Salve a tutti ^_^ una piccola nota: il caldo afoso uccide…Passiamo
a quello che vi apprestate a leggere… Preparatevi alla nascita più
importante del secolo.Grazie mille per i
commenti…vi lascio al penultimo capitolo come sempre spero il
cap vi piaccia!
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4. Una nuova vita
“Principessa come va? State bene?” chiese Kagome
notando il viso pallido della principessa.
“Ho solo mal di testa e un po’ di nausea,
sarà sicuramente un po’ di influenza” rispose Izayoi col suo
solito tono calmo e rilassato.
“Se vuole faccio venire il curatore che si prende cura
di vostro padre, dopo avervi visitato vi darà sicuramente qualche
medicina contro questi malori” propose Kagome alquanto preoccupata.
“Non devi preoccuparti vedrai che se riposo un
po’ tra poco starò meglio”
Kagome osservava la sua signora, coricarsi, con un volto
affaticato, era veramente pallida, forse era anche la lontananza di Inu no
Taisho che la faceva stare male.
Erano passati quasi quattro mesi da quando i due si erano
finalmente amati senza riserve, dopo quella notte, il demone si tratteneva
più tempo a palazzo, oppure incontrava la principessa nel bosco, alcune
volte l’aveva anche condotta fuori dal palazzo, e Kagome aveva sempre
coperto i loro incontri. L’unica cosa negativa di tutto ciò era
che non riusciva mai a concludere il discorso dello specchio, arrivava sempre
qualcuno o succedeva qualcosa per cui dovevano interrompere. Erano circa due
settimane che la principessa attendeva notizie dell’innamorato, ma nulla.
Quelle poche volte che Kagome era stata in paese con alcune serve, aveva
sentito che al fronte, alcune guarnigioni di un potente generale erano state
spazzate via, ma non era certo Inu no Taisho, perché altre voci dicevano
che l’esercito guidato da un nobile demone si era fatto spazio tra i
nemici ed aveva conquistato molte fortezze. E non poteva che essere lui.
Ma nelle ultime settimane la principessa era strana,
sembrava sempre affaticata, appena chiudeva gli occhi prendeva sonno, e poi
c’era la nausea, questi sintomi tutti insieme portavano in una sola
direzione e se era veramente quella, un altro paio di mesi e sarebbe stato
chiaro a tutti coloro che risiedevano nel palazzo, e a quel punto si sarebbe
creato un caos generale.
“Principessa?” la voce di Kagome era intimorita.
“Dimmi Kagome?”
“Io so che cos’avete! E di certo non è
influenza!”
“Kagome certamente non è niente di grave, forse
è stesso la lontananza di Inu no Taisho che mi fa sentire debole!”
tentò ancora una volta di rassicurarla.
“No! Non è per questo! Principessa lei aspetto
un bambino!” questa volta era stata decisa, non poteva esitare su una
cosa tanto importante.
“Io??? Un…un bambino?” La principessa che
era distesa sul futon, si alzò a sedere, portando le mani al ventre.
“Sì! Il figlio di Lord Inu no Taisho, mia
signora” continuò Kagome emozionata.
“Io avrò un bambino! Kagome, ma è
meraviglioso, dovrò dirlo assolutamente anche a lui, appena
tornerà dalla battaglia devo incontrarlo!” il volto della
principessa aveva cominciato ad essere contornato da piccole e calde lacrime, che
scivolavano lungo le guance fino al mento, per poi caderle sulle mani. Era
felicissima, non riusciva a trattenersi, dentro di lei si stava formando una
nuova vita, nata dall’amore che provava per quel demone dai capelli del
colore della luna, in quel momento le venne da pensare se anche il suo bambino
avrebbe avuto gli stessi capelli, e le sue labbra si dischiusero in un sorriso.
“Perché ridete principessa?” le chiese
Kagome curiosa.
“No, è che stavo pensando ad una cosa…mi
chiedevo se il bambino assomiglierà a lui!” con un altro radioso
sorriso, mentre asciugava le lacrime.
“Sono sicura che sarà bellissimo o bellissima,
proprio come i suoi genitori” si inginocchiò di fronte a Izayoi e
la strinse in un abbraccio affettuoso.
Fra circa cinque mesi sarebbe venuto alla luce il frutto di
un amore proibito, un altro hanyou avrebbe fatto parte del mondo.
Trascorse velocemente un altro mese, al palazzo giunsero
notizie dal fronte. Le armate di Edo erano uscite vittoriose e presto ci
sarebbe stato il rientro delle truppe, Izayoi non era mai stata tanto felice e
solare come in quel periodo, non aspettava altro che il ritorno
dell’amato per potergli dare la lieta notizia, sembrava non rendersi
minimamente conto di quello che poteva accadere nell’attimo in cui qualcun
altro a palazzo si fosse accorto della sua gravidanza.
Kagome dal canto suo non poteva lasciarle fare altrimenti, a
lei importava della felicità della principessa, e avrebbe assecondato e
protetto quel segreto le sarebbe stato possibile.
“Kagome! Kagome! Dove sei?” Izayoi la cercava
ovunque aveva una notizia importantissima da darle.
“Mia signora sono qui!” la ragazza fece scorrere
la porta della sua stanza, essendo in ginocchio fece un lieve inchino per
salutarla e la fece accomodare in camera.
“Kagome ho grandi notizie!” la principessa era
fuori di se dalla gioia.
“Vostra altezza, la prego si calmi, e poi sa che non
deve agitarsi nelle sue condizioni” cominciò a preparare del the.
“Lo so però non ce la faccio a stare ferma,
è più forte di me! Questa sera ci sarà un ricevimento n
onore dei generali che hanno portato la pace nel regno di Edo! Questo significa
che torneranno, oggi lo rivedrò, ti prego Kagome, vorrei che tu mi dessi
un aiuto, voglio essere bella come non lo sono mai stata, solo per lui, io voglio
lasciarlo senza fiato” gli occhi di Izayoi era lipidi e lucenti, quella
per lei era una richiesta speciale, e Kagome non potè che accettare.
“Certo principessa, lasceremo Lord Inu no Taisho senza
parole!”
