La coppa quattromalandrini di Marauders (/viewuser.php?uid=9915)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I rappresentanti di Hogwarts ***
Capitolo 2: *** L'Accademia di Beauxbatons ***
Capitolo 3: *** La scelta del campione ***
Capitolo 4: *** La prima prova ***
Capitolo 5: *** Il Ballo del Ceppo ***
Capitolo 6: *** La seconda prova ***
Capitolo 7: *** La terza prova ***
Capitolo 1 *** I rappresentanti di Hogwarts ***
Capitolo 1: I rappresentanti di Hogwarts
“Benvenuti a Hogwarts, miei cari
studenti” Silente era in piedi per dare la dovuta accoglienza ai ragazzi, “Quest
anno qualcuno di voi avrà l’opportunità di prendere parte ad un evento
eccezionale. Hogwarts è stata scelta per gareggiare nella competizione
millenaria del torneo Tremaghi!”
Gli studenti da tutti e quattro i
tavoli cominciarono ad esultare, a parlare fra di loro, a fare confusione,
insomma.
“Il torneo si terrà presso
l’accademia di magia francese di Beauxbatons” riprese il preside, “Sedici dei
migliori di voi tra i sedici e i diciotto anni saranno scelti per prendervi
parte, domani sera verranno annunciati i nomi dei prescelti.”
Poco più tardi, nella stanza dei
ragazzi del settimo anno di Grifondoro…
“Ma ci pensate?” disse Sirius,
era coricato sul letto, con le braccia dietro la testa, “Il torneo
Tremaghi…dobbiamo assolutamente partecipare!”
“Non hai sentito Silente?” gli
chiese Remus, “Saranno gli insegnati a scegliere.”
“Figurati se non scelgono i
Malandrini” ribatté James, “Siamo i migliori della scuola, quattro di quei
sedici posti possono già ritenersi occupati.”
“Ehm…forse volevi dire tre” disse
Peter facendosi piccolo, piccolo, “Non credo che anche io potrò
partecipare.”
“Non dire scemenze” Sirius gli
lanciò un cuscino, “Nessuno può dividere i Malandrini.”
L’indomani sera, tutta la sala
grande fremeva di agitazione per la scelta degli aspiranti campioni che però
avvenne solamente dopo cena.
“Siamo giunti al dunque” disse il
preside levandosi in piedi, in mano aveva una pergamena comparsa dal nulla,
“Quelli che ora chiamerò verranno a mettersi qui, davanti a me. Cominciamo da
Serpeverde, in ordine alfabetico…Bellatrix Black.”
Ci fu un educato applauso, per lo
più dai suoi compagni di casa che non da altri, quando la ragazza si alzò e
raggiunse il professore.
“Che sfortuna” esclamò Sirius,
“Ora mi tocca avere la cugina tra i piedi pure in Francia!”
“Rodolphus Lestrange” continuò il
preside.
“La creme de la creme” disse
James, “Ci manca solo Malfoy.”
“Lucius Malfoy e Francis Nott”
concluse Silente.
“Che razza di rappresentanti”
borbottò Felpato, “Non potranno mai essere scelti come campioni.”
“Per questo ci siamo noi!”
esclamò Ramoso.
“Per i Tassorosso Martin Abbott,
Amelia Bones, Benjamin Brown e Lewis McMillan.”
Non appena i quattro
rappresentanti della casa giallo nero raggiunsero i loro posti, Silente riprese
con i Corvonero.
“Lin Chang, Steve Corner, Gabriel
Davies e Michael Thomas e per concludere, i Grifondoro…”
pausa per la suspance, i ragazzi
dal tavolo rosso e oro tenevano le dita incrociate.
“Sirius Black.”
Il ragazzo scattò in piedi, sotto
scroscianti applausi e, dopo aver dato il cinque al suo migliore amico, andò a
raggiungere gli aspiranti campioni.
“Lily Evans.”
Inizialmente la ragazza non
sembrava avere intenzione di alzarsi, non poteva aver sentito giusto, non poteva
essere stata scelta! Ma fu l’esclamazione di Potter a riportarla alla realtà,
“Evans, sei tutti noi!”
Diventando sempre più rossa, Lily
raggiunse a capo chino il preside.
“Remus Lupin e James Potter.”
Questi ultimi due raggiunsero la
postazione insieme mentre le mani di molti ragazzi si erano praticamente
spellate dai tanti applausi, i Malandrini erano stati scelti per il torneo
Tremaghi.
“Silenzio” disse il professore,
“Devo comunicarvi soltanto un’ultima cosa, i prescelti partiranno per
Beauxbatons a metà ottobre, io li accompagnerò e, insieme a me la professoressa
McGranitt.”
“Ma professoressa McGranitt non
può!” esclamò James, lui e i suoi accoliti erano riuniti nello studio
dell’insegnate.
“Potter, è una decisione che è
stata presa dal corpo docenti.” rispose lei pacatamente.
“Decisione un corno!” sbottò
Sirius, “Che vi costava far partecipare anche Peter?”
“Moderiamo il linguaggio, signor
Black a meno che tu non voglia giocarti anche la tua occasione” dopo aver
guardato i quattro studenti uno ad uno, la sua voce si addolcì, “Mi spiace.”
“Non si possono dividere i
Malandrini!” fece James.
“Mi spiace Potter, è la mia
ultima parola.”
Sconsolati, i ragazzi tornarono
in dormitorio.
“Ma vi sembra giusto?” James si
lasciò cadere sul letto, “Tre su quattro…che razza di insegnati!”
“Non fa niente” farfugliò Peter,
“Lo sapevo che non avrei partecipato.”
“Possiamo sempre portarcelo
dietro di nascosto” propose Sirius.
“Non sappiamo come andremo in
Francia” rispose Ramoso, “Come lo nascondiamo, per esempio, su una scopa?”
“Niente scope” disse Remus, “Si
viaggia col treno.”
Gli altri tre Malandrini si
voltarono a guardarlo.
“Non l’avete notato?” continuò il
ragazzo, “L’espresso per Hogwarts non ha lasciato la stazione di Hogsmeade, sta
aspettando per partire per la Francia.”
“Bhe…” disse James pensieroso,
“Su un treno è molto più facile…per questo basta solo il mio mantello.”
“Aspettate un attimo” lo
interruppe Sirius, “Come fa un treno ad attraversare il mare? Non ci sono mica
rotaie sullo stretto della Manica!”
“Magia!” rispose Remus.
“Questo vuol dire che non ci
vedremo per tutto l’anno” disse Alice sedendosi sul letto di Lily.
“Mi dispiace che tu non sia stata
scelta” rispose l’amica, “Hai visto con chi mi toccherà fare tutto il
viaggio?!”
“Bhe…magari l’atmosfera della
Francia farà sbocciare l’amore tra te e il bel James Potter!” Alice rise
convulsamente, anche quando il cuscino di Lily la raggiunse in piena faccia.
Il mese di settembre volò via e
con lui le prime due settimane di ottobre, era giunto il momento per i sedici
studenti e i due insegnanti di lasciare Hogwarts per recarsi all’accademia di
Beauxbatons.
“Mettiti in coda al gruppo” disse
James lasciando il suo mantello dell’invisibilità all’amico Peter, “Così
dovremmo riuscire a farti salire.”
Il gruppetto di ragazzi, con in
testa il professor Silente e la professoressa McGranitt avanzavano con i bagagli
a carico attraverso i giardini della scuola per arrivare alla stazione di
Hogsmeade, era già buio, avevano deciso di partire dopo cena, per arrivare dai
loro ospiti per il pomeriggio del giorno dopo.
“Avevo ragione” disse Remus, “Ci
andremo proprio con il treno.”
“Dunque” disse Silente prima che
i ragazzi potessero salire a bordo, “I soliti scompartimenti sono stati
trasformati in stanze visto che, quando arriveremo alla scuola francese
dormiremo lo stesso sul treno, sulla porta sono incisi i simboli delle case, in
modo che potete trovarle facilmente e senza confonderle, le uniche quattro
ragazze invece divideranno un stesso vagone, l’unico senza simbolo, ovviamente.
E ora, tutti a bordo.”
Dopo di lui, gli studenti
salirono uno dopo l’altro, proprio i Malandrini erano gli ultimi, James l’ultimo
ultimo.
“Signor Potter, cosa sta
aspettando?” gli chiese la
McGranitt alle sue spalle.
Il ragazzo le rivolse un sorriso
radioso, “Ora si” e, sotto lo sguardo stranizzato dell’insegnate salì a
bordo.
Entrando nel suo compartimento,
Lily non era esattamente entusiasta della sua sistemazione o, per meglio dire,
delle sue coinquiline.
Amelia la conosceva di sfuggita
e, infondo, le stava abbastanza simpatica ma le altre due…Lin era insopportabile
con quella sua aria da prima donna e quei suoi modi altezzosi, per non parlare
di Bellatrix…
Lasciato il suo bagaglio ai piedi
del letto a castello che divideva con la Tassorosso si arrampicò sul letto
di sopra e sospirò…quel viaggio sarebbe stato infinitamente lungo, quasi, quasi
avrebbe preferito andare a trovare Potter!
“Visto che ci siamo riusciti!”
disse Sirius buttandosi su uno dei tre letti nella cabina che divideva con gli
altri Malandrini.
Peter si tolse il mantello e lo
restituì a James.
“E lo facciamo dormire per
terra?” chiese Remus.
“Bhe…prendo un cuscino e una
coperta e sono a posto” disse il ragazzo.
“Ma che dormire e dormire!”
esclamò James, dal suo baule uscì due bottiglie di burrobirre, “Sta sera si fa
festa!”
Era quasi mezzanotte, Silente e
la professoressa McGranitt stavano facendo la ronda per accertarsi che tutti gli
studenti stessero dormendo, come avrebbero dovuto fare. Gli scompartimenti
avevano tutte le luci spenti, solo in uno erano ancora accese.
Con un sospiro, l’insegnate aprì
la porta della scomparto, “Potter, Black, Lupin!” esclamò, “Sempre voi…Minus!”
il suo sguardo era caduto sul quarto ragazzo che in quel momento non sarebbe
dovuto essere là.
“Le possiamo spiegare tutto”
disse James mettendosi in piedi.
“Lo spero bene per voi”
la McGranitt
non sembrava molto felice, “Dobbiamo riportare Minus a Hogwarts” disse poi
rivolta a Silente.
“Cosa?!” esclamarono in coro i
Malandrini.
“Effettivamente, Minerva”
sopraggiunse il preside, “Oramai è troppo tardi, vorrà dire che lo porteremo con
noi.” fece l’occhiolino. I ragazzi applaudirono e fischiarono.
“D’altronde chi siamo noi per
separare i Malandrini?”
Continua…
Siamo solo all’inizio…ma fatemi sapere se vi
piace!! Vi prego! Bye Bye Prongs
P.S. Grazie a chi ha commentato la mia ff su
Tonks e Remus!!!
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Capitolo 2 *** L'Accademia di Beauxbatons ***
Capitolo 2: L’accademia di Beauxbatons
Il sole era calato da un poco
quando, dopo aver attraversato una fitta foresta, l’espresso per Hogwarts si
fermò in una radura. La maggior parte degli studenti a bordo erano affacciati ai
finestrini per vedere la scuola che li avrebbe ospitati per i prossimi mesi.
Beauxbatons si innalzava maestosa
al centro di un lago, a collegarla con la terraferma solo un ponte levatoio,
sembrava che la foresta appena attraversata racchiudesse tutta la zona
circostante, nascondendo la scuola alla vista indiscreta dei babbani.
“Certo che si trattano bene i
francesi” disse Sirius una volta sceso dal treno insieme a tutto il resto della
delegazione di Hogwarts.
“Tutta scena” fece James.
Sulla superficie del lago si
potevano distinguere piccole lucette che saltellavano da un punto all’altro,
lasciando dietro di se una scia di luce dorata e lievi increspature
sull’acqua.
“Hanno pure le fatine” continuò
il ragazzo storcendo la bocca, “Meglio la nostra piovra gigante.”
La professoressa McGranitt prese
il comando del gruppo.
“Mettetevi in fila” disse agli
studenti sparsi qua e la per il parco, c’era chi cercava già di entrare nella
scuola, “Ordinati per favore, ricordatevi che qui rappresentiamo Hogwarts, vi
assicuro che ogni mancanza di rispetto vi costerà cara.” il suo sguardo si andò
‘casualmente’ a posare su quattro dei sedici presenti.
Prima che però riuscissero a
raggiungere ordinatamente il ponte levatoio da attraversare, l’acqua del lago
cominciò a ribollire prima in una zona limitata, poi sempre più grande, le
fatine erano scappate via.
“Che sta succedendo?!” esclamò
Lily, davanti ai suoi occhi la superficie dell’acqua fu infranta dall’albero
maestro di una nave che poco a poco cominciò a mostrarsi.
“È un’usanza francese mettere le
navi sotto l’acqua invece che sopra?” chiese Sirius passandosi la sciarpa rosso
e oro intorno al collo.
“Quella è la delegazione di
Durmstrang, signor Black” spiegò Silente prendendo la testa del gruppo,
“Partecipano al torneo insieme a Beauxbatons e noi e ora in marcia, non vogliamo
certo fare aspettare i nostri ospiti.”
Non appena gli studenti di
Hogwarts attraversarono il ponte, quelli di Durmstrang attraccarono e
cominciarono le operazioni di sbarco.
Le porte della sala da pranzo
della scuola erano spalancate, ai lati due elfi domestici che elargivano inchini
a chiunque passasse.
L’atmosfera e l’ambiente non
potevano essere più diversi da quelli di Hogwarts. Il soffitto non era
incantato, formava delle candide volte a crociera che di tanto in tanto facevano
da casa alle fate del lago. Al posto dei quattro tavoli delle case ce n’erano
molti di più ma di dimensioni decisamente più ridotte, gli studenti dovevano
essere più o meno lo stesso numero.
Non c’erano candele che
svolazzavano per tutta la stanza a mezz’aria, la luce proveniva da fuochi fatui
posti sui tavoli e sopra le finestre.
All’ingresso della federazione di
Hogwarts tutti gli occhi furono puntati su di loro, le divise grigie con i
colori delle rispettive case contrastavano con quelle celeste brillante e oro
degli studenti e studentesse francesi, quelle di Durmstrang erano invece un po’
troppo formali, di colore marrone scuro col mantello foderato di pelliccia,
sembravano usciti da un’accademia militare.
“Le ragazze di Beauxbatons sono
carine” bisbigliò Sirius all’orecchio dell’amico, “Ma quelle di
Durmstrang…brrr!”
“Sembrano vichinghi!” esclamò
James.
La McGranitt li gelò con
un’occhiataccia e i due smisero all’istante di sghignazzare.
La preside di Beauxbatons era in
piedi, pronta ad accogliere i suoi ospiti, era abbastanza giovane, il posto le
era stato assegnato solamente l’anno prima, ma era una donnona enorme, sembrava
quasi una gigantessa.
“E Hagrid che si chiede ancora
dov’è finita sua madre.” disse Ramoso, questa volta fu un colpo sul braccio da
parte di Lily, alle sue spalle, a farlo zittire.
“Silonte!” esclamò la donna
andando incontro al preside, “È un piascere avorti qui.”
“Il piacere è mio, Madame Maxime”
rispose il professore portando alle labbra la manona e baciandola, “Questi sono
i miei studenti” fece un largo gesto con la mano per indicare i ragazzi alle sue
spalle.
“Sce une table riservata per
loro” disse Madame Maxime, e i diciassette studenti di Hogwarts presero posto al
tavolo proprio sotto una finestra, accanto a loro ce n’era un altro ancora
vuoto, evidentemente per gli studenti di Durmstrang.
“Ho visto la nave di Uljianov
attraccare pochi minuti fa” riprese Silente sedendosi al tavolo dei docenti con
la professoressa McGranitt al suo fianco, “Dovrebbero essere qui a momenti.”
“Tres bien” esclamò entusiasta la
preside.
Effettivamente la federazione di
Durmstrang non tardò ad arrivare e, dopo i saluti e i convenevoli, anche loro
presero posto.
“Brodino?!” esclamò Sirius non
appena gli elfi domestici cominciarono a servire le portate, “Ma come cavolo
mangiano questi francesi?!”
“Devo ammettere che in questo
momento non dispiacerebbe neppure a me una bella fetta di carne” disse Remus
girando e rigirando il cucchiaio nella scodella, “James, che stai facendo?”
Cercando di non farsi notare, il
ragazzo aveva cominciato a travasare il brodo nel piatto del compagno che aveva
a fianco troppo distratto per accorgersene.
