On holiday

di Ciulla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1_With you in a tunnel of horrors ***
Capitolo 2: *** 2_Your corpse in the wardrobe ***
Capitolo 3: *** 3_Happiness make you hysterical, but I love you aniway. ***
Capitolo 4: *** 4_Smile, smile, smile - a smiling nurse ***
Capitolo 5: *** 5_I need the second version to judge ***
Capitolo 6: *** 6_Please, help me ***
Capitolo 7: *** 7_Yes? Yeeeeeeeeah! ***
Capitolo 8: *** 8_Love is blind ***
Capitolo 9: *** 9_Ewan in our home! ***
Capitolo 10: *** 10_Who's at the phone? ***
Capitolo 11: *** 11_After today everything will be right for them ***
Capitolo 12: *** 12_Death knocks on my door ***



Capitolo 1
*** 1_With you in a tunnel of horrors ***


La capanna a due piani dove io e Jude dovremo passare la notte non mi piace affatto. E’ una di quelle tipiche catapecchie in cui accadono le scene cruciali dei film dell’orrore, una di quelle dimore decadenti abitate da migliaia di ragni e schifosissimi insetti.
Dopotutto, però, non abbiamo altra scelta. Jude non può proseguire il viaggio in queste condizioni, deve riposarsi prima di continuare la ricerca di un villaggio abitato da un medico.
Maledetto il giorno in cui ho deciso di fare un’escursione nel bosco, cazzo. Ora siamo qui, costretti a passare la notte in questa maledetta capanna, senza campo sul cellulare, entrambi stanchi morti e lui con una ferita da arma da fuoco sulla gamba. Ferita, tra l’altro, in parte provocata da me. Ferita che non manca di ricordarmi, ogni volta che il mio sguardo si posa su di essa, quanto io sia incosciente, quanto sia incapace di prendermi cura di lui. Del mio Jude.
L’unica cosa utile ricavata da questa esperienza è l’aver capito quanto vale per me, quanto sia importante per me non perderlo. E d’ora in poi impiegherò la mia vita ad occuparmi di lui, a proteggere quel diciassettenne incosciente dall’alto dei miei ventiquattro anni.
Non so che effetto mi abbia fatto scoprire che è omosessuale. Gli avvenimenti seguiti a quella rivelazione mi hanno sconvolto e non ho avuto il tempo di rifletterci molto.  Insomma, sono un po’ ferito: continua a ripetermi che sono il suo migliore amico e poi mi tiene nascosta una cosa come questa?
Ma avrà avuto i suoi motivi, immagino. Motivi che, lo giuro sul mio onore, mi dovrà spiegare non appena si riprenderà da questa esperienza. Sempre ammesso che riusciremo a passare vivi la notte.
Forzo l’ingresso e lo aiuto a introdursi in questa maledetta casa degli orrori.


E’ stata davvero l’esperienza peggiore di tutta la mia vita. La peggiore e la più imbarazzante.
Quando i miei genitori mi vedranno con questo proiettile nella gamba, non mi faranno più andare in vacanza con Robert! E non potrei sopportarlo. Si erano fidati di me, e io ho tradito così la loro fiducia...
Perché è tutta colpa miase sono così gravemente ferito. Non avrei dovuto provocare così Ewan, ecco tutto. Ma le sue accuse mi hanno ferito nel profondo. Ma uffa, dovevo essere così sfortunato da decidere di fare una gita nel bosco proprio il giorno in cui era uscito per una delle sue stupide “battute di caccia”?
Rabbrividisco al ricordo del triste incontro.
Rabbrividisco al pensiero di quei suoi occhi addolorati che mi guardano con disapprovazione mentre scherzo e rido con Rob.
Rabbrividisco mentre mi torna alla mente l’espressione che aveva mentre mi accusava di non averlo mai amato, di aver sempre giocato con lui.
Mi odio al pensiero di aver confermato la cosa.
E svengo nel ricordare il dolore lancinante di quando il proiettile del suo fucile da caccia mi ha perforato la pelle conficcandosi dentro di me.


“JUDE!! JUDE!!” Lo schiaffeggio.
Mi è svenuto così, senza alcun apparente motivo, senza preavviso.
Ho paura che gli eventi di oggi siano stati troppo sconvolgenti per lui. Temo che l’aver incontrato quell’Ewan l’abbia profondamente scosso.
E la cosa peggiore è che non so come aiutarlo. Non so come aiutarlo perché tutto questo mi è nuovo. Non conosco questo lato della sua vita, non conosco questo suo ex-fidanzato, non so quale importanza abbia avuto per lui. L’unica cosa che so, non perché me l’ha detto lui, ma perché l’ho capito da solo, è che non è vero che, come ha affermato prima, non è mai contato niente.
Rinviene, aggrappandosi con foga al mio petto nudo.
Prima che qualcuno faccia commenti su questo particolare, la mia maglia l’ho dovuta stringere appena sopra il foro della sua ferita, per fermare l’emorragia. Cosa apparentemente inutile, visto che il proiettile, per grazia divina, è sistemato in una posizione tale da permettergli di funzionare come un tappo per il sangue. Comunque, Jude non può resistere a lungo in quelle condizioni, e io non posso farci niente.
Intendiamoci, studio medicina, sto per laurearmi, e so come estrarre il proiettile dal foro e come medicare la gamba, ma non ho gli strumenti necessari. E comunque sarebbe la prima volta che metto in pratica la teoria: non mi ispira l’idea di usare Judsie come cavia.
Alt. Come l’ho chiamato? JUDSIE?
Mmmm.... non riesco a usare bene il cervello, mi sa. L’avercelo tanto vicino, il sentire come si aggrappa a me come se fossi la sua unica speranza di salvezza mi deve aver mandato a morte i neuroni.
Perché mi vengono in mente pensieri perversi? Jude è appena svenuto e io mi permetto di osservare i suoi morbidi capelli, di contemplare il suo bel culo...
Oh mio Dio sono un pedofilo.
Basta, Jude ha bisogno di riposo. Lo sorreggo e lo aiuto ad avanzare nei bui corridoi. Lui si abbandona completamente a me.
Mi sento come se mi avesse affidato la sua vita. E mi piace.


Mi sento bene aggrappato a Rob. E’ confortevole, ha una stretta rassicurante. Come se volesse farmi capire che non mi lascerebbe mai cadere. Non da solo.
Pensavo mi avrebbe evitato, dopo aver scoperto che sono... sì, insomma.... Gay. Pensavo si sarebbe offeso perché gliel’ho tenuto nascosto. Ma non sapevo se fosse omofobico o no, e non potevo rischiare di perderlo, perché io... io... lo amo.
E sono spaventato. Non dai miei sentimenti, ho accettato già tempo fa di essere omosessuale, ma sono spaventato dal pensiero che forse lui ora si comporta così con me solo perché sono ferito. Forse, quando non avrò più FISICAMENTE bisogno di lui... sparirà. O forse vorrà delle spiegazioni che io non potrò dargli.
Mentre vago aggrappato a Rob e scortato da questi pensieri, le lacrime mi rigano il viso, che io nascondo nella spalla del mio amico. Lui mi stringe ancora di più a sé e riconferma quanto dicevo prima. Non posso permettermi di perderlo.
Non mi piace questo posto. E’ così buio... Mi sembra di essere nel tunnel degli orrori in cui ero andato con Ewan quando avevo sei anni.
Ewan... sospiro. E Rob aumenta la stretta.
Mi lascio andare completamente tra le sue braccia. Mi affido a lui, in modo che la mia vita sia in buone mani.



 
Jude è esausto. Deve dormire. A fatica lo trascino su per la traballante scala di legno per arrivare alle camere da letto. Lo sento borbottare qualcosa che assomiglia tanto a un “violazione di proprietà privata”, ma non lo ascolto. Tanto qui non ci viene nessuno da almeno mezzo secolo. A chi vuole che interessi una capanna abbandonata nel bosco?
Appena entriamo in una stanza, si lascia piombare sul materasso, dal quale si solleva una nuvola di polvere. Tossisco, sono allergico. Jude mi fissa, assonato, con lo sguardo preoccupato. Come se fossi io quello con la salute più compromessa, qui. Gli sorrido rassicurante, non sia mai che si inquieti inutilmente. In fondo sto bene, rischio solo un attacco d’asma... ma non posso permettermelo cazzo! Abbiamo già un morente, qua, un secondo sarebbe assolutamente superfluo.
“Hey Jude...” mi avvicino piano a lui per accarezzargli dolcemente i capelli. Sono morbidissimi, soffici, e non vorrei più staccare la mia mano dalla sua testa. Son costretto a farlo, purtroppo, quindi faccio scivolare la mia mano fino alla sua, stringendogliela forte. Il mio Jude ricambia la stretta, e poi fa sentir la sua voce. Mi era mancata così tanto...
“Rob...” E’ un mormorio appena accennato, quasi inudibile, ma almeno ha la forza di parlare.
“Rob...” Ancora. Aspetto un po’, forse deve dirmi qualcosa. Ma vedendo che non continua, lo guardo meglio, e mi accorgo che si è già addormentato. Quindi... Quindi stava dicendo il mio nome nel sonno... Non sono mai stato un tipo sentimentale, ma non posso impedire a una lacrima di solcarmi il viso. E’ stata una giornata difficile, devo riposarmi anch’io. Tento di alzarmi per andare a cercare un’altra camera, ma nel sonno la sua stretta sulla mia mano si fa ancora più forte. Lo guardo, commosso. E penso che in fondo non ci sia niente di male se solo per stanotte resto con lui.
Mi sdraio al suo fianco, sempre tenendogli la mano, stando attento a non sfiorargli la gamba ferita, e così, in pace col mondo e con me stesso, mi addormento insieme a lui. 




Angolo dell'autore
Rompo ancora :-)
L'ispirazione per questa specie di fic mi è venuta leggendo "il ritratto ovale" di Edgar Allan Poe xD Penso che la aggiornerò presto :-/ E spero non sia tanto male, anche se non ho uno straccio di idea su come farla continuare xDxD

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Capitolo 2
*** 2_Your corpse in the wardrobe ***


Mi sveglio di scatto, con un dolore lancinante alla gamba. Mi ci vuole un po’ di tempo prima di realizzare dove sono e cosa mi sia successo. E’ strano, sento una presenza al mio fianco. Oh mio Dio, ti prego, fa che questa casa non sia infestata dagli spiriti...
Ma la mano che stringe la mia non appartiene certamente a uno spirito, quindi mi faccio coraggio e do un’occhiata.  Sospiro di sollievo, è solo Rob.
Un momento, non è SOLO Rob! E’ Rob! Rob che mi sta stringendo la mano, che sta dormendo con me come se fossimo una coppia sposata! Mi piace, accidenti se mi piace!
Ok, facciamo ordine nei pensieri. Rimarrei volentieri a dormire con Rob -e non pensate male -  ma la gamba fa troppo male! Non riesco a riaddormentarmi in queste condizioni.
Rimango un po’ sdraiato a fissare il soffitto e riflettere. Riflettere su questa vacanza, su come la sto vivendo e su come l’avevo immaginata.
Pensavo sarei stato benissimo con Rob, ma... Mi manca la mamma. Se lei fosse stata qui niente di tutto ciò sarebbe successo. Lei ha un ottimo senso dell’orientamento, e non si sarebbe persa nel bosco. Lei avrebbe tirato fuori dal suo zainetto di Mary Poppins una valigetta del pronto soccorso e avrebbe fatto qualcosa per abbassare il dolore. E mi avrebbe portato di peso nell’ospedale più vicino.
 Chissà se si è preoccupata di non avermi sentito ieri sera... No, avrà pensato che si è scaricato il cellulare o cazzate simili.  Che motivo ci sarebbe di preoccuparsi, dopotutto? Sono con un adulto responsabile.
Mi stupisco dell’acidità con cui ho pensato quest’ultima frase, come se fossi arrabbiato con lui. Ma lui non  ha colpe. Non poteva immaginare che Ewan mi volesse ferire. E non è certo colpa sua se ha un pessimo senso dell’orientamento.
Improvvisamente mi ricordo il giorno in cui ci siamo conosciuti. Figlio di una collega di mamma, me l’ero ritrovato in casa durante una “visita di piacere”... E che piacere!! Siamo diventati subito amici, nonostante i sette anni di differenza, e abbiamo cominciato a raccontarci la storia della nostra vita. Mi raccontò quasi subito delle gare di orienteering nei boschi che faceva da piccolo, in cui arrivava sempre ultimo. Mi ricordo che io ridevo; non ho mai pensato che un giorno ne avrei risentito.
Sento che Rob si muove, forse si è svegliato. Chiudo gli occhi, non voglio parlare con lui in questo momento. Non so neanche il perché, ma non voglio.




