Damon & Elena 3x06

di delena900
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lo senti? ***
Capitolo 2: *** Il piano ***
Capitolo 3: *** Emozioni ***



Capitolo 1
*** Lo senti? ***




Dovevo aver raggiunto i massimi livelli d’isteria per poter anche solo pensare di sconfiggere un vampiro.
Allenarmi, diventare “forte”… tutto questo solo per sconfiggere Stefan.
Il mio obiettivo era quello di rinchiuderlo fino all’arrivo di Michael!
Che folle idea mi balenò per la mente! 
Cercare di sconfiggere l’uomo… il vampiro che io ho…
“Il vampiro che ha tentato di ucciderti, Elena!” mi voltai di scatto e vidi Damon.
La persona che più di ogni altra mi è stata accanto in questo periodo nero!
L’unica persona che mi ha capito! 
Ha asciugato le mie lacrime; ha cercato in ogni modo di strappare dalle mie labbra un sorriso; mi ha sempre offerto la sua spalla per accogliere i pianti disperati di una donna che ha visto portarsi via il suo uomo da un animale… si perché questo è Klaus!
“Ma come…?” m’interruppe un’altra volta.
“Come faccio a leggerti nel pensiero? Non occorre possedere doni magici come Bonnie per leggerti in viso!
Conosco quell’espressione non puoi mentire… almeno, non mentire con me!”
Accennai un sorriso e pensai di esser stupida una seconda volta perché è vero cercavo di mentire con lui!
“Comunque vuoi fare un vampiro fuori a colpi di flessioni?” ecco sbucar fuori la sua solita ironia.
“Mr simpatia ti rendi almeno conto di quello che sta succedendo? Tuo fratello mi ha definita sacca di sangue vivente!” e nel momento in cui pronunciai quelle parole provai una stretta al cuore ripensando che l’uomo che aveva proferito quelle parole non era uno sconosciuto era il mio Stefan.
Ho toppato un’altra volta… Stefan non è più mio! Stefan è diventato uno squartatore.
Damon vide rabbuiarmi e mi raggiunse in un attimo.
Mise una mano sopra al bilanciere che cercavo con tutte le mie forze di tener su. Fece più pressione e quasi lo sentii crollarmi addosso. Sentii tutto la sua forza sulle mie braccia che divennero molli.
“Ma che diavolo stai facendo?”
“Ti sto aiutando!” disse col suo solito sorriso sghembo.
“Damon!” dissi col fiato rotto dallo sforzo.
“Forza, Buffy!”
“Smettila!” lasciai cadere le braccia e tirai un lungo sospiro nel non vedermi cadere il bilanciere addosso.
Damon lo rimise apposto.
“Come se un odioso Salvatore non bastasse!” e lo guardai torva.
“Mi ha chiamato eccomi qua!” si era sempre al mio fianco “Allora Xena principessa guerriera qual è il tuo piano?” disse agitando tra le mani un paletto in legno.
“Damon smettila di fare dell’ironia e non prendermi per pazza! Intendo rinchiudere Stefan almeno fin quando non arrivi questo temutissimo cacciatore di vampiri a fare il culo a Klaus. Così una volta morto il soggiogamento si spezza, giusto?”  rise di gusto e nuovamente gli lanciai un’occhiataccia.
“Elena hai tralasciato un piccolo dettaglio! Stefan indipendentemente dal soggiogamento di Klaus è strafatto di sangue umano, tanto sangue umano!”
“Ma l’hai già aiutato una volta!”
“Adesso è diverso! Non è come andare in riabilitazione, Elena! Ha perso del tutto la sua umanità, lo capisci?”  una serie di momenti brutti percorsero la mia mente.
“Damon credo di averlo provato sulla mia pelle la sua vera natura. Ha affondato i suoi denti sulla mia pelle e si è nutrito del mio sangue, non credi che lo sappia? Lo capisco ma non perdo le speranze!
Damon ti prego fallo per me! 
