They Found Out

di MollieRMS
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incubo di Hermione ***
Capitolo 2: *** Pancetta e Ron nudo ***
Capitolo 3: *** Non può uno... ***
Capitolo 4: *** Lo sai? ***
Capitolo 5: *** Chiamata a tarda notte ***
Capitolo 6: *** Parlare con Harry ***
Capitolo 7: *** Diagon Alley e paure ***
Capitolo 8: *** Pranzo e guai ***
Capitolo 9: *** Chiarimenti sull'Hogwarts Express ***
Capitolo 10: *** Hermione esce allo scoperto ***
Capitolo 11: *** La paura di Ron ***
Capitolo 12: *** Non è facile ***



Capitolo 1
*** L'incubo di Hermione ***


La storia che state per leggere è una traduzione.
Quando ho letto la ff in lingua originale un po’ di tempo fa me ne sono subito innamorata, perché è dolce, divertente, romantica e passionale, proprio come i suoi protagonisti, Ron ed Hermione, che MollieRMS, l’autrice della storia, riesce a rendere benissimo.
Mi è piaciuta così tanto che ho deciso di tradurla, anche perché credo che una storia così bella meriti di essere letta da tutti gli amanti della coppia R/Hr.
Quindi ho chiesto il permesso all’autrice, che è stata gentilissima e si è mostrata entusiasta dell’idea e me lo ha accordato, ed eccomi qui con la traduzione del primo capitolo.

Spero vivamente che la ff piaccia anche a voi (ma non ho dubbi ^_-) e vi lascio il link alla storia in lingua originale, nel caso qualcuno fosse molto curioso di sapere cosa succede: They Found Out.

Detto questo non mi resta che augurarvi buona lettura e invitarvi, se vorrete, a lasciare un piccolo commento.

Al prossimo aggiornamento ^_^

ramona55 alias patsan

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They Found Out


1. L’incubo di Hermione


Hermione salì lentamente le scale, fermandosi con una smorfia ad ogni scricchiolio. Si bloccò ad un forte cigolio proveniente dal legno sotto i suoi piedi, senza osare respirare. Qualcuno l’avrebbe sentita? Come avrebbe spiegato la sua presenza due piani sopra la sua stanza? Riprese di nuovo la sua marcia, comunque. Doveva vedere Ron.

Facendo una smorfia al cigolio della porta di Ron, Hermione mise la testa nella sua stanza con aria guardinga. La luce della luna piena si riversava nel piccolo spazio. I poster dei Cannoni di Chudley erano fermi, i loro abitanti addormentati.

I suoi occhi andarono a posarsi su Ron e il respiro le rimase bloccato in gola. Era una notte calda e Ron si era liberato delle lenzuola. Se ne stava spaparanzato, un lungo braccio fuori dal letto, l’altro gettato sopra il petto nudo.
Hermione aveva già visto Ron senza maglietta prima d’ora, ma solo per brevi attimi, quando lui toglieva la maglietta sudata dopo aver giocato a Quiddich, mentre iniziava a spogliarsi prima di raggiungere il suo dormitorio. Ma non aveva mai davvero avuto l’opportunità di guardarlo.

I diciotto anni stavano bene a Ron. Il Quiddich aveva definito i muscoli delle sue braccia e del suo addome. Anche nel sonno, Ron appariva forte. Hermione spostò gli occhi più in alto. Il viso di Ron era girato verso il muro, una metà in ombra, l’altra illuminata dalla luna.

Hermione senza pensare fece alcuni passi avvicinandosi a Ron. La sua bocca era leggermente aperta, il suo profondo respirare nel silenzio della stanza.

La mascella ricoperta dalla barba.

Quando è accaduto? Riflettè Hermone.

Un giorno era un ragazzino, il giorno dopo era un uomo. Una ciocca di capelli chiari gli andava sugli occhi e la mano di Hermione si mosse di propria volontà. Gentilmente spostò i capelli dal suo volto.

Ron voltò la testa verso di lei e lei si bloccò. Ma stava ancora dormendo. Hermione rilasciò piano il fiato e si sedette con cautela sul bordo del letto.

“Ron” sospirò Hermione.

Ron non si mosse.

“Ron” disse lei un pò più forte.

Nessuna risposta.

Esitante gli toccò una spalla, godendo segretamente nel sentire i muscoli saldi sotto le dita, e lo scrollò leggermente.

“Ron!”

“Mmmmpppfffhhh.”

Ron si voltò su un fianco, le gambe piegate dietro Hermione. Lei sussultò e questa volta portò le mani sulla faccia di lui, accarezzandolo dolcemente e ripetendo piano il suo nome. Le labbra di Ron si incurvarono nel sonno e lui affondò un po’ la testa nel cuscino. Improvvisamente aggrottò le sopracciglia e sollevò la testa.

“’Mione?” chiese in fretta. I suoi occhi si dischiusero faticosamente. “Mmm, cosa?”

Hermione sorrise, ma spostò le mani dal volto di lui. “Shh, mi dispiace di svegliarti, ma ho avuto un incubo e... e volevo te”

Ron cercò di mandare via il sonno dagli occhi “Un incubo? Cosa è successo?” Si poggiò su un gomito, allungando le gambe ed Hermione sentì che le mancava il loro calore a contatto con la propria schiena.

Arrossì, improvvisamente spaventata dalla propria audacia. “Non è.... non è nulla, davvero. Voglio dire, non è come gli incubi di Harry, o simili, ma mi ha spaventato, e… e avevo bisogno… Bè, volevo vederti...” buttò fuori.

“Okay” disse lui lentamente. La guardava attentamente. “Vuoi parlarmene?”

Hermione lo guardò di nuovo, realizzando che Ron sedendosi aveva avvicinato molto il proprio viso al suo. Poteva sentire l’odore dei suoi capelli e il fresco delle lenzuola e un vago profumo di menta quando lui respirava.
Hermione rabbrividì un po’ e Ron, ancora intontito dal sonno e non del tutto in sè stesso, le passò un braccio attorno e l’attirò a sé. Le braccia nude di lei toccarono il suo petto e lei sussultò. Gli occhi di Ron si spalancarono e spostò il braccio bruscamente.

“Scusa” mormorò. “Allora, emh, il tuo incubo?” La sua voce era incrinata e si schiarì la gola.

“Sì” sospirò Hermione. “Ero a casa, nella mia cucina, ed è arrivata mia madre, ma non era mia madre, era sotto Imperius e aveva un coltello. Non riuscivo a rompere la maledizione. Ho provato a parlarle, ma lei non poteva sentirmi. Ho cercato di scappare, ma lei mi seguiva con quegli occhi spenti, cercando di uccidermi.” Rabbrividì ancora e stavolta Ron prese il suo lenzuolo e lo drappeggiò gentilmente sulle spalle di Hermione.

“Lo so che era solo un sogno” continuò lei, accucciandosi meglio dentro al lenzuolo, che profumava meravigliosamente di Ron “ma mi ha spaventata, sai? Poi ogni volta che chiudevo gli occhi la vedevo di nuovo in quello stato”

Gli sorrise leggermente “Mi dispiace. Non so perchè sono venuta qui e ti ho svegliato”

Ron scosse la testa. “Non preoccuparti per questo. So com’è” Le lanciò un’occhiata in tralice e si chiarì di nuovo la gola. “Vorresti... vorresti restare qui, dormire qui? Con me?”

La testa di Hermione scattò verso l’alto. Ron arrossì.

“E’ solo che qualche volta è bello… sai… quando fai un brutto sogno. Gin dormiva spesso con me. Ed io ho dormito con Bill prima. Quando ero piccolo, voglio dire”Si schiarì ancora la gola. Infine Hermione recuperò la voce.

“Sì, per favore” sussurrò.

Ron iniziò “Davvero? Okay. Umh… bene, vieni qui allora”

Si spostò cosicchè la sua schiena poggiò contro il muro e tenne sollevato il lenzuolo. Hermione esitò per un momento, poi si stese con cautela, molto vicina al bordo del letto. Ron sospirò esasperato.

“’Mione, cadrai dal letto. Vieni qua”

Passò un braccio attorno alla vita di Hermione e la attirò facilmente a sé. Poggiò il lenzuolo su entrambi, il braccio a mezz'aria per un momento, come se non fosse sicuro su dove posarlo. Alla fine, lo poggiò di nuovo gentilmente sulla vita di Hermione, la sua mano piegata vicino il volto di lei. Lei rimase rigida, senza sapere cosa fare.

Il calore del petto nudo di Ron filtrava attraverso la sua sottile camicia da notte di cotone. Il peso del braccio di lui sopra di lei le faceva contorcere lo stomaco in maneira deliziosa.

Lentamente la tensione lasciò il corpo di Hermione. Iniziò a sentirsi assonnata, ma stavolta non ebbe paura di chiudere gli occhi. Anche il respiro di Ron alle sue spalle si andava calmando.

Potrei stare così per sempre, pensò.

Le sue palpebre si chiusero e lei sbadigliò, accucciandosi inconsciamente più vicino a Ron.


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Continua...



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Capitolo 2
*** Pancetta e Ron nudo ***


Eccoci giunti alla seconda puntata di questa storia che, a quanto pare, è piaciuta a molti.
A dire il vero, me lo aspettavo... La ff è scritta benissimo, l’autrice riesce a descrivere situazioni e sensazioni in modo davvero perfetto, e poi ci sono Ron ed Hermione, una coppia che si fa amare dal primo istante.

Ho riferito all’autrice i vostri commenti: Mollie è stata molto felice, e addirittura onorata che la sua storia sia stata letta e apprezzata anche dai kickers italiani, e mi ha addirittura accordato il permesso, se vorrò, di tradurre altre sue storie in futuro.
Bè, per quelle vedremo, intanto però, vi ringrazio dei commenti positivi e vi invito a seguirmi ancora, che qui la strada da percorrere è ancora lunga ^_-.

Se il primo capitolo vi è piaciuto, non oso pensare che effetto avrà questo...
Siete curiosi?
Che aspettate, allora?!
Forza, a leggere! XD
(e buon divertimento ♥)

ramona55 alias patsan


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They Found Out


2. Pancetta e Ron nudo


Hermione si sentiva perfetta e… al sicuro. Non aveva mai dormito così profondamente o così bene. Tanto bene, in effetti, che decise che non voleva svegliarsi ancora.

Il gran calore alle sue spalle era piacevole. Sì rigirò in esso, sospirando felice mentre lentamente tornava in sé. Sentiva un rimbombo ritmico da qualche parte vicino l’orecchio.

Cos’è? Pensò assonnata. E’ piacevole.

Le sue mani stavano toccando qualcosa di liscio.

Hmmm… Hermione mosse pigramente le dita sopra la cosa. Anche questo è piacevole. Così soffice.

La cosa morbida che rimbombava sapeva di vento e erba e cannella. Prese un respiro profondo. E’ davvero piacevole.

Si mosse finchè il suo naso non toccò la cosa morbida che ronfava, dal buon odore. Aprì gli occhi sognanti. Stava fissando un muro. Un muro di liscio, largo, pallido petto.
Aprì gli occhi e, con una sottile sensazione di terrore, guardò in alto per trovare due occhi blu luminosi che la guardavano.
Ron le fece un piccolo sorriso.

“’Giorno” disse, la voce profonda e roca per il sonno.

Hermione cercò di mettersi a sedere, ma Ron aveva ancora un braccio attorno a lei e non riuscì a muoversi.

E’ così forte, pensò senza volerlo.

“Ron” iniziò, contorcendosi un pò nella sua presa.

Lui non la lasciò così lei si arrese, restando quieta nello spazio tra il braccio e il corpo di lui.

“Ron, perchè mi guardavi?”

Lui distolse gli occhi, improvvisamente timido. “Io... emh.. io...” Poi tutt’a un tratto la guardò di nuovo, una determinazione sbarazzina negli occhi.

“Ti guardavo dormire.”

La bocca di Hermione formò una “O”, ma non ne uscì alcun suono. Si spostò un po’ e stavolta lui la lasciò andare, ma si girò soltanto sulla schiena, guardando ancora il viso di Ron.
Una barba rosso scuro gli ricopriva il mento e i suoi capelli erano arruffati in modo adorabile.

“Hai dormito bene?” chiese lui, strappandola alle sue fantasticherie.

Lei annuì, rompendo il contatto visivo per guardare in basso verso la propria mano che era ancora poggiata sul petto di Ron.

Devo spostarla, pensò, ma questa si mosse solo un pochino, come se non volesse obbedire ai suoi ordini.

Sentì Ron trattenere il respiro.

Ohh, pensò, sorridenso tra sè.

Fece scorrere lentamente le dita sulla pelle di lui un’altra volta, cercando di memorizzare la sensazione di sentirlo sotto le mani. Lui rabbrividì leggermente.

“Hai freddo?” domandò lei.

Lui scosse la testa senza parlare. Lei comunque tirò il lenzuolo fin sulle spalle di entrambi e lo guardò di nuovo.
I suoi occhi erano diventati scuri come zaffiri.

“Grazie per… la scorsa notte” sussurrò lei.

Il piccolo sorriso di lui riapparve. “Quando vuoi”

Gli sorrise anche lei.

“’Mione” sussurrò lui, gli occhi quasi neri adesso e si avvicinò leggermente a lei.

Lei inclinò il mento e chiuse gli occhi.

Oh Dio, sta per baciarmi e potrei svenire.

Proprio quando le loro labbra si toccarono e una piccola scarica di elettricità sembrò esplodere nelle vene di Hermione, Ron scattò indietro.

“Cosa?” sussurrò lei, allontanandosi.

“Lo senti?” chiese lui.

Hermione sbattè le palpebre, sorpresa. “Cosa?”

“Pancetta” disse lui, col panico crescente nella voce.

All’improvviso lei capì. “Tua madre!” esclamò e si mosse violentemente.

La mano di Ron le bloccò la bocca e lui la tenne stretta a sé. “Shh! Adesso andrai giù in camera di Gin e poi potrai scendere dopo di me, come se ti fossi appena svegliata, ok?”

Lei annuì, ancora incapace di parlare. Ron la scavalcò scendendo dal letto e la fece alzare.
Si ritrovò di nuovo stretta al suo petto e realizzò quanto lui fosse alto visto che la sua testa gli arrivava appena alle spalle. Spalle che erano ancora assolutamente nude.

Lui afferrò la sua mano e la tirò con sè verso la porta. La aprì piano, spiando fuori attentamente prima che entrambi uscissero in corridoio. Scesero nel corridoio al primo piano. Lui si fermò bruscamente ed Hermione sbattè il naso contro la sua schiena.
La sua larga, muscolosa, ancora molto nuda schiena.

Non posso resistere ancora a lungo, pensò Hermione. La sua mano era sudata in quella di lui, ma lui non la lasciò. Scese gli scalini, evitando abilmente scricchiolii e rumori.

La voce della mamma di Ron echeggiava dalla cucina e lui si fermò di nuovo. Hermione, un paio di gradini sopra di lui, inciampò, il cuore che le batteva forte nel petto.
La massa dei capelli di Ron le stava proprio di fronte e improvvisamente sentì un bisogno selvaggio di ridere. Si coprì la bocca con una mano e iniziò a tremare cercando di tenere a bada le risate.

Ron si voltò, pronto a zittirla, ma si trovò faccia a faccia con Hermione. Il riso le morì in gola quando incrociò i suoi occhi blu.

“Shhh” disse lui debolmente.

“Non vogliamo che tua madre senta” bisbigliò Hermione.

Ron scosse la testa, fissando la bocca di Hermione. “No, non vogliamo che mamma senta”

Si avvicinò un pò. Hermione non riusciva a levare gli occhi dalla sua bocca. Era leggermente aperta e lei si avvicinò ancora un po’. I capelli di Ron le solleticavano la fronte.

E accadde.

Hermione annullò la distanza tra di loro e premette le labbra su quelle di lui. Ron esitò solo un istante prima di lasciarle la mano e passare entrambe le sue lunghe braccia attorno a lei.

La strinse di più a sè ed un piccolissimo sospiro gli sfuggì dalle labbra, vibrando dentro Hermione. Lei rabbrividì deliziata e percorse con le mani le sue braccia nude per aggrapparsi alle sue spalle.

La lingua di Ron toccò le sue labbra e lei sussultò, aprendo la bocca in modo che lui approfondisse il bacio.
Si strinse a lui, cercando di avvicinarglisi il più possibile. Ron inciampò sui suoi passi ma, invece di lasciar andare Hermione, allungò un braccio in fuori e portò entrambi contro il muro.

Hermione sentiva una specie di piccolo suono supplichevole ogni volta che la lingua di Ron toccava la sua, solo vagamente conscia di essere lei stessa a produrlo. Passò le dita nei suoi capelli, per coinvolgerlo ancora più a fondo nel bacio.
Lui emise un gemito nella sua bocca e si allontanò. Lei gli tirò i capelli con rabbia, ma emise un sospiro quando le labbra di lui trovarono la sua mascella.

Ron tracciò una scia di baci infuocati dal suo viso fino al collo. Hermione lasciò andare la testa indietro contro il muro, brividi le scorrevano lungo il corpo, mentre si teneva alle spalle di Ron.

“Ahem.”

Ron ed Hermione si bloccarono.
Lentamente Ron portò il viso all’altezza di quello di Hermione. Sentì che il suo viso era pallido come quello di lei. Sembrava aver paura di guardarsi intorno. Lei sussultò e sbirciò oltre le spalle di lui.

Ginny era poggiata contro la porta della sua camera da letto, le braccia incrociate, sorridendo furbescamente.

“Allora!” disse vivacemente.

Ron fece cadere la testa sulla spalla di Hermione, incapace di affrontare sua sorella. Hermione gli diede una piccola spinta e lui sospirò, girandosi infine verso Ginny.