Lo sento muoversi accanto a me, sento il suo sguardo addosso. Si è svegliato, ma faccio finta di niente. Lui si volta sulla schiena, immagino stia riflettendo fissando il soffitto. Lo fa spesso, anche di giorno quando siamo insieme. Mentre stiamo parlando, capita che lui all’improvviso si sdrai e si metta a pensare. E’ sempre tenerissimo quando lo fa... Con quegli occhioni luccicanti, che quasi puoi specchiartici dentro... Quegli occhi che riflettono la sua anima, i suoi pensieri, che sembrano vagare per mondi sconosciuti. Quegli occhi così... sognanti. Quegli occhi che amo.
 Quasi non resisto alla tentazione di “svegliarmi” e guardarlo...
Ma non faccio niente,  sto fermo e lui pure, le mani sempre allacciate.
Non so quanto tempo passi, fatto sta che dopo un po’ mi muovo, mi stiracchio simulando un risveglio, e lo sento irrigidirsi accanto a me. Lo guardo, ha gli occhi chiusi, il respiro irregolare.
“Jude?” Non mi risponde.
“Jude, guarda che lo so che sei sveglio..”
Sono ferito, capisco che non mi vuole guardare, ma non so il perché.
Lo vedo aprire un occhio, poi l’altro. Mi guarda, poi si volta dall’altra parte e serra le palpebre.
Beh, se non vuole la mia presenza non sarò certo io ad imporgliela. Lascio la sua mano, mi alzo, me ne vado a cercare un’altra stanza. Mentre esco mi sembra di sentire un singhiozzo, ma non mi fermo ad accertarmene. Se lui non mi vuole, lui non mi avrà.
 
 
Se ne è andato. Se ne è andato, cazzo! E io non ho fatto niente per fermarlo.
Lo capisco, in fondo, me ne sarei andato anche io se lui si fosse comportato così con me. Non so perché non voglio incrociare il suo sguardo, non so perché non voglio più parlargli. Son confuso, sono stanco. Singhiozzo, nascondendo il volto nel cuscino. Sto piangendo. Non so da quanto tempo non piangevo, l’ho sempre ritenuta una cosa da femminucce.
Basta, ora mi alzo e vado a cercarlo.
Certo che la gamba fa un male cane. Non c’è più Rob a sorreggermi, e appoggiarci sopra tutto il peso del mio corpo mi provoca un dolore assurdo. Mi ritrovo a chiedermi se a Rob farebbe piacere sapere quanto stia soffrendo per cercarlo. Probabilmente non gliene fregherebbe un tubo.
Aspetta un attimo... Cosa ho pensato?
Davvero son convinto che a Rob non importi niente di me?
‘Sì che lo sei’, mi dice una stupida vocina nella mia testa. ‘Pensi che se gliene fosse importato qualcosa, ti avrebbe protetto da Ewan. E’ per questo che non vuoi parlargli... Ti ha deluso...’
Stai zitta, stupida vocina, stai zitta. Ora devo cercare Robert, dopo faremo i conti anche con questa cosa.




Lo ammetto, ci son rimasto male. Speravo che si alzasse e mi fermasse, mi chiedesse scusa, mi spiegasse il perché del suo comportamento... Ma così non è stato.
Ho capito che è arrabbiato con me. Il perché, non lo so. E odio il fatto di non saperlo.
Sono entrato nella camera di fronte alla sua. Non gli imporrò la mia presenza, se non la vuole, ma la mia vicinanza sì, nel caso avesse bisogno di qualcosa. E poi non è che possa allontanarmi più di tanto, dopotutto sono costretto a dormire sotto il suo stesso tetto...
Mmm, forse costretto ha un’accezione troppo negativa. Non è affatto un peso per me dormire dove dorme lui. Anzi, è un piacere, finchè Jude non diventa intrattabile. Lunatico. Prima mi abbraccia e poi mi ignora.
Pfff.
Non riesco a riaddormentarmi. Mi manca la sensazione della sua mano nella mia, del mio corpo attaccato al suo.
Mi manca LUI. Dopo solo mezz’ora che non lo vedo.
Sono un caso disperato.
Sono un uomo innamorato.
 
Maledetta gamba! Fa un male boia, e come se non bastasse penso di avere la febbre. La testa sta per scoppiarmi, ho frequenti capogiri e una nausea assurda. Spero che Rob non sia lontano, io non rinuncio a cercarlo. Ho bisogno di lui. Solo che me ne rendo sempre conto in situazioni critiche. Perché, perché diamine sono così impulsivo?
E’ in momenti come questi che odio il mio schifo di carattere.
Entro nella camera subito accanto alla mia. Il letto e vuoto. Proverò nella stanza successiva.
Sto per uscire, zoppicando visibilmente, quando lo noto. Un armadio, un semplice armadio, con un’anta socchiusa.
Quell’armadio mi attrae. Sembra agire come una calamita su di me, sembra trascinarmi verso di sé, e io non posso fare a meno di muovere un passo dopo l’altro verso quel meraviglioso mobile. Me lo ritrovo davanti senza accorgermi di aver compiuto tutta quella strada. La mia mano si solleva da sola, come se il mio subconscio sapesse che quell’armadio contiene segreti che aspettano solo di essere svelati. Da ME.
Con un gesto repentino, spalanco l’armadio, giusto per avere un’idea del contenuto.
Urlo, e svengo. Perché è Rob che mi sta guardando dall’interno dell’armadio senza in realtà potermi vedere. Perche quelle labbra fredde, quegli occhi spenti appartengono a lui. Perché quello è il SUO cadavere.

 
Un urlo mi ha distratto dai miei pensieri. Cazzo, quella era la voce di Jude!
“JUDE! JUDE!” Comincio a urlare precipitandomi fuori dalla stanza per piombare nella sua. VUOTA.
“JUDE!!”
Esco dalla stanza, vado su e giù per il corridoio gridando come un pazzo, finché non noto una porta socchiusa. Mi precipito dentro e lo vedo steso per terra, bianco come un fantasma, davanti a un armadio vuoto.
“JUDE!” comincio a schiaffeggiarlo, finché non rinviene, sbattendo le palpebre, visibilmente confuso. Appena mette a fuoco il mio volto, assume un’espressione terrorizzata. Mi afferra per le spalle, stringendo forte, e in lacrime mi urla: “Rob!! Tu!! Il tuo cadavere!! Nell’armadio!!”
Sollevato, scoppio a ridere. La mia risata ha un che di isterico, devo dire.
“Jude, tu deliri. Hai le allucinazioni. E’ la stanchezza... Dai, ti accompagno a letto e poi vad...”
Non mi fa neanche finire la frase che è di nuovo in lacrime. “No, Rob, non lasciarmi, non lasciarmi...”
Ok, ricapitoliamo. Prima mi abbraccia come se fossi la sua unica speranza, poi la notte non mi risponde, non mi guarda, mi fa capire che vuole che io me ne vada; poi si alza, presumibilmente per venire a cercarmi, sostiene di aver visto il mio cadavere nell’armadio e sviene; infine mi prega di non lasciarlo.
Sì, comprensibile, direi. Lo prendo in braccio, gli lascio un breve bacio sulla fronte, lo accompagno a letto, mi stendo accanto a lui.
Lui mi abbraccia stretto. Penso abbia paura che io me ne vada.
Non può sapere che è l’ultima cosa che farei, in questo momento. 




Angolo dell'autore
Ciaooooo! Ecco il secondo capitolo :D
Non ho molte osservazioni da fare, a parte che non so da dove mi sia venuta l'idea del delirio della malatia. Probabilmente ancora da Edgar Allan Poe, mi sta influenzando troppo, devo smetterla di leggerlo. Sarà meno macabro dal prossimo capitolo. Anche perchè le vicende si svolgeranno di giorno :-)
Beh, grazie a tutti quelli che hanno recensito, grazie a tutti quelli che recensiranno, Grazie a Rob e Jude perchè esistono!!!

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Capitolo 3
*** 3_Happiness make you hysterical, but I love you aniway. ***


Mi risveglio accanto a lui, e nonostante mi faccia ancora male la gamba, sono felice. Lo trovo già sveglio, che mi fissa con affetto. “Ben svegliato, principino!”
Mi chiama spesso così, e ogni volta mi sento sempre più imbarazzato. Però accetto sempre i suoi stupidi nomignoli che mi affibbia... Quando lo fa è di buon umore, e io AMO Rob quando è di buon umore.
E’ simpatico, spiritoso, coinvolgente, sempre sorridente, disponibile...
La sua voce interrompe le mie riflessioni.
“Ehi bell’addormentato, è quasi mezzogiorno, ci mettiamo in cammino? So in che direzione dobbiamo andare, son passati degli escursionisti prima qui fuori e mi hanno indicato la strada per raggiungere il sentiero... Il programma sarebbe: casa, pranzo e ospedale.” Mi fa un occhiolino. “Ma vista la tua evidente sofferenza, mi sa che pranzeremo in ospedale.”
Ho capito solo una cosa dal suo discorso.
“Ma allora non sei rimasto sempre con me! Ti avevo chiesto di non lasciarmi!!!”
Non sono veramente arrabbiato, e penso che lui lo sappia, tuttavia diventa rosso e mi risponde mortificato. “Sono uscito a fumare una sigaretta, ma poi son tornato subito.”
Gli indirizzo un sorriso, ma mi si spegne subito, ricordando le mie riflessioni di stanotte.
“Senti, Rob...”
Mi guarda preoccupato, mettendomi una mano sulla spalla, aspettando che io prosegua. Ma non ce la faccio, è una domanda troppo stupida!!!
“Io... Tu... Tu... Mi vuoi bene?”
Lo sento tirare un sospiro di sollievo, lo sento stringermi forte, lo sento mormorare “No.”
Lo guardo interrogativo, forse un po’ ferito, e lui si sente in dovere di precisare. “Quello che provo per te non è semplice affetto, quindi non si può dire che io ti voglia bene. Tu sei tutto per me, Jude. Tu condizioni il mio umore. Se sei felice, sono felice, se sei triste, soffro. Sto male quando non ci sei, vado in... crisi d’astinenza. Sei la mia droga Jude, dipendo da te. Mi sembra di vedere il mondo in bianco e nero quando non ci sei, ma appena ti vedo mi restituisci i colori. Ed ogni volta è sempre più bello.
E tutto questo non è semplice affetto. Penso... penso che lo si possa chiamare... amore.”

 
 
“Quello che provo per te non è semplice affetto, quindi non si può dire che io ti voglia bene. Tu sei tutto per me, Jude. Tu condizioni il mio umore. Se sei felice, sono felice, se sei triste, soffro. Sto male quando non ci sei, vado in... crisi d’astinenza. Sei la mia droga Jude, dipendo da te. Mi sembra di vedere il mondo in bianco e nero quando non ci sei, ma appena ti vedo mi restituisci i colori. Ed ogni volta è sempre più bello.
E tutto questo non è semplice affetto. Penso... penso che lo si possa chiamare... amore.”
Gliel’ho detto! Era un sacco che questa cosa mi premeva dentro, e finalmente gliel’ho detto! L’esperienza di ieri mi ha fatto capire che potrei perderlo da un momento all’altro. E non sopporterei di separarmi definitivamente da lui senza che lui sappia la verità.
Beh, non lo sopporterei in ogni caso, ma... dettagli.
Lo guardo negli occhi. E’ strano quanto io mi senta calmo dopo questa dichiarazione.
Lui mi fissa con una faccia da pesce lesso.
Avete presente quando andate in pescheria e vedete uno di quei poveri animali fissarvi dalle bancarelle? Ecco, avete un’idea della faccia di Jude in questo momento. Manca poco che si metta a boccheggiare.
“Ehi Jude! Non mi dici niente? Non sei sconvolto, disgustato...? Ti ho appena confessato in un solo colpo di essere un frocio e un pedofilo!”
Sembra riscuotersi, mi sorride timido, incredulo, gli brillano gli occhi.
“Non penso proprio, Rob. Tu mi hai confessato di amarmi, e non ci vedo niente di male. Non c’è niente di sbagliato nell’amore. Soprattutto...”, lo vedo avvicinarsi a me.
“Soprattutto?”gli chiedo, passandomi la lingua sulle labbra diventate secche.
“Soprattutto se è ricambiato”
L’ha detto così a bassa voce che mi sembra di essermelo sognato. Ma di certo non mi sto sognando la sensazione delle sue labbra sulle mie.
Reagisco in ritardo al suo goffo bacio e lo stringo forte a me. Troppo forte: lo sento gemere quando la sua gamba ferita si scontra con la mia. Lo lascio andare, scusandomi abbondantemente, ma lui rifiuta le scuse e tenta di tornare sulle mie labbra. Glielo impedisco, ma sorrido al suo sguardo deluso. “Non sto rifiutando, Jude. Sto rimandando.”
Capisce. Sorride. Mi cinge le spalle mentre io gli cingo i fianchi per sorreggerlo, e ci avviamo verso il sentiero, per tornare a casa.
Che poi non è “casa”, è solo in affitto. Pagata, tra l’altro, con i soldi di mio padre, ricco imprenditore.
Ma comunque, per me, è casa ovunque si trovi lui.



