Le storie dei 7 anni di TonyCocchi (/viewuser.php?uid=28966)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Romeo e il mare ***
Capitolo 2: *** Macao, il master della decadenza ***
Capitolo 3: *** Io non sparirò ***
Capitolo 4: *** Che direbbe se fosse qui? ***
Capitolo 5: *** Ricorda, carta bianca ***
Capitolo 6: *** La risolutezza di Nab ***
Capitolo 7: *** Il compleanno di Laki ***
Capitolo 1 *** Romeo e il mare ***
fairy tail - 7 anni
ATTENZIONE!
Le seguenti storie sono tutte spoiler nei riguardi
dell’uscita italiana del manga, e lo spoiler è davvero di quelli belli grossi!
Quindi, se non volete rovinarvi alcunché, leggete
solo se siete in pari con le scans del manga (capitolo 254 e oltre)
Grazie ^__^
Cari
lettori, è giunto anche per Fairy Tail il momento che sembra spopolare da un
po’ di tempo a questa parte tra i manga shonen. Come Naruto, poi One Piece e
poi Bleach, alla fine è successo anche qui… IL SALTO TEMPORALE!
Per
carità, non ho nulla contro la scelta narrativa in sé, anzi, però… Diciamo che
Hiro Mashima di salto ne ha fatto uno bello grosso, e con una sospensione
davvero terrorizzante, per non dire spiacevole T___T
Se
state leggendo, conoscete gli avvenimenti recenti del manga, quindi suppongo
sarete rimasti scossi come me… Quanto odio quando gli autori tormentano i loro
lettori!
In
attesa del continuo (spero le settimane passino in fretta), e dello sperato
risollevarsi di questa triste situazione, presento qui la mia nuova fanfiction!
Di sicuro, nei successivi capitoli, qualcosa verrà mostrato, ma non tutto, e
queste brevi storie sono qui per questo, e per tutti quelli che vorrebbero
vedere certe scene accadute durante i 7 lunghi anni del flash-forward!
Buona
lettura!
PS:
GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
“ROMEO
E IL MARE”
Odio il mare
E odio questo futuro in cui
mi ritrovo a vivere
Il futuro nato quel giorno
Che questa maledetta acqua
non ci ha più restituito
I nostri compagni
Io ho perso i miei amici
Mio padre li ha persi
Tutti noi li abbiamo persi, e
pianti
E non siamo stati capaci di
fare di più
Noialtri che siamo rimasti
non siamo stati in grado
Di tenere alto il nome di
Fairy Tail
Non siamo stati in grado di
andare avanti come prima
Senza di loro
Odio vedere mio padre master
E odio vedere la bacheca
delle missioni vuota
La nostra fama dimenticata
La nostra gilda derisa e
piena di debiti
È anche colpa mia però
Anch’io sono rimasto a vedere
accadere tutto questo
Il mio meglio non è stato
abbastanza
Né io né loro siamo stati
all’altezza di chi non c’era più
Scusaci, Natsu
Ma io un giorno salperò
Affronterò il mare e lo
costringerò a ridarceli
Perché ci sono ancora, lo
sento
Torneranno, o forse aspettano
che sia io a farli tornare
E quando sarà così
Daremo una lezione a tutti
quelli che ci hanno insultato
Torneremo a Magnolia e ci
riprenderemo il nostro posto
Il posto di Fairy Tail
Fino a quel momento
Non sarò più in grado
Di sorridere
“Per
quanto ancora hai intenzione di restare lì a guardare l’oceano, Romeo?”
“Il
nostro lavoro qui è finito, torniamo alla gilda. Lo sai che tuo padre si
impensierisce facilmente.”
“…
Va bene.”
Aspetta e vedrai, dannato
mare
Aspetta e vedrai…
Ed
eccoci qui…
Sarebbe
un po’ come partire dalla fine in un certo senso; d’altro canto, ho voluto
proprio cominciare dalla fine dei 7 anni del salto temporale, e come nel manga
la storia da qui riprende, così iniziano le mie narrazioni di ciò che ne è
stato di Fairy Tail, dopo la distruzione dell’isola di Tenrou.
Non
si tratterà di una storia unitaria, ma di una raccolta di one-shot (spero di
farne 7 come 7 sono gli anni), incentrate sui vari personaggi rimasti e su
momenti accaduti davvero o anche solo forse...
La prossima, vedrà come protagonista il quarto master di Fairy Tail.
Commenti ben accetti, anzi,
graditissimi! ^___^
|
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Capitolo 2 *** Macao, il master della decadenza ***
fairy tail - sette anni
Ehilà
a tutti, cari lettori! Con la risolutezza di Romeo, che ci rincuora e ci ridà
speranza, sono dunque iniziate le mie storie dei 7 anni!
È
difficilissimo abituarsi a un cambiamento tanto drastico, stavolta l’autore ha
proprio fatto venire un colpo a noi lettori… Del resto, per me restava meglio
se crepava solo Makarov (pur col bene che gli voglio), sarebbe stata
decisamente una bella scelta narrativa, se non altro non radicale quanto
questa…
Ad
ogni modo, ecco la seconda storia, con protagonista Macao, colui che ha preso
il timone della gilda nel suo momento più difficile, riuscendo a farla
sopravvivere anche nella rovina.
La
scena che vedrete è ispirata ad un episodio del film “Il Signore degli Anelli –
Le due Torri”, molto bella, che vi linkerò a fine capitolo ^__^
Buona lettura!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
“MACAO,
IL MASTER DELLA DECADENZA”
Non
era più la Fairy Tail di una volta. Almeno vista da fuori.
La
dimora della gilda era assai meno munifica, assai meno spaziosa, ma se non
altro, anche con quattro gatti, lo spirito restava vivo, specie quando ci si
concedeva una tranquilla serata a tirar tardi; meno lavoro significava anche
più tempo libero.
Anche
una locanda abbandonata poteva risultare accogliente, per i superstiti di una
gilda abbandonata, il cui desiderio di restare vicini, almeno loro, era più
forte che mai.
“Beh,
io torno a casa.” disse Max Alors alzandosi.
“No,
dai, chiacchieriamo ancora un po’!”
“Volentieri
ragazzi, ma devo recuperare un po’ di sonno. Notte!”
“Notte!” salutarono Jet e gli altri.
Nell’andarsene,
udiva il rumore dei suoi passi sul legno del pavimento: un tempo non ci
riusciva, tanta della gente che c’era, tanto dello spazio in cui i rumori e le
voci, sempre alte in ogni momento, si confondevano.
Trasmetteva
come un senso di solitudine.
All’inizio
era stata dura abituarsi a sentirlo, ma, passati già alcuni anni, non ci faceva
più caso.
Aprì
la porta, e salutò ancora.
Nel
farlo, la luce dall’interno rischiarò il piccolo patio, e rese visibile, nella
penombra, lì davanti dove iniziavano i gradini, una figura ferma che subito
riconobbe.
“Toh,
Master! Cos’è, stai diventando anche tu uno di quei sentimentali che guardano
le stelle ora?”
Nell’avvicinarglisi,
notò sorpreso che non stava affatto guardando le stelle.
Il
suo viso non si alzava un centimetro più del dovuto, gli occhi erano fermi a
fissare davanti; fissare, senza guardare.
Quello
sguardo così vacuo raggelò il sangue di Max.
“Master?”
“…
Chi sono io, Max?” domandò Macao, con un voce roca che non sembrava sua.
“…
Sei il nostro Master.” capì che voleva sentirsi dire.
“E
voi vi fidate del vostro Master? Vi fidate di questo Master?”
Max ingoiò un boccone amaro: non aveva visto nessun uomo invecchiare così tanto
in così pochi anni. Aveva perso capelli, perso il senso dell’umorismo, perso il
sorriso di suo figlio, e ora, anche la forza di volontà, quella con cui aveva
tenuta unita la gilda nel momento più buio, che era stato costretto a far
uscire e che forse non aveva mai avuto realmente.
“Io
e gli altri resteremo fino alla fine… Seguiremo il nostro Master, nel bene e
nel male.” disse, stringendo i pugni, per dare alla sua voce la sicurezza di
cui l’altro aveva disperatamente bisogno.
“Nel
bene o nel male.” ripeté Macao, senza smettere di guardare avanti, come in
trance.
Il
bastone del Master, che doveva essere un simbolo del comando, sembrò diventare
un semplice appoggio per un uomo che aveva tentato con tutto sé stesso di
tenere insieme dei cocci, e che ora, con alle spalle quella vecchia taverna
ristrutturata alla bella e meglio, il posto migliore che aveva potuto
assicurare ai suoi pochi “ragazzi”, sentiva di aver fallito.
Dove sono il drago e
l’amazzone?
Dove i dominatori del
ghiaccio e delle stelle?
Dove sono il dio del tuono, e
il diavolo dal viso angelico?
Dov’è il master di Fairy
Tail?
Si
appoggiò al bastone ancora di più.
Sono andati via
Come il vento
Sulle macerie di un’antica
gloria perduta
Spazzati via
Dal ruggito dell’immonda
bestia
Che fa procedere le ere del
mondo
“Acnologia.
Possa tu essere maledetto in eterno, ovunque tu sia adesso.”
Solo
in quel frangente strinse un po’ i denti.
Le fate volano via da noi
Lontano, irrangingibili
Le loro code scompaiono,
tristi
Come gli ultimi lumicini
rimasti
In quello che era un cielo
allegro di stelle
“Come
siamo giunti a questo?”
Abbassò
il pesantissimo capo: “Perché è toccato a me, vivere, e vedere questi giorni? I
giorni della solitudine, del ricordo, e del rimpianto. È toccato a me essere
l’ombra di un master, quando la gilda non è ormai che è un ombra. Come siamo
giunti a questo?”
