***L'Amore è un Gioco?***

di Leemoon MewSisters
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** INTRODUZIONE ***
Capitolo 2: *** ===Prologo=== ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1 - Il Mio Appuntamento - By ICHIGO ***
Capitolo 4: *** Capitolo 1 - Il Mio Appuntamento - By KISSHU ***
Capitolo 5: *** Capitolo 2 - Il Bacio e la Sua Forza - By ICHIGO ***
Capitolo 6: *** Capitolo 2 - Il Bacio e la Sua Forza - By KISSHU ***
Capitolo 7: *** === Intermezzo 1 - Sospetti === ***
Capitolo 8: *** Capitolo 3 - Quando Mancano le Parole - By ICHIGO ***
Capitolo 9: *** Capitolo 3 - Quando Mancano le Parole - By KISSHU ***
Capitolo 10: *** Capitolo 4 - La Mia Peggior Paura - By ICHIGO ***
Capitolo 11: *** Capitolo 5 - Incubi e Sogni - By ICHIGO ***
Capitolo 12: *** Capitolo 4 - La Mia Peggior Paura - By KISSHU ***
Capitolo 13: *** Capitolo 5 - Incubi e Sogni - By KISSHU ***
Capitolo 14: *** Capitolo 6 - Solo Ricordi - By ICHIGO ***
Capitolo 15: *** Capitolo 6 - Solo Ricordi - By KISSHU ***
Capitolo 16: *** Capitolo 7 - Alta Tensione - By ICHIGO ***
Capitolo 17: *** Capitolo 7 - Alta Tensione - By KISSHU ***
Capitolo 18: *** === Intermezzo 2 - Un Segreto === ***
Capitolo 19: *** Capitolo 8 - Qualcosa di Buono - By ICHIGO ***
Capitolo 20: *** Capitolo 8 - Qualcosa di Buono - By KISSHU ***
Capitolo 21: *** Capitolo 9 - Tra Me e Te - By ICHIGO ***
Capitolo 22: *** Capitolo 9 - Tra Me e Te - By KISSHU ***
Capitolo 23: *** === Intermezzo 3 - Punti di Vista === ***
Capitolo 24: *** Capitolo 10 - Nemmeno la Fine - BY ICHIGO ***
Capitolo 25: *** Capitolo 10 - Nemmeno la Fine - BY KISSHU ***
Capitolo 26: *** === Epilogo + Bonus Track === ***



Capitolo 1
*** INTRODUZIONE ***


1-Introduzione

*** L’Amore è un Gioco? ***

 
INTRODUZIONE

Salve a tutti, io sono Mew Leemoon!
Anche se questa FF è postata sotto Mew Sisters, la mia sorellina Neko Ichy-chan non è responsabile di quello che mi accingo a scrivere… comunque la ringrazio per aver letto e corretto tutti i Capitoli!
 
Dopo le cavolate demenziali che ho scritto finora, mi sono decisa a fare qualcosa di serio, o almeno ci ho provato! In realtà questa storia è pronta dalla fine di Settembre, ma l’ho postata solo ora perché… perché… ehm… boh!
No, è che mi piace molto scrivere (anche se continuo a fare pena), ma di solito non mi garba cimentarmi con i personaggi altrui, perché ho sempre paura di non azzeccare in pieno il carattere… per cui questa potrebbe anche essere una OOC!!! (Lettori avvisati…)

La trama è molto, molto semplice: Sono passate un paio di settimane dalla battaglia finale, ma i nostri tre alieni non si sono ancora levati di torno perché hanno avuto un problema tecnico… Ma ve lo spiegherà meglio Kisshu! (Io cosa? E che ne so??? O_O NdKisshu)
Non sapendo come ammazzare il tempo, l’alieno dagli occhioni dorati avrà la brillante idea di mantenere la promessa fatta ad Ichigo, ovvero di portarsela via! E ci riuscirà…
Ne viene fuori: una Ichigo che finalmente inizia a farsi qualche scrupolo sul suo modo di comportarsi… e un Kisshu alle prese con uno dei momenti meno rosei della sua vita…
Forse i primi capitoli non sono un gran che, ma se avete pazienza poi migliora, fino a diventare parecchio deprimente… -___-“
Cmq se non vi sfagiola questo genere di cose, dove i personaggi frignano in ogni capitolo (che tristezza…) vi stuferete presto e mi verrete a cercare a casa per chiedermi i danni morali… Venite, venite… io vi aspetto! Ah Ah AH AH AH AH (risata malefica!!! )

Detto così, questa sembrerebbe una Kisshu X Ichigo, ma… beh, io di solito sono molto, molto cattiva con i miei personaggi, che hanno la curiosa tendenza a NON arrivare vivi fino all’ultimo capitolo, per cui… XDDDDDD

A questo proposito, due parole sul Rating: ero un po’ indecisa tra R ed NC17 perché, oltre che un po’ allusivi, alcuni punti di questa FF sono a mio avviso molto violenti…

Infine, LA PARTE PIU’ IMPORTANTE! LEGGETE O NON CI CAPIRETE NIENTE:
Riguardo ai capitoli, ho deciso di fare un esperimento complesso e degno della mia mente malata… avete presente quei libretti per le ragazzine, scritti da un lato dal punto di vista di lei e dall’altro dal punti di vista di lui? Ecco…
 
Seguendo questa ottica, la vostra autrice psicopatica e perversa ha pensato bene di scrivere quasi tutti i capitoli due volte: una volta leggerete i fatti visti dal punto di vista del cervellino bacato di Ichigo, un’altra volta dal punto di vista della mente contorta di Kisshu (e questo, gente, è stato veramente difficile!!!!).
Saranno unici solo il prologo e i vari intermezzi che ho inserito, in cui non compaiono i due protagonisti!
 
Per questioni di trama e di suspence (ma dai!!!!), in linea di massima posterò i capitoli in ordine cronologico, alternandoli… ma se avete voglia di aspettare, o se beccate questa FF quando è già finita, potete anche leggere l’intera storia prima dal punto di vista di un personaggio e poi dall’altro (personalmente è il modo che preferisco).
 
Spero che in questo modo riuscirò a incasinarvi la vita e vi passi la voglia di leggere sta skifezza…

Un ultimo sforzo piccolo piccolo: X PIACERE, recensite recensite recensite recensite!!!!
Anche per dire solo due parole del tipo:

1)fa
2)pena
 
GRAZIE GRAZIE GRAZIE! ^o^


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~ L’autrice si dilegua e riappare poco dopo con enorme proiettore impolverato del dopoguerra ~

Ichigo: Ehi… ma questa è una FF, non un film! Non puoi proiettarla!
Autrice: Ssssssssssssh! Dunque… (colpo di tosse) Signori e signore mettetevi comodi e preparatevi a sprofondare in questo lungo, dolce e logorroico incubo su cosa NON è l’amore…
Kisshu: vuoi un po’ pop corn?
Autrice: AAAAARGH! Sii serio per una volta!!!
Kisshu: Ok, Ok… non ti scaldare!


~ Cala silenzio di tomba, assieme ad oscurità totale ~

Crunch… crunch…

Ichigo: Sembrano buoni… ne dai due anche a me?
Kisshu: Tieni…

Crunch… crunch…

Autrice: PIANTATELA! (Strappa via barattolo dei pop-corn)
Kisshu e Ichigo: No… uffa…


~ Scorre serie di trailers sulle FanFiction dell’autrice, prossimamente trasmesse in questo cinema ~

Crunch… crunch…

Kisshu e Ichigo: EHI! Ma te li stai mangiando tu!!!!
Autrice: Sssssssssssssssssh! Inizia!!!!

~ “La MewLeemoon-production è lieta di presentarvi: L’amore è un Gioco? Scritto e diretto da MewLeemoon, con la partecipazione di…” ~
~ scorrono i titoli di inizio, accompagnati da musichetta stile Beautiful ~

Ichigo (bisbigliando): Ki-chan… qual è lo scopo di tutto questo?
Kisshu (sconsolato): Non farci caso gattina… questa tizia è pazza… completamente pazza…


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Capitolo 2
*** ===Prologo=== ***


2.Prologo - By Kisshu

Per leggere le note cliccate sul simbolo, x es: (***) e finirete in fondo alla pagina. Quando avete letto, cliccate di nuovo sul simbolo che troverete e... magia: tornate al punto del capitolo in cui eravate rimasti! Potere del FrontPage... ^o^
Cmq la maggior parte saranno solo miei commenti cretini, per cui vi conviene leggerli alla fine, per non spezzare il ritmo della storia!

Intro al Capitolo: Bene, cominciamo!!!! XDDDDD
I primi 4-5 Capitoli sono piuttosto corti, ma poi migliora! Per farmi perdonare cercherò di postare più spesso!

Un appunto: in questa FF Kisshu, Pai e Taruto NON sono fratelli, perché... beh perché mi andava così! (bella spiegazione, vero?)
Cmq, perdonate la mia SOMMA IGNORANZA, ma né nell’anime né nel manga si parla di un rapporto di parentela tra loro: qualcuno mi può gentilmente spiegare da dove è saltata fuori questa informazione? Io su internet non ho ancora trovato nulla... VOGLIO SAPERE!!!! >______<

*** PROLOGO ***

~ * ~

By Kisshu

I’m running, running away
Haunted by a dying hope
Subconsciously needing the agony
‘Cause bitterness has silenced those emotions
It’s getting hard to breathe

My purpose in life
Is it unfair to assume I have one?
In a world so cold and bleak
How could this be a place for me?

I’m the strange illusion
Don’t feel too real
You are the sweetest delusion yet
I feel you so real

In my dreams
Another night finds me alone
In my nightmares
I’m falling like a stone
And...
You still hold me
You still haunt me
You still touch me (*)

Io sto scappando, scappando via
Inseguito da una speranza sul punto di spegnersi
Con un bisogno inconscio di agonia
Poiché l’amarezza ha messo a tacere quei sentimenti
Sta diventando difficile respirare

Il mio scopo nella vita
E’ troppo credere di averne uno?
In un mondo così freddo e desolato
Come potrebbe questo essere posto per me?

Sono la strana illusione
Non mi sento abbastanza reale
Tu sei la più dolce delusione
Ma ti sento ancora così reale
 
Nei miei sogni
Un’altra notte mi trova da solo
Nei miei incubi
Sto precipitando come un macigno
Tuttavia...
Tu ancora mi trattieni
Tu ancora mi perseguiti
Tu ancora mi tocchi…



“Maledizione”
 
“Maledizione! Maledizione! Maledizione!”
 
“Smetti di lamentarti, Kisshu!” tagliò secco Pai.
 
“Senti, non riesco a svitare questo maledetto tubo! E’ rovente! Mi sto ustionando!” sbottò Kisshu, agitando la mano in aria per raffreddarla.
 
“Forse, se usassi qualcosa per svitarlo al posto delle mani…” suggerì Pai, sporgendosi appena da sotto il pannello comandi dove stava controllando i cavi elettrici.
 
“OOOOH! Non stressarmi! Questa roba non fa per me! Non sono capace ad aggiustare le cose!”
 
“Già, tu sai solo rompere!” ridacchiò Taruto fluttuando in aria a pochi metri da loro.
 
“Ah ah ah! Che battuta divertente…” osservò Kisshu senza entusiasmo.
Poi si tirò fuori dallo stretto scomparto dove era alloggiata la pompa di raffreddamento principale della loro astronave e lanciò un’occhiata ai vari attrezzi, utensili e arnesi che erano sparsi ovunque per il pavimento della sala comandi. Gli venne il mal di testa.
 
“Ragazzi, io me ne vado!” esordì.
 
“EEEEH?” fecero eco Pai e Taruto.
 
“Non ne posso più! E’ da ieri sera che stiamo cercando questo famigerato guasto e siamo ancora in alto mare! Io vado a farmi un giro…”
 
“Non andrai di nuovo a spiare quella vecchiaccia terrestre?” domandò Taruto fissandolo storto.
 
“Ma per piacere! Sono settimane che non lo faccio più! Ne ho abbastanza di quella là…” sbraitò Kisshu.
Poi trasalì: “EHI! Ma tu come fai a sapere che io…???” O_O
 
Taruto si mise sghignazzare di gusto. “Ti sei detto tutto da solo, Kisshu!”
 
L’alieno lo incenerì con lo sguardo. “Piantala di scherzare su questa cosa! Ti ho già detto che di quella non me ne frega più niente!”
 
“Lo sappiamo Kisshu” intervenne Pai con tono pacato, provando a collegare due fili, incastrato sotto il quadro strumenti.
“E’ per questo che mentre eravamo in viaggio, nella cuccetta di fianco alla mia, c’era qualcuno che ripeteva nel sonno certe cose…” aggiunse calmo.
 
“Uh? Di cosa stai parlando?” domandò Kisshu preoccupato.
 
Pai fece un sorrisetto.
“Mah… qualcosa tipo… (schiarendosi la voce) :…mmh… Ichigo… uhn… dai…. Gattina… Aaaah...”aggiunse poi, con una eloquente imitazione. (**)
 
Kisshu lo fissò a metà tra l’inorridito e lo sconvolto (e l’imbarazzato).
“V-voi due mi fate schifo…” balbettò…
 
“No, sei tu che fai sogni osceni… per fortuna che per tutti questi mesi non hai dormito sulla nave con noi due…”
“E ora per favore dammi una mano con quel trasformatore” disse Pai, indicandogli una scatoletta nera poco distante da lui.
 
“Scordatelo! Fatti aiutare da Taruto” sbottò Kisshu, smaterializzandosi.


***


Si rimaterializzò sulla Terra, sul tetto di un alto palazzo abbandonato, dove era sicuro che nessun umano sarebbe venuto ad infastidirlo.
 
“Quei due figli di…” farfugliò sottovoce, non appena toccò aggraziatamente il pavimento.
“Si divertono a prendersi gioco di me… se solo non mi servissero per tornare a casa…” ringhiò. “…gli farei passare la voglia di dire certe stronzate!”.
 
E poi io certi sogni non li faccio… pensò contrariato.
 
Non ricordo nulla del genere…
 
…purtroppo…
 
Rimase un po’ a pensarci, sforzandosi di richiamare alla memoria un qualunque frammento di immagine.
 
Vuoto assoluto.
 
“Ah! Ma chi se ne frega!” esordì scocciato.
 
In realtà, anche se cercava con tutte le sue forze di non pensarci, doveva ammettere che Ichigo si riaffacciava all’improvviso nei suoi pensieri quasi ogni giorno nelle ultime due settimane…
Quindi avrebbe potuto benissimo averla anche sognata…
 
Sospirò.
 
Sembrava che il destino ce l’avesse con lui.
Poteva essere ormai in vicinanza del suo pianeta in quel momento, essersi lasciato alle spalle tutta quella brutta storia… invece quella stupida astronave si era rotta dopo un paio di giorni di viaggio ed erano dovuti tornare sulla Terra.
Dopo il guasto avevano mandato una richiesta di soccorso ai loro simili, ma avevano aspettato invano per ben due settimane: non solo nessuno era venuto ad aiutarli...
Non gli avevano neppure risposto.
 
E questo non era un buon segno.
 
Evidentemente la morte di Profondo Blu non li aveva resi felici.
E la storia della Mew Acqua non sembrava averli soddisfatti, visto che nessuno si era precipitato a recuperarla…
 
Lui era inchiodato su quel pianeta azzurro e non poteva fare un bel niente per cambiare la situazione, per evitare che degenerasse ulteriormente…
 
E tutto ciò non faceva altro che insinuare in lui un’inquietudine pungente…
Il momento in cui sarebbe tornato…
Potevano anche…
 
Kisshu tirò un pugno secco contro alla spessa ringhiera di cemento (sfracellandola)…
 
“Oooow… MERDA!” imprecò, stringendosi la mano.
 
Almeno il dolore non lo faceva pensare…
 
“Se almeno avessi qualcosa da fare! Sto impazzendo a forza di stare così con le mani in mano!!!” si disse irritato.
 
In passato poteva se non altro andare in giro a cercare di maciullare qualche inutile essere umano, ma ora non aveva più senso…
Oppure poteva andare ad infastidire Ichigo…
 
Ecco… ci sto pensando di nuovo!
 
Si sedette per terra a gambe incrociate, sconsolato. Magari fosse stato così facile dimenticarla!
Sapeva che era lì, a pochi chilometri da lui. Gli sarebbero bastati un paio di secondi per vederla…
 
Fossi scemo…
 
Ichigo gli avrebbe di nuovo pugnalato il cuore con il suo sguardo pieno di rabbia e disprezzo, riaprendo vecchie ferite.
 
Però… l’ultima volta…
 
Non riusciva a togliersi dalla testa l’ultima volta che l’aveva vista, sulla base aliena…
Si era fatto ammazzare come un incapace, davanti a quella ragazza…
E lei l’aveva abbracciato.
E aveva inspiegabilmente pianto per lui…
E lui si era sentito improvvisamente così felice, come se la sua vita avesse, per un attimo, acquistato un significato che non aveva.
 
Gli sarebbe piaciuto riprovare quella sensazione, in quel momento…
 
Forse… potrei… fare un ultimo tentativo? Si domandò titubante.
 
A parte quell’occasione eccezionale, Ichigo non aveva mai speso neppure una parola gentile per lenire la sua amarezza. Non l’avrebbe davvero fatto adesso…
 
Tuttavia…
 
Tuttavia, un sacco di volte, si era ripromesso che l’avrebbe costretta a ricambiare i suoi sentimenti per lei, che l’avrebbe convinta ad amarlo, che l’avrebbe rapita e portata via sul suo pianeta per questo, se necessario.
Ma in realtà non ci aveva mai provato sul serio.
 
La verità era che la cosa lo spaventava a morte.
 
Un conto era passare con lei quei pochi secondi tra un combattimento e l’altro…
…stuzzicarla con un paio di battutine taglienti, mettere alla prova gli agili e morbidi movimenti del suo corpo…

Ma stare con lei… resistere al gelo dei suoi occhi che lo fissavano con odio…
…e resistere alle sue labbra…

...di un caldo rosa vellutato...

…che chiedevano solo di essere assaggiate… (***)
 
Un brivido gli passò lungo la schiena: realizzò con improvvisa, chiarissima consapevolezza che se non avesse mantenuto questo suo proposito ora, non avrebbe potuto farlo più.
 
Mai più…
 
E a Kisshu non piaceva avere rimpianti…

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Allora come mi sembra? Mi lasciate una recensione, vero?
Magari solo per farmi sapere se vi piace il modo in cui scrivo, se ho centrato i personaggi, se vi fa ridere/piangere/venire sonno…
 
GRAZIE!

1 bacio a tutti!
   ^3^
*smack*
 
Note:
 
(*) Non riuscivo a trovare UNA canzone per questo prologo che desse l'idea di cosa prova Ki-chan... per cui ho adottato la discutibile soluzione di fare uno SPEZZATINO con varie canzoni un po' riadattate... -____-
Per correttezza, le songs sono (è impossibile metterle in ordine): Bound to Violence - Hatebreed; Hold Me - Savage Garden; The promise of Agony - Dark Angel - Illusion/Delusion - Poisonblack; You Still Touch Me - Sting
Ora fatemi causa... -___-
 
(**) Autrice: Buaaaah ah ah ah ah ah! Ce lo vedete Pai a fare il verso a Ki-chan??? Ma dai!!!! X°°°°°°°°°DDDDDD
Pai: Accidenti! Dovresti sentirlo anche tu! Non ti fa dormire! Sempre ad ansimare: Uhnnn… sì micietta… adesso… nngh.. adesso sei mia… uhm…
Autrice: Ehm… Ok Pai, abbiamo capito…
Pai: E anche… Ichigo… Anf anf… Ichigo… Aa-Aaaagh!
Autrice: PAI! BASTA! >//////////<
Pai (si allontana sghignazzando): Sì gattina… graffiaaaami!!!
Autrice (inorridita): Ma che razza di FF sta diventando questa???? O_o””””  E meno male che siamo solo al prologo!!!!
Kisshu: EHI! Ma è così divertente sfottermi?!? -_-“
 
(***) Autrice: Ki-chan, ma tu hai una specie di OSSESSIONE per le labbra delle ragazze?
Kisshu: Ma no, rientro nella media! ^o^!! Come dice quella vostra pubblicità cretina? Il 54% dei ragazzi è attratto dalle labbra, il 67% delle ragazze dagli occhi!
Autrice: Uhm… (ci pondera su)… in effetti… (fissa gli occhi di Kisshu)… cavolo… (va in catalessi) *ç*

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Capitolo 3
*** Capitolo 1 - Il Mio Appuntamento - By ICHIGO ***


2.Capitolo1 - Il Mio Appuntamento - By Ichigo

Wow! Non avrei mai creduto che la mia FF ricevesse così tante recensioni solo per il prologo!!!! Sono troppo troppo troppo troppo felice!!!!! XDDDDDDDDDDDDDDD (L'autrice saltella come pazza furiosa per la casa, ridendo istericamente) (Oddio! Fermatela! T_T NdNIchy-chan).
Visto che siete stati così fantastici da lasciarmi un commento, cercherò di risp a tutti:

X Neko-Ichy-chan: O sema!!! Ma che mi recensisci che tu l'hai già letta due settimane fa? >o X Jessica e tutte le sue amiche: Ragazze siete splendide! Ogni tanto vedo le vostre recensioni alle altre FF e si capisce che Jessica va letteralmente pazza x Ki-chan! Continuate a leggere e vedrete che ho in mente certe scenette... *^^*
X Francesca Akira89: Grazie... cmq non è che abbia capito molto di più... @_@?
X Pferpfer: Grazie 1000 per la recensione così dettagliata! Quando trasmettevano l'anime in TV anch'io andavo pazza per Ryou, forse perchè assomigliava da morire ad un tipo di cui ero follemente innamorata e che non mi considerava (Aaaah... il mio Davide! *ç*). Poi con il tempo, non so come, ma ho cominciato ad apprezzare Ki-chan ed ora... *ççççççççççç* CMQ neanche io ritengo che la coppia Kisshu&Ichigo sia perfetta, anzi... =.= Infatti, come ho già detto, questa non sarà una storia propriamente *d'Amore*! XDDDD
X Mao-chan: Vedrai cosa gli combino alla fragola... eh eh eh. A parte i miei deliri sadici, non sono sicura di aver capito bene cosa intendi per "più particolari", ma se è quello che credo io, nei prossimi capitoli dovrebbe migliorare! Fammi sapere!
X MewBy: Che bello sbroccare insieme! ^o^! Sono contenta che ti piaccia leggere i pensieri di Kisshu Kisshu, perchè ti stresseranno per tutta la durata della FF!
X Chihiro e Doremi-chan: Contenti? ^v^


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Per leggere le note cliccate sul simbolo, x es: (***) e finirete in fondo alla pagina. Quando avete letto, cliccate di nuovo sul simbolo che troverete e... magia: tornate al punto del capitolo in cui eravate rimasti! Potere del FrontPage... ^o^

*** 1. Il Mio Appuntamento ***

~ * ~

By Ichigo

RIBON wo musunde waratte mitara
Kawatta watashi ni nareta kigashita…

Ho legato un nastro nei miei capelli e ho provato a sorridere
Ma sentivo di essere diversa da quella che ero...

(My Sweet Heart – Opening originale di Tmm! ^v^)



Ichigo si sentì lentamente scivolare fuori dal suo sonno senza sogni.
Ebbe l’impulso di tirarsi le lenzuola, profumate di lavanda, sul viso, perché la luce soffusa che filtrava dalle tende la infastidiva… e lei voleva dormire ancora per cinque minuti.
 
Affondò il viso nel cuscino…
 
Inutile, ormai era sveglia.
 
Rassegnata, si alzò stiracchiandosi dal letto con un sonoro sbadiglio e si stropicciò il viso con una zamp… ehm… con la mano.
Guardò la sveglia: erano da poco passate le 8.
 
Quant’era che non si riposava così tanto!
La scuola era finita da pochi giorni e la aspettavano due settimane di vacanza prima dell’inizio del prossimo anno scolastico… (*) certo aveva da studiare per l’esame di ammissione ma in fondo era tranquilla. Aoyama-Kun l’avrebbe aiutata… e poi… dopo tutto quello che aveva passato, gli esami per entrare nella nona classe le sembravano caramelle!
 
Con un largo sorriso aprì le tende per far entrare la luce mattutina in camera, quindi si trascinò assonnata in bagno e iniziò a lavarsi i denti.
 
Quello che aveva passato… erano trascorse poco più di due settimane da quel giorno, ma a Ichigo sembravano secoli! Dopo aver sconfitto Profondo Blu, dopo che lei e le sue amiche avevano rischiato la vita, dopo aver creduto di aver perso per sempre il suo ragazzo… Ichigo non aveva più ripensato a quel momento terribile per un sacco di tempo. Anzi, evitava accuratamente di rievocare alla mente quei tristi eventi.
 
Un po’ le dispiaceva svestire i panni di Mew Ichigo e soprattutto le dispiaceva di non poter più combattere con le sue amiche… ma almeno ora, poteva stare finalmente tranquilla! Anche se era una ragazza piena di energie, l’ultimo anno della sua vita era stato un vero stress!
 
Alcuni giorni prima, a dire la verità, era successa una cosa strana: si era ripresentata al Caffè e lì Shirogane e Akasaka-san avevano preso a dire che un nuovo pericolo incombeva sulla città, che avrebbero dovuto combattere di nuovo...
Ma finora non era successo proprio nulla! Tutte quelle ore passate al buio davanti ai computer probabilmente gli avevano dato alla testa… -_-“
L’unico effetto di tutto ciò, era che lei e le sue amiche avevano ripreso a lavorare insieme come cameriere, e la cosa non le dispiaceva affatto.
 
La rossa si pettinò i capelli e li raccolse in due codini con due nastrini cremisi, quindi infilò la mano dentro l’armadietto dove teneva i suoi trucchi e prese una bottiglia di profumo di vetro viola, dall’aria elegante.
 
Glielo avevano regalato le ragazze per il suo compleanno, proprio pochi giorni prima. A giudicare dall’aroma sofisticato e misterioso, probabilmente era stata Zakuro a sceglierlo.
 
Profumo di Mirra… (**)
 
A Ichigo non piaceva molto: era troppo forte e penetrante per una come lei, e poi aveva una nota di fondo che suscitava una certa malinconia… ma probabilmente doveva trattarsi di un regalo molto costoso e le sembrava che fosse l’occasione giusta per indossarlo, visto che tra poco avrebbe incontrato la persona a cui teneva di più sulla faccia della Terra: il suo Aoyama-kun!
 
Si spruzzò addosso una quantità di profumo che constatò essere esagerata, quindi si diresse verso l’armadio e iniziò a frugare tra i vestiti. Scelse un paio di pantaloncini neri, cortissimi e una graziosa maglietta azzurro chiaro, piena di fiocchetti. Quindi si infilò un paio di calzettoni alti sopra il ginocchio con disegnati due gattini sul bordo. (Ma come cavolo ti vesti Ichigo? O_o NdMe)
La ragazza si sorrise allo specchio: da quando aveva smesso di lavorare al Caffè e di ingozzarsi delle torte di Akasaka-san era già dimagrita… stava proprio bene!
Chissà cosa mi dirà Aoyama-Kun quando mi vedrà!  ponderò la ragazza…
 

Aoyama: “Ichigo sei bellissima, sembri una modella!”
Ichigo, arrossendo e abbassando gli occhi: “N-no… non è vero… così mi metti in imbarazzo”
Aoyama, avvicinandosi a Ichigo e abbracciandola: “Sono così contento di poter stare con una ragazza splendida come te, Ichigo”
I due si avvicinano per baciarsi…

 

La rossa si asciugò la bava che le colava dalla bocca e si avviò giù per le scale ridendo scompostamente… -_-“
 
Per una buona volta non sono in ritardo! pensò tra sé e sé Ichigo, addentando una fetta biscottata, coperta di marmellata di fragole, che sua madre le aveva preparato prima di uscire.
 
Lei e Aoyama-Kun dovevano incontrarsi al parco alle 9, poi sarebbero andati insieme a studiare in biblioteca…
Ok, l’ultima parte non le piaceva molto… ma se c’era Aoyama-Kun con lei… il suo Aoyama-Kun… il solo, unico, meraviglioso Aoyama-Kun (E smettila di ripetere “Aoyama-Kun”! NdMe) (E non rompere! Tu non puoi capire il “Vero Amore”! è.é NdIchigoOffesa)
 
Quanto aveva aspettato per poter uscire con lui come una normale ragazza! Ora quel momento era arrivato! E ora finalmente poteva … poteva … poteva baciarlo senza trasformarsi più in un gatto!
 
Ichigo arrossì come un peperone al solo pensiero. Dopo la fine della lotta con gli alieni i suoi poteri non erano scomparsi del tutto anche se si erano parecchio indeboliti, ma quel fastidioso particolare delle trasformazioni in gatto non si era più presentato! Lo sapeva perché alcuni giorni prima lui le aveva dato un bacio mentre la riaccompagnava a casa… (Evviva! Abbiamo aspettato invano per 52 puntate! Ti 6 svegliata!!!NdMe)
 
Era stato un bacetto veloce e furtivo a fior di labbra perché erano proprio sotto a casa sua e non volevano essere scoperti dal padre di Ichigo, ma la ragazza per poco non sveniva dall’emozione! Invece non le erano nemmeno spuntate le orecchie e la coda!
 
Chissà se quella mattina…
 
Prese il cellulare e la sua spilletta per la trasformazione, si infilò gli stivaletti e uscì dalla porta gongolandosi con un sorriso che andava da orecchio ad orecchio e la faccia sempre più rossa… tanto che ormai la sua testa intera sembrava un pomodoro… -_- no coment (^______________^ NdIchigoHappy)
 
La ragazza zampettò allegramente per la strada di buon passo godendosi l’aria fresca di inizio primavera che portava il profumo dei primi ciliegi in fiore…
 
Ad un tratto però si sentì inquieta. Se avesse avuto il pelo in quel momento, le si sarebbero rizzato…
 
Rallentò l’andatura titubante.
I suoi sensi da felino facevano un po’ schifo ultimamente e non vi poteva fare molto affidamento.
Si guardò intorno: la strada era deserta e si sentivano solo gli uccellini fischiettare in modo chiassoso.
“Boh…” mormorò Ichigo perplessa. “Non c’e proprio nulla di strano qui…”
 
Fece spallucce e riprese a camminare.
 
Percorse ancora soltanto un paio di metri quando…
 
… si sentì afferrare alle spalle…
 
…due braccia terribilmente forti la strinsero attorno alla vita come una morsa impedendole di muoversi…
 
Ichigo si lascio scappare solo un’esclamazione sorda per la sorpresa e non ebbe nemmeno il tempo di voltarsi…
 
Per una frazione di secondo ebbe la strana sensazione che il suolo si allontanasse da lei, poi provò un senso di vertigine terribile e una stretta allo stomaco.
 
Poi divenne tutto nero…


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Cercherò di postare al più presto il Capitolo 1 - By Kisshu, probabilmente venerdì! Ciao a tutti! Smack! ^3^

Note:
 
(*) In Giappone l’anno scolastico termina a Marzo e ricomincia ad Aprile, per la fioritura dei ciliegi. Nel mezzo ci sono solo due settimane di vacanza… che sfiga! In più quei poveri ragazzi devono sostenere dei durissimi esami per iscriversi all’anno seguente e non per finire quello attuale come succede invece da noi, dove i prof ti conoscono e se sono clementi ti danno almeno una mano! (facendo diventare quei 5 dei meravigliosi 6…)
In realtà, riguardando un po’ le ultime puntate dell’anime, credo di aver sbagliato la collocazione temporale di circa un mese… ma chissenefrega! XD
 
(**) La Mirra, uno dei miei profumi preferiti, oltre ad essere quella dei Re Magi (-__-), è per la precisione una resina che deriva da una pianta (Cammiphora Myrrha) che cresce in medio oriente e in Africa Orientale.
Seconda una simpatica leggenda greca, Mirra era una ragazza innamorata di suo padre e, con l'inganno, riuscì a concepire da lui un figlio. Il padre decise (giustamente :P) di ucciderla, ma gli dei ebbero pietà di lei e la trasformarono nell'omonimo arbusto!
Con questi presupposti, capite come questo profumo terribilmente dolce e balsamico stimoli a "situazioni profonde ed intime", il tutto però con una nota di penetrante malinconia... perfetta per questa FF... specie se l'odore spocchioso della fragola vi fa schifo quanto a me!!!

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Capitolo 4
*** Capitolo 1 - Il Mio Appuntamento - By KISSHU ***


3.Capitolo1 - Il Mio Appuntamento - By Kisshu

Per leggere le note cliccate sul simbolo, x es: (***) e finirete in fondo alla pagina. Quando avete letto, cliccate di nuovo sul simbolo che troverete e... magia: tornate al punto del capitolo in cui eravate rimasti! Potere del FrontPage... ^o^

***1. Il Mio Appuntamento ***

~ * ~

By Kisshu

See me here in the air
not holding on to anywhere
But holding on so beware
I have secrets I wont share.
See me here wishing you if I don’t deny
I do contemplate our wish away.

All this black and cruel is fair,
This is an emergency
don’t you hide your eyes from me
Open them and see me now.

Guardami qui nell’aria
senza punti d’appiglio
Ma tengo duro quindi attenzione
serbo segreti che non rivelerò
Guardami qui che ti desidero se non lo nego
contemplo di perdere questo desiderio

Tutta questa oscurità e questa crudeltà è meritata
Questa è un’emergenza
non nascondere i tuoi occhi da me
Aprili e guardami ora

(Can You See Me Now? – T.A.T.U.)



Kisshu si materializzò una decina di metri sopra l’abitazione di Ichigo. Nulla era cambiato dall’ultima volta che l’aveva vista.
La casa a due piani, dipinta di un bel crema caldo, con gli angoli in pietra, sembrava essere passata indenne attraverso la distruzione che aveva conosciuto Tokyo solo due settimane prima. C’erano persino le stesse tendine color salmone alla finestra della sua camera da letto, proprio sopra la porta d’ingresso…
 
Preannunciando la primavera terrestre, nel giardinetto recintato da un’alta siepe verde brillante, soffiava un venticello leggero e profumato che faceva oscillare le prime, timide foglie dell’unico albero presente, mettendo una certa allegria.
Non era il suo caso però…
 
Fissò la porta della casa. Era sicuro che da lì a poco sarebbe uscita…
 
Dopo un periodo che gli erano parsi secoli, stava per rivederla…
 
e l’avrebbe…
 
Scuotendo il capo scacciò l’ultimo pensiero. “Devi farlo, Kisshu! Non c’è altra soluzione! Lei non ti starà mai a sentire altrimenti!” cercò di convincersi da solo, con scarso successo.
 
Guardò nervosamente l’orologio che gli umani avevano messo su una torre lì vicino. Era da quella torre che era saltato giù la prima volta che aveva parlato alla ragazza. (veramente hai fatto dell’altro! NdMe). Era sicuro che lei uscisse sempre a quell’ora per andare a scuola.
 
Passarono diversi minuti, ma non accade nulla. L’alieno cominciò ad innervosirsi più di quanto già non fosse…
Strane idee cominciarono a formarsi nella sua mente agitata: forse Ichigo era uscita prima quel giorno? O forse era malata? Forse non abitava più lì? O forse, peggio ancora, le era successo qualcosa?
 
Si prese a schiaffi da solo. “Stupido cervello! Smetti di pensare!” sbraitò. (*)
 
L’alieno si accoccolò in aria (O_o Eh?) incrociando le gambe. Avrebbe aspettato.
 
Aspettò… quasi un’ora.
 
D'altronde non poteva sapere che per Ichigo quello era un periodo di vacanza e che quindi la ragazza non sarebbe andata a scuola quella mattina.
Per sua fortuna, quando erano ormai passate le 8.30, la porta della casa si spalancò e sbucò una testolina rossa con due codini.
 
Il cuore di Kisshu sussultò.
La sua gattina era lì, a pochi metri da lui!
 
La squadrò accuratamente: in quel breve lasso di tempo in cui non l’aveva più vista, era tornata magrolina come la prima volta che si erano incontrati, con quel viso tondo sul collo sottile e le gambe lunghe e snelle, le labbra di un invitante rosso corallo e i suoi grandi occhi marroni.
Ma i suoi occhi…
Erano diversi da come li ricordava: anche se Ichigo stava sorridendo ed essi avevano un’espressione dolce e allegra allo stesso tempo, sembravano più profondi e quasi più… spenti.
 
Gli occhi di chi ha visto qualcosa di troppo brutto…
 
A quel pensiero provò una sottile fitta al cuore.
Anche se Ichigo sembrava sempre così energica e volitiva, la battaglia con Profondo Blu doveva aver provato anche lei.
Vedere tutti i suoi amici rischiare la vita, il tizio di cui era innamorata trasformarsi nel suo peggior nemico e cercare di ucciderla a sangue freddo, il suo mondo intero venire distrutto e poi, forse… forse il suo… sacrificio per lei…
Kisshu strinse i pugni.
Probabilmente il suo era solo uno stupido sogno… e probabilmente ad Ichigo premevano molto di più altre cose.
 
La osservò mestamente incamminarsi lungo la strada, a passo spedito, con un radioso sorriso in viso e le guance arrossate.
Kisshu sorrise di riflesso. “Chissà a cosa sta pensando la sua testolina bacata…” si domandò.
 
Sarebbe rimasto per ore lì a guardarla, ma sapeva che se voleva mantener fede alla sua decisione, doveva muoversi adesso, prima che la sua risolutezza se ne andasse definitivamente.
 
Che diamine! pensò.
Non era davvero il tipo da farsi scrupoli per una cosa del genere!
 
Hai fatto decine e decine di azioni molto più ignobili di questa e te ne sei sempre, altamente fregato! E ora ti fai problemi a prenderti una ragazzina?!? Ma stiamo scherzando? Su, Kisshu! Datti una mossa! si disse mentalmente. (**)
 
L’alieno inspirò profondamente e deglutì (per la ventesima volta), quindi scese giù portandosi silenziosamente alle spalle di Ichigo.
A poche decine di centimetri dal suo viso, i codini rossi della ragazza oscillavano a destra e a sinistra, al ritmo del suo passo felino ed aggraziato, seguendo i movimenti flessuosi dei suoi fianchi, fasciati in un paio di cortissimi calzoncini neri…
 
Accidenti… quanto è bella… ma come fa?
 
Non doveva indugiare oltre.
Con una mossa rapidissima, scattò in avanti e afferrò saldamente la ragazza da dietro stringendola con forza, pronto a trattenerla se si fosse divincolata.
Mentre il corpo caldo di Ichigo premeva contro il suo, fu assalito dal profumo intenso che emanava la sua pelle.
Era diverso dalla zuccherina e coinvolgente fragranza di fragola a cui era abituato.
Questo era di dolce tenue e penetrante, tanto da dargli alla testa. (***)
La ragazza emise solo un gemito prima che Kisshu potesse colpirla per farle perdere i sensi.
 
Svenuta tra le sue braccia, la osservò per qualche istante. Teneva la testa rivolta all’indietro e le labbra socchiuse.
 
Gli scappò un sospiro angosciato.
Sei proprio sicuro di quello che stai facendo? Chiese una vocina da qualche parte nella sua testa che cercò di ignorare.
 
Poi si aggiustò meglio la ragazza contro al petto, in modo da tenerle il capo sollevato e si smaterializzò.


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Note:

(*) Autrice: Ah, ecco perché ogni tanto sembri così rimbambito ^_^!
Kisshu: Invece, non c’è spiegazione al fatto che ogni tanto tu sembri così scema… U_U

(**) Autrice: Ma Kisshu, sei in costante dialogo mentale con te stesso? Sei inquietante! O.O
Kisshu: Che ci vuoi fare? Io posso! è_é (attacca a ridere sadicamente)

(***) Come ho già detto, quello che indossa la rossa è profumo di Mirra. (Vd Nota nel Capitolo1 di Ichigo)


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Visto che ho mantenuto la promessa ed ho aggiornato subito? Spero che il Cap vi sia piaciuto. Kisshu mi è venuto un po' fessacchiotto forse, ma che volete farci... lui è innamorato perso e poi tutti sono un po' nervosi prima di un appuntamento! XD
Un piccolo avviso: la settimana prossima posterò il Capitolo 2 di Ichigo e quello di Kisshu INSIEME, perché secondo me fanno un bell'effetto letti uno dopo l'altro. Ci vediamo!
AH... BUON NATALE a TUTTI! ^o^ Kiss Kiss

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Capitolo 5
*** Capitolo 2 - Il Bacio e la Sua Forza - By ICHIGO ***


5.Capitolo2 - Il Bacio e la Sua Forza - By Ichigo

Sono tornata, reduce dal Natale... e credetemi, è stata dura... U_U
Per la vostra gioia (ma dove? NdLettori) ho mantenuto la promessa ed ho postato due capitoli!
Ma prima, risposta veloce alle recensioni:

X Neko Ichy-chan: ma ti devo anche rispondere??? =.="
X MewBy: quando mi hai scritto che ti sembra che i personaggi si comportano proprio come nell'anime o nel manga, sono andata in estasi... ** La mia paura principale era quella di sforare nella OOC... Cmq siamo appena all'inizio... vedremo...
X Pfepfer: Hai ragione, i capitoli di Kisshu mi sono venuti in generale un po' meglio di quelli di Ichigo, ma ho fatto comunque un grande sforzo per entrare nella testa della fragola e capire le sue ragioni che, seppure non condivido, sono in parte giustificabili! D'altronde Ki-chan non è proprio tipo facile-facile! XD (Sempre meglio di Aoyama-kun, cmq... neanche a confrontarli!!!!)
X JunJun: Waaaaah! Sei tornata!!!! ** E mi hai recensito!!! ** Sono contenta che ti piaccia il mio stile: è che io sono così nella vita (altamente instabile U_U NdMe) (lo confermo! NdNichy-chan). Simpatica io? XD! Vallo a dire all'ultimo camionista che ha cercato di fracassarmi il vetro dell'Alfa perchè l'avevo mandato a quel paese nella rampa dell'autostrada... oppure chiedelo a quel ragazzo che... ok... la pianto, lo so che non ve ne frega niente! ^^"

Per finire, grazie anche a Jessica, Gioia, Eleonora, Valeria, Greta, a Doremi-chan ed a Chihiro, oltre che ha tutti gli altri timidi lettori che non recensiscono, ma continuano imperterriti a leggere! ^o^


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*** 2. Il Bacio e la Sua Forza ***

~ * ~

By Ichigo

I can see everything
nothing’s between us
you will see through my eyes
I will see through your veins
Take me to the end of it

You’ve hurt me twice
You’ve shared it
Ignored my pain
I’m scared of it
Take me to the end of it

Don’t you wanna listen
What your love is?
You hate!

Riesco a vedere ogni cosa
Non c’è nulla tra noi
Vedrai attraverso i miei occhi
Vedrò attraverso le tue vene
Portami alla fine di questo

Mi hai ferito due volte
Le hai divise
Hai ignorato il mio dolore
Questo mi fa paura
Portami alla fine di questo
 
Non vuoi sapere
In cosa consiste il tuo amore?
Tu odi!

(Innocent Greed – Guano Apes - Un po’ “remixata” ^-^)



Ichigo riaprì gli occhi di botto. Non vedeva molto bene perché la luce era bassa. Tentando di mettere a fuoco iniziò a scorgere quello che doveva essere un soffitto di uno spento color ocra.
 
Dove diavolo sono? si domandò, mentre la paura iniziava a crescere dentro di lei.
 
A giudicare dalla prospettiva, la ragazza intuì che doveva essere sdraiata su qualcosa.
Con le dita tastò la superficie sotto di lei: sembrava qualcosa di morbido, come stoffa, ma non era un letto, era troppo scomodo e duro.
 
Poco rincuorata da quella scoperta, deglutì e cercò di ruotare gli occhi per guardarsi attorno… sembrava una grande stanza con le pareti di pietra, ma era piuttosto buio e poi… diamine… le pulsava la testa da fare male!
 
Qualcuno mi ha… rapita? si chiese, spaventandosi dei suoi stessi pensieri.
 
Non sentiva nessun rumore nella stanza, così raccolse tutto il suo coraggio e si tirò sui gomiti, ma proprio in quel momento una voce alle sue spalle risuonò nelle sue orecchie.
 
“Ti sei svegliata finalmente! Bentornata tra noi, Ko-Neko–chan!” (*)
 
Ichigo si paralizzò.
“No… Non è possibile…” iniziò a ripetersi “Non può essere vero…” “Non…”
 
“A me sembri sveglia, non vedo che ci sia di impossibile…”
 
Ichigo si sentì afferrare il mento e davanti ai suoi occhi si parò il viso sorridente di…
 
“Kisshu?!” sbottò la ragazza.
 
“Ah, allora non mi hai dimenticato!”
 
“Ma che… ma cosa… ma come… perché sei qui????” farfugliò Ichigo sconvolta.
 
L’alieno si scostò un po’ dal suo viso: “Ovvio! Sono qui per te, dolcezza! Per la mia micetta sexy!”. (**)
“Poi c’è stato anche quel piccolo problema dell’astronave…” aggiunse con espressione tra lo scocciato e il divertito. “Lo avevo detto a Pai che era una carretta, ma sai, lui ci teneva molto… io gli avevo consigliato di farsene dare una nuova per venire fin qua, ma niente… è cocciuto… così quando…”
 
Ichigo lo guardò con gli occhi sgranati mentre continuava a parlare, senza capire un accidente e senza sapere cosa dire.
Nonostante tutto, si sentiva inaspettatamente sollevata nel trovarsi davanti un viso conosciuto. Aveva temuto che a portarla in quel posto fosse stato qualche vecchio maniaco o peggio, quel nuovo, fatidico, nemico di cui aveva parlato Shirogane…
 
Poi si ricordò di non sapere dove si trovava. “Kisshu, dove mi hai portato?” domandò titubante.
 
Lui le rivolse un’occhiata intensa, con quel suo sorrisetto irritante stampato in faccia: “Sei già stata in questo posto, non te ne ricordi? Sì, quando tu e le tue amiche siete venute a salvare quel vostro robottino peloso…” (***)
 
Ichigo cercò di rammentare. “Siamo… in una dimensione aliena?”
 
“Per la precisione siamo in una dimensione parallela sulla Terra. Il campo energetico che ho creato fa in modo che nessuno possa vedere noi qua dentro e che noi non possiamo vedere chi è fuori. Più semplicemente, questa è la mia stanza e tu sei sdraiata sul mio letto”.
 
“A-ah…” mormorò la rossa.
Stando così le cose, si trovava ancora sulla Terra. Ichigo tirò un sospiro di sollievo dopo questa realizzazione… dopo tutte le volte che le aveva promesso di portarla sul suo pianeta, per un attimo aveva temuto il peggio!
Tuttavia non aveva ancora capito cosa diamine volesse da lei, ora che era tutto finito…
Nella sua dimensione… sul suo letto…
“Kisshu, ti prego…” iniziò la ragazza “se mi hai portato qua per dirmi qualcosa fa in fretta perché a me questo posto non piace, vorrei tornare a casa e poi ho un appuntamento con Aoyama-kun e non voglio arrivare di nuovo in rit…”.
 
“Sei già in ritardo Ichigo. Sei stata nel mondo dei sogni per almeno un paio d’ore” la interruppe l’alieno. Quel suo sorrisetto aveva lasciato di colpo il posto ad un’espressione gelida e poco rassicurante. “Comunque non è un problema, sai?” aggiunse.
 
Ichigo rabbrividì. La situazione iniziava ad inquietarla sul serio… E poi Aoyama-kun la stava aspettando… sarà stato preoccupatissimo ora!
“Perché dici così??” domandò Ichigo, nervosa.
 
Lui si riavvicinò pericolosamente al suo viso: “Perché ormai quell’Aoyama e quello che pensa non ti riguarda più!”
 
Il cuore di Ichigo iniziò ad accelerare paurosamente…
 
Era intrappolata in un posto di cui non sapeva niente… ed erano soli…
 
“Bambolina, ti ho portato qua per dirti qualcosa di veramente importante” iniziò Kisshu con tono suadente.
“Anche se non volevo ammetterlo, tu mi sei mancata moltissimo in questi giorni. Ti ho sentito tutto questo tempo come un dolore sordo e costante proprio qui” così dicendo le posò delicatamente la mano sul seno, a livello del cuore. “Forse, se fossi partito, sarebbe stato più facile dimenticarti, ma come vedi il destino è dalla nostra parte e ha voluto farci passare un po’ di tempo insieme”. Le sorrise, in un modo che non lasciava presagire nulla di buono.
 
A quelle parole, Ichigo realizzò che i suoi timori erano fondati. Era ancora quella vecchia, maledetta storia…
 
“Destino un corno! Sei stato tu a combinare questo casino!” sbottò la ragazza, scansando rabbiosamente via la mano che l’alieno le posava ancora addosso.
“Pensavo finalmente che questa storia fosse finita e che potevo vivere la mia vita tranquillamente con il mio ragazzo e invece sbuchi di nuovo fuori tu a rovinarmi tutto!” strillò furiosa.
Restò qualche secondo immobile, con il respiro affanato dall’ultimo scatto di rabbia, fissandolo malevolmente negli occhi.
Poi fu presa da un secondo moto di collera.
“E stammi lontano! Maledetto bastardo!” gli urlò, spingendolo via da lei con tutta la sua forza. Avrebbe desiderato sfracellarlo sul pavimento in quell’istante!
 
Invece Kisshu indietreggiò solo di un passo, vacillando appena. Esitò un attimo e a Ichigo parve di vedere un’ombra passare nei suoi occhi.
Ma fu solo un attimo, prima che lui le si lanciasse addosso con una foga inaspettata e le stringesse i polsi con le mani, sbattendola di nuovo su quello che doveva essere un letto molto scomodo.
 
“N-no… lasciami! Mi stai facendo male!” strillò Ichigo, colta alla sprovvista, mentre urtava con la testa sulla superficie troppo dura posta sotto di lei.
 
“Non parlarmi così, Ichigo!” sbottò Kisshu “Lo sai che è peggio!”.
Quindi le rivolse una smorfia divertita. E crudele.
“Perché ti diverti a provocarmi così, micetta? Lo sai quanto mi tenti quando strilli in questo modo…” le sussurrò.
 
Ichigo si sentì invadere dal terrore. Raccolse tutte le sue energie per divincolarsi, ma la presa di Kisshu era incredibilmente resistente, molto più di quanto avesse mai immaginato! Inoltre con il peso del suo corpo le premeva sul petto e sulla pancia, impedendole ogni movimento. Voleva disperatamente liberarsi da quella situazione, non sopportava che lui le stesse addosso a quel modo, non sopportava di non poter vedere Aoyama-Kun, non sopportava che il suo ragazzo non fosse lì con lei, in quel momento terribile… iniziò a tremare di rabbia e di paura mentre le lacrime le appannavano la vista.
 
Poi vide con orrore Kisshu spingerle le braccia sopra la testa, mentre lei non era abbastanza forte per impedirglielo. Con una mano le strinse entrambi i polsi, incrociandoli, e li premette sul letto immobilizzandole le braccia, facendola sentire terribilmente inerme e vulnerabile in quella posizione.
Intanto con l’altra mano afferrò il suo viso e le si avvicinò, inchiodandola sul posto con quei suoi due terribili occhi cristallini…
 
…quindi la baciò…
 
Era la seconda volta che la baciava, dopo più di un anno.
 
Ichigo si paralizzò, sentendo la bocca semiaperta del ragazzo premere con forza sopra la sua e iniziare poco dopo a stringerle avidamente e ripetutamente le labbra…
“Ti prego… smettila!” tentò di mormorare, con poco successo.
Grosse lacrime iniziarono a scorrerle lungo le guance mentre cercava debolmente di divincolarsi.
 
Invece lui prese a morderle la carne, stringendola tra i denti fin quasi a farle male.
Poi si sentì leccare le labbra…
Inorridita, Ichigo diede un ultimo violento strattone, per liberarsi.
“Smettila! Smettila!” gli strillò, riuscendo a scostarsi di pochi centimetri.
 
Per fortuna lui si fermò.
 
Lentamente, si allontanò dal suo viso e la fissò a lungo, freddamente e inespressivamente.
 
Ichigo strinse gli occhi pieni di lacrime. Guardarlo la faceva stare troppo male… Sapeva che non si sarebbe accontentato di quel mezzo bacio…
 
Sentì l’alieno strofinarle una mano sulla guancia umida, impiastricciando le gocce salate che le bagnavano.
Poi le frugò nella tasca dei pantaloncini e ne estrasse la sua spilla.
 
“Questa la prendo io…” mormorò con voce atona, quindi sparì, lasciando Ichigo spaventata e incredula…


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Autrice: AAAAAAAH! Povera Povera Povera Ichigo! Che esperienza traumatica!
Ichigo: Sì, come no… se smettessi di sbavare mentre lo dici, saresti più credile!!!
Autrice: Uffa…
Ichigo: Scusa autrice… perché Kisshu mi ha dato solo un mezzo bacetto schifoso e se ne è andato?
Kisshu: Fosse per me gattina… ma purtroppo l’autrice ha le manie da santarellina.
Autrice: Don’t Worry Ki-chan… io cambio facilmente idea…
Ichigo rabbrividisce…
 
Note:
 
(*) Ko-Neko-chan: in giappino, Ichigo viene additata con questo nomignolo diverse volte, in particolar modo da Kisshu. Letteralmente significa “Micia-micietta”.
Ma voi lo sapete già… che ve lo dico a fare?
 
(**) Ok… questa ve la devo raccontare: molto, molto tempo fa, mentre passeggiava tranquillamente per la strada di sera, da sola (brava furba), appare dal nulla un figone, moro con gli occhi verdi (eh… fregati!) che mi chiama, per l’appunto, Micetta Sexy e …mi schiocca il mio PRIMO bacio…
NON RIDETE!!!! LO SO CHE SEMBRA ASSURDO MA VI GIURO CHE E’ VEROOOOO!!!!!! >______________________<
Cmq il bacio ha fatto pietà…
(Tzk… imitatori da quattro soldi! NdKisshu)
(Già… U_U NdMe)
(Cmq che fine a fatto poi il tipo? NdKisshu)
(Si è smaterializ…. Ah! Ma che cazzo mi fai dire??? Non lo so… me la sono data a gambe! NdMe)
 
(***) Episodio 15… ve lo ricordate vero, il piccolo coraggioso Masha divorato da uno dei chimeri di TaruTaru? ^_^
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 2 - Il Bacio e la Sua Forza - By KISSHU ***


6.Capitolo2 - Il Bacio e la Sua Forza - By Kisshu

Ehi, non vi sarete scordati il Capitolo 2 di Ichigo, vero? °-°
(Mica siamo scemi... U_U NdLettori)


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*** 2. Il Bacio e la Sua Forza ***

~ * ~

By Kisshu

Kiss or kill at fallen will
The luminos stare of innocence
Reopen the wound of forbidden loss
Those poisoned lips of tenderness ployed
Pierced through to kill me twice as hard
When the risk of romance is hopeless
So fucking hopeless…

Dare un bacio o dare la morte ad un desiderio caduto
Lo sguardo luminoso dell’innocenza
Riapre la ferita di una perdita proibita
Quelle labbra avvelenate da una tenerezza progettata
Tra cui mi sono addentrato per uccidermi due volte più crudelmente
Quando il rischio di un qualcosa (tra noi) è inesistente
Così fottutamente inesistente…

(Kiss or Kill - Himsa) (*)



Kisshu era rimasto per almeno due ore appoggiato alla parete con le braccia incrociate e senza emettere nemmeno un suono. (sai che palle… NdKisshu)
Né Taruto né Pai potevano essersi accorti di nulla, per fortuna!
Non li voleva in mezzo ai piedi in quello che stava facendo, perché era sicuro che non avrebbero mai approvato.
Ma lì si sentiva abbastanza tranquillo: non sarebbero mai venuti a disturbarlo.
D’altronde, dopo i brutti tiri che gli aveva giocato nell’ultimo periodo, era raro che lo venissero appositamente a trovare nella sua stanza.
 
Se quella si poteva chiamare stanza…
 
Avevano creato quella dimensione parallela quando erano venuti sulla Terra, poiché era l’unico modo per mantenere un contatto costante con Profondo Blu.
Non era mai stata molto accogliente: le uniche costruzioni erano state materializzate secondo residui psichici di antichi edifici che risalivano al tempo in cui i loro antenati abitavano sulla Terra.
Si componevano solo di freddi blocchi di pietra, corrosi dai secoli, che volteggiavano in un nulla infinito di un’inquietante tonalità verde brillante…
Era stato lo stesso Profondo Blu a desiderare quei ruderi invece di un posto un po’ più accogliente.
“Così ricorderete sempre come eravamo grandi qua sulla Terra, e come siamo ridotti ora!” aveva detto.
 
Che idiota! pensò Kisshu.
 
Comunque, piuttosto che passare tutte le giornate appiccicato ai suoi compagni e riposare nelle piccolissime cuccette della loro astronave, che gli ricordavano più i loculi di un cimitero che dei letti, aveva preferito vivere lì per tutto quel tempo e dormire su un duro blocco di pietra rialzato su cui aveva accatastato alla bella e meglio delle coperte.
Probabilmente il letto più scomodo dell’universo…
Ma ora su quel letto era sdraiata Ichigo, ancora svenuta.
 
Si protese un po’ in avanti per vedere la ragazza da un’altra angolazione. Il suo respiro era leggero e regolare ma non accennava a svegliarsi. Eppure era stato molto attento a non colpirla in modo pericoloso…
 
“Che attesa snervante!” borbottò sottovoce, tamburellandosi un dito sul braccio.
 
Ad un tratto, con un tintinnio del suo campanellino, Ichigo si mosse.
 
Kisshu sussultò, mentre il cuore gli partiva nuovamente a mille.
 
Vide la ragazza alzarsi incerta sui gomiti per guardarsi attorno.
 
“Ti sei svegliata finalmente! Bentornata tra noi, Ko-Neko–chan!” Esclamò lui cercando di accoglierla con il tono più gentile possibile.
 
Ichigo si irrigidì e senza voltarsi iniziò a mormorare: “No… Non è possibile…” “Non può essere vero…” “Non…”
 
L’alieno, percependo il tono preoccupato della sua voce, si precipitò davanti a lei e le sollevò il mento in modo che lo guardasse in faccia. Abbozzò un sorriso che voleva essere rassicurante. (O_o Ehm… Non ti riesce molto bene, sai? NdMe)
“A me sembri sveglia, non vedo che ci sia di impossibile…” le disse in tono allegro, per sdrammatizzare.
Wow… Che battuta cretina…
 
“Kisshu?” Esclamò la rossa con gli occhi sgranati.
 
“Ah, allora non mi hai dimenticato!” esordì lui.
 
“Ma che… ma cosa… ma come… perché sei qui????” sillabò Ichigo, sconvolta.
 
L’alieno si scostò un po’ dal suo viso: “Ovvio! Sono qui per te, dolcezza! Per la mia micetta sexy!” le disse in modo dolce, scorrendo con gli occhi la sua figura magrolina ma sinuosa.
Quindi si rizzò in piedi e assunse una posa tragicomica: “Poi c’è stato anche quel piccolo problema dell’astronave… Lo avevo detto a Pai che era una carretta, ma sai, lui ci teneva molto… io gli avevo consigliato di farsene dare una nuova per venire fin qua, ma niente… è cocciuto… così quando siamo partiti abbiamo fatto meno di 3.000 miliardi di Km che SBAM (Si batté un pugno sul palmo dell’altra mano) la carretta è morta! Così l’abbiamo riportata sulla Terra per aggiustarla, ma sai, voi avete una tecnologia un po’ preistorica e non si trovavano i pezzi, allora Pai…” si interruppe quando si accorse che Ichigo lo guardava inebetita a bocca aperta, come se non capisse un accidente.
 
“Kisshu, dove mi hai portato?” domandò quindi lei titubante.
 
A Kisshu tornò il batticuore. Ora veniva la parte difficile… “Sei già stata in questo posto, non te ne ricordi? Sì, quando tu e le tue amiche siete venute a salvare quel vostro robottino peloso…” tergiversò.
 
“Siamo… in una dimensione aliena?” domandò la ragazza.
 
“Per la precisione siamo in una dimensione parallela sulla Terra. Il campo energetico che ho creato fa in modo che nessuno possa vedere noi qua dentro e che noi non possiamo vedere chi è fuori. Più semplicemente, questa è la mia stanza e tu sei sdraiata sul mio letto”.
 
Le disse le ultime parole con un sorrisetto malizioso. Ichigo sembrava molto meno spaventata di quanto avesse previsto. Sapeva che con la rossa la sua tattica provocatoria non funzionava un gran ché bene, ma in quel momento la cosa migliore gli sembrava mantenere quell’atmosfera poco impegnata…
 
“A-ah…” mormorò Ichigo. Arrossì. Lievemente. Lui si gustò ogni sfumatura di quel colorito. Aveva fatto centro!
 