“Allora!” disse lei di nuovo.

Ron aggrottò le sospracciglia “Allora cosa?”

Ginny sorrise ancora più largamente. Il cipiglio di Ron si accentuò e lui si mise protettivamente davanti ad Hermione, incrociando le braccia sul petto nudo.

Hermione provò un moto di gratitudine e affetto. Non poteva vedre oltre le sue spalle, ma si portò più vicina a lui e avvolse le dita attorno al suo bicipite. Le spalle di Ron si raddrizzarono e il sorrisino di Ginny si addolcì.

“Stavo giusto pensando che Hermione dovrebbe cambiarsi prima di scendere. Non importa di Ron, lui è mezzo nudo tutto il tempo, ma sarebbe meglio se Hermione indossasse almeno qualcosa con le maniche. Questa casa è piena di uomini che sbucano fuori da ogni parte, sapete.”

Hermione guardò la sua camicia da notte estiva smanicata. “Giusto” disse piano. “Grazie Ginny.”

“Nessun problema!” rispose Ginny e li superò scendendo i gradini. Si voltò e sussurrò “Oh, ovviamente, Hermione dovrebbe scendere per prima. Nessuno si alza più tardi di Ron.”

Sorrise e scese in cucina.

Ron ed Hermione rimasero in silenzio nel corridoio. Ron si schiarì la gola.

“Bene” disse incerto, “immagino che salirò nella mia stanza. Finchè tu sarai qui, comunque.”

Si voltò lentamente per ripercorrere i propri passi lungo il corridoio. Hermione lo fermò con una mano. Lui si girò a guardarla, speranza e incertezza negli occhi. Lei sorrise timidamente e si avvicinò a lui. Ron sorrise e la avvolse in un abbraccio. La strinse forte per un momento prima di lasciarla.

“Sarai di sotto in pochi minuti?” sussurrò lei, toccando il suo viso.

Lui annuì, scrutando con gli occhi il viso di lei.

“Cosa vedi?” chiese lei.

Lui fece un mezzo sorriso “Vedo te.”

“Anch’io vedo te”

Le baciò gentilmente le punte delle dita e prese a risalire gli scalini il più silenziosamente possibile.
Hermione sorrise come una stupida per un momento prima di entrare in camera di Ginny per cambiarsi d’abito. Si lisciò nervosamente i capelli mentre si guardava allo specchio.

Va un pò meglio, pensò, ma non c’è niente da fare per il rossore sulle guance e la sensazione di deliziosa screpolatura attorno alle labbra causata dalla barba di Ron.

“Su questo non c’è dubbio, cara” le ansimò lo specchio. “Sei stata baciata come si deve.”

Hermione sorrise. “Sì”


*****************


Quando Hermione entrò in cucina cinque minuti dopo, la signora Weasley la accolse con un piatto pieno.

“Buongiorno, cara! Ti sei alzata tardi!”

“Davvero?” cominciò Hermione.

“Bè, di solito sei la prima a svegliarti, e stamattina Ginny è scesa prima di te. Come hai dormito?”

“M-molto bene, grazie” balbettò Hermione.

Andò a sedersi di fronte a Ginny che tenne discretamente gli occhi nel piatto. Il silenzio riempiva la cucina, unico rumore lo sbatacchiare delle stoviglie.

Si udì un tonfo dall’alto e Hermione si spostò nervosamente sulla propria sedia. Ron saltò gli ultimi due gradini e piombò in cucina.

“’Giorno!” disse vivacemente.

Prese sua madre per la vita e le scoccò un sonoro bacio su una guancia. “Ronald Weasley!” urlò lei, sorridendo suo malgrado.

Ron girò attorno alla madre per afferrare un pezzo di pancetta, eludendo uno schiaffo. Le sorrise sfacciatamente.

“Cosa ti prende?” chiese la signora Weasley, sorridendo ancora.

Ron scrollò le spalle e si lasciò cadere sulla sedia accanto ad Hermione.

“’Giorno a tutti!” e sorrise a Ginny, che stava appunto scuotendo la testa rassegnata.

Guardò Hermione con la coda dell’occhio.

“Buongiorno anche a te”

Lei lo guardò timidamente. Lui si voltò per guardarla dritto negli occhi. Si fissarono l’un l’altro prima che gli occhi di Hermione si allargassero e le sue guance arrossissero. Il piede nudo di Ron risaliva lungo la caviglia di lei.
Ron sollevò un sopracciglio innocentemente e diede un morso al suo toast. Hermione sorrise e finì la sua colazione in silenzio.

La signora Weasley lanciava occhiate sospettose a Ron che continuava a mangiare famelicamente, ignorando completamente sua madre. Ginny capì, comunque, e alla fine posò la sua tazza.

“Ho finito. Vuoi venire a prepararti per oggi, Hermione?” Guardò significativamente l’altra ragazza.

“Uhm, certo!” Hermione arrossì di nuovo e si alzò dal tavolo.

“Ci vediamo dopo?” chiese tranquillamente a Ron.

Ron le fece un sorriso radioso. “Sicuro!”

Lei toccò brevemente la sua spalla prima di lasciare la cucina, incontrando il signor Weasley che entrava.


Continua...


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Capitolo 3
*** Non può uno... ***


Ecco a voi il terzo capitolo di questa bella storia di MollierRMS: avrei dovuto postarlo molto prima ma tra esami e i problemi di EFP non ho avuto modo di farlo.
Per farmi perdonare spero di poter pubblicare il prossimo capitolo entro due o tre giorni.
Ringrazio tutti quelli che hanno letto e ancor di più quelli che hanno commentato la storia, e vi lascio alla terza parte...
Buona lettura.

ramona55 alias patsan


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They Found Out


3. Non può uno…

Ginny spinse velocemente Hermione sul primo pianerottolo e aprì l’armadio della biancheria.

“Cosa fai?” chiese Hermione.

“Shh! Da questo armadio puoi vedere e sentire tutto quello che succede in cucina”

Hermione si strinse a fianco di Ginny che richiuse l’anta. Subito un cerchio di luce si aprì ai loro piedi. Istintivamente Hermione fece un passo indietro quando vide la cucina materializzarsi.

“E’ solo un incantesimo” sussurrò Ginny.

Hermione si inginocchiò quando sentì il signor Weasley salutare sua moglie e suo figlio. La sua voce suonava lontana, ma era abbastanza forte per essere capita.

“Per quale motivo sorridi, Ron?” chiese il signor Weasley senza riuscire a togliersi un sorriso dal volto. “Non ti ho mai visto sorridere prima di mezzogiorno da... bè, da sempre!”

“Nessun motivo, papà. Uno non può essere di buon’umore?” Ron sorrise ancora più largamente.

“Hmph” grugnì suo padre, sollevando le sopracciglia verso sua moglie.

“Non guardare me!” disse lei spiccia. “Mi ha dato un bacio di sua volontà, è la prima volta che non devo costringerlo da quando aveva sei anni”. Il signor Weasley si voltò di nuovo verso Ron, ancora le sopracciglia alzate.

“Cosa?” disse Ron, la bocca piena di uova. “E’ mia mamma, per la miseria. Uno non può baciare la propria madre una volta ogni dodici anni o giù di lì?”

“Uno non può …” gli fece il verso sua madre, scuotendo la testa. “E’ troppo presto per me per cercare di capirti, Ron. Devo fare il bucato. Finisci tu qui, Arthur?” Guardò significativamente il marito e lanciò un’occhiata a Ron.

“Certo, cara” rispose lui, dandole una pacca sul sedere quando lei passò, facendo un “ooh!” per il suo gesto scherzoso. Lui ridacchiò tra sé e sé e agitò la bacchetta verso i piatti sul tavolo. Quelli volarono nel lavandino e iniziarono a lavarsi da soli.
Il signor Weasley tornò da Ron e si poggiò contro il tavolo. “Ora, tua madre se n’è andata, quindi mi dici come mai sei così di buon’umore?”

Ron sorrise goffamente. “Davvero, papà uno non può…”

“Esatto, uno non può.” Lo interruppe suo padre. “Sono solo io, Ron”

Oh Dio, pensò Hermione freneticamente quando vide diverse emozioni succedersi sul volto di Ron. Dirà a suo padre che ho dormito nel suo letto e che ci siamo baciati nel corridoio di fronte alla stanza di Ginny!

“Ehm...” sentì Ron balbettare.

Dirà tutto a suo padre?

Ron era leggermente pallido ed Hermione squittì. “Co-… cosa… come fai a saperlo?”

Il signor Weasley sorrise con l’aria di chi la sa lunga. “Ho avuto diciott’anni anch’io, Ron, e avevo quel sorriso sulla faccia”

Ron sorrise timidamente e guardò in basso verso le proprie mani. Hermione sorrise, anche lei, e si spostò verso il cerchio di luce disegnando con le dita i contorni della testa di Ron. Guardò in alto verso Ginny che fece una faccia piuttosto nauseata prima di sorridere con calore ad Hermione.

“Viviamo tempi incerti, Ron”, disse il signor Weasley inaspettatamente. “Il ritorno di Tu-Sai-Chi, la gente di nuovo in pericolo... Tu, Harry ed Hermione siete stati al centro di tutto questo.”

Ron annuì alle proprie mani, senza più sorridere.

“So che deve essere straordinariamente forte, l’amicizia tra voi tre. Voglio solo che tu sia sicuro…”

“La amo, papà.” dichiarò Ron semplicemente, guardando suo padre. “La amo”

Il signor Weasley scrutò i limpidi occhi blu di Ron. “Ti credo” replicò tranquillamente.

Hermione sentì il proprio corpo iniziare a tremare pericolosamente. Ginny le afferrò strettamente un braccio e si fissarono l’un l’altra. Mi ama, pensò Hermione, sentendo le parole rimbombarle in testa. Mi ama. Mi ama. “Mi ama” disse a Ginny, con le lacrime che iniziavano a pungerle gli occhi.

Ginny le sorrise soltanto, ricacciando indietro le proprie lacrime e stringendo la mano di Hermione. Si girarono a guardare nuovamente la scena in cucina.

Il signor Weasley si era seduto di fronte a Ron. Ron ricambiò lo sguardo del padre. Il signor Weasley sospirò e si allungò per prendere una mano di Ron. “Non sei più un ragazzino, no? Hai dovuto crescere molto più velocemente dei tuoi fratelli eppure è stato più duro lasciare andare te. Sei un uomo.”

Strinse ancora una volta la mano di Ron prima di lasciarla. Le orecchie di Ron arrossirono leggermente. “Va bene, allora”. Il signor Weasley si alzò in fretta e spazzolò il suo abito.

Anche Ron si alzò e andò vicino al padre. Perfino il signor Weasley doveva alzare la testa per guardare Ron. Ginny ed Hermione risero un po’, rompendo la tensione tra loro due. Ginny lasciò andare la mano di Hermione ed Hermione le sorrise debolmente.

“Grazie, papà” disse Ron abbracciando velocemente suo padre.

Lo sguardo stupito del signor Weasley scomparve mentre abbracciava il suo alto figliolo e le due ragazze lo videro trattenere le lacrime. Ron lasciò suo padre e si schiarì la gola, le orrecchie che tendevano ad un bel rosa acceso.

“Vado in ufficio” annunciò il signor Weasley. Il suo tono tornò serio un’altra volta. “Trattala bene, figliolo. Amala onestamente e con tutto ciò che possiedi. Non puoi sbagliare.”

Ron sorrise. “Lo faccio già, papà.”

Il signor Weasley annuì e diede a Ron una pacca sulla spalla prima che un piccolo POP lo portasse fuori dalla stanza. Ron rimase immobile un momento prima di voltarsi verso i gradini.

“Acc…!” sussurò Ginny in fretta. “Sta arrivando!”

Lei ed Hermione si precipitarono fuori dall’armadio. Ginny spinse Hermione nella loro camera e chiuse la porta mentre i passi di Ron salivano i gradini. Si fissarono a vicenda per un secondo, col panico negli occhi prima di lanciarsi sulle loro cose, facendo volare i vestiti dappertutto. Hermione si stava giusto infilando una maglietta sopra la testa quando sentirono bussare alla porta.

“Solo un attimo!” urlò Ginny.

“Hermione?” La voce di Ron proveniva da dietro la porta.

“Arrivo subito!” disse Hermione, cercando di non suonare agitata come si sentiva. “Ho indossato tutto quello che serve?” sibilò.

Ginny le lanciò in fretta un’occhiata. “Sei a posto!” Detto questo la spinse verso la porta e l’aprì, spingendo fuori Hermione e sbattendo di nuovo la porta.

Hermione si ritrovò improvvisamente tra le braccia di Ron, che trasalì. Si separarono ed Hermione si appoggiò senza fiato contro la porta.

“Stai bene?” chiese Ron, notando le guance rosse di lei.

Lei annuì e arrossì ancora.

“Uhm… ti andrebbe di uscire a fare una passeggiata?” chiese Ron tranquillamente.

Hermione annuì ancora, ma lo fermò con una mano prima che lui potesse iniziare a scendere di nuovo. “Non vuoi mettere qualcosa addosso, prima?”

Ron si diede un’occhiata e le sue orecchie divennero rosa. Aveva ancora soltanto i calzoncini. “Ci metto un attimo”.

Salì gli scalini tre alla volta e ritrovò Hermione in cucina solo pochi secondi dopo che lei era scesa.


Continua...


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Capitolo 4
*** Lo sai? ***


Buonasera a tutti! Allora, mi pare di capire che l’ultimo capitolo vi sia piuttosto piaciuto, o sbaglio?
Bè, devo dire che l’ultimo è uno tra i miei capitoli preferiti. Credo che l’autrice della storia, MollieRMS, abbia saputo rendere alla perfezione ogni cosa: il modo in cui il signor Weasley capisce che è successo qualcosa, il modo in cui spinge Ron a parlare, e poi come Ron lo rassicuri sui suoi sentimenti: non è uno sfizio, una cosa di poco conto, è la strada giusta... Insomma, semplicemente perfetto, e sono d’accordo, sarebbe bello che cose del genere succedessero anche nella realtà -_-
Vabbè, inutile pensarci, direi di passare subito a cose molto più piacevoli, tipo... il prossimo capitolo!

Nella scorsa puntata Ron ha rivelato a suo padre di amare Hermione, e anche se è una cosa che non si dovrebbe fare, la nostra Hermione ha sentito tutto da dentro un armadio incantato... Ora, conoscendo il personaggio, cosa credete che farà?
La risposta la avrete leggendo...

Buona lettura ^_^
Ramona55 alias Patsan


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They Found Out


4. Lo sai?



Ron aprì la porta sul retro per lei e presero a camminare tranquillamente per il giardino verso il laghetto.
Hermione non riusciva a non guardare Ron. La sua mascella era coperta di barba e lei resistette appena all’istinto di toccarsi il viso là dove era stato graffiato dai suoi baffetti.

L’aveva sempre disturbata ricevere baci pungenti da suo padre, ma il volto ruvido di Ron associato alle sue labbra morbide era incredibilmente sexy. La maglietta che lui indossava era vecchia e piccola per il suo petto e le sue braccia. Hermione cercò di togliersi il sorriso dal volto ricordando quei muscoli sotto le sue mani.

“Perchè sorridi?” le chiese lui, sorridendo tra sè quando Hermione divenne rossa e scosse la testa.

“Oh niente” disse lei leggermente.

Ron ridacchiò. Raggiunsero la cima della piccola collina che stava dietro il lago della Tana e rimasero lì, godendo entrambi della bella mattinata.

La amo, papà, continuava a risuonare nella mente di lei.

Sospirò, le sue emozioni avevano bisogno di scaricarsi.

“Qualcosa non va?” chiese Ron ansioso, il bel viso preoccupato.

“Oh Ron, è solo che sono così…” Hermione cercò la parola giusta, “...felice!”

Il sollievo invase i tratti di Ron. “Hermione” disse, la voce leggermente strozzata, e alzò esitante una mano.

“Oh!” fu l’unica cosa che lei riuscì a dire prima di lanciarsi tra le braccia di lui. Ron la abbracciò stretta, nascondendo il volto nei suoi capelli. Nessuno dei due sembrava potersi accontentare dell’intimità del loro abbraccio.
La bocca di Ron trovò quella di Hermione in un bacio gentile, diverso da quello del corridoio. Le sue labbra si muovevano dolcemente su quelle di lei come se avesse paura di farle male. I loro respiri si mischiarono pesantemente mentre si assaporavano a vicenda.

“Hermione” mormorò lui contro le sue labbra mentre le sue mani viaggiavano possessivamente sulla sua schiena, mandandole brividi attraverso il corpo.

Hermione si spinse indietro quanto bastava per guardare gli occhi di Ron, che bruciavano di un blu intenso, il che mandò un altro brivido lungo la sua spina dorsale. Gli accarezzò piano una guancia. Gli occhi di Ron si chiusero e lui emise un gemito, cercando ancora le sue labbra, ma lei gli mise una mano sulla bocca.
Lui aprì gli occhi, confuso.

“Voglio che tu sappia,” iniziò Hermione senza fiato, l’altra sua mano che si muoveva dai capelli alla nuca di lui, generando in Ron un altro piccolo gemito, “cosa significa questo per me.”

Lui scosse la testa, senza capire.

“Ho bisogno che tu sappia” provò di nuovo lei, “che non ho mai desiderato niente di più nella vita. Niente più di te.”

Il respiro di Ron si bloccò mentre la guardava. Hermione poteva sentire l’amore di lui ricoprirla, circondarla col suo calore, con la sua sicurezza.
Appoggiò piano le sue labbra su di lui.

“Ti amo, Ron” sussurrò contro la sua guancia.

