Suicide.

di Rox e Mad
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Do you wanna hate me forever? ***
Capitolo 2: *** Fucker,I love you! ***
Capitolo 3: *** Me and you. Always. ***
Capitolo 4: *** Back off,bitch! ***
Capitolo 5: *** Fuck u,Bill. ***
Capitolo 6: *** I'm with you. ***
Capitolo 7: *** Darlin' you are the only one. ***
Capitolo 8: *** I used ta do a little but a little wouldn't do. ***
Capitolo 9: *** I find myself within his eyes. ***
Capitolo 10: *** Welcome to New York! ***
Capitolo 11: *** Unwanted meeting. ***
Capitolo 12: *** A window to the past. ***
Capitolo 13: *** Do you remember? ***
Capitolo 14: *** Sex and Caos. ***
Capitolo 15: *** Always? ***
Capitolo 16: *** Revenge. ***
Capitolo 17: *** Live at the Ritz. ***
Capitolo 18: *** Fargin Bastydges ***
Capitolo 19: *** I want to have sex with you! ***
Capitolo 20: *** Since i've been loving you­ ***



Capitolo 1
*** Do you wanna hate me forever? ***


Bussò alla porta. Riconobbi i colpi decisi. Abbassai la maniglia,e mi si parò davanti.
Era bagnato fradicio,supposi che fuori piovesse parecchio. Non uscivo da casa da molto.
Le gocce cadevano a terra dai lunghi capelli rossi appiccicati alla fronte,e gli occhi verdi erano velati di lacrime.
-E’ finita. Avevi ragione. Hai sempre ragione,-mi disse,accennando un sorriso.
Appoggiò le spalle al muro. E si accese una sigaretta.
– Non sul pianerottolo,Bill. Lo sai che la signora Jones rompe i coglioni,-ma lui,per tutta risposta,fece spallucce e scivolò fino a sedersi a terra.
Mi sedetti accanto a lui cingendo le mie ginocchia con le braccia.
Prese a raccontarmi tutta la storia. Una storia che io conoscevo già. Lo osservai mentre parlava gesticolando e intervallando lunghi momenti di silenzio a minuziose descrizione della sua vita con Erin.
Capii che era distrutto,anche se lui non voleva darlo a vedere. Ma nessuno lo conosce meglio di me,nemmeno lei.
Si alzò e mi trascinò su con sé.
Diedi un calcio alla porta per aprirla,poi mi spostai e lo feci entrare.
Lo vidi sedersi sul logoro divano.
Nascosi le siringhe. Non volevo che sapesse …
Si allungò tra i cuscini,e chiuse gli occhi. Era davvero bello. Alla fioca luce della lampada accanto alla porta,potevo disegnare il profilo del naso all’insù,delle labbra perfette.
-Non volevo avere ragione,non stavolta,-gli dissi.
Aprì un solo occhio e mi sorrise.
– Lo so. Ma sai com’è. Le strade per farmi del male io non le sbaglio mai.-
Lo guardai. Provai un’insana voglia di prenderlo a pugni;un’insana voglia di gridargli ‘’Stronzo! Stronzo lo vedi per te come mi sono ridotto?E adesso tu vieni qui come se niente fosse a raccontarmi della tua fottuta ex moglie?Te l’avevo detto che sarebbe finita male. Ora fottiti!’’,ma no,non ne avevo il coraggio.
Ero troppo felice di vederlo lì,di nuovo su quel divano di merda come i vecchi tempi.
-Resti qui?,-gli chiesi.
– Beh,se la mia camera non è stata occupata da qualche donnina che ti sei scopato ultimamente,accetto la proposta,-mi rispose con la solita strizzata d’occhio.
‘’E’ incredibile come riesca a fare lo strafottente anche ora che sta soffrendo come un cane’’,pensai.
Andai a preparargli la stanza.
No,andai a levar via le siringhe anche da lì. Ma no,quando la sfiga ti perseguita,non c’è nulla da fare.
- Cos’è questa,Jeff?,- mi disse agitandomi sotto il naso una siringa vuota.
– Niente,fatti i cazzi tuoi,-e gli voltai le spalle.
Sentivo il suo sguardo addosso,aspettavo che la tempesta scoppiasse da un momento all’altro,ma niente.
Sentii i suoi passi allontanarsi e sbattere la porta della stanza.
Rimasi lì,probabilmente avrei preferito che mi si scagliasse contro : i silenzi di Bill erano sempre stati atroci.
Tornai in salotto,e lo vidi seduto sul divano a fissare la televisione accesa senza guardarla. Mi sedetti accanto a lui.
-E’ colpa mia.-
Non era una domanda,no. Non era ‘’Jeff,è colpa mia se ti buchi?E’ perché ti ho mollato così andando via con Erin?’’,no,lui lo sapeva.
Sapeva quanto io ci fossi stato di merda quando aveva fatto quelle fottute valigie e m’aveva detto che andava a vivere con lei.
Sapeva che la sera stessa avevo preso a bucarmi;sapeva anche che avevo preso a bere peggio di Michael e Saul messi insieme. E si sentiva fottutamente in colpa per questo.
Decisi,comunque,di non rispondergli.
Si avvicinò e mi strinse le spalle.
Appoggiai la testa nell’incavo della sua spalla,e lui appoggiò la sua sulla mia.
– Non lo merito,non merito che tu ti faccia del male,- mi disse,piangendo.
Quello a sentirsi fottutamente in colpa,fui io. Merda! Piangeva per me! Porco cazzo,per me! E non sapevo che cazzo rispondergli,nemmeno stavolta.
Mi alzai e mi diressi verso la cucina.
-Hai fame?,-gli gridai sentendomi un coglione.
– No,- fu la sua piatta risposta.
Perfetto.
Tornai in salotto,e mi fermai davanti alla porta. Lo vidi nella stessa posizione di prima.
-Bill... Bill,ascolta. Non puoi tornare così,dopo un anno,raccontarmi che vi siete mollati e credere che per me sia normale riaverti in casa,che per me sia normale incontrare di nuovo i tuoi fottuti occhi che mi penetrano dentro,- gli dissi,tutto d’un fiato.
Bill mi guardò. Riconobbi in lui un senso di colpa che quasi mi uccise.
– Sarei tornato da te. Lo hai sempre saputo,-mi rispose,con enorme semplicità.
Lo sapevo,sì. Lo speravo,anche. Egoisticamente,speravo che Erin lo mollasse e lo facesse soffrire come un cane,sì.
Si alzò e andò al piano. Porca merda.
Le sue dita agili si muovevano da una parte all’altra della tastiera riempendo la casa di una melodia dolce e decisa allo stesso tempo.
Appoggiato allo stipite della porta lo osservavo mentre faceva scorrere le dita veloci sui tasti. Quando gli ultimi accordi finirono di riecheggiare nella stanza,si alzò e venne verso di me.
Mi alzò il volto tra l’indice e il pollice,e mi guardò negli occhi.
Stronzo.
Mi sorrise,dolcemente,come solo Bill sapeva fare. Io sorrisi di rimando.
Sentii le guance intorpidite,chissà quanto tempo era che non lo facevo;dopotutto,nell’ultimo anno,avevo avuto ben poco di cui rallegrarmi.
Avvicinò le sue labbra alle mie,ma mi scostai. Lui indugiò ancora per un attimo,poi si allontanò da me...
- Vuoi odiarmi per sempre? Dillo se è così,Jeff,così mi metto l’anima in pace,-mi disse.
Nella sua voce non c’era rancore,o rabbia. Solo un enorme dispiacere. Rimasi lì a guardare la sua schiena scossa dai singhiozzi ancora per un po’,come se fossi stato inchiodato in quel preciso punto della casa.
– Vado a letto,-bisbigliai.
Ed uscii dalla stanza.




Siamo Mad(Madison Hudson)e Rox(Rox Hudson).
Siamo fan dei Guns,da come si sarà capito xD Questa è una storia scritta a quattro mani,e la scrittura dei capitoli si alternerà da Bill a Jeff;Rox ha fatto questo capitolo e scrive nei panni di Jeff,io invece farò il prossimo e scriverò nei panni di Bill :3
Spero che ci appassionerete :)
Mad.

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Capitolo 2
*** Fucker,I love you! ***


Rimasi lì,a commiserarmi come un idiota tra le mie fottute lacrime.
Jeff aveva avuto bisogno di me,ma io non c’ero.
Ero troppo occupato,troppo felice per vedere che l’unica persona che amavo si bucava per colpa mia.
Solo colpa mia.
Non riuscivo a smettere di piangere,presto sarei morto affogato tra le mie lacrime. Sentivo un forte dolore al petto,all’altezza del cuore.
Il senso di colpa era diventato troppo forte da sopportare. Dovevo fare qualcosa,e subito,ma non riuscivo a muovermi.
Ero come paralizzato su quella cazzo di poltrona. I miei muscoli si rifiutavano di fare un qualsiasi gesto,sentivo che se mi fossi alzato le gambe non avrebbero retto e sarei crollato.
Io volevo solamente uscire da lì,solamente dimenticare tutta quella storia,tornare indietro.
Ma non potevo farlo,non potevo dimenticare.
Io lo amavo,lo amavo fin da bambino.
Lui era stato il mio unico amico,la mia unica confidenza per tutti quegli anni. E poi lui era il mio Isbell.
Non potevo immaginare la mia vita senza Izzy,e io lo stavo uccidendo.
Trovai la forza per infilare la mano nella giacca di pelle e accendermi un’altra sigaretta. In poco tempo la stanza fu invasa dal grigiore del fumo,che rendeva l’atmosfera ancora più triste di quanto già non fosse.
I vestiti bagnati iniziavano a darmi fastidio,li sentivo umidi e appiccicosi. Cercai di alzarmi,e con grande stupire vidi che le mie gambe erano ancora ferme,probabilmente erano l’unica cosa ferma del mio corpo.
Mi guardai attorno:quella casa era diventata un vero caos dall’ultima volta che ci avevo messo piede.
C’erano mozziconi di sigarette ovunque,siringhe nascoste nei posti più remoti della casa,biancheria sporca sparsa per tutto il pavimento e la cucina emanava un odore putrido.
Io non volevo pensare,volevo muovermi e stavo letteralmente morendo di freddo.
Così mi venne una genialata.
C’erano solo due cose che sapevano distrarmi:una era il canto,ma non potevo cantare in quel momento o il poveretto che dormiva nell’altra stanza si sarebbe svegliato odiandomi più di quanto già non mi odiasse.
L’altra cosa erano le pulizie. Detestavo qualunque cosa fosse sporca e fuori posto,era una fissa venutami ai tempi della Hells House.
Non ero mai riuscito a sopportare Slash si faceva pipì addosso tutte le notti in cui si ubriacava,Steven che abbandonava i suoi calzini lerci e puzzolenti in giro per la casa e Duff (che odiava i cani perché erano troppo sporchi) faceva collezione di bottiglie di birra vuote e le ammassava tutte nella sua stanza.
Quanto facevano schifo quei porci…
Ma quei porci erano la mia famiglia.
Altro che Erin.. Erin un cazzo!
Pensandoci,la persona più pulita della band era Izzy.
Non lasciava mai le sue mutande in giro,e si lavava tutti i giorni.
I suoi capelli sapevano sempre di vaniglia.
Ho sempre amato la vaniglia.
Un’altra lacrima mi bagnò il viso,ma io mi opposi: non potevo ridurmi di nuovo un vegetale.
Così mi rimboccai le maniche ed iniziai a pulire. Sì,a pulire.
Finii a notte inoltrata e decisi di entrare in camera di Jeff,solo per vederlo. Percorsi il corridoio buio e mi fermai davanti all’ultima porta prima del bagno. Afferrai la maniglia e tirai delicatamente,facendo attenzione a non fare troppo rumore.
La camera ,stranamente,era come la avevo lasciata. Il mio letto non era stato toccato,come anche il mio armadio.
“Jeff mi stava aspettando..” pensai scioccamente.
Mi diressi verso il letto occupato,e lo vidi
. Era disteso a pancia in su e sembrava profondamente addormentato. Un braccio gli spendolava giù dal letto,e notai che era nero. Tanti piccoli buchi lo ricoprivano,li sfiorai delicatamente e sentii che la sua pelle non era più liscia come prima.
Questa volta non potei fermare le lacrime che scesero copiosamente sul mio volto. Le gambe mi cedettero,e mi ritrovai in ginocchio davanti al letto.
Appoggiai la testa vicino ai traumi del mio amore e mi lasciai andare senza alcun ritegno. Piansi più di prima,e il peso che avevo sul cuore era ormai diventato insopportabile.
Ad un tratto sentii una mano sfiorarmi i capelli.

-Bill..-
-Ti prego,Jeff.. Ti prego perdonami.. Io non ce la posso fare..-
-Bill,non fare così..-
- No,tu non puoi capire Jeff. Io non posso andare avanti.. Io ti amo! Cazzo,ti amo! Non posso perderti!-

Le mie parole lo lasciarono a bocca aperta,e ora mi fissava con un debole sorriso sulle labbra. Io non l’avevo mai detto esplicitamente,non avevo mai espresso i miei sentimenti.

-Anche io.-

Prese il mio viso tra le mani e mi baciò le labbra come la prima volta.
Era da più di un anno che non ci sfioravamo,ormai.
Ora anche Jeff piangeva con me,e quel bacio era diventato terribilmente umido e pieno di dolore.

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Capitolo 3
*** Me and you. Always. ***


Stavo piangendo,di nuovo,per lui. Non avevo forse pianto abbastanza? Meritava ancora le mie lacrime?
Contrariamente a quanto avrei voluto fare,le mie mani si spostarono sui suoi fianchi e lo spinsero sul letto alle sue spalle.
Vidi i suoi occhi verdi che mi guardavano con felicità.’’No,Bill,non è tutto come prima,’’ pensai.
Dovevo dirglielo,e se ora avessimo fatto l’amore,poi mi sarei sentito una merda totale. Mi amava,e io amavo lui,vero, ma …
- Bill,- esordii staccandomi delicatamente da lui che mi guardava con una faccia interrogativa, -Bill,non è come prima porca puttana! E’ un anno,è cambiato tutto!-gli gridai.
Lui mi guardò e si alzò a sedere a gambe incrociate nel mezzo del letto.
– C’è un’altra. Non è così?- mi disse,con una calma incredibile.
-Sì,Bill,c’è un’altra alla quale voglio bene. Quando te ne sei andato lei mi è stata vicina,ero a pezzi!- gli dissi,e notai in me un fastidioso tono di scusa.
– Capisco … davvero Jeff … io … credo che tu abbia fatto bene,non potevi di certo aspettare me in eterno,no? – mi disse,passandosi una mano tra i lunghi capelli rossi.
Notai che sorrideva. Quel maledetto figlio di puttana sorrideva.
– Vive qui? Con te? O scopate e poi lei va via? – mi disse con il suo solito sarcasmo.
– Vive qui,Bill. E non si tratta solo di quello. Le voglio davvero bene,e lei mi ama. Mi ama,capisci? Quello che tu dici solo ora dopo quindici anni che ci conosciamo e che stiamo insieme! - .
– Beh,fattele due domandine,Jeffrey. – mi rispose mentre si accendeva una sigaretta.
Annusai il fumo che ricacciava da quelle labbra infernali. Mi sembrava un odore diverso;aveva la chiara essenza di William Bruce Rose.
Sentii un incontrollato desiderio di appoggiare le mie labbra sulle sue rosee,ma in quel momento qualcuno bussò alla porta.
Guardai Bill che mi guardava di rimando. Era divertito.
– Beh,Jeff,non apri alla tua fidanzatina? – mi disse. Come un automa mi volsi in direzione della porta principale.  

-Amore! Oddio,sono distrutta!- mi disse,dandomi un bacio.
– Eh beh,fare la troietta stanca,immagino. – le disse Bill.Era arrivato alle mie spalle e si appoggiava allo stipite della porta con quel suo fare da spavaldo.
– Non mi presenti alla fidanzatina,Jeffrey? – mi disse,ridendo.
– Oh,sì, … Holly,lui è Bill. Bill,lei è Holly. – Holly spalancò gli occhi guardando Bill.
–Ommioddio!Ma tu sei Axl Rose! – e corse ad abbracciarlo. Bill la guardava quasi sconvolto.
– Io sono una tua grande fan!, - poi mi guardò – beh, Jeff,dato che c’è anche Axl,stasera possiamo festeggiare! Ho giusto un po’ di dosi in più … -
MERDA.
Il mio sguardo cercò quello di Bill che fissava il vuoto. Poi mi guardò con un disprezzo tale da farmi gelare il sangue nelle vene.
Quando parlò,però,la sua voce era ferma.
– No,grazie,lascio ai due fidanzatini l’onore di bucarsi in santa pace. Eh,Jeff? Un grande amore il vostro,vedo. Davvero complimenti. Io me ne vado da Michael,- mi disse mentre prendeva la borsa e usciva sbattendo la porta.
-Che ha? – mi chiese Holly mentre cercava una siringa.
– Niente. Ascolta,vado a cercarlo,torno subito,- le dissi,e mi precipitai fuori.

Corsi a casa di Michael,ma non c’era. Lo cercai invano da Saul e Steve,ma non era passato nemmeno lì.
Lo trovai poche ore dopo ubriaco fradicio sotto un albero al parco.
‘’Proprio come a Lafayette,’’pensai,sorridendo.  
– Bill …?- esordii avvicinandomi piano. Incontrai il suo sguardo annebbiato dall’alcool. Mi sedetti accanto a lui,ma lui si alzò  di scatto.
– Quando me ne sono andato a vivere da Erin,non ho fatto altro che pensare a te,figlio di puttana di un Isbell! Stavo con lei ma desideravo te!
Da quando ho deciso che dovessi uscire dalla mia vita,sto malissimo. E quando decido di dirti che ti amo e che sono tornato per questo,tu che fai?
Mi dici che stai con un’altra? Sei bello stronzo,eh!,– mi gridò con la voce resa malferma dall’enorme quantità di alcool che aveva ingerito.
Io lo guardavo mentre si reggeva a malapena sulle gambe e barcollava qua e là,bevendo ancora.
– Se tu mi chiedessi di morire per te,lo farei. Se tu mi chiedessi di piangere per te,lo farei. Guardami Isbell! ,- mi gridò gettando a terra la bottiglia vuota di Jack.
Alzai lo sguardo verso il suo viso angelico. Era troppo bello per essere umano. Gli tesi le mani,e lo spinsi verso di me.
Si sedette accanto a me e appoggiò la testa sulla mia spalla,mentre gli passavo le dita tra i capelli.
– Cosa avrei dato per farlo nemmeno una settimana fa,-gli dissi.
–Sono solo un uomo,Jeff.Ho fatto degli errori,ma sono solo un fottuttissimo uomo!- .
– Lo so … ora da bravo,dormi,- dissi continuando ad accarezzargli i capelli.

Decisi che non era il caso di ritornare a casa,e rimanemmo sotto quell’albero come i bei tempi di Lafayette dove non c’era nessuna Erin e nessuna Holly.
Dove c’eravamo solo io,Bill e il nostro amore. 

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Capitolo 4
*** Back off,bitch! ***


Mi svegliai l’indomani mattina sotto un albero.
Ricordavo solo di aver bevuto molto e di Jeff che mi accarezzava i capelli.
Mi guardai attorno,ma Jeff non c’era più. La mia unica compagnia erano una bottiglia vuota di Jack e la puzza del mio alito.
Izzy probabilmente era tornato da quella troia.
Ero arrabbiato,tanto arrabbiato. Volevo andare subito a casa di quell’idiota e spaccare tutto,soprattutto spaccare la testa di quella vacca.
Chi cazzo si credeva di essere,eh? Chi?
Isbell era mio,mio e basta! Dopo quindici fottuti anni di amore..
E poi lui non era mai arrivato a tanto,l’eroina non l’aveva mai toccata!
Non ero io a rovinargli la vita,era quella puttana che gli procurava la roba.
Cercai di alzarmi,ma riuscii a fare solo qualche passo barcollato. Fanculo al Jack,cazzo!
Dovevo intervenire subito,dovevo far rinsavire quell’idiota.
Tutta colpa di una fottutissima groupie.. Io ero sicuro,sicuro al cento per cento che lui non la amasse! Lui amava solo me,me e basta.
Diedi un pugno al tronco dell’albero,che mi ferì la mano. Osservai le gocce di sangue che uscivano da quei tagli,quando sentii una voce famigliare chiamarmi.

