Filo Rosso

di WolfHeart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap 1 ***
Capitolo 2: *** Cap 2 ***
Capitolo 3: *** Cap 3 ***
Capitolo 4: *** Cap 4 ***
Capitolo 5: *** Cap 5 ***
Capitolo 6: *** Cap 6 ***
Capitolo 7: *** Cap 7 ***
Capitolo 8: *** Cap 8 ***



Capitolo 1
*** Cap 1 ***


Image and video hosting by TinyPic Piangere.
Urlare.
In quel momento volevo fare solo quello.
Ma non ci riuscivo.
Perché?
Neanche alla mia nascita ho pianto.
Conoscendomi non l’avrò fatto per orgoglio.
Dannato orgoglio.
Dovrebbe essere una cosa normale piangere…tutti i bambini lo fanno.
Ma è proprio questo il punto…io non sono normale.
Non potrò mai esserlo.
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Luce.
È ora di svegliarsi ma non voglio. Mi tiro le coperte fin sopra la testa con la speranza di far tornare il mio amato buio. Ma con il fatto che è estate e ho solo un lenzuolo come coperta non ottengo  un risultato soddisfacente.
Vabbè ho capito. Mi alzo. Prima che qualcuno cominci a saltarmi sul letto per svegliarmi.
Non faccio neanche in tempo a pensarlo.
La porta della mia stanza si apre di botto  – Svegliaaaaa!! - .

-ESCI IMMEDIATAMENTE DALLA MIA STANZA SE NON VUOI CHE TI PICCHI CON LE TUE STESSE BRACCIA! -

Urlo facendo uscire di botto la mia testa dal lenzuolo e lanciando una delle mie occhiate congelanti al ragazzo dagli occhi dorati e i capelli color cioccolato pietrificato nell’azione di salire sul mio letto.
Veloce come un fulmine Goku esce dalla mia stanza.

-Tsk…che rompiscatole - . Non capisco perché debba fare tanto casino di prima mattina. Guardo la sveglia sul comodino: le 7.29 .

-3…2…1 – come previsto comincia a suonare.

Ichibanme Arisu wa isamashiku
ken o katate ni, fushigi no kuni.
Iron na mono o kirisutete,
makka na michi o shiite itta.

Sonna Arisu wa, mori no oku.
Tsumibito no you ni tojikomerarete.
Mori ni dekita michi igai ni,
kanojo no sei o shiru sube wa nashi


Alice Human Sacrifice è una delle mie canzoni preferite. Spengo la sveglia e di malavoglia scendo per fare colazione.
Abito nella sede di una organizzazione di spie, assassini e calciatori.  L’organizzazione è anche una specie di orfanotrofio dove però si viene addestrati fin dalla nascita a uccidere. Bello no?
Esco dalla mia stanza e percorro il corridoio affollato fino alla mensa. Non ho fame ma mi tocca mangiare qualcosa comunque se non voglio che comincino a dirmi che mangiare è importante e bla bla bla... Che rottura.
Finisco di mangiare e me ne torno in camera mia a vestirmi. Come al solito ,mentre passo, tutti mi fissano.
Sarà perché sono la più abile assassina e calciatrice che ci sia mai stata nell’organizzazione.
Sarà perché mi dicono tutti che con me le bellezze del mondo non sono più 7 ma 8.
Non mi piace vantarmi ma un devo ammettere che un po’ è vero. La mia pelle è bianca come la neve, i miei capelli sono lunghi fin sotto il ginocchio e di un rosso fuoco , il mio corpo nonostante i miei soli tredici anni è molto sviluppato e i miei movimenti sono leggeri e delicati ,ed infine i miei occhi…di quelli si che vado fiera! Sono celeste ghiaccio,ma di un colore talmente profondo da farci perdere lo sguardo . E inoltre grazie ai miei occhi posso mettere paura alle persone, qualità che mi è molto utile in questo ambiente. Penso a Goku. È soprattutto con lui che uso il mio sguardo congelante.
Comunque mettendo da parte le vanterie…oggi il grande capo deve darmi una notizia. Chissà cosa vuole quello. Forse dovrei essere più riconoscente dato che mi ha salvata. Ma non sarebbe nel mio stile. Non ne ho voglia.
Mi avvio verso l’ufficio di Ayon. Arrivo davanti alla porta e busso. Entro senza nemmeno aspettare la risposta e sotto lo sguardo divertito dell’uomo seduto dietro la scrivania mi siedo sulla mia poltrona preferita. Ormai ero abituata a stare in quel posto.
Ayon rideva piano – Sei sempre la solita he?- . Alzo le spalle e lo guardo annoiata.
–Perché mi hai chiamata?- domando senza il minimo interesse.
-Buongiorno preside Ayon come sta? Ha dormito bene?- mi dice con fare canzonatorio appoggiando il mento sulle mani giunte e mettendo i gomiti sulla scrivania.
-Perché mi hai chiamata?- ripeto.
Ayon sembra gettare la spugna. Sospira e mi guarda dolcemente.
-Quando mi guardi in quel modo vuol dire che ti serve qualcosa-
-Ma perché pensi sempre male Fo-chan?-mi chiede con lo sguardo da cucciolo.
-Ormai sei vecchio. Non funziona più quella faccia- sorrido.
-Cattiva…- borbotta.
Aspetto che cominci a parlare.
-E va bene…ti ho chiamata per affidarti una missione molto delicata…dovrai infiltrarti tra i ragazzi che hanno formato l’Inazuma Japan-.

----------------------------------------------------------------------------
 
 
-Fudouuuuu aspettaciiii- sento urlare una voce familiare…troppo familiare.
SBAAAMM!!
-Sakumaaaa piantala!!- tuono cercando di levami di dosso il ragazzo dai capelli argentati che mi è saltato addosso abbracciandomi.
Genda ride di gusto avvicinandosi .
-Invece di ridere aiutami a togliere questo….coso da dosso- . Finalmente si stacca e vedo quel grande sorriso che riesce a scaldare il cuore di tutti….persino il mio.
-Su andiamo bambini. Gli altri ci stanno aspettando- .Con “altri” Genda intende gli altri della squadra che di solito ci aspettano all’incrocio per andare a scuola.
Ormai abbiamo 17 anni e frequentiamo l’ultimo anno delle superiori. I tempi dell’Inazuma Japan sono lontani ormai ma mi sembra solo ieri quando sono andato da Sakuma e Genda per “scusarmi”.
Dovevano aver capito perché dopo che ebbi detto che mi volevo iscrivere alla Teitoku e che mi sarebbero servite delle guide per orientarmi fecero un gran sorriso e presomi sottobraccio mi trascinarono per tutta la scuola.
È una delle cose che adoro di più di loro: capiscono cosa vuoi dire senza che tu lo dica apertamente. Anche se Sakuma alcune volte è un po’ tardo  alla fine capisce.
Sono come i fratelli che non ho mai avuto.
Arriviamo nel punto d’incontro e tra vari saluti ci incamminiamo per andare “nell’ abisso senza fondo” come lo chiama Doumen.
Io sono assorto nei miei pensieri e non mi accorgo che siamo già arrivati a scuola.