Oh mio Dio. Oh my God. Oh mein Gott, insomma, avete capito.
Sto morendo. Sto per sciogliermi qui come un pupazzo di neve sotto il sole primaverile.
Mi ama mi ama mi ama mi ama mi ama mi ama qualcuno mi dia un pizzicotto per assicurarmi che questo non sia un sogno... Mi ama! Lui ama me! He loves me!! E non ho la più pallida idea di come si dica in tedesco ma l’emozione è comunque enorme!
“Ehi Jude! Non mi dici niente? Non sei sconvolto, disgustato...? Ti ho appena confessato in un solo colpo di essere un frocio e un pedofilo!”
Ah, già mi ero dimenticato che probabilmente la sua dichiarazione aspettava una risposta... mmm... si, giochiamoci il tutto per tutto.
“Non penso proprio, Rob. Tu mi hai confessato di amarmi, e non ci vedo niente di male. Non c’è niente di sbagliato nell’amore. Soprattutto...”
Mi avvicino a lui, divertendomi nel vederlo deglutire e rispondere in un soffio: “Soprattutto?”
“Soprattutto se è ricambiato”, mormoro, e mi avvento sulle sue labbra.
Lo ammetto, non so baciare bene. Non ho un ragazzo da due anni, da quando ho lasciato Ewan... Sono fuori allenamento...
Un momento. Non posso pensare a un altro mentre bacio Rob. Concentrazione.
E’ una sensazione fantastica, le sue labbra morbide schiacciate contro le mie mi fanno andare al settimo cielo. E lui sembra fregarsene di come io baci, anzi, mi stringe i fianchi e mi attira con forza verso di sé...
 Aaaaaaaaaaah!! La mia gamba, porca puttana, c’è dentro un proiettile, non trattarmela così male Robbie!
Non riesco a trattenere un gemito. Di dolore o di piacere, non lo so. Comunque lui lo interpreta come di dolore, mi lascia andare, profondendosi in inutili scuse. No no, caro Rob, non me ne frega più un tubo della gamba, restituiscimi le tue labbra! Mi ci avvento nuovamente sopra,  ma lui mi allontana.
Lo guardo, ferito. Dice di amarmi e poi mi rifiuta così?
Capisce, mi sorride. “Non  sto rifiutando, Jude. Sto rimandando.”
Okkey, bravo il mio principe azzurro iperprotettivo. Riprenderemo il discorso in un momento più consono.
Mi sorregge mentre mi accompagna verso il sentiero, di cui finalmente conosciamo l’ubicazione. Siamo entrambi persi nei nostri pensieri, non parliamo. Lui ogni tanto fa un saltello -che mi provoca una fitta di dolore alla gamba-, ogni tanto scoppia a ridere -se lui trova divertente vagare per ore in un bosco, buon per lui-, ogni tanto mi appioppa baci sulla guancia -... No, non ho lamentele da fare su questo punto-.
La prima frase che rompe il silenzio la pronuncio io, dopo circa tre quarti d’ora che camminiamo.
“Penso che la felicità ti renda isterico. Ma ti amo lo stesso.” 




Angolo dell'autore
Niente da dire, buona lettura xD

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Capitolo 4
*** 4_Smile, smile, smile - a smiling nurse ***


Dedico questo capitolo a S c r e a m, anche se sta per cambiare nick u.u


Gli stanno estraendo il proiettile dalla gamba. E mi hanno cacciato fuori dalla sala operatoria!
Magari lo stanno torturando, lo stanno uccidendo, stanno facendo degli esperimenti macabri su di lui, e io non sono lì accanto ad aiutarlo! Non so se si è capito, ma sono un po’ iperprotettivo.
So benissimo che non gli stanno facendo niente di male -o almeno spero- ma mi secca comunque non essere lì con lui. Son già passati 7 minuti e mezzo da quando mi hanno cacciato fuori e già muoio dalla voglia di sapere se hanno già cominciato, se sente dolore... Voglio essere lì a tenergli la mano e a dirgli di essere forte.
Ok, così mi sto comportando come un marito durante il parto della moglie, ma l’unica cosa che Jude partorirà sarà un proiettile dalla gamba, quindi rilassiamoci! E ripercorriamo gli ultimi eventi.
Dopo aver ritrovato il sentiero ci è voluto davvero poco per tornare a casa. Peccato che mi si è addormentato sulla spalla e ho dovuto portarlo in braccio per l’ultimo chilometro e mezzo.
L’ho depositato in macchina, ho avviato l’automobile, sono giunto all’ospedale, e poi mi hanno cacciato fuori dalla sala! Non è possibile!! Non hanno neanche voluto sapere come si era procurato quella ferita... Peccato, mi sarebbe piaciuto sputtanare quell’Ewan.
Almeno mi han permesso di portargli qualcosa da mangiare –magra consolazione-. Il fast food qua di fronte è ottimo. Certo che dopo una bella mangiata ci vorrebbe un pisolino...
“Robert Downey Jr?”, una dolce voce femminile mi richiama dal dolce tepore in cui ero caduto.
Addormentarsi in sala d’attesa mentre la persona che si ama è in condizioni critiche: cose da non fare nella vita.
“Sì, sono io...”
“Il signor David Jude Heyworth Law si è appena risvegliato dall’anestesia e chiede di lei. Se volesse farmi la cortesia di seguirmi...” Detto ciò, mi rivolge un enorme sorriso e si avvia.
Balzo in piedi, guardando frettolosamente l’orologio. Son già passate tre ora da quando siamo arrivati! Sono le cinque.
Quando giungiamo nella sala operatoria, Jude mi rivolge un enorme sorriso. Ha gli occhi stanchi, ma in fondo ad essi si intravede un calore che è tutto per me.
Mi siedo accanto a lui e gli prendo la mano, mentre l’infermiera di cui non conosco il nome ci fissa commossa dalla porta.
 
 
Mi sveglio dopo l’operazione, e la prima cosa che dico all’infermiera sorridente che mi chiede come sto è il nome di Rob. Quella, se possibile, allarga ancora di più il sorriso – mi stupisco che non le sia venuto un crampo alla mascella- e mi informa che l’amico che mi ha accompagnato è in sala d’attesa da tre ore.
Non so come faccio a trattenere le lacrime; pensavo che se ne sarebbe andato, invece è rimasto ad aspettarmi! L’infermiera mi sorride -sembra che non sappia fare altro- e si offre di andarmelo a chiamare. Sì, sì, sì, sì, sì, SÍ, SÍ, SÍ!!!
“Se non è di disturbo, mi farebbe piacere...”
Altro sorriso -e dai, basta!- e se ne esce.
La vedo tornare dieci minuti dopo, con il mio Robbie al seguito. Non posso fare altro se non rivolgergli un enorme sorriso - non è che l’infermiera ha una malattia contagiosa?-, mentre lui si avvicina a me e mi stringe la mano.
Vorrei dirgli tante cose, e penso che vorrebbe anche lui, ma c’è quella presenza insistente dell’infermiera senza nome che ci fissa dalla porta.
Vorrei dirle di spostarsi da lì, ma non vorrei essere scortese.
Comunque, a quanto pare a Rob non dà fastidio, visto che si china su di me e mi lascia un lieve bacio sulle labbra. No no no no non mi basta! Quasi non sono riuscito ad assaporare il suo sapore, non può staccarsi già! Sto per alzarmi e rifondarmi sulle sue labbra quando un urlo emozionato mi interrompe. Ci voltiamo entrambi verso l’infermiera, con uno sguardo perplesso, e la troviamo che ci fissa, emettendo gridolini di emozione, con gli occhi a cuoricino. Oh mio Dio, un’infermiera pazza ci doveva capitare. E poi che squittii che emette! Farebbero invidia a un topo in agonia! Mi sta tornando il mal di testa fatela smettere di lanciare queste grida assordanti!
Per fortuna ci pensa il mio principe azzurro.
“Mi scusi, potremmo... rimanere un attimo da soli?”
Lei smette subito con i suoi strilli emozionati, diventa rossa, si scusa, sorride - tanto per cambiare-, ed esce.
Rob mi guarda, io guardo lui.
E scoppiamo a ridere.

 
 
Troppo comica la scena con l’infermiera! Io e Jude quando è uscita non abbiamo resistito a scoppiare un una bella grassa risata.
Siamo stati lì dentro da soli per circa mezz’oretta. Non abbiamo parlato molto, avevamo la lingua impegnata in altro. Ma lui ha comunque trovato il tempo per dirmi che è innamorato di me. Sono felicissimo, mi metterei a saltare per tutto l’ospedale, se non fosse che tutti mi prenderebbero per pazzo.
A proposito di pazzi, non è l’infermiera di prima quella che sta venendo verso di me?
“Mi scusi...” Sì, è lei, e non solo sta venendo verso di me, ma ce l’ha proprio con me!
“Sì?”, rispondo nel tono più educato possibile, tentando di non scoppiare a ridere.
“Ecco...” La vedo molto imbarazzata, ma non ho intenzione di alleggerirle il compito. Prende un sospiro e poi parte a macchinetta a parlare, e chi la ferma più.
“Ecco prima di tutto volevo scusarmi per il mio comportamento di prima non so cosa mi sia preso insomma quando vedo due gay io vado in escandescenze mi spiace davvero io...”
“Ehi!! Respiri!!” Non ce la faccio a seguirla se parla così velocemente.
Lei sorride - ma sorride sempre?- e riprende a parlare. “Ecco, comunque... A parte le mie scuse, volevo anche informarla che il medico chiede che il suo... amico, insomma, il signor Law, venga trattenuto fino a domani. Dalle radiografie risulta una lieve frattura dell’osso, non grave, ma per un paio di settimane saranno necessarie le stampelle. Quindi penso che se vuole andare a casa e tornare a prenderlo domattina non ci sia problema...”
Sorrido forzatamente. “Io lo aspetterò, a costo di dormire in sala d’attesa.”
Sorride anche lei. “Me lo aspettavo. Vado a vedere come sta e a informarlo del fatto che dovrà fermarsi ancora un po’. Mi prenderò cura di lui, signor Downey. Non si preoccupi.”
Le indirizzo un sorriso - il primo sincero che le rivolgo- e la ringrazio, poi mi allontano. Non faccio in tempo a fare dieci passi che un’altra voce mi blocca.
“Ehi... Ehi mi scusi, signor... Downey?”
Mi fermo al suono di quella voce che pronuncia il mio nome con disprezzo.
Mi volto, e mi ritrovo davanti la persona che più odio al mondo.
Ewan.
 
 
L’infermiera rientra poco dopo che Rob è uscito.
E’ seria - miracolo - non sorride!
“Mi spiace informarla che lei non potrà tornare a casa stasera com’era nei suoi piani. Purtroppo ha una lieve frattura all’osso, la tratterremo per degli accertamenti, e domani mattina potrà lasciare l’edificio. Avremmo bisogno della firma di un genitore, ma ci basterà quella del suo amico, dato che è maggiorenne. E avrà bisogno delle stampelle per un paio di settimane. Inoltre, mi scuso per il mio comportamento ben poco professionale di prima.”
Ha detto tutto questo senza quasi prendere fiato, senza muoversi, sempre con l’aria seria. Quindi mi viene molto più spontaneo rivolgerle un sincero sorriso e chiederle se, date le novità, potrebbe richiamarmi un attimo Robert. Lei, disponibile come sempre, esce dalla stanza, per rientrarci pochi attimi dopo.
“Non le dispiace se glielo chiamo più tardi, vero? Sta parlando con qualcuno, un ragazzo biondino, occhi azzurri, sexy... Fossi in lei non mi ingelosirei però, sembrano piuttosto freddi nei confronti l’uno dell’altro.”
Mi sorride rassicurante.
Io però sono ancora fermo alla descrizione del ragazzo.
Ewan. Robert è la fuori con Ewan.
Sono spaventato, atterrito, terrorizzato. Ho dei fari che lampeggiano nella mia testa con la scritta ‘pericolo’.
Tento di alzarmi dal letto, ma l’infermiera mi respinge giù.
“Mi scusi, ho assicurato al suo amico che mi sarei preso cura di lei e così intendo fare. Quindi, se resta sdraiato, non sarò costretta a chiamare la sorveglianza per fermarla.”
Mi lascio cadere sul letto, dopo averle lanciato un’occhiata esasperata. Sono preoccupato cazzo. Non dimentichiamoci che Robert sta parlando con la ragione della mia visita in ospedale. 



