Twenty-two Letters di liena (/viewuser.php?uid=17250)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A ***
Capitolo 2: *** B ***
Capitolo 3: *** C ***
Capitolo 4: *** D ***
Capitolo 5: *** E ***
Capitolo 6: *** F ***
Capitolo 7: *** G ***
Capitolo 8: *** H ***
Capitolo 9: *** I ***
Capitolo 10: *** L ***
Capitolo 11: *** M ***
Capitolo 12: *** N ***
Capitolo 13: *** O ***
Capitolo 14: *** P ***
Capitolo 15: *** Q ***
Capitolo 16: *** R ***
Capitolo 17: *** S ***
Capitolo 18: *** T ***
Capitolo 19: *** U ***
Capitolo 20: *** V ***
Capitolo 21: *** Z ***
Capitolo 22: *** My Immortal ***
Capitolo 1 *** A ***
A
… Amici
Mello e Near giunsero alla
Wammy’s House quasi allo stesso
periodo, forse fu per quello che divennero subito grandi amici.
O forse perché
così simili l’uno all’altro.
Già perché non
era mai stato importante l’aspetto esteriore
per essere amici.
Se si guardava quel punto di vista
allora erano davvero due
persone completamente differenti, ma interiormente i due si ritrovavano
molto
vicini.
Dopotutto l’amicizia va
oltre all’apparenza, è un sentimento
innato che lega due persone.
Forse basta uno sguardo e subito si
può iniziare ad
intraprendere questa armonia.
Quasi un’armonia
d’amore.
Dopotutto, tra amore e amicizia il
confine è sottile.
Quasi impercettibile.
“Ciao sei nuovo
qui?” domandò un bambino biondo.
“Si, il mio nome qui
è Near. Sono arrivato oggi”
Finì il più
piccolo iniziando a giocare con una ciocca di
capelli.
Non era mai stato felice di
relazionarsi con gli altri,
eppure verso di lui sentiva che qualcosa era diverso, di lui sapeva di
potersi
fidare.
Quasi come un istinto innato.
Quasi come se lo conoscesse
già.
Quasi come se la sua mente avesse
già impresso a quel volto
un ruolo importante.
Quasi come se la sua anima si era
risvegliata incrociando i
suoi occhi.
“Piacere,
io sono
Mello. Sono qui da poco anch’io. Ti va di essere mio
amico?” Finì sorridendo.
Era veramente un tipo strano, si
ritrovò a pensare il
maggiore masticando un pezzo di cioccolata.
Lo intrigava quel ragazzo.
Senza un perché sapeva che
sarebbe diventato importante per
lui.
“Volentieri”
Si lasciò sfuggire un
leggero sorriso.
Cosa che non si sarebbe verificato
poi così tanto spesso.
Quello era il pezzo rimanente del suo
puzzle.
Fu
così che nacque la
grande e straordinaria storia che legò Mihael Keehl e Nate
River per molto
tempo.
Nota
dell’Autrice:
Salve cari lettori :D (sempre se ci siete eheheh) Mi è
balenata in mente questa
piccola raccolta come modo per spiegare tutto del legame di questi due.
Fin dal
primo incontro, dalla loro amicizia passando per il loro amore e
disprezzo.
Come se questo fosse un modo per capire tutto quello che si cela dietro
a
queste due figure. Saranno 22 capitoli, proprio come le lettere
dell’alfabeto.
Ogni lettera sarà associata ad una parola chiave del
capitolo. Spero di essermi
spiegata :D
Gli aggiornamenti credo saranno due
alla settimana, uno al
venerdì e uno al martedì ^^
Ringrazio tutti coloro che leggeranno
e recensiranno.
Un bacio, Liena <3
|
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Capitolo 2 *** B ***
B
… Bambini
Non tutti potevano avere
l’onore di entrare in
quell’orfanotrofio.
Soltanto le teste più
brillanti, solo coloro che eccellevano
sugli altri ne potevano far parte.
Non aveva importanza da dove
venissero, nemmeno chi fossero,
la cosa veramente rilevante era ciò che le loro menti erano
in grado di fare.
Questa selezione avrebbe dovuto
educare colui che sarebbe
succeduto al grande L Lawliet.
“Near stai finendo di nuovo
quel puzzle? Sarà la millesima
volta che lo fai! Non sei stufo?”
“Senti da che pulpito viene
la predica. Parli tu Mel che sei
sempre intento a mangiare quella dannata cioccolata”
L’albino aveva sempre avuto
un debole per i puzzle ed i
peluche.
Il biondo dal canto suo aveva sempre
del cioccolato tra i
denti ed il pensiero della sua passione per il calcio.
Avranno avuto delle grandi menti,
saranno stati in possesso
di un’intelligenza fuori
dal comune…ma
bambini rimanevano.
Forse il periodo più
bello, dove non si dovrebbero avere per
la testa pensieri e problemi che comportava l’essere adulti,
lo stavano
passando insieme in quelle quattro mura.
Ma non solo come amici.
Qualcosa tra di loro era sbocciato
una sera d’inverno quando
il più giovane, turbato dai tuoni e fulmini si diresse verso
la camera
dell’amico.
“Mel, posso
entrare?”
Appena ricevette il consenso del
biondo entrò e lo raggiunse
alla sponda del letto.
“Posso stare con te
stanotte? Sai…Non mi piace il temporale”
Finì arrotolandosi su un
dito una ciocca di capelli
iniziando a fissare il pavimento.
Dopotutto Near non era
così invulnerabile come voleva far
credere agli altri.
Ma Mello lo sapeva, perché
lui lo conosceva.
“Vieni piccoletto”
Prese per mano il minore
affinché si sedesse accanto a lui
sul letto.
Si sdraiarono e, non appena un tuono
rimbombò nella camera,
uno spaventato Nate si raggomitolò più vicino al
corpo dell’altro in cerca di
protezione.
Il biondo sorrise.
“Ci penserò io a
proteggerti, Near. Da tutti”
Il loro primo bacio.
Quello era davvero il momento
perfetto delle loro vite.
Un periodo dove le loro anime si
erano trovate per riuscire
a completarsi l’un l’altra.
Ma le cose da lì a qualche
tempo sarebbero cambiate, anche
se nessuno dei due lo pensava minimamente.
Perché dopotutto
…
Bambini non
lo si
rimane per sempre. Si è costretti a crescere e a cambiare.
Nota
dell’Autrice:
Diciamo che questa raccolta voleva essere un esperimento, ma mi ci
sono
affezionata davvero parecchio anche se è appena cominciata
^//^ Specialmente
ora che questi due sono diventati una delle mie coppie preferite
>.<
Quindi spero riesca bene!
Un
grazie a tutti
coloro che hanno letto, messo la fanfiction tra le preferite e seguite.
Ma
specialmente a chi ha recensito il primo capitolo:
HunterKeehl,
kanda,
L_Nael, Nijinsky, kiiyu.
Vi
ringrazio per
avermi incitata, e spero vivamente che vi piacerà anche
questo secondo
capitolo.
Baci, Liena <3
|
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Capitolo 3 *** C ***
C
… Competizione
Non passò molto tempo
prima che Mihael e Nate mutarono il
rapporto che li legava.
Near, divenuto il primo in tutto
l’istituto, era ritenuto il
giovane più in gamba mai visto dopo L e ammirato dallo
stesso Roger in persona.
Questo fece nascere dentro Mello una
profonda inquietudine.
Sì da ora in poi lui era
destinato a venire per secondo,
quasi la sua grande persona diventava insignificante se paragonata alla
gloria
di Nate.
E questo non poteva sopportarlo.
Ci provava, ma era difficile.
Passarono sei mesi
d’amicizia misto ad amore splendidi, dove
uno completava l’altro.
Così felici di stare
insieme, prima che l’istinto
competitivo di Mel si facesse vivo.
Ma se pensava al suo albino, che
poteva stringere tra le
braccia ogni notte, il suo cuore mancava di un battito.
Nessuno mai si era avvicinato a tal
punto al biondo, eppure
quel piccolo bambino aveva una strana influenza su di lui.
Sul suo cuore.
Lo amava, ne era certo.
Ma una parte di lui non riusciva a
sopportare quella
situazione.
Chissà quale parte del
cuore di Mihael avrebbe prevalso
sull’altra.
“Buonanotte Mel”
Gli sussurrava ogni sera il piccolo
Near, con uno sguardo
che regalava solo a lui.
Al suo sole.
Un bacio a fior di labbra.
“Buonanotte a te, Near”
Ogni volta che si ritrovava in quella
situazione, lontano da
tutto ciò che potesse ricordargli di essere il -secondo- ,
si lasciava tutto
alle spalle.
Tutte le paure e le preoccupazioni sparivano.
Non erano più importanti.
Per Mello, in quel frangente, nulla
aveva più importanza se
non quel piccolo e fragile corpicino che teneva stretto a sé.
Eppure, in
un tempo
non tanto lontano, forse quell’istinto competitivo sarebbe
tornato alla luce.
Nota
dell’Autrice:
Ok, questo capitolo è un po’ più corto
degli altri. Ma qui si inizia a vedere
il rapporto un pò burrascoso che caratterizza la coppia.
Diciamo che può essere
considerato solo un
inizio dei loro
futuri “problemini” di comprensione.
Però allo stesso tempo rimangono ancora
innamorati, dato che questo problema non ha ancora
l’importanza tale da
far cambiare il loro rapporto. E a parer mio, ci dovrebbe essere
qualcosa in
più che ha fatto scattare la molla nella piccola testolina
del biondino :)
Grazie
a tutti
quelli che seguono la raccolta, ed in particolar modo a tutti coloro
che hanno
commentato il capitolo B :
ire40, L_Nael, HunterKeeh,
YouDaw, lacey,
Nijinsky, ryuga hideki.
Baci,
Liena
<3
|
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Capitolo 4 *** D ***
D
… Dreams
Mello e Near avevano dei progetti di
vita molto simili l’uno
all’altro.
Entrambi sarebbero voluti diventare
nomi importanti per
quanto riguarda il campo della giustizia, e avrebbero voluto passare
tutti i
singoli giorni insieme alla persona che amavano.
Avevano le stesse aspettative, gli
stessi sogni, e pensavano
ormai all’unisono.
Ma forse, i percorsi da fare per
raggiungere quella meta
erano differenti.
“Near, se nessuno di noi
dovesse succedere a L. Che cosa
vorresti fare?”
Si ritrovò un pomeriggio a
domandare il biondo.
Stavano studiando insieme quando Mello attirò
l’attenzione del giovane sedutogli
accanto.
Era da giorni che ci pensava.
Uno di loro avrebbe preso il posto di
L.
Ma se L avesse vissuto tanto da
permettere ad un ragazzo
della prossima generazione di superarli entrambi aggiudicandosi lui la
nomina,
che ne sarebbe stato di loro?
“Andrei avanti per la mia
strada. Una volta possibile credo
andrei via da quest’orfanotrofio e
chissà… Magari inizierei a mettere in
proprio un’attività di spionaggio o qualcosa di
simile. E tu saresti al mio
fianco”
“E cosa ti fa pensare che a
me andrebbe bene?”
Concluse con un piccolo ghigno
silenzioso.
Nate iniziò a giocare con
i propri capelli.
Sapeva cosa aveva in mente il
compagno.
“Se a te non andrebbe bene,
sono certo che troveremmo un
compromesso. Sempre che tu voglia stare con me”
Sapeva che Mello non era una di
quelle persone che avrebbe
facilmente estraniato i propri pensieri così facilmente,
specialmente se
significava ammettere di voler accanto Near.
Come se fosse ammettere di dipendere
dalla sua presenza,
rivangando il concetto di essere inferiore all’altro.
Prima che il biondo potesse
rispondere decise di proseguire.
“Mel, sai che ti amo. Sono
certo che il tempo e i nostri
sentimenti troveranno la risposta. È inutile pensarci
adesso. Carpe Diem.”
Cogli l’attimo.
Vivi il presente.
Forse aveva ragione, alla fine quei
sogni potevano
aspettare.
Anche perché alla fine
…
Il loro
sogno lo
stavano già vivendo.
Nota
dell’Autrice:
Ok, il capitolo D (non so né perché né
per come) mi piace particolarmente. Non
so nemmeno come descriverlo, solo che mi sembra di averlo fatto
“bene” (ergo
vorrà dire che sarà il peggiore perché
quando mi piace qualcosa che scrivo non
è mai ben visto da chi legge xD).
Grazie
a tutti
coloro che seguono la fanfiction, come sempre, ed in particolare a chi
ha
commentato il capitolo C:
Lady lawliet 1996, HunterKeehl,
ryuga hideki,
L_Nael, lacey, Nijinsky.
Mi
date sempre
energia e mi riempite di orgoglio.
Grazie
infinite.
Liena
<3
|
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Capitolo 5 *** E ***
E …
Egoista
Passarono molti mesi nei quali i due
amanti trascorrevano
insieme sempre più tempo, diventando mano a mano un libro
aperto per l’altro.
Bastava uno sguardo e l’uno
sapeva per certo cosa pensava o
provava l’altro.
Erano divenuti un tutt’uno.
E si amavano, questo era certo a
entrambi.
Ma le incomprensioni ci sono anche
tra le coppie migliori
no?
È vero, litigavano
raramente.
Era una cosa che non piaceva a
nessuno dei due.
Ma Mello aveva sempre avuto un
comportamento troppo
impulsivo e poco razionale.
“Near dannazione! Mi vuoi
spiegare come fai sempre a
prendere voti più alti dei miei?”
I litigi riguardavano sempre un
argomento fisso.
Era quasi routine.
Lo stesso Nate non sapeva mai cosa
rispondergli.
