Annoying!

di Milla Chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arriva Dan! ***
Capitolo 2: *** Il capriccio di Nor ***
Capitolo 3: *** Mangiare e dormire! ***
Capitolo 4: *** Sogni ***
Capitolo 5: *** La nostra notte ***
Capitolo 6: *** 1814, la separazione ***
Capitolo 7: *** Placare gli animi... ***
Capitolo 8: *** Di dolci e di peluches ***



Capitolo 1
*** Arriva Dan! ***



-NORGEEEEEEE SONO QUI!-
-Ma stai un po’ zitto, cretino.-  borbottò,  lanciandogli il cuscino contro.

Quella mattina si sentiva proprio a pezzi, Nor.  Non era certo da lui chiedere aiuto ad altre persone, ma faceva fatica ad alzarsi dal letto, si sentiva spossato, e aveva tante di quelle cose da fare... Aveva provato a darsi da fare, ma dopo vari giramenti di testa aveva capito che la decisione più saggia sarebbe stata rimanere a letto e riposarsi.
Il telefono suonava a vuoto sia con Tino, sia con suo fratello, sia con Svezia. Nemmeno i Nisse o i Troll ne volevano sapere di aiutarlo; sì, dal quel punto di vista erano creature davvero egoiste... Non gli era rimasto che quell’idiota di Danimarca a cui chiedere aiuto.

Ed ora eccolo lì, appoggiato allo stipite della porta, che sparava cavolate a tutto andare con una voce così alta da fargli venire il mal di testa.

-Nor, ascolta...- disse ad un certo punto, avvicinandosi velocemente al letto, inginocchiandosi ed appoggiando il mento sul materasso morbido -...dimmi tutto quello che devo fare, sono qui solo per te!-
-...Vedi la porta?-
Annuì.
-Ecco. Vattene via da lì.-
-Ma Nor, mi hai chiamato tu!-
-Sto cominciando a pentirmi, sei fastidioso.-
-Giuro che starò buono, ti aiuterò e starai meglio!-
Ah, quel tono da cane bastonato.
E quegli occhioni dolci.
Arrossì lievemente.
Quanto era... stupido, dannazione.
Sospirò. –E sia. Ti do una chance.-
-Eeeeh! Grande Nor-  lo abbracciò di slancio. -...Nor, ma lo sai che scotti?- gli disse guardandolo negli occhi.
-Nah, sarà una tua impressione...-  rispose con voce atona, spostando lo sguardo altrove.
Senza preavviso, Danimarca appoggiò le sue labbra sulla fronte calda di Nor.
Questi sussultò e, se possibile, arrossì ancora di più.
-CHE CAVOLO FAI!?-
-Sì sì, secondo me hai la febbre. Vado a prenderti il termometro, poi andrò in farmacia, farò le pulizie, ti preparerò un pranzetto coi fiocchi e ti farò compagnia!!-
-N-non ce n’è bisogno...-
-Invece sì! Non muoverti!- . Camminò a passi svelti e prese il termometro da un cassetto.
-E chi si muove, deficiente.- sbuffò lasciandosi affondare nel cuscino.


Come diavolo faceva a sapere dov’era ogni singola cosa, nella sua casa!?

-Ecco, ecco, adesso da bravo prova la febbre. Io vado di sotto,  se hai bisogno chiamami!-
-Mmh...-

***

Dannazione, era solo mezzogiono e mezza, lui aveva 38.2 di febbre e si sentiva, detto senza mezzi termini, una vera mer...
-NORGEEEEE!-
-Ma che urli!?-... non aveva neanche la forza di insultarlo.
-Oh, scusami.- rise fugacemente, abbasando la voce.
-...-
-Come ti senti?- gli chiese sedendosi affianco a lui e prendendolo per mano. A quanto pare non riusciva nemmeno a picchiarlo, o prenderlo a parole, quindi tanto valeva approfittarne un po’, no?
-Male.-
-Hai anche mal di gola?- 
-Un po’.-
-Vuoi che ti vada a prendere qualche pastiglia per la gola?-, gli appoggiò la mano sulla fronte, spostando delicatamente i biondissimi capelli morbidi che la coprivano.
-No.-
-Sicuro? Guarda, ho finito di pulire la casa, c’è anche il pranzo pronto per quando ti viene fame, posso andare in farmacia e...-
-No. Stai qui con me.- disse secco, con voce un po’ roca.
Ci fu un attimo di silenzio.
Dan pensò un attimo alle parole che si era appena sentito dire.
Nor stava delirando? La febbre gli dava le allucinazioni?
Il battito del cuore accelerò appena.
Poi si decise a rispondergli.
-Se ti fa piacere...- sussurrò con un piccolo sorriso.
Si sdraiò affianco a lui, e Nor gli appoggiò la testa sulla spalla, respirando pesantemente.
A Dan appariva così... Innocuo. E fragile. Gli era capitato davvero pochissime volte di vedere questo lato di Nor.
Sicuramente, in condizioni normali non avrebbe mai, assolutamente mai avuto quell’atteggiamento.

-Senti, Nor, vuoi che tiro le tende, così dormi?-
-No, piantala di essere così apprensivo- , disse tra un paio di colpi di tosse, - non sto morendo, stai un po’ zitto. Stupido.- Cavoli, non riusciva proprio a stare in silenzio e godersi la situazione per anche solo una manciata di minuti?

Dan sorrise e pensò che, indubbiamente, era comunque rimasto il solito Nor; quello che gli piaceva così tanto. Si girò su un lato, guardandolo, e inziò ad accarezzargli lentamente i capelli.
L’altro non oppose resistenza; anzi, scoprì che non era poi tanto male, e si lasciò cullare da quel movimento regolare. Sia chiaro, solo perché era malato. Solo per quello, non certo per altro!