Ma subito dopo la ragazza si affrettò a dire: “Kisshu, ti prego… se mi hai portato qua per dirmi qualcosa fa in fretta perché a me questo posto non piace, vorrei tornare a casa e poi ho un appuntamento con Aoyama-kun e non voglio arrivare di nuovo in rit…”.
 
A sentire ancora il nome di quel bastardo, il sangue di Kisshu cominciò a ribollire nelle vene, come se Ichigo gli avesse appena tirato uno schiaffo.
Con uno scatto nervoso i muscoli delle sue braccia asciutte si contrassero, diventando ben visibili sotto la pelle pallida.
“Sei già in ritardo Ichigo. Sei stata nel mondo dei sogni per almeno un paio d’ore” la interruppe lui in tono piatto, cercando di trattenere la sua improvvisa rabbia.
“Comunque non è un problema, sai?” aggiunse.
 
“Perché dici così??” domandò Ichigo, guardandolo con sospetto.
 
Kisshu vacillò. Non stava andando niente bene… lo sguardo diffidente della ragazza lo fece gelare.
Ma perché doveva proprio venirgli in mente quel disgraziato ora? Si domandò irritato.
Dopo tutto il casino successo… dopo che lui l’aveva quasi uccisa!
Perché sei qui sola con me e il tuo primo pensiero va a quel cretino?
I muscoli, già tirati, cominciarono a scattargli nervosamente.
No, non doveva farsi sopraffare dalla gelosia ora!
 
Si avvicinò al bellissimo viso della sua gattina: “Perché ormai quell’Aoyama e quello che pensa non ti riguarda più!” le disse serio.
 
Come spiegarle cosa desiderava da lei? Come non spaventarla?
“Bambolina, ti ho portato qua per dirti qualcosa di veramente importante” iniziò Kisshu, un po’ incerto.
“Anche se non volevo ammetterlo, tu mi sei mancata moltissimo in questi giorni. Ti ho sentito tutto questo tempo come un dolore sordo e costante proprio qui” così dicendo posò delicatamente la mano sul seno di Ichigo a livello del cuore, sfiorando la sua pelle rosea e liscia.
“Forse, se fossi partito, sarebbe stato più facile dimenticarti, ma come vedi il destino è dalla nostra parte e ha voluto farci passare un po’ di tempo insieme”
Molto tempo… pensò Kisshu tra sé e sé…
 
Ichigo lo fissò negli occhi per un istante, confusa. Poi con un gesto stizzito spostò la mano che le aveva poggiato sul petto.
 
“Destino un corno! Sei stato tu a combinare questo casino! Pensavo finalmente che questa storia fosse finita e che potevo vivere la mia vita tranquillamente con il mio ragazzo e invece sbuchi di nuovo fuori tu a rovinarmi tutto!” strillò, con voce malevola.
Poi gli diede uno spintone, con una forza inaspettata. “E stammi lontano! Maledetto bastardo!” aggiunse, disgustata e rabbiosa.
 
Kisshu anticipò la mossa giusto in tempo e spostò il peso in avanti, puntellandosi, per evitare di essere spinto a terra.
 
La guardò frustrato per una frazione di secondo. Già tante volte Ichigo lo aveva respinto brutalmente, senza riuscire per questo a farlo demordere, anzi, rendendo il suo giochino con lei ancora più stuzzicante.
Ma ora quelle parole gli fecero davvero male. Ora non stava più cercando di divertirsi… maledizione! Lui era serio! Dannatamente serio!
 
Con uno scatto impulsivo si gettò su Ichigo, stringendole i polsi e sbattendola, suo malgrado, sul letto.
Non poteva permettere che lo facesse stare così male!
Non era giusto! Non aveva già sofferto abbastanza per lei?
“Non parlarmi così, Ichigo!” sbraitò. “Lo sai che è peggio!” le urlò in faccia.
 
La ragazza cercò di divincolarsi, tremante. “N-no… lasciami! Mi stai facendo male!” gemette, con gli occhi sbarrati, pieni di paura e di ostilità.
Ichigo era molto forte. Aveva combattuto parecchie volte come suo avversario e finora era stata l’unica in grado di metterlo in difficoltà.
Ma ovviamente non si trattava di mera forza fisica, visto che ora lei era lì, inerme, sotto di lui…
 
Quello sguardo con cui lo fissava, quello era la sua forza!
Quel muro impenetrabile che aveva eretto verso di lui e non si incrinava né con le lusinghe, né con le minacce…
Mentre lui… lui era costantemente in balia di quei sentimenti così prepotenti che provava per lei e non riusciva a controllare…
Sentimenti che gli avevano impedito di agire razionalmente in passato… e che anche adesso, lo tormentavano… ancora…
 
“Perché ti diverti a provocarmi così, micetta?” domandò, senza volere in realtà una risposta.
 
Ichigo minava la sua sicurezza.
Nel modo peggiore, insidiando l’unica cosa su cui aveva potuto fare affidamento in tutti quegli anni: sé stesso.
Non glielo avrebbe più permesso… perché lui era più forte…
 
“Lo sai quanto mi tenti quando strilli in questo modo…” le disse in un sussurro crudele, gustandosi l’espressione atterrita della ragazza…
 
Poi le spinse con decisione le braccia sopra la testa e con una mano le premette i polsi contro il letto per tenerla ferma, mentre con l’altra mano afferrò saldamente il suo viso…
 
….quindi la baciò…
 
Chiuse gli occhi. Era la seconda volta che la baciava, dopo più di un anno.
 
Avvertì il contatto con le sue labbra morbide e lisce, serrate come una morsa, e si mise a premerle tra le sue.
Ichigo iniziò a protestare e a lamentarsi, abbastanza da permettergli di sentire, attraverso di esse, quel suo delizioso sapore riempirgli la bocca.
Non lo aveva dimenticato…
…poteva anche aver cambiato profumo, avere uno sguardo più profondo…
…ma quello era rimasto lo stesso… lo stesso gusto dolce e delicato che lo turbava tanto…
Per un attimo gli parve che il tempo trascorso dal loro primo ed unico bacio, si fosse annullato di colpo…
Se quel lungo periodo di sofferenze e lotte non fosse mai esistito…
Tutto sarebbe stato più semplice, come allora…
…sarebbero stati solo lui e la sua gattina…
E forse potevano essere in pace…
 
La ragazza mugolò qualcosa che sembrava un “Ti prego… smettila!”.
Continuava a gemere e a cercare di divincolarsi, strofinando in modo invitante la bocca contro la sua…
 
Di riflesso, prese a morderle quelle labbra piene, per trattenerle, stringendole delicatamente con i canini appuntiti.
Sentiva una strana sensazione di leggerezza allo stomaco, mentre allentava inconsapevolmente la stretta ai polsi della ragazza.
Ichigo era meravigliosa… gli bastava sfiorarla per far svanire flebilmente il resto del mondo attorno a lui…
Avrebbe voluto abbracciarla, non stringerla con violenza…
 
“Smettila! Smettila!” strillò lei, riuscendo con uno strattone ad interrompere brutalmente quel contatto e riportandolo alla realtà.
 
Kisshu si fermò e lentamente si scostò dal suo viso, per guardarla negli occhi.
La sua bambolina stava piangendo.
Stava piangendo, mentre grandi lacrime le rigavano le guance… e finalmente non riusciva più a sostenere il suo sguardo.
 
E lui si sentì improvvisamente così svuotato…
 
Lasciò la presa attorno al suo viso e le passò istintivamente la mano sulla guancia umida…
 
Ma non disse nulla.
 
Con un barlume di fredda lucidità mentale, invece cacciò la mano nella tasca della ragazza e trovò la spilla che usava per trasformarsi.
 
“Questa la prendo io…” mormorò piano. Quindi si smaterializzò lasciandola sola.


***


Si rimaterializzò sul tetto del piccolo rudere che aveva scelto come rifugio e si sedette su una larga trave piatta.
 
Aveva ancora quel sapore sulle labbra. Chiuse gli occhi, cercando di gustarselo il più a lungo possibile.
 
Poi lanciò un’occhiata alla piccola spilla dorata nella sua mano destra.
 
“Ichigo, tu sei così meravigliosa…” ripeté. “E io…?”


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Kisshu (alza la manina): posso fare una domanda?
Autrice: Prego…
Kisshu: Ce l’avevo lì sul letto, a mia completa disposizione, e mi hai fatto andare via… ma sei scema?
Autrice: Sono fortemente contraria ad inserire abusi sessuali nella mia FF, per cui…
Kisshu: Bah… ma non era una R questa?
Autrice: Siamo appena all’inizio… infatti (attacca a ridere sadicamente)
 
Note:
 
(*) ADORO le parole di questa canzone! E’ PERFETTA! Peccato che quando l’ascolto non capisco un tubo e mi viene il mal di testa… non è proprio il mio genere! U_U


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Per il prox capitolo, ci vediamo il prox anno... (ho fatto una ripetizione?) Ciao!!! E buon 2006!!!!!

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Capitolo 7
*** === Intermezzo 1 - Sospetti === ***


6bis.Intermezzo N°1 - Sospetti

Ecco MewLeemoon, tornata immune dal suo noiosissimo capodanno, che si accinge a postare un capitoletto corto ma necessario ai fini della trama...

X Pfepfer: Davvero ti piace la *descrizione*? ih ih ih... ho sudato freddo a scriverla... sono contenta che renda!
X JunJun: Mi dispiace (non solo per la carta da lettere)... non è che volessi darti della scema... stavo scherzando! T_T A parte questo, Ichigo è così *recalcitrante* nei confronti di Ki-chan perché è stupida! No, in realtà mi piace tirare fuori il peggio dai miei PG, per questo ne è uscita questa roba! E poi così, almeno, lo consolo io Kisshu! *ç*
X MewBy: Cavolo! Ma davvero ti ha fatto questo effetto? °O° Sono senza parole! In effetti l'idea di fare la scrittrice mi tenta, ma non credo di avere tutto questo talento! Questa FF è finora l'unica cosa che ho scritto di cui sono abbastanza soddisfatta...
X la mia Onee-chan: l'ho fatto un po' schifoso apposta... d'altronde Ichigo lo vede così... ma solo lei... U.U"
X Lory-chan e Gattina.91: Che bello! Due nuove lettrici!!! ^o^ Grazie 1000 per le recensioni! Ehm... ma quel "Wow" sta per "Wow che bello" o "Wow che cavolata..."?


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Intro al Capitolo: Primo Intermezzo… incentrato principalmente su Ryou! (Per la gioia delle sue numerosissime fan!) U.U

*** Sospetti ***

~ * ~

Intermezzo N°1



Ryou diede un’occhiata assonnata alla hall del Caffè Mew Mew.
Era deserto.
Ovvio: erano le undici di mattino ed erano ancora chiusi!
 
Sbadigliando, spinse i battenti di legno rosa della porticina che dava sulla cucina del locale, puntando dritto verso la macchinetta del caffè: non era sua abitudine alzarsi così tardi, ma la sera prima era andato a dormire a notte inoltrata (praticamente all’alba), dopo aver passato molte, molte, molte, lunghe ed interminabili ore ad arrovellarsi il cervello davanti al computer assieme a Keiichirou.
Uno sforzo inutile, visto che non riuscivano a cavar fuori un ragno dal buco…
 
Dopo la semi-distruzione di Tokyo ad opera di Profondo Blu, ben pochi dei sensori che avevano installato all’inizio del μ-project erano ancora attivi, ma alcuni di questi avevano ripreso a captare degli strani segnali da almeno una decina di giorni.
Forse era un malfunzionamento causato dall’alterazione della triangolazione dei sensori, forse recepivano solo piccole fluttuazioni elettromagnetiche dovute ad interferenze con i residui di Acqua Mew che si erano sparsi per la città, forse erano solo piccole scariche energetiche senza importanza prodotte dai mutamenti del microclima locale in seguito alla crescita smisurata di vegetazione, o forse…
 
…Forse c’era qualcosa che non andava, forse quella pace che avevano a lungo sospirato era durata già troppo…
 
Tuttora, Ryou non ne aveva assolutamente idea, e nemmeno Keiichirou aveva una spiegazione per quegli strani eventi.
Dal canto loro, i tanto sofisticati quanto inutili computer del laboratorio non li aiutavano minimamente: si limitavano a segnalare, con quei piccoli, irritanti, puntini luminosi lampeggianti sul monitor, delle zone sparse a caso per la città, senza aggiungere nulla sulla natura di quei fenomeni.
Lui e Keiichirou erano andati a controllare un sacco di volte, ma non avevano trovato un bel niente.
 
Tutto ciò era terribilmente frustrante.
 
Sfilò la tazzina di porcellana avorio dalla macchina per l’espresso e soffiò un paio di volte sul liquido bollente, sperando che l’aroma penetrante del caffè riuscisse a svegliarlo un po’, quindi si diresse svogliatamente verso l’ingresso del locale, per andare nel cortiletto esterno, a prendere un po’ d’aria fresca.
 
Ma, a pochi passi dal pesante portoncino di legno intagliato, fu fermato dallo squillo martellante del telefono.
 
E adesso chi è lo scocciatore che chiama a quest’ora di mattino? Si domandò irritato.
 
Lì per lì, pensò di non rispondere, ma poi, visto che non smetteva di suonare, si arrese.
 
Si sporse oltre il bancone, allungandosi fino a raggiungere quel maledetto telefono ed infine riuscì a sollevare la cornetta.
“Moshi moshi, qui è il Caffè Mew Mew. Come posso esserle utile?” disse, con meno entusiasmo della sua tazzina di caffè. (*)
 
Nell’apparecchio risuonò una fastidiosa vocetta maschile
“Shirogane-san, sei tu? Sono Aoyama!”
 
Ryou ebbe un attimo di disorientamento, seguito da un altro attimo di voltastomaco... XD
“Sì, sono io” rispose, piatto.
Non era davvero la persona con cui preferiva avere a che fare, specie alle undici del mattino, specie dopo aver dormito poco e malissimo…
“Come fai ad avere questo numero?” gli chiese poi, cercando (faticosamente) di non sembrare seccato.
 
“L’ho preso dall’elenco, nella cabina telefonica.” Spiegò brevemente Aoyama. “Shirogane-san, sai dov’è Ichigo?”
 
“Ichigo?” ripetè Ryou, perplesso. “Come faccio io a saperlo?”
 
“Vuoi dire che non è al Caffè?”
 
“No, qua ci sono solo io!”
E il mio caffè che sta diventando freddo…
 
“Avevamo appuntamento alle nove al parco dietro la scuola, ma lei non si è fatta vedere! Ho telefonato a casa e non mi ha risposto nessuno e il suo cellulare non è raggiungibile. Pensavo che fosse successo qualcosa… Ichigo mi ha detto che avete rilevato delle nuove presenze ostili… ma se nemmeno tu l’hai vista…”.
 
Il tono preoccupato del ragazzino contagiò anche Ryou.
“D-dici sul serio?” domandò.
 
Poi prese velocemente a ragionare.
 
“Ok, Aoyama, fai così: resta al parco ancora per un po’, sappiamo che Ichigo non sa essere puntuale. Intanto prova ancora a chiamarla al cellulare. Io vado a cercare Keiichirou e vediamo di trovarla con il computer. Se ci sono novità chiamami!”. Gli riattaccò velocemente il telefono senza aspettare una sua risposta e si avviò rapidamente giù per le scale, nel laboratorio.
 
Raggiunto lo stanzino, scostò una sedia dal disadorno tavolino di formica bianco e si sedette, facendo scorrere velocemente l’indice sui pulsanti d’accensione dei computer.
 
“Ryou? Cosa succede?”
 
Il ragazzo biondo si voltò per scorgere Keiichirou entrare nell’oscurità del locale.
 
“Ho sentito squillare il telefono e poi ti sei precipitato giù per le scale facendo un gran baccano…” disse Keiichirou, allarmato.
 
“Ha chiamato Aoyama. Dice che non riesce a trovare Ichigo da nessuna parte! Quella cretina… chissà in che guaio si è cacciata stavolta!” spiegò, nervoso, mentre tamburellava le dita sul case del computer principale, aspettando che finisse di caricare i programmi.
 
Dopo pochi minuti, i due ragazzi stavano studiando una cartina di Tokyo sul monitor, su cui erano impresse le registrazioni delle ultime dodici ore: si vedeva chiaramente le posizioni di Minto, Retasu, Purin e Zakuro, intervallate a diversi di quei fastidiosi puntini lampeggianti verdi…
Ma di Ichigo nemmeno l’ombra.
 
“Non c’è! Com’è possibile che sia scomparsa nel nulla?” esclamò febbrilmente Ryou, fissando lo schermo.
 
“Non possiamo dirlo con certezza.” Provò Keiichirou “Lo sai che la copertura dei sensori non è più completa… e poi il raggio di ricezione è di soli 240 Km, potrebbe essere in un’altra città”. Anche se cercava di stare calmo, si sentiva chiaramente che stava iniziando anche lui a preoccuparsi.
Studiò con più attenzione la piantina.
“Cos’è questo?” domandò, puntando il dito contro un pallino luminoso sullo schermo.
 
“Vorrei saperlo anch’io!” sbottò Ryou.
Poi però guardò meglio: qualunque cosa fosse, era vicino alla casa di Ichigo, proprio lungo alla strada che portava verso la sua scuola…
 
Il biondino scattò in piedi.
“Keiichirou, io vado a controllare di persona, tu resta qua e guarda se riesci a raccogliere qualche altra informazione! Ci sentiamo tra mezz’ora!” tagliò corto. Quindi uscì velocemente dal laboratorio buio.

***


Ryou appoggiò la moto sul cavalletto, parcheggiandola di fianco alla recinzione della casa di Ichigo e si sfilò il pesante casco rosso lucido, che scintillò sotto il sole di mezzogiorno. Il venticello freddo che soffiava gli colpì il viso accaldato dall’imbottitura spessa del casco, mentre studiava la costruzione di fronte a lui.
 
Era sorprendentemente rimasta intatta, assieme a tutto il resto del quartiere, anche se gli spazi tra le abitazioni erano disordinatamente costellati di numerosi alberi, cespugli e piante rampicanti chiaramente non posti lì da mani umani.
 
Ma la strada davanti a lui era deserta.
 
Non c’era nulla di strano, nessun segno che facesse pensare ad uno scontro, o anche ad una semplice aggressione…
 
Anche se sapeva in partenza quanto fosse inutile, imboccò il vialetto della casa e suonò al campanello un paio di volte, poi, visto che nessuno veniva ad aprire, chiamò addirittura a gran voce il nome della ragazza in direzione del terrazzino della sua camera, ma gli risposero solo un paio di uccellini, che cinguettavano in modo odiosamente allegro sulla grondaia.
 
Era chiaro che Ichigo non si trovasse lì: era sicuro che in quella zona della città i sensori fossero ancora in grado di recepire i segnali del suo ciondolo, e invece sul computer del laboratorio non si vedeva un bel niente.
 
Uscì dal vialetto, chiudendosi il cancelletto di metallo alle spalle e si avviò a passi lenti lungo la strada che declinava dolcemente in direzione della scuola, cercando di prestare attenzione ad ogni dettaglio che potesse rivelargli una qualche informazione…
 
…invece non trovò nulla: nemmeno un pezzetto di stoffa, una bruciatura sul selciato, una macchietta di sangue…
 
Arrivò frustrato alla fine dalla stradina, che si apriva su una piccola piazza in cui quel giorno era stato allestito un chiassoso mercato, gremito di gente. Un paio di bambini gli passarono davanti ridendo, con due grossi lecca-lecca rossi in mano, scomparendo tra due bancarelle straripanti di verdure.
 
In un posto del genere, era molto improbabile che Ichigo potessero essere stata aggredita… doveva essere accaduto prima, lungo la strada deserta che aveva appena percorso.
Ma questo non gli dava nessun indizio utile ai fini del suo ritrovamento.
 
Il ragazzo aprì la cerniera del giubbotto di pelle nera che indossava e da una tasca interna tirò fuori il cellulare, su cui batté velocemente un numero.
 
“Keiichirou…” mormorò al telefonino  “Avverti le Mew Mew che Ichigo è scomparsa… e dì loro di stare all’erta: potrebbero essere le prossime vittime…”


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Note:

(*) “Moshi Moshi” è il tipico saluto che si rivolgono i giapponesi al telefono. Anche se Ryou è americano, immagino si sia adattato, no?

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Capitolo 8
*** Capitolo 3 - Quando Mancano le Parole - By ICHIGO ***


7.Capitolo3 - Quando Mancano le Parole - By Ichigo

Scusate se non rispondo singolarmente a tutte le recensioni ma ho un po' fretta stasera...

Cmq, che dire: grazie a tutti per aver letto e avermi lasciato ancora una volta un vostro parere! In generale, questa è una FF psicologica per cui non aspettatevi grandi scene d'azione con le Mew Girls... ho riservato una particina un po' più importante a Ryou, ma dovrete aspettare ancora parecchio. Per il romanticismo... beh, io sono negata per scrivere quel genere di cose! Per cui, mettetevi l'anima in pace!
X Kagome_chan88: Lascia perdere i dottori che non capiscono un tubo e fai della tua instabilità un punto di forza! Consiglio da una che se ne intende... eh eh eh
X Patry: ma che vuoi che scrivo, scusa? non sei mai contento tu?


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Per leggere le note cliccate sul simbolo, x es: (***) e finirete in fondo alla pagina. Quando avete letto, cliccate di nuovo sul simbolo che troverete e... magia: tornate al punto del capitolo in cui eravate rimasti! Potere del FrontPage... ^o^

Intro al Capitolo: Ho patito tantissimo a trovare un titolo a questo Cap... e tuttora non sono tanto soddisfatta!

*** 3. Quando Mancano le Parole ***

~ * ~

By Ichigo

I never thought I'd change my opinion again
But you moved me in a way that I've never known
You moved me in a way that I've never known

But straight away you just moved into position again
You abused me in a way that I've never known
You abused me in a way that I've never known

So break me, shake me, hate me, take me over
when the madness stops then you will be alone...

Non avrei mai pensato di cambiare idea di nuovo
Ma tu mi hai trattato in un modo che non avevo mai conosciuto
Tu mi hai trattato in un modo che non avevo mai conosciuto

E all’improvviso hai preso di nuovo posizione
Hai abusato di me in un modo che non avevo mai conosciuto
Hai abusato di me in un modo che non avevo mai conosciuto

E allora spezzami, scuotimi, odiami, prendi il controllo di me
Quando la follia sarà finita allora ti ritroverai da solo…


(Break Me, Savage Garden)



Ichigo si strofinò gli occhi ancora arrossati e si strinse le ginocchia tra le braccia, cercando un po’ di conforto.
 
Aveva avuto paura, una paura terribile quando, poco tempo prima, Kisshu l’aveva sbattuta sul letto e l’aveva baciata.
Non era stato per il bacio in sé…
Aveva avuto paura perché sapeva di non essere in grado di fermarlo, di essere completamente alla sua mercé.
Avrebbe potuto farle qualsiasi cosa… baciarla, picchiarla, toccarla, ferirla o altre cose peggiori che non riusciva neppure ad immaginare…
 
D’altronde, lui si era già cimentato ripetutamente in tutte queste possibilità.
Ogni volta che lo incontrava, era sempre stata preparata al peggio. Era chiaro che non aveva a che fare con un individuo del tutto normale…
 
E lei ora era sua prigioniera…
 
Non poteva andarsene, non poteva chiamare aiuto, non poteva difendersi.
 
Kisshu le aveva portato via la sua spilla. Senza di quella non aveva nemmeno più i suoi poteri.
Non poteva fare affidamento su nulla.
 
Per l’ennesima volta, si passò stizzosamente il dorso della mano sulle labbra, bagnate dalle lacrime salate.
Con quel bacio, Kisshu non l’aveva solo spaventata, ma l’aveva anche umiliata.
Ed era sicura che l’aveva fatto intenzionalmente, anche se non riusciva a chiarirsi il perché di un simile gesto.
Questo era sufficiente a trasformare tutto il suo dolore in una rabbia sorda e profonda…
 
Cosa aveva fatto per farsi odiare tanto?
Cosa aveva mai fatto in tutto quel tempo per scatenare quella specie di ossessione che aveva per lei?
 
Non gli aveva mai dato false speranze… anzi… era sempre stata chiara e determinata…
Lei desiderava concedersi solo al suo Aoyama-kun. Non esistevano altri per lei.
Il suo ragazzo… era sempre così gentile, la trattava sempre con tante premure. Non l’avrebbe mai e poi mai costretta a fare qualcosa che la mettesse anche solo a disagio, figuriamoci qualcosa che lei non volesse…
 
Ma d’altronde lui non aveva mai avuto di queste necessità… lui piaceva tanto a tutte…
 
Ichigo scacciò quel pensiero così fuori posto e si guardò un po’ attorno.
 
La stanza era molto ampia e completamente vuota, avvolta da quella penombra triste.
Oltre a quel lastrone di pietra su cui era seduta, c’erano solo polvere e roccia sbriciolata dal tempo.
Sembrava una costruzione molto antica.
 
Incerta, scese dal letto e a piccoli passi si diresse verso l’uscita.
Forse non era vero che era intrappolata…
Forse Kisshu aveva mentito o forse poteva trovare comunque un modo di andarsene…
 
Si affacciò dalla porta e socchiuse gli occhi, cercando di mettere a fuoco.
Quello che vide la fece rabbrividire. Si strinse contro l’arco alla sua destra, pietrificata.
 
Fuori non c’era niente.
Solo una nebbiolina verde che si perdeva a vista d’occhio.
Questa foschia si produceva in sinistri giochi di chiaro scuro e brillava di luce propria, rischiarando appena l’ambiente circostante e avvolgendo il tutto con la sua iridescenza scintillante.
Riusciva a scorgere solo il pavimento di pietra. Lo seguì con lo sguardo uscire dallo stipite della porta ed estendersi davanti a lei per meno di un due metri…
Lì terminava di colpo, a strapiombo, sul nulla…
 
La ragazza tornò rapidamente dentro la costruzione, senza lanciare una sola occhiata in più all’esterno.
Sentiva il cuore batterle in gola, in preda all’ansia.
Non se lo ricordava così spaventoso quel posto, quando c’era stata mesi primi. Ma allora c’erano le sue amiche con lei… e lei aveva i suoi poteri…
 
Pensando alle sue amiche, si ricordò improvvisamente del cellulare che teneva nei pantaloncini.
Kisshu aveva cercato solo in una delle sue tasche e quindi non lo aveva trovato.
Lo tirò velocemente fuori: se era sulla Terra, poteva chiedere aiuto!
 
Aprì rapidamente lo sportello del piccolo congegno e compose speranzosa il numero di Aoyama-kun.
Lui la stava aspettando da ore ormai…
Il cellulare non squillava.
Ichigo ascoltò tremante quel silenzio finché un’angosciante musichetta le segnalò l’impossibilità di collegarsi.
Provò di nuovo.
Niente.
Guardò il display del cellulare: non c’era campo.
Abbattuta, si lasciò scivolare contro la parete, sedendosi per terra.
Era ovvio… in quella dimensione non poteva comunicare facilmente con il mondo esterno.
 
Fu invasa nuovamente da un’improvvisa, irrazionale rabbia: fece per scagliare quell’inutile congegno elettronico sul lastricato di pietra.
Poi si trattenne. Anche se era inutile, le ricordava almeno la sua casa…
Avrebbe potuto non rivederla più…
 
Ichigo riprese a piangere, frustrata...
Se anche a casa si fossero accorti della sua scomparsa, non avrebbero mai immaginato che cosa le era successo.
Fino a quella mattina sia lei che le sue amiche erano convinte che gli alieni se ne fossero andati per sempre, che non si sarebbero mai fatti più vedere.
Erano convinte di aver chiuso la questione con la morte di Profondo Blu, e si erano levate il pensiero regalando loro l’Acqua Mew, in modo che potessero salvare il loro pianeta e che non si ripresentassero più.
Lei poi, fino a pochi giorni prima, era addirittura convinta che Kisshu fosse morto, ucciso dal suo ragazzo mentre era posseduto da quell’entità malvagia, finché Purin, per caso, non aveva risollevato la questione e le aveva raccontato, alla bella e meglio, cosa era successo in quei minuti in cui lei era stata a cavallo tra la vita e la morte, di come l’Acqua Mew aveva riportato in vita le numerose vittime di quella strage, tra cui l’alieno che ora la teneva prigioniera.
 
All’inizio era stata felice di quella notizia, quasi sollevata da un opprimente senso di colpa…
…ma da quel giorno aveva iniziato a fare quegli incubi ricorrenti…
Senza riuscire a spiegarsi il perché, continuava a sognare quegli attimi passati sulla base aliena, che durante la giornata cercava con cura di dimenticare. Rivedeva il suo Aoyama-kun afferrarla per la gola e ridere delle sue sofferenze, trasformarsi in un assassino e sterminare gli esseri umani e poi…
…e poi… Kisshu… Kisshu che…
Si sforzò di interrompere il flusso di quei ricordi così dolorosi e confusi a cui non riusciva a trovare un posto nel proprio cuore… Quindi si tolse dal pavimento e si trascinò sul letto.
 
Kisshu non era affatto morto e neppure se ne era andato.
Era lì ed era lì apposta per lei, per mantenere la sua promessa: non appena avessero riparato la loro astronave, l’avrebbe portata via.
A meno che lei non riuscisse a fare qualcosa.
 
Ma cosa?


***


Quando il suo carceriere tornò a farle visita, doveva essere ormai ora di cena.
Ichigo era rimasta sola tutto il pomeriggio, raggomitolata sul letto, incapace di trovare una soluzione, agitata ed inquieta.
 
Ad un certo punto, aveva persino temuto che lui, soddisfatto di averle strappato quell’ultimo, maledetto, bacio, se ne fosse andato, abbandonandola in quella dimensione terrificante da cui non sarebbe più potuta fuggire.
 
Invece, Kisshu era di nuovo lì, pronto a tormentarla di nuovo. Lo sentì avvicinarsi in silenzio e sedersi di fianco a lei.
“Ciao Ko-Neko-Chan” le sussurrò, in modo troppo confidenziale.
 
La ragazza, tesa come un elastico, lo intravide, tra le ciocche della sua frangetta rossa, mentre lui si posava sulle ginocchia un fagottino azzurro che aveva portato con sé.
“Ti ho portato qualcosa da mangiare! Guarda!” le disse, con un tono che sembrava quasi gentile, mentre snodava il fazzoletto che avvolgeva una piccola scatoletta di plastica blu.
 
Senza allentare la tensione, Ichigo studiò di sottecchi quello che sembrava essere il cestino per il pranzo di un qualche studente od operaio. Dopo quello che le aveva fatto, aveva un peso sullo stomaco che le provocava una nausea costante da ore… l’ultimo dei suoi pensieri era quello di mangiare…
 
Kisshu prese a girare l’indice sopra la scatola, incerto su quale pietanza scegliere.
“Voi umani mangiate tutti i giorni, vero?” le domandò, tranquillo.
 
“Sì, mangiamo almeno tre volte al giorno” bisbigliò Ichigo.
 
“Ah… come noi”
 
La ragazza nascose di nuovo il viso tra le ginocchia, disgustata: lui non sapeva niente di lei, era abituato a cercare di sterminarli gli esseri umani!
 
L’alieno le porse una polpettina di granchio, tenendola tra due dita: “Questo sembra buono! Vuoi assaggiarlo?” le domandò allegro.
 
Continua a comportarsi come se non fosse successo nulla….
Come se fossi un giocattolo…

 
“No?” provò lui. “Allora lo mangio io…”
 
Ichigo rimase ad aspettare in silenzio che finisse di mangiare. Cercando di vincere il suo disprezzo, si mise a ragionare: doveva trovare un modo per convincerlo a riportarla a casa!
Dovrei provare a supplicarlo? Si domandò. Era troppo arrabbiata per fare una cosa simile…
 
Lui lasciò metà del bento (*) intatto e richiuse la scatoletta, poggiandola in fondo al letto.
“La lascio qua Ichigo… così se dopo ti viene fame…” le disse.
 
Poi, visto che lei continuava ad ignorarlo, si decise a posarle una mano sulla spalla. “Senti, bambolina, dimmi cosa devo fare con te perché così mi stai esasperando!” esclamò, seccato.
 
Ecco… pensò Ichigo raggelando.
Ora ci prova di nuovo…
 
Cercò di fare leva su tutto il suo autocontrollo… forse… forse se lo avesse assecondato, Kisshu non l’avrebbe più trovata così divertente e si sarebbe stancato di perseguitarla, così sarebbe potuta tornare a casa…
Infondo, come le aveva più volte ripetuto, quello che lo attirava tanto erano solo i suoi lamenti e il suo viso terrorizzato…
Sarebbe bastato che si voltasse verso di lui e che si lasciasse baciare di nuovo, magari che si lasciasse mettere un po’ le mani addosso… lui avrebbe perso il gusto di giocare.
Ma se avesse fatto una cosa del genere, non avrebbe più avuto il coraggio di guardare in faccia Aoyama-kun…
 
Prima ancora che potessero prendere una decisione, le sue labbra si mossero per lei:
“Non toccarmi!” gli sibilò.
 
Kisshu ritrasse la mano.
“E-eh?” fece.
Sembrava colpito dalla sua risposta, quasi risentito.
 
Ichigo si accorse di essere arrabbiata, arrabbiatissima. Furiosa.
Tradire il suo Aoyama-kun per comprarsi la libertà! Come poteva una cosa del genere esserle anche solo passata per la testa??? Era colpa sua… di quel bastardo!
 
Si voltò verso di lui fissandolo con ferocia. “Ho detto di non toccarmi! Puoi fare una cosa sola: riportami a casa! Subito!” gli disse con voce dura.
 
L’alieno non si scompose. “No” tagliò secco. “Ti ho portato qua per uno scopo ben preciso e resterai con me. Non discutere! Non hai voce in capitolo!”
 
A questo punto, la rossa non riuscì più a trattenersi.
Sbatté le palme delle mani violentemente sul letto, facendosi male da sola. “E qual è questo scopo? Eh?” gli urlò.
“Vuoi che venga con te? Non sei ancora soddisfatto? Vuoi anche divertirti con me? Vuoi vedermi piangere di dolore, mentre ti imploro di smetterla? Ti piacerebbe, vero? Ti piace come ti fa sentire, eh? Tu… TU MI FAI SCHIFO!”
Gli stava urlando quella quantità di insulti con tutta la voce che aveva in corpo, senza nemmeno rendersi conto di cosa stava dicendo…
“Devi smetterla, stronzo! Smettila! Tornatene da dove sei venuto! Possibile che là non ti sia trovato uno straccio di ragazza? Noi siamo diversi, capisci? D-I-V-E-R-S-I! Due specie diverse! Vai a dare fastidio alle donne del tuo pianeta!” gli strillò istericamente in faccia.
 
“Non ha importanza se siamo diversi… e poi nemmeno tu sei totalmente umana…” le disse, tentennante.
 
Ichigo non si lasciò commuovere da quelle stupidaggini.
“Ancora con questa storia! Se tu te ne fossi già andato io sarei tornata umana al 100%! Come puoi comportarti in questo modo? Come puoi provare tutto questo odio? Possibile che tu non abbia qualcuno a cui volere bene sul tuo pianeta? Ci sono i tuoi amici e la tua famiglia e…”
 
Si interruppe di colpo perché Kisshu era saltato in piedi, senza preavviso, e l’aveva afferrata per le spalle. Prima che potesse ribattere, prese a scuoterla violentemente.
“Adesso sta zitta! Non sai di cosa stai parlando! Non osare mai più parlare del mio pianeta e della mia gente! Hai capito?” le urlò, sbattendola dolorosamente contro al muro, più volte, stordendola.
Poi le strinse con forza le mani attorno al collo. La ragazza prese a boccheggiare terrorizzata, cercando di respirare.
 
“Smettila…!!!” gli sibilò con ferocia. Aveva il viso stravolto dalla rabbia.
 
Provò a tirargli via le braccia dal suo collo, ma la paura e la mancanza di ossigeno rendevano sempre più fiacca la sua resistenza.
Se continuava così, tra poco avrebbe perso i sensi... o peggio…
 
Tuttavia, lei riusciva solo a pensare a quanto era stupida…
Stupida…
Come le era saltato in mente di provocarlo a quel modo…?
Stupida Ichigo…
Si stava facendo ammazzare per uno maledetto bacio…
Per il suo stupido orgoglio…
Altro che guerriera…
Altro che autocontrollo…
Aveva sbagliato…
Ancora…
Nessuno sarebbe venuto a salvarla stavolta…
 
“Se tu mi ascoltassi!” le urlò Kisshu, con la voce spezzata.
Ichigo aveva già la vista annebbiata e si sentiva svenire. Si limitò a guardarlo negli occhi, senza forze. Quegli occhi marcati e dal tratto deciso, di un dorato vitreo che si staccavano contro i capelli scuri… sembravano… sembrava quasi che…
Cercò di guardare con più attenzione…
 
Sembrava una lacrima quella che gli stava scivolando lungo la guancia…
…e un’altra…
 
Kisshu che piange?  Si domandò confusa la ragazza. Le immagini che vedeva stavano iniziando a perdere significato…
 
“Se solo mi avessi ascoltato in tutto questo tempo! Dannata ragazzina! Tutto questo non sarebbe successo!” sentì che le urlava.
 
Poi la stretta attorno al suo collo si allentò di botto.
Ichigo si appoggiò pesantemente contro la parete, respirando a fondo e portandosi le mani alla gola, dolorante.
Fece uno sforzo per sollevare il viso e guardarlo. Kisshu era indietreggiato di alcuni passi e la fissava sconvolto.
Lo vide asciugarsi la guancia con il dorso della mano.
No… non era sconvolto… era spaventato.
 
La rossa si massaggiò la gola con le mani. Le faceva talmente male da farla singhiozzare.
 
Kisshu rimase impalato davanti a lei ancora per qualche secondo, poi si passò una mano tra la frangia, scuotendo la testa e se ne andò velocemente dalla stanza, senza dire una parola.


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Note:

(*) Il Bento è il cestino per il pranzo che gli studenti, gli impiegati, ecc si portano da casa.
Dentro ci infilano un sacco di roba buona: arancini di riso (che sono un po’ diversi da quelli siciliani), gamberetti fritti (la mitica Tenpura!!!!), polpette di granchio fritte, wurstel tagliati a forma di polipo (io li faccio quasi tutte le settimane), tramezzini, ecc… (HO FAME!!!!)

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Capitolo 9
*** Capitolo 3 - Quando Mancano le Parole - By KISSHU ***


8.Capitolo3 - Quando Mancano le Parole - By Kisshu

Salve a tutti, sono Neko Ichy-chan!
MewLeemoon è tornata a Parma per studiare all'università quindi questa volta aggiorno io la FF! ^o^
Dunque... rispondiamo alle recensioni:

XTutti: vi ringrazio molto per i commenti che continuate a fare a mia sorella! Andate avanti così!!!!!
XJunJun(anche se non hai recensito il cap): grazie per la recensione alla mia cavolata! Cmq non devi pensare che io scrivo meglio di my sister perchè... è stata lei a fare la maggior parte (praticamente tutto -_-" NdMewLeemoon_che_è_in_collegamento_telepatico_da_Parma) quindi devi congratularti con lei! Invece devi ringraziare me per averla potuta leggere perchè la mia Onee-sama non voleva postare quella boiata!

Bene, ora vi lascio alla lettura di questo capitolo FANTASTICO!!! ^o^ 


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Per leggere le note cliccate sul simbolo, x es: (***) e finirete in fondo alla pagina. Quando avete letto, cliccate di nuovo sul simbolo che troverete e... magia: tornate al punto del capitolo in cui eravate rimasti! Potere del FrontPage... ^o^

*** 3. Quando Mancano le Parole ***

~ * ~

By Kisshu

God, you dont know that I live with a tons of regret
Cause I used to move you in a way that you've never know
But then I accuse you in a way that you've never know
But you hurt me in a way that I've never know...

Dio, non sai che io vivo con tonnellate di rimorsi
Perché ero solito trattarti in un modo che non avevi mai conosciuto
Ma ora ti accuso in un modo che non avevi mai conosciuto
E tu mi ferisci come nessuno ha mai fatto...

(Break Me, Savage Garden)



Era tardo pomeriggio e cominciava ad imbrunire.
Kisshu era appollaiato su un palo della luce (O_o) e osservava pensieroso tutti quegli umani che correvano pochi metri sotto di lui, affrettandosi per tornare a casa in tempo per la cena.
Come diavolo facevano a non vederlo? Possibile che fossero sempre così assorti nei loro pensieri? Abituati a vivere in quel pianeta così clemente, la loro testa riusciva solo a perdersi in tante fesserie…
Se solo avesse davvero voluto, ne avrebbe potuti fare fuori chissà quanti prima che loro avessero il tempo di accorgersi di cosa stesse succedendo…
 
Ma non era più lì per quello…
Lo scopo per cui si era allenato duramente per anni aveva perso ormai ogni significato…
 
Ora però non era il momento di piangersi addosso, aveva altro a cui pensare: aveva lasciato Ichigo nella sua stanza quella mattina, dopo averla rapita e costretta a baciarlo, quindi se ne era andato a sbollire quella smania sulla Terra.
Dopo che si era comportato così, cosa poteva fare per addolcirla un po’ nei suoi confronti?
Per farle cambiare idea verso di lui?
 
“Pensa Kisshu…” iniziò a ripetersi sottovoce.
Quante volte si era fatto quella maledetta domanda?
“Addestramento militare… addestramento militare… “ prese a massaggiarsi le tempie insistentemente. “Cosa ti hanno insegnato?”
“Come conquistare la fiducia del nemico…”
Le aveva già provate tutte…
 
Il suo stomaco brontolò… -.-“
 
“Trovato!” esclamò battendosi il pugno sul palmo della mano sinistra.
“Qual è il modo migliore per guadagnarsi la fiducia di un animale? Potevo pensarci prima?” sorrise.
Infondo la sua Ichigo era una gattina selvatica… (*)

***

Silenziosamente si materializzò davanti alla porta della sua stanza. Si guardò attorno ma non vide nessuno dei suoi compagni, per fortuna.
Entrò dentro alla triste costruzione quadrata e nella penombra scorse la ragazza raggomitolata sul letto, con le braccia strette attorno alle ginocchia e il viso nascosto sotto la frangetta rossa.
 
Le si avvicinò e si sedette di fianco a lei.
 
“Ciao Ko-Neko-Chan” le disse a bassa voce.
 
Ichigo non gli rispose né si mosse.
 
Lui non si lasciò scoraggiare e posò il piccolo fagottino che aveva portato con sé sulle sue ginocchia.
Era il suo gesto gentile per conquistare la sua fiducia…
 
“Ti ho portato qualcosa da mangiare! Guarda!” le disse sorridendo, sciogliendo il fazzoletto che fasciava la piccola scatola blu.
 
La ragazza scostò appena il viso e si intravidero i suoi occhioni marroni, tra i capelli, fissare la scatoletta del bento.
 
“Voi umani mangiate tutti i giorni, vero?” domandò Kisshu, un po’ incerto, mentre ispezionava il contenuto della scatola. Non aveva la più pallida idea di cosa fosse quella roba…
 
Un flebile “Sì” uscì dalla gola della ragazza. “Mangiamo almeno tre volte al giorno” aggiunse atona.
 
“Ah… come noi”
 
Quel silenzio era molto fastidioso… l’alieno afferrò dalla scatola quello che gli sembrava più commestibile.
 
“Questo sembra buono! Vuoi assaggiarlo?” domandò porgendo alla ragazza una polpettina di granchio fritta. “No? Allora lo mangio io…”
 
Kisshu prese ad assaporare concentrato il cibo terrestre. Non era proprio schifoso…
Visto che aveva parecchia fame, iniziò a spazzolarsi il contenuto della scatola, sperando che Ichigo gli dicesse qualcosa, ma la ragazza continuava a restare immobile con il viso nascosto tra le ginocchia.
 
Dopo aver fatto fuori quasi metà del bento, chiuse la scatoletta e la poggiò in fondo al letto. “La lascio qua Ichigo… così se dopo ti viene fame…”
 
Ma perché non gli diceva nulla?
 
Titubante, allungò una mano sulla sua spalla. “Senti, bambolina, dimmi cosa devo fare con te perché così mi stai esasperando!” tentò.
 
“Non toccarmi!” mormorò lei senza alzare il viso.
 
“E-eh?” domandò lui, tirando indietro la mano.
 
“Ho detto di non toccarmi” ripeté lei con voce dura. “Puoi fare una cosa sola: riportami a casa! Subito!”. Si voltò fissandolo malevolmente negli occhi.
 
“No” tagliò secco Kisshu. “Ti ho portato qua per uno scopo ben preciso e resterai con me. Non discutere! Non hai voce in capitolo!”
 
“E qual è questo scopo? Eh?” sbraitò Ichigo sbattendo improvvisamente le mani sul letto. “Vuoi che venga con te? Non sei ancora soddisfatto? Vuoi anche divertirti con me? Vuoi vedermi piangere di dolore, mentre ti imploro di smetterla? Ti piacerebbe, vero? Ti piace come ti fa sentire, eh? Tu… TU MI FAI SCHIFO!”
 
Quelle parole gli piovvero addosso come una secchiata di acqua gelida.
La guardò senza sapere cosa dire.
Ma per che razza di persona lo aveva preso?
Certo che la desiderava… ma non in quel modo… almeno… non solo così…
Aveva cercato di farglielo comprendere già innumerevoli volte… Come faceva a essere così sciocca?
 
“Devi smetterla, stronzo! Smettila! Tornatene da dove sei venuto! Possibile che là non ti sia trovato uno straccio di ragazza? Noi siamo diversi, capisci? D-I-V-E-R-S-I! Due specie diverse! Vai a dare fastidio alle donne del tuo pianeta!” gli urlò istericamente Ichigo in faccia, arrabbiata come non l’aveva mai vista.
 
“Non ha importanza se siamo diversi… e poi nemmeno tu sei totalmente umana…” le rispose lui, cercando a stento di mantenere un minimo di controllo, sotto quella valanga di insulti.
 
“Ancora con questa storia! Se tu te ne fossi già andato io sarei tornata umana al 100%! Come puoi comportarti in questo modo? Come puoi provare tutto questo odio? Possibile che tu non abbia qualcuno a cui volere bene sul tuo pianeta? Ci sono i tuoi amici e la tua famiglia e…”
 
A questo punto Kisshu non ci vide più. Afferrò Ichigo per le spalle e prese a scuoterla violentemente.
“Adesso sta zitta! Non sai di cosa stai parlando! Non osare mai più parlare del mio pianeta e della mia gente! Hai capito?”.
Iniziò a stringerle le mani attorno al collo, desiderando di ricacciarle in gola quelle maledette parole.
Quel collo così sottile e fragile che sembrava spezzarsi sotto le sue dita…
 
“Smettila…!!!” gli sibilò con ferocia, piegandole indietro la testa.
 
Sul suo pianeta…
Cosa ne poteva sapere lei delle miserie in cui era abituato a vivere?
I suoi amici…
Cosa ne poteva sapere del casino che aveva combinato con Pai e Taruto?
La sua famiglia…
Cosa ne poteva sapere della fine che aveva fatto la sua famiglia?
E soprattutto…
Qualcuno a cui volere bene…
Cosa ne poteva sapere di cosa lo aspettava quando sarebbe tornato a casa?
 
“Se tu mi ascoltassi! Se solo mi avessi ascoltato in tutto questo tempo! Dannata ragazzina! Tutto questo non sarebbe successo!”
 
Ichigo lo fissava con gli occhi spalancati, mentre un suono strozzato le usciva dalla bocca socchiusa.
 
Ma che sto facendo?
 
Lasciò immediatamente la presa, indietreggiando. Aveva il respiro accelerato dallo scatto di rabbia.
 
La ragazza ansimò portandosi le mani alla gola.
 
Perché doveva sempre andare a finire così?
Maledizione!
Si passò infastidito il dorso della mano sulla guancia.
Si accorse inorridito che era umida.
Ma che…?
Stava sudando?
O stava… piangendo?
Possibile?
 
Restò lì impalato a guardare la ragazza singhiozzare silenziosamente a pochi passi da lui, nella penombra. Non ci riusciva. Non riusciva a spezzare quel muro che Ichigo aveva messo verso di lui… continuando così stava solo facendo del male a tutti e due… Eppure erano mesi che questa storia andava avanti! Ma perché non riusciva a darsi pace?
 
Perché…
Perché… in fondo lui non aveva nulla da perdere…
…tranne la sua gattina ovviamente…
 
“Pai ha ragione… io devo essere pazzo!” mormorò passandosi la mano tra i capelli scompigliati. Uscì rapidamente dalla stanza…

***

Kisshu si guardò a lungo nello specchio, sotto la luce fredda della lampada al neon.
La copiosa quantità d’acqua fredda che si era buttato in faccia gli aveva inzuppato la frangia e i due ciuffi di capelli che teneva legati ai lati del viso. Si asciugò alla bella e meglio con un asciugamano, quindi uscì dal piccolo bagno dell’astronave e percorse lo stretto corridoio centrale, rischiarato solo dalle piccole luci guida situate alla base delle pareti.
Passò davanti alle cuccette, ma erano vuote. Di Taruto neanche l’ombra. Spariva spesso negli ultimi giorni...
Uscì silenziosamente dal portellone principale e diede un’occhiata in giro.
 
Fuori c’era solo Pai. Nonostante fosse ormai tarda sera, stava ancora smanettando attorno all’astronave.
Era assolutamente instancabile.
 
Kisshu rimase un po’ a fissarlo in silenzio. Non si era accorto della sua presenza.
Si strofinò gli occhi per l’ennesima volta, sperando che non si vedesse che erano arrossati.
 
“Pai…” chiamò quindi.
Doveva assolutamente distrarsi.
 
“Uh?” L’alieno si sfilò da sotto il reattore. Era tutto impiastricciato di olio scuro e aveva una faccia stanca.
 
“Come va?” gli domandò, più per spezzare quel silenzio che per interesse.
 
“Il reattore è ingolfato, ma non riesco a capire perché. Sto cercando di dargli una ripulita. Ma andrebbe smontato…”
Poi lo scrutò attentamente. “Hai un’aria strana Kisshu… che hai fatto?” gli domandò con un filo di preoccupazione.
 
L’alieno, sentendosi colpito sul vivo, distolse lo sguardo. “Niente… mai stato meglio! Ma non sei stanco di stare lì sotto a fare carezze e moine alla tua fidanzata?” disse, indicando maliziosamente la nave con un cenno del capo.
 
“Qualcuno deve pur farlo! E se nessuno mi dà una mano…” iniziò acido.
 
“Pai! Così mi offendi! Sai che non mi permetterei mai!” esordì l’alieno dagli occhi dorati.
 
Pai scosse la testa e si rinfilò sotto il reattore.
 
“Scherzi a parte, sai che avrei voglia di fare?” domandò Kisshu.
 
“Non oso immaginarlo…”
 
“A-l-l-e-n-a-m-e-n-t-o!” scandì lui, con un ghigno divertito.
 
Pai lo ignorò.
 
“Ehi! Non fare finta di niente! Sono due settimane che stiamo con le mani in mano! Quando torneremo a casa saremo così rammolliti che ci infileranno tutti e due con la testa nel gabinetto come due mocciosi” sbottò.
 
“Kisshu, tu devi essere davvero senza cervello! MA TI SEMBRA CHE HO TEMPO DA PERDERE A FARE A CAZZOTTI CON TE???” sbraitò Pai da sotto l’astronave. “Ho da riparare questo maledetto guasto adesso, altrimenti a casa non ci torneremo più!”
 
“Abbiamo aspettato tanto, possiamo aspettare anche un altro giorno. Tanto più che non sembrano molto ansiosi di vederci…”
 
“No!” tagliò secco Pai.
 
“Avanti!” lo incitò Kisshu, materializzandosi di fianco a lui e dandogli una pedata nelle costole.
 
A quel gesto, Pai si sfilò nuovamente da sotto il reattore si tirò a sedere, guardandolo malamente.
“Non puoi risolvere tutto facendo a botte o cercando di uccidere qualcuno, sai?” gli disse.
 
“Dici?” domandò Kisshu, fissandolo con le braccia incrociate e con un sorrisetto arrogante stampato sulle labbra.
 
“Ma d’altronde, quella faccia da imbecille che ti ritrovi può bastare a farmi cambiare idea…” ringhiò divertito Pai.
 
“Benissimo!” ghignò Kisshu aiutandolo ad alzarsi. “Allora, facciamo così: niente armi e niente teletrasporto, solo una bella scazzotata, Ok?”
 
“Fine come sempre…” osservò l’altro.
 
Quindi si spostarono su un’altra di quelle costruzioni fluttuanti, lontani dall’astronave e si piantarono ad un paio di metri uno dall’altro, studiandosi a vicenda.
 
“Ah… sei pronto? Sembri già stanco!” osservò Kisshu, mentre iniziava a saltellare entusiasta, sciogliendo i muscoli ancora in tensione.
Pai si limitò a fissarlo freddamente, ruotando un paio di volte il collo sulle spalle.
 
Con un grido incitatorio, il primo si lanciò contro il compagno cercando di colpirlo al viso, ma questo schivò il colpo spostandosi di lato.
Senza demordere, si produsse in una raffica di pugni.
Pai li deviò uno ad uno facendoseli scorrere sugli avambraccio, indietreggiando appena.
Kisshu mirò allora allo stomaco, ma Pai gli bloccò il braccio, afferrandogli il polso, quindi contrattaccò cercando di colpirlo al collo con la destra, di taglio.
Rapidamente, il più giovane alzò il braccio libero per parare il colpo, ma Pai gli afferrò anche questo e incrociandogli le estremità, lo immobilizzò.
 
“Hai ragione… in due settimane hai perso colpi, Kisshu” gli sibilò divertito in faccia.
 
Kisshu si liberò con uno strattone e con un movimento rapido ruotò su sé stesso e gli piazzò un calcio nello stomaco.
 
“Ah! Anche tu!” esclamò compiaciuto, guardandolo vacillare.
 
L’altro si riprese prontamente e fece per sferrargli a sua volta un calcio, ma Kisshu lo schivò con un salto e riatterrò più avanti con una capriola.
Quindi ripartì all’attacco.
 
Era molto nervoso e non riusciva a concentrarsi bene. E anche se Pai sembrava stanco, non riusciva a colpirlo come avrebbe sperato.
E bravo Kisshu… si disse ironico.
 
Nel frattempo, mentre cercava di dargli un calcio, Pai gli bloccò la gamba, stringendosela contro la vita con il braccio sinistro e, ruotandogli all’esterno, lo colpì con una gomitata nelle costole che lo spedì per terra. Kisshu si voltò appena in tempo per schivare una seconda gomitata diretta al suo stomaco, rotolando via.
 
Si rialzò ansimando. L’ultimo colpo era stato parecchio doloroso e sentiva tutto il fianco pulsargli.
 
Stavolta fu Pai a partire all’attacco, cercando di colpirlo con le mani strette a pugno. Kisshu usò tutta la sua abilità per schivare i colpi e passare al contrattacco. Riuscì a colpire il compagno un paio di volte all’addome e al collo, prima che questo riuscisse ad afferrarlo per un braccio e a scaraventarlo di nuovo per terra.
Quindi gli si buttò nuovamente addosso con una ginocchiata. Vista l’impossibilità di evitarla, Kisshu si teletrasportò alle sue spalle.
 
“Questo non era nell’accordo!” osservò contrariato Pai, voltandosi per proteggersi.
 
“Sai che io non rispetto mai gli accordi!” ghignò Kisshu, tirandogli un calcio dietro le ginocchia e facendolo cadere.
 
“Beh, non importa” considerò Pai, rialzandosi velocemente, mentre il suo avversario ripartiva all’attacco. “Tanto tu ti scopri sempre troppo!”
Così dicendo, schivò un pugno e con un movimento fulmineo lo afferrò per la gola. Quindi se lo rigirò dietro al braccio, stringendolo con l’avambraccio e lo tirò giù, facendolo piegare all’indietro sulla schiena. (**)
 
“OH! OH! OH!” esclamò Kisshu, tenendosi al braccio di Pai per non cadere per terra.
“Ok… ho capito…ho capito! Ora ti dispiace mollarmi?!”
 
Pai lo fissò per un po’, divertito, mentre si dimenava invano per liberarsi. Quindi lo lasciò, facendolo stramazzare al suolo con un tonfo e fece per andarsene.
 
“Già stanco?” osservò ansimante Kisshu, ancora per terra.
 
L’altro lo fissò con la coda dell’occhio. “Me ne vado a dormire… e tu faresti meglio a trovare un modo meno seccante di risolvere i tuoi problemi!” disse gelido, smaterializzandosi.
 
Kisshu sospirò, stanco, mentre il freddo pavimento di pietra gli gelava la schiena nuda.


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Kisshu: Che donna violenta… ma perché scrivi certe cose?
Autrice: Ho visto un film di arti marziali in tv prima di scrivere questo capitolo! Volevo dare una botta di vita alla storia! ^o^
Kisshu: Le uniche botte sono quelle che ho preso io… U_U
Autrice: Se tu hai la testa tra le nuvole mentre combatti, non è mica colpa mia!
 
Note:
 
(*) Autrice: Ora mi sei scaduto proprio in basso… -.-
Kisshu: Perché??? O_O
Autrice: Un po’ di romanticismo no, eh?
Kisshu: Senti chi parla…
 
(**) Autrice: Questo l’ha fatto davvero il mio insegnante di arti marziali ad un mio compagno… vi assicuro che non è piacevole!
Kisshu: Ho notato!!! >__<

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Capitolo 10
*** Capitolo 4 - La Mia Peggior Paura - By ICHIGO ***


9.Capitolo 4 - La Mia Peggior Paura - By Ichigo

Eccomi qua, tornata da Parma e cosa mi trovo? Un nuovo layout su EFP, alquanto ballerino se devo essere pignola... il 90% dei lettori/scrittori in crisi per il ritorno a scuola e poi la mia 'Nee-chan che mi posta il capitolo e non solo non risp alle vostre recensioni (Non rompere! Ho fatto già troppo! NdNichy-chan) (Ok, ok... scusa! NdMewLeemy), ma soprattutto vi spiffera che vado all'università... aaargh! quanto mi sento vecchia!!! (Tu sei vecchia... NdTaruto) (tappati la bocca moccioso! >o< NdMewLeemy_che_spedisce_il_marmocchio_in_orbita_con_un_calcio).

Ok... passiamo alle cose serie! ^0^

>>Se hai recensito, clicca qui!<<


Ps. Mi scuso in anticipo se non risponderò sempre ai vostri commenti, ma spesso sarà la mia 'nee-chan a postare i capitoli, almeno finché non trovo un Internet Point a Parma che non mi chieda 5 Euro l'ora, per cui... U_U""""
Ancora ciao e Kisses a tutti!


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Intro al Capitolo: Questo quarto cap è parecchio corto, purtroppo, tanto che ero tentata di unirlo con il quinto... ma l'atmosfera là sarà così abissalmente diversa che alla fine ho deciso di lasciarli separati! So che non succede moltissimo, ma ha una sua logica nel filo della storia... ditemi cosa ne pensate! Thanks!

*** 4. La Mia Peggior Paura ***

~ * ~

By Ichigo

Ichigo correva.
 
Correva…
 
Correva…
 
Dove diavolo stesse correndo non lo sapeva neppure lei. Voleva scappare.
 
Saltò una crepa nel lastricato di pietra.
 
Forse era già passata di lì, ma non riusciva a ricordare. Sembrava tutto così uguale.
 
Era uscita da quella stanza soffocante e si era tuffata in quella sinistra nebbia opalescente.
Ora correva in un lungo corridoio buio, mentre delle colonne alte le sfrecciavano ritmicamente ai lati.
 
Ad un tratto inciampò, per l’ennesima volta, e si ritrovò per terra, sentendo la polvere grossolana del pavimento escoriarle la pelle.
 
Si tirò sulle braccia, ansimando per la corsa. Aveva la gola secca perché non bevevo da ore e si sentiva terribilmente debole perché era a digiuno. Oltre a ciò, il fiato corto le faceva girare la testa…
Fece per rialzarsi, ma stavolta la caviglia destra le faceva troppo male.
 
Si passò una mano sugli occhi che le bruciavano terribilmente, ma si rese conto che erano perfettamente asciutti: aveva smesso di piangere già molto tempo prima.
 