Non lo faceva apposta per fargli un
dispetto.
Studiava, svolgeva il compito,
prendeva voti alti.
“Sai cosa ti dico? Mi sono
stufato di passare sempre in
secondo piano rispetto a te. Anzi … Mi sono proprio stancato
di te!”
Sbottava di rabbia, rabbia che Mello
cercava di sopprimere,
ma che ogni tanto sentiva di dover estraniare per liberarsi e
tranquillizzarsi.
Non pensava minimamente cosa potesse
provare Near durante
quei momenti.
Non pensava a quello che sentisse
dentro di sé il giovane a
venir costantemente insultato.
A Mihael andava bene così.
Era egoista.
Non si rendeva conto che ad ogni
frase, ad ogni insulto, il
piccolo cuore di Nate piangeva in silenzio.
Si chiudeva in sé stesso
cercando di non dare troppa
importanza alle parole dell’altro, sapeva che lo amava e
sapeva che quelli erano
solo capricci momentanei.
Ma era difficile.
“Nate, come stai?”
Domanda perenne quando il biondo si
sentiva liberato da quel
peso.
A volte passavano molte ore, a volte
un giorno intero, prima
che Mello andava nella camera di Near.
Pronto a far tornare tutto come prima.
Quella volta fu diverso.
Bastarono poche ore a calmare Mihael.
“Mel, lasciami
stare.”
Gli occhi arrossati dal pianto, il
volto in un’espressione
di amarezza e rassegnazione.
A quella visione Mello si rese conto
di quello che ogni volta
doveva passare il giovane albino.
Si maledisse mentalmente e si
domandò come aveva potuto fare
una cosa del genere.
Lui che aveva giurato di difenderlo
da tutto il male del
mondo, gli stava facendo del male con le proprie mani.
“Near …
Scusami”
Nate, che fino a poco prima fissava
con falso interesse il
pavimento, alzò lo sguardo su di lui.
La voce del biondo era bassa e rotta
dai sentimenti che
provava in quell’istante.
Ma Near sapeva che dietro quella
parola si celava tutto.
Mello non aveva mai chiesto scusa a
nessuno, anche quando
era palesemente in torto.
Perché chiedere scusa era
un modo per ammettere di aver
sbagliato.
E Mello, secondo sè
stesso, non sbagliava mai.
Sì, aveva capito di essere
stato un egoista nei confronti
dell’amato.
E aveva fatto una promessa.
Mihael
sarebbe
cambiato … E lo avrebbe fatto solo per Nate
Nota
dell’Autrice:
Ok, non voglio far passare Mello dalla parte del
“cattivo” di turno. Quindi
perdonatemi ^^ Solo che me lo sono immaginata più volte
sbottare contro Near,
senza farlo con intenzione di ferirlo ma per scaricare la sua rabbia.
Ma si
accorge che non deve più farlo, o almeno… Ci
avrebbe provato. Non so se sono
riuscita a spiegarmi bene con queste parole, ma spero che il risultato
sia
positivo.
Grazie
a tutti,
come sempre. Siete davvero la mia forza!
Lady lawliet 1996, L_Nael,
ryuga hideki,
HunterKeehl , Nijinsky.
Un bacio, Liena <3
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Capitolo 6 *** F ***
F
… Fratelli
E la primavera giunse alle porte
dell’orfanotrofio, pronta a
far germogliare i fiori sugli alberi del giardino.
Ma non solo quello avrebbe fatto
nascere questa volta.
La primavera avrebbe portato qualche
novità.
Quell’atmosfera
sì che riusciva a mettere il buonumore ai
ragazzi.
“Nate, guarda
com’è bello il cielo oggi. Rimarrei fisso qui
per sempre.”
I due erano distesi
sull’erba in cortile, beandosi
dei raggi che in quel momento stava offrendo
loro.
Rimasero così per alcuni
minuti.
Quello era il loro piccolo Paradiso
in Terra.
Sopra le loro teste intanto
passò una piccola farfalla
bianca.
“Sarebbe bello riuscire a
volare.”
Disse il minore socchiudendo
leggermente gli occhi quando
incontrò sulla sua scia il sole.
Solo quando qualcosa fece da riparo
ai suoi piccoli occhi
riuscì ad aprirli.
Mello gli si era posizionata sopra,
sedendosi sul bacino di
Near.
Rimase così il biondo a
bearsi di quella visione, finché
portò le sue mani a bloccare i polsi dell’altro.
“Vorresti volare lontano da
me?”
“Mai.”
I due giovani fecero appena in tempo
a sigillare con un
bacio quella piccola promessa prima che Roger chiamò a
raccolta tutti i ragazzi
nel grande atrio.
La prima cosa che notarono fu un
nuovo ragazzo, vicino al
vecchio Ruvie.
Era un ragazzo apparentemente normale
agli occhi di tutti.
Ma non hai suoi.
“Ciao come ti
chiami?”
Domandò pochi giorni
più tardi il giovane Mello.
Lo aveva affascinato.
Non aveva mai avuto un sentimento
così improvviso verso
qualcuno, ad eccezione di quando vide per la prima volta il suo Near.
“Sono Matt. Tu invece sei
Mello, giusto?”
Dopotutto la fama del biondino era
tanto nota che bastavano
poche ore a farla giungere anche ai nuovi arrivati.
I loro occhi in quel momento si
incrociarono.
Una piccola scintilla si accese.
Un legame profondo sarebbe nato,
qualcosa che si avvicinava
all’amore ma che al tempo stesso sarebbe stato diverso.
Con un semplice sguardo
l’uno capì immediatamente l’altro.
Come se fossero stati legati dalla
nascita, poi separati, ma
alla fine ritrovati.
Quello che loro stavano iniziando a
vivere era sì un amore.
Un amore fraterno.
Sarebbero
rimasti
insieme fine alla fine, proprio come due fratelli.
Nota
dell’Autrice:
Come avevo accennato seguo la storia dell’anime/manga, quindi
era inevitabile
giungere all’arrivo di Mail nell’istituto. Ho
voluto dare più spazio a loro
due, ma questa raccolta essendo Mello/Near dovevo dare spazio anche
alla coppia
^^ Spero sia di vostro gradimento. Non ho altro da aggiungere a questo
capitolo, direi parole a vanvera quindi meglio chiudere qui.
Come
sempre a voi
lettrici dico grazie, con il cuore. Non immagine come mi rendete fiera.
Ryuga hideki, Nijinsky,
HunterKeehl, L_Nael , lady
lawliet 1996, Feylon.
Un bacio, Liena <3
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Capitolo 7 *** G ***
G
… Gelosia
Il forte legame d’amicizia
che legava Mello a Matt era
diventato presto l’argomento più gettonato tra
quelle quattro mura.
Passavano poco tempo separati, come
se ci fosse qualcosa che
gli impediva di rimanere l’uno senza l’altro.
Presto questa strana sintonia giunse
anche agli occhi di
Near.
“Mel, posso
entrare?”
Domandò un pomeriggio il
giovane albino aprendo la porta
della camera del biondo.
Matt era lì con lui, a
parlare con il suo Mello.
E così anche il giorno
dopo, e quello dopo ancora.
Near non era mai stato un tipo
geloso, non ne aveva mai
avuto motivo, eppure in quel momento lo divenne.
Non gli bastava poter passare la
notte tra le braccia di
Mihael, voleva poter stare con lui alla luce del giorno e sotto gli
occhi di
tutti.
In che modo dargli torto.
Era come se ora dovevano nascondersi
per stare insieme.
Ed era tremendamente frustrante.
“Mi ami davvero?”
Domandò una sera poco
prima di coricarsi assieme al suo
sole.
“Certo! Ma che domande
fai?”
Gli sorrise Mello.
Quel sorriso gli infuocò
il cuore.
Lo sapeva, non doveva dubitarne
eppure…
“Ho paura. Di te e
Matt.”
Aveva paura.
Quella era la verità.
Il grande e impassibile Near metteva
a nudo il suo cuore
soltanto a lui.
“Stupido.”
Iniziò ad accarezzargli i
capelli e stringendolo forte nel
suo abbraccio.
Così dannatamente caldo e
sicuro.
“Non devi essere geloso.
Matt è come un fratello per me,
nulla di più. Non pensarla neanche una cosa del genere. Nel
mio cuore c’è
spazio solo per un piccoletto con una fissa assurda per i
puzzle.”
Fece una piccola pausa andando a
cercare lo sguardo
dell’altro.
Occhi negli occhi.
“Ti amo Nate”
Near poteva scorgere
sincerità in quelle iridi e in quelle
parole.
Si baciarono mentre una guancia del
più giovane veniva
rigata da una lacrima solitaria.
In lui aveva
riposto
il suo cuore.
E Mello gli
aveva
donato il suo.
Nota
dell’Autrice:
Questo è l’ultimo capitolo prima della mia mini
vacanza! Quindi avviso che per
una settimana non pubblicherò, ergo il capitolo H
arriverà il 16 agosto! ^^
Anche le risposte alle recensioni arriveranno in ritardo. (A meno che
riesca ad
avere la connessione nella baita dove vado >.< ma ne
dubito). In questo
capitolo be, non ci sono dubbi su quello che provano i due. Alla fine
è vero,
Near è geloso (e chi non lo sarebbe in un caso simile u-u) e
Mello lo rassicura
perché sa cosa prova davvero. Spero vi piaccia *w*
Grazie
come sempre
a voi lettori. In particolare:
lady lawliet
1996,
Feylon, HunterKeehl, L_Nael.
Un
bacio, Liena
<3
|
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Capitolo 8 *** H ***
H
… Heaven
Il tempo passò velocemente
per Mihael e Nate.
Quasi senza rendersi conto che ormai
avevano trascorso il
primo anno della loro vita insieme l’uno con
l’altro.
Forse non era la solita storia
d’amore tra una principessa
ed il suo principe azzurro, ma la loro era davvero una favola.
Una di quelle che si avvera.
Oppure no?
“Nate, auguri.”
Sussurrò il biondo
all’orecchio del compagno quando le luci
del grande orfanotrofio si spensero.
In quel momento, così come
in tutte le sere che ormai passavano
in compagnia l’uno dell’altro,
l’atmosfera era davvero magica.
Congiunsero le proprie labbra
assaporando l’uno il sapore
dell’altro.
Cioccolato e vaniglia.
Un duo a dir poco perfetto.
Il bacio iniziò pian piano
a trasformarsi in una piccola
guerra tra le loro lingue.
Solo quando l’ossigeno
finì si staccarono.
Occhi negli occhi.
Near
poggiò le
proprie braccia sui fianchi dell’altro, cingendoglieli forte.
“Auguri a te,
Mihael.”
Finì riprendendo quel
contatto che tanto gli faceva battere
il cuore.
Indietreggiò piano
trasportando il biondo con se per
raggiungere la sponda del piccolo ma caldo letto dove racchiudevano il
loro
amore.
Mello gli portò le mani al
viso, delineandone i contorni,
per poi distendersi sul materasso.
Con la mano destra gli
spostò una ciocca di capelli dal
collo per poter baciare quella pelle diafana che tanto desiderava.
Un’altra occhiata.
Rapida ma piena di sentimento.
Breve sì,
perché Near distolse velocemente lo sguardo.
“Mel, per me va
bene.”
Affermò leggermente rosso
in volto, vergognato da quella
situazione.
Il biondo aveva aspettato un anno per
sentire quelle parole.
Lo desiderava.
Desiderava il piccolo corpo di Nate e
voleva sentirsi un
tutt’uno con lui.
Finalmente era arrivato il momento.
“Ti amo.”
Iniziò a spogliare il
piccolo e delicato Nate.
Quello che stavano vivendo era il paradiso.
I loro corpi quella notte si unirono
per la prima volta,
come due piccole parti di un puzzle perfettamente incastrati fra loro.
Del tutto uniti.
Soltanto allora trovarono il giusto
posto nel mondo, come un'unica essenza.
In quella piccola camera dove c'era
il loro mondo.
Dove il cielo era ricco di
stelle lucenti.
Così
come raggiunsero
il Paradiso, forse avrebbero affrontato anche l’Inferno
insieme?
Nota
dell’Autrice: Eccomi
tornata dalle vacanze con questo capitolo, a cui sono particolarmente
legata.
Essendo a raiting verde e non volendo alzarlo in questa fanfiction, non
sono
entrata nei particolari. Ma per ora basta immaginarselo. No? :) Spero
che come
capitolo vi piaccia, così potrò considerarlo come
una “ricompensa” per avermi
aspettata una settimana ^^
Grazie
come sempre
a tutti i lettori. In particolare a:
L_Nael ,
HunterKeehl, lady
lawliet 1996, Nijinsky, ryuga hideki (per aver recensito entrambi I
capitoli) e
MeroSP (per aver recensito il capitol F)
Un
bacio, Liena
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Capitolo 9 *** I ***
I
… Inizio
* (della fine)
Mello e Near erano i più
bravi di tutta la Wammy’s House e
per questo venivano
continuamente
valutati da Roger e messi a confronto.
Dopotutto uno di loro sarebbe
destinato a subentrare alla
morte di L.
Mello aveva delle qualità
essenziali.
Near, dal canto suo, ne possedeva
delle altre.
La cosa migliore per poter diventare
il nuovo Elle sarebbe
stata quella di far congiungere queste due personalità.
La cosa sarebbe stata difficile, ma
non impossibile.
Alla fine Mello e Near erano
più vicini con il corpo e con
lo spirito di quanto si potesse pensare.
E così furono per poco
più di due anni.
Anime affini, anime gemelle.
O così sembrava.
