I promessi sposi

di HikariKanna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Proposta indecente ***
Capitolo 2: *** Nuvole e lenzuola ***



Capitolo 1
*** Proposta indecente ***


I PROMESSI SPOSI

I PROMESSI SPOSI

 Parodia scritta da:Kikyo,HikariKanna(cioè io^^)e con la partecipazione straordinaria di Anty.

 

1 CAPITOLO: “Proposta indecente”

“L’historia si può davvero deffinire una guerra illustre contro il Tempo,perché togliendoli di mano gl’anni suoi prigionieri,anzi già fatti cadaueri, li richiama in vita, li passa in rassegna, e li schiera di nuovo in battaglia.”

Ovvero,i promessi sposi sono tornati!Tremate,tremate,le streghe son tornate(riferimenti a fatti o persone “puramente”casuali)! Dopo mesi e mesi di addestramento,siamo pronti per la rivincita (Don Rodrigo/Kuno)e la vendetta(noi)! Allora,possiamo iniziare!


Quel ramo delle sorgenti maledette in cui sono caduti i tapini personaggi originali,trasformandosi in anime(anche se già lo erano),volge lo sguardo all’era Sengoku,al tempo in cui Scattycat e la sua temibile banda di gatti jazzisti(i cats,appunto) imperversava sulla regione insegnando la modestia ad Oliver & company e mandando a cuccia gli altri cani,compreso Inu Yasha,dopo essersi auto-invitati a cena all’osteria tipica del paese:vi ci si arrivava per una di queste stradicciole che avrete già conosciuto “grazie”al libro.

Appunto per una di queste,tornava bel bello Sesshomaru,dopo un’intera serata passata a fare ciò che un curato del suo rango non si sarebbe mai sognato di fare:assieme ai suoi amici(Sanzo,Goijo,Hakkai e Goku) aveva intrapreso un viaggio verso ovest ed era approdato all’osteria passando così l’intera nottata assieme alle conigliette Kogaiji,Yaone e Jien(leggetevi il numero 1 di Saiyuki Reload prima di uccidere le autrici). I bravi di Kuno,signorotto del luogo,invece stavano ancora dirigendosi al suddetto luogo. Sesshomaru,ormai prossimo alla sua umile dimora,vide una cosa che non si aspettava e che non avrebbe voluto vedere:gli bloccavano la strada due uomini,o meglio uno e mezzo;uno di costoro era in piedi appoggiato a un muro con le braccia incrociate sul petto e l’altro,ancora più inquietante del primo, a cavalcioni su un muricciolo basso con le gambe aperte,il che evidenziava ancora di più la coscia volutamente lasciata scoperta. Uno aveva i capelli raccolti in un enorme ciuffo,l’altro portava la treccia e la nera frangetta ribelle:il che testimoniava il loro appartenere alla specie de’ bravi. Che i due descritti sopra stessero ivi ad aspettar qualcheduno, era cosa troppo evidente:ma quel che più dispiacque a Sesshomaru ubriaco fu il dover accorgersi,per certi atti, che l’aspettato era lui. Quello che stava a cavalcioni s’era alzato,tirando la sua gamba sulla strada,l’altro si era staccato dal muro:e tutt’e due gli si avviavano contro. Sesshomaru,temendo per la sua verginità, volgeva lo sguardo al cielo,come per pregare che non si trattasse dei famigerati scagnozzi di Kuno,in special modo di Jakotsu(che ha una pessima fama).

I due si avvicinarono.

“Signor curato”disse uno di que’ due,puntandogli gli occhi in faccia. Sesshomaru scese dalle nuvole per l’incombente minaccia.

“Cosa comanda?”rispose timoroso,contraccambiando lo sguardo e vedendo brillare negli occhi del suo interlocutore una luce demoniaca.

L’altro,Bankotsu,con l’atto minaccioso e iracondo di chi coglie un suo inferiore sull’intraprendere una ribalderia,esclamò:” Lei ha intenzione,lei ha proprio intenzione di maritare domani il ladro di biancheria e la sua donna?”

Sesshomaru non lo ascoltava,più che altro guardava atterrito Jakotsu,che se lo divorava con lo sguardo.

Quest’ultimo gli di avvicinò e sussurrò all’orecchio,in tono solenne,”Questo matrimonio non s’ha da fare,né domani né mai.”