 

Angolo autrice:
Sììì, mi sono divertita tantissimo a scriverla! Per ora non so dirvi quanti capitoli saranno ma... Il prossimo capitolo sarà una bella sorpresa, se lo leggessi io impazzirei MWAHAHAHAHAH (??) e non vedo l’ora di pubblicarlo (domani, suppongo. °° <3)
^^ Mi raccomando recensite in tanti, perchè un sexy Dan farà lo spogliarello a chi recensirààà! Sììì! *coretto* Sìììì!
Dan: °D° MA-
Zitto, e fai come dico. =_= *sgancia mazzetta*
...Al prossimo capitolo! :3

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Capitolo 2
*** Il capriccio di Nor ***



Aprì gli occhi. Non c’era più Dan affianco a lui.
Per un attimo pensò che se ne fosse andato. Pensò che effettivamente avrebbe avuto le sue cose da fare e non avrebbe certo potuto relegarlo lì in casa sua.
Il tempo di pensare ciò, che si era già precipitato giù dalle scale, vedendo tutto ciò che era attorno a lui muoversi velocemente, in modo del tutto innaturale.
Lo trovò in cucina. Che preparava uno dei suoi dolci. Probabilmente da aggiungere alla fila infinita già presente sul tavolo. Tirò un sospiro.
-Ah! Nor, ti senti meglio? Non immagini la fatica che ho fatto per alzarmi da quel letto, non ne volevi proprio sapere di lasciarmi andare! Ahahahaah!-
Norge si appoggiò al tavolo -Mi gira un po’ la testa.-
-Effettivamente sei palliduccio...-
-Non cucinare troppa roba, tanto non ho fame.- disse appoggiandosi una mano in fronte.
-Ma quando starai meglio ci faremo una scorpacciata!-
Nor sentì lo stomaco contorcersi. I dolci di Dan erano buonissimi, ma in quel momento solo guardarli gli faceva venire la nausea.
-Torno in camera.-
-Ce la fai? Vuoi che ti accompagno?-
-No, continua a fare quello che stavi facendo...

***

Erano appena le tre e venti quando Dan aprì lentamente la porta socchiusa della stanza di Nor.
La scena che si ritrovò davanti fu quasi traumatica, e dovette aspettare qualche secondo per far sì che il suo cervello capisse la situazione e si convincesse di ciò che stava vedendo.
Nor era disteso a X sul letto, con la testa affondata nel cuscino. In mutande??
Sì sì, era davvero senza vestiti.
-NOR COSA STAI FACENDO!?- urlò isterico.
-...Ho caldissimooo...-  si lamentò, producendo un suono ovattato.
-Nor ma non... non...- non trovava le parole, e si affondò le mani tra i capelli, disperato, vedendo tutto il suo lavoro per la guarigione del ragazzo andare in frantumi -...Così non va bene!-
Si diresse verso di lui, lo sollevò di forza e lo fece sedere sul letto, tenendolo per le spalle.
-Nor, dove sono i vestiti?-
-Boh...- aveva lo sguardo vacuo, praticamente assente, e parlava appena con un filo di voce. Probabilmente gli si era alzata la febbre.
Dan allora si mise a cercare velocemente gli indumenti, prima che Nor prendesse ulteriore freddo.
-Dan, lo sai che quando i Nisse sono affamati sono sempre io quello che deve prendersi cura di loro? È stressante da morire, sono delle creature bellissime ma sono anche egoiste, e voraci! E qualche volta pure antipatiche e ...-
-Nor, non straparlare e infilati questa benedettissima maglietta...-
-No, ho caldo.-
-Nor, se non lo fai non starai di certo meglio-  sbuffò, e capì che l’unico modo per fargliela indossare era mettergliela di forza.
-Che cazzo fai, cretino?- si lamentò mentre gli alzava le braccia e gli infilava in testa la maglia.
-Ti faccio stare meglio.-
Nor emise un suono indistinto, una specie di lungo lamento strozzato.  –Ti ho detto che non voglio rivestirmi!-, disse cercando di togliersi (di nuovo) l’indumento, quasi tornato al suo posto con grande fatica di Dan.
-Nor, stai facendo come quando eri piccolo.- disse un po’ seccato, trafficando con quella dannata maglietta; ricordandosi di quando il piccolo Nor faceva i capricci.
-Non è vero!-
-Sì invece, sei testardo!-
Nor sbuffò e si alzò dal letto, probabilmente con la ferma intenzione di andarsene da quella stanza.
Non fece in tempo a muovere un passo che si accasciò a peso morto su Dan, il quale dovette ricorrere ai suoi riflessi per afferrarlo al volo.
-Nor?!-
-Sei un idiota...-
Dan tirò un sospiro, e sdraiò con calma Nor sul letto. Si sedette davanti a lui, prese i pantaloni e glieli infilò. Nor non oppose più resistenza, perchè probabilmente aveva esaurito tutte le forze; e fissava Dan negli occhi, mentre svolgeva minuziosamente il suo lavoro.
Fece scivolare i pantaloni su per le gambe, senza alcuna fretta, cercando di non infastidirlo, e sentendo le sue dita che sfioravano lievemente la pelle bollente di Nor, che rabbrividì. Per la febbre, non certo per quel contatto, eh!
Alzò appena il bacino, in modo che Dan facesse meno fatica a metterlo a posto. L' "infermiere provetto" respirò profondamente. Non ci pensare, non ci pensare.
Una volta finito, gli abbassò la maglia e gli accarezzò piano la pancia.
-Ecco, ora sono proprio dove dovrebbero stare, eh!-, sorrise, mentre nella mente una vocina depravata aggiungeva “Almeno finchè non stai un po’ meglio, no?”. Scacciò subito l’idea, maledicendosi per essere stato tanto perverso...E cambiò subito discorso.
-Vero che non riesci ad alzarti, e metterti sotto le coperte?-
Nor scosse la testa, portandosi un avambraccio alla fronte.
Dan allora si avvicinò a lui, che tese le braccia e le intrecciò dietro il suo collo. Lo alzò e lo sorresse, mentre con l’altra mano spostava le coperte.
Quando Nor era piccolo era molto più facile!
Lo fece sgusciare nel letto, gli prese la testa fra le mani e gli diede un bacio in fronte.
Nor alzò una mano e gliela spiaccicò in faccia. Forse per accarezagli la guancia...O forse solo per dargli una sberla, chissà?
Allora Dan si alzò dal letto e lo lasciò dormire, uscendo dalla stanza a chiudendo la porta.

Sicuramente non poteva sapere che in quel momento Nor cercava con tutto se stesso la forza per dirgli  “Rimani ancora un po’ qui".
 


Angolo autrice:
Sìììì non ho resistito e ho postato oggi il secondo capitolo *O* <3
Spero tantissimo che vi piaccia... A me piacerebbe! Ahahaha XD
Bene, ora voglio ringraziare tantissimo gli mi ha recensito e le cinque (CINQUE, SOTTOLINEO, C-I-N-Q-U-E! °D°) persone che seguono questa storia! OGGOOOOD *urlo stile dannato dell’inferno*
Il prossimo capitolo? Ci sto ancora lavorando, non so quando lo pubblicherò ç_ç ...A MAGGIOR RAGIONE, tenetemi d’occhio!  ;D
Un bacione a tutti! E grazie a chi recensirà!!

