*A Shelter From The World *

di MissHarvelle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** You can' t always get what you want. ***
Capitolo 2: *** Wind of Change ***
Capitolo 3: *** First Day on a Brand New Planet ***
Capitolo 4: *** September ***
Capitolo 5: *** Get the party started ***
Capitolo 6: *** Let love In ***
Capitolo 7: *** Painted on my Heart; ***
Capitolo 8: *** The Weight of Us ***
Capitolo 9: *** The Heart Has Its Reasons... ***
Capitolo 10: *** The Sounds of Silence ***
Capitolo 11: *** Let It Bleed ***
Capitolo 12: *** Thinking of You part I ***
Capitolo 13: *** Thinking of You part II ***



Capitolo 1
*** You can' t always get what you want. ***


1.You Can' t always get what you want;

 

Non sapeva bene cosa l' avesse attirata lì. In quel pomeriggio piovoso di fine agosto Elena avrebbe dovuto pensare a ben altro, tanto per dirne una terminare i compiti per le vacanze che ancora non aveva iniziato.
Invece era lì, complice la noia, e a quel punto non poteva fare altro che entrare. Oltrepassò l' imponente inferriata e richiuse con delicatezza il cancello che divideva il mondo esterno dall' ampio cimitero.
Indecisa sul da farsi, vagò per un po' in cerca della tomba giusta, ma il cimitero era troppo grande e quindi rischiava di perdersi. Doveva assolutamente chiedere indicazioni a qualcuno, ma purtroppo il posto sembrava deserto.

Sconsolata vagò ancora per un po' finchè non si ritrovò di fronte a una cappella a nome Rizzo. Era proprio quello che stava cercando. Nonostante tutto quello che le aveva fatto passare quel disgraziato di Claudio, era rimasta molto scossa dalla morte del fratello e l' idea di andare a fare visita alla tomba di Francesco sembrava per la sua mente contorta l' unico modo per essere solidale al giovane Rizzo. Sapeva bene cosa voleva dire perdere una persona cara.
Ai piedi della gradinata antecedente alla cappella una signora sulla quarantina, il cui colore dei capelli era celato da un ampio foulard scuro era inginocchiata e sembrava pregare. Elena si avvicinò lentamente perchè era intimorita dalla presenza della donna: aveva paura in qualche modo di rovinare l' intimità che si era creata tra quella signora e l' ambiente circostante.

In quel momento decise che era meglio andarsene: la sua presenza era immotivata e poi non si poteva neanche definire una amica di Claudio quindi... non fece nemmeno in tempo a girarsi che la donna la precedette, chiedendole di aspettare. La sua voce era estremamente dolce e delicata e questo bastç alla ragazza.
Elena si girò nella sua direzione e notò subito che quella donna aveva qualcosa di familiare, quell' espressione la conosceva bene anche se il solo pensiero le dava un leggero malessere.

Sei una amica di Francesco,giusto?” le chiese la donna, che nel frattempo si era avvicinata a Elena.

Veramente signora io non lo conoscevo, conosco solo suo fratello..”

Claudio? Come sta Claudio?”

Elena si sentì imbarazzata perchè non sapeva cosa rispondere. L' ultima volta che lo aveva visto era stato circa due mesi prima al funerale del fratello e di certo non stava bene...quella donna però sembrava avere un disperato bisogno di buone notizie quindi le mentì dicendole che l' aveva visto qualche giorno prima e sembrava essersi ripreso dallo shock.

La donna sorrise e per un momento le si illuminò tutto il volto, accentuando in modo impressionante la bellezza dei suoi occhi color rugiada.

Sono felice che stia bene..è da molto tempo che non lo vedo. Comunque io sono Ginevra, la ..”

Che cosa diavolo ci fai qui?”

La voce di Claudio si impose prepotente sulla conversazione in corso facendo sussultare entrambe le interlocutrici.

Elena si girò sorpresa in direzione del ragazzo e vide un Claudio perfettamente impeccabile con la sua camicia blu e i jeans costosi. Solo la pettinatura era disordinata poiché la pioggia aveva sparso qua e la la massa di riccioli appena abbozzati.Gli occhi erano colmi di rabbia e i lineamenti nascondevano un' ostilità esasperante. “Strano che si comporti così” pensò Elena con sarcasmo.
Ginevra invece aveva le lacrime agli occhi ed era talmente emozionata che l' unica cosa che riuscì a fare fu pronunciare il nome del ragazzo e avvicinarsi a lui.

Stai lontana da me! Cicerino, anche se non capisco cosa cazzo ci fai qui ti do il piacere di conoscere la persona che 18 anni fa mi ha messo al mondo ma che solo ultimamente si vanta di questa cosa, vero mamma?”

Nel cimitero regnava una atmosfera irreale nella quale sembrava di soffocare.

Elena era scioccata per la scena che involontariamente era costretta a vedere. Una madre che credeva morta e un figlio decisamente alterato: non poteva chiedere di peggio.

Aveva sempre creduto che la madre di Claudio fosse morta una decina di anni prima in un incidente stradale. Lui non le aveva mai parlato di lei nel breve periodo in cui si erano frequentati però una volta aveva accennato alla sua morte.
Ricordava quel momento come uno dei pochi in cui si fosse sentita veramente vicina a quel ragazzo, perchè quello stesso dolore anche lei l' aveva affrontato a suo spese...ora però,ora tutto si rivelava una menzogna , vestita di Prada per giunta.

Claudio lasciami spiegare ti prego!”

Non voglio sentire altro. Sono già stato preso in giro abbastanza”. Lo sguardo duro non ammetteva repliche.

Prima di andarsene, si rivolse alla sua ex ragazza “dai Cicerino, vieni che ti accompagno a casa..sta per arrivare il temporale e non voglio averti sulla coscienza se con la tua sbadataggine mi muori fulminata!"

Eccolo, il solito Claudio sprezzante e sarcastico era ritornato, spazzando via quasi ogni traccia del tono minaccioso di prima.

Ma come ti permetti? E comunque mi chiamo Elena, non Cicerino”

va bene Cicerino ..se non vuoi il passaggio ti lascio pure qui a socializzare..”

No aspetta..arrivo!”

Per quanto fosse dispiaciuta per Ginevra,restare da sola con lei significava solamente creare più imbarazzo per quanto fosse possibile, quindi la saluto velocemente indirizzandole uno sguardo solidale e poi se ne andò insieme a Claudio.

 

Non appena i due furono lontani dalla vista di Ginevra, la donna estrasse il cellulare e compose un numero che ormai sapeva a memoria.Dopo alcuni secondi di attesa, rispose una voce maschile a cui disse semplicemente: “ non è andata come pensavo, però forse ho trovato una persona che mi può aiutare”.

Detto questo, interruppe la comunicazione e fissò ipnotizzata la pioggia che cadeva sulle lastre di marmo.

Non riuscì a trattenere un ghigno di soddisfazione.

Presto avrebbe ottenuto quello per cui era ritornata a Roma.

 

 

You can't always get what you want
But if you try sometimes you just might find
You get what you need, ah yes.

Rolling Stones.

 

Spazio Autrice: innanzitutto mi presento, sono Fabiola, ho 21 anni e abito in provincia di Como. Mi é sempre piaciuto scrivere e amo le FF, anche se sono consapevole di non essere brava quanto voi. La storia che ho scelto di parlare mi intriga parecchio quindi darò il meglio di me stessa per renderla almeno accettabile. gli eventi qui sopra riportati si svolgono in un ipotetico scenario post prima stagione dei Liceali. La storia della madre l' ho inventata,proprio perchè nel telefilm non hanno mai parlato di lei e questa cosa mi ha incuriosito. Se avete qualche domanda o curiosità a proposito di questa storia sarò felice di rispondervi. Anche se non vi piace il modo in cui ho scritto, vi prego di farmelo sapere ..non ho problemi ad accettare le critiche ,anzi. A presto(spero)! fabi.

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Capitolo 2
*** Wind of Change ***


2: Wind of Change;

 

Potresti andare un po' più piano per favore?”

Claudio sembrava posseduto. I lineamenti del volto erano contratti in una smorfia indecifrabile e i muscoli dell' avambraccio erano talmente tesi da sembrare innaturali.
Ovviamente non la stava ascoltando.Elena, irritata all' ennesima potenza,gli strattonò un braccio e quando si rese conto che non otteneva alcuna risposta urlò: “ Se non ti fermi giuro che mi metto ad urlare così forte da farti scoppiare la testa!”.
Il ragazzo si risveglio improvvisamente dal torpore che lo aveva invaso e si girò in direzione di Elena con un sorriso sardonico stampato sulla faccia.

Meglio non metterti alla prova Cicerino, ora accosto va bene?”

Quanto volte devo dirti che mi chiamo Elena, Rizzo?”

E io quante volte ti devo dire che mi chiamo Claudio, Cicerino?”.

Bastò un attimo. I loro occhi si incrociarono e partì una risata, dapprima timida di Elena a cui si unì quella più sfacciata di lui.

Nel frattempo avevano accostato in un piccolo spiazzo non molto lontano da casa Cicerino.

Scusa, Elena” disse Claudio non appena ridiventò serio, senza però guardarla negli occhi.

La giovane non si sarebbe mai aspettata una affermazione simile. Pensare che Rizzo fosse capace di chiedere perdono era come pretendere che suo padre smettesse di utilizzare stupidi nomignoli per chiamarla. Una cosa impossibile, appunto.Invece lui l' aveva appena fatto..

Perchè mi chiedi scusa?”

Claudio questa volta si girò verso di lei rivelandole uno dei sorrisi più tristi che avesse mai visto.

non era mia intenzione renderti partecipe di quel triste spettacolo di prima.. diciamo che però te la sei cercata! Cosa ci facevi lì?”

Dannazione. E adesso come faceva a spiegargli che era andata a trovare suo fratello al cimitero solo perchè era dispiaciuta per lui? Oltre a trovare estremamente stupida la cosa, si sarebbe arrabbiato moltissimo.

Ero nei paraggi e sono entrata per curiosità..”

Ecco. Questa spiegazione era decisamente penosa..le bugie non facevano decisamente per lei!

Claudio la fissò per un attimo interdetto, poi scoppiò in una risata irrefrenabile che contagiò anche lei.

Meglio sorvolare su questa risposta,no? E comunque da quando in qua sei diventata così simpatica? No aspetta forse ho capito..ti sei lasciata con riccioli d' oro dei miei stivali giusto?”

Guarda che io e ricc..ehm Daniele stiamo ancora insieme e siamo felicissimi!”

Lo sguardo del ragazzo da canzonatorio si era fatto improvvisamente serio.

Ma come fai a stare con uno così? Scommetto quello che vuoi che che non si é neanche accorto del tuo nuovo taglio di capelli! Una come te non é alla portata di tutti, specialmente di quel pagliaccio!”

Nel dire queste ultime parole la squadrò da capo a piedi con occhio interessato. Forse anche un po' troppo interessato.Elena si sentì arrossire fino alla punta dei capelli. Non era abituata a ricevere complimenti e non é che il suo ragazzo non avesse colpe in questo. Come aveva detto Rizzo,non si era nemmeno accorto del suo nuovo taglio di capelli. Di questo Elena non si era molto preoccupata perchè in fondo il taglio consisteva solamente in una spuntatura di 3 centimetri; ora però la realtà dei fatti la obbligava a guardare in faccia la realtà: Daniele la stava trascurando.
Questo Claudio però non doveva saperlo. Non voleva vederlo assumere quella espressione trionfante che odiava tanto e poi non erano affari suoi.

Guarda che io e Dani siamo felici. Se non ci vuoi credere peggio per te!”

Non devi convincere me, ma te stessa.”

Aveva ragione, purtroppo.

E comunque ti sta benissimo quel taglio di capelli!”

Ancora quell' espressione scanzonatoria dipinta sul volto. Elena ne aveva abbastanza.

Ma va al diavolo!”

Nel dire questo la ragazza aprì la portiera della BMW grigia e si avviò con passo deciso verso casa sua. Claudio reagì prontamente , uscì dalla macchina urlandole.
“ Di solito ai complimenti si risponde con un grazie, no? Non te l' ha insegnato nessuno Cicerino?”

Eh no. Quello era davvero troppo. Ritornò indietro a passo svelto finchè fu a due centimetri dal viso del ragazzo e gli rispose piccata: “quante volte..”

Lo so Elena. L' ho fatto apposta per farti tornare indietro”

La sua voce si era fatta stranamente dolce e delicata.

Volevo solo ringraziarti per oggi. Se non ci fossi stata tu chissà che diavolo avrei combinato! Mia madre é una vera stronza, mi prometti che le starai lontana?”

Elena era quasi ipnotizzata dal suo tono morbido che non riuscì a fare altro che rispondere un si incerto.

Bene.Tu oggi sei riuscita a farmi ridere e dimenticare i miei problemi almeno per un attimo..di questo ti sono davvero grato”

Poi si chinò verso di lei sussurandole in un orecchio: “non mentivo quando ti dicevo che mi fai sentire leggero, Elena”

La ragazza era stupita dalla dolcezza delle parole di Claudio, ma ciò che la sorprese di più fu il brivido di piacere che le passò lungo la schiena. Forte e intenso. Era da tanto, troppo tempo che non ne provava uno simile.

 

Dall' altra parte della strada un uomo alto e robusto stava guardando i due ragazzi salutarsi. C' era chiaramente qualcosa tra i due, anche se entrambi non se ne erano ancora resi conto.

Quanto fa schifo l' amore! Meglio una bella partita a poker o il suono delle monete quando escono dalle slot machines”

L' uomo guardò ancora per un attimo il ragazzo accendere la macchina per poi sfrecciare via come un fulmine. Con quella macchina poteva proprio permetterselo!Un lampo d' invidia lo assalì all' improvviso.
Ora aveva un motivo in più per seguire i suoi piani.

 

Claudio appoggiò le chiavi della macchina sul mobiletto posto all' ingresso e si guardò intorno in cerca del padre. Doveva assolutamente parlargli.L' unico posto dove era sicuro di trovarlo era il suo studio, perciò si diresse in quella direzione.Una volta arrivato davanti alla porta bussò con decisione alla porta e solo dopo avere ricevuto l' invito ad entrare si introdusse nello studio ampio ed elegante del padre,il quale era seduto alla sua scrivania.Nel momento in cui entrò ,l' ingegnere non si degnò neanche di alzare lo sguardo su di lui. Probabilmente stava esaminando la solita serie di documenti noiosi.

Papà devo parlarti. Abbiamo un problema..”

Che tipo di problema? Non dirmi che hai ancora combinato qualche guaio a scuola!”

Magari papà! No, il nostro problema ha un solo nome: Ginevra Scuri. É ritornata e non credo che il motivo sia riconciliarsi con il figlio perduto! “

Vittorio Rizzo impallidì per poi ricomporsi immediatamente.

Mostrarsi deboli non era una caratteristica dei Rizzo e mai lo sarebbe stata.

Ti ringrazio Claudio. Affiderò ai miei investigatori privati il compito di indagare su quella donna. D' ora in avanti non parleremo più di lei, d' accordo?

Ma papà..ho diritto anche io di sapere..in fondo é mia madre!”

Guarda che lo faccio solo per il tuo bene. Fine della questione. Ci vediamo a cena figliolo.”

Come al solito l' aveva vinta lui su ogni cosa.Claudio era dannatamente stufo di non essere mai preso in considerazione dal padre, per questo senza neanche rispondergli uscì sbattendo la porta con violenza.
Una boccata d' aria e una bella sigaretta erano quello che gli servivano.



Note dell' autrice: Prima di parlarvi di questo capitolo voglio ringraziare ancora Giuls (Butterphil) e Sara (saraemichi) per avere letto e recensito il primo capitolo. Spero in questo secondo capitolo di non avere deluso le vostre aspettative :)
Il dialogo tra Claudio e Elena non è una cosa che mi soddisfa molto, perciò vorrei sapere il vostro parere! In questo capitolo c' è un nuovo personaggio che verrà introdotto solo tra qualche capitolo. Cosa ne pensate di lui? Ma soprattutto cosa ne pensate del capitolo? a presto! fabi

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Capitolo 3
*** First Day on a Brand New Planet ***


3.First Day On a Brand New Planet
 

Primo giorno di scuola. Al Colonna gruppi più o meno eterogenei di studenti discutevano animatamente delle vacanze estive.

Nell' angolo più ventilato della scuola Cesare e Valerio stavano parlando della gravidanza di Lucia, quando arrivò Claudio a interrupperli.

Ah, Cla! Tutto bene? Pensavano fossi morto, manco ti sei fatto vivo quest' estate!”esordì Cesare che si avvicinò al ragazzo per dargli una pacca sulla spalla.Lo stesso fece Valerio.

Ehi ragazzi! Mi dispiace non essermi più fatto sentire, ma sinceramente dopo tutto quello che é successo avevo bisogno di stare un po' da solo”

dai Cla non importa! Quello che conta é che ora tu stia meglio.. é così giusto?”

Valerio lo guardò con aria preoccupata.

Claudio non sapeva cosa rispondere. Era da un po' di tempo che non osava farsi quella benedetta domanda perchè aveva paura della risposta: la perdita del fratello gli aveva causato un dolore così grande e così immenso e da quel momento si era sentito completamente e maledettamente solo.Non ci sarebbe stato più nessuno di cui prendersi cura e con cui parlare. Francesco era il porto in cui ogni volta lui si rifugiava dalla complessità e dalla crudeltà del mondo e non sarebbe stato facile trovare qualcuno in grado di dargli la stessa sicurezza e la stessa pace.

Certo che sto bene.. grazie Vale!”

Una piccola bugia non avrebbe fatto male a nessuno, specialmente se detta a fin di bene.

perfetto Cla! Ti devo fare una proposta: settimana prossima faccio una festa a casa mia..ce voi veni'? Dai che ce stanno le più bone de tutta la scola!”

Lo sguardo ammiccante di Cesare non lasciò spazio all' immaginazione.
Claudio pensò che in fondo un po' di sano divertimento non gli avrebbe fatto male e di sicuro gli sarebbe servito da scusa per evitare di pensare agli eventi rocamboleschi delle ultime settimane.
Accettò quindi con entusiasmo la proposta di Cesare. Di certo suo padre non avrebbe sentito la sua mancanza per una notte visto che dal giorno in cui gli aveva parlato di Ginevra aveva fatto di tutto per evitarlo...

Ah Cla, me senti?”

Ma non stava mai zitto Cesare?Claudio si ricompose immediatamente ammettendo all' amico di essersi perso il suo discorso.

Visto che con Valerio non se po parlare di queste cose,ti stavo dicendo che la Cicerino é proprio diventata una gran gnocca quest' anno, non fosse che sto per diventare papà ce proverei!!”

Guarda che se vuoi provarci la prima cosa da fare é smetterla di chiamarla Cicerino. Si incazza terribilmente se lo fai..”

Un sorriso impercettibile gli si dipinse sul volto al ricordo di quel pomeriggio piovoso. Elena e la sua espressione scocciata!! Quella ragazza era un bel peperino quando ci si metteva e doveva ammettere che questa sua caratteristica non gli dispiaceva neanche un po'.

Ma come é che ti é venuta in mente la Cicerino?” replicò Valerio seccato dalle continue frecciatine di Cesare riguardo la gravidanza di Lucia.

Cesare ignorò volutamente il commento di Valerio e rispose a Rizzo dicendogli: “Guardala, é vicino alle scale là in fondo con.. ma che cavolo sta ancora con Cook?”

L' espressione sconvolta del ragazzo fece sbellicare dalle risate i due amici. A dire il vero Claudio faceva finta di partecipare all' euforia generale perchè in realtà non trovava nulla di divertente in quella notizia.

A quanto pare non l' aveva mollato. Ma che diavolo aspettava?Ma perchè poi a lui interessava tanto tutto questo?
Era dura ammetterlo, ma il periodo in cui si frequentava con Elena era stato uno dei più sereni della sua vita.
Lei era diversa da tutte le altre ragazze che aveva conosciuto, non solo per la questione del sesso, ma anche perchè in lei coesistevano in perfetta armonia una vitalità e una semplicità d' animo che lo entusiasmavano e lo spaventavano al tempo stesso. E poi la sua bellezza gli ricordava il profumo dei campi di grano del nonno...

In quel momento lei guardò nella sua direzione dedicandogli un timido sorriso.

Spaventato dalla profondità dei suoi pensieri, si voltò dall' altra parte e si precipitò in classe, ignorandola del tutto.

 

 

Cioè ma ti rendi conto che stronzo, Lau! Prima fa tutto il carino con me quel giorno e poi a scuola non mi calcola proprio! Già una volta si é comportato male con me e pazienza..dovrò metterci una pietra sopra perchè per quello che é successo l' anno scorso per colpa sua non mi chiederà mai scusa. Prendermi in giro una seconda volta però é veramente troppo, anche per uno come lui..”

Elena era veramente arrabbiata questa volta, ma più che altro con se stessa perchè si era illusa che Claudio potesse diventare una persona migliore. Doveva mettersi in testa che quel ragazzo non sarebbe mai cambiato, non importa quante frasi ad effetto lui potesse usare durante un pomeriggio di pioggia.

Ele,calmati per favore!” rispose l' amica con aria preoccupata “sappiamo tutti che Rizzo é uno stronzo e che non ci si può fidare di lui, quindi é meglio se gli stai alla larga , va bene?”

Elena non fece in tempo ad assentire che da dietro alle sue spalle sbucò Cook.

Chi é che sarebbe lo stronzo?” chiese con aria divertita il ragazzo, dandole un bacio sulla guancia.

Nessuno in particolare amore” rispose la ragazza in modo evasivo.

Laura vedendo in difficoltà l' amica replicò : “In verità lo stronzo sarebbe il nuovo prof di matematica, un certo Enea Pannone. Oggi ha preso di mira Ele solo perchè figlia di Cicerino, pensa un po'!”

Lei si che era una attrice nata. Ovviamente era tutto falso ma non se la sentiva di affrontare l' argomento Rizzo con Daniele, quindi confermò la bugia dell' amica e la ringraziò con uno sguardo di riconoscenza.

Oh mi dispiace Ele! Io invece oggi ho avuto tuo padre che ha iniziato a spiegare un po' di cose sugli esami. Ah, poi abbiamo una nuova compagna, si chiama Monica e sembra simpatica!”.

bene, sono contenta per te!”. Questa era la tipica risposta che una persona da quando non é per niente interessata all' argomento in discussione, ma tanto lui non se ne sarebbe neanche accorto.

Va bene ragazzi, io scappo! C'è mio padre che mi aspetta!”. Laura li salutò tutti e due e loro ricambiarono il saluto. Poi Cook riprese: “ Ti stavo dicendo di Monica.. sembra che stia cercando lavoro così mi stavo chiedendo se tu magari conosci qualche posto dove cercano personale..”

Elena lo guardò scocciata. Tutto questo interesse per una ragazza che lui conosceva da poche ore le sembrava fin troppo eccessivo.

Dani io abito a Roma da appena un anno quindi no, non conosco nessun posto in cui cercano personale”.

Ele scusami ma non so se ti ricordi che anche io vivo qui da poco e comunque non mi sembra di averti mangiato ponendoti questa domanda!”

Gli occhi di lui le lanciarono un' occhiata d' accusa che alla ragazza non piacque per niente. Ma chi diavolo si credeva di essere? Dove era finito il ragazzo buono e gentile di cui si era innamorata?

Non mi hai mangiato Daniele, ma mi hai ferito. Lo fai continuamente, ogni giorno. Ultimamente non fai altro che dare per scontato la nostra storia, come se tutto ti fosse dovuto e questo mi fa arrabbiare moltissimo perchè non è così il modo giusto per fare funzionare le cose. Prova a chiederti quando é stata l' ultima volta che mi hai chiesto come sto, oppure l' ultima in cui mi hai fatto i complimenti. Sul taglio di capelli per esempio, che ormai non si può definire più nuovo. Datti una risposta e solo allora capirai quanto sto male in questo momento!”.

Cook, improvvisamente conscio dei suoi sbagli,si avvicinò a lei e l' abbraccio delicatamente, dicendole quanto fosse dispiaciuto.

Mi dispiace Elena”

In quel momento la ragazza si sciolse dall' abbraccio e guardò negli occhi Daniele, ma quello che vide fu un altro viso, un altro sguardo,un altro sorriso.

Sentendosi in colpa, Elena perdonò il  fidanzato,ma a una sola condizione.
“devi promettermi che verrai alla partita di inaugurazione del campionato di venerdì prossimo. É un appuntamento molto importante e devi assolutamente esserci! Questo é un ultimatum.”

