The Facebook

di Hidden Writer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I know you ***
Capitolo 3: *** Come again ***
Capitolo 4: *** I use you ***
Capitolo 5: *** Welcome to the vicious circle, Heather ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

Benedissi ancora il caro Mark Zuchemberg e mi avviai verso il parco, la valigetta sotto braccio.

Distava solo poche decine di metri da casa mia, ma da lì avrei dovuto iniziare tutto, non potevo rischiare che rintracciassero il mio accesso a internet e risalissero a casa mia, così avrei utilizzato la Wi-fi libera di quel luogo.

I sassolini dell'asfalto scricchiolavano sotto le mie scarpe da ginnastica.

Quel giorno la valigetta mi sembrava più pesante del solito, non avevo mai pensato di usarla per quello scopo. Sarebbe meglio dire lo stesso del contenuto della valigetta. Avevo una cuffietta all'orecchio, ma non sentivo niente. Misi anche l'altra, non dovevo essere disturbato, non oggi. Avevo avuto la folle idea di cominciare così, era un modo un po' troppo originale, o lo era un po' troppo poco, ma ormai ero convinto, così entrai in quell'immenso parco.

La terra del sentiero si alzava di qualche centimetro con il forte vento che tirava in mezzo a quella prigione d'alberi.

Vagavo alla ricerca di una panchina libera, ma vi erano marmocchi ovunque. Pensavo che con i miei diciotto anni li avrei potuti costringere a sloggiare, ero anche abbastanza alto per la mia età, e abbastanza muscoloso.

Ma no, non era il caso.

Non potevo prendermela con dei bambini.

Un turbine di foglie e polvere si sollevò ad una ventata particolarmente forte e mi sbarrò la visuale per alcuni secondi.

Riaprii gli occhi, davanti a me una panchina vuota. Mi ci avviai con indifferenza, poi, trovatomi ad un metro da essa, controllai se internet era disponibile a quella distanza. Quattro tacche, bene, molto bene. Controllai l'ora sul cellulare. Ero ancora in tempo. Sempre più sicuro della mia decisione, presi il coraggio a due mani.

Mi sedetti con calma sulla panchina, trassi un lungo respiro e aprii il portatile.

Lentamente mi lasciai andare in un sorriso soddisfatto, eseguii un doppio click su quell'icona.

E così cominciai.

 

Angolo dell'autore

Saaaaalve, credo di essere uscito di testa: ho tre storie in sospeso e ne comincio una quarta!

È un impegno, ma è anche un piacere.

Questo è solo il prologo, è normale che sia breve, almeno credo...

Spero che vi piaccia, o che come minimo vi incuriosisca.

Ah, e Mark Zuchemberg è l'inventore di Facebook, non so se si scriva proprio così, se lo sapete fatemelo notare, penserò io a correggermi. ^.^

Enjoy it!

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Capitolo 2
*** I know you ***


I know you

 

Bene, era in linea.

A volte mi chiedevo se Mark si sarebbe mai aspettato che il suo social network venisse usato così. Chissà lui per quale motivo l'aveva inventato, magari si era lasciato impressionare da un'idea balenatagli nella mente per qualunque cosa, o aveva avuto un'ispirazione da parte di qualcun altro... E allora perché io stavo facendo questo? Ormai era troppo tardi per titubare, il messaggio stava correndo alla velocità della luce nell'infinita rete di internet, fino ad arrivare ad un computer...

Heather Wilson, stai per ricevere una richiesta d'amicizia da qualcuno molto speciale...

Avrei voluto vedere la sua faccia quando si sarebbe vista comparire quel nome sullo schermo. Bisogna ammettere che avevo avuto una bella idea... anche se "Ignoto 93" mi sembrava un po' poco originale... l'importante era che accettasse la richiesta. Avrei dovuto solo aspettare un po', gli avrei dato tempo per altri cinque minuti. Ecco!

Una palla cozzò contro l'albero sotto cui ero seduto, e una decina di foglie rossastre mi cadde addosso.

