Piccole guerriere crescono

di bimbarossa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Questione di equilibrio-Amy la perdente ***
Capitolo 3: *** Per fare un albero ci vuole un fiore-Mina la perdente ***
Capitolo 4: *** I vestiti nuovi della principessa-Rei la perdente ***
Capitolo 5: *** L'altra faccia dell'acqua-Amy la vincente ***
Capitolo 6: *** Grasso è meglio-Mako la perdente ***
Capitolo 7: *** Una seconda occasione-Mako la vincente ***
Capitolo 8: *** Uno strano rapimento ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nella città di cristallo tutto era ovviamente di quel materiale, le case, i palazzi. Sembrerebbe bello vivere in un luogo simile, certo, ma con tutto quel materiale riflettente non dovreste avere la minima imperfezione fisica perché ogni volta che passaste per la strada, ogni vetrina,ogni minimo movimento ve lo ricorderebbe. Infatti a Crystal Tokyo erano quasi tutti perfetti, dal re e la regina, alla loro bellissima figlia, alle divine guardiane con i generali che accompagnavano re Endymion nelle sue missioni di pace.

Tutto era infatti pace, amore e bellezza. O forse non tutto. O forse non tutti.

Infatti in questo tripudio di perfezione e magnificenza esistevano loro malgrado quattro giovinette che non solo non erano fisicamente gradevoli(gradevolmente riflettenti!) ma avevano anche dei nomi strani, nomi vetusti, di un'altra epoca, un'epoca che richiamava il 20° secolo non certo una società avanzata e nobile come la loro. Amy, Rei, Mako e Mina non sapevano niente delle vite precedenti, delle reincarnazioni precedenti delle loro madri, anzi non sapevano neanche cosa volesse dire la parola reincarnazione, sapete non erano forti in lettere ne in storia del secolo precedente, a parte forse Rei che teneva molto all'etichetta e Mako che era fissata con le scatole del tempo e ne aveva appena seppellita una in giardino. La maggior parte della loro giornata la passavano nel grande palazzo reale, dove incontravano i sovrani, i loro genitori e quelle smorfiose delle nuove Guerriere Sailor capitanate da quella che un tempo era Small Lady, ora cresciuta ma sempre in cerca di attenzione.

Era lei che aveva creato tutto quel pasticcio,pochi anni prima, rubando, oltre che smorfiosa pure ladra!, il Cristallo d'Argento, e rendendo sua madre un ghiacciolo, suo padre un ectoplasma e creando la famosa leggenda per cui le madri ai figli che non volevano dormire dicevano"se non dormi viene Death Phantom a prenderti!"; loro non ci credevano ovviamente ma era meglio ascoltarle, non si sa mai. Le quattro ragazzine erano sempre insieme essendo simili per età, e frequentandosi era naturale che cercassero di aggregarsi per far fronte comune contro quegli adulti che secondo loro spesso le sottovalutavano.

Nessuna di loro aveva un simbolo astronomico sulla fronte, non avevano poteri; Amy in una delle sue incursioni nella sala delle udienze aveva sentito chiaramente Queen Serenity affermare che per inspiegabili anomalie della genetica non li avrebbero mai avuti quindi si spiegava facilmente perché i loro genitori le tenessero sempre nel palazzo, non li facessero frequentare altri bambini e le viziassero disgustosamente.

Non sapevano questi poveri genitori che così facendo avevano creato dei piccoli mostri desiderosi di imporsi in una società poco accogliente e vendicarsi di questa famosa Genetica. Quando l'avrebbero trovata quella lì gliela avrebbero fatta pagare, si era messa contro le paladine dell'amore(per i vestiti costosi) e la giustizia( cioè se tu fai un torto a me io ne faccio uno a te!).

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Capitolo 2
*** Questione di equilibrio-Amy la perdente ***


Nella città di cristallo c'erano molti luoghi in cui quattro adolescenti potevano riunirsi per parlare, confidarsi e spettegolare ma nessun luogo era migliore del giardino privato di Queen Serenity.

Normalmente se qualcuno fosse stato trovato lì senza permesso sarebbe stato immediatamente arrestato ma Rei avendo fatto un apprendistato come dama di compagnia della sovrana aveva avuto a disposizione per quel periodo la chiave, e dandola a Mako che era un'esperta di cose manuali avevano ottenuto una copia simile. Nessuno si era accorto di niente perché la copia non era stata fatta mettendo l'originale in un calco, ma era stata messa in uno speciale materiale fabbricato da Amy, che almeno dal ramo materno aveva ereditato una propensione alle materie scientifiche.

Ma dalla Signora di Mercurio aveva anche preso il colore dei capelli, neri con riflessi bluastri; questi però erano lunghi e ondulati come quelli del padre, Zachar che era uno dei generali di re Endymion, insieme ai suoi occhi verde acido e la sbruffoneria a volte insopportabile.

Amy era nata sulla Terra del 30° secolo, aveva circa 12 anni e non aveva mai visto la patria di sua madre; anche se mostrava una certa curiosità verso Mercurio era più che altro un riflesso della sua passione per l'astronomia che non per un orgoglio di nascita che comunque non avrebbe potuto rivendicare.

Non aveva molte amiche perché non gli interessava averne ma quando aveva conosciuto le altre quattro ragazze e aveva saputo di condividerne la sorte, un po' della tenerezza ed empatia si erano risvegliate in lei, soprattutto con Mako.

Ora si trovava con lei e le altre tra il fitto fogliame che circondava il giardino e forse avevano riso troppo forte, le battute di Mina erano troppo comiche, ma all'improvviso una sfera azzurra rimbalzò nel muretto accanto a loro con un fragore che spaventò talmente Mako che la torta che stava ingurgitando per poco non la soffocò.

"Ma bene, chi abbiamo qui? Sailor Pallas è curiosa!". La voce infantile della guerriera azzurra che componeva il Sailor Quartet rimbalzò come un'eco crudele in quel luogo ameno.

"Stavamo solo mangiando qualche dolce e spettegolando, anche su di te"rispose con aria saputella e arrogante Rei che non voleva farsi sminuire da nessuno.

"Allora potevate invitarmi, o forse non volevate dividere la torta".

Serafica si avvicinò guardando la ragazzina più cicciotella che era ancora rossa per lo sforzo di digerire la prelibatezza e con un gesto di disprezzo le diede uno schiaffetto che non le avrebbe fatto male se non all'orgoglio.

"Ehi!” Amy si alzò subito per frapporsi tra l'amica e la sua aguzzina, "come ti permetti? Lasciaci in pace e vattene...e non dimenticarti il tuo giocattolo, "e con un poderoso calcio per un persona minuta come lei era scagliò la sfera azzurra dall'altra parte del giardino.

Sailor Pallas la incenerì con lo sguardo, saltellò fino al punto dove era finita la palla e la raccolse con indifferenza.

"Hai fatto arrabbiare Sailor Pallas, ora tu e le tue amichette la pagherete, puoi scommettere che la regina verrà informata della vostra presenza nel suo giardino privato," e vedendo la chiave falsa sopra il tavolo la afferrò.

"Questa è opera tua genietto,” rivolgendosi alla ragazzina dagli occhi verdi, "i tuoi genitori ne verranno informati e si vergogneranno di te!"

Se ne andò baldanzosa con la sfera azzurra che rimbalzava con un ritmo volutamente fastidioso.

"Dovremo dire addio al nostro rifugio,” sospirò Mina sconsolata.

"Non avresti dovuto toccare la sua sfera Amy,sai che quelle tizie ne sono gelose," Rei era schifata, "sono selvagge e si vestono in maniera indecente, sarebbero dovute rimanere nella foresta amazzonica!"

"Non la sopporto proprio quella lì, sicuramente spiffererà tutto ai tuoi!".Mina cominciò ad accatastare le loro cose mentre Mako cercava di consolare Amy, ma non ve ne era bisogno. I suoi occhi rispendevano della stessa furbizia vendicativa del padre.

"Ti sei fatta una nemica, anche le sue compagne la giudicano pericolosa, basta vedere i mostriciattoli che si tira dietro ,rotondi e sempre con due facce, come lei!"Mako si era ripresa e stava dicendo cose che tutte loro sapevano"sarà anche infantile ma una volta sono entrata nella sua stanza e in una scatola c'erano bambole fatte a pezzi"rabbrividì palesemente, "sarà già dalla regina a dirle tutto!".

"Se lo farà se ne pentirà amaramente"


Seppure molto viziata dai genitori, Amy non era una bambina a cui piacevano i vestiti, i peluche o le bambole. Se dovevano partire per un viaggio lei chiedeva solo libri, oppure statuine a forma di gatto, preferibilmente neri.

Passava molto tempo nel laboratorio di sua madre dove studiava le proprietà dei vari elementi come se fossero persone a cui attribuiva delle caratteristiche umane. Secondo questi principi si era convinta che anche se Mercurio e la sua forza planetaria non scorrevano nelle sue vene almeno aveva le caratteristiche dell'elemento mercurio. Si divertiva molto a prendere una piccola goccia di quella sostanza e la faceva scivolare sul tavolo, tentando di separarla in piccoli frammenti e riuscendoci per qualche secondo ma poi magicamente le singole parti si riavvicinavano come dotate di vita propria e si riunivano come prima. Come se lei non fosse mai intervenuta. Il mercurio era indifferente e diffidente.

Sailor Pallas poteva anche tentare di spezzarla ma non ci sarebbe riuscita.

Come ogni pomeriggio appena tornata a casa si diresse verso il laboratorio, si mise gli occhiali protettivi e cominciò ad afferrare fiale, e contenitori con strani beccucci. Lavorò per ore mischiando strane sostanze.

Poi la voce arrabbiata e inconfondibile di suo padre la raggiunse nello stesso momento in cui in una boccetta qualcosa emise un inquietante scoppiettio.


Alcuni giorni dopo il castello era in fermento perchè erano in arrivo alcuni ambasciatori di un pianeta esterno al Sistema Solare, ci sarebbe stata una grande festa e ci sarebbero stati spettacoli di intrattenimento.

Il Sailor Quartet che era bravo in questo avendo lavorato in un circo si esibiva nella sala principale.

Le nostre quattro amiche non avevano ricevuto il permesso di partecipare dopo quello che avevano combinato perché ovviamente Sailor Pallas aveva spifferato ogni particolare della vicenda.

Proprio lei adesso si preparava ad esibirsi nel suo numero preferito in cui doveva stare in equilibrio su una grande sfera azzurra.

All'inizio tutto andò bene anche se si notava una mancanza di scioltezza nei suoi movimenti.

Poi si poteva vedere chiaramente che restare in equilibrio per lei era molto difficile, barcollava e i piedi scivolano fino a quando con un ultima spinta cercando di non cadere in avanti si proiettò con un capitombolo proprio davanti al trono reale con la regina e il re che faticavano a non ridere. Poi il carattere solare di Queen Sereniy venne fuori e scoppio in una fragoroso risata seguita da tutti quelli presenti nella stanza mentre la sfortunata artista nella sua fiammante divisa blu cercava di non piangere.

Le quattro ragazze vedendo quella scena cominciarono a sghignazzare rumorosamente.

"Non era in forma oggi Sailor PallaPalla vero?

"Dimmi cara Amy," la voce di Mina era suadente ma divertita, "non è che tu hai qualche responsabilità in questo spettacolo?"

"Io? Assolutamente no!"


"Allora perché sei arrivata in ritardo nel palco dove siamo confinate per punizione?"Mako era dubbiosa.

"Ero in laboratorio, stavo facendo degli innocui esperimenti!"e aveva davvero un'aria innocente mentre lo affermava.

Ma Sailor Pallas non ne era convinta, lei era un'equilibrista perfetta, non poteva fallire. Esaminò attentamente la sfera e scoprì che sulla sua superficie era presente una sostanza trasparente, oleosa e inodore, con una consistenza strana. Ma certo! Quella pidocchiosa con le manie da scienziato, era sicuramente stata lei!

La mattina dopo Queen Serenity invece di svolgere compiti utili per il suo popolo dovette presenziare ad un furibondo litigio:

"Sailor Pallas è furiosa e vuole vendetta," gridò l'infelice vittima della caduta, "sto versando molto sangue dal mio splendido ginocchio!"le lacrime le scendevano copiose dagli occhi ma il sorriso era maligno.

La regina era palesemente stanca di questa disputa:

"E' stato provato Amy che sei la responsabile dell'incidente accorso a Sailor Pallas, hanno trovato nel laboratorio di tua madre, che è molto arrabbiata per il tuo gesto, tracce di questa sostanza di cui i nostri chimici vorrebbero la formula"non seppe trattenere un sorriso, materno ma irremovibile"quindi come punizione la prossima estate la passerai su Triton Castle, vedremo se Princess Neptune correggerà il tuo carattere".

Amy non ebbe la minima reazione alla lettura di quella sentenza, se lo era meritato, non perché aveva sbagliato ma perchè avrebbe dovuto inventare una sostanza che evaporava dopo un certo tempo, non sarebbe mai stata beccata ma era stata distratta da un nuovo libro di fisica trovato in un negozio.

Aveva fallito ma non aveva paura dell'algida Principessa che viveva su Nettuno, in fondo poteva inventare molte altre sostanze, sicuramente resistenti all'acqua. Ne era convinta.

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Capitolo 3
*** Per fare un albero ci vuole un fiore-Mina la perdente ***


Quella primavera nella città di cristallo c'era aria di festa. Ricorreva l'anniversario della fondazione di Crystal Tokyo e i sovrani avevano programmato festeggiamenti ogni settimana con giostre, fiere, rievocazioni e anche un concorso per il miglior carro allegorico.

Siccome la bontà pervadeva ogni cosa coloro che avessero vinto avevano già stabilito di donare in beneficenza i soldi del premio.

Le nostre quattro amiche, dopo la nefasta notizia che presto Amy sarebbe partita per Nettuno, erano molto abbattute e neanche le pompose celebrazioni sortivano alcun effetto positivo .

Tua madre non ci ripensato? Magari potrebbe intercedere con Queen Serenity ed evitarti Miss Ghiacciolo!” Mako era la più triste del gruppo perché Amy rappresentava il suo difensore,la sua confidente mentre per la brunetta con gli occhiali Mako era l'unica persona che rideva alle sue battute che non erano esilaranti come quelle di Mina.

Ho sentito che la Signora di Nettuno ha uno specchio magico che se ti specchi diventi una pietra!”

Ecco un esempio di ciò che usciva dalla bocca di Mina.

Andiamo Mina, non è vero niente, sono tutte sciocchezze, non spaventare la povera Amy!” Rei era la più informata del gruppo,l ei ci bazzicava nell'ambiente dei nobili di Crystal Tokyo e lo faceva con evidente piacere. Anzi, voleva diventare una di loro.

E' vero che ha uno specchio magico ma distrugge solo i nemici...quindi vedi di non diventare una sua nemica!”concluse ridendo.

Questi discorsi erano stati accolti dalla ragazzina con imperturbabilità ma solo Mako vedeva nei suoi occhi verdi un leggero timore, non tanto di affrontare Miss Ghiacciolo e il suo terribile specchio ma quello di abbandonare tutte loro per un'intera estate.

Per cambiare argomento poiché sapeva che Amy detestava farsi vedere debole davanti a tutti Mako si mise a parlare di quello a cui tutti si riferivano come al Grande Giorno, cioè quando avrebbero sfilato i carri allegorici.

Vorrei anche io costruire un carro talmente bello che tutti mi invidieranno, e mi guarderanno mentre consegnerò con la mia aura di santità l'assegno ai responsabili dell'orfanotrofio! Sarebbe bellissimo, ma non potrei fare tutto da sola!” Mina era esitante e le altre ragazze non l'ascoltavano neanche più; già da un anno la bionda adolescente diceva queste cose proclamando la sua intenzione di costruire il più bel carro che si fosse mai visto, ma poi la sua innata pigrizia aveva impedito che tutti questi progetti si avverassero.

