The More You Ignore Me The Closer I Get

di cx7171
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pazzo ***
Capitolo 2: *** My Woman ***
Capitolo 3: *** Te l'ho fatta ***



Capitolo 1
*** Pazzo ***


Dopo l'allenamento di football, Puck si trovava nello spogliatoio e stava parlando con gli alti ragazzi quando all'improvvisò, saltò fuori l'argomento del college; d'altro canto era il loro l'ultimo anno.

“E' tutto un partecipare alle feste e andare a letto con le ragazze,” disse Puck con nonchalance e Finn lo guardò confuso. “Un po' come il liceo, ma lontano da casa.” Sogghignò al pensiero delle sue future conquiste.

“Non peso sia proprio così.” Finn aggrottò le sopracciglia.

Improvvisamente nella testa di Puck si accese una lampadina. Aveva avuto un'idea.

“Che ne sai tu? Hai sempre avuto una ragazza per tutto questo tempo!” Puck, fingendosi impietosito, gli diede una pacca sulla spalla. “Non sai cosa si prova ad essere single e avere una ragazza diversa ogni sera, amico.”

Finn sembrava confuso, ma annuì. Puck aveva ragione: aveva frequentato a lungo Quinn e poi aveva iniziato immediatamente una relazione con Rachel, che era ancora la sua ragazza. Non aveva mai sperimentato la libertà e ora, al college, stava per rimanere intrappolato in una relazione a distanza: lui all'Ohio State University e Rachel a New York City.

Puck sogghignò quando vide che Finn aveva abboccato e ci stava pensando per davvero.

Era un sabato soleggiato e Puck uscì di casa per fare delle commissioni per le quali sua madre gli aveva rotto le scatole all'infinito. Al supermercato trovò una Rachel Berry molto depressa che riempiva un carrello di gelato e caramelle.

“Ehilà, Berry!” la salutò e Rachel rispose con un cenno del capo. Lui notò subito gli occhi gonfi e arrossati e capì che il suo piano aveva funzionato.

Detestava il fatto che lei dovesse soffrire, ma non sarebbe stato ancora per molto e poi lui non era esattamente il tipo che da provare senso di colpa. “Che cosa è successo?”

“Finn mi ha lasciata,” borbottò Rachel gettando della cioccolata nel carrello. “Ha detto che era perché aveva bisogno di essere single o qualcosa del genere. Perché, insomma? Ero una buona ragazza, giusto?” Stava parlando tra sé e quindi non si accorse che Puck stava sogghignando.

“E' stato un pazzo a lasciarti andare, piccola,” disse e Rachel lo guardò con un sorriso pieno di gratitudine. “Tu meriti di meglio: un vero uomo che sappia trattarti con una principessa.” Sorrise e anche il sorriso di Rachel si allargò. “Grazie, Noah.”

“Dovresti davvero farglielo vedere. Ci sono alcuni che sarebbero più che disposti ad uscire con una ragazza come te.”
Rachel arrossì.

“Ti va di andare al cinema più tardi?” le propose con un sorriso. Lei annuì timidamente.

“Mi piacerebbe molto.”

Incominciò a rimettere la cioccolata e il gelato sugli scaffali, mentre Puck continuava a parlare con le e a farla ridere.

L'ultima settimana di scuola arrivò e, quando Finn vide Puck, per poco non gli uscirono gli occhi dalle orbite. Il braccio di Puck era stretto intorno alle spalle di Rachel.

Puck notò la rabbia negli occhi di Finn e sorrise soddisfatto, poi si piegò per dare un bacio sulle labbra a Rachel, che sorrise immediatamente.

La nuova coppia passò proprio accanto al quarterback e Puck si voltò per parlare con Finn.

“Tu perdi, io vinco.” Puck gli fece l'occhiolino e rise. “Pazzo!” Rachel gli tirò leggermente il braccio e lui la seguì soddisfatto, allacciando le braccia intorno alla vita di lei.

E la gente pensava che Puck non fosse un ragazzo intelligente.
 