La giornata fortunatamente passa in fretta e si fa già ora di pranzo. Vado verso il tetto della scuola potandomi dietro il mio bento e vedo che gli altri sono già arrivati.
Come al solito Akiko e Wataru stanno litigando.
-Sto solo dicendo che potresti anche non mandare il cibo da tutte le parti quando mangi!-
-E io sto solo dicendo che me ne sbatto di quello che dici tu!-
Per litigare volò non si sa come una bibita addosso a Daiden, che stava tranquillamente parlando con Kazumichi. Poverino. Anzi,povero Wataru!
Se Daiden si arrabbia è la fine. E visto che nessuno di noi,specialmente lui, oserebbe fare del male a Akiko se la prende con Wataru.
Mentre il ragazzo dai capelli grigi le prende Akiko si volta e mi vede.
-Akio!!- dice buttandomi le braccia al collo e dandomi un bacio sulla guancia.
Rispondo con un sorriso e un bacio sulla fronte, mi siedo e comincio a mangiare.
Avevo un strana sensazione addosso…come se dovesse succedere qualcosa.
Finito di mangiare mi butto all’indietro e metto le mani dietro la testa, così da stare comodo mentre guardo le nuvole.
Chissà cosa succederà.
 
 
Angolino dell’autrice pazza XD
Oooook….un po’ cortino come primo capitolo eh?  ^^
Secondo me non è venuto un granchè bene ma spero che possa diventare una storia più carina :)
Non ho ancora messo il nome della protagonista se qualcuno non se ne fosse accorto, perché voglio metterlo solo quando si incontrerà con Akio…cioè nel prossimo capitolo XD
Ho anche messo un disegno fatto dalla sottoscritta per farvi vedere come me li immagino e spero che vi piaccia ^^
Qui sotto invece ho messo i nomi giapponesi dei giocatori della Teikoku (fino a poco tempo fa credevo si chiamasse Teitoku XD) nel caso che qualcuno non li sappia

Akiko: in realtà non esiste né nel gioco, né nell’anime e neanche nel manga…ce l’ho voluta mettere io così XD lei è la manager della squadra, ha i capelli neri e lunghi e gli occhi giallo gatto

Doumen Shuuichirou :è il piccoletto senza le pupille e le due strisce sulle guance che secondo me  è adorabileee XD
Banjou Kazumichi : è il tizio con i capelli marroni lunghi fino alle spalle che a mio parere sembra un vecchio

Gojou Masaru : quello con il sorriso sadico, gli occhialini e il ricciolo sulla fronte dei capelli marroni

Henmi Wataru :è quello carino con i capelli più o meno grigi tutti tirati all’indietro, non so voi ma secondo me è il sosia di Hidan di Naruto O.O

Jimon Daiki :quello con le fosse nelle guance con i rasta lunghi e che nella prima puntata faceva il tiro dai cento calci

Narukami Kennya :quello bello con i capelli viola e le cuffie

Sakiyama :quello con i capelli verdi e la fascia che gli copre bocca e naso

Daiden :quel coso enorme con gli occhialini alla Kidou

Mukumoto:quello con i capelli verde marcio sparati da una parte sola

Ena: lui ha i capelli verdi sparati dalla parte opposta a quelli i Makumoto

Oukusu:ha i capelli castani…so dirvi solo questo ^^”
 
Al prossimo capitolo minnaaaaaaaaaaaa!!!! XD
 
  

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Capitolo 2
*** Cap 2 ***


E  va bene….adesso spiegatemi…CHI DIAVOLO HA INVENTATO LE SVEGLE???? Appena pesco quel tizio non so cosa potrei fargli.

Voi adesso vi starete chiedendo perché sto sclerando così. Ve lo dico subito….stamattina mi sono alzato e mentre cercavo la sveglia muovendo la mano a tentoni sul comodino l’ho fatta cadere a terra ,così si è inceppata.

E adesso non smette più di fare DRIIIIIIN DRIIIIIN PENGUIN! DRIIIIIN DRIIIIIN.

Me l’ha regalata Sakuma…si capisce? Un giorno devo farmi dire dove l’ha trovata una sveglia a forma di pinguino che dice “PENGUIN!”….o forse è meglio di no….credo che potrei spaventarmi…

La sbatto un po’ sul comodino ma continua a suonare, ma che è indemoniata? Alla fine mi ricordo e le tolgo le pile. Che deficiente potevo pensarci prima.

Scendo a fare colazione in cucina. Di mattina è così silenziosa questa casa…. Da quando mi sono iscritto alla Teikoku mi sono preso una casa qua ad Inazuma mentre mia madre è rimasta nella residenza principale dei Fudou. Strano vero? Sono passato da avere una famiglia piena di debiti ad avere più di una villa. Questo perché sia mio padre che mia madre sono riusciti entrambi a trovare un buon lavoro. Ma poi si sono separati e io sono stato affidato a mia madre. Meglio così. Non ho un buon rapporto con mio padre.

Finisco di mangiare e salgo le scale per andare a lavarmi. Mi metto la divisa lasciando aperti i primi bottoni della giacca e afferro la cartella. Scendo le scale e mi fermo un attimo davanti allo specchio che ho vicino alla porta di casa. Vedo quello che a mio parere è un ragazzo trasandato e senza un minimo di stile. A quanto pare invece è tutto il contrario dato che sono tra i ragazzi più corteggiati della scuola. Come mi aveva detto un giorno Akiko –Tu in realtà sei un gran figo. A te può non sembrare ma è così!! Le ragazze sono molto attirate dai ragazzi come te: intelligenti, con un bel visino, trasgressivi ma dolci in fondo e con un fisico da paura…. Con quegli occhi che ti ritrovi poi sei una vera calamita!!- alla fine della frase gli occhi le stavano brillando in un modo piuttosto perverso e ,anche per le parole che mi aveva detto, arrossii violentemente provocando un’epistassi alle ragazze che stavano lì intorno. Mi chiedo come faccia ad essere così sincera. E poi io non mi considero un tipo da provocare un’ epistassi….magari qualcun’altro della squadra si ma io…no ancora non mi ci so vedere.

Esco di casa e di colpo ho di nuovo quella strana sensazione che debba succedere qualcosa. Che rottura ma se deve succedere questa cosa che accada!! Non posso mica continuare a stare così!

Pensando continuo a camminare lentamente e senza neanche accorgermene sbaglio completamente strada! Ma dico cosa diavolo mi succede oggi? Corro nella direzione da cui son venuto continuando a darmi del deficiente e arrivo a scuola con ben mezz’ora di ritardo. Salgo le scale a tutta velocità verso il mio piano, il terzo. Ma quante scale ha questa scuola?! Perché non possono mettere un ascensore?!

Eccola finalmente. Apro la porta di scatto con il fiatone. Si girano tutti a guardarmi e il prof di geografia mi guarda malissimo.
-Fudou di nuovo in ritardo- . Dio quanto mi odia!
Sarà per quella mia espressione strafottente, per i miei piercing alle orecchie o per i miei capelli (ci sono sempre loro di mezzo) “non adatti né per venire a scuola né per qualsiasi altra cosa a parte girare con dei teppisti” come dice lui. Ogni volta che mi incontra per il corridoio o in qualsiasi altro posto storce il naso guardandomi, e ogni volta a me viene da dirgli “Bhe? Che cazzo ti guardi?”.
Mi odi dolcezza? Stai tranquillo che la cosa è reciproca.