Non voglio più crollare davanti ai suoi occhi! Ogni volta che lo guardo io mi perdo e mi sento talmente fragile e incapace di agire… Damon non voglio più sentirmi così e non voglio più dargli questa soddisfazione!” ci fissammo negli occhi per pochi attimi. Non aggiunse nulla e feci per andare quando la sua mano prese la mia. Lo guardai e lui ricambiò il mio sguardo con un’intensità che per un attimo mi fece rabbrividire. 
Sollevò la mia mano e la portò all’altezza del suo cuore. Al centro del suo petto.
La premette forte con la sua. 
Toccavo la sua pelle nuda e un’altra volta ci fissammo negli occhi ed io questa volta mi persi in quell’oceano infinito che erano i suoi occhi.
La sua pelle era fredda ma non so perché la mia mano bruciava come stesse toccando qualcosa di scottante. 
“Co-cosa stai facendo?” gli chiesi balbettando e arrossii per la mia reazione del tutto improvvisa.
“Lo senti?” avrei voluto rispondere di si. Non so a cosa si riferisse ma io iniziavo a sentire quello che c’era tra noi. L’alchimia e la sintonia. Avevo paura di ammetterlo ma sento qualcosa per Damon e non so di cosa si tratta. È qualcosa che va oltre l’attrazione fisica.
“È uno sterno. Una solida placca ossea” la sua voce per un attimo mi dissuase dai miei pensieri . 
Ero ancora ferma a fissare le nostre mani quando velocemente mi fece voltare.
Mi teneva stretto il polso. 
Sentivo il suo fiato sul mio collo ed era come se lo sentissi percorrere tutto il mio corpo.
La sua mano si addentrò all’interno della mia canottiera. Toccò la mia schiena e rabbrividii una seconda volta e questa volta lui se ne accorse e sono sicura che sorrise della mia reazione.
“Proprio qui, sotto la cassa toracica” le parole mi si bloccarono in gola, il mio respiro si fece corto, divenne irregolare. “vicino alla spina dorsale” ero inebriata della sua presenza. Avevo perso il controllo.
La mia ragione era andata a farsi benedire.
“Eccoti l’accesso al cuore di un vampiro. Farò tutto quello che mi chiederai, Elena!” stava per allontanare la sua mano. Quel tocco magico stava sparendo.
Come un qualcosa di automatico e di non controllato presi la sua mano e istintivamente mi fece voltare.
La distanza tra i nostri volti era talmente minima che le nostre labbra si sfioravano.
Il suo sguardo mi trafiggeva.. mi penetrava!
“Nessuno ti farà del male, specialmente mio fratello!” dubitai di quell’ultima affermazione.
Attimi interminabili si susseguirono… 
Non servivano parole o gesti, i nostri sguardi parlavano per noi!
Per un attimo il mio cuore si fermò. 
Portò la sua mano all’altezza del mio viso e fece per spostare una ciocca dei miei capelli quando io istintivamente ripresi la sua mano e la portai sul mio petto… sul mio cuore.
“Lo senti?” i ruoli erano stati invertiti. 
Il mio cuore aveva ripreso a battere più forte del normale.
Non rispose, continuava a fissarmi e questo mi logorava.
“Vorrei tanto farti ascoltare il battito del mio cuore ma purtroppo sai che il mio cuore non batte più! Elena io ti …” avrei voluto sentirglielo dire e avrei voluto che le nostre labbra si fossero trovate ma qualcuno c’interruppe.
“Ma come siete carini voi due! Ho interrotto qualcosa?” mi sentii in un imbarazzo assoluto. Mi sentii avvampare dal rossore.
Damon si allontanò da me e si avvicinò a quell’uomo che non conoscevo più. 
“Cosa ci fai qui?”
“L’ultima volta che ho controllato… vivevo ancora qui! Hey Elena, andrai al falò questa sera? Sembra divertente, no?” era come se per lui non fosse successo nulla.
“Stefan..” aggiunsi esterrefatta da quel suo comportamento.
“A proposito il mio fratellino sarà il tuo accompagnatore? Oh si… Damon finalmente il tuo sogno si realizza!” guardai Damon, lui mi guardò di rimando e poi lo vidi avventarsi contro Stefan ma Stefan fu più veloce di lui e riuscì a prevedere le sue mosse.
