Together always

di Klaineinlove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno ***
Capitolo 2: *** Vecchi modi di fare ***
Capitolo 3: *** Perchè sei tornato? ***
Capitolo 4: *** Non abbiamo bisogno di parole ***
Capitolo 5: *** Voglio la tua felicità ***
Capitolo 6: *** Lo ami ancora ***
Capitolo 7: *** Così vicini ma così distanti ***
Capitolo 8: *** Fare la cosa giusta ***
Capitolo 9: *** Joe ***
Capitolo 10: *** La prima volta ***
Capitolo 11: *** l'incidente ***
Capitolo 12: *** Non lasciarmi solo ***
Capitolo 13: *** Insieme da sempre ***



Capitolo 1
*** Ritorno ***


All’età di sei anni Kurt Hummel si ritrovò senza una madre. La malattia gliel’aveva strappata dalle sue piccole e deboli braccia.
Kurt però aveva sempre il suo papà e soprattutto aveva Blaine.
Blaine Anderson aveva la sua stessa età anche se si dimostrava più piccolo essendo qualche centimetro più basso e troppo magrolino ma agli occhi di Kurt era perfetto.
I due bambini si erano conosciuti a scuola istaurando subito un rapporto di amicizia che sembrava non aver mai fine. Kurt passava tutto il giorno a casa Anderson la mamma di Blaine gli preparava i biscotti per lui e suo figlio e loro passavano intere giornate a giocare insieme.
Kurt sembrava aver trovato una seconda famiglia anche perché con il suo lavoro Burt Hummel era occupato tutto il giorno e di certo non poteva lasciar solo il piccolo Kurt che però era più che felice di passare i pomeriggi con Blaine.
I due ragazzi avevano trovato subito affinità nella scuola dal momento che avevano sempre avuto gusti diversi da altri bambini che preferivano sporcarsi nei giardini dell’istituto mentre loro sedevano sotto piccoli alberi fingendo di prendere il thè con un servizio di piatti che Burt aveva comprato a suo figlio che aveva tanto insistito per il suo compleanno.
Kurt e Blaine non litigavano mai, tranne per la volta in cui Kurt provò a difendere Blaine da due ragazzi più grandi di loro, perché veniva preso in giro per i suoi occhiali troppo tondi che gli ricordavano il maghetto Harry Potter. Blaine si era imbestialito perché continuava a ripetere a Kurt che lui era capace di difendersi da solo.
Furono le ore più lunghe ed insopportabili per entrambi, tanto che la sera Blaine si presentò a casa sua con dei biscotti preparati dalla mamma ai quali gli venne dato il nome di “i biscotti della pace”.
 
Entrambi non riuscivano a stare separati, anche quando Blaine dopo aver giocato a pallone sotto la pioggia si beccò la febbre, Kurt fingeva di andare a casa sua per giocare con le sorelle dell’amico ma poi si infilava nella sua cameretta e sotto alle coperte con lui gli raccontava le sue vicissitudini a scuola.
I due bambini amavano dormire insieme e ai genitori di Blaine e anche al papà di Kurt stava bene, erano piccoli e insieme si tenevano compagnia la notte e si consolavano se facevano brutti incubi.
All’età di dodici anni entrambi cresciuti capirono che i loro gusti riguardo alle ragazze rispetto agli amici di scuola erano completamente diversi.
Kurt fu il primo a confessare di non provare nessun piacere nel baciare una ragazza: gli era successo durante una festa di compleanno durante un gioco dovette baciare una ragazzina e lui nonostante l’ansia e la vergogna non riuscì a provare nulla in quel bacio quasi costretto dalle regole del gioco.
Blaine invece capì i suoi gusti ogni volta che giocava con gli amici a pallone, rimaneva fin troppo a fissarli mentre gli passavano la palla o gli davano pacche sulle spalle quando giocavano insieme, Blaine amava quei momenti con i suoi amici.
Quando entrambi lo confessarono non erano stupiti ma comunque si promisero di restare migliori amici e di continuare a dormire insieme perché per loro nonostante entrambi fossero gay non c’erano nulla di male, si consideravano quasi come fratelli.
All’età di quattordici anni Blaine riuscì a trovare un ragazzo. Questo in un primo momento riempì il cuore di gioia di Kurt ma poi notando sempre l’assenza del suo amico perché passava tutto il tempo con il suo fidanzato segreto, si pentì di essere così felice per lui e spesso Kurt si chiedeva quando fosse successo a lui di trovare un fidanzato e provare finalmente a baciare qualcuno.
Notato il distacco tra i due, Blaine dopo la sua festa di compleanno invitò Kurt a vedere per la prima volta un film Horror…risultato?Passarono la notte svegli con Blaine che consolava Kurt dicendogli che non sarebbero stati rapiti dagli alieni e che nessun fantasma sarebbe uscito dallo specchio della sua camera.
A sedici anni ci fu un cambiamento nella vita di Blaine. Un pomeriggio Kurt era nella sua camera, ormai grande così da poter restare solo, e mentre ascoltava buona musica incollando alcuni capi d’abbigliamento ritagliati da alcune riviste, il ragazzo dai folti ricci corse nella camera di Kurt abbracciandolo fortemente raccontandogli la sua prima volta.
Kurt rimase spiazzato dal racconto dettagliato che Blaine dava così emozionato di quello che gli era successo mentre nel suo cuore Kurt si sentiva sempre più solo.
Poi tutto cambiò. Richard il padre di Blaine grande chirurgo aveva avuto un lavoro lontano dalla piccola città di Lima.
I cuori dei due amici si fecero in mille pezzi, il pensiero di perdere completamente l’amicizia di Blaine fece crollare del tutto Kurt che pensava che ormai senza di lui non sarebbe riuscito ad andare avanti. La sera prima di partire Blaine portò due piccoli anellini da mettere al mignolo come segno della loro amicizia che non sarebbe mai finita.
 
Ora all’età di ventuno anni Kurt durante una lezione universitaria continuava a fissarsi quel piccolo anello troppo grande per entrare al suo dito così aveva comprato una catenina da mettere al collo da portare sempre con se. Kurt e Blaine non si sentivano da ben sei anni ma nonostante questo Kurt aveva sempre indossato quel piccolo oggetto che gli ricordava il suo amico d’infanzia.
“Allora mi ci accompagni Kurt?”
Kurt scosse la testa voltandosi verso la sua amica
“Dove?” gli chiese e Mercedes capì che come al solito il suo amico si era perso in qualche ridicola fantasia.
“A ritirare i libri nella biblioteca”
Kurt annuì “certo, devo ritirarli anche io andiamo”
Non ci misero molto per arrivare alla biblioteca e mentre Mercedes si faceva aiutare da una ragazza Kurt pensò di prendere da solo i libri da uno dei scaffali più alti della biblioteca. Purtroppo le sue dita affusolate fecero scivolare il libro dalle sue mani che cadde dritto sulla testa di un ragazzo che era proprio sotto di lui mentre prendeva dei libri nello scaffale in basso.
“Oddio perdonami” urlò Kurt portandosi le mani alla bocca. Il ragazzo lentamente si alzò grattandosi la testa “tranquillo, credo che il mio cervello sia ancora sano”
Kurt lo fissò e notò che era l’assistente di uno dei professori dei corsi che seguiva. Perfetto.
“Sono dispiaciuto, sono sempre così sbadato” Kurt riprese dal pavimento l’arma del delitto stringendolo forte mentre il ragazzo biondino sorrise con tutta tranquillità.
“Non ci sono problemi ma cerca di accaparrare gli assistenti dei tuoi professori in altri modi”
Kurt spalancò gli occhi, probabilmente questo ragazzo lo aveva notato ai corsi
“Oh…io..no ma cosa pensi..” il biondo rise di gusto
“Ti sto prendendo in giro tranquillo” gli fece l’occhiolino e fece per andarsene.
Kurt rimase qualche istante immobile fissando quel ragazzo andare via, ma poi la voce di Mercedes lo chiamava segno che le crocchette per pranzo potevano finire da un momento all’altro.
Dopo pranzo i due amici camminavano per il campus. Kurt aveva la camera lì con Mercedes, avevano avuto il permesso dopo una lunga e vittoriosa discussione prima con una segretaria e poi con il rettore dell’istituto, e soltanto nei weekend tornava a casa da suo padre Burt che intanto si era risposato con un’altra donna alla quale Kurt le voleva un mondo di bene.
“Non riesco a conciliare questi orari devono esserci degli errori” Kurt continuava a camminare con i libri sotto al braccio e con il foglio sotto al naso mentre leggeva attentamente l’orario delle lezioni che non combaciavano tra di loro.
“Tesoro se vuoi passiamo in segreteria” gli disse dolcemente l’amica mentre gustava un gelato alla panna. Ma mentre camminarono la ragazza non fece in tempo ad avvisare Kurt che quest’ultimo andò a scontrarsi contro qualcuno e cadde dritto a terra.
“Ma che…” Kurt provò ad alzarsi immediatamente voltandosi per vedere se i suoi costosi Marc Jacobs si erano macchiati di terreno
“Tranquillo sono puliti” gli disse una voce che Kurt non riuscì a riconoscere. Quando si voltò il volto di quel ragazzo gli era familiare: capelli ricci occhi color miele.
“Scusami non ne combino una giusta oggi” disse mortificandosi Kurt nonostante non riuscisse a staccare gli occhi da quel ragazzo posto di fronte a lui.
“Carina questa” rise beffardo il bruno allungando la mano verso il collo di Kurt fino a prendere la collanina, Kurt si tirò subito indietro con l’intendo di proteggere quell’oggetto prezioso.
Il ragazzo rise ancora una volta ancora più forte che fece innervosire Kurt, perché diamine quella radiosa risata era così familiare?
Il ragazzo allungò la mano verso la sua tasca e ne fece uscire un ciondolo con lo stesso identico anello che Kurt portava al collo.
Solo allora fu troppo chiaro: i capelli, gli occhi, la risata…lui era tornato!
“Non ci posso credere…Blaine!”
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Rieccomi con una nuova Klaine. Ne avevo iniziato a pubblicare un'altra ma poi l'ho eliminata. Sinceramente questa non  so che fine farà io vorrei proseguirla ma non so se ne vale la pena. Ora siamo solo all'inizio c'è da scoprire perchè Blaine è ritornato e altre cose che accadranno, ma mi farebbe piacere sapere se per voi vale la pena continuare o no! Grazie in anticipo!

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Capitolo 2
*** Vecchi modi di fare ***


Kurt rimase qualche istante immobile fissando il ragazzo con gli occhi raggianti che lo guardava con aria ricca di emozione e sorpresa.
Blaine era tornato, il suo amico, colui che aveva condiviso la sua infanzia era lì davanti a Kurt che aspettava di essere abbracciato e così fece, Kurt lo strinse forte quasi da fargli male e con le lacrime che gli rigavano il volto che scendevano sulla sua giacca.
Blaine ricambiò l’abbraccio più forte di quanto Kurt si aspettasse e quando quest’ultimo provò a staccarsi lui lo tirò di nuovo a se beandosi per qualche altro istante dell’odore del suo amico.
“Io non posso crederci, Blaine cosa ci fai qui?” la voce di Kurt era tremante e per qualche istante anche Blaine fece fatica a parlare
“Mi mancavi. Volevo vederti Kurt”
Solo pochi minuti dopo entrambi si accorsero che le loro mani erano intrecciate ma senza imbarazzo le lasciarono così come erano abituati da piccoli.
 
Kurt presentò Blaine a Mercedes e quest’ultima si dileguò dicendogli di dover preparare le ultime cose da portare a casa nel weekend mentre Kurt trascinò Blaine a prendere un caffè.
“E’ passato così tanto tempo, non avere più tue notizie è stato terribile” Kurt gli fece segno di sedersi ad un tavolo mentre non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
“Lo è stato anche per me Kurt, ecco perché sono qui”
“I tuoi genitori come stanno?Le tue sorelle?”
Blaine rise all’entusiasmo del suo amico “Loro, stanno tutti bene ma non sono qui con me, sono venuto da solo”
Kurt spalancò gli occhi stile cartone animato cosa che divertì molto l’amico mentre sorseggiava il suo caffè
“Quanto tempo rimarrai qui?Dove ti sei stabilito?Non dirmi che hai prenotato in un Hotel perché non te lo permetterò sarai ospite a casa mia.” Kurt cominciò a parlare a raffica e solo quando Blaine poggiò la sua mano sulla sua lui si calmò.
“Sospira Kurt ti prego” disse divertito Blaine “Comunque ero passato a casa tua e tuo padre mi ha già invitato da te e lui che mi ha detto dove incontrarti.”
Kurt sospirò felice mentre la mano di Blaine gli trasmetteva calore, sentirlo di nuovo era una sensazione indescrivibile.
“Allora possiamo tornare insieme a casa, io nel weekend lascio l’istituto, puoi stare in camera di Finn lui è con la fidanzata non credo che torni” Kurt fissò lo sguardo perplesso di Blaine
“Aspetta chi è Finn?”
Giusto Blaine non conosceva nulla dello sconvolgimento familiare in casa Hummel.
“Andiamo a prendere la mia borsa, ho tante cose da raccontarti”
 
Durante il viaggio entrambi non riuscirono a stare un attimo in silenzio, avevano troppe cose da dirsi e si sovrastavano con la voce l’uno con l’altro. Kurt fece fatica a guidare; era difficile tenere lo sguardo sulla strada quando un paio di occhi color miele lo fissavano emozionato di ogni suo racconto.
Quando arrivarono Blaine poté conoscere Carole la moglie di Burt e la donna lo accolse con un enorme abbraccio elogiando in pochi minuti tutti i racconti di Kurt che gli aveva narrato.
Appena entrarono in camera di Kurt, Blaine rimase a fissarla per qualche istante.
“Devo dire che è cambiata ma come sempre ti rispecchia” gli disse con tono serio Blaine prima di gettarsi con la schiena sul letto. Kurt provò ad avvicinarsi alla scrivania ma l’amico lo prese per il polso e lo trascinò sul letto per poi avvolgerlo in un forte abbraccio
“Mi sei mancato Kurt!” gli sussurrò all’orecchio prima di dargli un bacio sulla punta.
“Anche tu Blaine, tanto!” sospirò Kurt.
Kurt fissava Blaine, quante cose ora doveva raccontare al suo amico?
Avrebbe voluto dirgli che adesso non aveva più paura dei film Horror e che anche lui aveva avuto il suo primo bacio, e che in tutti questi anni lui non l’aveva mai dimenticato.
A distogliere i pensieri di Kurt ci fu una cuscinata che gli arrivò dritta sul naso da parte di Blaine. Kurt si portò subito le mani sul volto accarezzandosi mentre si lamentava per il dolore così Blaine spostò le mani dal suo viso e gli baciò la punta del naso
“Va meglio adesso?” gli chiese dolcemente e Kurt annuì. Si strinsero in un altro abbraccio prima di essere interrotti da una bussata di porta.
“tesoro al telefono, c’è Mercedes” Kurt balzò dal letto fino ad aprire la porta dove c’era Carole con il cordless alla mano.
“Grazie Carole”
Prese il telefono e chiuse la porta prima di cominciare a chiacchierare animatamente con l’amica. Solo pochi minuti dopo scostò il telefono dalla bocca comprendono con la mano
“Stasera ci sono i miei amici che vanno in un piccolo locale, niente di rumoroso, vuoi venire o preferisci riposare?”
“Andiamo, mi manca visitare questa città” rispose raggiante Blaine mettendosi a sedere composto sul letto.
“Okay Mercedes allora saremo dei vostri.”
 
“Kurt ho un problema!”
Blaine urlava dal bagno mentre Kurt era di fronte allo specchio che si preparavano per uscire, purtroppo anche questa volta i capelli di Kurt non volevano sistemarsi come lui desiderava.
“Che hai Blaine?” chiese con un filo di preoccupazione l’amico e quando Blaine uscì dal bagno Kurt impallidì mentre un nodo si strinse alla gola mozzandogli il fiato vedendo Blaine indossare dei pantaloni rossi aderenti mentre era a dorso nudo indeciso su due maglie da indossare.
Kurt mandò a benedire il piccolo Harry Potter che veniva preso in giro alle elementari. Blaine aveva un fisico da far paura, non tanto muscoloso ma ben formato e Kurt non poté far a meno di indugiare sulle due fossette che indicavano l’inguine. Deglutì a fatica, certo era il suo migliore amico e non poteva fare strani pensieri ma era comunque un ragazzo mezzo nudo e ben formato per giunta gay di fronte ai suoi occhi.
“Allora, quale metto?”
Kurt provò ad essere indifferente e dopo numerosi battiti di ciglia indicò la maglia nera poi prese un papillon dal suo cassetto e glielo fece indossare.
“Così sei perfetto” sentenziò prima di ritornare faticosamente a riguardarsi nello specchio mentre dal riflesso vedeva Blaine che lo fissava.
“Cos’hai?” chiese incuriosito sorridendo.
“Kurt, sai che siamo amici, posso dirti tutto quindi vero?” domandò dubbioso Blaine
“Certo che puoi Blaine!” rispose con ovvietà l’amico.
“Ecco..questi tuoi pantaloni…non sono…troppo stretti?”
Kurt alzò un sopracciglio “Mi stai dicendo come vestirmi?Blaine ti ricordi che ero io che veniva a sceglierti i vestiti la mattina prima di andare a scuola?”
“Certo che lo ricordo, perché se mi vestivo da solo mi minacciavi di non camminare insieme a me”
“Ecco, quindi puoi risponderti da solo alla domanda sui miei pantaloni!”
Dopo aver sistemato per l’ultima volta i capelli e aversi dato un’altra occhiata allo specchio i due uscirono.
 
