Stay Strong;

di AdriannaDawson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1-Demetria is back ***
Capitolo 2: *** 2-Your eyes ***
Capitolo 3: *** 3.Remember December ***
Capitolo 4: *** 4.Don't forget Me ***
Capitolo 5: *** 5. And now?! ***
Capitolo 6: *** 6.Mom! ***
Capitolo 7: *** 7.007 ***
Capitolo 8: *** Restless?! ***



Capitolo 1
*** 1-Demetria is back ***


Il bullismo!? Alla fine ho ceduto anch’io. Non me ne pento.

Adesso mi posso finalmente dichiarare una persona sana e dopotutto non è stato così frustante essere isolata dal mondo per circa tre mesi. Ho sfruttato questo tempo non solo per guarire, ma anche per schiarirmi le idee. All’inizio è stato difficile, uno dei miei peggior incubi, eravamo soli. Io e i miei problemi, facevamo una specie di lotta alla sopravvivenza e fortunatamente io sono ancora viva. Le mie paura a poco a poco le sto superando, fino a un mese fa mi era proibito andare al bagno da sola, si è una cosa stupida, ma quelle lame erano la mia salvezza, una via di fuga, mi sentivo sempre più fragile ma allo stesso tempo forte, non mi importava del sangue che dai miei polsi, come un fiume in piena, raggiungeva le spalle. La morte!? Non mi sarebbe importato morire, la mia vita non serviva a niente, mentre adesso so che la mia vita vale … vale soprattutto per me stessa. Lui?! Che dire, prima era tutto, un grande amico, un fratello e forse ho commesso il mio sbaglio più grande rendendolo qualcosa di più, rendendolo il mio fidanzato. Quella parola, mi spaventa ancora tutt’ora a questo non c’è una cura. Poi mi lasciò e questo aumentò le mie insicurezze, continuavo a ripetere che non ero abbastanza alta, bella, magra, restavo a digiuno per intere settimane o vomitavo, a volte anche sangue. Poi salivo su di un palco e sorridevo, più andavo avanti e più i miei sorrisi erano falsi, ma sono pur sempre un’attrice. Andammo in tour insieme, pensavo fosse una buona idea, magari avremmo potuto recuperare il nostro rapporto, ma un articolo scandalistico rovinò tutte le mie aspettative –“Ashley Greene la nuova fiamma di Joe Jonas!”- Lo so, dovevo accettarlo ma era davvero troppo. Le prime tappe del tour non erano andate così male, poi la gelosia ci assalì, ma non capivo il perché da parte sua. Era stato lui a volerla smettere, a chiedere un’ inutile pausa che non sarebbe servita a niente. Adesso che voleva ancora da me?! Me lo sono sempre chiesta, ma la risposta ancora non l’ho trovata. Poi ebbe la brillante idea di portarsela dietro per tutta la seconda metà del tour. Non pensava a me!? Mi conosceva da tanti anni eppure sembrava che non gli importasse davvero niente di quello che provavo. Finimmo per non parlarci più, le nostre voci si incontravano solo ed esclusivamente sul palco, nessun’altro contatto. Perché continuare?! Volevo continuare per tutte quelle persone che ancora credevano in me, ma non ce l’ho fatta. La mia malattia ha preso il sopravvento, ha sovrastato la mia ragione e il mio cuore. I giornalisti e anche i miei fans più accaniti, danno la colpa a Joe, ma infondo so che lui mi ha dato solo l’ennesima dimostrazione che la malattia mi stava divorando. Non è colpa sua se sono andata in riabilitazione, è colpa sua quando sento questo male al cuore quando nomino il suo nome ma, ormai ci sono abituata.

