You are always so sure about something.

di drunkunicorn30
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


You are alaways so sure about something.

 
« Come mi sta? » No. Non ti posso vedere vestito così, o dovrei dire vestita.
« Diciamo che.. beh.. se ti guardo da un’angolazione… cioè.. può essere che.. » le risate sono al limite, non riesco a trattenere più il fiato. Scusami caro ma, sei penoso.
« Jay scusa ma, è solo che, è un vestito dannazione! E tu sei un uomo! » riuscii a parlare e prendendo fiato tra una parola e l’altra.
« Ma che problema hai tu? » per l’appunto sono io quello che ha problemi, invece quello che si veste da donna è normale. Certo!
« Nessuno. Io sono un sanissimo uomo irlandese.. e soprattutto virile »
« Che vorresti dire scusa? Che io non sono virile? » ma no, amore. È normalissimo avere 40 anni e indossare un vestito cosparso di lustrini color oro,
è molto da uomo virile. Soprattutto da uomo.
« Non proprio. sei virile sì, ma solo sotto le coperte.. quanto basta perlomeno. »
« Vaffanculo! Vieni qui e aiutami a tirare su la zip. » pure lunatico è.
« Finirai per strapparlo lo sai questo? » essere pirla è dentro di me. Non ci posso fare nulla.
« No. Non si strappa nulla se tiri su la zip per bene! » disse a denti stretti. Sapeva bene che il vestito sarebbe finito nell’immondizia,
insieme a lui se non finiva di fare il bambino viziato.
« Il vestito è in affitto te lo ricordi questo? » di nuovo il turno del pirla.
« Gnegnegne ti azziti un po’? Mamma mia voi irlandesi come siete rompi palle. » se noi siamo rompi palle tu sei etero. E a meno che io non sia canadese, ho ragione.
« Sì certo. Fottiti »
« A quello ci pensi già tu, da parte di tutta l’Irlanda anche. » lo strozzerei.. se non fosse per quel collo così liscio, così bianco, così perfetto.
« Così va bene o è troppo stretto? » ditemi che non ho realmente fatto questa domanda. Vi scongiuro.
« Va bene. Ora leva quelle sporche mani dalla mia perfetta pelle. » ma chi si crede di essere?
Appena si toglie quel ridicolo vestito gli salto addosso e lo ammazzo. Si però, non così, non ora.
 

« Jared? »
« Si? »
« Ma secondo te un uomo è mai morto dalla tanta goduria ricevuta durante un rapporto sessuale? »
« Che ne so io! Vai a vedere su Wikipedia e morirai felice. Se sono questi le risposte che ti servono per vivere. »
« Era solo curiosità.. che fine ha fatto il tuo bellissimo vestito? » dissi con un cenno di sarcasmo.
« Non era adatto a me. Evidentemente il vestito era fatto male. »
« Logico. Hai pensato che magari, tu sei un uomo… e quello era un vestito, da donna? »
« Mmmh, nah, piccoli dettagli.. fosse stato della mia misura mi sarebbe calzato a pennello. »
« Ma tu non hai le tette! »
« Per fortuna! Non mi ci far pensare a quelle cose lì.. davanti sono così.. come dire, disarmoniche. Non hanno stile. »
« Saranno disarmoniche quanto voi ma.. due belle tette grosse da palpare…» sorrisi beato.
« Colin.. »
« Di quelle proprio sode, che appena le tocchi si salutano dondolando… »
« Col... »
« Che poi a me piacciono anche quelle rifatte, c’è pur sempre qualcosa da toccare.. » la mia bocca forse, sta grondando bava ovunque.
« COLIN JAMES FARRELL! »
« Eh? Ah già.. l’orgoglio ferito.. »
« Continua così e da stanotte puoi anche iniziare ad ammazzarti di seghe. »
« Permaloso che sei. » i miei pensieri furono interrotti da culo di Jared che vagava nudo per la stanza, alla ricerca di solo Dio sa cosa.. 
« Vuoi mica una mano Jay? »
« No grazie. » ancheccia malizioso. Lo fa apposta. Brutto americano bastardo!
« Ok. Allora io…. » non ti abbassare così Jared. Non lo fare, sto morendo dentro. I calzoni mi si stanno facendo sempre più stretti.
« Tu?! » ridacchia.
« Ehm? No dicevo, vado a farmi una doccia, Ciao. » prima che mi potesse fare qualche proposta scappai in bagno, dove rimasi per circa un’ora e mezza.
Tra pensieri e acqua.
 

Con i calzoni della tuta sei ancora più eccitante.  Avrei voluto urlargli in faccia.
« Che fai lì impalato alla porta?! » mi sveglia la sua voce.
« Eh? No nulla, pensavo ad una cosa… »
« Mh, se lo dici tu. Cambiati e vieni qui vicino a me, guardiamo un film. » fece un piccolo posto vicino a lui sul divanetto rosso sangue.
« Arrivoooo! »

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Capitolo 2
*** 2. ***


2.