“Beh… questa volta i ruoli si sono invertiti! Non ci proverei un’altra volta! Sono più forte di te Damon e credo che io non abbia bisogno di dirtelo!”
La presa di Stefan sul collo di Damon era sempre più forte.
“Stefan lascialo!” gridai e si voltò a guardarmi.
Per un attimo avrei voluto il mio Stefan ma l’uomo di cui mi ero innamorata non c’era più!
“Ai suoi ordini!” e lo mollò all’istante e nello stesso istante sparì.
Raggiunsi Damon. Si trovava accasciato per terra e si massaggiava il collo.
“Stai bene?” mi fissò negli occhi e quasi mi sentii svenire per la profondità di quell’oceano blu.
“Sto bene!”
“Pensi di cavartela?”
“Elena credo che questa domanda debba farla io a te! Ci vediamo stasera!” e in quel momento mi sentii stupida per la domanda che gli avevo posto.
“Si, me la caverò! Ci vediamo più tardi!” e dopo un ultimo incontro dei nostri sguardi andai via.

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Capitolo 2
*** Il piano ***





“Elena hai qualche ripensamento?”
“No, nessuno è solo che… è davvero strano complottare contro una persona che fino a poco tempo era parte di te, era la persona che mai al mondo avresti anche solo pensato potesse farti del male”
Eravamo tutti riuniti nell’aula di Storia dove Alaric svolgeva le sue noiose lezioni.
“Elena pensi di farcela?” mi chiese Caroline preoccupandosi del mio stato emotivo.
“Si Care, devo farcela! Allora attirerò Stefan lontano dal falò. Poi quando sarà distratto…”
“Io gli sparerò!” aggiunse Alaric e quelle parole mi provocarono una fitta al cuore.
“La streghetta non può fare una magia o roba del genere?”
Damon si trovava seduto su di un banco proprio alle mie spalle con la testa poggiata al muro.
“Cerco di tenere fuori Bonnie da questa situazione. Non vorrei che Stefan le facesse del male!”
Il pensiero che Stefan potesse nutrirsi di Bonnie mi fece rabbrividire.
“Caroline, tu sai cosa fare?”
“Si… mi assicurerò che la cella dei Forbes sia predisposta e pronta!”
“Ci stiamo dimenticando di un giocatore chiave… Rebekah!” aggiunse Damon alle mie spalle. “Ovunque vada Stefan c’è una bionda coda di cavallo a seguito”
“Ecco… Damon tu ti occuperai di tenere impegnata Rebekah.”
“E come dovrei tenere impegnata la Barbie rippah? Ti ricordo che è una degli Antichi e l’ultima volta che ho controllato… avevamo esaurito i pugnali!”
“Beh… ti occuperai di Rebekah nel tuo modo migliore! Quando vuoi tu sai essere affascinante ed intrigante!”  aggiunsi seccata.
Scese dal banco e mi raggiunse. Si avvicinò al mio orecchio, portando una mano dietro la mia schiena, avvicinandomi di più a lui.
“Ah si Elena? E adesso sono…”lo interruppi nell’immediato. La situazione stava degenerando e non eravamo soli. 
“E adesso sei di troppo Damon! Sparisci e vedi di svolgere il tuo compito come si deve!”  mi voltai e vidi gli occhi di tutti puntati su di noi.
Stavamo per uscire dall’aula quando venne Tyler.
“Scusate sono in ritardo. Cosa sta succedendo?” chiese Ty curioso della nostra riunione appena conclusa.
“Abbiamo bisogno che tu razzi la scorta di verbena di tuo madre! Abbastanza da stendere Stefan per un po’!”
“Non puoi fare questo a Stefan!” sgranai gli occhi dallo stupore delle sue frasi.
“Perché no?” chiese Caroline vicina a lui.
“Fidati di me è nel suo interesse!” cercai di fargli cambiare idea.
“Ma non in quello di Klaus!” doveva essere impazzito per aver pensato agli interessi di Klaus… il vampiro che desiderava la mia morte per i suoi interessi!
“Ma Klaus è .. il “cattivo”, Tyler!” aggiunse Caroline stranita come noi dal comportamento del suo ragazzo “Perché ti stai comportando come un inquietante, ibrido, schiavo tirapiedi?”