La
porta, lasciata aperta, illuminava il quarto master di Fairy Tail, nel
magnificare la sua decadenza, nel suo rendersi conto mestamente di non essere
che un futile ripiego, per una gilda che avrebbe meritato ben altro.
Fu
allora che Max si scorciò la manica della camicia, per mostrare il simbolo di
Fairy Tail, che recava sul dorso dell’avambraccio.
Macao
si girò.
“Io
sono un membro di Fairy Tail! Fairy Tail è la mia gilda, e io la seguirò
ovunque, non me ne frega niente se non torneremo mai a stare in un castello o
se ci contiamo sulle dita di una mano.”
Con
sorpresa di entrambi, i cardini della porta squillarono, e gli altri membri
uscirono fuori, dopo aver ascoltato tutto.
“Fairy
Tail è la mia casa!” disse Nab mostrando il suo simbolo.
“Fairy
Tail è la nostra famiglia.” fece Alzack facendo lo stesso insieme a sua moglie.
“In
fondo questo posto non è poi bruttissimo.” sorrise Wakaba.
Anche
Laki, e Reedus, e Jet, e Droy, e Warren, e Visiter, e suo figlio Romeo li
seguirono a ruota, mostrarono i loro simboli, a testa alta.
“Ma
perché ci sia una gilda ci deve essere un master.” dissero tutti, attraverso le
labbra di Max.
Come
aveva dimostrato proprio lui, diventandolo, e facendoli sopravvivere fino a
quel mesto punto.
La
nebbia davanti gli occhi di Macao si diradò, e il master di Fairy Tail tornò a
guardare.
“Vi
piace questa baracca, eh?” disse alla fine, dopo aver cercato invano di
esprimersi con altre parole.
Scoppio
a ridere, sommessamente.
“Noi
restiamo qui, e neanche tu te ne vai, dico bene?” chiese Max.
Il master rideva ancora: “Come siamo giunti a questo?” si domandava, scuotendo
il capo.
“Master?”
“Chiudete tutto, tiratardi: domani vi voglio tutti al lavoro, intesi?”
Probabilmente
domani non ci sarebbero state abbastanza richieste per tutti, ma la gilda, e il
suo master, sarebbero stati ancora tutti là, ancora per un po’.
Ecco
la scena da cui è tratta (se non l’avete ancora riconosciuta): http://www.youtube.com/watch?v=6xvcT__oOQs
Ho
reso Macao un bel po’ “epico” col suo discorso a Max, se lo sarà preparato
prima forse? Chissà…
Macao
è davvero un personaggio secondario coi controfiocchi: chi se non lui poteva
evitare, per quanto possibile, lo sbando della gilda, dopo la drammatica
riduzione della sua potenza? Che dire, in un certo senso sono rimasti proprio i
migliori!
Ma
anche la forza di volontà può cedere, con le provature del tempo, e col
rimpianto degli amici persi a pesare come un macigno…
Ma
la famiglia è ancora lì, ed ha ancora bisogno di un padre, che non la faccia
morire del tutto.
La
prossima storia, avrà dei toni meno tragici e più “rosa”, sarà infatti
incentrata su Arzack e Bisca! Vi aspetto! ^__^ Ciao ciao!
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Capitolo 3 *** Io non sparirò ***
fairy tail - 7 anni
Ciao
a tutti, cari lettori! I corsi all’università e il karate la sera limitano
molto le mie energie e il mio tempo libero: mi sa che le storie dei 7 anni
saranno ultimate in un po’ più che in 7 giorni come avevo previsto! XD
Quello
che devo mantenere è l’ispirazione: se quella passa, la qualità delle storie
scende: conscio di questo, questa che vi apprestate a leggere l’ho scritta (in
parte) proprio mentre ero in classe, approfittando del momento ispirato
nonostante il luogo! Nemmeno io ero mai arrivato a tanto, che stia peggiorando?
Bisca
ed Arzack (o Alzack se preferite), sono finalmente usciti dal guscio, arrivando
addirittura a sposarsi (alleluia, meglio tardi che mai! XD). In attesa che Hiro
Mashima mostri qualcosa al riguardo, ecco come potrebbero essere andate le
cose. Buona lettura, commentate! ^__^
PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
“IO
NON SPARIRÒ”
E
alla fine, il momento era giunto.
Il
momento di lasciare Magnolia.
Ormai
il fondo della gilda, in dimagrimento da tempo, si era quasi esaurito.
Macao
aveva venduto la proprietà di Fairy Hills, e quello era bastato a tirare avanti
per un po’. Ma già allora si sapeva che la gilda non sarebbe stata in grado
ancora a lungo di mantenere la sua dimora.
Con
la sparizione nel nulla dei suoi membri di spicco, le richieste importanti e remunerative
diminuirono drasticamente in pochissimo tempo, e, del resto, non c’erano più
maghi di un livello tale da portarle a termine. Né ve ne erano in numero
sufficiente da riuscire a sostenere Fairy Tail anche con lavori meno
importanti.
Ormai,
quel grande castello, con tanto di piscina e sala hobby, era diventato
ridicolmente vuoto, ridicolmente sprecato per così poca gente.
Già
pochi mesi dopo la distruzione di Tenrou, avevano iniziato ad andarsene.
Macao
cercò in tutti i modi di trattenerli, ma non osò mai costringere o chiedere più
del dovuto: Fairy Tail è libertà, anche libertà di andarsene, purché con la
promessa di portarla nel cuore.
E
questo giurarono di fare tutti quelli che, giorno dopo giorno, settimana dopo
settimana, mese dopo mese, salutavano, in cerca di miglior fortuna altrove.
Alcuni
addii erano bagnati di lacrime, altri no, tutti colmi di dispiacere, ma senza
rancore: bisogna pur sostenersi, andare dove c’è lavoro, dove ci sono
occasioni, così è la vita.
Era
il giorno del trasloco; i membri rimasti avevano racchiuso oggetti utili e
cimeli della gilda in casse grandi e piccole, bauli e sacche, e stavano finendo
di trasportarli fuori nel patio, insieme a bandiere e stemmi. Da lì, avrebbero
dovuto caricarli su alcuni carri, per trasportarli verso la nuova sede della
gilda; Macao era riuscito a trovare una sistemazione adatta fortunatamente,
“confortevole anche se rustica” l’aveva descritta…
“Piccola
e da ristrutturare” aveva tradotto subito la maggior parte degli altri!
Il
vecchio edificio sarebbe certamente mancato, ma d’altro canto non sarebbe
nemmeno rimasto lì per nostalgiche visite dall’esterno: già si vociferava che
una nuova gilda avesse intenzione di stabilirsi a Magnolia, e che la città
volesse concedere loro proprio il terreno su cui era sorta la grande Fairy Tail
di una volta.
“Che
sfacchinata!” esalò Warren appoggiandosi flaccidamente a una cassa alta la metà
di lui.
“Davvero
avevamo così tanta roba? Eppure pensavo ne avessimo venduta parecchia di
recente…” commentò Max asciugandosi il sudore con un fazzoletto.
Un
vigoroso battito le mani fece scattare gli esausti sull’attenti: il loro severo
master aveva le maniche rimboccate, il che voleva dire altra fatica in arrivo!
“Animo,
pelandroni! Si sbaracca! Dobbiamo finire il trasferimento entro stasera!”
“Siamo
noi che ce ne andiamo o loro che ci cacciano?” chiese Warren a bassa voce,
indispettito da tanta fretta.
“In
piedi, forza! Visiter, tu che sei già in piedi fermati e dai una mano! Arzack?”
“Sono
qui, master! Stavo finendo di raccogliere un po’ di cose!” corse il pistolero,
tutto trafelato, con una scatola tra le mani, pronto a ricevere gli ordini del
master.
“Portate
le casse sui carri, forza!”
“Vediamo
un po’…” –mormorava Nab dietro di lui- “Quale di questi bauli potrei prendere per
primo?”
“NON
COMINCIARE TU!” gli urlò Macao nell’orecchio!
Alzack,
come tutti, scoppiò a ridere, e fu tra i primi a dar fondo al proprio olio di
gomito e a caricare.
Scansò
Nab, che minacciava di schiacciarlo con uno scatolone e corse a prendere qualcos’altro.
Presa
una nuova cassa, di dimensioni più piccole, si guadò attorno: “Qualcuno ha
visto, Bisca?”
“Boh!” sbottò Droy schiacciato da una sacca da viaggio sulle spalle.
“Laki,
hai visto Bisca?”
“Si,
è laggiù.” rispose lei, liberandosi un braccio dal carico e indicando verso
l’angolo dell’edificio.
Malgrado
il disordine sparso, Arzack la notò subito perché si era seduta in alto, sul
ciglio di un’enorme cassa alta quasi due metri, con dentro alcuni pesanti
ricordi della compianta Erza, guardacaso l’eroina della sua “compagna”.
Tappandosi
momentaneamente le orecchie dai continui richiami di Macao, in particolare a
Wakaba che anziché caricare fumava, si incamminò verso quel delizioso puntino
verde.
Bisca
Mulin, la maga venuta dall’ovest, proprio come lui, agitava lentamente le gambe
nel vuoto sotto di lei, come una scolaretta su una panchina, con il cappello a
tesa larga dietro le spalle. Arzack la trovò particolarmente carina in quella
posa.
“Eccoti
qui!”
“……”
“Bisca,
sarà meglio che tu ti dia da fare prima che il master ti noti.”
Mentre
si girava verso di lui, questi pensò che forse con quel tono poteva suonare un
po’ rompiscatole e si affrettò a correggersi.
“Ovviamente non dico non ci si possa riposare ogni tanto… Basta che poi non fai
la stessa fine di Nab, eh?”