-Scusi prof il fatto è che…-
-Risparmia il fiato, Fudou. Puoi dirlo direttamente alla preside. La strada la sai già no?- sorride. Sorride quel….quel…respira Akio respira. Vinci solo perché sei un professore altrimenti…ma non te la darò vinta, non  ti farò sentire soddisfatto.
-Stia tranquillo signore. La strada la so a memoria, così io e la preside possiamo finire la partita a scacchi che avevamo lasciato in sospeso l’ultima volta- e sorrido. Si, sorrido io stavolta. Con la coda nell’occhio mentre mi volto vedo la maggior parte della classe sogghignare.
Sono IO,quello soddisfatto ora.

Mi incammino verso l’ufficio della preside. La signora Amano è una di quelle poche persone adulte a cui non sto antipatico in questa scuola. Anzi. Quando mi mandano in presidenza ci facciamo delle belle chiacchierate,e quando torno in classe i professori sono convinti che mi abbia fatto una ramanzina che non finisce più. Poverini.

Busso.

-Avanti-

Entro nell’ufficio e vedo la preside Amano intenta a leggere un libro. Alza lo sguardo e quando mi vede sorride.

-Buongiorno preside Amano, come sta?- sorrido sedendomi comodo sulla sedia davanti alla scrivania.
-Tutto bene più o meno…come mai sei qui stavolta?-
Le spiego tutto quello che mi è successo stamattina,comprese le mie strane sensazioni degli ultimi giorni.

Lei mi ascolta, alcune volte sorridendo altre volte tornando seria.
-In effetti ti avevo visto un po strano negli ultimi tempi Akio. Però non saprei che dirti, forse dovresti solo aspettare, e se non succede nulla torna da me- sorride. La signora Amano ha un bellissimo sorriso.

Ormai ha sul viso i segni del tempo che passa, ma si riesce perfettamente a vedere che era una bellissima donna. I suoi capelli sono di un nero lucido e si possono intravedere alcuni capelli bianchi. Gli occhi sono rosa, in quegli occhi c‘è sempre una specie di luccichio che rasserena le persone, in quella luce si percepisce comprensione e affetto.
Esco dall’ufficio più tranquillo. Torno in classe dove,appena entro, quello di geografia storce il naso. Gli sorrido con quell’aria da sfacciato che ha lui dà tanto fastidio e mi metto al mio posto.
 
Guardo l’orologio: le 8 e 50. Grande. Dieci minuti e il supplizio della prima ora finisce.
Allungo la mano e tiro delicatamente una ciocca di capelli verdi a Sakiyama, per fortuna siamo nella stessa sezione altrimenti non avrei saputo come fare per ammazzare il tempo. Come faccio a non dare fastidio al mio piccolo ninja?? Si volta e, attraverso una piccola piega che si forma sulla benda che ha a coprirgli la bocca, vedo che mi sorride leggermente.

-Ehi si può sapere dove eri finito? Doumen credeva che ti avessero rapito gli alieni e stava per andare a casa sua a prendere quella specie di radar anti-UFO.- sussurra per non farsi sentire.

Sorrido al pensiero di quella scena. Quel piccoletto ama gli alieni, crede fermamente nella loro esistenza ed  è convinto che un giorno riuscirà ad incontrarne uno.

-Una sola parola….PENGUIN!- dico facendo una faccia a quanto pare molto buffa data la reazione di Sakiyama.
Si mette le mani davanti alla bocca da cui esce il suono di una risata soffocata, e appoggia la fonte al banco continuando a ridere come un matto.
-Cosa succede laggiù?- chiede il professore venendo verso di noi.
- Ho sbattuto il ginocchio sullo spigolo del banco- dice Sakiyama. Cioè….in teoria la frase sarebbe dovuta essere questa, ma quello che è uscito dalla bocca del mio amico è stato più o meno un rantolo tra le varie risate.

Povero piccolo ninja esaurito mentale. Può sembrare una persona molto seria e quasi priva di umorismo ma…..com’è che si dice? Non giudicare un libro dalla copertina.

DRIIIIIN!

Eccola la mia amata campanella! Il professore se ne va,non senza prima avermi lanciato un’occhiataccia. Ormai  è un’abitudine.
-Sakiyama mi sto preoccupando seriamente…- dico guardandolo preoccupato, dato che sta ancora ridendo.
-Ma che gli hai fatto?- mi chiede ridendo Izumi.
-Lascia stare che è meglio….oh andiamo Sakiyama non essere esagerato!- dico sospirando.
 
Finalmente è ora di pranzo. Cavolo che fameeeee. Afferro il mio bento e faccio cenno al piccolo ninja.

Usciamo dalla classe e chiacchierando arriviamo davanti alla porta azzurra del tetto. Sopra c’è un cartello  con scritto “Vietato l’accesso ai non addetti” ma non lo ha rispettato mai nessuno.

Apriamo e ci ritroviamo subito per terra. Doumen mi è saltato addosso e nella caduta ho fatto dare una culata anche a Sakiyama.
- Allora non ti hanno rapito gli alieni!- urla tutto contento strofinando il viso sul mio petto.
Mi rialzo con il piccoletto ancora attaccato alla mia gamba, sembra che non si voglia staccare.

Akiko viene verso di noi tutta contenta e ci abbraccia.
-Dai venite che vi faccio conoscere una persona- lo dice sorridendo in modo sospetto….dovrei preoccuparmi?

A quel punto vedo una chioma rosso sangue.

È di questa scuola? No impossibile. Mi sarei accorto di una ragazza così. Eppure indossa la nostra divisa. Ma chi è?

La ragazza si volta facendo ondeggiare leggermente i capelli.

O   MIO   DIO.

Dire che è bellissima è come farle un insulto. Si alza e viene verso di noi. Ha il viso di un angelo, ma il suo corpo è provocante come quello di un diavolo.
Per descriverla in una sola parola sembra una…rosa. Si lo so è un paragone stupido ma….la pelle è pallida come una rosa bianca, le labbra sono dello stesso colore delle rose rosa, i capelli sembrano fatti con petali di rose rosse ma gli occhi….
Ha degli occhi stupendi. Sembra che dentro siano racchiusi tutti i ghiacci di questa terra.
 
-Ragazzi vi presento una nuova studentessa, è arrivata oggi ed è in classe con me il suo nome è….-
È questa allora la cosa che doveva accadere?
-….Follia Kirisaki!-
 
Angolino dell’autrice baka XD
Schifooooooo   * vola un libro di economia aziendale *
Vi ho pure “ tenuti sulle spine” con il nome della protagonista quando non è neanche nulla di speciale….bah…
Mi sa che vado dai sumeri per farmi insegnare a scrivere…
Vi spedisco una cartolina con i sacerdoti in bikini che ballano l’hula
ByeBye  *Kisu*    :* 

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Capitolo 3
*** Cap 3 ***


-Hahahahahahaha!!-. La risata di Akiko risuona nel silenzio.

-Ma come diavolo hai fatto a sbagliare così la strada?!- mi chiede Jimon.

Anche quel maledetto sta tentando di non ridere.

Tsk. Che razza di amici. Si sono messi a ridere tutti quando ho raccontato loro il motivo del  mio ritardo.