“Siamo arrivati!” gridò l’autista, guardandomi dallo specchietto.
“Sono pronta!” dissi io cercando conferma nello sguardo vispo di Dallas “Piccola, lo sai che sei bellissima!?” esordì lei per rassicurarmi, “Lo so!La donna più bella del mondo intero!” dissi ridendo. “Non ti preoccupare per lui, fai l’indifferente!” continuò, cogliendo la vera motivazione del mio nervosismo “Lui per me non esiste” dissi con voce ferma, “Puoi cancellarlo dalla tua testa ma non dal tuo cuore”, sospirai, sorrisi leggermente e aprii la portiera. Proprio come ricordavo. I fotografi erano tutti disposti intorno a me, i flash quasi mi abbagliavano ma era bello tornare a casa e sapere che la gente ti sosteneva e non ti giudicava. Dallas era dietro di me, mi giravo continuamente cercando il suo sguardo che era sempre lì, pronto a rassicurarmi. “E’ così bello ma…” gli sussurrai tra i denti “Strano” disse lei di tutta risposta.
Sì proprio così, era da tanto che non stavo al centro dell’attenzione. Avevo brividi dolci-amari, che facevano su e giù per la schiena senza fermarsi mai. Mi misi in posa e i fotografi mi scattarono circa 3000 foto al secondo. Tutti gridavano il mio nome e questo mi rasserenò molto, erano ancora lì, solo per me … fieri ed orgogliosi del loro idolo!

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Capitolo 2
*** 2-Your eyes ***


Mi girai verso Dallas che mi indicò un punto in mezzo alla folla. Era lui, lo vidi. Ripercorsi tutta la nostra storia, sentivo le lacrime salire, strinsi i pugni e distolsi lo sguardo da quell’immagine così attraente.
“Tutto bene?” disse Dallas, preoccupata alla vista del mio sguardo così vuoto “Si, solo ricordi”, lei subito continuò “Vuoi andare via?!” pensai prima di rispondere, ma poi seppi cosa dire “No, mi hanno insegnato che i problemi si affrontano” lei sorrise, soddisfatta dei miei progressi. La Demi di un tempo se ne sarebbe andata a gambe elevate o avrebbe incominciato a piangere lì davanti a tutti, non che quest’idea non mi fosse passata per la testa ma almeno mi controllai, atteggiamento appena imparato.
“Demi come ti senti dopo la riabilitazione?!” disse un giornalista, che lavorava probabilmente per E!news, dalla faccia buffa e con un tono di voce terribilmente basso “Benissimo!Sono rinata, adesso ho chiaro il mio percorso” risposi fiera dei miei miglioramenti. “Ci sono i fratelli Jonas, come pensi di comportarti?”, che razza di domanda era quella! Non lo sapevo come mi sarei comportata. Gli occhi del giornalista, desiderosi di scoop, fissavano i miei, incominciai a sudare e poi finalmente risposi “Starete a vedere, non lo so!” dissi semplicemente la verità. Il giornalista deluso, mi disse di mettermi in posa per alcune foto per un’associazione contro i tumori al seno, così feci.
Mi guardai intorno alla ricerca di una figura simile a quella di mia sorella, che avevo perso di vista già da un bel quarto d’ora. Niente! Non c’era neanche l’ombra di Dallas. Mi girai e me ne pentii, dopo aver realizzato che il suo sguardo così caldo e dolce aveva incontrato il mio, terribilmente forte e ahimè pieno di rancore. Dei fans urlavano “Jemi again”, ciò mi fece sorridere e sorrise anche lui, senza staccare i suoi occhi dai miei. Sapevo bene che non esisteva più “Jemi” era solo un ricordo lontano e purtroppo indelebile. Eravamo solo noi, Joe Jonas e Demi Lovato. Due persone separate, che non provavano più nulla, l’uno nei confronti dell’altro o almeno questo era quello che ripetevo insistentemente a me stessa. Il panico si fece sentire quando Joe si avvicinò sempre più a me, il mio cervello mi diceva di correre lontano, ma il mio corpo si opponeva, impedendomi il movimento. Sapevo che qualunque cosa avrebbe fatto o detto, sarebbe stata dannatamente sbagliata, non era né il luogo né il momento giusto e, io non ero ancora pronta.
Adesso i nostri corpi erano a venti centimetri di distanza, lo guardai e subito i miei occhi si fecero lucidi, così anche i suoi, poi abbassai lo sguardo, mi girai e mi allontanai. Forse era stato un comportamento da vigliacchi, ma era tutto ciò che volevo: allontanarmi da quell’uomo, se così poteva essere chiamato. Dopo cinque minuti mi voltai di nuovo, era ancora lì con lo sguardo perso nel vuoto, scossi la testa e continuai a posare per i vari fotografi.

