Ritrovarsi

di maryc
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Faccia a faccia ***
Capitolo 2: *** Ricordi ***
Capitolo 3: *** Famiglia? ***
Capitolo 4: *** Conoscersi ***
Capitolo 5: *** Racconto ***
Capitolo 6: *** Voglio la verità ***
Capitolo 7: *** Primi passi ***
Capitolo 8: *** Grande, grande, grande ***
Capitolo 9: *** Sparisci ***
Capitolo 10: *** Diario ***
Capitolo 11: *** Non sono un mostro ***
Capitolo 12: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Faccia a faccia ***


Faccia a faccia

POV BELLA

Mama, just killed a man, put a gun against his head
Pulled my trigger, now he's dead, mama
Life had just begun, but now I've gone and thrown it all away
Mama, oooh
Didn't mean to make you cry
If I'm not back again this time tomorrow
Carry on, carry on, as if nothing really matters…

 

Oh Queen vi adoro. Non ci sono parole per descrivere questa canzone.

Affondo il piede sull’acceleratore. Mancano pochi chilometri e finalmente arriverò a Forks.

Ho impiegato tanti anni per ritrovarli e alla fine, la costanza, la tenacia e la perseveranza mi hanno aiutata.

Ops, mi presento, sono Isabella, o meglio Bella, ho 22 anni, anche se tutti mi scambiano per una diciassettenne, e sto andando a Forks, paese sperduto nello stato di Washington per rivedere mio padre e mia madre, e per conoscere la mia famiglia.

Avevo sette anni l’ultima volta che li ho visti. Mi hanno adottata, ma poi fatta crescere con le migliori badanti, i migliori istruttori, i migliori comfort, insomma mi hanno fatta crescere nel lusso e nell’agiatezza, senza però pensare che forse avevo bisogno di loro e non di tutto il resto.

Inizialmente li avevo odiati. Li odiavo per avermi lasciata in quell’ospedale, per avermi abbandonata, ma poi qualche anno fa, avevo 16 anni, ho scoperto per caso la verità, e il mio amore, seppellito dall’odio, è tornato a galla, cancellando tutti quegli anni di rancore e odio nei loro confronti.

Però neanche una chiamata, un biglietto, un messaggio, nulla. Solo uno stratosferico conto in banca, le migliori abitazioni, le migliori scuole, ma per il resto nulla.

Diciamo anche che ho approfittato di tutto ciò che avevo, anche se non sono cresciuta altezzosa e snob. Charlie e Renèe, la mia balia e suo marito, mi hanno cresciuta come una figlia, con sani principi ed ottima educazione.

BENVENUTI A FORKS

Certo che sono proprio bravi a nascondersi. 

Proprio quando mi stavo arrendendo, ecco che ho visto uno spiraglio di speranza.

Ho pensato di mollare le ricerche molte volte, ma poi ci ripensavo sempre. Due mesi fa, a seguito della morte di coloro che hanno sostituito i miei genitori a causa di un incidente, stavo mollando tutto. Anche loro mi avevano lasciata, poi però un articolo di giornale, un nome, tra tanti, o meglio delle iniziali, hanno attirato la mia attenzione.

Ho basato le mie ricerche su quelle iniziali, ho pagato i migliori investigatori, e alla fine ci sono riuscita.

Non voglio nulla da loro. Non spero che mi chiedano di restare con loro, bello ma impossibile, voglio solo che siano presenti il giorno della mia laurea e tra qualche mese. Nulla di più.

Mmm, ma che posto delizioso. Verde, verde, verde, o guarda un po’ ancora verde.

Se prima desideravo vedere un bosco con tanti alberi ora diciamo che ho fatto il pieno.

Ma il sole è a conoscenza di questo paese sperduto tra le montagne?

Arrivo in…come posso definirla? Città? Cittadina? Paese? Insomma arrivo a Forks.

Ho prenotato una camera nell’unico albergo, ops, affitta camere, presente in città, ma ci vado dopo. Ho pagato in anticipo per tre notti, però la situazione potrebbe mettersi male e richiedere una mia partenza immediata, perciò evito di andar a posare il trolley per poi tornare a riprenderlo.

Ma dove diavolo si sono nascosti? Ci vuole una bussola per orientarsi, altro che navigatore.

Ahhh, ecco finalmente una casa, anzi una villa, simile alla mia. Si trattano bene anche loro.

Sicuramente mi hanno sentita arrivare. Sono veramente emozionata, ma devo cercare di controllarmi. Ho raccolto varie informazioni su di loro e una di queste è che percepiscono tutto. Diciamo che il mio viaggetto in Italia, è stato veramente proficuo, insieme a delle amicizie particolari.

Parcheggio. 

Vorrei scendere ma sono bloccata. Ok Bella, respira e inspira, brava così, un’altra volta, continua così. Ora prendi coraggio e scendi, infondo non hai nulla da temere devi solo confrontarti con coloro che ti hanno prima adottata, e poi lasciata sola a sette anni. Certo mi hanno adottata che ero in ospedale e lì mi hanno lasciata.

Se vi chiedete cosa sia successo, semplicemente ho avuto un gravissimo incedente insieme ai miei genitori biologici che ha portato alla loro morte, mentre io ero conciata veramente male. Avevo circa sei anni e ho passato circa un anno in ospedale. Lì ho conosciuto prima lui, il mio principe e poi lei, la mia adorata mamma.

Ricordo come erano felici quando li ho chiamati mamma e papà, i loro abbracci e le mie lacrime di gioia quando il giorno dopo mi comunicarono di essere i miei genitori a tutti gli effetti.

Bene, sono pronta per affrontarli.

Scendo dalla mia Maserati e inforco i miei Ray-ban grigi, anche se non sono necessari, abitudine. Chiudo la portiera e mi ci appoggio.

Sanno che sono qui, usciranno.

Le mie speranze non sono vane.

La porta si apre e mi appaiono davanti un folletto e un armadio. Alice ed Emmett.

Dietro di loro una ragazza bellissima, forse è un’offesa dire bellissima, è semplicemente favolosa.

Oh ecco il biondo, Jasper, ma ne manca uno, il rosso. Ah eccolo, Edward. cazzo che figo.

Mi faccio i complimenti mentalmente per la bellezza dei miei fratelli e delle mie sorelle. Se quelle stronze che si spacciano mie amiche, solo per i miei soldi ovviamente, li vedessero, sarebbero ancora più invidiose.

Li scruto silenziosamente e loro fanno lo stesso con me.

Ma perché non parlano? Non hanno la lingua? Ohhhh, forse dovrei dire qualcosa io, infondo sono io l’intrusa. Cosa dico? Ecco ora che tutta la mia spavalderia è andata a farsi fottere. Se mi avesse sentita Renèe mi avrebbe dato uno scappellotto talmente forte da mandarmi a terra. Ecco che torna la tristezza se penso a loro. Scrollo il capo e sorrido.

I cinque mi fissano sconcertati e curiosi. Sono ancora in attesa di qualcosa, ma cosa? Giusto ancora non apro bocca.

“Ciao.” Ecco qualcuno mi ha tolto dall’imbarazzo. Sposto lo sguardo sul folletto che mi rivolge un sorriso abbagliante. Lei sa, e sa che io so. Almeno io suo sorriso furbo mi conferma tutto. Le sorrido di rimando.

Ora che fa? Saltella sul posto e batte le mani? Per poco non cado a terra. Ma che le prende? È per caso pazza?

Ora la guardo confusa, ma lei saltella ancora di più. Oddio, ma dove sono finita.

“Chi sei?” Gentile la bionda, forse il mio giudizio è stato troppo affrettato.

“Ehm…si…ciao. Sono…sono…” Cosa sono?

“Sei?” Oddio il rosso oltre a farmi uno strano effetto, ha anche una voce da stupro. Volgare, depravata e sconcia Bella. Ma che pensieri sono questi!!!

“Ecco bella domanda.” L’orso scoppia a ridere.

“Hai un vuoto di memoria? Ti sei per caso persa? Stai male? Mio padre è un dottore, può aiutarti.” Ecco le parole che mi fanno riprendere.

“Cerco i signori Cullen, sono in casa? Sono una ehm…conoscente.” Si così può andare.

“Conoscente?” Rosso non parlare, potrei stuprarti seduta stante e non sarebbe bello dare spettacolo e ti assicuro che, forza o non forza, non riuscirai a sfuggirmi.

Mi faccio ribrezzo da sola per i miei pensieri a luci rosse, su me ed Edward, e in tutti questi pensieri ci siamo io e lui nudi, ma in luoghi e posizioni diverse.

“Si?”

“Perché lo chiedi a noi? Sei stata tu a dire di essere una conoscente.” Simpatico Jasper, gira il coltello nella piaga, prego continua tranquillamente.

Cerco di rivolgergli il mio peggior sguardo omicida, per quanto possa far loro paura, ma credo che con gli occhiali da sole, non rendo bene l’idea.

“Giusto. Vedete è complicato da spiegare e anche lungo. Vorrei solo sapere se sono in casa, in caso contrario, vorrei sapere quando posso trovarli.” Il folletto continua a saltellare sul posto.

“Stai bene?” Le chiedo di getto.

“Sta benissimo.”

“Calma tesoro, non ho chiesto a te.” Il biondo mi fulmina ma io non abbasso lo sguardo.

“Sfortunatamente gli sguardi, per quanto truci, non hanno il potere di uccidere, puoi anche smetterla di guardarmi così.” Diciamo che non siamo partiti con il piede giusto.

“Ma come ti permetti stronza.” L’avevo giudicata troppo presto la bionda.

“Jazz, Rose chiedete subito scusa. Cara, scusa l’impeto del mio ragazzo e di mia sorella, però anche tu, che caratterino.” Sorrido al folletto.

“Mangia per non esser mangiato.” Questa battuta potrebbe essere un invito per loro. Spero non mi prendano in parola. Ecco ora ridono. Ridono tutti, ma che gli prende. Sono proprio degli svalvolati.

“Ora vuoi dirci chi…”

“Ragazzi? Oh siete qui. Ma abbiamo un ospite. Siamo entrati dal garage e non vi abbiamo trovati. Salve, ci conosciamo?” Mia madre. Come è bella.

Dietro di lei la figura di un uomo, Carlisle, mio padre.

Sento le lacrime salirmi agli occhi. Prendo un grande respiro e tolgo gli occhiali da sole fissandoli negli occhi.

Papà spalanca gli occhi, mentre mia madre si porta una mano alle labbra. sono sorpresi ed esterrefatti, non si aspettavano di certo una mia visita. Anzi credo proprio che contavano di non rivedermi più.

“Se-sei veramente tu?” Chiede mio padre. Annuisco e li fermo alzando una mano. Ora sono tutti curiosi. Fissano prima loro e poi me.

“Vi ho odiato. Non potete neanche immaginare quanto odio, rancore, rabbia, indifferenza abbia provato nei vostri confronti. Non potete immaginare come mi avete ridotta, come mi avete lasciato. Per anni…” La mia voce si incrina, prendo un bel respiro e torno a parlare.

“Per anni ho sperato di rivedervi solo per urlarvi contro, per dirvi che mi fate schifo, che non avrei più voluto vedervi. Per rinfacciarvi le vostre false promesse, per dirvi che i vostri soldi ve li potevate tenere, che io non avevo bisogno di voi. Non sapete quanto abbia invidiato le mie compagne, loro avevano qualcuno che le volevano bene, che le amava, ed io? Io chi avevo? Nessuno. Certo a parte tutte le badanti che mi avete rifilato. Tutte puntualmente scappate via per il mio carattere e la mia maleducazione, per il mio mutismo e i miei scatti d’ira. Poi un giorno sono arrivati Charlie e Renèe e la mia vita ha ripreso a scorrere. Ma più amavo loro e più odiavo voi. Il mio primo giorno di scuola, quando sono uscita dall’ospedale, è da dimenticare. Tutti all’uscita avevano qualcuno, io un autista ed una badante. Ora mi dispiace per lei, Margaret se non sbaglio, l’ho fatta scappare dopo 5 giorni.” Prendo un altro respiro dando loro il tempo di assimilare le mie parole, voglio che capiscano come mi sono sentita.

“Quando ho perso i primi dentini c’era Kate, poverina, le ho fatto passare le pene dell’inferno. Poi per più di un anno c’è stato il mutismo da parte mia, rifiutavo anche di mangiare. In quel periodo c’era Marika, è durata un anno perché non parlavo, poi l’ho cacciata perché aveva i capelli color caramello.” Mi fermo di nuovo guardando dritto negli occhi Esme, voglio farle capire che l’ho cacciata perché aveva i capelli simili ai suoi.

“A dieci anni vidi per la prima volta Cenerentola, appena vidi il principe azzurro, con un vaso frantumai il televisore. Il mio principe, colui che aveva detto che sarebbe stato per sempre il mio principe, mi aveva abbandonato, lì iniziarono i miei scatti d’ira.” Ora fisso Carlisle, è il suo turno.

“In quell’occasione licenziai l’autista, troppo biondo. Poi arrivarono loro, Charlie e Renèe.” Un sorriso malinconico arriccia le mie labbra.

“Li ho trattati malissimo, ma loro non si sono arresi, fino a che capii che erano loro che avrei avuto al mio fianco. Imparai a voler loro bene, li amai tantissimo e loro amavano me. Ero la figlia che non potevano avere. Eravamo una famiglia. Ma a me mancava sempre qualcosa. La prima volta che ebbi il ciclo ero spaventata da morire. Ho ripreso con il mutismo, per quanto volessi bene a Renèe, volevo che fosse mia madre a spiegarmi cosa dovevo fare, come comportarmi, ma dopo un mese di vane speranze e un esponenziale aumento dell’odio verso te, capii che non saresti venuta. Il mio primo bacio, l’ho trovato disgustoso e umido, e anche lì c’era Renèe a consolarmi e ad abbracciarmi perché la sua bambina aveva dato il primo bacio. C’era Charlie che stava per svenire perché la sua bambina aveva dato il primo bacio, non c’eri tu.” Questa volta fisso duramente Carlisle.

“Al mio primo appuntamento, avrei tanto voluto mia madre a calmare i nervi e le mie sorelle a consigliarmi sull’abbigliamento, ma anche quella volta c’era Renèe e la mia malinconia. Ad aprire la porta  a quel ragazzo tremante, non c’era Charlie. È stato lui a minacciarlo delle peggiori torture, a intimarlo di tenere sempre le mani in tasca, a non sfiorarmi neanche con lo sguardo. Non c’era mio padre, e non c’erano i miei fratelli a seguirmi camuffati per non farsi scoprire.” Le lacrime scendono silenziose dai miei occhi. Ho iniziato a camminare nervosamente sotto e sopra. Accendo una sigaretta per cercare di calmarmi.

“Non dovres…” Fulmino Rosalie con lo sguardo. Fumo velocemente tre sigarette per stendere i nervi, ma ottengo l’effetto contrario.

“Oh non vi ho parlato della mia prima volta. Dopo quella volta ho giurato di non fare più sesso per tutta la vita, maledicendo mentalmente Renèe per avermi detto che mi sarebbe piaciuto e concordando con Charlie, dopo essersi ripreso dallo shock durato tre giorni, che non dovevo fare mai sesso, che era una cosa brutta. Voi dove eravate? Oh certo a fare i ricchi con gli altri figli. Eravate nella vostra bella casa a fregarvene di me. Mai un bigliettino, mai una chiamata, mai un messaggio, anche solo che avevate fatto un enorme sbaglio adottandomi. Dove eravate? Dove cazzo eravate?” Sto praticamente urlando in faccia ad Esme e Carlisle. Lei singhiozza tra le sue braccia e lui ha il capo chino.

Una mano sulla spalla cerca di farmi calmare, e ci riesce, anche se so che è innaturale. Fulmino Jasper e mi scrollo la sua mano dalla mia spalla.

“Non cercare di calmarmi, non immagini quanto odio ho dentro di me.” Riprendo a camminare e accendo un’altra sigaretta.

“Ora stai esagerando ragazzina. È la quarta.” Fulmino Emmett. Si ce l’ho anche con loro.

“Cosa mi può succedere? Un cancro ai polmoni? Tranquillo a breve sarà tutto risolto.” Tutti mi fissano sbalorditi.

“Il giorno che compii 16 anni tutto cambiò.” Ricordo tutto con un sorriso sulle labbra.

“Ho incontrato un uomo, James.” Sorrido ripensando al mio amico vampiro e a Victoria, la sua compagna. Volevano uccidermi, ma leggendo arrendevolezze e dolore nei miei occhi, cambiarono idea. Mi raccontarono di loro, della loro natura ed io raccontai di me, dei signori Cullen, degli Swan. Al nome Cullen, mi spiegarono di loro e mi fecero aprire gli occhi. Capii che non mi avevano abbandonata perché non mi volevano, ma mi avevano lasciato vivere una vita normale. Quel giorno il mio odio sparì, però sono comunque arrabbiata. Ho accettato la loro natura da lontano, lo avrei fatto anche se loro fossero stati con me.

“Mi fece aprire gli occhi. Capii molte cose, cose che prima non avevo capito. Da quel giorno vi ho cercato ovunque. Il giorno che compii 18 anni speravo di vedervi comparire, ma fu un’altra delusione, sommata alle altre, così il giorno del mio diploma. Oramai non ci facevo neanche più caso. Dicevo che stavo bene anche senza di voi, che non mi mancava nulla, che avevo delle persone che mi amavano e tanto mi bastava. Però la speranza non mi aveva mai abbandonata, continuavo a cercarvi. Ho fatto ricerche su ricerche, ma eravate scomparsi nel nulla. Sono stata sul punto di abbandonare tutto, di lasciarvi alle mie spalle, di farvi uscire completamente dalla mia vita, ma non ci sono mai riuscita. Due mesi fa, però, mi arresi. Charlie e Renèe, morirono in un incidente ed io non aveva più la forza di combattere, non valeva la pena ricercare persone che mai si erano fatte vive. Era inutile e controproducente inseguire tale sogno. Poi però un giorno, un articolo, delle iniziali, un indizio. Il grande chirurgo C.C., un nome in mezzo a tanti, o meglio delle iniziali, in mezzo a tante. La speranza è tornata in me, mi sono detta che non avevo proprio più nulla da perdere. Ho ingaggiato i migliori investigatori, molti mi hanno chiuso la porta in faccia, mi credevano pazza. Solo uno mi diede retta. Due settimane fa, mi informò dicendomi che vi avrei trovati qui. A quel punto non volevo venire, non volevo una porta in faccia, poi mi sono ripetuta di nuovo che non avevo nulla da perdere. Ed eccomi qui.” Li fisso con un sorriso timido. Nessuno parla. Accendo un’altra sigaretta bloccando sul nascere la critica di Rosalie.

“Voglio mettere in chiaro che non sono qui per avanzare pretese, non voglio nulla da voi.” Forse sono stata troppo dura, ma anni di odio e rancore sono tanti.

“Vorrei che per una volta, solo una, foste presenti in qualcosa che per me è veramente importante.” Carlisle ed Esme si illuminano in volto.

“La prossima settimana ci sarà la consegna dei diplomi di laurea. Vorrei che ci foste, tutti. Sempre se non avete altro…”

“Ci saremo. Tutti.” Sussurra debolmente Esme.

“Bene.” Spengo la sigaretta e mi volto verso la macchina.

“Bella?” Mi fermo ma non mi volto.

“Non vuoi entrare?” Mi chiede timidamente mio padre.

“No papà, sono stanca e vado in albergo. Sarò qui per tre giorni. Credo che lo conosciate, è l’unico qui a Forks.” Sussulta a sentirsi chiamare così. Per quanto abbia amato gli Swan, non li ho mai chiamati mamma e papà. I Cullen sono i miei genitori, per quanto mi abbiano fatta soffrire.

“Perché non stai qui con noi?” Mi volto verso Emmett e gli sorrido. Il primo sorriso sincero lo rivolgo a lui. Mi è simpatico.

“Non vorrei crearvi problemi.”

“Non creerai alcun problema, anzi ne saremo lieti…”

Mi volto verso di loro e cerco di misurare le parole che usciranno dalle mie labbra.

“Io so.” Mi fissano confusi.

“Ma dai, hai per amici una coppia di vampiri che seguono la dieta classica e non vuoi stare da noi che siamo vegetariani e inoltre la tua famiglia?” Tutti ci fissano confusi e sorpresi.

“Alice, fino ad ora solo in tre eravate a conoscenza della mia esistenza, vorrei che anche gli altri realizzassero ehm...me, e poi sinceramente non credo che mi troverei a mio agio.” Subito Esme abbassa il capo imbarazzata.

“Oh no, non per la vostra natura o per i nostri…trascorsi, ma per il semplice motivo che da quando sono andata a Yale ho sempre vissuto da sola e comunque a casa eravamo in tre, non sono abituata a tutta questa…folla.” Sospirano di sollievo.

“Ora vado.”

Entro in macchina velocemente e riparto con ancor più fretta. Voglio stare un po’ da sola. Devo assimilare tutto ciò che è successo.

Abiti Bella

Ciao donzelle, so di avere altre due storie all’attivo, ma questa sarà di pochi capitoli. L’avevo in mente da un po’ e oggi mi sono decisa a metterla nero su bianco. La concluderò in pochi giorni, entro la fine della prossima settimana sarà finita e saranno 5 capitoli, capitolo più capitolo meno. Spero che vi piaccia. A presto, bacio Mary.

Ps. aspetto i vostri commenti.    

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Capitolo 2
*** Ricordi ***


Ricordi

“Ma dai, hai per amici una coppia di vampiri che seguono la dieta classica e non vuoi stare da noi che siamo vegetariani e inoltre la tua famiglia?” Tutti ci fissano confusi e sorpresi.

“Alice, fino ad ora solo in tre eravate a conoscenza della mia esistenza, vorrei che anche gli altri realizzassero ehm...me, e poi sinceramente non credo che mi troverei a mio agio.” Subito Esme abbassa il capo imbarazzata.

“Oh no, non per la vostra natura o per i nostri…trascorsi, ma per il semplice motivo che da quando sono andata a Yale ho sempre vissuto da sola e comunque a casa eravamo in tre, non sono abituata a tutta questa…folla.” Sospirano di sollievo.

“Ora vado.”

Entro in macchina velocemente e riparto con ancor più fretta. Voglio stare un po’ da sola. Devo assimilare tutto ciò che è successo.

 

POV CARLISLE

Guardo l’auto della mia bambina andare via. Stringo tra le mie braccia mia moglie.

“Carl…” Singhiozza sul mio petto. le accarezzo la schiena.

“Abbiamo sbagliato tutto.” Le sussurro e lei annuisce con il capo.

Mi torna in mente quella bambina di sei anni che è stata portata urgentemente in ospedale, appena la vidi il mio cuore si riempì nuovamente di amore, amore paterno. Era piena di lividi, di escoriazioni, la gamba e il braccio destri rotti, il polso sinistro slogato, tre costole rotte e tre incrinate. La schiena era ricoperta di sangue e c’erano schegge di vetro ovunque. La testa era piena di tagli. Era svenuta e non si sapeva se avrebbe superato la notte. Mi dissero subito che i genitori erano morti sul colpo. A quelle parole il mio amore per lei crebbe ancora di più.

L’intervento durò tantissimo, speravo di averla salvata. Restai al suo fianco per tre giorni. Volevo che riaprisse nuovamente gli occhi, volevo vederla ridere, giocare, parlare.

Esme fu al mio fianco in quei tre giorni e nel suo sguardo potevo leggere amore e adorazione per lei e per me. L’avevo chiamata spiegandole la situazione e in breve l’ho avuta al mio fianco.

Al terzo giorno ero solo, Esme doveva sbrigare delle faccende.

Stavo perdendo le speranze, quando il mio udito sviluppato mi avvertì che si sarebbe svegliata a breve. Un sorriso spontaneo e sincero apparve sulle mie labbra.

La bambina aprì gli occhi, erano profondi, bellissimi, del colore del cioccolato.

Si guardava intorno spaesata fino a che il suo sguardo si posò su di me e arrossì. Mi faceva troppo tenerezza e la trovai la bambina più bella del mondo, anche piena di lividi, graffi, escoriazioni. Era semplicemente perfetta.

Mi sorrise, prima timidamente e poi apertamente. Non dimenticherò mai le sue parole.

“Tu sei il principe di Biancaneve!” La guardai prima sconcertato e poi iniziai a ridere.

“No tesoro, sono solo un dottore, e poi il principe di Biancaneve non ha i capelli neri?”

“Hai ragione, tu sei più bello. Allora vuoi essere il mio principe?” Se avessi potuto sarei scoppiato a piangere.

“Ne sarei onorato.”

“Ma lo sai che sei proprio un bel dottore? Di solito sono tutti brutti e vecchi.” Scoppiai a ridere di cuore. Da quel giorno non l’abbandonai mai. L’aiutavo nella riabilitazione, l’aiutavo a mangiare, l’aiutavo in tutto, solo per lavarsi non voleva farsi aiutare, diceva sempre che non era da signorine educate ed io ridacchiavo sempre. Il problema era che non voleva farsi aiutare neanche dalle infermiere, così chiesi ad Esme. Dal suo risveglio non era più venuta, aspettava che fossi io a dirle di venire. Questo perché le persone hanno paura di noi, anche se non sono a conoscenza del nostro segreto, ma lei non ha mai mostrato paura.

“Doc quando divento grande mi sposi?” Mi spiazzava sempre.

“Amore io sono già sposato.”

“Ohh veramente? Me la fai conoscere? Dai ti prego, ti prego, ti prego.”

“Certo Bella, anzi se vuoi sarà Esme ad aiutarti con il bagnetto e il pigiamino.”

“Che bel nome. Quando viene? Dai, dai, dai.” Era una forza della natura, ma mai una volta mi ha parlato dei suoi genitori ed io non sapevo come affrontare l’argomento.

“Veramente è qui fuori, aspetta solo di poter entrare.” Mi guardò allibita e poi si mise ad urlare.

“Falla entrare, chiamala, anzi no aspetta. Come sto?” Sentii Esme sorridere.

“Sei più bella di una principessa.” Stavo per aprire per far entrare Esme quando venni bloccato di nuovo.

“Papà, ma anche se sei sposato, sei sempre il mio principe?” Smisi di respirare e mi paralizzai. Mi aveva chiamato papà. Con gli occhi lucidi corsi ad abbracciarla.

“Certo amore, io sarò sempre il tuo principe e tu la mia principessa.”

“La mamma allora è la regina.” Esme era paralizzata, proprio come me. Lei mi guardava curiosa ma avevo capito che voleva dirmi qualcosa così la incitai con lo sguardo.

“Ma io posso chiamarti papà? L’altro mio papà ora è in cielo, ma tu non mi lasci?”

