Ritrovarsi di maryc (/viewuser.php?uid=95353)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Faccia a faccia ***
Capitolo 2: *** Ricordi ***
Capitolo 3: *** Famiglia? ***
Capitolo 4: *** Conoscersi ***
Capitolo 5: *** Racconto ***
Capitolo 6: *** Voglio la verità ***
Capitolo 7: *** Primi passi ***
Capitolo 8: *** Grande, grande, grande ***
Capitolo 9: *** Sparisci ***
Capitolo 10: *** Diario ***
Capitolo 11: *** Non sono un mostro ***
Capitolo 12: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Faccia a faccia ***
Faccia a faccia
POV BELLA
Mama, just killed a man, put a gun against his
head
Pulled my trigger, now he's dead, mama
Life had just begun, but now I've gone and thrown it all away
Mama, oooh
Didn't mean to make you cry
If I'm not back again this time tomorrow
Carry on, carry on, as if nothing really matters…
Oh
Queen vi adoro. Non ci sono
parole per descrivere questa canzone.
Affondo
il piede
sull’acceleratore. Mancano pochi chilometri e finalmente
arriverò a Forks.
Ho
impiegato tanti anni per
ritrovarli e alla fine, la costanza, la tenacia e la perseveranza mi
hanno
aiutata.
Ops,
mi presento, sono
Isabella, o meglio Bella, ho 22 anni, anche se tutti mi scambiano per
una
diciassettenne, e sto andando a Forks, paese sperduto nello stato di
Washington
per rivedere mio padre e mia madre, e per conoscere la mia famiglia.
Avevo
sette anni l’ultima
volta che li ho visti. Mi hanno adottata, ma poi fatta crescere con le
migliori
badanti, i migliori istruttori, i migliori comfort, insomma mi hanno
fatta
crescere nel lusso e nell’agiatezza, senza però
pensare che forse avevo bisogno
di loro e non di tutto il resto.
Inizialmente
li avevo odiati.
Li odiavo per avermi lasciata in quell’ospedale, per avermi
abbandonata, ma poi
qualche anno fa, avevo 16 anni, ho scoperto per caso la
verità, e il mio amore,
seppellito dall’odio, è tornato a galla,
cancellando tutti quegli anni di
rancore e odio nei loro confronti.
Però
neanche una chiamata,
un biglietto, un messaggio, nulla. Solo uno stratosferico conto in
banca, le
migliori abitazioni, le migliori scuole, ma per il resto nulla.
Diciamo
anche che ho
approfittato di tutto ciò che avevo, anche se non sono
cresciuta altezzosa e
snob. Charlie e Renèe, la mia balia e suo marito, mi hanno
cresciuta come una
figlia, con sani principi ed ottima educazione.
BENVENUTI
A FORKS
Certo
che sono proprio
bravi a nascondersi.
Proprio
quando mi stavo arrendendo, ecco che ho visto uno spiraglio di
speranza.
Ho
pensato di mollare le
ricerche molte volte, ma poi ci ripensavo sempre. Due mesi fa, a
seguito della
morte di coloro che hanno sostituito i miei genitori a causa di un
incidente,
stavo mollando tutto. Anche loro mi avevano lasciata, poi
però un articolo di
giornale, un nome, tra tanti, o meglio delle iniziali, hanno attirato
la mia
attenzione.
Ho
basato le mie ricerche su
quelle iniziali, ho pagato i migliori investigatori, e alla fine ci
sono
riuscita.
Non
voglio nulla da loro.
Non spero che mi chiedano di restare con loro, bello ma impossibile,
voglio
solo che siano presenti il giorno della mia laurea e tra qualche mese.
Nulla di
più.
Mmm,
ma che posto delizioso.
Verde, verde, verde, o guarda un po’ ancora verde.
Se
prima desideravo vedere
un bosco con tanti alberi ora diciamo che ho fatto il pieno.
Ma
il sole è a conoscenza di
questo paese sperduto tra le montagne?
Arrivo
in…come posso
definirla? Città? Cittadina? Paese? Insomma arrivo a Forks.
Ho
prenotato una camera
nell’unico albergo, ops, affitta camere, presente in
città, ma ci vado dopo. Ho
pagato in anticipo per tre notti, però la situazione
potrebbe mettersi male e
richiedere una mia partenza immediata, perciò evito di andar
a posare il
trolley per poi tornare a riprenderlo.
Ma
dove diavolo si sono
nascosti? Ci vuole una bussola per orientarsi, altro che navigatore.
Ahhh,
ecco finalmente una
casa, anzi una villa, simile alla mia. Si trattano bene anche loro.
Sicuramente
mi hanno sentita
arrivare. Sono veramente emozionata, ma devo cercare di controllarmi.
Ho
raccolto varie informazioni su di loro e una di queste è che
percepiscono tutto. Diciamo che il mio viaggetto in
Italia, è stato veramente proficuo, insieme a delle
amicizie particolari.
Parcheggio.
Vorrei
scendere
ma sono bloccata. Ok Bella, respira e inspira, brava così,
un’altra volta,
continua così. Ora prendi coraggio e scendi, infondo non hai
nulla da temere
devi solo confrontarti con coloro che ti hanno prima adottata, e poi
lasciata
sola a sette anni. Certo mi hanno adottata che ero in ospedale e
lì mi hanno
lasciata.
Se
vi chiedete cosa sia
successo, semplicemente ho avuto un gravissimo incedente insieme ai
miei
genitori biologici che ha portato alla loro morte, mentre io ero
conciata
veramente male. Avevo circa sei anni e ho passato circa un anno in
ospedale. Lì
ho conosciuto prima lui, il mio principe e poi lei, la mia adorata
mamma.
Ricordo
come erano felici
quando li ho chiamati mamma e papà, i loro abbracci e le mie
lacrime di gioia
quando il giorno dopo mi comunicarono di essere i miei genitori a tutti
gli
effetti.
Bene,
sono pronta per
affrontarli.
Scendo
dalla mia Maserati e
inforco i miei Ray-ban grigi, anche se non sono necessari, abitudine.
Chiudo la portiera e mi ci appoggio.
Sanno
che sono qui,
usciranno.
Le
mie speranze non sono
vane.
La
porta si apre e mi
appaiono davanti un folletto e un armadio. Alice ed Emmett.
Dietro
di loro una ragazza
bellissima, forse è un’offesa dire bellissima,
è semplicemente favolosa.
Oh
ecco il biondo, Jasper,
ma ne manca uno, il rosso. Ah eccolo, Edward. cazzo che figo.
Mi
faccio i complimenti
mentalmente per la bellezza dei miei fratelli e delle mie sorelle. Se
quelle
stronze che si spacciano mie amiche, solo per i miei soldi ovviamente,
li vedessero,
sarebbero ancora più invidiose.
Li
scruto silenziosamente e
loro fanno lo stesso con me.
Ma
perché non parlano? Non
hanno la lingua? Ohhhh, forse dovrei dire qualcosa io, infondo sono io
l’intrusa. Cosa dico? Ecco ora che tutta la mia spavalderia
è andata a farsi
fottere. Se mi avesse sentita Renèe mi avrebbe dato uno
scappellotto talmente
forte da mandarmi a terra. Ecco che torna la tristezza se penso a loro.
Scrollo
il capo e sorrido.
I
cinque mi fissano sconcertati
e curiosi. Sono ancora in attesa di qualcosa, ma cosa? Giusto ancora
non apro
bocca.
“Ciao.”
Ecco qualcuno mi ha
tolto dall’imbarazzo. Sposto lo sguardo sul folletto che mi
rivolge un sorriso
abbagliante. Lei sa, e sa che io so. Almeno io suo sorriso furbo mi
conferma
tutto. Le sorrido di rimando.
Ora
che fa? Saltella sul
posto e batte le mani? Per poco non cado a terra. Ma che le prende?
È per caso
pazza?
Ora
la guardo confusa, ma
lei saltella ancora di più. Oddio, ma dove sono finita.
“Chi
sei?” Gentile la
bionda, forse il mio giudizio è stato troppo affrettato.
“Ehm…si…ciao.
Sono…sono…”
Cosa sono?
“Sei?”
Oddio il rosso oltre
a farmi uno strano effetto, ha anche una voce da stupro. Volgare,
depravata e
sconcia Bella. Ma che pensieri sono questi!!!
“Ecco
bella domanda.” L’orso
scoppia a ridere.
“Hai
un vuoto di memoria? Ti
sei per caso persa? Stai male? Mio padre è un dottore,
può aiutarti.” Ecco le
parole che mi fanno riprendere.
“Cerco
i signori Cullen,
sono in casa? Sono una ehm…conoscente.” Si
così può andare.
“Conoscente?”
Rosso non
parlare, potrei stuprarti seduta stante e non sarebbe bello dare
spettacolo e
ti assicuro che, forza o non forza, non riuscirai a sfuggirmi.
Mi
faccio ribrezzo da sola
per i miei pensieri a luci rosse, su me ed Edward, e in tutti questi
pensieri
ci siamo io e lui nudi, ma in luoghi e posizioni diverse.
“Si?”
“Perché
lo chiedi a noi? Sei
stata tu a dire di essere una conoscente.” Simpatico Jasper,
gira il coltello
nella piaga, prego continua tranquillamente.
Cerco
di rivolgergli il mio
peggior sguardo omicida, per quanto possa far loro paura, ma credo che
con gli
occhiali da sole, non rendo bene l’idea.
“Giusto.
Vedete è complicato
da spiegare e anche lungo. Vorrei solo sapere se sono in casa, in caso
contrario, vorrei sapere quando posso trovarli.” Il folletto
continua a
saltellare sul posto.
“Stai
bene?” Le chiedo di
getto.
“Sta
benissimo.”
“Calma
tesoro, non ho
chiesto a te.” Il biondo mi fulmina ma io non abbasso lo
sguardo.
“Sfortunatamente
gli
sguardi, per quanto truci, non hanno il potere di uccidere, puoi anche
smetterla di guardarmi così.” Diciamo che non
siamo partiti con il piede
giusto.
“Ma
come ti permetti
stronza.” L’avevo giudicata troppo presto la bionda.
“Jazz,
Rose chiedete subito
scusa. Cara, scusa l’impeto del mio ragazzo e di mia sorella,
però anche tu,
che caratterino.” Sorrido al folletto.
“Mangia
per non esser
mangiato.” Questa battuta potrebbe essere un invito per loro.
Spero non mi
prendano in parola. Ecco ora ridono. Ridono tutti, ma che gli prende.
Sono
proprio degli svalvolati.
“Ora
vuoi dirci chi…”
“Ragazzi?
Oh siete qui. Ma
abbiamo un ospite. Siamo entrati dal garage e non vi abbiamo trovati.
Salve, ci
conosciamo?” Mia madre. Come è bella.
Dietro
di lei la figura di
un uomo, Carlisle, mio padre.
Sento
le lacrime salirmi
agli occhi. Prendo un grande respiro e tolgo gli occhiali da sole
fissandoli
negli occhi.
Papà
spalanca gli occhi,
mentre mia madre si porta una mano alle labbra. sono sorpresi ed
esterrefatti,
non si aspettavano di certo una mia visita. Anzi credo proprio che
contavano di
non rivedermi più.
“Se-sei
veramente tu?”
Chiede mio padre. Annuisco e li fermo alzando una mano. Ora sono tutti
curiosi.
Fissano prima loro e poi me.
“Vi
ho odiato. Non potete
neanche immaginare quanto odio, rancore, rabbia, indifferenza abbia
provato nei
vostri confronti. Non potete immaginare come mi avete ridotta, come mi
avete
lasciato. Per anni…” La mia voce si incrina,
prendo un bel respiro e torno a
parlare.
“Per
anni ho sperato di
rivedervi solo per urlarvi contro, per dirvi che mi fate schifo, che
non avrei
più voluto vedervi. Per rinfacciarvi le vostre false
promesse, per dirvi che i
vostri soldi ve li potevate tenere, che io non avevo bisogno di voi.
Non
sapete quanto abbia invidiato le mie compagne, loro avevano qualcuno
che le
volevano bene, che le amava, ed io? Io chi avevo? Nessuno. Certo a
parte tutte
le badanti che mi avete rifilato. Tutte puntualmente scappate via per
il mio
carattere e la mia maleducazione, per il mio mutismo e i miei scatti
d’ira. Poi
un giorno sono arrivati Charlie e Renèe e la mia vita ha
ripreso a scorrere. Ma
più amavo loro e più odiavo voi. Il mio primo
giorno di scuola, quando sono
uscita dall’ospedale, è da dimenticare. Tutti
all’uscita avevano qualcuno, io
un autista ed una badante. Ora mi dispiace per lei, Margaret se non
sbaglio,
l’ho fatta scappare dopo 5 giorni.” Prendo un altro
respiro dando loro il tempo
di assimilare le mie parole, voglio che capiscano come mi sono sentita.
“Quando
ho perso i primi
dentini c’era Kate, poverina, le ho fatto passare le pene
dell’inferno. Poi per
più di un anno c’è stato il mutismo da
parte mia, rifiutavo anche di mangiare.
In quel periodo c’era Marika, è durata un anno
perché non parlavo, poi l’ho
cacciata perché aveva i capelli color caramello.”
Mi fermo di nuovo guardando
dritto negli occhi Esme, voglio farle capire che l’ho
cacciata perché aveva i
capelli simili ai suoi.
“A
dieci anni vidi per la
prima volta Cenerentola, appena vidi il principe azzurro, con un vaso
frantumai
il televisore. Il mio principe, colui che aveva detto che sarebbe stato
per
sempre il mio principe, mi aveva abbandonato, lì iniziarono
i miei scatti
d’ira.” Ora fisso Carlisle, è il suo
turno.
“In
quell’occasione
licenziai l’autista, troppo biondo. Poi arrivarono loro,
Charlie e Renèe.” Un
sorriso malinconico arriccia le mie labbra.
“Li
ho trattati malissimo,
ma loro non si sono arresi, fino a che capii che erano loro che avrei
avuto al
mio fianco. Imparai a voler loro bene, li amai tantissimo e loro
amavano me. Ero
la figlia che non potevano avere. Eravamo una famiglia. Ma a me mancava
sempre
qualcosa. La prima volta che ebbi il ciclo ero spaventata da morire. Ho
ripreso
con il mutismo, per quanto volessi bene a Renèe, volevo che
fosse mia madre a
spiegarmi cosa dovevo fare, come comportarmi, ma dopo un mese di vane
speranze
e un esponenziale aumento dell’odio verso te, capii che non
saresti venuta. Il mio
primo bacio, l’ho trovato disgustoso e umido, e anche
lì c’era Renèe a
consolarmi e ad abbracciarmi perché la sua bambina aveva
dato il primo bacio.
C’era Charlie che stava per svenire perché la sua
bambina aveva dato il primo
bacio, non c’eri tu.” Questa volta fisso duramente
Carlisle.
“Al
mio primo appuntamento,
avrei tanto voluto mia madre a calmare i nervi e le mie sorelle a
consigliarmi
sull’abbigliamento, ma anche quella volta c’era
Renèe e la mia malinconia. Ad
aprire la porta a
quel ragazzo tremante,
non c’era Charlie. È stato lui a minacciarlo delle
peggiori torture, a
intimarlo di tenere sempre le mani in tasca, a non sfiorarmi neanche
con lo
sguardo. Non c’era mio padre, e non c’erano i miei
fratelli a seguirmi
camuffati per non farsi scoprire.” Le lacrime scendono
silenziose dai miei
occhi. Ho iniziato a camminare nervosamente sotto e sopra. Accendo una
sigaretta
per cercare di calmarmi.
“Non
dovres…” Fulmino
Rosalie con lo sguardo. Fumo velocemente tre sigarette per stendere i
nervi, ma
ottengo l’effetto contrario.
“Oh
non vi ho parlato della
mia prima volta. Dopo quella volta ho giurato di non fare
più sesso per tutta
la vita, maledicendo mentalmente Renèe per avermi detto che
mi sarebbe piaciuto e
concordando con Charlie, dopo essersi ripreso dallo shock durato tre
giorni,
che non dovevo fare mai sesso, che era una cosa brutta. Voi dove
eravate? Oh certo
a fare i ricchi con gli altri figli. Eravate nella vostra bella casa a
fregarvene di me. Mai un bigliettino, mai una chiamata, mai un
messaggio, anche
solo che avevate fatto un enorme sbaglio adottandomi. Dove eravate?
Dove cazzo
eravate?” Sto praticamente urlando in faccia ad Esme e
Carlisle. Lei singhiozza
tra le sue braccia e lui ha il capo chino.
Una
mano sulla spalla cerca
di farmi calmare, e ci riesce, anche se so che è innaturale.
Fulmino Jasper e
mi scrollo la sua mano dalla mia spalla.
“Non
cercare di calmarmi,
non immagini quanto odio ho dentro di me.” Riprendo a
camminare e accendo
un’altra sigaretta.
“Ora
stai esagerando
ragazzina. È la quarta.” Fulmino Emmett. Si ce
l’ho anche con loro.
“Cosa
mi può succedere? Un
cancro ai polmoni? Tranquillo a breve sarà tutto
risolto.” Tutti mi fissano
sbalorditi.
“Il
giorno che compii 16
anni tutto cambiò.” Ricordo tutto con un sorriso
sulle labbra.
“Ho
incontrato un uomo,
James.” Sorrido ripensando al mio amico vampiro e a Victoria,
la sua compagna.
Volevano uccidermi, ma leggendo arrendevolezze e dolore nei miei occhi,
cambiarono idea. Mi raccontarono di loro, della loro natura ed io
raccontai di
me, dei signori Cullen, degli Swan. Al nome Cullen, mi spiegarono di
loro e mi
fecero aprire gli occhi. Capii che non mi avevano abbandonata
perché non mi
volevano, ma mi avevano lasciato vivere una vita normale. Quel giorno
il mio
odio sparì, però sono comunque arrabbiata. Ho
accettato la loro natura da
lontano, lo avrei fatto anche se loro fossero stati con me.
“Mi
fece aprire gli occhi.
Capii molte cose, cose che prima non avevo capito. Da quel giorno vi ho
cercato
ovunque. Il giorno che compii 18 anni speravo di vedervi comparire, ma
fu
un’altra delusione, sommata alle altre, così il
giorno del mio diploma. Oramai
non ci facevo neanche più caso. Dicevo che stavo bene anche
senza di voi, che
non mi mancava nulla, che avevo delle persone che mi amavano e tanto mi
bastava. Però la speranza non mi aveva mai abbandonata,
continuavo a cercarvi.
Ho fatto ricerche su ricerche, ma eravate scomparsi nel nulla. Sono
stata sul
punto di abbandonare tutto, di lasciarvi alle mie spalle, di farvi
uscire
completamente dalla mia vita, ma non ci sono mai riuscita. Due mesi fa,
però, mi
arresi. Charlie e Renèe, morirono in un incidente ed io non
aveva più la forza
di combattere, non valeva la pena ricercare persone che mai si erano
fatte
vive. Era inutile e controproducente inseguire tale sogno. Poi
però un giorno,
un articolo, delle iniziali, un indizio. Il grande chirurgo C.C., un
nome in
mezzo a tanti, o meglio delle iniziali, in mezzo a tante. La speranza
è tornata
in me, mi sono detta che non avevo proprio più nulla da
perdere. Ho ingaggiato
i migliori investigatori, molti mi hanno chiuso la porta in faccia, mi
credevano pazza. Solo uno mi diede retta. Due settimane fa, mi
informò
dicendomi che vi avrei trovati qui. A quel punto non volevo venire, non
volevo
una porta in faccia, poi mi sono ripetuta di nuovo che non avevo nulla
da
perdere. Ed eccomi qui.” Li fisso con un sorriso timido.
Nessuno parla. Accendo
un’altra sigaretta bloccando sul nascere la critica di
Rosalie.
“Voglio
mettere in chiaro
che non sono qui per avanzare pretese, non voglio nulla da
voi.” Forse sono
stata troppo dura, ma anni di odio e rancore sono tanti.
“Vorrei
che per una volta,
solo una, foste presenti in qualcosa che per me è veramente
importante.”
Carlisle ed Esme si illuminano in volto.
“La
prossima settimana ci
sarà la consegna dei diplomi di laurea. Vorrei che ci foste,
tutti. Sempre se
non avete altro…”
“Ci
saremo. Tutti.” Sussurra
debolmente Esme.
“Bene.”
Spengo la sigaretta
e mi volto verso la macchina.
“Bella?”
Mi fermo ma non mi
volto.
“Non
vuoi entrare?” Mi
chiede timidamente mio padre.
“No
papà, sono stanca e vado
in albergo. Sarò qui per tre giorni. Credo che lo
conosciate, è l’unico qui a Forks.”
Sussulta a sentirsi chiamare così. Per quanto abbia amato
gli Swan, non li ho
mai chiamati mamma e papà. I Cullen sono i miei genitori,
per quanto mi abbiano
fatta soffrire.
“Perché
non stai qui con
noi?” Mi volto verso Emmett e gli sorrido. Il primo sorriso
sincero lo rivolgo
a lui. Mi è simpatico.
“Non
vorrei crearvi
problemi.”
“Non
creerai alcun problema,
anzi ne saremo lieti…”
Mi
volto verso di loro e
cerco di misurare le parole che usciranno dalle mie labbra.
“Io
so.” Mi fissano confusi.
“Ma
dai, hai per amici una
coppia di vampiri che seguono la dieta classica e non vuoi stare da noi
che siamo
vegetariani e inoltre la tua famiglia?” Tutti ci fissano
confusi e sorpresi.
“Alice,
fino ad ora solo in
tre eravate a conoscenza della
mia esistenza,
vorrei che anche gli altri realizzassero ehm...me, e poi sinceramente
non credo che
mi troverei a mio agio.” Subito Esme abbassa il capo
imbarazzata.
“Oh
no, non per la vostra
natura o per i nostri…trascorsi, ma per il semplice motivo
che da quando sono
andata a Yale ho sempre vissuto da sola e comunque a casa eravamo in
tre, non
sono abituata a tutta questa…folla.” Sospirano di
sollievo.
“Ora
vado.”
Entro
in macchina
velocemente e riparto con ancor più fretta. Voglio stare un
po’ da sola. Devo assimilare
tutto ciò che è successo.
Abiti Bella
Ciao
donzelle, so di avere altre due storie all’attivo,
ma questa sarà di pochi capitoli. L’avevo in mente
da un po’ e oggi mi sono
decisa a metterla nero su bianco. La concluderò in pochi
giorni, entro la fine
della prossima settimana sarà finita e saranno 5 capitoli,
capitolo più
capitolo meno. Spero che vi piaccia. A presto, bacio Mary.
Ps.
aspetto i vostri commenti.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Ricordi ***
Ricordi
“Ma
dai, hai per amici una coppia di
vampiri che seguono la dieta classica e non vuoi stare da noi che siamo
vegetariani e inoltre la tua famiglia?” Tutti ci fissano
confusi e sorpresi.
“Alice,
fino ad ora solo in tre
eravate a conoscenza della mia esistenza, vorrei che anche gli altri
realizzassero ehm...me, e poi sinceramente non credo che mi troverei a
mio
agio.” Subito Esme abbassa il capo imbarazzata.
“Oh
no, non per la vostra natura o
per i nostri…trascorsi, ma per il semplice motivo che da
quando sono andata a
Yale ho sempre vissuto da sola e comunque a casa eravamo in tre, non
sono
abituata a tutta questa…folla.” Sospirano di
sollievo.
“Ora
vado.”
Entro
in macchina velocemente e
riparto con ancor più fretta. Voglio stare un po’
da sola. Devo assimilare
tutto ciò che è successo.
POV
CARLISLE
Guardo
l’auto della mia bambina andare via. Stringo tra
le mie braccia mia moglie.
“Carl…”
Singhiozza sul mio petto. le accarezzo la
schiena.
“Abbiamo
sbagliato tutto.” Le sussurro e lei annuisce
con il capo.
Mi
torna in mente quella bambina di sei anni che è
stata portata urgentemente in ospedale, appena la vidi il mio cuore si
riempì
nuovamente di amore, amore paterno. Era piena di lividi, di
escoriazioni, la
gamba e il braccio destri rotti, il polso sinistro slogato, tre costole
rotte e
tre incrinate. La schiena era ricoperta di sangue e c’erano
schegge di vetro
ovunque. La testa era piena di tagli. Era svenuta e non si sapeva se
avrebbe
superato la notte. Mi dissero subito che i genitori erano morti sul
colpo. A quelle
parole il mio amore per lei crebbe ancora di più.
L’intervento
durò tantissimo, speravo di averla
salvata. Restai al suo fianco per tre giorni. Volevo che riaprisse
nuovamente
gli occhi, volevo vederla ridere, giocare, parlare.
Esme
fu al mio fianco in quei tre giorni e nel suo
sguardo potevo leggere amore e adorazione per lei e per me.
L’avevo chiamata
spiegandole la situazione e in breve l’ho avuta al mio fianco.
Al
terzo giorno ero solo, Esme doveva sbrigare delle
faccende.
Stavo
perdendo le speranze, quando il mio udito
sviluppato mi avvertì che si sarebbe svegliata a breve. Un
sorriso spontaneo e
sincero apparve sulle mie labbra.
La
bambina aprì gli occhi, erano profondi, bellissimi,
del colore del cioccolato.
Si
guardava intorno spaesata fino a che il suo sguardo
si posò su di me e arrossì. Mi faceva troppo
tenerezza e la trovai la bambina
più bella del mondo, anche piena di lividi, graffi,
escoriazioni. Era semplicemente
perfetta.
Mi
sorrise, prima timidamente e poi apertamente. Non
dimenticherò
mai le sue parole.
“Tu
sei il principe di Biancaneve!” La guardai prima
sconcertato e poi iniziai a ridere.
“No
tesoro, sono solo un dottore, e poi il principe di
Biancaneve non ha i capelli neri?”
“Hai
ragione, tu sei più bello. Allora vuoi essere il
mio principe?” Se avessi potuto sarei scoppiato a piangere.
“Ne
sarei onorato.”
“Ma
lo sai che sei proprio un bel dottore? Di solito
sono tutti brutti e vecchi.” Scoppiai a ridere di cuore. Da
quel giorno non l’abbandonai
mai. L’aiutavo nella riabilitazione, l’aiutavo a
mangiare, l’aiutavo in tutto,
solo per lavarsi non voleva farsi aiutare, diceva sempre che non era da
signorine educate ed io ridacchiavo sempre. Il problema era che non
voleva
farsi aiutare neanche dalle infermiere, così chiesi ad Esme.
Dal suo risveglio
non era più venuta, aspettava che fossi io a dirle di
venire. Questo perché le
persone hanno paura di noi, anche se non sono a conoscenza del nostro
segreto,
ma lei non ha mai mostrato paura.
“Doc
quando divento grande mi sposi?” Mi spiazzava
sempre.
“Amore
io sono già sposato.”
“Ohh
veramente? Me la fai conoscere? Dai ti prego, ti
prego, ti prego.”
“Certo
Bella, anzi se vuoi sarà Esme ad aiutarti con
il bagnetto e il pigiamino.”
“Che
bel nome. Quando viene? Dai, dai, dai.” Era una
forza della natura, ma mai una volta mi ha parlato dei suoi genitori ed
io non
sapevo come affrontare l’argomento.
“Veramente
è qui fuori, aspetta solo di poter entrare.”
Mi guardò allibita e poi si mise ad urlare.
“Falla
entrare, chiamala, anzi no aspetta. Come sto?”
Sentii Esme sorridere.
“Sei
più bella di una principessa.” Stavo per aprire
per far entrare Esme quando venni bloccato di nuovo.
“Papà,
ma anche se sei sposato, sei sempre il mio
principe?” Smisi di respirare e mi paralizzai. Mi aveva
chiamato papà. Con gli
occhi lucidi corsi ad abbracciarla.
“Certo
amore, io sarò sempre il tuo principe e tu la
mia principessa.”
“La
mamma allora è la regina.” Esme era paralizzata,
proprio come me. Lei mi guardava curiosa ma avevo capito che voleva
dirmi
qualcosa così la incitai con lo sguardo.