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Capitolo 3
*** 3.Remember December ***


Lui esisteva, dovevo farmene una ragione, dovevo affrontarlo prima o poi, sarebbe stato difficile ma allo stesso tempo una liberazione. Ero certa che tra noi non ci potesse essere più niente, il mio cuore urlava alla sua vista e questo era troppo da poter sopportare. Volevo tornare indietro nel tempo, precisamente nel 2008, quando noi eravamo semplicemente amici, quelli veri. Quelli che si sostengono sempre, quelli che ti fanno ridere e anche piangere, quelli che ti consolano dopo una delusione, quelli che dopo una lunga ed intensa giornata di lavoro ti distraggono e ti donano il loro sorriso, niente di tutto ciò esisteva ancora tra me e Joe. C’era qualcosa che ci divideva, come un muro … un muro fatto di rabbia, risentimento e cattiveria.
Durante la terapia non si fece sentire, né un messaggio né una telefonata, ogni giorno mi tormentavo di domande sul suo conto, ma poi ho imparato a “dimenticarlo”, non era più lui il mio primo pensiero la mattina né l’ultimo la sera, era semplicemente parte del mio passato.
“Demi dovremmo andarci a sedere!” mi disse Dallas con un tono di voce preoccupato “Si … mi ero incantata!” dissi facendo una mezza risatina. Ci sarebbe stato un piccolo spettacolo prima della premiazione, ero stata nominata in due categorie “TV Comedy Acrtess” e “Best Twitter Account”, questo mi faceva sentire amata, un amore diverso, più bello e più puro, quello dei miei fans che continuavano a sostenermi nonostante la mia lunga assenza. Ci mettemmo sedute e la presentatrice ci disse che tramite una votazione del pubblico, che avrebbe scelto anche il pezzo, noi artisti ci dovevamo esibire. Mi entusiasmava molto questa nuova dinamica, era eccitante e poi era da circa tre mesi che non salivo su di un palco.
“ Allora vediamo la prima o il primo chi è?!” disse la presentatrice, mentre alle sue spalle entrò un grosso omone con una busta di un azzurro intenso, sembrava di essere finiti in uno di quei reality da quattro soldi che in quel periodo piacevano tanto alla gente. “ Il pubblico ha scelto che la prima ad esibirsi è…” l’attesa è davvero dura, però la cerchia si stringeva in quanto la presentatrice disse “la prima” quindi sicuramente era una donna. “Demi Lovato!” urlò a gran voce, io sorrisi felice e mi diressi sul palco.
“Demi sei finalmente tornata!” disse lei entusiasta
“Si! Non vi libererete facilmente di me” risposi ridendo
“Infatti nessuno si vuole liberare di te!” continuò lei imbarazzata “Certo, sento molto l’appoggio delle persone che credono ancora in me”replicai guardando il pubblico e poi subito dopo la presentatrice “ Ma bando alle ciance, il pubblico vuole che canti Remember December, com’è come scelta?!” mi domandò curiosa “Ottima direi! E’ una canzone che mi da la carica e questo mi piace” risposi convinta, poi mi annunciò di nuovo e scese dal palco. C’ero solo io, il microfono e il pubblico, era la mia rivincita. Demi era finalmente tornata, più forte di prima.

