Le storie dei 7 anni

di TonyCocchi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Romeo e il mare ***
Capitolo 2: *** Macao, il master della decadenza ***
Capitolo 3: *** Io non sparirò ***
Capitolo 4: *** Che direbbe se fosse qui? ***
Capitolo 5: *** Ricorda, carta bianca ***
Capitolo 6: *** La risolutezza di Nab ***
Capitolo 7: *** Il compleanno di Laki ***



Capitolo 1
*** Romeo e il mare ***


fairy tail - 7 anni

ATTENZIONE!

Le seguenti storie sono tutte spoiler nei riguardi dell’uscita italiana del manga, e lo spoiler è davvero di quelli belli grossi!

Quindi, se non volete rovinarvi alcunché, leggete solo se siete in pari con le scans del manga (capitolo 254 e oltre)

 

Grazie ^__^

 

 

Cari lettori, è giunto anche per Fairy Tail il momento che sembra spopolare da un po’ di tempo a questa parte tra i manga shonen. Come Naruto, poi One Piece e poi Bleach, alla fine è successo anche qui… IL SALTO TEMPORALE!

Per carità, non ho nulla contro la scelta narrativa in sé, anzi, però… Diciamo che Hiro Mashima di salto ne ha fatto uno bello grosso, e con una sospensione davvero terrorizzante, per non dire spiacevole T___T

Se state leggendo, conoscete gli avvenimenti recenti del manga, quindi suppongo sarete rimasti scossi come me… Quanto odio quando gli autori tormentano i loro lettori!

In attesa del continuo (spero le settimane passino in fretta), e dello sperato risollevarsi di questa triste situazione, presento qui la mia nuova fanfiction!
Di sicuro, nei successivi capitoli, qualcosa verrà mostrato, ma non tutto, e queste brevi storie sono qui per questo, e per tutti quelli che vorrebbero vedere certe scene accadute durante i 7 lunghi anni del flash-forward!

Buona lettura!

 

PS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!

PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

 

 

ROMEO E IL MARE”

 

 

Odio il mare

 

E odio questo futuro in cui mi ritrovo a vivere

Il futuro nato quel giorno

Che questa maledetta acqua non ci ha più restituito

I nostri compagni

 

Io ho perso i miei amici

Mio padre li ha persi

Tutti noi li abbiamo persi, e pianti

E non siamo stati capaci di fare di più

 

Noialtri che siamo rimasti non siamo stati in grado

Di tenere alto il nome di Fairy Tail

Non siamo stati in grado di andare avanti come prima

Senza di loro

 

Odio vedere mio padre master

E odio vedere la bacheca delle missioni vuota

La nostra fama dimenticata

La nostra gilda derisa e piena di debiti

 

È anche colpa mia però

Anch’io sono rimasto a vedere accadere tutto questo

Il mio meglio non è stato abbastanza

Né io né loro siamo stati all’altezza di chi non c’era più

 

Scusaci, Natsu

 

Ma io un giorno salperò

Affronterò il mare e lo costringerò a ridarceli

Perché ci sono ancora, lo sento

Torneranno, o forse aspettano che sia io a farli tornare

 

E quando sarà così

Daremo una lezione a tutti quelli che ci hanno insultato

Torneremo a Magnolia e ci riprenderemo il nostro posto

Il posto di Fairy Tail

 

Fino a quel momento

Non sarò più in grado

Di sorridere

 

“Per quanto ancora hai intenzione di restare lì a guardare l’oceano, Romeo?”

“Il nostro lavoro qui è finito, torniamo alla gilda. Lo sai che tuo padre si impensierisce facilmente.”

“… Va bene.”

 

Aspetta e vedrai, dannato mare

Aspetta e vedrai…

 

 

 

Ed eccoci qui…

Sarebbe un po’ come partire dalla fine in un certo senso; d’altro canto, ho voluto proprio cominciare dalla fine dei 7 anni del salto temporale, e come nel manga la storia da qui riprende, così iniziano le mie narrazioni di ciò che ne è stato di Fairy Tail, dopo la distruzione dell’isola di Tenrou.

Non si tratterà di una storia unitaria, ma di una raccolta di one-shot (spero di farne 7 come 7 sono gli anni), incentrate sui vari personaggi rimasti e su momenti accaduti davvero o anche solo forse...
La prossima, vedrà come protagonista il quarto master di Fairy Tail.

Commenti ben accetti, anzi, graditissimi! ^___^

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Capitolo 2
*** Macao, il master della decadenza ***


fairy tail - sette anni

Ehilà a tutti, cari lettori! Con la risolutezza di Romeo, che ci rincuora e ci ridà speranza, sono dunque iniziate le mie storie dei 7 anni!

È difficilissimo abituarsi a un cambiamento tanto drastico, stavolta l’autore ha proprio fatto venire un colpo a noi lettori… Del resto, per me restava meglio se crepava solo Makarov (pur col bene che gli voglio), sarebbe stata decisamente una bella scelta narrativa, se non altro non radicale quanto questa…

Ad ogni modo, ecco la seconda storia, con protagonista Macao, colui che ha preso il timone della gilda nel suo momento più difficile, riuscendo a farla sopravvivere anche nella rovina.

La scena che vedrete è ispirata ad un episodio del film “Il Signore degli Anelli – Le due Torri”, molto bella, che vi linkerò a fine capitolo ^__^
Buona lettura!

PS: GAZILLE  X LEVI ORA E SEMPRE!

PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

 

 

 

MACAO, IL MASTER DELLA DECADENZA”

 

 

Non era più la Fairy Tail di una volta. Almeno vista da fuori.

La dimora della gilda era assai meno munifica, assai meno spaziosa, ma se non altro, anche con quattro gatti, lo spirito restava vivo, specie quando ci si concedeva una tranquilla serata a tirar tardi; meno lavoro significava anche più tempo libero.

Anche una locanda abbandonata poteva risultare accogliente, per i superstiti di una gilda abbandonata, il cui desiderio di restare vicini, almeno loro, era più forte che mai.

“Beh, io torno a casa.” disse Max Alors alzandosi.

“No, dai, chiacchieriamo ancora un po’!”

“Volentieri ragazzi, ma devo recuperare un po’ di sonno. Notte!”
“Notte!” salutarono Jet e gli altri.

Nell’andarsene, udiva il rumore dei suoi passi sul legno del pavimento: un tempo non ci riusciva, tanta della gente che c’era, tanto dello spazio in cui i rumori e le voci, sempre alte in ogni momento, si confondevano.

Trasmetteva come un senso di solitudine.

All’inizio era stata dura abituarsi a sentirlo, ma, passati già alcuni anni, non ci faceva più caso.

Aprì la porta, e salutò ancora.

Nel farlo, la luce dall’interno rischiarò il piccolo patio, e rese visibile, nella penombra, lì davanti dove iniziavano i gradini, una figura ferma che subito riconobbe.

“Toh, Master! Cos’è, stai diventando anche tu uno di quei sentimentali che guardano le stelle ora?”

Nell’avvicinarglisi, notò sorpreso che non stava affatto guardando le stelle.

Il suo viso non si alzava un centimetro più del dovuto, gli occhi erano fermi a fissare davanti; fissare, senza guardare.

Quello sguardo così vacuo raggelò il sangue di Max.

“Master?”

“… Chi sono io, Max?” domandò Macao, con un voce roca che non sembrava sua.

“… Sei il nostro Master.” capì che voleva sentirsi dire.

“E voi vi fidate del vostro Master? Vi fidate di questo Master?”
Max ingoiò un boccone amaro: non aveva visto nessun uomo invecchiare così tanto in così pochi anni. Aveva perso capelli, perso il senso dell’umorismo, perso il sorriso di suo figlio, e ora, anche la forza di volontà, quella con cui aveva tenuta unita la gilda nel momento più buio, che era stato costretto a far uscire e che forse non aveva mai avuto realmente.

“Io e gli altri resteremo fino alla fine… Seguiremo il nostro Master, nel bene e nel male.” disse, stringendo i pugni, per dare alla sua voce la sicurezza di cui l’altro aveva disperatamente bisogno.

“Nel bene o nel male.” ripeté Macao, senza smettere di guardare avanti, come in trance.

Il bastone del Master, che doveva essere un simbolo del comando, sembrò diventare un semplice appoggio per un uomo che aveva tentato con tutto sé stesso di tenere insieme dei cocci, e che ora, con alle spalle quella vecchia taverna ristrutturata alla bella e meglio, il posto migliore che aveva potuto assicurare ai suoi pochi “ragazzi”, sentiva di aver fallito.

 

Dove sono il drago e l’amazzone?

Dove i dominatori del ghiaccio e delle stelle?

Dove sono il dio del tuono, e il diavolo dal viso angelico?

Dov’è il master di Fairy Tail?

 

Si appoggiò al bastone ancora di più.

 

Sono andati via

Come il vento

Sulle macerie di un’antica gloria perduta

Spazzati via

Dal ruggito dell’immonda bestia

Che fa procedere le ere del mondo

 

“Acnologia. Possa tu essere maledetto in eterno, ovunque tu sia adesso.”

Solo in quel frangente strinse un po’ i denti.

 

Le fate volano via da noi

Lontano, irrangingibili

Le loro code scompaiono, tristi

Come gli ultimi lumicini rimasti

In quello che era un cielo allegro di stelle

 

“Come siamo giunti a questo?”