Tutto quello per cui aveva combattuto le stava venendo portato via…
 
Il suo pianeta… la sua casa… la sua famiglia…
 
I suoi amici… la sua scuola… i suoi progetti per il futuro…
 
Kisshu l’avrebbe strappata da tutto ciò… dal mondo che si era creata con pazienza e che aveva difeso fino ad allora con tutte le sue forze.
L’avrebbe portata in quel posto orribile dove viveva con i suoi simili, avrebbe passato tutta la vita rinchiusa da qualche parte, odiata da quegli alieni così diversi da lei. E sarebbe stata sua. Per sempre. Un oggetto nelle sue mani…
 
Era dentro a quello che sembrava un antico tempio. Le colonne attorno a lei sorreggevano un soffitto su cui si intravedevano delle decorazioni ormai sbiadite. Il lungo corridoio in cui si trovava spariva pochi metri più avanti, immerso nell’oscurità.
 
Mettendosi a sedere, prese a massaggiarsi la caviglia dolente, quando si accorse che nella caduta si era anche sbucciata il ginocchio: il sangue che le brinava dalla ferita si era impiastricciato di terra e le macchiava la calza che le era scivolata giù per la gamba.
 
Tirando un ultimo respiro, cercò di deglutire, per bagnarsi la gola, invano. Le faceva ancora troppo male.
 
No, non ci sarebbe mai arrivata su quel pianeta orribile.
 
Era sicura che sarebbe morta lì.
 
Quel pazzo l’avrebbe uccisa.
 
Al prossimo scatto di rabbia, l’avrebbe uccisa, ne era sicura.
 
Come poteva impedirglielo?
 
Ma forse sarebbe stato meglio così…
…piuttosto che essere il giocattolo di Kisshu per il resto della vita…
 
“Mamma… Papà…” mormorò.
Voleva vedere i suoi genitori.
Se lei fosse davvero morta lì, in quel corridoio tetro, loro sarebbero rimasti disperati per anni per la sua scomparsa, senza darsi pace, senza mai sapere cosa le fosse successo, dove fosse finita. Non voleva, non era giusto…
 
“Non è giusto… non è giusto…” singhiozzò.
 
Perché lui poteva farle tutto questo?
 
Voleva tornare a casa, voleva sdraiarsi nell’acqua calda della vasca da bagno, togliersi quella sporcizia di dosso e dimenticare tutto, fingere che fosse stato solo un brutto incubo…
 
Ma le parole dell’alieno le rimbombavano in testa.
“Se solo mi avessi ascoltato in tutto questo tempo! Dannata ragazzina! Tutto questo non sarebbe successo!”
Mentre le urlava queste cose, stava piangendo.
 
Non aveva mai visto un ragazzo piangere, soprattutto non avrebbe mai pensato di vedere lui piangere, mentre la strozzava con le sue mani.
 
Probabilmente era solo uno squilibrato…
 
O probabilmente aveva ragione…
 
In quel silenzio assordante e irreale, Ichigo realizzò che Kisshu poteva davvero aver ragione: non aveva mai voluto sentire le sue motivazioni, non gliene fregava niente.
Perché avrebbe dovuto farlo? I discorsi di quel ragazzo fossero fatti solo per raggirarla… d’altronde, quante volte aveva provato, con l’inganno, a far crollare la fiducia che riponeva nelle sue amiche e nei suoi poteri?
Per difendere il suo mondo, aveva dovuto fare appello a tutta la forza che aveva: non poteva permettersi dei dubbi.
Eppure… se avesse, anche solo per una volta, ascoltato quello che lui aveva da dirle, forse non sarebbero arrivati a quella situazione.
Forse non sarebbero successe molte altre cose…
 
Retasu
 
La sua amica lo aveva capito prima di tutte.
Aveva provato a parlare con i loro nemici, a capire le loro ragioni, i loro sentimenti…
E in un modo o nell’altro, questo aveva fatto la differenza…
 
Se lo avesse fatto lei, cosa sarebbe cambiato?
Avrebbe potuto evitare la distruzione di Tokyo?
E se avesse conosciuto prima la vera identità e i fini di Profondo Blu? Infondo, sapeva Kisshu ci era arrivato da tempo… e se lo avesse detto a lei?
E se, invece di combattere quella battaglia crudele, avessero regalato subito l’Acqua Mew agli alieni?
Anzi… e se non avessero sprecato tutta l’Acqua Mew rimasta sulla Terra per riparare ai danni provocati dai loro combattimenti?
 
Ichigo era stanca, fiaccata.
 
Stanca di tutte quelle domande, di tutti quei rimorsi…

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Capitolo 11
*** Capitolo 5 - Incubi e Sogni - By ICHIGO ***


11.Capitolo5 - Incubi e Sogni - By Ichigo

Ciao a tutti!
Rispostina veloce alle vostre recensioni...

X Pfepfer: sono contenta che x te abbia un senso... spero non dipenda solo dal tuo inquietante stato febbrile... O.o!? scherzo... ^0^
X MewBy: Leemy-SAMA? addirittura... °°" Però io non ho mai detto di avere 19 anni! Potrei averne anche 50... (Oddio! NdMewBy) Cmq, tranqui! Il cervello raggiunge al max quello di una sedicenne!
X JunJun: ..."Ichigo disperata e senza speranza, rapita da quell'orrido alieno squilibrato e senza cuore"... Stupendo! Io non avrei saputo dirlo meglio!!!! XDDDDD A parte tutto ciò, in bocca al lupo per la maturità, allora! Però posta presto questo tuo fatidico prossimo capitolo, perchè ho come la brutta sensazione che tra esame del quinto anno ed iscrizione all'università, dovremo aspettare il 2007 per leggere la fine della tua FF! Ed io non ce la faccio ad aspettare tanto!!!! ç_ç

 
AH! Ho aggiustato il problemino della foto, nella nostra pagina personale... se volete dare un'occhiata alle nostre affascinanti fattezze... ^^ (Ehm... NdLettori)

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Intro al Capitolo: No, non mi sono scordata il Capitolo 4 di Kisshu... lo posterò dopo questo, per non rovinarvi la "sorpresina"... eh eh eh! ^^

*** 5. Incubi e Sogni ***
~ * ~
By Ichigo

I saw you last night, alone in your dreams
You were so peaceful there,
or that's how it seemed 
But something is wrong, you feel it inside 
No one can reach you there, but still you can't hide

'Cause dreams never lie
You can't if you try 
It's not often easy to wake up, sometimes 

Don't say goodbye, don't say it's over
Don't say goodbye to the dreams of our love
Don't say goodbye, lean on my shoulder 
Don't say goodbye, keep dreamin' for us

Ti ho visto, la scorsa notte, solo nei tuoi sogni
Lì eri così in pace,
almeno era quello che sembrava
Ma c’è qualcosa che non va, lo senti dentro di te
Lì nessuno può raggiungerti, ma non puoi ancora nasconderti
 
Perchè i sogni non mentono mai
Se provi non ci riesci
Non è sempre semplice svegliarsi, a volte
 
Non dire arrivederci, non dire che è finita
Non dire arrivederci al sogno del nostro amore
Non dire arrivederci, appoggiati alla mia spalla
Non dire arrivederci, continua a sognare per noi

(Alone In Your Dreams (Don't Say Goodbye) by Billy Squier)



Ichigo si sentì lentamente scivolare fuori dal suo sonno senza sogni.
Le sembrava di aver dormito per un tempo incalcolabile, tanto che la sua coscienza faticava a riaffiorare.
 
Desiderava non svegliarsi più… In quel dormiveglia, sentiva una gran pace, come non le accadeva da molto.
 
Passò del tempo.
Doveva essersi addormentata di nuovo.
 
Ebbe l’impulso di tirarsi le lenzuola, profumate di lavanda, sul viso, perché il chiarore che filtrava dalle tende la infastidiva…
No… se si fosse mossa si sarebbe svegliata del tutto…
Invece voleva sprofondare il quell’oblio ancora per cinque minuti… abbandonata in quell’abbraccio rassicurante, in quel tepore che sentiva così famigliare…
Affondò il viso nel cuscino.
 
Però… che strano…
 
La superficie morbida sui cui era appoggiata si muoveva appena, ad intervalli regolari, come se la cullasse…
 
Incerta, aprì a malincuore gli occhi e cercò di mettere a fuoco nella penombra.
La sua camera da letto aveva qualcosa di insolito...
 
Uhm…?
 
Prima ancora di riuscire a capire, si accorse che qualcuno respirava piano sul suo collo.
Alzò lo sguardo, perplessa, e vide Kisshu, addormentato, con la testa poggiata scomodamente al muro. E lei era stretta tra le sue braccia ed era poggiata dolcemente contro il suo petto…
 
“Oh Cavolo…" mormorò incredula.
 
Sicuramente stava ancora sognando.
 
Non poteva essere altrimenti.
 
Da quando lo aveva incontrato, non era la prima volta che quel ragazzo si insinuava nelle sue fantasticherie notturne… solo che non erano mai stati dei sogni così… belli…
 
“Veramente strano…” ripeté guardando il giovane alieno. Non lo aveva mai osservato davvero attentamente… così da vicino…
 
Aveva dei lineamenti decisi, asciutti, mentre la pelle pallida e ancora piuttosto liscia rivelava involontariamente la sua giovane età. Doveva essere poco più grande di lei… Respirava piano, con la bocca appena socchiusa, mentre i canini pronunciati premevano un poco sul labbro inferiore.
Senza quell’aria sadica e sfrontata, il suo viso aveva un’espressione così tranquilla… quasi innocente, sotto le ciocche verdi dei suoi capelli fini…
 
Passarono alcuni minuti. Ichigo non osò muoversi, finché il ritmo del respiro che fino a quel momento l’aveva cullata cambiò e si fece meno profondo.
 
Kisshu si strofinò il viso con una mano, risvegliandosi e si guardò un attimo attorno disorientato. Poi si voltò verso di lei.
 
La fissò per alcuni secondi con i grandi occhi dorati, assonnati.
 
“Che strano sogno che sei, Kisshu…” gli mormorò Ichigo.
 
Lui la guardò senza capire. “I-io non sono… un sogno…” disse poco convinto.
“Ooooww!” esclamò subito dopo portandosi una mano al collo. “Che brutta idea che hai avuto Ko-Neko-Chan a dormire sul pavimento!”
 
Ichigo lo guardò inebetita.
Sembrava stranamente molto reale…
 
L’alieno sfilò delicatamente il braccio con il quale le cingeva la vita, lasciandole una fastidiosa sensazione di freddo.
“Mi dispiace” le disse frettolosamente.
 
Per cosa? Cosa è successo?
 
“Stanotte ti ho trovato qui per terra addormentata ed eri gelata come un pezzo di ghiaccio… volevo scaldarti un po’” disse, sembrando quasi imbarazzato, mentre si massaggiava il collo indolenzito.
 
“Per terra?”.
Se quello non era un sogno, perché non riusciva a ricordarsi né dov’era né come ci fosse finita, né, soprattutto, perché stesse dormendo abbracciata a lui?
 
“Sì, non ricordi nulla?” le domandò lui, accigliato.
 
Poi, lentamente, i ricordi iniziarono a riaffiorare nella coscienza di Ichigo.
Con gli occhi della mente vide sé stessa trascinarsi in un angolo della stanza e addormentarsi tra le lacrime…
Non era stato un sogno… era tutto vero… stava vivendo il peggiore dei suoi incubi!
Guardò di nuovo gli occhi dorati di Kisshu. Le faceva vagamente male la testa… e tutte quelle emozioni le giungevano stranamente ovattate, come se non fossero sue…
 
“Vieni, Ichigo!” disse lui prendendola per un polso e tirandola in piedi “Ti voglio portare in un posto…”
 
Lui le avvolse nuovamente la vita con un braccio e la sollevò di mezzo metro, per teletrasportarla altrove. Ichigo non si oppose, mentre sentiva di nuovo quella fastidiosa sensazione di vertigine e di stretta allo stomaco.
 
D’altronde, che altro poteva fare?

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Piaciuta la sorpresa????? Spero di sì…
 
Note: Niente note per questo cap… solo l’autrice che da di testa al pensiero di risvegliarsi tra le braccia di Ki-chan… @____@

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Capitolo 12
*** Capitolo 4 - La Mia Peggior Paura - By KISSHU ***


10.Capitolo4 - La Mia Peggior Paura - By Kisshu

Salve a tutti! Mi sono finalmente presa una pausa dai miei doverosi impegni universitari (Seh! Raccontane un'altra... NdQlc1) per postare il Capitolo preferito dalla mia 'nee-chan! Prima però... le recensioni!
X Francesca Akira89: Non posso spoilerare... per cui, sorry ma dovrai aspettare fino al capitolo 6!
X Killkenny: Wow! Un nuovo lettore! E finalmente un boy! ^o^ Così mi potrai dire che pensi della mia faticosa immedesimazione nel Pow maschile... (Faticosa? Ma se tu 6 tutto meno che femminile? NdNichy-chan) (Sigh... lo so... ma io... T_T NdMewLeemy) (Io mi astengo dal commentare... NdKillkenny)
X PfePfer: uhm... hai ragione... molto specifica! Ma capisco che non ti piaccia vedere Ki-chan ed Ichigo svegliarsi avvinghiati... eh eh eh!
X MewBy: Don't worry per la bava! La sottoscritta ha già approntato da tempo un dispositivo autopulente dell'intera casa... (No, sul serio! NdNichy-chan) (Io sono sempre seria! NdMewLeemy) (Certo certo... NdLettori)
X Dikar 93: Prego... e ... Wow! Un secondo nuovo lettore! *v* Se la storia ti è piaciuta... beh, continua a seguirmi!

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*** 4. La Mia Peggior Paura ***
~ * ~
By Kisshu

Quando Kisshu tornò nella sua stanza, doveva essere notte fonda.
Per fortuna era riuscito a calmarsi un po’…
Aveva ancora la schiena indolenzita per le botte ricevute, ma almeno aveva recuperato il sangue freddo.
Sbadigliò…
Oltretutto, aveva anche un sonno pazzesco.
 
Ichigo non gli avrebbe mai permesso di dormire di fianco a lei, nemmeno se lui fosse stato legato e imbavagliato. Fece una smorfia di disappunto.
In fondo era il suo letto…
 
In quella dimensione fittizia sembrava sempre la stessa ora. Non c’erano variazioni di luce a segnare lo scorrere del tempo e dentro la stanza troppo grande tutto era avvolto dalla solita penombra triste. Guardò il letto. Era vuoto.
 
Perplesso iniziò a scrutare tutta la stanza. Era vuota anche quella.
 
I battiti cardiaci del ragazzo iniziarono ad accelerare, riscuotendolo di botto dal torpore e dalla stanchezza.
 
Dove diavolo era finita Ichigo?
 
Uscì dalla porta e fece rapidamente il giro del piccolo rudere, percorrendo il selciato che lo circondava, insinuandosi tra due cadenti pareti di mattoni color ocra. Svoltando a sinistra, trovò solo uno spiazzo su cui si apriva l’ampio porticato di un vecchio tempio con le colonne scalcinate e piene di crepe. Iniziò a scrutare dietro ogni singolo masso caduto, mentre saliva le tre alte scalinate che conducevano all’interno.
Dentro era buio.
Gli unici fasci di luce filtravano da una dozzina di piccole aperture rotonde che circondavano ad anello la cupola che fungeva da tetto. Cercò di adattare la vista all’oscurità, per distinguere le pareti della costruzione a pianta circolare.
 
Niente. Sembrava completamente deserto.
 
Fece alcuni passi in direzione opposta alla porta, dirigendosi verso il fondo del tempio dove erano sistemate alcune strutture imponenti.
C’era un silenzio assoluto in quel luogo, in cui rimbombava solo lo scricchiolio della ghiaia sotto i suoi piedi…
Giunto alla sua meta, si sporse oltre un vecchio parapetto ornato da fregi ormai irriconoscibili, ma non c’era nulla dietro.
Controllò di là di quello che sembrava un altare spaccato a metà da una crepa profonda, scrutò persino sul fondo di una bassa vasca di pietra che un tempo doveva contenere acqua cristallina. Fece il giro di tutta la struttura.
 
Nulla.
 
Uscì di nuovo all’esterno e percorse velocemente un lungo corridoio sopraelevato che lo ricondusse esattamente al punto di partenza, davanti all’ingresso della sua camera.
 
“Kami-sama…” mormorò.
 
Forse Pai o Taruto l’avevano trovata?
 
Osservò infine il bordo dell’intera costruzione. Galleggiava sospesa nel vuoto e sotto di lui si stendeva solo quell’infinita nebbiolina verde brillante. Ichigo non poteva fluttuare nell’aria.
 
“E se si è… buttata?”
 
Un brivido gelido gli passò per la schiena.
 
“N-no… non può essere stata così idiota o così… così disperata!”
 
Certo che poteva esserlo…
L’hai rapita…
L’hai baciata a forza…
L’hai quasi strozzata…

Per la prima volta dopo tanto tempo si sentì veramente terrorizzato.
 
Fece nuovamente tutto il giro, di corsa.
 
Niente.
 
Si appoggiò ad una parete con il respiro affannato.
Vide che, contro ogni sua inutile presunzione, gli tremavano le mani.
 
“Diamine… Ichigo…” pronunciò sottovoce.
 
Tornò a controllare dentro la stanza.
 
“Ichigo…”
 
Il locale era così vuoto e disadorno che bastava un occhiata per abbracciarlo tutto.
Non vedeva nulla.
 
Poi, ad un tratto, una piccola macchia scura attirò la sua attenzione. Si avvicinò con un groppo alla gola.
 
Era Ichigo.
 
Sospirò, lasciandosi cadere in ginocchio davanti a lei.
 
La ragazza si era raggomitolata in un angolo della stanza, in una piccola rientranza tra il letto e la parete. Era così rannicchiata da essere quasi invisibile.
 
“Ichigo… vuoi farmi venire un colpo?” domandò Kisshu spostandole i capelli dal viso per guardarla negli occhi. Stava dormendo pesantemente, con la testa appoggiata scompostamente al muro di pietra e le gambe strette contro il petto.
 
L’alieno aspettò che il battito del suo cuore tornasse regolare, mentre osservava quella creaturina esile abbandonata nell’angolo, tra la polvere e i calcinacci. Aveva i capelli spettinati e scomposti e gli occhi rossi e gonfi. Sul suo viso il colorito roseo delle gote era completamente sparito e ora si distinguevano solo macchie di polvere impastate con le lacrime. Anche i suoi vestiti si erano tutti sporcati, mentre su un ginocchio la calza abbassata lasciava intravedere una escoriazione ancora fresca. Sul collo, due lividi rossi…
 
Per fortuna Kisshu era in ginocchio per terra, perché in quel momento sentì le gambe tremare.
La sua gattina, la sua bellissima gattina, non era lì da nemmeno un giorno e si era ridotta così…
Era stato lui a ridurla così…
 
Ma perché, per quanto si impegnasse, riusciva solo a seminare brutture e sofferenze intorno a sé?
Non aveva fatto altro per anni… era stato lo scopo di tutta la sua vita…
 
Perché non poteva avere diritto anche lui ad un attimo di tregua?
Ad un attimo di dolcezza…
Sarebbe bastato così poco…
 
Si avvicinò, forse per la prima volta, timidamente a lei.
Cercando di fare il più delicatamente possibile, per non svegliarla, si incastrò in quella stretta rientranza della parete e piano, piano si avvicinò al corpicino freddo della ragazza.
Iniziò ad avvolgerla tra le sue braccia, pochi centimetri alla volta per non farsi sentire, per riscaldarla, quindi spostò la sua testolina rossa dalla parete alla cui era malamente poggiata e la posò sul suo petto.
Sprofondò il viso nei suoi capelli morbidi, respirando piano il suo profumo.
 
Kisshu chiuse gli occhi in quel meraviglioso sogno…
Per quanto tempo aveva desiderato tutto questo…
 
Quell’aroma dolce che aveva la sua pelle gli dava una sensazione profonda di appagamento. Scorse la mano lungo il braccio affusolato di Ichigo, fino a stringere quella fredda della ragazza, quando il giovane alieno si accorse incredulo che nel sonno, lei stava rispondendo alla sua stretta, intrecciando le dita con le sue…
 
Pensò che dopo quel momento, poteva anche morire…
 
Si addormentò poco dopo anche lui, invaso da un senso di pace che non ricordava di aver mai provato.

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Autrice: Wuuuaaaaaaah! Anch’io so scrivere qualcosa di dolce se mi impegno, visto?
Kisshu: *v* sono l’alieno più felice dell’universo… *o* sono l’alieno più felice dell’universo… *ç* sono l’alieno più felice dell’universo… (è partito)
Autrice: Ma state tranqui! Mi rifaccio con il prossimo capitolo! ÒvÓ
Kisshu: Impossibile… nulla può intaccare la mia felicità ora! Nulla! *V*
Autrice: Vuoi vedere?
 
 

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Capitolo 13
*** Capitolo 5 - Incubi e Sogni - By KISSHU ***


12.Capitolo 5 - Incubi e Sogni - By Kisshu

Ciao a tutti!
Ho postato un bel po' in ritardo rispetto al solito... cmq il ritmo di aggiornamento settimanale qua su EFP pare un lusso, per cui... credo che non possiate inveirmi più di tanto! La colpa di tutto ciò è che... sono terribilmente depressa (sai che fantasia!) depressa depressa depressa... l'università va a schifo (quanti possono prendere 30 ed essere infelici? ovviamente solo io...) ed io sono in preda al mio ennesimo colpo di fulmine che andrà, pure quello, a schifo come al solito... per cui, basta assillarvi con le mie turbe mentali e passiamo ai ringraziamenti di dovere:

>> X tutti quelli che hanno recensito <<


Bene, vi lascio alla lettura del Chappy... alla prox!

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Intro al Capitolo: Avete presente quando ho messo le nota "Non per stomaci delicati"... avete presente quando ho detto che alcuni punti della FF sarebbero stati molto violenti? Ecco... Non so come diamine mi sia saltato in mente di scrivere un capitolo come questo… fatemi un favore: SALTATELO!

*** 5. Incubi e Sogni ***
~ * ~
By Kisshu

Holding my last breath
safe inside myself
are all my thoughts of you
sweet raptured light
it ends here tonight

Closing your eyes to disappear
you pray your dreams will leave you here
but still you wake and know the truth
no one's there

Say goodnight
don't be afraid
calling me calling me as you fade to black

Trattenendo il mio ultimo respiro
al sicuro dentro di me
tutti i miei pensieri su di te
sono dolce incantevole luce
finisce qui, stanotte

Mentre chiudi i tuoi occhi per scomparire
preghi i tuoi sogni affinché ti lascino qui
ma sei ancora sveglio e conosci la verità...
là non c'è nessuno

di buonanotte
non essere spaventato
Chiamami, chiamami mentre scompari nell’oscurità

(My Last Breath – Evanescence)



Condannato…
 
Era stato condannato…
 
Aveva dato sedici anni della sua vita per loro…
Per non farli più soffrire…
Per permettere almeno a loro di avere una speranza che lui non si era mai potuto concedere…
 
Ma in fondo avevano ragione.
La colpa era solo sua…
Se avesse preso la faccenda più sul serio…
Se si fosse limitato semplicemente ad ubbidire, come gli era stato chiesto…
Se non si fosse fatto tutte quelle stupide, inutili domande…
Se non fosse stato Kisshu…
 
Cercò di aprire gli occhi, ma la luce era troppo forte.
 
Li richiuse…
 
Il suo occhio destro era troppo gonfio e continuava a lacrimargli dolorosamente…
 
Fece un secondo tentativo.
 
Le luci erano così accecanti e lui non riusciva a distinguere quasi nulla…
 
Sentiva però tutta quella gran confusione rimbombargli in testa.
 
C’erano tutte quelle persone lì, per lui.
Erano lì per godere della sua sofferenza.
 
Guardò i suoi polsi, sollevando il viso.
Gli costò una fatica enorme perché tutto il suo corpo si rifiutava di muoversi, per le percosse ricevute.
Lo avevano incatenato ad una colonna alta, di cui non scorgeva la cima. La catena era così stretta che si era macchiata del suo sangue, ormai rappreso.
 
C’erano anche Pai e Taruto ma non poteva vederli.
Avrebbe voluto almeno salutarli. Dirgli che con loro aveva passato dei bei momenti.
Magari gli sarebbe piaciuto ringraziarli…
Ma non poteva farlo. Non avrebbe potuto farlo più.
 
Era tanto di quel tempo che era imprigionato in quella posizione che iniziava a faticare a respirare…
 
Ma tra poco sarebbe finito tutto.
Sentiva, dal rumore crescente della folla, che mancava poco, ormai…
 
Non sarebbe dovuta andare così. Si era promesso di morire con le armi in pugno, lui, combattendo…
 
Il pesante portone di pietra in fondo all’arena si sollevò con un rumore assordante.
 
Sentì il cuore battere forte nel petto, tanto forte da sembrare che stesse per scoppiare…
 
Dal portone uscirono alcune grosse sagome.
Una si diresse verso di lui.
Era un animale.
Un grosso animale dalle movenze feline, ricoperto da una lucida pelliccia rosso rubino.
Lanciò un richiamo acuto e sinistro che riecheggiò nelle sue orecchie.
 
Kisshu lo fissò negli occhi, cercando di sostenere il suo sguardo.
Erano di un azzurro ghiaccio, con le pupille tagliate in due fessure sottili.
 
L’animale si avvicinò di più, scattando nervosamente a sinistra e a destra e raspando la sabbia con le zampe munite di taglienti artigli.
 
Tra poco sarebbe morto.
Tutto quello che era stato, che aveva pensato, fatto, desiderato, non sarebbe più esistito.
Sarebbe sparito tutto in un attimo.
Non sarebbe esistito più nulla…
E lui non poteva farci niente.
 
Ascoltò ancora il suo cuore battere con vigore.
Non aveva mai realizzato quanto fosse meravigliosa questa semplice cosa che lo aveva accompagnato fino a quel momento…
Ma tra poco anche lui si sarebbe fermato…
 
L’animale era a pochi passi da lui.
Per quanto non volesse ammetterlo, gli faceva paura.
Una paura profonda e incontrollabile.
 
Iniziò ad ansimare in fretta, senza riuscire più a riempire i polmoni.
Gli girava la testa…
 
Ora arriva il dolore… pensò, cercando di mantenere il controllo, di razionalizzare.
 
La belva dal pelo rosso lanciò un ultimo urlo agghiacciante e tirò i muscoli della sua schiena flessuosa, pronto a scattare.
 
Stai calmo Kisshu…
Stai calmo…
Così finirà prima….
Così finirà prima…

 
D’improvviso sentì cinque artigli impiantarsi profondamente nella sua carne e lacerare la pelle e i muscoli dall’anca fino al ginocchio.
 
Trattenne il respiro per non gridare, cercando di lottare contro il dolore.
Mentre fissava di nuovo l’animale, vide il suo sangue zampillare a terra, impastandosi con la sabbia.
Quella ferita non lo avrebbe ucciso…
Non subito…
 
Con uno scatto disperato tirò violentemente le catene che lo imprigionavano, dimenandosi per cercare di liberarsi.
Era tutto inutile.
Era tutto così inutile…
Tutto il suo corpo era scosso da brividi…
E sentiva così freddo…
 
Udì delle urla atroci.
Anche i suoi amici stavano morendo.
E quel poco di coraggio che ancora aveva stava svanendo.
 
L’animale, con un ululato acuto che sembrava ridere di lui, piantò di nuovo i suoi artigli nella carne.
Stavolta mirò al petto, fracassando le costole e lacerando l’addome.
 
Kisshu stavolta urlò, senza riuscire più a trattenersi.
E dopo un attimo si sentì strozzare e prese a tossire convulsamente, sputando sangue.
Il suo corpo lottava disperatamente per guadagnare un’ultima boccata d’aria.
Si appoggiò alla colonna, senza forze. Rantolava, ed ad ogni rantolo sentiva un dolore immenso spaccargli il petto…
 
Il suo carnefice lanciò un altro grido angosciante, spalancando verso di lui la bocca in cui spiccavano i lunghi canini bianchi.
Sentì il suo fiato sulla sua faccia. Puzzava di morto…
 
Kisshu chiuse gli occhi, singhiozzando e pregò che il prossimo colpo fosse l’ultimo.
Se almeno fosse svenuto… se almeno avesse perso abbastanza sangue…
Nonostante il dolore invece era ancora così maledettamente lucido…
 
Il prossimo colpo arrivò, inesorabile.
I canini dell’animale si piantarono a fondo nel suo addome e la belva prese a scrollarlo per spezzargli le ossa, per un tempo infinitamente lungo, mentre lui continuava inutilmente a gridare.
 
Quando smise, si ritrovò a penzolare come un peso morto per i polsi, appeso alla catena.
Non sentiva più nulla. Le gambe non riuscivano più a sorreggerlo.
Se aveva ancora le gambe…
 
Era tutto così terribile…
Talmente terribile che non poteva essere reale…
 
Forse, era già morto?
 
Quest’ultimo pensiero passò su di lui come un soffio di aria tiepida.
 
Sarebbe stato meraviglioso…
 
Aprì gli occhi.
 
Davanti a lui c’era Ichigo.
 
Lo guardava con incredibile dolcezza, dal rosa abissale dei suoi occhi, della stessa tonalità dei suoi morbidi capelli ondulati.
 
“Ciao Kisshu” sussurrò, spostandogli alcune ciocche di capelli che si erano appiccicate al suo volto sudato, con la sua mano delicata coperta da un guanto rosa.
 
Vide che era sporca di sangue.
 
“Stai tranquillo ora” mormorò lei, accarezzandogli ed asciugandogli il viso.
 
L’alieno, appoggiato con la testa sulle ginocchia della ragazza, la guardava incantato.
Era stanco di farsi domande…
Tanto stanco…
 
“Starò qui con te fino alla fine” disse Ichigo sorridendo. “Finché questo incubo non sarà finito e tu ti sarai addormentato”.
 
“Non sono ancora morto?” domandò lui con un filo di voce.
 
“Ti sbagli Kisshu” bisbigliò dolcemente la ragazza. “Tu non sei mai esistito…”
 
La luce cominciò a diminuire lentamente, fino a impedirgli di distinguere i contorni.
 
“Sei stato solo un sogno…”
 
Poi la sua voce si perse in un abisso nero.
 
Kisshu si guardò intorno.
 
Era avvolto dalla penombra e intorno a lui si ergevano le quattro spoglie pareti color ocra della sua stanza.
 
Si strofinò gli occhi, disorientato.
 
Poi si ritrovò Ichigo stretta contro il suo corpo e i loro sguardi si incrociarono.
 
Non era la stessa Ichigo di prima. Questa aveva i capelli rosso rubino spettinati e gli occhi marroni, con i quali lo fissava assonnata.
 
“Che strano sogno che sei, Kisshu…” gli mormorò la ragazza.
 
Rabbrividì. “I-io non sono… un sogno…” disse con un filo di angoscia. In quel momento non ne era davvero sicuro.
 
Fece per muoversi ma il suo collo indolenzito richiamò furiosamente la sua attenzione, svegliandolo del tutto. Aveva dormito tutta la notte appoggiato scomodamente alla parete.
“Ooooww!” esclamò, portandosi una mano al collo. “Che brutta idea che hai avuto Ko-Neko-Chan a dormire sul pavimento!”
Sfilò anche l’altro braccio con il quale stava stringendo la vita di Ichigo e prese a massaggiarsi i muscoli intorpiditi.
 
La ragazza lo guardava insistentemente, come se aspettasse qualcosa. Una spiegazione?
 
Oh, accidenti… pensò impacciato.
 
“M-mi dispiace…” bisbigliò poi con imbarazzo, combattendo con il suo orgoglio.
“Stanotte ti ho trovato qui per terra addormentata ed eri gelata come un pezzo di ghiaccio… volevo scaldarti un po’”
Non sembravano delle scuse molto sentite…
Ma d’altronde era solo una grossa balla, perché non gli dispiaceva affatto…
 
“Per terra?” domandò la ragazza.
 
Si accigliò. “Sì, non ricordi nulla?”
 
La rossa fissò il vuoto per un po’, come spaesata.
 
Questo lo fece preoccupare: non gli sembrava una cosa normale.
Forse tutto quello che le era successo l’aveva scioccata tanto?
Un brivido gli passò sulla schiena, riportandolo con la mente alla sera prima…
La verità era che la sua gattina non poteva vivere in quelle condizioni: il panico e la prigionia la stavano rapidamente distruggendo, alla stregua di un animale selvatico rinchiuso in una gabbia.
Questo pensiero gli provocò una stretta al cuore. Non avrebbe mai e poi mai voluto ridurla così!
Ma come faceva a lasciarla andare…?
Proprio ora che lui ne aveva così bisogno…
 
“Vieni, Ichigo!” disse lui prendendola per un polso e tirandola in piedi.
La sera prima, mentre si addormentava, aveva avuto un’idea…
“Ti voglio portare in un posto…” aggiunse.
 
Ichigo lo seguì docilmente e non fece storie mentre lui la stringeva per teletrasportarla via con sé.

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AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH! Urlo liberatorio… Questo capitolo è terribile, terribile!!!! Nonostante l'abbia letto e riletto 50.000 volte da quando l'ho scritto, continua inevitabilmente a farmi impressione!
Tuttavia è, secondo me, uno di quelli venuti meglio di tutta la storia… forse il migliore… non so, me lo direte voi, miei poveri lettori!
La simpatica esecuzione di Ki-chan è ispirata all’episodio II di Star Wars… (che c’entra adesso? NdLettori)… che a sua volta è ispirato alle esecuzioni che usavano durante l’impero romano, negli anfiteatri… avete presente?
Cmq, io ho sempre detto che la scuola fa male! Vedete che succede a studiare Anatomia Topografica assieme a Freud? Ne esce fuori sta roba terrificante! (E gli incubi che faccio IO di notte, a volte sono anche peggio!!!!!)
Infine, se siete stati attenti, avrete notato che ho inserito un bel po’ di “simboli onirici” (date un'occhiata al simpatico animaletto con cui ha a che fare Kisshu): d’altronde, i sogni sono solo la manifestazione dei nostri desideri e delle nostre paure realizzati con immagini del nostro passato, o no?
 
Beh… ricordatevi di questo sogno perché ritroverete qualcosa… più avanti… tra qualche capitolo… AH! Non vi spoilero altro!!!! Ciaooooo!
 
Ps. Avete mai visto un gatto giocare con un topo? Può andare avanti per ore senza ucciderlo… torturandolo lentamente… Ok… la smetto, la smetto…! ^v^
 

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Capitolo 14
*** Capitolo 6 - Solo Ricordi - By ICHIGO ***


13.Capitolo 6 - Solo Ricorsi - By Ichigo

SALVE GENTE!!!!!
Prima di tutto, voglio ufficialmente annunciarvi che il sito web su TMM di MewLeemoon e Neko Ichy-Chan è On-Line! (Anche se in fase di costruzione!) Nella nostra pagina personale trovate il link!

Ora passiamo ai ringraziamenti:

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Vi lascio al CAPITOLO ed al mitico POSTO SPECIALE (ma io non ho mai detto fosse *speciale*... Oo?)
Cmq un paio di giorni fa ho ritrovato le foto! (del posto speciale, intendo...)
Ok... lasciamo perdere...
Però...

BASTA!!!! (NdNichy-chan)

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Intro al Capitolo: Scusate per il capitolo lunghissimo e logorroico, ma se siete stati 52 puntate e/o 7 volumetti del manga a domandarvi come fa Ichigo ad essere così cretina, mi capirete…
 
Avviso a tutte coloro che hanno un MINIMO di simpatia per Aoyama-Kun: NON LEGGETE!
Quelle che ho scritto sono mie considerazioni personali su di lui (fin troppo buone, per i miei gusti!) e non voglio essere inveita nelle recensioni per questo.
Ovviamente, restano ben accette tutte le critiche costruttive! GRAZIE!

*** 6. Solo Ricordi ***
~ * ~
By Ichigo

(When this began)
I had nothing to say
And I get lost in the nothingness inside of me
(I was confused)
But all the vacancy the words revealed
Is the only real thing that I’ve got left to feel
(Nothing to lose)
Just stuck, hollow and alone
And the fault is my own, and the fault is my own
 
I wanna heal,
I wanna feel what I thought was never real
I wanna let go of the pain I’ve felt so long
(Erase all the pain till it’s gone)
 
I will never know myself until I do this on my own
And I will never feel anything else,
until my wounds are healed
I will never be anything till I break away from me
I will break away,
I'll find myself today
 
I wanna heal,
I wanna feel like I’m close to something real
I wanna find something I’ve wanted all along…

(Quando questo è iniziato)
Non avevo nulla da dire
E mi sono persa nel nulla dentro di me
(Ero confusa)
Ma tutto il vuoto che le parole rivelavano
Sono la sola cosa reale che mi rimane da sentire
(Niente da perdere)
Solo bloccata, vuota e sola
E la colpa è mia, e la colpa è mia
 
Io voglio guarire
Voglio sentire quello che non avevo mai creduto potesse essere reale
Voglio lasciare andare la sofferenza che ho sentito così a lungo
(Cancella tutta la sofferenza finchè non se n’è andata)
 
Non conoscerò mai me stessa, finchè non faccio questa cosa da sola
E non sentirò nient’altro,
Finchè le mie ferite non saranno guarite
Io non sarò niente finchè non mi libererò di me
Io mi libererò
Troverò me stessa, oggi.
 
Io voglio guarire
Voglio sentire che sono vicina a qualcosa di reale
Voglio trovare quel qualcosa che ho desiderato finora…

(Somewhere I Belong – Linkin Park)

 
 
I suoi piedi toccarono delicatamente il suolo, scomparendo tra l’erba verde e folta.
 
Erano in una radura.
 
Ichigo si guardò attorno esitante, schermandosi gli occhi con un braccio. Il Sole era alto nel cielo e faceva parecchio caldo.
La piccola radura dove si trovavano era stretta tra alcune colline boscose e davanti a lei un fiumiciattolo argenteo si allargava in un piccolo laghetto.
 
“Dove siamo?”
 
“Non siamo in Giappone.” Rispose Kisshu spostandosi al suo fianco “Ma siamo sulla Terra!”
 
Sono a casa? A casa?
Iniziò a tremare di gioia.
“Oh Kisshu! Grazie! Grazie!” farfugliò, con le lacrime agli occhi.
 
“Non farti strane idee… è solo per oggi…” rispose lui freddo. “E non provare a scappare: quest’isola è completamente disabitata!”
 
Il sorrise le morì sulle labbra. Abbassò la testa, afflitta.
Doveva immaginarselo… sapeva che lui non avrebbe ceduto così facilmente.
 
Ma ora la vista del Sole e il calore dei suoi raggi sulla pelle la facevano stare così bene, dopo tutto quel tempo di prigionia in quel buco buio!
 
Fece alcuni passi tra l’erba, affondando leggermente nel terreno morbido.
 
“Vieni…” disse Kisshu prendendola per un polso.
 
La trascinò verso il fiumiciattolo e ne risalirono il corso finché questo non curvò attorno ad una sporgenza rocciosa coperta di arbusti.
Lì dietro c’era una cascatella alta un paio di metri che si insinuava tra alcuni grossi massi. (*)
 
“Ti ho portato qui...” iniziò il giovane alieno “così puoi svestirti e …”
 
Ichigo sbarrò gli occhi inorridita e diede uno strattone liberandosi il braccio.
Kami-Sama… no… io non voglio… no… con lui no!
Non voglio…
Si sentì invadere dal panico.
 
Invece, dopo una attimo di silenzio, Kisshu arrossì di colpo.
“Ma che hai capito? Fammi finire, diavolo!” sbraitò l’alieno.
 
Kisshu che arrossisce? Si domandò Ichigo, confusa e poco convinta, mentre le tremavano ancora le gambe.
 
“Volevo dire… guarda come sei ridotta… sei tutta sporca di polvere e la roba che hai addosso fa schifo!” si spiegò lui, con poca delicatezza.
 
La rossa lo guardò storto, diffidente.
Ok, forse aveva frainteso: lui non voleva saltarle addosso, per ora…
Però, anche se era una specie di prigioniera, non aveva il diritto di insultarla…
 
Ignorando la sua espressione offesa, Kisshu continuò la sua spiegazione: “Qui puoi lavarti e lavare anche i vestiti se vuoi…”
“Io vado via… stai tranquilla” aggiunse.
 
“A-ah… Ok…” mormorò Ichigo, guardandolo allontanarsi, perplessa.
Da quando in qua quell’alieno era diventato improvvisamente capace di tanta premura?
 
“A-aspetta!” lo richiamò la rossa.
“Io… io non ho nulla per cambiarmi…” aggiunse imbarazzata.
 
Kisshu si fermò, voltandosi verso di lei e la guardò pensieroso per alcuni secondi con il mento tra le dita. Poi i suoi occhi si illuminarono.
“Non muoverti di qua, Ko-Neko-Chan. Torno subito!” le disse con un sorrisetto, quindi si smaterializzò lasciandola sola.

 
***

 
Ichigo si sedette su un masso, in attesa del ritorno di Kisshu.
Mentre sentiva il muschio morbido sfiorarle le gambe semiscoperte, il suo sguardo si posò tristemente sul livido e sull’escoriazione che si era procurata la notte prima sul ginocchio.
Aveva pianto tutta la sera per ore, mentre correva in preda al panico e alla disperazione.
Ora non sentiva più nulla.
Era stranamente tranquilla… come se quella situazione fosse così normale…
 
E tutto ciò era talmente strano che non riusciva a capacitarsene.
Per di più, oltre al mal di testa che non accennava a diminuire, da quando si era svegliata le sembrava che il suo cervello non connettesse molto bene.
 
Dopo quello che è successo, possibile che il mio cuore sia… andato in stand by? Si domandò alzando un sopracciglio.
 
Non ha molto senso… pensò.
 
Erano passati solo un paio di minuti, quando Kisshu riapparve davanti a lei.
Teneva un pacchetto in mano che le porse con aria trionfale. “Tieni! Puoi mettere questo!”
 
Ichigo prese tra le mani i vestiti piegati, osservandoli. Dalla consistenza e dal colore sembravano…
“Kisshu! Io NON mi metto la tua roba!” sbottò isterica, ributtando il pacchetto nelle mani dell’alieno, arrossendo.
 
“Perché no?” domandò lui perplesso “Guarda che io non ho altro… soprattutto per una ragazza!”
“Sono puliti… “ aggiunse portandosi una mano dietro la testa incerto “Li ha lavati Pai…”
 
Ichigo lo guardò incredula. “Pai fa il bucato?” (°O° NdTutti)
 
Passarono alcuni secondi di assoluto silenzio…
 
“Pffff… Hmpffff… BWAH AH AH AH AH AH AH!!!!” Ichigo scoppiò a ridere, stupendosi da sola del suono delle sue risate.
 
Al ché, Kisshu la guardò con gli occhi sbarrati, come se fosse pazza.
“Si può sapere che hai da ridere? Che c’è di strano?” le domandò contrariato .“Ti aspettavi che lo facessi io?”
 
Ichigo prese a ridere più forte.
 
“Questa è partita…” mormorò lui incredulo.
 
La ragazza riafferrò il pacchetto e lo spiegò, stendendo uno dei capi per le spalle. Era identico a quello che aveva addosso.
“Ma quanti ne hai di questi?” domandò, cercando di trattenersi.
 
“Diversi… perché?”
 
Malgrado i suoi buoni propositi, Ichigo scoppiò nuovamente a ridere, in faccia a Kisshu che la guardava sconvolto. (Ma che c***o avete da ridere tutti??? >___< NdKisshu)
 
“Beh ci vediamo dopo” le disse lei infilandosi tra i massi, soffocando le risate a stento.
 
Con la coda dell’occhio rimase ad osservarlo finché non fu sicura che lui se ne fosse andato, quindi si infilò nell’angolino più nascosto ed iniziò a togliersi i vestiti.
 
Pai che fa il bucato… si rimise a ridere.. -.-“
 
Kisshu aveva ragione: era tutta coperta di polvere impiastricciata nelle gambe e nelle braccia; la sua faccia doveva essere anche peggio.
Per fortuna non ho uno specchio… pensò ironicamente.
 
Toccò l’acqua che zampillava tra i massi con il palmo delle mani: era gelida.
Rabbrividendo, iniziò a passarsela sul corpo, evitando di mettersi direttamente sotto all’esiguo getto della cascatella.
 
Uff.. senza sapone lo sporco non viene via… borbottò tra sé e sé, sfregandosi le braccia con più energia.
Si accorse di essere piena di lividi. Kisshu l’aveva sbattuta così forte la sera prima… e poi lei era inciampata un sacco di volte mentre correva senza meta intorno a quella costruzione aliena.
Sospirando, prese a pettinarsi i capelli con le dita, frizionandoli sotto l’acqua.
 
Quando le parve di essere abbastanza pulita, uscì timidamente dai massi strizzandosi i capelli.
Speriamo che sia andato davvero via… pensò imbarazzata.
Constatò con poco piacere che Kisshu non le aveva portato nulla per asciugarsi, quindi restò alcuni minuti al Sole, aspettando che l’acqua sulla sua pelle evaporasse almeno un pochino.
Nel mentre, decise di approfittare di quel lasso di tempo per lavare i suoi vestiti pieni di polvere: si mise a strofinare alla bella e meglio la maglietta sotto l’acqua, poi passò ai calzoncini neri, ma quando li prese in mano, dalla tasca vide cadere il suo cellulare, che atterrò con un tonfo sordo sopra una strato di muschio.
“Accidenti, l’avevo dimenticato!” disse scocciata, infilandolo nella tasca dei pantaloni che le aveva dato l’alieno.
 
Studiò incerta i vestiti che doveva mettersi. Non le andava di indossare tutta quella roba!
Infine si infilò solo la maglietta marrone senza maniche, a mo’ di canottiera e i pantaloni.
 
“Fantastico…” si lamentò la ragazza: i pantaloni le stringevano da morire sui fianchi e le erano larghissimi in vita…
 
Stese i suoi vestiti sui rami di un albero lì vicino ad asciugare e si riavviò verso il laghetto.

 
***

 
Trovò Kisshu sdraiato tra l’erba, poco distante dalla riva, con le braccia incrociate dietro la testa e gli occhi chiusi. Aveva acceso un fuoco e ci stava arrostendo sopra qualcosa.
 
Ichigo si avvicinò a grandi passi tenendosi su i pantaloni con entrambe le mani, imbarazzata.
“Non mi vanno!” sbottò quando fu a un paio di metri da lui.
 
Lui aprì un occhio e la guardò divertito. Aveva tutti i capelli inzuppati d’acqua.
“Bambolina, se togli le mani ti staranno meglio…” le disse maliziosamente.
 
Ichigo si sentì avvampare di indignazione.
“Non scherzare! Idiota!” gli sbraitò. “Sei solo un porco…”.
L’ultima frase le uscì con un tono stranamente serio.
 
E infatti, a quelle parole Kisshu si alzò lentamente e la fissò dritta negli occhi.
Con la luce forte del sole le sue pupille erano strette in due fessure sottilissime, facendo risaltare ancora di più quel colore così poco umano delle sue iridi.
Sembrava decisamente arrabbiato… e iniziò ad avvicinarsi a lei.
 
“Che c’è…?” domandò Ichigo, spaventata. Fece un passo indietro stringendosi le mani sul petto. Era per quella frase che aveva detto? O lui aveva un altro di quei suoi scatti… iniziò a batterle forte il cuore…
 
Lui le passò di fianco portandosi alle sue spalle e con uno strattone le tirò su i pantaloni che le erano paurosamente scesi da quando aveva smesso di tenerli.
“Si fa così” disse, tirando i due nastri dietro la schiena e stringendo la stoffa intorno alla vita.
Alla bella e meglio fece un fiocco con i due nastri per fermarli. Ichigo sentì sfiorarsi la pelle da una ciocca fredda dei suoi capelli umidi.
 
“Ichigo” disse lui da sopra la sua spalla. “Quant’è che non mangi nulla? Sei quasi più pallida di me…”
 
Era da più di un giorno che non toccava cibo… e inoltre prima di uscire con Aoyama-Kun non aveva quasi fatto colazione.
Aoyama-kun… non aveva più pensato a lui da…
non si ricordava da quando…
Chissà se stava sentendo la sua mancanza!
Se sapesse che sono qua, sarebbe già venuto a prendermi per portarmi via, a casa! Pensò con improvvisa tristezza Ichigo.
Ma lui non c’era…
Se Kisshu l’avesse portata via, lui non ci sarebbe stato mai più…
 
Kisshu la tirò con poco garbo per un braccio facendola sedere vicino al fuoco, distogliendola dalle sue afflizioni.
“Stiamo un po’ qua, così ci asciughiamo prima. Sono sicuro che oggi hai fame!” le disse lui con uno di quei suoi sorrisi poco rassicuranti.
 
Beh… in effetti…
 
Le mise sotto al naso un grosso pesce un po’ bruciacchiato, infilzato su un rametto.
 
“L’hai pescato tu?” domandò, prendendo in mano il pesce titubante.
 
“Non ne sono capaci solo i gatti, sai?”
 
Ichigo guardò il pesce, incerta… certo che aveva una gran fame…
Prima di accorgersene lo aveva già addentato.
Uff… ma perché non mi so controllare? Si rimproverò masticando a bocca piena.
Era scondito e senza sale, ma il suo stomaco prese a ringraziarla calorosamente.
 
Kisshu la osservò finire il pranzo, mentre lui masticava svogliatamente il suo pesce.
Ad un certo punto, lo vide stringere gli occhi, come per osservare meglio qualcosa, e allungarsi verso di lei.
“Ma che ingorda… ti sei sporcata la faccia…” le disse, passandole l’indice vicino alle labbra.
 
La ragazza provò una stretta al cuore.
Neanche un mese prima aveva fatto una grigliata con le sue amiche del caffè, con Shirogane, Akasaka-san e poi il suo Aoyama-Kun…
Mentre mangiavano, il suo ragazzo le aveva tolto la salsa dal viso, facendola arrossire per l’imbarazzo… (**)
 
L’alieno si leccò il dito con cui le aveva pulito il viso. “Che c’è?” le disse poi, vedendola probabilmente adombrarsi.
 
Ichigo non osava ripetere il nome di Aoyama-kun, vista la reazione che Kisshu aveva avuto il giorno prima. Decise che era molto meglio cambiare discorso…
 
“Vieni qui spesso?” gli domandò.
 
“Ah… beh… La Terra è un pianeta interessante: quando mi stufo di quella città inquinata in cui vivi, mi piace andarmene un po’ in giro. Ogni tanto vengo anche qui! E’ un bel posto…”
 
“Il tuo pianeta… non è un bel posto?” domandò tentennante la ragazza. Si stupì del fatto che nonostante stessero combattendo da un anno per salvare i rispettivi pianeti, lei non gli avesse mai posto una domanda del genere.
 
“Più o meno” si limitò a dire lui, tagliando corto.
 
“Che significa più o meno? Spiegati!” insistette lei.
 
“Non c’è molto da dire che possa interessare la tua testolina vuota!” ribatté l’alieno, cercando di farle un sorriso sarcastico.
 
“Non sono scema, sai?”
 
“Sicura?”
 
Ichigo si spazientì. “Senti, ieri mi hai sbattuto contro al muro e mi hai quasi strozzato, poi ti sei messo pure a piangere e hai urlato che non ti ho mai ascoltato, quindi ora vedi di parlare! Avanti, rispondimi!”
 
Kisshu la guardò frastornato. “Io…”
 
“Per favore”, aggiunse Ichigo in tono fermo.
 
L’alieno fece un gesto scocciato con la mano e distolse lo sguardo. “Sei proprio testarda! Ok… ti dirò qualcosa ma tanto non capirai un accidente!”
“Dunque… il nostro pianeta è nel sistema stellare più vicino al vostro…” iniziò. “Ci sono circa 1,33 Parsec, se non ricordo male.”
“Nella sua orbita rivolge sempre la stessa faccia verso la nostra stella, un po’ come fa la Luna con la Terra. E’ per questo che da una parte del pianeta è sempre giorno e la temperatura è elevatissima, mentre dall’altro lato è sempre notte e fa un freddo terribile. Per adattarci, io e i miei simili viviamo solo nella zona limite tra le due e viviamo sotto terra. Ti basta come spiegazione?” (***)
 
“E lì sotto, com’è?”
 
“Non è male…” disse lui, fissando un interessantissimo sassolino a pochi centimetri dalla sua gamba. “Abbiamo le luci artificiali e quindi la vegetazione, ci sono anche alcuni animali, certo, non come sulla Terra, ma sono simili perché quando i nostri antenati se ne sono andati da qui hanno portato via molti campioni di DNA. E poi abbiamo delle grosse città costruite in pietra e gli stabilizzatori climatici…”
 
Ichigo si mise a disegnare cerchietti nella terra morbida, con il rametto che aveva in mano.
Era impossibile cavargli due parole di bocca…
 
“E allora perché siete venuti ad invadere la Terra proprio ora? Se sono migliaia di anni che vivete lì…” chiese.
 
Lo vide stringere i pugni, nervosamente.
 
“Periodicamente… “ continuò lui, tentennante, “Periodicamente, più o meno ogni 26000 dei vostri anni, il nostro pianeta incrocia l’orbita di un pianeta più esterno. Per via della gravità si attraggono e diventano instabili.” (****)
 
“Instabili?” ripeté la ragazza, cercando di capire.
 
“L’asse del pianeta vacilla per cui ci sono terremoti, eruzioni vulcaniche, tempeste magnetiche, cose di questo tipo…”
Restò in silenzio qualche secondo, come per ricordare qualcosa.
“Abbiamo una specie di profezia, tra la nostra gente, che narra di un essere superiore che apparirebbe in queste occasioni per permettere al nostro popolo di tornare sulla Terra e salvarsi. Io non so se questa cosa sia già successa realmente in passato, ma questa volta….”
 
“Ti riferisci a Profondo Blu?”
 
“Già…”
 
Ichigo restò in silenzio, cercando di realizzare tutto quello che le aveva detto.
Terremoti… eruzioni vulcaniche… Si sdraiò nell’erba dietro di lei.
In effetti era stato un discorso un po’ complicato…
L’erba le solleticava la schiena nuda.
Le tornò in mente il suo primo appuntamento con Aoyama-Kun: anche quella volta si era sdraiata sull’erba del parco, mentre lui le andava a prendere da bere. Quanto tempo era passato? Sembravano anni… Non si ricordava di essersi più stesa nell’erba a rilassarsi da allora.
Certo, combattendo era finita molte volte catapultata per terra, ma era un’altra cosa…
 
“Che fai? Dormi?” domandò Kisshu protendendosi verso di lei, curioso.
 
“No, stavo pensando a quando sono uscita con Aoyama-Kun per la prima volta e sono diventata una Mew Mew” rispose lei soprappensiero.
 
“Come è successo?”
 
“Ah! Io ho fatto delle indagini per tutta la scuola e Kaori della 3F, che era la ragazza di uno dei suoi compagni di kendo, mi ha detto che Aoyama-Kun andava matto per le ricerche sulle specie in via d’estinzione, allora io gli ho proposto di…”
 
“Non me ne frega niente del tuo amichetto!” la interruppe seccato Kisshu. “Volevo sapere come sei diventata una Mew Mew”
 
“A-ah… ecco…” disse lei, dandosi mentalmente dell’imbecille.
Per fortuna lui non sembrava essersi particolarmente alterato…
“D-dunque… E’ stato Shirogane a modificare il nostro Dna. Ha portato avanti delle ricerche di suo padre, dopo che lui è morto, ucciso da uno dei vostri chimeri. Sai, lui aveva scoperto che una volta vivevate sulla Terra e sapeva che sareste tornati. Per questo Shirogane ha scelto me e le altre ragazze come cavie per il suo esperimento…così durante il mio primissimo appuntamento sono stata colpita da un-non-so-che-genere-di-raggio e mi sono ritrovata mezza gatto! Ha detto che ero la sua importantissima arma vivente per proteggere la Terra…”
Shirogane è sempre così romantico… pensò Ichigo ironica.
 
“In gamba il biondino, però…” fece notare l’alieno.
 
“Già…” ammise la ragazza.
 
Ichigo saltò a sedere. Pensando ai genitori di Shirogane le venne improvvisamente un dubbio atroce. Kisshu aveva detto che il suo pianeta era scosso da cataclismi…
“Ma sul tuo pianeta come stanno ora? Voglio dire, la tua famiglia, i tuoi amici? Mentre tu eri qua sulla Terra, loro cosa…” disse con un certo impeto.
 
Kisshu le fece un sorriso strano. “Non c’è nessuno che mi aspetta, bambolina, tranquilla!”.
 
“Come puoi dire una cosa del genere?” domandò confusa la rossa.
 
“Quando ero molto piccolo, c’è stato un crollo in una galleria sotterranea dopo un terremoto e la mia famiglia è rimasta sepolta là sotto…” disse lui fissando la superficie cristallina del lago. “Non mi ricordo molto… comunque, siccome ero un maschio e sembravo avere buone potenzialità, mi inserirono in un istituzione sociale a carattere militare. Sono rimasto lì fino all’anno scorso, quando Profondo Blu ha deciso di venire sulla Terra…. In quell’occasione hanno indetto delle selezioni per vedere chi fossero i guerrieri migliori, in grado di adattarsi prima alle condizioni climatiche della Terra e io sono rientrato nella lista dei prescelti. Punto e Basta. Non c’è molto di interessante nella mia vita… …a meno che tu non sia un soldato della mia camerata, allora ci sarebbero due o tre cose che mi sono successe che dovrei proprio raccontarti…” continuò Kisshu con un sorrisetto malizioso. “Ma è meglio che tu non le sappia… decisamente” aggiunse.
 
Ichigo sgranò gli occhi. Aveva perso la sua famiglia? (*****)
Allora, era per questo motivo che la sera prima, mentre lei gli urlava in faccia, gli erano scappate quelle lacrime?
Certo, era arrabbiatissima in quel momento… e lei non poteva saperlo, ma…
 
Cattiva…
 
si sentì improvvisamente cattiva. E insensibile.
 
Chissà come si sta senza genitori, senza qualcuno che si occupa di te e ti dice cosa devi fare… si domandò.
 
I suoi pensieri corsero a Shirogane: dopo la morte dei suoi genitori, lui aveva sempre avuto Akasaka-san a preoccuparsi di lui, eppure era sempre così taciturno e chiuso in sé stesso…
Poi pensò al suo Aoyama-kun: lui invece aveva i suoi genitori adottivi e poi aveva un sacco di amici e tutte quelle ammiratrici. Poi aveva lei!
E nonostante questo, sapeva che Aoyama-kun non era mai stato felice. Una volta le aveva detto di come la morte dei suoi lo avesse reso cinico, di come la maschera da ragazzo modello che si era creato gli servisse per accontentare i suoi nuovi genitori e per comprarsi il loro affetto, di come i suoi bei voti a scuola gli regalassero delle amicizie false, di come i successi nello sport gli procurassero l’ammirazione delle ragazze.
Vivendo così, poteva solo credere che le persone fossero mosse solo da secondi fini, incapaci di sentimenti autentici… e verso di loro provava solo disprezzo… disprezzo per gli esseri umani, capaci con il loro stupido egoismo solo di rovinare il bel pianeta in cui vivevano…
 
Il suo bel pianeta…
 
Con un brivido le venne in mente Profondo Blu mentre la fissava con quegli occhi di ghiaccio e le puntava contro la spada, costringendola sul pavimento.
“Questo pianeta è mio e non permetterò a nessuno di voi sporchi umani di toccarlo più”
La sua voce malevola le risuonava nelle orecchie.
 
Come aveva fatto a non collegare le due cose?
 
In realtà…
 
In realtà, nel profondo del suo cuore, aveva sempre saputo che c’era qualcosa in Aoyama di strano, di sinistro…
Si era convinta che il suo affetto sincero potesse farlo ricredere, potesse far venire allo scoperto il lato dolce, gentile e premuroso del ragazzo, cancellando tutto il resto.
 
Ma il suo affetto per lui… era davvero così sincero?
 
All’inizio era uscita con lui solo perché era il più corteggiato della scuola. Tutte le sue compagne ne parlavano così bene… immaginava dovesse trattarsi di un ragazzo perfetto e meraviglioso, che si sarebbe preso cura di lei come se fosse una principessa! E lei desiderava tantissimo vivere questa favola romantica…
 
Ma invece, nella realtà, prima ancora di mettersi insieme, la perfezione costante ed inflessibile di quel ragazzo aveva iniziato a metterla a disagio.
E lei aveva iniziato a nascondergli dei segreti.
Gli aveva nascosto di essere una Mew Mew, di essersi lasciata baciare da altri ragazzi mentre stava con lui, e tante altre piccole cose, ogni giorno…
Si comportava da ipocrita, da incapace e si domandava continuamente se meritasse di stare in sua compagnia… se meritasse le sue attenzioni.
 
Ma se avesse potuto diventare in qualche modo preziosa, indispensabile per lui…
Avrebbe sentito anche lei di valere qualcosa… di essere una ragazza speciale…
 
Era… egoismo questo?
 