“Ti ringrazio infinitamente Kagome, sei l’unica
vera amica che io abbia mai avuto”
Nella voce, nel comportamento, negli occhi, in tutto
ciò che riguardava Izayoi, Kagome vedeva trasparire un unico, grande e indissolubile
sentimento, Amore. Si chiedeva cosa si provasse, a lasciare quel sentimento
correre nelle membra, raggiungere il cuore e lasciare che altre mille emozioni
lo circondino e ti travolgano. Lei si era certamente infatuata di qualche
ragazzo, qualche Sempai, ma era sicura di non aver provato mai amore vero e
proprio, come le aveva detto Izayoi una volta, quando ti innamori, te ne rendi
conto anche senza rifletterci, le mani cominciano a sudare, il tuo viso si
imporpora ogni volta che incroci i suoi occhi, il cuore batte forte è
incontrollabile, tutti i pensieri che avevi per la testa svaniscono, tutto
intorno a te svanisce, le uniche persone che esistono sei tu e l’uomo che
ami. Lei desiderava tanto provare quelle sensazioni che la sua principessa le
aveva descritto, lei voleva innamorarsi, e quando sarebbe successo, quello
sarebbe stato il suo primo amore, perché nessuno era mai riuscita a
conquistarla e ad ottenere quel titolo.
Kagome era nelle sue stanze e riponeva in una scatola il set
per la preparazione del the che aveva usato poco prima, quando sentì
scorrere la porta alle sue spalle, si voltò e incrociò due
limpidi occhi d’oro. Subito si inchinò.
“Mio Signore, sono felice di sincerarmi della vostra
buona salute! E’ un onore ricevere la vostra vita”
“Ti prego Kagome non essere tanto formale, non ti si
addice! – il tono burbero e autoritario non era affatto cambiato in quei
mesi trascorsi tra i campi di battaglia – Ho qui una cosa per Izayoi, sai
che non mi posso avvicinare alle sue stanze, in questo pacco c’è
uno yukata, che ho fatto realizzare a posta per lei, potresti recapitarglielo, per
favore?” non c’era nulla da fare, dall’aspetto imponente e lo
sguardo severo, chiunque poteva pensare chissà quanto fosse crudele,
invece era una delle persone più gentili che avesse mai conosciuto.
“Non dovete nemmeno chiedermelo, certo che lo
farò. Sapete la principessa non vedeva l’ora di riabbracciarvi, e
fuori di se dalla gioia, ora che vedrà il magnifico dono che le avete
portato, si emozionerà maggiormente”
“Sono felice di sentirti dire queste cose! Ora devo
lasciarti, non voglio dare a quello stolto di Setsuna qualcosa di cui
sparlare” e lasciò la stanza.
Kagome si diresse dalla principessa, le mostrò
l’abito.
“Questo è un dono di Lord Inu no Taisho”
mostrandole uno yukata color rosa antico damascato, la stoffa era una di quelle
più rare e pregiate.
“Questo è il mio colore preferito e lui se
l’è ricordato – dopo aver osservato l’abito per
qualche altro minuto, fissò Kagome – va bene se lo indosso questa
sera?” chiese supplichevole.
“Penso che Lord Inu no Taisho sarà felicissimo
di vederglielo indossato”
I festeggiamenti si protrassero a lungo, la principessa
rientrò nelle sue stanze a notte inoltrata.
Kagome dai rumori che riuscì a distinguere
capì che non era sola, si chiedeva se Izayoi fosse riuscita a dirgli del
bambino che portava in grembo…
L’indomani mattina avrebbe avuto la sua risposta.
Alle prime luci dell’alba entrò nelle stanze
della principessa, notò indumenti sparsi un po’ ovunque,
cominciò a raccogliere il tutto, non doveva lasciare nessuna traccia in
giro.
Arrivò fuori alla porta della stanza dove riposava,
aveva timore ad entrare, si sentiva imbarazzata, ma se stavano dormendo doveva
svegliarli, prima che qualche serva fosse passata a controllare.
Si fece coraggio e fece scorrere la porta alla sua destra.
La scena che vide le colmò il cuore di tenerezza.
Inu no Taisho era profondamente addormentato, con Izayoi sul
petto coperti dal futon, poteva notare che la cingeva in vita, per i solchi
nella coperta.
Avanzò lentamente verso di loro, voleva essere
più discreta possibile.
Appena ebbe fatto il primo passo gli occhi del demone si
spalancarono, voltò lo sguardo verso la ragazza, poi osservò
Izayoi ancora dormiente e i primi raggi del sole che cominciavano a filtrare.
Molto delicatamente la allontanò da se, Kagome
imabrazzatissima uscì dalla stanza e richiuse la porta alle spalle, si
sedette in un angolo e attese, un paio di minuti dopo fu raggiunta dal demone.
“Ti ringrazio per essere venuta a svegliarmi”
disse lui mentre, faceva un nodo alla fascia colorata che aveva in vita, Kagome
gli porse il corpetto dell’armatura e lui la indossò.
“Sono spiacente di essere entrata senza preavviso, ma
se fosse venuto qualcun altro e vi avesse trovato io…, non posso
rischiara, mi capite?”
“Certo Kagome, hai fatto la cosa più giusta, la
colpa è stata mia, non avrei mai dovuto mettere piede nelle stanze di
Izayoi, abbiamo rischiato veramente molto, se non ci fossi tu non so come
faremmo”
“Di nulla mio signore”
“Ora vado, uscirò dalla finestra e
salirò nella mia stanza, se qualcuno mi vedesse uscire dalla porta di
questa stanza, le tue premure sarebbero state vane” detto questo il
demone, con un salto agilissimo e passo felpato, cominciò a risalire
velocemente, sulla tettoia del palazzo.
Kagome attese finché la principessa non si
svegliò.
“Buon giorno Kagome, ma…” cominciò
a guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa o meglio di qualcuno.
“Principessa non vi preoccupate, Lord Inu no Taisho
è rientrato nelle sue stanze. Sarebbe stato sconveniente se qualcuno
avesse notato la sua presenza nelle vostre stanze” spiegò Kagome.
“E’ vero! Che sconsiderata che sono
stata!” era seriamente dispiaciuta.
“Principessa siete riuscita a parlargli del
bambino?”
“No, volevo dirglielo questa mattina, a mente lucida,
ieri il sake ha reso tutti un po’ brilli”
“Bene allora tenterò di organizzare il vostro
incontro, lontano da occhi indiscreti” Kagome era felice per la ritrovata
gioia della principessa, quella mattina era più raggiante del solito, la
presenza dell’amato influenzava molto il suo stato d’animo.