“Ma
io posso chiamarti papà? L’altro mio
papà ora è in
cielo, ma tu non mi lasci?”
“No
amore, io non ti lascio e sono onorato di essere
il tuo papà.”
Dopo
un altro caloroso abbraccio finalmente Esme e la
mia principessa si incontrarono.
“Ohhh
avevo ragione che tu sei il principe, lei è
Biancaneve.” Esclamò cercando di sedersi.
“Vuoi
essere la mia mamma? Sei bellissima, anzi sei
più bella di Biancaneve. Ti posso dare un bacino?”
Se mia moglie avesse potuto
sarebbe prima scoppiata a piangere e poi sarebbe svenuta dalla
felicità. In quel
momento, vedendo le mie donne abbracciate seppi cosa fare. Mi scusai e
corsi
subito da Jasper. Gli spiegai cosa volevo fare e dopo avermi chiesto se
ne ero
sicuro, corse a fare quanto chiesto.
Tornai
in ospedale nel giro di poche ore con tutti i
documenti in mano e mi ritrovai una scena dolcissima. Esme si faceva
spazzolare
i capelli da Bella e ridevano tranquille. Sapevo che Esme mi aveva
sentito
arrivare.
“Mamma
piaceremo a papà?”
“Certo
tesoro, ci siamo fatte belle apposta per lui.”
Sorrisi a quelle parole e bussai per palesare la mia presenza.
Quando
dicemmo a Bella che l’avevamo adottata ed era
nostra figlia a tutti gli effetti ha pianto tantissimo di gioia e non
smetteva
di abbracciarci e baciarci ringraziandoci in continuazione.
È
stato l’anno migliore della nostra esistenza, solo
che la piccolina purtroppo è dovuta stare molto in ospedale
perché ha dovuto
fare molta riabilitazione.
Con
il passare del tempo le domande sulla nostra pelle
fredda e sugli occhi che diventavano neri si facevano frequenti. Edward
sentiva
i nostri pensieri e Jasper le nostre emozioni e ci proposero di andare
via,
anche perché era da un po’ che eravamo
lì. Non sapevamo come fare con la piccolina,
ma l’unica soluzione, la più giusta era quella di
lasciarla, ovviamente
assicurandole tutto il meglio. Le assicurammo le migliori cure,
assumemmo
personale affinché fosse stata sempre bene e nominammo un
tutore che lei non ha
mai visto. Lui ci aggiornava costantemente e le badanti e tutto il
resto del
personale si rivolgevano direttamente a lui. Sappiamo che a sofferto
molto, ma
non potevamo portarla con noi, siamo pericolosi e lei è
umana.
“Credo
sia meglio rientrare e ragionare con calma.” Ecco
Jasper, pratico e razionale.
Ci
accomodiamo in salotto tutti in silenzio.
“Ci
piacerebbe sapere tutto.” dice Rosalie breve e
coincisa. Edward ha sempre rispettato la mia privacy ed ha cercato di
restare
fuori dai nostri pensieri il più possibile, ma anche lui
è curioso.
Raccontammo
tutto con precisione, senza lasciare alcun
particolare o emozione. Ovviamente erano a conoscenza del fatto di
avere una
sorella umana, ma non li abbiamo mai presentati, anche se erano
curiosi,
soprattutto Rose ed Alice.
“Bene
e questo è tutto.”
“Ora
dobbiamo cercare di riprenderci nostra sorella. L’abbiamo
fatta soffrire molto, ma lei ci ha cercati e ci sta concedendo
un’altra
possibilità, non distruggiamola.” Guardiamo
sorpresi Rose e lei ci mette a
tacere con un gesto secco della mano.
“Anche
io sono d’accordo e poi hai visto Rose? Ha veramente
gusto, sia nell’abbigliamento che in fatto di
auto.” Anche Alice è partita.
“Ha
carattere la mia sorellina.” Emmett è con noi.
“Mi
ha fronteggiato senza aver paura, anzi si è fatta
beffe di me. È una tipa tosta.” Anche Jasper ha
acconsentito, manca solo
Edward. ci voltiamo verso di lui e sembra assorto nei suoi pensieri.
“E-Edward?”
Sussurra Esme. Lui sembra risvegliarsi e
noi lo guardiamo stralunati mentre Jasper ridacchia.
“Credo
proprio che qualcuno qui si sia preso una cotta
per la sorellina.” Lo fissiamo prima sbalorditi, poi Esme si
illumina mentre io
ringhio.
“Come
puoi innamorarti della mia bambina?” Tutti mi
fissano sorpresi e Edward si passa una mano tra i capelli imbarazzo e a
disagio.
“Non…non
l’ho deciso io. È arrivata qui con quel suo
odore che subito mi ha ammaliato, poi Carlisle non puoi non ammetterlo
è
bellissima e i suoi occhi, ohhh che occhi, e le
labbra…” Lo blocco con un
ringhio.
“Ne
riparleremo ma cerca di non parlare di MIA figlia
in questi termini, almeno non davanti a me.” Tutti
ridacchiano e se potesse,
Edward, sarebbe rosso pomodoro. Non ha mai detto nulla del genere su
una
ragazza. Poi mi blocco e fisso Esme stralunato.
“Ha-ha
parlato di primo bacio e di-di p-prima volta? L’ho
immaginato vero?” La guardo speranzoso.
“No
caro, è tutto vero.” I miei occhi diventano neri e
inizio a ringhiare. Nessuno deve toccare la mia bambina.
“Ahio.”
Uno scappellotto mi fa riprendere e lo sguardo
infuocato di mia moglie placa in parte la mia furia omicida,
però un altro
ringhio ci sorprende, questa volta è Edward, ed anche lui
viene ripreso con uno
scappellotto di Emmett.
“Smettetela,
con questo comportamento non otterremo
nulla. Ricordatevi che l’abbiamo abbandonata e lei ha avuto
le sue esperienze. Se
ora vai da lei in modalità padre geloso, penso che avrai una
porta in faccia ed
urla che si sentirebbero in tutta Forks. Edward poi tu devi cercare di
conquistarla con la dolcezza e la tua galanteria, non volendo uccidere
tutti
gli uomini presenti sulla faccia della terra.” Giusto ha
ragione.
“Bene,
ragioniamo. Innanzitutto ci serve un bel
regalo.” Fissiamo Emmett.
“Giusto
abbiamo dimenticato che la mia principessa si
laurea. Sono emozionato.”
“Papà
noi ci siamo laureai tante volte ma non hai mai
fatto così?”
“Sei
geloso scimmione?” Non li ascolto neanche. Guardo
con amore mia moglie, lei è emozionata forse più
di me.
Le
prendo una mano e la conduco in camera, sa che
voglio rivedere tutte le foto che abbiamo della nostra bambina.
Passiamo così
il pomeriggio ripensando a quell’anno insieme, rivivendo quei
momenti e
soffrendo per ciò che ha passato a causa nostra.
Ci
riscatteremo.
POV
BELLA
Ancora
non mi rendo conto di ciò che ho detto e fatto.
Mi sono tolta un peso, un enorme peso. Non avrei retto ancora molto
prima di
crollare definitivamente. La perdita degli Swan mi ha resa ancora
più debole.
Mi
squilla il telefono e rispondo senza vedere chi mi chiama.
“Isabella,
carissima.” Ecco è lui.
“Ah
sei tu.”
“Oh
ma come sei gentile. Allora dimmi un po’, li hai
trovati?” Sospiro, infondo gli devo qualcosa e il compromesso
raggiunto mi
sembra la miglior cosa.
“Si.”
Dico sospirando.
“Come
è andata?”
“Ti
interessa veramente?”
“Effettivamente
no. Allora ricordi il nostro patto?”
“Come
potrei dimenticarlo. Non ho la memoria corta.”
“Bene,
ho chiamato solo per accertarmi di questo. A presto
carissima.”
Chiudo
senza rispondere e mi butto sul letto
sospirando.
Già
il nostro patto.
Sbuffo
e mi accendo una sigaretta, l’ennesima.
“Non
hai fumato troppo per oggi?” Non apro gli occhi,
aspettavo già da un po’ la loro comparsa.
“Vi
aspetto da un po’. potevate venire prima come
sostegno morale.”
“Oh
dai tesoro, non è andata male.”
“Certo
che no Vic, per poco non mi veniva una crisi
davanti a loro.”
“Sono
la tua famiglia.”
“Famiglia
che mi ha abbandonata e prima che tu
aggiunga qualcosa, non mi importa perché l’hanno
fatto, mi hanno comunque
abbandonata.”
“Vic,
amore, questa volta Bella ha ragione.”
“James
tu e lei vi siete trovati, andate sempre
d’accordo.”
Si allungano uno alla mia destra e l’altra alla mia sinistra.
“Cosa
si prova a fumare?” Corrugo la fronte alla domanda
di James, già cosa si priva? Non lo so neanche io, ma mi
piace e mi rilassa.
“Non
lo so, vuoi provare? Tanto non può accaderti
nulla, sei già morto.”
“A
volte hai un macabro senso dell’umorismo, cara.”
“Lo
prendo come un complimento James.” Accende una
sigaretta mentre Vic ci rimprovera per la nostra
superficialità.
“Sta
arrivando qualcuno, ne sono due, vuoi che andiamo
via?”
“Perché?
Sanno che ho amici vampiri e sanguinari,
sentirebbero il vostro odore e poi diciamo che in un certo senso sono
loro gli
intrusi, non voi.”
“Ehi
da quando ti conosciamo non uccidiamo nessuno,
prendiamo il sangue alla banca del sangue.”
“Era
solo per fare scena.”
“Ripeto
ha un macabro senso dell’umorismo.” Mentre
ridacchio
vedo entrare dalla finestra Emmett e Jasper. Ci guardano con gli occhi
spalancati. Certo non deve essere normale vedere un’umana
allungata su un letto
tra due vampiri che bevono sangue umano, mentre ridono e fumano
tranquilli.
“Oh
ciao ragazzi, noi siamo James e Victoria, siamo
amici di Bella. Voi siete Emmett e Jasper giusto?” annuiscono
incapaci di dire
altro.
Credo
che ci sarà di divertirsi.
Abiti
Bella: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=38198422&.locale=it
Allora
ragazze ecco il secondo capitolo. Come
detto non durerà molto, ma ancora non scrivo gli altri
capitoli. Cosa ne
pensate di quella strana telefonata? Aspetto i vostri commenti, bacio
Mary.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Famiglia? ***
Famiglia?
“Sta
arrivando qualcuno, ne sono
due, vuoi che andiamo via?”
“Perché?
Sanno che ho amici vampiri
e sanguinari, sentirebbero il vostro odore e poi diciamo che in un
certo senso
sono loro gli intrusi, non voi.”
“Ehi
da quando ti conosciamo non
uccidiamo nessuno, prendiamo il sangue alla banca del sangue.”
“Era
solo per fare scena.”
“Ripeto
ha un macabro senso
dell’umorismo.” Mentre ridacchio vedo entrare dalla
finestra Emmett e Jasper.
Ci guardano con gli occhi spalancati. Certo non deve essere normale
vedere
un’umana allungata su un letto tra due vampiri che bevono
sangue umano, mentre
ridono e fumano tranquilli.
“Oh
ciao ragazzi, noi siamo James e
Victoria, siamo amici di Bella. Voi siete Emmett e Jasper
giusto?” annuiscono
incapaci di dire altro.
Credo
che ci sarà di divertirsi.
La
camera è caduta nel silenzio.
Vorrei
ridere ma non credo che sia il momento giusto e
poi mi prenderebbero per pazza.
Jasper
mi fissa, anzi mi scruta, tasta il mio stato d’animo.
“Sei
divertita?” Mi chiede piegando a testa di lato. Non
ce la faccio più e ridacchio sentendo gli occhi di tutti
puntati addosso.
“Ragazzi
scusate, non sto ridendo di voi, solo della
irreale situazione in cui ci troviamo.”
“Cosa
c’è di tanto divertente in questa situazione? Te
ne stai allungata tranquillamente tra due vampiri, inoltre questi due
vampiri
non seguono neanche la dieta vegetariana. Io non sarei affatto
divertita.”
Fisso Emmett con un sopracciglio aggrottato. Ma come si permette? Lui
non può
parlare proprio.
“Ehi
calma ragazzino. Fino a prova contraria, sono
questi due vampiri che non seguono la dieta vegetariana che le sono
stati
vicino negli ultimi anni, che le hanno raccontato tutto, che le sono
amici e
che la conoscono. Credo che voi siate in una posizione un po’
scomoda per sparare
sentenze.” Sorrido, Vic ha perfettamente ragione.
“Wow,
1-0 per i vampiri sanguinari, palla al centro.” James
e Vic ridono alla mia battuta, ma dalle facce dei miei fratelli forse
è meglio
tornare seri. Mi alzo lentamente e mi ricompongo. Spengo la sigaretta,
credo
sia il momento di fare le presentazioni.
“Allora
ragazzi, stiamo tutti calmi. Credo che siano necessarie
delle presentazioni. James, Victoria, loro sono Emmett e Jasper Cullen
i…i…”
Già che dico?
“I
suoi fratelli.” Interviene Jasper notando la mia
indecisione e il suo imbarazzo.
“Grazie.
Invece loro sono James e Victoria. Sono loro
che mi hanno aiutato a capire tutto.” Nessuno si muove,
così non va affatto
bene.
“Credo
che una stretta di mano sia necessaria in
questa situazione.” Sembra che nessuno mi dia retta, anzi non
sembra, è proprio
così. James e Jasper si scrutano, si studiano, pare che
stiano lottando con lo
sguardo. La stessa cosa vale per Vic ed Emmett. Direi che non abbiamo
iniziato
affatto bene. Imploro i miei amici con lo sguardo e con un sospiro
sotterrano l’ascia
di guerra. Si alzano entrambi e porgono le loro mani ai due Cullen.
Oh
finalmente c’è stata la stretta di mano.
“Bells,
credo che andremo a fare un giro, vorrai
parlare con loro.” Annuisco in direzione di Vic e James
riluttante acconsente.
“Vi
preghiamo di non cacc…”
“Avete
sentito che prendiamo il sangue alla banca del
sangue? Eppure credevo che tutti i vampiri avessero un ottimo
udito.” No James,
non ci siamo affatto. lo fulmino con lo sguardo.
“James.”
Dico a denti stretti. Lui sospira e alza le
mani in segno di resa.
“Ho
capito, ho capito, ora andiamo. Ah voi due, una
sola mossa falsa, da qualsiasi membro della famiglia e non troverete
pace in
nessun angolo della terra. Una sola lacrima e sterminerò la
vostra famiglia. Non
conviene sfidare la fiducia che sto riponendo in voi, su richiesta di
Isabella,
ovviamente.”
“Non
credo che…”
“Invece
credi male.” James interrompe Emmett.
“Noi
siamo stati una specie di famiglia per lei e lo
saremo per sempre. È la figlia che non abbiamo mai potuto
avere e che mai
avremo. Voi invece l’avere illusa e abbandonata. Non siete in
una posizione rosea
per permettervi di dire o fare alcunché.” Sorrido
commossa in direzione di
James. E pensare che voleva mangiarmi.
In
pochi attimi spariscono e nella camera cala il
silenzio. Ci scrutiamo tutti e tre e accendo una sigaretta. Credo di
non aver
mai fumato così in vita mia. Per fortuna ho comprato
più di un pacco.
“Un’altra?”
“Un’altra.”
Confermo a Jasper mentre continuiamo a
scrutarci ma dopo un po’ sbotto.
“Non
sono una cavia da laboratorio e neanche un
alieno, potete parlare.” Emmett scoppia praticamente a
ridere, mentre Jasper
ridacchia. Cosa ho detto?
“Sei
forte sorellina.” Queste sono le ultime parole che
sento prima di finire in un abbraccio stritolatore di Emmett.
“Em…me…tt.”
Niente non molla la presa.
“Emm
credo che tra pochi secondi morirà soffocata e
poi lo spieghi tu a mamma e papà? Lo spieghi tu a tua moglie
e mia moglie? Lo spieghi
tu ad Edward? lo spieghi tu a James e Victoria?” Sento
l’aria tornare nei miei
polmoni.
“Per
fortuna, vorrei almeno laurearmi prima di morire,
ho studiato così tanto. A pensarci bene sarebbe stata una
morte epica.” Esclamo
entusiasta mentre loro mi guardano con il sopracciglio inarcato.
“Ma
si, non capite?” Fanno un cenno negativo con la
testa e mi affretto a spiegare.
“Come
nei film, la protagonista cerca i proprio
genitori, li trova, trova anche l’amore e poi puf, muore da
eroe. Che figata,
solo che non ho trovato l’amore, ma non si può
avere tutto.” Loro mi guardano
ancora più stralunati e poi scoppiano a ridere.
“Ehi
io non ho fatto alcuna battuta. La smettete?”
Sono piegati in due dalle risate, a momenti rotolano a terra. Ma che ho
detto?
“Oddio
sorellina sei uno spasso, veramente e non ho
mai visto Jazz ridere così, mai.”
“Ancora
non capisco le vostre risate.”
“Ma
dai, hai sentito cosa hai detto?” Effettivamente è
un po’ surreale inizio a ridere anche io. Quando ci calmiamo
prendo qualche
altra boccata di fumo e poi la spengo.
“Direi
che però ci hai preso anche sull’amore.”
Dice candidamente
Emmett mentre Jasper gli da una gomitata nello stomaco.
“Ahio.”
“Che
significa?”
“Niente,
è uno stupido. Allora…ehm…come
va?” Guardo
Jasper interrogativa.
“Tu
dovresti saperlo, scusa il tuo potere non è quello
di controllare e manipolare le emozioni?” Mi guarda sorpreso
e annuisce.
“Come
lo sai?”
“ho
fatto un po’ di ricerche. Allora tu controlli e
manipoli le emozioni. Tua moglie Alice, veramente simpatica, ha visioni
sul
futuro. Emmett è uno tra i vampiri più forti
esistenti, Rosalie, sua moglie,
una figa da paura, complimenti, è testarda e cocciuta come
pochi, direi. Edward,
legge nel pensiero ed è anche, a quanto dicono, il vampiro
più veloce in
circolazione, ovviamente surclassato dai neonati. Papà
sembra che sia
praticamente immune al sangue umano, ma non è un dono,
più che altro è non
voler far del male a nessuno, direi che è più
umanità, mentre la mamma è
dolcissima. Ho detto tutto?” Mi fissano sconvolti.
“Come…come…”
“Ricerche
varie di James e Victoria. Allora andiamo?”
Prendo la borsa e mi dirigo verso la porta.
“Andiamo
dove?”
“Come
dove? I miei fratelli non vogliono farmi
conoscere la città in cui vivono e poi portarmi a pranzo
fuori? Sapete io devo
mangiare…” Lascio la frase in sospeso e loro
ridendo si avviano alla finestra. Giustamente
non sono entrati dalla porta, se li vedessero uscire farebbero troppe
domande.
“Esce
signorina?”
“Oh
si vado a pranzo con i miei fratelli.” Impiccione
del cavolo, ora ti do qualcosa di ancora più succulento.
“Ha
parenti qui?” Come se non conoscesse il mio
cognome.
“Dal
mio cognome può evincere che sono parente dei
Cullen, con precisione sono la figlia del dottor Cullen e
signora.” Mi guarda
sbalordito, intanto Emmett e Jasper entrano.
“Ma
non lo sapevamo?”
“Non
dovete per forza sapere tutto, sa ci sono anche
questioni di famiglia che si preferirebbe tenere segrete.”
“Ah
e come mai no è mai venuta qui prima?”
“Per
problemi di salute non li ho potuti seguire e
prima che mi chieda perché ho preso una camera in albergo
anziché andare a casa
mia, le dico che non mi fa bene stare troppo all’aria aperta
perciò preferisco
i luoghi più chiusi. Ecco spiegato tutto, ora può
dire a tutto il paese il
nuovo e succulento pettegolezzo.” So di essere acida e
maleducata ma proprio
non li digerisco soggetti del genere.
“Ehi
sorellina sei pronta?”
“Se
il signore ha esaurito la sua curiosità, si.” Lui
diventa rosso e annuisce.
Appena
fuori Emmett scoppia a ridere di cuore.
“Poverino
l’hai terrorizzato, dovevi sentire che paura
gli hai fatto.” Faccio spallucce.
“Allora
dove mi portate? Ma come fate a vivere con
tutto questo verde? Io ci sono da poche ore e già ho la
nausea.” Dico schifata
mentre i compari ridono.
“Forks
è perfetta per noi, piove praticamente sempre e
poi è piena di selvaggina.” Annuisco mentre ci
dirigiamo in strada.
“Prendiamo
la macchina?”
“Bella
qui con pochi passi giri tutto il paese.” Annuisco
e riprendiamo a camminare. Parliamo del più e del meno. Del
loro passato, della
loro trasformazione, delle loro mogli, dei miei studi, in pratica di
tutto,
senza mai toccare l’argomento mamma e papà.
Jasper
è alla mia destra e mi avvolge le spalle con un
braccio, mentre Emmett è alla mia sinistra e giocherella con
la mia mano. Tutti
si fermano a fissarci, chi curiosi, chi sorpresi, chi arrabbiati (le
ragazze in
quest’ultimo caso), credo che uno scherzetto ci vada bene.
Ci
sono due ragazze che mi fissano con odio mentre io
rivolgo loro un sorriso malizioso e inarco ad intermittenza le
sopracciglia.
“Non
dare spettacolo.” Mi ammonisce Jasper ridendo.
“Uffa,
mi togli tutto il divertimento così, non posso
neanche vantarmi di essere in compagnia di due grandissimi fusti da
paura,
certo siete i miei fratelli ma sempre gran fighi siete.”
Emmett scoppia a
ridere, mi prende tra le braccia e mi fa volare, credo che ora quelle
due siano
ancora più livide di rabbia.
“Chi
sono quelle due?”
“Jessica
e Lauren, compagne di scuola, innamorate dei
fratelli Cullen, odiano le sorelle Cullen ed ora anche te, ma il
fratello
preferito è Edward. Credo che mentalmente
l’abbiano violentato e molestato
infinite volte. Povero ragazzo è sempre
molestato.” Fisso sconvolta Emmett.
“Quel
figo da paura?” Quasi mi strozzo.
“Aha,
ha centonove anni, non ha mai avuto una ragazza,
non si è mai interessato a nessuna, ha avuto storielle solo
carnali, fino ad ora però.”
“In
che senso fino ad ora?” Guardo curiosa Emmett, in
questo poco tempo che siamo stati insieme ho capito che per ottenere
informazioni, Emmett è l’ideale, un gran
chiacchierone che non riesce a tenersi
nulla per se.
“Niente,
non vuol dire niente, Emmett è stupido. Ma tu
come mai ti agiti così tanto a senti nominare Edward?
Dobbiamo sapere qualcosa?”
“Bhè
è mio fratello…”
“Certo
anche noi lo siamo, dimmi qualcos’altro che non
so, anche se con me sarebbe un tantino difficile.”
“Sai
che ti odio Jasper?”
“Non
è vero, dai ti lascio stare per questa volta. Vieni
andiamo lì, è l’unico ristorante di
Forks, o meglio è una tavola calda, ma se
vuoi ti portiamo a Port Angeles, facciamo subito.”
“Oh
preparano qualcosa da mangiare qui? Tipo hamburger,
patatine fritte, hot dog?”
“Salutista
a quanto sento, comunque si e dicono anche
che sia tutto buonissimo, ovviamente non possiamo
confermare…” Non lo lascio
parlare che sono già all’ingresso.
“Ehi
vi sbrigate?” Scrollano le spalle, ridono e si
avvicinano, ma prima di loro mi avvicinano le due oche. Povere stupide,
quante
ne conosco come loro.
“Scusa?”
Mi volto fintamente sorpresa.
“Si?”
“Sei
nuova? Non ti abbiamo mai vista qui.”
“Si,
sono nuova.”
“E
come mai già conosci i Cullen?” I miei fratelli mi
hanno raggiunta e noto come siano affascinate e intimorite allo stesso
tempo.
“Bells
entriamo?”
“Si
arrivo Jazz, iniziate a prendere posto.” Fanno come
gli ho chiesto anche se sono titubanti. Si avvicinano altri due
ragazzi, uno
biondino ed uno moro.
“Ehi
bellezza, non ti avevo mai vista. Sei nuova?” Sospiro
mentalmente, ma qui non hanno mai visto una ragazza?
“Si,
lo stavo dicendo alle tue amiche.”
“Possiamo
unirci a voi per il pranzo?” Dice la bionda.
“No.”
Dico inarcando un sopracciglio. È sfrontata la
ragazza.
“Io
sono Mike bellezza…” Si blocca e fissa un punto
alle mie spalle.
Mi
volto e vedo Emmett, la sua faccia non promette
nulla di buono.
“Ci
sono problemi?”
“No
stavano andando via.”
“Bene,
andiamo.” Mi prende per un braccio e mi
trascina dentro.
Inizio
a ridere e Jasper con me. Emmett in modalità
fratello geloso fa morire dal ridere.
In
circa mezz’ora spazzolo le migliori schifezze che
abbia mai mangiato sotto lo sguardo sorpreso e disgustato dei miei
fratelli.
“Oddio
non capisco come fai a mangiare quella roba, ha
un odore tremendo.” Anche loro hanno preso qualcosa per fare
scena, ovviamente
ho spazzolato tutto io.
“Ora
mi sento meglio. Invece ti sbagli, è stato tutto
delizioso.”
“Bella
sai che dovremo parlare?” Sospiro e annuisco.
“Noi
vorremmo scusarci con te, pensavamo di aver fatto
la cosa giusta per proteggerti e offrirti un futuro normale.”
Annuisco di
nuovo.
“Sapete
perché io sono arrabbiata con voi due, Alice,
Rosalie ed Edward? Non tanto per l’abbandono, prima non
sapevo nulla e credevo
che foste stati obbligati, ma perché non siete mai venuti da
me in ospedale,
certo mi avete mandato tanti regali, ma mai avevo visto le vostre
facce. Dopo che
siete andati via probabilmente vi ho odiati più di mamma e
papà perché voi
eravate con loro ed io invece no. Ero sola mentre voi avevate loro. Vi
odiavo perché
voi eravate felici, pensavo che mamma e papà non volessero
una figlia che
doveva passare altro tempo in ospedale e che era piena di lividi e
graffi.” Una
lacrima riga la mia guancia.
“Ero
una bambina, erano pensieri di una bambina, però
vi ho odiato fino a che non ho scoperto la verità. Non
capivo cosa avevate di
più di me, perché ero stato abbandonata mentre
voi eravate andati via con loro.
Ho anche pensato che foste stati voi a farli andar via perché
non mi volevate
come sorella. Stavo male pensando che durante i vostri compleanni
festeggiavate
con torta e candeline tutti insieme mentre io ero sola. Stavo male
pensando che
voi avevate qualcuno all’uscita da scuola mentre io avevo
l’autista e la
badante. Voi avevate loro quando vi sbucciavate un ginocchio, dovevate
uscire
con una ragazza o un ragazzo, insomma voi avevate loro ed io no. Vi ho
odiato
tantissimo, non potete neanche immaginare quanto. Poi ho scoperto tutto
ed ho
capito anche se una punta di rabbia nei vostri confronti è
rimasta. Mamma e
papà non sono i genitori biologici di nessuno di noi,
però voi li avevate
sempre io no. Più che rabbia parlerei di invidia e
gelosia.” Un’altra lacrima
riga la mia guancia e due paia di braccia fredde mi avvolgono.
“Perdonaci
bambina mia, perdonaci se puoi.” Mi irrigidisco
e poi mi lascio cullare dalle braccia di mamma e papà.
Set
abiti Bella:
http://www.polyvore.com/famiglia/set?id=38288513
Ciao
ragazze eccomi qui con il terzo
capitolo. Probabilmente saranno più di cinque capitoli, ma
comunque non molti. Spero
vi sia piaciuto. Aspetto i vostri commenti, a presto, un bacio Mary.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Conoscersi ***
Conoscersi
“Perdonaci
bambina
mia, perdonaci se puoi.” Mi irrigidisco e poi mi lascio
cullare dalle braccia
di mamma e papà.