-La prossima volta dico che mi avevano rapito gli alieni- giro la testa dall’altra parte, offeso.

-No prima io!-. Urla Doumen e poi scoppia di nuovo a ridere.

Solo due persone non stanno ridendo: Follia e Kennya.

Loro due sorridono e basta.

Follia non sembra molto socievole, ma visto che è il suo primo giorno penso si senta solo un po’ a disagio.

Poi con dei soggetti come questi non può fare a meno di non inserirsi. Loro non permetterebbero che si isoli. Proprio come hanno fatto con me.

Kennya invece è triste. Conosco quella sua espressione. Quando è triste i suoi grandi occhi color del cielo diventano spenti e scuri. Come un cielo in una giornata di pioggia.

Non sarà che….Dopo devo parlargli assolutamente. Temo di aver capito cos’è successo.

-Cambiando discorso…allora Follia come ti sembra il posto?- chiedo cercando di far smettere definitivamente quei maledetti di ridere. Più tardi me la pagheranno.

-Non so…non sembra male. In città ho già imparato ad orientarmi ma qui a scuola ho ancora bisogno che mi aiuti qualcuno per andare in qualsiasi posto.- sorride debolmente lei.

-È normale. All’inizio tutti ci perdevamo, dopotutto questo scuola è immensa.- la rassicura Daiden continuando a mangiare il suo bento a quattro piani. Come diavolo fa a mangiare così tanto?

-Ti ho detto di lasciarlo!!- urla di colpo Kazumichi. Masaru sta di nuovo tentando di fregargli l’ultimo wurstel a forma di polipo.

-Ma quando lascerete in pace quei poveri polipi??-. Dice Doumen, ma i due se ne fregano altamente  della sua presenza: sono troppo occupati a tirare con le bacchette uno da una parte e uno dall’altra il piccolo polpo.

Grosso errore.

Doumen ODIA essere ignorato. E purtroppo è una cosa che succede spesso data la sua statura.

In un nanosecondo il piccoletto prende il wurstel e, aprendo la bocca più che può, se lo mangia davanti agli occhi increduli dei due wurstel-maniaci.

Si  lecca le labbra soddisfatto e si risiede tra le gambe incrociate di Genda.

-Questa me la paghi!- urla Kazumichi alzandosi in piedi di scatto.

-E allora tu e quell’altro vedete di non ignorarmi per uno stupido polpo altrimenti la prossima vi mangio pure la mano-.

-Pfffft…..Hahahahahahaha- un risata cristallina riecheggia forte. Follia è scoppiata a ridere e ci voltiamo a guardarla un po’ sconcertati.

Fino a quel momento era stata timida e taciturna, ma ora sembrava molto tranquilla.

-Scusatemi ma…siete strani- comincia a dire ancora tra le risate- voglio dire…non prendetelo come un insulto ma sembrate così seri che adesso che vi ho visto così…non sono riuscita a trattenermi-. Sorride.

Penso sia uno dei più bei sorrisi al mondo.

Suona la campanella di fine pranzo.

Raccogliamo le nostre cose e torniamo dentro. Mentre andiamo verso la porta d’uscita sussurro a Kennya –Appena suona l’intervallo nel covo segreto. Sii puntuale.- .

Non riesco a vedere la sua espressione perché Sakiyama mi afferra per la manica e mi trascina dicendomi che stavolta non mi sarei fatto mandare dalla preside, perché lui aveva bisogno di sostegno durante l’ora di giapponese.

************************************

Eccola.

La campanella dell’intervallo. Finalmente posso andare da Kennya. Tanto lui sarà già lì. Non capisco come faccia ad essere così puntuale.

Mi precipito per le scale fino al cortile esterno. Percorro una piccola stradina tra due muri della scuola. Da fuori può sembrare un semplice vicolo cieco in un errore di costruzione di
questa gigantesca scuola.

Ma non è così. Quella stradina porta ad uno spiazzo verde in cui in mezzo c’è una panchina di pietra le cui zampe sono ricoperte d’edera.

Quel posto lo abbiamo trovato io e Kennya da soli, l’anno scorso. Così quello spiazzo verde è diventato “la nostra finestra sul mondo”, perche c’è una grande apertura da cui si riesce a vedere l’azzurro del cielo ed entra la luce.

Abbiamo deciso di non dire niente agli altri, di fare quel posto solo nostro.

Eccolo Kennya. È seduto sulla panchina a guardare il cielo limpido. Resto un po’ ad osservarlo.

Si. È proprio triste. Ma quella che ha oggi non è solo tristezza, è un sentimento molto più profondo.

Non so perché ma io riesco a capire ogni cosa di lui. Capisco che è depresso solo vedendolo seduto.

Infatti quando sta seduto, ma anche in piedi o seduto per terra, tiene sempre le gambe incrociate (è un suo vizio quello di stare sempre a gambe incrociate) e la schiena bene eretta, in una posizione fiera, sicura ed elegante.

Invece adesso ha le gambe aperte, la schiena è piegata e i gomiti sono appoggiati sulle cosce con le mani a sorreggere la testa piena di mille pensieri. Che sguardo triste che ha….

Fin dal punto in cui sono nascosto riesco a sentire la canzone a volume altissimo che proviene dalle sue cuffie.

Resta dove sei non ti girare
A volte penso che sia meglio così ingoiando sensazioni amare
Io lo chiamo amore tu giocare
Ma non ho più dadi da tirare perché solo immaginarie
Non m’è dolce in questo mare
Di visioni che ho di te che scappi e che non vuoi restare
Dimmi come si fa voglio cancellarti
Ma il tuo odore è troppo forte ed io non voglio addosso gli altri.

Tu sei andata via lasciando tutto da me ancora fa male
dimmi come si fa a spegnere
Questo fuoco blu che io continuo a alimentare
Con le lettere che ho scritto e che nemmeno vuoi guardare
Penso che sia l’ultima ne faccio altre 3
Penso che sia presto invece sono già le 3
Sei la mia regina ma non sono più il tuo re
Arriva mattina ma la cera non si vuole sciogliere

Dimmi come si fa a cadere sempre in piedi
Dimmi come fare a spiegarti che c’è
Qui che non va se tu non lo vedi
Lascio un messaggio per te.

 […]

 


È una canzone italiana. Kennya parla italiano e quando mi ha detto la traduzione mi ricordo che non riuscii a fare a meno di abbracciarlo forte.

Questa parte della canzone rispecchia quasi perfettamente la sua situazione.

Oddio mi sento una spia russa. Cammino verso Kennya e mi siedo accanto a lui. Mi guarda accennando un sorriso.

-Allora? Cosa è successo?- chiedo.

-Come fai a capirmi così?-

-Come perché? Guarda che io sono una spia russa in incognito- gli faccio l’occhiolino.

Mi sorride, stavolta già più tranquillo.

-È di nuovo lui il problema?-

-Già…- fa un profondo sospiro – Henmi Wataru-.

Henmi Wataru. Già. Uno dei miei migliori amici che fa soffrire un’altro dei miei migliori amici.

Ma che bel quadrettoooo!!

E se vi sta lentamente sorgendo il dubbio, o se non vi sta minimamente passando per l’anticamera del cervello, vi dico di sì.