Nota dell'autore
Questo capitolo non mi piace molto, ma mi serviva per reintrodurre Ewan che ha un ruolo importante u.u

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Capitolo 5
*** 5_I need the second version to judge ***


Odio. Odio profondo verso la persona che mi sta di fronte. Che cazzo vuole da me?
“Ehm... Piacere, Ewan. Ewan McGregor.” Mi porge una mano, che io evito accuratamente di stringere.
Son tentato di sputarci sopra, quindi che non si offenda.
Abbassa la mano dopo qualche istante, con una smorfia e poche, semplici parole.
“Son venuto a vedere come sta Jude, mi sento in colpa. Perché siete arrivati in ospedale solo ora? E’ passato un sacco di tempo dal nostro incontro...”
Sono venuto a vedere come sta Jude! Gne gne gne!’ Stupida checca, Jude non vuole essere visitato da te.
“Ci siamo persi nel bosco.”
Semplice e conciso. Bravo Robert.
“Oh.”
Qualche attimo di silenzio, poi ricomincia a parlare - potete essere certi del fatto che io non contribuirò molto alla conversazione-.
“Senti, capisco che tu sia arrabbiato con me, perché, insomma, ho aggredito il tuo ragazzo e...”
“Non è il mio ragazzo” lo interrompo, e rimango basito nel constatare che è vero, non è ancora il mio ragazzo. Mmm... Bisognerà sistemare presto questa cosa.
“Sì, comunque sia, capisco che tu sia arrabbiato con me. Ma se potessimo provare ad avere una conversazione civile, avrei qualche cosa da dirti...”
Se ve lo state chiedendo, no, non sta risvegliando la mia proverbiale curiosità.
“Non mi interessa quello che hai da dirmi, a meno che tu non voglia confessarmi che stai per suicidarti, in qual caso potrei addirittura arrivare a darti il mio appoggio.”
Con questo ben poco implicito augurio di morte, mi allontano, dandogli le spalle.
Purtroppo, mi sento afferrare per una delle suddette spalle, e voltare di peso.
“Ora tu verrai con me in sala d’attesa, e ascolterai la nostra storia. Mia e di Jude.”
Pretenzioso e orgoglioso. In poche parole: odioso.


 
 
No, cara infermiera, non ho fame. No, grazie, non ho neanche sete. No, non si disturbi a portarmi un libro, non ho voglia di leggere. No, non c’è una domanda a cui potrei risponderle affermativamente, a patto che quella domanda non sia: ‘Posso levarmi dai coglioni?’
No, non ho bisogno di una camomilla.
Che palle. Questa infermiera sarà anche simpatica e sorridente, ma mi sta facendo pentire di essermi fatto togliere quel proiettile. No, davvero, ne valeva la pena?
Io sono qua dentro a farmi coccolare e viziare da questa pazza con gli occhi a cuoricino mentre il mio Rob è chissà dove con Ewan. E lei non vuole neanche darmi il cellulare! Il MIO cellulare! Non capisco neanche perché me l’abbia requisito, tra l’altro. A quanto pare ai pazienti non è permesso usarlo dopo un certo orario. Ma se son solo le sei!
No, cara infermiera, non ho sonno. No, non mi gira la testa. No, non ho la nausea.
Aspetta aspetta aspetta... Il mio salvatore!!
E’ arrivato un medico, l’ha mandata via per visitarmi. Chiunque sia, lo adorerò in eterno.
“Ciao Jude. Sono il dottor Kilmer, ma puoi chiamarmi Val.”
Gli sorrido. Quest’uomo ha tutta la mia stima.
 

L’ho seguito in sala d’aspetto, tanto non ho niente da fare e niente da perdere.
Sono sicuro che quello che mi dirà non avrà il potere di farmi cambiare idea riguardo ai miei sentimenti per Jude. Non smetterei di amarlo neanche se sapessi che nella sua vita precedente era una puttana.
“Ehi, Downey? Mi ascolti?”
Ah, ma stava già parlando?
“Sì, scusa... Puoi ripetere?”
Ewan fa un sospiro esasperato. “Ero già a metà storia, quasi.”
Che fa, mi sfotte? Ma io ora gli spacco la faccia...
Anzi, rettifico: prima ascolto la storia e poi gli spacco la faccia.
Accavallo le gambe, per mettermi comodo durante il racconto, e lui contempla il mio gesto passandosi la lingua sulle labbra.
Lo so, sono arrapante - mi piace tremendamente questa parola!- ma che ci volete fare...
“Sì, io... Dicevo...”, sospira profondamente e poi comincia a raccontarmi tutto. Semplicemente tutto.
 
 
“Allora, tu sei David Jude Heyworth Law, nato a Londra il 29 dicem...”
“Sì, sono io.”
Dovete sapere che odio quando la gente ripete i miei dati personali ad alta voce. Mi infastidisce.
Il dottore sorride - e ora come minimo salta fuori che l’infermiera è sua figlia - e comincia a mostrarmi le lastre di un osso della mia gamba, parlandomi della frattura avuta, della necessità di tenere la gamba a riposo per permettere alla frattura di guarire e di non estendersi, e che cazzo io non ci capisco niente è Rob che sta per laurearsi in medicina qui, non io.
A proposito di Rob, chissà cosa sta succedendo con Ewan. Si saranno già presi a botte? Se sì spero che Robert gli abbia fatto un occhio nero. E magari anche spaccato un labbro. Se poi gli avesse sparato, non mi lamenterei, ma non posso volere troppo dalla vita.
“Ehi? Mi ascolti, Jude?”
La voce del dottor Kilmer mi riporta alla realtà.
“No, mi scusi dottore, io stavo pensando a...a... ad altro...”
Sorride. “Niente dottore. Io sono Val.”
Sorrido anch’io, di rimando. “Bene, Val. Comunque non la stavo ascoltando ugualmente.”
“Bravo ragazzo. Ora vado, tu riposati. Vuoi che ti chiami l’infermiera?”
“NO!!! Cioè, no, grazie. Non ne ho bisogno.”
Il dottore - Val, Val, si chiama Val! - scoppia a ridere. “Sai, è un po’ esuberante, a volte, ma è davvero l’infermiera migliore e più efficiente che abbiamo.”
Devono essere messi proprio male in questo ospedale. Se mai diventerò ricco farò una donazione per assumere infermiere competenti. E possibilmente che non spingano i pazienti al manicomio.
No, dai, però in fondo mi è sembrata coscienziosa.
Moooolto in fondo.

 
 
“Io e Jude ci conosciamo da quando abbiamo tre anni, eravamo vicini di casa a Londra. C’eravamo incontrati per caso in cortile, durante una nevicata, e dopo qualche minuto ci eravamo ritrovati a lavorare sullo stesso pupazzo di neve. Lui aveva una carota per il naso, io i bottoni per la pancia: ci completavamo a vicenda. Così è nata la nostra amicizia.
Col passare del tempo, è diventata una cosa molto più seria. Non consisteva solo nell’essere compagni di giochi. Eravamo alla stessa scuola, e ogni giorno uno andava sempre alla casa dell’altro, a fare i compiti, a chiacchierare, a fare merenda. Avevamo anche molti altri amici, ma per me esisteva solo lui, e lo stesso era per Jude.
Venne il periodo in cui si è adolescenti, si comincia a pensare a primi amori. I nostri compagni fantasticavano su belle ragazze con grandi tette e chiappe sode, noi eravamo attratti dal’altro sesso. Quello che secondo i nostri compagni cresciuti da genitori omofobici, era il sesso sbagliato.
Abbiamo avuto un paio di ragazzi, generalmente conosciuti in vacanza, ma mai niente di serio.
Questo finché non ci siamo trovati. Finché non abbiamo notato che dopo una delusione d’amore ci buttavamo l’uno nelle braccia dell’altro per ottenere consolazione. Perché cercare altrove, se la felicità era così vicina? Ci fidanzammo all’età di tredici anni, dieci anni dopo esserci conosciuti. Pur essendo ragazzini, avevamo ben chiaro quello che volevamo dalla vita.
Per un anno tutto andò bene. Eravamo felici, i nostri compagni cominciavano addirittura ad invidiarci.
Poi i suoi genitori dovettero trasferirsi a New York. Lui mi aveva giurato che ci saremmo sentiti ancora, che niente tra di noi sarebbe finito, ma io ero depresso. Tuttavia gli sono rimasto fedele, pur sapendo che di lì a poco non ci saremmo più visti.
Il giorno prima della sua partenza, mi vide mentre discorrevo con un mio amico, Guy Ritchie. Gli stavo parlando di quello che provavo, della confusione, dell’abbattimento per la partenza imminente di Jude, ma lui nel vederci così vicini ha frainteso tutto, e si è arrabbiato. E se l’è presa con Guy, pestandolo a sangue. Lui è rimasto in ospedale per tre settimane, e tuttavia non ha voluto denunciare il fatto.
‘Lo capisco, Jude ha ragione.’ Continuava a ripetere.
Mi è venuto qualche dubbio, ho indagato, chiesto in giro, e alcune foto alla fine mi hanno rivelato che Jude, mentre era fidanzato con ME, si vedeva anche con Guy. E non solo come amico. E i loro rapporti fisici non erano solo baci.
Mi ha spezzato il cuore. Quella sera l’ho chiamato. La prima cosa che mi ha chiesto quando ha risposto è stata come si sentiva Guy. Gli ho urlato contro tutto il mio odio, tutta la mia frustrazione, è lui ha capito che sapevo tutto. Allora mi ha semplicemente riattaccato il telefono in faccia. Ho provato a richiamarlo nei giorni seguenti, ma mi dava numero inesistente. Non ha risposto alle mie lettere, alle mie meil. Dopo quell’episodio, che è rimasto impresso nel mio cuore come il momento più brutto della mia vita, non l’ho mai più sentito né visto fino a ieri, e neppure Guy. Ha voluto tagliare i ponti con il passato, con tutto ciò che gli ricorda la sua codardia e il suo comportamento vergognoso.
Tuttavia, volevo rivederlo. E’ con questo desiderio che mi son trasferito qui a New York. Lui lo sapeva, ma penso non te l’abbia mai detto, come penso non ti avesse mai detto chi ero io o semplicemente che lui era gay. Quindi, alla luce di questi eventi, mettiti in testa una cosa. Il Jude che conosci tu non è vero. E’ solo una maschera, una finzione. Spezzerà il cuore anche a te, e se ne andrà lasciandoti solo. E allora non potrai dire che non ti ho avvertito.”
Sono rimasto in silenzio per tutto il racconto, e devo dire che mi ha coinvolto parecchio. Dietro l’odio e il disprezzo, intravedo del sincero dolore negli occhi di Ewan. Non ha mentito. Tutto quello che mi ha detto è la sacrosanta verità, ciò che lui davvero pensa.
Ma ho bisogno di una seconda versione della storia. Mi alzo, do le spalle a quel ragazzo borbottando un saluto, mi dirigo verso la stanza in cui tengono Jude. 




Angolo dell'autore
Ho già aggiornato, ed eccovi la storia di Jude ed Ewan... Ciaooooo

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Capitolo 6
*** 6_Please, help me ***


Finalmente sono rimasto solo. Niente dottore - Val! - e niente infermiera.
Potrei addirittura sentirmi bene se non fosse per l’assenza di Robert.
Un momento… Robert! C’è Robert! Sta parlando con Val fuori dalla stanza. Le uniche cose che riesco a sentire - e riesco a sentirle solo perché Rob quando è infuriato urla - sono “Ma che cazzo vuol dire che è finito l’orario delle visite?” e “O mi fa entrare oppure le spacco il culo!”
Vorrei fargli cenno di rilassarsi ma non riesco a smettere di ascoltare incantato la sua voce. All’improvviso vedo Val cedere, spostarsi e lasciar entrare Rob.
Sono felicissimo. Non vedevo l’ora di rivederlo, e lui si è messo a litigare con il personale dell’ospedale solo per me! Mi sporgo verso di lui per un bacio ma lui mi fissa sofferente.
Un momento… Ewan. Come ho fatto a dimenticarmi di Ewan? Chissà cosa  successo.
“Cosa ti ha detto?”, mormoro.
“Tutto”, risponde lui.
Tutto. Significa che gli ha raccontato di Guy, del mio comportamento da codardo. Gli ha raccontato della nostra storia, e di come io l’ho distrutta.
Rimaniamo in silenzio. L’unica cosa che mi impedisce di scoppiare in lacrime è il fatto che sia ancora qui con me, che nonostante tutto mi stia accarezzando i capelli.
“Jude”, mi chiede dopo un po’, “Puoi raccontarmi la vostra storia?”
“La sai già.”
“Voglio la tua versione.”
“Ho paura.”
“Non ti abbandonerò. Ti amo.”
 

