Mamma...

di KoreW
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una foto mi ha dato la forza di andare avanti ***
Capitolo 2: *** La mia Lily ***



Capitolo 1
*** Una foto mi ha dato la forza di andare avanti ***


                                                                                                         Mamma…         
                                                        Una foto mi ha dato la forza di andare avanti

                                                                
Sono sull’Hogwarts Express, per l’ultima volta. Sto ritornando a casa, nella mia prima e vera casa. E forse, finalmente, quest’anno non avrò più nemici da combattere o prove da superare, forse questo sarà un anno tranquillo. Sono in uno scompartimento vuoto, da solo. Ron ed Hermione sono nel vagone dei prefetti, e quest’ultima quest’anno è diventata caposcuola, di sicuro il posto è più che meritato.
La guerra è finita, e la cicatrice ormai non brucia più, e spero vivamente che non ricominci. Questo sarà un marchio che mi accompagnerà per tutta la vita. Questa saetta sulla fronte mi ricorderà tutto quello che è successo, e quando mi guarderò allo specchio, non potrò fare a  meno di sentirmi in colpa per tutte le persone che sono morte a causa di questo sigillo.


Harry guardava fuori dal finestrino, ormai appannato a causa del suo respiro. La sua fronte era poggiata su quella lastra di vetro schiacciando la cicatrice a forma di saetta che aveva da quando si ricordava. Remus, Tonks, Fred, Colin, Piton, Silente, Cedric, Sirius, Moody… tutte persone morte per causa sua, anche Edvige, la sua fedele compagna.
Morti, morti, tutti morti e l’unica cosa che posso fare è aiutare le famiglie a superare il lutto che gli ho causato. Tutti mi dicono che non è stata colpa mia, che loro hanno combattuto per un mondo migliore… si, ma è sempre mia la colpa della loro caduta.
Dai suoi occhi, quelle bellissime iridi color smeraldo, iniziarono a cadere delle lacrime, lacrime amare. Non aveva pianto fino a quel momento. Doveva essere forte, per i caduti, per le loro famiglie, per i suoi amici, per Ginny, per se stesso… ma adesso ne sentiva un forte bisogno, e non provò a fermarle, era solo, nessuno l’avrebbe visto in quel momento di debolezza.
D’un tratto la porta dello scompartimento si aprì, facendo sobbalzare Harry dallo spavento: era Ginny. La sua Ginny.

-Harry!- lo chiamò lei dolcemente; lui si passò una mano sugli occhi per asciugare le lacrime, non voleva farsi vedere nemmeno da lei in quello stato.
- Ginny - lei si sedette accanto al ragazzo, e lui la strinse a se, mettendosi in modo da avere la schiena poggiata sul finestrino e in mezzo alle gambe la sua fidanzata.

-Che stavi facendo qui tutto solo soletto?- domandò lei.

-Niente, pensavo-

-Pensavi ancora alla guerra vero?-

-Non posso negarlo-

-Harry, sono passati mesi, ancora con questa storia? Non torneranno Harry, ormai sono morti e tu non puoi fare più niente-

-Ma Ginny, c’era anche tuo fratello tra loro, ed è colpa mia…-

-Tu pensi che Fred sia morto per te? Pensi davvero che Remus, Tonks, Moody siano morti per te? Mi dispiace Harry, ma anche se hai quella cicatrice non sei così importante- le parole della ragazza lo avevano sconvolto -loro- continuò -sono morti per farci avere un futuro, per farci vivere una vita senza guerra, in un mondo dove non esistono pregiudizi e morte, loro, sono morti per un mondo migliore. Pensa Harry, Remus e Tonks non vedranno mai crescere il loro figlio, ma hanno dato la loro vita per la sua. Quindi Harry, basta con i sensi di colpa, perché non sei tu la causa delle loro morti- le parole della ragazza lo portarono a riflettere.

Aveva ragione, chi era lui per essere così superiore? Era solo il bambino sopravvissuto, il prescelto, non era nessuno. Non era niente paragonato a loro che avevano dato la propria vita per riportare un briciolo di speranza, non era niente in confronto al coraggio che avevano avuto, e solo adesso se ne rendeva conto. Poi gli venne di pensare al piccolo Teddy, anche lui senza genitori, morti per lui, per fargli avere un futuro… aveva tante cose in comune con quel bambino, e solo adesso se ne rendeva conto. Mentre accarezzava la chioma rosso fuoco di Ginny, ripensò a quella foto, quella che teneva sempre sul suo comodino a Privet Drive, quella dove c’erano i suoi genitori. Quei genitori che si sono sacrificati per lui, quei genitori che non ha mai conosciuto.