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Capitolo 3
*** Mangiare e dormire! ***



-Dan! Maledetto idiota, sei ancora in cucina, vero?- urlò rabbioso Nor dalle scale.
-Eeh! Norge, stai meglio!- rispose entusiasta Dan correndo verso di lui e abbracciandolo forte. -...Però non sforzare troppo la gola che poi ti fa ancora male, mh?-
-Mi stai soffocando, inutile cretino...- e gli assestò un bel pugno nello stomaco.
- Secondo me dovresti mangiare qualcosina... e poi ti metto a dormire io! Eh, Nor? -, gli disse gentile, come se non avesse neanche sentito il colpo, anzi, strinse più forte a sé il ragazzo.
-Non ci penso proprio. E tanto meno mi lascio mettere a letto da te, sono autonomo, sai.-, si lamentò divincolandosi, ma non riuscì a liberarsi dall’abbraccio.
-Devo ricordarti che poco fa eri mezzo nudo, non volevi vestirti e ho dovuto metterti tutti i vestiti io?- sorrise malizioso Dan.
Nor avvampò, e gli puntò il dito contro. –Vabbè, stavo male, non ero... in me... eh... Però sappi che ora sto meglio, e ti avviso che non ti chiamerò mai più per farmi da... emh...-
-Crocerossina?-
-CHE CAVOLO DICI?!- l’immagine di Dan vestito da crocerossina gli passò nella mente, e, sconcertato, si diede dell’idiota da solo per averlo pensato.
-Eh eh eh, ma lo sai che da malato sei molto più docile e carino?-
-Non pensare certo che io l’abbia fatto per te.-
-Certo, certo. Comuuunque, se sei sceso qui da me, c’è un motivo, vero?- cambiò discorso Dan, che conosceva bene il nostro caro Nor...
Quest’ultimo sembrò svegliarsi da una trance, e arrossì. –AH! Sì, sì... io... volevo che tu... Ecco, vabbè, mi sarebbe piaciuto che tu... Stessi un po’ con me, ecco, di sopra... - sussurrò, evitando lo sguardo di Dan.
-Nor, stai tranquillo- disse serio l’altro, appoggiandogli una mano sulla spalla. –Ora te ne torni di là, e tra poco arrivo, ok?-, e sulla sua faccia apparve un enorme sorriso, davvero enorme...


-Nor, posso?-
-Sì, idiota.-
Un Dan gongolante con un vassoio in mano entrò nella stanza, aprendo la porta con il gomito.
-Ti ho portato il brodiiiiino!- squittì Dan facendo le spallucce.
Nor alzò gli occhi al cielo. –Dio mio, scherziamo?-
-No no! Devi riprenderti, e non va bene stare a stomaco vuoto. Il brodino è ottimo perché l’ho fatto io, naturalmente, e guarda: ti ho portato anche i crostini! Il tutto su un vassoio della serie “colazione-a-letto-per-la-mia-principessa”! DI’ “AAAAAH”!-
-LA TUA PR-!?- Non fece in tempo a finire la frase, che Dan gli ficcò in bocca una cucchiaiata di brodo.
Non era male, è vero. Ma era pursempre brodo da malati. E Dan lo stava imboccando.
E tutto questo, per un Nor in grado di intendere e di volere, non andava bene.
-Senti, non è necessario che mi imbocchi, la febbre mi è scesa e, fino a prova contraria, non ho problemi di coordinazione o tic nerv-...!- Ecco un’altra cucchiaiata.
-Non ricominciamo con i tuoi capricci; sei malato. Io ti guarisco. Punto, non si discute.-
-Non dovresti essere tu a fare questi discorsi autoritari...-, e aprì la bocca per accogliere un altro po’ di brodo.
-Sssh, zitto e mangia- disse facendogli l’occhiolino e dandogli un’altra cucchiaiata.
-Spero che tu non mi abbia messo qualche sonnifero o sostanza strana nella cena...- Nor abbassò lo sguardo e non riuscì a trattenere un sorriso. –Guai a te se racconterai questa giornata a qualcuno!-, prese un crostino e lo sgranocchiò con gusto.
Dan rimase basito. Nor sorride? Da quando? Ma come? Per una sciocchezza del genere? Quasi non si accorse di aver abbracciato forte Nor, dopo aver rischiato pericolosamente di far cadere il brodo.
-Non ti devi preoccupare, Nor. Davvero, non pensarci. Non pensare agli altri. Pensa solo a me e te.-
Nor sgranò gli occhi.
-Pensa solo che siamo io e te, va bene? Non immagini, Nor, quanto io sia stato felice di passare una giornata con te, oggi. Grazie Nor.-
Sentendosi dire queste parole da Dan, da quell’emerito idiota di Dan, Nor affondò la testa nell’incavo tra la spalla e il collo del ragazzo e strinse convulsamente le mani sulla sua camicia. Sentì un pizzichio al naso, e ricacciò indietro le lacrime.
-...Grazie a te, Danimarca.-


-Questa notte rimango con te.- disse secco.
-C-che!? ...Senti, se proprio vuoi dormi sul divano, ok?-
-No no no- cantilenò appoggiandogli un indice sul naso –Io dormo con te, che facciamo sennò se mi stai male nel mezzo della notte!?-
-Categoricamente NO!-

***

-E ti pareva.-
Sbuffò, facendo spazio nel letto per farci entrare Dan.
-Ti avverto, megalomane perverso: non aspettarti di combinare qualcosa, ‘sta notte.-
-Mmh, qualcosa tipo?- disse mettendosi comodo nel letto di Nor.
-Lo sai.- rispose incrociando le braccia.
-Ah! Ma sai che non ci avevo proprio pensato!?-
-Oh, ma certo!-
-Davvero, sei tu che la butti subito sul tragico! Sei tu il pervertito, qui!-
-...Basta.- chiuse gli occhi. Sigirò dando la schiena a Dan. - ‘Notte.-
-...Baciiiino?-  pigolò Dan facendo il labbruccio.
-...Della buona notte?-
Dan annuì.
-Oddio.-
Nor si stette a fissarlo. Esitò un attimo. –Devo?-
-Devi!-
Prese la testa di Dan tra le mani e gli stampò un bacio in fronte con velocità sorprendente prima di ritornarsene disteso, dandogli ancora le spalle.
-Eeeeehi!- fece offeso –Non va bene, non era nemmeno dove lo volevo! ...Rifare!-
-Non ci penso proprio.-
-Eddai!-
-Piantala o ti sbatto fuori di casa.-
Dan allora si accontentò, si sporse e spense la luce.
-Buona notte, Norge.- gli sussurrò all’orecchio accarezzandogli la guancia con il dorso della mano, porgendogli un bacio sulla tempia.

L’ultimo calcio della giornata fu proprio quello che ricevette nelle parti basse, in quel momento.Rise.
... Lo sai, Nor, penso che questa notte sarà davvero divertente!




