Il leone ferito
Il leone ferito
di Fibrizio
"Probabilmente, in confronto a te, noi viviamo vite troppo brevi.
Siamo sciocchi,
commettiamo degli errori e veniamo feriti così facilmente, ma dopo ogni errore
noi ci miglioriamo! Dopo ogni ferita, non vogliamo essere colpiti di nuovo!
Cerchiamo sempre di
fare qualcosa di nuovo! Teniamo da conto il passato, il presente e il futuro e
quindi vogliamo sempre continuare ad andare avanti.
Non possiamo
permetterti di rovinare tutto questo! Noi non ci fermeremo mai perché siamo
VIVI!"
Invece siete già morti e non ve ne rendete conto.
Piccola umana che gridi tanto; non hai vissuto una sola generazione della tua
specie e già ti senti parte del tempo, tu una goccia e nient’altro! Cos’è il tuo
istante rispetto alle ere infinite dell’universo?
Io
che ho vissuto cinquanta volte il tuo tempo non sono nulla rispetto all’infinità
che ci circonda, come puoi tu credere di poter avere qualche diritto sopra di
me?
Se
soltanto tu avessi potuto vedere quello che ho visto io, capiresti quello che ho
capito io!
Siamo
pupazzi, marionette in un gioco che è già scritto, dal quale non possiamo
fuggire!
Tu
non gridi, né combatti, perché tu lo vuoi per tua libertà, ma perché sei una
schiava!
Voi
siete gli schiavi che difendono i loro padroni, voi siete gli schiavi che si
controllano da soli, gli schiavi che si impediscono la fuga, gli schiavi che non
si ribellano né vogliono la loro libertà!
Umani, le vostre grida, la vostra voglia di esistere e di andare avanti non è
libertà! Quella che chiamate vita è la vostra schiavitù! Siete come uno
spettacolo, una commedia o un dramma, che sta andando in scena e voi agite per
un copione che è già scritto! Siete il divertimento, la distrazione,
l’intermezzo al caos dal quale siete nati! Ma dopo di voi tornerà il Caos, il
Nulla Eterno e tutto quello per cui avete combattuto sarà come se non fosse mai
esistito!
Tenete conto del passato, tu dici, giovane umana? A quale proposito? Tanto un
giorno fino all’ultimo essere umano si sarà estinto e allora nessuno potrà
tenerne conto! Perché allungare l’agonia? Perché sprecare tempo? Perché vivere?!
Vi
credete speciali umani!
Ogni
cosa nel vostro mondo ha un suo posto: la terra per darvi appoggio, le piante
per nutrirvi, il sole per scaldarvi, l’acqua per rinfrescarvi, la folgore per
spaventarvi! Siete così ciecamente egocentrici che credete che tutto sia creato
per voi, che ogni cosa vi ruoti attorno, e non vi rendete conto che siete fatti
della stessa materia grezza; voi siete la terra e l’acqua e quelle piante messe
assieme; siete un ammasso unito e forgiato dalla folgore e dal sole; non siete
niente di diverso nell’intima, infinitesima, immensamente piccola, natura del
vostro corpo da tutte le altre cose che vi circondano!
Credete di avere un’anima, uno spirito che vi sopravvivrà? Ma se anche gli dei
che adorate possono morire, se anche loro sono destinati alla fine, allora come
vi illudete che non sparirete anche voi, per sempre? Come pensate che le cose
che ora realizzate faranno la differenza nel tempo?
Ed è
questa la vostra prigionia! La speranza, l’illusione di farcela!
La
diceria che voi siate diversi dal sasso che cade, dal ruscello che gorgoglia,
dalle fronde mosse dal vento! Trovate che sia normale che così sia, che il fuoco
bruci e che la pioggia cada! Ma il fuoco è libero di non bruciare? La pioggia è
libera di non cadere? No, e così nemmeno voi siete liberi di non voler
sopravvivere! E come una spada rotta non ferisce, così i vostri simili guasti si
uccidono! Ma sono loro i veri VIVI! Sono loro che hanno capito, che non vogliono
arrendersi al destino che è stato loro scritto! Sono loro che non vogliono
restare schiavi e portare avanti lo spettacolo!
Credete di essere coraggiosi! Credete di essere prodi!
Voi
siete VIGLIACCHI! Sei una vigliacca Lina, perché non vuoi ammettere di essere
una schiava, non vuoi ammettere di essere prigioniera e di non voler fuggire
perché hai paura! Sei una vigliacca che si nasconde dietro al padrone e
preferisce fare cento anni da pecora che un giorno da leone!
Voi
siete il nutrimento dei vostri dei, siete quello che per voi sono la carne ed il
pesce, le verdure dell’orto o i frutti del bosco! Pensate di essere superiori ma
servite solamente a dar vita al fuoco che consuma l’universo!
Il
vostro amore, la vostra gioia, la speranza, così come la rabbia, il rancore e la
vendetta a nient’altro servono se non a fomentare lo scontro che consumerà ogni
cosa!
Volfied e Dabranigdu lo hanno capito! Loro me lo hanno spiegato!
Vuoi
sopravivere Lina? Salveresti un germe che distrugge il tuo popolo se te lo
chiedesse? Avresti pietà di un’infezione che contamina la tua gente? Daresti
legna al fuoco che brucia la tua casa?
Non
lo faresti! Io non lo farei!
Per
questo io devo distruggervi!
Distruggere tutto, distruggere me stesso!
Che
niente resti! Che bruci questo infame mondo! Ardi palcoscenico! Ardi teatro! Che
arda il pubblico che a questo ci ha condannati! Volevate uno spettacolo? Allora
godete di quello che io vi ho preparato!
Godete di qualcosa di nuovo!
Godete del mio giorno da Leone!
Così
saremo alla pari!
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