ragione, non lo nego, e non voglio che loro stiano costantemente a vegliare su di me. Ma sento che qualcosa si è spezzato, no, non spezzato, fortunatamente, ma congelato, qualcosa che è accaduto mentre erano polvere di stelle e scintille dorate.

Ma questo ad Akago non posso proprio dirlo. Non so cosa ricordino gli altri abitanti della città per quanto riguarda la lotta con Galaxia, i corpi affumicati dai fulmini neri che scendevano dal cielo oscuro come tentacoli malefici di una medusa enorme. In quelle ore ero stata troppo occupata a cercare di proteggere ChibiChibi, sopportare la sparizione, una dopo l'altra, di tutte le persone a me più care, scoprire ciò che era accaduto a Mamo-chan e poi la separazione da Seiya. Troppe cose di cui preoccuparmi, troppe veramente, anche per la paladina della giustizia!

Sento il bip che proviene dalla macchina collegata al mio ventre, un suono bellissimo, il cuore di ChibiUsa.

Intanto Akago si accorge che non ho più voglia di parlare e, dopo essersi assicurata che l'intervallo tra le contrazioni sia sufficientemente lungo, si toglie i guanti in lattice ed esce silenziosamente dalla stanza.



Immediatamente dopo il grido di Usako sia io che Haruka(anzi credo che lei mi abbia battuto nell'alzasi dalla poltrona!)accorremmo in cucina. Lo spettacolo che ci si presentò era così ordinario nella mia testa, chissà quante altre volte avevo visto un parto imminente, che mi ci volle qualche secondo per capire che quella era Usako, che la testa dorata che si piegava per osservare piangendo il liquido amniotico scivolarle tra le gambe era quella di mia moglie, che quelli erano i codini dorati della ragazza sconosciuta da cui accorrevo sempre chiamata Sailor Moon.

Perché proprio in quel momento? Perché proprio allora tutti quei ricordi ritardavano i miei movimenti, i miei pensieri, le nozioni che avrebbero potuto aiutarla?

Con fatica quasi esaltante riuscii a liberarmi da quel torpore ovattato che mi stringeva la gola e rendeva labili i suoni del mondo esterno; con malcelata impazienza allontanai da lei tutte quelle persone che stavano formando un capannello attorno e, a ripensarci ancora, non mi ricordo neanche con che esatte parole ordinai ai presenti di avvertire l'ospedale e in particolare di avvisare la mia collega Akago che la sua paziente stava arrivando, in imminente stadio di travaglio.

Di quei minuti non ho una memoria precisa; Minako urlava eccitata e si preoccupava che il bambino non uscisse fuori cadendo e sbattendo la testa, Rei mormorava preghiere scintoiste in una strana lingua, Amy aveva tirato fuori un libro non so da dove per scandire le fasi del parto mentre Mako-chan e Haruka, una per lato portavano di peso una Usako tremante e piangente.

Appena arrivati all'ospedale Akago era già lì che ci aspettava.

Feci per entrare con mia moglie ma la mia amica, i corti e lisci capelli neri a caschetto che oscillavano ad ogni parola come per sottolinearla, me lo impedì recisamente.

Che cazzo fai Akago? Fatti da parte, devo entrare anche io!”

Ho detto no! Mamoru, lo so che ti chiedo tanto ma fidati di me.......sai che in questi mesi mi sono affezionata moltissimo a tua moglie. Proprio per questo ti dico che c'è qualcosa che non va in lei.....qualcosa che tiene nascosto, che non le fa godere questo periodo splendido che è la gravidanza, l'arrivo di un figlio, qualcosa così profondamente radicato in lei che non se ne è nemmeno accorta.”

Un nome, puro distillato al veleno, apparve nella mia mente, provocandomi una smorfia che fece sobbalzare Akago.

Seiya.

Scoprirò di cosa si tratta. Di solito le primipare ci mettono molto, durante il suo lungo travaglio svelerò il mistero e ridarò il sorriso a tua moglie. Sarà una vera lezione di maieutica ,e avrò finito giusto in tempo per farti entrare nel momento in cui nascerà tua figlia!”


