La parata del Narciso spinato di Marselyn (/viewuser.php?uid=106688)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. Plick ***
Capitolo 2: *** II. Nascondino ***
Capitolo 3: *** III. Bollente ***
Capitolo 4: *** IV. Pura ***
Capitolo 5: *** V. Luce ***
Capitolo 6: *** VI. Amare ***
Capitolo 7: *** VII. Forse, ***
Capitolo 1 *** I. Plick ***
Autore: Marselyn
Titolo:
La parata del narciso spinato
Pacchetto e
abbinamenti ricevuti: "Vedo ed approvo le cose migliori,
ma seguo le peggiori." Ovidio, Narcissa Black, male.
Altri personaggi:
Bellatrix Black, Andromeda Black e Lucius Malfoy
Note.
Non ho molto da dire, ma forse posso chiarire molto brevemente il
contesto di ciascuna drabble, onde evitare confusioni:
I. Prima sera,
arrivo al dormitorio.
II.
Incursione nel reparto proibito.
III.
Prima visita ai Tre Manici di Scopa.
IV.
Narcissa scopre la complicità tra Andromeda e Ted.
V. Narcissa viene
‘indirizzata’ a un matrimonio con Lucius.
VI.
La prima maledizione.
VII.
Nessun episodio in particolare.
La quarta
drabble non si svolge ad Hogwarts.
C’è un motivo particolare per cui ho chiamato Luce
la quinta drabble, ma non voglio rivelarlo prima, se no non
c'è bello.
Ho dovuto cambiare la forma della citazione, che in origine era:
“Vedo e approvo le cose migliori, ma seguo le
peggiori”, nella forma alla seconda persona singolare,
ovviamente per una questione di coerenza.
Riguardo al prompt, ossia ‘male’,
naturalmente è presente nei limiti di quella che
può permettere la natura di una bambina che passa
all’età giovanile; dunque è molto
graduale, è più che altro
‘l’evoluzione’ del male.
Non ho mai visto Narcissa come una persona cattiva, quindi mi sono
limitata a far sì che, non le creasse, ma venisse coinvolta
dalle situazioni, pur restando sempre sua l’ultima scelta. In
questo, ammetto, mi ha aiutato molto la figura di Bellatrix.
La
parata del narciso spinato
“Vedo
e approvo le cose migliori, ma seguo le peggiori”,
Ovidio.
I. Plick.
Qualcosa ti urta la fronte, ti
stordisce nel sonno. Nel buio dischiudi gli occhi e avverti un freddo
gelido, ospite della tua bianca pelle: ha bagnato qualche chiaro
capello ribelle e ti ha messo i brividi.
Plick.
Una gocciolina.
La mano si
muove svelta e il suo dorso giglio le asciugherà, quelle
lacrime del lago appena sopra di voi. Così sudato,
così stanco.
Poi ti
volti dall’altra parte.
Bellatrix è entusiasta, dice che ci farai
l’abitudine, ma è freddo e umido lì,
tesoro: non è proprio come lo immaginavi.
Ma ti ci
abituerai, Narcissa, aspetti solo il momento.
Plick.
Capirai
perché dormire sotto un lago per loro è tanto
importante.
[110 parole]
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Capitolo 2 *** II. Nascondino ***
La
parata del narciso spinato
“Vedo
e approvo le cose migliori, ma seguo le peggiori”,
Ovidio.
La
biblioteca ti è sempre piaciuta.
L’odore rassicurante dei libri, il debole lume
delle candele,
il fruscio familiare delle pagine, il respiro tranquillo degli
studenti. Tutto è così anonimo, tutto
così protettivo.
“Allora?”
Non avresti mai immaginato che quel luogo potesse diventare
il
nascondiglio di una colpa.
“Sei
con me,
Cissy?”
La Biblioteca nel reparto proibito non ha lo stesso odore, o
suono, o
calore sulla pelle.
E’ sbagliata.
E’ male.
E mentre annuisci e gli occhi lucidi nascosti
all’ombra
tremano, tesoro, senti scivolare via una parte di te vicina al cuore. E
capisci di cosa quel luogo sarà il nascondiglio.
Bellatrix sorride.
Della parte, Narcissa, di te più bambina.
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Capitolo 3 *** III. Bollente ***
La
parata del narciso spinato
“Vedo
e approvo le cose migliori, ma seguo le peggiori”,
Ovidio.
III. Bollente.
“Lo
senti, Cissy?”
C’è chiasso e un buon odore ai Tre Manici di Scopa.
“C’è
puzzo di Sanguesporco”.
Annuisci, ma non riesci a sentire nient’altro che il dolce
aroma della Burrobirra.
Bellatrix ti indica una ragazza che sorride agli amici, ha una pinta
fumante davanti.
Per poco.
Un bicchiere vicino esplode e la pinta lievita nella confusione, per
atterrare tra di voi senza uno schizzo.
Sorridi.
“Dividiamola!”, allunghi la mano, ma una bacchetta
ti stiletta il dorso.
“Non abbiamo bisogno della carità di una
Sanguesporco!”.
E con mano imperiosa e occhi terribili spazza la pinta per aria.
La burrobirra è bollente, tesoro: ti brucia il viso e non
concede lacrime.
[110 parole]
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Capitolo 4 *** IV. Pura ***
La
parata del narciso spinato
“Vedo
e approvo le cose migliori, ma seguo le peggiori”,
Ovidio.