Improvvisamente il peso della braccia di lui li spinse entrambi a terra ed Hermione si ritrovò sul grembo di Ron.
Lui appoggiò la fronte contro quella di lei, gli occhi chiusi, mentre prendeva alcuni respiri tremanti. Si abbracciavano ancora strettamente come se avessero paura che l’altro potesse scomparire se l’avessero lasciato andare.
Hermione lo guardò attentamente.

“Ron?”

Lui aprì gli occhi e sorrise vivacemente, ma non nascose la lucidità dei suoi occhi o le lacrime così vicine ad uscire.

“Oh, Ron” Hermione portò le sue mani su entrambi i lati del volto di lui e lo baciò dolcemente.

“Lo sapevi,” iniziò lui ad un tratto “che lo sognavo? Di baciarti? Di abbracciarti?” Hermione sorrise e asciugò via una lacrima solitaria che era scivolata dagli occhi di Ron. “Non avrei mai pensato che fosse possibile, che tu potessi amarmi.”

Hermione rise, sorprendendolo.
“Stai scherzando?” chiese, baciando il suo viso confuso. “Come potevo non amarti? Sei la persona più coraggiosa che io conosca. Non hai mai lasciato soli Harry o me, non quando avevamo bisogno di te. Proteggi le persone che ami e faresti ogni cosa per loro. Sei dannatamente bravo in difesa e a Quiddich. Mi fai ridere e ti prendi cura di me e mi dici la verità anche quando non voglio sentirla. Per non parlare del fatto che sei il ragazzo più sexy di Hogwarts...” Sorrise maliziosamente all’espressione attonita di lui.

“Hermione! Non lo sono! Sono solo…”

“Se dici che sei ‘solo Ron’ non ti bacerò mai più, Ronald Weasley!”

Ron chiuse immediatamente la bocca, gli occhi che si muovevano allegri.

“Tu” disse lei baciandogli il naso,
“Sei” la guancia,
“Meraviglioso.” Le labbra.

“Giusto” convenne lui sarcastico, ma le sue orecchie assunsero la consueta tonalità di rosa.

Lei inclinò la testa e lo guardò. “Cerchi altri complimenti?”

Le guance di lui arrossirono tanto da far concorrenza alle orecchie e i suoi occhi si abbassarono.

Hermione sospirò rumorosamente. “Molto bene” disse con voce annoiata.

Gli occhi di Ron tornarono sul viso di lei ed Hermione non potè resistere ad un altro bacio veloce.

“I tuoi occhi cambiano colore, a seconda del tuo umore. A volte sono come adesso, come un cielo sereno.”

Lui arrossì ancora un po’, ma non spostò gli occhi da quelli di lei.

“A volte sono quasi neri, come quando sei arrabbiato o… o quando mi baci.”

Stavolta fu Hermione ad arrossire e Ron sorrise malizioso. Hermione lo guardò imbronciata, ma continuò quando le dita di lui si avvolsero nei suoi capelli. “Tu...” rabbrividì deliziata quando le dita di Ron le graffiarono collo. “Sei così alto e forte e...” sussultò quando lui si spostò in avanti e le mordicchiò l’orecchio sinistro. “...e tutte le ragazze parlano di come sei bello con la tua divisa di Quiddich e ...”

“Hermione?” disse Ron contro il suo orecchio.

Lei rabbrividì ancora. “Mmm?”

“Ho afferrato il concetto.”

La baciò di nuovo, intensamente e appassionatamente. Lei sospirò nella sua bocca, abbandonandosi a lui completamente.

“Ho bisogno di te” sussurrò Ron. “Ho sempre avuto bisogno di te. Sono stato un idiota in tutti questi anni.”

Lei sorrise e lui nascose il volto nel collo di lei.

“Ti ho già quasi persa due volte,” le sue braccia si strinsero attorno a lei, “e non lascerò che ti succeda ancora qualcosa.”

Hermione sentì gli occhi pungerle di nuovo all’improvviso cambiamento dei pensieri di Ron. “Non puoi saperlo. Non sappiamo cosa accadrà.”

Ron scosse violentemente la testa, ancora senza guardarla. “No.” La sua voce era attuttita. “Non ti lascerò mai più sola in quel modo. Non voglio. Non posso.”

La voce di Ron si spezzò. Hermione gli passò gentilemente le dita nei capelli. Sapeva di non aver bisogno di dire niente. Ron le avrebbe detto cosa voleva da lei. Per una volta, Hermione non volle pensare al futuro. Non voleva pensare a Voldemort, alla gente che moriva, alla costante paura che le bloccava la bocca dello stomaco quando immaginiava Ron ed Harry di fronte al peggior demonio mai conosciuto.

Voleva stare esattamente dov’era per sempre, nella braccia di Ron col calore dei suoi baci ancora sulle labbra. Non voleva pensare che poteva davvero non avere alcuna impotanza quanti M.A.G.O. avrebbe preso perché probabilmente nessuno di loro sarebbe arrivato vivo al diploma.
Per qualche motivo era più facile calmare queste paure adesso.
Le braccia di Ron le circondavano la vita. Le sue mani nei capelli. Il suo respiro era caldo sul collo e lei non avrebbe potuto essere più felice.

Ron tirò su col naso e si fece indietro per guardare Hermione.

“Dio, donna, cosa mi hai fatto diventare?” scherzò lui, facendo un largo sorriso.

Hermione rise e portò di nuovo le sue braccia attorno a lui. “Non ti ho fatto diventare un bel niente. Sei sempre tu. Meravigliosamente tu.”

“Bene, allora.” Iniziò Ron, con uno scintillio negli occhi, e senza cerimonie lasciò cadere Hermione a terra.
Hermione strillò. Ron le offrì una mano.

“Ti va una partita a scacchi?”



Continua...


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Bene bene bene, è finito anche questo capitolo.
Non mi resta che ringraziarvi per aver letto sin qui e invitarvi a seguirmi ancora perché finora i nostri hanno avuto vita facile, ma dal prossimo capitolo entrerà in scena il terzo componente del trio: Harry.
Vedremo che succede...



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Capitolo 5
*** Chiamata a tarda notte ***


Eccomi col nuovo capitolo di questa storia di MollieRMS. Ringrazio tutti per i commenti entusiasti che state lasciando... La storia è già bella di suo, ma sapere che piace rende la traduzione ancora più gratificante ^_^ Grazie dei complimenti per la traduzione e ora che ci sono approfitto anche per ringraziare tantissimo una persona che ha avuto la pazienza di leggere la mia traduzione e segnalarmi inesattezze e veri e propri strafalcioni: grazie mille Encia alias LaurenSmith, e non solo per questo ^_-
Benissimo, e ora direi di passare alla lettura di questo V capitolo di dodici (per chi mi chiedeva di quanti capitoli è composta la ff).
Siete un pò curiosi???

Buona lettura,
ramona55 alias patsan



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They Found Out


5. Chiamata a tarda notte



Ron ed Hermione passarono la settimana successiva scoprendo il nuovo lato del loro rapporto. Fecero lunghe passeggiate, nuotarono nel lago, giocarono a scacchi, e studiarono anche un po’. Soprattutto, parlarono. Anche se erano stati migliori amici per sette anni, sembrava che non scoprissero mai abbastanza l’uno dell’altra.
Ron le parlò della vita che fa il fratello più giovane in una famiglia sempre molto indaffarata ed Hermione gli raccontò com’era essere figlia unica.
Parlarono della scuola, dei loro problemi con i compagni, dei loro sogni ed idee per il futuro. Non parlarono di Voldemort o della guerra. Quel tempo era soltanto loro. E se lo godettero in pieno.

Hermione si ritrovò in un turbine di felicità e passione. Se passavano tutto il giorno scoprendo di più dei pensieri e dei sogni l’uno dell’altro, la notte, quando gli altri Weasley erano andati a letto, Ron la raggiungeva, gli occhi ardenti di un blu cobalto ed Hermione pensava che avrebbe voluto annegare nelle sue profondità.

Una notte erano distesi di fronte al caminetto del salotto. La mente di Hermione era felicemente vuota. Tutto quello che riusciva a registrare era il peso di Ron sopra di lei e le scosse di elettricità che l’attraversavano ad ogni suo bacio. Le mani di lui vagavano avidamente sulla sua schiena, nei suoi capelli, poi tornavano indietro, sembravano non averne mai abbastanza di lei.

Le mani di Hermione andarono dalle spalle larghe di Ron all’orlo della sua maglietta e la tirarono ansiosamente. Le sue dita scivolarono sotto di essa e sentirono la pelle calda della sua schiena. Hermione fece scorrere le sue mani sopra quei muscoli forti. Ron gemette nel collo di lei, mentre gustava la dolce morbidezza della sua pelle. “’Mione.”

“Mmmm,” fece Hermione respirando pesantemente.

Lui si allontanò leggermente da lei, un po’ affannato. “Dovremmo fermarci.”

“Perchè?” piagnucolò Hermione, cercando di tirarlo di nuovo sopra di lei.

“Hermione,” Ron le resistette e ignorò il suo broncio, che minacciava di riportargli la mente al modo in cui avevano passato l’ultima ora. “Non posso... le tue mani... mi stai facendo diventare pazzo… Devo fermarmi...”

Hermione gli poggiò una mano morbida sul volto, scostando una ciocca di capelli umidi. Gli sorrise.

Potrei amarlo di più? Pensò mentre il suo cuore si gonfiava. “E’ tutto a posto.”

Lui sorrise grato e si lasciò cadere di fianco a lei, mentre il suo respiro tornava lentamente normale. Mise un braccio attorno ad Hermione, accarezzandole distrattamente le spalle. Lei sorrise al soffitto.

Non possiamo stare così per sempre, abbracciati, stretti l’uno all’altra?

Improvvisamente il camino emise una fiammata verde ed Hermione sobbalzò.

“Ron” disse in fretta, “sta arrivando qualcuno!”

“Mmm?” saltò su lui ancora perso nel ricordo delle labbra di Hermione.

“Cosa?” esclamò. Spinse Hermione dietro di sè e si allontanarono un pò dal fuoco. “Chi userebbe la metropolvere a quest’ora della notte?”

La testa di Harry spuntò nelle fiamme verdi. Sembrava sorpreso. “Ron! Cosa ci fai qui?”

Ron rimase a bocca aperta. “Cosa ci faccio qui? Harry, miseriaccia, io ci vivo qui! Cosa ci fai tu nel mio camino?”

Harry sorrise. “Lo so che vivi qui, idiota. Cercavo te. Pensavo solo che avrei dovuto svegliare qualcuno per chiamarti. Voglio dire, cosa ci fai ancora alzato? Quella è Hermione?”

“Ciao Harry!” squittì Hermione da dietro le spalle di Ron, e si portò alla luce. Harry guardò dall’uno all’altro i suoi due amici, mentre un barlume di sospetto iniziava a formarsi nei suoi occhi.

“Allora Harry” Ron interruppe in fretta i pensieri di Harry. “Cosa succede? Di cosa hai bisogno? Qualcosa non va?”

“Oh, no niente. Senti, mi chiedevo se posso venire alla Tana un paio di giorni prima. Non riesco più a sopportare i Babbani e sto pensando di farne esplodere qualcuno. Così è meglio se vengo via.”

Ron sorrise radioso. “Certo, amico. Vieni pure quando vuoi. Aspetta, di chi è il caminetto che stai usando? Il tuo è finto.”

Harry sorrise scaltro. “Sono in quello della Figgy. Però ha abbastanza metropolvere per far materializzare solo la mia testa, perciò penso che dovrò trovare un passaggio.”

“Ok. Papà ti verrà a prendere domani!”

“Bene, allora. Ci vediamo domani!”

“Ciao Harry!” squittì di nuovo Harmione.

Harry stava squotendo la testa quando scomparve dal camino della Tana.

“Aughh!” Hermione si buttò sul divano.

“Cosa?”

“Ron, Harry ci ha quasi beccati che ci rotolavamo sul pavimento, pomiciando!”

“Ma non ci ha beccati.”

“Ma avrebbe potuto.”

“Ma non l’ha fatto.”

“Ron!”

“Hermione!”

Lui si avvicinò lentamente al divano e le prese il viso. “Non preoccuparti. Non ha visto niente. E non stavamo facendo niente di male.” Hermione sentì le lacrime riempirle gli occhi.

“’Mione… amore, perchè piangi? Cosa c’è che non va?” La faccia preoccupata di Ron le fece solo venire voglia di piangere di più.

“P-perché...” lei nascose la testa nella spalla di lui.

Lui scostò e accarezzò i suoi capelli. “Hermione, perché piangi?”

Lei tirò su col naso nella maglietta di lui. “Perché non ti avrò più tutto per me!” gemette.

“Cosa?” Lui le spinse indietro la testa e la guardò, sorpreso.

Lei non potè fare a meno di sorridere alla sua incredulità. “Dovrò dividerti con Harry, e non voglio che nulla cambi. E’ stato tutto così perfetto, e... mi mancherai!”

Ron dovette baciarla di nuovo, dolcemente, con un sorriso. “Oh, Hermione. Io sono tuo. Sempre. Soltanto.”

Hermione gli circondò il collo con un braccio e si strinse a lui. Sospirò. “Come fai?”

“Cosa?”

“A sapere sempre cosa dirmi.”

Ron sorrise nei suoi capelli. “Senti, Hermione, so che le cose saranno diverse quando Harry sarà qui, ma questo non cambiarà le cose, davvero. Tu sei ancora... sei ancora la mia ragazza.” Arrossì leggermente a questo.

Hermione sorrise timidamente guardando i limpidi occhi blu di Ron. “Sono la tua ragazza?”

Ron arrossì di più e guardò nervosamente in basso. “Bè, voglio dire, pensavo che dopo questa settimana, sai, dopo tutto quello che ci siamo detti, ed io, cioè, voglio che tu lo sia, sai, la mia ragazza perché, lo sai, ti amo.”

Disse tutto questo in fretta, deglutendo subito dopo. Hermione lo fissò. Gli aveva già sentito dire che l’amava, quando parlava con suo padre, ma non l’aveva ancora detto a lei.

Il suo stomaco fece un balzo per la felicità e lei prese un respiro tremante. “Oh, Ron, sarò la tua ragazza. Per sempre se mi vorrai!”

Lo baciò con fervore. Ron si portò sul divano accanto ad Hermione. Lei fu spinta fin dentro i cuscini dal peso del corpo di lui e le sue mani andarono di nuovo alla maglietta di Ron.

Lui si allontanò quasi violentemente. “’Mione...” grugnì.

Lei sollevò le mani in segno di resa. “Va bene, va bene. Vado a letto. Scendi da me, bestione.”


Continua…


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Capitolo 6
*** Parlare con Harry ***


Eccomi prima del previsto col VI capitolo di questa bella storia di MollieRMS.
Mi permettete di dire che quello che state per leggere è uno tra i miei capitoli preferiti? (Forse battuto solo dal'ultimo...)

Come sapete Harry sta per arrivare alla Tana, e ovviamente non sa di Ron ed Hermione: riusciranno i nostri a rivelargli quello che è successo senza rischiare un esaurimento nervoso? Harry capirà qualcosa da sè? E, soprattutto, come reagirà?

La risposta a queste e altre domande, tra qualche riga.

Buona lettura,
ramona55 alias patsan ^_^

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They Found Out


6. Parlare con Harry


Ron ed Hermione passarono la loro ultima mattinata da soli vicino al lago. Ron stava appoggiato contro un albero ombroso con Hermione addosso, le sue braccia la circondavano.

Lei appoggiò la testa sul suo petto e chiuse gli occhi. “A cosa pensi?” gli chiese pigramente.

“Mmm…” Ron le posò un bacio sul capo. “Mi stavo domandando quando potremo stare ancora così. Sarà difficile a scuola.”

Hermione sorrise. “Troveremo un modo.” Girò la testa e lui le posò un bacio leggero sulle labbra.

“Ti amo” sussurrò lei.

“Ti amo.”

Il rumore di un’auto ruppe il loro idillio. “Harry è qui!”

Ron aiutò Hermione a mettersi in piedi e si tornarono lentamente verso casa, le spalle che si sfioravano.

“Allora, glielo diciamo insieme?” chiese Hermione guardando verso Ron.

Le orecchie di Ron si tinsero di rosso. “Sì, credo. Voglio dire, immagino di sì.”

“Immagini?” Hermione lo fermò poggiandogli una mano sul braccio. “Pensavo avessimo deciso così!”

“Senti, penso solo che dovremmo essere sicuri, sai? Vediamo cosa fa lui. Potrebbe essere meglio se lo faccio da solo. Vedremo.”

“Perché tu da solo? Perché non io?”

Hermione cominciava ad arrabbiarsi. Ron arrossì un pò di più.

“E’… è solo che io sono un ragazzo, capisci, e bè, lui è il mio migliore amico.”

“Ed io non sono la sua migliore amica?” Hermione stava cominciando ad agitarsi. Vedeva gli occhi di Ron lampeggiare pericolosamente, ma lui sollevò semplicemente una mano.

“Non voglio litigare con te.”

Questo fece passare subito la rabbia ad Hermione. Anche il cipiglio di Ron si diradò leggermente. “Lo so che è anche il tuo migliore amico. Questo lo so. Non sto sostenendo il contrario. Sto solo dicendo che certe volte è più facile parlare di certe cose con un altro ragazzo. Non ci sono cose che diresti a Ginny, ma non diresti ad Harry e a me?”

“Non a te” rispose lei prontamente, poi arrossì.

Ron sorrise largamente. “Se Harry non stesse venendo verso di noi proprio ora ti bacerei fino a stordirti, Hermione Granger.”

Lei rise.

“Comunque, non sto dicendo che andrà così, sto solo dicendo che dovremmo pensarci.”

