La padrona degli elementi

di Aquarius no Lilith
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: il ritorno e l'incontro con i comandanti ***
Capitolo 3: *** Sentimenti e chiarimenti ***
Capitolo 4: *** Decisioni e sorprese ***
Capitolo 5: *** la lettera e l'arrivo sull'isola della nebbia ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Mi chiamo Ayumi e sono una piratessa.
Faccio parte della ciurma di Barbabianca e ho il potere di usare indistintamente tutti gli elementi.
Sono cresciuta su un’isola con mia madre, che in passato era stata un membro della Marina che poi aveva lasciato, per sposare mio padre, che era un pirata.
Lui non so chi sia dato che non l’ho mai incontrato e mia madre non mi ha mai detto il suo nome.
In poche parole ho vissuto un’infanzia tranquilla fino a quando, all’età di dieci anni, ho mangiato un frutto del diavolo che mi ha permesso di usare sia l’acqua, il fuoco, il vento e la terra.
Da quel momento mi sono sempre allenata per sviluppare delle tecniche molto forti, per fare in modo che nessuno dovesse difendermi.
Però, poco tempo dopo che mangiai il frutto del diavolo, la mia vita cambiò radicalmente con l’arrivo di una persona inaspettata, cioè Barbabianca.
Giunse in un giorno qualsiasi sulla nostra isola con un'enorme nave che, a causa della forma della prua, sembrava un’enorme balena.
Mi trovavo per caso sulla spiaggia e quell'uomo mi si avvicinò e chiese: << Gentile bambina, potrebbe dirmi dov'è la donna che abita su quest'isola?  >>
Ed io: << Ti riferisci forse a mia madre...
In questo momento si trova a casa a leggere i suoi libri di storia, come al solito >>.
<< Ti sarei grato se mi accompagnassi da lei allora, perché dovrei parlarle >>.
<< Allora seguimi e fai attenzione a non perdermi mai di vista perché, se ti perdi nella pineta, sarà difficile per te ritrovare la strada verso la spiaggia >>.
<< Ma non mi chiedi neanche chi sono?  >>.
<< No, dato che penso che tu sia una persona buona e perché mia madre mi disse tempo fa, che le persone che conoscono quest'isola sono solo nostri amici.
Io comunque mi chiamo Ayumi e ho undici anni e mezzo >>.
E lui, ridendo, disse:<< Gurararara! Mi sei simpatica Ayumi!
Io invece sono Barbabianca e sono il capitano della nave che hai visto sulla spiaggia e sono un pirata >>.
Ed io gli sorrisi a quelle parole, in fondo era la prima persona che vedevo oltre a mia madre, in undici anni di vita.
Dopo questa breve conversazione, non aprimmo più bocca finché non uscimmo dalla pineta e ci dirigemmo verso casa mia.
Quando ormai eravamo vicinissimi, chiamai ad alta voce mia madre, che uscì subito.
Non ebbi il tempo di dirle nulla, che le vennero le lacrime agli occhi non appena vide l'uomo alle mie spalle e, avvicinandosi a noi, disse con la voce strozzata dal pianto: << Come mai sei tornato a trovarmi Barbabianca dopo dieci anni, eh?
Non mi hai mandato via tu stesso senza una valida spiegazione? >>.
Al sentire queste parole rimasi di sasso.
Allora si conoscevano da tanto tempo e perché lui l'aveva mandata via dieci anni prima?
Per quanto riguardava mia madre, sapevo solo che dopo diversi anni passati prima da marine e poi da piratessa, si era rifugiata su quell'isola dov'ero nata per allevarmi al sicuro, lontana da tutto e da tutti.
E nel frattempo Barbabianca le rispose: << Mi dispiace ancora adesso per come mi comportai con te allora, ma lo feci solo per salvarti la vita.
Infatti, la Marina voleva ucciderti, perché sapeva che così, mi avrebbe inferto un colpo terribile al cuore.
E così ho aspettato dieci anni affinché la situazione si calmasse e potessi venire a trovarti senza che corressi dei rischi >>.
E mia madre:<< E non hai mai pensato a come io mi sia sentita quando mi hai allontanato da te?
Pensi che sia stato semplice per me andare avanti nella vita di tutti i giorni senza di te, l'uomo per cui avevo lasciato tutto alle mie spalle e per cui ero pronta a morire?
Come puoi pensare di tornare da me dopo tutto questo tempo e pensare che sarai accolto benevolmente? >>.
<< Hai ragione Kaori, però, prima di andarmene, mi basta anche solo scambiare poche parole con te in privato >>.
Allora mia madre si rivolse a me, dicendomi: << Ayumi fai pure quello che vuoi, perché io per un po' sarò impegnata >>.
A quelle parole mi riscossi dallo stato d’incoscienza in cui mi trovavo a causa dei mille pensieri che mi frullavano in testa e feci appena in tempo a vedere Barbabianca seguire mia madre in casa e chiudersi la porta dietro di sé.
Allora mi diressi nuovamente verso la spiaggia, però mi fermai prima di raggiungerla, infatti, alcuni dei pirati di Barbabianca erano scesi sulla spiaggia e lì si erano accampati.
E poiché non avevo voglia di parlare con loro, mi diressi dall'altra parte dell'isola, vicino alla pianura che si estendeva ai piedi del monte che con la sua enorme altezza, dominava tutta l'isola.
Giunta qui, cominciai ad allenarmi come al solito e, per prima cosa cercai di rafforzare il mio muro difensivo di terra, attaccandolo con colpi d'acqua, aria e fuoco.
Il muro si mostrò più resistente del solito, riuscendo a sopportare tre attacchi consecutivi di fuoco e di aria, infatti, l'ultima volta, dopo solo un attacco di aria e uno di fuoco, era crollato. Mentre mi concentravo per richiamare il potere del fuoco sul mio braccio destro, mi vennero all'improvviso in mente le parole pronunciate da mia madre poco prima che indicavano Barbabianca come l'uomo per cui si era lasciata dietro tutto quello che le era più caro e, ricordando ciò che lei mi aveva detto su mio padre, mi veniva il dubbio che fosse lui, mio padre.
Però cercai di scacciare immediatamente quel pensiero, per concentrarmi sull’allenamento, ma la mia concentrazione era ormai svanita e quindi salii sul picco della montagna più basso, per riflettere.
Guardando verso la nave ormeggiata sulla spiaggia, mi ritornò alla mente il mio desiderio mai espresso a mia madre, di vedere il mondo fuori dall'isola che m’incuriosiva e che avevo sempre cercato di immaginare, leggendone le descrizioni sui libri di mia madre.
Mentre la mia testa era percorsa da questi pensieri, la mia attenzione fu attirata dai rumori di armi che si scontravano contro altre armi e, guardando la spiaggia, vidi i pirati combattere contro altre persone e, poi sentii chiaramente un urlo di dolore di mia madre.
Allora scesi giù subito dal picco e, correndo il più velocemente possibile, mi diressi verso la spiaggia.
Una volta arrivata qui, vidi Barbabianca combattere contro un tizio che gli lanciava attacchi di ghiaccio e mia madre a terra, con una ferita che si allungava dalla spalla fino al gomito. Nonostante quella ferita era ancora cosciente e guardava con apprensione Barbabianca, che combatteva.
Subito mi avvicinai a lei e chiesi: << Che cosa succede mamma? >>.
E lei:<< La Marina ha mandato all'inseguimento di Barbabianca un nuovo capitano di nome Aokiji che ha il potere del ghiaccio, sperando di riuscire a batterlo, ma inutilmente.
Poi, dato che anch'io sono ancora ricercata per via di ciò che ho fatto tempo fa, ha attaccato anche me, però io non avendo più i riflessi di una volta, ho risposto in ritardo al suo attacco e sono stata ferita.