Ho
passato il pomeriggio tra le forti braccia di mio
padre, mentre mia madre mi accarezzava dolcemente i capelli.
Finalmente
ero di nuovo a casa, mi sentivo di nuovo
protetta e amata, non ero più sola.
Per
me casa, non è un luogo fisico, ma sono le braccia
di mio padre e i dolci tocchi di mia madre.
Abbiamo
parlato tanto, ho pianto tanto e se loro
avessero potuto, lo avrebbero fatto. Mi hanno spiegato che mi hanno
lasciata
perché volevano un futuro normale per me e perché
credevano che io non li avrei
mai accettati. Sciocchi, io li amo, non mi importa se sono umani o
vampiri,
sono i miei genitori e poi hanno rinnegato la loro natura, sono
più umani di
quanto credono.
Hanno
voluto sapere tutto ciò che ho fatto in questi
anni, anche se sapevano più o meno tutto. Credevo che non si
fossero
minimamente interessati a me, invece ricevevano periodicamente
informazioni su
tutto ciò che facevo.
Ad
un certo punto mio padre mi ha chiesto se ho
veramente baciato un ragazzo e se sono stata deflorata da un usurpatore
di
fanciulle. Si ha detto proprio così. Io l’ho
guardato prima stralunata e poi mi
sono messa a ridere e lui? Lui si offende. Si, si offende. Ha gonfiato
le
guance, incrociato le braccia al petto e spostato lo sguardo. Io mi
rotolavo
dalle risate mentre mamma era in imbarazzo per il comportamento di
papà.
Mi
sono divertita veramente tanto. Finalmente mi sono
sentita nuovamente amata. No che gli Swan non mi avessero amata, al
contrario,
ma non erano loro i miei genitori, certo non lo sono neanche i Cullen,
ma dei
miei genitori biologici non ho ricordi. Se penso a mio padre, mi viene
in mente
un bellissimo uomo con i capelli biondi e gli occhi dorati, se penso a
mia
madre, l’immagine di una dolce donna con i capelli caramello
e gli occhi dorati
prende il sopravvento della mia mente. Loro sono i miei genitori.
“Ti
laurei.” Sussurra emozionato mio padre.
“Hai
abbandonato la posizione da cucciolo ferito?” Gli
chiedo ridacchiando, mentre mia madre cerca di coprire le risate con
dei colpi
di tosse. Peccato che i vampiri non possano tossire, altrimenti le
avrebbe
camuffate alla perfezione.
“Dai
papino scherzavo, non ti off…” Mi soffoca in un
abbraccio stritolatore.
“Pa…pà
n-non
re…spi…ro…ahhhh…”
Allenta la presa e mi
guarda emozionato.
“Mi
hai chiamato papino.” Capisco a cosa
si riferisce e gli sorrido dolcemente.
“Sei
e resterai per sempre il mio adorato papino.”
Sospiro mentalmente e ripenso a ciò che dovrò
fare tra pochi giorni. Forse avrei
fatto meglio a non cercarli.
“Tesoro
che ne dici se scendiamo in salotto? Anche gli
altri vogliono conoscerti meglio, sono tutti su di giri. Non vedono
l’ora di
parlare un po’ con te, di conoscerti, anche se hai avuto modo
di chiacchierare con
Emmett e Jasper.” Accetto volentieri, anche io voglio
conoscere gli altri,
certo un vampiro con i capelli rossi vorrei conoscerlo in modo
particolare, ma
meglio tacere.
Sono
agitata, e se non dovessi piacergli? Se alle mie
sorelle non fossi simpatica? Infondo Rosalie non è stata
proprio carina con me,
certo io non sono stata da meno…
“Non
preoccuparti, piacerai a tutti. A qualcuno più di
altri…” Guardo mio padre confusa e sento un
ringhio levarsi dal piano di sotto
con risolini di sottofondo.
“Lascia
stare tuo padre, l’età gli crea
problemi.” Strano
direi che mio padre è…è geloso? Ma di
cosa o di chi? Boh, certo che questi
vampiri sono proprio strani.
Mi
incitano a camminare, ma sono praticamente
inchiodata sul posto. Sto sudando e tremando.
“Ehi
Bellina, devo venire a prenderti con la forza? Vedi
che non riusciamo più a tenere ferme queste due pazze
scalpitanti, ti conviene
scendere per la tua e la nostra salute.” Mi rilasso alle
parole di Emmett, ma
solo leggermente.
Rigida
come una tavola di legno seguo i miei genitori
fino in fondo le scale, senza mai lasciare la mano di mio padre.
Per
quanto ami mia madre, non potrà mai eguagliare mio
padre. Forse è proprio vero che i bimbi sono legati alla
mamma, mentre le bimbe
sono legate al papà.
Arriviamo
in salone e mi nascondo dietro la schiena di
mio padre. Sono in imbarazzo e raramente mi è successa una
cosa del genere.
“Che
fai ti nascondi dietro papino? Hai paura?” Faccio
sbucare gli occhi da dietro le spalle di papà e trucido
Emmett con lo sguardo. Faccio
vagare lo sguardo sui presenti senza soffermarmi troppo su quel
grandissimo
figo di Edw…ehm su mio fratello. Bella è solo tuo
fratello.
Mi
soffermo su Rosalie, ecco lei mi fa veramente
paura.
“Vuoi
mordermi?” Spalanca gli occhi incredula e nega
con il capo.
“Vuoi
mangiarmi?” Per poco la mamma non cade a terra
dalla sorpresa, ma da Rosalie ricevo un’altra risposta
negativa.
“Vuoi
picchiarmi?” Ora ridacchia e nega nuovamente,
mentre io sospiro di sollievo ed esco dal mio nascondiglio.
“Allora
non ho paura.”
“Ti
facevo paura?”
“Diciamo
che il nostro primo incontro non è stato uno
dei migliori.” Non finisco di parlare che vengo circondata da
due paia di
braccia fredde. Guardo terrorizzata mio padre ma lui mi sorride
dolcemente ed
io mi rilasso.
“Devi
raccontarci tutto sorellina.”
“Cosa
hai fatto in questi anni, come è stato il tuo
primo bacio, la tua prima volta, il primo appuntamento, se ora hai un
ragazzo. Ci
devi parlare della tua laurea. Oh Rose faremo una festa fantastica.
Dobbiamo andare
a fare shopping per tutti per la grande occasione. Ma guardati Bella
sei una
favola e poi che look, sei proprio una Cullen.” Guardo
scandalizzata Alice, ma
non si ferma mai?
“Alice,
amore, la stai spaventando.”
“Zitto
Jasper, prima tu e l’orso avete avuto la vostra
occasione, ora tocca a me e Rose.” Guardo mortificata Jasper,
ma Rosalie cerca
nuovamente la mia attenzione.
Finalmente
dopo un’ora, un’intera ora a parlare di me,
anzi loro chiedevano ed io rispondevo, anche se il più delle
volte Alice
prevedeva la mia risposta e faceva un’altra domanda senza
darmi modo di
rispondere alla precedente, sono libera di sedermi.
Sposto
lo sguardo su Edward, è l’unico con cui fino ad
ora non ho parlato e credo che sarà lo scoglio
più grande, per vari motivi, il
primo è che lui è stato il primo a far parte
della famiglia, il secondo è che
sono terribilmente attratta da lui.
Ci
fissiamo in silenzio, è quasi imbarazzante. Per
fortuna Jasper gli da una gomitata nelle costole e sembra riprendersi
dal suo
stato di trance.
“Bella,
lui è Edward. Edward, lei è Bella. Ora hai
conosciuto proprio tutti. Forse vorrai parlare anche un po’
con lui…” Perché Alice
parla in modo malizioso?
Non
arrossire, non arrossire, non arrossire.
Maledizione
sono arrossita.
“Credo
che abbia sentito tutto dal vostro
interrogatorio. Certo se ha qualcosa da
chiedermi…” Lascio la frase in sospeso,
non so che dire e di certo lui non mi aiuta, se ne sta lì
immobile e mi fissa. Non
mi guarda, mi fissa proprio e mi sento veramente a disagio. Poi capisco
il perché,
probabilmente non si capacita del fatto di non riuscirmi a leggere nel
pensiero.
“Certo,
ho capito, tu non mi leggi nel pensiero, che
stupida, ci dovevo arrivare prima.” Tutti mi fissano
sconvolti e a lui quasi
cade la mascella a terra.
“Ecco,
tesoro, forse dovresti spiegarci un po’ di
cose.” Ora sono tutti seri, ci accomodiamo sui divani e penso
a cosa posso dire
e cosa devo tenere per me, per fortuna la mia mente è
impenetrabile.
“Si
credo anche io che dobbiate avere delle
spiegazioni. Allora…” Cerco le parole adatte per
non essere fraintesa e non far
passare James e Victoria per sanguinari, ma la realtà
è che non c’è un modo
soft, per dire loro che inizialmente volevano papparmi.
“Bene,
sono venuta a conoscenza della vostra natura da
James e Victoria, una coppia di vampiri che prima Emmett e Jasper hanno
conosciuto. Non dirò bugie, perciò è
meglio che sappiate che non sono vegetariani,
anzi ci siamo conosciuti proprio perché io ero il loro
pasto, poi non so cosa
sia successo, hanno visto qualcosa in me e mi hanno risparmiata. Ora
non
uccidono più per sfamarsi, ma prendono il sangue alla banca
del sangue.” Gli
concedo qualche attimo il tempo di far loro assimilare le mie parole.
1…2…3…
“COOOOOSAAAAAA!!!”
Esclamano indignati mio padre ed…Edward?
“Oddio
la mia bambina.”
“T-tu
ora gli sei amica?”
“Dove
sono? Dove si nascondo? Ora li trovo e di loro
non resterà che cenere, non vivranno
più.” Il ringhio che esce dal petto di
Edward è feroce e mi fa strabuzzare gli occhi.
“Emmett
cerca di tenerlo fermo, mentre Jasper tenta di
calmare papà.
“Calmatevi.”
Intimo ad entrambi.
“Questa
è la vostra natura. Voi vi siete evoluti in un
certo senso, ma non tutti hanno seguito il vostro esempio e di certo
anche a
voi sarà capitato, almeno una volta, di uccidere qualcuno
seguendo i vostri
istinti. Non potete recriminar loro nulla. Siete vampiri e i vampiri si
nutrono
di sangue, certo, sono al settimo cielo del fatto che la mia famiglia
non
uccida nessuno per nutrirsi, ma non possiamo biasimare gli altri che
seguono la
loro natura. Ora ricomponetevi e parliamo.” Rigidamente tutti
ci accomodiamo di
nuovo.
“James
è un segugio, mentre Victoria riesce sempre a
trovare una via di fuga. È grazie a loro che ho scoperto
tutto sulla vostra
natura, dalla trasformazione, al comportamento dei neonati, al richiamo
del
sangue, tutto in pratica. Devo dire che ne sono rimasta molto
affascinata. Loro
mi hanno aperto gli occhi, loro mi hanno fatto capire il vero motivo
per cui
siete andati via, è stato grazie a loro che ho smesso di
odiarvi. Inoltre sono
gli unici amici che ho, gli voglio bene e loro ne vogliono a me.
Emmett, ma
soprattutto Jasper, possono confermarlo.” Entrambi annuiscono.
“Come
fai a conoscerci tutti ed anche i nostri poteri?”
Sorrido in direzione di Rosalie, anzi Rose, mi ha imposto di chiamarla
così.
“Ho
conosciuto altri vampiri, più che altro sono stati
loro a cercare me e prima che me lo chiediate non so chi
sono.” Jasper mi fissa
furente, ops ha capito che mentivo.
“Bugia,
ritenta.” Cerco una via di fuga, ma Jasper mi
fa capire che non posso sottrarmi.
“I
Volturi.” Sussurro lentamente, ma so che hanno sentito
benissimo. Tutti si immobilizzano e smettono di respirare.
“Scusa
cara, potresti ripetere, crediamo di non aver
capito bene.” Inarco le sopracciglia in direzione di mia
madre e lei si porta
una mano alle labbra.
“Avete
capito benissimo. Dicevo i Volturi, Aro, mi
hanno cercata.”
“Cosa?
Come?”
“Un
attimo e vi spiegherò tutto, anche se avrei
preferito evitare.” Sospiro e ripenso al mio incontro con Aro.
FLASHBACK
Era
una giornata come le altre, mi
trovavo a Londra, pare che anche lì ci siano state tracce di
Cullen, ma
risalivano a molti anni prima della mia nascita.
Stavo
uscendo da un bar, avevo
appena finito di fare colazione, e urto una persona. Mi volto per
chiedere
scusa, la mia goffaggine e il mio essere sempre con la testa tra le
nuvole,
sono epici.
Mi
volto e resto immobilizzata.
Pelle
bianca come un cadavere,
talmente lattea da sembrare invisibile. Sorriso tetro e denti affilati
come
lame. Occhi rossi come il sangue. Vampiro.
“Scusi,
non l’avevo vista, avevo la
testa tra le nuvole.” Cerco di regolarizzare il respiro e il
battito del cuore,
non devo farmi assalire dalla paura, non può farmi nulla in
mezzo a tutta
questa gente, si esporrebbe. Maledizione, perché non ho
accettato la proposta
di James e Victoria e non li ho fatti venire con me?
“Oh
non si preoccupi signorina, anzi
la cercavo.” Impallidisco. Cazzo sono morta.
Continuiamo
a fissarci. La sua
faccia non mi piace per niente. Ha i capelli lunghi e neri e un sorriso
mellifluo sul volto.
Sono
morta. Sono morta. Sono morta.
Pur
indossando abiti moderni è
palese il suo appartenere ad un’altra epoca.
Sospiro
rassegnata e mi avvicino di
più.
“Dove
andiamo?” Chiara, diretta e
coincisa. Lui allarga il sorriso e mi guarda con ammirazione. Mi si
avvicina e
mi fa il baciamano. Ai vampiri di certo non si può
recriminare la galanteria. Ridacchio
divertita ma non mi molla la mano.
Se
devo morire, meglio prenderla con
filosofia.
“Sii
veloce ed indolore. Ho sofferto
tanto, almeno la morte voglio che sia piacevole.”
“Mia
cara fanciulla, io non voglio
ucciderla, anzi perché non prendiamo un caffè? So
che ha già fatto colazione,
ma magari una cioccolata calda potrebbe prenderla. Entriamo,
così ci
conosceremo meglio.” Lo fisso sconvolta, vuole prendere una
cioccolata calda
con me? con la sua preda? È un vampiro alquanto strano e
bizzarro, direi buffo.
Forse è meglio che non gli scoppi a ridere in faccia,
potrebbe offendersi e
arrabbiarsi, così annuisco. Mi apre la porta del bar, ci
avviciniamo ad un
tavolo e mi sposta la sedia per farmi accomodare. Lo ringrazio e gli
sorrido. Sarà
anche buffo, ma stranamente mi è simpatico.
“Cosa
vi porto?” Un cameriere dall’aria
annoiata si avvicina per prendere l’ordine. Io fisso curiosa
il mio ospite.
“Una
cioccolata con caramelle mou e
panna per la signorina, un caffè italiano per me.”
Come fa a conoscere i miei
gusti? Aspetto che si allontani il cameriere per colmare i miei dubbi.
“La
osservo da un po’.”
“Anticipa
anche le mie domande.”
“Era
alquanto palese dall’espressione
del suo viso.”
“Può
darmi del tu, in fondo credo di
essere molto più giovani di lei.” Ridacchia
divertito.
“Hai
ragione Bella, sei molto, ma
molto più giovane di me, anche se mi porto bene i miei
millenni.” Tossisco convulsamente
e lui mi batte una mano sulla spalla.
“Cosa
è successo?”
“Non
può dirmi come se niente fosse
che lei ha qualche millennio di vita e pretendere che io non faccia una
piega.”
“Hai
ragione, ma cara, chiamami
semplicemente Aro.”
Ciao
Ragazze, scusate il ritardo, ma come
sapete non aggiorno questa storia in giorni prestabiliti, e come mi
è capitata
solo un’altra volta, avevo leggermente perso
l’ispirazione, dovuta al fatto che
mi sto preparando per la sessione autunnale degli esami. Allora si
capiscono
alcune cose in più. Ma ve lo immaginate Aro che prende un
caffè in un bar? Io proprio
no. Spero di postare il prossimo capitolo entro la fine della
settimana. Aspetto
i vostri commenti, un bacio Mary e buona domenica.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Racconto ***
Racconto
“Può
darmi del tu, in fondo credo di essere molto più
giovani di lei.” Ridacchia divertito.
“Hai
ragione Bella, sei molto, ma molto più giovane di
me, anche se mi porto bene i miei millenni.” Tossisco
convulsamente e lui mi
batte una mano sulla spalla.
“Cosa
è successo?”
“Non
può dirmi come se niente fosse che lei ha qualche
millennio di vita e pretendere che io non faccia una piega.”
“Hai
ragione, ma cara, chiamami semplicemente Aro.”
“A-Aro?Quell’Aro?
Il capo dei Volturi? Colui che è
considerato una sorta di sovrano dei vampiri?”
“Oh
sovrano, mia cara non esagerare, mi metti in
imbarazzo.” Sollevo un sopracciglio in modo sarcastico.
“Peccato
che non potendo arrossire non posso credere
che lei sia in imbarazzo. Comunque, appurato chi è lei, ora
se non le spiace, vorrei
sapere cosa vuole da me. Se avesse voluto uccidermi, cosa che ancora
non
escludo del tutto, l’avrebbe già fatto senza tante
cerimonie e senza metter su
tutto questo teatrino.” Mi sorride mellifluo, certo che a
vederlo così non è
tanto terrificante.
“Mia
cara, perché mi osservi con tanta
curiosità?”
“Lei
mi incuriosisce e se permette, e senza offesa, mi
sembra un tipo alquanto bizzarro.” Spalanca gli occhi e
scoppia a ridere. Una risata
perfetta e cristallina. Perfetto come solo un vampiro può
essere.
“Piccola
Bella, sono stato chiamato in diversi nomi,
ma mai nessuno mi ha definito bizzarro, lo trovo alquanto
buffo.”
“Io
invece lo direi inquietante, ma ancora non mi ha
detto il motivo della sua cortese visita.” Avrà
notato il sarcasmo? Si, dal suo
sguardo capisco che l’ha notato.
“Non
così in fretta. Ho tutto il tempo del mondo.”
“Io
invece ho un orologio biologico che cammina e non
fa sconti, perciò se vuole parlare in un luogo
più appartato io ho finito e
possiamo andare via.” Si alza elegantemente e mi scosta la
sedia. L’ho già
detto che pur essendo pericoloso e sanguinario è un vero
gentiluomo? Prendo il
portafogli per pagare ma una mano bianca e gelida mi blocca.
“Cara
sono un gentiluomo e i gentiluomini non permettono
alle proprie dame di pagare. Così mi offendi.”
Scrollo le spalle, quasi quasi lo
porto con me a comprare quella moto che ho visto prima. Ripensandoci
forse è
meglio arrivare subito al nocciolo della visita, sperando di uscirne
viva.
“Facciamo
una passeggiata.” Mi porge il braccio
proprio come nel 1800 e inarco un sopracciglio, ma accetto ugualmente.
“So
che è un gesto antico e sorpassato, ma diciamo che
preferisco continuare a vivere con i miei modi, sono più
educati rispetto a
quelli odierni. Convieni con me, mia cara?” Ma la smette di
chiamarmi così?
“Diciamo
che non sono abituata a tutta questa
galanteria.”
“Capisco.
Bene dove mi porti?”
“Credo
che lei conosca la città meglio di me, ma
comunque Hyde Park va benissimo.” Continuiamo a camminare
parlando di
frivolezze e il mio nervosismo aumenta. Voglio, anzi esigo, sapere cosa
vuole
da me.
Ci
accomodiamo su una panchina un po’ appartata e per
un po’ nessuno dei due parla, fino a che mi spazientisco e
sbotto.
“Ora
può dirmi cosa vuole da me?”
“Certo,
mi stavo solo godendo il panorama, ma data la
tua impazienza è meglio arrivare subito al dunque. Tu sai di
noi. Sei un
potenziale pericolo per la nostra specie e sai che la nostra esistenza
è
segreta da millenni. Tutti coloro che ne venivano a
conoscenza…”
“O
morivano o venivano trasformati. Conosco le regole.
Sono a conoscenza della vostra esistenza da diverso tempo e non ho mai
aperto
la bocca, non è nei miei interessi far sapere al mondo che i
vampiri esistono. Per
diversi motivi, ovviamente non voglio essere internata
perché considerata
pazza, ci tengo alla mia libertà ed io sono sana di mente.
In secondo luogo non
vedo il motivo di far sapere alla popolazione mondiale della vostra
esistenza. Diciamo
che c’è sempre stato equilibrio tra le due specie,
certo non contando il fatto
che uccidete per sopravvivere, ma mi pare che fino ad ora si
è vissuti bene. Ovviamente
se vi nutriste in modo diverso non solo sarete più umani, ma
eviterete anche di
uccidere innocenti.”
“Giusto
ragionamento il tuo, ma vedi mia cara è la
nostra natura. Vi sono due alternative, seguendo una diversa
nutrizione, una è
quella vegetariana diciamo, e l’altra è quella di
prendere, o meglio rubare, il
sangue delle donazioni.”
“Meglio
ladri che assassini, non conviene con me, mio
caro?” Ridacchia divertito. Stronzo.
“Giusto,
ma non tutti hanno la forza e la voglia di
andare contro la loro natura. Ma torniamo al nostro discorso. Sono
consapevole
che non dirai nulla a nessuno, non solo per la tua sanità
mentale, credo che ci
sia un motivo diverso che ti spinga al silenzio, non è vero?
E per favore non
propinarmi nuovamente le belle quanto false parole
dell’equilibrio, non ci
credi tu e non ci credo io.” Sospiro, sa tutto.
“Se
sa perché me lo chiede? Vuole che le dica che la
mia famiglia è composta da vampiri? Vuole che le dica che mi
hanno abbandonata
per la mia sicurezza? Vuole che le dica che ho due amici vampiri che
seguono la
dieta classica? Devo continuare o va bene così?”
“No,
no va più che bene, ma ovviamente sono
perfettamente a conoscenza di tutto ciò, penso tu
l’abbia capito, sei alquanto
intelligente.”
“Si
l’avevo capito sin da quando mi ha detto il suo
nome. Ora le chiedo cosa vuole da me. Non è stata infranta
alcuna legge. Sono stata
io a scoprire la vostra esistenza, e fino ad ora non ho dato modo di
dubitare
del mio silenzio.”
“Si,
hai ragione, ma sai comunque tanto e inoltre
possiedi un grande potenziale.” Lo guardo corrucciata.
“Mia
cara sai che i vampiri, non tutti, possiedono
doti extra?” Annuisco incuriosita dalla conversazione.
“Bene,
io con un semplice tocco vengo a conoscenza di
tutti i pensieri generati da un qualsiasi essere, e quando dico tutti
mi
riferisco anche ai segreti più nascosti e reconditi. Ma con
te niente. Non riesco
a percepire nulla. Ciò vuol dire che hai un potere latente
già molto
sviluppato, e sei solo un’umana, pensa a cosa potresti fare
da vampira. Saresti
una grande vampira, sar…”
“No,
no, no, stop. Io non voglio essere un membro
della sua guardia, non voglio prendere ordini da nessuno. Tutti possono
scegliere se far parte o meno della guardia e io rifiuto. Se deve
uccidermi
faccia in fretta, ma mai diventerò
un’assassina.” Mi guarda ammirato.
“Devo
dire che sono affascinato. Sai quanti vorrebbero
farne parte? Sai quanti vorrebbero immortalità, forza,
bellezza? E tu la rifiuti.
Per cosa poi? Credi che una volta che troverai i Cullen, loro ti
accoglieranno
in famiglia a braccia aperte?”
“Oh
no, non mi illudo facilmente, la ringrazio per la
preoccupazione. Non mi hanno voluta da bambina si figuri ora che sono
maggiorenne ed indipendente e posso tranquillamente badare a me
stessa.”
“Allora
perché li cerchi?” Già,
perché li cerco?
“Lei
ha una moglie?”
“Si
cara, i vampiri amano una sola volta nella loro
esistenza. È un amore eterno, un amore che ti cambia e lega
a se, non potrei
amare nessun’altra donna, umana o vampira, che non sia la mia
Sulplicia.”
“Se
sua moglie andasse via la cercherebbe?”
“Certo.”
“Bene,
io voglio cercare la mia famiglia e basta, non
voglio nulla da loro. Voglio solo ricordargli la loro esistenza, per
quanto con
la vostra infinita memoria, possano averlo dimenticato.”
“In
pratica vuoi sbattergli in faccia il tuo dolore?”
“Anche.
È brutto da dire e anche da pensare, ma voglio
che capiscano cosa hanno combinato. Come mi sono sentita.”
“E
sia mia cara. Ti propongo un patto.” Lo fisso
curiosa e guardinga, non mi fido molto di questo vampiro.
“Nel
caso in cui loro vorrebbero averti in famiglia…”
“In
quel caso non so se io potrei voler loro, mi hanno
lasciato un segno indelebile.”
“Se
per ipotesi, la famiglia si riunisce e finisce che
siete tutti felici insieme, non mi vedrai più, ma bada bene
dovrai essere una
di noi, non potrai continuare ad essere un’umana, sarebbe
troppo rischioso,
anche se mi dai la tua parola mantenendo il silenzio. Però
devono essere loro a
proporti la trasformazione, non devi convincerli tu. Se invece non
ritrovi ciò
che credevi, ciò che ricordavi, allora entro in gioco
io.”
“Mi
viene a prendere e i fa entrare nella guardia,
giusto?”
“Esatto,
ma non solo, ucciderò i Cullen.” Sgrano gli
occhi.
“Non
può fare una cosa del genere. Facciamo così,
verrò io di mia spontanea volontà, dopo la
laurea, a Volterra, entrerò nella
guardia, ma la mia famiglia non la tocca, da ora
all’eternità.”
“E
se loro ti volessero?”
“No,
io verrò comunque, inventerò qualcosa, ma
verrò. Li
abbandonerò io.”
“Perché
lo fai? Potresti vendicarti per tutto il male
che ti hanno fatto. Sei troppo buona Bella e ti prometto che avrai
libero
arbitrio sulla tua nutrizione.”
“Anche
se mi hanno fatto molto male, non vorrei mai
che coloro che per un po’ di tempo mi hanno amata come una
figlia muoiano a
causa mia. Non voglio che i miei genitori e i miei fratelli muoiano. Le
giuro
Aro che se lei dovesse venir meno alla promessa di non toccare la mia
famiglia,
non potrà nascondersi in nessun posto al mondo a costo di
distruggere l’intera
guardia, a costo di morire io stessa.” Mi guarda con
ammirazione.
“Sarai
una grande vampira Bella.” Sospiro e volto lo
sguardo verso l’orizzonte. Una folata di vento mi comunica
che il mio
accompagnatore è sparito.
Ma
porca miseria in che guaio mi sono cacciata.
Stringo
i capelli e urlo con tutto il fiato che ho in
gola. Alcune persone si girano a fissarmi come se fossi pazza.
Riesco
solo ad incasinarmi la vita.
Maledizione.
Torno
alla realtà dopo il
mio racconto. Ovviamente di quello strano patto non ho fatto parola, ci
manca
anche solo che mi trasformino per compassione e diciamo che ne ho fatto
il
pieno. Inoltre devo andare per forza a Volterra, perciò
problema risolto.
Tutti
mi fissano
ammutoliti.
“Ti
ha fatto del male?”
Nego con il capo in direzione di mia madre.
“Però
è strano. Sei sicura
di aver detto tutto?” Annuisco in direzione di Jasper.
“Cosa
è strano?” Chiedo
curiosa.
“Non
ti ha chiesto nulla. Cioè
Aro è famoso per il suo volere talenti nella guardia e per
non risparmiare mai
nessuno. È strano il fatto che ti abbia lasciato andare
senza voler nulla in
cambio.”
“Direi
che la bella paura
che mi ha messo addosso quel giorno non è proprio niente.
