And give me all your hopeless heart.

di VanNotOk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Save your self, I'll hold them back ***
Capitolo 2: *** You're running after something that you'll never kill ***
Capitolo 3: *** I'm trying to let you know just how much you mean to me ***
Capitolo 4: *** Stand by me, nobody knows the way it's gonna be! ***



Capitolo 1
*** Save your self, I'll hold them back ***




                                                   "Why don't you blow me a kiss before she goes?"





 Le giornate sembrano infinite se non si sa come impiegare il tempo, ed è così anche per me, la noia mi assale e questa giornata uggiosa e umida di fine Ottobre sembra non avere una dannata fine. Fra quattro giorni ci sarà un rimpatrio popolare in onore della festività di Halloween, e non c'è tempo peggiore per la pianificazione di una festa. Succede ogni anno, ogni fottuto anno, la città si riempe di addobbi neri e color zucca, gruppi di marmocchi riempono le strade trasvestiti come clown di uno sporco circo scadente e maleodorante.  Note di canzoni popolari risalgono dalle strade sino alle mie orecchie apparendo banali e ripetitive. 
Certo, è Halloween, solo e semplice Halloween. Sono le undici di un mattino uggioso e umido di Ottobre, fra quattro giorni sarà solo Halloween.  Ogni anni la frustrazione di trascorrere solo la propria vita si fa spazio in ogni pensiero, è sicuramente il peggior periodo dell'anno. Il giorno di Halloween eclissa da sempre il giorno del mio compleanno. Nessuno se ne ricorda mai, nessuno sa che quest'anno Frank compie i suoi 19 anni. Nessuno tranne Mikey, è fantastico avere Mikey. Lui se ne ricorderà, ne sono certo. Mikey è  quel che si può definire un migliore amico anche se lo conosco da sette mesi circa e non conosco i suoi amici, la sua famiglia o i componenti della sua band. Ma a volte penso che non è la mia ragazza e che non occorre avere tutte queste informazioni, lui c'è sempre indipendentemente dai suoi amici, dalla sua famiglia o dalla sua band. Ma lui non approva affatto, vuole farmi conoscere la sua band e la sua famiglia oggi pomeriggio alle sei. Non una semplice conoscenza. Mi ha convinto a fare un'audizione, a loro serve un secondo chitarrista e a me un impiego per la solitudine.  Riesco a mettere su un paio d'uova per pranzo ma non riesco a finirle, ho lo stomaco chiuso dalle riflessioni su quanto io sia fottutamente solo, non è da me. Arrivano le cinque e il suono di un clacson rimbomba per le pareti della stanza, più e più volte, finchè la curiosità non mi assale e mi affaccio alla finestra che da sulla strada. Dal secondo piano del mio palazzo intravedo un biondino con gli occhiali spessi e neri., da cui spuntano un paio d'occhi curiosi che fissano verso di me. E' ARRIVATO MIKEY!
Metto un paio di converse smesse e rovinate: le mie preferite,afferro Pansy, scendo velocemente le scale ed eccolo li, nascosto da una vecchia auto grigio topo. 

«Mikey? Da quando hai un auto?»

«Io? Mai avuta. E' di mio padre. Ma ho una patente ed ho intenzione di usarla!» dice estasiato dall'dea di guidare un auto. Sembra un bambino di sei anni a cui regalano un giocattolo nuovo di zecca, luccicante e colorato, sfavillante. Come sfavillanti sono i suoi occhi in questo momento e quasi mi dispiace deluderlo.

«E' figa, davvero! Ma mi spiace deluderti. Guido io!»

«Ehm..ok Frankie.»

In un momento scatto in piedi, da seduto che ero sul posto del passeggero, Pansy, che è al mio fianco, traballa e si deposita con tutto il suo peso sul sedile posteriore emettendo una nota data dalla corda che sbatte contro il sedile. Lo guardo sgranano leggermente gli occhi, odio il solo suono di quel nomignolo. Lo prendo come un dispregiativo pur essendo un diminutivo, io odio essere ridimensionato. Mi basta la mia più giovane età rispetto alla sua, e a quella dei suoi amici a quanto mi dice. Mi porto quel nomignolo dietro dalle elementari. Il piccolo e dolce Frankie, il piccolo Frankie, troppo piccolo per aver luce, troppo piccolo per non stare nell'ombra di qualsiasi cosa o persona da sempre. Riprendo coscienza solo al suono delle sue parole.

