Si ricomincia...

di DaphneBlack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Per chiunque dovesse leggere questa storia… E’un’opera di fantasia, i fatti riportati sono frutto di una mia elaborazione della storia vera di Final Fantasy VIII, che appartiene, come i personaggi principali, alla Squaresoft, i quali ne detengono i diritti. Non scrivo a scopo di lucro, ma solo per dare sfogo alla mia mente che si allena creando storie sempre diverse!

Invito i lettori a recensire questa mia creazione, commentando sia negativamente che, ovviamente, positivamente. Tutto è ben accetto!! Ed ora un bacio, spero che vi piaccia! _Beatrix_XD

 

 

Capitolo 1

 

…era come se avesse già visto questa scena.

 

Squall Leonheart era fuori dalla sua stanza.

 

Una ragazza dal corto vestito giallo e dall’aria allegra, più che allegra per i suoi gusti, lo stava aspettando.

 

-Su… dobbiamo andare al ballo d’inizio anno…- lo incitò lei, prendendolo per una manica.

 

…no. Decisamente non era quella la scena che si ricordava. La ragazza in questione non aveva il vestito giallo, bensì bianco latte, e lo invitava ad andare ad un concerto, e non al ballo della scuola.

 

Ma doveva cercare di non pensarci più.

 

La ragazza dal vestito bianco non era più tra loro, era nel mondo dove regna la pace eterna.

 

Squall lasciò che una lacrima gli solcasse il viso, per poi togliersela rapidamente prima che la ragazza che lo strattonava si girasse.

 

- Ehi... che hai fatto?- gli chiese, preoccupata. Per fortuna del ragazzo non aveva notato la lacrima, ormai ci era abituato, lei gli chiedeva sempre cosa avesse.

 

- …-

 

- …Eddaaai!! Sfoggia il tuo bel sorrisino e preparati… vuoi che balli con te? Almeno non ti stranisci alle quasi certe domande delle altre?-

 

- …-

 

- Squall!! La smetti di ignorarmi? Vedi che lo prendo come un si, il fatto che stai…-

 

Lui l’aveva interrotta annuendo.

 

- Oooh! Vedi che allora sai esprimerti?! Per l’amor del cielo, ora fammi sentire un “si” completo di sorriso!-

 

Squall ora era stato contagiato dall’allegria di Selphie e decise di assecondarla.

 

- Si!- e sfoggiò un sorrisino ebete, il solito che comunque pur essendo finto gli illuminava lo sguardo, e che mostrava i denti perfettamente bianchi e dritti che aveva.

 

Selphie sorrise di rimando, e fermandosi disse – Ok, però conciati così facciamo solo che ridere, la nostra stanza è vicina, andiamo a cambiarci…- concluse facendo dietro-front e dando un occhiata al grande orologio fuori dalle finestre enormi che caratterizzavano tutti i corridoi del Garden di Balamb.

Erano le otto meno cinque.

 

Selphie allungò il passo, trascinando l’amico che stava ricominciando ad assumere la faccia triste.

 

- Ehi!- gli urlò lei, che senza guardarlo riuscì inspiegabilmente a captare la sua espressione – Dobbiamo andare ad un ballo, non ad un funerale!-

 

Il ragazzo si rabbuiò ancora di più. Erano arrivati alle camerate.

 

- …non in quel senso… scusa, non volevo…- disse lei abbracciandolo. Non arrivava neanche alle sue spalle.

 

- Non ti preoccupare…- disse lui – stasera voglio divertirmi…-

 

Selphie lo guardò con una faccia sorpresa, aveva detto la sua prima frase intera dal giorno in cui sconfissero Artemisia.

 

- Dai, vatti a cambiare, ti aspetto qua fuori…- disse lei, dandogli un leggero pugno sul petto. Lui annuì ed entrò in camera sua.

 

Uscì dopo neanche cinque minuti, Selphie era gia pronta e incantevole nel suo abito corto verde. Le si intonava agli occhi.

 

Squall aveva, da buon capo SeeD, la sua tenuta elegante, che gli stava una meraviglia rispetto a come stava a Zell.

