Sapeva che avrebbe dovuto chiedere ad Artie di aiutarla, ma no, aveva dovuto chiedere a lui di aiutarla con le lezioni di chitarra perché, be', a lui lei piaceva un po' di più che al resto del club.
Il problema era che erano da soli nella sua stanza e lei non sapeva perché, ma sembrava che lì ci fossero sempre alcuni gradi in più rispetto alla temperatura normale.
“Il tuo anulare è al posto sbagliato,” disse lui bruscamente mentre lei strimpellava le corde. “Dovrebbe stare qui.” Si mise dietro di lei e pose le sue mani su quelle di lei per mostrarle come fare.
Rachel sentì quelle dita piene di calli sulle sue e gli avambracci di lui sfiorare i suoi. La sua testa era sopra la spalla di lei e il suo respiro le solleticava il collo.
“Così,” sussurrò e lei rabbrividì quando lui le prese la mano e le fece suonare le corde.
Perché diavolo l'era venuto in mente di la fantastica idea di cantare una serenata a Finn quando era ovvio che quest'ultimo non avrebbe ricambiato il gesto?
“Stai bene?” chiese Puck e lei poteva benissimo immaginarsi il sogghigno sul suo volto.
“Sì,” borbottò. “Sono solo un po' frustrata.” Per cosa? La chitarra o il ragazzo?
“Non va così male per essere la tua prima volta.” Lui si allontanò e lei sospirò, non sapendo se fosse perché non voleva che lui si spostasse o perché avesse bisogno che lui se ne stesse lontano.
“Grazie. Speravo di poter imparare più in fretta, ma non capisco perché mi riesca così difficile. Non ho mai avuto problemi con nient'altro.” Aggrottò le sopracciglia e lui ridacchiò. “Sono una che impara in fretta.”
“Be' non penso che il mio trucchetto ti aiuterà, piccola,” disse Puck mentre si sdraiava sul letto. Rachel lo guardò incuriosita dalla sedia su cui era seduta.
“Che cosa?”
“La chitarra è per me come una donna e io so suonarla in tutti i punti giusti,, con cura, dolcemente.” Sollevò un sopracciglio e sogghignò quando Rachel arrossì. Non c'era stato alcun bisogno di abbassare la voce di un'ottava, ma lui lo aveva fatto lo stesso.
Si tirò su e le prese la chitarra dalle mani. Suonò l'introduzione, la prima strofa e il ritornello di Hey, Hey, What Can I Do dei Led Zeppelin, non che lei la conoscesse.
Le piaceva il modo in cui suonava, dolcemente e meticolosamente. La sua chitarra era indubbiamente l'unica cosa a cui Puck fosse fedele.
“Sei molto dotato,” disse per fargli un complimento e lui sorrise divertito.
“Ho anche altre doti, Berry.” Si alzò e mise la chitarra sulle ginocchia di lei. “Lo sappiamo entrambi,” le sussurrò a pochi centimetri dal volto.
L'aveva sedotta, o almeno questa fu la scusa di Rachel
Quando lui le insegnò un nuovo accordo, lei si stava ormai divertendo. Dopo tutto, la chitarra sembrava odiarla. Se era la donna di Puck, era ovviamente gelosa. Si appoggiò contro il petto di lui e al diavolo la serenata! Quando lui pose la testa sulla sua spalla era chiaro che stesse mirando alle labbra. Si erano toccati a malapena quando Rachel voltò la testa per guardarlo, ma fu sufficiente.
Si baciarono. Entrambi lo volevano e la chitarra fu presto dimenticata.
Dopo aver passato il pomeriggio a baciarsi appassionatamente, Rachel decise di abbandonare le lezioni di chitarra e di dimenticare la serenata a Finn. Ormai voleva soltanto le serenate di un maleducato Noah Puckerman e questo era più che disposto ad accontentarla.
Rachel tornò a casa e quando fu rimasto solo, Noah prese la chitarra e iniziò a suonarla pigramente.
“Scusa, piccola.” Sorrise tra sé, divertito. “Preferisco di gran lunga suonare lei.”
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