“Cosa? Non lo capisci io devo tutto a Klaus! Lui mi ha reso ciò che sono!”  era come se gli fosse stato fatto un lavaggio del cervello.
“Oh cavoli” aggiunse Damon in tono a dir poco disgustato.
“Asteniamoci dal commentare, ok?” Caroline guardò torva Damon.
“Che cosa sta succedendo?” non stavo capendo nulla.
Vidi Damon prendere una siringa contenente verbena e continuai a non capire.
“Io me ne vado…” disse Tyler. Si voltò e fece per andarsene ma Damon fu più veloce ed infilzò nel collo di Tyler la siringa presa un attimo prima. Tyler perse conoscenza e cadde per terra.
“Che diavolo fai?” Caroline diede uno spintone a Damon e raggiunse Tyler.
“E’ stato asservito!” disse Damon guardando Ty accasciato per terra.
“Cosa?” chiese Alaric.
“Asservito! Sente di essere legato a Klaus perchè il sangue di Klaus l’ha creato.” spiegò Damon.
“Leale in che senso?” non riuscivo ancora a capire.
“Cercherà l’approvazione del suo padrone!” continuò Damon nella sua spiegazione. “E’ molto raro, ma forse non così tanto tra gli ibridi!”
“E adesso, come lo sistemiamo?” chiesi Caroline in preda al panico.
“Beh… cercati un fidanzato nuovo!” ironizzò Damon.

***
Mi avvicinai ai due rippah servitori di Klaus, vicini all’erogatore di birra.
“Scusate!” e in sincrono si voltarono a guardarmi.
“Elena. Ciao, cosa stai facendo?” Stefan era diventata una sorta di guardia del corpo sotto richiesta di Klaus.
“Mi sto divertendo, Stefan! Questo ti crea dei problemi?” accennai un sorriso e mandai giù un sorso di birra.
Inevitabilmente sul suo viso comparve un velo di preoccupazione.
“Ok, vacci piano!” cercò di invitarmi a smettere di bere ma quella per me fu un’incitazione a continuare “sappiamo entrambi che sei un peso piuma!”.
Le sue raccomandazioni mi facevano soltanto ridere.
“Diciamo che non si regge in piedi questa raccomandazione detto da uno che ha la dipendenza da sangue”  tirai il bicchiere vuoto e andai via.
Cercai di annegare i miei dolori nell’alcol ma non solo, cercai per una volta in questi tre anni della mia vita da quando ho conosciuto i fratelli Salvatore, di divertirmi e forse nel modo più sbagliato ma avevo bisogno anche solo per un attimo di sentirmi come una qualsiasi ragazza della mia età… una ragazza il cui unico problema debba essere cosa indossare il giorno seguente e non come riuscire a sopravvivere non facendosi squartare dall’ex fidanzato vampiro che ha perso la propria umanità diventando uno squartatore.
Mi trovavo in mezzo ad una folla di ragazzi matti ed ubriachi.
Mi fermai e appoggiai le spalle contro un albero.
Di fronte a me un gruppo di ragazzi tenevano a testa in giù un loro compagno incitandolo a bere sempre di più.
S’innalzò un coro “Bevi, bevi, bevi, bevi” ed io mi unì a loro.
Solo dopo mi accorsi di essere spiata. Guardai bene e vidi Stefan con un bicchiere in mano, appoggiato ad un albero proprio di fronte a me.
Gli sorrisi e continuai a bere. 
I suoi occhi non si scollavano da me.
Quegli stessi occhi che prima mi guardavano con amore adesso mi guardavano come fossi un oggetto.
Non conosceva più l’amore. 
Stefan aveva perso la sua umanità e questo comportava la perdita dei suoi valori.
Per lui io non esistevo più ero solamente una sacca di sangue vivente come ha definita. 
Non riuscii a sopportare più il suo sguardo e mi allontanai.
La mia attenzione fu catturata da una scena alquanto inaspettata… cioè… una scena che inaspettatamente mi ha fatto ingelosire.
Damon seduto accanto a Rebekah.
Stava svolgendo il suo compito e forse si stava addentrando troppo nella parte e questo stranamente m’infastidiva.