Un giorno Aoyama le aveva fatto promettere di sorridere sempre, in modo da renderlo allegro e fargli dimenticare i suoi problemi.
Quel giorno si era sentita veramente importante.
 
Si ripeté mentalmente l’ultima frase.
Così, a distanza di mesi, suonava come se lei si fosse ridotta ad una specie di pagliaccio o qualcosa del genere…
Che idea cretina…
Però… si accorse che le luccicavano gli occhi.
 
Profondo Blu era nel Dna di Aoyama-Kun come il Gatto Iriomote era nel suo… così le aveva spiegato Pai… (******)
 
Quando il suo ragazzo si era sacrificato per liberare l’Acqua Mew, lo aveva fatto… lo aveva fatto per il suo pianeta.
Sapeva che l’avrebbe uccisa dal dolore morendo, ma l’aveva ingannata, per farsi colpire da lei. Le aveva detto che a lui non sarebbe successo nulla, invece lo aveva visto sparire davanti ai suoi occhi e lei aveva dovuto rischiare di morire a sua volta per salvare la persona a cui teneva di più sulla faccia della Terra.
Certo… il pianeta era più importante di lei, però…
 
Morire…
 
Si ricordò di Kisshu.
Lui, quando aveva cercato di salvarla, si era messo contro Profondo Blu, contro il suo sovrano, dicendogli:
 
“Mio signore, so bene che opporsi a voi significa tradire la nostra stirpe, ma per me Ichigo viene prima di tutto!” (7*)
 
E si era messo a combattere per lei con tutta l’energia che aveva in corpo, mentre lei se ne stava lì imbambolata, senza sapere da che parte stare.
Era sempre talmente irruente e smodato in quello che faceva, che anche in quell’occasione si era scoperto troppo, per cercare di colpire il suo avversario e questo aveva approfittato della sua distrazione per trapassarlo da parte a parte con la spada…
 
Poi l’aveva scaraventato per terra con ripugnanza…
 
…facendolo strisciare sul pavimento come un peso morto per parecchi metri…
 
Guardò il giovane alieno con la coda dell’occhio, nascondendosi sotto la sua frangetta per non far vedere le lacrime che le offuscavano i begli occhi color cioccolata.
 
Sapeva che l’aveva scaraventato verso di lei per deriderla…
 
Per farla vergognare dell’inutilità di quel sentimento strano che c’era tra loro due, per farla sentire sciocca e… colpevole…
 
Nell’addome scoperto di Kisshu si vedeva ancora quella grossa cicatrice che neanche il potere dell’Acqua Mew aveva cancellato.
 
Ichigo non aveva mai visto tanto sangue tutto insieme. Si sentiva svenire.
Sgorgava a fiotti da quel taglio profondo e gocciolava sul pavimento, le macchiava le gambe su cui aveva appoggiato l’alieno…
Doveva soffrire terribilmente perché il suo corpo era scosso da brividi spaventosi, ma lui le sorrideva…
 
“Voglio insegnarti qualcosa di buono…” le aveva sussurrato, mentre spendeva le ultime forze per cercare di dargli un bacio. (8*)
Un bacio che lei non aveva ricambiato.
 
Perché?
Cosa le sarebbe costato?

 
Poi l’aveva visto andarsene lentamente tra le sue braccia, mentre il respiro diventava sempre più debole e superficiale…
 
Perché era stata così… così crudele…? (Bella domanda… -_- NdMe)
 
“Ichigo?” domandò allarmato Kisshu guardandola.
 
La ragazza si accorse di tremare come una foglia.
 
Le si avvicinò preoccupato senza capire, inginocchiandosi di fianco a lei.
 
“Io volevo dimenticare…” mormorò Ichigo.
“Non ho mai raccontato a nessuno cos’è successo quel giorno, sull’astronave… Ma non ci riesco! Continuo a fare degli incubi da allora… a rivedere sempre le stesse scene…”
 
Quegli incubi che venivano a ricordarle che non poteva vivere con tutti quei rimorsi nel cuore…
Quei dubbi…
E quei sensi di colpa…

 
“Non ci riesco più a tenermi dentro questa cosa!” gridò piombando contro di lui, facendolo cadere a sedere per terra.
 
“Ma di che parli?” le domandò prendendola per le spalle, sbigottito.
 
“Mi dispiace tanto, Kisshu… io non capivo un accidente, perché non volevo… ma tu non dovevi fare così”
 
Sarebbe stato tutto più semplice se avesse fatto il bastardo fino alla fine… invece…
 
“Ichigo, non capisco niente di quello che stai dicendo…”
Ma mentre diceva così, sentì che lui l’abbracciava e che poggiava il mento sui suoi capelli.
 
“Tutto quel sangue… io… non volevo, mi dispiace, mi dispiace…” farfugliò Ichigo, strofinando il viso contro la sua maglia, per asciugarsi le lacrime.
 
Kisshu prese ad accarezzarle i capelli.
“Stai… piangendo per me? Davvero?” domandò lui titubante.
 
Sì… stava piangendo per lui. Perché aveva sofferto, per colpa sua…
E lei aveva fatto finta di niente finora…
Però non riuscì a dirgli nulla, perché i singhiozzi le chiudevano la gola.
 
“Perché se stai piangendo per me, devi smettere subito! Quello che è successo è successo, bambolina! A me sta bene…” le disse, cercando di tranquillizzarla.
 
Non ce l’aveva con lei…
 
Anche se questo pensiero la fece sentire immensamente meglio, Ichigo non riuscì a smettere di piangere.
 
“Però hai ragione… è stato terribile…” aggiunse lui, piano, dopo un lungo attimo di silenzio.
“Sai che ti dico? Se vuoi piangere fai pure, gattina… forse dopo non faremo più incubi…”.
 
La strinse più forte, strofinando il viso sui suoi capelli ancora umidi, poi Ichigo si sentì tirare verso il basso, tra l’erba.
Ebbe un attimo di disorientamento, ma vide che Kisshu stava fissando con sguardo perso il cielo, assorto nei suoi pensieri…
 
Lasciò che se la poggiasse sul petto e che si mettesse ad arrotolare le sue ciocche rosse tra le dita… mentre lei non riusciva a fermare le lacrime…
 

~ * ~ *~ * ~ *~ *~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ * ~

Kisshu e Ichigo: Tutto ciò è patetico…
Autrice: Pazienza… l’autrice sono io! E voi fate quello che IO voglio!
 
Note:
 
Cavolo, ma quante note ho fatto????? O_O
 
(*) Autrice: Ehi! Sapete che questo posto esiste davvero? Ci sono andata in vacanza ed è stato lì che per la prima volta io ho…
Kisshu: STA ZITTA! Non raccontare i tuoi traumi esistenziali ai lettori!!! >___<
Autrice: Uffa… guarda che non c’entra (quasi) niente con quello che pensi tu!!! >o<
 
(**) Episodio… 48. Quello dove Kisshu gonfia di botte Aoyama-kun nella “terrificante montagna della dimensione alternativa”… Wow!
 
(***) Ringrazio il mio Profe di Scienze per tutto ciò! (Profe, però potrebbe anche cambiarsi quel maglione… almeno una volta o due all’anno…).
Il Parsec (abbreviato in pc) è un'unità di lunghezza usata in astronomia. Significa "parallasse di un secondo d'arco". È basato sul metodo della parallasse trigonometrica, che è il modo più antico ed affidabile di misurare le distanze stellari. L'angolo sotto il quale si vede da una stella il raggio medio dell'orbita della Terra è chiamato parallasse. Il parsec è definito come la distanza dalla Terra di una stella che ha una parallasse di 1 secondo d'arco. Corrisponde quindi a 360×60×60/2π UA = ~2.0626480625×105 UA = ~ 3,08567758066631×1016m ≈ 3,26 anni luce. (tratto da Wikipedia, l’enciclopedia libera su internet).
Voi ci avete capito qualcosa? Io no…
Cmq la stella a cui Ki-chan fa riferimento è il sistema binario di Alfa Centauri, composta da una stella A ed una B. Non so se ci siano realmente pianeti che ci girano attorno…
 
(****) Secondo il calendario Maya, ogni 26000 anni la Terra giunge alla fine di un ciclio e rischia di venir distrutta dalle divinità… in realtà questo periodo corrisponde anche alla durata della precessione degli equinozi, ovvero del tempo che impiega l’equinozio di primavera a spostarsi lungo i 365 giorni dell’anno… Sempre grazie al mio Profe di scienze! Mitico Zio Max!!!
 
(*****) Ma sono tutti sfigati i personaggi di sta storia???? Shirogane ha perso i genitori, Aoyama ha perso i genitori… per non parlare di Purin che ha perso la mamma, non vede il padre da anni e deve badare a 300 marmocchietti…
E che dire di Zakuro? Chi era quel tipo morto assassinato nei suoi ricordi? Suo padre?
E Minto? Che non sa nemmeno che fine abbiano fatto i suoi, sempre in giro per il mondo… Viva la famiglia!!!!!
 
(******) Episodio 50, subito dopo che Profondo Blu si è risvegliato.
 
(7*) Questo e tutta la scena del combattimento sono presi dal Manga, perché nell’anime fa molto più schifo!
 
(8*) Questo invece lo dice nella versione giappina dell’anime. In realtà non so se la traduzione che ho io sia del tutto corretta!
Kisshu dice qualcosa tipo: “Ikatanshi Dakara” che credo assomigli di più ad un “Ora devo fare una cosa” o “Devo fare qualcosa di buono”, ma il mio giapponese fa pena! Se qualcuno di voi lo sa, PER FAVORE DITEMELO!!!!!! HO BISOGNO DI SAPERLO!!!!!!

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Capitolo 15
*** Capitolo 6 - Solo Ricordi - By KISSHU ***


14.Capitolo 6 - Solo Ricordi - By Kisshu

Ciao a tutti!
Le risposte alle vostre recensioni e le mie tre solite cavolate sono

>> qui <<

Oooops! Un ultima cosa: alla luce di alcuni fatti (chi è perspicace intenda, altrimenti, pace) e dopo aver letto un po' di capitoli, qualcuno di voi crede che il rating che ho messo vada alzato? So che non ci sono scene esplicitamente da Nc17, ma credo che certe parti psicologiche possano avere affetti anche peggiori di una bella lemon... datemi un'opinione sincera, please!

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Per leggere le note cliccate sul simbolo, x es: (***) e finirete in fondo alla pagina. Quando avete letto, cliccate di nuovo sul simbolo che troverete e... magia: tornate al punto del capitolo in cui eravate rimasti! Potere del FrontPage... ^o^

Intro al Capitolo: Visto che per Ichigo ho fatto un Cap così lungo e logorroico, con il mio Ki-chan non potevo essere da meno! Così ho inziato a fantasticare a tutto spiano sul suo possibile passato ed è diventato una specie di biografia dalla piega strana... in parte influenzato dai discorsi assurdi dei ragazzi intenti a fare il militare che mi abbordavano per strada ormai secoli fa... -_- (come mi sento vecchia... sigh)
CMQ, nel complesso, spero vi piaccia...

(Kisshu s'impossessa della tastiera) 
Kisshu: Ehi Autrice… non ti sembra di avermi fatto un po’ troppo innocentino in questo capitolo?
Autrice (scrolla fieramente la testa): Assolutamente no! Tu fai un sacco di discorsi da porco, ma all’atto pratico…
Kisshu (alza sopracciglio, contrariato): Cosa vorresti insinuare?
Autrice: Dai, guardati! 52 puntate e che hai combinato? Un bacetto dispettoso… poi hai sbattuto Ichigo per terra una volta… e stop!
Kisshu: Ma…
Autrice: Per non parlare di cosa hai fatto dopo che hai capito di essere cotto di lei! Non l’hai più sfiorata nemmeno con un dito!!!
Kisshu: Io… io… (si mette a disegnare cerchietti per terra)… uff… anch’io posso essere un ragazzo timido e sensibile… a volte… U//_//U
L’autrice scoppia a ridere e se ne va…
Kisshu: (pondera) Poteva ispirarsi al Manga per scrivere sta schifo di FF? Miseriaccia…

*** 6. Solo Ricordi ***
~ * ~
By Kisshu

You help her forget
The world outside
You're not part of it yet
And if you could drive
You could drive her away
To a happier place
To a happier day
That exists in your mind
And in your smile
She could escape there
Just for a while

Tu l’aiuti a dimenticare
Il mondo esterno
Non sei ancora parte di esso
Ma se tu potessi guidare
La porteresti via
In un posto più felice
In un tempo più felice
Che esiste nella tua mente
E nel tuo sorriso
Lì, lei potrebbe rifugiarsi
Almeno per un attimo

(Little 15 – Depeche Mode)



Riapparvero in una radura.
Si trattava di una piccola vallata scavata tra due colline, su un’isola di cui non conosceva il nome. Kisshu l’aveva trovata per caso, mentre girava sulla Terra per cercare qualche animaletto interessante da trasformare in chimero.
Visto che era completamente deserta, aveva preso l’abitudine di venirci ogni tanto, quando la moltitudine di esseri umani di Tokyo lo disgustava a sufficienza.
 
Pensò che anche ad Ichigo quel posto sarebbe piaciuto.
 
“Dove siamo?” gli domandò lei, facendo alcuni passi incerti tra l’erba.
Faceva molto caldo ed il sole splendeva accecante nel cielo. La ragazza si guardò intorno schermandosi gli occhi con un braccio.
 
“Non siamo in Giappone, ma siamo sulla Terra…” spiegò brevemente lui.
 
Ichigo si voltò verso di lui con gli occhi sbarrati.
“Oh Kisshu! Grazie! Grazie!” farfugliò, tremante.
 
“Non farti strane idee… è solo per oggi…” tagliò corto, cercando di non badare alla stretta al cuore provocatogli dalle quelle sue ultime parole. “E non provare a scappare: quest’isola è completamente disabitata!” aggiunse.
 
Il sorriso che aveva illuminato per un attimo il volto della ragazza scomparve con la stessa velocità con cui era apparso.
Kisshu l’afferrò per un polso e s’incamminò verso un laghetto che si trovava poco lontano, trascinandosela dietro.
 
Dallo specchio d’acqua, su cui i riflessi del sole brillavano cristallini, deviarono verso il piccolo torrente che vi si gettava dentro e ne risalirono il corso, finché questo non curvò dietro una sporgenza rocciosa coperta di arbusti.
 
Lì si fermarono. C’era una piccola cascatella, alta appena un paio di metri, che si insinuava tra alcuni grossi massi costellati qua e là di morbido muschio.
 
Kisshu teneva ancora Ichigo per il braccio e questa non dava segni di opposizione.
“Ti ho portato qui...” iniziò lui, cercando le parole. “Così puoi svestirti e …”
 
A quella frase, la ragazza parve risvegliarsi di colpo e con uno strattone si divincolò dalla presa, inorridita.
 
“Ma che hai capito? Fammi finire, diavolo!” sbottò lui, imbarazzato.
Si accorse che il sangue gli stava inevitabilmente affluendo alle guance, immaginando i pensieri di Ichigo.
“Volevo dire… guarda come sei ridotta…” farfugliò, in modo poco gentile. “Sei tutta sporca di polvere e la roba che hai addosso fa schifo!”
 
La rossa assunse un’espressione offesa, ma se non altro meno spaventata.
 
“Qui puoi lavarti e lavare anche i vestiti se vuoi…” continuò lui.
Poi la osservò un attimo, incerto. “Io vado via… stai tranquilla” aggiunse.
 
“A-ah!” mormorò Ichigo, rilassandosi e abbassando gli occhi al suolo.
 
Visto che le aveva (faticosamente) detto quanto doveva, Kisshu fece alcuni passi per andarsene, ma lei lo richiamo.
“A-aspetta! Io…” bisbigliò imbarazzata. “Io non ho nulla per cambiarmi…”
 
L’alieno si prese il mento tra le dita, perplesso.
Dove me li trovo dei vestiti adesso? Si domandò
Poi ebbe un lampo di genio. “Non muoverti di qua, Ko-Neko-Chan. Torno subito!” le disse entusiasta.
Quindi sparì.

 
***

 
Kisshu si teletrasportò velocemente davanti alla sua astronave e percorrendo rapidamente la rampa d’accesso, si fiondò lungo il corridoio centrale del mezzo, diretto verso le cuccette.
 
“Kisshu?” si sentì chiamare. Era la voce di Pai.
 
L’alieno dagli occhi dorati si bloccò e indietreggiò incuriosito, sporgendosi dalla porta della sala comandi per scorgere l’origine di quella voce. Trovò il compagno incastrato in uno stretto buco che aveva aperto rimuovendo uno dei pannelli di metallo del pavimento.
 
“Ma che cavolo fai lì dentro?” domandò allibito.
 
“Sto cercando di capire se la pompa di raffreddamento ausiliaria funzioni o meno” rispose Pai scocciato. “Ma che avevi da correre a quel modo???”
 
“Uhm… devo prendere una cosa…” tergiversò, allontanandosi lungo il corridoio.
Premette un bottone e una porticina scorrevole, situata di fianco alle cuccette, si aprì con un ronzio sordo, rivelando un piccolo scomparto in cui si mise a frugare frettolosamente.
 
“Ehi Kisshu! Non te ne andrai di nuovo ora, vero?” gli urlò Pai dall’altra stanza per farsi sentire.
 
Kisshu si riaffacciò poco dopo alla porta con un fagotto di stoffa scura in mano. “Ho un impegno…”
 
“UN IMPEGNO? Ma che razza di impegni potrai mai avere qui sulla Terra???” sbottò Pai, sporgendosi dal buco per guardarlo in faccia. “Anzi che andare a fare casini in giro perché non mi dai una mano? Potresti controllare la centralina dell’aspirazione del carburante o lo stabilizzatore di pressione o… Ooooh! Dannazione! Non lo so neanche io! Non riesco a capire perché non funziona!!!” urlò, tirando un calcio a qualcosa sul fondo del buco che rispose con un rumore metallico.
 
“Io passo! Se non ci sei arrivato tu, come credi che possa capirlo io?” disse piatto Kisshu.
 
“Ora ti dai dello stupido da solo pur di non lavorare!? Sei veramente un essere ignobile, Kisshu…” lo fulminò l’altro.
 
“Grazie del complimento!” sogghignò, sparendo dalla porta.
 
“Aspetta! Dove vai? Non ho finito di parlare!”
 
“Ci vediamo!” gli gridò ormai fuori dall’astronave.
 
“No Kisshu! Maledetto! RENDITI UTILE! ALMENO PREPARA QUALCOSA DA MANGIARE!!!” Urlò Pai.
( >____< Ho FAME! NdPai)
 
Ma Kisshu si era già teletrasportato via… -_-“

 
***

 
Riapparse davanti alla sua gattina, che lo aspettava seduta su un grosso masso.
“Tieni! Puoi mettere questo!” le disse con aria trionfale, porgendole il pacchetto.
 
Ichigo prese in mano i vestiti e li osservò per alcuni secondi perplessa.
Poi diventò rossa come un pomodoro.
“Kisshu! Io NON mi metto la tua roba!” sbraitò infuriata, ricacciandogli il pacchetto in mano.
 
L’alieno si portò un braccio dietro la testa, confuso.
“Perché no? Guarda che io non ho altro… soprattutto per una ragazza”
“Sono puliti… “ aggiunse incerto. “Li ha lavati Pai…”
 
Lei sgranò gli occhi incredula. “Pai fa il bucato?” sillabò.
 
Poi, per lo stupore di Kisshu, Ichigo scoppiò a ridergli in faccia.
 
“Si può sapere che hai da ridere? Che c’è di strano?” domandò, senza sapere che dire.
“Ti aspettavi che lo facessi io?” provò.
 
Ichigo prese a ridere più forte, facendolo sentire molto, molto idiota.
 
“Questa è partita…” mormorò incredulo.
 
La ragazza strappò velocemente il pacchetto dalle sue mani e si mise a studiarlo, trattenendo le risate.
Prese uno dei capi per le spalle.
“Ma quanti ne hai di questi?” domandò.
 
“Diversi… perché?”
 
Ichigo scoppiò di nuovo a ridere come una matta, tenendosi una mano sullo stomaco.
Poi si diresse rapidamente (sempre ridendo!) tra i massi. “Beh ci vediamo dopo” lo liquidò la ragazza, scomparendo nell’ombra.
 
Bah… pensò Kisshu ancora molto confuso. (O___O????)
Già gli umani sono strani… ma Ichigo li batte tutti!
Quindi si mise a ridiscendere il corso del fiumiciattolo, cercando di raccapezzarsi…

 
***

 
Pochi minuti dopo aveva raggiunto la riva del laghetto.
Stava osservando la superficie dello specchio d’acqua, appena increspata da piccole onde.
Si sedette tra l’erba rada.
Si era stupito non poco a vedere Ichigo scoppiare a ridere. Non solo perché tuttora non ne aveva afferrato il motivo (E se sei tonno… NdMe), ma soprattutto perché fino a pochi minuti prima gli sembrava così triste e spossata.
Invece aveva appena visto i suoi occhi castani illuminarsi e il suo bel viso stendersi in un sorriso che le aveva ridato una nota di colore.
Era una ragazza imprevedibile… o forse aveva solo molte risorse che lui non conosceva ancora.
 
Kisshu si passò l’indice dentro al colletto alto della sua maglia.
Faceva un caldo bestiale.
 
Quella notte, una delle più grandi aspirazioni della sua vita si era realizzata: aveva potuto stringere tra le braccia la sua gattina per ore, senza che lei lo scacciasse con disgusto. Gli pareva impossibile…
Peccato che i suoi incubi lo avevano tormentato anche in quell’occasione.
Sospirò.
Si sentiva ancora il suo profumo addosso.
 
Si guardò intorno speranzoso, ma di Ichigo ovviamente non c’era ancora nemmeno l’ombra.
Probabilmente era ancora intenta a lavarsi.
 
Ancora intenta a lavarsi…
Kisshu si soffermò su questa immagine… più a lungo di quanto lui stesso si aspettasse.
 
La sua mente aveva preso inconsapevolmente a fantasticare…
 

Ichigo che si passa le dita tra i capelli bagnati…

L’immagine apparve nitida nei suoi pensieri.
 

Ichigo che si passa l’acqua gelida sul corpo…

Accidenti…
 

L’acqua gelida….
…sul…
…s-sul…

Deglutì.
 
Forse…
 
…potrei andare a dare un’occhiata….
 
Tanto, non se ne accorgerebbe…

 
Rimase con questa idea in sospeso per qualche secondo.
Poi (per fortuna) si fece pena da solo… -_-
 
“AH! Non posso cadere così in basso!” sbottò saltando in piedi.
Quindi si svestì rapidamente e si buttò nell’acqua del lago, un po’ perché aveva troppo caldo, un po’ perché anche lui si era impiastricciato di polvere, un po’ perché voleva furiosamente distrarsi dai suoi ultimi pensieri.
 
Si gustò quindi la poco piacevole sensazione di entrare di botto nell’acqua freddissima dello specchio d’acqua.
Diede un paio di bracciate, avanzando di qualche metro, ma poi si arrese e si tirò in piedi con i crampi allo stomaco.
Si stava congelando…
 
(Appunto! NdKisshu)
 
Si guardò intorno, frustrato, con l’acqua che gli arrivava fino alle anche e gli gocciolava dai capelli.
Avrebbe potuto trovare qualcosa da mangiare…
In fondo doveva essere già piuttosto tardi e lui non aveva toccato cibo dalla sera prima.
 
Con poco entusiasmo, materializzò i suoi tridenti nelle mani e si mise ad aspettare che qualche pesce passasse nell’acqua limpida vicino a lui.
In un paio di minuti ne aveva già presi due.
 
Sperando che Ichigo non arrivasse proprio in quel momento, uscì dall’acqua e si rinfilò di corsa i suoi vestiti, che gli si appiccicarono fastidiosamente addosso.
Poi raccolse tutto quello che trovò in giro di infiammabile e con un gesto della mano gli diede fuoco, per arrostire le sue due misere prede.
 
D’altronde non c’era molto di meglio da mangiare su quel pianeta…
 
E poi io non sono nemmeno questo gran cuoco… Ponderò, mentre trafiggeva trucemente uno dei pesci con un rametto, trapassandolo dalla bocca alla coda.
 
Si sdraiò per terra per farsi asciugare dal colore del fuoco, osservando placidamente la pelle dell’animale sfrigolare ed accartocciarsi tra le fiamme.
(Fai venire voglia di diventare vegetariani…  XP NdMe)

 
***

 
Da lì a poco, dei pesanti passi si avvicinarono velocemente a lui, frusciando tra l’erba alta.
“Non mi vanno” sbottò una vocetta irritata. Era Ichigo.
 
Kisshu aprì un occhio per guardarla.
 
Dovette ammettere che i suoi vestiti gli stavano… beh… proprio male.
 
Si era messa solo la canottiera marrone che le era grande e la faceva sembrare molto più magra di quanto non fosse.
E poi i pantaloni… le stringevano sui fianchi in modo ridicolo, mentre di vita gli erano talmente larghi che se li stava tenendo su con le mani.
 
“Bambolina, se togli le mani ti staranno meglio…” le disse allusivamente, senza riuscire a trattenere i suoi pensieri.
 
“Non scherzare! Idiota!” sbraitò la ragazza indignata.
“Sei solo un porco…”
Questo glielo disse con una voce seria, amara.
 
Kisshu si rabbuiò.
Non ci sono parole gentili per me, eh?  Domandò mentalmente più a sé stesso che a Ichigo.
Poi si alzò lentamente e le piantò gli occhi nei suoi due specchi bruni, preso dall’improvviso, repentino desiderio di accontentare quella sua dannata insolenza e di farle vedere quanto effettivamente quella descrizione gli si addicesse…
 
Ichigo evidentemente intuì i suoi pensieri perché sembrò spaventarsi, stringendosi le mani sul petto e ritraendosi di un passo.
 
Si avvicinò alla ragazza, convinto. Infondo era sua prigioniera. E lui era stato anche troppo compiacente finora…
Era a meno di un metro da lei, quando lanciò un’occhiata furtiva ai pantaloni che, lasciati liberi, le stavano scivolando lentamente lungo la pancia, troppo in basso, decisamente troppo in basso.
Terribilmente troppo in basso… (*)
 
No… non ce la faceva…
 
Si affrettò a portarsi alle sue spalle e con un gesto deciso glieli ritirò su, facendola sussultare.
“Si fa così” le disse, stringendo frettolosamente i due nastri attorno alla vita ed annodandoli in un fiocco.
Poi si ritrovò a fissare nervosamente le ciocche umide dei suoi capelli rossi, appiccicate sulla pelle chiara della sua schiena.
 
Accidenti… ma che mi succede oggi??? Si domandò seccato e… imbarazzato. (**)
 
Cercando di ignorare il genere di pensieri che gli frullavano per la testa da tutta la mattina (-_-), si concentrò sulla stretta che la fame provocava alla sua pancia. Suppose che probabilmente anche Ichigo provava la stessa sensazione spiacevole, visto che era a stomaco vuoto dal giorno prima…
 
“Ichigo” le sussurrò, avvicinandosi al suo orecchio. “Quant’è che non mangi nulla? Sei quasi più pallida di me…”
 
Quindi la tirò sbrigativamente vicino al fuoco, facendola sedere.
“Stiamo un po’ qua, così ci asciughiamo prima.” Le disse, sedendosi per terra di fianco a lei.
 
Si accomodò meglio tra l’erba e tolse il più grosso dei due pesci dal fuoco, poi lo mise sotto il naso della ragazza. “Sono sicuro che oggi hai fame!” esordì.
Ichigo prese la pietanza tra le mani, incerta. “L’hai pescato tu?” chiese, timidamente.
 
“Non ne sono capaci solo i gatti, sai?”
 
Studiò il pesce ancora per qualche secondo, come se cercasse di capire se fosse commestibile, e infine lo addentò voracemente, lasciando Kisshu di stucco.
Quindi, cercando di passare oltre la finezza da leone affamato di Ichigo,  si mise anche lui a masticare svogliatamente il suo pranzo, che constatò essere poco invitante.
 
Dopo pochi minuti passati in silenzio, il loro magro pasto era già finito.
Non che fosse un problema… lui era abituato a mangiare poco. Le porzioni della mensa, sul suo pianeta, certi giorni erano così misere… e anche sulla Terra, né lui né i suoi compagni avevano mai una gran voglia di cucinare, per cui…
 
Anche Ichigo aveva finito il suo banchetto. Notò che si era sporcata il viso: aveva una piccola traccia di bruciato proprio di fianco alla bocca, a sinistra.
Trattenendo il desiderio di posarvi sopra le labbra e leccargliela via, Kisshu si limitò solo a sporgersi verso di lei e a passarci sopra un dito. “Ma che ingorda… ti sei sporcata la faccia…” le sussurrò, scorrendo con l’indice la sua pelle.
Poi si concesse di leccarsi almeno il dito.
 
Subito dopo quel gesto, la ragazza assunse nuovamente un’espressione triste.
 
“Che c’è?” le domandò Kisshu con un filo di esasperazione. Non gli sembrava di aver fatto nulla di grave… anzi…
 
“Vieni qui spesso?” chiese invece Ichigo.
 
Questa domanda lo colse totalmente alla sprovvista.
“Ah… beh… La Terra è un pianeta interessante…” iniziò, pensando a cosa dire. “Quando mi stufo di quella città inquinata in cui vivi, mi piace andarmene un po’ in giro… Ogni tanto vengo anche qui! E’ un bel posto…”
 
“Il tuo pianeta… non è un bel posto?” chiese la ragazza, timidamente.
 
Cosa gli importa adesso del mio pianeta? Si domandò, diffidente.
Dove voleva andare a parare?
“Più o meno” si limitò a dirle, tagliando corto.
 
“Che significa più o meno? Spiegati!” insistette Ichigo.
 
Ora Kisshu era davvero seccato. Prima perché aveva i suoi buoni motivi per non voler pensare alla sua casa in quel momento, e poi perché ad Ichigo non era mai interessato questo argomento; perché doveva preoccuparsene proprio adesso?
“Non c’è molto da dire che possa interessare la tua testolina vuota!” le rispose sgarbatamente, cercando di dissuaderla dall’insistere oltre.
 
“Non sono scema, sai?”
 
“Sicura?”
 
Ichigo lo guardò malissimo, come se stesse per scoppiare. “Senti!” proruppe. “Ieri mi hai sbattuto contro al muro e mi hai quasi strozzato, poi ti sei messo pure a piangere e hai urlato che non ti ho mai ascoltato, quindi ora vedi di parlare! Avanti, rispondimi!” gli sbraitò.
 
Kisshu si ammutolì di fronte al suo repentino cambiamento d’umore.
Ripensare a quello scatto di rabbia incontrollato della sera prima lo mise terribilmente a disagio.
E poi… si era accorta che si era messo a piangere? Era piuttosto imbarazzante…
“Io…” riuscì solo a farfugliare.
 
“Per favore!” aggiunse la ragazza, con tono fermo, ma più dolce.
 
Questo accenno di disponibilità nella sua voce riuscì a far incrinare un po’ la sua cinica diffidenza.
“Sei proprio testarda! Ok… ti dirò qualcosa ma tanto non capirai un accidente!” le disse, con un gesto scocciato della mano.
Iniziò a spiegarle quello che gli sembrava più rilevante. “Dunque… il nostro pianeta è nel sistema stellare più vicino al vostro… Ci sono circa 1,33 Parsec, se non ricordo male.”
“Nella sua orbita…” continuò “…rivolge sempre la stessa faccia verso la nostra stella, un po’ come fa la Luna con la Terra. E’ per questo che da una parte del pianeta è sempre giorno e la temperatura è elevatissima, mentre dall’altro lato è sempre notte e fa un freddo terribile. Per adattarci, io e i miei simili viviamo solo nella zona limite tra le due e viviamo sotto terra. Ti basta come spiegazione?” terminò, sperando di essere stato abbastanza chiaro da esaurire la sua inaspettata curiosità.
 
“E lì sotto, com’è?” domandò invece la ragazza, senza demordere.
 
Kisshu si mise a fissare un interessantissimo sassolino a pochi centimetri dalla sua gamba. “Non è male… Abbiamo le luci artificiali e quindi la vegetazione, ci sono anche alcuni animali, certo, non come sulla Terra, ma sono simili perché quando i nostri antenati se ne sono andati da qui hanno portato via molti campioni di DNA. E poi abbiamo delle grosse città costruite in pietra e gli stabilizzatori climatici…”
 
Ichigo intanto si era messa a giocherellare con un rametto, disegnando cerchietti sulla terra morbida, pensierosa.
“E allora perché siete venuti ad invadere la Terra proprio ora? Se sono migliaia di anni che vivete lì…” lo interruppe.
 
Kisshu si innervosì di nuovo, stringendo i pugni.
Non gli andava di suscitare della compassione, raccontando le miserie della sua gente.
“Periodicamente… “ iniziò, tentennante. “Periodicamente, più o meno ogni 26000 dei vostri anni, il nostro pianeta incrocia l’orbita di un pianeta più esterno. Per via della gravità si attraggono e diventano instabili.”
 
“Instabili?” mormorò la rossa, per spingerlo a continuare.
 
“L’asse del pianeta vacilla per cui ci sono terremoti, eruzioni vulcaniche, tempeste magnetiche, cose di questo tipo…” spiegò lui, spicciativo.
 
Queste parole gli riportavano alla mente una raffica di brutti ricordi che avrebbe volentieri evitato… immagini confuse della sua infanzia… una voce femminile che strillava… oggetti che cadevano dalle pareti infrangendosi sul pavimento… qualcuno che lo trascinava via di peso per evitare un’enorme massa di neve bianca dalla superficie… e negli ultimi anni, all’istituto militare, gli allarmi antisismici che lo buttavano giù dal letto in piena notte… le esercitazioni… le missioni di soccorso a cui aveva dovuto partecipare… tutte quelle persone che scappavano inutilmente in ogni direzione, senza possibilità di migliorare in alcun modo la loro condizione…
 
“Abbiamo una specie di profezia, tra la nostra gente, che narra di un essere superiore che apparirebbe in queste occasioni per permettere al nostro popolo di tornare sulla Terra e salvarsi. Io non so se questa cosa sia già successa realmente in passato, ma questa volta….”
 
“Ti riferisci a Profondo Blu?”
 
“Già…”
 
Profondo Blu era apparso all’improvviso, pochi anni prima, dopo che sacerdoti e altra gentaglia del genere avevano continuato ad invocarlo estenuantemente per decenni, già molto prima che lui nascesse.
Un bel giorno, così, quando gli era parso più comodo, aveva iniziato a manifestarsi, prima solo ad alcuni individui dotati di una sensibilità particolare, poi sempre a più persone, a gruppi interi. “Sono il vostro Salvatore” continuava a dire, nascosto come un codardo in una nebbiolina azzurra e luminescente, senza nemmeno avere una faccia da mostrare.
Il Salvatore… Kisshu non ci credeva a certe stronzate…
Ma poi l’aveva visto con i suoi occhi trarre in salvo, grazie ai suoi poteri, centinaia di persone da un frana. E un’altra volta, dal crollo di una delle gallerie principali… e c’erano state altre occasioni…
Sembrava troppo bello per essere vero…
E infatti non lo era. Quel bastardo avrebbe potuto fare moltissimo per la sua gente, invece si era approfittato di loro. Li aveva sfruttati, come una massa di idioti, per venire a conquistarsi la Terra, per soddisfare la sua avidità.
Tutti… ci avevano rimesso e sofferto tutti, per causa sua. Ma lui si era sentito usato più di ogni altro.
E pensare che quando i suoi superiori lo avevano scelto per la missione sulla Terra, era stato così felice, sicuro che fosse l’occasione giusta per combinare qualcosa di buono nella sua vita insignificante… per dimostrare quanto valeva… per dimostrare che non era solo lo strafottente menefreghista che sembrava…
 
Si accorse che Ichigo non era più al suo fianco. Abbassò lo sguardo e la vide sdraiata per terra, mezza nascosta tra l’erba che in quel punto era particolarmente folta.
 
“Che fai? Dormi?” le domandò protendendosi verso di lei. Per un attimo sperò che il suo discorso l’avesse annoiata a sufficienza da scoraggiarla a porgli altre domande…
 
Invece la ragazza era ancora sveglia. “No, stavo pensando a quando sono uscita con Aoyama-Kun per la prima volta e sono diventata una Mew Mew” gli rispose, soprappensiero.
 
“Come è successo?” le chiese. Ne aveva una vaga idea, ma non aveva mai sentito tutta la storia dalla diretta interessata.
 
“Ah!” esordì lei, esaltata. “Io ho fatto delle indagini per tutta la scuola e Kaori della 3F, che era la ragazza di uno dei suoi compagni di kendo, mi ha detto che Aoyama-Kun andava matto per le ricerche sulle specie in via d’estinzione, allora io gli ho proposto di…”.
 
“Non me ne frega niente del tuo amichetto!” la interruppe Kisshu, seccato. “Volevo sapere come sei diventata una Mew Mew”.
 
“A-ah… ecco…” borbottò la rossa, imbarazzata. “D-dunque…” continuò, incerta “E’ stato Shirogane a modificare il nostro Dna. Ha portato avanti delle ricerche di suo padre, dopo che lui è morto, ucciso da uno dei vostri chimeri. Sai, lui aveva scoperto che una volta vivevate sulla Terra e sapeva che sareste tornati. Per questo Shirogane ha scelto me e le altre ragazze come cavie per il suo esperimento…così durante il mio primissimo appuntamento sono stata colpita da un-non-so-che-genere-di-raggio e mi sono ritrovata mezza gatto! Ha detto che ero la sua importantissima arma vivente per proteggere la Terra…”
 
“In gamba il biondino, però…” fece notare l’alieno.
Ad occhio e croce doveva avere all’incirca la sua età e si divertiva già a trafficare con l’ingegneria genetica, con la tecnologia terrestre per giunta… roba da far invidia a Pai…
 
“Già…” ammise la ragazza. Poi scattò a sedere di colpo e lo fissò con gli occhi sbarrati.
“Ma sul tuo pianeta…” iniziò agitata. “Come stanno ora? Voglio dire, la tua famiglia, i tuoi amici? Mentre tu eri qua sulla Terra, loro cosa…”. Le parole le morirono sulle labbra e non aggiunse altro, probabilmente non sapendo nemmeno lei cosa dire.
 
Kisshu ricambiò lo sguardo, un po’ imbarazzato. Ora stava scendendo troppo sul personale e non era da Ichigo interessarsi così a lui… “Non c’è nessuno che mi aspetta, bambolina, tranquilla!” La rassicurò.
 
“Come puoi dire una cosa del genere?” domandò confusa la rossa.
 
Kisshu inspirò brevemente, cercando di frenare una dolorosa stretta al petto.
Poi si mise a fissare i giochi di luce sulla superficie del piccolo lago di fronte a loro.
“Quando ero molto piccolo, c’è stato un crollo in una galleria sotterranea dopo un terremoto e la mia famiglia è rimasta sepolta là sotto… Non mi ricordo molto… comunque, siccome ero un maschio e sembravo avere buone potenzialità, mi inserirono in un istituzione sociale a carattere militare. Sono rimasto lì fino all’anno scorso, quando Profondo Blu ha deciso di venire sulla Terra…”
 
A dire la verità, la faccenda era un po’ più complicata perché lo avevano trasferito varie volte, sballottandolo come un pacco postale nelle diverse sezioni sparse un po’ ovunque sul suo pianeta, ogni qual volta fosse necessario lasciare libero il posto a qualche pezzo grosso che pagava per avviare il proprio figlio ad una prestigiosa carriera militare. Ma questo ad Ichigo avrebbe detto ben poco…
 
Continuò il suo resoconto: “In quell’occasione hanno indetto delle selezioni per vedere chi fossero i guerrieri migliori, in grado di adattarsi prima alle condizioni climatiche della Terra e io sono rientrato nella lista dei prescelti. Punto e Basta.”
“Non c’è molto di interessante nella mia vita…” ponderò “…a meno che tu non sia un soldato della mia camerata, allora ci sarebbero due o tre cose che mi sono successe che dovrei proprio raccontarti… Ma è meglio che tu non le sappia… decisamente”.
 
Le sue labbra si incresparono nel solito sorrisetto malizioso che tanto si addiceva ad un tipo come lui…
Anche se la sua vita, almeno fino ad un anno prima, non aveva nulla di rilevante rispetto a quella di qualunque suo coetaneo, c’erano state diverse ragazze a rendergliela meno insopportabile e molto, molto più divertente. Tante, tutte diverse, ognuna, ovviamente, con il suo particolarissimo sapore.
Aveva imparato a dimenticare i problemi, sulle loro labbra, raggiunte con metodi più o meno discutibili.
Infondo sapeva di essere un bel ragazzo e se ne era sempre approfittato.
 
Sogghignò, ridendo di sé stesso.
 
A volte se ne era approfittato troppo…
Per scommessa, nell’ultimo dipartimento in cui era stato, si era messo a fare l’idiota con un’aliena più grande di lui, che serviva pasti alla mensa.
Non gliene fregava niente, in verità: era una ragazza insulsa e dall’aria goffa e impacciata, ma questa c’era cascata in pieno e ogni giorno si premurava di dargli delle razioni il più possibile abbondanti. Lui si divertiva da morire a guardare gli sguardi invidiosi dei suoi commilitoni passare dal misero contenuto dei loro vassoi al suo, pieno abbastanza da saziare almeno due persone.
Quella era stata l’occasione in cui la sua spacconeria gli era costata più cara… proprio la sera prima della sua partenza per la Terra, dopo che si era faticosamente addormentato, nervoso, sotto la lucetta azzurra che rischiarava la sua camerata, tra il russare fastidioso degli altri numerosi alieni…
Si era svegliato di botto, inorridito, trovandosi quella tizia ficcata nella sua branda, tutta decisa a salutarlo a modo suo. (O_O Oddio! NdMe)
Tuttora si domandava come diavolo avesse fatto ad intrufolarsi lì…
Non aveva osato mandarla via: primo, perché si sarebbero sicuramente svegliati tutti per contemplare quella scena scabrosa, che gli sarebbe costata una punizione esemplare e gli avrebbe fatto perdere per sempre l’occasione di partecipare alla missione sulla Terra… e secondo, perché era paralizzato dall’imbarazzo e dal disagio… lui… non… aveva… mai… poi quell’essere indecente aveva iniziato a mettergli le mani dappertutto…
Ok… a saperla raccontare nel modo giusto, quella storia poteva fare il suo figurone, ma in realtà era stata una delle esperienze più brutte della sua vita… no, la più brutta… brutta… brutta… (***)
 
Io l’ho sempre detto che, sotto tanti discorsi, le ragazze sono tutte porche… pensò, seccato. (****)
 
Lanciò un’occhiata ad Ichigo, che si era di nuovo raggomitolata attorno alle ginocchia, senza dire più una parola.
Quella ragazza sembrava tanto semplice ed ingenua, con quel modo di fare così candido… ma a lui non era passato inosservato quel fugace scintillio malizioso che le appariva negli occhi, in modo particolare quando era trasformata in Mew Ichigo.
 
Chissà quanto si era data da fare con quell’insulso essere umano che aveva la fortuna di averla tutta per lui…
 
Quest’ultimo pensiero gli diede così fastidio da strappargli un sospiro stizzito.
No, non lei... che idea assurda… cercò di rassicurarsi da solo.
 
Si voltò di nuovo verso la ragazza, soprappensiero, quando si accorse che stava tremando paurosamente.
 
Kisshu si riscosse di botto dalle sue stupide considerazioni.
“Ichigo?” la chiamò, allarmato.
Fino a pochi minuti prima stava bene…
Visto che non gli rispondeva, si accucciò di fianco a lei, preoccupato.
 
Aprì la bocca per chiederle cosa avesse, ma lei lo precedette. “Io volevo dimenticare…” mormorò con voce tremante.
 
Kisshu sollevò un sopracciglio, senza capire.
 
“Non ho mai raccontato a nessuno cos’è successo quel giorno, sull’astronave…” continuò in un sussurro spezzato.
 
Prima che lui potesse ribattere, Ichigo gli piombò addosso, battendogli i pugni sul petto e facendolo cadere a sedere per terra.
“Ma non ci riesco!” strillò, guardandolo con gli occhi pieni di lacrime. “Continuo a fare degli incubi da allora… a rivedere sempre le stesse scene… Non ci riesco più a tenermi dentro questa cosa!”
 
“Ma di che parli?” le domandò frastornato, prendendola per le spalle.
 
“Mi dispiace tanto, Kisshu… io non capivo un accidente, perché non volevo… ma tu non dovevi fare così” farfugliò, chinando il capo. Sembrava che un dolore immenso si fosse impossessato di lei.
 
Kisshu rimase in silenzio, atterrito.
Cos’è che non capiva? Lui? Sull’astronave? Possibile che stesse… ripensando ancora a quel momento…?
No… forse era lui quello che stava fraintendendo tutto.
“Ichigo, non capisco niente di quello che stai dicendo…” le mormorò, sperando in una spiegazione.
 
Però i singhiozzi della ragazza lo facevano stare malissimo.
Si ritrovò ad abbracciarla, come la notte prima, nascondendole il viso sulla sua spalla e poggiandole il mento sui capelli, confuso.
 
“Tutto quel sangue… io… non volevo, mi dispiace, mi dispiace…” singhiozzò Ichigo, mentre lui le accarezzava i capelli morbidi.
 
“Stai… piangendo per me? Davvero?” domandò lui incredulo. “Perché se stai piangendo per me, devi smettere subito! Quello che è successo è successo, bambolina! A me sta bene…”
 
Lei non gli rispose.
 
E non era vero che a lui stava bene… Non gli stava bene per niente. Nulla era andato come doveva.
L’inutilità di quel maledetto gesto lo tormentava ancora adesso.
Ma Ichigo non doveva dispiacersi o sentirsi in colpa… non aveva ancora capito che il suo sacrificio, se così si poteva chiamare, non c’entrava niente con quello che provava per lei?
Ci aveva messo del tempo anche lui, per raggiungere questa consapevolezza, ma alla fine aveva dovuto ammettere a sé stesso la realtà dei fatti. A quel tempo, aveva già smesso da parecchio di sperare nell’amore della ragazza.
L’unica cosa che lo assillava, era farla pagare a quel bastardo di Profondo Blu che li aveva ingannati come degli stupidi.
Non si era fatto scoraggiare, restando con le mani in mano, allora: aveva elaborato in fretta un piano per privarlo dei suoi poteri e toglierlo di mezzo, un piano che non solo gli era costato l’amicizia di Pai, ma che era fallito miseramente perché lui, lui che era solo un idiota presuntuoso, aveva sottovalutato il suo nemico.
Poi, in poche ore, era andato tutto a rotoli. Il lavoro di una vita, le speranze per la sua gente rimasta a casa, gli sforzi fatti in quei mesi, Pai che ammazzava Taruto…
Il mondo aveva iniziato a crollargli addosso, da quel giorno.
E lui era riuscito solo a rimanere lì immobile, come un cretino, a contemplare tutto quel disfacimento, senza avere più un posto dove stare.
Infine aveva visto crollare anche Ichigo… la sua Ichigo… quello stronzo le stava spezzando il cuore.
Decise che voleva darle un’ultima speranza, farle sentire che c’era ancora qualcuno dalla sua parte, in modo che almeno lei non si arrendesse.
Ma non era amore quello. Era desolazione. La desolazione di un povero scemo che non potendo fare più nulla per sé stesso, si stava illudendo di poter risparmiare quel dolore almeno a lei. In quel momento solo la comune sofferenza li legava… e basta.
Ma aveva combattuto per niente, come al solito. E per niente aveva sofferto quelle pene atroci, mentre sentiva la vita scivolargli via…
 
Strinse la ragazza più forte, passandole il viso tra i capelli, cercando un conforto a quel vuoto spaventoso che si sentiva improvvisamente nel cuore.
“Però hai ragione… è stato terribile…” aggiunse lui, piano.
 
Ichigo stava di nuovo piangendo per lui…
 
“Sai che ti dico? Se vuoi piangere fai pure, gattina… forse dopo non faremo più incubi…” le disse, con un sorrisetto amaro.
 
Poi, per togliersi da quella posizione scomoda, si sdraiò sull’erba, tirandola giù con lui.
Restarono lì sdraiati a lungo, Kisshu a fissare con sguardo perso quell’enorme cielo azzurro che sul suo pianeta non aveva mai visto, Ichigo, stretta contro lui, a cercare di liberarsi di tutto quel dolore finora soffocato, mentre con le lacrime gli bagnava la maglia.

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Bah… che dite? Può andare?
 
Note:
 
(*) Autrice: Già quei pantaloni sono a vita a moooooolto bassa… non oso immaginare cosa si sia visto… -////////-
Ichigo: Uh? Cosa? Come? O.o
Autrice: Seh… Buonanotte Ichigo…
 
(**) Autrice: Si chiamano ormoni…
Kisshu: E se l’autrice di questa FF non ne avesse così tanti in circolo saremmo tutti più felici!
Autrice: Uffa…
 
(***) Kisshu: (rosso come un peperone) EHI AUTRICE! Ma ti sembra che devi raccontare certi fatti così… così personali alla gente????
Autrice: Io sono l’autrice = Io ho il potere! UoU
Kisshu: No… tu hai una mente perversa e basta! Ma te guarda… ma io ti denuncio! Ti denuncio per violazione della normativa della privacy!!!
Autrice: EEEEEEH?? O_o
 
(****) Kisshu ha raggiunto questa edificante conclusione dopo l’incontro con i membri del suo fan-club… -_-“

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Capitolo 16
*** Capitolo 7 - Alta Tensione - By ICHIGO ***


15.Capitolo 7 - Alta Tensione - By Ichigo

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Ehi, ma... nessuno ha risp alla mia domanda sul rating??? T___T sigh... insensibili lettori...

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Per leggere le note cliccate sul simbolo, x es: (***) e finirete in fondo alla pagina. Quando avete letto, cliccate di nuovo sul simbolo che troverete e... magia: tornate al punto del capitolo in cui eravate rimasti! Potere del FrontPage...

Intro al Capitolo: Adoro questo capitolo!!!! Mi fa morire dal ridere… e anche qualcos’altro!!!! AH! Il titolo non ha niente a che fare con il ciclo di film che dà la Mediaset nelle sere d'estate... -_-"

*** 7. Alta Tensione ***
~ * ~
By Ichigo

To the soul's desires
The body listens
What the flesh requires
Keeps the heart imprisoned
 
What the spirit seeks
The mind will follow
When the body speaks
All else is hollow...

Al desiderio dell’anima
Da ascolto il corpo
Quello che la carne chiede
Tiene in cuore imprigionato
 
Quello che lo spirito cerca
La mente segue
Quando il corpo parla
Tutto il resto non ha importanza...

(When the Body Speaks – Depeche Mode)



Ichigo constatò che doveva essere passato parecchio tempo. Guardò il suo orologio: si era fermato attorno alle 11,20 e il quadrante aveva una brutta rigatura. Probabilmente aveva sbattuto per terra la sera prima.
Sospirò.
Ora si sentiva molto più tranquilla, come se l’enorme macigno che si sentiva addosso si fosse finalmente disciolto…
 
Lei e Kisshu erano ancora sdraiati vicini tra l’erba.
Non era mai stata né così tanto tempo né così vicina ad un ragazzo… nemmeno con Aoyama-Kun. (*)
Ad eccezione delle notte precedente, ovviamente. Allora loro due avevano addirittura dormito insieme…
Ma Ichigo non si ricordava un bel niente e non era nemmeno tanto sicura che fosse accaduto davvero…
 
E poi perché tutte quelle cose dovevano succederle con… lui???
 
(Forse perché è l’unico che si da una mossa? -_- NdMe)
 
Si girò un po’ per guardarlo di nuovo. Stava fissando con poco interesse un punto nel cielo in cui Ichigo non scorse nulla di rilevante.
 
Chissà a che sta pensando…
 
Non avrebbe mai creduto che si sarebbe ritrovata a sfogarsi a quel modo proprio con lui.
Immaginava che sarebbe successo prima o poi, ma era sicura che ad ascoltarla sarebbe stata una delle sue amiche. Magari Retasu che era sempre così gentile, o Zakuro, che riusciva sempre a darle coraggio.
Sicuramente non si sarebbe potuta sfogare con Aoyama-Kun parlandogli di quella terribile esperienza…
 
Forse è per questo che me la sono tenuta dentro fino ad adesso?
 
Ma con Kisshu, no, non lo avrebbe mai immaginato! E lui si era anche messo a consolarla! Chi avrebbe detto che era in grado di fare una cosa simile?
In effetti, dovette ammettere che non lo conosceva per davvero.
Si erano sempre visti solo per pochi minuti di fila e ogni volta combattendo, come nemici.
Persino Ichigo, che era sempre stata convinta che in ogni persona ci fosse qualcosa di buono da far venire allo scoperto, su di lui si era arresa quasi subito.
 
Quando non sembrava fuori di testa, si comportava sempre come un maledetto bastardo…
E la trattava come un oggetto di sua proprietà…
 
Forse aveva parlato troppo presto?
 
Infondo, lo aveva visto arrossire, lo aveva visto piangere, aveva visto la sua espressione tranquilla mentre dormiva, lo aveva visto abbracciarla…
Sembrava così… umano, come qualsiasi ragazzo carino che aveva conosciuto…
 
Fissò nuovamente quella cicatrice sulla pancia del giovane alieno.
In un anno di combattimenti, lei non ne aveva riportata nemmeno una. La sua pelle era diventata elastica come quella di un felino e gli innumerevoli graffietti ed escoriazioni che si era fatta si rimarginavano a meraviglia senza lasciare traccia che per un paio di giorni.
 
Titubante, allungò la mano e la sfiorò delicatamente con la punta delle dita.
Dava una strana sensazione in confronto alla pelle sottile dell’addome…
La seguì fino alle costole, dove terminava.
 
Sapeva per certo che ne aveva un’altra, sul petto, che gli aveva inferto il Cavaliere Blu. Voleva sentire anche quella.
Scorse le dita sotto la stoffa morbida della sua maglia finché non la trovò.
Doveva essere stato un taglio meno netto… era più grande e irregolare. Saliva fino alla clavicola e su per…
 
Kisshu le bloccò la mano stringendogliela e la sfilò da sotto la maglia.
 
“Ma che accidenti fai? Tocchi?” le domandò l’alieno, con un sopracciglio sollevato.
 
Ichigo realizzò improvvisamente la gravità di quello che aveva fatto, così… soprappensiero.
“NO NO NO NO NO NO NO!!!!” strillò.
Arrossì violentemente farfugliando cose senza senso.
“Scusa! Io non volevo… mi dispiace mi dispiace”
SonoUnIdiota SonoUnIdiota SonoUnIdiota SonoUnIdiota SonoUnIdiota
 
“Mi dispiace… io-io ero curiosa… non volevo… non volevo…”
SonoUnIdiota SonoUnIdiota SonoUnIdiota SonoUnIdiota SonoUnIdiota  
 
“Eri… curiosa?” domandò lui con un’espressione tra il perplesso e il divertito.
 
“Sì, cioè… No! Cioè… Non farti strane idee!” sbottò.
 
Lui le lasciò la mano, scocciato. “Beh, lascia perdere! Non sei capace, sei fastidiosa!” le disse.
 
No… LuiE’UnIdiota LuiE’UnIdiota LuiE’UnIdiota LuiE’UnIdiota LuiE’UnIdiota LuiE’UnIdiota
 
Ichigo si voltò dall’altra parte dandogli le spalle e si coprì il viso con le mani per l’imbarazzo.
Accidenti… ma come mi è saltato in mente…
ma che diamine mi è preso…
Kami-sama che vergogna….
Che vergogna… >//////////<

 
A quel punto, Kisshu prese a ridere di gusto, con quella sua risatina che le dava sui nervi.
 
“Non ridere! Non c’è niente da ridere! E’ una cosa tragica!” strillò lei senza voltarsi.
 
Dopo qualche secondo se lo ritrovò sopra la sua spalla che la osservava divertito, accoccolato sui gomiti.
“Hai ragione, è una tragedia!” le disse.
La rossa si tolse le mani dal viso per guardarlo frastornata.
“Ma se vuoi…” aggiunse, abbassando la voce. “Ti insegno io…”
Le sfiorò la spalla con un bacio.
 
Ora mi viene un infarto…
 
Fu l’ultima cosa che pensò Ichigo prima che il suo cervellino smettesse definitivamente di funzionare.
Kisshu la fissò a lungo con quei suoi due indescrivibili occhi color oro, mentre la luce si rifletteva dentro le sue pupille, facendole luccicare di azzurro nell’ombra e ipnotizzando gli istinti felini della ragazza.
Quindi, premendola per la spalla, la voltò completamente verso di lui.
 
Si avvicinò per baciarla.
 
Ma quando fu a pochi centimetri dal suo viso, si fermò.
 
…e adesso che fa???
 
Lo vide passarsi l’indice dalle sue labbra sottili alle sue, accarezzandogliele… poi iniziò lentamente a scendere, scorrendo tutto il profilo del suo corpo, lungo il collo, tra i seni, lungo la pancia… indugiando un po’ sul bordo dei pantaloni…
Ichigo avvertì un fremito lungo la schiena…
Poi lui posò piano le labbra sulle sue per quelli che probabilmente furono i secondi più lunghi della vita delle ragazza…
 
“Ah, questa poi!” esclamò lui scostandosi e osservandola incuriosito.
 
Ichigo sentiva solo il suo cuore martellarle nella testa e non credette di aver capito molto bene.
 
Lui si fece una risatina. “Ti sei emozionata così tanto?” domandò divertito.
 
“Uh? Cosa?” sillabò Ichigo, riemergendo lentamente dal suo stato catatonico.
 
“Se non ricordo male, ti succede quando ti emozioni…”
 
“EH? Ma di che accidenti stai parlando?”.
Poi, con improvviso terrore, si portò le mani alla testa.
Le sue dita tremolanti frugarono tra i capelli finché non toccarono qualcosa di soffice e ricoperto di pelo…
Ichigo deglutì.
 
“Le… l-le… o-ore-orecchie…??? Le o-orec-orecchie da g-gatto?”
Il colore del suo viso passò dal rosso pomodoro qual era ad un bianco cadaverico.
 
Al limite del suo campo visivo scorse una coda nera ornata da un grosso fiocco rosa agitarsi nervosamente al suo fianco.
 
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!!!”
Ichigo lanciò un urlo sovraumano e in un solo scatto balzò in pieni coprendosi furiosamente la testa con le braccia.
 
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!!”
Urlò di nuovo, iniziando a correre in tondo come una pazza furiosa.
 
“TU!” sbraitò quindi, puntando un dito contro Kisshu, che la guardava a bocca aperta ancora accoccolato per terra. “COME HAI POTUTO?”
“QUESTO non doveva più succedere!!!! Hai capito? QUESTO non doveva più succedere!!!!!” farfugliò mentre con l’altro braccio cercava disperatamente di coprirsi entrambe le orecchie.
“Con Aoyama-Kun non era più successo! Invece con te, bastardo! COME HAI POTUTO???”
 
L’alieno si prese il mento tra le dita con aria pensierosa.
“Ah, con Aoyama-Kun non succedeva più” disse, facendole il verso.
 
“ESATTO! NIENTE più orecchie, NIENTE coda, NIENTE di NIENTE!!!” Ansimò Ichigo tremando di rabbia.
 
“Capisco… Niente di niente” mormorò Kisshu. “Qualcosa vorrà pur dire…” aggiunse con un sorriso soddisfatto.
 
“CHE HAI DA SORRIDERE A QUEL MODO?”
Poi, improvvisamente, le rotelline del cervello di Ichigo ripresero a funzionare e la ragazza fece 1 + 1…
Con Aoyama-Kun non era più successo! Invece con te…
Invece con te…
Con te…

L’eco delle sue parole risuonava sinistro nella sua testa… -_-“
 
Ichigo rimase imbambolata con la bocca aperta a fissare un punto nel vuoto, con la mente che ripeteva meccanicamente le stesse parole come un registratore inceppato, finché Kisshu non si alzò e ridacchiando le diede un paio di colpetti sulla testa. “Sei proprio geniale Ko-Neko-Chan, quando ti impegni!” le disse.
 
“Ma ora mi sono stancato di stare qua, vai a riprenderti la tua roba che ce ne andiamo!” aggiunse sbrigativamente l’alieno.
 
Ichigo ci mise un po’ a riaversi da quella traumatica rivelazione e si incamminò lentamente su per il fiumiciattolo.
Kami-sama… cos’ho detto!
Trovò l’albero a cui aveva appeso i suoi vestiti e dopo aver constatato che fossero asciutti li tirò giù dai rami e si infilò dietro alcune grosse rocce per cambiarsi.
Come è possibile… deve esserci un’altra spiegazione…
Mentre sfilava i pantaloni si accorse di avere qualcosa di pesante in tasca.
Ma che…? Ah! Il cellulare!
Prese il piccolo congegno elettronico in mano per posarlo un attimo su un sasso, in modo che non le cadesse di nuovo in terra mentre si vestiva.
 
