Let me Sign

di Hilarie Winfort
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Let me Sign ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Never Think ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Don't Look Back ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - I Was Broken ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Doin' Fine ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - To Roam ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Let me Sign ***


She was standing there by the broken tree
Her hands were all twisted she was pointing at me
I was damned by the light coming out of her eyes
She spoke with a voice that disrupted the sky
She said ' Come on over to the bitter shade
I will wrap you in my arms
and you'll know you've been saved'
Let me sign let me sign
can't fight the devil so just let me sign  

♥ ♥ ♥

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In quel momento non mi importava più nulla della mia carreria,
nulla della mia vita da "star".
Solo in quel momento mi resi conto di cosa ero diventato.
Forse sotto quell'aspetto sempre impeccabile c'era ancora il ragazzo che ero prima di lasciare Londra, ora vedevo solo un uomo arrogante, pieno di sè.
Com'ero passato dall'essere un comune ragazzo all'essere il "grande" Robert Pattinson?
Certo, il mio ruolo in Twilight.
Tutti mi conoscevano come il "vampiro" di twilight,
la grande star di twilight Robert Pattinson!
E alla fine avevo convinto anche me stesso con quella buffonata.
Sospirai e ritirai l'ultima felpa in valigia, lasciare Los Angeles mi avrebbe fatto bene.
Presi il cellulare e guardai il display illuminato, l'ennesimo messaggio di Tom.
"Sto bene...tranquillo",risposi non convincendo nemmeno me stesso.
Tutto quello che ero riuscito a ottenere si era ridotto in mille pezzi.
Una lacrima solcò il mio viso quando pensai al motivo per cui stavo tornando a Londra.
Erano tre anni, tre fottutissimi anni che non mettevo piede nella mia citta!
E ora avevo l'occasione di tornarci...purtroppo.
Il cellulare vibrò annunnciando l'ennesima telefonata della mia agente.
Lo spensi e uscii dalla mia camera d'albergo.
Mi precipitai in strada per prendere il taxi che mi avrebbe condotto all'areoporto.
L'autista era un uomo sulla quarantina, stempiato e un pò grassotello.
Continuava a fissarmi dallo spechietto dell'auto, probabilmente mi aveva riconosciuto.
Quando arrivammo a destinazione scesi dal taxi, l'autista mi porse
la valigia continuando a fissarmi.
"potrebbe...p-potrebbe farmi un autografo p-per mia figlia?",balbettò chiudendo il bagagliaio dell'auto.
"ma certo",risposi stampandomi il solito sorriso finto in faccia.
Entrò in macchina e vi uscì con una penna e un blocchetto.
"sa...lei è una sua grande fan. mi parla sempre di lei"
Presi la penna e...a chi dovevo autografarlo?
"si chiama Emily",disse l'uomo prima che glielo chiedessi.
-A Emily, con affetto Robert Pattinson-
In quel momento non sapevo scrivere di meglio.
"la ringrazio molto signor Pattinson, mia figlia sarà felicissima!",esclamò prendendo il blocchetto.
"di nulla",risposi congedandomi.
Quando entrai in areoporto c'erano già i paparazzi in agguato.
Avevo insistito per non farmi accompagnare dalla mia guardia del corpo e ora ne avrei pagato le conseguenze. Mi stampai il solito sorriso in faccia e guardai dritto verso i flash.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Never Think ***


