Un amore proibito oltre lo specchio

di Hellren
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un regalo antico ***
Capitolo 2: *** Il nobile e il demone ***
Capitolo 3: *** Un ti amo sussurrato in una notte di tenebra ***
Capitolo 4: *** Una nuova vita ***
Capitolo 5: *** Amami ***



Capitolo 1
*** Un regalo antico ***


Nota:

Nota: 
Nel 21° secolo i demoni e gli umani vivono pacificamente!


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1. Un regalo antico


Kagome Higurashi, una ragazza come tante,
allegra, simpatica e spigliata
. Il giorno in cui ebbe inizio la sua
avventura, compiva quindici anni. Suo padre famoso antiquario, quel giorno le
fece trovare in camera un grande pacco.
"Chissà cosa sarà?” chiese al
fratellino Sota.

"Sicuramente qualcosa di vecchio” rispose lui.

“Eheheh! Conoscendo papà è
probabile!”

Il padre le aveva espressamente chiesto di scartarlo appena fosse tramontato il sole.

“La luce della luna valorizza l’aspetto del
regalo ^_^” le aveva detto lui.

Appena il satellite e tutti i piccoli punti argentati
apparvero in cielo, lei cominciò a scartare quel grande
regalo e quando ebbe finito, si ritrovò di fronte uno specchio da
camera, alto quasi quanto lei, in una cornice di legno intarsiata. Tutt’intorno alla cornice c’erano
incisi degli ideogrammi.

L’incisione diceva – Il nostro
amore proibito può essere compreso solo in un altro tempo
-

Rilesse tutta la frase ad alta voce e fece scorrere la mano
su quelle incisioni e improvvisamente il vetro fu illuminato da una candida
luce. Kagome anche se intimorita poggiò la mano su quella luce, ma al
posto di fermarsi sulla base dello specchio, l’attraversò e un energia invisibile cominciò a risucchiarla.

“CHE QUALCUNO MI AIUTI!!!!!
urlò con tutta se stessa ma la sua richiesta non ebbe risposta alcuna.
Ormai lo specchio l’aveva risucchiata completamente.

Quando rinvenne si ritrovò
in una stanza spoglia l’unico oggetto presente era lo specchio dal quale
era uscita.

“Ragazza cosa fai qui?” le aveva chiesto una voce molto gentile alle sue spalle. Si
voltò e vide una donna bellissima, dimostrava all’incirca
diciotto anni
. Aveva lunghi capelli neri, grandi iridi scure come la
notte che sfumavano nel castano intorno alle pupille. Indossava un sontuoso
chimono. Si notava subito dai ricami e dalla stoffa che fosse di una
qualità molto pregiata.

“I...io non so com…come
sono finita qui” u_u

“I tuoi occhi sono sinceri! Seguimi ragazza dallo
strano chimono” le disse la bellissima donna sempre con fare signorile e
delicato.

Kagome osservò i suoi indumenti. Indossava
l’uniforme scolastica, non era
niente di strano. Attraversarono
diversi corridoi. Poi la donna fece scorrere una delle porte presenti.
Entrarono
.

Lei si sedette su uno dei cuscini presenti in quella camera
e ne indicò un altro a Kagome.

“Il mio nome è Izayoi e sono la principessa di
questo castello. Tu invece come ti chiami?”

-Principessa?-  “I…io mi chiamo Kagome”

“Da dove vieni Kagome?”

“Io ero nella mia camera, poi lo specchio mi ha trascinata qui. Lo so che è impossibile, ma le giuro
che non sto mentendo” solo in quel momento aveva veramente realizzato
cosa le fosse successo e le lacrime cominciarono a farsi
spazio nei suoi occhi.

“Hai detto lo specchio? Significa che tu vieni dallo
specchio? Da un altro tempo?” gli chiese Izayoi ansiosa per la risposta.

“Un altro tempo? Perché
questo che tempo è?” chiese Kagome sconcertata.

“Siamo nell’anno 300”

Kagome era senza parole era tornata
indietro di 1700 anni.

“Io provengo dal ventunesimo secolo”

La principessa portò le mani alla bocca per lo
stupore.

Quindi tu provieni davvero
da un altro tempo. E dimmi da dove provieni tu, i demoni e gli umani convivono
pacificamente?? Ti prego dimmi
che è così!” chiese lei con entusiasmo implorante.

Kagome annuì “Certamente! Demoni,
mezzo
demoni e umani, viviamo tutti insieme. Perché
qui non è così
?”

Lo sguardo della principessa si incupì
“ No! Purtroppo non è così – poi
fece scorrere una delle porte a muro presenti nella stanza,
all’interno c’era una specie di ripostiglio, ne tirò fuori
un chimono azzurro, stoffa semplice, si poteva notare subito la differenza con
quello della principessa – Indossalo. Così se qualcuno ti vede dirò che sei la mia dama di compagnia. Se ti
vedessero con quegl’indumenti
saresti scambiata per una spia”

“La ringrazio per l’aiuto che mi sta dando,
principessa” e le fece un sorriso che Izayoi ricambiò con
altrettanto entusiasmo.

Dopo che Kagome si fu cambiata, si sedette nuovamente vicino
alla donna.

“Ti sta molto bene. L’azzurro ti dona”

“La ringrazio. Mia signora, po…potrebbe raccontarmi qualcosa di questo
secolo?” chiese Kagome esitante.

“Ma certo ^_^ - anche se le aveva sorriso.
In quell’espressione era velata una grande
tristezza – in questo secolo ci sono
moltissime guerre. Ogni giorno
muoiono decine di uomini. I demoni sono per la
maggiore di indole malvagia. Quei pochi che si
uniscono agli uomini nelle battaglie , vengono
continuamente assaliti dai loro simili e accusati di tradimento. Questo accade soprattutto quando – si interruppe, la sua espressione
divenne molto triste – accade quando, un demone e un umano hanno una
relazione. Questo tipo di legame è considerato tabù.
Perché dalla loro unione potrebbero nascere mezzi demoni o anche detti figli della proibizione. Esistono leggi molto severe in
merito. E’ severamente proibito avere rapporti con esseri demoniaci.
Tutti coloro che hanno dei figli mezzo sangue saranno
emarginati dalla società e costretti alla solitudine” gli occhi di
Izayoi erano ormai vitrei.

Ma questo è ingiusto.
Se due persone si amano, perché devono essere
ostacolate da queste leggi assurde” affermò con enfasi Kagome.

“Io la penso esattamente come te ma
non c’è niente che possiamo fare. Niente” disse Izayoi
scuotendo la testa con rassegnazione.

Kagome si domandava il perché di quello stato
d’animo. Che la principessa si fosse legata
sentimentalmente a qualche demone? Se era così
poteva capire il perché fosse così demoralizzata. Ma non poteva abbandonarsi a quei pensieri. Doveva trovare
un modo per tornare a casa, e le risposte alla domanda – come fare?
– erano nello specchio che l’aveva condotta in quel castello. Che
ci fosse un motivo preciso per cui lei era stata
mandata proprio in quel palazzo? Solo il tempo le avrebbe dato
una risposta.




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Che ne dite di questo primo capitolo? Spero sia stato di vostro gradimento. L’idea di qst ficcy mi è venuta guardando per la millesima volta il 3°film di Inu. Era da un po’ che mi passava per la testa l’idea di raccontare la storia d’amore tra Izayoi e Inu no Taisho. Però volevo farlo in modo originale, quindi perché non farla raccontare dalla nostra Kagome?

 

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Capitolo 2
*** Il nobile e il demone ***


Note: Ho fatto un grave errore nel cap precedente

 

Note: Ho fatto un grave errore nel cap precedente. Che mi ha fatto notare una delle lettrici. Grazie per aver notato qst errore! =_= sn veramente spiacente

Questo è qll che ho scritto:

 

“Un altro tempo? Perché questo che tempo è?” chiese Kagome sconcertata.

“Siamo nell’anno 300”

Kagome era senza parole era tornata indietro di 1700 anni.

 

Ho commesso un gravissimo errore con le date poiché la vera versione era:

 

 

“Un altro tempo? Perché questo che tempo è?” chiese Kagome sconcertata.

“Siamo nell’anno 1300”

Kagome era senza parole era tornata indietro di 700 anni.

 

Ho invertito l’1- =_= mi scuso per qst errore. Dato che inuyasha è nato circa 200 anni prima che Kagome lo incontrasse è ovvio che fosse tornata indietro di 700 anni e non 1700. Bene! Spero di aver chiarito il malinteso, ci tenevo a correggermi. ù_ù

 

 

 

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2. Il nobile e il demone

 

 

Erano già trascorsi tre giorni dal suo arrivo al palazzo di Edo. Izayoi era una principessa ammirevole, gentile con tutti. Ormai Kagome era diventata la sua ombra, ovunque si recasse la principessa anche lei era presente. In quei giorni appena poteva allontanarsi, andava in giro per il palazzo, alla ricerca dello specchio. Ma non riusciva a trovarlo da nessuna parte.

Il sole era sorto, Kagome andò a rinfrescarsi, poi indossò il suo chimono azzurro e si diresse nella stanza della principessa. Ma quando vi entrò era vuota. Non vi era nessuno.

-Impossibile che sia uscita così di buon mattino-

Andò nelle cucine, ma neanche lì c’era traccia della principessa. Decise di andare in giardino.

Quello più che un giardino, poteva definirsi un parco. Sarebbe riuscita a trovarla in quell’immensa macchia di verde?

Proprio nel momento in cui stava per inoltrarsi fra la vegetazione.

“Ehi tu donna!”

Si voltò, trovandosi di fronte, un uomo alto, capelli castani che toccavano appena le spalle, indossava un armatura da samurai, sguardo altezzoso, aveva l’aria di quei tipi con la puzza sotto al naso.

Si mio signore?” con un inchino.

“Sono qui per incontrare la principessa. Mi hanno detto di chiedere a te!” disse con arroganza e nervosismo.

Kagome non sapeva cosa rispondere. Non aveva la minima idea di dove si trovasse Izayoi.

“Nobile Takemaru! Qual buon vento la porta nelle terre di Edo?” disse la voce sempre cordiale della principessa alle spalle di Kagome.

“Principessa” l’uomo fece una lieve riverenza, appena lei le fu di fronte.

La prego apprestiamoci ad entrare. Farò preparare del desinare per il vostro lieto arrivo”

Takemaru seguì la padrona di casa fino alla sala in cui si sarebbe ristorato dal viaggio.

Kagome non partecipò a quella colazione, come aveva fatto in quei giorni con Izayoi, perché l’ospite aveva espressamente chiesto di poter restare in privato con la principessa.

Dopo aver consumato il pasto lì vide dirigersi in giardino. Izayoi era un ottima padrona di casa, sapeva come comportarsi, aveva modi raffinati e aggraziati.

Il sole era tramontato da pochi minuti e Kagome stava aiutando a rigovernare nelle cucine, finché non fu richiesta dalla principessa.

“Kagome ho bisogno che tu mi faccia un grande favore” il suo tono sempre gentile, era velato da un tono di irrequietezza.

Ma certo mia Signora qualunque cosa”

“Nelle mie stanze. Troverai un piccolo cestino, all’inverno vi sono delle soluzioni curative. Prendile e raggiungi il lato nord del giardino, dov’è situato il lago d’inverno. Lì troverai una persona che necessita assolutamente di cure. Se non fosse arrivato il nobile Takemaru sarei andata io stessa a prestargli soccorso, ma il destino come al solito ha avuto altri piani. Sarei venuta prima ad avvertirti ma non potevo allontanarmi sarebbe stato in primo luogo sconveniente e poi molto compromettente. Kagome mi farai questo favore?”

“Sì mia signora, non si preoccupi. Tenterò di fare del mio meglio, presterò le mie cure come se provenissero da voi” Non disse altro. Andò a prendere il necessario nelle stanze della principessa e uscì dal palazzo. Attraversò il lato nord del giardino, in lontananza vide il lago ormai rischiarato dalla pallida luna. Avanzando notò qualcuno adagiato con le spalle vicino ad un albero. Sì fermò dietro uno di questi ad ammirare quell’irreale figura.

Un uomo. I suoi capelli raccolti in una coda alta, poggiava sulla spalla e ricadeva fino al ventre, sembravano d’oro bianco, ai lati del volto aveva segni violacei a forma di saetta orizzontale. Gli abiti che indossava erano sontuosi a parte la corazza che portava al busto, poi aveva una lunga pelliccia, che si era distesa tutta intorno. A prima vista poteva essere scambiato per un comune umano, ma la sua vera natura veniva tradita dalle orecchie a punta, orecchie elfiche tipiche degli youkai dalle sembianze umane.

“Tu dietro quegli alberi! Fatti avanti! Per quanto tempo intendi restare nascosta?” a pronunciare quelle parole, fu un timbro di voce grave e possente, quasi irato. C’era un'unica persona che poteva averle rivolto quella domanda. Kagome si mostrò finalmente al demone.

“M…Mi scusi!” disse titubante, non sapeva come comportarsi.

“Chi sei?” il tono questa volta era calmo e con una nota di gentilezza.

“Io sono Kagome Higurashi, signore!” rispose lei rincuorata, all’inizio le aveva quasi fatto paura.

“Bene Kagome Higurashi! Cosa si fai qui?” con un lieve sorriso. Poi lei notò per una frazione di secondo passare sul volto di lui, un espressione di dolore.

Penso sia ferito da qualche parte. La principessa aveva detto che necessitava di cure-

Vede mio signore, sono stata mandata qui dalla principessa. Lei si scusa per non essere presente, ma sono giunte visite a palazzo e non poteva lasciare l’ospite” tentò di scusarsi per Izayoi.

“Non ci sono problemi, anzi io le avevo chiesto espressamente di non tornare, ma quella donna è testarda”

“La prego lasci che sia io a curare le sue ferite”

“Ragazzina, non è un bello spettacolo te lo assicuro” disse lui cercando di farla desistere dal suo incarico.

“Non si preoccupi per me, pensi alla sua salute piuttosto”

Molto diretta eh? Kagome Higurashi!”

A quella domanda che parve più un affermazione, le gote le si imporporarono lievemente.

“Mi…Mi perdoni non volevo m…mancarle di rispetto”

“Non ci sono problemi, è molto difficile trovare una fanciulla che parli così apertamente. Sembra quasi che tu non appartenga a questo luogo” mentre diceva ciò si liberava dell’armatura che gli proteggeva il busto, lasciando chiaramente visibile un profondo foro al fianco, che grondava sangue in un modo spaventoso. La casacca bianca era ormai inzuppata dal sangue del demone, anche se la cosa la imbarazzava non poco, gli tolse molto delicatamente quell’indumento, senza quello la ferita risultava ancora più raccapricciante.

“E’ davvero molto profonda!” proferì lei portandosi le mani alla bocca per lo spavento.

“Te l’avevo detto che non era uno spettacolo adatto ad una ragazzina, figuriamoci se al tuo posto ci fosse stata Izayoi” disse lui quasi ironico.

“Sono sicuro che lei l’avrebbe curata con ancora più determinazione di come tenterò di fare io”

Prese una dell’alcool che aveva preso senza farsi vedere dalle cucine, e lo gettò sulla ferita. Doveva assolutamente disinfettarla, come prima cosa.

Grrrrr…” il demone digrignava i denti come in un ruggito trattenuto.

Ma come si è procurato una ferita simile?” chiese lei, mentre tamponava con delle garze, gettando altro alcool, poi prese un unguento e cominciò a massaggiare delicatamente sulla ferita e intorno.

Grrr…il clan dei demoni gatto ha attaccato, la mia armata, e nello scontro...grrr...per un mio attimo di distrazione sono riusciti a ferirmi…grr…” spiegò.

“Capisco, un agguato!” aveva finito di spalmare l’unguento.

“Non vedono l’ora di farmi lo scalpo, ma io ho la pelle dura, non è ancora giunta l’ora che Inu no Taisho esca di scena” disse mentre lei gli applicava delle erbe sulla ferita, proprio come le aveva spiegato la principessa. Poi prese le bende, e cominciò a fasciarlo.

“Abbiamo quasi finito” disse lei con tono rassicurante.

“Kagome Higurashi tu sei una ragazza davvero strana, non hai temuto che io ti attaccassi e mi hai curato senza fare una piega”

“La ringrazio mio signore, però queste cure è come se fossero venute dalla principessa, lei era seriamente in pena per voi. Se non fosse stato per la presenza del nobile Takemaru…” stava dicendo, ma il demone la interruppe.

Takemaru? Intendi Takemaru Setsuna?” chiese con un misto di odio e sorpresa negli occhi.