Da quando il famoso detective
iniziò le indagini sul caso
Kira le possibilità di una sua morte aumentarono e questo
iniziò a creare
scompiglio nelle menti dei due.
“Mello, dobbiamo
parlare.”
Near, che forse aveva una vista
più acuta sul futuro, decise
che era giunto il tempo di affrontare un pensiero che lo stava turbando.
Tutte le preoccupazioni che
affollavano la mente dell’albino
non furono difficili da cogliere per il biondo.
Mello.
Non lo chiamava più per
intero da molto tempo ormai, punto
primo.
Aveva un tono distaccato e apatico,
cosa che con lui non
adottava mai, punto secondo.
“Che
c’è Near?”
Il biondo assunse uno sguardo serio
mentre fissava l’altro.
L’albino si alzò
dal pavimento della propria camera per
avvicinarsi maggiormente, iniziando a torturare una ciocca di capelli.
“Mello, credo sia giunta
l’ora di crescere e di andare
avanti. Sono stato bene con te in questi anni, non posso negarlo. Ma
è arrivato
il momento di mettere la parola fine al nostro rapporto.”
Il biondo, un po’ incredulo
che quelle parole fossero state
veramente pronunciate dall’altro, sbarrò gli occhi.
Dopo un attimo di smarrimento scosse
la testa.
“Non sei capace di fare
umorismo Near”
Affermò Mihael mentre
estraeva dalla tasca una barretta di
cioccolato fondente.
Doveva scaricare un po’ i
nervi per quella situazione.
“Infatti il mio non
è umorismo. Parlo sul serio, è finita.”
Nate, con sguardo indifferente lo
guardò dritto negli occhi
mentre finiva di pronunciare quella frase.
Tutto così
d’improvviso.
Era impossibile.
Era un incubo.
Mello, senza proferire alcuna parola,
se ne andò da quella
camera e non vi rientrò mai più.
Quello
sì che era
l’inizio. L’inizio della fine.
Nota
dell’Autrice:
Non linciatemi ve ne prego >.< A tutto
c’è un perché…no?
^^’’ Quindi
anche a questa decisione di Near ci sarà una spiegazione,
prima o poi. Bene,
finalmente pubblico il capitolo che più
mi ha fatto penare finora. È stato letteralmente una
“scalata” da affrontare
per me. Mi è risultato difficile descrivere questa parte,
spero che il
risultato sia buono! Altrimenti scappo all’estero xD
*: Se
evidenziate
dopo la parole tra parentesi avevo aggiunto (della fine), ma non mi
sembrava
bello da lasciare visibile.
Un
grazie come
sempre a tutti coloro che leggono, ma in particolare a:
L_Nael, lady
lawliet
1996, Pazzabest (per essersi sorbita tutta la fic di seguito),
orihime02 e
MelloSP.
Un
bacione, Liena
<3
|
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Capitolo 10 *** L ***
L
… Elle
Passarono due mesi
dall’accaduto.
Due mesi nei quali Mello e Near si
ignoravano a vicenda,
come se uno fosse invisibile per l’altro.
Come se non fossero mai esistiti
l’uno per l’altro.
Come se non fossero mai stati amanti.
Ma le persone in due mesi possono
cambiare?
Mello iniziò a pensare
esclusivamente agli esami che doveva
sostenere, voleva evitare di pensare a lui
e rifugiarsi nei libri era la soluzione migliore.
Sarebbe riuscito a diventare il primo
della Wammy’s House,
ora che non aveva più alcuna distrazione.
Near tornò nel suo mondo,
ricostruì quell’imbattibile
barriera che aveva abbassato per Mihael e si estraniò da
qualsiasi tipo di
contatto.
La sua mente, molto più
calma e fredda, ripensava
giornalmente a lui.
Se ciò che avesse fatto lo
avrebbe davvero salvato dal
lugubre destino che gli avrebbe attesi all’orizzonte.
Nate, di nascosto, continuava a
fissare Mihael.
Ma lui era troppo accecato
dall’odio per notarlo.
Ed arrivò il tanto temuto
giorno.
“Che
c’è Roger?”
Domandò Mello nervoso.
Non voleva trovarsi lì,
accanto a Near.
Non riusciva a sopportare la sua
presenza così ravvicinata.
“L è
morto.”
Aveva detto Roger.
“Che cos’hai
detto Roger? Ripetilo un’altra volta.”
Mello non volle crederci.
“L è
morto”
“Morto? M-ma come? Come?
Vuoi forse dire che è stato ucciso
da Kira? È così?”
“È
probabile”
“Cioè L aveva
giurato di mandare Kira sulla forca e invece …
Kira ha ucciso lui?”
Mello perse la sua calma, come sempre.
E Near, istintivamente, volle
attirare l’attenzione su di
sé.
Forse riusciva ancora a fargli
riprendere il controllo delle
sue azioni.
“Se non riesci a vincere il
gioco, se non riesci a
completare il puzzle … Sei solo un perdente.”
Aveva esordito Near carico della sua
freddezza.
Era la prima volta che i due avevano
l’occasione di parlare,
anche se non direttamente, dopo quel giorno.
Doveva essere un consiglio.
Non lo disse per offendere L,
né per deriderlo.
Erano parole rivolte a Mello, per
cercare di fargli capire
che vi era un motivo del perché lui lo aveva lasciato.
E il minore dei due voleva cercare in
qualche modo di dargli
un appiglio per comprenderlo e capirlo.
Come se fosse un suggerimento per
riscoprire la verità, per
completare quel puzzle di eventi.
Ma alle orecchie del diretto
interessato non giunse.
“E allora? L chi avrebbe
scelto tra me e Near?”
Provò riluttanza nel dire
quel nome e lo diede a vedere.
La cosa non fece altro che ferire
invisibilmente l’albino.
“Non aveva ancora deciso e
ora che è morto non ha più modo
di scegliere. Mello, Near. Che
ne dite
di unire le vostre forze?”
Near aveva previsto tutto.
Aveva visto la morte di L prima
ancora che giungesse.
Aveva visto che Roger avrebbe chiesto
loro di collaborare.
Aveva visto come sarebbero andate le
cose.
“Sì, mi sembra
una buona idea.”
“Impossibile Roger. Lo sai
bene che io e Near non andiamo
d’accordo. Noi siamo sempre stati rivali, sempre.”
Aveva previsto anche quella risposta.
Ma era come se le parole di Mello gli
scivolavano addosso
senza scalfirlo.
Al di fuori, Nate pareva sempre calmo
e indifferente mentre
completava il suo puzzle.
“E va bene Roger.
Sarà Near l’erede di L. Diversamente da me
lui riuscirà a risolvere il caso con calma e sangue freddo,
come fa coi suoi
puzzle. Io mi tiro fuori, anche da questo istituto. Tanto ho quasi
quindici
anni … Vivrò a modo mio.”
No.
Questa decisione non rientrava nello
schema mentale di Nate.
Era troppo impulsivo e sorprendente
quel biondino.
In quel momento, quando Mello
varcò la soglia dell’ufficio
di Roger, la barriera protettiva di Near stava cedendo.
E la sua mente ripensò a
un piano.
Ma nulla gli venne in mente.
E con
Mihael, quella
notte, se ne andò anche il cuore di Nate.
Nota
dell’Autrice:
Ho notato che ha creato “scompiglio” il capitolo
precedente … Be, era nei miei
piani. Ma fidatevi se vi dico che ci sarà un suo
perché a tempo debito. Forse
già si scorge da questo capitolo qual è la
motivazione del comportamento di
Near. Abbiate pietà :) Come sarà facile notare i
dialoghi di questo capitolo
sono presi direttamente dall’episodio 27, puntata fulcro per
la coppia.
Sperando sia di vostro gradimento questo
“riadattamento” fatto da me. E questo
capitolo è uscito più lungo rispetto agli altri,
ma non è un problema vero? Non
potevo tagliare alcun pezzo.
Grazie
come sempre
a tutti coloro che leggono, in particolare a:
L_Nael, lady
lawliet
1996, ryuga hideki (per entrambe le recensioni), Pazzabest e Nijinsky.
Un bacione, Liena <3
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Capitolo 11 *** M ***
M
… Mello
Mihael Keehl abbandonò la
Wammy’s House quello stesso
giorno.
Da quel momento iniziò a
vivere una vita per nulla degna di
lui.
La parte peggiore del suo carattere
dovette far piena presa
su di lui.
Dopotutto era necessaria una certa
prestanza e personalità
per trattare con la mafia.
Certo era consapevole che quella vita
non era per lui, ma
sapeva che quello era l’unico modo per potersi avvicinare a
Kira e poter
vendicare L.
Ma quello scopo tanto nobile forse
non era così come
sembrava.
Celava qualcosa.
È vero, Mihael Keehl
considerava L come suo mentore e come
figura di riferimento per la sua stessa vita ma …
In verità ciò
che lui voleva attestare era riuscire a
battere Near.
E a dimostrare che lui era sempre
stato il migliore dei due.
In un modo o nell’altro
quel ragazzo faceva capolinea nella
sua testa ogni singolo giorno.
“Near.”
Si ritrovava a pensare la sera.
Forse perché proprio di
sera sentiva maggiormente la sua
assenza.
Forse perché ora il letto
gli sembrava troppo freddo.
Forse perché era vuoto.
Così come il suo cuore.
“Mio Dio, Near …
Perché? Perché?”
C’era tristezza e rabbia in
quelle parole.
E alla fine vinceva sempre la seconda.
La rabbia incontrollata di Mello era sempre lì
pronta a venir fuori appena il
biondo abbassava la guardia.
Iniziò a mangiare una
quantità inverosimile di cioccolata,
l’unico sfizio che si concedeva.
Come una droga di cui non si
può più fare a meno.
E lo calmava, almeno per qualche
momento.
Gli ci vollero quattro lunghi anni
per riuscire a dormire la
notte.
Per riuscire a soffocare la sua
assenza.
E così riuscì a
raggiungere il Giappone.
Lì avrebbe finalmente
trovato Kira, e avrebbe vendicato il
suo mentore.
E forse
avrebbe
ritrovato il suo cuore.
Nota
dell’Autrice:
Come si può notare questo sarà un capitolo di
transizione, più o meno. Così
come penso si capisca sarà il prossimo :) Spero solo vi
piaccia ugualmente!
Grazie
a tutti
coloro che leggono, in particolare a:
lady lawliet 1996, Nijinsky,
Pazzabest, L_Nael
e ryuga hideki
Un bacione, Liena <3
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Capitolo 12 *** N ***
N
… Near
Dopo la partenza di Mello non
c’era nulla che teneva Near
ancorato a quell’istituto.
Ci mise poco a sistemare le sue cose
e ad andarsene lui
stesso, prendendo in mano i documenti riguardanti il caso Kira.
Il suo primo e vero caso.
Quella doveva essere
un’emozione così forte da fargli
dimenticare il resto, invece …
Non era nulla se paragonata al solo
pensiero di lui.
La brillante mente
dell’albino rimase saldamente proiettata
sul passato.
Forse, prima o poi, avrebbe trovato
una soluzione anche a
quello.
Non era da lui lasciarsi sconfiggere
così.
“Mello”
Si ritrovava lui a sussurrare la
notte quando non riusciva a
riposare.
Non era abituato a
quell’assenza.
Continuava imperterrito a rigirarsi
nel letto sperando che
da un momento all’altro sarebbe tornata quella sensazione di
caldo e
completezza che tanto aspettava.
Ma era tutto vano.
E lui lo sapeva, meglio di chiunque
altro.
“So che capirai Mello,
credo in te. Scusami”
Il rimorso aveva iniziato a prendersi
anche la sua piccola
anima.
E lui si lasciava andare.
Soltanto la notte era testimone di
questo lato di Near, solo
quando nessuno poteva né sentirlo né vederlo
lasciava a quella parte il dominio
su di lui e sul suo corpo.
Forse una volta che la sua intera
anima sarebbe stata
divorata, lui avrebbe trovato la pace.
E si faceva più forte
quella sensazione di incompletezza
quando riguardava quella piccola fotografia, quella che ritraeva lui.
L’unica prova tangibile che
quell’essere angelico aveva
fatto davvero parte della sua vita.
“Dear
Mello”
Continuò quella tortura
per quattro, lunghi, anni.
Un giorno
quella
scritta sarebbe giunta a lui, e forse il suo cuore sarebbe tornato a
battere.
Nota
dell’Autrice:
Non ci sono molte cose da dire anche su questo capitolo. Ho dato sempre
spazio
alle sensazioni di Near (questa volta) senza descrivere la sua vita, ma
soltanto questa piccola parte. Spero sia di vostro gradimento e di non
avervi
deluse.
Un
grazie a tutti
coloro che leggono, ma in particolare a:
MelaChan,
lady lawliet
1996, Nijinsky, L_Nael, Pazzabest e HunterKeehl (per le mille
recensioni ^^).
Un bacione, Liena <3
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Capitolo 13 *** O ***
O
… Orgoglio
Con il passare del tempo la
somiglianza tra Mello e Near
aumentò sempre più.
Non fisicamente, sarebbe stato
impossibile.
Ma caratterialmente.
Avevano entrambi dovuto digerire cose
non troppo piacevoli
nel corso delle loro nuove vite, prima fra tutte era
l’assenza dell’altro.
È vero, continuarono la
loro vita a testa alta, senza mai
tornare indietro.
Ma ciò non significa che
non lo avessero mai pensato.
Mello sarebbe voluto tornare da
quell’albino che lo aveva
privato del suo stesso cuore per ottenere una spiegazione.
Dopotutto la meritava.
Aveva desiderato tante volte,
talmente che non riusciva più
a contarle, poter tornare indietro nel tempo e cambiare la sua fuga.