Sesshomaru,con la fronte rigata di sudore freddo,cercò di raccogliere quel po’ di coraggio e dignità che gli rimanevano e affermò:”È mio dovere maritare giovani innamorati.”
Jakotsu allora si vide costretto a tirare fuori l’asso dalla manica,la sua carta vincente che non aveva mai fallito con nessuno(sottolineamo il nessuno):”Voulez-vous coucher avec moi,ce soir?”

Queste parole furono,nella mente di don Sesshomaru,come,nel forte d’un temporale notturno,un lampo che illumina momentaneamente e in confuso gli oggetti(voi aggiungete del desiderio!)e accresce il terrore.

“Zitto,zitto”riprese il primo oratore “il signor curato è un uomo che sa il viver del mondo e noi siamo i galantuomini,che non vogliam fargli del male,purché abbia giudizio. Signor curato,l’illustrissimo Kuno-sama,nostro padrone,la riverisce caramente”.

Sesshomaru fece come per istinto un grande inchino,in ringraziamento al Salvatore,e disse:”Se mi sapessero suggerire…”

“Oh,suggerire a lei che sa di latino!E soprattutto non si lasci uscir parola su questo avviso che le abbiam dato,per suo bene…altrimenti…ehm…”guardò il collega”la proposta del mio amico sarebbe ancora valida”.

“Disposto…disposto sempre all’ubbidienza!”

Allora i bravi la presero come una promessa e Jakotsu ci rimase male.

“Benissimo,e buonanotte messere.”disse Bankotsu.

“Ci incontreremo nei miei più rosei sogni!”gli augurò Jakotsu.

E quell’altro,Sesshomaru,rabbrividì al solo pensiero,però era sollevato che non l’avrebbe incontrato mai più e che in sogno sarebbe stato salvo(x il momento…).

Bankotsu trascinò via il suo compagno d’armi,che era molto riluttante all’idea di abbandonare il seducente curato(che aveva l’irrisoria età di 60 anni). Sesshomaru,il lettore se n’è già avveduto,non era nato con un cuor di leone,bensì di cane:se ne scappò a gambe levate prima che potessero salutarlo. Rotolò,poverino(mica tanto)per una discesa e piombò dritto fra le braccia di Jaken che amorevolmente gli stava stendendo le pellicce di diverso colore.

“Jaken!Jaken!”
”Padron Sesshomaru…quale onore,avervi fra le braccia!”

Sesshomaru se lo scrollò immediatamente di dosso,rivivendo il riflesso delle parole di quell’ambiguo bravo:e gli venne la febbre al solo pensiero.

“Misericordia!Cos’ha,signor padrone?”esclamò Jaken,vedendo il viso del curato così stravolto.

“Niente,niente”rispose Sesshomaru,lasciandosi andare sul seggiolone.

Jaken nel frattempo gli aveva cacciato un cucchiaio con la medicina in bocca.

Dopo aver sputato la medicina,Sesshomaru disse:”Quando dico niente,o è niente,o è cosa che non posso dire…Credimi,Jaken,non posso guarire adesso.”

“Ma come? Chi si prenderà cura della sua salute?Chi le darà un parere?”
”Dammi un bicchiere del mio sakè!”
”Ma il sakè le fa male!”

“Taci!”
”Vuol dunque che io sia costretto di domandar qua e là cosa sia accaduto al mio padrone?”

“Per amor del cielo!Non fate schiamazzi :ne vanno…ne vanno la vita e la virilità!”

Jaken l’osservò scettico,pensando che il padrone stesse invecchiando e che della virilità non se ne faceva niente.

“La virilità?”

“La virilità.”

“Lei sa bene che,ogni volta che mi ha detto qualche cosa,sinceramente in confidenza,io non ho mai…”
”Bravo!Come quando hai detto che sono andato all’osteria con le conigliette a Vera,a Mila,a Shiro,a Nami,a Kaori,alle amiche di Kagome…”

“Basta,basta!Ho capito!”