 

Selphie sorrise, raggiante, lo prese sottobraccio e guardandosi, corsero nella sala da ballo.

 

Lì era cominciato tutto… Rinoa Heartilly gli era andata incontro, pur non conoscendolo, e gli aveva imposto di ballare, nonostante lui non volesse e soprattutto non potesse. Era estremamente negato.

 

Distolse la mente da quel pensiero pensando a quello che aveva promesso a Selphie: si doveva divertire.

 

Il preside Cid lo guardò, cauto, e gli indicò il tavolo dove avevano preso posto gli altri.

 

Zell parlava, o meglio, discuteva simpaticamente con Seifer, con il quale pareva aveva firmato una “pace” momentanea, finché non ci fosse stato motivo di litigare.

 

Alla vista di Squall, Quistis rabbrividì, erano anni che gli piaceva quel ragazzo leggermente più piccolo di lei, ma d’altronde lui aveva scelto Rinoa… “aveva” scelto, si ritrovò a pensare malignamente. Però sarebbe stata una cosa troppo cattiva farglielo pesare ancora di più, quindi fissò lo sguardo su un ragazzo poco più giù, insegnante come lei.

 

Irvine sorrise alla vista di Selphie, aprì le braccia in segno di volerla avvolgere in una stretta confidenziale che lui aspettava da mesi, ormai, poi disse – Ehi, tesoro, hai intenzione di tradirmi con “Mr. Cicatrice Affascinante”?-

 

Squall sorrise, quel soprannome gliel’aveva dato appena si erano incontrati, e Irvine era leggermente geloso che le ragazze andassero dietro più al ragazzo che a lui. Ma erano tutt’e due estremamente belli, e diversi… questo piaceva alle giovani che li circondavano.

 

Selphie, facendogli una linguaccia, gli rispose – Si… tesorino!-

 

Irvine si finse offeso e andò a stringere le spalle di Quistis, bellissima quella sera -…E io mi prendo Quistis!- ribatté,  muovendo la testa fanaticamente, e facendo ondeggiare i capelli che quella sera teneva sciolti, solitamente stretti in una coda. Quei capelli erano castano chiaro, lucenti e morbidi, che Selphie e Quistis invidiavano apertamente.

 

Cid, poco più giù, prese il microfono e annunciò iniziata la serata dedicata esclusivamente al ballo.

 

Zell andò per primo in pista, trascinando la cameriera della mensa, nonché studentessa della scuola che non aveva superato il suo esame per diventare SeeD, una ragazza con dei folti capelli neri mossi e degli sgargianti occhi azzurri. Il ragazzo si era complimentato con se stesso per la disinvoltura che aveva adoperato per invitarla, cosa che era riuscito a fare dopo anni e anni di prove.

 

Selphie sentì la musica che avevano cantato al concerto organizzato da lei, e udendo la sua stessa voce intonare le note di “Eyes on me” chiese a Squall

– La mia voce è così acuta?-

 

Squall sentendo quelle note non poté non fermarsi, quella musica era la stessa che gli aveva fatto conoscere Rinoa, e la stessa che lei gli aveva fatto sentire al concerto organizzato da Selphie.

 

Selphie, ignorando Squall e strattonandolo per un braccio, lo guardò

 

– Senti, so benissimo che canzone è questa, ma fammi il favore. Smettila di pensarci, diventerai folle a chiuderti in te più di quanto non lo faccia già-

 

Squall non poteva rimproverarla, quello che aveva detto era assolutamente vero, ma per dispetto alle sue aspettative le mise una mano sul fianco e si mosse a tempo di musica, mentre un pallido sorriso si impossessava delle sue labbra.

 

Selphie gli scoccò un bacio sulla guancia e gli mise la mano sinistra sulla spalla.

 

Cominciarono a ballare.

 

Selphie si congratulò con lui.

 

- Sei diventato bravissimo! Ricordo quando…- ma si bloccò. Possibile che ogni dannato argomento portava a Rinoa?