Il cellulare…
Lo fissò come se dovesse dirle qualcosa…
Qualcosa di importante…
 
“ACCIDENTI! Ma perché non ci ho pensato! Che idiota deficiente cretina che sono!” urlò Ichigo in preda all’emozione.
Sono sulla Terra ora!
Afferrò il cellulare tremando per il nervosismo e premette il primo tasto per la chiamata rapida che le capitò sotto il dito.
Il cellulare era muto.
Funzionerà? Non sono in Giappone qui…
Dopo molti secondi iniziò a squillare.
Ti prego ti prego ti prego! Rispondi! Ichigo era terrorizzata all’idea che Kisshu potesse scoprirla proprio in quel momento…
Si guardò ansiosamente attorno.
Rispondi!!!
 
“Hello?” fece una voce metallica dentro il cellulare. Era Shirogane.
“Ryou! Ryou sei tu menomale!” disse Ichigo agitatissima, cercando di parlare il più piano possibile.
“Ichigo? Ma dove diamine sei? Ti stiamo cercando da ieri! Eravamo tutti preoccupatissimi! I tuoi hanno chiamato la polizia e…”
“Ryou sta zitto maledizione! Non so dove sono! Sono stata rapita da Kiss…”
Ichigo chiuse di scatto il cellulare e lo nascose dietro la schiena. Aveva sentito qualcosa muoversi tra gli alberi.
Aspettò alcuni interminabili secondi cercando di scorgere la fonte dei rumori ma non vide nulla.
Sta calma, sta calma Ichigo… forse non era lui…
Proprio mentre il suo cuore iniziava a normalizzare i battiti, lo squillo acuto del suo cellulare le martellò i timpani.
“Shirogane! IDIOTA! Ma che fai!?” inveì la ragazza spegnendo velocemente il cellulare e infilandoselo in tasca.
Finì rapidamente di vestirsi e tornò da Kisshu, cercando di assumere l’aria più tranquilla che le fosse possibile in quel momento.

 
***

 
Lo trovò dove lo aveva lasciato. Aveva spento il fuoco e si stava spazzando via l’erba dai vestiti.
 
“E-eccomi… andiamo!” fece Ichigo cercando di sorridere, porgendogli i vestiti che le aveva prestato piegati alla bella e meglio.
Kisshu prese il pacchetto dalle sue mani, poi le rivolse uno sguardo indagatore.
“Cosa mi nascondi bambolina?” le chiese.
 
Ichigo si sentì gelare. “N-niente… Nulla di nulla. Perché?”
 
“Fai pena a mentire…” le rispose serio.
 
La ragazza non riuscì più a sostenere il suo sguardo e iniziò a fissare imprecisati punti nel vuoto. “Ti ho detto che non ti nascondo nulla! E poi cosa potrei mai avere da nasconderti?”
Forse l’aveva vista davvero?
 
Lui la afferrò improvvisamente per un polso, tirandole il braccio. “Te lo caverò di bocca, sai? So essere molto persuasivo se voglio…” disse, rabbioso.
 
La rossa, terrorizzata, sentì le gambe diventarle più deboli di quanto non fossero già.
 
Ma poi le labbra di Kisshu si incresparono in un sorrisetto. “No, non è vero… non me ne frega niente, gattina”. Quindi si smaterializzarono prima che Ichigo avesse il tempo di tirare un sospiro di sollievo.

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Autrice: Beh? A voi non scappano mai le mani, così soprappensiero?
Ichigo: No, succede solo a chi ha gli ormoni in botta come te…
Autrice: Questo è tutto da dimostrare…
 
Note:
 
(*) Ok, nella puntata 28 hai dormicchiato per 10 minuti nel suo letto, ma eri un gatto! E poi ti ha fatto il bagno… wow… che emozione…

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Capitolo 17
*** Capitolo 7 - Alta Tensione - By KISSHU ***


14.Capitolo 7 - Alta Tensione - By Kisshu

Per i recensori e per chi ha voglia di farsi i fatti degli altri (xD)

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Per leggere le note cliccate sul simbolo, x es: (***) e finirete in fondo alla pagina. Quando avete letto, cliccate di nuovo sul simbolo che troverete e... magia: tornate al punto del capitolo in cui eravate rimasti! Potere del FrontPage... ^o^

*** 7. Alta Tensione ***
~ * ~
By Kisshu

My heart is aching
My body is burning
My hands are shaking
My head is turning
You understand
It's so easy to choose
We've got time to kill
We've got nothing to lose…

Il mio cuore fa male
Il mio corpo brucia
Le mie mani tremano
La mia testa gira
Capisci
E’ così facile scegliere
Abbiamo un po’ di tempo da uccidere
Non abbiamo niente da perdere…

(I Want You Now – Depeche Mode)



Il cielo.
Per lui che non era abituato a vederlo, la cosa che più gli si avvicinava nella sua immaginazione era il vuoto nero dello spazio.
A volte gli dava la sensazione che se non fosse stato attento avrebbe rischiato di caderci dentro…
Lo spazio.
Nemmeno quelle l’aveva visto molte volte, in verità.
Quando era ancora una matricola, al dipartimento di aeronautica, si era addestrato parecchio con i simulatori di volo, ma solo dopo che era stato scelto per la missione sulla Terra e che gli avevano affiancato Pai, che era già un pilota da anni, anche lui aveva avuto il privilegio di volare veramente sopra la superficie un paio di volte.
Non era stata questa grande esperienza.
Anziché provare quella sfilza di ripetitiva manovre di routine, in orbita attorno al corpo celeste, gli sarebbe piaciuto scendere nell’atmosfera e approfittarne per fare qualcosa degno dell’occasione, tipo lanciarsi in picchiata in uno dei crateri vulcanici o rasentare qualche catena montuosa. O magari infilarsi dentro una delle perturbazioni millenarie che abbondavano sul suo pianeta per sfidare coraggiosamente le trombe d’aria.
Invece Pai era così noioso… alla prima virata brusca che aveva fatto, per evitare un’interessante parete rocciosa che era apparsa da chissà dove, gli aveva categoricamente proibito di guidare la sua carretta per il resto della sua esistenza… (XD NdMe)
Era così maniacalmente geloso di quel rottame…
 
Kisshu notò una nuvola in cielo che assomigliava proprio alla sua astronave.
Aveva la fusoliera slanciata, i due alettoni assottigliati sul retro, persino il collettore di scarico…
Si muoveva lentamente in quel mare azzurro sopra di loro.
Se se ne fosse andata lasciandolo lì, i suoi problemi sarebbero finiti…
Non avrebbe più dovuto assumersi la responsabilità di scegliere se tornare o restare, o meglio…
se tornare o scappare…
 
Ma sarebbe stato per sempre solo…
 
Così, perso in un imprecisato punto dell’universo…
 
Però ora, proprio solo non era, infatti la sua gattina era sdraiata vicino a lui, con la testa appoggiata al braccio con cui lui le cingeva le spalle.
Aveva smesso di piangere da un po’ ed ora, sebbene pensierosa, sembrava molto più serena, liberata da quel peso.
 
Kisshu era rimasto sconcertato.
Non aveva mai e poi mai considerato la possibilità di… parlare con lei?
Cioè, tra loro due era sempre stata una cosa a senso unico, con Ichigo che lo odiava e lo mandava via.
Non le era mai venuto in mente di fargli stupide domande sulla sua vita, su quello che gli passava per la testa o su altre cose che non aveva davvero bisogno di condividere con qualcuno.
Invece prima… non solo si era interessata a lui, ma lei gli aveva addirittura affidato le sue emozioni. Si era finalmente fidata di lui…
 
E la vista dei suoi singhiozzi spezzati, aveva fatto saltare fuori, da un angolino profondo ed insospettabile del suo cuore, un desiderio intenso di proteggerla, di liberarla da quel dolore di cui finalmente la causa non era più lui.
Non era la solita frenesia di sentire quel corpo caldo e snello costretto contro il suo.
 
Non gli era mai successo che una ragazza gli facesse questo effetto.
Quelle aliene, tanto carine quanto ingenue, che si scioglievano come ghiaccio al sole, al suono di due paroline dolci e alla vista di un paio dei suoi sorriseti accattivanti, non erano la stessa cosa. Dopo essersi divertito con loro a sufficienza ed essersi preso le soddisfazioni che desiderava, nessuna era mai stata in grado di trattenerlo un minuto di più, tanto meno quando qualcuna di loro versava quelle lacrime petulanti.
Quando aveva incontrato Ichigo, anche lei gli era sembrata una di queste, anzi, probabilmente la era davvero, e Kisshu era convinto che se non fossero stati nemici giurati, primo o dopo sarebbe riuscito di sicuro a persuadere anche lei.
Però ora, dopo quello che avevano passato, lei sembrava cambiata.
E forse anche lui si era stancato di giocherellare con le bambole.
Voleva qualcosa di più interessante, qualcosa che lo distraesse da quei suoi pensieri dolorosi...
 
Invece, a distrarlo dai suoi più o meno seri ragionamenti, fu una fastidiosa sensazione di solletico sulla pancia.
 
Abbassò gli occhi scocciato, pensando che si trattasse di un qualche animaletto noioso che gli si era arrampicato addosso.
 
Invece vide la cosa che probabilmente lo frastornò di più in tutta la sua vita:
la mano sottile di Ichigo che gli accarezzava la pelle, scorrendovi sopra delicatamente la punta delle dita.
 
Kisshu si paralizzò, in preda ad un improvviso panico.
 
La ragazza stava percorrendo lentamente la lunga cicatrice che lo scontro di due settimane prima gli aveva lasciato sull’addome. Intanto, con i profondi occhi color cioccolata, seguiva rapita i movimenti delle sue stesse dita.
 
O è impazzita lei o sono impazzito io… si disse mentalmente l’alieno sbattendo due o tre volte le palpebre per essere sicuro di non avere le allucinazioni.
Fino ad un attimo prima è stravolta dal dolore… e adesso guarda te che…
 
Poi la ragazza staccò la mano dalla pancia e gliela infilò sotto la maglia.
 
Kisshu cominciò a sentire un gran caldo e realizzò che probabilmente la sua faccia doveva aver assunto la stessa tonalità dei ventagli di Pai. (rosso con macchiette viola. NdMe -.-)
 
Ichigo frugò un po’ sotto la stoffa, finché non trovò quello che cercava, ovvero l’altro sfregio provocatogli dal Cavaliere Blu, e si mise meticolosamente a percorrere anche questo salendo verso il collo.
 
Il ragazzo deglutì. Non è che fosse proprio (solo) imbarazzato, è che non sapeva davvero che fare.
O meglio, lui l’avrebbe volentieri lasciata continuare per ore, se non fosse che quello sfregare sulla pelle già provata era tutto fuorché piacevole.
 
Maledizione Ichigo… ci sono un sacco di altri punti sensibili ma meno fastidiosi da toccare… pensò a denti stretti, afferrandole la mano e sfilandola a malincuore da sotto la sua maglia.
 
La rossa lo guardò innocentemente, con l’aria di una che ha la testa tra le nuvole.
 
“Ma che accidenti fai? Tocchi?” le domandò, cercando si sembrare seccato.
 
A quella domanda, Ichigo sgranò gli occhi, ripiombando di colpo nella sua terribile realtà.
“NO NO NO NO NO NO NO!!!!” farfugliò concitatissima.
Diventò più rossa dei suoi capelli.
“Scusa! Io non volevo… mi dispiace mi dispiace”
“Mi dispiace… io-io ero curiosa… non volevo… non volevo…” continuò, ancora più fuori di sé.
 
“Eri… curiosa?” domandò lui incredulo. O_o”””
 
“Sì, cioè… No! Cioè… Non farti strane idee!” sbottò la ragazza.
 
Kisshu le lasciò la mano, perplesso.
Ma che razza di curiosità sono queste? Si domandò.
“Beh, lascia perdere! Non sei capace, sei fastidiosa!” aggiunse poi con aria scocciata, ricordandosi che aveva un’immagine da difendere… -_-“
 
Ichigo si girò dall’altra parte, voltandogli furiosamente le spalle. Vide che si stava dimenando in preda all’imbarazzo, coprendosi il viso con le mani.
 
Scoppiò a ridere.
Quella era la situazione più ridicola che gli fosse mai capitata con una ragazza.
 
“Non ridere! Non c’è niente da ridere! E’ una cosa tragica!” sbottò lei, esasperata, senza voltarsi.
 
Kisshu la osservò un po’ di sottecchi, trattenendo le risate.
Tutto quell’inaspettato toccare aveva risvegliato le sue già-poco-sopite fantasie.
E poi Ichigo era talmente imbranata che faceva solo venire voglia di stuzzicarla ancora di più.
 
Si spinse di fianco a lei, poggiandosi sui gomiti e la fissò da sopra la sua spalla.
“Hai ragione, è una tragedia!” le disse, cercando di assumere un tono serissimo.
La ragazza si voltò appena verso di lui, frastornata.
“Ma se vuoi…” continuò, abbassando la voce e sfiorandole la spalla nuda con le labbra. “Ti insegno io…”
 
Ichigo si limitò a guardarlo, senza dire una parola.
Non si mise ad agitarsi ancora di più in preda all’imbarazzo. Non lo cacciò nemmeno via.
Non fece proprio nulla di nulla.
Assolutamente niente.
 
Il cuore di Kisshu perse un battito.
Rimase a fissarla incerto. Lui stava scherzando…
Forse, Ichigo… no?
 
Impossibile…
 
Combattendo contro l’emozione provocatagli da questa realizzazione, tentò di recuperare il suo proverbiale sangue freddo.
Se era la volta buona che Ichigo non lo respingeva, tanto voleva fare le cose fatte bene…
 
La tirò verso di lui, facendola voltare completamente.
La vista di quella ragazza, totalmente abbandonata tra l’erba, che lo fissava con quei due bellissimi occhi inquieti e le guance arrossate, gli facevano girare la testa…
Si avvicinò per baciarla…
 
…No…
 
Si fermò.
 
…posso fare di meglio…
 
A pochi centimetri dal suo viso, passò allusivamente l’indice dalle sue labbra a quelle morbide della ragazza, facendogliele dischiudere appena, poi continuò a scorrere con il dito il profilo di Ichigo, scendendo lungo il collo, tra il seno e lungo la pancia, mentre lei assecondava impercettibilmente i suoi movimenti.
Si fermò titubante sul bordo dei pantaloni.
Non voleva ammetterlo ma stava venendo il batticuore anche a lui…
Si concesse finalmente di baciarla, posando appena le labbra sulle sue.
 
E menomale che doveva essere uno scherzo… pensò, mentre si scostava da lei, più turbato di quanto potesse prevedere. (*)
 
Quando riaprì gli occhi, Ichigo riuscì a sbalordirlo di nuovo.
“Ah, questa poi!” esclamò. “Ti sei emozionata così tanto?” le domandò interessato.
 
La ragazza, che sembrava decisamente scossa, riuscì solo a sillabare un: “Uh? Cosa?”.
 
“Se non ricordo male, ti succede quando ti emozioni…” provò.
 
“EH? Ma di che accidenti stai parlando?” strillò lei, recuperando un minimo di senso della realtà.
Poi la vide portarsi le mani alla testa, tastando le orecchie da gatto che le erano spuntate.
“Le… l-le… o-ore-orecchie…??? Le o-orec-orecchie da g-gatto?” disse farfugliando.
Sbiancò.
 
Con un urlo disumano, che per poco non faceva morire di paura Kisshu, Ichigo balzò in piedi e iniziò a girare in tondo come una pazza furiosa, continuando a gridare.
“TU! COME HAI POTUTO?” sbraitò, puntando il dito contro l’alieno che la guardava sconvolto, ancora accoccolato per terra.
“QUESTO non doveva più succedere!!!! Hai capito? QUESTO non doveva più succedere!!!!! Con Aoyama-Kun non era più successo! Invece con te, bastardo! COME HAI POTUTO???”. Prese a cercare furiosamente di nascondersi le orecchie con le braccia ma queste spuntavano comicamente da tutte le parti, assieme alla coda che si agitava nervosamente.
 
Kisshu si ripeté l’ultima frase della ragazza, ponderando.
“Ah, con Aoyama-Kun non succedeva più” borbottò.
 
“ESATTO! NIENTE più orecchie, NIENTE coda, NIENTE di NIENTE!!!” Ansimò Ichigo tremando di rabbia.
 
“Capisco… Niente di niente” mormorò Kisshu. “Qualcosa vorrà pur dire…”
Un ghigno soddisfatto si stampò sulla sua faccia, mentre guardava allusivamente la ragazza.
 
“CHE HAI DA SORRIDERE A QUEL MODO?” sbottò Ichigo.
Ma poi la rossa sgranò gli occhi, accorgendosi di cosa aveva appena ammesso…
…Lui era in qualche modo più emozionante di Aoyama-kun? (**)
 
Detto così, da lei, era davvero il massimo…
 
“Sei proprio geniale Ko-Neko-Chan, quando ti impegni” esordì allegro l’alieno, saltando in piedi e dandogli un paio di buffetti sulla testa.
 
Lei lo fissò boccheggiando come un pesce, senza riuscire a mettere di fila due parole di senso compiuto.
 
“Ma ora mi sono stancato di stare qua, vai a riprenderti la tua roba che ce ne andiamo!” aggiunse lui, sbrigativo, dandole le spalle per non farle vedere quel sorrisetto da ebete che gli si era stampato in faccia… -_-“
 
Ichigo, dopo una lunga attesa in cui probabilmente cercò di riacquistare le proprie facoltà mentali, si incamminò lungo il corso del fiumiciattolo, lasciandolo solo.
 
Quando fu sparita dalla sua vista, l’alieno si lasciò ricadere a sedere per terra.
Non era sicuro di stare proprio bene neppure lui…
 
Ichigo si era appena lasciata baciare…
E si era pure emozionata…
E si era emozionato anche lui…
 
Tutto questo non doveva succedere…
Era talmente strano da essere quasi… spaventoso…
 
Ok… Era quello che desiderava ardentemente da mesi… ma lui si era lentamente convinto che non sarebbe mai potuto accadere… almeno non in quel modo!
E poi… e poi non era da lui agitarsi così! Erano sempre state le ragazze ad turbarsi… mentre lui si limitava a divertirsi da matti a guardare le loro espressioni stralunate ed impaurite mentre le baciava…
Ora, invece…
 
…Perché cavolo non riusciva a levarsi quel sorriso cretino dalla faccia??? >___<

 
***


Io ci rinuncio… sto perdendo la testa…
Kisshu si alzò frustrato, spegnendo con un paio di pedate quello che restava del fuocherello, poi prese a spazzarsi l’erba dai vestiti.
 
In quel momento riapparve Ichigo, trottando frettolosamente lungo il pendio che costeggiava il fiumiciattolo.
Con i suoi vestiti addosso stava molto meglio. Rispetto al mattino, sembrava un'altra: aveva ripreso il suo bel colorito roseo e il suo sguardo vivace.
 
Si fermò con il fiatone a pochi passi da lui. Era stata stranamente veloce a cambiarsi…
“E-eccomi… andiamo!” gli disse, porgendogli i vestiti che gli aveva prestato.
La scrutò attentamente… aveva qualcosa di strano… sembrava nervosa.
 
Prese il pacchetto dalle sue mani e si accorse che le tremavano leggermente.
Un campanello d’allarme scattò nella mente di Kisshu.
Un “Cosa mi nascondi bambolina?” gli scappò dalle labbra.
 
Ichigo sbiancò. “N-niente… Nulla di nulla. Perché?” farfugliò.
 
Era la prova che stava palesemente fingendo.
“Fai pena a mentire…” le disse gelido.
 
La ragazza distolse lo sguardo e iniziò a fissare per terra, irrequieta. “Ti ho detto che non ti nascondo nulla! E poi cosa potrei mai avere da nasconderti?” provò lei.
 
Kisshu si innervosì. Odiava quando le situazioni non erano pienamente sotto il suo controllo.
E poi, davvero, che cavolo poteva aver mai Ichigo da nascondergli adesso?
La afferrò impulsivamente per un polso. “Te lo caverò di bocca, sai? So essere molto persuasivo se voglio…” le disse, arrabbiato.
 
Ichigo lo fissò di nuovo terrorizzata.
 
Ecco… stava rovinando tutto un’altra volta…
 
Cercò di calmarsi.
Cosa ti importa Kisshu di cosa passa per la testa a questa ragazzina? Si disse.
Magari sono problemi suoi… o magari sta pensando a prima….
 
Quest’ultimo pensiero lo sollevò un po’. Poteva provare a fidarsi. Infondo Ichigo l’aveva fatto con lui, quel giorno…
Sì… si sarebbe fidato… e per lui era già un grande passo.
 
Guardò Ichigo, abbozzando un sorriso: “No, non è vero… non me ne frega niente, gattina”. Quindi la teletrasportò di nuovo nella sua dimensione.

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Pai: Ecco… a forza di sbavare ha fatto andare in cortocircuito un’altra tastiera…
Autrice: Non ci posso fare niente! Ma dico: t’immagini essere al posto di Ichigo?
Pai: Fortunatamente NO!
L’autrice continua a sbavare come un lama… -___________-“”””””””””””””””
 
Note:
 
(*) Kisshu: Non solo turbato… anche qualcos’altro, gente…
Autrice: (con martello da 100 Kg in mano) KISSHUUUUUU! Non dire certe cose!!! Ma non hai un minimo di autocontrollo???? >__<
Kisshu: (con sguardo innocente) Ma perché scusa? Non era una Nc17 questa? Finora non è successo nulla…
Autrice: No, alla fine è diventata una R! Infatti ho detto che era una FF violenta ed allusiva, non porno!
Kisshu: Che cavolo… così neanche in questa si combina niente… ma perché le mie fan non sono come quelle di Shirogane??? PERCHE’?????? E’ UN INGIUSTIZIA BELLA E BUONA QUESTA!!!!!
Autrice: Sta calmino, Ki-chan! La FF non è ancora finita… e Ichigo piano piano ci sta cascando… pazienta… pazienta… e te la metto tra le tue braccia su un piatto d’argento… ^o^
Kisshu: Sarà meglio per te, Autrice! (sparisce)
Autrice: E-ehm… c-cos’era quella? Una… minaccia??? O_o”
 
(**) Scusa Ki-chan… mi dispiace incrinare il tuo entusiasmo, ma devo dirti che non ci vuole molto ad essere più emozionanti di quell’ameba lessa…! -_-

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Capitolo 18
*** === Intermezzo 2 - Un Segreto === ***


16bis.Intermezzo N°2 - Un Segreto

Ciao a tutti!!!!
Ci ho messo tantissimo ad aggiornare p... >>clicca qui<< x leggere il resto!
(ovvero le risp alle vostre numerose recensioni!) ^^

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Intro al Capitolo: Dopo questa lunga pausa di riflessione… mi domando: che fine hanno fatto le Mew Mew?

~ Rullo di tamburi…~

Eccole qua!

(Ma come faccio ad essere così cretina?)
-_-

*** Un Segreto ***
~ * ~
Intermezzo n°2

Ichigo gli aveva appena riattaccato il telefono in faccia.
Ma era viva e dalla sua voce squillante sembrava che stesse anche bene.
Eppure la cosa che frastornava di più Ryou era che per la prima volta lei lo avesse chiamato per nome. (*)
 
Guardò per un attimo il costosissimo telefonino che teneva ancora in mano, dipinto di un abbacinante grigio metalizzato con le rifiniture di un distinto blu petrolio… 100.000 yen della migliore tecnologia giapponese compattati in una linea slanciata ed elegante… solo 45 mm X 83 mm X 23 mm, appena 89 grammi di peso… (**)
…a che cavolo gli serviva, visto che parlava sempre e solo con Keiichirou???
 
Ricompose velocemente il numero della ragazza e si portò di nuovo il cellulare all’orecchio…
 
Fece un paio di squilli poi…
Dava occupato…
Ichigo aveva respinto la chiamata.
 
Che idiota che sono…
 
Era ovvio che avesse riattaccato! Gli aveva appena dato la conferma di essere stata rapita! Mica poteva stare a chiacchierare al cellulare!
 
Rapita…
 
Gli passò un brivido per la schiena.
E se ora, per colpa sua, il rapitore avesse scoperto che Ichigo aveva appena telefonato a qualcuno?
 
Merda…
 
Ma come gli era saltato in mente?
Non era da lui.
Ryou Shirogane ragionava prima di fare qualcosa, aveva sempre il pieno controllo delle sue azioni! (Sì, come no! NdMe)
A parte quando Ichigo lo faceva uscire di testa, ovviamente… (Ah! Ecco! Ri-NdMe)
 
Uscì velocemente dalla cucina, per entrare nella sala principale del Caffè Mew Mew.
Era pomeriggio ed il locale era già stracolmo di gente: liceali ancora in vacanza da scuola, universitari che stendevano tappeti di libri sui microscopici tavolinetti rosa, coppiette che tubavano tenendosi per mano, un paio di madri esasperate con i loro figli, un gruppetto di ragazzi in un angolo che puntavano altri gruppetti di ragazze in un altro angolo, alcune vecchiette che cianciavano ingobbite sotto il peso dei loro scialli di lana sciupata… E poi tutto quel parlare, quel ridere, quei piatti che cocciavano sui tavoli, quei bicchieri di vetro che tintinnavano tra loro, i cucchiaini che stridevano nelle tazze, i bambini che strillavano… una confusione assordante che gli rimbombava in testa e si sommava al caldo afoso causato dal riscaldamento troppo alto… (***)
 
Ma perché ho aperto un Caffè???
Sarà stata la millesima volta che se lo domandava.
 
Mentre il biondino era assorto in questi suoi quesiti esistenziali, Retasu gli passò velocemente davanti, investendolo con il profumo delle cioccolate fumanti che reggeva su un vassoio.
La afferrò per una spalla.
La ragazza si voltò e lo guardò sconvolta, poi le sue guance si colorirono di un bel rosso vivo, che risaltò paurosamente contro al verde florido dei suoi capelli e della sua divisa.
 
“Ha appena telefonato Ichigo” la informò senza troppi riguardi Ryou, ignorando la reazione della ragazza. “Vai a dire a Keiichirou di occuparsi dei clienti, mentre tu e le altre venite un attimo di sotto”.
 
La cameriera in verdi annuì flebilmente e guizzò via, lasciandolo solo davanti alla porta a battenti della cucina.

 
***

 
Di sotto, nel laboratorio, era buio pesto, come al solito. Solo la luce gelida dei monitor rischiarava l’ambiente.
Ma infondo, non c’era molto da illuminare: a parte la scrivania con due sedie e alcuni scaffali contro la parete, quella stanza era enormemente vuota.
 
Minto, Retasu, Zakuro e Purin era impalate in mezzo al locale, sul lucido pavimento nero, in attesa.
 
“Ha telefonato Ichigo” ripetè Ryou, anche lui in piedi, ad un paio di metri da loro.
 
“Questo ce l’ha già detto Retasu!” sbottò Minto. “Dicci qualcosa che non sappiamo già!”
 
“Come sta Ichigo onee-chan?” la interruppe Purin.
 
“Non lo so… dalla voce sembrava stesse bene, ma era molto nervosa. Sembrava spaventata.” Spiegò brevemente Ryou.
Fissò per un attimo l’interessante punta delle sue scarpe. Aveva deciso di non dire nulla alle ragazze della chiamata che lui aveva fatto ad Ichigo. Sarebbe stato inutile ai fini del loro problema…
“Ha detto di essere stata rapita.” Continuò.
 
Retasu soffocò un grido, portandosi una mano alla bocca, mentre Minto e Purin si limitarono a sgranare gli occhi.
 
“Allora è vero… c’è un nuovo nemico.” tagliò secca Zakuro, fissando gelidamente Ryou, come se avesse capito che gli stesse nascondendo qualcosa.
 
“No, non è detto. Ichigo non ha parlato di nulla del genere…” tentennò il ragazzo.
 
“Ma come? Ichigo onee-chan ti ha detto di essere stata rapita e non ti ha detto da chi?” chiese Purin, con la sua vocina insistente.
 
“Ha riattaccato di colpo il telefono. Però in effetti, sembrava che stesse per dirmi qualcosa sul suo rapitore…”
 
“Allora ti ha detto come si chiama? Chi è?” domandò nervosamente Minto.
 
“Chi…” mormorò Ryou, cercando di ragionare.
 
“Chi?” fece eco Purin.
 
“Sì… Chi…” ripetè Ryou, soprappensiero.
 
“Sì, CHI, esatto! Puoi renderci partecipe dei tuoi ragionamenti e dirci CHI è?” strillò Minto, esasperata.
 
Ryou si riscosse di botto, a sentire la bird-girl alzare così tanto la voce.
“Per favore, ragazze, non agitatevi!” disse seccato. “Intendo dire che prima di riattaccare Ichigo ha detto qualcosa che iniziava con Chi!
 
“Aaaaaah!” fece Purin, come se improvvisamente tutto avesse più senso. -_-“
 
“Potrebbe essere un nome, ma questo non ci aiuta molto…” considerò Minto. “Non mi viene in mente nulla…”
 
Zakuro prese ad lisciarsi una ciocca dei suoi opalescenti capelli neri, riflettendo.
“Che importanza ha? Se non lo conosciamo ancora, il suo nome non ci sarebbe di nessun aiuto!”
 
“Ehm... ragazzi…” bisbigliò Retasu.
 
“Però, potrebbe darci un’idea su come cominciare le indagini.” Osservò Ryou.
 
“Purin può andare per strada a fermare tutti i passanti e chiedere se il loro nome inizia per Chi!” esordì Purin, esaltata.
 
“Lascia perdere Purin, non servirebbe a niente!” disse Minto.
 
“Potremmo fare delle ricerche su internet…” ponderò Ryou, adocchiando il Pc.
 
“Ragazzi…” bisbigliò di nuovo Retasu.
 
“E se fosse un’organizzazione? Ci avete pensato?” propose Minto.
 
“Sì, potrebbe essere. Così sarebbe molto più facile trovarla…” riflette Ryou.
 
“RAGAZZI!!!” strillò Retasu.
 
Tutti si voltarono verso la tipa dai capelli verdi, confusi.
 
“Ecco… io…” farfugliò lei, rendendosi improvvisamente conto di essere al centro dell’attenzione. “Pensavo: e se Ichigo… se Ichigo fosse stata rapita da CHI-sshu?” (****)
 
“CHIIII?” fecero eco tutti i presenti.
 
Retasu si fece piccola, piccola, arrossendo. “sì… K-Kisshu…”
 
“Retasu, ma tu pensi prima di parlare?” sbottò Minto. “Ti ricordo che quel sadico invasato e i suoi amici se ne sono andati da settimane!”
 
“P-però io… scusami! Pensavo che fosse una buona idea!”
 
“Andati! Capisci? Volati via! Decollati! Sul loro pianeta ad anni ed anni luce di distanza dove non possono più infastidirci!” ribadì la bird-girl, irritata.
 
“Retasu, Minto ha ragione: il loro capo è morto, loro hanno ottenuto l’Acqua Mew… non è possibile che siano tornati! Non avrebbe senso! Io propongo di escludere questa ipotesi!” disse Ryou, con calma.
 
Retasu annuì tristemente.
 
Il biondino diede un’occhiata alle altre tre ragazze per vedere se anche loro erano concordi con le sue idee: Zakuro si limitò a guardarlo piattamente senza dire una parola, Minto annuì con convinzione e Purin…
 
“Purin?”
 
Purin guardava per terra con gli occhi sgranati.
 
“Purin, che hai?” domandò perplessa Minto.
 
La bambina fece improvvisamente un salto indietro e fece un largo, larghissimo sorriso... “Purin si è ricordata che deve andare a fare una cosa!” esclamò.
Quindi si gettò fuori dalla porta.
 
“Ma che…?” sillabò Ryou, allibito.
“Questo non mi piace per niente! Ragazze, vedete di recuperarla! Presto!”
 
Le Mew Mew rimaste obbedirono al suo ordine e si precipitarono mestamente dietro a Purin…

 
***

 
Molto, molto, molto tempo dopo, le quattro ragazze erano di nuovo radunate nel laboratorio.
Zakuro aveva un’occhio nero (-_-“) e Retasu non trovava più i suoi occhiali, ma Minto teneva una recalcitrante Purin per un braccio.
 
“Lascia andare Purin, Minto onee-chan!!!” strillò la bambina.
 
“No Purin! Ora ci spieghi perché sei scappata via prima!” la intimò Minto.
 
“NO!”
 
“Per favore Purin…” la supplicò Retasu, inginocchiandosi davanti a lei. “Forse può aiutarci a salvare Ichigo-san…”
Poi si accorse che quella che aveva di fronte non era Purin ma uno scatolone… (-________________-“”””)
 
“NO! NO! NO!”
 
Ryou si mise una mano dietro la testa, senza sapere che inventarsi.
“Dai Purin… se ce lo dici, chiedo a Keiichirou di prepararti il tuo dolce preferito! Ti va?” provò.
 
“No! Purin non si fa comprare con i dolci! Lasciatemi andare! Purin può risolvere il problema da sola!” sbottò.
Strattonò via il braccio dalla presa di Minto, ma rimase immobile dove si trovava.
 
“Purin! Io…” strillò Minto, ma fu interrotta da Zakuro che le posò una mano sulla spalla.
 
La bambina bionda fissava il pavimento, stringendo nervosamente i pugni.
“Gli alieni…” iniziò “Non sono andati via!”
 
“Cosa???” esclamò Ryou. “E tu come lo sai? No… aspetta… non dirmelo…”
 
“Taru-Taru viene a giocare con Purin e i suoi fratellini da giorni…” spiegò Purin.
 
“Ecco… l’ha detto…”. Ryou si sbattè una mano sulla fronte, incredulo.
Non sapeva se essere felice perché non c’era nessun nuovo nemico in vista o disperato perché quel tizio fuori di testa e i suoi amici erano ancora a zonzo sulla Terra con chissà quali poco rosee intenzioni…
 
“A Purin dispiace tanto di avervelo nascosto, ma Taru-Taru ha detto che sarebbe rimasto solo finché non avrebbero riparato l’astronave!”
 
“Ah! Così si spiega perché sono ancora qua: hanno avuto un guasto…” osservò Minto.
 
“Aspetta!” proruppe Ryou di colpo. “Hai detto che sarebbero rimasti qua finché non avranno riparato il guasto? Questo significa che tra poco ripartiranno… e quel bastardo si porterà via Ichigo! La vuole portare sul suo pianeta, ecco perché l’ha rapita! Maledizione…”
Si stava facendo prendere dall’ansia…
“Purin!” sbottò “Taruto ti ha detto quanto resteranno ancora?”
 
La bambina scosse la testa, mortificata.
 
“Potremmo non aver molto tempo!”
Il ragazzo si mise velocemente a riflettere. “Deve essere intrappolata in una di quelle dimensioni parallele, per questo il computer non la rilevava. Chiederò a Keiichirou di ricercare il segnale vitale di Ichigo su altre frequenze, così saremo almeno in grado di capire in che zona della città si trova… E poi ci vorrà del tempo per trovare un passaggio interdimensionale, a patto che ce ne sia uno… non sarà una passeggiata… potrebbero passare giorni! Diamine! Spero solo che gli alieni ne abbiano ancora per molto con quell’astronave…”
 
“Purin può fare di meglio!” lo interruppe la bambina, con determinazione. “Chiederà aiuto a Taru-Taru!”
 
I presenti si scambiarono un’occhiata.
Poteva anche funzionare…
 
“Quando rivedrai Taruto?” domandò il ragazzo.
 
“Io credo stasera, dopo la chiusura del Caffè…”
 
“Ok Purin, fa come credi. Intanto io e Keiichirou ci muoveremo nella direzione che vi ho appena illustrato!” disse Ryou.
“Per quanto riguarda voi ragazze: tenetevi pronte per questa sera! E ora tornate di sopra…” terminò, liquidandole sbrigativamente.
 
Le Mew-girls si avviarono su per le scale lasciandolo solo, mormorando sottovoce cose che il ragazzo non riusciva a capire.
 
Senza dar loro più peso, si avvicinò a grandi passi alla scrivania e afferrò la sedia, per accomodarsi davanti al computer, ma i suoi pensieri lo congelarono in quel gesto…
Era stato preoccupato per Ichigo da morire da quando era scomparsa, e ora, che probabilmente avevano scoperto dove si trovava, non riusciva assolutamente a sentirsi più sollevato.
 
A pensare con chi si trovava…
A pensare che era rimasta da sola con lui per due giorni…
 
Strinse le dita sullo schienale della sedia, per frenare l’ondata di rabbia che gli ribolliva dentro.
 
Cosa gli avrà fatto?
 
Un pensiero, un pensiero orribile si materializzò nella sua mente: l’Ichigo che stavano per andare a salvare…
Poteva non essere più la stessa che gli sorrideva con quell’aria ingenua e un po’ svampita fino a pochi giorni prima…
Poteva essere diversa…
 
“Shirogane?”
 
Si voltò appena verso la voce che lo aveva chiamato.
Si accorse che Zakuro non aveva seguito le sue compagne, come credeva, e ora lo fissava intensamente, con i suoi penetranti occhi blu notte, appoggiata allo stipite della porta del laboratorio.
 
“Devo avvisare Aoyama?” domandò infine la ragazza.
 
A quella domanda così inaspettata, Ryou fece un sorrisetto strano. “No… non siamo ancora sicuri di come stiano le cose. Non facciamolo preoccupare per nulla.”
 
Zakuro ricambiò appena il sorriso con uno sguardo d’intesa. Poi riassunse la sua espressione decisa. (*****)
“Credi che dovremo combattere di nuovo contro di loro?” chiese.
 
Il ragazzo si voltò verso il monitor del computer.
“Sì, penso di sì…”.
Poi si sedette finalmente sulla sedia e si mise a battere in fretta sulla tastiera, coprendo il rumore dei passi sicuri di Zakuro che si allontanavano lungo il corridoio.

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Non so perché Ryou mi venga sempre così svarionato in questa FanFic… oddio… forse un po’ lo è! Arrogante, impulsivo, in perenne lotta con sé stesso, ricco da fare schifo e nessun modo per spendere tutti quei soldi… ma ha un’idea di cosa vuole dalla vita? Secondo me un po’ se la racconta… ^_^ (ora le fan mi scuoiano e fanno tappetino per il Caffè Mew Mew con la mia pelle… -_-)

Note:
 
(*) Ichigo ha chiamato Ryou… beh… “Ryou” anziché Shirogane, come al solito. (Ved Cap7). In Giappone questo è segno di GRAAAAAAAANDE confidenza, specie se è una ragazza a farlo! Pensate che in un anno che si conoscono, la rossina non ha ancora chiamato neppure il suo ragazzo per nome! E brava Ichigo svampita: prima le scappano le mani… poi le scappano le parole di bocca… un corso di autocontrollo no, eh? -___-“
 
(**) Scusate… troppe pubblicità in Tv sui cellulari… lavaggio del cervello… ho bisogno di un cellulare nuovo… ho bisogno di un cellulare nuovo… ho bisogno di un cellulare nuovo… ho bisogno di un cellulare nuovo… non lo cambio da 1 giorno, 7 ore e 43 minuti… ho bisogno di un cellulare nuovo… ho bisogno di un cellulare nuovo… hai visto l’ultimo… sì, quello della ***Biiiiiip***? Ha una funzione di ultima generazione che, una volta provata, non ne puoi più fare a meno! Ora ti spiego: tu mandi un MMS al centro servizi digitando **49278362#2123335##8746534271*546* e, per soli 45 Euro, automaticamente il forno di casa tua si accende e ti mette a cuocere il pollo! Pensa che ci mette anche gli odori e, se vuoi, inforna anche le patate!!!! FANTASTICO!!!!
…Ah… ma è vero… c’è l’influenza aviare adesso… niente pollo… sigh…
(STA DELIRANDO DI NUOVO! NdKisshu-che-non-so-che-ci-fa-in-questo-capitolo)
CMQ 100.000 Yen sono all’incirca 750 Euro. ^o^
 
(***) Ok… si vede che aver fatto la cameriera per tre mesi mi ha traumatizzato, vero?
 
(****) Io ho la fissa per i giochi di parole CRETINI…
 
(*****) Beh? Ryou e Zakuro non possono essere un po’ stronzi? Eh eh eh eh eh…

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Capitolo 19
*** Capitolo 8 - Qualcosa di Buono - By ICHIGO ***


17.Capitolo8 - Qualcosa di Buono - By Ichigo

Buuuuuuh uh uhuhuh! EFP è tornato! ÇvÇ Ormai stavo in crisi d'astinenza... XD
Vi dirò la verità: di qui in poi inizia la vera e propria "parte finale" della storia, ed a me non piace per niente come mi è uscita, tanto che il black out del sito mi era parso quasi un provvidenziale invito divino a NON postarla più... ma non mi sembrava molto corretto nei vostri confronti... ^^" così ora vi lascio al capitolo nuovo, che avete atteso per 20 giorni...


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Per leggere le note cliccate sul simbolo, x es: (***) e finirete in fondo alla pagina. Quando avete letto, cliccate di nuovo sul simbolo che troverete e... magia: tornate al punto del capitolo in cui eravate rimasti! Potere del FrontPage... ^o^

Intro al Capitolo: Uff… questo capitolo è stato difficilissimo da scrivere!
Il riferimento non è alla nota marca di cioccolatini tondi con carta dorata (Boooooni!), ma al “Qualcosa di Buono” del Capitolo 6 (e della puntata 51)… beh, ecco, la situazione sarà un po’ equivoca, ma non pensate troppo male! In origine non volevo riferirmi a “quello”… è che poi, scrivendo… la situazione mi è un po’ scivolata di mano… ^_^””””

*** 8. Qualcosa di Buono ***

~ * ~

By Ichigo

I raise my hands and I surrender
'Cause your love is too strong, and I can't go on
Without your tender arms around me
I raise my hands and I surrender  
I don´t wanna resist, 'cause your touch and your kiss
Have shattered my defenses
I surrender
I surrender to this feeling in my heart
I surrender to the safety of your arms
To the touch of your lips
To the taste of your kisses

Poichè il tuo amore è troppo forte, e io non posso andare avanti
Senza le tue tenere braccia attorno a me
Alzo le braccia e mi arrendo
Non voglio resistere, perché il tuo tocco e il tuo bacio
Hanno infranto le mie difese
Mi arrendo
Mi arrendo a questo sentimento nel mio cuore
Mi arrendo alla sicurezza delle tue braccia
Al tocco delle tue labbra
Al sapore dei tuoi baci

(Surrender, Laura Pausini)



Si rimaterializzarono nella stanza di Kisshu. Ichigo si trascinò velocemente sul letto, prima che le gambe la abbandonassero definitivamente.
Non sapeva se dare la colpa allo spavento che aveva avuto qualche secondo prima o alla sensazione orribile che il teletrasporto provocava al suo stomaco.
Non appena la superficie salda del letto le diede sostegno, non riuscì a trattenere un sospiro liberatorio.

L’alieno poggiò il pacchetto dei vestiti in un angolo e si avvicinò a lei con aria tranquilla.

“Allora Ko-Neko-Chan, cosa…” iniziò lui.

“KISSHU!” si sentì urlare.

Il Kisshu in questione diventò, se possibile, ancora più pallido, e si irrigidì come se qualcuno gli avesse appena tirata una pugnalata alle spalle.

“KISSHU? Sei tornato?”.
Ichigo riconobbe la vocetta acuta di Taruto provenire da fuori la porta.

Prima che la ragazza potesse reagire in alcun modo, Kisshu le buttò addosso una coperta alla velocità della luce e si precipitò verso la porta.

Ichigo, dal canto suo, si avvolse sotto la suddetta coperta cercando con tutte le sue doti artistiche di imitare, in modo convincente, un letto.  -____-“
Poi sollevò appena un lembo della stoffa per scrutare cosa stava avvenendo.

“Sono ore che ti cerco! Ma dove eri finito?” domandò Taruto, senza che la ragazza riuscisse a vederlo, da quell’angolazione.

“Da nessuna parte. Nulla di interessante per un bambino!” tagliò secco Kisshu.

“Io NON sono un bambino!” strillò Taruto. “E poi chi c’è là dentro? Ho sentito che parlavi con qualcuno!” continuò il giovane alieno, affacciandosi con la sua faccia paffutella alla porta.

“Non c’è nessuno là dentro” esordì Kisshu, palesemente nervoso, mentre si appoggiava con il braccio allo stipite della porta in modo da bloccarne l’ingresso.

Taruto rimase un po’ in silenzio. “Ah, ho capito…” iniziò “…stai facendo una delle tue solite porcate!”

“Io non faccio porcate!” sbraitò l’alieno dagli occhi dorati.

“Certo, certo… come quella volta che Pai ti ha beccato a…”

“Sta zitto, moccioso!” lo interruppe un agitatissimo Kisshu. “Non osare mai più dire una cosa del genere o ti uso come lettiera per chimeri!”

Taruto sghignazzò e poi disse qualcos’altro che Ichigo non riuscì ad afferrare perché evidentemente si era allontanato troppo.

Continuò a sentirli litigare ancora un po’ senza riuscire più a capire che dicevano, finché calò il silenzio.


***


“Devono essersene andati…” constatò la ragazza, poco più tardi. “Per fortuna non mi ha visto! Se mi scoprissero…”

Già le bastava dover aver a che fare con Kisshu… ci mancavano anche i suoi due amici!

E poi Taruto non le era mai piaciuto. Non solo perché la chiamava gentilmente “Vecchiaccia”, ma soprattutto perché, anche se era ancora un bambino, aveva una certa vena sadica poco rassicurante.
Pai invece le metteva semplicemente i brividi, con quel suo sguardo freddo… aveva sempre avuto il terrore che da un momento all’altro, da quella sua mente calcolatrice, potesse saltare fuori qualche piano talmente complesso da irretire tutta la squadra delle Mew Mew senza che loro cinque avessero il tempo di accorgersi di nulla…

Ma in realtà quello che le faceva più paura di tutti, era sempre stato Kisshu, specie quando aveva quei suoi scatti da individuo mentalmente instabile o quando le diceva quelle frasi a doppio senso… per non parlare delle volte che la fissava con insistenza, senza che Ichigo potesse capire se meditasse di farla fuori o avesse altre idee poco carine su di lei…

Rabbrividì, avvolgendosi di più nella coperta.

Non era vero che era una ragazza poi così forte come dicevano le sue amiche…

In quel momento avrebbe voluto che il Cavaliere Blu apparisse lì, la prendesse tra le sue braccia robuste e le sussurrasse all’orecchio con quel tono seducente “Io sono tuo. Sono nato per proteggerti”.
Ichigo arrossì al ricordo.
Peccato che il Cavaliere Blu se ne fosse andato insieme a Profondo Blu.

Chissà se Aoyama-Kun vuole ancora proteggermi, ora che il Cavaliere blu è svanito…

Ci rifletté un po’ sopra: si accorse che era difficile capire quanto del ragazzo che conosceva fosse realmente Aoyama e quanto fosse frutto di altre strane identità.
“Uhm…” ponderò la rossa “Se Profondo Blu se n’è andato, allora anche il Cavaliere Blu se n’è andato, allora Aoyama-Kun non vuole più proteggermi…”
“Ma se il Cavaliere Blu è rimasto, allora anche Profondo Blu è rimasto, quindi lui vuole ancora uccidermi…”
“Ma come fa a volermi uccidere e proteggermi allo stesso tempo???”  @_@
“E poi perché dovrebbero essersene andati tutti e due contemporaneamente?”  @_____________@
“IO NON CI CAPISCO PIU’ NIENTE!” sbottò, scoprendosi di botto poiché le era venuto troppo caldo.

Quindi abbracciò la coperta come era solita fare con il suo cuscino a casa, per riflettere meglio (WOW! NdMe) e iniziò a dondolarsi a destra e a sinistra.

“Certo che sono qui solo da due giorni e Kisshu è già riuscito a baciarmi due volte…” osservò mestamente.
“E prima io… io non mi sono nemmeno opposta! Finora una cosa del genere mi era successa solo con Shirogane…”

“Non è che mi sono semplicemente –non opposta-…”
“Io…”
Aveva paura a dire quella frase.
“Io… mi è piaciuto!”
Arrossì, stringendo più forte la coperta.
“Come è possibile che mi sia piaciuto così tanto?”

Era tutto così confuso e senza senso…

“Io però non voglio andarmene via! Voglio tornare a casa, voglio tornare dai miei amici, dalla mia famiglia!”
“Non voglio che Kisshu mi porti via…” mormorò Ichigo. “Almeno di questo sono sicura!”


***


Ichigo aveva da poco finito di mangiare il resto del bento che l’alieno le aveva portato il giorno prima. Aveva un sapore un po’ stantio ma era troppo affamata per badarci.
Chissà a chi l’ha rubato… si domandò scocciata.
Erano passato diverse ore da quando lui e Taruto se ne erano andati e passare un altro pomeriggio da sola in quella stanza vuota e triste l’aveva annoiata a morte. Per un attimo aveva anche pensato di uscire di nuovo, ma temeva che avrebbero potuto vederla.
E poi quel cielo verde brillante le metteva un’angoscia terribile…

Quando, poco dopo Kisshu riapparve dalla porta, aveva i vestiti sporchi di macchie nere e una strisciata scura sulla guancia destra, sommate ad un’aria molto scocciata.
“Scusami bambolina, si ti ho fatto aspettare” esordì. “Vedo che hai cenato senza di me, grazie!”

“Avevo fame…” ribatté la rossa senza interesse.

L’alieno si sedette di fianco a lei e prese a contemplare le macchie sui suoi vestiti.
“Pai ha voluto una mano a riparare lo stabilizzatore dell’astronave. Guarda come mi sono conciato…” sospirò.

“Comunque, fra poco avrà finito di aggiustarla, Ko-Neko-Chan… così potremo partire” le disse.

A quelle parole, Ichigo si sentì gelare.
“P-partire? Fra poco? Ma allora… vuoi davvero portarmi via?” farfugliò. “Kisshu, io non voglio! Non voglio andare sul tuo pianeta!”
Si mise a pregare con tutto il cuore che Shirogane arrivasse a tirarla via di lì in tempo…
era sempre così maledettamente intelligente… doveva riuscire a capire dove si trovava!
Sì… ci sarebbe riuscito… certamente…

Fu Kisshu a riscuoterla da quell’attimo di panico in cui era sprofondata, mormorandole, a mezza voce: “Nemmeno io vorrei tornare…”

La rossa sollevò un sopracciglio, scossa. “Come?” domandò, pensando di aver capito male.
Poi, siccome lui non le rispondeva, tentò di nuovo: “Vuoi restare sulla Terra?” gli chiese.

“No, questo posto mi ha stancato. Tutti questi alberi e quel cielo azzurro, un po’ fa caldo, un po’ fa freddo… e poi sempre a vedere solo Pai e Taruto tutti i giorni, sai che noia? E soprattutto la cucina, fa schifo!” le rispose, con una risatina nervosa.
“Voglio vedere di nuovo la mia casa… e altri individui che non siano diversi da me…”

“Quello che dici non ha senso…” constatò la ragazza, confusa. “Perché allora non torni sul tuo pianeta?” domandò timidamente.

Kisshu si mise a giocherellare nervosamente con uno dei nastri del suo vestito.
“Lascia perdere Micetta… Parlarne non serve a niente. Non sforzare la tua bella testolina rossa…” tagliò corto, come se lei avesse appena fatto la domanda più insignificante della Terra…

Insignificante un corno!
Ci andava di mezzo il suo futuro!
“E NO! Guarda che mi sono stancata di questa storia che sono cretina! E’ diventata banale!” sbottò, oltretutto risentita di essere trattata in quel modo da ogni ragazzo che conosceva (XD). “Ora tu finisci il discorso e cerchi di spiegarti!”

Il giovane alieno, invece, non la degnò di risposta e si alzò di scatto, allontanandosi speditamente a grandi passi.
Ma poi si fermò, al centro della stanza, tirando un sospiro decisamente pesante che la lasciò perplessa.

“Beh? E’ così difficile?” domandò Ichigo.

Dopo un silenzio stranamente lungo, vide Kisshu portarsi una mano dietro al collo, in un gesto nervoso che sembrava accompagnare qualcosa di peggio dell’imbarazzo.
“Quando torneremo… quando torneremo, non saranno contenti, credo” iniziò, incerto. “Non sarà contento nessuno”.

Si voltò di nuovo verso di lei e le si avvicinò, posando le mani sul letto ai suoi fianchi ed avvicinandosi più del dovuto al suo viso.
“Sul mio pianeta credevano molto in Profondo Blu e non saranno felici di rivedere quelli che hanno aiutato i terrestri ad ucciderlo.”
“Specialmente non saranno contenti di vedere me” aggiunse.

“Ma voi avete l’Acqua Mew, con quella salverete il vostro pianeta!” ribatté la rossa, mentre cercava di tenersi a debita distanza.

“L’Acqua Mew può salvare molte vite, ma non so se sia in grado di risolvere il problema del mio pianeta. Ti ho spiegato cosa sta accadendo e non mi pare che tra i poteri di quel cristallo ci sia quello di cambiare l’orbita di un intero corpo celeste…”

Ichigo si ammutolì, spiazzata, incapace di trovare una soluzione al problema.
Quindi… l’Acqua Mew che avevano tanto cercato… era inutile?
E loro… stavano tornando a casa a mani vuote?
No, peggio: stavano tornando a casa dopo aver eliminato l’unica speranza di salvezza per quella gente…

“E cosa pensi che ti faranno?” domandò incerta.

Lui non le rispose.

E lei si sentì improvvisamente terrorizzata, realizzando con più chiarezza il significato di quelle parole.
“E se tu mi porti sul tuo pianeta, cosa faranno a me? Cosa ne sarà di me?” strillò, mentre il desiderio di fuggire da quel posto si impadroniva nuovamente di lei.

Inaspettatamente, Kisshu la tirò in piedi e se la strinse tra le braccia, bloccando sul nascere tutti i suoi propositi di fuga.
E per un breve istante, mentre lei aspettava immobile ed intimorita la prossima mossa del ragazzo, le parve di scorgere un velo di paura nello sguardo sempre così inquieto dei suoi occhi color oro. Ma fu solo l’illusione di un attimo, prima che lui poggiasse la fronte contro la sua.
“Non so cosa mi succederà…” le sussurrò. “Però Ichigo, tu sei la mia bambolina speciale… e se venissi via con me… ti giuro che non lascerei che ci accada nulla di male, perché io… ti amo…”

Ichigo si divincolò dall’abbraccio e fece qualche passo indietro disorientata, mentre l’alieno la osservava tristemente.
“Tu… tu non puoi proteggermi contro un pianeta intero!” farfugliò “E poi non dire che mi ami! Non sai cosa vuol dire! Sei solo capace di pensare a te stesso…”

Per tutta risposta, lui fece un sorrisetto. “Oh… Immagino che tu abbia le idee chiare…”

“Certo! Se io amo qualcuno, significa che questa persona è la cosa più importante che ho al mondo, la più meravigliosa, quella che da forza alle mie giornate! E per lui, sono pronta a mettere a disposizione tutta me stessa, a curarmi dei suoi problemi, a condividere i suoi desideri e le sue passioni e se necessario, sono pronta anche a sacrificare le mie aspirazioni e le mie pretese se vanno contro la sua felicità...”

“E non dico la felicità di un attimo, come credi tu, ma voglio vedere questa persona felice il più a lungo possibile, realizzato nella sua vita…” affermò con convinzione Ichigo. “Tu stai facendo tutto il contrario!” (*)

“Che idea deprimente!” la interruppe Kisshu.

“E-eh?”

“Sì, sei proprio deprimente gattina. Ti facevo più vitale!” disse lui, sedendosi di nuovo sul letto.
“L’amore… un sacrificio? Ma dai! Non renderai felice proprio nessuno in questo modo! Chi vorrebbe stare vicino ad una persona che… che si butta via così?”

La rossa gli rivolse un’occhiata obliqua. Lei non si stava buttando via…
“E dunque?” domandò, desiderosa di conoscere le sue teorie.

“E dunque la vita è breve, dovresti averlo capito. Se vuoi veramente fare felice qualcuno… e se vuoi essere felice anche tu, puoi fare una cosa sola: devi dare il MASSIMO e devi darlo ORA! Che t’importa di cosa succederà dopo? Lo sai che potrebbe crollarti il mondo addosso da un momento all’altro, no?” sogghignò. (**)

Ichigo si sedette di nuovo sul letto, diffidente. Quel modo di pensare le sembrava così triste e scoraggiante… Però...

I suoi pensieri corsero ancora una volta al suo Aoyama-Kun, che si era sacrificato tutta la vita per soddisfare le aspettative delle persone attorno a lui, per renderle felici. Ma si era sempre comportato così per sfiducia verso di loro, non certo per amore… A prova di ciò, mentre viveva in questo modo, dentro il cuore del ragazzo cresceva l’incarnazione dell’odio…

E lei… tutte le volte che lei, per fargli piacere, per stare con lui, si era annoiata a morte o aveva dovuto impersonificare un’ideale di ragazza perfetta che non aveva nulla a che fare con il suo vero carattere, sentendosi costantemente inadeguata e mortificata…?
Lei voleva fare di più, aveva di più da offrire… era qualcosa di più che sorrisi, modi gentili, guance arrossate e una bella testolina vuota!

Kisshu la guardò con un sorriso che per la prima volta le parve veramente dolce. “Gattina… non preoccuparti Tu dai sempre il massimo, solo che non te ne accorgi! Altrimenti non mi sarei mai innamorato di te!” le disse.

La ragazza ricambiò il sorriso, imbarazzata.
Quello era il primo vero complimento che le faceva. Ed era veramente un bel complimento…
Possibile che, in quel frangente orribile in cui si trovava, avesse ancora voglia di perdere il suo tempo dietro a lei, che non ricambiava minimamente i suoi sentimenti? Possibile che lui la trovasse davvero così importante?

“Sai, forse… ma solo un pochino… sei meglio di quanto credessi” ammise timidamente Ichigo.

“Io sono molto meglio di quanto credi” sbottò lui, decisamente allegro, saltando in piedi.

Ichigo trasalì, colta alla sprovvista, mentre lui l’afferrava saldamente per la vita e la sbatteva contro al muro, intrappolandola con le braccia.

“N-no…” protestò spaventata.
Cercò freneticamente di allontanarlo via da sé, spingendo le mani sulle sue spalle, ma non ottenne nessun risultato.

“No? No cosa?” le chiese lui, premendola di più contro al muro.
Rabbrividì, dandosi della stupida per essersi lasciata scappare quelle parole, mentre gli occhi del ragazzo scorrevano su di lei e la studiavano tanto approfonditamente da farla sentire del tutto inerme...

Poi si avvicinò per baciarla… di nuovo…
Ecco… pensò la rossa con il cuore in gola, strizzando gli occhi.
D’impulso si protese in avanti per prepararsi a riceve l’ennesimo, angosciante bacio quando…
Lui si tirò indietro.
Ma che diamine…?

Kisshu fece uno dei suoi sorrisetti. “Ah… quindi, il bacio di oggi… ti è piaciuto davvero!”.

Non è vero…
Non l’aveva fatto apposta…
Arrossì terribilmente e abbassò lo sguardo, smarrita.
Chissà adesso che si sarebbe messo in testa…

Lo vide avvicinarsi per la seconda volta.
“Allora… te ne do un altro…” le sussurrò sulle labbra.
E le giocò di nuovo quello stupido scherzo…

Ichigo fu presa dall’improvviso desiderio di sprofondare…

“Sai…” le disse Kisshu, prendendole le mani che lei teneva ancora appoggiate sulle sue spalle. “Così mi piaci molto di più”.
Quindi gliele guidò tra i suoi capelli rossi, finché le sue dita non incontrarono le due orecchie feline che le erano spuntate.

“Però, un po’ di tempo fa mi pare di averti promesso qualcosa. Ti ricordi?” le domandò.

La ragazza lo guardò di sfuggita, confusa ed agitata, cercando di nascondere il rossore del viso sotto le ciocche scarlatte della sua frangetta.

“Mi dispiace di non aver ancora potuto mantenere la mia promessa, ma sai, è stato per cause di forza maggiore…” sogghignò lui.
“Ti avevo promesso che ti avrei insegnato qualcosa di buono”
Così dicendo le afferrò il viso tra le dita e premette con forza sulle sue guance, facendole aprire la bocca.
“E adesso, ho giusto un po’ di tempo…” sussurrò, avvicinando le labbra alle sue.

Finalmente le diede un bacio.
Il primo Vero Bacio di Ichigo. (***)
Ed era qualcosa di completamente diverso da tutto quello che aveva provato finora.