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Capitolo 4
*** 4.Don't forget Me ***


Non incrociai più lo sguardo di Joe, il che fu un sollievo e la serata passò in fretta, tra risa e i commenti imbarazzanti di Dallas. Era ora di tornare a casa, non ricordavo che questo genere di cose fossero così stressanti: “Demi una foto!”,“Demi come sono stati i tuoi mesi in clinica?”, “Demi un po’ più a destra”, “Demi adesso girati”, “Demi sbrigati, c’è una persona che vuole farti delle domande”. La vita da star non è così semplice come si crede però, quando vedi i tuoi fans che piangono o ridono per te, capisci che quella è l’unica cosa che ti rende felice, questo è ciò che accade a me.
Finalmente salimmo sull’auto che ci avrebbe riportato all’hotel che in quei giorni sembrava proprio essere la mia nuova casa. “Signorina Demi, un ragazzo ha lasciato questo per lei” disse l’autista porgendomi un bigliettino, lo aprii curiosa –“Ti sei dimenticata di me?”- “Fai leggere!”dichiarò Dallas con un tono di voce abbastanza alto poi mi strappò il foglietto di mano e lo lesse, “Non è firmato” aggiunsi mentre lei dopo aver letto, fissava il vuoto “Demi! Non prendiamoci in giro, sappiamo tutti e due chi te l’ha mandato” urlò lei. Bhè non aveva tutti i torti, era vero, sapevo chi l’aveva mandato. “Autista! Si fermi!” gridai io “Sai dove pernottano i Jonas?” continuai rivolgendomi a Dallas, “Penso all’Hotel Paradiso come sempre, perché?”, “Autista ci porti in quest’Hotel!”. Forse stavo sbagliando ma volevo finirla una volta e per sempre, mi sarei evitata tutti quei “forse” e magari avrei ottenuto più certezze. “Demi sei sicura, insomma …” disse Dallas molto nervosa “Si, sicurissima! So quello che ho detto ma non posso far finta che non esiste, c’è anche lui in questo mondo e meglio chiarire le cose e finirla qui” risposi io decisa e sicura, “Che gli vorresti dire?!” domandò lei, “Non lo so! Gli dirò quello che mi passerà per la testa!”, “Ottimo piano sorellina” enunciò sarcasticamente. “Siamo arrivati!” gridò l’autista molto entusiasta, forse si immaginava il lieto fine come nelle favole,mi dispiaceva deluderlo ma non ci sarebbe stato. Scesi dalla macchina e velocemente mi diressi all’entrata dell’Hotel, c’erano i paparazzi e per quanto fossi veloce, non ero invisibile e qualche scatto me lo rubarono, ma in quella situazione nulla era più importante. “Demi! Aspettami” urlò Dallas dalla macchina, mi affacciai dalla porta “Devo crescere! Rimani lì”. Era proprio così dovevo affrontare questa situazione da sola. “Chiamai” l’ascensore ma non arrivava, mi girai vidi le scale e incominciai a salire di corsa, arrivai al terzo piano e mi accorsi di non sapere il numero della loro stanza, senza perdermi d’animo, scesi, chiesi e poi risalii. Che faticaccia! Arrivai di fronte alla porta, feci un bel respiro e bussai. Il cuore sembrava voler uscire dal mio copro, chiusi gli occhi e respirai di nuovo. La porta si aprì, era Nick e ciò mi fece tirare un sospiro di sollievo.
“Demi … posso abbracciarti?” mi domandò con gli occhi da cucciolo, le lacrime scesero senza controllo e mi aggrappai al collo di Nick. Durante il tour era lui che mi consolava, che mi diceva che sarei stata forte e nel periodo riabilitativo, mi chiamava ogni sera. Era davvero un angelo. Purtroppo mi staccai. “Sei solo?” domandai con un filo di voce, “Si…” rispose lui, ancora scioccato dal vedermi “in carne ed ossa”.
“Posso entrare?” continuai “Certo scusa!”replicò lui e poi continuò “Sei qui per lui?”, “Sì, non mi piacciono i giochetti da bambini, voglio finirla qui! E’ una cosa che già mi ha fatta troppo male, non posso continuare a soffrire”, “Sei sicura che stare lontano da lui ti faccia stare meglio?!” mi domandò lui, credendo di conoscere la risposta. Stavo per rispondere quando si aprì la porta della camera.