Rise,
ma lei non fece altrimenti, come si era augurato.
Nessuno
quel giorno era allegro, non si poteva esserlo. Gli unici sorrisi che potevano
vedersi spuntare erano quelli per far coraggio agli altri. E Bisca aveva l’aria
di chi stava aspettando qualcuno che venisse a interessarsi a lei: e chi se non
lui?
Arzack
posò la cassa per terra e si avvicinò di un altro passo: “Bisca, posso capire.
Sono triste anch’io che ce ne andiamo… Però… Ci stiamo solo trasferendo; magari
non è poi così male lì dove andiamo, no? Umpf!”
“La
settimana scorsa Mickey, Shin e Joy se ne sono andati…”
Arzack
sospirò. Allora era per quello che era giù?
“Avevano
le loro buone ragioni, lo sai… Fa nulla.” disse, anche se ricordarli, come
ricordare ogni compagno che aveva mollato, gli faceva sentire le farfalle nello
stomaco.
“Noi
restiamo, no? E anche gli altri restano! L’importante non è questo, scusa?”
“……”
“Che restiamo ancora insieme!” incalzò lui, cercando inutilmente di vederle
spuntare il minimo sorriso.
Fu
invece lei a farglielo scomparire, pronunciando le parole più gelide che ebbe
mai la sventura di udire.
“Per
quanto ancora?”
Arzack
provò a fare un passo; Bisca per contro saltò giù della cassa e gli mostrò le
spalle.”
“Bisca.” la chiamò, temendo di vederla fuggire via dal discorso, ma in realtà
si era fermata subito.
“Bisca,
cosa c’è?” chiese, anzi, pretese di sapere, non riuscendo a sopportare di
vederla così. Era dispiaciuto anche del dispiacere degli altri certo, ma lei
non era gli altri. Lei era Bisca.
Aveva
già dimenticato l’ultima volta che l’aveva vista sorridere.
“Mi
mancano…”
“Mancano anche a me, ma…”
Lo
interruppe, e finalmente l’avventuriera diede fuoco alle polveri: le polveri
della sua frustrazione, della sua tristezza, delle sue paure nascoste,
avvamparono, ed esplosero tutte in una volta.
“Erza,
Lucy, Natsu, Gray, Happy sono andati via… Gli altri continuano ad andarsene! E
ora ce ne andiamo noi dalla nostra gilda! Stiamo perdendo tutto e tutti a poco
a poco!”
Si
voltò. Tremava.
“E
poi? Te ne andrai anche tu?”
Alzò
ancora di più la voce, un grido.
“Per
quanto ancora resteremo tutti insieme di questo passo?”
“Io
non voglio restare sola!”
“Non voglio che tu te ne vada!”
“Non voglio! Non voglio! Non voglio!”
Urlò
lei, per tre volte, iniziando a piangere altrettanto rumorosamente, come una
bambina.
<<
Non voglio allontanarmi da Arzack!
>>
Alzò
gli occhi chiusi al cielo, urlò e pianse ancora.
E
lui, idiota, ci aveva messo quasi tre anni per arrivare a capirlo. Per capire
cosa la turbava sul serio, cosa avesse visto nel suo futuro, nel futuro di
tutti a Fairy Tail.
L’abbandono.
L’andare
in pezzi.
Lui,
come altri, ci si era rassegnato, prima alla scomparsa dei suoi amici, poi a
quel lento inesorabile sfacelo, come dovuto per forza di cose, come a non volerlo
vedere.
Aveva
sbagliato; Bisca non si era rassegnata ad alcunché.
Ed
il motivo era limpidissimo.
Quella
via che la gilda aveva ormai imboccato, non conduceva a nient’altro che una
cosa.
Il
loro addio.
“NO!”
L’abbracciò
e la scosse, con le braccia e con le parole: “No! Io non me ne andrò! Hai
capito, Bisca? Mai!
“Arzack…”
“Anche
se la gilda smettesse di esistere, io non ti abbandonerò, ti resterò sempre
accanto, qualunque cosa succeda!” disse col tono delle promesse.
E
con lo stesso tono, disse ancora.
“Io
ti amo.”
“……”
Si disse che era lì che, inconsciamente prima e consciamente poi, col suo
sfogo, aveva cercato di andare a parare, quello il bersaglio che aveva cercato
di colpire.
Lui
però l’aveva anticipata facendo centro prima di lei. Non che la sorprendesse
l’essere ricambiata, l’aveva capito già da un po’… Ma le dispiaceva, alla fine
della fiera, non esserci riuscita, aver dovuto aspettare lui.
Ora
però basta aspettare, doveva solo rispondere.
Lo
baciò.
Arzack
sentì il calore di quel bacio percorrerlo, fino ad arrivargli alle punte delle
dita. Espirò, e la stinse ancora più a sé.
“Tu
però… Promettimi che neanche tu te ne andrai.
“Non
me ne andrò mai…”
“Ti
amo.” promise.
Alcuni
mesi dopo, nella nuova, più umile gilda, da poco rimessa in sesto ed
inaugurata, Arzack e Bisca si sposarono, alla presenza di quella ventina di
compagni ormai rimasti loro, destinati a ridursi ancora di più col tempo.
Macao,
dietro un leggio di legno, altare improvvisato, finiti i riti, altrettanto
raffazzonati (non era mica un vero chierico…), ma sempre pieni di significato,
alzò il capo e allargò solennemente le braccia: “E quindi, col potere
conferitomi… Beh, da voi due in effetti, eh eh!”
Una
veloce e piccola risata interruppe tutto per un attimo, rendendo il momento più
leggero e più bello.
“Io
vi dichiaro, marito e moglie! Ora potete baciarvi!”
“E
credo che tutti qui intorno stiano aspettando proprio questo!” sghignazzò
Wakaba facendo loro l’occhiolino.
Come
da copione, il bacio suggellò l’unione “appena sbocciata”… e, come da Fairy
Tail, partirono le esultanze!
“YIPPIE!”
“YA-HOOO!”
“FELICITAZIONI!”
Bisca
si girò e ringraziò: “Pronti? Ecco che arriva il bouquet!”
“NO,
ASPETTA!” cercò di fermarla Macao, mentre suo figlio Romeo, che aveva portato
gli anelli, saggiamente corse a scansarsi.
Il
bouquet cadde al centro della sala e lì si formò un nuvolone di polvere e corpi
contorti!
“MOLLA!”
“MIO!”
“PRIMA LE SIGNORINE!”
Macao
si batté una mano in faccia: “Lo sapevo…”
Max,
anche lui fuori dalla rissa perché al momento non interessato al grande passo,
avvolse un calice di vetro in un panno e lo pose per terra ai piedi dei novelli
sposi.
“Forza!
Rompete il bicchiere, è di buon augurio!”
BANG! BANG!
“…
Non intendevo questo…”
Arzack e Bisca soffiarono sulle canne bollenti delle loro pistole e scoppiarono
a ridere. Lui la sollevò tra le braccia e la baciò ancora.
Quella
sera, ad Harujion, dove si erano recati per il viaggio di nozze, Bisca ed
Arzack aspettavano il concludersi dello spettacolo a cui erano andati ad
assistere: il tramonto.
Avevano
trovato un posto da far invidia, in prima fila, su una banchina del porto, con
una magistrale orchestra di onde, vento e gabbiani addetta alla colonna sonora.
Non
si parlarono per il tempo che restarono lì, se non col respiro.
Sul
tardi, fu Arzack a rompere quel “silenzio”: “Cosa fai?”
Aveva
portato con sé lì uno dei fiori del bouquet: aveva pensato volesse tenerselo
come ricordo, ma l’aveva appena buttato in mare.
“Sai,
mi domando se ci fossero state anche Erza, Lucy, Cana e le altre... Chissà se
sarebbe stata una di loro a prendere il bouquet.”
Il
fiore si allontanava, scortato dalle onde, che rispondevano lente e obbedienti
al desiderio della sposa.
“Sei
ancora triste?” domandò lui.
“No,
non lo sono.” lo rassicurò lei, accoccolandosi accanto a lui. Non poteva
esserlo.
Si
rialzò: “Andiamo a casa?”
“Si.”
La
baciò e, presala per mano, la condusse via.
Il
fiore si allontanava, sempre di più, galleggiando delicatamente verso
l’orizzonte, verso mani di fata, già pronte a raccoglierlo.
Quasi
mi commuovo da solo…
Le
colonne sonore che “ringrazio” per questo capitolo:
1°
parte: http://www.youtube.com/watch?v=7UzKIn4j8R4&feature=related
2°
parte: http://www.youtube.com/watch?v=XYt6lULjRow
Ci
è voluto un po’, c’è voluta la scomparsa di tanti loro cara, c’è voluta la
caduta di Fairy Tail, ma Arzack e Bisca, ognuno grazie all’altro, ha saputo
puntellare il mondo che stava andando in pezzi intorno a loro.
Auguriamo
loro tanta felicità ^__^
Spero
di avervi toccato il cuore come ai bei vecchi tempi ^__°
La
prossima storia dei 7 anni sarà invece molto più triste e cruda, ed avrà per
protagonista il povero Droy, cambiato nell’animo come nel corpo…
Alla
prossima! ^__^
|
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Capitolo 4 *** Che direbbe se fosse qui? ***
fairy tail 7 anni
Ehilà
a tutti! Salve qualche mosca al naso, è di nuovo un periodo ispirato e
positivo, sia per le fanfic che per i disegni! Riguardo quest’ultimo punto,
sappiate che ho disegnato la scena chiave del capitolo precedente (molto
piaciuto, ne sono felice ^__^), e che forse in futuro sarà postata su
Deviantart nel mio account, che dopo vi linkerò.