 

Abbassò il pesantissimo capo: “Perché è toccato a me, vivere, e vedere questi giorni? I giorni della solitudine, del ricordo, e del rimpianto. È toccato a me essere l’ombra di un master, quando la gilda non è ormai che è un ombra. Come siamo giunti a questo?”

La porta, lasciata aperta, illuminava il quarto master di Fairy Tail, nel magnificare la sua decadenza, nel suo rendersi conto mestamente di non essere che un futile ripiego, per una gilda che avrebbe meritato ben altro.

 

Fu allora che Max si scorciò la manica della camicia, per mostrare il simbolo di Fairy Tail, che recava sul dorso dell’avambraccio.

Macao si girò.

“Io sono un membro di Fairy Tail! Fairy Tail è la mia gilda, e io la seguirò ovunque, non me ne frega niente se non torneremo mai a stare in un castello o se ci contiamo sulle dita di una mano.”

Con sorpresa di entrambi, i cardini della porta squillarono, e gli altri membri uscirono fuori, dopo aver ascoltato tutto.

“Fairy Tail è la mia casa!” disse Nab mostrando il suo simbolo.

“Fairy Tail è la nostra famiglia.” fece Alzack facendo lo stesso insieme a sua moglie.

“In fondo questo posto non è poi bruttissimo.” sorrise Wakaba.

Anche Laki, e Reedus, e Jet, e Droy, e Warren, e Visiter, e suo figlio Romeo li seguirono a ruota, mostrarono i loro simboli, a testa alta.

“Ma perché ci sia una gilda ci deve essere un master.” dissero tutti, attraverso le labbra di Max.

Come aveva dimostrato proprio lui, diventandolo, e facendoli sopravvivere fino a quel mesto punto.

La nebbia davanti gli occhi di Macao si diradò, e il master di Fairy Tail tornò a guardare.

“Vi piace questa baracca, eh?” disse alla fine, dopo aver cercato invano di esprimersi con altre parole.

Scoppio a ridere, sommessamente.

“Noi restiamo qui, e neanche tu te ne vai, dico bene?” chiese Max.


Il master rideva ancora: “Come siamo giunti a questo?” si domandava, scuotendo il capo.

“Master?”


“Chiudete tutto, tiratardi: domani vi voglio tutti al lavoro, intesi?”

Probabilmente domani non ci sarebbero state abbastanza richieste per tutti, ma la gilda, e il suo master, sarebbero stati ancora tutti là, ancora per un po’.

 

 

 

Ecco la scena da cui è tratta (se non l’avete ancora riconosciuta): http://www.youtube.com/watch?v=6xvcT__oOQs

Ho reso Macao un bel po’ “epico” col suo discorso a Max, se lo sarà preparato prima forse? Chissà…

 

Macao è davvero un personaggio secondario coi controfiocchi: chi se non lui poteva evitare, per quanto possibile, lo sbando della gilda, dopo la drammatica riduzione della sua potenza? Che dire, in un certo senso sono rimasti proprio i migliori!

Ma anche la forza di volontà può cedere, con le provature del tempo, e col rimpianto degli amici persi a pesare come un macigno…

Ma la famiglia è ancora lì, ed ha ancora bisogno di un padre, che non la faccia morire del tutto.

La prossima storia, avrà dei toni meno tragici e più “rosa”, sarà infatti incentrata su Arzack e Bisca! Vi aspetto! ^__^ Ciao ciao!

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Capitolo 3
*** Io non sparirò ***


fairy tail - 7 anni

Ciao a tutti, cari lettori! I corsi all’università e il karate la sera limitano molto le mie energie e il mio tempo libero: mi sa che le storie dei 7 anni saranno ultimate in un po’ più che in 7 giorni come avevo previsto! XD

Quello che devo mantenere è l’ispirazione: se quella passa, la qualità delle storie scende: conscio di questo, questa che vi apprestate a leggere l’ho scritta (in parte) proprio mentre ero in classe, approfittando del momento ispirato nonostante il luogo! Nemmeno io ero mai arrivato a tanto, che stia peggiorando?

Bisca ed Arzack (o Alzack se preferite), sono finalmente usciti dal guscio, arrivando addirittura a sposarsi (alleluia, meglio tardi che mai! XD). In attesa che Hiro Mashima mostri qualcosa al riguardo, ecco come potrebbero essere andate le cose. Buona lettura, commentate! ^__^

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!

 

 

 

IO NON SPARIRÒ”

 

 

E alla fine, il momento era giunto.

Il momento di lasciare Magnolia.

Ormai il fondo della gilda, in dimagrimento da tempo, si era quasi esaurito.

Macao aveva venduto la proprietà di Fairy Hills, e quello era bastato a tirare avanti per un po’. Ma già allora si sapeva che la gilda non sarebbe stata in grado ancora a lungo di mantenere la sua dimora.

Con la sparizione nel nulla dei suoi membri di spicco, le richieste importanti e remunerative diminuirono drasticamente in pochissimo tempo, e, del resto, non c’erano più maghi di un livello tale da portarle a termine. Né ve ne erano in numero sufficiente da riuscire a sostenere Fairy Tail anche con lavori meno importanti.

Ormai, quel grande castello, con tanto di piscina e sala hobby, era diventato ridicolmente vuoto, ridicolmente sprecato per così poca gente.

Già pochi mesi dopo la distruzione di Tenrou, avevano iniziato ad andarsene.

Macao cercò in tutti i modi di trattenerli, ma non osò mai costringere o chiedere più del dovuto: Fairy Tail è libertà, anche libertà di andarsene, purché con la promessa di portarla nel cuore.

E questo giurarono di fare tutti quelli che, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese, salutavano, in cerca di miglior fortuna altrove.

Alcuni addii erano bagnati di lacrime, altri no, tutti colmi di dispiacere, ma senza rancore: bisogna pur sostenersi, andare dove c’è lavoro, dove ci sono occasioni, così è la vita.

 

Era il giorno del trasloco; i membri rimasti avevano racchiuso oggetti utili e cimeli della gilda in casse grandi e piccole, bauli e sacche, e stavano finendo di trasportarli fuori nel patio, insieme a bandiere e stemmi. Da lì, avrebbero dovuto caricarli su alcuni carri, per trasportarli verso la nuova sede della gilda; Macao era riuscito a trovare una sistemazione adatta fortunatamente, “confortevole anche se rustica” l’aveva descritta…

“Piccola e da ristrutturare” aveva tradotto subito la maggior parte degli altri!

Il vecchio edificio sarebbe certamente mancato, ma d’altro canto non sarebbe nemmeno rimasto lì per nostalgiche visite dall’esterno: già si vociferava che una nuova gilda avesse intenzione di stabilirsi a Magnolia, e che la città volesse concedere loro proprio il terreno su cui era sorta la grande Fairy Tail di una volta.

“Che sfacchinata!” esalò Warren appoggiandosi flaccidamente a una cassa alta la metà di lui.

“Davvero avevamo così tanta roba? Eppure pensavo ne avessimo venduta parecchia di recente…” commentò Max asciugandosi il sudore con un fazzoletto.

Un vigoroso battito le mani fece scattare gli esausti sull’attenti: il loro severo master aveva le maniche rimboccate, il che voleva dire altra fatica in arrivo!

“Animo, pelandroni! Si sbaracca! Dobbiamo finire il trasferimento entro stasera!”

“Siamo noi che ce ne andiamo o loro che ci cacciano?” chiese Warren a bassa voce, indispettito da tanta fretta.

“In piedi, forza! Visiter, tu che sei già in piedi fermati e dai una mano! Arzack?”

“Sono qui, master! Stavo finendo di raccogliere un po’ di cose!” corse il pistolero, tutto trafelato, con una scatola tra le mani, pronto a ricevere gli ordini del master.

“Portate le casse sui carri, forza!”

“Vediamo un po’…” –mormorava Nab dietro di lui- “Quale di questi bauli potrei prendere per primo?”

“NON COMINCIARE TU!” gli urlò Macao nell’orecchio!

Alzack, come tutti, scoppiò a ridere, e fu tra i primi a dar fondo al proprio olio di gomito e a caricare.

Scansò Nab, che minacciava di schiacciarlo con uno scatolone e corse a prendere qualcos’altro.

Presa una nuova cassa, di dimensioni più piccole, si guadò attorno: “Qualcuno ha visto, Bisca?”
“Boh!” sbottò Droy schiacciato da una sacca da viaggio sulle spalle.

“Laki, hai visto Bisca?”

“Si, è laggiù.” rispose lei, liberandosi un braccio dal carico e indicando verso l’angolo dell’edificio.

Malgrado il disordine sparso, Arzack la notò subito perché si era seduta in alto, sul ciglio di un’enorme cassa alta quasi due metri, con dentro alcuni pesanti ricordi della compianta Erza, guardacaso l’eroina della sua “compagna”.

Tappandosi momentaneamente le orecchie dai continui richiami di Macao, in particolare a Wakaba che anziché caricare fumava, si incamminò verso quel delizioso puntino verde.

Bisca Mulin, la maga venuta dall’ovest, proprio come lui, agitava lentamente le gambe nel vuoto sotto di lei, come una scolaretta su una panchina, con il cappello a tesa larga dietro le spalle. Arzack la trovò particolarmente carina in quella posa.

“Eccoti qui!”
“……”

“Bisca, sarà meglio che tu ti dia da fare prima che il master ti noti.”

Mentre si girava verso di lui, questi pensò che forse con quel tono poteva suonare un po’ rompiscatole e si affrettò a correggersi.
“Ovviamente non dico non ci si possa riposare ogni tanto… Basta che poi non fai la stessa fine di Nab, eh?”