Quando raggiunsero il locale gli amici di Kurt erano già seduti al tavolo che solitamente prenotavano, era Puckerman a farsi riservare sempre il posto migliore.
Per fortuna in pochi minuti di conversazione Blaine riuscì ad inserirsi tranquillamente con i ragazzi e Kurt tirò un sospiro di sollievo prima che qualcuno attirasse la sua attenzione.
“Che hai Kurt?” chiese incuriosita Mercedes.
“Aspetta, torno subito”
Kurt si alzò fino a raggiungere il bancone dove un ragazzo gli aveva fatto segno di avvicinarsi, Kurt lo aveva riconosciuto perché la mattina gli aveva quasi fracassato il cranio.
“Ci rincontriamo di nuovo, spero che non hai portato nessun libro con te” gli disse scherzosamente il ragazzo indicandogli lo sgabello per sedersi.
“Nessun libro, oggi non c’è nessuno sulla mia lista di persone d’ammazzare”
Il ragazzo sorrise prima di allungare una mano
“Sono Ethan comunque.”
“Kurt” si strinsero la mano e poi Ethan ordinò subito da per entrambi.
Si ritrovarono in pochi minuti a chiacchierare del più e del meno e ogni tanto lo sguardo di Kurt guizzava al tavolo dove aveva lasciato Blaine da solo con i suoi amici mentre lo guardava dubbioso.
Venti minuti dopo Kurt tornò al tavolo dagli amici e aveva non solo ottenuto un drink gratis ma anche il numero di telefono di Ethan.
“Dolcezza lo sai che mi devi raccontare tutto non è vero?” gli sussurrò Mercedes mentre gli occhi di Kurt erano fissi su di Blaine che ascoltava le vicissitudini di Puckerman.
 
Ad un certo orario Kurt decise di andar via, preferiva far riposare Blaine, sapeva quanto era stato faticoso fare un viaggio da New York a Lima e poteva benissimo notare i segni di cedimento da parte del suo amico.
Si infilarono in auto e Kurt accese la radio abbassando il volume per creare una musica di sottofondo al loro chiacchierio.
“E’ carino il tuo ragazzo, potevi dirmelo di avere un fidanzato” borbottò Blaine socchiudendo gli occhi, segno della stanchezza accumulata.
“Lui non è il mio ragazzo” rispose Kurt distogliendo lo sguardo per un istante dalla strada per fissare Blaine che si era raggomitolato sul sedile dell’auto. Kurt sorrise dolcemente per poi spegnere la radio. Quando arrivarono si pentì di svegliarlo: vederlo con gli occhi chiusi in quella posizione mentre scomodamente dormiva sul sedile era dolcissimo. Kurt subito ricordò le notti in cui si svegliava per un brutto incubo e vedeva Blaine dormire accanto a lui e anche se non voleva svegliarlo ci pensava il suo pianto isterico ma Blaine non si stancava mai e cominciava subito a consolarlo stringendolo nelle sue piccole braccia più che poteva.
Dopo qualche protesta di Blaine riuscirono a rientrare in casa, Burt e Carole già dormivano così in silenzio entrarono in camera di Finn dove avrebbe dormito Blaine.
“ Sistemati pure qui, Carole ha già cambiato le lenzuola e non troverai nessuna briciola di qualche Santo panino in giro”
Blaine lo guardò confuso “Scusa credo di non aver afferrato il concetto..Santo cosa?”
Kurt rise e mosse le mani come per scacciare il pensiero “Non preoccuparti, pensa a dormire. Buonanotte Blaine”
Kurt uscì dalla camera e dopo una doccia veloce si passò la sua solita crema per il corpo prima di addormentarsi ma quando venne il momento non riusciva a chiudere occhio.
Un pensiero gli tormentava la testa: Blaine era nella stanza accanto a lui e solo un muro li separava e tutto quello che Kurt desiderava era entrare nella camera e abbracciare il suo amico come facevano da bambini.
Scacciò il pensiero, probabilmente Blaine era già nel mondo dei sogni, però infondo Kurt voleva assicurarsi se il letto fosse comodo per lui, ottima scusa per uscire e raggiungerlo.
Bussò per un attimo e quando aprì la porta vide felicemente che Blaine era ancora sveglio.
“Posso entrare?”
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Okay il secondo capitolo è postato. Volevo precisare che io sono una frana a dare i titoli ai capitoli ma ero anche stanca di nominarli sempre "capitolo 1, capitolo 2 ecc" Quindi magari a fine di ogni capitolo spiegherò il titolo. In questo caso "vecchi modi di fare" è quello di Kurt che ricorda a Blaine che era lui a consigliargli come vestirsi la mattina, e anche qui nella parte finale, Kurt si è intrufolato in camera per stare con lui come quando erano bambini.
Nel prossimo capitolo capiremo il vero ritorno di Blaine!

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Capitolo 3
*** Perchè sei tornato? ***


“Posso entrare?”
Kurt fece sbucare la testa dalla porta e Blaine con un gesto della mano lo invitò dentro.
“Che hai?Problemi a dormire?” Chiese Blaine facendogli automaticamente spazio nel suo letto per poi condividere con lui la sua coperta.
“No, volevo solo chiacchierare, da quando sei arrivato non ne abbiamo avuto tempo, so che sei stanco ma io vorrei chiederti una cosa”
Blaine si posizionò poggiando la testa sul cuscino e mettendosi di lato, Kurt fece lo stesso così che entrambi potessero comodamente guardarsi in volto.
“Dimmi pure”
“Perché sei tornato Blaine?” chiese con serietà Kurt non distogliendo lo sguardo da quello del suo amico per percepire la sua espressione. Aveva fatto centro, perché Blaine non era sorpreso dalla domanda perché era consapevole che Kurt aveva già intuito che c’era qualcosa in lui che non andava.
Blaine sospirò mordendosi il labbro inferiore e quando tornò a fissare Kurt gli accarezzò i capelli buttandogli qualche ciocca dietro all’orecchio.
“Quando mi sono trasferito a New York ero solo, però non ci impiegai molto a farmi nuove amicizie e conobbi un ragazzo anche lui gay. Beh diciamo che siamo stati amici per un po’, ma l’amicizia si è trasformata in amore.”
Blaine si fermò per un istante a fissare Kurt che però sembrava tranquillo e interessato alla storia così proseguì.
“Ufficialmente siamo stati insieme due anni, ma sono stati intensi sicuramente. Quando….quando a New York è stata proclamata la legge per i matrimoni gay ero su di giri Kurt!” la frase uscì come un lamento e Kurt subito aggrappò una mano di Blaine per confortarlo.
“Continua” gli sussurrò dolcemente.
“Ero così felice che…che azzardai a fare la proposta al mio ragazzo.”
“Gli diamo un nome a questo ragazzo Blaine?” scherzò Kurt per sdrammatizzare, questo fece sorridere al bruno.
“Scusa hai ragione, si chiama Joe”
“Nome poco originale, i suoi genitori non hanno avuto molto fantasia” Kurt fissò l’amico che lo guardava incredulo. “Okay scusa continua…ma andiamo Joe” Blaine alzò un sopracciglio guardando Kurt con sconcerto ma poi rise quando vide l’amico che fece segno di chiudersi la bocca con un lucchetto.
“Era la sera del nostro anniversario, dove potevo trovare un momento migliore?Non gli proposi nessun anello o smancerie del genere, sapevo perfettamente che non è il tipo di quelle cose”
Kurt stava per replicare di nuovo ma poi chiuse la bocca quando Blaine gli fece notare scherzosamente che l’aveva chiusa con un lucchetto.
“Durante la cena glielo proposto. Sembrava così emozionato all’idea continuava a dirmi Wow sembra grandioso. Alla fine tornammo a casa, passammo la notte insieme e il giorno dopo è sparito lasciandomi un biglietto dicendo che non era pronto e che io meritavo di meglio”  Blaine sbruffò sonoramente  ricordando il testo del biglietto “meritavo di meglio, la classica e patetica frase per lasciare qualcuno. Ero così arrabbiato, il suo cellulare era staccato e ogni volta che lo cercavo sul posto di lavoro la sua segretaria non mi permetteva di entrare” Blaine chiuse gli occhi e deglutì mentre Kurt lo fissava ad occhi spalancati. Il suo migliore amico voleva sposarsi?
“L’ho visto due mesi dopo in un negozio di fiori che scherzava con un ragazzo, non so chi fosse ma sicuramente non era un suo parente perché li conoscevo i suoi familiari. Stavo letteralmente impazzendo così mia madre mi ha proposto di fare un viaggio e subito ho pensato di venire a farti visita.”
Kurt riuscì a vedere un’ombra in quei occhi miele del suo amico che volevano solo sfogarsi per cacciare via le lacrime. Così lo abbracciò forte poggiando il mento sulla sua testa
“Non ti preoccupare, hai fatto la cosa migliore”
Blaine ricambiò l’abbraccio, il collo di Kurt venne bagnato dalle sue lacrime ma a nessuno dei due pareva importarsene
“Scusami” bisbigliò Blaine.
“Per cosa?”
“Per essere un’egoista. Sono venuto qui per scappare, ma è vero che mi mancavi Kurt, mi mancava tutto di te”
“Tu non sei egoista Blaine, sei il mio migliore amico e io sono felice che dopo tutti questi anni tu sia venuto da me per sfogarti di questo peso, mi fa quasi onore”
Kurt spostò l’amico dal suo petto per asciugargli le lacrime dal viso. Blaine era sempre stato così bello con gli occhi lucidi quando piangeva? Di certo non era il momento di pensarlo ma Kurt ne rimase incantato.
“Di solito ero io a consolarti con i brutti incubi ricordi?” scherzò Blaine passando una mano sotto al collo di Kurt per toglierli le lacrime.
“Le cose cambiano con il tempo Blaine. Se vorrai sarò io a prendermi ora cura di te”
Blaine sospirò e Kurt si avvicinò per poi dargli un bacio sulla fronte.
“Potrai stare qui tutto il tempo che vorrai e non negare mai il mio aiuto Blaine, perché ti voglio bene e farei tutto per te. Tutto.”
Rimasero in silenzio per un bel po’, poi il sospiro di Blaine fece intendere a Kurt che si era addormentato tra le sue braccia. Kurt decise di non spostarsi ma di restare lì accanto al suo amico come quando erano bambini.
 
“Tu sai cosa hai fatto ieri vero?” chiese Burt il giorno seguente al figlio mentre facevano colazione in cucina da soli. Blaine dormiva ancora mentre Carole era già a lavoro.
“Illuminami” rispose Kurt prendendo da una caraffa il caffè per poi soffiarci sopra.
“Ti sei infilato nella camera dove sta dormendo Blaine, Kurt queste cose andavano bene quando eravate bambini ma adesso…”
“Papà!” Kurt lo ammonì subito “Blaine ha bisogno di me, ha passato un brutto periodo, ha bisogno del suo migliore amico, ti prego…ti prego papà fidati di me”
“Lo faccio”
“Cosa?”
“Fidarmi di te Kurt. Ma i tuoi sentimenti mi preoccupano, so come volevi bene a Blaine, non potevi considerarti solo il suo migliore amico”
“Papà era il mio migliore amico e lo è ancora, tu non preoccuparti non mi innamorerò di lui o cose del genere se lo credi”
“Se lo credi tu” controbatté Burt.
Il figlio decise di tagliare la conversazione mentre prese un’altra tazza di caffè e si avviò nella camera di Finn dove Blaine riposava ancora.
“Hey bell’addormentato alzati che gli usignoli cantano per te!”
Dopo qualche minuto di fatica Blaine aprì gli occhi e prese la tazza dalle mani di Kurt
“Buongiorno” riuscì a bisbigliare prima di fiondarsi nel caffè che subito lo fece riprendere.
“Come ti senti?” gli domandò Kurt sedendosi ai bordi del letto. Blaine si allungò e gli diede un forte bacio sulla guancia.
“Sto benissimo grazie!”
“Bene!” Kurt batté le mani sulle sue gambe “Perché oggi ci aspetta un bel pic-nic all’aperto con i miei amici. Lo facciamo ogni sabato verrà anche Finn così lo conoscerai”
“Fantastico” rispose con vero entusiasmo Blaine scendendo dal letto e dirigendosi verso il bagno
“Sai già cosa fare vero Kurt”
Il ragazzo sorrise e si diresse verso il borsone di Blaine per preparargli un completo adatto alla giornata.
 
Quando arrivarono ai giardini Puckerman preparò subito la sua chitarra mentre Quinn e Rachel stendevano una tovaglia dove poggiare il loro pranzo.
“Fate passare la mia fantastica torta a zero calorie per favore” Kurt fece spazio posando al centro della  tovaglia il suo dolce dove Artie e Finn la guardarono con disgusto nonostante il suo bell’aspetto.
Blaine aiutò le ragazze ad ordinare le altre cose e le due amiche si guardarono sorridendo
“Gentile il tuo ragazzo Kurt” scherzò Quinn dando una pacca sulla spalla a Blaine che si limitò a ricambiare il sorriso alla biondina.
“Non è il mio…Oh ecco Santana e Brittany” Kurt venne distratto dalle altre due ragazze che arrivarono cariche di altre cose da mangiare.
“Allora che ne dite di cantare qualcosa?” propose Mercedes ma quando Rachel provò a proporre qualcosa tutti la zittirono.
“Oh andiamo ragazzi le mie canzoni sono sempre fantastiche vero amore?” la ragazza si voltò verso il Finn trovando conforto mentre quest’ultimo nonostante non condividesse i pensieri di Rachel annuì con un finto sorriso.
“Io so quale possiamo cantare. Artie devi iniziare tu e noi ti facciamo da coro. La canzone che provammo la settimana scorsa ci state?”Propose Kurt mentre gli altri si sistemarono e Blaine li guardava con entusiasmo “Questa è per te” gli disse sottovoce Kurt al suo amico che sorrise però guardandolo perplesso.
Sometimes in our lives, we all have pain, we all have sorrow. 
But if we are wise, we know that there's always tomorrow. 
Lean on me, when you're not strong and I'll be your friend. 
I'll help you carry on, for it won't be long 'til I'm gonna need somebody 
to lean on.

Blaine rimase estasiato di come I ragazzi cantassero in coro e mentre Mercedes attaccava la sua strofa Kurt strinse la mano al suo migliore amico
 
Please swallow your pride, if have things you need to borrow. 
For no one can fill those needs that you won't let show. 
 
Kurt invitò Blaine a unirsi al coro sperando che l’amico conoscesse la canzone e per sua fortuna Blaine sapeva le parole. Emozionato e un tantino imbarazzato Blaine si unì a cantare con i ragazzi tenendo forte la mano di Kurt.
 
You just call on me brother when you need a hand. 
We all need somebody to lean on. 
I just might have a problem that you'll understand. 
We all need somebody to lean on. 

 
Quando la canzone finì si applaudirono da soli sotto gli occhi sorridenti delle altre persone che si trovavano nel parco
“Siamo stati grandiosi” urlò Puckerman battendo un cinque con Finn mentre Blaine si buttò tra le braccia di Kurt che lo accolse con calore e gli canticchiò le ultime parole della canzone
You just call on me brother if you need a friend. We all need somebody to lean on.”
“Grazie Kurt” Blaine si trattenne dal piangere e per fortuna iniziò a ridere quando Rachel propose di cantare una canzone da sola e tutti si alzarono a lamentarsi per poi fiondarsi sul cibo.
Blaine sapeva che il suo migliore amico sarebbe stata la sua cura.
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Ed ecco il motivo del ritorno di Blaine. Per fortuna c'è il suo amico a consolarlo e credo che la canzone sia proprio adatta alla situazione, per chi non l'avesse riconosciuta è Lean on me. Ci rivediamo al prossimo capitolo che inizierò a scrivere proprio questa sera.

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Capitolo 4
*** Non abbiamo bisogno di parole ***


Domenica pomeriggio Kurt aveva tutta l’intenzione di mettersi comodo sul divano e ripassare la lezione che avrebbe dovuto seguire in classe con il professor Lynch il quale Ethan era il suo assistente. Peccato che Blaine non aveva le stesse intenzioni di Kurt.
Quando il ragazzo si sedette e aprì il libro vide Blaine silenzioso sedersi accanto a lui. Giusto il tempo di leggere qualche pagina che sentì una mano solleticare leggermente la sua schiena. Prese la mano di Blaine e lo accigliò con uno sguardo così il bruno per qualche istante stette buono al suo posto, ma quando Kurt tornò a leggere i suoi appunti sentì un fresco venticello, sicuramente non causato dalle finestre chiuse, dietro al suo collo.
“Blaine che stai facendo?” domandò esausto Kurt poco dopo.
“Mi annoio” rispose l’amico facendo il broncio.
“Quindi ti sembra utile rompere le scatole a me che sto cercando di studiare?”
“No però sembra divertente”
“Oh Blaine credimi se mi arrabbio sono l’opposto del divertente”
“Ma io mi annoio Kurt”
“Ed io devo studiare Blaine”
Ci fu qualche altro minuto di silenzio interrotto dal sospiro di rabbia di Kurt quando Blaine si stese poggiando la testa sulle sue gambe facendo scivolare dalle mani di Kurt il libro che leggeva.
“Sei un caso senza speranza lo sai Blaine?” disse Kurt sorridendo mentre gli accarezzava i capelli
“E’ tu sei adorabile ed io non ti ho ancora ringraziato per la piccola dedica durante il pic-nic di ieri” Blaine allungò la mano sul volto di Kurt per ricambiargli la carezza.
Rimasero qualche istante a fissarsi negli occhi.
“I tuoi occhi…Kurt…sono più limpidi” esternò Blaine con un tocco di meraviglia
“Lo sono quando sono emozionati…” sospirò Kurt. Quando la porta del salotto si aprì i due ragazzi rimasero immobili senza scomporsi voltandosi solo per vedere chi fosse entrato. Per loro stare così in quel modo non era imbarazzante lo facevano sempre e per loro era naturale.
“Kurt ho intenzione di preparare qualche biscotto prima che io e tuo padre usciamo, così potrai servire qualcosa da mangiare quando arriveranno i tuoi amici.” Carole parlò avvicinandosi ai due ragazzi.
“Carole io ci terrei molto a fare i biscotti con te ma devo studiare” sul volto di Kurt si formò un sorriso maligno.
“Blaine si offre volontario” esordì spingendo la testa dell’amico dalle sue gambe.
“Io?” chiese confuso Blaine
“Si, tu, così mi lasci studiare”
Alla scenetta appena vista e al broncio di Blaine, Carole scoppiò a ridere prendendo il bruno per mano.
“Su ragazzo vieni con me è impara a fare dei buonissimi biscotti.”
 