Fateci
un giro ogni tanto! ^__^
Questa
storia potrebbe essere considerata la più triste e tragica delle sette. Il
personaggio di Droy finora mi era sembrato alquanto anonimo, ma quando l’ho
visto dopo il salto temporale l’ho rivalutato: né in bene né in male, ma dal
punto di vista puramente umano.
Perché
rappresenta veramente tante persone, quelle che si lasciano andare, e
“trasformare” dal proprio dolore… Persone a cui spetta tutta la nostra
comprensione e il nostro aiuto.
Buona
lettura.
PS:
NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
PPPS: Link di Deviantart: http://tonycocchi.deviantart.com/
“CHE DIREBBE SE FOSSE QUI?”
I
primi giorni furono i peggiori.
La
frammentarietà della notizia, l’incredulità davanti a qualcosa di così assurdo,
la speranza di ritrovarli ancora vivi, impedirono al dolore e alla disperazione
di esplodere tutti in una volta, e per bene.
Invece,
lo shock si protrasse per giorni e giorni, man mano che si capiva cosa
significassero quelle notizie da Tenrou, man mano che le speranze di riaverli
indietro sparivano del tutto.
Per
giorni, le urla e i pianti risuonarono tra le mura della gilda, soffocando le
persone al suo interno con una cappa di speranze deluse, impotenza, rabbia, e
dolore, tantissimo dolore.
Il
mondo parlava di come Fairy Tail fosse stata spazzata via, di come tutti gli
elementi degni di nota fossero stati annientati in un secondo, di quanto era
stata drasticamente ridotta la sua potenza.
Per
anni si sarebbe detto che Fairy Tail era diventata una gilda da pochissimo
conto, stupendosi al confronto col radioso passato, commiserando o deridendone
la potenza divenuta miserevole.
Per
anni si sarebbe continuato solo a dire che, senza i suoi maghi più forti, Fairy
Tail non era nulla.
Mai
simili pensieri sfiorarono i suoi membri.
A
nessuno importava di quanto fossero divenuti deboli.
Non
avevano perso i loro “elementi forti”; avevano perduto i loro amici, le loro
amiche, i loro compagni, persone tanto amate, che mai più avrebbero rivisto.
Nei
primi giorni, i peggiori, ciascuno cercò di resistere, per non impazzire dal
dolore. Ognuno cercò di assimilare e di risollevarsi, cercando disperatamente
un appoggio, come sempre fanno gli esseri umani quando sono colpiti da un
dolore insopportabile.
Assimilare
il dolore, e risollevarsi: il naturale corso delle cose.
Ci
fu chi, come Jet, non si lasciò travolgere dagli eventi, e, dopo aver pianto
quante lacrime aveva da parte, si fece stoico, e coraggioso, per sé stesso e
per gli altri che come lui soffrivano.
Ma
altri, come Droy, non ci riuscirono.
Altri,
come lui, si rifiutarono di accettare, di sopportare, e mancò loro la forza per
andare avanti.
“LASCIAMI!”
“NO!”
“ANDRÒ
IO A CERCARLA! ANDRÒ IO!”
“CHE PUOI FARE TU? NIENTE, ECCO COSA!”
“LASCIAMI ANDARE! IO RITROVERÒ LEVI!”
“DROY,
SMETTILA!”
Lo
colpì forte, al volto, con tutte le sue forze, sbattendolo letteralmente contro
il muro.
Per
fortuna lì fuori non c’era nessun altro a vederli.
Droy
fece per alzarsi, ma il dolore alla guancia, ancora vivo, lo fece ricascare a
terra.
Jet
riprendeva fiato, e nel mentre gli sembrava di sentire i denti dell’amico
stringersi, raschiare, pronti a creparsi. Le dita artigliavano il terreno, e
tutta la mano, e il braccio vibravano con loro, per quanta forza ci metteva.
Droy
urlò forte, ma era tutta scena: la sua voce si piegò, riducendosi lentamente a
un verso sofferente, come un lieve scricchiolio.
“Droy,
riprenditi…” ansimò Jet, vedendolo ricominciare a singhiozzare.
Ma
sordo, il suo amico continuava a digrignare i denti e a guardare il cielo,
accecato dalle sue stesse lacrime.
“Perché?
Perché ci siamo fatti superare?”
“Che stai dicendo?”
“Noi siamo uomini no? Siamo gli uomini del team Shadow Gear, giusto? Levi… è
una ragazza… E il master ha scelto lei anziché noi! Ha scelto lei!”
“Droy,
che cazzo stai dicendo?”
Batté
il pugno per terra, i singhiozzi lo fermarono per qualche attimo: “Se solo mi
fossi impegnato di più! Se solo fossi stato più forte! Se lo fossi stato il
master avrebbe chiamato me per l’esame, e ci sarei morto io su quella fottuta
isola! CI SAREI MORTO IO!”
“ZITTO!”
-urlò Jet, sul punto di dargli un altro pugno- “Pensi sarebbe stato meglio? Eh?
Pensi sarebbe stato meglio? Pensi che io ti avrei pianto di meno? Che Levi non
ti avrebbe pianto come la stai piangendo tu adesso? Allora?”
Riprese
fiato: “Non dire mai più che saresti voluto morire al suo posto! Così offendi
la sua memoria!”
Droy
sussultò: “La sua memoria… Non dire così! Lei è…”
“LEI NON TORNERÀ PIÙ!”
Gli
fece tanta paura da costringerlo a rintanarsi nuovamente contro il muro.
Jet
tirò su col naso: “Non tornerà… Mi hai capito? Non tornerà.”
Tirò
di nuovo su: “Fattene una ragione!”
Jet
andò via. Ma Droy non fece come aveva detto. Se ne restò lì, avvinto tra i
ceppi del suo dolore, che quelle parole crudeli ma vere avevano solo appesantito
anziché sciogliere.
Gli
girava la testa, e ad ogni giro rivedeva Levi e i momenti passati con lei, e i
momenti con sé stesso, a sperare che lei ricambiasse il suo amore. Li rivedeva
e se ne stava lì, a piagnucolare, singhiozzare, gemere.
Restò
lì più di un’ora.
Non
tutti sono forti. Non tutti assimilano il dolore; non nel modo giusto almeno.
Alcuni preferiscono nasconderlo, altri scelgono l’ancora sbagliata a cui
affidarsi.
E
Droy rifiutò la forza che il suo migliore amico cercò di infondergli.
Come
anche oggi accade ad altri, trovò la consolazione nell’oblio.
E
il suo oblio, fu il cibo.
Lui
che era sempre stato magro, che mai si era dimostrato goloso, iniziò a
mangiare, ogni giorno come per due, e se all’esterno le ferite del suo animo sembravano
guarire, che peggiorassero invece era sotto gli occhi di tutti, man mano che,
col passare dei mesi, si faceva più grosso, più pesante, più rotondo,
irriconoscibile.
Col
tempo smise di pensare a Levi, apparentemente, ricominciò ad andare in missione
e a mettercela tutta per Fairy Tail, e continuò a mangiare e mangiare.
“La
pianti?”
Andò
avanti così anche alla nuova gilda. C’era meno roba da mangiare e di minore
qualità, ma lui non si faceva mancare mai niente, anche a costo di portarsi il
cibo da casa.
“Se
ne vuoi un po’ basta chiedere.” fece Droy, allungandogli il piatto col pollo
arrosto.
Jet
scosse il capo. Voleva bene e disprezzava al contempo quella palla di lardo che
stava diventando il suo migliore amico.
Lo
capiva, ma lui mica aveva fatto tante scene. Aveva amato Levi, ma per lei non
si era ridotto ad affogare in una maniera tanto ridicola.
Ma
sapeva anche, che non tutte le persone sono uguali. C’è chi ce la fa, e chi non
ce la fa.
“Droy,
tra poco non entrerai più dalla porta!”
“Umpf, ma non dire idiozie!” rispose lui come di buon umore, tra un morso e l’altro.
Jet
sbuffò: “Lo sai che direbbe Levi se ti vedesse ora?”
“Sta
zitto…”
“Direbbe che stai diventando un brutto ciccione lardoso!”
Il
ciccione picchiò i pugni sul tavolo: “NON METTERE IN MEZZO LEVI!”
Le
poche paia di occhi rimasti andarono tutte su di lui. Il master e gli altri
avevano tentato all’inizio di fermarlo, ma ben presto era stato chiaro a tutti
che, se non ci riusciva il suo migliore amico, nessuno ci sarebbe riuscito.
“Lei
non tornerà, non è vero? L’hai detto tu stesso! Quindi non rompere, mi rovini l’appetito.”
Fu
il colmo per lui. Jet si vide costretto a stringere i denti ed annuire.
“Bene!”
Si
risedette e tornò a mangiare; il suo compagno, allontanandosi a testa bassa,
capì che, se non voleva perdere anche lui, non gli restava che accettarlo anche
così, in quella maniera tanto pietosa.
Forse
era meglio così, che si sfogasse su qualcosa di materiale, invece che soffrire
ogni giorno per un caro ricordo andato.
Droy
tornò a casa di cattivo umore e con una grande fame.
“Che
rottura che è Jet! Io faccio quello che mi pare!
Richiuse
la porta e andò subito in cucina: aveva voglia di un po’ di pane e marmellata.
Un bel po’ di pane e marmellata.
Preparò
tutto l’occorrente e si sedette a tavola.
“Mica
siamo tutti bravi come lui a dimenticare!”
Spalmava
le fette fino a colorarle tutte, e poi le mandava giù una dopo l’altra come
patatine.
“Che
gliene frega a lui poi? Non è mica mia madre!”
Buttò
giù e subito se ne preparò un’altra, continuando a bofonchiare tra sé e sé
quelle ridicolaggini.
“Io
mica mangio per Levi, mangio perché ho fame!”