Hermione annuì. “Va bene. Mi fido di te.”

Ron la fissò. “Ti fidi?”

Lei lo guardò di rimando dritto negli occhi. “Sì.”

Gli occhi di lui sorrisero ed inconsciamente si appoggiò a lei. Gli occhi di lei si allargarono e si mossero in direzione di Harry. Ron si raddrizzò subito, le orecchie di un’adorabile sfumatura di rosa.

***

Non fu così orribile come Hermione aveva temuto. Per prima cosa fu contentissima di rivedere Harry. Dopo tutto, era uno dei suoi migliori amici. Il primo giorno passò in fretta, ad aiutare Harry a sistemarsi, a raccontarsi come avevano passato l’estate e con lauto banchetto a cena.

A mezzanotte erano tutti in camera di Ron, Harry disteso sul suo solito lettino, Ron poggiato alla testiera del proprio letto ed Hermione seduta al sicuro sulla sedia della scrivania di Ron. Sapeva che non avrebbe potuto sedersi sul letto di Ron senza toccarlo. Guardava i due ragazzi muovere i pezzi sulla scacchiera posta sul pavimento in mezzo a loro. Ron vinse per la terza volta e lei cercò di nascondere uno sbadiglio. Ron però la vide.

“Hermione, va’ a letto.” Ignorò il fatto che lei scosse la testa. “Sei esausta. Non parleremo di niente di importante senza di te. Te lo prometto.”

Harry sorrise ed iniziò a stiracchiarsi vistosamente. “Sì, Hermione. Parleremo solo di Quiddich e questo ti farà addormentare di sicuro. Non vorrai dormire qui, comunque.”

Lo stiracchiamento impedì ad Harry di vedere il sorriso che si scambiarono i suoi due migliori amici.

Hermione si alzò e si stiracchiò a sua volta portando le braccia sulla testa. “Penso di essere stanchissima. Andrò a letto, allora. Sapete, la mia solita vecchia routine.”

Lanciò un’occhiata significativa a Ron, che fece un sorriso di comprensione. Lei lasciò la stanza augurando la buonanotte ad ognuno di loro.

Ron rimase seduto sul letto per un attimo prima di dichiarare “Ho una sete bestiale. Ti va un succo di zucca?”

Harry alzò le spalle e Ron saltò su. “Torno in un attimo.”

Scese pian piano i gradini e trovò Hermione proprio vicino alla porta della cucina. Lei si buttò tra le sue braccia e lo baciò con passione. Ron la strinse di più a sé e ricambiò il bacio con la stessa passione.

Si allontanò, respirando pesantemente. “Devo tornare. Sono sceso solo per un succo di zucca.”

Hermione fece il broncio, rubando a Ron un altro bacio. “Gielo dirai stanotte?”

Ron alzò le spalle, facendo scorrere le dita nei capelli di Hermione. “Non lo so. Forse se ne parla lui. Vediamo come va.”

Hermione annuì e lo baciò ancora una volta prima di allontanarsi da lui, ignorando il suo gemito di protesta. “Vado su adesso o non lasceremo più la cucina. Buonanotte.” Baciò le proprie dita prima di posarle piano sulle labbra di lui.

Lui afferrò la sua mano e ne baciò il palmo. “Buonanotte, amore.”

Lei sospirò e risalì i gradini. Ron rimase da solo in cucina sorridendo come uno scemo finchè l’abbaiare di un cane nel viottolo non lo distolse dalle sue fantasticherie. Finalmente recuperò il succo di zucca.

***

Harry non accennò a nulla quella notte e Ron pensò che non c’era motivo per tirare fuori l’argomento se Harry non aveva notato niente, così un altro giorno iniziò con Ron ed Hermione che fingevano di non essere innamorati. Hermione pensava che ci riuscissero piuttosto bene. Lei e Ron erano in grado di tenere le mani lontane l’uno dall’altra. Per la maggior parte del tempo almeno.

Dopo colazione, quando Harry salì per una doccia, Hermione fu strattonata dentro la dispensa. Una mano le fu sulla bocca prima che lei potesse gridare ed un braccio forte le circondò la vita. Hermione sorrise contro quella mano familiare e si rigirò nelle braccia di Ron.

“Che fai?” sussurrò mentre Ron iniziava a baciarle il collo.

“Si chiama baciare, Hermione. E’ piuttosto piacevole.”

Lei sorrise di nuovo. “Capisco,” disse, facendo scorrere le sue dita nei folti capelli di lui e premendo il proprio corpo contro il suo. “Harry è di sopra. Vuoi che lo scopra così?” Nonostante le sue parole faceva scorrere lentamente le mani dalla schiena al petto di Ron, godendosi la sensazione dei suoi muscoli che si tendevano sotto le sue dita.

Ron gemette. “Hai ragione, come al solito. Ed io non posso stare qui con te ancora a lungo o non uscirò più.”

Hermione amava il fatto di avere questo effetto su di lui.

“Solo che mi mancavi.” L’abbracciò stretta. Hermione sospirò felice. Ron si allontanò bruscamente e le diede un rapido bacio sulle labbra. “Okay, andrò per primo.”

Sorrise e la baciò di nuovo, un pò più a lungo stavolta. “Va bene. Ora vado.”

Si abbassò per baciarla ancora, le braccia che la cercavano. Lei rise e lo spinse fuori dalla porta.

***

Le cose trascorsero piuttosto normalmente per il resto del giorno. Ron ed Harry uscirono per giocare un po’ a Quiddich, e, con grande sospresa di Harry, Hermione li raggiunse fuori. Si sedette all’ombra di un albero vicino al recinto del giardino, circondata da libri e pergamene. Tuttavia, non sembrava concentrarsi molto sui compiti. Ogni volta che Ron faceva qualche manovra pericolosa con la scopa Hermione lo guardava preoccupata. Ron rideva e le diceva di stare tranquilla. Quando lui ed Harry iniziarono a tuffarsi rincorrendosi Hermione urlò e ordinò loro di smetterla immediatamente. Harry guardò Ron con aria interrogativa. Ad Hermione non era mai davvero importato di quello che facevano in aria. Ron alzò le spalle e volò via, facendo un avvitamento dopo l'altro.

A cena Harry si sedette di fronte a Ron ed Hermione. Ron, ovviamente, divorava il cibo come un tornado. Hermione, ovviamente, sbuffava sdegnosamente e commentava le sue maniere. Harry stava iniziando a pensare di aver solo immaginato che ci fosse qualcosa tra i suoi due migliori amici quando Hermione si alzò in piedi, portò al tavolo una brocca fresca di succo di zucca e riempì il bicchiere di Ron.

E’ strano, pensò Harry. Hermione di solito non fa cose del genere. Perchè Ron di solito fa qualche battuta sugli Elfi domestici.

“Azie, more.” Borbottò Ron con la bocca piena.

Le sopracciglia di Harry si alzarono. Ha appena detto ‘Grazie amore?’ Ha appena chiamato Hermione ‘amore’? Guardò Hermione, aspettando la sua reazione.

Il suo volto era neutrale, disse solo un “Prego”, mentre oltrepassava Ron per sedersi di nuovo.

Stavolta Harry lasciò cadere la forchetta. I suoi occhi lo avevano ingannato? Le dita di lei avevano appena sfiorato il collo di Ron?

Guardò a bocca aperta Ron che lo guardava con aria innocente. Ron inghiottì con difficoltà e chiese “Stai bene, amico? Sembri un pò pallido.”

Harry cercò di riprendersi. “Ehm… sì. Sto bene. Mi è solo caduta la forchetta.” Ron alzò le spalle e tornò a pulire il suo piatto. Hermione continuò il suo pasto. Harry scosse la testa. Sto diventando paranoico...

Non accadde altro durante la cena ed Harry cominciò a dimenticare la strana sensazione che aveva avuto per tutto il giorno. Lui, Ron ed Hermione erano soli nel salotto. Una scacchiera stava tra i due ragazzi ed Hermione leggeva “Il libro standard degli incantesimi: Livello 7”.

Harry era seduto sopra una vecchia sedia di fronte al divano che era occupato da Ron ed Hermione. I piedi di Hermione erano sollevati dal pavimento, ma non li teneva rannicchiati vicino a lei. Era quasi completamente sdraiata sul divano ed Harry avrebbe potuto giurare che i suoi piedi fossero sotto la coscia di Ron. Ron sembrava non averlo notato.

Gli occhi di Harry scrutavano le gambe di Ron. Dove sono i piedi di Hermione? Pensò. Voglio dire, sono sotto le gambe di Ron? Perchè lui non si è lamentato del fatto che lei occupa tutto il divano? E dove sono i piedi di lei?

Era così immerso in questi pensieri che trasalì all’ “Ah!” di Ron e al suo sorriso compiaciuto. Guardò verso il basso in tempo per vedere il proprio re colpito in testa. Ron si adagiò comodamente sul divano e la sua mano destra finì sopra... sopra la caviglia di Hermione!

“Potter, questa partita è stata terribile. Non hai mai giocato così male in tanti anni. Harry?”

Harry non riusciva a togliere gli occhi dalla mano di Ron sopra la gamba di Hermione. Nessuno dei due sembrava aver realizzato che stava ancora là sopra.

“Cosa c’è che non va, amico?”

Harry riportò gli occhi sul volto di Ron. “Ehm...” Si ritrovò ad arrossire.

“Harry, stai bene?” Hermione si era seduta dritta adesso, un’espressione preoccupata sul viso.

“Se sto bene?” le fece eco Harry incredulo. “Per la miseria, ho le allucinazioni? La stai davvero toccando, Ron?”

Ron divenne di una delicata sfumatura di rosso. “Io sto facendo cosa?”

Harry guardò Hermione, anche lei stava diventando di un bel rosso acceso. Harry aggrottò le sopracciglia e incrociò le braccia. “Va bene, chi di voi mi dice cosa diavolo sta succedendo?”

Hermione scivolò verso Ron e una delle sue piccole mani finì in quella di lui. Harry pensò che le sue sopracciglia gli sarebbero arrivate dietro la testa. Ron si schiarì la gola e guardò Harry negli occhi. La faccia di Harry si rilassò quando vide lo sguardo sincero che Ron gli rivolgeva.

“Va bene, amico, le cose stanno così. Tu sai che mi piace Hermione da, bè, da sempre.”

Harry non poteva credere che Ron lo stesse ammettendo ad alta voce, per di più davanti ad Hermione. Hermione non guardava neanche Harry. I suoi occhi erano posati su Ron, un sorriso aleggiava agli angoli della sua bocca. Ron continuò, ignorando la mascella aperta di Harry.

“Ed è venuto fuori che anche a lei piacevo io, ma forse questo già lo sai.”

Hermione arrossì a questo, ma non spostò gli occhi da Ron. Harry annuì piano, senza sapere esattamente cosa rispondere.

“Bene. Così, la scorsa settimana… bè.” Ron indicò le loro mani unite. “Così ora lo sai.”

Ron sprofondò nel divano, mandando fuori un sospiro di sollievo. Hermione aggrottò le sopracciglia e gli diede una piccola gomitata.

“Cosa?” chiese lui guardandola.

Lei indicò con la testa Harry.

“Cosa? Gliel’ho appena detto! Non l’ho fatto, Harry?”

“Ehm, sì.” Harry non sapeva cosa si aspettasse Hermione, ma la spiegazione di Ron aveva abbastanza senso per lui.

“Ti va un’altra partita, allora?”

Harry raccolse velocemente i pezzi, la tensione dimenticata. Hermione sbuffò e bofonchiò “Può essere più facile, da uomo a uomo…”

***

Così Ron ed Hermione non dovevano più nascondere la loro relazione. Anche se, come Harry si divertiva a puntualizzare, non erano stati molto più bravi a nasconderla di come avevano nascosto precedentemente i loro sentimenti inespressi. Non cambiò molto tra loro tre. Quando passeggiavano lungo il recinto del giardino o attorno al laghetto, Hermione teneva la sua mano in quella di Ron. A volte Ron trascinava Hermione in un bacio, con grande imbarazzo sia di Harry che di Hermione stessa. Ron semplicemente sorrideva e alzava le spalle come se non potesse trattenersi.

All’inizio Harry pensò che sarebbe stato geloso. Aveva paura che non avrebbe più avuto nessuno dei due vicino e poi, anche se detestava ammetterlo, anche lui voleva qualcuno da abbracciare.

Soprattutto, però, era confortante. Litigavano ancora, ma anche i litigi erano compensati da qualcosa di nuovo, amore, decise infine. Poteva vedere Ron mettersi a fare i compiti di Pozioni senza che qualcuno lo obbligasse, un sorrisetto che gli aleggiava sulle labbra quando Hermione lo vedeva. Poteva vederlo quando Hermione massaggiava le spalle indolenzite di Ron, anche se nel frattempo lo sgridava perché volava in modo pericoloso e per troppo tempo.

Una notte, Ron rientrò silenziosamente nella loro camera dopo aver finalmente augurato ad Hermione la buonanotte. Harry lo sentì sospirare felice e mettersi a letto. Harry guardò Ron che stava fissando il soffitto con un sorriso pigro sul volto. Sapeva cosa voleva chiedergli, ma non era sicuro sul come arrivarci.

“Ron?”

“Mmm?”

“Sei felice di averlo fatto?”

Ron si voltò su un lato per guardare Harry. “Felice di aver fatto cosa?”

Harry si guardò le mani. “Sai, qualsiasi cosa tu abbia fatto... con Hermione.”

Ron aggrottò le sopracciglia. “Non abbiamo fatto niente, amico, solo pomiciato, davvero.”

Harry rise. “No! Voglio dire, sei felice di averle finalmente detto cosa provi? Sei felice del fatto che adesso state insieme?”

Il cipiglio di Ron si trasformò in un sorriso che lui cercò di reprimere senza riuscirci. “Diamine, sì!”

Risero tutti e due, e Ron ricadde sul letto per mettersi a fissare di nuovo il soffitto. Ci fu un silenzio abbastanza lungo per Harry da fargli pensare che forse Ron si stesse per addormentare quando lui parlò.

“Per molto tempo ho temuto che sarebbe accaduto qualcosa di brutto e la nostra amicizia non sarebbe più stata la stessa.”

Harry annuì nell’oscurità. Immaginava che quello fosse stato uno dei problemi di Ron.

“Inoltre” aggiunse Ron “non avrei mai pensato che le sarei davvero piaciuto. Ma ora...” Harry potè sentire Ron sorridere.

“Ora le cose vanno bene?” chiese prontamente Harry.

“Ora le cose vanno bene” chiarì Ron. “Litigheremo sempre immagino. E’ il modo in cui siamo fatti. E lei mi fa ancora diventare pazzo a volte, ma la amo e adesso che è mia, me la tengo stretta.”

Harry guardò di nuovo Ron. Solitamente questo tipo di dichiarazione avrebbe fatto bruciare Ron di imbarazzo, ma non quella notte. Quella notte Harry sapeva che era serio. Annuì ancora una volta.

“Buonanotte, Ron.”

“Notte, amico.”

Continua…


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Capitolo 7
*** Diagon Alley e paure ***


Buonasera a tutti gente, piaciuto il vecchio capitolo, eh? E sì, l'ho detto, è uno dei miei preferiti, e sono molto contenta che lo abbiate apprezzato, ma non è ancora finita...

Negli scorsi capitoli Ron ed Hermione hanno dovuto affrontare Harry, che per quanto sconvolto all'inizio, ha preso molto bene la cosa. Ma Harry è un pò come uno di famiglia... D'ora in poi invece, saranno altre persone, decisamente meno intime, quelle con cui i nostri avranno a che fare, e vedremo come queste persone reagiscono all'inizio della storia tra Ron ed Hermione.
In realtà, sapete, credo che la cosa più interessante non sia tanto, vedere la reazione degli altri , ma il modo in Ron ed Hermione stessi affrontano quelle prime difficoltà nate dall'imbarazzo, da qualche battuta non troppo felice, da piccole gelosie.
La cosa che più mi piace di questa storia è proprio il fatto che racconta tutti questi piccoli passi della coppia e noi lettori la vediamo crescere sotto i nostri occhi: che Ron ed Hermione siano fatti l'uno per l'altra nessun kicker l'ha mai dubitato, ma ci vuole fatica per trovare la giusta dimensione in un rapporto di coppia, voi non credete?
E per quanto tutto possa andar bene, le difficoltà, prima o poi, arrivano. A voi scoprire come le affronteranno i nostri due.

Buona lettura ♥
ramona55 alias patsan


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7. Diagon Alley e paure



“Ron, dovremmo parlare.”

Hermione si allontanò riluttante dai baci appassionati di Ron.

“Più tardi…” La voce di Ron era profonda e roca. Hermione si fece quasi convincere, il suo stomaco si contorse a quella voce... bè, doveva ammetterlo, sexy, ma resistette.

“Adesso, Ron.”

Lui gemette e si mise a sedere, passandosi le dita nei capelli. Erano distesi sul divano della Tana la notte prima della loro visita in Diagon Alley. Hermione si costrinse a mettersi seduta come meglio potè, appoggiandosi al bracciolo in modo da poter vedere il volto di Ron.
I suoi capelli erano stati incredibilmente arruffati dalle dita di Hermione prima e dalle sue stesse poi e le sue labbra erano gonfie per i baci. Aveva le guance arrossate ed Hermione non potè trattenere un piccolo sorriso.

“Cosa c’è?” chiese lui arrabbiato. Stava prendendo grossi respiri per calmarsi.

“Sei davvero incredibile, è tutto.” Rispose Hermione. “Sei bellissimo.”

Ron piegò la testa di lato. “Oh, andiamo.” Disse. “I ragazzi non sono bellissimi. Siamo affascinanti, virili, sexy, meravigliosi…”

La risata di Hermione lo interruppe. “Molto bene, allora. Sei affascinante, virile, sexy, meraviglioso. Contento?”