 

-…Si, ricordi quando Rinoa provava a farmi ballare e io non ci riuscivo? La prima sera che l’ho vista…- disse lui, spigliato, lasciando a bocca aperta la ragazza che cercava di capire se quello davanti a lui era ancora Squall Leonheart.

 

- No… non ricordo questo… ci siamo conosciuti qualche giorno dopo, a Dollet, no? Però ci conosciamo da quando siamo andati a sbattere il giorno del tuo esame da SeeD-

 

Squall ricordò all’istante – E’ vero! E… dopo noi siamo andati a Timber? O sbaglio anche questo?-

 

Selphie sorrise – No, è esatto. Poi da Timber…- imprecò mentalmente. Anche questo portava a Rinoa.

 

Squall, facendole fare una giravolta e riprendendole la mano, disse – Senti, Selphie, è inutile che continui a bloccarti quando parli di lei… in questo periodo ho pensato a tante cose, e una di queste era proprio che voglio assolutamente parlare di lei, quando ce n’è bisogno… ignorando l’argomento inventiamo fatti che non sono accaduti e inconsapevolmente cancelliamo Rinoa dalla nostra vita. E io non voglio. E voi non volete… quindi, che male c’è? Parlandone è come se fosse ancora tra noi, magari in un’altra città, messa in punizione dal padre… no?-

 

Selphie, prestando orecchio anche alla canzone, esclamò – Oddio che stecca che ho dato qua!-

 

Poi guardò Squall, che stava ridendo, il suo viso non pareva così rilassato da mesi, gli occhi verdi brillavano di una luce che Selphie aveva visto nascere solo quando Rinoa lo aveva invitato a ballare al concerto.

 

Ed era felicissima che stava rispuntando guardando lei.

 

- Squall… posso dirti una cosa?-

 

-…mmh?-

 

- Posso?-

 

Lui aveva annuito, e Selphie lo guardò bene negli occhi. Lui aveva detto di si, quindi qualunque cosa gli avesse detto non si sarebbe dovuto arrabbiare.

 

- …sei cambiato-

 

Silenzio.

 

- Tutto qua?- chiese lui.

 

Selphie sorrise amabilmente - Non ti basta? Riflettici-

 

Squall distolse lo sguardo e guardò in alto. La ragazza lo imitò.

 

Una stella cadente solcò il cielo… nello stesso punto dove l’anno prima era passata quella che avevano visto lui e Rinoa.

 

- L’hai vista?- le chiese.

 

Selphie annuì.

 

- Lo sai che una stella cadente, se vista da un ragazzo e una ragazza contemporaneamente, li unisce?- le chiese. Quella cosa gliel’aveva detta Rinoa.

 

Selphie arrossì – Ma che dici! Probabilmente non era una stella cadente, la nostra!-

 

Squall rise. Selphie lo guardò storto e riprese -…Cosa vorresti dire?-

 

- Nulla…- disse lui smettendo di ridere e sorridendo semplicemente.

 

- Ah, beh…- disse lei, guardando verso il tavolo dove Seifer parlava con la ragazza responsabile della biblioteca.

 

Squall notò che la musica era cambiata, le mise tutt’e due le mani sui fianchi e lei gli cinse il collo.

 

- Allora…- fece lei – quando cominciano le lezioni?-

 

- Domani, alle nove e mezza. Il primo giorno sempre alla seconda ora-

 

Selphie si era trasferita da Trabia, un Garden estremamente prestigioso che però era stato distrutto da dei missili qualche mese prima. Era nuova a Balamb.

 

- E cosa dobbiamo indossare? La divisa o…-

 

- Divisa?!- chiese lui, ridendo – Non la mettiamo da tempo! –

 

Selphie lo guardò – Che strano… noi la mettevamo tutti i giorni e chi non la metteva riceveva una bella nota sul diario!-

 

Squall fece spallucce – Boh, che ne so io… so solo che non la metto dal primo anno!!-

 

La ragazza sorrise mentre si stringeva a lui. Non che le piacesse, ma si sentiva coccolata. Lui nemmeno aveva mai avuto un debole per la ragazza, e le cose dette poco prima sulla stella cadente era uno scherzo, che Selphie non aveva capito.