“No amore, io non ti lascio e sono onorato di essere il tuo papà.”

Dopo un altro caloroso abbraccio finalmente Esme e la mia principessa si incontrarono.

“Ohhh avevo ragione che tu sei il principe, lei è Biancaneve.” Esclamò cercando di sedersi.

“Vuoi essere la mia mamma? Sei bellissima, anzi sei più bella di Biancaneve. Ti posso dare un bacino?” Se mia moglie avesse potuto sarebbe prima scoppiata a piangere e poi sarebbe svenuta dalla felicità. In quel momento, vedendo le mie donne abbracciate seppi cosa fare. Mi scusai e corsi subito da Jasper. Gli spiegai cosa volevo fare e dopo avermi chiesto se ne ero sicuro, corse a fare quanto chiesto.

Tornai in ospedale nel giro di poche ore con tutti i documenti in mano e mi ritrovai una scena dolcissima. Esme si faceva spazzolare i capelli da Bella e ridevano tranquille. Sapevo che Esme mi aveva sentito arrivare.

“Mamma piaceremo a papà?”

“Certo tesoro, ci siamo fatte belle apposta per lui.” Sorrisi a quelle parole e bussai per palesare la mia presenza.

Quando dicemmo a Bella che l’avevamo adottata ed era nostra figlia a tutti gli effetti ha pianto tantissimo di gioia e non smetteva di abbracciarci e baciarci ringraziandoci in continuazione.

È stato l’anno migliore della nostra esistenza, solo che la piccolina purtroppo è dovuta stare molto in ospedale perché ha dovuto fare molta riabilitazione.

Con il passare del tempo le domande sulla nostra pelle fredda e sugli occhi che diventavano neri si facevano frequenti. Edward sentiva i nostri pensieri e Jasper le nostre emozioni e ci proposero di andare via, anche perché era da un po’ che eravamo lì. Non sapevamo come fare con la piccolina, ma l’unica soluzione, la più giusta era quella di lasciarla, ovviamente assicurandole tutto il meglio. Le assicurammo le migliori cure, assumemmo personale affinché fosse stata sempre bene e nominammo un tutore che lei non ha mai visto. Lui ci aggiornava costantemente e le badanti e tutto il resto del personale si rivolgevano direttamente a lui. Sappiamo che a sofferto molto, ma non potevamo portarla con noi, siamo pericolosi e lei è umana.

“Credo sia meglio rientrare e ragionare con calma.” Ecco Jasper, pratico e razionale.

Ci accomodiamo in salotto tutti in silenzio.

“Ci piacerebbe sapere tutto.” dice Rosalie breve e coincisa. Edward ha sempre rispettato la mia privacy ed ha cercato di restare fuori dai nostri pensieri il più possibile, ma anche lui è curioso.

Raccontammo tutto con precisione, senza lasciare alcun particolare o emozione. Ovviamente erano a conoscenza del fatto di avere una sorella umana, ma non li abbiamo mai presentati, anche se erano curiosi, soprattutto Rose ed Alice.

“Bene e questo è tutto.”

“Ora dobbiamo cercare di riprenderci nostra sorella. L’abbiamo fatta soffrire molto, ma lei ci ha cercati e ci sta concedendo un’altra possibilità, non distruggiamola.” Guardiamo sorpresi Rose e lei ci mette a tacere con un gesto secco della mano.

“Anche io sono d’accordo e poi hai visto Rose? Ha veramente gusto, sia nell’abbigliamento che in fatto di auto.” Anche Alice è partita.

“Ha carattere la mia sorellina.” Emmett è con noi.

“Mi ha fronteggiato senza aver paura, anzi si è fatta beffe di me. È una tipa tosta.” Anche Jasper ha acconsentito, manca solo Edward. ci voltiamo verso di lui e sembra assorto nei suoi pensieri.

“E-Edward?” Sussurra Esme. Lui sembra risvegliarsi e noi lo guardiamo stralunati mentre Jasper ridacchia.

“Credo proprio che qualcuno qui si sia preso una cotta per la sorellina.” Lo fissiamo prima sbalorditi, poi Esme si illumina mentre io ringhio.

“Come puoi innamorarti della mia bambina?” Tutti mi fissano sorpresi e Edward si passa una mano tra i capelli imbarazzo e a disagio.

“Non…non l’ho deciso io. È arrivata qui con quel suo odore che subito mi ha ammaliato, poi Carlisle non puoi non ammetterlo è bellissima e i suoi occhi, ohhh che occhi, e le labbra…” Lo blocco con un ringhio.

“Ne riparleremo ma cerca di non parlare di MIA figlia in questi termini, almeno non davanti a me.” Tutti ridacchiano e se potesse, Edward, sarebbe rosso pomodoro. Non ha mai detto nulla del genere su una ragazza. Poi mi blocco e fisso Esme stralunato.

“Ha-ha parlato di primo bacio e di-di p-prima volta? L’ho immaginato vero?” La guardo speranzoso.

“No caro, è tutto vero.” I miei occhi diventano neri e inizio a ringhiare. Nessuno deve toccare la mia bambina.

“Ahio.” Uno scappellotto mi fa riprendere e lo sguardo infuocato di mia moglie placa in parte la mia furia omicida, però un altro ringhio ci sorprende, questa volta è Edward, ed anche lui viene ripreso con uno scappellotto di Emmett.

“Smettetela, con questo comportamento non otterremo nulla. Ricordatevi che l’abbiamo abbandonata e lei ha avuto le sue esperienze. Se ora vai da lei in modalità padre geloso, penso che avrai una porta in faccia ed urla che si sentirebbero in tutta Forks. Edward poi tu devi cercare di conquistarla con la dolcezza e la tua galanteria, non volendo uccidere tutti gli uomini presenti sulla faccia della terra.” Giusto ha ragione.

“Bene, ragioniamo. Innanzitutto ci serve un bel regalo.” Fissiamo Emmett.

“Giusto abbiamo dimenticato che la mia principessa si laurea. Sono emozionato.”

“Papà noi ci siamo laureai tante volte ma non hai mai fatto così?”

“Sei geloso scimmione?” Non li ascolto neanche. Guardo con amore mia moglie, lei è emozionata forse più di me.

Le prendo una mano e la conduco in camera, sa che voglio rivedere tutte le foto che abbiamo della nostra bambina. Passiamo così il pomeriggio ripensando a quell’anno insieme, rivivendo quei momenti e soffrendo per ciò che ha passato a causa nostra.

Ci riscatteremo.

 

POV BELLA

Ancora non mi rendo conto di ciò che ho detto e fatto. Mi sono tolta un peso, un enorme peso. Non avrei retto ancora molto prima di crollare definitivamente. La perdita degli Swan mi ha resa ancora più debole.

Mi squilla il telefono e rispondo senza vedere chi mi chiama.

“Isabella, carissima.” Ecco è lui.

“Ah sei tu.”

“Oh ma come sei gentile. Allora dimmi un po’, li hai trovati?” Sospiro, infondo gli devo qualcosa e il compromesso raggiunto mi sembra la miglior cosa.

“Si.” Dico sospirando.

“Come è andata?”

“Ti interessa veramente?”

“Effettivamente no. Allora ricordi il nostro patto?”

“Come potrei dimenticarlo. Non ho la memoria corta.”

“Bene, ho chiamato solo per accertarmi di questo. A presto carissima.”

Chiudo senza rispondere e mi butto sul letto sospirando.

Già il nostro patto.

Sbuffo e mi accendo una sigaretta, l’ennesima.

“Non hai fumato troppo per oggi?” Non apro gli occhi, aspettavo già da un po’ la loro comparsa.

“Vi aspetto da un po’. potevate venire prima come sostegno morale.”

“Oh dai tesoro, non è andata male.”

“Certo che no Vic, per poco non mi veniva una crisi davanti a loro.”

“Sono la tua famiglia.”

“Famiglia che mi ha abbandonata e prima che tu aggiunga qualcosa, non mi importa perché l’hanno fatto, mi hanno comunque abbandonata.”

“Vic, amore, questa volta Bella ha ragione.”

“James tu e lei vi siete trovati, andate sempre d’accordo.” Si allungano uno alla mia destra e l’altra alla mia sinistra.

“Cosa si prova a fumare?” Corrugo la fronte alla domanda di James, già cosa si priva? Non lo so neanche io, ma mi piace e mi rilassa.

“Non lo so, vuoi provare? Tanto non può accaderti nulla, sei già morto.”

“A volte hai un macabro senso dell’umorismo, cara.”

“Lo prendo come un complimento James.” Accende una sigaretta mentre Vic ci rimprovera per la nostra superficialità.

“Sta arrivando qualcuno, ne sono due, vuoi che andiamo via?”

“Perché? Sanno che ho amici vampiri e sanguinari, sentirebbero il vostro odore e poi diciamo che in un certo senso sono loro gli intrusi, non voi.”

“Ehi da quando ti conosciamo non uccidiamo nessuno, prendiamo il sangue alla banca del sangue.”

“Era solo per fare scena.”

“Ripeto ha un macabro senso dell’umorismo.” Mentre ridacchio vedo entrare dalla finestra Emmett e Jasper. Ci guardano con gli occhi spalancati. Certo non deve essere normale vedere un’umana allungata su un letto tra due vampiri che bevono sangue umano, mentre ridono e fumano tranquilli.

“Oh ciao ragazzi, noi siamo James e Victoria, siamo amici di Bella. Voi siete Emmett e Jasper giusto?” annuiscono incapaci di dire altro.

Credo che ci sarà di divertirsi.

 

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Allora ragazze ecco il secondo capitolo. Come detto non durerà molto, ma ancora non scrivo gli altri capitoli. Cosa ne pensate di quella strana telefonata? Aspetto i vostri commenti, bacio Mary.        

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Capitolo 3
*** Famiglia? ***


Famiglia?





“Sta arrivando qualcuno, ne sono due, vuoi che andiamo via?”

“Perché? Sanno che ho amici vampiri e sanguinari, sentirebbero il vostro odore e poi diciamo che in un certo senso sono loro gli intrusi, non voi.”

“Ehi da quando ti conosciamo non uccidiamo nessuno, prendiamo il sangue alla banca del sangue.”

“Era solo per fare scena.”

“Ripeto ha un macabro senso dell’umorismo.” Mentre ridacchio vedo entrare dalla finestra Emmett e Jasper. Ci guardano con gli occhi spalancati. Certo non deve essere normale vedere un’umana allungata su un letto tra due vampiri che bevono sangue umano, mentre ridono e fumano tranquilli.

“Oh ciao ragazzi, noi siamo James e Victoria, siamo amici di Bella. Voi siete Emmett e Jasper giusto?” annuiscono incapaci di dire altro.

Credo che ci sarà di divertirsi.

La camera è caduta nel silenzio.

Vorrei ridere ma non credo che sia il momento giusto e poi mi prenderebbero per pazza.

Jasper mi fissa, anzi mi scruta, tasta il mio stato d’animo.

“Sei divertita?” Mi chiede piegando a testa di lato. Non ce la faccio più e ridacchio sentendo gli occhi di tutti puntati addosso.

“Ragazzi scusate, non sto ridendo di voi, solo della irreale situazione in cui ci troviamo.”

“Cosa c’è di tanto divertente in questa situazione? Te ne stai allungata tranquillamente tra due vampiri, inoltre questi due vampiri non seguono neanche la dieta vegetariana. Io non sarei affatto divertita.” Fisso Emmett con un sopracciglio aggrottato. Ma come si permette? Lui non può parlare proprio.

“Ehi calma ragazzino. Fino a prova contraria, sono questi due vampiri che non seguono la dieta vegetariana che le sono stati vicino negli ultimi anni, che le hanno raccontato tutto, che le sono amici e che la conoscono. Credo che voi siate in una posizione un po’ scomoda per sparare sentenze.” Sorrido, Vic ha perfettamente ragione.

“Wow, 1-0 per i vampiri sanguinari, palla al centro.” James e Vic ridono alla mia battuta, ma dalle facce dei miei fratelli forse è meglio tornare seri. Mi alzo lentamente e mi ricompongo. Spengo la sigaretta, credo sia il momento di fare le presentazioni.

“Allora ragazzi, stiamo tutti calmi. Credo che siano necessarie delle presentazioni. James, Victoria, loro sono Emmett e Jasper Cullen i…i…” Già che dico?

“I suoi fratelli.” Interviene Jasper notando la mia indecisione e il suo imbarazzo.

“Grazie. Invece loro sono James e Victoria. Sono loro che mi hanno aiutato a capire tutto.” Nessuno si muove, così non va affatto bene.

“Credo che una stretta di mano sia necessaria in questa situazione.” Sembra che nessuno mi dia retta, anzi non sembra, è proprio così. James e Jasper si scrutano, si studiano, pare che stiano lottando con lo sguardo. La stessa cosa vale per Vic ed Emmett. Direi che non abbiamo iniziato affatto bene. Imploro i miei amici con lo sguardo e con un sospiro sotterrano l’ascia di guerra. Si alzano entrambi e porgono le loro mani ai due Cullen.

Oh finalmente c’è stata la stretta di mano.

“Bells, credo che andremo a fare un giro, vorrai parlare con loro.” Annuisco in direzione di Vic e James riluttante acconsente.

“Vi preghiamo di non cacc…”

“Avete sentito che prendiamo il sangue alla banca del sangue? Eppure credevo che tutti i vampiri avessero un ottimo udito.” No James, non ci siamo affatto. lo fulmino con lo sguardo.

“James.” Dico a denti stretti. Lui sospira e alza le mani in segno di resa.

“Ho capito, ho capito, ora andiamo. Ah voi due, una sola mossa falsa, da qualsiasi membro della famiglia e non troverete pace in nessun angolo della terra. Una sola lacrima e sterminerò la vostra famiglia. Non conviene sfidare la fiducia che sto riponendo in voi, su richiesta di Isabella, ovviamente.”

“Non credo che…”

“Invece credi male.” James interrompe Emmett.

“Noi siamo stati una specie di famiglia per lei e lo saremo per sempre. È la figlia che non abbiamo mai potuto avere e che mai avremo. Voi invece l’avere illusa e abbandonata. Non siete in una posizione rosea per permettervi di dire o fare alcunché.” Sorrido commossa in direzione di James. E pensare che voleva mangiarmi.

In pochi attimi spariscono e nella camera cala il silenzio. Ci scrutiamo tutti e tre e accendo una sigaretta. Credo di non aver mai fumato così in vita mia. Per fortuna ho comprato più di un pacco.

“Un’altra?”

“Un’altra.” Confermo a Jasper mentre continuiamo a scrutarci ma dopo un po’ sbotto.

“Non sono una cavia da laboratorio e neanche un alieno, potete parlare.” Emmett scoppia praticamente a ridere, mentre Jasper ridacchia. Cosa ho detto?

“Sei forte sorellina.” Queste sono le ultime parole che sento prima di finire in un abbraccio stritolatore di Emmett.

“Em…me…tt.” Niente non molla la presa.

“Emm credo che tra pochi secondi morirà soffocata e poi lo spieghi tu a mamma e papà? Lo spieghi tu a tua moglie e mia moglie? Lo spieghi tu ad Edward? lo spieghi tu a James e Victoria?” Sento l’aria tornare nei miei polmoni.

“Per fortuna, vorrei almeno laurearmi prima di morire, ho studiato così tanto. A pensarci bene sarebbe stata una morte epica.” Esclamo entusiasta mentre loro mi guardano con il sopracciglio inarcato.

“Ma si, non capite?” Fanno un cenno negativo con la testa e mi affretto a spiegare.

“Come nei film, la protagonista cerca i proprio genitori, li trova, trova anche l’amore e poi puf, muore da eroe. Che figata, solo che non ho trovato l’amore, ma non si può avere tutto.” Loro mi guardano ancora più stralunati e poi scoppiano a ridere.

“Ehi io non ho fatto alcuna battuta. La smettete?” Sono piegati in due dalle risate, a momenti rotolano a terra. Ma che ho detto?

“Oddio sorellina sei uno spasso, veramente e non ho mai visto Jazz ridere così, mai.”

“Ancora non capisco le vostre risate.”

“Ma dai, hai sentito cosa hai detto?” Effettivamente è un po’ surreale inizio a ridere anche io. Quando ci calmiamo prendo qualche altra boccata di fumo e poi la spengo.

“Direi che però ci hai preso anche sull’amore.” Dice candidamente Emmett mentre Jasper gli da una gomitata nello stomaco.

“Ahio.”

“Che significa?”

“Niente, è uno stupido. Allora…ehm…come va?” Guardo Jasper interrogativa.

“Tu dovresti saperlo, scusa il tuo potere non è quello di controllare e manipolare le emozioni?” Mi guarda sorpreso e annuisce.

“Come lo sai?”

“ho fatto un po’ di ricerche. Allora tu controlli e manipoli le emozioni. Tua moglie Alice, veramente simpatica, ha visioni sul futuro. Emmett è uno tra i vampiri più forti esistenti, Rosalie, sua moglie, una figa da paura, complimenti, è testarda e cocciuta come pochi, direi. Edward, legge nel pensiero ed è anche, a quanto dicono, il vampiro più veloce in circolazione, ovviamente surclassato dai neonati. Papà sembra che sia praticamente immune al sangue umano, ma non è un dono, più che altro è non voler far del male a nessuno, direi che è più umanità, mentre la mamma è dolcissima. Ho detto tutto?” Mi fissano sconvolti.

“Come…come…”

“Ricerche varie di James e Victoria. Allora andiamo?” Prendo la borsa e mi dirigo verso la porta.

“Andiamo dove?”

“Come dove? I miei fratelli non vogliono farmi conoscere la città in cui vivono e poi portarmi a pranzo fuori? Sapete io devo mangiare…” Lascio la frase in sospeso e loro ridendo si avviano alla finestra. Giustamente non sono entrati dalla porta, se li vedessero uscire farebbero troppe domande.

“Esce signorina?”

“Oh si vado a pranzo con i miei fratelli.” Impiccione del cavolo, ora ti do qualcosa di ancora più succulento.

“Ha parenti qui?” Come se non conoscesse il mio cognome.

“Dal mio cognome può evincere che sono parente dei Cullen, con precisione sono la figlia del dottor Cullen e signora.” Mi guarda sbalordito, intanto Emmett e Jasper entrano.

“Ma non lo sapevamo?”

“Non dovete per forza sapere tutto, sa ci sono anche questioni di famiglia che si preferirebbe tenere segrete.”

“Ah e come mai no è mai venuta qui prima?”

“Per problemi di salute non li ho potuti seguire e prima che mi chieda perché ho preso una camera in albergo anziché andare a casa mia, le dico che non mi fa bene stare troppo all’aria aperta perciò preferisco i luoghi più chiusi. Ecco spiegato tutto, ora può dire a tutto il paese il nuovo e succulento pettegolezzo.” So di essere acida e maleducata ma proprio non li digerisco soggetti del genere.

“Ehi sorellina sei pronta?”

“Se il signore ha esaurito la sua curiosità, si.” Lui diventa rosso e annuisce.

Appena fuori Emmett scoppia a ridere di cuore.

“Poverino l’hai terrorizzato, dovevi sentire che paura gli hai fatto.” Faccio spallucce.

“Allora dove mi portate? Ma come fate a vivere con tutto questo verde? Io ci sono da poche ore e già ho la nausea.” Dico schifata mentre i compari ridono.

“Forks è perfetta per noi, piove praticamente sempre e poi è piena di selvaggina.” Annuisco mentre ci dirigiamo in strada.

“Prendiamo la macchina?”

“Bella qui con pochi passi giri tutto il paese.” Annuisco e riprendiamo a camminare. Parliamo del più e del meno. Del loro passato, della loro trasformazione, delle loro mogli, dei miei studi, in pratica di tutto, senza mai toccare l’argomento mamma e papà.

Jasper è alla mia destra e mi avvolge le spalle con un braccio, mentre Emmett è alla mia sinistra e giocherella con la mia mano. Tutti si fermano a fissarci, chi curiosi, chi sorpresi, chi arrabbiati (le ragazze in quest’ultimo caso), credo che uno scherzetto ci vada bene.

Ci sono due ragazze che mi fissano con odio mentre io rivolgo loro un sorriso malizioso e inarco ad intermittenza le sopracciglia.

“Non dare spettacolo.” Mi ammonisce Jasper ridendo.

“Uffa, mi togli tutto il divertimento così, non posso neanche vantarmi di essere in compagnia di due grandissimi fusti da paura, certo siete i miei fratelli ma sempre gran fighi siete.” Emmett scoppia a ridere, mi prende tra le braccia e mi fa volare, credo che ora quelle due siano ancora più livide di rabbia.

“Chi sono quelle due?”

“Jessica e Lauren, compagne di scuola, innamorate dei fratelli Cullen, odiano le sorelle Cullen ed ora anche te, ma il fratello preferito è Edward. Credo che mentalmente l’abbiano violentato e molestato infinite volte. Povero ragazzo è sempre molestato.” Fisso sconvolta Emmett.

“Quel figo da paura?” Quasi mi strozzo.

“Aha, ha centonove anni, non ha mai avuto una ragazza, non si è mai interessato a nessuna, ha avuto storielle solo carnali, fino ad ora però.”

“In che senso fino ad ora?” Guardo curiosa Emmett, in questo poco tempo che siamo stati insieme ho capito che per ottenere informazioni, Emmett è l’ideale, un gran chiacchierone che non riesce a tenersi nulla per se.

“Niente, non vuol dire niente, Emmett è stupido. Ma tu come mai ti agiti così tanto a senti nominare Edward? Dobbiamo sapere qualcosa?”

“Bhè è mio fratello…”

“Certo anche noi lo siamo, dimmi qualcos’altro che non so, anche se con me sarebbe un tantino difficile.”

“Sai che ti odio Jasper?”

“Non è vero, dai ti lascio stare per questa volta. Vieni andiamo lì, è l’unico ristorante di Forks, o meglio è una tavola calda, ma se vuoi ti portiamo a Port Angeles, facciamo subito.”

“Oh preparano qualcosa da mangiare qui? Tipo hamburger, patatine fritte, hot dog?”

“Salutista a quanto sento, comunque si e dicono anche che sia tutto buonissimo, ovviamente non possiamo confermare…” Non lo lascio parlare che sono già all’ingresso.

“Ehi vi sbrigate?” Scrollano le spalle, ridono e si avvicinano, ma prima di loro mi avvicinano le due oche. Povere stupide, quante ne conosco come loro.

“Scusa?” Mi volto fintamente sorpresa.

“Si?”

“Sei nuova? Non ti abbiamo mai vista qui.”

“Si, sono nuova.”

“E come mai già conosci i Cullen?” I miei fratelli mi hanno raggiunta e noto come siano affascinate e intimorite allo stesso tempo.

“Bells entriamo?”

“Si arrivo Jazz, iniziate a prendere posto.” Fanno come gli ho chiesto anche se sono titubanti. Si avvicinano altri due ragazzi, uno biondino ed uno moro.

“Ehi bellezza, non ti avevo mai vista. Sei nuova?” Sospiro mentalmente, ma qui non hanno mai visto una ragazza?

“Si, lo stavo dicendo alle tue amiche.”

“Possiamo unirci a voi per il pranzo?” Dice la bionda.

“No.” Dico inarcando un sopracciglio. È sfrontata la ragazza.

“Io sono Mike bellezza…” Si blocca e fissa un punto alle mie spalle.

Mi volto e vedo Emmett, la sua faccia non promette nulla di buono.

“Ci sono problemi?”

“No stavano andando via.”

“Bene, andiamo.” Mi prende per un braccio e mi trascina dentro.

Inizio a ridere e Jasper con me. Emmett in modalità fratello geloso fa morire dal ridere.

In circa mezz’ora spazzolo le migliori schifezze che abbia mai mangiato sotto lo sguardo sorpreso e disgustato dei miei fratelli.

“Oddio non capisco come fai a mangiare quella roba, ha un odore tremendo.” Anche loro hanno preso qualcosa per fare scena, ovviamente ho spazzolato tutto io.

“Ora mi sento meglio. Invece ti sbagli, è stato tutto delizioso.”

“Bella sai che dovremo parlare?” Sospiro e annuisco.

“Noi vorremmo scusarci con te, pensavamo di aver fatto la cosa giusta per proteggerti e offrirti un futuro normale.” Annuisco di nuovo.

“Sapete perché io sono arrabbiata con voi due, Alice, Rosalie ed Edward? Non tanto per l’abbandono, prima non sapevo nulla e credevo che foste stati obbligati, ma perché non siete mai venuti da me in ospedale, certo mi avete mandato tanti regali, ma mai avevo visto le vostre facce. Dopo che siete andati via probabilmente vi ho odiati più di mamma e papà perché voi eravate con loro ed io invece no. Ero sola mentre voi avevate loro. Vi odiavo perché voi eravate felici, pensavo che mamma e papà non volessero una figlia che doveva passare altro tempo in ospedale e che era piena di lividi e graffi.” Una lacrima riga la mia guancia.

“Ero una bambina, erano pensieri di una bambina, però vi ho odiato fino a che non ho scoperto la verità. Non capivo cosa avevate di più di me, perché ero stato abbandonata mentre voi eravate andati via con loro. Ho anche pensato che foste stati voi a farli andar via perché non mi volevate come sorella. Stavo male pensando che durante i vostri compleanni festeggiavate con torta e candeline tutti insieme mentre io ero sola. Stavo male pensando che voi avevate qualcuno all’uscita da scuola mentre io avevo l’autista e la badante. Voi avevate loro quando vi sbucciavate un ginocchio, dovevate uscire con una ragazza o un ragazzo, insomma voi avevate loro ed io no. Vi ho odiato tantissimo, non potete neanche immaginare quanto. Poi ho scoperto tutto ed ho capito anche se una punta di rabbia nei vostri confronti è rimasta. Mamma e papà non sono i genitori biologici di nessuno di noi, però voi li avevate sempre io no. Più che rabbia parlerei di invidia e gelosia.” Un’altra lacrima riga la mia guancia e due paia di braccia fredde mi avvolgono.

“Perdonaci bambina mia, perdonaci se puoi.” Mi irrigidisco e poi mi lascio cullare dalle braccia di mamma e papà.

 

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Ciao ragazze eccomi qui con il terzo capitolo. Probabilmente saranno più di cinque capitoli, ma comunque non molti. Spero vi sia piaciuto. Aspetto i vostri commenti, a presto, un bacio Mary.

       


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Capitolo 4
*** Conoscersi ***


Conoscersi

“Perdonaci bambina mia, perdonaci se puoi.” Mi irrigidisco e poi mi lascio cullare dalle braccia di mamma e papà.  