La risposta di Ron consistette nello sporgersi di nuovo verso di lei. Hermione poggiò le mani sulle sue spalle.

“Aspetta. Voglio parlare.”

Ron sospirò. “Bene.” Poggiò la testa sul grembo di lei e iniziò a giocherellare con uno dei suoi riccioli. “Di cosa vuoi parlare?”

Hermione tracciò i tratti del suo viso con un dito. “Be’, domani andiamo a Diagon Alley.” Fece una pausa e Ron annuì per invitarla a continuare. “E stavo riflettendo su cosa questo significherà. Per noi.”

Ron aggrottò leggermente le sopracciglia. “Cosa vorresti dire?”

Hermione sentì il rossore salirle su per il collo. “Vedremo i compagni di scuola, e Fred e George, e qui ci sono stati solo i tuoi genitori e Ginny ed Harry e... non so... forse tu non vorresti... sai... stare… con me...”

Ron si sedette bruscamente. “Sei pazza?”

Hermione si mise dritta. “No! E’ solo che tu sei... tu ed io sono... io... e la gente potrebbe prenderti in giro. Bè, Fred e George.. e Seamus e Dean.. e tutti gli altri… e se ti senti in imbarazzo, lo capirei…” cercò miseramente di spiegarsi, incapace di guardare Ron negli occhi.

Le sue dita le presero saldamente il mento e la spinsero a guardarlo. “Guardami, Hermione, non potrei mai vergognarmi di te. Averti finalmente è la cosa migliore della mia vita. Tutt’al più, sarai tu ad imbarazzarti a causa mia. La strega più intelligente del secolo con un grande idiota come me..” ignorò il verso indignato di lei. “Ma ti amo, e niente cambierà mai questo. Non vedo l’ora che la gente ci veda insieme. Davvero.” Aggiunse con enfasi e si avvicinò per baciarla teneramente.

Fu ricompensato con un sorriso smagliante mentre Hermione gli passava le braccia attorno al collo. Mise una mano nei capelli di lei e rimasero così, in silenzio per un pò, ascoltando il respiro l’uno dell’altro.

“Tu sei troppo, Ronald Weasley.” Mormorò infine Hermione nel suo collo.

Ron rise. “Vedremo se lo dirai ancora tra settant’anni.” La mano di lui era ancora nei capelli di lei quando realizzò le implicazioni della sua battuta.

Hermione si tirò leggermente indietro e guardò Ron il quale, nonostante stesse diventando quasi viola dall’imbarazzo, continuava a guardarla senza batter ciglio. Un sorrisetto spuntò sulla bocca di Hermione. “Settant’anni, eh? Chi ti dice che ti lascerò vivere così a lungo?”

Ron sorrise e toccò lievemente le labbra di Hermione con le sue. “Non puoi vivere senza di me, amore. Ammettilo e basta.”

Hermione sospirò contro la sua bocca. “Non ho intenzione di scoprirlo.” Mormorò lei mentre lui la stringeva a sè.


***


La mattina successiva nacque con un cielo luminoso e chiaro. Ron ed Harry scesero in cucina ancora in pigiama, i capelli arruffati, la barba che copriva i loro menti. Hermione e Ginny erano già là, chiacchieravano animatamente della visita a Diagon Alley. Volsero lo sguardo ai ragazzi quando questi entrarono.

“’Giorno, ragazzi.” Disse vivacemente Ginny. Ron grugnì e si sedette accanto ad Hermione. Poggiò la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi.

Hermione alzò gli occhi al cielo ma gli diede un buffetto su una guancia. “Cosa avete fatto voi due ieri notte?”

Harry aggrottò le sopracciglia mentre si stiracchiava le braccia sulla testa. “Niente. Abbiamo giocato un po’ a scacchi e parlato. Non lo so, davvero. Ma sono esausto.”

Ginny rise. “Ragazzi,” disse scuotendo la testa. “Fareste meglio a farvi una doccia e prepararvi in fretta. Mamma è pronta e sarà qui presto.”

Ron gemette e aprì gli occhi. Sollevò la testa dalla spalla di Hermione e prese la forchetta. “Va per primo, Harry. Io andrò per secondo.”

Harry alzò le spalle, afferrò della pancetta e ritornò di sopra. Ron aveva appena iniziato a far colazione quando sua madre entrò in cucina. Diede un’occhiata alla faccia di sua madre e si alzò subito in piedi. “Vado a prepararmi, allora” disse senza rivolgersi a nessuno in particolare e avvolse un toast in un tovagliolo. Posò un bacio sulla testa di Hermione e scomparì su per le scale. Hermione sorrise indulgente dietro di lui. Sentì tirar su col naso e si voltò per vedere la signora Weasley asciugarsi gli occhi col grembiule.

“Sta bene, signora Weasley?” chiese preoccupata.

“Certo, cara” rispose la signora Weasley rivolgendo ad Hermione un sorriso lacrimoso. “Sono solo felice che il mio bambino sia innamorato!”

Hermione arrossì fino alle punte dei capelli e guardò il proprio piatto. Ginny sbuffò dentro il suo succo di zucca. La signora Weasley mise dell’altra salsiccia nei piatti delle due ragazze prima di posare una mano sulla testa di Hermione. Sospirò ancora e lasciò in fretta la cucina.

Hermione e Ginny si guardarono un attimo in silenzio prima di scoppiare a ridere. Finirono la colazione e andarono a sedersi vicino al laghetto ad aspettare i ragazzi.


***


Ron comparì nel negozio dei suoi fratelli e si spostò velocemente per lasciare via libera. Harry venne fuori immediatamente dopo di lui, seguito da Ginny, poi da Hermione. Ron offrì la mano ad Hermione che non era ancora abituata a quel modo di viaggiare. Hermione la afferrò riconoscente e gli sorrise. Lui l’avvicinò a sé mentre sua madre compariva nel fuoco.

Fred entrò nel retro del negozio, pulendosi le mani su uno straccio. “Salve a tutti!” disse, abbassandosi per ricevere un bacio da sua madre. “Appena arrivati?”

La signora Weasley annuì vivacemente. “Sì, caro. Abbiamo così tante cose da fare. Abbiamo tre settimi e un sesto anno e un mucchio di roba da comprare!” Spinse il gruppo nella parte davanti del negozio e fuori dalla porta. Fred e George si poggiarono allo stipite della porta.

“Ci vediamo per pranzo?” gridò Gerorge dietro a sua madre che scompariva velocemente. Ginny si voltò e urlò “Sicuro! Vediamoci al Paiolo Magico!”

La signora Weasley si apriva la strada nella folla cosicchè il quartetto doveva solo seguire la sua scia. Ron strinse leggermente la mano di Hermione nella sua. Lei lo guardò sorridendo. Lui le sorrise e si abbassò per sussurrarle all’orecchio “Fammi sapere se ti metto in imbarazzo” la prese in giro.

Hermione ruotò gli occhi al cielo e intrecciò le loro dita avvicinandosi un po’ a lui. Ron si raddrizzò di nuovo, il sorriso che si allargava mentre osservava Diagon Alley. Entrarono al Ghirigoro ed Hermione trascinò Ron nella sezione di Aritmanzia. Harry rise al di sopra della pila di libri di testo tra sue braccia quando vide l’espressione sofferente di Ron mentre Hermione esaminava avidamente fila dopo fila. La signora Weasley prese i libri di Ron ma lo caricò delle buste quando lasciarono il negozio una mezz’ora dopo, trascinandosi dietro una riluttante Hermione. Ron prese anche la pesante borsa di Hermione cosicchè non poteva più tenerla per mano, ma lei gli rimase strettamente a fianco sfiorandogli la spalla mentre camminava.

“Ehi, Harry! Ron!” Ron, Hermione ed Harry si voltarono e videro Seamus Finnighan e Dean Thomas che correvano verso di loro. “Come è andata, ragazzi?” chiese Seamus, stringendo la mano di Harry.

Ron alzò le spalle. “Come ci aspettavamo, credo, visto che stiamo per tornare a scuola”. Guardò Hermione e le sorrise. Lei ricambiò raggiante e si fece un po’ più vicina, la spalla poggiata a quella di lui.

Infine Dean si voltò verso Hermione. “Hermione! Stai benissimo!” disse abbraciandola.

Hermione lo guardò sorpresa, ma lo abbracciò a sua volta. “Grazie Dean. Come è andata la tua estate?” chiese cortesemente, ignorando gli sbuffi irrequieti di Ron al suo fianco.

Dean si ficcò le mani in tasca. “E’ andata bene. Non ho molto da raccontare, in realtà. Tu devi essere diventata Caposcuola, no?” Hermione arrossì e annuì. Dean le rivolse un sorriso radioso. “Lo sapevo. Nessuno avrebbe potuto batterti, Hermione. Sei la strega più in gamba che io abbia mai conosciuto.”

Hermione arrossì di nuovo e stava per parlare quando Ron spostò tutte le borse della spesa da un lato e afferrò saldamente la mano di Hermione. Lei lo guardò un po’ duramente, ma Ron stava fissando Dean con aria guardinga. Dean vide le loro mani unite e il suo sorriso si incrinò solo un pò prima di trasformanrsi in un ghigno compiaciuto. Diede una gomitata a Seamus che interruppe la conversazione con Harry e disse “Allora, è successo qualcosa di interessante quest’estate, Ron?”

Seamus ammiccò verso Ron e sorrise. Ron sentì il volto riscaldarsi leggermente ma squadrò un po’ le spalle. “Per la maggiorparte il solito,” disse con noncuranza. “Ho giocato a Quiddich, a scacchi, ho fatto i compiti. Ed Hermione ed io usciamo insieme adesso.”

Hermione sentì una risatina vagamente isterica farsi strada nella propria gola. Non sapeva come i suoi compagni avrebbero scoperto di lei e Ron, ma era quasi certa che non sarebbe stato in questo modo. Barcollò un po’ e si appoggiò al braccio di Ron. La mano di lui strinse la sua e lei quasi rabbrividì. Nonostante Ron si stesse comportando come un uomo di Neanderthal, Hermione trovò la cosa un po’ eccitante.

Dean e Seamus rimasero a bocca perta. “Gesù, amico!” disse Dean ridendo “Pensavo che avremmo potuto prenderti in giro per un po’, ma così ci hai rovinato lo scherzo. Congratulazioni, allora!” Diede una pacca sulla spalla di Ron e Seamus fece lo stesso, ridendo anche lui. Si misero d’accordo per incontrare di nuovo il quartetto sull’Espresso per Hogwarts e lasciarono i quattro per strada.

Hermione guardò Ron stupita. “Insomma, Ron!”

Lui si voltò verso di lei e aggrottò le sopracciglia. “Cosa? Non mi piaceva come ti stava guardando.”

Hermione ruotò gli occhi “Per favore. Era Dean. E posso prendermi cura di me stessa, lo sai.” Aggiunse mentre risoluta muoveva qualche passo lontano da Ron.

Lui la seguì, raggiungendola in fretta. “Ehi! Lo so che puoi. Non è questo.”

Lei lo guardò in attesa. “Allora cos’è?”

Ron arrossì un pò e guardò le proprie scarpe. “Mi piace predermi cura di te, immagino. Mi piace pensare che tu abbia bisogno di me.”

Hermione sorrise e passò le braccia attorno alla vita di Ron. “Ho bisogno di te” disse dolcemente, alzando il viso verso quello di lui. “Ho bisogno di te sempre. Ma non devi difendermi dai nostri compagni di casa, va bene?”

Ron annuì e le sorrise. “Va bene. Ma posso almeno picchiare quelli delle altre case?”

Ron…


Continua



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Ed anche per questa volta è finita... Vi aspetto al prossimo capitolo, che sarà l'ultimo che pubblicherò per questa estate, dopo di che ci rivedremo, se vorrete, a settembre.
Grazie a tutti ^_^



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Capitolo 8
*** Pranzo e guai ***


Eccomi finalmente col nuovo capitolo, un pò più tardi dei quanto speravo, ma che volete farci, è periodo di esami per noi universitari, e il tempo manca sempre...
Ad ogni modo, vi ringrazio ancora una volta per i vostri ocmmenti entusiasti. Sono contenta che la storia piaccia tanto (ma ripeto, non avevo dubbi ^_-) e vi ringrazio anche a nome di MollieRMS, l'autrice della ff, che è a dir poco entusiasta di questo successo (come non capirla!).

Detto questo non mi resta che augurarvi buona lettura e darvi appuntamento al prossimo capitolo, che sarà on line entro una settimana, spero...

Ramona55 alias Patsan


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8. Pranzo e guai



Con grande sorpresa di Ron, il gruppo finì tutte le compere per la scuola in tempo per pranzo. Sua madre avanzava come una posseduta, spingendo tutti da un negozio all’altro con la sola forza di volontà.

Harry e Ron erano carichi della maggior parte delle borse della spesa mentre le ragazze portavano i propri pacchi. Ron passò la maggior parte del giorno guardando in cagnesco ogni mago abbastanza temerario da lanciare uno sguardo a Hermione. Anche con le braccia colme di borse marroni, Ron era una figura intimidatoria. Hermione fortunatamente non si rendeva conto delle occhiatacce di lui visto che parlava allegramente con Ginny e camminava abbastanza vicina a Ron da tenere a freno la sua irascibilità.
Nondimeno, Ron non era di umore molto buono quando alla fine collassarono in un separè del Paiolo Magico.

“Dio, penso che mi stiano per cadere le braccia” si lamentò Ron ad alta voce mentre lasciava cadere le sue borse con un tonfo. Hermione alzò gli occhi al cielo ma si avvicinò per massaggiare lievemente uno dei bicipiti di Ron.

“Sei proprio un bambino” lo ammonì.

Ron appoggiò la testa contro il sedile di legno e si voltò verso Hermione, un sorriso pigro gli increspava le labbra. “Ti piace” disse “Significa che puoi comandarmi.” Hermione sbuffò e diede un forte pizzicotto al bicipite di Ron.

Ron ululò e strappò il braccio dalle grinfie di lei. “Fa male. Sei dannatamente cattiva!”

La testa della signora Weasley si girò. “Ron, controlla la bocca!”

Ron aggrottò la fronte con aria dispiaciuta. “Scusa, mamma.”

Hermione sorrise trionfante e prese un libro dal sacchetto ai suoi piedi. Si voltò un po’ per avere di fronte Ron, aprì il libro proprio sotto il suo naso ed iniziò a leggere. Ron tossicchiò ma fece scivolare la mano giù dal tavolo e sul ginocchio di Hermione.
Lei si mosse bruscamente, ma Ron non spostò la mano, decidendo invece di muovere le dita in leggeri cerchi sulla pella nuda di lei. Ron iniziò una conversazione con Harry sul Quiddich e intanto stuzzicava appena Hermione con i suoi tocchi leggerissimi. Le lanciò un’occhiata con la coda dell’occhio e vide che la fronte di lei era diventata di un favoloso rosso.
Sorrise tra sé ed iniziò a tracciare delle lettere sulla gamba di lei. Sapeva che lei le avrebbe lette, anche se apparentemente concentrata sul libro.

TU…”

“Harry, io penso che questo sia l’anno dei Cannoni. Davvero.”

“…6…”

“Onestamente, con un cercatore come Hardin, come possono sbagliare?”

“…S…”

“Stavo pensando ad una nuova strategia, in realtà.”

“…E…”

Dobbiamo lavorare duramente e a lungo quest’anno. Pensi di poterlo fare, Gin?”

“…X…”

“Tutto ciò che so è che, finchè sono Capitano, Grifondoro non perderà una sola partita.”

“…Y.”

Hermione posò lentamente il libro. In qualche modo aveva controllato il proprio rossore e disse: “Oh, cielo. Sapevo di aver scordato qualcosa al Ghirogoro. C’è un nuovo testo di Aritmanzia che voglio comprare come lettura extra.” Si rivolse a Ron. “Verresti con me, Ron? Possiamo prenderlo ed essere di ritorno prima che Fred e George arrivino.”

Ron tentò senza successo di fermare un sorrisetto divertito che gli si formava sul volto. “Ehm, certo. Mamma, per te va bene? Torniamo subito.”

La signora Weasley sventolò una mano. “Andate pure, cari. Ma cercate di muovervi.”

Ron si alzò in fretta e tese una mano ad Hermione. Lei scese con grazia dal suo sedile e lo precedette verso l’uscita. Harry tossì rumorosamente e Ron lanciò uno sguardo al suo amico che, significativamente, sollevò le sopracciglia. Ron nascose alla madre il suo gesto volgare di risposta, facendo ridacchiare Harry nel suo succo di zucca.

Ron mise il piede nella chiara luce del giorno di Diagon Alley e cercò Hermione.
Improvvisamente venne strattonato nel piccolissimo vicolo a fianco al Paiolo e schiacciato contro il muro di mattoni. Sorrise guardando gli occhi marroni di Hermione. “Sei incorregibile, sai?” disse lei, sorridendo a sua volta.

Ron fece scorrere una mano nei capelli sulla nuca di lei e le fece alzare lievemente il capo. “Sai che ti piace...” mormorò prima di catturare le sue labbra con le proprie.
Hermione gli gettò le braccia al collo e si strinse a lui, baciandolo selvaggiamente. Ron gemette nella sua bocca. Era eccitante, lì, in pubblico... Hermione lo stava facendo diventare matto col proprio corpo. Lui circondò con le braccia la vita di lei e la sollevò leggermente, muovendo entrambi finchè lei non sbattè contro una pila di cassette sull’altro lato della strada. La sollevò e lei si sedette sopra la cassetta più alta, circondando immediatamente le vita di Ron con le proprie gambe e tirandolo contro di lei.
Le sue mani si spostavano sul suo collo, e sotto le sue braccia, abbracciandolo. Ron teneva salda una mano nei capelli di Hermione, l’altra ancora una volta sfiorava la pelle nuda della sua gamba.