Angolo autrice:
Sìììì sono riuscita a scrivere anche il terzo, che mi stava dando qualche problemino (autocontrollo portato al massimo per non farla diventare una fic rating rosso...<_<’’)!
Ma penso che il prossimo capitolo accontenterà un bel po’ di voi xD Ahahahah... Insomma, da quello che ho in mente, sarà così! Magari poi scrivo qualcosa di diverso... Mah.
Bene, ringrazio tantissimo chi mi rencensisce e chi mi sta seguendo! **
Un abbraccio speciale alla tenerissima (ma non per questo innocua! Mwahaah! -?-) Bazylyk19, ormai mia fida seguace (LOL.), che mi ha messa negli autori preferiti e ha addirittura inserito anche questa storia nelle preferite! *abbracc*  :3
Un bacione a tutti! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** Sogni ***



Notte fonda. Ma Dan non riusciva a dormire, non con Nor affianco a lui. Perché gli aveva chiesto di restare lì con lui, allora? Ma proprio per questo, ovviamente.
Per starsene con lui ancora un po’. Per poter vederlo dormire, tranquillo come poche volte. Appoggiò il gomito sul cuscino e adagiò la testa sulla mano, guardandolo.
L’espressione rilassata, i capelli che gli cadevano in fronte e sul cuscino, senza alcun senso preciso.
Era semplicemente stupendo, pensò, mentre le labbra si increspavano in un sorriso.

Dalle persiane chiuse filtrava la luce dei lampioni sulla strada, e ciò faceva sì che la stanza rimanesse in una deliziosa penombra, senza il buio pesto, né la luce rischiarante. Rendeva tutto soffuso e sfumato. Si potevano distinguere i contorni senza ammirare i dettagli, si poteva lasciar spazio all’immaginazione pur trovando un limite. Probabilmente Dan amava la penombra, proprio per questo.
Sentì il lenzuolo frusciare, e Nor mugugnare.
-...Per me va bene, sai...-
-Eh!?- Dan per un pelo non cadde dal letto.
Si avvicinò meglio a guardare Nor. Stava dormendo...
-Dan, aspetta... No, no, aspetta!- cercò a tentoni le mani di Dan e, una volta trovate, le strinse forte.
Sognava!?
-...Nor?-
Si raggomitolò più vicino a Dan, e così sembrò tranquillizzarsi.
Dan, un po’ sorpreso, gli accarezzò piano la schiena, convinto che fosse tornato tutto alla quiete di prima.
Ma non accadde proprio così...

Insomma, poco dopo Nor iniziò a tirare calci.
Cercando di sopprimere un primo urlo, Dan provò a calmarlo –Nor, Nor, non succede niente, stai tranquillo...- gli sussurrò, seppur allontanandosi un po’ per evitare pericolose ferite.
Nor mugugnò e, girandosi, gli tirò una forte gomitata in faccia.
Dan si morse la mano per non urlare.  Gli acchiappò al volo le braccia, e le appoggiò sul proprio petto.
-Nor... Non c’è niente di cui avere paura... Sssh...-  mormorò piano, e gli rimboccò le coperte.
-Sei ancora lì, Dan...?-
Nor, difronte a Dan, premette le mani sul suo viso, e gli allacciò le braccia attorno al collo, facendo aderire maggiormente i loro corpi.
Un brivido attraversò la schiena di Dan.
Non pensarci Dan, non pensarci.
Aspettò qualche minuto.
No, non poteva non pensarci.
Si alzò velocemente con la -poco casta- intenzione di andarsene in bagno. Ma qualcosa lo trattenne.
Si girò, e vide Nor che gli stringeva la mano. –Dove vai?- bisbigliò assonnato. Si stropicciò gli occhi.
-Emh... Io... Andavo a... prendermi un bicchiere d’acqua... Ma non mi va più.. eh eh eh...- rise nervosamente.
Nor rimase inflessibile. Allora Dan decise di parlare un po’, tanto per sciogliere l’atmosfera.
-Sai, parli nel sonno.-
A quelle parole, Nor scattò a sedere. –Scherzi.- Dan rimase assai sorpreso da quell’atteggiamento...
-Mai stato più serio. - sghignazzò, capendo di aver colto nel vivo il punto debole del ragazzo. Si rigirò nel letto e gli tornò vicino. Gli posò una mano sul fianco, e iniziò a seguire quelle curve lentamente.
Nella penombra, vide Nor fremere.
-Sei davvero fastidioso.-
-Vuoi che smetta?- chiese, consocendo già l’imminente risposta.
-...No.- , e si avvicinò un po’ a Dan.
Un momento di silenzio.

-Cosa sognavi?- chiese mettendosi seduto, ma sempre con la schiena appoggiata al cuscino.
-Non ti interessa.-
-Eh eh, mi sognavi, eh?-
Nor scattò a sedersi, ancora. –Ho detto il tuo nome?-
-Eh sì.-
Le lenzuola frusciavarono rumorosamente, Nor si sedette sulle gambe di Dan e si abbandonò sul suo petto, stringendo forte la sua maglietta con le mani.
Dan non capì quella reazione; non aveva assolutamente alcun senso, fatta da Nor!
-Sai, Dan...-  gli sussurrò sul collo, con la guancia appoggiarta sulla sua spalla.
Dan rabbrividì, e incrociò le braccia dietro la schiena di Nor.
-...Penso che... tutti quei secoli passati assieme non possano essere dimenticati tanto facilmente... non lo credi anche tu, Dan?-
Non è da te, Nor, non è assolutamente da te...
Ma non ebbe il coraggio di dirglielo: non voleva rovinare tutto; quella situazione lo faceva sentire davvero troppo, troppo bene.


 
Angolo autrice:
Eccoci al quartoooo! Un grazie ENORME a chi mi sta seguendo e soprattutto a chi mi recensisce <3
Spero tanto vi sia piaciuto anche questo capitolo! ** Credo che questa fic stia prendendo prendendo una piega abbastanza carina, no?  Il prossimo capitolo sarà il fiore all’occhiello della storia *sorride malvagia*
...** Grazie ancora, siete meravigliose! (ci saranno anche dei ragazzi? Ne dubito ç_ç)


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Capitolo 5
*** La nostra notte ***



-Lo penso anche io, Nor. Ma non mi mancano quei tempi.-
Dan vide la testa di Nor muoversi nervosamente nella penombra –Ah no...?-
Dan scosse la testa, e gli accarezzò la schiena. –No. Non mi piace ricordare la persona che ero...-
Nor alzò la testa e lo fissò negli occhi. –Se non vuoi parlarne dimmelo, eh.-
-Nah, figurati...-
-...Il mio periodo preferito è stato il Regno di Danimarca-Norvegia.-
-L’Unione no, Nor?-
-Sì, ma... troppe persone nella stessa casa...-
-Ahahah, e non potevamo restare soli, eh?- disse ammiccando scherzosamente Dan.
-...Già.-
Dan rimase basito. -Davvero?!-
-No, per finta, cretino.-
Rimasero un po’ in silenzio.