Impacciata, si vide costretta a rispondere a quel nuovo tipo di bacio.
Questo sarebbe un bel momento per trasformarsi in un gatto… pensò con una certa dose di ansia, cercando di concentrarsi.
Sentì Kisshu lasciarle il viso e scorrerle la mano giù per il collo, accarezzarle il seno, scendere fino alla vita…
Infine gli passò il braccio dietro alla schiena e la strattonò via dalla parete, facendola sussultare, impaurita.
Improvvisamente non se la sentiva più di impegnarsi in quel difficile compito…

E lui probabilmente se ne accorse, perché le sfilò piano la lingua dalla bocca e smise di baciarla; ma Ichigo continuava a sentire il calore delle sue labbra appoggiate alle proprie, come se lui non volesse più rinunciare a quel contatto.

Incerta, riaprì gli occhi, per incontrare, così vicini davanti a lei, quelli chiarissimi di Kisshu che la fissavano con fermezza.
Sembrava assurdo, ma quello sguardo di seria, assoluta irremovibilità le diede…

…sicurezza…

Poi lui ricominciò a baciarla, più a fondo, con più vigore… e lei smise di concentrarsi sui movimenti che doveva fare, poi smise a poco a poco anche di preoccuparsi, di pensare…

Che sensazione strana…
Io mi sento strana…
Avvertiva solo una stretta terribile pulsarle piacevolmente nello stomaco…
E il cuore che le sobbalzava nel petto…

Infine, Kisshu si decise a liberarla, scostandosi da lei, per leccarsi compiaciuto le labbra.
Ichigo si voltò rapidamente da un’altra parte, sperando con tutto il cuore che questo bastasse a scoraggiarlo dal rincominciare.
Invece, con suo enorme terrore, lui prese a scorrerle il collo con le labbra e a stuzzicarle la pelle, mentre la solleticava con il respiro.

Questo è davvero troppo…

Per fortuna la strinse più forte, perché la ragazza aveva smesso di fare affidamento sulle sue gambe.
Ma quei baci caldi che le posava sulla pelle le davano i brividi… e infine Ichigo si arrese: con un movimento incerto, si decise ad abbracciarlo a sua volta, passando le mani sulla sua schiena, appoggiandosi a lui, nascondendo il viso sulla sua spalla.

Constatò di avere ancora il sapore del bacio di prima impregnato sulle labbra… era un sapore particolare… e intenso… come il ragazzo che aveva davanti e che le faceva scivolare la mano sulla pelle della sua schiena, sotto la sua maglietta azzurra…
Che scendeva con l’altra mano ad accarezzarle la coscia… tirandola verso di lui…

Ora, Ichigo, oltre al cuore che le martellava insistentemente in testa da tempo, iniziava anche a sentire il suo agitatissimo respiro…

Dove voleva arrivare?

Mentre si faceva queste domande, riusciva solo a reggersi flebilmente a lui, senza sapere che fare…

Poi, con il gomito urtò qualcosa.
Kisshu aveva qualcosa in tasca…
Fece scorrere la mano tra la cucitura della stoffa finché non incontrò la superficie fredda e liscia della sua spilla.

La sua spilla…

La sensazione del piccolo oggetto metallico sotto le dita, che aveva sentito così tante volte nell’ultimo anno, bastò a farla ripiombare di botto nella realtà, a farle ricordare di essere…

“…Ichigo… ” mormorò piano Kisshu.

Si guardò attorno: era impalata in mezzo ad una stanza vuota, con quel tizio che la toccava e se la stringeva addosso di peso…
Aveva combattuto tanto per evitare che accadesse tutto ciò, per evitare che il suo mondo che le venisse portato via…
E ora stava lasciando che lui le facesse questo…

E dopo…
…dopo, quando avrebbe finito, cosa ne avrebbe fatto di lei?

Ma che diavolo sto facendo? Si domandò.

Poi successe tutto così in fretta…

Tirò fuori la spilla dalla tasca, titubante, mentre l’alieno scostava il viso dal suo collo e la fissava disorientato per una frazione di secondo.
“Ah, no, questa no!” sbottò lui, subito dopo aver realizzato cosa stava succedendo.
Le afferrò con improvvisa violenza il braccio, piegandoglielo, facendole male.

Ichigo reagì istintivamente e ruotando il polso con uno scatto si liberò, portandosi velocemente a debita distanza, mentre lui non riusciva ad afferrarla.
Kisshu rimase a squadrarla con rabbia solo per qualche istante, preparando la sua prossima mossa…

Lei strinse velocemente la spilla nella mano…

“Mew Mew Strawberry… Metamorphosis!” esclamò.


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¯ plin plon ¯

Si pregano i gentili lettori di munirsi dell’apposito biglietto e di attendere il proprio turno per il linciaggio dell’Autrice… Grazie della collaborazione! ^o^

¯ plon plin ¯

Note:

(*) Scusate, ci ho pensato e ripensato, ma non mi è uscito niente di meglio! Io proprio NON ci riesco a ragionare come Ichigo… Cmq ringrazio Erich Fromm e il suo “L’arte di amare” per avermi aiutato a scrivere sta roba…

(**) Autrice: Kisshu... sei un seguace del Carpe Diem?
Kisshu: Che? No, guarda, hai sbagliato persona... è Ichigo quella a cui piacciono i pesci!
Autrice: Ma non le CARPE!!! Parlo della massima Epicurea del “cogli l’attimo”, “vivi alla giornata”... Cavolo... sono circondata da ignoranti...

(***) Ok, questa probabilmente è una mia convinzione scema... perdonatela!
Cmq, mentre nel manga si capisce chiaramente che Ichigo limona un po’ con chiunque (U_U), nell’anime sembra che si diano tutti solo casti bacetti sulle labbra! Cioé:
- Con Aoyama si bacia due volte: una volta è morto lui, una volta è mezza morta lei, per cui, nisba!
- Shirogane la bacia una volta sola, ma in realtà non si capisce molto, visto che tagliano l’inquadratura! E poi Ichigo si trasforma subito in gatto, per cui...
- Aruto/Alto/ Neko-Shirogane la bacia due volte... i gatti limonano? Aspetta... i gatti si baciano????? O_o
- Kisshu... eh eh... bella domanda! Restano appiccicati per mezzo secondo... e poi lui non fa nessun riferimento al “suo buon sapore”... però questo sarebbe in contraddizione con il mio Cap2... ma che cavolo ne so io... BISOGNA FARNE UNA QUESTIONE DI STATO???? Aspetto incuriosita le vostre teorie... U_U


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Nota "very important": ho modificato manualmente tutto l'html dei precedenti capitoli (Puff @_@) e di questo, riuscendo ad alleggerirlo parecchio, come ha suggerito Erika. Per favore, se avete un browser diverso da IExplorer 6 e visualizzate delle cose strane, mandatemi una mail di avviso a questo indirizzo: mew_sisters@yahoo.it così so come regolarmi per i capitoli seguenti! Grazie!

>> X tutti quelli che hanno recensito <<

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Capitolo 20
*** Capitolo 8 - Qualcosa di Buono - By KISSHU ***


18.Capitolo 8 - Qualcosa di Buono - By Kisshu

Wow... voi non vi potete immaginare che effetto mi faccia rileggere questo Capitolo ad, ormai, 7 mesi che l'ho scritto! °-° Continuo a domandarmi cosa mi fosse successo in quel periodo! Bah... qualunque cosa fosse, spero mi capiti di nuovo, perché secondo me, che questo capitolo sia scritto bene o male, sicuramente ora roba del genere dal mio Pc non ne esce più... T_T

Buona lettura...

>>Per chi ha recensito<<

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Intro al Capitolo: io ODIO capitolo OTTO!!!! X0
Non ho mai odiato tanto un capitolo in vita mia quanto questo! L’ho scritto e riscritto decine di volte, perché non riuscivo a dare un ordine ai pensieri di Kisshu… forse alla fine ci sono riuscita?
Spero di sì… un vostro commento in merito mi farebbe molto, molto, molto piacere!!!!
Cmq, sarà un capitolo lungo e movimentato, poiché si tratta di un punto di snodo della storia… Ah! Grazie a Neko-Ichy-Chan per avermi dato una mano a sistemarlo!

Per finire, come ho già detto, il “Qualcosa di Buono” del titolo è un riferimento alla puntata 51 (Vd Nota al Cap6 di Ichigo). Nessuno dei presenti voleva intendere male… ma alla fine c’è scappata “qualche metaforina un po’ pesa” perché QUALCUNO si è lasciato un po’ troppo trasportare…
(SI’! TU! NdKisshu) (Hmmmm… *l’Autrice pondera* …Forse… *L’Autrice attacca a ridere come una deficiente* MWUAAH AH AH AH AH AH!!! NdMe) (Per favore!!! Salvateci da questa pazza!!!! T__T NdKisshu)


*** 8. Qualcosa di Buono ***
~ * ~
By Kisshu

I have to admit that I
Never thought I'd need someone this way
'Cause you opened my eyes, Ma tu mi hai aperto gli occhi,
so that I can see so much more
You make me strong
You show me I'm not weak to fall in love
When I thought I'd never need,
now I can't get enough

I always made it on my own
I always talk that I would keep control
You changed everything I believe in
Now I just can't fight this feeling baby

Devo ammettere che
Non avevo mai pensato che avrei avuto bisogno di qualcuno in questo modo
'Ma tu mi hai aperto gli occhi,
Così che possa vedere molto di più
Mi ha reso forte
Mi hai mostrato che non c’è debolezza nell’innamorarsi
Quando pensavo che non ne avrei mai avuto bisogno
Ora non ne ho mai abbastanza

Ho sempre fatto tutto da solo
Ho sempre detto che avrei tenuto tutto sotto controllo
Tu hai cambiato tutto quello in cui credevo
Ora non posso semplicemente combattere questo sentimento, piccola

(Surrender, Laura Pausini)



Si rimaterializzarono nella sua stanza, che era vuota e deserta come al solito. Ichigo si trascinò di corsa sul letto, ancora scossa.
Kisshu poggiò il fagotto di vestiti in un angolo e la guardò con la coda dell’occhio.

Si era spaventata nuovamente per colpa sua…
Accidenti, come ti impressioni per niente, micetta… si disse, sconsolato.
Poi si avvicinò a lei con un sorriso, per cercare di rincuorarla.

“Allora Ko-Neko-Chan, cosa…” iniziò allegro, ma fu interrotto bruscamente da una voce alle sue spalle.

“KISSHU!” sentì urlare.
Era la voce di Taruto.

Per poco l’alieno non fece un salto di tre metri, in preda al panico.

“KISSHU? Sei tornato?” domandò di nuovo la voce del bambino. Doveva essere ormai a breve distanza dell’entrata...

Kisshu afferrò la prima cosa che gli capitò in mano (una coperta) e la lanciò velocemente addosso ad Ichigo per nasconderla, quindi si precipitò alla porta.
Arrivò appena in tempo, prima che il compagno si affacciasse all’ingresso.

“Sono ore che ti cerco! Ma dove eri finito?” sbottò Taruto, con un’aria molto, molto scocciata.

“Da nessuna parte. Nulla di interessante per un bambino!” tagliò secco lui.

“Io NON sono un bambino!” strillò Taruto. “E poi chi c’è là dentro? Ho sentito che parlavi con qualcuno!”
Così dicendo, si sporse dalla porta.

Kisshu gli impedì di entrare spingendo furiosamente il braccio contro lo stipite.
“Non c’è nessuno là dentro” sbottò, ma gli uscì con una vocetta acuta che tradì fin troppo evidentemente il suo nervosismo.

Taruto, infatti, lo scrutò perplesso per alcuni secondi, poi fece una smorfia divertita.
“Ah, ho capito… “ iniziò.

Kisshu si sentì gelare.

“Stai facendo una delle tue solite porcate!” concluse il bambino soddisfatto. (*)

Ci mancò poco che non cadesse a gambe all’aria.
“Io non faccio porcate!” sbraitò, cercando di recuperare un minimo di dignità.

“Certo, certo…” iniziò Taruto, ghignando. “Come quella volta che Pai ti ha beccato a…”

“Sta zitto, moccioso!” si affrettò ad urlare, terrorizzato.
Ci mancava che Ichigo sentisse le cavolate che s’inventava (più o meno) Taruto… -_-“

“Non osare mai più dire una cosa del genere o… o ti uso come lettiera per chimeri!” lo minacciò poi, con poca convinzione.

Taruto prese a sghignazzare più forte, godendosi l’espressione stravolta che probabilmente doveva aver assunto la sua faccia.
Con un ringhio di esasperazione, Kisshu cercò di afferrarlo, almeno per trascinarlo via di lì, ma il ragazzino si teletrasportò diversi metri più in alto.

“Vieni giù e muori da uomo!” gli urlò furioso.

“Impossibile, io sono un bambino, l’hai detto tu…” osservò piatto Taruto.

Per un attimo, l’alieno sperimentò l’allettante desiderio di farlo fuori, mentre una vena gli pulsava nervosamente sulla tempia… poi alzò gli occhi al cielo, esasperato.
“Insomma, cosa vuoi?” gli domandò.

“Io niente. E’ Pai che mi ha mandato a cercarti. Ha trovato il guasto dell’astronave e ha bisogno che lo aiuto a ripararla.”

“Ah…” osservò con poco entusiasmo l’altro. Lanciò un’occhiata in direzione della sua stanza.
Lui voleva andare da Ichigo, non stare a smanettare dentro al motore putrido di quella carretta…
Sospirò… se non ci fosse andato di sua volontà, sarebbe arrivato Pai in persona a trascinarlo via.
E sarebbe stato peggio.
Taruto poteva essere raggirato, ma Pai avrebbe capito subito che gli stava nascondendo qualcosa.

“Ok… arrivo…” disse mestamente.

“No, tu vieni ORA! Non mi fido di te… Non vorrei che sparissi di nuovo”

Kisshu lo incenerì con lo sguardo.
Voleva almeno salutare la sua gattina… chissà che non riuscisse ad estorcerle un altro bacio…
“Va bene, va bene, come vuoi, basta che smetti di rompere…” si arrese infine.

Così dicendo, si teletrasportarono vicino alla loro nave.


***


“Ben tornato tra noi!” lo saluto Pai, con un’allegria che sarebbe andata bene per un funerale.
Cosa strana, non era più infilato in qualche astruso pertugio della nave a insudiciarsi di olio, ma lo guardava placidamente seduto sulla rampa d’accesso.
Dal canto suo, Taruto si sedette su uno dei due alettoni, ad alcuni metri dal suolo.

“Beh, dov’è il problema?” domandò Kisshu.

“Lo stabilizzatore di pressione del carburante. Si è rotto. Per questo si era bloccato tutto.” Lo informò Pai, con un lampo di soddisfazione negli occhi.

“Bravo, genio… e tutto quel fumo che buttava fuori?”

“Poiché lo stabilizzatore non funzionava bene, ha immesso una quantità eccessiva di carburante nella camera di reazione della fusione, producendo così una pressione eccessiva che lo ha portato ad innescare spontaneamente la reazione di combustione. Questo si è aggiunto al calore prodotto dai circuiti di accensione transistorizzati, surriscaldando l’intero blocco di fusione e soprattutto il collettore di scarico. Ed è a questo punto che è intervenuta la pompa di raffreddamento che però, per via del sovraccarico, ha subito un danno alla molla di regolazione interna, evidentemente già usurata, impedendo alla valvola a sfera di scarico di chiudersi. In questo modo ha lasciato evaporare quasi totalmente la miscela di glicol-etilene mettendo fuori uso tutto il sistema di raffreddamento principale… e per quanto riguarda l’impianto ausiliario, quello non aveva…” (**)

Kisshu rinunciò a capirci qualcosa.
Rimase a fissare Pai che muoveva comicamente la bocca emettendo suoni senza significato che gli rimbombavano nella testa…

“Bla bla bla…”

I suoi pensieri si spostarono sognanti su… su Ichigo, ovviamente.
Ah… Ichigo…
Mentre lui era lì a rompersi le scatole, lei lo stava aspettando…
Magari lo aspettava con ansia, come aveva aspettato trepidante il suo bacio neanche mezz’ora prima…

“Bla bla bla bla… ehi? Kisshu? Ma mi stai ascoltando?” (***)

E quando sarebbe tornato da lei…

Scoppiò a ridere come un matto.

“K-Kisshu???” sillabò Taruto, sconvolto.

L’alieno continuava a ridere, ormai con le lacrime agli occhi.

“Ma stai bene? Cosa ti sei bevuto?” gli domandò Pai, con certo disgusto.

“Uhm…” iniziò, tra uno sghignazzo e l’altro. “Sciroppo di fragole?” (Urgh! Che brutta battuta Kisshu!!! >__< NdMe)
Poi riprese a ridere da piegarsi in due.

“I-io m-me ne vado…” mormorò Taruto, scomparendo velocemente, lasciando da solo un improvvisamente inquieto Pai.
(Non mi lasciare solo con questo pazzo!!! Ç_ Ç NdPai)

“Ok, ok… ci sono!” esordì Kisshu, cercando di smettere di ridere. “Cosa devo… pffff… ah ah ah ah… cosa devo fare?”

Pai scosse la testa. Se in passato poteva aver avuto dei piccolissimi dubbi, ora era veramente sicuro che il suo amico fosse completamente fuori di cervello.
“Mi basta che ti infili lì sotto e inizi a smontare il blocco di fusione. Bisogna essere in due, perché io devo lavorare contemporaneamente dall’altro lato” spiegò, indicando una vecchia coperta stesa poco distante dallo scarico del reattore. Quindi gli passò quella che sembrava una specie di chiave inglese.

“Ah, va bene!” esclamò entusiasta Kisshu, buttandosi sotto l’astronave.
“Beh, allora?” domandò poi, vedendo che Pai continuava a fissarlo incredulo.
Quest’ultimo, infine, si fece forza e iniziò anche lui a lavorare… -_-“

Kisshu iniziò energicamente a svitare il primo bullone. Gli sembrava la cosa più divertente sulla faccia della Terra…
Era maledettamente felice…
Inspiegabilmente felice…

Una goccia di olio nero gli cadde sulla faccia. Se la tirò via noncurante con il dorso della mano.

Tutto ciò era preoccupante.

Rimase a fissare un tubo coperto di grasso nero sopra la sua testa, incerto.

Era davvero preoccupante. Ma cosa gli stava prendendo? Si stava comportando come… come un bambino!

Kisshu, ti sei innamorato…

Mentre questa vocina molesta risuonava nella sua mente, il bullone si svitò via dal suo ingranaggio finendo per terra e facendogli scivolare di mano la chiave che gli cadde secca sulla testa. “Ouch… merda…” esclamò.
Prese a massaggiarsi dolorosamente la fronte.
Che stupidaggine era mai questa?
Lui era sempre stato innamorato di Ichigo. O No?

No… ammise a malincuore.
Lui era sempre stato ossessionato da Ichigo.
Assillato da un desiderio perverso di spezzare quel muro che aveva messo tra loro, di vincere le sue resistenze, di piegare la sua volontà.
Era convinto che nessuno gli avrebbe più impedito di amarla, di mostrarle dove poteva portarla, quando lei non si sarebbe più potuta opporre.
Ma l’intensità di quel desiderio non poteva davvero definirsi amore…

Era piuttosto la prova della distanza incommensurabile che sentiva tra loro.

Quella sensazione che ora gli riempiva il cuore non l’aveva mai provata. (****)

Guardò il compagno intento a lavorare poco lontano.
“Pai…” lo chiamò.

Questo si limitò a rivolgergli un borbottio sordo.

“Quando avremo smontato questo affare, che farai?”

“Non credo che i danni siano molto gravi. Prenderò i pezzi di ricambio che mi servono dalla tua nave” gli disse.

“Ah…”.
Si riferiva alla piccola monoposto con cui l’avevano spedito da solo, per primo, sulla Terra. Neanche se la ricordava più.

“Secondo i miei calcoli, se lavoriamo di buona lena, entro domani mattina sarà tutto pronto” aggiunse Pai, con tranquillità.

Kisshu rabbrividì. Era troppo presto.

Guardò il secondo bullone svitarsi e cadere a terra.
Ogni secondo che passava lì sotto, era un secondo in più che allontanava l’attimo in cui avrebbe potuto riabbracciare la sua gattina, ed allo stesso tempo era un secondo in meno che lo avvicinava al momento della partenza.

Si sentiva di nuovo in trappola.


***


Tornò dalla sua gattina solo parecchie ore dopo.
La trovò esattamente dove l’aveva lasciata, seduta sul letto, con la scatoletta di cibo che le aveva portato la sera prima, aperta di fianco a lei, vuota.
“Scusami bambolina, si ti ho fatto aspettare” esordì. “Vedo che hai cenato senza di me, grazie!”

“Avevo fame…” gli rispose la ragazza, con un’aria svogliata che aveva perso tutta l’allegria di quel pomeriggio.

Kisshu si sedette di fianco a lei, sulle coperte, contemplando con poco interesse le macchie di olio che aveva sui vestiti.
“Pai ha voluto una mano a riparare lo stabilizzatore dell’astronave. Guarda come mi sono conciato…” mormorò a bassa voce, come per scusarsi.

Abbandonò i suoi vestiti impiastricciati per posare gli occhi su Ichigo, seduta al suo fianco.
Quello sguardo taciturno sui suoi occhi castani era così bello: la faceva sembrava più grande, più matura, più vicina a lui… forse finalmente in grado di capirlo. E lui aveva inspiegabilmente così tanta voglia di raccontarle tutto…

“Comunque, fra poco avrà finito di aggiustarla, Ko-Neko-Chan… così potremo partire…” provò lui.

A quelle parole, Ichigo gli rivolse un’occhiata spaventata.
“P-partire? Fra poco? Ma allora… vuoi davvero portarmi via?” farfugliò. “Kisshu, io non voglio! Non voglio andare sul tuo pianeta!”

“Nemmeno io vorrei tornare…” le disse l’alieno a mezza voce, sperando che capisse.

Lei invece sembrava più confusa di prima . “Come?” gli domandò titubante. “Vuoi restare sulla Terra?”.

“No…” le rispose. “Questo posto mi ha stancato. Tutti questi alberi con il cielo azzurro, un po’ fa caldo, un po’ fa freddo… e poi sempre a vedere solo Pai e Taruto tutti i giorni, sai che noia? E soprattutto la cucina, fa schifo!”.
Si fece una risatina, che voleva rendere meno tesa la situazione, ma in realtà risuonò tristemente nelle orecchie.
“Voglio vedere di nuovo la mia casa… e altri individui che non siano diversi da me…” aggiunse poi.

“Quello che dici non ha senso… “ constatò Ichigo. “Perché allora non torni sul tuo pianeta?”

Kisshu abbassò lo sguardo demoralizzato, poiché quella conversazione con lei gli pareva improvvisamente molto inutile.
“Lascia perdere Micetta… Parlarne non serve a niente. Non sforzare la tua bella testolina rossa…” tagliò corto, mentre si metteva a stirare con le dita una piega su uno dei nastri dei suoi pantaloni.

“E NO! Guarda che mi sono stancata di questa storia che sono cretina! E’ diventata banale!” sbraitò lei per tutta risposta, spiazzandolo. “Ora tu finisci il discorso e cerchi di spiegarti!”

A sentire la voce della ragazza così isterica, invece, Kisshu balzò in piedi senza nemmeno pensarci e si ritrovò a dirigersi speditamente verso la porta. Ma dopo pochi passi, si rese conto dell’assurdità di quello che stava facendo e si bloccò, con un pesante sospiro.

Infondo l’aveva rapita e portata lì per quello, ma non le aveva ancora detto nulla.
In due giorni, nemmeno un piccolo accenno a quello che lo tormentava tanto...
Come poteva sperare che lei gli fosse di aiuto, se non riusciva a dirle come stavano le cose?

“Beh? E’ così difficile?” gli domandò Ichigo alle sue spalle.

Sì… era difficile, eccome!
Spiegarle cosa gli passava per la testa… una cosa del genere poi! Non gli venivano le parole…
Si passò una mano dietro al collo, ma non era imbarazzo quello che provava.

“Quando torneremo… quando torneremo, non saranno contenti, credo” iniziò, incerto. “Non sarà contento nessuno”.

Si voltò e tornò vicino ad Ichigo, posando le mani sul letto, ai fianchi della ragazza, avvicinandosi al suo bel viso, sperando caldamente che questo potesse aiutarlo a continuare...

“Sul mio pianeta…” proseguì faticosamente “…credevano molto in Profondo Blu e non saranno felici di rivedere quelli che hanno aiutato i terrestri ad ucciderlo. Specialmente non saranno contenti di… vedere me”.
Si sentiva un groppo alla gola.

In questo modo, le aveva appena detto di essere…
…quasi certamente un ricercato…
…più probabilmente, un condannato a morte…


“Ma voi avete l’Acqua Mew, con quella salverete il vostro pianeta!” esordì Ichigo, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“L’Acqua Mew può salvare molte vite, ma non so se sia in grado di risolvere il problema del mio pianeta. Ti ho spiegato cosa sta accadendo e non mi pare che tra i poteri di quel cristallo ci sia quello di cambiare l’orbita di un intero corpo celeste…” provò a farle capire.

Vide la ragazza zittirsi, riflettendo a quelle sue parole. Sembrava banale, ma evidentemente lei non ci aveva pensato.
Poco dopo lei rialzò il viso e lo fissò negli occhi preoccupata. “E cosa pensi che ti faranno?” gli chiese infine.

Non le rispose.
Non ne aveva idea neppure lui… e non ci voleva nemmeno pensare…

“E se tu mi porti sul tuo pianeta…” mormorò poi Ichigo, mentre la sua voce iniziava a tremare. “…cosa faranno a me?”
“Cosa ne sarà di me?” strillò, sgranando gli occhi, improvvisamente terrorizzata.

Vedendo quell’espressione sul suo viso, Kisshu la strinse contro di lui, tirandola in piedi.
Non voleva spaventarla, contagiandola con i suoi timori…
In realtà, non voleva neppure portarla via con sé. Sapeva che non poteva costringerla a fare una cosa del genere, a rinunciare al suo mondo, a sopportare le terribili condizioni climatiche a cui la loro specie si era adattata nel corso dei millenni…
Ma il problema peggiore ora sarebbero stati i suoi simili…

Appoggiò la fronte contro la sua, sentendo il suo respiro delicato sulle sue labbra.

Però aveva un bisogno disperato della vicinanza di quella splendida ragazza.
Con lei vicino… le sue preoccupazioni diventavano così lontane, così insignificanti…
E tutto ciò bastava a dargli una forza ed una determinazione inimmaginabili…

“Non so cosa mi succederà…” le disse. “Però Ichigo, tu sei la mia bambolina speciale… e se venissi via con me… ti giuro che non lascerei che ci accada nulla di male, perché io… ti amo…”

Ecco…
Ti amo…
…gli era scappato di bocca… così…
Non lo aveva mai detto a nessuna prima…

Ma Ichigo non si curò delle sue parole e si divincolò subito da quell’abbraccio, come aveva sempre fatto.
La osservò tristemente, mentre lei indietreggiava di qualche passo.
“Tu… tu non puoi proteggermi contro un pianeta intero! E poi non dire che mi ami! Non sai cosa vuol dire! Sei solo capace di pensare a te stesso…” gli sbottò.

“Oh… Immagino che tu abbia le idee chiare…” constatò, sarcastico.

“Certo! Se io amo qualcuno, significa che questa persona è la cosa più importante che ho al mondo, la più meravigliosa, quella che da forza alle mie giornate! E per lui, sono pronta a mettere a disposizione tutta me stessa, a curarmi dei suoi problemi, a condividere i suoi desideri e le sue passioni e se necessario, sono pronta anche a sacrificare le mie aspirazioni e le mie pretese se vanno contro la sua felicità. E non dico la felicità di un attimo, come credi tu, ma voglio vedere questa persona felice il più a lungo possibile, realizzato nella sua vita…” aveva una luce sicura e determinata negli occhi, come se si fosse ripetuta quelle frasi milioni e milioni di volte, imparandole a memoria.
“Tu stai facendo tutto il contrario!” terminò lei, soddisfatta del suo discorso.

Al ché, Kisshu le sorrise, come se fosse una bambinetta ingenua. “Che idea deprimente!”

“E-eh?” sillabò lei, confusa.

“Sì, sei proprio deprimente gattina. Ti facevo più vitale!” disse lui sedendosi di nuovo sul letto.
“L’amore… un sacrificio? Ma dai! Non renderai felice proprio nessuno in questo modo! Chi vorrebbe stare vicino ad una persona che… che si butta via così?”

Ichigo gli rivolse un’occhiata obliqua. “E dunque?” domandò, con aria risentita.

“E dunque la vita è breve, dovresti averlo capito. Se vuoi veramente fare felice qualcuno… e se vuoi essere felice anche tu, puoi fare una cosa sola: devi dare il MASSIMO e devi darlo ORA! Che t’importa di cosa succederà dopo? Lo sai che potrebbe crollarti il mondo addosso da un momento all’altro, no?” Sogghignò.

Ichigo rimase in silenzio, colpita.
Si sedette sul letto, poco distante da lui, con un’espressione improvvisamente accigliata, come se stesse riflettendo seriamente su quello che le aveva detto.
Certo che era strano il suo modo di affrontare le cose… riusciva a tuffarsi senza riserve anche nella più banale delle piccolezze, affrontando tutto con una tale energia…

Era così energica che la sua sola presenza riusciva a dargli quella forza impensabile.
Era tanto energica, che da sola aveva salvato il suo pianeta, cosa che né lui, né i suoi amici, né i suoi simili erano riusciti a fare.

Cavolo… Ma chi poteva essere così cretino da chiedere ad una ragazza simile di sacrificarsi, di contenersi?
La cosa più bella che possedeva era proprio quella sua vitalità coinvolgente e tentatrice…

Le sorrise dolcemente, per riscuoterla da quell’espressione seria che tanto poco le si addiceva.
“Gattina… non preoccuparti!” le disse. “Tu dai sempre il massimo, solo che non te ne accorgi! Altrimenti non mi sarei mai innamorato di te!”

La vide ricambiare il sorriso, imbarazzata. Poi lei gli disse, timidamente, l’ultima cosa che si sarebbe mai aspettato.
“Sai Kisshu, forse… ma solo un pochino… sei meglio di quanto credessi…”

Quelle parole...
Finalmente non lo insultava più.
Finalmente aveva sentito la sua voce dirgli qualcosa di dolce…
Un complimento…
Di poco conto forse, ma sufficiente a riempirlo di nuovo di quella sensazione meravigliosa che aveva provato quel pomeriggio, quando Ichigo aveva finalmente lasciato che lui la baciasse.

“Io sono molto meglio di quanto credi!” esordì, saltando in piedi, con tutto l’intento di dimostrarglielo.
L’afferrò per la vita, sollevandola con la leggerezza di una piuma, poi la intrappolò contro al muro, tra le sue braccia.

“N-no…” protestò lei debolmente, mentre lo spingeva via per le spalle.

“No? No cosa?” la incalzò divertito, premendola di più contro la parete, con il suo corpo.

Ichigo non gli rispose.

Già… cosa?
Cosa voleva fare lui?

Il tempo gli stava placidamente scorrendo tra le dita…
Tra poco non ne avrebbe avuto più…

Studiò attentamente la ragazza che aveva di fronte.

Cosa voleva fare in quelle ore che gli restavano da passare con lei?
Cosa voleva davvero da lei?

Quelle labbra rosso corallo lo chiamavano prepotentemente…

Forse non poteva portarla via…
Ma poteva dimostrarle quanto era forte quel sentimento che provava…
E lui forse poteva smettere di pensare, almeno ancora per po’…

Chiuse gli occhi e si avvicinò per regalarle un bacio, ma…
Ichigo anticipò le sue mosse e gli sfiorò appena la bocca.

Kisshu si tirò indietro, incredulo, per guardarla.

Lei sembrava davvero protesa leggermente in avanti, verso di lui…
Non se l’era sognato…

“Ah…” azzardò, con un sorrisetto inquieto. “Quindi, il bacio di oggi… ti è piaciuto davvero!”.

Ichigo arrossì e distolse lo sguardo.
Non ci credeva…

Anzi, non vedeva l’ora di provarci di nuovo, per avere la certezza di non essersi sbagliato.
“Allora… te ne do un altro…” le disse.
Quindi si riavvicinò a lei…
E le labbra della rossa sfiorarono ancora le sue, prima del previsto.
Si tirò di nuovo indietro, emozionato…


Fino ad alcuni, lontanissimi, istanti prima, Ichigo sembrava così distante, così estranea…


Prese le mani della ragazza, che teneva ancora appoggiate sulle sue spalle e le fece toccare le belle orecchie da gatto che le erano spuntate tra i suoi capelli morbidi. Era la prova inconfutabile che anche lei era agitata, turbata…
“Sai…” le sussurrò “Così mi piaci molto di più”.

 

Ed ora la sentiva così vicina, toccata dalle sue stesse emozioni…


“Però, un po’ di tempo fa mi pare di averti promesso qualcosa. Ti ricordi?” le domandò dolcemente, guardando il suo viso colorirsi di un rosso sempre più acceso, nascosto malamente dalle ciocche della sua frangetta.
“Mi dispiace di non aver ancora potuto mantenere la mia promessa, ma sai, è stato per cause di forza maggiore…” sogghignò.

“Ti avevo promesso che ti avrei insegnato qualcosa di buono”.

Così dicendo, le strinse le guance tra le dita, osservando le sue labbra morbide aprirsi a forza verso di lui.
“E adesso, ho giusto un po’ di tempo…”

Quindi la baciò, per davvero stavolta, circondandole le labbra con le sue.
Sentì i loro respiri confondersi…
Poi fece scivolare lentamente la lingua nella sua bocca calda…


Come se la parete che li divideva fosse caduta improvvisamente…


La baciava… con passione, mentre lei…
Lei gli rispondeva timidamente, in un modo così tenero e impacciato…
Nessuno doveva averle mai insegnato…
Che spreco…

Abbandonò la presa attorno al suo viso, per lasciarla libera di muoversi. Poi prese scorrerle la mano sul collo, sfiorando le ciocche dei suoi capelli, scendendo fino a toccare quel seno morbido e pieno, quel corpo così caldo…
Le passò un braccio dietro la vita, spostandola dalla parete, stringendola in un abbraccio che gli sembrava talmente irreale…

Riaprì gli occhi lentamente e smise di baciarla, senza però riuscire a scostarsi da quelle labbra che tanto aveva desiderato.
Rimase invece appoggiato al suo viso per un lunghissimo istante, a contemplare quei due specchi che si trovava davanti…
Erano profondi, dolci, un po’ spaventati, di un color cioccolata scuro e vi si poteva vedere riflesso dentro.
Era davvero Ichigo quella ragazza.


Per uno come lui, che era sempre vissuto solo, senza sicurezze, senza affetti…


Chiuse gli occhi e la baciò di nuovo.
Mentre giocava con lei nella sua bocca, sempre più a fondo, mentre lei si lasciava pian piano guidare…
Riusciva solo ad immaginare che doveva essere un po’ come…
…entrare dentro di lei…
e si sentiva improvvisamente così sciocco e così ingenuo, ad non averci mai pensato prima…


Ma… questo attimo di vicinanza, era una delle emozioni più meravigliose e miracolose della sua vita…


Kisshu si staccò da Ichigo e si leccò le labbra, che lei gli aveva bagnato.
La ragazza si voltò da una parte, rossa in viso come i suoi capelli, imbarazzata.
Così facendo rivolse verso di lui l’invitante incavo del suo collo…


Fino ad alcuni, lontanissimi, istanti prima, Ichigo sembrava così distante, così estranea…
Ed ora la sentiva così vicina, toccata dalle sue stesse emozioni…
Come se la parete che li divideva fosse caduta improvvisamente…
Per uno come lui, che era sempre vissuto solo, senza sicurezze, senza affetti…
Questo attimo di vicinanza, era una delle emozioni più meravigliose e miracolose della sua vita…

…Una delle emozioni più eccitanti della sua vita…
(*****)


Affondò il volto tra i suoi capelli morbidi e la sua spalla, scorrendole il collo con il viso, con le labbra.
Quella pelle liscia… la baciava, la mordeva, la voleva…

Ecco cosa voleva.

Ci aveva fantasticato sopra per mesi…
Ed ora era lì. E stava succedendo per davvero…
Quel profumo intenso di Mirra che aveva il giorno prima era svanito.
Ora sentiva solo l’odore della sua pelle.

Amava quella ragazza, voleva sentirla sua.

La strinse più forte tra le braccia.
Il suo seno gli premette contro al petto, permettendogli di sentire il battito del cuore di lei, agitatissimo.

Poi Ichigo smise finalmente di restare inerme, sotto le sue carezze, e si decise ad abbracciarlo a sua volta, con una delicatezza disarmante.

“…Ichigo…” la chiamò, mentre sfiorava la pelle calda della sua schiena, sotto la stoffa, mentre le accarezzava i fianchi, premendola contro di lui…

Tra poco sarebbe stata sua…
Le diede un bacio, dietro l’orecchio.
…Finalmente sua…
Un altro bacio, vicino ai capelli.
…Sua…

NO…

Una pugnalata faceva meno male… lo sapeva per esperienza…

NON LUI…
Lui non poteva sognare.
Non aveva questo diritto.
Era solo un bastardo.
Uno stupido bastardo, per giunta.
Come aveva fatto a dimenticarlo?

STUPIDO…

Fu tutto quello che riuscì a pensare…

…mentre…

…la mano di Ichigo scivolava dolcemente dalla sua schiena dentro la tasca dei suoi pantaloni e ne estraeva…

…la sua spilla…

Non poteva essere vero…
Perché?


Scostò il viso dal collo della ragazza, atterrito. Lei stringeva quel piccolo oggetto tra le dita. Lo sguardo dolce ed insicuro di prima era sparito del tutto, per lasciare il posto ad un’espressione fredda e controllata.
Poi un lampo di contentezza brillò nei suoi occhi.

Lo aveva ingannato.

Kisshu le afferrò il polso con una violenza tale che credette di spezzarglielo.
“Ah, no, questa no!” le sbraitò, furioso.
Non gli avrebbe permesso di giocare ancora con lui.

Ma Ichigo fu più veloce del previsto e ruotando il braccio si liberò dalla presa e scattò indietro con un balzo felino, allontanandosi di un paio di metri.
Rimase lì a fissarlo con avversione, attendendo una sua mossa.

Cercò di calmarsi.
Forse aveva esagerato…
Forse… l’aveva solo spaventata?
Per un attimo, si concesse di sperare…

Ichigo strinse le dita attorno alla spilla e la sollevò, decisa.

“Mew Mew Strawberry… Metamorphosis!” esclamò.

No… lo aveva ingannato.

~ * ~ *~ * ~ *~ *~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ * ~

Ichigo: Niente note per questo capitolo, poiché l’autrice si sta sfracellando la testa da sola contro la parete per aver scritto qualcosa di così mostruoso, mentre Kisshu piange silenziosamente rannicchiato in un angolo… Se riuscite a passare oltre tutto ciò… andiamo al Capitolo 9!

Autrice: Aspettate! (Sembra riaversi, anche se sanguina paurosamente) Voglio dire una cosa: il bacio che ho descritto in questo capitolo è o non è assolutamente MERAVIGLIOSO? Vado in estasi tutte le volte che lo leggo… *ç* a volte mi sorprendo di quanto sono brava!!! (attacca a ridere sadicamente… poi torna a dare testate contro al muro)

Note:

(*) Autrice: Si accettano scommesse riguardo a cosa facesse riferimento TaruTaru! XDDDDD
Kisshu: NON SFOTTERE! Non sono decisamente dell’umore adatto!!!

(**) Autrice: In sintesi il reattore batteva in testa e per il calore è evaporato tutto il liquido di raffreddamento… eh eh eh il bello di prendere la patente!
Pai: Stupida umana… credi che un’astronave in grado di fare salti spazio-temporali oltrepassando la velocità delle luce possa funzionare come un motore a quattro tempi a benzina di una delle vostre automobili???
Autrice: Sì, se è la mia FF!
Pai si sbatte una mano sulla fronte esasperato e se ne va…

(***) Perché mi sembra di vedere me durante le lezioni di Storia?

(****) Ringrazio ancora Erich Fromm e il suo “L’arte di Amare” per questa descrizione.

(*****) Idem come sopra.

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Capitolo 21
*** Capitolo 9 - Tra Me e Te - By ICHIGO ***


19.Capitolo9 - Tra Me e Te - By Ichigo

MewLeemy: (*canticchia*) I wonder how, I wonder why,Yesterday you told me about the blue blue sky and all that I can see, is just another lemon tree...
I'm turning my head, up and down, I'm turning turning turning turning turning around and all that I can see,
Is just the yellow lemon tree...
Kisshu: Basta parlare di LIMONI!!! >____<
MewLeemy: xDDDD Non ci posso fare niente! Fanno parte della mia natura!!!
Kisshu: Oddio... -__-

MewLeemy: ehm, sorvolando i limoni... scusate il ritardo mostruoso e scusate il fatto che non risp personalmente a tutte le vostre recensioni questa volta... volevo solo ringraziarvi e dire:

-per tutti quelli che hanno "gradito" la scena del bacio: non so dirvi quanto mi faccia piacere! TvT
-per tutti quelli che già si aspettavano la Lemon ed invece sono rimasti con l'amaro in bocca (tipo il mio povero Kisshu ç-ç): beh, era il mio scopo! ^o^
-per tutti quelli che continuano a domandarsi come faccia Ichigo ed essere così cretina: chiedetelo alla Ikumi, io ho perso ogni speranza di capirlo!

Poi, spero che gli altri non me ne abbiano a male, ma volevo chiedere specificatamente:
-A Reina: qual è la tua FF? ti ho cercato sotto gli autori ma non ho trovato il tuo nick!
-A JunJun: cos'ha Ryou per essere così figo nell'Intermezzo? o_O Davvero, questa era l'ultima osservazione che mi aspettavo! Boh...
Vi ringrazio ancora tutti!!!!! >_____<

Vi lascio al capitolo 9, che a me piace parecchio... e a voi NON piacerà per niente, ve lo garantisco! xD Bye!


~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ * ~

Intro al Capitolo: Kisshu… molto, molto arrabbiato… ed eccitato… Vi fate prendere? (L’autrice forse sì, ma lei ha delle idee un po’ strane… XDDDD NdMe)
Battute a parte… il 9 è, secondo me, una capitolo forte da entrambe le parti e mi ha fatto parecchio effetto scriverlo. Si tratta forse della parte della FF che più mi ha lasciato perplessa sulla scelta del rating adatto… leggetelo, capitelo e… X FAVORE NON LINCIATEMI!!!! Ç_ Ç
O almeno aspettate la fine della FF, tanto ormai manca poco!!! ^^”””””
Graaaaaaaaaaazie!!!!

*** 9. Tra Me e Te ***
~ * ~
By Ichigo

Why should I welcome Your domination
Why should I listen To explanations
I’m not pretending To make it simple
Try to be something Experimental

You don’t turn me off I will never fail
Things I loved before, Are not for sale
Keep yourself away Far away from me
I forever stay Your perfect enemy

No longer waiting Remove illusions
No more complaining Forget confusion
No more confession Not sentimental
I am now something Experimental

You don’t turn me off I will never fail
Things I loved before, Are not for sale
Keep yourself away Far away from me
I forever stay Your perfect enemy

Perchè dovrei accogliere la tua dominazione
Perchè dovrei ascoltare delle spiegazioni
Non sto cercando di semplificare
Cerco di essere qualcosa di sperimentale

Tu non mi metti fuori gioco, io non fallirò mai
Le cose che ho amato prima, non sono in vendita
Stammi lontano, lontano da me
Io resterò per sempre, la tua perfetta nemica

Niente più attese, togli di mezzo le illusioni
Niente più lamenti, dimentica la confusione
Niente più confessioni, né sentimentalismo
Io ora sono qualcosa di sperimentale

Tu non mi metti fuori gioco, io non fallirò mai
Le cose che ho amato prima, non sono in vendita
Stammi lontano, lontano da me
Io resterò per sempre, la tua perfetta nemica
 

(Your Perfect Enemy, T.A.T.U.)



Con un lampo di luce azzurra, Ichigo si trasformò.

Sentì il suo corpo diventare in pochi istanti incredibilmente leggero ed elastico, mentre quel carico di energia irrefrenabile che aveva imparato a conoscere in tutti quei mesi prese a palpitare sotto la sua pelle, con prepotenza.
I suoi sensi si acutizzarono e quella strana, incrollabile determinazione che scaturiva direttamente dal profondo della sua natura animale, sopraffacendo la sua razionalità, si impadronì di lei.

Era di nuovo Mew Ichigo.

In due sole settimane che non si trasformava, non avrebbe mai creduto che quella sensazione potesse mancarle tanto…

Fissò Kisshu: era ancora impalato a pochi metri di distanza da lei, con un’espressione tesa in faccia. Ma poi sembrò rilassarsi.
Sembrò… perché la sua voce tradiva uno spiccato nervosismo.

“Bene Ko-Neko-Chan! Ora che ti sei trasformata…” le disse “Quali giochini perversi hai in mente per noi due?”. Quindi si fece una risatina, tirata a dire la verità…

“Smettila!” tagliò piatto la ragazza.
“Hai ragione Kisshu…” aggiunse poi. “Non bisogna lasciarsi andare, bisogna combattere. E ora è uno di quei momenti in cui devo dare il massimo, devo combattere per quello che io desidero… e io desidero andarmene da qui. Voglio tornare a casa!”

“Ah, vuoi combattere? Contro di me?” le domandò lui, in tono sprezzante.
Poi iniziò a avanzare.
Passi lenti, nella sua direzione, tenendo i suoi begli occhi dorati fissi nel suoi…

“Stai indietro!” le intimò Mew Ichigo, allarmata.
Con un gesto deciso chiamò la sua Strawberry Bell e la puntò contro di lui, per lasciargli intendere che faceva sul serio.

L’alieno lanciò un’occhiata attenta alla sua arma, ma non smise di procedere verso di lei.

“Ti ho detto di stare indietro!” rimbeccò Mew Ichigo.
“Avanti! Riportami a casa Kisshu!” aggiunse, cercando di tenere un tono fermo.
Tuttavia, si ritrovò ad indietreggiare di un passo, titubante.

Lui scosse la testa, invadendo senza esitazione la distanza che li separava.
“No, tu starai qua finché io lo desidero. Te l’ho già detto.”

“Non dire stupidaggini! Sai benissimo che io non dovrei essere qua. E nemmeno tu non dovresti essere qua! Lo sappiamo benissimo entrambi! Portami a casa, altrimenti…” Mew Ichigo non continuò la frase.
Realizzò che si stava agitando e in quel momento non poteva concedersi una cosa simile.

“Altrimenti?” incalzò Kisshu, che si trovava ormai a poco più di un metro, troppo vicino…

Mew Ichigo strinse le dita attorno alla superficie morbida della sua Strawberry Bell.

“Ribbon…” iniziò.

“Io non voglio combattere contro di te, Gattina”.
La sua voce aveva assunto un’inflessione più dolce.
Lei cercò di non farci caso.

“…Strawberry…”

Kisshu si fermò; il petto premuto contro la Strawberry Bell, proprio di fronte a lei…
La fissava intensamente negli occhi, come se aspettasse una sua risposta.

Ma era una risposta che Mew Ichigo non voleva dare nemmeno a sé stessa…
Così lo ammazzo… pensò stringendo di più la arma, tanto da farsi male alle dita.

“SURPRISE!” esclamò alla fine.

Si sollevò un gran polverone, trafitto dalla vampata di luce e di calore che si era sviluppata dal cuoricino peloso.
E in quella confusione, Ichigo perse di vista Kisshu.

Per un istante, sperò con tutto il cuore che si fosse teletrasportato via, all’ultimo momento…

Ma poi aguzzò la vista e lo vide a diversi metri di distanza, appoggiato ad una parete molto malconcia, seduto per terra, mentre tossiva e si premeva una mano sul petto.
Lo aveva colpito in pieno…

Mew Ichigo si morse le labbra, combattuta.

Trascorsero alcuni lunghi istanti, spezzati solo dai quei colpi di tosse…
Infine, Kisshu si rialzò a fatica e le rivolse un sorriso.
Non era un sorriso gentile…

Lui si passò il dorso della mano sul mento, per pulirsi un filo di sangue che gli era colato dalla bocca, ma riuscì solo a stenderlo di più sulla pelle.
“Bene bambolina, vedo che non le capisci le buone maniere!” esordì.

Con un bagliore dorato, fece comparire i suoi tridenti.
“E allora, se vuoi combattere…” le disse, mentre si rigirava le armi un paio di volte tra le mani, compiaciuto “…decidiamo combattendo!”
“Infondo, è quello che noi due sappiamo fare meglio, vero?” ghignò crudelmente.

Poi si scagliò contro di lei con una velocità inaspettata.


***


Mew Ichigo scansò l’attacco balzando in aria e con un colpo di lombi si rigirò per atterrare sulle gambe.
Quando i suoi piedi toccarono il suolo, si accorse di aver di nuovo perso di vista il suo nemico.
Dov’è? Si domandò guardando freneticamente in giro.

“Sveglia, piccola!” sentì soffiarsi all’orecchio, un attimo prima che Kisshu la colpisse sulla schiena, buttandola per terra.

La ragazza ruzzolò per alcuni metri sul pavimento ruvido prima di fermarsi, poi si voltò, tirandosi sui gomito, preparandosi a ricevere il colpo successivo.

Prontamente Kisshu si lanciò contro di lei con uno scatto, ma stavolta Mew Ichigo rimase immobile, aspettando che lui fosse abbastanza vicino, quindi si gettò di lato e gli sferrò con tutta la sua forza un calcio nello stomaco.
Quindi si precipitò fuori dalla porta, senza voltarsi.

Quel combattimento probabilmente non aveva alcun senso.
Non avrebbe mai potuto vincere. Sapeva il suo avversario era troppo veloce e troppo forte.
E anche se ci fosse riuscita… difficilmente lui l’avrebbe riportata a casa…
Vaffanculo! imprecò la ragazza, mentre si insinuava tra due pareti di pietra color ocra.
Ormai si era buttata, tanto valeva arrivare fino in fondo!
Non gliel’avrebbe data vinta così facilmente…

Sogghignò.
Quando si trasformava faticava a comprendere sé stessa, probabilmente perché le sue azioni perdevano ogni continuità logica e lei si lasciava guidare solo dal suo intuito e dai suoi instabili e mutevoli impulsi.
Come un gatto…
Questa era la sua forza.
Questo l’aveva resa la più potente delle Mew Mew.
La forza dei suoi desideri…
E nelle ultime settimane aveva rischiato di dimenticarsene…

Mew Ichigo si ritrovò in un largo spiazzo, antistante a quello che sembrava un tempio a pianta circolare.
Forse era già passata di lì, la notte precedente…
Salì velocemente le tre gradinate che conducevano nel porticato e ansimando per la corsa, si addossò ad una colonna, per proteggersi le spalle mentre riprendeva fiato.

Si guardò attorno: quell’assenza di orizzonte che scorgeva nel cielo verde la disorientava, facendole perdere i punti di riferimento spaziali.
Ma soprattutto, Kisshu sembrava sparito nel nulla.

Passarono dei minuti ed inesorabilmente l’adrenalina che l’aveva sorretta fino a quel momento iniziò a diminuire, lasciando il posto ad un’inquietudine sinistra. Si sporse preoccupata dietro la colonna per assicurarsi che l’ alieno non le arrivasse alle spalle, ma non scorse nulla.

Quando si voltò di nuovo, se lo trovò davanti.
Lui le sorrise.
Mew Ichigo sussultò, rendendosi conto di essere in trappola.

Con un gesto velocissimo Kisshu incastrò un tridente dentro la Strawberry Bell e facendo leva la scagliò via dalla sua mano con forza, facendola finire per terra assieme alla sua arma che si conficcò nel terreno polveroso. Il cuoricino peloso si dissolse in un lampo di luce.

Mew Ichigo, che aveva assistito inerme a tutta la scena, rialzò gli occhi ed incontrò quelli di Kisshu che la fissavano gelidi.
Ora il viso dell’alieno era vicinissimo al suo, tanto che poteva sentire il suo respiro terribilmente calmo sulla pelle…
La ragazza distolse lo sguardo e strizzò gli occhi, strinse le mani sulla superficie ruvida e sconnessa della colonna dietro di lei, mentre lui le si avvicinava, toccandola con il suo corpo, sfiorandole il collo con il viso.
Lo sentì inspirare a fondo, per sentire il profumo della sua pelle e lei prese a fremere di rabbia e di disgusto.
…anche se avesse vinto, probabilmente non l’avrebbe riportata a casa…
…ma se avesse perso…
…era chiaro cose le avrebbe fatto…
Poi con la mano libera, Kisshu le restituì violentemente il colpo allo stomaco.

Mew Ichigo si piegò in due dal dolore, finendo in ginocchio per terra. Le scappò un gemito soffocato, mentre si stringeva la pancia con entrambe le braccia. Mentre lottava per riprendere padronanza del suo corpo, cercò con la coda dell’occhio di tenere sotto controllo le mosse del suo avversario.

Kisshu era ancora in piedi di fianco a lei, che la osservava dall’alto al basso, senza scomporsi mentre lei si contorceva dal dolore.
Poi le passò davanti alla faccia, urtandola con una gamba, prima di oltrepassarla, dirigendosi con tranquillità a raccogliere l’altro tridente che si era conficcato nel terreno.

A quella vista, Mew Ichigo raccolse tutte le sue forze a saltò più lontano che poté, tenendosi bassa vicino al suolo. Le tremavano le gambe dalla paura e dal dolore ma non aveva nessuna intenzione di arrendersi, di permettergli anche solo di toccarla…

“Strawberry Bell!” esclamò, facendo riapparire la sua arma e afferrandola.
Ma prima che potesse avere l’occasione di utilizzarla, Kisshu le scagliò contro il tridente.

Questo si conficcò nel polso della ragazza, trascinandola pesantemente a terra, mentre la sua arma le sfuggiva di nuovo di mano.
Gridò, stringendosi freneticamente il braccio da cui si stava spandendo una cospicua quantità di sangue: le lame del pugnale le avevano inciso la carne attorno al polso, inchiodandolo al suolo. Non aveva mai provato un dolore così lancinante…

Negli istanti che seguirono, intravide Kisshu lanciarsi nuovamente contro di lei, con l’altro tridente stretto nella destra, mentre puntava dritto alla sua pancia.
Non poteva scansare il colpo, era imprigionata…

Ecco cosa aveva in mente: prima l’avrebbe ferita… torturata… e poi…

Il suo corpo si mosse di scatto in un ultimo gesto disperato.
Quando lo vide ormai sopra di lei, con la mano libera lo colpì con tutta la sua forza, mirando alla faccia.
Soffiò ferocemente mentre gli graffiava con veemenza il viso, facendogli perdere l’equilibrio.

E poi lo scorse incredula vacillare sotto il suo colpo e cadere sulla schiena, davanti a lei, per terra.

Senza perdere tempo, svelse dolorosamente l’arma dal terreno per liberarsi e saltò addosso a Kisshu, premendolo al suolo con il peso del suo corpo e bloccandogli un braccio con il ginocchio e l’altro con la mano illesa.
Strinse il tridente nella mano destra e glielo puntò alla gola, rabbiosa, mentre ansimava pesantemente.

E ora che fai, stronzo?
Ho vinto io…

Rimasero a squadrarsi per alcuni secondi, in silenzio.
Adesso, anche Kisshu sembrava provato: poteva sentire il suo petto sollevarsi affannato sotto di lei.
Lo sentì tossire faticosamente un paio di volte, evidentemente ancora fiaccato dal primo colpo ricevuto.
Poi lui iniziò a ridere sfacciatamente, di gusto.

Questo la rese ancora più furiosa. Gli premette la punta della lama sulla carne, mentre dal suo polso continuava a brinare sangue che lentamente le colava per il braccio e gocciolava sui vestiti del suo avversario.

“Sei splendida, Ichigo!” esclamò Kisshu. “La mia splendida Gattina sexy…”
I graffi che gli aveva inferto sul viso si erano gonfiati e spiccavano rossi sulla sua pelle pallida.
“Sai, dovremmo farlo più spesso” aggiunse con un smorfia dolorosa.

Mew Ichigo gli rivolse un’occhiata piena di tutto il suo disprezzo.
Il braccio ferito iniziava ad indebolirsi e a farle parecchio male e ci stava mettendo più del solito a recuperare il suo debito di ossigeno, forse
perché il sangue che stava perdendo era troppo…
Ora non aveva più voglia giocare…

Voleva solo tornare a casa… e che lui sparisse per sempre dalla sua vita.
Mosse le labbra per dirglielo, ma l’espressione sul viso di Kisshu glielo impedì.

Era serio, di un serio glaciale come non l’aveva mai visto.
“Avanti!” proruppe lui. “Se mi devi ammazzare fallo subito, così ci leviamo il pensiero”.

Il tono duro e deciso con cui le aveva detto quelle parole la spiazzò.
Si irrigidì, riuscendo solo a sgranare gli occhi, incredula.

“Ichigo, non torno a casa per farmi giustiziare dai miei simili…” le disse Kisshu, guardandola intensamente.
“Mi sono promesso che me ne sarei andato combattendo. E questa è una buona occasione!”

Mew Ichigo fissò sconvolta il ragazzo davanti a lei.
Lui teneva la testa indietro, premuta contro una delle tre lame, scoprendo ancora di più il collo.
La vista di quella pelle sottile e tirata, che lasciava scorgere in profondità la traccia bluastra delle vene, le solleticava la mente…
e la lama che impugnava…
affondava con sorprendente facilità nella carne, senza perforarla…
Sentì un fremito passarle sulla schiena.
Non aveva mai considerato che nei suoi istinti più reconditi da cacciatrice potesse nascondersi… un’assassina…
…un’assassina…
Si rese conto che avrebbe veramente potuto farlo…
E che ad una parte di lei non sarebbe per niente dispiaciuto…

Le labbra di Kisshu si incresparono in un mezzo sorriso.
“E poi se sei tu, Gattina, a farmi fuori…” sussurrò, senza finire la frase.
C’era un misto di tenerezza e di malinconia in quelle parole.

La mano di Mew Ichigo iniziò a tremare.
Un attimo prima lui era pronto ad ucciderla…
…in quel modo orribile…

“AVANTI!” urlò secco Kisshu. Aveva tutto il tono di un ordine.

No…
Non voleva farlo…
Lei desiderava solo tornare a casa…
Non era giusto…
Perché doveva chiedere una cosa del genere proprio a lei?
Ma che razza di persona era, per obbligarla a tirare fuori quelle parti di sé stessa?
Cosa vuoi da me?

Poi le parve di afferrare di colpo una grande rivelazione… un’idea talmente semplice da sembrare sciocca, eppure tanto immensa che fino ad allora non era mai stata in grado di vederla…
In tutti quei mesi, in tutto quel tempo che Kisshu l’aveva cercata, così spasmodicamente e così furiosamente, forse lui voleva solo…
…essere salvato?

Salvato da quella cosa che gli stava divorando l’anima…
Cos’era?

Solitudine…

Ecco cosa aveva realizzato Ichigo: che Kisshu era sempre stato solo.

Senza famiglia, senza una casa, senza un posto dove stare. I suoi amici gli avevano voltato le spalle nei momenti più difficili. Le persone in cui credeva l’avevano ingannato. La sua gente voleva ucciderlo… il suo mondo stava cadendo a pezzi…

E in mezzo a tutto questo, aveva visto nascosto in lei qualcosa di speciale…

…si era innamorato di lei…

E non voleva niente in cambio.
Nessun sacrificio, nessuno sforzo per essere diversa da quello che era.
Voleva solo che lei gli concedesse la possibilità di amarla.
Di darle quanto aveva di meglio da offrire.

Lo guardò negli occhi.
Lui la fissava angosciato, aspettando una sua mossa.
Gli aveva dato la possibilità di disporre della sua vita…
E non solo attraverso quella lama premuta sulla sua gola…

Mew Ichigo gli rivolse lo sguardo più dolce che aveva.
Non sapeva che altro fare… le veniva improvvisamente da piangere, sopraffatta da quell’enorme tristezza.

“Kisshu…” riuscì solo a sussurrare.

E fu l’ultima cosa che gli disse.

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Ok, gente… mentre scrivevo l’ultima parte del Capitolo stavo piangendo come una fontana… niente note… lasciatemi sola con il mio dolore… U___U

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Capitolo 22
*** Capitolo 9 - Tra Me e Te - By KISSHU ***


20.Capitolo 9 - Tra Me e Te - By Kisshu

Mizzega... dopo settimane che non aggiorno, eccomi tornata con un capitolo del genere... io continuo a domandarmi che mi girasse per la testa mentre scrivevo sta Fikky! o_O E' proprio vero che la scuola FA MALE!!! E preparatevi gente... perché quest'autunno quasi sicuramente torno all'università, quindi la mia mente malata partorirà altre cose simili...

Spero...

...T_______T...