Farò tutto il possibile per esserci amore. Te lo prometto” rispose Cook baciandola sulle labbra.

 

 

Papà sono arrivata! ”

Antonio le corse incontro con fare affettuoso e le rivolse un sorriso caloroso.

Elenina, come sono contento di vederti!”

Papà, quante volte ti ho detto che non devi chiamarmi così! Poi come mai sei così premuroso?” Elena annusò nell' aria un profumino delizioso “ di sicuro c' è sotto qualcosa se mi hai preparato pure le lasagne della mamma!”

Cicerino la guardò con aria colpevole e poi replicò: “va bene, tesoro! Ho un favore da chiederti..”

Dimmi tutto papà”

la prossima settimana io ed Enrica abbiamo organizzato un weekend a Firenze.. lo sai che lei é fissata con l' arte e io ho sempre avuto un debole per Dante, quindi.. be.. quindi...”

...quindi ti chiedevi se per me non fosse un problema, giusto?”

Elena adorava quando suo padre si comportava da ragazzino innamorato. Era semplicemente adorabile, quasi meglio di quegli orsacchiotti della Trudy che le piacevano tanto.

E..satto. Sei sicura tesoro?”

Certo papà, non ti preoccupare. Sono contenta che tra te e Enrica vada tutto bene.. e poi non si può mai dire di no a un bel piatto di lasagne giusto?”

La ragazza lanciò uno sguardo di complicità al padre e poi si diresse in camera sua per appoggiare lo zaino.

Stava per ritornare in cucina quando il padre si parò davanti alla porta della sua camera.

Dimenticavo, oggi é arrivata una lettera per te..il mittente é una certa Ginevra Scuri, per caso la conosci?”


Spazio dell' autrice: Eccomi di ritorno con il terzo capitolo! Come avete letto finalmente c' è stato un confronto tra Elena e Cook. Riuscirà il ragazzo a mantenere la parola data? Poi vediamo un Claudio turbato ed Elena terribilmente arrabbiata con lui perché pensa di essere di nuovo stata presa in giro. E alla fine la misteriosa lettera di Ginevra, il cui contenuto verrà svelato solo nel prossimo capitolo. A proposito del prossimo capitolo, cioé il quarto, avverto le mie uniche due lettrici (meno  male che ci sono loro *_* ) che ci metterò un pò di più a postarlo perchè sarà una parte molto importante del mio racconto quindi devo scriverla al meglio ^_^
Per chi si chiede quando Ginevra entrerà in azione, posso solo rispondere che le dedicherò ampio spazio nel 5/6 capitolo e che capiremo meglio le sue reali intenzioni. Il titolo del capitolo é una canzone di Jesse James non molto conosciuta che parla del disagio giovanile di fronte a tutto ciò che é nuovo ; L' ho scelta perchè mi sembrava molto adatta per i miei due cocchi .)
Se volete la potete ascoltare qui http://www.youtube.com/watch?v=jZB8IAftehg .
Ringrazio di cuore chi ha sempre tempo da spendere per una recensione, grazie a chi l' ha messa tra le seguite e grazie a chi semplicemente legge in silenzio. Fatemi sapere se sto prendendo la direzione giusta con questa FF perchè ho sempre paura di sbagliare e mi dispiacerebbe deludervi. A presto, spero! Con affetto. Fabi

 

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Capitolo 4
*** September ***


4. September;

 

Cara Elena, mi dispiace disturbarti ma sei l' unica

amica di Claudio che io abbia avuto la fortuna di conoscere

e quindi posso solo chiederlo a te: potresti portargli

questa lettera? In passato ho commesso molti errori, ne sono

consapevole, ma dopo la morte di Francesco mi sono resa

che devo recuperare tutto il tempo perso con Claudio.

Il tempo passa troppo in fretta.

Non ti porterò mai rancore e ti capisco se non vorrai

aiutarmi. Con affetto, Ginevra.”

 

Accidenti a Ginevra e al suo carattere da crocerossina! Elena si trovava davanti a quel cancello da più di un quarto d' ora oramai. Erano quasi le tre del pomeriggio e i raggi settembrini, ancora caldi e potenti, la spinsero a cercare riparo in una zona ombrosa poco distante dall' ingresso della villa. Una volta trovata una panchina su cui sedersi, Elena estrasse dalla borsa una busta color rosa e la guardò pensierosa.Perchè Ginevra aveva affidato proprio a lei quel compito infame? Certo, capiva benissimo di essere la persona più vicina a Claudio che la donna avesse conosciuto,ma questo non giustificava niente.
La situazione in cui l' aveva cacciata non era affatto semplice: prima di tutto dopo quello che era successo a scuola con Rizzo non aveva nessuna intenzione di vederlo, in secondo luogo lui si sarebbe di sicuro arrabbiato scatenando uno spettacolo a cui Elena avrebbe preferito non partecipare, almeno non per la seconda volta. E poi...

Elena, che ci fai qui?E non mi dire che passavi di qui per caso perché non ci crede nessuno..”

Era la sua voce. Stranamente non la stava evitando. La ragazza si girò nella sua direzione e lo salutò con finto entusiasmo. Prima di avvicinarsi a lui nascose velocemente la busta nella borsa.

Sono qui per gli appunti di storia! Volevo chiederti se per favore li puoi prestare a Daniele visto che tra una settimana avete il compito ed é un po' incasinato!”
Questa volta aveva detto una mezza bugia. Cook era veramente nei guai con il compiti perchè era stato molto distratto negli ultimi tempi, ma mai e poi mai avrebbe chiesto aiuto a Rizzo, visto che i due si detestavano reciprocamente.

E quello scemo di Cook sarebbe così poco virile da chiedere alla sua ragazza di farmi una domanda al posto suo? Quel ragazzo é peggio di quanto pensassi.”
Il suo tono era stranamente secco e tagliente.

Elena non sapeva cosa rispondere. Odiava il fatto di mettere in ridicolo il suo fidanzato ma d' altronde a mali estremi estremi rimedi.

Guarda che lui non lo sa! Ho fatto tutto da sola, cosa ti credi?”

Be avresti potuto chiedere a Costanza visto che é molto più brava di me in queste cose. Non è che l' hai fatto perché volevi vedermi?”
Un sorriso dannatamente sensuale illuminò il suo viso.

Ma pensa un po' come é presuntuoso questo ragazzo! Il mondo non gira intorno a te! E comunque se vuoi sapere perché non ho chiesto nulla a Costanza te lo spiego subito. Uno, volevo risparmiarmi la sua ramanzina da secchiona sull' importanza di stare attenti a scuola,quella già me la devo sorbire ogni giorno da mio padre; due..” e qui la sua voce sembrò perdere forza, diventando flebile “ volevo sapere perché mi ignori a scuola mentre qui ti comporti come se nulla fosse. Credevo potessimo diventare..ecco,sai com' è, amici! ”

Claudio per un momento sembrò non capire, quasi interdetto. Poi le rispose con dolcezza: “ hai ragione. Non ho fatto apposta te l' assicuro..mi dispiace di averti ferito Elena. Il fatto é che per me non é facile averti come amica, sinceramente non so nemmeno da dove cominciare con te. Ti ho fatto troppo male l' anno scorso e..”

Shh”. Elena gli appoggiò delicatamente un dito sulla bocca per zittirlo.
Bene! Se non sai da dove cominciare con me te lo insegnerò io. Ti insegnerò come fare per essere amici. La prima regola già la sai, non devi osare chiamarmi Cicerino o Elenina, altrimenti sono cazzi”
Il ragazzo sorrise della sua frecciatina e lei ricambiò con entusiasmo. Era così bello stare lì come due scemi a ridere e scherzare insieme. Lo facevano anche quando erano insieme, ma da allora era passato un sacco di tempo.

E quale sarebbero le altre regole?”

be vediamo... la seconda regola dice che devi salutarmi quando io ti saluto, poi la terza...fammici pensare.. la terza sarebbe quella di prestare alla sottoscritta gli appunti di storia, specialmente quando vengono chiesti gentilmente!”

Bene! Allora é quello che farò immediatamente se non voglio che le tue ire si scatenino su di me! Dopo di te..Elena”

 


Certo che ho mandato la lettera alla ragazza! Eppure dovresti conoscermi, lo sai che non sono una stupida!”
Il tono di Ginevra era tra il nervoso e il semplicemente irritato. Quell' uomo era una spina del fianco, ma d' altronde aveva bisogno di lui per arrivare fino in fondo. Non era certo una persona che si tirava indietro quando si impegnava in qualche cosa, ma non si dovevano affrettare i tempi,altrimenti sarebbe andato tutto in fumo.
Il deciso bussare della porta la riportò alla realtà. “senti ne riparliamo dopo va bene? Ti chiamo io”.
Detto questo premette il tasto rosso del cellulare per poi buttarlo sul letto con fare annoiato.

vieni pure Ivan,so che sei tu!”

L' uomo entrò con una sicurezza data dall' alta considerazione che probabilmente aveva di sé. Andò verso di lei e le porse un fascicolo voluminoso contenente diversi dossier.

perfetto! Questo lo useremo nel caso in cui quella sciacquetta non riesca a convincere il mio Claudio di quanto sono brava, buona e bisognosa d' affetto!”

Ivan la strinse verso di se in modo possessivo.
Mi piace il tuo modo di ragionare, sei una vera stronza e non te ne vergogni affatto. Ma non credi che spezzerai il cuore a quel ragazzo? In fondo é tuo figlio no?”

Non me ne può fregare niente di meno di lui. Io volevo bene a Francesco, non a lui. Ed ora che è morto .. va be! Basta parlare! I corteggiamenti a me non sono mai piaciuti! Togliti quei pantaloni. Adesso.”

L' uomo la spinse sul letto ingordo di lei e ben presto la privò degli abiti. Di lì a poco sarebbe iniziata una vera battaglia, fatta di urla e giochi perversi.

 

Nella villa regnava il silenzio. Anche quella fatidica sera di maggio l' atmosfera era la stessa: quieta e taciturna. Elena dovette concentrarsi per non rivivere quel dannato momento, ma gli sforzi valsero poco perché in un attimo la sua psiche rielaborò tutto: la droga, l' umiliazione e la rabbia per essere stata scacciata via come se fosse una appestata. Già, perché era così che si era sentita quella sera: un' appestata insignificante e priva di valore.
Quello però non era il momento di pensare al passato. Aveva accettato di aiutare Ginevra e non voleva deluderla. Quella donna poteva anche avere sbagliato, ma non era giusto condannarla solo per il suo passato.
Tutti meritavano una seconda opportunità,persino quel ragazzo bello da togliere il fiato che le stava davanti.

vado a prendere i miei appunti! Se vuoi puoi aspettarmi qui..”

Elena si accorse che aveva capito il suo disagio. “ Grazie, aspetterò qui.”

Quella parte della casa non l' aveva mai vista prima. Il salotto era ampio e luminoso. La ragazza fu subito attratta da una libreria imponente che si trovava sulla sua sinistra. Era incredibile la quantità di libri che ogni scaffale conteneva; alcuni libri erano addirittura manoscritti originali e per questo dovevano essere costati una fortuna. Ciò che attirò di più la sua attenzione però fu una foto contenuta in una cornice dorata.
D' impulso la prese tra le mani e la osservò attentamente: c' erano due ragazzini che non dovevano avere più di dieci anni e alle loro spalle un uomo leggermente incurvato che li abbracciava entrambi sorridendo. Sullo sfondo sembrava esserci un campo di grano. La foto era stata scattata in una giornata di pioggia perché il trio aveva i capelli scomposti e i vestiti bagnati..

 

eccomi di ritorno..”. Claudio si era fermato un istante pensando che il cuore avesse cessato di battere. Che cosa ci faceva lei con quella foto?

Elena, decifrando i suoi pensieri, lo guardò con aria colpevole per poi rimettere al suo posto la cornice.

scusami, non volevo fare la ficcanaso.. davvero! É che..”

Claudio non la lasciò proseguire “ Quella foto é stata scattata in un piccolo paese sul lago di Como. Mio nonno abita li. É stato lui a scattare la foto a me, Francesco e papà.”

Claudio si sedette su un piccolo sofà e invitò la ragazza a fare altrettanto.

Perché mi dici questo?Credevo che per te non fosse un argomento facile per te da affrontare..”

Lo era infatti. Qualcosa negli occhi di Elena – una sorta di intesa comune- lo spinse però a iniziare a parlare e più parole uscivano dalla sua bocca più la sua anima si abbandonava a quei giorni di felicità perduta.

 

*****

Of all the things I still remember

summer' s never looked the same

the years go by and time just seems to fly

but the memories remain.

 

Claudio scrutava le lunghe file di grano in cerca di un riparo , incurante della pioggia; era già la terza volta che il fratello riusciva a trovarlo, nonostante avesse pensato ai nascondigli più improbabili, per cui questa volta doveva nascondersi in un luogo a cui nessuno avrebbe mai pensato.
Il tempo però passava troppo velocemente. All' improvviso gli venne un' illuminazione: poteva andare in quella spiaggia dove solo qualche giorno prima aveva scoperto una piccola grotta scavata nella roccia. A Francesco non aveva ancora mostrato quel posto quindi era sicuro che da lì non sarebbe passato per cercarlo. Una volta arrivato davanti alla grotta però si trovò davanti il fratello,che l' accolse con un ampio sorriso.

ti ho beccato anche questa volta! Hai perso Claudio, mi dispiace..”

Claudio gli rispose a sua volta con un sorriso. Non gli importava di avere perso di nuovo, ciò che contava di più era rendere felice Francesco.

Mai e poi mai avrebbe scordato il modo in cui si creavano quelle buffe fossette sul volto del fratello quando rideva.

 

In the middle of September

we' d still play out in the rain

nothing to lose but everything to gain.

 

I due ragazzini si rincorrevano sulla spiaggia deserta, unici spettatori della magia di quel luogo. Claudio pensava a quanto fosse bello passare le vacanze dal nonno e lasciare tutti i problemi a casa. Anche il padre era più rilassato e a volte riuscivano persino a convincerlo a giocare con lui. Magari quei luoghi lo rendevano felice perché gli ricordavano la sua infanzia, felice e spensierata, passata a giocare tra gli schiamazzi dello zio e di altri volti più o meno noti... In città invece diventava un' altra persona...
Ad un tratto Francesco si fermò. Sembrava stanco. Il ragazzino, preoccupato per il fratello minore, si avvicinò a lui e con fare protettivo gli cinse una spalla.

tutto bene Fra'?” Il fratello gli sorrise dicendogli che era solo un po' stanco.

Allora entrambi si sdraiarono sulla sabbia bagnata e si misero ad osservare le nuvole cercando di decifrarne la forma.

Quella é di sicuro la maestra Rosaria Frà,guarda che naso grosso che ha!”

Il ragazzino si voltò verso di lui ed entrambi scoppiarono a ridere di gusto.

Francesco, una volta ridiventato serio, si rivolse al fratello dicendo: “ pensi mai al futuro?”

Claudio si stupì. “ No, perchè? Fosse per me resterei sempre un bambino, proprio come Peter Pan e Pinocchio”.

Francesco lo guardò serio “ lo sai che non è possibile Cla! Tutti i bambini prima o poi devono crescere..non hai mai pensato a cosa vuoi fare da grande?”

non lo so sinceramente..devo ancora capire che cosa voglio veramente Fra'..tu immagino che già ti sei fatto una idea di ciò che vorrai fare in futuro!”

a me piacerebbe aprire un maneggio vicino alla casa del nonno. Adoro i cavalli e amo stare in mezzo alla natura, ma penso che papà non mi permetterà mai di realizzare questo mio folle sogno..”. Gli occhi di Francesco divennero improvvisamente tristi.

Chi é papà per decidere del nostro futuro Francesco? Te lo dico io... nessuno! Sai cosa ti dico: ti va di farmi una promessa ?”.

Francesco alzò lo sguardo verso Claudio, incuriosito dalla sua proposta.

Di che promessa parli?”

Promettimi che qualunque cosa accada,in qualunque posto noi ci troveremo, tra esattamente dieci anni ci ritroveremo qui,in questa stessa spiaggia, alla sola condizione di esserci realizzati in ciò che vogliamo. Se uno dei due non si presenterà , l' altro capirà che non é riuscito nei suoi intenti... questo però sono sicuro che non succederà, perchè siamo o non siamo i Rizzo? Niente e nessuno può sconfiggerci! Allora ci stai Francesco?”

ci sto Claudio!” e nel dire questo Francesco abbracciò il fratello, visibilmente commosso.


*****

We knew we had to leave this town

but we never knew when and we never knew how

we would end up the way we are.

 

Un anno dopo la nostra promessa a Francesco é stato diagnosticata la leucemia.

Il resto della storia lo conosci già Elena..”

Elena lo guardò visibilmente commossa e lo abbracciò di gettò, senza pensarci due volte. Lui non oppose alcuna resistenza e si lasciò andare nel tepore di quell' abbraccio, appoggiando la testa sulle sue spalle.

Passarono in quella posizione molto tempo, senza nemmeno accorgersene. In quegli attimi l' unica cosa reale erano i battiti dei loro cuori che sembravano impazziti.

Dopo un po' lui si staccò e la guardò fissa negli occhi, donandole uno sguardo pieno di gratitudine.

Elena in quel momento si ricordò della busta, ma come faceva a dargliela dopo aver avuto la fortuna di vedere un Claudio così dolce e sensibile?

La ragazza si fece forza ed estrasse dalla borsa la lettera. Claudio la guardò incuriosito e le domandò che cosa fosse.

Elena non gli rispose ma gli porse la lettera. Al ragazzo bastarono pochi secondi per riconoscere quella grafia così simile alla sua.

Lesse poche righe, poi improvvisamente con un gesto di rabbia stracciò quel foglio di carta in mille pezzi.

Dimmi che é uno scherzo!”

Elena non aveva visto mai Claudio così infuriato.

ascolta ..non è come pensi! Lasciami spiegare per favore...”
Claudio le diede le spalle e fece per uscire dalla stanza.

Elena non sono arrabbiato con te, ma ora per favore VATTENE! Ho bisogno di stare da solo..”

Hai bisogno di stare da solo? Va bene. Stai da solo! Ma non mi venire più a cercare Rizzo, perché questa é l' ultima volta che tento di esserti amica!”
Detto questo, la ragazza se ne andò,triste e confusa. Come era possibile che in quel ragazzo coesistessero due caratteri così diversi, l' uno dolce e gentile e l' altro chiuso e scontroso? Ginevra non poteva essere la vera causa di questa bipolarità. C' era qualcosa di più profondo che non permetteva a Claudio di togliersi quella maschera di arroganza e rabbia.
Questa volta però Elena se ne sarebbe lavata le mani. Il suo nuovo obiettivo sarebbe stato quello di togliere per sempre quel ragazzo dalla sua vita. O almeno così pensava.

 

Reflecting now on how things could have been

It was worth it in the end.

 

 

 

Note dell' autrice: prima di parlare di questo capitolo vorrei ringraziare le mie due lettrici che mi seguono fin dall' inizio( Giuls e Sara) e le altre due ragazze che si sono aggiunte da poco ma che hanno già fatto dei commenti positivi nei confronti di questa storia (Eliana e Memole) ^^

Cosa mi dite del capitolo? Vi é piaciuto ? Spero di avervi trasmesso tutto l' amore che ho messo in questa quarta parte, forse avrei potuto scrivere meglio alcuni passaggi ma tutto sommato sono abbastanza soddisfatta.

La canzone da cui ho preso spunto é una delle più belle di Chris Daughtry e si intitola appunto September. Se vi va di ascoltarla potete farlo qui http://www.youtube.com/watch?v=nJzBcKM3ZIE
Vi consiglio di sentirla perché é davvero stupenda <3
Nel prossimo capitolo vedremo cosa succederà alla festa di Cesare e poi avremo un incontro importante tra due personaggi che chiarirà un po' i motivi per cui Ginevra é ritornata a Roma. Non so quando lo posterò perchè devo ancora scriverlo sinceramente xD
Ai lettori nuovi: mi piacerebbe sapere la vostra opinione, quindi perchè non mi lasciate anche solo un piccolo commento per farmi capire se la direzione che sta prendendo il racconto vi piace? A presto (spero!)   fabi <3

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Capitolo 5
*** Get the party started ***


5. Get the party started;

 

 

Scrutava il vuoto davanti a se in balia dei pensieri più contrastanti, non curandosi minimamente della musica che rimbombava alle sue spalle. Per distogliersi dallo stato di apatia in cui stava lentamente scivolando, appoggiò i gomiti sulla balaustra del balcone e sorseggiò il drink che aveva tra la mani.
Valerio, accanto a lui, si limitava a fissare il panorama incerto sull' approccio con cui iniziare la conversazione con l' amico.L' unica cosa che riuscì a fare fu lanciargli di sottecchi delle occhiate di rimprovero, sicuro di non essere visto.
Claudio dopo un po' però se ne accorse e non potendo sopportare l' atteggiamento dell' amico, esplose in un: “ che diavolo c' é ?”
Valerio lo guardò, attonito. “ E me lo chiedi pure? É da mezz' ora che sei arrivato e l' unica cosa che hai fatto é stata rifugiarti qui con i tuoi drink e i tuoi segreti! Si può sapere che ti succede? Ci sono un mucchio di ragazze che non aspettano altro che un tuo cenno per saltarti addosso lì dentro e tu hai sempre amato circondarti di belle ragazze! Il Claudio che conosco io non se ne starebbe qui impalato senza un serio motivo..”
Era vero. Il solito Claudio probabilmente si sarebbe ubriacato quella sera, avrebbe preso la prima ragazza che gli capitava davanti e se la sarebbe portata a letto senza provare il minimo rimorso di coscienza. Oppure si sarebbe lanciato in una rischiosissima corsa clandestina giusto per provare emozioni che la sua vita sterile non gli sapeva più concedere.
Entrambe le cose non erano mai servite a molto, se non a farlo arrabbiare ancora più di prima. Quella sera però era venuto lì per divertirsi e non era giusto fare preoccupare il suo migliore amico per nulla.
Decise perciò di mentirgli ancora una volta, attribuendo tutta la colpa al padre.

Scusami Vale..hai ragione! Il fatto é che stasera ho avuto una discussione con mio padre e lo sai quanto quello mi fa incazzare quando ci si mette! Però sono stufo di farmi rovinare la vita da quell' uomo, perciò dimmi..dov' è la bottiglia di prosecco? D' altronde non posso mica farmi rovinare la fama di latin lover da Cesare!”

Il ghigno di Rizzo rasserenò il giovane Campitelli.
Non ti preoccupare per quello- rispose l' amico divertito- non credo che Schifani rappresenti una alternativa credibile a te!”.
I due si diressero verso la sala dove erano presenti gli invitati.
Che la festa abbi inizio-


Vicino al cancello di casa Schifani Cook ed Elena discutevano animatamente.
Daniele ad un certo punto prese la mano della ragazza e guardandola negli occhi con fare deciso le disse: “ Dai Ele! Solo una mezz' ora e poi ce ne andiamo..”
Le sue occhiate supplicanti più che ammorbidirla la irritarono ancora di più.
Quale parte del suo discorso non voglio assolutamente andare alla festa non aveva afferrato? La prima sera che potevano passare un po' di tempo insieme dopo il litigio lui la preferiva trascorrere con i suoi compagni di scuola. Perfetto. Elena avrebbe scommesso qualsiasi cosa che il motivo era uno solo: Monica Morucci.
Imbronciata, rispose che sarebbe entrata, ma non per stare lì tutta la serata. Trenta minuti bastavano e avanzavano. Ciò che non voleva ammettere, nemmeno a se stessa, era il reale motivo per cui non voleva andare a quella dannata festa. Aveva paura di incontrare Claudio Rizzo, ma non a causa dell' ennesima umiliazione che aveva subito da parte sua.
In quei giorni la ragazza stava sperimentando nuove sensazioni nei confronti di quel ragazzo; una sorta di odio unito a una intima connessione le faceva provare una irresistibile voglia di prenderlo a sberle per poi abbracciarlo subito dopo.
Era una strana sensazione che non si sapeva spiegare, ma che le faceva dannatamente paura...
Cook, ignaro dei suoi pensieri, le sorrise felice e dopo aver citofonato si incamminò insieme a lei verso la villa.