Per un paio d’ore Kurt riuscì a studiare, disturbato di tanto in tanto da rumori di pentole e lamenti di Blaine.
Dovette chiudere il libro quando sentì Carole urlare qualcosa.
“No Blaine così no…aspetta figliolo”
Un botto. Il suono che seguì fu un botto così che Kurt corse in cucina incurante di non aver indossato le ciabatte per poi spalancare la bocca stile cartone animato per la scena che si ritrovava di fronte.
Blaine ricoperto di farina che invano aveva cercato di aprire il pacco in modo del tutto errato, tanto che facendo pressione gli era esploso sulla faccia. Il riccioluto era immobile sotto gli occhi divertiti di Carole e Kurt e quest’ultimo prese il suo cellulare per scattare una foto.
“Adesso ho il mio ricatto personale” sentenziò soddisfatto Kurt prima di avvicinarsi all’amico e cominciare a togliergli la farina davanti agli occhi.
“Andiamo a darci una ripulita Blaine” lo tirò per un braccio
“Non sono un bambino Kurt” si lamentò l’amico lasciandosi comunque trascinare.
“Da come ti lamenti non direi proprio”
 
Dopo che Blaine si era ripulito di tutta quella farina, toccò a Kurt risistemarsi: aveva invitato i suoi amici a casa come capitava ogni domenica prima di ritornare all’università il giorno successivo.
“Kurt ti squilla il telefono!” urlò Blaine disteso a pancia in giù sul letto.
“Rispondi tu per favore? Sarà sicuramente Mercedes che vuole avvisarmi del suo arrivo” strillò Kurt dal bagno intento a passarsi un po’ di crema sul volto.
“Pronto, chi parla, non sono Kurt Hummel” rispose ironicamente Blaine ma poi il suo tono di voce divenne più serio.
“Oh aspetta” si avvicinò alla porta del bagno bussando “Hey Kurt, vieni non è Mercedes a meno che la sua fantastica voce non si sia tramutata in una roca da uomo”
Kurt uscì in fretta dal bagno strappando dalle mani di Blaine il telefono.
“Ciao Ethan” esordì con troppo enfasi Kurt appena sentì l’altra voce al capo del telefono.
Rimase qualche minuto a telefono e Blaine riuscì a capire dalle parole “Ci organizziamo all’università” e “martedì credo sia ottimo” che forse Kurt stava ricevendo un appuntamento.
“Allora, è andata a buon fine con questo…Ethan?” chiese Blaine pochi minuti dopo che Kurt aveva riattaccato.
“Mi ha chiesto solo di prendere un caffè, niente di particolare, non è un appuntamento” fece con tono vago Kurt guardandosi nello specchio in camera sistemandosi i capelli.
“Ci andrai a letto?” chiese con tono stranamente serio ma vago, Blaine.
“Oh andiamo Blaine, sono domande da fare?” Kurt non poteva vederlo, o almeno dal riflesso nello specchio vedeva il corpo muoversi sotto una matassa di cuscini.
“Perché?Siamo amici no?Puoi dirmi tutto” insistette il riccioluto
“No non ci andrò!” sbruffò Kurt cercando inutilmente di concentrarsi sulla crema e sul suo volto.
“Perché non ti…”
“Blaine la pianti per favore?” sbottò esausto Kurt voltandosi verso di lui.
“Oh…okay scusa” borbottò Blaine, poi il suo volto fece un’espressione di chi gli è stata appena spiegato qualcosa con il cucchiaino.
Oh” spasimò Blaine “Tu…non sei mai stato…” non volle proseguire la frase per non mettere in imbarazzo Kurt più di quanto non lo già fosse costatando il volto violaceo.
“Scusami” farfugliò seriamente dispiaciuto Blaine ma Kurt si sedette accanto a lui prendendogli la mano.
“Non fa niente, non è un argomento che mi va di discutere, non lo faccio con nessuno. Non ho trovato la persona giusta tutto qui” l’ampio sorriso di Kurt non fece sentire meno in colpa Blaine che lo fissò con sincero rammarico.
“Sei una persona straordinaria Kurt, probabilmente la migliore che io abbia mai conosciuto. Se la persona giusta non è ancora arrivata e perché non c’è nessuno alla tua altezza”
Kurt sogghignò  scontrando la sua spalla con quella di Blaine.
“Sai sempre trovare le parole giuste eh”
Blaine sorrise fino ad avvicinare il suo volto a quello di Kurt per poi dargli un bacio appena sotto l’orecchio.
“L’ho penso davvero”
Si alzò e uscì fuori sotto gli occhi estasiati di Kurt.
 
La serata proseguiva come al solito, Sam e Noah avevano portato dell’alcol ma nessuno ci aveva dato giù in modo pesante, Santana era seduta sul divano mentre sul pavimento c’era Brittany che giocava con un videogame di Finn mentre quest’ultimo era seduto sulla poltrona mentre teneva in braccio la sua ragazza.
“Sono carini insieme” bisbigliò Blaine avvicinandosi a Kurt offrendogli un bicchiere di diet-coke
“Si è vero” rispose Kurt guardando il suo fratellastro “Stanno pensando di sposarsi e mettersi su famiglia, mi sa che però Finn non è ancora pronto per il grande passo” nell’istante in cui disse quelle parole Kurt se ne pentì, lentamente si voltò per fissare Blaine vedendolo con il capo abbassato rivolto al bicchiere mezzo vuoto.
“Vado…vado a riempirlo” Kurt provò a prenderlo per il braccio ma non ci riuscì e lo vide scomparire dalla cucina.
“Maledizione” urlò stizzito Kurt attirando l’attenzione di Tina ma lui con una gesto di mano gli fece capire che andava tutto bene e raggiunse il suo amico in cucina. Quando entrò lo vide appoggiato al ripiano con gli occhi socchiusi.
“Blaine scusami” si affrettò a dire Kurt
“Tranquillo Kurt sto bene” rispose il bruno senza però fissarlo in volto.
“Sono stato così….così idiota, spesso non penso a ciò che la mia stupida e ingrata bocca dice!”
Blaine ghignò
“La tua bocca non è ingrata, stai tranquillo Kurt non me la sono presa. Solo se ci penso…è una ferita ancora aperta Kurt.”
Dopo qualche istante Kurt gli si avvicinò prendendolo per mano
“Io non capisco, non mi ha mai voluto dare una spiegazione, okay che non era pronto al grande passo e potevo accettarlo, ma lasciarmi così…io…”
Blaine strinse forte i pugni e si morse il labbro violentemente.
“Blaine…Blaine stai…stai calmo”
Kurt gli si avvicinò baciandogli la fronte “Sei un ragazzo forte Blaine ed io sono qui per te”
Finalmente il bruno riuscì a rilassarsi.
“Okay va bene, che ne dici di assaggiare quei cosi disgustosi che ho preparato con la tua matrigna?”
“Sono sicuro che saranno buonissimi” disse Kurt trascinandolo con lui nel salotto.
“Dovremmo combattere contro Finn, ma siamo in due ce la faremo!”
Blaine prese il polso di Kurt e lo bloccò. Si guardarono per un attimo e Kurt capì che Blaine lo stava ringraziando: non c’erano bisogno di parole o gesti vari, bastava un piccolo sguardo come da bambini per capirsi. Kurt sorrise e insieme al suo migliore amico raggiunsero gli altri ragazzi.
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So che i capitoli sono più piccoli, però sto aggiornando ogni giorno no? A domani spero e se volete lasciare una recensione sappiate che mi fate tantooo felice.

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Capitolo 5
*** Voglio la tua felicità ***


Prima di lasciarvi volevo fare un piccolo ringraziamento ad alcune ragazze che hanno aperto un profilo qui su EFP chiamato "KlaineinloveFAN" sinceramente sono ancora incredula (sto aspettando il momento in cui mi direte che in realtà le mie storie fanno pena) ma intanto devo ringraziarvi.

All’alba del lunedì mattina, Kurt era già in piedi con una borsa di vestiti puliti e un caffè alla mano pronto per ritornare all’università. Aveva lasciato Blaine dormire nel suo letto mentre lui non aveva chiuso occhio perché l’amico durante la notte si era dimenato per tutto il tempo a causa di qualche incubo.
Kurt telefonò a Mercedes, decise di partire insieme a lei per la paura di addormentarsi durante la guida e lui e la ragazza erano già in viaggio da un’ora.
“Blaine come sta?”
Kurt aveva raccontato tutto alla sua amica, della situazione di Blaine.
“Ne male ne bene. Mercedes forse io non posso comprenderlo perché non sono mai stato così innamorato come lui. Ma quando Blaine si affeziona a qualcuno da l’anima questo lo so bene, quindi è normale che ci sta male. Vorrei….vorrei star male io per lui affinché lui stesse bene” Kurt parlò quasi con un lamento sorseggiando il suo caffè mentre guardava fuori dal finestrino.
“Gli vuoi molto bene, è stata la cosa giusta per lui venire da te….voglio dire….con te si sente al sicuro”
“Già” sospirò “è stata una cosa giusta per lui….” Mugugnò Kurt
“Che intendi dire?” chiese curiosa l’amica
“Lascia stare Mercedes…”
 
Arrivati all’istituto giusto il tempo di posare le loro borse che i due amici si diressero a lezione. Kurt durante le ore di studio non poté far a meno di buttare l’occhio su Ethan l’assistente del professore che camminava nell’aula mentre l’insegnante teneva la lezione, e ogni volta che Kurt alzava lo sguardo puntualmente Ethan lo stava fissando. Questo lo fece arrossire. Molto.
A fine ora Kurt si diresse da lui.
“Posso darti una mano studente?” chiese divertito Ethan che già aveva notato l’arrivo di Kurt.
“Sto cercando quel ragazzo che mi ha proposto di prendere un caffè insieme” rispose Kurt rallegrato.
“Facciamo così…” Ethan si guardò intorno cercando di notare che non ci fossero troppe persone intorno a loro“Lynch mi ha dato alcuni compiti da correggere e catalogare altre cose, quindi ti propongo di cenare con me domani sera, ci stai?”
Alla proposta Kurt rimase qualche istante interdetto. Non era un appuntamento, oppure si? La cosa lo fece confondere parecchio ma riuscì a bisbigliare un “Okay” che rese felice Ethan e dopo una pacca sulla spalla lasciò l’aula.
 
Mentre giocava pensieroso con l’insalata nel suo piatto, durante l’ora di pranzo, Kurt si sentì chiamare diverse volte. Quando si voltò trovò Blaine che lo salutava da lontano con la mano.
“Quest’università è enorme!” esclamò esausto accasciandosi sulla sedia mentre con la bocca addentò le foglie d’insalata che Kurt stava per mangiare.
“Che…che ci fai qui?” chiese confuso Kurt.
“A casa mi annoiavo, tuo padre voleva che lo aiutassi nel garage con lui. Già mi sono sporcato le mani inutilmente con mio padre in passato per fargli accettare la mia omosessualità, non mi va di rimettere le mani su quella ferraglia”
Kurt rise addentando anche lui qualche foglia di insalata, poi passò il piatto a Blaine che continuò a mangiare.
“Quindi adesso mi fai capire le tue intenzioni?” chiese Kurt dopo essersi pulito le labbra con un fazzolettino
“Rimanere qui, con te” rispose con assoluta ovvietà Blaine rubandosi anche la bottiglina d’acqua che Kurt aveva sul tavolino.
“Blaine non puoi restare qui. Non sei uno studente di questa università e non è nemmeno un albergo che ti faccio dare una camera per te.”
“Ma resto in camera tua la mattina e nel pomeriggio me ne vado in biblioteca, o vado a prendere un caffè, andiamo non capiranno mai che non sono uno studente.”
Kurt alzò gli occhi al cielo e sospirò “Io dormo in camera con Mercedes, ho lottato per fare in modo di stare nella stessa stanza e con te poi sarebbe un casino, sono sicuro che lei nemmeno ti vuole in camera”
“Perché? Solo perché siamo entrambi gay e dormiamo nello stesso letto? Le prometto che farò il buono. Ci parlo io con Mercedes”
“Non la convincerai” sbottò Kurt.
“Vuoi vedere?” lo sfidò Blaine avvicinandosi al volto dell’amico facendo sfiorare i loro nasi.
“Blaine è una partita persa in partenza!”
Kurt era certo che la sua amica non l’avrebbe lasciato stare in camera, ci teneva molto alla privacy la ragazza.
 
 
“Non ci credo Mercedes gli hai detto di si?” Urlò Kurt nella biblioteca facendo alzare il capo agli altri studenti dai loro libri. Fece un segno di scuse con le mani e poi si abbassò vicino all’orecchio dell’amica.
“Ma Kurt credevo di farti un favore. A me poi non da fastidio è un bravo ragazzo ed è gay quindi non devo nemmeno vergognarmi di rimanere il mio intimo in giro”
“Tu non lasci il tuo intimo in giro” le fece notare Kurt
“Solo perché tu cominci ad imprecare peggio di un’anziana isterica. Ma che problema hai Kurt?”
Kurt scosse la testa ma non rispose, anzi pensò che cambiare argomento era decisamente meglio.
“Domani mi vedo con Ethan, che ne dici di andare a comprare qualcosina?”
 
Dopo qualche ora di sonno profondo Blaine venne svegliato dai rumori e dei commenti che Mercedes faceva a Kurt mentre provava i suoi nuovi vestiti.
“Dove siete andati?” borbottò grattandosi con una mano gli occhi per riuscire a focalizzare meglio Kurt a dorso nudo che stava per provarsi una camicia.
Di scatto Blaine alzò le coperte fino a ricoprirsi i fianchi, poi tornò a fissare Kurt in un paio di pantaloni bianchi stretti con sotto dei lunghi stivali fino al ginocchio.
“Sei perfetto” dissero all’unisono Mercedes e Blaine
 
Kurt si chiuse in bagno e uscì direttamente quando sentì la porta della loro camera bussare, ricordandosi di aver detto ad Ethan il numero della stanza e il piano. Si diede un ultima occhiata allo specchio è uscì.
“Buonanotte e non fate tardi, Blaine lascia studiare Mercedes” lo minacciò Kurt
“Agli ordini e tu vedi di non farti mettere le mani nei pantaloni”
Kurt al commento arrossì ma si chiuse la porta alle spalle per ritrovarsi Ethan nella sua forma più smagliante. Il suo sguardo si posò sulle mani del ragazzo che stringeva una piccola rosa rossa non ancora del tutto sbocciata.
“So che, in questo luogo non è il momento adatto a causa di occhi indiscreti ma vorrei che accettassi questa rosa”
Kurt la prese dalle sue mani e la portò al naso odorandola
“Sembri un’inguaribile romantico” scherzò Kurt “Grazie è gentile da parte tua”
Ethan sorrise e poi gli indicò l’uscita.
 
Mangiarono in un pub all’aperto Ethan si fece raccontare ogni particolare da Kurt e quest’ultimo era sorpreso di come il ragazzo lo ascoltasse senza annoiarsi. Di solito quando iniziava a parlare con Finn o Mercedes uno finiva per addormentarsi, l’altra sbraitava chiedendo pietà, mentre Ethan sembrava pendesse dalle sue labbra e rideva ad ogni sua battuta.
Quando circa alle due di notte ritornarono all’università si baciarono, un bacio lieve e veloce voluto da entrambi. Non potevano permettersi più di tanto, e nonostante l’ora, la prudenza non era mai troppa.
Entrato in camera Kurt notò la lucina dal comodino di Mercedes ancora accesa. Posò la rosa in un bicchiere con un po’ d’acqua dal bagno notando che in un angolo dello specchio c’era una rottura. In quell’istante non si preoccupò troppo preso dall’euforia e dopo essersi tolto le scarpe si buttò sul letto di Mercedes; voleva raccontargli della sua magnifica serata ma quando la ragazza si voltò aveva uno sguardo serio in volto.
“Mercedes, tesoro cos’hai?” chiese preoccupato a bassa voce Kurt.
La ragazza fece un cenno con la testa indicando Blaine dall’altro lato della camera che dormiva.
“Che ha combinato?” domandò Kurt con un finto broncio. Blaine poteva combinare tanti casini ma Kurt non sarebbe non riusciva mai a prendersela seriamente con lui.
Mercedes sospirò “Stavo studiando, lui si è messo accanto a me cercando di aiutarmi a ripetere. E’ stato tranquillo tutto il tempo poi ha ricevuto una telefonata. Era chiuso in bagno l’ho sentito urlare contro qualcuno e poi ho sentito un rumore. Quando è uscito dal bagno è scappato via con una mano sanguinante ho cercato di chiamarlo ma…”
“Lo specchio” sussultò Kurt “Ha spaccato lui lo specchio?”
Mercedes annuì “Quando è tornato si è ficcato sotto le coperte e non ho avuto il coraggio di chiedergli cosa gli è successo. Non ho tutta questa intimità con lui”
Kurt sospirò stringendo i denti e si alzò fino ad avvicinarsi a Blaine, gli tirò la mano da sotto le coperte e trovò il taglio ancora aperto con del sangue ormai secco sopra. Prese dal bagno la piccola scatoletta del pronto soccorso che l’università riservava in ogni camera e insieme a Mercedes gli fasciarono la mano.
“’Cedes domani non credo che seguirò il corso, ho intenzione di parlare con lui”
La ragazza capì la preoccupazione dell’amico, gli baciò la guancia e si mise a letto. Kurt in pochi minuti si cambiò infilandosi il pigiama e stendendosi accanto a Blaine stringendolo in un abbraccio mentre si portò la mano fasciata alla bocca baciando la ferita passandogli una mano sugli occhi umidi dal pianto. “voglio la tua felicità Blaine” gli sussurrò prima di addormentarsi.
 