Erano serrati in questa posizione quando la mente annebbiata di Ron sentì “Bene, bene, bene.” Si allontamò di scatto da Hermione, asciugandosi le labbra consapevolmente e trovandosi di fronte gli identici ghigni diabolici dei suoi fratelli. Gemettè tra sé. A lui non importava più di tanto delle loro prese in giro, ma sapeva che Hermione era preoccupata per la loro reazione. E questo non era esattamente il modo in cui aveva programmato di dire ai gemelli che aveva una ragazza.

George scosse la testa con finta costernazione. “Questo non va proprio bene, Fred. Pensi che mamma sappia quello che il piccolo Ronnino sta facendo in questo vicolo?”

Fred incrociò le braccia sul petto e sospirò con aria drammatica. “Lo so. Sarà un colpo scoprire che il suo figlio più giovane abborda giovani fanciulle in mezzo a Diagon Alley. Molto male. Ma è nostro dovere dirglielo.”

George annuì. “Non saremmo dei buoni figli se non l’avvertissimo che potrebbe essere intrapresa un’azione legale. Sì, faremmo meglio ad entrare.”

Ron si alzò in tutta la sua altezza e fece un passo minaccioso verso i propri fratelli. Si era appena avvicinato a Fred quando Hermione apparve di fronte a lui, la bacchetta alzata e puntata dritta al petto di Fred.

“Se fossi in te, Fred,” disse Hermione con un sorriso cupo, “ripenserei seriamente alla prossima cosa da fare.”

George sorrise compiaciuto ad Hermione. “Non ci faresti davvero un incantesimo, no, Hermione? Voglio dire, non hai ancora diciassette anni e la scuola non è cominciata. Infrangeresti le leggi.” Tornò a dirigersi verso il Paiolo, pensando chiaramente di aver vinto la discussione.

“Al contrario, George” disse Hermione seriamente, e George si voltò per vedere la bacchetta di Hermione puntata contro di lui. “Riceverei solo un avvertimento, e non me ne importa molto.” Tre coppie di sopracciglia rosse si sollevarono a questo.
“Inoltre,” disse Hermione piano “ho letto alcuni incantesimi interessanti che mi piacerebbe proprio provare… ‘Auto-difesa per streghe comuni…’ mai sentito? Contiene alcuni incantesimi affascinanti per streghe sole in un mondo pieno di maghi lussuriosi....” I suoi occhi scesero lungo il corpo di George e lui si coprì con le mani, il viso che bruciava di un rosso acceso.

“Hermione!” disse Fred con voce scioccata. “Non lo faresti!”

Hermione sollevò il viso. “Non lo farei? Forse non mi conosci bene come pensi.”

George scosse la testa. “Sono devastato. Fred, andiamo prima che questa pazza decida di toglierci qualcosa che poi non può più rimettere al suo posto.”

Fred e George uscirono in fretta dalla strada. Ron si stava facendo girare Hermione verso di lui quando la testa di Fred spuntò dall’angolo. “Sta’ attento, fratellino” disse “è senza pudore.”
Sparì velocemente alla vista, ma non prima di vedere l’indignazione sul viso di Hermione e il divertimento su quello di Ron.

Hermione si voltò verso Ron e lui subito tolse il sorriso compiaciuto dal viso. “Li avresti creduti capaci?” chiese, infilando in tasca la bacchetta. Ron afferò i fianchi di lei e la spinse verso di sé. “Li credo capaci... è a te che non riesco a credere! Li avresti davvero affatturati?”

Hermione guardò Ron. “Insomma! Davvero credi che farei qualcosa di così folle? Sono Caposcuola, sai?” Rise all’espressione piuttosto abbattuta di Ron. “Quindi, ovviamente, avrei dovuto farlo. Lo so che tua madre sa di noi, ma non voglio che sappia che ti ho spinto in un vicolo buio per baciarti.”

Ron le sorrise e la baciò piano. “Faremmo meglio a prendere il tuo libro. Non vedo che spiegazione potremo dare se torniamo indietro senza.”

Hermione intrecciò le sue dita con quelle di lui e lo spinse in Diagon Alley, camminando in fretta. “Bè, ho davvero dimenticato un libro. Dovrebbe essere affascinante, davvero. Parla del legame tra l’Aritmantia e-”

“Hermione?”

“Sì?”

“Davvero non mi interessa, amore.”


Continua...


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Capitolo 9
*** Chiarimenti sull'Hogwarts Express ***


Eccomi finalmente con il nono capitolo di questa bella storia di MollieRMS, l'ultimo che pubblicherò prima di settembre. E' buffo, io sto per partire per il mare e i personaggi di questa storia, che per mesi mi hanno fatto compagnia, stanno per arrivare a scuola, dove inizieranno un nuovo anno scolastico.
Ma c'è ancora tutto il viaggio da affrontare, sull'Hogwarts Express: cosa combineranno i nostri due?
Vi lascio a scoprirlo, ringraziandovi ancora una volta, anche a nome dell'autrice delle vostre recensioni e invitandovi, se volete, a commentare anche questo capitolo.

Buone vacanze a tutti,
ramona55 alias patsan



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9. Chiarimenti sull’Hogwarts Express



Ron agitò la bacchetta freneticamente e il resto dei vestiti finì nel suo baule. Guardò la sua stanza un’ultima volta e agitò di nuovo la bacchetta, chiudendo in baule con uno scatto. Fece levitare il baule davanti a sé mentre scendeva giù dalle scale. Sbattè contro qualcosa.

“Ahia, Ron!”

Il baule di Ron cadde sul pavimento e lui si sporse per toccare la testa di Hermione, proprio là dove lei si stava sfregando, dolorante. “Mi dispiace, amore. Stai bene?”

Hermione spostò la sua mano con impazienza. “Sto bene. Guarda dove vai la prossima volta. Fa male.”

Ron si mise di nuovo dritto. “Mi sono scusato, okay? Non c’è bisogno che mi tieni il broncio per questo.”

Hermione si voltò di un passo e guardò Ron. “Il broncio! Sei tu quello che mi ha colpito in testa col suo baule! Ronald Weasley, non ci parlo con te!” Girò sui tacchi e iniziò a scendere i gradini.

Le narici di Ron si allargarono e lui sentì il sangue salirgli alla testa. Saltò agilmente il proprio baule e fece voltare Hermione per averla di fronte. “Non mi parli! Chi è che fa l’offeso ora, eh? Accetta le mie scuse quando te le farò la prossima volta e non rifilarmi stronzate.”

Gli occhi di Hermione si allargarono e il suo petto si sollevò. “Ti rifilo ‘stronzate’ quando mi pare e piace. Sei un tale idiota!”

La mascella di Ron si allargò. “Sono un idiota?” urlò. “Dannazione, mi sono scusato e tu mi hai aggredito! Cos’altro vuoi? Non tutti sono perfetti come te, Hermione. Almeno ho detto che mi dispiace.”

Hermione colpì forte il petto di Ron. “Come osi? Sei completamente sconsiderato ed io credo che-”

Fu interrotta all’improvviso dalla bocca di Ron che si scontrò rudemente con la sua. Hermione lo spinse via a forza. “Cosa ti prende?” disse senza fiato.

Ron sorrise pericolosamente, gli occhi divenuti scuri. “Sei così sexy quando ti arrabbi...” mormorò.
I suoi occhi tornarono sulle labbra di Hermione, ancora umide dal bacio. Lei stava proprio aprendo la bocca per replicare quando Ron la baciò di nuovo, avvolgendo strette le sue braccia attorno a lei. Hermione lottò per un momento prima di premere repentinamente il suo corpo contro quello di Ron, mentre le sue dita trovavano la loro strada nei capelli di lui.

Era la cosa più eccitante che Ron avesse mai provato. Il sangue pompava ancora nelle sue vene a causa del litigio e pensò che in quel momento avrebbe potuto divorare Hermione proprio lì sulle scale. Lei ricambiò il bacio aggressivamente, le sue mani gli facevano quasi male tra i capelli. Si baciarono furiosamente finchè qualcosa non urtò duramente il retro della testa di Ron.

“Dannazione!” esclamò lui pesantemente, strappando le labbra da quelle di Hermione e voltandosi arrabbiato. Harry stava sul pianerottolo sopra di loro, sorridendo malizioso. Abbassò la bacchetta e il suo baule cadde con dolcezza su quello di Ron. “Cosa diavolo stai facendo, Harry?”

Harry sorrise ancora più largamente. “Stavate occupando il corridoio, amico. Non riuscivo a passare. Mi dispiace” aggiunse, ma non lo pensava davvero. Ron sollevò la sua bacchetta contro Harry, ma fu fermato dall’affatturare il suo amico da una risatina di Hermione. Lei sorrise a Ron e lo baciò dolcemente. “Siamo pari...” disse piano e saltò giù per le scale.

Ron si leccò le labbra mentre la guardava scomparire giù per le scale. Harry si schiarì la gola rumorosamente e Ron si voltò per guardarlo storto. “Hai appena interrotto la miglior pomiciata della mia vita, lo sai?” disse amichevolmente mentre faceva levitare il baule di Harry e iniziava a scendere le scale.

Harry sbuffò. “Non voglio saperlo, amico. E’ stato già abbastanza disgustoso beccarvi… Non ho bisogno dei dettagli.”

Seguì in silenzio Ron giù per le scale ed entrambi depositarono i loro bauli nel soggiorno. Mentre si avviavano alla cucina Harry si sporse verso Ron. “Allora, cosa c’era di così eccitante?”

Ron ridacchiò e gli diede una pacca sulla spalle. “Te lo dirò dopo.”

***

Dopo molti sospiri e lacrime della signora Weasley, Harry, Ron, Hermione e Ginny furono a bordo dell’Hogwarts Express. Ron fece levitare il suo baule e quello di Hermione sul portabagagli prima di voltarsi bruscamente e oltrepassare Harry nel corridoio.

“Riunione?” chiese Harry.

Ron annuì, alzando gli occhi al cielo. “E non posso saltarla. Essere il ragazzo della Capo Scuola ha svantaggi che non avevo calcolato.”

Harry rise. “Ci vediamo dopo, allora. Divertiti!” gridò dietro alla figura di Ron che si avviava, ridendo di nuovo al gestaccio che Ron gli fece da dietro la spalla.

Ron aprì la porta dello scompartimento e si lasciò cadere sul sedile, sorridendo ad Hermione, che camminava su e giù per l’angusto spazio. Lei aggrottò le sopracciglia petulante. “Perchè sorridi?” disse bruscamente. “Sono tutti in ritardo e la scuola non è nemmeno iniziata! E dov’è il Capo Scuola? Chiunque sia è fortunato, ho già preparato la lista dei compiti dei Prefetti e il programma per le ronde del prossimo mese. Mi aspetto davvero di più dal Capo Scuola.” Gesticolò febbrilmente verso Ron, la divisa che ondeggiava leggermente. “Sei arrivato per primo! Che cosa ti dice questo, dei Prefetti di quest’anno?”

Ron ignorò l’insulto non intenzionale. “Sono qui per primo perchè mi avresti tagliato la testa se avessi fatto tardi. E sapevo che ti saresti agitata per questo compito, quindi ho voluto essere con te.” Stese una gamba sull’altro sedile interrompendo l’andirivieni di Hermione. Lei guardò la sua gamba per un momento prima di sedersi di fronte a Ron, stringendosi forte le mani sul grembo.

Lo guardò con gli occhi spalancati. “Mi sto comportando come una pazza?” chiese.

Ron non potè trattenere un sorriso. “Sì. Ma tu ti comporti sempre come una pazza per robe del genere. E’ per questo che sei Capo Scuola. Non preoccuparti. Sei fantastica.” Hermione sorrise e la sua stretta sul grembo si allentò. Ron fece scivolare la sua gamba e la rannicchiò contro la coscia di lei.
“Sei perfetta per questo Hermione” continuò “ma non preoccuparti troppo. Nessuno è in ritardo, in realtà, è solo che tu ed io siamo arrivati troppo presto, okay? Saranno qui in men che non si dica. E se il Capo Scuola si rivelerà un idiota, non dovrai farlo da sola. Ti aiuterò io.”

Hermione si poggiò contro lo schienale e posò una mano sulla gamba di Ron, massaggiando i suoi muscoli assentemente. “Grazie” disse con un sorriso. “Ti amo davvero, sai?”

Ron ricambiò il sorriso. “Lo so.”

La porta dello scompartimento si aprì e Terry Steeval entrò. Ron ed Hermione si alzarono. Terry fece un cenno del capo a Ron prima di girarsi verso Hermione. “Sapevo che saresti stata tu” disse con un sorriso e le porse la mano. Hermione sorrise e gliela strinse.

“Così sei tu il Capo Scuola?” disse Ron, guardando Terry leggermente accigliato. Hermione alzò gli occhi al cielo e fece una linguaccia a Ron da dietro Terry. Terry annuì, senza notare o forse ignorando di proposito lo sguardo torvo di Ron.

“E’ stato un pò uno shock, a dire il vero” disse Terry, toccando senza pensarci la spilla sui suoi vestiti. “Ci speravo, ovviamente, ma non ne ero sicuro. Però non avevo dubbi su chi sarebbe stata la Capo Scuola.” Sorrise di nuovo ad Hermione e Ron sembrò crescere di un bel po’ di centimetri mentre incombeva minaccioso su Terry.

Hermione si sedette e cercò Ron, facendolo sedere vicino a lei. Lui piazzò possessivamente una mano sopra un ginocchio di lei e fissò con aria di sfida Terry, che sembrava non rendersi assolutamente conto degli sguardi omicidi di Ron. Terry prese un foglio di pergamena dai suoi vestiti e la posò sulle ginocchia stiracchiandola. “Ho la lista dei prefetti qui, perciò dobbiamo programmare compiti e ronde prima che arrivino tutti.”

Hermione fece un sorriso luminoso e prese la sua pergamena dalla tasca. “Già fatto. Non sappiamo ancora degli allenamenti di Quiddich, ma penso che questo programma andrà bene per il prossimo mese.”

Terry sembrò impressionato e Ron aveva un’aria omicida. Terry prese la lista da Hermione e la guardò. “Sembra ottima, Hermione, grazie. Visto che tu hai fatto così bene il lavoro preliminare, io posso gestire la riunione, se a te sta bene.”

“Sarebbe fantastico.” Replicò Hermione e piazzò delicatamente una mano su quella di Ron. La stretta di lui sul suo ginocchio si allentò immediatamente e lui girò la mano per intrecciare le loro dita. Terry sorrise alla coppia e arrotolò la pergamena che aveva in mano. “Bene, abbiamo quanche minuto prima di iniziare, perciò vado a cercare Susan. Ci vediamo tra un po’.”

Appena Terry chiuse la porta Hermione afferrò la mano di Ron e ne piegò violentemente all’indietro un dito. Ron girò il braccio, cercando di farla smettere.

“Ahia, Hermione! Smettila!”

Hermione piegò il dito un altro po’ , spingendo Ron a mettersi in ginocchio di fronte al lei. Guardò fisso il suo volto rosso. “Ronald” disse in tono piatto “Terry sta con Susan Bones da oltre un anno. Non tutti i ragazzi in questa scuola sono interessati a me. Devi rilassarti. Non puoi picchiare ogni ragazzo che mi guarda. Sono la Capo Scuola e tutti mi guarderanno prima o poi.” Arrossì un po’ alle ultime parole, ma non ruppe il contatto visivo con Ron, che infine liberò il suo dito dalla stretta di lei.

“Fa male, Hermione” disse arrabbiato mentre si massaggiava il dorso della mano. “E tu non sai a cosa pensano i ragazzi. Tu sei stupenda ed io dovrò picchiare ogni maschio di Hogwarts prima che finisca l’anno.”

Hermione sorrise all’espressione sofferente di Ron. “Anche il professor Piton?” chiese per scherzo. Ron la guardò torvo. “Se ti guarda in un modo-”

Hermione lo interruppe con un bacio. “Sto scherzando, amore. Ora, mettiti la divisa prima della riunione.”

Ron sorrise pigramente ad Hermione per un momento prima di mettersi in piedi. “Vieni con me allora” disse e lei mise la sua mano in quella di lui mentre uscivano in corridoio.

Harry e Ginny stavano tirando fuori gli scacchi di Harry quando Ron ed Hermione arrivarono. Hermione si sedette vicino a Ginny mentre Ron frugava nel suo baule e tirava fuori l’uniforme e i vestiti. Li posò accanto ad Harry.

“Gioco con chi vince” disse e si levò la maglietta. Stava giusto mettendo la mano sopra la cintura quando l’improvvisa risata di Harry lo spinse a guardare verso l’alto. “Cosa?” chiese Ron innoncentemente.

Ginny sbuffò. “Penso che Harry si stia chiedendo quanto andrà avanti questo spogliarello.”

Ron si guardò e arrossì immediatamente. Gli occhi sfrecciarono verso Hermione e il suo sangue accellerò il proprio corso tutto ad un tratto quando vide il volto di lei. Gli stava fissando il petto e i suoi occhi caddero sulle mani di lui che erano ferme sulla cintura, un passante già tolto.
Un piccolo sorriso spuntò sulle labbra di lei e finalmente alzò gli occhi per incontrare i suoi. Gli occhi di Ron scurirono pericolosamente allo sguardo riflesso in quelli di Hermione. Si fissarono finchè Ginny non sbuffò di nuovo.