Ho passato il pomeriggio tra le forti braccia di mio padre, mentre mia madre mi accarezzava dolcemente i capelli.

Finalmente ero di nuovo a casa, mi sentivo di nuovo protetta e amata, non ero più sola.

Per me casa, non è un luogo fisico, ma sono le braccia di mio padre e i dolci tocchi di mia madre.

Abbiamo parlato tanto, ho pianto tanto e se loro avessero potuto, lo avrebbero fatto. Mi hanno spiegato che mi hanno lasciata perché volevano un futuro normale per me e perché credevano che io non li avrei mai accettati. Sciocchi, io li amo, non mi importa se sono umani o vampiri, sono i miei genitori e poi hanno rinnegato la loro natura, sono più umani di quanto credono.

Hanno voluto sapere tutto ciò che ho fatto in questi anni, anche se sapevano più o meno tutto. Credevo che non si fossero minimamente interessati a me, invece ricevevano periodicamente informazioni su tutto ciò che facevo.

Ad un certo punto mio padre mi ha chiesto se ho veramente baciato un ragazzo e se sono stata deflorata da un usurpatore di fanciulle. Si ha detto proprio così. Io l’ho guardato prima stralunata e poi mi sono messa a ridere e lui? Lui si offende. Si, si offende. Ha gonfiato le guance, incrociato le braccia al petto e spostato lo sguardo. Io mi rotolavo dalle risate mentre mamma era in imbarazzo per il comportamento di papà.

Mi sono divertita veramente tanto. Finalmente mi sono sentita nuovamente amata. No che gli Swan non mi avessero amata, al contrario, ma non erano loro i miei genitori, certo non lo sono neanche i Cullen, ma dei miei genitori biologici non ho ricordi. Se penso a mio padre, mi viene in mente un bellissimo uomo con i capelli biondi e gli occhi dorati, se penso a mia madre, l’immagine di una dolce donna con i capelli caramello e gli occhi dorati prende il sopravvento della mia mente. Loro sono i miei genitori.

“Ti laurei.” Sussurra emozionato mio padre.

“Hai abbandonato la posizione da cucciolo ferito?” Gli chiedo ridacchiando, mentre mia madre cerca di coprire le risate con dei colpi di tosse. Peccato che i vampiri non possano tossire, altrimenti le avrebbe camuffate alla perfezione.

“Dai papino scherzavo, non ti off…” Mi soffoca in un abbraccio stritolatore.

“Pa…pà n-non re…spi…ro…ahhhh…” Allenta la presa e mi guarda emozionato.

“Mi hai chiamato papino.” Capisco a cosa  si riferisce e gli sorrido dolcemente.

“Sei e resterai per sempre il mio adorato papino.” Sospiro mentalmente e ripenso a ciò che dovrò fare tra pochi giorni. Forse avrei fatto meglio a non cercarli.

“Tesoro che ne dici se scendiamo in salotto? Anche gli altri vogliono conoscerti meglio, sono tutti su di giri. Non vedono l’ora di parlare un po’ con te, di conoscerti, anche se hai avuto modo di chiacchierare con Emmett e Jasper.” Accetto volentieri, anche io voglio conoscere gli altri, certo un vampiro con i capelli rossi vorrei conoscerlo in modo particolare, ma meglio tacere.

Sono agitata, e se non dovessi piacergli? Se alle mie sorelle non fossi simpatica? Infondo Rosalie non è stata proprio carina con me, certo io non sono stata da meno…

“Non preoccuparti, piacerai a tutti. A qualcuno più di altri…” Guardo mio padre confusa e sento un ringhio levarsi dal piano di sotto con risolini di sottofondo.

“Lascia stare tuo padre, l’età gli crea problemi.” Strano direi che mio padre è…è geloso? Ma di cosa o di chi? Boh, certo che questi vampiri sono proprio strani.

Mi incitano a camminare, ma sono praticamente inchiodata sul posto. Sto sudando e tremando.

“Ehi Bellina, devo venire a prenderti con la forza? Vedi che non riusciamo più a tenere ferme queste due pazze scalpitanti, ti conviene scendere per la tua e la nostra salute.” Mi rilasso alle parole di Emmett, ma solo leggermente.

Rigida come una tavola di legno seguo i miei genitori fino in fondo le scale, senza mai lasciare la mano di mio padre.

Per quanto ami mia madre, non potrà mai eguagliare mio padre. Forse è proprio vero che i bimbi sono legati alla mamma, mentre le bimbe sono legate al papà.

Arriviamo in salone e mi nascondo dietro la schiena di mio padre. Sono in imbarazzo e raramente mi è successa una cosa del genere.

“Che fai ti nascondi dietro papino? Hai paura?” Faccio sbucare gli occhi da dietro le spalle di papà e trucido Emmett con lo sguardo. Faccio vagare lo sguardo sui presenti senza soffermarmi troppo su quel grandissimo figo di Edw…ehm su mio fratello. Bella è solo tuo fratello.

Mi soffermo su Rosalie, ecco lei mi fa veramente paura.

“Vuoi mordermi?” Spalanca gli occhi incredula e nega con il capo.

“Vuoi mangiarmi?” Per poco la mamma non cade a terra dalla sorpresa, ma da Rosalie ricevo un’altra risposta negativa.

“Vuoi picchiarmi?” Ora ridacchia e nega nuovamente, mentre io sospiro di sollievo ed esco dal mio nascondiglio.

“Allora non ho paura.”

“Ti facevo paura?”

“Diciamo che il nostro primo incontro non è stato uno dei migliori.” Non finisco di parlare che vengo circondata da due paia di braccia fredde. Guardo terrorizzata mio padre ma lui mi sorride dolcemente ed io mi rilasso.

“Devi raccontarci tutto sorellina.”

“Cosa hai fatto in questi anni, come è stato il tuo primo bacio, la tua prima volta, il primo appuntamento, se ora hai un ragazzo. Ci devi parlare della tua laurea. Oh Rose faremo una festa fantastica. Dobbiamo andare a fare shopping per tutti per la grande occasione. Ma guardati Bella sei una favola e poi che look, sei proprio una Cullen.” Guardo scandalizzata Alice, ma non si ferma mai?

“Alice, amore, la stai spaventando.”

“Zitto Jasper, prima tu e l’orso avete avuto la vostra occasione, ora tocca a me e Rose.” Guardo mortificata Jasper, ma Rosalie cerca nuovamente la mia attenzione.

Finalmente dopo un’ora, un’intera ora a parlare di me, anzi loro chiedevano ed io rispondevo, anche se il più delle volte Alice prevedeva la mia risposta e faceva un’altra domanda senza darmi modo di rispondere alla precedente, sono libera di sedermi.

Sposto lo sguardo su Edward, è l’unico con cui fino ad ora non ho parlato e credo che sarà lo scoglio più grande, per vari motivi, il primo è che lui è stato il primo a far parte della famiglia, il secondo è che sono terribilmente attratta da lui.

Ci fissiamo in silenzio, è quasi imbarazzante. Per fortuna Jasper gli da una gomitata nelle costole e sembra riprendersi dal suo stato di trance.

“Bella, lui è Edward. Edward, lei è Bella. Ora hai conosciuto proprio tutti. Forse vorrai parlare anche un po’ con lui…” Perché Alice parla in modo malizioso?

Non arrossire, non arrossire, non arrossire.

Maledizione sono arrossita.

“Credo che abbia sentito tutto dal vostro interrogatorio. Certo se ha qualcosa da chiedermi…” Lascio la frase in sospeso, non so che dire e di certo lui non mi aiuta, se ne sta lì immobile e mi fissa. Non mi guarda, mi fissa proprio e mi sento veramente a disagio. Poi capisco il perché, probabilmente non si capacita del fatto di non riuscirmi a leggere nel pensiero.

“Certo, ho capito, tu non mi leggi nel pensiero, che stupida, ci dovevo arrivare prima.” Tutti mi fissano sconvolti e a lui quasi cade la mascella a terra.

“Ecco, tesoro, forse dovresti spiegarci un po’ di cose.” Ora sono tutti seri, ci accomodiamo sui divani e penso a cosa posso dire e cosa devo tenere per me, per fortuna la mia mente è impenetrabile.

“Si credo anche io che dobbiate avere delle spiegazioni. Allora…” Cerco le parole adatte per non essere fraintesa e non far passare James e Victoria per sanguinari, ma la realtà è che non c’è un modo soft, per dire loro che inizialmente volevano papparmi.

“Bene, sono venuta a conoscenza della vostra natura da James e Victoria, una coppia di vampiri che prima Emmett e Jasper hanno conosciuto. Non dirò bugie, perciò è meglio che sappiate che non sono vegetariani, anzi ci siamo conosciuti proprio perché io ero il loro pasto, poi non so cosa sia successo, hanno visto qualcosa in me e mi hanno risparmiata. Ora non uccidono più per sfamarsi, ma prendono il sangue alla banca del sangue.” Gli concedo qualche attimo il tempo di far loro assimilare le mie parole.

1…2…3…

“COOOOOSAAAAAA!!!” Esclamano indignati mio padre ed…Edward?

“Oddio la mia bambina.”

“T-tu ora gli sei amica?”

“Dove sono? Dove si nascondo? Ora li trovo e di loro non resterà che cenere, non vivranno più.” Il ringhio che esce dal petto di Edward è feroce e mi fa strabuzzare gli occhi.

“Emmett cerca di tenerlo fermo, mentre Jasper tenta di calmare papà.

“Calmatevi.” Intimo ad entrambi.

“Questa è la vostra natura. Voi vi siete evoluti in un certo senso, ma non tutti hanno seguito il vostro esempio e di certo anche a voi sarà capitato, almeno una volta, di uccidere qualcuno seguendo i vostri istinti. Non potete recriminar loro nulla. Siete vampiri e i vampiri si nutrono di sangue, certo, sono al settimo cielo del fatto che la mia famiglia non uccida nessuno per nutrirsi, ma non possiamo biasimare gli altri che seguono la loro natura. Ora ricomponetevi e parliamo.” Rigidamente tutti ci accomodiamo di nuovo.

“James è un segugio, mentre Victoria riesce sempre a trovare una via di fuga. È grazie a loro che ho scoperto tutto sulla vostra natura, dalla trasformazione, al comportamento dei neonati, al richiamo del sangue, tutto in pratica. Devo dire che ne sono rimasta molto affascinata. Loro mi hanno aperto gli occhi, loro mi hanno fatto capire il vero motivo per cui siete andati via, è stato grazie a loro che ho smesso di odiarvi. Inoltre sono gli unici amici che ho, gli voglio bene e loro ne vogliono a me. Emmett, ma soprattutto Jasper, possono confermarlo.” Entrambi annuiscono.

“Come fai a conoscerci tutti ed anche i nostri poteri?” Sorrido in direzione di Rosalie, anzi Rose, mi ha imposto di chiamarla così.

“Ho conosciuto altri vampiri, più che altro sono stati loro a cercare me e prima che me lo chiediate non so chi sono.” Jasper mi fissa furente, ops ha capito che mentivo.

“Bugia, ritenta.” Cerco una via di fuga, ma Jasper mi fa capire che non posso sottrarmi.

“I Volturi.” Sussurro lentamente, ma so che hanno sentito benissimo. Tutti si immobilizzano e smettono di respirare.

“Scusa cara, potresti ripetere, crediamo di non aver capito bene.” Inarco le sopracciglia in direzione di mia madre e lei si porta una mano alle labbra.

“Avete capito benissimo. Dicevo i Volturi, Aro, mi hanno cercata.”

“Cosa? Come?”

“Un attimo e vi spiegherò tutto, anche se avrei preferito evitare.” Sospiro e ripenso al mio incontro con Aro.

FLASHBACK

Era una giornata come le altre, mi trovavo a Londra, pare che anche lì ci siano state tracce di Cullen, ma risalivano a molti anni prima della mia nascita.

Stavo uscendo da un bar, avevo appena finito di fare colazione, e urto una persona. Mi volto per chiedere scusa, la mia goffaggine e il mio essere sempre con la testa tra le nuvole, sono epici.

Mi volto e resto immobilizzata.

Pelle bianca come un cadavere, talmente lattea da sembrare invisibile. Sorriso tetro e denti affilati come lame. Occhi rossi come il sangue. Vampiro.

“Scusi, non l’avevo vista, avevo la testa tra le nuvole.” Cerco di regolarizzare il respiro e il battito del cuore, non devo farmi assalire dalla paura, non può farmi nulla in mezzo a tutta questa gente, si esporrebbe. Maledizione, perché non ho accettato la proposta di James e Victoria e non li ho fatti venire con me?

“Oh non si preoccupi signorina, anzi la cercavo.” Impallidisco. Cazzo sono morta.

Continuiamo a fissarci. La sua faccia non mi piace per niente. Ha i capelli lunghi e neri e un sorriso mellifluo sul volto.

Sono morta. Sono morta. Sono morta.

Pur indossando abiti moderni è palese il suo appartenere ad un’altra epoca.

Sospiro rassegnata e mi avvicino di più.

“Dove andiamo?” Chiara, diretta e coincisa. Lui allarga il sorriso e mi guarda con ammirazione. Mi si avvicina e mi fa il baciamano. Ai vampiri di certo non si può recriminare la galanteria. Ridacchio divertita ma non mi molla la mano.

Se devo morire, meglio prenderla con filosofia.

“Sii veloce ed indolore. Ho sofferto tanto, almeno la morte voglio che sia piacevole.”

“Mia cara fanciulla, io non voglio ucciderla, anzi perché non prendiamo un caffè? So che ha già fatto colazione, ma magari una cioccolata calda potrebbe prenderla. Entriamo, così ci conosceremo meglio.” Lo fisso sconvolta, vuole prendere una cioccolata calda con me? con la sua preda? È un vampiro alquanto strano e bizzarro, direi buffo. Forse è meglio che non gli scoppi a ridere in faccia, potrebbe offendersi e arrabbiarsi, così annuisco. Mi apre la porta del bar, ci avviciniamo ad un tavolo e mi sposta la sedia per farmi accomodare. Lo ringrazio e gli sorrido. Sarà anche buffo, ma stranamente mi è simpatico.

“Cosa vi porto?” Un cameriere dall’aria annoiata si avvicina per prendere l’ordine. Io fisso curiosa il mio ospite.

“Una cioccolata con caramelle mou e panna per la signorina, un caffè italiano per me.” Come fa a conoscere i miei gusti? Aspetto che si allontani il cameriere per colmare i miei dubbi.

“La osservo da un po’.”

“Anticipa anche le mie domande.”

“Era alquanto palese dall’espressione del suo viso.”

“Può darmi del tu, in fondo credo di essere molto più giovani di lei.” Ridacchia divertito.

“Hai ragione Bella, sei molto, ma molto più giovane di me, anche se mi porto bene i miei millenni.” Tossisco convulsamente e lui mi batte una mano sulla spalla.

“Cosa è successo?”

“Non può dirmi come se niente fosse che lei ha qualche millennio di vita e pretendere che io non faccia una piega.”

“Hai ragione, ma cara, chiamami semplicemente Aro.”

 

 

Ciao Ragazze, scusate il ritardo, ma come sapete non aggiorno questa storia in giorni prestabiliti, e come mi è capitata solo un’altra volta, avevo leggermente perso l’ispirazione, dovuta al fatto che mi sto preparando per la sessione autunnale degli esami. Allora si capiscono alcune cose in più. Ma ve lo immaginate Aro che prende un caffè in un bar? Io proprio no. Spero di postare il prossimo capitolo entro la fine della settimana. Aspetto i vostri commenti, un bacio Mary e buona domenica.            

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Capitolo 5
*** Racconto ***


Racconto

“Può darmi del tu, in fondo credo di essere molto più giovani di lei.” Ridacchia divertito.

“Hai ragione Bella, sei molto, ma molto più giovane di me, anche se mi porto bene i miei millenni.” Tossisco convulsamente e lui mi batte una mano sulla spalla.

“Cosa è successo?”

“Non può dirmi come se niente fosse che lei ha qualche millennio di vita e pretendere che io non faccia una piega.”

“Hai ragione, ma cara, chiamami semplicemente Aro.”

 

“A-Aro?Quell’Aro? Il capo dei Volturi? Colui che è considerato una sorta di sovrano dei vampiri?”

“Oh sovrano, mia cara non esagerare, mi metti in imbarazzo.” Sollevo un sopracciglio in modo sarcastico.

“Peccato che non potendo arrossire non posso credere che lei sia in imbarazzo. Comunque, appurato chi è lei, ora se non le spiace, vorrei sapere cosa vuole da me. Se avesse voluto uccidermi, cosa che ancora non escludo del tutto, l’avrebbe già fatto senza tante cerimonie e senza metter su tutto questo teatrino.” Mi sorride mellifluo, certo che a vederlo così non è tanto terrificante.

“Mia cara, perché mi osservi con tanta curiosità?”

“Lei mi incuriosisce e se permette, e senza offesa, mi sembra un tipo alquanto bizzarro.” Spalanca gli occhi e scoppia a ridere. Una risata perfetta e cristallina. Perfetto come solo un vampiro può essere.

“Piccola Bella, sono stato chiamato in diversi nomi, ma mai nessuno mi ha definito bizzarro, lo trovo alquanto buffo.”

“Io invece lo direi inquietante, ma ancora non mi ha detto il motivo della sua cortese visita.” Avrà notato il sarcasmo? Si, dal suo sguardo capisco che l’ha notato.

“Non così in fretta. Ho tutto il tempo del mondo.”

“Io invece ho un orologio biologico che cammina e non fa sconti, perciò se vuole parlare in un luogo più appartato io ho finito e possiamo andare via.” Si alza elegantemente e mi scosta la sedia. L’ho già detto che pur essendo pericoloso e sanguinario è un vero gentiluomo? Prendo il portafogli per pagare ma una mano bianca e gelida mi blocca.

“Cara sono un gentiluomo e i gentiluomini non permettono alle proprie dame di pagare. Così mi offendi.” Scrollo le spalle, quasi quasi lo porto con me a comprare quella moto che ho visto prima. Ripensandoci forse è meglio arrivare subito al nocciolo della visita, sperando di uscirne viva.

“Facciamo una passeggiata.” Mi porge il braccio proprio come nel 1800 e inarco un sopracciglio, ma accetto ugualmente.

“So che è un gesto antico e sorpassato, ma diciamo che preferisco continuare a vivere con i miei modi, sono più educati rispetto a quelli odierni. Convieni con me, mia cara?” Ma la smette di chiamarmi così?

“Diciamo che non sono abituata a tutta questa galanteria.”

“Capisco. Bene dove mi porti?”

“Credo che lei conosca la città meglio di me, ma comunque Hyde Park va benissimo.” Continuiamo a camminare parlando di frivolezze e il mio nervosismo aumenta. Voglio, anzi esigo, sapere cosa vuole da me.

Ci accomodiamo su una panchina un po’ appartata e per un po’ nessuno dei due parla, fino a che mi spazientisco e sbotto.

“Ora può dirmi cosa vuole da me?”

“Certo, mi stavo solo godendo il panorama, ma data la tua impazienza è meglio arrivare subito al dunque. Tu sai di noi. Sei un potenziale pericolo per la nostra specie e sai che la nostra esistenza è segreta da millenni. Tutti coloro che ne venivano a conoscenza…”

“O morivano o venivano trasformati. Conosco le regole. Sono a conoscenza della vostra esistenza da diverso tempo e non ho mai aperto la bocca, non è nei miei interessi far sapere al mondo che i vampiri esistono. Per diversi motivi, ovviamente non voglio essere internata perché considerata pazza, ci tengo alla mia libertà ed io sono sana di mente. In secondo luogo non vedo il motivo di far sapere alla popolazione mondiale della vostra esistenza. Diciamo che c’è sempre stato equilibrio tra le due specie, certo non contando il fatto che uccidete per sopravvivere, ma mi pare che fino ad ora si è vissuti bene. Ovviamente se vi nutriste in modo diverso non solo sarete più umani, ma eviterete anche di uccidere innocenti.”

“Giusto ragionamento il tuo, ma vedi mia cara è la nostra natura. Vi sono due alternative, seguendo una diversa nutrizione, una è quella vegetariana diciamo, e l’altra è quella di prendere, o meglio rubare, il sangue delle donazioni.”

“Meglio ladri che assassini, non conviene con me, mio caro?” Ridacchia divertito. Stronzo.

“Giusto, ma non tutti hanno la forza e la voglia di andare contro la loro natura. Ma torniamo al nostro discorso. Sono consapevole che non dirai nulla a nessuno, non solo per la tua sanità mentale, credo che ci sia un motivo diverso che ti spinga al silenzio, non è vero? E per favore non propinarmi nuovamente le belle quanto false parole dell’equilibrio, non ci credi tu e non ci credo io.” Sospiro, sa tutto.

“Se sa perché me lo chiede? Vuole che le dica che la mia famiglia è composta da vampiri? Vuole che le dica che mi hanno abbandonata per la mia sicurezza? Vuole che le dica che ho due amici vampiri che seguono la dieta classica? Devo continuare o va bene così?”

“No, no va più che bene, ma ovviamente sono perfettamente a conoscenza di tutto ciò, penso tu l’abbia capito, sei alquanto intelligente.”

“Si l’avevo capito sin da quando mi ha detto il suo nome. Ora le chiedo cosa vuole da me. Non è stata infranta alcuna legge. Sono stata io a scoprire la vostra esistenza, e fino ad ora non ho dato modo di dubitare del mio silenzio.”

“Si, hai ragione, ma sai comunque tanto e inoltre possiedi un grande potenziale.” Lo guardo corrucciata.

“Mia cara sai che i vampiri, non tutti, possiedono doti extra?” Annuisco incuriosita dalla conversazione.

“Bene, io con un semplice tocco vengo a conoscenza di tutti i pensieri generati da un qualsiasi essere, e quando dico tutti mi riferisco anche ai segreti più nascosti e reconditi. Ma con te niente. Non riesco a percepire nulla. Ciò vuol dire che hai un potere latente già molto sviluppato, e sei solo un’umana, pensa a cosa potresti fare da vampira. Saresti una grande vampira, sar…”

“No, no, no, stop. Io non voglio essere un membro della sua guardia, non voglio prendere ordini da nessuno. Tutti possono scegliere se far parte o meno della guardia e io rifiuto. Se deve uccidermi faccia in fretta, ma mai diventerò un’assassina.” Mi guarda ammirato.

“Devo dire che sono affascinato. Sai quanti vorrebbero farne parte? Sai quanti vorrebbero immortalità, forza, bellezza? E tu la rifiuti. Per cosa poi? Credi che una volta che troverai i Cullen, loro ti accoglieranno in famiglia a braccia aperte?”

“Oh no, non mi illudo facilmente, la ringrazio per la preoccupazione. Non mi hanno voluta da bambina si figuri ora che sono maggiorenne ed indipendente e posso tranquillamente badare a me stessa.”

“Allora perché li cerchi?” Già, perché li cerco?

“Lei ha una moglie?”

“Si cara, i vampiri amano una sola volta nella loro esistenza. È un amore eterno, un amore che ti cambia e lega a se, non potrei amare nessun’altra donna, umana o vampira, che non sia la mia Sulplicia.”

“Se sua moglie andasse via la cercherebbe?”

“Certo.”

“Bene, io voglio cercare la mia famiglia e basta, non voglio nulla da loro. Voglio solo ricordargli la loro esistenza, per quanto con la vostra infinita memoria, possano averlo dimenticato.”

“In pratica vuoi sbattergli in faccia il tuo dolore?”

“Anche. È brutto da dire e anche da pensare, ma voglio che capiscano cosa hanno combinato. Come mi sono sentita.”

“E sia mia cara. Ti propongo un patto.” Lo fisso curiosa e guardinga, non mi fido molto di questo vampiro.

“Nel caso in cui loro vorrebbero averti in famiglia…”

“In quel caso non so se io potrei voler loro, mi hanno lasciato un segno indelebile.”

“Se per ipotesi, la famiglia si riunisce e finisce che siete tutti felici insieme, non mi vedrai più, ma bada bene dovrai essere una di noi, non potrai continuare ad essere un’umana, sarebbe troppo rischioso, anche se mi dai la tua parola mantenendo il silenzio. Però devono essere loro a proporti la trasformazione, non devi convincerli tu. Se invece non ritrovi ciò che credevi, ciò che ricordavi, allora entro in gioco io.”

“Mi viene a prendere e i fa entrare nella guardia, giusto?”

“Esatto, ma non solo, ucciderò i Cullen.” Sgrano gli occhi.

“Non può fare una cosa del genere. Facciamo così, verrò io di mia spontanea volontà, dopo la laurea, a Volterra, entrerò nella guardia, ma la mia famiglia non la tocca, da ora all’eternità.”

“E se loro ti volessero?”

“No, io verrò comunque, inventerò qualcosa, ma verrò. Li abbandonerò io.”

“Perché lo fai? Potresti vendicarti per tutto il male che ti hanno fatto. Sei troppo buona Bella e ti prometto che avrai libero arbitrio sulla tua nutrizione.”

“Anche se mi hanno fatto molto male, non vorrei mai che coloro che per un po’ di tempo mi hanno amata come una figlia muoiano a causa mia. Non voglio che i miei genitori e i miei fratelli muoiano. Le giuro Aro che se lei dovesse venir meno alla promessa di non toccare la mia famiglia, non potrà nascondersi in nessun posto al mondo a costo di distruggere l’intera guardia, a costo di morire io stessa.” Mi guarda con ammirazione.

“Sarai una grande vampira Bella.” Sospiro e volto lo sguardo verso l’orizzonte. Una folata di vento mi comunica che il mio accompagnatore è sparito.

Ma porca miseria in che guaio mi sono cacciata.

Stringo i capelli e urlo con tutto il fiato che ho in gola. Alcune persone si girano a fissarmi come se fossi pazza.

Riesco solo ad incasinarmi la vita.

Maledizione.

Torno alla realtà dopo il mio racconto. Ovviamente di quello strano patto non ho fatto parola, ci manca anche solo che mi trasformino per compassione e diciamo che ne ho fatto il pieno. Inoltre devo andare per forza a Volterra, perciò problema risolto.

Tutti mi fissano ammutoliti.

“Ti ha fatto del male?” Nego con il capo in direzione di mia madre.

“Però è strano. Sei sicura di aver detto tutto?” Annuisco in direzione di Jasper.

“Cosa è strano?” Chiedo curiosa.

“Non ti ha chiesto nulla. Cioè Aro è famoso per il suo volere talenti nella guardia e per non risparmiare mai nessuno. È strano il fatto che ti abbia lasciato andare senza voler nulla in cambio.”