 

- Grazie…- le sussurrò all’orecchio.

 

- E di che?- chiese lei, non capendo.

 

- Di tutto. Mi fai tornare il sorriso, con i tuoi modi di fare!- le disse, semplicemente.

 

Selphie cercò di sembrare modesta – Oh, non serve che mi ringrazi… è un piacere farlo!-

 

-…in che senso?- chiese maliziosamente Squall.

 

- Non in quello!- Esclamò lei, dandogli uno schiaffo sul collo.

 

Adorava farla arrabbiare.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

Zell, facendo volteggiare la sua dama per l’ultima volta, l’accompagnò davanti la sua camera. Lei si appoggiò alla porta.

 

- Ti sei divertita?- chiese lui, portandosi una mano sulla nuca.

 

- Si… balli davvero bene, lo sai?- gli chiese la ragazza.

 

Zell arrossì – Mica tanto! A volte mi intrecciavo da solo! Senti, Andrea, cosa hai intenzione di fare dopo la scuola?-

 

- Mio padre ha detto che comunque ho delle ottime basi per fare l’università, se non supero l’esame neanche questa volta!- disse sorridendo.

 

I due parlarono molto sulla scuola finché non sentirono rimbombare la voce del preside nell’altoparlante che annunciava la buonanotte. Andrea sobbalzò.

 

- Vabbè… devo andare a letto… comunque, Zell, grazie, sei davvero un amico…-

 

Zell sorrise – Grazie… Buonanotte!-

 

- Buonanotte!-

 

Concluse lei sorridendo, e chiudendosi la porta alle spalle.

 

Zell borbottò a mezza voce - …solo un amico… dovevi immaginartelo, scemo!-

 

Squall e Selphie raggiunsero Quistis, Seifer e Irvine, e raggiunsero le camerate chiacchierando.

 

- Zell?- chiese Selphie, cercando con lo sguardo il ragazzo nei corridoi circostanti.

 

Irvine sbuffò, scoppiando a ridere: era leggermente ubriaco.

 

- Zell?! Era con la cameriera, e per tutta la serata non ho avuto il coraggio di dirgli che è fidanzata con uno della Marina Militare! Era da vederlo, riempiva le frasi di doppisensi che capiva solo lui!- disse ridendo.

 

- Perfido, da parte tua, non dirglielo…- fu il commento di Quistis, guardandolo con rimprovero – Beh, scusate, devo andare verso il mio dormitorio, buonanotte, ci vediamo domani a lezione! Puntuali!- disse andando a destra, mentre gli altri andavano a sinistra.

 

- Ok!- urlarono in coro, e Irvine aggiunse – Alle nove e mezza!-

 

Quasi in silenzio raggiunsero l’anticamera circolare che portava alle loro stanze. Essendo dei SeeD, anche Seifer, che aveva appena superato l’esame, avevano il privilegio di avere delle camere singole, ma non avendo tanto sonno andarono in camera di Irvine a chiacchierare.

 

Appena entrarono Selphie si liberò dalla stretta di Irvine, che tentava invano di convincerla a sedersi sul suo letto, e uscì dalla stanza.

 

Dopo due minuti tornò con Zell sottobraccio, il quale pareva stesse in un altro mondo.

 

- Ehi, gallinaccio, che combini solo soletto?-

 

Zell stava con gli occhi bassi e il morale sotto terra – Sentite, ragazzi, non ho voglia di parlare…-

 

Selphie lo bloccò con un braccio e disse – almeno spiegaci il motivo…-

 

- Lo sapete, il motivo-

 

- No che non lo sappiamo!- disse Seifer con enfasi.