Era stato deciso che i due innamorati si sarebbero
incontrati di fronte al lago, dove Kagome aveva visto il demone per la prima
volta.
La principessa era pronta, stava per varcare la soglia
d’uscita, Kagome al suo seguito, l’avrebbe accompagnata fino a
metà strada, per poi tornare indietro. Ma un urlo le fece restare in
mobili sulla soglia, nel palazzo la servitù cominciò ad agitarsi,
Momo appena vide la principessa le corse incontro.
“Mia signora corra! Faccia presto, suo padre sta molto
male, abbiamo mandato a chiamare il curatore” Izayoi non se lo fece ripetere due volte, corse
al capezzale di suo padre.
“I…Iza…yoi, figlia m…ia”
tentava di dire qualcosa, l’uomo si stringeva le mani al petto dolorante.
“Padre…sigh…si calmi, vedrà che il
curatore…sigh… la guarirà” lo rassicurava la
principessa tra le lacrime.
“Izayoi io avrei tan…to desiderato
vede…rti sposata, avrei voluto vedere i…i miei nipoti, ma il fato,
mi è stato avverso”
“Padre non dite così” aveva preso le mani
dell’uomo tra le sue, e le cospargeva di baci.
Arrivò il curatore, la principessa si
allontanò.
“Figlia mia ti ho voluto tanto bene…”
quella fu l’ultima frase del padre della principessa, prima di spirare
l’ultimo respiro.
“Nooo! PADREEEE! Nooo!” Izayoi piangeva
disperatamente, le lacrime scendevano sempre più copiose. Non riusciva a
crederci pochi minuti prima andata tutto perfettamente, aveva rivisto
l’uomo che amava, gli avrebbe detto che aspettava un figlio, ma stava
andando tutto troppo per il verso giusto. Sembra troppo bello per essere vero.
Kagome quando la sentì urlare si precipitò
nella camera.
“Mia signora non vi agitate! Restate calma, la riporto
nelle sue stanze, le preparo una tisana e vedrà che si sentirà
subito meglio”
Momo osservava Kagome, che riempiva la principessa di
premure, si era resa conto che negli ultimi tempi, non la perdeva di vista un
attimo, qualcosa non quadrava nel comportamento di quella novellina.
Izayoi stava bevendo la tisana che le aveva appena preparato
Kagome, era ancora scossa da brividi e singulti.
“Come vi sentite?”
“Meglio…ti ringrazio Kagome”
“Principessa, penso sia meglio che riposiate, vi siete
agitata molto, lo so che il dolore è forte ma dovete assolutamente
dormire almeno un paio d’ore”
“Seguirò il tuo consiglio – stava per
coricarsi, quando si mise nuovamente a sedere – Inu no Taisho! Lui mi
starà aspettando, io l’avevo dimenticato!” cominciò
ad agitarsi nuovamente, Kagome si mise di fronte a lei e l’afferrò
per le spalle.
“Non si agiti, Lord Inu no Taisho è stato
avvertito da alcuni uomini della servitù, che lo avevano visto
addentrarsi nel bosco, ora è nella sala grande con gli altri generali e
stanno facendo una riunione” spiegò la ragazza.
Dopo quelle parole, Izayoi rincuorata si addormento,
visibilmente provata dalle forti e drammatiche emozioni di quella giornata.
Quando si svegliò era ormai nuovamente mattino, aveva
dormito dal pomeriggio precedente fino al mattino, facendo scorrere lo sguardo
nella stanza, notò Kagome con le spalle poggiate ad una parete,
rannicchiata con le ginocchia tirate a se strette dalle braccia.
Si alzò prese la sua coperta e l’adagiò
sulla ragazza.
Cominciò a preparare del the.
“Buooon Giooornoooo” disse Kagome sbadigliando e
stiracchiandosi.
“Buon giorno, cara Kagome, ho preparato del the ne
vuoi una tazza?!” gli l’aveva già porta.
“Grazie, vedo che sta decisamente meglio!”
“Si ed è solo merito tuo, ho dormito veramente
tanto”
Appena ebbe finito il the, Kagome si fece anima e coraggio,
era arrivato il momento di dirle delle esequie.
“Principessa oggi prima che il sole tramonti ci saranno
i funerali di vostro padre”
Izayoi sembrò paralizzarsi a quelle parole, poi
osservò Kagome le rivolse un sorriso triste.
“Grazie per avermelo detto, dopo indosserò lo
yukata per quest’occasione e raggiungerò le stanze di mio padre,
ora tocca a me mandare avanti il regno di Edo” detto questo, scomparve
dietro la porta che conduceva in una delle sue stanze.
Izayoi con indosso uno yukata nero, era seduta al fianco
della salma del padre, e riceveva le condoglianze dalle persone accorse a
palazzo, di fronte a lei erano schierati i generali ospiti a palazzo, tra
questi vi era anche Inu no Taisho, ogni tanto i loro sguardi si incontravano,
lui avrebbe tanto desiderato poterle stare accanto in un momento del genere, ma
non poteva fare altro che assistere impassibile all’immenso dolore che
vedeva dipinto sul volto dell’amata.
Prima che il sole tramontasse, le spoglie del Signore di Edo
furono arse, Izayoi piangeva con disperazione, Kagome era l’unico
sostegno al quale poteva poggiarsi dato che non le era possibile avvicinarsi al
demone che desiderava aver al suo fianco, in quel momento più che mai.
Al ritorno a palazzo, appena la principessa mise piede
nell’entrata, venne colta da un malo improvviso e rimase priva di sensi
sulla soglia d’entrata. Kagome si gettò al suo fianco, anche Inu
no Taisho accorse, e con lui il resto dei generale e Takemaru.
“Allontanatevi lasciatele spazio. Mio signore la prego
prenda la principessa, mi dia una mano a condurla nelle sue stanze” disse
Kagome rivolgendosi al demone.
Lui assentì col capo, con tutta la delicatezza che
gli era data, sollevò il corpo inerte della principessa, e seguì
Kagome, sotto lo sguardo preoccupato dei presenti.
Arrivati nella stanza col futon, ve l’adagiò
con altrettanta delicatezza, carezzandole il viso con fare preoccupato.
“Kagome che cos’ha?”
La ragazza non sapeva come dirglielo, voleva lasciare il
compito alla principessa, ma non era più tempo, presto sarebbe
sicuramente accorso qualcuno con il curatore, e quando questi si sarebbe
accorto dell’ormai avanzata gravidanza della donna, a palazzo si sarebbe
scatenato il caos più totale, e lei doveva dare al demone il tempo di
scappare.