Nor faceva scorrere lentamente la mano sul petto di Dan.
-Dan, ti rendi conto che stiamo parlando di cose di cui non parliamo mai?-
Dan annuì –Ed è notte fonda.-
Una mano di Nor andò alla guancia di Dan. Lo sentì sorridere. La accarezzò piano, e così sorrise anche lui.
Tanto non lo avrebbe visto, no?
Dan si morse le labbra. Fece scorrere la mano sulle gambe di Nor, ancora seduto su di lui. Se l’avesse cacciato, l’avrebbe accettato.
Sospirò rumorosamente.
-Ci stai provando spudoratamente, eh?-
Dan sghignazzò.
-...Non sei proprio capace, idiota.-
In un momento, le labbra umide di Nor erano premute sulle sue e chiedevano di entrare.
Per favore, Dan, non fare l’idiota.
Non trovò alcuna resistenza. Le labbra si schiusero, Nor si spinse verso di lui. Sì, si baciarono davvero, quella notte.
Da quanto tempo non si baciavano, pensò Nor? Mesi? Anni?
...Probabilmente, gli anni erano diventati secoli senza che se ne accorgesse...
Dan interruppe il bacio, a malincuore. –Non stai facendo tutto questo perché la febbre ti fa delirare, vero?-
-Oh, direi proprio di no, sai? -
Dan gli infilò le mani sotto la maglietta, e gliela tolse, sfiorandogli la pelle con le dita fredde.
–Con tutta la fatica che hai fatto per rimettermela...- disse Nor, ostentando la sua solita inflessibilità.
-In questo momento, non me ne frega niente, sinceramente.-, ansimò precipitandosi sul cuo collo. Nor gemette, e inclinò la testa di lato.

Se qualcuno si fosse appostato pazientemente dietro alla porta chiusa della loro stanza, poco dopo avrebbe potuto sentire i gemiti sommessi di Nor farsi sempre più forti.

Non ci è tenuto sapere cosa successe nei dettagli, ma credo che, a grandi linee, l’abbiate capito tutti, no?

***

Nor quasi non si ricordava com’era, fare l’amore.
Dan lo faceva letteralmente impazzire. Lo faceva impazzire il modo in cui gli teneva i fianchi, come le ossa del suo bacino strusciavano contro le mani di Dan.
Lo faceva impazzire quando l’aria attorno a loro diventava calda, e piena. Lo faceva impazzire quando riusciva a fargli buttare la testa indietro e inarcare la schiena.
L’ultima volta che avevano fatto l’amore, erano state questioni di stato. Veramente, alle nazioni era severamente vietato avere rapporti intimi con altre nazioni, se non per questioni di stato. Nor si era sempre attenuto rigidamente alle regole, ma quella sera decise che non gli importava.
Non gli importava di essere a letto con un ragazzo, né di che ore erano, né di dov’erano, né di sapere se il suo capo e il capo di Dan avevano firmato qualche trattato che li avrebbe uniti di nuovo.
Non gli importava, perché l’unica persona che aveva davvero importanza era lì a fare l’amore con lui, e avrebbe messo da parte il suo orgoglio, e i suoi doveri di Nazione, almeno per quella notte.
Perché gli piaceva dannatamente fare l’amore con Dan.

Lui sapeva esattamente dove mettere le mani.







 
Angolo autrice:
EBBENE, credo che con questo siamo state accontentate tutte. *sorride maliziosa*
Apparte gli scherzi, spero davvero che vi sia piciuto...
Avvisatemi se ho fatto qualche errore di battitura, o se devo mettere qualche avvertimento nelle info sulla fic, o se il genere è diverso, perché comincio a farmi assalire da dubbi!!! XD
Tantissime grazie a chi mi sta seguendo e recensendo! ^^ Adesso vedremo quanto durerà ancora.
Per il prossimo capitolo consiglio dei fazzoletti, non si sa mai...
Un bacio! <3

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Capitolo 6
*** 1814, la separazione ***



Quando Nor aprì gli occhi, vide Dan che si stava vestendo. Gli dava le spalle. Aveva la schiena piena di graffi.
Come illuminato, si ricordò della notte passata e sentì lo stomaco contorcersi. Chiuse gli occhi e fece finta di dormire, finchè Dan non se ne fu andato dalla camera.

Miseramente nudo, coperto da un lenzuolo e una coperta di lana, probabilmente messa lì da un Dan coi sensi di colpa alla mattina presto.
Sbuffò, e si portò entrambe le mani in faccia. Cosa gli era saltato in mente quella notte?
Scostò le coperte, raccolse i suoi vestiti sparsi per terra, e si vergognò terribilmente di se stesso.
Si fermò davanti al grande specchio e guardò la sua immagine riflessa; così spoglia, così apparentemente inutile. Gli occhi si fermarono sui segni violacei sul collo.
Era successo perché era mezzo addormentato? O perché la febbre non lo faceva ragionare bene?
No... forse era successo soltato perché avevano voglia di farlo succedere.
Si ricordò del sogno di quella notte.Strinse i pugni.
Aveva sempre odiato sognare cosa già successe tanti anni fa.

***

Io, Dan, Tino e Ice eravamo seduti sul divano, ci tenevamo per mano, tesi, e aspettavamo l’arrivo di Svezia, e il suo responso.
Bussò alla porta. Lo facemmo entrare.
-Allora?- chiesi accomodandomi di nuovo sul divano.
-Cosa volete sapere?-
-Parti dall’inizio, Sve. Chi eravate?- aveva chiesto gentilmente Fin.
-Oltre a me, c’erano anche Antonio e Francis. E ovviamente Gilbert, Roderich, Ivan e Arthur. Francis era disperato, dovevate vedere la sua faccia...-
-Immagino... E vabbè, cos’hanno deciso?- lo interruppe Ice.
-Hanno voluto riportare l’Europa a quell’equilibrio che...-
-Arriva al sodo.- disse spazientito Dan, che fino a quel momento era rimasta in silenzio.
-Dunque... Feliks...-
-NON MI IMPORTA DEGLI ALTRI, COS’HANNO DETTO DI NOI!?- aveva sbottato, alzandosi in piedi.
-...Mi dispiace, Dan.-
Lo guardammo interrogativi.
-...Nor viene via con me.-
-COSA?- Dan l’aveva preso per la cravatta, tirandolo verso di lui. –NO!-
-Dan, ti prego!- aveva cercato di calmarlo Tino.
Rimasi a fissare il vuoto.
Il Regno di Danimarca-Norvegia era davvero finito? Non potevamo farci niente, assolutamente niente.
Non avrebbero voluto, ma dovevano.
-Per me va bene, sai...-
Dan allentò la presa su Sve e mi fissò, incredulo.
-...Scusa?...-
-Siamo impotenti, Dan, dobbiamo accettarlo.-
Dan scosse la testa –No! Non ti lascerò a nessuno, e tantomeno a lui!-
Rimasi in silenzio e abbassai lo sguardo.
Lo sguardo di Dan cercò il mio, e poi quello di Sverige, e degli altri.
-Scusami, Dan.- aveva sussurrato cupo Berwald.
Dan si alzò, probabilmente con l’intenzione di andarsene fuori di casa. –Dan, aspetta... No, no, aspetta!- disse Tino, allungando il braccio verso di lui. Ma Dan mi aveva già preso per un braccio e mi stava portando verso la porta. -Io e Nor dobbiamo parlare.- aveva detto serio, girandosi e guardandomi con occhi profondi.