Si
pulì con un fazzoletto e intinse di nuovo il coltello nel barattolo.
“Se Levi fosse qui… Bah! Se Levi fosse qui di certo non mi direbbe che sono un
ciccione! Lei era così dolce. Figurarsi se direbbe proprio così! Umpf!”
Spalmò.
“Se
Levi fosse qui…”
“Se
Levi fosse qui direbbe…”
<<
Droy, ti prego, smettila. Non voglio che
tu soffra così tanto per me… Ti prego! >>
“……”
Si,
avrebbe detto esattamente così.
Si
sentì mancare le forze. Cadde in avanti, sul tavolo: la guancia gonfia di largo
attutì la caduta.
Rimase
fermo in quella scomoda posizione, col muso attaccato al tavolo, a fissare una
macchia di marmellata di lamponi mista a lacrime che stava a un palmo dal suo
naso.
La
fissò a lungo, diluendola pian piano.
<<
Non voglio che tu soffra così tanto per
me… >>
Si
sollevò dal tavolo. Prese la macchia col dito e lo leccò.
Per
il resto di quel giorno, almeno, non mandò giù nemmeno un altro boccone.
Un
amore non corrisposto può distruggere un uomo.
Un
amore sparito nel nulla può essere anche peggio.
Esistono
persone a questo mondo che, subito un colpo, si lasciano vincere da esso. Droy,
a mio avviso, è una di queste. Sia Jet che Droy adoravano Levi, ma solo quest’ultimo
è diventato un ciccione nei 7 anni della scomparsa della loro amata compagna;
può voler dire che Jet forse amava di meno Levi rispetto a Droy, forse che Droy
è meno forte psicologicamente rispetto a Droy, sicuramente che ognuno affronta
la sofferenza a modo proprio.
E
certi tipi di sofferenza non lasciano scampo, e tutto ciò che un buon amico può
fare è comprendere e restare vicino.
La
prossima storia, anch’essa un po’ nostalgica, ma credo meno malinconica,
tratterà di Reedus, il mago pittore, i cui ritratti conservano e conserveranno
per sempre i volti amici di un tempo. Non ci sono molte fic su di lui, forse
nessuna, quindi non perdetevela! ^__^
Alla prossima!
|
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Capitolo 5 *** Ricorda, carta bianca ***
fairy tail 7 anni
Ehilà
a tutti cari lettori! Lungo questa fic vi ho commosso, intristito e intenerito,
e spero il menù di emozioni offertovi sia stato e continui ad essere di vostro
gradimento!
Nel
frattempo, siamo giunti all’arrivo di un nuovo capitolo del manga: ora che
scopriremo il continuo, spero di non aver sballato alcunché, e che
l’ispirazione mi rimanga per ultimare le ultime storie rimaste… Devo dire che
con questa fic la settimana è trascorsa più in fretta e la sospensione è stata
meno dura!
In
questa quinta storia si parla di Reedus, l’artista della gilda, che tante volte
ha immortalato amici e amiche; potrà farlo ancora dopo ciò che è accaduto?
Vediamo
un po’!
PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEPRE!
PPPS: Scena del capitolo 3!
http://tonycocchi.deviantart.com/gallery/?catpath=scraps#/d4cstvz
“RICORDA, CARTA BIANCA”
La
risposta al cambiamento è un altro cambiamento.
Le
cose non furono più le stesse dopo la fine di Tenrou e di quella che sarebbe
stata ricordata come l’epoca d’oro. E parimenti, chi si trovava all’interno di
quel vortice, cambiò a sua volta.
Nel
carattere e nelle convinzioni, nei progetti e nelle aspirazioni. Qualcuno non
volle sopportare altri sacrifici e se ne andò, qualcuno si diede la forza
d’animo per poter restare ancora. Qualcun altro ancora mostrò i cambiamenti più
radicali nel suo aspetto esteriore.
“Reedus,
va tutto bene?” –gli chiedevano quando arrivava alla gilda- “Ti vedo un po’
deperito.”
E la sua risposta era sempre quella.
“Sto
benissimo, tranquilli. Prima ero così grosso per via dell’incantesimo del
master. Ora però sembra che stia sparendo pian piano.”
Lo
diceva sempre con una nota di rammarico; di fatto, in quei primi tempi, era
diventato come una prova visibile che Makarov, e gli altri con lui, non c’erano
più.
Nel
vederlo “dimagrire” giorno per giorno, quando in realtà tornava semplicemente
al suo aspetto originario, lui e i suoi amici vedevano allontanarsi e
dissolversi tutto ciò che prima avevano avuto vicino.
In
sostanza, l’arrivo di tempi nuovi,
In
cui Reedus era piccolo e mingherlino, Droy affamato e sovrappeso, Max serioso e
responsabile, Macao severo e burbero, e tutti un po’ diversi in qualcosa di
piccolo o grande.
Passò
parecchio tempo. Reedus si era “sgonfiato” del tutto, al punto da essere
additato da Jet come un esempio per Droy (nessuno era mai dimagrito tanto e con
così pochi sforzi dopotutto…).
Nella
nuova gilda, fuori città, c’erano anche cose che restavano invariate.
La
passione di Reedus per il disegno e la pittura era una di queste.
Grande
o piccolo, era sempre lui l’artista della banda; se all’inizio era stato un simbolo
del loro rimpicciolirsi, adesso per gli altri era bello vedere che, anche così
malandati, il loro amico pel di carota continuava ad essere ispirato e riempire
tela dopo tela, foglio dopo foglio.
Non
aveva un posto fisso per lavorare, ma di solito si metteva vicino una finestra,
in modo da poter copiare i vari paesaggi naturali intorno a loro.
In
effetti, lui era soprattutto un ritrattista: gli riusciva molto bene riportare
ciò che osservava, ma quando si trattava di andar di pennello a mano libera,
notava sempre che la qualità del suo lavoro diminuiva un pochino.
Aveva sempre avuto buon occhio e mano ferma, ma poca fantasia in effetti.
In
tal senso, i suoi disegni riflettevano la realtà in cui si trovavano
esattamente com’era: ciò che c’era era immortalato, ciò che non c’era,
tralasciato.
Fu
così che, una volta, volle provare ad andare di fantasia, e disegnare Natsu.
Diede
fondo ai suoi ricordi, tracciò uno schema, e abbozzò un espressione allegra,
combattiva, decisa, che gli si adattava perfettamente.
Poi
ricordò la sua corporatura, e si sorprese quando, nel ricalcare con
meticolosità il suo primo schema, i dettagli anche piccoli dei suoi vestiti gli
tornavano facili facili, come lo avesse davanti.
Finì
in relativamente poco tempo, e si disse che un po’ di colore ci stava bene.
A
tempo di record, finì il suo Natsu. Ci aveva messo molto meno che in un
ritratto.
Ed
era perfetto.
L’espressione,
i capelli, i vestiti, i tratti del viso, le tonalità dell’abbigliamento…
Reedus
era sbalordito: nessun ritratto era mai venuto così bene!
Preso dall’eccitazione, tracciò altri tre schemi, di cui uno più piccolo.
In
poco meno di un’oretta finì sia Lucy, che Cana ed Happy; e poi, in poco più di
un quarto d’ora, finì un primo piano di Freed, il cui profilo gli era sempre
piaciuto.
Era
stupendo rivederli davanti a sé, e scoprire di ricordarli così bene! Che
memoria!
Avrebbe
continuato così per ore. Avrebbe volentieri disegnato tutti i suoi amici e le
sue amiche scomparse.
Finché
il pennello che prima andava così veloce e lieve prese a rallentare, e la
stanchezza non centrava.
Rivide
ciò che aveva creato.
Stupendi,
bellissimi. Agli altri sarebbero piaciuti un mondo.
Già
se li vedeva, fargli i complimenti, magari commuoversi dicendo “Sembra che
siano ancora qui”…
Quando
invece non lo erano.
Li
accartocciò, uno per uno.
Non
era questo che desiderava. Imbottire sé stesso e i compagni rimasti con quelle
diapositive del passato a loro tanto caro, offrire loro un surrogato, un
farmaco all’amara realtà.
Guardare
e intristire, lasciandosi andare ai ricordi.
Che
sciocchezza.
Accartocciò
per ultimo il Natsu.
Dovevano
pensare a chi era rimasto, a come renderlo felice, non ad assillarlo con ciò
che era ormai storia vecchia.
Makarov,
Natsu, Gray, Lucy, Cana, Gildartz, e Freed col suo bel profilo, non rientravano
più nella realtà di Fairy Tail.
Né
nella sua arte.
Dopotutto,
gli bastava guardare anche un foglio bianco per ricordarseli, esattamente com’erano,
nei loro momenti migliori.
“Umpf!
La
carta muta, disegnata col pensiero, non è seconda a nessuno.
“Reedus,
perché li ha stracciati? Non ti piacevano?” chiese Laki.
“Uffa,
mi sarebbe piaciuto vederli.” si avvicinò Visiter piroettando.
Sorrise:
“Erano solo scarabocchi! Piuttosto, che ne dite se faccio delle caricature di
tutti e scegliamo la più divertente da appendere?”
“Sembra divertente!”
“Comincia da questo caprone bisbetico!” rise Wakaba indicando Macao con la
pipa.
“E
perché non da te, tabagista scioperato che non sei altro!”
“Tsk!
Una volta eri un figo, amico, poi sei diventato master!”
“Sono ancora figo!”
“Ah
ah ah ah!”
Reedus
prese un nuovo foglio e si mise all’opera.
Con
Laki e Visiter dietro le spalle ad ammirarlo all’opera, pensò che il presente è
sempre felice se ti sai concentrare su di esso.