Rise, ma lei non fece altrimenti, come si era augurato.

Nessuno quel giorno era allegro, non si poteva esserlo. Gli unici sorrisi che potevano vedersi spuntare erano quelli per far coraggio agli altri. E Bisca aveva l’aria di chi stava aspettando qualcuno che venisse a interessarsi a lei: e chi se non lui?

Arzack posò la cassa per terra e si avvicinò di un altro passo: “Bisca, posso capire. Sono triste anch’io che ce ne andiamo… Però… Ci stiamo solo trasferendo; magari non è poi così male lì dove andiamo, no? Umpf!”

“La settimana scorsa Mickey, Shin e Joy se ne sono andati…”

Arzack sospirò. Allora era per quello che era giù?

“Avevano le loro buone ragioni, lo sai… Fa nulla.” disse, anche se ricordarli, come ricordare ogni compagno che aveva mollato, gli faceva sentire le farfalle nello stomaco.

“Noi restiamo, no? E anche gli altri restano! L’importante non è questo, scusa?”
“……”
“Che restiamo ancora insieme!” incalzò lui, cercando inutilmente di vederle spuntare il minimo sorriso.

Fu invece lei a farglielo scomparire, pronunciando le parole più gelide che ebbe mai la sventura di udire.

 

“Per quanto ancora?”

 

Arzack provò a fare un passo; Bisca per contro saltò giù della cassa e gli mostrò le spalle.”
“Bisca.” la chiamò, temendo di vederla fuggire via dal discorso, ma in realtà si era fermata subito.

“Bisca, cosa c’è?” chiese, anzi, pretese di sapere, non riuscendo a sopportare di vederla così. Era dispiaciuto anche del dispiacere degli altri certo, ma lei non era gli altri. Lei era Bisca.

Aveva già dimenticato l’ultima volta che l’aveva vista sorridere.

“Mi mancano…”
“Mancano anche a me, ma…”

Lo interruppe, e finalmente l’avventuriera diede fuoco alle polveri: le polveri della sua frustrazione, della sua tristezza, delle sue paure nascoste, avvamparono, ed esplosero tutte in una volta.

 

“Erza, Lucy, Natsu, Gray, Happy sono andati via… Gli altri continuano ad andarsene! E ora ce ne andiamo noi dalla nostra gilda! Stiamo perdendo tutto e tutti a poco a poco!”

 

Si voltò. Tremava.

 

“E poi? Te ne andrai anche tu?”

 

Alzò ancora di più la voce, un grido.

 

“Per quanto ancora resteremo tutti insieme di questo passo?”

 

“Io non voglio restare sola!”

“Non voglio che tu te ne vada!”


“Non voglio! Non voglio! Non voglio!”

Urlò lei, per tre volte, iniziando a piangere altrettanto rumorosamente, come una bambina.

 

<< Non voglio allontanarmi da Arzack! >>

 

Alzò gli occhi chiusi al cielo, urlò e pianse ancora.

 

E lui, idiota, ci aveva messo quasi tre anni per arrivare a capirlo. Per capire cosa la turbava sul serio, cosa avesse visto nel suo futuro, nel futuro di tutti a Fairy Tail.

L’abbandono.

L’andare in pezzi.

Lui, come altri, ci si era rassegnato, prima alla scomparsa dei suoi amici, poi a quel lento inesorabile sfacelo, come dovuto per forza di cose, come a non volerlo vedere.

Aveva sbagliato; Bisca non si era rassegnata ad alcunché.

Ed il motivo era limpidissimo.

Quella via che la gilda aveva ormai imboccato, non conduceva a nient’altro che una cosa.

 

Il loro addio.

 

“NO!”

 

L’abbracciò e la scosse, con le braccia e con le parole: “No! Io non me ne andrò! Hai capito, Bisca? Mai!

“Arzack…”

“Anche se la gilda smettesse di esistere, io non ti abbandonerò, ti resterò sempre accanto, qualunque cosa succeda!” disse col tono delle promesse.

E con lo stesso tono, disse ancora.

“Io ti amo.”

“……”
Si disse che era lì che, inconsciamente prima e consciamente poi, col suo sfogo, aveva cercato di andare a parare, quello il bersaglio che aveva cercato di colpire.

Lui però l’aveva anticipata facendo centro prima di lei. Non che la sorprendesse l’essere ricambiata, l’aveva capito già da un po’… Ma le dispiaceva, alla fine della fiera, non esserci riuscita, aver dovuto aspettare lui.

Ora però basta aspettare, doveva solo rispondere.

Lo baciò.

Arzack sentì il calore di quel bacio percorrerlo, fino ad arrivargli alle punte delle dita. Espirò, e la stinse ancora più a sé.

“Tu però… Promettimi che neanche tu te ne andrai.

“Non me ne andrò mai…”

 

“Ti amo.” promise.

 

 

Alcuni mesi dopo, nella nuova, più umile gilda, da poco rimessa in sesto ed inaugurata, Arzack e Bisca si sposarono, alla presenza di quella ventina di compagni ormai rimasti loro, destinati a ridursi ancora di più col tempo.

Macao, dietro un leggio di legno, altare improvvisato, finiti i riti, altrettanto raffazzonati (non era mica un vero chierico…), ma sempre pieni di significato, alzò il capo e allargò solennemente le braccia: “E quindi, col potere conferitomi… Beh, da voi due in effetti, eh eh!”

Una veloce e piccola risata interruppe tutto per un attimo, rendendo il momento più leggero e più bello.

“Io vi dichiaro, marito e moglie! Ora potete baciarvi!”

“E credo che tutti qui intorno stiano aspettando proprio questo!” sghignazzò Wakaba facendo loro l’occhiolino.

Come da copione, il bacio suggellò l’unione “appena sbocciata”… e, come da Fairy Tail, partirono le esultanze!

“YIPPIE!”
“YA-HOOO!”
“FELICITAZIONI!”

Bisca si girò e ringraziò: “Pronti? Ecco che arriva il bouquet!”

“NO, ASPETTA!” cercò di fermarla Macao, mentre suo figlio Romeo, che aveva portato gli anelli, saggiamente corse a scansarsi.

Il bouquet cadde al centro della sala e lì si formò un nuvolone di polvere e corpi contorti!
“MOLLA!”
“MIO!”
“PRIMA LE SIGNORINE!”

Macao si batté una mano in faccia: “Lo sapevo…”

Max, anche lui fuori dalla rissa perché al momento non interessato al grande passo, avvolse un calice di vetro in un panno e lo pose per terra ai piedi dei novelli sposi.

“Forza! Rompete il bicchiere, è di buon augurio!”

BANG! BANG!

 

“… Non intendevo questo…”
Arzack e Bisca soffiarono sulle canne bollenti delle loro pistole e scoppiarono a ridere. Lui la sollevò tra le braccia e la baciò ancora.

 

 

Quella sera, ad Harujion, dove si erano recati per il viaggio di nozze, Bisca ed Arzack aspettavano il concludersi dello spettacolo a cui erano andati ad assistere: il tramonto.

Avevano trovato un posto da far invidia, in prima fila, su una banchina del porto, con una magistrale orchestra di onde, vento e gabbiani addetta alla colonna sonora.

Non si parlarono per il tempo che restarono lì, se non col respiro.

Sul tardi, fu Arzack a rompere quel “silenzio”: “Cosa fai?”

Aveva portato con sé lì uno dei fiori del bouquet: aveva pensato volesse tenerselo come ricordo, ma l’aveva appena buttato in mare.

“Sai, mi domando se ci fossero state anche Erza, Lucy, Cana e le altre... Chissà se sarebbe stata una di loro a prendere il bouquet.”

Il fiore si allontanava, scortato dalle onde, che rispondevano lente e obbedienti al desiderio della sposa.

“Sei ancora triste?” domandò lui.

“No, non lo sono.” lo rassicurò lei, accoccolandosi accanto a lui. Non poteva esserlo.

Si rialzò: “Andiamo a casa?”
“Si.”

La baciò e, presala per mano, la condusse via.

 

Il fiore si allontanava, sempre di più, galleggiando delicatamente verso l’orizzonte, verso mani di fata, già pronte a raccoglierlo.

 

 

 

Quasi mi commuovo da solo…

Le colonne sonore che “ringrazio” per questo capitolo:

1° parte: http://www.youtube.com/watch?v=7UzKIn4j8R4&feature=related

2° parte: http://www.youtube.com/watch?v=XYt6lULjRow

 

Ci è voluto un po’, c’è voluta la scomparsa di tanti loro cara, c’è voluta la caduta di Fairy Tail, ma Arzack e Bisca, ognuno grazie all’altro, ha saputo puntellare il mondo che stava andando in pezzi intorno a loro.

Auguriamo loro tanta felicità ^__^

Spero di avervi toccato il cuore come ai bei vecchi tempi ^__°

La prossima storia dei 7 anni sarà invece molto più triste e cruda, ed avrà per protagonista il povero Droy, cambiato nell’animo come nel corpo…

Alla prossima! ^__^

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Capitolo 4
*** Che direbbe se fosse qui? ***


fairy tail 7 anni

Ehilà a tutti! Salve qualche mosca al naso, è di nuovo un periodo ispirato e positivo, sia per le fanfic che per i disegni! Riguardo quest’ultimo punto, sappiate che ho disegnato la scena chiave del capitolo precedente (molto piaciuto, ne sono felice ^__^), e che forse in futuro sarà postata su Deviantart nel mio account, che dopo vi linkerò.