Con il dolore dell'ultima contrazione alle spalle posso respirare liberamente. Mi guardo in giro come se, per l'ennesima volta quel giorno, non riconoscessi la stanza in cui mi trovo.

Sono davvero in ospedale per partorire? Davvero tra poco diventerò MADRE?

Sento il gelo della paura, dell'ignoto che mi attanaglia. Essere genitore non è una passeggiata, non posso cavarmela buttandomi da una sala del trono galleggiante per salvare la mia ChibiUsa che precipitava nel vuoto.

Akago rientra, la voce dolce e melodiosa che scaccia il freddo che mi ha invasa.

Sapessi le tue amiche come sono agitate! Ci ho appena parlato, stanno occupando tutto il corridoio e fra loro ho visto anche la celebre violinista Michiru Kaiou! Fantastico! Sei davvero fortunata Usagi!”

Sospiro affranta e mi viene in mente che sono davvero fortunata, anche se gli ultimi anni mi sono scivolati addosso come colla vinilica.

All'inizio le sensazioni che provavo erano state sollievo e felicità per avere salvato tutti, ma era solo apparenza. In realtà l'opera di cristallizzazione, dentro di me, così come l'irrigidimento e la tensione che covavano sotto la superficie le mie amiche e Mamoru, si stavano già ramificando, scavando come una talpa cieca, ostinata e insaziabile un buco nero, una trappola filamentosa e appiccicaticcia che in 6 anni ha fatto scempio di legami che consideravo inattaccabili.

Ehi, Usagi! Sei così persa nei tuoi pensieri che sto cominciando a dubitare di averti dato troppa morfina!”Akago si avvicina e controlla il monitor alla mia destra.

Allora, visto che tu e io passeremo ancora un altro po' di tempo insieme, parlami di queste fantomatiche amiche! Per esempio, la biondina che stava flirtando con il mio assistente, Minako giusto, cosa fa? E la stangona con l'aria di una sukeban? Non vorrei incontrarla quando è arrabbiata!”

Non ho voglia di affrontare questo argomento eppure sento che una parte di me esige, pretende di sentire i loro nomi sulle mie labbra, di ridere delle loro disavventure come facevo un tempo, di parlare di loro come solo una vera amica potrebbe fare.

Perciò prendo un respiro profondo, come mi hanno insegnato al corso prenatale ed espello le ferali parole,che sembrano uno scarno sommario di anni di amicizie condivise:

Ehhhhm, Makoto(proprio non mi viene da dire Mako-chan)l'ho incontrata mentre stava picchiando dei ragazzi che mi avevano importunata. Le piace cucinare e il giardinaggio.....e ha anche dei bellissimi orecchini a forma di rosa. Dopo le superiori si è dedicata alla cucina entrando in una prestigiosa accademia, qualcosa di stampo europeo, credo francese......è diventata così brava che tra due mesi partirà per la Francia dove le hanno affidato un programma televisivo, ci credi? Potrebbe fare concorrenza a Minako, che lavora sempre in questo campo.....no, non la cucina,”mi affretto a spiegarmi davanti alla faccia sorpresa di Akago; evidentemente solo guardandola Minako difficilmente passerebbe per una provetta cuoca,”mi riferivo alla televisione. Minako a 19 anni se ne è andata a Los Angeles, ha debuttato in una commedia e adesso credo che si stia preparando per una grande sceneggiatura prodotta dalla Warner Bros. Non sembrava molto contenta, forse perché le è toccato fare il ruolo di una principessa aliena con incredibili poteri ma che nonostante questi perde il suo amore....già......”mi fermo, perché ciò che ho detto mi sembra in qualche modo la chiave per sbloccare chissà quale serratura, la soluzione a tutti i miei problemi degli ultimi anni.

Poi sento arrivare un'altra contrazione e il lampo di intuizione passa e fugge via dall'oscurità di sofferenza in cui sto di nuovo riprecipitando. Con gioia.