-Bill? Bill che cazzo hai fatto?!-

Era Michael,che per qualche strana ragione camminava da solo per quella strada di mattina.

-Niente Duff,devo solo.. Solo uccidere una maledetta troia..-
- Cos’è che devi fare? Tu adesso vieni a casa con me,capito?-
-No,Michael.. Tu non puoi capire.. Io devo farlo,non posso.. Cazzo!-

Non riuscii nemmeno a finire la frase perché le lacrime iniziarono a sgorgare di nuovo dai miei occhi.

Duff mi si era avvicinato lentamente e mi aveva appoggiato una mano sulla spalla.

-E’ successo qualcosa con.. Con Izzy,vero?-

Non riuscii a rispondergli,ma mi appoggiai all’albero e scivolai a terra.

-Bill,calmati.. -

Il biondo si era seduto vicino a me e mi aveva cinto le spalle con un braccio.

-Dimmi.. Cosa è successo.. Dove è Erin? Perché non sei con lei?-
-Io e Erin ci siamo lasciati.- dissi senza smettere di piangere come un bambino.
-Vi siete cosa? Oh mio Dio.. E se andato da Izzy? Hai.. Hai visto..?-
-Visto cosa? Quella troia?! Sì,l’ho vista! E tu.. Tu sapevi,vero? E non mi hai detto niente?-

Avevo iniziato ad urlare tra le lacrime.

-Fanculo! ANDATE TUTTI A FANCULO!-

Feci per alzarmi,ma Duff mi trattenne per un braccio.

-Vieni a casa con me,dove vuoi andare?-
-Sotto un treno,ecco dove voglio andare! Ho perso tutto! E tu mi stai facendo ancora più male..-
-Io.. Scusami Bill..-

Ma quanto ero ipocrita? Mi ero meritato tutto! Sono stato uno stronzo,ho fatto la prima donna mestruata per quindici anni,e adesso mi lamentavo anche?

-No,scusami tu.. Non c’entri niente in questa storia..-

Smisi di piangere all’istante e presi in mano la situazione.

-Ehm.. Allora mi hai chiesto di venire a vivere da te,vero?-

Duff mi guardò e sorrise.

-Sì!-

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Capitolo 5
*** Fuck u,Bill. ***


Rientrai in casa alle prime luci dell’alba .
L’avevo lasciato  sotto l’albero dove avevamo dormito.
Non avevo avuto il coraggio di svegliarlo,solo,avevo pensato che sparire per un po’ dalla sua vita sarebbe stato,giusto,almeno per me.
Holly era distesa sul divano.
Le guardai il braccio e notai che i piccoli buchi si facevano sempre più frequenti.
Attorno a lei,bottiglie di birra e siringhe vuote,tanto che dovetti farmi spazio a calci per arrivare davanti a lei e caricarmela in braccio per metterla a letto.

-Jeff!Jeff! Ma dove diavolo sei finito ieri sera!- fui svegliato dalla voce stridula di Holly.
– Oh,no,sono andato a recuperarlo,era ubriaco e l’ho accompagnato da … da … Duff!,- mentii.
Lei mi guardò e si sedette accanto a me.
– Guardati. Non hai chiuso occhio. Che t’ha fatto quello lì? Vieni,preparo una siringa … - si alzò e andò in camera sua a cercare una siringa nuova.
Rimasi lì con lo sguardo vitreo. ‘’Chissà dove sta … chissà con chi sta … chissà cosa sta facendo…’’,pensai.
Fui ridestato da Holly che mi accarezzava lentamente il braccio,poi la guancia. I suoi enormi occhi azzurri,dopotutto,mi infondevano sicurezza.
– Vuoi parlarmi di lui,Jeff?,-mi disse.
La guardai per un momento : aveva capito. Ma chi non l’avrebbe fatto?
– Io … è difficile,- biascicai.
–Lo so,lo so che è difficile,ma parlarne,magari ti aiuta,- disse con il più dolce dei sorrisi.
Provai a sorridere anche io,ma probabilmente quello che ne uscì fu solo una smorfia sofferente.
Lei mi abbracciò,e io avvicinai le mie labbra alle sue.
La baciai con delicatezza,e lei rispose altrettanto delicatamente. Affondai le mie mani nei sui lunghi capelli biondi,e iniziai a baciarle la mandibola.
Lei chiuse gli occhi ansimando  nel mio orecchio. Mi scostò i capelli e prese a baciarmi il collo.
Sentivo che in quel momento quello che volevo,era amare lei.
Le ventiquattr’ore appena trascorse mi sembravano appartenere alla vita di un altro.
Ora volevo Holly,e Holly voleva me. Mi aveva aiutato quando Dio solo sa come stavo,mi era stata accanto anche più dei ragazzi.
La presi per i fianchi e mi distesi sopra di lei,continuando a baciarla.
Le sollevai il leggero vestitino bianco,e lei fece lo stesso con la mia maglietta.
Giocai un po’ con i suoi seni perfetti,poi lei mi svestì di ciò che ancora avevo addosso,ed entrai in lei.
Feci delicatamente,come se fosse la prima volta per entrambi.
Mi piaceva vederla sotto di me ansimante e lussuriosa. Mi baciò con forza e io risposi con la stessa foga.
I miei movimenti aumentarono sotto le spinte del suo bacino,e poco dopo venimmo insieme in un orgasmo travolgente.
Rimanemmo così per un po’. Poi mi alzai dandole un leggero bacio sulla fronte imperlata di sudore.
Era così … bella.
Ma … ma i suoi occhi non avevano quella luce smeraldina che io amavo;i suoi capelli non erano rossi e lisci come quelli che amavo.
Ero riuscito a tenere Bill fuori dai miei pensieri,ma ritornava,come un tarlo,a rosicchiarmi il cervello.
Andai in bagno e mi bagnai il viso,poi mi diressi in camera.
Il mio cuore ebbe un tuffo : lì,sul letto,c’era il suo giubbino di pelle. Lo rigirai tra le mani,lo annusai : tabacco e Jack Daniel’s.
I miei occhi si riempirono di lacrime,ma decisi di non piangere. Lo presi,e lo posai con cura nell’armadio.
–Jeff? Vieni,ho cucinato!,-mi chiamò Holly
–Arrivo!,-le gridai di rimando.
Guardai ancora il giubbino,poi chiusi l’anta.
–Vaffanculo,Bill!-.
E andai in cucina.

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Capitolo 6
*** I'm with you. ***


Qualche ora più tardi mi ritrovai solo come un cane,sul letto di Duff in stato catatonico.
Avevo impressi nella mente solo la faccia di Jeff e di quella puttana di Holly.
Non ero arrabbiato come prima,ero solo deluso;sentivo quel peso sul petto,quel senso di vuoto che si ha quando si perde una cosa importante,una cosa che c’è sempre stata.
-E adesso?- mi chiesi sottovoce.
Mi guardai attorno,la camera di Duff era straordinariamente ordinata!
Il suo basso preferito era appoggiato alla parete vicino all’armadio,e le mura erano ricoperte di poster.
Stranamente il lucchetto che Michael portava sempre al collo,ora giaceva sul comodino,vicino ad una bottiglia vuota di birra.
-Duff?- chiamai debolmente.
Non ricevetti risposta. “Probabilmente non mi ha sentito” pensai.
Mi alzai,ed uscii dalla stanza. Percorsi il corridoio fino alla cucina,dove vidi uno spettacolo sbalorditivo: Duff che cucinava.
Lo guardai per qualche attimo,allibito,fino a quando non si accorse del mio arrivo.
-Oh,ti sei ripreso.- disse.
Ripreso da cosa? Che cazzo avevo fatto? Decisi di non approfondire l’argomento e ignorai il commento.
-Che diavolo stai facendo?- chiesi.
-Cucino,che dici?-
-E perché cucini?-
-Perché dobbiamo nutrirci in qualche modo,no?-
-Bhe,si giusto.. Ma togliti quel grambiule,sembri una donna.-
Michael non accolse la provocazione,e mi ignorò.
-Posso fare qualcosa per aiutarti?-
-Uhm,si.. Se vuoi puoi apparecchiare,prendi i piatti da quello scaffale lassù.-
Mi rispose distrattamente e indicando qualcosa con il braccio.
-Ok.-
Presi i piatti e apparecchiai in pochi minuti.
-Posso fare altro?-
-Siediti,tra poco sarà pronto.-
Odiavo stare lì con le mani in mano,ma mi sedetti comunque e iniziai a fissarmi gli stivali di pelle.
Poco tempo dopo Duff mi chiamò e mangiammo in silenzio il su pranzo.
-E’.. buono- dissi,cercando di essere gentile.
-Non mentire,non ti riesce bene.-
-No,dico davvero!-
-Certo,vuoi parlare tutto il giorno del pranzo? Io voglio sapere come stai,non so se ti ricordi ma appena sei arrivato a casa ti sei accasciato al suolo come un’ameba. Non so che ti ha preso,ma mi hai fatto preoccupare.-
Ero svenuto? Cazzo,ero proprio svenuto! Che merda!
-Ehm.. Dobbiamo proprio parlarne?-
-Sì.-
Fanculo Duff!
-Ok,sto una merda.-
-Si vede. Io voglio sapere come sono andate le cose.. Cosa vi siete detti? Che è successo?-
Fatti i cazzi tuoi McKagan!
-Jeff.. Jeff mi ha detto che non posso tornare così.. E che ama.. Ama quella lì.. La troia che gli porta l’eroina!-
-Ah..-
-Ah,cosa?-
-E’ stato malissimo,sai? Tu non c’eri ma lui è stato malissimo… Prima di Holly non passava sera che non fosse ubriaco.. Peggio di me e Saul! Poi è arrivata quella.. E l’ha portato all’eroina.. E adesso è un casino,non abbiamo idea di cosa fare,io e Slash.. Steven già si fa,a lui non importa molto.. Ma Izzy.. Axl,che cazzo fai?-
Mi alzai di scatto e iniziai ad andare avanti e indietro per la stanza.
-Duff,ti prego smettila di parlare.- supplicai.
-Non posso,devi sapere.. Lui sta morendo,e non tu non puoi permetterlo! Lui ti ama,non capisci? Quella è solo un ripiego,solo una scusa per non pensare a te! Solo tu puoi tirarlo fuori da questa situazione,Rose. Solo tu.-
Guardai il biondo molto duramente,poi non riuscii più a controllare la rabbia e mollai un pugno al muro.
Michael mi si avvicinò e mi prese le mani.
-Controllati Bill,controllati!-
-Cazzo! -urlai- Come faccio a controllarmi? Come faccio? Sono solo! Completamente solo,e non so che cazzo fare! Sono nella merda fino al collo.. Ed è tutta colpa mia.. -
Non riuscii a controllare le lacrime,che iniziarono a scorrere rapide sulle mie guancie.
Duff si avvicinò a me e mi abbraccio,facendomi appoggiare la testa sulla sua spalla;poi mi sussurò all’orecchio.
-Tu non sei solo,Bill,capito? Io sono con te,e non ti abbandonerò mai. Vedrai che insieme.. Insieme risolveremo tutto.-
Lo abbracciai forte,in quel momento avevo solo bisogno di tanto affetto. -Grazie.. Almeno tu,Duff,almeno tu..-
Il biondo mi guardò negli occhi e sorrise,poi lo baciai.
So che non avrei dovuto farlo,ma lo baciai,proprio come baciavo Jeff.
Michael ricambiò il bacio,ma dopo pochi attimi mi allontanò.
-Abbiamo fatto una cazzata.. Rose,mi dispiace,ma non possiamo farlo. Tu vuoi Izzy,non me.-

Io gli sorrisi.

Non sarebbe mai andata bene.



Ci scusiamo per il ritardo,ma io ho avuto dei problemi con il maledetto pc (-.-’) Grazie della pazienza! Madison.

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Capitolo 7
*** Darlin' you are the only one. ***


Quando il telefono squillò,ero tornato in camera a guardare quel fottuto giubbino. ‘’Stai impazzendo,amico,stai impazzendo’’,continuavo a ripetermi. 
– Jeff,vieni,è Michael!,-mi gridò Holly. Andai in salotto le diedi un leggero bacio,e presi la cornetta che mi porgeva.
– Dimmi tutto,man,-esordii.
– Jeff,alle quattro ci sono le prove da Saul e Steve. Cerca di non mancare. E non portarti Holly,ti distrae!-mi disse ridacchiando  - … ed è una troia! … zitto Bill! – sentii in lontananza.
– Bill è da te? –
- Sì,l’ho recuperato stamattina completamente sfatto … - mi disse.
– Non mancherò … a più tardi,- e riagganciai.
Holly mi raggiunse poco dopo con due siringhe.
– Amore mio,hai le prove oggi?,- mi disse sorridendo , - dunque devi andare bello carico!,- e mi porse una delle due siringhe.
Ebbi un attimo di esitazione,poi afferrai il laccio che aveva in mano,me lo strinsi attorno al braccio e,dopo aver cercato la vena adatta,mi iniettai la dose. Lei fece lo stesso e ci sdraiammo abbracciati sul divano. Dopo quella che mi parve un’eternità,sentii la sua voce come provenire da un altro mondo. – Ma tu mi ami? – . Decisi di non rispondere,tanto,non se ne sarebbe ricordata neppure.
Mi alzai per ricompormi prima di andare alle prove. Mi diressi in bagno,mi sciacquai il viso,e poi mi specchiai : avevo delle occhiaie profonde e un colorito pallidissimo,molto più del solito. Andai a vestirmi,e dopo aver indossato i miei pantaloni di pelle color senape e la mia camicia hawaiiana,presi la mia semiacustica bianca e tornai in salotto. Holly dormiva profondamente,decisi di non svegliarla e uscii.

Los Angeles era caldissima quel pomeriggio. A testa bassa feci tutto il tragitto fino a casa di Saul.
Ogni tanto qualcuno si fermava a guardarmi domandandosi se effettivamente fossi Izzy Stradlin,ma ero abituato,e se inizialmente tutto quello stare al centro dell’attenzione mi infastidiva,ora non ci badavo più.

Arrivai a casa di Saul con un leggero anticipo.
Quando giunsi davanti la porta del loro appartamento,stavo per bussare,ma la porta si aprì da sé e ne uscì una ragazza alta,dai caratteri latini. Era vestita davvero poco,notai. Appena mi vide indietreggiò,poi mi salutò e andò via.
– Permesso? Sì,figuriamoci!,-entrai sbattendo la porta.
Fu un attimo. Mi ritrovai a terra schiacciato dal peso di Saul.
– Ma sei coglione o cosa? – gli gridai mentre cercavo di liberarmene.
– Ah,sei tu Iz! –
- Chi cazzo doveva essere,animale! –
- Scusa,credevo un ladro –
- E cosa ci verrebbe a fare un ladro qui,Saul? Abbiamo ben poco da farci rubare,-intervenne un’altra voce che riconobbi come quella di PopCorn.
– Vedi che ogni tanto le cose giuste le dici,pecora? – gli dissi ridendo. Saul mi tese una mano e mi tirò su.
– Mangi pochino,eh? Sei più magro e più brutto del solito,-mi disse con la sua solita finezza. Abbozzai un sorriso e andai in cucina a prendermi una birra.
–Ma chi era quella che è uscita prima? – chiesi
– Se l’hai toccata,se le hai chiesto il numero,ritieniti un uomo morto, Stradlin! – mi ringhiò Saul.
– Ma sta buono,che non ci siamo manco parlati! – gli risposi aprendo la birra e sedendomi sul divano.
– E così deve essere. Tieniti Holly la fattona ,e lascia stare la mia Perlita! – Scoppiai a ridere incontrollatamente guardando i suoi occhi sognanti.
– Perlita? Ahaha,dove l’hai beccata,Saul? –
- Si chiama Perla,è la cameriera del pub dove vado a bere ogni tanto,ci siamo conosciuti la settimana scorsa e … -
- … e da allora lei viene qui tutti e i giorni e scopano come conigli!- intervenne Steve.
– Più o meno è così,sì,-completò Saul mentre si sedeva accanto a me e finendo di bere la mia birra.
– Ovviamente Bill è in ritardo,-disse Steve controllando l’orologio.
Saul ruttò sonoramente,e in quel momento Michael e Bill entrarono in casa. Ci guardammo per un secondo,poi distolsi lo sguardo.
– Ciao anche a te,Saul!,- disse Bill.
– E’ sempre un piacere accoglierti così,rossa! – rispose il riccio facendo l’occhiolino.
– Man,non è che avresti una birra per il tuo amicone?Eh? – disse Duff facendo una faccia che doveva essere dolce,ma che a me pareva una paralisi facciale.
– Non guardarmi così,che altrimenti te la tiro in faccia la lattina! – gli rispose Saul.  Steve li seguì in cucina tamburellando con le bacchette ogni mobile della casa.
– Te lo dico con calma PopCorn,se non la pianti,te le ficco su per il culo ‘ste bacchette!,- gli disse Bill accendendosi una sigaretta e venendo a sedersi accanto a me sul divano.
L’unica cosa che non avrei voluto quel pomeriggio,era rimanere da solo con lui. Ma sono uno sfigato cronico,si sa.
– Grazie per avermi mollato sotto l’albero,Izzy,-marcò le ultime quattro lettere. Sapeva che odiavo che lui mi chiamasse così. – ma evidentemente dovevi tornare dalla tua biondina,-continuò.
Guardavo come incantato le nuvole di fumo che cacciava da quelle labbra perfette,incapace di distogliere lo sguardo.
– Dammi una sigaretta,- riuscii a dire,
-Oh,fumi ancora? Pensavo che ora ti facessi solo di eroina,-mi disse,indugiando sul mio braccio scoperto. Mi appoggiai allo schienale del divano e ricacciai la testa all’indietro. Sentivo il suo sguardo addosso.
– Non dovevo tornare da lei. Dovevo solo andare via da te. Voglio solo vivere,Bill,e se sto con te,non ci riesco. – gli dissi. Appoggiò i gomiti alle ginocchia,e tenne lo sguardo basso.
– Perfetto,Jeff. Vivi. – mi disse alzandosi e andando in cucina dai ragazzi.
– Forza,scendiamo a fare le prove!,-lo sentii gridare.
– Agli ordini,signor capitano!,-lo canzonò Saul.

Il garage di Saul era poco più grande di un ripostiglio,tanto che a volte mi domandavo come facesse a starci la sua macchina. La batteria di Steve era stipata nell’angolo più remoto e gli amplificatori erano accanto ad essa.
Mi avvicinai ad uno di questi,ci attaccai la chitarra,mi ci sedetti sopra e aspettai che gli altri prendessero le loro posizioni.
Quando anche Michael ebbe finito col basso, Saul partì con Sweet Child o’mine,ed io fui costretto a suonare quella canzone che odiavo profondamente.
Quando cantava,quello stronzo mi guardava,sculettava,si strusciava sull’asta del microfono,mentre nel mio angolino,cercavo di rimanere impassibile.
– Proviamo 14 years? – disse quando le ultime note ebbero finito di riecheggiare nel garage. – Vieni,Jeff,- mi disse.
Mi alzai e andai verso il microfono. Lui era fin troppo vicino. Quando si allontanò,Steve partì con la batteria e poco dopo cominciai a cantare. La voce mi tremava,come ogni volta,ma poi presi a cantare sempre con maggiore forza.
Al ritornello,mi cinse il collo e si mise a cantare vicinissimo alle mie labbra. Erano due giorni che le nostre labbra non erano così vicine … la canzone terminò,e io tornai a sedermi sull’amplificatore.
Vidi Bill che mi osservava sorridendo soddisfatto. ‘’Vaffanculo!VAFFANCULO!’’,Cristo quanto avrei voluto gridarglielo,tanto da non avere più fiato e farmi scoppiare i polmoni!
Poi si girò verso Michael e suonammo It’s so easy e So fine. Provammo Back off bitch, ed io non riuscii a non trattenere un sorriso tutte le volte che gridava il ritornello,sapendo a chi la stava dedicando in quel momento.
L’ultima canzone che volle provare fu Think about you.
-… I think about you
Honey all the time my heart says yes
I think about you
Deep inside I love you best
I think about you
You know you're the one I want
I think about you
Darlin' you're the only one
I think about you … -  cantava guardandomi. Io abbassai lo sguardo ed eseguii il mio assolo nell’angolo.
Quando terminò la canzone,Bill si volse verso di noi. – Sto per darvi una notiziona. Faremo il nostro primo tour! -. Rimanemmo per un attimo interdetti,poi dalla batteria si levò un ruggito di gioia di Steve,seguito da Saul che prendeva a pugni Duff gridandogli – Siamo dei grandi!SIAMO DEI GRANDI! –.
– Quanta gioia,Iz!,- mi gridò Duff – davvero,sei entusiasmante! – intervenne Steve,
- Comunque,stasera si festeggia! Offre … offre Rose! – disse Saul dandogli una pacca sulla spalla.
– Se mi tocchi ancora così,il tour ve lo fate solo voi quattro perché sarò costretto in un letto d’ospedale con tutte le ossa rotte! – si lamentò Bill massaggiandosi la spalla.
Rimasi a guardare la scena di quei due che se le menavano ridendo e scherzando tra i fischi di Duff e Steve.
Pensai che inevitabilmente sarei rimasto per parecchi mesi a stretto contatto con lui,cosa che avrei evitato con tutto il cuore.
– Mi scusi,quando ha finito le sue seghe mentali con quello sguardo perso,ci dica dove preferisce andare stasera! – mi disse Saul distogliendomi dai miei pensieri.
– A casa. Sono stanco,non ho voglia di fare tardi. –
-Sei un vecchio,Iz!- mi prese in giro Saul.
–No,è solo che deve tornare dalla sua donna,-disse Bill.
Lo guardai.
– Non hai capito un cazzo,come al solito,- gli dissi e,presa la chitarra,mi infilai sotto la saracinesca e me ne andai. 