Inoltre ho anche costatato che il mio controllo sull'haki è diminuito e quindi, anche attacchi che un tempo non mi costavano nulla, ora per me sono difficilissimi.
Però tu torna a casa, perché è meglio che tu non combatta, dato che non sei ancora pronta >>.
<< D'accordo, però anche tu dovrai tornare a casa con me, perché ti devo curare la ferita >>.
<< No, non posso stare con le mani in mano, mentre i miei ex compagni combattono >>.
Detto questo, cercò di alzarsi in piedi, ma barcollò notevolmente e feci appena in tempo a prenderla prima che cadesse a terra.
Allora, alzando il viso con un'espressione arrabbiata, disse:<< Se solo non avessi smesso di esercitarmi con l'haki, questo non sarebbe successo... >>.
<< Mamma, lo sai bene quanto me, che se avessi continuato la tua malattia, sarebbe solo peggiorata >>.
Alle mie parole divenne scura in viso e si girò a guardare verso Barbabianca che stava ancora combattendo, anche se da una sola occhiata si poteva capire che stava vincendo.
A un certo punto però, vidi che l'uomo che stava combattendo con lui, si era voltato verso di noi e all’improvviso aveva gridato qualcosa che però non avevo capito.
Non feci in tempo a pensare che cosa fosse successo, che sentii mia madre dire: << Barriera di haki!>>.
La barriera respinse l'attacco, ma mia madre cadde a terra, svenuta.
Allora pensai: come osava quell'uomo colpire una donna, per di più ferita?
Era solo un vigliacco, ecco cos'era. 
Allora trascinai mia madre nella pineta, al riparo dalla battaglia, dopo di ciò mi diressi verso quell'uomo che mia madre aveva chiamato con il nome di Aokiji e che aveva osato attaccarla. E lui, volgendosi verso di me, dopo avermi guardato dalla testa ai piedi, disse: << Chi sei bambina?
Torna a casa tua a giocare con le bambole poiché questo non è il posto adatto a una bambina della tua età >>.
Ed io: << E tu chi sei, per impormi quello che debba fare, eh?
Poi mi hai fatto anche arrabbiare, poiché hai cercato di colpire me e mia madre >>.
E lui, guardandomi con una faccia stupita, disse:<< Quindi tu sei sua figlia.
Non lo avrei mai detto...
Però, bambina, dovresti comunque sapere che tua madre oramai per noi fa parte della peggiore feccia dei pirati, dato che tanto tempo fa si è rivoltata contro i suoi stessi compagni...
E questo dunque la rende una criminale da catturare >>.
Queste sue parole mi fecero infuriare ancora di più e gli avrei risposto nuovamente a tono, se non fosse stato che, appena ebbe finito di parlare, fu scaraventato a terra dal pugno in pieno viso arrivatogli da Barbabianca.
E quell'uomo, rialzandosi, si rivolse a Barbabianca con fare strafottente:<< Ora hai bisogno di una bambina che mi distragga, per battermi?
Sei veramente caduto in basso, pirata >>.
A quelle parole Barbabianca si fece scuro in volto e fece per riprendere a combattere, ma il marine volse verso di me un braccio e urlò: << Ice ball >>.
Fu questione di un attimo e mi ritrovai rinchiusa in una sfera di ghiaccio enorme.
Allora mi concentrai, richiamando a me il potere che avevo sul fuoco e, concentrandolo sulle mie braccia, diedi origine a un'enorme ondata di fuoco che sciolse la sfera dentro la quale ero rinchiusa.
Quando il vapore si diradò, fui in grado di vedere nuovamente la spiaggia e, potei osservare come quella mossa avesse stupito tutte le persone presenti.
Per tutta risposta a quel colpo infertomi da quel marine, trasformai il mio pugno in terra e colpii il terreno, generando una scossa simile a quella di un terremoto, sconvolgendo così ancora di più i presenti.
Per questo motivo appena la scossa finì, i marine si ritirarono sulla loro nave e cominciarono a tremare di paura.
Allora il loro capo disse, rivolgendosi a Barbabianca:<< Per oggi avete vinto, ma aspettatevi di perdere la prossima volta >>.
Detto, questo salì sulla sua nave e poco dopo, lui e i suoi marine presero il largo.
Subito dopo i pirati cominciarono a esultare e si diressero verso la nave, per andarsi a curare le ferite riportate probabilmente.
Allora Barbabianca mi si avvicinò e disse:<< Come hai fatto ad usare fuoco e terra insieme? Hai forse mangiato un frutto del diavolo che te lo permette... >>.
Ed io:<< E' così, però a volte non riesco a mantenere il controllo sul potere dell'acqua e questo mi causa dei problemi... >>.
Allora, avvicinandosi un uomo a Barbabianca disse, rivolgendosi a lui e a me:<< Potrebbe aver mangiato quel frutto del diavolo che si dice avesse creato uno scienziato della Marina per combattere la pirateria, che combinava i poteri dei quattro elementi e che si credeva fosse andato perduto, poiché il suo creatore era scomparso con esso...
Però ciò che non riesco a capire, è come sia potuto arrivare qua su quest'isola sperduta... >>.
E Barbabianca: << Potrebbe averlo lasciato qui per disfarsene, sperando che nessuno mai lo trovasse... >>.
Allora io, rivolgendomi a lui, dissi:<< Io so soltanto di averlo trovato nel bosco non meno di un anno fa e scusatemi, ma ora devo andare a vedere come sta mia madre >>.
Detto questo, voltai loro le spalle e mi diressi, dove avevo lasciato mia madre svenuta nella pineta e la ritrovai lì ancora nello stesso stato.
Mi fermai un attimo a pensare su come potessi trasportarla a casa, ma non passò molto tempo, che mi ritrovai accanto Barbabianca che prese mia madre in braccio e si diresse, attraverso la pineta, alla spiaggia.
Di qui salimmo sulla sua nave e, seguendo Barbabianca negli intricati corridoi, arrivammo davanti a una cabina dalla porta spalancata, ove lui posò mia madre sul letto.
Dopodiché uscì ed io rimasi lì a fare la guardia a mia madre, però in poco tempo arrivò un uomo che doveva essere un medico, accompagnato da Barbabianca che oltre a visitarla, le fasciò la ferita sul braccio.
Finito di fare ciò, rivolgendosi a Barbabianca e a me, disse:<< Questa ferita non è grave e quindi dovrebbe guarire nel giro di tre settimane al massimo.
Però mi preoccupa a causa di ciò che mi è stato raccontato, il fatto che abbia usato così tanto haki tutto insieme, senza essere più molto allenata...
Ciò potrebbe averle causato dei danni seri, ma non ne potremo sapere di più, finché non si sveglierà >>.
Queste parole mi fecero venire le lacrime agli occhi dalla rabbia …
Che cosa aveva voluto dire?
Che mia madre probabilmente avrebbe avuto qualche ripercussione sulla sua salute, per ciò che aveva fatto per proteggermi?
Non potevo credere che era tutta colpa mia...
Non riuscendo a sopportare una cosa del genere, rifeci al contrario il percorso fatto prima correndo e, appena fui fuori dalla nave, mi andai a rifugiare nel mio posto segreto, cioè il picco più alto della montagna che si trovava sull'isola.
Qui nessuno mi avrebbe disturbato e avrei potuto riflettere per conto mio...
Quando ormai era tramontato il sole, mi diressi verso la nave di Barbabianca e non appena salii sulla poppa della nave, me lo ritrovai davanti.
Il suo sguardo faceva intuire che dovesse essere molto stanco e provato, però nonostante ciò, nel suo insieme aveva sempre un aspetto imperioso che incuteva timore soltanto a guardarlo... Come si accorse della mia presenza, rivolgendomi un sorriso tirato, disse:<< Kaori, ormai sta bene però non riesce ancora a reggersi in piedi da sola, quindi sarebbe meglio che rimanga qui ancora per un po'.