Le urla di Usako si facevano sempre più acute, ormai anche le conversazioni tra le ragazze si erano tutte spente; eravamo tutti protesi con le orecchie nell'altra stanza per udire il primo strillo del neonato. Di ChibiUsa.

Anche se Akago mi aveva promesso che mi avrebbe fatto entrare prima del parto non ne ero molto sicuro. Ma la cosa che più mi dava fastidio era che ero sollevato. Non avrei potuto sopportare di non poter aiutare Usako,di rimanere lì impalato e impotente mentre lei soffriva. E soprattutto non avrei mai potuto stare di fronte a lei, in quella situazione, con il nome di Seiya che ancora mi risuonava nelle orecchie.

Cercai di sforzarmi e togliermelo davanti, l'alta figura che si staglia nel tramonto sul tetto del liceo prima di sparire insieme ai suoi compagni in uno scintillio di stelle cadenti, ma niente.

Stavo per diventare padre e l'unica cosa a cui pensavo era che quel farabutto, o farabutta, era stato/a capace di incrinare il mio millenario rapporto con Usako.

Mi ingobbii nella già scomoda sediolina che rifilano in ogni ospedale, ma almeno quelle dell'Aiiku Hospital non erano di quella plastica insopportabile che scricchiola ad ogni movimento che fai. Toccai il sedile in pelle e sorprendentemente lo trovai caldo e confortante.

Poi un'ombra e l'allegra voce di Minako(anche se non allegra come una volta, mi ricordai)mi riscosse.

Avanti Mamoru, non essere nervoso! Diventerai presto papà, un papà meraviglioso!”

La guardai, la guardai davvero.

Non era più la ragazzina bionda e spensierata di 6 anni fa; l'azzurro dei suoi occhi non era più terso come un cielo estivo. Era più l'azzurro del cielo dopo che ha visto la tempesta e deve fare i conti con i danni che ha provocato. E sapevo che il mio sguardo era identico al suo.


Capisco, allora entrambe le tue amiche hanno fatto fortuna all'estero. Che strano, anche Amy ha deciso inspiegabilmente di conseguire l'internato a Stoccarda quando aveva già la strada spianata qui.....”

Non solo, Rei da un anno lavora alla sede diplomatica giapponese a Mosca, con suo padre, suo PADRE che ha sempre odiato per averla abbandonata. Ha lasciato suo nonno e il tempio e ne se andata!”la rabbia ancora mi invade ogni volta che ci penso. La MIA Rei che non sento più mia.

All'improvviso una fitta più forte mi fa inarcare, il mio addome si tende e lacrime di fuoco mi colano sul naso. Non voglio piangere, ma mi sento così sola, così ostracizzata. I brutti pensieri si accavallano e più mi innervosisco più sento dolore.

Lo sento. Il macigno che ho sul cuore e quello che preme per uscire si fondono e io non posso più sopportarlo. Uno dei due deve andarsene, altrimenti morirò dilaniata in due.

Siccome non sono ancora pronta per lasciare ChibiUsa, o il ricordo(illusorio?)che mi è rimasto di lei, opto per l'altra scelta.

In realtà io...in realtà io le odio,” butto fuori tutta l'aria che era rimasta compressa per mesi, anni, eoni”odio Minako e i suoi film, neanche li ho visti quando sono usciti in Giappone, odio Amy e il suo corso propedeutico a Stoccarda, odio Rei e la sua nuova passione per il balletto russo e soprattutto odio tutti i cibi francesi. Rivoglio la mia Mako-chan, che ogni giorno nella sua borsetta mi faceva trovare gli anpai, i taiyaki e i migliori daifuku che abbia mai mangiato, mentre oggi cucina solo quei disgustosi dolci dal nome impronunciabile,”mi sfogo come se tutte le crème brulée e Flaugnarde di questo mondo mi si fossero conficcati in gola e qualcuno me le avesse tolte di botto, per miracolo o misericordia.