Sono ripartita in
fretta e furia per evitare altri incontri spiacevoli con lui, anche se
presumo
che se avesse voluto parlarmi nuovamente me lo sarei trovato di fianco
senza
che me ne accorgessi.”
“Hai
ragione, ma trovo
comunque strana tutta questa storia.”
Sento
le braccia di mio
padre che mi stringono a se. Mi lascio andare al suo abbraccio. Mi
sento
protetta tra le sue braccia.
“Ehi
Bellina, ma ancora non
hai detto nulla dello scudo.”
“Oh
si. In pratica nessuno
può entrare nella mia testa, perciò il potere di
Edward non funziona su di me,
sono io che inconsciamente lo blocco. Credo che anche Alice abbia delle
difficoltà.”
“Giusto
sorellina. Non riesco
a vedere il tuo futuro, o meglio vedo il tuo futuro ma non le tue
scelte.” Perché
mi guarda maliziosamente? La guardo curiosa.
“Mi
dispiace ma nessuno
saprà nulla oltre me.” Alterno lo sguardo da lei a
Edward e viceversa.
“Oh
tranquilla neanche lui
lo saprà, ho diversi trucchetti che mi consentono di tenerlo
lontano dalla mia
mente.”
“Geniale.”
“Oh
lo so, ti ringrazio. Ora
però credo che sia ora di cena giusto? Vuoi per caso morire
di fame?” Mi alzo
di scatto, ora che mi ci fa pensare ho una fame tremenda.
“Hai
ragione. Ora vado.
Ecco…si…ehm…ci…ci…vediamo…mmm…do-domani?”
Balbetto e arrossisco in direzione dei miei genitori e fulmino i miei
fratelli
che ridacchiano divertiti.
“No
tesoro…” Il mio viso
deluso lo notano.
“Oh…ah…ehm…mmm...v-va
bene…mmm…ok…allora…si…vado…io…si…”
Mi volto e mi dirigo verso la porta.
“Bella?
Dove vai?” Non
voglio voltarmi vedrebbero gli occhi lucidi.
“I-in
alber-go.” La voce è
rotta dai singhiozzi traditori.
Le
braccia di mio padre mi
avvolgono e mi stringono in un altro abbraccio al quale si aggiunge
anche mio
madre. Mi volt verso di loro e noto ce ci hanno lasciati soli.
“Non
ci vediamo domani perché
tu resterai qui. Noi siamo la tua famiglia e questa è casa
tua. Alice e Rose
nel pomeriggio hanno provveduto a preparare la tua camera, hanno preso
la tua
roba in albergo e saldato il conto. Ora tua madre ti prepara la cena e
poi ci
accomodiamo di nuovo in salotto o tu vai a letto se sei stanca, ma da
qui non
ti muovi. Non ti faremo più andare via.” Oh
papà, che stupida che sono stata.
Mi
butto tra le sue braccia
e lascio libero sfogo alle mie lacrime.
“Ssh
amore, perdonaci,
perdonaci.” Stringo anche mia madre fino a che non mi calmo e
poi ci dirigiamo
tutti e tre in cucina.
Come
farò a tener fede alla
parola data ad Aro?
Ciao
ragazze,
sono viva e non sono stata rapita, ma come sapete questa storia la
scrivo
quando ho momenti liberi dallo studio. Allora cosa ne dite del
capitolo? A me
ha fatto commuovere la parte finale. Chissà come
andrà a finire tra Aro e
Bella. Aspetto i vostri commenti, a presto, un bacio Mary.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Voglio la verità ***
Voglio la verità
“Non
ci vediamo domani perché tu
resterai qui. Noi siamo la tua famiglia e questa è casa tua.
Alice e Rose nel
pomeriggio hanno provveduto a preparare la tua camera, hanno preso la
tua roba
in albergo e saldato il conto. Ora tua madre ti prepara la cena e poi
ci
accomodiamo di nuovo in salotto o tu vai a letto se sei stanca, ma da
qui non
ti muovi. Non ti faremo più andare via.” Oh
papà, che stupida che sono stata.
Mi
butto tra le sue braccia e lascio
libero sfogo alle mie lacrime.
“Ssh
amore, perdonaci, perdonaci.”
Stringo anche mia madre fino a che non mi calmo e poi ci dirigiamo
tutti e tre
in cucina.
Come
farò a tener fede alla parola
data ad Aro?
Sono
passati tre giorni da quando ho ritrovato la mia
famiglia. Mi trovo bene con tutti. Mio padre non mi perde di vista
neanche un
secondo, mia madre è premurosa ed affettuosa più
di quanto ricordassi. Alice e
Rose sono due uragani, due sorelle perfette, le sorelle che ho sempre
desiderato. Emmett è un mito, mi fa morire dal ridere e
facciamo certi tornei
alla play station e alla Wii fenomenali. Mi ha detto che sono la sua
ancora di
salvezza perché in questa famiglia di bacchettoni mai
nessuno voleva giocare
con lui, insieme ci divertiamo un mondo.
Poi
c’è Jasper, il mio preferito. Eh si, adoro mio
fratello. Mi capisce al volo. Sarà per il suo potere,
sarà che tra noi è stato
amore a prima vista direi, amore fraterno ovviamente, ma fatto sta che
siamo
veramente in sintonia. Parliamo di tutto, ovviamente non mi ha chiesto
nel
dettaglio come è stata la mia prima volta o il mio primo
bacio, la parte
imbarazzante la lasciano alle sorelle anche se Emmett voleva essere
presente al
momento delle nostre confidenze.
E
infine c’è lui, Edward.
Con
Edward ci ho parlato poco e niente e non mi
capacito sul perché.
L’ho
osservato molto, certo nel limite del possibile
evitando di farmi beccare, ma credo di non esserci riuscita.
Praticamente tutti
hanno notato il mio interesse o sembra a me che tutti
l’abbiano notato. Lui
invece niente, il vuoto. È come se non esistessi per lui e
questa cosa mi fa
soffrire.
Ovviamente
Jazz ne è a conoscenza ma questa volta l’ha
capito dal suo potere. Ha capito che per Edward provo qualcosa di
diverso che
affetto fraterno, ma ho cercato di negare anche se non l’ho
ingannato.
Credo
che sia meglio così, una sofferenza in meno per
quando dovrò andare a saldare il conto con quel vecchio
uccellaccio che vive a
Volterra.
Spesso
sogno di sentire le sue labbra fredde sulle
mie. Sogno di sentire le sue mani scorrere lungo il mio corpo. Sogno di
poter
fare l’amore con lui ininterrottamente, sogno, appunto.
Resterà solo un sogno.
Però
mi fa soffrire. Non posso averlo come compagno di
vita, lui è troppo per me, ma almeno come fratello mi
sarebbe piaciuto
conoscerlo, ma credo che da un lato sia meglio così, non mi
sarebbe bastato
come fratello, avrei preteso sempre di più, lui mi avrebbe
rifiutata e
probabilmente ci sarebbero stati scontenti in famiglia a causa mia ed
io non
voglio. Preferisco questo a dover essere causa di malumori in famiglia,
anche
se questa indifferenza mi sta uccidendo.
“Ehi
sorellina, vieni con me.” Mi volto curiosa verso
Jazz e inarco un sopracciglio.
“Ehm
non credi di doverti vestire un po’ di più? Per
fortuna nessuno qui, oltre te, rischia l’infarto.”
Sento un sibilo, quasi un
leggero ringhio, provenire da Edward che è appena entrato in
casa, diretto a
Jasper. Forse si è arrabbiato per la battuta stupida ma che
anche se non ho ben
capito mi ha fatto ridere. Emmett dice che ho un enorme coraggio,
perché solo
io capisco e rido allo strano umorismo dark di Jasper, oltre sua
moglie, ma lei
ci è quasi costretta a causa del loro legame, a detta
dell’orso.
Tornando
alle parole di Jazz mi guardo e vedo un
semplice paio di shorts, degli scalda muscoli, una t-shirt e i miei
occhiali
nerd da lettura. Ahhh sono vestita, pensavo di aver scordato gli shorts.
“Sono
vestita fratellone. Comunque dove andiamo?”
“Salta
in spalla, andiamo in un posto discreto,
lontano da occhi, orecchie e menti indiscrete.”
“Oh
andate a farvi le confidenze, voglio venire anche
io.” Si imbroncia l’orso.
“Quando
io e un cane della riserva diventeremo amici
per la pelle, tu potrai venire con noi.” Scoppio a ridere,
ovviamente solo io,
questa volta neanche Alice ride.
“Bella,
per quanto ami mio marito, non capisco come tu
rida sempre alle sue battute.” La fisso negli occhi e scrollo
le spalle
indifferente, è qualcosa che sento a pelle.
Erroneamente
sposto lo sguardo su Edward che mi fissa
con un’espressione indecifrabile. Mi perdo nell’oro
liquido dei suoi occhi.
Cazzo
devo andarmene altrimenti potrei fare qualcosa
di stupido, tipo saltargli addosso, farlo tener fermo dai miei fratelli
e
violentarlo. E che cazzo, ma non è un peccato e un delitto
essere così
perfetti?
Vorrei
essere la sua mano e passare tra i suoi
capelli, proprio come sta facendo ora.
Sento
una risata cristallina alle mie spalle e il
pavimento viene a mancarmi sotto i piedi.
“Ahhhhhh
Jaaaaaazzzzzzzz, stronzoooooo.” Continua a
ridere di cuore mentre io cerco di riprendermi dallo spavento e
corriamo, o
meglio corre, nella foresta.
Chissà
dove vuole portarmi e cosa deve dirmi.
Arriviamo
dopo pochi minuti, anche se il mio stomaco
in subbuglio crede che siano passate ore. Non penso che mi
abituerò mai a
questa velocità.
Mi
fa scendere dalle sue braccia e sto ancora tremando
per il colpo che ha causato al mio giovane, delicato e povero cuore.
“Non
so come ma mi vendicherò e poi mi chiederai pietà
in ginocchio.”
“Mm
non credo che tu sia nella posizione di minacciare
sorellina, sai potrei, per puro caso, pensare ai sentimenti che provi
in
presenza di un rosso di mia conoscenza…” Lascia la
frase in sospeso mentre io
impreco tra i denti come uno scaricatore di porto.
“Ora
dopo che le tue dolci labbra hanno finito di
elargire eleganti parole veniamo a noi.” La sua faccia
è di colpo seria ed
anche la mia, cosa succede?
“Dimmi,
ti ascolto.”
“Non
devi ascoltarmi, devi parlarmi. Cosa hai tenuto
nascosto dell’incontro con Aro? Non dire nulla, non offendere
la mia
intelligenza. Aro è disposto a tutto pur di avere talenti
validi tra le proprie
fila. Perciò credo che ci sia dell’altro ed io
pretendo di saperlo. Ho
aspettato qualche giorno per vedere se tu me ne avresti parlato, ma
dato che
non ti decidi, ho preso io l’iniziativa. Ma stai tranquilla
Alice non può
vedere nulla perché siamo vicini ai confini con i cani e lei
non riesce ad
avere visioni su di loro.”
È
proprio una stratega eccellente, ha pensato proprio
a tutto e da buon soldato, ha capito tutto, maledizione, ora come ne
esco.
“Non
cercare di tergiversare o di rifilarmi una scusa,
sai che non attaccherebbe.” Ma che cazzo in pochi giorni ha
imparato a
conoscermi meglio di persone che mi conoscono da anni.
Sospiro
e inizio a camminare nervosamente. Cerco
disperatamente le sigarette, maledizione non le ho prese.
“Tieni.
Sai che sono contrario, ma sapendo ciò di cui
avremo parlato ho pensato che ne avresti avuto molto bisogno, anche se
preferirei che non le fumassi, se vuoi distendere i nervi ti aiuto io
con i
miei poteri.”
“No,
no, devo fumare. Devo organizzare le idee, ma non
sono sicura di volerti dire qualcosa a proposito di ciò che
vuoi sapere. Sono
cose personali.”
“Bella
preferirei che parlassi di tua spontanea
volontà, altrimenti potrei estorcerti tutto con il mio
potere. Sai che posso
farlo e lo farò.” Gli occhi emanano saette.
Accendo
una sigaretta e ne aspiro una lunga boccata.
Il fumo inizia a fare i suoi effetti e sembra di avere i nervi
più distesi.
“Mm
effettivamente c’è qualcosa che ho omesso, ma non
è proprio rilevante.”
“Parla
Bella, sto perdendo la pazienza.” Mi ordina perentorio
ed io sospirando non posso far latro che ubbidire.
“Devi
promettermi che non ne farai parola con nessuno
a costo della vita, so che non hai segreti con Alice, ma devi
prometterlo. Non
ci dovrai pensare mai, dovrai fare in modo di cancellarlo dalla tua
mente nel
momento esatto in cui io te ne parlerò. Un’ultima
cosa, non potrai far nulla e
questa non è una richiesta è un obbligo. Non devi
fare nulla.” Nota che il mio
sguardo è estremamente serio, ma non dice nulla.
“Prometti
o io non parlo.”
“Prometto.”
Sembra quasi che l’abbia detto con la
morte nel cuore.
“Quello
che ti dirò non ti piacerà affatto.”
“Immaginavo.
Aro è un essere squallido ed è disposto a
tutto pur di ottenere ciò che desidera e credo che tu sia
una delle cose che
desidera, si cosa, perché per lui non sarai altro che un
oggetto.”
“Arrivo
subito al dunque, sai che non am…”
“Cullen!”
Ci giriamo entrambi verso la voce che ci ha
chiamati. Spalanco la bocca per la sorpresa, ma che diavolo sono?
“Oddio
ma che diavolo sono? Sembrano cavalli. Jazz
sono pericolosi.” Il mio fratellone si mette davanti a me in
posizione di
difesa e gli ringhia contro. Oddio ho paura per lui anche se so che non
dovrei
averne.
Oh
cazzo questi sono i cani della riserva. Siamo
spacciati, Jazz è solo e loro sono due cani che sembrano
più cavalli ed un
umano che credo non tarderà a trasformarsi.
“Cosa
fai con quella ragazza?” Mm io? Mi sento
chiamata in causa e mi sporgo dalla spalla di mio fratello.
“Parli
di me?” Chiedo all’uomo che è tutto un
fascio
di muscoli.
“Certo.
Vieni via di lì, è pericoloso.”
“Cane,
sparisci. Sono nel mio territorio.”
“Non
ti faremo uccidere un’umana. Ragazza vieni con
noi. Succhiasangue state infrangendo il patto, vi uccideremo
tutti.” Prego? Ma
questo ha fumato erba avariata?
Mi
sposto al fianco di mio fratello che mi guarda
trucemente.
“Torna
dietro di me.” Lo zittisco con un gesto della
mano.
“Senti
un po’ gigante, chiama nuovamente mio fratello
così e ti giuro che ti farò cantare in un coro di
voci bianche. Ti darò una
ginocchiata nelle palle talmente forte che non avrai neanche
più la facoltà di
procreare o accoppiarti. Ora detto questo, vorrei dirti che io e mio
fratello
siamo nel nostro territorio, voi cagnolini mi sembra abbiate
sconfinato. Sai
potrei andare a casa e dire alla mia famiglia che avete infranto il
patto,
saranno loro poi ad attaccare voi e vedremo come andrà a
finire. Un’ultima
cosa, io non mi chiamo ragazza. Il mio nome è Isabella
Cullen e questo è mio
fratello e prima che il tuo misero cervello da microcefalo
sottosviluppato pensi
cose assurde, ti dico che i Cullen mi hanno adottata da piccola,
conosco la
loro natura, non mi hanno mai fatta del male e ora gradirei che faceste
13
passi indietro e tornaste nel vostro territorio. Ah, e per inciso
ovviamente la
mia famiglia verrà avvisata di ciò che
è successo oggi e credo proprio che mio
padre vorrà delle delucidazioni. Ora
sciò.” Il lupo marrone mi fissa e sembra
ridere, ma non posso dirlo con certezza.
Il
microcefalo schiocca la lingua, richiama i suoi
cagnolini e spariscono dietro gli alberi.
Emetto
un sospiro di sollievo mentre mio fratello
scoppia a ridere.
“Oddio
non l’avrai mai creduto, un vampiro che viene
difeso da un’umana che sfida un gruppo di lupi. Sei una
continua fonte di
sorpresa sorellina.” Sposta lo sguardo nuovamente alla
foresta e digrigna i
denti.
Cazzo
è un dio quello che si sta dirigendo verso di
noi.
“Black
non hai capito di aver sconfinato?”
“Calma
Cullen, calma. Volevo solo complimentarmi con
tua ehm…sorella.”
Lo
guardo mi sta divorando con lo sguardo ed anche,
non è affatto male, quasi ci faccio un pensierino e credo
che anche lui abbia i
miei stessi pensieri. Jasper mi fissa shoccato, mentre uccide lui con
lo
sguardo e gli ringhia contro.
“Stai
lontano da mia sorella cane o il patto lo mando
a puttane e ti spezzo l’osso del collo.” Ops mi ero
dimenticata del potere di
mio fratello.
“Frena
sanguisuga, ammetto che è veramente una bella
ragazza, ma io sono felicemente innamorato.” Peccato non
avevamo gli stessi
pensieri. Ad un tratto un paio di occhi dorati e delusi fanno capolino
nella
mia mente e mi immobilizzo. Dannazione, non devo pensare ad Edward.
Devo
cancellare questo amore non corrisposto ed impossibile che provo per
lui.
“Non
mi frega niente del tuo imprintig, non parlare
più con mia sorella.” Fisso Jasper offesa.
“Ehi
so badare a me stessa.”
“No
che non ne sei in grado, ed ora torniamo
immediatamente a casa e tu sparisci dalla mia vista.”
“Isabella,
io sono Jacob Black, è stato un piacere
conoscerti. Questa sera facciamo un falò in spiaggia con
tutti i ragazzi della
riserva, ci farebbe piacere che ti unissi a noi.” Una
serata diversa in cui non
sarò costretta a soffrire per l’indifferenza di
Edward, oh si, mi piace
proprio.
“Neanche
per id…”
“Accetto,
ti ringrazio per l’invito Jake. Posso
chiamarti Jake?” Lui scoppia a ridere e annuisce.
“Perfetto,
io sono Bella. A che ora vengo? Mm ma non
conosco la strada.”
“BELLA!
Non esiste, tu non ci andrai. Sono pericolosi,
potrebbero perdere il controllo e fari del male.”
“Oh
avanti Cullen se si tagliasse per caso in casa
vostra sarebbe più pericoloso, con noi invece non accadrebbe
nulla.”
Effettivamente non ha tutti i torti.
“Andiamo
a casa, immediatamente.” Credo di aver tirato
troppo la corda.
“A
stasera Jake, senti facciamo così ci incontriamo
alle 8 al cartello di Benvenuti a Forks la ridente e soleggiata
cittadina, va
bene?” Scoppia a ridere e annuisce mentre sparisce nuovamente
nella foresta.
Jasper furioso
mi prende tra le braccia e in un lampo arriviamo a casa. Non ho il
tempo di
mettermi in piedi che inizia a sbraitarmi contro.
“Sei
una stupida, ma cosa ti è saltato in mente eh? Ma
ti rendi conto di cosa hai fatto? Tu da qui non esci. Non pensare di
andare in
quel posto stasera. Ma che hai in quel cervello segatura? Non hai
capito chi
sono quelli? Non…” Lo ascolto con finto interesse
e noto tutta la famiglia che
ci fissa sbalorditi storcendo il naso.
“Ragazzi
cosa succede? E perché puzzate di cane?” Mi
volto verso mio padre e gli sorrido.
“Nulla
papà, è solo che Jasper sta dando un
po’ di
matto. I vampiri possono impazzire?”
“Impazzire?
Impazzire? IMPAZZIRE IO? TU sei diventata
completamente pazza. Tu.non.esci.di.casa.” Mi ringhia ad un
centimetro dal viso
e allora anche io mi incazzo.
“E
chi me lo impedirà? Tu? Non credo proprio. Io
stasera ci vado eccome e magari ci faccio anche sesso con uno di
loro.” Oh
cazzo che cosa ho detto? Sento vari ringhi alle mie spalle. Non mi
volto so che
uno proviene da mio padre, uno da Emmett e l’altro non so
proprio da chi.
“Co-cosa
hai detto?”
“Che
ci vado e tu non potrai impedirmelo. Sono
maggiorenne e tanto basta.”
“Sei
maggiorenne solo all’anagrafe, il cervello a
quanto pare l’hai perso per strada.” Jasper si
rende conto subito di ciò che ha
detto e mi fissa dispiaciuto. Il mio sguardo è gelido, non
gli rivolgo la parola
e mi volto verso i miei genitori.
“Questa
sera andrò ad un falò alla riserva, sono stata
invitata da Jacob Black, nessuno me lo impedirà. Non prendo
ordini da nessuno,
voglio che questo sia chiaro a tutti.” Mi volto verso le
scale e mi dirigo in
camera mia.
“Bella,
io…”
“Hai
parlato abbastanza Jasper, ora scusami ma devo
rivedere il discorso della discussione.”
Passo
affianco ad Edward ed è immobile come una
statua. Mi fissa ma io non lo degno di uno sguardo.
“Ah
papà, dei lupi hanno sconfinato.” Detto questo mi
dirigo in camera mia e cerco di soffocare i singhiozzi sul cuscino
sperando che
non mi sentano, ma ovviamente la speranza è vana.
POV
EDWARD
“Un
cane rognoso ha sconfinato e si è avvicinato a
lei? Ma come è possibile? Io li ammazzo tutti, uno ad
uno.” Emmett sbraita
mentre io fisso ancora le scale da cui lei è salita.
Sesso.
Sesso. Sesso.
Lei
ha detto che farà sesso. Con un cane. Sesso con un
cane. Mentre io mi struggo d’amore per lei.
Tutti
sono infervorati mentre io sono concentrato sui
suoi singhiozzi e sul battito irregolare del suo cuore.
Jasper
l’ha ferita. Per lei è il fratello preferito,
mentre io non sono nessuno.
Certo
non mi sono mai avvicinato a lei e le uniche
parole che ci siamo scambiate sono buongiorno, buonasera, buonanotte e
ciao.
Ovviamente sono io che ho imposto questa freddezza tra di noi, non
posso farle
del male e lei è una fragile e calda umana. Mentre io sono
un mostro. Io non
dovrei esistere.
“Edward
dì qualcosa.” Mi volto verso Rose, anche lei
l’adora. Solo io sono il coglione che l’ha tenuta
sempre lontana, smontando
tutti i suoi tentativi di avvicinarsi a me e alla fine si è
arresa. Se da una
parte credo che sia meglio così, dall’altra soffro
come un cane. Mai un suo
sorriso è stato rivolto a me. Mai uno sguardo dolce era per
me. mai una parola
d’affetto era per me. Ma non posso incolparla, la colpa
è solo mia. Lei ha
provato ad avvicinarsi ma io l’ho sempre allontanata.
Non
rispondo a Rose ma il mio sguardo vale più di
mille parole.
Loro
sono consapevoli del mio amore per la dolce e
forte Bella. Loro capiscono che non potrò mai amare
nessun’altra nella mia
esistenza. Ma non posso farla avvicinare.
“Abbiamo
visite.” Dice Alice. Maledizione i Denali.
Tanya. La mia amica di giochi.
Mi
vergogno di me stesso. Ma
dopo anni ed anni di
solitudine ho ceduto alle sue lusinghe, volevo un po’
d’affetto, conscio che il
suo è prettamente ed unicamente rivolto al mio corpo e
null’altro.
Alice
e Rose mi trucidano con lo sguardo, ed anche io
resto della famiglia. Non hanno mai apprezzato questo offrire il mio
corpo ad
una che la da a destra e a manca.
Carlisle
va ad aprire la porta teso come una corda di
violino. Geloso, tremendamente geloso della sua bambina e preoccupato
per lei.
“Amici
miei, è un piacere avervi qui e grazie per aver
accattato il nostro invito.”
“Siamo
lieti di esser stati invitati per la laurea
della vostra Isabella e non vediamo l’ora di
conoscerla.” Le parole emozionate
di Carmen sono sincere mentre Eleazar è nervoso, come se
cercasse qualcuno.
“Edward,
tesoro è da un po’ che non ci vediamo.”
Tanya
si attacca al mio braccio come una cozza allo scoglio. I suoi pensieri
sono
tutt’altro che casti e tutti prevedono me e lei mentre
facciamo sesso furioso.
Ora mi reputo ancora più squallido del solito.
“Tanya
è un piacere rivederti. È un piacere rivedere
tutti voi.”
“Lui
è Laurent, il compagno di Irina. Un nuovo membro
della nostra famiglia.” Ci presentiamo e saluto Irina, Kate e
Garrett il suo
compagno.
“Bells,
scendi, abbiamo ospiti.” Sento il suo sospiro
e apre la porta. Lentamente scende le scale e fissa curiosa i nuovi
arrivati.
Io resto sempre senza fiato di fronte alla sua bellezza.
Tanya
ha capito tutto, per quanto sia oca è molto
intelligente.
“Anche
lo scapolo d’oro si è
innamorato. È bellissima, spero che ricambi tuoi sentimenti,
te lo meriti.” Stringo
la presa sul suo braccio per
ringraziala, ma non le posso dire che sicuramente mi reputa un odioso,
asociale
e maleducato.
Tutti
sono in una posizione di stallo, non le abbiamo
detto di aver invitato i Denali alla sua laurea, potrebbe anche
prenderla male.
Un
timido sorriso aleggia sulle sue labbra, è ancora
più bella.
Inizia
a correre e si butta tra le braccia di Eleazar,
che l’accolgono stringendola al suo petto. Tutti noi restiamo
sbalorditi.
“L’umana
più potente che abbia mai conosciuto. Sei cresciuta
Bella, e sei sempre stupenda.”
“Eleazar,
mi stai soffocando. Ecco ora respiro meglio.
Professore, ci si rivede.” Strabuzziamo gli occhi.
“Vi
conoscete?”
“Certo,
era il mio professore di letteratura al liceo.
Credevo fosse il vampiro più strano che avessi mai
conosciuto, ma poi mi sono
ricreduta.” E fissa Jasper con un sorriso.
“Ah
pace fatta tra i due fratellini inseparabili. Ci volevi
tu Eleazar.”
“Vieni
Bella ti presento la mia famiglia. Lei è mia
moglie Carmen.” La stringe tra le braccia, ho paura che le
vengano dei lividi,
ha la pelle così bella e delicata. Così soffice,
così…
“Edward
per favore non eccitarti
pensando a Bella.”
Jasper mi
riprende mentalmente e sempre mentalmente mi do un calcio nelle palle
per la
mia stupidità.
“Loro
sono le mie figlie Irina, Kate e Tanya.” Tutte e
tre l’abbracciano felici.
“Lui
è Garrett, il compagno e futuro marito di Irina.”
“Wow
congratulazioni.”
“Ed
infine lui è…”
“Ohhh
chi non muore si rivede.” Finirà mai di
stupirci?
“Ops
sei già
morto.”
“E
tu sei la solita stronza Bells.” Perché hanno
tutta
questa confidenza? Sporgo i denti mentre Tanya mi ammonisce con lo
sguardo.
“Grazie
per i complimenti Laurent, anche per me è un
piacere rivederti, ora che ne dici di abbracciarmi.”
“Mi
sei mancata nanetta.”
“Anche
tu mi sei mancato treccine.” La guarda
trucemente e Carlisle cerca di capire, come tutti, dove si sono
conosciuti.
“La
coppia più bella del mondo che fine ha fatto?”
“Mm
sono in zona. Anzi credo che verranno qui a breve.”
“Vedo
che non ti hanno abbandonata.” Sottile stoccata
nei nostri confronti che fa abbassare il capo ai miei genitori e alle
mie
sorelle mortificati mentre io e i miei fratelli gli ringhiamo contro.
“Calma
ragazzi, calma. Laurent.” Lo ammonisce Eleazar,
ma lui non si scusa anzi ridacchia divertito.
“Pardon.
Non credevo di offendere qualcuno.” L’astio
nei nostri confronti è palese e Irina cerca di calmarlo,
mentre Bella lo
ammonisce con lo sguardo e lui alza le mani in segno di resa.