Fateci un giro ogni tanto! ^__^

Questa storia potrebbe essere considerata la più triste e tragica delle sette. Il personaggio di Droy finora mi era sembrato alquanto anonimo, ma quando l’ho visto dopo il salto temporale l’ho rivalutato: né in bene né in male, ma dal punto di vista puramente umano.

Perché rappresenta veramente tante persone, quelle che si lasciano andare, e “trasformare” dal proprio dolore… Persone a cui spetta tutta la nostra comprensione e il nostro aiuto.

Buona lettura.

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!

PPPS: Link di Deviantart: http://tonycocchi.deviantart.com/

 

 

 

“CHE DIREBBE SE FOSSE QUI?”

 

 

I primi giorni furono i peggiori.

La frammentarietà della notizia, l’incredulità davanti a qualcosa di così assurdo, la speranza di ritrovarli ancora vivi, impedirono al dolore e alla disperazione di esplodere tutti in una volta, e per bene.

Invece, lo shock si protrasse per giorni e giorni, man mano che si capiva cosa significassero quelle notizie da Tenrou, man mano che le speranze di riaverli indietro sparivano del tutto.

Per giorni, le urla e i pianti risuonarono tra le mura della gilda, soffocando le persone al suo interno con una cappa di speranze deluse, impotenza, rabbia, e dolore, tantissimo dolore.

 

Il mondo parlava di come Fairy Tail fosse stata spazzata via, di come tutti gli elementi degni di nota fossero stati annientati in un secondo, di quanto era stata drasticamente ridotta la sua potenza.

Per anni si sarebbe detto che Fairy Tail era diventata una gilda da pochissimo conto, stupendosi al confronto col radioso passato, commiserando o deridendone la potenza divenuta miserevole.

Per anni si sarebbe continuato solo a dire che, senza i suoi maghi più forti, Fairy Tail non era nulla.

Mai simili pensieri sfiorarono i suoi membri.

A nessuno importava di quanto fossero divenuti deboli.

Non avevano perso i loro “elementi forti”; avevano perduto i loro amici, le loro amiche, i loro compagni, persone tanto amate, che mai più avrebbero rivisto.

 

Nei primi giorni, i peggiori, ciascuno cercò di resistere, per non impazzire dal dolore. Ognuno cercò di assimilare e di risollevarsi, cercando disperatamente un appoggio, come sempre fanno gli esseri umani quando sono colpiti da un dolore insopportabile.

Assimilare il dolore, e risollevarsi: il naturale corso delle cose.

Ci fu chi, come Jet, non si lasciò travolgere dagli eventi, e, dopo aver pianto quante lacrime aveva da parte, si fece stoico, e coraggioso, per sé stesso e per gli altri che come lui soffrivano.

Ma altri, come Droy, non ci riuscirono.

Altri, come lui, si rifiutarono di accettare, di sopportare, e mancò loro la forza per andare avanti.

 

“LASCIAMI!”

“NO!”

“ANDRÒ IO A CERCARLA! ANDRÒ IO!”
“CHE PUOI FARE TU? NIENTE, ECCO COSA!”
“LASCIAMI ANDARE! IO RITROVERÒ LEVI!”

“DROY, SMETTILA!”

Lo colpì forte, al volto, con tutte le sue forze, sbattendolo letteralmente contro il muro.

Per fortuna lì fuori non c’era nessun altro a vederli.

Droy fece per alzarsi, ma il dolore alla guancia, ancora vivo, lo fece ricascare a terra.

Jet riprendeva fiato, e nel mentre gli sembrava di sentire i denti dell’amico stringersi, raschiare, pronti a creparsi. Le dita artigliavano il terreno, e tutta la mano, e il braccio vibravano con loro, per quanta forza ci metteva.

Droy urlò forte, ma era tutta scena: la sua voce si piegò, riducendosi lentamente a un verso sofferente, come un lieve scricchiolio.

“Droy, riprenditi…” ansimò Jet, vedendolo ricominciare a singhiozzare.

Ma sordo, il suo amico continuava a digrignare i denti e a guardare il cielo, accecato dalle sue stesse lacrime.

“Perché? Perché ci siamo fatti superare?”
“Che stai dicendo?”
“Noi siamo uomini no? Siamo gli uomini del team Shadow Gear, giusto? Levi… è una ragazza… E il master ha scelto lei anziché noi! Ha scelto lei!”

“Droy, che cazzo stai dicendo?”

Batté il pugno per terra, i singhiozzi lo fermarono per qualche attimo: “Se solo mi fossi impegnato di più! Se solo fossi stato più forte! Se lo fossi stato il master avrebbe chiamato me per l’esame, e ci sarei morto io su quella fottuta isola! CI SAREI MORTO IO!”

“ZITTO!” -urlò Jet, sul punto di dargli un altro pugno- “Pensi sarebbe stato meglio? Eh? Pensi sarebbe stato meglio? Pensi che io ti avrei pianto di meno? Che Levi non ti avrebbe pianto come la stai piangendo tu adesso? Allora?”

Riprese fiato: “Non dire mai più che saresti voluto morire al suo posto! Così offendi la sua memoria!”

Droy sussultò: “La sua memoria… Non dire così! Lei è…”
“LEI NON TORNERÀ PIÙ!”

Gli fece tanta paura da costringerlo a rintanarsi nuovamente contro il muro.

Jet tirò su col naso: “Non tornerà… Mi hai capito? Non tornerà.”

Tirò di nuovo su: “Fattene una ragione!”

Jet andò via. Ma Droy non fece come aveva detto. Se ne restò lì, avvinto tra i ceppi del suo dolore, che quelle parole crudeli ma vere avevano solo appesantito anziché sciogliere.

Gli girava la testa, e ad ogni giro rivedeva Levi e i momenti passati con lei, e i momenti con sé stesso, a sperare che lei ricambiasse il suo amore. Li rivedeva e se ne stava lì, a piagnucolare, singhiozzare, gemere.

Restò lì più di un’ora.

 

Non tutti sono forti. Non tutti assimilano il dolore; non nel modo giusto almeno.
Alcuni preferiscono nasconderlo, altri scelgono l’ancora sbagliata a cui affidarsi.

E Droy rifiutò la forza che il suo migliore amico cercò di infondergli.

Come anche oggi accade ad altri, trovò la consolazione nell’oblio.

E il suo oblio, fu il cibo.

 

Lui che era sempre stato magro, che mai si era dimostrato goloso, iniziò a mangiare, ogni giorno come per due, e se all’esterno le ferite del suo animo sembravano guarire, che peggiorassero invece era sotto gli occhi di tutti, man mano che, col passare dei mesi, si faceva più grosso, più pesante, più rotondo, irriconoscibile.

Col tempo smise di pensare a Levi, apparentemente, ricominciò ad andare in missione e a mettercela tutta per Fairy Tail, e continuò a mangiare e mangiare.

 

“La pianti?”

Andò avanti così anche alla nuova gilda. C’era meno roba da mangiare e di minore qualità, ma lui non si faceva mancare mai niente, anche a costo di portarsi il cibo da casa.

“Se ne vuoi un po’ basta chiedere.” fece Droy, allungandogli il piatto col pollo arrosto.

Jet scosse il capo. Voleva bene e disprezzava al contempo quella palla di lardo che stava diventando il suo migliore amico.

Lo capiva, ma lui mica aveva fatto tante scene. Aveva amato Levi, ma per lei non si era ridotto ad affogare in una maniera tanto ridicola.

Ma sapeva anche, che non tutte le persone sono uguali. C’è chi ce la fa, e chi non ce la fa.

“Droy, tra poco non entrerai più dalla porta!”
“Umpf, ma non dire idiozie!” rispose lui come di buon umore, tra un morso e l’altro.

Jet sbuffò: “Lo sai che direbbe Levi se ti vedesse ora?”

“Sta zitto…”
“Direbbe che stai diventando un brutto ciccione lardoso!”

Il ciccione picchiò i pugni sul tavolo: “NON METTERE IN MEZZO LEVI!”

Le poche paia di occhi rimasti andarono tutte su di lui. Il master e gli altri avevano tentato all’inizio di fermarlo, ma ben presto era stato chiaro a tutti che, se non ci riusciva il suo migliore amico, nessuno ci sarebbe riuscito.

“Lei non tornerà, non è vero? L’hai detto tu stesso! Quindi non rompere, mi rovini l’appetito.”

Fu il colmo per lui. Jet si vide costretto a stringere i denti ed annuire.

“Bene!”

Si risedette e tornò a mangiare; il suo compagno, allontanandosi a testa bassa, capì che, se non voleva perdere anche lui, non gli restava che accettarlo anche così, in quella maniera tanto pietosa.

Forse era meglio così, che si sfogasse su qualcosa di materiale, invece che soffrire ogni giorno per un caro ricordo andato.

 

Droy tornò a casa di cattivo umore e con una grande fame.

“Che rottura che è Jet! Io faccio quello che mi pare!

Richiuse la porta e andò subito in cucina: aveva voglia di un po’ di pane e marmellata. Un bel po’ di pane e marmellata.

Preparò tutto l’occorrente e si sedette a tavola.

“Mica siamo tutti bravi come lui a dimenticare!”

Spalmava le fette fino a colorarle tutte, e poi le mandava giù una dopo l’altra come patatine.

“Che gliene frega a lui poi? Non è mica mia madre!”

Buttò giù e subito se ne preparò un’altra, continuando a bofonchiare tra sé e sé quelle ridicolaggini.

“Io mica mangio per Levi, mangio perché ho fame!”