"Heather Wilson ha accettato la tua richiesta di amicizia", diceva il sito, e il messaggio non tardò ad arrivare:

Ciao, chi sei? Non ti conosco.

Sorrisi soddisfatto e pregai che non mi riconoscesse dal carattere.

Io sì.

Bene, molto bene, stavo andando forte.

Senti, se mi devi dire qualcosa dilla subito che ho fretta!

Seguiva un'emoticon rappresentante una faccia scocciata. Mi aveva spiazzato, com'era possibile...? Ah, certo, lei era Heather, era molto più che possibile. Non sapevo che scrivere, qualunque cosa potessi dire era fuori luogo, così mi buttai:

Anch'io ho fretta, ma sai, credo che rimanderò i miei impegni mondani, è maleducazione allontanare una persona così interessante...

Non so se avevo fatto bene, ma ad ogni modo lei era ancora in linea, ed erano dieci minuti che non rispondeva. Credevo di averle fatto riflettere un po', quanto basta per mandare avanti una chat.

Come mai non hai foto, nel profilo?

Diffidente, ma mi ero preparato a questa domanda.

Non mi piace far sapere chi sono...

Premetti invio soddisfatto.

Perché sei un ricercato? O un virus?

Hey, non pensavo avesse questo senso dell'umorismo, se per lei questa era una battuta... non mi sarei stupito se fosse stata una semplice domanda.

Non hai una terza opzione?

Lei rispose subito:

Sì.

Ebbi un flebile barlume di speranza.

Sei un maniaco sessuale.

Decisamente fuori strada, mia cara.

Prova a immaginarmi tu, per il momento sappi che hai sbagliato in tutte e tre le risposte.

E lei rispose indignata:

Che cos'è, un quiz, forse? Senti, non ho tempo da perdere.

Sorrisi debolmente, ma era un sorriso beffardo. Le mie dita volarono sulla tastiera.

Nemmeno io ho tempo da perdere, ma se parlo con te non è mai tempo perso.

Sempre più forte, sempre più deciso.

Ok, senti, che fai, lo stalker alle persone famose?

Risi. Sempre acida, eh, Heather?

Se ti dicessi che sono anch'io una persona famosa? Che dici?

La risposta non si fece attendere.

Dico che non ti credo, caro.

Ah, sì? Allora vediamo.

E allora tu saresti una persona famosa? Io lo sono quanto te.

Era o non era la verità? Lei rimase silenziosa per una ventina di secondi, poi scrisse:

Chi sei?

Un momento, era sleale! Non sapevo che dire di fronte a quello, volevo pensare di poter risolvere, sviare il discorso, ma mi riusciva difficile persino immaginarlo. Scostai la foglia rossa che dalla mia spalla era caduta sulla tastiera.

Ha importanza?

Speravo che non mi riconoscesse, mi stavo spingendo davvero troppo oltre.

Beh... se per te no... neanche per me. Cosa vuoi? Conoscermi?

Ma se già le avevo detto e ribadito che già la conoscevo?

Credimi, ti conosco fin troppo bene.

E conosco soprattutto la potenza che metti nelle ginocchiate, quando vuoi. Ma questo non lo scrissi.

Bene, ma visto che per me sei solo un pusillanime e potresti avere anche quattro anni, dimmi qualcosa di te.

Si stava interessando, già era qualcosa. Avrei dovuto dirgli qualcosa di vero.

Ho l'età che hai tu, ma diciamo che sono un po' più alto e un po' più crudele di te.

Curiosità, l'unica emozione che veniva a galla in quel momento, curiosità di sapere ciò che mi avrebbe scritto.

Che ne sai che sei più alto e più crudele di me?

Appunto. Lo sapevo.

Ti ho detto che ti conosco.

Lei rispose con qualche minuto di ritardo.

Più crudele di me, eh? No, non mi conosci.

Sorrisi. Heather non era affatto cambiata.

Tu non mi conosci. O meglio, mi conosci, ma di me non ti ricordi. O sì?