Appena si è svegliata, ha chiesto di te e quindi sarebbe meglio, se tu ora andassi da lei >>.
Detto questo, mi guidò nuovamente alla cabina, dove si trovava mia madre, però prima di raggiungerla mi fermai e, rivolgendomi a lui diedi voce ai pensieri, che mi affollavano la mente.
<< Vorrei sapere qualcosa di più su di te Barbabianca.
Hai qualche legame con mia madre?
Perché sei venuto a cercarla?
Perché quando ti ha visto, è scoppiata a piangere? >>.
E lui: << Alle tue domande, è meglio che risponda Kaori e non io, poiché ora ho da fare... >>. Ed io:<< Come mai non vuoi rispondermi?
Forse lo fai perché tu sei colui per cui mia madre ha lasciato tutto e da cui poi è stata anche abbandonata...
Forse allora sei proprio colui che le ha infranto il cuore in mille pezzi... >>.
A queste parole divenne scuro in viso, ma il tutto fu interrotto dalla voce di mia madre, che uscì dalla porta accanto a noi e che diceva: << Ayumi sei qui? >>.
Quelle parole richiamarono subito la mia attenzione cosicché, dimenticandomi di ciò che stava succedendo, mi precipitai subito da mia madre.
Era sdraiata in mezzo ai cuscini e nonostante si vedesse che era esausta, mi fece un enorme sorriso.
Poi, guardandomi con viso preoccupato, disse:<< Ayumi stai bene?
Ho saputo che ti sei battuta contro quel capitano della Marina di nome Aokiji... >>.
Ed io:<< Sono sana come un pesce, quindi tranquillizzati, mamma.
Tu piuttosto...
Il medico ti avrà detto che la tua ferita si rimarginerà solo tra tre settimane, quindi devi stare a letto e muovere il meno possibile quel braccio >>.
<< Lo so, e sinceramente non avrò problemi a farlo >>.
Dopo un po' esordì con questa frase:<< Certamente tu, Ayumi vorrai sapere chi sono Barbabianca e queste persone e perché sono venute a cercarmi >>.
<>, le risposi con decisione.
E lei sospirando disse: << Questa è la ciurma di cui entrai a far parte, dopo aver tradito la Marina...
E qui ho conosciuto tuo padre, oltre ad aver passato gli anni migliori della mia vita... Barbabianca è venuto a cercarmi solo ora, poiché la Marina aveva scoperto, non si sa come, dove mi trovavo e quindi, dato che rimango pur sempre una sua vecchia compagna di battaglie, è venuto a prendermi per portarmi in un luogo più sicuro >>.
Quelle parole così confermarono i sospetti, che mi erano sorti a causa del suo precedente comportamento con Barbabianca e, allora, le chiesi:<< Ma se papà fa parte di questa ciurma, perché non è venuto a trovarci? >>.
E mia madre, volgendo lo sguardo altrove, disse:<< Mi hanno raccontato del tuo enorme coraggio nell'attaccare quell'Aokiji, nonostante la tua giovane età e di come tu lo abbia costretto alla ritirata, poiché non sapeva cosa aspettarsi da te, dopo che ti aveva visto maneggiare due elementi completamente diversi tra loro >>.
<< Non è stato nulla di che, però ciò che ho fatto ha stupito tutte le persone presenti e questo mi lascia allibita, sinceramente.
Inoltre un uomo di Barbabianca ha detto qualcosa rispetto a un frutto creato dagli scienziati della Marina, che aveva gli stessi poteri del mio...
Questo spiegherebbe il fatto che non si conoscono altre persone con i miei stessi poteri... >>.
Mia madre fece per rispondermi, ma fummo interrotte dal bussare alla porta.
Così mia madre disse:<< Avanti >>.
Come si aprì la porta, vedemmo entrare Barbabianca che, dopo aver chiuso la porta ed essersi seduto su una sedia vicino alla porta, rivolgendosi a me e a mia madre disse: << Sono qui per parlare della vostra situazione.
Poiché la Marina ha scoperto dove ti trovi, Kaori, qui saresti solo in pericolo e quindi ti propongo di seguirci, fino a quando non troveremo un'isola su cui potrai ritirarti e naturalmente Ayumi potrà seguirti, se lo vorrà.
Inoltre Ayumi se vorrà diventare un giorno, un membro della mia ciurma, sarà certamente la benvenuta >>.
E mia madre:<< Accetto l'offerta che mi proponi Barbabianca e ti ringrazio per la tua gentilezza.
Inoltre, per quanto riguarda Ayumi, penso sinceramente che diventerà un membro della tua ciurma, poiché ha sempre sognato di diventare un pirata, non è vero Ayumi? >>.
Ed io assentii con la testa e a questo segno affermativo Barbabianca mi fece un enorme sorriso, come risposta.
Quindi, dopo averci salutato, uscì e ci lasciò sole.
Una settimana esatta dopo questo colloquio, salpammo dalla nostra isola e mentre ci allontanavamo, guardandola per un'ultima volta, mi resi conto che una parte di me sarebbe sempre rimasta lì.
Dopo quattro mesi dalla nostra partenza, mia madre si fermò su un'isola, dove non c'era quasi nessun contatto con il mondo esterno, mentre io rimasi sulla nave, affidata alla custodia di Barbabianca.
Nel frattempo avevo conosciuto una bambina della mia stessa età che abitava anche lei sulla nave con cui ero andata subito molto d'accordo che si chiamava Shiori che mi teneva molta compagnia.
Passai così altri due anni sulla nave di Barbabianca, allenandomi per diventare più forte, finché all'età di tredici anni e mezzo, mi feci tatuare sulla spalla destra il simbolo della ciurma di Barbabianca, e da quel momento, così sono cominciate le mie avventure.
 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: il ritorno e l'incontro con i comandanti ***


Era mattina presto quando salii sulla Moby Dick e potei osservare come non ci fosse nessuno sul ponte, evidentemente avevano esagerato la notte prima con le bevute e di conseguenza stavano ancora dormendo, pensai tra me e me.
Senza farmi notare sorpassai i due pirati di guardia e scesi giù in coperta, infatti, prima di parlare con il resto della ciurma dovevo parlare con il babbo.
Dopo un po' di tempo arrivai davanti alla porta dello studio del babbo e bussai.
Non appena gli sentii rispondere:<< Avanti >>, aprii la porta ed entrai.
La stanza in quegli anni che ero stata lontana dalla nave non era cambiata per niente: c'era sempre la scrivania con sopra le carte per la navigazione e, dietro la grande finestra che faceva vedere il mare e l'enorme libreria a fianco della scrivania piena di libri.
Il babbo mi dava le spalle, poiché stava guardando fuori dalla finestra e come si voltò, vedendomi, sorrise e disse:<< Ayumi, sono felice di rivederti.
Pensavo però che saresti tornata minimo tra due settimane, visto dove ti trovavi... >>.
Ed io:<< Sono partita non appena mi hai telefonato e, per mia fortuna, ho trovato subito una nave diretta su quest'isola che è approdata stamattina ed eccomi qui! >>.
<< Capisco.
Ora vorrai sapere come mai ti ho richiamato sulla Moby Dick, con tanta urgenza... >>.
<< Senza dubbio, perché non mi hai fatto terminare il compito che mi avevi assegnato >>.
<< Ti ho richiamato per due motivi: il primo è che abbiamo saputo che di lì a poco sarebbe giunto in quella base Akainu e dunque per te sarebbe stato pericoloso continuare a stare in quel luogo.