>>Per chi ha recensito<<

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Intro al Capitolo: Ho fatto un bel Ki-chan molto sadico… non so se vi piacerà! (a me da un po’ i brividi, cmq gasa una marea! ^o^). La song è Lies degli Evanescence, probabilmente la mia preferita.

Avvertimento: preparatevi una scatola di fazzoletti di fianco al Pc perché questo capitolo è terribile… almeno stando a quanto dice la mia onee-chan, Neko-Ichy, che è rimasta in uno stato comatoso per mezz’ora dopo averlo letto… boh!!!!

Ah! Ho studiato per intero “Fuga dalla Libertà” di Erich Fromm per scrivere bene sto capitolo… spero sia venuto realistico!!!!  (Ma sei fissata con quel psicosociologo, eh? NdPai) (Se vuoi ti presto il libro! ^o^ NdMe) (Uhm… NdPai-che-ci-pondera-su)


*** 9. Tra Me e Te ***
~ * ~
By Kisshu

Bound at every limb by my shackles of fear
Sealed with lies through so many tears
Lost from within, pursuing the end
I fight for the change to be lied to again...

You will never be strong enough
You will never be good enough
You were never conceived in love
You will not rise above…

They'll never see
I'll never be
I've struggled on and on to feed this hunger
Burning deep inside of me

But through my tears breaks a blinding light
Birthing a dawn to this endless night
Arms outstretched, awaiting me
An open embrace upon a bleeding tree

Rest in me and I'll comfort you…

I will never forsake you…

Incatenato ad ogni brandello (del mio corpo) dai miei tremiti di paura
Sigillato con le bugie attraverso così tante lacrime
Perso dentro, desiderando la fine
Combatto per l’opportunità di essere ingannato di nuovo…

Non sarai mai abbastanza forte
Non sarai mai abbastanza buono
Non sei mai stato concepito in amore
Non riuscirai a risollevarti…

Loro non vedranno mai
Che io non sarò mai
Io ho combattuto e combattuto per nutrire questa fame
che brucia profondamente dentro me

Ma attraverso le mie lacrime irrompe una luce accecante
che fa nascere un'alba in questa notte senza fine
Braccia spalancate, aspettano me
un abbraccio aperto sopra un albero sanguinante

Riposa in me e ti conforterò…

Io non ti tradirò mai…



Con un lampo di luce azzurra, quella stronza si trasformò, proprio davanti a lui.
Kisshu stava tremando. La rabbia, il risentimento, l’eccitazione, la repulsione, il desiderio, il dolore… tutte queste emozioni si stavano accavallando disordinatamente dentro di lui.
Era patetico.
 
Doveva calmarsi.
 
Ora lei era Mew Ichigo: poteva essere pericolosa.
 
Doveva stare attento.
 
Si era lasciato fregare, lei si era approfittata dei suoi maledetti sentimenti.
Non sarebbe più successo.
 
Doveva riprendere il controllo della situazione.
 
Sfoderò uno dei suoi sorrisi più sfrontati.
“Bene Ko-Neko-Chan! Ora che ti sei trasformata, quali giochini perversi hai in mente per noi due?” le disse, ironizzando.
La sua voce però era incerta e il suo sorriso tirato.
 
Poteva fare di meglio.
 
“Smettila!” gli rispose intanto la ragazza.
“Hai ragione Kisshu…” aggiunse. “Non bisogna lasciarsi andare, bisogna combattere. E ora è uno di quei momenti in cui devo dare il massimo, devo combattere per quello che io desidero… e io desidero andarmene da qui. Voglio tornare a casa!”
 
Kisshu non sentì nemmeno le sue parole. Stava studiando il modo migliore per avvicinarla e strapparle di nuovo la spilla.
“Ah, vuoi combattere? Contro di me?” le domandò con una smorfia, facendo qualche passo verso di lei.
 
A quel gesto, Mew Ichigo chiamò la sua Strawberry Bell e gliela puntò contro.
“Stai indietro!” gli intimò.
 
Lui non smise di avanzare, ma lanciò involontariamente un’occhiata furtiva a quell’arma. Sembrava così stupida: a forma di cuore, ricoperta di pelo morbido, di un rosa acceso. Ma sapeva cos’era in grado di fare: dalle registrazioni sulla nave, l’aveva vista fare fuori Profondo Blu con quella!
 
“Ti ho detto di stare indietro!” ripeté la ragazza, alzando la voce.
Lui la fissò negli occhi, gelido.
 
Mew Ichigo indietreggiò di qualche passo.
“Avanti! Riportami a casa Kisshu!” gli disse, stavolta con voce meno ferma.
 
Kisshu scosse la testa.
“No, tu starai qua finché io lo desidero. Te l’ho già detto.”
 
“Non dire stupidaggini!” strillò lei. “Sai benissimo che io non dovrei essere qua. E nemmeno tu non dovresti essere qua! Lo sappiamo benissimo entrambi! Portami a casa, altrimenti…” le parole le morirono sulle labbra, perché probabilmente si rese conto che stava farfugliando.
 
“Altrimenti?” la incalzò Kisshu, avvicinandosi con più decisione a lei, approfittando di quel suo attimo di cedimento.
Ormai era a poco più di un metro…
 
A quella vista, la ragazza impugnò con più decisione la sua arma.
“Ribbon…” iniziò.
 
Kisshu esitò un istante.
“Io non voglio combattere contro di te, Gattina” le disse.
Lo aveva detto solo per dissuaderla, per evitare che usasse quel maledetto attacco contro di lui…
Ma forse lo pensava davvero.
 
“…Strawberry…” continuò invece lei.
 
A quel punto, la Strawberry Bell gli premette contro al petto, impedendogli di avvicinarsi oltre.
Guardò Mew Ichigo, dritto dentro il rosa tenue dei suoi occhi.
Era proprio di fronte a lui… ed era così bella che la sua rabbia furiosa rischiava di vacillare…
 
Lo aveva ingannato davvero?
Voleva davvero colpirlo?
 
Vuoi davvero ferirmi… ancora?
 
La ragazza strinse le dita attorno all’arma.
 
“SURPRISE!” urlò.
 
Si sollevò un gran nuvolone di polvere per lo spostamento d’aria.
Kisshu sentì solo una vampata di aria tiepida sul viso e poi urtò dolorosamente con la schiena contro la parete.
 
Doveva aver fatto un bel volo…
 
Si ritrovò per terra, seduto scompostamente, con un spasimo terribile che gli paralizzava il petto.
Non appena provò a prendere fiato, iniziò a tossire affannosamente ed a sentire il sapore ferroso del sangue riempirgli la bocca.
 
Vide poi Mew Ichigo, in piedi poco lontano, che lo studiava preoccupata.
 
Spiacente, non sono ancora fuori combattimento, Gattina…
 
Si rialzò a fatica, poggiandosi con una mano alla parete e si pulì un filo di sangue che gli era gocciolato sul mento.
Inspiegabilmente, le sorrise.
Un sorriso crudele.
 
Voleva veramente farla a pezzi, ora.
 
“Bene bambolina, vedo che non le capisci le buone maniere!” ringhiò, sprezzante.
 
Con un lampo di luce dorata si fece comparire i tridenti nelle mani.
Li soppesò un po’, gustandosi la sensazione delle impugnature ricoperte di cuoio nero sotto le dita.
Erano pesanti, come le sue intenzioni. Si sarebbero conficcati a meraviglia nella carne tenera di Mew Ichigo.
 
Le sue labbra si tirarono in un ghigno. Ora si sarebbe divertito, a modo suo…
 
“E allora, se vuoi combattere, decidiamo combattendo!” La incitò. “Infondo, è quello che noi due sappiamo fare meglio, vero?”
 
Poi si scagliò contro di lei.
 

***


Mew Ichigo balzò verso l’alto, sopra di lui, evitando il suo colpo che cadde a vuoto.
Kisshu la seguì con la coda dell’occhio, calcolando il punto in cui avrebbe toccato terra.
 
Precedendola, si materializzò lì.
Lei gli atterrò davanti, dandogli le spalle, ansimando.
Si teneva bassa sulle ginocchia, guardandosi attorno senza riuscire a vederlo…
 
Avvicinò la bocca al suo orecchio, tra i suoi capelli morbidi. “Sveglia, piccola!” le sussurrò maliziosamente.
Quindi la scaraventò per terra con una gomitata nella schiena.
 
La ragazza strisciò in modo disordinato sul pavimento, lasciandosi scappare un gemito. Poi si rialzò, tirandosi sui gomiti, con un’espressione sofferente.
 
Ancora troppo poco sofferente.
 
Si lanciò di nuovo verso di lei, caricandola con la destra.
Mentre lui si avvicinava velocemente, vide Mew Ichigo sgranare gli occhi e appiattirsi al suolo, con un’espressione atterrita, come incapace di schivare il colpo.
Invece stava fingendo di nuovo.
Non appena lui le fu abbastanza vicino, la ragazza gli mollò una ginocchiata nello stomaco e guizzò via, fuori dalla porta.
 
Kisshu si strinse la pancia con le mani.
Il calcio, sommato al contraccolpo dovuto alla furia del suo attacco, era stato molto più doloroso del previsto.
Doveva essere più cauto.
 
Si materializzò fuori dalla costruzione, fluttuando in quella nebbiolina verde ad alcuni metri dal suolo.
Mew Ichigo era pur sempre un’umana e sapeva che non avrebbe mai pensato ad alzare gli occhi al cielo. Non lo avrebbe visto.
 
La cercò con gli occhi, scrutando tra i muri in pietra delle rovine e tra le quelle costruzioni color sabbia, quindi la intravide, poggiata con la schiena contro una colonna del porticato del tempio, che si guardava intorno allarmata.
Aveva ancora in mano la Strawberry Bell: sparita quella, sarebbe stata molto più inoffensiva.
 
Elaborò rapidamente un piano.
Un piano…
Che parolone.
Gli sarebbero bastate due mosse per farla fuori…
…ma sarebbe finito subito anche il divertimento.
E quella era la parte che preferiva… (*)
 
Rimase in attesa, in silenzio, che la ragazza si sentisse abbastanza tranquilla da abbassare a sufficienza la guardia, tanto da voltarsi per osservare dietro la colonna che aveva alle spalle.
 
Quando lei si girò di nuovo, Kisshu le si era già materializzato davanti.
Con gesto rapido, infilò un tridente nella Strawberry Bell e la strappò via dalla mano di Mew Ichigo.
Il cuoricino finì per terra, assieme alla sua arma, dissolvendosi con un lampo di luce.
Ora era disarmata.
 
Kisshu sogghignò, mentre fissava gelidamente negli occhi la sua preda.
Era in trappola, davanti a lui, incapace di difendersi, con la colonna dietro di lei che le impediva di fuggire.
Ma la cosa migliore era che anche lei ne era consapevole.
Vide che iniziava a tremare. Era terrorizzata per davvero, stavolta.
 
Ed era terribilmente eccitante.
 
Si appoggiò appena contro quel corpo felino ed accaldato, per sentire i tremiti della ragazza contro di lui…
Le sfiorò il collo con il suo viso, inspirando a fondo, per gustarsi la fragranza della sua pelle snaturata dalla paura.
…quindi le tirò un pugno secco allo stomaco.
 
Mew Ichigo si piegò in due e finì per terra, in ginocchio, contorcendosi e gemendo dal dolore.
Lui la guardò compiaciuto.
Adorava quella sensazione che gli ribolliva dentro mentre combatteva per distruggere il suo avversario…
Era stata sua compagna per tutti quegli anni. E aveva imparato a padroneggiarla alla perfezione…
 
Passò davanti alla ragazza, ancora accasciata al suolo, urtandole la guancia con un ginocchio, per istigarla a rialzarsi…
 
Vediamo se sei tanto forte quanto credi e se riesci a salvarti…
 
Si allontanò da lei e fece alcuni passi per raccogliere, con tutta calma, l’altro tridente che si era conficcato a terra.
 
Avresti dovuto pensarci bene piccola, prima di giocare con uno come me…
 
Mew Ichigo accontentò la sua tacita richiesta e parve riprendersi improvvisamente dal colpo, balzando lontano da lui.
La vide atterrare in modo malfermo sulle quattro zampe, mentre lo fissava bruciante d’odio.
Poi richiamò ancora una volta la sua arma, facendola apparire nella mano guantata.
 
Kisshu fece una smorfia di delusione.
Come era noiosa…
 
Quindi scagliò il tridente appena recuperato contro il suo braccio, inchiodandoglielo al suolo, facendole scappare di nuovo la Strawberry Bell di mano. La ragazza cadde pesantemente indietro e si strinse il polso, strillando di dolore. Le aveva lacerato la carne e stava sanguinando…
 
Delizioso…
Dopo lo avrebbe assaggiato…
Ma ora non aveva ancora finito…
 
Strinse l’impugnatura del tridente nella mano destra e si buttò di nuovo su di lei.
Questa sarebbe stata l’ultima volta, perché aveva tutta l’intenzione di piantarglielo nel ventre.
Nelle frazioni di secondo che seguirono, Mew Ichigo strattonò terrorizzata il braccio intrappolato tra le lame, ancora conficcate al suolo, senza riuscire a liberarsi, mentre lui le era ormai addosso. Tirò indietro il braccio per colpirla, ma lei provò disperatamente a difendersi: alzò la mano sinistra e tentò di graffiargli la faccia con tutta la sua forza. Kisshu fece per ritrarsi, per scansare quell’insulso attacco, ma…
…sentì un crampo lancinante al petto, che gli impedì di muoversi…
…Tutto a causa del primo colpo ricevuto…
La mano di Mew Ichigo si abbatté con ferocia sulla sua guancia, facendogli perdere l’equilibrio.
Atterrò per terra, sbattendo su una spalla, e si ritrovò con la schiena sul pavimento di pietra.
 
Prima che potesse raccapezzarsi, la ragazza gli fu addosso, inchiodandolo in quella posizione, con un ginocchio che gli bloccava un braccio e la sua mano illesa che gli stringeva l’altro polso. Si sarebbe liberato facilmente, se non che… lei gli puntò alla gola il tridente che aveva svelto dal terreno, ancora sporco del suo sangue.
 
Kisshu tossì un paio di volte, ansimando, per il dolore.
Mew Ichigo era seduta di peso proprio sul suo petto, rendendogli ancora più faticoso riprendere fiato.
La poteva vedere alzarsi ed abbassarsi appena ad ogni suo respiro.
 
Al ché, si mise a ridere. Una risata folle.
Ed amara. Gli sarebbe piaciuto vederla così… ma in un’altra situazione.
 
“Sei splendida, Ichigo!” esclamò. “La mia splendida Gattina sexy… Sai, dovremmo farlo più spesso” aggiunse con un smorfia dolorosa.
 
La ragazza non rise alla sua stupida battuta.
Lo fisso piattamente, con disprezzo, premendo la lama nella sua carne.
Era molto determinata.
 
E lui aveva perso.
Di nuovo.
Doveva essere destino.
Un destino crudele che lo seguiva da tempo, ormai.
 
Aveva provato con tutte le sue forze a liberarsene, a cercare per lui qualcosa di migliore…
Inutilmente. Ogni suo sforzo continuava ad essere maledettamente vano.
 
Aveva provato anche a sfuggirgli… e c’era riuscito… una volta… due volte… ma era solo un posticipare gli eventi…
Sapeva che lo avrebbe preso comunque, presto…
 
Non poteva farci niente.
 
Quella sensazione di impotenza, di inettitudine… la odiava! Lo disgustava…
Doveva darci un taglio…
Doveva farla FINITA…
 
E la soluzione era lì, sopra di lui.
Seppur inconsapevolmente, lo sapeva… da quando, due giorni prima, era tornato a cercare quella ragazza, per fingere che lei potesse dargli la forza di combattere ancora, per chiederle un attimo di speranza, per farlo illudere un altro po’…
Si era già rimesso nelle sue mani…
 
Fissò con serietà la ragazza che aveva ancora poggiata addosso.
…doveva capire che non si trattava più di un gioco…
“Avanti!” le disse. “Se mi devi ammazzare fallo subito, così ci leviamo il pensiero”
 
Mew Ichigo sgranò gli occhi, probabilmente disorientata da quello che le aveva appena chiesto.
 
“Ichigo, non torno a casa per farmi giustiziare dai miei simili…” le spiegò, con calma.
“Mi sono promesso che me ne sarei andato combattendo. E questa è una buona occasione!”
 
Lei non disse nulla.
Le sue parole sembravano averla scaraventata di colpo in un altro mondo, che fissava con lo sguardo perso in un punto infinitamente lontano.
Ma c’era una strana luce che brillava nel fondo dei suoi occhi…
Le sarebbe bastato un attimo di coraggio, di fredda determinazione.
E sarebbe stata perfettamente in grado di farlo.
 
Di fare finalmente qualcosa per lui…
 
“E poi se sei tu, Gattina, a farmi fuori…” le sussurrò, per esortarla.
 
Grosse gocce di sangue le piovevano, a tratti, dal suo polso, inzuppandogli la maglia, come aveva fatto quel pomeriggio con le sue lacrime salate…
 
Poi la mano della ragazza iniziò a tremare, affondando di più la lama del pugnale nella sua gola, con una lentezza estenuante.
Per un attimo, Kisshu ebbe paura. Paura che l’avrebbe ucciso a quel modo, con tortura lunghissima…
Cercò di non pensarci.
 
“AVANTI!” le urlò di nuovo, rabbiosamente.
Poi strinse gli occhi, per non darle il dolore di vedere, di nuovo, il suo sguardo, mentre crepava sul pavimento…
 
Finisci quello che hai iniziato, Ichigo, e toglimi di mezzo, da questa schifezza di vita…
 
Non voleva rivedere la sua terra.
Chissà che avrebbero pensato i suoi compagni…
Non voleva rivedere le ragazze che aveva lasciato.
Gli avrebbero riso dietro…
Non voleva rivedere le persone che aveva deluso.
Lo avrebbero guardato con disprezzo…
Non voleva rivedere niente…
 
…solo lasciarsi tutto alle spalle…
 
La sua mente pensava confusamente tutte queste cose, ma lui…
 
Lui non c’era…
 
Gli sembrava di vedere tutta quella scena dall’esterno, scorrergli davanti, al rallentatore, come su uno schermo.
La osservava senza interesse, mentre il tempo si dilatava impercettibilmente…
Ormai non lo riguardavano più…
 
Forse, era già morto?
 
Sarebbe stato meraviglioso…
 
Aprì gli occhi.
 
Davanti a lui c’era ancora Ichigo.
 
Lei lo guardava con incredibile dolcezza, dal rosa abissale dei suoi occhi, della stessa tonalità dei suoi morbidi capelli ondulati…
 
Come in un macabro ritornello che aveva già sentito… (**)
 
“Kisshu…” gli sussurrò.
 
E fu l’ultima cosa che gli disse.
 

~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ * ~


Kisshu: Sono morto?
Autrice: Beh… ecco… insomma…
Kisshu: No, sul serio… sono morto???
Autrice: Ci sono ancora un paio di capitoli… lì avrai modo di capire… ^^”
Kisshu: Oddio… sonomortosonomortosonomortosonomortosonomortosonomorto…
Autrice: E BASTA!!!
Kisshu: Ma vaffanculo autrice! Perché devi farmi avere 'ste manie suicide???  Non è giusto! Aveva ancora tante cose da fare… comprarmi un’astronave, prendermi la mia prima sbornia, farmi Ichigo, battere il record per il chimero più peloso del pianeta, andare sul Blu Tornado di Gardaland…
Autrice: EEEEEEH????? O_O
Kisshu: …Andare in vacanza alle Bahamas, vedere il Dvd del Re Leone 3…
Autrice: Sta delirando…

Passiamo alle
Note:

(*) I preliminari prima di tutto, gente! XD NdKisshu (Ma sai che sei inquietante FORTE??? O_O NdMe)

(**) Vi avevo detto di tenere a mente il sogno del Capitolo 5… ma voi non mi date retta! UoU

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Capitolo 23
*** === Intermezzo 3 - Punti di Vista === ***


20bis.Intermezzo N°3 - Punti di Vista

Ehm... non credo ci sia molto da dire sul ritardo mostruoso di questo aggiornamento... l'unica cosa che posso fare è chiedere umilmente perdono e prostrarmi davanti al numero pazzesco di recensioni che mi avete lasciato (sia qua che sul mio sito). So che questo capitolo molti di voi l'hanno già letto, ma non potevo lasciare un buco su EFP e non postarlo! ^^; Ma vi prometto un bel regalo di Natale, quindi state in linea, ok? Volevo poi ringraziare Mia che ha colto in pieno "l'atmosfera" del capitolo precedente con quel suo "chi non ha niente, non ha niente da perdere" (*.*) e domandare ad Attigan83 se ha risolto il problema con l'html (spero tu abbia trovato qualcuno un po' più sollecito di me nell'aiutarti... altrimenti fammi sapere!) Infine, per rispondere a Kagchan, l'immagine di Kisshu è di un doujinshi (hentai ^///^) che ho scaricato da emule. Il titolo è "Tokyo myu myu" ed è di Johji Manabe, Studio Katsudon (se te lo volessi procurare...). Ringrazio di nuovo tutti gli altri commentatori ed ora vi lascio al capitolo, mentre io vado a studiare... -.-
sigh...

~ * ~ *~ * ~ *~ *~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ * ~

Autrice: Salve gente!!!! XDDDDDDDDDDD Siccome io sono veramente, ma veramente BASTARDA, ho dec…
Kisshu: E-ehm… Autrice…
Autrice: Che cavolo vuoi? Non mi interrompere! Sto facendo una cosa importante!!!! >__< ! Dunque… dicevo: siccome io sono BASTARDA, ho deciso di ins…
Kisshu: Bianca o azzurrina?
Autrice: EH? Ancora? Ma di che parli?
*L’autrice si volta e vede Kisshu reggere per l’appendiabiti due lunghe tuniche, per l’appunto una bianca ed una azzurrina*
Autrice: M-ma che ci vuoi fare con quelle??? O_o?
Kisshu: L’angioletto… sono morto…
Autrice: MA VATTI A NASCONDERE DEFICIENTE!!!!! >o< !!!
Kisshu: Sei un mostro… sigh… T_T (va mestamente a disegnare cerchietti in un angolino della stanza)
Autrice: Oh! Finalmente! DICEVO… siccome sono bastarda, ho deciso di inserire questo ultimo intermezzo proprio ora, per lasciarvi la suspence!!! ^____^ Contenti?
Lettori: No…
Autrice: Pazienza… ormai l’ho postato!
*Si appresta ad iniziare la proiezione del Capitolo, quando lancia occhiata a Kisshu che sta ancora rannicchiato in angolino*
*Il gelido cuore dell’autrice si incrina un pochino-ino-ino…*
Autrice: Ehm… Ki-chan… io… uhm… ecco… Che ne dici di metterne una dorata? Si intona con i tuoi occhi…
Kisshu (balza in piedi, illuminandosi): GIA’! *O*!!! Non ci avevo pensato!!!! DORATA! Mi piace… (si prende il mento tra le dita, con espressione concentratissima) Uhm… e se la mettessi bianca con i bordini dorati? O magari solo le alucce e l’aureola? Ah… è difficile… non riesco a scegliere… (se ne va ponderando)
Autrice: Povero ragazzo… (scuote la testa) capitelo… ha avuto un’infanzia difficile… -_-“


*** Punti di Vista***
~ * ~
Intermezzo n°3

Purin aveva davvero una bella casa.
Era così spaziosa…
Così ariosa…

Mica come quel buco dove viveva, sul suo pianeta!
Solo l’istituto militare era peggio… ma per fortuna non aveva dovuto passarci molti anni, per allenarsi.
D’altronde, l’abilità di controllare i chimeri vegetali e le piante in genere era una dote piuttosto rara tra i suoi simili: o uno ci era nato oppure si arrangiava!

E Taruto era sempre stato bravo in questo, anzi era il massimo! Per questo l’avevano spedito sulla Terra.

Peccato che adesso uno di quei mocciosetti dei fratellini di Purin lo aveva tirato a tradimento per uno dei nastri dei suoi pantaloncini e lo aveva fatto precipitare sul pavimento della sala da pranzo…
E poi ora gli stavano saltando tutti addosso…

“E BASTA!!!” strillò l’alieno, rimaterializzandosi in aria, da dove era stato indegnamente spodestato.

“Taru-Taru! Sei tornato!! Vieni giù! Vieni a giocare con noi!” lo supplicò insistentemente una bambinetta bionda, guardandolo con gli occhioni da cucciolo.

“Sta zitta poppante…” la intimò. “Anzi… …Dimmi piuttosto dov’è tua sorella!”

Proprio in quel momento, Purin entrò nella sala da pranzo, con in mano un grosso vassoio avvolto da un carta rosa pallido.

Alla vista a quella apparizione mistica, i cinque bambini abbandonarono l’alieno e schizzarono verso la sorella maggiore, assalendo il pacchetto e strillando: “I dolci! I DOLCI! I DOLCIIIIII!!!!!!”

“Chincha, Hanacha, Ruucha, Honcha, Heicha! State CALMIIIII!” sbottò Purin, cercando di salvare il contenuto del vassoio dalla furia famelica dei fratellini, sollevandolo per aria con le braccia.

Taruto ne approfittò per materializzarsi sopra di lei e sfilarglielo di mano, facendo sollevare un coro di proteste (tipo curva dello stadio… per intenderci).

“Taru-Taru! Ridammi il vassoio! Ci sono i dolci avanzati oggi al Caffè… Akasaka Onii-chan li ha messi da parte per Purin e i suoi fratelli! Non puoi mangiarteli tutti tu!” strillò Purin.

Al suono della sua voce risentita, Taruto ridacchiò di gusto, addentando un’enorme bombolone coperto di panna montana. Niente lo divertiva quanto far arrabbiare quella bambina di solito così ostinata e caparbia…
“Hmmm… Ciau shimmietta… anch’io shono… hmm… contento di vederti!” biascicò con la bocca piena e le guance coperte di zucchero a velo.

La biondina incrociò minacciosamente le braccia e si sbuffò via un ciuffo di capelli dalla faccia, con l’aria di chi è pronto a combattere all’ultimo sangue... Heicha, invece, si aggrappò di più alla camicetta azzurra della sorella maggiore. “Taru-Taru… per favore!” piagnucolò la piccola.

“AH Uffa! Non guardarmi così tu!” sbottò l’alieno, in direzione di Heicha. “Non mangio da stamattina…” si giustificò, prima di ficcarsi una crostatina alla frutta in bocca.

“COSA?!” proruppe di colpo Purin, assumendo un’espressione serissima. “Eh no Taru-Taru! Allora non puoi ingozzarti solo di dolci! Ti fa male mangiare in questo modo! Se venivi prima, Purin ti faceva assaggiare il suo meraviglioso Katsudon!”

“Il cosa?” domandò Taruto, senza capire un accidente.

“Il Katsudon! E’ un piatto buonissimo, sostanzioso e nutriente a base di riso bollito e carne di maiale in agrodolce!” dichiarò con orgoglio la biondina. “Però Purin e i suoi fratellini l’hanno già finito tutto purtroppo…” constatò, mortificata.
“Cos’altro posso darti da mangiare?” si domandò.

Nel frattempo, l’alieno si decise a scendere a terra e posò il vassoio sul tavolo, dove fu preso d’assalto dai bambini.

“Ah! Dovrei avere ancora una di quelle ciotole di Ramen già pronto nella credenza!” esclamò Purin, illuminandosi in viso.
Senza aspettare un attimo di più, afferrò Taruto per la mano e lo trascinò in cucina, abbandonando i fratellini in salotto, alle prese con i dolci.

“Uff… e mollami!” sbraitò l’alieno, divincolandosi dalla presa, una volta arrivati nella stanza adiacente.

Purin gli sorrise affabilmente e si arrampicò in fretta sopra uno sgabello, per raggiungere l’anta di legno della dispensa, da cui tirò fuori una scodella di plastica che ficcò dentro al forno a microonde. (*)
“Scusa Taru-Taru, ma Purin non può prepararti niente di meglio a quest’ora!” gli spiegò lei, regolando il timer. “Aspetta solo un paio di minuti e sarà pronto!”

“Fa un po’ come ti pare…” borbottò Taruto, sedendosi per terra a gambe incrociate. In verità, i due dolcetti che si era sbaffato prima non gli avevano affatto tolto l’appetito, ed era ben felice di mettere sotto i denti qualcosa di sostanzioso.
Lanciò un’occhiata a Purin, che era diventata improvvisamente silenziosa, imbambolata davanti al microonde.
Troppo silenziosa…

Il che non faceva presagire nulla di buono…

…se adesso mi salta addosso come suo solito… mi smaterializzo via… si rassicurò Taruto, che si sentiva di colpo terribilmente a disagio.

La biondina però non fece nulla di tutto ciò. Fu riscossa di botto dal campanello del timer, che la fece sussultare.
“Ah… è pronto!” osservò.
Strappò via la pellicola che copriva la ciotola e la porse all’alieno, assieme ad un paio di bacchette di legno, quindi si sedette in ginocchio davanti a lui.

“Devi starmi a guardare mentre mangio?” gli domandò l’alieno, infastidito, mentre soffiava sul liquido fumante.

Per tutta risposta, Purin gli rivolse un altro dei suoi sorrisi radiosi, facendogli intendere che non si sarebbe mossa di un millimetro.
Tuttavia, un istante dopo, quell’espressione solare fu sostituita da uno sguardo inaspettatamente profondo, che Taruto non si sarebbe mai aspettato di scorgere su quei due occhi castani, di solito così vivaci.

E tutto ciò lo fece rabbrividire, sebbene il contenuto della ciotola che teneva in mano fosse bollente… (-_-)

“Taru-Taru…” mormorò la biondina. “Purin deve chiederti una cosa importante…”.

Kami-sama… ecco che ricomincia… considerò il bambino, già preparato al peggio.

“Ecco… vedi…” cominciò Purin, inspiegabilmente e preoccupantemente in difficoltà…
“Ichigo onee-chan è scomparsa! Non la troviamo da ieri mattina!” affermò infine.

Taruto tirò un sospiro di sollievo. Per un attimo aveva temuto che ricominciasse con quella storia dell’essere amici, del tenersi per mano, dell’abbracciarsi… per non parlare di quelle volte che aveva tentato di stampargli uno di quei suoi bacetti appiccicosi sulla faccia… XD

“Cosa dovrebbe fregarmene di quella vecchiaccia?” domandò lui, prima di bere rumorosamente un sorso di brodo salato.

“Taru-Taru! Non fare il bambino maleducato!” lo rimproverò Purin, forse per l’appellativo che aveva rivolto ad Ichigo o forse per il modo in cui aveva trangugiato il Ramen.

“Che rottura che sei scimmietta… non metterti anche tu a dirmi cosa devo fare!” ringhiò lui, guardandola storto.

“E tu non interrompermi!” puntualizzò la bambina, dando termine al battibecco.
“Purin ti stava dicendo che Ichigo onee-chan è scomparsa, ma oggi lei ha telefonato a Shirogane onii-chan e gli ha detto di essere stata rapita!”

“E chi avrebbe avuto il coraggio di rapire quella là?” domandò svogliatamente l’alieno, mentre cercava con poco successo di pescare una rotellina di cipolla con le bacchette, dentro la ciotola viola del brodo.

“Retasu onee-chan pensa che sia stato Kisshu…” spiegò Purin.

“CHEEE?” sbottò Taruto, lasciando definitivamente perdere la cipolla. “Quell’idiota! Lo sapevo che ci nascondeva qualcosa! L’avevo capito già da ieri! Ha sempre quel sorrisetto cretino in faccia quando si mette a farne una delle sue! Neanche io e Pai fossimo così stupidi da non accorgercene!”

“Allora è vero? Ne sei sicuro” chiese la bionda.

“Mah… è possibile!” osservò l’alieno, un po’ meno convinto. Si mise a giocherellare con le bacchette dentro al brodo, arrotolando un’alga scura. “Comunque cosa dovrei farci io?”

“Devi aiutare Purin e le sue amiche a salvare Ichigo onee-chan! Lei vuole tornare a casa, Purin è sicura che non vuole stare con Kisshu!”

“E fa male…” constatò Taruto, bevendo un altro sorso di brodo.

“Perché dici così, Taru-Taru?”

“Perché.. perché Kisshu è innamorato di quella vecchiaccia, anche se non capisco come faccia! Quindi lei dovrebbe stare con lui, semplice, no?”

“Ma Ichigo onee-chan è innamorata di Aoyama onii-chan…” fece notare Purin.

“Mah… voi ragazze siete una seccatura.” tagliò corto Taruto. “Comunque andrò a parlarne con Pai: si arrabbierà da matti quando saprà che Kisshu non gli ha dato una mano a riparare l’astronave per stare con quella! Vedrai che lavata di testa gli fa!”

“Grazie Taru-Taru…” mormorò la biondina, allungando la mano per toccare quella dell’alieno.

Lui la ritrasse velocemente fuori dalla sua portata. “Non ho detto che vi aiuterò, scimmietta! Per cui non ringraziarmi!” sbottò.

Purin rimase un attimo interdetta, ma poi recuperò la sua inesauribile esuberanza e balzò a sedere di fianco a Taruto, appoggiandosi contro di lui.

Il bambino si limitò a fissarla gelidamente, finendo la tazza di Ramen. “Non molli mai tu, eh?” le domandò.

“Taru-Taru…” iniziò la biondina “Quando sarà pronta la vostra astronave?”

“E’ già pronta!” esclamò l’alieno, di colpo entusiasta. “Stanotte ce ne andremo da questo pianeta del cavolo e torneremo a casa! E’ fantastico, non trovi?”

“Ma…”

“Ma non preoccuparti! Non posso ancora partire!” esordì Taruto.
Una luce poco rassicurante gli illuminò gli occhi color miele, mentre posava sul pavimento la scodella vuota.
Afferrò la mano di Purin. “Prima di andare via ti avevo garantito che ti avrei fatto piangere…”

Si smaterializzarono.


***


Purin si guardò intorno confusa, poi nel buio della notte riconobbe le pareti scarlatte della sua casa, istoriate da raffinate decorazioni floreali.
Erano semplicemente usciti all’esterno dell’abitazione, nel porticato antistante l’ingresso, dove tirava un’arietta fredda ed umida.

Taruto le mollò rapidamente la mano e si portò ad un paio di metri dal suolo, sotto al tetto, ghignando.

“Taru-Taru… che vuoi fare?” gli domandò perplessa, ripensando alle parole che le aveva detto un momento prima.

Lui stese un braccio e fece apparire sul palmo della mano una piccola sferetta luminosa, che ben presto assunse la nota forma di un chimero. “Sono sicuro che questa sorpresina non la dimenticherai tanto facilmente, scimmietta!” la intimò.
Quindi scagliò il chimero per terra.

Purin, disorientata ed allarmata, balzò indietro, portandosi istintivamente una mano in tasca per afferrare la sua spilla da Mew Mew.

Quando il lampo di luce provocato dall’impatto con il pavimento svanì, la biondina vide con dispiacere il rivestimento in legno del porticato spaccarsi ed il fusto verde di una pianta scaraventarsi verso l’alto, arrampicandosi sulla parete… sull’altra facciata della casa… sulle colonne del portico… sul tetto…

Un macello…

Contemplò afflitta la sua abitazione ricoperta da quell’enorme arbusto verde scuro, ricoperto di spine, che diventava sempre più grande…
Tuttavia il chimero non dava segno di muoversi, né tanto meno di attaccarla, per cui la biondina si rinfilò la spilla in tasca.

Lanciò un’occhiata diffidente a Taruto, che fissava la scena con impazienza.

“E ora come te ne libererai, eh?” le fece lui, divertito.

La situazione non le quadrava. Purin si avvicinò ai rovi, studiando i rami nodosi, quando scorse qualcosa luccicare tra le spine.
Prese l’oggetto tra le dita: era morbido, profumato e di un viola scuro.

“Una mora?” mormorò.

Taruto scese a terra e afferrò un frutto dalla pianta, cacciandoselo in bocca. “Già…” le disse, soddisfatto.

Un enorme pianta di more con i frutti in quella stagione impossibile, proprio sotto il porticato di casa e tutta per lei e i suoi fratellini.
Oltretutto, la piccola Heicha adorava le more…

Purin si avvinghiò a Taruto, abbracciandolo con entusiasmo.
“Taru-Taru!” esclamò. “Grazie! Grazie! Grazie!”
“Ma dovresti smettere di fare finta di essere cattivo!” lo rimproverò, guardando l’alieno che per una buona volta non si scansava dal suo abbraccio.

“Ah, vedi: ci sono riuscito!” le rispose lui.

“Uh?”

“Sono riuscito a farti piangere, alla fine!” ridacchio, guardando gli occhioni lucidi di Purin.

La bambina lo liberò dal suo caloroso abbraccio e si sfregò gli occhi con il pugno. “Purin non sta piangendo!” ribattè.

“Pensa quello che ti pare!” le disse Taruto, facendo spallucce, mentre si staccava di nuovo da terra.
Poi, prima di sparire, le posò un bacio sulla fronte.


***


Pai si passò la stoffa della manica sul viso, cercando di restare calmo.
Era la terza volta che lo spinotto dell’alimentazione dello stabilizzatore gli scivolava dalle dita, ficcandosi tra gli ingranaggi, dove recuperarlo diventava quasi impossibile. Il problema era che era stanco morto e che si stava innervosendo, cosa che gli capitava molto di rado e che non gli faceva davvero piacere.

Prese una paio di pinze e le fece scorrere tra i tubi in gomma dove passava il carburante, cercando di riafferare lo spinotto di metallo, che riusciva appena ad intravedere.

“PAI! PAI!” sentì strillare.

L’alieno tirò un profondo respiro, in modo che le urla improvvise e fastidiose di Taruto non accentuassero il suo nervosismo.
“Cosa c’è Taruto?” gli domandò pazientemente, senza neppure voltarsi.

“Sai dov’è Kisshu?” domandò il bambino.

L’alieno prese con una mano la lampada al neon e cercò di fare luce tra i meccanismi e le condutture dell’astronave, per individuare con più precisione la posizione di quel fottuto spinotto…

“No, non lo so. E’ andato via un’oretta fa” gli rispose.

Era quasi tutto pronto per la partenza: aveva ripulito e rimesso a posto il blocco di fusione insieme a Kisshu, aveva riparato i transistor che innescavano la reazione di combustione e sostituito la valvola della pompa di raffreddamento principale, infine aveva anche rabboccato il serbatoio del liquido di refrigerazione e controllato il circuito di raffreddamento secondario.
Ora gli restava solo da riparare lo stabilizzatore.

“Dobbiamo assolutamente trovarlo, Pai!” sbottò Taruto.

“Io ho da fare adesso. Kisshu sa che entro domani mattina dobbiamo partire… si farà vivo da solo, vedrai.”

Ecco…
Aveva individuato lo spinotto…
C’era quasi…
Lo sfiorò con le pinze…
E lo fece cadere più in basso…

E merda… imprecò tra sé e sé.

“PAI! Ma mi stai ascoltando?” strillò Taruto, insistentemente.

“Cazzo, Taruto! Ma cosa vuoi? Ti ho detto che ho da fare!” proruppe, esasperato, mentre si voltava verso il compagno.

“E io invece ti ho detto che Kisshu ha rapito Ichigo!” ripeté il bambino, scocciato.

Pai, rimase un attimo in silenzio.
Era stanco, decisamente troppo stanco.
Aveva addirittura le allucinazioni…

Guardò attentamente l’immagine di Taruto che aveva davanti.
La vedeva un po’ sfuocata, per via della fatica e delle ore passate con gli occhi fissi su quei microscopici circuiti…

Ma no, decisamente non aveva le allucinazioni…

“Come fai a dirlo?” gli chiese.

“Prima ho sentito che parlava con qualcuno nella sua stanza e poi me l’ha confermato Purin, quando sono andato da lei!” affermò il bambino, con convinzione.

“Dunque, fammi capire: tu sei andato a trovare la Mew Mew… Purin, giusto? E lei ti ha detto che Kisshu ha rapito quell’altra Mew Mew… Ichigo, giusto?” ripeté.

“Ehi Pai, ma ci sei? Cos’è che non capisci?” fece Taruto, stizzito.

A questo punto, Pai crollò… -_-
“Cos’è che non capisco? COS’E’ CHE NON CAPISCO?” urlò.
“Non capisco perché mentre io sono qua ad ammazzarmi di fatica per riuscire a tornare nel nostro mondo, a casa nostra, tu e Kisshu state ancora a correre dietro a quelle umane! Cos’è? Siete fuori di testa? Volete restare qua? Perché se me lo dicevate prima prendevo la navetta di Kisshu e me ne tornavo a casa da solo, anzi che stare a perdere tempo a riparare questo maledetto rottame!”
Chiuse con un botto il portellone del reattore e si allontanò furiosamente dall’astronave, quando si accorse di avere ancora la pinza in mano.

“MA VAFFANCULO!” imprecò sbattendola sul lastricato di pietra.

Il bambino indietreggiò di un passo, preoccupato.
“Pai…” mormorò.

“STA ZITTO! Per favore, sta un momento zitto!” gli ringhiò.

Si posò una mano sugli occhi, coprendoseli, perché improvvisamente gli bruciavano da morire.
Tirò per l’ennesima volta un respiro profondo, per tranquillizzarsi.
Non aveva senso arrabbiarsi a quel modo: così non avrebbe davvero risolto la situazione…

“Ok… scusa Taruto.” Borbottò, cercando di recuperare la sua calma lucidità.
“Immagino che le Mew Mew rivogliano la loro amica a casa, vero?”

“Direi di sì, anche se per quello che mi riguarda, Kisshu potrebbe benissimo portarla via sul nostro pianeta!” considerò piattamente Taruto.

“Che stupidaggine! Quell’umana non durerebbe un giorno… e poi noi tre avremo già le nostre gatte da pelare, una volta arrivati a casa!” (**)

“Uff… Avete tutti delle idee del cavolo!” ribatté il bambino. “Se Kisshu è innamorato di lei, non vedo perché non…”

“Kisshu non capisce la differenza tra amare qualcuno e possederlo.” Lo interruppe Pai. “Comunque sai com’è fatto: se l’ha davvero rapita, non la lascerà andare tanto facilmente. E io non ho voglia di litigare di nuovo con lui per convincerlo!”

Prese per un momento a riflettere sul da farsi, mentre Taruto si tamburellava le dita su un braccio sbuffando, infastidito dal modo in cui le sue opinioni venivano per l’ennesima volta liquidate spicciativamente.

“Facciamo così” iniziò Pai “Io vado a controllare se quella Ichigo è davvero nella sua stanza. Tu porta qua le sue amiche e poi lasceremo che se la sbrighino loro, perché io mi sono proprio stancato di dovermi preoccupare di tutto e tutti!”

Il bambino annuì svogliatamente e si smaterializzò, per andare a radunare le Mew Mew, lasciando il compagno da solo.

Da solo con la sua… fidanzata? (***)

Certo che, sebbene la luce verde di quella dimensione si riflettesse sulla superficie scintillante dell’astronave, questa era lontana anni luce da quegli occhi color smeraldo che suo malgrado, ogni tanto, gli balenavano in mente…

Sono un cretino… si disse.

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Vi piace questo ultimo intermezzo? Non era in programma quando ho iniziato a scrivere la FF, ma poi ho pensato di approfondire un po’ anche la coppia Purin-Taruto, che adoro. Ne è venuta fuori questa ventata di miele, decisamente inconsueta rispetto alle cose che scrivo di solito! Fatemi sapere se vi piace!
Per quanto riguarda Paiuccio… poverino! Un po’ di camomilla non gli farebbe male, che dite?
Ciaoooooo! Ci vediamo per il Capitolo 10, che vi informo: SARA’ L’ULTIMO!

1 Kiss! ^3^

Note:

(*) Anche se Purin è una salutista e adora cucinare, non può avere un microonde?

(**) Bella battuta, eh? ^o^

(***) Non se ve lo ricordate, ma nel Capitolo 3 Kisshu prendeva in giro Pai dicendogli che trattava l’astronave come se fosse la sua fidanzata…
 

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Capitolo 24
*** Capitolo 10 - Nemmeno la Fine - BY ICHIGO ***


21.Capitolo10 - Nemmeno la Fine - By Ichigo

Vi avevo promesso il regalo di Natale, ed eccolo qua! Con questo aggiornamento lampo spero di farmi perdonare almeno un po' per i precedenti ritardi... ^^; Questo capitolo finale (che proprio finale non è xD) lo considero decisamente strano... un misto di drammaticità, deliri onirici ed alcune cose decisamente fuori tono con il resto, che a questo punto non saprei neppure se definire "comiche". Boh... gradirei una vostra opinione in merito! Cmq grazie per i commenti all'intermezzo n°3; un applauso alla meritata botta di "cretino" che Danya91 ha rifilato a Kisshu (XDDDDDD) e volevo poi chiedere a Shark Attack cosa centra il mio blog con le recensioni. Non riesco a capire cosa non riesci ad aprire... o_O? Boh... vi lascio al capitolo... stavolta vado a scartare i pacchi regalo! ^o^ Bye!!!!


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Intro al Capitolo: Forse è una boiata, forse è un capitolo con un significato… non lo so!
Ma l’ho scritto così, senza pensarci, e ho deciso che a me piaceva.

*** 10. Nemmeno la Fine ***
~ * ~
By Ichigo

(Wake Me Up)
Wake me up inside
(I can’t wake up)
Wake me up inside
(Save Me)
Call my name and save me from the dark
(Wake Me Up)
Bid my blood to run
(I can’t wake up)
Before i come undone
(Save Me)
Save me from the nothing I've become
Bring me to life

(Svegliami)
Svegliami dentro
(Non riesco a svegliarmi)
Svegliami dentro
(Salvami)
Dì il mio nome e salvami dalle tenebre
(Svegliami)
Ordina al mio sangue di scorrere
(Non riesco a svegliarmi)
Prima che io muoia
(Salvami)
Salvami dal nulla che sono diventata
Riportami alla vita

(Bring Me To Life - Evanescence.)



“FUU RAI SEN” (*)

Si voltò.
Mew Ichigo si voltò di scatto, al suono di quella voce che le era stata nemica a lungo.
Ma fece solo in tempo a vedere Pai con il suo ventaglio rosso, puntato nella sua direzione.
Poi una potente scarica elettrica abbattersi contro di lei, con un bagliore accecante.

La ragazza si sentì sbalzare in aria.
Mentre la scossa elettrica tirava tutti i muscoli del suo corpo, lei si piegò spasmodicamente all’indietro.
Gridò, senza volerlo, perché l’aria le usciva a forza dai polmoni ed un bruciore terribile si impadronì di lei per un tempo lunghissimo.

Infine atterrò pesantemente contro una superficie compatta.

“NOOOOOOOOOOOOOO!”

Era stato Kisshu ad urlare.

Ma lei non riusciva a vederlo.

Vedeva solo quel cielo verde turbinare sopra di lei e non riusciva a pensare a niente.
Le faceva male tutto il corpo, ma in particolar modo le faceva male il petto, impedendole di respirare.
Voleva alzarsi, difendersi… cercò di tirarsi su.

Ma si accorse solo che il suo cuore le stava battendo in un modo strano, scomposto.
Lo sentiva rimbombare fin dentro la testa…
Le faceva paura.

Poi iniziò a diventare buio.

Ed Ichigo ebbe l’orribile presentimento di essere morta.

Non sentiva più il peso del suo corpo e non sentiva nemmeno alcun suono.
Solo un silenzio ovattato che la avvolgeva… tanto concreto da sembrare di galleggiarci dentro.

No… non era così, si stava sbagliando…
Era quell’oceano di quiete a ondeggiare dentro di lei.
Lo sentiva infiltrarsi in quello spazio in cui doveva esserci il suo corpo, dilatandolo, espandendolo…

Dandole una sensazione di immensità, di assenza di confini…

Dopo un primo momento di timore, tutto ciò le sembrò stranamente piacevole ed invitante.

Forse posso restare qua… solo per un po’… si disse incerta.

Dissolta in quel silenzio senza colore, si sentiva rilassata.
E protetta, come quando si era svegliata tra le braccia di Kisshu.
Che bel ricordo…

Erano belli, i suoi ricordi…
Prima di diventare una Mew Mew…


“Ichigo! Non posso credere che il tuo sogno si sia realizzato! Hai un appuntamento!”
“E sai perché è successo? Perché hai dedicato tutto il tuo cuore solo a lui!” (**)


Qualcuno la chiamava per nome.
Cercò di scacciare quella voce che minacciava il suo tranquillo riposo.

“Ichigo!”


Si voltò incredula.
“Aoyama-kun?” sillabò.
Lui l’abbracciò, facendole nascondere il viso sopra il freddo raso blu del suo vestito, mentre alcune lunghe ciocche dei suoi capelli corvini le si appiccicavano alle guance inumidite.

“Aoyama-kun! Ho desiderato fino all’ultimo di poterti rivedere…” singhiozzò lei, in preda alla gioia.
“E più di ogni altra cosa, ho sperato tanto di poter rivedere il tuo splendido sorriso… tutto per me!”

Il ragazzo si sciolse dall’abbraccio e la guardò lungamente negli occhi.
“Tu mi hai mentito…” le sibilò infine.
Poi l’afferrò per la gola, sollevandola da terra.

“N-no…” mormorò lei con voce spezzata. “Lasciami… non è vero!”. Le mancava l’aria.

“Mi hai mentito… sei falsa. Sei diversa da quello che vuoi farmi credere… non mi ami!”


“ICHIGO!”

No, lasciami stare… sono così stanca…


La scaraventò per terra e cercò di colpirla con la spada.
Lei rotolò via appena in tempo; ad ogni movimento le faceva male il collo e le veniva da piangere dal dolore.
Poi, un istante dopo, il ragazzo le fu di nuovo addosso, trafiggendola con i gelidi occhi cerulei.
“Non scappare, è inutile… sei solo un insignificante ragazzina…”
Sollevò la spada per finirla.
Ma qualcuno la prese su di peso e la trascinò via di lì.

Era Kisshu.
L’alieno la afferrò per le spalle, mentre la fissava duramente, con rabbia.
“Devi ucciderlo!” le disse.

“C-cosa? NO!” strillò, inorridita. “Non posso! Non posso!”.
Lui iniziò a scuoterla con forza.


“ICHIGO! Ascoltami! Maledizione! Ichigo!”


“Non posso uccidere Aoyama-kun! Stammi lontano!”.
Gli diede uno spintone, cacciandolo via da lei.

Lui la guardò tristemente per un attimo.
“Ok… lo faccio io!” mormorò.
Quindi si allontanò, in direzione del ragazzo, per combattere contro di lui.

Ichigo, in ginocchio per terra, chiuse gli occhi, si coprì le orecchie da gatto con le mani.
Ma sentiva comunque il rumore metallico delle lame stridere tra loro. Poi un tonfo.
Qualcosa di umido contro la gamba. E l’odore nauseante del sangue.


“ICHIGO!”. L’alieno prese a tossire convulsamente.


“Kisshu… cosa hai fatto?”

“Ho perso bambolina, non vedi? …rrrgh… Ho perso tutto. E sai perché?”

Lei scosse la testa, piangendo.

“La causa sei tu…” le sussurrò.

“M-mi dispiace tanto, Kisshu…” singhiozzò “Io non capivo un accidente, perché non volevo… ma tu non dovevi fare così”


“Ascolta: non pensare! Hai capito? Non pensare!”


“Non… non piangere ora… nnnh… non serve a niente”. Le sorrise.
“Dammi solo un bacio, Gattina… un bacio e siamo pari…”


“Qualunque stronzata ti passi per la testa, non darle retta! Hai capito?”


Ah… un bacio…
Glielo avrebbe dato volentieri…
Anche più di uno…


“Sentimi bene, ora! Ripeti con me Ichigo, avanti: UNO, DUE, TRE, QUATTRO…”


Non aveva davvero voglia di mettersi a contarli però… (O.o?)


“Avanti! UNO, DUE, TRE, QUATTRO, CINQUE…”


Ma perché deve urlare tanto…?


Mew Ichigo iniziò svogliatamente a ripetere i numeri, più che altro infastidita dall’assurdità di tutto ciò.

“Uno… due… tre… quattro… cinque… sei…”

Almeno le sembrava di ripeterli, perché invece Kisshu continuava a sbraitare…

“Non ti sento! Più forte! Forza! …SETTE, OTTO, NOVE…”

La ragazza ricominciò la serie dei numeri daccapo, con una dose di pazienza che di solito non aveva.

“Uno… due… tre… quattro… cinque…”

Poi, al cinque udì la propria voce bisbigliare.
E si stupì di quanto fosse debole.

“S-sei… sette…” continuò tremante.  (***)

“Brava! Brava bambolina! Ce l’hai fatta! Ce l’hai fatta!” esclamò lui.

Anche se poco distintamente, riuscì a distinguere il viso di Kisshu propria sopra di lei e i suoi occhi stretti in un’espressione preoccupata, eppure così spenta...
Il profilo dell’alieno si staccava contro al cielo verde e Mew Ichigo si rese conto di essere sdraiata sulla fredda pietra di un lastricato.
Disorientata e confusa, cercò di levarsi da quella posizione, almeno per alzarsi ed allontanarsi da lui, ma il suo corpo non rispondeva ai suoi pensieri.

Poi il Kisshu la tirò a sedere, abbracciandola.

“Ichigo… Pai ti ha colpito. Hai rischiato grosso, sai? Ma per fortuna stai bene!” le spiegò lui frettoloso, come se avesse intuito i suoi pensieri. Quindi si mise ad accarezzarle i capelli rosa confetto, stringendola con apprensione.

Rassegnata, la ragazza si appoggiò contro di lui, cercando con fatica di ricordare gli avvenimenti dell’ultima mezz’ora.
Si sentiva terribilmente debole e riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti, tuttavia, soffocata in quell’abbraccio, riuscì almeno ad individuare il suo assalitore, Pai, in piedi ad un paio di metri, che li fissava con un misto di sbigottimento e di disagio.

Vide i due alieni scambiarsi un’occhiata poco amichevole, ma nessuno dei due disse nulla.

Infine Mew Ichigo chiuse gli occhi, perché tenerli aperti le costava uno sforzo enorme.
Anche se cercava con tutte le sue forze di restare lucida, si sentiva svenire.
E intanto sentiva anche la stoffa morbida della maglia del ragazzo sulla sua guancia, il suo profumo, il calore di quell’abbraccio attorno a lei…

Kisshu…

Kisshu che voleva farsi ammazzare da lei, che diceva di amarla e che si era sacrificato per questo, che fino a poco prima voleva ucciderla e che ora… ora la teneva tra le braccia e le lisciava con tenerezza i capelli come se fossero la pelliccia di un gatto…

Inutile.
Era inutile.
Ancora una volta, non poteva capirlo…
Il modo in cui balzava con impeto da una situazione all’altra, come se ognuna gli fosse indispensabile, come se nessuna fosse davvero importante… era assurdo.
Assurdo, come se alla fine, per lui, tutto fosse…

…solo una sfida…

Soltanto un gioco.

E lei era il suo giocattolo…

Si sentì chiamare con forza da una voce femminile.
E lei riaprì gli occhi di botto, realizzando che si era quasi addormentata.
“MEW ICHIGO!”

La ragazza si voltò incerta nella direzione da cui aveva sentito provenire il richiamo e scorse l’ultima cosa che si sarebbe mai aspettata di vedere: le sue amiche.

“Mew Ichigo! Stai bene?” domandò una titubante Retasu, con le mani strette sul petto, con la sua solita, gentile, apprensione.

“RAGAZZE?!” strillò.
La Mew Gatto scattò in piedi e si precipitò verso di loro, in preda alla gioia.
Non ci credeva.
Non aveva più sperato di rivederle.
Non aveva la più pallida idea di come fossero arrivate lì e nemmeno le importava.
Voleva solo abbracciarle forte per fargli capire quanto le erano mancate!

Ma dopo un paio di metri le si piegarono le ginocchia e si ritrovò a carponi per terra, con la vista annebbiata e un fischio assordante nelle orecchie, incapace di rialzarsi nonostante tutta la sua buona volontà.

Qualcuno si staccò dal gruppo e si precipitò velocemente in suo aiuto.
“Ichigo? Cos’hai?” si sentì domandare da una voce profonda ed agitata.
Alzò gli occhi e vide Shirogane chino sopra di lei.

“C-cosa ci fai tu qui?” mormorò la ragazza scrutando il suo viso, temendo di essere svenuta un’altra volta e di avere di nuovo qualche strana visione come quella di prima.

“Siamo venuti a salvarti, stupida!” le sbottò il ragazzo, mentre la prendeva sotto le braccia e cercava di aiutarla ad alzarsi.

Ma le gambe non ne volevano sapere di sorreggerla e quasi subito si ritrovò sul pavimento, di nuovo in ginocchio, sopra la sabbia grossolana di quel luogo spettrale.

Al ché, sentì Shirogane sollevarla da terra e prenderla in braccio, stringendola.
“Non preoccuparti, ora torniamo a casa…” le sussurrò, con improvvisa gentilezza.
Sarebbe arrossita, se ne avesse avuto la forza…

Poi udì Kisshu urlare il suo nome.
“ICHIGO!”
La ragazza si voltò verso di lui.
Si era rialzato in piedi e, ritto a poca distanza da loro, la guardava con i suoi begli occhi sbarrati in un’espressione indefinibile.
Sembrava una supplica… o forse era una minaccia…
Non fece in tempo a capirlo che l’alieno scattò verso di lei.

Senza tardare una frazione di secondo, le sue amiche impugnarono le armi e si pararono tra loro, pronte a combattere.
Ma non fu necessario, perché Kisshu non riuscì neppure a percorrere un metro che Pai lo trattenne, afferrandolo saldamente sotto le braccia, bloccandolo.

Incredulo, l’alieno si voltò rabbiosamente verso il compagno.
“Lasciami andare! Maledetto!” gli sbraitò, cercando inutilmente di liberarsi dalla presa delle sue braccia robuste.

Poi, siccome non otteneva risposta, rivolse la sua rabbia contro a Shirogane, che la teneva ancora in braccio.
“Tu!” ringhiò. “Lasciala andare! E’ mia, non toccarla!” gli intimò, incenerendolo con gli occhi.

Ma il ragazzo biondo si limitò a fissarlo gelidamente, senza muovere un muscolo.

Mew Ichigo vide invece Mew Zakuro reagire alla provocazione di Kisshu ed avanzare a grandi passi verso di lui, sotto lo sguardo allarmato delle altre Mew Mew.

Lei si fermò a pochi centimetri dalla sua faccia, furiosa.
“Sta zitto… ” gli sibilò tra i denti. Però il suo sguardo era molto più eloquente delle sue parole…
“Se solo scopro che le hai fatto qualcosa…” continuò con disprezzo la ragazza lupo “…ti farò pentire di essere nato maschio!”

Kisshu si ammutolì per alcuni secondi, disorientato, mentre Mew Zakuro continuava a fissarlo con ferocia.
Ciò nonostante, Mew Ichigo vide che, con la coda dell’occhio, l’alieno continuava ad osservare ansiosamente sia lei che Shirogane.

Poi, quando le sue amiche abbassarono le armi e si avvicinarono a lei, l’alieno parve riprendersi da quell’attimo incertezza e si rimise a chiamarla.
“Ichigo, ti prego! Ti prego!” farfugliò, perdendo quel poco di dignità che gli era rimasta, cercando ancora una volta di liberarsi… (U_U”)

Mew Ichigo sospirò. Si sentiva così stremata che si appoggiò addosso a Shirogane e chiuse gli occhi.
“Ryou, portami a casa, per favore…” gli bisbigliò, già immemore di sé stessa, prima di sprofondare di nuovo nell’abisso dei suoi sogni …

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Puff… Ho finito sto capitolo! Questa sarà la 3000-esima versione!
Alla fine ho deciso di aggiungere il famoso incubo che Ichigo si tira dietro da sue settimane! Come vi sembra? L’ho scritto nel cuore della notte… per calarmi nella giusta ottica! (l’Autrice assume una posa trionfale, da super-eroina)

Note:

(*) L’attacco originale di Pai. Intraducibile! Qualcosa tipo: tornado di tuono tempestoso… boh! Detto così, sembra un attacco di Mazinga… -_-”” (Don’t Kill Me Please!!!)

(**) Queste due frasi le dicono le amiche di Ichigo (Miwa e Moe) subito dopo che questa ha ottenuto il suo primo appuntamento con Aoyama. Sono un po’ riadattate dal giapponese.