Quest'estate ho letto  tutta la raccolta di one shots di questa donna e me ne sono innamorata e ho pensato che qualcuno dovesse tradurle.
La prima è forse quella meno accattivante, ma vi assicuro che le altre sono stupende, quindi date loro una chance: non ve ne pentirete.

Fatemi sapere che cosa ne pensate.

Un bacio,
Caro.

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Capitolo 2
*** My Woman ***


Sapeva che avrebbe dovuto chiedere ad Artie di aiutarla, ma no, aveva dovuto chiedere a lui di aiutarla con le lezioni di chitarra perché, be', a lui lei piaceva un po' di più che al resto del club.

Il problema era che erano da soli nella sua stanza e lei non sapeva perché, ma sembrava che lì ci fossero sempre alcuni gradi in più rispetto alla temperatura normale.

“Il tuo anulare è al posto sbagliato,” disse lui bruscamente mentre lei strimpellava le corde. “Dovrebbe stare qui.” Si mise dietro di lei e pose le sue mani su quelle di lei per mostrarle come fare.

Rachel sentì quelle dita piene di calli sulle sue e gli avambracci di lui sfiorare i suoi. La sua testa era sopra la spalla di lei e il suo respiro le solleticava il collo.

“Così,” sussurrò e lei rabbrividì quando lui le prese la mano e le fece suonare le corde.

Perché diavolo l'era venuto in mente di la fantastica idea di cantare una serenata a Finn quando era ovvio che quest'ultimo non avrebbe ricambiato il gesto?

“Stai bene?” chiese Puck e lei poteva benissimo immaginarsi il sogghigno sul suo volto.

“Sì,” borbottò. “Sono solo un po' frustrata.” Per cosa? La chitarra o il ragazzo?

“Non va così male per essere la tua prima volta.” Lui si allontanò e lei sospirò, non sapendo se fosse perché non voleva che lui si spostasse o perché avesse bisogno che lui se ne stesse lontano.

“Grazie. Speravo di poter imparare più in fretta, ma non capisco perché mi riesca così difficile. Non ho mai avuto problemi con nient'altro.” Aggrottò le sopracciglia e lui ridacchiò. “Sono una che impara in fretta.”

“Be' non penso che il mio trucchetto ti aiuterà, piccola,” disse Puck mentre si sdraiava sul letto. Rachel lo guardò incuriosita dalla sedia su cui era seduta.

“Che cosa?”
“La chitarra è per me come una donna e io so suonarla in tutti i punti giusti,, con cura, dolcemente.” Sollevò un sopracciglio e sogghignò quando Rachel arrossì. Non c'era stato alcun bisogno di abbassare la voce di un'ottava, ma lui lo aveva fatto lo stesso.

Si tirò su e le prese la chitarra dalle mani. Suonò l'introduzione, la prima strofa e il ritornello di Hey, Hey, What Can I Do dei Led Zeppelin, non che lei la conoscesse.

Le piaceva il modo in cui suonava, dolcemente e meticolosamente. La sua chitarra era indubbiamente l'unica cosa a cui Puck fosse fedele.

“Sei molto dotato,” disse per fargli un complimento e lui sorrise divertito.

“Ho anche altre doti, Berry.” Si alzò e mise la chitarra sulle ginocchia di lei. “Lo sappiamo entrambi,” le sussurrò a pochi centimetri dal volto.

L'aveva sedotta, o almeno questa fu la scusa di Rachel

Quando lui le insegnò un nuovo accordo, lei si stava ormai divertendo. Dopo tutto, la chitarra sembrava odiarla. Se era la donna di Puck, era ovviamente gelosa. Si appoggiò contro il petto di lui e al diavolo la serenata! Quando lui pose la testa sulla sua spalla era chiaro che stesse mirando alle labbra. Si erano toccati a malapena quando Rachel voltò la testa per guardarlo, ma fu sufficiente.

Si baciarono. Entrambi lo volevano e la chitarra fu presto dimenticata.

Dopo aver passato il pomeriggio a baciarsi appassionatamente, Rachel decise di abbandonare le lezioni di chitarra e di dimenticare la serenata a Finn. Ormai voleva soltanto le serenate di un maleducato Noah Puckerman e questo era più che disposto ad accontentarla.