Sarebbe dovuto rimanere alla
Wammy’s House.
Near,
dal canto suo,
aveva sentito il bisogno di poter parlare di nuovo con il suo sole,
colui che
lo aveva privato di un’anima, per dargli una spiegazione.
Si sentiva tremendamente in colpa.
Con il passare dei giorni pensava
sempre più allo sbaglio
che aveva compiuto.
Non avrebbe dovuto lasciare Mihael,
ma parlargli.
Forse le paure e i dubbi di Nate
sarebbero svaniti.
Ma nessuno dei due compì
mai un passo per riprendere i
contatti con l’altro.
Avevano un ego smisurato, ed erano
fin troppo orgogliosi.
Non avrebbero mai potuto ammettere di
aver sbagliato nei
confronti del compagno.
Ma ne erano entrambi veramente
pentiti.
“Mello, tu sai
perché ho agito così. Se guardi nel tuo
cuore, lasciando da parte ogni altro sentimento che ti accechi,
capirai. So che
hai già la risposta.”
Sussurrò
l’albino una sera prima di addormentarsi.
Ottimo, aveva iniziato anche a
parlare da solo.
Quel pensiero ormai lo stava
tormentando.
Ma non sapeva che in
un’altra stanza ed in un altro letto un
ragazzo biondo gli stava rispondendo.
“No Near. Proprio non ti
capisco. Le ragioni che ti hanno
portato a questo non le trovo. Ti prego, spiegami.”
Se si
potesse tornare
indietro, molti cambierebbero la strada da percorrere.
Cambierebbero
delle
scelte ritenute, soltanto vivendone le conseguenze, sbagliate.
Ma forse si
andrebbe
incontro ad un destino ancora peggiore.
Nota
dell’Autrice:
Penso che il capitolo si spieghi da solo. Chiedo scusa se non sono di
molte parole,
ma mi è sorto un piccolo (grande) problema in famiglia. Quindi chiudo
velocemente. Scusatemi.
Un
grazie a tutti
coloro che leggono, ma in particolare a:
ryuga
hideki,
Pazzabest, HunterKeehl, Nijinsky, L_Nael e lady lawliet 1996.
Un
bacione <3
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Capitolo 14 *** P ***
P
… Perdente
Così il tempo
passò, senza che nessuno dei due eredi di L
tornasse sui suoi passi.
Mello, una volta entrato a tutti gli
effetti nella mafia e
essere diventato capo di un gruppo, testò il campo in
Giappone.
Rimase lì poco tempo,
giusto per assicurarsi la situazione
che aveva causato l’arrivo di Kira.
In particolare spiò di
persona coloro che facevano parte
della piccola squadra che proseguiva nelle indagini.
Non ci mise poi molto a verificare le
vere identità di quei
pochi individui e appurare la veridicità
dell’esistenza di un Death Note.
Era difficile da immaginare, eppure
quell’oggetto esisteva.
E la polizia giapponese ne custodiva
uno.
Solo non era del tutto convinto che
le persone incaricate di
catturare quel pluriomicida fossero così poche.
Che fosse una farsa, una precauzione?
Ora aveva bisogno di un piano per
riuscire a sottrarre il
quaderno ed appropriarsene, per poter ottenere tutto ciò che
gli serviva.
Con quello la strada che si preparava
ad incamminare avrebbe
potuto cambiare svolta, trovando una scorciatoia per giungere per primo
alla
tanto aspirata meta.
Grazie alla sua intelligenza e
destrezza il biondo trovò un
perfetto nascondiglio e fece rapire il capo della polizia, Takimura.
Così si accertò
della piccola consistenza della squadra
investigativa che dava la caccia a Kira.
Iniziò ad avere contatti
con loro.
Un semplice scambio: avrebbe
rilasciato Takimura in cambio
del quaderno.
Inutile capire che era stato proprio
Kira ad uccidere
l’uomo, per far sì che non si effettuasse lo
scambio.
Con quel particolare nella sua mente
prese piede l’idea che
quell’assassino avesse direttamente contatti con la polizia.
E che, forse, era proprio uno di loro.
Ma non bastò certo la
morte di quell’uomo a fermare Mello.
Un secondo scambio si fece spazio
nella sua testa: il
quaderno per Sayu Yagami.
Essendo il padre della ragazza a capo
della squadra, era
inevitabile che questa volta sarebbe andato tutto secondo i suoi piani.
Eppure non
sarebbe
stato soddisfatto della buona riuscita.
Non lo
sarebbe nemmeno
se avesse catturato Kira in quello stesso istante.
Le indagini dell’SPK
(Special Provision of Kira) intanto si
fecero sempre più consistenti.
Dopotutto Near aveva a sua completa
disposizione molti
uomini per riuscire a scovare tutti i segreti lasciati ancora tali da L.
Grazie alle informazioni in possesso
del detective , giunte
direttamente a lui come suo legittimo erede, iniziò a
sospettare che la polizia
giapponese non fosse del tutto fuori da ciò che concerneva
Kira.
Troppe cose quell’assassino
aveva saputo, proprio mentre la
stessa polizia giungeva a tali considerazioni.
Una coincidenza?
Non era credibile.
Dal canto suo, il suo compito era
solo quello di riflettere
su tutte le informazioni che riuscivano a procurargli e ad assemblarle.
Per il resto le sue giornate
trascorrevano lente e noiose,
abbellite solamente da quei giochi infantili e da costruzioni di carte
o dadi.
Non era per lui fare la parte attiva.
Preferiva di gran lunga rimanere in
sala monitor e che
fossero gli altri a fiondare il campo.
Ma nonostante la sua voglia e la sua
forza di immergersi
esclusivamente sul caso Kira, non ci riusciva.
Venuto a sapere del rapimento di
Takimura con l’intento di
usarlo come strumento dal rapitore per avere in cambio il quaderno,
nella sua
mente si aprì uno spiraglio.
Che si celasse il suo
Mello dietro tutto questo?
Una speranza di poterlo individuare
si fece largo in lui.
Così cercò di
ritrovarlo.
“Siete riusciti a
rintracciarlo, comandante Lester?”
Domandò Near mostrando la
fotografia che ritraeva il suo
sole.
La portava sempre con sé.
Avendo ricevuto risposte negative,
quella speranza e quel
desiderio che nascondeva dentro si fece man mano sempre più
grande.
Forse avrebbe ancora fatto in tempo.
Mello, tu
sei sempre
troppo impulsivo.
Così
finisci per
trascurare le cose importanti, oppure non c’entri nulla con
questa faccenda.
E per questo
hai
lasciato una tua foto all’orfanotrofio.
Pensò l’albino.
Da una parte era felice di trovare
qualcosa che gli faceva considerare
l’ipotesi che lui era più vicino di quanto
pensasse.
Ma dall’altra …
Non poteva avere modo di comunicare con lui.
E nessuno gli dava la certezza che
fosse proprio quel
biondino a capo del sequestro.
Forse era sparito davvero dalla sua
vita.
Mello non poteva più
sopportare quel pensiero.
Sapeva che Nate era andato avanti,
fondando l’SPK.
Sapeva che bastava fare qualche
ricerca e avrebbe ottenuto
ciò che voleva.
Doveva rivederlo.
Forse bastava vederlo
un’ultima volta per far tacere quella
vocina nella sua testa, e colmare quella ferita che ormai si portava
dietro.
Rivedendolo forse avrebbe smesso di
soffrire così.
Sì, lo avrebbe fatto.
Forse era davvero un perdente.
Non riusciva nemmeno a far tacere il
suo cuore, la sua anima,
che lo spingevano ritmicamente verso quel ragazzo.
Meritava il secondo posto.
Non era in grado di andare avanti, al
contrario di quanto
facesse lui.
O almeno, per quello che Mello poteva
saperne.
Ma era sicuro.
Se l’albino non si decideva
a fare il primo passo
cercandolo, sarebbe stato lui ad andare da Near.
Non era importante quanto tempo
dovesse ancora aspettare, ma
lo era la consapevolezza di ciò che si era determinato a
fare.
Ad ogni
costo, a
qualunque prezzo, avrebbe incrociato nuovamente il suo cammino con
quello
dell’altro.
Nota
dell’Autrice:
Ed eccoci con il capitolo P. Onestamente non pensavo che man mano che
fossi
andata avanti i capitoli sarebbero risultati più difficili
da scrivere eppure …
Sarà per i problemi, per la voglia di scrivere che aumenta e
quindi le fic
aumentano, per l’essere sotto esami (eh sì, mi
tocca), per il punto della
storia a cui è giunta ... Fatto sta che la stesura diventa
più pesante. Spero
che nonostante tutto il risultato vi faccia piacere ^^ Come avrete
visto, non
mi soffermo troppo sui particolari di ciò che accade
perfettamente nella storia
(esempio i rapimenti di Takimura e Sayu), dicendo
l’essenziale. Questo perché la
mia intenzione non è quella di trascrivere
un’opera già esistente ma trattare
solamente le parti riguardanti i due o comunque le parti più
importanti. Mi sembrava
giusto mettere in chiaro questo particolare nel caso la narrazione
possa
sembrare troppo sbrigativa su quei punti. Alcune battute sono prese
direttamente dall’anime, così come i pensieri di
Near.
Un
grazie a tutti
coloro che leggono, ma in particolare a voi che mi date sempre un
grandissimo
sostegno:
HunterKeehl,
L_Nael,
Nijinsky, ryuga hideki, lady lawliet 1996, Pazzabest e kiiyu (per aver
recensito il capitolo B).
Un
bacione, Liena
<3
|
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Capitolo 15 *** Q ***
Q
… Quaderno
Come aveva ben previsto, il piano
riuscì alla perfezione.
Mello riuscì ad
impossessarsi del quaderno, rilasciando la
ragazza.
Una piccola nota di soddisfazione si
poteva così scorgere
dal suo volto, ora sorridente.
Per una volta era certo che se fosse
stata una lotta con
Near, avrebbe vinto lui.
Dopotutto era fin troppo ben
organizzato per fallire.
Intanto, dentro di sé,
continuava a farsi viva la
consapevolezza di ciò che il suo cuore e la sua mente
provassero ogni qualvolta
pensasse a lui.
Anche se non sapeva più
come interpretare quel sentimento.
Amore o odio.
Amore,
perché il suo cuore batteva sempre più forte
quando proiettava davanti a sé il viso di quel ragazzo
albino.
Lo ricordava ancora perfettamente
dopo tutto questo tempo.
Chissà
come il tempo
lo aveva mutato, pensava ogni volta.
La sua
immagine
nella mente di Mello era rimasta quella di un ragazzino, di quattro
anni prima.
Ma il tempo passa inesorabilmente per
tutti.
Odio,
perché nonostante gli avesse spezzato il cuore lui
non riusciva a liberarsi da quella morsa.
Era ancora legato a quel piccolo
genio, si sentiva imprigionato
a lui.
E lo odiava, perché Near
in quegli anni mai lo aveva
cercato.
Mai aveva fatto qualcosa che potesse
lasciar credere che
pensava tuttora a Mello.
Ma non poteva aspettarsi diversamente
da lui.
L’amore si trasforma in
odio.
O almeno, così si pensa.
In realtà
l’amore resta tale, e l’odio è quel
sentimento che
si crede di provare solo quando non si riesce ad avere
l’altro.
Lo maschera, ma non
riuscirà a soppiantare l’amore.
Quello vero.
Ed era lui a dover fare il primo
passo verso Near.
Una volta entrato in possesso del
quaderno della morte,
Mello, calcolò nei minimi particolari come intervenire.
Giusto per dare un assaggio
all’albino, pensò di restringere
il cerchio dei suoi collaboratori.
Forse avrebbe capito che lui
gli era vicino.
All’organizzazione intanto
cadeva a terra tutto il
personale, o quasi.
Solo pochi, con Near, furono
risparmiati.
Lui che già aveva
individuato la figura di Mello, celata
dietro a quel rapimento, ottenne solo una conferma.
Il biondo sapeva quello che lui era
diventato in quegli
anni, la posizione che aveva nell’organizzazione ed il suo
piedistallo.
Poteva contattarlo, arrivare a lui.
E lo dimostrò.
Lui invece, nonostante le ricerche
che aveva fatto svolgere,
non sapeva nulla di Mihael.
Come viveva, dove si trovava, come e
cosa era diventato in
quegli anni.
L’unica cosa a cui poteva
aggrapparsi era solo una stupida
fotografia che lo ritraeva caratterizzando il volto con tratti
fanciulleschi e
angelici.
Spesso la fissava, di nascosto,
incantato.
Ma in momento come quello non poteva
farsi prendere dai
sentimenti.
Avrebbe aspettato un’altra
azione da parte di Mello e nel
frattempo avrebbe continuato le indagini.
Riuscì ad entrare in
contatto con il secondo L, colui che
sospettava essere Kira, e ad ottenere la sua apparente fiducia e
collaborazione.
Così avrebbe potuto
avvicinarsi di più alla vittoria.
E tutto grazie
all’intervento del biondo.
Devo
ringraziarti
Mello, pensò e sorrise internamente con malinconia.
In qualche pazza maniera era riuscito
a dare sicurezza a
Near, facendogli capire che era ancora un tassello importante per lui.
Che sia positivo o negativo non
importava in quel momento.
Almeno sapeva che non si era
dimenticato di lui.
Intanto Mello aveva incontrato lo
Shinigami, Shido, a
cui apparteneva originariamente il quaderno.
E da lui aveva saputo che due
precetti al suo interno erano
falsi.
Uno riguardava la distruzione del
quaderno.