“Ho finito” disse infine,
“Proprio buono.”
“Ma quando crescerai, Potter?”
Lily era seduta davanti a lui, diciamo pure che l’aveva fatto apposta, non che
gli mancassero le liti col suo eterno rivale però non conosceva praticamente
nessun altro al loro tavolo.
“Solo quando uscirai con me”
rispose lui e le mandò un bacio.
Le altre pietanze risultarono più
elaborate, ma alquanto più gradite dell’antipasto, specialmente i dessert che,
anche dopo che la tavola fu sparecchiata, qualcuno tenne avvolto in un
tovagliolo per poterlo gustare nel dopocena.
“Silence, s’il vous plait” disse
Madame Maxime ergendosi in tutta la sua altezza, l’intera stanza si zittì, “È
sgiunto il momonto.”
Altri due elfi portarono una
pesante scatola di legno, più grande di loro, e la deposero sul tavolo, proprio
davanti la preside, lei la aprì e ne trasse fuori un semplice calice.
“Questa c’est le coup de feu”
spiegò, improvvisamente dal calice si levarono piccole fiammelle bianche e
azzurre che cominciarono a sfavillare, “Tutti coloro che desiderono partescipare
al torneo dovranno mettere il loro nom qui dentro, sarà il calisce a sceliere un
champion per ogni scuola.”
Il silenzio finì, il
chiacchiericcio era ricominciato, erano bastate poche parole a fare nascere
tanti argomenti.
“Un’ultima chose “ disse poi
quando le voci si erano almeno attenuate, “L’estrasione sarà sgiorno 31, bonne
chance a tous.”
Gli studenti si separarono, i
francesi tornarono nelle loro camere nei piani superiori del castello, quelli di
Durmstrang alla nave e quelli di Hogwarts al loro treno.
“Io non credo che metterò il nome
nel calice” disse Peter, “Non dovrei neppure essere qui dopo tutto.”
“La McGranitt ti ucciderebbe se tu lo
facessi!” ribatté Sirius ridendo.
“Voi sapete niente di cosa
bisogna fare in questo torneo?” James si era arrampicato sul suo letto,
essendoci un ospite in più Silente aveva cambiato la loro stanza facendo
diventare i tre letti due a castello.
“Sono tre prove” spiegò
Remus.
Sirius alzò la testa dal cuscino,
“Non dirmi che hai letto un libro sul torneo Tremaghi?!”
“Solo un pezzo” ammise il
ragazzo, “Ma non diceva granché, le prove sono ogni volta diverse e sempre
segrete per i campioni fino a che non devono affrontarle.”
“Lo spirito di iniziativa non ci
manca” commentò James, “Ce la dovremmo cavare egregiamente.”
“La gente può morire in un torneo
come questo” continuò Lunastorta.
Sorvoliamo sul gesto scaramantico
che fecero i due Malandrini…
“Certo che sei pessimista!” gli
disse Sirius, “Se preferisci puoi non mettere il tuo nome nel calice, ci
pensiamo io e James a tenere alto il nome di Hogwarts.”
“E quello dei Malandrini”
concluse l’altro, batterono il cinque rischiando quasi di cadere dai rispettivi
letti.
“Non potete essere scelti tutti e
due” disse Remus, “C’è solo un campione per ogni scuola.”
“Oh bhe…” disse Ramoso
incrociando le braccia dietro la testa, “Uno vale l’altro, non credi?”
“Perfettamente d’accordo.”
rispose Felpato. E anche la luce nel loro scompartimento fu spenta.
“E se vieni scelto qualcun altro
per Hogwarts?” chiese all’improvviso Remus rompendo il silenzio che era calato.
Furono le fragorose risate di Sirius e James a fargli da risposta.
“Come non detto…”
Continua…
Bene, bene…ormai ci siamo! Ci manca solo di
sapere quali saranno i campioni che parteciperanno al Torneo Tremaghi!
Chissà…chissà…
Comunque…se la curiosità non vi rode troppo
lo scoprirete nel prossimo capitolo, che per l’appunto si intitola “La scelta
del campione”!
Ringrazio infinitamente tutti quelli che
hanno letto lo scorso capitolo e in particolar modo SiJay, DarkElectra, Miyu90, James e Lily, PrinceLily e Emma!
Mi raccomando! Siate numerosi anche nel
recensire questo capitolo!
A presto!!
Prongs
P.S. Scusate se ci ho messo tanto a
pubblicare il secondo capitolo, ma ho avuto una serie di sfortunati eventi
(esami vari, amica malata e altri che non sto a raccontarvi per non annoiarvi
più di tanto), ma prometto di essere più veloce!
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Capitolo 3 *** La scelta del campione ***
Capitolo 3: La scelta del campione
I giorni seguenti furono
caratterizzati da un via vai di studenti e studentesse di tutte e tre le scuole
che mettevano i loro nomi tra le fiamme sfavillanti del calice di fuoco.
“Evans, l’hai messo il tuo nome?”
Lily aveva appena lasciato la
sala principale quando James e il suo gruppo di Malandrini le si pararono
davanti.
“Certo che l’ho messo” rispose
placata, “Dubitavi?”
“Proprio no” disse James, “Mi
piacerebbe che tu fossi la nostra campionessa!”
“Invece di prendere in giro” fece
Lily sistemandosi la borsa a tracolla sulla spalla, “Faresti meglio a sbrigarti
se vuoi competere, fra due ore non si accettano più partecipanti.”
James le mostrò il bigliettino,
“Fai il tifo per me!”
“Speraci!” Lily si allontanò per
tornare al treno.
I Malandrini entrarono nella
sala, “Ti dirò una cosa…” fece Sirius guardandosi intorno nella stanza deserta,
“Mi mancano i nostri fan! Qui non c’è nessuno a farci un applauso!”
“Vorrà dire che conquisteremo gli
stranieri durante le prove” disse James, “Sicuro che non vuoi partecipare,
Pete?”
“No, no” rispose l’amico, “Fate
voi, non è cosa per me.”
“Allora comincio io.” Remus si
avvicinò al calice e, dopo un attimo di incertezza, lasciò cadere il bigliettino
con il suo nome dentro, per un attimo le fiamme divennero rosse poi tornarono
del loro caratteristico blu, il partecipante era stato accettato.
“Direi che tocca a noi” disse
Sirius, “Io il tuo e tu il mio”, scambiò il suo bigliettino con quello di James
e i due ragazzi li gettarono contemporaneamente nel fuoco.
“Sta sera avremmo la risposta”
fece Remus guardando le fiamme cambiare nuovamente colore, “Non dobbiamo neanche
aspettare molto.”
“Ma avete veramente intenzione di
partecipare?!”
I Malandrini si voltarono, sulla
soglia dell’ingresso il gruppo di Serpeverde stava sghignazzando, “Non potete
credere sinceramente di essere voi i campioni di Hogwarts!”
“Chi deve essere allora?” chiese
Sirius praticamente ridendo in faccia a Lucius Malfoy, “Tu?”
“Guarda che le prove saranno di
abilità magica, Malfoy” disse James, “Mica di parruccheria!”
Questa volta fu il turno dei
Malandrini di sghignazzare alla faccia dei rivali.
Dopo cena gli studenti erano
tutti riuniti sempre in quella stessa sala, il calice di fuoco troneggiava al
centro, le fiamme sempre splendenti. I presidi delle tre scuole erano in piedi,
pronti a prendere i bigliettini che di li a pochi minuti sarebbero usciti con i
nomi dei tre campioni.
“Coloro che verranno scelti”
disse Madame Maxime sovrastando il brusio dei ragazzi, “Dovrano trattenorsi qui
per riscevere notisie più dettaliate per la premiere prova. Bon,
cominsciamo.”
Una fiammata rossa fece
trattenere il fiato alle centinai di studenti, un pezzetto di pergamena saltò
fuori, Madame Maxime fu pronta a prenderlo al volo.
“Le champion pur Beauxbatons
c’est…”guardò i suoi studenti fino a fermarsi su quello il cui nome aveva appena
letto, “Beauté De Bois.”
Lei sorrise e si alzò dal suo
tavolo tra gli applausi generali.
“Porca miseria!” esclamò Sirius,
“Ma l’avete vista!”
La ragazza in questione era
abbastanza alta e slanciata, con un portamento molto elegante, quasi regale,
come poté notare il Malandrino quando questa gli passò davanti, aveva lunghi
capelli d’argento che faceva ondeggiare ad ogni passo, si fermò di fianco la sua
preside.
“Credo che approfondirò la
questione di ‘scambi culturali ’ “ continuò il ragazzo, con una gomitata James
lo zittì, le fiamme del calice erano di nuovo rosse.
Dopo che il nuovo biglietto fu
estratto a sorte, la donna disse, “Pur Durmstrang, le champion c’est…Alek
Krum.”
Il ragazzo non batté ciglio, come
anche i suoi compagni di scuola che non si prodigarono in applausi esagerati.
Era di aspetto severo e la divisa che indossava lo faceva sembrare più un
miliare che uno studente. Aveva un viso abbastanza gradevole rovinato però dal
naso un po’ troppo adunco, che lo faceva somigliare ad un’aquila.
“E lui non ti piace?” fece James
dando una pacca sulla spalla di Sirius.
“Direi di no” rispose lui, “Te lo
lascio, se vuoi.”
“Mi spiace, non potrei mai
tradire la mia Evans, giusto?” sta volta era rivolto alla ragazza.
“Puoi tradirmi con chi ti pare,
Potter” rispose lei, “Però se mi tradisci con lui, ti prego mandami una foto,
non sai quante risate mi farai fare!” distolse la sua attenzione da James per
riporla nuovamente sul calice e per un attimo i suoi occhi andarono a incontrare
quelli del campione di Durmstrang che la stava guardando.
L’ultima fiammata non tardò ad
arrivare e con essa il bigliettino con il nome dell’ultimo campione, il tavolo
di Hogwarts fremeva per il nervosismo, sotto la tovaglia molti di loro tenevano
le dita incrociate.
“E per concludere, le champion
pur Hogvarts c’est…James Potter!”
James balzò in piedi portando le
braccia al cielo in segno di vittoria, quasi tutto il tavolo di Hogwarts stava
applaudendo, tranne i Serpeverde, ovviamente, ma c’era anche un altro paio di
mani che invece di festeggiare erano strette a pugno, come di rabbia…non era
Lily Evans che, infondo tra tutti i presenti preferiva che il campione fosse
Potter, no…era Sirius Black.
Inizialmente James non ci fece
caso e andò a raggiungere raggiante il resto dei campioni.
“Questi sono le champion” disse
Madame Maxime, li indicò con un ampio gesto della mano, “Ma alla fine solamonte
uno di loro diventerà vinscitore Tremaghi. Un bell’applauso.”
Quando tutti gli studenti se ne
furono andati, nella sala rimasero solo i campioni con i rispettivi presidi.
“Dobbiamo solo darvi qualche
informazione” disse Silente poggiando una mano sulla spalla di James, “Poi
potrete raggiungere i vostri compagni per festeggiare.”
“La premiere prova si terrà le 29
novembre alle 8 del matin” spiegò Madame Maxime, “Potete portare solo la
baguette…la bachetta, per il resto non possiamo dirvi altro. Bonne nuit,
champions.”
Dopo essersi congedato dai suoi
sfidanti, James tornò al treno, felice come non mai, aprì la porta del suo
scomparto ed esclamò. “Ed ecco a voi il campione di Hogwarts!” ma non ci fu per
niente l’entusiasmo che si aspettava dagli altri Malandrini.
“Piantala di fare l’idiota” gli
disse Sirius e si arrampicò sul suo letto.
“Sir, ma che ti prende?” James
guardò prima lui e poi Remus, il quale si limitò ad un’alzata di spalle.
“Non mi prende niente” rispose
Felpato, “Va a dormire e smettila di rompere.”
“Sirius, non ti sembra di
esagerare?” fece Remus preoccupato, non tirava una buona aria in quella stanza,
Peter si andò a rifugiare nel suo letto per evitare di trovarsi in mezzo alla
lite.
“Ehi!” esclamò James, “Non sarai
mica geloso perché sono stato scelto io?!” scoppiò a ridere, “Sir, non puoi dire
sul serio!”
“Io volevo essere il campione!”
gridò di rimando Sirius mettendosi a sedere di scatto.
“Avevamo detto l’uno vale
l’altro, non ricordi?”rispose Ramoso, anche lui stava cominciando ad alterarsi,
“Credevo che saresti stato felice per me.”
“Bhe…non vedi quanto sono
felice!” ribatté Felpato sarcastico, “Sono l’immagine della felicità!”
“Ragazzi basta!” Remus tentò
nuovamente di fermarli, invano.
“Sei il mio migliore amico,
cazzo!” gridò James, “Mio fratello!”
“Fratello un corno” Sirius si
ricoricò e, giratosi verso il muro non disse più niente.
“Se la pensi così…” James aprì la
porta dello scompartimento, “Per quanto tu ti sforzi di fare il ribelle, il
sangue Black alla fine trionfa sempre…sei come tutti gli altri, Sirius.” Con un
colpo secco la richiuse alle sue spalle e si allontanò per il corridoio.
“Sirius” provò a chiamarlo
Lunastorta, “Ma perché gli hai detto quelle cose?” ”Non ti ci mettere pure
tu, Rem.” borbottò il ragazzo.
“Come vuoi” anche Remus si
coricò, “Però non credo che il gioco valga la candela…il tuo migliore amico
dovrebbe essere più importante del titolo di campione.”
“Non poteva essere scelto
campione migliore” Lin era seduta sul suo letto, proprio sotto quello di
Bellatrix, stava spazzolando i lunghi capelli neri.
“Chiunque era meglio di Potter”
ribatté l’altra, “Speravo che Hogwarts non cadesse così in basso. Se quello è il
nostro campione…” si coricò insieme alle occhiatacce di Lin e anche di Amelia
che, a quanto pare, aveva gradito il campione.
Solo Lily non si era espressa,
ancora non era a letto, ma guardava un punto impreciso fuori dalla finestra,
sola con i suoi pensieri. A ridestarla furono frettolosi passi nel corridoio, si
avvicinò alla porta per vedere chi fosse, “Potter” disse e lo seguì fuori prima
che le sue compagne di stanza potessero dire alcunché.
Arrivato di fronte la porta dello
scompartimento che cercava, James bussò furiosamente.
“Professoressa McGranitt, devo
parlarle” disse.
L’insegnate andò ad aprire pochi
minuti dopo, portava la vestaglia e la cuffietta, evidentemente strava andando a
dormire.
“Potter!” esclamò non appena lo
vedi, “Cosa c’è?”
“Non voglio essere il campione di
Hogwarts” disse il ragazzo tutto d’un fiato, teneva il capo abbassato.
“Non credo di aver capito” fece
l’insegnate rialzandosi gli occhiali scivolati sul naso.
“Ha capito, non voglio essere il
campione” ripeté James, “Fate partecipare Sirius o chi vi pare…”
Fece per allontanarsi ma
l’insegnate lo trattenne. ”Mi spiace Potter, ma non è possibile. Quando un
nome esce dal calice è come se viene stipulato un contratto magico
indissolubile, solo tu puoi partecipare per Hogwarts.”
“E se io mi rifiutassi?” continuò
James.
“Basta con le sciocchezze Potter,
torna a…signorina Evans! Ma siamo diventati sonnambuli in questo treno?!”
James si voltò, Lily era
veramente li, avvolta nel mantello che le copriva la camicia da notte.
“Scusi professoressa” disse,
“Stavo solo…”
“L’avevo svegliata io poco fa” si
affrettò a dire James, “Mi stava cercando per farmela pagare. Buonanotte
professoressa.” prese Lily per un polso e si allontanò insieme a lei.
“Che ci fai ancora in giro,
Potter?” chiese la ragazza ad un certo punto.
“Sto festeggiando il mio primo
giorno da campione” rispose James cupo, “E tu?”
“Avevo sentito dei passi in
corridoi e volevo vedere chi era” fece Lily, “Come mai non c’è il tuo
inseparabile amico con te?”
Arrivati all’uscita del treno, i
due ragazzi si sedettero sui gradini.
“Inseparabile amico?” ripeté
James, “Non ricordo di averne mai avuto uno!”
Lily lo guardò con faccia
stranita, “Ma Sirius Black…”
“Ah!” esclamò il ragazzo, “Ti
riferivi a Black. Sai, non l’avevo capito.”
“Smettila di prendermi in giro”
lo ammonì Lily.