So che devono andare avanti nella loro vita, non ho mai preteso niente ma le vedo, le sento e nello stesso tempo non le vedo e non le sento. E ' come se ci fosse un muro trasparente e non so con quale materiale è stato tirato su,”Akago mi mette una mano su una spalla e io sobbalzo a quel tocco.

Sei proprio sicura di non saperlo?”

E che io pensavo che fosse tutto a posto. Dopo averle salvate.....dopo un periodo brutto in cui loro erano lontane pensavo di averle ritrovate. Ma ora comincio a chiedermi quanto fossero andate lontano, e quanto io sia rimasta indietro.”

Hai provato a parlare con loro? A spiegarti?”

Fosse facile! Sono scappate tutte,”mi muovo sul lettino per sistemarmi meglio, sembro un'enorme balena spiaggiata e agonizzante,”sai, quando pensi di avere tutto il tempo del mondo, quando sai che la tua vita sarà lunga e meravigliosa, alcune cose, alcuni problemi o piccole incomprensioni le metti da parte. Ti dici che le risolverai dopo, che non è il caso di aprire un vaso di cui non sai bene il contenuto!”

Avevi paura. E' normale temere di perdere delle persone importanti e per questo tacere e fare finta di nulla. Ma se vuoi un consiglio, non porta a niente di buono rimandare questo tipo di situazioni. Con Mamoru ne hai parlato?”

Arrossisco imbarazzata e sento un'improvvisa curiosità per il monitor con il battito fetale.

Tum-tum-tum-tum. Il battito di ChibiUsa, rapido e veloce, si accorda con il mio e per un momento si confondono all'interno di me stessa.

A dire il vero no! Infatti Mamoru è parte del problema! Ma se con le mie amiche è difficile sopportare questo distacco, con Mamoru a volte mi risulta quasi intollerabile! Solo una volta.....”mi fermo, il ricordo è troppo personale per esporlo così con quella che a tutti gli effetti è una perfetta estranea.

E' solo cosa Usagi? Devi dirlo, non tenerti tutto dentro! C'ero anche io durante le tue crisi di pianto, durante le tue fughe, durante i tuoi silenzi in questi mesi. Sputa fuori ciò che ti opprime o ne diverrai schiava, per tutta la tua vita."

Per tutta la mia vita.

Penso ai secoli che dovrò ancora vivere, penso a mio marito e all'esistenza che condivideremo, penso all'amore che provavo per lui, che provo per lui, di cui non ho mai dubitato ma che forse, in parte per colpa mia, potrebbe apparire dubitabile agli occhi di un fidanzato che ritorna dalla morte e trova la sua ragazza oggetto d'amore di un altro.

Sento l'urgenza di spiegarmi con lui, di vederlo, di toccarlo, di dirgli che deve fidarsi di me, di noi ,di quello che siamo, che siamo sempre stati e che saremo.

E anche se la sua titubanza mi potrebbe ferire cercherò di mettere questo risentimento-sentimento sullo sfondo, di capire le sue motivazioni, le sue paure.

Se è il fantasma di Seiya la causa di tutti nostri problemi coniugali gli ricorderò come era bello amarci, sotto la Luna piena, che infondeva calore e luce bianca su tutti i suoi figli come quella volta.....

........solo una volta, in questi 6 anni, da quando è tornato dall'America(questa è sempre stata la versione ufficiale per la sua sparizione)ho ritrovato il vecchio Mamoru di cui mi sono innamorata. E' stato quando abbiamo concepito nostra figlia. Mi imbarazza un po' parlarne ma è successo quando siamo andati in vacanza in un piccolo villaggio sul fiume Nagara nella prefettura di Gifu. C'era la Luna e il fiume era così tranquillo, il vento autunnale ancora così caldo, siamo stati benissimo, a volte penso troppo bene,”mi esce un sospiro che si tramuta in una smorfia di dolore.

Qualcosa si rompe, stavolta dentro di me, anzi sento una piccola esplosione che sembra più un essere che sguizzi e fluttui dentro la melassa piuttosto che la rottura della placenta.

