IF U C KATE

di Amy_Jones
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Above The Noise ***
Capitolo 2: *** She drinking a cold Corona ***
Capitolo 3: *** No Worries ***
Capitolo 4: *** All about...MCFLY! ***
Capitolo 5: *** HIS voice ***
Capitolo 6: *** I'll Be Ok ; ***
Capitolo 7: *** A Smile On Your Face ; ***
Capitolo 8: *** And I'm The One Accused ; ***



Capitolo 1
*** Above The Noise ***


Capitolo primo
- Above the noise ;

 

  

 -Le arriverà una fattura con la merce da lei richiesta. Arrivederci, e grazie per averci scelto.-
Il mio falso entusiasmo per attirare il cliente, sparisce in una frazione di secondo.
Riattacco, sbattendo con forza la cornetta del telefono.
Rimango a contemplare l’ampia sala dei call center con occhi stanchi e alcune gocce di sudore mi grondano sul viso. Tengo le mani incrociate sulle gambe e un imminente dolore di testa inizia ad infastidirmi. Mi rendo conto di non aver guardato per niente il mio cellulare, ma prima di controllare il cellulare dovrei prenderla una pillola. La testa mi esplode.
Sono le quattro di pomeriggio e sto a rispondere e chiamare da questa mattina. E’ il prezzo da pagare se voglio mantenermi l’università a Londra. A ventidue anni, si abbandona la calda capanna per provare a sopravvivere fuori dal guscio protettivo dei genitori. Ci si prova, almeno.
Ingoio velocemente una pillola, sperando che mi distrugga il mal di testa. Se c’è una cosa che mi rende nervosa e che mi impedisce di sopportare le mie interminabili giornate lavorative, è proprio il mal di testa.
Prendo il cellulare fra le mani. E’ un vecchio Nokia, uno dei Nokia preistorici che vendono ai supermercati a prezzi bassissimi che hanno tolto dal mercato da un paio di anni per far spazio alle invenzioni tecnologiche più sofisticate. Ma le cose vecchie sono sempre indistruttibili, e  evidentemente il mondo corre più veloce di me. In tutta sincerità, l’ho davvero comprato in un supermercato qualche anno fa questo cellulare.
La cover è piena di graffi, lo schermo con una crepa in diagonale e pieno di polvere.
Faccio un uso “barbaro” dei cellulari, comprare cose delicate non fa per me.
Le sei chiamate e i quattro messaggi che mi ritrovo sono tutte di Jesse, la mia migliore amica.
Jesse. Non la vedo da un paio di …. settimane. Così impegnata nella realizzazione del suo album ed io sempre incollata in questa maledetta sedia blu distrutta ogni giorno è praticamente impossibile incontrarci. Esatto, proprio così: Jesse diventerà una rockstar.
Già sotto contratto, già con una bella casa discografica sulla testa. Ancora non ci credo.
E’ finalmente riuscita a realizzare il suo sogno. Da bambina cantava per tutta la casa con una voce d’usignolo. Dove si cantava, c’era Jesse.
Ha già conosciuto un paio di tipi famosi, ma non le ho mai chiesto chi fossero o se potesse presentarmeli. La missione di Jesse, in questo momento, non è completare il suo album ma “salvare” me da questa routine noiosa. Per spezzare la noia, mi servirebbero feste, movimenti, concerti.
Alla fine lei sceglie sempre i concerti e la cosa non mi dispiace. Ho ignorato moltissime volte i suoi inviti in quest’ultimo mese. Il mio ragazzo (ex) mi ha mollata, o forse l’ho mollato io.
Si è fatto trovare sotto casa mia in compagnia. Infondo dovevo solo andare a lavoro, potevo andarci con il bus come ogni giorno. Chissà perché quella mattina si è offerto di accompagnarmi con la sua nuova ragazza in auto. Sarcasmo a parte, mi ha spezzato il cuore. Porto il fermaglio che mi ha regalato fra i capelli ogni giorno, mi alzo al mattino inconsapevole, estranea alla realtà che mi circonda.
Lui non c’è più a riscaldare il mio letto, adesso riscalda il suo.
E’ orribile. Frustrante. Stavamo insieme da otto mesi e mi ero affezionata a lui come non mi ero mai affezionata a nessun ragazzo. Beh, il mio ultimo ragazzo prima di lui l’ho avuto in secondo superiore.
Pensavo di aver trovato un ragazzo adulto, e di fiondarmi in una relazione seria come un kamikaze, come una masochista troppo presa dalla voglia di innamorarsi, poco attenta invece a capire la gente.
Chissà quanto male mi ha fatto, chissà quanto di amaro c’era nelle sue parole dolci.
Ma basta pensarci, lui non si fa schifo per ciò che ha fatto. Sta bene, lo dice anche su facebook.
Ed io come una stupida continuo a guardare la nostre foto e tenere la sua in mezzo al mio diario segreto da adolescente confusionaria. Cresci, Kate e smettila di pensarci, mentre lui è ancora nel tuo cuore tu sei nella sua soffitta dimenticata.
Così è da circa un mese che il mio call center è il mio diversivo, una distrazione. A parte l’università.
I libri di chimica organica sono tutti sulla scrivania. Tra poco troverò sopra di essi polvere e ragnatele.
Non so da quanto tempo non li tocco. Studiare la notte mi rende uno zombie al mattino.
I miei capelli sono crespi, lunghi e pieni di doppie punte. Di andare da un parrucchiere non se ne parla! C’è l’affitto, ci sono le bollette e le spese condominiali e il problema dell’aspetto esteriore non si pone, mentre dentro ho un casino. E i miei occhi grigi sono diventati praticamente asciutti e ho le occhiaie. Non ho mai avuto le occhiaie in vita mia. C’è sempre una prima volta, no?
Apro uno dei messaggi di Jesse:
 
“Ehi eremita!”   mi sta rimproverando, a quanto pare “Dobbiamo parlare, ho bisognodi parlare. Vediamoci stasera, offro da bere. Giù i pensieri e su i bicchieri. Ti voglio bene, Jesse”
 
Giù i pensieri e su i bicchieri, potrebbe essere una buona idea. Per mandare giù tutti i miei pensieri, a casa dovrei tornare sbronza. Chissà cos’ha Jesse da dirmi. Esitante, non so se accettare.
Infondo lo fa per me, perché rifiutare sempre. Se la tua migliore amica ti chiede di uscire per provare a tirarti su mentre il tuo ragazzo ti ha lasciata, è una buona cosa no?
 
“Ciao tesoro, beh, non ho molta voglia di intrufolarmi in un bar. Vorrei fare qualcosa di più ‘riservato’ ecco. Matthew mi manca. Ma a parte questo mi sento così spenta per stare sopra al casino.
Verresti a casa mia? Porta tutte le bevande alcoliche che vuoi. Un bacio, Kate.”
 

 

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Capitolo 2
*** She drinking a cold Corona ***


Capitolo 2
- She’s driking a cold Corona ;
 

 

 
 
Stammi a sentire Kate, la gente non ti morde. Sei bella, sei intelligente ed hai ventidue anni. Quanto vuoi rimanere ancora chiusa in quell’appartamento con una cucina un bagno ed una stanza da letto di un metro quadro? C’è un mondo lì fuori, che ti aspetta. Ci sono io che ti aspetto. Stasera si va al bar.
Se non sarai fuori casa entro le otto, ti vengo a prendere con la forza. Ciao scema.”
 
Non ho più credito per rispondere, ma credo che non abbia bisogno di una risposta. Evidentemente, la risposta se l’è data da sola e non ha mica tutti i torti. Mi immagino come mi rimprovererà stasera.
Con i suoi occhi tondi da cartone animato giapponese i suoi capelli arancioni, mi guarderà con quel suo visino bianco e le guance rosse tutta adirata, e mi punterà contro il dito smaltato di rosso per dirmene quattro. Io le voglio bene davvero. Se Jesse se ne andasse adesso, credo che quel briciolo di forza che mi rimane, se ne andrà insieme a lei. Jesse è il casino, Jesse è il divertimento, Jesse e l’amore e l’amicizia. Jesse è la miglior amica che si possa desiderare. Mi sento fortunata.
Lei ha bisogno di me, probabilmente. Ed io troppo presa con i miei conflitti esistenziali, sto diventando un po’ egoista. Jesse non si merita di essere estraniata dalla mia vita.
Sì, mi sa che questa sera ci vedremo.
 