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Quando arrivai a Londra non mi sembrò vero di essere lì.
Inspirai e l'aria della città mi colpì dritto in faccia. Quanto mi era mancata!
Indossai gli occhiali da sole (sapevo che non sarebbero bastati per non farmi riconoscere)
e salii sul taxi che mi avrebbe portato a casa.
Quando raggiunsi la soglia mi bloccai. Non volevo entrare in quella casa piena di ricordi.
Con mano tremante suonai il campanello e attesi.
Fu Lizzy ad aprirmi con un grande sorriso stampato in faccia.
Sapeva sempre mantenere la calma nelle situazioni più difficili, al contrario di me.
"ciao fratellino!",esclamò correndo verso di me.
"ciao",sussurrai stringendola in un abbraccio.
Erano tre anni che non vedevo la mia famiglia.
Li avevo sentiti per telefono qualche volta prima che succedesse.
Entrai in casa seguito da Lizzy che si chiuse la porta alle spalle.
Victoria era seduta sul divano insieme a papà.
"ciao",dissi andando verso di loro.
Abbracciai mio padre che si lasciò sfuggire qualche lacrima e sorrise.
Victoria non mi rivolse nemmeno uno sguardo.
"Victoria, mi dispiace",dissi avvicinandomi lentamente a lei.
"ti dispiace, ti dispiace!! non hai fatto altro che ripeterlo in ogni telefonata!
Per il mio compleanno, per quello di papà...per natale!
Sono stufa di sentirtelo dire e anche la mamma lo era"
"sono...sono stato molto occupato",sussurrai chinando la testa.
"oh ma certo...sei stato molto occupato. il grande Robert Pattinson non aveva tempo per
passare il natale con la sua famiglia!",sbottò alzandosi di scatto dal divano.
"so di aver commesso molti sbagli....ma il mio lavoro è molto impegnativo e...
e finalmente ho realizzato il mio sogno...la mamma ne era felice"
Si avvicinò determinata a me e disse:"Si...ne era felice. Tutti ne eravamo felici.
Prima che ci dassi buca a ogni festività e a ogni natale! prima che abbandonassi la mamma"
"io non lo sapevo!! nessuno ha avuto la decenza di dirmelo!!! non sapevo fosse malata.
Perché diavolo non me l'avete detto?!",urlai singhiozzando.
"lei non voleva",s'intromise Lizzy chinando la testa.
"sono...sono molto stanco",sussurrai prendendo la mia valigia e dirigendomi al piano di sopra.
Ero stanco per il viaggio che avevo appena fatto, ed ero stanco di discutere.
Feci un respiro profondo prima di rientrare nella mia vecchia stanza.
Quella stessa stanza che era diventata troppo stretta per
un ragazzo pieno di speranze e di sogni.
Mi buttai sul letto e mi lasciai cullare dalla dolce carezza delle lacrime.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Don't Look Back ***


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Quella mattina mi svegliai molto presto a causa di un incubo.
Mi alzai dal letto e, tra uno sbadiglio e un altro, mi lavai.
Quando scesi al piano di sotto, la cucina era deserta.
Aprii il frigo e mi preparai la colazione.
-Perché?!- mi chiesi iniziando a mangiare.
-Perché diavolo non mi aveva detto di essere malata?!-
Avevo bisogno di una boccata d'aria fresca per schiarirmi le idee.
Salii di nuovo al piano di sopra e indossai qualcosa di camodo.
E lì...sul mio comodino...come avevo fatto a non notarla la sera prima?
Probabilmente ero troppo stanco per vederla.
La presi in mano e uscii di casa.
Iniziai a correre quasi subito, l'aria fresca mi fece bene.
Senza pensarci mi diressi al Regent's parck, il mio preferito.
Quanto mi era mancato quel posto!
Aprii la lettera con cautela, all'interno c'era un foglio ripiegato.
Riconobbi immediatamente la calligrafia, e anche il foglio.
Era uno dei fogli rosa di mia madre che profumavano di pesca.
Ci misi qualche minuto per decidermi a leggerla.

-Caro Robert,
è un pò che non ti vedo, e mi dispiace.
So che hai tanto lavoro e che sei molto occupato.
Quando leggerai questa lettera io probabilmente sarò già morta.
Sappi che ti voglio tanto bene e che sarai sempre nel mio cuore.
Non ho voluto dirti della mia malattia perché voglio che mi ricordi
così, come in questa foto del tuo compleanno.
Abbiamo lo stesso sorriso, quello che ti ha fatto realizzare il tuo sogno.
Sappi che sono molto fiera di te, figlio mio.
Non angosciarti per la mia morte, voglio che tu viva felice.
Quello che avevo da donare al mondo l'ho già donato.
Ricorda di non essere troppo duro con Victoria, sai come è fatta.
E ricorda sempre che ti voglio bene.
La tua cara mamma-

Presi in mano la foto di noi due al mio compleanno a Vancouver
e mi lasciai sfuggire un singhiozzo.
Ritirai il foglio e la foto nella busta e mi asciugai le lacrime che avevano rigato il mio viso.
Mia madre aveva ragione, non dovevo soffrire per la sua morte.
Iniziai a correre diretto verso casa.
Ora sapevo cosa dovevo fare.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - I Was Broken ***


I said now I used to think the past was dead and gone
But I was wrong, so wrong, whatever makes you blind
Must make you strong, make you strong
In my time I’ve melted into many forms
From the day that I was born, I know that there’s no place to hide
Stuck between the burning shade and the fading light
I was broken, For a long time, but it's over now