 
“Sai già tutto Robert, quindi non la tirerò troppo lunga. Sappi solo che è tutto vero. Ho tradito Ewan con Guy - non so neanche il perché! - e poi ho mandato tutto a farsi fottere.
Non amavo Ewan. Gli volevo bene, era il mio migliore amico, lo è sempre stato. Mi sono messo con lui in un momento di debolezza. Avevo appena finito una storia con un ragazzo che avevo conosciuto al mare, Stephen Fry… Non era una rottura come le altre perché nessuno aveva mollato l’altro: semplicemente aveva fatto un incidente ed era morto.
Ho pianto tanto. Era un ragazzo così dolce, penso che alla lunga mi sarei potuto innamorare. Ed ero così depresso che mi sono buttato tra le braccia del primo disposto ad accogliermi. Ewan.
Non dubito che lui mi amasse davvero. Ma non ero felice; superato lo shock della morte di Stephen, avevo capito che grande errore avevo fatto. Ma non volevo lasciarlo, avrebbe sofferto troppo, mi avrebbe odiato, e io avevo bisogno di lui. Quindi affogai i miei dispiaceri nel’alcool. Ero messo proprio male, Rob, mi ubriacavo per dimenticare a soli tredici anni. E una sera conobbi Guy. Ero ubriaco, mi chiese di andare a casa sua, accettai e… Beh, successe quel che successe. Non mi era piaciuto per niente, ma a lui sì, lo capivo da come mi guardava. Io non provavo niente, lui era fortemente attratto.
Smaltita la sbornia, mi resi conto del tradimento che avevo appena compiuto. Ero in lacrime, e Guy mi consolò. Si fece raccontare tutto, e una volta svuotatomi mi sentii così bene che lo baciai.
Decidemmo di vederci, solo come amici, ma non riuscivamo quasi mai a tenere le mani a posto. Una carezza, un casuale contatto fisico e ci ritrovavamo a letto. O sul tappeto, o contro un muro, insomma hai capito cosa intendo. Poi i miei genitori scoprirono che mi ubriacavo e decisero di cambiare città. Mio padre ha continuato a lavorare a Londra, ma mia madre mi ha trascinato qui. Il giorno prima della partenza ho visto Guy e Ewan, e lui aveva una faccia piuttosto abbattuta. Ho pensato male. Ewan ti avrà raccontato che ho pensato uscissero insieme, ma in realtà ero convinto che Guy gli avesse raccontato tutto di noi. L’ho pestato, e mi sono fermato solo quando Ewan mi ha detto cosa ci facevano insieme. Mi son sentito tremendamente in colpa, e una volta trasferitomi a New York ogni volta che chiamavo Ewan gli chiedevo di Guy. Un giorno però Ewan ha cominciato a sbraitarmi contro. Capii che sapeva tutto, e nella ferma convinzione che gliel’avesse detto Guy, non ho voluto sentire nessuno dei due. In seguito, per mezzo di una terza persona, una mia amica rimasta a Londra che ormai non sento più da un anno, seppi che in realtà Guy non aveva detto niente, ma Ewan, sospettoso, aveva indagato e trovato delle foto compromettenti. Chi cazzo ce le ha scattate, non lo so. Dissi a Rachel che volevo scoprirlo, che dovevo scoprirlo,ma lei mi consigliò invece di tagliare i ponti con tutto e tutti qui a Londra, e io nella mia codardia accettai il suo consiglio. Conoscendo te ero riuscito a dimenticarmi di tutto, a non avere più alcun rimpianto. Ma ieri incontrando Ewan ho ricordato tutto e…”
Non riesce più a continuare, scoppia in lacrime, e io non riesco a fare altro se non abbracciarlo.
 
 
Non so come diavolo ho fatto a raccontargli tutto. Adesso mi guarderà disgustato, mi dirà che mi odia, che non vuole mettersi con un ragazzo che potrebbe mollarlo da un momento all’altro. Ma con lui… Con lui non sarebbe così. Io lo amo, lo amo davvero. Non potrei mai comportarmi così, non lo tradirei mai. Ma lui non lo sa! Lui non può saperlo!
E ora sono così confuso… Ho bisogno di parlare con Ewan, mi è tornata la necessità di sapere chi è che devo ringraziare per la pallottola. Se lui non avesse avuto quelle foto forse col tempo gli avrei spiegato io di me e Guy… Forse non si sarebbe arrabbiato così… Forse saremmo ancora amici.
Che bello immaginare di poter essere seduto con lui, magari nel suo salotto, a parlargli di Rob con gli occhi lucidi, come facevo ogni volta che avevo un nuovo ragazzo.
“Jude? Jude per favore non piangere così. Mi si stringe il cuore… Voglio fare qualcosa per te…”
“Chiamami Ewan.”
Vedo un centinaio di emozioni che gli attraversano la faccia. Odio, stupore, perplessità, confusione, e tanto, tanto dolore. Tenta di nascondere tutto sotto a un sorriso, ma non è un buon attore. Vorrei spiegargli che io amo lui, che non deve preoccuparsi perché voglio parlare con un amico di vecchia data, ma lui è già fuori, e rientra poco dopo al seguito di un perplesso - e commosso - Ewan.
“Devo andarmene?” Chiede poi.
Risponde Ewan per me. “Ti prego, resta.”
Rob annuisce piano, sempre con quella traccia di dolore in fondo agli occhi, e prende una sedia.
Ed eccoli tutti e due, l’uomo che amo e il mio ex migliore amico, entrambi chini sul mio capezzale. Mi sento come un morente in procinto di dettar testamento.

 
 
Prima di rivolgere le sue attenzioni a Ewan, Jude si volta verso di me e mi sorride.
Poi si concentra sull’amico. I due restano a scrutarsi per parecchi lunghi istanti, poi l’odioso McGragor scoppia in lacrime. Non riesco ancora a guardarlo con simpatia, e quelle lacrime mi sanno tanto di falsità.
Jude si sporge in avanti e gli accarezza i capelli. Continuano a chiedersi scusa a vicenda, e penso non abbiano altro da dirsi.
Sembra che Jude si sia dimenticato che è qui dentro per colpa della persona a cui ora sta accarezzando i capelli, e anche se mi costa dirlo è ben evidente l’affiatamento che c’è tra i due. Sono stati arrabbiati per anni e ora che si sono rincontrati sembra che non abbiano mai smesso di volersi bene. Ed è questo che voleva Ewan.
“Ehi… Ehi.” Mormora Jude piano. Ewan alza la testa e lo guarda, con gli occhi gonfi di pianto. “Ci siamo appena ritrovati” - faccio una smorfia al suono di quella parola - “quindi mi dispiace iniziare una nuova relazione” - altra parola irritante - “ Con questa domanda, ma ti prego… Dimmi chi ti aveva dato le foto.. Le foto mie e di Guy.”
“Non lo so” mormora lui con gli occhi bassi. “Non ci crederai ma non lo so. Me le son ritrovate nella cassetta della posta, senza nome, e soprattutto senza francobollo. Il postino mi ha anche fatto pagare una multa.” Sorrisino triste.
Jude sta fissando il pavimento, pensieroso. E davvero, è bellissimo quando pensa.
Alza la testa. “Ho bisogno di saperlo”, dice. “Ti prego, aiutami.”
Guarda anche me. “Aiutatemi.” 



Nota dell'autore
Ciau!
E fu così che Jude ed Ewan tornarono amici u.u
Ma... Ewan è sincero? I sospetti di Rob sono esatti? Jude sta peccando di ingenuità?
Il tutto nelle prossime puntate! :P

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Capitolo 7
*** 7_Yes? Yeeeeeeeeah! ***


Hanno acconsentito tutti e due, ma negli occhi di Rob c’era ancora sofferenza. Immagino cosa stia provando. Dopo aver capito che lo amo, deve essere terribile vedermi così impegnato per riallacciare i rapporti col mio ex e per capire chi è stata la vera causa della nostra brutale rottura. Come minimo penserà che lo ami ancora, ma non è così. Oltretutto, non l’ho mai amato.
Ieri sera, dopo che Ewan è andato a casa, quel pazzo di Rob ha dormito in sala d’aspetto, e alle sette ha firmato un paio di carte spacciandosi per mio tutore e mi ha portato via da quella gabbia di matti. Siamo in macchina da soli, in silenzio dall’inizio del viaggio. Penso che si aspetti che dica qualcosa.
Sospiro. “Rob?”
“Sì?” risponde. Dio, com’è freddo.
“Tu… Sei arrabbiato con me?”
“No”, risponde in fretta. Troppo in fretta. L’ho detto, non è un bravo attore.
Sospiro di nuovo. “Robert, capisco che gli eventi di ieri ti abbiano ferito. Sei triste perché non ti ho mai raccontato niente della mia vita sentimentale, di Ewan, di Guy. Sei triste perché nel momento in cui tu avevi più bisogno delle mie spiegazioni io ti ho chiesto di chiamarmi il mio ex. Sei triste perché mi sto impegnando per sapere chi è il responsabile di una rottura così crudele. Pensi che io voglia riallacciare i rapporti con lui perché lo amo. Ma io amo te Rob, e se non fosse avvenuta allora questa rottura, sarebbe avvenuta lo stesso quando ci siamo conosciuti.”
Lo vedo addolcirsi un po’, quindi continuo col mio rilassante monologo.
“Voglio capire chi gli ha dato quelle foto perché magari è una persona a cui do ancora fiducia, perché voglio capire la sincerità dell’affetto di coloro che mi circondano. E mi dispiace di averti tenute nascoste tante cose. Avevo paura della tua reazione. Però”, aggiungo maliziosamente, “Sbaglio o neanche tu mi hai mai detto di essere gay? Allora, quanti ragazzi hai avuto?”
“Ma io ero etero prima di conoscere te, Jude.” Mi dice semplicemente.
Quindi… Quindi… E’ diventato gay per amor mio? Che cosa teneeeraaaaaa!!!!!!!!! E chi cazzo se ne frega se sembro una checca impazzita, scoppio in gridolini eccitati battendo le mani. Mi sembra di essere un’infermiera di mia conoscenza…
 

 
Non riesco a trattenere una risata. Oh mio Dio Jude che fa la checca pazza non bisogna perderselo!
Siamo arrivati, parcheggiamo la macchina. Abbiamo ancora cinque giorni di vacanza davanti a noi e intendo godermeli al meglio. Con Jude. E per farlo, devo ancora chiedergli una cosa.
Lo aiuto a scendere dalla macchina, noto che mi stanno tremando le mani, ma non posso farci niente. “Robbie? Stai bene?”
Ma non è tenerissimo quando si preoccupa?
“Io… Si… No… cioè… Vieni in casa.”
Mi segue, allarmato dal mio comportamento nervoso.
Appena dentro, mi mette le mani sulle spalle e mi fissa, in panico. “Robert Downey Junior, mi vuoi forse dire che non mi ami più?”
Non è tenerissimoooooo????? Hiiiiiiiiii ora mi metto a fare anche io la checca pazza!
“No… Ecco… Io… Ti volevo chiedere… Tu…. Vussrmirgzzo?” Cazzo mi sono mangiato le parole dal nervosismo. Prendo un grosso respiro mentre lui mi dice: “Cheeeee?”
Uff. Stavolta ce la faccio. “Vuoi… Vuoi essere il mio ragazzo?”
Io e le mie ufficialità, non potevo ficcargli la lingua in bocca e interpretare la sua reazione come una risposta? No, e ora ci manca poco che mi inginocchi e tiri fuori una scatola con due anelli. Uff.
Ehi!! Ma che cazz… E’ svenuto!!!
 
 
Ok, svenire mentre la persona che ami ti chiede se vuoi metterti con lui non è propriamente una delle cose da fare nella vita. Sbaglio forse?
Sentite, non so cosa mi sia preso. Io lo vedevo pallido, sudaticcio, agitato, e mi aspettavo qualcosa di brutto… Quando mi ha chiesto la più bella cosa che potesse chiedermi devo essere entrato in stato di shock. Sono rinvenuto, ma non riesco a muovermi, riesco a malapena a respirare, ma posso vedere la faccia terrorizzata di Rob mentre mi rovescia in testa la quarta brocca d’acqua. Quinta, se contiamo quella di coca cola... Quel pazzo si è confuso con i liquidi, a quanto pare. Sono tutto appiccicoso!!
Ok, qua devo riprendermi in fretta.
Mi alzo di scatto, picchiando la fronte contro la sua. Tira un sospiro di sollievo. “Cazzo Jude mi è venuto un infarto!! Ti rend…”
Non lo lascio finire e urlo: “Sì!!”
Mi fissa perplesso, poi capisce e si illumina. “Sì??”
“Sììììììììì!”
“Sìììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì!”
“Sìsìsìsìsìsìsìsìsìsìsì!!”
Okkey. Benvenuti al festival delle checche isteriche.