 

La musica era troppo alta per i suoi gusti e stranamente il suo ragazzo era sparito dopo appena cinque minuti. Elena si guardò intorno in cerca di Cook ma l' unica persona che attirò la sua attenzione fu un ragazzo che stava discutendo amabilmente con un gruppetto di ragazzine.
La ragazza non ci mise molto a capire la sua identità. Avrebbe riconosciuto quella smorfia irritante e quello sguardo malizioso anche a un chilometro di distanza.
Ad un certo punto Claudio appoggiò il drink che aveva tra le mani e accarezzò la schiena di una di quelle poppanti lanciandole uno sguardo inequivocabile.
Elena non poté fare altro che provare una sensazione di disgusto unita a quella che sembrava...invidia forse? No, non era possibile. Come poteva invidiare anche solo minimamente quella sgallettata? Aveva talmente bisogno di attenzioni che si era messa una minigonna ascellare che non lasciava spazio all' immaginazione! Figuriamoci se poteva invidiare una così.
Probabilmente quello che provava era solo una punta di delusione per i gusti decisamente discutibili del giovane. Dopo aver avuto lei poteva almeno provarci con persone un po' più interessati, tutto sommato.
Ora lui l' aveva portata su uno dei divanetti e i due si stavano baciando con foga.
Elena distolse lo sguardo, disgustata. Non aveva mai amato l' alcool, però quella sera ne aveva dannatamente bisogno, così prese un bicchiere colmo di prosecco e si avviò verso il balcone, in completa solitudine.
Una volta giunta a destinazione, decise di sedersi su una sedia in vimini per godersi la piacevole brezza notturna.

ciao”

Elena si voltò per ritrovarsi davanti una Lucia visibilmente affaticata. La gravidanza doveva averla molto stancata -pensò la ragazza ricambiando il saluto.

Vuoi che ti lasci il posto?” disse lei e senza farlo apposta gettò una occhiata preoccupata in direzione della rotondità di Lucia che ormai sembrava sul punto di esplodere.

Ti ringrazio Elena! Sono all' ottavo mese comunque, tra tre settimane dovrebbe nascere..”
Lucia non sembrava infastidita dalla sua curiosità, cosa di cui la ragazza le fu grata.Un po' di compagnia non le avrebbe fatto male a quella stupida festa.

Maschio o femmina?”

maschio..per grande gioia dei genitori di Cesare! Io avrei preferito una femminuccia invece... ma ormai ho imparato che non sempre le cose vanno come vorremmo.. “Non c' era traccia di tristezza nelle sue parole, piuttosto una arrendevole consapevolezza.

Ma come mai sei tutta sola? Cook dov' è?” aggiunse dopo qualche secondo di silenzio.

Bella domanda! Sono arrivata qui con Daniele, ma dopo cinque minuti si é dileguato per andare non so dove e da allora non l' ho più visto..”

Lucia la guardò, incerta sulla domanda da porle. La sua interlocutrice notò la sua titubanza e rispose alla tacita domanda senza troppi giri di parole.

Era stanca di mentire a se stessa per difendere un amore che forse neanche esisteva più. “Non lo so sai come vanno le cose tra me e Daniele... ultimamente sembra che sono diventata invisibile per lui, non fa altro che parlare di quanto sia in gamba quella stronza della Morucci! Non so più come comportarmi con lui, ogni giorno che passa mi delude sempre di più...”
Ce l' aveva fatta. Era riuscita a dire cose che da troppo tempo cercava di ignorare perché pensava facesse troppo male ammetterle. Si era sbagliata: al posto del dolore ora non provava altro che un meraviglioso senso di leggerezza e pace.

proprio come Cesare” sospirò Lucia rassegnata al pensiero del padre di suo figlio.

Qualcuno mi ha chiamato?”. Una voce alle loro spalle le fece trasalire.

Della serie.. parli del diavolo e spuntano le corna..” mormorò Elena non appena riconobbe la fisionomia di Schifani.

Cesare..possibile che ti fai vivo solo nei momenti più indesiderati? Io e Elena stavamo parlando di cose personali..niente che ti riguardi comunque!”

Il tono duro di Lucia era più che giustificato però forse un po' troppo eccessivo nei confronti del ragazzo. Elena provò un po' di pena per lui: in fondo era una brava persona, forse solo un po' confuso per il ruolo di padre che presto avrebbe dovuto assumere.

Ah Lucia scusa se me so sbagliato! Te stavo a cercà perchè te vuole parla' Valerio, tutto qui.”

Bastò quel nome per far tornare il sorriso sulle labbra a Lucia. A Elena sembrò quasi che gli occhi della sua confidente brillassero di gioia, ma non disse nulla per non sembrare indiscreta.

Lucia salutò la ragazza per poi andare incontro a Valerio.

Promettimi che ci vedremo uno di questi giorni Ele! Sei una ragazza molto simpatica e mi piacerebbe conoscerti meglio!”

Lo farò. Te lo prometto!”

Elena era talmente felice di aver trovato una nuova amica che non si accorse del modo in cui la guardava Cesare. Quello sguardo non prometteva nulla di buono.

 

Vittorio Rizzo spense la luce dell' abat jour del suo studio per poi dirigersi verso la sala. Dopo una giornata di duro lavoro era giusto concedersi qualche minuto di svago e quale divertimento migliore esisteva se non il suonare il pianoforte?
All' inizio era stato difficile persino per lui tornare a pigiare quei tasti: ogni nota era un colpo al cuore. La passione per la musica era troppo forte, più forte del dolore. Così aveva ripreso a suonare, dapprima solo qualche nota, poi con il passare dei giorni era riuscito a raggiungere nuovi piccoli traguardi fino a che ce l' aveva fatta: le mani non gli tremavano più e le dita adesso scorrevano agili e veloci sui tasti; inutile dire che i risultati erano tornati ad essere eccellenti, ora.
Claudio non aveva ripreso più a suonare dopo la morte del fratello, ma lui era un debole .. proprio come sua madre.
Si sedette sullo sgabello senza nemmeno accendere la luce, perché adorava suonare al chiaro di luna.
Non appena entrò in contatto con lo strumento lasciò che le emozioni, non più la ragione, agissero per conto suo. Così le dita si intrecciarono in una danza rapida e armoniosa e produssero una melodia da gran tempo sopita. Una volta finita la composizione, un battito di mani proveniente dalla penombra spezzò il silenzio, lasciando l' ingegnere a bocca aperta.

Sono quasi commossa Vittorio, davvero! Dopo tutti questi anni ti ricordi ancora questa melodia..”- gli occhi di Ginevra si fissarono su quelli dell' uomo, una smorfia di scherno dipinta sul volto.

Non é possibile.. come hai fatto ad entrare?” replicò Vittorio con gli occhi sbarrati.

Dettagli secondari mio caro. Ho ben altre cose di cui parlare questa sera! E voglio che sia presente anche nostro figlio! ”

Che cosa credi che mi farà assecondare i tuoi folli piani?”

L' uomo non aveva nessuna intenzione di coinvolgere Claudio in qualunque cosa riguardasse quella donna fatale.

Questo!”

Detto ciò, la donna gettò su una poltrona un fascicolo voluminoso con una scritta che si faceva fatica a leggere, perché lievemente sbiadita.All' uomo bastò una rapida occhiata per riconoscerne il contenuto.

 

Era da un po' che Elena e Cesare stavano parlando. Più che altro era lui che le faceva domande mentre lei rispondeva a monosillabi.Ad un certo punto la ragazza pensò che era giunto il momento di andare a cercare Cook perché il modo in cui Cesare la guardava la metteva profondamente a disagio.
Cercò un modo carino per liquidarlo, ma non fece in tempo a salutarlo che lui le afferrò un polso per trattenerla.

Ma che fai Cesare!! Mi fai male..”

Lui sembrò non ascoltarla, anzi il suo debole lamento non fece altro che fargli rafforzare la stretta.
Un gemito di dolore le si soffocò in gola. Ma che diamine voleva fare quel ragazzo che conosceva a malapena? E dove diavolo era il suo ragazzo quando aveva bisogno di lui?
Schifani la prese per i capelli e la attirò a se con selvaggia violenza nel tentativo di baciarla. Elena però si scostò il più possibile lontano da lui, terrorizzata dall' evolversi degli eventi.

Eddai Cicerino, che te costa un bacetto? Almeno da te vorrei essere consid..”

Non fece in tempo a finire la frase che qualcuno da dietro lo girò dalla parte opposta e gli diede un pugno in faccia che lo fece tramortire.

Scusa Cesare, ma te l' avevo detto di non chiamarla Cicerino! Il suo nome é Elena.”

Claudio Rizzo l' aveva appena salvata.

 

Passò qualche secondo prima che Elena realizzasse quello che aveva appena visto. Claudio la guardava pensieroso, gli occhi puntati sul polso con cui Cesare si era divertito fino a pochi minuti prima.

Si avvicinò a lei e lo prese le mani con fare protettivo. “ ti fa male?” mormorò dolcemente, senza nessuna traccia di scherno.

Elena non riusciva a credere a quanto potesse essere dolce quel ragazzo.

No, non fa più male! Per fortuna Cesare non é tanto forte, almeno non come te..quella notte sai..”

La ragazza si maledì per quello che si era lasciata sfuggire. Non aveva alcuna intenzione di fare la parte della vittima con lui, almeno non dopo quello che era appena successo.

Lui la guardò con una intensità che non aveva mai visto nei suoi occhi. Per la prima volta da quando lo conosceva nella sua espressione non vi era traccia di beffa o scherno.

Mi ricordo quella notte Elena, come se fosse ieri. Purtroppo, perchè sarebbe più facile dimenticare, fare finta che nulla sia accaduto. Non avrei mai voluto trattarti in quel modo, ma l' ho fatto e chiederti scusa non può cambiare le cose... però é l' unica cosa che posso fare ...la mia unica giustificazione é che .. - si interruppe un attimo – no non importa..”

Elena non seppe cosa rispondere. Aveva sognato molte volte quel momento, ma era sicura che non si sarebbe mai verificato e quindi non era pronta. Ogni singola cellula del suo corpo era in attesa di una sua risposta che però tardava ad arrivare.

Finalmente, quando fu sul punto di rispondergli, una voce la interruppe.

Ele! Ma dove sei finita?”

Era Cook. Finalmente si era degnato di cercarla.

Il ragazzo le si avvicinò confuso dalla situazione ambigua che gli si presentava davanti. Che diavolo era successo? Che cosa ci faceva Schifani a terra, ma soprattutto che cosa ci faceva Rizzo vicino alla sua ragazza?

Stalle lontano, maledetto bastardo! Dopo tutto quello che hai fatto hai ancora il coraggio di parlarle?”

Come al solito non aveva capito un accidente quel ragazzo.

Dani non è come credi! Sul serio...” tentò di replicare Elena, ma invano.

Cook era già pronto a prenderlo a pugni, ma Claudio fu più veloce di lui: gli prese il pugno e glielo stortò senza alcuna difficoltà.

ti consiglio di starmi alla larga Riccioli d' Oro, non sono per niente in vena stasera e potrei farti davvero male. Non ti faccio niente per rispetto alla tua ragazza, ma non sarò più così clemente la prossima volta che mi provochi” disse in tono risoluto Rizzo per poi mollare la presa.

Elena si avvicinò a Daniele per accertarsi se stava bene o meno. Il ragazzo, umiliato per la magra figura che aveva appena fatto, la allontanò con un gesto di stizza.

In quell' istante squillo il cellulare di Rizzo.

Pronto?- dopo alcuni secondi impallidì- come? Cosa? Va bene papà! Arrivo subito!”.

Detto questo, chiuse la comunicazione e senza nemmeno salutare si allontanò in fretta.

Presto la festa si sarebbe spostata a casa Rizzo.

 

 

 

Note dell' autrice: finalmente sono riuscita a scrivere anche questo quinto capitolo. Non sono molto soddisfatta di come l' ho scritto, quindi non mi sorprenderò se a qualcuno non é piaciuto^^ Spero di fare meglio nel prossimo capitolo, che sarà molto carino a mio avviso anche perché vedremo molto di più Elena e Claudio insieme. Avevo anticipato nello scorso capitolo che in questo avremmo saputo qualcosa di più sul ritorno di Ginevra a Roma, però ho deciso che sarebbe stato più saggio posticipare tutto nel prossimo capitolo. Mi sono resa conto che il padre di Claudio, non si chiama Marco, bensì Vittorio quindi mi sono corretta per rendere la storia il più credibile possibile. Ormai penso che non riuscirò ad ottenere più di tre recensioni per volta, però sono contenta lo stesso. Ringrazio tutti quelli che mi seguono, pochi ma buoni! A presto (spero) fabi <3

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Capitolo 6
*** Let love In ***


6. Let Love In;



 

Il debole luccichio della luna creava strani giochi di luce sul volto di Claudio, il quale era fermo davanti all' imponente cancello di villa Rizzo, indeciso se varcare o meno la soglia di casa. Solo pochi passi separavano lui da sua madre, o per meglio dire da chissà quale segreto che doveva essere svelato guarda caso nell' unica sera in cui si era preso una vacanza dai problemi.
Il ragazzo accese una sigaretta nel vano tentativo di smorzare la tensione che gli attanagliava lo stomaco, la mascella contratta in una smorfia di disprezzo. “Da quanti anni é che non vedeva quella donna? Forse dieci - pensò rabbiosamente – e ora tutto d' un tratto ricompare dal nulla pretendendo chissà che cosa!”
Claudio avrebbe fatto volentieri a meno di lei perché non rappresentava altro che una inutile seccatura. Quando era più piccolo gli era mancato molto non averla a fianco ma ben presto si era abituato al carattere rigido e autoritario del padre, che solo in rari momenti si apprestava a ricoprire anche il ruolo di madre.
Gli insegnamenti dell' ingegnere gli erano serviti a capire che l' amore rende solo deboli e patetici però..però quella sera dentro di sé gli si era accesa una debole speranza: magari Ginevra era veramente ritornata per ricucire i rapporti con la sua famiglia! La morte del figlio minore poteva averle fatto capire i suoi errori e... scacciò dalla mente questi pensieri illusori e si diresse a passo deciso verso l' entrata della villa.
Non appena sbatté la porta, si ritrovò davanti sua madre,la quale lo fissava con uno sguardo fin troppo appagato.

Finalmente sei arrivato. Io e tuo padre eravamo ansiosi di vederti...come ben sai io adoro le riunioni di famiglia!”

Se non fosse stata una donna l' avrebbe presa volentieri a calci per la sua insolenza, ma alla fine decise che la cosa migliore era ignorare le sue provocazioni, perciò le chiese dove fosse suo padre.

é di la in sala e non vede l' ora di vederti, perciò sarà meglio che lo raggiungiamo!”

L' aria misteriosa della donna non lo incuriosì nemmeno per un attimo, perciò la seguì riluttante.

Una volta nella stanza vide suo padre seduto alla sua scrivania. Le mani appoggiate sul viso impedivano al giovane di valutare l' umore dell' ingegnere,il quale di sicuro non era dei migliori.
Non appena madre e figlio entrarono nella stanza, Vittorio sollevò lo sguardo. La sua espressione, un misto di irritazione e inquietudine, tradiva una indicibile stanchezza, sottolineata dallo stato dei capelli, scomposti e spettinati.
Claudio non aveva mai visto il padre ridotto in quello stato. Si chiese che cosa potesse averlo sconvolto così tanto...
Ginevra ruppe l' atmosfera gelida che regnava nella casa con un sospiro falsamente esagerato.

Avrei voluto che le cose fossero andate in un altro modo- cominciò- l' avrei voluto davvero Claudio! Ma tu non mi hai dato l' opportunità di avvicinarmi a te , quindi sono costretta a usare le maniere forti.. Vedi, io ho proprio bisogno di soldi, ma tuo padre non vuole proprio aiutarmi!- nel dire questo guardò l' ex marito con un sorriso maligno- perciò l' unica cosa che posso fare é .. beh diciamo proporvi una specie di affare!”

Era successo per davvero. L' ultima speranza che quella donna potesse imparare a diventare una buona madre si era sciolta, come neve al sole; o meglio, era esplosa in mille pezzi lasciando nell' animo di Claudio solo un grande senso di vuoto. Non sapeva neanche se fosse più deluso per il fatto che il padre se ne stava li senza dire niente oppure più schifato per il comportamento di Ginevra.
Non ebbe nemmeno la forza di replicare. Ginevra notò il disappunto del figlio, ma proseguì imperterrita.

Devi sapere che molti anni fa tuo padre ha fatto una grande sciocchezza, una cosa davvero stupida, ma poverino, in fondo l' ha fatto solo per amore... bene, io ho delle prove che potrebbero farlo finire in prigione, ma non le consegnerò alla polizia, a meno che tuo padre non mi dia i soldi che mi servono.”

La sua mente era annebbiata, come se essa si rifiutasse di credere che tutto quello che stava succedendo in quella stanza potesse essere vero. In un attimo quella donna aveva distrutto tutte le sue certezze sul padre, tratteggiandolo come un criminale, un farabutto di secondo ordine. Che cosa diavolo era poi quella storia sull' amore? Che diamine aveva fatto per amore che potesse risultare così tanto grave? Ma soprattutto ci poteva essere una persona più spregevole di sua madre?

Che cosa vuoi insinuare? Mio padre é una persona per bene! Sono certo che quelle ridicole prove che ti sei portata dietro sono solo dei falsi!!”

Claudio... é tutto vero, purtroppo.” Suo padre gli disse semplicemente questo.

Per la prima volta dopo tanto tempo sembrò guardarlo sul serio, gli occhi inumiditi da un sottile velo di vergogna. Ma tutto ciò non era sufficiente, non poteva bastare quello sguardo per cancellare tutti i silenzi e questo nuovo, desolante senso di disorientamento.
Il ragazzo si sentì mancare l' aria, talmente era oppresso da pesi più grandi di lui e che mai avrebbe sognato di dover sopportare.

dieci anni fa io ho dovuto...”

No. Non mi interessa niente! Mi fate una pena enorme tutti e due e sapete cosa vi dico? Vi odio...Dio se vi odio... ne ho fin sopra i capelli di queste scene da soap opera argentina quindi...me ne vado!!”

La rabbia l' aveva fatto parlare in quel modo così avventato, ma non se ne pentì neanche un singolo istante. Dopo tanto tempo si sentiva libero e nonostante il dolore e le nuove avversità, aveva la netta impressione che in seguito a quella discussione le cose non potevano che migliorare. In fondo, non era forse vero che dopo la tempesta c' è sempre l' arcobaleno?

 

You wait, wanting this world to let you in

And you stand there
A frozen light
In dark and empty streets

 

Vagava per la strada senza una meta precisa. Il senso di libertà che lo aveva pervaso pochi minuti prima era stato rimpiazzato da una grande confusione e tristezza. Tutte le sue certezze si erano sgretolate in quella notte, nulla ormai aveva più importanza.Aveva sempre pensato che suo padre fosse almeno un uomo onesto. E invece...una lacrima solitaria attraversò la pelle del suo viso perfetto e per un attimo sembrò volersi fondere con essa.
Claudio si sfregò la guancia per cancellare ogni traccia della sua improvvisa debolezza, ma questo non bastò. Non si sentiva affatto meglio.
Avrebbe tanto voluto parlare con qualcuno, ma chi? Valerio era ancora alla festa con Lucia e siccome qualche ora prima gli aveva detto una bugia, aveva paura che nel rivelargli tutto lui si sarebbe arrabbiato da morire.
C' era solo un' altra persona con cui poteva parlare.
Lei, la più inaspettata e piacevole sorpresa di quel settembre che oramai stava per finire.

Elena Cicerino.

 

You smile hiding behind
A God-given face
But I know you're so much more
Everything they ignore
Is all that I need to see

 

Elena entrò in casa sbattendo la porta. Laerte la salutò scodinzolandole attorno, ma questo non ebbe alcun effetto sul malumore della ragazza.
Quella serata era stata un completo disastro. Per prima cosa il tentativo di Cesare di baciarla, poi Cook che non l' aveva calcolata per tutta la serata, salvo poi farle il terzo grado nel momento in cui l' aveva vista parlare con Rizzo.
Già...Rizzo. Elena dimenticò senza alcuna fatica la lite con il suo ragazzo per concentrarsi su di lui. Ricordava con precisione ogni dettaglio di quello che era accaduto poche ore prima. Un senso di calore la pervase al ricordo di quegli occhi stupendi e di quel corpo perfetto.
Non riusciva ancora a credere che lui le avesse chiesto scusa per come l' aveva trattata quella notte... lei non era riuscita a rispondergli perché non il suo comportamento l' aveva spiazzata al punto tale da ammutirla.
In lui coesisteva due lati diametralmente opposti che non facevano altro che attirarla e respingerla, in un vortice sensuale e pericoloso. Lei era sicura però che dietro quell' aria da cattivo ragazzo dal cuore di pietra si celasse un essere sensibile e generoso. L' unica cosa di cui era certa su di lui era che Claudio Rizzo era molto di più di un bel ragazzo dal sorriso sensuale.
Si accucciò sul divano vicino a Laerte e guardò con una punta di tristezza la stanza vuota. Quella serata l' avrebbe dovuta passare con Cook invece all' ultimo minuto quel cretino si era scoperto geloso e l' aveva portata sull' orlo della disperazione e dell' arrabbiatura quando l' aveva accusata di farsela con Claudio, quindi il weekend romantico era andato a farsi benedire.
Elena si ritrovò a pensare al motivo per cui Claudio era corso via così di fretta dalla festa..forse era successo qualcosa di grave al padre, o peggio ancora, Ginevra ne aveva combinata un' altra delle sue...
Il suono inaspettato del campanello la fece trasalire. Chi diavolo poteva essere a quest' ora?
Si alzò dal divano e si diresse in cucina per prendere un' arma di difesa. L' unica cosa che trovò fu un mattarello, non era un granchè ma meglio di niente.
Aprì la porta e stava per usare la sua arma di difesa quando riconobbe il suo ospite.

Era Claudio.

Che diavolo ci fai qui a quest' ora?”- esclamò la ragazza, improvvisamente sollevata.

Prima di rispondere il ragazzo le sorrise divertito. Doveva avere notato il mattarello che lei stava cercando di nascondere con scarso successo.

Non sapevo che ti piacesse cucinare a quest' ora della notte- disse con un ciglio sollevato – ma di certo non sono venuto qui per questo. Avevo bisogno di un po' di compagnia...”

Lasciò la frase lì, sospesa ,in attesa che lei replicasse.

Elena notò che il ragazzo sembrava molto triste perciò lo invitò ad entrare.

Che cosa é successo ? Sembri sconvolto...”

 

The end of fear is where we begin

 

Il silenzio regnò per qualche minuto, interrotto di tanto in tanto dall' atteggiamento festoso di Laerte nei confronti del giovane. Poi, tutto d' un tratto, lui cominciò a raccontarle tutto quello che era successo alla villa.
Elena lo ascoltò in silenzio senza porgli alcuna domanda. Al termine del racconto, Claudio si lasciò andare sul divano, esausto dall' intensità delle emozioni che stava provando in quel momento.
Dentro di se sentiva che il senso di delusione e la tristezza si stavano affievolendo per lasciare spazio a una grande calma interiore. Gli era bastato parlare con Elena per riuscire a calmarsi. Che diamine di potere poteva avere quella ragazza su di lui?

Mi dispiace Claudio, davvero! Non credevo che Ginevra potesse essere così stronza.. non riesco ad immaginare che una madre si possa comportare in questo modo con il proprio figlio.. è davvero una donna terribile! Piuttosto tuo padre, cosa farà lui adesso?”

penso che piuttosto che creare uno scandalo in famiglia pagherà Ginevra.. purtroppo ha le mani legate!”

Ma che cosa ha commesso di tanto grave da essere ricattato?”

Claudio si accorse di non saper rispondere alla domanda. Nel momento in cui il padre aveva tentato di spiegargli il suo comportamento, lui era fuggito via come un codardo. Nell' unica occasione in cui il padre gli aveva dato la possibilità di dialogare veramente, lui si era tirato indietro.

Non lo so Elena... non gli ho dato neanche il tempo di spiegarmi le cose..me ne sono andato e basta!”

La ragazza notò nel suo tono una sorta di disappunto contro se stesso.

Ehi,Cla! Guarda che non è colpa tua..eri scioccato, é normale che te ne sei andato via in quel modo!”

Lui la guardò annuendo, grato per quelle semplici parole.

piuttosto, cosa ci fai qui da sola?”

mio padre é via con la Sabatini!”

e come mai non ne hai approfittato per stare un po' da sola con quella sottospecie di ragazzo che ti ritrovi?” disse lui nella veste dello stronzo di sempre.