- Ginny, com’è avere una famiglia?- la ragazza, a primo impatto, rimase un po’ interdetta, perché gli faceva una domanda del genere?

-Beh, non so come spiegartelo ma… è come una forza che lega tutti i componenti. Sai che nessuno potrà mai uguagliare la tua mamma, sai che nessuno può darti la protezione che ti da il tuo papà, e nessuno ti può dare lo stesso affetto dei tuoi fratelli, se se ne hanno ovviamente, non c’è niente di meglio al mondo della famiglia- a quelle parole, il ragazzo si rabbuiò. Lui non aveva mai avuto una famiglia, dei genitori che gli volessero bene, che lo sorreggevano quando cadeva, che lo consolavano quando era triste, non aveva mai avuto quell’affetto.

- Harry - e incontrò le sue iridi nocciola –tu fai parte della nostra famiglia- era come se lo avesse letto nel pensiero –noi ti vogliamo bene come se fossi un altro fratello, e mamma e papà come se fossi un altro figlio. Tu sei la mia famiglia- a quelle parole il ragazzo capì che non era solo, aveva Ron, aveva Hermione, aveva i Weasley e tutti gli altri, e aveva lei, la donna della sua vita, quella con cui avrebbe formato la sua famiglia.
Le diede un bacio, poi un altro e un altro ancora, fino a quando la signora col carrello non li interruppe.

-Volete qualcosa?-

-No, no, grazie lo stesso- si affretto a rispondere Ginny.

-Ok, arrivederci-  e si chiuse lo scompartimento alle spalle. Intanto i due giovani erano scoppiati in una fragorosa risata. Il sorriso di Ginny valeva più di ogni altra cosa e Harry avrebbe fatto di tutto pur di non smettere di sentire quella risata.

Farei di tutto per lei, come te mamma. Come te che hai dato la tua vita per la mia, come papà che si è sacrificato per entrambi.  Perché è grazie a voi che ho avuto la forza di andare avanti, di combattere. Ho combattuto per una foto vecchia e ingiallita, una foto con due sconosciuti,  non vi ho mai conosciuti, eppure il solo pensiero di ciò che avete fatto per me mi ha dato speranza.
La speranza, e la cosa più bella che potessi mai desiderare: la mia vita, la mia Ginny.


Angolo autrice
beh, questa è una fic mooooolto vecchia, che ha partecipato al contest "
 [The Seven Year] La fine di un' Era" indetto da Lalani sul forum di efp classificandosi settima a parimerito.
non è un gran posto, ma io adoro questa storia, ho provato a metterci tutti i sentimenti possibili e se ci sono riuscita o no, non lo so a parer della giudicia credo di si.
questo è solo il primo capitolo di due, che parla della donna più importante della sua vita: Ginny.
è la mia prima Harry/Ginny quindi siate clementi, comunque ne vado soddisfatta e spero che la storia vi piaccia, vi lascio adesso il giudizio della giudicia:

 Settima Classificata a parimerito: Mamma…di Alyssia98

- da 0 a 10 per la correttezza grammaticale, lessicale e stilistica: 8/10
Ho trovato la tua storia quasi totalmente corretta dal punto di vista grammaticale e sintattico, ma ti consiglio di rivedere alcune virgole dalla posizione incerta, che spezzano la frase in modo non propriamente corretto. Hai usato un lessico semplice e fluido, ma molto intenso: si è dimostrata un’ottima scelta soprattutto per le scene più emotive e coinvolgenti. Hai preferito usare uno stile più introspettivo e descrittivo per concentrare il grosso della storia nelle emozioni di Harry, e le scene narrative e più legate alla trama ne hanno purtroppo risentito.
- da 0 a 10 per lo sviluppo dell'evento scelto: 7/10
Essendoti concentrata quasi totalmente sulle scene emotive, la descrizione dell’evento a livello narrativo è risultata un po’ carente. Tuttavia sei riuscita a far rivivere il settimo anno grazie alle parole di Ginny e con il ricordo dei caduti, che danno un sapore agrodolce molto intenso alla trama: con quest’analisi, hai riesumato le vicende della battaglia di Hogwarts in modo molto elegante ed originale. Anche il secondo capitolo ha il difetto di non incentrarsi propriamente sulle vicende del settimo libro, ma anche qui sei riuscita a riportare a galla i dettagli salienti del volume.
- da 0 a 10 per la caratterizzazione dei personaggi: 8/10
Ho apprezzato molto il lato tragicomico di Harry: in questa storia mischia lacrime e sorrisi, speranze e paure, commedia e tragedia. L’ho trovato molto IC( grazie alle sue riflessioni sui caduti della battaglia e sulla famiglia) ma anche più completo e vitale del solito, grazie sopratutto alle intense che Ginny gli ha fato provare, in entrambi i capitoli. Ho trovato molto originale anche il tuo tributo a Lily, non sdolcinato o poco creativo, ma autentico e genuino, non solo attraverso i pensieri di Harry ma anche grazie ai ricordi di Silente. L’unico difetto della storia che non ti ha fatto guadagnare il punteggio pieno è stato l’importanza di Lily: doveva essere il personaggio principale assieme ad Harry, ma l’uso di altri protagonisti le ha tolto il ruolo che le spettava. Anche se non si può dubitare della sua importanza all’interno della storia, ho trovato il suo ruolo un po’ troppo secondario e poco sviluppato, rispetto non solo a quello di Harry, ma anche a quello di Ginny.
- da 0 a 10 per l'originalità: 7,5/10
Nella tua storia ho riscontrato sia elementi originali sia alcuni meno creativi: tra gli aspetti di pregio posso annoverare la scelta personale di far frequentare ad Harry il suo legittimo settimo anno( quando la Rowling ha rilasciato che solo Hermione sarebbe tornata ad Hogwarts dopo la battaglia) e le interazioni tra lui e Ginny, anche se la coppia in sé non è particolarmente originale. Tra quelli meno particolari posso evidenziare la tipica scena in sala d’attesa con cognati al seguito, che, anche se decisamente divertente, non è molto creativa. Ti ho dato un bonus per la frase finale: toccante e intensa, perfetta come la conclusione.
Totale: 30,5
ne vado molto fiera e grazie ancora giudicia!
Baci
Alyssia98


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Capitolo 2
*** La mia Lily ***


                                                       
                                          
                                                                                                            La mia Lily
                                                                                                                    
                                                                                                                
Ok, calmo Harry, ormai ci dovresti essere abituato, no? Insomma, non è la prima volta che ti ritrovi nella sala d’attesa di un ospedale teso come una corda di violino, sarà la terza. E allora perché sei così nervoso?

Beh, se con James stavi andando di matto e con Albus stavi quasi per svenire, con il/la  nuovo/a  arrivato/a  perché dovrebbe essere diverso?

Ormai aveva esplorato ogni centimetro della sala d’attesa. E ancora niente. Tutto quel bianco gli dava sui nervi, e vani furono i tentativi di Hermione, anche’essa in dolce attesa, di farlo calmare e Ron di certo non era d’aiuto, dato che lui aveva fatto di peggio quando era nata la sua prima figlia: Rose.

-Harry, ti vuoi calmare?- lo rimproverò Hermione.

-Hermione, come faccio a restare calmo? Sto per diventare padre per la terza volta e… -

-Appunto, ormai dovresti esserci abituato, no?-

-No, per me ogni volta è come la prima- disse con tono offeso lui.

-E allora come pensi che abbia fatto Arthur?- in effetti il padre di Ron doveva conoscere bene quel posto. Insomma, sette figli non sono mica pochi! Chissà come avrà fatto.

-Ehi, stavate parlando di me?- disse una voce allegra, che era quella di George Weasley. Di sicuro Angelina doveva fare un ultimo controllo prima del parto, come Hermione, del resto.

-No George, ci stavamo chiedendo come faceva papà una volta che la mamma entrava in sala parto. Insomma, è stato qui ben sei volte!-

-Già, soprattutto con il penultimo figlio che si ritrova-

-Ah, ah, spiritoso- disse Ron ironico.
-Si, lo so-

-Ed ecco a voi: George-quanto-sono-modesto-Weasley!-

-Che ci vuoi fare Ron, nessuno è perfetto!-

-Ehi ma…-

-La volete piantare voi due!- gli urlò Harry, e una signora uscì dalla sala parto dove era Ginny, a quella visione gli occhi del ragazzo si illuminarono, era nato, era nato suo figlio, era…

-Signor Potter-

-Si?-

 -Per favore faccia silenzio se no le dovrò chiedere di lasciare la sala- niente era paragonabile alla faccia di Harry in quel preciso momento. Un misto di stupore, rabbia, delusione, incredulità e sgomento, c’era rimasto male. E i suoi amici, ridendo,  di certo non lo aiutavano granché.