“Direi che la bella paura che mi ha messo addosso quel giorno non è proprio niente. Sono ripartita in fretta e furia per evitare altri incontri spiacevoli con lui, anche se presumo che se avesse voluto parlarmi nuovamente me lo sarei trovato di fianco senza che me ne accorgessi.”

“Hai ragione, ma trovo comunque strana tutta questa storia.”

Sento le braccia di mio padre che mi stringono a se. Mi lascio andare al suo abbraccio. Mi sento protetta tra le sue braccia.

“Ehi Bellina, ma ancora non hai detto nulla dello scudo.”

“Oh si. In pratica nessuno può entrare nella mia testa, perciò il potere di Edward non funziona su di me, sono io che inconsciamente lo blocco. Credo che anche Alice abbia delle difficoltà.”

“Giusto sorellina. Non riesco a vedere il tuo futuro, o meglio vedo il tuo futuro ma non le tue scelte.” Perché mi guarda maliziosamente? La guardo curiosa.

“Mi dispiace ma nessuno saprà nulla oltre me.” Alterno lo sguardo da lei a Edward e viceversa.

“Oh tranquilla neanche lui lo saprà, ho diversi trucchetti che mi consentono di tenerlo lontano dalla mia mente.”

“Geniale.”

“Oh lo so, ti ringrazio. Ora però credo che sia ora di cena giusto? Vuoi per caso morire di fame?” Mi alzo di scatto, ora che mi ci fa pensare ho una fame tremenda.

“Hai ragione. Ora vado. Ecco…si…ehm…ci…ci…vediamo…mmm…do-domani?” Balbetto e arrossisco in direzione dei miei genitori e fulmino i miei fratelli che ridacchiano divertiti.

“No tesoro…” Il mio viso deluso lo notano.

“Oh…ah…ehm…mmm...v-va bene…mmm…ok…allora…si…vado…io…si…” Mi volto e mi dirigo verso la porta.

“Bella? Dove vai?” Non voglio voltarmi vedrebbero gli occhi lucidi.

“I-in alber-go.” La voce è rotta dai singhiozzi traditori.

Le braccia di mio padre mi avvolgono e mi stringono in un altro abbraccio al quale si aggiunge anche mio madre. Mi volt verso di loro e noto ce ci hanno lasciati soli.

“Non ci vediamo domani perché tu resterai qui. Noi siamo la tua famiglia e questa è casa tua. Alice e Rose nel pomeriggio hanno provveduto a preparare la tua camera, hanno preso la tua roba in albergo e saldato il conto. Ora tua madre ti prepara la cena e poi ci accomodiamo di nuovo in salotto o tu vai a letto se sei stanca, ma da qui non ti muovi. Non ti faremo più andare via.” Oh papà, che stupida che sono stata.

Mi butto tra le sue braccia e lascio libero sfogo alle mie lacrime.

“Ssh amore, perdonaci, perdonaci.” Stringo anche mia madre fino a che non mi calmo e poi ci dirigiamo tutti e tre in cucina.

Come farò a tener fede alla parola data ad Aro?

 

Ciao ragazze, sono viva e non sono stata rapita, ma come sapete questa storia la scrivo quando ho momenti liberi dallo studio. Allora cosa ne dite del capitolo? A me ha fatto commuovere la parte finale. Chissà come andrà a finire tra Aro e Bella. Aspetto i vostri commenti, a presto, un bacio Mary.         

 

 

 

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Capitolo 6
*** Voglio la verità ***


Voglio la verità

“Non ci vediamo domani perché tu resterai qui. Noi siamo la tua famiglia e questa è casa tua. Alice e Rose nel pomeriggio hanno provveduto a preparare la tua camera, hanno preso la tua roba in albergo e saldato il conto. Ora tua madre ti prepara la cena e poi ci accomodiamo di nuovo in salotto o tu vai a letto se sei stanca, ma da qui non ti muovi. Non ti faremo più andare via.” Oh papà, che stupida che sono stata.

Mi butto tra le sue braccia e lascio libero sfogo alle mie lacrime.

“Ssh amore, perdonaci, perdonaci.” Stringo anche mia madre fino a che non mi calmo e poi ci dirigiamo tutti e tre in cucina.

Come farò a tener fede alla parola data ad Aro?

Sono passati tre giorni da quando ho ritrovato la mia famiglia. Mi trovo bene con tutti. Mio padre non mi perde di vista neanche un secondo, mia madre è premurosa ed affettuosa più di quanto ricordassi. Alice e Rose sono due uragani, due sorelle perfette, le sorelle che ho sempre desiderato. Emmett è un mito, mi fa morire dal ridere e facciamo certi tornei alla play station e alla Wii fenomenali. Mi ha detto che sono la sua ancora di salvezza perché in questa famiglia di bacchettoni mai nessuno voleva giocare con lui, insieme ci divertiamo un mondo.

Poi c’è Jasper, il mio preferito. Eh si, adoro mio fratello. Mi capisce al volo. Sarà per il suo potere, sarà che tra noi è stato amore a prima vista direi, amore fraterno ovviamente, ma fatto sta che siamo veramente in sintonia. Parliamo di tutto, ovviamente non mi ha chiesto nel dettaglio come è stata la mia prima volta o il mio primo bacio, la parte imbarazzante la lasciano alle sorelle anche se Emmett voleva essere presente al momento delle nostre confidenze.

E infine c’è lui, Edward.

Con Edward ci ho parlato poco e niente e non mi capacito sul perché.

L’ho osservato molto, certo nel limite del possibile evitando di farmi beccare, ma credo di non esserci riuscita. Praticamente tutti hanno notato il mio interesse o sembra a me che tutti l’abbiano notato. Lui invece niente, il vuoto. È come se non esistessi per lui e questa cosa mi fa soffrire.

Ovviamente Jazz ne è a conoscenza ma questa volta l’ha capito dal suo potere. Ha capito che per Edward provo qualcosa di diverso che affetto fraterno, ma ho cercato di negare anche se non l’ho ingannato.

Credo che sia meglio così, una sofferenza in meno per quando dovrò andare a saldare il conto con quel vecchio uccellaccio che vive a Volterra.

Spesso sogno di sentire le sue labbra fredde sulle mie. Sogno di sentire le sue mani scorrere lungo il mio corpo. Sogno di poter fare l’amore con lui ininterrottamente, sogno, appunto. Resterà solo un sogno.

Però mi fa soffrire. Non posso averlo come compagno di vita, lui è troppo per me, ma almeno come fratello mi sarebbe piaciuto conoscerlo, ma credo che da un lato sia meglio così, non mi sarebbe bastato come fratello, avrei preteso sempre di più, lui mi avrebbe rifiutata e probabilmente ci sarebbero stati scontenti in famiglia a causa mia ed io non voglio. Preferisco questo a dover essere causa di malumori in famiglia, anche se questa indifferenza mi sta uccidendo.

“Ehi sorellina, vieni con me.” Mi volto curiosa verso Jazz e inarco un sopracciglio.

“Ehm non credi di doverti vestire un po’ di più? Per fortuna nessuno qui, oltre te, rischia l’infarto.” Sento un sibilo, quasi un leggero ringhio, provenire da Edward che è appena entrato in casa, diretto a Jasper. Forse si è arrabbiato per la battuta stupida ma che anche se non ho ben capito mi ha fatto ridere. Emmett dice che ho un enorme coraggio, perché solo io capisco e rido allo strano umorismo dark di Jasper, oltre sua moglie, ma lei ci è quasi costretta a causa del loro legame, a detta dell’orso.

Tornando alle parole di Jazz mi guardo e vedo un semplice paio di shorts, degli scalda muscoli, una t-shirt e i miei occhiali nerd da lettura. Ahhh sono vestita, pensavo di aver scordato gli shorts.

“Sono vestita fratellone. Comunque dove andiamo?”

“Salta in spalla, andiamo in un posto discreto, lontano da occhi, orecchie e menti indiscrete.”

“Oh andate a farvi le confidenze, voglio venire anche io.” Si imbroncia l’orso.

“Quando io e un cane della riserva diventeremo amici per la pelle, tu potrai venire con noi.” Scoppio a ridere, ovviamente solo io, questa volta neanche Alice ride.

“Bella, per quanto ami mio marito, non capisco come tu rida sempre alle sue battute.” La fisso negli occhi e scrollo le spalle indifferente, è qualcosa che sento a pelle.

Erroneamente sposto lo sguardo su Edward che mi fissa con un’espressione indecifrabile. Mi perdo nell’oro liquido dei suoi occhi.

Cazzo devo andarmene altrimenti potrei fare qualcosa di stupido, tipo saltargli addosso, farlo tener fermo dai miei fratelli e violentarlo. E che cazzo, ma non è un peccato e un delitto essere così perfetti?

Vorrei essere la sua mano e passare tra i suoi capelli, proprio come sta facendo ora.

Sento una risata cristallina alle mie spalle e il pavimento viene a mancarmi sotto i piedi.

“Ahhhhhh Jaaaaaazzzzzzzz, stronzoooooo.” Continua a ridere di cuore mentre io cerco di riprendermi dallo spavento e corriamo, o meglio corre, nella foresta.

Chissà dove vuole portarmi e cosa deve dirmi.

Arriviamo dopo pochi minuti, anche se il mio stomaco in subbuglio crede che siano passate ore. Non penso che mi abituerò mai a questa velocità.

Mi fa scendere dalle sue braccia e sto ancora tremando per il colpo che ha causato al mio giovane, delicato e povero cuore.

“Non so come ma mi vendicherò e poi mi chiederai pietà in ginocchio.”

“Mm non credo che tu sia nella posizione di minacciare sorellina, sai potrei, per puro caso, pensare ai sentimenti che provi in presenza di un rosso di mia conoscenza…” Lascia la frase in sospeso mentre io impreco tra i denti come uno scaricatore di porto.

“Ora dopo che le tue dolci labbra hanno finito di elargire eleganti parole veniamo a noi.” La sua faccia è di colpo seria ed anche la mia, cosa succede?

“Dimmi, ti ascolto.”

“Non devi ascoltarmi, devi parlarmi. Cosa hai tenuto nascosto dell’incontro con Aro? Non dire nulla, non offendere la mia intelligenza. Aro è disposto a tutto pur di avere talenti validi tra le proprie fila. Perciò credo che ci sia dell’altro ed io pretendo di saperlo. Ho aspettato qualche giorno per vedere se tu me ne avresti parlato, ma dato che non ti decidi, ho preso io l’iniziativa. Ma stai tranquilla Alice non può vedere nulla perché siamo vicini ai confini con i cani e lei non riesce ad avere visioni su di loro.”

È proprio una stratega eccellente, ha pensato proprio a tutto e da buon soldato, ha capito tutto, maledizione, ora come ne esco.

“Non cercare di tergiversare o di rifilarmi una scusa, sai che non attaccherebbe.” Ma che cazzo in pochi giorni ha imparato a conoscermi meglio di persone che mi conoscono da anni.

Sospiro e inizio a camminare nervosamente. Cerco disperatamente le sigarette, maledizione non le ho prese.

“Tieni. Sai che sono contrario, ma sapendo ciò di cui avremo parlato ho pensato che ne avresti avuto molto bisogno, anche se preferirei che non le fumassi, se vuoi distendere i nervi ti aiuto io con i miei poteri.”

“No, no, devo fumare. Devo organizzare le idee, ma non sono sicura di volerti dire qualcosa a proposito di ciò che vuoi sapere. Sono cose personali.”

“Bella preferirei che parlassi di tua spontanea volontà, altrimenti potrei estorcerti tutto con il mio potere. Sai che posso farlo e lo farò.” Gli occhi emanano saette.

Accendo una sigaretta e ne aspiro una lunga boccata. Il fumo inizia a fare i suoi effetti e sembra di avere i nervi più distesi.

“Mm effettivamente c’è qualcosa che ho omesso, ma non è proprio rilevante.”

“Parla Bella, sto perdendo la pazienza.” Mi ordina perentorio ed io sospirando non posso far latro che ubbidire.

“Devi promettermi che non ne farai parola con nessuno a costo della vita, so che non hai segreti con Alice, ma devi prometterlo. Non ci dovrai pensare mai, dovrai fare in modo di cancellarlo dalla tua mente nel momento esatto in cui io te ne parlerò. Un’ultima cosa, non potrai far nulla e questa non è una richiesta è un obbligo. Non devi fare nulla.” Nota che il mio sguardo è estremamente serio, ma non dice nulla.

“Prometti o io non parlo.”

“Prometto.” Sembra quasi che l’abbia detto con la morte nel cuore.

“Quello che ti dirò non ti piacerà affatto.”

“Immaginavo. Aro è un essere squallido ed è disposto a tutto pur di ottenere ciò che desidera e credo che tu sia una delle cose che desidera, si cosa, perché per lui non sarai altro che un oggetto.”

“Arrivo subito al dunque, sai che non am…”

“Cullen!” Ci giriamo entrambi verso la voce che ci ha chiamati. Spalanco la bocca per la sorpresa, ma che diavolo sono?

“Oddio ma che diavolo sono? Sembrano cavalli. Jazz sono pericolosi.” Il mio fratellone si mette davanti a me in posizione di difesa e gli ringhia contro. Oddio ho paura per lui anche se so che non dovrei averne.

Oh cazzo questi sono i cani della riserva. Siamo spacciati, Jazz è solo e loro sono due cani che sembrano più cavalli ed un umano che credo non tarderà a trasformarsi.

“Cosa fai con quella ragazza?” Mm io? Mi sento chiamata in causa e mi sporgo dalla spalla di mio fratello.

“Parli di me?” Chiedo all’uomo che è tutto un fascio di muscoli.

“Certo. Vieni via di lì, è pericoloso.”

“Cane, sparisci. Sono nel mio territorio.”

“Non ti faremo uccidere un’umana. Ragazza vieni con noi. Succhiasangue state infrangendo il patto, vi uccideremo tutti.” Prego? Ma questo ha fumato erba avariata?

Mi sposto al fianco di mio fratello che mi guarda trucemente.

“Torna dietro di me.” Lo zittisco con un gesto della mano.

“Senti un po’ gigante, chiama nuovamente mio fratello così e ti giuro che ti farò cantare in un coro di voci bianche. Ti darò una ginocchiata nelle palle talmente forte che non avrai neanche più la facoltà di procreare o accoppiarti. Ora detto questo, vorrei dirti che io e mio fratello siamo nel nostro territorio, voi cagnolini mi sembra abbiate sconfinato. Sai potrei andare a casa e dire alla mia famiglia che avete infranto il patto, saranno loro poi ad attaccare voi e vedremo come andrà a finire. Un’ultima cosa, io non mi chiamo ragazza. Il mio nome è Isabella Cullen e questo è mio fratello e prima che il tuo misero cervello da microcefalo sottosviluppato pensi cose assurde, ti dico che i Cullen mi hanno adottata da piccola, conosco la loro natura, non mi hanno mai fatta del male e ora gradirei che faceste 13 passi indietro e tornaste nel vostro territorio. Ah, e per inciso ovviamente la mia famiglia verrà avvisata di ciò che è successo oggi e credo proprio che mio padre vorrà delle delucidazioni. Ora sciò.” Il lupo marrone mi fissa e sembra ridere, ma non posso dirlo con certezza.

Il microcefalo schiocca la lingua, richiama i suoi cagnolini e spariscono dietro gli alberi.

Emetto un sospiro di sollievo mentre mio fratello scoppia a ridere.

“Oddio non l’avrai mai creduto, un vampiro che viene difeso da un’umana che sfida un gruppo di lupi. Sei una continua fonte di sorpresa sorellina.” Sposta lo sguardo nuovamente alla foresta e digrigna i denti.

Cazzo è un dio quello che si sta dirigendo verso di noi.

“Black non hai capito di aver sconfinato?”

“Calma Cullen, calma. Volevo solo complimentarmi con tua ehm…sorella.”

Lo guardo mi sta divorando con lo sguardo ed anche, non è affatto male, quasi ci faccio un pensierino e credo che anche lui abbia i miei stessi pensieri. Jasper mi fissa shoccato, mentre uccide lui con lo sguardo e gli ringhia contro.

“Stai lontano da mia sorella cane o il patto lo mando a puttane e ti spezzo l’osso del collo.” Ops mi ero dimenticata del potere di mio fratello.

“Frena sanguisuga, ammetto che è veramente una bella ragazza, ma io sono felicemente innamorato.” Peccato non avevamo gli stessi pensieri. Ad un tratto un paio di occhi dorati e delusi fanno capolino nella mia mente e mi immobilizzo. Dannazione, non devo pensare ad Edward. Devo cancellare questo amore non corrisposto ed impossibile che provo per lui.

“Non mi frega niente del tuo imprintig, non parlare più con mia sorella.” Fisso Jasper offesa.

“Ehi so badare a me stessa.”

“No che non ne sei in grado, ed ora torniamo immediatamente a casa e tu sparisci dalla mia vista.”

“Isabella, io sono Jacob Black, è stato un piacere conoscerti. Questa sera facciamo un falò in spiaggia con tutti i ragazzi della riserva, ci farebbe piacere che ti unissi a noi.” Una serata diversa in cui non sarò costretta a soffrire per l’indifferenza di Edward, oh si, mi piace proprio.

“Neanche per id…”

“Accetto, ti ringrazio per l’invito Jake. Posso chiamarti Jake?” Lui scoppia a ridere e annuisce.

“Perfetto, io sono Bella. A che ora vengo? Mm ma non conosco la strada.”

“BELLA! Non esiste, tu non ci andrai. Sono pericolosi, potrebbero perdere il controllo e fari del male.”

“Oh avanti Cullen se si tagliasse per caso in casa vostra sarebbe più pericoloso, con noi invece non accadrebbe nulla.” Effettivamente non ha tutti i torti.

“Andiamo a casa, immediatamente.” Credo di aver tirato troppo la corda.

“A stasera Jake, senti facciamo così ci incontriamo alle 8 al cartello di Benvenuti a Forks la ridente e soleggiata cittadina, va bene?” Scoppia a ridere e annuisce mentre sparisce nuovamente nella foresta.

 Jasper furioso mi prende tra le braccia e in un lampo arriviamo a casa. Non ho il tempo di mettermi in piedi che inizia a sbraitarmi contro.

“Sei una stupida, ma cosa ti è saltato in mente eh? Ma ti rendi conto di cosa hai fatto? Tu da qui non esci. Non pensare di andare in quel posto stasera. Ma che hai in quel cervello segatura? Non hai capito chi sono quelli? Non…” Lo ascolto con finto interesse e noto tutta la famiglia che ci fissa sbalorditi storcendo il naso.

“Ragazzi cosa succede? E perché puzzate di cane?” Mi volto verso mio padre e gli sorrido.

“Nulla papà, è solo che Jasper sta dando un po’ di matto. I vampiri possono impazzire?”

“Impazzire? Impazzire? IMPAZZIRE IO? TU sei diventata completamente pazza. Tu.non.esci.di.casa.” Mi ringhia ad un centimetro dal viso e allora anche io mi incazzo.

“E chi me lo impedirà? Tu? Non credo proprio. Io stasera ci vado eccome e magari ci faccio anche sesso con uno di loro.” Oh cazzo che cosa ho detto? Sento vari ringhi alle mie spalle. Non mi volto so che uno proviene da mio padre, uno da Emmett e l’altro non so proprio da chi.

“Co-cosa hai detto?”

“Che ci vado e tu non potrai impedirmelo. Sono maggiorenne e tanto basta.”

“Sei maggiorenne solo all’anagrafe, il cervello a quanto pare l’hai perso per strada.” Jasper si rende conto subito di ciò che ha detto e mi fissa dispiaciuto. Il mio sguardo è gelido, non gli rivolgo la parola e mi volto verso i miei genitori.

“Questa sera andrò ad un falò alla riserva, sono stata invitata da Jacob Black, nessuno me lo impedirà. Non prendo ordini da nessuno, voglio che questo sia chiaro a tutti.” Mi volto verso le scale e mi dirigo in camera mia.

“Bella, io…”

“Hai parlato abbastanza Jasper, ora scusami ma devo rivedere il discorso della discussione.”

Passo affianco ad Edward ed è immobile come una statua. Mi fissa ma io non lo degno di uno sguardo.

“Ah papà, dei lupi hanno sconfinato.” Detto questo mi dirigo in camera mia e cerco di soffocare i singhiozzi sul cuscino sperando che non mi sentano, ma ovviamente la speranza è vana.

POV EDWARD

“Un cane rognoso ha sconfinato e si è avvicinato a lei? Ma come è possibile? Io li ammazzo tutti, uno ad uno.” Emmett sbraita mentre io fisso ancora le scale da cui lei è salita.

Sesso. Sesso. Sesso.

Lei ha detto che farà sesso. Con un cane. Sesso con un cane. Mentre io mi struggo d’amore per lei.

Tutti sono infervorati mentre io sono concentrato sui suoi singhiozzi e sul battito irregolare del suo cuore.

Jasper l’ha ferita. Per lei è il fratello preferito, mentre io non sono nessuno.

Certo non mi sono mai avvicinato a lei e le uniche parole che ci siamo scambiate sono buongiorno, buonasera, buonanotte e ciao. Ovviamente sono io che ho imposto questa freddezza tra di noi, non posso farle del male e lei è una fragile e calda umana. Mentre io sono un mostro. Io non dovrei esistere.

“Edward dì qualcosa.” Mi volto verso Rose, anche lei l’adora. Solo io sono il coglione che l’ha tenuta sempre lontana, smontando tutti i suoi tentativi di avvicinarsi a me e alla fine si è arresa. Se da una parte credo che sia meglio così, dall’altra soffro come un cane. Mai un suo sorriso è stato rivolto a me. Mai uno sguardo dolce era per me. mai una parola d’affetto era per me. Ma non posso incolparla, la colpa è solo mia. Lei ha provato ad avvicinarsi ma io l’ho sempre allontanata.

Non rispondo a Rose ma il mio sguardo vale più di mille parole.

Loro sono consapevoli del mio amore per la dolce e forte Bella. Loro capiscono che non potrò mai amare nessun’altra nella mia esistenza. Ma non posso farla avvicinare.

“Abbiamo visite.” Dice Alice. Maledizione i Denali. Tanya. La mia amica di giochi.

Mi vergogno di me stesso. Ma dopo anni ed anni di solitudine ho ceduto alle sue lusinghe, volevo un po’ d’affetto, conscio che il suo è prettamente ed unicamente rivolto al mio corpo e null’altro.

Alice e Rose mi trucidano con lo sguardo, ed anche io resto della famiglia. Non hanno mai apprezzato questo offrire il mio corpo ad una che la da a destra e a manca.

Carlisle va ad aprire la porta teso come una corda di violino. Geloso, tremendamente geloso della sua bambina e preoccupato per lei.

“Amici miei, è un piacere avervi qui e grazie per aver accattato il nostro invito.”

“Siamo lieti di esser stati invitati per la laurea della vostra Isabella e non vediamo l’ora di conoscerla.” Le parole emozionate di Carmen sono sincere mentre Eleazar è nervoso, come se cercasse qualcuno.

“Edward, tesoro è da un po’ che non ci vediamo.” Tanya si attacca al mio braccio come una cozza allo scoglio. I suoi pensieri sono tutt’altro che casti e tutti prevedono me e lei mentre facciamo sesso furioso. Ora mi reputo ancora più squallido del solito.

“Tanya è un piacere rivederti. È un piacere rivedere tutti voi.”

“Lui è Laurent, il compagno di Irina. Un nuovo membro della nostra famiglia.” Ci presentiamo e saluto Irina, Kate e Garrett il suo compagno.

“Bells, scendi, abbiamo ospiti.” Sento il suo sospiro e apre la porta. Lentamente scende le scale e fissa curiosa i nuovi arrivati. Io resto sempre senza fiato di fronte alla sua bellezza.

Tanya ha capito tutto, per quanto sia oca è molto intelligente.

“Anche lo scapolo d’oro si è innamorato. È bellissima, spero che ricambi tuoi sentimenti, te lo meriti.” Stringo la presa sul suo braccio per ringraziala, ma non le posso dire che sicuramente mi reputa un odioso, asociale e maleducato.

Tutti sono in una posizione di stallo, non le abbiamo detto di aver invitato i Denali alla sua laurea, potrebbe anche prenderla male.

Un timido sorriso aleggia sulle sue labbra, è ancora più bella.

Inizia a correre e si butta tra le braccia di Eleazar, che l’accolgono stringendola al suo petto. Tutti noi restiamo sbalorditi.

“L’umana più potente che abbia mai conosciuto. Sei cresciuta Bella, e sei sempre stupenda.”

“Eleazar, mi stai soffocando. Ecco ora respiro meglio. Professore, ci si rivede.” Strabuzziamo gli occhi.

“Vi conoscete?”

“Certo, era il mio professore di letteratura al liceo. Credevo fosse il vampiro più strano che avessi mai conosciuto, ma poi mi sono ricreduta.” E fissa Jasper con un sorriso.

“Ah pace fatta tra i due fratellini inseparabili. Ci volevi tu Eleazar.”

“Vieni Bella ti presento la mia famiglia. Lei è mia moglie Carmen.” La stringe tra le braccia, ho paura che le vengano dei lividi, ha la pelle così bella e delicata. Così soffice, così…

“Edward per favore non eccitarti pensando a Bella.” Jasper mi riprende mentalmente e sempre mentalmente mi do un calcio nelle palle per la mia stupidità.

“Loro sono le mie figlie Irina, Kate e Tanya.” Tutte e tre l’abbracciano felici.

“Lui è Garrett, il compagno e futuro marito di Irina.”

“Wow congratulazioni.”

“Ed infine lui è…”

“Ohhh chi non muore si rivede.” Finirà mai di stupirci?

“Ops sei già  morto.”

“E tu sei la solita stronza Bells.” Perché hanno tutta questa confidenza? Sporgo i denti mentre Tanya mi ammonisce con lo sguardo.

“Grazie per i complimenti Laurent, anche per me è un piacere rivederti, ora che ne dici di abbracciarmi.”

“Mi sei mancata nanetta.”

“Anche tu mi sei mancato treccine.” La guarda trucemente e Carlisle cerca di capire, come tutti, dove si sono conosciuti.

“La coppia più bella del mondo che fine ha fatto?”

“Mm sono in zona. Anzi credo che verranno qui a breve.”

“Vedo che non ti hanno abbandonata.” Sottile stoccata nei nostri confronti che fa abbassare il capo ai miei genitori e alle mie sorelle mortificati mentre io e i miei fratelli gli ringhiamo contro.

“Calma ragazzi, calma. Laurent.” Lo ammonisce Eleazar, ma lui non si scusa anzi ridacchia divertito.

“Pardon. Non credevo di offendere qualcuno.” L’astio nei nostri confronti è palese e Irina cerca di calmarlo, mentre Bella lo ammonisce con lo sguardo e lui alza le mani in segno di resa.