Possibile che non sai pronunciare il suo nome? Si chiama D a n i e l e! E comunque se proprio ti interessa saperlo abbiamo litigato!”

oh quanto mi dispiace!”.

L' avrebbe volentieri preso a pugni. Quanto si trattava di parlare di Cook diventava insopportabile quel ragazzo.

che cosa ne dici di parlare invece di quella biondina slavata che ti sei fatto davanti a tutti prima?” esclamò Elena con eccessiva enfasi.

Chi? Ah parli di Giorgia! Guarda che non é proprio il mio tipo..io preferisco le more!” e nel dire questo le gettò un' occhiata di sincero interesse.

Elena si sentì arrossire fino alla punta dei capelli, ma non voleva dargliela vinta perciò fece finta di non avere raccolto la frecciatina.Si massaggiò il polso per diminuire la tensione ma l' unica effetto che ricevette fu una smorfia di dolore.
Claudio notò l' espressione dell' amica e con fare preoccupato le domandò se le facesse ancora male il polso.

Non ti preoccupare! Sto bene!”

non mi hai ancora dato la risposta alla domanda che ti ho fatto prima.”

Claudio la guardava seriamente. I suoi occhi erano incollati a quelli di Elena, ansiosi di sapere se lei poteva perdonarlo o meno.Elena non si sentiva pronta a rispondere a quella domanda. Non era ancora certa di potersi fidare di quel ragazzo, sebbene fosse la seconda volta che lui si confidava con lei.

Non posso ancora risponderti, mi dispiace!”

Claudio cercò di mascherare la sua delusione con una scrollata di spalle.

Elena..io sento che possiamo essere davvero amici! Sei l' unica persona a cui ho raccontato queste cose, varrà pur qualcosa tutto questo, giusto?”

Elena si alzò dal divano con una espressione confusa, dandogli le spalle.

Claudio..io non sono pronta!”

Il ragazzo si alzò e le prese le spalle dolcemente.

Girati, Ele..per favore..”

Elena obbedì alla sua richiesta e si trovò a pochi centimetri dal suo mento.
Claudio le prese delicatamente il viso tra le mani dicendole “Guardami!”
Lei non ebbe la forza di guardarlo negli occhi, perciò distolse lo sguardo. Sapeva che non avrebbe potuto resistere a quel ragazzo, specialmente a causa della complice vicinanza.
Il suo cuore prese a batterle a mille quando lui spostò il suo viso contro il proprio, in modo da obbligare la ragazza a guardarlo negli occhi.

Dimmi se c' è qualcosa in questi occhi che ti fa sentire in pericolo, dimmi se non saresti in grado di fidarti di questi occhi... dimmelo Elena.. e prometto che ti lascerò in pace, non ti verrò più a tormentare con i miei innumerevoli problemi..avanti dimmelo!”

Elena non poteva farlo. In quello sguardo magnetico lei vedeva solo un grande vuoto e bisogno di amore. Niente sotterfugi e pasticche di droga.
Quello sguardo la spinse ad avvicinare le sue labbra a quelle di lui e ad assaporare il profumo delicato della sua bocca. Il bacio a stampo fu leggero e quasi impercettibile, ma per Claudio fu come l' accensione di una micca esplosiva .

La guardò intensamente per alcuni secondi – a lei sembrarono secoli- e poi si avventò sulla sua bocca in preda a un gioco sensuale e appassionante in cui gli unici protagonisti erano lui e lei.

Lui e Lei. Lei e Lui.

In quel momento non esisteva nient' altro.

 

The only way to feel again

is let love in

 

 

 

Note dell' autrice: mi scuso con tutte le mie lettrici per il ritardo ma ho avuto molto da fare in questi giorni. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, devo dire che non mi sembra malaccio anche se di sicuro avrei potuto fare di meglio -.-' la canzone da cui ho preso spunto é dei Goo Goo Dolls, gruppo che personalmente adoro <3 Se vi va di ascoltare la canzone lo potete fare con questo link http://www.youtube.com/watch?v=1_SiEYStPuY

In questo capitolo sono successe un po' di cose, alcune inaspettate.. che cosa ne pensate? Ho fatto male a fare baciare subito i nostri piccioncini? Fatemi sapere mi raccomando.. ci tengo moltissimo!^^ purtroppo le recensioni sono ancora diminuite.. sto cominciando a pensare che forse la mia storia non é così interessante o forse sono io che scrivo male.. non so cosa dirvi! Mi sto un po' demoralizzando, sinceramente! É solo per le poche persone che mi seguono che sto continuando a scrivere sinceramente! Scusate lo sfogo, non volevo fare la vittima, però é davvero brutto quando ci metti tutto il tuo impegno a scrivere una storia e poi noti che non viene calcolata quasi da nessuno ^^ Ringrazio comunque le persone che mi dedicano sempre un pò del loro tempo prezioso per recensirmi (Sara e Giuls in particolare **)   a presto, spero! Fabi <3

 

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Capitolo 7
*** Painted on my Heart; ***


7. Painted on my Heart ;

 

Quando Elena aprì gli occhi quel giovedì mattina non doveva essere che il principio dell' alba, perché la sua sveglia digitale segnava a caratteri cubitali le 4,45. La ragazza si rigirò più volte nel letto nel tentativo di riprendere sonno,ma invano. Le palpebre avevano assunto vita propria e sembravano essersi messe d' accordo per impedirle di dormire.
Non sapendo come trascorrere il tempo rimasto prima di andare a scuola, si diresse alla finestra alla ricerca di qualche distrazione che potesse farle passare più velocemente il tempo. La desolante vista che le si presentò davanti agli occhi - un mucchio di palazzi anonimi contornati dall' autostrada – non le offrì alcun motivo di passatempo, perciò chiuse le tendine in un gesto di insofferenza. L' unica cosa che le rimaneva da fare era riflettere, attitudine che aveva smesso di praticare da una settimana a questa parte. Tutte le cose che faceva in quei giorni , come andare a scuola, studiare, uscire con Laura e con Cook dopo averlo perdonato erano azioni eseguite quasi meccanicamente, senza pensare ai motivi che la spingevano a fare una scelta rispetto a un' altra.
La ragione che la spingeva a fare ciò era del tutto evidente: Claudio Rizzo. In un istante, tutti gli sforzi per trattenere in un angolo recondito quei ricordi si annullarono di fronte alla potenza di quelle immagini. In un attimo davanti a sé rivide tutto: mani intrecciate tra di loro, occhi che si consumavano gli uni negli altri, battiti forti ed accelerati, lingue che si scambiavano promesse silenziose e poi, e poi.. il nulla, l' imbarazzo, la paura di essersi lasciati andare, la solitudine.

 

I've still got your face
Painted on my heart
Scrawled upon my soul
Etched upon my memory baby

 

 

Elena aveva cercato di non pensare più a quella dannata notte, perchè il solo pensiero le suscitava sensazioni molto forti che sfuggivano al suo controllo razionale. Si passò una mano tra i capelli in un gesto di disagio, per poi passeggiare su e giù dalla stanza in attesa che quella sensazione così forte che le stava attanagliando lo stomaco scomparisse da sola, come per magia.
Il suo malessere non fece altro che aumentare al pensiero di quello che si supponeva fosse il suo ragazzo, Daniele. Lui non era il ragazzo perfetto, ultimamente la stava trattando molto male però non si meritava di certo quel tradimento, per lo più se esso riguardava il suo peggiore nemico di sempre.La ragazza era stata presa dai rimorsi di colpa al punto tale da gettarsi tra le braccia di Daniele il giorno dopo.
D' altronde Elena era convinta che tra quel bacio non rappresentasse altro che un momento di debolezza. Non poteva e non doveva rappresentare qualcosa di più.

 

Claudio e i due amici di sempre si trovavano davanti al Colonna, appoggiati ai muri esterni della scuola. Cesare stava rivelando a Claudio e Valerio una tecnica efficace per rimorchiare le tipologie più disparate di ragazze. Aveva cominciato con le ragazze punk e in quel momento si stava soffermando sulle persone timide.
...e se la trovate da sola, per esempio in un parco,prima parlate un po' del più e del meno evidenziando alcuni episodi traumatici della vostra vita, anche se totalmente inventati..poi quando iniziate a prendere confidenza ce potete pure provà, sicuro come l' oro che la tipa ce sta!”.

Claudio alzò un sopracciglio in direzione dell' amico, piuttosto scettico sulle potenzialità di quella tecnica banale.

Infatti si é visto come ha funzionato questa tecnica con la Cicerino!”

Valerio alla battuta dell' amico rise di gusto, suscitando le ire del giovane Schifani.

beh, se qualcuno di mia conoscenza non mi avesse dato un pugno in faccia,molto probabilmente a quest' ora avrei fatto faville con quella.. e più de una volta! Comunque ho capito che é roba tua,quindi me ne sto volentieri alla larga!”- rispose Cesare aggiungendo poi in tono volutamente maligno-  non credo che te la da, quella sta ancora in fissa per quel cesso de Cook!”

La frecciatina non passò inosservata a Rizzo, il quale però preferì ignorarla perché non voleva discutere con lui. Qualcosa però nel breve discorso dell' amico l' aveva molto infastidito, anche se non sapeva esattamente quale parola l' avesse irritato. Di certo non voleva ne farsi Elena ne mettersi con lei : era decisamente troppo per uno sbandato come lui e lui non era una persona in grado di poterla amare nel modo giusto però... un' immagine di due corpi quasi fusi in uno solo gli turbò i sensi, ma solo per un attimo; poi quell' immagine si dissolse come neve al sole, lasciandogli addosso solo un vago senso di intorpidimento un pizzicore sulle labbra, come se fossero state marchiate a fuoco.

 

I've got your kiss
Still burning on my lips
The touch of my fingertips
Is love so deep inside of me

 

 

Senti Ce'..ti volevo dire che oggi pomeriggio tocca a te accompagnare Lucia in ospedale per la visita! Io mi devo vedere con il ... mio fidanzato!”
Campitelli pronunciò queste due ultime parole con un lieve senso di imbarazzo, ma dai suoi occhi traspariva una forte emozione che commosse Rizzo.Valerio era davvero innamorato di Filippo, lo si capiva subito. Il ragazzo si chiese che cosa fosse veramente l' amore e che cosa si provava quando si era innamorati.Suo padre gli aveva sempre detto che esso rende solo deboli e stupidi , ma l' amico non sembrava nè l' uno nè l' altro. Gli insegnamenti dell' ingegnere si stavano rivelando fasulli proprio come l' immagine che lui si era fatto del padre.

Va bene Vale! Piuttosto Cla..non ho ben capito perchè non sei più venuto a scuola fino ad adesso..Che é successo qualcosa? Poi tuo padre in questi giorni te cercava qui a scuola...”

L' espressione di Cesare era molto preoccupata perciò Claudio decise che quello era il momento di mettere al corrente anche l' altro suo amico riguardo tutto. D' altronde non gli sembrava giusto escludere Schifani dalla verità visto che quasi una settimana prima aveva avuto il coraggio di rivelare tutto a Valerio. Così gli raccontò tutti gli eventi che lo avevano interessato in quegli ultimi due mesi, dal ritorno di Ginevra fino alla scioccante rivelazione del padre, che aveva ammesso di essere un criminale. Cesare fu molto paziente con lui perchè ascolto senza mai interromperlo e non gli mise mai fretta quando interrompeva il racconto per qualche secondo, in cerca delle parole più adatte per affermare con eleganza che la madre era una baldracca e il padre un disonesto senza morale.
Nonostante tutti lo considerassero stupido, Cesare capiva benissimo lo stato d' animo dell' amico perché anche lui, seppure in minima parte, aveva provato le stesse sensazioni quando Lucia gli aveva detto di essere incinta: una gelida impotenza e senso di vuoto, come se il presente si fosse congelato in quell' istante e il futuro rappresentasse un ignoto punto nero.

Le uniche differenze tra i due erano che l' uno se l' era cercata da solo, mentre l' altro no; l' uno poteva ricavare dalla nuova esperienza una precoce maturazione personale , l' altro solo una cocente delusione nei confronti del mondo. Cesare gli toccò una spalla in segno di tacita solidarietà, poi gli chiese se avesse mai avuto il coraggio di affrontare il padre dopo quella notte.

No, me ne sono andato di casa – le sue iridi si ridussero a una fessura – adesso vivo da Valerio di nascosto, però credo che sua madre stia iniziando ad insospettirsi e quindi dovrò cercare un altro rifugio..”

Penso che Cesare non abbia problemi ad ospitarti,giusto Ce' ?” Valerio nel dire ciò guardò l' amico strizzandogli un occhio.

Ma certo! Sarebbe la soluzione perfetta Cla! I miei genitori non sono mai a casa ultimamente, vanno sempre a casa di Lucia a romperle le balle, quindi.. se vuoi..puoi venire!”.

Il suo tono invitante non convinse del tutto Rizzo. Dentro di sé sentiva che era ora di affrontare il padre, doveva smetterla di comportarsi da bambino e agire da uomo.

Vedremo Cesare! Vi ringrazio comunque,tutti e due! Siete dei veri amici e prometto che non me ne dimenticherò!”

Che scenetta terribilmente commuovente!” disse una voce fastidiosa alle loro spalle.

I tre moschettieri si girarono all' unisono per trovarsi davanti Daniele Cook, alias Riccioli D' oro, l' unico ragazzo sulla faccia della terra che faceva irritare all' ennesima potenza Claudio.

Che cosa vuoi Cook? Per gli autografi devi andare da quella parte!”

L' espressione di scherno di Cesare fu seguita dal suo indice che indicava con chiarezza l' angolo dei cassettoni urbani, dove l' anno prima erano abituati a buttarci dentro il povero Tommasi. La mandibola di Daniele si serrò come per difesa rivelando un ghigno felino che non fece altro che rendere la sua espressione ancora più singolare.

Con te farò i conti dopo, Schifani! Non mi è ancora andata giù la storia che tu ci hai provato con la mia ragazza, come non mi va- nel dire questo punto i suoi occhi su quelli di Claudio – che tu, Rizzo, ci provi ancora con Elena! Non so se ti é chiaro il fatto che lei é la mia ragazza! E comunque dopo tutto quello che le hai fatto non dovresti neanche starle ad un metro di distanza..”

Rizzo non sapeva se ridere o piangere per la sua interpretazione penosa del fidanzato geloso e protettivo.

Senti Riccioli D' Oro, non é per sminuire la tua interpretazione magistrale da divo di Hollywood, ma .. sinceramente non capisco come tu ti possa definire il ragazzo di una persona che trascuri la maggior parte delle volte per correre dietro alle sottane della Morucci! Prima di giudicare me per averci provato con la tua ragazza, cosa tra l' altro tutta da dimostrare, perché non ti fai un piccolo esame di coscienza?”

Cook al sentire nominare la Morucci, arrossì leggermente, poi si guardò intorno sperando che nessuno si fosse accorto del mutamento della sua carnagione. Una volta avuta la prova che nessuno lo stava calcolando, rincarò la dose.

Quello che succede tra me e la mia ragazza é affar mio! Non capisco perchè tiri in ballo Monica visto che per me é solo una buona amica. E comunque ti avverto, se non stai lontano da lei, io..io..”

Tu? Tu cosa sentiamo! Sono proprio curioso di sapere quale sarà la mia punizione!”

Claudio era talmente furioso che gli pizzicavano le dita. Se Riccioli non avesse smesso di dire stupidaggini, le cose si sarebbero messe male, molto male. Quel ragazzo non aveva nessun diritto di dirgli cosa fare e cosa non fare. Nessuno. Era già abbastanza dura crescere con un padre che fin prima della tua nascita aveva già programmato i tuoi studi, il tuo tempo libero, il tuo lavoro e il genere di donna con cui un giorno avresti dovuto sposarti. Non aveva bisogno di un' altra persona che gestisse la sua vita, Daniele meno di tutti.

Valerio aveva intuito il temperamento del giovane Rizzo, perciò decise di trattenerlo per una spalla “ non ne vale la pena Cla. Lascia perdere!”

Cook d' altro canto lo guardava in cagnesco e stava per replicare quando due mani fresche e profumate gli presero il viso e lo voltarono delicatamente fino a che la sua bocca incontrò quella di Elena.

Ciao amore! Ti va di accompagnarmi in classe? Tra cinque minuti suona la campanella e alla prima ora ho quell' antipatica della prof Morucci, visto che già so di non esserle simpatica almeno per una volta vorrei evitare di arrivare in ritardo!”

La vista di quel bacio fu peggio di un pugno di un occhio per Claudio: non c' era nessuna traccia di passione, solo un tiepido affetto sembrava unire quei due, però il loro legame era qualcosa di concreto e soprattutto reale. L' immagine di lei tra le sue braccia si confuse con quel bacio e il secondo prevalse sul primo.

Il ragazzo tentò di recepire lo sguardo di Elena, ma invano. La ragazza per quei pochi secondi che si trovò davanti a lui sembrava intenzionata a guardare per tutto il tempo Riccioli D' Oro. Distolse solo un attimo lo sguardo da lui per concentrarsi sui volti dei tre ragazzi che le stavano di fronte.

Ciao a tutti!”

I suoi occhi indugiarono un istante in più sul bel viso del moro, cosicchè il ragazzo riuscì a decifrarne l' espressione. Sembrava...triste? Claudio la seguì con lo sguardo finchè le figure di lei e dell' altro si confusero tra la massa che si stava dirigendo verso l' entrata della scuola.

 

 

Elena si portò le mani sulla bocca per cercare di trattenere un sonoro sbadiglio, con scarso successo. Le lezioni di greco erano particolarmente noiose quell' anno, specialmente considerando la sua simpatia per la professoressa. La sua attenzione fu attirata dalla sua compagna di banco Laura, che le passò un piccolo biglietto strappato da un quaderno. La ragazza lo aprì incuriosita e ne lesse il contenuto: l' amica le chiedeva se fosse tutto vero, se Cesare veramente ci avesse provato con lei e Rizzo fosse intervenuto in sua difesa. Elena arrossì impercettibilmente al ricordo di quella serata ; era dura affrontare la realtà, specie se essa faceva talmente paura ed era talmente scomoda da costringerla a fingere che non fosse successo nulla. Claudio non l' aveva baciata e lei non aveva risposto al bacio con una passione così travolgente da accecarle i sensi... era stato tutto frutto della sua immaginazione, lei amava Cook! I fatti erano questi, puri e semplici...e dovevano rimanere tali.
Laura le diede una gomitata in segno di impazienza, come per dirle “ e allora?”, così Elena spazientita dalla curiosità dell' amica le rispose scrivendo sul biglietto che ne avrebbero parlato durante l' intervallo. La ragazza non fece in tempo a passarle il bigliettino che la professoressa si fiondò davanti a lei e con la sua solita espressione arcigna le strappò dalle mani il foglietto, stracciandolo successivamente in mille pezzi.

A quanto pare la signorina Cicerino considera talmente poco interessante la mia lezione sulla declinazione attica da trovare il tempo per disturbare la sua compagna di banco! Credo che allora per lei non sarà un dispiacere se le comunico che può uscire tranquillamente dall' aula.”

Ma professoressa, io..”

Non voglio sentire alcuna replica! E si ritenga fortunata se non ho deciso di interrogarla. O esce o le metto uno sul registro. A lei la scelta, Cicerino!”

La ragazza si sentì sprofondare dalla vergogna nel momento in cui si alzò per uscire dalla porta, poiché gli sguardi dei suoi compagni erano tutti puntati su di lei. Non era decisamente giornata...

 


Nella IIIA si stava svolgendo una lezione noiosissima di matematica. Il professore Pannone cercava di renderla il più divertente possibile, a tratti ci riusciva anche, però Claudio aveva bisogno di una pausa, così chiese ad Enea se poteva andare un attimo in bagno. Una volta accordatogli il permesso, uscì dall' aula e si avvicinò a una finestra aperta, incerto se godersi l' insolita vista di un gruppo di ragazze che giocava a pallavolo oppure fumare in tutta libertà una sigaretta. Alla fine a decidere per lui fu il rumore di una ragazza che singhiozzava. Si avvicinò incuriosito alla fonte e vide Elena fuori dalla sua aula, appoggiata alla parete. Il ragazzo si avvicinò a lei ed estrasse un fazzoletto dal taschino dell' onnipresente camicia azzurrina.

Perchè piangi?”

Elena alzò il suo sguardo su di lui e afferrò intimidita il fazzoletto.

Giornata storta come al solito. Grazie! Tu piuttosto che ci fai qui?”

Lei le rivolse un timido sorriso che lui ricambiò.

Ma guarda c' era una lezione pallosissima di Pannone, così sono uscito un attimo..”

Capito! Come é Pannone , bravo?”

Elena non é delle abilità di Pannone che noi dovremmo discutere e tu lo sai.”

L' espressione dolce del ragazzo cercò di mitigare la nota dura nella sua voce, senza riuscirci del tutto. Elena abbassò lo sguardo per un attimo e poi replicò: “ hai ragione Claudio! Anche se ti risulta difficile crederlo in questi giorni mi sono preoccupata per te, dove sei sparito?”

Stava ancora cercando di deviare l' argomento scottante, ma Claudio non si sarebbe lasciato ingannare neanche un attimo dai suoi begli occhi e dalle sue labbra invitanti.

Non so quanto tu possa essere sincera in questo momento, visto che è da una settimana che non mi calcoli- rispose lui leggermente risentito- però se proprio ti interessa saperlo sono stato a casa di Valerio per evitare mio padre...”

Ti ringrazio per la considerazione- rispose lei piccata per poi addolcire il tono- ma lo sai che dopo quello che è successo per me è difficile parlarti come se nulla fosse. Mi dispiace davvero tanto per tuo padre comunque... credo che tu debba affrontarlo comunque, é inutile scappare di fronte all' evidenza!”

Dovresti seguire il tuo stesso consiglio,mia cara! Dopo il nostro..”

Claudio non fece in tempo a finire la frase volutamente maliziosa che entrambe le mani della ragazza afferrarono la sua bocca nel tentativo di farlo stare zitto. Elena non calcolò bene la forza impiegata per quel semplice gesto e si ritrovò con la bocca a pochi millimetri dalle sue mani. Sarebbe bastato toglierle per essere dannatamente vicina alla bocca di lui e nonostante il campanello d' allarme nella sua testa le dicesse di distogliere lo sguardo da quegli occhi misteriosi lei per una volta decise di seguire l' istinto e non la ragione.
I suoi occhi si immersero in quelli di Claudio, in cerca di quell' inspiegabile attrazione che li legava.
Di nuovo.

Claudio si allontanò di qualche passò indietro e distolse gli occhi, improvvisamente turbato dalle sensazioni che gli suscitava la presenza di Elena.

Non va bene così. Tu hai fatto la tua scelta e per quanto io non riesca a capirla la rispetto. Sei innamorata di Cook, anche se personalmente preferirei farmi prete piuttosto che vivere una storia con lui! Accetto la tua decisione, ma non voglio che tu mi tratti come se fossi il tuo amante. Avresti potuto restarmi accanto quella notte, invece hai preferito scacciarmi di casa senza dirmi una parola... avresti almeno potuto rispondere alla mia domanda!”

Elena sfuggì al suo sguardo sentendosi improvvisamente piccola. Le dispiaceva essersi comportata così meschinamente con lui, ma non si sentiva pronta a stargli vicino, non dopo quella notte. Le sue accuse però erano troppo ingiuste: non stava facendo il doppio gioco con lui, lei era innamorata di Cook.. e basta.

mi dispiace per come ti ho trattato, sono stata davvero una stronza! Però non é vero che mi sto comportando come se tu fossi il mio amante.. è solo che..”

Che cosa? Hai preso il vizio di Riccioli D' oro di non finire le frasi che inizi per caso?”

Vedendo che Elena non rispondeva, Claudio se ne andò spazientito, senza dire una parola di più.

Aspetta Claudio – disse la ragazza mantenendo un tono di voce basso – ti ho perdonato, ma immagino che questo non abbia più alcun valore”.