Uno, quella che fece maggiormente
riflettere il secondo
erede di L, riguardava la morte nel caso in cui dopo tredici giorni non
si
scrivesse nessun altro nome sul quaderno.
Le cose per lui si mettevano bene.
O così credeva.
23:59.
Non trascorse molto prima che la
polizia giapponese fece
irruzione nel nascondiglio dove risiedeva con la sua banda criminale.
Senza rendersene conto erano
già giunti a lui.
Volevano riprendersi ciò
che Mello gli aveva tolto, e con un
attacco a sorpresa, non doveva essere tanto difficile.
E grazie a Kira, che
giustiziò quasi tutti i componenti,
sarebbe stato ancora più facile.
Ma la sua mente rimase ferma in quel
momento.
Non avrebbe potuto distrarsi in tale
situazione.
Mihael Keehl,
il
capo della polizia riusciva a vedere il suo nome.
Il suo corpo venne percorso da un
piccolo brivido.
Nessuno sapeva il suo vero nome.
Escluso lui, l’unico a cui
l’avesse detto era Near.
Come poteva saperlo ora
quell’uomo?
Le cose per lui non si stavano
mettendo bene, doveva
ammetterlo.
Ma anche lui aveva un piano di
riserva, che non pensò due
volte ad utilizzare.
Fece esplodere l’intero
edificio mettendo a rischio propria incolumità.
Ma quella
mossa
azzardata non mise a rischio solo la sua incolumità, anche
il cuore di Near
rimase paralizzato quando gli comunicarono l’accaduto.
Nota
dell’Autrice:
Chiedo perdono per il ritardo nella pubblicazione di qualche ora (avevo
iniziato
a pubblicare regolarmente alle 2 di notte, ma ieri purtroppo sono stata
trattenuta da alcuni problemi). Ma va sempre bene no? ^^ Spero come
sempre di
non avervi deluse con questo capitolo.
Grazie
a tutti
coloro che leggono, ma in particolare:
HunterKeehl, lady lawliet 1996,
ryuga hideki, Pazzabest
e L_Nael.
Un bacione <3
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Capitolo 16 *** R ***
R
… Risveglio
Non sarebbe stato facile riuscire a
sopravvivere a
quell’esplosione.
A maggior ragione se non si era
protetti in maniera
adeguata.
Ma quella non poteva che essere
l’unica via di fuga per
Mihael.
Aveva sentito pian piano bruciare la
pelle sotto il casco
che gli copriva il volto, e che quel calore scendesse fino alla spalla
sinistra
bruciando inesorabilmente i vestiti sulla pelle.
In quel momento il giovane
riuscì a vedere la fine, la sua,
e decise di non combattere.
Si ritrovò a pensare alla
sua vita, nella quale non esisteva
più uno scopo primario da quando quel giovane di cui si era
tanto innamorato lo
aveva abbandonato.
A chi sarebbe interessato se lui si
fosse arreso alle
fiamme, lasciando che quelle distruggessero il suo corpo e la sua
presenza dal
mondo intero.
Se Near si sarebbe mai accorto della
sua scomparsa, o se addirittura
avesse versato delle lacrime una volta venuto a conoscenza della sua
morte.
Si lasciò cadere a terra,
poco lontano dalle macerie,
poggiando sulle ginocchia.
Velocemente si tolse il casco, che
gli impediva di respirare
normalmente, accorgendosi che quel respiro affannoso non era dovuto al
volto
coperto ma all’aver inalato troppo fumo.
Tossì violentemente
cercando di liberarsi da quella
sensazione.
In quell’istante rivide gli
occhi di Nate, fissi e
inespressivi che lo guardavano come quella sera, ed il cuore riprese a
sanguinare internamente.
Forse se si sarebbe lasciato prendere
da quel calore che
bruciava l’edificio accanto, tutto quello avrebbe smesso.
Il cuore, la testa, l’anima
… Si sarebbe liberato
definitivamente da lui.
Nate dal canto suo aveva monitorato
tutto.
Grazie ai satelliti ed alla
tecnologia di cui disponeva
aveva dato ordine a Jevanni di tenerlo in diretto contatto con
ciò che
accadeva.
Aveva dato libertà di
movimento al secondo L, ma lui sarebbe
stato lì vigile a esaminare ogni avvenimento.
Che lo avesse fatto per assicurarsi
della situazione o per
constatare le azioni del suo presunto Kira erano motivi di copertura.
Lui lo faceva per Mello.
Nonostante questa
possibilità di appurare la situazione e
forse di riuscire a scorgere il suo volto dalle telecamere nascoste,
riuscì a
mantenere sangue freddo durante tutta la visione.
Dopotutto non riusciva a vedere molto.
I poliziotti che entrarono nel covo,
poi nulla.
Non guardava nemmeno lo schermo
quando un rombo attirò la
sua attenzione.
L’edificio era saltato in
aria, probabilmente uno
stratagemma per annientare il nemico e poter scappare.
Ma non vide nessuno che potesse
assomigliare al suo Mello uscire
dalle fiamme.
Il suo cuore si fermò in
quel preciso istante, sempre che
avesse ancora un cuore.
Così come la sua mente ed
il suo corpo si fermarono in quel
preciso momento.
Pochi minuti dopo riuscì a
ritrovare la lucidità.
Mello non
è morto,
si ripeteva.
Solo lui ne era sicuro.
Perché era convinto che se
gli fosse successo qualcosa lo
avrebbe sentito, perché in quel momento sarebbe morto anche
lui.
E invece era ancora vivo.
La speranza è
l’ultima a morire, anche in un caso come
quello.
Nonostante passarono molti giorni nei
quali non seppe nulla
di quel biondino, nessuna prova tangibile che fosse ancora in quel
mondo, non
mollava.
Ci credeva.
Doveva crederci, altrimenti
ciò che aveva fatto sarebbe
stato vano.
Avrebbe atteso impaziente il suo
ritorno, mentre tenne la
mente occupata sul caso Kira.
Mello dopo qualche giorno passato in
completo riposo cercò
vano di riaprire gli occhi, ispirando l’odore che lo
circondava.
Se quello doveva essere
l’aldilà, lui era sicuramente
all’inferno.
L’odore di tabacco che lo
circondava gli entrava nelle
narici dandogli un senso di fastidio e disgusto.
Portò la mano destra a
coprirgli gli occhi, cercando piano
di mettere a fuoco ciò che lo circondava.
E gli fu tutto chiaro.
Suo fratello
lo
aveva salvato dal destino che era in procinto di affrontare, curandolo
e
standogli accanto.
Una piccola sensazione di completezza
e felicità si fece
strada dentro di lui.
“Ti sei svegliata, principessa”
Lo salutò ironicamente
Matt, divenuto estremamente felice
quando incrociò i suoi occhi.
Come avesse fatto a trovarlo, dopo
che aveva lasciato la
Wammy’s House, e come poteva essere lì a vegliare
su di lui, dopo che lo aveva
liquidato con un semplice foglietto
<< Addio, Matt
>>,
non riusciva a capirlo.
Ma non voleva capirlo, non in quel
momento.
Con il passare del tempo la pelle
bruciata si cicatrizzò.
Quella ferita però non se
ne andò completamente, rimase lì a
ricordargli ogni qualvolta toccasse la parte lesa o si specchiava,
quello che
aveva fatto.
E ancora una volta la sua mente
iniziò ad associare quella
ferita a Near.
Perché
le ferite sul
corpo smettono di fare male, si rimarginano, mentre quelle del cuore
continuano
a bruciare?
Quando si riprese completamente
decise che avrebbe posto
fine anche a quel dolore.
Una volta per tutte.
Fece una piccola chiamata alla sua
vecchia casa, per
assicurarsi di un piccolo particolare.
Sperava che lui
avesse portato con sé quel piccolo pezzo di carta,
così avrebbe avuto un
pretesto per fare ciò che ormai si era prefissato.
“Allora sei vivo”
Halle Lidner, l’unico
membro dell’SPK che avrebbe potuto
avvicinare.
Da quelle parole capì che
probabilmente lo credevano tutti
deceduto sotto quell’inferno di fiamme e sorrise addentando
la sua cioccolata.
Sarebbe stata una bella sorpresa la
sua.
Costrinse la donna a portarlo
direttamente fino all’edificio
dove si nascondeva Nate.
L’agitazione che provava
dentro di sé era elevata, ma doveva
apparire il più normale possibile.
Il Comandante Lester e Jevanni erano
presi a controllare i
monitor interni all’edificio, mentre Near continuava
imperterrito a giocare per
terra.
Quei giocattoli erano la sua unica
fuga dalla realtà.
“Near”
Lo chiamò, attirando la
sua attenzione.
Il giovane si voltò
leggermente, guardando quello che
sembrava preoccupare l’uomo.
Lo vide.
Il suo cuore riprese a battere,
mentre spalancò gli occhi.
Un senso di felicità
immensa iniziò ad invaderlo.
Cercò di riprendere
coscienza di sé e del suo corpo,
cercando di restare impassibile e distaccato come sempre, nonostante
dentro di
lui era tutto in subbuglio.
“Lasciamoli
entrare”
Piano entrambi compresero
perché provassero quelle emozioni.
Avevano avuto la conferma che il
cuore di uno apparteneva inesorabilmente
all’altro e viceversa.
Ora che
finalmente
erano nella stessa stanza, i piccoli organi tornarono ai legittimi
proprietari,
risvegliandosi dal tepore degli anni passati.
Nota
dell’Autrice: Ok,
so cosa state pensando. State pensando di uccidermi vero? In
realtà avevo
programmato di inserire l’incontro tra i due in questo
capitolo. Ma alla fine
non ci sono riuscita, sarebbe stato decisamente troppo lungo rispetto
agli
altri capitoli. Mi perdonate vero? >.< Anche se molte se
lo aspettavano in
questo (ed anche io). *inchino* Ammetto che per questo capitolo ci ho
messo un
po’ a decidere la parola da utilizzare, si fa sempre
più difficile.
Grazie
a tutti
coloro che leggono, in particolare a:
lady lawliet 1996, ryuga
hideki, L_Nael,
HunterKeehl e Pazzabest.
Un bacione <3
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Capitolo 17 *** S ***
S
… Speranza
Quando Mello avanzò in
quella sala i suoi occhi cercarono
immediatamente lui.
Poco importava se due individui di
quell’organizzazione gli
puntavano addosso
le loro pistole.
Poco importava se era andato
lì, in trappola in
quell’edificio.
Poco importava se aveva messo da
parte l’orgoglio per una
volta, chinandosi ai suoi sentimenti.
Eppure, quando il suo sguardo
focalizzò la sua figura, ne
rimase impietrito.
Era seduto a giocare con i suoi
stupidi ed infantili giochi,
nonostante la sua età.
Per un momento i suoi pensieri lo
riportarono indietro nel
tempo, ricordandosi che quella era davvero una cosa tipica di lui,
cercò di
trattenere un sorriso.
Ma tutto il flusso dei pensieri e
ricordi che avevano preso
possesso della mente del biondo vennero
bruscamente interrotti dal suono della sua voce.
“Mello,
benvenuto”
Solo in quell’istante
prestò attenzione al suo pseudonimo.
Ritrovò a pensare che,
detto da quel ragazzo, anche quel
nome freddo e falso, era terribilmente bello.
Sentì un forte dolore che
si sparpagliava dal suo stomaco e
dal suo cuore, come una fitta.
Dal canto suo, l’albino,
trovò difficile chiamarlo per nome.
Quel nome che ormai non riusciva a
lasciarlo in pace, che
tormentava i suoi pensieri, notte e giorno.
Ma era felice.
Aveva avuto la conferma che Mello era
ancora vivo.
Un’altra piccola vittoria
per lui.
“Getta la pistola”
Il comandante Lester
richiamò l’attenzione dei due, persi in
chissà quali pensieri.
E Near, una volta presa coscienza di
sé, tornata la calma e
freddezza ad impadronirsi di lui, fece abbassare le armi anche ai suoi
collaboratori.
Di certo l’ultima cosa che
voleva era rischiare di far del
male al suo angelo custode, che dopo tanto tempo era riuscito a
ritrovare.
Anche il biondo abbassò la
sua e, presa tutta la forza e
determinazione di cui poteva vantarsi, si tolse il cappuccio del
giubbotto per
poi rivolgersi direttamente a quel ragazzo.
“Finora è andato
tutto come ti aspettavi, vero Near?”
Ora i ruoli si erano scambiati.
Per il biondo fu uno sforzo
pronunciare il suo nome.
Per l’albino fu un senso di
appagamento e dolore sentirlo.
Ma entrambi erano determinati a
mantenere fermo il loro
pensiero e portare nuovamente la maschera di rivalità che li
caratterizzava
davanti agli altri.
“Sì, immagino
che Lidner ti abbia già parlato del secondo L.
Devo confessarti che è grazie a tutto quello che hai fatto
mi sono avvicinato a
Kira”
Ed aveva ragione.
Solo per merito suo e del suo
intervento l’albino era
riuscito ad avvicinarsi al primo ed unico sospettato.
Ma, come lo stesso si aspettava,
quelle parole potevano
essere male interpretate.
Specialmente da lui.
“Near! Ti avverto che io
non sono uno strumento per
completare il tuo puzzle”
Quello non era rivolto al caso Kira.
O almeno, non solo a quello.
E il più giovane lo
intuì con estrema facilità.
Quindi era quello che pensava di lui?
Se pensi
questo,
Mello, non credo tu abbia capito perché. Non ho mai pensato
che tu fossi una
parte del puzzle della mia vita. Bensì tutta la mia intera
esistenza.
Ripensò amareggiato da
quel comportamento.