Aspetta, voi potreste aiutarmi!” Le brillavano gli occhi e Rei poteva giurare di vederci tante stelline che la pregavano fiduciose.

Non vi ho mai chiesto niente ragazze, per favore aiutatemi a realizzare il mio sogno! Voglio diventare famosa almeno per un giorno!”

Non ci hai mai chiesto niente? Ma se ancora devi ridarmi i soldi che ti ho prestato per il concerto!” Amy non aveva parlato con rabbia ma solo per puntualizzare. Lei amava puntualizzare.

Con i soldi che vincerò ti ripagherò eccome!”

Ma i soldi non dovevi consegnarli ai bambini orfani?”Mako era intervenuta con un leggero tossire ma fu ripagata dalla faccia innocentemente burlesca dell'amica.

Ma certo! Ma certo! Ci saranno soldi per tutti se voi mi aiuterete!”

Le sue compagne esitarono solo un attimo ma poi acconsentirono con riluttanza.


Nelle ultime settimane nessuno si era impegnato strenuamente come Mina. Passava come un turbine avanti e indietro dalla sala dove erano posizionati i carri che si stavano costruendo, a volte si poteva vedere la polvere che si alzava dalle sue scarpe mentre lei era già sparita per raggiungere chissà quale luogo e per prendere chissà quale oggetto per decorare la sua creazione.

Di solito Mina non era una persona molto meticolosa come Rei, ma in questo caso aveva predisposto e trascritto un piano di battaglia con la planimetria del carro e e di dove le decorazioni andavano esattamente, e se qualcuno di loro si sbagliava di un millimetro si poteva udire la sua voce squillante da alcuni kilometri mentre con un righello controllava che tutto fosse perfetto.

La sua creazione prevedeva un'enorme scultura a farfalla dorata con un tripudio di rose gialle che la ornavano; sopra l'insetto cavalcava fiera Queen Serenity, la guerriera misteriosa della gloria e della Vittoria sul male. Era davvero un progetto ambizioso e barocco di cui la ragazza era molto fiera.

Vincerai di sicuro il primo premio.” Anche Rei, che apprezzava le cose belle, si era entusiasmata.

Lo so,” il tono della biondina era serafico, ”vincerò io e tutti mi acclameranno come la più brava, bella e buona del nostro regno! Sarò famosa e potrò anche portare un po' di felicità per quei poveri piccoli orfani.”

Abbiamo la nuova Regina Bianca della situazione, ma per favore!” Amy era scherzosamente indignata, ”sicuramente Queen Serenity si commuoverà e ti nominerà Guerriera Sailor!”

Magari, ma sappiamo che non succederà mai, per nessuna di noi!”.

Quella frase smorzò i toni della conversazione ma una battuta di cui Mina era famosa riportò l'allegra e quello spirito di iniziativa di cui era ampiamente dotata.


Se quelli erano giorni molto impegnativi per la nostra amica sicuramente lo erano anche per la sua famiglia che doveva sopportarla.

Le porte sbattevano, carta e oggetti luccicanti si potevano trovare nei luoghi più impensati, sua madre si era ritrovata le mani incollate mentre trafficava in bagno e suo padre che non si arrabbiava quasi mai perché aveva altri metodi per punire nelle ultime settimane aveva sbottato che se sua figlia non se la fosse piantata con quel Dannato Coso lo avrebbe distrutto con la sua spada.

Ma questi battibecchi e incomprensioni famigliari non turbavano minimamente Mina che si era rinchiusa in una bolla di ambiziose prospettive e smania solitaria.

Quel pomeriggio si stava rimirando da ore allo specchio provandosi una miriade di vestiti per trovare il più adatto da indossare il giorno della sua premiazione.

Secondo il suo modesto parere, e non solo, si considerava una persona bellissima, sia fisicamente che moralmente.

Aveva preso il meglio dai genitori,i l colore scuro di Lord Kaspar e la sua altezza, anche se Mako la superava, il biondo chiaro dei capelli che era un misto tra quello della madre e quello del padre, l'ovale perfetto di Princess Venus e la sua naturale spensieratezza.

Il buonumore della genitrice che la contraddistingueva però era mitigato da una vena di diplomazia che poteva essere scambiata per freddo calcolo, o mancanza di coraggio oppure infantile voglia di seguire la corrente. Non che Mina fosse una docile pecora senza un pensiero autonomo, ma era un'adolescente che stava crescendo, crescendo con persone che la evitavano o la guardavano con compassione, e lei odiava quegli sguardi.

Quegli sguardi mentivano, erano tutti bugiardi, bastava che si osservasse allo specchio per avere la sua risposta, lì non c'era niente da compatire. In lei non c'era niente da compatire.

E quando avrebbe ricevuto il suo premio avrebbero anche visto una persona buona, lei aveva un cuore puro, lei era speciale.


Il giorno dopo, la vigilia della premiazione Mina arrivò in ritardo.

Le sua amiche, preoccupate la videro correre verso di loro con tantissimi vestiti dalle tinte più disparate infilati in una valigia che neanche si chiudeva bene per quanto era piena.

Ma cosa stavi facendo? Ti stiamo aspettando da ore!”Rei era arrabbiata, aveva un corso di galateo a cui doveva partecipare e non voleva rinunciarci.

Scusatemi, ma sono molto indecisa su quale vestito mettermi. Immaginate la scena, io che salgo nobile e bella sul palco, l'immagine della dolcezza e misericordia umana e mi accingo ad alleviare le...”

Pene dei piccoli orfani,si lo sappiamo!” Amy con un mini computer stava elaborando i dati per evitare che il carro avesse sgradevoli asimmetrie.

Possiamo tornare al mio vestito? Stavo dicendo che i colori pastello si accompagnano meglio alla mia carnagione abbronzata anche se Rei mi ucciderà perché non sono eleganti. Ma ho deciso di sacrificare l'eleganza e preferire...”

Nessuno seppe cosa voleva preferire perché in quel momento entrò nella sala il più bel carro allegorico che avessero mai visto.

Completamente rivestito di fiori di ogni colore e specie rappresentava i due sovrani a grandezza naturale con ai loro piedi, splendente e in evidente adorazione la loro figlia. Tutto ciò senza che si percepisse il minimo cenno di pacchianeria e lusso stucchevole anche se le statue erano dipinte a colori brillanti che sottolineavano l'oro dei capelli della regina, il blu profondo degli occhi del re e la simpatia arguta della loro erede.

Sopra il carro, come una regina esotica sul suo elefante stava Sailor Ceres che da un piccolo cesto buttava a quelli che ammiravano il suo destriero petali di rose. Rose gialle. Come le sue!

Con orrore crescente Mina notò che queste erano il fiore predominante e davano una nota di quell'eccitante calore che ti fa dire che quello che stai guardando è delizioso.

Impettita la ragazza si diresse verso la sua rivale prima che le altre la potessero fermare.

Ehi, queste”e prese una rosa gialla, pomo dorato della discordia”queste sono il mio marchio, il simbolo del mio carro e tu mi hai copiato!”

Sailor Ceres scese con un fluido movimento dal carro e la fronteggiò spavaldamente:

Senti carina, non mi seccare, io non posso averti copiato, guarda il mio carro”fece una risatina canzonatoria”mi sentirei umiliata se dovessi presentare davanti a tutti una copia della tua miserabile creazione, e adesso spostati. Possibile che non ci sia il tappeto rosso! Io non cammino senza il mio tappeto rosso, pretendo rispetto! Sono una signora, io!”

L'ultima parola era stata pronunciata in maniera strascicata rivolgendosi alla biondina furente che se ne stata lì impalata mentre la sua nemica se ne andava seguita dal suo codazzo di ammiratori.

Non le permetterò di prendersi il mio premio, i miei orfani, il mio pubblico! Non lo permetterò!”

Non hai alternative Mina, il tuo carro è bellissimo ma il suo...” Rei non finì la frase.

Il carro di Sailor Ceres avrebbe vinto e lo sapevano tutte loro.

L'unico modo che avresti per vincere sarebbe se il suo carro non partecipasse alla sfilata”. Sicuramente Mako non avrebbe mai detto quelle parole se avesse saputo le conseguenze che avrebbero portato.


Già,” di nuovo le stelline di allegria nuotavano nelle sue iridi dorate.”Senti Amy, tu che inventi sostanze strane me ne daresti una in grado di fare appassire tutti i suoi fiori?”

Mako che stava divorando un panino e Rei che s stava truccando si fermarono a guardarla scandalizzate.

Sai che sono in punizione Mina, se ti aiutassi Nettuno sarebbe un pianeta troppo vicino in cui confinarmi.”

va bene, allora lo farò da sola!”

Aspetta, non posso aiutarti e non posso dirti che la bottiglia blu che si trova nel laboratorio della scuola a destra dentro l'armadio potrebbe servirti, e non potrei dirti che però devi stare attenta perché è a base di ammoniaca e quindi altamente infiammabile”.

Lo scambio di battute era avvenuto in maniera piatta e incolore,come se si fosse parlato di un argomento tra i più innocui.

Le sue amiche non videro nemmeno la sua figura sparire ma solo il vuoto lasciato dalla sua assenza.


Il giorno della premiazione tanta gente affollava le vie della città. Mina era stata tutta la notte sveglia. I sensi di colpa per quello che stava per fare le impedivano di dormire ma c'era una vocina in sottofondo che la spronava, la intontiva, suadente a ammaliante, dorata come la sua farfalla che non sarebbe mai volata se lei avesse perso, e i dubbi passavano.

Si vedeva introdursi nella sala dove c'erano i carri e spargere il contenuto della bottiglia blu ovunque, su quelle bellissime rose gialle, le avrebbe uccise ma lei sarebbe davvero diventata la Regina Bianca. La Regina senza Macchia. La Regina Pura. Non era un peccato dare una lezione a quella smorfiosa, anche Amy lo aveva fatto e non aveva avuto rimorsi.

Allora perché adesso che davvero si trovava lì, nella luce tenue dell'alba, le tremava la mano? Se lo avessero saputo i suoi genitori? Papà,che non la sgridava mai ma con il suo sguardo gelido di paterna disapprovazione le incuteva ancora più timore e soggezione.

Un cuore puro, l 'immagine che lei, perfetta, bionda, angelica, una moderna Beatrice misericordiosa, infondeva gioia era però troppo allettante.

Con gesti rapidi e abbozzati, chiaro segno della sua lotta interiore, innaffiò tutte le piante del carro di Sailor Ceres, poi se ne andò correndo senza voltarsi indietro.

Il sole ormai era alto nel cielo ed era anche abbastanza caldo per godersi l'aria pulita e i festeggiamenti.

La sfilata non era cominciata e i carri erano ancora nella sala. Mina si trovava vicino alla sua creazione ma l'oro non era più così brillante come nella sua visione, il suo vestito azzurro era spiegazzato e i capelli quella mattina si erano ribellati e sfuggivano in onde furiose.

Improvvisamente il brusio dei concorrenti, anche le grida di Sailor Ceres contro una sua collaboratrice, si interruppero.Aveva fatto il suo ingresso un figura non molto alta, completamente vestita di viola e che con le mani inguantate impugnava un inquietante scettro a forma di falce.

Ma quella non è Princess Saturn? Che ci fa qui? E' venuta a rovinarci la festa con la sua presenza malevola!” la concorrente che aveva il carro vicino a quello di Mina era esterrefatta.

Mina non aveva mai visto la principessa che governava il pianeta con gli anelli ma si diceva che tutti la temessero; dove passava lei c'erano solo morte e desolazione.

Dopo poco il vociare tornò a riempire la sala anche se non più con gli schiamazzi di prima.

L'apparizione in viola intanto si aggirava tra i carri guardandoli in modo vacuo e disinteressato; ma se la celebrazione non le importava, perché era lì?

Intanto Mina cercava di non guardare ne il carro da lei infettato ne Princess Saturn, magari con i suoi poteri aveva saputo tutto e adesso voleva ridurla in cenere!, così non seppe mai cosa aveva innescato la scintilla.

Si sentì solo un urlo e poi una parte del carro di Sailor Ceres cominciò velocemente a bruciare.

Siccome tutti i carri erano fatti di cartapesta e materiale infiammabile subito anche il carro vicino divenne una torcia fiammeggiante.

La gente, dopo il primo attimo di sbalordimento, forse per le urla acute della guerriera vestita in rosa, si riprese immediatamente e cercarono inutilmente di salvare gli altri carri ma erano troppo vicini.

Silent Wall!”una voce sorprendentemente gentile e ferma si staglio chiara nella stanza invasa dal fumo e dalla cenere che arrochiva la voce dei presenti ma non la sua. Una barriera trasparente si alzò per proteggere i carri rimasti integri il tempo sufficiente a permettere lo spegnimento dell'incendio.

Mina nella confusione era rimasta immobile. Non aveva fatto nulla. O meglio, aveva fatto tutto.

Era tutta colpa sua, se non fosse intervenuta Princess Saturn invece di una festa ci sarebbe stata una tragedia. Era una criminale, una piromane, un'assassina di candide rose gialle di cui adesso rimanevano solo petali bruciacchiati che ricoprivano il pavimento.

Doveva andarsene da lì. Bruciacchiata anche lei, con le lacrime che creavano nel suo volto annerito piccoli fiumi di pelle pulita, smacchiata, si nascose tra alcune scatole e non sentì una presenza che si avvicinava. Solo quando dei guanti viola le presero la mano sporca e vi infilarono una rosa rimasta sorprendentemente intatta, la ragazza alzò gli occhi e vide la Signora di Saturno.

Non sempre fare del bene significa ricevere lodi, gratificazioni e ammirazione, a volte l'unica cosa che ottieni e sospetto e diffidenza. A volte significa accettare la sconfitta sapendo che si è dato il meglio di noi. A volte essere buoni significa perdere!”

Hai salvato la vita a tutti loro poco fa, ma non ti hanno neanche ringraziato! Non vuoi prenderti il giusto merito? Non vuoi che non dicano più le frasi brutte che ho sentito?”

Piccola Mina, hai ancora molto da imparare. Senti, perché non vieni a trovarmi questa estate?Potresti conoscere le risposte alle domande che mi hai posto”.

Se ne andò silenziosamente senza aspettare la sua risposta.

La ragazza rimase seduta, nel silenzio profondo della sua anima.

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Capitolo 4
*** I vestiti nuovi della principessa-Rei la perdente ***


Se qualcuno avesse chiesto quale era il sogno di Rei lei avrebbe sicuramente risposto diventare una principessa.

Ed era solo per questo che ora se ne stava davanti quella porta scarlatta, ad aspettare impaziente con il foglio pubblicitario in mano, trepidante come mai era stata in vita sua la risposta a tutte le sue domande e ambizioni.

Dovete sapere che la nostra amica era sempre stata una bambina bellissima, con i lunghi capelli scuri dai riflessi violacei della madre e gli occhi azzurro ghiaccio del padre, alta, aggraziata, una creatura assolutamente speciale.

Anche se il fattore ereditario aveva avuto la sua parte Rei crescendo aveva sviluppato queste qualità per diventare quella che lei chiamava la Lady Perfetta.

Così fin da poppante se ne stava dietro il regale abito rosso della madre mentre davanti ai suoi occhi infantili si avvicendavano dame e cavalieri che ballavano e facevano luccicare preziosi gioielli; con le guance arrossate e il respiro che le si mozzava in gola vedeva i suoi splendidi genitori volteggiare come esseri divini, nobili e senza macchia.

Lei voleva essere come loro, voleva essere come la figlia dei sovrani, adulata, corteggiata, con persone che la servivano e l'adoravano.