 
Esco dal call center, bloccata sulla soglia della porta da una pioggerella che è destinata a diventare più forte del previsto, malgrado sia piena estate. Ma si sa, a Londra è raro vedere spiragli di luce attraverso il grigiore delle nuvole. Il clima londinese mi intristisce ancora di più.
Aspetto la fermata dell’autobus, srotolando le cuffie del mio mp3. Una sfilza di canzoni che mi riportarono alla mente i miei momenti più belli con Matthew. Si chiamava così.
Non so perché oggi Matt sia il mio pensiero fisso, di solito provo a distrarmi con qualche altra cosa quando mi accorgo che ci sto pensando. Ma oggi non sembra essere così.
L’autobus si ferma abbastanza lontano da casa mia. Devo farmi un po’ di metri a piedi e come sempre non ho un ombrello. Mia mamma mi ricordava di metterlo sempre in borsa.
-“La sfortuna può coglierti alla sprovvista”- rideva.
Lei ci scherzava su. A questo punto, credo che scherzando abbia detto la verità. Sono sempre stata un po’ sfigata, ma credo che in questo periodo io abbia superato me stessa.
La pioggia si sempre più forte quando esco dall’autobus. Metto la borsa sulla testa, è quella nuova, ma non ho altra scelta. Tanto non mi proteggerà abbastanza.
Arrivo a casa bagnata fradicia, le scarpe bianche infangate e la maglietta verde è diventata verde muschio. Completamente bagnata. Sembro una spugna.
Entro in casa, asciugandomi i piedi sul tappeto. Mi fiondo in bagno e metto via i vestiti bagnati per indossare qualcosa di asciutto: una maglietta taglia XL e un paio di pantaloncini di jeans.
Raccolgo i capelli ramati sul una spalla e sfoglio una rivista accendendo la radio.
Sempre la solita noia sui giornali: gossip, gossip e ancora gossip. A dire il vero questo giornale risale ad un paio di settimane fa, ed essendo un settimanale probabilmente sono rimasta parecchio indietro.
Non mi va di ricomprarlo. L’ho preso solo perché la mia vecchia libreria trabocca di libri vecchi e che avrò letto una dozzina di volte, dovrei comprare qualcosa di nuovo ma quando guardo i miei promemoria mi accorgo che le spese per la casa e l’università, i biglietti degli autobus hanno la priorità su tutto, anche sulle mie passioni. Accendo la radio, mentre provo a dare una rassettata alla casa. Mi raccolgo i capelli in una coda e prendo la scopa, strofinaccio e detersivi per pulire.
Quando vedo un piccolo monte di piatti nel lavello, tutta la forza di volontà svanisce in un attimo.
Devo per forza pulire, o la mia casa sembrerà un tugurio malgrado lo sia già per via delle sue dimensioni.
Il mio nome è Katerina, ma tutti mi chiamano Kate. Sognavo di fare la scrittrice ma alla fine ho scelto la strada più difficile, forse per dimostrare che Kate sapeva andare avanti anche da sola, contando sulle sue forze. Ma sta richiedendo troppo lavoro, e il mio umore contribuisce molto.
Voglio mollare tutto. Almeno, vorrei che nella mia vita accada qualcosa di particolare. Una novità, qualcosa che non avrei nemmeno potuto immaginare, neanche mentre scrivevo le favole da piccola per poi raccontarle alla mia sorellina più piccola prima di farla addormentare.
Probabilmente è solo un’utopia.
Mentre asciugo qualche piatto dalla montagna appena lavata, sento una canzone stupenda alla radio.
Mi fa quasi venire le lacrime agli occhi, non è la solita canzone pop. Devo scaricarla.
Prendo una penna ed un post it dalla lavagnetta e corro verso la radio per appuntare il titolo della canzone, ma la voce della speaker radiofonica è più veloce di me. Ha già annunciato il titolo.
Che sfiga. Delusa me ne torno in cucina nella speranza che la canzone possa essere trasmessa di nuovo. Di solito mi innamoro delle canzoni dopo averle sentite un paio di volte, da premettere che non ho alcuna band preferita. La voglia di conoscere il titolo della canzone mi assale, ma quando si aspetta una canzone alla radio, puoi aspettare ore, ma solo quando tu avrai deciso di spegnerla verrà trasmessa. Esperienza personale.
La musica mi piace tutta, l’importante che sia vera. La musica, è l’unica cosa che non mi tradirà mai.
Sì, ma dannazione qual’era il titolo della canzone?
 
 
Il cellulare squilla, squilla e squilla così forte che mi vien voglia di schiantarlo contro il muro.
Mi sono addormentata e sono le diciannove e quarantacinque! Jesse!
-“Pronto?”- rispondo.
-“Ehi! Dove diavolo sei?”- sbotta.
-“Ehm, mi sto cambiando sono..sono quasi pronta! Sali?”-
-“Mi sembra ovvio!”- sbuffa e riattacca.
Povera Jesse chissà da quando chiama ed io chissà quanto tempo ho dormito.
Spengo velocemente la radio e mi infilo un paio di jeans, mentre allaccio le mie vecchie all star viola.
 
 
 Il rumore dei tacchi di Jesse e dei suoi bracciali mi avverte del suo arrivo.
Spalanca la porta di casa e viene correndo verso di me:-“Kaaaaate!”
Non riesco neanche a guardarla che mi ritrovo le sue braccia attorno al collo. L’odore del suo profumo alla mela ha già riempito tutta la casa.
-“Tesoro, guardati come sei sciupata”- dice prendendomi il viso fra le sue mani morbide.
Tinge sempre le unghie di colori diversi, le tinte uniche non le piacciono.
E’ sempre più bella del solito. Indossa una gonna blu e un top azzurro e i capelli arancioni le ricadono sulle spalle, sciolti. Mi sento improvvisamente  bene. Come se tutte le paure, tutti i problemi, tutti i miei sbalzi d’umore siano svaniti in un attimo, solo guardando gli occhi verdi di Jesse.
E’ proprio bello, avere amiche come lei. Malgrado il lavoro, Jesse è sempre presente.
Si cura più lei di me, che mia madre. E l’adoro per questo.
Jesse ha due anni in più di me, ed è sempre stata il mio punto di riferimento. Lei guarda il mondo con gli occhi diversi e mi impara a sapermi muovere dentro, perché io ancora non ho imparato.
-“E tu sei sempre bella”- l’abbraccio –“Mi sei mancata Jesse”-
-“Anche tu”- sussurra.-“Ho portato una bottiglia di Corona, so che ti piace.”-
­-“Spero che tu non ne abbia comprate tante!”- sorrido.-“Ti va del gelato?”-
Jesse annuisce:-“Cioccolato, ne hai?”-
-“Credi che io non ti faccia trovare del gelato al cioccolato sapendo che tu l’adori?”-
-“Questa si che è la Kate che conosco!”-
Scoppiamo a ridere così forte che mi sento quasi esausta. Una di quelle risate belle che ti risvegliano l’anima ne avevo proprio bisogno. Accendo lo stereo e slitto verso la cucina.
Jesse posa le bottiglie di Corona dentro al frigorifero e mi chiede:-“Programmi per la serata?”-
-“Ti concedo una passeggiata dopo il gelato”- rispondo, spazientita.
-“Ho un mucchio di cose da raccontarti!”-
Preparati psicologicamente Kate, la tua migliore amica è pronta ad assalirti con i suoi mille racconti.
Jesse ha la parlantina, ma a me piace ascoltarla, e stavolta credo che abbia davvero tante cose da raccontarmi e io butterò via tante lacrime che solo lei saprà asciugarmi.
D’un tratto, un pensiero mi passa per la testa. Quella canzone, quella voce, sta diventando un tormentone nella mia testa. Chissà qual'era.

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Capitolo 3
*** No Worries ***


Capitolo 3

- No Worries ;

 

Jesse ha scelto un locale per niente tranquillo. Un bar pieno di gente di tutti i tipi e la musica è così forte da far venire il mal di testa. E’ tutto buio qui. Solo qualche riflettore illumina i miei passi, in modo da farmi largo tra la calca di gente per poi sparire in un attimo. E lei intende parlare qui? Sempre la solita strana.

-“Mi senti Kate?”- sbraita.

Eccome se la sento, voglio uscire da qui:-“Sì! Senti Jesse, che ne dici di cambiare locale?”-

-“Hai bisogno di un po’ di confusione.”- esulta.

Come se quella che tengo adesso non bastasse! Sospiro e la seguo. Siamo dirette verso delle poltroncine più calme, un po’ isolate dalla massa. Non vedo l’ora di sedermi lì.

Jesse mi fa sedere e mi ordina di aspettare mentre va a prendere da bere. E’ da un po’ di tempo che non vengo qui. Ho l’impressione di esserci già stata, con Matthew forse.

Ma quelli erano altri tempi. Tempi in cui la musica così forte o la confusione non mi davano così fastidio. Sono rimasta troppo tempo chiusa nel mio appartamento, credo che Jesse abbia ragione.

Arriva camminando sui tacchi verso di me, e la gonna le svolazza delicatamente sulle gambe.

Mi porge il bicchiere di vetro e dice:-“Vodka alla fragola.”-

-“Che schifo Jesse!”- rido –“Non mi piacciono gli alcolici”-

-“Imparerai”- sorride.

-“Come sta andando il cd?”- dico, quasi urlando, la musica copre la mia voce.

-“Alla grande tesoro! E’ finito! Un anno di durissimo lavoro.”- sospira, il suo sguardo si incupisce un po’. Guarda a terra, giocherellando con la cannuccia del bicchiere.-“Credi ce la farò?”-

-“Sei sempre stata bravissima.”- la incoraggio, ed è la verità. –“E’ normale che ti critichino. Tutti criticano, la gente lo fa sempre. Bisogna solo saper rispondere. Che ne pensano i tuoi?”-

-“Beh, avrebbero voluto che facessi altro. Ma sai com’è…la vita ci stupisce!”- ride.

Ridiamo insieme, e sorseggiamo un po’ di quella…vodka, che continua a farmi sempre schifo.

Ma una birra? Perché proprio la vodka? Mi vengono le lacrime agli occhi di quant’è forte.

-“Ho incontrato dei tipi famosi!E indovina.. una band collaborerà con me per una canzone, e aprirà il mio tour in Inghilterra.”-

-“Dici sul serio! Ma è fantastico!”- esclamai, quasi mi volava la vodka dalle mani per la gioia.-“E allora? Chi è questa band?”-

-“Credo salterai dall’emozione quando te lo dirò… i Mcfly!-

Emozione? Quasi mi viene da ridere. Non li conosco neanche. Non ho mai sentito parlare di loro, né so chi siano.

-“Ehm, Jesse. Io non so chi siano i Mcfly”-

Jesse strabuzza gli occhi e apre leggermente la bocca. Io ascolto musica rock, qualche canzone metal.

Ma i Mcfly.. mai sentiti nominare.

-“I Mcfly sono sulle copertine di tutti i giornali, su ogni stazione radio, su ogni canale Mtv.. e tu.. non li conosci? Tesoro siamo in Inghilterra! E i Mcfly in Inghilterra sono venerati più del principe William!”- esclama Jesse scoppiando a ridere. Mcfly. Dovrei ascoltare qualche canzone, ma in questo momento non so proprio cosa dire. Figuraccia a parte, io non li ho mai visti.

Il nome era carino.