Ci
accomodiamo tutti sul divano mentre Bella vola praticamente
tra le braccia di Jasper e gli riempie il volto di baci. Alice e gli
altri sono
commossi da questo profondo rapporto mentre io sono rigido e geloso
marcio,
invece Tanya non capisce cosa sta succedendo. Il resto dei Denali crede
che tra
lui e Bella ci sia del tenero e questo aumenta la mia gelosia.
“Non
è come credete. Sono praticamente fratelli, come
se lo fossero realmente. Diciamo che Emm è geloso credeva
che sarebbe stato lui
il fratello preferito, ma stupendoci tutti il fratello preferito,
nonché confidente
di fiducia è il mio adorato marito.” Jasper prende
“le sue donne” tra le
braccia e le stringe forte.
“Allora
Bella ti stai per laureare. Carlisle ci ha
chiamati ieri per invitarci, è un problema?”
“Affatto,
sono veramente felice di avervi qui.” Ed è
sincera, leggo la sincerità nei suoi occhi.
“Nanetta,
fai ancora corse clandestine con le moto?”
Tutti si cristallizza intorno a noi, mentre Carl contrae nervosamente
un
sopracciglio.
“Moi?
Corse clandestine? Moto? Non capisco proprio a
cosa tu ti riferisca.” Laurent scoppia a ridere.
“Isabella.”
Tuona mio padre.
“Si
papino mio adorato?” Ecco che è capitolato. Tutti
ridacchiano
alla scena e lui si ricompone immediatamente.
“Di
cosa parlava Laurent?”
“Non
lo so, oh mio principe azzurro.”
“Che
gran lecca culo.” Sussurra Emm mentre tutti
ridono sommessamente e io continuo a restare rigido.
“Allora
io credo che per l’occasione bisogna fare del
sano e gratificante shopping.” Ecco che Alice, con le sue
perle di saggezza,
sposta l’attenzione.
Tutte
le ragazze hanno una luce strana e inquietante
negli occhi.
“Solo
ragazze ovviamente, così conosciamo meglio Bella
e spettegoliamo un po’.” Credo che tutti gli uomini
di questa stanza vorranno
fare una statua di diamanti a Tanya. Santa Tanya Denali.
“Certo.
Verrà anche Vic con noi, è una mia amica,
anche lei è una vampira. Potremo andarci ora.
Però ad una condizione.” I suoi
occhi brillano di malvagità. Alice ha una visione confusa,
dato che non riesce
a vederla bene, ma da quel poco che abbiamo visto, posso confermare la
mia
tesi, è bella, intelligente, dolce ma anche diabolica.
“Jazzino
verrà con noi, deve farsi perdonare qualcosa
e in più ci serve un porta borse.” Lui per poco
non fa cadere Alice dalle sue
braccia e fissa trucemente la sua non tanto più amata
sorellina che gli sorride
in modo inquietante.
Due
odori ci fanno voltare il capo verso la grande vetrata.
Laurent si alza felice e Bella gli sorride.
James
e Victoria.
Continua…
Set abiti
Ciao
ragazze, vi chiedo enormemente
scusa per il ritardo, ma non ho capitoli pronti e sto preparando gli
esami che
a breve sosterrò. Diciamo che è un periodo in cui
lo studio è il padrone del
mio tempo. Mi dispiace da morire, spero ci sia ancora qualcuno che
abbia
piacere di seguire la storia. Allora cosa ne pensate del capitolo?
Ovviamente continua
solo che era troppo lungo e l’ho diviso. Il prossimo
sarà perciò il seguito di
questo e poi finalmente arriviamo alla tanto attesa laurea. Spero di
postare la
prossima settimana, aspetto i vostri commenti. A presto, un bacio Mary.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Primi passi ***
Primi passi
“Certo.
Verrà anche Vic con noi, è
una mia amica, anche lei è una vampira. Potremo andarci ora.
Però ad una
condizione.” I suoi occhi brillano di malvagità.
Alice ha una visione confusa,
dato che non riesce a vederla bene, ma da quel poco che abbiamo visto,
posso
confermare la mia tesi, è bella, intelligente, dolce ma
anche diabolica.
“Jazzino
verrà con noi, deve farsi
perdonare qualcosa e in più ci serve un porta
borse.” Lui per poco non fa
cadere Alice dalle sue braccia e fissa trucemente la sua non tanto
più amata
sorellina che gli sorride in modo inquietante.
Due
odori ci fanno voltare il capo
verso la grande vetrata. Laurent si alza felice e Bella gli sorride.
James
e Victoria.
POV
BELLA
Ecco
i miei amici. Noto un po’ di tensione in sala.
“James,
Vic, entrate, accomodatevi.” Entrambi storcono
il naso di fronte a tutto il lusso della casa ma non dicono nulla,
anche se il
sottile ringhio di Edward fa capire che i loro pensieri non sono
proprio
innocenti.
“Ohh
un lettore di pensieri. Interessante.” Dice James
con astio.
“Dacci
un taglio James, non è il momento.” Li faccio
accomodare e tutti si fissano rigidamente.
“Non
si salutano i vecchi amici?” Bravo Laurent,
almeno serve a qualcosa. Se ripenso che ha spiattellato le mie corse
clandestine davanti a mio padre, grrr, mi viene voglia di strozzarlo,
peccato
non possa farlo, però magari tra qualche mese…
No
Bella, è un tuo amico e non lo strozzerai.
Mm
ora che ci penso la vecchia cornacchia non mi ha
chiamata più, anche se non credo che si sia arreso.
Io
e la mia enorme stupidità. Forse dovrei dire
qualcosa al resto della famiglia, no, meglio di no, non voglio che
accada loro
nulla.
Il
vecchio trio di amici si è ritrovato, che scena
commovente. Si nota il sarcasmo nella mia voce? Però devo
dire che sono
veramente molto amici, mi è dispiaciuto molto che Laurent
abbia deciso di
staccarsi dal gruppo, ma effettivamente essere il terzo incomodo con
una coppia
che tuba ovunque non è bello, e poi diciamolo anche lui
voleva una compagna da
amare e dalla quale essere amato.
“Laurent!
Cosa ci fai qui? Avevamo sentito il tuo
odore, ma non credevamo possibile che fossi tu, anche perché
c’erano altri
odori.”
“Invece
sono proprio io. È bello rivedervi. Non immaginate
la sorpresa quando ho saputo che i Cullen fossero amici della mia
famiglia. Ora
passiamo alle presentazioni. Lei è Irina, la mia adorata e
bellissima compagna.”
Oddio credo che potrei sciogliermi, sempre se prima mi passi il senso
di nausea
di fronte a questa scena. Laurent in modalità tenerone e
innamorato è veramente
inquietante. Mi arriva uno scappellotto sul capo e mi volto per vedere
in
faccia il mio aggressore, mentre soffro in silenzio e trucido con lo
sguardo
Jasper. Ops ha capito che mi stava per venire da vomitare. Forse si
voleva
anche vendicare per la sessione di shopping a cui l’ho
costretto a partecipare.
Mi
ammonisce con lo sguardo ma in cambio riceve una
smorfia che fa ridere Tanya. Quella stronza ancora non si stacca dal
braccio di
Edward.
“Molto
piacere Irina. Io sono James e lei è Victoria,
la mia compagna.”
Bleah,
come sono disgustosi.
Faccio
una smorfia e questa volta è mio padre a
riprendermi con lo sguardo, ohhh anche Vic mi ha vista e se fosse
possibile i
suoi capelli sono ancora più rossi.
“Bene,
allora, come sapete loro James e Victoria. Ragazzi
loro sono mio padre Carlisle, mia madre Esme, i miei fratelli Jasper ed
Emmett
che avete già conosciuto, e le loro mogli Alice e Rosalie, e
lui è l’altro mio
fratello, Edward.” Quanto mi è costata
quest’ultima parola. Mio fratello. Ficcatelo
in testa Bella, lui è solo tuo fratello, anzi neanche quello
dato che ha
costruito un muro intorno a se e tu non puoi avvicinarti.
“Famiglia.
Erano la tua famiglia quando ti hanno
abbandonato? O quando eri in attesa di un loro biglietto di auguri? Mm
e
pensare che i Cullen sono famosi, oltre che per la loro singolare
dieta, anche
per i valori in cui credono. Famiglia, amore, lealtà. Oh si,
gli stessi valori
che hanno messo in pratica abbandonandoti. Perciò Bella non
sperare che a me
siano simpatici o che li accetti come la tua famiglia. Per me e Vic, la
tua
famiglia siamo solo noi. Non capisco come tu li abbia perdonati, ma si
sa la
mente umana è alquanto contorta e tu sei estremamente
contorta, lo dimostra il
solo fatto di essere in una casa che pullula di vampiri. Comunque
è un piacere
conoscere le persone che hanno recato tanto dolore a Isabella,
purtroppo se vi
facessi del male lei ci soffrirebbe, perciò mi limito a
pensare a tutte le
torture che vorrei infliggervi e a tutti i modi in cui vorrei
uccidervi.” Ah mi
arrendo, James non cambierà mai, ma da una parte gli do
ragione.
“Io
concordo con il mio compagno. Il fatto che Bella
vi abbia perdonato e ancora non capisco perché
l’abbia fatto e perché così in
fretta, non significa che voi ci stiate simpatici. Ovviamente credo che
la cosa
sia reciproca. Inoltre spero per voi che la storia non si ripeta,
infondo l’avete
abbandonata una volta chi lo dice che non lo farete una seconda volta?
Sarebbe brutto
essere recidivi, nonché controproducente.”
“Rossa
tieni a freno la lingua e stai tranquilla che
non accadrà più una cosa del genere. Abbiamo
sbagliato una volta, pensavamo di
fare il suo bene facendola vivere tra gli umani, ma non rifaremo due
volte lo
stesso errore. E tanto per la cronaca anche voi non ci siete affatto
simpatici.”
Risponde il prode soldato Jasper.
Nomadi
1 – Cullen 1.
Parità,
palla al centro.
Wow
mi sembra di assistere ad un incontro, chi farà la
prossima mossa? Chi parlerà ancora?
Però
effettivamente le parole di Vic sono vere. Li ho
perdonati troppo presto? Perché li ho perdonati? Lo faranno
di nuovo? Come prenderanno
la mia partenza improvvisa senza avvisarli della mia meta e del mio
ritorno che
non avverrà mai? Mi hanno accolta nuovamente tra loro solo
perché gli facevo
pena? Solo per i sensi di colpa? Solo perché ho faticato
tanto per trovarli?
Ho
lo sguardo perso nel vuoto e non vedo e sento ciò
che mi accade intorno.
“…la.”
“…la.”
Fisso le labbra di Alice che si aprono davanti
i miei occhi, ma sono talmente presa dai miei pensieri che non ascolto
cosa
dice.
Ho
bisogno di stare sola. Mi alzo di scatto e mi avvio
alla porta.
“Dove
vai?” Mi chiedono i miei genitori insieme mentre
si avvicinano a me. noto dolore e disperazione nei loro occhi, ma io
non ci
bado. Devo pensare.
“A
fare un giro.”
“Vengo
con te.” Si propone Jasper.
“No.”
Secco e diretto.
Sento
rumori di vetri rotti, urla e ringhi provenire
dalla casa ma non me ne curo.
Entro
in macchina, infilo la chiave, accendo e parto.
Accendo
lo stereo, non voglio pensare ora, devo
liberare la mente e riordinare la confusione che vi è dentro
con calma.
Devo
andare in un posto dove loro non possono
raggiungermi, perché mi scommetto tutto che cercheranno la
mia scia per
seguirmi.
Ci
sono. Solo in un posto loro non possono metterci
piede. LaPush.
Con
un po’ di fatica arrivo alla spiaggia della
riserva, parcheggio e scendo per passeggiare in riva al mare.
Cammino
senza meta e senza esser riuscita a cavare un
ragno dal buco.
Mi
blocco quando sento diversi ringhi provenire da
dietro di me.
Lentamente
mi giro e trattengo il respiro.
Oddio,
saranno una decina di grossi, enormi, giganti,
fighissimi lupi.
“Oddio,
siete maestosi.” Dai loro ringhio non capisco
cosa sta succedendo. Poi il mio sguardo viene colpito da un lupo
rossiccio.
“Ehi
Jacob Black, sei tu? Ci siamo incontrati
stamattina, ti ricordi di me?” Sembra che il suo capoccione
sta annuendo, forse
l’ho scampata.
Ora
perché se ne vanno? Bah chi capisce queste
creature mitologiche è bravo. Senza curarmi ancora di loro
riprendo la mia
passeggiata quando sento dei passi dietro di me.
Mi
volto di nuovo e resto nuovamente scioccata. Una decina
di bellissimi, muscolosi, quasi nudi uomini fanno bella mostra davanti
ai miei
occhi.
Mm
devo rivalutare questi lupi.
Oh
ma quella è una ragazza?
“Che
fisico, complimenti.” Mi rivolgo a tutti e ricevo
una risata di scherno in cambio mentre io inarco un sopracciglio.
“Vi
faccio ridere? Mi fa piacere.”
“No
Bella, scusaci non stavamo ridendo di te, ma dell’espressione
che hai fatto appena ci hai visto.”
“Non
me ne vogliate ma credo che tutte le ragazze
avrebbero una faccia da pesce lesso di fronte a dei muscoli del genere,
poi voi
ne siete tanti e me li sbattete in faccia. Credo di esser fortunata per
non
aver iniziato a sbavare.” Ecco che ridono di nuovo mentre la
mia attenzione è
catturata dalla ragazza. Ha un’espressione indecifrabile ed
è molto vicina a
Jake. La sua ragazza.
“Tu
sei la ragazza di cui ha parlato stamattina Jacob?
La sua fidanzata? Molto piacere io sono Isabella Cullen.” Al
nome Cullen si
bloccano e mi fissano con astio.
“Non
guardatemi così, so cosa state pensando. Carlisle
ed Esme mi hanno adottata quando avevo pochi anni, i miei sono morti in
un
incidente stradale ed io sono sopravvissuta. Sono a conoscenza della
loro
natura e come sapete, loro non fanno del male agli umani,
perciò mettetevi l’anima
in pace.”
“Ecco
spiegata la puzza di succhia sangue.”
“Cane
sei pregato di non offendere la mia famiglia, o
se proprio non ci riesci, fallo quando non sono presente. Sono piccola
ma
picchio duro.”
“Ohhhhh
Paul, zittito da una ragazza, che smacco per
il tuo orgoglio.” Mm Paul, sei un bel bocconcino. Lo guardo
maliziosamente e
noto che lo sguardo è ampiamente ricambiato.
“Isabella,
io sono Sam, ci siamo incontrati questa
mattina.” Annuisco in direzione di Sam.
“Loro
sono Jake, che hai già conosciuto, Leah, Seth,
Paul, Quil, Jared, Embry, Jeremy e Asher.” Man mano che li
nomina mi fanno un
cenno del capo, solo Seth è corso ad abbracciarmi, o meglio
a stritolarmi.
“Molto
piacere io sono Isabella, ma preferisco esser
chiamata Bella. Stamattina Jake mi ha invitata ad un falò,
è un problema per
voi?”
“Assolutamente,
anzi vieni con noi, stiamo andando a
casa mia, la mia ragazza Emily ha preparato da mangiare. Hai
fame?” Ora che ci
penso non ho mangiato nulla e annuisco con piacere.
“Vieni
ci andiamo insieme.” Mi dice dolcemente Leah
mentre Jake l’abbraccia.
“No
andate avanti, vi raggiungiamo insieme.” E bravo
Paul, hai capito tutto. Entrambi ridacchiano e iniziano a correre.
“Cullen,
sei carina.”
“Anche
tu sei niente male lupo.”
“Mm
che ne dici di approfondire, fisicamente, la
nostra conoscenza?” Bravo, mi trovi sulla tua stessa
lunghezza d’onda,
mettiamoci il fatto che è da circa un mese che non ho
rapporti, lui è un figo
da paura.
“Senza
coinvolgimenti.”
“Senza
coinvolgimenti.” Mi
faccio trascinare in una
modesta ed accogliente casa e baciandoci ci dirigiamo in quella che
presumo sia
la sua camera.
Sconvolta
e ansante fisso il soffitto. Credo di aver
fatto il miglior sesso della mia vita. Questi lupi sono passionali e
caldi. Forse
questa è l’unica pecca, sono troppo caldi. Se poi
Paul fosse più magro, più
alto, con la pelle bianca, gli occhi dorati, i capelli bronzei sarebbe
perfetto
e mi innamorerei di lui, peccato che sono già innamorata di
mio fratello. A dirlo
così fa un po’ schifo.
“Wow
Cullen, sei veramente niente male, potremo
rifarlo. Anzi che ne dici di uscire con me?” Mi gelo sul
posto. Cosa diavolo ho
fatto? Ho veramente fatto sesso con lui? Merda, non ne ho abbastanza di
casini
per crearmene degli altri?
Mi
alzo velocemente e raccatto i miei vestiti sparsi
sul pavimento. Maledizione non posso indossare la biancheria
è tutta strappata,
pazienza.
“No,
mi dispiace Paul, ma anche questo non doveva
accadere e poi avevamo detto niente coinvolgimenti.” Si alza
e si mostra a me,
nudo e possente. Cazzo mi sto eccitando di nuovo. Mi prende tra le
braccia e mi
bacia languidamente il collo. Sento qualcosa di duro e possente premere
sul mio
ventre.
“Ma
io non voglio coinvolgimenti, anzi già che siamo
nudi…” Non lo lascio continuare e lascio da parte
i miei pensieri per buttarmi
insieme a lui nella danza più antica del mondo.
Fisso
nuovamente il soffitto. Questo lupo sembra una
macchina del sesso, non ho mai goduto così e ho avuto un
numero indefinito di
orgasmi.
L’ho
usato per non pensare, mi dispiace molto per lui
ma mi ha aiutato a liberare la mente, ora posso pensare con
più lucidità.
Silenziosamente
raccolgo i miei vestiti, sempre senza
intimo e mi avvio all’uscita.
È
quasi l’alba, i miei saranno preoccupati da morire.
“Ehi,
fuggi via come una ladra?”
“Jake?
Non mi sembra che tu stia in condizioni
migliori delle mie.” Scoppiamo a ridere sommessamente.
“Già,
se mi becca il padre di Leah, mi spara alle
palle.” Ridiamo di nuovo.
“Tu
e Paul…”
“Nessun
tipo di coinvolgimento Jake, io amo un altro.”
“Perché
sei andata con lui?”
“Non
posso avere l’altro e poi non mi pare che lui non
mi abbia usata, in un certo senso.”
“Hai
ragione, lui è così. Mi sei simpatica Bella e ti
consiglio di non innamorarti di un lupo, potrebbe capitare di avere
l’imprinting
con un’altra persona e tu ci staresti male.”
“Ti
giuro Jake già ci sto male, ma non per un lupo. Lupi
o vampiri siete uomini e non vi accorgete di nulla.”
“Oh
oh credo che un vampiro abbia colpito il tuo
cuore. Stai attenta.”
“Ti
ringrazio, ora scappo, anche se mi chiedo come mai
i miei genitori non abbiamo passato il confine per cercarmi.”
“In
realtà è passato un vampiro, il lettore di
pensiero, era come un cane in gabbia ed è stato bloccato da
quattro di loro
altrimenti avrebbe superato il confine. Ohhh credo che sia proprio lui
quello
che ti ha rubato il cuore e pare proprio che tu l’abbia
rubato a lui. Se non
sbaglio i vampiri si innamorano una sola volta nella loro esistenza, ed
è per
sempre, credo che si chiami cantante, mentre per noi è
imprinting.” Sono piacevolmente
colpita dalle parole di Jake. Edward mi ha cercata e voleva passare il
confine.
“Torna
a casa Bella, i tuoi erano veramente
preoccupati. Non saremo amici, ma anche io riconosco una madre in pena
per i
figli, e in quel caso non c’è distinzione tra
umani e creature mitologiche.” Abbraccio
Jacob e torno all’auto.
Si,
ho fatto bene a perdonarli, sono la mia famiglia.
Passo
vicino ad un bar e mi ricordo che ancora non ho
toccato cibo.
Parcheggio,
entro e mi siedo ad un tavolino.
“Cosa
ti porto?”
“Un
caffè lungo e una fetta di torta al cioccolato. Anzi
fai due, ho una fame da lupi.”
Ridacchiando
va via e poso la testa sul tavolo. Ho un
sonno allucinante, ma non voglio tornare a casa. Chissà cosa
diranno. Saranno veramente
arrabbiati.
“Stai
pensando se siamo arrabbiati con te?”
Sobbalzo
al suono di quella voce ma non alzo la testa, sono impresentabile.
“Lo
siete?”
“Molto.”
“Bene,
allora aspetto un altro po’ a tornare a casa.”
“Perché
sei andata via?” Alzo lo sguardo e lo fisso
trucemente. È bellissimo, ma non devo farmi incantare dai
suoi occhi.
“Ti
interessa davvero Edward? Non mi pare che fino ad
ora tu abbia fatto qualcosa per conoscermi, perciò ora non
volermene se non ho
affatto voglia di parlare con te.”
“Tu
sei solo una stupida. Non hai capito nulla.” Ora sono
rossa dalla rabbia.
“Stupida?
STUPIDA? Oh Cullen, non sai quanto tu sia
stupido, ma non te ne faccio una colpa. Probabilmente la trasformazione
ti ha
bruciato qualche neurone, ora se non ti dispiace vorrei ripristinare lo
status
iniziale. Vale a dire, io qui da sola che faccio colazione. Anzi
andando ancora
indietro, tu che non mi permetti di conoscerti ed io che mi arrendo
dopo
diversi tentativi. Questo se non l’hai capito Edward,
è un velato modo di
mandarti via.” Si alza e mi fissa quasi con dolore, ma la
rabbia mi acceca.
“Non
hai capito nulla.”
“Per
fortuna ci sei tu che capisci e conosci tutti i
saperi del mondo.”
“E
lavati che puzzi.”
“Ma
brutto stronzo che non sei altro, credo proprio
che resterò così per qualche giorno. Ed ora
sciò.” Va via senza salutarmi,
infondo l’ho cacciato. Ora però mi sento un verme,
il più viscido dei vermi, ma
ero troppo incazzata con lui. Non ci siamo mai scambiati una parola, se
non
buongiorno, buonasera, buonanotte e ciao, e ora pretende che gli dica
cosa
penso? Innamorata si, ma stupida no.
Faccio
colazione con calma e ordino anche un’altra
fetta di torta e un altro caffè. Rotolando e con un mal di
pancia da paura
torno in macchina e parto verso casa.
La
rabbia nei confronti di Edward non è scemata. Arrivo
e fermo la macchina sgommando.
Tutti
escono fuori e i miei corrono ad abbracciarmi ed
io li lascio fare.
“Vado
a dormire.”
“Bella
puzzi di cane.” Mi fermo alle parole di Jasper,
ecco a cosa si riferiva Edward. Lo guardo e noto che posa un braccio
sulle
spalle di Tanya e l’avvicina a se. Gli sorrido e lui resta
spiazzato.
Stronzo
mi hai spezzato nuovamente il cuore e non lo
sai.
Fisso
intensamente Jasper negli occhi e mi prendo la
mia vendetta nei confronti del rosso.
“Ho
fatto sesso, del sano ed appagante sesso, con uno
di loro per tutta la notte, ecco perché puzzo
così tanto di cane. Anzi in
realtà a me piace il loro odore ed ora scusatemi, ma il mio
compagno di giochi
mi ha tolto tutte le forze e sono veramente stanca. Buonanotte a
tutti.” Sento dei
ringhi impercettibili e con la coda dell’occhio noto Edward
che da un pugno al
muro lasciandoci un bel buco. Mm Cullen, Cullen, Cullen, non giocare
con il
fuoco potresti bruciarti.
“Ehi
Bella.” Mi volto verso Alice e Rose che mi
rivolgono un sorrisino malizioso e sinistro.
“Poi
ci racconterai come è andata. Dalla tua faccia
appagata sembra che ci sappia fare il lupacchiotto.”
Scoppiamo
a ridere.
“Oh
non sai quanto, ti dico solo che non indosso
intimo.”
“BELLA!”
All’urlo di mio padre scappo per le scale e
mi chiudo in camera per poi scoppiare a ridere.
Set
abiti
Bella
Ciao
ragazze, ecco qui il capitolo, spero
sia di vostro gradimento. Eh eh eh Bella, non riesce a resistere ai
muscoli dei
lupi. In serata risponderò alle recensioni del capitolo
precedente. Aspetto i
vostri commenti e vi avviso che il prossimo capitolo
arriverà per la metà di
gennaio. A presto e Buon Natale e Buon Anno. Un bacio Mary.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Grande, grande, grande ***
Grande, grande, grande
“Ho
fatto sesso, del sano ed
appagante sesso, con uno di loro per tutta la notte, ecco
perché puzzo così
tanto di cane. Anzi in realtà a me piace il loro odore ed
ora scusatemi, ma il
mio compagno di giochi mi ha tolto tutte le forze e sono veramente
stanca.
Buonanotte a tutti.” Sento dei ringhi impercettibili e con la
coda dell’occhio
noto Edward che da un pugno al muro lasciandoci un bel buco. Mm Cullen,
Cullen,
Cullen, non giocare con il fuoco potresti bruciarti.
“Ehi
Bella.” Mi volto verso Alice e
Rose che mi rivolgono un sorrisino malizioso e sinistro.
“Poi
ci racconterai come è andata.
Dalla tua faccia appagata sembra che ci sappia fare il
lupacchiotto.”
Scoppiamo
a ridere.
“Oh
non sai quanto, ti dico solo che
non indosso intimo.”
“BELLA!”
All’urlo di mio padre
scappo per le scale e mi chiudo in camera per poi scoppiare a ridere.
POV
EDWARD
Non
è possibile.
Ha
scherzato.
Non
è vero.
Lei
non ha fatto sesso.
Non
ha fatto sesso con un lupo.
No.
No. No. Non posso accettarlo. Io mi struggo d’amore
per lei e lei? Lei non mi vede affatto. Non mi considera. Non mi prende
neanche
in considerazione, anzi stamattina mi ha anche cacciato.
“Edward,
mi dispiace fratellino, ma sei un grandissimo
stronzo.” Guardo Alice allucinato.
“Prego?
Lei va a letto con uno ed io sarei lo stronzo?”
Mi guarda inferocita e mi ringhia contro. Se Jasper non la tenesse mi
salterebbe al collo.
“Si
Edward, sei uno stronzo.”
“Tanya
anche tu.”
“Edward
ascoltami. Noi ci siamo sempre divertiti
insieme, e le nostre famiglie non hanno mai visto di buon occhio questo
nostro
passatempo, diciamo. Però non sono stupida e credevo che tu
lo fossi ancora
meno di me, ma mi sbagliavo enormemente, oggi ne ho avuto la prova.
Ovviamente,
anche se sei un vampiro centenario, sei sempre un uomo, e
perciò
sottosviluppato.” Le scocco un’occhiataccia ma lei
non è minimamente in colpa
per ciò che ha detto, ci crede veramente.
“Mi
hai detto che ha provato diverse volte ad
allacciare un rapporto con te, giusto?” Annuisco sospirando.
“Tu
l’hai sempre allontanata, anzi non l’hai fatta mai
avvicinare, giusto?” Annuisco ancora.
“Cosa
pretendevi quando sei andato stamattina da lei?
Che ti cadesse tra le braccia e ti giurasse amore eterno? Che ti
baciasse in
modo appassionato? Che ti dicesse che si è innamorata di te
e che sei l’unico
uomo della sua vita? Spero di no, perché saresti veramente
patetico.” Il mio
silenzio e il mio imbarazzo invece fanno capire a tutti che
bhè, si ci avevo
sperato. Speravo in qualcosa del genere. Mi muovo imbarazzato sul
divano e mi
guardo intorno in cerca di una via di uscita.
“Non
ci credo. Pensavi veramente che andasse così? Ma insomma
Edward dove è finita tutta la razionalità e
l’intelligenza che possedevi fino
ad ora?”