“Non ti stavo prendendo in giro…”
disse James, “Di solito un migliore amico è felice per te se tu diventi
campione, non ti dice non rompere…di non essere…tuo fratello…” la voce gli si
incrinò, si coprì il volto con entrambe le mani.
“Avete litigato?” chiese
Lily.
James annuì lentamente, “Da lui
non me l’aspettavo una cosa del genere. Pensavo che saresti stata tu ad
arrabbiarti!” la guardò in faccia.
“A me non importava granché di
diventare campionessa” disse Lily circondando le ginocchia con le braccia,
“Questo viaggio è stato solo un piacevole diversivo.”
Rimasero per un po’ immobili ed
in silenzio.
“Grazie” disse James ad un
tratto.
“Per cosa?” chiese Lily.
“Per avermi ascoltato…per esserti
fermata a parlare un po’ con me.” rispose lui.
“Figurati” fece la ragazza.
“È la prima volta che parliamo
come due persone civili senza darci addosso l’un l’altro” continuò James.
“Non farci l’abitudine” Lily rise
e si alzò, “È tardi, dovremmo andare a dormire.” Anche il ragazzo si mise in
piedi e, insieme ripercorsero la strada per tornare alle camere.
“Vedrai che Black capirà…” disse
Lily prima di tornare nel suo scompartimento.
“Speriamo” James si passò una
mano tra i capelli, “Buonanotte Evans.”
“Buonanotte, Potter.”
Continua…
Fiuuu…wow! Siamo al terzo capitolo! Bene,
bene!
Mi sembra giusto ringraziare chi ha
recensito lo scorso capitolo! Ovvero…Darkelectra (Ti prego…aggiorna presto
“Il lupo e la ninfa”!!! L’aspetto con ansia!!!), PrinceLily, Aletheangel (si, il ballo ci sarà –
immancabile!! – ma tra un paio di capitoli! ^__^), SiJay, Miyu90, Emma.
Ragazzi miei…oggi è il mio compleanno!
(19…che vecchia…)
Sarebbe bella una recensioncina come
regaluccio…é.è
Spero di vedervi numerosi anche al prossimo
capitolo ovvero “La prima prova”.
Perdonate la mancanza di originalità visto
che sarà mooooolto simile – per alcuni punti - a quello che mamma Jo ha
scritto…^^
Detto questo…vi saluto!
Oh! Dimenticavo! Ho messo in rete anche
un’altra mia storia!
Se potete darci un’occhiatina…S’intitola
“Attraverso lo specchio”!
Grazie ancora!
Un bacione a tutti!!!
Prongs
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Capitolo 4 *** La prima prova ***
Capitolo 4: La prima prova
Le foglie gialle e rosse cadute
dagli alberi della foresta aleggiavano sulla superficie del lago riflettendo i
raggi dorati del timido sole che faceva capolino tra i nuvoloni nel cielo più
grigio che azzurro, erano da poco passate le quattro del pomeriggio.
Lily e James stavano passeggiando
insieme sulle rive di quello stesso specchio d’acqua.
“Ancora in lite con Black?” gli
chiese la ragazza, si chinò in ginocchio e raccolse una delle foglie secche.
“Già” James mise le mani in tasca
e diede un calcio ad un sassolino, poi alzò lo sguardo, “E questa notte è
piena…”sospirò.
“Come dici?”
“Niente” James si lasciò cadere
per terra accanto a Lily.
“Hai saputo niente della prima
prova?” chiese la ragazza per cambiare argomento.
“Niente” rispose Ramoso, “Tanto
fra due giorni lo scopro, no?”
“Si, ma conoscendoti credevo che
avresti fatto di tutto per scoprila prima” replicò Lily.
“Una volta…forse…quando avevo un
amico a darmi una mano.”
“Che ti ha detto Silente?” chiese
Sirius, mancava solo un’ora alla luna piena, i tre Malandrini erano pronti ad
uscire.
“Mi accompagnerà in una radura
nel bosco” spiegò Remus, “Lì potrò trasformarmi senza troppi problemi.”
“Noi possiamo seguirti sottoforma
di cane e topo” disse allora Sirius, “Così non dovrebbe vederci.” ”Perché non
prendete il mantello di James?” propose il lupo mannaro.
Sirius si irrigidì, “Di chi,
scusa?”
“Vedi di smetterla, Sirius” gli
fece il ragazzo, “Questa storia è andata avanti già fin troppo…è ridicolo!”
“Pensala come vuoi, ma io quello
non lo voglio vedere!”
Era notte fonda e la luna piena
brillava alta in quel cielo privo di stelle.
James sgattaiolò fuori dal suo
scompartimento, i suoi compagni erano già usciti, lui aveva preferito
raggiungerli dopo, per evitare altre discussioni con Sirius Black ma doveva pur
sempre aiutare Remus.
Arrivato al limite del bosco si
trasformò in cervo e si addentrò tra l’intricato fogliame per cercare gli altri
Malandrini.
Non aveva idea di dove fossero,
pensava di seguire eventuali ululati o ringhi e difatti così fece però davanti
si trovò un grosso cane nero invece del lupo argenteo che sperava.
Ramoso si fece avanti lo stesso
ma visto il modo in cui Felpato gli ringhiava contro mostrando i denti, decise
di indietreggiare, non per paura, visto che avrebbe potuto anche avere la meglio
contro di lui, visto la sua stazza, ma perché non poteva sopportare il modo in
cui lo guardava, con quello sguardo pieno di rabbia, quasi odio.
Felpato cominciò ad abbaiare
furiosamente e Ramoso preferì andarsene chinando il capo sconsolato.
Stava per tornare indietro quando
sentì una confusione impressionante provenire da un punto imprecisato
all’interno della foresta.
Entrambi gli animali si voltarono
per cercare di identificarlo e contemporaneamente si misero a correre nella
direzione dal quale proveniva il rumore, credevano che Remus fosse in pericolo,
dopotutto c’era solo Codaliscia con lui! Ansimanti per la corsa si fermarono
quando una improvvisa fiammata di fuoco bruciò le fogli per terra ai loro
piedi…ops, zampe.
Nel cuore della foresta c’erano
diversi maghi che si affaccendavano intorno a tre enormi gabbie contenenti
altrettanti enormi draghi!
L’indomani mattina, James entrò
nell’infermeria di Beauxbatons.
“Posso?” chiese, Remus era
disteso sull’unico letto occupato, stava facendo colazione, di Sirius non c’era
traccia.
“Buongiorno James” rispose il
ragazzo sorridendo, “Tutto a posto?”
“Dovrei essere io a chiedertelo”
James prese una sedia e si sedette vicino a lui.
“Sono stato peggio” fece Remus,
posò la tazza di tè sul vassoio, “Poi sei venuto ieri?”
Il ragazzo annuì, “Però a metà
strada ho incontrato uno stupido cane nero che non voleva farmi passare.”
“Ho provato a parlargli” lo
interruppe l’altro, “Ma lo sai com’è fatto!”
“Non è questo che volevo dirti”
riprese James, “Ci siamo addentrati nel bosco perché abbiamo sentito un rumore
e…credo di aver scoperto la prima prova del Tremaghi…draghi.” Remus scattò a
sedere, “Draghi!” esclamò, “Sono impazziti?! Che hai intenzione di fare?”
James scosse il capo sconsolato,
“Non ne ho idea.”
“Cavolo”, disse l’amico, “Vorrei
aiutarti, ma la prova è domani e io non posso uscire dall’infermeria.”
“Tranquillo Rem” James si rialzò,
“Vedrò di escogitare qualcosa, sono pur sempre un Malandrino, no?”
“Evans, mi devi aiutare” dopo
aver lasciato l’infermeria, James era corso a cercare Lily, l’aveva trovata
intenta a studiare in biblioteca.
“Cosa c’è, Potter?” chiese lei
alzando gli occhi dal libro.
“Ho scoperto…ma come fai a
leggere in francese?!” aveva preso il volume di Lily in mano e sfogliato qualche
pagina.
“Semplicemente perché conosco il
francese” si riprese il libro, “Mi dici che vuoi?”
“Ieri sera ero nella foresta”
spiegò James tenendo basso il volume della voce, non perché fossero in
biblioteca, semplicemente perché potevano esserci gli altri campioni o orecchie
indiscrete in giro, “Ho visto qual è la prova che mi spetta, sono draghi.”
Gli occhioni di Lily si
spalancarono, “Sono impazziti?!” ”Parli proprio come Remus!” James incrociò
le braccia al petto e si dondolò sulla sedia.
“Ma sei sicuro che fossero
draghi?” chiese Lily incerta.
“Dunque…erano grassi e grossi…una
lunga coda…due belle ali…tanti artigli e tanti denti…sputavano fuoco…credi che
ho visto un piccione?” fece James.
“Temo di no” rispose lei.
“Mi serve una mano…io non so
niente di draghi!”
“Neppure io so granché” ammise la
ragazza, “A parte il fatto che gli occhi sono il loro punto debole…facciamo
così, tu cerchi tutti gli incantesimi che hanno a che vedere con gli occhi e io
preparo una ricerca sui draghi, poi pensiamo ad una strategia concreta per
domani.”
“Sei la migliore” le disse James,
“Non so come farei senza di te!”
“Guarda che lo faccio per salvare
la reputazione di Hogwarts, non per te!” fece Lily ridendo.
“Bhe…a me va bene anche così!”
Mentre tutti gli altri erano già
a cena, i due giovani Grifondoro si erano trattenuti nella biblioteca per
confrontare i rispettivi appunti.
“Più di Conjunctivitus non ho
trovato” ammise James, “Altrimenti c’è l’ipnosi.”
Lily scosse il capo, “Nessuno dei
due è abbastanza efficace, potresti farlo arrabbiare di più. Qui c’è scritto…”
prese un rotolo di pergamena, “Che anche la zona dell’addome è particolarmente
sensibile, potresti provare a schiantarlo.”
“Un bestione del genere?!”
esclamò James, “Quello schianta prima me!”
“Non è mica detto che lo devi
affrontare”disse Lily, “Magari devi solo…non so…superarlo.”
“Forse non c’entra niente, ma
quei draghi stavano covando delle uova” fece James rivedendo davanti ai suoi
occhi la scena della sera prima.
“James, ti vuoi mettere a rubare
le uova ad un drago?!” esclamò la ragazza.
Il ragazzo scoppiò a ridere.
“Che ci trovi di tanto
divertente?” chiese lei imbronciandosi.
“È la prima volta che mi chiami
per nome” le fece notare James.
Lily arrossì, anche se non
l’avrebbe ammesso per nulla al mondo, “Scusa” gli disse, “Non ci ho
pensato.”
“Figurati” rispose lui, “A me sta bene…Lily.”
“Non mi sembra di averti detto di
potermi chiamare così!” ribatté secca la ragazza.
Dopo aver mangiato in fretta e
furia, i ragazzi tornarono sui loro progetti che sfortunatamente risultarono
tutti inconcludenti.
“Senti” disse Lily guardando
l’orologio, “Sono quasi le due, la prova comincia fra circa sei ore, è meglio se
ti riposi un po’.”
“Non mi servirà a molto riposare
se poi divento la colazione di un drago” James lasciò cadere la testa sul
tavolo.
“E tirati su!” lo incoraggiò la
ragazza, “Male che vada gli lanci una qualsiasi fattura agli occhi!”
“E se invece lo devo superare per
prendere qualcosa?”
“Per l’amor del cielo, James
Potter!” esclamò Lily, “Sei o non sei il miglior cercatore della scuola, ti
chiami la scopa con un incantesimo di appello e giochi contro il drago finché
non acchiappi ciò che devi acchiappare come il tuo stupido boccino!” i capelli
rossi le ricaddero sul viso per la troppa foga.
James alzò il capo lentamente, il
volto gli si illuminò e sorrise, “Tu” le disse, “Sei…un…genio!”
Balzò in piedi, “Ora si che ce la
posso fare!”
Ma per loro sfortuna c’era
qualcuno di indesiderato ad ascoltare la strategia del campione di
Hogwarts…qualcuno che aveva anche in mente come sabotarla.
Il giorno dopo le tre scuole
erano riunite in un’arena allestita apposta in occasione del torneo ai limiti
della foresta, mancavano solo i campioni, per loro era stata eretta una tenda un
po’ in disparte per evitare che scoprissero anticipatamente cosa dovessero
affrontare.
James faceva avanti e indietro
per tutta la lunghezza della tenda, dando di tanto in tanto un’aggiustata alle
protezioni che portava alle braccia.
Beauté e Alek sembravano non fare
caso a lui, ne a nient’altro, concentrati com’erano per la prima prova. James li
guardò un attimo, nei loro occhi era evidente che anche loro erano a conoscenza
dei draghi.
Un lembo della tenda si aprì, ma
non furono i presidi ad entrare.
“Remus, Peter!” esclamò James
andando loro incontro, “Che ci fate qui?”
“Dovevamo pure augurarti buona
fortuna, non ti pare?” chiese Remus, “Allora, ti senti pronto?”
Il ragazzo annuì, “Abbastanza, ho
un piano, spero solo che funzioni.”
“E l’hai elaborato tutto da solo
o hai avuto un aiutino?” il sorrisetto sulla faccia di Remus fece scoppiare a
ridere James.
“Diciamo pure che qualcuno mi ha
dato una mano.”
La tenda si aprì di nuovo.
“Io volevo solo…” Lily era ferma
sulla soglia, non si aspettava di trovare i Malandrini perciò decise di fare
immediato dietro front.
“Lily aspetta” James la trattenne
per un braccio.
“Noi andiamo” disse Remus.
“Ci vediamo dopo” aggiunse Peter
e i due scomparvero.
“Volevo solo vedere se eri
tranquillo” disse Lily.
“Tranquillissimo” rispose James,
“Non c’è di che temere.”
“Meglio così” la ragazza gli si
avvicinò, gli diede un bacio sulla guancia, “Buona fortuna” e corse fuori dalla
tenda.
James si portò, come ipnotizzato,
una mano dove era appena stato baciato, sorrideva come uno stupido, “Questo è un
motivo in più per vincere!”
I tre presidi non tardarono ad
arrivare, uno di loro teneva in mano un sacchetto.
“Buongiorno campioni” disse
Silente gioviale come sempre, “Mi auguro che abbiate dormito bene, dovete essere
al meglio per la prova di oggi.” ”Sono talmente carico che potrei affrontare
un drago a mani nude” gli disse James, per fortuna il suo preside fu l’unico a
sentirlo.
“Dentro questo sachetto” fece
Madame Maxime mostrando l’oggetto, “Sci sono trois modelini di sciò che dovete
affrontare, ognuno porta un numero, verrete chiamati in ordine. Allors, chi
vuole essere le premiere?”
Beauté non se lo fece ripetere ed
estrasse dal sacchetto il modellino di un drago, l’ Opaleye degli Antipodi, al
collo portava una targhetta col numero due, poi fu il turno di Alek, al quale
toccò l’ Ironbelly Ucraino col numero uno e per finire James con il Nero delle
Ebridi.
“Che sfiga” disse osservando il
draghetto contorcersi sul palmo della sua mano, “Sono l’ultimo.”
“Ricordati signor Potter” gli
sussurrò Silente, “Gli ultimi saranno i primi.”
“Quello che tenete dans la main
c’est le dragon al quale dovrete rubare un uovo d’oro, sonsa di quello non
potrete arrivare alle deuxieme prova. Allez monsieur Krum, tocca a lei.”
Lily era seduta in una delle
prime file della gradinata, anche se cercava di non darlo a vedere era
preoccupata per il ragazzo che di li a poco avrebbe dovuto affrontare la prova.
Da quello che aveva visto sia Alek che Beauté dovevano aver saputo dei draghi
molto prima di James e quindi avevano avuto più tempo per escogitare una
strategia che risultasse efficace. “Speriamo che ce la faccia…” pensò.
Proprio accanto a lei sedeva il
resto dei Malandrini, perfino Sirius Black, dopo aver visto le prove sostenute
dagli altri due campioni, cominciava a preoccuparsi per James.
Quando fu il suo turno, il
ragazzo si presentò al centro dell’arena, davanti a se solo il maestoso Nero
delle Ebridi che teneva le iridi viola puntate su di lui e sbatteva la coda
appuntita sul terreno, sollevando un gran polverone, col suo corpo imponente
nascondeva le uova.
Cercando di mantenere il suo
sangue freddo, James sfoderò la bacchetta, “Accio Nimbus!” esclamò puntandola
all’incirca in direzione del treno.