“Vedete la principessa ha solo perso i sensi nulla di
più, ormai nelle sue condizioni le è capitato altre volte di
perdere i sensi, solo che la morte del padrone è stata un brutto colpo,
non penso si riprenderà presto come al solito” Kagome non riusciva
ad andare al sodo.
“Cosa significa, che le capita spesso? E’ forse
malata?” chiese lui allarmato.
“No! Quella di Izayoi non è una malattia, la
principessa aspetta un bambino” ecco l’aveva detto.
Vide la sorpresa farsi spazio sul volto del demone, poi un
leggero sorriso.
“Intendi mio figlio?” domandò esitante.
“Sì, proprio vostro figlio, ma ora la cosa
grave è che quando si saprà a palazzo, vorranno sapere chi ha
preso la principessa, voi sapete che sareste arrestato”
“E’ tu sai che nessuno può fermarmi
vero?”
“Sì, so anche questo, ma so anche che la
principessa non sarebbe felice vederla massacrare tutti coloro che sono
presenti a palazzo”
Inu no Taisho osservava ancora una volta con stima il volto
fiero di quella bizzarra ragazza, nonostante tutte le vicissitudini che le era
accadute, l’essersi ritrovata in un luogo che non le apparteneva, lei non
si era mai arresa, senza demordere era andata avanti.
“Kagome dato che le cose ormai hanno preso questa
piega, non posso far altro che ammettere a me stesso che tu sia la persona
decretata dal fato, per il raggiungimento della nostra felicità, io ora
devo allontanarmi dal castello, so già che mi daranno la caccia ovunque,
però io ti aspetterò questa notte al lago, devo informati di
alcune cose” detto questo uscì dalla stanza. Alcuni uomini gli
andarono in contro.
“Allora Inu no Taisho come sta la principessa?”
chiese uno di loro.
“E’ svenuta, quella donna che le è
accanto ha detto che è stato per il brutto colpo della morte del
padre” dalla voce dell’imponente demone non traspariva nessuna emozione, poi i suoi
occhi d’ambra incrociarono quelle scuri di Takemaru, il quale era stato
molto contrariato dal fatto che fosse proprio quel youkai a condurre la
principessa al suo capezzale. Lasciò il palazzo, si inoltrò fra
la vegetazione e scomparve.
In tanto era giunto il curatore, che fece una vista
approfondita alla principessa, appena ebbe terminato.
“Principessa voi…voi siete gravita!”
l’uomo era visibilmente stupito.
La principessa che si sistemava il chimono alla meglio, gli
lanciò uno sguardo di disappunto.
“Suvvia Signor Muraki, non si sbalordisca e non usi
quel tono accusatorio con me!”
“Principessa non vi rendete conto della situazione,
voi non avete preso marito, e la cosa è molto grave. Almeno sapete chi
è il padre?”
“Certo che so chi sia il padre. Per quale genere di
donna mi avete presa?” Izayoi si era realmente offesa per quelle parole.
“Scusa la mancanza di rispetto, vi volevo chiedere
ancora una cosa, dato che avete concepito questo bambino, perché non
convogliare a nozze con quest’ uom… - si bloccò come se
stesse riflettendo sull’ultima parola che stava pronunciando, poi
sembrò arrivare alla soluzione del suo ragionamento – a meno che
il padre non sia…Principessa non mi dite che voi avete concepito un
figlio della proibizione!” quella non era affatto una domanda, ma un
affermazione bella e buona. Izayoi sostenne lo sguardo dell’uomo per
tutto il tempo che questi proferì parola.
“Sì! Ora però mi dovrete fare la
cortesia, di mantenere riserbo assoluto di questa situazione”
“Ma mia signora è increscioso”
“Non mi interessa, quando la gravidanza
comincerà a farsi notare, sarò io stessa a parlare a tutte le
persone a palazzo. Per ora lasciatemi ancora vivere quel po’ di
felicità che mi è ancora data di avere, ho gia perso mio padre,
non posso perdere anche lui” detto questo, Izayoi congedò
l’uomo.
Era giunto il momento della verità.
Kagome avrebbe finalmente scoperto il motivo del suo arrivo
nel regno di Edo.
- Eccolo –
Aveva visto il demone seduto, nello stesso punto in cui lo
vide per la prima volta.
“Ben arrivata Kagome”
“Mio signore, devo dirle alcune cose riguardo la
principessa…” lui con un gesto la interruppe.
“So già tutto non ti preoccupare, ho capito che
ha fatto mantenere il segreto al curatore. Ora ti prego siediti e ascolta
quello che sto per raccontarti”
“Certo” la ragazza, si sedette di fronte al
possente demone, che aveva uno sguardo a dir poco pensieroso.
“Quando mi resi conto di essermi innamorato di Izayoi,
sapevo che il nostro non sarebbe mai stato un amore facile, e soprattutto non
saremmo mai stati accettati, ero sicuro che lei ricambiasse i miei sentimenti,
così decisi di trovare un modo per vivere un amore felice, come una
coppia normale. Andai da una veggente per chiederle cosa ci riservava il
futuro, lei mi disse che ci sarebbero stati momenti bui, poi una luce avrebbe
rischiarato la strada per la felicità, mi disse che io avevo fatto un
dono alla mia amata, e in quel dono avevo impresso il sentimento eterno che ci
avrebbe unito per sempre, la donna disse che tramite quel dona sarebbe giunta
una guida, che avrebbe condotto il nostro amore proibito in un luogo dove sarebbe
stato accettato. Appena mi hai detto del bambino ho capito cosa significavano
veramente queste parole, inizialmente credevo fossero riferite a me e Izayoi ma
era impossibile, poi ho compreso che fosse riferito al bambino che
nascerà e a sua madre, tu dovrai condurli oltre lo specchio, nel mondo
dal quale provieni” il racconto del youkai, l’aveva a dir poco
affascinata, si sentiva come in una delle favole che le leggeva la madre quando
era bambina
“Perché dice che non si riferisce anche a
lei?” chiese Kagome incuriosita da quel particolare.