 
 
 
Sìììììììììììììììììììììììì!! Ha detto di sììììììììììììììììììììììììììì!! Quasi non me ne rendo conto mentre lo sollevo di peso e lo faccio girare per tutta la stanza, mentre lui ride felice e mi stringe a sé.
“Ti amo, ti amo, ti amo Jude. Non mi importa cosa dice Ewan, tu non mi lascerai, o io ne potrei morire da tanto che ti amo. Ti amo, sei tutta la mia vita. Cesserei di esistere senza di te! Non so come ho fatto a sopravvivere per ventiquattro anni senza poterti avere! E non sai che frustrazione pensare di poter essere accusato di pedofilia perché ti amavo, ma pochi mesi e tu sarai legalmente mio… Ti amo Jude!!!”
Lui ride, ride, ride. E’ felice, ed è felice grazie a me. Che bella sensazione, che cosa magnifica. Dio quanto lo amo.
“Robert. Dal primo momento che ti ho visto ho amato l’idea di mia mamma di trasferirsi qui. E ho amato il fatto che avesse cominciato un nuovo lavoro, che le ha permesso di conoscere quella santa donna di tua madre. Ma ci pensi? Se loro non fossero diventate amiche non  ci saremmo mai conosciuti! Io le amo!!!”
Mi blocco. Mi avvicino a lui. “E me, Jude?”
Sembra non capire. “Te cosa?”
Sorrido. “Hai detto che le ami…”
Sorride anche lui, malizioso. “Amo anche te, Rob. Amo soprattutto te. Amo tutto di te.”
E mi bacia.
Il nostro primo bacio da fidanzati. Sento la sua lingua che mi accarezza le labbra, e apro piano la bocca, lasciandolo fare. E’ una bellissima sensazione.
Mentre mi sta comodamente esplorando la gola - e io sto godendo come ma ho goduto in vita mia, e mi sto pure eccitando - sentiamo il citofono.
Cazzo! “Mi ero dimenticato di dirtelo Jude! Mentre dormivi, ieri sera, ha chiamato tua madre. Le ho raccontato che eravamo nel bosco e c’erano dei cacciatori nelle vicinanze, e che uno ti ha preso per sbaglio con una pallottola. Ovviamente sono stati premurosissimi, ci hanno addirittura accompagnato all’ospedale e…”
“Vieni al dunque, Rob.”
Il citofono suona di nuovo. Jude mi guarda male. “Non mi dirai che…”
Sorrido. “Ehm… C’è tua madre che suona, che dici, le apriamo?”
  



Angolo dell'autore
Ciauuuuuuuu Questo capitolo è assolutamente inutile xDxDDD

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Capitolo 8
*** 8_Love is blind ***


Primo giorno da fidanzati, e lo dobbiamo passare con le nostre madri.
Si, perché insieme alla mia c’era anche la sua! Che cosa snervante.
Hanno anche voluto un caffè, e sono comodamente sedute sul divano a chiacchierare con Rob. Il quale Rob si mostra tutto felice e sorridente... Ma come fa?
“C’è qualcosa che non va, Jude caro?” La voce della mamma del mio ragazzo - adoro dirlo - mi distrae dai miei pensieri irritati.
“No, ehm, io... Mi sono scordato di mettere lo zuccherò nel mio caffè.” Rivolgo un sorriso palesemente forzato alla signora Downey e mi dirigo zoppicando verso la cucina, seguito poco dopo da Robert.
Soli in quel confortevole spazio, ci abbandoniamo l’uno delle braccia dell’altro, mentre lui mi accarezza la schiena mormorandomi dolci parole di conforto, più qualche rimprovero perché non sto usando le stampelle.
Eccola. La domanda fatidica che mi aspettavo. “Non vuoi dir loro di noi?”
Sospiro. “Mia mamma non sa che sono gay...”
“Neanche la mia. Ma sa che ti amo. Lo sapeva da prima che lo capissi io, e mi ha fatto promettere che le avrei detto tutto se... se fosse successo... Questo”
Annuisco piano, sorridendo. “Non hai paura che mia madre ti accusi di pedofilia?”
Scoppia a ridere, e anche io mi lascio sfuggire un risolino, pur tentando di restare serio.
“Ma ti va di scherzare?” Mi dà un ultimo bacio e mi trascina fuori dalla cucina.
Torniamo in soggiorno tenendoci per mano, e gli sguardi delle due donne si fermano stupiti su di noi quando ci vedono arrivare così.
“Mamma, signora Law... Dobbiamo dirvi una cosa.”

 
 
Appena uscito dall’ospedale, prendo il telefono e chiamo Guy. Aspetta questo momento da secoli, e infatti dopo pochi squilli mi risponde.
‘Ehi Ewan! Novità?’
‘L’ho trovato... Quei due coglioni si erano persi nel bosco, quindi sono arrivati in ritardo in ospedale.’
‘Anche tu, tesoro, dovevi proprio sparargli?’
‘Mmm, la rabbia del vederli così felici...’
‘Ma anche noi siamo felici, amore...’
‘Vero.’
Quanto mi piace mentire a quel povero ragazzino così ingenuo...
Se sapesse che lo sto solo sfruttando approfittando del suo amore.
‘Piuttosto, Ewan, dimmi che tipo è questo Rob...’
‘Che vuoi che ti dica, eccitante, buono per una scopata, ma niente di più. Lo sai che Jude ama gli uomini facili.’
Non risponde. Si è offeso, lo so, ma che ci posso fare se sono bastardo.
‘Comunque, Guy, il piano di vendetta continua, no? Ho trovato un modo per avvicinarmi a lui...’, e parto a raccontargli la storia delle foto.
‘Ottima idea, Ewan. Fingerai di aiutarlo a trovare le foto e intanto colpirai dritto al cuore...’
‘Si, si, certo. Ciao tesoro.’
Quanto mi è costato dire quella stupida parola.
‘Ciao amore.’
E quanto mi fa schifo la dolcezza di questa frase.
In fondo, mooooolto in fondo, un po’ mi spiace per Guy. Si innamora sempre dei più stronzi.
Ma che ci volete fare, è per questo che si dice che l’amore è cieco.

 
 
Riattacco e mi infilo una sigaretta in bocca. Questa storia della vendetta verso Jude mi piace sempre meno.
Ok, si è comportato male, ma tentare di rubargli il ragazzo mi pare un po’ eccessivo...
Poi da Ewan non me lo aspettavo: sa quanto si sta male, e non riesco a credere che voglia infliggere anche a qualcun altro una sofferenza del genere. Non importa se è il suo peggior nemico.
Quanto s sta impegnando per questa vendetta. E’ ar
E’ in momenti come questo che penso che lui in realtà lo ami ancora, che mi stia prendendo in giro. Che abbia ragioni più profonde per questa vendetta.
Ma non posso farci niente, ho commesso lo stesso errore che avevo commesso anni fa con Jude.
Mi sono innamorato. Mi sono innamorato di Ewan, e mi lascio sfruttare, me ne rendo conto, ma non posso farne a meno.
L’amore è cieco: ora capisco che significa.
 

 
“Mamma, signora Law, dobbiamo dirvi una cosa.”
Rimangono a fissarci basite, prima di scoppiare in gridolini eccitati, abbracciarsi e farsi le congratulazioni a vicenda. Io e Jude rimaniamo sconvolti di fronte a questa scena. Non ci credo! Quelle due sono pazze! Sono così... felici!
Lo giuro, non ho mai amato mia madre tanto come adesso.
“Ma... ma...” Jude sta balbettando accanto a me, e io gli stringo forte la mano.
Le due donne si staccano, e corrono verso di noi ad abbracciarci.
“Non sapete da quanto tempo stavamo aspettando questo momento...”
“Congratulazioni ragazzi, siamo così commosse...”
“Ma mamma! Io sono gay e tu non sei neanche un po’ stupita o scandalizzata?” La voce di Jude rompe questo mare di felicitazioni.
“Oh ma io lo sapevo già.”
Il mio Judsie ha la faccia sconvolta, e devo ammettere che anche io sono un po’ stupito.
“Non essere così sorpreso, figliolo. Tuo padre me l’aveva detto quando ancora eravamo a Londra, e pensa, io non ci potevo credere! Ha dovuto scattarti delle foto di nascosto e mostrarmele, foto di te e quel tuo amico, Ritchu, Ritchie, come si chiamava? Beh, comunque capirai che da tre anni a questa parte ho avuto tempo per abituarmi all’idea, e a vedere te e Rob insieme si capiva che c’era qualcosa...”
Le farneticazioni della signora Law si perdono nel vuoto, né io né Jude le ascoltiamo più. Lui mi sta fissando, pallido, gli occhi sbarrati. Ho paura che stia per svenire, non so cosa fare, sarebbe la seconda volta in una sola mattinata.
Ho paura. Ho un’enorme, incontrollabile paura.
 
 
 
Mio padre. Mio padre mi ha scattato quelle foto. Mio padre le ha date a Ewan, sapendo che mi vedevo con lui. Ma cosa lo ha spinto a farlo?
Mia mamma continua a farneticare, ma non la sto ascoltando. Sento Rob stringermi forte la mano e chiamarmi a bassa voce, preoccupato, ma non riesco a rispondergli.
Mio padre. Mio padre.
Mi sento svenire, ti prego, ti prego aiutami Rob, ho bisogno di te... Mi aggrappo a lui seppellendo il volto nella sua spalla, sperando che le due donne interpretino il mio gesto come un segno di sollievo per essere finalmente usciti allo scoperto, e sento Rob accarezzarmi la schiena, piano, tremante.
Lui capisce come mi sento, capisce la mia confusione, il mio dolore.
Mi sento già meglio tra le sue braccia. Sono in grado di pensare, di prendere la decisione giusta.
Devo parlare a mio padre. 



Angolo dell'autore
Eccovi i POV di Ewan e... tadadada! Guy!!!
Ed ecco chi ha scattato le foto?
Sorpreseee?
Ma per voi... E' stato il padre di Jude a darle ad ewan? O lui le a solo scattate?
E come andrà a finire questa storia della vendetta?
Alle prossime puntate!

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Capitolo 9
*** 9_Ewan in our home! ***


Mi avvicino di mala voglia alla casa che si trova all’indirizzo segnalatomi da Jude.
Non ho alcuna voglia di vedere il suo faccino sorridente mentre scherza con quel bastardo del suo ragazzo, ma il mio piano prevede che io me li faccia amici entrambi, quindi...
Suono il citofono. Passano interminabili istanti. Sto per convincermi che siano fuori casa, ma appena faccio per allontanarmi sento una voce femminile rispondere.
“Sì?”
Sorrido, ho riconosciuto la voce della madre di Jude, anche se è da tanto tempo che non la sentivo.
“Salve, signora Law! Sono Ewan McGragor, si ricorda di me vero? L’ex fidanzato di suo figlio...”
Sono piuttosto certo che lei, a differenza del marito, non sia a conoscenza dell’omosessualità del figlio. Il mio obiettivo, in questo caso, è quello di... No, non ho un obiettivo preciso, voglio solo essere bastardo.
“Ah, sì, Ewan, ciao! Sai, non è un bel momento per le visite, mio figlio si è appena messo ufficialmente con un ragazzo, Robert Downey Junior, e la situazione è molto commovente, intima e sentimentale, ma... Va bè, non  parliamone al citofono, sali caro, terzo piano.”
Sorrido mentre si apre la porta. E così si sono appena messi insieme ufficialmente... La mia vendetta sarà ancora più dolce.
 

 
Jude si è tranquillizzato abbastanza da non lasciare che le nostre madri notino lo sconvolgimento sul suo volto.
Continuo ad accarezzargli la schiena, affondando le dita nella morbidezza del suo maglione.
Improvvisamente suona il citofono.
Chi sarà a quest’ora?
Io e Jude siamo abbracciati e non sembriamo intenzionati a separarci, quindi la signora Law si prende il compito di rispondere al citofono.
Merda. Dalle poche parole che ho compreso, è Ewan, e non mi sembra proprio il momento di avercelo tra i piedi.
Poco dopo lo vediamo entrare tutto sorridente dalla porta, e io, per riguardo nei suoi confronti, mi scollo Jude di dosso, anche se malvolentieri.
Ewan si avvicina a noi e ci chiede a bassa voce se abbiamo notizie su chi è l’autore delle foto.
Non so ancora se possiamo fidarci di lui, ma a quanto pare Jude non ha dubbi.
“E’ stato mio padre.”
E sotto quelle semplici parole si rifugia una sofferenza così grande che non posso fare a meno di abbracciarlo di nuovo, mentre lui si abbandona completamente a me.


 
“E’ stato mio padre.”
Merda. Non era nei miei piani che lo scoprissero così presto.
Almeno non sapranno mai che io e lui eravamo d’accordo.
Mi ricordo benissimo il giorno in cui ho scoperto che Jude mi tradiva. Già lo sospettavo, ma ne volevo le prove. Per questo avevo fatto un patto con il padre di Jude.
Sapevo che teneva d’occhio Jude da un pezzo, perché a differenza del figlio mi ero spesso accorto che ci pedinava durante le nostre uscite.
Sospettavo che sapesse molto più di me sulla vita sentimentale di Jude, e per questo, quando l’ho visto con un amante in un locale gay, sono uscito allo scoperto e l’ho ricattato.
Siamo arrivati a un accordo, alla fine. Io, rivelando i problemi con l’alcool di Jude, avrei aiutato lui ad allontanare il figlio e la moglie da Londra, in modo che non scoprissero mai delle sue relazioni omosessuali; in cambio lui mi avrebbe fatto avere le prove che mi servivano.
E’ stato difficile abbandonare così Jude. Ma visti i miei sospetti, la rottura sarebbe avvenuta comunque.
Per questo, non molto dopo la partenza del mio “migliore amico” per l’America, il signor Law è venuto da me con le foto di Jude e Guy.
Le foto che secondo i due ingenui ragazzi abbracciati di fronte a me ho trovato nella cassetta della posta in una busta anonima.
Bah. E’ proprio vero che chi non sa mentire crede alla minima bugia che gli altri gli dicono.
Ora devo solo trovare una scusa per venire di nuovo in questa casa prima della fine della vacanza dei due amati piccioncini, possibilmente quando quelle due vecchie arpie delle loro madri non ci sono.
 