Si pulì con un fazzoletto e intinse di nuovo il coltello nel barattolo.
“Se Levi fosse qui… Bah! Se Levi fosse qui di certo non mi direbbe che sono un ciccione! Lei era così dolce. Figurarsi se direbbe proprio così! Umpf!”

Spalmò.

“Se Levi fosse qui…”

 

“Se Levi fosse qui direbbe…”

 

<< Droy, ti prego, smettila. Non voglio che tu soffra così tanto per me… Ti prego! >>

 

“……”

Si, avrebbe detto esattamente così.

 

Si sentì mancare le forze. Cadde in avanti, sul tavolo: la guancia gonfia di largo attutì la caduta.

Rimase fermo in quella scomoda posizione, col muso attaccato al tavolo, a fissare una macchia di marmellata di lamponi mista a lacrime che stava a un palmo dal suo naso.

La fissò a lungo, diluendola pian piano.

 

<< Non voglio che tu soffra così tanto per me… >>

 

Si sollevò dal tavolo. Prese la macchia col dito e lo leccò.

Per il resto di quel giorno, almeno, non mandò giù nemmeno un altro boccone.

 

Un amore non corrisposto può distruggere un uomo.

Un amore sparito nel nulla può essere anche peggio.

 

 

 

Esistono persone a questo mondo che, subito un colpo, si lasciano vincere da esso. Droy, a mio avviso, è una di queste. Sia Jet che Droy adoravano Levi, ma solo quest’ultimo è diventato un ciccione nei 7 anni della scomparsa della loro amata compagna; può voler dire che Jet forse amava di meno Levi rispetto a Droy, forse che Droy è meno forte psicologicamente rispetto a Droy, sicuramente che ognuno affronta la sofferenza a modo proprio.

E certi tipi di sofferenza non lasciano scampo, e tutto ciò che un buon amico può fare è comprendere e restare vicino.

La prossima storia, anch’essa un po’ nostalgica, ma credo meno malinconica, tratterà di Reedus, il mago pittore, i cui ritratti conservano e conserveranno per sempre i volti amici di un tempo. Non ci sono molte fic su di lui, forse nessuna, quindi non perdetevela! ^__^


Alla prossima!

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Capitolo 5
*** Ricorda, carta bianca ***


fairy tail 7 anni

Ehilà a tutti cari lettori! Lungo questa fic vi ho commosso, intristito e intenerito, e spero il menù di emozioni offertovi sia stato e continui ad essere di vostro gradimento!

Nel frattempo, siamo giunti all’arrivo di un nuovo capitolo del manga: ora che scopriremo il continuo, spero di non aver sballato alcunché, e che l’ispirazione mi rimanga per ultimare le ultime storie rimaste… Devo dire che con questa fic la settimana è trascorsa più in fretta e la sospensione è stata meno dura!

In questa quinta storia si parla di Reedus, l’artista della gilda, che tante volte ha immortalato amici e amiche; potrà farlo ancora dopo ciò che è accaduto?

Vediamo un po’!


PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEPRE!

PPPS: Scena del capitolo 3!

http://tonycocchi.deviantart.com/gallery/?catpath=scraps#/d4cstvz

 

 

 

“RICORDA, CARTA BIANCA”

 

 

La risposta al cambiamento è un altro cambiamento.

Le cose non furono più le stesse dopo la fine di Tenrou e di quella che sarebbe stata ricordata come l’epoca d’oro. E parimenti, chi si trovava all’interno di quel vortice, cambiò a sua volta.

Nel carattere e nelle convinzioni, nei progetti e nelle aspirazioni. Qualcuno non volle sopportare altri sacrifici e se ne andò, qualcuno si diede la forza d’animo per poter restare ancora. Qualcun altro ancora mostrò i cambiamenti più radicali nel suo aspetto esteriore.

“Reedus, va tutto bene?” –gli chiedevano quando arrivava alla gilda- “Ti vedo un po’ deperito.”
E la sua risposta era sempre quella.

“Sto benissimo, tranquilli. Prima ero così grosso per via dell’incantesimo del master. Ora però sembra che stia sparendo pian piano.”

Lo diceva sempre con una nota di rammarico; di fatto, in quei primi tempi, era diventato come una prova visibile che Makarov, e gli altri con lui, non c’erano più.

Nel vederlo “dimagrire” giorno per giorno, quando in realtà tornava semplicemente al suo aspetto originario, lui e i suoi amici vedevano allontanarsi e dissolversi tutto ciò che prima avevano avuto vicino.

In sostanza, l’arrivo di tempi nuovi,

In cui Reedus era piccolo e mingherlino, Droy affamato e sovrappeso, Max serioso e responsabile, Macao severo e burbero, e tutti un po’ diversi in qualcosa di piccolo o grande.

 

 

Passò parecchio tempo. Reedus si era “sgonfiato” del tutto, al punto da essere additato da Jet come un esempio per Droy (nessuno era mai dimagrito tanto e con così pochi sforzi dopotutto…).

Nella nuova gilda, fuori città, c’erano anche cose che restavano invariate.

La passione di Reedus per il disegno e la pittura era una di queste.

Grande o piccolo, era sempre lui l’artista della banda; se all’inizio era stato un simbolo del loro rimpicciolirsi, adesso per gli altri era bello vedere che, anche così malandati, il loro amico pel di carota continuava ad essere ispirato e riempire tela dopo tela, foglio dopo foglio.

Non aveva un posto fisso per lavorare, ma di solito si metteva vicino una finestra, in modo da poter copiare i vari paesaggi naturali intorno a loro.

In effetti, lui era soprattutto un ritrattista: gli riusciva molto bene riportare ciò che osservava, ma quando si trattava di andar di pennello a mano libera, notava sempre che la qualità del suo lavoro diminuiva un pochino.
Aveva sempre avuto buon occhio e mano ferma, ma poca fantasia in effetti.

In tal senso, i suoi disegni riflettevano la realtà in cui si trovavano esattamente com’era: ciò che c’era era immortalato, ciò che non c’era, tralasciato.

 

Fu così che, una volta, volle provare ad andare di fantasia, e disegnare Natsu.

Diede fondo ai suoi ricordi, tracciò uno schema, e abbozzò un espressione allegra, combattiva, decisa, che gli si adattava perfettamente.

Poi ricordò la sua corporatura, e si sorprese quando, nel ricalcare con meticolosità il suo primo schema, i dettagli anche piccoli dei suoi vestiti gli tornavano facili facili, come lo avesse davanti.

Finì in relativamente poco tempo, e si disse che un po’ di colore ci stava bene.

A tempo di record, finì il suo Natsu. Ci aveva messo molto meno che in un ritratto.

Ed era perfetto.

L’espressione, i capelli, i vestiti, i tratti del viso, le tonalità dell’abbigliamento…

Reedus era sbalordito: nessun ritratto era mai venuto così bene!
Preso dall’eccitazione, tracciò altri tre schemi, di cui uno più piccolo.

In poco meno di un’oretta finì sia Lucy, che Cana ed Happy; e poi, in poco più di un quarto d’ora, finì un primo piano di Freed, il cui profilo gli era sempre piaciuto.

Era stupendo rivederli davanti a sé, e scoprire di ricordarli così bene! Che memoria!

 

Avrebbe continuato così per ore. Avrebbe volentieri disegnato tutti i suoi amici e le sue amiche scomparse.

Finché il pennello che prima andava così veloce e lieve prese a rallentare, e la stanchezza non centrava.

Rivide ciò che aveva creato.

Stupendi, bellissimi. Agli altri sarebbero piaciuti un mondo.

Già se li vedeva, fargli i complimenti, magari commuoversi dicendo “Sembra che siano ancora qui”…

 

Quando invece non lo erano.

 

Li accartocciò, uno per uno.

 

Non era questo che desiderava. Imbottire sé stesso e i compagni rimasti con quelle diapositive del passato a loro tanto caro, offrire loro un surrogato, un farmaco all’amara realtà.

Guardare e intristire, lasciandosi andare ai ricordi.

Che sciocchezza.

 

Accartocciò per ultimo il Natsu.

Dovevano pensare a chi era rimasto, a come renderlo felice, non ad assillarlo con ciò che era ormai storia vecchia.

Makarov, Natsu, Gray, Lucy, Cana, Gildartz, e Freed col suo bel profilo, non rientravano più nella realtà di Fairy Tail.

Né nella sua arte.

Dopotutto, gli bastava guardare anche un foglio bianco per ricordarseli, esattamente com’erano, nei loro momenti migliori.
“Umpf!

La carta muta, disegnata col pensiero, non è seconda a nessuno.

 

“Reedus, perché li ha stracciati? Non ti piacevano?” chiese Laki.

“Uffa, mi sarebbe piaciuto vederli.” si avvicinò Visiter piroettando.

Sorrise: “Erano solo scarabocchi! Piuttosto, che ne dite se faccio delle caricature di tutti e scegliamo la più divertente da appendere?”
“Sembra divertente!”
“Comincia da questo caprone bisbetico!” rise Wakaba indicando Macao con la pipa.

“E perché non da te, tabagista scioperato che non sei altro!”

“Tsk! Una volta eri un figo, amico, poi sei diventato master!”
“Sono ancora figo!”

“Ah ah ah ah!”

Reedus prese un nuovo foglio e si mise all’opera.

Con Laki e Visiter dietro le spalle ad ammirarlo all’opera, pensò che il presente è sempre felice se ti sai concentrare su di esso.

