Immortal love

di Giuly_96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Memories

C’era molta gente quel giorno in chiesa. Era la Domenica di Pasqua e Sophie vestiva del suo abito migliore. Stava uscendo con i suoi genitori dopo la messa, quando notò che una colomba bianca si era posata sul ramo di un albero lì vicino. Incantata si avvicinò alla pianta sognando di volare tra cieli azzurri e notti stellate, ma fruscio delle foglie smosse dalle ali dell’uccello che spiccava il volo la riscosse dalle sue fantasie. Si guardò intorno e si accorse di essere sola, i suoi genitori non erano più là con lei. Subito si addentrò tra la folla a cercarli, ma la marea di persone la spintonava da ogni lato e la paura di impadronì di Sophie che uscì dalla calca e si accasciò contro un albero, le mani sul volto rigato di lacrime. Ad un tratto sentì qualcuno sedersi accanto a lei, alzò lo sguardo e vide un giovane sulla ventina che la guardava con un sorriso rassicurante sulle labbra. « Perché piangi? ». Sorpresa Sophie gli raccontò con un filo di voce quello che era successo; l’uomo allora la assicurò e le propose di accompagnarla fino alla fine della scalinata dove avrebbero aspettato i suoi genitori; la piccola accettò timidamente. Quando giunsero alla fine ai piedi delle scale scorse i propri genitori e corse fra le braccia della madre. « Sophie, finalmente, dov’eri finita? », chiese lei preoccupata. « Mi ero persa e quel signore gentile mi ha accompagnato fin qui. », rispose la figlia. « Quale signore, tesoro? » domandò suo padre. « Guarda è quello vestito di nero… » disse la bambina voltandosi e constatando sorpresa che quell’uomo misterioso era sparito. « Era lì un secondo fa ». « Forse è già andato via. » suggerì la madre. « Che peccato, non ho avuto neanche il tempo di ringraziarlo » rimpianse la piccola.

 

Il ricordo l’aveva raggiunta all’improvviso. Era la Domenica di Pasqua e Sophie stava tornando a casa dopo la messa al Sacre Coeur quando l’aveva visto tra la gente. Un giovane uomo sulla ventina che indossava un elegante completo con una giacca verde scuro e la camicia nera, una cravatta di seta fermata da un drago d’argento gli cingeva il collo e un secondo drago con la bocca spalancata faceva da manico al bastone da passeggio che teneva in mano. Incurante delle persone che gli passavano accanto, la guardava e un sorriso cordiale gli illuminava il volto. Prima che potesse raggiungerlo era già stato trascinato via dal flusso interminabile di gente che usciva dalla chiesa. Sophie allora riprese la strada di casa con in testa il ricordo dell’uomo che l’aveva stregata in quello stesso luogo tredici anni prima.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Dreams

Sophie Morin erauna ragazza di vent’anni, con gli occhi verdi e i lunghi capelli neri come la notte, era alta e snella e sull’interno della coscia aveva una voglia color vino, allungata in due punti, simile all’ala di un angelo. Abitava in un appartamento in Rue duMont Cenis, vicino a Montmartre e lavorava come cameriera a Le CastelCafé vicinoalla Torre Eiffel.
Oral’acquabollenteaccarezzava la sua pelle; una doccia calda era l’unica cosa che la rilassava e le liberava la mente. Chiuse l’acqua e uscì dalla doccia piena di vapore, prese l’accappatoio e, ancora bagnata e a piedi nudi, raggiunse la camera; seduta sul letto lasciò che i suoi pensieri vagassero fino al ricordo di quell’uomo, di come risaltava tra la folla e di come la guardava: uno sguardo a metà tra gioia e nostalgia. Riflettendo ancora su quegli occhi indossò un paio di culotte e una maglietta, riportò l’accappatoio in bagno e si coricò. Lesse qualche pagina del libro che aveva comprato quel pomeriggio, ma, visto che non la prendeva più di tanto, dopo poco si abbandonò alle invitanti braccia di Morfeo.