 
La visita di Ewan mi ha fatto molto piacere. Penso che col tempo riusciremo a tornare veri amici.
E questo fatto di venirmi a trovare solo per vedere se la mia ricerca aveva dato frutti mi ha davvero commosso.
Però... La felicità per la rinnovata presenza di Ewan nella mia vita non riesce a scacciare il senso di smarrimento che ho provato quando ho saputo che è colpa di mio padre se ci siamo odiati così a lungo.
Io mi fidavo di lui. Ero triste quando me ne sono andato da Londra lasciandolo lì, ho addirittura pianto.
Lui non era solo un padre per me, è difficile spiegare il nostro rapporto. Era... un padre amico. Mi rimproverava, mi educava, ma allo stesso tempo mi stava vicino, mi aiutava, e... mi pedinava perché non si fidava di me, mi scattava foto che alla fine capitavano nelle mani del mio ragazzo. Ma questo allora non lo sapevo.
Mi consolo pensando che potrei davvero cadere a pezzi se non ci fosse qui Rob a tenermi insieme.
 

 
Ewan se ne è andato, promettendo di tornare domani a vedere come sta la gamba di Jude.
Anche le nostri madri se ne sono andate: passeranno una giornata da questa parti e poi stasera torneranno a casa.
Jude sta molto male, ha la febbre alta e un mal di testa assurdo. Sono uscito a prendere delle aspirine in farmacia, mi fa male vederlo così e sapere che non posso fare niente per lui.
Un momento... Ma quello...
Merda. Non me ne frega un tubo se Jude lo ha perdonato, io odio Ewan e detesto incontrarlo in giro.
“Ciao Rob!”
Ah, ma siamo già passati ai diminutivi è?
Guardatelo, che occhi sporchi. Mi sta fissando in un modo ben poco casto.
Non so cosa abbia in mente, ma non mi farò imbrogliare da quest’individuo.
“Dove stai andando di bello?”
Deglutisco. Odio a parte, è davvero affascinante. Quegli occhi mi attirano, quel fisico è sexy. Il mio sguardo scende fino al cavallo dei pantaloni. Chissà se...
No no no!
Mi riscuoto immediatamente.
“Sto andando in farmacia. Jude non si sente troppo bene. Quindi, se non ti dispiace...”
Mi volto e comincio a correre verso la farmacia. Mi sto odiando per il temporaneo momento di debolezza di poco fa.
Improvvisamente, una mano mi blocca e mi volta di peso.
 
 
Che pirla. Il mister fedeltà-io-amo-Jude-e-solo-Jude si sta eccitando solo a fissarmi.
Ha lo sguardo di chi non avrebbe problemi a sbattermi sul primo muro disponibile... e probabilmente pensa lo stesso del mio sguardo, ma che ci volete fare, sono un bravo attore.
Si volta e scappa via, dopo aver biascicato qualcosa riguardo a una farmacia e a un Jude che sta male.
Chiaramente non lo lascio andare, ne va del mio piano; sono stato così fortunato da incontrarlo, e non posso lasciarmi sfuggire questa occasione.
Lo inseguo e lo raggiungo, felice di essere di sette anni più giovane - e agile- di lui.
Lo prendo per un braccio, lo volto di scatto e lo bacio.
E’ un bacio violento, a cui lui non risponde. Però non sta neanche tentando di respingermi, quindi tento il passo successivo: gli ficco la lingua in gola.
Cazzo!! Che male!! Quel bastardo mi ha morsicato la lingua!
Mi stacco da lui, col sapore di sangue in bocca, mentre lui ghigna soddisfatto per aver mantenuto il controllo.
Forse non sarà così facile come avevo previsto.
Gli indirizzo un ‘ci vediamo domani’ e mi allontano. 




Angolo dell'autore
Vi piace?? Ahahah che bastardo Ewan.
Ed ecco la verità sulle foto.
Beh, che dire?
Niente.
Ciao.

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Capitolo 10
*** 10_Who's at the phone? ***


Robert è uscito dieci minuti fa a prendermi le aspirine, e già io mi sento perso senza di lui.
Non vedo davvero l’ora di sentire il suono della porta che sbatte e della sua camminata familiare nel corridoio.
Ma questo confortevole suono tarda ad arrivare. Passano i secondi, i minuti. Sento il ticchettio dell’orologio che mi riempie la testa, mi sta ipnotizzando, non riesco a concentrarmi su altro.
Tic-tac, tic-tac, tic-tac, così preciso e regolare. Tic-tac, tic-tac, tic-tac, comincio a far ondeggiare il capo al ritmo delle lancette.
Tic-tac, tic-tac, tic-tac, sbam! Finalmente questa monotona regolarità è rotta dallo sbattere della porta di ingresso, e poco dopo vedo Rob entrare in salotto, pallidissimo, tanto che sembra più ammalato di me.
Lo guardo, spaventato. “Rob? Rob che è successo?”
“Ho incontrato Ewan”, mormora.
“E?” lo spingo a continuare. E’ chiaro che c’è dell’altro.
Rimango di sasso ad ascoltare le sue parole.
“Mi ha baciato.”
 
 

Oddio. Chissà come la prende, adesso. Mi odierà? Mi caccerà via?
Ne avrebbe tutte le ragioni, anche solo considerando il fatto che io non mi sono tirato indietro.
Non all’inizio, almeno.
“E... E tu?”
E’ un mormorio indistinto, che rivela lo shock che ha subito alle mie parole.
Mi sento tremendamente in colpa. Stava già male, non avrei dovuto turbarlo con quest’informazione. Ma non sia mai che lo venga a sapere da qualcun altro... magari proprio da quel bastardo.
“Io... inizialmente non ho fatto niente... ero sconvolto...”, dico, e lo vedo impallidire sempre di più. Cazzo ma devo raccontargli tutto?
Almeno la seconda parte è a mio favore.
“Ma poi mi son ripreso e gli ho morsicato a sangue la lingua.”
Rimane un attimo in silenzio, riacquistando colore, e poi scoppia a ridere.
Mi unisco alla risata, più per il sollievo che per altro, e mi lascio cadere accanto a lui sul divano dove è sdraiato. Jude, alternando risate e singhiozzi - e poi quello isterico sarei io - mi abbraccia, e mormora poche confuse parole.
“Dopo lo chiamiamo e gli diciamo che non può venire. E’ un traditore. Lo elimineremo dalla nostra vita, io... non permetterò che ci divida... Io... Non mi importa se gli voglio bene, io...”
Scoppia a piangere. Lo stringo forte a me, riempiendolo di baci e mormorando parole consolatorie.
Lui si addormenta così, tra le mie braccia.
Beh, sono persino meglio dell’aspirina.






 
 

E’ da ieri che non sento Ewan. Continuo a inviargli sms affettuosi, ma vengono costantemente ignorati.
Eppure è da mezz’ora che mi fa squillare il cellulare.
Non faccio neanche a tempo a tirarlo fuori dalla tasca che lui smette. No, bello mio, non ti richiamo. Neanche io voglio spendere soldi.
Aspetta, questo squillo è più lungo del solito, quindi probabilmente non è lui. Estraggo il cellulare di tasca e leggo ‘Ewan <3’ Sul display. Rispondo prima che possa cambiare idea.
‘Ehi amore! Come stai? Perché non mi hai risposto agli sms? Mi manchi tanto...’
‘Sì,Guy, lo so, non devi dirmelo ogni volta. Senti, sono stato a casa loro e...’
Lo sto ascoltando con un orecchio solo, ma mi sembra di capire che ha baciato Robert, lui gli ha morsicato la lingua e che domani andrà a trovarli di nuovo. Oh, e vuole che lo raggiunga in America.
Ewan? Sinceramente, vai a farti fottere.
‘Certo, prendo il primo aereo e vengo lì per compiere la vendetta.’
Ciò che lui non sa, è che la vendetta che voglio compiere io non è più verso Jude, ma verso lui.
Ho riflettuto molto, e devo dire che Ewan si è comportato da grande bastardo. Mi ha sfruttato, ha usato il mio amore per i suoi scopi. Una volta non era così infimo, non sarebbe arrivato a tanto. La storia con Jude l’ha cambiato, ma non mi sembra una buona scusa per comportarsi così male.
E glielo farò capire, una volta per tutte.
Aspettavo questo momento da giorni, e avevo già deciso che oggi sarei andato in America.
Mi dirigo verso l’aeroporto. Il mio volo è tra un’ora.
 

 
Ok, ho convinto quell’ingenuo del mio ‘fidanzato’ a raggiungermi. Ora non mi resta che aspettare il suo arrivo, andare a casa di Jude e del suo stupido ragazzo e... Mi suona il cellulare.
Ti prego dimmi che non è Guy che ha cambiato idea perché sarei capace di ammazzarlo.
No, è un numero che non conosco.
‘Pronto?’
‘Ciao Ewan, sono... Mmm... Sono Robert...’
Deve proprio gemere mentre è al telefono con me? Immagino che Jude sia accanto a lui. O sopra. O sotto. E chissà cosa gli sta facendo.
‘A sì, Robert, ciao...’ Che voce sexy che mi è uscita. Sono un attore degno di oscar.
‘Senti,’ - ometterò tutti i suoi mugolii di piacere tra una parola e l’altra - ‘Jude ti voleva dire - purtroppo non può perché ha le labbra impegnate - che domani non sei il benvenuto. Non vuole amici doppiogiochisti. Ciao ciao.’
Mi ha riattaccato il telefono in faccia.
Porca puttana. E ora che faccio?

 
 
 

Aaaah che goduria riattaccare il telefono in faccia a Ewan.
Vendetta, dolce vendetta! Sono pronto a scommetterci che c’è rimasto di merda.
Quando Jude si è svegliato e mi ha letteralmente ordinato di chiamarlo, ho provato una gioia incomparabile.
Ora stiamo vedendo un film, ‘Sherlock Holmes’. E’ davvero fantastico. L’attore che fa Watson è molto sexy - non esterno il mio parere per paura che Jude si ingelosisca - ma come abilità nel recitare preferisco senza dubbio quel gran pezzo d’uomo del protagonista.
La suoneria del cellulare di Jude interrompe la visione.
“Ehi, Jude, se è Ewan posso rispondere io?”
Sorride. “E’ un numero che non conosco”, mi comunica, prima di rispondere. ‘Pronto?’
Dall’altra parte esce una voce sommessa.
‘Jude? Sei tu?’
‘Si... chi parla?’
‘Aspetta, sei da solo?’
‘No, ma...’
‘Vai in una stanza vuota, in modo che nessuno ti possa sentire.’
Jude si alza. Faccio per seguirlo, ma lui mi ferma per una mano e si dirige verso la cucina.
Chi sarà ora?
Vorrei seguirlo, ma non mi è mai piaciuto origliare. Rimango a fissare lo schermo, mentre Sherlock Holmes mi fissa da una posizione ben poco elegante, fermo nell’espressione che aveva quando abbiamo bloccato la riproduzione del film.

 




Nota dell'autore
Eeeeeee boh.

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Capitolo 11
*** 11_After today everything will be right for them ***


Dopo la telefonata, sono tornato in salotto e ho chiesto a Rob di richiamare Ewan, rinnovando l’invito per il giorno dopo.
Lui mi ha guardato ferito, chiedendomi spiegazioni che non gli posso dare.
Ma capirà tutto. Il più presto possibile.
Il resto della giornata è passato in un soffio tra film, pasti e coccole.
Siamo andati a dormire insieme, e mi sono addormentato stretto a lui, in un abbraccio che sapeva di eternità.
Ed ora siamo qui, ad aspettare, io con impazienza, lui con rabbia, la visita di Ewan... E Guy.
Si, perché ci sarà anche lui, anche se Rob non lo sa.
Beeeeeeeeeeeeeeeeeeeep.
Il citofono. Finalmente. Mi fiondo ad aprire il portone d’ingresso, mentre Rob mi osserva con uno sguardo freddo, chiaramente infastidito da tanta mia impazienza.
Gli accarezzo con dolcezza il viso.
‘Capirai tutto, Rob’, penso. ‘Te lo giuro.’
Dlin-Dlon!
Il campanello della porta. Vado ad aprire,
“Ewan, bentornato! Guy? Che sorpresa! Entra, entra. Lui è Rob, il mio ragazzo...”