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Capitolo 8
*** I used ta do a little but a little wouldn't do. ***


Quell’idiota di Izzy se ne era andato da casa di Saul senza neanche salutare,e in quel momento gli avrei volentieri spaccato la faccia,ma i ragazzi erano troppo felici per la notizia del tour che volevano uscire a tutti i costi per festeggiare.
Io non volevo rimanere a casa a commiserarmi un’altra sera,così ci demmo appuntamento al Roxy per le nove.
Io e Duff tornammo a casa per farci una doccia e per cambiarci gli abiti.
-Ehm.. Bill?- mi fece Michael appena entrati nell’appartamento.
-Sì?-
-Hai parlato con Izzy?-
Dannazione,ma sei peggio di una pettegola!
-Oh,cazzo Duff.. Non voglio parlarne adesso,ok? Sennò poi mi incazzo e rovino la serata a tutti..-
-Ok,ok,scusa.. Vai prima tu in bagno?-
-Sì,grazie.- risposi freddamente.
Mi tolsi i vestiti e mi infilai nella doccia. Aprii l’acqua fredda perché mi faceva male e io adoravo farmi male.
Le gocce scorrevano velocemente lungo la mia schiena,rinfrescandomi e lavando via tutta la merda che si era depositata sulla mia pelle durante la giornata.
Cercai di liberare la mente,così inizia a osservare tutte le gocce che cadevano,e ascoltai il loro rumore fino a quando il freddo non divenne insopportabile,allora uscii e mi avvolsi nell’asciugamano,lasciando il petto nudo.
Chiusi la porta del bagno e andai in salotto,bagnando tutto il corridoio. Duff mi rivolse un’occhiata durissima.
-Hai bagnato a terra.-
-Come cazzo fai a saperlo se sei ancora seduto su quella poltrona?-
-Perché stai lasciando una pozzanghera a terra.-
Mi guardai i piedi,effettivamente una piccola pozza d’acqua si stava formando sul pavimento,così rivolsi un sorriso dolcissimo a Michael che mi mandò a quel paese e presi il phono dal mio borsone,che non era ancora stato disfatto perché mi sembrava una cosa stupida farlo dato che presto saremmo partiti in tour.
Andai in cucina,attaccai il phono a una delle tante prese e mi asciugai i capelli,poi mi vestii e mi pettinai,sistemando la bandana sopra la fronte,come sempre. Nel frattempo Duff era andato a farsi la doccia.
Mi sedetti sul divano e accesi la tv,in cerca di qualche programma decente;ma non trovai nulla a parte un quiz che mi fece addormentare. Fui svegliato bruscamente da uno stivale volante lanciatomi da quell’idiota biondo finto.
-Perché cazzo lo hai fatto?- gli urlai contro.
-Perché non volevo distrurbarti..- mi rispose ridendo come un ossesso.
Io evitai i suoi spasmi da schizzato e feci un’ultima visitina allo specchio,per vedere se tutto era in ordine. Alla fine andammo al Roxy ma trovammo solo Saul ad aspettarci all’entrata.
-Ehi,man! Dov’è Steven?-
-E’ già dentro.. Quel ragazzo mi preoccupa.-
-Naah! Stai tranquillo!- gli disse Duff dandogli una pacca sulla spalla- Dai entriamo che stasera dobbiamo festeggiare!-
A metà serata mi ritrovai solo come un cane al bar,cosa che mi fece girare non poco le palle; Slash aveva incontrato per “caso” Perlita,e Duff era scappato con una bruna niente male,probabilmente l’unica decente del locale dato che attorno a me c’erano solo cesse. Steven non si era fatto vivo per tutta la serata,pensai che anche lui avesse trovato compagnia.
Io passai la serata tra Jack Daniels e birra,fino a quando non dovetti correre al bagno per vomitare anche gli occhi.
Quanto facevo schifo.
Alla fine mi addormentai sul cesso,come un fattone qualsiasi.
La mattina dopo il proprietario mi venne a svegliare personalmente,urlandomi contro e sbattendomi fuori dal locale letteralmente a calci in culo.
Non ebbi neanche il tempo di riprendermi dalla sbronza della sera prima che dovetti imbattermi nell’ardua missione di ritrovare la strada di casa McKagan.
Dopo vari tentativi e lunghe ore passate a brancolare nell’ignoto ritrovati l’appartamento e bussai,ma nessuno mi rispose. Così decisi di entrare dalla finestra che era sempre aperta.
Mi issai sul piccolo balconcino ed mi infilai dentro la stanza.
In salotto c’era Duff,mezzo nudo,disteso a terra e con l’asta a mezz’aria,ma stranamente la mora del giorno prima non giaceva accanto a lui.
Decisi di lasciar dormire la bestia e andai in camera sua,sperando di trovare un letto caldo e confortevole.
Ma quando aprii la porta scoprii che il letto era già stato occupato da un biondone strafatto. Sospirai e feci per andarmene quando notai che c’era qualcosa che non andava nel viso di Steven che era più pallido del solito,anche le sue labbra avevano uno strano colorito violaceo.
Notai che ai piedi del letto giacevano alcune siringhe usate,e che il braccio cadaverico di Steve era pieno di traumi neri,uno particolarmente grosso.
Provai l’adrenalina scorrermi in vena,e una strana sensazione mi spaventava. Mi avvicinai a Steven e scoprii che il suo battito era irregolare la pelle era fredda come la morte. Provai a svegliarlo,ma non ottenni nessun risultato,così iniziai a scuoterlo violentemente ma quello continuava a giacere inerte sul letto.
Il panico mi salì al cervello e corsi a chiamare Duff.
-Duff! Duff,cazzo svegliati!-
-Oh,ma che cazzo ti prende Rose?-
-Steven sta male! Non si sveglia!-
-Cosa?- Michael si alzò di scatto e corse nella camera da letto.
Anche lui provò a svegliarlo,ma senza ottenere alcun risultato.
Iniziai a sudare freddo,e un senso di paura si impadronì di me.
-Chiamo l’ambulanza?-
-No,chiama Saul! Solo lui!-
Corsi in salotto e afferai il telefono che stranamente era al suo posto,digitai in fretta il numero del riccio e aspettai la risposta dall’altro lato della cornetta. Dopo tre squillì il moro mi rispose,assonnato.
-Chi cazzo è?-
-Slash,sono io! Devi correre qui,subito!-
-Che ti prende man? E’ prestissimo..-
-Steven sta male! Si è fatto ieri sera e non riusciamo a svegliarlo!-
Non ricevetti risposta dall’altro.
-Saul? Sei ancora lì?-
-Arrivo subito.- disse,con tono serio.
Lanciai la cornetta da qualche parte e tornai in camera,Duff aveva sollevato Steven e lo avevo steso per terra,poi gli appoggiato le gambe in alto,sul muro,come si fa di solito con le persone svenute.
-Che diavolo stai facendo? Non è meglio chiamare l’ospedale?
- -No,è strafatto,Axl! Non possiamo portarlo così dai medici,farebbero troppe domande! Vai a prendermi dell’acqua,proviamo a buttargliela addosso,magari si sveglia..-
Corsi di nuovo in cucina,presi un bicchiere di acqua ghiacciata e tornai in camera,ma dell’acqua non c’era più bisogno.
Steven era rivenuto,ed ora sorrideva sognante con la testa appoggiata al letto,mentre Duff si teneva il petto per lo spavento.
Io lanciai il bicchiere sulla parete e iniziai ad urlare come un pazzo.
-TU! BRUTTO IDIOTA!PERCHE’ DIAVOLO CONTINUI A FARTI? MI HAI FATTO MORIRE,STRONZO!-
Dissi,scoppiando a piangere.
-Ma che ha?- chiese Steven allibito a Duff.
-Stai zitto,cretino.. Ci hai fatto morire..-
-E chiede anche che cosa ho! COSA HO? POTEVI MORIRE! STRONZO! POTEVI FOTTERTI TUTTA LA VITA!-
Steven mi guardò come se fossi pazzo. Stavo per andargli a spaccare la testa,quando il campanello suonò e io andai ad aprire.
-Bill,come sta Steven?-
Alla porta c’era Saul in versione angosciata.
-Entra,ora sta meglio,ma ci ha fatto morire..- risposi asciugandomi gli occhi.
Dietro Slash c’era una persona che non aspettavo minimamente di vedere:Jeff.
In quel momento capii che al posto di Steven ci sarebbe potuto essere lui,che sarebbe potuto morire.
-Stronzo,che cazzo ci fai qui? Anche tu sei uno di quei fattoni di merda! Devi smetterla ,hai capito?!- Gli urlai contro,sbattendolo contro al muro.
-Vattene,pazzo!- mi disse,liberandosi dalla mia presa.
Corsero tutti in camera da Steven,e io rimasi lì.
Mi appoggiai al muro e scivolai a terra,poi iniziai di nuovo a piangere,ma questa volta non per lo spavento,ma perché mi resi conto di come rischiavo ogni giorno di perdere Jeff.
Poteva morire da un momento all’altro,e la colpa sarebbe stata mia.
Poteva morire per una stupida dosa in vena,per una fottutissima dose di felicità.. La felicità che io gli avevo portato via.
Voleva vivere? Ok,ma doveva lasciar vivere anche me,e io non vivevo sapendo di poterlo vedere morto una mattina qualsiasi.
Dopo qualche minuto i ragazzi tornarono in salotto e mi trovarono seduto a terra,tra le lacrime.Duff si avvicinò a me e cercò di consolarmi;notai che Jeff ebbe un piccolo moto di fastidio.
-Idiota..- sussurai.
-Chi?- mi chiese sottovoce Duff.
-Izzy.. Anche lui rischia di morire..-
Duff mi abbracciò più forte e mi disse di smetterla,di resistere.
Alla fine mi diedi una controllata e ricaccia dentro le lacrime.
Poi mi alzai da terra,e mi asciugai le guancie con il polso.
Diedi un’un occhiataccia a Jeff,e annunciai che la prima data sarebbe stata tra una settimana al Ritz.
-Quindi,sarebbe meglio evitare episodi di questo genere.. Ma dubito che qualcuno ci riuscirà.-
Slash mi rivolse un’occhiata piena di indignazione.
Neanche io potevo credere alla mia mancanza di tatto in una situazione così delicata,ma non potevamo fermarci perché quegli idioti si fanno come pazzi.

Dovevamo andare avanti.

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Capitolo 9
*** I find myself within his eyes. ***


Tra una settimana a New York. Il tour sarebbe durato un po’,immaginavo,e non potevo lasciare Holly qui a Los Angeles da sola,non nelle condizioni di fattanza in cui versava.
Non che io stessi meglio,ma almeno,eravamo in due.
– Senti Bill,possiamo parlare un attimo?,-le parole non riuscivano ad uscirmi da bocca,-..da soli.- continuai. Lo vidi guardare Duff che continuava a stringerlo a sé.
Ad un cenno di quest’ultimo si alzò e,lanciatogli un breve sorriso umido,mi fece segno di uscire sul pianerottolo. Mi misi a braccia conserte con la schiena contro il muro,guardandolo storto.
– Che c’è?- mi chiese fingendo impassibilità.
– Scopi con Duff,Bill? – gli chiesi senza troppi giri di parole.
Bill mi guardò con uno sguardo interrogatorio e terribilmente divertito.
– Ti fai troppo. E questi sono i risultati. Se è tutto quello che dovevi dirmi,la risposta è no,certo che no. Ora possiamo anche rientrare,-mi disse ridendo mentre teneva la mano sulla maniglia.
– No,non è solo questo. Quello che volevo dirti era … beh,insomma,un tour è un tour,e non posso lasciare Holly qui da sola. Quindi … lei viene con noi.-dissi,sicuro di me.
Si voltò lentamente,e vidi chiaramente la sofferenza nei suoi occhi smeraldini.
– Perché?,- mi disse
-Perché non ha nessuno se non me,Bill. Perché in questo momento lei ha bisogno di me,sta passando un terribile momento con la droga – Bill mi guardò stizzito – e so perfettamente che siamo sulla stessa barca io e lei,ma almeno siamo in due- continuai.
Lo vidi guardare con fare molto interessato i buchi sulla moquette del pianerottolo. Si sedette a terra e prese a giocarci con le dita.
Decisi di sedermi accanto a lui. Sembrava così fragile,così insicuro,niente a che vedere con quell’Axl Rose che tutti conoscevano.
Bill lo conoscevo solo io. Gli passai un braccio attorno al collo e lo spinsi verso il mio petto.
– Se viene anche lei,tu sarai distante,saremo lontani anche se divideremo lo stesso albergo. E io e te siamo sempre stati vicini. – mi disse con la voce roca.
– Vuoi farmi vivere,Bill? – gli chiesi.
Lui alzò la testa e mi guardò. Dio,che occhi stupendi,ma .. erano velati di lacrime. Lui se ne accorse e prese subito a strofinarseli con la manica della maglietta. Sembrava un gatto che fa le fusa.
Sorrisi debolmente al suo tentativo di mascherare la debolezza.
– Voglio che tu viva,Jeff. Ma voglio vivere anche io. Se lei viene,tu continuerai a farti,per non parlare di come sarà sempre peggio per Steve. Non possiamo rischiare così tanto,siamo appena agli inizi. Ti ricordi quando a Lafayette facevamo i nostri progetti sotto quell’albero? Ci pensi mai a Lafayette,Jeff? – mi chiese,guardandomi con la stessa luce che aveva da ragazzino.
– Ogni momento. Ogni momento ripenso al nostro albero,ogni momento ripenso a quello che progettavamo per scappare qui a Los Angeles. Ricordo ancora l’ultima sera che abbiamo dormito a casa mia e poi siamo scappati all’alba. – I ricordi erano fottutamente belli.
Era fottutamente bello ripensare a quante cose avevamo trascorso insieme. Io e lui.
– E lei cosa c’entra con noi,Jeff? - .
– Erin cosa c’entrava con noi? Eh? Tu avevi bisogno di trovare la donna della tua vita? Eh? Avevi bisogno di stare con altre persone? Io,Bill,io chi ero? – gli sputai fuori quello che avevo dentro da un anno.
Abbassò lo sguardo e prese a giocare con i buchi della moquette.
– Tu eri quello che sei anche ora. Tu eri Jeff,l’unico che avrei amato con tutto me stesso. – mi disse,guardandomi negli occhi.
– Non credi che ora sia troppo tardi? Non credi che abbia diritto a una fottuta vita anche io? -
- Se la tua fosse una vita,ti capirei. Ma quella puttana ti ha portato sulla via dell’eroina! E non so che altra merda vi fate! Hai visto Steve poco fa? Vuoi vedermi morire lentamente perché penso che tu potresti andare in overdose da un momento all’altro? – mi disse alzando leggermente il tono.
– Non mi faccio più,te lo giuro. Ma lasciala venire. Ha bisogno di me. Lei c’è stata quando io avevo bisogno di lei. – gli chiesi quasi supplicando.
Mi guardò per un momento,poi sbuffò.
–Va bene,ma se vedo una sola siringa,è fuori. E pure tu. –mi disse.
– Manderesti via me?,-gli chiesi,sfidandolo.
–Solo perché hai un bel culo,non è detto che io debba tenerti nella band per forza,-mi disse,fingendo indifferenza.
Ci guardammo,poi scoppiammo a ridere. In quel momento la porta si aprì e in una nuvola di capelli ossigenati,uscì Duff.
– Tu … tutto bene? Bill? – chiese,infastidendomi parecchio.
– Tutto bene,man,ora rientriamo – gli disse. Lo guardai rientrare,poi rivolsi a Bill uno sguardo interrogatorio. Distolse lo sguardo,e io tornai ad appoggiare la testa al muro dietro di me.
Lui mi si avvicinò ancora,e le nostre labbra furono vicine come alle prove.
- … I’d search the universeand find myself within his eyes … - mi sussurò,mentre si avvicinava pericolosamente.
Cosa fare? Scappare anche stavolta? No. Desideravo le sue labbra. Desideravo lui. Così,presi il suo viso perfetto tra le mani, e lo baciai.
Le nostre lingue si intrecciarono in una danza della quale solo io e lui conoscevamo i passi. Quando ci staccammo,lui appoggiò la testa sulla mia spalla.
–Cos’era quella cosa che hai cantato prima? – gli chiesi. Lui fece spallucce.
- Non lo so,avevo in mente la melodia da un po’,l’altra sera da te l’ho suonata. E’ per te. – disse con semplicità.
Mi alzai e lo tirai su con me.
– Quindi Holly è dei nostri. - .
– Così pare,-mi rispose.
Rientrammo in casa e li trovammo tutti in camera di Steve. Pareva che quel cazzone si fosse ripreso e ora stesse ridendo come un coglione con Saul. Bill si precipitò da lui e gli diede un fortissimo scappellotto dietro la testa.
– Così impari a fare l’idiota! – gli disse,mentre i ragazzi ridevano incontrollatamente.
– Sì, Bill,ti voglio bene anche io!- gli disse Steve massaggiandosi la testa indolenzita.

LOS ANGELES INTERNATIONAL AIRPORT , ore 9:00

Avevo una fottuta paura di volare. Lafayette - Los Angeles era stato anche peggio.
Ma ora ero cresciuto,potevo ancora cagarmi addosso per un aereo? Ebbene sì,Jeffrey Dean Isbell aveva ancora paura di volare. All’aeroporto i ragazzi erano tutti eccitati,i fan ancor di più,se possibile.
Io me ne stavo in un angolino accanto a Holly che continuava a blaterare cose sconnesse,almeno per quella che era la mia mente in quel momento. L’unica cosa che riuscivo a pensare,era che l’aereo sarebbe caduto e io sarei morto.
Cercai di distrarmi leggendo una rivista,ma mi nauseò vedere in copertina quel pallone gonfiato di Vince Neil e compagni,e così la gettai sotto la panca. Mi guardai attorno e vidi Duff impegnato in una conversazione particolarmente impegnativa con una moretta niente male,mentre Steve e Saul discutevano su chi dovesse portare fuori dall’auto la valigia di Bill che nel frattempo si faceva notare giocando come un coglione sulla passerella delle valige.
Feci un sorriso quando lui mi guardò,alzando il medio e l’indice in segno di vittoria.
Poco dopo,una gelida voce annunciò che il volo per New York sarebbe partito di lì a poco. Iniziai a sudare. Mi si avvicinò Bill che con non poca grazia spostò Holly che mi teneva la mano.
– Tutto bene? –mi chiese.
–No,e lo sai. Moriremo,me lo sento. Moriremo. – dissi in preda al panico.
Mi girai e vidi Saul toccarsi i gioielli di famiglia.
– Se muoio,Isbell,giuro che ti perseguiterò da morto!- mi gridò. Non ebbi nemmeno la forza di rispondergli perché eravamo arrivati all’ingresso. Bill mi tenne la mano e io chiusi gli occhi.
–Iz,non stai per essere sbranato da un branco di leoni affamati!-mi disse Steve.
– Zitto tu,razza di pecorone. Entra e fatti i cazzi tuoi! – sbottò Bill.
Presi posto il più lontano possibile dal finestrino. Holly sedeva accanto a me,Bill dietro e Duff,Steve e Saul accanto a lui.
– Potevo chiedere a Perla di venire! Ma tu avevi detto che le ragazze non erano ammesse! – disse Saul.
– Dai,Saul,sai quante Perla troverai a New York? Non ti sei mai fatto di questi problemi. – ironizzò Bill.
– Tu non capisci. Perla è … Perla è la donna della mia vita! – disse come un ragazzino che si prende la sua prima cotta.
– Dicevi lo stesso anche di Reneè. Ora,da bravo,dormi che c’aspettano otto ore di volo.- .
– Non sei incoraggiante,Bill!- intervenni io. 
– Non preoccuparti amore,ci sono io accanto a te,ora chiudi gli occhi,che Holly ti fa rilassare per bene. – disse,e sentii le sue mani scendere lungo la patta dei miei pantaloni.
Le afferrai la mano
– Holly,c’è gente,sta buona. – Lei alzò le spalle e tornò ad appoggiare la testa sulla mia spalla,chiudendo gli occhi.