Sì.

Il mio migliore amico è gay.

È innamorato perso di Henmi Wataru che, mi dispiace dirlo, è un emerito stronzo.
 
Angolino della telecronaca (?)
Hohohohohoho  *motore alla massima potenza*

Un altro capitolo che come minimo farà vomitare arcobaleni a tutti u.u

Ah già i sacerdoti sumeri in bikini vorrebbero regalare un amuleto anti-sfiga a tutte quelle buone anime che stanno seguendo quest’obbrobrio

 Per proteggerli da eventuali calamità e/o libri di fisica ed economia aziendale che volano

P.S.
Ebbene sì. Ho messo la coppia WataruxKennya  **

Era da un sacco che volevo metterla **

Commentate mi raccomando!!

Kisu :*  WolfHeart 

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Capitolo 4
*** Cap 4 ***


-Avanti, dimmi. Cosa è successo?- ho quasi paura di chiederlo.

Odio vedere le persone tristi, o che peggio ancora piangono.

Mi ricordano mia madre.

Che piangeva ogni volta che guardava in faccia mio padre.

-Sembra che si diverta a farmi soffrire…-

-Perché che ha fatto?-

-Ieri sera stavamo tornano a casa insieme, dopo l’allenamento ricordi? Bhe ecco …. Ogni volta che passava una ragazza sembrava che se la volesse mangiare con lo sguardo, e ogni volta che una ragazza era abbastanza lontana cominciava a dire cose del tipo: “Ma hai visto che tette?”, “Guarda  quella! Ha un culo che parla!” oppure “Secondo te quella è brava a letto?”. Io ero assolutamente a disagio ma lui sembrava che non volesse accorgersene. Eppure persino la gente che passava vedeva che stavo uno schifo e mi guardavano con  compassione…- .

Dice tutto d’un fiato e mano a mano che parla le lacrime cominciano  scorrere copiose sulle sue guance arrossate.

-Ma magari neanche se ne è accorto che ti piace…- dico poco convinto. Ero sicuro che Wataru se ne fosse accorto del comportamento di Kennya, ma ormai non ne sono più tanto convinto.

Temo ormai che abbia troppa paura per dire a Kennya  in faccia quello che prova. Che sia o no, anche lui innamorato.

Si è un ragionamento contorto… ora provo a spiegare.

Il fatto è che Wataru non è sveglio. Neanche un po’ (ma alla fine dipende dalla cosa di cui si sta parlando).

Quindi ho paura che chiedendogli se si è accorto del comportamento strano del piccoletto, e lui ancora non ci abbia fatto caso, se ne accorga solo perché gliel’ho detto io.

A quel punto Kennya starebbe ancora più male e in più non vorrebbe più parlarmi. E questa è l‘ultima cosa che voglio.

Gli metto un mano sulla spalla.

Continua a singhiozzare.

-Forza basta piangere!- urlo saltando in piedi.

-Fudou m-ma cosa…- alza il viso verso di me. È ancora tutto rosso e ha gli occhi che traboccano di lacrime.

Lo so è stupido pensarlo in un momento del genere ma…è davvero adorabile!!

-È sciocco piangere per uno come Wataru! Dopotutto tu sei il mio dio tonante[1] no?!- sorrido asciugandogli le lacrime con la manica della divisa.

Finalmente sorride.

Devo dire che è facile consolarlo quanto ferirlo.

La campanella.

-Forza bisogna rientrare in classe.-

-S-Si, eccomi- si asciuga le lacrime alzandosi e mi sorride.

Non riesco a capire come diavolo faccia. Insomma ha pianto fino ad ora e in due secondi è tornato come prima, come se non fosse mai successo niente….

Gli occhi non sono più tristi (anche se ancora un po’ lucidi), le guance che prima erano bagnate dalle lacrime e arrossate ora sono rosee e asciugate alla perfezione.

Bah…i misteri della vita.

Lo accompagno fino alla sua classe e poi proseguo la strada fino al mio odiato terzo piano.

-Fudou di nuovo in ritardo?- la prof di religione mi sorride leggermente irritata.

Tanto per cambiare.

-Ma per due minuti neanche! Se in questa scuola ci fossero meno scale arriverei sempre in perfetto orario- mi siedo al mio posto.

Quando riaccompagno Kennya in classe sua devo allungare un po’ la strada, ma non fa nulla.

Può sembrare strano ma mi sono affezionato tantissimo a quel piccoletto, così come anche agli altri della squadra, e per quei fancazzisti mi farei anche incarcerare.

Se chi mi ha conosciuto tre o quattro anni fa mi rivedrebbe ora, penso che rimarrebbe shockato.

Il freddo e perverso Fudou Akio che si riduce in questo stato.

Hehehe mi piacerebbe proprio vedere la faccia di quella persona.

Sorrido al pensiero.
**********************************************

 
-Che giornata luuuungaaaaa- mi stiracchio per la stradina deserta che sto percorrendo per tornare a casa.

Da quand’è che ho incominciato a parlare da solo?

Certo che oggi di cose ne sono successe…

Giro dietro un vicolo con cui passo accanto al campo di calcio sotto al ponte.

Quando andiamo a giocare con gli altri della Raimon veniamo sempre qua.

Aspetta un attimo…c’è qualcuno che tira in porta da solo.

Ma quella è….

-Follia!- urlo senza neanche pensarci.

Riconoscerei quella chioma rossa ovunque.

Si volta verso di me mentre mi avvicino a lei.

-Non pensavo che giocassi a calcio. Non sei neanche male poi!-

-Ma no, ma no…ci giocavo quando ero piccola con mio fratello…-  mi dice.

Sbaglio o alla parola “fratello” si è irrigidita?

-Però ti piace,non è così?-

-Credo di si….- si volta  a guardare la porta.

-Stavo per andare a casa comunque- mi dice andando verso il bordo campo a prendere la cartella.

-Ci stavo andando anche io, se vuoi possiamo andare insieme- sorrido.

-Uhmm…va bene-.

Sembra piuttosto imbarazzata.

Ci incamminiamo uno  di fianco all’altra.

All’inizio stiamo in silenzio,imbarazzati, ma poi cominciamo a chiacchierare del più e del meno.

-Io sono arrivata-

Sembra passato neanche un minuto che siamo già davanti a casa sua.

La conosco solo da stamattina è vero, ma non so perché sto davvero bene con lei.

-Davvero abiti qui?-

-Si perché?-

-Perché casa mia è quella laggiù!- indico un’abitazione un paio di case più in là, sull’altro lato della strada.

Allora abitiamo vicini!

-Allora…visto che stai qui vicino…n-non è che ti andrebbe di…che ne so…stare un po’ qui?- mentre me lo chiede arrossisce leggermente.

È ancora più carina quando arrossisce.

Sorrido.

-Certo. Perché no?-.

Mentre entro in casa sua….

Non so perché….

Mi sento….

Estremamente felice.
 
 









 

Angolino della yaoista convinta (*si sente potente*)

Hola amigos!!!!

*rotolano le palle di fieno e si sentono i grilli*

Ok fa schifo e allora?!