Quando lei e le altre ragazze avevano scoperto che non sarebbero mai diventate guerriere si vergognava ad ammetterlo ma ne era stata felice. Se invidiava alla figlia dei sovrani il suo lato principesco non le invidiava di certo il fatto di essere una paladina della giustizia. Come avrebbe fatto a combattere senza rovinarsi l'acconciatura? E poi quelle uniformi non le piacevano! C'era un galateo per combattere? Si poteva intimare cortesemente al nemico di arrendersi e farsi uccidere?

Infatti dovete sapere che se Mina rallegrava le altre con battute sciocche Rei le ammorbava con citazioni continue del galateo, non si può fare quello, questo deve essere fatto così...un vero tormento.

Finora il suo studio dell'etichetta si era limitato a ciò che la sua stessa nascita le permetteva, attraverso i libri oppure con le sue istitutrici che la avevano introdotta in questa stupefacente realtà fatta da regole ben precise, dove tutto era sotto controllo e l'armonia regnava ovunque.

Poi c'era stata l'esperienza come dama di compagnia della regina che si era conclusa tragicamente con l'umiliante licenziamento in seguito alla scoperta della duplicazione della chiave del giardino privato di Queen Serenity; almeno Amy si era beccata la punizione maggiore con la permanenza forzata su Nettuno per l'estate che stava ora iniziando.

L'estate. Rei ne sentiva i primi segni sulla pelle, lì davanti a quella porta scarlatta, con il sole che si divertiva ad arrossare la sua epidermide perfetta(spendeva un sacco di soldi dello stipendio di suo padre per i cosmetici)ma anche se ormai gli occhi le lacrimavano per il riverbero della luce lei non desisteva.

Il misterioso foglietto, anch'esso rosso come il sangue bruciava,un cartaceo tizzone incandescente come il liquido scarlatto che le scorreva nelle vene pompato dal suo cuore che batteva impazzito e ansioso.

In alto scritto in nero vi erano queste profetiche(almeno Rei sperava che lo fossero)parole”Diventa la nuova Lady di Crystal City: segui le lezioni di galateo di Madame Astev, famosa ma sfortunata principessa costretta all'esilio dalla sua patria. Contattala e diventa la prossima principessa!”

Dopo la brusca conclusione con la sua regnante che avrebbe potuto essere più clemente nei suoi confronti, Rei non si trovava nella disposizione emotiva di provare rimorso a tradirla con una oscura ex regnante che si manteneva dando lezioni di bon ton che l'avrebbero fatta certamente diventare la nuova principessa, l'orgoglio dei suoi genitori.

Lentamente aprì quella porta ma essendo in controluce non vide nulla se non l'ignoto, nero e affascinante come il pericolo.


Mina, sono settimane che non vedo più Rei, sta frequentando ancora quel fantomatico corso di galateo?” Mako stava divorando un gigantesco gelato alla nocciola con la panna sopra e non facendo attenzione mentre parlava si sporcò suscitando l'allegria delle altre.

Si, adesso non ha più tempo per noi; è diventata ancora più pedante di prima riguardo alle regole. Sinceramente sono contenta che non ci sia, non sopporterei i suoi rimbrotti sul fatto che non posso bere prima di avere digerito il boccone, oppure non mi posso vestire con colori troppo accesi, o che non posso frequentare più ragazzi contemporaneamente, anzi non vuole che frequenti neanche un ragazzo se prima non lo avverto con un biglietto!” Mina si sedette con uno schianto e ordinò un gelato grande tanto quello di Mako.

Per quanto mi riguarda Rei sta perdendo il suo tempo con quel ridicolo corso, il galateo è per gli idioti che non hanno un cervello proprio e si affidano a tutte quelle regole per nasconderlo!”Amy era sempre sferzante quando le sue amiche affrontavano quel nuovo problema creato da Rei.

Ma voi l'avete mai vista questa principessa esiliata? Ho chiesto in giro ma nessuno al castello sa niente!”

Mako, se tu fossi stata cacciata a calci nel sedere ti piacerebbe che tutta la nobiltà di Crystal City lo venisse a sapere?”

Mina attaccò con ingordigia il suo gelato e per un po' nessuna parlò.

Secondo me c'è qualcosa di strano e non mi piace che Rei ne sia così coinvolta!”

Con queste parole Mako si pulì e ordinò un altro gelato.


Se le sue amiche avevano visto poco Rei in quelle settimane Rei aveva visto poco loro. Non che non le dispiacesse non frequentarle ma si rendeva conto che lei era diversa da loro, aveva delle ambizioni più elevate, un'educazione migliore e una maggiore forza di volontà per ottenere quello che voleva. A Mako bastava mangiare per essere felice, Mina impazziva con i vestiti e i ragazzi mentre Amy se ne stava sempre immersa nei libri e nel suo laboratorio non per inventare chissà quale portentosa invenzione ma solo materiale speciale per produrre copie di chiavi proibite e soluzioni infiammabili per distruggere piante.

Lei era diversa.

Quando era entrata in quella villa tra le colline boscose che circondavano la città Rei aveva continuamente, ad ogni passo che la separava dalla sua benefattrice, pensato a come lei fosse, ma non si era minimamente immaginata una cosa simile.

Ad iniziare dalla stessa magione che ospitava la nobildonna e il suo seguito, che era tutta sui toni del rosso e del nero. Mentre Queen Serenity aveva uno stile più classico e semplice che si poteva riscontrare anche nel suo castello, questa Astev preferiva l'opulenza, i mobili lussuosi e i tappeti orientali, le tende di velluto e i preziosi marmi che avevano un'insolita tinta nera come peltro con nervature rosse, lacrime sanguigne che inizialmente l'avevano leggermente spaventata.

Un maggiordomo dalla faccia somigliante ad un carlino l'aveva condotta davanti ad una figura immobile, appollaiata su una sedia di velluto in una posizione che non ricordava quella di una Lady.

Non appena entrarono però la misteriosa donna si sedette regalmente e con la mano inguantata di pelle nera le fece segno di avvicinarsi.

Abituandosi a quella inconsueta luce rossastra che le ricordava le camere oscure del 20° secolo Rei poté vedere che Astev, perché di lei si trattava era una giovane donna, troppo giovane, con lunghi capelli rosso sangue che le scendevano in boccoli, il viso ossuto in cui spiccavano due occhi talmente marroni da sembrare rossicci, la carnagione abbronzata di chi è abituato all'aria aperta e alle cavalcate,pensò Rei, magari il risultato di uno sport come la caccia, anch'esso molto diffuso tra i nobili del 20° secolo. Forse questa famosa principessa era fissata per le cose antiche!

Rei fece una profonda reverenza che strappò un sorrisino di piacere all'esotica regina.

Tu sei una delle cinque ragazze che avranno il privilegio di imparare le virtù indispensabili per diventare una Lady Perfetta! Vieni,” la sua voce era suadente e melodiosa come quella dei canarini che se ne stavano a cinguettare nelle numerose gabbie presenti nella sala, anzi per un attimo Rei non ne riuscì a distinguere la differenza.

Ti presenterò le tue compagne con cui condividerai il soggiorno per le prossime sei settimane. Ecco, fanciulle vi presento Rei,” e la indicò con la mano, un gesto certamente nobile e frutto di molta pratica, ”cercate di diventare amiche e di creare un legame di armonia e aiuto reciproco. L'armonia è una cosa buona. L'armonia deve essere in tutto quello che facciamo. Io vi insegnerò l'eleganza persino sopra il water...ehm volevo dire alla toilette!” Con un portentoso e brusco colpo di tosse la nobildonna cercò di ricomporsi e cominciò a lisciare le pieghe dell'abito di seta nera con decori scarlatti.

Forse era l'eccitazione per avere finalmente il suo sogno a portata di mano o forse Rei era troppo sconvolta per la presenza di Sailor Ceres nel gruppo ma non diede molta importanza allo strano comportamento della sua nuova insegnante.

Anzi con il passare dei giorni Rei e le altre allieve cominciarono a sviluppare per lei un'ammirazione che rasentava il proselitismo, nelle loro camere di notte ripetevano le lezioni che lei aveva impartito, imitavano i suoi gesti e osservavano affascinate i suoi capelli bellissimi che si muovevano come una massa viva rosso scuro mentre Astev cavalcava.

Infatti ogni settimana le ragazze avevano lezione di equitazione. La principessa e le sue profferte si avvolgevano nei loro mantelli dotati di cappucci, che nel caso di Astev era nero come il suo abito, e prendendo ognuna il proprio cavallo si dirigevano nelle lontane foreste a nord, dove il disboscamento e l'urbanizzazione non si erano ancora diffusi. Niente case di cristallo da quelle parti, solo natura incontaminata e aria pura.

A Rei piacevano molto quelle escursioni, piaceva l'avvolgersi nel pesante abito azzurro ghiaccio come i suoi occhi scelto appositamente da sua altezza, montare la più bella giumenta che avesse mai visto e sentire il vento tra i suoi lunghi capelli scuri.

In quei momenti avrebbe voluto che le sue amiche fossero lì con lei. Aveva provato a coinvolgerle in quello che le stava capitando, attirare anche loro nella magica luce rossa di Astev ma l'esperienza era stata un completo fallimento.

Aveva invitato le ragazze a pranzo, ovviamente con il consenso della padrona di casa, preparando tutto affinché risultasse elegante e armonioso(l'armonia era sempre il fine primario).

Ma già dall'inizio si era resa conto che le invitate non erano ne eleganti ne armoniose. Non rispettavano le elementari regole del comportamento a tavola: Mako si abbuffava, Mina rideva e parlava ininterrottamente e Amy invece si era ostinatamente rifiutata di portare il rispetto dovuto alla nobildonna che fissava scandalizzata la scena.

Rei era imbarazzata e furiosa. E la sua furia e il suo imbarazzo crebbero quando dopo il pranzo e dopo che le troglodite se ne furono andate la ragazza ascoltò per caso una conversazione in cui Astev si lamentava disgustata con Sailor Ceres che Rei aveva delle pessime relazioni sociali e che queste le avrebbero rovinato la carriera.

Allarmata la piccola spiona si era rinchiusa in camera sua. Davvero avere delle amicizie tanto compromettenti poteva rovinare tutto quello che stava costruendo? Poteva rinunciare a loro se così fosse stato?

Si disperò tutta la notte, lacerata su quello che doveva fare.

In realtà aveva già preso la sua decisione molto tempo prima, quando lei stessa si era disgustata vedendo la totale mancanza di decoro di quelle tre sciocche.

Non che Rei trovasse facile ammettere tutto ciò, di vergogna e rimorso ne provava ma semplicemente era più forte in quel momento l'immagine di lei bambina tra le gonne di sua madre e le chiedeva:

Mamma, io sarò mai una principessa come te? Se divento importante il papà non dirà che sono inutile perché sono una femmina?”


Tutti nella villa di Astev si erano accorti che Rei era molto abbattuta in quei giorni. Aveva evitato le sue amiche da quel famoso giorno in cui consapevolmente o no aveva rinunciato alla loro amicizia. Loro lo avevano capito e le avevano mandato un biglietto in cui si scusavano se l'avevano messa in imbarazzo e le auguravano buona fortuna.

Inoltre la partenza di Amy per Nettuno si stava avvicinando e Rei non sapeva come comportarsi.

Almeno si sarebbe consolata con la festa dell'estate del giorno dopo e stava decidendo che vestito indossare quando entrò Astev che reggeva uno strano indumento.

Buongiorno fanciulla, spero che tu ti senta meglio oggi! Ti ho portato un regalo che spero apprezzerai. E' un vestito fatto con del materiale prodotto sul mio pianeta, volevo regalartelo perché sei la mia allieva migliore e ci terrei che tu lo indossassi alla festa.”

Davvero?”

Tutta la tristezza che aveva provato in quei giorni scomparve magicamente mentre afferrava trepidante il leggero tessuto viola che sembrava fatto di nuvole e sogni. I suoi sogni.

Provandolo vide che era MOLTO leggero, ma la sensazione di indossare aria era troppo invitante.


Era una giornata molto calda ma Astev aveva insistito che tenessero i mantelli fino alla loro presentazione formale davanti ai sovrani.

Rei sudava copiosamente ma non avrebbe mai infranto le regole, quindi accolse con sollievo lo squillo delle trombe che indicavano l'arrivo del re e della regina.

Una folla di dignitari riempì la sala e le cinque ragazze stavano per unirsi al gruppo quando Rei si accorse che la principessa era scomparsa e anche Sailor Ceres. Le altre tre ragazze la guardavano in modo strano, come se aspettassero qualcosa di estremamente interessante.

Altre tre ragazze, quelle che lei aveva elegantemente e armoniosamente scaricato erano riunite insieme e la ignoravano, alternando espressioni di disprezzo, confusione e nostalgia.

Rei decise di ignorarle e si preparò a sfoggiare il suo fantastico abito quando si accorse togliendosi il mantello che sotto non aveva nulla e la fodera interna del mantello era tutta sporca di viola.

Così si trovò davanti a tutta la corte con un leggerissimo tessuto trasparente che non copriva niente e se prima si sentiva vestita d'aria ora era il fuoco della vergogna a bruciarle il viso e sarebbe voluta sprofondare nel terreno.

Tutta la stavano fissando, i suoi genitori, le sue ex amiche e con orrore crescente anche la sua cara Astev che adesso era Sailor Vesta e se la rideva con le sue compagne mentre un brusio sempre più forte arrivava alle sue orecchie infuocate. In quel momento però arrivò una figura vestita di rosso che protesse quel corpo esposto con le sue gonne, come aveva sempre fatto da quando era una bambina.


Era tutto uno scherzo! Era tutto un maledetto scherzo! Umiliata e con la reputazione distrutta. E adesso?”

Princess Mars la guardò con tenerezza e comprensione.

Si volevano vendicare per quello che è successo a Sailor Pallas e la distruzione del carro allegorico di Sailor Ceres, anche se hanno esagerato. Saranno punite ma dovresti esserlo anche tu. Hai rinunciato ad uno de sentimenti più nobili che esistano, l'amicizia per cosa? Un'illusione! Sei stata superficiale e pedante, sconsiderata e molto meno nobile di quanto mai saresti potuta essere senza la lezione che ti ha impartito Sailor Vesta che non approvo ma che ti è stata molto utile. Ora dovrai scusarti con loro e sperare che ti perdonino.”

Credi che lo faranno?”

Non lo so, ma una principessa rischierebbe!”


Rei aveva rischiato e aveva perso. Aveva raggiunto le ragazze vicino alla navicella che doveva portare Amy su Nettuno mentre si stavano abbracciando e dando consigli per non incorrere nell'ira di Princess Neptune.

Appena la videro si scambiarono uno sguardo di intesa e e continuarono ad ignorarla fino a che non si fece coraggio per sussurrare parole che niente avevano di elegante o affettato. Se voleva chiedere scusa doveva dimenticare tutte le nozioni, il galateo e quella maledetta armonia.

Mi dispiace, sono stata una stupida e voglio solo rimediare a quello che ho fatto!”

Ora è troppo comodo venire qui e pregarci, te lo puoi scordare che ti perdoniamo! E poi non vogliamo che lo zimbello di tutta Crystal City si avvicini a noi, sarebbe socialmente inammissibile!”

Mako era stata sorprendentemente dura ma il tradimento di Rei l'aveva particolarmente ferita.

E ' meglio che te ne vai! Torna da quelle smorfiose, noi non ti vogliamo!” Mina si voltò mentre Amy non parlò neppure, non c'era bisogno che parlasse. La piega amara della sua bocca era sufficiente, non l'avrebbero perdonata.