Rachel tornò a casa e quando fu rimasto solo, Noah prese la chitarra e iniziò a suonarla pigramente.

“Scusa, piccola.” Sorrise tra sé, divertito. “Preferisco di gran lunga suonare lei.”

 

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Capitolo 3
*** Te l'ho fatta ***


“Copriti!” urlò Rachel mentre Puck se la rideva della grossa. La ragazza prese i pantaloni che si trovavano sulla pila di vestiti abbandonati sul pavimento e glieli lanciò.

“Avresti dovuto vedere la sua faccia!” Puck rise ancora più forte mentre sfilava per l'appartamento, ancora nudo e con i pantaloni in mano. “Se l'è bevuta alla grande.”

“Mettiti addosso dei vestiti!” ordinò Rachel, livida in volto. “Non è per niente divertente, Noah!”

“Invece lo è eccome!” Prese una birra dal frigo e gettò i pantaloni sul bancone della cucina.

“Non è igienico,” borbottò Rachel. Prese i pantaloni e glieli rilanciò. “Vestiti!”

“Questo,” indicò il suo corpo. “E' stato creato per dare piacere e nessuno si è mai lamentato dello spettacolo, piccola.”

“Sta' zitto!” Rachel lo fulminò. “Sono stanca di te che spaventi ogni ragazzo con cui cerco di uscire.” Iniziò a camminare per la cucina, mentre Puck si appoggiò al bancone per assistere al suo enorme sfogo di pazzia dell'anno.

“Abbiamo deciso di convivere nello stesso appartamento per il college, ma non abbiamo mai concordato che che tu diventassi la mia guardia del corpo. Sono un'adulta e voglio frequentare dei ragazzi senza preoccuparmi di te che li minacci o fai cose del genere!”

“E' stato lui a credere che io abbia dormito con te, non è un mio problema.” Puck scrollò le spalle.

“Sei andato ad aprire la porta nudo, Noah!” urlò la ragazza mentre lui ridacchiava.

“Solo per fargli vedere chi è che comanda,” disse lui.

“Be' immagino che non avrò più occasione di scoprilo ora, no?” scherzò lei e lui si accigliò.

“Basta! Sai che c'è? Sono stufo di te che esci con dei cretini come quel signor Fighettino, che sono sicuro stesse guardando i gioielli di famiglia con troppo interesse per essere etero,” sbottò Noah arrabbiato.

“Allora tu non dovresti mostrarli in giro!” La ragazza sollevò un sopracciglio con fare provocatorio.

“Fanculo!” Lanciò la birra sul lavandino rovesciandone così un bel po'.

“Noah! Odio pulire il tuo disordine..” si stava lamentando Rachel quando lui l'afferrò per il braccio e la tirò a sé per zittirla con un rude bacio.

Fu grato che metà del compito fosse già completa, visto che era già nudo. La sollevo e la fece seder sul bancone. Amava il sesso arrabbiato e anche lei sembrava apprezzarlo. Pensò inoltre che quello fosse il miglior pasto che avessero mai consumato in quella cucina.

“Okay, sei tu che comandi,” disse Rachel confusamente.

“Proprio così,” replicò lui soddisfatto.

“Ho le prove questo pomeriggio. Vado a farmi una doccia,” annunciò la ragazza scendendo dal bancone. Puck la baciò sulle labbra e le diede uno schiaffetto sul sedere mentre si allontanava. Lei squittì e ridacchiò.

Prima di uscire dalla cucina, Rachel lo guardò sopra la spalla con un sorriso malizioso.

“Noah?”

“Sì?” rispose mettendosi i pantaloni.

“Quello non era un vero appuntamento. E' il primo attore del mio spettacolo ed è gay,” rise la ragazza, prima di correre via verso il bagno.

Puck rimase a bocca aperta. Gliel'aveva fatta. Ci ripensò su per qualche secondo, poi scosse le spalle. Fanculo, almeno era riuscito a fare sesso.

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