“Probabilmente
nel cesso insieme al suo coraggio.” Ringhio
contro Emmett.
“No
Edward, mio marito ha ragione. Bella è andata a
farsi consolare da un cane lurido e puzzolente mentre tu ti arrovelli
il
cervello. Anzi ti dico, ha fatto proprio bene, in fondo per lei sei
solo un
fratello, se vuoi qualcosa di più, se vuoi lei e non come
sorella, svegliati e
datti una mossa. Bella è una persona stupenda, oltre che
eccezionale,
intelligente ed estremamente affascinante, quanto tempo credi ci
impiegherà a
trovare un uomo? Anzi a quanto pare ne ha uno stuolo ai piedi, oppure
potrebbe
andare alla riserva ed allungare le mani su qualcuno, magari proprio
sul focoso
lupo che l’ha fatto tornare a casa senza
biancheria.” Ringhio contro mia
sorella, ma ha ragione.
“Io
sono un mostro e sono immortale.” Dico frustrato.
“Edward
a tal proposito io e tua madre le volevamo
proporle la trasformazione.”
“NO.”
Mi alzo di scatto e fronteggio Carlisle.
“Edward
non è una scelta che devi prendere tu. Spetta a
lei decidere, noi non le faremo alcuna pressione. Saremo anche egoisti,
ma se
restasse umana lei un giorno morirà ed io non posso
separarmi di nuovo da mia
figlia, non ce la farei questa volta. Credo che io e tua madre la
seguiremo una
volta che la sua vita giungerà al termine. Ma ovviamente non
le faremo alcuna
pressione, sarà lei a decidere, noi le faremo solo una
proposta.” Un odore di
lupo ci arriva alle narici.
Tutti
spostiamo lo sguardo verso le scale ed appare
lei, splendida e radiosa.
“Cosa
sono quelle facce? C’è per caso un
funerale?”
“Bells
sei la solita spiritosa. Ma perché non ti lavi
che puzzi di cane?” Lo stronzo che ha causato tutta la lite
ha parlato di
nuovo.
“Oh
no James, resterò così fino a che voglio, mi
piace
questo odore. Credo che in serata tornerò a LaPush per non
far svanire l’odore.”
“Ti
diverti?” Le chiedo adirato ma lei non mi calcola
affatto, anzi muove fastidiosamente la mano vicino il suo orecchio.
“Bellina
cosa fai?”
“Scaccio
una mosca, o meglio sarebbe più appropriato
dire una zanzara. È decisamente meglio.” Tutti
scoppiano a ridere, chi
sommessamente, chi apertamente, mentre io resto come un allocco. Mi ha
dato
della zanzara.
“Mamma,
papino venite con me a fare shopping?”
“Ma
Bella ci dovevamo andare insieme.”
“Hai
ragione Alice, ma voglio comprare con loro il
vestito che indosserò il
giorno della
laurea. Dai non ti offendere. Ci raggiungete lì.”
“Va
bene, va bene.”
Nelle
menti di Carlisle ed Esme sento solo amore e
felicità.
“Certo
amore, ci andiamo subito?”
“No
tra mezz’ora. Non vorrei proprio lavarmi, ma devo
indossare l’intimo, così…”
“Smettila.”
Urla Jasper mentre lei corre di nuovo in
camera sua e io me la immagino senza quei vestiti addosso. Cazzo mi sto
eccitando.
“Smettila
anche tu. Non puoi
eccitarti in questa situazione, calmati che a momenti faccio eccitare
tutti i
presenti. Ti piacerebbe stare in una stanza piena di vampiri eccitati e
che non
vedono l’ora di saltarsi addosso?”
Nego
con il capo e sospiro mentre Jasper mi aiuta a
calmarmi.
“Edward
solo per aggiungere una cosa al discorso di
prima. È stato veramente sciocco e fuori luogo,
nonché una mancanza di rispetto
nei miei confronti ma lascio correre, il fatto che appena lei
è rientrata in
casa tu mi abbia abbracciato a te. cosa volevi dimostrare? Mi pare che
poi lei
ti abbia dato il ben servito, inoltre è stata una mossa
alquanto stupida,
ricorda che tu per quanto intelligente possa essere, in fatto si amore
non
potrai mai competere con il cervello di una donna. Soprattutto se la
donna in questione
è machiavellica e perfida come Bella.”
Sospiro
sconfitto. Se fossi umano ora sarei a pezzi.
Con te
dovrò
combattere
Non ti si
può pigliare come sei
I tuoi
difetti son talmente tanti
Che nemmeno
tu li sai.
Sei peggio di
un bambino capriccioso
La vuoi vinta
sempre tu,
sei
l’uomo più egoista e prepotente
che abbia
conosciuto mai.
Ma
c’è di buono che al momento
giusto
Tu sai
diventare un altro,
in un attimo
tu
sei grande,
grande, grande, le mie
pene
non me le
ricordo più.
Spostiamo lo
sguardo verso le scale. Mi sembra di aver già sentito questa
canzone.
“A
quanto pare Bella apprezza la musica italiana.”
Ridacchia Carmen.
“Dai
Mina è un classico. Oh ma sentite come è intonata
Bellina, conosce anche l’italiano, è una continua
fonte di sorprese.”
“Io
vedo tutte le mia amiche,
sono
tranquille più di me,
non
devono discutere ogni cosa
come
tu fai fare a me,
ricevono
regali e rose rosse
per
il loro compleanno
dicon
sempre di sì…” Scende le scale
correndo, è una
visione e finalmente il suo odore è tornato quello di prima.
Salta in braccio a
Jasper e poi iniziano a ballare allegramente. Alice guarda con amore la
scena
ed io con gelosia. Tutti seguono loro e iniziano a ballare mentre Bella
canta.
“…non
hanno mai problemi e son convinte
che
la vita è tutta lì.
Invece
no, invece no,
la
vita è quella che tu dai a me.
In
guerra tutti i giorni sono viva
sono
come piace a te.” Non so come ma mi ritrovo a
ballare con lei. Ci fissiamo negli occhi e noto qualcosa di strano nei
suoi
mentre mi guarda. Sarà amore? Speriamo di si. Timidamente le
sorrido e lei con altrettanta
timidezza ricambia. Se avessi un cuore che batte a quest’ora
avrei avuto un
infarto. Mi ha sorriso, un sorriso dolce e delicato rivolto a me, solo
a me.
continuo a farla volteggiare e la stringo di più al mio
corpo. È un’esperienza
unica sentire il suo calore a contatto con il mio corpo freddo. Sentire
come il
suo corpo si adatti perfettamente al mio, sentire come le mie braccia
riescano
ad avvolgerla completamente in un abbraccio. Sentire il mio profumo che
si
mischia con il suo.
“Ti
odio, poi ti amo, poi ti amo, poi ti odio, poi ti
amo,
non
lasciarmi mai più
sei
grande, grande, grande,
come
te sei grande solamente tu.
Ti
odio, poi ti amo, poi ti amo, poi ti odio, poi ti
amo,
non
lasciarmi mai più
sei
grande, grande, grande,
sei
grande solamente tu.” La canzone finisce e tutti
smettono di ballare. Tutti tranne noi che continuiamo a volteggiare e a
fissarci negli occhi.
Perché
mi guardavi negli occhi mentre cantavi le
parole ti amo? Anche tu mi ami
Bella?
Anche tu provi questo amore struggente che io provo per te? cosa vuoi
dirmi
Bella? Conto qualcosa per te?
Lentamente
ci avviciniamo. La distanza tra le nostre
labbra è sempre più esigua. Anche tu vuoi
baciarmi Bella? Anche tu vuoi sentire
il sapore delle mie labbra?
Un
tossicchiare insistente ci fa bloccare, ci fa
tornare alla realtà, ci fa ricordare che non siamo soli, che
in casa ci sono
altri vampiri. Leggi la delusione del bacio mancato nei miei occhi
Bella?
Leggi
quanto ti amo? Leggi quanto sto male nel non
averti al mio fianco?
Ti
scosti bruscamente e un lampo di tristezza passa
nei tuoi occhi. Non volevi Bella? Ti accarezzo lentamente una guancia e
sospiri.
“Mi
dispiace Edward, non volevo.”
“Non
ti devi scusare. Io lo volevo ma a quanto pare
non abbiamo gli stessi desideri.” Le dico tristemente. Non mi
ama, ed io
stupido che ci speravo.
Sento
freddo dentro di me.
Sento
il vuoto.
Fa
male soffrire per amore.
“Ovviamente
non capisci mai nulla. Ma va bene così,
sarà più facile.”
“Cosa
sarà più facile Bella, cosa? Cosa ci hai
nascosto del tuo incontro con Aro? Devi dire la
verità.” Mi volto di scatto
verso di lei appena Jasper finisce di parlare. Tutti la fissano con
rabbia.
La
stringo tra le braccia e la fisso negli occhi.
Nei
suoi leggo solo disperazione. Cosa hai fatto
Bella?
“Io…io
non posso. È meglio non sapere nulla.”
“Dimmi
immediatamente tutto.”
“Ma
cosa vuoi Edward, eh? Cosa vuoi da me? Ora ti
metti a fare il fratello? Mi dispiace ma Jasper ed Emmett sono arrivati
prima
di te.”
“Non
voglio fare il fratello, quel ruolo lo lascio
agli altri.”
“Cosa
vuoi allora? Cosa vuoi da me?” Urliamo entrambi.
“Te,
voglio te. Maledizione non l’hai capito che ti
amo? Non hai capito che soffro nel vederti lontana da me? Non hai
capito che
sono geloso marcio di tutti coloro che ti si avvicinano? Non hai capito
che
voglio che i tuoi sorrisi siano rivolti solo a me?”
Mi
accarezza dolcemente una guancia e sento tante
scosse attraversarmi il corpo.
“Edward,
non è possibile, mi dispiace. Non posso.”
“Non
mi ami? Non mi vuoi? C’è un altro?” Le
chiedo
ringhiando mentre odori di nuovi vampiri mi arrivano al naso e pensieri
che mi
fanno accapponare la pelle mi arrivano in testa. Un pensiero mi
colpisce come
un ariete e fisso senza parole la mia amata.
Cosa
hai fatto Isabella?
“Isabella,
cara.” Si irrigidisce tra le mie braccia,
mentre io la stringo a me cercando di inglobarla in me per proteggerla.
Passerai
sul mio cadavere Aro.
Set
abiti
Bella
Ciao
donzelle, ben trovate e buon anno anche
se in ritardo. Allora cosa ne pensate del capitolo? Ho inserito quella
canzone perché
da stamattina l’avrò sentita almeno 7 volte e poi
l’adoro e diciamo che ha
aiutato i piccioncini ad avvicinarsi. Grazie Mina. Cosa ne pensate del
capitolo?
Come avete capito stiamo arrivando alla parte clou della storia e sono
curiosa
di sapere cosa ne pensate. Come avevo detto a breve la storia
terminerà,
mancano pochi capitoli, non so quanti con precisione perché
i capitoli nascono
di volta in volta.
Ho
una domanda per voi sulle mie nuove ff. Appena
concluderò questa, dato che anche
“Amami” è agli sgoccioli e mi resterebbe
solo
“Scuola&Amore”,
ho intenzione di creare una raccolta di OS, questa conterrà
vari modi di
conoscersi di Ed&Bella, vari modi di rincontrarsi, vari modi di
dichiararsi. Cosa ne pensate? Anzi avrei in mente di coinvolgere anche
voi mie
amate e fidate lettrici, poi vi spiegherò meglio. Cosa ne
pensate? A presto
bacio Mary.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Sparisci ***
Sparisci
“Edward,
non è possibile, mi
dispiace. Non posso.”
“Non
mi ami? Non mi vuoi? C’è un
altro?” Le chiedo ringhiando mentre odori di nuovi vampiri mi
arrivano al naso
e pensieri che mi fanno accapponare la pelle mi arrivano in testa. Un
pensiero
mi colpisce come un ariete e fisso senza parole la mia amata.
Cosa
hai fatto Isabella?
“Isabella,
cara.” Si irrigidisce tra
le mie braccia, mentre io la stringo a me cercando di inglobarla in me
per
proteggerla.
Passerai
sul mio cadavere Aro.
POV
CARLISLE
Cosa
diavolo sta succedendo? Cosa ci ha nascosto mia
figlia? Cosa ci fanno qui i Volturi al completo?
“Aro,
che piacere rivederti, a cosa devo questa
gradita visita?”
“Carlisle,
amico mio, bando ai convenevoli, sappiamo
entrambi cosa sono venuto a fare.”
“Mi
dispiace Aro, ma non capisco di cosa tu stia
parlando.” Cosa vuole? Dovrà passare sul mio
cadavere.
“Oh
mia cara Isabella, non hai detto nulla?”
Tutti
ci irrigidiamo.
“Si
Aro, ho detto loro che ci siamo incontrati a
Londra. Non c’era altro da aggiungere.”
“Stupefacente.
Bene credo sia ora di andare. Mia cara…”
Perché sta porgendo una mano a mia figlia? Cosa diavolo sta
succedendo?
“Scusami
Aro, ma cosa vuoi da mia figlia? Cosa sta succedendo?”
“Niente
Esme!” Dura, fredda e tagliente la voce di mia
figlia. Mai si è rivolta a noi in questo modo. Anche quando
ci ha ritrovati,
siamo sempre stati mamma e papà, non ci ha mai chiamati per
nome.
“Cosa
diavolo sta accadendo?” Ringhia Jasper. Tutti sono
in posizione di difesa. Se dobbiamo combattere, combatteremo.
“Non
sta accadendo nulla Jasper, rilassatevi. Aro ti
raggiungo, ma non dovevi venire dopo la laurea?”
“Onde
evitare prese per i fondelli, ho preferito anticipare
la mia visita. Non sei felice di vedermi Isabella? Non sei felice di
diventare
parte della privilegiata guardia dei Volturi prima del tempo?”
Cosa?
Mia figlia nella guardia? Mai! Non lo permetterò
mai.
“Non
accadrà mai una cosa del genere Aro. Mia figlia
non entrerà mai nella Guardia. Mia figlia non
diventerà mai un mostro.”
“Smettila
Carlisle.” Ha chiamato anche me per nome. Tutti
ci voltiamo verso di lei.
“Sono
più mostri loro o voi che mi avete abbandonata? Ma
dai veramente credevate alle stronzate della figlia disperata dal
dolore che vi
cerca in tutto il mondo? Siete dei deboli. Io vi cercavo solo per
vendicarmi. Vi
ho cercato per farmi accogliere da voi, per farmi amare e per poi
abbandonarvi
come avete fatto voi con me.”
“Bella,
ma cosa stai dicendo?”
“Oh
Rosalie, ma credi veramente che io possa voler
bene ad esseri come voi? Ho mentito. Voi siete esperti mi pare,
significa che
sono una degna Cullen, ops da ora in poi sarà una Volturi.
Isabella Volturi,
suona bene. James, Victoria, non agitatevi come anguille, voi siete
serviti al
mio scopo. Eravate delle pedine. Se la raccontassi ad altri vampiri si
farebbero grasse risate alle vostre spalle. Un folto gruppo di vampiri
ingannati da un’umana.” Una risata metallica e
fredda le esce dalle labbra.
Quella
non è mia figlia. Non può essere lei.
Lei
è dolce.
Lei
è buona.
Lei
ci ama nonostante tutto il male che le abbiamo
fatto.
“Ci
hai ingannato.” Edward…
“Ci
hai presi in giro.” La sua voce è dura e fredda
come mai lo è stata.
“Ti
sei presa gioco di noi. Ora puoi anche andare via.
Non osare farti rivedere da noi. So dovessi rincontrarti sulla mia
strada per
te sarebbe la fine.” Nei suoi occhi non
c’è più vita.
Sparisce
in pochi istanti.
Abbraccio
mia moglie che sta singhiozzando.
“Amore…”
Sussurra al mio orecchio. Non riesco a
parlare, non riesco a confortarla, il dolore è enorme.
“Sparisci
immediatamente da questa casa. Le parole che
ha detto mio fratello sono valide anche per me. non farti rivedere mai
più
Isabella Volturi. Se ci tieni alla tua pelle non farti rivedere mai
più.”
“Oh
tranquilla Rosalie, non mi rivedrete mai più.” Si
volta,
si dirige alla macchina, mette in moto e va via.
Questa
volta l’abbiamo persa per sempre.
“Mi
dispiace amico mio, non pensavo andasse a finire
così.”
“Sparisci
Aro e non fatevi vedere mai più da noi.” Tuona
Emmett. La Guardia si fa avanti e Jane usa il suo potere su di lui.
“Ahhhh…ahhhhh…”
Si contorce dal dolore. Rose e Alice
sono subito da lui, Jasper tenta di saltarle al collo insieme ad
Eleazar e
James ma vengono atterrati anche loro.
Io
e mia moglie siamo impotenti davanti a tutto questo
dolore.
“Aro
basta, hai rovinato una famiglia, credo sia
sufficiente.”
“Oh
Tanya cara, sono d’accordo con te. Jane basta. Questo
è ciò che accade a mettersi contro i
Volturi.”
Escono
anche loro.
I
nostri cuori sono morti di nuovo.
“Come
stai Emm?”
“Sto
bene Rose.”
Io
e mia moglie siamo ancora abbracciati e non
sentiamo gli altri urlare. Siamo persi nei nostri ricordi.
L’abbiamo
persa e la causa è solo nostra.
“NO!”
Un feroce ringhio ci fa tornare alla realtà.
“Non
è colpa vostra. Lei. La colpa è solo sua.
È lei
che ci ha ingannati. È lei che ci ha feriti. È
lei che si è presa gioco di noi.
Non siete voi i colpevoli. È tutta colpa sua, tutta colpa
sua.” Edward si
affloscia a terra in preda a delle specie di convulsioni.
“Edward!
Edward! Edward!”
POV
ARO
Sono
stupefatto lei non ha detto nulla. Lei ha
mentito. Tutto questo solo per salvarli.
Deve
amarli veramente tanto.
Ha
detto loro un sacco di menzogne per farsi odiare.
Odiandola
non avrebbero sofferto.
Odiandola
non avrebbero avuto alcun motivo per
dichiarare una guerra ai Volturi.
Lei
li ha protetti, ancora.
“Aro,
il legame presente in quella famiglia è
veramente potente. Anche il teatrino che ha messo in scena il tuo nuovo
passatempo non ha spezzato i fili che li uniscono. Dobbiamo per forza
tenerla
con noi?”
“Ci
sto riflettendo Marcus, ci sto riflettendo.”
“Tu
ci hai raccontato la sua storia e il vostro
incontro, sono curioso di questa umana, non per le sue
qualità ma per il suo
carattere. Ama dei mostri. Difende dei mostri. Ha dato la vita per dei
mostri. Dovremo
vedere cosa faranno i Cullen. Se vengono a riprendersela la lasceremo
andare.” Sentenzia
Caius.
Forse
questa volta mi sono sbagliato.
“Solo
se loro vengono a cercarla, in caso contrario
resterà con noi e farà ciò che
più le pare. Non voglio saperla ancora sola al
mondo. Se tornasse dalla sua famiglia come credete che verrebbe
accolta? Avete sentito
anche voi le minacce.”
“Ti
stai intenerendo Aro.”
“Quella
bambina mi ha colpito, mi sarebbe piaciuto
averla come figlia.”
POV
BELLA
Sono
appena atterrata a Roma con tutta la Guardia. È una
pista privata ed è notte. Non ho aperto bocca da quando ho
lasciato casa mia. No,
non è più casa mia, non è
più la mia famiglia. Ora sono di nuovo sola.
In
tutte queste ore non ho fatto altro che ripensare
ai loro volti stravolti dal dolore, alle parole di Rosalie, alle parole
di
Edward.
Oh
Edward amore mio, perdonami. Perdonatemi mamma e
papà. Perdonatemi fratelli miei. Perdonatemi tutti.
Ho
dovuto dire quelle cose. Se non avessi detto nulla
loro si sarebbero battuti contro i Volturi e avrebbero perso la vita.
Non potevo
perderli.
Preferisco
vivere sapendo che mi odiano ma che sono
vivi, piuttosto che saperli morti a causa mia.
Non
avrei resistito a quel dolore.
Io
me la caverò. Me la sono sempre cavata.
“Siamo
arrivati Isabella.” Annuisco in direzione di
Aro e mi lancio in un tombino.
Un
colosso mi afferra prima che cada a terra. Sicuramente
usciranno dei lividi.
“Su
con la vita ragazzina, non tutte hanno l’onore di
avere un amico bello e intelligente come me.” Sorrido
tristemente. Il colosso
mi ricorda tanto Emmett.
“Sicuro…”
“Felix,
mi chiamo Felix. Ma non hai ascoltato nulla
quando prima ti è stata presentata
l’èlite della Guardia.
Arrossisco
furiosamente e sposto il capo imbarazzata.
“Oh
Demetri è arrossita.”
“Fai
vedere.” Ehi ma che sono un fenomeno da
baraccone?
“Hai
ragione.”
“Smettetela
idioti. Tu smettila di fare la gallina.”
“Gallina
a me? senti un po’ nanetta con chi credi di
avere a che fare?”
“Peccato
che non si possano tirare i capelli.”
Vedo
che mi fissa intensamente ma che le prende? Giusto
lei è Jane, vorrebbe usare il suo potere su di me. le
sorrido strafottente e
incrocio le braccia al petto.
“Puoi
provarci quanto vuoi zuccherino, non ci
riuscirai mai.” Sta per scagliarsi contro di me, ma per
fortuna la voce di Aro
la blocca.
“Jane,
non è così che ci si comporta in una famiglia.
Isabella
vieni nel mio studio che dobbiamo parlare.”
Lo
seguo in silenzio e mi ritrovo in un enorme studio,
pieno di libri e quadri di artisti famosi. Sicuramente loro
c’erano quando
questi artisti erano in vita. Mi guardo intorno interessata.
C’è un sacco di
storia in questa stanza.
“Ti
piace?”
“Molto.”
“Bene
Isabella, loro sono i miei fratelli Marcus e
Caius. Accomodati cara.” Mi siedo su una poltroncina che
sarà forse del 1800, è
veramente pregiata, quasi ho paura di rovinarla sedendomi.
“Perché
hai mentito?”
“Se
avessi detto la verità loro avrebbero fatto
l’impossibile
per impedirmi di venire da te. come ne sarebbero usciti?”
“Tutti
morti.”
“Preferisco
sapere che sono vivi e mi odiano piuttosto
che saperli morti per cercare di salvarmi la vita.”
“Che
grande spirito di sacrificio.”
“Dacci
un taglio Aro, quando mi trasformerai?”
“Ora.”
Non riesco a vedere i suoi movimenti, sento
solo delle lame affilate che mi trapassano il collo, poi solo buio.
Ciao
ragazze, come ho detto nelle altre
storie, non ho potuto aggiornare perché ho avuto il pc in
assistenza per più di
un mese. Cosa ne dite del capitolo? Siamo proprio agli sgoccioli, credo
che
massimo 2/3 capitoli, al massimo 4 e la storia si conclude. Aspetto i
vostri
commenti. A presto, un bacio Mary.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Diario ***
Diario
“Perché
hai mentito?”
“Se
avessi detto la verità loro
avrebbero fatto l’impossibile per impedirmi di venire da te.
come ne sarebbero
usciti?”
“Tutti
morti.”
“Preferisco
sapere che sono vivi e
mi odiano piuttosto che saperli morti per cercare di salvarmi la
vita.”
“Che
grande spirito di sacrificio.”
“Dacci
un taglio Aro, quando mi
trasformerai?”
“Ora.”
Non riesco a vedere i suoi
movimenti, sento solo delle lame affilate che mi trapassano il collo,
poi solo
buio.
POV
EDWARD
10
ANNI DOPO
Siamo
qui a Forks, sempre in questa maledetta villa.
Non
siamo tornati per viverci di nuovo, no.
Credo
che qui non ci verremo più. Questa è
l’ultima
volta.
Siamo
qui per prendere alcuni effetti personali che
abbiamo lasciato nella fretta di abbandonare questo posto.
Pochi
giorni dopo quel
giorno, siamo andati via di qui in tutta fretta. Ci faceva troppo male
stare
qui.
Avevamo
troppi ricordi.
Avevamo
troppo dolore.
Avevamo
perso tanto.
La
mia piccola stella.
La
odio e la amo.
La
odio per il dolore che ci ha causati.
La
odio per averci preso in giro.
La
odio per avermi fatto innamorare di lei.
La
odio per lo stato in cui sono i miei genitori e i
miei fratelli.
Ma
la amo. La amo perché lei è e sarà
l’unica.
Siamo
fermi tutti davanti la porta.
Nessuno
ha il coraggio di entrare.
L’ultima
volta nella furia Rose ha rotto tutti i
mobili.
Io
sono stato in uno specie di stato comatoso per
qualche ora, una specie di shock causato dal troppo dolore.
Tanya
mi è stata molto vicina in questi dieci anni.
Vicina
come amica, nulla di più.
Non
posso pensare di stare insieme ad un’altra donna
che non sia lei.
Alice
ha provato un po’ di volte a convincermi ad
iniziare una vera relazione con Tanya ma non voglio e non posso.
Inoltre Tanya
non è tipo da relazione stabile.
Jasper
è diventato ancora più taciturno.
Alice
ha perso parte della sua allegria e
spensieratezza.
Emmett
non è più il solito giocherellone.
Rosalie
è ancora più acida e indisponente.
Esme
è spesso silenziosa e si perde nei pochi ricordi
che ha di sua figlia.
Carlisle
ha perso interesse per tutto, anche per il
suo lavoro. Da quando lei è
andata
via ha smesso di esercitare. Passa tutto il suo tempo con Esme. Si sono
chiusi
nel loro dolore.
“Dai
entriamo, via il dente via il dolore.”
Apriamo
la porta e ritroviamo tutti i mobili rotti e a
terra, proprio come li abbiamo lasciati.
Iniziamo
a sistemare nel più assoluto silenzio.
Riempiamo
buste e buste di spazzatura e a turno io e i
miei due fratelli andiamo a buttarla.
Abbiamo
sistemato tutta la casa in poche ore.
C’erano
sospiri e singhiozzi trattenuti. Ringhi espressi
e dolore taciuto.
Resta
solo una camera,
la sua.
Rosalie
apre con timore la porta ed entriamo.
Se
mi concentro posso ancora sentire il suo odore.
È
tutto come quel giorno.
Cd
spaccati, libri strappati, foto stropicciate,
vestiti a terra.
“Dai
sistemiamo e andiamo via.” In assoluto silenzio
iniziamo a sistemare la camera.
Qui
mia madre non riesce a trattenere i singhiozzi e
corre via, subito seguita da mio padre.
Sospiriamo
e il mio sguardo si blocca su una foto. Lei
sulle spalle di Jasper. Era il giorno prima che accadesse
l’irreparabile.
Quella
sera è andata dai lupi, è stata con uno di
loro, è stata via tutta la notte ed io ero come una bestia
in gabbia sul
confine. La mattina, in quel bar, abbiamo litigato.
Dopo
qualche minuto i miei genitori rientrano.
“Scusate
ragazzi, io…”
“Non
hai da chiedere scusa mamma. Stai tranquilla.”
“Ehi
guardate un po’ qui. Ho trovato qualcosa di
interessante. Il suo diario.” Jasper ci sventola un libricino
rosso dalla pelle
consunta.
“Dove
l’hai trovato?” Chiede curiosa sua moglie. Ora non
sbircia neanche più il futuro.
“Era
sotto il letto, incastrato con la testiera.”
“Puoi
anche bruciarlo.” Ringhia Rose.
“Invece
credo proprio che lo leggerò. Non ho mai
scoperto cosa si sono realmente detti lei e Aro, spero di scoprirlo
qui, e se
le mie supposizioni sono esatte, correrò a
riprendermela.” Deglutisco a vuoto,
non ho mai sospettato nulla da Jasper.
15
Gennaio
Un
altro Natale passato senza di
loro. Mi chiedo se ne passeremo mai uno insieme.
La
tristezza è il sentimento
predominante del mio cuore.