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Capitolo 5
*** L'altra faccia dell'acqua-Amy la vincente ***


Tutti pensano che l'universo sia silenzioso, immobile e vuoto. Anche Amy lo pensò quando la navicella che la stava portando su Nettuno uscì dall'atmosfera terrestre e quel blu che non avrebbe mai dimenticato, quel colore che non immaginava esistesse furono le sole cose che riusciva a vedere dall'oblò del veicolo che la imprigionava. Perché adesso lei era in prigione e lo sarebbe stata nei tre mesi che sarebbero seguiti.

Ripassando le sue nozioni di astronomia che considerava basilari(in realtà non lo erano affatto, comprendevano lo studio approfondito della geologia dei pianeti e un corso specializzato in selenelogia)Amy si rese conto beffardamente che sarebbe stata fortunatamente su Nettuno solo tre mesi terrestri perché il movimento di rivoluzione del pianeta in cui stava per essere confinata era di 164,79 anni.

Quella sarebbe stata una punizione!

Tre mesi poteva reggerli con Miss Ghiacciolo ma 164,79 anni!

Ormai sapeva tutto su Nettuno e sapeva tutto sulla sua Signora, compreso che avesse uno specchio che come diceva Mina ti riduceva in polvere. Amy sapeva che non era così, che non poteva essere così! Eppure nei vecchi libri ammuffiti che aveva consultato dopo aver saputo della sua condanna aveva letto un riferimento al Deep Aqua Mirror che secondo il vecchio tomo era un potente talismano in grado di sconfiggere i nemici e inoltre poteva rivelare cose che nessuno sapeva. Quali cose Amy non se ne curava ma sentiva che tutta la calma e la spacconeria che aveva mostrato davanti alle sue amiche era solo una facciata.

Aveva paura e non riusciva ad accettarlo.

Ora vi racconterò alcune cose di Amy che poche persone, forse solo Mako conoscevano.

Essendo figlia della potente e saggia principessa di Mercurio e del generale Zachar Amy aveva vissuto una vita di agi e serenità. Soggiornava a corte, frequentava illustri scienziati che sua madre, essendo una mecenate e una estimatrice d tutto ciò che era cultura riuniva nel loro palazzo a Crystal City, e infine aveva un laboratorio in cui poteva sperimentare tutte le idee bizzarre che possono passare nel cervello di una adolescente curiosa del mondo, come trovare la formula per eliminare i brufoli,creare un filtro d'amore o inventare un inchiostro invisibile per suggerire le risposte a Mina durante gli esami.

In realtà i filtri d'amore non erano per lei, Amy non si era mai innamorata e anche se una volta aveva provato un leggero interesse per il suo insegnante si era resa conto che questo era solo un riflesso inconscio, un modo in cui la sua psiche(aveva frequentato brillantemente anche un corso di psicologia)le diceva che in quella piccola infatuazione lei rivedeva il suo rapporto con i suoi genitori.

O meglio il rapporto con sua madre.


Amy era molto orgogliosa di quella madre così azzurra, così gentile e e intelligente.

L'aveva sempre sostenuta, aiutata, coccolata e il fatto che condividessero molti interessi aveva cementato il loro legame. Ma avete presente come è il cemento? Il cemento una volta che si indurisce non si spacca facilmente, non è elastico ma è inamovibile, duro e così solido da sembrare opprimente, saldo e sicuro se cerchi protezione ma limitante e soffocante se sei una ragazzina di 12 anni che cerca la sua strada.

Bhe Amy aveva messo sua madre su un enorme piedistallo di cemento, con lei che la guardava dal basso, piccola e senza poteri; osservava quella madre candida e perfetta nella cui fronte bianca spiccava luminoso il simbolo di Mercurio mentre la sua fronte era spoglia e neutra.

Per spezzare il cemento devi rompere tutto, non ci sono mezze misure ed Amy temeva che prima o poi quella distruzione totale sarebbe avvenuta se non voleva rimanere imprigionata nell'ombra di sua madre, e lei aveva ereditato troppo spirito ribelle dal padre per sopportarlo.

Ovviamente questi concetti Amy non li aveva analizzati in maniera così chiara, sia per paura che per vergogna ma a volte, prima di addormentarsi, sola nella sua camera sentiva qualcosa di duro e tenace,qualcosa che si era infilato nelle pieghe della sua coscienza ancora infantile, qualcosa che non non era altro che la sua maturità, l'amorfo nucleo che avrebbe permesso il suo divenire adulta.

Per ora però in quella stanza c'erano ancora la sua collezione di gatti neri, i suoi libri e i souvenir che il padre le portava dai suoi viaggi ma lei in quella camera non ci sarebbe tornata molto presto.

Certo alcuni oggetti era riuscita a portarli con sé ma il suo mondo, quel suo piccolo mondo fatto di cemento diventava sempre più lontano e quando la Terra sparì dalla sua visuale sentì che una piccola spaccatura, un piccolo colpo con un martello pneumatico era stato dato a quel blocco di calce.


Esattamente Amy non sapeva cosa attendersi al suo arrivo su Triton Castle ma una spada rovesciata era al di là delle sue aspettative più fantastiche.

La navicella atterrò silenziosamente su un'immensa pista di atterraggio che rappresentava una parte dell'elsa della spada e diversi soldati con delle armature verde acqua si avvicinarono brulicanti e rumorosi.

La ragazzina li osservò impettita, scese rigida dalla navetta e quando venne prelevata da una di esse non mostrò resistenza, si lasciò trascinare, ostaggio non recalcitrante ma neanche passivo, e venne condotta in una grande sala in cui le pareti erano immensi acquari contenenti pesci di ogni dimensione e colore, e al cui centro spiccava un trono laccato di un bellissimo verde acqua e inciso con creature marine che non aveva mai visto.

Un leggero odore salino che le ricordava il mare pervadeva la stanza ed Amy percepì per un attimo l'innalzarsi come di un'onda solida, una forza di volontà pari a quella di sua madre, un altro piedistallo non di cemento ma di corallo, pezzi di conchiglia e ossa di sirene dai lunghi capelli rosso fiamma e occhi blu come quelli che la stavano adesso guardando.

Sobbalzò violentemente nel vedere quella figura regale che era apparsa dal nulla come uno squalo pronto a braccare la sua preda e tutta la sua compostezza rischiò di infrangersi nell'urto con quella figura, come ogni volta la sua sicurezza si scontrava con il carisma e il potere di colei che l'aveva generata.

Vieni avanti Figlia dell'Acqua, non avere paura di me,non mordo!”la sua voce era profonda ma leggere come una carezza.

La solita baldanza che era stata vinta per un attimo dal timore che Neptune ispirava si impossessò di Amy e le gambe sotto le gonne del suo vestito verde smisero di tremare.

Poteva avere uno specchio potente ed un intero castello da comandare ma lei era più furba, se era riuscita a sopravvivere in una corte e in una famiglia in cui tutti erano degli eroi mentre tu eri uno scherzo della genetica poteva benissimo farcela con quella ninfa acquatica pomposa e bizzarra. L'aveva chiamata Figlia dell'Acqua ma non poteva sapere che Amy non sapeva nuotare.

Forse per fare inconsciamente un dispetto a sua madre o forse perché davvero ne aveva terrore, Amy non si era mai avvicinata all'elemento governato da Princess Mercury, e quando le sue amiche andavano in spiaggia durante l'estate lei rimaneva al riparo, leggendo o ammirando lo stile di nuoto di Rei che era eccellente.

Quindi Neptune si sbagliava, non era la guerriera tanto temuta da tutti, non vedeva tutto in quello specchio.

Amy aveva trovato una piccola falla e già pensava a come fare saltare in aria l'intera diga mentre si avvicinava obbediente e mansueta come un delfino ammaestrato alla sua carceriera.

Il soldato che ti ha accompagnato mi ha recapitato una lettera di Queen Serenity dove afferma che la tua permanenza nel mio castello è dovuta al tuo pessimo comportamento”la guardò come se faticasse a credere che una persona così minuta, incolore e anonima potesse avere commesso tutti i reati che sicuramente erano citati nella lettera, come trafugare la chiave del giardino privato della regina, coniarne una copia e usarla a sua insaputa, avere rovinato il ricevimento con i dignitari stranieri e avere distrutto il ginocchio di Sailor Pallas. L'ultima sua vile azione era quella di cui Amy era più orgogliosa e sorrise ripensando alla faccia di quella stupida che cadeva come una dilettante. Altro che provetta equilibrista!

Non credo che tutto ciò sia divertente! Io non mi diverto affatto! Ora sono molto impegnata e questo nuovo impegno non me lo aspettavo”si sedette lentamente e con grazia sul trono e la squadrò con freddezza”su Nettuno ci sono molti problemi attualmente quindi non posso dedicarti molto tempo. Ti affiderò a Despina che è molto più paziente di me con le ragazzine insolenti!”

Detto questo si voltò e sparì dietro un tendaggio verde acqua senza neanche chiedersi che fine lei facesse lasciandola sorpresa e con la bocca spalancata come un'aringa presa all'amo.


Voglio andarmene da qui!”

La ragazzina insolente si butto nell'enorme letto che con il suo peso emise un sibilo e si mosse tutto come se fosse una barca in mezzo al mare durante una tempesta.

Amy si rialzò subito e osservò quella trappola per scoprire che non era niente altro che un materasso ad acqua.

E così Miss Ghiacciolo è anche dotata di ironia!”

Intanto lei era chiusa in quella stanza che non era esattamente fredda, brutta e non confortevole. Semplicemente non era la sua stanza.

Non aveva sonno anche se il viaggio era stato lungo e, doveva ammetterlo anche vissuto con una leggera agitazione per quello che sarebbe successo.

Ora che l'adrenalina e l'impatto del primo incontro con Princess Neptune erano stati metabolizzati Amy si sentiva prostrata e sfiduciata.

Dopo l'uscita della Signora di Nettuno che l'aveva lasciata interdetta Amy era stata subito raggiunta da una signora anziana con una gran massa di capelli bianchi legati in una crocchia arruffata. Si presento come Despina e la guidò attraverso innumerevoli corridoi non bui ma nemmeno luminosi.

Se solo non avesse avuto paura dell'acqua e si fosse concessa una bella nuotata avrebbe riconosciuto quella particolare luce rifratta che si può solo trovare nelle profondità marine.

Siccome un giorno su Nettuno durava 16 ore e 7 minuti qui tutti si erano già ritirati nelle proprie stanze mentre Amy avrebbe voluto visitare ancora un po' il posto in cui era confinata.

Ma chi ha detto che non poteva farlo da sola?

Così,sfidando l'ira della pomposa dama Amy aprì silenziosamente la porta e si immerse in quel labirinto che era Triton Castle.

Quando era partita in esplorazione Amy non aveva intenzione di profanare il sacro rifugio di Sua Altezza ma inspiegabilmente era stata attirata da una forza misteriosa proprio in quel luogo. Aveva notato il simbolo di Nettuno, dorato e barocco ma non ci aveva fatto molta attenzione.

Era entrata con circospezione immaginando grandi tesori, forzieri pieni d monete d'oro ma vide solo un letto modesto anche se a forma di conchiglia, una specchiera e un quadro che rappresentava una donna con un lungo vestito blu. La riconobbe perché a volte si faceva vedere a Crystal City, era Princess Uranus che teneva una sciabola come se dovesse marciare per una guerra.

Stava per andarsene perché non c'era niente di interessante quando nel voltarsi urtò contro qualcosa appoggiato sulla specchiera che cadde con un tonfo sordo.

Nel raccoglierlo non capì immediatamente cosa fosse e lo stava già stringendo tra le mani quando comprese quello che era.

Istintivamente voleva lasciarlo andare e scappare, magari in bagno perché la sua vescica aveva improvvisamente l'urgenza di svuotarsi, ma resistette.

Lei non era un codarda e quello era un semplice specchio; come aveva detto prima Princess Neptune non mordeva. Ma la solita abitudine di puntualizzare la costrinse a pensare che Princess Neptune non mordeva, non si era riferita allo specchio.

Dopo avere controllato che non avesse una fila di denti degni di un'orca assassina Amy osservò meglio quell'oggetto che, poteva sentirlo anche una profana come lei, emanava una straordinaria energia.

Nel fare questa ispezione si specchiò involontariamente e si aspettava chissà quale rivelazione sul suo futuro ma non accadde niente. Delusa lo rimise giù e già era avviata all'uscita quando un brusio di voci agitate si avvicinò.

Se l'avessero beccata lì dentro sarebbe stata esiliata lì per tutti i 164,79 anni che ci metteva Nettuno per girare attorno al Sole.

Si nascose sotto il letto e sentì la porta aprirsi e poi Neptune e un uomo, un certo Proteo irruppero nella camera.

Tra qualche settimana dovremo tornare sulla Terra. Devo presenziare ad una cerimonia importante mentre tu devi partire per Nettuno al più presto per svolgere quelle rilevazioni geologiche.”

Come volete mia signora. Come farete però con la ragazzina terrestre? E' stata mandata qui per essere corretta e non credo che Despina possa farlo.”

Amy, essendo stata citata aguzzò le orecchie per sentire la risposta di Sua Altezza che però non arrivò subito.

Certo, si prospetta un compito gravoso e non avrei mai voluto accollarmelo ma la regina ha insistito. Non voglio bambine viziate in questo castello ma ormai mi sono assunta questo compito.”

Una seccatura ,ecco cosa era! Una bambina viziata che combinava guai e di cui nessuno voleva occuparsi! Non aveva chiesto lei di venire in quel posto isolato e ameno, voleva tornare a casa sua, non voleva confrontarsi con quella donna fredda e scostante.

Certo non aveva mai osato sperare che Miss Ghiacciolo fosse contenta di averla lì, sapeva di esserle stata imposta, non si illudeva tanto ma almeno poteva sforzarsi di conoscerla. Poteva sforzarsi di tollerarla.

Se non la volevano se ne sarebbe andata! Da quello che aveva sentito erano in partenza alcune navicelle dirette sulla Terra; si sarebbe intrufolata in una di esse e sarebbe tornata dai suoi genitori, li avrebbe supplicati di riprenderla e avrebbe dimenticato quell'esperienza così umiliante.


Nei giorni che seguirono Amy vide raramente la padrona del castello ma in compenso aveva conosciuto un ragazzo simpatico e divertente, il nipote di Despina, e lei che già faticava a relazionarsi con le ragazze e aveva sempre temuto e disprezzato i maschi trovò in Neso un compagno di giochi inaspettato.

Anche lui si annoiava in quel palazzo così grande e desolante, e quando aveva visto la prima volta Amy che guardava diffidente le acque del mare artificiale costruito sulla sommità della castello, si era sorpreso. Timoroso di parlarle l'aveva osservata guardingo per molto tempo prima di essere sicuro che lei non lo avrebbe liquidato con le battute acide che rifilava a sua nonna e a chiunque si avvicinava a lei, tranne ovviamente la Signora che però non prendeva mai in considerazione i marmocchi come loro, diceva sempre Despina.

Forse la noia che Amy provava o la solitudine che ormai non l'abbandonava mai avevano abbondantemente abbassato le sue difese quindi decise, dopo un attento esame del soggetto, che Neso era innocuo e quindi sopportabile.

Si meravigliò quando poi lo trovò davvero divertente, con la sua loquacità che bilanciava il suo carattere schivo e silenzioso, la sua pazienza quando magari il suo lato caustico saltava fuori inavvertitamente; le ricordava Mako ma il pensiero della sua amica non era più fonte di nostalgia perché presto l'avrebbe rivista.


Amy si stava per infilare dentro una cassa, depositata nella stiva di una delle tante navicelle che erano in partenza e che sicuramente doveva contenere i vestiti di Sua Altezza quando sentì che qualcuno la tirava per una manica. Infatti il giorno previsto della partenza delle varie spedizioni era arrivato ed Amy, non appena era stato possibile eludere la sorveglianza che era insolitamente sguarnita,si era diretta alla pista dei decolli. Si preparò a scalpitare, scagliare pugni o colpire persino il bel viso di Princess Neptune ma vide solo la faccia di Neso che la guadava con disapprovazione e terrore.