*i grilli scappano*

ISPIRAZIONE (e  voglia di studiare) SALTAMI ADOSSOOOOO

Piccolo chiarimento:
[1] Narukami significa dio “del tuono” o “dio tonante” 

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Capitolo 5
*** Cap 5 ***


-COME HAI POTUTO!!DOPO TUTTI GLI  ANNI CHE ABBIAMO PASSATO INSIEME!-

-Ma no, amore, non è come pensi tu…-

Sgamatoooo!!

Le urla dei miei vicini si sentono fino a qui.

Il signor Mitsunaga si è fatto scoprire con l’amante a quanto pare…

Ormai era da mesi che aveva un’altra donna, più di una a dire la verità…

Ma ora avrà fatto qualche cavolata e si è fatto scoprire, quel donnaiolo.

Passo davanti ad un’altra villa. Uno dei luoghi più belli al mondo.

Ma credo che lo sia solo ai miei occhi.

Eh già….Villa Kirisaki.

È vero che è una casa molto bella dal punto di vista architettonico ma per me lo è in un altro senso.

Continuo a pensare a quello che è successo ieri sera….anche se alla fine non è stato niente di che….

Follia mi ha offerto qualcosa da bere e ci siamo seduti in salotto a chiacchierare.

Non sembrava più imbarazzata, come quando stavamo camminando per strada.

Io invece non mi sentivo molto a mio agio, ma forse è perché eravamo da soli in casa.

Forse perché c’era un silenzio spettrale che faceva quasi venire i brividi.

E forse perché mi piace, quella ragazza.

No, aspetta…cosa?

Non posso essere stato io a pensarlo.

Già, non può essere stato il freddo Fudou Akio.

Quello che aveva deciso che nessuna ragazza lo avrebbe più fatto soffrire in quel modo.

Quello che sarebbe rimasto single a vita.

A costo di diventare come quella vecchietta dei Simpson, quella matta con un migliaio di gatti.

Quello che non di sarebbe mai fatto certe seghe mentali.

E allora perché ho sentito quella frase?

No ,no sarà stato qualcun altro a pensarlo…ma che diavolo sto dicendo?

Eccole le famose seghe mentali….cavolo manco fossi una ragazzina innamorata di un qualche idol irraggiungibile.

Mi fermo di botto e mi do un sonoro schiaffo in faccia.

La gente si gira a guardarmi e io riprendo a camminare.

-Ahia….- sento un dolore lancinante al polpaccio.

Come se qualcuno mi avesse dato un calcio.

Mi volto.

L’unica cosa che vedo che mi faccia letteralmente saltare addosso a quella persona è una chioma di capelli castani con delle meches nere.

Eccola la persona che è tra le più importanti al mondo per me.

Una ragazza pazza, strana, confusionaria, casinista, generosa, disordinata…..insomma in una sola parola :fantastica.

-A-Akio mi soffochiiii – urla lei cercando di liberarsi.

-Ma si può sapere quando sei tornata?! E quando pensavi di avvisarmi?!- urlo in preda alla felicità.

La gente che prima si era voltata a guardarmi male quando mi ero dato lo schiaffo si volta di nuovo.

La castana si gira verso di loro furiosa :-Bhe che c’è?! Volete una foto per caso?!-  .

-Ehi sei appena tonata e già dai in escandescenze, Sakito?- sorrido.

Ci prendiamo a braccetto e ci incamminiamo verso la Teikoku.

Cavolo, è da un sacco che ci dobbiamo vedere. Sakito, la conosco da quando sono nato e abbiamo passato ogni anno della nostra vita insieme. Fino a quando non si è trasferita con i suoi
per il lavoro del padre.

Così è da quasi tre anni che non ci vediamo, anche se ogni tanto ci telefonavamo comunque.

-Così hai convinto i tuoi a farti stare da tua zia?- chiedo.

Mi aveva accennato a un piano per riuscire a tornare qua ma non mi  ha mai  spiegato di cosa si trattasse.

Sarà stato qualcosa di pazzo e di terribile. Ci scommetto.

Infatti lei ride compiaciuta.

-Mi dispiace ma è un segreto professionale-

-Però è molto strano che tu ci abbia messo tanto a tornare….data l’importanza che ha uno dei motivi del tuo ritorno-

-Vale a dire?- chiede sorpresa.

-Mi dispiace ma è un segreto professionale- cerco di imitare la sua voce.

-Scemo!- mi da un pugno sorridendo.

Che bello….Non vedo l’ora di raccontarle tutto….

soprattutto di Follia.
 


Angolino “BakaQueen”  (Doppio (?))

Heiiiii :D

Finalmente sono tornata ^^  (anche se i capitoli sono sempre corti -.-)

E in più sono riuscita a prendere 6+ in diritto *O*

Ma che mostroooo

Nel prossimo capitolo avevo intenzione di sospendere un attimo la storia per fare una serie di flashback per scrivere il passato di Akio e Sakito…

Vabbè la smetto di rompervi XD

Bye-byeeee 

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Capitolo 6
*** Cap 6 ***


C’è un bambino nascosto all’ombra di quel castello nel parco giochi.

È solo e piange.

Che peccato….Non dovrebbe farlo. Rovinerebbe i suoi bellissimi occhi color smeraldo. Facendoli arrossare e gonfiare per il pianto disperato a cui si è abbandonato.

Nessuno sembra accorgersi di lui, tranne un’ altra bambina.

Si dice che quel bambino porti disgrazie a chiunque gli stia vicino. Ecco perché i genitori degli altri bambini cercano di allontanarlo dai propri figli.

Che  cosa stupida.

Come  può un bambino di 4 anni portare disgrazie agli altri? È solo una stupida leggenda poi.

Già, perché in quella piccola città, chi nasce con gli occhi di quel verde così brillante e profondo è considerato una sciagura.

La bimba si avvicina a lui.

-Perché piangi?- gli chiede accucciandosi lì accanto.

-Eh?-il piccino la guarda spaesato con i grandi occhi ancora pieni di lacrime.

-Ti sei fatto male?-  chiede ancora, facendosi seria.

-No non mi sono fatto niente….- si asciuga velocemente le lacrime con il braccio –Ma tu non dovresti starmi vicina-.

-E perché?!- chiede sorpresa lei.

-Perché se stai con me ti succederanno delle cose brutte-.

-Io non ci credo a quella stupida storiella- sorride lei.-Dai non piangere. Alzati e andiamo a giocare!-.

La bambina scatta in piedi tendendogli la mano.

Il bimbo la afferra senza pensarci due volte e si tira in piedi.

-Ti piace arrampicarti?- gli chiede lei senza smettere un secondo di sorridere.

-Si, tantissimo! Vieni, conosco un posto fantastico per farlo!-.

I due bambini cominciano a correre, lontano dal parco giochi, lontano da quelle persone che possono far loro del male.

Incuranti di quello che potrebbero pensare quei tali.

Sapete il perché?

Perché i bambini sono figli del vento e crescono giocando.


Mentre gli adulti pensano solo a se stessi.


Perché i bambini pensano ad andare bene a scuola per fare contenti la mamma ed il papà.


Mentre gli adulti  pensano solo ai propri problemi.


Perché i bambini sono puri e candidi nei pensieri e nelle azioni.


Mentre gli adulti pensano sempre a secondi fini, imbrogli e sospetti.