Trattenne il fiato…la scopa non
c’era! Scrutò per un attimo il cielo, niente…
Il drago si erse sulle zampe
posteriori e lanciò una potente fiammata che il ragazzo riuscì ad evitare in
tempo buttandosi di lato, ecco a cosa erano serviti sette anni di Quidditch!
“Accio Nimbus!” tentò di nuovo di
chiamare la sua scopa, anche questa volta invano.
“Ma che gli prende?!” esclamò Remus,
“Perché non riesce a fare l’incantesimo!”
Sirius aveva il volto contratto e
i pugni chiusi, “E porca miseria, James!
Non puoi finire arrosto!”
Alle spalle di Lily, Lucius
Malfoy e Rodolphus Lestrange arrivarono di corsa e presero posto accanto
Bellatrix, quest’ultima strava ridendo.
“Come sta andando?” chiese
Malfoy, anche lui stava sghignazzando.
“Uno spettacolo” rispose la
ragazza, “Dove gliel’avete messa?”
“È chiusa sottochiave nella
nostra stanza” disse Lestrange, “Neanche con l’incantesimo di appello potrà
farla arrivare.”
Lily si irrigidì, aveva sentito
abbastanza, scattò in piedi, “Black, puoi venire un attimo?” prese Sirius per un
braccio e lo costrinse a seguirla.
“Evans, ma che fai…c’è la
gara!”Sirius tentò di divincolarsi, ma la ragazza non aveva alcuna intenzione di
lasciarlo.
“Dobbiamo aiutare James” gli
disse quando furono fuori dall’arena, “Non hai sentito cosa hanno detto Malfoy e
gli altri?”
“Si, ma non l’ho capito” rispose
il ragazzo.
“La scopa” spiegò Lily, “La scopa
di James ce l’hanno loro, dobbiamo riprenderla.”
Arrivati al treno, Sirius forzò
la serratura dello scompartimento con un Alohomora e i due entrarono.
“Tu controlla nel baule di
Malfoy, io mi occupo degli altri” disse cominciando a cercare.
Aperto il baule di Lucius, Lily
non trovò una scopa bensì due.
“Ehm…Sirius” fece, “Qual è?”
“Questa” disse il ragazzo, la
porse a Lily. “Credi che non sappia riconoscere la scopa del mio migliore
amico?!” Per un attimo Lily parve arrabbiata visto che Black non si era
comportato esattamente da migliore amico nelle ultime settimane, “Andiamo”
tagliò corto, “Prima che sia troppo tardi.”
“Aspetta” Sirius sparì, tornò
pochi secondi dopo con in mano un mantello.
“Cos’è?” chiese Lily, “Sentivi
freddo?”
“Se ci vedono portare la scopa
capiranno che lo stiamo aiutando” rispose Sirius, “Così invece non ci saranno
problemi” prese la scopa dalle mani della ragazza e la coprì col mantello, ora
era diventata invisibile.
“È il mantello dell’invisibilità
di James” spiegò rispondendo alla faccia attonita di Lily.
James non ce la faceva più, aveva
rinunciato all’incantesimo di appello e, tra una difesa e un attacco era oramai
allo stremo delle forze, il drago non sembrava dargli tregua, l’ultima fiammata
in particolare non era riuscita ad evitarla, la sua gamba destra ne aveva
risentito.
Alzò lo sguardo sulla folla, in
un ultimo disperato tentativo che i suoi amici potessero fare qualcosa quando
vide Sirius e Lily in piedi, stavano agitando le braccia come forsennati, ma
sembrava che in mano non avessero niente…poi capì.
“Accio Nimbus!” esclamò di nuovo
e, questa volta, la scopa volò via dalle mani dell’amico per finire direttamente
fra le sue, con un saltò fu a cavallo e sfrecciò lontano da un’altra fiamma che
lo stava raggiungendo. Un applauso si levò alto da tutto il pubblico che era
rimasto col fiato sospeso fino a quel momento.
Giro della
morte…avvitamento…doppio avvitamento…sotto l’ala del drago…scarto di lato per
evitare la coda, James è dietro di lui, sta per raggiungere le uova, quello
d’oro stava brillando in mezzo agli altri.
Allungando la mano, il ragazzo lo
prese al volo, proprio come avrebbe fatto con il boccino durante un incontro di
Quidditch.
Tenendolo alto fece un giro di
gala, mostrando il suo bottino a tutti gli spettatori, quasi prendendosi gioco
del drago che fino a poco prima stava per farlo allo spiedo.
“Sempre il solito” fece Sirius,
anche lui stava applaudendo.
“Forse non dovevamo portargliela
la scopa” mormorò Lily coprendosi gli occhi con una mano, stava scuotendo la
testa sconsolata.
“Sono stato grande, no?” James, i
Malandrini e Lily erano alla tenda dei campioni, un’infermiera stava medicando
la gamba del ragazzo applicandogli uno strano unguento.
“Stavi per lasciarci le penne, lo
sai?” gli ricordò Remus.
“Sono stato grande lo stesso”
rispose il ragazzo passandosi una mano tra i capelli, “Grazie per la scopa”
disse poi a Lily.
“Non devi ringraziare solo me.”
La tenda si aprì e Sirius fece
capolino, si avvicinò a James, nessun fiatava, gli occhi di tutti erano puntati
sui due Malandrini.
“Sei sempre il migliore, Jamie”
disse poi.
“Mai quanto te…” fece l’altro e
batterono il cinque.
“Che scemi” disse Lily
sospirando
“Ma vero” le diede ragione Remus,
la ragazza si congedò e lasciò la tenda, “Meno male che per affrontare il drago
non hai deciso di trasformati in cervo” disse.
“Perché?”
“Perché lo spuntino preferito del
Nero delle Ebridi sono proprio i cervi!”
Quella sera, i quattro Malandrini
erano nel loro scompartimento.
“Questa gliela faccio pagare a
Malfoy” disse James dopo che gli ebbero raccontato tutta la storia.
“Cosa c’è dentro l’uovo?” chiese
Peter.
James si mise a sedere sul letto
e separò le due metà dell’oggetto dorato, ne scaturì solo un grido assordante,
il ragazzo lo richiuse immediatamente.
“Ma che cavolo era?!” esclamò
Sirius massaggiandosi l’orecchio dolorante per il troppo frastuono.
“Forse l’ho rotto” disse Ramoso
analizzando l’uovo rigirandoselo tra le mani.
“O forse è un indovinello”
propose Remus, “Dobbiamo capire che creatura emette un urlo del genere.”
“Malfoy quando se la vedrà con
me!” rispose l’amico.
“Parliamo di cose serie” disse
Sirius cambiando argomento, il sorrisetto sulla sua faccia non prometteva niente
di buono, “Ho visto che tu e la Evans andate parecchio d’accordo
ultimamente.”
“Che dire…” fece James poggiando
la testa sul cuscino, “Questa volta mi sa che ci siamo!”
Continua…
Scusate se non mi sono fatta sentire in
questo periodo, sono stata in Olanda e come una scema ho ripreso a studiare…(in
quattro giorni ben 247 pagine di libro di
istologia…salvatemi!!!).
Spero che mi possiate
perdonare…
Intanto ringrazio enormemente diavolettadark, hermione ’95, master Ellie, miyu90, evenstar, sery black, Emma, ponzy, PrinceLily, zuzzu, Darkelectra, Yo 91, Si Jay e tutti quelli che hanno letto
anche se non hanno commentato!
Il prossimo capitolo è…”Il Ballo del
Ceppo”!!
Aggiornerò quanto prima, non
temete!
A presto, dunque!
Prongs
P.S. Commentino? ^^’’’’’’
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Capitolo 5 *** Il Ballo del Ceppo ***
Capitolo 5: Il ballo del Ceppo
“Finalmente ho capito perché ci
hanno fatto portare un abito da cerimonia” disse Sirius prendendo il volantino
poggiato sul loro tavolo, raffigurava una coppia di ballerini danzanti, “Il
ballo del Ceppo…facciamo festa!”
James gli prese il foglietto
dalle mani, “Molto interessante, e manca solo una settimana.”
“Questa può essere la tua grande
occasione” gli disse l’amico, uscì la bacchetta e colpì due tovaglioli, in modo
che potessero stare in piedi, un po’ come dei burattini, “Questo sei tu” indicò
quello alla sua destra, “E questa è lei…vi faccio la scena”
Fece avvicinare il tovagliolo
all’altro, “Evans…” disse imitando la voce di James, “Vuoi venire al ballo con
me?”
“No, no” esclamò Remus ridendo,
“Hanno superato la parte dei cognomi!”
“Giusto!” ribatté Sirius, “La
rifaccio…Lily, vuoi venire al ballo con me? Certo, James” i due tovaglioli ora
erano praticamente l’uno appiccicato all’altro, “Baciami stupido!”
Lunastorta e Codaliscia erano
piegati dalle risate.
“Molto spiritoso” disse James
dondolandosi sulla sedia, “La tua è tutta invidia perché io ho una ragazza da
invitare, invece tu rimarrai a bocca asciutta.” ”Ah, ah” fece Sirius, “La
vedi quella?” indicò la una ragazza seduta qualche tavolo più distante, “Quella
è il mio obiettivo.” ”Beauté?!” disse l’altro incerto, “Non starai puntando
un po’ troppo in alto, Black?”
“Non bisogna mai accontentarsi,
amico mio” rispose lui, “Piuttosto, non vedo la tua bella rossa, dove l’hai
lasciata?”
James diede un’occhiata alla
tavola, di Lily non c’era traccia, una sola sedia era ancora libera, “Non la
vedo da questo pomeriggio, ma prima o poi dovrà venire a cenare, no?”
Ma Lily non si presentò a cena
quella sera, ne a tutti gli altri pasti nei giorni successivi, era sempre di
fretta, sembrava che stesse facendo di tutto pur di evitare James.
“James, che stai facendo?” Remus
e Peter si avvicinarono al ragazzo che era intento a scrivere qualcosa su di un
pezzo di pergamena, era seduto per terra nel loro scompartimento.
“Disegno, non si vede?” rispose
secco il ragazzo senza alzare gli occhi dal foglio.
“Sarebbe una mappa di
Beauxbatons?” chiese Peter inclinando la testa per vedere meglio, James annuì,
“A che ti serve?”
“È una settimana che non riesco a
vedere Lily” spiegò intingendo la piuma nella boccetta di inchiostro nero, “Con
questa la troverò di sicuro!”
“Jamie” tentò di dirgli Remus,
“Ci abbiamo messo quasi un anno intero per fare quella di Hogwarts, come puoi
pensare di farne un’altra in poche ore? Il ballo è domani sera.”
“Dati i precedenti…” ribatté il
ragazzo, “Non dovrebbe essere difficile.”
La porta dello scompartimento si
aprì, Sirius era poggiato sullo stipite, con le braccia incrociate sul petto e
un sorriso furbo stampato in viso. James mise da parte il suo lavoro.
“Che ci racconti?” chiese
sorridendo a sua volta.
Sirius entrò e si sedette sul
letto di Remus, “Prima di tutto mi sono avvicinato, le ho fatto un inchino e le
ho detto ‘Mi chiamo Sirius Black e sarei onorato di averti come dama per questo
ballo ’.”
“E lei?” chiesero in coro gli
altri Malandrini.
“Si è messa a ridere e mi ha
detto, e qui cito, ‘Scerto che sce ne hai messo di tompo, Sirius Black, ancora
un po’ e venivo a chiedertelo io!’ ”
“Sempre la tua solita fortuna”
disse James alzando le spalle, “Ti cadono tutte ai piedi!”
“E voi che mi dite?” chiese
Sirius, “Come siete messi a ragazze?”
“Io ho invitato Amelia” disse
Peter tra lo stupore generale, gli amici non si aspettavano che anche lui avesse
trovato un’accompagnatrice, “Quella di Tassorosso.”
“Io non ho intenzione di venire”
disse Remus stiracchiandosi stancamente, “La luna piena di ieri mi ha lasciato
senza forze.”
“A te ci ho pensato io” ammise
Sirius riprendendo il sorriso.
“Cosa?!” esclamò Lunastorta
spalancando gli occhi, “Cosa hai fatto?”
“Bhe…sai…” cominciò Felpato,
“Beautè mi ha detto che la sua amica Valerie ha un debole per te, ma è troppo
timida per invitarti al ballo così…”
“Non voglio crederci” Remus si
coprì gli occhi con una mano, “Così tu hai ben pensato di dare la mia
disponibilità, giusto?”
Sirius annuì, “Non preoccuparti,
le ho dato un’occhiata…niente male! Per quanto riguarda te…” si chinò su James
ancora per terra, “Ho risolto anche questo.”
Lo sguardo del moretto si alzò su
di lui, sembrava piuttosto scettico, “Non andrò con nessuna ragazza scelta da
te” gli disse.
“Lily Evans è sola soletta sulla
riva del lago” rispose Sirius.
James si alzò di scatto e corse
alla porta, “Ti ho mai detto quanto ti voglio bene?”
“Vedrò come potrai ricambiarmi il
favore” ribatté l’altro alzando il pollice.
Lily era seduta sulla neve,
avvolta nel suo mantello nel tentativo di scaldarsi, stava leggendo un libro
tanto assorta da non accorgersi dei passi alle sue spalle.
“Lily” sobbalzò e si voltò, James
era in piedi davanti a lei. Prima che potesse parlare, lei si mise in piedi e
spazzò via la neve dalla gonna, “Ciao Potter” disse, stava per andarsene, ma il
ragazzo la trattenne per un polso.
“Come sarebbe Potter?” esclamò
stranito, “Non avevamo deciso di chiamarci per nome?”
“James, devo andare” disse
allora.
“Vuoi venire al ballo con me?” le
chiese a bruciapelo.
“Io…io” farfugliò Lily, “Non
posso.”
“P-perché no?” balbettò James,
sperava veramente che questa volta la ragazza gli avrebbe risposto
affermativamente.
“Ho già un cavaliere” disse lei
abbassando il capo, “Scusami” la presa di James attorno al suo polso si allentò
permettendo così a Lily di allontanarsi.
James rimase a fissarla per un
po’, le mani si erano strette a pugno, era furioso, non poteva credere che Lily
avesse preferito andare al ballo con qualcun altro, specialmente ora che si
erano così riavvicinati.
“Oh, James, cercavo proprio te”
Lin Chang stava correndo verso di lui, con la sciarpa blu e argento che
aleggiava ad ogni suo passo.
“Cosa vuoi?” le chiese
brusco.
“Se non hai una dama per il
ballo, mi piacerebbe andarci con te” disse lei sorridendo.
“Non…aspetta, certo…va bene”
avrebbe preferito dirle di no, ma dopo quello che gli aveva fatto Lily… “Sarà un
piacere, Lin.”
“Sarà una serata meravigliosa”
Lin era seduta di fronte la specchiera che aveva fatto comparire poco prima
nello scompartimento, stava fissando i capelli con dei bastoncini, indossava un
aderentissimo vestito blu con morivi orientali dorati, era abbastanza scollato
da lasciare scoperta una parte del seno, “E dovrò pure aprire le danze, visto
che il mio cavaliere è un campione.”
Nessuna delle altre ragazze
sembrava darle retta.
“Voi con chi ci andate?” chiese
ancora la cinese, passandosi il fard sulle guance.
“Peter Minus mi ha invitata”
rispose Amelia allacciando dietro il collo i nastri del suo vestito color pesca,
“E io gli ho detto di si.”
“Amy!” esclamò scandalizzata
l’altra, “Ma che mi combini?! Qui siamo lontane da Hogwarts, potevi divertirti
con qualche bel francese…anche quelli di Durmstrang non sono niente male” scosse
il capo.
Amelia la ignorò, quella ragazza
proprio non le andava a genio.
“E tu Bella?”
Con un balzo, Bellatrix fu giù
dal suo letto, “Io ho un fidanzato” rispose indossando gli alti tacchi neri come
il corto vestito che portava, “Non ho bisogno di andare a elemosinare un ragazzo
come voi” si avviò alla porta, “E se mi chiami ancora una volta Bella sarà
l’ultima parola che uscirà dalla tua bocca” e se andò, lasciando dietro di se
una scia di profumo.
In un quel momento, Lily uscì dal
bagno, infossava un lungo abito verde, dalle maniche ampie, scollato al punto
giusto, i capelli rossi erano elegantemente acconciati.
“Oh Lily” fece Lin non appena la
vide, “Mi dispiace che James abbia chiesto a me di andare al ballo e non a
te!”
“Non importa” mentì lei prendendo
il mantello nero e buttandoselo sulle spalle, “Comunque, per la cronaca, sei tu
che l’hai chiesto a lui, non il contrario” stava per uscire quando l’altra le
chiese, “Con chi ci vai?”