Ecco, avevo detto anche troppo, ci mancava solo che le dicessi nome, cognome e codice fiscale.

Non ho mai incontrato nessuno più crudele di me.

Ok, di me non si ricordava, ma avrei portato io a galla i suoi ricordi. Non oggi, però, o mi avrebbe riconosciuto subito.

Scava un po' nei ricordi...

Sempre più curiosità.

Senti, tu cominci veramente a darmi sui nervi.

Ma guarda un po'...

Se sapessi quante altre volte ti ho dato sui nervi... ma sei veramente carina, quando ti arrabbi...

Si disconnesse, più per troncare la chat che per la "fretta" di cui aveva parlato prima.

Ma sarebbe tornata, prima o poi.

Ne ero sicuro.

 

Angolo dell'autore

Il nuovo capitolo!

Premesso che i capitoli non saranno tutti fatti solo da una chat, non anticipo niente sul seguito.

Capisco che questo stile di scrittura possa non piacere, se avete dei consigli per migliorarmi, li accetto volentieri. ^.^

Leggete e recensite!

Enjoy it!

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Capitolo 3
*** Come again ***


Come again

 

Aprii l'account di Ignoto 93 su Facebook per la seconda volta il giorno dopo, alle quattro meno qualche minuto.

Chissà se Heather sarebbe tornata, la mia sicurezza del giorno prima andava lentamente svanendo, pensavo che avrebbe potuto darmi buca. Poi vidi che era in linea, trassi un sospiro di sollievo e spostai il cursore sulla sua icona per aprire una nuova chat.

Ah, finalmente sei tornato, voglio insultarti ancora!

Mio Dio, era più aspra di quanto pensassi.

Oh, andiamo...

La risposta non tardò ad arrivare.

Andiamo? Mi hai fatto snervare, sono uscita di testa per cercare di capire chi sei, mi hai fatto impazzire!

Ok, stavo dimostrando di essere fastidioso.

Oh, oh, chissà cosa direbbero i miei amici se riferissi loro che ho fatto "impazzire" Heather...

Molto fastidioso.

Ma sentilo, il piacione... ti credi tanto attraente?

Sinceramente? No, non potevo rispondergli in quel modo.

Devo rispondere?

Ci stava, era più che giustificato un messaggio così.

Se mi scrivi un altro messaggio ti ammazzo!

Ah sì, Heather? Passarono diversi minuti di silenzio, in cui nessuno dei due parlava, ma neanche chiudeva la chat.

Finalmente! Ora non mi tormenti più con quella roba, mi fai respirare un po'.

Passarono altri minuti.

Adesso posso stare in pace.

E ancora altri minuti.

Non scrivere più!

Come se non avessi fatto altro nell'ultimo quarto d'ora.

Chiaro?

E, passati venti lunghissimi minuti, finì con lo scrivere:

Beh? Dì qualcosa!

E in quel momento non potevo fare a meno di pizzicarla.

"Qualcosa"

E lei rispose subito, neanche sapesse già cosa avrei scritto.

Ma insomma! Dì qualunque cosa che sia coerente con la situazione, non metterti a fare il buffone!

La stuzzicai ancora di più.

"Qualunque cosa che sia coerente con la situazione, non metterti a fare il buffone".

E allora lei esplose.

Parla, maledizione, parla!

Le mie dita volarono sulla tastiera, un pungente messaggio apparì sullo schermo, premetti invio.

Non sei coerente, carissima.

Già immaginavo il messaggio che sarebbe apparso sullo schermo.

Va bene, te lo concedo, mi stai facendo diventare matta, ogni cosa che dici ne contiene altre dieci, e il mio cervello è andato in pappa! E dimmi qualcosa, cazzo!

A quel punto scrissi sovrappensiero:

Torni, domani?

Non avrei dovuto scriverlo.

Ah ah! Tu vuoi che venga, eh?

No, per niente, ma ormai...

Sì.

Passò un po' di tempo, lei scrisse:

Ah. Va bene, senti, io non posso andar dietro ad un patetico e sleale stalker!