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"Che cosa'è quella?!",esclamò Lizzy fissandomi sbalordita.
"come cos'è? è una limousine"
"lo vedo, ma cosa ci fa nel vialetto e...e perché diavolo sei vestito così?!",chiese percorrendo il mio corpo con lo sguardo.
"vi porto fuori a cena, all'Holiday"
"con quella?! Aspetta...hai detto Holiday?!"
"si, all'Holiday"
Mi fissò per un secondo che sembrò durare in eterno e esclamò:"All'Holiday?! andremo a cena all'Holiday! Perché non me l'hai detto prima?! Mi sarei resa più presentabile. Oddio che diavolo mi metto...devo assolutamente..."
La interruppi e dissi:"tranquilla, il tuo abito è già nella tua stanza"
Mi sorrire e scappò dentro casa.
Victoria e il papà non furono entusiasti come Lizzy, anzi...
"beh...mi sembra un pò azzardato. insomma...il cibo costa un sacco di soldi là dentro. e poi questa...questa cosa...è....è...davvero...",sussurrò non trovando un'aggettivo adatto per descrivere l'auto.
"Tranquillo papà. Vedrai che ci divertiremo",gli dissi stringendolo in un abbraccio.
Poi venne il turno di Victoria.
"Non posso crederci!! Non posso credere che tu l'abbia fatto davvero!! Noleggiare una limousine! Portarci all'Holiday! Come se potesse ripagare i compleanni o i natali. come se bastasse..."
"Non ho mai detto che può ripagarli! Voglio solo regalarci una piacevole serata",dissi addolcendo il tono di voce sull'ultima frase.
"io non ci vengo!",disse fulminandomi con lo sguadro.
Provai a convincerla ma non mi diede ascolto e si chiuse in camera sua.
Un ora dopo eravamo seduti a un bellissimo tavolo del lussuosissimo Holiday.
"è davvero fantastico!!",esclamò Lindsay entusiasta.
"sono felice che ti piaccia. volevo...volevo passare una bella serata con voi"
Mio padre era visibilmente a disagio. Allargo il nodo della cravatta e cambiò posizione sul divanetto.
"questo posto...è...è enorme",disse guardandosi intorno furtivo.
Ok, forse avevo esagerato un pò. Avrei potuto risparmiarmi il noleggio della
limousine e degli abiti da sera.
Quando la cena finì, fu una liberazione uscire dall'Holiday.
Risalimmo sulla limousine che ci avrebbe ricondotti a casa.
"è stata una serata magnifica! Grazie Rob!",disse Lizzy dandomi un bacio sulla guancia.
Le sorrisi e la strinsi in un abbraccio. "ne sono felice"
"anche...anche io mi sono divertito molto",disse mio padre
passandosi una mano tra i capelli.
"non serva che fingi papa, ho esagerato lo so. Avrei dovuto fare una cosa più semplice. scusatemi"
"è stata una bella serata comunque",disse accennando un sorriso.
Quel sorriso mi fece sperare che forse potevo ancora farcela.
Potevo recuperare il tempo perso.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Doin' Fine ***


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I was travelling, pitching, gravelling
My head's the consumers crap.
Haunted like the coffee found inside the
book your left and Look inside your soul
And if that's you concert band
Go ahead and marry and marry and marry
You don't think they fucked me up inside,
         because
I'm doin' fine