IV. Pura.
E’
strano.
Non
l’avresti mai detto: Andromeda è una creatura
silenziosa e giudiziosa, come una gatta sempre presente e dai grandi
occhi muti. Eppure con lui rideva, parlava e gesticolava: non ti
sembrava lei.
I tuoi la
rinnegherebbero, Bella la ripugnerebbe, a te spetta molto
meno: ti basta biasimarla.
Ma ti
sembra innaturale, il tuo corpo rifiuta l’idea di un
giudizio.
Perchè
è così difficile?
Forse
perchè stava bene?
Forse
perchè con lui è perfetta come una
scogliera vibrante?
Ma lui
è sbagliato, impuro, sporco.
“Bella, devo
parlarti”.
Non
tremare, tesoro, non stai sbagliando.
Non
è forse nella tua natura? Vedi e approvi le cose
migliori, ma segui le peggiori.
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Capitolo 5 *** V. Luce ***
La
parata del narciso spinato
“Vedo
e approvo le cose migliori, ma seguo le peggiori”,
Ovidio.
V. Luce.
Non
è mai stata una tua scelta, unirti ad un nome e non ad un
cuore. Non speravi diversamente, perchè è giusto
così.
Ma
c’è un cuore dietro ogni nome, è forse
ghiacciato il suo?
Potrai scioglierlo, come sciogli i tuoi capelli; e se è di
pietra lo levigherai di carezze; e se di ombra lo illuminerai con la
tua iride; lo tingerai, se è incolore, dei sussurri della
tua bocca.
Lo amerai
come fosse sbagliato, lo correggerai nella sua esattezza.
Ascolta;
ascolta il mondo e la sua scelta.
Credi,
credi che sarà amore, tesoro, e corri in quel solo brivido.
Non
può essere male
amare ciò che è giusto.
[110 parole]
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Capitolo 6 *** VI. Amare ***
La
parata del narciso spinato
“Vedo
e approvo le cose migliori, ma seguo le peggiori”,
Ovidio.
VI. Amare.
“Sei debole”;
Non avresti
mai immaginato di farlo, non avresti osato pensarlo: non conosci
brividi per questo, non conosci vergogna e non vive perdono.
“O
sei forte, Cissy?”
Non conosci
scelta nella sua voce e negli occhi urla una spaventosa certezza.
Forte come
una lacrima, se potessi esserlo!, e scivolare nella tua debolezza e con
la tua imperfezione, come un fiore, ripiegarti su te stessa e
nasconderti nel timore, appassire in silenzio.
E
amare.
Ma non
c’è forza nella tua debolezza e la
fragilità spezza il tuo cuore come un esile ramoscello
d’inverno.
“Fallo.”
Sei debole
o forte, tesoro?
E’
una parola.
“Crucio.”
Fragile
come un attore, forte come l’orrore.
[110 parole]
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Capitolo 7 *** VII. Forse, ***
Ringrazio
chi ha seguito, preferito, ricordato e recensito le
drabble. Vi ringrazio per il calore delle vostre parole, per me che non
pubblicavo da parecchio è stato davvero un balsamo.
Ringrazio Herms, per aver indetto questo contest, per
avermi fatto avvicinare per la prima volta a Narcissa ♥ e
per il
bellissimo giudizio. Grazie, grazie!
À
bientôt!
3) La parata del Narciso spinato, Marselyn: 46,40.
VALUTAZIONE:
Grammatica e sintassi: 9,40/10
-0,20x2=0,40 per maiuscola: Seconda drabble, Reparto Proibito. Terza
drabble, Burrobirra.
-0,20 per pronome: Settima drabble, “ti bussa”,
toglierei il “ti” se fossi in te.
Stile e Lessico: 9/10
Il
lessico mi piace molto, è vario, mai ripetitivo ed
elaborato. L'unica
cosa che non mi convince è quel paragone nella quarta
drabble, quando
dici “come una scogliera vibrante”.
IC e caratterizzazione: 14/15
La
caratterizzazione non è male, mostri i dubbi che si celano
dietro la
maschera che Narcissa è costretta ad indossare, e lo fai
senza mai
cadere nel banale, senza riprendere il clichè del povero
serpeverde
costretto ad essere ciò che non è. Non male,
brava.
Uso citazione e promt: 5/ 5
Punteggio pieno, complimenti.
Gradimento Personale: 9/10
La
raccolta mi è proprio piaciuta, Narcissa non è un
personaggio semplice
da interpretare e tu sei riuscita a renderla realistica, e con uno
stile che mi ha veramente colpito. Complimenti.
Totale:
46,40/50
La
parata del narciso spinato
“Vedo
e approvo le cose migliori, ma seguo le peggiori”,
Ovidio.
VII. Forse,
Delle volte
ti chiedi se non è sbagliato.
Nessuno ti
concede di dubitare, e così ti capita di domandare a te
stessa se tutto è andato per il verso giusto.
Hai appreso
il valore del verde e ne hai fatto la tua sfumatura, hai avanzato un
passo dove alla tua pianta non era concesso di germogliare, hai
imbrogliato il desiderio desiderando il dovere.
E hai
ostacolato il bene, favorendo il male.
Allora ti
bussa il forse e ti domanda se tutto è andato come doveva
andare, se poteva andare diversamente.
E ti chiedi
se non sbagli ancora, tesoro, se non è ancora male:
disperare
così spesso la clemenza del dubbio.
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