 

 

 

Note dell' autrice: Finalmente sono riuscita a pubblicare questo sudatissimo capitolo. Devo dire che la settimana scorsa non avevo molta voglia di continuare questa storia, però poi ieri anche grazie ai consigli della mia affezionata lettrice Sara sono riuscita a scrivere gran parte del capitolo, che ho completato oggi. Il titolo l' ho preso da una canzone dei The Cult, della quale però preferisco la versione dei bravissimi Aerosmith. Per chiunque volesse ascoltarla vi metto il link http://www.youtube.com/watch?v=rajSQbEWKso

Vi consiglio di ascoltarla perché é molto bella!
Bando alle ciance, cosa ne pensate di questo capitolo? C' è una specie di deja vu , spero che l' abbiate colto! ^^ Avrei voluto inserire due scene in più, ma mi sembravano troppo distaccate dall' argomento del capitolo quindi le inserirò nel prossimo! Fatemi sapere come sempre i vostri pareri, che per me sono essenziali *_* a presto (spero) fabi
<3

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Capitolo 8
*** The Weight of Us ***


8 . The Weight of Us ;

 

Il giorno dopo Claudio si svegliò molto presto e nonostante non volesse ammetterlo, era molto nervoso per l' incontro con il padre. La sera prima l' ingegnere gli aveva mandato un messaggio in cui gli chiedeva per l' ennesima volta di ritornare a casa, le cose si sarebbero sistemate in seguito.Quel messaggio non aveva nulla di diverso dagli altri mille che gli aveva mandato durante quei giorni di silenzio, il tono era sempre lo stesso, gelido e impersonale, però il ragazzo sentiva dentro di sé l' impellente bisogno di confrontarsi con il padre per entrare nei dettagli della vicenda.
D' altronde non gli aveva concesso neanche l' opportunità di difendersi o più semplicemente di spiegare quale tipo di crimine avesse commesso e soprattutto perché.


Devi sapere che molti anni fa tuo padre ha fatto una grande sciocchezza, una cosa davvero stupida, ma poverino, in fondo l' ha fatto solo per amore...


Le parole di Ginevra l' avevano tormentato per tutta la settimana. Era inconcepibile pensare che Vittorio Rizzo facesse qualcosa per amore, lui era l' uomo tutto ragione e niente sentimento, eppure... lui era sicuro che quella donna non avesse mentito. Era inutile comunque rimuginare su cui avrebbe avuto risposta solo tra qualche ora. “é meglio che mi prepari” pensò ad alta voce il ragazzo infilandosi nel frattempo una elegante camicia bianca e spruzzando sul corpo qualche goccia del suo profumo preferito.

Vuoi che ti accompagni? Posso guidare io fino a casa tua, poi casomai ti aspetto fuori così andiamo a scuola insieme, che ne dici?”

La voce di Valerio sembrò fendere l' atmosfera irreale dell' alba per un attimo.

Il giovane Rizzo si voltò nella sua direzione, visibilmente sorpreso.

Che ci fai già alzato? Sono appena le cinque e mezza!”

Potrei dire lo stesso di te Cla... teso?”

Claudio preferì ignorare l' ultima domanda dell' amico, concentrando le sue attenzioni sulla risposta alla prima domanda.

Vale credo che me la caverò da solo ...grazie comunque!”

Campitelli studiò rapidamente i lineamenti dell' amico per poi affermare in tutta tranquillità: “ sei cambiato Cla!”

Non era una domanda, bensì una precisa quanto veritiera affermazione.
Claudio rimase interdetto qualche secondo, poi chiese spiegazioni al ragazzo.

Sei … diverso... diverso in senso positivo intendo. Soltanto un anno fa facevi un mucchio di stronzate, tipo le gare clandestine, poi non si poteva dirti mezza parola che ti incazzavi come una iena..adesso invece mi sembri più aperto, sei riuscito a dirmi cose che non pensavo avresti mai avuto la forza o semplicemente il coraggio di dire e hai imparato a dirmi grazie! Prima ogni volta che cercavo di aiutarti mi mandavi sempre a quel paese- Valerio sorrise un attimo ricordando i metodi bruschi dell' amico, poi ritornò serio- non voglio farmi gli affari tuoi ma qualcosa deve essere successo per forza per farti cambiare in questo modo. Centra qualcosa la morte di Francesco o..o c' è qualcosa, o meglio qualcuna, sotto?”

Claudio non capiva dove volesse andare a parare l' amico. Era vero, dopo la morte del fratello molte cose erano cambiate nella sua vita, però non si era mai accorto che questi sconvolgimenti avessero addolcito anche il suo carattere burbero e menefreghista. E poi quella qualcuna di cui parlava? Cosa voleva intendere? Che si stesse riferendo a..

Guarda che Elena non centra niente in tutto questo.”

Chi ha parlato di Elena?- Valerio si lasciò sfuggire un sorrisetto ironico – sei sicuro che non vuoi un passaggio? Dai..casa tua é di strada!”

Se ti dico di si, mi prometti che chiuderai quella tua boccaccia?”

Promesso. In caso contrario ti do il permesso di mandarmi a quel paese!”

Perfetto. Allora preparati che ti aspetto! E ..Vale?”

Si?”

Grazie. Di tutto...”

 

 

La Mini che guidava Valerio un' ora dopo parcheggiò di fronte al cancello di villa Rizzo. Claudio salutò l' amico e scese dalla macchina.
Nulla sembrava cambiato durante la sua assenza: i due vasi di gerani per esempio si trovavano sempre vicino all' ingresso, avvicinandosi però ai fiori notò che stavano appassendo. Probabilmente Giorgio, il domestico di fiducia, si era dimenticato di annaffiarli.
Dopo qualche attimo di esitazione, aprì la porta di casa e fu accolto dalla più completa oscurità. Proseguì a tentoni in direzione dell' unica luce che si intravedeva in fondo al corridoio. Era lo studio di Vittorio Rizzo.
Non appena arrivato di fronte all' unico punto di luminosità della villa, aprì la porta con decisione e si ritrovò davanti un panorama desolante: la libreria, sempre così ordinata e spolverata, accoglieva libri sparsi qua e la nel caos più totale . Alcuni erano finiti in terra, aperti all' incirca a metà.
Sul piccolo sofà rosso, dove il padre era solito rilassarsi dopo una giornata di estenuante lavoro,erano appoggiati plichi di fogli di consistenza notevole. Bottiglie di prosecco erano distese sul pavimento, formando un quadrato dai lati irregolari e imprecisi. Al centro della stanza, si trovava una figura abbandonata a se stessa, la testa accasciata sulla scrivania e il naso che puntava verso la libreria.
Claudio, preoccupato per il padre, si avvicinò a lui per valutare se respirasse ancora e non appena intravide il suo torace muoversi quasi impercettibilmente emise un sospiro di sollievo. Non sarebbe stato pronto ad affrontare nuovi drammi, specialmente se essi riguardavano la sua disastrata famiglia.
Il padre, il quale aveva sempre avuto un sonno leggero, all' improvviso aprì gli occhi e lo guardò come se avesse appena visto un fantasma.
I suoi occhi dapprima si aprirono a fatica per poi spalancarsi disegnando sul volto una espressione che Claudio non seppe se definire più stupita o più irata.

C..Claudio! Dove ti eri cacciato... é da una settimana che ti cerco e cosa diavolo é questa storia che non vai più a scuola?”

Vittorio tentò di alzarsi ma i sensi alterati dai litri di alcol ingeriti resero vano il suo tentativo.
Claudio provò una fitta al cuore nel vedere il padre ridotto in quello stato. Dove era finito l' uomo forte e severo a cui era abituato? La precisione e la compostezza che lo caratterizzavano da sempre sembravano essere scomparse e il ragazzo mai come in quel dannato momento pensò di avere di fronte un estraneo.

Mi dispiace papà. Sono tornato ieri a scuola e per quanto riguarda..beh..non ero ancora pronto..si insomma..pronto a sapere la verità..”. Lasciò la frase li, in sospeso, convinto che Vittorio si sarebbe preso la briga di parlare al posto suo.

Il padre invece se ne stava lì, fissandolo come un ebete e passeggiando su e giù per la stanza. Claudio stava per perdere le speranze, quando Vittorio finalmente iniziò a parlare.

Ti ricordi quanto piacevano a tuo fratello le gite in montagna dal nonno?”

Claudio lo guardò disorientato. Che diavolo centrava Francesco in quel momento?
Il padre continuò, ignorando la sua reazione.

Si divertiva come un matto, specialmente quando il nonno gli dava l' incarico di trovare il te selvatico – i suoi occhi si inumidirono impercettibilmente- poi però é arrivata la malattia, Francesco diventava ogni giorno più debole, perciò era necessario farlo curare...”

papà..non capisco dove vuoi arrivare...”

Lo scoprirai presto, vedrai. Come ti dicevo era necessario farlo curare. Contro la leucemia purtroppo c' è poco da fare, quindi l' unica cosa che rimaneva da fare era puntare al trapianto del midollo. Qui in Italia purtroppo c' era una lista d' attesa lunga, troppo lunga aggiungerei, quindi decisi di optare per gli USA. Tua madre era d' accordo con me... le spese erano decisamente elevate però..e che tu ci creda o meno,in quel periodo non ero così ricco come lo sono ora, quindi...”

quindi papà?”

Claudio sapeva benissimo che Vittorio non amava essere interrotto, però l' unico modo per smorzare la tensione che lo opprimeva era spingere l' acceleratore su quella scomoda conversazione.
Il padre sembrò riluttante nel proseguire, poi però esclamò a gran voce, come se si volesse liberare da un peso: “ ho comprato appalti illeciti per incrementare gli utili dell' azienda. Ecco cosa ho fatto!”
Il peso che sembrava essersi tolto il padre si scaricò direttamente sulle spalle del povero figlio, avvolgendo i due in un cupo e minaccioso silenzio.

 

Era il grande giorno: quel pomeriggio avrebbe giocato la sua prima partita e doveva essere in forma a tutti i costi. Le sue compagne si aspettavano molto da lei dato che era il loro capitano, quindi non poteva deluderle.Era curiosa di sapere se Cook avrebbe mantenuto la promessa o meno; “di sicuro si inventerà qualche scusa per non venire!” - pensò la ragazza sarcasticamente, accorgendosi che la presenza del suo ragazzo alla partita era del tutto irrilevante. Quei giorni aveva molti pensieri per la testa e che lei lo volesse ammettere o meno, molti riguardavano proprio Claudio.
Era molto preoccupata per quello che gli stava succedendo in quei giorni e sapere di non potergli stare vicino la faceva stare male.
Non sapeva ancora quale fosse stato il momento esatto in cui quel ragazzo era entrato a far parte della sua vita, però era successo. Se solo fosse riuscita a pensare a lui come un semplice amico, tutto sarebbe stato maledettamente più semplice...
I suoi pensieri furono interrotti da qualcuno che la chiamava. Era Lucia.
Si voltò nella sua direzione e e le rivolse un caldo quanto sincero sorriso.

Luci, come stai?”

La ragazza sembrava molto affaticata, perciò quando le rispose che stava bene il suo tono non risultò molto convincente.

Senti volevo farti l' in bocca al lupo per oggi , so che la prima partita di pallavolo è sempre quella più importante!”

Crepi! Grazie comunque! Senti.. volevo chiederti una cosa... tu sei molto amica di Valerio giusto?”

Lucia arrossì impercettibilmente. “Certo, perchè?”

Avrei bisogno di parlare con lui..se potessi dirmi dove abita! Preferisco parlargli lontano dai suoi amici!”

Se vuoi ti mando un messaggio dopo con il suo indirizzo.. ma non capisco, da quanto é che tu e Vale siete così intimi? Non é che per caso mi state nascondendo qualcosa voi due?”

Elena rise di gusto dell' equivoco, non curandosi minimamente dei lineamenti di Lucia che si stavano contraendo in una smorfia di pura gelosia.

ma che hai capito Luci? Ho bisogno di parlargli di Claudio, sono un po' preoccupata per lui!”

Di chi saresti preoccupata Ele?”

La voce di Daniele prese di sprovvista le due ragazze, facendole sussultare entrambe. Il tono duro del ragazzo la colpì come un fulmine a ciel sereno. Possibile che ultimamente se lo trovava tra i piedi solo nei momenti indesiderati? Quando la ragazza si voltò verso di lui notò che al suo fianco c' era quella antipatica della Morucci. Che strano! Ormai quei due erano diventati più inseparabili di Linus e la sua coperta!

Entrambi la guardarono con una ostilità che intimidì oltre ogni dire Elena, lasciandola a bocca aperta per lo shock.
In suo aiuto intervenne , inaspettatamente, Lucia.

Non sono affari che ti riguardano Cook..men che meno dovrebbero riguardare te Monica! Ora che ne dici se ce ne andiamo, Ele?”

Ma che diavolo... ?”

Monica prese per un braccio Daniele nel tentativo di farlo calmare. “Lascia stare queste due! Con la morosa farai i conti dopo.. a proposito Cicerino. Oggi pomeriggio io e il tuo ragazzo verremo a vedere la tua partita, spero che non ti dispiaccia!”

Il lampo malefico nello sguardo di Monica non passò inosservato ad Elena, come non le sfuggì il fatto che nonostante quella l' avesse appena insultata, il suo ragazzo non mosse un dito in sua difesa.

fate pure come volete, tanto per quello che mi interessa..”

Le interessava, invece. Eccome se le interessava. Una lacrima solitaria restò intrappolata per qualche secondo sulle sue belle ciglia, poi, attratta dalla forza di gravità, scese candidamente facendosi spazio tra le sue guance.
Lucia , capendo l' umore dell' amica, non potè fare altro che avviarsi con lei verso l' entrata della scuola. Le prese la mano sinistra e la strinse forte tra le sue.

 


Hai idea di quanti anni di prigione dovrai farti se viene fuori una cosa del genere?”

Claudio era visibilmente sconvolto e tutta la rabbia e l' amarezza che provava in quel momento uscirono allo scoperto, finalmente libere.

lo so, purtroppo lo so; ma credimi Claudio quando ti dico che l' ho fatto in buona fede..per adesso l' unica cosa che mi importa é sapere che tu mi credi!”

Il volto disperato del padre colpì il giovane.

Perché non glielo dici Claudio? Papà io ti credo, in fondo l' hai fatto solo per vedere Francesco di nuovo fare le passeggiate in montagna...”

Di nuovo quella voce. Quella odiosa donna non aveva ancora finito di tormentarli?
I due si voltarono in direzione della donna.

Questa é una conversazione privata Ginevra. Non ti permetto di interromperla con le tue insulse battute!”

Il tono del padre ritornò fiero e combattivo e ciò rese Claudio orgoglioso.

Vattene di qui, non sei la benvenuta!”

I lineamenti della donna si indurirono, rivelando la comparsa di piccole rughe intorno alle pieghe degli occhi.

Vi ricordo che vi avevo lasciato una settimana di tempo per riflettere. Sono semplicemente venuta qui per ritirare l' assegno che ti avevo chiesto Vittorio, poi scomparirò per sempre se é questo che volete !”

Rizzo guardò il padre aspettando la sua reazione. Vittorio dapprima abbassò lo sguardo, rassegnato, poi aprì un cassetto della sua scrivania ed estrasse una busta gialla, che poi porse a Ginevra.

Che significa? Questi sono i documenti che ti ho consegnato settimana scorsa...” gli occhi sbarrati della madre procurarono una gioia infinita a Claudio, anche se ancora non immaginava quello che stava per dire il padre.

Non ti darò mai questa soddisfazione Ginevra! Ora lo saprai anche tu: ho deciso di costituirmi”.

 

 

 

Note dell' autrice: comincio col dirvi che questo capitolo non é molto ricco di spunti per Claudio ed Elena, ma avevo lasciato delle questioni in sospeso che dovevo assolutamente riprendere per evitare dei pasticci clamorosi. Prima di tutto era quasi obbligatorio il confronto tra padre e figlio, il quale però é stato interrotto dalla nostra amica (??) Ginevra perché mi piacerebbe riproporvelo più avanti. Cosa ne pensate di questa scelta? Fatemelo sapere perché per me questo é un punto molto importante ^^

Per quanto riguarda Elena, mi sentivo in dovere di approfondire un po' l' amicizia tra lei e Lucia e ho scelto di usare Cook e Monica per farlo XD

Lui lo sto trattando un po' male, ma non mi è mai piaciuto il suo personaggio e poi posso benissimo giustificarmi affermando che nella seconda stagione lui si comporta comunque malissimo con Elena.

Il titolo é preso da una canzone a mio avviso bellissima di Sanders Bohlke, che per cui segue The Vampire Diaries dovrebbe essere più o meno nota <3 Se vi va di ascoltarla vi metto il link qui http://www.youtube.com/watch?v=7p4oFwDE3HE

Ringrazio davvero moltissimo Giuls e Sara che trovano sempre tempo per scrivermi una recensione! Grazie ragazze, di cuore ** Ringrazio anche tutte le persone, poche ma buone, che seguono la mia storia silenziosamente :) Spero di non deludervi a lungo andare <3 a presto, spero!

Fabi <3

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Capitolo 9
*** The Heart Has Its Reasons... ***


9 . The Heart Has Its Reasons,

of Which Reason Knows

Nothing ;

 

 

Elena camminava concentrandosi unicamente sul foglietto di carta che aveva tra le mani, sul quale la grafia disordinata e un po' troppo rotondeggiante di Lucia aveva impresso le seguenti parole: Via Trastevere 254. “ Come sempre ho una sfortuna sfacciata!”- pensò con sarcasmo la ragazza. Tra tutte le vie in cui poteva abitare Valerio, la sua famiglia aveva scelto proprio una delle più caotiche e popolate della città!
Il suo sguardo scrutava attentamente i complessi, focalizzando la sua attenzione sui numeri insinuati tra muri e pareti più o meno eleganti. Dopo più di mezz' ora, i suoi occhi si illuminarono, un lampo di vittoria sul viso: finalmente aveva trovato la villetta a schiera che cercava.
Entusiasta per la sua scoperta, suonò il citofono fin con troppa foga, la quale suscitò le risate di un gruppetto di ragazzini che passava di lì per caso. La ragazza, mortificata per la figuraccia, nascose il viso tra le mani per soffocare una risata autoironica e quando le distolse si trovò davanti Valerio.

Ciao Ele! Come mai da queste parti?”

Il suo viso radioso e i modi delicati la misero subito a suo agio. Non conosceva molto quel ragazzo, l' avevo giusto visto un paio di volte nel periodo in cui usciva con Claudio, però dentro di sé sapeva che era un buono, gentile ed educato, e questo era il motivo principale che l' aveva spinta a venire fin lì. Forse non avrebbe accettato di condividere con lei i problemi di Rizzo, ma di sicuro non l' avrebbe giudicata e soprattutto derisa. Ne aveva fin sopra i capelli di essere presa in giro.

Ciao Vale! Senti – la sua voce si ridusse a un sussurro- sono qui perché ho bisogno di parlarti di Claudio, sono molto preoccupata per lui.. non ti disturbo vero?”

Il volto di Valerio si allargò in un sorrisetto a trentadue denti che Elena non seppe decifrare. Le era sembrato di vedere un ghigno di soddisfazione, ma forse se lo era solo immaginato...

Certo che non disturbi!Ah, una cosa.. c' è qui Lucia, spero che non sia un problema..- il ragazzo, allo sguardo interrogativo di lei, riprese – stiamo studiando greco, sai quest' anno abbiamo la maturità!”

Non c' era affatto bisogno di darle ulteriori spiegazioni: quello che accadeva tra lui e Lucia erano solo affari loro! Elena sapeva che Lucia era innamorata di lui da un po' di tempo ormai, il fatto che fosse gay non sembrava scoraggiarla.
Ma lui, lui che cosa provava per lei? Quando erano insieme si guardavano con una complicità e una sintonia che la sbalordiva e la inteneriva nello stesso tempo, però non poteva essere innamorato di lei, lui era già fidanzato con un altro. Di una sola cosa era sicura: se lui fosse stato etero, si sarebbe messo già da un po' di tempo con Lucia...

Non c' è problema, anzi sono felice di vederla!”

Detto questo, il ragazzo le fece attraversare un piccolo giardino che conduceva direttamente a un' ampia quanto elegante veranda. Elena da lontano intravide l' amica che accarezzava dolcemente il suo pancione. Provò una fitta al cuore nel vedere le sue mani, troppo piccole e delicate, stringere quel rigonfiamento enorme e ingombrante che ben presto sarebbe esploso. Non era sicura che l' amica fosse abbastanza forte per poter crescere un bambino da sola... certo, ci sarebbero stati sempre i genitori, gli amici, Cesare e Valerio..ma alla fine a fare i conti con quell' enorme carico di responsabilità sarebbe stata sola. Un po' come lo era stata lei quando aveva perso sua madre in quel dannato incidente...

L' amica si voltò nella sua direzione e le regalò un sorriso sincero. Poi Elena si avvicinò a lei e le diede un tenero bacio sulla guancia.

Ele che bella sorpresa! Sei qui per Claudio giusto?”

Vedendo l' amica farle cenno con il capo, le porse un quotidiano puntando l' indice su uno degli articoli in prima pagina.

Allora é meglio che prima leggi questo!”

I suoi occhi scorsero febbrili tutto il servizio, divorando parola per parola con gli occhi sbarrati per lo stupore. Immagini e parole, entrambe confermavano l' arresto di Vittorio Rizzo, avvenuto la notte prima intorno all' una ad opera della polizia.
Il padre di Claudio veniva dipinto come un mago del crimine, un genio che aveva fatto un unico passo falso, cioè costituirsi. Molte erano le speculazioni riguardo quella mossa così avventata, ma a lei non interessavano. L' unica immagine che vide davanti ai suoi occhi fu quella di un ragazzo,bello e impossibile che le chiedeva disperatamente un po' di aiuto e conforto. Sarebbe bastato così poco per farlo stare meglio...un crampo allo stomaco le divorò i sensi.
Elena gettò uno sguardo di disappunto ai due ragazzi, i quali non sembravano poterle fornire più informazioni di quelle apprese nell' articolo.

Ho provato a chiamare Cla, ma ha sempre il telefono staccato! Qualche giorno fa abitava da me, poi se ne é andato senza darmi nessuna spiegazione.. da allora non l' ho più visto né sentito, purtroppo..”

Non poteva credere che tutto questo stesse accadendo proprio a Claudio! Dopo gli eventi degli ultimi mesi la ragazza pensava che ormai lui fosse al sicuro, che il peggio fosse passato. Invece... era pronta a scommettere che dietro tutto ciò c' era lo zampino di Ginevra! Elena sentì ribollire dentro di sé una rabbia cieca e impotente, che per un attimo le offuscò la vista.
Lucia, notando l' impeto d' ira, prese per un braccio l' amica e le impose di calmarsi.

Ele anche se ti agiti così tanto, non cambierai nulla! Anzi forse peggiorerai solo tutto...adesso prima di tutto dobbiamo trovare Claudio e poi e ripeto solo poi potremo cercare di aiutarlo!”

Valerio venne in soccorso a Lucia. “Ha ragione Elena! Per adesso abbiamo le mani legate! L' importante é trovare Claudio e stargli accanto... non capisco solo una cosa: come mai ti importa tanto di lui?”

Sul volto del ragazzo non c' era nessuna traccia di allusione e scherno, solo una sana e semplice curiosità.

Io...io credo di volergli bene.”

Era più di quanto potesse ammettere a se stessa.

Credi o gli vuoi bene?”

Gli voglio bene. É difficile spiegare le motivazioni, perché beh..insomma.. dopo quello che mi ha fatto passare l' anno scorso sfido chiunque a pensare una cosa del genere! Però..credo di avere visto in lui dei lati che non conoscevo..e diciamo che non mi sono dispiaciuti! ”

non si sceglie a chi volere bene e soprattutto non ci si dovrebbe mai interrogare sui motivi che ti attirano verso una persona rispetto ad un ' altra ; Ricordati sempre Elena che, come diceva Pascal, le coeur a ses raison que la raison ne connaît point , il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce...Il cuore ci suggerisce delle cose che a volte, razionalmente sono insensate, proprio perchè irrazionali; la ragione dovrebbe essere lo strumento per aiutarci a fare la scelta giusta, non quella impulsiva, ma il cuore be, lui ha un potere più grande,urla molto più della ragione...

Vale... mi dispiace interrompere la tua lezione di filosofia, ma mi si sono appena rotte le acque!”

Elena non ebbe nemmeno il tempo di guardare l' amica che si contorceva dal dolore per le fitte lancinanti, poiché Valerio si gettò sull' amica e poi le urlò di chiamare l' ospedale
.Era necessario non perdere tempo.
La posta in palio, la vita di Lucia e del bambino, era troppo alta per essere messa in gioco.