Il secondo motivo, invece, è che, ripensandoci, mi è sembrato avventato averti mandato in una missione del genere da sola, in mezzo a tutti quei marine >>.
Ed io, arrabbiandomi, dissi:<< Qual è il problema scusa, babbo?
L'ho già fatto un sacco di volte e poi, se fosse servito, mi sarei certamente battuta contro quel maledetto di Akainu!
Non avresti dovuto richiamarmi qui, sapendolo >>.
E il babbo per nulla turbato dal fatto che stavo quasi urlando disse:<< Sono certo del fatto che lo avresti affrontato in uno scontro fino all'ultimo respiro, però, anche se avessi vinto, ti saresti ritrovata in inferiorità numerica e avresti rischiato di essere catturata dalla Marina...
Inoltre sei un membro della mia ciurma e non voglio che ti succeda qualcosa di brutto...
Però vorrei sapere ciò che hai scoperto durante la  missione >>.
<< Ho scoperto delle cose molto importanti e di cui vorrei parlarti al più presto, babbo >>.
<< Non ora, Ayumi.
Sarai stanca morta per il viaggio e inoltre vorrei che comunicassi ciò che hai scoperto anche ai comandanti delle 5 flotte. 
Perciò ora torna nella tua vecchia cabina che è stata gentilmente rimessa a posto dal capo delle mie infermiere e fatti una bella dormita >>.
<< D'accordo babbo.
Farò come hai detto e l'incontro con i comandanti, a che ora sarà? >>.
<< Sarà alle nove e trenta, ti va bene? >>.
<< Certamente e ora vado nella mia cabina >>.
Detto questo, mi voltai e mi diressi verso la porta.
Quando uscii nel corridoio, mi avviai subito verso la mia cabina che era la prima a destra, dopo quella del babbo.
Entrando mi sembrò di tornare bambina, infatti, era rimasto tutto come lo avevo lasciato anni prima, quando ero partita per la mia prima missione.
Il letto contro la parete sinistra della cabina con accanto al comodino e, dall'altra parte, vicino alla porta del bagno a destra l'armadio e, a sinistra davanti al letto la scrivania con sopra i libri e altri oggetti.
Era tutto uguale, tranne il fatto che le lenzuola erano state cambiate e la scrivania spolverata. Guardando i libri sulla scrivania, mi venne in mente quando, da bambina, mia madre me li leggeva, per farmi addormentare.
E, vicino al portapenne, c'era ancora la foto di me, mia madre e il babbo per il mio tredicesimo compleanno in cui sembravamo una famiglia vera e propria...
Questa cosa mi fece tornare in mente il fatto che, crescendo, mi ero resa conto che tra loro doveva esserci stato qualcosa, a causa del comportamento che avevano l'uno verso l'altra.
Fui però distratta da questi pensieri dall'improvviso brusio proveniente dal corridoio che doveva indicare il risveglio della maggior parte della ciurma, e questo, mi fece rendere conto che ero ancora sulla soglia della mia cabina e, dopo essere entrata, chiusi la porta.
Poi posai la mia borsa da viaggio sul letto e andai ad aprire l'armadio per metterci dentro i miei abiti, però, con mia grande sorpresa, trovai l'armadio già occupato da abiti della mia taglia, che erano dei miei colori preferiti, cioè blu, viola e nero.
Erano tutti molto belli e mi ripromisi di ringraziare poi chi mi aveva fatto quel bello, quanto inaspettato regalo.
Appesi agli attaccapanni liberi alcuni dei miei abiti e poi andai in bagno.
Qui, dopo essermi spogliata, feci una lunga doccia calda che mi rilassò completamente e dopo essere uscita dal bagno in accappatoio e con un asciugamano in testa, mi dedicai alla scelta degli abiti da indossare.
Dopo un po', scelsi una maglia senza maniche viola, una minigonna di jeans cui abbinai una cintura con la fibbia a forma di luna crescente e un paio di stivaletti viola corti che ricadevano con morbidezza sulla caviglia, con un fiocchetto del medesimo colore.
Allora guardai l'orologio e vidi che erano soltanto le otto e un quarto, quindi asciugai i miei capelli con una ventata d'aria calda del deserto e mi sedetti alla scrivania, dove avevo appoggiato, il mio loge pose e il mio diario.
Come aprii il diario, vidi subito la mia vecchia fotografia con il mio ex ragazzo che era stato il mio primo e unico amore e che amavo ancora, nonostante non lo vedessi da ormai quasi tre anni...
Era bellissimo e mi mancava tantissimo, inoltre, nel fondo del mio cuore speravo che mi volesse ancora bene nonostante tutto ciò che era successo...
Con il dorso della mano destra mi asciugai la lacrima solitaria che mi scendeva sulla guancia e cercai di pensare a qualcos'altro.
Perciò, presi un libro a caso e mi misi a leggerlo distrattamente nell'attesa di andare all'incontro con i comandanti.
Dopo un po' guardando l'orologio vidi che mancavano cinque minuti e, di conseguenza, cominciai a vestirmi, e subito dopo raccolsi i miei lunghi capelli, in una coda di cavallo alta. Uscii così dalla mia cabina e vidi che nei corridoi della nave non c'era anima viva, probabilmente erano tutti sul ponte o a fare colazione in mensa.
Non appena mi avvicinai alla porta dello studio del babbo, sentii un insieme di voci proveniente dall'interno e questo mi fece dedurre di conseguenza che i comandanti erano già tutti presenti, dunque presi coraggio e bussai alla porta.
Ottenuta la risposta:<>, del babbo, entrai.
Non appena varcai la soglia, il brusio di voci si spense e, dopo aver chiuso la porta, potei osservare meglio gli uomini che erano in quella stanza oltre al babbo e che erano i comandanti delle prime cinque flotte, però costatai che ne mancava uno, cioè quello della seconda flotta.
Il babbo allora rivolgendosi a loro disse:<< Questa è la vostra compagna che stavamo aspettando per cominciare la riunione e che è appena tornata da una missione a Enies Lobby con nuove notizie sui movimenti della Marina, contro di noi >>.
Non appena finì di parlare, tutti e quattro i comandanti mi si avvicinarono per presentarsi.
Il primo fu il comandante della prima flotta che aveva capelli biondi acconciati a mo' di ananas e degli occhi marroni, che mi tese la mano e disse:<< Ciao Ayumi, io sono Marco, il comandante della prima flotta.
Sono felice di poterti incontrare finalmente di persona poiché ho sentito parlare molto di te e della tua enorme forza >>.
Ed io:<< Lo stesso vale per me Marco e spero sinceramente che diventeremo amici >>.
Lui mi sorrise in risposta, così dopo di lui mi si avvicinò il comandante della terza flotta che aveva  occhi e capelli neri e degli enormi e poderosi muscoli, che si chiamava Jaws, poi dopo di lui il comandante della quarta flotta che aveva dei capelli castani chiari, una barba nera e una cicatrice vicino all'occhio sinistro che si chiamava Satch e infine il comandante della quinta flotta che aveva capelli e baffi neri e una muscolatura prominente che portava appese alla sua cintura due spade e che si chiamava Vista.
Finite le presentazioni, presi la parola e dissi:<< Durante la mia ultima missione a Enies Lobby, dove sono riuscita a intrufolarmi grazie a uno dei miei travestimenti, sono riuscita a leggere alcuni documenti riservati, molto interessanti.
In essi ho potuto leggere di come la Marina stia cercando di diminuire il nostro potere sui mari e... >>.
Non finii la frase, poiché fui interrotta da Marco, che disse:<< Non è certo una novità Ayumi, poiché la Marina ha sempre tentato di farlo >>.
Ed io:<< Questa volta, però è diverso.