Ci accomodiamo tutti sul divano mentre Bella vola praticamente tra le braccia di Jasper e gli riempie il volto di baci. Alice e gli altri sono commossi da questo profondo rapporto mentre io sono rigido e geloso marcio, invece Tanya non capisce cosa sta succedendo. Il resto dei Denali crede che tra lui e Bella ci sia del tenero e questo aumenta la mia gelosia.

“Non è come credete. Sono praticamente fratelli, come se lo fossero realmente. Diciamo che Emm è geloso credeva che sarebbe stato lui il fratello preferito, ma stupendoci tutti il fratello preferito, nonché confidente di fiducia è il mio adorato marito.” Jasper prende “le sue donne” tra le braccia e le stringe forte.

“Allora Bella ti stai per laureare. Carlisle ci ha chiamati ieri per invitarci, è un problema?”

“Affatto, sono veramente felice di avervi qui.” Ed è sincera, leggo la sincerità nei suoi occhi.

“Nanetta, fai ancora corse clandestine con le moto?” Tutti si cristallizza intorno a noi, mentre Carl contrae nervosamente un sopracciglio.

“Moi? Corse clandestine? Moto? Non capisco proprio a cosa tu ti riferisca.” Laurent scoppia a ridere.

“Isabella.” Tuona mio padre.

“Si papino mio adorato?” Ecco che è capitolato. Tutti ridacchiano alla scena e lui si ricompone immediatamente.

“Di cosa parlava Laurent?”

“Non lo so, oh mio principe azzurro.”

“Che gran lecca culo.” Sussurra Emm mentre tutti ridono sommessamente e io continuo a restare rigido.

“Allora io credo che per l’occasione bisogna fare del sano e gratificante shopping.” Ecco che Alice, con le sue perle di saggezza, sposta l’attenzione.

Tutte le ragazze hanno una luce strana e inquietante negli occhi.

“Solo ragazze ovviamente, così conosciamo meglio Bella e spettegoliamo un po’.” Credo che tutti gli uomini di questa stanza vorranno fare una statua di diamanti a Tanya. Santa Tanya Denali.

“Certo. Verrà anche Vic con noi, è una mia amica, anche lei è una vampira. Potremo andarci ora. Però ad una condizione.” I suoi occhi brillano di malvagità. Alice ha una visione confusa, dato che non riesce a vederla bene, ma da quel poco che abbiamo visto, posso confermare la mia tesi, è bella, intelligente, dolce ma anche diabolica.

“Jazzino verrà con noi, deve farsi perdonare qualcosa e in più ci serve un porta borse.” Lui per poco non fa cadere Alice dalle sue braccia e fissa trucemente la sua non tanto più amata sorellina che gli sorride in modo inquietante.

Due odori ci fanno voltare il capo verso la grande vetrata. Laurent si alza felice e Bella gli sorride.

James e Victoria.

Continua…

 

Set abiti

Ciao ragazze, vi chiedo enormemente scusa per il ritardo, ma non ho capitoli pronti e sto preparando gli esami che a breve sosterrò. Diciamo che è un periodo in cui lo studio è il padrone del mio tempo. Mi dispiace da morire, spero ci sia ancora qualcuno che abbia piacere di seguire la storia. Allora cosa ne pensate del capitolo? Ovviamente continua solo che era troppo lungo e l’ho diviso. Il prossimo sarà perciò il seguito di questo e poi finalmente arriviamo alla tanto attesa laurea. Spero di postare la prossima settimana, aspetto i vostri commenti. A presto, un bacio Mary.          

 

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Capitolo 7
*** Primi passi ***


Primi passi

“Certo. Verrà anche Vic con noi, è una mia amica, anche lei è una vampira. Potremo andarci ora. Però ad una condizione.” I suoi occhi brillano di malvagità. Alice ha una visione confusa, dato che non riesce a vederla bene, ma da quel poco che abbiamo visto, posso confermare la mia tesi, è bella, intelligente, dolce ma anche diabolica.

“Jazzino verrà con noi, deve farsi perdonare qualcosa e in più ci serve un porta borse.” Lui per poco non fa cadere Alice dalle sue braccia e fissa trucemente la sua non tanto più amata sorellina che gli sorride in modo inquietante.

Due odori ci fanno voltare il capo verso la grande vetrata. Laurent si alza felice e Bella gli sorride.

James e Victoria.

POV BELLA

Ecco i miei amici. Noto un po’ di tensione in sala.

“James, Vic, entrate, accomodatevi.” Entrambi storcono il naso di fronte a tutto il lusso della casa ma non dicono nulla, anche se il sottile ringhio di Edward fa capire che i loro pensieri non sono proprio innocenti.

“Ohh un lettore di pensieri. Interessante.” Dice James con astio.

“Dacci un taglio James, non è il momento.” Li faccio accomodare e tutti si fissano rigidamente.

“Non si salutano i vecchi amici?” Bravo Laurent, almeno serve a qualcosa. Se ripenso che ha spiattellato le mie corse clandestine davanti a mio padre, grrr, mi viene voglia di strozzarlo, peccato non possa farlo, però magari tra qualche mese…

No Bella, è un tuo amico e non lo strozzerai.

Mm ora che ci penso la vecchia cornacchia non mi ha chiamata più, anche se non credo che si sia arreso.

Io e la mia enorme stupidità. Forse dovrei dire qualcosa al resto della famiglia, no, meglio di no, non voglio che accada loro nulla.

Il vecchio trio di amici si è ritrovato, che scena commovente. Si nota il sarcasmo nella mia voce? Però devo dire che sono veramente molto amici, mi è dispiaciuto molto che Laurent abbia deciso di staccarsi dal gruppo, ma effettivamente essere il terzo incomodo con una coppia che tuba ovunque non è bello, e poi diciamolo anche lui voleva una compagna da amare e dalla quale essere amato.

“Laurent! Cosa ci fai qui? Avevamo sentito il tuo odore, ma non credevamo possibile che fossi tu, anche perché c’erano altri odori.”

“Invece sono proprio io. È bello rivedervi. Non immaginate la sorpresa quando ho saputo che i Cullen fossero amici della mia famiglia. Ora passiamo alle presentazioni. Lei è Irina, la mia adorata e bellissima compagna.” Oddio credo che potrei sciogliermi, sempre se prima mi passi il senso di nausea di fronte a questa scena. Laurent in modalità tenerone e innamorato è veramente inquietante. Mi arriva uno scappellotto sul capo e mi volto per vedere in faccia il mio aggressore, mentre soffro in silenzio e trucido con lo sguardo Jasper. Ops ha capito che mi stava per venire da vomitare. Forse si voleva anche vendicare per la sessione di shopping a cui l’ho costretto a partecipare.

Mi ammonisce con lo sguardo ma in cambio riceve una smorfia che fa ridere Tanya. Quella stronza ancora non si stacca dal braccio di Edward.

“Molto piacere Irina. Io sono James e lei è Victoria, la mia compagna.”

Bleah, come sono disgustosi.

Faccio una smorfia e questa volta è mio padre a riprendermi con lo sguardo, ohhh anche Vic mi ha vista e se fosse possibile i suoi capelli sono ancora più rossi.

“Bene, allora, come sapete loro James e Victoria. Ragazzi loro sono mio padre Carlisle, mia madre Esme, i miei fratelli Jasper ed Emmett che avete già conosciuto, e le loro mogli Alice e Rosalie, e lui è l’altro mio fratello, Edward.” Quanto mi è costata quest’ultima parola. Mio fratello. Ficcatelo in testa Bella, lui è solo tuo fratello, anzi neanche quello dato che ha costruito un muro intorno a se e tu non puoi avvicinarti.

“Famiglia. Erano la tua famiglia quando ti hanno abbandonato? O quando eri in attesa di un loro biglietto di auguri? Mm e pensare che i Cullen sono famosi, oltre che per la loro singolare dieta, anche per i valori in cui credono. Famiglia, amore, lealtà. Oh si, gli stessi valori che hanno messo in pratica abbandonandoti. Perciò Bella non sperare che a me siano simpatici o che li accetti come la tua famiglia. Per me e Vic, la tua famiglia siamo solo noi. Non capisco come tu li abbia perdonati, ma si sa la mente umana è alquanto contorta e tu sei estremamente contorta, lo dimostra il solo fatto di essere in una casa che pullula di vampiri. Comunque è un piacere conoscere le persone che hanno recato tanto dolore a Isabella, purtroppo se vi facessi del male lei ci soffrirebbe, perciò mi limito a pensare a tutte le torture che vorrei infliggervi e a tutti i modi in cui vorrei uccidervi.” Ah mi arrendo, James non cambierà mai, ma da una parte gli do ragione.

“Io concordo con il mio compagno. Il fatto che Bella vi abbia perdonato e ancora non capisco perché l’abbia fatto e perché così in fretta, non significa che voi ci stiate simpatici. Ovviamente credo che la cosa sia reciproca. Inoltre spero per voi che la storia non si ripeta, infondo l’avete abbandonata una volta chi lo dice che non lo farete una seconda volta? Sarebbe brutto essere recidivi, nonché controproducente.”

“Rossa tieni a freno la lingua e stai tranquilla che non accadrà più una cosa del genere. Abbiamo sbagliato una volta, pensavamo di fare il suo bene facendola vivere tra gli umani, ma non rifaremo due volte lo stesso errore. E tanto per la cronaca anche voi non ci siete affatto simpatici.” Risponde il prode soldato Jasper.

Nomadi 1 – Cullen 1.

Parità, palla al centro.

Wow mi sembra di assistere ad un incontro, chi farà la prossima mossa? Chi parlerà ancora?

Però effettivamente le parole di Vic sono vere. Li ho perdonati troppo presto? Perché li ho perdonati? Lo faranno di nuovo? Come prenderanno la mia partenza improvvisa senza avvisarli della mia meta e del mio ritorno che non avverrà mai? Mi hanno accolta nuovamente tra loro solo perché gli facevo pena? Solo per i sensi di colpa? Solo perché ho faticato tanto per trovarli?

Ho lo sguardo perso nel vuoto e non vedo e sento ciò che mi accade intorno.

“…la.”

“…la.” Fisso le labbra di Alice che si aprono davanti i miei occhi, ma sono talmente presa dai miei pensieri che non ascolto cosa dice.

Ho bisogno di stare sola. Mi alzo di scatto e mi avvio alla porta.

“Dove vai?” Mi chiedono i miei genitori insieme mentre si avvicinano a me. noto dolore e disperazione nei loro occhi, ma io non ci bado. Devo pensare.

“A fare un giro.”

“Vengo con te.” Si propone Jasper.

“No.” Secco e diretto.

Sento rumori di vetri rotti, urla e ringhi provenire dalla casa ma non me ne curo.

Entro in macchina, infilo la chiave, accendo e parto.

Accendo lo stereo, non voglio pensare ora, devo liberare la mente e riordinare la confusione che vi è dentro con calma.

Devo andare in un posto dove loro non possono raggiungermi, perché mi scommetto tutto che cercheranno la mia scia per seguirmi.

Ci sono. Solo in un posto loro non possono metterci piede. LaPush.

Con un po’ di fatica arrivo alla spiaggia della riserva, parcheggio e scendo per passeggiare in riva al mare.

Cammino senza meta e senza esser riuscita a cavare un ragno dal buco.

Mi blocco quando sento diversi ringhi provenire da dietro di me.

Lentamente mi giro e trattengo il respiro.

Oddio, saranno una decina di grossi, enormi, giganti, fighissimi lupi.

“Oddio, siete maestosi.” Dai loro ringhio non capisco cosa sta succedendo. Poi il mio sguardo viene colpito da un lupo rossiccio.

“Ehi Jacob Black, sei tu? Ci siamo incontrati stamattina, ti ricordi di me?” Sembra che il suo capoccione sta annuendo, forse l’ho scampata.

Ora perché se ne vanno? Bah chi capisce queste creature mitologiche è bravo. Senza curarmi ancora di loro riprendo la mia passeggiata quando sento dei passi dietro di me.

Mi volto di nuovo e resto nuovamente scioccata. Una decina di bellissimi, muscolosi, quasi nudi uomini fanno bella mostra davanti ai miei occhi.

Mm devo rivalutare questi lupi.

Oh ma quella è una ragazza?

“Che fisico, complimenti.” Mi rivolgo a tutti e ricevo una risata di scherno in cambio mentre io inarco un sopracciglio.

“Vi faccio ridere? Mi fa piacere.”

“No Bella, scusaci non stavamo ridendo di te, ma dell’espressione che hai fatto appena ci hai visto.”

“Non me ne vogliate ma credo che tutte le ragazze avrebbero una faccia da pesce lesso di fronte a dei muscoli del genere, poi voi ne siete tanti e me li sbattete in faccia. Credo di esser fortunata per non aver iniziato a sbavare.” Ecco che ridono di nuovo mentre la mia attenzione è catturata dalla ragazza. Ha un’espressione indecifrabile ed è molto vicina a Jake. La sua ragazza.

“Tu sei la ragazza di cui ha parlato stamattina Jacob? La sua fidanzata? Molto piacere io sono Isabella Cullen.” Al nome Cullen si bloccano e mi fissano con astio.

“Non guardatemi così, so cosa state pensando. Carlisle ed Esme mi hanno adottata quando avevo pochi anni, i miei sono morti in un incidente stradale ed io sono sopravvissuta. Sono a conoscenza della loro natura e come sapete, loro non fanno del male agli umani, perciò mettetevi l’anima in pace.”

“Ecco spiegata la puzza di succhia sangue.”

“Cane sei pregato di non offendere la mia famiglia, o se proprio non ci riesci, fallo quando non sono presente. Sono piccola ma picchio duro.”

“Ohhhhh Paul, zittito da una ragazza, che smacco per il tuo orgoglio.” Mm Paul, sei un bel bocconcino. Lo guardo maliziosamente e noto che lo sguardo è ampiamente ricambiato.

“Isabella, io sono Sam, ci siamo incontrati questa mattina.” Annuisco in direzione di Sam.

“Loro sono Jake, che hai già conosciuto, Leah, Seth, Paul, Quil, Jared, Embry, Jeremy e Asher.” Man mano che li nomina mi fanno un cenno del capo, solo Seth è corso ad abbracciarmi, o meglio a stritolarmi.

“Molto piacere io sono Isabella, ma preferisco esser chiamata Bella. Stamattina Jake mi ha invitata ad un falò, è un problema per voi?”

“Assolutamente, anzi vieni con noi, stiamo andando a casa mia, la mia ragazza Emily ha preparato da mangiare. Hai fame?” Ora che ci penso non ho mangiato nulla e annuisco con piacere.

“Vieni ci andiamo insieme.” Mi dice dolcemente Leah mentre Jake l’abbraccia.

“No andate avanti, vi raggiungiamo insieme.” E bravo Paul, hai capito tutto. Entrambi ridacchiano e iniziano a correre.

“Cullen, sei carina.”

“Anche tu sei niente male lupo.”

“Mm che ne dici di approfondire, fisicamente, la nostra conoscenza?” Bravo, mi trovi sulla tua stessa lunghezza d’onda, mettiamoci il fatto che è da circa un mese che non ho rapporti, lui è un figo da paura.

“Senza coinvolgimenti.”

“Senza coinvolgimenti.” Mi faccio trascinare in una modesta ed accogliente casa e baciandoci ci dirigiamo in quella che presumo sia la sua camera.

 

Sconvolta e ansante fisso il soffitto. Credo di aver fatto il miglior sesso della mia vita. Questi lupi sono passionali e caldi. Forse questa è l’unica pecca, sono troppo caldi. Se poi Paul fosse più magro, più alto, con la pelle bianca, gli occhi dorati, i capelli bronzei sarebbe perfetto e mi innamorerei di lui, peccato che sono già innamorata di mio fratello. A dirlo così fa un po’ schifo.

“Wow Cullen, sei veramente niente male, potremo rifarlo. Anzi che ne dici di uscire con me?” Mi gelo sul posto. Cosa diavolo ho fatto? Ho veramente fatto sesso con lui? Merda, non ne ho abbastanza di casini per crearmene degli altri?

Mi alzo velocemente e raccatto i miei vestiti sparsi sul pavimento. Maledizione non posso indossare la biancheria è tutta strappata, pazienza.

“No, mi dispiace Paul, ma anche questo non doveva accadere e poi avevamo detto niente coinvolgimenti.” Si alza e si mostra a me, nudo e possente. Cazzo mi sto eccitando di nuovo. Mi prende tra le braccia e mi bacia languidamente il collo. Sento qualcosa di duro e possente premere sul mio ventre.

“Ma io non voglio coinvolgimenti, anzi già che siamo nudi…” Non lo lascio continuare e lascio da parte i miei pensieri per buttarmi insieme a lui nella danza più antica del mondo.

 

Fisso nuovamente il soffitto. Questo lupo sembra una macchina del sesso, non ho mai goduto così e ho avuto un numero indefinito di orgasmi.

L’ho usato per non pensare, mi dispiace molto per lui ma mi ha aiutato a liberare la mente, ora posso pensare con più lucidità.

Silenziosamente raccolgo i miei vestiti, sempre senza intimo e mi avvio all’uscita.

È quasi l’alba, i miei saranno preoccupati da morire.

“Ehi, fuggi via come una ladra?”

“Jake? Non mi sembra che tu stia in condizioni migliori delle mie.” Scoppiamo a ridere sommessamente.

“Già, se mi becca il padre di Leah, mi spara alle palle.” Ridiamo di nuovo.

“Tu e Paul…”

“Nessun tipo di coinvolgimento Jake, io amo un altro.”

“Perché sei andata con lui?”

“Non posso avere l’altro e poi non mi pare che lui non mi abbia usata, in un certo senso.”

“Hai ragione, lui è così. Mi sei simpatica Bella e ti consiglio di non innamorarti di un lupo, potrebbe capitare di avere l’imprinting con un’altra persona e tu ci staresti male.”

“Ti giuro Jake già ci sto male, ma non per un lupo. Lupi o vampiri siete uomini e non vi accorgete di nulla.”

“Oh oh credo che un vampiro abbia colpito il tuo cuore. Stai attenta.”

“Ti ringrazio, ora scappo, anche se mi chiedo come mai i miei genitori non abbiamo passato il confine per cercarmi.”

“In realtà è passato un vampiro, il lettore di pensiero, era come un cane in gabbia ed è stato bloccato da quattro di loro altrimenti avrebbe superato il confine. Ohhh credo che sia proprio lui quello che ti ha rubato il cuore e pare proprio che tu l’abbia rubato a lui. Se non sbaglio i vampiri si innamorano una sola volta nella loro esistenza, ed è per sempre, credo che si chiami cantante, mentre per noi è imprinting.” Sono piacevolmente colpita dalle parole di Jake. Edward mi ha cercata e voleva passare il confine.

“Torna a casa Bella, i tuoi erano veramente preoccupati. Non saremo amici, ma anche io riconosco una madre in pena per i figli, e in quel caso non c’è distinzione tra umani e creature mitologiche.” Abbraccio Jacob e torno all’auto.

Si, ho fatto bene a perdonarli, sono la mia famiglia.

Passo vicino ad un bar e mi ricordo che ancora non ho toccato cibo.

Parcheggio, entro e mi siedo ad un tavolino.

“Cosa ti porto?”

“Un caffè lungo e una fetta di torta al cioccolato. Anzi fai due, ho una fame da lupi.”

Ridacchiando va via e poso la testa sul tavolo. Ho un sonno allucinante, ma non voglio tornare a casa. Chissà cosa diranno. Saranno veramente arrabbiati.

“Stai pensando se siamo arrabbiati con te?” Sobbalzo al suono di quella voce ma non alzo la testa, sono impresentabile.

“Lo siete?”

“Molto.”

“Bene, allora aspetto un altro po’ a tornare a casa.”

“Perché sei andata via?” Alzo lo sguardo e lo fisso trucemente. È bellissimo, ma non devo farmi incantare dai suoi occhi.

“Ti interessa davvero Edward? Non mi pare che fino ad ora tu abbia fatto qualcosa per conoscermi, perciò ora non volermene se non ho affatto voglia di parlare con te.”

“Tu sei solo una stupida. Non hai capito nulla.” Ora sono rossa dalla rabbia.

“Stupida? STUPIDA? Oh Cullen, non sai quanto tu sia stupido, ma non te ne faccio una colpa. Probabilmente la trasformazione ti ha bruciato qualche neurone, ora se non ti dispiace vorrei ripristinare lo status iniziale. Vale a dire, io qui da sola che faccio colazione. Anzi andando ancora indietro, tu che non mi permetti di conoscerti ed io che mi arrendo dopo diversi tentativi. Questo se non l’hai capito Edward, è un velato modo di mandarti via.” Si alza e mi fissa quasi con dolore, ma la rabbia mi acceca.

“Non hai capito nulla.”

“Per fortuna ci sei tu che capisci e conosci tutti i saperi del mondo.”

“E lavati che puzzi.”

“Ma brutto stronzo che non sei altro, credo proprio che resterò così per qualche giorno. Ed ora sciò.” Va via senza salutarmi, infondo l’ho cacciato. Ora però mi sento un verme, il più viscido dei vermi, ma ero troppo incazzata con lui. Non ci siamo mai scambiati una parola, se non buongiorno, buonasera, buonanotte e ciao, e ora pretende che gli dica cosa penso? Innamorata si, ma stupida no.

Faccio colazione con calma e ordino anche un’altra fetta di torta e un altro caffè. Rotolando e con un mal di pancia da paura torno in macchina e parto verso casa.

La rabbia nei confronti di Edward non è scemata. Arrivo e fermo la macchina sgommando.

Tutti escono fuori e i miei corrono ad abbracciarmi ed io li lascio fare.

“Vado a dormire.”

“Bella puzzi di cane.” Mi fermo alle parole di Jasper, ecco a cosa si riferiva Edward. Lo guardo e noto che posa un braccio sulle spalle di Tanya e l’avvicina a se. Gli sorrido e lui resta spiazzato.

Stronzo mi hai spezzato nuovamente il cuore e non lo sai.

Fisso intensamente Jasper negli occhi e mi prendo la mia vendetta nei confronti del rosso.

“Ho fatto sesso, del sano ed appagante sesso, con uno di loro per tutta la notte, ecco perché puzzo così tanto di cane. Anzi in realtà a me piace il loro odore ed ora scusatemi, ma il mio compagno di giochi mi ha tolto tutte le forze e sono veramente stanca. Buonanotte a tutti.” Sento dei ringhi impercettibili e con la coda dell’occhio noto Edward che da un pugno al muro lasciandoci un bel buco. Mm Cullen, Cullen, Cullen, non giocare con il fuoco potresti bruciarti.

“Ehi Bella.” Mi volto verso Alice e Rose che mi rivolgono un sorrisino malizioso e sinistro.

“Poi ci racconterai come è andata. Dalla tua faccia appagata sembra che ci sappia fare il lupacchiotto.”

Scoppiamo a ridere.

“Oh non sai quanto, ti dico solo che non indosso intimo.”

“BELLA!” All’urlo di mio padre scappo per le scale e mi chiudo in camera per poi scoppiare a ridere.

 

Set abiti Bella

 

Ciao ragazze, ecco qui il capitolo, spero sia di vostro gradimento. Eh eh eh Bella, non riesce a resistere ai muscoli dei lupi. In serata risponderò alle recensioni del capitolo precedente. Aspetto i vostri commenti e vi avviso che il prossimo capitolo arriverà per la metà di gennaio. A presto e Buon Natale e Buon Anno. Un bacio Mary.

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Capitolo 8
*** Grande, grande, grande ***


Grande, grande, grande

“Ho fatto sesso, del sano ed appagante sesso, con uno di loro per tutta la notte, ecco perché puzzo così tanto di cane. Anzi in realtà a me piace il loro odore ed ora scusatemi, ma il mio compagno di giochi mi ha tolto tutte le forze e sono veramente stanca. Buonanotte a tutti.” Sento dei ringhi impercettibili e con la coda dell’occhio noto Edward che da un pugno al muro lasciandoci un bel buco. Mm Cullen, Cullen, Cullen, non giocare con il fuoco potresti bruciarti.

“Ehi Bella.” Mi volto verso Alice e Rose che mi rivolgono un sorrisino malizioso e sinistro.

“Poi ci racconterai come è andata. Dalla tua faccia appagata sembra che ci sappia fare il lupacchiotto.”

Scoppiamo a ridere.

“Oh non sai quanto, ti dico solo che non indosso intimo.”

“BELLA!” All’urlo di mio padre scappo per le scale e mi chiudo in camera per poi scoppiare a ridere.

POV EDWARD

Non è possibile.

Ha scherzato.

Non è vero.

Lei non ha fatto sesso.

Non ha fatto sesso con un lupo.

No. No. No. Non posso accettarlo. Io mi struggo d’amore per lei e lei? Lei non mi vede affatto. Non mi considera. Non mi prende neanche in considerazione, anzi stamattina mi ha anche cacciato.

“Edward, mi dispiace fratellino, ma sei un grandissimo stronzo.” Guardo Alice allucinato.

“Prego? Lei va a letto con uno ed io sarei lo stronzo?” Mi guarda inferocita e mi ringhia contro. Se Jasper non la tenesse mi salterebbe al collo.

“Si Edward, sei uno stronzo.”

“Tanya anche tu.”

“Edward ascoltami. Noi ci siamo sempre divertiti insieme, e le nostre famiglie non hanno mai visto di buon occhio questo nostro passatempo, diciamo. Però non sono stupida e credevo che tu lo fossi ancora meno di me, ma mi sbagliavo enormemente, oggi ne ho avuto la prova. Ovviamente, anche se sei un vampiro centenario, sei sempre un uomo, e perciò sottosviluppato.” Le scocco un’occhiataccia ma lei non è minimamente in colpa per ciò che ha detto, ci crede veramente.

“Mi hai detto che ha provato diverse volte ad allacciare un rapporto con te, giusto?” Annuisco sospirando.

“Tu l’hai sempre allontanata, anzi non l’hai fatta mai avvicinare, giusto?” Annuisco ancora.

“Cosa pretendevi quando sei andato stamattina da lei? Che ti cadesse tra le braccia e ti giurasse amore eterno? Che ti baciasse in modo appassionato? Che ti dicesse che si è innamorata di te e che sei l’unico uomo della sua vita? Spero di no, perché saresti veramente patetico.” Il mio silenzio e il mio imbarazzo invece fanno capire a tutti che bhè, si ci avevo sperato. Speravo in qualcosa del genere. Mi muovo imbarazzato sul divano e mi guardo intorno in cerca di una via di uscita.

“Non ci credo. Pensavi veramente che andasse così? Ma insomma Edward dove è finita tutta la razionalità e l’intelligenza che possedevi fino ad ora?”