Sei impazzita! Che cosa stai facendo qui? Se vuoi scappare dovresti almeno...”il rombo di motori che partivano gli impedì di continuare. Uomini armati di corazze si stavano avvicinando e l'unica alternativa era entrare nella navicella in cui Amy stava entrando quando Neso l'aveva scoperta.

Adesso siamo in un bel guaio! Amy, sai dove cavolo siamo diretti?”

Si, lo so benissimo che sto tornando a casa. Non credo di avere mai apprezzato tanto la mia patria di cristallo!”

Sarai tanto intelligente ma hai uno spirito di osservazione misero. Questa navicella non sta andando sulla Terra ma su Nettuno!”sputò fuori la notizia con orrore e rabbia.

No! Stai mentendo! Su Nettuno! E adesso cosa facciamo?”

Neso non si preoccupò neanche di risponderle ma si mise ad aprire tutte le casse che conteneva la stiva. Ne tirò fuori oggetti scientifici che accantonò furiosamente, poi in un baule vide qualcosa che lo fece sorridere.

Vieni, prendi questo cappotto e mettitelo. Quando arriveremo su Nettuno la prima cosa che sentirai sarà il freddo. Poi ci sarà il problema dell'aria piena di metano che non ti farà respirare. Indossa anche la mascherina, non so quanta autonomia hanno le bombole, forse dovremmo farci scoprire, ci riporteranno indietro e verremo decapitati!”

Non possiamo farci scoprire, non voglio stare qui per 164,79 anni!”

Ma non possiamo neanche stare qui ad aspettare che ritornino. La spedizione durerà qualche giorno e non abbiamo cibo.”

Meglio non mangiare che venire decapitati!”


Amy e Neso erano convinti che anche se non sarebbero stati decapitati sarebbero comunque morti. Le folate gelide che scuotevano l'abitacolo parcheggiato su Nettuno dagli scienziati che si erano diretti in un punto imprecisato del pianeta lasciando lì i loro veicoli, entravano dentro e li congelavano.

Erano lì, accucciati dietro le casse da due giorni, avevano fame e in più non c'era neanche molta luce.

Quel pianeta era uguale al castello di Princess Neptune, i raggi e il calore del Sole non riuscivano a penetrare del tutto attraverso lo spesso strato di nubi che era Nettuno.

Amy ricordava che il pianeta non era come la Terra, aveva un piccolo nucleo roccioso contornato da un rivestimento di nubi che aumentava a dismisura la sua circonferenza rendendolo uno dei pianeti più grandi del Sistema Solare.

Neso, come mai prima di andarsene quegli uomini hanno fissato un localizzatore nella navicella?Non hanno una bussola per ritrovarla?”ormai Amy straparlava e forse stava anche avendo delle allucinazioni ma sentiva una strana sensazione, come se stesse sprofondando, non lei ma l'intero abitacolo.

Mio padre mi ha detto che è molto pericoloso venire qui, questo pianeta è infido come quello che voi chiamate mare. Mia nonna c'è stata sulla Terra e mi ha spiegato come è. Vedi, su Nettuno non c'è una demarcazione netta tra suolo e aria. I gas che lo compongono posso passare dallo stato liquido allo stato gassoso senza soluzione di continuità e quindi è difficile atterrare in...”non fece neanche in tempo a finire la frase che il veicolo si impennò come se improvvisamente stesse galleggiando, anzi come se stesse andando a fondo ma a fondo di cosa Amy se lo chiedeva terrorizzata.

Dobbiamo uscire di qui!”

Certo, per lui era facile, era più vicino alla porta mentre Amy non riusciva neanche ad avvicinarsi allo sportello. Mentre stava quasi per raggiungerlo però vide Neso sparire, inghiottito da un mare che si era formato davanti ai suoi occhi. Niente l'aveva preparata all'immagine del terreno che si scioglieva, come se qualcuno, e chi se non Princess Neptune l'avesse liquefatto con un suo gesto della sua alga-mano e all'interno di questo lago neonato vedeva Neso che annaspava.

Sentiva le sue grida di aiuto ma cosa poteva fare? Non sapeva nuotare, o meglio non aveva mai voluto imparare ma il suo amico stava per morire e lei se ne stava lì impotente. Doveva agire! Non ci pensò, non fece calcoli, non valutò le percentuali di riuscita, si buttò, semplicemente, si lasciò avvolgere da quello strano liquido che non era acqua ma ne aveva la consistenza vischiosa e languida.

Avrei dovuto farlo prima, non è una brutta sensazione, è così famigliare!

Sentì ogni sua vena pulsare, gli antichi legami non di cemento ma di sangue si stavano riallacciando o forse si stavano creando veramente per la prima volta, sentiva un potere crescere dentro di lei, una forza immane che la spinse verso Neso anche se non lo vedeva e a trascinarlo sulla navicella che essendo vuota ballonzolava come un tappo di sughero.

Solo quando furono entrambi in salvo sentirono voci concitate che si avvicinavano.


Così hai di nuovo violato le regole disobbedendo agli ordini che ti avevo impartito!”Neptune era giustamente adirata ma non furiosa. Amy dubitava che Miss Ghiacciolo si sarebbe mai infuriata per qualcosa e se questo fosse dovuto succedere lei non voleva essere presente.

Almeno è accaduto quello che speravo, l'incidente di Neso ha sbloccato il tuo potenziale latente, sei diventata più forte ,puoi nuotare nel mare della vita da sola, adesso puoi diventare una vera guerriera!”

In tutto questo discorso ampolloso Amy aveva solo notato le parole”vera guerriera”. Allora c'era davvero la possibilità che lei diventasse una combattente come sua madre?

Ma non dovrei avere una divisa e magari dei veri poteri?”

Non ho mai detto che saresti divenuta una Sailor guerriera!”

Ma allora cosa sono?”

L'espressione di Princess Neptune si addolcì come Amy non si sarebbe mai aspettata.

Sei molto di più di questo, sei diventata grande!”


Amy stava sbuffando sprofondata nel divano del salotto di Sua Altezza quando vide Neso che correva trafelato verso di lei.

Presto Amy, è arrivato un corriere dalla Terra, non so cosa sia successo ma si tratta di una certa Mako, credo che le sia accaduto qualcosa di grave!”

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Capitolo 6
*** Grasso è meglio-Mako la perdente ***


Per quanto a Crystal City le persone fossero o cercassero di essere buone e perfette per Mako gli altri esseri umani erano fonte solo di perfidia e compassione.

Come sarebbe potuto essere altrimenti? Lei aveva una difetto che non poteva essere esteticamente tollerato nella nostra società, quindi immaginiamoci in quella in cui viveva lei.

Lei era grassa. Immancabilmente e smodatamente grassa.

Lo era sempre stata, fin da piccola, ma con l'adolescenza e gli ormoni che aumentavano a dismisura, non solo adesso era enorme come una mongolfiera ma la sua pelle era diventata unta e adiposa, i capelli stopposi e opachi.

Eppure glielo diceva Rei che erano il suo punto forte se solo se li fosse curati di più. Erano lunghi e di un colore più scuro di quello della madre, un rosso mogano che attirava subito l'attenzione insieme purtroppo ai suoi innumerevoli difetti, ed erano legati in una coda simile anche questa a quella di sua madre, ma se quella di Princess Jupiter era riccioluta, ribelle e viva, quella della figlia era liscia e floscia.

Come tutto di me! questo pensava mentre se ne prendeva una ciocca tra le dita davanti allo specchio.

Il rituale dello specchio era orribile e temibile. Lo specchio era spietato e senza scrupoli e quella mattina calda di inizio estate la sua pelle, poteva vederlo benissimo alla luce del sole che era deleterio per lei che era pallida come una mozzarella, era ancora più sudaticcia e piena di macchie.

Settimane prima aveva chiesto consiglio alle sue tre amiche per quel problema che la affliggeva.

Lascia perdere Mako, l'epidermide serve a proteggere il corpo e l'estetica è un fattore trascurabile!”Amy stava già cominciando i compiti delle vacanze, anzi li aveva quasi finiti e si passava la matita sui brufoli che aveva in faccia. Anche lei era pallida ma la sua epidermide, brufoli compresi, era visibilmente più fresca e sana.

Almeno tu non ha le lentiggini, io devo nasconderle con litri di fondotinta che faccio comprare a mia madre. Un aspetto curato è fondamentale per una ragazza!” Rei come per sottolineare le sue parole si stava ritoccando il trucco leggero, suo padre era stato chiaro su questo punto, non doveva esagerare, lui non era disposto a spendere tutti i suoi soldi per quelle stupidaggini da femmina.

A quel punto tutte guadarono Mina che non poteva lamentarsi.

La sua pelle era perfetta, abbronzata e uniforme che contrastava con il biondo chiarissimo dei capelli.

Infatti lei se ne era stata zitta a sentire quelle lamentale con un'espressione sorniona e accattivante che aveva irritato Rei.

Rei. Già,adesso lei non era più loro amica.

Mako si distese sul letto e pensò che ormai erano rimaste in due. Lei e Mina. Non aveva perduto solo Rei, anzi se ne era andata, ma anche la sua migliore amica l'aveva abbandonata.

In realtà Amy non aveva avuto scelta, era stata punita perché aveva difeso lei e i sensi di colpa, soprattutto da quando Amy era partita per Nettuno a volte le impedivano di dormire.

L'unico rimedio per distrarsi era la cosa che Mako preferiva più d'ogni altra, leggere.

La sua camera era piena di libri, in maggioranza romanzi storici adatti a lei che essendo una ragazzina di 12 anni doveva chiedere il permesso a sua madre prima di comprarli, oppure i classici che trovava nella biblioteca di suo padre.

Mako adorava la storia e la letteratura e stava facendo una ricerca sulle grandi donne dell'Ottocento invece che i compiti delle vacanze.

Subito si rabbuiò, questa estate non avrebbe potuto copiarli da Amy, lei era partita, ERA ANDATA VIA.

Ripensò ancora a quel pomeriggio, l'ultimo prima che Rei rovinasse tutto, in cui avevano discusso di epidermide e crisi adolescenziali.

Ripensò a quanto era bello che quattro persone così diverse si fossero trovate, che lei che era così diversa avesse trovato loro.

Era troppo bello per continuare. Quello che Rei aveva fatto era stato un tradimento bruciante e imperdonabile.

In vita sua non si era mai fidata di nessuno, temeva che le persone facessero amicizia con lei per compassione, oppure per poterla prendere in giro meglio, oppure per scommessa. Ci era voluto molto per aprirsi con Mina, Amy e Rei.

La odio, ha distrutto il paradiso che mi ero conquistata, ha distrutto il sogno che meritavo!

Sapere che Rei si vergognava di loro, che si vergognava di lei era stato devastante, un salto al passato che l'aveva lasciata peggio che delusa, l'aveva lasciata furiosa.

Sentì suo padre che rientrava. Sua madre stava come sempre cucinando gustosi piatti che poi avrebbe servito a Mako e lei si sarebbe abbuffata. Provava un piacere perverso ad ingozzarsi, sentire il cibo che ti riempiva la bocca, che ti riempiva il vuoto nello stomaco e nell'anima.

Cosa stai facendo amore mio?”

Oh Nevius, vi sto preparando il più bel piatto di pasta con i pomodorini e la rucola che abbiate mai visto. Mako deve crescere e tu fatichi molto in questo periodo, hai bisogno di energia!”

Mako è già cresciuta abbastanza!”la voce del padre era diventata aspra e sembrava che urlasse appositamente per farsi sentire dalla figlia in camera, ”non dovrebbe mangiare così tanto, non capisco come una ragazza intelligente come lei non comprenda che deve controllarsi!”

Andiamo, è solo una bambina e non è grassa! Almeno non è come le ragazze di oggi che stanno tutte a dieta.”

E' tutta colpa tua se è così. Quelle come lei faticano di più nella vita e già non è provvista di poteri!”

Quelle come lei! Hai già classificato tua figlia!”

Io non ho classificato nessuno ma tu dovresti smettere di trattarla come un maiale da ingrassare, dovresti...”

Mako non ce la fece più a sentirli, ogni volta che parlavano di lei finivano per litigare e lei si sentiva come un gigantesco e grasso pomo della discordia e quindi mangiava per consolarsi, così il circolo ricominciava e lei si sentiva in trappola. Si mise il cuscino sulla testa per non sentire più quelle voci che la perseguitavano.


Dovresti leggere questo fumetto Mako, è troppo divertente!”Mina si stava sbellicando dalle risate mentre lei stava seduta su letto dell'amica a leggere I Malavoglia di Verga mentre addentava un panino.

No grazie, preferisco leggere un romanzo che trasmetta qualcosa e che mi distragga dalla mia faccia orrenda, da Rei che ci ha pugnalato alle spalle e dal fatto che odio i miei genitori.”

I miei sono peggio e poi anche i fumetti trasmettono qualcosa e almeno mi diverto. Con Amy che preferisce quei vecchi scienziati ammuffiti e Rei che è fissata con le poesie perché ritiene che sia elegante citare i versi dei...”

Non parlare di Rei, non la voglio neanche sentire nominare! Ormai non è più nostra amica!”il tono di Mako era irremovibile.

Mina ne era sorpresa perché di solito Mako non era permalosa anche se si arrabbiava se veniva criticata e a volte era violenta nell'esprimere le sue idee e nascevano intensi dibattiti se l'argomento la coinvolgeva molto. Per il resto del tempo invece era tranquilla e pacifica, ironica e irriverente anche se nessuno se lo sarebbe mai aspettato perché quando l'aveva conosciuta, Mina credeva che fosse un tipo introverso e timido.

Aveva capito che questo era solo un meccanismo di difesa e sapere che Mako si fidava di lei la rendeva orgogliosa.

Sai, se vuoi avere una pelle più bella dovresti cambiare stile di vita, mangiare meno cibi fritti e senza grassi, non saresti affatto male se ti curassi di più”.

Stai dicendo che sono grassa e brutta?”il tono minaccioso allarmò Mina che era animata dalle migliori intenzioni.

No, sei carina anche così, il mio era solo un consiglio!”

Non era richiesto! Meglio che me ne vada!”

Mako aspetta, non andartene...”

Ma l'amica era già fuori dalla porta.


Mako stava camminando per i giardini attorno al castello quando sentì un gridò e poi il rumore di una moto che rombava. All'improvviso Sailor Juno apparve sul bolide che provocava tutto quel rumore con uno stridio di gomme e si fermò accanto a lei.

Ehi ragazzina che ci fai qui? Dove sono le tre smorfiose che ti porti dietro? Fammi ricordare...il genietto dovrebbe essere su Nettuno adesso mentre la piromane e la gran dama non si fanno più vedere in giro!”

Fatti gli affari tuoi, oggi non potrei sopportare anche il tuo sarcasmo!”

Strano, perché sopportarmi potrebbe essere vantaggioso per te. Potrei fare avverare il tuo desiderio più segreto!”

Non credo che potresti farlo e poi non vorrei cadere in uno dei vostri scherzi come ha fatto Rei!”

Mettimi alla prova, dimmi che cosa desideri e io lo esaudirò.”

L'espressione di Mako oscillava dal riso alla palese voglia di ascoltare più attentamente quella proposta incredibilmente allettante e utopica.

Avanti, devi soltanto chiedere...”

La voce di Sailor Juno era suadente e sorprendentemente veritiera, priva di malizia o false promesse.

Dimmi, che cosa desideri?”

Un desiderio, che cosa c'era di male ad esprimerlo? Era pazzesco ma doveva farlo, doveva dire quelle parole.