  «Mikey.. lo sai!»


«Si, cazzo, scusa. Non lo faccio più. » dice sfoggiando un sorriso talmente genuino da mettermi allegria, gli sorrido e mi scuso per la mia reazione forse troppo esagerata.
 Mi incinta ad andare via, mi metto sul posto del guidatore, poggio le dita sul volante lentamente e poi accendo l'auto e mi sento quasi felice. Il piccolo Frankie può guidare un auto, perchè è abbastanza grande per mettersi al volante e guidare. Il piccolo e povero Frankie.Gli chiedo dove andare e finalmente, imboccando una strada di città mi trovo davanti ad una casa gialla dal tetto rosso scuro. L'ansia mi assale, conoscerò il suo mondo, e le persone che gli gravitano attorno. E mi sento quasi una neo-fidanzata isterica e eccitata. E poi ricontatto la realtà passando da fidanzata idiota a idiota e basta. Mikey mi invita a parcheggiare e usciamo entrambi dall'auto, cammino piano, l'ansia mi assale. Coraggio...

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Capitolo 2
*** You're running after something that you'll never kill ***


 

                        "If you look at the mirror and don't like what you see..."





Prendo improvvisamente quelle particelle minuscole di coraggio sparse per tutto il mio corpo, sdradicate anche dalle unghia dei piedi, e le incentro nella mano affinchè la portiera si apra con la sinistra e prenda Pansy, senza farla cadere, con la destra. Naturalmente lo scivolone va proprio nell'aprire la portiera, non si apre e le mie mani sudano neanche stessimo in Africa in pieno periodo di siccità. Dopo un secondo, e un terzo tentativo, riesco ad aprire la portiera ed uscirne indenne con gli ucchi di Mikey che fissano un garage da cui proviene un rumore assordantemente udibile ed orecchiabile. Una batteria e, un basso credo. 
«Già cominciate? Siamo in ritardo?» quasi ansimo preoccupato dall'apparire la persona instabile e mentalmente confusa quale realmente sono.
«Se non senti cantare allora stanno aspettando che quel coglione di mio fratello arrivi.» mi guarda e scoppia in una risata, poi aggiunge «E' ritardatario quasi quanto te, con la differenza che pensiamo lui lo faccia di proposito» e mi guarda coi suoi occhioni scuri e dolci, neanche volesse anticiparmi qualcosa di così tanto amaro che una bustina di occhi-zucchero è a necessariamente d'obbligo.
«Io sono solo molto distratto, ho una confusionaria voglia di mettere ordine nella mia vita» e quasi tento di autoconvincermi che un giorno ciò avverrà.
«Sei un paradosso bello e buono!» dice ridendo e scherzando. Adoro il suo viso quando ride, lo fa così di rado..
Ora ho qualche squarcio di informazione in più. Ha un fratello ritardatario e confuso quasi quanto me, la così mi avvince. Sorrido fra me e me per il pensiero appena concluso e penso di apparire un'idiota patentato agli occhi di chi non mi è dentro, da chi guarda solo da fuori. MI sono sempre chiesto quale impatto io dia alla gente quando sono me stesso, quando mi racchiudo in quella piccola tana di me che nessuno conosce e mai conoscerà. Quando penso di essere buffo spesso ciò mi tira su di morale, mi fa ridere ancora fra me e me. Ma spesso soprasso il limite del pensiero e penso di passare da buffo a ridicolo, e la vergogna e la timidezza si annodano a gola e stomaco neanche fossero filo spinato, e smetto di stare su un mondo tutto mio, partecipando alla realtà comune.
Ci avviciniamo sempre più alla poota del garage, ma d'un tratto Mikey svolta verso il giardino sul retro e io mi perdo per un secondo assieme al mio senso dell'equilibro traballando sulllo stretto marciapiede che incornicia il giardino.