Jaken si avvide d’aver toccato un tasto falso;onde,cambiando subito il tono,disse con voce commossa e da commovere:”Signor padrone,io le sono sempre stato affezionato;e,se ora voglio sapere,è per premura,perché vorrei poterla soccorrere,darle un buon parere,sollevarle l’animo…”
Sesshomaru,viste le insistenze di quello,alla fine sputò il rospo(non Jaken,eh!):quando si venne al nome del terribile mandante,e soprattutto dei suoi scagnozzi,bisognò che il servo proferisse un nuovo e più solenne giuramento di non parlare e don Sesshomaru,pronunziato quel nome,si rovesciò sulla spalliera della seggiola,con un gran sospiro,alzando le mani,in atto insieme di comando e di supplica,e dicendo:”Per amor del cielo!”
”Ah,che birbone!Ah,che soverchiatore!Oh,che uomo senza timor di Dio!”esclamò Jaken,dedicando ad uno a testa dei tre(Kuno,Bankotsu e Jakotsu)le offese(e non ha considerato le autrici!).

“Volete tacere?O volete rovinarmi del tutto!”

“Oh!Siamo qui soli e nessun ci sente…”

Al ‘siam qui soli’ la mente di Sesshomaru divagò pensando ai terribili momenti passati poco prima…

“Ma come farà,povero signor padrone?”continuò Jaken e lui tirò un sospiro di sollievo.

“Oh vedete! Vedete che bei pareri mi sa dar costui!Viene a domandarmi come farò;quasi fosse lui nell’impiccio e toccasse a me di levarnelo!”

“Ma!Io l’avrei bene il mio povero parere da darle;ma poi non si lamenti!”

“Sentiamo.”

E Jaken esordì:”Il mio parere sarebbe che,siccome tutti dicono che il nostro Arcivescovo Naraku è un sant’uomo,è un uomo di polso,che non ha paura di nessuno e,quando può fare stare a dovere un di questi prepotenti,per sostenere un curato,ci gongola;io direi,e dico che,lei gli scrivesse una bella lettera,per informarlo come qualmente…”

“Volete tacere?Volete tacere?Son pareri codesti da dare a un pover uomo?”

“Io taccio subito;ma è però certo(non è un errore casuale ma…però;è preso direttamente da Manzoni)che,quando il mondo si accorge che uno,sempre,in ogni incontro,è pronto a calar le…”

E Sesshomaru ripensò con orrore al triplo senso delle parole del servo(parole prese anch’esse tali e quali dal libro,primo capitolo rigo 470 circa)e poi disse:”Volete tacere?È tempo ora di dir codeste baggianate?”

“Basta:ci penserà questa notte;ma intanto non cominci a farsi del male da sé,a rovinarsi la salute;mangi un boccone.”

“Ci penserò io.”rispose brontolando il padrone.”Sicuro;io ci penserò:io ho da pensarci.”E continuò.”Non voglio prendere niente,niente:ho altra voglia:lo so anch’io che tocca pensarci a me!”

Così dicendo prese il lume e,brontolando sempre,si avviò per salire in camera. Giunto sulla soglia,si voltò indietro verso Jaken,mise il dito sulla bocca,disse,con tono lento e solenne.”Per amor del cielo!”e disparve.

 

ANTICIPAZIONI:Nel prossimo capitolo,scoprirete CHI sono i promessi sposi!!

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Capitolo 2
*** Nuvole e lenzuola ***


I PROMESSI SPOSI

I PROMESSI SPOSI

2 CAPITOLO: “Nuvole e lenzuola”

Don Sesshomaru non sapeva altro ancora se non che l’indomani sarebbe stato giorno di battaglia;quindi,una gran parte della notte fu spesa in consulto angoscioso.

Non far caso alla intimidazione ribalda,né alle minacce ricevute dai bravi e fare il matrimonio era un partito che non volle neppure prendere in considerazione. Confidare al “futuro”(x modo di dire)sposo ciò che stava accadendo e cercar con lui qualche via d’uscita,Dio liberi!

“Non si lasci scappare parola…altrimenti…ehm…la proposta del mio amico…”aveva detto uno di quei bravi;e,al sentirsi rimbombare quell’”ehm” nella mente,Sesshomaru non pensava a trasgredire una tal legge,e si era pentito di averne parlato con Jaken. I suoi sospetti,infatti,non erano infondati:il nostro caro Jaken stava creando un sito internet: www.il_segreto_di_sesshomaru.com ,su cui stava scrivendo tutte le vicissitudini del padrone per scovarne un consiglio adeguato. A ogni decisione che Sesshomaru rifiutava,si rivoltava nel largo letto:ma aveva paura di dare le spalle all’altra piazza,immaginando Jakotsu sdraiato affianco a lui che lo coccolava con tante carezze,che lo facevano rabbrividire e sussultare a ogni cosa che lo sfiorava:ma in realtà si trattava solo delle sue coperte o del vento che spirava dalla finestra aperta. La soluzione migliore era guadagnar tempo,sperando che i suoi pretesti inventati sarebbero stati utili contro il “giovane”sposo ignorante.