Se l’odio che Mihael
provava per lui era ancora così forte
da persistere per oltre quattro anni, era certo che non avesse potuto
comprendere cosa lo aveva spinto a fare quel gesto.
“Mello, se vuoi spararmi
qui e ora sei libero di farlo”
Si era quasi arreso a quel pensiero.
Dopotutto, se sarebbe morto, tutto
quello sarebbe finito.
Mello sarebbe stato libero da quel
peso opprimente, ed anche
lui.
Ed il biondo era sul punto di farlo
davvero, speranzoso che
quel senso di malessere e di tristezza che provava dentro sarebbe
sparito.
Ma, prima che il suo cuore
calmò la sua rabbia, venne
distolto da Halle.
“Non preoccupatevi, in
realtà sono venuto qui solamente per
riprendermi la mia fotografia”
“Ok. La foto è
questa. Non ne esistono altre copie, inoltre
sappi che ho già sistemato le cose con tutti coloro che in
passato ti hanno
visto in volto alla Wammy’s House.
Non
posso assicurartelo al 100%, ma ora non dovrebbe essere possibile
ucciderti con
il quaderno della morte.”
Mentre parlò
lanciò il piccolo oggetto rettangolare nella
sua direzione.
Una volta tra le mani, Mello la
guardò con nostalgia.
Ancora si ricordava quel periodo,
felice, della sua vita,
prima di sprofondare in quel baratro cupo e profondo.
Quasi incoscientemente
voltò la fotografia, forse per
leggere la piccola didascalia per ricordarsi la data esatta di quando
fu
scattata.
Dear
Mello
Assottigliò gli occhi.
Cosa voleva dire quella scritta?
Near, cosa aveva voluto racchiudere
in quelle parole?
Il suo cuore iniziò a battere più velocemente.
Si concesse un lungo respiro prima di
far tornare la propria
attenzione a quel ragazzo seduto sul pavimento poco più
avanti di lui.
“Abbiamo altro da dirci, Mello?”
“Near”
Lasciò il discorso in
sospeso.
In realtà avrebbe voluto
parlare con lui di una cosa in
particolare, ma non poteva farlo lì in quel luogo.
Nonostante l’odio che
diceva di provare per quell’albino,
cedette all’amore un’altra volta.
“In realtà io
non ho nessuna voglia di allearmi con te”
“Questo lo so”
“Però, ti
confesso che mi secca molto prendere questa
fotografia e andarmene via così. Il quaderno assassino
appartiene a uno
Shinigami, che può essere visto solo da chi possiede il
quaderno”
Quella era davvero una cosa
incredibile.
Affermare che esistessero questi
esseri sovrannaturali era
davvero una sciocchezza.
Nessuno credette così
facilmente a quelle parole, tranne lui.
“Io ci credo. Che cosa ne
ricaverebbe Mello dal dire una
bugia tanto assurda. Se proprio avesse voluto mentire, avrebbe cercato
una
menzogna più plausibile. Ne deduco quindi che gli Shinigami
esistono”
I cuori di quei due non erano mai
stati così tanto in
sincronia come in quel momento.
Quello di Mello batteva forte
perché Near si fidava di lui.
Quello di Near batteva forte
perché Mello si era aperto a
lui.
Dopo avergli regalato anche
l’informazione dell’esistenza di
regole fasulle sul Death Note si voltò, deciso a tornare sui
suoi passi.
Il suo compito era finito, per il
momento.
Aveva dei dubbi e tante cose che
voleva condividere con
l’albino.
Ma quello non era né il
luogo né il tempo adatto.
Fece un piccolo sospiro per poi
iniziare a camminare,
allontanandosi sempre più da lui.
E ancora una volta perse la loro
sfida personale.
Incurante del suo orgoglio si
fermò sulla soglia.
“Near”
“Mello?”
Entrambi carichi di tensione diedero
sfogo ad essa.
Il biondo mordendo un pezzo della sua
amata cioccolata,
l’albino attorcigliando sull’indice destro una
ciocca di capelli.
“Vogliamo vedere chi
sarà il primo a trovare Kira?”
“Vuoi fare una
gara?”
“Tanto la nostra
meta è la stessa. Ti aspetterò al
traguardo”
“D’accordo”
Si divisero un’altra volta.
Ma entrambi speravano che, una volta
risolto quel dannato
caso e arrestato Kira, avrebbero potuto parlarsi e forse anche
chiarirsi.
Quell’unica, piccola
possibilità era quello di cui avevano
bisogno.
In
quell’istante,
almeno, potevano godere della speranza ritrovata. E forse sarebbero
riusciti a
riposare in pace quella notte, cullati l’uno dal ricordo
dell’altro.
Nota
dell’Autrice:
Ok, la parte che più mi preoccupava l’ho finita!
Dire che è stato un bel
problema è dire poco, e non sono del tutto soddisfatta del
risultato (ho
rifatto il capitolo 3 volte, ma ancora non mi convince a pieno). Lascio
giudicare a voi ^^ Ora mi perdonerete vero? E c’è
da dire che questo capitolo è
già uscito abbastanza lungo di suo, se lo incorporavo al
precedente usciva
decisamente troppo. *^*
Grazie
come sempre
a tutti coloro che leggono, ma in particolare a:
lady lawliet 1996, ryuga
hideki, Pazzabest,
L_Nael e Nijinsky.
Un bacione <3
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Capitolo 18 *** T ***
T
… Trappola
Quando Mello se ne andò da
quell’edificio abbandonò per la
seconda volta il suo cuore.
Ma era certo che lui
lo avrebbe custodito di nuovo fino al loro futuro incontro.
La cosa che più di ogni
altra doveva fare era catturare
Kira.
Sospirò guardando il cielo
e chiuse gli occhi.
La piccola brezza che gli
scompigliava i capelli biondi era
calda e rasserenante.
Ma ancora nella sua mente
c’era una zona buia, cupa, che non
riusciva a colorare.
Forse era lui che si lasciava tanto
sopraffare da quello che
provava per riuscire ad aprire realmente gli occhi sulla situazione.
Forse aveva di nuovo fatto un buco
nell’acqua.
Forse Near con quella scritta non
voleva imprimere del
sentimento, ma solamente un vecchio ricordo.
Estrasse dal giubbotto la fotografia
e fissò il retro.
Quel ragazzino era sempre stato
un’incognita, difficile da
comprendere.
Eppure lui era riuscito a decifrarlo,
ma ora …
Mosso dai sentimenti che provava, la
vista si stava
offuscando.
Deciso a far chiarezza su quel
vecchio episodio, una volta
concluso il caso, si incamminò verso la sua dimora.
Il petto di Near sembrò
esplodere.
Quanto avrebbe pagato per tornare
indietro nel tempo e
rimanere fermo in quei pochi minuti assieme al suo sole.
Bloccare il tempo in quella stanza,
obbligandolo a rimanere
lì con lui.
Ma la sua razionalità non
glielo permise.
Una volta chiusa la porta che
conduceva all’esterno
dell’edificio, facendo svanire la figura longilinea del
biondo, sospirò quasi
impercettibilmente.
Per la seconda volta dovette provare
quel senso di abbandono
e di solitudine che tanto lo aveva fatto soffrire anni prima.
Ma tutto era prestabilito.
Non avrebbe potuto lasciarsi andare
proprio ora che la sua
opera non era ancora stata portata a termine.
Presto lo avrebbe rivisto e tutto
sarebbe tornato al suo
posto.
O almeno, così sperava.
In cuor suo l’albino sapeva
che non sarebbe stato così
semplice rivedersi, e nemmeno sarebbe stato tanto presto.
La sua attenzione tornò a
posarsi distrattamente sul trenino
che vagava attorno a lui, fissandolo, mentre una fitta più
forte si fece
sentire nel suo petto.
Ed ecco che il suo cuore aveva
battuto per l’ultima volta,
pronto a rimanere sigillato fino al ritorno di Mello.
E per rivederlo doveva soltanto
catturare Kira.
Ora aveva uno scopo per mettercela
tutta, conscio che non
sarebbe stata un’impresa tanto semplice.
Mello sapeva cosa fare, sarebbe
rimasto a guardare
avvicinandosi sempre di più a Kira ed ai suoi burattini.
Ma senza entrare in scena.
Avrebbe aspettato il momento
opportuno, quando ormai di lui
sarebbe rimasto solo un ricordo.
Così, quando meno lo si
pensava, sarebbe tornato ad occupare
il suo posto in quella vicenda.
Lasciò procedere Near come
era meglio secondo lui.
E lo tenne in constante osservazione.
Dopotutto, non avrebbe mai permesso
che gli potesse capitare
cosa.
Non se lo sarebbe mai perdonato.
Aveva promesso tanti anni prima che
lo avrebbe difeso dal
mondo intero, e non si sarebbe mai rimangiato la parola.
Inoltre poteva contare sulla bravura
e l’ingegno di Matt oltre
che sulla sua amicizia incondizionata.
Sapeva che da solo non sarebbe mai
riuscito a giungere
all’obbiettivo, ma così, collaborando anche se non
direttamente con Near, una
possibilità l’avrebbero avuta.
Era tempo di pensare alla trappola
finale che avrebbe
portato tutto a posto.
Vendicare L e ritrovare Nate.
Così l’albino
iniziò a contattare il secondo L, cercando di
metterlo alle strette.
Lo accusò più
volte di essere Kira per attirare l’attenzione
dei componenti della squadra giapponese e farlo cedere dalla troppa
pressione.
Era certo che prima o poi sarebbe
caduto nella sua trappola,
facendo un passo falso per inchiodarlo.
Un attentato all’edificio
base dell’ SPK non fece altro che
aggravare la posizione di Light.
Eppure pensò a Mello.
Se era entrato a conoscenza
dell’attentato all’SPK, se
sarebbe stato in pensiero per la sua incolumità, se si
sarebbe fatto vivo per
accertarsene.
Ma capì che quello non era
un buon momento per pensare a lui.
Non avrebbe potuto farsi distrarre da
quel ragazzo biondo, perennemente
fisso nella sua testa.
Così, come solo Near
sapeva fare, racchiuse il suo ricordo
in una piccola scatola all’interno della sua testa che si
concedeva di aprire
solamente di notte.
Lasciando che un po’ di
sentimenti si impossessassero di
lui.
Amore e sofferenza.
Avrebbero
entrambi
combattuto una guerra, accumunati dallo stesso nemico
Nota
dell’Autrice:
Ok, anche questo capitolo è fatto. Devo dire che il tempo
che ho impiegato per
scriverlo è stato quasi il doppio rispetto agli altri
capitoli (e non ne vado
per nulla fiera), non per la difficoltà in sé ma
a causa degli esami. Per
questo motivo avviso che la pubblicazione rimane sospesa fino
al 4 ottobre
dove, riprendendo i corsi universitari, mi sarà possibile
concentrarmi sulla
stesura. Se lo facessi questa settimana e la prossima, credo che il
risultato
sarebbe scadente (un po’ come per questo capitolo >.<) e anche
il mio studio ne risentirebbe,
visto che già non sono per nulla a buon punto.
Chiedo perdono ma non ho la mente abbastanza libera e
serena per
mettermi a scrivere.
Come
sempre
ringrazio tutti coloro che leggono, in particolare:
ryuga hideki, Nijinsky, L_Nael,
lady lawliet
1996, Pazzabest e HunterKeehl.
Un bacione <3
Ps: Per coloro che seguono anche
l’altra mia fic “Piccolo
Dolce Fiore”, l’aggiornamento di ieri (come avrete
visto) non c’è stato, ma arriverà
tra questa sera e domani mattina. Sempre per il “problema
studio”. Scusate
davvero.
|
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Capitolo 19 *** U ***
U
… Uragano
Il caso Kira stava iniziando a
volgere al termine.
Servì poco lasciare la
proprietà del Quaderno ad un nuovo
giustiziere e servì altrettanto poco l’idea di
usare un intermediario per
attuare la nascita del nuovo mondo.
Kyomi Takada, che aveva iniziato ad
incontrarsi con Light,
destò non pochi sospetti ai due giovani detective.
Chi meglio della ex ragazza di
Yagami, dichiarata seguace di
Kira, avrebbe potuto rappresentare il collegamento mancante tra lui ed
il nuovo
carnefice?
Sapevano entrambi che L aveva visto
giusto.
Sapevano che dietro alla maschera di
Kira si celava quel
giovane, diligente e curato.
Ma mancava ciò che anche
il loro mentore cercò invano.
Un solo errore che poteva metterlo
con la schiena al muro.
“Lo costringerò
a scrivere sul Quaderno, davanti ai miei
occhi”
Aveva proferito Near un giorno.
I suoi collaborati, fino a quel
momento occupati a fare
altre ricerche, si voltarono verso di lui.
Quella missione sarebbe stata quella
conclusiva.
Nonostante l’esitazione
degli altri collaboratori dell’ SPK,
alla fine quello sarebbe accaduto per volere dell’erede di L.
Ma lui stesso, che era giunto a
quella conclusione voglioso
di porre la parola fine a quella situazione, non
riusciva ad esserne convinto al 100%.
Che sarebbe successo se le cose non
sarebbero andate secondo
i suoi piani?
Ogni volta scuoteva la testa.
Lui, il migliore detective al mondo
da quattro anni, non
avrebbe fallito.
Ecco.
Una volta tornato alla sua vita di
sempre, Mello, sentiva
che parte di sé era scappata via.
Di nuovo.
E non poteva più
conviverci.
Sì, aveva una ragione in
più per catturare Kira.
Una volta riuscito in
quell’intento avrebbe iniziato a vivere.