Sulla destra c'è una grande porta in legno chiaro, stile inglese anni '70, con le tendine ai bordi color senape e i vetri trasparenti. La porta si apre e ne esce una donna bionda, dai capelli di una media lunghezza, biondo platino, arricciati su loro stessi, formano una complessa rete di ciocche biondo platino e quasimi ci perdo dentro con l'immaginazione. E' piuttosto magra, sembra una sorella maggior. Poi sipresenta come la mamma di Mikey e sento il calore fluire sul viso, che schiocco!
Mi invita ad entrare ed è così gentile che quasi mi commuovo, non sono più abituato all'affetto materno, alla famiglia, ai valori. No, quelli no, li ho sempre visti dalla mia prospettiva. Valuto l'amore a modo mio, l'amicizia come pare a me. Sono molto soggettivo e selettivo e di ciò quasi mi rammarico, divento antipatico o timido a seconda di chi mi trovo davanti e perdo la sicurezza come se me la soffiasse via il vento. In ogni caso dopo minuti di chiacchierata sentiamo una porta sbattere, un cappotto accasciarsi a terra e una voce chiama urlando il mio amico Mikey con fare arrogante, e quasi lo voglio morto quel coglione che si permette di trattarmelo male! Cammino dietro Mikey che quasi preoccupato si alza dalla sedia per incontrare questo stronzo coperto dal'altezza nettamente schiacciante di Mikey, almeno da questa prospettiva. 
«Ah, sei tornato pezzo di merda?» dice sorridendo e scherzando Mikey, e prenderei a pugni anche lui, non si confabula col nemico!
«Si stronzo di un fratello!» dice la vce oltre Mikey, e io mi sento ancora una merda, prima la mamma di Mikey, ora il fratello. Chi aggredirò coi miei pensieri idioti? Ogni singolo componente della band solo perchè sono un amico fottutamente protettivo? Solo perchè ho soltanto Mikey al mondo? Poi rimembro che sono solo stupidi pensieri, non li ho pronunciati, nessuno sa cosa mi passa per la mente, neanche conosce il mio nome questo tizio che ancora non ho avuto il piacere di guardare in faccia. Miro verso il basso con lo sguardo, vedo un paio di stivali che quasi sembrano alti fino al suo ginocchio. Intravedo poi un pantalone nero di pelle, probabilmente, o giù di li. Sembra gli calzi a pennello, stretto inutilmente da una cinta borchiata. Gli occhi mi cadono su un punto forse non troppo usuale, e comincio a vergognarmi di nuovo dei miei pensieri.
«E' lui è Frank, il chitarrista» Mikey si sposta sulla sua destra e mi lascia il campo libero, alzo lo sguardo ed eccolo...
Ma.. ma.. cos'è?
Occhi verdi penetranti mi trapassano per un secondo l'anima e io mi sento il vuoto dentro, sono una scatola senza utilizzo per un secondo. Capelli neri sbarazzini gli coprono a tratti il viso, una giacca nera e una maglia grigia, e lui è il ragazzo più bello che questi occhi abbiano mai incontrato.
«Piacere Frank» che idiota! Il mio nome già lo sa!
Inaspettatamente risponde con «Piacere mio, Frank, io sono Gerard» sfoggia un sorriso incredulo, quasi malinconico, le cui labbra si protaggono inizialmente veros il baso poi verso l'alto. Cosa vuoi dirmi?
«Ragazzi, Ray sta per ammazzarci tutti, andiamo di la» Dice Mikey facendo si che io distolga lo sguardo, sono perso, pazzo, incredulo. Proprio nella mia vita vuota un uomo così bello doveva rendere il mio cuore un cartone vuoto e pieno allo stesso tempo. Proprio il fratello del mio migliore amico? Proprio quegli occhi talmente verdi da ammazzare?
Attraversiamo un corridoio e poi una stanza, Mikey apre una porta ed eccoci nel garage da cui sentivo provenire rumori e suoni poco fa. Ci siamo..

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Capitolo 3
*** I'm trying to let you know just how much you mean to me ***



"I'm trying to let you know just how much you mean to me"