 

 

Claudio tormentava il bicchiere di cognac da un tempo che per lui sembrava infinito. Si divertiva a muovere il pollice in tutte le direzioni possibili, descrivendo archi più o meno ampi che avevano il solo scopo di fargli passare il tempo, in qualche modo.
La notte prima era stata un vero incubo e quel giorno sarebbe stato solo uno dei primi in cui evitare i paparazzi era fondamentale come respirare. Quella mattina se ne era andato via di casa presto, i soliti Ray Ban che gli oscuravano gli occhi e un abbigliamento sportivo che avrebbe confuso anche il più furbo dei giornalisti; con questa tenuta aveva girovagato un po' per le strade di Roma, finchè era giunto in quella specie di bettola che però profumava di anonimato. Erano circa quattro ore che si trovava in quel bar e nonostante si fosse stancato di torturare quel povero bicchiere non sapeva che altro fare- pensare era vietato – dunque alla fine decise di prendersi un martini, tanto per cambiare.

Non credi che sia un po' troppo presto per bere tutta questa roba?”

La cameriera, che non doveva avere più di venticinque anni, si avvicinò a lui. Appoggiò la bevanda sul tavolino leggermente traballante e lo fissò con aria diverita.

L' unica cosa in cui credo é il libero arbitrio. Ah..e anche che non siano affari tuoi!”

Il ragazzo la incenerì con lo sguardo, poi sorseggiò il suo drink, un ghigno di soddisfazione dipinto sul volto.

Ehi, piano con i paroloni ragazzino! Volevo solo essere gentile.. é evidente che non sei abituato a queste cose.. che é, per caso i tuoi ti hanno cresciuto in un qualche paesino sperduto in cui non si insegnano le buone maniere?”

Ma chi diavolo era quella e che cosa voleva dalla sua vita? Nonostante possedesse un sedere da favola, quella ragazza non aveva alcun diritto di esprimere giudizi sulla sua famiglia, visto che lo conosceva a dir tanto da appena cinque minuti.

Senti Maria Teresa di Calcutta dei miei stivali non ti conviene mettere in mezzo i miei genitori, perché poi dovrei iniziare a parlare dei tuoi e non so se sia conveniente..”

Era ingiusto prendersela con quella ragazza, però a Claudio non importava un granchè di avere ferito i suoi sentimenti da crocerossina. Ero stufo di quel genere di ragazze, era stufo di qualsiasi genere di ragazza!

Va bene come non detto! Goditi il tuo Martini del cazzo e poi sparisci di qui, altrimenti sarò costretta a chiamare la proprietaria!”

Era veramente incazzata. Tanto quanto lui era ubriaco.

Fallo pure! Tanto non rimetterò più piede in questa topaia ..stanne certa!”

Topaia? Così ferisci i miei sentimenti.. Claudio!”

Una voce decisamente civettuola spezzò l' atmosfera di odio reciproco che aleggiava tra i due. La barista gettò un ghigno di soddisfazione in faccia al ragazzo e si rifugiò in un angolo del bar, pregustando con gioia la vendetta della sua titolare. Vendetta che, ahimè per lei, aspettò invano.
Due occhi nocciola si incastonarono in quelli di Claudio, rivelando la presenza di una ragazza dai capelli color miele e lo sguardo da cerbiatta.
Passò qualche istante prima che lui la riconoscesse. Quei ricci così perfetti erano impossibili da dimenticare. Una spiaggia deserta e due bicchieri rotti sul bordo del bagnasciuga gli tornarono in mente,suscitando in lui il primo vero sorriso della giornata.

Giada! Da quanto tempo é che non ti vedo?- guardò più attentamente il locale, poi proseguì – alla fine quindi sei riuscita a convincere tuo padre a comprarti un bar... sono davvero impressionato, anche se devo essere sincero..il tuo locale resta pur sempre una topaia!”

Il tono ironico dell' amico divertì la ragazza, la quale lo abbracciò in uno slanciò di affetto.

Mi sei mancato pazzo! - gli sussurrò maliziosamente in un' orecchio, la voce calda e sensuale proprio come lui si ricordava.

Anche tu, loca!”

Era vero; le era mancato non avere intorno Giada. Lei rappresentava una delle poche boccate d' ossigeno che le erano state concesse nella sua vita,era un mix di allegria e vitalità a cui era difficile rinunciare, una volta avuta l' occasione di provarlo.

Qual buon vento ti porta qui?Non siamo in una zona della città che sei abituato a frequentare...”

Sono in cerca di un po' di svago. Diciamo. Se avrai letto i giornali saprai tutto comunque.” Un' ombra di tristezza gli oscurò il volto.

Sapere cosa? Lo sai che non leggo mai i giornali, se non quelli di gossip..ma solo per divertirmi a prendere in giro i grafici per i pessimi fotomantaggi o fotoritocchi!”

L' occhiolino che gli regalò gli fece capire che nonostante Giada sapesse tutto, preferiva evitare l' argomento perchè non voleva intristirlo inutilmente.Un improvviso calore lo avvolse, sciogliendo ogni residuo di ostilità e tristezza.

che ne dici se andiamo in quel maneggio che ci piaceva tanto?Non é tanto lontano da qui e se vuoi ci possiamo andare con la macchina..ce l' ho parcheggiata qui dietro!”

Dio benedica Giada Benedetti!” pensò con soddisfazione il ragazzo faccendole un cenno di assenso. Era eccitato all' idea di passare un pomeriggio in buona compagnia e immerso nel verde più brillante dei ricordi felici.

 

 

L' atmosfera cupa della stanza era abbellita da uno spiraglio di luce che entrava dalla persiane accostate. Esso conferiva alla stanza, un elegantissimo studio in legno, un aspetto mistico. La donna passeggiava avanti e indietro, incapace di fermarsi perchè in preda all' angoscia. Ad un certo punto, andò a sbattere contro un mobile , così, colta da un improvviso moto di stizza, andò alla ricerca dell' interruttore in cerca di una migliore visibilità.

Io non lo farei se fossi in te!”

Il tono pacato dell' uomo,appena entrato nella stanza le provocò un misto di sensazioni, tra cui paura, timore e rispetto, che la spinsero ad obbedire a quello che sembrava un tacito ordine.

Ho realizzato una concezione molto affascinante in questi ultimi anni: l' unico modo per apprezzare la luce é quello di abitare, vivere costantemente nel buio più cieco e totale..solo così si riuscirà a dare un senso a tutto e si imparerà ad apprezzare le cose belle della vita. Vivo in questa atmosfera gotica proprio per questo motivo! Vivendo a stretto contatto con il buio però é impossibile non perdere la retta via e gettarsi nello sconforto, ecco che qui entra in gioco lo spiraglio di luce, che svolge il duplice ruolo di guida e consolatore..non trovi che tutto ciò sia affascinante, mia cara?”

Ginevra sentì un brivido di terrore correrle lungo la schiena. Avrebbe dato qualsiasi cosa per rimandare quell' inquietante incontro, ma purtroppo dopo i recenti eventi era impossibile.

Credo..certo che si!”

Gli occhi dell' uomo scintillarono, un guizzo di follia nelle iridi color cioccolato. “Oh, Ginevra Ginevra! Apprezzo il tuo tentativo ma temo che tu non abbia capito nemmeno una parola di quello che ti ho detto. - si interruppe un attimo,fingendo di pensare a cosa dire, poi riprese con più foga - d' altra parte, ci vuole intelligenza per capire certe cose, facoltà di cui tu sei sprovvista, visto che ancora non hai trovato il modo per ridarmi i miei fottutissimi soldi!”

La prese per i polsi e con una forza bestiale la sbattè a terra, come se fosse un sacco di patate.

Mi dia ancora un po' di tempo -tentò la donna – signor Hill le prometto che questa volta non la deluderò!”

E sentiamo mia bella signora..quanto tempo dovrei concederle? Ne ho abbastanza delle sue scuse. Se non voleva indebitarsi con me bastava che la smettesse di rovinarsi la vita giocando con le slot machines!”

Si avvicinò a lei, notando con piacere che tremava come una foglia. Le pose una mano sotto il mento, fissandola con l' interesse con cui un allevatore osserva un capo di bestiame prima di acquistarlo.

Non posso concederti altro tempo. Rivoglio i miei soldi indietro, ma non perchè ne abbia bisogno...é una questione di principio, non credi?”

Ginevra abbassò lo sguardo, umiliata dal trattamento di quell' uomo freddo e crudele. Cosa sarebbe successo adesso? L' avrebbe subito uccisa in quella stanza o avrebbe escogitato qualche diabolico stratagemma prima?
L' uomo le girò le spalle e se ne stette lì, in quella posizione, per un tempo che a Ginevra parve infinito. Quando le campane di una chiesa lì vicino suonarono per indicare che era mezzogiorno, lui si voltò verso di lei, un ghigno di soddisfazione dipinto sul viso contrassegnato da lievi rughe.

Mi sento abbastanza magnanimo oggi , quindi credo che ti risparmierò,ma da adesso in avanti si fa come dico io. Riavrò presto i miei soldi, ma devo portare pazienza...”

Detto questo se ne andò misteriosamente, lasciandola lì da sola, intenta a raccogliere i cocci del suo traboccante orgoglio ferito.

 

 

 

Note dell' autrice: eccomi qui con il nuovo capitolo. Che ne pensate della piega che sta prendendo la storia? Avete alcune ipotesi su quello che potrà accadere d' ora in avanti? Va bene, ora basta con l' interrogatorio xD La via in cui ho scelto di far abitare Valerio esiste realmente, però non essendo di Roma non so se ho scritto una stupidata o meno XD
Ringrazio di cuore oltre a tutte le persone che mi seguono e recensiscono maryellen per avere inserito non solo questa FF, ma anche l' altra tra le preferite ^^ Se hai voglia di farmi sapere che cosa ne pensi di tutte e due, ti invito a farlo ;)

Vi devo chiedere un favore: qualcuno sa dirmi come si chiama il figlio di Lucia nella serie? Sto avendo un po' di problemi a recuperare le puntate, quindi se mi aiutate mi fareste un enorme piacere! Confido in voi *_*
Credo che su questo capitolo ci sia poco da spiegare, se voi avete qualche dubbio o perplessità fatemelo sapere! Sarò ben lieta di rispondervi ^^

a presto (spero!) Fabi <3

 

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Capitolo 10
*** The Sounds of Silence ***


11. The Sounds Of Silence;

 

Quel lunedì pomeriggio Elena e Claudio si erano dati appuntamento davanti alla Galleria d' arte antica, in via Corsini.

Elena arrivò con largo anticipo e per ingannare il tempo si mise a passeggiare nervosamente avanti e indietro. Non sapeva dire con esattezza quale fosse il motivo che la rendeva così tesa. Certo, l' idea di accompagnare Rizzo in prigione da suo padre non era certo motivo di gioia, però c' era qualcosa di più che la spaventava e la eccitava al tempo stesso...

Si passò distrattamente una mano tra i capelli per allontanare quegli strani pensieri, poi guardò l' orologio, visibilmente scocciata.

Era già in ritardo di un quarto d' ora, maledizione!

Non dovette aspettare ancora molto per fortuna. Un rombo proveniente da una moto di grossa cilindrata attirò la sua attenzione obbligandola a voltarsi verso la fonte del rumore. Il ragazzo che la guidava parcheggiò dall' altra parte della strada e nel momento in cui si tolse il casco Elena lo riconobbe. Era Claudio.

Lui le si avvicinò con passo deciso, scrutandola con un sorriso divertito stampato sul volto.

Che cosa c' è di tanto divertente?” esordì lei improvvisamente inacidita. Non bastava che fosse arrivato in ritardo, ora si divertiva pure a prenderla in giro!

Calma calma.. sorrido solo perchè hai una macchia di cappuccino sul naso, nulla di più! Sei buffa!” replicò lui con semplicità.

La ragazza si toccò la punta del naso, l' imbarazzo crescente le colorava le gote di un rosso acceso. Ora si spiegava il motivo per cui il ragazzo a cui si era rivolta mezz' ora prima per pagare il cappuccino aveva cercato di soffocare a stento una risata...

Frugò nelle tasche della giacca in cerca di un fazzoletto, ma non trovò nulla.

Inaspettatamente Claudio le porse un pacchetto di fazzoletti profumati e la fissò mentre si ripuliva il naso.

Va meglio così?” gli chiese lei.

Rizzo sembrava non essere soddisfatto del suo lavoro, così le prese il fazzoletto tra le mani e ripulì con delicatezza ogni traccia di sporco.

Quel breve contatto tra di loro le causò un brivido di piacere che le percorse la schiena, lasciandola ancora una volta senza parole. Possibile che bastasse così poco per metterla in agitazione? Da quale diavolo di stregoneria era posseduto il suo corpo per avere tutta quella influenza sulle sue membra?

Elena si ritrasse di scatto,suscitando nell' amico una espressione di leggero disappunto.

Che cosa c' è che non va? Ti ha per caso punto una tarantola?”

No nulla di tutto questo, scusa.. é che mi metti in imbarazzo facendo così...”

Avrebbe potuto comportarsi da stronzo in quel momento, cercando di metterla in imbarazzo con allusioni più o meno velate a quel famoso bacio. Avrebbe potuto giocare a uno di quei giochi di finta seduzione in cui era tanto bravo. Invece non fece nessuna delle due cose. Si limitò a buttare il fazzoletto in un cestino non molto lontano e poi si passò distrattamente una mano tra i capelli, un gesto di incuranza che nascondeva però un grande senso di disagio.

Aveva altro per la testa in quel momento, cose molto più importanti che prendere in giro lei. Tra pochi minuti avrebbe rivisto il padre per la prima volta dopo l' arresto.

Sei pronto ?”

Claudio si stupì della domanda così diretta, ma non a tal punto da non trovare le parole per risponderle.

Domanda da un milione di dollari. Da una parte penso di essere felice di rivederlo perché voglio vedere come se la cava quel vecchio mascalzone in prigione- sorrise un attimo, ma sulle sue labbra non vi era alcuna traccia di divertimento - dall' altra, non so Elena, credo di non essere psicologicamente pronto ad affrontarlo..”

Perché? Temi forse di affrontare il crimine che ha commesso, provi vergogna nei suoi confronti? Che cosa diavolo é che ti spinge a lasciarlo solo? Spiegamelo Claudio, avanti!”

Le parole le uscirono una dopo l' altra in un crescendo di sensazioni amare che la portò ad assumere un tono irato, ultima delle cose che avrebbe voluto. Non riusciva a capire però l' esitazione dell' amico! Al suo posto avrebbe smosso mari e monti per stare a fianco del padre. Ma in fondo lei e Antonio avevano un rapporto ben lontano dal gelido filo che collegava Vittorio Rizzo al figlio...

Scusami Cla! Non volevo accusarti di nulla..”

L' espressione mortificata della ragazza distese i lineamenti del giovane, che un attimo prima si erano contratti in una smorfia indecifrabile.

Elena perché non mi lasci finire di parlare prima di giungere alle conclusioni sbagliate?”

ti ho appena detto che mi dispiace...sul serio Claudio! -i suoi occhi si incollarono a quelli del ragazzo per poi abbassarsi e fissare la punta delle converse sbiadite dalla pioggia – il fatto é ..be tu adesso stai per avere la tua grande opportunità, potrebbe essere l' unica occasione che hai per recuperare i rapporti con tuo padre. Non mi va che getti tutto all' ortiche solo perché sei psicologicamente bloccato. Ma in fondo questi non sono affari miei.”

Claudio le pose l' indice destro sotto il mento e nel rialzarle il volto notò una piccola lacrima solitaria intrappolata tra le sue ciglia.

Intenerito dalla situazione, le regalò un sorriso sincero e poi disse: “ é vero. Non sono affari tuoi, ma questo non ti impedisce di dirmi cosa ne pensi di tutto questo. Quello che mi spaventa non é il fatto in se di vedere mio padre. Ciò che mi spaventa é il dialogo che dovrò sostenere con lui. Ho paura che la nostra non comunicazione ci porti a non dire nulla, neanche in questa occasione! Il suono fastidioso del silenzio, ecco quello che mi spaventa più di tutto.”

Elena lo guardò con un sorriso comprensivo, poi prima di parlare riflettè un attimo sulle parole più giuste per esprimere quello che stava pensando in quel momento.

Hai paura di fare un salto nel buio.. dopo tutto quello che hai passato é più che comprensibile. Ma non arrenderti, non farlo mai! Non permettere alle tue paure di prendere il sopravvento o non ne uscirai più. Credo di non essere la persona più adatta per darti consigli in questo campo, ma voglio provare lo stesso a dartene uno. Prima di tutto devi rispondere a una mia domanda.”

Claudio, visibilmente interessato alla piega che stava prendendo il discorso, la esortò a continuare.

Bene. Qual' é l' ultima cosa che ti ha detto tuo padre?”

Il ragazzo ci pensò su un attimo, poi rispose senza alcuna esitazione.

Mi ha chiesto di fidarmi di lui, che aveva fatto tutto in buona fede. E anche se non me l' ha detto esplicitamente, credo che volesse sapere se l' avrei mai perdonato un giorno...”

Tu cosa pensi in proposito?”

Io, be io mi fido di lui... e credo di averlo già perdonato. Sebbene sia un padre scapestrato, é tutto quello che rimane della mia famiglia!”

Un lampo triste attraversò lo sguardo del giovane, imprimendogli una lieve stretta al cuore.

Nel frattempo erano arrivati davanti al carcere.

Elena in tutta risposta gettò uno sguardo raggiante, come se le avessero appena comunicato che aveva vinto al superenalotto.

Bene bene! Se proprio temi il silenzio tra voi due, ora sai come iniziare il discorso con tuo padre! Ora vai, io ti aspetto qui fuori!”

ma..sei sicura possa funzionare?

Assolutamente si! Vai su! E buona fortuna!”

 

Mentre Elena guardava Claudio parlare con la guardia giurata, un gruppo di signori distinti che uscivano in quel momento dal Regina Coeli attirò la sua attenzione. Sembravano piuttosto soddisfatti. In particolare lo era uno dei tre, il cui sorriso lievemente inquietante era mitigato dal portamento nobile e sicuro. L'uomo estrasse il cellulare visibilmente sollevato e parlò per qualche minuto con una persona che per lei doveva essere sicuramente importante, visto l' espressione ossequiosa di lui.

Quando l' uomo ebbe finito di conversare, mise il cellulare in tasca e prima di andarsene le rivolse un sorriso sinistramente sprezzante. A Elena si gelò il sangue. Dove diavolo aveva già visto quell' uomo prima? Perché lui l' aveva guardata in quel modo e perché il solo contatto visivo le faceva venire i brividi di terrore? Abbassò lo sguardo, turbata da quello strano incontro. Quando lo rialzò il trio era sparito. A farle compagnia era rimasta solo una foglia ingiallita dall' autunno, che poco dopo fu portata chissà dove dal vento.

 

 

Hello Darkness my old friend

I' ve come to talk with you again

 

 

Una camera buia, illuminata solo da uno spiraglio di luce che abbracciava timidamente l' oscurità in cui versava la stanza.

Ecco quello che vide prima di riconoscere le forme familiari di Vittorio Rizzo, un padre e un uomo disperato, a quanto sembrava dallo stato dei capelli grigi, che giacevano inermi in una massa scomposta e disordinata. L' energia e la sicurezza che un tempo il suo portamento ispirava non erano cambiati, stranamente.

Lo sguardo dell' ingegnere si incatenò al suo, un sottile filo di lacrime perlacee che non riuscivano però a sminuire la gioia che stava provando nel rivedere il suo unico figlio rimasto in vita.

Claudio si sedette sulla sedia cigolante e si guardò i polsini inamidati della camicia, incerto. Il padre non smetteva di fissarlo e questo lo mise ancora di più in imbarazzo. Voleva, desiderava con tutto il cuore dire qualcosa, anche la minima stupidata in quel momento avrebbe fatto la differenza.

Claudio...”

L' incantesimo in cui sembrava intrappolato finalmente si spezzò. Quel semplice richiamo lo aveva stupito per l' intensità con cui cui Vittorio aveva pronunciato il suo nome e ciò gli diede la forza per provare ,finalmente, a fare quel maledetto salto nel vuoto. Elena aveva ragione, in fondo.

Come stai papà? Ti trattano bene qui?”

Claudio si maledì mentalmente. Che cavolo di domanda gli aveva fatto?

Il padre non parve curarsi della stupidità della domanda e rispose con un sorriso di gratitudine.

Sebbene il Regina non sia famoso per la sua calda ospitalità non posso lamentarmi. I miei compagni di cella sono abbastanza simpatici, la sera riusciamo sempre a giocare a una partita di scopa.. mi manca il piano però, terribilmente! Tu invece come stai?”

Claudio fu felice per l' improvvisa confidenza che gli stava concedendo. Si chiese se tutto ciò fosse solo una cosa temporanea oppure no, poi gli rispose con tutto il tatto possibile, temendo che quel timido tentativo di riappacificazione potesse spezzarsi da un momento all' altro.

Io sto bene tutto sommato... - una breve pausa di silenzio, poi riprese- senti, volevo dirti una cosa ma non so nemmeno da dove cominciare..”

Prenditi tutto il tempo che vuoi Claudio, io non devo andare da nessuna parte!”

Ecco..vedi..ti ricordi l' ultima volta che ci siamo visti? Tu mi hai chiesto se potevo fidarmi di te...”

Ricordo perfettamente...”. Il volto dell' uomo si era contratto in una smorfia di dolore.

Bene! Papà il nostro rapporto non é mai stato perfetto ed entrambi sappiamo le motivazioni che ci hanno spinti ad allontanarci l' uno dall' altro! La malattia di Francesco é stato solo il colpo di grazia.. però nonostante tutto, di una cosa sono sempre stato sicuro e questa cosa é la tua onesta e professionalità. Ho sempre ammirato il modo in cui hai costruito un impero dal nulla, quindi puoi solo immaginare lo shock che ho provato quando ti sei costituito!“

Il padre annodò con il capo ripetendogli che nonostante avesse sbagliato, aveva fatto tutto per amore.

Lo so! Ti credo papà! Non posso fare a meno di crederti! Sei l' unica famiglia che mi é rimasta...non voglio perdere pure te, non sarei in grado di sopportarlo!”

I suoi occhi si annebbiarono in un istante e il padre, resosi conto del suo disagio, gli prese una mano tra le sue e la strinse con calorosa forza.

Mi stai dicendo che mi perdoni Claudio? É questo che stai sotto intentendo?”

Il si che pronunciò un istante dopo in risposta il ragazzo fu così deciso da procurargli un leggero brivido di felicità. Sentì i muscoli della schiena distendersi dalla morsa che gli aveva tenuti contratti per tutti quei giorni, come se all' improvviso il pesante fardello che portava sulle spalle fosse sparito nel nulla.

Il padre allora fece un gesto che lui non avrebbe mai dimenticato: lasciò la presa del figlio per portarsi le mani al collo e poi gli porse una semplice catenina d' oro.

Claudio la riconobbe subito. Quel semplice gioiello era appartenuto alla sua famiglia per molte generazioni. Il nonno gli aveva raccontato una volta che l' aveva data al padre non prima che lui avesse dimostrato di essere un vero uomo.

Non posso accettare papà! Non sono ancora pronto...”

Si che lo sei Claudio. Gli eventi di questi ultimi anni, nonostante la loro tragicità o forse proprio per questo, ti hanno portato a diventare un uomo. Questa collana ti darà lo spirito giusto per intraprendere quel cammino che tempo fa ho compiuto anche io. Mi dispiace non avertelo mai detto, ma sono molto orgoglioso di come hai saputo gestire la situazione con tua madre. Sono sicuro che anche Francesco lo sarebbe...”

Claudio gli rivolse un sorrise di gratitudine e prese la catenina tra le mani. La rigirò più e più volte prima che una lacrima solitaria si confondesse con il confortante colore del metallo con cui era stata creata.

Sul volto di Claudio erano ancora rimaste tracce della tristezza che lo aveva invaso in quei giorni. Essa però era stata attenuata dalle quanto mai scioccanti parole del padre. Dopo tutti quegli anni fatti di tacite incomprensioni e gelidi silenzi ora sembrava che il loro rapporto stesse per prendere una piega diversa.

Una piega migliore. Una piega che faceva sembrare tutto più sopportabile.

Ora che aveva l' appoggio e il sostegno del padre niente avrebbe potuto scalfirlo o ferirlo. Niente, eccetto una ragazza con i capelli bruni dallo sguardo da cerbiatta.

Ma di Elena ormai poteva fidarsi. Non lo avrebbe più ferito: glielo diceva la sua ragione.. e perché no? Anche il suo cuore, maledizione!

Grazie papà! Non sai quanto questo significhi per me..”