Poi il bisogno di spingere diventa impellente, mi viene la nausea, voglio la mia mamma o una botta in testa, a libera scelta di tutti gli dei contemplati dallo scintoismo. Anche una siringa gigante di morfina, o la mano di Mamoru(questa sarebbe la mia di scelta)sono comunque graditi.

Ti pre...go Akago, chia....ma Mamo-chan! Lo voglio qui, ora!”


Dentro la stanza non si sentì più urlare per parecchi minuti, solo un bisbigliare incomprensibile.

Mi domandai cosa dannatamente volesse fare Akago; se non fosse stata lei avrei già sfondato la porta.

Mamoru, hai già avvertito i genitori di Usagi?” Hotaru stava seduta composta sulla sediolina ma anche in lei vi era una fibrillazione, l'aspettativa di rivedere ChibiUsa dopo tanto tempo.

Si, Ikuko e Kenji arriveranno tra poco mentre Shingo ci metterà di più da Osaka; inoltre in questi giorni aveva anche gli esami di fine semestre.”

Sentii dei tacchettini, poi il profumo di rododendro di Setsuna mi avvolse e respinse l'onda rossa della gelosia che mi invadeva.

Come ho già detto non prevedo grandi cambiamenti nell'immediato futuro. Small Lady verrà alla luce, sana e regale nel suo ancestrale retaggio della Luna Argentata. Ma come sento il dovere di rassicurati sulle tue paure di padre e marito, sono anche costretta a ricordarti, come futuro sovrano, e a voi come Guardiane Sailor, che qualcosa potrebbe essere cambiato."

Tacque per un lungo momento; io me stavo lì, ad osservarla, imperturbabile e immota nella sua compostezza, mentre mi offriva, mi prometteva fasti e splendori di un futuro perfetto, in quel corridoio che improvvisamente si era fatto misero e spoglio, in un presente dominato dalla banalità e quotidianità.

Proprio per questo sconcertante contrasto le sue parole, usate per rievocare ciò che sarebbe accaduto in un'aura di leggenda e di portata storica talmente eccezionale da andare oltre la mia comprensione, oltre la comprensione di chiunque,mi apparivano però vuote,e inconsistenti, con i nebulosi tratti indistinti tipici delle vecchie favole del passato, o di racconti epici in cui eroi ed eroine salvavano il mondo dai malvagi, non si sa a che prezzo.

Ma anche se vuote e amorfe quelle parole mi raggelarono.

Ciò che è già scritto, ciò che è già reale è presto detto; Queen Serenity salverà il mondo da una tremenda glaciazione, per questo lei e il suo sposo saranno incoronati come Signori del Mondo e faranno di Crystal Tokyo la loro capitale. Questo non può essere cambiato, da nessuno. Eppure Usagi ha commesso un terribile errore,”si rivolse alle quattro ragazze che la guardavano, stranite e confuse,”voi, Guardiane del Sistema Solare Interno sapete a cosa mi riferisco, ne siete stati testimoni. Quando siete andati nel futuro per combattere i discendenti di Black Moon avete assistito alla più grande svolta storica che neanche io avevo considerato."

Come poteva essere? Di cosa parlava Setsuna? Rividi nella mente le sequenze del nostro viaggio nel tempo, fino al nostro arrivo nel 30° secolo e oltre, per capire cosa avesse potuto combinare Usako per dare alla Signora del Tempo quello sguardo scuro e indecifrabile. Passai in rassegna ogni azione, ogni parola e poi lo vidi, in tutta la sua tragicità e bellezza.

Guardai Setsuna e lei annuì, in silenzio.

Usagi ha commesso la folle imprudenza, o impudenza di vedere, di parlare con la sua se stessa del futuro,”continuò,”questo può avere ribaltato tutto ciò che era previsto, in modi che neanche possiamo immaginare!”

Come? Come un fatto talmente innocuo può sconvolgere il destino per cui la nostra principessa, e tutte noi siamo nate?” Haruka, sempre indisponente e bastian contraria era già scattata in avanti, pronta alla battaglia. Ma questa volta nemmeno lei poteva fare nulla.