“Immagino che continuerà finchè Hermione continuerà a spogliarlo con gli occhi” disse Ginny sicura. Harry emise un suono come se stesse annegando. Si passò le mani sulla faccia e le sue spalle tremarono per le risate trattenute.

Ron indossò la camicia dell’uniforme senza preoccuparsi di abbottonarla e prese il resto dei suoi vestiti. “Finirò in bagno” disse allo scompartimento e girò sui tacchi per andarsene.

Proprio mentre chiudeva la porta dietro di sé sentì Ginny squittire “Ahia, Hermione! Fa male!”

Ron sorrise. La mia ragazza.



Continua…



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Capitolo 10
*** Hermione esce allo scoperto ***


Decimo capitolo di They Found Out, storia di MollieRMS interamente dedicata alla Good Ship, ossia la coppia formata da Ron ed Hermione.
Dopo la pausa estiva riprendo la pubblicazione di questa traduzione, e spero vivamente che continuiate ad apprezzare questa ff tanto quanto avete fatto finora, anzi, approfitto per ringraziare tutti coloro che hanno avuto la pazienza e l’entusiasmo di leggere e commentare. I vostri commenti sono stati graditissimi ^_^.
Detto questo, avevamo lasciato i nostri protagonisti sull’Espresso diretti ad Hogwarts, dove l’inizio del nuovo anno li vedrà alle prese con la solita vita di tutti i giorni, ma con una importante novità... adesso, stanno insieme... Cambierà qualcosa nei rapporti con i compagni? Le cose tra loro continueranno ad andare bene come sono andate finora o, davanti alla monotonia di tutti i giorni, la magia sparirà?
A questo e ad altri interrogativi risponderanno i prossimi capitoli. Per ora vi lascio il decimo...

Buona lettura,
ramona55 alias patsan


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They Found Out


10. Hermione Esce allo scoperto



Il banchetto dello Smistamento era quasi finito e Ron non mostrava segni di stanchezza. Il suo piatto sembrava non svuotarsi mai e lui parlava animatamente mentre continuava a riempirsi la bocca con quasiasi cosa potesse starci dentro.

Hermione lo guardava disgustata. “Insomma, Ron” disse “ti ucciderai. Come fai?”

Ron sorrise da dietro il panino che si era appena ficcato in bocca. “Sono un ragazzo che deve ancora crescere, ‘Mione” disse con voce soffocata. “Ho bisogno di nutrimento.”

Hermione sospirò pesantemente e guardò Ginny che alzò semplicemente le spalle. “Non guardare me” disse “E’ sempre stato così”

“Non lo ricordo esattamente in quel modo”, sentì Hermione dall’altro lato. Pochi posti più in là, Lavanda diede una gomitata a Calì e rise.

Calì disse “Lo so. Quando’è che Ron è diventato così attraente? E’ bellissimo!”

Hermione guardò male le due ragazze che sembrarono sorprese.

“Cosa c’è?” chise Lavanda innocentemente. “Anche tu devi ammettere che è affascinante, Hermione.”

Hermione voltò deliberatamente la schiena alle due ragazze. Ron non aveva notato nulla, il che non era una sorpresa. Il cibo scomparve dai piatti e dal tavolo e Ron finalmente si allontanò dal tavolo, massaggiandosi lo stomaco pigramente. Hermione ridacchiò all’aria soddisfatta sul volto di Ron e lui le fece l’occhiolino, passandole con scioltezza un braccio attorno alla vita.

Dopo che furono liberi di andare, Hermione si guardò attentamente intorno per essere sicura che i Prefetti del quinto anno stessero conducendo quelli del primo anno alla torre, prima di seguirne i passi insieme a Ron ed Harry.

“Riuscite a credere che questo è davvero il nostro ultimo anno?” chiese Hermione malinconicamente.

Harry ficcò le mani in tasca e si guardò attorno. “E’ strano, no? Sembra che abbiamo appena iniziato.” Indicò con la testa un gruppetto di ragazzini del primo anno dall’aria spaventata che seguivano un Prefetto di Corvonero. “Anche noi eravamo così piccoli?”

Ron rise ironicamente. “Io non lo ero. Sono stato un gigante tutta la vita. Non come voi due, invece. Eravate entrambi delle cosine minuscole.”

Harry sembrò offeso. “Ehi! Io non ero una cosina minuscola! Forse non ero alto quanto te, ma ero comunque più alto di Hermione. Lei era una bambolina.”

Evitò uno schiaffo sul braccio da parte di Hermione e sorrise maliziosamente all’amica. Hermione ruotò gli occhi. “Non sono mai stata una bambolina.”

“Non so…” disse Ron lentamente “Adesso sei proprio una bambola.”

Harry fece una smorfia ed Hermione sorrise. Anche Ron sorrise. Era bello essere tornati.

***

Ron tenne aperto il ritratto ed Harry ed Hermione vi si arrampicarono attraverso. Furono accolti da un botto – letteralmente. Fuochi d’artificio schizzavano sopra le teste e la Sala Comune era piena di vecchi studenti. Qualcuno aveva depredato le cucine e un tavolo era stracolmo di piatti di dolci.

“Favoloso!” disse Ron ed iniziò a riempire un piatto. Hermione si sedette comodamente su un divano vicino al fuoco e liberò i piedi dalle scarpe. Ron stava salutando gli amici attraverso un mucchio di cioccolata ed Hermione non potè levarsi un sorriso indulgente dal volto.

Lavanda e Calì si sedettero accanto ad Hermione sul divano. Calì toccò assentemente un braccio di Hermione, mentre guardava fisso Ron. “Hermione” disse un po’ a corto di fiato “Pensi che Ron voglia venire con me ad Hogsmeade?

Hermione si mise dritta. “Cosa?” esclamò.

Calì sorrise. “Pensi che verrebbe con me? Non è mai andato con una ragazza prima d’ora, solo con te ed Harry...”
Non notò il crescente rossore di Hermione. “Così mi chiedevo se tu credi che lui possa venire con me.”

“Non credo proprio” disse Hermione senza mezzi termini.

Calì allora la guardò e si accigliò. “Perché no?”

Hermione sollevò un sopracciglio e strinse le labbra. “Non sei il suo tipo.”

Lavanda strillò e si sporse in avanti, facendo fare una smorfia ad Hermione. “Ooh, qual è il suo tipo? Cosa dici di me, allora? Gli piacciono tranquille e timide? Gli piace avere il controllo?”

Parvati rise. “Oppure gli piacciono audaci? Forse ama sapere di essere inseguito.” Si leccò le labbra ed Hermione serrò i pugni per evitare di schiaffeggiare la ragazza che aveva davanti.

Guardò Ron e di nuovo le ragazze. “Non lo so. Perché non lo chiediamo a lui?” Fece cenno a Ron prima che le altre ragazze potessero fermarla. “Ron! Vieni qui, per favore.”

Ron le sorrise e si sedette sul bracciolo del divano a fianco a lei, facendosi vicino. “Hai chiamato?” disse con disinvoltura.

“Calì e Lavanda si stavano chiedendo che tipo di ragazza preferisci, il fiorellino delicato oppure il tipo sfacciato.” Hermione sorrise compiaciuta alla faccia sorpresa di lui.

Ron guardò Lavanda e Calì, che sembravano mortificate ma interessate, poi di nuovo Hermione. Lei sollevò un sopracciglio. “Bè?” chiese “Le tue fans stanno aspettando.”

La fronte di Ron si corrugò leggermente e lui si strinse il mento. “Mmm...” riflettè “Queste sono le mie uniche scelte?”

Hermione trattenne un sorriso. “In questa ipotesi, sì.”

“Immagino un pò di entrambe, allora” disse Ron. Fece scorrere con nonchalance un dito lungo la linea della mascella di Hermione. “Vorrei poter baciare un ragazza quando voglio” continuò “ma mi piacerebbe che anche lei ricambiasse il bacio, se capite cosa voglio dire...”

Lavanda e Calì sospirarono ed Hermione si morse un labbro per trattenersi dal ridere. Sorrise ai danzanti occhi blu di Ron. “Per esempio?” disse, senza riuscire ad evitare un tremolio nella propria voce.

Gli occhi di Ron sfrecciarono verso le labbra di lei e lui sorrise pericolosamente. “Per esempio, adesso, se volessi baciarti, lo farei.”

Ron sentì i sussulti delle ragazze accanto ad Hermione mentre si abbassava e catturava le labbra di lei con le sue. La mano di Hermione salì nei suoi capelli e lo tirò più vicino, e approfondì il bacio.

Ron si allontanò, ridendo, quando sentì “Cosa diavolo...?” Le bocche di Calì e Lavanda erano spalancate.

Hermione sorrise dolcemente alle due ragazze. “Immagino di essere io il tipo di Ron” disse.

Lavanda scoppiò a ridere. “Hermione Granger, sei una sfacciata!”

Calì sembrava un pò offesa, ma Lavanda la fece alzare tirandole un braccio ed entrambe si diressero verso il dormitorio femminile, Lavanda che ancora rideva. “Ben fatto, Hermione. Vogliamo i dettagli dopo!” le gridò da sotto le scale.

Ron scivolò dal bracciolo per sedersi accanto ad Hermione, un braccio che le circondava le spalle. “Hermione Granger, Capo Scuola, mi ha appena usato come un giocattolo sessuale?” chiese Ron affondando il viso nel collo di lei.

Hermione ruotò gli occhi e lo spintonò un pò con la spalla. “Certo che non l’ho fatto. Non mi piaceva come ti stavano guardando” disse piano, arricciando un po’ il naso.

Ron gettò la testa all’indietro e rise. “Bè, immagino di essere in grado di prendermi cura di me stesso, amore. Non voglio che nessuno litighi per me, lo sai” disse, ma il sorriso sul suo volto diceva il contrario.

Hermione gli sorrise. “Va bene” disse a malincuore. “Ma posso almeno picchiare la ragazze delle altre case?”

Ron rise e la baciò di nuovo, apparentemente dimentico del fatto che erano seduti sopra un divano della Sala Comune, circondati dai loro compagni di casa. Hermione rise contro le labbra di Ron quando sentì Neville sussurrare rumorosamente “Sono io, o Ron sta baciando Hermione?”

Un’esplosione di risate riempì la stanza e Ron si allontanò da Hermione, arrossendo furiosamente. Guardò i suoi amici da sopra la spalla e sorrise imbarazzato. Qualcuno cominciò a battere le mani ed Hermione nascose il volto nella spalla di Ron, imbarazzata del fatto di essere stata sorpresa a fare qualcosa per cui avrebbe punito chiunque altro.

Ron ruotò gli occhi e sventolò una mano con aria sarcastica. “Bene. Lo spettacolo è finito, gente. Non c’è niente da vedere qui. Tornate ai vostri affari.”

Hermione si alzò sciogliendosi dall’abbraccio di Ron e si spolverò gli abiti. Sospirò e sorrise affettuosamente a Ron. “Me ne vado a letto. Domani sarà un gran giorno.”

Ron annuì, felice anche solo di guardare Hermione. L’aveva vista così migliaia di volte, ferma lì nella Sala Comune con addosso la divisa. Tuttavia, sembrava che non fosse mai stata così bella. Sentì il cuore battere forte in petto e non potè trattenere un sorriso.

“Cosa?” chiese Hermione.

Ron scrollò le spalle e si alzò, camminando con lei verso il dormitorio famminile. “Semplicemente, ti amo” sussurrò piegandosi verso l’orecchio di lei. Hermione sospirò di nuovo e guardò gli occhi blu di Ron. “Ti amo anch’io. Ora va’ a letto” ordinò.

Ron annuì e la baciò dolcemente sulla fronte prima che lei salisse nel suo dormitorio. Sentì qualcuno fermarsi accanto a lui. Rivolse lo sguardo ad Harry che stava fissando le scale, anche lui. Rimasero in silenzio per un momento prima di voltarsi verso il loro dormitorio.

Ron guardò Harry con la coda dell’occhio. Conosceva lo sguardo sul suo volto. Non sapeva se aveva voglia di ridere o di picchiarlo, quindi non fece nessuna delle due cose, e disse soltanto “Allora, Ginny?”

Harry si mosse e arrossì. Sorrise nervosamente e fece segno di sì con la testa. Ron gli diede una pacca sulla schiena. “Non preoccuparti, amico. Non ti farò del male.”

Harry fece una risata stentata. “Lo so! Solo che io... Lo sai” terminò incerto e guardò Ron, che lo stava osservando serio.

“Non ti picchierò finchè tu non la farai soffrire, va bene?”
Harry guardò negli occhi di Ron con onestà. “Non lo farò. E tu lo sai che vale lo stesso per me per quanto riguarda Hermione?”

Ron annuì e i due ragazzi si strinsero la mano solennemente prima di sorridersi stupidamente. “Allora...” disse Ron tranquillamente mentre indossavano il pigiama, “gliel’hai detto?”

Harry scosse il capo. “Non c’è stata l’occasione giusta. E lei potrebbe ridermi in faccia. E...” fece una pausa, il suo sguardo si oscurò, “…non so se glielo dirò mai.”

Ron alzò lo sguardo. “Perchè diavolo no? E’ un pò spaventoso all’inizio, certo, ma ne vale la pena!” Sorrise beatamente.

Harry scosse di nuovo il capo. “Non è solo questo. E’… è l’intera feccenda… io... E’ pericoloso starmi attorno. Non voglio metterla in pericolo.”

Ron si sedette sul letto e fissò Harry finchè lui non incontrò il suo sguardo. “Harry, Ginny è una ragazza cresciuta ormai. E’ intelligente e forte. Sa prendersi cura di se stessa.” Ruppe per un momento il contatto visivo prima di guardare di nuovo il suo migliore amico. “Io penso solo che dovremmo provare ad essere felici finchè possiamo. Non so cosa succederà, ma so che non voglio finire la mia vita chiedendomi cosa sarebbe potuto succedere. Non volevo morire senza sapere cosa si prova ad abbracciare Hermione.” Guardò altrove, il volto rosso.

Harry fissò Ron. Nonostante tutto quello che avevano passato insieme negli anni, Ron non aveva mai accennato al fatto che qualcuno di loro poteva non farcela. Di solito sgranava gli occhi ed iniziava a balbettare del fatto che le cose non si sarebbero mai spinte tanto avanti e che si sarebbero presi cura l’uno dell’altro.
Guardando Ron adesso, Harry realizzò quanto fossero davvero cresciuti. Il suo migliore amico era un uomo. Un uomo con sogni e speranze, paure e dubbi, e con l’amore di una donna. Anche se sentire Ron parlare di morte gli aveva provocato un brivido freddo, Harry non avrebbe potuto essere più fiero di Ron che in quel momento.

Harry annuì piano. “Hai ragione.”

Ron sorrise. “Davvero?”

Harry ricambiò il sorriso. “Sì. Glielo dirò. Presto.”

Ron si mise sotto le coperte del suo letto a baldacchino. “Credimi, sarai felice di averlo fatto. Avere tutto questo sarà molto meglio che volerlo.”

“Quest’ultima informazione non era necessaria, amico, ma grazie lo stesso.”



Continua…


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Capitolo 11
*** La paura di Ron ***


Eccomi col penultimo capitolo di questa appassionante storia di MollieRMS dedicata alla Good Ship.
Grazie come sempre per le recensioni, stavolta davvero numerossissime: non posso che esserne felice. ^_^

Ora bando alle ciance e buona lettura. Ci sentiamo nei prossimi giorni con l'ultimo capitolo...

Ramona55 alias Patsan



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They Found Out


11. La paura di Ron



“Eccellente, signorina Granger. Dieci punti a Grifondoro.”

Hermione fece un sorriso e mosse la bacchetta, trasfigurando di nuovo la scimmia dall’aria confusa davanti a lei in una sedia. Guardò Ron ed Harry, che stavano avendo un po’ più di difficoltà con l’incantesimo. La sedia di Harry aveva dei peli e una faccia sul sedile, ma era ancora decisamente una sedia. La sedia di Ron strillava e si grattava con le zampe.
Ron la guardò torvo e agitò di nuovo la bacchetta, col solo risultato di far urlare la sedia più forte.

“Dannazione!” esclamò Ron, gettando la bacchetta sul banco con frustazione.

Ron!” sibilò Hermione “La professoressa McGranitt è proprio qui! Vuoi farti togliere dei punti?”

Ron crollò sul banco.

“Hermione” disse minaccioso “non cominciare. Non riesco a fare questo maledetto incantesimo. Quando mai avrò bisogno di trasformare una dannata sedia in una dannata scimmia?”

Hermione si voltò in fretta dalla sua parte e agitò la bacchetta verso la sedia di lui che giacque immediatamente immobile. Ron guardò torvo la propria sedia prima di sedercisi, raccogliendo la piuma e iniziando a grattare furiosamente su una pergamena.

Hermione incontrò lo sguardo di Harry che scosse il capo in segno d’avvertimento prima di tornare alla propria sedia. Lei lo ignorò e si rivolse a Ron. “Posso aiutarti...”

Ron sbattè una mano sopra il banco e immediatamente in aula si fece silenzio.

La professoressa McGranitt che era vicino a Seamus si voltò per fronteggiare Ron. “Cosa succede qui?”

Hermione si alzò, le guance in fiamme. “Niente, professoressa...” iniziò, ma Ron la interruppe.

“In realtà, professoressa, Hermione mi stava salvando da me stesso perchè sono troppo stupido per trasformare questa dannata sedia in una dannata scimmia!” Ron si colorò di un’allarmante tonalità di rosso mentre si metteva in piedi lentamente, torreggiando sopra Hermione e la professoressa McGranitt.

Gli occhi di Hermione lampeggiarono e lei si voltò incredula verso Ron. “Ron! Non parlare così ad un professore! Stavo solo cercando di…”

“Cercando di fare cosa? Evitare che mi rendessi ridicolo? E’ un po’ tardi per questo, no?”