Poi mi si sedette accanto una vecchia, avrà avuto ottanta anni. E lì scoppiò un casino, io dovevo avere l'attenzione della mia bella, non potevo stare a discutere con quella. Ma fu proprio quello che feci.

«Ah, giovinastro, usi quelle macchinette elettroniche anche al parco!»

«Mi scusi... io non ci trovo nulla di male...»

«Ma respira questa pura e pulita aria in quest'area verde, invece di farti contaminare dalle radiazioni di questo coso!»

Intorno al parco rumoreggiavano automobili, motociclette, autotreni e furgoni, che rilasciavano una scura nebbiolina dalla marmitta.

«Senta, non ho tempo per...»

«Devi sempre avere tempo. Ora respira quest'aria pura!»

Trassi un forte respiro, il mio sguardo truce verso la rompiballe. Ripresi a guardare il monitor.

«Giovine e irrispettoso! Ma non ti vergogni? Mi sembri...»

Mi alzai e me ne andai, ma era troppo tardi. Si era disconnessa.

Stronza di una vecchia.

Ma in fondo se era tornata questa volta...

A presto, Heather.

 

 

Angolo dell'autore

Scusate se il capitolo è corto e banale, ma l'avevo scritto qualche giorno fa e mi ero accorto che avevamo corso troppo, così lo utilizzerò come terzo capitolo.

Nel frattempo non avevo molto da scrivere come intervallo fra questi due fatti, detto questo, chiedo venia.

E...

E...

E...

Enjoy it!

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Capitolo 4
*** I use you ***


I use you

 

Il vento era completamente cessato, adesso l'afa si faceva sentire, anche se nessun marmocchio tirava due calci al pallone.

Erano le sette e mezza e, in piena estate, avrebbe fatto buio fra minimo mezz'ora. Forse di più.

Avevo paura di riaprire il portatile, neanche credessi davvero che mi avrebbe piantato in asso così. Se avesse saputo chi ero avrei chiuso per sempre, ma per fortuna la conoscevo abbastanza bene da capire cosa volesse sentirsi dire, così avevo inventato Ignoto 93, che sicuramente sarebbe stato rintracciabile e perseguibile penalmente se Heather avesse voluto, in fondo stavo diventando una specie di stalker. Avevo il bicipite contratto e gonfio, neanche stessi per sollevare una decina di chili. La mano indugiava sul computer, cercava di farsi trasmettere tutta la forza che si era accumulata prima dell'avambraccio, senza successo. Sollevai lentamente lo schermo e appoggiai il dito sul pulsante di accensione, senza premerlo, solo toccandolo. Poi improvvisamente sentii tutta la forza accumulatasi nelle braccia e premetti quel pulsante con una tale pressione che avrei potuto trapassare tutto il computer con il dito. In un minuto scarso avevo aperta la schermata iniziale, spostai il cursore sulla casella internet e premetti due volte il click. Mi si aprì in automatico la pagina di Facebook, e così cliccai sull'icona degli amici, vedendo che Heather era in linea. Fantastico.

Che ci fai qui?

Mi stupì la rapidità con cui mi scrisse.

Mi aspettavi?

Ok, premesso che mi aveva colto alla sprovvista, ma mi era sembrata una risposta adeguata.

No.

Passarono un paio di minuti. Mi mandò un secondo messaggio.

Chiaro?

Per carità...

Secondo me, invece non vedevi l'ora che mi connettessi...

Le rispose:

Ma scherzi? Tu sei antipatico e petulante!

Petulante? Dì pure stalker.

Beh... diciamo che io sono stato fin troppo buono con te...

Lei reagì in modo fin troppo calmo per le mie aspettative.

Senti, io non ricordo di averti mai incontrato, stando al gioco tuo, perciò dimmi, senza preamboli, dove, quando, e perché ci siamo incontrati, conosciuti e parlati.

Aveva fatto centro. Non sarei più uscito da quella situazione.

Su un aereo, credo tredici mesi fa e perché entrambi siamo stati ingenui.