Il giorno dopo mi sentivo in qualche modo più rilassato.
Anche se la cena non era stata proprio come me l'ero immaginata,
ero molto fiducioso, avrei recuperato il rapporto con papà
e con un pò di fortuna anche con Victoria.
Lizzy era l'unica che mi era sempre stata vicina nonostante tutto.
Nonostante gli abbia dato buca ai suoi ultimi compleanni.
Nonostante non abbia risposto molte volte alle sue chiamate.
Presi la penna e iniziai a scarabocchiare qualche frase, scrivere mi aiutava a rilassarmi.
Fissai il foglio quasi interamente bianco e un idea mi balenò nella testa.
Dovevo scrivere. Volevo scrivere!
A pensarci bene era l'unica cosa che avessi mai voluto fare, nemmeno recitare mi rendeva così felice,
così libero. Mi sistemai meglio sulla sedia e iniziai a scrivere tutto ciò che mi passava per la mente.
Un sorriso mi crebbe sulle labbra quando vidi che ero riuscito a scrivere quasi un intera pagina.
Mi alzai di scatto dalla sedia e corsi in soggiorno.
Lizzy stava seduta sul divano a guardare un gioco televisivo.
"Voglio scrivere!",annunciai sventolando il foglio davanti ai suoi occhi.
Si voltò verso di me, prima confusa, poi perplessa.
"Non voglio più recitare",aggiunsi accennando un sorriso.
"c-cosa?",chiese sbalordita.
Mi sedetti accanto a lei e dissi:"voglio scrivere, voglio comporre canzoni e voglio suonare!"
"questo l'ho capito. penso di non aver capito bene quello che hai detto prima"
Alzai gli occhi al cielo e dissi:"abbandono la carriera di attore. non mi rende più felice"
"sicuro di stare bene? sei lo stesso ragazzo che è andato via di qui qualche anno fa
sognando di fare l'attore, con lo stesso luccichio che vedo nei tuoi occhi in questo momento?"
"all'ora ero diverso",dissi stringendomi nelle spalle.
Dopo un lungo silenziò mormorò:"se ti rende felice...non ho nulla in contrario"
"sei fantastica!",esclamai stringendola in un abbraccio.
Riportò la sua attenzione al televisore e ad un tratto chiese:"come farai con le tue fan?"
"che intendi dire?"
Si voltò verso di me e disse:"voglio dire che loro ti adorano. se abbandoni la recitazione
spezzerai i loro cuoricini in mille pezzettini"
"Non intendo lasciarla per sempre, voglio solo prendermi una pausa.
E se mi amano veramente saranno felici per me"
Sospirò e disse:"Hai ragione. Facciamolo!"
Scoppiai in una risata fragorosa e le sorrisi. Lizzy sapeva sempre comprendermi.

 

 


 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - To Roam ***


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Said I'm workin the hard way, and I'm workin the hard way
Oh, workin the hard way I had power and glory
Thinking my day would surely come
When I would sing I'm smiling
When I would know where I'm going to run
But I know where I will go
I will be gone somewhere, until
If you'd see if you'd see it through my mind






Salii di corsa al piano di sopra, ero troppo euforico per mantenere la calma.
Con il foglio che avevo riempito poco prima entrai nello studio.
Mi sedetti al piano e provai a concentrarmi.
Cercai da rimuovere dalla mia testa ogni piccolo rumore e mi concentrai solo sul suono dolce e delicato del pianoforte.
Cercai di trovare una melodia adatta a quello che avevo scritto, a quello che avevo dentro.
Il risultato fu un susseguirsi di suoni dolci e delicati, accompagnati a queste parole:

Well, I like this world Well, I like this world
Well, I like this world I pray I was in this world
I fight outwards in this world
I could fight with words Ghosts in the rain
Cold walk of freedom
Well, I'm walking a hallway I'm walking a hallway
Said, I'm walking a hallway
I'm walking a hallway I'm walking a hallway
Well, I'm walking a hallway


Ero riuscito a scarabocchiare solo qualche frase ma ero certo di riuscire a finirla.
Smisi di suonare quando intravidi qualcuno davanti all'entrata dello studio.
"E' meravigliosa"
Alzai la testa di scatto quando riconobbi la voce.
Quella voce apparteneva a Victoria.
"G-grazie",balbettai incredulo.
"Penso che il titolo saràTo Roam",aggiunsi senza sapere che altro dire.
Si avvicino a grandi passi e si sedette sul divanetto difronte al pianoforte.
"Lizzy mi ha detto dei tuoi progetti. Sono felice che tu abbia trovato la tua vocazione"
Strabuzzai gli occhi scioccato. Era davvero Victoria quella ragazza?
"La tua voce è perfettamente intonata con la musica e con le parole",sussurrò mordendosi il labbro inferiore.
"Ti ringrazio Vicky"
Si alzò dal divanetto e mi raggiunse vicino al pianoforte.
"Mi dispiace sai? mi sono comportata da vera imbecille. E' solo che...ero arrabbiata. Non con te ma..."
"Lo so. Tranquilla",la interruppi accennando un sorriso.
"Beh...ti lascio alla tua musica",disse incamminandosi verso l'uscita dello studio.
Ad un tratto si fermò. Si avvicinò così rapidamente che quasi non me ne accorsi e mi strinse in un abbraccio.
"Ti voglio bene, mi sei mancato",sussurrò lasciandosi sfuggire una lacrima.
"Ti voglio bene anche io"

E finalmente, mi sentivo a casa.



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