“Perché in seguito quando ho fatto nuovamente
visita alla veggente, il giorno successivo alla notte di tenebra quando tornai
al palazzo, mi disse che la mia vita dopo una dura battaglia, ma non prima che
la luna si fosse eclissata del tutto, per poter dare il primo ed ultimo sguardo
al mio futuro. Quindi io scomparirò in una notte di eclissi lunare, e
sono sicuro che la parola futuro si riferisca al bambino che Izayoi stia
aspettando, io cesserò di esistere il giorno della sua nascita” le
spiegò con tono rassegnato.
“Signore io questa la trovo una cosa ingiusta e se la
veggente si sbagliasse?” ma la risposta di diniego del demone la fece
ammutolire.
“Kagome ti chiedo solo di prenderti cura di Izayoi.
Conducila nel tuo mondo, falla vivere felice, porta il mio bambino dopo possa
essere accettato. Me lo prometti?” prese fra le sue le piccole e candide
mani della ragazza.
“Sì, io condurrò Izayoi e vostro figlio
lontano da questo mondo di odio e rancore”
Era trascorso un altro mese, e ormai la gravidanza di Izayoi
cominciava ad essere visibile, nonostante indossasse, chimoni larghi che la
lasciavano più libera nei movimenti.
Inu no Taisho aveva lasciato il palazzo da poche settimane,
la sera prima della partenza, aveva avuto un colloquio con la principessa, come
sempre all’insaputa di tutti.
Da quello che Izayoi aveva detto a Kagome, Inu no Taisho
aveva detto di dover allontanarsi per un tempo indeterminato, un demone
chiamato Riokotsusei aveva attaccato i suoi possedimenti nelle terre del nord.
“Non dovete rattristarvi principessa, vedrete che
tornerà sicuramente” la rassicurò Kagome.
“Si lo so, lui desidera tanto vedere il bambino, lui
sarà sicuramente presente il giorno della sua nascita” rispose la
principessa sorridente, carezzandosi il ventre non più piatto, ma
abbastanza tondo.
“E’ esattamente come dite voi, ne sono
certa” Kagome osservava con una tenerezza infinita il gesto che stava
facendo la principessa col pancione. Non c’erano dubbi che sarebbe
tornato il giorno del parto, quella notte in riva al lago le aveva fatto tante
rivelazioni e tra queste anche l’ultima volta che lo avrebbero visto.
“Ah! Sta scalciando. Kagome metti la mano qui”
la principessa prese la mano di Kagome e la poggio poco distante
dall’ombelico. Kagome poteva sentirlo benissimo. Il bambino che era
dentro la principessa faceva capire di essere sano e in buona salute.
Un altro mese.
Ormai era evidente e la principessa parlò chiaramente
ai suoi sudditi, Edo avrebbe avuto presto un erede. Molti si lamentarono per
l’increscioso avvenimento, altri si chiedevano chi fosse il padre, e Momo
sapeva che quel evento era stato sicuramente favorito dalla ragazza chiamata
Kagome, così un giorno andò dal nobile Takemaru e gli
raccontò secondo lei come erano andati i fatti.
Momo oltre a fare da serva, era anche una delle gheishe del
palazzo, e molto spesso si era trovata a prestare i suoi servigi al giovane
nobile. Era sicurissima che il padre fosse il generale dell’armata del
nord, che con la complicità della nuova dama di compagnia della
principessa, l’aveva ammaliata con qualche sortilegio demoniaco, e aveva
osato approfittare della principessa, il nobile non si oppose neanche un attimo
a quelle parole, anche lui aveva avuto dei sospetti, era certo che le cose stessero
come aveva detto la ragazza.
Il mattino seguente fece arrestare Kagome, con
l’accusa di alto tradimento.
Izayoi si precipitò da Takemaru per avere delle
spiegazioni.
“Lascia subito andare Kagome. Io ti ordino di
liberarla. Quella ragazza non ha fatto nulla, le tue accuse sono assolutamente
infondate” disse con impeto la principessa.
“Quella donna è lei la causa del vostro stato,
voi aspettate un figlio della proibizione per colpa dei qualche sortilegio di
quella donna!”
“Ma non dite sciocchezze, Kagome è
semplicemente la mia dama di compagnia, se ha favorito la mia relazione
è stato solo perché io glielo ho ordinato, fatela rilasciare
nobile Takemaru oppure sarò costretta a farvi allontanare dal
palazzo”
Dopo questo aneddoto, Kagome tornò al fianco di
Izayoi, felice di poterla riabbracciare.
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Orami era giunto il nono mese, Izayoi era prossima al parto,
poteva trattarsi di giorni, ma anche di ore.
“Principessa questa notte il cielo è veramente
bellissimo pieno di stelle” le diceva Kagome stringendole la mano
sinistra tra le sue. La principessa era circondata da tende, lo spacco che
divedeva queste, era esattamente di fronte al suo viso, e poteva osservare il
cielo stellato e la pallida luna.
“K…Kagome…arg…la luna, guarda la
luna, sta…sta scomparendo” disse la principessa tra i dolori del
travaglio. A quelle parole la ragazza lasciò la mano e la contemplazione
del viso sofferente della principessa.
Un eclissi di luna.
- Questo significa che il bambino nascerà tra poco, e
lord Inu no Taisho sta per fare ritorno – pensò la ragazza.
Poi sentì delle urla.
“Principessa io mi allontano per sapere cosa succede
torno subito” Kagome osservò il nobile Takemaru dare ordini a dei
soldati, egli stesso indossava l’armatura, si apprestavano alla
battaglia, era strano, per quale motivo?
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Izayoi sola nella stanza, continuava ad urlare per le
doglie, il bambino stava per nascere lo sentiva.
Poi rivolse nuovamente gli occhi al cielo sentì un
latrato, e una sensazione di calore invaderle il cuore.
“Sei tu amore mio?” chiese allungando una mano
fuori dalla tenda, osservando la luna che lentamente scompariva.
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Kagome sentì un latrato, era lui. Inu no Taisho stava
facendo ritorno, per portar via Izayoi e il bambino.
Mentre tornava dalla principessa sentì il nobile
Takemaru, litigare con una delle balie presenti a palazzo, che gli diceva di
non entrare nelle stanze della principessa perché stava partorendo.
“Quel bambino che porta in grembo è figlio di
demone non merita tanta apprensione”
“Mio signore non dovreste varcare quella soglia, ve ne
prego!” con tono supplichevole, ma lui non le diede ascolto e prosegui,
poco prima di entrare rivolse uno sguardo alla luna.