-“Beh, mi sa proprio che te li farò conoscere!”-dice Jesse prendendomi le mani dolcemente.

Farmeli conoscere? Oh sì certo come no! Che figuraccia, non so praticamente niente sul loro conto, non ho mai ascoltato una canzone, sarebbe una cosa terribile averli davanti e rimanere zitta e ferma.

Una cosa terribile anche nei confronti di Jesse.

-“Jesse ma…”- provo a dire, ma lei mi interrompe:-“Documentati!”- incalza.

Sospiro. Documentarsi potrebbe essere una buona idea. Continuo a sorseggiare la vodka.

-“Sono dei tipi simpatici”- spiega, interrompendo il silenzio.-“Dovresti vederli come si punzecchiano”-

Sorrido. Da come ne parla, devono essere dei tipi strani.

-“Quando vuoi tu, li conoscerò”-

-“Vieni venerdì pomeriggio. Non hai il turno di lavoro, è il fine settimana, e non hai neanche università!”-

Jesse è più informata di me sui miei programmi. In effetti, posso benissimo raggiungerla alla casa discografica. Non ho mai visto Jesse alle prese con cavi e microfoni, mi piacerebbe avere un “anticipo” del suo album.

-“Già. Voglio anche sentirti cantare!”- le dico. –“Quando uscirà il tuo album?”-

-“A fine mese.”- dice Jesse, emozionata. –“I Mcfly recensiranno il mio album. Il loro commento verrà messo tra virgolette, in basso a destra, nella copia dei cd!”- aggiunge, gesticolando.

-“Mitico!”- le sorrido.

E’ il lavoro perfetto per Jesse: firmare autografi, saltare sul palco, collaborare con altri artisti.

Aspetto con ansia venerdì. Voglio vederli, questi Mcfly. Mi immagino dei tipi strani e simpatici.

Jesse ne parla come se fossero già amici.

-“Collabori da tanto con i Mcfly?”- le chiedo.

-“Sì da un mese. Abbiamo scritto un pezzo della canzone insieme al bassista.”-

Jesse arrossisce di colpo, quando parla del “bassista”. Abbassa lo sguardo con un sorrisetto, e mescola il ghiaccio e la vodka con la cannuccia più veloce di prima.

-“Jesse? Hai il ragazzo?”-

-“Ma che diavolo dici”- sbotta, tutta rossa. –“Amici. Colleghi. Nient’altro”-

Tossisce per schiarirsi la voce ma è ancora rossa come un peperone.

-“Matthew? Si è più fatto sentire?”-

Cos’è il suo modo di vendicarsi per averla messa in imbarazzo? Deglutisco, sospirando. Cattivo modo per cambiare discorso, senza dubbio!

Non mi  piace parlare di lui, anche se si era fatto sentire in quei giorni. Voleva tornato l’anello che mi ha regalato a Natale. Gli è costato una fortuna, quindi credo che voglia riprendersi i soldi.

Lo considero un gesto meschino, ma voglio togliere quanto più cose possibili da lui dalla mia vita.

Voglio che se ne vada. Ma come faccio a strappare la sua foto in mezzo al mio diario segreto?

Ci vuole una gran forza di coraggio. Una grande botta di coraggio.

-“Vuole tornato l’anello”-

-“Cheeee?!”- dice Jesse, sputando per terra la vodka sdegnata-“Ma… è un regalo!”-

-“Lo so. O lo vuole regalare alla sua sgualdrina per risparmiare, oppure vuole solo prendersi di nuovo ciò che ha speso. Sai, Matthew e i soldi sono in buoni rapporti.”-

Jesse diventa rossa non per imbarazzo ma per rabbia. –“Digli di scappare da Londra. Se lo prendo lo spedisco in Cina a calci nel culo! Matthew è un testa di cazzo!”-

Jesse che dice parolacce. La cosa mi lascia alquanto basita. Di solito lo faceva quando era stracolma di rabbia. Beh, credo che adesso lo sia. Sono la cosa più cara che ha, e odia già Matt per ciò che mi ha fatto, inserire due parolacce in una breve frase credo sia il minimo che potesse fare.

Scoppio a ridere. Neanche io riesco ad odiarlo così tanto, non ancora. Quanto mi manca.

-“Dai Jesse, che si riprenda tutto quello che vuole. Non ho che farmene di un anello al dito se poi mi ha colpito alle spalle quando ne ha avuto l’opportunità”-

Jesse annuisce: -“Hai ragione”-

Basta. Basta essere tristi. Basta rimuginare sul passato. Se ci mettiamo a rimuginare sulle cose brutte della vita finiamo per perderci quelle più belle… quindi…

-“Giù i pensieri e su i bicchieri, no?”- le dico, prendendole il braccio. Jesse mi guarda come per chiedermi che diavolo mi stia prendendo.-“Andiamo a ballare. Al diavolo Matt, festeggiamo il tuo nuovo album! Niente preoccupazioni, Jesse. Stasera ci si sballa.”-

Jesse sorride a trentadue denti e si alza di scatto:-“Cosa c’era nella tua vodka?”-

Ci perdiamo tra la folla, accompagnate dalla musica spacca timpani e dal delirio della gente che balla senza stancarsi da ore. Ho voglia di sorridere e far tardi, di pensare a quanto sia bello ridere con Jesse anziché ripensare a Matt. Gli errori aiutano, l’importante e non rifarli.

Troverò qualcun altro, che mi darà ciò che Matt non ha saputo darmi.

Che mi amerà, e questo Matt non l’ha mai fatto.

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Capitolo 4
*** All about...MCFLY! ***


Capitolo 5
- All About… Mcfly ;

 
Sono in quattro: Daniel “Danny” Alan David Jones, Thomas “Tom” Michael Fletcher, Harold “Harry” Mark Christoper Judd, Dougie Lee Poynter. E’ da un giorno che cerco notizie, canzoni, foto dei Mcfly.
Solo adesso, mi è venuta la più normale (e ragionevole) idea. Il sito ufficiale trovato su un forum.
Sto ascoltando una delle loro canzoni, mi pare si intitoli All About You. Ho sentito queste voci qualche altra volta, che strane coincidenze. Avrei dovuto riconoscerli, ma il mio cervello non li ricorda proprio.
Fanno musica pop-rock. Oddio, io odio la musica pop rock. Eppure ascolto questa canzone da circa venticinque minuti e mi piace da impazzire.  Sono dei ragazzi davvero carini, gli amici di Jesse.
Mancano cinque minuti all’incontro con i tanto chiacchierati Mcfly. Jesse mi ha detto di sfoggiare tutto il meglio che ho nel mio guardaroba: maglietta, jeans e all star blu. Se piaccio, piacerò al naturale, l’importante è fare buona impressione. Lascio i capelli sciolti, in modo che ricadano sulle spalle e sistemo il ciuffo con un fermaglio. Metto un filo di matita e un lieve velo di rossetto rosso non troppo appariscente.
Profumo? Ah sì, quello al lampone. Me l’ha regalato mia madre per il compleanno, non l’ho mai usato.
Metto il cellulare, il portafoglio e l’mp3 in una sacca e mi incammino verso la casa discografica di Jesse.
Dice che non è molto distante da casa mia. Spero.
Mi arriva un messaggio. Affondo tutta la mano nella borsa alla ricerca del vecchio Nokia rottamato e leggo:
 
Aspetta, vengo a prenderti io. Jesse.”
 