4 anni dopo…

-Che vorresti dire con “Mi hanno dato la colpa”?!- urla una donna.

-Vuol dire quello che ho detto! E non parlarmi con quel tono!- risponde un uomo.

-Io con te parlo con il tono che mi pare!! E dì un po’,mentre accettavi la decisione di quegli inutili uomini che tu chiami “superiori”, non hai pensato di ribellarti? Non hai pensato ad una scappatoia? NON HAI PENSATO A ME E A TUO FIGLIO?!-

-…….-

-Ma che razza di uomo vigliacco ho sposato?!- la voce della donna questa volta però è strozzata dal pianto.

Il bambino dagli occhi smeraldo ha sentito ogni parola del discorso.

Ormai  i suoi genitori litigano ogni giorno.

Il papà ha cominciato a dormire sul divano, invece che nel letto con la mamma.

Questa sarà sicuramente la goccia che fa traboccare il vaso.

C’è una sola cosa che fa in questi momenti il bambino: corre.

Corre fino a non avere più fiato fino alla casa dell’unica persona che riesce a capirlo e a farlo sorridere.

Sakito. La  sua migliore amica. La persona senza la quale la sua vita sarebbe stata orrenda.

Ogni volta, quando arriva a casa sua, lei fa finta di non vedere gli occhi arrossati di pianto, e fa finta di non sentire il fiatone del ragazzino.

Smette di far finta solo se Akio, il bambino dagli occhi smeraldo, decide di sfogarsi e di parlarle di quello che è successo.

Neanche i genitori di Sakito, gli fanno mai domande.

Che bella famiglia.

Akio ha sempre provato una punta di invidia nei suoi confronti.

Ma l’affetto che prova per lei è sempre stato cento volte più grande dell’invidia.

 
Finalmente arriviamo ai 14 anni…

Il porto…

Akio aveva sempre odiato quel posto.

La puzza di pesce. Le imprecazioni di alcuni marinai. La confusione di quando arrivano le navi.

Però stranamente quel giorno non c’era nessuno.

Quel giorno. In una  delle giornate più brutte della sua vita finalmente aveva trovato un po’ di pace.

No. Non del tutto. Sentì dei passi dietro di lui.

-Sakito….cosa ci fai tu qui?- dice senza voltarsi.

-Bhe in realtà potrei farti la stessa domanda. Cosa diavolo ti è saltato in mente? Perché l’hai fatto?- chiese la ragazza piuttosto nervosa.

-Per il potere. Semplice. Per la pura voglia di potere.- rispose apatico.

-Non mi raccontare cazzate ok? Puoi darla a bere a chi ti pare, a quel tipo strano con i rasta, o a quelli che sono finiti in ospedale, o  anche a Mr. Codinoeocchialiniscurisonofighi. Ma non a me.- continuò lei.

Il ragazzo continuò a fissare l’orizzonte, ma gli scappò un sospiro.

-Oh andiamo….Akio!- la castana, persa la pazienza,con un gesto rapido fece voltare il ragazzo verso di lei afferrandolo per la maglia.

Il suo volto era ancora inespressivo.

-Mi hai fatto preoccupare da morire- l’espressione di Sakito cambiò radicalmente da ira a preoccupazione.

-Sacchan…ti prego, non farmi altre domande…non ancora- Akio abbracciò l’amica appoggiando la testa sulla sua spalla.

Lei ricambiò subito l’abbraccio.

Ma ancora non riusciva a capire perché il suo migliore amico avesse seguito un uomo senza scrupoli in questo assurdo piano.

Genda Kujirou e Sakuma Jirou erano finiti in ospedale, apparentemente senza un motivo logico; e anche Fudou Akio aveva rischiato molto.
 
In seguito a quel giorno, Sakito Tsubaki farà molte visite a Sakuma e a Genda in ospedale, ma loro scopriranno solo molto più tardi che lei salvò la vita a loro e a quello che poi diventerà uno dei loro migliori amici, Fudou.
 
 

Angolino Senzanome
No ok….
Questo capitolo è un vero schifo -.-
Sinceramente cervello….mi odi così tanto?  D:
Alla prossimaaaa :D
*Cambio di umore repentino  O.O*

 

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Capitolo 7
*** Cap 7 ***


Continuiamo a chiacchierare del più e del meno fino a che non arriviamo a scuola.

Appena entriamo nel cortile Sakito comincia a guardarsi intorno in cerca di uno spilungone con i capelli a criniera di leone.

In altre parole…Genda. Dopotutto lui è il più visibile con la sua altezza, le sue spalle larghe e quella vera e propria criniera.

Adesso oltretutto ha anche deciso di farsi crescere i capelli, quindi sembra  sempre di più un leone.

-Avvistatoooo!!- urla di colpo Sakito facendo sobbalzare me,e le persone intorno a noi.

Comincia a correre a tutta velocità verso l’albero della parte sinistra del cortile.

Sospiro e vado anch’io in quella direzione.

Con Genda c’è anche Sakuma, e come al solito sono circondati da ragazze.

La maggior parte di loro appena mi vedono arrivare cominciano a salutarmi e a sorridere, alcune anche con sguardi molto provocatori.

Noi della squadra di calcio siamo molto popolari tra le ragazze, ma ognuno a modo suo.

Per esempio Genda è il tipico orso buono e dolce con tutti.

Kennya è il tenero piccoletto con un debole per le cose adorabili.

Sakuma è il tipico deficiente che però in qualche modo riesce a piacere con la sua disinvoltura.

Mentre io e Wataru siamo quelli con la fama “peggiore”.

Infatti siamo conosciuti come i playboy senza cuore che vanno dietro alle ragazze più belle e più facili solo per portarsele a letto.

E in effetti è vero…

Anche per questo noi due siamo quelli che i ragazzi cercano di tenere il più lontano possibile dalle proprie fidanzate.

Però devo ammettere che non mi dispiace affatto questa reputazione.

Ora…tornando al presente, Sakito sembra piuttosto scocciata dal fatto che ancora non l’abbiano notata.

Ma dopotutto qua c’è un casino e mi sembra normale che non si siano accorti.

Saki-chan comincia a farsi largo a gomitate tra la mandria di ragazze intorno a Sakuma con loro grande disappunto.

-Insomma fate finta che non esisto?!-  dice la castana gonfiando le guance.

Genda è il primo a girarsi ma Sakuma è più veloce e salta addosso a Sakito facendola quasi cadere.

-Whaaaaa Saki-chan ma dove eri finita?!- il pinguinomane sembrava non aveere intenzione di mollare la ragazza tanto facilmente.

Alcune delle ragazze che gli stavano intorno lanciarono un’occhiataccia a Sakito e abbandonano la preda….bhe almeno per ora.

Genda intanto cerca di staccare Sakuma da Saki-chan.

-Ehi Fudou oggi i miei non ci sono…che ne dici di passare da me?- mi sussurra sensualmente Yuko.

Per un attimo distolgo lo sguardo dalla scenetta comica per sorriderle maliziosamente, senza farmi notare troppo dalle altre mie fan.

Yuko sa che quello è il mio modo di accettare le sue richieste.

Lei sorride soddisfatta e si allontana. Lo spazio lasciato libero da lei si colma subito da altre tre ragazze di prima.