-Hai… sentito… cioè… lui… credeva… e invece… - George aveva quasi le lacrime agli occhi.

-Si… e poi… la… sua… faccia… troppo… bello… - e anche Ron di certo non era da meno. Quanto avrebbe voluto schiantarli in quel momento il moro, oh quanto avrebbe voluto.

-Basta Ron/George!- urlarono in coro le mogli dei rispettivi mariti.

-Ma Mione/Angie!- si lamentarono i due, come due bambini piccoli oserei dire.

-Niente ma!- urlarono all’unisono.

-Grazie ragazze, un secondo di più e li spedivo al reparto lesioni da incantesimo, fatture ineliminabili, maledizioni e applicazione errata di incantesimi-

-Per noi non ce n’erano problemi comunque- gli risposero le due donne.

-E loro dovrebbero essere le donne che ci amano!- disse Ron con tono offeso.

-Concordo fratello!- continuò George sempre con lo steso tono.

-Finché morte non ci separi- disse malefica Angelina, scambiandosi uno sguardo d’intesa con Hermione.

-Ron?-

-Si, George?-

-Credo che queste due stiano tramando qualcosa contro di noi-

-Si, confermo fratello-

-Ok, dopo tutte queste belle cose, avete finito?!- gli disse un Harry abbastanza isterico e con uno strano tic all’occhio sinistro.

-Calmati amico! Non è mica la fine del mondo stai…- ma si fermò subito appena vide le sguardo assassino del suo migliore amico.

-Voglio proprio vedere te poi, secondo me farai anche peggio- il rosso diventò più scuro dei suoi capelli e quello fece scappare una risatina ad Hermione, che si ricordava perfettamente la nascita della piccola Rose: Ron era uscito di senno quella volta.

-Come lo chiamerete, Harry?- gli chiese poi Angelina.

-Se è maschio penso Remus, mentre se è femmina… non abbiamo ancora deciso-

-Sarebbe la piccola di casa Potter se nascesse femmina-

-Ma poi la smetterai con la prole, vero?!- gli chiese George ironico.

-Non vorrai mica creare una squadra da quidditch di piccoli Potter, vero?!- continuò Ron.

Squadra da quidditch di piccoli Potter, era il sogno di suo padre, Sirius gliene aveva parlato quand’era ancora in vita. Padre, madre, lui non sapeva neanche che cosa fossero, ma era deciso a non farli mai mancare ai suoi figli. Lui non li avrebbe mai lasciati, avrebbe fatto di tutto per stargli accanto.

Mamma guarda, guarda cosa sono diventato. Tutto questo solo grazie a te, che mi hai donato la vita, che ti sei gettata tra le braccia della morte solo per evitare la mia, che hai avuto il coraggio di una vera grifondoro, e anche se ti trovavi di fronte al mago oscuro più potente del mondo magico lo hai affrontato con tenacia, e sei morta con onore. Mamma guardami adesso, sei fiera di me? Il tuo sacrifico è servito a qualcosa?

Si ricordò di un giorno… al suo settimo anno… voleva andare a chiedere alla professoressa McGranitt, allora preside, di far mettere anche il ritratto di Severus Piton ma…

Inizio flashback

Entrò in quello studio, una volta appartenuto a Silente, e notò con suo grande stupore che tutte le “cianfrusaglie” erano sparite, non c’erano più oggetti strani sparsi un po’ qua e un po’ là, sembrava… vuoto…

-Sta cercando qualcuno, signor Potter?- gli chiese una voce pacata e gentile, che ricollegò a quella di Silente.

-Professor Silente! Cercavo la professoressa McGranitt, ha per caso detto dove andava? Devo parlarle di una questione importante-

-No, non so dove sia. Ma tornerà qui a breve, intanto, perché non ci facciamo una bella chiacchierata noi due? È un po’ che non parliamo- gli chiese tranquillo, come se parlare ad un quadro fosse cosa di tutti i giorni del resto, ma ormai da Hogwarts uno si aspettava di tutto.