“Figliuol caro,se tu ti senti il bruciore addosso,non so che dire,ma io non voglio andarne di mezzo”:fermato così un poco l’animo poté finalmente chiudere occhio…ma che sogni!

Bravi,Kuno,lo sposo,viottole,rupi,fughe,inseguimenti,grida,conigliette,infine Jakotsu che ammiccava maliziosamente…e così si svegliò nel cuore della notte urlando. Scese in cucina per un altro bicchiere del suo sakè,ma vide Jaken armeggiare col computer e subito svenne,una volta capito cosa stesse facendo. Jaken,con molta fatica lo riportò nel letto e la mattina dopo quando si svegliò con un bel bernoccolo sulla fronte per la caduta cercò di fargli credere che era stato tutto un sogno e che non era successo niente. Quindi Sesshomaru si alzò e stette ad aspettare lo sposo con timore;cominciò a girare nervosamente per la stanza,almanaccando un piano per scamparsela:aprì un armadio per cercare delle lenzuola pulite con cui ottenere una corda per calarsi dalla finestra,ma per poco non ci rimase secco.

“Che schifo,sono capitato nell’armadio di un maschio!”
Disse una voce che sembrava provenire dalle lenzuola:ma le lenzuola non parlano! E così Sesshomaru cominciò a rovistare tra le lenzuola per scoprire a chi appartenesse la voce:non l’avesse mai fatto!

Un ometto basso stava fissando il povero curato con degli occhioni enormi e luccicanti(avete presente il gattino di Shrek 2?):era fin dall’adolescenza,ovvero da circa un secolo,orfano ed esercitava la professione di copertura di filatore di seta. In realtà egli era un ladro di biancheria,professione ereditaria,per dir così,della sua famiglia;professione,negli anni addietro,assai lucrosa. Il lavoro andava di giorno in giorno scemando;ma,l’emigrazione continua de’ lavoranti, attirati negli stati vicini da promesse,da privilegi e da grosse paghe, faceva sì che non ne mancasse ancora a quelli che rimanevano in paese.  Possedeva anche una base segreta in modo da potersi ritenere agiato:quantunque quell’annata fosse ancor più scarsa delle annate antecedenti,e già si incominciasse a provare una vera carestia,pure il nostro “giovine”,da quando aveva messi gli occhi addosso a quella donna,era divenuto massaio e si trovava provvisto bastantemente. Comparve dinanzi a don Sesshomaru in gran gala,con penne di vario colore al cappello,con un oggetto indistinto nel taschino dei calzoni,con una certa aria di festa e nello stesso tempo di braverìa.

“Happosai!Tu qui?! E fra i miei panni ! “

“Son venuto,signor curato”rispose l’altro uscendo dal cassetto”per sapere a che ora le comoda che ci troviamo in chiesa.”

“Di che giorno volete parlare?”chiese il curato,più curioso però di scoprire cosa nascondesse nel taschino.

“Come,di che giorno? Non si ricorda che s’è fissato per oggi?”

“Oggi?”replicò Sesshomaru come se ne sentisse parlare per la prima volta.”Oggi,oggi…abbiate pazienza,oggi non posso.”

“Oggi non può!Cos’è successo?”

“Prima di tutto,non mi sento bene,vedete.”

“Mi dispiace;ma quello che ha da fare è cosa di così poco tempo e di così poca fatica…”

“E poi,e poi, e poi…”

“E poi che cosa? La canzone?”

“E poi sarà come morire!”

“Morire!Che imbrogli ci può essere?”

“Sei troppo giovane per conoscer quanti impicci nascono in queste materie…io son troppo dolce di cuore,penso a far le cose secondo il piacere altrui,e poi mi toccan de’ rimproveri,e peggio.”

“Per amor del cielo!Non mi tenga così sulla corda!”

“L’unica corda che conosci tu è quella ove si stende la biancheria.”