“Si, è così che l’ha chiamato la principessa” disse Kagome quasi impaurita da quella reazione.

Quell’essere fastidioso ed insignificante è tornato” disse con tono infastidito

“Ammetto che non sia una persona per niente gradevole. Ha dei modi tanto arroganti, solo perché è nobile non significa che sia migliore degli altri” Kagome era pienamente convinta delle sue parole.

“Hai delle idee troppo rivoluzionarie Kagome Higurashi, sono troppo avanti per questo tempo, tu sei una di quelle persone che avrebbe dovuto aver vita in un altro tempo, per essere accettata, non puoi parlare così apertamente, anche se devo ammettere che hai ragione su Setsuna…” spiegò il demone.

Ma il posto da dove provengo, queste che voi chiamate idee, sono fatti! Non esistono classi sociali, gli uomini e le donne hanno gli stessi diritti e questo vale anche per i youkai e gli hanyou. Io da quando l’ho vista penso che sia veramente una brava persona. E che possa capire i miei discorsi per questo non mi sono fatta remore a parlare con lei. Invece il nobile Takemaru si da troppe arie”

Inu no Taisho ascoltava con ammirazione le parole di quella giovane donna, quante volte aveva desiderato poter vivere in un luogo come l’aveva descritto lei, ma era impossibile, quell’epoca era all’insegna del sangue, tra guerre e pestilenze, non poteva esistere un luogo del genere.

“Per dire queste cose devi provenire solamente da un altro mondo, perché è praticamente impossibile quello che stai dicendo, anche se desidererei tanto potesse essere vero” pronunciando quelle parole, il possente demone assunse la stessa espressione di Izayoi, la prima volta che Kagome aveva parlato dello stesso argomento con lei.

“Ma io infatti non appartengo a questi luoghi”

Lo sguardo sorpreso di Inu no Taisho, la incoraggiò a continuare.

“Io vengo da un altro tempo, lì conviviamo tutti insieme pacificamente, sono arrivata qui tramite uno specchio, aveva un incisione molto particolare, tutto intorno alla cornice”

Gli occhi del demone si sgranarono.

“Tu sei colei che renderà possibile ciò che dicono le parole dell’incisione? Sei tu colei che realizzerà il nostro sogno? Tu sei la guida?” tutte quelle domande non avevano nessun significato per la ragazza.

“Io…io non capisco”

“Kagome Higurashi devi sapere che la persona che ha inciso quelle parole…” il demone forse le avrebbe rivelato il mistero che si racchiudeva dietro quello specchio mistico.

“KAGOME! KAGOME!”

Ma delle urlà lo trattennero dal continuare.

Devo scappare non posso farmi trovare in questo stato, e in particolare in tua compagnia, faresti una brutta fine. Ci rivedremo Kagome”

“Aspetti mio signore, la sua ferita può riaprirsi”

“Sono un demone maggiore, dopo le tue cure, per domattina la ferità sarà rimarginata”

Fu tanto veloce, che in un attimo era scomparso dalla vista di Kagome, eppure in lontananza, riuscì a scorgere un grande cane bianco che correva.

 

 

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 Bene siamo giunti dopo un estenuante fatica anche alla fine di qst cappy…spero recensirete anche se vi ho fatto attendere tutto qst tempo. Ringrazio tt le persone che hanno commentato la volta scorsa! Alla prossima!!!

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Un ti amo sussurrato in una notte di tenebra ***


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3. Un ti amo sussurrato in una notte di tenebra

 

 

 

 

 

 

Kagome cammina tra i corridoi del palazzo chiedendosi cos’avessero voluto dire le parole del nobile youkai, ma non riusciva a darsi una risposta. Raggiunse le stanze della principessa.

“Posso entrare mia signora?”

Certo accomodati Kagome!” rispose una voce all’interno della stanza.

Entrò e si sedette come suo solito di fronte alla principessa.

“Allora Kagome raccontami com’è andata! Era ancora lì?”

“Sì mia signora, l’ho curato e bendato per bene, gli ho anche detto che era come se quelle cure venissero fatte da voi. Poi alcuni servi sono venuti a cercarmi e io sono dovuta tornare qui, mentre il nobile Inu no Taisho è scappato” raccontò brevemente Kagome.

La ragazza notò che negli occhi di Izayoi brillava una luce particolare, unica per così dire, lei aveva intuito di cosa si trattasse, perché anche il demone aveva lo stesso sguardo luminoso mentre parlava della principessa.

“Kagome sono molto contenta che sia andato tutto bene. Era veramente una brutta ferita la sua, ma non ha voluto farsi curare, quel cocciuto di uno youkai” disse con finta rabbia.

A Kagome scappò una risata.

Perché stai ridendo Kagome?” chiese la principessa che stava cominciando a ridere anche lei.

“Eheheh…nulla è solo che ho ripensato alle parole del nobile Inu no Taisho, ebbene mentre lo curavo ha detto quasi le vostre stesse parole, vi ha definito una donna testarda”

“Ah bene! Però forse ha ragione siamo entrambi due testardi…- poi una lunga pausa – due testardi che hanno un sogno impossibile” abbassò lo sguardo con tristezza.

A quel gesto Kagome non riuscì a trattenersi dal farle una domanda che si poneva da quando l’aveva vista,  sapeva già la risposta eppure voleva sentirla dalle sue labbra.

“Principessa Izayoi voi amate Lord Inu no Taisho?”

“Sì Kagome” rispose semplicemente la principessa alzando lo sguardo castano sul volto serio e dolce dell’unica persona in tutto quel palazzo, capace di comprendere i suoi sentimenti.

Anche lui la ama, lo sa questo?”

“Sì, infatti come pegno del nostro amore mi dono lo specchio dal quale dici di essere giunta” le spiegò.

- Quindi è stato quel demone ha portare lo specchio in questo luogo, era questo che stava per dirmi prima che scappasse? Ma perché io sono capitata in questo posto? – pensava Kagome.

“Principessa…” Kagome stava per chiederle dello specchio, ma fu interrotta da una delle ancelle.

“Mia signora, vostro padre il nobile Toki desidera avere un colloquio con lei” disse una ragazza di qualche anno più giovane di Kagome.

“Arrivo subito Momo” si alzò, fece un sorriso a Kagome e lasciò la stanza.

Kagome si chiedeva quando sarebbe riuscita a far luce sull’alone di mistero che aleggiava intorno allo specchio. Forse l’unica persona che avrebbe potuto dare delle risposte alle sue domande era il demone che aveva conosciuto quella notte.

 

*************

 

Il mattino seguente Kagome notò grande agitazione all’interno del palazzo. Le donne che si occupavano delle faccende domestiche, sembravano impazzite correvano con fare indaffarato sistemando ovunque. Fermò la ragazzina che la sera precedente era venuta a chiamare la principessa.

“Scusa Momo? Ma cosa succede?”

“Come non lo sai? Ah è vero tu sei nuova! Oggi verranno a palazzo ospiti molto importanti! Tra cui i generali degli eserciti alleati alle terre di Edo”

“Oh capisco”

“Ora devo proprio andare, ho delle camere da sistemare” e scappò, con un paio di futon piegati tra le braccia.

- I generali delle armate! Meglio trovare Izayoi – uscì fuori dal palazzo. Si diresse verso il piccolo stagno sul retro. Quando sentì delle voci. Il passo di Kagome divenne felpato.

“…non dire sciocchezze Izayoi” diceva una voce con tono baritono, aveva sentito solo un uomo parlare in quel modo tanto grave e imperativo.

Ma io…” una flebile voce di donna.

Kagome si accostò dietro l’angolo del muro del palazzo e lì vide.

Il bellissimo demone dai capelli d’oro bianco e la sua gentile principessa.

Lui le dava le spalle, la lunga e soffice pelliccia che partiva dalle spalle ricadeva fino a terra, lei indossava un sontuoso chimono rosa damascato, aveva uno sguardo triste.

“Niente ma! Non possiamo continuare così. Il solo pensiero che dopo ogni battaglia devo saperti qui, che ti disperi per la mia sorte, mi provoca una stretta al cuore. Io voglio vederti felice, non con quello sguardo triste e preoccupato” le disse il demone sempre di spalle.

“Oh Inu no Taisho io non posso immaginare una vita senza di te. Non puoi lasciarmi ad un altro che non amo, non posso credere che tu mi preferisca sposa al nobile Takemaru, piuttosto che vedere le lacrime sul mio volto, quando vieni da me dopo ogni battaglia” disse lei tra le lacrime, che ormai scivolavano lente dal viso.

Il demone non proferì parola, Kagome dalla sua posizione poteva notare quanto fosse triste e amareggiato anche lo sguardo di lui.

“Io ti a…” la principessa fu fermata dalle labbra del youkai. Kagome coprì gli occhi per l’imbarazzo, li riaprì lentamente, la stava ancora baciando, gli occhi socchiusi di Izayoi continuavano a far scivolare lacrime, che le mani di lui tentavano di cancellare, mentre le contornavano il viso. Si allontanarono lentamente, per poi stare con le fronti l’una contro l’altra.

“Ti prego non dire quelle parole, lo sai che dopo non mi fermerà nessuno dal prenderti e fare di te la mia donna . E io non voglio che tu sia infelice a causa mia” disse lui con il solito tono grave, ma con una punta di dolcezza e insicurezza.

“Io non desidero altro mio signore” disse lei, facendo un lieve inchino, come segno di sottomissione.

“Non dire sciocchezze! – porgendole una mano sotto il mento e alzandolo nella sua direzione – sei una pura come una dea celeste ed io solo un demone, la nostra unione non farebbe che far scivolare lacrime di sofferenza sul tuo volto che non merita altro che amore. Alcune volte non vorrei averti incontrata. Questo dolore che mi lacera il cuore è insopportabile…” lui fissava quelle iridi castane con un amore incommensurabile.

“Io non posso restare sotto una campana di vetro…io…io voglio vivere con te…voglio gioire e soffrire con te…condividere ogni cosa” catturò nuovamente le labbra del youkai, che affondò le mani tra la chioma corvina di lei e approfondì ancora di più il bacio.

- Vostra altezza! Principessa! Dove siete? – qualcuno cercava la principessa.

Inu no Taisho si allontanò.

Ti…” le pose un dito sulle labbra per non lasciarla parlare.

“A presto Izayoi” col tono più dolce e  sensuale che potesse avere.

La principessa lo osservò fare un balzo in direzione del tetto del palazzo, mentre con la mano sfiorava le labbra ancora arrossate dal bacio che gli aveva dato.

Kagome che aveva visto tutta la scena, aveva compreso che la loro era davvero una storia tormentata, voleva aiutarli, fare qualcosa per loro, e anche finire quel discorso col youkai.

Aspettò che la principessa fosse rientrata e poi uscì dal suo nascondiglio. Rientrò anche lei a palazzo, e per i corridoi incrociò inaspettatamente il demone maggiore. La osservò con sguardo gentile, lei fece un leggero inchino e proseguì.

Andò nelle stanze della principessa.

Stava indossando un altro abito, questa volta il chimono era verde pastello, con la fascia nel giallo molto chiaro.

“Kagome ben arrivata! Shizuka prego puoi andare, ci penserà Kagome a terminare!” una donna di mezz’età si prostrò ai piedi della principessa e uscì dalla stanza senza proferir parola.

Kagome si avvicinò alla principessa e cominciò a stingerle la fascia.

“Principessa ho incontrato Lord Inu no Taisho per i corridoi” disse la ragazza esitante, non voleva far capire di aver assistito alla scena vicino allo stagno, si sentiva imbarazzata e in colpa per averli spiati.

“Sì lo so che si trova qui! Lui è uno dei generali degli eserciti alleati!” rispose lei con rammarico.

“Capisco! E’ così che vi siete conosciuti?”

“Esatto! – e con sguardo sognante, cominciò a raccontarle della loro primo incontro - Lui alleandosi con mio padre, si trovò spesso a soggiornare qui a palazzo. Non ci conoscemmo subito, capitò per caso. Io ero andata in riva al lago, come facevo ogni mattino, mi piace molto stare all’aria aperta, poi da lontano vidi un enorme cane dal manto d’argento, si avvicinava a me con fare minaccioso, notai che era ferito ad un arto, mi avvicinai cautamente, facendogli capire che non avevo cattive intenzioni, e lui mi lasciò visionare la ferita, strappai un lembo del chimono, lo bagnai con l’acqua e dopo averla ripulita un po’ la fasciai. Lo lasciai riposare lì, quando tornai il mattino successivo non c’era più, tornando a palazzo, urtai casualmente un uomo, lui mi sorresse prontamente, io incrocia il suo sguardo e mi persi nell’infinito dorato che celavano. Quando sentii la sua voce ebbi un sussulto era grave ma allo stesso tempo molto gentile. Mi guardò ancora e disse /Grazie/ io non capivo, poi mi porse un pezzo di stoffa, macchiato di rosso. E si allontanò. Solo in quel momento capii che si trattava del cane che avevo soccorso. Da quel giorno, lo vedevo sempre più spesso in giro per il castello, i nostri sguardi si incontravano sempre, ero sicura di essermene innamorata a prima vista. Ma non sapevo se anche lui provasse tale sentimento. Poi ci ritrovammo in riva a quel lago, lui era seduto a terra con le spalle contro un albero. Mi dichiarò i suoi sentimenti però disse anche che non era possibile una nostra relazione per colpa della sua natura demoniaca, io non sarei mai stata felice al suo fianco, io risposi che ricambiavo il suo amore e che non mi importava dell’opinione degli altri, così cominciammo ad incontrarci all’insaputa di tutti. Anche questa mattina ci siamo visti, e come già accaduto altre volte, mi ha rinnovato il proposito di non incontrarci più, perché la situazione sta diventando pericolosa e compromettente, e le battaglie sempre più cruente” terminò con afflizione la giovane principessa.

“Se il vostro amore è più forte di qualsiasi contrasto, se lo amate al punto da rinunciare a lui, se non fate altro che desiderarlo al vostro fianco, ebbene io vi dico di non arrendervi e di far capire anche a lui quanto siano forti e saldi i vostri sentimenti” le consigliò Kagome con impeto.

La principessa le regalò uno dei suoi sorrisi più belli e la strinse in un abbraccio amorevole e gentile.

“Grazie Kagome! Ringrazio i Kami per averti mandata da me! Se non ci fossi stata tu, non so se sarei stata capace di rifiutare la proposta del nobile Takemaru!”

Cosa significa mia signora?” chiese perplessa.

“Ieri sono stata chiesta in sposa dal nobile Takemaru! Ma io ho chiesto a mio padre almeno un giorno di tempo, so che Takemaru mi desidera al suo fianco e me lo ha fatto capire in tutti i modi, ma io non lo vedrò mai sotto la luce di un marito o un amante, come invece riesco a vedere lui. Mio padre mi vuole molto bene e non gli ha dato subito la mia benedizione, visto che tiene molto alla mia felicità, voleva sapere se ero favorevole, non potevo dirgli subito di no, e avevo la forza di farlo. Ma tu Kagome con le tue parole, mi hai dato la carica, mi hai trasmesso la forza di rifiutarlo, io voglio solo Inu no Taisho, desidero essere al suo fianco in ogni momento, anche se questo dovesse significare fare tutto alle spalle di mio padre e rischiare di compromettere la mia posizione” le spiegò con impeto.

“Capisco il vostro ardore principessa, sappia che io sono al suo servizio e se avrà bisogno del mio aiuto per qualsiasi cosa, non esiti a chiedere, i miei servigi sono per favorire la causa del vostro amore proibito” disse Kagome inchinandosi.

“Ti ringrazio per questa tua dimostrazione d’affetto Kagome. Sei una vera amica. Una persona veramente speciale. Forse è vero che la persona che avesse attraversato lo specchio ci avrebbe condotti sulla via della pace e la serenità”

Ma cosa significa?che io sono una guida mandata dallo specchio?” chiese Kagome ricordando anche le parole del demone.

“In un certo senso dovrebbe essere così” rispose Izayoi, poi come se il destino stesse tentando in tutti i modi di trattenere Kagome in quel luogo, un servitore disse che la principessa era desiderata dal padre.

“Dovrò dargli la mia risposta” disse la principessa, dopo aver salutato Kagome ed essere uscita dalla stanza.

 

****************

 

Era orami calata la notte, quella sera il cielo era unicamente un panno buio trafitto dalle luminose stelle. La luna non era presente e non illuminava con i suoi pallidi raggi il paesaggio che si era soffermata ad ammirare Kagome, dalla finestra della sua camera.

Sentì la porta scorrere alla sue spalle, Izayoi era appena entrata.

“Com’è andata la cena mia signora?”