Lei era sul punto di esplodere, me la immaginavo con il suo viso perfetto livida in volto e contratta in un'espressione tesa.

Non ci capisco niente, bastardo. Ma perché proprio me, di tutti i sette miliardi di persone in questo mondo, dovevi venire a far innervosire? Ma non hai nessun altro da importunare? Amici, parenti... serpenti velenosi...1

Acida, era rimasta acida.

Sfortunatamente non uso importunare amici e parenti, ma conosco una vipera, si chiama Penelope, abbiamo anche fatto amicizia...2

Risi. Quando mi ci mettevo sapevo proprio essere irritante.

Senti... io me ne vado.

Rispose. Allora scrissi:

D'accordo.

Aspettai due, cinque, dieci, quindici minuti, ma lei era sempre in linea, e per giunta non chiudeva neanche la chat. Approfittai di questo intervallo per controllare un attimo l'altra pagina aperta di Facebook, in cui c'era il mio account vero. Poi arrivò la risposta.

Ma... davvero vuoi che me ne vada?

Mi concessi un ghigno, Heather, un predatore di prima classe, scrivere quella roba da agnellino.

Se vuoi tu, rispetto la tua decisione.

Aspettai la sua risposta.

Senti... un po' ti piaccio, vero?

Sobbalzai, ma non potei fare a meno di rispondere.

Sì.

Lei andò subito al sodo, e credetemi, non mi sarei mai aspettato che fosse dove volesse arrivare.

Ecco... potresti andare avanti con questo... diciamo... corteggiamento anche nei commenti per qualche foto... che dire...

Aspettai che raggiungesse il centro della sua richiesta.

Se mi conosci, lo sai che non sono tipo da fare queste cose... ma vorrei far ingelosire una persona...

A quel punto mi sentii mancare. Amava qualcun altro e voleva usarmi per ingelosirlo. Vergognati, Heather, eri più perfida di quanto immaginassi.

Ora ti do il suo account...

Aspettai. Volevo veramente conoscere quel miserabile che mi aveva portato via la mia Heather.

Sto aspettando.

Fremevo di rabbia.

Non so se lo conosci... un tipo gentile, aitante, bello...

Doveva pure elencarmi i suoi pregi?

È un certo Alejandro Burromuerto.

 

 

 

1 Citazione di Manfred dal film "L'era glaciale"

 

2 Citazione leggermente differente di Nicolas Vaporidis nel film "Maschi contro femmine"

 

Angolo dell'autore

Scommetto che questa non ve l'aspettavate!

Chi l'avrebbe detto, eh? Heather in pena per un uomo!

Enjoy it!

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Capitolo 5
*** Welcome to the vicious circle, Heather ***



Allora, innanzitutto voglio ringraziare enormemente i quindici recensori del capitolo scorso, spero che questo capitolo non sia da meno.

Il capitolo è offerto dalla storia A tutto reality: Century, la quale non avrà seguito finché non verrà recensita da qualcuno in più di tre lettori, scusate, ma a mali estremi... u.u



Welcome to the vicious circle, Heather


Non.

Potevo.

Averlo.

Scritto.

Davvero.

Io ero Heather Wilson, crudele, perfida e sicura di me, se non si fosse disconnesso avrei già ritirato tutto. Un momento... non si era disconnesso. Ah. Ma... ma io dovevo proprio andare. Chiusi Facebook e spensi il computer, sperando di dimenticare questa vicenda. Ormai non ne potevo più di quella sottospecie di stalker, ma mi serviva. Se Alejandro si fosse ingelosito, dopo essermi fatta pregare, l'avrei scaricato. Sì, non era che un piano per prendermi la mia vendetta. Ed avrebbe funzionato.

Passarono alcuni giorni, ogni giorno alla stessa ora mi connettevo, ma lui non era mai in linea, e non mi cercava neanche. Incominciavo a preoccuparmi, forse lo avevo solo un pochino offeso... ma allora lui era permaloso!