Per un attimo ho odiato vederlo flirtare con un’altra donna che non so… un’altra donna che di lui non conosce proprio un bel niente.
Mi sentivo bruciare dentro e avrei voluto volentieri far bruciare Rebekah…
Damon era unico nel flirtare e se la biondina non avesse ceduto alle sue avances… beh che stupida ma devo dire che a me questo avrebbe dato soltanto un gran sollievo.
Quel suo modo di guardarla, il modo in cui portava le sue dita nella bocca per rimuovere i residui della fonduta era così sexy che quasi stavo provando una strana eccitazione e questo mi provocò imbarazzo soprattutto nel momento in cui dalle mie spalle sbucò fuori Stefan. 
“Come mai quello sguardo?” era impossibile non notarlo ed era impossibile nasconderlo ad un vampiro.
“Quale sguardo?”  finsi di non capire a cosa si stesse riferendo.
“Mio fratello sta flirtando e… tu, si tu sei gelosa!” ne parlava con così tanta naturalezza come se io non fossi stata nulla per lui quando lui per me è stato tutto. Beh, lo ricorderò come il fidanzato che finora mi ha fatto ascoltare la migliore musica dei suoi tempi perché adesso i tempi sono cambiati.
Accennai un sorriso di stupore.
“Non sono gelosa!” forse dirlo ad alta voce suonava come una sorta di autoconvincimento. Volevo che le mie parole fossero autentiche ma a chi volevo darla bere? 
Non sono mai stata brava a mentire, sono sempre stata sgamata da tutti! 
Io ero gelosa di Damon e ammetterlo mi spaventava perché era come se mi fossi arresa… come se avessi smesso di credere in me e Stefan! 
“Non fa niente! Sii gelosa… non crearti problemi, io non me creo! Sono certo che il mio fratello ne sarà entusiasta!”  La mia gelosia a lui non creava problemi? Non lo riconoscevo più… alle mie spalle c’era uno sconosciuto!
“Non sono gelosa, Stefan!” mi voltai e alzai la voce perché queste sue insinuazioni mi stavano infastidendo. 
“Va bene, errore mio! Perdonami!” era tutto nuovo in lui. Il suo sorriso. Il suo sguardo. Le sue labbra. Il suo modo di parlare. 
“Come ti pare, io me ne vado!” era diventata troppo pesante quell’atmosfera.

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Capitolo 3
*** Emozioni ***




Ero distesa su una gradinata e attendevo il suo arrivo perché sapevo che prima o poi sarebbe arrivato.
Ero sdraiata e il mio sguardo vagava verso quell’infinità che era il cielo… un cielo colmo di stelle.
Ho sempre considerato le stelle delle piccole speranze e più luminose erano più quelle speranze per me assumevano connotati di concretezza.
Ma adesso guardo il cielo e quelle speranze che riponevo nella mia storia con Stefan… nel nostro futuro sono andate perse. Non ci spero più!
Si dice che la speranza sia l’ultima a morire… le mie speranze hanno cercato di resistere fino all’ultimo ma alla fine hanno ceduto.
Ed eccolo arrivare… Era diventata la mia ombra.
“Conoscevo tutte le costellazioni… eppure adesso non ne ricordo nemmeno una!”
“Sei ubriaca!” in parte aveva ragione ma non avevo completamente perso la mia lucidità. Farglielo credere era parte del piano. “Devi andare a casa” mi alzai appoggiandomi ad una sbarra per non cadere.
“Fammi cercare la macchina”
“Scherzi, vero?”
“Ecco arrivata il poliziotto anti-divertimento! Pensavo che Stefan lo squartatore fosse l’anima della festa, no?” 
“Beh, d’accordo, ti accompagno a casa. Andiamo!” fece per voltarsi e scendere i gradini.
Azionai la parte successiva del mio piano.
Mi aggrappai alla sbarra e la scalvai. Alle mie spalle il vuoto. Avevo paura ma sapevo di doverlo fare.
Stefan sentendo le mie mosse istintivamente si voltò.
“Cos’hai 5 anni? Forza Elena, scendi!” continuavo a sorridere come una stupida, colpa dell’alcol.