Fui svegliato ore dopo dalla solita gelida voce : eravamo arrivati a New York. 

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Capitolo 10
*** Welcome to New York! ***


Il viaggio non durò molto,ma passai quelle fottute 8 ore pensando a tanti modi per torturare la troietta seduta davanti a me.
“Perché diavolo gli ho permesso di portarsela dietro?” continuavo a chiedermi maledicendomi.
Ogni volta che quel moro mi faceva gli occhi dolci,io mollavo. Sempre.
Arrivammo a New York alle 5 del pomeriggio,ma quel viaggio ci aveva distrutto,infatti i ragazzi non vedevano l’ora di andare in albergo.
-La mia schiena..-iniziò a lamentarsi Izzy.
-La mia fottuta schiena è distrutta!-
-Oh,tesoro non preoccuparti.. Appena arrivati in albergo te la sistemo io!- squittì quella vacca bionda.
-Oh,cielo.. Ehm,recuperiamo i bagagli,per favore..-
Ero esasperato. Veramente esasperato. Avrei voluto semplicemente strangolarla,come si fa con le galline! Mi dava fastidio tutto di lei,incominciando dalla sua voce acuta e vivace,fino ai suoi tacchi vertiginosi da cubista. Non penso di aver mai odiato tanto una persona in tutta la mia vita.
Fortunatamente non ci furono problemi per recuperare le valigie,così entro una decina di minuti fummo fuori dall’aeroporto.
-Yeahh! Benvenuti a NY! - Scimmiottò Slash.
-Sì,bhe.. Adesso qualcuno ha la più pallida idea di dove sia l’albergo?- chiese Duff.
Tutti i ragazzi si voltarono e iniziarono a fissarmi.
-Che c’è?- Dissi molto innocentemente.
-Come cosa c’è,Rose! Tu sai dov’è l’albergo vero?-
Saul aveva perso tutto l’entusiasmo iniziale e aveva i acquistato precipitosamente un’inquietante aria minacciosa che non mi piaceva affatto.
-Signorino,datti una calmata eh!-dissi agitando una mano.
-Una calmata? William,dove cazzo è l’albergo?- continuò ad urlare il riccio sputacchiando saliva da ogni parte.
Mentre quel caprone faceva il pazzo,io notai un piccolo uomo di media statura che sorreggeva un cartone con su scritto “Guns N’ Roses”.
-Slash,adesso basta,DATTI UNA CALMATA! E LA PROSSIMA VOLTA CHE MI CHIAMI WILLIAM TI CASTRO! ORA VOLTATI CHE E’ ARRIVATO IL NOSTRO AUTISTA!-
-Il nostro cosa?- chiesero in coro i ragazzi.
-Il nostro autista,uomini di poca fede! Non vi meritate un amico come me!- Risposi,facendo lo stizzito.
-Ohmiodio! Ohmiodio! Abbiamo un’autista! Mi sento una principessa!- Disse Holly saltellando verso l’omino con il cartellone.
Io rivolsi un’occhiata piena di odio a Izzy che mi ignorò spudoratamente e disse -Andiamo..- prendendo il suo trolley nero.
Lo seguimmo tutti e raggiungemmo quella sciroccata bionda che aveva già iniziato ad esasperare il povero uomo,che ci rivolgeva occhiate supplicanti.
-Voi siete i Guns N Roses,vero?- ci chiese,quasi in lacrime.
-Sì,siamo noi!- rispondemmo in coro.
-Bene,l’Holiday Inn è lieto di ospitarvi.-
-Oh,sì,grazie.. Ehm,potremmo partire velocemente? Siamo molto stanchi..-
-Ma certo signore!-
Mi aveva veramente chiamato signore? Cazzo,avevo 25 anni,ma non credevo di essere così tanto vecchio da poter essere chiamato signore!
Duff mi rivolse un’occhiata incredula,e poi scoppiò a ridere come un deficiente insieme a Saul. Io feci lo stizzito e mi incamminai verso il parcheggio.
Dall’Holiday Inn ci furono assegnate due BMW nere.
Salimmo in macchina e ci dirigemmo verso il centro di NY.
L’albergo era un bestione di nove piano,pieno di lucine abbaglianti che sbucavano da ogni dove. Un portiere si trovava all’entrata e ci salutò solennemente.
-Aspetta un attimo,e i nostri bagagli?- chiese stupidamente Steven.
-C’è il facchino..-
-Oh.. Cazzo! Il facchino!-
-Sì,Steve il facchino..- gli cinsi le spalle ed entrammo nella hall.
Gli interni dell’albergo erano spettacolari: i pavimenti erano ricoperti da tappeti blu,e nella sala d’attesa c’erano tante piccole poltrone di satin rosso,accompagnate a tavolini di legno intagliati.
-Salve,noi abbiamo prenotato tre camere.. Il nome è Rose.- spiegai alla donna seduta dietro al bancone della reception.
-Sì,un attimo..-la bionda prese 3 chiavi e me le passò.
-La colazione è alle nove,il pranzo a mezzogiorno e la cena alle otto,per qualsiasi cosa basta chiamare dal telefono che avete in camera-ci congedò-Ah,un’ultima cosa.. Tutto quello che rompete,li pagate!-concluse facendomi l’occhiolino.
Io la mandai a fanculo e feci cenno ai ragazzi di salire in camera.

Le nostre stanze si trovavano al terzo piano,troppe scale per i ragazzi che presero l’ascensore;io invece salii le scale perché la mia claustrofobia era maledettamente forte. Dopo una rampa di scale fui raggiunto di corsa da Jeff.
-Ehi!-
-Ehi,Izzy.-
Jeffrey si teneva il fianco e ansimava. Cazzo,tutto quel fumo gli faceva veramente male!
-Smettila di chiamarmi Izzy,sai che mi da fastidio.-
-Ok. Ehi,Jeff! Così va meglio?-
Il moro mi lanciò un’occhiataccia,ma non accettò la provocazione.
-Come sono organizzate le camere?-
Ah! Il bastardo era venuto solo per sapere se poteva stare in camera con la sua sgualdrina!
-Come ti pare. Tanto tu stai con Holly,io voglio Duff,quindi Saul e Steve staranno insieme.-
-Tu stai con Duff?- mi chiese incredulo.
-Sì.. Perché quella faccia?-
-Niente,così..-
Potevo leggere nel viso di quella bestia un po’ di gelosia.
Quanto ci godevo. Ormai era guerra aperta.
Arrivammo al terzo piano sostenendo un silenzio quasi religioso,e trovammo i ragazzi seduti sulle scale con le valigie tutte accatastate in un angolo.
-Perché siete qui a terra?-
-Cazzone,le chiavi le hai tu!-
-Oh,giusto Steve.. Tieni,tu stai con Saul.- dissi,lanciando le chiavi al biondo.
-COSA? IO DEVO STARE CON LA CAPRA?- urlò Slash all’improvviso.
-Fanculo scimmia! Almeno io non mi faccio pipì addosso come te!-
-Basta voi due! Io sto con Duff,punto.- dissi con tono risolutivo.
I due mi rivolsero un’occhiata omicida e mi mandarono a fanculo.
Ecchecazzo! Sono la voce qui,dovrò pur valere qualcosa!
Diedi l’altra chiave a Izzy e recuperai il mio bagaglio,poi presi Duff per mano.
-Noi siamo la camera 39.. Eccol!- esclamai dopo aver percorso tutto il corridoio.
-Bene,apri che sono stanchissimo..-
-Ok.-

Infilai la chiave e scoprimmo un lusso a cui non eravamo abituati.
Il pavimento era fatto di moquette,e i letti erano enormi,io mi ci buttai sopra ed iniziai a saltare,come un pazzo. Sentivo le molle cigolare sotto di me,ma mi divertivo troppo!
Vidi che Duff mi fissava allibito,così feci una piroetta e mi gettai sul letto.
-Che vuoi? Tu cucini,io salto sui letti! Ognuno ha le sue stranezze!-
Scoppiamo a ridere insieme,poi anche lui si sedette ed esclamò: -Questi letti sono veramente morbidi!-
Io continuai a ridere come un ebete.
-Adesso che facciamo?- mi chiese Michael guardandosi attorno.
-Io puzzo come una capra,devo farmi una doccia.-
-E mi lasci qui? Solo?-
- Se vuoi venire con me,io non mi faccio problemi..-dissi ridendo.
Mi sfilai la maglia e la lanciai sul letto,poi toccò agli stivali e ai jeans,fino a quando non rimasi in mutande.
Duff fece finta di non guardarmi.
-Bhe,io accendo la TV- disse,stendendosi sul letto.
Me ne andai in bagno,e mi infilai sotto la doccia.
Rimasi sotto l’acqua fredda per qualche minuto,poi sentii qualcosa di strano: la voce di Micheal che parlava con qualcuno.
Così chiusi molto lentamente l’acqua e sgattaiolai fuori dal bagno,per vedere chi fosse entrato. Nella stanza vidi un Izzy molto incazzato.
-Duff,dimmi la verità! Tu e Bill scopate come conigli,vero?-
-No,Iz! Come cazzo te lo devo dire? Non mi permetterei mai..-
-Io non ti credo,stronzo. Siete sempre così appiccicati! Così uniti.. Perché?-
-Perché adesso sono con lui,Izzy. Tu invece sei con Holly,e Rose ha bisogno di te.-
-Lui non si chiama Rose,lui è Bill. E io non voglio continuare con la parte del povero sfigato che se lo prende sempre in culo..-
Una vena sulla tempia di Jeff pulsava minacciosamente.
-Izzy,tu hai sbagliato,e lo sai! Tutti e due avete sbagliato,ma hai l’occasione di tornare,adesso..-
-FANCULO!CHE CAZZO NE SAI TU?-Il moro ebbe uno scatto di ira improvviso. -CHE CAZZO NE SAI TU DI QUELLO CHE PROVO IO?-
-Tu lo ami,Iz. E’ inutile che provi a fare il duro. Tu non sei un duro.-
-Zitto,McKagan. E se scopro che scopate,per te è finita.-
Detto questo Jeffrey uscì,sbattendo la porta e lasciando Duff allibito sul letto.
Io rientrai nella doccia,e riaprii l’acqua.
Jeff era geloso! Moriva di gelosia!
Questo voleva dire che non tutte le speranze erano perse per me,che un barlume di possibilità potevo averlo in quella fottuta storia.
Ma Duff? Duff che non c’entrava niente,e che era capitato in mezzo per sbaglio? Decisi di far finta di nulla,e di ignorare la discussione. Finita la doccia tornai in camera con il solito asciugamano sulla vita.

-C’è qualcosa di interessante in TV?- chiesi.
-Niente.- rispose seccamente.

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Capitolo 11
*** Unwanted meeting. ***


Sbattei la porta,e mi accesi furente una sigaretta. Cosa cazzo voleva saperne lui? Non c’entrava niente nella nostra storia,eppure c’era sempre. Iniziai a passeggiare per il corridoio del piano.
– Mi scusi,signore,ma qui non si potrebbe fumare,-mi disse un cameriere.
– Non me ne fotte un cazzo,come puoi ben vedere. – Il ragazzo mi guardò allibito.
– Sarò costretto a chiamare il direttore se non spegne la sigaretta – continuò.
– Puoi chiamare pure il padreterno,-gli dissi mentre gli alzavo un dito medio e me ne andavo,continuando a fumare.
– Mi spiace ma … - incalzò
– Ascoltami bene, non me ne fotte un cazzo di chi chiami,non me ne fotte un cazzo del fatto che non si possa fumare qui. Non me ne fotte un cazzo più di niente. Quindi,se non vuoi farti tutte le scale col culo a terra fin giù nella hall,gira a largo e non rompermi i coglioni. –
Il ragazzo mi fissò con aria di sfida. – E’ una minaccia?,-disse.
– No,un avvertimento. - .
– Non farti figo perché sei una rockstar,- mi sbeffeggiò.
Gettai la sigaretta a terra. – Normalmente non sono uno che attacca briga,ma tu sei capitato nel momento sbagliato. Lasciami in pace e non rompere il cazzo. – Feci per andarmene,ma lui mi trattenne per un braccio.
– Non attacchi briga? Ma non sei appena uscito dalla camera di Duff McKagan gridandogli contro? Jeff,Jeff,Jeff. Che coincidenza,eh? State ancora insieme tu e William il frocetto rosso? –
Lo guardai,e istantaneamente,ebbi un’illuminazione : Bret Miller.
Ci eravamo dati i tormenti da ragazzini a Lafayette,poi Bill lo aveva picchiato,ma lui aveva reagito abbastanza male,tanto da finire in riformatorio per un po’. Ed ora,eccolo lì. Alto,muscoloso,con la carnagione scura e i capelli neri come la pece. Notai che rispetto a quando era ragazzo,aveva molti più tatuaggi e qualche piercing in più.
E poi,l’orecchio … Mi sorpresi di non averlo riconosciuto prima.
– Cristo,Bret …  – riuscii a dire,guardandolo come imbambolato.  
– Oh,vedo che ti sei ricordato. Tu e il tuo amichetto siete delle fighette da copertina,ora eh? Mentre io sono stato dentro,voi ve la siete spassata alla grande,-mi disse guardandomi con rancore,cattiveria,tristezza.
– Bret,sai che non era nostra intenzione … - gli dissi con tutta la calma del mondo.
Ovvio che non era nostra intenzione,Bill l’aveva picchiato,ma lui mi aveva quasi ucciso.
– Ah,no? Immagino che quel giorno aveste programmato tutto,no? Mi pento sempre di non averti ucciso,Isbell. Gli anni dentro li avrei trascorsi almeno con la soddisfazione di non rivedere mai più le vostre facce. Ma no,vi ritrovo sui giornali,in TV,vi ritrovo nell’albergo dove lavoro!,- mi gridò,con gli occhi fuori dalle orbite – Ma forse … forse non è troppo tardi per iniziare quello che avevo provato a fare anni fa … -. Aveva un’aria da folle.
Cominciavo seriamente a spaventarmi.
– E’ una minaccia,Bret?,- gli dissi,cercando di mantener ferma la mia voce.
– No,Isbell. O forse sì. Vedila un po’ come ti pare. E ora,prendi quella fottuta cicca e gettala via. – mi disse prendendo di nuovo il carrello e andando via.
Rimasi lì a guardare la sua figura che lentamente si faceva sempre più piccola e che scompariva in fondo al corridoio. Un milioni di pensieri mi assalirono : dovevo dirlo a Bill,dovevo denunciarlo. Decisi di tornare indietro da Bill. Mi fermai davanti alla porta con il pugno alzato pronto a bussare. Da dentro proveniva un vociare confuso. Accostai l’orecchio alla porta e origliai.
- … dai vieni! Guarda che è divertente! Man non fare sempre il vecchiaccio! Salta su questo fottuto letto! – riconobbi la voce di Bill.
Rideva sonoramente,rideva come quando scherzavamo insieme io e lui.
- … Bill,non ho intenzione di saltare su quel letto. Dobbiamo dormirci stanotte,e lo hai già distrutto,ci toccherà rifarlo. – rispose McKagan.
- … io l’ho detto che sei un vecchio. E poi,chi ha detto che dobbiamo dormirci? – lo sentii dire con voce suadente.
Avrei volentieri sfondato la porta e picchiato a sangue entrambi,ma mi trattenni.
- … Bill … - cominciò McKagan.
- … dai,dai,sto scherzando! Andiamo a cena fuori coi ragazzi o ce ne rimaniamo qui come una vecchia coppia di sposi? – disse Bill.
– Rimaniamo qui,dai,non mi va di uscire. Cucino io! - . Proprio una bella coppietta,pensai. Strinsi i pugni e mi avviai in camera mia.

-Ma dove sei stato? – mi chiese Holly non appena varcai la soglia.
– Ero da Bill e Duff,-dissi. La vidi abbastanza contrariata.
– Non vado per niente a genio ad Axl,vero? – mi disse. Non pareva fregarsene molto,sembrava molto più una domanda che doveva fare.
– No,non molto. – risposi. Lei fece spallucce e entrò in bagno. Io mi abbandonai sul divano. Era comodissimo,pieno di cuscini morbidissimi.
Lentamente chiusi gli occhi …

- Bill,dai torna qui,non ne vale la pena! – gli gridai,ma ovviamente non mi diede ascolto. Si era già avviato verso Bret,pronto a prenderlo a pugni.
– Hey,Miller! Prova un po’ a prendertela con me! – gli disse. Bret si girò,e il pugno di Bill lo colpì in pieno volto. Il ragazzone si accasciò al suolo con il naso sanguinante,ma senza abbattersi,si avvinghiò alle gambe di Bill sbattendolo a terra e prendendolo a calci nello stomaco.
Non potevo stare lì a guardare. Corsi nella direzione dei due,e mi aggrappai alla schiena di Bret e con un morso gli staccai un pezzo d’orecchio.
–Ma … ma che … cazzo fai … fai Jeff! Ce … ce la fa … faccio da solo! – mi rantolava Bill da terra.
Bret smise di prendere a calci lui,e si avventò su di me. Lo guardai terrorizzato,era alto almeno due volte me, e altrettanto largo.
–Ma ciao frocetto,- mi disse mentre con la mano si teneva l’orecchio che continuava a perdere sangue copiosamente – sai cosa mi dicono? – continuò – che è giunta la tua ora. – così dicendo,cacciò dalla tasca dei logori jeans un coltello che mi piantò per intero nello stomaco.
Lo vidi sghignazzare. Mi portai le mani al ventre,e sentii un liquido caldo che mi bagnava la maglietta dei Kiss …

Bill si avvicinò a me facendomi appoggiare la testa sulle sue ginocchia.
Stava piangendo,e le sue lacrime ricadevano sul mio viso.
- … non … non preoccuparti, tra un po’ arrivano i tuoi e ti portano in ospedale … - mi disse.
– Bill … ? - 
- Dimmi … -
- Se morissi,mi prometti che non piangerai? Nemmeno al funerale. E non voglio nemmeno che tu faccia quei soliti discorsi da coglioni. – Mi guardò come se avessi appena detto una cosa assurda.
– Non ti sfondo di botte solo perché stai male. Ma aspetta quando sarai guarito …


-Jeff? Jeff? – sentii che qualcuno mi strattonava con forza. Aprii gli occhi,e vidi una Holly in preda al panico china su di me.
– Che … che c’è? – le dissi con la voce ancora impastata di sonno.
– Santo cielo! Come che c’è? Ti stai agitando come un ossesso e sei tutto sudato! Mi hai fatto spaventare! – mi disse.
– Oh,non preoccuparti,è stato solo un brutto sogno. Vado a farmi una doccia. – e mi alzai dirigendomi in bagno.
Mi misi sotto la doccia,e aspettai che l’acqua bollente irritasse ogni singolo poro della mia pelle. Dovevo dirlo a Bill. Bret stava tornando ad infestare i miei incubi,come da ragazzino,e non potevo permetterlo.
Mi parve di sentire in bocca il sapore amaro del suo sangue. Uscii dalla doccia,ed ebbi un improvviso conato di vomito.
–Jeff? Tutto bene? – mi disse Holly oltre la porta.
– Sì,tutto okay,-mentii. –Bene,che facciamo stasera? Usciamo o rimaniamo qui? O stiamo con i ragazzi? – mi chiese.
– Ehm … ti va se rimaniamo qui?,- dissi aprendo la porta,- non mi va di uscire … - .
Lei mi osservò maliziosa mentre mi passavo le mani tra i capelli.
– Va bene,per me va benissimo,amore. – disse,mordendosi il labbro e accompagnandomi verso il letto. 