Stando ai rapporti che ho letto, la Marina sta cercando di allearsi con bande di pirati discretamente forti, per poterci battere e inoltre meditano di infiltrare una o più spie tra le nostre file, per poterci cogliere di sorpresa nel momento a loro più propizio e così batterci definitivamente.
Oltretutto, mirano a renderci ostili i nostri alleati e a portarli dalla loro parte >>.
E Marco disse:<< Quindi, se ho ben capito, dobbiamo fare attenzione alle nostre alleanze ed alle nuove reclute? >>.
<< Sì, a mio parere >>, gli risposi guardandolo in faccia.
In seguito si cominciò a discutere di altri argomenti riguardanti sempre la nostra ciurma e dopo due ore, finalmente finì la riunione.
Così, precedendo gli altri, mi avviai verso la porta, però non appena la aprii, mi ritrovai davanti a lui che aveva ancora la mano alzata per bussare.
 

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Capitolo 3
*** Sentimenti e chiarimenti ***


Ero rimasta immobilizzata e non capivo più nulla.
Sapevo che fosse diventato un membro della mia stessa ciurma, però nonostante mi aspettassi di incontrarlo sulla nave, rimasi lo stesso sconvolta.
Lui guardandomi negli occhi con sguardo incredulo disse:<< Ayumi sei davvero tu? >>.
Ed io, nascondendo la mia felicità di rivederlo, con uno sguardo indifferente guardandolo negli occhi dissi:<< Sì, Ace sono proprio io >>.
Nel frattempo eravamo guardati con sguardi stupiti e pieni di curiosità sia dal babbo sia dai comandanti e continuammo a guardarci negli occhi finché non mi resi conto che si stava radunando una fila di curiosi, così, facendo finta che non fosse successo niente, lo superai e girai a destra per andare nella mia cabina.
Appena fui davanti alla porta, entrai senza guardarmi indietro e la richiusi immediatamente.
Poi m’incamminai verso il letto, dove mi buttai sopra di peso e, prendendo il mio cuscino per stringerlo e alleviare un po’ le emozioni che avevo provato prima, piangendoci dentro, cominciai a pensare a quello che era diventato il nostro rapporto.
Purtroppo non c'eravamo lasciati in maniera molto bella, infatti, era stato a causa del fatto che lo avevo scoperto con un'altra ragazza mentre si baciavano e questo mi aveva talmente ferito che me ne ero andata senza dargli il tempo di spiegarsi.
Inoltre sapevo che, essendo anche lui nella mia stessa ciurma, un giorno avrei dovuto affrontarlo e questo un po' mi agitava...
Io ero ancora innamorata, ma lui?
Poteva benissimo essersi innamorato di un'altra durante quei tre anni che erano passati e questa eventualità mi faceva dolere il cuore...
Mi ricordo bene il periodo successivo a quell’evento, poiché allora pensai addirittura di buttarmi in mare però, per fortuna, riuscii a superarlo grazie all’aiuto della mia cara amica Shiori e di mia madre, presso di cui allora ero tornata per un breve periodo.
Mentre pensavo a questa cosa e ad altre tutte insieme, fui riscossa dai miei pensieri, poiché sentii bussare alla porta.
Mi misi subito a sedere sul letto e subito dopo essermi asciugata le lacrime che avevo sul viso con il lenzuolo ed essermi riaggiustata un attimo i capelli dissi:<< Avanti >>.
Restai interdetta quando vidi Ace entrare dalla porta.
Appena la chiuse e si girò verso di me, lo osservai meglio di quanto avessi fatto prima e vidi che era cambiato molto nei tre anni in cui non lo avevo più visto: era più alto e più muscoloso, inoltre ora aveva un tatuaggio con la scritta ASCE con la S barrata sul braccio sinistro.
Però i suoi stupendi occhi neri nei quali, se non facevo attenzione, riuscivo a perdermi insieme ai suoi capelli nerissimi come un’ala di corvo, erano invariati.
Dopo uno spazio di tempo che mi sembrò interminabile, disse:<< Ora Ayumi noi dobbiamo parlare >>.
Ed io:<< E di cosa scusa Ace?
Non ci siamo già chiariti l’ultima volta che ci siamo visti? >>.
E Ace appoggiandosi contro la porta disse:<< Non direi proprio Ayumi dato che l’ultima volta non mi hai fatto parlare e mi hai quasi buttato in acqua >>.
Ed io, guardandolo con sguardo irato, dissi:<< E cosa avrei dovuto fare?
Ti ho visto baciare un’altra ragazza quando tu neanche 2 mesi prima mi avevi detto di amarmi! Io che ti avevo detto chi ero veramente e che di te mi ero fidata! >>.
E Ace:<< Ayumi non è come pensi tu.
Non l’ho baciata io, ma è stata lei a farlo e se me ne avessi data la possibilità, te l’avrei spiegato, ma tu mi hai subito attaccato >>.
Ed io a quelle parole infuriandomi di più dissi:<< Da quando Ace ti nascondi dietro ad una donna?
Pensavo che fossi più schietto e invece mi sono proprio sbagliata sul tuo conto >>.
E Ace spazientito disse:<< Dato che non vuoi credermi che cosa posso fare per farti cambiare idea?
Che cosa posso fare perché tu mi perdoni finalmente?
E poi certamente se tu mi avessi amato come dicevi, non avresti dubitato della mia sincerità >>.
Ed io che ormai stavo per piangere dissi:<< Anche se, come vedo, tu sei convinto del contrario, io ti ho perdonato tanto tempo fa e ora che lo sai, puoi anche andartene e sei libero di fare ciò che vuoi, dato che non posso pretendere che le cose tra noi ritornino come prima >>.
Ace era rimasto di sasso alle mie parole e, cercando di darsi un contegno, mi chiese:<< Quindi tu mi stai dicendo che nonostante tutto quello che è successo Ayumi, mi ami ancora? >>.
<< Sì >>, gli risposi abbassando gli occhi, poiché ero arrossita.
Continuai a tenere gli occhi puntati sul pavimento poiché non avevo il coraggio di guardarlo in faccia e poiché non mi rispondeva nulla, pensai che fossi stata una stupida a dirglielo.
Infatti, in quei tre anni, i suoi sentimenti potevano essere cambiati notevolmente.
Così le lacrime iniziarono a scendermi nuovamente copiose sulle guance e iniziarono a bagnare il pavimento.
Allora presi coraggio e, alzando lo sguardo, guardai Ace negli occhi che mi guardava a sua volta con uno sguardo sia dolce sia confuso allo stesso tempo.
Così ricominciai a pensare che non dovessi più piacergli e che per questo motivo non mi rispondesse.
Non appena formulai questo pensiero, mi assalì un panico terribile e, di conseguenza, pensai che fosse meglio per me andarmene da quel luogo.
In questo modo mi alzai dal letto e mi diressi verso la porta del bagno che era alla mia sinistra, però, all’improvviso, Ace mi fermò, tenendomi per il braccio destro e mi fece voltare.
In un attimo mi ritrovai avvolta nel suo abbraccio ardente con il mio viso a pochi centimetri dal suo e lui, annullando quella piccolissima distanza tra noi, mi baciò lasciandomi esterrefatta. Allora io, staccandomi da lui, dissi guardandolo negli occhi:<< Quello che hai fatto Ace significa che mi ami ancora? >>.
E lui mi rispose, baciandomi un’altra volta.
Questo momento idilliaco però fu interrotto dal rumore di un battito di mani e, staccandomi da Ace, guardando verso la porta, vidi la mia amica Shiori sulla soglia.
E lei, guardandoci con malizia, disse:<< Vedo che dopo tre anni, finalmente avete fatto la pace >>.
Ed io, svincolandomi dall’abbraccio di Ace, corsi ad abbracciarla, dato che non la vedevo da almeno due mesi, cioè da quando ero partita per l’ultima missione affidatami dal babbo.