“Perché? Hai paura che…” e feci finta di star per cadere. “Oh… per poco! Klaus non sarebbe felice di te!”
“Sei esilarante!”  la preoccupazione gli si leggeva nel viso.
“Guarda Stefan senza mani!” sembravo davvero una bambina. Le mani non poggiavano più sulla sbarra era innalzate al cielo. Credevo di avere tutto sotto controllo ma poi successe tutto così velocemente. Persi l’equilibrio e caddi nel vuoto. Il mio cuore per un attimo si fermò e in quello stesso attimo mi mancò respiro. 
Chiusi gli occhi e nel momenti in cui li riaprii mi trovai tra le braccia possenti di Stefan.
Se lui non fosse arrivato mi sarei schiantata contro il suolo.
Mi aveva afferrata, non mi aveva lasciato cadere.
I nostri volti si distanziavano di pochi centimetri. Il suo respiro era freddo. Il suo profumo non era più lo stesso.
Mi guardò con molta intensità e quasi un’altra volta mi sentii crollare.
“Sapevo che mi avresti presa” dissi col fiato corto.
Scesi dalla sua presa. Lui non disse nulla. Sapevo che dietro quella maschera era rimasta un briciolo di umanità… Klaus non poteva aver spazzato via tutto.
Rimanemmo a fissarci quando ad un tratto lo vidi piegarsi in due e subito collegai i pezzi.
Alle nostre spalle un altro personaggio era entrato in scena. Il piano si stava svolgendo come quanto avevamo stabilito. 
Alaric alle nostre spalle aveva scoccato delle frecce alla verbena e Stefan adesso era steso per terra.
Avanzò verso di me.
“Stai bene?” ma che domanda stupida. Come potevo stare bene? Mentire era diventato naturale come respirare.
“Si, io…” guardai per un attimo la gradinata dalla quale un attimo prima caddi “Sto bene!”
“Non sembri… sobria!” almeno questo l’aveva capito.
“Il piano ha funzionato! Questo è quello che conta!” annuì e il nostro sguardo prontamente ricadde su Stefan “Portiamolo via da qui!”
Alaric si caricò Stefan dietro le spalle come fosse un sacco carico di roba.
Corremmo verso la sua auto e velocemente aprii il portabagagli dove avrebbe depositato Stefan.
Mi misi a sedere nel lato passeggero.
Alaric stava per entrare quando lo sentii borbottare qualcosa ma non afferrai nulla.
Ad un tratto vidi il suo viso mutare espressione.
“Elena! Elena!” mi guardai attorno e vidi del fuoco. La macchina stava prendendo a fuoco.
Immediatamente cercai di uscire.
“Apri la portiera”
“Non ci riesco. Non si apre!” era come bloccata. Iniziai a scalciare per provare ad aprirla ma nulla.
Stavo entrando in panico. Il respiro stava iniziando a mancare. Mi sentivo quasi soffocare.
Alaric prese un bastone e provò a rompere il vetro ma non ci riuscì.
Iniziai a tossire. Pensai a Stefan. Andai da lui e cercai di svegliarlo.
“Stefan!” mi accasciai sul lato guida priva di forze.
Stefan mi aveva ascoltato e diede un calcio al portabagagli in modo da farmi uscire.
Ero riuscita ad uscire. Alaric mi raggiunse.
“Muoviti prima che esploda!” sapevo che da li a poco la macchina sarebbe esplosa ma non potevo lasciare Stefan li.
“Aspetta, aspetta ti prego! Non posso lasciarlo li!” mi guardò e in un attimo fu li al mio fianco pronto ad aiutarmi. Prendemmo Stefan per le braccia e lo portammo fuori dall’auto. 
Ci allontanammo e la macchina esplose.

***

Eravamo tornati a casa Salvatore. 
Ero nel bagno di Damon e lui voleva prendersi cura di me!
“Dammi faccio io!”
“No” era deciso a farmi da infermiere. “Fallo fare a me, Elena!”
“Damon, dai…”
“Sei quasi arrostita. Il minimo che posso farti è prestarti soccorso.” lo lasciai fare perché avevo davvero bisogno che qualcuno si prendesse cura di me.