“Non cambiate argomento,sono ben cent’anni che aspetto che questo matrimonio sia celebrato.” Poi,con tono falsamente commosso e le lacrime agli occhi,ricordò:” Ah,io ero ancora giovine!Avevo solo diciotto anni quando incontrai…”
”Noi poveri curati siamo tra l’ancudine e il martello:voi impaziente;vi compatisco,povero giovane…abbiate pazienza.”
”Cosa debbo fare per mettere tutto in regola?”

“Sapete voi quanti siano gli impedimenti dirimenti?”
”Che???”

Error,conditio,votum,cognatio,crimen,cultus disparitas,vis,ordo,ligamen,honestas,si sis affinis…

Don Sesshomaru snocciolò a memoria tutte queste parole,che aveva imparate dal suo avo Don Abbondio,ma Happosai non era così facile da abbindolare:”Che vuol ch’io faccia del suo latinorum? Che significa?”

“Ehm…sono comunque frasi ad effetto!”

La verità è che neanche Don Sesshomaru conosceva l’arcano significato di quelle parole.(le autrici,invece,dall’alto della loro cultura,ve lo spiegano:scambio di persona,errore sulla condizione civile di una persona,vincolo religioso, consanguineità fra gli sposi, delitto che condizioni il patto matrimoniale,differenza di religione,costrizione nel consenso matrimoniale, ordinazione sacerdotale,legame matrimoniale già contratto, motivi di onestà,affinità tra un coniuge e i parenti dell’altro…secondo voi,noi sappiamo cosa vuol dire?)

Happosai iniziò ad andare in escandescenze:” Dunque,se non sapete le cose,abbiate pazienza e rimettetevi a che le sa!”

“Via,caro Happosai,non andate in collera, che sono pronto a fare…”Non pronunziò la parola “tutto”, perché comprendeva nel suo insieme il matrimonio e l’accettazione della proposta del bravo”…tutto quel che dipende da me,io,io vorrei vedervi contento;vi voglio bene,io. Eh!…quando penso che stavate così bene;cosa vi mancava?V’è saltato il grillo di maritarvi…”

“Che razza di discorsi sono questi?!”irruppe Happosai,con un volto tra l’attonito e l’adirato.

“Ecco!Mi rimproverate la mia troppa bontà. Ho facilitato ogni cosa per servirvi più presto:ma…ma ora mi son venute…basta,so io.”

Happosai si scandalizzò:come aveva potuto non scoprire che Sesshomaru era una donna?Come mai non era riuscito a rubargli,anzi a rubarle,neanche un reggiseno?

Dunque,senza nemmeno salutare,schizzò dentro un altro cassetto e disparve.

Nel frattempo Jaken aveva appena finito di stirare le pellicce del padrone,e salì per riporle nei cassetti,quando…

“EEEEEEEEEEEEEEK!E chi siete voi?(paladino di Francia!XD…avete letto “Il cavaliere inesistente”?)

“Sono l’uomo che svolazza nella notte,sono il cassetto che accoglie la candida biancheria…io sono Darkwing D…ops,ho sbagliato nome!”

“E chi rimette a posto tutta la biancheria?”

In quel momento Happosai si avvide che era Jaken.

“Oh,buongiorno Jaken!Sapete forse cos’è nato?”

“Oh!Vi par egli ch’io sappia i segreti del mio padrone?”

“L’ho detto io che c’era un mistero sotto!”pensò Happosai.

Nel frattempo Sesshomaru si stava preparando per ritornare all’osteria.

“Via,Jaken”continuò”siamo amici…ditemi quel che sapete,aiutate un povero figliuolo.”

“Sentite,Happosai,io non posso dir niente,perché…non so niente,ma quel che vi posso dire… www.il_segreto_di_sesshomaru.com !”

Happosai ringraziò e svolazzò fuori,mentre Jaken inveiva e metteva a posto tutto:in un momento il ladro di biancheria fu all’uscio di Don Sesshomaru,entrò,andò diviato al salotto,ove lo trovò in ghingheri,e corse  verso lui,con fare ardito e con gli occhi stralunati.

“Eh!eh! Che novità è questa?“disse Don Sesshomaru.

“Io so il vostro segreto!”

“Che?che?che?”balbettò il povero sorpreso,con un volto fatto in un istante bianco e floscio,come un cencio ch’esca dal bucato. E,pur brontolando, Sesshomaru spiccò un salto per lanciarsi all’uscio,ma Happosai che doveva aspettarsi quella mossa e stava all’erta,vi balzò prima di lui,girò la chiave e se la ingoiò.