Alla
fine, la più buffa fu proprio quella di Wakaba, e venne tenuta appesa in
bacheca ben dieci giorni.
Finalmente
torna un po’ di allegria!
L’inizio
nemmeno stavolta è stato dei più incoraggianti, ma si sa, i Fairy Tail hanno la
straordinaria capacità di rialzarsi sempre quando cadono, e di cambiare le cose
in meglio. Un atteggiamento utilissimo nella vita!
Un
peccato per disegni così belli finire buttati, ma l’autore con essi deve poter
dire qualcosa, e Reedus ha capito che è meglio per tutti guardare avanti, pur
portando sui fogli bianchi del proprio cuore il ricordo dei cari scomparsi,
piuttosto che restare invischiati nel ricordo stesso, quando la vita va male.
Meditate…
Il
prossimo capitolo avrà come protagonista nientemeno che il mago più pelandrone
della gilda: Nab!
Cosa
potrà mai aver combinato lui in questi anni bui? Venite e leggete!
Un
saluto a tutti!
|
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Capitolo 6 *** La risolutezza di Nab ***
fairy tail 7
Ehilà
a tutti, miei cari lettori! E così è uscito il capitolo 255 di Fairy Tail, e
con esso, le angustie nostre e della gilda sono dunque risolte… Così presto?
Vero,
sono contento come suppongo lo siete voi che i personaggi più amati della serie
siano vivi e incolumi, ma cavolo, abbiamo iniziato a compiangerli appena 2
capitoli e fa e tutto qui? Tra l’altro, ha senso un salto temporale in cui i
personaggi non cambiano? Quasi mi fa sembrare esagerate le mie storie di questa
fic…
Non
so voi, ma per me Mashima, pur bravo, non è capace di sfruttare al meglio le
occasioni messe a disposizione dalle sue scelte narrative…
Oh,
beh, almeno mi ha ispirato molto fin quando è durata la parte tragica!
Eccovi
quindi il penultimo capitolo, dedicato a un personaggio di sicuro poco
appariscente e poco attivo, ma che non ha abbandonato la gilda suo nel momento
più cupo! Buona lettura!
PS:
NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
“LA RISOLUTEZZA DI NAB”
Nab
era il mago che si vedeva più spesso alla gilda.
Nel
senso che stava sempre lì, nello specifico, sempre lì davanti la bacheca delle
richieste di missione.
Salvo
quando si avvicinava l’esame per maghi di classe S, e qualche altra occasione,
era difficile vederlo uscire dall’ingresso da cui era entrato la mattina.
“Mhmm…”
Conosceva
la bacheca come le sue tasche e meglio, ed aveva un record non invidiabile di
ben tre ore a fissare, rimuginare e grattarsi il mento chiuso in solitaria
riflessione.
Senza
arrivare a scegliere nulla alla fine.
“Ti scervelli come al solito, eh Nab?” fece Jet unendosi a lui.
“Bisogna
scegliere con attenzione i propri lavori.”
“Bisognerebbe
scegliere in primo luogo…”
In
un paio di minuti Jet corse dai compagni di team con un compito fatto su misura
per loro.
“Mhmm…”
“ANDIAMO, LUCY! SCEGLIAMONE UNA BELLA DIFFICILE!”
“No,
ti prego! L’importante è che mi consenta di pagare l’affitto!”
Né
l’urlo, né l’esagitazione di Natsu turbarono il grande e grosso Nab, che invece
si concentrò ancora di più!
“Non
puoi scegliere con calma come fa Nab?”
“Nab
non sceglie con calma, non sceglie e basta…” commentò Gray alle loro spalle.
“QUESTA
VA BENE! Happy, acchiappa Erza e partiamo!”
“Aye!”
Lucy
corse subito all’inseguimento: “Aspetta! Fammi vedere almeno di cosa si
tratta!”
“Niente
di tuo gusto, Nab?” domandò il mago dei ghiacci andandosene insieme ai
compagni.
“Forse…”
“Umpf!
Non starci tutto il giorno.”
“Tranquillo…”
Cinque
minuti dopo passò Gazille, diede un’occhiata alle ricompense, scelse quella più
alta, senza nemmeno leggere di che si trattasse, e partì senza scambiare una
parola.
E
Nab era ancora lì…
“Potrei…
Però…”
“Vuoi
una mano a scegliere?” chiese Lisanna.
“No,
tranquilla, io ho bisogno di pensarci a lungo.”
“Ehm, si, lo so…”
Anche lei, pur pensandoci a lungo, ci mise non più di cinque minuti.
“Mhmm…
Tutto questo via vai mi fa distrarre… Forse è meglio se le rileggo tutte
daccapo…”
E così fece, senza badare alle risatine alle sue spalle, e ai “Il solito buon
vecchio Nab!” sussurrati lì intorno.
Erano
passati sei anni da quei giorni.
Si
trovava lì da circa mezz’ora, un tempo ancora esiguo per lui.
Davanti
a sé i fogli scarseggiavano: quasi nessuno richiedeva i servigi di una piccola
gilda, specie con una molto più potente nella stessa zona.
E
nonostante questo, Nab era capace di rimanere ore e ore a pensarci, non riuscendo
a scegliere quasi mai!
In
realtà, i tempi di stazionamento davanti la bacheca si erano ridotti
ugualmente.
Ma
per un altro motivo.
Si
trovava lì da più di mezz’ora ormai. E nessuno, a parte lui, si era avvicinato.
Nessuno
in cerca di lavoro, nessuno con cui dire due parole che fossero due, nessuno a
rimproverarlo della sua inguaribile pigrizia.
Gli
pesava.
Ogni
tanto si voltava, e il vuoto che si ritrovava intorno lo induceva a riportare
subito gli occhi su quella pressoché vuota bacheca.
“Mhmmm…”
Magari
con un po’ più di frastuono avrebbe riflettuto meglio.
Ma
era lì da quasi un’ora, e nessuno si avvicinava.
Altro
che solo come un cane, solo come la loro bacheca, ora che il mondo li stava
pian piano dimenticando.
“Sei
incorreggibile…”
Max
aveva una mano in fronte e scuoteva la testa: “Ma si può sapere come fai?! Ci
saranno si e no cinque o sei richieste, ormai le conoscerai a memoria! Prendine
una!”
“Le
missioni sono cose serie! I rischi e le eventuali ricompense vanno soppesate
attentamente!”
“Bah, non cambierai mai!”
Ma
in quel periodo la gilda aveva problemi più grossi di quel bamboccione
improduttivo.
“Accidenti…”
-sbottò il master Macao, in colloquio col suo consigliere Wakaba- “Si avvicina
il momento di pagare la rata a Twilight Ogre e le casse della gilda sono
semivuote!”
“Tsk!
Ancora non capisco perché avete accettato l’”aiuto” di quei bastardi!”
“Fatti gli affari tuoi, Max!”
Aspetto
che il biondo si allontanasse e tornò a grattarsi impotente la testa.
“Siamo
messi così male?” chiese Wakaba.
“Abbiamo
ancora un po’ di tempo, però… Servirà un miracolo.”
“Allora
basterà rimboccarsi le maniche, giusto ragazzi?”
Max
era subito corso a riferire al resto della banda, che si era presentata tutta
compatta dal master!
“Troveremo
quei soldi! Le missioni esistono per questo!” disse Arzack stringendo il pugno.
“Non
pagano molto, ma compenseremo col numero!” fece Laki per infondere altro
coraggio.
“…
Avete ragione.” –il master si alzò in piedi- “Tutti alla bacheca! Andrò in
missione anch’io!”
I
maghi corsero verso le richieste con una carica colma d’entusiasmo.
“Forza!
Prendetene tutti qualcuna! Non importa il compenso o la difficoltà! Dobbiamo
completarle!”
“SIIIII!”
E
con lo stesso entusiasmo, la piccola Fairy Tail caricò verso la porta… restando
bloccata perché era più piccola di quella di un tempo!
“Non spingete!”
Tagliato fuori da tutto ciò, Nab, che vicino la bacheca ci era già, e non aveva
avuto bisogno di spostarsi di un millimetro.
“……
Non mi hanno nemmeno preso in considerazione…”
Beh,
che altro poteva aspettarsi?
E poi, ormai non c’era più nemmeno un foglio, anche volendo.
Scrollò
le spalle e tornò a casa.
“Non
ce la facciamo…”
Quella
frase ebbe l’effetto di una pietra sulla fronte per tutti.
Warren
strinse i pugni: “Non è possibile!”
“Anche se abbiamo completato tutte le missioni… Sigh!” sospirò Reedus.
“Io
ho saltato i pasti pur di completare le mie!” protestò incavolato Droy.
“Chiudi
il becco tu!”
“Mancano ancora 20.000 jewel… E non so proprio da dove tirarli fuori…”
Bisca,
Reedus, Jet e gli altri si allontanarono mesti, lasciando al tavolo solo il
master e il consigliere a rivedere per bene i conti nel caso di un improbabile
errore.
“……”
Nab
intanto, seguiva gli avvenimenti dal suo solito posto, immerso con la faccia
nell’ombra che proiettava sulla bacheca.
Più
che seguire, stava lasciando le cose gli scorressero dietro le spalle. L’attenzione
e l’apprensione non bastavano, se non muoveva un dito…
Macao,
stufo di grattarsi la testa, si fece venire una nuova idea: “Vendiamo della
roba. Forse riusciamo ad arrivarci: ci sono ancora dei cimeli e soprammobili
della vecchia gilda, li faremo valutare… Wakaba, dì agli altri se possono
contribuire vendendo qualcosa! Muoviamoci!”
L’amico
annuì sbuffando un po’ di fumo: “Buona idea. Può essere l’occasione giusta per
disfarmi del ritratto di mia moglie, sempre che ci sia qualcuno che voglia
portarsi a casa un simile mos… capolavoro…”
“Io
venderò il ciondolo di Erza…” sospirò Bisca.