 

Zell sorrise debolmente poi continuò – Per Andrea sono un buon amico… e a me piace da anni-

 

Seifer sbuffò – Fatti dire due cose: primo, tu non mi sembri tipo da dar retta alle ragazze e secondo, ti assicuro che non ti sei perso niente, è una morta quella la… l’anno scorso siamo stati insieme circa una settimana, ed era come se non fossimo fidanzati, era sempre impegnata tra scuola e lavoro e quando eravamo soli non si faceva né abbracciare né baciare… ed il bello è che me l’ha chiesto lei di frequentarci!- disse lasciandosi cadere per terra, a ridosso di un muro.

 

Zell pareva un po’ rincuorato – Beh… in effetti non mi ci vedo neanche io con le ragazze… è solo che lei mi piace da così tanto! Ma… veramente non vi siete mai scambiati neanche un bacio?-

 

Seifer scosse la testa – ti ripeto: non è una gran perdita!-

 

Selphie si era addormentata, da cinque minuti aveva ceduto e si era accoccolata al petto di Irvine, che sorrideva compiaciuto.

 

Squall la guardò e sorrise – Felice, eh?- chiese al ragazzo.

 

Irvine l’abbracciò – Non vedevo l’ora! Però ora è tardi, l’accompagno a letto- disse prendendola in braccio: era leggerissima, la testa penzolava leggermente all’indietro e il ragazzo l’accomodò stringendosela al petto.

 

Irvine le tolse le scarpe e la mise fra le coperte, lei si mosse appena, e lui, esitando, le sfiorò la tempia con le labbra prima di sussurrare – Sogni d’oro, piccola Selphie-.

Andò in camera sua e si cambiò, prima di andare a mettersi sotto il piumone.

 

I tre ragazzi si alzarono dai posti dove si erano sistemati e dopo esseri dati la buonanotte andarono a coricarsi nelle proprie stanze

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

 

Quella mattina Selphie si alzò prestissimo, la luce era ancora poca, e guardando l’orologio fuori dalla finestra si rese conto che erano le sei: mancavano ancora tre ore e mezza all’inizio delle lezioni.

 

Prese un ampio asciugamano e la divisa della scuola, in punta di piedi raggiunse il bagno comune dei SeeD.

 

Le altre porte erano chiuse, quindi gli altri stavano ancora dormendo.

 

Per precauzione bussò alla porta del bagno, ripensando alla figuraccia fatta con Seifer qualche tempo prima, gli aveva aperto la porta mentre lui stava, tutto bagnato, cercando di prendere l’accappatoio sul lavandino. Era stato estremamente imbarazzante…

 

Non c’era nessuno, infatti si sentiva ancora il leggero odore di candeggina che avevano passato circa un’ora prima le signore delle pulizie.

 

Selphie riempì la vasca da bagno e si immerse dentro, in un mare di bollicine celesti, frutto dei Sali da bagno regalatale da Quistis per il suo compleanno.

 

Stando con le braccia ferme sui bordi, spinse la testa all’indietro, bagnando i capelli dal taglio sbarazzino che piaceva a tante sue compagne di Trabia, che le arrivava un po’ sotto la linea del collo.

 

Riemerse dopo due minuti di apnea.

 

Adorava stare sotto l’acqua, era una cosa che le piaceva da quando era piccola, e fare il bagno la portava ai tempi di quando viveva ancora con i genitori… di quando c’erano ancora i genitori…

 

Aveva circa quattro anni quando la madre ed il padre non tornarono più dalla loro crociera, che probabilmente era una missione dell’aeronautica e non la crociera vera e propria che le aveva detto la Madre, quando era stata portata in quell’orfanotrofio.

 

E scoprire, in Aprile, che Squall, Seifer, Zell, Quistis ed Irvine erano i suoi amici d’infanzia l’aveva resa felice, perché comunque loro le avevano occupato parte della sua fanciullezza.

 

Ma la preside di Trabia, notando le sue enormi capacità intellettive l’aveva chiamata a passare dagli undici anni in poi nel suo Garden, e così anche molti altri dei suoi compagni fecero la stessa fine, separandosi.

 

E il bello era che si erano ritrovati tutti.

 

La ragazza prese il flacone di bagnoschiuma e se ne versò un po’ sulla mano, passandoselo sulle braccia e sul resto del corpo, immerso nell’acqua tiepida.