Lily farfugliò qualcosa e se ne
andò.
“Non credo di aver capito” disse
Remus, lui e gli altri Malandrini erano nel loro scompartimento, si stavano
preparando per il ballo, “Con chi hai detto che vai?”
“Lin” rispose James mettendosi la
camicia bianca.
“Lily vorrai dire” fece Sirius,
“Lin è quella di Corvonero.”
“No, no” ribatté lui, “Proprio
Lin…la Evans aveva altri programmi.” Gli amici si guardarono dubbiosi l’un
l’altro, il fatto che l’avesse chiamata per cognome non era un buon segno.
“È successo qualcosa?” gli chiese
Sirius, James scosse il capo in segno di diniego, “Ne vuoi parlare?”provò di
nuovo.
“No, sul serio” rispose Ramoso,
“Va bene così…”
Con una scrollata di spalle
Sirius uscì dallo scompartimento, lasciando la porta aperta, stava sbirciando
oltre il vetro di una delle finestre nel corridoio.
Davanti al treno erano allineate
una serie di carrozze guidate da maestosi cavalli alati, aspettavano per portare
gli ospiti al castello.
“Guarda Jamie” disse Felpato
facendo il nodo al suo papillon, “C’è il tuo amico.”
Anche il ragazzo si avvicinò,
vide che da una delle carrozze stava scendendo Alek Krum, il campione di
Durmstrang, “Che è venuto a fare qui?”
“Forse ha invitato una delle
nostre ragazze” disse Sirius.
“E chi?” chiese James, “Amelia ci
va con Peter…Lin con me…dubito che abbia scelto Bellatrix!”
“Lei ci va col suo amato
Lestrange” gli ricordò Felpato, “Manca solo…”
James spalancò gli occhi, una
ragazza dall’inconfondibile chioma rossa aveva appena raggiunto il ragazzo,
“Lily!” esclamò, corse giù dal treno proprio mentre le carrozza ripartiva alla
volta di Beauxbatons, “Lily!” gridò di nuovo.
La ragazza si voltò, dietro di
lei vide James Potter solo, in ginocchio nella neve, la camicia ancora aperta
gli svolazzava nel vento, le si strinse il cuore, “Mi dispiace…” mormorò.
Quando i Malandrini ebbero
raggiunto la sala d’ingresso della scuola, ad attenderli c’era la professoressa
McGranitt, era suo il compito di mettere i campioni in fila per entrare
trionfanti, quasi tutti gli altri studenti erano già lì.
“Sirius” Beautè si avvicinò al
gruppetto e stampò un bacio sulla guancia del suo accompagnatore, aveva un lungo
vestito azzurro cielo che ondeggiava ad ogni suo passo, dietro di lei la tanto
famigerata Valerie.
“Lei c’est la mia amica” disse
presentandola. Remus deglutì, non perché non gli piacesse, anzi, ma perché non
sapeva come comportarsi. Tra i Malandrini non era il più imbranato con le donne,
ma il secondo posto non glielo toglieva nessuno, i più esperti erano
indubbiamente Sirius e James.
Arrivò la professoressa McGranitt
a smorzare la tensione.
“Ragazzi, per favore, andate in
sala grande, siamo già in ritardo, i campioni devono fare il loro ingresso”.
Remus, con al braccio la
raggiante francese, si allontanò, come così anche Peter e Amelia e tutti gli
altri studenti ancora all’ingresso, rimanevano solo i campioni.
“Signor Black, tu e la signorina
De Bois in testa alla fila” disse la professoressa, “Poi il signor Krum e la
signorina…”
“Io non voglio essere l’ultimo”
protestò James imbronciandosi.
“Signor Potter, non comportarti
come un bambino” fece la McGranitt esasperata, ma davanti l’insistenza del
ragazzo non poté fare a meno di acconsentire.
“Purché non si perda altro tempo”
sospirò, “Se per il signor Krum va bene…”
“Non c’è problema” disse l’altro
ragazzo, prese Lily per mano e si posizionarono dietro James e Lin.
“Jamie, non ti sembra di
esagerare?” fece Sirius voltandosi per guardare in faccia l’amico.
“Non la voglio vedere” rispose
lui a voce abbastanza alta in modo che fosse udibile dalla diretta
interessata.
“Basta con le chiacchiere” tagliò
corto l’insegnate, “È il vostro turno.”
La sala da pranzo era adornata a
festa e, bisogna ammetterlo, Beauxbatons aveva fatto del suo meglio per stupire
gli ospiti e c’era riuscita perfettamente.
Enormi sculture raffiguranti
svariate creature magiche ornavano ogni angolo della sala e brillavano della
luce azzurra dei fuochi fatui, come ben presto si accorsero gli studenti
stranieri quelle sculture non erano in ghiaccio, come credevano, ma in
diamante.
I tavoli erano disposti più o
meno come le altre cene, lasciavano però il centro della stanza libero, visto
che avrebbe fatto da pista da ballo qualche ora dopo, momentaneamente un coro di
ninfe dei boschi si era installato lì per allietare con il suo canto. Le fatine,
per l’occasione, volteggiavano per tutta la stanza, lasciando cadere di tanto in
tanto polvere dorata.
I campioni fecero il loro
ingresso, così come la professoressa McGranitt li aveva disposti, fra due ali di
studenti che li applaudivano.
Dopo che ebbero tutti preso posto
ai vari tavolini e i campioni a quello dei professori, la cena ebbe inizio, per
quella serata speciale gli elfi domestici avevano dato il meglio di loro
stessi!
“Credo che mi porterò una di
queste statuine come ricordo” disse Sirius dando un’occhiata intorno ma James
non sembrava sentirlo, teneva lo sguardo fisso sul suo piatto e fino ad ora non
aveva aperto bocca, il viso corrucciato, neppure Lin, seduta accanto a lui, era
riuscita a scuoterlo, il guaio principale era che, per fatalità del destino,
Lily era proprio di fronte al ragazzo. Anche lei sembrava piuttosto presa dal
suo pasto, alzava lo sguardo solo di tanto in tanto per far vedere ad Alek che
stava ascoltando ciò che le stava dicendo, con la coda dell’occhio però cercava
sempre l’altro moretto.
Sirius, dopo aver rinunciato a
parlare con il suo amico, si era buttato a capofitto nell’approfondimento del
francese scoprendo così che brava insegnate potesse essere Beauté.
Quando la cena fu consumata, le
ninfe si fecero da parte, per lasciare la pista libera alle coppie di ballerini.
Era la volta dei campioni di aprire le danze.
Sirius e Beautè furono i primi a
raggiungere il centro della sala, seguiti da Alek con Lily al braccio e Lin che
stava praticamente trascinando un recalcitrante James.
Attaccò la musica e il primo giro
di valzer fu tutto per loro.
Mano a mano anche tutti gli altri
studenti si erano uniti per ballare e anche qualche professore.
Dopo che il primo giro fu
concluso, James lasciò Lin per andarsi a sedere ad un tavolino, era troppo
arrabbiato per riuscire a divertirsi.
“Uffa, ma che ti prende?” gli
chiese la ragazza sedendoglisi accanto, “Vieni a ballare!”
“No, grazie” sbottò James, prese
una bottiglia di burrobirra e la portò alle labbra.
“È un ballo James” fece Lin, “La
gente si diverte…io non voglio restare seduta!”
“Vai a divertirti allora!”
esclamò lui, “Lasciami in pace.”
“Perché mi hai invitata allora?”
disse lei cominciando ad alterarsi.
“Senti…” fece James inspirando
profondamente per non esplodere, “Io non ti ho invitata…io non volevo venire con
te…volevo andarci con lei, chiaro!” indicò la rossa ancora in pista.
Lin si alzò stizzita e il posto
lasciato libero da lei fu subito occupato da Sirius.
“Che stai combinando?” gli chiese
a mo’ di rimprovero.
“Non lo so” rispose James
svuotando ciò che rimaneva della sua bevanda.
“La tua dama è corsa via
incazzata come una bestia” gli fece notare l’amico.
“Quella non doveva essere la mia
dama!” ribatté l’altro.
“E allora perché non te la vai a
prendere?”
James poggiò la bottiglia vuota
sul tavolo e si mise in piedi, “Hai ragione” disse, “Ci vado.” Sirius sorrise
dell’opera buona che aveva compiuto e tornò dalla sua francese.
Lily e Alek stavano ancora
ballando, anche se lei non aveva l’aria di una che si diverte molto, quando
James picchiettò sulla spalla del ragazzo per attirare la sua attenzione.
“Scusa amico” gli disse, “Ma la
signora ed io dobbiamo parlare” prese Lily per un braccio per farla allontanare
da lui.
“Ehi!” protestò il ragazzo.
“Perché non vai a prendere da
bere?” fece James, “Il ponche è ottimo, se vuoi scusarci…”
Krum stava per ribattere ma,
vedendo che Lily si lasciava condurre mansueta da James decise che era inutile
insistere e poi aveva visto una cinesina niente male!
“James, mi stai facendo male”
disse Lily divincolandosi un po’ dalla stretta ferma del ragazzo, avevano appena
attraversato il ponte levatoio che univa Beauxbatons alla terraferma, erano soli
in mezzo alla neve. James si fermò e lasciò la presa. Dopo un attimo di silenzio
cominciò.
“Perché sei andata con lui?” le
chiese.
“Perché me l’ha chiesto” rispose
Lily.
“Anche io te l’ho chiesto”
ribatté il ragazzo.
Lily abbassò lo sguardo, “Lui…me
l’ha chiesto prima di te” disse piano.
“Cazzo Lily!” esclamò James
mandando al diavolo tutte le promesse di mantenere la calma, “Mi hai evitato per
tutta la settimana, da quando c’è stata la notizia del ballo! Perché l’hai
fatto?”
“Perché sapevo che tu mi avresti
invitata” rispose senza avere ancora la forza di guardarlo negli occhi.
James sbuffò, “Se non volevi
venire con me bastava che lo dicevi…non c’era bisogno di tutta questa
messinscena lo sai? Mi sono sentito un perfetto idiota…sono un perfetto idiota.
Torna dal tuo cavaliere” e detto questo le voltò le spalle. La ragazza però non
si mosse.
“Non avrei saputo risponderti”
disse Lily all’improvviso, “È una cosa stupida, lo so, ma ho avuto paura. Se tu
me lo avessi chiesto una parte di me avrebbe detto subito sì visto che le cose
tra noi erano migliorate parecchio, ma l’altra avrebbe detto no perché…” si
interruppe, una lacrima solitarie le solcava la guancia, James le era tornato
vicino, “Non voglio che tu mi spezzi il cuore…non voglio essere la storia di una
notte.”
“Non lo sei mai stata” con una
mano le cancellò le tracce del pianto, “Vuoi ballare?” le chiese sorridendo.
“Qui?” fece Lily stranizzata.
“Perché no!” e stretta la ragazza
fra le sue braccia cominciarono a ballare, lasciando impronte confuse sulla neve
fresca, mentre la luna illuminava i loro volti felici.
Si fermarono poco dopo l’uno di
fronte all’altra, le mani di James erano ancora intorno la vita della sua dama,
come le mani di lei sul suo petto.
“E poi” disse Lily riprendendo il
discorso che James aveva interrotto con quel momento di danze, “Se avessi
accettato di venire con te sarebbe successo questo” le gote ora erano
leggermente rosse e non era stata l’aria gelida a tingerle.
“Questo cosa?” chiese James
avvicinando il viso a quello di Lily.
“Questo” ripeté lei prima che le
sue labbra sfiorassero quelle del ragazzo.
Dopo attimi che sembrarono non
finire mai, i due si separarono senza smettere però di sorridersi mentre i loro
occhi si perdevano in quelli dell’altro.
“Lily” fece James prendendole le
mani, “Vuoi diventare la mia ragazza?” e, anche se non l’avrebbe ammesso mai,
anche lui arrossì.
“Sì” rispose lei sorridendo
contro le labbra del ragazzo.
“Come ti sta andando la serata,
Lunastorta?” Sirius aveva raggiunto l’amico al tavolo delle bevande, dove questo
stava prendendo due bicchieri.
“Abbastanza bene” ammise
Remus.
“Lo sapevo che avevo fatto la
scelta giusta!” esclamò Felpato ammiccando, “Piuttosto, sai dov’è finito
James?”
“Io non…” stava per dire l’altro,
ma proprio in quel momento, James fece il suo ingresso in sala con Lily stretta
al suo braccio.
“Ragazzi” disse non appena li
ebbe raggiunti, “Voglio presentarvi la mia ragazza” sfoderò il suo miglior
sorriso.
“Non posso crederci!” fece
Sirius, “Finalmente ci sei riuscito!”
“Evans” disse invece Remus, “Dopo
sette anni alla fine hai capitolato!”
“Che dovevo fare?” Lily scrollò
le spalle, “Vuol dire che era destino…James ha vinto.”
“E ora ho intenzione di ritirare
il mio premio” James le passò le braccia intorno alla vita e le stampò un bacio
in guancia.
“Benissimo” disse Sirius
sbattendo le mani, “Ora che siete una coppia felice vado a continuare la mia
seratina” e, dopo aver raggiunto Beautè si allontanò dalla sala insieme a
lei.
“Torno anch’io dalla mia dama”
disse Remus e si disperse in mezzo alla folla di studenti.
Dopo qualche altro ballo, James e
Lily si accomodarono sulle prime sedie trovate libere, ognuno dei due con un
bicchiere di burrobirra in mano.
“Puoi scusarmi un attimo…” disse
il ragazzo dopo aver finito di bere, “Ho visto una persona che non si sta
divertendo molto, vado a tirarla su di morale.”
“Devo ingelosirmi?” chiese Lily
ridendo.
“Stai a vedere” James si avvicinò
ad una delle poche persone che non stavano ballando o chiacchierando,
“Professoressa McGranitt” disse porgendole la mano, “Vuole ballare?”
L’insegnate strabuzzò gli occhi,
“Potter” fece, “Hai bevuto troppo?”
“No” rispose lui, “Però lei
qui…tutta sola, soletta…avanti, non sia timida!” la prese per mano
costringendola ad alzarsi.
Lily, dalla sua postazione era
piegata dalle risate, quando la coppia più bizzarra della pista cominciò a
ballare.
“Potter, ti credi spiritoso?”
“Volevo solo essere gentile”
disse lui ridendo, la sua ragazza venne a riprenderselo poco dopo, “Le dispiace
se glielo rubo, professoressa?” chiese.
“Grazie al cielo, Evans” esclamò
la donna, “Tutto tuo.” ”Ora è il mio turno, prof.!” Sirius, che si era goduto
tutta la scena, aveva deciso di entrare a farne parte.
Era da poco passata l’una di
notte quando Lily e James decisero di tornare al treno, stavano per salutarsi
quando sui gradini della locomotiva trovarono Remus e Peter.
“Che ci fate qui fuori?” chiese
James, “Perché non siete in camera?”
“Prova a indovinare” sbottò Remus
poggiando la testa sui palmi delle mani.
“La camera è off-limits” disse
Peter.
“Credo di aver capito” James si
sedette accanto a loro e fece accomodare Lily sulle sue ginocchia.
“Io no” fece la ragazza.
“Ti dico solo due parole” rispose
James, “Sirius…Beautè…”
“Oh” Lily arrossì leggermente,
“Capito.”
“Che serata, ragazzi” quando ai
Malandrini fu concesso il ritorno in camera, questi si buttarono nei rispettivi
letti praticamente vestiti, “E che finale” fece Sirius.
“Lo sappiamo” disse Remus.
“Ci hai lasciato fuori al freddo
e al gelo” aggiunse James.
“Ops” esclamò Felpato,
“Scusate.”
“Troveremo il modo di farle
pagare, non temere” gli assicurò Ramoso.
“Lo sapevate che Beautè è mezza
Veela?” continuò l’amico imperterrito.
“Non ce ne può fregare di meno”
risposero in coro i Malandrini.
Spente le luci, il silenzio calò
perfino sul loro scompartimento, almeno fino a che James non lo interruppe di
nuovo.
“Signor e signora Potter…secondo
voi come suona?”
“Ma smettila!” tre diversi
cuscini lo raggiunsero in piena faccia.
Continua…
Ringrazio infinitamente
Yo91,
Diavolettadark, SiJay e
Ginny28!
Al prossimo capitolo! “La
seconda prova”!