 

Alla fine, la più buffa fu proprio quella di Wakaba, e venne tenuta appesa in bacheca ben dieci giorni.

 

 

 

Finalmente torna un po’ di allegria!

L’inizio nemmeno stavolta è stato dei più incoraggianti, ma si sa, i Fairy Tail hanno la straordinaria capacità di rialzarsi sempre quando cadono, e di cambiare le cose in meglio. Un atteggiamento utilissimo nella vita!

Un peccato per disegni così belli finire buttati, ma l’autore con essi deve poter dire qualcosa, e Reedus ha capito che è meglio per tutti guardare avanti, pur portando sui fogli bianchi del proprio cuore il ricordo dei cari scomparsi, piuttosto che restare invischiati nel ricordo stesso, quando la vita va male.

Meditate…

Il prossimo capitolo avrà come protagonista nientemeno che il mago più pelandrone della gilda: Nab!

Cosa potrà mai aver combinato lui in questi anni bui? Venite e leggete!

Un saluto a tutti!

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Capitolo 6
*** La risolutezza di Nab ***


fairy tail 7

Ehilà a tutti, miei cari lettori! E così è uscito il capitolo 255 di Fairy Tail, e con esso, le angustie nostre e della gilda sono dunque risolte… Così presto?

Vero, sono contento come suppongo lo siete voi che i personaggi più amati della serie siano vivi e incolumi, ma cavolo, abbiamo iniziato a compiangerli appena 2 capitoli e fa e tutto qui? Tra l’altro, ha senso un salto temporale in cui i personaggi non cambiano? Quasi mi fa sembrare esagerate le mie storie di questa fic…

Non so voi, ma per me Mashima, pur bravo, non è capace di sfruttare al meglio le occasioni messe a disposizione dalle sue scelte narrative…

Oh, beh, almeno mi ha ispirato molto fin quando è durata la parte tragica!

Eccovi quindi il penultimo capitolo, dedicato a un personaggio di sicuro poco appariscente e poco attivo, ma che non ha abbandonato la gilda suo nel momento più cupo! Buona lettura!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!

 

 

 

“LA RISOLUTEZZA DI NAB”

 

 

 

Nab era il mago che si vedeva più spesso alla gilda.

Nel senso che stava sempre lì, nello specifico, sempre lì davanti la bacheca delle richieste di missione.

Salvo quando si avvicinava l’esame per maghi di classe S, e qualche altra occasione, era difficile vederlo uscire dall’ingresso da cui era entrato la mattina.

“Mhmm…”

Conosceva la bacheca come le sue tasche e meglio, ed aveva un record non invidiabile di ben tre ore a fissare, rimuginare e grattarsi il mento chiuso in solitaria riflessione.

Senza arrivare a scegliere nulla alla fine.
“Ti scervelli come al solito, eh Nab?” fece Jet unendosi a lui.

“Bisogna scegliere con attenzione i propri lavori.”

“Bisognerebbe scegliere in primo luogo…”

In un paio di minuti Jet corse dai compagni di team con un compito fatto su misura per loro.

“Mhmm…”
“ANDIAMO, LUCY! SCEGLIAMONE UNA BELLA DIFFICILE!”

“No, ti prego! L’importante è che mi consenta di pagare l’affitto!”

Né l’urlo, né l’esagitazione di Natsu turbarono il grande e grosso Nab, che invece si concentrò ancora di più!

“Non puoi scegliere con calma come fa Nab?”

“Nab non sceglie con calma, non sceglie e basta…” commentò Gray alle loro spalle.

“QUESTA VA BENE! Happy, acchiappa Erza e partiamo!”

“Aye!”

Lucy corse subito all’inseguimento: “Aspetta! Fammi vedere almeno di cosa si tratta!”

“Niente di tuo gusto, Nab?” domandò il mago dei ghiacci andandosene insieme ai compagni.

“Forse…”

“Umpf! Non starci tutto il giorno.”

“Tranquillo…”

Cinque minuti dopo passò Gazille, diede un’occhiata alle ricompense, scelse quella più alta, senza nemmeno leggere di che si trattasse, e partì senza scambiare una parola.

E Nab era ancora lì…

“Potrei… Però…”

“Vuoi una mano a scegliere?” chiese Lisanna.

“No, tranquilla, io ho bisogno di pensarci a lungo.”
“Ehm, si, lo so…”
Anche lei, pur pensandoci a lungo, ci mise non più di cinque minuti.

“Mhmm… Tutto questo via vai mi fa distrarre… Forse è meglio se le rileggo tutte daccapo…”
E così fece, senza badare alle risatine alle sue spalle, e ai “Il solito buon vecchio Nab!” sussurrati lì intorno.

 

 

Erano passati sei anni da quei giorni.

Si trovava lì da circa mezz’ora, un tempo ancora esiguo per lui.

Davanti a sé i fogli scarseggiavano: quasi nessuno richiedeva i servigi di una piccola gilda, specie con una molto più potente nella stessa zona.

E nonostante questo, Nab era capace di rimanere ore e ore a pensarci, non riuscendo a scegliere quasi mai!

In realtà, i tempi di stazionamento davanti la bacheca si erano ridotti ugualmente.

Ma per un altro motivo.

Si trovava lì da più di mezz’ora ormai. E nessuno, a parte lui, si era avvicinato.

Nessuno in cerca di lavoro, nessuno con cui dire due parole che fossero due, nessuno a rimproverarlo della sua inguaribile pigrizia.

Gli pesava.

Ogni tanto si voltava, e il vuoto che si ritrovava intorno lo induceva a riportare subito gli occhi su quella pressoché vuota bacheca.

“Mhmmm…”

Magari con un po’ più di frastuono avrebbe riflettuto meglio.

Ma era lì da quasi un’ora, e nessuno si avvicinava.

Altro che solo come un cane, solo come la loro bacheca, ora che il mondo li stava pian piano dimenticando.

 

“Sei incorreggibile…”

Max aveva una mano in fronte e scuoteva la testa: “Ma si può sapere come fai?! Ci saranno si e no cinque o sei richieste, ormai le conoscerai a memoria! Prendine una!”

“Le missioni sono cose serie! I rischi e le eventuali ricompense vanno soppesate attentamente!”
“Bah, non cambierai mai!”

 

Ma in quel periodo la gilda aveva problemi più grossi di quel bamboccione improduttivo.

 

“Accidenti…” -sbottò il master Macao, in colloquio col suo consigliere Wakaba- “Si avvicina il momento di pagare la rata a Twilight Ogre e le casse della gilda sono semivuote!”

“Tsk! Ancora non capisco perché avete accettato l’”aiuto” di quei bastardi!”
“Fatti gli affari tuoi, Max!”

Aspetto che il biondo si allontanasse e tornò a grattarsi impotente la testa.

“Siamo messi così male?” chiese Wakaba.

“Abbiamo ancora un po’ di tempo, però… Servirà un miracolo.”

“Allora basterà rimboccarsi le maniche, giusto ragazzi?”

Max era subito corso a riferire al resto della banda, che si era presentata tutta compatta dal master!

“Troveremo quei soldi! Le missioni esistono per questo!” disse Arzack stringendo il pugno.

“Non pagano molto, ma compenseremo col numero!” fece Laki per infondere altro coraggio.

“… Avete ragione.” –il master si alzò in piedi- “Tutti alla bacheca! Andrò in missione anch’io!”

I maghi corsero verso le richieste con una carica colma d’entusiasmo.

“Forza! Prendetene tutti qualcuna! Non importa il compenso o la difficoltà! Dobbiamo completarle!”
“SIIIII!”

E con lo stesso entusiasmo, la piccola Fairy Tail caricò verso la porta… restando bloccata perché era più piccola di quella di un tempo!
“Non spingete!”
Tagliato fuori da tutto ciò, Nab, che vicino la bacheca ci era già, e non aveva avuto bisogno di spostarsi di un millimetro.

“…… Non mi hanno nemmeno preso in considerazione…”

Beh, che altro poteva aspettarsi?
E poi, ormai non c’era più nemmeno un foglio, anche volendo.

Scrollò le spalle e tornò a casa.

 

“Non ce la facciamo…”

Quella frase ebbe l’effetto di una pietra sulla fronte per tutti.

Warren strinse i pugni: “Non è possibile!”
“Anche se abbiamo completato tutte le missioni… Sigh!” sospirò Reedus.

“Io ho saltato i pasti pur di completare le mie!” protestò incavolato Droy.

“Chiudi il becco tu!”
“Mancano ancora 20.000 jewel… E non so proprio da dove tirarli fuori…”

Bisca, Reedus, Jet e gli altri si allontanarono mesti, lasciando al tavolo solo il master e il consigliere a rivedere per bene i conti nel caso di un improbabile errore.

“……”

Nab intanto, seguiva gli avvenimenti dal suo solito posto, immerso con la faccia nell’ombra che proiettava sulla bacheca.

Più che seguire, stava lasciando le cose gli scorressero dietro le spalle. L’attenzione e l’apprensione non bastavano, se non muoveva un dito…

Macao, stufo di grattarsi la testa, si fece venire una nuova idea: “Vendiamo della roba. Forse riusciamo ad arrivarci: ci sono ancora dei cimeli e soprammobili della vecchia gilda, li faremo valutare… Wakaba, dì agli altri se possono contribuire vendendo qualcosa! Muoviamoci!”