 

Dopo cinque minuti sentì l’orologio rintoccare le sette, e lei uscì dalla vasca e si avvolse nell’asciugamano rosso che aveva comprato con le sue amiche a Deling city, in gita scolastica.

 

Era però scalza. Doveva arrivare a piedi nudi in camera.

 

Il pavimento era pulito, e avrebbe lasciato tracce d’acqua sulla quale sarebbero scivolati gli amici.

 

Sorrise all’idea di un Irvine o un Seifer che scivolavano camminando col naso per aria verso la mensa.

 

Uscì dal bagno, maledicendo la porta che andò a sbattere al muro, ed uscì.

 

In camera sua, Zell si alzò di colpo, svegliato da un fragoroso botto.

 

- …Che ci fai per terra?!- chiese a Selphie e trattenendosi dal ridere.

 

- Guardavo le formiche, cosa potrebbe fare una ragazza bagnata in asciugamano alle sette di mattina per terra?- ironizzò sbuffando all’idea che era caduta come un’imbecille.

 

- Ehi, che ti succede? Perché sei per terra?- chiese Squall uscendo dalla sua camera con la maglia del pigiama messa al contrario e i capelli tutti in avanti.

 

Selphie sospirò – Non sapevo come mettermi in mostra e ho deciso di cominciare uno show mattutino… SARO’ CADUTA, NO??-

 

Squall si difese – Ok, ok, ok mi sembrava di averlo capito, ma…-

 

- …cosa? “Ma” cosa? Ti pensi che mi diverto a fare dei voli per procurarmi dei lividi enormi sulle cosce? Ti rendo conto che ora non posso mettere la divisa altrimenti mi si vede tutto? È una tragedia!!-

 

Zell rise, non riuscì a trattenersi, e disse – Beh, potresti mettere per un giorno i pantaloni… ti starebbero bene, sai?-

 

- Certo! Tutte a scuola che il primo giorno fanno le splendide con la mini e io con i pantaloni… ma ti pare? Metterò un po’ di fondotinta, non si noterà la differenza…-

 

Irvine e Seifer uscirono dalle camere in leggero ritardo e guardando Selphie con tanto d’occhi stavano per fare la fatidica domanda, ma Zell li precedette – E’ caduta perché aveva i piedi bagnati…-

 

Seifer si passò una mano tra i corti capelli biondi – Non volevo chiedere questo… avevo già sentito… la domanda è: perché stai ancora a terra??-

 

Selphie arrossì, dalla rabbia, raggiungendo il colore dell’asciugamano e si alzò. L’asciugamano sembrava cedere mentre lei si piegava per alzarsi, e Irvine e Seifer allungarono l’occhio. La ragazza gli imbruttì.

 

Si alzò e con aria di superiorità rientrò nella sua camera, sbattendosi la porta alle spalle. I ragazzi si guardarono, sconcertati e rientrarono nelle rispettive camere per vestirsi.

 

Selphie in camera, si guardò allo specchio, girata, cercando di capire dove stava nascendo il livido.

 

Eccolo la!

 

Violaceo, accennante al verde, stava un po’ sulla parte destra del sedere e un po’ sotto la coscia. Un disastro.

 

Si affacciò dalla porta e urlò – Ehi, qualcuno può uscire dalla camera??-

 

Uscì Squall, che si stava lavando i denti, e con la bocca piena di dentifricio chiese – Che vuoi?-

 

- Che schifo!- fu il commento di lei, che gli disse di rientrare in camera.

 

Poco dopo uscì Irvine – La mia bella mi ha chiamato?-

 

- Vedi di non fare lo scemo, vammi a prendere un po’ di ghiaccio in mensa, lo metto sul livido prima che spunti del tutto…-

 

- Ai tuoi ordini…- disse lui. Ricomparve dopo tre minuti con un panetto di ghiaccio proveniente dalle cucine – Ti serve una mano a metterlo sulla ferita?- chiese Irvine speranzoso.