Ti spiego meglio Haruka,”proseguì, i lunghi capelli dai riflessi color delle alghe che si muovevano dolcemente nella brezza, proveniente dalla finestra aperta di quel corridoio misero e spoglio, dei venti di sud-ovest che annunciavano i monsoni di quella estate,ma inaspettatamente molto più a nord e molto prima del previsto, ”Usagi non ha visto se stessa, ma quello che diventerà. Tutte noi abbiamo nella mente un'immagine di Queen Serenity, sapete come è. E' perfetta. Tutto ciò che una donna, o un uomo, vorrebbe essere. Questo potrebbe scatenare in Usagi, ma in chiunque credo che si trovi ad affrontare un fato,un destino simile, due risposte emotive. Potrebbe aumentare in maniera esponenziale il suo ego, la sua presunzione, la sua arroganza; oppure potrebbe fiaccarla, demotivarla, nella consapevolezza dell'abisso che vi è tra l'Usagi di adesso e quella che diverrà nel futuro. E questo sarebbe terribile, con conseguenze così esiziali, così nefaste che io......”

Non la mia Usako!”mi alzai in piedi, lentamente e guardai tutte loro in faccia perché non ci fossero dubbi in quello che dicevo,”non la mia Usako. Lei non si farà certo smontare, od esaltare dallo spicchio di futuro che può avere intravisto. Certo, non è facile per nessuno portare questo peso, il peso di una profezia così assoluta e schiacciante. Ma lei può farcela, so che può proprio perché è la persona più imperfettamente perfetta che conosca. Lei non si farà certo scoraggiare dalla sua bella copia futura, e sapete perché? Perché Usako,”ed indicai con la testa la stanza in cui erano ripresi dei lamenti molto deboli”è la bella copia del presente, è da lei che che tutto parte, è da lei che tutto nasce”.

E come a profetizzare le mie frasi in quel momento sbucò Akago che con un tono tra un sussurro e un grido mi disse:

Svelto Mamoru, tua figlia sta per nascere! Vieni a vederla!”

Non sarei potuto essere più rapido neanche se ci fosse stata la salvezza del mondo in gioco.

Usako era tutta rossa e accaldata, con un lenzuolo sopra il pancione e numerosi assistenti con la mascherina e i guanti.

Non mi disse niente anche se i suoi occhi lucidi e commossi erano pieni di significati che non riuscivo, ne mi importava in quel momento comprendere.

Dopo, ci sarebbe stato tempo dopo. Avevamo secoli a disposizione per chiarirci.

Ma qualcun altro non poteva più aspettare.

Avanti Usagi, adesso devi dare una forte spinta e ci siamo. So che sei stanca, ma è quasi finita”.

Akago era tutta concentrata tra le gambe di Usako, il posto innominabile che ogni uomo teme di vedere in questa situazione.

Poi sentii un risucchio, una specie di fruscio e il silenzio che era piombato, quasi automaticamente, nella stanza.

La mia amica teneva tra le mani qualcosa di viscido e rosso a cui diede dei colpetti leggeri, poi pulì il naso e la bocca e finalmente.........finalmente il tanto sospirato vagito.

Fu più simile all'eco lontana di un gattino che ad un vero e proprio pianto. Inoltre, vista la natura di quella nascita speciale, mi aspettavo una luce divina che scendesse su di noi, benedicendoci.

Invece fu tutto terribilmente, fantasticamente normale.


Sono tornata a casa da pochi giorni e anche se Mamoru ha ferocemente protestato che dovevo ancora riposare, Luna dice che non si può più attendere. La cerimonia deve avvenire stasera, e io sono d'accordo con lei.

Lo sento, in tutta me stessa, che il tempo è arrivato. La fronte mi pizzica e mi prude come se qualcosa dentro di me dovesse, premesse per sbucare fuori,un po' come la sensazione che ho provato durante il parto.

Ma stavolta ciò che deve fuoriuscire sarà molto più drastico, più rivoluzionario, il ribaltamento stesso della mia anima. E se osservo attentamente, tra la frangetta bionda posso intravedere uno spicchio di Luna crescente che si staglia come un'immagine in controluce.