Prongs
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Capitolo 6 *** La seconda prova ***
Capitolo 6: La seconda prova
“Buongiorno, il sole splende, gli
uccellini cantano e Lily Evans è la mia ragazza!” James era sdraiato sul letto di Peter,
teneva un braccio attorno la vita della ragazza seduta accanto a lui.
“Non per fare il guastafeste”
disse Sirius dall’alto del suo, “Ma forse non hai visto fuori…sta
diluviando!”
“E poi stiamo insieme da più di
un mese” gli fece notare Lily.
James fece spallucce, “Non
importa…è tutto bello lo stesso.”
“Si, ma non puoi ripetere la
stessa frase ogni santo giorno” disse Remus, lui e Peter erano seduti per terra
intenti a giocare una partita a spara schiocco.
“Siete solo invidiosi” sbottò
James, Lily si girò e gli scoccò un bacio in guancia.
Era, come aveva detto Sirius, una
piovosa giornata di inizio febbraio, una domenica per la precisione e, non
avendo niente da fare, i Malandrini più il nuovo acquisto avevano deciso di
rimanere sul treno.
“Mi annoio!” sbottò Sirius
stiracchiandosi, “Facciamo qualcosa…”
“Studia” gli rispose
semplicemente Remus, “E di all’amico tuo di sbrigarsi a risolvere l’indovinello,
la seconda prova è fra tre giorni.”
“Cosa?!” esclamò Lily, “Non l’hai
ancora risolto?!”
“Ops!” fece James, “Credo di
averlo dimenticato…”
Sirius scoppiò a ridere, “Ma
guarda che razza di campione presenta Hogwarts.”
Lily balzò in piedi, “Prendi
subito quell’uovo e vediamo di darci una mossa.”
Bofonchiando qualcosa di
incomprensibile, James si alzò, aprì il suo baule e cominciò a tirare fuori
vestiti…libri…la scopa…e finalmente l’uovo dorato.
I Malandrini e Lily si misero in
cerchio intorno a lui e James aprì l’oggetto.
Un urlo agghiacciante riempì la
stanza.
“Chiudilo!” esclamarono in coro,
il ragazzo eseguì.
“È inutile che vi lamentate”
disse poi, “Siete stati voi a dirmi di aprirlo. Allora…cos’è?”
“Bho” disse Peter.
“Questo si che è un aiuto
concreto” fece James sarcastico.
Dopo quasi un’intera ora passata
a fissare quel dannato uovo, Sirius ebbe finalmente un’idea.
“E se lo riempissimo d’acqua e lo
tirassimo in testa a Malfoy?”
Le espressioni sulle facce di
Lily e Remus stavano ad indicare che non approvavano minimamente l’idea
proposta.
“Grandioso!” fece James passando
l’uovo dorato all’amico, “Andiamo.”
“E poi come fai con l’indizio?”
gli fece notare Lunastorta.
“Questo non è un problema”
rispose il ragazzo, “Basta che Sirius fa gli occhi dolci a Beautè e vedi come la
soluzione salta fuori.”
Felpato era già arrivato in bagno
e, dopo aver aperto il rubinetto del lavandino, aprì l’uovo e lo mise sotto il
getto dell’acqua ma, stranamente non uscì nessun urlo.
“Ehm…ragazzi” gridò lui, “C’è
qualcosa di strano!”
Gli altri si guardarono
incerti.
“L’uovo non urla più” disse
ancora Sirius, “Ora sta cantando!”
James scoppiò a ridere, seguito
ben presto dagli altri quattro, “Ma che diavolo dici?”
“Perché non venite a
vedere?!”
Gli amici si fondarono tutti da
lui, occupando interamente il piccolo bagno, dall’uovo si levava alta ancora una
strana melodia.
“Che cavolo dice?” fece James non
riuscendo a distinguere tutte le parole per via della confusione.
“Se state zitti forse lo capiamo”
ribatté Lily.
“Prendete appunti” disse Sirius,
“Se dopo non canta più siamo di nuovo punto e a capo.”
Remus prese un pezzetto di
pergamena dal suo baule e una piuma e trascrisse per intero la filastrocca che
l’uovo continuava a intonare ininterrottamente:
Sotto l’acqua cantiamo
Perché umane non siamo
Potrai pure urlare
Ma non ti faremo passare
Vivo entro un’ora dovrei
risalire
Con ciò che ami, ora stretto nelle nostre
spire.
Chi o cosa abbiam preso
-non esserne sorpreso-
Oltre il tempo dato
Agli abissi verrà
affidato.
Sirius richiuse l’acqua e l’uovo
e, insieme a tutto il resto del gruppo tornarono a sedersi sul pavimento della
cabina.
“Direi di cominciare” Remus lesse
ad alta voce rima per rima, “Sotto l’acqua noi cantiamo perché umane non
siamo.”
“Chi canta sotto l’acqua?” chiese
Peter ingenuamente.
Lily e Remus si scambiarono
un’occhiata sicura, entrambi erano arrivati immediatamente alla soluzione, ma né
Sirius, né James sembravano altrettanto pronti.
“Ehm…” fece il primo alzando la
mano per farsi notare, “Io canto quando sono sotto la doccia.”
James scoppiò a ridere, “Si,
anch’io.”
“Ma tu guarda che scemi” Lily
scosse il capo, “Sono sirene.”
“Noi non ti sembriamo forse dei
bei sirenotti?” chiese James ridendo ancora.
“Possiamo andare avanti?” tagliò
corto Remus e, sorvolato su alcuni punti della filastrocca non particolarmente
ostici, arrivarono al punto saliente, “Vivo entro un’ora dovrai risalire con ciò
che ami, ora stretto nelle nostre spire.”
“Ciò che amo è Lily” rispose
James con vigore passando un braccio attorno le spalle della ragazza, “Non credo
che le sirene mi abbiano rapito” gli fece notare lei dandogli un bacio.
“E allora cosa ti hanno preso?”
gli chiese Sirius.
“Non ne ho idea” disse l’amico.
“Lo vedrai fra tre giorni” Remus
mise da parte la pergamena, “Ora dobbiamo solo cercare qualche incantesimo che
ti permetta di respirare sott’acqua per un’ora.”
“Ci sarebbe il Testabolla”
propose Lily, “Ne ha parlato il professor Vitious proprio prima che
partissimo.”
“Giusto” le disse Lunastorta
“Domani andiamo in biblioteca e vediamo se ne esistono altri. Tu intanto vedi di
imparare questo, James.”
Il ragazzo deglutì sonoramente,
“Ehm…ragazzi” fece con voce incerta, “C’è una cosa che non vi ho mai detto…”
“CHE DIAVOLO SIGNIFICA CHE NON
SAI NUOTARE?!” esclamò Sirius alla confessione dell’amico.
“Scusa tanto se mio padre mi ha
insegnato a volare e non a nuotare” ribatté James incrociando le braccia sul
petto.
“Il Quidditch non potrà salvarti
per sempre, Jamie” gli disse Lily.
“Perché no?” fece sarcastico
Felpato, “Lo facciamo volare sopra il lago, vediamo se le sirene lo
seguono!”
“La faccenda è seria” lo
interruppe Remus, “James, hai due giorni per imparare a nuotare.”
“E chi me lo insegna?”
“Spiegatemi di nuovo, per favore,
perché siamo tutti in costume, a febbraio, sulle rive di un lago?” disse Sirius,
il giorno dopo erano radunati tutti e cinque sulle sponde del lago di
Beauxbatons appunto per dare lezioni di nuoto.
“Perché vogliamo che Hogwarts
vinca” disse Peter, poi starnutì.
“Cominciamo” disse Remus, “James,
in acqua e anche Sirius e Lily.”
“Che c’entriamo noi?!”
esclamarono in coro gli ultimi due.
“Ora ve lo spiego, intanto
tuffatevi.”
Sirius si buttò in acqua per
primo, “Porca butt…è gelata! Ti giuro che questa me la paghi James e anche tu,
Remus.”
James entrò subito dopo di lui,
tenendosi però sempre al bordo data la profondità dell’acqua.
“Non mi dire che neanche tu sai
nuotare, Lily” fece Sirius andando di fianco al suo amico, per tutta risposta la
ragazza si tuffò e con qualche bracciata gli fu vicino, “Se permetti, stai
parlando con la vincitrice delle regionali di nuoto del Surrey” e uscì la
lingua.
“Rem, non è che ci possiamo
mandare lei a fare la seconda prova?” chiese James speranzoso.
“Forse non l’hai notato” gli
rispose lui, “Ma tu e Lily non siete molto simili d’aspetto.”
“Per questo esiste la pozione
Polisucco” disse pronto l’altro.
“Ci vuole un mese per prepararla,
Jamie” gli ricordò la sua ragazza, poi si allontanò, raggiungendo un punto più
distante del lago.
“Avanti James, prova a
raggiungere Lily” ma il ragazzo ogni volta che azzardava un movimento annaspava
nel tentativo di non affogare.
“Sembri un pezzo di piombo” disse
Sirius ridendo, era già più di un’ora che erano al lago e i progressi di James
rasentavano lo zero.
“Non sei spiritoso” lo rimbeccò
l’amico, “Io qui non mi sto divertendo per niente! Sento freddo, non so stare a
galla, non so nuotare e, Lily, stai andando un po’ troppo lontano, puoi
avvicinarti, tesoro altrimenti mi prende un colpo.”
La ragazza fece per muoversi ma
si bloccò all’istante, “Qualcosa mi ha preso per la caviglia!” esclamò, poi
scomparve dalla loro vista, riemerse pochi secondi dopo, “Aiutatemi!” gridò
stavolta.
“LILY!” nell’impeto di salvare la
sua ragazza, James lasciò andare la salda presa che aveva ancora sul bordo e,
nuotando come meglio poteva, muovendo scordinatamente braccia e gambe arrivò nei
pressi di dove Lily era sparita. Ma perché i suoi amici non si erano mossi per
aiutarla?
“Tieni duro!” le disse.
Una testa rossa infranse l’acqua
proprio davanti a lui, “Ciao” lo salutò sorridente la ragazza.
“Come sarebbe ciao?!” esclamò
James, “Non stavi affogando?!”
“No” rispose Lily, “Non c’era
niente, sott’acqua. Era solo un modo per darti una smossa, non vedi che hai
nuotato fin qui per salvarmi?”
James si voltò verso la riva,
dalla faccia dei suoi amici si capiva chiaramente che erano tutti e tre a
conoscenza della messinscena.
“Molto divertente” disse James
uscendo dall’acqua e avvolgendosi nel caldo mantello, “Potere evitare di farmene
altri in futuro? Non vorrei proprio morire giovane.”
“Però ora sai quasi nuotare” gli
fece notare Remus.
“Immagina che Lily sia
sott’acqua, durante la seconda prova” fece Sirius, “Così non dovresti avere
grossi problemi!”
Il pomeriggio fu dedicato allo
studio in biblioteca nel tentativo di trovare un incantesimo che, non solo
permettesse a James si respirare sott’acqua, ma che gli desse anche qualche
migliore capacità di nuoto.
“Sei un animagus” gli ricordò
Sirius, “Diventa una ranocchia e il gioco è fatto!”
“Secondo te perché io mi chiamo
Ramoso?” chiese James alzando gli occhi dal librone che aveva davanti.
“L’ho sempre detto che il cervo è
un animale inutile!” e, per poco, quello stesso volume non volò in faccia a
Felpato.
“Ranocchia?” ripeté Lily come
illuminandosi, “Sirius, hai detto ranocchia?”
“Oh Lily, non ti ci mettere pure
tu!” esclamò James portando la sedia su due sole gambe.
Ma lei non lo sentì neppure,
invece si alzò e si diresse alla sezione di erbologia della biblioteca, dalla
quale tornò pochi minuti dopo con libricino piuttosto malconcio in mano.
“Remus, che ne dici?” mostrò al
ragazzo la pagina che aveva cercato fino ad allora.
“Ma certo!” esclamò lui, “Come
abbiamo fatto a non pensarci prima?”
“A non pensare a cosa?” chiese
James.
“Algabranchia” rispose Lily, “È
una specie di alga che ti fa spuntare branchie e pinne, si può respirare
sott’acqua per circa un’ora.”
“Mi sembra perfetta” disse
Sirius, “Ma come facciamo a procurarcela qui?”
“Niente di più facile” Lily prese
un foglio di pergamena e cominciò a scrivere furiosamente, “Basta chiedere al
professor Lumacorno di mandarcene un po’, sono sicura che dovrebbe averne nella
sua riserva personale.”
“Speriamo solo che arrivi entro
dopodomani” disse James, quell’erba era proprio la sua ultima speranza.
L’indomani poco dopo pranzo erano
ancora tutti e cinque sulle sponde del lago, James (dobbiamo ammetterlo) aveva
fatto dei notevoli progressi rispetto al giorno prima, almeno non rischiava di
affogare ogni volta che si staccava dal bordo! Dell’algabranchia non c’era
ancora traccia e la prova avrebbe avuto luogo proprio il giorno seguente.
“Il Testabolla lo sai fare, però”
gli ricordò Remus nel tentativo di consolarlo.
“Ma se non sa andare sott’acqua
non credo che gli servirà a molto” osservò Sirius.
“Ti sembra il caso di tirarlo giù
di morale proprio il giorno prima della gara?” ribatté Lily, si avvicinò a
James, “Non preoccuparti” gli disse, “Andrà tutto bene.”
“Da non credere” fece Lunastorta,
“I ruoli si sono invertiti, prima era Lily quella che gli dava addosso e tu,
Sirius che lo difendevi.”
“C’est la vie” disse Felpato
scrollando le spalle.
“Stai imparando il francese?” gli
chiese Peter.
“Oh, no” rispose l’amico
sorridendo maliziosamente, “Quella lingua la conosco già perfettamente!”
“Ehm…ehm” ad interromperli con un
colpo di tosse fu la professoressa McGranitt, “Mi dispiace interrompervi, ma…che
state facendo?”
I ragazzi si guardarono l’un
l’altro, effettivamente davanti agli occhi dell’insegnante si presentava una
scena piuttosto bizzarra, cinque dei suoi studenti erano in costume, in pieno
febbraio a fare il bagno nel lago.
“Bhe” rispose James, “Abbiamo
scoperto che la seconda prova ha a che fare col salvare qualcosa dal lago, sto
facendo pratica.”
“Diciamo pure che il nostro
campione non sapeva nuotare” aggiunse Sirius.
“Potter!” esclamò
l’insegnate.
“Non si preoccupi” si affrettò a
difendersi il ragazzo, “Sto imparando.”
“Lo spero bene per te” disse la
professoressa sistemandosi gli occhiali sul naso, “Ora però devo rubarvi la
signorina Evans.” Lily uscì dall’acqua e, presi i vestiti, si gettò il
mantello sulle spalle.
“Va a cambiarti” fece
l’insegnate, “Poi vieni con me.”
“Ma l’ha rapita?” James e i
Malandrini erano nel loro scompartimento, erano passate già diverse ore da
quando la professoressa McGranitt si era portata via Lily, non l’avevano vista
neppure a cena.
“A quest’ora sarà tranquilla e
beata a dormire” disse Sirius sistemandosi il cuscino dietro la testa, “Cosa che
dovresti fare anche tu visto che la seconda prova incombe.”
“Non ho fame” già da parecchi
minuti, James stava giocherellando svogliato con la colazione ancora intatta nel
piatto.
“Così almeno non rischi una
congestione” gli disse Sirius ma, non vedendo l’amico ridere, chiese, “Che ti
prende?”
“Che mi prende?” ripeté James
lasciando cadere la forchetta, “Dunque…non so dove sia finita Lily,
l’algabranchia non è arrivata e io non so nuotare, secondo te che mi
prende?”
Ma Sirius ne gli altri Malandrini
ebbero il tempo di rispondere perché un gufo reale aveva planato dolcemente fino
a raggiungere Ramoso e, dopo avergli lasciato cadere una lettera accanto se
n’era andato.
“Viene da Hogwarts” disse il
ragazzo aprendo la busta con mani tremanti, una boccetta di vetro contenete
qualcosa di verde cadde sul tavolo, Remus la prese e la esaminò attentamente.
“Cos’è?” chiese Peter osservando
la boccetta nelle mani dell’amico, “L’algabranchia?”
“Precisamente” confermò Remus e
passò l’oggetto a James il quale, nel frattempo, aveva riposto la lettera, “Devi
prenderla subito prima di entrare in acqua, l’effetto è garantito solo per
un’ora.”
Il ragazzo portò la boccetta di
vetro all’altezza del viso, “Sembra un’alga” sentenziò dopo una lunga
osservazione.
“Ci sarà un motivo per cui si
chiama algabranchia” gli fece notare Sirius.