 

Selphie si limitò a guardarlo storto, poi prese il ghiaccio e disse – Grazie, faccio da sola-

 

Irvine, vedendosi sbattere la porta in faccia, decise di posare l’orecchio sulla porta per sentirla urlare… chi non avrebbe urlato mettendosi il ghiaccio a prima mattina in una parte sensibile come il fondoschiena?!

 

La ragazza si rimise con le spalle verso lo specchio e guardandosi all’indietro, trattenendo il fiato, posò il ghiaccio sopra il livido che stava raggiungendo le dimensioni di un libro. I due lividi iniziali si erano fusi in uno solo, diventando una enorme macchia violetta.

 

Selphie pensò che non doveva essere peggio della ceretta all’inguine, lasciando sfuggire un gemito. Irvine lo sentì distintamente e sogghignò. Rientrò in camera sua.

 

Selphie mise il cubetto di ghiaccio fuori sul davanzale della finestra, pensando a ragione che il sole che stava uscendo, timido, dalle montagne, doveva essere cocente.

 

Era stato inutile. La macchia era ancora lì, e lei sperava di averla fatta diminuire. Si mise la gonna ma da sotto spuntavano circa cinque centimetri di livido.

 

Un po’ riluttante all’idea, prese i pantaloni dall’armadio e se li infilò: non erano poi così male, addosso. Non li aveva mai messi perché pensava fossero da uomini.

 

La camicetta anziché abbottonarla fino al collo, la lasciò aperta sul seno, dando un’aria di femminilità al completo… non avrebbe avuto niente di meno delle altre, se non altro era diversa!

Prese dal beautycase il mascara e se ne mise un po’ sulle ciglia, poi prese l’asciugacapelli e aggiustò la capigliatura, con un po’ di cera per capelli, facendone venire la solita forma dalle punte all’insù.

 

Soddisfatta del risultato, mosse un passo verso la porta: le faceva male da impazzire il sedere. Prese comunque il nunchaku e se lo portò sulla spalla, tenendolo con una mano.

 

Doveva andare piano, prese l’ascensore e raggiunse il secondo piano, entrò in classe con leggero ritardo, avendo camminato lentamente per tutta la scuola.

 

- Scusate...- si era giustificata, con un’aria estremamente sofferente.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

 

- Perché sei in ritardo?- le chiese una fredda Quistis, da insegnante era molto più severa.

 

I ragazzi in classe scoppiarono a ridere.

 

- Che avete da ridere?- disse l’insegnante, furente – Spiegati- riprese poi rivolta a Selphie.

 

- Beh… io…- cominciò lei.

 

Gli altri cominciarono ad ululare dalle risate. Zell cadette per terra carponi.

 

- Sono caduta e non riesco a camminare…- concluse la ragazza abbassando la mano che stringeva l’arma.

 

- Sei caduta…- ripeté Quistis – Potevi venire prima-

 

- Professoressa, è dalle sei che sono sveglia, ho avuto solo questo problema col livido che mi sono procurata!-

 

- Vatti a sedere. Prenderemo provvedimenti dopo-

 

Ma la ragazza rimase in piedi.

 

Squall emise uno sbuffo verso l’insegnante, così come anche Seifer, che disse – Dai Quistis, hai combattuto al suo fianco per mesi, ed ora fai la dittatrice?-

 

- Almasy, dal preside. Prima di tutto devi darmi del “lei”, e secondo, non rivolgerti più ad un docente con quel tono!-

 

Seifer si alzò dalla sedia e andò accanto a Quistis – Va bene, “professoressa”… mi accompagni lei dal preside, non avrò mai la memoria di un’insegnante così prestigiosa…- disse, alzando le sopracciglia.

 

Quistis andò al computer della cattedra e scrisse un’e-mail a Cid, dove diceva di dargli una punizione doppia, a lui e alla sua sfacciataggine.

 

Seifer non era minimamente preoccupato, pareva averne ricevute molte di punizioni, così si limitò a fissare la professoressa, esortandola ad alzarsi per accompagnarlo in presidenza, anche se conosceva la strada a memoria.

 

- Ora è contenta??- le disse, a braccia incrociate.