“Probabilmente nel cesso insieme al suo coraggio.” Ringhio contro Emmett.

“No Edward, mio marito ha ragione. Bella è andata a farsi consolare da un cane lurido e puzzolente mentre tu ti arrovelli il cervello. Anzi ti dico, ha fatto proprio bene, in fondo per lei sei solo un fratello, se vuoi qualcosa di più, se vuoi lei e non come sorella, svegliati e datti una mossa. Bella è una persona stupenda, oltre che eccezionale, intelligente ed estremamente affascinante, quanto tempo credi ci impiegherà a trovare un uomo? Anzi a quanto pare ne ha uno stuolo ai piedi, oppure potrebbe andare alla riserva ed allungare le mani su qualcuno, magari proprio sul focoso lupo che l’ha fatto tornare a casa senza biancheria.” Ringhio contro mia sorella, ma ha ragione.

“Io sono un mostro e sono immortale.” Dico frustrato.

“Edward a tal proposito io e tua madre le volevamo proporle la trasformazione.”

“NO.” Mi alzo di scatto e fronteggio Carlisle.

“Edward non è una scelta che devi prendere tu. Spetta a lei decidere, noi non le faremo alcuna pressione. Saremo anche egoisti, ma se restasse umana lei un giorno morirà ed io non posso separarmi di nuovo da mia figlia, non ce la farei questa volta. Credo che io e tua madre la seguiremo una volta che la sua vita giungerà al termine. Ma ovviamente non le faremo alcuna pressione, sarà lei a decidere, noi le faremo solo una proposta.” Un odore di lupo ci arriva alle narici.

Tutti spostiamo lo sguardo verso le scale ed appare lei, splendida e radiosa.

“Cosa sono quelle facce? C’è per caso un funerale?”

“Bells sei la solita spiritosa. Ma perché non ti lavi che puzzi di cane?” Lo stronzo che ha causato tutta la lite ha parlato di nuovo.

“Oh no James, resterò così fino a che voglio, mi piace questo odore. Credo che in serata tornerò a LaPush per non far svanire l’odore.”

“Ti diverti?” Le chiedo adirato ma lei non mi calcola affatto, anzi muove fastidiosamente la mano vicino il suo orecchio.

“Bellina cosa fai?”

“Scaccio una mosca, o meglio sarebbe più appropriato dire una zanzara. È decisamente meglio.” Tutti scoppiano a ridere, chi sommessamente, chi apertamente, mentre io resto come un allocco. Mi ha dato della zanzara.

“Mamma, papino venite con me a fare shopping?”

“Ma Bella ci dovevamo andare insieme.”

“Hai ragione Alice, ma voglio comprare con loro il vestito che indosserò il  giorno della laurea. Dai non ti offendere. Ci raggiungete lì.”

“Va bene, va bene.”

Nelle menti di Carlisle ed Esme sento solo amore e felicità.

“Certo amore, ci andiamo subito?”

“No tra mezz’ora. Non vorrei proprio lavarmi, ma devo indossare l’intimo, così…”

“Smettila.” Urla Jasper mentre lei corre di nuovo in camera sua e io me la immagino senza quei vestiti addosso. Cazzo mi sto eccitando.

“Smettila anche tu. Non puoi eccitarti in questa situazione, calmati che a momenti faccio eccitare tutti i presenti. Ti piacerebbe stare in una stanza piena di vampiri eccitati e che non vedono l’ora di saltarsi addosso?”

Nego con il capo e sospiro mentre Jasper mi aiuta a calmarmi.

“Edward solo per aggiungere una cosa al discorso di prima. È stato veramente sciocco e fuori luogo, nonché una mancanza di rispetto nei miei confronti ma lascio correre, il fatto che appena lei è rientrata in casa tu mi abbia abbracciato a te. cosa volevi dimostrare? Mi pare che poi lei ti abbia dato il ben servito, inoltre è stata una mossa alquanto stupida, ricorda che tu per quanto intelligente possa essere, in fatto si amore non potrai mai competere con il cervello di una donna. Soprattutto se la donna in questione è machiavellica e perfida come Bella.”

Sospiro sconfitto. Se fossi umano ora sarei a pezzi.

 Con te dovrò combattere

Non ti si può pigliare come sei

I tuoi difetti son talmente tanti

Che nemmeno tu li sai.

Sei peggio di un bambino capriccioso

La vuoi vinta sempre tu,

sei l’uomo più egoista e prepotente

che abbia conosciuto mai.

Ma c’è di buono che al momento giusto

Tu sai diventare un altro,

in un attimo tu

sei grande, grande, grande, le mie pene

non me le ricordo più.

 Spostiamo lo sguardo verso le scale. Mi sembra di aver già sentito questa canzone.

“A quanto pare Bella apprezza la musica italiana.” Ridacchia Carmen.

“Dai Mina è un classico. Oh ma sentite come è intonata Bellina, conosce anche l’italiano, è una continua fonte di sorprese.”

“Io vedo tutte le mia amiche,

sono tranquille più di me,

non devono discutere ogni cosa

come tu fai fare a me,

ricevono regali e rose rosse

per il loro compleanno

dicon sempre di sì…” Scende le scale correndo, è una visione e finalmente il suo odore è tornato quello di prima. Salta in braccio a Jasper e poi iniziano a ballare allegramente. Alice guarda con amore la scena ed io con gelosia. Tutti seguono loro e iniziano a ballare mentre Bella canta.

“…non hanno mai problemi e son convinte

che la vita è tutta lì.

Invece no, invece no,

la vita è quella che tu dai a me.

In guerra tutti i giorni sono viva

sono come piace a te.” Non so come ma mi ritrovo a ballare con lei. Ci fissiamo negli occhi e noto qualcosa di strano nei suoi mentre mi guarda. Sarà amore? Speriamo di si. Timidamente le sorrido e lei con altrettanta timidezza ricambia. Se avessi un cuore che batte a quest’ora avrei avuto un infarto. Mi ha sorriso, un sorriso dolce e delicato rivolto a me, solo a me. continuo a farla volteggiare e la stringo di più al mio corpo. È un’esperienza unica sentire il suo calore a contatto con il mio corpo freddo. Sentire come il suo corpo si adatti perfettamente al mio, sentire come le mie braccia riescano ad avvolgerla completamente in un abbraccio. Sentire il mio profumo che si mischia con il suo.

“Ti odio, poi ti amo, poi ti amo, poi ti odio, poi ti amo,

non lasciarmi mai più

sei grande, grande, grande,

come te sei grande solamente tu.

Ti odio, poi ti amo, poi ti amo, poi ti odio, poi ti amo,

non lasciarmi mai più

sei grande, grande, grande,

sei grande solamente tu.” La canzone finisce e tutti smettono di ballare. Tutti tranne noi che continuiamo a volteggiare e a fissarci negli occhi.

Perché mi guardavi negli occhi mentre cantavi le parole ti amo? Anche tu mi ami Bella? Anche tu provi questo amore struggente che io provo per te? cosa vuoi dirmi Bella? Conto qualcosa per te?

Lentamente ci avviciniamo. La distanza tra le nostre labbra è sempre più esigua. Anche tu vuoi baciarmi Bella? Anche tu vuoi sentire il sapore delle mie labbra?

Un tossicchiare insistente ci fa bloccare, ci fa tornare alla realtà, ci fa ricordare che non siamo soli, che in casa ci sono altri vampiri. Leggi la delusione del bacio mancato nei miei occhi Bella?

Leggi quanto ti amo? Leggi quanto sto male nel non averti al mio fianco?

Ti scosti bruscamente e un lampo di tristezza passa nei tuoi occhi. Non volevi Bella? Ti accarezzo lentamente una guancia e sospiri.

“Mi dispiace Edward, non volevo.”

“Non ti devi scusare. Io lo volevo ma a quanto pare non abbiamo gli stessi desideri.” Le dico tristemente. Non mi ama, ed io stupido che ci speravo.

Sento freddo dentro di me.

Sento il vuoto.

Fa male soffrire per amore.

“Ovviamente non capisci mai nulla. Ma va bene così, sarà più facile.”

“Cosa sarà più facile Bella, cosa? Cosa ci hai nascosto del tuo incontro con Aro? Devi dire la verità.” Mi volto di scatto verso di lei appena Jasper finisce di parlare. Tutti la fissano con rabbia.

La stringo tra le braccia e la fisso negli occhi.

Nei suoi leggo solo disperazione. Cosa hai fatto Bella?

“Io…io non posso. È meglio non sapere nulla.”

“Dimmi immediatamente tutto.”

“Ma cosa vuoi Edward, eh? Cosa vuoi da me? Ora ti metti a fare il fratello? Mi dispiace ma Jasper ed Emmett sono arrivati prima di te.”

“Non voglio fare il fratello, quel ruolo lo lascio agli altri.”

“Cosa vuoi allora? Cosa vuoi da me?” Urliamo entrambi.

“Te, voglio te. Maledizione non l’hai capito che ti amo? Non hai capito che soffro nel vederti lontana da me? Non hai capito che sono geloso marcio di tutti coloro che ti si avvicinano? Non hai capito che voglio che i tuoi sorrisi siano rivolti solo a me?”

Mi accarezza dolcemente una guancia e sento tante scosse attraversarmi il corpo.

“Edward, non è possibile, mi dispiace. Non posso.”

“Non mi ami? Non mi vuoi? C’è un altro?” Le chiedo ringhiando mentre odori di nuovi vampiri mi arrivano al naso e pensieri che mi fanno accapponare la pelle mi arrivano in testa. Un pensiero mi colpisce come un ariete e fisso senza parole la mia amata.

Cosa hai fatto Isabella?

“Isabella, cara.” Si irrigidisce tra le mie braccia, mentre io la stringo a me cercando di inglobarla in me per proteggerla.

Passerai sul mio cadavere Aro.

 

Set abiti Bella

Ciao donzelle, ben trovate e buon anno anche se in ritardo. Allora cosa ne pensate del capitolo? Ho inserito quella canzone perché da stamattina l’avrò sentita almeno 7 volte e poi l’adoro e diciamo che ha aiutato i piccioncini ad avvicinarsi. Grazie Mina. Cosa ne pensate del capitolo? Come avete capito stiamo arrivando alla parte clou della storia e sono curiosa di sapere cosa ne pensate. Come avevo detto a breve la storia terminerà, mancano pochi capitoli, non so quanti con precisione perché i capitoli nascono di volta in volta.

Ho una domanda per voi sulle mie nuove ff. Appena concluderò questa, dato che anche “Amami” è agli sgoccioli e mi resterebbe solo “Scuola&Amore”, ho intenzione di creare una raccolta di OS, questa conterrà vari modi di conoscersi di Ed&Bella, vari modi di rincontrarsi, vari modi di dichiararsi. Cosa ne pensate? Anzi avrei in mente di coinvolgere anche voi mie amate e fidate lettrici, poi vi spiegherò meglio. Cosa ne pensate? A presto bacio Mary.

    

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Capitolo 9
*** Sparisci ***


Sparisci

“Edward, non è possibile, mi dispiace. Non posso.”

“Non mi ami? Non mi vuoi? C’è un altro?” Le chiedo ringhiando mentre odori di nuovi vampiri mi arrivano al naso e pensieri che mi fanno accapponare la pelle mi arrivano in testa. Un pensiero mi colpisce come un ariete e fisso senza parole la mia amata.

Cosa hai fatto Isabella?

“Isabella, cara.” Si irrigidisce tra le mie braccia, mentre io la stringo a me cercando di inglobarla in me per proteggerla.

Passerai sul mio cadavere Aro.

POV CARLISLE

Cosa diavolo sta succedendo? Cosa ci ha nascosto mia figlia? Cosa ci fanno qui i Volturi al completo?

“Aro, che piacere rivederti, a cosa devo questa gradita visita?”

“Carlisle, amico mio, bando ai convenevoli, sappiamo entrambi cosa sono venuto a fare.”

“Mi dispiace Aro, ma non capisco di cosa tu stia parlando.” Cosa vuole? Dovrà passare sul mio cadavere.

“Oh mia cara Isabella, non hai detto nulla?”

Tutti ci irrigidiamo.

“Si Aro, ho detto loro che ci siamo incontrati a Londra. Non c’era altro da aggiungere.”

“Stupefacente. Bene credo sia ora di andare. Mia cara…” Perché sta porgendo una mano a mia figlia? Cosa diavolo sta succedendo?

“Scusami Aro, ma cosa vuoi da mia figlia? Cosa sta succedendo?”

“Niente Esme!” Dura, fredda e tagliente la voce di mia figlia. Mai si è rivolta a noi in questo modo. Anche quando ci ha ritrovati, siamo sempre stati mamma e papà, non ci ha mai chiamati per nome.

“Cosa diavolo sta accadendo?” Ringhia Jasper. Tutti sono in posizione di difesa. Se dobbiamo combattere, combatteremo.

“Non sta accadendo nulla Jasper, rilassatevi. Aro ti raggiungo, ma non dovevi venire dopo la laurea?”

“Onde evitare prese per i fondelli, ho preferito anticipare la mia visita. Non sei felice di vedermi Isabella? Non sei felice di diventare parte della privilegiata guardia dei Volturi prima del tempo?”

Cosa? Mia figlia nella guardia? Mai! Non lo permetterò mai.

“Non accadrà mai una cosa del genere Aro. Mia figlia non entrerà mai nella Guardia. Mia figlia non diventerà mai un mostro.”

“Smettila Carlisle.” Ha chiamato anche me per nome. Tutti ci voltiamo verso di lei.

“Sono più mostri loro o voi che mi avete abbandonata? Ma dai veramente credevate alle stronzate della figlia disperata dal dolore che vi cerca in tutto il mondo? Siete dei deboli. Io vi cercavo solo per vendicarmi. Vi ho cercato per farmi accogliere da voi, per farmi amare e per poi abbandonarvi come avete fatto voi con me.”

“Bella, ma cosa stai dicendo?”

“Oh Rosalie, ma credi veramente che io possa voler bene ad esseri come voi? Ho mentito. Voi siete esperti mi pare, significa che sono una degna Cullen, ops da ora in poi sarà una Volturi. Isabella Volturi, suona bene. James, Victoria, non agitatevi come anguille, voi siete serviti al mio scopo. Eravate delle pedine. Se la raccontassi ad altri vampiri si farebbero grasse risate alle vostre spalle. Un folto gruppo di vampiri ingannati da un’umana.” Una risata metallica e fredda le esce dalle labbra.

Quella non è mia figlia. Non può essere lei.

Lei è dolce.

Lei è buona.

Lei ci ama nonostante tutto il male che le abbiamo fatto.

“Ci hai ingannato.” Edward…

“Ci hai presi in giro.” La sua voce è dura e fredda come mai lo è stata.

“Ti sei presa gioco di noi. Ora puoi anche andare via. Non osare farti rivedere da noi. So dovessi rincontrarti sulla mia strada per te sarebbe la fine.” Nei suoi occhi non c’è più vita.

Sparisce in pochi istanti.

Abbraccio mia moglie che sta singhiozzando.

“Amore…” Sussurra al mio orecchio. Non riesco a parlare, non riesco a confortarla, il dolore è enorme.

“Sparisci immediatamente da questa casa. Le parole che ha detto mio fratello sono valide anche per me. non farti rivedere mai più Isabella Volturi. Se ci tieni alla tua pelle non farti rivedere mai più.”

“Oh tranquilla Rosalie, non mi rivedrete mai più.” Si volta, si dirige alla macchina, mette in moto e va via.

Questa volta l’abbiamo persa per sempre.

“Mi dispiace amico mio, non pensavo andasse a finire così.”

“Sparisci Aro e non fatevi vedere mai più da noi.” Tuona Emmett. La Guardia si fa avanti e Jane usa il suo potere su di lui.

“Ahhhh…ahhhhh…” Si contorce dal dolore. Rose e Alice sono subito da lui, Jasper tenta di saltarle al collo insieme ad Eleazar e James ma vengono atterrati anche loro.

Io e mia moglie siamo impotenti davanti a tutto questo dolore.

“Aro basta, hai rovinato una famiglia, credo sia sufficiente.”

“Oh Tanya cara, sono d’accordo con te. Jane basta. Questo è ciò che accade a mettersi contro i Volturi.”

Escono anche loro.

I nostri cuori sono morti di nuovo.

“Come stai Emm?”

“Sto bene Rose.”

Io e mia moglie siamo ancora abbracciati e non sentiamo gli altri urlare. Siamo persi nei nostri ricordi.

L’abbiamo persa e la causa è solo nostra.

“NO!” Un feroce ringhio ci fa tornare alla realtà.

“Non è colpa vostra. Lei. La colpa è solo sua. È lei che ci ha ingannati. È lei che ci ha feriti. È lei che si è presa gioco di noi. Non siete voi i colpevoli. È tutta colpa sua, tutta colpa sua.” Edward si affloscia a terra in preda a delle specie di convulsioni.

“Edward! Edward! Edward!”

 

POV ARO

Sono stupefatto lei non ha detto nulla. Lei ha mentito. Tutto questo solo per salvarli.

Deve amarli veramente tanto.

Ha detto loro un sacco di menzogne per farsi odiare.

Odiandola non avrebbero sofferto.

Odiandola non avrebbero avuto alcun motivo per dichiarare una guerra ai Volturi.

Lei li ha protetti, ancora.

“Aro, il legame presente in quella famiglia è veramente potente. Anche il teatrino che ha messo in scena il tuo nuovo passatempo non ha spezzato i fili che li uniscono. Dobbiamo per forza tenerla con noi?”

“Ci sto riflettendo Marcus, ci sto riflettendo.”

“Tu ci hai raccontato la sua storia e il vostro incontro, sono curioso di questa umana, non per le sue qualità ma per il suo carattere. Ama dei mostri. Difende dei mostri. Ha dato la vita per dei mostri. Dovremo vedere cosa faranno i Cullen. Se vengono a riprendersela la lasceremo andare.” Sentenzia Caius.

Forse questa volta mi sono sbagliato.

“Solo se loro vengono a cercarla, in caso contrario resterà con noi e farà ciò che più le pare. Non voglio saperla ancora sola al mondo. Se tornasse dalla sua famiglia come credete che verrebbe accolta? Avete sentito anche voi le minacce.”

“Ti stai intenerendo Aro.”

“Quella bambina mi ha colpito, mi sarebbe piaciuto averla come figlia.”

 

POV BELLA

Sono appena atterrata a Roma con tutta la Guardia. È una pista privata ed è notte. Non ho aperto bocca da quando ho lasciato casa mia. No, non è più casa mia, non è più la mia famiglia. Ora sono di nuovo sola.

In tutte queste ore non ho fatto altro che ripensare ai loro volti stravolti dal dolore, alle parole di Rosalie, alle parole di Edward.

Oh Edward amore mio, perdonami. Perdonatemi mamma e papà. Perdonatemi fratelli miei. Perdonatemi tutti.

Ho dovuto dire quelle cose. Se non avessi detto nulla loro si sarebbero battuti contro i Volturi e avrebbero perso la vita. Non potevo perderli.

Preferisco vivere sapendo che mi odiano ma che sono vivi, piuttosto che saperli morti a causa mia.

Non avrei resistito a quel dolore.

Io me la caverò. Me la sono sempre cavata.

“Siamo arrivati Isabella.” Annuisco in direzione di Aro e mi lancio in un tombino.

Un colosso mi afferra prima che cada a terra. Sicuramente usciranno dei lividi.

“Su con la vita ragazzina, non tutte hanno l’onore di avere un amico bello e intelligente come me.” Sorrido tristemente. Il colosso mi ricorda tanto Emmett.

“Sicuro…”

“Felix, mi chiamo Felix. Ma non hai ascoltato nulla quando prima ti è stata presentata l’èlite della Guardia.

Arrossisco furiosamente e sposto il capo imbarazzata.

“Oh Demetri è arrossita.”

“Fai vedere.” Ehi ma che sono un fenomeno da baraccone?

“Hai ragione.”

“Smettetela idioti. Tu smettila di fare la gallina.”

“Gallina a me? senti un po’ nanetta con chi credi di avere a che fare?”

“Peccato che non si possano tirare i capelli.”

Vedo che mi fissa intensamente ma che le prende? Giusto lei è Jane, vorrebbe usare il suo potere su di me. le sorrido strafottente e incrocio le braccia al petto.

“Puoi provarci quanto vuoi zuccherino, non ci riuscirai mai.” Sta per scagliarsi contro di me, ma per fortuna la voce di Aro la blocca.

“Jane, non è così che ci si comporta in una famiglia. Isabella vieni nel mio studio che dobbiamo parlare.”

Lo seguo in silenzio e mi ritrovo in un enorme studio, pieno di libri e quadri di artisti famosi. Sicuramente loro c’erano quando questi artisti erano in vita. Mi guardo intorno interessata. C’è un sacco di storia in questa stanza.

“Ti piace?”

“Molto.”

“Bene Isabella, loro sono i miei fratelli Marcus e Caius. Accomodati cara.” Mi siedo su una poltroncina che sarà forse del 1800, è veramente pregiata, quasi ho paura di rovinarla sedendomi.

“Perché hai mentito?”

“Se avessi detto la verità loro avrebbero fatto l’impossibile per impedirmi di venire da te. come ne sarebbero usciti?”

“Tutti morti.”

“Preferisco sapere che sono vivi e mi odiano piuttosto che saperli morti per cercare di salvarmi la vita.”

“Che grande spirito di sacrificio.”

“Dacci un taglio Aro, quando mi trasformerai?”

“Ora.” Non riesco a vedere i suoi movimenti, sento solo delle lame affilate che mi trapassano il collo, poi solo buio.

 

Ciao ragazze, come ho detto nelle altre storie, non ho potuto aggiornare perché ho avuto il pc in assistenza per più di un mese. Cosa ne dite del capitolo? Siamo proprio agli sgoccioli, credo che massimo 2/3 capitoli, al massimo 4 e la storia si conclude. Aspetto i vostri commenti. A presto, un bacio Mary.  

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Capitolo 10
*** Diario ***


Diario

“Perché hai mentito?”

“Se avessi detto la verità loro avrebbero fatto l’impossibile per impedirmi di venire da te. come ne sarebbero usciti?”

“Tutti morti.”

“Preferisco sapere che sono vivi e mi odiano piuttosto che saperli morti per cercare di salvarmi la vita.”

“Che grande spirito di sacrificio.”

“Dacci un taglio Aro, quando mi trasformerai?”

“Ora.” Non riesco a vedere i suoi movimenti, sento solo delle lame affilate che mi trapassano il collo, poi solo buio.

 

POV EDWARD

10 ANNI DOPO

Siamo qui a Forks, sempre in questa maledetta villa.

Non siamo tornati per viverci di nuovo, no.

Credo che qui non ci verremo più. Questa è l’ultima volta.

Siamo qui per prendere alcuni effetti personali che abbiamo lasciato nella fretta di abbandonare questo posto.

Pochi giorni dopo quel giorno, siamo andati via di qui in tutta fretta. Ci faceva troppo male stare qui.

Avevamo troppi ricordi.

Avevamo troppo dolore.

Avevamo perso tanto.

La mia piccola stella.

La odio e la amo.

La odio per il dolore che ci ha causati.

La odio per averci preso in giro.

La odio per avermi fatto innamorare di lei.

La odio per lo stato in cui sono i miei genitori e i miei fratelli.

Ma la amo. La amo perché lei è e sarà l’unica.

Siamo fermi tutti davanti la porta.

Nessuno ha il coraggio di entrare.

L’ultima volta nella furia Rose ha rotto tutti i mobili.

Io sono stato in uno specie di stato comatoso per qualche ora, una specie di shock causato dal troppo dolore.

Tanya mi è stata molto vicina in questi dieci anni.

Vicina come amica, nulla di più.

Non posso pensare di stare insieme ad un’altra donna che non sia lei.

Alice ha provato un po’ di volte a convincermi ad iniziare una vera relazione con Tanya ma non voglio e non posso. Inoltre Tanya non è tipo da relazione stabile.

Jasper è diventato ancora più taciturno.

Alice ha perso parte della sua allegria e spensieratezza.

Emmett non è più il solito giocherellone.

Rosalie è ancora più acida e indisponente.

Esme è spesso silenziosa e si perde nei pochi ricordi che ha di sua figlia.

Carlisle ha perso interesse per tutto, anche per il suo lavoro. Da quando lei è andata via ha smesso di esercitare. Passa tutto il suo tempo con Esme. Si sono chiusi nel loro dolore.

“Dai entriamo, via il dente via il dolore.”

Apriamo la porta e ritroviamo tutti i mobili rotti e a terra, proprio come li abbiamo lasciati.

Iniziamo a sistemare nel più assoluto silenzio.

Riempiamo buste e buste di spazzatura e a turno io e i miei due fratelli andiamo a buttarla.

Abbiamo sistemato tutta la casa in poche ore.

C’erano sospiri e singhiozzi trattenuti. Ringhi espressi e dolore taciuto.

Resta solo una camera, la sua.

Rosalie apre con timore la porta ed entriamo.

Se mi concentro posso ancora sentire il suo odore.

È tutto come quel giorno.

Cd spaccati, libri strappati, foto stropicciate, vestiti a terra.

“Dai sistemiamo e andiamo via.” In assoluto silenzio iniziamo a sistemare la camera.

Qui mia madre non riesce a trattenere i singhiozzi e corre via, subito seguita da mio padre.

Sospiriamo e il mio sguardo si blocca su una foto. Lei sulle spalle di Jasper. Era il giorno prima che accadesse l’irreparabile.

Quella sera è andata dai lupi, è stata con uno di loro, è stata via tutta la notte ed io ero come una bestia in gabbia sul confine. La mattina, in quel bar, abbiamo litigato.

Dopo qualche minuto i miei genitori rientrano.

“Scusate ragazzi, io…”

“Non hai da chiedere scusa mamma. Stai tranquilla.”

“Ehi guardate un po’ qui. Ho trovato qualcosa di interessante. Il suo diario.” Jasper ci sventola un libricino rosso dalla pelle consunta.

“Dove l’hai trovato?” Chiede curiosa sua moglie. Ora non sbircia neanche più il futuro.

“Era sotto il letto, incastrato con la testiera.”

“Puoi anche bruciarlo.” Ringhia Rose.

“Invece credo proprio che lo leggerò. Non ho mai scoperto cosa si sono realmente detti lei e Aro, spero di scoprirlo qui, e se le mie supposizioni sono esatte, correrò a riprendermela.” Deglutisco a vuoto, non ho mai sospettato nulla da Jasper.

15 Gennaio

Un altro Natale passato senza di loro. Mi chiedo se ne passeremo mai uno insieme.