Ogni sera, così quando i
propri sforzi risultavano vani,
cercava nel cassetto del comodino vicino al piccolo letto quel
rettangolo.
Dear Mello
Come avrebbe voluto sentire di nuovo
il suono della sua
voce, come avrebbe voluto poter tornare da lui e stringerlo a
sé, come avrebbe
voluto riavere ancora una volta quelle labbra.
Nonostante i fallimenti
sull’inchiodare Light, in quei
momenti si sentiva completo.
Immaginarlo di nuovo lì
quando chiudeva gli occhi, poco
davanti a lui, era la cosa che più gli dava sollievo.
E lo faceva sorridere.
Senza alcuna aspettativa una sera,
verso mezzanotte, il suo
telefono squillò.
Sorpreso da quel suono, che ormai
sentiva solo quando Matt
chiamava, lo ridestò da quel mondo perfetto facendolo
catapultare nella triste
realtà.
Halle Lidner.
Messo al corrente il biondino delle
intenzioni di Near, era
lui che avrebbe dovuto prendere in mano la situazione.
Avrebbe dovuto aiutarlo?
Avrebbe dovuto fare qualcosa per lui?
Sì, ma lo avrebbe fatto a
modo suo.
Di certo non era ancora arrivato il
momento di allearsi con
lui, anzi.
Erano ancora in guerra.
Bene.
Tutto procedeva secondo i suoi piani.
Light aveva abboccato alla sua lenza.
Era deciso ad affrontarlo faccia a
faccia.
Avrebbe messo in discussione la
propria incolumità, come
aveva fatto lo stesso L prima di lui.
Near riuscì ad
appropriarsi di un vecchio capannone abbandonato,
lo Yellow Box, dove la verità sarebbe venuta alla luce.
Aveva informato tutti i suoi
collaboratori dei rischi che il
caso poteva procurare, e loro avevano accettato di seguirlo fin
dall’inizio.
Arrivato a quel punto ne ebbe la
conferma.
Pronti a rischiare la vita pur di
ottenere la tanto desiderata
giustizia.
“Matt, non sei
costretto”
Aveva detto Mello la sera prima della
loro entrata in scena.
Per troppo tempo era rimasto
nell’ombra quel biondino, ed
ora era giunto il momento di tornare.
Come sola risposta il rosso gli
sorrise.
Kyomi Takada venne rapita senza alcun
problema.
Mello l’avrebbe allontanata
dalla sua scorta e Matt avrebbe
fatto da esca.
Avevano previsto tutto.
O quasi.
Nessuno dei due avrebbe immaginato la
loro sconfitta.
Quel giorno, una parte del mondo
venne investita da una tempesta.
Silenziosa e incalcolabile.
Il 26
Gennaio 2010 il
cuore di Near smise di battere senza averne la consapevolezza,
soppresso da un uragano.
Nota
dell’Autrice:
Ed eccomi tornata anche con questa fan fiction ^^ Chiedo scusa per il
periodo
di pausa dagli esami ma ero davvero messa male. Ma ora non sono da
meno. Ho ripreso
l’università e sono alle strette con i tempi. Ho
orari insostenibili -.- per
questo aggiornerò sempre di sera (a meno che non stia a casa
qualche volta XD).
Bene, cosa dire di questo capitolo? Doveva arrivare prima o poi. Ed
ecco anche
il motivo di questa pausa. Affrontare quest’avvenimento
quando non avrei avuto
la testa adatta non sarebbe stato il caso. Già ora
è stato pesante da fare, non
immagino come sarebbe stato scriverlo in quelle giornate. Spero vi
piaccia,
nonostante vogliate uccidermi per Mello e Matt >.<
Grazie a tutti coloro che hanno
letto, ma in particolare a:
ryuga
hideki, lady lawliet 1996, Pazzabest, Nijinsky, HunterKeehl e L_Nael
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Capitolo 20 *** V ***
V
… Vendetta
Near era intento a completare
un’enorme costruzione di dadi
rappresentante un edificio quando la notizia giunse all’ SPK.
Halle Lidner.
Lei aveva saputo di quella tragedia
in diretta e l’aveva comunicato
agli altri agenti del comando anti-Kira.
L’albino, che proprio in
quel momento stava per poggiare l’ultimo
tassello su quella scultura, bloccò in aria il braccio.
Rimase fermo per secondi
interminabili con gli occhi vuoti.
Fortunatamente era solito sedersi a
terra dando le spalle
agli altri, così non riuscirono a vedere il suo volto.
La sua mente, sempre fredda e
razionale, era sul punto di
esplodere.
Ma non avrebbe mai potuto farlo
davanti a loro.
Cercò di riacquistare un
po’ di quella maschera che era
solito portare prima di compiere il benché minimo gesto.
Appoggiò il braccio, con
una lentezza calcolata, che era
rimasto precedentemente bloccato in aria.
Lasciò il dado in
solitudine, abbandonato sul pavimento.
Non completò mai la
creazione a cui teneva di più.
Socchiuse gli occhi e si
portò più stretto a sé il
ginocchio, stringendolo con la mano sinistra.
“Signori, andatevene via
tutti”
“Ma
Near…”
La donna cercò di
comprendere quello che potesse passare in
quel momento nella testa del giovane ragazzo, inutilmente.
Non ricevendo risposta si
voltò verso gli altri due membri
dell’organizzazione e, vedendo anche sul loro volto una sorta
di smarrimento,
decise che forse era meglio fare come lui aveva suggerito.
Una volta lasciato solo, Near, per
una delle rare volte in
vita sua, si liberò.
“Dannazione!”
Si ritrovò a gridare
mentre con la mano stringeva sempre più
forte il ginocchio, quasi a voler far oltrepassare la stoffa dei
pantaloni
bianchi e far scavare le unghie nella carne.
Abbassò il volto e non si
mosse più.
Rimase lì per qualche
minuto, forse per un’ora intera.
Non era importante.
Dopo parecchio tempo si
ridestò da quel coma momentaneo e
portò lo sguardo verso l’edificio che aveva creato
precedentemente.
Quella struttura, apparentemente
instabile, doveva
raffigurare in qualche maniera la Wammy’s House.
La fissò mentre i suoi
occhi diventarono lucidi.
“Non doveva andare
così”
La voce, come un flebile respiro,
bassa e roca come mai lo
era stata in vita sua.
Alzò la mano destra e,
stringendola a pugno, la scagliò
contro i dadi facendoli rotolare a terra.
Cosa avrebbe dovuto fare ora?
Il viso del giovane venne rigato da
una piccola riga d’acqua
proveniente dalle profonde iridi nere.
La prima lacrima che versò
in vita sua.
Così come molte cose,
anche quella prima volta era dovuta a lui.
Mello gli
aveva
insegnato cosa volesse dire affetto.
Mello gli
aveva
insegnato cosa volesse dire amore.
Mello gli
aveva
insegnato cosa volesse dire soffrire.
Ed ora che lui era scomparso
definitivamente dalla sua vita,
nulla avrebbe potuto imparare.
“Ti renderò
giustizia, Mel”
Un’altra
cosa Mello
insegnò a Near. Cosa volesse dire vendetta.
Nota
dell’Autrice:
Come primissima cosa chiedo umilmente perdono. Ho provato in qualsiasi
modo ad
aggiornare venerdì. Ma i miei sforzi sono stati vani. Per
prima cosa l’università.
Avrei dovuto avere il pomeriggio libero (e quindi il tempo lo avrei
trovato) ma
cosa fanno? Mi cambiano l’orario delle lezioni, comunicandolo
direttamente
venerdì mattina. Così mi sono ritrovata fino alle
17 bloccata lì. Poi (come
alcune di voi sanno già) di pomeriggio fino le 21 faccio da
babysitter, quindi non
potevo assolutamente. In più problemi in famiglia mi hanno
tenuta lontana dal
pc la sera … insomma, vi chiedo scusa. Ed eccomi qui con
questo aggiornamento a
mezzanotte >.< Sono desolata, davvero. Per questo avviso
che la
pubblicazione avverrà di giovedì (oltre a
martedì intendo), e quello sarà anche
l’ultimo capitolo di questa fic. Detto questo a voi la parola
sul capitolo.
Grazie a tutti coloro che leggono, ma
in particolare a:
ryuga hideki, Nijinsky,
Pazzabest, HunterKeehl, lady
lawliet 1996 e
L_Nael.
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Capitolo 21 *** Z ***
Z
… Zaffiro
Il giorno della verità era
ormai arrivato.
Poche ore ed il caso Kira sarebbe
stato completamente chiuso
e sigillato.
Nonostante questa ottima previsione,
in Near prevaleva la
depressione.
Per una volta si ritrovò a
ringraziare sé stesso.
Dopotutto, chiudersi maggiormente in
sé, non aveva destato
sospetti.
Era sempre stata una persona chiusa
col mondo, mai aveva
dato segno di voler relazionarsi loquacemente con gli altri.
Fatta eccezione per Mello.
Lui era l’unico con cui si
era aperto, con cui aveva
abbassato il muro che lo proteggeva.
E la speranza di trovare qualcosa di
buono oltre quel muro
era sparita con lui.
Non aveva più senso.
Per questo motivo, se possibile, Near
ebbe ancor meno
contatti con gli altri membri dell’ SPK.
Si limitava solo a pronunciare cose
essenziali.
Per il resto era come se fosse morto.
Ma la parte fredda e calcolatrice
della sua mente doveva
prendere il sopravvento.
Una volta concluso quel triste incubo
avrebbe potuto lasciar
sgorgare, dal suo cuore e dai suoi pensieri, i sentimenti soffocanti e
distruttivi al suo interno.
Il cuore, che solitamente batteva,
era fermo.
Fermo come le lancette di un orologio
senza carica.
Perché la batteria che lo
rigenerava si era spenta
definitivamente.
Ed il suo cuore ora sembrava essere
attraversato da un
pugnale che ad ogni secondo andava sempre più in
profondità.
I suoi pensieri ricadevano sempre su
quel biondino.
Ma non avrebbe potuto lasciarsi
andare.
Doveva rimanere concentrato ancora
per qualche ora, doveva
farlo per lui.
Possibile che l’amore
facesse tanto male?
Ed ecco che la sua meta si avvicinava
in quello stabile
abbandonato, lo Yellow Box.
Nulla era diverso da come Near aveva
immaginato.
“Il merito è di
Mello.”
Aveva pronunciato il suo nome davanti
a Kira.
Sì, perché
ormai non ci si poteva più sbagliare.
Kira, Light, colui che aveva
distrutto il suo più grande e
nascosto sogno d’amore era lì.
E veniva smascherato una volta per
tutte.
“Mello ne era consapevole.
Sapeva che probabilmente né io né
lui saremmo riusciti ad eguagliare L. Ma noi due insieme avremmo
raggiunto il
suo livello, anzi lo avremmo anche superato. Ora siamo riusciti ad
incastrare
lo stesso Kira che lo ha sconfitto. Avanti prova a discolparti se ci
riesci”
Sentiva crescere dentro di se un odio
smisurato verso quel
ragazzo, ma doveva controllarlo.
L’unica cosa che non
riuscì a controllare era il timbro di
voce, disgustato e rabbioso.
Ma, non conoscendo Near, non era
facile da cogliere.
La fine era ormai giunta, e Light
venne messo con le spalle
al muro.
Nessuna via di fuga era alla sua
portata, per quanto
intelligente e furbo si credesse.
Arrestare Kira e far sì
che la giustizia lo punisse era
questione di minuti ormai.
E Near sorrise in quel momento.
Sinceramente e ingenuamente le sue
labbra si piegarono in un
sorriso, malinconico e triste.
Caratterizzato da un pizzico di
felicità.
Era riuscito ad inchiodare Kira, era
riuscito a giustiziarlo
facendolo andare incontro ad un destino cupo quanto quello in cui
viveva lui,
era riuscito a dar pace a Mello, era riuscito a dar pace a L.
Ma qualcosa, qualcuno, gli mancava.
E non sarebbe mai più
tornato.
L’unica cosa che Near
avrebbe potuto fare per lui era
rendergli giustizia.
E così fece.
Incurante di come si sarebbe sentito
una volta concluso
tutto.
Near aveva
raggiunto
la meta che si era prefissato. Ma Mello non era lì ad
aspettarlo come gli aveva
promesso. Non c’era nessun zaffiro a guardarlo mentre
arrivava al traguardo,
non c’era nessun zaffiro pronto a prendersi cura di lui, non
c’era nessun zaffiro
a stringerlo nei momenti scuri.
Nota
dell’Autrice:
Ed eccoci giunti alla fine ormai. Le lettere dell’alfabeto sono
concluse è vero,
quindi potrei anche chiudere qui la storia MA, come si può
notare dal titolo
della fic, saranno ventidue capitoli. Quindi ne manca ancora uno per
dichiarare
definitivamente chiusa questa storia (a cui mi sono particolarmente
legata in
questi mesi). Possiamo quindi chiamarlo “preludio della
fine” questo capitolo
Z. E con questo capitolo si chiude
la parte che seguiva il manga/anime, e si aprirà una piccola
continuazione
ideata dalla mia mente pazza e masochista XD Spero sia stato di vostro
gradimento. Chiudo qui le note altrimenti potrei parlare fino a crearle
più
lunghe del capitolo stesso >.<
[Piccola parentesi per chi di voi
segue anche l’altra mia
Mello/Near: non sono riuscita ad aggiornare ieri, chiedo scusa, ma
è un periodo
in cui sono davvero piena di impegni e mi premeva concentrarmi su
questa che
sta arrivando alla conclusione. Inoltre ho dovuto partecipare ad un
Contest per
il RoyEd-Day di ieri quindi ero davvero al limite! Ma statene certe,
arriverà
anche quello. Solo vi chiedo di pazientare un po’ :) ]
A giovedì, con
l’ultimo capitolo.