“Bene! Ho avuto puntato su di me lo sguardo accigliato del nobile Takemaru per tutto il tempo” disse sconsolata.

“E Lord Inu no Taisho?” lui discuteva con gli altri generali, e ogni tanto si rivolgeva a mio padre, ma non è mai successo come questa sera che i nostri sguardi non di incrociassero neanche una volta” la principessa era un po’ giù di morale per questa cosa.

“Non deve abbattersi! Sicuramente avrà tentato di non stare ad osservarla per non dare nell’occhio. Dopotutto il vostro amore è segreto ed anche molto forte, avrà evitato di guardarvi per non compromettere tutto, e questo vi deve far sperare che è lui per primo che non vi vuole lasciare” le spiegò Kagome.

“Oh Kagome! Così giovane eppure così saggia!”

- Eh principessa sapeste quante soap ho visto e per non parlare di tutti quei romanzi rosa che ho letto? Alcune volte mi stupisco pure io per i consigli che do ^^’’’ -

“Non penso sia tanto saggia ^///^ ma la ringrazio ugualmente”

“Kagome io desidererei tanto poter andare a chiarire una volta per tutte questa storia con lui…ma ho bisogno del tuo aiuto” disse molto seria ma ancora con qualche esitazione.

“Chiedetemi qualsiasi cosa, sono a vostra più completa disposizione”

“Almeno due volte durante la notte, una delle donne di servizio viene sempre a controllare che io sia nelle mie stanze. Dovresti prendere il mio posto, almeno finchè non sarò tornata qui. Te la senti?” mi chiese quasi supplichevole.

“Certo mia signora, qualsiasi cosa! Anche se doveste rientrare all’alba io occulterò la vostra assenza in ogni modo. Andate pure prima che si faccia veramente tardi” detto questo venne nuovamente stretta dall’abbraccio gentile di Izayoi.

“Ancora grazie Kagome! Ti devo tanti favori lo sai?”

Ma cosa dite? Una principessa non deve favori a nessuno!^^”

E io invece un giorno ti prometto che mi sdebiterò per quello che hai fatto per me, pur non essendo una vera ancella, hai acconsentito a starmi accanto, io ti ripagherò di tutto questo disturbo che ti ho arrecato” disse con decisione.

“Okay fate come volete, ma ora senza farvi notare, allontanatevi dalle vostre stanza, a quest’ora non ci dovrebbe essere nessuno per i corridoi” dopo queste parole la principessa lasciò la stanza.

Kagome si guardava intorno, sperava con tutta se stessa che la principessa sarebbe riuscita nel suo intento, ne era sicura, aveva notato lo sguardo del youkai ne era innamorato all’inverosimile e lo stesso valeva per Izayoi. Forse quella notte la principessa sarebbe riuscita a pronunciare quelle uniche due parole che lui non voleva ascoltare.

 

**************

 

Poche ore dopo, in una stanza molto isolata, all’ultimo piano del palazzo.

“…Tu devi capire che a me non importa degli altri, io ti resterò accanto qualsiasi cosa accada!” stava dicendo la principessa, era ormai da quando aveva messo piede in quella stanza, che continuavano a discutere.

“Izayoi lo so ma hai notato anche tu il modo in cui tuo padre parlava di quello sciocco di Takemaru, lo ha esaltato con ogni aggettivo possibile, anche se tu lo hai rifiutato tuo padre in fondo vuole che tu diventi la sua sposa!” sbottò irritato il demone dai capelli d’argento.

Ma tu sei geloso!”

Ma cosa dici donna! Io non provo sentimenti come la gelosia, sono un demone maggiore mica uno insignificante umano io!” tentando non farle capire che aveva proprio centrato il bersaglio.

Lei si mise di fronte a quei bellissimi occhi dal taglio stretto e le iridi d’oro.

“Lo vuoi capire che io…” come già era accaduto al mattino, anche questa volta le labbra dello youkai, la fecero tacere. Lui era sicuro che lei gli avesse detto quelle parole, non sarebbe più riuscito a trattenersi, sentire quelle parole dalle sue tenere e morbide labbra significava condurla verso una vita di pianto e infelicità.

“Non dire quelle parole te ne prego” la stringeva forte a se, era più forte di lui la desiderava in una maniera tale che quasi non se ne rendeva conto. Ma era sicuro che finchè lei non avesse espresso a pieno i propri sentimenti, lui avrebbe resistito. A lui bastava anche solo sfiorare le sue labbra, non voleva comprometterla e commettere un danno irreparabile.

Izayoi invece gli cingeva il collo con le braccia, la testa poggiata sulla spalla, si allontana leggermente, lo bacia di nuovo, e quando si allontana, in quell’attimo che la mente di lui è ancora annebbiata da quell’inebriante sensazione che riescono a donargli quei rosati boccioli, sussurra quelle parole da troppo tempo frenate.

“Ti amo Inu no Taisho

E’ un attimo.

Un attimo che al demone sembra eterno.

Quelle parole rimbombano nelle sue membra, si diffondono in ogni fibra del suo essere, marchiano a fuoco il suo cuore, ormai non aveva più nulla da perdere, se le aveva detto quelle parole significava che era seriamente convinta di quello al quale andava incontro.

Lo sguardo del demone era pieno di desiderio e a Izayoi non sfuggì, anche lei lo desiderava, ed era disposta anche a concedersi a lui, senza remore, voleva diventare un'unica cosa con la persona che amava, e sapeva che in quel momento per lui era la stessa cosa.

Fece aderire ancora di più il corpo della donna al suo, cominciò a baciarla con desiderio. L’avrebbe amata con tutto se stesso, non avrebbe lasciato a nessun altro il piacere di esplorare quella pelle candida come il pallore lunare, nessuna bocca oltre la sua si sarebbe mai posata su quei petali che erano le sue labbra, nessuno durante la notte oltre a lui, avrebbe posseduto quel giovane corpo, ormai apparteneva solo a lui.

“Oh ti prego Inu no Taisho prendimi”

Mentre il demone faceva quello che gli era stato appena chiesto, avvicinò le labbra all’orecchio di lei.

“Ti amo Izayoi” lei si aggrappò violentemente alle spalle di lui, mentre quelle fitte lancinanti che lui le stava provocando, le dolevano e provocavano piacere allo stesso tempo. Le uniche testimoni di quell’unione proibita erano le luminose stelle, che dalla grande finestra di quella stanza, potevano osservare, due esseri diversi, due corpi infiammati dalla passione, due anime affini, e un unico cuore che di li a poco avrebbe cominciato a battere in lei, per la gioia di entrambi, e la perfidia degli altri.

 

****************

 

Erano passate ormai molte ore da quando Izayoi aveva lasciato le sue stanza, Kagome si rigirava in quel caldo futon, che le copriva leggermente il viso e lasciava scoperti solo i capelli, bastavano quelli ad ingannare chiunque fosse venuto a controllare.

Decise di lasciare che il sonno l’accogliesse, ormai l’aveva capito che la principessa quella notte non avrebbe dormito in camera sua. Anche se l’idea di sapere quello che stava succedendo tra Izayoi e Inu no Taisho la metteva un tantino a disagio.

Ma ormai si era assunta la responsabilità di aiutare i due innamorati, che da quella notte potevano definirsi amanti, nella loro tormentata storia d’amore.

- Io farò in modo che loro possano vivere felici, non appena troverò lo specchio, li porterò con me e lì non saranno giudicati o emarginati da nessuno – fece un lungo sbadiglio e si lasciò finalmente andare al piacere del sonno.

 

 

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Ecco terminato anche questo cappy…però *_* che emozione è stato appena concepito il più conosciuto mezzo demone di tutti i tempi!!!

lasciamo perdere, voglio assolutamente sapere cosa ne pensate di qst 3°cappy…quindi commentateeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!

Anticipazioni:

“Inuyasha”

“Inuyasha?” chiese il nobile Takemaru non capendo a cosa si riferisse.

“Il nome del bambino è… Inuyasha”

Inuyasha” disse Izayoi osservando il suo bambino, con quelle tenere orecchi canine e quei capelli d’argento.

Penso che possa bastare come anticipazione, eheheh!!! Alla prossima ^_-

 Ringrazio per i commenti: Kagomechan91, Jessychan91,Miho per aver commentato il cap precedente.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Una nuova vita ***


Salve a tutti ^_^ una piccola nota: il caldo afoso uccide…Passiamo a quello che vi apprestate a leggere… Preparatevi alla nascita più importante del secolo qll lasciamoli per il prossimo ed ultimo ca

Salve a tutti ^_^ una piccola nota: il caldo afoso uccide…Passiamo a quello che vi apprestate a leggere… Preparatevi alla nascita più importante del secolo.Grazie mille per i commenti…vi lascio al penultimo capitolo come sempre spero il cap vi piaccia!

 

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4. Una nuova vita

 

 

 

“Principessa come va? State bene?” chiese Kagome notando il viso pallido della principessa.

“Ho solo mal di testa e un po’ di nausea, sarà sicuramente un po’ di influenza” rispose Izayoi col suo solito tono calmo e rilassato.

“Se vuole faccio venire il curatore che si prende cura di vostro padre, dopo avervi visitato vi darà sicuramente qualche medicina contro questi malori” propose Kagome alquanto preoccupata.

“Non devi preoccuparti vedrai che se riposo un po’ tra poco starò meglio”

Kagome osservava la sua signora, coricarsi, con un volto affaticato, era veramente pallida, forse era anche la lontananza di Inu no Taisho che la faceva stare male.

Erano passati quasi quattro mesi da quando i due si erano finalmente amati senza riserve, dopo quella notte, il demone si tratteneva più tempo a palazzo, oppure incontrava la principessa nel bosco, alcune volte l’aveva anche condotta fuori dal palazzo, e Kagome aveva sempre coperto i loro incontri. L’unica cosa negativa di tutto ciò era che non riusciva mai a concludere il discorso dello specchio, arrivava sempre qualcuno o succedeva qualcosa per cui dovevano interrompere. Erano circa due settimane che la principessa attendeva notizie dell’innamorato, ma nulla. Quelle poche volte che Kagome era stata in paese con alcune serve, aveva sentito che al fronte, alcune guarnigioni di un potente generale erano state spazzate via, ma non era certo Inu no Taisho, perché altre voci dicevano che l’esercito guidato da un nobile demone si era fatto spazio tra i nemici ed aveva conquistato molte fortezze. E non poteva che essere lui.

Ma nelle ultime settimane la principessa era strana, sembrava sempre affaticata, appena chiudeva gli occhi prendeva sonno, e poi c’era la nausea, questi sintomi tutti insieme portavano in una sola direzione e se era veramente quella, un altro paio di mesi e sarebbe stato chiaro a tutti coloro che risiedevano nel palazzo, e a quel punto si sarebbe creato un caos generale.

“Principessa?” la voce di Kagome era intimorita.

“Dimmi Kagome?”

“Io so che cos’avete! E di certo non è influenza!”

“Kagome certamente non è niente di grave, forse è stesso la lontananza di Inu no Taisho che mi fa sentire debole!” tentò ancora una volta di rassicurarla.

“No! Non è per questo! Principessa lei aspetto un bambino!” questa volta era stata decisa, non poteva esitare su una cosa tanto importante.

“Io??? Un…un bambino?” La principessa che era distesa sul futon, si alzò a sedere, portando le mani al ventre.

“Sì! Il figlio di Lord Inu no Taisho, mia signora” continuò Kagome emozionata.

“Io avrò un bambino! Kagome, ma è meraviglioso, dovrò dirlo assolutamente anche a lui, appena tornerà dalla battaglia devo incontrarlo!” il volto della principessa aveva cominciato ad essere contornato da piccole e calde lacrime, che scivolavano lungo le guance fino al mento, per poi caderle sulle mani. Era felicissima, non riusciva a trattenersi, dentro di lei si stava formando una nuova vita, nata dall’amore che provava per quel demone dai capelli del colore della luna, in quel momento le venne da pensare se anche il suo bambino avrebbe avuto gli stessi capelli, e le sue labbra si dischiusero in un sorriso.

“Perché ridete principessa?” le chiese Kagome curiosa.

“No, è che stavo pensando ad una cosa…mi chiedevo se il bambino assomiglierà a lui!” con un altro radioso sorriso, mentre asciugava le lacrime.

“Sono sicura che sarà bellissimo o bellissima, proprio come i suoi genitori” si inginocchiò di fronte a Izayoi e la strinse in un abbraccio affettuoso.

Fra circa cinque mesi sarebbe venuto alla luce il frutto di un amore proibito, un altro hanyou avrebbe fatto parte del mondo.

 

Trascorse velocemente un altro mese, al palazzo giunsero notizie dal fronte. Le armate di Edo erano uscite vittoriose e presto ci sarebbe stato il rientro delle truppe, Izayoi non era mai stata tanto felice e solare come in quel periodo, non aspettava altro che il ritorno dell’amato per potergli dare la lieta notizia, sembrava non rendersi minimamente conto di quello che poteva accadere nell’attimo in cui qualcun altro a palazzo si fosse accorto della sua gravidanza.

Kagome dal canto suo non poteva lasciarle fare altrimenti, a lei importava della felicità della principessa, e avrebbe assecondato e protetto quel segreto le sarebbe stato possibile.

“Kagome! Kagome! Dove sei?” Izayoi la cercava ovunque aveva una notizia importantissima da darle.

“Mia signora sono qui!” la ragazza fece scorrere la porta della sua stanza, essendo in ginocchio fece un lieve inchino per salutarla e la fece accomodare in camera.

“Kagome ho grandi notizie!” la principessa era fuori di se dalla gioia.

“Vostra altezza, la prego si calmi, e poi sa che non deve agitarsi nelle sue condizioni” cominciò a preparare del the.

“Lo so però non ce la faccio a stare ferma, è più forte di me! Questa sera ci sarà un ricevimento n onore dei generali che hanno portato la pace nel regno di Edo! Questo significa che torneranno, oggi lo rivedrò, ti prego Kagome, vorrei che tu mi dessi un aiuto, voglio essere bella come non lo sono mai stata, solo per lui, io voglio lasciarlo senza fiato” gli occhi di Izayoi era lipidi e lucenti, quella per lei era una richiesta speciale, e Kagome non potè che accettare.

“Certo principessa, lasceremo Lord Inu no Taisho senza parole!”

“Ti ringrazio infinitamente Kagome, sei l’unica vera amica che io abbia mai avuto”

Nella voce, nel comportamento, negli occhi, in tutto ciò che riguardava Izayoi, Kagome vedeva trasparire un unico, grande e indissolubile sentimento, Amore. Si chiedeva cosa si provasse, a lasciare quel sentimento correre nelle membra, raggiungere il cuore e lasciare che altre mille emozioni lo circondino e ti travolgano. Lei si era certamente infatuata di qualche ragazzo, qualche Sempai, ma era sicura di non aver provato mai amore vero e proprio, come le aveva detto Izayoi una volta, quando ti innamori, te ne rendi conto anche senza rifletterci, le mani cominciano a sudare, il tuo viso si imporpora ogni volta che incroci i suoi occhi, il cuore batte forte è incontrollabile, tutti i pensieri che avevi per la testa svaniscono, tutto intorno a te svanisce, le uniche persone che esistono sei tu e l’uomo che ami. Lei desiderava tanto provare quelle sensazioni che la sua principessa le aveva descritto, lei voleva innamorarsi, e quando sarebbe successo, quello sarebbe stato il suo primo amore, perché nessuno era mai riuscita a conquistarla e ad ottenere quel titolo.

Kagome era nelle sue stanze e riponeva in una scatola il set per la preparazione del the che aveva usato poco prima, quando sentì scorrere la porta alle sue spalle, si voltò e incrociò due limpidi occhi d’oro. Subito si inchinò.

“Mio Signore, sono felice di sincerarmi della vostra buona salute! E’ un onore ricevere la vostra vita”

“Ti prego Kagome non essere tanto formale, non ti si addice! – il tono burbero e autoritario non era affatto cambiato in quei mesi trascorsi tra i campi di battaglia – Ho qui una cosa per Izayoi, sai che non mi posso avvicinare alle sue stanze, in questo pacco c’è uno yukata, che ho fatto realizzare a posta per lei, potresti recapitarglielo, per favore?” non c’era nulla da fare, dall’aspetto imponente e lo sguardo severo, chiunque poteva pensare chissà quanto fosse crudele, invece era una delle persone più gentili che avesse mai conosciuto.

“Non dovete nemmeno chiedermelo, certo che lo farò. Sapete la principessa non vedeva l’ora di riabbracciarvi, e fuori di se dalla gioia, ora che vedrà il magnifico dono che le avete portato, si emozionerà maggiormente”

“Sono felice di sentirti dire queste cose! Ora devo lasciarti, non voglio dare a quello stolto di Setsuna qualcosa di cui sparlare” e lasciò la stanza.