 

“Ti ho aspettata per molto tempo”. Due braccia forti la stringevano in un dolce abbraccio mentre quella voce sensuale gli entrava nella testa. “Vieni con me”. In quel momento non desiderava altro che seguire quelle due gemme azzurre splendenti di felicità e desiderio. Labbra morbide si posarono sulle sue e la indussero in un lungo bacio intanto  che le loro mani esploravano i reciproci corpi. Le appoggiò palme sui seni e lei sciolse al contatto con la sua pelle calda. Si strinse a lui, che lasciò la sua bocca per scendere lungo il collo fino alle spalle e poi su, verso l’orecchio. Gli cinse il corpo con una gamba e lui le entrò dentro trascinandola in un vortice di passione travolgente. Gemendo per il piacere seguì il suo corpo che si muoveva dentro e fuori di lei desiderando che entrasse di più. Rotolarono sul soffice tappeto erboso facendo sì che lei si trovasse al di sopra, lui si spinse più a fondo e lei inarcò la schiena per il godimento. Lui tornò di sopra e cominciò a baciarla mentre con le mani le accarezzava il corpo. Al culmine del piacere le morse la gola e assaporò il suo sangue, non facendo altro che accrescere la loro eccitazione. Lo pregò di continuare, ma lui tornò alle sue labbra. La lasciò fremere sotto di sé fino all’ultimo spasimo di piacere, quando si abbandonò, inerte ma soddisfatta,tra le braccia del ragazzo con gli occhi azzurri.

 

Quando suonò il telefono, Sophie si trovò, matida di sudore e con i sensi eccitati, sola nella sua camera, nessuna traccia di colui a cui, così nitidamente, si era abbandonata quella notte in sogno.
Ancora inebetita rispose al cellulare e la voce squillante di Claire la fece sobbalzare. «Buongiorno, bella addormentata! » trillò la sua migliore amica, « Cosa ne pensi di un pomeriggio di shopping per gli Champs – Élysées? »

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


My Saviour

Erano sedute al tavolino di un bar vicino all’Arco di Trionfo. Claire le stava raccontando del magnifico abito che aveva comprato, ma Sophie non la stava ascoltando; continuava a pensare al sogno della notte prima: il corpo perfetto del ragazzo e i suoi occhi chiari erano vividi nella mente della ragazza. « Mi stai ascoltando? ». La domanda la riscosse bruscamente. « Cosa c’è? » « Dimmelo tu, è un quarto d’ora che mescoli quel caffè. A cosa stai pensando? » domandò Claire un poco seccata. « Non è niente… Solo un sogno. ». Dopotutto la vita andava avanti, era inutile sprecare troppo tempo su una fantasticheria. Passò una settimana senza che Sophie pensasse al ragazzo misterioso, senza sapere che sarebbe tornato a popolare la sua mente molto presto.
Era mercoledì e lavorava al Castel Café;stava portando l’ordinazione al tavolo 3, quando vide un giovane uomo seduto su una panchina dall’altro lato della strada. Per poco non rovesciò il vassoio e tutto ciò che c’era sopra. Senza guardare dalla sua parte, servìi due caffèe i croissant e solo allorasi permise di guardare in quella direzione. Rimase molto sorpresa e un po’delusa quando vide che era sparito! Per tutta la giornata non poté impedirsi di gurdare fuori dalla vetrata, ma nessuno, a parte due bambini, si sedette sulla panchina su cui aveva visto il ragazzo del sogno.
Nelle notti seguenti le capitò spesso di fare sogni simili al primo dove egli continuava a ripeterle di seguirlo e la ragazza era sempre più curiosa di sapere chi fosse e moriva dalla voglia di rivederlo.
 