Voglio diventare magra e bellissima!”urlò quasi e subito dopo si sentì meglio, e pensò che se anche Sailor Juno stava mentendo, qualcosa di positivo l'aveva comunque ottenuto. Era già abbastanza.

Solo questo? E' facilissimo e ho proprio quello che fa per te!”prese un piccolo flaconcino dalla tasca con delle pillole verdi che vi nuotavano dentro.

Prendine una ogni giorno per un mese, ti darà un aspetto più sano, ma ricordati quello che ti sto per dire perché è importante, solo una ogni giorno e solo per un mese. Tieni,” e le lanciò la bottiglietta che Mako si affrettò ad afferrare come se fosse la cosa più preziosa che possedesse.

Ricordati di ringraziarmi!”e detto questo Sailor Juno partì lasciando una nuvola di fumo prima che la ragazza potesse solo cominciare ad esprimere la sua sincera gratitudine.


Mako si era appena alzata e, ancora assonata e arruffata si diresse in bagno passando davanti allo specchio.

Di solito non le piaceva la sua immagine ma non aveva mai sobbalzato al solo guardarsi.

Comunque c'era di che sobbalzare; quella non era lei.

Gli occhi verde-blu di Mako misero a fuoco una ragazza che non aveva mai visto, una ragazza alta(l'altezza non era cambiata), longilinea e con una criniera di lucidi e vaporosi capelli rosso mogano, e la sua pelle non era bianca, flaccida e unta ma color avorio e candida come il latte.

Certo non si poteva dire che fosse magra, lei non si sentiva magra ma si sentiva bene come mai si era sentita bene nel suo corpo prima.

Una settimana di quelle pillole verdi era miracolosa! Grazie al dono di Sailor Juno non solo aveva un fisico più accettabile ma non aveva neanche quella fame insaziabile che la divorava. Forse se ne avesse prese di più e più a lungo avrebbe avuto risultati migliori!

Quindi dopo avere mangiato metà di quello che una Princess Jupiter molto sorpresa aveva preparato per colazione, Mako decise di esibire il suo nuovo corpo e si diresse al centro commerciale più famoso di Crystal City dove trovò anche Mina e sua madre che facevano shopping e Rei che invece se ne stava da sola con un'aria misera e sconfortante che galvanizzò molto la nostra amica.

Ciao Mina, come stai?”

Mako, ma sei in splendida forma! Hai messo in pratica quello che ti ho detto? A proposito non sei arrabbiata con me? Non volevo dire quelle frasi per offenderti...”

Non ti preoccupare,” e guardò di sottecchi Rei che a bocca spalancata la osservava stupita”avevi ragione a dirmi che dovevo seguire uno stile di vita più sano.”

In quel momento il ragazzo più carino della scuola per cui Mako aveva un'infatuazione da anni e che non la degnava di uno sguardo passò vicino alle due ragazzine e le sorrise.

Quelle pillole erano davvero portentose!

La decisione era già presa, avrebbe accantonato gli stupidi ammonimenti di Sailor Juno e si sarebbe presa tutto quello che la vita le aveva finora negato.


Mako si buttò sul letto. Non aveva voglia di leggere, sentiva una strana debolezza che le rendeva difficile persino tenere un libro tra le mani. Certo il libro era un tomo enorme come Guerra e pace ma era comunque al di là delle sue forze. Almeno la casa in quei giorni era silenziosa e niente liti che la facessero sentire in colpa. Adesso i suoi genitori pensavano solo a sbaciucchiarsi e a stupirsi di quanto la loro figlia fosse diventata carina e normale finalmente.

Questo almeno all'inizio, poi sua madre si era cominciata ad allarmare. Sapeva anche lei pur non avendolo mai ammesso che Mako mangiava troppo ma la considerava una fase di passaggio. Ora la situazione però era opposta. Da sei settimane sua figlia mangiava sempre meno e se prima l'organismo non ne risentiva ora i primi segni dell'inedia si erano fatti sentire

Non che Mako fosse diventata un'acciuga ma il suo viso era diventato scavato, gli occhi pesti e vacui.

Princess Jupiter aveva cercato più volte di parlare con sua figlia, l'aveva minacciata di mangiare e sospettava che sotto ci fosse qualcosa di più serio. Così era entrata in camera della sua bambina, aveva frugato tra le sue cose e infine aveva trovato la soluzione del terribile enigma che era diventata sua figlia. Il flaconcino era vuoto e lei se lo era messo nelle tasche come una prova di un delitto.

Appena Mako era tornata i suoi genitori, perché anche Nevius ne era stato informato, l'avevano affrontata, e non ci erano andati leggeri

Mako ricordava che suo padre era furioso mentre sua madre piangeva; eppure non avevano capito che lo aveva fatto anche per loro? Perché non potevano essere mai contenti di lei?

Il soffitto che stava osservando divenne indistinto, le lacrime minacciavano di sopraffarla. Cerco di trattenerle e un nodo in gola che non voleva sciogliersi minacciava di soffocarla. Cerco di nuovo di focalizzarsi sul soffitto; non ci riuscì ma stavolta non c'entravano le lacrime.

Un torpore meraviglioso la travolse e il buio finalmente si portò via le speranze deluse, i sensi di colpa e il desiderio di mangiarsi un bel panino.


Come stai tesoro? Finalmente ti sei svegliata!”la voce dolce di suo padre la raggiunse prima ancora di riuscire a vedere il suo volto, chino su di lei, protettivo e affettuoso come non mai.

Papà, dove sono?”faticava a parlare e sentiva la gola riarsa come se fosse piena di sabbia.

Sei in ospedale, le pillole che hai ingoiato dovevano essere usate con moderazione. Sono molto pericolose”un attimo di pausa come se Nevius dovesse riflettere attentamente su quanto doveva dire, come se temesse la sua reazione o come se non volesse ferirla.”Perché?”sussurrò semplicemente.

Mako avrebbe voluto dire molte cose, rinfacciare, urlare e infuriarsi. Ne aveva tutti i diritti ma ne aveva anche suo padre. Aveva il diritto d non sentirsi come si era sentita lei quando li sentiva litigare, aveva il diritto che nella loro famiglia non cambiasse niente, aveva il diritto al suo silenzio.

Lo sbaglio lo aveva fatto lei, nessuno l'aveva costretta e ne avrebbe pagato le conseguenze, ma ora voleva solo dormire e poi mangiare.

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Capitolo 7
*** Una seconda occasione-Mako la vincente ***


L'estate stava finendo e già si sentiva nell'aria quel leggero odore frizzante che annunciava l'autunno, il caldo non creava più quella cappa di umidità che aleggiava pesante su Crystal City e che aveva reso i suoi cittadini un po' meno comprensivi e e tolleranti mentre la sera un leggero venticello fresco e inebriante leniva i tormenti patiti durante il giorno.

Sicuramente leniva quelli di Mako che aveva lasciato appositamente la finestra aperta quella notte e se ne stava sotto le lenzuola gustandosi quella sensazione di freddo che rendeva lucida la sua mente.

Doveva riflettere, doveva riflettere e capire che cosa poteva fare per riportare le cose a come erano prima.

Da un mese era ritornata dall'ospedale dopo l'immane sciocchezza che aveva combinato e pensava che tutto si sarebbe sistemato; non vi erano state conseguenze fisiche e aveva anche ripreso a mangiare più di prima.

Però gli strascichi emotivi c'erano eccome!

Il rapporto con i suoi genitori se possibile era ancora peggiorato. Suo padre non la sgridava più perché mangiava troppo e non litigava più con sua madre. Era diventato semmai insopportabilmente gentile con la figlia che si era subito insospettita.

Dopo il primo momento in ospedale in cui la commozione e la preoccupazione erano sincere e nella sua voce incrinata vi aveva visto davvero l'affetto che non le aveva mai dimostrato, ora i suoi modi sdolcinati o il chiedere sempre come stava, sembravano affettati e dettati più da un senso di colpa, non per averla sempre fatta sentire diversa e quindi averla spinta al suo folle gesto, ma perché quello che Mako aveva fatto lo reputava un suo fallimento come genitore, e Nevius odiava fallire.

Con sua madre, e pensandoci Mako emise un gemito angoscioso, la situazione era invece tragica.

Inizialmente c'erano state lacrime e recriminazioni personali, poi Princess Jupiter non riuscì neanche a guardare in faccia sua figlia e se ciò avveniva la ragazzina poteva vedere un luccichio sospetto che le faceva venire voglia di scappare.

E Mako sarebbe fuggita sul serio se avesse avuto un posto in cui andare.

Di solito il suo rifugio era la casa di Amy; si divertiva tantissimo a parlare con sua madre di libri, di storia e di fantastiche donne che avevano sfidato i pregiudizi e si erano rese indipendenti e potenti.

Anche lei voleva essere una di quelle eroine, bellissime, intelligenti e amate.

Adorava nascondersi nella penombra della grande biblioteca di Princess Mercury, aspirare quell'odore particolare di oggetti antichi che trasudano un passato non del tutto sopito, passare la mano sulle copertine rilegate finemente di cuoio e fregi dorati.

In quella stanza poteva essere grassa, con la pelle flaccida e unta ma ai suoi personaggi questo non importava. Lei li dava la vita e loro la ringraziavano permettendole di partecipare alle loro avventure rocambolesche ed eccitanti, e quando doveva rientrare nella dura realtà, quando doveva rientrare nel suo corpo informe dopo essere stata in quello di una ballerina russa o di una contessa inglese la separazione e il senso di estraniamento erano dolorosamente difficili da superare. A volte neanche ci riusciva ed indugiava per giorni a fantasticare di cavalcare in mezzo alle zebre in Africa o di contemplare estasiata il lento e catartico fluire del Gange.

Forse per questo l'aspetto contava poco per Mako; poteva essere chiunque nella sua mente, gli altri non importavano, fino a quando i suoi amici immaginari esistevano anche lei poteva fingere di essere una contessa o una principessa magra e affascinante. Solo davanti allo specchio o quando quelli stessi altri che cercava disperatamente di ignorare entravano a forza nella sua orbita si rendeva conto che non era perfetta, che i suoi difetti non erano magicamente spariti con il potere delle parole, che lei aveva ancora e per sempre la pelle flaccida e i capelli rosso mogano arruffati e unti.

Allora si pentiva delle sue fantasie, si rimproverava di essere come sua madre e lei non voleva esserlo.

Non voleva essere una semplice casalinga, una donna lacrimosa che si commuoveva leggendo il romanzo d'amore di turno o che parlava con le sue piante come se fossero i suoi figli oppure che fosse sempre così gentile e materna.

L'aria si era fatta molto fredda, troppo fredda e Mako si alzò lentamente nel buio per chiudere la finestra ma nel farlo sentì dei singhiozzi arrivare dalla stanza dei suoi genitori ma non seppe da chi provenivano.


Un mese intero senza essere uscita neanche una volta. Mako cominciava ad annoiarsi ma lo sforzo di vestirsi, sorridere e fare finta che nessuno la guardasse e la additasse come quella che era stata ricoverata per avvelenamento da farmaci era troppo per lei. Preferiva la noia e poi aveva i suoi libri.

I compiti delle vacanze erano stati prontamente messi da parte e Mako aveva perfidamente sfruttato la sua malattia con sua madre che l'aveva dispensata da quell'ingrato compito. Molto meglio leggere Delitto e castigo.

No, si sentiva troppo in colpa per leggere un romanzo di crimini e sofferta espiazione. Lei non avrebbe mai espiato abbastanza, non sarebbe mai stata abbastanza punita per ciò che aveva commesso.

Il campanello suonò facendola sobbalzare. Mako aspettò di sapere chi fosse, sicuramente non era per lei. Invece di li a poco sua madre fece capolino dalla porta della sua stanza avvertendola che Rei era venuta a trovarla.

Dille di andare via. Per favore mamma! Non la voglio vedere!”

Scordatelo, è ora che vi riappacifichiate!”il tono di sua madre non ammetteva repliche e poi Mako voleva finalmente sfogarsi con quella presuntuosa,dirle tutto quello che pensava di lei e aveva il vantaggio che nessuno se la sarebbe presa con una povera inferma.

Rei entrò silenziosamente nella stanza che tante volte le aveva viste insieme a Mina e ad Amy scherzare e scambiarsi segreti e risate.

Come era lontano quel periodo!

La nostalgia la prese in contropiede e tutta la rabbia e il rancore lentamente urlavano un po' meno, premevano un meno per uscire.

Ciao Mako, come stai?” Rei era in evidente imbarazzo e anche lei si sentiva come se quella che le stava di fronte fosse un'estranea che non conosceva più, o che non aveva mai conosciuto. Le conseguenze di questo pensiero erano troppo penose così Mako si volto verso la finestra e osservava le gocce del violento temporale che formavano strane ruscelli simili a lacrime sul vetro.

Adesso che lo aveva notato in effetti il cappotto di Rei era bagnato e anche il suo volto era umido e sorprendentemente poco curato.

Ciao”disse in un tono che più piatto non si poteva e sentì Rei che sbuffava.

Proprio non mi vuoi perdonare? Mi dispiace per come mi sono comportata. Io non mi vergogno di voi e di sicuro non mi vergogno di te. Ammetto che per un po' pensavo il contrario ma...io so, so che non è così”mormorò piano. ”Semmai mi vergogno di me stessa e di quello che ho buttato via. Voglio solo che le cose ritornino come erano prima ma non posso farlo se tu, Amy e Mina non mi date un'altra possibilità. Tutti meritano una chance!”aveva parlato in modo appassionato.

Tutti meritano una chance! Anche io ne vorrei una con la mia famiglia! Anche io ne vorrei una per me stessa!

Vedendo che Mako ostinatamente non si voltava Rei si rimise la giacca bagnata.

Come vuoi ma sappi che adesso sei tu che hai dei pregiudizi!”

E il suo volto adesso era umido perché piangeva.


Di nuovo il campanello. Non credeva che fosse Mina; lei era venuta a trovarla ogni giorno in ospedale portandole una moltitudine di regali e confortandola con il suo carattere allegro.

Se avesse cercato di indovinare però non ci sarebbe riuscita.

Invano cerò di riconoscere la voce che parlava al piano inferiore con i suoi genitori, una voce che le era famigliare ma a cui non riusciva a dare un volto distinto.

Dopo qualche tempo e dopo che lei si era stancata di fare congetture e si era messa a leggere Madame Bovary di nuovo la voce di Princess Jupiter, ma questa volta con un piglio decisamente autoritario e poco famigliare a Mako la invitò a raggiungerla.

Qualunque cosa si fosse preparata ad affrontare nel breve lasso di tempo che ci impiegò a scendere le scale, qualunque persona si era preparata ad incontrarne gli occhi pieni di pietà, niente di tutto questo trovò davanti a lei.

Una persona minuta e alta dall'aspetto mascolino che creava un contrasto non del tutto spiacevole con l'elegante vestito blu che indossava si stagliava nella loro cucina, e con la forza dei suoi occhi blu scuro e del suo carisma toglieva ogni traccia di quell'intimo calore domestico che le serviva come protezione.

Il senso di disagio aumentò quando si rese conto che sapeva benissimo chi era quella donna ma era così fuori luogo la sua presenza lì nella loro casetta che per un attimo Mako dubitò che la Signora di Urano si fosse scomodata per venire a parlare con loro.

Una vocina però l'avvertiva che in realtà Princess Uranus non era venuta per i suoi genitori ma per vedere lei.

Sospetti confermati dalle parole che questa pronunciò subito dopo:

Salve Mako, come stai?Spero che tu stia meglio?”

Non stava bene e adesso stava peggio. Cosa mai poteva volere da lei?

La guardò fisso e riprese a parlare:

Noi due non ci conosciamo molto ma abbiamo delle amiche che tengono molto a noi e a cui noi teniamo molto”la ragazzina non era sicura di comprendere quello che le stava dicendo e doveva vedersi dalla sua faccia perché sua madre intervenne dolce ma determinata.