Kagome si diresse dalla principessa, le mostrò l’abito.

“Questo è un dono di Lord Inu no Taisho” mostrandole uno yukata color rosa antico damascato, la stoffa era una di quelle più rare e pregiate.

“Questo è il mio colore preferito e lui se l’è ricordato – dopo aver osservato l’abito per qualche altro minuto, fissò Kagome – va bene se lo indosso questa sera?” chiese supplichevole.

“Penso che Lord Inu no Taisho sarà felicissimo di vederglielo indossato”

 

I festeggiamenti si protrassero a lungo, la principessa rientrò nelle sue stanze a notte inoltrata.

Kagome dai rumori che riuscì a distinguere capì che non era sola, si chiedeva se Izayoi fosse riuscita a dirgli del bambino che portava in grembo…

L’indomani mattina avrebbe avuto la sua risposta.

Alle prime luci dell’alba entrò nelle stanze della principessa, notò indumenti sparsi un po’ ovunque, cominciò a raccogliere il tutto, non doveva lasciare nessuna traccia in giro.

Arrivò fuori alla porta della stanza dove riposava, aveva timore ad entrare, si sentiva imbarazzata, ma se stavano dormendo doveva svegliarli, prima che qualche serva fosse passata a controllare.

Si fece coraggio e fece scorrere la porta alla sua destra.

La scena che vide le colmò il cuore di tenerezza.

Inu no Taisho era profondamente addormentato, con Izayoi sul petto coperti dal futon, poteva notare che la cingeva in vita, per i solchi nella coperta.

Avanzò lentamente verso di loro, voleva essere più discreta possibile.

Appena ebbe fatto il primo passo gli occhi del demone si spalancarono, voltò lo sguardo verso la ragazza, poi osservò Izayoi ancora dormiente e i primi raggi del sole che cominciavano a filtrare.

Molto delicatamente la allontanò da se, Kagome imabrazzatissima uscì dalla stanza e richiuse la porta alle spalle, si sedette in un angolo e attese, un paio di minuti dopo fu raggiunta dal demone.

“Ti ringrazio per essere venuta a svegliarmi” disse lui mentre, faceva un nodo alla fascia colorata che aveva in vita, Kagome gli porse il corpetto dell’armatura e lui la indossò.

“Sono spiacente di essere entrata senza preavviso, ma se fosse venuto qualcun altro e vi avesse trovato io…, non posso rischiara, mi capite?”

“Certo Kagome, hai fatto la cosa più giusta, la colpa è stata mia, non avrei mai dovuto mettere piede nelle stanze di Izayoi, abbiamo rischiato veramente molto, se non ci fossi tu non so come faremmo”

“Di nulla mio signore”

“Ora vado, uscirò dalla finestra e salirò nella mia stanza, se qualcuno mi vedesse uscire dalla porta di questa stanza, le tue premure sarebbero state vane” detto questo il demone, con un salto agilissimo e passo felpato, cominciò a risalire velocemente, sulla tettoia del palazzo.

Kagome attese finché la principessa non si svegliò.

“Buon giorno Kagome, ma…” cominciò a guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa o meglio di qualcuno.

“Principessa non vi preoccupate, Lord Inu no Taisho è rientrato nelle sue stanze. Sarebbe stato sconveniente se qualcuno avesse notato la sua presenza nelle vostre stanze” spiegò Kagome.

“E’ vero! Che sconsiderata che sono stata!” era seriamente dispiaciuta.

“Principessa siete riuscita a parlargli del bambino?”

“No, volevo dirglielo questa mattina, a mente lucida, ieri il sake ha reso tutti un po’ brilli”

“Bene allora tenterò di organizzare il vostro incontro, lontano da occhi indiscreti” Kagome era felice per la ritrovata gioia della principessa, quella mattina era più raggiante del solito, la presenza dell’amato influenzava molto il suo stato d’animo.

 

Era stato deciso che i due innamorati si sarebbero incontrati di fronte al lago, dove Kagome aveva visto il demone per la prima volta.

La principessa era pronta, stava per varcare la soglia d’uscita, Kagome al suo seguito, l’avrebbe accompagnata fino a metà strada, per poi tornare indietro. Ma un urlo le fece restare in mobili sulla soglia, nel palazzo la servitù cominciò ad agitarsi, Momo appena vide la principessa le corse incontro.

“Mia signora corra! Faccia presto, suo padre sta molto male, abbiamo mandato a chiamare il curatore” Izayoi  non se lo fece ripetere due volte, corse al capezzale di suo padre.

“I…Iza…yoi, figlia m…ia” tentava di dire qualcosa, l’uomo si stringeva le mani al petto dolorante.

“Padre…sigh…si calmi, vedrà che il curatore…sigh… la guarirà” lo rassicurava la principessa tra le lacrime.

“Izayoi io avrei tan…to desiderato vede…rti sposata, avrei voluto vedere i…i miei nipoti, ma il fato, mi è stato avverso”

“Padre non dite così” aveva preso le mani dell’uomo tra le sue, e le cospargeva di baci.

Arrivò il curatore, la principessa si allontanò.

“Figlia mia ti ho voluto tanto bene…” quella fu l’ultima frase del padre della principessa, prima di spirare l’ultimo respiro.

“Nooo! PADREEEE! Nooo!” Izayoi piangeva disperatamente, le lacrime scendevano sempre più copiose. Non riusciva a crederci pochi minuti prima andata tutto perfettamente, aveva rivisto l’uomo che amava, gli avrebbe detto che aspettava un figlio, ma stava andando tutto troppo per il verso giusto. Sembra troppo bello per essere vero.

Kagome quando la sentì urlare si precipitò nella camera.

“Mia signora non vi agitate! Restate calma, la riporto nelle sue stanze, le preparo una tisana e vedrà che si sentirà subito meglio”

Momo osservava Kagome, che riempiva la principessa di premure, si era resa conto che negli ultimi tempi, non la perdeva di vista un attimo, qualcosa non quadrava nel comportamento di quella novellina.

 

Izayoi stava bevendo la tisana che le aveva appena preparato Kagome, era ancora scossa da brividi e singulti.

“Come vi sentite?”

“Meglio…ti ringrazio Kagome”

“Principessa, penso sia meglio che riposiate, vi siete agitata molto, lo so che il dolore è forte ma dovete assolutamente dormire almeno un paio d’ore”

“Seguirò il tuo consiglio – stava per coricarsi, quando si mise nuovamente a sedere – Inu no Taisho! Lui mi starà aspettando, io l’avevo dimenticato!” cominciò ad agitarsi nuovamente, Kagome si mise di fronte a lei e l’afferrò per le spalle.

“Non si agiti, Lord Inu no Taisho è stato avvertito da alcuni uomini della servitù, che lo avevano visto addentrarsi nel bosco, ora è nella sala grande con gli altri generali e stanno facendo una riunione” spiegò la ragazza.

Dopo quelle parole, Izayoi rincuorata si addormento, visibilmente provata dalle forti e drammatiche emozioni di quella giornata.

Quando si svegliò era ormai nuovamente mattino, aveva dormito dal pomeriggio precedente fino al mattino, facendo scorrere lo sguardo nella stanza, notò Kagome con le spalle poggiate ad una parete, rannicchiata con le ginocchia tirate a se strette dalle braccia.

Si alzò prese la sua coperta e l’adagiò sulla ragazza.

Cominciò a preparare del the.

“Buooon Giooornoooo” disse Kagome sbadigliando e stiracchiandosi.

“Buon giorno, cara Kagome, ho preparato del the ne vuoi una tazza?!” gli l’aveva già porta.

“Grazie, vedo che sta decisamente meglio!”

“Si ed è solo merito tuo, ho dormito veramente tanto”

Appena ebbe finito il the, Kagome si fece anima e coraggio, era arrivato il momento di dirle delle esequie.

“Principessa oggi prima che il sole tramonti ci saranno i funerali di vostro padre”

Izayoi sembrò paralizzarsi a quelle parole, poi osservò Kagome le rivolse un sorriso triste.

“Grazie per avermelo detto, dopo indosserò lo yukata per quest’occasione e raggiungerò le stanze di mio padre, ora tocca a me mandare avanti il regno di Edo” detto questo, scomparve dietro la porta che conduceva in una delle sue stanze.

 

Izayoi con indosso uno yukata nero, era seduta al fianco della salma del padre, e riceveva le condoglianze dalle persone accorse a palazzo, di fronte a lei erano schierati i generali ospiti a palazzo, tra questi vi era anche Inu no Taisho, ogni tanto i loro sguardi si incontravano, lui avrebbe tanto desiderato poterle stare accanto in un momento del genere, ma non poteva fare altro che assistere impassibile all’immenso dolore che vedeva dipinto sul volto dell’amata.

Prima che il sole tramontasse, le spoglie del Signore di Edo furono arse, Izayoi piangeva con disperazione, Kagome era l’unico sostegno al quale poteva poggiarsi dato che non le era possibile avvicinarsi al demone che desiderava aver al suo fianco, in quel momento più che mai.

Al ritorno a palazzo, appena la principessa mise piede nell’entrata, venne colta da un malo improvviso e rimase priva di sensi sulla soglia d’entrata. Kagome si gettò al suo fianco, anche Inu no Taisho accorse, e con lui il resto dei generale e Takemaru.

“Allontanatevi lasciatele spazio. Mio signore la prego prenda la principessa, mi dia una mano a condurla nelle sue stanze” disse Kagome rivolgendosi al demone.

Lui assentì col capo, con tutta la delicatezza che gli era data, sollevò il corpo inerte della principessa, e seguì Kagome, sotto lo sguardo preoccupato dei presenti.

Arrivati nella stanza col futon, ve l’adagiò con altrettanta delicatezza, carezzandole il viso con fare preoccupato.

“Kagome che cos’ha?”

La ragazza non sapeva come dirglielo, voleva lasciare il compito alla principessa, ma non era più tempo, presto sarebbe sicuramente accorso qualcuno con il curatore, e quando questi si sarebbe accorto dell’ormai avanzata gravidanza della donna, a palazzo si sarebbe scatenato il caos più totale, e lei doveva dare al demone il tempo di scappare.

“Vedete la principessa ha solo perso i sensi nulla di più, ormai nelle sue condizioni le è capitato altre volte di perdere i sensi, solo che la morte del padrone è stata un brutto colpo, non penso si riprenderà presto come al solito” Kagome non riusciva ad andare al sodo.

“Cosa significa, che le capita spesso? E’ forse malata?” chiese lui allarmato.

“No! Quella di Izayoi non è una malattia, la principessa aspetta un bambino” ecco l’aveva detto.

Vide la sorpresa farsi spazio sul volto del demone, poi un leggero sorriso.

“Intendi mio figlio?” domandò esitante.

“Sì, proprio vostro figlio, ma ora la cosa grave è che quando si saprà a palazzo, vorranno sapere chi ha preso la principessa, voi sapete che sareste arrestato”

“E’ tu sai che nessuno può fermarmi vero?”

“Sì, so anche questo, ma so anche che la principessa non sarebbe felice vederla massacrare tutti coloro che sono presenti a palazzo”

Inu no Taisho osservava ancora una volta con stima il volto fiero di quella bizzarra ragazza, nonostante tutte le vicissitudini che le era accadute, l’essersi ritrovata in un luogo che non le apparteneva, lei non si era mai arresa, senza demordere era andata avanti.

“Kagome dato che le cose ormai hanno preso questa piega, non posso far altro che ammettere a me stesso che tu sia la persona decretata dal fato, per il raggiungimento della nostra felicità, io ora devo allontanarmi dal castello, so già che mi daranno la caccia ovunque, però io ti aspetterò questa notte al lago, devo informati di alcune cose” detto questo uscì dalla stanza. Alcuni uomini gli andarono in contro.

“Allora Inu no Taisho come sta la principessa?” chiese uno di loro.

“E’ svenuta, quella donna che le è accanto ha detto che è stato per il brutto colpo della morte del padre” dalla voce dell’imponente demone non  traspariva nessuna emozione, poi i suoi occhi d’ambra incrociarono quelle scuri di Takemaru, il quale era stato molto contrariato dal fatto che fosse proprio quel youkai a condurre la principessa al suo capezzale. Lasciò il palazzo, si inoltrò fra la vegetazione e scomparve.

In tanto era giunto il curatore, che fece una vista approfondita alla principessa, appena ebbe terminato.

“Principessa voi…voi siete gravita!” l’uomo era visibilmente stupito.

La principessa che si sistemava il chimono alla meglio, gli lanciò uno sguardo di disappunto.

“Suvvia Signor Muraki, non si sbalordisca e non usi quel tono accusatorio con me!”

“Principessa non vi rendete conto della situazione, voi non avete preso marito, e la cosa è molto grave. Almeno sapete chi è il padre?”

“Certo che so chi sia il padre. Per quale genere di donna mi avete presa?” Izayoi si era realmente offesa per quelle parole.

“Scusa la mancanza di rispetto, vi volevo chiedere ancora una cosa, dato che avete concepito questo bambino, perché non convogliare a nozze con quest’ uom… - si bloccò come se stesse riflettendo sull’ultima parola che stava pronunciando, poi sembrò arrivare alla soluzione del suo ragionamento – a meno che il padre non sia…Principessa non mi dite che voi avete concepito un figlio della proibizione!” quella non era affatto una domanda, ma un affermazione bella e buona. Izayoi sostenne lo sguardo dell’uomo per tutto il tempo che questi proferì parola.

“Sì! Ora però mi dovrete fare la cortesia, di mantenere riserbo assoluto di questa situazione”

“Ma mia signora è increscioso”

“Non mi interessa, quando la gravidanza comincerà a farsi notare, sarò io stessa a parlare a tutte le persone a palazzo. Per ora lasciatemi ancora vivere quel po’ di felicità che mi è ancora data di avere, ho gia perso mio padre, non posso perdere anche lui” detto questo, Izayoi congedò l’uomo.

 

Era giunto il momento della verità.

Kagome avrebbe finalmente scoperto il motivo del suo arrivo nel regno di Edo.

- Eccolo –

Aveva visto il demone seduto, nello stesso punto in cui lo vide per la prima volta.

“Ben arrivata Kagome”

“Mio signore, devo dirle alcune cose riguardo la principessa…” lui con un gesto la interruppe.

“So già tutto non ti preoccupare, ho capito che ha fatto mantenere il segreto al curatore. Ora ti prego siediti e ascolta quello che sto per raccontarti”

“Certo” la ragazza, si sedette di fronte al possente demone, che aveva uno sguardo a dir poco pensieroso.

“Quando mi resi conto di essermi innamorato di Izayoi, sapevo che il nostro non sarebbe mai stato un amore facile, e soprattutto non saremmo mai stati accettati, ero sicuro che lei ricambiasse i miei sentimenti, così decisi di trovare un modo per vivere un amore felice, come una coppia normale. Andai da una veggente per chiederle cosa ci riservava il futuro, lei mi disse che ci sarebbero stati momenti bui, poi una luce avrebbe rischiarato la strada per la felicità, mi disse che io avevo fatto un dono alla mia amata, e in quel dono avevo impresso il sentimento eterno che ci avrebbe unito per sempre, la donna disse che tramite quel dona sarebbe giunta una guida, che avrebbe condotto il nostro amore proibito in un luogo dove sarebbe stato accettato. Appena mi hai detto del bambino ho capito cosa significavano veramente queste parole, inizialmente credevo fossero riferite a me e Izayoi ma era impossibile, poi ho compreso che fosse riferito al bambino che nascerà e a sua madre, tu dovrai condurli oltre lo specchio, nel mondo dal quale provieni” il racconto del youkai, l’aveva a dir poco affascinata, si sentiva come in una delle favole che le leggeva la madre quando era bambina

“Perché dice che non si riferisce anche a lei?” chiese Kagome incuriosita da quel particolare.

“Perché in seguito quando ho fatto nuovamente visita alla veggente, il giorno successivo alla notte di tenebra quando tornai al palazzo, mi disse che la mia vita dopo una dura battaglia, ma non prima che la luna si fosse eclissata del tutto, per poter dare il primo ed ultimo sguardo al mio futuro. Quindi io scomparirò in una notte di eclissi lunare, e sono sicuro che la parola futuro si riferisca al bambino che Izayoi stia aspettando, io cesserò di esistere il giorno della sua nascita” le spiegò con tono rassegnato.

“Signore io questa la trovo una cosa ingiusta e se la veggente si sbagliasse?” ma la risposta di diniego del demone la fece ammutolire.