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Capitolo 12
*** A window to the past. ***


Io e Duff passammo la serata in piena solitudine,nessuno degli altri era venuto a cercarci. Parlammo della nostre vite,e del nostro passato.
C’erano tante cose che non sapevo di lui,e che mi incuriosivano.
Scoprii che il biondo provava profondo disgusto per i cani di piccola taglia,in particolare per i barboncini,disse che in loro presenza sentiva un impulso omicida irrefrenabile.
-Tu hai dei segreti,Rose?- mi chiese.
-Cosa? Io non ho segreti! Io sono così,proprio come mamma mi ha fatto!-
-Non ci credo! Tutti hanno dei segreti.. Voglio sapere di Lafayette.-
-Ok,c’è una cosa buffissima che potrei raccontarti.. Devi sapere che dormire sotto gli alberi è una mia abitudine. Io e Jeff avevamo una quercia un po’.. speciale,ecco. Ogni volta che bevevo mi ritrovavo lì,a contemplarla. La mattina dopo arrivava Izzy e mi riportava a casa.-
Duff mi guardò incredulo.
-Non ci credo!-
-E’ proprio così..-
-Ma è bellissimo! Ahahahaha!-
Ridemmo insieme per un po’,fino a quando il biondo non tornò serio.
-Devo chiederti una cosa.- disse.
Ecco,stava per arrivare la frecciata.
-Dimmi,dai.-
-Io ho sempre fatto domande a Jeff sul vostro passato.. Ma lui non mi ha mai risposto. Perché siete andati via da Lafayette?-

Eccola qui la fatidica domanda. Olè,ora mi trovavo davanti a una grande decisione.
Potevo fidarmi di Duff o no? Solo Izzy sapeva la verità,perché fino a quel momento lui era stata la persona a me più vicina.
Il biondo era degno di fiducia,però.
In quel momento decisi di aprirmi,completamente.

-Ehm.. Ok,ti risponderò. Io sono voluto partire,Jeff non c’entrava niente in quella storia,io gli ho solo chiesto di venire con me perché era l’unica persona a cui tenevo veramente.-
-L’unica?-
-Fammi finire! Mia mamma è sempre stata una donna passiva. Il mio vero padre era un barbone che si chiamava William Rose. Scoprii questo all'età di undici anni. Vivevo con Stephen Bailey,il compagno di mia madre che era.. un porco e un violento. Sono stato violentato e picchiato da lui ..-
La ferità si riaprii ed iniziai a piangere,come la sera in cui mi presentai davanti a casa Isbell.
Non dimenticherò mai l’espressione di Jeff quando mi vide bagnato fradicio e con un borsone in mano.
Gli dissi “io voglio andarmene” e lui mi seguì.
Duff rimase senza parole,non aveva la più pallida idea di cosa fare,gli si leggeva in faccia.
-Io mi sono fidato di te,Michael.. Questa cosa la sapeva solo Jeff. Ti prego,non tradirmi.-
-Non lo farò.-
Il biondo mi si avvicinò e mi abbracciò forte. Ci addormentammo così,semplicemente.
Nel bel mezzo della notte sentii Holly gemere dalla stanza vicino;la mandai a fanculo e mi abbandonai di nuovo alla stanchezza.

Fui svegliato l’indomani dalle urla animalesche di Saul che sbatteva i pugni contro la porta della camera come un ossesso.
-Ma che diavolo ti prende?- urlai di rimando,svegliando Duff,che mi tirò un calcio sullo stinco.
-Axl,che cazzo urli?-mi chiese,sbadigliando.
-E’ quel caprone di Slash! Io non c’entro niente!-
Mi alzai dal letto ed andai ad aprire la porta.
-Bhè?-
-Il signorino Izzy,qui,dice che dobbiamo aspettare voi per andare a fare colazione. QUINDI MUOVETEVI! IO HO FAME!-
Per fortuna Michael comparì alle mie spalle e mi trattenne dall’uccidere il riccio sulla soglia della porta.
-Arriviamo tra cinque minuti!- disse.
Diedi una sbirciata al corridoio e notai che Steven e Holly erano seduti a terra,con la schiena appoggiata al muro;invece Izzy era in piedi,in mezzo al corridoio e portava sul viso un velo di ansia.
-Muoviti che devo parlarti!- mi sussurrò a denti stretti.
Annuii e tornai in camera. Sembrava una cosa veramente seria.
Così mi infilai i primi vestiti estratti dalla valigia e corsi in bagno per pettinarmi.
Avevo un brutto presentimento.
Quando tornai nella stanza principale Duff era pronto.
-Allora? Adesso possiamo gentilmente andare a mangiare?- chiesero Saul e Steve in coro.
-Andate bestie!- rispose Duff. I ragazzi corsero per le scale.
Rimanemmo in compagnia di Michael e di Holly.
-Iz,che succede?- chiese sottovoce a Jeff,cercando di non farmi sentire dagli altri due.
-Dopo,Bill! Non posso rischiare!-
Iniziavo a preoccuparmi seriamente,adesso.
Scendemmo al piano di sotto e lasciammo andare gli altri due verso la sala pranzo,poi afferrai il polso di Jeff e lo trascinai fuori dall’hotel.
-Allora? Perché tutto questo mistero?-
-Lo sai chi lavora qui,Bill? Bret Miller!-
-COSA?-
Non era possibile. Non poteva essere lui,di nuovo!
-Ieri sera l’ho incontrato in corridoio.. Stavo fumando,e gli ho risposto male.. Mi ha minacciato! Ha detto che vuole vedermi morto! Mi ucciderà,Bill,questa volta lo fa sul serio!-
Il moro stava letteralmente morendo di paura,era quasi in lacrime.
-Manteniamo la calma,ok? Non può farti niente finche io sono qui,capito? Mettiamolo bene in chiaro.-
-Grazie Bill.. E’ come l’ultima volta,ricordi?-
E come potevo dimenticare? Lo aveva quasi ucciso,quel pomeriggio.
Ricordo ancora la pozza di sangue in cui si trovava il suo esile corpo,di come tremava e di come supplicava..
Diceva che non dovevo piangere,ma non riuscivo a trattenere le lacrime. Sarebbe potuto morire tra le mie braccia se l’ambulanza non fosse arrivata in tempo.. Avrei potuto perderlo per sempre.
In quei cinque minuti di terrore che mi erano sembrati mesi mi ero chiesto come sarebbe stata la mia vita senza la sua compagnia,come avrei fatto ad andare avanti.
Non sarei andato avanti,semplicemente.
Anche se lui continuava a ripetermi tra i singhiozzi e il tremore di vivere come sempre,perché sarebbe sempre stato accanto a me.
-Ricordo Jeff..-
Il moro si alzò la maglietta e mi mostrò la profonda cicatrice che aveva per tutto il ventre. Io la sfiorai,e un senso di nausea si impadronì di me.
La paura di perderlo era tornata.
-Ehi frocetti!- sentii chiamare dietro di me.
Eccolo lì,il figlio di puttana che aveva accoltellato Izzy anni prima.
Era ancora visibile il punto in cui Jeff aveva conficcato i suoi denti,strappandogli un pezzo di orecchio.
-Tu.. Brutto pezzo di merda.. - dissi sottovoce.
-Cosa? Non ti sento checca! Alza la voce,o hai paura di prenderle?- mi canzonò.
Strinsi i pugni fino a farmi sbiancare le nocche.
Gli avrei volentieri spaccato la faccia se solo Jeff non mi avesse stretto i polsi.
-VAFFANCULO!- gli urlai.
Bret mi si avvicinò,fino a quando non si trovò a un palmo dal mio viso.
-Non osare mai più,hai capito?-disse,sputandomi in faccia.

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Capitolo 13
*** Do you remember? ***


-Credo,-cominciò Bill ripulendosi il volto,-che tu abbia toccato il fondo,Miller. Scegli tu,ora : o ti sfondo di botte qui,o ti sfondo di botte in un luogo più appartato.-
Bret lo guardò,poi scoppiò a ridere.
– E la grande rockstar,rischierebbe di mostrare il suo bel faccino sui giornali perché ha picchiato un fan? - .
–Non preoccuparti di questo,Miller. Tornatene dentro,che forse è meglio. -  disse Bill,dirigendosi verso l’ingresso dell’hotel .
- Ma se fino a un momento fa volevi massacrarmi! – scoppiò a ridere.
Bill si girò,e di nuovo,il suo pugno lo colpì dritto sul naso.
– Ce l’ho col tuo naso. Che,si vede? – lo prese in giro Bill.
Bret cominciò a sogghignare.
– E io col tuo amichetto,si vede? – disse afferrandomi per un braccio.
Cercai di divincolarmi,ma non ero mai stato uno famoso per i miei muscoli.
– Se lo tocchi,ti uccido qui,davanti a tutti,te lo giuro,- disse Bill,con una calma che mi sorprese.  La stretta di Bret sul mio braccio cominciava a farsi più forte. In un secondo,mi ritrovai scaraventato a terra con un braccio indolenzito,e Bill e Bret che se le davano di santa ragione.
–Ma cosa sta succedendo? – una voce alle loro spalle li costrinse a voltarsi.
Duff era in piedi davanti a loro e mi guardava con sguardo grave.
– Stai bene,Bill?,- disse poi,rivolgendosi a lui. Con un cenno della testa,Bill confermò.
Poi si rivolse a me. – Jeff? Tu?,-mi chiese tendendomi una mano e alzandomi da terra.
– Sì,tutto okay,- risposi in tono neutro.
– E lei chi è,mi scusi? - .
– Un vecchio amico,-disse strizzando l’occhio.
– Un amico non particolarmente gradito,a quanto pare,- continuò il biondo.
– Dipende dai punti di vista,Duff McKagan,-rispose  beffardo. – Continueremo la nostra conversazione un altro giorno – disse poi rivolgendosi a me e Bill.
– Oh,puoi giurarci Miller! – rispose Bill tra i denti.

-Ora fatemi il cazzo di favore di dirmi chi era quello- . Dieci minuti dopo eravamo seduti in camera di Bill e Duff a medicarci le ferite. Duff si prendeva cura di Bill come se fosse stato un bambino : lui se ne stava appollaiato su uno dei braccioli della poltrona con un sopracciglio sgorgante di sangue ,mentre il biondo andava avanti e indietro per la stanza  per prestargli soccorso. Io,dal canto mio,me ne stavo in un angolo del divano tenendo del ghiaccio sul braccio e evitando di guardare il più possibile i due.
– Allora? Mi dite chi è? – continuò Duff.  
– Nessuno,Mik,lascia perdere,-disse Bill.
– Non lascio perdere proprio niente. Vi stavate massacrando poco fa,e non credo che tu sia così pazzo da picchiare un ‘’nessuno’’! - .
Bill mi guardò. Il nostro segreto,il segreto di Bill e Jeff stava per diventare il segreto di Bill,Jeff e Michael.  
– Siediti Mik,che la storia è lunga,- gli disse Bill.
Michael prese posto accanto a me mentre Bill rimase sulla poltrona. Lo osservai mentre si accendeva una sigaretta passandosi una mano tra i capelli e togliendosi la bandana azzurra.
– Da ragazzi eravamo amici,con Bret,- cominciò,sbuffando fumo. – Io,Jeff e Bret eravamo molto,molto amici. Dalle nostre parti ci si divertiva facendo i coglioni. Non intendo solo fumare,bere,rubare in chiesa ogni tanto,o lanciare le uova sulle porte della case. Intendo … beh,il cimitero di Lafayette era il luogo ideale per nascondersi e fumarsi le canne in santa pace. E così,iniziando ad andare lì tutti i giorni,cominci a pensare che forse puoi osare di più … - si fermò.
Michael lo guardava con un’aria interrogativa. Non aveva capito un cazzo.
– In pratica,Duff,abbiamo cominciato a disseppellire cadaveri. – intervenni io.
Lo sguardo di Duff passava da me a Bill. Aveva un’aria sconvolta.
– Ma santo cielo! – riuscì solo a dire.
Bill lo guardava divertito. Quel figlio di puttana trovava divertente qualsiasi cosa. Anche se … beh,la faccia di Duff in quel momento lo era davvero.
– Sì. Ma era un giochino innocente,guardavamo cosa c’era dentro,e poi richiudevamo tutto. Un po’ quando vai in soffitta e scopri un baule. Ti chiedi cosa ci sia dentro,una volta che l’hai scoperto,rimetti tutto a posto perché poi potresti finire nei guai. E noi tre saremmo finiti nei guai sul serio. - .
– E ci credo! Oddio,Bill! La fai sembrare la cosa più semplice del mondo! ‘’Sì,perché DISSEPPELLIVAMO CADAVERI,MA TRANQUILLO!POI METTEVAMO A POSTO!’’,non è una cosa tanto normale,- disse Duff,sempre più sconvolto.
– E chi ha detto che eravamo normali o facevamo cose normali. Sai qualcosa della nostra vita a Lafayette? No. – dissi io.
Stavo iniziando a scaldarmi. In quel momento avrei preso a pugni Duff che stava ascoltando quello che era sempre stato il nostro segreto,porca vacca!  Michael mi guardava con uno sguardo colpevole,poi abbassò la testa. Bill,dal canto suo,osservava mentre fumava la seconda sigaretta.
– Posso continuare? – chiese.
– Sì,vai avanti. – gli dissi,privo di convinzione.
– Bene. Dove eravamo rimasti? Ah,sì … Era da poco morto un nostro compagno di scuola,Thomas Clarke,e così,avevamo deciso di aprire la sua,di tomba. Solo per vedere che faccia avessimo avuto noi quando saremmo morti,perché poi,noi nelle tombe,a parte la signora Finch,c’avevamo trovato solo un mucchio di polvere. Quindi,la sera stessa,dopo il funerale,ci demmo appuntamento al cimitero. Bret non voleva,diceva che gli faceva quasi paura vedere un nostro coetaneo. Io e Jeff scoppiammo a ridere prendendolo in giro e così,si convinse e venne con  noi.  Arrivati davanti la lapide di Tom,Bret ci disse che aveva la nausea e che ci avrebbe aspettati all’entrata. Se ne andò e rimanemmo soli,davanti alla tomba … – ‘’Che cosa romantica’’,pensai accendendomi una sigaretta.  - … dopo aver scavato e forzato la bara,ci ritrovammo davanti … nient’altro che … -
- … un sacco,un sacco pieno di sabbia. – continuai io.
Michael sarebbe svenuto di lì a poco,me lo sentivo. Quasi quasi,la sua faccia spaventata,mi divertiva.
– Esatto. Allora corremmo a cercare Bret,ma non riuscimmo a trovarlo,così,ce ne tornammo a casa col cuore che ci martellava nel petto. -
Ricordavo ancora quella notte. Io e Bill che correvamo per quella stradina buia,verso casa mia. Quando mi fermai sotto l’albero a prendere fiato,Bill mi strinse le spalle e forse fu allora che mi resi conto che senza di lui la mia vita non valeva niente. Bill doveva aver avuto il mio stesso pensiero,perché mi guardava con un sorriso leggermente abbozzato.
Michael nel frattempo era andato a prendersi una birra,per riprendersi dal nostro ‘’racconto dell’orrore’’. 
‘’Ora viene la mia parte’’,pensai.
– Il giorno dopo,andai a casa di Bret,da solo perché Bill era andato a contrattare per dell’erba. Entrai senza fare troppe cerimonie,come al solito,e mi precipitai in camera sua spalancando la porta. Non trovandolo,scesi  giù in taverna e … e lì c’era lui. Thomas. Ma era morto. Bret aveva ancora le mani ricoperte di sangue. Tentai di scappare,ma lui mi aveva sentito arrivare,così mi afferrò per un braccio,mi calò i pantaloni e … - .
Avevo ancora nella mente le mie urla e Bret che se la rideva. Bill strinse le mani attorno al bracciolo della poltrona fino a farsi sbiancare le nocche.
– Poco dopo arrivai io,minacciai di denunciarlo per l’omicidio di Thomas. Ovviamente,la faccenda della tomba piena di sabbia andò su tutti i giornali,e lui un pomeriggio,dopo che ce le eravamo date,ficcò un fottuto coltello nello stomaco di Jeff,rimanendo un bel po’ di tempo al fresco. Credevo di essermene liberato,ma no,porca merda! – disse,coprendo il viso angelico con le mani.
Lo guardai,quasi incapace di alzarmi e andare lì ad abbracciarlo. Poi alzò di nuovo la testa e mi guardò.
– Se ti fa del male … se ti fa del male lo uccido. – disse.
Michael era rimasto a bocca aperta. Guardava un punto indefinito di fronte a sé. Poi si alzò.
– Io … io vado a fare quattro passi. Vi lascio soli. - . Lo vidi camminare come stordito in direzione della porta e,raccogliendo la giacca di pelle,se ne andò.
Continuai a guardare la porta,quando Bill si avvicinò appoggiandosi alla mia spalla.
– Che facciamo,adesso? – mi disse.
– Non lo so,Bill. Non lo so! - .
Senza parlare si alzò e si mise cavalcioni su di me.
– Che fai,adesso arrossisci? – mi disse,ridendo. Io sorrisi a mia volta.
– Fai l’amore con me,Jeff? – mi disse con una dolcezza che mi lasciò senza ossigeno almeno per qualche secondo.
–Sì,Bill,sì.-  

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Capitolo 14
*** Sex and Caos. ***