Poi un giorno, circa tre settimane dopo la mia ultima chat con lui, mi trovai un messaggio:

Stronza.

Come Stronza?

In teoria lui aveva tutto il diritto d'arrabbiarsi, avevo appena affermato di considerarlo tale ad uno sputo di maiale e per giunta di usarlo come arma per fare ingelosire Alejandro, in pratica, però, stronza era un insulto a mio parere troppo pesante. In fondo stavo solo considerandolo un fastidioso energumeno da usare per rendermi bella a qualcun altro...

Quella notte non riuscivo a dormire, così accesi il computer, e, con incredibile e vergognosa gioia, trovai Ignoto 93, insieme ad Alejandro Burromuerto, in linea. Nella foto del profilo quel bastardo aveva volutamente dimenticato la camicia, decisi che mi conveniva rendermi invisibile, non era il caso di incappare in qualche battutina del Cascamuerto.

Ciao!

Ignoto 93 che attaccava bottone, niente di che.

Lurido verme.

Ero piuttosto risentita, poiché non era entrato per molto tempo.

Considero quest'insulto come un “Ciao”.

E glie lo avrei detto.

Perché non ti sei fatto sentire per quasi un mese?

La risposta arrivò veloce.

Pensavo che mi considerassi petulante...

Era furbo, l'amico.

Certo che ti considero petulante!

Ok, non avrei dovuto scriverlo.

Bene, allora ciao.

Avrebbe avuto il fegato di disconnettersi, lo sapevo, così misi da parte l'orgoglio...

Aspetta...

Ignorai l'orgoglio.

Sì?

E lo mandai a puttane.

Dovevi darmi una mano per far ingelosire quel tipo, ricordi?

Dovevo ricordarglielo.

Me lo hai chiesto. E io oggi pomeriggio ti ho risposto.

Molto furbo.

Stronza” ti sembra una risposta?

Forse sbagliavo, ma d'altronde dovevo tenere alto l'onore.

No, ma ti ho fatto sapere come la penso.

Troppo furbo.

E quanto alla risposta?

Insistetti.

Ho bisogno di ribadire?

Probabilmente era molto arrabbiato.

Sì certo.

Ma io avevo bisogno di quella risposta.

No, carissima e stimata stronza.

La cordialità non era una sua qualità.

Ma non sai dire altro?

E neanche mia...

Il femminile di “Pezzo di merda” non esiste.

No, per niente. Mi mandava su tutte le furie, non era possibile che riuscisse a tenermi testa, nessuno poteva tenermi testa. Solo uno c'era riuscito, ma ancora per poco.

Ma perché ce l'hai con me?

Sapevo difendermi.

Fammi pensare...

Ok, basta così, non mi conveniva allungare di troppo la conversazione.

Risparmia i tuoi ultimi neuroni, l'ho capito da sola.

Mi conveniva troncare in fretta.

Sai, credevo di piacerti.

E riattacca...

Eri in errore.

Nel frattempo aprii la pagina di Alejandro, cliccai sull'icona per iniziare la chat, decisi di parlargli.

Sei veramente ma veramente stronza!

Quel maniaco mi mandava in bestia!

Ed è colpa mia se amo Alejandro?

Un momento, io non amavo Alejandro, perché avevo scritto quella cosa...? Forse ero sovrappensiero e...

Wow chica, mi aspettavo un semplice “ciao”...

Un momento...

A chi avevo mandato quest'ultimo messaggio? Sulla chat con lo stalker non c'era. Riaprii immediatamente la pagina del Cascamuerto, controllai l'ultimo mio messaggio in chat.









Merda.




Angolo dell'autore

Mi scuso per la scarsa lunghezza di questo capitolo, ma non sono riuscito ad allungarlo di più.

Come avrete notato questo capitolo è sotto il punto di vista di Heather.

Il titolo significa “Benvenuta nel circolo vizioso, Heather”, e credo che sia abbastanza appropriato.

Ringrazio ancora i recensori e spero che recensiranno anche qui.

Enjoy it!

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