La tristezza è il sentimento predominante del mio cuore.

 

 

28 Febbraio

Un articolo di giornale mi ha portata qui a Londra. Un altro buco nell’acqua? Non lo so, ma la speranza è l’ultima a morire. Voglio trovarli, devo trovarli. Se mi vogliono veramente bene, anche io avrò una famiglia. La mia famiglia.

 

 

31 Marzo

Sono qui a Londra già da due settimane ma nulla mi riconduce a loro. Almeno nulla di attuale. Ho ricercato tra gli archivi, l’ultima presenza dei Cullen qui risale ad anni fa. Quelle iniziali in quell’articolo si riferivano a qualcun altro. Starò qui qualche altro giorno. Londra è bella, mi piacerebbe viverci un giorno.

 

 

2 Aprile

Strano personaggio Aro. Pensavo volesse uccidermi, ma non l’ha fatto. Certo mi ha indotto a promettergli la mia fedeltà alla guardia in cambio della vita della mia famiglia, però in qualche modo sopravvivrò.

Probabilmente sono una stupida, mi sono offerta al posto loro, li amo, mentre loro mi hanno abbandonata.

No, non sono una stupida, è la mia famiglia e anche se loro non mi hanno voluta e non mi volessero in futuro, almeno saranno vivi.

Mi ha proposto un patto Aro, ma non ho accettato. Ne ho proposto un altro io, ovviamente tutto a mio discapito, e l’avvoltoio ha accettato subito. Mi ha detto dove sono. Forks. Washington.

 

 

23 Maggio

Oggi ho sostenuto l’ultimo esame, i primi di giugno mi laureo. Nel fine settimana parto per Forks. Sono emozionata ma ho paura. Se non mi volessero? Se mi cacciassero? Forse dovrei ripensarci e vivere come ho sempre fatto. Mi laureo e poi vado da Aro. Forse è meglio lasciare le cose come sono.

No, no, no maledizione. Ho passato una vita a cercarli e ora mi dovranno dire in faccia che non mi vogliono.

 

 

27 Maggio

Ci siamo parlati. Ci siamo visti. Come sono belli i miei genitori. Gli ho sputato addosso tanto veleno. Volevo che capissero cosa ho passato. Volevo che capissero e basta. Ora sono in questa camera d’albergo. Mi hanno chiesto di stare con loro. Ero tentata, volevo accettare, ma il mio orgoglio me l’ha impedito, e non solo…

 

 

30 Maggio

Sono a casa. Sono a casa mia con mia madre e mio padre. Con i miei fratelli.

Sono felice. Come farò a tener fede al patto con Aro? Come?

Mi piacciono i miei fratelli, a parte lo stronzo rosso, ovviamente.

Jasper è il mio preferito. Una specie di amore a prima vista. È il fratello che tutte vorrebbero ma che solo io ho. Tiè. Prrrr.

Emmett è una forza della natura, è un simpaticone nato. Mi diverte un mondo.

Alice e Rose, sono sorelle con la S maiuscola. Sono fortunata.

Mamma e papà, bhè loro sono mia madre e mio padre, le persone che più amo al mondo.

Poi c’è lo stronzo. Mi è entrato nella pelle, nelle ossa, nel cuore. Cazzo mi sono innamorata e per lui neanche esisto…

 

Sono sconcerto. Nessuno sa cosa dire.

“Cosa significa?” Sussurra mia madre.

“Lo sapevo. Lo sapevo, quella ragazza è una grandissima stronza. Ha mentito. Ha fatto un patto con Aro. Sicuramente le ha chiesto o lei o noi, lei ha rifiutato e si è offerta spontaneamente. Ha mentito quel giorno, sicuramente ha pensato che se si fosse fatta odiare non l’avremo cercata. Sapeva che sicuramente avremo dichiarato guerra ai Volturi e avremo perso. Si è sacrificata per noi, non una volta, ben due volte. Sono stato uno stupido. Sentivo che le sue emozioni erano strane quel giorno. Come diavolo ho fatto a non capirlo prima? Come!” Urla disperato Jasper mentre inizia a rompere i pochi mobili che sono rimasti in piedi.

“Jazz amore, calmati, quel giorno anche tu come noi eri sconvolto.”

“L’ho cacciata e le ho detto che se avesse incornato il mio cammino l’avrei uccisa, mentre per lei sono una sorella perfetta.”

Ed io? Io cosa dovrei dire? Dovevo capirlo dannazione. Dovevo scandagliare bene i pensieri di Aro, dovevo interpretare quelle parole non dette.

Ringhio ferocemente.

“Guardate è caduto questo. Sembra una lettera.”

Mia cara famiglia,

se state leggendo questa lettera vuol dire che state smontando la mia camera ed avete trovato il mio diario.

Sicuramente non siamo più insieme, probabilmente da pochi giorni, forse da tanti anni.

Non so perché vi sto scrivendo queste poche righe. Non ho voluto dirvi nulla sul reale accordo fatto con Aro, non voglio che corriate inutili rischi per me.

Avete vissuto tanto tempo senza di me e dovete continuare a farlo. Fatelo per me.

Quel giorno Aro mi propose la trasformazione. Io non ci avevo neanche pensato, non era tra i miei piani. Però era un accordo poco convincente. Se voi, di vostra spontanea volontà, per l’amore che provavate per me, avreste voluto trasformarmi, allora lui non si sarebbe fatto vivo, in caso contrario, voi sareste morti ed io sarei stata trasformata da lui per entrare a far parte della guardia. Non potevo accettare un accordo simile. Per quanto abbia sofferto per il vostro abbandono, questi giorni sono stati i migliori che abbia mai vissuto. E tutto grazie a voi.

Gli ho fatto un’altra proposta, io mi sarei ugualmente unita a lui, di mia spontanea volontà, dopo la laurea. Avrei finto di voler fare un viaggio intorno al mondo da sola, avrei inscenato un incidente e sarei morta per voi. In cambio a voi non verrebbe torto neanche un capello da qui all’eternità.

Come si dice mors mea vita tua, in questo caso, vita vostra.

Non so perché vi sto dicendo tutto questo. Forse inconsciamente voglia che sappiate che io non morirò, voglio che mi teniate con voi, ma so che non è possibile, amo ognuno di voi e voglia sapervi in vita. Il dolore che proverete con la mia presunta morte, con il tempo, si affievolirà, fino a sparire.

Sappiate che ho amato ogni singolo istante passato con voi.

Amo ognuno di voi, anzi Edward lo amo più degli altri, si alla fine mi sono innamorata dello stronzo.

Con amore e nella speranza che voi non troviate mai il diario e la lettera, vostra

Isabella Marie Cullen.

Ps. sarò per sempre una Cullen, pure quando entrerò nella guardia, io sarò sempre fiera di essere una Cullen.

 

“Preparate le valigie, si parte.”

“Dove andiamo Carlisle?”

“A riprenderci la mia amata.” Esclamo tornando in vita.

 

POV CARLISLE

Sapevo che la mia bambina non diceva sul serio.

Lo sapevo.

“Carl amore, finalmente riabbracceremo nostra figlia. E se Aro le avesse fatto del male? Se qualcun altro nella guardia le avesse fatto del male?”

“Li ucciderò con le mie mani. Mia figlia tornerà ad esser nostra a costo di morire.” Fisso mia moglie con determinazione e dal suo sguardo capisco che anche lei morirà pur di salvare sua figlia.

Aro mai mettersi contro una madre e il suo dolore.

Hai le ore contate.

 

POV JASPER

Abbiamo preso il primo aereo disponibile per Roma, siamo atterrati da poco, per fortuna è notte e non abbiamo problemi con il sole.

Affittiamo due macchine sportive e veloci. Guidiamo io ed Edward. Affondiamo il piede sull’acceleratore. Dobbiamo riprenderci nostra sorella.

Come sono stato sciocco e stupido. Dovevo capirlo prima, dovevo capirlo quel giorno, le sue emozioni erano chiare, ma le sue parole non mi hanno fatto ragionare. Stringo i pugni sul volante e lo sento spaccarsi.

“Jasper, fratello, calmati altrimenti rompi tutto. Non preoccuparti appena arriviamo a Volterra potrai sgranchirti le ossa con tutta la Guardia.” Noi vinceremo, abbiamo un motivo per vincere.

“Alice prova a vedere Bella.”

“Mi dispiace Jazz, ma ci sto provando da quando abbiamo letto il diario. Non la vedo. Le possibilità sono due o il suo scudo la copre completamente mostrandomi un buco nero, oppure…” Lascia la frase in sospeso, mentre dall’altra macchina sentiamo il ringhio di Edward.

“Lei.è.viva.” Ringhia tra i denti.

Si lei è viva.

Arriviamo a Firenze in poche ore, è quasi l’alba e non c’è nessuno in giro. Lasciamo le macchine e ci avviamo verso il tombino che ci porterà al cospetto degli stronzi.

Probabilmente qualche guardia ci ha visto. Felix ci sta aspettando.

“Seguitemi.”

“Se le avete torto un capello, farò di te la mia pelliccia.” Ringhia Rose.

Attraversiamo vari cunicoli fino ad arrivare nella sala dei troni.

“Carlisle, amico mi…”

“Bando ai convenevoli Aro, rivoglio mia figlia. Dove si trova.” Mai ho visto mio padre così arrabbiato.

“Cosa ti fa credere che te lo dirò?”

“Aro non scherzare. Dimmi dove si trova mia figlia e subito.” Gli ringhia contro. Jane sta per scattare ma una sua mano la ferma.

“Ci avete impiegato dieci anni per capire. Vi aspettavo molto tempo prima. Comunque non è qui.”

“Bene aspetteremo il suo ritorno.”

“Non è più qui. Le ho dato il permesso di andar via dopo due anni. Non è portata per essere una sanguinaria, però è comunque una splendida vampira ed anche molto forte, ma è come te, è buona e dolce.”

“Dove si trova?”

“Non lo so.”

“Mi stai mentendo?”

“No, papà è sincero.” Confermiamo sia io che Edward.

“Bene, andiamo.” Ci voltiamo per andar via quando Aro ci blocca di nuovo.

“Quella ragazza è una gemma rara, non lasciatela andar via. Ha bisogno della sua famiglia.”

Con queste ultime parole chiudiamo il portone alle nostre spalle.

 

Allora ragazze, comunico che la storia è conclusa, nel senso tra i miei appunti è conclusa, ci sarà un altro capitolo, in cui sapremo cosa ha fatto Bella in questi dieci anni e poi l’epilogo. Allora che mi dite del capitolo? Aspetto i vostri commenti. A presto, un bacio Mary.  

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Capitolo 11
*** Non sono un mostro ***


In quegli anni

“Dove si trova?”

“Non lo so.”

“Mi stai mentendo?”

“No, papà è sincero.” Confermiamo sia io che Edward.

“Bene, andiamo.” Ci voltiamo per andar via quando Aro ci blocca di nuovo.

“Quella ragazza è una gemma rara, non lasciatela andar via. Ha bisogno della sua famiglia.”

Con queste ultime parole chiudiamo il portone alle nostre spalle.

POV BELLA

“Benvenuta tra noi Isabella. Non ti spaventare, siamo la tua famiglia e non vogliamo farti del male, ci prenderemo noi cura di te.”

“Aro, smettila con le stronzate credi per caso che abbia perso la memoria? Ricordo bene chi sei tu e cosa sei per me. Voi non siete la mia famiglia, ma i miei aguzzini. Smettila con questa pagliacciata.”

“Stupefacente, hai un’ottima padronanza di te.”

Non è vero, vorrei tanto saltarti alla gola e farti in tanti piccoli pezzi.

Mi brucia la gola.

Sento come se milioni di spilli si siano conficcati nella gola. Boccheggio in cerca d’aria.

“Tranquilla cara, abbiamo uno spuntino per te. Vieni nella sala dei troni.” Inizio a sospettare qualcosa, non è che lo spuntino sono degli esseri umani?

Aguzzo l’udito e la vista. Mi sento strana, ancora non mi capacito del mio nuovo corpo, dei miei nuovi sensi sviluppati. Mi sento stordita e spaesata, ma da fuori sono impassibile, non devo mostrarmi debole ai loro occhi, devo sopravvivere per difendere la mia famiglia e perché il mio teatrino non deve esser stato inutile.

La mia famiglia.

Ora mi odieranno da morire.

Meglio. È meglio se mi odiano, così non proveranno dolore per me, non proveranno a cercarmi, non proveranno ad attaccare i Volturi.

Mamma, papà, sorellone, fratelloni, Edward…

Già Edward.

Poco prima dell’arrivo dei Volturi mi ha urlato il suo amore per me. Sono stata al settimo cielo e nell’immediato momento all’inferno.

Mi ama, ma non poteva continuare a tenerselo ancora per se?

Non poteva tenere la bocca chiusa?

No, doveva urlarlo.

Lo odio.

Non può veramente aver detto di amarmi.

Non può esser accaduto davvero ed io non ho potuto neanche godere di quell’attimo.

Non ho potuto assaporare cosa si prova nel scoprire di esser amati dall’uomo che ami follemente.

Dannazione Edward, è tutta colpa tua. Se tu non mi amassi sarebbe più semplice. Se tu non ti fossi dichiarato sarebbe stato più semplice. Se non mi avessi detto nulla, quelle tue minacce ora non brucerebbero come marchi infuocati sul mio cuore ormai muto.

Sono leggermente spaesata, ho pensato tante cose diverse in pochi secondi. Almeno ho un cervello pazzesco.

La mia laurea.

Brutto stronzo, ho faticato tanto. Studiavo la notte per non trovarmi indietro e andare avanti con le ricerche. Notti insonni, lacrime, sudore e disperazione e poi arriva lo stronzo di turno e non mi fa prendere il mio meritato pezzo di carta.

“Ah mia cara, ovviamente abbiamo provveduto per la tua laurea, Corin e Santiago sono andati a ritirare la pergamena per te, adducendo un incidente automobilistico che ti costringe a letto. Spero ne sarai felice.”

“Come una Pasqua Aro. Ho desiderato sin da quando ho mandato la domanda per il college che poi ci andasse qualcun altro a ritirare il mio diploma di laurea. Potrei impazzire per la troppa felicità.”

“Su non esser così drammatica, tanto non ti serve a nulla e poi prenderai tutte le lauree che vuoi. Non saremo certo noi ad impedire che la cultura ti avvolga tra le sue braccia.” Oddio, può un vampiro vomitare?

Arriviamo nella sala dei troni e come supponevo una comitiva di persone è lì impaurita e tremante. Che schifo. Non farò mai una cosa del genere.

L’odore zuccherino del sangue mi arriva alle narici. I muscoli si contraggono e sono pronti ad attaccare le loro prede.

Sento già il sapore del sangue che mi inebria i sensi e caldo e liquido scende lungo la mia gola.

Ho la gola in fiamme.

Devo spegnere l’incendio.

“Vai cara Isabella, a te l’onore, io ti consiglierei i bambini, hanno il sangue più dolce, corposo e sazia di più.”

Alle parole di Aro qualcosa scatta nella mia mente.

Non sono un mostro. Mi faccio schifo da sola.

I volti della mia famiglia mi appaiono davanti.

“Noi vogliamo essere più umani. Abbiamo scoperto che nutrirci diversamente ci permette di vivere bene e confonderci tra gli umani. Non siamo degli assassini.”

Smetto di respirare e mi concentro sui visi dei miei familiari, sui loro sorrisi, sui loro occhi dorati.

Dorati. I miei occhi saranno dorati.

“Avanti Isabella, anche i tuoi fratelli hanno sete.” Mi volto di scatto verso Aro.

“Mi hai trasformata in un mostro. Mi hai trasformata in una macchina da guerra solo per i tuoi luridi scopi. Io non sono un’assassina, io ho ancora un’anima al contrario vostro. Mi nutrirò di animali come i miei genitori e i miei fratelli. Non ucciderò mai nessuno. Certo Aro se la persona da uccidere dovresti essere tu, ci farei un pensierino, per il resto evitate questi teatrini, almeno in mia presenza.”

“Come osi…”

“Zitta tu. Aro mi avevi detto che potevo nutrirmi come preferivo, ecco io preferisco seguire la dieta dei miei genitori, e bada bene, non te lo sto chiedendo, ti sto solo dicendo che non mi nutrirò come voi. Quanto a te stronza, prova di nuovo ad interrompermi e di te non resterà che polvere.” Con uno scatto atterro Jane e la blocco. Cerca di usare il suo potere ma con me non funziona.

“Non provare a mettermi i bastoni tra le ruote Jane. Oggi ti ho solo atterrata, domani potrei staccarti un braccio, dopo domani farti a pezzi e il giorno dopo ancora ridurti in polvere. Puoi avere tutta l’esperienza che vuoi alle spalle, ma io sono una neonata e perciò molto più forte di te. Hai capito?” Non mi risponde, continuo a stringere la presa sul suo collo fino a che non vedo qualche crepa sul suo bel visino di porcellana.

“Non ho sentito, hai capito?”

“Si.” Un sospiro sommesso da parte sua e la lascio andare.

“Jane, sorella. La pagherai.”

“Dici sul serio Alec?”

“Basta così. Isabella esci da qui, non ammetto insubordinazioni, sei perdonata solo perché ti sei svegliata da poco e non riesci a tenere a bada l’istinto. Per quanto riguarda la tua dieta fa come vuoi, ma eseguirai i miei ordini, quando ci saranno le missioni punitive tu…”

“Tu non hai capito niente Aro, io non ucciderò nessuno, non parteciperò a nessuna missione, uscirò dal castello solo quando vorrò io. Nel nostro accordo non vi era incluso alcun assassinio e alcuna missione, solo il mio ingresso nella guardia.”

“Credi davvero che te lo lascerò fare?”

“Cosa vuoi farmi? Vuoi uccidermi? Fallo non mi resta nulla per cui vivere. Avanti, vieni ed uccidimi, mi sto offrendo su un piatto d’argento. Non ho paura di morire Aro, sono già morta tre giorni fa, ora lo sarò completamente. Dai vieni, sono qui.” Allargo le braccia come se fosse un invito.

“Felix accompagna Isabella nella sua camera. Aspettate un paio d’ore e poi accompagnala a caccia. Ora sparite.”

Seguo il bestione.

“Stai attenta nanetta, hai rischiato grosso. Mi sei simpatica ma non sarei riuscito a difenderti se Aro avesse dato ordine di attaccarti.” Sono sorpresa dalle sue parole.

“Difendermi?”

“Si. Rivedo me stesso in te. Anche io sono entrato nella guardia per difendere la mia famiglia. Loro erano umani, come me ovviamente, se non avessi ubbidito ai suoi ordini li avrebbe uccisi tutti, non potevo ribellarmi, loro non erano forti come i Cullen, erano fragili umani.”

“Mi dispiace, ho giudicato tutti voi come freddi assassini non pensando che avete anche voi una storia alle spalle. Allora anche i due fratelli…”

“No, quelli sono veramente spietati e malefici, gira al largo da loro il più possibile Bella, io e Demetri cercheremo di tenerti sempre sott’occhio.”

“Anche Demetri…”

“Lui è Russo, se non avesse ubbidito gli avrebbe ucciso moglie e figli. Ancora oggi, dopo quasi tre secoli, difende la sua discendenza nell’ombra, non ha mai fatto mancare loro nulla, anche economicamente.”

Mi sono simpatici Felix e Dementri. Ho sempre pensato alla Guardia come a esseri vili e senza cuore, ma mi accorgo che sono come gli altri, giudico dalle apparenze non pensando che loro prima di esser vampiri erano umani, avevano una vita e una famiglia.

 

DUE ANNI DOPO

“Isabella, puoi andare.” Sorrido in direzione di Aro, non mi fido.

“Cosa c’è sotto?”

“Sei sempre malfidata. Qui non ci sei utile in alcun modo, a parte Felix e Demetri non vai d’accordo con nessuno, non partecipi alle missioni, non ti nutri come noi. Per carità non sei un peso, sei sempre in biblioteca a studiare, a parte ovviamente quando litighi con Jane. Ma qui non c’è posto per i puri di cuore come te. questo non è il posto adatto a te, credevo che ti avrei fatto cambiare idea ma a quanto pare non ci riuscirò mai. Inoltre il tuo potere si sta anche indebolendo. Vai, sparisci dalla mia vista, non ti vogliamo più qui. Tranquilla sia tu che la tua famiglia siete al sicuro.”

“Mi dai la tua parola Aro?”

“Non manco mai alla parola data, dovresti saperlo.” Ha ragione lo so. È u  tiranno ma gli devo tanto, ha capito le mie ragioni quel giorno di due anni fa, anzi spesso è anche stato il mio insegnate.

“Aro, grazie.” Mi guarda stupito.

“Oh per favore non fare quella faccia che non lo ripeterò più. Mi hai capita, non mi hai costretta e mi hai anche insegnato tanto. Ti devo motlo.”

“D’accordo, d’accordo, ora vai basta con questi sentimentalismi.” Noto un luccichio nei suoi occhi, stronzo ti ho colpito e non vuoi perdere la faccia davanti i tuoi lecchini.

“Dove andrai Isabella?”

“Non lo so Marcus, probabilmente girerò il mondo o mi troverò un lavoro, dovrò pur vestirmi in qualche modo.”

“Sciocca pensi che i Volturi non abbiano provveduto a questo? Hai una carta di credito con fondo illimitato per l’eternità, non viviamo come pezzenti.” Caius, è sempre stato un tipo attento alle apparenze e anche molto materialista.

“In questo caso, viaggerò per il mondo, ho l’eternità per decidere cosa fare. Bye bye cari. Ciao Jane mi dispiacerà non avere più nessuno a cui poter staccare qualche arto. Non è che verresti a trovarmi qualche volta?” Mi sorride impercettibilmente, quasi ci tolleriamo, quasi.

Vado nella mia camera e preparo le mie valigie. Sento Demetri e Felix alle mie spalle.

“Vai via nanetta. Sta attenta.”

“Venite con me!” Esclamo.

“Questa è una prigione dorata per voi, venite via con me. Aro ha sempre detto che ognuno è libero di andar via.”

“Certo poi però i più si ritrovano morti accidentalmente. Si è liberi veramente quando è Aro a mandarti via, come ha fatto con te e anni fa con Eleazar, per chi va via di sua spontanea volontà non c’è la libertà ma morte sicura, poi questa oramai è diventata casa nostra.”

“Mi dispiace.”

“Ehi ma verremo a trovarti. Riuscirò a trovarti, sono o non sono il segugio migliore del mondo? Ma raccontami un po’ del tuo potere che sta scemando, perché non ci credo neanche un po’?”

“Eh eh eh segreti Demetri, segreti.” Mi aiutano a raccattare la mia roba e mi accompagnano fino all’aeroporto di Roma. Prenderò il primo aereo per il primo posto freddo e nuvoloso che trovo.

“Mi raccomando stai attenta.”

“Certo.”

“Non dare confidenza agli estranei.”

“Ovvio.” Mi viene da ridere, ma mi hanno sempre trattato come una specie di figlia.

“Stai lontana dai ragazzi.”

“Demetri…”

“Si, si lo so, lo so. Solo che se avessi visto crescere mia figlia le avrei fatto le stesse raccomandazioni, ora capito tu e ti toccano.”

“Ok ok, starò lontana dai ragazzi.” L’unico ragazzo che voglio mi odia.

Una fitta di dolore mi attraversa ripensando alla mia famiglia. Non ho voluto notizie su di loro, però Dementri mi ha assicurato che stanno bene.

“Ora vai, hai preso la carta di credito? Questo è un regalo da parte nostra.” Apro il pacchetto emozionata, è un bracciale con un ciondolo a forma di cerchio. Sul ciondolo ci sono incise una B, Bella, una F, Felix e una D, Demetri. Formano una V, la V di Volturi. È bellissimo.

“Grazie di cuore, è favoloso.” Abbraccio entrambi e sento l’altoparlante chiamare il mio volo per Amsterdam.

“Dai vai o perderai il volo.”

“Mi mancherete. Venite a trovarmi io non credo che verrò più nella tana del lupo.”

“Ci vedremo spesso e ci sentiremo tutti i giorni.” Li abbraccio di nuovo, mi giro verso il gate e respiro.

Sto respirando finalmente la libertà.

Libertà che però non mi permetterà di tornare dalla mia famiglia.

“Se dovessi incontrarti sulla mia strada, per te sarebbe la fine.”    

Le ultime parole che mi ha rivolto Edward sono impresse come fuoco sul mio cuore e nella mia mente.

Bene dovrò anche evitare la mia famiglia se voglia avere salva la pelle.

Si prospetta un’eternità impegnativa.

 

10 ANNI DOPO

Mi rilasso sul mio comodo divano mentre osservo un po’ di tv.

Alla fine ci sono venuta ad abitare a Londra. Ho girovagato un po’ per l’Europa, ho visitato posti bellissimi, posti che fanno sognare, che fanno piangere, posti indimenticabili.

Però ora sono qui a Londra da quasi un anno. Voglio un po’ di stabilità e tranquillità, almeno per un po’, poi continuerò il mio viaggio alla scoperta delle bellezze del mondo.

Ho incontrato James e Vic un paio di anni fa, loro sapevano tutto, non mi hanno giudicata, ma erano arrabbiati con me per aver affrontato tutto da sola, sono degli amici comprensivi e hanno capito le mie ragioni, anche se stavano per farmi nuovamente la pelle per la mia incoscienza. Poi mi hanno abbracciato e mi hanno fatto promettere di contattarli spesso e per qualsiasi motivo.

Volevano che mi unissi a loro, per non esser più sola, ma ho preferito la mia solitudine. Ho fatto promettere loro di non dire nulla ai Cullen e titubanti hanno accettato, di nuovo.

Ora mi ritrovo proprio come dodici anni fa, ad una settimana dalla laurea, con la differenza che ora sarò io a ritirare la mia pergamena e se dodici anni fa ci sarebbe stata la mia famiglia, questa volta sono completamente sola.

Probabilmente ci saranno Felix e Demetri, ma non è sicuro dato che saranno via per una missione.

Che tristezza, potrei pagare degli attori per fingersi miei genitori così almeno avrò qualcuno con cui fare una foto ricordo.

Non sono riuscita a contattare James e Vic, perciò sarò proprio sola.

Gioco un po’ con il mio potere.

Eh si non è scemato con il tempo anzi l’ho rafforzato. Posso abbassare lo scudo quando voglio io, lo posso alzare su chi voglio, posso abbassarlo per metà, per un po’, posso usarlo come preferisco. Non credo che Aro si sia bevuto la storia del potere indebolito. Quello ha capito tutto sin dall’inizio, mi ha semplicemente lasciato andare.

È uno squilibrato ma gli devo tanto.