Quando la mattina Kurt si svegliò Blaine non c’era nel letto e Kurt venne preso dal panico ma appena lo vide uscire dal bagno tirò un sospiro di sollievo.
“Perché non sei a lezione?” chiese con tanta serietà mai vista Blaine. Kurt si sistemò nel letto ordinando le lenzuola cadute sul pavimento durante la notte.
“Perché ho bisogno di parlare con te” rispose Kurt con la stessa serietà.
Blaine sorrise e si sedette accanto a Kurt “Dimmi allora, come è andata la serata?Ti ha portato sano e salvo vedo”
“Non posso dire lo stesso di te Blaine!” gli fece notare Kurt, facendogli capire che non era della sua serata che voleva parlare. Se in quel momento Blaine non fosse triste, si, Kurt gli avrebbe raccontato quanto era stato bello uscire con quell’Ethan e quanto era stato dolce, gentile e disponibile. Ma non lo fece. Tirò Blaine vicino a se facendogli poggiare la testa sul suo petto per poi accarezzargli i capelli ancora bagnati di una doccia che aveva appena finito di fare.
Blaine sospirò, sapeva che con Kurt non aveva scampo.
“Ieri sera mi ha telefonato mia madre. Ha detto che Joe è venuto a cercarmi a casa”
Kurt spalancò gli occhi e ringraziò che Blaine non potesse vederlo.
“Cosa…cosa voleva?”
Blaine iniziò a solleticare lievemente le parti scoperte del corpo di Kurt “Voleva parlarmi. Mia madre gli ha detto che sono partito ma non gli ha detto dove sono!”
“Questo è un bene?”
“Questo è inutile. Se vuole mi troverà” Blaine si alzò dal petto di Kurt per guardarlo negli occhi.
Kurt sbarrò ancora di più gli occhi erano vicini, troppo vicini e il cuore di Kurt martellava più forte del solito.
“Cos’altro vuole da me?” chiese disperato Blaine “Non gli è bastato farmi soffrire?” il tono di disperazione si era trasformato in rabbia e Kurt aveva smesso di accarezzargli i capelli nonostante la mano fosse ancora immersa in quei ricci, Kurt era come paralizzato dallo sguardo di Blaine.
“Io…non posso saperlo” balbettò Kurt mentre vedeva Blaine avvicinarsi vicino, fin troppo vicino.
Poi le loro labbra si scontrarono in un profondo bacio.

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Capitolo 6
*** Lo ami ancora ***


Kurt e Blaine si stavano baciando o meglio Blaine baciava Kurt ma quest’ultimo non aspettò un istante per ricambiarlo. Assaporò lentamente le labbra del suo amico che si scontravano con le sue mandandogli una scarica di piacere facendogli mozzare il respiro in gola. Il bacio da lento e calmo si trasformò cruento e desideroso. Blaine poggiò le mani sui fianchi di Kurt facendolo sistemare con le spalle contro al muro dietro al letto mentre le mani di Kurt si avventarono nei capelli ricci del suo amico mentre continuavano a baciarsi senza sosta. Qualcosa scattò nella mente di Blaine che si bloccò di colpo interrompendo il bacio e scostandosi da Kurt. Quest’ultimo era confuso e disorientato mentre involontariamente si passava la lingua sulle sue labbra per il bisogno di sentire quel sapore di Blaine che si era appena allontanato da lui.
Blaine sospirò “Kurt…mi dispiace io…non volevo” il moro diede un forte pugno sul letto facendo sussultare l’amico che provò ad accarezzargli il braccio “Va tutto bene, Blaine” Kurt sapeva benissimo che stava mentendo perché non riusciva a distogliere gli occhi dalle labbra di Blaine e voleva solo riassaporarle per un tempo illimitato, forse per sempre.
“Scusa, scusa” continuava a ripetere Blaine prima di alzarsi dal letto ed uscire dalla stanza lasciando Kurt solo in uno stato confusionale.
Blaine era arrabbiato per un bacio che avevano appena condiviso. Ma non il solito bacio che si scambiavano da bambini ai loro compleanni o quando era successo qualcosa di bello ad entrambi. Non si erano dati quel bacio che appena sfiorava le labbra. Loro si erano appena baciati.
Labbra vogliose contro labbra desiderose, lingue che danzavano e sentimenti confusi.
Kurt non sapeva quanto tempo era rimasto immobile con i capelli scombinati dove Blaine ci aveva giocato con le sue dita, e con le labbra ancora arrossate per quel bacio che si era trasformato in un bisogno di desiderio, in una forma di strana passione, ma la forte vibrazione di un cellulare lo fece tornare alla realtà. Alla realtà perché Blaine si era scusato per averlo baciato, aveva detto che non voleva. Non sapendo perfettamente come, Kurt si avvicinò al bagno fino alla piccola mensola dove c’era un cellulare che vibrava: Joe
Una sorta di panico si inabissò in Kurt mentre fissava il cellulare vibrare senza sosta. Tutto quello che Blaine voleva erano delle spiegazioni da questo ragazzo che lo stava facendo soffrire. Blaine voleva sapere perché era stato lasciato e Kurt voleva che il suo migliore amico la smettesse di soffrire. Così senza pensarci due volte uscì dalla camera non curandosi di indossare ancora il pigiama, e iniziò a cercare Blaine. Dopo un lungo girò dalla caffetteria e la biblioteca dove tutti ormai lo avevano sicuramente preso per un pazzo, Kurt trovò Blaine su un muretto fuori dall’istituto. Gli mise il cellulare che aveva cominciato a vibrare di nuovo, sotto gli occhi.
“Qui ci sono tutte le risposte ai tuoi perché” disse con il filo di voce che aveva riacquisito per poi dileguarsi e lasciare solo Blaine con i suoi chiarimenti.
 
Quando Kurt ritornò al suo piano, fuori la sua camera trovò Ethan che lo aspettava. Appena si avvicinò il ragazzo alzò un sopraciglio sorpreso di come Kurt indossasse un pigiama e delle scarpe Prada abbinate sotto.
“Non è certo un abbinamento molto casual ma mi hai detto che sei un genio della moda quindi suppongo che sia…buono” sdrammatizzò il ragazzo mentre Kurt si fissava le scarpe.
“Scusami io…dovevo fare una cosa e…”
“Se qualcuno non sta bene non dovrebbe stare nel letto?” domandò Ethan facendo confondere Kurt
“C…cosa?”
“Oggi non sei venuto a lezione e la tua amica mi ha detto che beh eri malato quindi non dovresti restare a letto?Ero venuto a chiederti come stavi.”
Kurt sospirò aprendo la porta facendo segno ad Ethan di entrare.
“In effetti non sto tanto bene ma dovevo fare una cosa e…” Kurt strinse forse gli occhi per evitare di far uscire le lacrime.
Stava cercando di essere forte per il suo amico, lui avrebbe fatto tutto per Blaine ma ora con quel bacio non riusciva a pensare ad altro.
“Hey Kurt, va tutto bene” Ethan gli si avvicinò avvolgendolo in un caldo abbraccio baciandogli la testa. “Se non vuoi parlarne va bene, ma prova a riposarti non voglio che tu stia male”
Kurt annuì contro il petto di Ethan, era riuscito a non piangere si sentì leggermente più al sicuro in quelle braccia.
“Stasera se ti senti meglio ti va di uscire? Prometto che ti riporto presto”
“Si, va bene” per una sera almeno avrebbe potuto smettere di pensare ai problemi di Blaine. O almeno ci avrebbe provato.
 
Quando circa due ore dopo Kurt sentì la porta del bagno aprirsi sapeva che era Blaine. Lui non bussava mai.
“Kurt, posso…posso parlarti?”
Kurt annuì mentre si sistemava la piccola cravatta che aveva scelto dalla sua collezione per la serata da passare con Ethan.
“Volevo chiederti scusa per quello che è successo, io non volevo assolutamente, non lo volevo e non dovevo e mi dispiace perché siamo amici da anni ed è stato solo un momento di sfogo, e quindi scusami Kurt io veramente non…”
“Blaine!” Lo interruppe con rabbia Kurt, poi il suo tono si addolcì “Non ti preoccupare, non sono arrabbiato con te e ti prego, ti supplico Blaine smettila di scusarti.”
Perché Blaine doveva scusarsi di un bacio così meraviglioso che si erano scambiati? Kurt cominciò a guardare Blaine dal riflesso dello specchio. Cominciò a pensare che lui e Blaine erano amici da anni, conoscevano tutto di loro erano entrambi gay e si volevano bene, perché non potevano magari stare insieme? Perché tra di loro, nonostante gli anni non era mai scattata quella scintilla che poteva unirli in modo più intimo?
Ma ora la scintilla c’era stata e Blaine sembrava più pentito che mai. Fu subito facile per Kurt comprendere il perché.
“Lo ami ancora vero?” chiese con una punta di dispiacere sperando che Blaine non la notasse.
“Cosa?”
“Non sei tornato arrabbiato o con gli occhi umidi, vi siete parlati e probabilmente lui ha detto che sente la tua mancanza e che è stato uno stupido a scappare via. Ti avrà detto che vuole rivederti e parlare con te. Ti avrà detto tutto quello che tu speravi sentirti dire, perché lo ami ancora nonostante ti abbia lasciato.”
Blaine guardò quasi con sconcerto Kurt e quest’ultimo capì di aver ragione. Ma poi l’angoscia tornò a diffondersi dentro Kurt
“Andrai da lui?Tornerai da lui?”
“No!” quasi urlò Blaine. “Hai ragione, mi ha detto quelle cose, ma non ho intenzione di tornare da lui. Io non sono sicuro che voglio ritornare con lui. Si Kurt, forse lo amo ancora, Joe è importante nella mia vita e sto soffrendo veramente tanto a causa sua quindi non credo che meriti il mio perdono” concluse Blaine avvicinandosi a Kurt che continuava a torturare quella cravatta e gliela sistemò.
“Sei bellissimo, Ethan non poteva trovare di meglio” gli baciò la guancia e uscì dal bagno lasciando che Kurt si sistemasse prima del suo appuntamento.
Ethan non poteva chiedere di meglio. Kurt continuava a ripetersi la frase nella testa. E Blaine?si chiese…Blaine poteva meritarsi il suo amore?Perchè Kurt era pronto a darglielo.
 
 
Nelle ore che passò con Ethan, Kurt non notò come il ragazzo in un modo o nell’altro continuava  sfiorargli la mano o scontrarsi con le spalle per avere un contatto con lui, nonostante fossero in un luogo pubblicò. Non ascoltò con attenzione i complimenti che il biondino continuava a fargli e rideva alle sue battute nonostante non avesse capito in realtà cosa avesse detto.
Come Ethan aveva promesso, portò Kurt presto al dormitorio. Aveva intuito che il ragazzo non era dell’umore giusto e per salutarlo gli diede un bacio sulla fronte ma Kurt si allungò fino a scontrarsi con le labbra di Ethan. “Scusami se non sono stato di compagnia questa sera.”
Ethan gli accarezzò una guancia “Va tutto bene, a domani.”
Kurt rientrò trovando come al solito Blaine dormire nel letto mentre Mercedes guardava un film sul computer. Si tolse le scarpe e si avvicinò alla sua amica stendendosi accanto a lei.
“E’ un ragazzo adorabile” sussurrò Mercedes. Kurt guardò Blaine che dormiva
“Hai ragione”
“Si vede che ci tiene a te”
“Mi ha baciato”
“Ovvio che ti ha baciato, state uscendo insieme!” rispose con ovvietà Mercedes. Ovvietà che Kurt non aveva compreso.
“Scusa…di chi stai parlando?” chiese confuso il ragazzo.
“Di…Ethan, Kurt. Vi ho sentito chiacchierare fuori la…no aspetta tu chi di stai parlando” Mercedes sembrava ancora più confusa del suo amico.
“Io parlavo di Blaine!”
“Blaine ti ha baciato?” chiese sconvolta la ragazza e Kurt annuì
“Mercedes credo di essermi innamorato di lui”
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Credevate che ci fosse già il lieto fine?Siamo ancora un pò lontani, ma chi ha letto le mie storie sa che sono sempre portata per il lieto fine.
Nel futuro troveremo altro angst. Una buona storia penso che deve avere anche momenti difficili invece di far tutto rose e fiori no?Giusto per stare un pò sulle spine. Ci sentiamo lunedì (spero) con il prossimo aggiornamento.

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Capitolo 7
*** Così vicini ma così distanti ***


Era passata più di una settimana da quando Kurt aveva confessato a Mercedes e a se stesso di essere innamorato ufficialmente del suo migliore amico. Ma i giorni erano passati e i due ragazzi si erano comportati e guardati come sempre. Come se quel bacio non fosse mai esistito. Almeno per Blaine.
Kurt ci pensava ogni notte addirittura aveva sognato di rivivere quel momento con un Blaine che non scappava ma che se lo abbracciava e gli sussurrava ti amo.
 
“Mercedes so che tu e la moda non siete come dire…” Kurt lasciò scivolare il discorso per non dire alla sua amica che dovevano rinchiuderla in galera per come si era presentata vestita il primo giorno all’università. Era una sorta di criminale dell’anti-moda. “…Ma mi chiedevo e meglio questo maglioncino Blu scuro di McQueen o questo azzurro ceruleo di Jacobs?” Kurt alzò entrambi maglioni per mostrarli all’amica.
“Dove devi andare?” chiese Mercedes sperando di far credere a Kurt il suo interesse verso quei vestiti.
“Mi vedo con Ethan, andiamo a cena con la sorella e suo marito.”
Kurt vide Mercedes roteare gli occhi. Ecco un’altra ramanzina pensò.
“Kurt perché continui ad uscire con Ethan?E’ un ragazzo straordinario lo ammetto e io sarei la più felice di tutti se sapessi che provi qualcosa per lui”
“Mercedes io provo qualcosa per lui” tentò di fargli notare Kurt.
“Mi hai confessato di amare Blaine” le ricordò l’amica. Kurt esitò qualche istante.
“Forse…forse mi sono sbagliato. Il bacio mi ha confuso. Mi piace uscire con Ethan, molto”
Senza aspettare il consiglio dall’amica alla fine Kurt optò per tutt’altro tipo di outfit.
“Sicuramente ti piace uscire con lui, ma non provi quello che provi per Blaine” Mercedes era una tipa tosta, Kurt lo sapeva bene. Ricordava ancora le battaglie con i professori e il preside che Mercedes aveva combattuto durante gli anni del liceo, nonostante i motivi fossero futili.
“Io credo che tu debba dire a Blaine quello che provi, magari lui è solo confuso. Ma poi che male c’è se vi frequentaste?Cioè conoscete già tutto di voi, sapete….”
“Mercedes!” la interruppe bruscamente Kurt, poi fece un respiro profondo.
“Si sta risentendo con Joe” dichiarò infine con il tono più deluso che mai. “Joe lo chiama quasi ogni ora, diamine quanto sono fastidiosi.”disse con tono aspro Kurt sedendosi al bordo del letto.
“Blaine dice che non sono tornati insieme però continuano a sentirsi. Joe gli chiede come va la giornata, si preoccupa per lui e lo sta pregando di tornare a New York. Mercedes lo sto perdendo. Io sono solo il suo amico che è servito per sfogarsi.” Kurt si distese buttandosi un cuscino sul volto sperando che quest’ultimo lo soffocasse.
“Mi dispiace Kurt” Mercedes ormai non sapeva più cosa dirgli anche perché ormai sembravano così chiare le intenzioni di Blaine.
“e poi…” Kurt si tolse il cuscino, che non aveva fatto il suo lavoro ovvero soffocarlo, dalla faccia “Ethan è veramente un ragazzo speciale. Sabato è venuto anche a casa, ho lasciato Blaine con Finn  a guardare il football e Ethan ha conosciuto anche mio padre. Papà inizialmente ha detto che gli sembrava un po’ troppo grande per la mia età ma dice che sto meglio se accanto ho delle persone mature.” Kurt cominciò a prendere le sue creme dal comodino “Sai che ti dico cara Mercedes?Che lui sarà la mia prima volta.” Quando Kurt si voltò per leggere l’espressione dell’amica poté giurare di aver visto la sua mascella cadere. “Sei serio Kurt?” sbottò la ragazza
“Certo che lo sono e sono anche pronto per un passo del genere”
“Dopo due settimane che esci con lui”
“Esatto”
Kurt non aspettò altre risposte che si chiuse in bagno per i suoi rituali di creme facciali che non l’avevano mai abbandonato.
 
La sera dopo aver cenato con i parenti di Ethan, lui e Kurt erano rimasti in macchina, su richiesta di quest’ultimo, sperando di poter avere un po’ di privacy. Kurt provò ad essere più irruento quando baciava Ethan, più voglioso sperando che fosse il ragazzo a dare un segno di cedimento e passare ad una prossima fase che non prevedevano pomiciate in macchina da adolescenti ma notte infuocate in un letto a due piazze.
“Sono felice che ti sei ripreso, settimana scorsa mi sembrava che ti era crollato il mondo addosso. In più sono felice che hai conosciuto mia sorella, lei è praticamente tutto quello che ho, visto che i miei genitori vivono tutt’altra parte” disse Ethan appena si erano staccati dopo una lunga serie di baci.
“Beh ho lei…e te” si azzardò a dire il ragazzo. Kurt arrossì e ringraziò il cielo buio della notte e le nuvole che coprivano la luna.
“Sai Ethan, mi chiedevo…” Kurt lo tirò per la cravatta avvicinando le labbra alle sue “…quant’è che mi mostrerai casa tua?”
Alla domanda imbarazzante e del tutto inaspettata, Kurt si ritrovò con un Ethan impacciato e balbettante. “dici…dici sul serio Kurt?”
Kurt tornò a baciarlo con foga facendogli quasi mancare l’aria mentre la sua mano lentamente si sistemò sul rigonfiamento dei pantaloni di Ethan.
“Perché hai paura che sia in disordine?” scherzò il ragazzo facendogli un sorriso malizioso. Ethan sorrise e riprese stabilità dei suoi pensieri e cominciò a concentrarsi sul collo scoperto che Kurt gli donava buttando la testa all’indietro. “Casa mia è sempre in ordine” giocherellò Ethan facendo passare la sua lingua sul pomo d’Adamo di Kurt facendolo ridacchiare. Quando il suo cellulare squillò dovette tristemente fermarsi.
“Scusami Kurt, devo andare!”
Kurt non era dispiaciuto, anche se non lo diede a vedere, ma si era spinto troppo oltre e non era da se comportarsi in quel modo. Dopo un ultimo bacio tornò in camera e dopo aversi infilato il pigiama notò che Blaine aveva occupato troppo spazio nel letto. E’ vero il letto era da una piazza e mezza e potevano starci tranquillamente entrambi, fin quando però Blaine non dilagava braccia e gambe così da impedire solo di metterci una mano. Lo punzecchiò per un po’ ma senza successo e alla fine si arrese dandogli una forte spinta da farlo rotolare verso un solo lato. Si adagiò rabbrividendo per qualche istante per poi coprirsi immediatamente con le coperte dando le spalle al suo amico. Sospirò e chiuse gli occhi ma subito dopo si sentì avvolgere da due braccia intorno alla vita.
“Come è andata?” borbottò Blaine stringendo di più la presa intorno ai fianchi di Kurt. Quest’ultimo fece scivolare le sue braccia intorno a quelle di Blaine.
“bene” mormorò Kurt socchiudendo gli occhi.
“Mi manchi” sussurrò Blaine prima di posare un bacio dietro alla nuca del suo migliore amico mentre a quest’ultimo gli si mozzò il fiato in gola.
“Blaine siamo sempre qui, siamo sempre noi” provò a dire Kurt ma le parole gli mancavano ad ogni stretta di Blaine.
“Non è vero. Sei arrabbiato con me per quello che è successo…ed io non voglio perderti Kurt, non posso permettermi di perderti”
Kurt si voltò per fissare Blaine negli occhi gli scostò i ricci dalla fronte e poi gli lasciò un caldo bacio.
“Blaine, sono sempre qui. Non mi perderai!
“Sei qui…ma ti sento così distante” mormorò Blaine. Kurt non gli rispose continuò ad accarezzargli i capelli fino ad addormentarsi.
 