 

- Almasy, ti avverto… non peggiorare la situazione!-

 

Quistis si alzò e ordinò – Tu, Tilmitt, ho detto di sederti, e a voi- disse guardando gli altri – Vedete di stare buoni, altrimenti la punizione di Almasy non sarà nulla al confronto di quella collettiva che vi assegnerò…- e detto questo girò sui tacchi, prendendo Seifer per la manica, e trascinandolo.

 

Il ragazzo si girò e fece l’occhiolino rivolto a tutti.

 

Appena chiuse la porta, Zell scoppiò a ridere. Irvine lo imitò, in bilico sulle gambe posteriori della sedia.

 

Selphie, un po’ scioccata dal comportamento dell’amica nei confronti dei compagni di avventure dello scorso anno, chiese – Ma… è sempre così?!-

 

Irvine alzò le spalle, poi disse – Oggi pomeriggio c’è la prova alla caverna marina, dicono che c’è un nuovo G.F. !! Chi viene?-

 

Ci fu un “IO!!” collettivo.

 

Dopo aver terminato le solite quattro ore di lezione, i ragazzi andarono a  mensa. Zell si nascose dietro gli amici, mentre “casualmente” indossava il basco della divisa tirato fino agli occhi.

 

Andrea, però, andando al tavolo dei SeeD per togliere i loro avanzi, sorrise, solare.

 

- Ciao ragazzi! Ciao Zell! Sai che il basco ti sta bene?-

 

Il ragazzo arrossì e se lo alzò fino alla fronte – Grazie…- borbottò, incrociando le braccia come i bambini offesi.

 

Poi la ragazza si allontanò, salutando con la mano libera.

 

Quistis si allontanò dal suo, di tavolo, per dare dei bigliettini ai SeeD.

 

- Allora… avete tempo fino alle sedici e trenta per riposarvi, poi, appuntamento davanti l’entrata del garage. Chiaro?-

 

Seifer gettò la testa all’indietro e fece l’occhiolino mentre faceva finta di dare un colpo con un’immaginaria pistola – Chiarissima!- le disse.

 

- …e chi ti ha detto che ci sarai anche tu?- chiese Quistis, le braccia incrociate sul petto prorompente.

 

Le pupille del ragazzo si strinsero all’istante – Che… che vuol dire?-.

 

L’insegnante mise una mano sul fianco, mentre con l’altra gesticolava, come al suo solito.

 

- Vuol dire quello che hai capito anche tu. La punizione di stamattina deve farti capire questo… e il G.F. che i tuoi compagni prenderanno, se saranno all’altezza, naturalmente, non cadrà mai tra le tue mani… Mi sono spiegata?-

 

Seifer abbassò la testa - …va bene…-

 

- Certo che va bene!- esclamò Quistis alzando le mani – Pensi per caso che sono scema?-

 

- …-

 

- Dillo: “Sei scema”-

 

- Sei scema- disse sfacciato Seifer.

 

Quistis arrossì – Non dovevi dirlo veramente!-.

 

- Ma me l’hai detto tu! Cioè… lei!-

 

- Arrogante… ti scordi anche il prossimo G.F. … e il prossimo ancora!-

 

Seifer si alzò – Starai scherzando, spero…-

 

Quistis gettò la faccia indietro e rise – Ahahahahah! Era uno scherzo!-

 

Il ragazzo si risedette – Cribbio che scherzo…-

Zell aggrottò le sopracciglia – Avete finito lo spettacolino?? “Corrado e Maria” lo fanno molto meglio…-

 

Squall sorrise – Ma che diavolo state dicendo?-

 

Selphie alzò le spalle – Sono quelli di “Mai dire lunedì”… un programma televisivo…-

 

- Ah, ok, ora capisco…- disse Irvine dondolandosi sulla sedia – Solo una domanda… Quistis, Seifer, fate sul serio?-

 

Quistis sospirò – Prima si, ora non più… non ce la faccio a fare la cattiva… si, Seifer, che puoi andare a prendere il G.F., perché non dovresti?-

 

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