Grazie a te Claudio! Ah mi sono dimenticato di dirti una cosa: poco prima che arrivassi tu sono stati qui dei nuovi avvocati..”

 

 

 

 

Note dell' autrice: finalmente ho pubblicato questo dannato undicesimo capitolo. É stato davvero difficile da scrivere e non so se vi sia piaciuto. Ho pensato a lungo alla riconciliazione tra Claudio e il padre, non riesco a capire se ho affrettato troppo le cose oppure può risultare una cosa realistica. Cosa ne pensate di questo fatto? Ditemi le vostre opinioni perché é un punto molto importante a mio avviso. Questa volta spero di essermi documentata meglio su Roma,ho scelto il carcere Regina Coeli perché é l' unico su cui ho trovato molte informazioni. Ad essere sincera avrei voluto fare qualche accenno sul caso della morte di Stefano Cucchi, avvenuta all' incirca nello stesso periodo in cui é ambientata la FF, ma poi riflettendoci bene ho deciso saggiamente di evitare di fare illazioni su un caso ancora oggi purtroppo irrisolto. Credo poi sia un bene non mischiare troppo la realtà con la fantasia... ne potrebbe uscire un mix pericoloso!
La canzone da cui ho preso ispirazione é di Simon and Garfunkel. É molto famosa per cui dovreste conoscerla! In ogni caso vi metto il link per ascoltarla http://www.youtube.com/watch?v=fO_-esmcsv4&feature=fvst

Il prossimo capitolo avrà come tema Halloween e saranno coinvolti un po' tutti i personaggi della storia :)
Chiedo perdono per l' imperdonabile ritardo, credo che da ora in avanti riuscirò sempre meno a trovare il tempo per scrivere. Non temete comunque, porterò a termine la storia, che non dovrebbe avere più di 20 capitoli^^
Ringrazio tutti coloro che mi seguono, hanno messo la storia tra le preferite o che comunque mi leggono silenziosamente. Ringrazio anche e soprattutto Sara e Giuls che riescono a trovare sempre il tempo per commentare le mie schifezze xD

grazie di cuore, davvero <3

a presto(spero)!  fabi

 

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Capitolo 11
*** Let It Bleed ***


10. Let It Bleed ;

 

Era lì da tanto, troppo tempo. Fissava la parete bianca color neve davanti a lei, incapace di spostare lo sguardo altrove. Era come ipnotizzata, una sorta di trance profonda l' aveva colpita nel momento stesso in cui aveva messo piede in quel dannato ospedale. Degli attimi prima ricordava solo una corsa sfrenata in ospedale, gli urli strazianti di Lucia e i suoi disperati tentativi di tranquillizzarla. Queste immagini però erano confuse e dai contorni sfocati.
Valerio sedeva accanto a lei, un' espressione angosciata deformava i suoi lineamenti creando un sottile gioco di luce sul volto.
Il silenzio regnava tra i due, nell' attesa di avere qualche notizia in più sulla salute di Lucia e del bambino, che si sarebbe chiamato Ludovico, in memoria del nonno di Cesare. L' atmosfera irreale in cui sembravano essere caduti vittime i due fu spezzata da un urlo, talmente forte e disperato da attraversare le solide pareti della struttura ospedaliera.

Dove sta lei? É inutile che mi trattiene..io ho il diritto di saperlo, sono il padre per la miseriaccia!”

I contorni familiari di Cesare comparvero in fondo al corridoio,un braccio trattenuto a forza da una robusta quanto spazientita infermiera.

Non le posso far sapere nulla giovinotto, se non che la ragazza é ancora in sala parto. E poi come faccio a sapere che lei é veramente il padre? La signorina ha chiesto esplicitamente di quel ragazzo laggiù per l' assistenza, mi dispiace...”

Gli occhi di Cesare seguirono la direzione di quelli della donna , ritrovandosi a fissare il viso di Valerio, la cui bocca si era distesa in un pacato sorriso. Di fianco a lui, c' era la bella Cicerino, la cui maschera di timidezza risaltava in modo visibile la bellezza acqua e sapone. Un lampo di delusione gli oscurò lo sguardo, ma non lo dette a vedere. In fondo come poteva pensare che Lucia l' avesse voluto vicino in quello che sembrava essere uno dei giorni più terribili e più belli della sua vita? Durante tutto il periodo della gravidanza le aveva dedicato poche attenzioni, lasciandola alle dolci ed efficaci cure dell' amico, quindi come diavolo poteva aspettarsi qualcosa di diverso da lei? Al primo posto ci sarebbe stato sempre Valerio.

Niente poteva cambiare l' ordine naturale delle cose.

I due intanto si erano avvicinati a lui e lo abbracciavano con affetto.

Sapete qualcosa ragazzi?”

Siamo qui da due ore, ma ancora niente. Solo un dottore si é fermata circa un' ora fa per dirci che il parto stava andando bene, però poi non abbiamo saputo più nulla..Ho già chiamato i suoi, sono un po' incasinati con il lavoro ma stanno per arrivare...”

Grazie Vale! Anche i miei stanno per arrivare...ma come é potuto succedere! Il termine era previsto per sabato prossimo... comunque lei come sta? Sta bene vero?”

Lo sguardo preoccupato di Schifani colpì Elena. Per tutti quei mesi aveva cercato di rifuggire tutte le sue responsabilità di padre gettandosi a capofitto in festini devastanti e ragazze dai dubbi principi morali, e ora... ora quell' atteggiamento protettivo nei confronti dell' amica, così lontano dal suo ridondante menefreghismo, la spiazzava. Chi era veramente Cesare Schifani ? Il burlone di turno, quello per cui la vita é sinonimo di giostra infinita, oppure qualcosa, se non molto di più?

Non ti preoccupare Cesare. É normale che un parto avvenga prima del termine, ciò non condizionerà né la salute del bambino, né quella di Luci!”

Il tono dolce della ragazza non sembrò calmare il ragazzo, perciò Valerio le venne in soccorso. “ Se non riesci a tranquillizzarti, perché non chiedi all' infermiera di poter entrare in sala parto? In fondo tu sei il padre..”

Elena notò una leggera esitazione nel pronunciare le ultime tre parole, come se la quella consapevolezza fosse troppo difficile da ammettere.
Cesare pareva spaesato. L' infermiera che ancora lo tratteneva mollò la presa su di lui, dicendogli : “ se lei é davvero il padre, cosa di cui dubitavo fino a un momento fa, la signorina sarà ben lieta di averla accanto durante il parto. Mi segua, le faccio indossare camice e mascherina!”

Cesare immobilizzò gli occhi su quelli di Valerio. “Credevo che lei volesse te...”

Non importa ciò che lei vuole. Né tanto meno di ciò che voglio io. Niente può cambiare il fatto che TU sei il padre, Ludovico sta per diventare la tua gioia, la tua responsabilità. Non posso e non voglio impedirti di vederlo nascere .. e neanche Lucia lo vorrebbe.”

Cesare lo guardò con crescente ammirazione, gli occhi febbricitanti di emozione.

Ti ringrazio Vale... prometto che non ti farò pentire del fatto di avermi dato fiducia!”. Diede una pacca amichevole all' amico e poi si allontanò con l' infermiera.

Elena guardò Valerio, il quale aveva una espressione pensierosa ma serena.

Come va?”

Lui la guardò, un sorriso triste dipinto sul volto. “ Bene, credo. Sono contento di vedere Cesare crescere un po', non é uno spettacolo a cui sono molto abituato!”

La battuta non uscì dalla sua bocca come avrebbe voluto, così, più serio, riprese: “non é facile trovare il coraggio di lasciare andare una del calibro di Lucia sai? É spigliata, divertente, buffa a volte e molto molto dolce. Sono qualità difficili da trovare in una persona, non credi?”

Elena non riusciva a capire dove volesse andare a parare il giovane Campitelli, perciò si limitò a fargli un cenno di assenso.

In questo periodo abbiamo passato un sacco di tempo insieme, io e lei. Non so dirti il preciso istante in cui mi sono innamorato di lei, so solo che é successo...almeno, ho creduto di esserlo. Vorrei tanto averlo fatto, perchè, accidenti a mia madre, Lucia rappresenta tutto ciò che lei sogna per me in futuro: una moglie, tanti figli.. - sorrise lievemente – ma diamine, io non posso sempre scegliere la via più facile solo perché più comoda! Sono gay e amo Filippo, lo amo più di me stesso, solo che a volte preferirei fare finta di non provare quello che provo per lui.. non è facile esprimere liberamente i propri gusti sessuali quando tutti per strada ti chiamano checca...”

Elena , alle parole dell' amico, gli prese una mano e la strinse forte tra le sue, poi gli sussurrò con un pizzico di malizia : “ e io che pensavo che il problema più grosso della giornata fosse il papà di Rizzo...”

Valerio spalancò la bocca in un sorriso luminoso, talmente caldo da sciogliere qualsiasi residuo di tensione.

Ora capisco cosa ci trovi in te Claudio...!”

Quella frase, lasciata lì in sospeso,la bloccò. Odiava il modo in cui ogni affermazione che riguardava Claudio avesse su di lei il potere di una doccia fredda.

Come? Cosa?”

L' amico non fece nemmeno in tempo a rispondere che un euforico Cesare li interruppe esclamando a gran voce: “ é nato! Ludovico, il bambino più bello del mondo, é nato!”

Era appena uscito dalla sala, la fronte imperlata di sudore ma il volto sereno e raggiante. Elena e Valerio si avvicinarono per congratularsi con lui, poi lo lasciarono solo con i genitori che erano appena arrivati.

Ora che ci penso... devo chiamare i miei per raccontargli tutto! Avendo visto la casa vuota probabilmente si sono spaventati!”

Valerio si allontanò a gran passi verso l' uscita, lasciando Elena completamente sola. La ragazza estrasse il cellulare dalla tasca dei jeans e fece scorrere l' elenco dei contatti in cerca del numero del padre. Prima di arrivare alla voce Papà le sue dite si bloccarono su un contatto in particolare. Prendendo il coraggio a quattro mani, pigiò il testo verde e appoggiò l' apparecchio vicino all' orecchio destro, in attesa di ricevere una risposta.

Dopo qualche secondo, una calda e sensuale voce femminile rispose, gettando la ragazza nel panico più assoluto.

Pronto? Chi parla?”

ehm..questo è il numero di Claudio Rizzo giusto?”

La ragazza rispose affermativamente, offrendosi di passarglielo, se desiderava.

No, no per carità! Gli dica solo che il bambino di Lucia é nato.. e che mi dispiace... per tutto”.

Detto questo, chiuse la comunicazione, le dita intorpidite da una fastidiosa sensazione di impotenza.

 

 

 

Claudio giaceva sul prato, un gambo di margherita tra i denti. L' odore dell' erba smorzato dall' imminente arrivo del freddo lo rilassava piacevolmente, molto più del contatto con la terra indurita dall' autunno. Giada gli si avvicinò con un sorrisetto malizioso stampato sul volto, indizio che poteva ricondurre a una cosa sola.

Che cosa hai combinato questa volta Già? Non dirmi che mi hai ancora riempito le scarpe di ginnastica con merda di cavallo, non so se sarei in grado di perdonarti un' altra volta!"

La ragazza si gettò a pancia in giù sul prato,la divisa da cavallerizza che le risaltava la sottile abbronzatura e i ricci scomposti, come piacevano a lui.

Questa volta sono stata un po' più prevedibile – e nel dire questo estrasse il cellulare di Claudio – ah, una certa Elena ha chiamato dicendo che é nato il bambino di Lucia e che le dispiace di tutto.”

Elena. In un attimo rivide il suo sorriso, il suo sguardo capace di catturare tutte le sfumature del cielo dopo una tempesta e la sua bocca, sottile e dal sapore di mora selvatica. Quel miscuglio di immagini lo colpì, stringendogli il cuore in una morsa dolorosa. Cercò di ignorare quella piccola sofferenza e gettò una sguardo truce all' amica, afferrando con fin troppa foga il telefono.

Ma come ti sei permessa! Te l' ho detto che doveva rimanere spento, per via dei giornalisti..”

L' espressione di Giada non perse la sua giocosa vitalità. “Andiamo, tesoro! Non me la dai a bere.. chi é questa Lucia e soprattutto- una punta di gelosia uscì involontariamente dalle sue labbra- chi cavolo é  Elena?”

Al pensiero di Lucia e del bambino, il ragazzo balzò in piedi in un lampo.

Devo andare loca! Lucia é una mia compagna di classe che ha appena partorito...il padre non sono io, sta tranquilla! E Elena.. bè lei é una .. amica anche lei!”

Non fu molto convincente nel pronunciare le ultime parole, ma non gli importò un granché. In fondo non doveva nessuna spiegazione a Giada e poi.. cosa c' era da spiegare? Nulla. Elena Cicerino non voleva e non poteva far parte della sua vita.

 

 

Elena si trovava all' ingresso dell' ospedale, le braccia incrociate e una smorfia di impazienza sul viso. Erano almeno dieci minuti che aspettava Antonio Cicerino, ma ovviamente il padre non si era ancora fatto vivo. Si guardò intorno in cerca di una fisionomia conosciuta, ma non c' era nessuna forma di vita nel piazzale antistante. Desolata, si sedette sui gradini dell' entrata e alzando gli occhi verso l' alto, scrutò le nuvole, con lo scopo di interpretare la loro forma.

Era un gioco che era abituata a fare con la madre, nelle sere uggiose in cui il padre era troppo impegnato a correggere i compiti di scuola. Si ricordò del tocco delicato con cui lei la prendeva in braccio, l' indice puntato verso il cielo in cerca delle forme più bizzarre, la gioia nel sentire le risposte di lei, per quanto strampalate potessero essere.
Un lieve pizzicore anticipò una lacrima solitaria, la quale scese silenziosa dal suo bel viso, obbligandola a sfregarsi la guancia per cancellare ogni traccia di salato.

Fu allora che lo vide.

In piedi davanti a lei, Claudio Rizzo aveva appoggiato la schiena su una parete e la fissava con una intensità che però non riuscì ad intimidirla.

Claudio...”

Finalmente aveva l' opportunità di parlargli. Scusarsi per come si era comportata era solo una delle tante cose che voleva dirgli, ma le parole in quel momento gli morirono in gola.

Come sta il bambino?”

Perfetto. Era venuto lì solo per vedere il bambino. Come biasimarlo del resto?

Lui sta bene e anche Luci... ascolta, ho bisogno di parlarti..”

Claudio ignorò deliberatamente le sue parole e fece per entrare in ospedale.Lei lo bloccò, afferrandogli il polso con una forza che non credeva di possedere.

Aspetta per favore! Ho bisogno di..”

Hai bisogno di cosa? - si divincolò dalla presa, imprecando a bassa voce- tu non hai voluto esserci quando io avevo bisogno di te, perché non dovrei ricambiare il favore?

Gli occhi del ragazzo si fecero vitrei, come se all' improvviso non ci fosse rimasto niente di vagamente umano in lui.

Mi dispiace, ho sbagliato. So che il mio atteggiamento é stato veramente orribile, tu stavi imparando a fidarti di me e io ti ho voltato le spalle. Non c' è nessuna scusa che possa giustificare il mio comportamento..ti chiedo solo una altra possibilità! Voglio migliorare,voglio aiutarti con questa storia di tuo padre..ora puoi continuare a crogiolarti nel dolore oppure darmi un' altra chance. A te la scelta!”

Il viso di Claudio si allargò in un semplice sorriso. Come era bello quando sorrideva...

Mi piaci quando sei così aggressiva Cicerino! So già che me ne pentirò, però .. va bene! Ti do un' altra possibilità!”

Amici, allora?”

Elena gli porse la mano e lui la strinse, divertito.

Dopo essere stati conoscenti, “fidanzati” e fieri nemici.. penso che non possiamo non provare ad essere anche amici – risolse il ragazzo, stringendole con calore la mano – a una sola condizione però... lunedì mi dovrai accompagnare in carcere da mio padre. Ho bisogno di parlargli... poi ti racconterò tutto.”

I suoi lineamenti si indurirono, per poi distendersi subito dopo.

Elena accettò di buon umore. Mentre si incamminavano verso l' entrata dell' ospedale Elena gli sussurrò, senza alcuna malizia: “ Ti ho perdonato Rizzo. Ti ho perdonato...”
Il ragazzo, che era abbastanza intelligente da capire a cosa lei si riferisse, le dedicò un mezzo sorriso tra il compiaciuto e il divertito.

Giada li fissò fino a quando i due non vennero risucchiati dalle porte scorrevoli dell' imponente struttura ospedaliera.

 

we all need someone we can lean on
And if you want it, you can lean on me

The Rolling Stones

 

 

 

 

Note dell' autrice: inizio con il dirvi che questo capitolo proprio non mi convince, né per il titolo né per i contenuti. Soprattutto nell' ultima parte, avrei voluto un po' più di pathos tra Elena e Claudio prima di questa pseudo-riconciliazione, però poi ho pensato che era inutile tirare per le lunghe un litigio che va avanti dal capitolo 7 XD

La prima parte invece é quella che mi piace di più. Volevo proprio concludere il triangolo Valerio-Lucia- Cesare anche perchè non mi é molto piaciuta la piega che ha preso nei Liceali 2. Cioè...Valerio non può andare a letto con Lucia se é gay o_O Lui e Lucia sono sempre stati molto carini, ma avrei tifato per loro solo nel caso in cui Valerio fosse stato etero!

La canzone che ho scelto – e che non mi convince tuttora- é dei miei amati Rolling Stones. Non mi convince perché, a parte la prima strofa che ho postato, la canzone é decisamente fuori luogo per il capitolo! Diciamo che Mick&Company sono più interessati a fare altro piuttosto che confortare la gente XD

Vi sprono sempre a farmi sapere cosa ne pensate di quello che sto scrivendo, per me é davvero molto importante! :)

Un' ultima cosa: settimana prossima riprendo i corsi in università e credo che farò molta fatica a postare, quindi vi chiedo già perdono per questo! A presto (spero) ..fabi <3

 

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Capitolo 12
*** Thinking of You part I ***


 

Prima di pubblicare questo sudatissimo capitolo vi devo chiedere scusa per due cose:

  1. l' immenso ritardo

  2. l' avervi promesso di inserire Halloween e poi non averlo fatto; mi dispiace ma giuro che non avevo proprio idee di come impostare il capitolo! Spero di farmi perdonare con questo nuovo capitolo! Buona lettura ^^


12. Thinking Of You (parte prima);;

 

Comparisons are easily done
Once you've had a taste of perfection
Like an apple hanging from a tree
I picked the ripest one
I still got the seed


 

L' orologio a pendolo appeso alla parete batté esattamente le undici di sera quando Elena e Cook entrarono nella camera d' albergo a ore.
La ragazza non si era aspettata quel genere di sorpresa quando poche ore prima lui era passato a prenderla a casa, perciò era molto emozionata all' idea di passare una serata romantica con il suo ragazzo. L' emozione decrebbe e lasciò spazio alla delusione quando si rese conto di trovarsi nel motel più squallido di tutta Roma. Elena cercò di trattenere un brivido di ribrezzo nel constatare che alcune chiazze di umidità giacevano sulla porzione di parete vicina a quello che sembrava essere un letto.
Le lenzuola inoltre non sembravano essere molto invitanti.
Provò ad avvicinarsi al talamo per appoggiare il cappotto ma si bloccò nel momento in cui sentì un sinistro scricchiolio provenire dalle assi del pavimento.  In quel momento avrebbe voluto tanto lanciare un urlo di disperazione per attenuare il suo senso di inquietudine, ma si trattenne. In fondo Daniele si era impegnato molto per rendere la serata speciale e non le sembrava giusto trattarlo male solo perché aveva un pessimo gusto in fatto di sorprese. In realtà aveva un pessimo gusto anche in fatto di ragazze, a giudicare dal suo affiatamento con quella Morucci del cavolo...
Si voltò in direzione di lui e gli rivolse un sorriso a trentadue denti nella speranza di cancellare dalla sua mente quell' odiosa ragazza.
Cook, completamente a suo agio in quell' ambiente, non sembrò notare il suo malessere e ricambiò donandole un sorriso molto soddisfatto.

Non sarà certo la reggia di Versailles, però quello che conta siamo noi, non ciò che ci circonda, giusto Ele?”

Nel dire questo si avvicinò a lei e le cinse la vita con quelle braccia che nulla avevano della calda intimità di... Bloccò quel pensiero sul nascere,perché non centrava assolutamente nulla con la sua persona e in quel contesto. 
Si limitò ad assentire con il capo e nel momento in cui il ragazzo avvicinò la bocca alla sua, schiuse delicatamente le labbra per accogliere il bacio assaporando poi un altro profumo, quel maledetto mix tra zenzero e cannella che aveva imparato ad amare. Un odore salmastro le invase i sensi, riportandola con la mente a quel pomeriggio di una settimana prima...

 

***********************************

 

Il vento gelido di inizio novembre si divertiva a scompigliarle i capelli, in un modo talmente dolce e raffinato da non crearle nessun fastidio. Sentì un leggero brivido trapassarle la schiena,che forse però nulla aveva a che fare con l' abbassamento delle temperature. Si strinse la sciarpa ancora più vicino al collo e poi guardò lontano, nel punto in cui il mare si confondeva con il cielo color turchese.

Meraviglioso vero?”

Claudio le arrivò alle spalle all' improvviso, ma ciò non la turbò minimamente perché era arrivata lì con lui pochi minuti prima in moto.

Magnifico, avevi proprio ragione!”

Il ragazzo appoggiò la coperta di lana che aveva in mano sulla sabbia fine e profumata e si distese su di essa, invitando poi l' amica a fare lo stesso.

La bella Cicerino pensò che non si sarebbe trovata molto a suo agio in quella posizione,ma accettò senza obiezioni l' invito dell' amico perché non voleva destare inutili sospetti. Non seguì comunque completamente il consiglio di Claudio poiché si sedette sulla calda coperta color nocciola e appoggiò le braccia dietro la schiena, lo sguardo fisso sulla bellezza di quel mare novembrino.
Claudio invece fissava il cielo, pensieroso. Una strana atmosfera di quiete aleggiava tra i due, l' assordante rumore di discorsi molto spesso inconsistenti era ben lontano da quel silenzio così denso da essere interrotto solo dall' agitarsi ritmico delle onde.
Elena trovava quella situazione molto piacevole anche se aveva sempre considerato il silenzio come assenza di complicità e motivo di imbarazzo.
Ad un tratto Claudio portò il volto a livello di quello di Elena e senza alcun indugio le chiese: “ come era tua mamma Ele? Ti va di raccontarmi quello che ti ricordi di lei?.
Il sorriso solidale del ragazzo mitigò in parte lo shock per quella domanda inaspettata.
Inconsapevolmente, si trovò a paragonare il comportamento di Claudio con quello di Cook... e doveva ammettere che il primo ne usciva decisamente vincente! Daniele non si era mai interessato veramente alla sua situazione familiare, dando per scontato che avere una madre depressa desse la precedenza su qualsiasi altra situazione.
A Claudio invece interessava sapere qualcosa di più, non si confidava con lei solo per semplice abitudine. Forse era ora di ammettere che lui le voleva bene veramente, non c' erano secondi fini nella loro amicizia.
L' espressione pensierosa di Elena suscitò una reazione immediata: il viso del ragazzo si oscurò, come se una nube carica di pioggia si fosse impossessata del suo volto.

Come non detto, scusami se mi sono impicciato dei fatti tuoi...”

Dai non prendertela Cla.. che hai capito? Sono solo sorpresa per la tua domanda, ma questo non significa che non voglio risponderti!- i lineamenti della ragazza si distesero in un sorriso sereno – é da tanto tempo che non parlo a qualcuno di lei, non so nemmeno da dove cominciare...”

Prova a raccontarmi le prime cose che ti vengono in mente di lei.. per esempio... un Natale insieme,alcune sue stravaganze, il rapporto con Antonio. Di solito le prime cose che ci vengono in mente sono le più belle...

Non servirono altre parole per spronare la ragazza a parlare di Emma Solari, della sua bellezza genuina, della spontaneità con cui faceva ogni cosa, dello sguardo pieno di orgoglio che le regalava ogni volta che faceva un piccolo progresso a scuola, dell' amore puro e profondo che provava per quel provincialotto goffo di suo padre.

Le parole fluirono l' una dopo l' altra, in un crescendo di gioia e commozione. Dopo tanti anni stava finalmente riuscendo a parlare di lei con una serenità inaspettata e tutto questo era merito di quel ragazzo maledettamente attraente che le stava a fianco.