L’amico annuì sbuffando un po’ di fumo: “Buona idea. Può essere l’occasione giusta per disfarmi del ritratto di mia moglie, sempre che ci sia qualcuno che voglia portarsi a casa un simile mos… capolavoro…”

“Io venderò il ciondolo di Erza…” sospirò Bisca.
“Ma, tesoro! Te l’ha dato lei in persona! È un ricordo di Erza!”

Nab non riusciva a credere che Bisca volesse separarsi da un regalo lasciatole dal suo idolo in persona. Stranamente, si sentì in colpa.

“Lei avrebbe venduto tutte le sue armature per la gilda no?”

“Ma ci tieni tanto…”

“……”

 

Nab rimase fermo, ad udire la gilda svuotarsi nuovamente.

Ma non del tutto.

Ancora una volta, era rimasto solo lui.

Ancora una volta non l’avevano nemmeno fatto rientrare nei piani, assecondando il desiderio da lui espresso tante volte di essere lasciato in tranquillità a pensare all’incarico più adatto a lui.

 

In realtà, un unico pensiero assordava nella sua testa.

 

<< Sono anch’io parte di questa gilda, o no? >>

 

Come gli avessero dato un calcio nel sedere, sbatté il muso contro la bacheca.

“Che sto facendo?! Fairy Tail è nei guai! Quelli verranno e vorranno i soldi, e se non li avranno sfasceranno tutto quello che ci è rimasto!” gemette lui, passandosi le mani sulla faccia.

“DEVO LAVORARE!”

Prese di getto un foglio…
“No, forse è meglio questo… Però forse quello… ARGH! ALMENO LEGGILI PRIMA!”

Raccolse da terra il primo che aveva strappato e controllò.

 

Aiuto!

Salvate il nostro bestiame da questa feroce manticora!

Ulteriori dettagli: Ha i denti lunghi mezzo metro

 

“…… Questo proprio no!”

Prese un altro foglio e scorse fino alla voce “Ulteriori dettagli”…

 

Zanne lunghe due metri

 

“…… Qual’era quello di prima?”

 

 

Per il resto della giornata, Nab non si fece neanche vedere alla gilda.

Il giorno dopo, arrivò un gruppetto di Twilight Ogre, con a capo quel solito smargiasso di Teebo.

L’intera gilda era schierata fuori per accoglierli, anche in previsione del fatto che, con ancora qualche migliaio di jewel mancanti, la vedevano brutta, se non nera!

“Smettiamola di fare i codardi! Distruggiamoli!”
“Smettila, ragazzo!”

Senza contare Romeo: Wakaba aveva il compito di controllarlo per evitare a tutti i costi che agisse precipitosamente. Purtroppo il ragazzo non desiderava altro. “Cosa odono le mie orecchie? Ti spiacerebbe ripetere, master da due soldi?”

“… Mancano ancora 8000 jewel.”

I quattro sgherri presero a sghignazzare.

“Male, molto male!”

I Twlight si fecero arrogantemente avanti.

“La puntualità nei pagamenti non è di moda di questi tempi, eh? Peccato!”

“Che ne dite ragazzi…” –chiese Teebo- “Come risolviamo la faccenda? Sfasciamo un po’ di cose oppure diamo loro qualche altra chance?”

“Siete fortunati che siamo tanto generosi con gli accattoni!”

“Magari se ci concedono un appuntamento con le loro pupe…” fece uno dei suoi avvicinandosi troppo a Bisca.

“Che ne dici, bellezza?”

Questa rispose premendo l’orlo della canna da fuoco della pistola sulla fronte del malcapitato: “Sono una donna sposata…”

Il doppiamente malcapitato avvertì una seconda sputafuoco sulla sua nuca: “E io sono il marito…”

“Arzack! Bisca! Fermi!”
Bella roba: lui faceva di tutto per impedire al figlio di fare pazzie e invece erano Arzack e Bisca a rischiare di mandare a monte le trattative! E non solo loro: anche Jet, Droy, persino Reedus, di solito calmissimo, erano sull’allerta, pronti a scattare.

Ovviamente, i Twlight avevano già l’aria di chi è pronto a gettarsi nella mischia in qualunque istante.

“Ehi, fatine, cercate rogna?” –Teebo afferrò il suo bastone- “Siete in ritardo col pagamento, proviamo a venirvi incontro e ci trattate così?”

“No, aspetta!”

Non gli restava altra scelta: doveva inchinarsi ai suoi piedi e sperare di calmarlo. Poco importava se la sua reputazione agli occhi di Romeo fosse già bassissima, doveva salvare i suoi amici.

Anche vincendo quello scontro, Twlight sarebbe tornata, e sarebbe stata la fine di Fairy Tail!
“Io…”

 

“FERMIIIIIIIIII!”

 

“?!?!?!?!?!?”
“Chi è quello là?”

“NAB?!?”

Salì i gradini della gilda lentamente e con passo strascicato, sfatto dopo corso fino a quel momento.

Aveva le vesti lacere e sporche di sangue, e lividi dappertutto, di cui uno molto vistoso e gonfio sullo zigomo sinistro che gli sformava un tantino la faccia.

“Anf… Anf… Aspettate…”

Ma aveva anche un sacco sonante di monete tra le mani, e il rumore che produceva aveva subito spento gli avidi animi dei loro aguzzini.

“Nab… Non dirmi che… ?!”

Non vedendolo, e notando i fogli per terra, qualcuno aveva pensato potesse essere davvero partito in missione, ma anche questi speranzosi avevano dubitato potesse farcela sul serio a completarla ed arrivare in tempo.

Invece l’incredibile era accaduto,

Teebo gli si avvicinò, senza degnarlo di uno sguardo, interessato solo al suo carico.

“E quello?”
“Sono stato in missione! È stato difficile, ma ce l’ho fatta! Sono abbastanza da coprire il debito, e ci avanzano anche un bel po’ di jewel per me!”

Teebo gli strappò il sacco da mano: “Grazie! L’extra lo teniamo noi come mora per il ritardo.”

“MA NOOOOOOOOOO! SIGH!”

“Umpf, brave fatine: abbiamo fatto bene a fidarci di voi. Mi raccomando, non ritrovatevi a corto anche alla prossima rata, potreste non essere tanto fortunati! Forza ragazzi, andiamo!”

Teebo e i suoi si incamminarono tutti tronfi e a testa alta, meno quello che aveva avute puntate due pistole per tutto il tempo, che aveva urgentemente bisogno di biancheria pulita...

Uno degli altri invece diede una spallata al già abbattuto Nab, che piombò faccia a terra.

“Ahi… Sigh, e dire che avevo già pensato a come spendere quei jewel!”

“Nab…”

Alzò gli occhi, e gli altri erano lì a sorridergli.

“Scusami: ho pensato che te la fossi data a gambe…” ammise Jet.

“Anch’io…” chinò il capo Romeo in segno di scuse.

“Umpf, ma che darsela a gambe!” –disse Visiter- “Lui è un mago di Fairy Tail!”

“Ben detto, ed ha appena tolto le castagne dal fuoco alla gilda.”

Macao fu ben contento di chinarsi per lui e non per quell’arrogante, di posare una mano sulla spalla del suo coraggioso amico anziché di umiliarsi per un immeritevole avvoltoio.

“Non è stata una missione facile, vero? Grazie, Nab!”

Nab prese a perdere moccio dal naso e acqua dagli occhi: “Master… Sniff!”

Lo aiutarono ad alzarsi e Visiter propose un triplo “Urrà!” per l’eroe del giorno!

“Vi prometto che d’ora in poi andrò in missione più spesso!”

“Uh, vuol dire che per vederti di nuovo attivo ci vorranno… Quanti? Due o tre mesi? Eh eh eh!”
“CATTIVO! UEEEEHHH!”
“Ah ah ah!”

Un po’ punto nell’orgoglio, un po’ deluso per il mancato guadagno, un bel po’ commosso come non mai, Nab piangeva a dirotto.

Un pioggia di “Bravo!” e pacche sulle spalle si riversò su di lui, consolandolo.

 

Passarono effettivamente quasi tre mesi per vederlo strappare finalmente un’altra richiesta, ma nessuno glielo fece pesare.

In fondo, aveva fatto più lui in una sola missione che tutti gli altri nelle loro.
E per la gilda, era certo meglio essere in debito con lui, un pigro ma prode Fairy Tail, che con chiunque altro!

 

 

 

Dai che questa volta vi ho regalato qualche sorriso in più! ^__^

Trattandosi di Nab ho approfittato per alleggerire un po’ i toni dopo tanta pesantezza; dopotutto il momento triste è ormai finito nel manga (anche se, ribadisco, anche troppo presto e troppo facilmente…), e anche il prossimo, l’ultimo, dedicato a Laki Olietta, avrà tinte più chiare.

In fondo a Fairy Tail non importa quanto fai, ma ciò che fai: l’importante è fare.

Nab non ha abbandonato la gilda nei sette anni, e l’ha salvata da una possibile distruzione, rimeritandosi così il diritto di essere un vero membro della gilda. Certo, poi si è un tantino riadagiato, ma uno non cambia mica da un giorno all’altro! XD

Il riscatto è alla portata di tutti, basta volontà!

Al prossimo capitolo, cari lettori!

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Capitolo 7
*** Il compleanno di Laki ***


fairy tail 7

Salve a tutti, e benvenuti all’ultima delle storie dei sette anni. La situazione che aveva ispirato questa raccolta di brevi racconti è oramai dietro le spalle, con tutti i sospiri di sollievo e i dubbi che ci ha portato; per la gilda è tempo di riconquistare serenità e ricominciare, e allo stesso modo, con questa che chiude il ciclo, torna un po’ di speranza e buon umore (sempre che siano confermati dal capitolo successivo…)!