Magnifico. Così non mi perderò.
Jesse arriva dieci minuti più tardi da quando mi è arrivato il messaggio, a bordo della sua mini cooper blu elettrico con la bandiera del Regno Unito negli specchietti esterni. E’ una macchina splendida. La macchina dei miei sogni che purtroppo mi è impossibile mantenere.
Salgo, toccando con cura la maniglia dello sportello e nell’auto c’è odore di profumo alle mele.
Quello di Jesse che ha soffiato in tutta l’auto.  Le do un bacio nelle guancie morbide.
-“Sigaretta?”- mi propone.
Ogni tanto ci sta:-“Ok”- le dico.
Esce il suo pacco di Lucky Strike rosse dalla tasca dei jeans ancora intatto e sfilo la prima sigaretta, servendomi del suo accendino per accenderla. Ci voleva, questa sigaretta.
-“Allora pronta?”- mi sorride, sigaretta tra le mani salde sul volante, la musica a tutto volume.
Indossa anche lei un paio di jeans e una canotta verde fosforescente.
-“Sì. So tutto.”-
-“Il vocalist?”- mi interroga. Mi sembra di essere tornata a scuola ed io che fremo dalla voglia di rispondere.
Adesso, so chi sono i Mcfly e mi piacciono anche!
-“Tom e Danny, Dougie voce di supporto. Rispettivamente chitarra, chitarra e basso. Infine Harry batterista!”- le dico, ripetendo tutto ciò che avevo assimilato.
-“Niente male!”-
Jesse parcheggia la macchina accanto alla casa discografica. E’ così grande e alta che mi viene quasi un capogiro nell’osservarla. Non vedo l’ora di entrarci, come lavorano i cantanti? Le band famose?
E’ splendido qui.
Nella sala d’attesa c’è odore di caffè. Tre ragazze bionde e in divisa chiamano, parlano, firmano carte e chiacchierano con qualche musicista mai visto.
-“Loro sono le mie compagne di pausa.”- ride Jesse agitando la mano verso di loro.
Poi i loro occhi, ovviamente, ricadono su di me.
-“Vi presento la mia amica”- afferma Jesse, portandomi verso di loro sottobraccio.-“Lei è Kate, Kate loro sono Johanna, Claire e Sharon.”-
Entrambe sembrano sgranare gli occhi  sorridenti e solari:-“Ciao Kate, benvenuta!”-
-“Grazie ragazze”-
Qualcuno apre la porta di uno degli studi. Si sente un clack della maniglia di sicurezza appartenenti ad una delle sale, una voce maschile che riconosco. All’istante. Tom Fletcher.
-“Jesse noi…”-
Inizia ad invadermi la curiosità. Io e Jesse ci voltiamo di scatto e Tom sbatte le palpebre:-“Ehi! Tu sei Kate!!”- esclama Tom. E fu così, che finì al contrario. Sono io la famosa?
-“Così dicono”- sorrido, avanzando verso Tom porgendogli la mano sinistra-“Piacere”-
E’ davvero Tom, quello fissato coi fumetti, con la maglietta di Star Wars nera con la scritta gialla, i capelli biondi alzati verso l’alto e due occhi grandi color nocciola. Sembra un cartone animato lui stesso.
-“Piacere”-  sorride, contento. –“Vieni con noi, ti presenterò gli altri.”-
Tom passa dietro ad accogliere Jesse con un saluto strano. Prima sbattono la mano, poi il pollice, poi si danno il cinque ed infine si abbracciano con una risata fragorosa:-“Ehi, abbiamo finito di sistemare la canzone. Vorremmo farti sentire.”-
-“Certo Fletch.”- sorride Jesse dandogli una pacca sulla spalla.-“Si lavora!”- urla contenta.
L’odore di caffè, si spegne quando entriamo nella sala. Lì c’è odore di profumo maschile intenso e ipnotizzante. Mi scappa una risata. I ragazzi sono tutti chini sulle loro chitarre e i loro spartiti, compreso Harry che si gira sulla sedia con le mani dietro la nuca e le bacchette in bocca per schiacciare l’attesa.
-“C’è Jesse ragazzi!”- dice Dougie rimettendosi il basso sulle gambe, ma poi nota me:-“Jesse con delle sorprese!”-
A quel punto anche Harry e Danny alzano le teste verso di me. Danny per ultimo.
Lentamente, incontro gli occhi azzurri più belli che avessi mai visto, le sue lentiggini sul viso e i capelli corti e castani arruffati sulla fronte. Abbraccia la sua chitarra con le sue braccia forti e mi sorride.
-“Ehilà”-dico imbarazzata. –“Piacere sono Kate”-
Mi metto le mani dietro la schiena continuando a rigirarmi le dita.Deglutisco.
-“Scema! Perché ti imbarazzi?”-sussurra Jesse.
-“Nah. Io? Che dici!”- mi giustifico –“C’è un bel profumo qui.”-
-“Ti piace? E’ il mio”-
Io e Jesse ci voltiamo in contemporanea. Quello che doveva essere Danny Jones era con le braccia conserte di fronte a me, a fissarmi con i suoi occhi azzurri che gli danno un’aria simpatica.
E’ bello. Forse tanto. E sapere che quel profumo è il suo, beh. Mi fa arrossire.
Ascoltava me e Jesse.
-“Non è galante ascoltare le conversazione altrui”-
-“Quello che dovresti sapere di me e che io sto dovunque tu non vuoi che io stia”- dice sorridendo.
E’ bello e parecchio irritante, ma è tipo dei ragazzi carini.
-“Io sono Danny”-
-“Kate”- gli dico alzando un sopracciglio, esitante nello stringergli la mano.
-“Ehi Danny!”- urla Harry balzando dallo sgabello dov’era tranquillamente seduto –“Cosa ci fa il tuo panino dentro la mia borsa?”-
Danny sgrana gli occhi, imbarazzato anche lui forse. Si volta senza nemmeno parlare e scappa da Harry.
Dougie scoppia a ridere. Lui c’entra qualcosa. Ha l’aria di chi fa le cose sotto quel visetto da angelo innocente ed ha decisamente fatto bene.
-“Benvenuta a McFlylandia, Kate. Io sono Dougie.”-
Guardo Jesse che si è subito fiondata da Tom non appena Dougie si è avvicinato. Migliore amica sospetta ore dodici.
Scoppiare a ridere mi è inevitabile: -“Piacere. Fate sempre così?”-
-“Più o meno”-
-“Ehi Kate vuoi del caffè?”- mi propone Tom –“Siamo in pausa.”
Annuisco: -“Andiamo a prendere il caffè”-

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Capitolo 5
*** HIS voice ***


Capitolo 5
- His voice ;

 
 
Tom ed io andiamo dritti verso la macchinetta del caffè e il distributore di merendine. Tom infila una sterlina nel distributore e prova ad estrarre un pacco di biscotti allo yogurt che rimangono incastrati.
Tom alza gli occhi al cielo, sospirando, trattenendo tutto l’odio che in quel momento riservava per quello stupido distributore, che se solo avesse potuto l’avrebbe sicuramente rovesciato a terra.
-“Dannazione. Sempre questi maledetti biscotti!”- dice, dando un pugno al vetro.
-“Mi succede a lavoro con le barrette energetiche”- sorrido. –“Sono pratica, guarda.”-
C’è sempre una leva che blocca le merendine ed è quella accanto il “piccolo tubo” in cui scivolano le sterline.
Infilo la mano dentro lo spazio dove prima o poi sarebbero cadute le merendine, e tiro la leva.
Afferro i biscotti di Tom e glieli porgo :-“I suoi biscotti, signor Fletcher.”-
-“Okay, tu sei un genio”- ride –“Pensavo fosse solo Harry quello a saper estrarre con nonchalance le merendine.”-
-“Come nel video di That Girl”-
Tom ride di gusto :-“Se ci ripenso. Sai quanto è dovuto allenarsi? Oh, i caffè sono pronti!”-
Tom prende i sei caffè, riponendo i biscotti in tasca. Tre piccoli bicchieri li prendo io.
Quando entriamo nella sala registrazioni, Danny e Dougie si rincorrono attorno a Harry che mangia un panino, forse quello di Danny che ha trovato nella sua borsa. I lati positivi delle situazioni negative.
Sembra non dare peso a quei due che gli ronzano intorno.
-“Mcfly la colazione!”- annuncia Jesse.
-“Non hanno fatto colazione?”-
-“Non riusciamo mai a fare colazione prima delle undici.”- puntualizza Harry. –“Ma io pranzo e faccio colazione”-
Harry spunta alle nostre spalle con un panino enorme e che addenta ferocemente.
-“Quello è il cheeseburger di Danny, Harry!”- dice Tom, sorridendo e alzando un sopracciglio.
-“Mica me lo sono messo da solo dentro la borsa!”-
Tom scuote il capo, sospirando:-“Dobbiamo per forza farci riconoscere ovunque andiamo.”-
Danny e Dougie corrono verso di noi, facendo gara a chi arrivi prima verso di me.
-“La sedia verde è mia!!”- urla Danny.
-“Io voglio quella gialla!”-
-“Okay, siamo pari.”-
L’ondata del profumo di Danny si fa più vicina di quanto pensassi, ipnotizzandomi. Si siede accanto a me con i gomiti appoggiati al tavolo e deglutisco tre volte di fila. Prendo il caffè per nascondere con le mani il rossore delle guancie.
-“Ehi Kate”- dice Harry –“Mi piacciono le rosse!”-
Arrossisco :- “Grazie Harry”-
Jesse sorride sotto ai baffi:-“Kate è davvero brava a disegnare, sapete? Avevo pensato di farmi dare una mano per la copertina, ma lei era troppo impegnata con il lavoro purtroppo.”-
-“Davvero??”- interviene Tom :-“E che disegni?”-
-“Fumetti, sempre fumetti”- dico. Mi si illuminano gli occhi quando ne parlo!
Io e Danny ci scambiamo un’occhiata. Distolgo lo sguardo immediatamente, con un mezzo sorriso.
-“Io non sono bravo a far niente.”- dice.
-“Suoni. E sai anche farlo bene, lo consideri niente?”-  gli dico, facendogli l’occhiolino.
Danny mi sorride, e torna ad osservare il suo caffè facendo sciogliere lo zucchero con il cucchiaino di plastica. Continuo a pensare che sia davvero bello. Ha gli occhi dello stesso colore della sua polo azzurra che gli sta un po’ stretta, facendo risaltare i muscoli delle sue spalle.
-“Vorresti sentire qualche nostra canzone dal vivo?”- incalza Dougie
Sentire le loro voci dal vivo, non è una cattiva idea. Annuisco alzandomi prima di tutti.
-“Beh, okay”- affermo sorridendo.
I Mcfly si alzano, tutti insieme, uno dietro l’altro si dirigono verso la sala registrazioni.
Entra Danny, prima di tutti. Si mette seduto sul suo sgabello girevole e afferra la sua Gibson accordandola un po’ ed infine si mette le cuffie. Harry inciampa con i cavi del basso di Dougie arrivando dritto sotto la batteria facendo saltare il cavo dal basso di Dougie.
-“Harry sei idiota o cosa?”- sbuffa, scherzando.
-“Il cheesburger di Danny pesava.”-
Danny gli lancia un’occhiataccia riuscendo a sentirlo con tutte le cuffie mentre accordava. Con un sorriso rassicurante, Harry alza il pollice sinistro rialzandosi da terra.
Tom afferra il microfono e ci chiede che canzone cantare. Avrei voluto che cantassero All About You ma Jesse mi dice che è vecchia una delle prime, vuole farmi sentire “qualcosa di nuovo” così accetto.
-“Stanno registrando un nuovo album e manca l’ultima canzone da scrivere sai? Ehm, ragazzi, fate The End!”
-“Vada per The End”- sospira Harry.
Partono con la musica. E’ una canzone che ho già sentito, ma dal titolo rientra in quelle che non ho fatto in tempo ad ascoltare da You Tube sui McFly. Solo quando inizia a cantare il ritornello Danny, mi accorgo che… è  la canzone che avevo sentito alla radio. Mi porto una mano alla bocca per lo stupore.
-“Che ti prende?”- sussurra Jesse.
-“E’ quella che sento ogni giorno alla radio e che mi piace da impazzire!”-
Sento che mi stanno per sgorgare le lacrime dagli occhi.
-“Ehi ti sta guardando”-
-“Chi mi sta guardando?”- dico a Jesse alzando un sopracciglio.
-“Ma come chi? Danny!”- dice, dandomi una spallata. –“E’ carino eh!”-
-“Jesse, devo ricordarti che..”-
-“Sei ancora innamorata di Matt malgrado lui ti abbia trattata di merda. Ah sì, scusa me n’ero dimenticata!”- dice con un certo sarcasmo fastidioso.
Jesse si lascia andare sulla sedia a braccia conserte guardandomi con lo sguardo corrucciato.
Mi siedo anch’io. Non sono ancora innamorata di Matt. Danny lo conosco da due ore, e poi… ho paura.
Ho paura di innamorarmi di nuovo. Ma se ho paura significa che non sono ancora pronta.
Quel maledetto Matt mi tiene ancora appesa ad un filo.
E intanto la sua voce, la voce di Danny, continua a farmi venire la pelle d’oca. Continua suonare nella mia testa. La loro voce, la loro musica. I McFly.
Non sono brava a tenere così tante emozioni dentro. Più che altro, non provavo così tante emozioni da tempo. Mi sembrano anche troppe per una sfigatella come me.
Sento che il destino sta mescolando le carte. Ne succederanno delle belle…ma cosa accadrà esattamente?
Danny esce dalla sala registrazioni, sfiorandomi la spalla con il suo braccio tatuato.
Deglutisco, mentre lui si gira a fissarmi entusiasta:-“Che ne pensi?”-
Non riesco a parlare. Riesco  solo a guardarlo negli occhi a malapena.
-“Siete…fantastici”- balbetto.
-“Ehi, si è emozionata ragazzi”-
Non c’era mica bisogno che lo dicesse così. Gli lancio un’occhiataccia, che sparisce quando mi da un pizzicotto sulla guancia.
Se ne va dagli altri, mentre io rimango di sasso sotto gli occhi di Jesse, con gli occhi puntati su di lui e il suo profumo attorno e la guancia rossa. 