Stasera quindi mi sono preparata con meticolosità, anche se sono un po' ingrassata con la gravidanza e Makoto mi ha promesso che mi porterà agli allenamenti sul monte Tsukuba.

Mi infilo il mio vestito bianco con il corpetto decorato da tanti anelli dorati. Credo di averlo già visto, o di avere già sentito la sensazione che mi dà indossarlo, ma il pianto di ChibiUsa e il sonno arretrato mi distraggono e lo ripongo sul letto.


L'appartamento è buio, solo il nostro satellite inonda noi, tutti riuniti nel piccolo terrazzo, di luce bianca e pura.

Luna mi guarda e vedo le lacrime che le scendono:

Benedetta ragazza, ne hai fatta di strada da quando ti ho incontrato la prima volta. Adesso la luce lunare ti rivela per quello che sei, che sei sempre stata,”guarda il mio marchio che decora in modo netto e chiaro la mia fronte(per ora solo quando è bagnato dalla luce della mia antica patria) come un monito e una promessa per tutti.

Mi avvicino alle altre ragazze e sobbalzo costernata. Sono tutte trasformate! “Cavolo Luna, avresti potuto dirmelo che dovevo trasformarmi, non voglio sfigurare il giorno della mia incoronazione!”borbotto con un pizzico di quell'antica vena lamentosa che avevo a 14 anni.

E' inutile Usagi, anche se ci provassi, da questo momento in avanti non potrai più trasformarti. Da oggi Sailor Moon muore”fece una piccola pausa, un crepitio di tensione ed eccitazione tra i presenti”da oggi Queen Serenity nasce!”


E così la cerimonia di incoronazione, che mi immaginavo in un grandioso castello di cristallo pieno di dignitari e giornalisti da ogni parte del mondo, si è svolta in un appartamentino di un piccolo quartiere di Tokyo, nel più completo anonimato, senza nemmeno i miei genitori che neanche si sognano il ruolo che avrà la loro figlia nel futuro di questo pianeta.

Siamo ancora tutti qui, le Guerriere del Sistema Solare Esterno e le mie quattro amiche, i volti pallidi e bianchi come spettri.

Ormai non ci stiamo più nel balcone ma è troppo bello guardare la Luna e il suo chiarore così abbacinante.

Improvvisamente però sento un rumore che proviene dal corridoio buio; quattro figure lentamente escono dall'ombra, le divise scure come macchie di catrame e i volti altrettanto pallidi, altrettanti fantasmi, veri però, appena tornati dall'aldilà.

L'uomo con i capelli chiari si fa avanti, con il passo marziale di un generale esperto(mi rovinerà il tappeto nuovo con quegli stivaloni!) e per riflesso Minako indietreggia fino a schiacciarsi contro la ringhiera.

Eccoci Master! Dopo mille anni in cui abbiamo aspettato, nel nostro limbo di tradimento e rimorso, dopo che siamo rinati nel male e periti nuovamente, siamo tornati in vita,adesso, come era scritto e previsto. Per servirti, questa volta per morire per te. Concedici il tuo perdono o la morte onorevole che nell'altra vita abbiamo rifuggito!”

Il mio Mamo-chan, anzi King Endymion li guarda, e senza un attimo di rimpianto, o di esitazione annuisce.

E loro si fanno avanti, si mescolano a noi, fino a formare quel cerchio che prima non eravamo e non potevano essere, un cerchio qui, sulla terra, un cerchio che è a immagine e somiglianza di un altro, stavolta nel cielo, non così distante, non così freddo, non così passivo come potrebbe apparire.

In lei noi possiamo confidare, sperare, sognare nonostante tutto ciò abbia sempre un prezzo. Che sono anni, millenni che pago ma che pagherei ancora e ancora.

Perché un sognatore è uno che può solo trovare la sua strada al chiaro di Luna,e la sua punizione è che scorge l'alba prima del resto del mondo.

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