-Scusatemi ragazze ma avrei un attimo bisogno dell’aiuto di Akio- sento la mano di Genda posarsi delicatamente sulla mia spalla. Mi volto e vedo il suo viso che sorride

gentilmente verso le mie ammiratrici.

Mi spiegate perché sembra che stiano fiorendo delle rose intorno a lui?

Raggiungiamo Sakuma e Sakito e prendiamo posizione. Fosse la prima volta che succede…

Io mi metto dietro Saki-chan e Genda dietro al pinguinomane.

Le labbra di Genda pronunciano il conto alla rovescia :

-3…2…1…Via!-

Al “via” ci buttiamo tutti e due su di loro e cominciamo a tirare.

Dopo circa 10 secondi riusciamo a staccarli….senza finire per terra anche!!

Credo sia una specie di record…

Sakuma si dimena ancora tra le braccia possenti del nostro portiere.

Come diavolo fa?!

Va bene che è un armadio tutto muscoli vivente ma quando quel tizio vuole qualcosa è impossibile fermarlo.

La campanella suona.

Mollo subito lì gli altri e filo in classe.

Ora voi che state leggendo questa stranissima storia vi starete chiedendo il perché, dato che io ho una specie di allergia per la scuola.

Ebbene il motivo è molto semplice.

Ho la fortuna di stare un piano sotto la ragazza più bella del mondo.

E, visto che siete persone molto intelligenti e curiose, ora vi starete chiedendo perché sono così emozionato di vedere una ragazza mentre accetto di andare con altre tipe.

Bhe… sinceramente non ne ho idea.

Penso che, dopotutto, non si possa cambiare il proprio stile di vita da un momento all’altro.

E il mio ad essere sinceri è proprio divertente hehe...

Come al solito mi metto in postazione.

Ho trovato il posto perfetto per spiare tutto e tutti hahahaha!!

Così ogni volta che sta per arrivare Follia io mi ritrovo a passare casualmente da quelle parti…

Ormai sono diventato uno stalker a tutti gli effetti!!

Accidenti non dovrei esserne orgoglioso….stare con quella pazza di Akiko mi fa male….

E infatti…eccola!

Più bella del sole e più fredda di Suzuno Fuusuke passa davanti a me per andare nella sua classe.

E naturalmente tutti i maschi si girano a guardarla.

Quei maledetti…staccherei gli occhi a tutti in questi momenti .

Tutti innamorati di lei. Tutti innamorati di lei.

Ma sanno veramente chi è o sanno solamente il suo nome? [1]

Forse neanche quello.

Bhe oddio….non è che io sono un esperto di tutto ciò che la riguarda ma di sicuro di lei non so solamente il nome.

Esco furtivamente dal mio nascondiglio e decido di tornare in classe.

Forse dovrei smetterla di fare lo stalker e fare il primo passo.

Certo che è strano che proprio io ho un problema con una donna.

Io che di solito con loro so sempre come comportarmi e cosa dire.

Vabbè….lasciamo perdere.


 
Angolino tanto carino (???)

È da tantissimo che non aggiorno O.O

[1] frase rubata da una canzone di J-ax *Q*

Nel prossimo capitolo verrei dare una svolta alla storia tra Narukami e Wataru….

Ci si vedeee :D

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Capitolo 8
*** Cap 8 ***


*POV Kennya Narukami*

Che bello il cielo azzurro.

Uno di quei cieli senza neanche una nuvola, uno di quelli che ti fa sembrare che la tua vita sia senza problemi.

Poi però, abbassi lo sguardo e la tua mente torna un tornado di pensieri e parole. Sembra che nella tua testa ci sia una rissa con un migliaio di persone che fanno a cazzotti, e sembra che non ci sia
fine.

Questo posto mi rilassa. Di solito ci vengo con Akio ma oggi sono solo.

“La nostra finetra sul mondo”, così abbiamo chiamato questo posto, ma in realtà nessuno di noi due sa il perché.

In fondo non si vede altro che una striscia di cielo tra le mura scure della scuola.

Mi risveglio un attimo dalla mia trance e noto che la canzone che sto ascoltando è una diversa da quella che stavo ascoltando quando sono arrivato.

Controllo l’ora  con il cellulare e mi accorgo che è passata mezz’ora da quando sono arrivato.

Spalanco gli occhi: pensavo fossero passati una decina di minuti massimo!

Vabbè, saltare una lezione non ha mai ucciso nessuno no?

Decido di cambiare posto ed andare sul tetto, magari là riuscirò a concentrarmi solo sulla musica.

Salgo silenziosamente le scale arrivando finalmente alla porta del tetto.

La apro e la richiudo dietro di me facendo più piano possibile.

Cammino fino ad arrivare alla rete di protezione, mi levo le cuffie e le appoggio sulle spalle continuando a guardare il cielo.

-Ciao Kennya- una voce profonda dietro di me mi fa sussultare violentemente.

Mi giro e chi vedo?

Un paio di splendidi occhi arancioni mi fissano  maliziosamente.

Mi costringo a non arrossire ma devo aver fatto una faccia veramente terrorizzata dato che di colpo la sua espressione cambia in una tra il sorpreso e il preoccupato.

-Ti ho spaventato forse?-.

Solo in quel momento mi accorgo di essere schiacciato contro la rete. Mi ricompongo velocemente e mi volto verso di lui.

-No è solo che…non me l’aspettavo proprio. Ma tu cosa ci fai qui?-.

-Bhe potrei farti la stessa domanda- mi dice sorridendo.

Si gira e si va a sedere dove probabilmente stava prima che io entrassi e, guardandomi con il sorriso ancora stampato in faccia, mi fa segno di andare a sedermi accanto a lui.

Senza pensarci neanche un secondo mi siedo con lui ma cercando di mantenere una certa distanza.

Ma sono masochista per caso?

Rimaniamo in silenzio per qualche secondo, ma a me sembra un’eternità.

Forse è stata solo una mia impressione ma mi è sembrato che avesse fatto una faccia strana quando ha visto che mi sedevo abbastanza lontano.

Me lo sarò immaginato.

-Allora cosa ci fai qui?- mi chiede guardando il cielo.

-Pensavo. Non mi andava di andare in classe-.

-Ehi dì un po’ non eri tu il mister perfettino che non avrebbe mai saltato la scuola?- mi chiede ridacchiando.

-Non ho marinato la scuola. È soltanto una lezione- rispondo scrollando le spalle –E poi adesso avevo storia…Voglio dire: perché alla gente importa tanto di sentir parlare di persone morte e decrepite
e delle stronzate che facevano?!-.

Wataru scoppia a ridere. Wow.

Ad essere sincero lo conosco da tanti anni ma poche volte l’ho visto ridere così.

In modo così puro e sincero.

-Mi piace stare con te. Mi fa sentire bene-.

Lo ha detto? Lo ha detto veramente? Ditemi che non ho sentito male.

Mi volto verso di lui incredulo. Sento calore sulle guance.

Sicuramente sono arrossito. Ma…..

Perché deve illudermi così?
 
 


Angolino della depressione (?)

Saaaalve a tutti :D

Sono millenni che non aggiorno ma non avevo la più pallida idea di cosa scrivere ^^”

Grazie alle povere anime corrotte che hanno letto questa storia

Baci da WolfHeart :D

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