“Si prepara un eclissi di luna, questa è la
notte ideale per dare la morte ad un demone”
Kagome era sicura che Takemaru, si stesse riferendo ad Inu
no Taisho, il nobile aveva capito che il demone sarebbe tornato per portare con
se Izayoi, la ragazza aveva bisogno di acqua calda e delle lenzuola, convinta
che quell’uomo non avrebbe torto un capello alla principessa,
perché la amava troppo, lo lasciò andare nella stanza della
donna, mentre lei si apprestava a prendere il necessario per il parto.
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La principessa dietro la tenda, ancora sofferente per le
contrazioni, sentì dei rumori all’interno della stanza.
“Chi è la?” con una nota di dolore nella
voce.
“Takemaru Setsuna mia signora”
“Oh mio buon Takemaru, la sorte ti ha mandato in
tempo, raccogli le guardie e conducile il più presto possibile al sicuro
lontano da qui. Lui sta venendo da me e nessun umano può contrastare la
sua forza” spiegò lei tra i dolori del parto, lo sentiva il
bambino stava per nascere.
“Principessa Izayoi, vi ho sempre intensamente
desiderata con grande rispetto e devozione, e anche adesso che il vostro
fragile cuore è caduto vittima delle malie di un demone – mentre
parlava issò la lancia che aveva tra le mani e trafisse il petto della
partorente – i miei sentimenti per voi resteranno immutati in
eterno” detto questo uscì dalla stanza.
La principessa rivolse un ultimo sguardo alla luna, della
quale non restava che un unico piccolo spiraglio.
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Kagome quando entrò nella stanza notò un
insolito silenzio, scostò le tende e la scena che vide le gelò il
sangue nelle vene.
Izayoi aveva una bruttissima ferita al torace, che perdeva
sangue a volontà, il pavimento era completamente macchiato da quel
liquido denso e scarlatto.
Le si avvicinò, le alzò delicatamente il capo,
e la principessa aprì lievemente gli occhi, tossendo altre gocce rosse.
“Ka…couf…Kagome?”
“Sì sono io vostra altezza, la prego non si
agiti” le lacrime che scivolavano dal volto della ragazza, cominciarono a
sfiorare il volto della principessa.
“Il bambino, Kagome il bambino sta nascendo”
“Principessa ma se vi sforzate non ce la farete”
“Ti prego fa nascere il mio bambino”
Kagome non poteva fare altrimenti, si posizionò di
fronte alle gambe divaricate della donna, con le ultime forze che le restavano
la principessa diede alla luce, il suo adorato bambino.
“Principessa è un maschio! Ed è
bellissimo” lo porse alla principessa, ormai senza forze, la vita stava
lasciando quel florido corpo, e anche il bambino non era da meno, la ragazza si
era resa conto che respirava a fatica.
“E’ bello come suo padre!” in tanto si
sentivano urla, rumori assordati di pietre che cadono, esplosioni.
- Ma cosa sta succedendo? -
“Lo senti piccolo? Il tuo papà sta arrivando”
Kagome li osservò, poi improvvisamente, le mani del bambino smisero di
agitarsi e le braccia che lo stringevano si allentarono.
“N…no! …sigh…Izayoi
no!...sob…non…” coprì la donna e il bambino con un
lenzuolo, per non mostrare la profonda ferita.
Uscì dalla stanza, si diresse con lo sguardo vuoto,
per i corridoi, finché non vide una figura imponente, che si bloccava
alla vista della sua espressione senza vita.
“Kagome che succede?”
“Eh?”
“Kagome è successo qualcosa a Izayoi?”
chiese spaventato, scuotendola per le spalle e facendola rinvenire da quello
stato di trans.
“Mio signore siete voi…la principessa – e
ricominciò a piangere sommessamente – non…non
c’è più”
“E’ impossibile!” il tono del demone non
era mai stato tanto pieno di sentimento come in quel momento.
“No, è vero, è stato
Takemaru…sob” non riusciva a frenare le lacrime era più
forte di lei.
“Kagome ascoltami bene – la afferrò
saldamente alle spalle – raggiungi il lato nord oltre il lago, li
troverai Ah-Un è un demone drago a due teste, presto Izayoi ti
raggiungerà, il luogo dove vi condurrà Ah-Un è il mio
palazzo, li troverai lo specchio” detto questo corse in direzione delle
stanze della principessa, senza lasciare a Kagome il tempo di controbattere.
Così la ragazza non avendo altra scelta, seguì
il percorso indicatole dal demone, chiedendosi ancora come sarebbe riuscito a
far tornare in vita la principessa, era una cosa assolutamente impossibile.
Aveva raggiunto il luogo e vide il demone drago, gli si
avvicinò cautamente, gli carezzò il muso, poi sentendo un'altra
esplosione si diresse, si voltò in direzione del palazzo, completamente
in fiamme.
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Il demone giunto nelle stanze della principessa,
strappò via le tende, che stavano bruciando, e la vide ormai priva di
vita col suo bambino tra le braccia nello stesso stato.
“Izayoi! Izayoi!” visibilmente addolorato,
sfoderò una delle tre spade che aveva alla vita.
“Tocca a te Tenseiga, sferrò un fendente sulla
principessa e il neonato, improvvisamente la principessa ricominciò a
respirare, le mani del piccolo ad agitarsi.
Inu no Taisho estrasse dalla lunga cinta di seta colorata un
kariginu e lo posò sul capo della donna, che si era alzata in piedi e
osservava il bambino tra le braccia.
Lo sguardo d’ambra del demone esprimeva solo amore
quando incontrò quello castano dell’amata. In quello stesso
momento si fece spazio tra le fiamme Takemaru.
“Non avrò rimpianti se morirò insieme a
te, il nostro viaggio verso il regno degli inferi ha inizio” Il demone
impugnò un’altra spada, questa aveva una sfera lilla sull’impugnatura.
Izayoi alle sue spalle lo osservava spaventa, aveva notato le profonde ferite
sul corpo di lui, poi c’erano tutte quelle frecce conficcate nella sua
carne e nelle protezioni dell’armatura.
“Tu devi vivere!” ordinò il demone con
voce ferma e autoritaria.
“Amore mio…” tentò Izayoi
allentandosi di qualche passo, per scansare il fuoco.
“Inuyasha!” Inu no Taisho pronunciò quel
nome con altrettanta autorità.