“Fa un po’ schifo” ammise James
riposandola sul tavolo.
“Se preferisci puoi sempre
tentare il Testabolla e annaspare in attesa che il tuo tesoro sepolto venga a
salvare te!” ribatté l’amico.
“Non credo che la McGranitt gli
permetterebbe mai una cosa del genere” disse Remus ridendo, “Dopo aver visto la
faccia che ha fatto ieri quando le hai detto che James non sapeva nuotare, credo
che sarebbe capace di buttarlo lei stessa sott’acqua.”
Erano le undici di mattina quando
gli studenti delle tre scuole presero posto sugli spalti eretti nottetempo sulle
sponde del lago. I campioni, con i rispettivi presidi erano già pronti sul
trampolino di partenza.
“Ieri soir è stato sotratto
quelque chose a sciascun champion…un trésor. Loro dovrano ripronderlo ontro
un’ora di tompo. Per midi dovrano essere di nuovo fuori altrimonti…bon, che la
prova abia inizio” dopo il discorso, Madame Maxime sparò delle scintille in aria
con la bacchetta e i campioni partirono.
Messa in bocca la manciata di
algabranchia che aveva tenuto in mano dalla mattina, James si tuffò insieme ai
suoi due avversari. Il contatto con l’acqua fu a dir poco traumatico, tanta era
bassa la temperatura quella mattina. Istintivamente, trovandosi sott’acqua senza
respirare, James si portò le mani alla gola, gli mancava l’aria, quanto ci
avrebbe messo l’algabranchia ad agire?
Sbattendo i piedi furiosamente
tentava di tornare in superficie, forse era ancora in tempo per tentare il
Testabolla, ma all’improvviso fu pervaso da un intenso calore in tutto il corpo,
la testa pulsava, faceva male.
Poi più niente. Niente più
dolore, niente più gola bruciante, niente più problemi di aria.
James si guardò mani e piedi,
tutti e quattro gli arti risultarono essere palmati, come quelli di un qualunque
anfibio, dietro le orecchie invece c’erano dei profondi solchi, le branchie.
L’algabranchia stava cominciando ad avere effetto.
Con rinnovato vigore, James si
lanciò all’inseguimento degli altri due campioni che avevano su di lui un
vantaggio di una decina di minuti, il tempo era troppo prezioso per essere
sprecato.
Davanti a lui solo una coltre
infinita di alghe verdi, solo di tanto in tanto si vedeva quale pesce nuotare
veloce, di sirene e campioni non c’era traccia, evidentemente doveva andare
ancora più giù, più nelle profondità del lago.
Il paesaggio monotono andava
cambiando mano a mano che scendeva verso il fondo, la vegetazione diventava
sempre più rada e la luce sempre più soffusa tanto che presto James fu costretto
a ricorrere al Lumos per poter
vedere ciò che aveva di fronte. Cacciò un urlo ma, con sua enorme sorpresa,
dalla sua bocca non uscì alcun suono, a pochi centimetri dal suo viso c’era
creatura che sembrava un tutt’uno con l’acqua, aveva anche lei piedi e mani
palmate, ma non la coda, non era una sirena, sembrava più un’ondina, una
guardiana di laghetti.
Non sembrava pericolosa,
tutt’altro! Sembrava in vena di giocare, difatti gironzolava intorno a James
cercando di attirare la sua attenzione, ma il campione, infastidito da quella
presenza che gli stava facendo perdere altro tempo, cercava di sfuggirle,
invano, la naiade non aveva intenzione di lasciarlo andare.
Prese James per il polso e lo
costrinse a seguirla, il ragazzo avrebbe voluto scagliarle un incantesimo ma
nessuno di quelli che conosceva gli sembrava adatto o comunque non funzionavano
particolarmente bene in acqua.
Dovette ricredersi però quando
l’ondina lo condusse fino ad una città sommersa, la città dei tritoni e delle
sirene.
Ce n’erano a centinaia, tutti
presi da attività diverse, troppo impegnati comunque per poter dare retta ai due
stranieri, tranne due imponenti tritoni che, poco fuori dalla città, armati di
tridenti, facevano la guardia a quelli che sembravano esseri umani
addormentati…i tesori! E fu proprio lì davanti che la naiade lasciò andare James
e si mise a zigzagare intorno a quei corpi legati a colonne di pietra, fino a
che le guardie non la cacciarono.
James era il primo campione ad
essere arrivato dato che gli ostaggi erano ancora tre, “Deve avermi fatto prendere una
scorciatoia” pensò e si avvicinò alla ragazza che riteneva fosse il suo
tesoro da salvare…Lily.
In fretta puntò la bacchetta
sulle corde che legavano la sua fidanzata e, ringraziando il cielo di essersi
applicato agli incantesimi non verbali, con un solo gesto le tagliò, il corpo
inerme di Lily ora era libero. James fu pronto ad a prenderla per la vita, stava
per risalire quando sentì una scossa all’altezza della spalla sinistra che per
poco non gli fece mollare la presa sulla ragazza.
James si voltò, di fronte a lui
c’era Alek Krum con la testa deformata per via dell’incantesimo testabolla,
teneva la bacchetta puntata contro il suo petto, cercava di dirgli qualcosa ma
l’incantesimo impediva a entrambi i ragazzi di parlare.
“Forse ce l’ha ancora con me per il
ballo” si disse James, questa volta però fu più veloce del suo avversario e
fece apparire in tempo uno scudo magico.
Le guardie tritone non rimasero
ferme a guardare, invece si avvicinarono velocemente e puntarono i loro tridenti
alla gola dei due ragazzi, facendo così che questi abbassassero le bacchette e
riprendessero la gara.
Improvvisamente, proprio fra i
campioni si fece avanti una sirena dai capelli argentati che puntò dritta contro
uno degli ostaggi ancora legati e, dopo averlo liberato , cominciò la sua
risalita.
Capendo che non c’era più tempo
da perdere, James decise di seguire quella che aveva capito essere Beautè,
tenendo sempre stretta Lily tra le braccia. Anche Alek non fu da meno, non
volendo arrivare ultimo si affrettò a liberare l’ultimo tesoro oramai
rimasto.
Quando Beautè riemerse dall’acqua
erano appena scoccate le dodici, solo lei era riuscita a tornare entro il limite
di tempo, nuotò fino a riva, con a fianco la sua amica appena rinvenuta, per
andare a festeggiare con i compagni e la preside che, in quel momento, era
l’immagine della felicità.
Dopo di lei fu il turno di James,
in ritardo però di una buona decina di minuti, l’effetto dell’algabranchia era
finito quindi fu Lily a doverselo trascinare fino a terra.
Alek era subito dietro di lui e
con se teneva l’amico che aveva quasi lasciato sott’acqua.
“Jamie, che ti è successo alla
spalla?” Sirius gli porse un asciugamano.
“Quel bastardo di Krum” rispose
James avvolgendosi nel telo, stava tremando dal freddo, “Aveva deciso che era
meglio prendere il mio ostaggio piuttosto che il suo!”
Lily si avvicinò a lui e gli
diede un bacio in guancia.
“E questo per cos’era?” le chiese
James sorridendo.
“Bhe” rispose lei, “Sono o non
sono il tuo tesoro?”
“James, non vorrei dirtelo ma…”
disse Remus, “Hai un avvincino attaccato alla gamba, non ti sembra il caso di
staccarlo?”
Il ragazzo abbassò lo sguardo,
effettivamente c’era una piccola creaturina avvinghiata saldamente con i
tentacoli alla sua gamba, “Dicevo che mi dava fastidio…” prese la bacchetta e
cominciò a punzecchiare l’avvincino, “E staccati, stupido coso…staccati!”
“Attention les elévès et les
champions” Madame Maxime aveva preso la parola, “Al primo posto mademoiselle De
Bois e complimonti per l’ottima trasfiguration in sirena.”
La ragazza in questione fece un
leggero inchino, per indicare che aveva gradito il complimento.
“Apres elle, monsieur Potter che
ha utilizato l’algabranchia, un bel applauso. E, per ultimo, monsieur Krum, con
l’incantesimo Testabolla, che però verrà penalizzato pur aggressione immotivata
au champion de Hogvarts.”
“Quel maledetto…” James era
disteso a pancia sotto sul letto di Remus, Lily gli stava cambiando la benda
sulla ferita alla spalla, “Si vede tanto?”
“Hai una bella bruciatura” gli
rispose la ragazza ricoprendogliela, “Ma dovrebbe passarti in un paio di
giorni.”
“Giuro che questa gliela faccio
pagare” disse ancora James.
“Gliela facciamo pagare” precisò
Sirius, “Infondo siamo una squadra, no?”
“Giusto!” esclamò l’amico, “E,
dopotutto mi rimane ancora una prova.”
Continua…
Ok!
Anche un altro capitolo è fatto! E siamo giunti alla fine…il prossimo
infatti sarà quello conclusivo!
Ringrazio tantissimo diavolettadark, SiJay, Ginny28, Yo91, sery
black, fann1kaoriyuki, phoenix88, Chaosreborn, kla, PrinceLily
che hanno letto e commentato il
capitolo precedente! Ringraziamo anche tutti coloro che hanno letto e non
commentato la volta scorsa.
Alla
prossima! -_^
Prongs
|
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Capitolo 7 *** La terza prova ***
Capitolo 7: La terza prova
Erano passati quasi quattro mesi
dalla conclusione della seconda prova e, oramai, anche il torneo tremaghi stava
per giungere al suo termine.
Alle sette del pomeriggio, di una
calda giornata di inizio giugno, i tre campioni erano stati convocati per
ricevere le istruzioni sulla loro ultima impresa che avrebbe avuto luogo il
giorno successivo, si trovavano tutti e tre con i presidi ai limiti della
foresta, poco distanti dal treno di Hogwarts.
“Non dovrebbero dare un
potatina?” James aveva davanti agli occhi uno sconfinato intruglio di cespugli
di notevole altezza che nascondevano la scuola alla vista.
“Questa sarà la vostra terza
prova, signor Potter” gli disse Silente, “È un labirinto.”
“Precisament” gli fece eco Madame
Maxime.
Effettivamente, ora che ci faceva
caso, James si accorse che le siepi erano disposte in modo ordinato e, poco
distante da lui, c’erano diversi ingressi, ognuno dei quali riportava lo stemma
di una delle tre scuole.
“Au centre du labyrinthe il y a
una coppa” riprese la preside di Beauxbatons, “Chi arriverà per premiere
diventerà champion tremaghi. La prova avrà inizio alla même ora di domani, bonne
nuit.”
“Tutto qui?” chiese Sirius non
appena James ebbe finito di raccontare della prova, “Dopo draghi e abissi se ne
escono solo con un labirinto?”
“Non farla tanto semplice” lo
ammonì Remus, “Non sappiamo cosa possono averci messo li dentro.”
“Perché non andiamo a scoprirlo?”
James aprì il suo baule e ne trasse fuori il mantello dell’invisibilità.
“Jamie, questo è barare” gli
disse Lily.
“Lo so” rispose lui, “Ma i miei
avversari se lo meritano.”
“Per Krum posso dartela buona”
fece la ragazza, “Ma Beautè? È pur sempre la ragazza di Sirius, no?”
“Ehm…ehm…” disse Felpato, “Non
proprio.”
“Che le hai fatto?” chiesero in
coro i Malandrini.
“Io?” esclamò lui esterrefatto,
“Perché devo sempre essere io?! Non può essere stata lei?”
“Ti conosciamo troppo bene, Sir.”
fece James.
“Uff…diciamo che mi ha beccato
mentre baciavo un’altra.”
“Proprio bravo, non c’è che dire”
fece Lily sarcastica.
“Ma che ne potevo sapere io che
era la sua migliore amica?!” ribatté il ragazzo.
“Lasciamo perdere” Lily si alzò
in piedi e, dopo aver dato un bacio a fior di labbra a James gli disse, “Fai una
cosa del genere e ti ammazzo” poi si allontanò, “Buonanotte, ci vediamo domani e
vedete di non farvi scoprire.” e chiuse dietro di se la porta della
scompartimento.
“Io amo quella donna!”
Era da poco passata la mezzanotte
quando i quattro Malandrini, accuratamente coperti con il mantello di James,
sgattaiolarono fuori dal treno per andare a sondare il terreno per la terza ed
ultima prova.
“Non possiamo di certo fare tutto
il percorso” disse Remus, “Se ci perdiamo qua dentro saremo nei guai sul
serio.”
“Vediamo almeno se riusciamo a
scovare qualche cosa di utile” disse James, “Come una buona scorciatoia!”
“Ehi!” esclamò Sirius ad un
tratto, “Ho avuto un’idea geniale!”
“Sentiamo” disse l’amico.
“Se domani io e Peter entriamo di
nascosto possiamo darti una mano, almeno per quel che riguarda
l’orientamento.”
“E come facciamo ad entrare?”
chiese Codaliscia.
Sotto gli occhi dei tre compagni,
Sirius si trasformò in cane e cominciò ad abbaiare, per poi riprendere le sue
solite sembianze.
“Non credevo che l’avrei mai
detto ma tu…sei un genio!” esclamò James.
“Potete mettervi qui, subito dopo
la prima svolta a sinistra” disse Remus, “Diremo alla McGranitt che vi sentite
male e che siete rimasti sul treno. Non dovrebbero accorgersi della vostra
presenza all’interno, una creatura magica in più o in meno non dovrebbe fare la
differenza.”
“Allora?” chiese Lily l’indomani
mattina mentre, insieme ai Malandrini, stava raggiungendo la sala principale di
Beauxbatons per la colazione, “Cosa avete concluso?”
“Bhe” rispose James, “Non abbiamo
girato il labirinto, quindi non so come arrivare alla coppa ne cosa la sorveglia
però…avrò un piccolo aiuto da un cane e un topo.”
Lily scosse il capo, “Speriamo
bene…”
Davanti le porte spalancate della
sala c’era la professoressa McGranitt ad attenderli, “Oh, signor Potter” disse
non appena li vide, “Stavo cercando giusto te, vieni, hai visite.” ”Visite?!”
chiese James incerto, “Che vuol dire visite?” ma non ottenne risposta, seguì lo
stesso l’insegnate fino al tavolo di Hogwarts quando vide seduti…”Mamma! Papà!”
esclamò, “E voi che ci fate qui?!”
I signori Potter si alzarono e
salutarono a turno il figlio, “Il professor Silente ci ha invitati a seguire la
terza prova” spiegò il signor Potter.
“Salve, ragazzi” disse invece la
moglie rivolta ai Malandrini.
“Salve signori Potter” risposero
questi in coro.
“Vedo che abbiamo un nuovo
acquisto” fece poi la signora Potter alludendo a Lily che diventava di minuto in
minuto sempre più rossa.
“Mamma, papà” disse James
prendendo la ragazza per mano, “Lei è Lily.”
“Buongiorno” disse lei
timidamente.
“Lily?” ripeté la signora, “Lily
Evans?! Oh, sia lodato Merlino, finalmente c’è l’ha fatta! James ci ha parlato
un sacco di te” disse poi in risposta alla faccia interrogativa della ragazza,
“Ogni estate non faceva che dire Lily di qua…Lily di la…”
“Credo che possa bastare, mamma”
disse James in evidente imbarazzo.
“Bienvenue a tous” disse Madame
Maxime rivolta alle persone sugli spalti eretti all’ingresso del labirinto, i
campioni erano rispettivamente ognuno davanti la propria bandiera pronti a
scendere in campo, “Questa c’est la terza ed ultima prova, le champions dovrano
rasgiungere la coppa tremaghi au centre du labyrinthe. Se sci sono problemi
dovete solamonte sparare delle scintille rosse e verremo a riprendervi. Che la
prova abbia inizio!”
I tre campioni entrarono nel
labirinto, armati solo delle loro bacchette.
“Lily, che fine hanno fatto
Sirius e Peter?” chiese la signora Potter seduta insieme al marito e a Remus
sugli spalti.
“Oh” fece lei, “Non si sentivano
tanto bene, deve avergli fatto male qualcosa a pranzo, hanno preferito rimanere
sul treno.”
“Poveri ragazzi!”esclamò la
donna, “Forse è meglio se vado a vedere se stanno bene.” ”No!” esclamarono in
coro Lily e Remus.
“Stanno riposando” si affrettò a
rispondere quest’ultimo, “Non si preoccupi, signora Potter.”
Dopo aver superato la prima
curva, James si trovò di fronte ad un grosso cane nero e un topolino, “Felice di
vedervi, ragazzi” disse, poi uscì la bacchetta, “Cominciamo.” Proseguì per
quella stessa strada con i due animagi che gli trotterellavano a fianco.