La sera del venerdì successivo per il compleanno di Noah tutti i ragazzi si erano uniti a casa di quest’ultimo per festeggiare. Ovviamente l’alcol scorreva a fiumi, perché era così che Puckerman amava le feste.
I ragazzi si erano sistemati tutti nel grande salotto con la musica ad alto volume mentre cantavano con il Karaoke collegato alla Tv.
“Hey Kurt, come mai sei senza il tuo ragazzo?” gli chiese Rachel non appena si avvicinò al tavolo delle bevande dove Kurt stava facendo un miscuglio di alcolici in un solo bicchiere.
“Credo che avesse del lavoro arretrato e comunque non credo che queste feste siano il suo genere”
Kurt si portò il bicchiere alla bocca e al primo sorso fece una smorfia di disgusto.
“Lo hai corretto troppo Kurt, non esagerare con l’alcol”
“Non sto esagerando Rachel” rispose con tutta ovvietà Kurt. Ovvietà che non convinse per niente la sua amica. Infatti poco dopo Rachel si avvicinò a Blaine bisbigliandogli qualcosa nell’orecchio e pochi istanti dopo il moro era lì accanto al suo amico.
“Tutto bene?” chiese dolcemente Blaine sperando ti poter togliere il bicchiere dalle mani di Kurt. Tentativo che fallì.
“VA BENONE!” Urlò Kurt e Blaine dovette portarsi le mani alle orecchie.
“Kurt non c’è bisogno di urlare.” Blaine lo tirò per un braccio e riuscì a farlo sedere sul divano accanto a Finn che da buon autista designato aveva soltanto della coca-cola nel bicchiere.
“Finn credo che dobbiamo andare a casa” propose Blaine mentre faceva adagiare meglio Kurt sul divano.
“Blaine ma io voglio la torta!” si lamentò il ragazzone. Blaine alzò un sopracciglio
“Tuo fratello è ubriaco fradicio non credi che dobbiamo andare via prima che inizi a vomitare da qualche parte?”
“Riportarlo tu, è il tuo ragazzo no?”
Blaine per la prima volta arrossì “Lui…lui non è il mio ragazzo…non ricordi che sta con Ethan?”
Finalmente Finn si voltò a fissarlo “Oh giusto ma pensavo che in qualche modo voi due aveste una relazione.”
“Finn siamo amici da anni non c’è nessuna relazione. Lui ora sta con un ragazzo che gli da attenzioni e gli vuole bene ed io mi sto risentendo con il mio ex quindi….Oh ma io non capisco perché ne sto parlando con te!”
Blaine si alzò e si diresse nell’altra camera di Puckerman per prendere le giacche; avrebbe riportato il suo amico a casa da solo. Quando tornò nel salone però lo perse di vista.
“Dov’è Kurt?” chiese avvicinandosi di nuovo al suo fratellastro che aveva gli occhi illuminati per l’arrivo della torta.
“Era qui un attimo fa….oddio ma è ripieno di cioccolata!” Finn corse via lasciando Blaine girovagare solo per l’appartamento. Quando vide la porta di casa aperta non ci volle molto per capire che Kurt era andato via da solo. Riuscì a trovarlo nel parcheggio del condominio mentre tentava di aprire con le sue chiavi la macchina di chissà chi.
“Kurt, smettila questa non è la nostra auto” Blaine si avvicinò poggiando le mani sulle sue spalle ma Kurt scattò spingendolo via.
“Non mi toccare!”
A quell’esclamazione Blaine si irrigidì spalancando gli occhi.
“Kurt andiamo smettila, sei ubriaco” Blaine provò ad avvinarsi di nuovo ma Kurt lo spinse ancora più forte.
“Ti ho detto che non mi devi toccare okay?”
“Cosa diamine ti prende?”
Ora anche Blaine iniziò ad urlare nel parcheggio vuoto.
“Lasciami in pace Blaine. Ti sei sfogato con il tuo migliore amico? Hai fatto pace con il tuo ragazzo? Bene! Allora tornatene da lui perché io non voglio vederti più. La tua presenza mi infastidisce.”
Blaine deglutì provò a pensare che Kurt era ubriaco, non sapeva quello che diceva. Ma in cuor suo Blaine sapeva che Kurt stava soltando dicendo la verità.
“Lascia almeno che ti riporti a casa.” Provò a chiedere Blaine mentre Kurt era seduto a terra con la testa nascosta tra le gambe.
“Ragazzi, che succede?” Mike e la sua ragazza Tina si erano avvicinati ai due ragazzi. Quando Kurt sentì la loro voce si alzò in piedi.
“Per favore, potete riaccompagnarmi a casa?”
Mike scrollò le spalle e gli fece cenno di seguirlo mentre Tina si apprestò a prenderlo per un braccio per tirarlo con se.
Blaine rimase immobile a fissare il suo amico allontanarsi da lui.

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Capitolo 8
*** Fare la cosa giusta ***


Quando Kurt il mattino successivo si svegliò si sentii come un senso di vuoto, oltre al forte mal di testa. Era perché Blaine non era con lui. Ormai si era abituato fin troppo al calore dell’amico che emanava la notte mentre dormivano, ora invece quasi rabbrividiva a stare da solo nel letto. Si alzò lentamente guardandosi nello specchio facendo una smorfia di disgusto per come erano rovinati i suoi capelli. Scese le scale, in cucina trovò Burt che maneggiava sul rubinetto che perdeva acqua.
“Buongiorno Pà” borbottò prima di accasciarsi sullo sgabello accanto all’isola della cucina.
Burt imprecò qualcosa su quanto fossero fastidiosi quei tubi che perdevano poi si alzò asciugandosi le mani fissando il figlio.
“Kurt hai una faccia orribile!” esclamò il padre prendendo subito una caraffa di caffè per poi dare una tazza al figlio.
“Non è quello che ci si aspetta di sentire di prima mattina, ma credo sia okay. Ieri sera ho alzato troppo il gomito” mormorò il ragazzo prima di fiondarsi sulla tazza e fare un sorso abbondante
“Non dovresti bere lo sai”
“Papà, non ho più diciassette anni”
“E allora spiegami cosa è successo tra te e Blaine, perché non litigavate da quando ne avevate sette di anni, e stamattina si è fatto accompagnare da Finn all’aeroporto per vedere gli orari dei voli di domani per New York”
A quelle parole a Kurt gli si mozzò il caffè in gola e sgranò gli occhi; tutto si fece più limpido.
“Lo sapevo! Ho combinato un guaio”
“Io te l’ho detto che stare a contatto con quel ragazzo non ti avrebbe fatto bene. Ora ne sei innamorato.”
“Io non sono i…” provò a spiegare Kurt ma suo padre lo bloccò
“Ne sei innamorato perché ti conosco bene come conosco Blaine e se ieri notte avete litigato e perché a te da fastidio che lui si stia sentendo con il suo ragazzo”
“Ex…” fece notare Kurt
“Quello che sia…comunque a differenza tua, Blaine mi ha parlato e mi ha detto cosa sta succedendo in questo periodo”
Kurt pregò in tutte le lingue che quel nano da giardino non aveva accennato al loro bacio.
“Cosa..cosa ti ha detto di preciso?” provò a fare il vago, Kurt.
“Che voi due dopo una cosa che è successa, non ho capito bene cosa, avete iniziato a litigare.”
Kurt gli parve il momento giusto per sfogarsi un po’, sapeva che suo padre gli avrebbe dato le risposte più sensate.
“Mi spieghi che senso ha papà? E’ venuto qui da me dopo tanti anni che è scomparso, per farsi consolare di un amore andato male, ti sembra giusto il modo in cui mi sfrutta?”
A Burt sfuggì una risata
“Ti sfrutta Kurt?sul serio? Non è una parola grossa?...Blaine è venuto da te nonostante avesse altri mille amici perché tu sei sempre stato l’unico per lui. Dovresti in un certo senso esserne onorato che dopo tanti anni lui abbia pensato te, perché tu sei quello che gli ha sempre dato fiducia negli anni della vostra adolescenza, vi siete sempre consolati a vicenda e avete sempre saputo di poter contare l’uno sull’altro. Ora Blaine poteva mai aspettarsi che tu ti saresti innamorato di lui?”
Kurt ci mise un po’ a rispondere riflettendo sulle parole di suo padre.
“All’inizio l’ho pensato anche io. Ero felice però….” Sbruffò abbattuto “…però ora mi fa così male sentirlo parlare con quel Joe” disse il nome del ragazzo con tono di disprezzo.
Burt si sedette di fronte a lui mettendogli una mano sulla spalla.
“Chi ti dice che magari lui non ha iniziato a provare qualcosa per te e ora che tu stai uscendo con Ethan lui non vuole intromettersi tra di voi?”
Kurt scosse la testa “questo è impossibile.”
Burt alzò un sopracciglio, proprio come faceva suo figlio “sul serio Kurt?Con Blaine?Niente è impossibile.”
Kurt fece una smorfia ormai sembrava essersi arreso “e cosa faccio adesso?” chiese quasi disperato.
“Tu ora ti fai una bella doccia e prepari il pranzo perché Carole non c’è, e mentre lo fai rifletti bene su come agire. Quando Blaine torna a casa abbraccialo e digli che va tutto bene poi pensa cosa fare: vuoi continuare ad uscire con Ethan o preferisci parlare con Blaine apertamente dicendogli cosa provi?”
Kurt sospirò “Non credo di volermi mettere in mezzo a lui e Joe se stanno tornando insieme”
“Proprio come lui non vuole mettersi tra te e Ethan ora che state iniziando qualcosa insieme” gli fece notare il padre.
Perché diamine aveva sempre ragione quell’uomo?
“Grazie papà, tu sai sempre cosa dirmi”
Burt sorrise dandogli un buffetto sulla spalla “Hai detto bene Kurt, non hai più diciassette anni, sii uomo e fai la cosa giusta.”
 
Kurt lasciò suo padre in cucina a lavorare sui tubi mentre lui si chiuse in bagno e si preparò per fare una doccia rilassante. Mentre il getto d’acqua calda gli colpiva il volto non poteva far a meno di non pensare a lui e Blaine. Ricordò gli anni in cui erano più piccoli, quando lui si faceva male e la mamma lo incerottava e il piccolo Kurt si lamentava perché quel cerotto sul dito non era un bel vedere; allora Blaine arrivava con lo stesso cerotto allo stesso dito nonostante non fosse ferito, per fare in modo di somigliare a lui.
Kurt sorrise tra se e se ripensando a quell’episodio della loro vita.
Poi si ricordò di come Blaine nascondesse gli occhiali e fingeva di non voler leggere ma solo perché non riusciva a vedere le lettere dal libro e quando il piccolo confessò al suo migliore amico di portare gli occhiali e indossò quelle lenti stile il maghetto Potter, Kurt gli disse che era bellissimo e che non se li sarebbe mai dovuti togliere.
In un certo senso Kurt e Blaine si amavano si da quando erano bambini, ma con il trasferimento a New York da parte della famiglia Anderson le cose erano completamente cambiate.
 
Quando circa alle 14.00 Kurt sentì la voce di Finn urlare “siamo a casa” si precipitò dalla cucina fino all’entrata e si gettò tra le braccia di Blaine che lo guardò sorpreso  stringendolo però forte a se.
“Per favore…” sussurrò Kurt “non andare via”
Blaine gli accarezzò i capelli mentre poggiava un bacio nell’incavo del collo
“Scusami Kurt, scusami tanto”
Finn li guardò per qualche istante confuso poi decise che scoprire cosa ci fosse per pranzo era decisamente meglio. Kurt trascinò Blaine in camera e lo fece sedere sul lettino.
“Okay devo dirti un paio di cose: se e quando vorrai voglio che tu torni con Joe, ovvero non lo vorrei per come ti ha trattato però se questo ragazzo è davvero pentito e tu ne sei innamorato allora fai la cosa giusta Blaine” Kurt batté le mani sulle sue gambe con un filo di agitazione.
“Perché mi dici questo Kurt?”
“Perché non ho fatto altro che consolarti mentre non ti ho dato un vero consiglio da amico. Se tu vuoi ancora restare io ne sarei veramente felice.”
“Io voglio restare Kurt” si affrettò a dire Blaine facendo sorridere Kurt che si sedette sul lettino accanto a lui.
“Voglio dirti una cosa però ” fece Blaine voltandosi nella sua direzione.
“Ti ascolto”
“Riguarda…riguarda quel bacio. Ti ho mentito perché non è vero che non mi è piaciuto o non volevo, credo sia stata una cosa speciale.”
Kurt sospirò per replicare ma Blaine con le mani gli fece cenno di tacere per continuare.
“Però Kurt credo che la nostra amicizia sia qualcosa di straordinario e unico. Tu adesso stai uscendo con Ethan e sembri felice, cioè lui ti fa star bene, io invece ho questa mia testa idiota che non fa altro che pensare a Joe. Io l’ho amato Kurt, sul serio. Non posso pretendere di dimenticarmelo in un paio di settimane.” Fece un respiro “ e poi Ethan può darti tutto quello che io in questo momento non sono in grado di darti”
Kurt rimase immobile a fissarlo. Blaine aveva capito che i sentimenti di Kurt stavano cambiando e quest’ultimo non poteva pensare che ora come ora il suo amico aveva ragione. Provare ad avere una relazione con lui era sbagliato perché non solo avrebbe potuto rovinare la loro amicizia, ma soprattutto perché Blaine non era ancora pronto.
“Okay. Però puoi concedermi di vedere un film insieme a te come da bambini?” Kurt provò a sorridere.
“Gelato e la torcia per il buio c’è l’hai?” scherzò Blaine prima di prenderlo e abbracciarlo forte a se.
 
Dopo cena i due si misero sul divano, Blaine aveva recuperato il dvd di Aladdin, dall’armadio di Kurt e con un due tazze di latte fumante e una coperta si misero comodamente seduti uno vicino all’altro mentre canticchiavano silenziosamente le canzoni del film per poi addormentarsi uno sull’altro proprio come facevano da piccoli, solo che questa volta quando Burt Hummel li vide non li svegliò per farli andare a dormire nei propri letti come quando erano piccoli, li guardò e sorrise gli sistemò la coperta e spense la luce lasciandoli dormire.
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Il titolo si riferisce alla frase di Burt che dice: sii uomo e fai la cosa giusta.
Quindi il punto è questo, ora Blaine ha capito che Kurt prova qualcosa per lui e anche se vorrebbe ricambiarlo non se la sente perchè pensa ancora Joe(comprendete il piccoletto gli ha chiesto di sposarlo se non è amore) quindi non vuole iniziare qualcosa con Kurt se sa che forse non potrebbe continuare.
Quindi ora le cose tra di loro vanno alla grande per il momento  Al prossimo capitolo!

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Capitolo 9
*** Joe ***


Le cose stavano così: Kurt e Blaine si erano chiariti, Blaine continuava a sentire Joe e Kurt continuava ad uscire con Ethan; si era affezionato al ragazzo, provava veri sentimenti nei suoi confronti.
Kurt e Blaine insieme a Mercedes erano tornati all’università, la settimana era stata complicata soprattutto per Kurt che doveva preparare un esame ma Blaine da buon amico ci si era messo d’impegno e lo aveva aiutato fino al giorno dell’esame.
“Non vedo l’ora di dire a Blaine del mio voto, sarà felice” squittì Kurt saltellando per i corridoi dell’istituto insieme a Mercedes.
“Allora che fai festeggerai con Ethan?” chiese curiosa l’amica
“Giusto devo dirgli anche a lui del mio voto. Vedo cosa mi propone per questa sera”
I due amici entrarono in camera e sicuramente quello che videro non era quello che si sarebbero aspettati.
Un ragazzo era seduto a bordo letto con un borsone accanto ai suoi piedi. Era alto con i capelli castano chiaro e due occhi verdi.
“Scusa e tu saresti?” chiese Kurt leggermente irritato, Mercedes sembrava nelle stesse condizioni.
Il ragazzo con un po’ di imbarazzo si alzò e fece per parlare ma fu Blaine che arrivò dietro di loro con due tazze di caffè a parlare per lui.
“Kurt, lui è Joe!”
E il mondo di Kurt crollò. Quel mondo che viveva con un filo di speranza, quella speranza che credeva in Blaine dimenticasse Joe per poi rendersi conto di amare Kurt, quell’utopia fantastica in cui aveva vissuto era decisamente frantumata.
Kurt deglutì incapace di dire qualcosa, sentì il suo corpo tremare mentre fissava quel ragazzo prendere dalle mani di Blaine il caffè.
“Mi ha chiamato stamattina ed era qui in aeroporto, così sono andato a prenderlo e dovevamo parlare in modo un po’ privato e non sapevo…”Blaine provò a giustificarsi ma Kurt lo interruppe.
“Va..va tutto bene, è stato un piacere conoscerti Joe. Ora io devo andare a fare alcune cose”
Kurt fece per uscire ma Blaine lo bloccò per un polso.
“Kurt più tardi dobbiamo parlare” il ragazzo annuì e chiuse immediatamente la porta alle sue spalle lasciandosi in un lungo sospiro. Qualche istante dopo anche Mercedes uscì.
“Come stai?” sussurrò a Kurt che aveva la testa contro il muro e gli occhi socchiusi.
“E’ tutto okay. Vado a cercare Ethan devo dirgli del mio voto.” A passi lenti Kurt si allontanò.
Dopo aver parlato con Ethan, Kurt si chiuse in biblioteca, non aveva nulla in particolare da leggere ma almeno puntare gli occhi su qualcosa sperando che lo distraesse da Joe.
Blaine lo trovò e si sedette accanto a lui.
“Hey” sussurrò silenziosamente visto che, Kurt non aveva alzato nemmeno la testa per guardarlo in volto. Blaine non si arrese e con le dita si avvicinò al volto di Kurt e lo fece alzare nella sua direzione, Kurt sembrava stanco.
“Non gli ho detto io di venire Kurt, non glielo detto assolutamente. Stamattina mi ha telefonato e mi ha detto che era all’aeroporto io non centro nulla.”
Kurt aspettò qualche minuto per rispondere. “Perché me lo stai dicendo?Non devi giustificarti con me Blaine. Avete chiarito adesso?”
Blaine abbassò il capo “Non proprio. Ho proposto di trovargli un Hotel dove potersi riposare. E’ venuto a chiedermi scusa mi ha quasi supplicato in aeroporto e mentre venivamo qui.”
Kurt deglutì “Mi sta bene tutto ma solo una cosa: non chiedermi di essere gentile con lui, perché non lo sarò. Non dopo quello che ti ha fatto. Io l’ho visto il tuo volto sai Blaine?La sofferenza tua l’ho vissuta sulla mia stessa pelle e lui non merita che io lo tratti bene.”
Blaine non poté far a meno di sorridere, sapeva benissimo che Kurt era la persona più straordinaria che avesse mai conosciuto.
“Non te lo chiederò!”
 