Grazie a tutti coloro che leggono, ma
in particolare a:
ryuga hideki, lady lawliet 1996,
L_Nael, HunterKeehl,
Nijinsky, Pazzabest e orihime02.
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Capitolo 22 *** My Immortal ***
My
Immortal
I'm
so tired
of being here
Suppressed by all my childish fears
And if you have to leave
I wish that you would just leave
Your presence still lingers here
And it won't leave me alone
Non
trascorse molto tempo dalla cattura di Kira prima che Near
capisse cosa avrebbe dovuto della sua vita.
Molti
casi erano passati sotto i suoi occhi e, come erede di L,
avrebbe dovuto cominciare subito a dedicarsi a molti di essi.
Ma
c’era una cosa che avrebbe dovuto - voluto - fare prima.
Incurante
delle raccomandazioni dei suoi colleghi, avrebbe
continuato la sua strada.
Sarebbe
tornato nel luogo dove tutto era cominciato.
La
Wammy’s House non era cambiata minimamente da quando se ne
era
andato, tutto era come lo aveva lasciato.
Era
felice di questo.
Costatare
che, la sua vecchia camera e quella di Mello, erano
rimaste perfettamente come le avevano lasciate quattro anni prima non
poteva
che provocargli un miscuglio di sentimenti nel petto.
Felice di
poter rivedere, e in qualche modo rivivere, dei momenti
così forti e sereni.
Per poter
tornare indietro nel tempo.
Quando
ancora l’adolescenza era parte importante delle loro vite.
Ma era
anche triste.
Triste
perché, una volta risvegliato da quel meraviglioso sogni ad
occhi chiusi, li avrebbe riaperti e si sarebbe trovato catapultato in
quella
realtà.
Solo e
insignificante.
Eppure,
anche se sapeva che facendo così avrebbe sofferto, ogni
sera che passava in quello stabile la passava da lui.
Silenziosamente,
senza dare nell’occhio, ogni notte usciva dalla
sua camera per andare lì.
Varcava
la porta e si sedeva su quel pavimento freddo come la sua
anima.
Poggiava
la schiena al letto, lasciato ancora vagamente sfatto,
mentre torturava una ciocca di capelli e posava i suoi occhi su quelle
mattonelle con falso interesse.
Rimaneva
così per un paio d’ore, riflettendo su cose che
nemmeno a
lui era dato sapere.
Soltanto
rimaneva lì.
E, quando
il sonno lo abbracciava, si sistemava come meglio poteva
su quel piccolo letto.
Come ogni
notte da quando era tornato in quell’orfanotrofio lui
era pronto ad aspettarlo.
“Mello,
perché sei qui?”
Davanti a
lui non c’era più il giovane ragazzo angelico e
pulito.
C’era
ormai un uomo, macchiato dai peccati commessi.
“Near,
perché sei qui?”
E gli
sorrideva avvicinandosi.
L’albino
non toglieva mai gli occhi dai suoi cristallini.
Non
avrebbe potuto perdersi nulla di quei momenti.
E lo
abbracciava, lo teneva stretto tra le sue forti braccia.
“Sai
che sarebbe meglio tu non mi cercassi più. Ti fai solo del
male. Vai avanti, Nate”
Gli aveva
sussurrato a pochi centimetri dalla sua bocca, riuscendo
a mischiare i loro respiri.
E il
minore chiudeva gli occhi stringendo forte la maglia del più
grande.
Non lo
avrebbe più lasciato.
Non
avrebbe più commesso lo stesso errore.
“Non
voglio. Non da solo”
These
wounds
won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase
When you cried I'd wipe away all of your tears
When you'd scream I'd fight away all of your fears
And I held your hand through all of these years
But you still have
All of me
Ed il
sole era lì, puntuale come ogni mattina, a risvegliarlo da
quel mondo perfetto nel quale riusciva a tuffarsi.
Ancora,
se respirava profondamente, riusciva a sentire il suo odore.
O quello
era ciò che i propri sensi e il proprio inconscio voleva
fargli credere.
Ed ecco
che il cuore, magicamente rattoppato la notte, stava
iniziando a sanguinare di nuovo.
Ogni
giorno era come quello prima.
Era
così terrificante.
Con una
mano a stringere spasmodicamente la maglia del pigiama
all’altezza del cuore, i suoi occhi cominciavano a farsi
lucidi.
Lui, il
grande numero uno per la successione ad L, non era più
niente.
Ogni
giorno perdeva sempre più parti di sé stesso.
E
recuperarle era ormai impossibile.
Quello
sarebbe stato l’unico puzzle che mai avrebbe portato a
termine.
You
used to
captivate me
By your resonating light
Now I'm bound by the life you left behind
Your face it haunts
My once pleasant dreams
Your voice it chased away
All the sanity in me
Come una
routine vi rincontrate.
Ma con
l’andare avanti ci si rende conto che non è un
bene.
Sembra
una punizione che Dio vi ha voluto infliggere.
Near tra
le braccia di Mello.
Mello che
stringe Near.
“Ehi
piccoletto, dovresti davvero smetterla di venire qui. Lo sai anche
tu”
Gli
diceva mentre una mano andava ad accarezzare quei capelli
argentei.
E Nate
non rispondeva.
Rimaneva
lì.
Con gli
occhi chiusi.
“Ti
stai facendo del male”
L’altro
alzò lo sguardo fino ad incrociare quelli di Mello.
E
divennero lucidi.
Occhi
profondi e neri ricchi di acqua.
“Il
dolore mi ricorda ciò che eravamo. Una volta, tanto tempo
fa.
Se smettessi di soffrire sarebbe come dimenticare quel
periodo”
Mello gli
sorrise e si avvicinò a lui sfiorando con le proprie
labbra quelle di menta dell’altro.
Ma mai
riuscì a farle congiungere.
Di nuovo
si svegliava, riscosso da un nuovo giorno che gli si
presentava davanti.
Pronto a
sopportare di nuovo l’Inferno senza lui.
Ma poi
giungere al Paradiso, quando lo ritrovava.
“Credo
di essere impazzito”
“Tu
sei sempre stato pazzo, Near”
L’albino
annuì accennando un lieve sorriso.
Forse
era vero.
These
wounds
won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase
When you cried I'd wipe away all of your tears
When you'd scream I'd fight away all of your fears
And I held your hand through all of these years
But you still have
All of me
Ed ecco
che il dolore torna sempre più forte ogni giorno che
passa.
Ma Near
non dice mai niente.
Nessuno
che gli capiti vicino lo percepisce.
Perché
mai nessuno lo ha capito.
Mai
nessuno gli si è avvicinato.
Mai
nessuno gli aveva voluto bene.
Mai
nessuno si era affezionato a lui.
Soltanto
Mihael.
“Mihael”
“Nh?”
“Non
volevo finisse così”
“Lo
so, nemmeno io”
“Però
c’è una cosa che devo dirti. Io non ho mai smesso
di amarti,
nemmeno per un secondo”
“So
anche questo”
Gli
sorrise.
Sinceramente
gli sorrise mentre lo fissava negli occhi.
Mello
sapeva tutto.
O almeno,
aveva capito tutto.
Forse
troppo tardi, è vero.
Ma dopo
tutti quegli anni aveva trovato la risposta alle sue
domande.
Near
sapeva cosa sarebbe accaduto se Roger avesse chiesto loro di
collaborare quando ancora stavano insieme.
Near
sapeva che Mello, per amor suo, si sarebbe sottomesso a
quella richiesta.
Near
sapeva che quello avrebbe distrutto il futuro di Mello.
Near
sapeva che Mello voleva lavorare da solo, perché voleva
essere il primo.
Near
sapeva che probabilmente quella collaborazione sarebbe stata
distruttiva per il loro rapporto.
Near
sapeva che Mello avrebbe potuto compiere qualche sciocchezza
e voleva allontanarlo per proteggerlo da quel destino.
Near
sapeva che Mello avrebbe rischiato di perdere sé stesso,
annullandosi con la vicinanza dell’albino, e non lo poteva
permettere.
Ma Near
non sapeva che Mello lo avrebbe seguito di testa sua, arrivando
al punto di sacrificarsi per lui.
I've
tried so
hard to tell myself that you're gone
But though you're still with me
I've been alone all along
“Near”
Il
giovane si voltò a guardarlo.
“Questa
sarà l’ultima volta che ci vedremo”
Nate lo
guardò interrogativo per poi lasciarsi abbracciare da
quelle braccia.
Si
lasciò trasportare dal caldo che sentiva nascere con quella
unione e, per una volta dopo tanto tempo, si sentì bene.
“Sarò
qui ad aspettarti, per sempre. Ma per ora basta”
Gli
sorrise.
“Mello”
Riaprì
gli occhi ritrovandosi in quella camera spoglia e sola.
Si
guardò attorno e annuì sconfitto.
Nelle
notti successive cercò di tornare da lui, inutilmente.
Mello era
sempre stato testardo dopotutto.
Se si
metteva in mente una cosa, quella doveva essere.
Sorrise
amaramente.
Il 7
ottobre 2010 Near si addormentò nuovamente in quello stesso
letto.
E lo
ritrovò.
“Non
avevi detto che non ci saremmo più rivisti?”
Domandò
il giovane torturandosi una ciocca di capelli.
Ma in
cuor suo era felice.
“Avevo
detto che sarei rimasto qui ad aspettarti. Pensavo ci avresti
messo più tempo. Sarò egoista ma … non
mi spiace”
E, dopo
tante nottate lasciate in sospeso, le loro labbra
riuscirono a congiungersi.
Un dolce
bacio a far da testimone di quel loro amore.
Ma il
cuore di entrambi tornò a battere, in qualche modo.
Mello lo avrebbe
aspettato fino alla fine.
Near
sarebbe andato da lui il prima possibile.
Quarantaquattro
giorni dopo il 13 dicembre Mello si era spento.*
Quarantaquattro
giorni dopo il 24 agosto Near si era spento.*
Ma ora, di
nuovo insieme, avrebbero cominciato la loro vita.
.:
FINE :.
Nota
dell’Autrice:
Ecco giunta la conclusione. È finita. Mi fa male dirlo
eppure è
così. Spero che questo ultimo capitolo non vi abbia deluse o
meno. Era dall’inizio
che volevo un finale abbastanza simile a quello che avete letto, ma
nonostante
questo non mi convince ancora. Ed con questo posso chiudere questa
storia che
mi ha accompagnata in questi ultimi mesi, ringraziando come di dovere
tutte voi
che mi avete sostenuta e sopportata in questo lasso di tempo. Sono
grata perché
grazie ad essa ho potuto conoscere persone speciali come voi, ed
affezionarmi
davvero molto ad ognuna. Vi ringrazio. Di cuore. Senza di voi non credo
proprio
che questa storia avrebbe preso la stessa piega. Mi inchino a tutte voi
ragazze. Vi voglio bene.
*:
Piccola precisazione per chi non lo sapesse o avesse un lapsus.
Sono i compleanni di Mello e Near e, basandomi sulla data di morte del
biondino
ho voluto calcolare i giorni per far sì da renderli uniti
anche in un momento
come quello. Non so se mi sono spiegata, la mia mente è
malata (ma questo lo
sapete già).
RINGRAZIAMENTI:
Per chi ha
aggiunto la storia alle preferite
lady
lawliet 1996, lady River Keehl, L_Nael.
Per chi ha
aggiunto la storia alle ricordate
Angel_Madara12,
Feylon, Minawa Asuka.
Per chi ha
aggiunto la storia alle seguite
Aly
22, cassy_star, Feylon, HunterKeehl, kanda, kiiyu, lacey,
MeroSP,
Nijinsky, Pazzabest, ryuga hideki, Skygazer.
Per chi mi
ha aggiunta agli autori preferiti:
Nijinsky e
ryuga hideki.
Ed in
particolare chi ha commentato lo scorso capitolo
L_Nael,
ryuga hideki, Pazzabest, Nijinsky, MeroSP
e lady lawliet 1996.
LA DEDICO
A TUTTE VOI, CHE AVETE CREDUTO IN ME E MI AVETE
SUPPORTATA IN TUTTI QUESTI GIORNI.
SINCERAMENTE
GRAZIE, PER TUTTO <3
Liena
Traduzione
“My Immortal” – Evanescence
Sono
così stanca di stare qui
oppressa da tutte le mie paure infantili
E se devi andartene
Vorrei che tu te ne andassi e basta
Perché la tua presenza indugia qui
E non mi lascerà da sola
Queste ferite sembrano non guarire
Questo dolore è troppo reale
C'è semplicemente troppo che il tempo non può
cancellare
Quando hai pianto ho asciugato tutte le tue lacrime
Quando hai urlato ho combattuto tutte le tue paure
Ho tenuto la tua mano durante tutti questi anni
Ma tu hai ancora tutto di me
Mi catturavi con la tua luce risonante
Adesso sono costretta dalla vita che hai lasciato indietro
Il tuo volto pervade
I miei sogni, una volta piacevoli
Che la tua voce ha cacciato via
Tutta la sanità in me
Queste ferite sembrano non guarire
Questo dolore è troppo reale
C'è semplicemente troppo che il tempo non può
cancellare
Quando hai pianto ho asciugato tutte le tue lacrime
Quando hai urlato ho combattuto tutte le tue paure
Ho tenuto la tua mano durante tutti questi anni
Ma tu hai ancora tutto di me
Ho provato così tanto a dirmi che te ne sei andato
ma anche se tu sei ancora qui con me
sono stata sempre da sola
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