Erano le tre del mattino Sophie vagava per una Parigi sconosciuta con la mente annebbiata dall’alcool. Quella sera era uscita a divertirsi con i suoi amici e tra una risata e l’altra si era ritrovata mezza ubriaca nel labirinto di piccole vie della città. Cercava un punto di riferimento per tornare in centro, quando due uomini uscirono da un vicolo buio. Sentì tintinnare alcune bottiglie e si voltò per tornare sui suoi passi, ma altre due persone le bloccarono la strada. Sophie riusciva a sentire la puzza di birra mentre si avvicinavano lentamente. La ragazza sentì il terrore impossessarsi di lei, le loro intenzioni erano fin troppo chiare.
« Che cosa abbiamo qui? » chiese uno degli uomini che sembrava il capo. « Sembra proprio una bella ragazza! » rispose uno di quelli dietro di lei. « Che ci fai qui tutta sola, ti sei persa? Tranquilla, ti accompagniamo noi. » risero beffardi. Due di loro la affiancarono e l’afferrarono per le braccia. Lei cercò di divincolarsi urlando, ma il capo la colpì violentemente allo stomaco con un pugno e la voce le morì in gola. « Taci e forse non ti faremo troppo male. » la minacciò. Si avvicinò per aprirle la camicetta, stava slacciando il primo bottone quando si afflosciò a terra. Dietro di lui un giovane che indossava una maglietta nera e un paio di jeans, con gli zigomi alti che parevano volersi tuffare dell’azzurro dei suoi occhi; uno dopo l’altro, abbatté tutti i suoi assalitori mentre la ragazza lo guardava ammirata dalla sua velocità. Quando anche l’ultimo cadde a terra colpito da un calcio in pieno petto, gli si avvicinò per ringraziarlo. Tutto d’un colpo la stanchezza accumulata negli ultimi giorni, insieme allo shock ed ad una buona dose di alcool, la sopraffasse e crollò svenuta tra le braccia del suo misterioso salvatore.

 
 
 
 
 
 
 
Ciao, grazie per aver letto la mia fan fiction!
Volevo solo aggiungere una piccola nota sul titolo del capitolo. Ho voluto usare ola parola “saviour” , che di solito è riferita a Gesù, al posto di  “saver” perché Sophie pensa al suo salvatore come un aiuto inviato da Dio.
Dopo ciò mi auguro che la fic vi sia piaciuta e spero che leggiate anche i prossimi capitoli.
Grazie,
Giuly