Izzy mi aveva detto sì,ed io non ci potevo credere.
Era passato un anno dall’ultima volta. I nostri corpi non si sfioravano in quel modo da 365 fottutissimi giorni.
-Ma cosa dirà Holly,Jeff?- chiesi in tono di sfida.
-Holly può andarsene a fanculo.-
Lo sapevo,lui voleva solo me.
Baciai le sue labbra delicatamente,erano la cosa più preziosa presente in camera.
-Ne sei sicuro?- gli sussurai all’orecchio.
-E’ l’unica cosa che voglio.-
Le nostre lingue si incontrarono ed iniziarono ad accarezzarsi lentamente.
Cercai di mettere dentro quei baci tutto quello che non gli avevo mai detto:che lo amavo,che mi era mancato tantissimo in quell’anno di merda e che mi odiavo a morte per tutto il dolore che gli avevo provocato. Credo che capì perché mi strinse la mano,in segno di risposta.
-Vieni-dissi,guidandolo verso il letto.
Sì distese sul materasso e ripresi a baciarlo,ma questa volta un po’ più velocemente. Iniziai a sbottonargli la camicia a fiori,e gli accarezzai il magro petto pallido,lui mi sfilò la canottiera bianca,senza esitare nemmeno un po’.
Feci scorrere la mano lungo tutto il bacino che era diventato bollente,e slacciai la cintura dei pantaloni color senape.
Rimasi un attimo in sospeso,non volevo consumare subito quel momento,ma Jeff mi afferrò la mano e la guidò dentro i suoi boxer a fantasia americana.
-Va bene,Jeffrey,vacci piano!- gli dissi,il moro mi guardò e scoppiò a ridere.
-Bill non scopiamo da un anno!-
-Non abbiamo mai scopato,noi.-
-Ah,no?-
-No,abbiamo sempre fatto l’amore.-
Quelle parole mi erano uscite spontaneamente,non avevo neanche riflettuto prima di pronunciarle. Jeff mi guardò e mi sorrise come non aveva mai fatto.
-Ti amo,Bill.- mi sussurò.
-Sì,ti amo anche io..-
Trovai il suo membro e iniziai a muovere la mano su e giù,prima lentamente,poi sempre più freneticamente,il moro aveva iniziato a fare la stessa cosa con me,ed il fiato iniziava a mancarmi.
Sentivo la sua mano che premeva e che tirava,poi si voltò ed io lo penetrai più volte.
Venimmo insieme sul quel freddo letto d’albergo,riscaldati solo dai nostri corpi bollenti.
Giacemmo nudi per qualche minuto,su quelle lenzuola candide,senza fiato.
Solo i nostri respiri affannosi rompevano il silenzio presente nella camera.
Ripensai alle parole che mi aveva sussurrato Jeff. “Ti amo”,mi aveva detto.
-Dovresti dirmelo più spesso,sai?- dissi improvvisamente.
-Cosa?-
-Quello che mi hai detto prima.-
-Oh.. Bhe,non posso,lo sai..-
-Perché continui a stare con lei,Jeff?- gli chiesi con voce ferma.
Il moro alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
-Ti sembra il momento di parlare di questo?-
Sembrava quasi un rimprovero.
-No,ok,scusami..-
-No,scusami tu,Bill.. È che in questo momento la situazione è peggio del solito.. Sono nella merda fino al collo,sinceramente..-
-Potresti uscirne facilmente.-
Jeff mi rivolse un’occhiataccia.
-Vedi di non fare tanto l’idiota,Rose,tu non puoi capire.-
-Rose?- dissi in tono di sfida.-E da quand’è che mi chiami Rose?-
-Da adesso,ok?- il moro aveva iniziato a fare l’offeso,così gli passai una mano tra i capelli.
-Dai,Jeff,guardami..-
Il ragazzo si voltò e lo baciai di nuovo,come se fosse l’ultima volta.
-Non puoi sempre cavartela così..-
-E invece sì!-
Izzy ricambiò il bacio,e si mise a cavalcioni su di me.
Sarebbe potuta essere un’altra situazione perfetta,ma dopo pochi minuti due persone aprirono bruscamente la porta della mia camera.
-JEFFREY DEAN ISBELL!- tuonò la biondina.
-Oh,merda..- dietro ad Holly vidi comparire la testa ossigenata di Duff che mi guardava incredulo.
-CHE COSA DIAVOLO STATE FACENDO?- continuò a chiedere la bionda istericamente.
Izzy aveva acquisito un’espressione completamente indifferente,non sembrava rendersi conto del fatto che presto la ragazza gli si sarebbe scaraventata contro prendendolo a ceffoni.
-Non si vede?- replicò il moro.
Holly non riusciva a credere alle proprie orecchie.
-Perché Jeff? Cosa ho fatto di male?- supplicava tra le lacrime.
Tutto quel trambusto richiamò in pochi secondi anche Saul e Steven che si precipitarono nella camera,correndo.
-Che succede? Dov’è la bestia?- urlò Slash,con uno stivale in mano,prima di guardarsi attorno.
-Oh.. Ehm,salve.- disse poi,con aria imbarazzata.
-Ciao Saul.- lo salutò Jeff.
Il riccio era ancora allibito dalla scena che gli si era presentata davanti: Holly che gridava come un’isterica davanti al nostro letto,le mie mani avvinghiate al corpo di Jeff,Duff che ci fissava con fare inquisitorio,e Steven..?
La capra era rimasta sulla soglia,sconvolta,e stava fissando un punto indefinito del soffitto.
-Non voglio vedere i vostri cazzi!- aveva esclamato.
Quella situazione era diventata ridicola,così recuperai i miei boxer da sopra il comodino.
-Uscite un po’,voi!- dissi,strattonando Slash e Steven per i polsi;Duff non era stato cacciato,perché era sparito in corridoio per conto suo.
-Allora-dissi rientrando e andando verso Holly- la situazione è questa: Jeff sta con me,tu sei stata solo la ruota di scorsa in mia assenza. Quindi ti consiglio di sparire,così ci leviamo un problema dalle spalle. Ok?-
La bionda rimase interdetta per qualche attimo,poi scoppiò a ridermi in faccia.
-Tu credi veramente che lui ti ami? Ahahaha,quanto sei ingenuo Rose.. Da te non me lo sarei mai aspettato,seriamente. -
Stavo per strappare dalla testa di quell’oca tutta la paglia che era attaccata alla sua nuca,quando udii Izzy che sussurrava qualcosa.
-Ah ragione,Bill.. Ha ragione. Holly,scusami,non è cambiato niente tra noi,è stato solo un attimo di debolezza.-
In quel momento mi cascarono letteralmente le palle sul pavimento.
-Cosa hai detto,stronzo?- dissi con voce alterata.
-Mi hai sentito,Axl.- Izzy aveva iniziato a recuperare tutti i suoi vestiti in giro per la stanza e stava seguendo Holly fuori dalla porta,quando gli afferrai il polso.
-Questa me la paghi,cazzone.-
Il moro fece spallucce ed uscì dalla stanza sbattendosi la porta alle spalle.

Mi aveva trattato come una puttana qualunque,e nessuno poteva farlo. Non l’avrebbe passata liscia,era certo.



Premessa: questo capitolo doveva essere dolcissimo,purissimo e levissimo,però questa è la prima volta che scrivo scopate slash,quindi siate buoni,per favore,e so che avrei dovuto descrivere mooooolto di più,ma è stato abbastanza difficile per me xD Magari quando torno da Roma (si vado a Roma :D) aggiungerò qualcosa,ma per il momento mi va bene così.
Recensiteciiiiii! : D
La vostra scrittrice psicopatica,
Madison <3

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Capitolo 15
*** Always? ***


Sbattei la porta lasciandolo lì.
Sapevo che l’avevo fatta grossa stavolta,probabilmente non mi avrebbe rivoto la parola finchè non gli avessi chiesto scusa,e,siccome non era mia intenzione,non mi avrebbe rivolto la parola per molto tempo.
Holly camminava davanti a me con passo svelto. I capelli ondeggiavano sulle spalle,ricordandomi inesorabilmente Bill.
– Holly,-esordii.
Aspettai che mi si scagliasse contro,che mi sputasse in faccia tutta la sua rabbia,ma non lo fece.
Si fermò,però,guardandomi con gli occhi gonfi e rossi.
– Ascolta,mi dispiace,non avrei voluto che tu lo sapessi … - .
– Ah,no? Avrei continuato a no sapere niente mentre tu te la spassavi con Axl?  Domani prendo un aereo e torno a Los Angeles. – mi disse prendendo a piangere copiosamente.
– Non avrei voluto che tu lo sapessi così, - continuai – l’ultima cosa che avrei voluto ,era farti del male. Non lo meriti,Holly. Tu ci sei stata,sempre. Io non mi dimentico. - .
– Non devi stare con me solo perché ci sono stata quando Axl se n’è andato con Erin,Jeff. Io sto con te perché ti amo. E ti amerei anche se tu non fossi  Izzy Stradlin, ti amerei anche se tu fossi un barbone di Los Angeles. Io amo Jeff Isbell,non Izzy Stradlin. Probabilmente,lo stesso che ama Axl,e posso capire che ti ama.- mi disse.
Rimasi a guardare quel corpicino scosso dai singhiozzi.
– Lo so. E’ per questo che in quella camera,ho deciso che voglio stare con te. Ma la situazione è complicata,Holly. Io e Bill,siamo io e Bill. Non posso evitare di stare a stretto contatto con lui e ora come ora,il tour era la cosa meno indicata. Potrei lasciare la band,ci ho pensato,credimi,ma poi sarebbe uno sfuggire dalle difficoltà. E io non voglio più. -  le dissi.
Lei mi guardò,abbozzando un sorriso. Sorrisi a mia volta. Holly non meritava che io la trattassi di merda.
No,per niente. Bill lo meritava eccome,ma non volevo che Holly fosse la mia vendetta per come lui mi aveva trattato.
Mi avvicinai,le cinsi le spalle e lei appoggiò la testa sulla mia spalla.
– Non te ne andare. – le sussurrai baciandole delicatamente la testa.
– No,resto con te. – mi rispose.

-Ho bisogno di te,Jeff. –
Stava piangendo.
Non ricordavo esattamente quando l’avevo visto piangere l’ultima volta,a dire il vero,non sapevo manco se l’avevo mai visto piangere. Tremava,e sanguinava da un labbro.
–Entra … - gli dissi spostandomi.
Rimasi davanti alla porta,mentre lui si sedeva sul divano del salotto.
– Andiamo via. Ti prego. Andiamo via. –
Mi sedetti accanto a lui,prendendogli il viso tra le mani e fissando i suoi meravigliosi occhi smeraldini,ora così terribilmente rossi e gonfi.
Provai un’irrefrenabile voglia di appoggiare le mie labbra sulle sue,perfette e rosee. Ma parve che lui m’avesse letto nel pensiero,perché fu lui che si avvicinò.
Dischiusi leggermente le labbra per far incontrare le nostre lingue,e mi abbandonai a quel momento perfetto. Bill mi spinse sotto di sé in modo da far aderire i nostri bacini.
La sua bocca famelica scendeva lungo il mio collo bianco e indifeso,leccandolo e succhiandolo.
Sentivo in bocca il sapore del suo sangue,e fui felice di avere una parte di lui,dentro di me.
Le mani agilissime da pianista scivolarono fino ai fianchi sollevandomi la maglietta,poi lungo la cerniera dei jeans,aprendola.
Mi guardò con la sua solita aria di chi ci sa fare. E lui,ci sapeva fare. Le sue mani e la sua lingua che mi toccavano,mi eccitavano terribilmente e visibilmente.
Quando finalmente decise di liberarmi dell’ultima costrizione,strinse il mio membro con una mano,strappandomi uno spasimo di piacere,subito zittito dalla sua lingua che si faceva spazio tra le mie labbra dischiuse.
I movimenti della mano si fecero sempre più veloci,e quando fui quasi al culmine,cessarono.
– Sei stronzo.- riuscii a dirgli.
Lui mi guardò con un sorriso beffardo,levandosi la maglietta mettendosi cavalcioni su di me e baciandomi ancora.
Ero un chitarrista,le mie mani sapevano perfettamente cosa fare,e lui non poteva essere tanto più diverso dalla mia semiacustica bianca,no? E poi,avevo già fatto sesso con un botto di  ragazze.
Perché con lui doveva essere così fottutamente difficile?
–Ehi … Jeff,se non vuoi,va bene … - mi disse,dolcemente.
Io volevo. Volevo.
Così,senza rispondergli,ribaltai nuovamente le posizioni,e gli sbottonai i pantaloni. La sua erezione era già parecchio evidente,e quando la ebbi cacciata fuori completamente,mi abbassai a baciarla.
Iniziai a leccare,poi lo inghiottii completamente prendendo a succhiare e leccare con avidità. I sospiri di Bill divennero più pesanti man mano che aumentava la velocità.
Lo osservavo mentre si agitava lussurioso sul mio logoro divano.
Poi la sua mano mi fermò,e io mi rialzai andando incontro alle sue labbra.
– Voltati,-mi disse,suadente.
Io obbedii,temendo il momento in cui avrei sentito quel dolore lancinante che mi aspettavo.
– Jeff … - .
– Cazzo,Bill! Parla di meno! Ti voglio,porca merda! – gli dissi.
– Rilassa i muscoli … - .
Entrò in me con una delicatezza incredibile.
Il dolore iniziale,aveva lasciato posto ad un senso di completezza che non avevo mai provato. Come un puzzle,ora completo.
Prese a muoversi,dapprima lentamente,poi sempre più velocemente.
– Voglio sentirti,Jeff … - .
Al diavolo il buon senso,il buon vicinato e tutti i cazzi.
Dischiusi le labbra e immediatamente i miei gemiti riempirono la stanza. La sua mano tornò ad impadronirsi del mio membro,masturbandomi.
I nostri movimenti divennero sempre più veloci,finchè io non venni nella sua mano,e lui,dentro di me.
Adoravo sentirlo dentro di me. Adoravo sentirlo ansimare nel mio orecchio.
Quando si staccò e si appoggiò allo schienale del divano,sentii una perdita tremenda.
– Bill … ? – cominciai per rompere quell’idilliaco silenzio che però mi metteva a disagio.
Lui mi guardò sorridendo. Era fottutamente bello. Fottutamente. Ed io dinanzi a quegli occhi perfetti perdevo tutta la mia ragionevolezza.
– Bill,voglio venire con te. Ovunque tu vada. Non mi fotte un cazzo se mi porterai a vivere in un buco,o in una qualsiasi stazione di questo fottuto Paese. Io voglio stare con te. – gli dissi,guardandolo negli occhi.
– Non avrei desiderato ascoltare altro. Io voglio te al mio fianco,Jeff. Io voglio solo te. Io e te,in un buco,in una stazione. Se te lo giurassi,suonerebbe quasi falso e da sedicenni sognatori quali siamo. Ma io farò del mio meglio. Non immaginerei nessun’altra persona al mio fianco,Jeff. Per me,esisti solo tu. –
Lo guardai a lungo,non sapendo cosa dire.
Ma lui conosceva bene i miei silenzi,e sapeva quanto valessero.
Mi appoggiai a lui e ci abbracciammo.
– Per sempre,Jeff? Non giurarlo. Dimmi solo se tu vuoi che sia così. - .
– Per sempre. – risposi.


-Amore? Amore,ci sono Saul e Steven … - .
La voce delicata di Holly mi svegliò.
Seduti sul mio letto,Saul e Steve mi guardavano sogghignando.
– Che cazzo c’è? – risposi,scazzato come non mai.
– Beh,- cominciò Saul, - non so cosa tu stessi sognando Iz,ma … - e scoppiò a ridere indicandomi.
E aveva ragione.
All’altezza del bacino,le lenzuola subivano un disarmante rigonfiamento. Scoppiai a ridere insieme a loro.
–Dai,Iz,sbrigati,ricomponiti,che Miss. Rose ci vuole tutti giù per le prove. Stasera è la serata! - .
– Ah,giusto. Il concerto,- dissi alzandomi e andando verso il bagno.

Scendendo le scale,pensai che ricordare era fottutamente doloroso. 
La prima volta che avevamo fatto l’amore,ci eravamo detti,senza dircelo,che ci amavamo.
‘’Per sempre’’.
Ed ora? 


Ce l'ho fatta *__* Dopo tipo una settimana,o forse due,ce l'ho fatta *__* 
Scusate il ritardo :( 
Buona lettura,
Rox 

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Capitolo 16
*** Revenge. ***


Dopo che quella merda dai capelli neri uscì dalla stanza, sfasciai tutto quello che si trovava sulla mia strada. Iniziai dalle candide lenzuola che giacevano scomposte nel letto,quelle stesse lenzuola che ci avevano accolto pochi minuti prima;poi passai ai cuscini che squartai con le dita e le piume vagarono per tutta la stanza,conclusi prendendo a calci di tutto : comodino, materasso, sedie, ma soprattutto muri.
Tutte le pareti erano ricoperte dalle impronte dei miei stivali di pelle.
Notai Duff seduto sulla sedia accanto alla finestra, risparmiai quel mobile solo perché conteneva il culo del biondo.
-Quando cazzo sei entrato?- gli chiesi.
-Oh,da quando hai iniziato a fare casino.-
Allora quell’idiota aveva passato tutto il tempo a fissarmi?
-Bhe,cosa vuoi?-
-Parlare.-
Parlare? Io ho voglia di spaccare la testa a una persona qualsiasi e lui vuole solo parlare? Certe volte mi stupisco dei suoi atteggiamenti così stupidi.
-E di cosa vuoi parlare?-
-Non ti senti un po’ ridicolo? Cosa credevi che Izzy sarebbe tornato tra le tue braccia così,come se niente fosse?-

Rabbia. In quel momento sentivo solo la rabbia che mi infiammava le viscere.
Avrei voluto lanciarmi sulla sua testolina bionda platino e sbatterla su una cosa qualsiasi. Invece mantenni la calma,e strinsi i denti e i pugni.

-Certo che no.- risposi.
-No? E allora perché sei così sconvolto?- 
Eccola,la gallina che va a beccare sempre dove non dovrebbe.
-Ma tu non hai niente da fare alle sei di pomeriggio? Perché sei sempre qui a rompermi le palle,eh? Che cazzo vuoi da me?- iniziai ad alzare leggermente la voce.
Michael mi guardò indifferente,poi si alzò dalla sedia e si avvicinò alla porta.
-Ok,ti lascio sbollire,stanotte sto da Slash e Steven,ma ricordati che domani abbiamo il concerto.-
-Stanotte non dormi qui? Ma non c’è bisogno!-
Ecco,m’aveva preso il panico. Non volevo dormire da solo! Quanto mi sentivo idiota!
Pensieri e paure avevano iniziato a riempire la mia mente,probabilmente Duff notò che qualcosa non andava perché disse :
-Se hai bisogno di qualcosa,devi solo bussare al muro ed io arriverò. Adesso voglio veramente lasciarti solo,non sai neanche cosa dici.-
Il biondo uscì dalla porta di legno immediatamente,ed io non ebbi neanche il tempo di ribattere.
Mi sedetti sul letto e mi abbracciai le ginocchia.
Passai il pomeriggio a fissare le macchie scure che avevo lasciato sulle pareti candide.
Qualcuno mi venne a chiamare all’ora di cena,ma io non detti segni di vita.
Non riuscivo più a pensare,non sentivo neanche il tempo che scorreva,ero come ipnotizzato dalle impronte sul muro.
Alle tre di notte iniziai a piangere copiosamente.
So che erano le tre perché finalmente distolsi lo sguardo dalla parete,e cercai l’orologio che avevo buttato quel pomeriggio in giro per la stanza.
All’improvviso sentivo che la morte stava per incombere su di me,avevo iniziato a sudare freddo. Dietro ogni ombra vedevo un uomo che voleva farmi del male,ogni suono mi sembrava il rumore di un gesto violento.
Mi sentivo solo come un cane,sapevo di aver cacciato tutte le persone che tenevano a me.
Iniziai a battere sulla parete dalla parte di Duff,ma non ricevetti alcuna risposta. Continuai a bussare,sempre più violentemente,ma nessun biondo entrò dalla porta pronto a consolarmi. Non aveva mantenuto la sua promessa. 
Mi sembrava di essere tornato a casa.


La mamma mi cullava sulle sue ginocchia,adoravo le sue braccia calde attorno a me,mi facevano sentire protetto. Le raccontai tutto quello che papà mi faceva quando lei non c’era,le raccontai di quanto fosse stato cattivo e di quanto mi fece male.
Lei mi guardò dolcemente,una ciocca di capelli rossi le ricadde sulla pelle lentigginosa,mi disse che non sarebbe più successo niente,che mio padre non mi avrebbe più toccato.
Disse anche che in realtà lui mi voleva molto bene,sia a me che a mia sorella,ma che aveva uno strano modo di dimostrarlo. Parlò con le lacrime agli occhi. Io decisi di crederle,così cercai di fare il bambino grande e la abbracciai.
Qualche sera più tardi papà tornò a casa arrabbiato e barcollante,come spesso accadeva. Io stavo guardando la tv in salotto,mentre la mamma sistemava la cucina. Improvvisamente mi sentii afferrare le spalle,e qualcuno mi sbattè sul pavimento.
Sapevo che si era agguantato su di me,un’altra volta,come sempre faceva,così cercai di chiamare mia madre,ed iniziai a urlare come un matto.
-Mamma! Mamma! Aiutami!-
-Stai zitto,piccolo bastardo!- mio padre mi tappò la bocca con uno schiaffo,ma io cercai di urlare ancora,anche con le labbra sanguinanti.
Nessuno venne ad aiutarmi,mia mamma non mantenne mai la sua promessa. Rimase semplicemente a piangere in cucina,mentre mio padre mi picchiava a sangue.
Assistette anche a quando mi calò i pantaloni e mi penetrò.
Non riesco a descriverlo,non riesco a descrivere il male che mi fece quella sera.
Finito il lavoro,mi lasciò affogare tra le lacrime sul pavimento del salotto.
Mia madre non ebbe il coraggio di avvicinarsi a me,scappò di sopra e si chiuse in camera con mia sorella. Io rimasi solo,sulla moquette,a tirarmi su i pantaloni.
Avevo sei anni.