Chiusi piano la porta dietro di me.
-Nor, non possiamo lasciare che accada. Non voglio che tu te ne vada.-
-Neanche io lo voglio, ma non possiamo opporci e...-
Sentimmo la porta sbattere.
Dan sbuffò irritato. -...Torna dentro, Ice.-
-Dan, Nor... Quello che ha detto Sve significa che noi...-
-Ice, ritorna in casa, non è il momento.- lo interruppi bruscamente.
Non volevo che qualcuno lo dicesse davvero.
-Anche io sono una Nazione, Nor, come voi. Anche io ho il diritto di esprimermi e di capire cosa...-
-Ice, ti prego, non mi pare il caso di uno dei tuoi discorsi da adolescente in crisi. Torna in casa e resta lì.-
 Dan si girò e si incamminanò verso il bosco.
Lo lasciai andare, continuando a discutere con Ice.
Quando effettivamente mio fratello rientrò, aspettai.  Aspettai che Dan tornasse. Dopo un po’, mi decisi ad andare da lui.
-Sei ancora lì, Dan...?-
Lo vidi, seduto per terra, con lo sguardo fisso in basso.
Mi accovacciai davanti a lui e gli passai le braccia attorno al collo.
-Anche a me fa male, sai.-
-Questo è... Un addio, Nor?-. Gli tremava la voce.
-Non fare l’esagerato.-
-E tu non minimizzare la cosa...-
-...Si metterà tutto a posto, Dan.-
Mi strinse in un abbraccio forte, come quando tornava da qualche lunga battaglia.
-Promettimi che non dimenticherai niente di ciò che abbiamo passato, ti prego.-
Tremava. La sua voce tremava. Le sue mani tremavano. La sua testa china tremava.
Mi si inumidirono gli occhi.
-Te lo prometto.-
Le foglie per terra scricchiolarono, e una mano si poggiò sulla mia spalla.
Girai la testa. Era Berwald. Con Tino e Ice al seguito.
Il mio sguardo si fermò su Ice. Aveva gli occhi lucidi e gonfi, e la guancie arrossate.
Probabilmente aveva capito, e aveva pianto.
-Dobbiamo andare, Nor.-
Dan emise un verso strozzato, come un singhiozzo trattenuto, e mi strinse più forte, affondando la testa nel mio petto. Mi si strinse il cuore.
Mi alzai piano, mentre una lacrima solitaria scivolava sulla mia guancia. Le braccia di Dan mi scivolarono addosso,e mi guardò, inerme, andare via.



 
Angolo autrice:
Il capitolo 5 ha fatto molto scalpore, a quanto pare! :D
Spero che questo sia all’altezza... *si asciuga gli occhi*
Per ora è il capitolo più lungo che io abbia scritto... Spero non vi abbia annoiato :3
Cosa succederà nel prossimo capitolo?
Non sapete proprio cosa aspettarvi, vero?
Sinceramente neanche io. *deve ancora scrivere tutto*
Però, allora... secondo i miei calcoli, questo è il terzultimo capitolo.
Quindi il prossimo sarà il penultimo...
E tra due capitoli la fic sarà finita DD: OMG. È la prima volta che scrivo una fic così lunga... ç_ç siate partecipi della mia prima volta! ((ODDIO CHE COSA AMBIGUA.))
Un grazie enorme a chi mi recensisce e che mi segue e a tutti qualli che stanno leggendo questo :*
Un bacione!


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Capitolo 7
*** Placare gli animi... ***



-NOR COS’ERA QUEL RUMORE!?- esordì Dan in grembiule da cucina, aprendo di colpo la porta.
Rimase a bocca aperta.
Lo specchio era frantumato in tanti piccoli pezzi, e la mano di Nor sanguinava copiosamente, grondando sul pavimento e sporcandolo. Nor girò la testa verso di lui e lo fissò di traverso.
Dan vide qualcosa di spaventoso nei suoi occhi fermi, tanto che fece un passo indietro.
Nor si incamminò a passi svelti verso di lui.
Come lo raggiunse, gli diede un forte pestone sul piede, il quale fece un rumore un po’ ambiguo.
Dan si piegò in due e, quando fu all’altezza di Nor, questi gli strinse fulmineamente le guance con la mano sanguinante e lo spinse violentemente contro il muro.
Se fosse stato in un altro contesto, Dan avrebbe trovato la propria espressione davvero comica, perchè assomigliava un po’ ad un coniglietto... Ma a quanto pare, il sagace Dan capì che qualcosa non andava...
Nor lo fissò con un’espressione atona.
-Nor...emh... Perché?- balbettò, alternando lo sguardo dalla mano di Nor allo specchio -...Lo sai, porta tanta, tanta sfortuna...-
-Non credo alle superstizioni.- disse piatto.
Dan pensò che fosse una cosa strana. Lui era un appassionato di magia, e cose di questo genere, eppure non credeva alle supertizioni? Prese la –saggia- decisione di non chiedergli il perché, onde evitare di peggiorare il suo umore, che già non sembrava dei migliori...
Vide il suo grembiule da cucina diventare rosso per il sangue.
-Nor, dovrei medicarti e...-
-NON MI SERVE...- lo interruppe urlando, ma placò subito il tono -...il tuo aiuto.- gli strinse più forte le guance.
-Si può sapere cos’hai?-
Nor ringhiò, ma lo lasciò andare e si sedette sulla poltrona. Aveva anche i pantaloni insanguinati.
-Fa male...- sussurrò.
-La mano?- ...e devi prendertela proprio con me!?
-No!... Cioè, un po’ anche quella, cretino, ma... – sbuffò, portandosi le mani alla testa –Ho sognato il ’14, stanotte, e mi fa male qui.- si portò la mano sanguinante al cuore, sporcandosi la maglietta, e guardando dritto a sé, fuori dalla finestra, cercando di non sbirciare con la coda dell’occhio Dan, che si stava avvicinando piano.
-Oh...- Ecco cosa aveva sognato, quella notte.
Ecco cosa gli era scattato nella mente, per avere quell’atteggiamento inusuale.