“Ah,ah!Parlerà ora,signor curato!Tutti sanno i fatti miei,fuor di me. Adesso voglio sapere i vostri!”

“Happosai,Happosai!Per carità,badate a quel che fate;pensate all’anima vostra.”

“Penso che lo voglio saper subito,sul momento.” E così dicendo mise,forse senza avvedersene,la mano sull’oggetto che gli sporgeva dal taschino:un tanga!

“Misericordia!”esclamò con voce fioca Don Sesshomaru.

“Lo voglio sapere.”

“Chi v’ha detto…”

“No,no,non più fandonie. Parli chiaro e subito.”
”Mi volete impuro?”

“Voglio sapere ciò che ho ragione di sapere.”

“No,non posso maritarvi più:quel tanga vi macchia di peccato.”

Happosai se ne andò subito via,per correre al computer. Se Sesshomaru non parlava,ci avrebbe pensato il sito!

Happosai tornò nella sua tana segreta,e andò subito a controllare il blog:e ivi era dipinto con colori terribili il brutto incontro,e nel leggere,accorgendosi sempre più di una gran collera che aveva in corpo e che fino ad allora era stata repressa,iniziò a pensare che il colpevole potesse essere qualcuno di sua conoscenza. All’improvviso vide la scritta:”Se vuoi scoprire chi è il malandrino clicca qui!”e naturalmente cliccò.

Ivi uscì la scritta:inserire password.

Happosai pensò subito che la password fosse “DonSesshomaru”,visto l’incondizionato amore che il mostriciattolo nutriva per lui. E digitò “DonSesshomaru”…sbagliato! Per una volta, e ribadiamo una volta sola,il mostriciattolo era stato furbo. Comparve una gif gigantesca di Kuno-sama, il signorotto del luogo,che gli faceva una sonora pernacchia,dandogli dello stupido. BAKA!!!L’immagine si moltiplicò e il computer saltò in aria:un virus!

“Ah,cane!” urlò Happosai. “E come ha fatto?Devo scoprire cosa c’entrava Kuno-sama!”

Con una tecnica ninja degna di Yacky,Sanzo e Panzo disparve nel fumo e si avviò di nuovo da Sesshomaru.

Nel frattempo il povero curato continuava ad urlare:”FATEMI USCIRE DI QUI!!!”

“Vi farò uscire di qui”disse una voce alle sue spalle”se voi mi dite perché c’è la gif ,sul vostro sito,di Kuno-sama!”

“Quale sito?!”replicò Sesshomaru ancora più spaventato.

“Non fate finta di non sapere!Parlate!Ditemi,cosa c’entra Kuno-sama col vostro incontro passionale?”

Alla parola “passionale”,Sesshomaru fece tre passi indietro:quella parola fu proferita con tale energia,che perse tutte le forze per opporsi al minaccioso futuro sposo,che aveva subito riconosciuto.

“Mi promettete,mi giurate di non parlarne con nessuno,di non dir mai…?”

“Prometto di non avere cattive intenzioni.” E dietro alla schiena,aveva le dita incrociate,a dimostrare il contrario.

“Certo,Happosai,che siete un grullerello ,se non l’avete ancora compreso…”e dunque fu costretto a raccontare tutta la storia dal principio,dovendo proferire il nome del malfattore,la minaccia e le ragioni del suo agire. Così finalmente Happosai capì che Kuno-sama era stato il mandante dei due terribili bravi;e corse via dalla finestra per dire tutto alla sua amata,non mantenendo la promessa di restituire la chiave(anche perché non sapeva come fare…ma noi sì!XD).

“Ehi,e la chiave??”.Ma non avendo risposta…

“Jaken!Jaken!”gridò Sesshomaru,dopo aver invano richiamato il fuggitivo. Jaken non rispose:don Sesshomaru non sapeva più in che mondo si fosse.

Lui venne finalmente,col mouse bruciacchiato attorno al collo,e con la faccia tosta,come se nulla fosse stato.

Risparmiamo al lettore i lamenti,le condoglianze,le accuse,le difese,i “Voi solo avete parlato”,e i”Io non ho parlato!”,tutti i pasticci insomma di quel colloquio.

