Dejavù - Quello che nessuno ha mai raccontato..

di Flaqui
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** All'altezza delle aspettative ***
Capitolo 2: *** Il calcolatore ***



Capitolo 1
*** All'altezza delle aspettative ***


All'altezza delle aspettative..

Dedicato a Fede,
buon compleanno dolcezza..



“Addie mi disse che dovevo pensarci bene prima di scegliere un nome come Speranza, perché era difficile esserne all’altezza. Da una che si chiama Speranza ci si aspetta qualcosa di più che da una semplice Patty, o Lisa o Danielle. Ci si aspetta che sia una persona positiva”
 Joan Bauer

 
 
Quando ero piccola amavo che mia madre mi raccontasse la storia del mio nome. Mi accoccolavo sulle sue ginocchia e ispirando il suo profumo chiudevo gli occhi, pronta ad ascoltare.
Mia madre diceva di avermi chiamato così perché in quel momento, del mio nome, ne aveva proprio bisogno. Non c’e l’avrei fatta senza di te, diceva.
A me non piace molto il mio nome. Certo è molto poetico, e chiunque lo sente sorride. È un nome che porta gioia a tutti. Tranne che a me.
Il giorno del mio undicesimo compleanno, mia zia mi regalò un vocabolario. Era un librone alto e spesso, una vecchia edizione che aveva l’aria di essere stato usato molto. Sorrisi, solo per cortesia si intende. Io non amavo leggere e le uniche pagine che sfogliavo erano quelle delle innumerevoli riviste di moda e gossip che possedevo.
-È importante che tu non sottovaluti le parole, piccola- aveva detto la zia –Possono renderti felice più di un regalo e farti male più di una pugnalata-
Io avevo annuito. Poi ero corsa in camera mia e l’avevo nascosto sotto il letto, certa che non l’avrei mai usato.
E fu così.
 
Almeno fino a quel Martedì 28 Novembre di quattro anni dopo.
Erano le tre di notte e non riuscivo a dormire. Flettei il busto e spostando le gambe, cercai a tentoni con i piedi le mie pantofole. La prima la raggiunsi subito, ma la seconda sembrava scomparsa.
Tesi il piedi fin sotto il letto e quando ebbi finalmente  l’impressione di averla trovata, sbattei il mignolo contro qualcosa di duro e spigoloso.
Bestemmiando contro la mia insonnia, raggiunsi a tentoni l’interruttore e accesi la piccola lampada. La luce fioca mi aiutò a recuperare la seconda pantofola e la causa del dolore al dito.
-Maledizione a chi dice che i libri non fanno male- borbottai, sollevando il vocabolario, ancora confinato là sotto, e poggiandolo sul copriletto rosso.
Sbattendo gli occhi con forza, con il tentativo di rimanere sveglia, avvicinai il lumino al librone. Soffiai, con l’intenzione di liberarmi di tutta quella polvere che lo ricopriva con il risultato finale di iniziare a tossire con forza.
Una volta che l’attacco ebbe terminato il suo effetto, ripresi ad osservare il vocabolario, e per la prima volto noto che è dotato di un cordino di tessuto in funzione di segnalibro.
Con uno sbadiglio andai alla pagina segnalata, una delle ultime, e mi ritrovai davanti l’ultima cosa che mi passava per la mente.
Lì, su quella pagina ormai sbiadita e ingiallita, c’era la definizione del mio nome. Rimasi in silenzio.
Volevo davvero sapere cosa c’era scritto?
Quali erano le caratteristiche che avrei dovuto avere portando quel nome?
Sospirai.
 
Speranza è…
..attesa.
..fede.
..credenza.
..fiducia.
..confidenza.
Continuai a leggere la definizione, che era sorprendentemente lunga, ma c’è una frase che mi colpisce particolarmente.
Speranza – nutrire un desiderio con l’aspettativa di vederlo esaurito.
Mi sdraiai sul letto, sempre con il dizionario dei sinonimi in mano, tentando di essere all’altezza del mio nome.
 
Il giorno dopo Zia Cielo venne a trovare me e mamma.
-Tutto bene Hope?- chiese, guardandomi negli occhi. Non sapevo come ma con lei non riuscivo mai a mentire. Aveva quel non so che, quel qualcosa che ti spingeva a dirle sempre la verità.
Povera Paz, mi ritrovai a pensare, doveva essere orribile avere una mamma che ti sgama sempre quando racconti una palla.
Non risposi, abbassando gli occhi.
Io non ero abbastanza speranzosa per essere Speranza. Ecco quale era il problema. E in quel momento sarei stata contenta di chiamarmi Addolorata, almeno avrei dato davvero l’impressione di essere all’aspettativa del mio nome.
-Hope, c’è qualche problema?-
Maledissi Zia Cielo la mia incapacità di mentirle e le gettai addosso tutte le mie riflessioni sui nomi e sul vocabolario.
Lei inaspettatamente sorrise e mi chiese di portarle il dizionario. Quando poi lo ebbe fra le mani lo aprii alla prima pagina e me lo porse.
-Leggi qui, Speranza-
Era una piccola dedica, solo sei parole, che però mi segnarono dentro.
“A Hope, la mia personale Speranza”



Leggere tutto importantissimissimoooo
(almeno per me)

Allora se sei tu Fede (o MissTata55) Voglio augurarti un felicissimo compleanno!!!
Sono in ritardo e pure molto ma spero valga lo stesso..
So che il tuo personaggio preferito è Mar ma non mi veniva niente in mente su di lei.. spero ti piaccia lo stesso..