Avevo una piccola ferita sul viso e lui si stava apprestando a disinfettarla. 
La sua dolcezza addolciva anche a me.
“Hai recitato molto bene la tua parte, stasera!” aggiunsi ripensando al modo in cui flirtava con Rebekah.
“Oh… davvero?”
“Si! Tu e… Rebekah che sbavavate l’uno sull’altra e sui vostri marshmallow.” ed eccola di nuovo li quella strana sensazione… quella strana gelosia che avverto quando Damon è con un’altra, un’altra che non sono io.
“Si, prima che lei mi infilzasse!”  tirai un sospiro di sollievo “Pensavo fossi troppo ubriaca per accorgetene!”
Era come se nonostante non fossimo stati insieme… non ci fossimo persi di vista neanche per un attimo.
“Fingevo per la maggior parte del tempo!” abbassai lo sguardo e lui fece lo stesso.
“Anch’io!” i nostri sguardi si cercarono, s’incontrarono e parlarono.
Ero innamorata di Damon.
“Elena pronta per andare?” mi voltai di scatto e vidi Alaric.
Un altro momento rovinato… un’altra persona c’ha interrotto.
Forse il destino non ci vuole unire… forse ci sta inviando piccoli segnali per farci capire che non possiamo stare insieme.
“Bel lavoro stasera, Ric! Mi dispiace per la macchina!” aggiunse Damon!
Non rispose e dopo un ultimo sguardo andammo via.
Stavamo per raggiungere l’ingresso.
“Non c’è problema se vuoi tornare ad essere amico di Damon!”
“Non voglio!” erano così tanto amici e adesso mi dispiaceva vederli così.
“Credo che tu gli manchi!” sapevo di dire la verità perché nonostante Damon non l’avesse detto io lo conoscevo e con lui le parole non servivano.
Fummo colti di sorpresa da Stefan.
“Mi avete fregato, stasera! Di certo non me l’aspettavo!”
“Questo prevedeva il piano!” disse Alaric.
“Sai… puoi odiarlo quanto vuoi, ma Elena ha bisogno di me!” sentivo di non aver più bisogno di lui al mio fianco sapevo che adesso la mia felicità non dipendeva da lui. ”La proteggerò sempre! Credo sia meglio che entrambi vi abituate ad avermi intorno.” guardai Ric e gli feci segno di andare.
“Elena, aspetta. Avresti potuto lasciarmi morire in quell'incendio, stasera. Perché non l’hai fatto?” mi fermò per una stupida domanda una domanda che lo Stefan di un tempo avrebbe conosciuto la risposta senza chiedere.
“Perché ci spero ancora!”
“Dopo tutto quello che ti ho fatto…” aveva ragione mi aveva troppo male “tu pensi che io riuscirò a trovare la mia umanità!”
“Si', lo penso. So chi sei veramente. Lo so meglio di chiunque altro, Stefan. E non ho intenzione di rinunciare.” forse qualcosa si stava riaccendendo in lui.
“Elena…” ci sperai “hai idea di quanto questo ti renda patetica?” ma le mie speranze morirono sul nascere.
“No, Stefan… questo mi rende forte!” e gli conficcai un paletto in legno nello stomaco.
Si piegò dal dolore e andai via.

***

Ero tornata casa. Avevo finito di lavare i denti e mettere il pigiama e stavo entrando nella mia camera quando per poco non presi un infarto.
“Oddio Damon l’hai rifatto! Devi smetterla di intrufolarti nella mia camera a mia insaputa nel cuore della notte. Che ci fai qui?”
Damon era seduto sul cornicione della mia camera più bello che mai.
“So che è tardi ma… volevo assicurarmi che tu stessi bene!” 
“Sto bene!” 
“Elena non mentirmi! Ho ascoltato ogni singola parola che ti ha detto Stefan! Ti ha considerata…”
“Bene… allora sai che non sto bene perché si, mi ha considerata patetica e lo sono stata davvero per tanto tempo!”
“Elena… Stefan non tornerà più indietro! Devi fartene una ragione!”
“Damon non è così! ti ho sempre detto che continuo a sperare in un possibile ritorno di Stefan”  tirai un lungo sospiro e continuai “beh è vero non ti ho mentito!” sul suo viso apparve come un’espressione di sconfitta.