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Capitolo 5
*** 5. And now?! ***


Eccolo! Era arrivato il momento della verità. Si fermò sull’uscio della porta, con gli occhi spalancati e la bocca aperta, forse se mi sarei guardata potrei dire lo stesso di me. “Vi lascio da soli …” disse Nick cercando approvazione nel mio sguardo, gli feci un cenno e immediatamente andò via. Joe chiuse la porta alle sue spalle, posò la busta che aveva tra le mani e rimasi lì. La camera in un secondo sprofondò in un silenzio che fu interrotto dal rumore dei miei passi verso di lui. “Non ho preparato un discorso, sono venuta qui dopo aver letto questo …” gli mostrai il biglietto, subito dopo continuai “Avevo intenzione di finirla. Non siamo più Jemi! Lo so era bellissimo, ricordare mi fa male ma … non posso fare a meno di farlo. Ricordo ogni singolo momento passato con te: le liti, le risate e anche le dormite” lui rise ma io imperterrita continuai ancora una volta “No! Non mi sono dimenticata di te, non ho dimenticato tutte le notti passate a piangere, tutto il male che mi facevi ogni giorno, non ho dimenticato che in tre mesi di riabilitazione il tuo pensiero mi assillava, non ho dimenticato tutta la mia sofferenza. Volevi una risposta io te l’ho data e adesso… Joe adesso!?” aveva gli occhi gonfi di lacrime, non potevo aspettare, volevo sapere cosa voleva, non capivo. “Adesso mi sento uno stronzo e so che lo sono stato. Il nostro rapporto stava diventando davvero importante, io mi sono innamorato sul serio di te e forse è stato proprio questo a frenarmi, avevo paura di farti soffrire e ti ho fatto peggio. Non so che dirti, mi dispiace e se potessi tornare indietro sicuramente rimarrei con te per tutto il resto della mia vita. Io ti amo e ti voglio con me. Adesso vorrei baciarti ma non sono sicuro tu voglia la stessa cosa…” concluse e io guardai verso il basso. Delle lacrime mi rigarono il viso, che fare?! La mia testa era piena di interrogativi e domande. Forse non era stata una buona idea andare da lui ma era l’unica cosa da fare per essere totalmente libera. Lo guardai, aspettava una risposta e nel frattempo sentivo i suoi occhi scrutare ogni minima parte del mio viso. “Joe anche se vorrei adesso non importa, in passato ho fatto tantissimi errori e non voglio sbagliare di nuovo. Forse non è giusto ma … è quello che mi serve in questo momento” dissi con voce rauca. Joe mi prese per i fianchi e mi abbracciò. Non volevo. Non ero andata lì per una pace. Joe mi doveva lasciare.
I miei pensieri furono interrotti da dei rumori insistenti e costanti, erano i battiti del suo cuore, sembrava quasi tachicardia. Spontaneamente la mia mano salì attraversando il suo ventre e arrivando al cuore. Lui mi prese la mano e la portò sul suo viso, costringendomi a guardarlo. Era inutile fingere i miei sentimenti erano ancora lì. Li avevo solo chiusi in un cassetto, ma la chiave era ancora con me. “Voglio che resti, non può essere finito tutto in questo modo” fissandomi, si fermò un attimo poi continuò “Avevo paura. Ho paura e avrò paura. Tu sei una donna, una grande donna. Hai affrontato tutto da sola, non c’era nessuno. Hai superato la tua malattia e adesso sei forte. Mi stai guardando e io sento qualcosa dentro. Sento come un cambiamento, sei tu che mi cambi, in senso buono. Adesso sono più … UOMO”. Mi avvicinai sempre di più alla sua bocca e le nostre labbra si toccarono, provocando dentro di me una melodia intensa e quasi interminabile. Era diverso o forse era il nostro amore ad esserlo.