(***) OK, perdonatemi per questa stronzata, ma io proprio NON ce la faccio ad scrivere quelle scene commuoventi e sdolcinate del tipo:
Kisshu: Ichigo! Ichigo! Ti prego gattina mia… svegliati! Svegliati! Non puoi lasciarmi… non puoi abbandonarmi anche tu! Io ho bisogno di te! Io ti amo! Hai capito? IO TI AMO!!! Ti prego… ti prego apri gli occhi! (scoppia in lacrime)
Ichigo: (con luce soffusa da telenovela) K-Kisshu?
Kisshu: Grazie a Dio sei viva!!! (l’abbraccia)
Ichigo: Se non ci fossi stato tu… sarei morta di sicuro! Anch’io ti amo Kisshu!
(si baciano)
E vissero felici e contenti…
MA DAIIIIII!!!!!! XDDDD
Cmq, leggendo il Capitolo 10 di Kisshu ‘sta cavolata dovrebbe avere un po’ più senso, per cui non preoccupatevi se non c’avete capito niente…

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 10 - Nemmeno la Fine - BY KISSHU ***


20.Capitolo 10 - Nemmeno la Fine - By Kisshu

Intro al Capitolo: Dopo tanto, tanto, tanto, tanto, tanto, tanto, tanto, tanto, tanto, tanto, tanto, tanto, tanto.... ma proprio tanto, tanto, tanto, tanto, tanto, tanto, ma tanto di quel tempo (vabbeh... ho visto autori far di peggio ^^''') eccovi qua un nuovo capitolo.
In realtà... ehm... vi confesso che mi ero SCORDATA che qua su EFP non avevo postato il Cap10 di Kisshu, perché sul mio sito l'avevo messo on-line già da marzo... (stendiamo velo pietoso) ...ma ultimamente la mia già incasinata esistenza sta raggiungendo livelli inconcepibili... (se qualcuno ogni tanto passa dal mio blog sa quali erano le ultime disgrazie)
Scusatemi se non vi risp a tutte le recensioni, ma sono davvero TROPPE (e allora non te ne facciamo più >_< NdLettori) (Nuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!!! T_________________________________T NdLeemy) e mi ci vorrebbero altri 6 mesi per fare ciò. Vi ringrazio tutti da più profondo del cuore, perché senza i vostri commenti, che siano positivi o negativi, gentili o scazzosi (xD), non so se continuerei a scrivere! *________________________*
Allua, facendo discorsi più pertinenti... se ritenete che non sono andata OOC in questo capitolo, se dopo averlo letto nessuno dei vostri neuroni s'è suicidato, se continuate a credere che io sia tutta giusta di cervellino, se tutte queste condizioni sono vere contemporaneamente... uhm... beh... forse avete veramente ragione e io dovrei avere più fiducia in me stessa, come Retasu! xDDDD


*** 10. Nemmeno la Fine ***
~ * ~
By Kisshu

I can't, I can't
I can't stand losing

I guess this is our last goodbye
And you don't care so I won't cry
But you'll be sorry when I'm dead
And all this guilt will be on your head
I guess you'd call it suicide
But I'm too full to swallow my pride

Non posso, non posso
Non posso sopportare di perderti.

Immagino che questo sia il nostro ultimo addio
A te non frega niente, per questo io non piangerò
Ma ti dispiacerà quando sarò morto
E questa colpa sarò sulla tua testa
Immagino che tu lo chiameresti suicidio
Ma ne ho le p***e troppo piene per far tacere il mio orgoglio (O_o traduzione colorita, eh?)

(Sting – Can’t Stand Losing You)



“FUU RAI SEN”

Kisshu si voltò di scatto, ferendosi il collo contro la lama del pugnale che Mew Ichigo gli teneva ancora piantata nella gola, giusto in tempo per vedere Pai scagliare il suo attacco nella loro direzione.
La potente scarica elettrica si abbatté sulla ragazza, strappandogliela di dosso, privandolo del calore di quel corpo appoggiato sul suo petto, sbalzandola in aria…

E lui si riscosse di colpo dal suo incubo.

“NOOOOOOOOOOOOOO!” gridò, saltando a sedere.

Il suo angelo della Morte era volato via…

Mew Ichigo piombò a terra a parecchi metri di distanza, strillando, con il corpo contratto in uno spasmo convulso…

Lasciandolo lì, solo… e ancora maledettamente vivo…

“MA CHE CAZZO FAI???” Urlò Kisshu al compagno, che lo fissava senza capire, ancora con il ventaglio rosso sangue sollevato verso di lui.

“Ti stava per ammazzare!” replicò l’altro.

“Sì, ma così tu hai ammazzato lei!”
Senza aggiungere altro, si precipitò verso la ragazza.

Era ancora stesa sul lastricato di pietra, con gli occhi spalancati in uno sguardo vitreo e il respiro affannato.
“Ichigo!” la chiamò.
Lei sembrava non sentire.

In ginocchio di fianco a lei, le appoggiò una mano sul petto, per sentirle il cuore.
Realizzò con orrore che era in fibrillazione. (*)

“No… merda!” inveì, battendo un pugno per terra.

Non doveva andare così… doveva esserci lui, steso per terra, al suo posto…
Era tutto sbagliato…

Continuava ad imprecare tra i denti, chino sul corpo esamine della ragazza, quando scorse Pai avvicinarsi a loro, a passo incerto.
“Senti, l’ho vista lì, che stava per tagliarti la gola e ho colpito pesante… ma io non…” cercò di giustificarsi questo.

“Gliel’ho chiesto io!” lo interruppe bruscamente Kisshu.
“E ora sta zitto!” sbraitò, facendogli intendere che, se non gli avesse dato retta, in quel momento avrebbe potuto davvero ammazzarlo…

Pai indietreggiò silenziosamente da loro, con un’espressione sconvolta che poco gli si addiceva.
Lo fissava come se fosse pazzo… e probabilmente in quel momento non aveva tutti i torti.

Ma ora, a lui, di questo non importava nulla.
Doveva salvare quella ragazza.
Per una volta, doveva riuscire a far andare le cose nel verso giusto…

“ICHIGO!” gridò di nuovo Kisshu, disperatamente.
Il respiro di Mew Ichigo era diventato più superficiale, mentre il suo seno si alzava e si abbassava sempre più debolmente, stretto nel corpetto chiaro…

Kisshu si passò una mano sul viso sudato, sporco di polvere e sangue.
“Diamine… com’era? Com’era?” farfugliò a mezza voce.
Stava cercando con tutte le sue forze di ricordare. E invece la sua testa era così confusa…
Procedura di soccorso…
Shock elettrico…
Fibrillazione cardiaca…


“No… Ichigo… no…”
Rabbrividì, alla vista degli occhi di quegli occhi rosa cristallino, sbarrati e vuoti, fissi verso il cielo. Sembrava già morta…

Blocco respiratorio…
Possibile stato di incoscienza…


Poi, di colpo, si ricordò.

“Ichigo!” la chiamò, prendendola furiosamente per le spalle.
“ICHIGO! Ascoltami! Maledizione! Ichigo!”

Si rimise a tossire, per quanto era agitato, sentendo di nuovo il retrogusto del sangue riempirgli la bocca.

“Ascolta: non pensare! Hai capito? Non pensare! Qualunque stronzata ti passi per la testa, non darle retta! Hai capito?” le urlò.

La ragazza subiva i suoi scossoni come un peso morto, senza dare nessuna reazione.
Non lasciò scoraggiare.
“Sentimi bene, ora! Ripeti con me Ichigo, avanti: UNO, DUE, TRE, QUATTRO…” (**)
Scandì i numeri con forza, in modo che la sua voce potesse guidarla, che potesse trascinare la sua coscienza fuori di lì, dall’oblio in cui stava sprofondando… prima che fosse troppo tardi.

“…CINQUE, SEI, SETTE…”

Se non ci fosse riuscito così…

“…OTTO, NOVE…”

L’avrebbe persa per sempre…

“Avanti! UNO, DUE, TRE, QUATTRO, CINQUE…” urlò, ricominciando daccapo, mentre lei continuava a giacere immobile sulla pietra.

Poi, ad un tratto, scorse un tremito sulle labbra della ragazza.

Un barlume di speranza illuminò il viso spento di Kisshu.
“Non ti sento! Più forte! Forza! …SETTE, OTTO, NOVE…” disse di nuovo.

“…re… q-q… ttro… c-cinque…”
Dalla sua bocca socchiusa, un sussurro appena percettibile…
Ma era viva.

“Brava! Brava bambolina! Ce l’hai fatta! Ce l’hai fatta!” esclamò lui.

“S-sei… sette…”
Gli occhi della ragazza persero quell’espressione fissa e si posarono vacuamente su quelli lucidi di Kisshu.

La tirò su a sedere, abbracciandola, stringendo il suo corpo esile, troppo freddo in quel momento, nascondendo il viso nei suoi capelli arruffati.
Ma non riusciva più a sentire il suo profumo… era svanito, coperto dall’odore denso del sangue che macchiava i vestiti di entrambi.

La strinse più forte, facendo scorrere le dita tra le ondulate ciocche rosa della sua capigliatura, mentre lei si abbandonava esamine nel suo abbraccio.
“Ichigo… Pai ti ha colpito. Hai rischiato grosso, sai? Ma per fortuna stai bene!” le spiegò, a bassa voce, sperando con apprensione che l’ultima frase fosse vera.

Già… Pai…
Era rimasto in piedi, poco lontano da loro per tutto il tempo, guardandoli senza dire una parola.
Ancora una volta, non aveva capito nulla.
Nonostante glielo avesse intimato più e più volte, aveva di nuovo osato impugnare le armi contro la sua Gattina.
Aveva rischiato di ucciderla. Di portargliela via.

Questo lo rendeva furioso.
La vita sua e di Ichigo non erano affari di Pai.
Solo lui poteva decidere.
E quello stronzo aveva cercato di togliergli l’ultima cosa su cui avesse ancora un minimo di potere…

Gliel’avrebbe fatta vedere… non appena lei si sarebbe rimessa in piedi…

“MEW ICHIGO!”
Una voce femminile, che urlò improvvisamente il nome della ragazza, lo distolse dai suoi pensieri.
Kisshu si voltò, disorientato, per vedere…

L’intera squadra delle Mew Mew?

C’erano proprio tutte, tutte e quattro le loro vecchie nemiche, strizzate in quei vestitini colorati.
C’era persino il biondino che gli stava sempre appiccicato…
E poco dietro di loro c’era Taruto, con un’espressione colpevole stampata in faccia.

Kisshu non ebbe il tempo di collegare tra loro le due cose, perché con un guizzo, Mew Ichigo, che sembrava a malapena viva, scivolò via dalle sue braccia, precipitandosi verso le compagne.

“RAGAZZE!” Urlò la Mew Gatto, in preda alla gioia, mentre correva verso di loro, facendo tintinnare il campanello sulla sua coda.
Ma dopo pochi metri le si piegarono le ginocchia e vacillando, atterrò miseramente per terra.

Voleva andare ad aiutarla, a riportarla indietro, lontano da loro, ma il biondino precedette i suoi pensieri e corse da lei, prendendola sotto le braccia e sorreggendola mentre cercava di tirarsi in piedi.
“C-cosa ci fai tu qui?” mormorò Mew Ichigo, cercando con poco successo di tenersi dritta sulle gambe.

“Siamo venuti a salvarti, stupida!” le sbottò sgarbatamente il ragazzo.
Ma poi la prese in braccio, appoggiandosela addosso… toccandola…
“Non preoccuparti, ora torniamo a casa…” le disse infine lui.

Gliela stavano portando via, di nuovo…
No… non ancora…
“ICHIGO!” la chiamò Kisshu, fremendo di rabbia.

Mew Ichigo si voltò debolmente verso di lui. Teneva a malapena gli occhi aperti.
Quelle persone stavano decidendo per lei, per loro due…
Non era giusto. Non aveva ancora finito…
Lei gli serviva ancora…
Scattò verso la ragazza, con l’intenzione di riprendersela.

Ma si sentì afferrare sotto le braccia.
Si voltò incredulo e vide… Pai.

“Lasciami andare! Maledetto!” gli urlò, colto alla sprovvista.
Non riusciva a credere che tutte quelle cose potessero essere collegate…
Pai che era venuto fin lì…
Quell’espressione in faccia a Taruto…
E le Mew Mew in quella dimensione…
Possibile che lo avessero raggirato? Tradito? Ancora…?
Cercò di liberarsi, furioso, ma la stretta del compagno era molto salda.

Frustrato, si mise a minacciare il biondino, che continuava a mettere le sue schifose mani da umano su Mew Ichigo.
“Tu! Lasciala andare! E’ mia, non toccarla!” gli intimò pieno di rabbia.

Shirogane, per tutta risposta, ricambiò gelidamente il suo sguardo, senza curarsi minimamente di seguire la sua imposizione.

L’unica a reagire fu invece Mew Zakuro, che si staccò dal gruppo avanzando verso Kisshu a grandi passi, come se volesse divorarsi la distanza che li separava, senza tuttavia perdere quella grazia feroce che accompagnava la sua bellezza prepotente.

Si piantò a pochi centimetri da lui. “Sta zitto… ” gli ringhiò.
Lo guardava come se da un momento all’altro potesse azzannargli la faccia.
“Se solo scopro che le hai fatto qualcosa… ti farò pentire di essere nato maschio!” lo minacciò.

Si zittì, cercando di reggere il confronto con le iridi indaco intenso della Mew Lupo, brucianti di disprezzo.

Ma con la coda dell’occhio vide le altre Mew Mew raccogliersi attorno a Mew Ichigo e indietreggiare.
Se ne stavano andando.
Ichigo se ne stava andando…
Non l’avrebbe più rivista…

“Ichigo, ti prego! Ti prego!” si ritrovò a farfugliare, come se sperasse che le sue parole potessero trattenerla…
Ma Mew Ichigo non lo ascoltò, come aveva sempre fatto. Si limitò a bisbigliare solo qualcosa all’orecchio del ragazzo biondo che la teneva tra le braccia e chiuse gli occhi, sfiancata, posandogli la testa sul petto.

Infine, anche Mew Zakuro interruppe il suo gelido contatto visivo con lui e, rivolgendogli un’ultima occhiata sprezzante, gli voltò le spalle e si unì al gruppo.

Vide poi Taruto, che teneva accuratamente gli occhi bassi al suolo, fuori dalla sua portata, avvicinarsi ai loro ex-nemici, poggiare una mano sul braccio di Shirogane e l’altra sulla spalla di Mew Purin e smaterializzarsi assieme a loro, portando con sé anche la Mew Gatto.

Rimasero solo Mew Minto, Mew Retasu e Mew Zakuro, in piedi in mezzo a quelle rovine.
“A voi posso pensarci io…” disse piattamente Pai, facendole sparire con uno scatto furtivo della mano.


***


Ora non c’era più nessuno.
Pai e Kisshu erano soli, in quella triste dimensione irreale, avvolti da una cupa nebbiolina verde.
Intorno, solo macerie, ombre di tempi più felici…
Un silenzio spettrale…

E Ichigo andata, per sempre…

Kisshu si divincolò di nuovo, con forza, finché Pai non si decise a mollarlo.
Si scostò rapidamente, fissandolo con odio. “Si può sapere che sta succedendo?” gli ringhiò, gelido.

Il compagno sospirò, prima di iniziare a parlare, come se la cosa gli costasse un’enorme fatica.
“Taruto…” iniziò quindi “…in questi giorni è andato a trovare la bambina bionda e ha saputo da lei che tu avevi rapito quell’umana… quella Ichigo, così ha teletrasportato qua i suoi amici in modo che la riportassero a casa.”

“Ah… è stato lui…?” mormorò Kisshu, sorpreso.
Poi riprese la sua espressione furiosa.
“Beh? E allora? Perché vi siete intromessi voi due? Io posso fare quello che voglio!” sbraitò.
Senza aspettare una risposta, fece per smaterializzarsi, per andare a recuperare Mew Ichigo, ma Pai gli si parò davanti.

“INSOMMA, CHE DIAVOLO VUOI?” urlò Kisshu, ormai al limite del suo autocontrollo.

“Ci sono le sue compagne a proteggerla adesso. Così non hai nessuna possibilità di riprendertela” gli fece notare Pai.

Kisshu si ammutolì, incredulo. Per un istante sperò che il compagno fosse sul punto di elaborare uno dei suoi geniali piani…

“E poi io non ti permetterò di andare di nuovo da quella ragazza.” Aggiunse invece.

A quelle parole, Kisshu non resse più.
Gli mollò un pugno secco in faccia, mandandolo a sbattere contro un lastrone di pietra semidistrutto, che giaceva in un angolo, miseramente inclinato contro alcuni grossi blocchi di roccia.
Poi in un attimo gli si buttò addosso, afferrandolo per il colletto, sollevando minacciosamente il braccio per colpirlo di nuovo.

“SI PUÒ SAPERE PERCHÉ ANCHE VOI DUE VI SIETE MESSI CONTRO DI ME ADESSO? PERCHE’ MI STATE FACENDO… QUESTO?” gridò furioso, in faccia al compagno che lo guardava inespressivamente, con un labbro spaccato.

“Se vuoi sfogarti, fai come credi, ma non è giusto che continui a fare del male a quell’umana. E non è giusto neppure che continui a fare del male a te stesso…” disse Pai.

Il pugno di Kisshu si abbatté duramente di fianco al viso di Pai, sulla pietra.

“Maledizione… ma perché non capisci… voi due fate finta di niente… ipocriti di merda…” farfugliò, lasciando rabbiosamente la presa sul colletto della sua maglia, con espressione di dolore sul viso.

Pai si ritirò in piedi, posando su Kisshu uno sguardo indagatore.

“Io ho bisogno di lei, capisci?” sbraitò. “Volevo solo stare con lei, almeno per un po’, almeno una volta… prima di… prima che…” le parole gli morirono in gola, mentre abbassava lo sguardo, tremando di rabbia.

“Prima di cosa?” domandò Pai.
Poi, visto che Kisshu non gli rispondeva, lo prese per le spalle. “Prima di cosa?” gli ripeté, secco.

Kisshu gli allontanò le mani, con uno scatto nervoso. “Non dirmi che non l’hai capito, Pai. Da quando la nostra missione è fallita, lo sai anche tu cosa ci aspetta quando torneremo a casa. Forse Taruto non ci è ancora arrivato, ma tu… tu lo sai, eppure continui a fare finta di niente!”
Rialzò lo sguardo, per incontrare quello del compagno. “Beh, io non ci riesco! Non ci riesco a stare qua ad aspettare senza fare nulla! Dopo tutto quello che ho passato, pensavo di avere diritto anch’io ad un attimo di felicità, non credi?”

Pai non aprì bocca, ma un’ombra di tristezza oscurò il freddo viola dei suoi occhi, mentre si toccava con la punta delle dita la ferita sul labbro.

“Beh, Ichigo invece non la pensava così!” continuò allora Kisshu “Poi io… non lo so… non so che mi è preso… non voglio tornare a casa solo per farmi giustiziare come un criminale! Non gli darò questa soddisfazione a quei bastardi! Se devo morire, di nuovo, preferisco farlo qui, quando lo decido io! Invece ora…” Prese fiato per respirare, perché si accorse che non riusciva più a parlare con voce ferma.
“…ora, per colpa vostra, non ho potuto realizzare nemmeno questo ultimo maledetto desiderio… niente… per me non c’è niente… merda…”
No… non è che non riusciva a parlare. E’ che gli veniva quasi da piangere…
Ma non poteva permetterselo… doveva essere forte, fino alla fine, come aveva sempre fatto…

“Kisshu…” Pai gli strinse una mano sulla spalla. “So che io e Taruto non siamo gli individui che preferisci…”
Kisshu fece un sorrisetto amaro, all’ironia del compagno.
“Ma siamo tutti e tre nella stessa situazione, per cui affronteremo insieme anche questa” continuò, calmo.
La sua voce sembrava aver un’inflessione relativamente dolce, adesso.

“Già… certo… immagino…” bisbigliò Kisshu.

“Ascolta” proseguì Pai, ignorando il suo disfattismo. “L’Acqua Mew non sarà la soluzione dei nostri problemi, ma vedrai che tornerà utile in qualche modo… e se non dovesse bastare, io ho delle conoscenze tra gli oppositori di Profondo Blu, tra quelli che erano contrari all’invasione della Terra, lo sai vero? Ci aiuteranno…”

Kisshu scrollò la testa. Ora gli veniva quasi da ridere.
Pai riusciva ad essere così tranquillo e sicuro di sé, aggrappato a quella sua razionalità metodica.
Vedeva il mondo come una logica e sistematica successione di eventi, tanto che ogni volta bastava analizzare meglio la situazione per risolvere tutto…
Invece si rifiutava di aprire gli occhi, di vedere la spietata ed crudele imprevedibilità della vita…
Probabilmente, quelle emozioni dolorose che ora gli stritolavano il cuore lui non le aveva mai provate…

Invece, inaspettatamente, Pai lo abbracciò.
Un abbraccio controllato e impacciato, per dire la verità, ma pur sempre un abbraccio…
Gli batté un paio di volte una mano sulla schiena.
“Sarà difficile per tutti, ma tu prova a fidarti, per una volta…” gli disse, prima si scansarsi velocemente da lui.

Gli voltò le spalle e fece alcuni passi a vuoto, sul selciato coperto di sabbia.
“Quando tornerà Taruto, saremo pronti a partire. Tu vieni?” gli domandò poi, sbrigativamente, osservandolo con la coda dell’occhio.

Kisshu rimase un attimo in silenzio, ancora frastornato.

Quindi annuì appena con il capo.

Non ci si può perdere nello spazio…

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Ecco… teoricamente quello che avete appena letto è l’ultimo capitolo. Così… la FanFic è finita… La mia Fan Fic… Buuuuh uh uh uh (l’Autrice piange come una deficiente, coprendosi la faccia con le mani)

No, scherzo…

Manca ancora uno (sconvolgente) epilogo e la piccola sorpresina finale!

E poi… e poi… poi sarà finita… Buuuuuuuuuuuuuuuuuuh uh uh uh uh uh uh… (riattacca a piangere) -_-“


***


Kisshu: Bleah!!!
Autrice: Che c’è????
Kisshu: Ma che schifo!!! Mi hai fatto abbracciare da Pai?? Ma sei di fuori?
Autrice: Dove sta il problema scusa??? Era un abbraccio fraterno, per darti un po’ di conforto… sono due capitoli che ti vuoi suicidare!!!!
Kisshu: Ma vai al diavolo! Io abbraccio SOLO le ragazze. E SOLO quelle belle! Chiaro? Che schifo… che schifo…
Autrice: M-ma… Pai… digli qualcosa per favore…
Pai: Stupida scrittrice umana… io vado a farmi una doccia…
Autrice: UFFA! Voi ragazzi siete tutti dei DEFICIENTI!!!! >________<


Note:

(*) La fibrillazione cardiaca dovrebbe essere un’aritmia nel battito del cuore, più o meno intensa, causata da un’alterazione del potenziale elettrico proprio delle cellule cardiache, che è il responsabile della contrazione…

(**) Ho inserito questa “tecnica” un po’ “effetto Vietnam” perché mi sembrava carina l’idea che facendo ripetere alla mente una serie ordinata e precisa di numeri, si possa aiutare il cuore a regolarizzare i battiti. Tuttavia questo NELLA REALTA’ NON SUCCEDE!!! E’ ASSOLUTAMENTE DI MIA FANTASIA! Magari bastasse la voce di qualcuno a salvare la vita alla gente… -_-
Per quanto ne so io, la fibrillazione cardiaca deve essere trattata con un defribillatore (ma in questa FF faceva troppo “E.R.”) oppure, a volte, si risolve da sola, ma io non sono un medico, quindi…
Come ho già detto nell’altro Capitolo 10… Per favore, se vi capita davvero qualcuno con una fibrillazione cardiaca NON FATE NULLA DEL GENERE PERCHE’ NON SERVE A NIENTE!
Chiamate un’ambulanza e seguite le misure di pronto soccorso che vi avranno sicuramente insegnato a scuola (a noi ci hanno fatto una testa così!!!). Se non le sapete, si trovano anche su internet… dateci un’occhiata: vi assicuro che possono tornare utili (Purtroppo parlo per esperienza personale! >___<)
(Ehi… guarda che i tuoi lettori non sono mica scemi… -_- NdKisshu)(Ma io mi faccio degli scrupoli!!! non si sa mai!!! Ç_ Ç NdMe)
Nota postuma alla nota (**): quando ho visto che in "alla ricerca di Nemo" succede una cosa simile a questa boiata che ho scritto in questo capitolo... m'è crollato il mondo addosso!!! °° Ormai a questo mondo nulla più mi sconvolge... xD

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Capitolo 26
*** === Epilogo + Bonus Track === ***


26.Epilogo e Bonus Track

Avevo scritto questa FF esattamente in questi giorni di fine settembre, la bellezza di SEI ANNI FA... penso sia una buona occasione per concluderla ^^

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*** Epilogo ***
~ * ~
By Ichigo

Quando riaprì gli occhi, Ichigo era sdraiata su un divanetto morbido.
Dopo un attimo di smarrimento, riconobbe le luci al neon infisse nel soffitto rosa pallido sopra di lei e realizzò di trovarsi al Caffè Mew Mew.
Si guardò il polso: qualcuno glielo aveva fasciato strettamente e le aveva lavato via il sangue dal braccio.
Non era nemmeno più trasformata…

Poi notò Shirogane seduto di fianco a lei, a cavalcioni su una sedia messa al rovescio, con le braccia incrociate sullo schienale.
La fissava in silenzio, con gli occhi azzurro intenso socchiusi in un’espressione preoccupatissima e quelle ciocche oro chiaro che gli ricadevano sulla fronte.

Era davvero molto carino, così…
In realtà, Ichigo se ne era accorta da parecchio tempo, solo… che cercava di non darci peso.

Il ragazzo si alzò dalla sedia e le si inginocchiò di fianco.
“Ti sei svegliata?” le disse lui, retorico.

Lei annuì flebilmente e si passò una mano sulla fronte. Le pulsava in modo terribile, tanto da farle girare la testa.

“Come ti senti? Ti fa male?” le chiese Shirogane, prendendole delicatamente il polso fasciato e rigirandolo un poco, per vedere se la ferita avesse smesso di sanguinare. Poi le scostò alcuni capelli rossi dagli occhi, con la punta della dita, con improvvisa gentilezza.
“Ichigo… “ le domandò infine, con un sussurro incerto “…ti hanno fatto… qualcosa…?”

“No” rispose la ragazza, scuotendo appena il capo. “Nulla che io non volessi.” Aggiunse.

Prima che Shirogane potesse riflettere sulle sfumature di significato dell’ultima frase, Ichigo si trovò addosso una Retasu in lacrime che l’abbracciava smaniosamente.
“Ichigo! Stai bene! Per fortuna! Eravamo tanto preoccupati!” singhiozzò la ragazza, appiccicandogli il vetro freddo dei suoi occhiali sulla faccia, mentre lei cercava con poco successo di liberarsi dal caloroso affetto dell’amica.

Minto invece si sporse da sopra lo schienale del divano, con tutto il suo dignitoso contegno.
“Sei una stupida Ichigo! Farti rapire così! E poi tocca sempre a noi salvarti!” la freddò. Ma aveva anche lei gli occhi lucidi e le sue labbra si tiravano involontariamente in un sorriso.

Ichigo scorse anche Zakuro, seduta con le gambe accavallate ad un tavolo poco distante. Si era sporta un poco verso di lei e la guardava con premura con quei suoi occhi scintillanti.

“Dov’è Aoyama-Kun?” domandò la rossa.

“Non lo abbiamo ancora avvisato, mi dispiace” la informò Shirogane. “Abbiamo dovuto muoverci in fretta e non abbiamo pensato di chiamarlo.”

Ichigo fece una smorfia dolorosa e cercò di mettersi a sedere.

“E’ meglio che riposi ancora un po’…” la trattenne il ragazzo biondo.
“Hai perso parecchio sangue e per finire ti hanno anche arrostita per bene!” ironizzò poi.

Lei fece un mezzo sorrisetto, sdraiandosi di nuovo sul divano.

Anche se lui si impegnava per mascherarlo, doveva essersi davvero preoccupato.
In fondo, sapeva quanto tenesse a lei in modo speciale.
Lo seguì con lo sguardo mentre spariva alla sua vista dietro l’angolo del divano.
Avrebbe voluto richiamarlo e ringraziarlo, ma poi si ricordò che a Shirogane certe gentilezze erano estranee.

Sospirò, mentre anche le sue amiche si allontanavano per lasciarla riposare e Zakuro tirava fuori il suo cellulare per avvisare Aoyama.

Però non riusciva a vedere Purin.
Decise che avrebbe chiesto all’amica, non appena questa avesse terminato la chiamata, ma poi intravide la bambina bionda in un angolo del Caffè. Era mezza nascosta da un tavolo e non era sola: stava parlando sottovoce con Taruto, mentre gli stringeva una mano con le sue.

Ichigo li osservò incuriosita, senza riuscire a sentire cosa si dicevano.

I due continuarono a parlare per un po’, poi vide la Purin cacciarsi le mani in tasca e tirare fuori una grossa manciata di caramelle colorate, con le quali riempì i palmi del piccolo alieno, prima di scappare via verso l’uscita.
Non ne era sicura, ma le era parso di scorgere delle lacrime, luccicare suglio occhioni castani della bambina.
Taruto invece era rimasto in piedi nell’angolo, a fissare soprappensiero quel dono.

“Taruto” lo chiamò piano la rossa.

Lui sussultò e si voltò verso di lei, sospettoso.
Aveva le guance e il naso arrossati, come se gli venisse da piangere, ma le si avvicinò deciso, senza un sospiro.
La manciata di caramelle che gli aveva dato Purin gli stava a male pena in mano.
Ichigo gli sorrise dolcemente, come non aveva mai fatto con lui, poi si tirò a fatica a sedere e si sporse sopra il divano.

“Shirogane, puoi portarmi una busta di carta, per favore?” domandò, cercando con lo sguardo il ragazzo biondo oltre i battenti della porta della cucina. “E anche una penna, per favore?”

Poco dopo il ragazzo arrivò una busta color panna ed una vecchia biro blu, con il tappino mangiucchiato.
“Ecco, tieni!” le fece, porgendole gli oggetti. Quindi si poggiò sullo schienale del divano e rimase a studiare incuriosito quello che lei si accingeva a fare.

“Posso avere la mia privacy?” domandò risentita Ichigo.

Shirogane le rivolse un sorrisetto impertinente, ma poi se ne andò.

La rossa si dedicò di nuovo a Taruto.
“Puoi dire una cosa per me a Kisshu?” gli sussurrò sottovoce.

Il bambino la guardò perplesso, ma le annuì con il capo.

Ichigo stappò la penna e si mise velocemente a scribacchiare sulla carta del sacchetto.
Quando ebbe finito lo tese verso Taruto in modo che vi rovesciasse dentro le caramelle, quindi arrotolò con cura bordi, per chiuderlo e glielo consegnò.

“Mi raccomando, daglielo… è importante!” gli disse.

“Ok…” mormorò il bambino e fece per andarsene.

“Aspetta!” lo trattenne la ragazza, toccandogli il braccio.
Quindi gli infilò velocemente qualcosa in mano, chiudendo il suo piccolo pugno sul misterioso oggetto.
“E dagli anche questo, per favore”.

Taruto le rivolse un sorriso imbarazzato ed un istante dopo sparì dal locale.
Per sempre.


***


Da lì a poco sentirono bussare con decisione al portone del Caffè.

Retasu, che si stava infilando il cappotto in prossimità della porta, accingendosi a tornare a casa, andò velocemente ad aprire.

Era Aoyama.
Si infilò nel locale trafelato, con lo sguardo ancora mezzo assonnato e si mise furiosamente a cercare la sua ragazza.
Ichigo non sapeva che ore fossero, ma doveva essere molto tardi e probabilmente il moro si era appena svegliato per correre da lei.
Si alzò incerta dal divano e lui le si precipitò incontro.
Senza dire un parola la strinse tra le braccia, tirandola contro il suo giubbotto inumidito dalla guazza della notte.
“Ichigo!” le disse concitato, abbracciandola forte. “Non farlo mai più! Non farmi mai più prendere uno spavento simile!”.
Lei si fece spazio tra il colletto rigido del suo giaccone e nascose il viso nella sua felpa soffice, inspirando piano il suo profumo intenso, cercando finalmente un conforto per quella terribile esperienza.

Ma quel conforto non arrivò.

Si sentiva stranamente a disagio.

Quasi distaccata.

Perplessa, Ichigo si scostò un po’ da lui, liberandosi i ciuffi di capelli rossi che erano rimasti impigliati nella cerniera del suo colletto e lo fissò a lungo negli occhi color nocciola.
“Sono così felice che tu stia bene!” esclamò Aoyama. Poi le rivolse quel sorriso dolcissimo che la rassicurava tanto.

Ora però non faceva l’effetto sperato.

E lei non sapeva che fare. Si mise a giocherellare con la lampo del suo giubbotto, prendendo tempo, sperando che quella strana sensazione sparisse. Ma non succedeva nulla… lui non faceva nulla… titubante, rialzò lo sguardo e gli accarezzò una guancia, sfiorando con le dita i suoi capelli neri. Poi prese il viso del ragazzo tra le mani e gli diede un bacio.

Un bacio vero, come aveva imparato poche ore prima.
Ed anche stavolta era qualcosa di completamente diverso da tutto quello che aveva provato finora.
Ma diverso in un altro modo…

Si staccò da lui quasi subito, giusto per notare che il ragazzo la fissava in modo strano.
Ichigo si portò le mani tra i capelli, ma non le erano spuntate le orecchie da gatto, stavolta.

Aoyama la prese per le spalle. Sembrava imbarazzato.
“Ichigo” iniziò lui incerto.
Non era imbarazzato. Era a disagio.
“Capisco che tu sia scossa.” proseguì. “Ma per favore, non fare più questa… questa cosa. Davanti ai tuoi amici! Non sta bene.” Le disse sottovoce, riabbracciandola. (*)

La ragazza restò un po’ tra le sue braccia, con una strana sensazione che prese a ribollirle dentro, da qualche parte…
Si accorse di essere seccata.
Molto seccata!
Lei poteva fare quello che le pareva…

“Ora ti riaccompagno a casa. I tuoi sono preoccupati da morire! Dovremo inventarci qualche scusa da raccontare a loro e alla polizia!” le disse Aoyama. Poi la prese per la mano e si avviarono all’uscita. “Ci penseremo insieme, strada facendo.” Aggiunse lui sorridendo.

Si fermarono davanti al portone giusto il tempo di salutare gli altri: come ai vecchi tempi, Ichigo ringraziò ancora le sue amiche per essere andate ad aiutarla e per sdebitarsi promise di fare le pulizie per tutta la settimana.
Retasu sorrise dicendole che non ce n’era bisogno, ma Minto la zittì.
Zakuro si limitò ad infilarsi il cappotto e uscire dal locale rivolgendole un breve sorriso.
Sapeva che su di loro poteva contare.
Sempre.
Aveva la fortuna di non essere sola.

Poi cercò, con i suoi begli occhi marroni, Shirogane, perché voleva salutare anche lui.
Si era arrischiato a buttarsi nel covo del nemico per lei… così, senza nessun potere per difendersi…
Era un tale incosciente a volte…
Lo intravide in un angolo del Caffè, appoggiato alla parete con le braccia incrociate, come al solito, mentre fissava insistentemente il nulla.
Quel ragazzo era sempre così silenzioso, con quel suo vizio di tenersi tutto dentro che a volte le dava così sui nervi perché non riusciva a capire come comportarsi con lui.
Le passò la voglia di parlargli.

Lanciò un’occhiata ad Aoyama-kun che la tirava spicciativamente verso l’uscita.
Quindi guardò di nuovo Shirogane, incerta.

Chissà se anche lui si fa certi problemi per un bacio… si domandò perplessa.

Poi le sue belle labbra rosse si incresparono in un sorrisetto.
Ed era un sorrisetto malizioso…
 

~ * ~ *~ * ~ *~ *~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ * ~

*** Epilogo ***
~ * ~
By Kisshu

Taruto si materializzò ad un paio di metri da Kisshu, trovandolo seduto su un gradino di pietra marrone chiaro, con le braccia poggiate sulle ginocchia. Si era cambiato i vestiti e si era lavato via le ultime tracce del combattimento di quella notte ed ora fissava assorto un punto nel vuoto, a pochi metri dalla loro astronave.

“Ehi, Kisshu?” fece incerto il piccolo alieno, avvicinandosi.

Kisshu gli rivolse solo un suono sordo, senza neppure voltarsi, mentre si sedeva di fianco a lui.
Però lo vide lanciare un’occhiata furtiva al sacchetto di carta color panna che teneva in mano. Taruto lo aprì e ne estrasse una caramella, scartando rumorosamente la brillante carta rossa che l’avvolgeva, sperando di catturare la sua attenzione.

“Te le ha date la tua amichetta?” domandò lui infine.

“Non siamo amici!” tagliò corto il bambino.
Poi gli porse il sacchetto. “Ne vuoi una?”

Kisshu pescò una caramella verde e dopo averla scartata, si mise a succhiarla pensieroso, ripiombando nel suo silenzio.

“Comunque…” provò Taruto, con noncuranza “…la tua ragazza mi ha chiesto di darti un suo messaggio”.

Kisshu si tirò un poco indietro, fissandolo perplesso dall’alto al basso. “Non è la mia… ragazza…”
Poi si arrese: “Ad ogni modo… che ti ha detto?” domandò.

“E’ scritto qua sopra!” rispose Taruto, porgendogli il sacchetto di caramelle.
C’era un messaggio sulla carta, scarabocchiato con una penna blu, in una bella calligrafia tonda.


X Kisshu

“The lonely hour of unspoken pain
Seems like a lifetime of endless rain..
Don't know why you have such belief in me
‘Cuz in my confusion I never find
The words to tell you that you are in my mind
That you are not alone…

So I lie back, close my eyes again
The dreams are there
My last chance slipped away
You'll never know I cared
Now I hope you can see that I will not forget…”

“…I will not forget what you taught me…” (**)

Ko-Neko-chan



Kisshu sbatté gli occhi un paio di volte, riscorrendo con lo sguardo le parole di Ichigo.
“Non dimenticherò… quello che mi hai insegnato?” ripeté a bassa voce.

Taruto, che probabilmente aveva osservato tutte le espressioni dell’amico mentre leggeva il messaggio, soffocò una risatina.
“Dimmi un po’, cosa le hai insegnato?” gli domandò, con tono provocatorio.

“Niente che ti interessi” si affrettò a rispondere Kisshu, per zittirlo.

Il bambino fece una smorfia, ormai rassegnato ad essere ignorato dai compagni più grandi.
Poi si infilò una mano in tasca, come se si fosse ricordato improvvisamente qualcosa.
“Ah, mi ha detto anche di darti questo” disse, porgendogli un piccolo oggetto sul palmo aperto.

Kisshu allungò la mano e afferrò l’oggetto per un’estremità, portandoselo davanti al viso, per studiarlo.

Era il campanellino di Ichigo, legato al suo nastrino di raso rosso…

L’alieno strinse gli occhi, cercando di afferrare il significato di quel gesto, ma Taruto lo distolse ancora dai suoi pensieri.

“Kisshu…” gli fece il bambino. “Mi dispiace per quello che è successo… prima, intendo…”

Era improvvisamente così serio che Kisshu gli diede una pacca sulla testa.
“Non importa.” disse alzandosi e avviandosi verso l’astronave su cui li aspettava Pai.

Si infilò il campanello in tasca e sorrise.


Il futuro è una cosa curiosa.
Non sai cosa può capitarti, eppure tutti ci si lambiccano sopra il cervello.
Io non so cosa mi succederà domani, o tra due settimane o tra un mese…
Non so con chi sarò, chi saranno i miei amici, i miei nemici, se ci sarò ancora.
Però… però se ora sono qui, beh, devo fare del mio meglio.
D’altronde, chi c’è in gamba come me? O_^
Ah… un bacio ad Ichigo… neanche s’immagina cosa l’aspetta…ora che ha iniziato il gioco…
 


***Fine***


~ * ~ *~ * ~ *~ *~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ * ~

EVVAI E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA! E’ FINITA!


YATTA!
CE L’HO FATTA!!!!!
NON CI CREDO!


ALLORA??? VI E’ PIACIUTA???? XDDDDDDDDDDDDDD
Che ne dite dalla trasformazione di Ichigo?
A me gasa!
Vi prego lasciatemi una recensione e fatemelo sapere! Vi prego vi prego vi prego vi prego vi prego!!!!

Cavolo… non ci vedo un più perché sto scrivendo al buio pesto!
Sono le 5.27 e domani devo andare via! Sigh! Non voglio!!!!! T____T


*stendiamo un velo pietoso*


Kisshu: AUTRICE CRETINA… Ma perché mai Ichigo mi ha riciclato il regalo di quell’ameba del suo ragazzo? Mi state prendendo in giro o cosa???
Autrice: E’ un gesto SIMBOLICO Kisshu! SIMBOLICO, capisci?
Kisshu: NO!
Autrice: Fattelo spiegare dai lettori…
Lettori: Nemmeno noi abbiamo capito…
L’autrice sospira e si dilegua mestamente…

Note:


(*) Non è che abbia voluto fare Aoyama-kun più ameboso del solito (che non ce n’è bisogno)… è che in Giappone hanno delle idee un po’ strane a volte, specie le persone tradizionaliste e super educate come lui. E poi a me è capitato davvero un cretino che mi ha detto una cosa del genere un po’ di tempo fa! Per cui... tutto è possibile! (Cmq io ho mollato il suddetto cretino il giorno dopo! XD NdMe) (E mi sa che anche la rossina farà lo stesso, se ha acquistato un minimo di cervello! Ri-NdMe)


(**)

Le ore solitarie, di sofferenze non confessate
Assomigliano ad un’intera vita di pioggia interminabile.
Non so perché tu abbia tutta questa fiducia in me
Poiché nella mia confusione, non ho mai trovato le parole
Per dirti che tu sei nei miei pensieri
Che non sei solo…

Così mi sdraio, chiudo gli occhi di nuovo.
I sogni sono qui.
Ma la mia ultima occasione è fuggita via.
Tu non saprai mai che a me importava.
Ora, spero che tu possa vedere che non dimenticherò…

…Non dimenticherò quello che mi hai insegnato…


Questo messaggino è un’altra delle mie cavolate scritto con un assurdo Remix delle parole di due canzoni: You’re not Alone – Twisted Sister; Behind Silence And Solitude - All That Remains.
Tuttavia, se ci fate caso, c’è UNA cosa che Ichigo non dice a Kisshu nemmeno in questa letterina d’amore…
Eh eh eh… Sono un’autrice bastarda fino all’ultimo, lo so… ^o^

PS: Non cambiate canale perché ho ancora una sorpresina per voi! Ciaoooooooooooooooo!!!!!
 



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Prova a scendere :O























Ancora :O























Ancora un po' :O



































*** Bonus Track***
~ * ~
(Ma questa è una FF, non un CD!!!!)
°O°


Ovvero: Ringraziamenti, Commenti finali, Minacce e l’intervista agli “attori”.

Salve fedeli lettori che siete arrivati incolumi (spero) a questo ultimo capitolo!
Visto che non vi ho stressato abbastanza, vi dirò ancora due parole due. (non è un errore di battitura)


Innanzitutto ringrazio:


Me Stessa, perché la FF è assolutamente inedita e l’ho scitta tutta da sola, senza i consigli e l’appoggio di nessuno… sigh! V_V
La mia musa ispiratrice, che non ho la più pallida idea di chi sia.
La mia famiglia che mi ha sopportato mentre deliravo, sbavavo e perdevo ore di sonno per scrivere. (e non studiavo… ssssssh!)
I miei amici (ed i più numerosi nemici) maschi che mi hanno involontariamente aiutato a calarmi nella mente contorta dell’altro sesso, specialmente quei poveri sfigati che stanno facendo/hanno finito da poco il militare e mi hanno dato qualche spunto…
Il mio PC che non mi ha mai abbandonato per tutta la durata del mio lavoro. (E questo, credetemi, è stato un vero miracolo!!!!)
Mia Ikumi, Reiko Yoshida e tutto il loro staff per essersi inventati Tokyo Mew Mew e averlo poi pubblicato…

Voi, per aver letto e commentato il mio lavoro e per avermi dedicato parte del vostro tempo.

Grazie!


***

INTERVISTA AI PROTAGONISTI


Me: Buonasera a tutti, io sono xxxx e tra poco intervisterò per voi i due protagonisti di questa meravigliosa FF.

Camera-man: Non puoi dirti tutto da sola… e poi da quando in qua è l’autrice che intervista i suoi personaggi?

Me: Non ci posso fare niente, nessun giornalista è voluto venire… sigh… -____-

Camera-man: E ci credo…

SDONG!
Ichigo si precipita nello studio e sbatte contro la porta a vetri fracassandola.
Ichigo: Scusate! Scusate! Sono in ritardo.

Me: No, sei puntuale. Ti avevo dato appuntamento 3 ore e 47 minuti prima apposta!

Ichigo: Ah… (con sangue che gronda dal naso) B(

Me: Prego, accomodati! (Indica traballante sedia pieghevole da campeggio)

La Mew Mew si siede sospettosamente.

Ichigo: Iniziamo?

Me: No, il tuo partner non si vede ancora…

Ichigo: Il mio chi?

Me: Il tuo partner, Kisshu.
 

~~Scende vento gelido modello Siberia~~


Ichigo: LUI NON E’ IL MIO PARTNER!

Me: I-io intendevo il tuo partner di lavoro… O_ò
 

~~Permane vento gelido modello Siberia~~


Appare improvvisamente Kisshu, materializzandosi sopra la sedia.

Kisshu: Eccomi! Diamoci una mossa che non ho tempo da perdere… …Ehi, ma chi ha acceso l’aria condizionata?

Me: E’ stata Ichigo.

Kisshu: E perché???? Siamo in pieno inverno! o_O

Me: Avrà avuto caldo…

Kisshu (pensieroso): Strano… pensavo che ai gatti queste cose succedessero verso Febbraio…

SBAM! Un tavolo in legno massello per sei persone si sfracella in faccia a Kisshu. -.-”

Ichigo (spazzandosi le mani): Bene, visto che anche l’idiota di turno è arrivato, possiamo iniziare. V o V

Kisshu riemerge dalle macerie e cerca di ricomporsi, sedendosi sulla sedia (anche la sua da campeggio).

Me: Bene, volete presentarvi al nostro pubblico?

Ichigo (esaltata): Certo!!!! ^ o ^ Io sono Ichigo Momomiya e ho 14 anni; ero una normale studente delle medie, ma improvvisamente sono diventata una Mew Mew con il compito si salvare la Terra. Quando mi emoziono mi spuntano le orecchie e la coda e non posso tornare normale finchè non ho…

Me: OK! OK! OK! Dacci un taglio! Questo lo sanno già tutti!

Ichigo: Davvero??? O_O

Me: Lo ripeti all’inizio di tutte le puntate… ma ora passiamo al protagonista maschile. (Indica Kisshu). Tu come ti chiami?

Kisshu: Kisshu.

Me: …ehm…

Kisshu: …

Me: … ehm …

Kisshu: …

Me (tentennante): Potresti dire qualcosa di più… tipo… “Kisshu… cosa”?

Kisshu: Cosa “cosa”?

Me: Kisshu… cosa?

Kisshu: Cosa COSA?

Ichigo: Credo parli del tuo cognome.

Kisshu: Oooooooh… °O°!!!! Ma guarda che ti sbagli, io non mi chiamo Kisshu Cosa!

STONF! Tutti i presenti cascano per terra. -.-””””

Me: (ricomponendosi, con vena che pulsa nervosamente sulla tempia) Ok, proviamo in un altro modo. Dicci il tuo nome Kisshu, per favore…

Kisshu (si alza dalla sedia e fa per andarsene): SENTI, MI SA CHE TU NON SEI NORMALE E IO STO INIZIANDO A ROMPERMI LE P***E!

Me: NOOO! Ti prego! Non puoi andartene! Ho bisogno di te!!!!! Ç_ Ç

(Kisshu alza sopracciglio, interessato)

Me: Mi dispiace!!!! Non mi sono spiegata bene! Volevo solo che ci dicessi il tuo nome per intero…

Kisshu (squadra l’autrice da capo a piedi): Beh… tu puoi chiamarmi… …Kisshu, piccola! Ò_^*

Me: ❤//o//❤ WoW!!!!

Camera-man: Eh-Ehm…

Me: Che c’è?

Camera-man: Stai sbavando sul microfono…

Me: Oooops!!! ^ - ^”

Ichigo: Che schifo…

Me: Ma ora passiamo ad argomenti seri! (Assume espressione da Maurizio Costanzo) Ichigo, vuoi riassumerci la trama di questa FF?

Ichigo: Allora, si tratta di un Horror-Thriller…

Me: ?????

Ichigo: Racconta la storia di una ragazzina dolce ed innocente.

Kisshu tossisce… -.-

Ichigo (ignorandolo): Dicevo… un giorno questa ragazza viene rapita da un pericoloso individuo con gravi menomazioni mentali che la pedinava di nascosto da più di un anno…

Me e Kisshu: Eh? O_O

Ichigo: Questo individuo spregevole la tiene prigioniera e abusa ripetutamente di lei, contro la sua volontà, finchè un giorno la ragazza trova la forza di ribellarsi e cerca di ucciderlo…

Kisshu: MA CHE C***O?!?!?!?! A CHI HAI DATO DELL’INDIVIDUO SPREGEVOLE? E POI COSA AVREI FATTO IO CONTRO LA TUA VOLONTA’??? Ò ~ Ó

Ichigo (Serissima): E’ veramente una storia orribile… penso che i bambini non dovrebbero leggerla! Potrebbero spaventarsi! Dovevi mettere un rating più alto!

Me: C-certo… C-Ca-capisco… O_o””” Ma dicci, in questa storia hai dovuto interpretare molte scene piuttosto “intime”. Cosa ne ha pensato il tuo ragazzo quando lo ha saputo?

Ichigo: …?

Me: Il tuo ragazzo, Aoyama-Kun…

Ichigo: Chi? o_o
 

~~Sconvolgimento generale~~


Me: Il tizio con cui stai insieme… Aoyama Masaya!

Ichigo: No, guarda, ti sbagli. Non so di cosa stai parlando! O_O
 

~~SCONVOLGIMENTO ANCORA PIU’ GENERALE~~


Kisshu: Il tizio con la faccia da merluzzo affumicato…

Ichigo: AAAAAAAAAAAAAAAAAH! QUELL’Aoyama! Potevi dirlo subito! °O°

Tutti: O________________________O Eh????

SCATATRACH!
SBAM
“M***A!”

in quel preciso momento Aoyama irrompe nello studio e incespica imprecando sui resti della porta a vetri, maciullandosi…

Camera-man: L’avevo detto che era pericolosa quella porta…

Me (calmissima): Lo so, per questo l’ho fatta montare!

Aoyama (coperto di sangue, rivolto ad Ichigo): TU! SCHIFOSA DI UNA Z*****A! COSA CI FAI QUI? SONO GIORNI CHE TI CERCO!

Ichigo (ridacchiando nervosamente): Eh eh eh… non so di cosa tu stia parlando…

Aoyama: NON PRENDERMI IN GIRO! SO CHE COSA HAI FATTO CON QUELLO LI! (Indica Kisshu che ricambia con sguardo impassibile)

Ichigo: Ma è stato solo per lavoro…

Aoyama: NON DIRE STR*****E!!! TI HO VISTO IERI SERA, E ANCHE LA SERA PRIMA! E PURE IERI L’ALTRO AL PARCO… E POI PERSINO CON SHIROGANE…!!!!

Kisshu: COSA? O_O

Ichigo inizia a ridere istericamente e si alza dalla sedia per fuggire.

Aoyama (Avvicinandosi furioso): DOVEVO AMMAZZARTI PER DAVVERO QUEL GIORNO! MA ORA VEDI CHE RIMEDIO!

L’autrice si avvicina ad Aoyama e lo stende con una mazza da baseball.

Tutti: O_O”””

Me (rivolta al pubblico): Scusate per l’interruzione! Ma questo è il bello della diretta!

Camera-man: Non siamo in diretta… hai scritto questo capitolo due mesi prima di pubblicarlo!

L’autrice minaccia anche il Camera-man con la mazza da baseball.

Me: Ma ora, 30 secondi di pubblicità! Mi raccomando, non cambiate canale! ^ o ^


~~PUBBLICITA’~~


In realtà, il Camera-man dimentica casualmente di spegnere la telecamera… -_-

Si vede l’autrice che si dilegua per trascinare Aoyama in un bidone della spazzatura… -_______-“”””

Kisshu (rivolto ad Ichigo): Cos’ha detto quello prima?

Ichigo: Uh?

Kisshu: Sì, sul biondino…

Ichigo (rigirandosi le dita nei capelli): Uh-Uhm… Non so, non ricordo nulla… devi aver capito male… ^ o ^””””

Kisshu (pensieroso): Eppure a me sembrava…

L’autrice rientra nello studio di registrazione, soddisfatta.

Me: Bene, ora possiamo riprendere!


~~FINE PUBBLICITA’~~


Me: Dunque Ichigo, cosa ne pensi del tuo personaggio in questa storia?

Ichigo: Mah… è strano!

Me: ????

Ichigo: Sì, cioè… qua e là assomiglia a Cat-Woman!

Me (imbrazzata): Dici? Che curiosa coincidenza! Ah Ah Ah! ^ - ^””””””

Ichigo: Non è che ti sei “ispirata”, vero?

Me: No… ehm… cioè… forse solo un pochino… ma d’altronde, siete accumunate dallo stesso destino!

Ichigo: Sarà… però io sono più figa!
 

~~Cala silenzio di tomba~~


Me (schiarendosi la voce): Ehm… certo certo… (si rivolge a Kisshu) E tu cosa ne pensi del personaggio di Ichigo in questa FF?

Kisshu: Due parole…

Me: Cioè?

Kisshu (con ghigno soddisfatto): Ci – Sta! *^ 0 ^*

Me: MA PENSI SOLO A QUELLO TU???? >_____<

Kisshu: Beh, scusa, ma con una come lei cosa vuoi ch…

La mazza da baseball (rubata all’autrice) cala inesorabilmente sulla testa di Kisshu.

Ichigo: COSA VORRESTI INSINUARE?

Kisshu: Ouch!!! Ma che ti salta in mente? Volevi farmi fuori???

Ichigo assume ghigno sadico. Ò V Ó

Kisshu indietreggia preoccupato… O_o

Me: Ok! Ok! Ok! BASTA! Questa è un’intervista, non un incontro di Wrestling o una puntata di C.S.I.!!!! Non voglio *altri* morti!!! (riferimento ad Aoyama)

Ichigo si risiede con ghigno malefico.

Me: Torniamo a te, Kisshu! Cosa ne pensi invece del tuo personaggio?

Kisshu (riprendendosi): Fa schifo!

Me: Ma-ma come??? Ç_ Ç

Kisshu: Ma dico, l’hai letta bene la FF?

Me: Beh, l’ho scritta io…

Kisshu: Non faccio altro che essere depresso, fare incubi orribili, avere idee cretine, poi ho di quegli sbalzi d’umore da schizofrenico…

Tutti: Eh-Ehm… veramente tu SEI schizofrenico -.-”

Kisshu (ignorandoli): E poi ti rendi conto che mi hai fatto anche piangere??? Ma ti rendi conto???? Hai rovinato la mia aria da Bello-e-Dannato!!!! >//_//<

TONF! Ichigo casca dalla sedia.
Ichigo: Pfffff…. Ih ih ih ih! Scusate! E’ colpa della sedia da campeggio! Ih Ih Ih… XDDDD

Me (ignorandola): Ma scherzi? Serve a dare profondità psicologica al tuo personaggio! E poi, scusa, anche nel manga ti sei messo a piangere…

Kisshu sembra *alterarsi* e inizia a stringere nervosamente i pugni…

Me e Ichigo: Oh Oh!!! O_O (indietreggiano preoccupate)

Kisshu (alzando lo sguardo): CATTIVE!!!! Ç_ Ç

Me e Ichigo: O.O?

Kisshu (Con occhioni lacrimosi): Cosa credete? Non posso mica sempre essere forte e risoluto io!!!! Anche io ho un cuore!!!! T_T

Ichigo (avvicinandosi imbarazzata): Su, su Kisshu! Non metterti a piangere di nuovo! -_-“

Kisshu: Sigh sigh sob T____T

Ichigo (mettendogli le mani sulle spalle): Dai stavamo scherzando...

Kisshu (cambia espressione e afferra Ichigo): AH! FREGATA!

Tutti: O.o

Kisshu (con risata sadica): Ora ti ho presa! Sei mia! Farò di te ciò che…

KNOCK! Ichigo spedisce Kisshu contro la parete con un pugno.

Ichigo: Tzk… babbeo…

Me: Che donna violenta… O_O”

Ichigo: Certo, che credevi? Che fossi una di quelle che stanno lì a farsi mettere le mani addosso dal primo che passa???

Tutti: Ehm…

Me: Stendiamo un velo pietoso… Dimmi Ichigo, qual è la cosa che ti è piaciuta meno di tutta la FF?

Ichigo: Quelle scene con Kisshu…

Me: Ancora con questa storia? Veramente non sembrava te la passassi tanto male e poi tante sarebbero volute essere al tuo posto!!! (Assume sguardo sognante) *v*

Camera-man: Ehm… Ehm…

Me: Ancora? Che vuoi????

Camera-man: Stai di nuovo sbavando sul microfono.

Me: OH! E’ vero!!!! OoO

Ichigo (facendo finta di nulla): No, non è per quello! E’ che quelle scene sono così… ambigue… cioè, non si capisce mai di preciso dove voglia arrivare!

Me: Ma è fatto apposta, ingenua ragazzina! Così i lettori possono pensare quello che vogliono! *^ o ^*

Ichigo e Kisshu (che intanto si è ri-trascinato sulla sedia con la guancia gonfia e tumefatta) si scambiano un’occhiata.

Ichigo: Eh eh eh eh eh!!!! (Risatina perversa) > V <

Kisshu: °//_//°

Tutti: Autrice, sei sicura che non hai invertito le battute? O___O

Me: No no… Stanno davvero facendo così! O_O”

Me: Ora facciamo l’ultima domanda. (punta Kisshu). Qual è la cosa che invece è piaciuta di meno a te?

Kisshu: Il finale! Anche quello fa schifo!

Me: Pure quello??? Perché? Qual è il problema?

Kisshu: Mi fai tornare sul mio pianeta e io e Ichigo non ci vediamo più!!! T___T

Me: Va bhè… però tu dovresti essere felice! Sei diventato una persona migliore e poi Ichigo non ti ha dimenticato…

Kisshu: FELICE UN CORNO!!! Ho fatto tutto quel casino e alla fine non sono nemmeno riuscito a FARM(-censura-)A!!!!

Tutti: EEEH??? O/////O

Ichigo: EEEEEEEEEEEEEEEEH??????? O___________O

Me: Oh… capisco… (fissa Kisshu in modo strano)

Kisshu: Uh? O_o

L’autrice scompare fuori dalla porta e riappare 5 secondi dopo con vestitino sexy.

Me: Non essere triste Kisshu… se vuoi… ci sono io… *///v///*

Kisshu indietreggia terrorizzato: N-no… i-io n-non… Io devo andare! Mi sono ricordato che ho un impegno urgentissimo!!!!! ^ o ^”””””

Fa per smaterializzarsi ma l’autrice si attacca ai suoi pantaloni.

Me: No no no! Ora dobbiamo dirci un paio di cose noi due…

Kisshu: AAAH! NO! MOLLAMI! MOLLAMI! O____O

Me: Scordatelo! Ora sei mio! Ho aspettato questo momento per tutta la FF!!! ^///o///^

Kisshu: ICHIGO! AIUTAMI! SALVAMI! Ç_ Ç

Ichigo (con sorriso crudele): Ben ti sta Kisshu! (Si volta e se na va canticchiando) ^_^ ♫

Kisshu: NOOOO! NON PUOI LASCIARMI SOLO CON QUESTA MANIACA! NON VOGLIOOOO!!!! Ç ____ Ç

Camera-man: Che gabbia di matti…

Spegne la telecamera e se ne va anche lui…





FINE
(Stavolta x davvero)

Eh eh eh eh eh eh!!!!





 

***Kisshu (con vocina flebile): qualcuno mi aiuti!!!!! Ç _ Ç ***
 

~ * ~ *~ * ~ *~ *~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ * ~

Ps: L'Epilogo e la Bonus Track dovevano essere postate separatamente nel mio progetto originale... ma vi saresti di sicuro persi uno dei due capitoli XD Va bene anche così, nu? ù.ù
PPs. Sappiate (per pura crudeltà, non voglio smentire la mia immagine di autrice carognosa ù.ù) che esiste un sequel di questa FF. Di circa 50 capitoli. LUNGHI capitoli. Ne ho scritti più o meno la metà. Non la posterò MAI. ù.ù (Non l'ho mai finita nè la finirei ç_______________ç) Odiatemi ù.ù Io vi voglio bene :3
 

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