“Ma, tesoro! Te l’ha dato lei in persona! È un ricordo di Erza!”
Nab
non riusciva a credere che Bisca volesse separarsi da un regalo lasciatole dal
suo idolo in persona. Stranamente, si sentì in colpa.
“Lei
avrebbe venduto tutte le sue armature per la gilda no?”
“Ma
ci tieni tanto…”
“……”
Nab
rimase fermo, ad udire la gilda svuotarsi nuovamente.
Ma
non del tutto.
Ancora
una volta, era rimasto solo lui.
Ancora
una volta non l’avevano nemmeno fatto rientrare nei piani, assecondando il
desiderio da lui espresso tante volte di essere lasciato in tranquillità a
pensare all’incarico più adatto a lui.
In
realtà, un unico pensiero assordava nella sua testa.
<<
Sono anch’io parte di questa gilda, o no?
>>
Come
gli avessero dato un calcio nel sedere, sbatté il muso contro la bacheca.
“Che
sto facendo?! Fairy Tail è nei guai! Quelli verranno e vorranno i soldi, e se
non li avranno sfasceranno tutto quello che ci è rimasto!” gemette lui,
passandosi le mani sulla faccia.
“DEVO
LAVORARE!”
Prese
di getto un foglio…
“No, forse è meglio questo… Però forse quello… ARGH! ALMENO LEGGILI PRIMA!”
Raccolse
da terra il primo che aveva strappato e controllò.
Aiuto!
Salvate il nostro bestiame da
questa feroce manticora!
Ulteriori dettagli: Ha i
denti lunghi mezzo metro
“……
Questo proprio no!”
Prese
un altro foglio e scorse fino alla voce “Ulteriori dettagli”…
Zanne lunghe due metri
“……
Qual’era quello di prima?”
Per
il resto della giornata, Nab non si fece neanche vedere alla gilda.
Il
giorno dopo, arrivò un gruppetto di Twilight Ogre, con a capo quel solito
smargiasso di Teebo.
L’intera
gilda era schierata fuori per accoglierli, anche in previsione del fatto che,
con ancora qualche migliaio di jewel mancanti, la vedevano brutta, se non nera!
“Smettiamola
di fare i codardi! Distruggiamoli!”
“Smettila, ragazzo!”
Senza
contare Romeo: Wakaba aveva il compito di controllarlo per evitare a tutti i
costi che agisse precipitosamente. Purtroppo il ragazzo non desiderava altro. “Cosa
odono le mie orecchie? Ti spiacerebbe ripetere, master da due soldi?”
“…
Mancano ancora 8000 jewel.”
I
quattro sgherri presero a sghignazzare.
“Male,
molto male!”
I
Twlight si fecero arrogantemente avanti.
“La
puntualità nei pagamenti non è di moda di questi tempi, eh? Peccato!”
“Che
ne dite ragazzi…” –chiese Teebo- “Come risolviamo la faccenda? Sfasciamo un po’
di cose oppure diamo loro qualche altra chance?”
“Siete
fortunati che siamo tanto generosi con gli accattoni!”
“Magari
se ci concedono un appuntamento con le loro pupe…” fece uno dei suoi
avvicinandosi troppo a Bisca.
“Che
ne dici, bellezza?”
Questa
rispose premendo l’orlo della canna da fuoco della pistola sulla fronte del
malcapitato: “Sono una donna sposata…”
Il
doppiamente malcapitato avvertì una seconda sputafuoco sulla sua nuca: “E io
sono il marito…”
“Arzack!
Bisca! Fermi!”
Bella roba: lui faceva di tutto per impedire al figlio di fare pazzie e invece
erano Arzack e Bisca a rischiare di mandare a monte le trattative! E non solo
loro: anche Jet, Droy, persino Reedus, di solito calmissimo, erano sull’allerta,
pronti a scattare.
Ovviamente,
i Twlight avevano già l’aria di chi è pronto a gettarsi nella mischia in
qualunque istante.
“Ehi,
fatine, cercate rogna?” –Teebo afferrò il suo bastone- “Siete in ritardo col pagamento,
proviamo a venirvi incontro e ci trattate così?”
“No,
aspetta!”
Non
gli restava altra scelta: doveva inchinarsi ai suoi piedi e sperare di
calmarlo. Poco importava se la sua reputazione agli occhi di Romeo fosse già
bassissima, doveva salvare i suoi amici.
Anche
vincendo quello scontro, Twlight sarebbe tornata, e sarebbe stata la fine di
Fairy Tail!
“Io…”
“FERMIIIIIIIIII!”
“?!?!?!?!?!?”
“Chi è quello là?”
“NAB?!?”
Salì
i gradini della gilda lentamente e con passo strascicato, sfatto dopo corso
fino a quel momento.
Aveva
le vesti lacere e sporche di sangue, e lividi dappertutto, di cui uno molto
vistoso e gonfio sullo zigomo sinistro che gli sformava un tantino la faccia.
“Anf…
Anf… Aspettate…”
Ma
aveva anche un sacco sonante di monete tra le mani, e il rumore che produceva
aveva subito spento gli avidi animi dei loro aguzzini.
“Nab…
Non dirmi che… ?!”
Non
vedendolo, e notando i fogli per terra, qualcuno aveva pensato potesse essere
davvero partito in missione, ma anche questi speranzosi avevano dubitato
potesse farcela sul serio a completarla ed arrivare in tempo.
Invece
l’incredibile era accaduto,
Teebo
gli si avvicinò, senza degnarlo di uno sguardo, interessato solo al suo carico.
“E
quello?”
“Sono stato in missione! È stato difficile, ma ce l’ho fatta! Sono abbastanza
da coprire il debito, e ci avanzano anche un bel po’ di jewel per me!”
Teebo
gli strappò il sacco da mano: “Grazie! L’extra lo teniamo noi come mora per il
ritardo.”
“MA
NOOOOOOOOOO! SIGH!”
“Umpf,
brave fatine: abbiamo fatto bene a fidarci di voi. Mi raccomando, non
ritrovatevi a corto anche alla prossima rata, potreste non essere tanto
fortunati! Forza ragazzi, andiamo!”
Teebo
e i suoi si incamminarono tutti tronfi e a testa alta, meno quello che aveva
avute puntate due pistole per tutto il tempo, che aveva urgentemente bisogno di
biancheria pulita...
Uno
degli altri invece diede una spallata al già abbattuto Nab, che piombò faccia a
terra.
“Ahi…
Sigh, e dire che avevo già pensato a come spendere quei jewel!”
“Nab…”
Alzò
gli occhi, e gli altri erano lì a sorridergli.
“Scusami:
ho pensato che te la fossi data a gambe…” ammise Jet.
“Anch’io…”
chinò il capo Romeo in segno di scuse.
“Umpf,
ma che darsela a gambe!” –disse Visiter- “Lui è un mago di Fairy Tail!”
“Ben
detto, ed ha appena tolto le castagne dal fuoco alla gilda.”
Macao
fu ben contento di chinarsi per lui e non per quell’arrogante, di posare una
mano sulla spalla del suo coraggioso amico anziché di umiliarsi per un
immeritevole avvoltoio.
“Non
è stata una missione facile, vero? Grazie, Nab!”
Nab
prese a perdere moccio dal naso e acqua dagli occhi: “Master… Sniff!”
Lo
aiutarono ad alzarsi e Visiter propose un triplo “Urrà!” per l’eroe del giorno!
“Vi
prometto che d’ora in poi andrò in missione più spesso!”
“Uh,
vuol dire che per vederti di nuovo attivo ci vorranno… Quanti? Due o tre mesi?
Eh eh eh!”
“CATTIVO! UEEEEHHH!”
“Ah ah ah!”
Un
po’ punto nell’orgoglio, un po’ deluso per il mancato guadagno, un bel po’ commosso
come non mai, Nab piangeva a dirotto.
Un
pioggia di “Bravo!” e pacche sulle spalle si riversò su di lui, consolandolo.
Passarono
effettivamente quasi tre mesi per vederlo strappare finalmente un’altra
richiesta, ma nessuno glielo fece pesare.
In
fondo, aveva fatto più lui in una sola missione che tutti gli altri nelle loro.
E per la gilda, era certo meglio essere in debito con lui, un pigro ma prode
Fairy Tail, che con chiunque altro!
Dai
che questa volta vi ho regalato qualche sorriso in più! ^__^
Trattandosi
di Nab ho approfittato per alleggerire un po’ i toni dopo tanta pesantezza;
dopotutto il momento triste è ormai finito nel manga (anche se, ribadisco,
anche troppo presto e troppo facilmente…), e anche il prossimo, l’ultimo,
dedicato a Laki Olietta, avrà tinte più chiare.
In
fondo a Fairy Tail non importa quanto fai, ma ciò che fai: l’importante è fare.
Nab
non ha abbandonato la gilda nei sette anni, e l’ha salvata da una possibile distruzione,
rimeritandosi così il diritto di essere un vero membro della gilda. Certo, poi
si è un tantino riadagiato, ma uno non cambia mica da un giorno all’altro! XD
Il
riscatto è alla portata di tutti, basta volontà!
Al
prossimo capitolo, cari lettori!
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Capitolo 7 *** Il compleanno di Laki ***
fairy tail 7
Salve
a tutti, e benvenuti all’ultima delle storie dei sette anni. La situazione che
aveva ispirato questa raccolta di brevi racconti è oramai dietro le spalle, con
tutti i sospiri di sollievo e i dubbi che ci ha portato; per la gilda è tempo
di riconquistare serenità e ricominciare, e allo stesso modo, con questa che
chiude il ciclo, torna un po’ di speranza e buon umore (sempre che siano
confermati dal capitolo successivo…)!