Dopo qualche ora passata in giro da solo mentre Blaine sistemava Joe chissà dove, Kurt ritrovò Ethan fuori alla sua porta e sul suo volto si allargò un sorriso.
“Ho belle notizie” enunciò allegro Ethan mentre si infilava in camera di Kurt per poi dargli un bacio a fior di labbra mentre lo teneva stretto per i fianchi. Kurt buttò le braccia dietro al collo del suo ragazzo e sorrise.
“Dimmi tutto”
“Ero venuto a cercarti poco fa ma eri chissà dove e ho incontrato il tuo amico Blaine, quindi ho pensato ad una cosa: questa sera io, tu, Blaine e quel suo amico usciremo fuori a cena. L’ho già proposto a loro e mi hanno detto di si!”
Alla proposta Ethan si aspettava qualche elogio per la sua idea ma questo non arrivò.
“Perché lo hai fatto?” disse Kurt rabbuiato “non potevamo uscire da soli?” Kurt si staccò da Ethan che lo guardava stranito.
“Kurt, Blaine è il tuo migliore amico perché non possiamo festeggiare tutti insieme?Pensavo ti avesse fatto piacere.”
“NO!” urlò troppo forte Kurt. “Preferivo restare solo con te. Io e te, Ethan. Nessun altro” In realtà Kurt stava mentendo; non voleva stare con quel Joe e ritrovarselo a cena di fronte a lui era troppo.
“Beh allora scusami tanto se cerco di capire cosa ti passa per la testa. Cambi idea troppo spesso lo sai Kurt? E’ difficile capirti!” sbottò frustato il ragazzo.
Kurt se ne pentì subito per come aveva trattato Ethan così gli si avvicinò e lo abbracciò.
“Hai ragione scusami, tu sei stato gentilissimo e che forse non ne ho tanta voglia” Ethan gli accarezzò i capelli e gli baciò la fronte. “Una piccola cenetta per festeggiare, torneremo presto”.
 
All’inizio della serata, Kurt e Blaine erano in un totale disagio. Ethan non sembrava accorgersene di nulla mentre Joe continuava a squadrare Kurt dalla testa ai piedi. Ethan propose un pub all’aperto dove facevano ottimi panini e piatti tipici dell’Ohio che Joe, parole di Ethan, doveva assolutamente assaggiare.
Arrivati nel pub Kurt si sedette accanto ad Ethan di fronte a Joe mentre quest’ultimo era seduto accanto a Blaine che era estremamente silenzioso rispetto al solito.
A mantenere viva la serata erano proprio Ethan e Joe entrambi ignari delle cose che passavano di testa ai loro rispettivi ragazzi che di tanto in tanto si guardavano senza farsi notare dagli altri due.
“Una volta io e Blaine siamo stati in vacanza in un villaggio turistico esotico e devi sapere…”
Joe si era gettato in un altro, ennesimo per Kurt, racconto che vedeva protagonisti lui e Blaine: Joe e Blaine in campeggio, Joe e Blaine in montagna, Joe e Blaine su un’isola. Kurt stava quasi per esplodere e non bastava sbriciolare nelle sue mani i grissini o bere mezza bottiglia da solo di vino pregiato che Ethan aveva ordinato per brindare al buon voto del suo ragazzo. Sbruffò ma poi si sentì calciare da sotto al tavolo, automaticamente alzò il volto in direzione di Blaine che provò a smorzare un sorriso pieno di scuse. Kurt ricambio il sorriso e poi cercò di riprendere ad ascoltare il discorso di Joe in chissà quale altra impresa si era avventurato.
“Dio, quanto sei logorroico” mormorò Kurt e Ethan parve sentirlo perché non poté far a meno di sorridere, forse perché anche lui ne aveva abbastanza delle avventure di quel forestiero.
Finita la cena, Kurt ed Ethan si avvicinarono alla cassa per pagare.
“Certo che quel ragazzo è ridondante!” disse ridendo Ethan mentre prendeva il portafogli.
“Ho il fumo che mi esce dalle orecchie” mugugnò Kurt prima di voltarsi in direzione dei due ragazzi che erano un po’ distanti da loro mentre li aspettavano che finissero di pagare il conto.
Kurt vide come Joe aggiustava il colletto della camicia di Blaine, piuttosto divertito, e come provasse ad avvicinarsi a lui prendendolo per i fianchi o accarezzandogli la nuca.
Blaine invece sembrava distante e cercava di farlo tenere le mani a posto;  sapeva benissimo che l’Ohio non era New York, li la gente parlava. Eccome se parlava.
Quando si avviarono verso il parcheggio dove praticamente non c’era nessuno, Ethan che camminava insieme a Kurt qualche metro dietro gli altri due si concesse di tenerlo per i fianchi mentre Kurt si appoggiava a lui.
Quello che vide però successivamente Kurt non gli piacque affatto. Mentre si rilassava nella lenta passeggiata fino all’auto vide la mano di Joe allungarsi verso quella di Blaine e quest’ultimo ricambiò la presa.
Kurt si sentì una morsa stretta nel petto ma sapeva che era sbagliato soffrire per quel gesto, lui aveva Ethan…ma Ethan non era Blaine.
Riaccompagnato Joe in Hotel i tre ragazzi arrivarono all’istituto, Blaine entrò subito in camera per lasciare che i ragazzi si salutassero per la buonanotte.
“Ethan voglio dirti una cosa”
Kurt aveva le mani sudate e tremava leggermente, l’ansia gli aveva invaso tutto il corpo.
“Sentiamo” risposte tranquillamente il ragazzo poggiandosi al muro e incrociando le braccia al petto.
Kurt fece un lungo sospiro, per lui era chiaro che Blaine non sarebbe mai stato suo e doveva dimenticarlo per sempre, doveva solo mantenere in lui il ricordo di un migliore amico.
Kurt si avvicinò ad Ethan baciandolo lievemente “Io voglio fare l’amore con te!”
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Chiedo scusa per il capitolo abbastanza piccolo, ma in realtà non avevo nemmeno il tempo per aggiornare e ho trovato giusto cinque minuti da dedicarmi e ho buttato giù queste righe. Prometto che il prossimo sarà più lungo. Ora è apparso Joe come avete visto in più Kurt vuole fare un passo molto importante con Ethan. Grazie infinite a tutti quelli che stanno seguendo la storia e lasciano le recensioni. Grazie mille.

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Capitolo 10
*** La prima volta ***


Verso l’ora di pranzo Kurt e Blaine erano in un piccolo ristorante vicino all’istituto. Kurt era stanco del pasto che l’università offriva e quella giornata aveva deciso di cambiare completamente menù prima di ritornare a casa.
I due non avevano chiacchierato molto né lungo il tragitto né quando stavano ordinando il loro pasto. Questo perché Kurt immaginava la sera e cosa sarebbe successo: aveva detto, la notte precedente, al suo ragazzo di volersi concedere a lui e quest’ultimo lo aveva invitato per cena la sera dopo così d poter restare soli. Dall’altro lato invece c’era Blaine intimorito da cosa avrebbe dovuto dire a Kurt a breve.
Dopo un lungo sospiro Blaine decise di parlare, sarebbe stato inutile nascondere la cosa per molto.
“Torno a casa Kurt.” Enunciò con un filo di voce ma tanto forte da far intendere all’amico che, nonostante avesse già ordinato, stava osservando il menù.
“Oh” a quella frase Kurt rimase sorpreso. “Quindi prevedo che ormai è tutto okay con Joe” si stava sforzando di non piangere nonostante il forte pizzicare degli occhi e lo stomaco che si contorceva.
“In realtà è mia madre che vuole che io ritorni a casa. Con Joe invece…”
“Vi ho visti ieri nel parcheggio…voglio dire, mano nella mano.” Kurt se ne pentì immediatamente di averlo detto, perché non voleva sentirsi dire da Blaine che le cose tra lui e Joe si stavano risistemando.
“Non lo so Kurt. Forse mi sto illudendo, forse mi lascerà di nuovo ma io l’ho amato davvero”
“Adesso?lo ami ancora o…”
“Io sono confuso, ci sono troppi altri sentimenti che…” Blaine sbruffò di nuovo così Kurt cercò di cambiare argomento.
“Più tardi ti riaccompagno a casa, questa sera rimango fuori” disse cercando di essere vago mentre tornava a sfogliare il menù.
“P-Perché? Non dormi a casa?”
Kurt scosse la testa non volendo guardare in faccia l’amico.
“Tu non puoi farlo!” proruppe Blaine alzando troppo la voce. Sembrava in preda al panico.
“Cosa non posso fare Blaine?” Kurt ormai sapeva recitare a memoria tutti i primi piatti del menù con tanto di prezzi, così decise di chiuderlo definitivamente.
“Concederti ad Ethan, è questo che farai giusto? Non sono stupido”
Kurt si guardò attorno sperando che nessuno li sentisse.
“E’ la mia vita privata Blaine, te l’ho già detto che in queste cose mi imbarazzano.”
“Noi siamo migliori amici Kurt, lo saremo sempre nonostante tutto ed io so…so che non lo ami così tanto da concederti a lui” Kurt stava per replicare ma il cameriere arrivò con i loro piatti così dovette ammutolirsi, appena il ragazzo si allontanò Kurt riprese a parlare con tono basso.
“Blaine, in questo periodo stanno cambiando molte cose. Ethan non è adatto per fare l’amore con me?Questo è sbagliato? Anche tu stai sbagliando ad andartene via con Joe nonostante non sei più sicuro di amarlo visto che quando parli dell’amore che provi per lui, parli sempre al passato”
Kurt affondò la forchetta nel piatto con irruenza mentre Blaine rimase immobile con la bocca spalancata senza saper cosa dire.
Kurt aveva tremendamente ragione. Blaine aveva passato così tanto tempo con lui ed era stato così bene che l’amore che provava per Joe era di certo calato, soprattutto dopo il bacio che si erano concessi. Quel bacio a cui Blaine ci pensava ogni volta, ci pensava ogni volta che fissava le labbra di Kurt che si muovevano in una smorfia o in un sorriso e tutto quello che desiderava era riassaporarle. Ma forse, Blaine pensò che allora se prima non era del tutto sicuro, ora era vero che Ethan stava bene con Kurt e Kurt stava bene con lui.
Ma il pensiero di vedere il suo, non più tanto, migliore amico concedersi a quel ragazzo gli fece rabbia. Molta rabbia.
Blaine si massaggiò le tempie per poi allontanare il piatto. La fame era andata via lasciando allo stomaco solo dei crampi dal nervosismo che teneva dentro.
“Che c’è?Non mangi?” chiese Kurt appena alzò lo sguardo sul piatto di Blaine. Quest’ultimo scosse la testa. “Scusa, voglio solo…dopo che hai mangiato possiamo andare via? Non credo di sentirmi molto bene”
Kurt non disse nulla e annuì con un filo di preoccupazione. Mangiò velocemente per poi andare dritti fino a casa.
Quando arrivarono Blaine si chiuse in bagno sotto gli occhi scossi di Kurt che aspettò una ventina di minuti prima di pensare che si, era l’ora di bussare per vedere cosa stava succedendo al suo amico.
“Blaine stai bene?” chiese mentre con le nocche della mano picchiettava sul legno della porta.
“S-si…arrivo!”
Blaine aveva messo la testa sotto il lavabo per rinfrescarsi. Nella sua mente si immaginò Kurt insieme ad Ethan e gli sembrava tutto così sbagliato.
Si sentii mancare l’aria come qualcosa gli bloccasse il respiro dritto al centro della gola come due mani che lo soffocavano per impedirgli di respirare. Iniziò a sudare, non voleva che Kurt andasse con quel ragazzo. Lui voleva Kurt per se. Ci mise più del dovuto ad uscire e quando lo fece trovò Kurt sistemarsi nello specchio.
“Sei stato così tanto tempo che ho usato il bagno di Finn, scusami Blaine ma vado di fretta” nel dire questa frase Kurt non lo fissò nemmeno, si limitò a sistemarsi i capelli e papillon.
Blaine stava per parlargli ma Kurt prese la giacca frettolosamente.
“A stasera, riposati!” ne uscì senza ricevere risposta e Blaine debolmente lo lasciò andare.
 
Dopo aver cenato fuori Kurt ed Ethan andarono a casa di quest’ultimo. Kurt adorava l’appartamento del suo ragazzo: era arredato in modo moderno e sobrio. Non c’erano dubbi Ethan aveva ottimi gusti in tutto.
“Scusami se ci sono queste scartoffie ma il tuo professore mi lascia così tanti impegni” si giustificò Ethan mentre riordinava alcuni fogli dalla scrivania. Appena sistemò tutto si avvicinò a Kurt stringendolo per i fianchi con un braccio mentre con l’altro gli offrì da bere.
Kurt prese il bicchiere e bevve giusto un sorso. Non voleva alzare troppo il gomito perché se doveva succedere voleva essere consapevole di vivere a pieno quel momento.
“Allora, mi fai vedere solo il salone o mi porti a vedere il resto dell’appartamento?” scherzò Kurt mentre Ethan sorrise e senza farselo ripetere due volte lo trascinò in camera da letto. Gli tolse il bicchiere dalle mani e cominciò a baciarlo con irruenza.
“C’è tempo per vedere le altre camere” disse il ragazzo tra un bacio e l’altro “per il momento concentriamoci sulla camera da letto”
Continuò a baciare Kurt con foga mentre le sue mani frettolose gli sbottonavano la camicia. Kurt buttò la testa all’indietro per fare in modo che Ethan gli baciasse il collo lasciando alcuni leggeri segni rossi.
Ethan trascinò Kurt fino ai bordi del letto mentre si toglieva da solo la felpa che aveva indossato mentre Kurt tremante e eccitato lo osservava. Rimasero a dorso nudo a fissarsi per qualche istante; le mani di Kurt indugiarono sul petto ben proporzionato del suo ragazzo quando sentì una vibrazione provenire dalla sua tasca. Tirò velocemente il telefono dai pantaloni per poi leggere sul display il nome di Blaine.
“Chi è?” chiese con impazienza Ethan mentre si era già liberato dei pantaloni e le sue mani si erano fiondate sui fianchi di Kurt.
“Nessuno” fiatò Kurt per poi staccare la chiamata e gettare il telefono sul comodino di fronte al letto. Ethan cominciò a baciargli il petto mentre lo faceva adagiare sulle lenzuola fredde del suo letto. Kurt ebbe un brivido che Ethan scambiò per eccitazione così cominciò a baciarlo con veemenza mentre cercava di liberarsi di quella cintura che complicava l’apertura dei pantaloni di Kurt. Quest’ultimo decise di fare da solo mentre Ethan lo guardava con occhi affamati.
“Ti desidero” gli sussurrò Ethan mentre gli baciava il lobo dell’orecchio. Kurt rabbrividì di nuovo mentre le sue mani accarezzavano la schiena nuda del suo ragazzo.
A Kurt non uscivano parole, solo sospiri e mentre il suo corpo subiva violenti e dolci baci.
“Bl-…” si morse il labbro prima di pronunciare il nome sbagliato. Perché lui desiderava essere baciato da quelle labbra, desiderava essere toccato da quelle mani ma le labbra e le mani di Blaine. Perché lui voleva che la sua prima volta fosse stata con il ragazzo che realmente amava.
Ethan lo fissò un istante.
“Farò piano te lo prometto” gli sussurrò con il fiatone prima di allontanarsi da Kurt per andare in un’altra stanza probabilmente per prendere dei preservativi.
Kurt entrò nel panico, stava sbagliando tutto non voleva fare l’amore con Ethan perché lui non voleva dimenticare Blaine, lui voleva confessargli il suo amore perché era maledettamente innamorato del suo migliore amico.
Con le lacrime agli occhi si alzò di scatto dal letto infilandosi i vestiti e quando Ethan entrò lo guardò con aria scioccata.
“Mi..mi dispiace Ethan non posso” Kurt afferrò il cellulare e spinse con la spalla Ethan per poter passare. Quest’ultimo provò a fermarlo ma non ci riuscì.
Con il fiatone dovuto alla corsa per raggiungere la macchina, Kurt mise in moto mentre con il cellulare cercò il numero in rubrica di Blaine.
Accelerò mentre teneva il telefono incastrato tra l’orecchio e la spalla aspettando che il suo amico rispondesse al telefono.
“Blaine?”
Chiese con voce tremante dal pianto, appena sentì un rumore provenire dall’altro lato del telefono.
“Sono Joe”
Kurt alzò di colpo la testa facendo cadere il cellulare dall’orecchio non riuscendo a sorreggerlo a causa delle mani impegnate alla guida.
Allungò una mano tastando nel buio cercando il telefono caduto tra i pedali della sua auto. Le lacrime che scendevano dagli occhi e i singhiozzi che provenivano dalla gola non lo aiutavano nella guida. Joe era con Blaine in quell’istante. Kurt aveva lasciato il suo migliore amico a casa da solo, nemmeno Burt e Carole erano a casa perché erano partiti per un weekend con amici e Finn era con Rachel. Quindi Blaine era solo con Joe nella sua casa. Ancora una volta Kurt si sentì il mondo crollare addosso. Riuscì ad afferrare il cellulare e se lo portò all’orecchio.
“Kurt sono Blaine che succede?”
Kurt non riuscì a rispondere perché degli abbaglianti gli stavano accecando gli occhi, una macchina gli stava venendo contro. Sentì per un ultima volta la voce di Blaine prima di provare inutilmente a sterzare. Poi ci fu il buio.
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Chiedo scusa per il ritardo! E' vero dovevo postare da un bel pò. Ma sono partita per un paio di giorni e non avevo il tempo di scrivere.
Ringrazio ancora una volta tutti quelli che stanno seguendo la storia e chi sta lasciando le recensioni. Grazie davvero!
P.S. Non preoccupatevi per Kurt!