-Ehm… si- rispose imbarazzato.

-Cosa ti porta qui, Harry?-

-Volevo chiedere alla professoressa se poteva mettere anche il ritratto di Severus Piton insieme a quello dei presidi di Hogwarts, anche se non ha finito l’anno, lo è pur sempre stato, no? E poi secondo me lo merita dopo tutto il coraggio che ha dimostrato-

-Sono indubbiamente d’accordo con te, e credo che tu abbia anche dei validi motivi, vedrai che non ti verrà negato il permesso-

-Lo spero- e gli sorrise. Era come parlare con il vero Albus Silente, con tanto di barba bianca, occhiali a mezzaluna ed esuberanza.

-Sai Harry, io credo che tu assomigli a Lily molto più di quanto tutti credono-

-Si lo so, ho gli occhi di mia madre, ma sono tutto mio padre; che ci creda o no, io questa cosa l’ho già sentita, e anche tante volte- gli rispose, stufo di sentirsi ripetere sempre le stesse cose.
-Oh, ma io non intendevo per quello- in quel momento però, Harry non riuscii ad afferrare il concetto.

-E allora cosa, signore?-

- Era scaltra, furba, intelligente, vedeva negli altri quello che molta gente non riusciva nemmeno ad immaginare, sapeva vedere il bene nelle persone e riusciva a tirarlo fuori; per questo andava molto in sintonia con Severus, lei riusciva a vedere la parte migliore di lui, quella che non mostrava mai a nessuno se non a se stesso, come te del resto. Hai avuto lo stesso coraggio, non hai esitato a consegnarti a Voldemort, anche se sapevi bene di morire, per salvare le persone che amavi di più, come lei fece con te. Lei ti aveva dato la protezione più grande: l’amore… quello che una madre prova, incondizionatamente, per un figlio. Forse adesso non puoi sapere com’è l’amore di un genitore, ma un giorno capirai…-

Fine flashback

-Signor Potter- lo chiamò un infermiera, sempre la stessa di prima, dalla sala parto. Harry aveva un groppo in gola, sperava vivamente che anche quello non fosse un buco nell’acqua.
-S… s… si?- balbettò lui.


-Il parto è andato benissimo, può entrare a vedere sua figlia-

Figlia?! Quindi era una femmina!

-Vai Harry, noi ti aspettiamo qui- lo rassicurò Hermione, e lentamente attraversò quella porta, quell’ostacolo che lo separava dalla sua Ginny e dalla sua bambina.

Quello che vide appena entrato  fu  la visione più bella della sua vita. Sua moglie, stremata dalla fatica, di cui si vedevano ancora i segni, teneva tra le braccia un piccolo fagottino rosa, e quasi si sentì in colpa nel dover rompere quell’armonia.

Titubante, si avvicinò al letto dov’erano adagiate sua moglie e sua figlia.

-Harry- lo chiamò, stremata, Ginny.

-Ginny-

-è una bambina Harry, guarda, la nostra bambina-

-Si, la nostra piccola principessa-

-Come la chiamiamo?-

-Non lo so… - ci pensò su un attimo, e in mente gli ritornarono due bellissime iridi verdi, le sue bellissime iridi verdi, quelli a cui tutti paragonavano i suoi occhi -perché non la chiamiamo Lilian?-
-Si, sarebbe perfetto! Lilian Luna Potter-

-Luna?!-

-In onore di Remus e Luna, che ne dici?-

-Dico che è un nome bellissimo- poi si rivolse alla bambina, che era molto rilassata e teneva ancora gli occhi chiusi –ciao Lily Luna Potter, benvenuta nel mondo- e le sorrise.
Ora aveva capito le parole di Silente…

Mamma guarda, guarda tuo figlio, e guarda la tua nipotina, sei contenta? Si chiama proprio come te, si chiama proprio come la mia salvatrice. Adesso anch’io, come papà, ho la mia Lily.


Angolo autrice
beh, questa storia non ha avuto il successo che speravo, ma non importa, spero solo che ci sia gente che l'ha letta e apprezata tanto quanto a me è piaciuto scriverla.
ringrazio quelle 4 anime pie che l'hanno messa nelle seguite e anche a chi leggerà questo piccolo e ultimo capitoletto di questa non so nemmeno io bene che cosa.
grazie davvero.
a preso.
Baci
Alyssia98

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