Sesshomaru gli ordinò semplicemente di non trovare le chiavi di riserva,e se qualcuno avesse bussato,di dire che era molto malato.

Nel frattempo,Happosai,con passo furioso e roso dai dubbi,arrivò davanti a casa della promessa,ed entrò nel cortile una fanciulletta che si trovava nel cortile gli corse incontro gridando :”Lo sposo!Lo sposo!”

Happosai le mise entrambe le mani sulla bocca,perché una non bastava per zittirla,e le intimò con l’atteggiamento di un boss mafioso e il rigoroso accento siciliano:” A chiamare la sposa,Momoka,va’!”

Ma,prima che la bambina potesse entrare,uscirono dalla casa le tre bellissime sorelle di Konatsu,vestite non da Kunoichi,ma alla Olivia Newton-John(alla fine di Grease) con le giacche di pelle aderenti,con gli occhiali da sole e coi pantaloni strettissimi e col sigaro cubano lungo 40 centimetri.

Happosai ascoltò per caso i loro discorsi.

“Grazie,ci siamo divertite molto,oggi!”disse la prima.

“Ci vediamo quando avrai bisogno di cambiare d’abito.”

E la terza continuò:”Certo che Happosai è proprio fortunato…”e,detto questo,ammiccò e si congedò anche lei.

Momoka gli fece cenno d’entrare,ma Happosai cominciava a nutrire i primi dubbi.

Nella stanza c’era una strana luce intermittente e colorata variamente. Un barman,Zanza(il nome della malavita),gli offrì un bicchiere di una bevanda strana con dello “zucchero” sopra. Happosai bevve la soluzione,mentre la sposa gli si stava avvicinando,facendosi scudo alla faccia col gomito;il suo vestito era un misto tra l’uovo di Pasqua,Pippi calzelunghe e la divisa di Usagi alias Sailor Moon:intorno al collo aveva,ricavate dall’albero di Natale,delle lucine intermittenti,portava un bel busto di broccato con le maniche separate e allacciate da bei nastri,una minigonna sopra dei pantacollant attillati prestatile dalle sorelle Kunoichi,a pieghe fitte e minute,due calzettoni vermigli,due pianelle con la testa di Winnie the Pooh ,e un cappello alla Paperino. Tutto a ricami. Chinando il gomito sul busto per aggiustare i capelli naturalmente grigi colorati di verde fosforescente per il gran giorno,spartiti sopra la fronte,con una bianca a sottile drizzatura;si ravvolgevano dietro il capo,in cerchi molteplici di trecce,trapassate da foglie d’alloro,che si dividevano all’intorno,quasi a guisa dei raggi di una bicicletta,come solo uno che è drogato potrebbe fare. E Zanza ne sapeva qualcosa. Finalmente si poté scorgere il volto,sotto la folta capigliatura:due cetrioli che coprivano gli occhi,il resto della faccia verde,mentre la bocca s’apriva al sorriso. Happosai sputò tutto il contenuto del bicchiere,compresa la chiave.

“Obaba…cough cough…quanto sei carina!La tua bellezza mi lascia senza fiato.”

Lei aggrottò le sopracciglia e i cetrioli caddero,scoprendo così le pupille verticali e le iridi colorate di rosso sangue.

“So tutto.”disse lei,mentre Happosai indietreggiò e finì nelle braccia di Zanza,che lo lasciò immediatamente cadere.

Obaba,tenendo in mano l’occhio delle tre parche di Hercules,continuò imperterrita.

“Passato,presente e futuro…l’idromassaggio andrà alla grande!”

Ma Happosai non poteva più ascoltarla,visto che era sotto effetto della droga.

Improvvisamente,si trovò lì Jakotsu,che pareva volesse rianimarlo con la respirazione bocca a bocca,e Happosai si aggrappò ai suoi capelli,e si perse in un bacio appassionato con la lingua.

Zanza,che sotto l’effetto della droga sembrava Jakotsu e che voleva solo rianimarlo,ottenne l’effetto contrario,e svenne lui.

“Un febbrone”commentò Obaba,tastandogli la fronte e masticando una carota. “Lo sapevo!Le nozze saranno rimandate.”

 

Noi ringraziamo coloro che hanno avuto il coraggio di leggere,e coloro che continueranno a farlo(vero che lo farete?Altrimenti Jakotsu verrà a farvi visita presto!).

 

 

 

 

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