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Capitolo 11
*** l'incidente ***


Kurt ci mise un bel po’ di tempo a rendersi conto di quello che gli era successo. Capii di aver fatto un incidente solo dopo aver alzato la testa dal volante dell’auto per vedere di fronte a se del fumo provenire dal cofano anteriore dell’auto. Batté gli occhi per cercare di vedere meglio: aveva schivato quell’auto che gli veniva contro per poi però schiantarsi in un albero della strada.
La testa gli girava violentemente e si sentiva pizzicare la fronte. Quando si toccò e vide le sue mani sporche di sangue per poco non svenne dalla nausea.
Improvvisamente venne spaventato dal picchiettare sul vetro dell’auto, si voltò per poi vedere un uomo che tentava di aprire la portiera. Ancora stordito Kurt ci riuscì da solo; sentiva l’uomo parlare con lui ma non riusciva a capire cosa stesse realmente dicendo, desiderava soltanto che questo sconosciuto smettesse di parlare perché la testa gli faceva veramente male.
Ad un tratto tutto quello che Kurt voleva fare era: dormire. Chiudere gli occhi e riposarsi perché era realmente stanco e così fece. Si accasciò al suolo mentre sentiva provenire da lontano il suono dell’ambulanza.
 
Quando si svegliò si ritrovò disteso su una barella, costatò di avere ancora i suoi vestiti addosso e quando fece per alzarsi sentii la testa pesante così dovette riabbassarsi. Accanto a lui c’era un medico che reggeva una cartella tra le mani e quando vide Kurt sveglio subito prese la lucina dal taschino del camice per puntargliela negli occhi per controllare i riflessi.
“Signor Hummel mi sente?”
Kurt sembrava ammutolito voleva seriamente parlare, dirgli a quel medico che signor Hummel era troppo formale e chiedergli soprattutto da dove avesse scoperto il suo nome. Poi capì che probabilmente avevano rovistato nel suo portafogli così da trovare i documenti.
Il medico continuò a parlare a Kurt ma quest’ultimo non rispondeva.
“Probabilmente è sotto uno stato di shock” disse il medico all’infermiera prima di comunicargli qualche altra cosa per farla allontanare.
“Kurt hai avuto un incidente ricordi?” provò a chiedere il medico e Kurt si voltò per guardarlo ma senza parlare.
“Abbiamo contattato qualche tuo familiare. Abbiamo preso il numero dal tuo cellulare dall’ultima telefonata che stavi facendo.”
Kurt si voltò a fissare il soffitto bianco dell’ospedale mentre rifletteva a ciò che era successo un attimo prima di calare in un sonno profondo o meglio, svenire.
Dopo qualche minuto finalmente riuscì a ricordare: era scappato da Ethan e aveva telefonato a Blaine solo che al telefono aveva risposto Joe e poi la ricerca disperata del cellulare caduto e quei fari dell’auto che gli avevano abbagliato la vista. Senza accorgersene ora sul suo volto rigavano lacrime ma lui era silenzioso non singhiozzava ne tanto meno si doleva.
Più tardi riuscì a scendere dalla barella, il dottore gli aveva detto di non muoversi da lì perché dovevano fare un urgente Tac e aveva incaricato ad un’infermiera di controllarlo che non si addormentasse, perché fin quando non avevano prove certe di non aver subito un potente trauma al cervello, cadere in un sonno profondo poteva portargli il coma.
L’infermiera provò a farlo parlare ma Kurt non la guardava nemmeno; era concentrato chissà perché a fissarsi le scarpe mentre pensava alla fronte e ai punti che gli avevano cucito e che sicuramente gli sarebbe rimasto una bella cicatrice che avrebbe rovinato il suo volto.
Improvvisamente alzò la testa quando sentii una voce familiare: Blaine.
Blaine lo stava cercando perché sentiva la sua voce dal corridoio e quando il ragazzo passò davanti alla porta aperta dove si trovava Kurt, si immobilizzò.
Si fissarono per un infinito istante, poi Blaine iniziò a correre verso di lui e Kurt riuscì, con chissà quale forza, a scendere dalla barella per raggiungerlo. Blaine lo abbracciò forte a se mentre piangeva e Kurt era scioccato perché Blaine stava veramente singhiozzando sulla sua spalla. Non era lui ad aver fatto l’incidente? Pensò Kurt. Non era lui a dover essere consolato?
“Oddio Kurt. Io…tu…come ti senti?” Blaine si spostò da lui per guardalo bene sul volto: aveva gli occhi arrossati e non smetteva di fissare la fronte di Kurt. Quest’ultimo gli prese la mano ma non parlò, aveva soltanto bisogno del contatto del suo migliore amico.
Quando erano piccoli e spesso Kurt veniva spintonato da alcuni ragazzini, finiva sempre con il sbucciarsi un ginocchio e Blaine dopo essersi assicurato che fosse incerottato per bene, lo teneva sempre per mano per fare in modo di trasmettergli la sua forza così da non farlo piangere.
Kurt si irrigidì quando vide dal corridoio apparire Joe. Blaine notò la freddezza negli occhi di Kurt.
“Gli ho chiesto io di farmi compagnia. Abbiamo preso un taxi ma ero troppo fuori di me per ragionare quindi gli ho chiesto di venire.”
Kurt non rispose ma si voltò per tornare a sedersi sul lettino, Blaine lo seguì senza mai staccare il contatto dalle loro mani, Joe rimase a distanza.
“Credo che per stanotte resterà qui.” Disse il medico appena tornò nella camera dove era sistemato Kurt “Dopo la Tac abbiamo bisogno di tenerlo sotto sorveglianza, ci vorrà qualche ora per le risposte delle analisi e abbiamo bisogno di tenerti sveglio Kurt”
“Voglio tornare a casa” ribatté Kurt al medico. Finalmente le parole gli uscirono di bocca ma a parlare sembrava un bambino imbronciato.
“Signor Hummel credo che questa sia la scelta sbagliata. Sei ovviamente stanco e  non puoi addormentarti senza sapere cosa hai subito con l’incidente. Potresti andare in coma se hai avuto un forte trauma” provò a spiegargli il medico ma Kurt era solo infastidito dal modo in cui alternava il suo nome con Signor Hummel.
“Voglio tornare a casa Blaine” Kurt non stava fissando il suo amico, anzi aveva gli occhi fissi in un punto qualunque del pavimento.
Blaine si avvicinò a lui dolcemente posandogli l’altra mano sul volto accarezzandolo. Non gli importava che in quel momento si trovassero in un ospedale con dei medici e pazienti che li osservavano, tutto quello che a Blaine importava ora era dare sicurezza al suo migliore amico.
“Kurt è meglio che resti sotto controllo, rimango io con te, non me ne vado via.”
“Portami a casa Blaine.”
“Kurt..ma”
“Ti prego”
A quella supplica Blaine non resistette soprattutto dopo che Kurt finalmente si era voltato per guardarlo fisso negli occhi.
Lasciò Kurt solo per qualche minuto mentre si mise a parlare in disparte con il medico e solo in quell’istante Joe si avvicinò a Kurt.
“Come ti senti?” provò a chiedere il ragazzo ma Kurt non si degnò nemmeno di guardarlo in volto e non perché fosse l’ex del suo migliore amico che ora si era innamorato ma perché non era capace di concentrarsi su niente e nessuno.
Joe lo fissò per qualche altro minuto poi si avvicinò a Blaine per sentire cosa avesse da dire il medico. Blaine aveva convinto al dottore a mandare a casa Kurt affinché lui si assicurasse di tenerlo sveglio fino a quando non ricevevano le risposte dalla tac.
Gli vennero dati degli antidolorifici perché presto l’anestesia sarebbe scomparsa e sarebbe subentrato il dolore ai punti che Kurt aveva sulla fronte.
“Vieni Kurt, ti porto a casa” Blaine lo aiutò a scendere e Kurt sentì le sue gambe tremare tanto che si aggrappò alla camicia del suo amico per sorreggersi.
“Il vostro taxi è arrivato” gli fece notare Joe fuori dall’ospedale. “Il mio arriverà tra pochi istanti”
Blaine annuì mentre Kurt tremante si infilava in macchina. Appena Blaine chiuse la portiera e comunicò al tassista la via di casa, Kurt gli si avvicinò e poggiò la testa sul suo petto. Blaine lo accolse calorosamente tra le sue braccia mentre gli sussurrava “va tutto bene Kurt, ora sei con me”
 
Quando arrivarono sulla soglia di casa, Blaine sorreggeva ancora Kurt mantenendolo per i fianchi ma Kurt un po’ infastidito e con quell’atteggiamento da bambino che aveva avuto anche in ospedale, gli diede una leggera gomitata per poi camminare da solo dritto in camera sua. Si chiuse dentro e non ebbe il coraggio di guardarsi allo specchio. La testa gli faceva male, l’anestesia aveva finito il suo effetto e il dolore sembrava allucinante. Riuscì a cambiarsi dopo un veloce bagno e mettersi un comodo pigiama. Quando tornò in salotto vide Blaine con le mani in volto di nuovo in lacrime.
“Blaine?”
Appena il ragazzo si sentì chiamare, tirò su con il naso asciugandosi le lacrime e mostrando un sorriso. “Vieni Kurt, ti prendo una coperta”
Kurt un po’ preoccupato decise di non dire nulla e si sedette sul divano, buttò l’occhio sull’orologio e vide che era appena 01.00 quindi avrebbe passato una notte molto lunga.
Blaine tornò con una coperta e Kurt se la sistemò da solo sulle gambe mentre con un cuscino si distendeva sul divano. Dietro di se verso la cucina sentii Blaine smanettare qualcosa; probabilmente stava preparando del caffè ma la cosa che sorprese di più Kurt fu il suono del campanello.
Scattò all’in piedi impaurito ma Blaine arrivò subito a tranquillizzarlo.
“Credo sia Ethan. L’ho chiamato io” spiegò il moro a Kurt che lo guardava terrorizzato.
Quando Ethan entrò si gettò subito sul divano ad abbracciare Kurt, quest’ultimo non si aspettava una reazione del genere soprattutto dopo averlo lasciato solo scappando via.
“Come ti senti Kurt?” gli chiese Ethan accarezzandolo i capelli. Kurt si sistemò di nuovo sul divano e socchiuse gli occhi.
“Ethan, io vi lascio soli, ma per favore non farlo addormentare” disse Blaine prima di poggiare due tazze di caffè sul tavolino di fronte al divano.
“Hey Kurt, parlami ti prego” si disperò Ethan. Kurt si costrinse ad aprire gli occhi per assicurarlo.
“Sto bene, voglio…ho solo bisogno di riposare.”
Rimasero un po’ in silenzio fin quando Ethan non confessò ciò che aveva in mente da un po’.
“Lo so che non è il momento giusto e nemmeno l’ora. Ma io credo che tra noi la cosa non può continuare” Ethan non guardava Kurt ma teneva gli occhi fissi sulle sue mani che si stritolavano tra di loro.
“Io sono innamorato di te, ma è palese che tu non mi vuoi..”
“Mi stai dicendo questo solo perché non sono venuto a letto con te?” chiese con un filo di irritazione Kurt fissandolo in volto. Ethan lo guardò.
“No, Kurt. Ma tu non mi ami come io amo te e sinceramente non voglio continuare così. Non voglio essere preso in giro”
“Quindi mi stai lasciando!” sbottò Kurt, ma infondo non era arrabbiato, la sua ira era solo perché Ethan glielo stava dicendo in quel momento dopo aver subito un incidente.
“Mi dispiace”
“Ethan..lasciami riposare”
Il ragazzo non aggiunse altro e dopo avergli accarezzato l’ultima volta il volto se ne uscì.
Pochi istanti dopo apparve Blaine sulla soglia della porta del salotto che fissava Kurt mentre si risistemava sul divano.
“Perché non sei rimasto con lui?”  Chiese Blaine senza girarsi troppo intorno
“Perché non volevo concedermi a lui.” Kurt lo fissò negli occhi. “E tu perché mi hai chiamato?”
Blaine lo guardò per qualche istante rimanendo a distanza. “Perché non volevo che ti concedessi a lui”
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Avete visto? Kurt sta bene. Vi comunico che siamo quasi alla fine. Ovvero il prossimo potrebbe essere l'ultimo capitolo o lo divido in due non sono  ancora sicura. In tal caso se non mi faccio più viva dopo martedì e perchè sono deceduta a causa della 3x05 di Glee...

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Capitolo 12
*** Non lasciarmi solo ***


Ola Gleek. Prima notizia: La ff non è ancora conclusa, ovvero il prossimo sarà decisamente l'ultimo capitolo. La seconda notizia e che non lo leggerete mai. No, no scherzo però forse non tanto dato che domani notte e qualcuno mercoledì morirà di Klaineite acuta(wtf?)Beh avete capito no? Avete visto il nuovo promo? Oddio sono la cosa più dolce che abbia mai visto, sono il vero amore!!
Bhe quindi prima di una morte certa vi lascio a questo capitolo....




Ci fu un imbarazzante silenzio tra i due ragazzi dopo le loro confessioni e Kurt sembrava ancora più confuso.
Stava per chiedere a Blaine di ripetere cosa gli aveva appena detto perché non era possibile che l’incidente gli faceva ascoltare ciò che stava sperando di sentire da tempo dalle labbra del suo amico. Ovvero che Blaine ci teneva a lui e che non voleva vederlo con Ethan. Stava per chiederlo ma il bruciore alla ferita si fece sentire e quasi lanciò un urlo portandosi le mani sul volto. Blaine si avvicinò a lui sentendosi inutile perché Kurt si era raggomitolato su se stesso portandosi le gambe al petto e ficcandoci la testa dentro.
“Kurt, ascolta adesso ti do gli antidolorifici okay?” Blaine provò a parlargli con tutta la dolcezza e la fermezza possibile ma dal momento in cui aveva visto Kurt in quello stato aveva capito che portarlo a casa era stata una pessima idea.
Blaine riuscì  a dare gli analgesici a Kurt e gli fece poggiare la testa sulle sue gambe accarezzandogli i capelli e facendo attenzione al bendaggio sulla fronte. Kurt riuscì a rilassarsi e stava per crollare dal sonno ma la paura di un trauma cranico gli mise ansia.
“Blaine…” sussurrò con un filo di voce.
“Hmm”
“Sono stanco, voglio dormire”
Blaine gli scappò un sorriso, era incredibile e tremendamente adorabile quando Kurt si comportava come un bambino.
“Lo sai benissimo che non puoi dormire. Perché invece non mi dici cosa è successo?” chiese con delicatezza il moro. Sentii venire un broncio dalle labbra di Kurt che iniziò a scalciare il cuscino dal divano come segno di protesta.
“Kurt smettila di fare il bambino” il tono di Blaine diventò più serio ma non smise di accarezzare i capelli di Kurt. Quest’ultimo sbruffò.
“Ero con Ethan. Eravamo a casa sua ed io credevo di voler qualcosa da lui…ma non era così…e poi la tua chiamata mi ha fatto andare nel panico e quando ti ho telefonato ha risposto Joe e mi sono chiesto perché era qui.” Lentamente Kurt alzò la testa dalle gambe di Blaine per guardarlo in volto.
“Blaine perché era qui?Ti prego dimmi la verità”
“Kurt tu dovresti riposare e non pensare a queste cose”
“Tu rispondimi e io mi rilasserò. Lo prometto”
Blaine lo guardò con disappunto però decise di parlargli perché non temeva nulla.
“Ti ho detto che mia madre mi ha chiesto di tornare a casa giusto? Joe è venuto per portarmi i biglietti dell’aereo. E’ entrato qualche minuto e gli ho semplicemente chiesto di sistemare i biglietti sul mio bagaglio perché nello stesso istante è arrivato il fattorino che mi ha consegnato la pizza.
Kurt sembrava confuso. “C’è tanto cibo in frigo perché ordinare una pizza?”
“Perché dovresti ricordarti che sono negato in cucina. Quindi stavo pagando al ragazzo delle consegne quando Joe mi ha portato il cellulare. Lui ha sempre il maledetto vizio di rispondere al mio cellulare e quindi non ci ha fatto peso a rispondere anche questa volta.”
Kurt rimase in silenzio meditando mentre una mano di Blaine si poggiava sulla sua gamba per rassicurarlo.
“Io e Joe non siamo tornati insieme e non torneremo Kurt. Il bene che provo per lui è profondo ma io sono fermamente convinto che non posso continuare ad avere una storia con lui.” Esitò un istante prima di continuare “Non dopo il nostro bacio”
A Kurt si gonfiò il petto per l’emozione, il cuore gli stava battendo senza sosta e senza pensarci troppo si gettò al collo di Blaine sedendosi a cavalcioni su di lui mentre lo teneva stretto al collo piangendo.
“Non andare via” sussurrò tra le lacrime Kurt mentre Blaine lo reggeva per la schiena alzando gli occhi al cielo per evitare di piangere. Uno dei due in quella situazione doveva essere il più forte e Kurt ora non era nelle condizioni adatte. Lo fece sedere meglio sulle sue gambe mentre le braccia rimasero strette intorno al suo collo e la sua maglietta veniva bagnata dai singhiozzi di Kurt.
“Io ho bisogno di te, Blaine non puoi andare via.”
Il moro continuò ad accarezzare la schiena di Kurt per rassicurarlo poi con il pollice spazzò via le lacrime dal suo volto.
“Ti prego Kurt, calmati. Non posso vederti piangere”
Kurt sospirò e provò a seguire il consiglio di Blaine mentre continuava a restare aggrappato alla sua maglia come ancora di salvezza.
“Blaine…ti amo” quando pronunciò quelle parole Kurt non guardava negli occhi Blaine ma li teneva stretti chiusi mentre cadevano le ultime lacrime.
Le carezze di Blaine sul corpo di Kurt cessarono e titubante portò una mano sotto al mento di Kurt per alzagli il volto e poterlo guardare fisso negli occhi. Bastò un attimo e le loro labbra si incontrarono per una seconda volta. Non erano insicure o in cerca di un conforto, erano desiderose e impazienti di assaporarsi l’un l’altro facendo sentire il proprio amore. Blaine riuscì a sentire sul suo volto le lacrime di Kurt che aveva cacciato qualche minuto prima ma mise le sue mani sul volto del ragazzo per approfondire sempre di più il bacio. Quando si staccarono per riprendere fiato Kurt guardò fisso negli occhi di Blaine.
“Ti amo anche io Kurt. Forse l’ho negato a me stesso perché sembrava così impossibile che la nostra amicizia si tramutasse in un sentimento così profondo. Poi quando ti ho sentito che la tua prima volta volevi concederti a quello li, mi sono sentito così pieno di rabbia.”
Kurt guardava Blaine e si sentii così ridicolo da stargli seduto sulle gambe così fece per spostarsi ma Blaine glielo impedì tenendolo stretto a lui e facendogli poggiare la testa nell’incavo del suo collo cullandolo dolcemente.
Rimasero in silenzio per lungo tempo e a Blaine tornò il timore che Kurt potesse addormentarsi. Erano le 4.30 del mattino e il medico non aveva ancora telefonato per il responso delle analisi.
“Hey Kurt, ricordi quando ero malato che facevi?”
Kurt non risposte troppo stanco per tutti gli avvenimenti e perché si stava beando del profumo che emanava il collo di Blaine.
“Mi mettevi sempre un film Disney e poi cantavi, perché io amavo la tua voce”
“Io ho sempre avuto una voce fastidiosa me lo dicevano tutti Blaine” gli ricordò Kurt. Blaine rise tornando a baciargli le labbra.
“Io l’adoravo. E ti svelerò un segreto” Kurt lo guardò curioso “ricordo che una volta ti chiesi di giocare al Karaoke così per divertirci, ma in realtà io registravo tutte le volte che tu cantavi perché mi piaceva riascoltarti ogni volta che tu andavi via”
Kurt scoppiò a ridere e anche se mise un finto broncio, Blaine trovò che fosse il suono più armonioso che potesse ascoltare. Poi iniziò a sussurrare una canzone vicino all’orecchio di Kurt mentre continuava a cullarlo:
What would I give to live where you are?
What would I pay to stay here beside you?
What would I do to see you smiling at me?
 