O guarda una famiglia felice in tv.

La mia famiglia mi ha dimenticata?

Mi odiano ancora?

Io amo tutti più di prima.

Amo Edward ancora più di prima.

Non pensavo di poter amare così tanto qualcuno.

Cambiamo pensieri.

Sono liberi e stano bene.

Sii felice per loro Bella, sei tu l’artefice della loro sopravvivenza.

 

 

Ciao ragazze, come va? Allora questo è l’ultimo capitolo, il prossimo sarà l’epilogo, e sì anche questa storia è finita. Mi dispiace tanto, mi piace un sacco. Comunque abbiamo capito cosa ha fatto Bella in quei dieci anni, cosa è successo dopo che si è svegliata, cosa ha fatto quando è andata via da Volterra, e mentre nello scorso capitolo siamo andati avanti di 10 anni, qui siamo andati avanti di dodici, perciò due anni in più.

Aspetto i vostri commenti, a presto, un bacio Mary.

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Capitolo 12
*** Epilogo ***


Epilogo

Ehi ciao ragazze, perché le note all’inizio? Semplice, volevo chiarirvi un po’ di cose. Allora il penultimo capitolo, quello in cui ci sono i pov degli uomini Cullen, si svolge dieci anni dopo il giorno in cui Bella va via con i Volturi. Lo scorso capitolo inizia con il risveglio di Bella, poi va avanti di due anni e poi di altri dieci, perciò Bella non va avanti di dieci anni, ma di dodici anni. In questo capitolo ci sarà un piccolo momento in cui si parlerà di cosa fanno in quei due anni i Cullen e poi si arriverà a dodici anni dopo. È tutto chiaro? Vi lascio all’epilogo. Grazie di cuore a tutte voi che mi siete sempre state vicine.

La mia famiglia mi ha dimenticata?

Mi odiano ancora?

Io amo tutti più di prima.

Amo Edward ancora più di prima.

Non pensavo di poter amare così tanto qualcuno.

Cambiamo pensieri.

Sono liberi e stano bene.

Sii felice per loro Bella, sei tu l’artefice della loro sopravvivenza.

POV EDWARD

Lasciamo il palazzo come delle furie.

“Dobbiamo trovarla. Dobbiamo riprenderci la nostra Bella.” Esclama Emmett infervorato.

“Giusto, però c’è un grandissimo problema. Lei non si farà trovare facilmente. In questi dieci anni non sono riuscita ad avere alcuna visione su di lei, vuol dire che il suo potere è diventato più forte. Inoltre non dimentichiamoci che lei non sa che abbiamo trovato il suo diario e la sua lettera perciò è convinta che noi la odiamo, ricordiamo tutti quali sono state le ultime parole che le hanno rivolto Edward e Rose. Penso che in questi anni abbia fatto di tutto per evitarci e devo dire che è anche molto brava, ma lei non è Alice Cullen. È brava ma io sono più astuta di lei. La troverò.”

Fremo alle parole di Alice. Ricordo perfettamente quali sono state le mie ultime parole.

Pochi minuti prima le ho urlato di amarla, subito dopo le detto di sparire.

Non osare farti rivedere da noi. Se dovessi rincontrarti sulla mia strada per te sarebbe la fine.

Stupido. Stupido. Stupido.

Dovevo capirlo subito che stava mentendo.

Dovevo capirlo subito che non era sincera.

Dovevo capirlo dai pensieri stupefatti di Aro.

Dovevo capirlo e basta.

I miei pensieri sono simili al resto della famiglia.

Jasper si incolpa più di tutti perché con il suo potere non è riuscito a capire che stava mentendo. Non è riuscito a capire che stava soffrendo nel dire quelle cose.

Rosalie le ha detto le mie stesse parole, anche lei si incolpa per aver tratto conclusioni errate.

Alice ed Emmett si incolpano per non averla fermata e non averle chiesto dei chiarimenti.

Gli unici che non hanno mai giudicato le sue parole sono stati Esme e Carlisle. Loro pensavano solo di aver perso la loro bambina, non hanno mai pensato alle parole dure che ci ha rivolto.

Devo lasciar perdere ora queste cose, ci penserò a tempo debito. Ora il mio obiettivo è ritrovarla e magari strisciare ai suoi piedi.

 

DUE ANNI DOPO

Ancora un buco nell’acqua. Però questa volta ci siamo andati vicino. Alcuni vampiri che abitano da queste parti hanno detto di averla incontrata.

Una ragazza bellissima, dolce e simpatica, con il dolore negli occhi.

Non aveva luce negli occhi.

Queste sono state le parole di una saggia vampira Russa.

Alice è bravissima.

Si sforza fino al limite per avere anche solo uno stralcio di visione, purtroppo non sempre ci riesce.

Alcune visioni ci hanno portato ad Amsterdam, quello è stato il primo buco nell’acqua.

Poi è stata la volta di Parigi, lì abbiamo trovato una traccia che ci ha portato a Berlino, ma lì è stato un altro buco nell’acqua.

È brava, dannatamente brava e non sa neanche che la stiamo cercando.

Non ci siamo mai fatti abbattere dalla sconfitta, abbiamo sempre incassato il colpo ma siamo andati avanti.

Ora siamo ancora a san Pietroburgo, è una città favolosa, vorrei tornarci con lei un giorno.

Mi blocco nell’esatto momento in cui alice ha una visione. Tutti ci voltiamo verso di lei.

“Isabella Marie Cullen, sono felice di consegnarle il suo diploma di laurea.”

È…è…è semplicemente favolosa. Era già bellissima, ma ora è favolosa.

È semplicemente divina.

Non ho parole per esprimere la sua bellezza, l’eleganza dei gesti e nei movimenti.

“È favolosa.” Sussurro a mezza voce.

“L’hai vista?” Mi chiede agitata Esme.

“Si, è bellissima. Nella mia visione si stava laureando. Il Rettore parlava in inglese, la prossima tappa è la Gran Bretagna, Londra. L’accento è quello londinese. Dobbiamo trovare il college e scoprire la data. Emmett mettiti al computer, vedi in quali college ci saranno le lauree in questo periodo così restringiamo il campo delle ricerche. Una volta che le individui, cerca delle foto dei Rettori, appena lo riconosciamo sapremo dove andare.” Emmett esegue quanto detto ed è veramente un gioco da ragazzi per lui, bucare tutti i sistemi di protezione è semplicissimo per un genio dell’informatica come Emmett.

“Università di Oxford.” Esclamiamo al settimo cielo io e Alice.

“Preparate le valigie si parte. Tra una settimana abbiamo una laurea importate.” Tutti ci voltiamo verso Alice e pensiamo alla stessa cosa. È tutto come dodici anni fa, solo che questa volta siamo noi a cercare lei una settimana prima della sua laurea.

“Questa volta sarà diverso. Questa volta ci riuniremo e assisteremo alla laurea della nostra bambina. Ti giuro che sarà diverso amore.” Le parole di mio padre sono tutte per mia madre. Probabilmente loro hanno sofferto più di tutti. Loro l’hanno persa per ben due volte. Ma questa volta la ritroveranno per sempre, parola di Edward Cullen.

In poco prepariamo i bagagli mentre Rosalie ha prenotato i biglietti per Londra, partiremo tra sei ore.

Arriviamo in aeroporto e aspettiamo.

L’attesa è logorante.

Ho aspettato per tutto questo tempo ed ora poche ore mi sembrano un’eternità.

Sono troppo nervoso tanto che non riesco a tenere ferme le gambe.

“Edward smettila, siamo tutti nervosi ma tu non aiuti affatto.” Jasper mi ammonisce.

Finalmente chiamano il nostro volo, ci imbarchiamo e poco dopo decolliamo.

Le ore di volo sembrano infinite, non mi è mai pesato come ora il tempo.

Io che di tempo ne ho a disposizione in quantità illimitata, ora mi ritrovo a sperare che queste ore passino il più in fretta possibile.

Finalmente il viaggio giunge al termine, usciamo dall’aeroporto con calma, senza dare troppo nell’occhio anche se i pensieri dei presenti sono ributtanti.

“Taxi.” Alice ferma due taxi, sistemiamo i bagagli, e partiamo verso Oxford.

Per fortuna la distanza non è molta e ci troviamo ad attraversare questi quasi cento chilometri nel silenzio più assoluto. C’è chi freme di aspettativa, chi di eccitazione, chi di gioia, chi, come me e i miei genitori, d’amore.

“Alice, cosa accadrà appena ci vedrà? Scapperà? Continuerà a mentire?” Le chiedo in un sussurro sapendo che mi ha sentito.

“Non lo so Edward, non lo so. Il suo potere mi blocca, è dannatamente potente. Ma stai tranquillo, non ce la lasceremo scappare.” Arriviamo dopo quasi due ore a causa del traffico, paghiamo i taxi lasciando una lauta mancia ed entriamo nell’albergo che ha prenotato Rosalie da San Pietroburgo.

Paghiamo in anticipo per dieci giorni, prendiamo le chiavi delle camere e andiamo tutti in camera di Esme e Carlisle.

“Bene, ora dobbiamo capire dove vive. Potrebbe anche vivere a Londra, non lo sappiamo.” Tutti fissiamo Alice in attesa di una visione. Si concentra ma l’unica cosa che otteniamo sono pezzi di arredamento, nulla che possa esserci utile per individuarla.

Passano così tre giorni. Alice cerca invano di avere una visione. Io e Jasper abbiamo praticamente setacciato tutta Londra. Rose ed Emmett hanno girato per i paesi limitrofi, mentre Esme e Carlisle hanno piantonato il college dalla mattina alla sera.

“Non ci scoraggiamo, fra tre giorni c’è la consegna dei diplomi di laurea, allora non ci sfuggirà.” Rose cerca di far coraggio a tutti e il fatto che comunque fra tre giorni la rivedremo ci fa continuare a sperare.

“L’ho trovata! L’ho trovata.” Urla Jasper entrando come una furia. Dai suoi pensieri capisco che ha avuto un gran colpo di fortuna.

“Come abbiamo fatto a non pensarci prima? Come? Ce l’avevamo sotto gli occhi e non ce ne siamo mai accorti.”

“Hai ragione Jasper, che sciocchi che siamo stati.”

“Scusate potete spiegare anche a noi?” Esclama impaziente mio padre.

“Certo, allora in Russia ci hanno detto di averla vista insieme a due Volturi, uno grosso ed uno biondino, supponiamo siano Felix e Demetri. Ciò vuol dire che comunque ha un qualche aiuto economico da loro e che comunque sono amici. Dove andrebbe ad abitare un vampiro vegetariano, se ha degli amici non vegetariani?”

“Vicino la banca del sangue!” Esclama mio padre.

“Giusto. Bene passavo da lì vicino ed ho notato una villetta carina, nascosta nel verde, ma c’era un odore strano, odore di vampiro, un odore familiare, ma più zuccherino. Incuriosito mi sono inoltrato nel piccolo boschetto che si trova dietro la villetta. Ho sentito il suo odore, era forte, ma lei non era in casa. Poi sono tornato qui.”

“L’abbiamo trovata. Carl, abbiamo trovato nostra figlia!” Esme singhiozza tra le braccia di Carlisle. Tutti sono felici ed io più di tutti. Ho ritrovato il mio cuore, ora posso tornare a respirare.

“Bene, andiamo da lei.” Esclama l’orso.

“Ci presentiamo come se non fosse accaduto nulla?”

“Ho un piano.” Esclama Alice.

 

POV BELLA

Corro per tornare a casa, la caccia mi ha soddisfatta.

Sono stata via più del previsto ma tanto non ho nessuno che mi aspetta a casa. Se non fossi tornata nessuno si sarebbe preoccupato. Nessuno sarebbe stato in ansia. Nessuno sarebbe venuto a cercarmi.

Sospiro pesantemente.

Fra tre giorni mi laureo e sono sola, ho anche abbandonato l’idea di pagare qualcuno per spacciarlo come familiare, meglio sola, di bugie ne ho fin troppe intorno.

Sono in prossimità di casa mia, avverto qualcosa di strano. I miei sensi sono in allerta. C’è odore di vampiro nel bosco dietro casa mia, mi sembra di conoscerlo, ma non capisco dove l’ho già sentito.

Forse era solo di passaggio, ha sentito odore di vampiro, si è incuriosito ma ha visto che non c’era nessuno è andato via.

Sono comunque inquieta, è da qualche giorno che ho una strana sensazione.

Entro silenziosamente in casa.

Qualcuno è stato qui.

Non accendo la luce, ci vedo benissimo anche al buio. Ci pensa qualcun altro ad accenderla al posto mio e mi immobilizzo quando vedo chi mi trovo davanti.

“Isabella, Isabella, Isabella. Lo ammetto sei furba, sei brava, sei scaltra e il tuo potere mi ha creato molte noie, ma io sono più furba di te e ti abbiamo trovato.” Ascolto le parole di Alice ma sono concentrata sulle due persone che mi trovo di fronte.

Vorrei correre da loro ma poi le parole di Edward e Rosalie mi tornano in mente.

Avverto gli altri, sono sparsi per la casa. Lui è dietro di me.

“Un po’ scorretto da parte vostra attaccarmi in sette. Inoltre mi avete detto che io non devo incrociare il vostro cammino, mi pare che siate stati voi ad incrociare il mio.” Sento tutti fremere alle mie parole.

“Abbiamo parlato in preda alla rabbia. Dovresti capirci. Come noi abbiamo capito che erano solo bugie le tue parole.” La voce di Rosalie mi arriva cristallina.

“Quando l’avete capito?” Continuo a parlare senza spostare lo sguardo dai miei genitori.

“Due anni fa.” Ora rido senza allegria.

“Però, siete stati veloci. Come l’avete scoperto?”

“Abbiamo trovato il tuo diario, abbiamo saputo da lì del tuo stupido patto con Aro. Abbiamo letto la lettera.”

“Ciò vuol dire che se non aveste mai letto quelle parole non avreste mai capito che stavo mentendo. Chi vi assicura che non fossero menzogne anche quelle scritte? Infondo avete subito creduto alle mie parole, solo delle parole scritte vi hanno fatto pensare il contrario. Non avete neanche minimamente pensato che forse stavo mentendo per salvarvi, che forse stavo mentendo per evitare che vi lanciaste in una missione suicida contro i Volturi. No, avete subito creduto alla menzogna. Ora vi dico, si erano bugie, si ho mentito per salvarvi, si lo rifarei altre mille volte, si lo rifare sempre. Però voglio che sappiate che non voglio avere nulla a che fare con voi. Come posso fidarmi di voi che avete creduto alla menzogna e non a quello che avevate sotto gli occhi? Come?” Fremo di rabbia mentre ora sono tutti e sette di fronte a me e mi guardano con gli occhi sbarrati.

“Eravamo sconvolti Bella.”

“Perché io non lo ero? Se permetti Rosalie io era la più sconvolta, però non ti ho detto che ti avrei fatto la pelle se ti avessi incrociata lungo il mio cammino. Ora sono qui davanti a te, cosa aspetti? Un invito scritto? Ti sto praticamente invitando a nozze.” Sposto lo sguardo su Alice.

“Se non hai mai avuto una visione su di me non potevi pensare che non volessi farvi sapere cosa stavo facendo? non potevi pensare che volevo stare per i fatti miei?”

Continuo il mio giro e mi rivolgo ad Emmett.

“Tu sei stato un grandissimo stupido! Perché dopo le mie parole ti sei scagliato contro Aro? Sapevi che saresti stato atterrato immediatamente, ma l’hai fatto lo stesso. Come gli altri non mi hai chiesto spiegazioni, hai subito tratto le conclusioni più facili e comode.”

Arrivo a Jasper e lo fisso in silenzio.

“Jasper. Tu sei quello che più mi ha deluso. Quel cazzo di potere che hai a cosa ti serve ah? Tu sapevi che non avevo raccontato tutto del mio incontro con Aro. Mi hai portato lontano da tutti per sapere la verità. Sapevi che c’era dell’altro. Sapevi che c’era qualcosa di grosso sotto. Cosa hai fatto? Cosa? Sei stato lì immobile, senza dire una parola, senza fare nulla. Professavi a chiunque il fatto che fossi il mio fratello preferito e poi tisei rivelato il peggio del peggio. Complimenti, davvero complimenti.”

“Oh Edward. il buono e generoso Edward. Il razionale ed intelligente Edward. colui che non mi ha dato modo di avvicinarmi ma poi mi fa le scenate. Colui che urla di amarmi ma pochi secondi dopo mi intima di non farmi più vedere se non voglio esser fatta fuori. Oh si è enorme l’amore che provavi per me. Si è visto nella tua incoerenza. Complimenti anche a te Edward. La tua performance credo sia stata la migliore.” Vedo tutti e cinque incassare le mie parole e abbassare lo sguardo.

Edward ti amo tanto, ma non hai capito nulla.

Non hai mai capito nulla.

“Non hai capito quanto ti amassi. Mi hai tenuta lontana a prescindere da tutto, cosa pretendevi con quella dichiarazione, che ti cadessi tra le braccia? Hai sbagliato persona. Ma state tranquilli tutti e cinque, non è la prima volta che qualche Cullen mi fa soffrire, ci sono abituata.”

Infine arrivo a loro. Mi avvicino lentamente ai miei genitori.

Sono stata cattiva con loro.

La colpa è esclusivamente mia. Sono io che ho mentito sul mio incontro con Aro. Sono io che ho mentito il giorno in cui sono partita. Sono io che provo rabbia e rancore verso me stessa e sto sputando veleno contro di loro.

Ma paradossalmente sono arrabbiata anche con loro.

Cazzo hanno veramente creduto alle mie parole e solo dieci anni dopo, solo dopo aver letto un diario, hanno capito che mentivo. Se non l’avessero trovato non avrebbero mai capito nulla. Se non l’avessero trovato avrebbero continuato ad odiarmi e sarebbe stato meglio. Avrei preferito che continuassero ad odiarmi così non mi sarei trovata in questa situazione.

Ora che so che non mi odiano, mi faccio ancora più schifo.

Mi avvicino a mio padre e mia madre.

Con loro non ci riesco. Non ci sono riuscita la prima volta e non ci riuscirò neanche ora.

Mio padre ha capito e ha allargato le sue grandi e forti braccia e io corro da lui.

“Perdonami papà. È tutta colpa mia. Ho sbagliato. Ho sbagliato. Ma non potevo perdervi. Non potevo essere l’artefice della vostra morte. È colpa mia. È colpa mia.”

“Ssh bambina, è tutto finito, ora sei di nuovo con noi.”

“Papà, scusa, scusami papà. Non dovevo cercarvi. Se non l’avessi fatto voi avreste continuato a vivere la vostra vita con tranquillità. Scusa papà.”

“Non dire così tesoro. Non è colpa tua. Non è colpa di nessuno. Tu hai fatto ciò che credevi più giusto. Hai voluto salvare la tua famiglia. Certo se ne avessi parlato con noi avremo trovato un’altra soluzione. Io e la mamma volevamo chiederti se un giorno avresti voluto essere immortale. Ssh non piangere tesoro, non piangere.”

“Papà…” Continuo a chiamarlo come una litania. Singhiozzo. Singhiozzo senza sosta e ora maledico la mia natura. Vorrei essere umana per sfogare il mio dolore con le lacrime. Vorrei tanto piangere.

Sento mia madre che mi accarezza i capelli e con la testa ancora sul petto di mio padre, la sposto per guardarla.

“Mamma, perdonami. È solo colpa mia, solo colpa mia. Se non fos…”

“Non dire così amore, noi siamo stati felicissimi quando dodici anni fa hai bussato alla nostra porta, ed ora siamo nuovamente felici. Probabilmente questo è stato solo uno scherzo del destino. Ora però ci siamo ritrovati e tutto si sistemerà.” Gli altri ci lasciano la nostra privacy e noi andiamo in camera mia. Come quel pomeriggio di dodici anni fa, ci ritroviamo tutti e tre stesi su un letto. Solo che questa volta non ci sono lacrime da asciugare ma solo singhiozzi.

Dopo molte ore riesco a calmarmi.

“Scusate.” Sussurro con voce roca.

“Non hai nulla di cui scusarti, tesoro, nulla. Siamo noi a doverci scusare. Abbiamo subito creduto alle tue parole anche se non ne eravamo certi. Non abbiamo fatto nulla per fermarti o per cercarti. Come hai detto tu solo delle parole scritte ci hanno fatto aprire gli occhi. Sei tu che devi perdonare noi.”

“Voi non avete nulla da farvi perdonare. Sono io che porto solo problemi a chiunque mi sia intorno, a chiunque mi voglia bene. Porto solo infelicità.”

“Non è vero!” Esclama risentito mio padre.

“I ricordi più belli, le emozioni più intense ci sono stati regalati da te. Non osare più dire una sciocchezza del genere.” Sospiro sul petto di mio padre. Ora non è più duro e freddo, ora è caldo e morbido.

“Mi siete mancati.”

“Anche tu, non immagini quanto.”

“Fra tre giorni, ormai due, mi laureo.”

“Lo sappiamo tesoro, lo sappiamo. Questa volta non ci saranno impedimenti. Tutta la tua famiglia sarà lì con te.”

“Non credo che gli altri ci saranno.” Loro mi guardano confusi.

“Perché non dovrebbero?”

“Li ho trattati malissimo. Ho riversato su di loro la rabbia, l’odio e il rancora che provo verso di me. Non mi perdoneranno mai.”

“Cara ne sei proprio sicura?”

“Si.”

“Allora le cinque persone che ti aspettano trepidamente giù chi sono?” Aguzzo l’udito e li sento.

“Sono qui.” Sussurro. Loro annuiscono e mi lasciano andare.

“Ho delle scuse da fare.”

“Noi andiamo a fare un giro nei dintorni.”

Prendo un enorme respiro e vado verso la porta.

“Stai tranquilla non vedono l’ora di riabbracciarti.”

“Speriamo.” Sento l’eco della loro risata. Scendo le scale come se fossi una condannata al patibolo.

Arrivo in salotto e trovo tutti e cinque ad attendermi con il sorriso sulle labbra.

Mi sento ancora più in imbarazzo.

“Qualcuno è in imbarazzo. Prima non sembravi così.”

“Jasper…” Non riesco a concludere la frase che mi ritrovo stretta tra le sue braccia.

“Scusami sorellina, perdonami.”

“Ti perdono solo perché sei bello” Tutti scoppiano a ridere.

“Ingrata ed io pensavo che mi perdonavi perché sono il tuo fratello preferito.”

“Scusatemi per prima, io…ehm…si…insomma…sono arrabbiata come me stessa e me la sono presa con voi.”

“Oh sorellina io e Rose ti perdoniamo solo se domani andiamo a fare shopping insieme.” Annuisco mentre abbraccio le mie sorelle e Rosalie si scusa con me.

“Emmett non fare più la stupidaggine che hai fatto quel giorno. Jane è letale, mi hai fatto preoccupare da morire.” Le sue braccia mi avvolgono per un abbraccio stritolatore.

“Oh tranquilla nana ho la pelle dura.” Mi mette a terra e mi ritrovo praticamente a pochi centimetri dal viso di Edward.

Quanto mi è mancato.

“Io…” Diciamo contemporaneamente e ci blocchiamo imbarazzati.

“Prima tu…” Ancora contemporaneamente e siamo sempre più imbarazzati.

“Oh al diavolo,  ho aspettato così tanto…” Non finisce la frase che mi ritrovo le sue labbra incollate alle mie. Lei mie mani cercano automaticamente i suoi capelli. Le sue braccia mi stringono al suo petto e gli salto praticamente addosso.

Il bacio è immediatamente passionale.

Il suo sapore mi fa giare la testa. Ci fermiamo solo quando sentiamo dei colpi di tosse.

“Quando speravo che vi riappacificaste diciamo che questo era il mio ultimo pensiero, ma so che Edward non ti farà soffrire.”

Guardo il mio angelo negli occhi e finalmente sono tornata a casa.

“Ciao.”

“Ciao.” Mi risponde dolcemente.

“Ti amo.”

“Non puoi neanche immaginare quanto ti ami io.”

“Ne avete ancora per molto voi due?” Ovviamente Alice non poteva non interrompere.

 

2 GIORNI DOPO

“Isabella  Marie Cullen, sono lieto di consegnarle il suo diploma di laurea. Congratulazioni.” Ringrazio il rettore con una veloce stretta di mano, per evitargli il freddo della mia mano. Prendo il mio diploma e mi volto sorridente verso la mia famiglia.

Sono tutti lì che mi sorridono commossi e mi applaudono. Ci sono anche i Denali, li abbiamo chiamati, sono venuti immediatamente, abbiamo spiegato loro tutto e sono stati felicissimi di avermi nuovamente in famiglia. All’ultimo momento si sono aggiunti anche James e Vic. In lontananza noto Demetri e Felix. Sono di passaggio. Mio padre li ha ringraziati infinitamente per non avermi abbandonata e per avermi protetta in questi anni.

Scendo dal palco, lancio in aria il mio tocco e senza recuperarlo salto in braccio al mio fidanzato.

Oh non lo sapete? Ieri mi ha chiesto di sposarlo, ha detto che abbiamo già perso dodici anni, non dobbiamo perdere altro tempo.

Ovviamente l’enorme anello, appartenuto alla signora Masen, fa bella mostra sul mio anulare.

Come l’ha presa mio padre? Tranquilli i vampiri non possono morire di infarto, perciò a parte qualche piagnucolio si è calmato in fretta. 

E poi come si dice, un vampiro è per sempre! O era un diamante? Poco cambia, entrambi brillano al sole.

Questa è la mia storia. Ho sofferto tanto. Abbiamo sofferto tanto ma alla fine siamo stati ripagati di tutta questa sofferenza.

“Andiamo futura signora Cullen?”

“Ehi ma io sono già Cullen!” Esclamo ridendo.

“Allora futura signora Masen Cullen.”

“Ecco mi piace di più.”

Mano nella mano ci avviamo dalla nostra famiglia.

Ci siamo persi, ma poi ci siamo trovati.

Ci siamo persi nuovamente, ma ci siamo ritrovati, questa volta per sempre.

 

Ciao donzelle, è finita. Sono triste. Mi sono emozionata mentre scrivevo questo capitolo. È più un papiro, ma sono felice di ciò che ho scritto.

Passiamo ai ringraziamenti. Ringrazio tutte voi lettrici che mi avete seguita sempre, incoraggiata e incitata, ringrazio anche voi lettrici silenziose, ci siete e mi fa enormemente piacere.

Senza di voi questa storia non avrebbe avuto una trama del genere. Siete state voi che mi avere spronata a dare sempre di più. Devo dire di essere veramente soddisfatta di questa storia.

Aspetto i vostri commenti.

A presto, un bacio Mary.     

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