Amy che si trova su Nettuno ha saputo di quello che ti è successo, voleva venire per aiutarti ma non poteva così Princess Neptune è intervenuta e ha organizzato la cosa”.

Non capisco mamma! Potresti spiegarti?”la sensazione che avessero complottando alle sue spalle e che dentro c'era anche Amy la nauseava.

E' stato deciso che fino a quando non inizierà la scuola starai con me su Miranda Castle per riprenderti”le parole della donna bionda erano un sussurro, lievi e leggere come un alito di vento ma che avevano scatenato in Mako una tempesta di paura.

No!”si rivolse verso suo padre che era rimasto impassibile per tutto quel tempo”non verrò su Urano! Non voglio venire! Ti prego mamma, non farmi questo, ti prego!”

Smettila Mako! E' la sola soluzione che abbiamo, tutti noi .Per un po' devi stare lontana da questo ambiente, per un po' devi stare lontana da noi e noi da te. Ritornerai presto e allora potremo affrontare tutto quello che deve essere affrontato, ma non ora. Non ora”.

Sua madre, la sua dolce e apprensiva mamma che si preoccupava sempre se lei non rientrava presto a casa si era trasformata in una persona glaciale e granitica, combattiva e irremovibile.

Non la conosco! E' mia madre e non la conosco! Mi sta cacciando via!

Mako, lo stiamo facendo per te, forse un giorno ci ringrazierai!

Suo padre sembrava stanco o come era più probabile, sollevato all'idea che finalmente si stesse sbarazzando di quella figlia indesiderata di cui si vergognava.

Forse fu in quel preciso istante che successe, perché anni dopo Mako ripensandoci vedeva quella scena come l'inizio del suo allontanamento da suo padre.

Non si fidava più di lui, era stata zitta e non aveva rinfacciato niente e adesso si pentiva di non averlo fatto. Se non la voleva allora lei se ne sarebbe andata volentieri. Stare su Urano era infinitamente meglio che stare con i suoi genitori.

Prepara le tue valigie piccola, dobbiamo partire in fretta!”ora la bionda guerriera si era avvicinata a lei e le aveva messo una mano su una spalla, come se loro fossero amiche da tempo immemorabile. Da quanto suo padre non la toccava così?

La guardò e non vide ribrezzo, ne compassione, solo una sfida che era pronta ad accettare.


La dimora in cui viveva Princess Uranus era enorme e Mako appena arrivata e nei giorni successivi non faceva altro che ammirare quelle delizie a bocca aperta con grande divertimento della Signora.

Miranda Caste orbitava attorno ad Urano e assomigliava ad una gigantesca conchiglia spiraliforme ma ciò che la rendeva magnifica era il colore del materiale con cui era stato costruito, una specie di madreperla blu scuro dai riflessi dorati. Alla ragazzina piaceva in particolare aggirarsi e percorrere tutti corridoi a forma di chiocciola che parevano celare passaggi segreti e spettri vittoriani.

La sua eccitazione però durò poco. Pensava già di essere nel luogo perfetto in cui coltivare le sue fantasie ispirate ai suoi romanzi preferiti quando Princess Uranus la convocò nella sua stanza per parlarle urgentemente.

Allora Mako, in questi giorni ti ho lasciata ambientare e spero che tu possa considerare questo posto accogliente. Ma ora cominceremo a lavorare sul serio. Domani inizieranno gli allenamenti e ho già parlato con Setebos che ti aiuterà nelle lezioni di scherma”.

A sentire quelle parole Mako impallidì. Cosa stava dicendo quella donna?Allenamenti? Ma era pazza?

Ora puoi andare, ho già dato alla cuoca la dieta che dovrai seguire quindi buona cena!”


Altro che buona cena! Il pasto che una stupefatta e affamata Mako aveva divorato consisteva in un contorno di verdure con carne bollita. Disgustoso!

Quella sera nel suo letto poteva sentire il suo stomaco che emetteva dei brontolii di protesta e un senso di fame che le impedì di dormire, e quando ci riuscì sognò di rincorrere un panino gigante che aveva la stessa risata di suo padre.

Il giorno dopo però il panino era l'ultima delle sue preoccupazioni perché era troppo intenta a sopravvivere agli estenuanti esercizi che il compagno di tortura di Miss Sadismo le aveva imposto.

Ecco la lista di tutto quello che Mako doveva subire da quando si alzava all'alba di un giorno che almeno su Urano durava solo 17 ore: dopo una magra colazione doveva correre nel giardino con Setebos che la spronava(gli mancava solo il frustino), poi gli allenamenti alla sbarra e i pesi, un ancor più misero pranzo e le esercitazioni con la spada di cui dubitava la validità. A che cosa le serviva sapere maneggiare quell'arma se lei non era una guerriera?

Finalmente quando il pallido sole il cui calore raggiungeva a stento quel pianeta spariva lei poteva rintanarsi nella sua stanza e buttarsi, sudata e distrutta sul letto fino a quando Setebos non la svegliava(sempre troppo presto o quando lei aveva appena raggiunto il panino onirico).

Dopo due settimane di quella vita militare una mattina che Mako aspettava Miss Sadismo in palestra la vide arrivare non più fasciata nel suo elegante abito da principessa ma nella sua divisa da guerriera e in mano teneva una spada gigantesca e scintillante. Nell'altra teneva uno zaino mentre Setebos che era con lei ne aveva altri due.

Oggi niente allenamenti. Faremo un escursione su Urano. Vediamo se tutto quello che hai imparato ti è servito!”

Detto questo Setebos le passò uno dei due zaini che pesava una tonnellata e con fatica lei se lo mise sulle spalle.

Quello che successe nelle ore successive fu un incubo per la ragazzina.

Dopo averla dotata di respiratore e di un giaccone che la faceva sembrare ancora più enorme, sbarcarono su Urano che era un pianeta gassoso con un nucleo ricoperto di ghiacci e roccia. Quindi inizialmente il terreno era si pianeggiante ma infido ed estremamente instabile, sembrava di camminare su qualcosa di liquido ma gommoso e Mako temeva di sprofondare ad ogni passo. Invece la bionda guerriera che non temeva ne le folate gelide ne di essere risucchiata in quelle sabbie mobili avanzava sicura, seguita dal suo fidato amico che Mako odiava profondamente.

Poi iniziarono a scendere anche se stranamente la sensazione era quella di scalare una montagna. Il suolo che calpestavano erano solido e simile a quello terrestre ma la fatica che facevano le faceva rimpiangere la palude azzurra che avevano attraversato.

Quando fu sicura che non avrebbe più potuto fare un altro passo e che sarebbe morta su Urano senza più rivedere nessuna delle persone a lei care Princess Uranus si fermò su uno sperone roccioso e si sedette sulla sua estremità con le gambe che le penzolavano nel vuoto. Setebos era poco distante che preparava qualcosa per cena e Mako si buttò ai piedi della sua aguzzina respirando affannosamente.

Dei essere fiera di te, non è da tutti resistere al mio pianeta!”

Lei non provava tutta questa soddisfazione, voleva solo un letto, il suo letto; voleva essere nella sua camera a leggere le avventure di altri, voleva leggere le fatiche di altri.

Scommetto che ti manca la tua casa, i tuoi amici e soprattutto i tuoi genitori. Non devi essere arrabbiata con loro, non sapevano cosa fare con te e hanno accolto la mia proposta. Non ti hanno abbandonato”.

Lei la faceva facile! Che cavolo ne sapeva di quello che era la sua vita?

Il suo scetticismo trasparì dal suo sguardo e raggiunse Princess Uranus che intanto fissava un punto lontano a ovest.

Ho saputo quello che hai fatto. Non ti chiederò il motivo, non credo che mi riguardi, ciò che fai nella tua vita è solo una tua responsabilità. Ma almeno lo hai spiegato ai tuoi genitori?”

L'ho fatto perché era così semplice. Avrebbe risolto tutti i miei problemi e non solo i miei. A mio padre non piaccio mentre mia madre è sempre così...sdolcinata!”

Ti sorprenderebbe pensare che tua madre è una delle più potenti guerriere del regno. Credo che sia una delle poche persone che possa sfidarmi in una lotta, sicuramente avrei paura a scontrarmi con lei. Una donna che non si incontra facilmente!”

Non ci credo! Mamma che prende a pugni qualcuno? Vorrei proprio vederla!”

Sicuro, è la guerriera del coraggio e si è battuta contro ogni genere di nemico per proteggere ciò che ama. Come ha fatto mandandoti da me. A volte per aiutare qualcuno non puoi tenertelo vicino, a volte devi mandarlo via perché impari a difendersi da solo!”

Mako rimase pensierosa mentre le spesse nubi di metano si diradavano lentamente e timidi raggi luminosi lottavano per forarne la spessa coltre.

Hai mai detto a tuo padre come ti senti? Gli hai mai detto quello che vorresti che facesse?”

No, e non penso di poterlo fare. Non abbiamo un rapporto così stretto, forse anni fa. Quando ero piccola ricordo che mi portava nel suo osservatorio e guardavamo le stelle per ore ma poi non mi ci ha più portato e io non glielo più chiesto”.

Era così strano parlare di cose tanto intime con una sconosciuta ma la leggerezza che sentiva, il sudore che asciugandosi le dava quella sensazione di freddo e il panorama che si stagliava sotto di loro le infondevano un tale senso di spiritualità e sollievo che questo dettaglio non aveva più molta importanza.

Forse ora dovresti provare di nuovo a chiederglielo. Una seconda possibilità la meritano tutti. Magari lui non ti ascolterà subito ma se insisti ti potresti stupire dei risultati”.

Ora il sole in tutto il suo fulgore bucava le nuvole in quello che non poteva essere un tramonto(su Urano non c'erano tramonti e in quella parte del pianeta adesso doveva esserci una notte perenne)ma era un tramonto che, arancione come l'albume di un uovo, illuminava quel momento di condivisione imprimendolo nella memoria della ragazza come uno dei traguardi che aveva raggiunto e da cui sarebbe ripartita per il seguente.


L'autunno era iniziato e le foglie cominciavano a cadere inondando la strada che conduceva all'esclusiva scuola privata che le nostre amiche frequentavano.

Mako, in forma anche se non magrissima ma questa volta solo per meriti strettamente personali si avvicinò ad una figura che avanzava da sola in mezzo alla marmaglia di altri ragazzini ricchi e viziati.

Aspettami Rei, devo parlarti! Volevo dirti che tutti noi abbiamo dei pregiudizi e io ne ho più di altri. Ma più di altri so anche che tutti meritano di rimediare ai loro sbagli. Se ti va possiamo entrare insieme così accoglieremo Amy che è tornata!”

Certo,” e mano nella mano si volsero verso la figura che le guardava con sorpresa e diffidenza.

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Capitolo 8
*** Uno strano rapimento ***


Le due ragazze si squadravano, una di fronte all'altra,l'atteggiamento mite e tranquillo, sicuro di sé, della bruna dagli occhi di ghiaccio davanti alle bellicosità dell'adolescente con gli occhiali, ritta e impettita come a voler sottolineare che la guerra non era ancora finita.

Mancava infatti ancora uno scontro epico a cui la prima si era rassegnata ricordando le sue incontrovertibili colpe, mentre la seconda ne era sadicamente stimolata ma anche intimorita.

Rei ed Amy avevano paventato entrambe quel momento. Troppe cose erano state dette e fatte, o non fatte nel caso di Rei.

Mako pensava a questo intanto che, in disparte come un serafico e pacifico giudice imparziale, osservava pensierosa le sue due amiche.

Quando aveva deciso di perdonare Rei si era aspettata che lo stesso atto magnanimo si fosse sbloccato automaticamente anche nel cuore di Amy e Mina ma ciò non era naturalmente avvenuto.

Non siamo tutti uguali, ognuno di noi ha i suoi tempi per elaborare le sue gioie e i suoi dolori!così avrebbe detto Princess Uranus, la sua guida spirituale, il suo nuovo punto di riferimento.

Era passata una settimana dal suo ritorno sulla Terra, dal suo ritorno a casa da Urano e la donna bionda che era stata il suo tormento e la sua aguzzina era diventata dopo una serie di faticose e sudate vicissitudini la sua nuova eroina .Ogni tanto e anche per gli anni che seguirono Mako si sarebbe sorpresa a pensare, nei momenti difficili in cui doveva prendere una decisione ostica, oppure quando era confusa e infelice, a che cosa avrebbe detto o fatto Princess Uranus e molte volte le sue parole, immaginate o forse no, l'avrebbero aiutata e indirizzata durante il suo percorso.

Quella mattina, il giorno del ritorno di Amy nonché l'inizio del nuovo anno scolastico aveva riferito alla sua migliore amica che si era arresa, che era stanca di essere arrabbiata con Rei, che voleva darle una seconda occasione e che forse l'antico gruppo poteva essere riformato.

Ma Amy era un osso duro e i suoi occhi verde acido dietro le spesse lenti erano rimasti ostili e freddi all'entusiasmo che strabordava dal corpo grassoccio di Mako.

Complimenti! Ti sei lasciata incantare dalla gran dama! Non ti ricordi cosa ha fatto? E poi ho scoperto che ha stretto un'alleanza con quella strega di Sailor Vesta mentre era su Plutone! Quindi oltre che presuntuosa è anche una infida traditrice e io non mi faccio ingannare tanto facilmente!

Rei aveva voluto replicare ma l'arrivo dell'insegnante aveva impedito una probabile lite ma anche le necessarie spiegazioni.

Per tutte le interminabili ore di lezione Mako si era arrovellata su quello che aveva detto Amy su Rei e Sailor Vesta. Una parte di lei ne era indignata ma un'altra ne era estremamente incuriosita ed affascinata. Che cosa avevano in comune quelle due proprio non riusciva ad immaginarlo e la campanella che permetteva agli impazienti alunni di alzarsi ed andarsene a casa fu accolta dalla nostra amica con un sospiro di sollievo ed eccitazione.


Il sole stava tramontando e le ultime cicale della stagione riempivano l'aria immota e fresca del loro melodioso e sonnolento frinire; il cortile della scuola era vuoto e desolato.

C'erano solo tre figure, le loro ombre che si allungavano nell'erba umida per il troppo calore immagazzinato durante il giorno; tre figure che si sfidavano e si intimidivano, tre persone che si conoscevano da anni e che avevano imparato a volersi bene mentre ora si guardavano le spalle e non si fidavano neanche di parlare per prime, così il silenzio perdurò per parecchi minuti prima che Rei si decidesse a schiarirsi la gola ed esclamare velenosa:

Allora Amy, vuoi un duello? Quale arma scegli, la spada o la lingua? Tu sei molto brava con la seconda quindi possiamo anche incominciare!”

Nello suo sguardo vi era una scintilla di tale furiosa dignità e fierezza che ammutolì la ragazzina con gli occhiali, cosa non facile e non alla portata di tutti.

Beh, per me fa lo stesso! Almeno io non fraternizzo con il nemico! Sarai anche riuscita a convincere Mako del tuo cambiamento ma che mutamento può essere se deriva dalla tua nuova e fulgida amicizia con quella lì? Ti sei scodata quello che ti ha fatto?”

Nella mente di tutte e tre passarono le immagini di una sala affollata e di un vestito sparito misteriosamente, anzi letteralmente sciolto e poi Rei che rimaneva nuda come un verme davanti a tutti durante il ballo con i dignitari stranieri.

Sailor Vesta non era stata punita per lo scherzo, o almeno Mako non lo sapeva.

Ma cominciava a comprendere che le cose non erano andate esattamente come credeva.

Lasciala parlare Amy! Voglio sapere cosa è accaduto!”