Quasi riuscì a vedere davanti agli occhi la scena di Nor che tirava un pugno allo specchio dal nervoso.

-Ehi...- gli sussurrò appoggiandogli una mano sulla spalla, serio -...Stai tranquillo, huh? È passato.-
-Tsè, facile dirlo, vero? ...E poi, non ho mica bisogno di te che mi fai da psicanalista, idiota che non sei altro.-
-Nor, ascoltami un attimo. Anche io ogni tanto ci penso. So che non è bello...- si sedette affianco a lui, sul bracciolo della poltrona, e gli passò il braccio attorno alle spalle, stringendolo forte a sé e chiudendo gli occhi. -... Ma ciò che è stato è stato, è passato tanto tempo. Non puoi immaginare quanto sia stato difficile, anche per me, accettarlo; ancora di più superarlo, ed è stato davvero doloroso passare tutti questi anni senza di te nella mia casa. Senza i tuoi passi leggeri per le stanze, senza il tuo profumo sul divano e senza il tuo respiro calmo nel letto, assieme a me.-
Nor sgranò gli occhi, e per un attimo fu preso dalla voglia di tirargli un pugno in faccia.
-Sei irritante come una fottuta ortica.-

***

Poco dopo, la mano di Nor era stata pazientemente medicata da Dan (Nor si era rifiutato di andare al Pronto Soccorso...), che ora stava raccogliendo i pezzi di specchio sparsi per terra.
-Nor?-
-Mmh?- mugugnò annoiato.
-Credo che...- esitò un attimo -...Credo di dover lavare anche le lenzuola, eh...- fissò un attimo il letto, grattandosi la testa.
Nor arrossì violentemente e un libro lanciato con precisione millimetrica colpì in pieno la fronte di Dan.
-TI GIURO, MALEDETTO CRETINO...- disse avvicinandosi pericolosamente a lui e prendendolo per il colletto della camicia -...CHE SE QUALCUNO VIENE A SAPERE DI QUESTA NOTTE, SEI UNA NAZIONE MORTA.-
Dan sogghignò, dandogli un buffetto sulla guancia arrossata  –Non ti preoccupare, Norge.-
-Sei terribilmente fastidioso.-
-Come una zanzara, eh?- annuì Dan.
-Bravo, esatto! Proprio come una zanzara. O una mosca. Un’inutile mosca che ti gira costantemente intorno, ti ronza nelle orecchie, ti infastidisce, ti irrita da morire e...-
-...e che non ti lascia dormire la notte.- gli mormorò malizioso Dan, socchiudendo gli occhi.
Ricevette un forte calcio sugli stinchi.
Dan alzò gli occhi al cielo –Ma come siamo nervosetti stamattina...-. Nor lo guardò male. Malissimo.

-Ah, Nor! Non ti ho ancora chiesto come ti senti!-
-Meglio. Puoi anche andartene.-
-Non ancora, prima devo finire un paio di cose.-
-Tipo...?- chiese sbuffando.
-Togliti i vestiti.-
-CHE?!- ringhiò, già su piede di guerra.
-Nor, sei pieno di sangue, dovrò ben lavarteli, no?!-
Nor rimase con la mascella serrata.
-Sì, dopo. Ora pensa al pavimento.-
-Aspetta aspetta...- alzò il capo dal pavimento -...Tu mi stai schiavizzando!-
-Ma cosa stai dicendo? Sei te che ti sei proposto di fare tutte queste cose, io non ti ho chiesto proprio niente.-
Rimasero in silenzio per un po’, tra tintinnii di specchi rotti e struscii di stracci per ripulire il sangue dal pavimento.
-Dan...-
-Dimmi tutto, Nor!- risopose gongolante.
-...Se continui a parlarmi con questo tono da bambino, prima o poi ti massacro.-
-Era questo che volevi dirmi?-
-No, era solo un avvertimento per come mi avevi risposto.-
-Allora dimmi!-
-...Sei impaziente...-
-Stai prendendo tempo apposta?-
Nor esitò.
-...Vero che possiamo ancora mangiarci i tuoi dolci?-

 
Angolo autrice:
DAN, DI' CIOPPI CIOPPI! Eccoci, eccoci al penultimo capitolo... ultimamente ho davvero l’ispirazione addosso! **
Perché allora questo è il penultimo?
Beh, credo che se continuassi a pubblicare ulteriori capitoli diventerebbe un crogiuolo di generi (già ci ho messo di tutto e mi sento molto fuori traccia ;__;), non so se riuscirei a gestire la situazione, andrei trooooppo OOC... e poi immagino che sarebbe noioso... no?
Tagliando corto, non è che non ho voglia, solo che non mi sento ancora all’altezza per una fic di tanti capitoli, ecco :3
Ebeh... Allora, ringrazio tantissimo le persone che mi recensiscono (come sempre <3), che mi sommergono di complimenti (Aw...) e mi dicono anche molte cose costruttive *annuisce*
Un bacio a tutte, siete meravigliose! (*suona campana per richiamare qualche ragazzo* YUUU-UUUH)

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Capitolo 8
*** Di dolci e di peluches ***



Dan aveva apparecchiato tutto, meticolosamente, nella veranda luminosa. Mettendo giù i piatti di ceramica, e sentendo il piacevole rumore che facevano strusciando uno contro l’altro, gli sembrò quasi di essere finito in un’altra epoca.
Chiuse gli occhi, si concentrò, e riuscì a sentire i passi di Nor al piano di sopra.
Gli sfuggì un sorriso.
Camminò fino in cucina, senza davvero rendersi conto di quello che stava facendo.
Agguantò i pandekage, i rødgrød e i kranserkager* e controllò che fossero assolutamente perfetti.

Nel frattempo, Nor aveva finito di vestirsi e ripulirsi ed era sceso in cucina, facendo gli ultimi ritocchi attorno al tavolo...