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Capitolo 6
*** I'll Be Ok ; ***


N.B. : Vorrei ringraziare Sloth,Trixilla,MissPoynter92,HeartInRussia e Ely_Van Baust per le loro recensioni e i loro complimenti! Grazie <3


Capitolo 6
-I'll Be Ok ;


 
Non mi è mai successo. Mentre cantavano, mi sono incolpata per non averli conosciuti prima.

Le gambe tremavano, persino le labbra mi tremavano. Nessuno era riuscito a farmi un effetto del genere, come se mi fossi drogata. Ma i Mcfly, i Mcfly sono un’altra cosa.
Credo di amarli. Credo di aver trovato la mia band preferita.
-“Io…non ho parole”- mormoro.
-“Ehm. Kate sei pallida!”-
Vedo una mano davanti  a me coprirmi la vista e riportarmi alla realtà. No, non mi sto svegliando.
Non è uno di quei sogni fantastici, che al risveglio ti deprimi per essere nel tuo solito letto, nella tua solita casa, nella tua solita routine e tutte quelle cose così “solite” ti fanno sentire schifosamente inutile.
Harry ride del mio stato di trance mentre svolazza un fazzoletto bianco davanti a me.
Effettivamente ero pallida. Non mi è più arrivato sangue al cervello per tre minuti e quarantaquattro secondi, per tutta la durata di The End. Devo provare a “respirare”.
-“Siete… eccezionali. Io…davvero, non so come scusarmi per non aver comprato un vostro cd dal primo all’ultimo”-
Mi porto le mani al viso imbarazzata tra un sorriso e l’altro e Tom viene verso me e Jesse intenerito.
-“Non preoccuparti, Kate!”- ride Tom –“Sei ufficialmente la nostra mascotte”-
-“Ma no dai”- scoppio a ridere.-“La mascotte no!”-
Scoppiamo a ridere talmente forte che Jesse (provando tanta goduria per il mio stato d’imbarazzo cronico) si accascia sullo sgabello tenendosi i fianchi. Ma io e lei faremo un discorsetto stasera a casa mia.
Come dice il proverbio, i panni sporchi si lavano in casa!
-“Ragazzi so che non fare niente è lo sport più bello del mondo, ma credo che dovremmo tornare a lavoro.”-
Dougie si alza sventolando un foglio scritto con parole cancellate varie volte con il cancellino.
-“Io e Dougie abbiamo dato un’occhiata al pezzo Tom e dire che sei fenomenale è un eufemismo”-
Danny si avvicina a Tom dandogli una pacca sulla spalla. Quest’ultimo, entusiasta, sorride verso il collega e prende il foglio dalla mano di Dougie.
-“Shine a Light”- legge Tom –“Anch’io avevo pensato ad un titolo così”- sorride.
Che dolce quando sorride. Tom deve proprio ridursi senza forse per star dietro a questi tre scapestrati.
A parte Dougie, dal quale vorrei avere un po’ della sua calma, potrebbe servirmi!
-“Proviamo a comporre qualcosa?”- propone Dougie.
Harry, Tom e Danny annuiscono.
Mi sento estranea a questo mondo. E’ solo una casa discografica, ma fino ad oggi avrei continuato a pensare che certe cose possono accadere solo nei film e invece è successo proprio a me.
Non sono mai stata ad un concerto. Jesse me l’ha proposto moltissime volte nell’ultimo mese ma ho sempre rifiutato. E credo proprio che sia arrivato il mio momento.
Danny fa un passo indietro e tenendo la maniglia della porta mi dice:
-“Se domenica non verrai a Wembley, non te lo perdono!”- sorride.
Wembley. Concerto.  Mi viene quasi da piangere, è appena esploso il big bang dentro il mio stomaco. Mi manca la voce.
-“Oh no. Non ci credo. Mi sto svegliando. Lo so!”-
-“E’ tutto vero.”- afferma Jesse.
Mi sembra di aver appena vinto una sfida contro la Sfiga!
-“Beh, io entro. Tu resti?”- chiede Danny, quasi implorante.
E proprio mentre sono la persona più felice sulla faccia della Terra e sto per dirgli sì, perché non mi va proprio di intanarmi di nuovo nel mio triste tugurio, malgrado la mia vita è appena cambiata, mi arriva un messaggio nel cellulare. Il capo. Qualche bestemmia mi svolazza fugacemente per la testa.
 
“Potresti venire pomeriggio? Mi serve il tuo aiuto genio del pc! Si è rotta la fotocopiatrice e dovrei scannerizzare documenti e fare un paio di fatture. Ti aumento la paga, te lo prometto”
 
Il mio capo non invia mai sms ai dipendenti, ma quel “ti aumento la paga” è piuttosto irresistibile, anche se non ho proprio voglia di andare a lavoro. Ma io purtroppo non faccio la rockstar, per mia sfortuna, temporaneamente lavoro in un call center in attesa di diventare biologa.
Va beh, avrò modo e tempo di dialogare un altro po’ con loro.
 
-“Ehm, mi sa che devo andare.”-
Jesse mi guarda in cagnesco, mi conviene subito sputare fuori il motivo:-“Il capo mi aumenta la paga se gli do una mano, beh… a domenica allora.”-
-“Tu verrai?”- Jesse sgrana gli occhi quando annuisco –“Ti adoro”- dice stringendomi la mano.
Rivolgo un’occhiata a Danny, che desidererebbe essere salutato.
-“Ciao Danny”- gli sorrido.
-“Kate”- fa un inchino senza staccarmi gli occhi di dosso, e credo che la cosa sia reciproca.
-“Il capo, Kate..Il capo”- mi sussurra Jesse per farmi tornare con i piedi per terra.
Distolgo lo sguardo da Danny e saluto i ragazzi.
-“Ci vediamo a Wembley domenica!”-
I Mcfly mi sorridono ed io scappo dagli studi alla ricerca di un autobus che in questo momento sono incapace di trovare. Sto andando a lavoro con voglia, io che vado a lavoro senza lamentarmi?  Sto bene.
Sento di stare bene, di essere uscita dalla tana. E tutto questo grazie a Jesse.
 
 
Tornare al lavoro mi è venuto un po’ scomodo. Avrei preferito ascoltare ancora le splendide canzoni dei Mcfly, ma il dovere chiama. Mi conviene tenere il telefono spento la prossima volta!
E’ come se fossi stata sulla luna e improvvisamente catapultata giù.
Tengo il telefono accanto a me, mentre nell’Ipod mi tiene compagnia la calda voce di Tom con “I’ll be Ok”.
Anch’io starò bene.
Le fotocopie mi passano tra le mani senza che io me ne accorga. Tutto avviene lentamente, ed io sembro un robot che è capace solo di muovere le mani, manovrato da qualche cip. Ogni movimento è meccanizzato, sono ancora “presa dalla magia”. 