Entro nella stanza-garage e ci sono due ragazzi, uno alla batteria e uno con una chitarra elettrica in mano, tenta di accordarla senza amplificatore.
Appena entro i loro occhi si posano su di me e l'mbarazzo sale sin sopra le gote, immagino di essere rosso, o forse totalmente ridicolo.
La voce dell'uomo dagli occhi verdi, a cui ora associo anche un nome che sembra il migliore al mondo, pronuncia poche semplici parole che tentano di far tacere il ragazzo biondo che sta   suonando la batteria non permettendo a Gerard di parlare.
Alla fine smette di suonare e sembra divertito dal mio aspetto ridicolo e imbarazzato.
«Lui dev'essere l'aspirante seconda chitarra. Cosa sai fare?» si rivolge a me, e io sprofondo ancor di più nella mia dose di imbarazzo pre-prestazione. Quasi mi intimorisce, non lui, ma che nessuno dica nulla.
«Non intimorirlo a vuoto! Io credo sia abbastanza in gamba Ray! Lasciamolo provare» la voce di Gerard non mi appare nitida, quasi un miraggio uditivo. Lui mi stava difendendo ed era l'unico.
Ray annuisce zittito dalla voce imponente di Gerard, ed è proprio Gerard che  mi si avvicina e mi tira a sè, cingendomi le spalle con un braccio. Impazzisco, impazzisco di vergogna e impazzisco di gioia, queste sue attenzioni mi rendono partecipe di un modo nuovo di vedere le cose,  un modo più sensibilizzato da un cumulo di emozioni.
«Tranquillo, io confido in te.» mi dice Gerard Way, sussurrandomi all'orecchio con cautela e gentilezza. Un uomo così delicato per essere un uomo.
Prendo Pansy che è appoggiata ad un muro vicino alla porta e l'accordo in pochi minuti.
Ad un certo punto vedo Mikey che impugna il basso e mi grida "Demolition lovers!".
E' lo spartito che mi è stato consegnato e che ho imparato a memoria, tuttavia non l'ho ancora sentita completa, cantata da Gerard, e sentirla per la prima volta mi emoziona. Sentire Gerard cantare mi rende norvoso. Dover suonare al suo fianco mi mette ansia.
Comicio e ray mi seue, sento gli occhi di tutti addosso... Quelli di Mikey, quelli di Ray, quelli di Gee e quelli di Bob, il batterista, ma l'ansia non fa che spronarmi a suonare meglio, per passare più tempo con queste persone, con quest'uomo bellissimo, per poter finalmente suonare decentemente e in un gruppo, per potermi sentire meno solo.. per...
Una voce, forse qualcosa diipiù, mi trapassa la pelle, le ossa, il cranio.
Comincio a sentirmi debole.
A metà strofa mi guarda, impazzisco, continua a cantare e mi si avvicina, le mie rotule cedono, le ginocchia si piegano, mi inginocchio con la spalle tirate indietro, e lui si piega su di me.
"I'm trying... I'm trying.. To let you know just how much you mean to me."
I nostri visi sono molto vicini, i miei capelli sono l'unica cosa che mi permette di non fissarlo negli occhi ed impazzire, per poi baciarlo, a perdifiato, senza staccarmi, ma rispondo alla realtà che tenta di tenermi stretto al pianetea Terra, sembra così naturale suonare questa canzone.
Sento la sua mano sulla mia testa, mi scuote i capelli e così facendo li allontana dai miei occhi, guardo Pansy, sono ormai sudato.
Impazzendo, io sto impazzendo. Siamo in perfetta sintonia, lui è dentro di me, io dentro di lui, sembra ci siamo solo noi, nella mia testa, nel garage.
Probabilmente gli altri stanno guardando increduli la scena, fosse scandalizzati, forse incredulmente disgustati o compiaciuti, io non lo so, io non ci bado, io devo evitare Gerard Way e i suoi occhi assassini.