“Kagome ti chiedo solo di prenderti cura di Izayoi. Conducila nel tuo mondo, falla vivere felice, porta il mio bambino dopo possa essere accettato. Me lo prometti?” prese fra le sue le piccole e candide mani della ragazza.

“Sì, io condurrò Izayoi e vostro figlio lontano da questo mondo di odio e rancore”

 

Era trascorso un altro mese, e ormai la gravidanza di Izayoi cominciava ad essere visibile, nonostante indossasse, chimoni larghi che la lasciavano più libera nei movimenti.

Inu no Taisho aveva lasciato il palazzo da poche settimane, la sera prima della partenza, aveva avuto un colloquio con la principessa, come sempre all’insaputa di tutti.

Da quello che Izayoi aveva detto a Kagome, Inu no Taisho aveva detto di dover allontanarsi per un tempo indeterminato, un demone chiamato Riokotsusei aveva attaccato i suoi possedimenti nelle terre del nord.

“Non dovete rattristarvi principessa, vedrete che tornerà sicuramente” la rassicurò Kagome.

“Si lo so, lui desidera tanto vedere il bambino, lui sarà sicuramente presente il giorno della sua nascita” rispose la principessa sorridente, carezzandosi il ventre non più piatto, ma abbastanza tondo.

“E’ esattamente come dite voi, ne sono certa” Kagome osservava con una tenerezza infinita il gesto che stava facendo la principessa col pancione. Non c’erano dubbi che sarebbe tornato il giorno del parto, quella notte in riva al lago le aveva fatto tante rivelazioni e tra queste anche l’ultima volta che lo avrebbero visto.

“Ah! Sta scalciando. Kagome metti la mano qui” la principessa prese la mano di Kagome e la poggio poco distante dall’ombelico. Kagome poteva sentirlo benissimo. Il bambino che era dentro la principessa faceva capire di essere sano e in buona salute.

Un altro mese.

Ormai era evidente e la principessa parlò chiaramente ai suoi sudditi, Edo avrebbe avuto presto un erede. Molti si lamentarono per l’increscioso avvenimento, altri si chiedevano chi fosse il padre, e Momo sapeva che quel evento era stato sicuramente favorito dalla ragazza chiamata Kagome, così un giorno andò dal nobile Takemaru e gli raccontò secondo lei come erano andati i fatti.

Momo oltre a fare da serva, era anche una delle gheishe del palazzo, e molto spesso si era trovata a prestare i suoi servigi al giovane nobile. Era sicurissima che il padre fosse il generale dell’armata del nord, che con la complicità della nuova dama di compagnia della principessa, l’aveva ammaliata con qualche sortilegio demoniaco, e aveva osato approfittare della principessa, il nobile non si oppose neanche un attimo a quelle parole, anche lui aveva avuto dei sospetti, era certo che le cose stessero come aveva detto la ragazza.

Il mattino seguente fece arrestare Kagome, con l’accusa di alto tradimento.

Izayoi si precipitò da Takemaru per avere delle spiegazioni.

“Lascia subito andare Kagome. Io ti ordino di liberarla. Quella ragazza non ha fatto nulla, le tue accuse sono assolutamente infondate” disse con impeto la principessa.

“Quella donna è lei la causa del vostro stato, voi aspettate un figlio della proibizione per colpa dei qualche sortilegio di quella donna!”

“Ma non dite sciocchezze, Kagome è semplicemente la mia dama di compagnia, se ha favorito la mia relazione è stato solo perché io glielo ho ordinato, fatela rilasciare nobile Takemaru oppure sarò costretta a farvi allontanare dal palazzo”

Dopo questo aneddoto, Kagome tornò al fianco di Izayoi, felice di poterla riabbracciare.

# # # # # # # # # # #

Orami era giunto il nono mese, Izayoi era prossima al parto, poteva trattarsi di giorni, ma anche di ore.

“Principessa questa notte il cielo è veramente bellissimo pieno di stelle” le diceva Kagome stringendole la mano sinistra tra le sue. La principessa era circondata da tende, lo spacco che divedeva queste, era esattamente di fronte al suo viso, e poteva osservare il cielo stellato e la pallida luna.

“K…Kagome…arg…la luna, guarda la luna, sta…sta scomparendo” disse la principessa tra i dolori del travaglio. A quelle parole la ragazza lasciò la mano e la contemplazione del viso sofferente della principessa.

Un eclissi di luna.

- Questo significa che il bambino nascerà tra poco, e lord Inu no Taisho sta per fare ritorno – pensò la ragazza.

Poi sentì delle urla.

“Principessa io mi allontano per sapere cosa succede torno subito” Kagome osservò il nobile Takemaru dare ordini a dei soldati, egli stesso indossava l’armatura, si apprestavano alla battaglia, era strano, per quale motivo?

# # # # # # # # # # #

Izayoi sola nella stanza, continuava ad urlare per le doglie, il bambino stava per nascere lo sentiva.

Poi rivolse nuovamente gli occhi al cielo sentì un latrato, e una sensazione di calore invaderle il cuore.

“Sei tu amore mio?” chiese allungando una mano fuori dalla tenda, osservando la luna che lentamente scompariva.

# # # # # # # # # # #

Kagome sentì un latrato, era lui. Inu no Taisho stava facendo ritorno, per portar via Izayoi e il bambino.

Mentre tornava dalla principessa sentì il nobile Takemaru, litigare con una delle balie presenti a palazzo, che gli diceva di non entrare nelle stanze della principessa perché stava partorendo.

“Quel bambino che porta in grembo è figlio di demone non merita tanta apprensione”

“Mio signore non dovreste varcare quella soglia, ve ne prego!” con tono supplichevole, ma lui non le diede ascolto e prosegui, poco prima di entrare rivolse uno sguardo alla luna.

“Si prepara un eclissi di luna, questa è la notte ideale per dare la morte ad un demone”

Kagome era sicura che Takemaru, si stesse riferendo ad Inu no Taisho, il nobile aveva capito che il demone sarebbe tornato per portare con se Izayoi, la ragazza aveva bisogno di acqua calda e delle lenzuola, convinta che quell’uomo non avrebbe torto un capello alla principessa, perché la amava troppo, lo lasciò andare nella stanza della donna, mentre lei si apprestava a prendere il necessario per il parto.

# # # # # # # # # # #

La principessa dietro la tenda, ancora sofferente per le contrazioni, sentì dei rumori all’interno della stanza.

“Chi è la?” con una nota di dolore nella voce.

“Takemaru Setsuna mia signora”

“Oh mio buon Takemaru, la sorte ti ha mandato in tempo, raccogli le guardie e conducile il più presto possibile al sicuro lontano da qui. Lui sta venendo da me e nessun umano può contrastare la sua forza” spiegò lei tra i dolori del parto, lo sentiva il bambino stava per nascere.

“Principessa Izayoi, vi ho sempre intensamente desiderata con grande rispetto e devozione, e anche adesso che il vostro fragile cuore è caduto vittima delle malie di un demone – mentre parlava issò la lancia che aveva tra le mani e trafisse il petto della partorente – i miei sentimenti per voi resteranno immutati in eterno” detto questo uscì dalla stanza.

La principessa rivolse un ultimo sguardo alla luna, della quale non restava che un unico piccolo spiraglio.

# # # # # # # # # # # #

Kagome quando entrò nella stanza notò un insolito silenzio, scostò le tende e la scena che vide le gelò il sangue nelle vene.

Izayoi aveva una bruttissima ferita al torace, che perdeva sangue a volontà, il pavimento era completamente macchiato da quel liquido denso e scarlatto.

Le si avvicinò, le alzò delicatamente il capo, e la principessa aprì lievemente gli occhi, tossendo altre gocce rosse.

“Ka…couf…Kagome?”

“Sì sono io vostra altezza, la prego non si agiti” le lacrime che scivolavano dal volto della ragazza, cominciarono a sfiorare il volto della principessa.

“Il bambino, Kagome il bambino sta nascendo”

“Principessa ma se vi sforzate non ce la farete”

“Ti prego fa nascere il mio bambino”

Kagome non poteva fare altrimenti, si posizionò di fronte alle gambe divaricate della donna, con le ultime forze che le restavano la principessa diede alla luce, il suo adorato bambino.

“Principessa è un maschio! Ed è bellissimo” lo porse alla principessa, ormai senza forze, la vita stava lasciando quel florido corpo, e anche il bambino non era da meno, la ragazza si era resa conto che respirava a fatica.

“E’ bello come suo padre!” in tanto si sentivano urla, rumori assordati di pietre che cadono, esplosioni.

- Ma cosa sta succedendo? -

“Lo senti piccolo? Il tuo papà sta arrivando” Kagome li osservò, poi improvvisamente, le mani del bambino smisero di agitarsi e le braccia che lo stringevano si allentarono.

“N…no! …sigh…Izayoi no!...sob…non…” coprì la donna e il bambino con un lenzuolo, per non mostrare la profonda ferita.

Uscì dalla stanza, si diresse con lo sguardo vuoto, per i corridoi, finché non vide una figura imponente, che si bloccava alla vista della sua espressione senza vita.

“Kagome che succede?”

“Eh?”

“Kagome è successo qualcosa a Izayoi?” chiese spaventato, scuotendola per le spalle e facendola rinvenire da quello stato di trans.

“Mio signore siete voi…la principessa – e ricominciò a piangere sommessamente – non…non c’è più”

“E’ impossibile!” il tono del demone non era mai stato tanto pieno di sentimento come in quel momento.

“No, è vero, è stato Takemaru…sob” non riusciva a frenare le lacrime era più forte di lei.

“Kagome ascoltami bene – la afferrò saldamente alle spalle – raggiungi il lato nord oltre il lago, li troverai Ah-Un è un demone drago a due teste, presto Izayoi ti raggiungerà, il luogo dove vi condurrà Ah-Un è il mio palazzo, li troverai lo specchio” detto questo corse in direzione delle stanze della principessa, senza lasciare a Kagome il tempo di controbattere.

Così la ragazza non avendo altra scelta, seguì il percorso indicatole dal demone, chiedendosi ancora come sarebbe riuscito a far tornare in vita la principessa, era una cosa assolutamente impossibile.

Aveva raggiunto il luogo e vide il demone drago, gli si avvicinò cautamente, gli carezzò il muso, poi sentendo un'altra esplosione si diresse, si voltò in direzione del palazzo, completamente in fiamme.

# # # # # # # # # # # #

Il demone giunto nelle stanze della principessa, strappò via le tende, che stavano bruciando, e la vide ormai priva di vita col suo bambino tra le braccia nello stesso stato.

“Izayoi! Izayoi!” visibilmente addolorato, sfoderò una delle tre spade che aveva alla vita.

“Tocca a te Tenseiga, sferrò un fendente sulla principessa e il neonato, improvvisamente la principessa ricominciò a respirare, le mani del piccolo ad agitarsi.

Inu no Taisho estrasse dalla lunga cinta di seta colorata un kariginu e lo posò sul capo della donna, che si era alzata in piedi e osservava il bambino tra le braccia.

Lo sguardo d’ambra del demone esprimeva solo amore quando incontrò quello castano dell’amata. In quello stesso momento si fece spazio tra le fiamme Takemaru.

“Non avrò rimpianti se morirò insieme a te, il nostro viaggio verso il regno degli inferi ha inizio” Il demone impugnò un’altra spada, questa aveva una sfera lilla sull’impugnatura. Izayoi alle sue spalle lo osservava spaventa, aveva notato le profonde ferite sul corpo di lui, poi c’erano tutte quelle frecce conficcate nella sua carne e nelle protezioni dell’armatura.

“Tu devi vivere!” ordinò il demone con voce ferma e autoritaria.

“Amore mio…” tentò Izayoi allentandosi di qualche passo, per scansare il fuoco.

“Inuyasha!” Inu no Taisho pronunciò quel nome con altrettanta autorità.

“Che cosa?” chiese Takemaru non capendo a cosa si stesse riferendo.

“E’ il nome del bambino! Il nome del bambino è Inuyasha!”spiegò il demone.

“Ah Inuyasha!” disse Izayoi in un sussurro osservando il bebé che piangeva tra le sue braccia.

“Ora va presto!” intimò Inu no Taisho, pronto a dare battaglia a quel nobile arrogante che non gli era mai andato a genio.

La principessa cominciò a correre, in direzione nord. Si fermò su di un altura, ad osservare il palazzo, ci fu un'altra esplosione e ormai completamente arso dalle fiamme, tutto cadde rovinosamente al suolo, continuando a bruciare.

- Vivi Izayoi! Non devi arrenderti! Devi continuare a vivere insieme ad Inuyasha -

Le ultime parole dell’unico amore della sua vita prima di dirle addio, erano state come un moto per farla andare avanti e con quelle parole lei avrebbe continuato a cresce il suo Inuyasha.

# # # # # # # # # # # #

Kagome aveva visto il palazzo cadere a pezzi, nel momento in cui il tetto era caduto, aveva provato una stretta al cuore, l’aveva capito, lui non c’era più. Proprio come gli aveva annunciato quattro mesi prima, lui era scomparso in una notte di eclissi lunare.

Altre lacrime cominciarono a rigarle il viso e questa volta, erano per l’onore che aveva avuto a conoscere persone tanto meravigliose come Izayoi e Inu no Taisho.

Poi vide qualcosa che la sorprese enormemente, la figura di Izayoi avanzava lentamente verso di lei, con un fagotto tra le braccia, le andò in contro.

“Principessa! Ma allora siete viva?” con somma emozione.

“E’ stato Inu no Taisho! Lui ha dato la sua vita per noi!” e solo in quel momento la principessa diede libero sfogo alle lacrime, ormai era inutile continuare a trattenerle.

“Venga principessa, Ah-Un ci condurrà nel luogo dov’è custodito lo specchio, li verrete con me, sarete mia ospite” disse Kagome tentando un sorriso alquanto forzato, visto la situazione.

La principessa salita in groppa ad Ah-Un porse il bambino a Kagome.

“Tienilo tu per favore, non vorrei mi cadesse, mi sento molto stanca” le spiegò la principessa, molto provata.

Durante il viaggio, Kagome continuava a fissare quel batuffolo di bambino che aveva tra le braccia. Era veramente dolcissimo e tenerissimo, la cosa più carina erano le orecchie, un paio di orecchie bianche da cane spuntavano sulla sua chioma argentata, proprio come quella del padre, proprio come desiderava la principessa.

“Piccolo lo sai che le tue orecchie sono carinissime? – cominciò a carezzarle delicatamente – penso proprio che se tu fossi più grande e avessi del orecchie così carine, e due limpidi occhi d’ambra, mi innamorerei a prima vista di te!” dicendo questo gli scoccò un bacio sulla fronte.

Il sole era sorto da poche ore, e solo in quel momento Kagome aveva cominciato a scorgere, un immenso palazzo, in lontananza. Ah-Un atterrò e lei e la principessa si diressero all’interno del palazzo. Non sapevano dove dirigersi. Poi Kagome si sentì pizzicare sulla nuca, batté la mano in quel punto e qualcosa di minuscolo cominciò a scivolare a terra.

“Il suo sangue è veramente dolce signorina” disse quel microbo.

“E tu cosa saresti?” chiese Kagome sconcertata.

“Io sono Miyoga, un demone pulce, al servizio del nobile Inu no Taisho. Lui mi aveva detto che se foste arrivate da sole a palazzo, avrei dovuto condurvi nella stanza dello specchio”

“La ringrazio per la disponibilità” rispose Izayoi alle spalle di Kagome.

“Di nulla signore, dovete sapere che lo specchio è stato portato qui circa dieci mesi fa!” spiegò Miyoga.

- Forse non l’ho più trovato, perché fu trasferito proprio il giorno del mio arrivo – pensò Kagome.

Quando giunsero di fronte allo specchio, la ragazza ebbe un sussulto, il riflesso nello specchio non era quello dei loro corpi, lo specchio rifletteva l’interno della camera della ragazza.

“Principessa siete pronta? Da questo momento la vostra vita cambierà, io sarò la guida verso la felicità che avete cercato tanto”

Izayoi annuì, nello stesso momento il piccolo Inuyasha che stava dormendo aprì gli occhi e osservando Kagome le sorrise dolcemente, la ragazza ricambiò, buttando un ultimo sguardo su quelle orecchie che le piacevano tanto.

Prese Izayoi per mano.