“Basta!” abbaiò la professoressa McGranitt, gli occhi di fuoco. “Basta tutti e due! Cinque punti in meno a Grifondoro per ciascuno. Fuori tutti!” disse al resto della classe, che fissava incredula Ron ed Hermione.

Tutti iniziarono ad uscire dalla classe ed Hermione schizzò via prima che Ron avesse posto i suoi libri in borsa. Harry si appoggiò al banco mentre aspettava Ron.

“Cosa è successo?” chiese a Ron, che aveva un’aria scontrosa.

“Niente” buttò fuori Ron.

Harry sbuffò. “Certo. Cosa è successo?” ripetè e Ron gli lanciò un’occhiataccia prima di uscire in corridoio. Harry sospirò e scosse la testa, seguendo il suo amico nella Torre del Grifondoro.

***

Ron si buttò sul letto e chiuse le cortine. Prese una serie di respiri profondi e cercò di calmarsi.
Perché era così arrabbiato? Non riusciva a capirlo. Era la prima settimana di scuola e aveva umiliato sè stesso di fronte a tutti. Aveva fatto perdere dei punti a Grifondoro, ed Hermione...

Ron gemette e sferrò un pugno all’aria, incapace di controllare il misto di senso di colpa e rabbia che sentiva nel sangue. Perché era arrabbiato con lei? Cosa era successo? Lei voleva solo aiutarlo...

Si schiacciò i pugni sugli occhi e sospirò pesantemente. Era un idiota. Una testa calda, un irrazionale, stupido idiota. Si odiava.

Sentì la porta aprirsi e sapeva chi era. Sentì Harry sedersi sul suo letto. Ron si voltò di schiena, lontano da Harry, proprio mentre lui faceva da parte le cortine del letto di Ron con un colpo di bacchetta.

Harry fissò la larga schiena di Ron. “Mi costringi a mantenere la mia promessa, lo sai” disse alla fine.

“Di cosa parli?” replicò Ron annoiato.

“Ho promesso che se avessi ferito Hermione ti avrei picchiato, e l’hai fatto, perciò devo picchiarti.”

Ron sbuffò e si voltò per guardare il suo amico. Harry lo fissava con un’espressione imperscrutabile. “Non reggeresti il confronto, Potter.”

“Ho una bacchetta, deficiente” disse Harry acido agitando piano la sua bacchetta, dalla quale fuoriuscirono delle scintille.

Ron si voltò sulla schiena. “Sono un idiota. Lo so. Fa’ del tuo peggio. Me lo merito.”

Harry abbassò la bacchetta e guardò il volto abbattuto del suo amico. “Cos’è successo?” chiese con calma.

Ron sospirò e si coprì gli occhi con un braccio prima di parlare. “Non lo so davvero. E’ l’intera faccenda, sai? E’ il nostro ultimo anno di scuola e dovrò lavorare davvero duramente se voglio una possibilità di essere accettato al corso per Auror e non sono ancora stato capace di trasformare quella dannata sedia in una scimmia!”

Ron afferrò il cuscino e lo lanciò con forza attraverso la stanza. Harry tentò di frenare un sorriso di comprensione e disse “E questo cosa ha a che fare col fatto che hai aggredito Hermione?”

Ron si spostò a disagio. “Non sbaglia mai. E’ maledettamente perfetta. Ed io non riesco a combinare nulla di buono. Volevo farcela da solo per una volta, ma non ci sono riuscito. Lei è dovuta arrivare a salvarmi e questo mi è sembrato sbagliato, no? Per una volta, mi sarebbe piaciuto far le cose per bene senza che lei dovesse risolvere tutti i miei casini. Solo che stavolta sono esploso e ho rovinato tutto. Probabilmente non mi rivolgerà più la parola. Probabilmente vorrà lasciarmi…” disse, le lentiggini che risaltavano sul volto pallido.

Harry scosse la testa. “Non ti lascerà perchè sei un idiota. Lo sapeva fin dall’inizio.” Ignorò l’occhiataccia di Ron e continuò “Lei non è perfetta in tutto e lo sai. E’ un disastro nel volo, per dirne una, e tu sei un portiere bravo quanto Oliver, forse persino migliore.”

Potè vedere le punte delle orecchie di Ron diventare rosa, così riprese “Hermione non sa quando darmi un po’ di tregua – è sempre pressante. Ma tu...” fece una pausa mentre la sua voce si spezzava in modo imbarazzante “tu sai quando è il momento di lasciar calmare le cose. Mi conosci meglio di tutti. E questa è una cosa che Hermione non potrà mai fare. Tu sei il mio migliore amico. A lei voglio bene come ad una sorella, ma un migliore amico è un migliore amico.”

Ron guardò Harry. “Grazie amico” Harry scrollò le spalle, e rimasero in silenzio per un momento prima che Ron sospirasse di nuovo. “Ora viene il difficile.”

“Cosa vuoi dire?” chiese Harry.

“Devo farmi perdonare da Hermione.”

“Già. Questo è il difficile.”



Continua…



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Capitolo 12
*** Non è facile ***


A quanto pare l'attesa è finita... Eccoci finalmente giunti all'ultimo capitolo di questa storia che tanto ha appassionato i cuori di piccoli e grandi kickers.
Tradurla è stato una sfida e un piacere insieme e, devo ammettere, mi mancherà avere il pensiero di aggiornare la pubblicazione, o collegarmi per leggere le recensioni e i commenti...

Vabbè, sù, trattengo la lacrimuccia per i saluti e i ringraziamenti finali, ma ora, torniamo alla storia, perchè abbiamo lasciato i nostri due in una situazione decisamente non piacevole...

Buona lettura ^_^



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They Found Out


12. Non è facile


Ron sapeva esattamente dove andare. Camminava piano verso la biblioteca, le mani ficcate in tasca. Cercava le parole giuste per scusarsi. Dopo tanto rimurginare tutto ciò che era venuto fuori era un “Mi dispiace”.
Sospirò pesantemente. Era destinato a fallire.

Madama Pince increspò le labbra appena lui entrò. Ron le rivolse un sorriso pallido e oltrepassò spedito il banco della bibliotecaria prima che questa notasse che non aveva libri con sè. Si diresse verso il fondo della biblioteca, al tavolo di Hermione, quello a cui lei studiava sempre, nascosto dietro la sezione di Antiche Rune.

Si fermò ancora nascosto dagli scaffali e guardò Hermione. Raggi di mille colori entravano dalla finestra in alto sulla parete e bagnavano Hermione di un arcobaleno di colori. Un libro e alcune pergamene giacevano di fronte a lei, ma non stava leggendo. La fronte era poggiata sulla mano, gli occhi chiusi. Lo stomaco di Ron si contorse dolorosamente nel vedere lo sconforto di lei, sapeva che era colpa sua. Fece un respiro profondo e uscì da dietro le file di libri.

La testa di Hermione si sollevò, poi tornò in basso mentre lei afferrava il libro e iniziava a sfogliare le pagine. Ron prese una sedia e si sedette con calma. Guardò Hermione in silenzio mentre lei continuava a sfogliare le pagine del libro con dita tremanti.

“Ciao” disse infine Ron. Le dita di Hermione si immobilizzarono, ma lei non alzò lo sguardo. Ron sapeva che lei lo stava aspettando. Guardò le dita di lei sporche di inchiostro e la sua gola si bloccò. Amava Hermione ed era stato un completo idiota.

“Mi dispiace” disse semplicemente, incapace di pensare a parole migliori.

Hermione finalmente alzò lo sguardo su Ron, gli occhi rossi. Ron istintivamente allungò una mano per prendere quella di lei, ma Hermione la ritirò prima che lui potesse toccarla. Ron lasciò cadere la mano sul tavolo, ferito dal fatto che lei non voleva che lui la toccasse.

Hermione scosse piano la testa. “Perché lo hai fatto, Ron?” chiese con voce tremante.

Ron desiderava toccarla disperatamente, per confermare a se stesso che era reale, ma non riusciva a provarci di nuovo. Aprì la bocca un paio di volte prima di trovare la voce. “Perché...” disse incerto. Hermione lo fissava in silenzio e lui tenne lo sguardo fisso sul tavolo, sospirando pesantemente.

“Non lo so, okay? E’ stato semplicemente troppo. Tu ti sei comportata in modo brillante, ovviamente, e persino Harry è andato meglio di me, ed io non ci sono riuscito.” Fissava la propria mano, agitando le unghie l’una contro l’altra.
“Non posso farlo, Hermione” sussurrò, dando infine voce alla sua vera paura.

“Non puoi fare cosa?” chiese Hermione con calma. Lui non riusciva a guardarla. Era troppo umiliato. Le cose erano andate così bene tra loro, perché aveva dovuto rovinare tutto? Per quale ragione lei poteva voler stare ancora con lui ora che erano tornati a scuola, dove lei poteva ricordare che razza di deficiente era?

“Ron, cosa non puoi fare?” ripetè lei.

Ron fece una smorfia. “Non posso essere un Auror. Non ci riesco.”

Hermione si sedette meglio. Non era quello che si aspettava. Non era sicura di cosa si aspettasse esattamente. Questo non era come il loro piccolo litigio l’ultimo giorno alla Tana. Questa era una cosa grave – lui se l’era presa con lei senza una buona ragione, aveva imprecato verso un’insegnante e aveva fatto perdere dei punti a Grifondoro. L’aveva ferita.

Prima, dopo un vero litigio, avrebbero finto che non fosse successo niente. Certo, le cose sarebbero state forzate per un po’ di giorni, ma poi si sarebbero sistemate da sole piuttosto in fretta. Hermione sapeva che questa strategia non avrebbe funzionato ora. Non adesso che stavano insieme. Non poteva far finta che lui non l’avesse ferita. Faceva ancora più male, ora che lui aveva il suo cuore.

Hermione guardò Ron. Era bello proprio come durante l’estate. I capelli luminosi gli cadevano sulla fronte e gli occhi blu erano brillanti proprio come quando le aveva detto per la prima volta che la amava. Le larghe spalle strette nella divisa sbiadita, molto probabilmente appartenuta a Bill, che era quello che si avvicinava di più alla taglia di Ron.

Tuttavia il suo volto era diverso. La fronte era aggrottata e lui guardava in basso verso la sua mano sul tavolo tra loro. Hermione sentì la rabbia e il dolore smorzarsi mentre lo guardava. Qualcosa di peggio che perdere punti tormentava Ron.

“Perchè dici così?” chiese tranquillamente.

Ron alzò lo sguardo su di lei e fece un sorriso forzato. “Non lo vedi?” disse, la voce quasi disperata. “Sono ancora io. Qui. A scuola, sono sempre quello che incasina tutto. Non riesco a fare le cose per bene. Non riesco a fare il maledetto ‘vibra e agita’, sai? Mi hai sempre tirato fuori dai guai per tutto il tempo che siamo stati qui e non riesco a farlo da solo. Chiunque io sia stato quest’estate con te, chiunque tu hai pensato che fossi - quello che ti diceva sempre la cosa giusta ed era grandioso - quello non sono io. Questo sono io. Quello che fa perdere punti alla propria casa e che ti fa del male...” la sua voce si ruppe e lui scosse il capo, guardando di nuovo lontano da lei.

Hermione si alzò improvvisamente e girò attorno al tavolo. Si inginocchiò tra le ginocchia di Ron e gli circondò la vita con le braccia, posando la testa sul suo petto.

Lui si scostò, mettendole le mani sulle spalle. “No” disse, la voce che si spezzava ancora una volta.

“Tu sei troppo... io non sono...”

Hermione non voleva essere respinta, nonostante tutto. Rafforzò la sua presa su di lui e chiuse gli occhi. Cercava di trasmettergli un po’ di pace, di dargli il suo amore attraverso quell’abbraccio. Le mani di Ron alla fine si fermarono, una sulla sua schiena, l’altra posata sul collo.

Sentì le lacrime spuntare di nuovo, e le spinse indietro, per essere forte solo per un altro po’. Sollevò la testa e guardò in alto al volto turbato di Ron. Lui la stava osservando con espressione angosciata.

“Io ti amo” disse piano.

“Perchè?” sussurrò lui con voce rotta.

Hermione si sedette più dritta e passò una mano gentilmente nei capelli di Ron prima di farla scivolare per posarla proprio sopra il suo cuore. “Per questo” rispose. “Hai il cuore più grande che io abbia mai conosciuto. Sei coraggioso e buono e intelligente.” Ron iniziò a scuotere il capo, ma Hermione sollevò una mano sulla sua guancia, fermando quel movimento. Lui sembrava così vulnerabile, e lei pensò che il cuore le sarebbe esploso prima di riuscire a dire tutto quello che voleva.

“Ron” continuò piano “Non ho fatto mai niente per te, davvero. Certo, era più facile per te dare un’occhiata ai miei appunti o farmi controllare i tuoi compiti, ma tu hai fatto il lavoro, tu hai superato gli esami. Quel ‘vibra e agita’? Io sedevo là, agghiacciata, e tu hai fatto l’incantesimo. Lo hai fatto tu. Quindi cosa conta se non riesci ad eseguire la trasfigurazione al primo tentativo? Non ha importanza. Non importa a nessuno. Non importa a me. Ti amo, e niente cambierà questo. Tu sarai un Auror grandioso. Io so che puoi farlo.”

Ron coprì la mano di lei con la propria. “Non so come...” disse infine.

“Ti aiuterò io” disse Hermione gentilmente. “Mi permetterai di aiutarti? Lo faremo insieme.”

Ron sorrise un pò e annuì prima di stringerla a sè. Lei gli si sedette in grembo e Ron nascose il volto nei suoi capelli, le braccia strette attorno a lei. Hermione fece passare le dita nei capelli di lui proprio come aveva fatto durante il loro primo vero giorno insieme vicino al lago della Tana.

“Mi dispiace per oggi.” La voce di Ron era soffocata. “Sono stato un completo idiota e non avevo intenzione di ferire i tuoi sentimenti. Mi scuserò con la McGranitt se vuoi. Non lo farò più.”

Hermione rise leggermente. “Non fare promesse che non puoi mantenere, Ron.”

Ron guardò i dolci occhi marroni di Hermione e sorrise genuinamente per la prima volta da quando l’aveva trovata. “Mi dispiace davvero” disse serio.

“Lo so amore. Grazie.” Lo baciò dolcemente sulle labbra prima di alzarsi, tirandolo verso di sè.

“Ora, ti accompagnerò nell’ufficio della McGranitt.”

Ron sembrò imbarazzato. “Ehm, non credevo che mi avresti preso sul serio riguardo quella parte.”

“Oh, sì.” Hermione sorrise felice mentre lo conduceva fuori dalla biblioteca. “Perchè dovrei perdermi un’occasione del genere? Ascolterò tutto da fuori.”

“Grazie mille.”

“Prego, amore.”



FINE

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Bene bene bene. Così, è davvero finita...
Sapete, quando ho letto queste ultime righe sono rimasta un pò interdetta. Andavo alla ricerca di un altro capitolo. Mi sembrava una fine non fine in un certo senso. Un finale aperto che risolve un episodio, ma non chiude realmente i giochi...
Poi però mi son detta che forse così è anche meglio. Sostanzialmente la storia non si conclude. Anzi, a pensarci bene questo è realmente l'inizio... Insomma, Ron ed Hermione sono diventati una coppia da poco, e per quanto ci sia sempre stato un sentimento fortissimo tra loro, solo da poco tempo che si trovano a vivere questo sentimento alla luce del sole, consapevoli di quello che provano e di quello che prova l'altro/a per loro...
E adesso sono insieme davanti al mondo.

L'autrice mette queste parole alla fine del capitolo:

Okay, penso di aver creato un po’ di “Dawson’s Creek” qui, quando Pacey e Joey si mettono insieme. Strano. Comunque, mi sembra che le scuse di Ron potevano essere più serie. Hermione non voleva aggredirlo, voleva sapere cosa stava succedendo. Stanno imparando l’uno dell’altra – hanno bisogno di essere onesti e capire come le cose possono funzionare tra loro. Questo mi sembra credibile. Non credo che la vera Hermione sarebbe stata vendicativa se lui si fosse presentato a lei per scusarsi veramente. Perciò, ecco qui.

La storia di Mollie ha raccontato la loro lenta presa di coscienza di questa verità, e le reazione degli altri, e il loro cercarsi e trovarsi.
Il litigio era quasi necessario. Come dice il titolo di questo capitolo, non è facile, non lo è per nessuno, e per loro in particolare non lo sarà mai, perchè avranno sempre sulle spalle il peso di un'amicizia che hanno accettato con generosità e senza riserve, ma che li espone anche a tanti rischi, quella con Harry.
Ma sono insieme, e cresceranno insieme. E questa certezza lascia noi e loro alla fine di questa storia.
E così mi sembra giusto, quasi dovuto, dopo esserci impicciati un pò dei fatti loro, lasciarli andare: che vivano un pò la loro vita, noi, intanto abbiamo sognato un pò con loro...


Bè, è davvero finita. Ringrazio ancora una volta tutti quanti, ma proprio tutti quelli che hanno letto la storia, quelli che si sono entusiasmati e hanno sorriso con questi personaggi. Ringrazio chi ha voluto commentare, e gli affezionatissimi, che non si sono lasciati sfuggire un capitolo. Un enorme, grandissimo GRAZIE a tutti.
Grazie poi, naturalmente all'autrice di questa storia, perchè è solo merito suo se è così emozionante... THANK YOU, Mollie, di vero cuore.
E infine, permettetemi di ringraziare chi mi ha esortato e mi ha evitato grosse figuracce. Grazie per la consulenza, Lauren, e per tutto il resto, lo sai... ^_-



Alla prossima traduzione ^_^



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