Ad un tratto mi rialzo e lui è a pochi centimetri da me, mi prende dal petto e scivola giù, poggiando la sua testa sui miei pantaloni, io sto letteralmente cedendo a delle avance che non posso rifiutare. Lo guardo, lui guarda me mentre canta, prendo il suo viso con la sinistra per un secondo e poi torno a suonare.
Lui apprezza, lui mi prende, lui mi stringe, io smetto di respirare, lui mi bacia.
Lui. mi. bacia. 
In modo passionale, in modo indigesto, in modo folle, davanti a tutti, mi bacia violentemente, tenendomi per i capelli, mi costringe, ma non necessito di costrizioni, io sono suo ormai.
Sto impazzendo. Sono pazzo, chiudo gli occhi e li riapro, e il suo viso è ancora lì, quì, sulle mie labbra.
Non è un miraggio, libero una mano e lo stringo a me.
Gli altri continuano a suonare, ma come fanno a non rimanere increduli e sbalorditi come me?
Il bacio si scioglie, dopo minuti interi in cui curiosa la sua lingua vagava in cerca della mia.
La canzone finisce. Lui mi fissa. Io vivo.
Io vivo di quel bacio, di quelle sensazioni, di quelle emozioni, di quell'uomo, e quasi non me ne capacito.
Eppure ho sempre saputo che qualcuno sarebbe arrivato, che qualcuno mi avrebbe salvato dalla monotonia dei miei giorni, dalla tristezza della mia solitudine, dalla caparbia dei miei gesti, dalla mia mancanza d'amore, sensazioni ed emozioni.
Sapevo che sarebbe arrivato, uomo o donna, io l'avrei accettato senza obiezioni.
Ed eccolo, lo sento per la prima volta che è lui, è proprio lui, lui mi salverà e io, io resterò immobile a farmi salvare, o forse no. Io tenterò di proteggerlo, renderlo felice, salvarlo.
Saremo insieme. O sono io che deliro o immagino cose che non accadono, o non lo so più.
Mikey mi da due pacche sulle spalle ammirando il mio volto sconvolto.
Mi prende in disparte e mi parla, io quasi lo ascolto, distratto dal pensiero di quel bacio sensazionale.
«Penso tu gli piaccia. Parlo di Gerard. Non sa esattamente da che parte sta, insomma, è confuso.Ma penso tu gli piaccia, non solo musicalmente, Gerard ha dei problemi con... con le persone. E' molto timido e solo quando canta, quando c'è la famigliarità della musica a proteggerlo, lui può esprimere quel che prova, e quel bacio era amore.. Nessuno è sorpreso, tu gli piaci. Ma la domanda è lui piace a te?»
«Io credo di esserne magnificamente attratto come un magnete con un pezzo di ferro.»
«Il chè è magnifico, ma attento, è instabile.»
Con quelle parole termino di ragionare, corro verso il garage, e lo trovo seduto e sorridente mentre parla con Ray, gli chiedo di uscire un attimo e lui acconsente turbato.
Appena fuori dal garage non posso che lasciar prevalere le emozioni, lo fisso dritto negli occhi e perdo la ragione.
Lo spingo contro il muro, lui non fa una piega, e lo bacio, a fondo, dolcemente. Non nel modo violento di cui ero stato uan piacevole vittima poco prima, ma con tutto l'amore, o quel che è, che sento. E lui ricambia, mi abbraccia, mi stringe, le nostre mani si intrecciano, i nostri corpi si fondono, le nostre lingue si incontrano.
Ed è tutto perfetto, è tutto perfettamente come volevo. Ma prima o poi dovremo dare una definizione a ciò, meglio poi, adesso non posso che pensare alle sue braccia lungo tutto il mio corpo, e alla perfezione del momento. 