In quel momento mi sentii veramente felice, poiché su quella nave c’erano insieme con me quasi tutte le persone cui ero più legata.
Dopo che ci fummo abbracciate Shiori, mi disse:<< Ayumi sono contentissima di rivederti, finalmente.
Adesso devi raccontarmi che cos’è successo durante la tua ultima missione e altri fatti altrettanto importanti >>.
Non ebbi il tempo di risponderle che mi afferrò per un braccio e, rivolgendosi ad Ace disse:
<< Ti porto via Ayumi per il resto della mattinata, dato che dobbiamo parlare in tutta tranquillità, quindi se vuoi vederla, dovrai farlo questo pomeriggio.
Inoltre sei atteso da Marco nella stanza del babbo, perché ti vuole parlare >>.
Detto questo, mi trascinò fuori a forza dalla mia cabina fino sul ponte principale.
Non le opposi resistenza, semplicemente perché ero curiosa di sapere di cosa voleva parlare. Quando giungemmo davanti al parapetto della nave, mi lasciò andare il braccio e poggiò le braccia sul  parapetto.
Dopo un po’esordì con la frase:<< Ayumi, come ci si sente quando si è innamorati? >>.
Ed io, arrossendo, le risposi:<< Ci si sente molto felici e quando s’incontra la persona che si ama, si sentono le farfalle nello stomaco e le gambe che ti tremano e il cuore che batte talmente forte che pensi ti possa uscire dal petto.
Shiori, però, come mai questa domanda? >>.
E lei, arrossendo disse:<< Penso di essermi innamorata di una persona… >>.
Ed io: << Sono felice per te Shiori e chi è il fortunato? >>.
<< E’, il comandante della prima flotta, cioè Marco.
Sto con lui molto tempo durante il giorno poiché sono la sua vice comandante, però nonostante questo, non credo di piacergli, poiché penso che lui mi consideri solo una compagna o magari un’amica >>.
Ed io:<< Non è detto che sia così, Shiori.
Ricordati che anche un’amicizia tra un ragazzo e una ragazza, si può trasformare in un rapporto d’amore >>.
Lei a quelle parole mi sorrise e cominciò a chiedermi come fosse andata la mia riappacificazione con Ace e in seguito cominciammo a parlare di altri argomenti in generale. Inoltre la ringraziai per il pensiero gentile che aveva avuto nel riempirmi di abiti nuovi l'armadio e lei mi disse che quello era solo un piccolo regalo anticipato per il mio compleanno, che sarebbe giunto di lì a nove giorni.  
 

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Capitolo 4
*** Decisioni e sorprese ***


Continuammo a parlare anche durante il pranzo e così scoprii anche com’era avvenuto il suo primo incontro con Marco tre anni prima e di come fosse stato per lei amore a prima vista.
Mentre mi stava riaccompagnando alla mia cabina, le chiesi:<< Shiori per caso sai, dove ci stiamo dirigendo?
Io sono tornata sulla nave da neanche un giorno intero e quindi non lo so >>.
E lei:<< Non lo so nemmeno io, però, considerando la quantità di viveri che abbiamo caricato all’ultima isola, potrei dire che tra massimo tre giorni giungeremo alla prossima isola >>.
E poi sorridendomi disse:<< Ora che sei tornata però dovrai scegliere a che flotta unirti.
Ci hai già pensato? >>.
Ed io:<< A dir la verità non c’ho ancora pensato però devo dire che forse la mia scelta ricadrà sulla seconda flotta >>.
E lei quasi sorridendomi, disse:<< Ho capito.
Allora ti lascio poiché dovrai finire di disfare la borsa da viaggio ed io devo andare da Marco, perché mi aveva chiesto di andare da lui, appena avevo del tempo libero >>.
Dopo di ciò mi avvicinai alla porta della mensa e uscii in corridoio per avviarmi alla mia cabina, ma inavvertitamente mentre giravo l’angolo a un certo punto, andai a sbattere contro qualcuno e caddi a terra.
Alzandomi subito dissi:<< Mi scusi, per esserle venuta addosso, ma non l’avevo proprio vista >>. 
<< Zehahaha! Nessun problema ragazzina >>.
Ed io riconoscendo quella voce guardandolo negli occhi mi ricordai di averlo già visto sulla nave del babbo quando ero bambina e prima di andarsene disse:
<< Bentornata piccola Ayumi >>.
Dopodiché continuai per la mia strada e arrivai davanti alla porta dello studio del babbo e bussai.
Sentii dire:<< Avanti >>, ed entrai.
Con mia grande sorpresa trovai anche Ace lì che stava parlando con il babbo.
Ace allora mi salutò con un cenno della testa e rivolgendosi al babbo disse:
<< Babbo se non hai altro da dirmi io mi congederei, poiché devo parlare con gli altri comandanti >>.
Detto questo, si avvicinò alla porta e fece per uscire, però il babbo gli disse:<< No, aspetta un attimo perché penso di aver indovinato quello che vuole chiedermi Ayumi >>.
Ed io guardando Ace negli occhi che mi stava osservando incuriosito dissi:
<< Babbo, è proprio vero che non posso nasconderti nulla >>.
<< Poiché ora non sono più un membro libero della ciurma, desidero entrare a far parte di una delle flotte e più precisamente della seconda >>.
E il Babbo:<< Come tua madre del resto. Ace, tu che ne dici di averla come tua compagna? >>.
E Ace:<< Nessun problema e poi la sua forza è evidente già del fatto che ha una taglia da 98.000.000 di beryl sulla sua testa >>.
<< E allora, Ayumi, da adesso fai parte della seconda flotta  >>.
Dopo averlo detto, aprì un cassetto della sua scrivania e ne trasse fuori una lettera che mi porse dicendomi:<< Questa lettera è da parte di Kaori per te e me l'ha affidata l'ultima volta che l'ho vista, cioè 2 mesi fa >>.
La presi subito e me la misi in tasca e dopo aver salutato e ringraziato il babbo uscii dal suo studio, con Ace.
Mi diressi subito verso la porta della mia cabina, ma quando stavo per aprirla, mi sentii toccare una spalla e girandomi vidi Ace che era dietro di me.
Allora, mettendo le mani sui fianchi, dissi:<< Che cosa c'è Ace? >>.
E Ace mi rispose: << Vorrei parlare e stare un po' con te.
Perché, è un problema? >>.
<< No, nessun problema >>, risposi io, imbarazzata.
Detto questo entrai e mi diressi verso l'armadio che aprii, invece, Ace si sedette sul letto.
Dopo un po' disse: << Posso capire che volevi stare nella mia stessa flotta, però il babbo ha detto che centrava anche tua madre e vorrei saperne di più >>.
Ed io gli risposi: << Non l'ho fatto solo per il primo motivo che hai detto, ma anche perché quella era la flotta di cui mia madre faceva parte, quando era ancora una piratessa.
Come ti ho raccontato anni fa, infatti, mia madre è diventata una piratessa dopo aver passato molti anni in Marina >>.
Detto questo, mi sedetti sul letto anch'io e prendendo la mia borsa da viaggio da disfare e rivolgendomi ad Ace dissi: << Dovrei disfare la mia borsa.
Vuoi darmi una mano o no? >>.
Ace fece per rispondermi, ma all'improvviso cadde all'indietro sul letto.
Mi avvicinai per guardarlo meglio e per poi costatare che non era altro che uno dei suoi soliti attacchi improvvisi di narcolessia.
Allora lo lasciai lì e mi alzai per mettere a posto le mie cose.
Appesi le magliette e le gonne, mentre i pantaloni li misi nel secondo cassetto e in quello sopra ciò che c'era ancora nella borsa.