 
Allora prima di tutto voglio ringraziare tutti quelli che sono arrivati fino a qui.. perché in questo caso ci sono due opzioni, o mi volete davvero bene e quindi sopportate la mie scempiaggini, o siete talmente annoiate da leggere le mie scempiaggini..
In ogni caso sempre di scempiaggini si parla!
La mia intenzione era di pubblicare una storia in cui vengono descritti alcuni momenti importanti della vita dei nostri angioletti.. insomma una sorta di prequel della mia long “I’m right here”…
Ho perciò chiesto, chi ha recensito la mia storia “Somebody to love” lo sa, quale fosse il vostro personaggio preferito in modo da dedicarvi i capitoli con i vostri personaggi preferiti.
Questo capitolo l'ho dedicato a Fede ma è il suo compleanno gente quindi..
Ma già dal prossimo partiranno le storie dei personaggi da voi segnalati.
Un enorme bacio a voi che mi seguite (leggi sopportate) sempre
Fra
p.s. piccola notiziola questa è una raccolta senza pretese e non ci saranno dei veri e propri capitoli, ma tante one-shoot che, comunque, possono essere ricollegate fra loro..
p.s. del p.s. che ne pensate della mia idea di questa raccolta
p.s. del p.s. del p.s. (questo è l’ultimo promesso) per chi non avesse recensito “Somebody to love” e volesse comunque lasciarmi il suo personaggio preferito accetto recensioni dell’ultimo momento!
Ora vado, prima che mi fucilate..
RICORDATE UNA RECENSIONE SCALDA IL CUORE (o almeno scalda il mio!)

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Capitolo 2
*** Il calcolatore ***


Il calcolatore


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Luca Franchini era un calcolatore.
Era un stato un bambino estremamente intelligente, e ora, con il passare degli anni, la ragionevolezza che l’aveva sempre accompagnato si era trasformata in una delle sue più grandi virtù.
Quando era piccolo sua madre gli aveva insegnato a contare e a fare i calcoli.
Gli piaceva la matematica, gli sembrava che ogni volta, dopo aver eseguito correttamente un espressione, fosse riuscito a mettere a posto un piccolo pezzo di mondo.
Gli piacevano i numeri perché sarebbero stati sempre gli stessi, fino alla fine del mondo, perché non avrebbero mai potuto tradirlo.
Le persone erano diverse, invece. Ferivano, ti pugnalavano alle spalle, cercavano di metterti i bastoni fra le ruote.
Luca aveva calcolato tutta la sua vita.
Aveva calcolato ogni singolo dettaglio.
Solo una cosa però gli era sfuggita.
Ed era, guarda caso la più importante.
Non aveva calcolato di arrivare alla Casa Magica, di incontrare Nico e Cielo, di cambiare, di diventare una nuova persona.
E neanche questo, di momento, era stato calcolato. Seduto per terra, da solo, il giorno del suo diploma, mentre i ragazzi festeggiavano nella sala accanto, troppo felici per accorgersi della sua assenza.
Tre mesi dopo avrebbe iniziato gli studi per diventare assistente sociale. Quella era una delle poche cose che, come i numeri, non sarebbe cambiata. Voleva fare quel mestiere perché sapeva come ci si sentiva, a rimanere soli.
Soli con troppi calcoli fatti a mente e niente di concreto nelle mani.
La porta dietro di lui si spalancò di colpo, lasciando intravedere la figura magra di Tefi, ancora con il tocco in testa.
-Ehi- esclamò sedendosi accanto a lui –Tutto a posto?-
Luca la fissò per un secondo, soppesando le parole. Poi però lasciò crollare il capo. Non voleva rovinare la giornata anche a lei.
-Sto bene-
Tefi rimase in silenzio, poi gli toccò la spalla, per farlo girare.
-In media le persone dicono 4 bugie al giorno, quindi 1460 all’anno, per un totale di 87600 bugie in 60 anni di vita-
Luca la fissò perplesso, mentre sentiva il suo respiro sulla pelle.
-E la bugia più comune è: sto bene-

 
“Più e più volte Tefi mi ha chiesto quale sia stato il momento in cui mi sono reso conto di essere innamorato di lei. Se le si pone la stessa domanda lei si stringe nelle spalle e guardandoti con aria di superiorità ti dice –Io l’avevo capito subito-
Molte volte mi piacerebbe rispondere che anche io l’avevo capito subito. Che appena l’avevo guardata negli occhi mi ero reso conto che sarebbe stata lei la donna della mia vita. Ma non era questa la verità.
Forse come momento culminante della nostra storia avrei dovuto scegliere il nostro primo bacio, o quando siamo usciti insieme, o la nostra prima volta. Ma ogni volta che mia moglie mi fa questa domanda io dico sempre che ho capito di amarla in quel momento, il giorno del diploma, in quel minuscolo sgabuzzino, quando mi riversò addosso tutti quei calcoli a cui non avevo minimamente pensato.”
 



Angolo Dell'Autrice

Bellezze!
Come vanno le cose da voi?
Allora, sono molto in ritardo e non recensisco da anni, ma è un periodo frenetico e spero davvero che riusciate a comprendermi...
E a voi come vanno le cose piccole?
Voglio tante belle/brutte notizie su di voi...
Un abbraccio abnormemente grande..
Fra
 

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