Quando finalmente mi addormentai,erano ormai le cinque del mattino.
Ebbi incubi per tutte quelle poche ore di sonno.
Mi risvegliai con delle macchie di sangue sul cuscino,e le labbra screpolate.
Mi guardai attorno e cercai di mettere un po’ in ordine la stanza risistemando sedie e comodino al loro posto. Per le cose rotte,ormai,non c’era più speranza,così semplicemente le mandai con un calcio sotto al letto.
Mi preparai e all’ora di pranzo scesi nella hall dell’albergo,dove mi ero dato appuntamento con gli altri.
Trovai solo Duff. Ma tu guarda che culo sfacciato!
-Dove sono gli altri?- Chiesi freddamente al piccolo traditore.
-Stanno cercando di svegliare Izzy. Passato bene la notte?-
-Oh,benissimo!-
Il biondo mi sfiorò le labbra con le punte delle dita.
-Ma che hai fatto?-
-Niente.- dissi,scansandomi.
Dopo pochi minuti il resto della band comparì miracolosamente.
-Alleluja!- esclamai.
-Oh,senti rossa,quell’idiota non voleva svegliarsi!- si giustificò Saul.
Diedi un’occhiataccia a tutti quanti,e feci per uscire dall’albergo.
-Allora,andiamo?- chiesi.
-Ehm,io e Steven vi raggiungiamo dopo.. Ok?- buttò lì Izzy.
-SE VA BENE? NO CHE NON VA BENE,IZ! L’ULTIMA VOLTA CHE HAI DETTO COSI’ TU SIETE ARRIVATI AL CONCERTO PER MIRACOLO!- Urlai. 
-Oh,Bill,non preoccuparti,questa volta andrà tutto bene!-
-Col cazzo. E lei,chi se la porta dietro?- dissi,accennando a Holly.
-Simpaticone,non preoccuparti che io ho delle faccende da svolgere in città,arriverò questa sera.-
-Meglio. Bene,allora,saliamo in macchina.. Slash,guidi tu?-
-Oh,sì,man! Non vedo l’ora!-
-Bene..-
Non salutai gli altri,e mi diressi nel parcheggio dell’hotel.
Avevamo affittato una macchina,e con quella ci incamminammo verso il Ritz.
Passai la maggior parte del viaggio in silenzio,pensando ai cazzi miei, quando invece non mi chiudevo a riccio,urlavo contro Slash che rischiava di ucciderci prima ancora dell’inizio del nostro tour.
Saul e Duff,invece,chiacchieravano amorevolmente e cantavano qualche pezzo di Paradise City. Non si può dire che non fossero carichi per il concerto.
Arrivammo al Ritz,alle quattro del pomeriggio,e io volli subito iniziare a fare un soundcheck.
Tutto doveva essere perfetto,cazzo. Quel tour me l’ero sudato duramente.
Passarono le ore,e per le sei Duff e Saul erano già ubriachi. Io non avevo toccato bicchiere,avevo passato il pomeriggio a riscaldare la voce,con tanto amore.
Alle sei e mezza ero diventato rauco,perché Izzy e Steve non si erano ancora fatti vivi.
Il concerto iniziava alle sette e mezza,e quei due piccoli idioti ancora non si erano presentanti. L’istinto omicida stava lentamente salendo in me.
Mezz’ora dopo (degli incoscienti neanche l’ombra ovviamente) i tecnici del Ritz ci dissero che era il caso di andare nei camerini per prepararci. 
In quel momento uscii di testa veramente. Iniziai a urlare come un pazzo,che sei quei due piccoli tossici non fossero arrivati in tempo per il concerto,li avrei sgozzati con le mie mani.
Dieci minuti prima di aprire,quando ormai ero allo stremo delle mie forze e avevo iniziato a sudare freddo,Steve e Izzy bussarono alla porta del nostro camerino.
-BRUTTI IDIOTI CHE NON SIETE ALTRO! CHE CAZZO AVETE FATTO FINO AD ORA??!-
Jeff aveva il viso esangue.
-Bill,tu non sai cosa è successo.. Bret..-
-NON ME NE FREGA UN CAZZO DI BRET! NON USARLO COME SCUSA! TRA CINQUE MINUTI DOBBIAMO ESIBIRCI PER LA PRIMA E DICO LA PRIMA DATA DEL NOSTRO PRIMO TOUR! CHIUDI QUELLA FOGNA E SALI SUL PALCO!-
Izzy mi rivolse un’occhiata gelida,e mormorò un “ok” a denti stretti.
Steven,aveva iniziato a tamburellare su qualsiasi cosa gli capitasse a tiro.
Saul e Duff avevano impugnato i loro strumenti ed erano carichissimi.
Io mi guardai attorno e feci un lungo respiro.

-Andiamo.- 

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Capitolo 17
*** Live at the Ritz. ***


Quando il tizio del rock club presentò la nostra band,ero ancora stordito per l’incontro con Bret.  Bill non voleva sentir ragioni,ovviamente credeva che io e Steve ci fossimo andati a bucare in qualche angolo dimenticato dal Padreterno.
– Signori e signori … per la prima data del loro tour … i Guns n’ Roses! – gridò il tipo nel microfono.
Osservai l’abbigliamento dei ragazzi,rendendomi conto che con la mia camicia e il mio gilet,ero quello vestito decisamente meglio.
Guardai Bill che per l’occasione aveva indossato un giubbotto di pitone sopra una canotta nera ,dei pantaloni di pelle strettissimi e un foulard azzurro a mò di bandana.
Il mio foulard azzurro.
Sorrisi brevemente,prima di essere letteralmente trascinato sul palco da Michael e Saul. Rabbrividii alla vista di tutta quella gente,lì per ascoltare noi,una banda di fottutissimi fattoni. Ci chiamavano già da tempo ‘’i cinque cattivi ragazzi di Los Angeles’’,e non avevano tutti torti,alla fine. 
Steve prese posizione tutto sorridente dietro la sua batteria,Saul si posizionò alla sinistra di Bill,che stava al centro del palco,e io e Michael alla sua destra. Fummo accolti da un boato mentre le note di It’s so easy cominciavano a riempire il locale.
Bill cominciò a cantare e agitarsi come suo solito,e addirittura io decisi che non era il caso di starmene come un coglione a suonare,ma decisi di passeggiare sul palco.
Saul e Mik erano visibilmente ubriachi,Steve,invece,sembrava particolarmente lucido : prima di arrivare lì avevamo bevuto solo un paio di birre,infondo.
Verso la fine della canzone,il rosso prese a stringere le mani della prima fila,ed io ero convinto che ne avesse adocchiata qualcuna da portare nel backstage alla fine della serata.  Quando la canzone finì,ringraziò i presenti,e presentò Mr.Brownstone.
Cominciò da solo,poi mi avvicinai al suo microfono e cantammo insieme. Da grande stronzo quale era,prese a massaggiare l’asta del microfono,ma decisi di non badarvi e mi allontanai poco dopo.
Nei secondi che precedettero la fine della canzone,ebbi la conferma che il signor Saul Hudson era ubriaco perso : appoggiò la folta chioma riccia sull’esile spalla del rosso e terminò la canzone con il suo riff finale.
Trattenni a stento le risate con Mik e Steve mentre Bill cominciava a cantare Outta get me. Notai che si era tolto il giubbotto rimanendo con la canotta,e rabbrividii di freddo pensando che era il due febbraio e di certo fuori non splendeva il sole. Andai a suonare insieme a Saul prendendolo in giro.
-Fanculo Stradlin.- fu la sua tremolante risposta,mentre me ne tornava sghignazzando accanto a Duff.
Poi fu la volta di Sweet Child o’ mine,una canzone che faceva cagare altamente sia me,sia Saul.
Odiavo dover sentire lui che definiva gli occhi di Erin come il cielo. E che ricordi d’infanzia poteva mai rievocare quella lì? Io avevo vissuto la sua fottuta infanzia. 
Durante My Michelle,Bill decise che era improvvisamente arrivata l’estate,e si svestì anche della canotta,rimanendo con i pantaloni di pelle tenuti su dalle bretelle.
Mentre suonavo,lo fissai pensando a quanto fosse incredibilmente sexy,con quei movimenti che faceva senza nemmeno rendersi conto,preso com’era dalla musica.
Era irrimediabilmente sudato e i capelli gli si appiccicavano al viso angelico,ed io ero irrimediabilmente innamorato. 
–YOU KNOW WHERE YOU ARE?YOU’RE IN THE JUNGLE,BABY! YOU’RE GONNA DIE! –gridò,e Saul partì con il riff iniziale di Welcome to the jungle.
Si scatenò tantissimo,correva qua e la sul palco,e io dovetti spostarmi un paio di volte per non essere travolto dalle sue folli corse.
Anche Saul e Mik avevano deciso che l’estate era alle porte,e così mentre Duff aveva ancora la canotta nera e il fedelissimo catenaccio al collo,Saul aveva solo i jeans.  
–Al basso,-cominciò alla fine della canzone presentandoci ,- Mr.Duff Rose 'King Beer' McKagan ; alla batteria,Mr. Steven ‘PopCorn’ Adler; alla ritmica,Mr. Izzy Stradlin … - io gli sorrisi mio malgrado - e alla fine,in un mondo che non ha creato lui,lui se ne va in giro come se tutto fosse una sua creazione … è metà uomo e metà animale,non so precisamente cosa sia,ma so che è strano,fuori di testa,e che si fa chiamare Slash!- disse presentando Saul,il quale fu accolto da applausi scroscianti e a lui toccò a sua volta presentare la prossima canzone,Nightrain.
Bill,nel frattempo si era rivestito con una canotta e un chiodo neri,e un cappello.
Lo vedevo avvicinarsi sempre più frequentemente,ma quando era ad un passo da me,puff,si allontanava per andare a cantare altrove,guardandomi sempre con quel sorriso del cazzo.
–La prossima canzone si chiama Paradise City.- disse quando ebbe ripreso fiato.
E ancora una volta tornò a scorrazzare per il palco. Un fan tentò di assalirci,ma la sicurezza intervenne in tempo per  prenderlo e scaraventarlo giù dal palco.
Ma se non era la gente a salire sul palco,era Bill ad andare dalla gente,e al culmine della canzone,il rosso si gettò tra la folla salvo poi essere tirato su dalla sicurezza del rock club,mentre Saul continuava a suonare completamente disteso a terra.
‘’Un’altra cosa da ricordare a quell’ubriacone’’,ridacchiai tra me e me. 
Durante Rocket Queen,Bill scomparve magicamente dal palco per ricomparire qualche minuto dopo con una sigaretta che accesa strappandone una dalle labbra di Saul,che nel frattempo passeggiava divertito e,sempre con molto nonchalance,sorrise all’ennesimo fan che tentò di salire sul palco.
Il ragazzo aveva un’aria vagamente familiare,e poco dopo,guardando il grosso tatuaggio sulla spalla sinistra,mi resi conto che era Bret. Porca merda. Lo sapevo. Cercai di comunicare la cosa a Bill,ma pareva troppo preso per prestarmi attenzione.
Chiudemmo la serata con Knockin’ on Heaven’s Door.
Bill si era rimesso il foulard azzurro tra i capelli ormai madidi di sudore,e delle ragazze in prima fila cercavano di afferrare le mani di Saul il quale pareva non accorgersene minimamente.

 –Gran bella serata ragazzi! Complimenti!-ci disse Bill qualche minuto dopo in camerino.
Sul divanetto nell’angolo,Saul era disteso e continuava ad abbracciare la sua Les Paul.
–Hey,Saul,sei ubriaco come un animale. Lo sai?-  gli diceva all’orecchio Steve,parecchio divertito.
Io me ne stavo sulla porta ad osservare Duff e Bill che chiacchieravano amabilmente sul concerto appena terminato. Decisi che ero stufo di stare lì dentro,e me ne andai alla ricerca di un telefono pubblico per rintracciare Holly in albergo.
–Mr.Stradlin … - mi sentii chiamare con voce suadente.
Mi voltai,e davanti a me si presentò la figura di Amy Bailey,sorellastra del rosso stronzo.
Aveva in mano un mazzo di rose,e me lo porse.
–A-Amy … - riuscii solo a dire.
Cavolo,come era cambiata! Non era più la ragazzina occhialuta di Lafayette. No. Era una Bill al femminile : avevano gli stessi occhi verdi e gli stessi capelli rossi.
Forse gli occhi di Bill erano di un verde più carico,ma gli occhi della sorella erano belli uguale.
– Sempre così … eloquente,Jeff? – mi disse sorridendo. Io le sorrisi a mia volta.
– Cosa ci fai qui? -
- Ho saputo che mio fratello e la sua band si esibiva qui stasera et voilà,eccomi qui!- 
-Ti va di fare quattro passi,fuori di qui?- le chiesi.
Lei annuì,e uscimmo dal retro del rock club. Una volta in strada respirai a pieni polmoni l’aria prima di fumo. Passeggiammo per un po’,in silenzio.
Amavo il silenzio,e con lei era sempre così perfetto. Anche da bambini a Lafayette. Lei pareva l’unica in grado di capire quando desideravo il silenzio,ma in quel momento,non lo desideravo.
– Come ve la passate,qui? –mi chiese interrompendo quel silenzio ora rassicurante,ora fastidioso.
– Beh … potrebbe andare meglio … Ti ricordi di Miller? Bret Miller? –
-Sì,certo … - mi rispose,ed io presi a raccontarle da quando l’avevamo visto la prima volta in albergo,fino a quella sera che era addirittura salito sul palco.
Amy mi guardò sconcertata,dicendomi che avrei dovuto dire tutto a Bill.
– Se ne avessi l’occasione,lo farei,credimi.-
- Ma tra di voi … - cominciò.
Io sorrisi e scossi la testa.
– Sto con una ragazza che … occazzo! – esclamai afferrandole un braccio e cominciando a correre di nuovo verso il Ritz.

–Fottuto Isbell! – mi accolse Holly.
–Scusa,honey. Stavo venendo a cercarti,quando ho incontrato lei.-le dissi indicando Amy alle mie spalle.
Holly inarcò un sopracciglio,e io sorrisi.
– Tranquilla. E’ solo la sorella di Bill … -
- Oh! Andiamo bene! Un’altra Rose tra i piedi! Non può che farmi del bene!- mi disse sarcastica.
Le diedi un leggero bacio sulle labbra,e lei parve addolcirsi un po’ .
– Aspetti qui? Accompagno Amy da Bill e poi ce ne andiamo io e te da qualche parte?- .
Mi rispose di sì,e io mi allontanai con la rossa.
–Mi spiace che tu l’abbia conosciuta adesso,ma ha qualche piccolo problema con Bill.-
- E chi non ne ha con mio fratello?- mi rispose ridendo.

Bussai con forza alla porta del camerino,dal quale proveniva un vociare indistinto.
Temendo che ci fossero della groupies,tenni Amy fuori dalla porta ed entrai io.
Come avevo immaginato : in quel momento i ragazzi erano presi da una ragazza che,in mezzo a loro,dava piacere a tutti e quattro.
Mi schiarii la voce,e poco dopo Duff alzò lo sguardo poco lucido su di me.
–Ehy,Iz! Vieni qui!- mi disse ridendo.
Io mi avvicinai a Bill,e lo strattonai.
–Che cazzo vuoi?- mi disse.
– Vieni un attimo fuori con me. Rivestiti. – gli dissi con tono indignato.
– Non avevi questa faccia l’altra sera. Eppure,ero nudo esattamente così. – mi disse.
Decisi di non cogliere la chiara provocazione,e lo trascinai fuori con me.
–Bill,guarda un po’ chi c’è!- gli dissi sorridendo.
Il rosso guardava me,Amy,e ancora me.
–Ciao,Will.- 

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Capitolo 18
*** Fargin Bastydges ***


Porca puttana,Amy!- esclamai cercando i miei pantaloni che erano stati lanciati sul pavimento-Che diavolo ci fai qui,ragazzina?-
-Ragazzina? Non sono più tanto piccola,ormai..-
Dovetti ammettere che la signorina non aveva tutti i torti.. Mi fissava con un cipiglio inquietante,appoggiata allo stipite della porta. Notai che le erano cresciute due enormi bocce sul petto,e che i capelli rossi le erano diventanti molto più lunghi e lisci dall’ultima volta che l’avevo vista. Il naso e le labbra erano identici ai miei.
Pensandoci bene,era una Axl Rose al femminile,ergo una bomba sexy,modestamente.
-Okay,cosa ci fai qua sorella?-
-Ma niente,Bill.. Ero solo venuta a vedere il tuo concerto.. Sei bravo,sai?-
-Certo che lo so! Sai altrimenti non avrei pubblicato un album insieme a questi altri fattoni.. A proposito,usciamo da qui,non mi piace che tu veda certe cose.-
Recuperai i miei pantaloni di pelle,e trascinai la piccola rossa fuori da quei camerini luridi.
-Ehi,aspetta un momento,dov’è Iz?- Chiesi improvvisamente.
-Oh,se ne è andato via con una ragazza..-
-Ah,certo,Holly.- Pronunciai l’ultima parola come se mi facesse schifo.
-Non ti sta simpatica,Holly?- mi chiese la perfida sorellina.
-Non sono affari che ti riguardano! Comunque,dimmi la verità,cosa sei venuta a fare qua a New York?-
-Uhm.. Che palle che sei! Il mio ragazzo sta qui,okay? E ho visto che vi esibivate,così sono venuta vedervi..-
-Ah,adesso capisco! Mi sembrava strano che tu ti fossi fatta nove ore di volo SOLO per vedere me.. Eheh,ebbrava la mia sorellina! Chi è questo tipo?-
-Sono affari miei!- mi rispose la piccola ingrata. -Ah,si? Rispetto le tue scelte allora. Non mi importa.-
Feci per uscire dal Ritz,ma Amy mi afferrò per un braccio.
-Dove vai?-
-In albergo,non mi va più di stare qui.-
-Ok,allora vengo con te.-
Feci spallucce e la lasciai seguirmi. Chiamai un taxi,e trascorremmo tutto il viaggio in silenzio religioso.
Non avevo alcuna voglia di parlare con il mio passato,eppure il mio passato era venuto a cercarmi,e trovavo questa cosa estremamente irritante.
Non volevo più saperne niente di quella casa,e di quella “famiglia”,ma Amy non lo aveva capito,infatti un’ora dopo,in camera mia,la ragazza mi chiese “Non vuoi sapere cosa è successo dopo che sei partito?”
Avrei voluto urlare “NO!” ed invece,un debole e silenzioso “sì” uscì dalle mie labbra. Amy iniziò a parlare,un fiume di parole le uscì dalle labbra,e io non avevo idea di come avrei fatto,poi,a fermarla.
-Bhe,la mamma ha pianto per giorni interi dopo che ha trovato la tua lettera.. E Stephan la accusava. La picchiava perché diceva che era tutta colpa sua,che avrebbe dovuto educarti come un vero uomo..-
-Ma lei non c’entra niente! Quel mostro..-
-Lo sappiamo tutti,Bill,calmati! Comunque.. Qualche mese fa,lui è tornato a casa completamente ubriaco.. E ha trovato la mamma che piangeva sulla tua lettera,era da tanto che non lo faceva. Bhe,quando l’ha vista lì,l’ha riempita di botte.. E lei è svenuta. La notte stessa,decisi che non di poteva più andare avanti così. Sono scappata dalla polizia e l’ho denunciato. Adesso è in carcere,Bill.-
Sentivo ondate di rabbia salirmi dalle viscere più profonde,e delle calde lacrime avevano iniziato a rigarmi il volto. Non era giusto.
-La mamma come sta adesso?-
-Oh,bene.. Siamo tutti più felici. Però.. Io devo dirti che.. Sei stato egoista,Bill..-
-Come?- non riuscivo a credere alle mie orecchie.Smisi di piangere,e la guardai in malo modo.
-Ci hai lasciato soli,non so se te rendi conto..-
-Quell’uomo mi ha violentato per diciassette anni. Cosa avrei dovuto fare,eh? Rimanere lì? Non mi pento di essere scappato,mi dispiace Amy.-
-Sì,bhe.. Caro fratellino,io devo andare.. Mi sta aspettando,lui.-
Notai che la rossa aveva fatto cadere il discorso,così colsi l’occasione al volo e la sbattei fuori dalla porta.


Passai la notte a pensare alle parole di Amy.
“Sei stato egoista,Bill..” Era vero? Avevo veramente sbagliato abbandonando tutti,e scappando di casa? Io ho pensato solo alla mia felicità,volevo solamente andare a Los Angeles con Jeff.. Ma ai miei fratelli non ho pensato.
Hanno vissuto altri anni di dolore e di violenze.. Hanno visto la mamma svenire dopo tutte le botte che quel bastardo le aveva dato..
Ma no,non potevo rimanere. Non ci sarei riuscito.
La polizia di Lafayette non ci sopportava più,e io non potevo più barboneggiare sotto gli alberi del nostro parco. Rischiavo di morire,in quella casa.