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Togheter

Sophie si svegliò in un morbido letto a baldacchino. La stanza era arredata sobriamente e, a parte lei, non c’era nessuno. Subito si chiese cosa ci facesse lì, ma si ricordò della sera precedente e un moto di gratitudine per il suo salvatore le crebbe dentro. Si accorse di indossare solo una camicia da notte di seta, allora si alzò per cercare qualcosa da indossare e notò su una sedia dei vestiti. Indossò i jeans e la maglietta e si avvicinò al mobile da toeletta. Si spazzolò i lunghi capelli neri e truccò gli occhi con un po’ di eye-liner e di mascara. Quando fu soddisfatta del suo aspetto, indossò le scarpe e uscì dalla stanza. Percorse il corridoio su cui si aprivano innumerevoli porte fino ad arrivare all’elegante scalinata che portava al piano di sotto. Arrivata ai piedi delle scale, una porta alla sua destra si aprì e ne uscì un servitore in livrea. « Il Conte la staaspettando in sala da pranzo. Mi segua ». Andò dietro il maggiordomo sino a una stanza occupata quasi interamente da un lungo tavolo di lucido legno scuro, all’estremità del quale sedeva l’uomo che tanto aspettava di incontrare. Sedette nel posto apparecchiato accanto a lui e subito due cameriere le portarono da mangiare: the, succo di frutta, croissant, painauchocolat, baguette, marmellata. « Finalmente ti sei svegliata, cominciavo a preoccuparmi! Scegli pure quello che vuoi? » disse lui alludendo al cibo. « Volevo ringraziarla per tutto quello che ha fatto. Quanto ho dormito? ». « Sei rimasta priva di conoscenza per tre giorni; ma ti prego di darmi del tu, in fondo ci conosciamo da moltissimo tempo. ». Sophie addentò un croissant, lo stomaco che brontolava. « Com’è possibile, non conosco neanche il tuo nome. Però il tuo volto mi è familiare. Non eri forse tu al Sacre Cœur quando ero piccola? ». « Il mio nome non è importante, spero che tornerai a chiamarmi come hai già fatto in molte lingue: amore mio. Ci conosciamo da molto più tempo di quello che credi, sono secoli che seguo i tuoi cicli di nascita e di morte sperando che tu decida di rimanere con me.». « Io non credo di capire » fece lei confusa. Quelle parole le erano familiari, come se le avesse già sentite in un altro tempo. Si rivide su una barca seduta a tavola con il Conte, entrambi vestiti di abiti ottocenteschi. Il ricordo svanì e lei tonò alla sala da pranzo di Parigi; il Conte era sempre lo stesso, il volto illuminato da un sorriso. Vedo che cominci a ricordare. La voce le vibrò in testa trasudando gioia. « Con il tempo riacquisterai i tuoi poteri e riuscirai a nascondermi i tuoi pensieri e leggere i miei » disse anticipando la sua domanda. « Una volta, secoli fa, noi eravamo uniti da un legame speciale. Nelle tue vene scorreva il sangue dei Sidh, gli immortali, poiché tua madre è la loro regina. Io fui mandato da tuo padre, il mio comandante, a cercarti. Quando ti vidi, m’innamorai subito di te, contraccambiato. Tu mi trasformasti in un immortale come te e per un po’ di tempo vivemmo tu felici. Quando però Raymond, nostro figlio mortale, morì, tu ti togliesti la vita e da quel giorno continuo ad aspettarti. ». Sophie ascoltò con attenzione il Conte cercando di ricordare la sua vita passata. « Un po’ per volta comincio a ricordare e voglio passare tutta la mia vita con te. ». « Rimani con me in questa casa, la tua stanza è già pronta. Poi, se vuoi, possiamo partire; desidero mostrarti tutti i posti in cui abbiamo vissuto e quelli che ho vistato aspettando che tu rinascessi, possiamo andare ovunque tu voglia. » le promise. « Non vedo l’ora, però devo andare a prendere le mie cose, avvisare i miei amici… ». « Per le tue cose possono aiutarti i miei servitori, che, come hai visto, sono molto discreti. Mi occuperò personalmente di sciogliere il tuo contratto d’affitto; tu non dovrai pensare a niente, solo ai tuoi amici. ». « Grazie di tutto, non vedo l’ora di rimanere sola con te! ».
Due giorni dopo il trasloco era finito e Sophie viveva nella lussuosa villa del conte all’île de la cité. I suoiamicierano rimasti sorpresi dalla sua relazionecon quell’uomomisterioso, ma l’avevano approvata sapendo che lei era felice.
La ragazza divideva la stanza con lui e quelli che un tempo erano solo sogni, ora si trasformavano in realtà decisamente migliori: il suo contatto la faceva fremere di piacere mentre le accarezzava il corpo e le mordeva la gola e gli incavi dei gomiti. La ragazza agognava il suo sangue, ma lui voleva aspettare che la memoria le tornasse, perché solo allora sarebbe stata abbastanza potente da tollerarlo.
Una sera, dopo aver fatto l’amore, giaceva accanto al conte, quando la stanza si dissolse. Erano sedute in cerchio attorno alla pira e sua sorella le passava una ciotola contenente la pozione di belle di notte; il rituale per la dea Corvo andava avanti e le ragazze cominciarono a ballare intorno al falò, una dopo l’altra passarono attraverso il fuoco purificatore. Sentì il rumore di zoccoli, ma, invece dei Sidh, arrivò lui con i suoi compagni. Sul suo cavallo nero e con la tunica bianca con la croce rossa che si agitava nella notte, era magnifico. Le altre ragazze erano ostili perché temevano che gli immortali, vedendoli, non sarebbero venuti. Lui le mostrò la croce di sua madre e lei decise di seguirlo sapendo che avrebbe avuto ciò che desiderava quella notte…
Chiuse gli occhi e, quando li riaprì, si ritrovò nella sua camera di Parigi, il conte che la abbracciava raggiante. “Finalmente mi ricordo tutto, amore mio, e ho capito quanto ti amo.”. “Ora che hai riacquistato i tuoi poteri, puoi bere il sangue dei Sidh e diventare immortale.”. “Ho voglia di berti, amore.”. Con i poteri appena riacquistati, aprì un taglio sulla gola dell’amato e affondò il viso nel suo collo mentre lui la stringeva a sé. Quando fu sazia, cercò le labbra del conte e ricominciarono da dove prima avevano finito.

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