Dalla porta della cucina sbucò Dan, portando con sé una quantità industriale di dolci.
 –NOOOOORGEEE! ECCO LE PRELIBATEZZE CHE TI ROVINERANNO L’APPETITOOOOO!-
Li appoggiò sorridente sul tavolo. L’ aspetto era meraviglioso.
Certo, mangiare tutti quei dolci a metà mattina non era proprio una grande idea... Probabilmente avrebbero ripreso appetito solo il giorno dopo...
Si guardò un attimo intorno, tenendosi le mani sui fianchi. Il suo sorriso si trasformò presto in un’espressione tirata.
Prima sedia: ...Un orsacchiotto di pezza...
Aggrottò le sopracciglia.
Seconda sedia: ...Un gattino verde di peluche...
Fece una smorfia.
Terza sedia: vuota... si sarebbe seduto lì, probabilmente.
Quarta sedia: ...Nor apatico. Che stringeva un...  Coniglietto rosa.
Silenzio.
Nor non si mosse. Guardava avidamente i kranserkager, ma non si mosse.
Dan non capiva, ma fece finta di niente –Bene...! Da dove cominciamo?-
Nor indicò subito i kranserkager, mentre con l’altra mano stringeva forte il coniglietto. A Dan sembrò di essere tornato indietro nel tempo per la seconda volta in quella mattina. Quando Nor era ancora un bambino, e gli si illuminavano gli occhi mangiando i suoi dolci. Sorrise, e mise qualche pasticcino nel piatto di Nor, e stava per sedersi quando...
-Non vorrai schiacciare il nisse, vero?- disse secco Nor.
Dan alzò lo sguardo su di lui -...e-emh... Non credo di capire...-
-Cretino, lì c’è il nisse, non puoi sederti!- disse come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo, addentando il pasticcino al marzapane.
-Oh... Scusatemi...- mormorò imbarazzato. Era abbastanza problematico non riuscire a vedere tutti quegli esseri, mentre era in compagnia di Nor... Si sentiva osservato ed era alquanto fastidioso e, inoltre, in un modo o nell’altro rischiava sempre di fare male a qualche strana fatina.
-...Nor, scusa se te lo chiedo ma... Questi?-, disse alzando l’orsacchiotto dalla sedia.
Per poco non si strozzò –LASCIALO LI’, DEFICIENTE!-
-Ma perché!?- Dan non capiva, non capiva assolutamente niente.
-Perché sì! È una cosa carina mangiare dolci danesi circondati da peluches.-
-...-
Nor lo fulminò con lo sguardo. -...Non ho forse ragione?-
-S-sì, assolutamente!- balbettò Dan mettendosi sulla difensiva -...Ma io dove mi siedo?-.
L’altro fece le spallucce –E io che ne so?-

***

Recuperata una sedia, anche Dan si mise a mangiare.
Con la coda dell’occhio, osservava Nor. Era da tanto che non mangiavano i suoi dolci assieme, e non si ricordava di quanto fosse strano Nor in quell’occasione.
Mangiava mezzo pasticcino per volta, e l’altra metà l’appoggiava sulla bocca del coniglietto rosa, come a volerlo imboccare. Ma era una cosa seria, lo si capiva bene dalla fronte contratta.
Probabilmente era un’abitudine che si trascinava fin da quando era piccolo, e non l’aveva mai trovata né infantile, né imbarazzante, o qualcosa del genere. Era solo qualcosa che doveva fare quando si mangiavano dolci danesi.
Adesso che ci pensava, Dan si ricordò che Nor ha sempre avuto un sacco di conigli rosa. Non sapeva il perché, ma erano onnipresenti...

***

Nor sapeva che i dolci di Dan erano buonissimi, ma non l’avrebbe mai affermato apertamente.
Non c’erano aggettivi per descrivere quanto fossero fatti bene.
Oh, a Nor sembrava davvero il paradiso.
-Uhm...- disse Dan a bocca piena -...Allora, shono shtato bravuo, mh?-
-Non male, direi.- mentì Nor. Quei dolci gli aumentavano pericolosamente la salivazione.
E poi adorava il marzapane.

***

Quando Nor capì che il coniglietto non voleva mangiare, appoggiò il mezzo pasticcino nel piatto e presea un altro dolce.Finito anche questo, riprovò a far mangiare il peluche, senza risultati...
Così, finiti tutti i dolci nei vassoi, nel piatto di Nor rimaneva sempre mezzo pasticcino.
Per Dan era diventata ormai una cosa normale dover finire il piccolo avanzo nel piatto del ragazzo.

***

Sprepararono il tavolo e rimisero i peluches in camera di Nor.
Dan si sedette sulla poltrona nella sua camera e gli sorrise –Allora Nor, ti sono piaciute queste 24 ore passate con me, eh?-
Nor inclinò la testa e alzò gli occhi al cielo, come per scegliere la risposta più adatta, aprendo i vetri della finestra -...Diciamo che ci sarebbero potute essere cose peggiori...-
-Ahah, sono stato l’infermiere perfetto!-
-Non proprio.-
-La prossima volta chiamami di nuovo, eh?-
-No.-
-Ma che domande faccio, certo certo lo farai!-
-Non lo farò, invece.-
-Ci divertiremo tantissimo!-
-Non penso.-
Dan, ovviamente ignorando le risposte Nor, si alzò e andò ad abbracciarlo. Fece un verso strano, come di un cane che si sgranchisce dopo una lunga dormita. –Mi è piaciuto tantissimo stare con te.-
Nor sospirò, prese Dan per la camicia e lo obbligò a guardarlo negli occhi.
-Anche a me non è dispiaciuto poi tanto, capiamoci, però...- lo trapassò con lo sguardo - Tu. Non racconterai. Niente. Ad anima viva. Intesi?-
Dan gli prese la testa tra le mani, fulmineamente, lo tirò verso di sé, e lo baciò.
Nor sobbalzò, e gli stava per tirare un pugno nello stomaco per staccarselo di dosso, ma... Si fermò.
Sapeva di marzapane e frutti di bosco.
Socchiuse gli occhi e si lasciò baciare.
...Lui adorava il marzapane.

FINE.

-Note
*Pandekage: frittelle ripiene di marmellata.
Rødgrød: budino di frutti di bosco e panna
Kranserkager: pasticcini di marzapane glassati.


Angolo autrice:
THE END.
Ok, allora, so che questo capitolo vi farà alzare pericolosamente la glicemia e mi scuso, ahahahah XD
Spero vi sia piaciuta la fine...
L’idea del coniglio rosa di Nor me l’ha data la brillante adrienne riordan, quindi grazie perché il capitolo si è praticamente sviluppato su tua sipirazione!  Ahahah :’D
Dunque... Con questo capitolo la fic finisce. Davvero. *sob*
Ora voglio ringraziare tutte quelle che mi hanno recensito la storia, ossia:
 Bazylyk19
 happylight 
flavianolamanoo
 Yumi Kago
adrienne riordan
Un bacione grandissimo a tutte! <3
Mille grazie anche a chi ha messo la mia storia nelle ricordate, ed ecco qui la lista di queste ragazze magnifiche:
adrienne riordan
flavianolamanoo  
happylight
hiromi_chan
Julia_Urahara
Lellas92
seia

E un bacione a Bazylyk19  e a usuk_fan, che l’hanno messa tra le preferite ;w;
Grazie a tutte!
Alla prossima storia!
Milla Chan

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