“Che cosa?” chiese Takemaru non capendo a cosa
si stesse riferendo.
“E’ il nome del bambino! Il nome del bambino
è Inuyasha!”spiegò il demone.
“Ah Inuyasha!” disse Izayoi in un sussurro
osservando il bebé che piangeva tra le sue braccia.
“Ora va presto!” intimò Inu no Taisho,
pronto a dare battaglia a quel nobile arrogante che non gli era mai andato a
genio.
La principessa cominciò a correre, in direzione nord.
Si fermò su di un altura, ad osservare il palazzo, ci fu un'altra
esplosione e ormai completamente arso dalle fiamme, tutto cadde rovinosamente
al suolo, continuando a bruciare.
- Vivi Izayoi! Non devi arrenderti! Devi continuare a vivere
insieme ad Inuyasha -
Le ultime parole dell’unico amore della sua vita prima
di dirle addio, erano state come un moto per farla andare avanti e con quelle
parole lei avrebbe continuato a cresce il suo Inuyasha.
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Kagome aveva visto il palazzo cadere a pezzi, nel momento in
cui il tetto era caduto, aveva provato una stretta al cuore, l’aveva
capito, lui non c’era più. Proprio come gli aveva annunciato
quattro mesi prima, lui era scomparso in una notte di eclissi lunare.
Altre lacrime cominciarono a rigarle il viso e questa volta,
erano per l’onore che aveva avuto a conoscere persone tanto meravigliose
come Izayoi e Inu no Taisho.
Poi vide qualcosa che la sorprese enormemente, la figura di
Izayoi avanzava lentamente verso di lei, con un fagotto tra le braccia, le andò
in contro.
“Principessa! Ma allora siete viva?” con somma
emozione.
“E’ stato Inu no Taisho! Lui ha dato la sua vita
per noi!” e solo in quel momento la principessa diede libero sfogo alle
lacrime, ormai era inutile continuare a trattenerle.
“Venga principessa, Ah-Un ci condurrà nel luogo
dov’è custodito lo specchio, li verrete con me, sarete mia
ospite” disse Kagome tentando un sorriso alquanto forzato, visto la
situazione.
La principessa salita in groppa ad Ah-Un porse il bambino a
Kagome.
“Tienilo tu per favore, non vorrei mi cadesse, mi
sento molto stanca” le spiegò la principessa, molto provata.
Durante il viaggio, Kagome continuava a fissare quel
batuffolo di bambino che aveva tra le braccia. Era veramente dolcissimo e
tenerissimo, la cosa più carina erano le orecchie, un paio di orecchie
bianche da cane spuntavano sulla sua chioma argentata, proprio come quella del
padre, proprio come desiderava la principessa.
“Piccolo lo sai che le tue orecchie sono carinissime?
– cominciò a carezzarle delicatamente – penso proprio che se
tu fossi più grande e avessi del orecchie così carine, e due
limpidi occhi d’ambra, mi innamorerei a prima vista di te!” dicendo
questo gli scoccò un bacio sulla fronte.
Il sole era sorto da poche ore, e solo in quel momento
Kagome aveva cominciato a scorgere, un immenso palazzo, in lontananza. Ah-Un
atterrò e lei e la principessa si diressero all’interno del
palazzo. Non sapevano dove dirigersi. Poi Kagome si sentì pizzicare
sulla nuca, batté la mano in quel punto e qualcosa di minuscolo
cominciò a scivolare a terra.
“Il suo sangue è veramente dolce
signorina” disse quel microbo.
“E tu cosa saresti?” chiese Kagome sconcertata.
“Io sono Miyoga, un demone pulce, al servizio del
nobile Inu no Taisho. Lui mi aveva detto che se foste arrivate da sole a
palazzo, avrei dovuto condurvi nella stanza dello specchio”
“La ringrazio per la disponibilità”
rispose Izayoi alle spalle di Kagome.
“Di nulla signore, dovete sapere che lo specchio
è stato portato qui circa dieci mesi fa!” spiegò Miyoga.
- Forse non l’ho più trovato, perché fu
trasferito proprio il giorno del mio arrivo – pensò Kagome.
Quando giunsero di fronte allo specchio, la ragazza ebbe un
sussulto, il riflesso nello specchio non era quello dei loro corpi, lo specchio
rifletteva l’interno della camera della ragazza.
“Principessa siete pronta? Da questo momento la vostra
vita cambierà, io sarò la guida verso la felicità che
avete cercato tanto”
Izayoi annuì, nello stesso momento il piccolo
Inuyasha che stava dormendo aprì gli occhi e osservando Kagome le
sorrise dolcemente, la ragazza ricambiò, buttando un ultimo sguardo su
quelle orecchie che le piacevano tanto.
Prese Izayoi per mano.
“Ancora grazie signor Miyoga! – poi
sfiorò le incisioni - Il nostro amore proibito
può essere compreso solo in un altro tempo ” disse
Kagome, prima di far passare la mano all’interno del vetro.
Cominciò a sentirsi risucchiata, da una luce, si voltò indietro
per vedere come stesse Izayoi, ma non c’era nessuno. Si ritrovò
improvvisamente su un parquet, con al moquette. Osservò l’ambiente
che la circondava era tornata a casa…
Ma Izayoi dov’era finita e il bambino? Come una
stupida non le aveva neanche chiesto come si chiamasse! Notò che in
torno a lei era sparsi tanti pezzi di vetro, che riflettevano la sua immagine.
Osservò la staffa di legno con le incisioni e piccoli frammenti di vetro
che vi erano ancora rimasti vicino.
All’improvviso nella stanza irruppero il padre e la
madre.
“Che succede Kagome?” chiesero entrambi
allarmati.
“Io…io…” la ragazza non sapeva cosa
dire, aveva voglia di sfogarsi, dopo tanto tempo era finalmente tornata a casa,
ma non riusciva a credere di aver lasciato la mano di Izayoi, appena aveva
varcato la soglia dello specchio era accaduto qualcosa che le aveva separate,
ne era certa, ora si chiedeva dove fosse finita la principessa.
“Caro il vetro dello specchio si è rotto di
nuovo, proprio come quella volta” disse la donna sorpresa di trovare la
figlia in quello stato.
“Kagome ci hai fatto prendere uno spavento, quando hai
cominciato ad urlare /Qualcuno mi aiuti/ però sei stata fortunata che
nessuna scheggia ti abbia fatto male, sei sicura di stare bene?” chiese
l’uomo con apprensione.