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Capitolo 6
*** 6.Mom! ***


“Joe questo non è un sì, io ti amo e penso di avertelo dimostrato ma ho bisogno di tempo” dissi staccandomi con malavoglia da quel dolce bacio. “Ti capisco ma sappi che qualsiasi sia la tua decisione, io sto qui e questa volta per sempre” continuò lui un po’ triste, “Non dire cose di cui poi te ne pentiresti, adesso non mi aspetto niente e neanche tu devi farlo” ribattei con voce bassa, quasi sussurrando “No devi aspettarti il meglio e io non ti deluderò” rispose un po’ infastidito. Mi staccai da quella “calamita umana” e uscii. Nella hall vidi Nick e Dallas confabulare qualcosa ma alla mia vista smisero.
“Com’è andata?” mi domandò mia sorella curiosa. “E’ tutto sempre più complicato, adesso voglio solo dormire “ non volevo aggiungere altro, non volevo domande. Uscimmo e un’ondata di paparazzi ci travolse, menomale che Big Rob, la guardia del corpo dei Jonas, ci aiutò.
Quella notte non dormii, era tutto così strano, non volevo Jemi di nuovo. Non avevo voglia di soffrire ma non volevo avere rimpianti. Era chiedere troppo?! Forse sì!
“Ho cercato di fermarla ma… non ci sono riuscita. Scusa!” disse una voce entrando nel bagno della mia camera, era Dallas probabilmente ma… fermare chi?!
“Demi! Non mi aspettavo una cosa del genere. Ne avevamo parlato! Cosa ti è saltato in mente! Vuoi farmi morire?! E’ per il tuo bene, hai dimenticato tutto il male che ti ha fatto?” urlò mia madre. Con calma mi girai, presi la borse e uscii. Semplicemente. Mi raggiunse correndo. “Amore io ti voglio bene!” disse con una voce innocente. Perché nessuno capiva?! Era una mia scelta… era la mia vita! “Anch’io, ma devo decidere da sola” dissi guardandola come supplicando la sua adesione. “Fai come ti pare, però … non puoi pretendere il mio supporto” rispose, quelle parole mi spezzarono il cuore. Mi scese una lacrima e proseguii uscendo dall’albergo. I paparazzi erano lì a tormentarmi, ma che fare!? Dopotutto questa vita l’ho voluta io.

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Capitolo 7
*** 7.007 ***


Feci finta di niente, sorrisi e non risposi a nessuna delle loro domande su Joe. Entrai in macchina.
“Signorina dove la porto?” disse l’autista sorridente.
“Aspetti un attimo, devo fare una telefonata e le dico dove andare” risposi tranquillamente. Presi il cellulare, composi il numero e chiamai. “Pronto? Demi?” disse la voce rassicurante di Nick “Si sono io. Senti ho appena discusso con mia madre e… “,”Vieni pure Joe è uscito e penso che prima di pranzo non si faccia vivo” mi interruppe lui con fare previdente. Non è proprio cambiato, sempre il solito veggente!
“Ok… grazie” continuai semplicemente. “Mi deve fare un favore” dissi all’autista chiudendo la telefonata “Mi dica signorina, tutto quello che posso” rispose eccitato. “ Non c’è un modo per seminare i paparazzi?” proseguii guardandolo “Si, un modo ci sarebbe … un mio amico ha un bel negozietto potrebbe entrare e poi uscire dal retro e farsi accompagnare da lui con la sua 500, credo che nessuno sospetterebbe niente” disse soddisfatto del suo piano, elaborato in meno di 30 secondi. Sorrisi e gli baciai la guancia. “Lei è un genio!” esordii io. L’autista appagato mi condusse in questo negozio. Era davvero carino, vendeva oggettistica casalinga, diciamo che non era il massimo però molto grazioso. Tutto filò liscio, nessuno si accorse di me e svincolai velocemente dal retro. Dopo circa venti minuti arrivai a destinazione, feci un autografo a quel signore molto gentile e disponibile ed entrai nell’albergo. Bussai e Nick mi aprì. Lo abbracciai così forte quasi a commettere un omicidio. Era impossibile negarlo quei tre mi erano mancati … davvero tanto.
“Cos’è successo? E da quando Joe ti ha lasciata che non mi abbracci così” mi disse lui. Io abbassai lo sguardo e sciolsi l’abbraccio “Okay, scusa. Sono il solito imbranato, me ne rendo conto” continuò “Fa niente” riuscii solo a dire. “Vogliamo restare così per sempre o mi vuoi spiegare quello che è successo?” esordì dopo un bel po’ che il silenzio si era impossessato di quella camera. “Mia madre non vuole che vi frequenti, dice che mi farete stare solamente più male e ha paura che cada di nuovo in depressione” “Non vuole che frequenti noi o Joseph?” mi interruppe lui cogliendo il nocciolo della situazione “Joseph” risposi sospirando.
“Demi è una decisione tua, tu lo ami, questo non puoi nasconderlo a te stessa” proseguii lui saggiamente. Sospirai. “E’ così?! Lo ami?” replicò con voce bassa “Sì, è così” confessai anche se anche Joe lo sapeva, non era un segreto, da parte mia non lo è mai stato. “E’ difficile, lo amo ma mi ha fatta soffrire”, “Non eri tu quella che diceva che tutti potevano avere una seconda possibilità?” mi interruppe lui “ Sì ma non mi rendevo conto di quanto fosse complicato …” degli squilli sospesero il mio discorso, era il cellulare di Nick.
“ Pronto?” rispose “Okay, c’è Demi, forse è meglio che non sali”. Era Joe chi altro sennò?! Lo volevo vedere?!
“Joe!”, mi guardò dispiaciuto chiudendo la chiamata.
“Sta venendo qui?” dissi spaventata, pensavo di non volerlo vedere. Nick fece cenno di sì con la testa. “Non te ne andare!” non volevo restare da sola con Joe, non volevo baciarlo, non volevo cedere alle sue parole così maledettamente pure. Non volevo.