Il
personaggio in questione è Laki Olietta; una delle cose che mi è piaciuta di
questa fic è stato poter dare spazio e importanza ai personaggi più sullo
sfondo di questo manga, in un certo senso è stato come lavorare su delle vere e
proprie novità!
Buona
lettura, ci sentiamo dopo coi saluti di rito!
PS:
NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
“IL COMPLEANNO DI LAKI”
Laki
Olietta salutò le amiche per recarsi, come tutti i giorni, alla gilda. Queste
le avevano offerto di stare un altro po’ con loro, per un giro, anche
considerato il giorno, ma lei aveva rifiutato con cortesia: proprio perché era
quel giorno, non poteva non presentarsi lì nemmeno un po’.
“Uffa,
devi proprio?”
“Ma
che ci vai a fare ormai?”
“Quand’è
che ti deciderai a lasciare quella gilda?”
“E perché dovrei?” chiese con sorpresa, come non ne capisse minimamente il
motivo.
Con
la stessa identica naturalezza, si incamminò, fingendo di non sentire il resto.
“Lasciala
stare, tanto anche se non lascia lei, tra poco saranno loro a mollare.”
Per
i primi passi continuò a fare come non avesse ascoltato.
Poi
cominciò a rifletterci su, lungo tutto il tragitto attraverso Magnolia e poi
fuori città.
<<
Tanto anche se non lascia lei, tra poco
saranno loro a mollare. >>
Fairy
Tail era sull’orlo del collasso.
Erano
tutti, non solo le sue amiche, a dirlo.
Una
volta, per strada, aveva ascoltato casualmente due uomini ad un bar che
scommettevano su quanti mesi ancora sarebbe durata Fairy Tail, prima
dell’inevitabile scioglimento.
Possibile
che nessuno riuscisse a vedere nemmeno una possibilità, un barlume di riscatto,
per una povera ma tenace gilda che aveva perso così tanto in quegli anni, e che
aveva avuto, chissà come, la forza di restare in piedi fino a quel punto?
<<
Ma che ci vai a fare ormai? >>
Una
volta, sette anni prima, far parte di Fairy Tail la rendeva oggetto di
ammirazione e invidia invece: molte delle sue amiche le chiedevano
continuamente racconti delle loro eroiche gesta, o di essere presentate a
qualcuno dei suoi maghi più celebri.
Ora
invece ancora capitava che qualcuno dei suoi conoscenti la guardasse con un
sorriso beffardo, saccente, odioso, e che le chiedesse, ancora più apertamente:
<<
Ma dai, sei ancora in Fairy Tail? Perché
resti, ormai fanno pena! Tu sei forte, puoi trovare di meglio! >>
Sul
fatto di essere forte nutriva qualche dubbio, che potesse trovare di meglio era
invece assodato.
<<
Perché resto? >>
Per
quale motivo, in primo luogo, era rimasta, al pari di gente come Macao, Romeo,
Bisca, Arzack, ben più tenaci e idealisti di lei?
Iniziò
a pensare che forse non aveva avuto il cuore di deluderli, quelle poche teste
dure che non avevano voluto mai saperne di chiudere.
Tutto qui, dunque? Solo per la pena che aveva provato?
Accidenti,
se era veramente così, forse le sue amiche avevano ragione dopotutto.
Forse
semplicemente non aveva avuto la faccia tosta di pretendere di meglio per sé,
di dire a quei sognatori che era ora di svegliarsi, ai viaggiatori che il
capolinea era giunto…
<<
Se me ne andassi, troverei lavori
migliori, e la mia famiglia e i miei amici sarebbero con me, di sicuro. E
invece sono ancora qui. Ma perché? Mi sono mai fermata a chiedermelo? >>
L’effetto
di quello scervellarsi fu che raggiunse l’incolto giardinetto di fronte la
gilda con il morale a pezzi di chi non sa più chi è.
<<
Perché? >>
Aprì
la porta.
“Ciao
a tu… ?!”
“BUON COMPLEANNO, LAKI!”
Visiter
iniziò a saltellarle intorno lanciando manciate di coriandoli per aria! Nab
sosteneva le esultanze con dei lunghi fischi! Arzack e Bisca sparavano per aria
proiettili a salve! Jet e Droy già pregustavano i complimenti per i palloncini,
i festoni e le decorazioni che avevano approntato!
“Ragazzi…
Non dovevate…”
Tutta
la gilda era stata agghindata apposta per lei; la invitarono a farsi avanti e
si ritrovò circondata da un festoso vortice di facce allegre, sorrisi, pollici
in su… Persino quel musone di Romeo si era messo un cappellino a punta per
intonarsi allo spirito generale (anche se non spiaccicò un mezzo sorriso)!
“Sei
contenta?” chiese il master Macao.
“Non
posso non esserlo: è la prima festa a sorpresa che ricevo!”
“Te
la meriti, Laki: sei qui con noi da un sacco di tempo, ti impegni sempre in
missione…”
Wakaba
si tolse la pipa di bocca: “E sei sempre pronta a tirar su Droy quando diventa
famelico!”
“Stai
forse insinuando che sono grasso?!” grugnì Droy, che aveva aperto il buffet
prima del tempo!
“Droy,
levati, aspetta un altro po’!”
A
Laki venne mostrata la sua torta, preparata da Max e Jet (quest’ultimo col compito
importante di tenere lontano Droy), una pila di pacchetti regalo coi suoi
colori preferiti (da uno di essi spuntavano un paio di manette…), e un suo
ritratto a grandezza naturale fattole da Reedus con tanto di dedica!
“Dai,
di qualcosa!” la esortò Warren.
“……”
“Eh
eh!”
<<
Perché sono rimasta? >>
<<
Quand’è che ti deciderai a lasciare
quella gilda? >>
Che
domande idiote!
“Grazie
a tutti! Sono contentissima! È il mio compleanno più bello! E… VIVA FAIRY
TAIL!”
Anche
non capendo cosa centrasse quell’improvviso spirito di patriottismo (o
“gildismo”?), tutti alzarono volentieri i pugni: “VIVA FAIRY TAIL!”
Laki rise e corse dalle candeline che la attendevano.
Sapeva
già cosa desiderare.
<<
Voglio restare qui, fino alla fine, o
quel che sarà! E magari anche dopo! >>
Perché
adesso non aveva più dubbi!
“Viva
Laki!”
“La
prima fetta è mia!”
“Eh, no, ora basta, palla di lardo! Non te la darò vinta!”
“Molla!”
“Molla
tu!”
Visiter
la rubò dai due a passo di danza: “Tra i due litiganti…”
“EHI!”
Jet
e Droy si coalizzarono subito contro di lui: gli si gettarono addosso, ma Nab
venne subito in soccorso dell’amico ballerino!
“ADDOSSO!” urlarono Bisca ed Arzack, gettandosi nella mischia per il semplice
gusto di farlo!
In
tutto questo, la prima fetta se l’era presa Romeo, che la mangiava
tranquillamente in un angolo!
“Ah ah ah, come ai vecchi tempi, eh Macao?”
Questi si sentì curiosamente come avesse sette anni di meno: “Vecchi? In
momenti come questo i chiedo quando mai siano finiti, Wakaba, vecchio mio! Ah
ah ah!
“Eh
eh eh!”
Laki
vide le risate, il fracasso, la rissa, e sembrò che qualcuno avesse alzato il
riscaldamento.
Le
sembrò di vedere Natsu divorare etti di spaghetti alla diavola, Gray spandere i
suoi vestiti qui e là, Lucy e Levi che parlavano dei loro libri preferiti,
Happy e i suoi immancabili pesciolini, Erza con la sua tortina alla fragola, e
gli sbraiti di Elfman, le gentilezze di Mira, la pipa del master, l’ardore di
Gazille e Lily…
Un
palloncino le cadde in testa, risvegliandola.
Sopra
c’era scritto: “Viva Laki!”
<<
Fairy Tail potrà anche aver perso degli
amici, la sua fama, la sua gilda, ma non è morta, non può morire, nemmeno
quando non ci sarà più! >>
Prese
il paio di manette che sbucavano da uno dei suoi regali e si gettò addosso al
malcapitato Warren per provarle subito!
Fu
una serata spassosa, per niente nostalgica, che le schiarì le idee.
Non
importava quel che dicevano, e nemmeno se un giorno sarebbe tutto finito.
Finché c’era lei e c’erano loro, non esistevano dubbi su dove il suo cuore
appartenesse.
Perché
Fairy Tail è sempre Fairy Tail!
Nulla
può fermare la vera amicizia, né lo spirito immortale di chi non si arrende al
male e alla solitudine, ma sa godersi la gioia coi propri cari.
Laki
non ha resistito fino a quel punto: ha sempre avuto validissimi motivi per non
abbandonare mai la migliore di tutte le gilde! Ora la prova è finita, Fairy
Tail è sopravvissuta, e dopo il calvario, si prepara a spiccare di nuovo il
volo.
Così, con questo augurio di invincibilità e immortalità si chiudono le storie
dei sette anni!
Un
grazie infinite a tutti voi lettori, che avete commentato (grazie
malandrino-ninja, grazie Black Star, grazie Ayako83!) o che avete letto zitti
zitti, vivendo le passioni dei “reduci” nei sette anni della separazione! ^__^
Mi
auguro di tornare presto con una nuova fanfiction; magari, augurandomi buona
fortuna per i miei esami, me li farete superare e avrò tempo per dedicarmici,
che dite? ^__°
Ciao
a tutti! E non dimenticate di guardare anche nella mia gallery di Deviantart
(Tonycocchi) ogni tanto!
PS:
NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
PPS:
GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!
FINE
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