Il personaggio in questione è Laki Olietta; una delle cose che mi è piaciuta di questa fic è stato poter dare spazio e importanza ai personaggi più sullo sfondo di questo manga, in un certo senso è stato come lavorare su delle vere e proprie novità!

Buona lettura, ci sentiamo dopo coi saluti di rito!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!

 

 

 

“IL COMPLEANNO DI LAKI”

 

 

Laki Olietta salutò le amiche per recarsi, come tutti i giorni, alla gilda. Queste le avevano offerto di stare un altro po’ con loro, per un giro, anche considerato il giorno, ma lei aveva rifiutato con cortesia: proprio perché era quel giorno, non poteva non presentarsi lì nemmeno un po’.

“Uffa, devi proprio?”

“Ma che ci vai a fare ormai?”

“Quand’è che ti deciderai a lasciare quella gilda?”
“E perché dovrei?” chiese con sorpresa, come non ne capisse minimamente il motivo.

Con la stessa identica naturalezza, si incamminò, fingendo di non sentire il resto.

“Lasciala stare, tanto anche se non lascia lei, tra poco saranno loro a mollare.”

Per i primi passi continuò a fare come non avesse ascoltato.

Poi cominciò a rifletterci su, lungo tutto il tragitto attraverso Magnolia e poi fuori città.

 

<< Tanto anche se non lascia lei, tra poco saranno loro a mollare. >>

 

Fairy Tail era sull’orlo del collasso.

Erano tutti, non solo le sue amiche, a dirlo.

Una volta, per strada, aveva ascoltato casualmente due uomini ad un bar che scommettevano su quanti mesi ancora sarebbe durata Fairy Tail, prima dell’inevitabile scioglimento.

Possibile che nessuno riuscisse a vedere nemmeno una possibilità, un barlume di riscatto, per una povera ma tenace gilda che aveva perso così tanto in quegli anni, e che aveva avuto, chissà come, la forza di restare in piedi fino a quel punto?

 

<< Ma che ci vai a fare ormai? >>

 

Una volta, sette anni prima, far parte di Fairy Tail la rendeva oggetto di ammirazione e invidia invece: molte delle sue amiche le chiedevano continuamente racconti delle loro eroiche gesta, o di essere presentate a qualcuno dei suoi maghi più celebri.

Ora invece ancora capitava che qualcuno dei suoi conoscenti la guardasse con un sorriso beffardo, saccente, odioso, e che le chiedesse, ancora più apertamente:

 

<< Ma dai, sei ancora in Fairy Tail? Perché resti, ormai fanno pena! Tu sei forte, puoi trovare di meglio! >>

 

Sul fatto di essere forte nutriva qualche dubbio, che potesse trovare di meglio era invece assodato.

 

<< Perché resto? >>

 

Per quale motivo, in primo luogo, era rimasta, al pari di gente come Macao, Romeo, Bisca, Arzack, ben più tenaci e idealisti di lei?

Iniziò a pensare che forse non aveva avuto il cuore di deluderli, quelle poche teste dure che non avevano voluto mai saperne di chiudere.
Tutto qui, dunque? Solo per la pena che aveva provato?

Accidenti, se era veramente così, forse le sue amiche avevano ragione dopotutto.

Forse semplicemente non aveva avuto la faccia tosta di pretendere di meglio per sé, di dire a quei sognatori che era ora di svegliarsi, ai viaggiatori che il capolinea era giunto…

 

<< Se me ne andassi, troverei lavori migliori, e la mia famiglia e i miei amici sarebbero con me, di sicuro. E invece sono ancora qui. Ma perché? Mi sono mai fermata a chiedermelo? >>

 

L’effetto di quello scervellarsi fu che raggiunse l’incolto giardinetto di fronte la gilda con il morale a pezzi di chi non sa più chi è.

 

<< Perché? >>

 

Aprì la porta.

“Ciao a tu… ?!”

“BUON COMPLEANNO, LAKI!”

 

Visiter iniziò a saltellarle intorno lanciando manciate di coriandoli per aria! Nab sosteneva le esultanze con dei lunghi fischi! Arzack e Bisca sparavano per aria proiettili a salve! Jet e Droy già pregustavano i complimenti per i palloncini, i festoni e le decorazioni che avevano approntato!

“Ragazzi… Non dovevate…”

Tutta la gilda era stata agghindata apposta per lei; la invitarono a farsi avanti e si ritrovò circondata da un festoso vortice di facce allegre, sorrisi, pollici in su… Persino quel musone di Romeo si era messo un cappellino a punta per intonarsi allo spirito generale (anche se non spiaccicò un mezzo sorriso)!

“Sei contenta?” chiese il master Macao.

“Non posso non esserlo: è la prima festa a sorpresa che ricevo!”

“Te la meriti, Laki: sei qui con noi da un sacco di tempo, ti impegni sempre in missione…”

Wakaba si tolse la pipa di bocca: “E sei sempre pronta a tirar su Droy quando diventa famelico!”

“Stai forse insinuando che sono grasso?!” grugnì Droy, che aveva aperto il buffet prima del tempo!

“Droy, levati, aspetta un altro po’!”

A Laki venne mostrata la sua torta, preparata da Max e Jet (quest’ultimo col compito importante di tenere lontano Droy), una pila di pacchetti regalo coi suoi colori preferiti (da uno di essi spuntavano un paio di manette…), e un suo ritratto a grandezza naturale fattole da Reedus con tanto di dedica!

“Dai, di qualcosa!” la esortò Warren.

“……”

“Eh eh!”

 

<< Perché sono rimasta? >>

<< Quand’è che ti deciderai a lasciare quella gilda? >>

 

Che domande idiote!

 

“Grazie a tutti! Sono contentissima! È il mio compleanno più bello! E… VIVA FAIRY TAIL!”

Anche non capendo cosa centrasse quell’improvviso spirito di patriottismo (o “gildismo”?), tutti alzarono volentieri i pugni: “VIVA FAIRY TAIL!”
Laki rise e corse dalle candeline che la attendevano.

Sapeva già cosa desiderare.

 

<< Voglio restare qui, fino alla fine, o quel che sarà! E magari anche dopo! >>

Perché adesso non aveva più dubbi!

 

“Viva Laki!”

“La prima fetta è mia!”
“Eh, no, ora basta, palla di lardo! Non te la darò vinta!”
“Molla!”

“Molla tu!”

Visiter la rubò dai due a passo di danza: “Tra i due litiganti…”
“EHI!”

Jet e Droy si coalizzarono subito contro di lui: gli si gettarono addosso, ma Nab venne subito in soccorso dell’amico ballerino!
“ADDOSSO!” urlarono Bisca ed Arzack, gettandosi nella mischia per il semplice gusto di farlo!

In tutto questo, la prima fetta se l’era presa Romeo, che la mangiava tranquillamente in un angolo!
“Ah ah ah, come ai vecchi tempi, eh Macao?”
Questi si sentì curiosamente come avesse sette anni di meno: “Vecchi? In momenti come questo i chiedo quando mai siano finiti, Wakaba, vecchio mio! Ah ah ah!

“Eh eh eh!”

 

Laki vide le risate, il fracasso, la rissa, e sembrò che qualcuno avesse alzato il riscaldamento.

Le sembrò di vedere Natsu divorare etti di spaghetti alla diavola, Gray spandere i suoi vestiti qui e là, Lucy e Levi che parlavano dei loro libri preferiti, Happy e i suoi immancabili pesciolini, Erza con la sua tortina alla fragola, e gli sbraiti di Elfman, le gentilezze di Mira, la pipa del master, l’ardore di Gazille e Lily…

Un palloncino le cadde in testa, risvegliandola.

Sopra c’era scritto: “Viva Laki!”

 

<< Fairy Tail potrà anche aver perso degli amici, la sua fama, la sua gilda, ma non è morta, non può morire, nemmeno quando non ci sarà più! >>

 

Prese il paio di manette che sbucavano da uno dei suoi regali e si gettò addosso al malcapitato Warren per provarle subito!

Fu una serata spassosa, per niente nostalgica, che le schiarì le idee.

 

Non importava quel che dicevano, e nemmeno se un giorno sarebbe tutto finito. Finché c’era lei e c’erano loro, non esistevano dubbi su dove il suo cuore appartenesse.

 

Perché Fairy Tail è sempre Fairy Tail!

 

 

 

Nulla può fermare la vera amicizia, né lo spirito immortale di chi non si arrende al male e alla solitudine, ma sa godersi la gioia coi propri cari.

Laki non ha resistito fino a quel punto: ha sempre avuto validissimi motivi per non abbandonare mai la migliore di tutte le gilde! Ora la prova è finita, Fairy Tail è sopravvissuta, e dopo il calvario, si prepara a spiccare di nuovo il volo.
Così, con questo augurio di invincibilità e immortalità si chiudono le storie dei sette anni!

Un grazie infinite a tutti voi lettori, che avete commentato (grazie malandrino-ninja, grazie Black Star, grazie Ayako83!) o che avete letto zitti zitti, vivendo le passioni dei “reduci” nei sette anni della separazione! ^__^

Mi auguro di tornare presto con una nuova fanfiction; magari, augurandomi buona fortuna per i miei esami, me li farete superare e avrò tempo per dedicarmici, che dite? ^__°

 

Ciao a tutti! E non dimenticate di guardare anche nella mia gallery di Deviantart (Tonycocchi) ogni tanto!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

 

PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!



FINE

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