Kurt capii subito di che canzone si trattava e si rilassò ascoltando la calda voce di Blaine.
 
Where would we walk?
Where would we run?
If we could stay all day in the sun
Just you and me, and I could be
Part of your world
 
Blaine sorrise mentre si dedicava alle ultime strofe giocherellando con i ciuffi di capelli caduti sulla fronte di Kurt.
 
I don't know when, I don't know how
But I know something's starting right now
Watch and you'll see, someday I'll be
Part of your world
 
Kurt si strinse forte a lui per poi lasciargli un dolce bacio sul collo. “Avrei dovuto registrare anche io la tua voce Blaine” mormorò Kurt
Il moro sorrise restando a fissarlo per qualche altro istante, poi lo fece risistemare sul divano per andarsi a preparare un altro caffè e magari telefonare il medico per sapere se ci fossero novità, anche se sapeva benissimo che il dottore li avrebbe avvisati appena avrebbe avuto le risposte.
Quando tornò con l’altro caffè e con un pacco di biscotti trovò Kurt dormire con la coperta sulla testa per coprirsi dalla luce della lampada sul comodino accanto al divano. Blaine non esitò un attimo per andargli vicino e svegliarlo dolcemente.
“Kurt devi resistere ancora un po’ ti prego. Non posso permettermi che ti accada qualche altra cosa.”
Kurt mugugnò passandosi le mani sugli occhi stropicciandoli, poi si accorse dei biscotti e allungò la mano per assaggiarne uno.
“Non chiameremo papà vero?” chiese Kurt con un filo di preoccupazione mentre allungava la mano per intrecciarla con quella di Blaine.
“Kurt l’auto distrutta parla da sola e anche la tua cicatrice sul volto”
Ed ecco che Kurt si trasformò di nuovo in un bambino imbronciando il labbro e incrociando le braccia al petto.
“Portiamola da un meccanico”
“Tuo padre è un meccanico e credo che sia anche il migliore di Lima”
Kurt roteò gli occhi sbruffando. “Allora diremo che era parcheggiata da qualche parte e qualcuno ci è finito sopra, non voglio che gli venga un altro infarto”
Blaine lo fissò sorseggiando il caffè “e come la metti con la cicatrice sulla fronte?”
“Diremo che mi hai colpito con un mestolo” risposte prontamente l’ammalato.
Blaine scoppiò in una fragorosa risata sostenendo che l’idea del mestolo era poco credibile.
Fortunatamente il cellulare squillò e Blaine si accorse a rispondere. Il medico aveva pronte le risposte della Tac e i due ragazzi si affrettarono ad uscire per andare in ospedale.
L’esito fu positivo ed entrambi tirarono un sospiro di sollievo, Kurt ne approfittò per farsi cambiare la bendatura e poi tornarono a casa sperando di gettarsi sul letto per cadere in un sonno profondo.
 
Quando Kurt tornò in camera sua notò una cosa che non aveva visto prima. I bagagli di Blaine.
Un particolare che non avevano preso in considerazione e che Blaine viveva a New York. Almeno Kurt non aveva preso in considerazione perché quando chiese spiegazioni a Blaine si sentì cedere le gambe.
“Kurt tu hai perfettamente ragione, ma io devo tornare a New York, sono sicuro che troveremo un modo. Ora perché non riposiamo un po’? Penseremo a tutto più tardi.”
Kurt deglutì immobile con i pugni fermi lungo i fianchi mentre Blaine gli accarezzava una guancia.
“Quando dovresti partire?” chiese con timore fissando gli occhi color miele del ragazzo.
“Avrei l’aereo questa sera Kurt. Ma sono solo le otto del mattino possiamo…”
“Non possiamo un bel cavolo Blaine” lo interruppe Kurt allontanandosi da lui.
“Che cosa hai intenzione di fare?Una relazione a distanza? Non abbiamo saputo coltivare un’amicizia da così distanti e pretendi di restare insieme mentre io sono in questo buco di cittadina e tu nella grande mela?”
Kurt sta completamente degenerando mentre si infilava sotto le coperte nell’intento di riuscire a riposarsi.
Blaine si affrettò a raggiungerlo abbracciandolo stretto. Kurt esitò qualche istante, ma aveva desiderato così tanto Blaine che si gettò al suo collo.
“Ti prego Blaine rimani.”
“Non posso Kurt”
“Non lasciarmi qui…solo”
“Non sei solo Kurt. Io non voglio perderti mai più e credimi troveremo un modo. La distanza non ci allontanerà perché ti amo veramente.”
Kurt non si convinse della prima parte del discorso. Era incredibile proprio che ora che Blaine si era innamorato di lui, stava per perderlo in un giro di poche ore.
Si lasciò cullare di nuovo da lui poi il sonno prese il sopravvento.
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Note: Allora la canzone che canticchia Blaine è "parte del tuo mondo" del film Disney "La sirenetta" però nn è la prima versione
ma la seconda. Ovvero dopo che Ariel ha salvato il principe dalla tempesta. Vi metto il link della versione italiana: http://www.youtube.com/watch?v=i06xkkornF8 
Altra notizia che potrebbe interessare sopratutto a chi scrive qui su EFP ma anche ai fan dei Klaine e Glee. Questa è una pagina di un'amica, ammiro la passione che ci mette per curare questa pagina, gestita solo da lei. Qundi mi ha chiesto di dirvi che CHIUNQUE vuole pubblicizzare una sua FF (glee e cast glee)potete andare nella sua pagina e lasciare il link, lei sarà molto felice di pubblicizzarvi ^_^
la pagina si chiama: peace, love & Glee: http://www.facebook.com/pages/Peace-Love-Glee/191513454205923?ref=ts

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Capitolo 13
*** Insieme da sempre ***


Le prime ore di sonno di Kurt furono un dormiveglia continuo, perché ogni volta che Blaine si allontana da lui, Kurt si sentiva vuoto e freddo e cercava piagnucolando il corpo caldo del ragazzo per riscaldarlo e prontamente Blaine con un piccolo sorriso divertito si avvicinava a lui avvolgendolo tra le sue braccia.
Verso le 17.00 Blaine lo costrinse ad aprire gli occhi per fargli assumere i farmaci e per farlo mangiare qualcosa. Kurt si era rifiutato categoricamente ma quando Blaine lo aveva minacciato di chiamare al padre e dirgli tutta la verità, allora si era fiondato sulle prime cose che aveva trovato nei mobili della cucina.
“Non voglio immaginare l’orribile segno che mi rimarrà sulla fronte, magari se mi fossi ferito al centro della testa mi sarei messo un paio di occhiali rotondi e mi sarei finto un fan di Harry Potter.”
Blaine scosse la testa ridendo mentre anche lui sgranocchiava le cose che Kurt aveva poggiato sul letto, che Blaine gli aveva impedito di lasciarlo fin quando non si sarebbe ripreso del tutto.
“Sei perfetto Kurt, quella cicatrice ti renderà ancora più bello”
Kurt alzò un sopracciglio contrariato mentre la forchetta era rimasta a mezz’aria, così Blaine ne approfittò per rubarsi il boccone di Kurt per poi fargli una linguaccia.
“Non lo trovi strano adesso?” chiese Kurt spostando il piccolo vassoio sul comodino.
“Cosa?”
“Io e te, insieme!”
“Non è una bella cosa?” chiese Blaine alzando il volto per decifrare l’espressione di Kurt, che sembrava piuttosto serena.
“E’ straordinario” sospirò avvicinandosi a lui per poi con una mano fare pressione sul suo petto facendolo distendere con la schiena sul letto per poi mettersi a cavalcioni su di lui e iniziarlo a baciarlo dolcemente.
Le mani di Blaine gli accarezzavano lentamente la schiena mentre quelle di Kurt si erano spostate tra i ricci scuri di Blaine. Le loro labbra si muovevano lentamente assaporandosi desiderose.
Quando Kurt si staccò affondò completamente il suo corpo contro quello di Blaine facendo combaciare i loro busti mentre i cuori battevano all’unisono. Kurt cominciò a lasciare dei baci lungo la linea che va dal collo alle spalle di Blaine mentre quest’ultimo si mordeva il labbro inferiore per evitare inutilmente che dei gemiti uscissero dalla sua bocca.
Rimasero immobili per un po’ fin quando a Kurt non calò di nuovo il sonno e Blaine lo risistemò nel letto.
 
Quando alle 21.00 di sera Kurt si svegliò, gli prese il panico. Si alzò velocemente dal letto girovagando per il salotto e la cucina urlando il suo nome e non trovando nessuna traccia di Blaine. Tornò in camera e no, i bagagli non erano più lì e sul comodino accanto alle pillole c’era un solo bigliettino con scritto: Ti amo.
Non poteva essere vero, Blaine non lo aveva abbandonato, ma Kurt pensava che in realtà non aveva avuto troppo coraggio per salutarlo. Corse a prendere il cellulare e comporre il suo numero ma tutto quello che ottenne era solo la segreteria telefonica.
Gli occhi di Kurt erano velati dal terrore mentre già delle lacrime gli coprivano il viso. Sussultò non appena sentii il telefono di casa suonare. Corse così velocemente da inciampare ma si aggrappò alla sedia accanto al tavolo.
“Blaine!” urlò contro il telefono sperando vivamente che fosse il suo ragazzo ad aver chiamato.
Figliolo sono tuo padre, va tutto bene?”
Kurt imprecò mentalmente mordendosi il labbro mentre tirava su con il naso.
“Tutto bene papà” riuscì a fingere un tono calmo.
“Perché hai urlato il nome di Blaine?E’ già arrivato a New York?Non partiva questa sera?”
“Tu che ne sai di Blaine a New York papà?”
“Me l’ha detto qualche giorno fa, mi aveva chiesto di stare zitto e che te l’avrebbe detto lui. Kurt stai bene?Hai una voce strana.”
“Tutto bene, scusami papà, devo studiare. Divertitevi tu e Carole” Kurt staccò la chiamata non chiedendo nemmeno a suo padre quale fosse il motivo di quella telefonata.
Sospirò di nuovo e provò a richiamare Blaine, ma la segreteria era costante. Ormai arreso al fatto che si, Blaine era andato via e che non aveva avuto il coraggio di salutarlo, Kurt si chiuse in bagno per darsi una pulita, perché stare tutto il giorno nel letto lo faceva sentire ancora più malato di quando non fosse.
 
Dopo un lungo bagno, riuscì a guardarsi allo specchio. Si tolse la bendatura dalla fronte per guardare il suo segno. Ed eccola la, una cicatrice che si stava formando sulla sua pelle nivea. Sette punti  erano legati tra di loro che a Kurt fece ribrezzo così prese subito un’altra fascetta per ricoprirsi.
Nonostante questo, il suo pensiero era andato a Blaine, era partito via con Joe per volare fino a New York lontano da lui, mentre fino a poche ore prima lo teneva stretto al sicuro nelle sue braccia.
Si lascò cadere a terra nel bagno poggiando la testa sulle mattonelle fredde della stanza per poi portarsi le gambe al petto, sentendosi di nuovo insicuro e…solo.
Con la testa stordita dal pianto, Kurt non si rese conto di quanto tempo aveva passato accovacciato sul pavimento e non notò nemmeno che la porta del bagno si era aperta.
“Kurt stai bene?”
Blaine impaurito più che mai si gettò a terra prendendo il volto di Kurt con le mano che lo guardava scioccato con i suoi occhi enormi e azzurri.
“Tu..se qui…”
“Certo che sono qui, Kurt! Stai bene?Chiamo l’ambulanza”
Entrambi si guardavano con la paura negli occhi. “Sei qui, Blaine!” Kurt si gettò al suo collo abbracciandolo.
“Dove altro potevo andare Kurt?”
Blaine lo prese di peso e lo trascinò fuori facendolo sedere sul divano. Quando Kurt si riprese riuscì a parlare  mentre Blaine sembrava ancora un po’ scosso per le condizioni in cui l’aveva trovato.
“Non ti ho trovato nel letto, sono uscito e non c’eri, i tuoi bagagli sono scomparsi e avevi sempre la segreteria telefonica. Mi hai lasciato solo un bigliettino e ho pensato che fossi partito Blaine, che eri andato via non avendo il coraggio di salutarmi e…” Kurt aveva cominciato a parlare velocemente così Blaine lo zittì mettendogli un dito sulle labbra.
“Hai provato ad andare in camera di Finn?” Chiese con tutta tranquillità Blaine mentre Kurt scosse la testa negando.
“Sciocchino, i bagagli li ho posati nella sua camera perché so che odi il disordine.” Blaine gli diede un finto buffetto sulla guancia facendolo finalmente sorridere.
“Inoltre, si, sono stato all’aeroporto. Ho accompagnato Joe, tranquillo non ha tentato di farmi ritornare con lui o cose del genere, ma dovevo salutarlo Kurt, perché probabilmente non lo rivedrò più”
Kurt batté le palpebre velocemente “che intendi dire?” Lo sguardo si posò sul tavolino dove vedeva palesemente dei biglietti diretti a New York. “Hai intenzione di andartene o no?” Kurt fece notare i cartoncini sul tavolo.
Blaine rise “Ho intenzione di tornare a New York Kurt” sospirò “ma con te! Andiamo a casa mia e parliamo con i miei genitori, poi torneremo qui e tu finisci l’università e se poi vorrai potremmo tornare a New York e provare a vivere una vita insieme. Non credo che non andremo d’accordo, ci siamo amati sin da bambini”
Anche Kurt scoppiò a ridere abbracciandolo forte. “Che idiota che sono!Ho fatto dei viaggi mentali in queste ore che quasi mi ammazzavo”
“Si, sei idiota, ma ti amo così tanto Kurt, e sono sicuro che siamo destinati a stare insieme. Quindi ti va di venire a New York con me?”
Kurt annuì stringendo le mani di Blaine. “Ma prima vorrei una cosa Blaine”
“Tutto quello che vuoi”
Le guancie di Kurt si fecero rosse “Voglio stare con te, in ogni modo possibile Blaine!”
Blaine spalancò gli occhi capendo dove volesse andare a finire con il discorso Kurt.
“Ne sei sicuro Kurt?”
“Siamo nati per stare insieme Blaine, e non c’è altra cosa che desideri in questo momento”
Blaine annuì baciandogli una mano.
“ti amo Kurt”
“ti amo anche io”
Blaine si alzò dal divano tenendo stretta la mano di Kurt fino a trascinarlo in camera sua, in quel piccolo mondo che apparteneva solo a loro. I loro “Ti voglio bene” da bambini si erano trasformati in “ti amo” e le loro carezze si erano trasformati in dolci baci. Da due migliori amici erano diventati due corpi e una sola anima.
Kurt e Blaine erano stati insieme da sempre. L’amicizia che li aveva uniti da bambini li aveva fatti affezionare crescendo e nel futuro li avrebbe fatti amare ancora di più.
Fine
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Ed eccoci al finale della storia, e pensare che volevo cancellarla dal primo capitolo perchè proprio non mi convinceva, ma devo ringraziare
tutti quelli che hanno lasciato una recensione e tutti quelli che sono venuti a leggerla. Grazie di cuore.
Okay ora dico che non ho altre storie in mente ma magari una settimana e mi rivedrete scrivere di nuovo qualcosa hahahah.
Sopravvissuti alla puntata?Io dico che forse molti ci sono rimasti male a causa degli spoiler che ci facevano intendere chissà cosa, ma io ho
trovato tutto molto dolce e romantico e loro si amano ed è questo che è importante.
Grazie ancora a tutti voi, baci da Klaineinlove

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