“Ancora grazie signor Miyoga! – poi sfiorò le incisioni - Il nostro amore proibito può essere compreso solo in un altro tempo ” disse Kagome, prima di far passare la mano all’interno del vetro. Cominciò a sentirsi risucchiata, da una luce, si voltò indietro per vedere come stesse Izayoi, ma non c’era nessuno. Si ritrovò improvvisamente su un parquet, con al moquette. Osservò l’ambiente che la circondava era tornata a casa…

Ma Izayoi dov’era finita e il bambino? Come una stupida non le aveva neanche chiesto come si chiamasse! Notò che in torno a lei era sparsi tanti pezzi di vetro, che riflettevano la sua immagine. Osservò la staffa di legno con le incisioni e piccoli frammenti di vetro che vi erano ancora rimasti vicino.

All’improvviso nella stanza irruppero il padre e la madre.

“Che succede Kagome?” chiesero entrambi allarmati.

“Io…io…” la ragazza non sapeva cosa dire, aveva voglia di sfogarsi, dopo tanto tempo era finalmente tornata a casa, ma non riusciva a credere di aver lasciato la mano di Izayoi, appena aveva varcato la soglia dello specchio era accaduto qualcosa che le aveva separate, ne era certa, ora si chiedeva dove fosse finita la principessa.

“Caro il vetro dello specchio si è rotto di nuovo, proprio come quella volta” disse la donna sorpresa di trovare la figlia in quello stato.

“Kagome ci hai fatto prendere uno spavento, quando hai cominciato ad urlare /Qualcuno mi aiuti/ però sei stata fortunata che nessuna scheggia ti abbia fatto male, sei sicura di stare bene?” chiese l’uomo con apprensione.

“Si io sto bene!” rispose lei ancora turbata.

“Ehi sorellona, però! Che riconoscenza, non hai neanche scartato il regalo di papà e lo hai distrutto, si vede che non ti piaceva proprio” la schernì Sota.

A quelle parole Kagome capì che lì il tempo non era trascorso era rimasto tutto al giorno del suo 15° compleanno.

“Mamma mi dispiace io non l’ho rotto, non so come sia successo!” tentò di discolparsi.

“Non preoccuparti, tuo padre lo riparerà, non è la prima volta che questo specchio finisce così, l’ultima volta che è successo fu qualche giorno dopo il matrimonio mio e di tuo padre, lui me lo regalò, poi improvvisamente, sentimmo un rumore di un vetro infranto e trovammo lo specchio in frantumi. Quello è un giorno importante…” la donna le spiegava tutto con una luce negli occhi, che Kagome non le aveva mai visto, sembra perdersi nei ricordi dei tempi passati.

“Kaoru ti desiderano al telefono!” la voce del nonno le raggiunse, qualcuno desiderava la madre della ragazza.

“Bè questo significa che ti racconterò un'altra volta questa storia!” si alzò dal letto, diede un bacio sulla guancia alla figlia, poi uno sulla fronte al marito, che nel frattempo stava raccogliendo il vetro sparso.

Chissà quale fu la causa che fece rompere lo specchio molti anni fa, facendo qualche semplice calcolo, erano circa diciotto anni, visto che lei nacque solo tre anni dopo il loro matrimonio.

Era trascorsa qualche settimana, i suoi pensieri erano sempre rivolti ai momenti trascorsi nel feudo di Edo, con delle persone assolutamente meravigliose.

Ripensava a Izayoi, a Inu no Taisho e al loro bambino, appena i suoi pensieri andarono su quest’ultimo le immagini che si formavano era il suo dolce visino che gli sorrideva, i brillanti occhini d’oro che la osservavano e quelle orecchie che non avrebbe mai smesso si accarezzare. Con fare plateale si diede per finta degli schiaffi.

“Mi sono innamorata di un neonato con le orecchie più belle che abbia mai visto!” si disse fissando il grande albero all’interno dello spiazzale del tempio.

 

§§§ §§§ §§§ §§§ §§§ §§§ *** *** *** *** *** *** °°° °°° °°° °°° °°° °°° ### ### ### ### ### ###

 

“Ehi Kagome!!! Dove vai così di fretta?” chiese una ragazza dai lunghi capelli castani e gli occhi color caffè

“Scusa Sango ma avevo promesso a mia madre che avrei dato una aiuto in casa, ha deciso di fare le pulizie generali” rispose la mora con fare annoiato e poco convinto.

“Dai non abbatterti, pensa che fra un po’ sarà il tuo ventesimo compleanno” le ricordò allegramente.

“Si sai che novità” rispose la ragazza di pessimo umore.

“Lo so perché sei giù. Ma cosa vuoi, sei tu quella che non si fila neanche un ragazzo, hai mezza università che ti muore dietro, e tu che fai? Snobbi tutti!”

“Non posso farci niente. Te l’ho detto se non sentirò che è vero amore io non mi lascerò mai andare con nessun ragazzo” ribatté Kagome leggermente innervosita.

- Sempre la solita storia – pensò Sango.

 

“Mi scusi professore cerco questo libro, ma in biblioteca mi hanno detto di venire da lei”

 

Kagome si bloccò improvvisamente, il tono con cui era stata pronunciata quella frase le riportava alla mente, vecchi ricordi.

Un tono autoritario, ma con una note di gentilezza e cortesia.

Sì volto nella direzione da cui proveniva.

Vide il suo insegnate di storia antica giapponese, discutere con un ragazzo.

Fisico prestante e tonico, alto all’incirca uno e ottanta, una lunga chioma fluente coloro oro bianco, indossava un berretto a visiera non gli era possibile vedere gli occhi. Portava dei jeans levis scuri, una camicia bianca con i primi tre bottoni, partendo dal collo erano sbottonati. Il solo non le permetteva di definire meglio i tratti del suo viso, ma solo la vista di quel pezzo di ragazzo la fece sentire strana, il cuore stava accelerando.

Sango la osservava divertita, poi cominciò ad osservare anche lei il ragazzo.

“Kagome, dammi retta non è per te! E poi tu che non ti sei mai innamorata di nessuno, possibile che ti basta vedere quel tipo per perdere la testa?”

Kagome sembrò ridestarsi alle parole dell’amica.

“Ma che dici? Chi sarebbe innamorata? Io sono solo rimasta colpita da colore dei suoi capelli”

“Se se!” disse Sango scettica.

“Ma è vero! Antipatica!” dopo avergli fatto una linguaccia e lei una pernacchia cominciarono a rincorrersi.

Il ragazzo dal canto suo aveva notato che la ragazza dai capelli neri che lo stava fissando aveva fatto cadere un libro dalla borsa, lo raccolse, c’erano solo due iniziali “K.H.” . Lo mise nella sua borsa e decise che glielo avrebbe restituito appena l’avesse rivista.

Il ragazzo dai capelli d’argento era appena rientrato a casa, posò la borsa con i libri all’ingresso, si diresse in cucina, una donna dai lunghi capelli neri, stava trafficando ai fornelli, lui gli posò le mani sui fianchi e poi le diede un sonoro bacio sulla guancia.

“Che profumino mamma! Cosa mi hai preparato di buono?!” chiese lui in tono scherzoso.

“Inuyasha, da brava persona educata, va a lavarti le mani e siediti a tavola”

“Certo mamma” dettò questo lasciò la donna che col suo solito sorriso gentile spegneva i fornelli e terminava di preparare il pranzo.

 

 

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Ebbene che ne dite? Vi va bene come penultimo capitolo?

E’ venuto veramente bello lungo, ma quando mi trovo agli ultimi capitoli tendo sempre ad esagerare…dopo il breve prologo che tanto breve non è…dell’epilogo, vi chiedo solo di commentare…così che io ebbra dei vostri commenti cominci già a scrivere l’epilogo ^^ zauzau!!!

Come sempre ^^’’’ scusate per i gli errori che sicuramente troverete…il fatto è che scrivo sempre ad ore assurde, poi li rileggo e nn li trovo u_u!!! Bene spero abbiate apprezzato, alla prossima!

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Amami ***


§§§ §§§ §§§ §§§ §§§ §§§ Amami §§§ §§§ §§§ §§§ §§§ §§§

§§§ §§§ §§§ §§§ §§§ §§§ Amami §§§ §§§ §§§ §§§ §§§ §§§

 

“Ehi Kagome!!! Dove vai così di fretta?” chiese una ragazza dai lunghi capelli castani e gli occhi color caffè

“Scusa Sango ma avevo promesso a mia madre che avrei dato una aiuto in casa, ha deciso di fare le pulizie generali” rispose la mora con fare annoiato e poco convinto.

“Dai non abbatterti, pensa che fra un po’ sarà il tuo ventesimo compleanno” le ricordò allegramente.

“Si sai che novità” rispose la ragazza di pessimo umore.

“Lo so perché sei giù. Ma cosa vuoi, sei tu quella che non si fila neanche un ragazzo, hai mezza università che ti muore dietro, e tu che fai? Snobbi tutti!”

“Non posso farci niente. Te l’ho detto se non sentirò che è vero amore io non mi lascerò mai andare con nessun ragazzo” ribatté Kagome leggermente innervosita.

- Sempre la solita storia – pensò Sango.

“Mi scusi professore cerco questo libro, ma in biblioteca mi hanno detto di venire da lei”

Kagome si bloccò improvvisamente, il tono con cui era stata pronunciata quella frase le riportava alla mente, vecchi ricordi.

Un tono autoritario, ma con una nota di gentilezza e cortesia.

Sì voltò nella direzione da cui proveniva.

Vide il suo insegnate di storia antica giapponese, discutere con un ragazzo.

Fisico prestante e tonico, alto all’incirca uno e ottanta, una lunga chioma fluente coloro oro bianco, indossava un berretto a visiera non gli era possibile vedere gli occhi. Portava dei jeans levis scuri, una camicia bianca con i primi tre bottoni, partendo dal collo erano sbottonati. Il sole non le permetteva di definire meglio i tratti del suo viso, ma solo la vista di quel pezzo di ragazzo la fece sentire strana, il cuore stava accelerando.

Sango la osservava divertita, dopo osservò anche lei il ragazzo.

“Kagome, dammi retta, non è per te! E poi tu che non ti sei mai innamorata di nessuno, possibile che ti basta vedere quel tipo, per perdere la testa?”

Kagome sembrò ridestarsi alle parole dell’amica.

Ma che dici? Chi sarebbe innamorata? Io sono solo rimasta colpita da colore dei suoi capelli”

Se se!” disse Sango scettica.

Ma è vero! Antipatica!” dopo avergli fatto una linguaccia e lei una pernacchia cominciarono a rincorrersi.

Il ragazzo dal canto suo aveva notato che la ragazza dai capelli neri che lo stava fissando aveva fatto cadere un libro dalla borsa, lo raccolse, c’erano solo due iniziali “K.H.” . Lo mise nella sua borsa e decise che glielo avrebbe restituito appena l’avesse rivista.

Il ragazzo dai capelli d’argento era appena rientrato a casa, posò la borsa con i libri all’ingresso, si diresse in cucina, una donna dai lunghi capelli neri, stava trafficando ai fornelli, lui gli posò le mani sui fianchi e poi le diede un sonoro bacio sulla guancia.

Che profumino mamma! Cosa mi hai preparato di buono?!” chiese lui in tono scherzoso.

“Inuyasha, da brava persona educata, va a lavarti le mani e siediti a tavola”

Certo mamma” dettò questo lasciò la donna che col suo solito sorriso gentile spegneva i fornelli e terminava di preparare il pranzo.

 

###########

 

“Kagome, dopo porta quei pacchi nell’hokora” disse la madre, mentre puliva un lampadario.

Si mamma”

Dopo una giornata di duro lavoro Kagome, ritornò nella sua stanza e aprì la borsa, per prendere il libro che aveva comprato.

– Storia antica: le battaglie dei feudatari -

Da quando era tornata a casa attraverso lo specchio, non era passato giorno che non avesse cercato informazioni riguardanti il periodo storico nel quale aveva vissuto per quasi un anno, aveva letto molti libri di storia nei quali tentava di trovare delle informazioni, il suo indirizzo di studi universitari era storia antica giapponese. Non era mai riuscita a trovare nessuna informazione riguardante quel periodo, si chiedeva ancora che cosa fosse successo a Izayoi e al bambino. Non sapeva proprio a chi rivolgersi per avere delle risposte. Senza sapere che erano tutte a portata di mano. Cacciò tutto ciò che aveva nella borsa, ma del libro nemmeno una traccia.

Ma che fine ha fatto. E se l’ho perso? Non voglio neanche pensarci, con quello che l’ho pagato. Mi è costato la paga di un mese al mio lavoro part-time” disse Kagome furibonda, gettando all’aria la borsa ormai vuota.

 

### In tanto...in un appartamento ###

 

Cosa stai leggendo Inuyasha?”

“Niente di importante, è un libro che ha perso una ragazza, parla del feudalesimo” rispose il ragazzo seduto alla scrivania mentre sgranocchiava dei biscotti e si interessava al libro anche più di quanto volesse dare a vedere.

“Non è tuo? Caro ma…” la donna stava per cominciare uno dei suoi soliti discorsi morali. Così Inuyasha la bloccò e riprese a parlare.

“Ferma, ferma! Allora mamma, ti prometto che restituirò questo libro. L’ho preso solo perché mi sembrava un peccato lasciarlo stare a terra, si vede che è nuovo e poi è di una ragazza dell’università quindi appena la vedrò glielo restituirò. Contenta?”

La donna gli sorrise.

“Bravo il mio Inuyasha – scompigliandogli i capelli d’argento con la mano – e dimmi la ragazza che ha perso questo libro…dev’essere carina!” puntualizzò la donna, passando una mano con gesto delicato tra i capelli neri e luminosi.

Ma…ma che domande sono, madre?” chiese il ragazzo imbarazzato distogliendo gli occhi d’oro da quelli color caffè della madre.

“Bè, l’ho detto perché per esserti accorto che aveva perso il libro devi averla osservata e tu non ti soffermi quasi mai su nessuna ragazza” gli spiegò la madre divertita dalla timidezza del figlio.

“Ve…veramente io! Okay mamma! Quando mi guardi così lo sai che non riesco a tenerti nascosto nulla. Sì la trovo carina! Soddisfatta?!”

Cosa ti ha colpito di lei?”

“Il suo sorriso, e il modo in cui teneva il broncio alla sua amica” a quel ricordo, sul volto imbarazzato del ragazzo comparve un piccolo sorriso.

“Bene, il mio bambino ha finalmente cominciato ad aprire gli occhi” dicendo questo stava per lasciare la camera.

“Mamma… - aspettò che la donna tornasse a guardarlo – ho la strana sensazione di aver già visto quella ragazza, i suoi occhi erano così…così…mi ricorda qualcuno, ma non so chi!” gli rivelò il ragazzo con tono sconsolato.

“Dici davvero? Forse l’hai sognata e se è così, quella è la donna del tuo destino” rispose la madre divertita lasciando solo Inuyasha con i suo pensieri.

 

### Mattino successivo ###

 

Kagome si apprestava a prendere la borsa con i libri e lasciare il tempio in tutta fretta, quella mattina il nonno aveva cominciato a decantare le gesta di uno dei suoi fantomatici antenati e la potenza delle armi che usava per combattere i nemici. E senza accorgersene era stata trattenuta per tanto tempo, che notando l’ora, aveva visto di aver perso il primo treno che portava a scuola e stava per perdere anche il successivo, giocandosi così la lezione di quel giorno. Correva per strada alla velocità della luce. Non poteva perdere anche il secondo treno. Raggiunta la stazione ed entrò nel mezzo per il rotto della cuffia. Intravide un posticino vicino ad un finestrino e c’era anche un palo libero al quale poggiarsi, di posto a sedere non se ne parlava neanche a pagarli, tutti occupati. Bè la prossima volta imparava a non farsi distrarre da quello sclerotico di suo nonno.