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Capitolo 7
*** A Smile On Your Face ; ***


N.B. Ho voluto mettere dei punti di vista dei personaggi della storia perché mi sembrava  molto più carino così. Dopotutto malgrado la protagonista sia Kate, gli altri hanno un ruolo rilevante nella sua vita. Mi sono divertita a cambiare caratteri ed è stato emozionante :P Metterò altri Pov's :3 
Amy:*



Capitolo 7
A Smile On Your Face
 

POV’s Jesse

 

Penso a Kate da quando è andata via dagli studi. Sarà che avrei voluto averla tutta per me ancora un altro pò, dopotutto, non la vedevo da un mese. Non le ho mai fatto una colpa per tutte le volte che ha rifiutato di vedermi, la capivo. La capisco.
Io sono Jessica, o Jesse, come tutti ormai mi chiamano. Odio il nome Jessica, mi sa di… okay, non so di cosa sappia ma so solo che fa schifo, e questo è tutta colpa dei pessimi gusti di mio padre! Riguardo a Kate mi reputo  la sua UNICA migliore amica. Questo tengo a puntualizzarlo, sapete, una vita d’amicizia non è mica poca e vorrei permettermi di essere gelosa.
Esigo essere gelosa. Ma non voglio sembrarvi antipatica, affatto.
La strada per andare a casa è lunga, non abito al centro di Londra ed io passo  due, tre, cinque interminabili minuti di fronte ai semafori per attraversare il centro di Londra e arrivare a casa alle quattro del pomeriggio mangiando qualche merendina piena di calorie, perché non ho fatto un pranzo regolare.
Incidenti del mestiere.
E mentre sono in uno di questi semafori che non intendono scattare il verde, penso a Kate.
E’ cambiata. Non so. Forse è più bella, forse … è più forte. Con Matthew era tonta. L’amore la rendeva tonta.
Poi sì è svegliata, e magari ha fatto bene anche se quello non era il modo giusto per svegliarsi.
Io non mi sono mai innamorata. Sinceramente, oltre che sembrarmi troppo presto per innamorarmi ho sempre aspettato “il principe azzurro” con un cartello fuori dalla porta di casa.
Non pretendevo il principe Harry, (oh, il principe Harry!) ma magari una persona che mi accettasse così.
Per quella che ero, senza cercare di cambiare niente in me. Ogni ragazzo che ho incontrato invece, si apprestava a volermi cambiare, cominciando dai capelli. Col cavolo, i miei capelli saranno sempre arancioni.
Una carota? Mi piacciono le carote.
Ma credo che sta succedendo. Dopotutto ho ventiquattro anni. Doveva succedere. Porca miseria, ci sono entrata anch’io in questo giro qua. L’amore. Sì è una specie di dipendenza. Forse è proprio stata la paura di star male, o la fobia delle delusioni a rendere il mio cuore un igloo.
Dougie Poynter. Non lo so. L’ho visto e mi sono sentita diversa. Ci penso, e non ho mai pensato ad un ragazzo in vita mia. Neanche dopo aver incontrato un bel fusto ad un centro commerciale ed essermi rimproverata per tutto il tempo di non averlo inseguito, anziché comprare le mele e i biscotti integrali.
Ma Dougie Poynter ha degli occhi meravigliosi. Ha una voce meravigliosa.
Dougie Poynter mi guarda e mi fa diventare tonta. Tonta come Kate lo era di Matthew. E’ come se fossi affetta da una malattia non lo so, ho perso pure il secolare plettro di famiglia tra le cose di Fletch e il cellulare, non so come, era nella tasca dei pantaloni di Harry! Harry voleva nascondermelo, ed io sempre attenta alle mie cose, me lo sono fatta sottrarre perché.. parlavo con Poynter! Nah, dannazione Poynter.
Sembro tornata all’epoca dei quindici anni, quando ti rubavano la merenda e stavi a casa a cantare canzoni allenando la tua voce perché nessuno ti aveva invitata al ballo. Sono cose che segnano queste.
Ma se Dougie Poynter è un candidato perfetto per il mio primo amore, posso già scordarmelo. Eh sì, perché avevo ragione a non fissarmi con qualcuno. La fobia delle delusioni.
Dougie Poynter non è single. Dougie Poynter sta con una certa…Francesca Sandford, o “Frankie”.
E’ una cantante, sì, una che si fa conoscere per il movimento circolare dei fianchi mentre cammina e mentre canta, e le sue gambe semi divaricate nei video musicali insieme a quelle quattro amiche sue, hanno fatto colpo. Ma dai, Dougie con una come quella? Non è gelosia. Sono solo obbiettiva.
Mi è bastato vedere una foto su internet per giurare e sperare di non volerla mai vedere di persona.
Oltre il grande imbarazzo che avrei nell’incontrare quella perfezione (dannazione, sarà pure sgualdrina, ma io mi sento sminuita accanto a lei) mi irriterei. Ci resterei male.
E questo giorno mi sembra più vicino di quanto pensassi. Wembley. Lei ci sarà. Non so se si porterà le sue amiche dietro, ma tutte in una volta non le reggo! Come primo colpo mi basta Frankie.
Ci sarà Kate. Non posso permettermi di intristirmi, lei ha bisogno di ritrovare in me quel sorriso che ha perso.
Ma dannazione, Frankie no! Che figura farei? Devo chiamare Kate. Non ce la faccio.
Stavo pensando a Kate…e mi sono ritrovata a pensare a Dougie.
Avanti, Jesse. E’ scattato il verde.
Mi squilla il cellulare. Accosto un attimo e lo prendo. E’ alquanto insistente e preferisco rispondere e evitare di lasciarmi stressare dalla suoneria.
C’è scritto “Poy” nel display. Perché mi sta chiamando?
Divento il colore della mia auto nel volto, mi tremano le mani. Ma il cellulare non si squillerà per sempre..e se non mi muovo..
-Ehilà Poynter, cosa ti porta a comporre il mio numero?-
Dougie ride. La sua risata, che è ancor più bella della sua voce. Jesse, smettila. Questo romanticismo mai esistente nel tuo dna fa veramente vomitare!
-Ciao Jesse.- continua a ridere. Che ci trova di divertente.
-Sentiamo, ho accostato il mio gioiellino per risponderti, quindi…dimmi tutto!- scherzo.
Dougie ride ancora e poi parla:-“Dovrei, fare un regalo a Frankie…”
Vorrei seriamente dirgli che mi sono pentita di aver accostato. Vorrei dirgli che stavo giusto pensando a loro mentre guidavo verso casa, ma risparmio tutte le energie per domenica al concerto.
-Sai, forse non sono proprio l’ideale per consigliarti un regalo per Francesca.-
-Frankie, puoi chiamarla anche tu così-
-Nah, non la conosco. Preferisco ancora essere formale.- mi scappa anche a me una risata. Non sono mai stata così sarcastica in vita mia. Credo di aver sprecato tutto il mio sarcasmo in queste tre parole, che forse non me ne resta neanche più! Spero che Dougie non l’abbia capito!
Poy, con tutto rispetto, non voglio conoscerla, non ci tengo a consigliarti un regalo.
-Allora, dimmi, che regalo?- Ecco, ci sei cascata. Dopotutto, lo fai perché è Poy a chiedertelo, vero Jesse?
-Voglio stupirla. Cosa ti renderebbe felice?-
-Dougie, io non sono Franc… Frankie, mi sento parecchio inutile. Ma da donna, poco sentimentale e mai stata con un ragazzo, posso dire che mi basterebbe la sua presenza. Ma se proprio vuoi regalarle qualcosa, regalale un cane. Ma non prendermi sul serio, davvero non ho idee.-
Dougie scoppia ancora a ridere, e non riesco a credere che abbia in mente di regalargli sul serio un cane.
-Sai, credo proprio che lo farò!-
-Dougie, ma sei impazzito? Che dirà se spunti a casa con un cane?-
-Che abbiamo visite. Frankie è dolce, non butterà un cucciolo abbandonato dopo averlo portato in casa.-
Appena metto in moto, giuro che mi auguro di andare a sbattere contro un palo. Giuro.
Frankie è dolce. Sarà. Magari lei è romantica, io no. Non so essere romantica. So essere sadica e questo mi farà perdere sempre. Ma forse, con Dougie, sento di cambiare anch’io.
-Jesse, ci sei?-
Dougie.
-Scusa Poy, sì ci sono. Ehm, devo rimettermi a guidare e non posso più parlare, altrimenti non arrivo a casa. Fammi sapere per il cucciolo.-
-Magari andiamo insieme.. dove ti trovi?-
Andare insieme a lui a comprare un regalo per Frankie? No sul serio, Jesse, ma ti è  andato di volta il cervello? Digli di no, digli di no, digli che hai da fare. Non umiliarti fino a tal punto.
-Sono all’inizio di Park Lane.-
Sei una stupida Jesse. Ti odio Jesse. Fai schifo Jesse, ti stai innamorando.
Kate aiutami. Guarda che cosa ho fatto. Io che ti insegnavo a resistere a queste situazioni, mi ci sto praticamente buttando. Sono un pessimo esempio per te. Vorrei poterla chiamare prima che Dougie arrivi qui e mi porti con lui allegramente a comprare quel cagnolino. Vorrei che lo desse a me quel cagnolino.
-Non ti farò aspettare, ci metterò poco.-
Mettici tutto il giorno, io devo parlare con Kate. Scusa Dougie. Sono una pessima amica, una pessima spasimante. Sono pessima, patetica.
-A dopo!-
Riattacco senza neanche dargli il tempo di rispondere. Spengo l’auto, e aspetto con le braccia conserte a fissare la strada e le macchine che sfrecciano via. La temperatura del mio corpo sale gradualmente ed i miei nervi salgono anche. Chiamo subito Kate.
Squilla. Ti prego, fa il capo ti abbia risparmiato le fatture e puoi ritrarre cinque secondi per me.
“Risponde la segreteria telefonica di Kate, al momento non sono raggiungibile ti richiamo appena posso. Lascia un messaggio dopo il…”
-“Kate richiamami.”-
Merda. Povera Kate, perché darle i miei pensieri?
Andiamo a comprare ‘sto cagnolino, basta che Frankie non lo metta nella borsa stile Paris Hilton. Motivo per cui le prenderò un bel barboncino. Ammesso che Dougie sia d’accordo.
Sto veramente andando a comprare quel regalo. Con Dougie. Per Francesca.
Non vedo l’ora che arrivi domenica. L’aria di Wembley e lo scontro Jesse-Frankie mi eccita. Chissà.
Magari sarà dolce. Magari sarà l’effetto contrario.
Magari. Me lo auguro.
Ho appena trovato il mio primo nemico in ventiquattro anni. Tutta colpa dell’amore.
Un’auto che rallenta, si accosta pian piano a quella mia. Niente da fare, Kate non ha chiamato.
E non posso mica raccontarle tutto in presenza di Dougie o sussurrando. Kate non capisce i sussurri.
-Jesse.-
Che l’inferno abbia inizio:-Ehi Dougie.-
Non posso fare a meno di guardarlo. Vorrei semplicemente stargli accanto senza staccarmi più.
Mi prende una fitta allo stomaco. Respira, Jesse. Andrà tutto bene. Ti dimenticherai tutto.
Ma come si fa a non pensare a Dougie?
Con le mani ferme sullo sterzo, mi guarda a lungo sorridendo mentre io, timidamente mi porto una ciocca di capelli dietro l’orecchio e sento gli occhi un po’ bagnati.
C’è un po’ di silenzio fra me e lui.
-Sicuro che va tutto bene, Jesse?-
-Sì sì certo, è che sono un po’ stanca tutto qui.- gli dico, prendendo la borsa.
-Lascia qui l’auto, Park Lane è sicura. Vieni con me.-
Mio Dio. Non sono mai stata così imbarazzata in vita mia:- Va bene.-
Scendo dall’auto, strizzando gli occhi. La chiudo e apro lo sportello della macchina di Dougie.
Quando mi siedo mi sento avvolta dalla sua presenza e i suoi occhi sono puntati addosso a me. Sono in soggezione.
-Come ti è venuta l’idea del cane?- ride.
-Scherzavo infatti, non pensavo che potessi prendermi sul serio.-