“Io spero che Stefan ritorni ad essere..”
“Elena io l’ho capito e non capisco perché tu continui a ripetermelo!” mi aveva interrotto.
“TI prego fammi finire!” annuì e ripresi “Voglio che Stefan torni ad essere se stesso! So che uccidere e nutrirsi della gente è teoricamente quello che comporta la vostra natura ma lui non è così. Io so chi è Stefan! Stefan è l’uomo che avrebbe potuto ucciderti quando tu hai ucciso la sua migliore amica Lexi, ma non l’ha fatto perché tu sei suo fratello! Stefan è l’uomo che antepone la sua natura da vampiro all’amore, all’amore per tutti! Voglio che tu continui ad aiutarmi… Io voglio che Stefan torni Stefan!
Credo che nella mia vita non ci sia più posto per lui! 
Credo che il mio cuore abbia smesso di battere per lui dal momento in cui i suoi denti hanno penetrato la mia pelle ma nonostante questo io non voglio che lui si perda… Voglio che lui ritrovi la sua strada e io ho bisogno del tuo aiuto!
Damon io e te abbiamo passato tanto… tantissimo tempo insieme! E mi sono accorta che più il tempo passava più io iniziavo a sentire una strana sensazione alla quale sul nascere non ho badato ma adesso è diventata insistente e mi spaventa.
È una sensazione alla quale non sono riuscita a dare un nome.
È un qualcosa di strano e mi capita ogni volta che tu mi sei accanto.
Inizialmente era un misto di malinconia e tristezza ma col passare del tempo si è trasformata.
Quando sto con te entro in uno stato di ansia, seguito da una strana e inspiegabile felicità.
Ho avuto paura di parlarne.
Ho avuto paura di ammetterlo.
Ho paura di ammetterlo a te.
Ho avuto paura di affrontare per la prima volta i miei sentimenti.
E adesso siamo di nuovo qui… uno di fronte all’altro e so che non posso più scappare, non posso più tornare indietro e so che nessuno potrebbe interferire con questo momento esclusivamente nostro.
Si, Damon… mi stanno sudando le mani, il mio cuore sta scalpitando e mi sento terribilmente in imbarazzo!
Mi sento mancare il respiro… 
Vorrei solo che tu adesso mi stringessi tra le braccia e mi dicessi che tu non mi faresti mai del male che tu non saresti mai capace di nutrirti del mio sangue nonostante rappresenti un richiamo irresistibile vorrei che mi dicessi che tu non potresti mai abbandonarmi perché io… Damon io non potrei sopportarlo!
Non potrei sopportare di vedere sparire dalla mia vita anche te! 
Ho dimenticato il passato e non so cosa ci attende il futuro ma so che tu sei qui… io sono qui ed è tutto quello che conta!
Voglio respirare appieno l’attimo interminabile di questo bellissimo presente… di questo nostro presente!” si avvicinò a me, annullando quella breve distanza che ci separava e dolcemente prese il mio volto tra le mani, lasciò strofinare i nostri nasi per poi far incontrare ed unire le nostre labbra ponendo fine alla loro disperata ricerca.
Le sue labbra erano così morbide, così calde, così mie!
Era come se i miei piedi si fossero staccati dal suolo… era come se stessimo danzando.
L’eccitazione mi pizzicava le vene.
“Damon scusami… questo è sbagliato!” disse allontanandomi da lui.
Mi guardò intensamente.
“Elena io… penso di essere la persona meno adatta nel dirti ciò che è giusto o sbagliato perché nella mia vita ho sbagliato una miriade di volte ma so che adesso… è questo quello che voglio! Voglio te e non vorrei essere in nessun altro posto e con nessun’altra donna se non qui e con te, Elena!
Pur quanto sbagliato possa essere ricommetterei questo sbaglio altre mille volte!”
Sentivo il mio sangue pompare ad un velocità smisurata e il mio cuore martellava . 
Desideravo le sue labbra più di ogni altra cosa.
Le sue labbra arrivarono a scontrarsi con le mie in una lotta che di casto non aveva nulla.

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