L' ho persa in un incidente stradale cinque anni fa purtroppo! Eravamo venute qui a Roma in visita e...noi stavamo attraversando la strada, ricordo bene, eravamo sulle strisce dannazione! - fece un lungo sospiro, la voce iniziò a farsi tremante- una dannata limousine non ha rispettato il codice della strada, passando a tutta velocità anche se il semaforo era rosso. Lei ha fatto di tutto per salvarmi, ma non è riuscita a scansare l' auto e così...”

Lasciò il discorso in sospeso, incapace di continuare.
Il dolore era troppo grande.

Claudio cinse con un braccio il suo esile corpo, cercando di imprimere in quell' abbraccio tutto il calore e l' affetto che provava. Elena d' altra parte si abbandonò in quel gesto delicato, cingendogli la schiena come in cerca di un appiglio per non sprofondare nell' abisso.
Restarono in quella posizione per alcuni minuti, prima che la ragazza si rendesse conto di quanto potesse diventare ambiguo quel gesto, nonostante fosse estremamente piacevole. Decise perciò di svincolarsi dalla presa di lui, ma l' unico risultato che ottenne fu quello di fare una misera figura: una ciocca di capelli si impigliò in qualcosa che Claudio sembrava portare al collo, una catenina forse.

Certo che sei proprio una pasticciona!- disse lui in finto tono di rimprovero mentre tentava di sciogliere il nodo- temo che dovrò tagliarti questa ciocca Ele!”.

Il tono dell' amico suonò così serio da far sbiancare la bella Cicerino.

Come? Cosa? Sicuro che non c' è un altro modo?”

L' angoscia dell' amica suscitò l' ilarità di Claudio.

Si può sapere che c' è di tanto divertente? Certo che sei proprio antipatico, mamma mia!”

Elena gli girò la faccia e nel fare questo poté constatare che la sua ciocca era tornata al suo posto. Si era comportata talmente tanto da bambina sciocca da non accorgersi che Claudio era riuscito a sciogliere il nodo con successo. Si rigirò dalla sua parte, vergognandosi un po' del suo atteggiamento infantile e pronta a chiedergli scusa. Lui sembrava però aver già dimenticato tutto: fissava le sfumature del cielo che stavano assumendo sempre di più tinte fosche e poi si accese una sigaretta, illuminando con la luce dell' accendino la catenina. Elena si sporse dal suo lato per osservarla meglio; ciò non sfuggì a Claudio che la fissò incuriosito.

é molto bella, di chi é?”

vuoi vederla meglio?- nel dire questo il ragazzo la sfilò e la pose nel palmo di lei – é un regalo di mio padre comunque! Me l' ha consegnata il primo giorno che sono andato a trovarlo in carcere..”

Elena osservò meglio il ciondolo dorato soffermandosi in particolare sul ciondolo che raffigurava un leone fiero. Orgoglioso come lo erano stati per tante generazioni i Rizzo. Accarezzò i bordi della chioma leonina, invasa da un senso di intimità che non aveva mai provato con nessun altro prima d' ora. Abbandonò la collanina nel palmo della sua mano, riuscendo solo a esprimere vaghi commenti riguardo l' ingegnere. Guardò con intensità i suoi occhi smeraldo e colse in essi una dolcezza e una passione infinita, talmente calda da sciogliere anche il più freddo marmo.

Si perse in quello sguardo, fino a fondersi in esso. E poi il suo sguardo si spostò alle labbra, tremanti di desiderio. Bastò quell' attimo di pura perdizione e follia per perdere la padronanza del suo corpo. Il suo viso si stava avvicinando sempre di più a quella terra sconosciuta e proibita, i sensi erano tutti protesi verso di lui, quand' ecco che una voce, stridula e fastidiosa interruppe la magia.

Cla dove eri finito? non mi presenti la tua amica comunque?”

Una ragazza molto bella dai ricci biondi si frappose tra loro, guardando Elena con sottile perfidia. Claudio imprecò sottovoce per poi rispondere tranquillamente: “che cazzo ci fai qui Giada? Lei é Elena comunque!”

Già io sono Elena e ora é meglio che vada, si é fatto tardi...”

La vista di quella ragazza l' aveva estremamente irritata e non voleva stare in sua presenza un attimo di più. Avrebbe scommesso tutto quello che aveva che quella smorfiosetta se la intendeva con Claudio. Accidenti a lei e ai suoi momenti di debolezza!  Se ne andò senza ascoltare le deboli proteste del ragazzo. Solo una volta scesa dall' autobus si accorse che la catenina era rimasta nelle sue mani...


                                          ***********************************************


Daniele appoggiò una mano sul suo seno destro, in un gesto di possessione tipicamente maschile, poi risalì con le dita sottili verso la piega delicata del collo.

Le sue mani si fermarono quando individuarono la presenza di un oggetto estraneo. Elena non seppe spiegarsi il motivo, ma nel momento in cui il suo ragazzo toccò la collanina, ebbe la sensazione che Claudio la stesse osservando.
Si paralizzò. 
Cook incuriosito dalla sua reazione prese tra le mani il monile e con occhio sospettoso le domandò dove avesse preso quel ciondolo. La ragazza non rispose subito. Si voltò per un attimo dandogli le spalle e cercò di raccogliere tutte le forze che aveva a disposizione per rispondergli.

Dani...io... vedi...”

Si può sapere che ti prende?”

Il tono sprezzante che le rivolse Cook la fece imbestialire. Già era difficile cercare di spiegargli tutto, se poi si metteva a fare lo sbruffone era ancora peggio.

Si può sapere che mi prende? Solo adesso me lo chiedi Daniele? Scusa se mi sorprendo, ma davvero mi sembra strano sentire che tu ti interessi ancora alla nostra storia..”

Ele ma che stai dicendo? Io n..”

Fammi finire Daniele!”. Il tono perentorio della ragazza lo zittì immediatamente.

Ora non sarò ipocrita dicendoti che la colpa é stata tutta tua. Ho anche io le mie colpe perché non mi sono imposta mai abbastanza. Ho sempre avuto paura a dirti le cose e forse é anche per questo che non vedo più un NOI possibile. La verità é che il tuo menefreghismo ed egoismo hanno solo velocizzato le cose, però prima o poi sarebbe successo lo stesso. Ebbene si,io non ti amo più e forse non ti ho mai amato. Mi dispiace Daniele, é finita!”

Lo shock che provò Daniele non fu di certo più grande del sollievo che Elena provò. Finalmente era riuscita a farla finita una volta per tutte con quella storia senza capo né coda. Lo doveva a sé stessa.

Io non capisco..fino a pochi minuti fa ci stavamo baciando... ti tocco una stupida collana e tu mi molli? - il ragazzo assunse una espressione delusa, poi riprese con più enfasi – hai un altro vero?No perché questa é l' unica spiegazione che mi posso dare...”

Elena si stupì di avere passato così tanto tempo con una persona così ottusa. Possibile che piuttosto che ammettere i suoi errori attribuisse la colpa esclusivamente ad altri?

Innanzitutto non é una stupida collana.. e poi non centra niente con Claudio..”

La ragazza si morse la lingua, maledicendosi per lo stupido errore.

Daniele la guardò, tronfio per aver avuto ragione e neanche troppo scocciato che fosse Rizzo il motivo della loro rottura.

Quindi la collana é sua? Sei ancora innamorata di lui?”

Era inutile continuare a mentire a sé stessa. Provava qualcosa per Claudio, che lei lo volesse o meno. Fece un assenso col capo, vergognandosi della sua debolezza.

Cook le rivolse un sorriso di scherno.

Peccato lui sia già impegnato con una certa Giada... non vorrei essere nei tuoi panni Elena, perché francamente credo che tu non abbia molte chances contro di lei!”

Il pensiero di Giada e Claudio insieme le fece contorcere lo stomaco, ma ciò non le impedì di rispondere piccata al suo poco gentile ex ragazzo.

Ho sempre pensato che l' odio di Claudio nei tuoi confronti fosse esagerato, ora però non ne sono così tanto sicura...”

Detto questo se ne andò, sbattendo la porta con tutta la forza possibile. Sentì cadere a terra un oggetto all' interno della stanza e non poté fare a meno di sorridere.

Ora doveva correre da lui e dirgli quello che provava.
Con o senza Giada nei paraggi.
Questo era tutto ciò che le importava.

 

 

 

Note dell' autrice: Spero che vi sia piaciuto questo capitolo! É diviso in due parti ed é ispirato alla bellissima canzone di Katy Perry che credo voi tutte/i conosciate! Non é successo un granché in questo capitolo per quanto riguarda la trama orizzontale, ma avevo bisogno che Elena lasciasse Cook ahahah! Finalmente ha ammesso con sé stessa i sentimenti che prova per lui, ora però come reagirà il nostro Claudio? A presto (spero) Fabi <3

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Capitolo 13
*** Thinking of You part II ***


13. Thinking Of You (parte seconda);;

 

You're like an Indian summer
In the middle of winter
Like a hard candy
With a surprise center

 

Un' ondata piacevole di calore lo avvolse quando spostò i ceppi scoppiettanti nel camino. Un flashback di lui e Francesco che giocavano a soldatini davanti al caminetto lo colpì in pieno petto, dandogli una sensazione di soffocamento. Gli occhi pizzicarono per un attimo, il dolore era ancora lì, ma lui non si diede la briga di sfregarseli: d' altronde aveva ospiti e gli sembrava inappropriato mettersi a fare la femminuccia proprio in quel momento. Ricacciò indietro le lacrime, si alzò in piedi e prese in mano il calice di vino che fino a pochi istanti prima si trovava appoggiato sull' elegante tavolino in vetro. Sorseggiò il liquido ambrato centellinando ogni singola goccia per cercare di cogliere tutti i dettagli del sapore.

Giada lo guardava di sottecchi meravigliandosi di come fosse diventato bello in quegli ultimi anni.

I capelli, che fino a qualche anno prima non avevano nulla a che fare della gioiosa vitalità di adesso, erano diventati molto più ricci e morbidi. Lo sguardo, allora acerbo, racchiudeva le mille sfumature del campo da giochi in cui lei, lui e Francesco erano soliti giocare da piccoli. La pelle aveva un odore, un misto tra zenzero e cannella, che la faceva impazzire e il corpo, o mio Dio quel corpo le faceva venire in mente dei pensieri così perversi da spaventarla ed eccitarla al tempo stesso.

Quella sera sarebbe stata la serata giusta, se lo sentiva.

Allora come ti sembra il vino che ti ho portato?” disse la ragazza, accavallando le gambe con fare seducente.

Claudio appoggiò il bicchiere prima di risponderle. “é dannatamente buono Giada, dove l' hai preso?”.

Si dice il peccato ma non il peccatore mio caro! Piuttosto mi stavi dicendo di tuo padre...”

Hai ragione scusami mi stavo dimenticando. Allora a quanto pare i nuovi avvocati che si sono offerti di aiutare Vittorio sono riusciti a fargli ottenere gli arresti domiciliari, però pare che non potrà venire a casa prima di Natale...”

Claudio lasciò il discorso in sospeso e nel frattempo si sedette vicino all' amica.

Beh non mi sembra una cattiva notizia, dai!”

Non so Gia' c' é qualcosa che non mi convince in quel gruppo di avvocati. Non capisco che cosa vogliano da mio padre sinceramente, sono sbucati fuori dal nulla...”

Ma dai Cla lo sai che tuo padre é un personaggio molto in vista qui a Roma. Probabilmente hanno deciso di occuparsi di lui solo per farsi un po' di pubblicità. Io non ci vedo nulla di male in tutto questo e sinceramente non capisco i tuoi dubbi!”

Già forse hai ragione. Parliamo d' altro adesso però. Raccontami un po' di te, non mi hai ancora detto cosa hai fatto in questi tre anni lontana da Roma, a parte prendere il bar!”

ma come siamo curiosi Claudietto...”

Claudio aggrottò le sopracciglia, poco divertito.

Smettila Giada! Lo sai che non mi piace quando mi chiami così...”

La ragazza lo guardò divertita, decidendo che quello era il momento giusto per mettere in atto il suo piano di seduzione. Si avvicinò a lui e gli sussurrò all' orecchio: “non mi dicevi così quella notte in spiaggia...”

Sono passati tre anni da quella notte Giada. In tre anni una persona cambia. Io l' ho fatto e forse é ora che anche tu segua il mio esempio.”

Claudio si allontanò da lei, deciso a non avere nessun tipo di rapporto con lei. Non sapeva spiegarsi il motivo, ma andare a letto con Giada gli sembrava una cosa sbagliata in quel momento. Un anno prima avrebbe fatto carte false pur di starle anche solo vicino, ma ora le cose erano cambiate.

L' amica contrasse i lineamenti del volto in una smorfia di pura incredulità, ma non si diede per vinta, nonostante il tono deciso dell' amico.

Non era abituata a non ottenere quello che voleva e quella non sarebbe di certo stata la prima occasione a farle cambiare le sue abitudini.

Perché allora mi hai detto che mi amavi quella notte Claudio?”

Perché era vero Giada. Perché a quindici anni si é convinti di sapere che cosa sia l' amore e invece... provavo qualcosa per te ma in tre anni ho avuto il tempo di capire che non era amore. Attrazione mista a affetto, forse. Ma amore, beh, quello no di certo. Sei incredibilmente bella Giada- nel dire questo si riavvicinò e le prese il viso tra le mani, fissandola intensamente- e in altre occasioni avrei approfittato di te, te lo assicuro. Non pensare che la tua presenza mi provochi indifferenza, al contrario. Ma non voglio quello che vuoi tu e ti voglio troppo bene per prenderti in giro...”

Giada abbassò gli occhi, sconfitta dal peso di quelle parole. Poi un lampo di vendetta le trapassò gli occhi, accecandola. Pensò a quella dannata Elena, a come Claudio l' aveva guardata quella sera in cui li aveva beccati insieme.

Non ci mise molto a fare due più due, i conti tornavano perfettamente.

Guardò in faccia il suo vecchio amante e gli sputò in faccia la verità, schifando se stessa per quell' attacco di gelosia.

é per quella Elena non é vero? Ho visto come la guardavi..ti avverto, non mentirmi!”

Il ragazzo lasciò il viso dell' amica e si girò, dandole le spalle.

Non voleva farle vedere quanto quel nome avesse il potere di turbarlo. L' immagine della bella Cicerino gli si parò davanti agli occhi in tutta la sua bellezza e candore oscurando per un secondo qualsiasi dettaglio circostante.

Ripensò a quel bacio maledettamente bello che si erano scambiati quella notte, a quel tardo pomeriggio in riva al mare e a come le loro labbre erano state a un passo dal ricongiungersi.

Una fitta di desiderio gli lancinò il petto, dandogli per un attimo un lieve senso di nausea.

Non é come pensi.” Scandì le parole come se volesse convincere più se stesso che Giada, ma la ragazza non era stupida perciò non sarebbe bastata quella semplice frase per convincerla.

Dimostramelo Claudio. Dimostrami che lei non é il motivo per cui tu mi rifiuti stanotte. Perché nessuno crede a quello stupido discorso che hai fatto prima, conosco bene i ragazzi e i loro ormoni quindi non me la dai a bere. Dimostramelo!”

La voce di Giada si era fatta quasi stridula. Il ragazzo si rigirò verso di lei e notò che i suoi occhi erano lucidi. Il suo turbamento la rendeva ancora più irresistibile, dannazione!

Claudio si avvicinò a lei e le prese il volto tra le mani, fissandola negli occhi avidamente più e più volte, finché la sensazione di avere Elena accanto sparì come per magia.

Giada era immobile, in attesa della sua prossima mossa.

al diavolo!” imprecò Rizzo prima di avventare le sue labbra su quelle di Giada in un gesto che nulla aveva di romantico o tenero.

I respiri dei due si fusero l' uno con l' altro, in un crescendo di deboli lamenti. La ragazza prese a mordicchiare con famelica aggressività il lobo destro dell' amico per poi spostare l' attenzione sulla sensuale piega del collo.

Claudio le sfilò il mini vestito beige che indossava e la buttò sul pavimento in un gesto di foga primitiva. Tutto quello che voleva fare in quel momento era dimenticarsi di lei, di quella cotta infantile che provava per lei, ma più baciava l' amica Giada, più l' immagine di Elena lo tormentava, divorandogli i sensi.

Cla – mugugnò la ragazza – mi stai facendo male!”

Il ragazzo solo al suono di quelle parole si accorse che le stava stringendo i polsi in un modo fin troppo tenace. Imbarazzato e dispiaciuto, mollò la presa e guardò Giada in cerca del suo perdono.

Ha vinto lei. Ha vinto Elena ” disse lentamente, cercando di mandare indietro le lacrime brucianti di umiliazione. Si alzò da terra e con una grazia innaturale per la circostanza si rivestì. Evitò il contatto visivo con Claudio per tutto il tempo.

Il ragazzo intanto giaceva a terra,ancora confuso per quello che era appena successo.

Mi dispiace Giada. Avrei voluto sai... ma non riesco,non se ...”

Non importa. Davvero. É fortunata sai, questa Elena...”. Una punta di delusione le fece incrinare debolmente la voce mentre pronunciava il nome della ragazza a cui Claudio era ormai irrimediabilmente legato.

Rizzo sbuffò leggermente,il sorriso velato da una profonda malinconia.

Non credo che a lei importi in ogni caso.”

Il suono del citofono sollevò loro dall' imbarazzo di dirsi frasi di circostanza come mi dispiace, troverai qualcuno migliore di me, sono sicura che quello che é successo non metterà alla prova la nostra amicizia. Claudio non sapeva se le cose tra lui e Giada sarebbero state le stesse dopo quella notte ma quello in fondo era il problema minore. Ormai non poteva più negare a se stesso il fatto di provare qualcosa di molto importante nei confronti di Elena; tutto ciò però era inutile, lei sembrava ostinata a stare con quel troglodito di Riccioli d' Oro.

Si avviò alla porta lasciando l' amica in balia dei suoi pensieri.

 

 

Un soffio di aria gelida le penetrò lungo la schiena e scatenò una serie di brividi spasmodici per tutto il decorso degli arti inferiori. Giunse le mani e le portò vicino alla bocca, tentando di scaldarle con rivoli di aria calda.

Non sapeva che cosa voleva dimostrare a se stessa stando lì in piedi davanti a quel cancello come una ebete. Non le importava saperlo. L' unica cosa di cui era assolutamente sicura era che voleva vederlo ad ogni costo. Doveva farlo.

Non avrebbe mai creduto di potersi innamorare di Claudio Rizzo. Non dopo tutto quello che era successo tanto tempo prima... invece, complice il destino, ora si trovava lì davanti a casa sua in attesa di vederlo, di abbracciarlo, di baciarlo.

Non era sicura che avrebbe ottenuto gli ultimi due punti però. In effetti non era sicura di niente, se non dei suoi sentimenti, ma stranamente non le importava di essere ricambiata. Non in quel momento almeno.

La porta si aprì in quel momento e apparve lui, in tutta la sua bellezza. Si guardò intorno finché non la individuò, poi si diresse verso di lei facendo un cenno con la testa a mò di saluto.

Che cosa ci fai qui Ele? Il cancello é aperto, se vuoi entrare!”

Ah okay arrivo subito allora! Avevo bisogno di parlarti o meglio di vederti..”

Sei qui per il ciondolo? - replicò lui notando il monile di famiglia appeso al collo della famiglia – l' ultima volta che ci siamo visti sei scappata come una pazza isterica!”.

Nel dire questo le regalò un sorriso sardonico, ma i suoi lineamenti erano distesi e rilassati, perciò quella che doveva suonare come una presa in giro ebbe un effetto balsamico sul suo cuore.

Già infatti ...”. Elena avrebbe voluto aggiungere altro, anche una scemenza sarebbe andata bene pur di smorzare la crescente tensione che le attanagliava lo stomaco. Invece niente, le parole che fino a pochi minuti prima avrebbe voluto urlare al mondo intero le morirono in gola, rendendola muta e imbarazzata.

Ele sicura che va tutto bene? Non l' avrei mai pensato, ma preferisco i tuoi insulti a questo strano silenzio!”

Claudio si avvicinò a lei e le prese la mano destra, che lei stringeva ostinatamente a pugno. Molto dolcemente spostò ad una ad una le dita in direzione del suo addome fino a che scoprì che l' interno del palmo custodiva il suo monile. Restarono lì in quella posizione per un tempo che alla ragazza parve infinito. Lui accarezzava le sue mani mentre lei continuava a guardare il ciondolo che era passato a Claudio, incapace di fare altro.

Vorrei dirti qualcosa ma non trovo le parole per iniziare- replicò la ragazza in un sussurro, guardandolo per la prima volta direttamente negli occhi.

Lui ricambiò lo sguardo,la piega sinistra della bocca rivolta simpaticamente verso l' alto. “Ti ricordi quando ti ho chiesto di tua madre e tu non sapevi come iniziare a parlare di lei?”

Elena fece un cenno con la testa, pensando dentro di sé che era impossibile dimenticare qualsiasi dettaglio che riguardasse i suoi discorsi con Claudio, specialmente se il fulcro della conversazione riguardava sua madre.

Bene. Ricordi che cosa ti ho suggerito?”

Beh mi hai detto che di solito le prime cose che ci vengono in mente sono le più belle, ma n.. - una lampadina in quel momento le si accese nel cervello - … come ho fatto a non pensarci prima? Hai ragione Claudio, anche se nel mio caso non é così semplice..”

Perché Ele, è successo qualcosa? Mi devo preoccupare?”

No é che.. dannazione mi ero preparata un discorso bellissimo e adesso non me lo ricordo più – gli occhi le si annebbiarono, incapaci di reggere il peso di quel segreto - la verità é che ho lasciato Cook perché mi sono innamorata di te!”

Gridò quelle ultime parole con rabbia mista a paura lasciandole riecheggiare nel vento. Claudio la guardava esterrefatto, incapace per la prima volta di dire qualcosa. Si sentì stordito, piacevolmente stordito.

Ele,io..”

Ho lottato contro tutto questo ma invano. Non posso più reprimere i sentimenti che provo nei tuoi confronti, sebbene siano del tutto inaspettati. Odio tutto ciò, odio il sentirmi così tanto sulle spine e insicura, ma questo te lo devo. Forse lo devo prima a me stessa che a te, ma tanto è. Lo so che mi sono comportata da egoista però non potevo più tacere..”

Una lacrima solitaria scese dal volto di Elena e andò a cadere sul palmo della sua mano.

Claudio, senza dire una parola, alzò la mano della ragazza in modo che arrivasse all' altezza della sua bocca e assaporò il sapore salino della lacrima, facendola sussultare piacevolmente. Poi la guardò negli occhi con accecante bramosia.

Elena, é da tanto tempo che...”

Cla, dove é l' accappatoio fucsia, non lo trovo..”

La voce di Giada interruppe la magia. Elena guardò più voltel' espressione colpevole di Claudio mentre osservava il corpo perfetto della bionda avvolta solo da un misero asciugamano e si sentì avvampare.

La delusione iniziale fu sostituita da una furia accecante, che investì come un uragano il povero ragazzo.

Cosa ci fa lei qui?- sbraitò Elena tentando di ricacciare indietro le lacrime – lo sapevo che non potevo fidarmi di te, che stupida sono stata...”

Detto questo corse via come un fulmine, lasciando Rizzo nel più totale disappunto e nella completa infelicità. Il ragazzo dette un calcio nel vuoto, imprecando contro quel destino tanto beffardo che aveva cospirato contro di lui. Quella notte aveva conosciuto la pura felicità, aveva sfiorato le sue mani e baciato la sua pelle salata, ma ciò non era bastato per trattenerla con sé.

Mi basterà un Martini, domani starò meglio, forse”.

Già, forse.

 

 

 

 

Note dell' autrice: eccomi qua con questo nuovo capitolo! Non mi convince per niente, proprio non mi piace uffa! Mi farebbe piacere però sapere cosa ne pensate, se vi piace la direzione che sta prendendo la storia, se vi convincono i dialoghi etc. Per me sarebbe un piacere immenso oltre che un bello stimolo per proseguire questa storia :) Purtroppo il fatto di avere visto tanto tempo fa gli episodi dei Liceali mi sta condizionando negativamente, nel senso che non so se i miei personaggi sono coerenti oppure no. Vi avverto già che il prossimo capitolo non so quando verrà pubblicato, ma comunque l' argomento principale sarà il Natale ^^ Un bacio e a presto (sperando di ricevere nuovi commenti che non fanno mai male XD) fabi

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