 

POV’s Danny

 
 

-Ehi Danny.-
Harry mi chiama dall’altra stanza. Odio dovermi alzare quando sono comodamente stravaccato sul divano a guardare le partite di calcio.
-Dimmi.- urlo. No, non mi va proprio di alzarmi.
-Dov’è andato Dougie? Ha lasciato il telefono qui-
Dougie che non dimentica il cellulare a casa? Raro. Se lo chiamasse la sua adorabile Frankie e lui non rispondesse mi tocca sopportarla. Dougie ha davvero un pessimo gusto con le ragazze, con Frankie ha superato sé stesso. Non è proprio il massimo che io pensa certe cattiverie su una delle ragazze dei miei migliori amici, ma quando Tom ha portato Giovanna quella è stata tutta un’altra storia.
Giovanna che più sembrare la ragazza di Tom, sembra nostra madre, è completamente innamorata di Tom.
Un’amicizia a pelle.
Harry e Izzy per esempio. Loro sono la classica coppia tira e molla, ma il tira e molla dura poco. Possono stare separati due o tre giorni. Sentirete Harry confabulare e giurare su ogni cosa, perfino sulla sua batteria, che non tornerà mai da lei. Poi, puntualmente, scompare da casa e torna da Izzy.
Io, con una ragazza non ci sto tanto. Sono facilmente attratto dalle tentazioni. Mia madre mi ha detto che devo imparare a trattare bene le donne, ma è più forte di me. Il fatto che io sia l’unico single, in un certo senso non mi dispiace e mi distingue. Anch’io ci cascherò prima o poi. Spero più tardi che mai.
Io sono innamorato della musica. Le ragazze mi distraggono.
Ma non voglio dare una cattiva impressione di me, tutti cambiano. Questo per me è un periodo di assoluta pigrizia. Almeno finché oggi non è arrivata Kate.
Diciamo che faccio il countdown per domenica. Mi sembra un bel tipo.  Mi tiene testa e questo è un passo avanti. Ops, devo rispondere a Harry.
-Dougie è andato con Jesse.-
A comprare il regalo per Francesca. Mio Dio, Dougie è diventato così matto da portarsi dietro anche Jesse. Io ho capito com’è fatta Jesse. Io ho capito che cosa prova Jesse, e se solo Dougie fosse più sveglio magari avrebbe evitato di portarsela dietro. Mi dispiace per Jesse.
-Stai scherzando vero?-
Si sente un rumore di pentole che cadono per terra. Quelle di ieri e dell’altro ieri ancora da lavare.
-Harry? Va tutto bene?-
-Sai che cosa potrebbe succedere se a Frankie venisse l’idea di venire qui e non trova Dougie…-
-Fossi in te, la sbatterei fuori.-
Harry scoppia a ridere. Che ci ride? Soffro nel vedere Dougie con miss perfezione. Beh, Olivia era Miss Inghilterra ma di Miss non aveva nulla. Più volte mi sono lasciato sopraffare dal pensiero colpevole di averla lasciata andare così, per le mie solite distrazioni. Ma ha detto chiaramente che del sottoscritto Jones, non vuole saperne più niente. E’ passato tanto tempo, e Olivia è bella. Ci credo che di me si sia scordata.
-Dai Danny, perché sei così cattivo con Frankie?-
-Perché Dougie è fragile Harry.- credo di essere serio, per una volta.-E lo sta usando fino al midollo.-
Harry continua a ridere:-Stanno insieme da cinque mesi, e si è comportata bene.-
-Fin’ora, voglio vederla parlare con noi a quattr’occhi  a Wembley. Se è snob, non voglio mai vederla a casa nostra.-
Sono crudele? Nah, realista.
Chissà com’è Kate.



Pov’s Kate

 
Basta. Basta. Basta. Dannate fatture. Sono quasi le diciotto e il mio turno sarebbe finito.
Ma mancano altre dieci fatture. Dannazione. Cosa non si fa per un po’ di stipendio in più? Avevo intenzione di invitare Jesse a casa mia stasera. Vorrei chiamarla. Chissà magari si uscirà con i Mcfly e non può venire da me. Magari è dai suoi genitori.
Mi concedo un attimo di pausa per chiamarla. C’è un messaggio vocale.
-“Kate, richiamami”.-
Più che un messaggio vocale mi sembra un ordine. Chissà cosa sarà successo. Il suo cellulare squilla ma non risponde.
-Jesse va tutto bene?-
-Oh, sì, ehm. No. Cioè, dimmi che stasera sei a casa.-
Amica sospetta. Amica sospetta. –Sì sono a casa. –
-Perfetto, mi autoinvito a cena. A stasera. –
Riattacca. Mi sembrava parecchio agitata. Ad ogni modo, torno alle mie fatture e ai miei pensieri.
Ho trovato una foto tessera di Matthew. Sembra comparire vagamente da quando sono tornata dagli studi di registrazione. Ogni volta che provo a ricordare Danny Jones.

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Capitolo 8
*** And I'm The One Accused ; ***


CAPITOLO 8

And I’m The One Accused

 

 

POV’S Kate

 

La tavola è apparecchiata. Ho anche messo le candeline e spento la luce per dare un’atmosfera rilassante e non affatto romantica. Infondo è solo una cena tra migliori amiche per confessarci un po’.

Non ho mai sentito Jesse così nervosamente agitata,Jesse fa tutto sempre con una certa calma e razionalità.

Non demorde mai, né si arrabbia facilmente. A meno che, non si tocca il suo punto debole: la sua nascosta, ma molto nascosta sensibilità e la totale incompetenza su come affrontare una discussione con un ragazzo.

E credo che il problema sia proprio questo. Il tallone d’Achille inconfondibile di Jesse.

Sono le nove. Ed io fisso gli antipasti mentre il fegato, il pancreas e l’intestino si ribellano. E’ completamente vuoto e il melone arrotolato nel prosciutto crudo, le olive appoggiate sulle fette di salame ungherese e i pezzettini di formaggio sembrano che stiano evaporando, dal profumo che fanno.

Mi sa che tra un po’ la chiamo, altrimenti potrà benissimo stare a casa mia senza cena!

Mi viene in mente di accendere il pc nell’attesa. Messenger. La Chat. Da quand’è che non parlo con le persone in chat? Da quando ho conosciuto Matthew. Ero così attenta a non farlo ingelosire. 

Al diavolo, gli avessi fatto le corna almeno migliaia di volte forse non avrei sofferto così tanto.

Uh. Che pensieri cattivi, insoliti in me.

La password l’ho pure scordata, era qualcosa con la frutta, forse pesca. Provo con “pesca”.

Niente. Ho sbagliato. Le provo tutte “albicocca”, “arancia”, “fragola” e la cosa assurda e non riuscire a credere che la mia password di messenger fosse esattamente “banana”. Che schifo! Che password assurda poi. Non ho mai mangiato una banana in vita mia. Forse è per ricordarmi dell’unico frutto che odio che ho messo banana e in otto mesi l’ho dimenticato. Che ragionamenti, la mancanza di “cibo nello stomaco” mi fa ragionare da psicopatica.

C’è qualche collega e amica d’università in giro, evito di farmi contattare con delle frasi del tipo “Ehi, ma non ci sei mai?” oppure “Ehi, la chat esiste. Siamo nel duemiladieci non è che per caso non sai usarla?”.

Imposto lo stato su invisibile, ma noto che c’è una richiesta d’amicizia: “jonesrat@live.it” ?

Ma se c’è una persona, un’unica persona che mi passa per la testa leggendo Jones è Danny. Esistono milioni di Jones al mondo, stupida illusa, il frontman dei McFly deve aggiungerti su msn? Non lo farebbe mai una persona famosa, sarebbe come auto buttarsi in una fossa.

Ma accetto. Tanto per curiosità, immaginando l’impossibile e pensando che fosse Danny.

Ricevo un trillo appena accettato il contatto. Sono offline, come fa ad averlo mandato? A meno che…ho sbagliato pulsante! Ovvio. Che stupida. Ho messo come stato “sono occupata”.

Bene. Adesso non posso liquidarlo. Mi ha scritto, e la curiosità aumenta.

 

Smiley Kate scrive: Saresti?

 

Ho un nickname del cavolo. Non lo cambio da un po’, ma adesso non è il momento di scervellarsi alla ricerca di un nickname. Sto tizio chi è ?

Attendo. Non risponde. Uffa.

 

Jones scrive: dai! Ti facevo più intelligente. Prova ad indovinare.

 

Mi ha insultata. Cosa ha da dire contro la mia ingenua goffa intelligenza? E poi non ho mica la sfera di cristallo.

 

Smiley Kate scrive:Odio gli indovinelli. Spara.