 
 
Ora mi sento in pace con me stesso.
Ho raggiunto Ewan, mi ha raccontato il suo piano; poi ho chiamato Jude, ci siam riappacificati e messi d’accordo per gli eventi di oggi. Ed eccomi qui, con una macchina fotografica in mano e con un cuore spezzato - il mio - nell’altra.
Dopo questa infernale giornata i due fidanzatini potranno godersi il resto delle vacanze in santa pace.
Dopo oggi questo incubo finirà.
 

 
E finalmente, eccoci qui.
Ieri, quando Robert mi ha richiamato per scusarsi e invitarmi ufficialmente qui, stavo per svenire dalla gioia. Non so perché l’ha fatto, ma probabilmente devo ringraziare la grande capacità di Jude di sentirsi in colpa.
Poche ore dopo la chiamata sono stato raggiunto da Guy, e gli ho spiegato il mio piano.
E’ molto semplice: io attiro Robert in cucina e lo bacio, Guy ci segue di nascosto e ci fa una foto, che poi mostreremo a Jude. Se lo conosco bene, con la sua impulsività e il suo egocentrismo, reagirà come una donna e si metterà a strillare contro Robert, non accettando spiegazioni e mollandolo.
E io non potrei desiderare di meglio.

 
 
E’ orribile averli qui in casa.
L’ex di Jude e l’amante con cui Jude tradiva il suo ex.
Sembrano qui apposta per ricordarmi che Jude non è sempre stato mio, per  ferirmi, per disilludermi.
Li odio.
Devo allontanarmi.
“Desiderate qualcosa? Un tè, un caffè?”
“Io un caffè, grazie”, dice Guy.
“Anche per me”, commenta Ewan, per poi aggiungere un ‘vengo ad aiutarti.’
“NO!!”
Glielo urlo praticamente in faccia, ma lui si limita a sorridere e a seguirmi. Mi sembra di vedere Guy, che tra l’altro ho scoperto essere il ragazzo di Ewan - anche se Ewan non sembra tanto convinto - rivolgere uno sguardo di intesa a Jude. Chissà che hanno in mente.
Non posso fare altro se non farmi seguire in cucina, e poi, come prevedibile, farmi sbattere contro il muro e baciare.
Ma questa volta non mi faccio prendere alla sprovvista, e lo allontano subito da me, con forza.
Non abbastanza in fretta, cazzo. Ho sentito i passi di qualcuno - non di Jude, quindi immagino sia Guy - che si allontanavano verso il soggiorno. Probabilmente ci ha immortalati mentre mi baciava... Aveva una macchina fotografica... Ecco qual era il loro piano! Adesso Jude penserà che lo tradisco, e Ewan e Guy si saranno vendicati.
“Jude!”, grido correndo verso il soggiorno.
Lo trovo che sta guardando la digitale di Guy, con un’espressione soddisfatta sul volto.
Sono in lacrime, non riesco a capire che stia succedendo.
“Jude! Jude non guardarla! Ti prego, non crederci, non è come sembra...”
“Non è come sembra? Ah, quindi non è vero che Ewan ti ha sbattuto contro un muro per baciarti e tu l’hai crudelmente respinto dandomi un’enorme prova di fedeltà? Eppure questo video lo mostra abbastanza chiaramente...”
Rimango senza parole, non come qualcuno alle mie spalle che urla infuriato il nome di Guy.
 
 
Vedo Jude avvicinarsi a me.
“Ieri Guy mi ha chiamato e mi ha raccontato tutto, Ewan. Tutto di voi, ma soprattutto, tutto del tuo piano di vendetta. Inizialmente voleva aiutarti, ma poi si è reso conto di quanto tu lo sfruttassi e ha cambiato idea.
Sì, mi ha raccontato tutto e ha salvato la relazione mia e di Rob.
Sì, mi ha raccontato tutto e ha rivelato al mondo intero che razza di bastardo tu sia.
Sì, mi ha raccontato tutto smettendo di essere il tuo giocattolino.
Soddisfatto? Hai subito le conseguenze del tuo vergognoso comportamento.”
Sono disgustato. Disgustato da Guy, da Robert, da Jude, dall’amore, dal mondo intero.
Rivolgo un ‘traditore’ a Ritchie, e mi dirigo verso la porta di ingresso, tentando di fare almeno un’uscita dignitosa.
Prima di arrivare alla porta, però, mi volto verso Jude e gli racconto tutto.
Gli racconto del vero motivo per cui si trova qui a Londra. Del tradimento di suo padre, del suo comportamento vergognoso. Lo vedo diventare più pallido ad ogni mia parola, lo vedo aggrapparsi al collo di Robert, lo vedo piangere, lo vedo soffrire per causa mia.
Una piccola vendetta personale l’ho avuta.
Apro la porta, esco, e mi dirigo verso casa mia.
 

 
“Beh, il mio ruolo qui è finito.”
Rivolgo a Robert e Jude un sorriso forzato. Mi spiace andarmene di già, ma hanno diritto alla loro privacy. Gliene abbiamo già rubata troppa.
“Mi spiace per tutto quello che è successo e...”
“Grazie Guy”, mi interrompe Jude, mentre Robert aggiunge un sentito ‘ti saremo sempre debitori.’
Avvolgo Jude in un abbraccio fraterno e stringo la mano a Robert.
So che non finirà così, so che li rivedrò, ma mi fa male andarmene di già. Ho ritrovato un amico, è lo devo lasciare.
Corro via, per nascondere le lacrime, mentre gli eventi di oggi mi cadono addosso.
Ho perso il mio ragazzo, ho tradito la sua fiducia.
Eppure... Se potessi tornare indietro... Lo rifarei.
 

 
Robert mi guarda felice.
“E’ finito tutto?”, mi chiede.
Annuisco, sollevato almeno quanto lui.
“Possiamo amarci tranquillamente ora? Nessuno ci disturberà?”
Scuoto la testa.
Robert mi culla dolcemente, e io scoppio a piangere tra le sue braccia.
“Amore mio... Tesoro... So che sei sconvolto per le novità, ma se tuo padre non avesse fatto quel che ha fatto non mi avresti mai conosciuto...”
Sorrido dolcemente, mentre penso che, pur scherzando, Robert ha avuto ragione.
“Ti amo.”
Lo dico col viso bagnato sepolto nella sua camicia. Lo dico piano, a bassa voce, non penso di aver mai detto una cosa con una voce più sommessa di questa, tuttavia non penso di aver mai detto una cosa più sincera di questa.
“Ti amo Jude. Grazie di tutto. Grazie di esistere. Grazie di stare con me.” 




Angolo dell'autore
Ciaooooo
Questo è il penultimo capitolo, e si è aggiustato tutto, fortunatamente....
Quindi praticamente il prossimo non serve a niente u.u
Però... Mi piaceva... E poi ho promesso ad un mio amico che mi ha dato l'ispirazione per il carattere bastardo di Ewan che nel prossimo capitolo avrebbe avuto il suo momento di gloria *e io ho un concetto strano di momento di gloria xD*

Bon, spero che vi piaccia anche questo... Alla prossima! 

Eeeee Questa pagina e tutta bella colorataaaa :D

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Capitolo 12
*** 12_Death knocks on my door ***


“Juuuuuude è arrivato Guy!”
Son passati quattro anni da quel fatidico pomeriggio estivo.
La vacanza è finita bene. Ewan non si è più fatto sentire e anche Guy è tornato in Inghilterra.
Mi è mancato molto, ma fortunatamente adesso si è ritrasferito in America... E sta per venirci a trovare con il suo nuovo ragazzo. Faremo una riunione di checche. Sììììììììììììììììììììììììììììì che bella cosa.
Io ho raccontato a mamma tutto di mio padre, e pochi mesi fa hanno finito le pratiche per il divorzio. Mio padre ora mi odia, e la cosa mi ferisce molto, ma non potevo passare sopra quello che mi ha fatto solo per i suoi fini egoistici.
DLIN-DLON!
Corro ad aprire a Guy, con Rob dietro di me che mi cinge le spalle con le braccia.
Apro la porta e...
Guardo Guy stranito.
“E’ LUI il tuo nuovo ragazzo?”
Dalla porta d’ingresso mi sta fissando un sorridente dottor Kilmer.
Il mio amico annuisce felice.
“Ci siam conosciuti qualche mese fa, quando ero andato in ospedale a trovare mio nonno... Ogni volta che tornavo, lo incontravo, parlavamo; poi quando il nonno è morto mi è stato vicino e... beh, ora eccoci qua. Abbiamo un po’ di anni di differenza, però... Ci amiamo.” Dice semplicemente.
Sorrido a lui e a Val, a cui stringo la mano,  mentre Rob lo guarda da sopra la mia spalla con uno sguardo da ‘avvicinati ancora di più al mio ragazzo e ti mangio anche se non sono cannibale’.



 
Il pomeriggio gay è andato bene, Val è simpatico e Guy pure, e non si sono avvicinati troppo a Jude - sono leggermente possessivo - quindi tutto tranquillo.
Vivere con Jude è fantastico. Non litighiamo quasi mai, e quando lo facciamo non rimaniamo mai infuriati per più di una-due ore.
Ci amiamo. Ci amiamo, e stiamo bene insieme.
Io sono diventato medico, e sono l’uomo che porta i soldi a casa, mentre quella graziosa femminuccia di Judsie studia ancora. Vuole diventare avvocato, che noia.
Quando prenderà la laurea, ci sposeremo - non vedo l’ora! Hiiiiiiiiiiiiiiiii - e pensavamo anche di adottare un bambino...
Riguardo a questo ultimo punto ci siamo già messi a litigare. Siamo entrambi d’accordo sul fatto che adotteremo un maschio... Ma lui vuole chiamarlo Ewan! EWAN! Ma... chiamalo come vuoi, ma non Ewan!
Si è giustificato con il fatto che McGragor gli manca, io mi sono ingelosito, lui mi ha baciato, e poi... puff! Abbiamo trovato un modo per far sparire il litigio.
Sto per cedere alla sua richiesta, perché mi ha dato il permesso di dare il mio cognome al bambino. Speriamo solo che non sia bastardo quanto il vero Ewan.
A proposito, io e Jude è da quattro anni che non lo sentiamo. Chissà che fine ha fatto.
 
 
 
Mi trovo bene con Val.
Ma temo di non amarlo abbastanza, di non amarlo quanto lui ama me.
Il mio cuore è ancora legato a una persona lontana.
A una persona che non so dove sia, cosa faccia.
Non so se si ricorda ancora di me, se ogni tanto mi pensa.
Ma non devo illudermi. Se mi ricorda, è certamente per pensieri cattivi.
Quattro anni. Quattro anni senza uno straccio di sua notizia.
Ho un brutto presentimento.
Sento la morte. Sento che la morte è venuta a bussare alla mia porta.
Chissà chi mi porterà via.

 
 
Scrivo questi miei ultimi pensieri perché vorrei che qualcuno li leggesse, per spiegare le motivazioni che mi spingono a fare questo passo.
Ho amato, ho combattuto, ho perso. E mi sono vendicato.
Ho sfruttato, sono diventato una persona inetta, indegna della vita.
Ora che me ne rendo conto, è troppo tardi per cambiare.
L’unica cosa che posso fare è liberare il mondo dalla mia presenza.
Per questo sono qui. Per questo ho fatto questo viaggio in Svizzera, per questo sono davanti alle cascate del Reichenbach, dove in un racconto di Arthur Conan Doyle sembra che anche Sherlock Holmes abbia trovato la morte.
Quattro anni son passati dal pomeriggio della mia vendetta, e ancora non riesco a dimenticare l’accaduto.
Non posso dimenticarmi di come tutti mi abbiano abbandonato... anche chi credevo mi amasse.
Soprattutto chi credevo mi amasse.
So che è stata colpa mia.
Per questo affido queste mie parole al vento.
Perché volando possano portare a Jude, a Robert, a Guy le mie più sentite scuse.
Perché possano dare loro un po’ di sollievo con questa notizia.
La notizia della mia fine.
Non rinuncio alla mia eleganza e alla mia teatralità nemmeno in questo momento... Se devo morire, voglio morire essendo me stesso.
Ed è per questo che indosso i miei vestiti preferiti, jeans neri attillati e una polo rosa.
Me li ha regalati Jude. Ma ormai lui è solo un lontano ricordo.
Voglio... voglio che queste siano le mie ultime parole...
“Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare... navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione.
E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia.
È tempo di morire...” *
E mi lascio cadere nel vuoto.





Nota dell'autore
* vi spiegherei volentieri perchè ho messo il monologo finale di Blade Runner, ma davvero è una cosa senza senso, perdonatemi la deformazione personale.
E la fanfiction è finita.
Devo fingere di essere dispiaciuta??
:-(
Daaaaaai pochi giorni e comincerò con una nuova long :D




  

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