« Allora? Che si guarda? » chiedo incuriosito. Come se non sapessi la risposta.
« Alexander. Mi manca. » eccolo lì.. ti manca? Amore abbiamo finito appena un mese fa le riprese. Siamo ancora in vacanza e Stone ha un debito enorme con me.
« Sicuro che ti manca il film e non qualcos’altro? » come ad esempio noi, o meglio, Alessandro ed Efestione.
« No no. Mi manca il film. » si voltò verso di me, sorrise ed io non potei fare a meno di baciarti. Le tue labbra. Quelle si che mi erano mancate. Avevano quel sapore così buono, ogni volta che ti baciavo, anche solo lo sfiorarsi a vicenda, il mio amore per te aumentava. Era incontrollabile.
Il film era iniziato da soli 10 minuti e già mi stavo addormentando. È mai possibile che io mi trovi noioso persino quando recito?
E.. nulla da togliere a Jared, ma.. sono un’ottimo attore.
« Vado a prendere un po’ di pop-corn. Aspettami qui cole.. » mi svegliò per l’ennesima volta.
« No no amore!! Che ci sto a fare io qui? Eh? Ci penso io.. tu goditi il film. » Fuggì in cucina veloce con un ghepardo. Il fiatone che avevo quando vi arrivai ne era la prova. Non ho più l’età. Allora… cerchiamo una valida via difuga. La finestra? Troppo piccola. La porta d’ingresso? Potrei essere colto inflagrante quindi meglio di no. Mmh.. e se insceneggiassi un suicidio? Così sarebbe costretto a chiamare i carabieri e l’ambulanza, e dal troppo impegno stopperebbe il film. Sono un genio!
Ma…dannato senso di colpa. Non posso farlo.

« Cooooooooooooooole, sei vivo? »
« Sì » purtroppo. « Arrivo tesoro! »
Rientrai nella camera da letto, ho un tempismo perfetto.
«..più tardi dissero che Alessandro non venne mai vinto, se non dalle cosce di Efestione. » Stone me la pagherai.
Intanto Jared si stava sbellicando dalle risate, sembra un contorsionista in preda ad un attacco epilettico.
« Smettila di ridere… Efestione! »
« Alessandro.. s-s-cusa… Hahahahahahahahahahahahahaha.. » continuò per quasi 10 minuti a ridere e a pizzicarmi la pancia con quelle unghie affilate che si ritrovava. Strega! Ecco cos’era.
« Ok, ok.. scusa ma.. ogni volta muoio dalle risate. » ho notato.
« Zitto e mangia questi dannati pop-corn. »
« Agli ordini, mio Alessandro.» si era avvicinato al mio orecchio, sapeva che quella voce, quella frase mi.. mi facevano ribollire il sangue dall’eccitazione. Fù questione di un secondo e mi ritrovai sopra Jared, i pop-corn sparsi per tutto il divano e per terra.. 
« Dillo un’altra volta.. ti prego »
« Mio Alessandro. »
Questa volta non lo feci nemmeno prendere fiato. La mia lingua si era infilata automaticamente nella sua bocca. 
Sentivo la sua mano bollente fare zig zag sulla mia schiena, sempre più giù.. Dio! Mi stava palpando il culo, non lo aveva mai fatto prima.
Mi scappa una risatina.
« Che cazzo ridi? » chiese tra un gemito e l’altro.
« Nulla è che.. hahaha.. mi fai il solletico al sedere, ma ti prego. Non smettere! » lo pregai, e così lui fece.
« Depravato di un irlandese! »  non sono io quello depravato. Sbaglio o è la tua erezione che si sta strusciando contro la mia? Sono al culmine.
« Ho bisogno di te. Ora. » senza staccarmi di un millimetro da lui lo girai di spalle e gli levai la maglietta in un batter d’occhio. Partendo dalle spalle arrivai con la lingua fino all’elastico delle mutande, che provviddi subito a togliere. Presi la sua erezione pulsante tra le mani ed iniziai a fare il mio dovere, mentre Jared, con i suoi gemiti di fece capire che non dovevo smettere per nessun motivo. Arrivato al culmine, lo lasciai andare, era il mio turno ora.

« Pronto? »

Non so nemmeno da dove mi uscì quella frase. Fatto sta che stavo penetrendo il bel culo del mio amato, mi era mancato tutto questo.
Non era una semplice botta e via come eravamo abituati a fare sul set.
No.
Questo era amore.
Chiunque fosse entrato in quella stanza ora, avrebbe percepito nell’aria amore, puro amore..
e naturalmente dopo avrebbe percepito l’eccitazione animale che era in noi. Iniziai a spingere sempre più forte fino a che non venni dentro di lui. Stavo così bene.
Mi accasciai sopra Jared a peso morto. « Mi stai schiacciando il pene, alzati imbecille! » oh no. Il pene no.
« Scusa. Ora mi alzo amore.  »
« Sì però non te ne andare, resta con me stanotte, Alessandro.  » ancora quella voce.
« Dove vuoi che vada eh? Oramai sono tuo. Fino all’eternità. »
Ci stendemmo ancora nudi sul letto, uno di fronte all’altro, mano nella mano, sotto le coperte. “Troppo sdolcinati” penserete.
Si.
Pensatela come volete, io intanto scopo più di voi e allo stesso tempo sono felice come una pasqua.

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