La voce di Mako era imperiosa e pretendeva obbedienza. Di nuovo Amy si sorprese, tutto intorno a lei stava cambiando, tutti intorno a lei stavano cambiando. Rei che se la intendeva con il nemico e pareva esserne fiera, Mako che era sempre stata timida, passiva adesso dava ordini come un militare! Mina invece era da giorni che non la vedeva. Anzi da quando erano rimaste sole dopo la partenza, no, dopo l'incidente di Mako, il loro rapporto si era un po' congelato.

Non avevano molto in comune le due e senza gli altri membri del gruppo era diventato difficile comunicare.

Loro quattro funzionavano solo se stavano insieme.

Va bene, spiegaci tutto!”sospirò rassegnata ma sempre con un certo altero distacco.

Rei fece una smorfia per indicare che apprezzava la gentile concessione ma non si azzardò a provocarla di nuovo. Conosceva l'acidità dell'amica e se voleva rimediare al disastro che aveva combinato doveva sfruttare quell'occasione.

Bene, sediamoci nelle panche sotto gli alberi. Tra poco dovrebbe arrivare la squadra di calcio di quelli delle superiori per allenarsi e lì non ci disturberanno!”

Mako e le altre così si spostarono nelle panche di legno sotto un nocciolo che stava cominciando a spandere i suoi frutti per terra; Mako che era golosa di noccioline si mise a cercarne qualcuna tra l'erba con fare noncurante mentre Rei si sedeva e, dopo essersi aggiustata una ciocca di lunghi capelli neri dai riflessi viola come quelli di sua madre, si accinse a raccontare la sua storia.

Beh sapete bene che dopo lo scherzo di Sailor Vesta non volevo più uscire di casa perché mi vergognavo troppo. Mia madre però non riteneva che io dovessi stare tutta l'estate chiusa in casa e sapendo che non vi frequentavo più e che farmi nuove amiche era pericoloso nel mio caso mi ha trovato un lavoro”si interruppe per un momento per prendere la sua bottiglietta d'acqua e dopo averne bevuto un po' del contenuto mentre le altre due fremevano continuò”con i miei precedenti non era una cosa facile ma una persona pareva ben disposta ad accogliermi nella sua cerchia d dignitari e avrei dovuto assisterla qui nel palazzo il tempo della sua permanenza sulla Terra”

Sulla Terra? Io sapevo che eri andata su Plutone!”Amy non frequentava l'alta società di Crystal City ma era sempre informata di tutto quello che succedeva.

Il mio viaggio in quel pianeta non era proprio programmato”la faccia di Rei esprimeva ancora incredulità ma c'era qualcosa nel suo sguardo, come se quell'esperienza non fosse stata molto piacevole.

Avevo cominciato a lavorare per lei da una settimana quando mi accorsi...”


Entrando nella camera della Signora di Plutone Rei si accorse che qualcosa non andava. Anche se non era molto che la conosceva e frequentava le sue stanze sapeva fare bene il suo lavoro. Sapeva che doveva ricordare ogni cosa della persona che serviva, ogni suo appuntamento, ogni sua abitudine, ogni disposizione degli oggetti e ogni comportamento e faccia strana che si avvicinava nella cerchia della sua padrona.

I primi giorni infatti Rei aveva dedicato il suo tempo a questo; aveva preso appunti, fatto sopralluoghi e osservato tutto quello che la circondava.

Princess Pluto poi non era una donna molto mondana, non partecipava a tutti i ricevimenti che si tenevano al palazzo e non si attardava a chiacchierare con quelle pettegole che seguivano sempre la scia della nobiltà di corte.

Inoltre anche il suo mobilio era molto semplice ma estremamente elegante, con arredi di ebano intarsiato in quarzo rosa.

Quella mattina perciò la nostra amica fiutò subito che qualcosa nella disposizione della stanza era diverso;poi le cadde l'occhio su una forma strana nella moquette nera che rivestiva il pavimento. Era l'impronta del tavolino che evidentemente era stato spostato.

Rei ispeziono il suddetto mobile finemente lavorato senza trovarci nulla che risaltasse ma mentre stava per lasciar perdere un macchia inquietante si palesò alla sua vista.

Non potevano esserci altre spiegazioni. Quello era sangue.

Delle voci in corridoio la fecero sobbalzare e improvvisamente si guardò intorno come se dietro ogni tenda, o sotto l'enorme letto al centro della stanza ci potesse essere un mostro pronto a divorarla.

Cosa stava succedendo? E dove era Princess Pluto?

Fece appena in tempo a raccogliere un frammento di lettera che aveva raccattato da terra quando venne raggelata.

Ehi! Tu che ci fai qui?”

La voce della segretaria della Signora di Plutone era stridula e nervosa.

Sono venuta solo a ricordare a Princess Pluto che oggi pomeriggio ha un impegno con i sovrani e le altre Sailor Guardiane ma non riesco a trovarla!”sperava di avere un'aria tranquilla e innocente ma non era sicura di esserci riuscita. Non sapeva perché ma sentiva di non doversi fidare di nessuno. L'unica soluzione era di parlare direttamente con la regina e lei avrebbe l'avrebbe aiutata.

Princess Pluto oggi non verrà e non so quando ritornerà ma non sono cose che ti riguardano. Comunque non hai il permesso di stare in queste stanze senza che lei dia il suo permesso”!”e con risolutezza le pose una mano d'acciaio sulla spalla e la condusse nel grande atrio da cui si dipartivano tutte le diverse ale del castello di cristallo.

Non appena fu sola si diresse verso i grandi giardini che costeggiavano l'intera struttura e solo lì dove era sicura che nessuno la spiasse ebbe il coraggio di decifrare il messaggio.

Decifrare era la parola giusta perché il testo era scritto in una strana lingua che faticava a comprendere. Eppure alcuni caratteri erano simili all'alfabeto che utilizzavano loro sulla Terra e Rei, che non si arrendeva facilmente si sedette sul bordo di una fontana, piegando e ripiegando il foglio in varie angolature, cercando un codice segreto che magicamente sbloccasse la sua comprensione.

Dopo una buona mezz'ora di tentativi sbuffò, dopo un'ora cominciò ad imprecare, dopo due ore maledisse quel lavoro che sua madre le aveva gentilmente trovato.

Non ne posso più! Ma che mi importa di questa lettera, che si arrangi! Che si arrangino tutti, compresa quella scema di Sailor Vesta!”

La rabbia per il mancato perdono, per l'umiliazione patita e poi anche per quel foglietto che la sbeffeggiava e che le ricordava un altro foglio, rosso come il fuoco che era stato fonte di speranze mal riposte la invase e appallottolata la ferale e incomprensibile missiva la scagliò in aria.

Ahia! Ma sei idiota!”un urlo si propagò per tutto il giardino come un'eco assordante ma armoniosa insieme.

Guarda chi c'è qui! Ancora tu!”l'armonia, quella maledetta armonia se ne era andata per lasciare spazio a quella rabbia che Rei aveva represso per settimane.

Io sto dove mi pare e sai una cosa? Sono contenta che ti abbia colpito, vorrei solo averlo fatto con qualcosa di più pesante! E ora vuoi ridarmi la mia lettera?”

Sailor Vesta, proprio lei infatti teneva nella mano come un trofeo insperato il foglio appallottolato e sembrava non avere nessuna intenzione di restituirlo.

Dovresti dirmi per favore, una principessa non transigerebbe sull'educazione!”

Non ci penso neanche, oltre che falsa sei anche una ladra adesso?”

Sailor Vesta dispiegò il foglio e lo guardò incuriosita.

Se questa lettera è tua vuol dire che conosci il plutoniano? Sentiamo, dimmi qualche frase! Io l'ho imparato molto tempo fa quindi posso capirti!”

Con un'espressione maligna aspettò una reazione di Rei che resa muta dall'essere stata colta in fallo era arrossita e avrebbe voluto strozzare la guerriera con i capelli rosso sangue.

Va bene, la lettera non è mia ma devi restituirmela subito. E' urgente e una persona, molto importante, potrebbe essere in pericolo!”

L'altra la guardò come stentasse a crederle ma l'angoscia negli occhi della ragazzina era reale.

Chi sarebbe questa persona molto importante? E' stata rapita?”

Perché dici questo?”

Qui”e indicò la missiva indecifrabile, ”si parla di un luogo per un appuntamento e di mantenere il più totale riserbo. Indica anche delle coordinate che dovrebbero riferirsi, se sono ancora ferrata in geografia dei pianeti ad un posto situato nell'emisfero settentrionale di Plutone. Parecchio lontanuccio direi!”

E le lanciò il foglio nuovamente appallottolato.

Auguri se vuoi andare avanti con questa storia, ne avrai bisogno!”

Già Sailor Vesta se ne stava andando facendole ciao con la mano quando fu fermata dall'urlo strozzato della nostra amica:

Aspetta!”

Dire quella semplice parolina era costato un'enorme sforzo per Rei che aveva le guance gonfie come se dentro la bocca contenesse migliaia di rospi.

E' Princess Pluto!”

Cosa stai dicendo?”

Credo che Princess Pluto sia stata rapita e tu sei l'unica che può aiutarmi. Io non conosco il plutoniano e non so minimamente come raggiungere quell'astro! Ti prego, non è per me, è per una delle più importanti rappresentati della nostra patria. Della tua patria. E poi tu sei una Sailor guerriera e dovresti seguire nobili principi! Avresti sulla coscienza la sua morte!”

Sailor Vesta sembrava dubbiosa, la situazione le sembrava troppo melodrammatica, anche se quel biglietto conteneva un che di sinistro e misterioso.

Squadrò la ragazzina dagli occhi azzurro ghiaccio che la fissava ostinata, che la pregava ostinata; sembrava decisa a proseguire in questa assurdità ma era chiaro che era troppo piccola e inesperta per riuscire anche solo a rimediare un passaggio per quel pianeta lontano. Si sarebbe cacciata nei guai e una parte di lei voleva proteggerla.

Va bene, non ho niente da fare al momento, e poi sono curiosa! Ma dovrai obbedirmi, questa spedizione la comando io!”

Hai detto che la comandavi tu questa spedizione quindi la colpa è tutta tua Sailor Vesta! Vorrei proprio sapere perché mi sono fidata di te! Lo sapevo che era una pessima idea coinvolgerti e lasciarti spadroneggiare a tua piacimento!”ormai erano ore che Rei emetteva queste frasi intervallate da grida rauche e imprecazioni signorili che la nostra amica aveva copiato dai romanzi del 19° secolo.

Senti carina,non è colpa mia se tu ti sei attardata a prendere una miriade di vestiti e questo volo cargo era l'unico rimasto...non lo sai che su Plutone adesso la temperatura è a -220 gradi!”

Io pensavo che su Plutone adesso fosse primavera e quindi non ho pensato di portare un parka come il tuo...e francamente te lo dico, il tuo stile era migliore quando eri Astev, almeno non avevi quell'orrenda tuta nera...”

Ma vuoi stare zitta e non lamentarti per un minuto? Ti consiglio di mettere anche tu un modello come il mio...ecco tieni, ne ho uno di scorta”le porse un giaccone foderato di pelliccia(sintetica!)azzurro ghiaccio”altrimenti quando arriveremmo non farai in tempo a scendere dalla navicella che congelerai all'istante...e non dimenticarti la mascherina. L'aria piena di monossido di carbonio, metano e azoto non è propriamente aria di montagna e poi vedi di non starmi tra i piedi perchè se sono stata pazza a darti retta potrei sempre cambiare idea e lasciarti su Plutone tutta da sola!”

Rei spalancò la bocca per sputarle qualche frase ad effetto da far invidia ad Amy ma giudicò che non fosse abbastanza saggio seguire il suo impulso.

Aveva ancora bisogno di Sailor Vesta per trovare Princess Pluto ma non appena avesse portato a termine la sua missione avrebbe abbandonato la velenosa Sailor guardiana al suo destino.

Di nuovo, ma questa volta mentalmente si chiese perché aveva intrapreso questa impresa.

Avrebbe potuto informare sua madre, oppure Queen Serenity oppure le sue amiche...no, le sue amiche no.

Amy era appena partita per Nettuno, Mina neanche la guardava quando si incontravano al centro commerciale mentre Mako l'ultima volta che l'aveva vista era cambiata talmente tanto che aveva faticato a riconoscerla.

A dire la verità era un po' preoccupata per lei ma se si fosse avvicinata alla ragazza era sicura che l'avrebbe cacciata a calci nelle natiche.

Forse era per questo, per cercare una sorta di riscatto sociale che era partita, che era stata stata zitta e non aveva riferito niente a nessuno.

Se avesse salvato Princess Pluto da sola(va bene, con l'aiuto di quella sbruffona!)avrebbe ottenuto una redenzione agli occhi di sua madre, delle sue ex amiche e soprattutto di suo padre.

Si ricordava la sua faccia quel Giorno dell'Umiliazione Suprema; uno sguardo di puro disgusto, di puro sdegno.

Aveva ragione lui. Le femmine erano tutte oche, inaffidabili e piene di difetti.

In tutti questi anni sua madre lo aveva sopportato anche perché con sua madre era diverso. Loro si amavano. Ma Jack non aveva mai nascosto di essere molto deluso che la sua stirpe comprendesse solo una bambina, per quanto carina fosse.

Vederla poi nuda davanti a tutti che gettava fango sul suo onore e prestigio era stato il colpo di grazia.

Le parlava a malapena e solo con un tono neutro e piatto. Sua madre aveva cercato di porre rimedio a questo dissidio, ne erano nate discussione e la fragilità di cristallo che reggeva il loro matrimonio era venuta fuori in tutta la sua tragedia.

Se fosse nata maschio tutto questo non sarebbe mai avvenuto.

Lei era imperfetta e poteva cercare di essere impeccabile quanto voleva, non avrebbe risolto niente.

Diventare qualcuno, diventare importante, diventare una principessa non avrebbe reso orgoglioso suo padre.

Eppure lei continuava ad adorarlo, era il suo eroe, il suo principe dall'armatura scintillante che sconfiggeva i nemici e che ballava con sua madre nella luce dei candelabri e nello splendore dei lustrini di quel mondo patinato di cui cercava disperatamente di far parte.

Un maschio, si disse decisa vedendo sotto di lei il pianeta Plutone, avrebbe risolto la faccenda da solo e non avrebbe chiesto aiuto a nessuno.

Lei avrebbe fatto altrettanto e se doveva trascinarsi dietro Sailor Vesta avrebbe fatto anche quello.

Ehi, ci sei? Guarda che siamo arrivate perciò riscuotiti e mettiti la tuta. Non ho voglia di di avere un ghiacciolo come zavorra, è tutto già abbastanza complicato!”

Come mai?”

Mentre tu te ne stavi qui a contemplare il vuoto io mi sono aggirata per spiare le conversazioni degli altri passeggeri. Questi qui non sono normali turisti, anche perché Plutone è un po' fuori dalle normali rotte commerciali. Queste persone”e si avvicinò per bisbigliarle nell'orecchio con fare cospiratorio”sono emissari della regina mandati appositamente su questo pianeta lontano per riferire ciò che sta accadendo!”

E cosa starebbe accadendo in un luogo così ameno?”Rei era parecchio scettica.

Ci sono voci in giro che dicono che su Plutone la gente sparisca puff!e non venga più ritrovata. Le leggende plutoniane fanno riferimento ad un mostro che rapisce e divora le persone; la situazione è così grave che Queen Serenity ha mandato degli esperti per capirci qualcosa!”

Rei meditò in silenzio per qualche minuto mentre la navicella atterrava con un tonfo leggero.

Stavo pensando che questa storia potrebbe essere collegata alla sparizione di Princess Pluto ma se è così non riesco a trovare il collegamento”.

Potrebbe essere ma non lo sapremo mai se non scendiamo da questa navicella!”

E in silenzio si accodarono alle altre persone.

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