Il primo ostacolo che si presentò
loro fu forse uno dei più semplici da affrontare, benché da questo dipendessero
molte cose.
“Destra o sinistra?” chiese James
guardando sia l’una che l’altra strada, sembravano perfettamente identiche ed
entrambe erano talmente buie che il campione non riuscivano a vedere
granché.
Felpato annusò un po’ l’aria,
così come anche Codaliscia, uno decise di proseguire a destra e l’altro
nell’altra direzione, il campione rimase ad aspettare per poter prendere la
strada più giusta possibile. Fu il topolino a tornare per primo, ma con la coda
leggermente bruciacchiata.
“Credo che sia meglio andare
dall’altra parte” convenne James seguendo le tracce del cane.
“Sirius!” esclamò non appena lo
ebbe raggiunto, “Ma dove cavolo mi hai portato?!” forse era meglio seguire il
topo dopotutto, almeno non avrebbe dovuto affrontare un orrendo troll di
montagna armato di una pesante clava.
Il cane guaì e abbassò le
orecchie a mo di scuse e si andò a nascondere dietro James lasciandogli il campo
libero di agire.
Per fortuna del ragazzo, i troll
sono fra le creature magiche più stupide, con un semplice incantesimo di
disarmo, la clava del mostro andò a finire oltre l’alta siepe che delimitava il
labirinto. Un forte ruggito raggiunse le orecchie del ragazzo, facendolo
sussultare per un attimo, poi, vedendo che la creatura avanzava pesantemente
contro di lui, James gli puntò nuovamente la bacchetta contro e lo schiantò, per
fortuna questo incantesimo fu il decisivo e la creatura cadde a terra
stordita.
Il gruppo si allontanò in fretta,
“La prossima volta è meglio se seguo Peter” disse James continuando a farsi
largo tra un intrico di rami bassi che gli ostruivano il passaggio.
Era già passata più di un’ora da
quando James era entrato nel labirinto insieme ai suoi avversari, loro non li
aveva ancora visti, come neppure la coppa che cercava disperatamente di
raggiungere.
Si fermò un attimo per riprendere
fiato, “Dove diavolo è il centro di questo posto?” disse più a se stesso che hai
suoi due accompagnatori animagi.
Felpato abbaiò, aveva sentito
qualcosa, un rumore di passi che si faceva sempre più vicino.
James scattò in piedi e cominciò
a correre il più velocemente possibile quasi ignorando la direzione da prendere,
dopotutto non c’era logica in quel labirinto, una strada valeva l’altra. Il
vento freddo della sera gli tagliava la faccia e non solo quello visto che molti
rami bassi non potati si impigliarono ai suoi vestiti strappandoli in più punti,
alcuni tagli erano così profondi da causargli piccole ferite sulle braccia e
sulle gambe.
“Ahi!” James si fermò solo dopo
che un ramo lo colpì in pieno, lasciandogli un graffio sulla fronte, stava
sanguinando ma almeno dietro di lui non si sentiva più nulla.
Con un po’ più di calma riprese a
girovagare per le vie intorno a lui, era da un po’ che non incontrava mostri o
robe del genere, evidentemente era sulla strada giusta.
“Ragazzi, questa prova comincia a
stufarmi” disse, “Sarebbe meglio se…” ma non finì la frase, una grossa radice
spuntata fuori dal terreno lo fece cadere.
Felpato e Codaliscia emisero
verso interpretabili come risate.
Dopo essersi spazzolato i
vestiti, James si rimise in piedi, “Molto divertente” disse e proseguì ma c’era
qualcosa che non andava, non riusciva più a ricordare da che strada era venuto
ne quelle che aveva già preso, percorreva in cerchio sempre la stessa zona. I
due amici lo guardarono incerti per un attimo, poi Felpato decise di assumere
forma umana.
“James” gli disse, “Ma che stai
facendo?”
“Non lo so” ammise l’altro.
“Stai girando intorno da almeno
un quarto d’ora!” gli fece notare Sirius, “Prova a cambiare strada, a sinistra
non abbiamo ancora visto.”
“Giusto” disse James, stava per
fare un passo quando si bloccò nuovamente, “Qual è la sinistra?”chiese.
Anche Codaliscia si ritrasformò,
“Ma che gli prende?” bisbigliò a Sirius.
Questo, per tutta risposta si
allontanò, ripercorrendo il tragitto di James, nel tentativo di cercare qualcosa che aveva ridotto il suo amico
in quello stato.
“È qui che sei caduto, Jamie?”
chiese piegandosi sulle ginocchia di fronte ad un ciuffetto d’erba su di una
radice.
“Si, più o meno” rispose lui,
stava di nuovo guardando le strade che aveva davanti, indeciso su quella da
intraprendere, “Credo…”
“Erba della dimenticanza” disse
Sirius rimettendosi in posizione eretta, “Ci hai camminato sopra e hai perso il
senso dell’orientamento.”
“Splendido!” esclamò James
buttando gli occhi al cielo, “E per quanto tempo dura questo magnifico
effetto?”
Sirius scosse le spalle, “Non
chiedere a me, è Remus che si intende di queste cose! Però posso dirti che il
rimedio è mettere i vestiti al contrario.”
“Non ho intenzione di
spogliarmi!” decretò James incrociando le braccia al petto.
“C’è anche il pane” disse Peter,
“Se tieni un pezzo di pane in tasca l’effetto sparisce.”
“Da quando in qua vi siete messi
a studiare?” chiese Ramoso ridendo.
“Da quando tu passi i pomeriggi
con Lily” disse Sirius scuotendo il capo, “Remus ci ha incastrati.”
James si chinò e, preso un sasso
da terra, lo trasfigurò in un pezzetto di pane che mise in tasca e, in poco
tempo poté riprendere la gara in condizioni più decenti, Sirius e Peter erano
tornati ad essere Felpato e Codaliscia, nel caso avessero incocciato gli altri
campioni era meglio non essere riconoscibili.
Un improvvisa luce azzurra in
fondo alla via fece sobbalzare James, “Forse è la coppa” disse, i suoi compagni
sembravano d’accordo, infatti spiccarono una corsa insieme al campione nel
tentativo di raggiungerla.
La luce era vicina…sempre più
vicina…però, benché la distanza fosse ormai poca, il contorno della coppa
continuava a non delinearsi, rimaneva sempre e solo la luce, sempre più grossa e
brillante.
“Solo un fuoco fatuo” disse James
una volta raggiuntala, “Accidenti!” erano finiti in un vicolo cieco a furia di
seguire la creatura, “Torniamo indietro” si voltò ma, con suo sommo orrore, la
strada che aveva appena percorso era stata ostruita da una serie di piante
cresciute in pochi secondi.
Puntò la bacchetta e tentò
diversi incantesimi, ma tutti questi rimbalzarono sulla barriera senza che
questa si scalfisse un minimo.
“Di qui non si passa” sentenziò
dopo un po’, “Ragazzi, vedete se riuscite a trovare altri passaggi.”
Felpato e Codaliscia fecero più e
più volte il giro del quadratino di terreno nel quale si trovavano, annusando
l’aria alla ricerca di qualcosa.
La ricerca non fu infruttuosa,
entrambi gli animagi erano fermi di fronte ad una delle siepi che li
circondavano, cercavano di attirare l’attenzione di James.
“Siete ammattiti tutti e due?!”
fece il campione andandogli vicino, “Come faccio a passare?”
Felpato abbaiò.
“Ok, ok!” James allungò le mani
per tastare le piante ma, con sua enorme sorpresa, le sue mani stavano toccando
solo aria, erano passate attraverso la barriera, “Un’illusione” disse, “Siete
grandi, ragazzi.”
Il passaggio segreto portò il
gruppetto in un’altra zona, se possibile, ancora più isolata di quella
precedente, c’era una sola strada accessibile, però a bloccarne l’ingresso c’era
un’enorme creatura con il corpo di leone, le ali da aquile e il busto di
donna.
“Buonasera” disse la Sfinge.
“Salve” rispose James, “Potrei
passare, per piacere?”
“Solo se prima rispondi al mio
indovinello” fece la creatura adagiandosi sulle quattro zampe.
“Oh, splendido” il ragazzo si
lasciò cadere a terra, “Gli indovinelli proprio non li so risolvere…sentiamo un
po’.”
La Sfinge si schiarì la gola e chiese,
“Quel è la creatura che al mattino ha quattro zampe, a mezzogiorno ne ha due e
al tramonto tre?”
James aggrottò le sopracciglia e
si scambiò un’occhiata incerta con Felpato, anche lui sembrava non aver
capito.
“E ora dovrei rispondere?” chiese
James.
“Solo se vuoi passare” disse
la Sfinge, “Altrimenti
torna indietro e cerca un’altra strada.”
“Ma le altre strade sono
bloccate!” protestò il ragazzo.
“Questo non è un affare che mi
riguarda.”
Qualche minuto dopo, James ebbe
un’idea, prese in mano Codaliscia e gli bisbigliò qualcosa in un orecchio,
“Capito?” chiese poi, il topino annuì, “Te lo ricordi tutto?” annuì di nuovo,
“Benissimo” puntò la bacchetta sulla coda in modo che lasciasse una scia dorata
ad ogni passo, “Così ritrovi subito la strada” gli disse, “E ora vai.”
Codaliscia partì in quarta,
lasciando appunto una scia del suo passaggio, piccolo com’era riuscì a sgusciare
sotto le siepi per compiere la sua missione.
Remus era ancora sugli spalti
insieme a Lily e ai signori Potter quando vide qualcosa di familiare uscire dal
labirinto, “Vieni” disse alla ragazza e, insieme a lei si allontanò, per andare
dietro al topo in un posto meno esposto allo sguardo dei curiosi.
“Peter” disse quando questo fu di
nuovo se stesso, “Che ci fai fuori?”
“È successo qualcosa?” chiese
Lily allarmata.
“No, no” rispose lui scuotendo il
capo, “Ma per passare James deve risolvere un indovinello e noi non lo sappiamo
fare.”
“Sentiamo” disse Remus e così
Peter lo ripeté più o meno per come lo ricordava.
“Questo è facile” disse Lily
sbuffando, “Non li facevo così zucconi, è l’uomo la creatura, perché quando è
piccolo gattona, quando è adulto cammina su due piedi e quando invecchia usa il
bastone.”
“Grazie” disse Peter
illuminandosi, “Vado subito a dirlo a James” si ritramutò in topo e scappò via.
Con un colpo di bacchetta Remus fece sparire le tracce del suo passaggio.
“L’uomo?!” fece James, “Era così
facile?! Potevo arrivarci anche io!”
Lo sguardo negli occhi di Felpato
gli fece capire che, no, non ci sarebbe potuto arrivare!
Oltrepassata la Sfinge arrivarono ad una lunga ed
ampia strada, infondo alla quale c’era nuovamente un luccichio.
“Non può essere di nuovo un fuoco
fatuo” disse il campione, “Questa è veramente la coppa!”
Il cuore gli batteva
all’impazzata, aveva raggiunto il centro del labirinto senza neppure imbattersi
negli avversari, Hogwarts sarebbe diventata la scuola campionessa.
Si avvicinò al suo obiettivo
facendo attenzione a dove metteva i piedi, non era proprio il caso di imbattersi
in qualche altra strana creatura a così pochi passi dalla fine!
Un getto di fiamme alla sua
sinistra lo fece arrestare all’istante, era ovvio che ci sarebbe stato qualcosa
a guardia del trofeo.
Un enorme fiammagranchio uscì
dalla siepe, continuando a sputare fuoco sul povero ragazzo.
“Un drago l’ho già affrontato” si disse
James, “Questo non può essere tanto
peggio!” i suoi amici si erano portati a distanza di sicurezza, proprio
sotto la colonna che reggeva la coppa. Facendo uscire un potente getto d’acqua
dalla punta della bacchetta, James riuscì ad evitare di finire arrosto, poi
provò con uno schiantesimo, ma la corazza del granchio era troppo spessa
affinché l’incantesimo avesse effetto. Non potendo schiantarlo decise prima di
tutto di bloccarlo con l’incantesimo di ostacolo per poi farlo levitare otre la
siepe, lontano da lui.
La coppa si innalzava sul
piedistallo davanti a James in tutta la sua bellezza. Il cristallo con cui era
fatta rifletteva la luce della luna oramai alta nel cielo, brillava solo per il
campione che stava per stringerla fra le sue mani.
Una risata scaturì dalle labbra
del ragazzo quando prese il trofeo che si erano meritato dopo aver affrontato
tre temibili prove e dopo averle tutte degnamente superate.
A quel contatto, le alte siepi
del labirinto si andarono ritirando, lasciando solamente una via, quella dritta,
dritta per tornare alla scuola.
“Ce l’ha fatta!” Lily stava
correndo giù dagli spalti per andare a festeggiare il campione appena uscito dal
labirinto. James teneva la coppa sollevata sopra la testa, in modo che fosse
visibile a tutto il pubblico.
“Et le champion del torneo
Tremaghi c’est James Potter!” annunciò Madame Maxime con una piccola nota di
risentimento perfettamente comprensibile, “Un applauso au champion de
Hogvarts!”
Anche Sirius e Peter, che avevano
ripreso il loro normale aspetto, erano lì a festeggiare il loro amico.
“Ma voi non stavate male?” chiese
la signora Potter nel vederli, con un fazzoletto si asciugò il bordo degli
occhi, si era commossa per la vittoria di suo figlio.
“Non potevamo perderci questo!”
esclamò Sirius.
“Sei ferito” disse Lily
esaminando da vicino la fronte del ragazzo ancora sanguinate.
“Non è niente” disse James, “Solo
un graffio.”
“Che buffo” fece Sirius, “Sembra
una saetta!”
Quella stessa notte,
sull’espresso per Hogwarts si faceva festa. Un trofeo era pur sempre un trofeo,
non importava chi lo avesse vinto, bastava solo che era un vanto per la
scuola.
“Oh” fece la McGranitt, “Starà benissimo nella
Sala Trofei!”
“Sala Trofei?” ripeté James, “Non
se ne parla! Questo starà sul caminetto di casa nostra, giusto Lily?”
L’avventura in Francia era ormai
giunta al temine, il giorno dopo la vittoria del torneo Tremaghi, l’espresso si
rimise in marcia per tornare in Inghilterra, dove la scuola di Hogwarts era
impaziente di festeggiare il campione che li aveva portati alla vittoria.
Era appena sera quando i contorni
del castello si delinearono agli occhi degli studenti di ritorno.
“Finalmente a casa” disse Sirius
una volta con i piedi per terra, “Rivoglio il mio dormitorio, non ne potevo più
di dormire in treno!”
Si avviarono verso
la Sala Grande, dove si
stava ancora svolgendo la cena, le porte erano spalancate, dall’interno
proveniva un piacevole chiacchiericcio.
“Mi mancavano i nostri fan” disse
ancora Felpato, “Pronti ad entrare?”
James prese la mano di Lily e la
strinse e si mise a fianco dei Malandrini, “Pronti!”
“Senza di voi non ce l’avrei mai
fatta” dopo la cena e dopo aver raccontato almeno quattro volte di seguito a
tutti i vari studenti che lo richiedevano le varie avventure vissute a
Beauxbatons, i Malandrini erano saliti al dormitorio, James si stava infilando
sotto le coperte, “Grazie” disse.
“Figurati” disse Remus, “È stato
un piacere.”
“Facciamo così” James prese la
coppa e la mise sul comodino, “Questa non è la mia coppa bensì la nostra.”
“Sarebbe peccato dividerla in
quattro!” gli fece notare Sirius.
“Allora le cambieremo solo il
nome” rispose l’amico, “Non più la coppa Tremaghi, ma la coppa
Quattromalandrini!”
Fine
Fiuuu…scusate…ci ho messo davvero un
sacchissimo di tempo per mettere in rete quest’ultimo capitolo…ma è ricominciata
(ahimè!) l’università, e la cosa mi impegna parecchio!
Spero che questa storia vi sia piaciuta,
com’è piaciuto a me scriverla…e spero anche con tutto il cuore che leggiate
anche quelle che posterò in seguito!
Ce ne sono tante altre, se vi fa
piacere…!
Ringrazio, come sempre, di cuore coloro che
mi hanno recensito lo scorso capitolo, cioè:
SiJay,
PrinceLily, miyu90, sery black, Yo91 e tutti quelli che hanno letto
questa storia dall’inizio alla fine!
Grazie ancora
tantissimo!!
A
presto!
Vostra affezionatissima,
Prongs
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