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Capitolo 8
*** Restless?! ***


Joe aprì la porta e io strinsi la mano di Nick.
Perché la paura mi bloccava?! In cuor mio sapevo cosa volevo, con quegli occhi colmi di lacrime. Questa volta sarebbe stato diverso?! Perché non riuscivo ad agire?! Perché ?
“Ciao! Come stai?!” riuscì solo a dirmi, “Un po’ meglio. Tu?!” risposi lasciando la mano di Nick.
“Insomma …” abbassò lo sguardo poi lo rialzò “Penso che …”
“Per favore non dire niente …” dissi interrompendolo. “Ho una cosa per te … non volevo dartela ora ma, meglio non aspettare” continuò tralasciando la mia supplica. Tirò fuori dalla giacca una scatolina e me la porse. La aprii era una catenina, con un ciondolo a forma di cuore e c’era incisa la scritta “Ti amo, lo sai, per sempre”.
Le lacrime scesero senza freni, lo abbracciai forte e lui ricambiò felice. I nostri corpi si completavano, quasi come un puzzle, sentivo che quello era il mio posto. Tra le sue braccia. Lo era sempre stato. Vidi Nick sgattaiolare via e mi scappò un sorriso.
“Demi …” non fece in tempo a finire che lo interruppi per la seconda volta. “Ricominciamo?” gli domandai stringendomi ancora più forte a lui. “Sì … non aspettavo altro” rispose, con la mano mi alzò il viso e le nostre labbra si incontrarono di nuovo. Stavolta diversamente. Più intensamente, con più passione, con più dolcezza, con più amore. “Non voglio correre … “ dissi staccandomi da lui, come a riprendere i miei spazi “Certo, come vuoi, scusami!” rispose abbassando lo sguardo. “Hey …” con la mano gli alzai il viso “Ti va di andare a fare due passi? Come i vecchi tempi?” gli domandai “Tutto!” rispose lui “Cosa?” continuai io non capendo “Vorrei fare di tutto con te” esordì lui, esibendo uno dei suoi sorrisi migliori. “Non posso!” dissi con voce piuttosto alta “Non puoi?” rispose spaventato “ Ho un’intervista da fare” me ne ero ricordata solo in quel momento “Vengo con te?” mi domandò lui “No, meglio di no “ risposi prendendo la borsa e uscendo dalla stanza.

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