 

°°°

 

Inuyasha correva come un matto, aveva l’auto dal meccanico e stava facendo tardi a lezione. Aveva passato la notte a leggere quel libro e tentare di ricordare a chi somigliava quella ragazza carina. Pregava con tutto se stesso di non aver perso anche il secondo treno, non poteva rischiare di non presentarsi, era diventato da nemmeno una settimana l’assistente dell’insegnate di storia antica, grazie alla mini laurea che aveva in quel campo e all’impegno che metteva in tutto quello che faceva. Aveva sempre tentato di non dare delusioni a nessuno in particolar modo a sua madre. Che lo aveva cresciuto da sola, con un amore infinito e ora per il ricordo di una ragazza che aveva intravisto appena rischiava di dare la sua prima delusione a qualcuno. Raggiunse la fermata e sentì il suono che annunciava la chiusura delle porte, si fiondò come un razzo verso l’apertura e si chiuse appena lui fu del tutto nel vano. Era affollatissimo. Cominciò a farsi largo, finché trovò un gancio libero dove sostenersi, trovava terribilmente irritante prendere il treno per raggiungere l’università, alcune volte capitavano degli scossoni che erano capace di buttare a terra anche l’uomo con la presa più salda. Cominciò a guardarsi intorno per non tornare a pensare a quella ragazza, si chiedeva se non stesse impazzendo alla giovane età di ventitre anni. Quando notò la sua vicina, con lo sguardo perso nel paesaggio in movimento, che mostrava il finestrino di fronte al quale si trovavano. Ci fu una scossa nello stesso momento in cui capì chi fosse. E per poco non cadeva. Quei capelli neri come la pece, la pelle chiara, gli occhi grandi, ora poteva vedere che erano di un castano brillante, era ancora più bella vista da vicino. La ragazza del libro, era proprio lì di fronte a lui. Cosa doveva fare? Come doveva comportarsi? Lui non aveva esperienza in questo campo, aveva sempre e solo pensato a far felice sua madre e a non deludere le persone che lo circondavano, non si era mai lasciato coinvolgere da nessuna ragazza, anche perché nessuna aveva mai attirato la sua attenzione a differenza di quella che l’aveva fissato per un bel po’, con lo stesso sguardo che ora lui le stava rivolgendo. Poi improvvisamente quegli occhi nocciola che stava contemplando, si voltarono verso di lui e nella limpidità di tanta bellezza, poté notare l’espressione imbarazzata che aveva assunto, anche lui non era da meno. Poi le rivolse un sorriso leggero, appena accennato, lei si sorprese. A quell’espressione lui lasciò andare il gancio. Proprio in quel momento ci fu una scossa ancora più violenta della precedente. E quello che avvenne, restò impresso per sempre nei ricordi di Inuyasha, come il primo momento più bello della sua vita.

 

°°°

 

Kagome guardava il paesaggio che aveva di fronte, scorreva veloce sotto il suo sguardo, ogni volta si perdeva ad osservare l’azzurro del cielo, ripensando alle volte in cui era stata in quell’immensa tenuta nel palazzo di Edo. Sentì qualcuno raggiungere quel po’ di spazio che era rimasto in quel vagone, lo vide di sfuggita afferrare il gancio sulle loro teste. Non si interessò più di tanto. Ma dopo un po’ cominciò ad avvertire un leggero formicolio al collo. L’uomo che le stava vicino continuava a fissarla, e questo le procurava non poco fastidio, tentò di resistere, si sarebbe sicuramente stancato e invece niente, voleva proprio vedere che faccia aveva quello sfacciato che la stava importunando anche se solo con lo sguardo. Pure se un po’ imbarazzata, voltò il capo verso questa persona, furono solo pochi istanti, nei quali poté perdersi in un immenso mare dorato, come gli era successo anni prima, due bellissimi occhi color oro, la stavano osservando, guardavano proprio lei, con un misto di curiosità e imbarazzo, poi quell’uomo, no era ancora un ragazzo, poteva avere qualche anno più di lei, con lunghi capelli d’argento che ricadevano fino ai fianchi, le rivolse un sorriso. Quel sorriso, cordiale, anche se appena accennato, le riportava alla mente la principessa alla quale aveva prestato servizio. Il colore di quegl’occhi e dei capelli gli ricordavano il demone maggiore al quale aveva fatto una promessa che non era riuscita a mantenere…chi era quel ragazzo? Era sorpresa di ritrovare in lui i tratti di due persone per le quali provava una grande ammirazione, poi notò il berretto che portava, e ricordò che era lo stesso ragazzo del pomeriggio precedente. Lo vide lasciare la presa all’appoggio, la mano dirigersi verso di lei, ma ci fu improvvisamente un violento sobbalzo, provocato dai binari, come accadeva spesso, molte persone che erano in torno ai due si urtarono, ma Kagome, non ci fece caso, perché il quel momento la sua mente, aveva raggiunto un luogo indefinito, e il suo cuore batteva tanto veloce che era impossibile definire quanti battiti avesse al secondo. Le mille sensazioni che la stavano avvolgendo, erano uniche, indescrivibili, eccezionali, le labbra del ragazzo erano sulle sue, anche se all’inizio era stato solo a causa di quella scossa, tutto sarebbe dovuto terminare, con l’allontanarsi di uno dei due, ma ciò non avvenne, anche quando la situazione si era assestata, entrambi erano rimasti lì in quell’assurda posizione, lei con la schiena contro un palo, le mani in torno alla spalle di lui, alle quali si era aggrappata per la paura di cadere, invece lui, con le mani sui fianchi di Kagome e le labbra perfettamente unite a quelle di lei. Continuarono a baciarsi come se non ci fosse nessuno oltre a loro…ed infatti era quello che provavano, si erano come estraniati dal contesto in cui si trovavano, esistevano solo loro due e la passione che in quel raptus momentaneo li aveva avvolti senza via di scampo, il ragazzo con una delicatezza infinità, fece di schiudere le labbra di Kagome, voleva esplorare i meandri della sua bocca, giocare con la sua lingua, assaggiare il suo sapore, e anche lei non desiderava altro, anche contando che quello era il suo primo, vero bacio. Lei non aveva mai baciato nessuno, non si era mai lasciata baciare da nessuno, perché aveva sempre atteso il vero amore. E ora che lui la stava baciando, si sentiva come in paradiso, la sua mente vagava senza meta, il suo corpo fremeva, non sapeva se quello che stava provando in quel momento fosse il sentimento tanto cercato, ma non sembrava trovare una giusta motivazione per interrompere quello che stava avvenendo tra loro.

 

°°°

 

I passeggeri che erano presenti oltre a loro, osservavano quella coppia, alcuni indignati, altri divertiti, altri ancora sorpresi, come lo sguardo di un’altra coppia.

“Sango cosa c’è?” chiese un ragazzo sui vent’anni capelli castani con uno strano codino alla nuca, occhi di un blu notte intenso, che teneva per mano una ragazza dai lunghi capelli castani e occhi color caffè. Aveva notato che lo sguardo di questa era alquanto stupito e seguì la direzione alla quale erano rivolti per poi restare anch’egli basito come lei.

“Mi…Miroku, perché anche tu sei sorpreso?” chiese Sango che si era ripresa dallo shock iniziale nel vedere per la prima volta la sua migliore amica baciare un ragazzo.

“Quello è… quello è…” non riusciva a parlare era sconvolto al punto limite, e anche un po’ invidioso perché lui pur essendo un libertino di prima categoria, ora redento perché felicemente fidanzato, non aveva mai fatto una cosa del genere in treno.

“Non mi dire che conosci il ragazzo? Perché, sappi che quella è Kagome!” disse improvvisamente Sango, prendendo il viso del fidanzato e portandolo di fronte al suo.

“Kagome? La tua migliore amica? Quella che ho conosciuto qualche settimana fa? - e a quelle domande vide il volto dell’amata fare su e giù – bè invece il ragazzo è Inuyasha! Ed è il MIO miglior amico!” disse lui quasi imbarazzato.

Perché si stanno baciando?” dissero entrambi tornando a fissare i rispettivi amici, con stupore.

Miroku conosceva Inuyasha da sempre e sapeva che non era per niente interessato alle ragazza, lui pensava solo allo studio, non l’aveva mai visto baciare nessuna e ora era lì, che stringeva la migliore amica della sua ragazza e la bacia con un impeto che non gli credeva possibile, non se lo sarebbe mai aspettato da lui, era sicuro che si fosse anche dimenticato di trovarsi in un luogo pubblico, e cominciò a sorridere al pensiero di quello che sarebbe successo non appena i due si fossero separati. Sango aveva quasi gli stessi pensieri del ragazzo, era assolutamente certa che Kagome non avesse mai avuto un vero e proprio ragazzo, e ora ne stava baciando uno, e per di più di fronte a tutte quelle persone. Si sentiva anche un po’ delusa perchè l’amica non le aveva detto niente, poi sapere che era il migliore amico di Miroku l’aveva sconcertata ancora di più, perché se era così che stavano le cose quello era la stessa persona che Kagome si era fermata ad osservare il pomeriggio precedente. Con questi pensieri Sango all’improvviso si sentì spingere da dietro, avevano raggiunto la fermata e alcuni passeggeri sembravano andare molto di fretta, lei si strinse di più a Miroku per lasciar passare e lui tanto per non essere da meno n’approfittò per palparle il sedere, ottenendo in cambio una cinquina che lasciò un segno bello evidente.

“Deviato!” detto questo si avviò, poi tornò sui suoi passi, poiché aveva notato che la sua amica e il suo come dire presunto ragazzo, fossero ancora intenti nella loro effusione.

“Ah però, è un record, Inuyasha! Hai battuto persino me! Stai baciando la Divina Kagome da più di dieci minuti!” esordì Miroku, per attirare l’attenzione dell’amico, sotto gli occhi di una Sango troppo intimidita dalla situazione per avere il coraggio di chiamare lei stessa l’amica.

Inuyasha si allontanò lentamente da Kagome, con un movimento quasi a moviola, osservò la persona che aveva pronunciato il suo nome, con lui si voltò anche Kagome.

“Miroku???” quel nome fu pronunciato da entrambi, cosicché gli occhi castani e quelli d’oro ripresero a contemplarsi per poi scendere a fissare ognuno i propri piedi, per l’imbarazzo. Appena i loro sguardi si erano incontrati avevano realizzato quello che effettivamente era successo tra di loro. Il momento di disagio che si era creato era un po’ troppo per i quattro.

“Ragazzi che ne dite di uscire da qui? - esordì Sango, sia per rompere il ghiaccio ma anche per non restare chiusa in treno per poi tornare nuovamente al punto di partenza. Tutti assentirono senza fiatare e la seguirono – siamo stati fortunati che la seconda fermata fa stazionamento se no saremmo tornati indietro!” dicendo questo si voltò verso Kagome e Inuyasha che avevano ancora lo sguardo basso e non osavano dire nulla. Poi Kagome alzò gli occhi ancora imbarazzata, poi si voltò verso Miroku e in fine a Inuyasha, ancora col capo chino.

“Io vi chiedo scusa” dicendo questo, strinse più forte la borsa che aveva in mano e si allontanò dal gruppo scappando via.

Ma che le è preso?” chiese Miroku a Sango senza capire.

“Penso che…” ma Sango non riuscì a finire quella frase perché Inuyasha le era passato come un razzo d’avanti agli occhi, lasciandole in una frazione di secondo la borsa con i suoi libri tra le mani – wow è veloce il tuo amico” disse allibita da tale velocità.

“Dopotutto è un mezzo demone! E per di più innamorato eheh!!!” disse passandosi una mano dietro la testa e rivolgendo uno sguardo al cielo.

“Davvero è un mezzo demone? Non lo sembra. Non ha niente di apparentemente demoniaco, a parte i capelli di un colore insolito!” disse la ragazza pensierosa.

“Oh bè sa come non farsi notare, non vuole attira troppo l’attenzione per questo tiene la cosa che tu chiami ‘demoniaca’ nascosta o meglio coperta” le spiegò il fidanzato prendendola per mano.

“Miroku che ne dici se oggi saltiamo le lezioni? Tanto penso che anche loro non riusciranno ad arrivare in tempo, potremmo fare una bella passeggiata” propose Sango.

“Aspettavo solo che me lo chiedessi, ma non ci speravo!” dicendo questo si avviarono per la loro passeggiata. Per un giorno potevano permettersi di marinare le lezioni.

*** In tanto ***

Kagome correva. Non aveva una meta precisa, voleva solo andare lontano, voleva solo trovarsi ad una notevole distanza da quel ragazzo, voleva solo poter dimenticare cos’aveva fatto, anche se sapeva di non poterci mai riuscire. Non le era mai successa una cosa del genere, non aveva mai perso il controllo, non aveva mai lasciato prendere il sopravvento alle emozioni eppure quegli occhi d’oro l’aveva disarmata, avevano fatto cedere al desiderio di poter saggiare il sapore di un bacio proveniente da quelle bellissime labbra, che avevano esplorato la sua bocca con una morbidezza e dolcezza senza fine. Quel ragazzo le piaceva, il suo cuore aveva cominciato a battere senza sosta non appena aveva incrociato i suoi occhi. Poteva trattarsi d’amore? Anche se lo aveva visto la prima volta il primeggio precedente? Quello che provava poteva definirsi tale?

“Ehi tu!” Kagome si voltò indietro, da dove erano arrivate quelle parole. Fissava il ragazzo dai lunghi capelli d’oro bianco andare a passo deciso verso di lei.

“C…cosa ci fai qui?”

Ma come fai a correre tanto veloce? Eppure sei una semplice ragazza” affermò ormai di fronte.

“Io…io…” non riusciva a spiccicare parola, si sentiva strana, il cuore le batteva forte, si sentiva il volto in fiamme.

“Io volevo chiederti se vuoi uscire con me!” disse lui tutto d’un fiato.

Cosa?” Kagome non credeva alle sue orecchie.

“Vuoi uscire con me?” le chiese di nuovo, però con maggiore calma e un tono tanto gentile e imbarazzato che le fece tenerezza.

Lei non sapeva cosa rispondere, era altrettanto imbarazzata e restare così a fissarlo la faceva sentire agitata, si sfregò le mani, per poi notare che erano a dir poco sudate. Inuyasha attendeva una risposa che sembrava non voler arrivare, era sicuro che forse aveva capito male, quella ragazza non era per niente interessata a lui, ma allora perché aveva ricambiato quel bacio? Perché non l’aveva allontanato subito?

“Va bene!”

Inuyasha la fissò dapprima sorpreso, pensava di aver capito male, poi quando notò un sorriso sul volto di lei, ricambio con uno altrettanto solare.

“Che ne dice se andiamo a fare colazione da qualche parte?” propose, ormai entrambi avevano completamente dimenticato di dover andare all’università.

Lei assentì col capo, lui anche se al massimo dell’imbarazzo la prese per mano e cominciarono a camminare. Arrivati ad un bar, visto che la giornata fresca e anche soleggiata lo permetteva, occuparono un tavolino all’esterno.

“Prima di tutto penso sia il caso di fare le presentazioni. Io sono Inuyasha Edo!” le porse la mano.

“Kagome Higurashi, piacere” disse stringendola, quando si sedettero ai rispettivi posti, lei cominciò a ponderare sul nome del ragazzo.

- Inuyasha, un nome abbastanza singolare, dovrebbe significare “essere soprannaturale dalle sembianze di cane” non gli vedo nulla di soprannaturale a parte il colore dei capelli e poi il cognome ha detto Edo, si chiama come il possedimento nel quale sono stata cinque anni fa, chissà se lui è legato in qualche modo ad Izayoi – si chiedeva.

“Sei pensierosa!”

“No, non è niente!” disse lei cominciando a bere il cappuccino che un cameriere le aveva portato.

“Sai il tuo nome non mi è per niente nuovo, forse perché una persona che conosceva mia madre si chiamava così” le spiegò lui, sorseggiando il suo caffè.

“Davvero? Tu invece somigli ad un demone che ho conosciuto alcuni anni fa”

E poi Higurashi è anche il nome di un tempio che conosco” a quelle parole, un sorso di cappuccino le andò di traverso, e cominciò a tossicchiare, lui si alzò prontamente verso di lei e le diede qualche colpetto alle spalle.

“G…couf…grazie”

“Come ti senti?” chiese con tono preoccupato.

“Bene! Scusa se ti ho spaventato. Devi sapere che io vivo nel tempio che hai appena menzionato, il sacerdote è mio nonno”

Cosa? Tu sei la nipote del vecchio? Oh scusa non volevo!” disse lui divertito.

“Non preoccuparti, chiamalo come vuoi, alcune volte mio nonno meriterebbe delle punizioni divine per i casini che combina. Dici di conoscere il tempio eppure io non ti ho mai visto!”

“Ci sono stato molte volte, quando era piccolo, e se sei veramente la nipote del vecchio sacerdote io e te ci siamo già incontrati, ho giocato con te, quando eri ancora in fasce” gli spiegava lui con un sorriso.

“Non ci credo!” esordì lei.

“Venivamo veramente spesso al tempio, poi io e mia madre siamo partiti, siamo stati lontani molti anni, siamo tornati a Tokyo da cinque anni, mia madre ha aspettato che terminassi gli studi al liceo per ritornare qui, però essendo lei molto impegnata col lavoro ed io altrettanto con lo studio, siamo stati al tempio solo un paio di volte” Inuyasha riusciva a parlare con Kagome in un modo tanto naturale, sembrava quasi che non avesse fatto altro per tutta la vita, era sereno in compagnia di quella ragazza, lo faceva stare bene e lo emozionava anche, il cuore gli batteva forte ogni volta che incontrava il suo sguardo. Quella ragazza gli piaceva veramente e non voleva lasciarsela sfuggire.