Venni abbracciato improvvisamente da un sonno profondo,così mi accoccolai al cuscino e caddi nelle braccia di Morfeo.
Qualche ora,o qualche minuto dopo,sentii degli strani rumori provenire dal letto accanto;pensai che Duff fosse tornato con qualche spogliarellista,così strinsi il cuscino attorno la testa,facendo in modo di tapparmi le orecchie.
Ma mi sbagliavo. Poco dopo fui svegliato da un grande colpo e da una botta dolorosa all’altezza del torace,che mi tolse il respiro.
-Ma che cazz..?- urlai,ma non riuscii a concludere la frase perché un altro colpo mi arrivò in bocca,facendomi sputare sangue.
-Bret!- urlai;il ragazzone grande quanto un armadio mi sorrideva con un’aria folle sul viso.
-Ciao,Bill,come te la passi? Ti ho fatto troppo male?-
-Vaffanculo!- balzai giù dal letto e tentai di arrivare alla porta,ma la scimmia mi fermò prendendomi per i piedi e facendomi cadere rovinosamente a terra.
-Lasciami!-
-Oh,nono.. Non vorrai abbandonarmi così in fretta! Fammi divertire almeno un po’!-
Bret iniziò a prendermi a calci lungo tutto il torace,per poi passare alla schiena. Sentivo fitte ovunque,non riuscivo neanche a strisciare per terra,cercavo qualcosa,una qualsiasi cosa per poterlo colpire in testa e scappare.
Bret se ne accorse,perché mi afferrò il collo e lo strinse. Sentivo il respiro mancare,l’ossigeno smettere di arrivare al cervello.. La mia vista era annebbiata da tante piccole stelline,arrancavo come una piccola e gracile ragazzina.
Ma all’improvviso Bret lasciò la presa,e mi alzai immediatamente da terra. Cercai in giro,confuso da cosa fosse accaduto,e notai un Izzy sconvolto che aveva in mano un vaso di ceramica.
-Jeff! Lo hai colpito!-
-Eh..S-sì.. L’ho proprio colpito!- al moro tremava la voce,ma all’improvviso prese in mano la situazione.
-E adesso?-
-Adesso dobbiamo scappare! Dobbiamo trovare gli altri e lasciare il paese! Se non l’intero continente! Andiamo in Italia,non lo so! Ma non dobbiamo andarce,Bret vuole vederti morto!-
-C-cosa?-
-Sì.. Bill esci da questa cazzo di stanza dobbiamo cercare gli altri! Non abbiamo molto tempo,potrebbe riprendersi da un momento all’altro!-
-Ma tutte le mie cose..?-
-Ahh! Allora non hai capito! VUOLE UCCIDERTI! Prendi due vestiti e poi scappiamo,basta che ti muovi!-
Recuperai una borsa da sotto il letto e raccolsi alcune maglie e alcuni pantaloni,presi i 7.000 dollari che nascondevo sotto il materasso e uscimmo dalla nostra camera.
-Dobbiamo andare in camera di Slash e compagni,sono sicuri che sono tutti lì con le spogliarelliste.
Annuii confusamente e corsi via,seguendo Izzy.


-STEVEN! DUFF! APRITE QUESTA CAZZO DI PORTA!-
Jeff aveva iniziato a bussare freneticamente contro la robusta porta di legno.
Dopo un paio di minuti si sentirono le urla infastidite di Slash,che venne ad aprire la porta.
-Ehi,amico,ma che diavolo hai?-
-Dobbiamo andarcene da qui! Spostati,fammi entrare!-
Izzy scansò via Saul dalla porta in malo modo e fece irruzione nella stanza,io lo seguii in silenzio.I ragazzi si stavano divertendo con 3 splendide biondone minorenni.
-Mi dispiace molto interrompere queste belle scenette- iniziò Jeff lanciando a tutte le fanciulle i propri vestiti- ma adesso la festa è finita e dovete andarvene a casa.-
Le ragazze rimasero qualche secondo a fissare Izzy,perplesse,poi quando lui urlò “SUBITO!” scapparono via,sconvolte.
-Ehi,Iz! Ma che diavolo fai!- aveva esclamato Duff.
-Vi salvo la vita! Ricordate Bret? Quel pazzo di cui vi avevo parlato? E’ nella stanza accanto,svenuto.. E vuole ucciderci tutti! Vi conviene muovervi!-
I ragazzi rimasero scioccati,ma poi,senza esitare saltarono giù dal letto e acquistarono una faccia seria a cui non ero abituato. Tirarono fuori le loro borse (che non avevano mai sfatto) ed iniziarono a correre fuori dalla stanza in modo abbastanza scomposto.
-Ma che diavolo prende a tutti?- chiesi perplesso.
-Oh,è il pericolo che li fa diventare seri.. Strano vero?- mi rispose Izzy.
Uscimmo anche noi dalla stanza e corremmo lungo il corridoio e giù lungo le scale,ma al piano terra,trovammo Bret che sbarrava l’uscita principale.
-Oh,fantastico,e adesso che facciamo?- chiese Steven con un lieve timbro di panico nella voce.
-Ci penso io.- rispose Slash.
Il riccio consegno il suo zaino a Michael e corse contro Bret,urlando;con grande sorpresa di tutti lo travolse e uscimmo insieme dalla porta principale.
-Dobbiamo prendere la Jeep dell’albergo! Muovetevi!- disse Izzy correndo verso il parcheggio.



Qualche ora dopo eravamo in autostrada,pronti a lasciare il paese.




Salve! Non so se avete letto il nostro Special di Natale,bhe leggetelo v.v Spero che questo capitolo scioccante vi piaccia,e il titolo è molto importante. Attenti! :) Mad.

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Capitolo 19
*** I want to have sex with you! ***


Eravamo in silenzio da un po’,quando udii qualcuno schiarirsi la voce.
– Posso sapere chi cazzo era quello? – disse una voce che riconobbi come quella di Saul. 
Osservai Bill sbuffare e tornare a dormire,e compresi che avrei dovuto parlare io.
–Ascolta … - esordii – la faccenda è lunghetta … - .
–  Stradlin,abbiamo un mucchio di strada fino a quando qualcuno di voi non mi dice dove andare. Quindi,prima cominci,prima finisci. - .
Giusto. Dove andare? Mi dissi che ci avrei pensato dopo,e che Saul e Steve dovevano sapere.
Così,armandomi di tanta pazienza,sputai fuori tutta la storia che avevamo raccontato a Michael qualche sera prima. Ignorando i vari ‘’siete malati!’’ e ‘’sapevo che eravate delle checche,ma non dei criminali!’’ indignati di Saul,giunsi fino a quando l’avevo visto salire sul palco qualche ora prima.
– Ah,io credevo fosse un fan … - terminò il riccio.
– Birra? – chiese Duff interrompendo il silenzio idilliaco che era ritornato.
– Questo mi fa venir voglia di pisciare. Saulie,fermati al primo autogrill. – disse Steve.
– Saulie è carino. – disse Bill sogghignando,ancora ad occhi chiusi.
– Torna a dormire,checca criminale! Dammi una birra,man! - .
Rimasi a guardare fuori dal finestrino il paesaggio che sfrecciava fuori,chiedendomi cosa ne sarebbe stato ora del tour che avevamo sudato,e delle nostre vite.
Avevamo coinvolto anche Michael,Saul e Steve. Se fosse successo qualcosa a loro,non me lo sarei mai perdonato.  Qualche minuto dopo,uno stiracchiante Bill scendeva dalla macchina. Non sembrava per niente uno appena scappato a fortuna da un pazzo criminale che voleva ucciderlo.
Mentre mi avviavo verso l’entrata di quello che ai miei occhi sembrava il più rozzo bed & breakfast che io avessi mai visto con Saul e Steve,distrattamente mi voltai,e vidi Duff che fumava appoggiato all’auto accanto a Bill.
Li vedevo sorridere amabilmente,e la cosa mi irritò parecchio,tuttavia,decisi di entrare e ordinare qualcosa di caldo.
–Cazzo! Holly!- gridai,e corsi a cercare un telefono. 
– Ma ti pare questo il modo di sparire? Qui a New York non si parla d’altro! I Guns n’ Roses sono spariti,e i giornalisti mi seguono perché mi hanno vista con te e si aspettano che io sappia dove vi siete cacciati!- Holly gridava dall’altra parte del telefono.
–Lo so,Holly,tesoro,hai perfettamente ragione. Solo che adesso non posso spiegarti le cose come stanno. Trova un posto dove stare,torna da tua madre,non lo so. Appena abbiamo deciso dove andare,ti chiamo- .
– Okay,okay. Torno da mia madre. Per favore,sta lontano da quell’imbecille di Axl! – ridacchiai – Non preoccuparti,honey!- riagganciai e decisi di uscire a fumare una sigaretta.
Michael e Bill erano ancora lì e andai verso di loro.
– Man,dobbiamo trovarci un altro nome. Se continuiamo a suonare col nostro nome,quello ci trova e non fa a pezzi solo me e Jeff,ma tutti voi. – stava dicendo Bill.
Michael ora sembrava assorto nei suoi pensieri e annuì soltanto.
– Vado a pisciare- disse alla fine allontanandosi verso la porta.
Rimasi lì con Bill che si scompigliava i lucenti capelli rossi.
– Come stai?- mi chiese tranquillamente continuando a guardare dritto davanti a sè.
Mi voltai verso di lui continuando a fumare.’’ Come sto? Razza di coglione! Se tu avessi voluto ascoltarmi nel backstage avremmo risolto tutto prima!Ma no,tu devi sempre fare di testa tua!’’.
–Bene- decisi alla fine. – Hai avvisato Amy?- gli chiesi dopo un attimo di silenzio.
Lui scosse la testa.
–E’ dal suo ragazzo a New York,non credo che le importi dove sono io- disse. –Tu hai avvisato Holly?- .
Lo guardai ridacchiando
–Sì,l’ho chiamata prima. Ha detto che torna da sua madre- .
–Quindi c’è una vaga possibilità di non rivederla più? – mi chiese ridendo mentre si accendeva una sigaretta.
– No,le ho detto che quando ci saremmo sistemati l’avrei fatta venire da noi- .
– Peccato- disse aspirando una gran boccata.
Gettai a terra la cicca e mi decisi.
–Sai qual è la verità,Bill? Quando ho sentito i rumori in camera tua,ho subito capito che c’era qualcosa che non andava e sono corso! Quando poi l’ho visto lì sopra di te,ho temuto che potesse ucciderti,e allora ho visto tutta la mia vita passarmi davanti. Avresti dovuto ascoltarmi nel backstage! Sì,con Steve eravamo andati a prendere la roba e l’ho sentito che parlava lì del nostro concerto,di Axl Rose e che avrebbe voluto fare qualcosa!- gli dissi senza quasi prendere fiato,ma lui parve non avermi ascoltato minimamente.
– Aspetta qui -,mi disse prima di incamminarsi verso il locale.
Lo guardai allontanarsi domandandomi dove cazzo stesse andando,e poi entrai in macchina e accesi la radio.
Le note di ‘’Save me’’ dei Queen riempirono la macchina e il parcheggio circostante.  I clothed myself in your glory and your love, how I loved you, how I cried, cominciai a cantare…
 
Quella mattina avevo saltato la scuola,e l’unico posto sensato per non farmi beccare era il parco,e così,ero disteso tranquillamente sotto il mio albero preferito,in fondo al parco.
–Ehy tu!-.
Un ragazzino di circa la mia età mi guardava con aria scocciata. Mi parve di aver già visto quel viso lentigginoso da qualche parte,ma proprio non riuscivo a ricordarmelo.
–Sì?- gli risposi con calma.
–Questo è il mio albero!- mi gridò in risposta.
– Oh … e cosa posso fare perché diventi anche il mio?- dissi.
Il rosso mi guardò con aria spiazzata : probabilmente si aspettava che lo mandassi a quel paese.
– Ehm … potresti … potresti dirmi come ti chiami e se mi va a genio il tuo nome,quest’albero sarà anche tuo!- mi rispose con aria soddisfatta.
Io sorrisi.
– Mi chiamo Jeffrey Isbell. –
Lui mi tese la mano ed io la afferrai.
– Io sono William Bailey. E va bene,Jeffrey Isbell può andare!-
Bailey … William Bailey … Ma certo!
–Ma noi seguiamo insieme il corso di chimica!- gli dissi mentre lo guardavo sedersi accanto a me e tentare di sistemarsi la bandana rossa che aveva tra i capelli.
-Eh? Ah,sì,lo so. Sei seduto dietro di me. – mi rispose voltandosi a guardarmi.
Notai che aveva davvero degli occhi fantastici,di un verde incredibilmente intenso. Il suo sguardo indugiò sulla mia maglietta degli Aerosmith.
– Ascolti buona musica,Jeffrey Isbell!- mi disse dandomi una pacca sulla spalla. – Io adoro i Queen!- continuò.
– Allora credo che io e te diventeremo buoni amici,sai? – gli risposi sorridendo.
– Oh,puoi giurarci!- .

 
Sembrava quasi che un tornado stesse distruggendo l’auto,quando mi resi conto che era Bill che colpiva il finestrino a pugni.
– Ah,finalmente! – mi disse quando aprii lo sportello e gli permisi di salire in macchina. –Mi hai risparmiato il ‘’sali in macchina e non discutere’’.Uhm, figo, ’’Nevermore’’. –  continuò accendendo la macchina e accelerando.
Venni scaraventato contro il sedile,mentre lui imprecava non sapendo dove mettere le mani.
–Bill,vuoi che guidi io? – gli chiesi,ma lui mi mise a tacere con un cenno della mano.
Guidò incerto per un po’ tamburellando con le dita sul manubrio. Lo guardai accendendomi una sigaretta.
Non credevo che sapesse dove stesse andando,ma decisi di non farmi troppe domande per non andare nel panico più totale.
– Ascolta,ma i ragazzi lo sanno che hai preso l’auto?- .
–No.- mi rispose dopo un attimo di silenzio.
– E non credi che sia il caso di tornare indietro?- .
Guardò davanti a sé sorridendo sornione.
– No- .
– Conosci queste strade,Bill?- .
–No- mi rispose ancora.
Lo guardai a bocca aperta per poi abbandonarmi sul sedile.
Stavo andando incontro al nulla con William Bruce Rose,e la cosa non era rassicurante.
–Ti fidi di me?- mi chiese ad un tratto.
–No! Certo che no! Dove cazzo stiamo andando Bill?- gli gridai contro.
Lui fermò l’auto al centro della strada e mi guardò per un lungo minuto.
– Non te l’ho detto? Voglio fare l’amore con te.– mi disse ridendo mentre riprendeva la sua folle corsa.
 

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Capitolo 20
*** Since i've been loving you­ ***


Sentii che il moro rimase senza parole per un lunghissimo minuto,poi iniziò a starnazzare come una gallina a cui avevano appena rubato le uova:
-Bill,sei incredibile.. Stiamo scappando da un pazzo omicida,e hai lasciato metà della tua band in un autogrill nel bel mezzo del nulla,solo per fare l’amore con me?-
-Bhe,sì. Così sembra brutale,ma sì!-
-Okay.- disse alla fine rassegnato.
Sorrisi sotto i baffi e cercai di dominare la macchina: era veramente difficile! Percorsi l’autostrada buia fino a quando non intravidi ,in un campo trascurato,una vecchia casa abbandonata.
-Tieniti forte,Jeff- dissi prima di fare una manovra fottutamente azzardata con la quale superai il ciglio della strada ed entrai nel campo.
-Bill,tu sei un pazzo!- urlò Jeffrey,aggrappandosi al sedile.- Stasera sono sicuro che moriremo! Al ritorno guido io!-
-Mamma mia quanto sei agitato,Jeff. Forza scendiamo!-

La vecchia casa,vista da fuori,metteva un po’ d’inquietudine,ma decisi di entrare immediatamente. Così mi avvicinai,ed aprii la porta principale,che iniziò subito a cigolare.
-Bill,sei sicuro che sia un posto.. Ehm,adatto?- mi chiese Jeff titubante.
Mi guardai attorno. La casa era composta unicamente dal piano terra che aveva un’unica stanza,più un bagno. Nella stanza c’era una vecchia televisione con lo schermo rotto,e un materasso steso a terra.
-Bhe.. Avrei voluto portarti in un posto più bello.. Ma sai..-
-Non preoccuparti,va bene così. L’importante è averti qui..-
-Già..- dissi avvicinandomi lentamente- Sai,ehm,volevo dirti.. Grazie per avermi salvato la vita.-
-Bhe..- non diedi tempo al moro di finire la frase,perché lo nostre labbra si incontrarono prima.Gli cinsi i fianchi con le mani e feci aderire i nostri corpi mentre i miei baci si facevano sempre più affamati.
Sentivo il corpo caldo di Jeff tremare sotto il mio,e le sue mani si muovevano stranamente. All’improvviso sentii una stretta ai polsi e mi ritrovai sbattuto contro il muro.
-Ma,Jeff,che stai facendo?- gli chiesi,confuso
. -Tocca a me,adesso.- mi disse con un ghigno.
Capii al volo e sorrisi beatamente. Il moro iniziò a baciarmi il collo,famelico,sentivo la sua lingua ovunque,e mi lasciai andare a quella nuova e dolce sensazione.
Mi lasciò i polsi e sentii le sue mani che scorrevano lungo il mio ventre,e che finirono nel mio sesso. Lo sentii maledire la mia cintura,e quando finalmente riuscì a slacciarla,prese in mano il mio pene e iniziò a stringere e a muovere le mani,con movimenti regolari,sempre più velocemente.
Inziai ad ansimare,quando ad un tratto,si fermò e mi guardò con un sorriso bastardo stampato sul volto.
-Che diavolo stai facendo,Jeff?-
-Oh,stai zitto.-
Cademmo sul freddo pavimento di legno,e Jeff riprese a baciarmi.
-Voltati..- Porca troia! Voleva veramente andare fino in fondo!
-Sei sicuro?- chiesi con voce tremante.
-Sì.- disse deciso.
Mi voltai senza fare storie,e subito Jeff entrò in me con un grande sospiro.
Lo sentii uscire ed entrare,innumerevoli volte,fino a quando il moro non prese il mio membro in mano e ricominciò a masturbarmi. Venimmo insieme,su quel freddo pavimento di legno.
-Ti amo,Bill.- sussurò.
-Ti amo,Jeff.- risposi,ansimante.

Un’ora dopo eravamo in balia della furia di uno Slash alquanto incazzato.
-BRUTTE CHECCHE PSICOPATICHE,VOLETE DIRMI DOVE DIAVOLO VI ERAVATE CACCIATI? SONO PASSATE DUE ORE!-
-Slash,datti una calmata,avevamo delle faccende da sbrigare!- risposi mantenendo un tono di voce nella norma.
-IL CAZZO! SIAMO IN CLANDESTINITA’ SE NON VE NE SIETE ACCORTI!-
-Saul,smettila. Non risolverai niente così..- intervenne Duff.
-Okay,allora,come la mettiamo,Mike? Ci siamo fottuti un tour per colpa di questi due stronzi..-
-EH,NO. QUESTO NON DOVEVI DIRLO!-
Senza pensarci due volte mi scaraventai sul corpo massiccio di Saul,pronto a una rissa memorabile,ma delle braccia estranee mi agguantarono prima che il riccio potesse spaccarmi il muso. Erano le braccia di Steven.
-Ehm,ragazzi.. Non so se vi sembra il caso di litigare in un momento come questo.. Non dovremmo decidere che cosa fare?-
Rimanemmo tutti sbalorditi da quest’osservazione. Probabilmente era la prima affermazione intelligente che sentivo uscire dalla bocca del biondo.
-Hai ragione.- disse,stupito,Izzy.
-Bene,che diavolo facciamo?- richiese Steve.
-Allora,checche isteriche.. Io avevo pensato di scappare in Europa..- intervenne un Saul più calmo.
-Europa?- chiedemmo tutti in coro.
Certo,l’Europa era un gran bel posto,ma come ci saremmo arrivati fino a lì?
-Precisamente Londra. Sapete,io sono nato lì.. E non mi dispiacerebbe tornare a casa da mia nonna..-
-Oh,bhe.. Per me va bene!- esclamò Steve,eccitato.
Nel giro di pochi secondi tutti i ragazzi si mostrarono felici per questa proposta.
-Bhe,allora è deciso.. Partiamo per Londra!-




Devo ringraziare Ale per avermi aiutato a partorire questo capitolo. So che non è bellissimo,ma non sapete quanto ho sofferto a scrivere questa cosa. *scappa*

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