Poi mentre toglievo il mio sacchetto di beryl di riserva dal fondo, vidi quella che un tempo era stata la mia maglia preferita.
Era viola melanzana, a maniche corte e aveva al centro il disegno di un fiore.
Per me era molto importante, infatti, oltre ad essermi stata regalata da mia madre era anche la maglia che indossavo quando mi ero baciata per la prima volta con Ace.
Mentre riportavo alla mente quel ricordo così importante per me arrossii e feci per girarmi, ma mi sentii all'improvviso cingere i fianchi e tirare all'indietro verso un corpo molto caldo.
E allora dissi:<< Ace, scusa ma non stavi dormendo prima?
Come mai ti sei già svegliato? >>.
Lo sentii sogghignare e poi rispose: << Facevo finta di dormire perché così ti potevo guardare all'opera.
Infatti, l'ultima volta che ti ho visto armeggiare con gli abiti, non è stato un momento molto bello... >>.
A queste parole m’incupii, infatti, si stava riferendo a quando ero dovuta andare via da Foosha dopo sei mesi circa.
Così voltandomi e guardandolo dritto negli occhi gli risposi:<< Conosci il motivo per cui dovetti andarmene.
Infatti, una delle isole sotto la protezione del babbo aveva bisogno d'aiuto ed io ero la più vicina che potesse portarglielo >>.
E Ace: << Vabbè lascia stare, infatti, non voglio litigare con te per delle stupidaggini come questa.
Soprattutto perché oggi è la prima volta che ci rivediamo dopo tre anni, inoltre sempre oggi entri a far parte della mia flotta.
Questa è una, senz'altro, delle giornate migliori della mia vita >>.
Come ebbe finito di dirlo si avvicinò di più a me e stringendomi forte a sé, e poi, annullando la minima distanza tra di noi, mi baciò.
Questo momento idilliaco sembrò non finire mai e tutto ciò che ci circondava, sembrava aver perso il proprio significato.
In quel bacio erano presenti tutto il nostro amore e la frustrazione per aver dovuto passare quasi tre anni separati l'uno dall'altra e anche il desiderio di recuperare quel tempo perduto.
Dopo un po' però Ace si separò da me e disse: << E' meglio che me ne vada perché dovevo incontrare Marco per fare il punto della situazione, su ciò che è stato detto durante la riunione, che mi sono perso stamattina >>.
Mi diede un ultimo bacio e poi uscì.
Finito di mettere a posto ciò che avevo nella borsa, mi misi a leggere un libro e non mi accorsi di che ora fosse almeno fino a quando sentii bussare alla mia porta. Allora solamente, guardai l’orologio e vidi che erano già le sette e trenta e che quindi avrei dovuto prepararmi per andare a cena.
Mentre pensavo queste cose la porta, si aprì e vidi la testa di Shiori uscire da essa. Guardandomi, disse:<< Ayumi sei pronta per cenare o no? >>.
Ed io:<< Sì sono pronta. Andiamo?>>.
Dopo averlo detto chiusi il libro e lo posai sulla scrivania e mi alzai.
Durante il tragitto dalla mia cabina alla sala mensa parlammo allegramente di molte cose, ma quando entrammo in sala mensa, ci ammutolimmo entrambe.
Gli sguardi di tutti i pirati, infatti, erano puntati su di me e il silenzio più totale era calato nella sala, probabilmente erano tutti stupiti di vedermi ancora sulla nave. Questo era dovuto, infatti, alla mia vecchia abitudine di non fermarmi mai a lungo sulla Moby Dick da ormai quasi cinque anni.
Mi avvicinai al tavolo del babbo e come gli fui davanti, dissi:
<< Buona sera babbo >>.
E lui sorridendo disse: << Buona sera a te Ayumi e anche a te Shiori >>.
Detto questo, però si alzò in piedi e dopo essersi schiarito la voce indicandomi, disse:<< Oggi è tornata da noi, dopo anni di assenza, una vostra compagna di ciurma, che in questi ultimi quattro anni, ha girato tra le varie isole da noi protette, per assicurarne la protezione.
È conosciuta dai più con il soprannome di “padrona degli elementi” che le è stato dato dalla Marina, ma il suo vero nome è Ayumi Nakamura.
Oggi inoltre, è entrata a far parte della seconda flotta e dato che si è sempre distinta in combattimento per valore, ho deciso di nominarla vice-comandante della stessa flotta.
Accoglietela come una sorella e aiutatela a riambientarsi sulla Moby Dick >>.
Alle sue parole ero diventa di sasso, infatti, non mi sarei mai aspettata una nomina del genere da parte del babbo.
Il babbo allora si risedette e il brusio dei vari pirati ricominciò ed io seguii al tavolo dei comandanti Shiori che si sedette accanto a Marco, mentre io sedetti di fronte ad Ace.
Durante la cena la conversazione tra me e gli altri comandanti fu molto accesa, infatti, molti volevano sapere di ciò che avevo fatto in quegli anni, di come ero diventata un membro della ciurma di Barbabianca e mille altre cose.
La nostra conversazione però, fu interrotta più volte da pirati delle varie flotte, che si vennero a presentare e a congratularsi con me.
Mangiare in tutta tranquillità, lì con i miei compagni mi sembrava surreale, dato che non accadeva da moltissimo tempo.
Ace, nel frattempo, era cascato a dormire sul suo piatto a causa di uno dei suoi soliti attacchi di narcolessia.
Finita la cena e salutati i miei compagni di tavolo e il babbo, mi diressi sul ponte, per prendere una boccata d’aria.
Giunta qui presi la lettera di mia madre e alla luce delle lanterne sul ponte, cominciai a leggere.      
 
Nota dell'autrice: mi dispiace di non aver potuto aggiornare prima la storia, ma tra la scuola, la mancanza di ispirazione e gli impegni personali non ho proprio avuto tempo.
Spero che il capitolo sia di gradimento per chi segue la mia storia e di cui posso ricordare solo Black Dalia, dato che è l'unica di cui conosco il nome.
Ciao e arrivederci al prossimo capitolo, Lilith  

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Capitolo 5
*** la lettera e l'arrivo sull'isola della nebbia ***


La lettera cominciava così:
Cara Ayumi,
questa lettera ti giungerà certamente prima del tuo diciottesimo compleanno e per questo motivo ti faccio i miei più sentiti auguri, anche se in anticipo.
Avrei voluto essere lì con te a festeggiare questa importante tappa della tua vita, ma poiché in questo periodo le isole qui vicino cominciano a pullulare di pirati, ho deciso di restare qui nascosta, al sicuro.
Ti voglio anche comunicare la decisione che ho preso dopo una lunghissima riflessione: la prossima volta che ci rivedremo ti dirò chi era il tuo vero padre.
So che per te può sembrare assurdo e superfluo, poiché consideri Barbabianca tuo padre, però penso sia meglio raccontarti ciò che accadde tra me e lui senza omettere cose che fino ad ora ti ho taciuto.
Cambiando argomento, spero che tu ti sia finalmente riappacificata con Ace, che ho avuto modo di incontrare l'ultima volta che la tua ciurma è stata qui e che mi è sembrato un ragazzo veramente gentile e simpatico.
Inoltre voglio dirti che sono sempre più orgogliosa di te, perché già alla tua età ti sei fatta un nome tra i pirati e, la tua taglia sta salendo sempre di più.
Parlando di me invece, posso dirti di stare meglio, anche se ho sempre dei fortissimi mal di testa.
Ora ti devo lasciare però e salutami Shiori che non ho avuto modo di salutare l'ultima volta che l'ho vista.
Ti mando un grandissimo abbraccio e un bacio sperando di rivederti al più presto, tua madre Kaori.