28
Febbraio
Un
articolo di giornale mi ha
portata qui a Londra. Un altro buco nell’acqua? Non lo so, ma
la speranza è l’ultima
a morire. Voglio trovarli, devo trovarli. Se mi vogliono veramente
bene, anche
io avrò una famiglia. La mia famiglia.
31
Marzo
Sono
qui a Londra già da due
settimane ma nulla mi riconduce a loro. Almeno nulla di attuale. Ho
ricercato
tra gli archivi, l’ultima presenza dei Cullen qui risale ad
anni fa. Quelle iniziali
in quell’articolo si riferivano a qualcun altro.
Starò qui qualche altro giorno.
Londra è bella, mi piacerebbe viverci un giorno.
2
Aprile
Strano
personaggio Aro. Pensavo volesse
uccidermi, ma non l’ha fatto. Certo mi ha indotto a
promettergli la mia fedeltà
alla guardia in cambio della vita della mia famiglia, però
in qualche modo
sopravvivrò.
Probabilmente
sono una stupida, mi
sono offerta al posto loro, li amo, mentre loro mi hanno abbandonata.
No,
non sono una stupida, è la mia
famiglia e anche se loro non mi hanno voluta e non mi volessero in
futuro,
almeno saranno vivi.
Mi
ha proposto un patto Aro, ma non
ho accettato. Ne ho proposto un altro io, ovviamente tutto a mio
discapito, e l’avvoltoio
ha accettato subito. Mi ha detto dove sono. Forks. Washington.
23
Maggio
Oggi
ho sostenuto l’ultimo esame, i
primi di giugno mi laureo. Nel fine settimana parto per Forks. Sono
emozionata
ma ho paura. Se non mi volessero? Se mi cacciassero? Forse dovrei
ripensarci e
vivere come ho sempre fatto. Mi laureo e poi vado da Aro. Forse
è meglio
lasciare le cose come sono.
No,
no, no maledizione. Ho passato
una vita a cercarli e ora mi dovranno dire in faccia che non mi
vogliono.
27
Maggio
Ci
siamo parlati. Ci siamo visti. Come
sono belli i miei genitori. Gli ho sputato addosso tanto veleno. Volevo
che
capissero cosa ho passato. Volevo che capissero e basta. Ora sono in
questa
camera d’albergo. Mi hanno chiesto di stare con loro. Ero
tentata, volevo
accettare, ma il mio orgoglio me l’ha impedito, e non
solo…
30
Maggio
Sono
a casa. Sono a casa mia con mia
madre e mio padre. Con i miei fratelli.
Sono
felice. Come farò a tener fede
al patto con Aro? Come?
Mi
piacciono i miei fratelli, a
parte lo stronzo rosso, ovviamente.
Jasper
è il mio preferito. Una
specie di amore a prima vista. È il fratello che tutte
vorrebbero ma che solo
io ho. Tiè. Prrrr.
Emmett
è una forza della natura, è
un simpaticone nato. Mi diverte un mondo.
Alice
e Rose, sono sorelle con la S
maiuscola. Sono fortunata.
Mamma
e papà, bhè loro sono mia
madre e mio padre, le persone che più amo al mondo.
Poi
c’è lo stronzo. Mi è entrato
nella pelle, nelle ossa, nel cuore. Cazzo mi sono innamorata e per lui
neanche
esisto…
Sono
sconcerto. Nessuno sa cosa dire.
“Cosa
significa?” Sussurra mia madre.
“Lo
sapevo. Lo sapevo, quella ragazza è una
grandissima stronza. Ha mentito. Ha fatto un patto con Aro. Sicuramente
le ha
chiesto o lei o noi, lei ha rifiutato e si è offerta
spontaneamente. Ha mentito
quel giorno, sicuramente ha pensato che se si fosse fatta odiare non
l’avremo
cercata. Sapeva che sicuramente avremo dichiarato guerra ai Volturi e
avremo
perso. Si è sacrificata per noi, non una volta, ben due
volte. Sono stato uno
stupido. Sentivo che le sue emozioni erano strane quel giorno. Come
diavolo ho
fatto a non capirlo prima? Come!” Urla disperato Jasper
mentre inizia a rompere
i pochi mobili che sono rimasti in piedi.
“Jazz
amore, calmati, quel giorno anche tu come noi
eri sconvolto.”
“L’ho
cacciata e le ho detto che se avesse incornato il
mio cammino l’avrei uccisa, mentre per lei sono una sorella
perfetta.”
Ed
io? Io cosa dovrei dire? Dovevo capirlo dannazione.
Dovevo scandagliare bene i pensieri di Aro, dovevo interpretare quelle
parole
non dette.
Ringhio
ferocemente.
“Guardate
è caduto questo. Sembra una lettera.”
Mia
cara famiglia,
se
state leggendo questa lettera
vuol dire che state smontando la mia camera ed avete trovato il mio
diario.
Sicuramente
non siamo più insieme,
probabilmente da pochi giorni, forse da tanti anni.
Non
so perché vi sto scrivendo
queste poche righe. Non ho voluto dirvi nulla sul reale accordo fatto
con Aro,
non voglio che corriate inutili rischi per me.
Avete
vissuto tanto tempo senza di
me e dovete continuare a farlo. Fatelo per me.
Quel
giorno Aro mi propose la
trasformazione. Io non ci avevo neanche pensato, non era tra i miei
piani. Però
era un accordo poco convincente. Se voi, di vostra spontanea
volontà, per l’amore
che provavate per me, avreste voluto trasformarmi, allora lui non si
sarebbe
fatto vivo, in caso contrario, voi sareste morti ed io sarei stata
trasformata
da lui per entrare a far parte della guardia. Non potevo accettare un
accordo
simile. Per quanto abbia sofferto per il vostro abbandono, questi
giorni sono
stati i migliori che abbia mai vissuto. E tutto grazie a voi.
Gli
ho fatto un’altra proposta, io
mi sarei ugualmente unita a lui, di mia spontanea volontà,
dopo la laurea. Avrei
finto di voler fare un viaggio intorno al mondo da sola, avrei
inscenato un
incidente e sarei morta per voi. In cambio a voi non verrebbe torto
neanche un
capello da qui all’eternità.
Come
si dice mors mea vita tua, in
questo caso, vita vostra.
Non
so perché vi sto dicendo tutto
questo. Forse inconsciamente voglia che sappiate che io non
morirò, voglio che
mi teniate con voi, ma so che non è possibile, amo ognuno di
voi e voglia
sapervi in vita. Il dolore che proverete con la mia presunta morte, con
il
tempo, si affievolirà, fino a sparire.
Sappiate
che ho amato ogni singolo
istante passato con voi.
Amo
ognuno di voi, anzi Edward lo
amo più degli altri, si alla fine mi sono innamorata dello
stronzo.
Con
amore e nella speranza che voi
non troviate mai il diario e la lettera, vostra
Isabella
Marie Cullen.
Ps.
sarò per sempre una Cullen, pure
quando entrerò nella guardia, io sarò sempre
fiera di essere una Cullen.
“Preparate
le valigie, si parte.”
“Dove
andiamo Carlisle?”
“A
riprenderci la mia amata.” Esclamo tornando in
vita.
POV
CARLISLE
Sapevo
che la mia bambina non diceva sul serio.
Lo
sapevo.
“Carl
amore, finalmente riabbracceremo nostra figlia. E
se Aro le avesse fatto del male? Se qualcun altro nella guardia le
avesse fatto
del male?”
“Li
ucciderò con le mie mani. Mia figlia tornerà ad
esser nostra a costo di morire.” Fisso mia moglie con
determinazione e dal suo
sguardo capisco che anche lei morirà pur di salvare sua
figlia.
Aro
mai mettersi contro una madre e il suo dolore.
Hai
le ore contate.
POV
JASPER
Abbiamo
preso il primo aereo disponibile per Roma,
siamo atterrati da poco, per fortuna è notte e non abbiamo
problemi con il
sole.
Affittiamo
due macchine sportive e veloci. Guidiamo io
ed Edward. Affondiamo il piede sull’acceleratore. Dobbiamo
riprenderci nostra
sorella.
Come
sono stato sciocco e stupido. Dovevo capirlo
prima, dovevo capirlo quel giorno, le sue emozioni erano chiare, ma le
sue
parole non mi hanno fatto ragionare. Stringo i pugni sul volante e lo
sento
spaccarsi.
“Jasper,
fratello, calmati altrimenti rompi tutto. Non
preoccuparti appena arriviamo a Volterra potrai sgranchirti le ossa con
tutta
la Guardia.” Noi vinceremo, abbiamo un motivo per vincere.
“Alice
prova a vedere Bella.”
“Mi
dispiace Jazz, ma ci sto provando da quando
abbiamo letto il diario. Non la vedo. Le possibilità sono
due o il suo scudo la
copre completamente mostrandomi un buco nero,
oppure…” Lascia la frase in
sospeso, mentre dall’altra macchina sentiamo il ringhio di
Edward.
“Lei.è.viva.”
Ringhia tra i denti.
Si
lei è viva.
Arriviamo
a Firenze in poche ore, è quasi l’alba e non
c’è nessuno in giro. Lasciamo le macchine e ci
avviamo verso il tombino che ci
porterà al cospetto degli stronzi.
Probabilmente
qualche guardia ci ha visto. Felix ci
sta aspettando.
“Seguitemi.”
“Se
le avete torto un capello, farò di te la mia
pelliccia.” Ringhia Rose.
Attraversiamo
vari cunicoli fino ad arrivare nella
sala dei troni.
“Carlisle,
amico mi…”
“Bando
ai convenevoli Aro, rivoglio mia figlia. Dove si
trova.” Mai ho visto mio padre così arrabbiato.
“Cosa
ti fa credere che te lo dirò?”
“Aro
non scherzare. Dimmi dove si trova mia figlia e
subito.” Gli ringhia contro. Jane sta per scattare ma una sua
mano la ferma.
“Ci
avete impiegato dieci anni per capire. Vi aspettavo
molto tempo prima. Comunque non è qui.”
“Bene
aspetteremo il suo ritorno.”
“Non
è più qui. Le ho dato il permesso di andar via
dopo due anni. Non è portata per essere una sanguinaria,
però è comunque una
splendida vampira ed anche molto forte, ma è come te,
è buona e dolce.”
“Dove
si trova?”
“Non
lo so.”
“Mi
stai mentendo?”
“No,
papà è sincero.” Confermiamo sia io che
Edward.
“Bene,
andiamo.” Ci voltiamo per andar via quando Aro
ci blocca di nuovo.
“Quella
ragazza è una gemma rara, non lasciatela andar
via. Ha bisogno della sua famiglia.”
Con
queste ultime parole chiudiamo il portone alle
nostre spalle.
Allora
ragazze, comunico che la storia è
conclusa, nel senso tra i miei appunti è conclusa, ci
sarà un altro capitolo,
in cui sapremo cosa ha fatto Bella in questi dieci anni e poi
l’epilogo. Allora
che mi dite del capitolo? Aspetto i vostri commenti. A presto, un bacio
Mary.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Non sono un mostro ***
In quegli anni
“Dove
si trova?”
“Non
lo so.”
“Mi
stai mentendo?”
“No,
papà è sincero.” Confermiamo
sia io che Edward.
“Bene,
andiamo.” Ci voltiamo per
andar via quando Aro ci blocca di nuovo.
“Quella
ragazza è una gemma rara,
non lasciatela andar via. Ha bisogno della sua famiglia.”
Con
queste ultime parole chiudiamo
il portone alle nostre spalle.
POV
BELLA
“Benvenuta
tra noi Isabella. Non ti spaventare, siamo
la tua famiglia e non vogliamo farti del male, ci prenderemo noi cura
di te.”
“Aro,
smettila con le stronzate credi per caso che
abbia perso la memoria? Ricordo bene chi sei tu e cosa sei per me. Voi
non
siete la mia famiglia, ma i miei aguzzini. Smettila con questa
pagliacciata.”
“Stupefacente,
hai un’ottima padronanza di te.”
Non
è vero, vorrei tanto saltarti alla gola e farti in
tanti piccoli pezzi.
Mi
brucia la gola.
Sento
come se milioni di spilli si siano conficcati
nella gola. Boccheggio in cerca d’aria.
“Tranquilla
cara, abbiamo uno spuntino per te. Vieni
nella sala dei troni.” Inizio a sospettare qualcosa, non
è che lo spuntino sono
degli esseri umani?
Aguzzo
l’udito e la vista. Mi sento strana, ancora non
mi capacito del mio nuovo corpo, dei miei nuovi sensi sviluppati. Mi
sento
stordita e spaesata, ma da fuori sono impassibile, non devo mostrarmi
debole ai
loro occhi, devo sopravvivere per difendere la mia famiglia e
perché il mio
teatrino non deve esser stato inutile.
La
mia famiglia.
Ora
mi odieranno da morire.
Meglio.
È meglio se mi odiano, così non proveranno
dolore per me, non proveranno a cercarmi, non proveranno ad attaccare i
Volturi.
Mamma,
papà, sorellone, fratelloni, Edward…
Già
Edward.
Poco
prima dell’arrivo dei Volturi mi ha urlato il suo
amore per me. Sono stata al settimo cielo e nell’immediato
momento all’inferno.
Mi
ama, ma non poteva continuare a tenerselo ancora
per se?
Non
poteva tenere la bocca chiusa?
No,
doveva urlarlo.
Lo
odio.
Non
può veramente aver detto di amarmi.
Non
può esser accaduto davvero ed io non ho potuto
neanche godere di quell’attimo.
Non
ho potuto assaporare cosa si prova nel scoprire di
esser amati dall’uomo che ami follemente.
Dannazione
Edward, è tutta colpa tua. Se tu non mi
amassi sarebbe più semplice. Se tu non ti fossi dichiarato
sarebbe stato più
semplice. Se non mi avessi detto nulla, quelle tue minacce ora non
brucerebbero
come marchi infuocati sul mio cuore ormai muto.
Sono
leggermente spaesata, ho pensato tante cose diverse
in pochi secondi. Almeno ho un cervello pazzesco.
La
mia laurea.
Brutto
stronzo, ho faticato tanto. Studiavo la notte
per non trovarmi indietro e andare avanti con le ricerche. Notti
insonni,
lacrime, sudore e disperazione e poi arriva lo stronzo di turno e non
mi fa
prendere il mio meritato pezzo di carta.
“Ah
mia cara, ovviamente abbiamo provveduto per la tua
laurea, Corin e Santiago sono andati a ritirare la pergamena per te,
adducendo
un incidente automobilistico che ti costringe a letto. Spero ne sarai
felice.”
“Come
una Pasqua Aro. Ho desiderato sin da quando ho
mandato la domanda per il college che poi ci andasse qualcun altro a
ritirare
il mio diploma di laurea. Potrei impazzire per la troppa
felicità.”
“Su
non esser così drammatica, tanto non ti serve a
nulla e poi prenderai tutte le lauree che vuoi. Non saremo certo noi ad
impedire che la cultura ti avvolga tra le sue braccia.”
Oddio, può un vampiro
vomitare?
Arriviamo
nella sala dei troni e come supponevo una
comitiva di persone è lì impaurita e tremante.
Che schifo. Non farò mai una
cosa del genere.
L’odore
zuccherino del sangue mi arriva alle narici. I
muscoli si contraggono e sono pronti ad attaccare le loro prede.
Sento
già il sapore del sangue che mi inebria i sensi
e caldo e liquido scende lungo la mia gola.
Ho
la gola in fiamme.
Devo
spegnere l’incendio.
“Vai
cara Isabella, a te l’onore, io ti consiglierei i
bambini, hanno il sangue più dolce, corposo e sazia di
più.”
Alle
parole di Aro qualcosa scatta nella mia mente.
Non
sono un mostro. Mi faccio schifo da sola.
I
volti della mia famiglia mi appaiono davanti.
“Noi
vogliamo essere più umani. Abbiamo
scoperto che nutrirci diversamente ci permette di vivere bene e
confonderci tra
gli umani. Non siamo degli assassini.”
Smetto
di respirare e mi concentro sui visi dei miei
familiari, sui loro sorrisi, sui loro occhi dorati.
Dorati.
I miei occhi saranno dorati.
“Avanti
Isabella, anche i tuoi fratelli hanno sete.” Mi
volto di scatto verso Aro.
“Mi
hai trasformata in un mostro. Mi hai trasformata in
una macchina da guerra solo per i tuoi luridi scopi. Io non sono
un’assassina,
io ho ancora un’anima al contrario vostro. Mi
nutrirò di animali come i miei
genitori e i miei fratelli. Non ucciderò mai nessuno. Certo
Aro se la persona
da uccidere dovresti essere tu, ci farei un pensierino, per il resto
evitate
questi teatrini, almeno in mia presenza.”
“Come
osi…”
“Zitta
tu. Aro mi avevi detto che potevo nutrirmi come
preferivo, ecco io preferisco seguire la dieta dei miei genitori, e
bada bene,
non te lo sto chiedendo, ti sto solo dicendo che non mi
nutrirò come voi. Quanto
a te stronza, prova di nuovo ad interrompermi e di te non
resterà che polvere.”
Con uno scatto atterro Jane e la blocco. Cerca di usare il suo potere
ma con me
non funziona.
“Non
provare a mettermi i bastoni tra le ruote Jane. Oggi
ti ho solo atterrata, domani potrei staccarti un braccio, dopo domani
farti a
pezzi e il giorno dopo ancora ridurti in polvere. Puoi avere tutta
l’esperienza
che vuoi alle spalle, ma io sono una neonata e perciò molto
più forte di te. Hai
capito?” Non mi risponde, continuo a stringere la presa sul
suo collo fino a
che non vedo qualche crepa sul suo bel visino di porcellana.
“Non
ho sentito, hai capito?”
“Si.”
Un sospiro sommesso da parte sua e la lascio
andare.
“Jane,
sorella. La pagherai.”
“Dici
sul serio Alec?”
“Basta
così. Isabella esci da qui, non ammetto
insubordinazioni, sei perdonata solo perché ti sei svegliata
da poco e non
riesci a tenere a bada l’istinto. Per quanto riguarda la tua
dieta fa come
vuoi, ma eseguirai i miei ordini, quando ci saranno le missioni
punitive tu…”
“Tu
non hai capito niente Aro, io non ucciderò
nessuno, non parteciperò a nessuna missione,
uscirò dal castello solo quando
vorrò io. Nel nostro accordo non vi era incluso alcun
assassinio e alcuna
missione, solo il mio ingresso nella guardia.”
“Credi
davvero che te lo lascerò fare?”
“Cosa
vuoi farmi? Vuoi uccidermi? Fallo non mi resta
nulla per cui vivere. Avanti, vieni ed uccidimi, mi sto offrendo su un
piatto d’argento.
Non ho paura di morire Aro, sono già morta tre giorni fa,
ora lo sarò
completamente. Dai vieni, sono qui.” Allargo le braccia come
se fosse un
invito.
“Felix
accompagna Isabella nella sua camera. Aspettate
un paio d’ore e poi accompagnala a caccia. Ora
sparite.”
Seguo
il bestione.
“Stai
attenta nanetta, hai rischiato grosso. Mi sei
simpatica ma non sarei riuscito a difenderti se Aro avesse dato ordine
di
attaccarti.” Sono sorpresa dalle sue parole.
“Difendermi?”
“Si.
Rivedo me stesso in te. Anche io sono entrato
nella guardia per difendere la mia famiglia. Loro erano umani, come me
ovviamente, se non avessi ubbidito ai suoi ordini li avrebbe uccisi
tutti, non
potevo ribellarmi, loro non erano forti come i Cullen, erano fragili
umani.”
“Mi
dispiace, ho giudicato tutti voi come freddi
assassini non pensando che avete anche voi una storia alle spalle.
Allora anche
i due fratelli…”
“No,
quelli sono veramente spietati e malefici, gira
al largo da loro il più possibile Bella, io e Demetri
cercheremo di tenerti
sempre sott’occhio.”
“Anche
Demetri…”
“Lui
è Russo, se non avesse ubbidito gli avrebbe
ucciso moglie e figli. Ancora oggi, dopo quasi tre secoli, difende la
sua
discendenza nell’ombra, non ha mai fatto mancare loro nulla,
anche economicamente.”
Mi
sono simpatici Felix e Dementri. Ho sempre pensato
alla Guardia come a esseri vili e senza cuore, ma mi accorgo che sono
come gli
altri, giudico dalle apparenze non pensando che loro prima di esser
vampiri
erano umani, avevano una vita e una famiglia.
DUE
ANNI DOPO
“Isabella,
puoi andare.” Sorrido in direzione di Aro,
non mi fido.
“Cosa
c’è sotto?”
“Sei
sempre malfidata. Qui non ci sei utile in alcun
modo, a parte Felix e Demetri non vai d’accordo con nessuno,
non partecipi alle
missioni, non ti nutri come noi. Per carità non sei un peso,
sei sempre in
biblioteca a studiare, a parte ovviamente quando litighi con Jane. Ma
qui non c’è
posto per i puri di cuore come te. questo non è il posto
adatto a te, credevo
che ti avrei fatto cambiare idea ma a quanto pare non ci
riuscirò mai. Inoltre il
tuo potere si sta anche indebolendo. Vai, sparisci dalla mia vista, non
ti
vogliamo più qui. Tranquilla sia tu che la tua famiglia
siete al sicuro.”
“Mi
dai la tua parola Aro?”
“Non
manco mai alla parola data, dovresti saperlo.” Ha
ragione lo so. È u tiranno
ma gli devo
tanto, ha capito le mie ragioni quel giorno di due anni fa, anzi spesso
è anche
stato il mio insegnate.
“Aro,
grazie.” Mi guarda stupito.
“Oh
per favore non fare quella faccia che non lo
ripeterò più. Mi hai capita, non mi hai costretta
e mi hai anche insegnato
tanto. Ti devo motlo.”
“D’accordo,
d’accordo, ora vai basta con questi
sentimentalismi.” Noto un luccichio nei suoi occhi, stronzo
ti ho colpito e non
vuoi perdere la faccia davanti i tuoi lecchini.
“Dove
andrai Isabella?”
“Non
lo so Marcus, probabilmente girerò il mondo o mi
troverò un lavoro, dovrò pur vestirmi in qualche
modo.”
“Sciocca
pensi che i Volturi non abbiano provveduto a
questo? Hai una carta di credito con fondo illimitato per
l’eternità, non
viviamo come pezzenti.” Caius, è sempre stato un
tipo attento alle apparenze e
anche molto materialista.
“In
questo caso, viaggerò per il mondo, ho
l’eternità
per decidere cosa fare. Bye bye cari. Ciao Jane mi
dispiacerà non avere più
nessuno a cui poter staccare qualche arto. Non è che
verresti a trovarmi
qualche volta?” Mi sorride impercettibilmente, quasi ci
tolleriamo, quasi.
Vado
nella mia camera e preparo le mie valigie. Sento Demetri
e Felix alle mie spalle.
“Vai
via nanetta. Sta attenta.”
“Venite
con me!” Esclamo.
“Questa
è una prigione dorata per voi, venite via con
me. Aro ha sempre detto che ognuno è libero di andar
via.”
“Certo
poi però i più si ritrovano morti
accidentalmente. Si è liberi veramente quando è
Aro a mandarti via, come ha
fatto con te e anni fa con Eleazar, per chi va via di sua spontanea
volontà non
c’è la libertà ma morte sicura, poi
questa oramai è diventata casa nostra.”
“Mi
dispiace.”
“Ehi
ma verremo a trovarti. Riuscirò a trovarti, sono
o non sono il segugio migliore del mondo? Ma raccontami un
po’ del tuo potere
che sta scemando, perché non ci credo neanche un
po’?”
“Eh
eh eh segreti Demetri, segreti.” Mi aiutano a
raccattare la mia roba e mi accompagnano fino all’aeroporto
di Roma. Prenderò il
primo aereo per il primo posto freddo e nuvoloso che trovo.
“Mi
raccomando stai attenta.”
“Certo.”
“Non
dare confidenza agli estranei.”
“Ovvio.”
Mi viene da ridere, ma mi hanno sempre
trattato come una specie di figlia.
“Stai
lontana dai ragazzi.”
“Demetri…”
“Si,
si lo so, lo so. Solo che se avessi visto
crescere mia figlia le avrei fatto le stesse raccomandazioni, ora
capito tu e
ti toccano.”
“Ok
ok, starò lontana dai ragazzi.” L’unico
ragazzo
che voglio mi odia.
Una
fitta di dolore mi attraversa ripensando alla mia
famiglia. Non ho voluto notizie su di loro, però Dementri mi
ha assicurato che
stanno bene.
“Ora
vai, hai preso la carta di credito? Questo è un
regalo da parte nostra.” Apro il pacchetto emozionata,
è un bracciale con un
ciondolo a forma di cerchio. Sul ciondolo ci sono incise una B, Bella,
una F,
Felix e una D, Demetri. Formano una V, la V di Volturi. È
bellissimo.
“Grazie
di cuore, è favoloso.” Abbraccio entrambi e
sento l’altoparlante chiamare il mio volo per Amsterdam.
“Dai
vai o perderai il volo.”
“Mi
mancherete. Venite a trovarmi io non credo che
verrò più nella tana del lupo.”
“Ci
vedremo spesso e ci sentiremo tutti i giorni.” Li abbraccio
di nuovo, mi giro verso il gate e respiro.
Sto
respirando finalmente la libertà.
Libertà
che però non mi permetterà di tornare dalla
mia famiglia.
“Se
dovessi incontrarti sulla mia
strada, per te sarebbe la fine.”
Le
ultime parole che mi ha rivolto Edward sono
impresse come fuoco sul mio cuore e nella mia mente.
Bene
dovrò anche evitare la mia famiglia se voglia
avere salva la pelle.
Si
prospetta un’eternità impegnativa.
10
ANNI DOPO
Mi
rilasso sul mio comodo divano mentre osservo un po’
di tv.
Alla
fine ci sono venuta ad abitare a Londra. Ho girovagato
un po’ per l’Europa, ho visitato posti bellissimi,
posti che fanno sognare, che
fanno piangere, posti indimenticabili.
Però
ora sono qui a Londra da quasi un anno. Voglio un
po’ di stabilità e tranquillità, almeno
per un po’, poi continuerò il mio
viaggio alla scoperta delle bellezze del mondo.
Ho
incontrato James e Vic un paio di anni fa, loro sapevano tutto, non mi
hanno giudicata, ma erano arrabbiati con me per aver affrontato tutto
da sola, sono degli amici comprensivi e hanno capito le mie ragioni,
anche se stavano per farmi nuovamente la pelle per la mia
incoscienza. Poi mi hanno abbracciato e mi hanno fatto promettere di
contattarli
spesso e per qualsiasi motivo.
Volevano
che mi unissi a loro, per non esser più sola,
ma ho preferito la mia solitudine. Ho fatto promettere loro di non dire
nulla
ai Cullen e titubanti hanno accettato, di nuovo.
Ora
mi ritrovo proprio come dodici anni fa, ad una
settimana dalla laurea, con la differenza che ora sarò io a
ritirare la mia
pergamena e se dodici anni fa ci sarebbe stata la mia famiglia, questa
volta
sono completamente sola.
Probabilmente
ci saranno Felix e Demetri, ma non è
sicuro dato che saranno via per una missione.
Che
tristezza, potrei pagare degli attori per fingersi
miei genitori così almeno avrò qualcuno con cui
fare una foto ricordo.
Non
sono riuscita a contattare James e Vic, perciò
sarò proprio sola.
Gioco
un po’ con il mio potere.
Eh
si non è scemato con il tempo anzi l’ho
rafforzato.
Posso abbassare lo scudo quando voglio io, lo posso alzare su chi
voglio, posso
abbassarlo per metà, per un po’, posso usarlo come
preferisco. Non credo che
Aro si sia bevuto la storia del potere indebolito. Quello ha capito
tutto sin
dall’inizio, mi ha semplicemente lasciato andare.
È
uno squilibrato ma gli devo tanto.
O
guarda una famiglia felice in tv.
La
mia famiglia mi ha dimenticata?
Mi
odiano ancora?
Io
amo tutti più di prima.
Amo
Edward ancora più di prima.
Non
pensavo di poter amare così tanto
qualcuno.