“Si io sto bene!” rispose lei ancora turbata.
“Ehi sorellona, però! Che riconoscenza, non hai
neanche scartato il regalo di papà e lo hai distrutto, si vede che non
ti piaceva proprio” la schernì Sota.
A quelle parole Kagome capì che lì il tempo
non era trascorso era rimasto tutto al giorno del suo 15° compleanno.
“Mamma mi dispiace io non l’ho rotto, non so
come sia successo!” tentò di discolparsi.
“Non preoccuparti, tuo padre lo riparerà, non
è la prima volta che questo specchio finisce così, l’ultima
volta che è successo fu qualche giorno dopo il matrimonio mio e di tuo
padre, lui me lo regalò, poi improvvisamente, sentimmo un rumore di un
vetro infranto e trovammo lo specchio in frantumi. Quello è un giorno
importante…” la donna le spiegava tutto con una luce negli occhi, che
Kagome non le aveva mai visto, sembra perdersi nei ricordi dei tempi passati.
“Kaoru ti desiderano al telefono!” la voce del
nonno le raggiunse, qualcuno desiderava la madre della ragazza.
“Bè questo significa che ti racconterò
un'altra volta questa storia!” si alzò dal letto, diede un bacio
sulla guancia alla figlia, poi uno sulla fronte al marito, che nel frattempo
stava raccogliendo il vetro sparso.
Chissà quale fu la causa che fece rompere lo specchio
molti anni fa, facendo qualche semplice calcolo, erano circa diciotto anni,
visto che lei nacque solo tre anni dopo il loro matrimonio.
Era trascorsa qualche settimana, i suoi pensieri erano
sempre rivolti ai momenti trascorsi nel feudo di Edo, con delle persone
assolutamente meravigliose.
Ripensava a Izayoi, a Inu no Taisho e al loro bambino,
appena i suoi pensieri andarono su quest’ultimo le immagini che si
formavano era il suo dolce visino che gli sorrideva, i brillanti occhini
d’oro che la osservavano e quelle orecchie che non avrebbe mai smesso si
accarezzare. Con fare plateale si diede per finta degli schiaffi.
“Mi sono innamorata di un neonato con le orecchie
più belle che abbia mai visto!” si disse fissando il grande albero
all’interno dello spiazzale del tempio.
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“Ehi Kagome!!! Dove vai così di fretta?”
chiese una ragazza dai lunghi capelli castani e gli occhi color caffè
“Scusa Sango ma avevo promesso a mia madre che avrei
dato una aiuto in casa, ha deciso di fare le pulizie generali” rispose la
mora con fare annoiato e poco convinto.
“Dai non abbatterti, pensa che fra un po’
sarà il tuo ventesimo compleanno” le ricordò allegramente.
“Si sai che novità” rispose la ragazza di
pessimo umore.
“Lo so perché sei giù. Ma cosa vuoi, sei
tu quella che non si fila neanche un ragazzo, hai mezza università che
ti muore dietro, e tu che fai? Snobbi tutti!”
“Non posso farci niente. Te l’ho detto se non
sentirò che è vero amore io non mi lascerò mai andare con
nessun ragazzo” ribatté Kagome leggermente innervosita.
- Sempre la solita storia – pensò Sango.
“Mi scusi professore cerco questo libro, ma in
biblioteca mi hanno detto di venire da lei”
Kagome si bloccò improvvisamente, il tono con cui era
stata pronunciata quella frase le riportava alla mente, vecchi ricordi.
Un tono autoritario, ma con una note di gentilezza e
cortesia.
Sì volto nella direzione da cui proveniva.
Vide il suo insegnate di storia antica giapponese, discutere
con un ragazzo.
Fisico prestante e tonico, alto all’incirca uno e
ottanta, una lunga chioma fluente coloro oro bianco, indossava un berretto a
visiera non gli era possibile vedere gli occhi. Portava dei jeans levis scuri,
una camicia bianca con i primi tre bottoni, partendo dal collo erano
sbottonati. Il solo non le permetteva di definire meglio i tratti del suo viso,
ma solo la vista di quel pezzo di ragazzo la fece sentire strana, il cuore
stava accelerando.
Sango la osservava divertita, poi cominciò ad
osservare anche lei il ragazzo.
“Kagome, dammi retta non è per te! E poi tu che
non ti sei mai innamorata di nessuno, possibile che ti basta vedere quel tipo
per perdere la testa?”
Kagome sembrò ridestarsi alle parole
dell’amica.
“Ma che dici? Chi sarebbe innamorata? Io sono solo
rimasta colpita da colore dei suoi capelli”
“Se se!” disse Sango scettica.
“Ma è vero! Antipatica!” dopo avergli
fatto una linguaccia e lei una pernacchia cominciarono a rincorrersi.
Il ragazzo dal canto suo aveva notato che la ragazza dai
capelli neri che lo stava fissando aveva fatto cadere un libro dalla borsa, lo
raccolse, c’erano solo due iniziali “K.H.” . Lo mise nella
sua borsa e decise che glielo avrebbe restituito appena l’avesse rivista.
Il ragazzo dai capelli d’argento era appena rientrato
a casa, posò la borsa con i libri all’ingresso, si diresse in
cucina, una donna dai lunghi capelli neri, stava trafficando ai fornelli, lui
gli posò le mani sui fianchi e poi le diede un sonoro bacio sulla
guancia.
“Che profumino mamma! Cosa mi hai preparato di
buono?!” chiese lui in tono scherzoso.
“Inuyasha, da brava persona educata, va a lavarti le mani
e siediti a tavola”
“Certo mamma” dettò questo lasciò
la donna che col suo solito sorriso gentile spegneva i fornelli e terminava di
preparare il pranzo.
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Ebbene che ne dite? Vi va bene come penultimo capitolo?
E’ venuto veramente bello lungo, ma quando mi trovo
agli ultimi capitoli tendo sempre ad esagerare…dopo il breve prologo che
tanto breve non è…dell’epilogo, vi chiedo solo di
commentare…così che io ebbra dei vostri commenti cominci
già a scrivere l’epilogo ^^ zauzau!!!
Come sempre ^^’’’ scusate per i gli errori
che sicuramente troverete…il fatto è che scrivo sempre ad ore
assurde, poi li rileggo e nn li trovo u_u!!! Bene spero abbiate apprezzato, alla
prossima!