Come finii di leggere quella lettera, cercai di ordinare i miei pensieri che passavano da un argomento all'altro, senza una coerenza logica.
Il fatto che mia madre annunciasse nella sua lettera che al nostro prossimo incontro mi avrebbe parlato del mio vero padre, mi aveva veramente sconvolto.
Era, infatti, per me sorprendente quella notizia perché mia madre evitava sempre quell'argomento e se ne parlava sui suoi occhi appariva un enorme velo di tristezza. Mentre pensavo a questo, volsi il mio sguardo verso le stelle del cielo che quella sera sembravano più luminose del solito e mi ritornarono alla mente le sere in cui guardavo quelle stelle con mia madre sulla nostra isola, quando la mia vita scorreva ancora in tutta tranquillità.
Non so per quanto rimasi così, ma a un certo punto sentendomi posare una mano sulla spalla destra mi girai e vidi il babbo dietro di me.
<< Ayumi, non sei proprio cambiata.
Sempre a guardare le stelle >>, disse lui sorridendomi.
<< Lo sai d'altronde, che le stelle sono sempre state una mia grande passione >>.
<< Ti devo ringraziare babbo, per il grande onore che mi hai fatto nominandomi vice-comandante della seconda flotta >>.
<< Ayumi, non mi devi ringraziare perché sei molto forte e, a mio parere, adatta a ricoprire quella carica >>.
<< Grazie allora babbo, per la grande fiducia che hai in me>>, dissi io sorridendogli.
Il babbo fece per chiedermi qualcosa, ma sentimmo dei passi sul ponte e volgendo entrambi lo sguardo verso le scale che portavano in coperta, vedemmo Ace che stava arrivando.
Lui allora si arrestò e fece per parlare, ma il babbo lo precedette, dicendo: << Ora vi lascio soli e vi auguro una buona serata >>.
Come disse queste parole, scese in coperta, lasciando così da soli me ed Ace.
<< Ayumi c'è qualcosa che non va?
Sei strana... >>, esordì lui.
<< Nulla di serio Ace, stai tranquillo >>, dissi io.
E Ace guardandomi però con uno sguardo preoccupato, disse: << Ayumi, ti conosco ormai da molto tempo e quindi riesco a capire quando sei turbata o no.
Se non vuoi parlarne con me però, non ti costringerò a farlo >>.
<< Nella sua lettera mia madre ha scritto che mi dirà chi è il mio vero padre, quando ci rivedremo.
Questa cosa però mi ha lasciato senza parole... >>.
<< Probabilmente te lo vuole dire solo ora, perché prima ti considerava troppo piccola per parlarne >>.
<< Io sinceramente però, non sono interessata a questa notizia, perché ormai considero Barbabianca mio padre >>.
Finì così la nostra conversazione, poi Ace, però mi si avvicinò e mi strinse a sé. Rimanemmo così per quello che mi sembrò un tempo lunghissimo a osservare le stelle abbracciati, però come cominciai a sentire un certo chiasso proveniente da sotto coperta, mi staccai da Ace.
Ero imbarazzatissima già al solo pensiero che qualcuno mi vedesse mentre lo baciavo, figuriamoci farmi vedere dalla mia intera ciurma abbracciata a lui...
I pirati come videro chi c'era sul ponte mi si avvicinarono e cominciarono a parlare tutti insieme.
Solo dopo un po' riuscii poi a liberarmi di loro e a scendere in coperta con Ace, che mentre ero assediata da tutti quei nostri compagni pirati, era rimasto a guardare in disparte.
Come arrivammo davanti alla mia cabina, ci demmo il bacio della buona notte ed io dopo essere entrata dentro ed aver chiuso la porta, mi accinsi a cambiarmi.
Indossai così una vestaglia da notte corta di colore blu e sciolsi i miei capelli.
Poiché ero molto stanca, mi misi subito a letto, ma nonostante ciò la mia grandissima felicità per la mia riappacificazione con Ace e la sensazione di essere di nuovo a casa, me lo impedivano.
Finalmente, poi dopo non so quanto tempo, mi addormentai.
Mi svegliai il mattino dopo molto presto verso le sette e trenta, come era mia consuetudine.
Per prima cosa andai in bagno a lavarmi e poi mi vestii con le stesse cose del giorno prima, cambiando solo la maglia senza maniche con una con le mezze maniche a rete, perché faceva più freddo rispetto al giorno prima.
Poiché poi non sapevo cosa fare, andai a fare una camminata sul ponte e vidi che nella direzione in cui stavamo andando, c'era una nebbia fittissima che impediva di vedere qualsiasi cosa.
Allora tornai nella mia cabina, dove presi da uno degli scaffali il mio diario di viaggio, in cui erano annotati tutti i miei giorni passati lontani dalla Moby Dick.
Quasi per volere del destino accadde che, la pagina su cui mi accingevo a scrivere fosse l'ultima del diario e questa cosa la interpretai come l'inizio di un nuovo periodo della mia vita.
Finito di scrivere poi ciò che era accaduto il giorno prima, tornai a leggere le prime pagine che partivano dalla mia prima missione svolta per il babbo, avendo così un lunghissimo flash-back.
Mentre pensavo a queste cose, sentii bussare e allora, dopo aver chiuso il diario, dissi:
<< Avanti! >>.
Entrò dunque Ace, che mi sorrise molto dolcemente e, disse: << Buon giorno, Ayumi >>.
<< Buongiorno a te, Ace >>, dissi io ricambiando il sorriso.
Dopo esserci dati il bacio del buongiorno poi, ci avviammo verso la mensa per la colazione.
Qui per prima cosa ci fermammo davanti al babbo e gli dicemmo entrambi:
<< Buongiorno, babbo >>.
Il babbo ci guardò con uno sguardo interrogativo, come se ci fosse qualcosa che gli sfuggisse, che durò però solo per qualche attimo e poi, sorridendoci, disse:
<< Buongiorno a voi, figlioli >>.
Ci sedemmo dunque al tavolo dei comandanti, dove c'erano già Shiori, Vista e Jews.
Io mi misi alla destra di Shiori e di fronte ad Ace, che aveva alla sua destra Vista e alla sua sinistra Jews.
La colazione fu molto allegra per tutta la sua durata e fu vivacizzata poi, anche dall'arrivo di Marco e di Satch.
Dopo un po' guardando verso il babbo, vidi che stava parlando con un ragazzino che non conoscevo e che appena ebbe finito di parlare, se ne andò.
Allora il babbo si alzò in piedi e dopo che il più totale silenzio scese nella sala, disse: << Vi annuncio figli miei, che questa notte o al più tardi domani mattina presto, giungeremo all'isola di Dust, dove ci fermeremo per un po' di tempo >>.
Questa notizia fece molto felici tutti noi, che così riprendemmo a fare colazione, facendo ancora più baccano.
Passai poi il resto della giornata a parlare con gli altri comandanti, che volevano conoscermi meglio.
Quando poi era quasi ora di cena ed eravamo tutti sul ponte, sentimmo gridare dalla cima dell'albero maestro: << Terra! Terra! >>.
Sapemmo così che nonostante l'enorme quantità di nebbia che copriva tutto il paesaggio circostante, eravamo vicino all'isola e dunque cominciammo ad avanzare con calma, per evitare di scontrarci con eventuali scogli.
Per l'ora di cena poi, ci fu annunciato che era stata gettata l'ancora e che avremmo potuto sbarcare il giorno dopo.        
 

Nota dell'autrice: mi scuso per il ritardo nel pubblicare, ma ho avuto qualche problema a causa della scuola e dell'ispirazione mancante. Ringrazio  Kira_Iris  per aver messo la mia storia tra le preferite; black dalia, elleforever4 e Jilliana per averla messa tra le seguite. 

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