Cambiamo
pensieri.
Sono
liberi e stano bene.
Sii
felice per loro Bella, sei tu l’artefice della
loro sopravvivenza.
Ciao
ragazze, come va? Allora questo è l’ultimo
capitolo, il prossimo sarà l’epilogo, e
sì anche questa storia è finita. Mi dispiace
tanto, mi piace un sacco. Comunque abbiamo capito cosa ha fatto Bella
in quei
dieci anni, cosa è successo dopo che si è
svegliata, cosa ha fatto quando è
andata via da Volterra, e mentre nello scorso capitolo siamo andati
avanti di
10 anni, qui siamo andati avanti di dodici, perciò due anni
in più.
Aspetto
i vostri commenti, a presto, un
bacio Mary.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Epilogo ***
Epilogo
Ehi
ciao ragazze, perché le note all’inizio?
Semplice, volevo chiarirvi un po’ di cose. Allora il
penultimo capitolo, quello
in cui ci sono i pov degli uomini Cullen, si svolge dieci anni dopo il
giorno
in cui Bella va via con i Volturi. Lo scorso capitolo inizia con il
risveglio
di Bella, poi va avanti di due anni e poi di altri dieci,
perciò Bella non va
avanti di dieci anni, ma di dodici anni. In questo capitolo ci
sarà un piccolo
momento in cui si parlerà di cosa fanno in quei due anni i
Cullen e poi si
arriverà a dodici anni dopo. È tutto chiaro? Vi
lascio all’epilogo. Grazie di
cuore a tutte voi che mi siete sempre state vicine.
La
mia famiglia mi ha dimenticata?
Mi
odiano ancora?
Io
amo tutti più di prima.
Amo
Edward ancora più di prima.
Non
pensavo di poter amare così tanto
qualcuno.
Cambiamo
pensieri.
Sono
liberi e stano bene.
Sii
felice per loro Bella, sei tu
l’artefice della loro sopravvivenza.
POV
EDWARD
Lasciamo
il palazzo come delle furie.
“Dobbiamo
trovarla. Dobbiamo riprenderci la nostra
Bella.” Esclama Emmett infervorato.
“Giusto,
però c’è un
grandissimo problema. Lei non si farà trovare facilmente. In
questi dieci anni
non sono riuscita ad avere alcuna visione su di lei, vuol dire che il
suo
potere è diventato più forte. Inoltre non
dimentichiamoci che lei non sa che
abbiamo trovato il suo diario e la sua lettera perciò
è convinta che noi la
odiamo, ricordiamo tutti quali sono state le ultime parole che le hanno
rivolto
Edward e Rose. Penso che in questi anni abbia fatto di tutto per
evitarci e
devo dire che è anche molto brava, ma lei non è
Alice Cullen. È brava ma io
sono più astuta di lei. La troverò.”
Fremo
alle parole di
Alice. Ricordo perfettamente quali sono state le mie ultime parole.
Pochi
minuti prima le
ho urlato di amarla, subito dopo le detto di sparire.
Non
osare farti rivedere da noi. Se dovessi rincontrarti sulla mia strada
per te
sarebbe la fine.
Stupido.
Stupido.
Stupido.
Dovevo
capirlo subito
che stava mentendo.
Dovevo
capirlo subito
che non era sincera.
Dovevo
capirlo dai pensieri
stupefatti di Aro.
Dovevo
capirlo e basta.
I
miei pensieri sono
simili al resto della famiglia.
Jasper
si incolpa più
di tutti perché con il suo potere non è riuscito
a capire che stava mentendo.
Non è riuscito a capire che stava soffrendo nel dire quelle
cose.
Rosalie
le ha detto le
mie stesse parole, anche lei si incolpa per aver tratto conclusioni
errate.
Alice
ed Emmett si
incolpano per non averla fermata e non averle chiesto dei chiarimenti.
Gli
unici che non hanno
mai giudicato le sue parole sono stati Esme e Carlisle. Loro pensavano
solo di
aver perso la loro bambina, non hanno mai pensato alle parole dure che
ci ha
rivolto.
Devo
lasciar perdere
ora queste cose, ci penserò a tempo debito. Ora il mio
obiettivo è ritrovarla e
magari strisciare ai suoi piedi.
DUE
ANNI DOPO
Ancora
un buco
nell’acqua. Però questa volta ci siamo andati
vicino. Alcuni vampiri che
abitano da queste parti hanno detto di averla incontrata.
Una
ragazza bellissima,
dolce e simpatica, con il dolore negli occhi.
Non
aveva luce negli
occhi.
Queste
sono state le
parole di una saggia vampira Russa.
Alice
è bravissima.
Si
sforza fino al
limite per avere anche solo uno stralcio di visione, purtroppo non
sempre ci
riesce.
Alcune
visioni ci hanno
portato ad Amsterdam, quello è stato il primo buco
nell’acqua.
Poi
è stata la volta di
Parigi, lì abbiamo trovato una traccia che ci ha portato a
Berlino, ma lì è
stato un altro buco nell’acqua.
È
brava, dannatamente
brava e non sa neanche che la stiamo cercando.
Non
ci siamo mai fatti
abbattere dalla sconfitta, abbiamo sempre incassato il colpo ma siamo
andati
avanti.
Ora
siamo ancora a san
Pietroburgo, è una città favolosa, vorrei
tornarci con lei un giorno.
Mi
blocco nell’esatto
momento in cui alice ha una visione. Tutti ci voltiamo verso di lei.
“Isabella
Marie Cullen, sono felice di consegnarle il suo diploma di
laurea.”
È…è…è
semplicemente
favolosa. Era già bellissima, ma ora è favolosa.
È
semplicemente divina.
Non
ho parole per
esprimere la sua bellezza, l’eleganza dei gesti e nei
movimenti.
“È
favolosa.” Sussurro
a mezza voce.
“L’hai
vista?” Mi
chiede agitata Esme.
“Si,
è bellissima.
Nella mia visione si stava laureando. Il Rettore parlava in inglese, la
prossima tappa è la Gran Bretagna, Londra.
L’accento è quello londinese.
Dobbiamo trovare il college e scoprire la data. Emmett mettiti al
computer,
vedi in quali college ci saranno le lauree in questo periodo
così restringiamo
il campo delle ricerche. Una volta che le individui, cerca delle foto
dei
Rettori, appena lo riconosciamo sapremo dove andare.” Emmett
esegue quanto
detto ed è veramente un gioco da ragazzi per lui, bucare
tutti i sistemi di
protezione è semplicissimo per un genio
dell’informatica come Emmett.
“Università
di Oxford.”
Esclamiamo al settimo cielo io e Alice.
“Preparate
le valigie
si parte. Tra una settimana abbiamo una laurea importate.”
Tutti ci voltiamo
verso Alice e pensiamo alla stessa cosa. È tutto come dodici
anni fa, solo che
questa volta siamo noi a cercare lei una settimana prima della sua
laurea.
“Questa
volta sarà
diverso. Questa volta ci riuniremo e assisteremo alla laurea della
nostra
bambina. Ti giuro che sarà diverso amore.” Le
parole di mio padre sono tutte
per mia madre. Probabilmente loro hanno sofferto più di
tutti. Loro l’hanno
persa per ben due volte. Ma questa volta la ritroveranno per sempre,
parola di
Edward Cullen.
In
poco prepariamo i
bagagli mentre Rosalie ha prenotato i biglietti per Londra, partiremo
tra sei
ore.
Arriviamo
in aeroporto
e aspettiamo.
L’attesa
è logorante.
Ho
aspettato per tutto
questo tempo ed ora poche ore mi sembrano
un’eternità.
Sono
troppo nervoso
tanto che non riesco a tenere ferme le gambe.
“Edward
smettila, siamo
tutti nervosi ma tu non aiuti affatto.” Jasper mi ammonisce.
Finalmente
chiamano il
nostro volo, ci imbarchiamo e poco dopo decolliamo.
Le
ore di volo sembrano
infinite, non mi è mai pesato come ora il tempo.
Io
che di tempo ne ho a
disposizione in quantità illimitata, ora mi ritrovo a
sperare che queste ore
passino il più in fretta possibile.
Finalmente
il viaggio
giunge al termine, usciamo dall’aeroporto con calma, senza
dare troppo
nell’occhio anche se i pensieri dei presenti sono ributtanti.
“Taxi.”
Alice ferma due
taxi, sistemiamo i bagagli, e partiamo verso Oxford.
Per
fortuna la distanza
non è molta e ci troviamo ad attraversare questi quasi cento
chilometri nel
silenzio più assoluto. C’è chi freme di
aspettativa, chi di eccitazione, chi di
gioia, chi, come me e i miei genitori, d’amore.
“Alice,
cosa accadrà
appena ci vedrà? Scapperà? Continuerà
a mentire?” Le chiedo in un sussurro
sapendo che mi ha sentito.
“Non
lo so Edward, non
lo so. Il suo potere mi blocca, è dannatamente potente. Ma
stai tranquillo, non
ce la lasceremo scappare.” Arriviamo dopo quasi due ore a
causa del traffico,
paghiamo i taxi lasciando una lauta mancia ed entriamo
nell’albergo che ha
prenotato Rosalie da San Pietroburgo.
Paghiamo
in anticipo
per dieci giorni, prendiamo le chiavi delle camere e andiamo tutti in
camera di
Esme e Carlisle.
“Bene,
ora dobbiamo
capire dove vive. Potrebbe anche vivere a Londra, non lo
sappiamo.” Tutti
fissiamo Alice in attesa di una visione. Si concentra ma
l’unica cosa che
otteniamo sono pezzi di arredamento, nulla che possa esserci utile per
individuarla.
Passano
così tre
giorni. Alice cerca invano di avere una visione. Io e Jasper abbiamo
praticamente setacciato tutta Londra. Rose ed Emmett hanno girato per i
paesi
limitrofi, mentre Esme e Carlisle hanno piantonato il college dalla
mattina
alla sera.
“Non
ci scoraggiamo,
fra tre giorni c’è la consegna dei diplomi di
laurea, allora non ci sfuggirà.”
Rose cerca di far coraggio a tutti e il fatto che comunque fra tre
giorni la
rivedremo ci fa continuare a sperare.
“L’ho
trovata! L’ho
trovata.” Urla Jasper entrando come una furia. Dai suoi
pensieri capisco che ha
avuto un gran colpo di fortuna.
“Come
abbiamo fatto a
non pensarci prima? Come? Ce l’avevamo sotto gli occhi e non
ce ne siamo mai
accorti.”
“Hai
ragione Jasper,
che sciocchi che siamo stati.”
“Scusate
potete
spiegare anche a noi?” Esclama impaziente mio padre.
“Certo,
allora in
Russia ci hanno detto di averla vista insieme a due Volturi, uno grosso
ed uno
biondino, supponiamo siano Felix e Demetri. Ciò vuol dire
che comunque ha un
qualche aiuto economico da loro e che comunque sono amici. Dove
andrebbe ad
abitare un vampiro vegetariano, se ha degli amici non
vegetariani?”
“Vicino
la banca del
sangue!” Esclama mio padre.
“Giusto.
Bene passavo
da lì vicino ed ho notato una villetta carina, nascosta nel
verde, ma c’era un
odore strano, odore di vampiro, un odore familiare, ma più
zuccherino.
Incuriosito mi sono inoltrato nel piccolo boschetto che si trova dietro
la
villetta. Ho sentito il suo odore, era forte, ma lei non era in casa.
Poi sono
tornato qui.”
“L’abbiamo
trovata.
Carl, abbiamo trovato nostra figlia!” Esme singhiozza tra le
braccia di
Carlisle. Tutti sono felici ed io più di tutti. Ho ritrovato
il mio cuore, ora
posso tornare a respirare.
“Bene,
andiamo da lei.”
Esclama l’orso.
“Ci
presentiamo come se
non fosse accaduto nulla?”
“Ho
un piano.” Esclama
Alice.
POV
BELLA
Corro
per tornare a
casa, la caccia mi ha soddisfatta.
Sono
stata via più del
previsto ma tanto non ho nessuno che mi aspetta a casa. Se non fossi
tornata
nessuno si sarebbe preoccupato. Nessuno sarebbe stato in ansia. Nessuno
sarebbe
venuto a cercarmi.
Sospiro
pesantemente.
Fra
tre giorni mi
laureo e sono sola, ho anche abbandonato l’idea di pagare
qualcuno per
spacciarlo come familiare, meglio sola, di bugie ne ho fin troppe
intorno.
Sono
in prossimità di
casa mia, avverto qualcosa di strano. I miei sensi sono in allerta.
C’è odore
di vampiro nel bosco dietro casa mia, mi sembra di conoscerlo, ma non
capisco
dove l’ho già sentito.
Forse
era solo di
passaggio, ha sentito odore di vampiro, si è incuriosito ma
ha visto che non c’era
nessuno è andato via.
Sono
comunque inquieta,
è da qualche giorno che ho una strana sensazione.
Entro
silenziosamente
in casa.
Qualcuno
è stato qui.
Non
accendo la luce, ci
vedo benissimo anche al buio. Ci pensa qualcun altro ad accenderla al
posto mio
e mi immobilizzo quando vedo chi mi trovo davanti.
“Isabella,
Isabella,
Isabella. Lo ammetto sei furba, sei brava, sei scaltra e il tuo potere
mi ha
creato molte noie, ma io sono più furba di te e ti abbiamo
trovato.” Ascolto le
parole di Alice ma sono concentrata sulle due persone che mi trovo di
fronte.
Vorrei
correre da loro
ma poi le parole di Edward e Rosalie mi tornano in mente.
Avverto
gli altri, sono
sparsi per la casa. Lui è dietro di me.
“Un
po’ scorretto da
parte vostra attaccarmi in sette. Inoltre mi avete detto che io non
devo
incrociare il vostro cammino, mi pare che siate stati voi ad incrociare
il
mio.” Sento tutti fremere alle mie parole.
“Abbiamo
parlato in
preda alla rabbia. Dovresti capirci. Come noi abbiamo capito che erano
solo
bugie le tue parole.” La voce di Rosalie mi arriva
cristallina.
“Quando
l’avete
capito?” Continuo a parlare senza spostare lo sguardo dai
miei genitori.
“Due
anni fa.” Ora rido
senza allegria.
“Però,
siete stati
veloci. Come l’avete scoperto?”
“Abbiamo
trovato il tuo
diario, abbiamo saputo da lì del tuo stupido patto con Aro.
Abbiamo letto la
lettera.”
“Ciò
vuol dire che se
non aveste mai letto quelle parole non avreste mai capito che stavo
mentendo.
Chi vi assicura che non fossero menzogne anche quelle scritte? Infondo
avete
subito creduto alle mie parole, solo delle parole scritte vi hanno
fatto
pensare il contrario. Non avete neanche minimamente pensato che forse
stavo
mentendo per salvarvi, che forse stavo mentendo per evitare che vi
lanciaste in
una missione suicida contro i Volturi. No, avete subito creduto alla
menzogna.
Ora vi dico, si erano bugie, si ho mentito per salvarvi, si lo rifarei
altre
mille volte, si lo rifare sempre. Però voglio che sappiate
che non voglio avere
nulla a che fare con voi. Come posso fidarmi di voi che avete creduto
alla
menzogna e non a quello che avevate sotto gli occhi? Come?”
Fremo di rabbia
mentre ora sono tutti e sette di fronte a me e mi guardano con gli
occhi
sbarrati.
“Eravamo
sconvolti
Bella.”
“Perché
io non lo ero?
Se permetti Rosalie io era la più sconvolta, però
non ti ho detto che ti avrei
fatto la pelle se ti avessi incrociata lungo il mio cammino. Ora sono
qui
davanti a te, cosa aspetti? Un invito scritto? Ti sto praticamente
invitando a
nozze.” Sposto lo sguardo su Alice.
“Se
non hai mai avuto
una visione su di me non potevi pensare che non volessi farvi sapere
cosa stavo
facendo? non potevi pensare che volevo stare per i fatti
miei?”
Continuo
il mio giro e
mi rivolgo ad Emmett.
“Tu
sei stato un
grandissimo stupido! Perché dopo le mie parole ti sei
scagliato contro Aro?
Sapevi che saresti stato atterrato immediatamente, ma l’hai
fatto lo stesso.
Come gli altri non mi hai chiesto spiegazioni, hai subito tratto le
conclusioni
più facili e comode.”
Arrivo
a Jasper e lo
fisso in silenzio.
“Jasper.
Tu sei quello
che più mi ha deluso. Quel cazzo di potere che hai a cosa ti
serve ah? Tu
sapevi che non avevo raccontato tutto del mio incontro con Aro. Mi hai
portato
lontano da tutti per sapere la verità. Sapevi che
c’era dell’altro. Sapevi che
c’era qualcosa di grosso sotto. Cosa hai fatto? Cosa? Sei
stato lì immobile,
senza dire una parola, senza fare nulla. Professavi a chiunque il fatto
che
fossi il mio fratello preferito e poi tisei rivelato il peggio del
peggio. Complimenti, davvero complimenti.”
“Oh
Edward. il buono e
generoso Edward. Il razionale ed intelligente Edward. colui che non mi
ha dato
modo di avvicinarmi ma poi mi fa le scenate. Colui che urla di amarmi
ma pochi
secondi dopo mi intima di non farmi più vedere se non voglio
esser fatta fuori.
Oh si è enorme l’amore che provavi per me. Si
è visto nella tua incoerenza.
Complimenti anche a te Edward. La tua performance credo sia stata la
migliore.”
Vedo tutti e cinque incassare le mie parole e abbassare lo sguardo.
Edward
ti amo tanto, ma
non hai capito nulla.
Non
hai mai capito
nulla.
“Non
hai capito quanto
ti amassi. Mi hai tenuta lontana a prescindere da tutto, cosa
pretendevi con
quella dichiarazione, che ti cadessi tra le braccia? Hai sbagliato
persona. Ma
state tranquilli tutti e cinque, non è la prima volta che
qualche Cullen mi fa
soffrire, ci sono abituata.”
Infine
arrivo a loro.
Mi avvicino lentamente ai miei genitori.
Sono
stata cattiva con
loro.
La
colpa è
esclusivamente mia. Sono io che ho mentito sul mio incontro con Aro.
Sono io
che ho mentito il giorno in cui sono partita. Sono io che provo rabbia
e
rancore verso me stessa e sto sputando veleno contro di loro.
Ma
paradossalmente sono
arrabbiata anche con loro.
Cazzo
hanno veramente
creduto alle mie parole e solo dieci anni dopo, solo dopo aver letto un
diario,
hanno capito che mentivo. Se non l’avessero trovato non
avrebbero mai capito
nulla. Se non l’avessero trovato avrebbero continuato ad
odiarmi e sarebbe
stato meglio. Avrei preferito che continuassero ad odiarmi
così non mi sarei
trovata in questa situazione.
Ora
che so che non mi
odiano, mi faccio ancora più schifo.
Mi
avvicino a mio padre
e mia madre.
Con
loro non ci riesco.
Non ci sono riuscita la prima volta e non ci riuscirò
neanche ora.
Mio
padre ha capito e
ha allargato le sue grandi e forti braccia e io corro da lui.
“Perdonami
papà. È
tutta colpa mia. Ho sbagliato. Ho sbagliato. Ma non potevo perdervi.
Non potevo
essere l’artefice della vostra morte. È colpa mia.
È colpa mia.”
“Ssh
bambina, è tutto
finito, ora sei di nuovo con noi.”
“Papà,
scusa, scusami
papà. Non dovevo cercarvi. Se non l’avessi fatto
voi avreste continuato a
vivere la vostra vita con tranquillità. Scusa
papà.”
“Non
dire così tesoro.
Non è colpa tua. Non è colpa di nessuno. Tu hai
fatto ciò che credevi più
giusto. Hai voluto salvare la tua famiglia. Certo se ne avessi parlato
con noi
avremo trovato un’altra soluzione. Io e la mamma volevamo
chiederti se un
giorno avresti voluto essere immortale. Ssh non piangere tesoro, non
piangere.”
“Papà…”
Continuo a
chiamarlo come una litania. Singhiozzo. Singhiozzo senza sosta e ora
maledico
la mia natura. Vorrei essere umana per sfogare il mio dolore con le
lacrime.
Vorrei tanto piangere.
Sento
mia madre che mi
accarezza i capelli e con la testa ancora sul petto di mio padre, la
sposto per
guardarla.
“Mamma,
perdonami. È
solo colpa mia, solo colpa mia. Se non fos…”
“Non
dire così amore,
noi siamo stati felicissimi quando dodici anni fa hai bussato alla
nostra
porta, ed ora siamo nuovamente felici. Probabilmente questo
è stato solo uno
scherzo del destino. Ora però ci siamo ritrovati e tutto si
sistemerà.” Gli
altri ci lasciano la nostra privacy e noi andiamo in camera mia. Come
quel
pomeriggio di dodici anni fa, ci ritroviamo tutti e tre stesi su un
letto. Solo
che questa volta non ci sono lacrime da asciugare ma solo singhiozzi.
Dopo
molte ore riesco a
calmarmi.
“Scusate.”
Sussurro con
voce roca.
“Non
hai nulla di cui
scusarti, tesoro, nulla. Siamo noi a doverci scusare. Abbiamo subito
creduto
alle tue parole anche se non ne eravamo certi. Non abbiamo fatto nulla
per
fermarti o per cercarti. Come hai detto tu solo delle parole scritte ci
hanno
fatto aprire gli occhi. Sei tu che devi perdonare noi.”
“Voi
non avete nulla da
farvi perdonare. Sono io che porto solo problemi a chiunque mi sia
intorno, a chiunque
mi voglia bene. Porto solo infelicità.”
“Non
è vero!” Esclama
risentito mio padre.
“I
ricordi più belli,
le emozioni più intense ci sono stati regalati da te. Non
osare più dire una
sciocchezza del genere.” Sospiro sul petto di mio padre. Ora
non è più duro e
freddo, ora è caldo e morbido.
“Mi
siete mancati.”
“Anche
tu, non immagini
quanto.”
“Fra
tre giorni, ormai
due, mi laureo.”
“Lo
sappiamo tesoro, lo
sappiamo. Questa volta non ci saranno impedimenti. Tutta la tua
famiglia sarà
lì con te.”
“Non
credo che gli
altri ci saranno.” Loro mi guardano confusi.
“Perché
non
dovrebbero?”
“Li
ho trattati
malissimo. Ho riversato su di loro la rabbia, l’odio e il
rancora che provo
verso di me. Non mi perdoneranno mai.”
“Cara
ne sei proprio
sicura?”
“Si.”
“Allora
le cinque persone
che ti aspettano trepidamente giù chi sono?”
Aguzzo l’udito e li sento.
“Sono
qui.” Sussurro. Loro
annuiscono e mi lasciano andare.
“Ho
delle scuse da
fare.”
“Noi
andiamo a fare un
giro nei dintorni.”
Prendo
un enorme
respiro e vado verso la porta.
“Stai
tranquilla non
vedono l’ora di riabbracciarti.”
“Speriamo.”
Sento l’eco
della loro risata. Scendo le scale come se fossi una condannata al
patibolo.
Arrivo
in salotto e
trovo tutti e cinque ad attendermi con il sorriso sulle labbra.
Mi
sento ancora più in
imbarazzo.
“Qualcuno
è in
imbarazzo. Prima non sembravi così.”
“Jasper…”
Non riesco a
concludere la frase che mi ritrovo stretta tra le sue braccia.
“Scusami
sorellina,
perdonami.”
“Ti
perdono solo perché
sei bello” Tutti scoppiano a ridere.
“Ingrata
ed io pensavo
che mi perdonavi perché sono il tuo fratello
preferito.”
“Scusatemi
per prima,
io…ehm…si…insomma…sono
arrabbiata come me stessa e me la sono presa con voi.”
“Oh
sorellina io e Rose
ti perdoniamo solo se domani andiamo a fare shopping
insieme.” Annuisco mentre
abbraccio le mie sorelle e Rosalie si scusa con me.
“Emmett
non fare più la
stupidaggine che hai fatto quel giorno. Jane è letale, mi
hai fatto preoccupare
da morire.” Le sue braccia mi avvolgono per un abbraccio
stritolatore.
“Oh
tranquilla nana ho
la pelle dura.” Mi mette a terra e mi ritrovo praticamente a
pochi centimetri dal
viso di Edward.
Quanto
mi è mancato.
“Io…”
Diciamo
contemporaneamente e ci blocchiamo imbarazzati.
“Prima
tu…” Ancora
contemporaneamente e siamo sempre più imbarazzati.
“Oh
al diavolo, ho
aspettato così tanto…” Non finisce la
frase
che mi ritrovo le sue labbra incollate alle mie. Lei mie mani cercano
automaticamente i suoi capelli. Le sue braccia mi stringono al suo
petto e gli
salto praticamente addosso.
Il
bacio è
immediatamente passionale.
Il
suo sapore mi fa
giare la testa. Ci fermiamo solo quando sentiamo dei colpi di tosse.
“Quando
speravo che vi
riappacificaste diciamo che questo era il mio ultimo pensiero, ma so
che Edward
non ti farà soffrire.”
Guardo
il mio angelo
negli occhi e finalmente sono tornata a casa.
“Ciao.”
“Ciao.”
Mi risponde
dolcemente.
“Ti
amo.”
“Non
puoi neanche
immaginare quanto ti ami io.”
“Ne
avete ancora per
molto voi due?” Ovviamente Alice non poteva non interrompere.
2
GIORNI DOPO
“Isabella Marie Cullen, sono lieto
di consegnarle il
suo diploma di laurea. Congratulazioni.” Ringrazio il rettore
con una veloce stretta
di mano, per evitargli il freddo della mia mano. Prendo il mio diploma
e mi
volto sorridente verso la mia famiglia.
Sono
tutti lì che mi
sorridono commossi e mi applaudono. Ci sono anche i Denali, li abbiamo
chiamati, sono venuti immediatamente, abbiamo spiegato loro tutto e
sono stati
felicissimi di avermi nuovamente in famiglia. All’ultimo
momento si sono
aggiunti anche James e Vic. In lontananza noto Demetri e Felix. Sono di
passaggio. Mio padre li ha ringraziati infinitamente per non avermi
abbandonata
e per avermi protetta in questi anni.
Scendo
dal palco,
lancio in aria il mio tocco e senza recuperarlo salto in braccio al mio
fidanzato.
Oh
non lo sapete? Ieri mi
ha chiesto di sposarlo, ha detto che abbiamo già perso
dodici anni, non dobbiamo
perdere altro tempo.
Ovviamente
l’enorme
anello, appartenuto alla signora Masen, fa bella mostra sul mio anulare.
Come
l’ha presa mio
padre? Tranquilli i vampiri non possono morire di infarto,
perciò a parte qualche
piagnucolio si è calmato in fretta.
E
poi come si dice, un vampiro è per sempre! O era un
diamante? Poco cambia, entrambi brillano al sole.
Questa
è la mia storia.
Ho sofferto tanto. Abbiamo sofferto tanto ma alla fine siamo stati
ripagati di
tutta questa sofferenza.
“Andiamo
futura signora
Cullen?”
“Ehi
ma io sono già
Cullen!” Esclamo ridendo.
“Allora
futura signora
Masen Cullen.”
“Ecco
mi piace di più.”
Mano
nella mano ci
avviamo dalla nostra famiglia.
Ci
siamo persi, ma poi
ci siamo trovati.
Ci
siamo persi
nuovamente, ma ci siamo ritrovati, questa volta per sempre.
Ciao
donzelle,
è finita. Sono triste. Mi sono emozionata mentre scrivevo
questo capitolo. È più
un papiro, ma sono felice di ciò che ho scritto.
Passiamo
ai
ringraziamenti. Ringrazio tutte voi lettrici che mi avete seguita
sempre,
incoraggiata e incitata, ringrazio anche voi lettrici silenziose, ci
siete e mi
fa enormemente piacere.
Senza
di voi
questa storia non avrebbe avuto una trama del genere. Siete state voi
che mi
avere spronata a dare sempre di più. Devo dire di essere
veramente soddisfatta
di questa storia.
Aspetto
i
vostri commenti.
A
presto, un
bacio Mary.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=839213
|