 

°°°

 

“INUYASHAAAA!” una ragazza dai capelli d’ebano correva incontro ad un ragazzo vestito di rosso seduto ai piedi del grande albero secolare del tempio Higurashi.

Quando arrivò di fronte a lui, rimase alquanto sorpresa nel notare che il ragazzo che si era assopito alle radici della pianta, non fosse effettivamente quello che cercava, i capelli di questi erano lunghi e neri come quella notte senza luna. Eppure i suoi tratti erano tanto familiari. Inginocchiata di fronte a lui, continuava a guardare quel volto dormiente, aveva un’espressione tremendamente dolce. Più lo osservava e più si convinceva che si trattava di Inuyasha.

- Cosa sarà successo hai suoi capelli? – ma questo pensiero fu cancellato non appena vide gli occhi di lui aprirsi, e gli mostrarono due pozze nere come la pece.

Ciaaaooo” disse lui poggiandosi una mano sulla bocca e sbadigliando.

“I…Inuyasha sei proprio tu?” chiese Kagome, che orami era sicura si trattasse di lui, la sua voce era inconfondibile.

“Certo, perché me lo chiedi?” con voce impastata dal sonno.

“I tuoi capelli!” e afferrando una ciocca la porse di fronte ai suoi occhi.

Lui inizialmente sembrò non capire, poi strabuzzò gli occhi.

O no! L’avevo dimenticato che questa sera sarebbe stato novilunio!” disse battendosi una mano sulla fronte.

Ma cosa c’entra questa notte di tenebra con il colore dei tuoi capelli e anche degli occhi?”

“Vieni qui - prese la ragazza per un braccio e la fece sedere tra le sue braccia, e le spalle contro il suo petto – Kagome da quanto tempo stiamo insieme?” le chiese lui, anche le lo sapeva voleva che fosse lei a dirglielo.

“Due mesi e… - fece dei brevi calcoli mentali – venti giorni, se contiamo quella settimana che siamo usciti solo come amici” concluse lei.

“Bene! E in questi due mesi e venti giorni non ti sei mai chiesta perché i miei capelli fossero di quel colore?”

“No! Perché è un colore meraviglioso, come i tuoi occhi dopotutto, e poi non sei il primo che vedo con dei capelli così”

“Mi fa piacere sentire che ti piacciono i miei capelli, ma devi sapere che io ho ereditato i miei capelli d’argento e gli occhi d’oro da mio padre, lui era… - esitava aveva paura che se glielo avesse detto lei l’avrebbe lasciato – lui era un …un demone, e mia madre una semplice umana, quindi io sono…” lui anche se con rammarico aveva deciso di dirle tutta la verità, se l’amava veramente non doveva mentirle ed era arrivato il momento.

“Sei un mezzo demone!” continuò lei, voltando il viso e incontrando i suoi occhi neri.

“Esatto!Tu sei la prima persona oltre mia madre che mi abbia mai detto quanto fossero belli i miei capelli, e sei la prima che mi abbia mai fatto battere il cuore dicendo di amarmi. Anche io ti amo Kagome, e mi dispiace non averti rivelato prima la mia natura in parte demoniaca” si sentiva veramente un verme per non averle rivelato tutto fin dall’inizio.

Ma Inuyasha a me non importa che tu sia un umano, un demone o anche un mezzo demone io ti amo perché tu sei tu! Sei il mio Inuyasha! Sei l’uomo del mio destino, con te ho conosciuto l’amore che ho sempre cercato, tu sei il mio primo ed unico amore” dicendo questo reclinò di più il capo, e accolse sulle sue le labbra del ragazzo.

“Dici davvero?” chiese lui divertito.

“No ad essere sincera, prima di te mi sono innamorata di un bambino carinissimo, non so quale fosse il suo nome, ma era tenerissimo, mi sono innamorata delle sue buffe orecchie, cosi soffici, però non so che fine abbia fatto!” il tono divertito che aveva usato inizialmente si spense, non appena pronunciò le ultime parole.

“Le sue orecchie?” Inuyasha era stato colpito da quelle parole.

Cosa? Sì, aveva delle bellissime orecchie canine sulla testa, era anche lui un mezzo demone, e come te aveva cappelli d’argento e occhi dorati” spiegò meglio Kagome.

“Kagome ma allora tu…” continuò a perdersi nei grandi occhi castani della ragazza.

“Inuyasha cosa ti succede?” aveva notato che il ragazzo aveva assunto un’aria pensierosa.

“Niente! Devo tornare a casa, ho bisogno di fare una cosa molto importante – la spostò delicatamente alzandosi, prendendo il berretto che gli era caduto a terra e tornando a guardare Kagome – amore non preoccuparti non è successo niente, ho solo ricordato di dover fare una cosa importante, ci vediamo domani” dicendo questo saltò la recinzione di Goshimboku.

“Inuyasha non dimenticare che sei stato invitato a pranzo!” gli disse lei ancora un po’ confusa da quello strano comportamento.

“Ci sarò!” detto questo, scese di fretta la lunga rampa di scale, tolse l’antifurto all’auto e si diresse a casa.

 

°°°

 

“Inuyasha caro, già di ritorno? Oh i tuoi capelli, avevo dimenticato che per questa sera, ma normalmente non esci mai quando perdi i tuoi poteri, come mai eri fuori?” chiese la donna che trafficava in cucina.

Anche io l’avevo dimenticato madre” rispose, mentre poggiava la giacca sullo schienale della sedia sulla quale stava per sedersi.

“Inuyasha è da un po’ che non parliamo io e te, sono sicuro che tu abbia cominciato a frequentare quella ragazza di cui mi hai parlato qualche tempo fa” disse queste parole mentre asciugava le mani bagnate con uno strofinaccio.

“Madre ho bisogno di parlarti, anzi devo farti delle domande!” aveva un’espressione estremamente seria.

“Chiedimi tutto quello che vuoi!” anche lei aveva assunto un’aria posata.

“Come si chiamava la ragazza che mi ha fatto nascere?”

“Kagome!” rispose la donna sorpresa da quella domanda.

“Il nome per intero?”

“Kagome Higurashi!”

Inuyasha era rimasto basito, anche se era quello che sperava di sentire.

“Madre che cosa disse Kagome nel momento in cui mi vide?”

“Allora come ti ho detto molte volte, appena ti vide disse che se solo fossi stato più grande si sarebbe sicuramente innamorata di te!” e sorrise nel ricordare la ragazza che mentre teneva imbraccio il suo bambino lo riempiva di complimenti.

“Madre io…io – finalmente aveva capito, però non voleva rivelare tutto a sua madre, anzi voleva farle una sorpresa – io domani sera porterò un ospite molto speciale a cena!” disse con fervore.

“Davvero? Finalmente mi farai conoscere la tua fidanzata?” disse la madre divertita e anche sconcertata dal repentino cambiamento d’umore del figlio.

“Sì e sono sicuro che andrete d’accordo, lei è una ragazza speciale. Come mi dicesti tu quel giorno che te ne parla la prima volta, lei è realmente la donna del mio destino”

Dicendo questo andò nella sua camera, aveva bisogno di pensare.

 

°°°

 

Il pranzo a casa di Kagome andò a gonfie vele, quando la madre vide chi era il misterioso ragazzo che stava uscendo con la figlia, fece i salti di gioia non si aspettava si trattasse di Inuyasha.

“Kagome non potevi scegliere ragazzo migliore, e poi sua madre è una persona gentilissima, ha dei modi a dir poco principeschi” le sussurrò la madre, mentre la aiutava a portare delle portate a tavola. Anche suo padre non ebbe nulla da dire, forse era un po’ geloso, ma niente di più anche a lui piace Inuyasha e li aveva visti discutere senza problemi, il nonno come sempre si era lasciato andare ai suoi soliti epici racconti e questa volta aveva tentato di rifilare al ragazzo un gioiello chiamato Shikon no Tama, per quanto riguarda Sota non era presente, era in gita scolastica. Verso l’imbrunire Inuyasha e Kagome passeggiavano per il tempio.

“Kagome io vorrei tanto che tu conoscessi mia madre, spero non te la prenderai se mi sono permesso di dirle che questa sera ti avrei portata a cena da noi!” le disse lui timidamente.

Ma cosa dici, anzi sono felicissima, da come me ne ha parlato la mamma e anche tu, deve essere una persona eccezionale, una donna fantastica. Certo che la voglio conoscere” dicendo questo si voltò verso di lui, alzandosi sulle punte gli diede un bacio a fior di labbra, poi riprese a camminare ma lui l’afferrò per un braccio.

“Aspetta!” l’attirò nuovamente a se e la baciò con una passione tale da farle girare la testa.

“Incontentabile!” le sussurrò lei allentandosi appena. Ma le parole che le sussurrò lui poco dopo la lasciarono basita.

“Kagome amami” le sussurrò rauco, stringendola forte a se.

Lei con un sorriso gli prese il volto tra le mani e lo baciò nuovamente.

Amami come avevi detto quella notte in cui la luna scomparve - dicendo questo sfilò dal capo il berretto che aveva sempre indossato – amami per quello che sono, amami con un bacio, con uno sguardo, con il sorriso dei tuoi occhi” le sussurrò all’orecchio, mentre il viso di lei si imporporava a quelle parole, poi la vide alzare lo sguardo al suo capo e osservare le buffe orecchie canine che lo sovrastavano.

“Tu … tu…” Kagome era senza parole, quelle erano le stesse orecchie delle quali si era innamorata.

“Io sono il tuo primo vero amore!” le disse lui con un sorriso.

Allora la ragazza gli si aggrappò al collo.

“Inuyasha ma allora tu sei…” non terminò la frase, le bastò incontrare lo sguardo innamorato di lui.

“Vogliamo andare da me? Sono sicuro che mia madre sarà felicissima di poterti rivedere”

E così fu.

Inuyasha fece entrare Kagome, dalla cucina come sempre provenne la solita voce cordiale che lo accoglieva, e all’udire quella voce un’onda di calore avvolse il cuore della ragazza.

“Salve Inuyasha sei già a casa? – la donna si era affacciata all’ingresso, e quando incontrò gli occhi nocciola della ragazza al fianco del figlio per poco non le veniva un colpo – Ma lei è…Kagome?” era stupita, non riuscì a trattenere le lacrime di gioia che prepotenti chiedevano di uscire, era tremendamente felice di poterla rivedere.

“Principessa…principessaaa!” Kagome le andò incontro e si strinsero in un dolce abbraccio, quanto aveva desiderato poterla rivedere, poter vedere su quel volto sempre sereno un sorriso cordiale che l’accoglieva ogni volta. Entrambe piangevano, finalmente si erano ritrovate dopo tanto tempo, anche Inuyasha era felice per loro, sapeva quanto sua madre tenesse a quella ragazza, non c’era giorno che non le parlava di lei.

Dopo le lacrime e la gioia generale, Izayoi fece accomodare i due e cominciò a raccontare alla sua amica cosa le era accaduto il giorno in cui aveva attraversato lo specchio.

“Quando mi prendesti per mano, dopo un po’ mi ritrovai all’interno di una stanza, avevo Inuyasha tra le braccia e intorno a me c’erano tanti frammenti di vetro. Non capivo cosa fosse successo, fatto sta che improvvisamente vidi avanzare verso di me una donna, era tua madre, subito mi soccorse, mi chiese se mi ero fatta male, poi mi condusse in un’altra stanza. Io ero ancora molto scossa, Inu no Taisho dopotutto era appena morto, tu non c’eri non sapevo come comportarmi. I tuoi genitori mi ospitarono al tempio per quasi un anno, avevano capito che non provenivo da un luogo comune, da piccola essendo stata preparata ad essere una moglie perfetta, conoscevo alla perfezione le regole per la cerimonia del te, praticavo la composizione di fiori, sapevo ricamare su stoffa, e altre cose sul galateo, e così Kaoru cominciò a farmi dare lezioni a giovani ragazze che venivano al tempio, e così potei mettere qualcosa da parte per trovare una sistemazione almeno temporanea, non mi chiesero mai niente di Inuyasha loro si fidavano di me ed io tentavo di ricambiare in tutti i modi la loro ospitalità. Appena ebbi la possibilità di poter lasciare il tempio lo feci, non volevo essere troppo di peso e poi i tuoi genitori erano novelli sposi e mi sentivo di troppo. Ad ogni modo tornai spesso al tempio, circa tre anni dopo il mio arrivo Kaoru mi annunciò che avrebbe presto dato alla luce una bambina e mi disse che l’avrebbe chiamata Kagome come la madre del marito. E solo allora capii che la bambina che sarebbe nata saresti stata tu. Come tu hai fatto con Inuyasha io feci con te, ti vidi nascere ed eri bellissima, sapessi quanto ero felice di poterti rivedere, poi quando Inuyasha aveva sei anni ricevetti una lettera da Kiyushu che mi diceva di raggiungere quella località, scoprii che mi era la proprietaria di una dimora risalente all’epoca dalla quale provenivo e quando giunsi li, la dimora che vidi non era altro che il palazzo di Inu no Taisho, non so come abbiano fatto a rintracciami, fatto sta che io ero la proprietaria del palazzo e dei beni ad essi annesso, mi ritrovai con un possedimento da gestire e anche una cifra abbastanza elevata di denaro. Finalmente cinque anni fa, dopo aver messo tutto a posto e anche se a mal in cuore ho venduto la tenuta, era troppo grande per due persone e poi le spese erano ingenti, ho deciso di usare quel denaro per gli assicurare un futuro ad Inuyasha, sono tornata qui, ma a causa del lavoro quelle poche volte che sono stata al tempio non sono mai riuscita ad incontrati ed ora sei qui e per di più sei la ragazza che ha fatto battere il cuore al mio Inuyasha” Izayoi le raccontò tutto, tentando di non farsi prendere troppo dalle emozioni, anche se era impossibile non notare quanto non stesse più nella pelle per il fatto che Kagome ed Inuyasha stessero insieme.

 

§§§§ Cinque mesi dopo §§§§

 

Per la gioia di tutti.

“Inuyasha vuoi prendere tu la qui presente Kagome?”

“Sì”

E Kagome vuoi prendere tu il qui presente Inuyasha?”

“Sì”

“Puoi baciare la sposa”

Inuyasha non lo lasciò neanche terminare era già con Kagome tra le braccia e la baciava con trasporto, lei che ormai era abituata a quegli slanci di passione del neo marito lo lasciò fare e poi quel giorno era tutto per loro.

Izayoi li osservava con gioia e commozione non poteva essere più felice di così, la ragazza con lo strano chimono che aveva conosciuto anni prima, nel mondo in cui l’amore che provare era proibito da leggi ingiuste l’aveva condotta verso una felicità tale, che non riusciva quasi a crederci, non sapeva se sarebbe mai riuscita a sdebitarsi del tutto, quello che aveva fatto Kagome per lei era incommensurabile.

“Izayoi venga dobbiamo fare la foto!” le disse il nonno di Kagome, prendendola per mano.

“Certo nonno!” rispose lei sorridente.

“Mamma vieni qui vicino a me” disse Inuyasha e così fece.

“Congratulazioni figli miei” disse ad entrambi baciandoli sulla fronte.

“Grazie mamma” risposero entrambi con un sorriso dolcissimo.

Kagome era infinitamente grata a Izayoi ma anche a Lord Inu no Taisho che li aveva riportati in vita, se non l’avesse fatto lei non avrebbe mai conosciuto il vero amore, anche se le era dispiaciuto che non si fossero potuti amare per più tempo, era stata felice di aver potuto mantenere la promessa che aveva fatto al youkai, aveva reso possibile il sogno di un amore proibito oltre uno specchio…

 

 

 

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So che forse vi aspettavate un finale più eclatante ma questo è stato il meglio che sono riuscita a fare. Spero che nonostante i tantissimi errori, che in quello precedente erano un infinità e anche in qst non mancano di certo, la ff tutto sommato vi sia piaciuta. Ora passo ai ringraziamenti perkè vista la lunghezza del cappy, starete dicendo “ma perché nn si spara e se ne va lasciandoci in pace” ^^’’’ eheheh.  Dico un grazie dal cuore a tutti coloro che hanno avuto la bontà di seguire e commentare questa fan fiction, so che è stata breve ma c’ho messo veramente tutto l’impegno possibile per renderla qualcosa di speciale, spero di esserci riuscita. ^__^

 

Un ringraziamento speciale va anche a chi a solo letto…

 

Un bacio a tutti, vi ringrazio ancora spero di sapere presto le vostre impressioni su quest’ultimo capitolo! A presto… zauzau!!!

 

 

 

 

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