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Ciaaaao :3 volevo taaanto aggiornare questa FF che ho scritto tutto in una mezz'oretta senza tener conto degli appunti che avevo preso
E nulla, è decisivo per la storia e spero sul serio che non faccia letteralmente schifo ç__ç
Non volevo andare a fondo nei particolari più "HOT" perchè questa ff è dolcissima, o almeno parte col presupposto di esserlo ahah xD
E nulla, non so nemmeno come finira. spero davvero di non mettere in mezzo le attuali consorti perchè nell'altra FF ci sono.
Taaanto amore, Van <3



 

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Capitolo 4
*** Stand by me, nobody knows the way it's gonna be! ***


Stand by me! Nobody knows the way it's gonna be 


Passano un paio di giorni, Mikey sparisce per ore poi torna mi mostra qualche pezzo della canzone ma non mi invita da lui, loro. Non mi fa sapere se e quando ci rivedremo tutti assieme con precisione, dice "Abbi pazienza, Gee non è in città" e io ci credo, stolto e speranzoso come solo un uomo confuso come me può essere. Mi persuadono sogni pieni di quell'uomo e giorni vuoti in attesa di una chiamata.
Dopo sei giorni un messaggio mi svegliain piena notte
"Sono Gerard, ho bisogno di te, adesso."
Rispondo immediatamente, e totalmente stordito
"Ok, arrivo. Dove sei?"
Nell'attesa riprendo sonno e a non so quanti minuti di distanza mi arriva la sua risposta
"A casa, ti prego, corri"
Nel leggere il suo sms controllo l'ora, e sono le tre meno un quarto.
Quest'uomo è folle e io ne sono follemente attratto. Metto un jeans e una felpa, distrattamente tiro su un paio di calze e infilo le scarpe che sembrano limitarmi la stablità sia fisica che mentale. Prendo nello stesso modo distratto le chiavi dell'auto e di casa e le infilo in tasca. Corro per le scale come un forsennato, o un tossicomane in astinenza, o qualsiasi altra cosa al mondo abbia bisogno di avere contatti con un'altra.
Rischio di scivolare un paio di volte scendendo le scale, ma mi riprendo rapidamente. Sbatto il portone dietro di me e corro verso l'auto. Il cellulare squilla ma non faccio in tempo a rispondere, squilla ancora e questa volta rispondo.
"Diamine da dove cazzo stai venendo muoviti!"
Non faccio in tempo a rispondere, chiude e mi innervosisce. Vuoi darmi il cazzo di tempo di arrivare, per Dio?
Le nostre case non distano moltissimo, il problema si presenta sotto casa sua, Lui è al secondo piano e non credo di poter bussare alla sua porta alle tre e dieci minuti.
Lui richiama, stavolta sono io a parlare per primo
"E come cazzo ci salgo al secondo piano senza passare dalla porta?"
"Dalla casa sull'albero, e successivamente dal balcone"
"Tu sei completamente pazzo"
"Muoviti, Frank!"
Naturalmente riattacca.
Salgo sulla casa sull'albero con qualche problema e con uno slancio non proprio felino raggiungo il balcone, lui mi apre e io entro nella sua camera.
Mikey non c'è, probabilmente starà dormendo nell'altra stanza che di solito è dedita agli ospiti, questo mi fa pensare che Mike sappia della mia presenza. Si siede sul letto e mi tiene per mano invitandomi a sedere con lui.
"Ma cosa diamine è successo Gerard?"
"Sono appena tornato e avevo bisogno di vederti, tutto qui" 
Dice, stampandomi un bacio sulle labbra, troppo breve.
Così attorciglio le braccia attorno al suo corpo e comincio a baciarlo spingendolo verso lo schienale del letto. Mentre i nostri sapore s'incontrano lui comincia a strappar via dal mio petto la maglia e così fa con la sua. Le ore trascorrono, i baci si succedono, i vestiti volano via e io mi sento leggero, mi sento libero, mi sento felice.
Mi accorgo di aver detto qualcosa, qualcosa come "Ti voglio" e sembra aver scatenato ancor più l'ira sessuale di Gerard. Il suo corpo sotto le mie mani è pura folia, piacere per i sensi. Profuma di sigarette spente e di stanchezza e la cosa mi eccita, il suo odore mi inebria, mi ammalo di Gerad, mi ammalo di piacere, mi ammalo d'amore e fantasia, felicità e profumi diversi. E si muovono sul mio corpo mani, le sue mani, che  toccano ovunque sia concesso e non concesso toccare. E' pura estasi. Arriva il mattino e oi dormiamo, uniti, nudi, nello stesso letto. Sento due mani sul petto, poi un bacio lento sul collo. Mi sveglio da un sonno privo di sogni, è la realtà a rendermi felice. Una voce roca mi dice
"Buongiorno amore"
E il cuore esplode. Esplodo io, lo tiro ame, lo cingo con le braccia e lo invado con un baci lento e passionale, quasi infinito. Poi rispondo anch eio
"Buongiorno amore mio"
Mikey bussa e chiede se può entrare e d'un tratto torniamo alla realtà. Gerard urla un NO e io comincio velocemente a rivestirmi al contempo di Gee, mi siedo sul letto e gerard fa lo stesso abbracciandomi e sono stupito di quanto questo inciderà su Mikey. 
"Entra cazzone!"
Mikey entra ci vede e sorride compiaciuto e felice. Io strabuzzo gli occhi quasi sconvolto e ci invita a fare colazione: non c'è nessun'altro in casa.
Andiamo al piano di sotto, comincio a prepare da ospite gentile la colazione mentre Gee mi aiuta adorabilmente.  E' tutto perfetto, è tutto fantastico, è tutto vero?

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