Jones scrive: Quanto sei cattiva

Smiley Kate scrive: Dimmi chi sei!

Jones scrive: Ti do degli indizi: ami i profumi maschili.

 

Inconfondibilmente è Danny Jones. Nessun’altro profumo maschile, nemmeno quello di Matthew quando abbiamo fatto l’amore o quando mi abbracciava mi aveva ipnotizzata così. Arrossisco e vorrei chiudere di scatto il pc. Le mie guancie divampano.

 

Smiley Kate scrive: Danny! Come hai avuto il mio contatto?

Jones scrive: Ecco a cosa servono le migliori amiche.

Smiley Kate scrive:Jesse? 

Jones scrive: E’ colpevole! 

 

 

Quasi quasi annullo la cena. Che imbarazzo, che situazione imbarazzate. Se non fossi entrata in chat forse era anche meglio. Infondo voglio solo mentire a me stessa dicendo che parlare con Danny mi irrita.

Mi piace che mi abbia cercata, mi piace che sia sarcastico. Mi tiene testa.

Danny nota che non rispondo e continua subito:

 

Jones scrive: Che stai facendo? 

Smiley Kate scrive:Muoio di fame. Sai dov’è Jesse?

Jones scrive: è la tua migliore amica, e non sai dov’è e in che situazione si è cacciata? 

Il mio sesto senso unico! O si è cacciata in qualche guaio o a fatto qualcosa di peggiore. Jesse ti taglio la testa.

Smiley Kate scrive: Non sconvolgermi! 

Jones scrive:  E’ andata con Dougie a comprare un regalo per la sua ragazza Francesca.

 

Booooom! Mi crolla tutto per terra, salvo il PC. Ma è matta? Neanche se fossi la sorella di Dougie consiglierei quel pover’uomo a stare con quella donna, figuriamoci farle un bel regalo. E Jesse, logicamente, come una stupida c’è cascata. Ecco il suo tallone d’Achille. Jesse conosce da un mese e più i McFly e continuava a rompermi la testa con questa Frankie Sandford da farmela odiare anche se non l’ho neanche vista in foto!

 

Jones scrive: Credi sia innamorata?

Smiley Kate scrive:Io credo sia pazza.

Jones scrive:  Sarà innamorata.

Smiley Kate scrive:  Jesse non si innamora.

Jones scrive:  neanch’ io mi innamoravo prima. 

Smiley Kate scrive:  Eh?

Jones scrive: E’ una palla e basta. Ti prende in giro, e poi alla fine ti volta le spalle. E’ illusorio. Non esiste. Ed io mi diverto.

Smiley Kate scrive:  Ho già detto che sei “a pelle” il prototipo di ragazzo che vorrei stesse lontano almeno quattrocento metri di me? Nel caso non fosse così. Adesso lo sai.

Jones scrive: Posso garantirti che nessuna mi ha mai rifiutato.

Smiley Kate scrive: Troverai la tua nessuna.

Jones scrive: Può darsi. Ti facevo più dolce però.

Smiley Kate scrive: la gente si ricorda se sei stronzo, se sei buono se ne dimentica.

Jones scrive:  Ti do ragione. Ecco perché lo sono, mi piace essere ricordato.

 

Suona il campanello. Questa sarà Jesse. Devo abbandonare la discussione sarcastica e piena di parole amare tra me e Danny. Per quanto bello e ipnotizzante possa essere, sa di bastardo. Non so perché ma l’idea di avere un ragazzo che si diverte infastidisce parecchio. Lo rifiuto prima che possa catturarmi il cuore senza conoscerlo. Anzi, a malincuore ammetto che una parte di lui, mi incuriosisce e mi prende.

 

Smiley Kate scrive: C’è Jesse. Devo andare, Jones! 

Jones scrive: Ciao dolcezza.

Smiley Kate scrive: Ho smesso di essere dolce. Ciao Jones, si ci vede.

Jones scrive: A Wembley. Non l’ho dimenticato. 

 

 

Quando chiudo il pc dimentico anche di salutare Danny. Mi scuserò, per adesso sono troppo presa a fissare la mia migliore amica in lacrime bagnata fradicia sulla soglia della porta alla ricerca di un abbraccio.

Non ho mai visto Jesse piangere.

 

 

-Ho fatto un disastro.- afferma.

-Tu sei il capo dei disastri.-

-Ho fatto un disastro e sono un disastro!-

La faccio sedere in una sedia. Non voglio che distrugga il mio monolocale, Jesse nervosa potrebbe essere piuttosto pericolosa. 

Le chiedo se vuole una tazza di te, e annuisce. Te al gelsomino. E’ quasi ora di cena, il te caldo non ci azzecca molto però è il nostro piccolo segreto per sollevare l’umore. 

Le do una tovaglia, e in attesa che il te sia pronto le asciugo i capelli, massaggiandole le punte e abbracciandola da dietro.

-Mi sono innamorata Kate.-

-Io l’avevo già capito, Jesse. Ti conosco da tanto tempo, e tu non sei mai stata così… beh..-

-Stupida? Imbecille? Goffa? Hai ragione.-

-Cos’è che ti ha fatto male?-

-Mi ha parlato di lei, tutto il tempo. –

Singhiozza ancora. Le mollo uno schiaffo sulla spalla e giro la sedia verso di me, quasi imponendole di guardarmi negli occhi.

-Tu vali di più di lei, Jesse. So cosa ti starà frullando in quella testa che non usi mai, che lei sia migliore di te, solo perché sa amare quel ragazzo che vorresti amare tu. Ma lo ama in maniera sbagliata. Oh, dannazione. 

Guardati! Sei bella, e credo che Dougie questo lo sappia.-

-Non mi importa essere bella, io voglio essere bella solo ai suoi occhi.-

-Sei bella per il mondo intero, stupida.-

L’abbraccio. Scoppia a piangere, più forte di prima. Vorrei che restasse a dormire a casa mia se solo avessi un posto dove farla dormire. Ma potrei darle il mio divano, ed io uscirei un sacco a pelo dal ripostiglio e dormire per terra. 

-Adesso ci beviamo il nostro te, ci mangiamo la nostra pizza surgelata, e ci guardiamo un film horror. –

-Ma tu odi i film horror!- 

-Ho imparato ad amarli da quando ho scoperto che quelli d’amore sono finti come i film horror. A me spaventano di più quelli d’amore, tutti smielati e illusori!-

Jesse ride, ancora qualche lacrima le riga il viso. 

-Vuoi restare a dormire qui, stanotte?-

-Okay.- dice, entusiasta.

 

-Oh, a proposito.- e qua arriva il bello, penso. –Cosa ti ha autorizzato a dare il mio contatto di messenger a Daniel Jones?-

-Il fatto che ti sono brillati gli occhi appena l’hai visto. Siete davvero carini.-

-Io ti ammazzo.-

Inizio a inseguirla per tutta la casa, scatta verso il bagno tra risate e urla “tanto non mi prendi”, ripete.

Ed è vero. Jesse scappa sempre. Io scappo anche, ma non dai problemi.

In quelli mi ci lascio catturare facilmente.

 

 

POV'S DOUGIE

 

-Ma buonasera! L’arrosto si è raffreddato per colpa tua.-

Danny era seduto con il portatile sulle gambe e l’Ipod alle orecchie. Si toglie una cuffia, sembra irritato, ma Danny non si irrita mai tranne quando ha fame. E credo di averlo fatto arrabbiare.

-Potevi anche iniziare a mangiare senza di me.-

-No, tanto prima o poi saresti tornato.  A meno che non ti saresti portato Jesse a casa di Frankie!-

Perché fa tanto il sarcastico stasera? Quasi quasi gliene mollo una.

-Cosa c’è che non va?-

-C’è che quella tipa non mi piace!-

-Jesse?-

Vorrei poter fare il finto tonto. Ma so chi è l’unica donna che Danny odia sulla faccia della Terra.

La mia ragazza. Danny non odia mai le donne, è così gentile che fa in modo che siano loro ad odiare lui.

Invece stavolta mi sa proprio che si sia presa questa storia mia e di Frankie come una questione personale.

Ma non posso lasciarla solo perché il mio migliore amico è superstizioso.

Andiamo, amo Frankie Sandford. E non ho intenzione di lasciarla per niente, o per nessuno.

-Amico, da quando credi che Jesse mi stia antipatica?-

-Lasciamo perdere. Andiamo a cena. Tom e Harry?-

-In giro con Izzy e Giovanna. Mi avevano proposto di andare con loro, ma giacché tu non eri ancora tornato non mi andava di lasciarti un post it accanto l’arrosto e farti cenare da solo.-

-Che solidale.-

-Puoi scommetterci.-

Nel suo sarcasmo, Danny è da invidiare. Non ho mai visto Danny piangere, essere triste o confuso.

La sua filosofia di vita non è da tutti. E’ sua ed è sempre stato un modello per me.

Da quando ha nominato Jesse, i suoi capelli arancioni e il suo profumo alle mele sono più nitidi dell’aspetto fisico della mia ragazza. Mi sembra di non vedere Frankie…coperta da Jesse.

Ma io amo Frankie Sandford, e come ho detto prima ,non voglio lasciarla.

Nah, fanculo. Cos’ha di cattivo? Sono io forse, che la vizio troppo? Ma credo sia normale, da uomo innamorato. E poi, Frankie è sempre stata tutto ciò che desideravo.

-Cerca di mangiare la patatine, o diventeranno fredde e immangiabili.- rise Danny.

Stavo a rigirarle nel piatto senza prenderne neanche uno, direi che non ha tutti i torti.

-Hai cercato Kate?-

-Certo.-

-E cos’hai intenzione di fare?-

-Non voglio giocare. Voglio conoscerla.-

-Ha un bel carattere. Credi che si faccia catturare da te?-

-Conosci le donne, Poynter. Prima o poi…-

-Spaccone.-rido.

 

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