Amnesia

di Becky58
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Decisioni Azzardate ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Camminava lentamente per la strada deserta, persa nei suoi pensieri, persa nella sua voce.
Erano passate ore da quando era uscita di casa in quella fredda notte di metà febbraio, completamente sola se non per il suo fedele iPod che riproduceva ininterrottamente le loro canzoni, delle quattro persone più importanti della sua vita. 
Era talmente presa a cantare per accorgersi di una macchina sbucata fuori dal nulla.
Lo strillo acuto dei freni.
Un urlo.
Un botto.
Poi più nulla, buio totale.

“Cazzo Shannon aiutami!” 
Un uomo, o forse un ragazzo dato il suo aspetto, corse giù dalla macchina, fiondandosi sul corpo della povera ragazza stesa a terra priva di sensi.
I suoi occhi azzurri la scrutavano da capo a piedi.
“MERDA! Perde troppo sangue! AIUTAMI SHANNON!”
Un altro uomo, di pochissimo più grande del primo, lo raggiunse con in mano un telefono. I suoi occhi fremevano dalla paura.
“Fratello stai tranquillo, ho chiamato Mike, sta arrivando!”
“Perché cazzo hai chiamato Mike e non l’ambulanza?! CHIAMA SUBITO! Potrebbe morire”
Cercò di tamponarle il sangue dal viso, in preda al panico, non sapeva che fare.
Appoggiò la mano tremante sul collo di lei, terrorizzato all’idea di non sentire più il suo battito cardiaco.
“E’ ancora viva! Chiama l’ambulanza Shannon!”
L’aria sembrava pesare dei quintali ed essere spessa dei metri, faceva quasi fatica ad entrare nei polmoni dei tre ragazzi.
“Non possiamo Jay pensaci! Se chiamiamo l’ambulanza tutti sapranno cosa è successo, ne va della nostra carriera, non possiamo! Mike è un medico, saprà cosa fare, stai tranquillo”
Parlò il più grande dei fratelli.
Come uno schiocco d’arco, gli occhi celesti del minore incenerirono quelli verdi dell’altro, quasi spaventato da questo sguardo.
“Stai scherzando spero! Abbiamo appena tirato sotto una ragazza in macchina, ti rendi conto?! POTREBBE MORIRE e tu pensi a quella cazzo di fama?! Chiama il 911!” disse sputando rabbia e panico.
Scintille.
“No” rispose l’altro deciso “non lo farò, sta per arrivare Mike”
Successe tutto in un secondo. L’aria sembrò diventare elettrica, Jared scattò verso il fratello come un leone inferocito e gli sferrò un pugno talmente forte da fargli perdere l’equilibrio.
Shannon, incredulo, si appoggiò alla macchina dietro di lui e si tastò lo zigomo caldo per il destro ricevuto.
Nello stesso istante arrivò sgommando una Jeep completamente bianca.
“Vaffanculo Jared! E’ arrivato Mike” disse il maggiore.
I minuti seguenti furono interminabili; Mike, un uomo alto e snello, “visitò” la ragazza accuratamente.
Jared tremava di paura e controllava il suo BlackBerry ogni cinque secondi.
Shannon si tastava ancora il volto,facendo passare lo sguardo dalla ragazza al fratello, dal fratello alla ragazza.
“Se la caverà, non so come, non so che conseguenze ci saranno ma se la caverà. Aiutatemi a portarla in macchina, svelti!”Il tempo sembrava passare velocemente attraverso diversi flash, tutti intervallati dal forte rumore del proprio battito cardiaco, che proprio come il fiato,fremeva nelle loro orecchie.
Mike guidava per le strade di New York tenendo gli occhi fissi davanti a sè,gli occhi di Shannon erano persi nel vuoto, con un terribile velo di paura poggiato su di essi, mentre quelli di Jared erano puntati sul volto insanguinato della ragazza, adagiata sulle gambe di lui anch’esse sporche di sangue.
Tachicardia.
Un secondo dopo erano nell’ambulatorio di Mike e quello dopo ancora, seduti in terra alla notizia: “la tengo in coma farmacologico per un paio di giorni ma ha avuto un forte trauma cerebrale. Molto probabilmente ha perso la memoria, non so da che periodo della sua vita la sua mente ripartirà, o se i suoi ricordi sono stati completamente cancellati.”

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Capitolo 2
*** Decisioni Azzardate ***


Scusate il ritardo ^^ Ecco a voi il secondo capitolo, fatemi sapere se vi piace :)



CAPITOLO 2:  decisioni azzardate
 
Camminava lentamente per le strade deserte di Los Angeles, solo le acide gocce di pioggia osavano interrompere il rumore frenetico dei suoi pensieri, troppo fitti per poterci entrare.
Testa bassa, occhi fissi sull’asfalto, scarpe zuppe.
Come avrebbe fatto ad uscire da questa situazione?
Tutta la sua vita rischiava di crollare sotto l’enorme peso della colpa. Al pensiero di ciò che era accaduto solo qualche ora prima, non poteva non rabbrividire davanti ad ogni dettaglio.
Se solo non fosse uscito con quelle quattro troiette, se solo non avesse dato retta al fratello che voleva prendere una scorciatoia… se solo non fosse un fottuto cantante che deve nascondere l’accaduto per paura di essere giudicato “cattivo”.
Già si vedeva sul palco di fronte a migliaia di persone, entusiasta come ad ogni concerto, additato da tutti , scherzato dai fan, discriminato dai genitori, vittima di cori di certo non benigni.
“Eccolo, è lui! Quello che ha investito la ragazza in coma! E’ un pericolo”
Dure parole di verità echeggiavano nella sua mente.
Stava per distruggersi tutto ciò in cui aveva sperato, sognato, lottato.
Si era sacrificato tante volte sia per sé stesso che per i suoi stessi fan, disposti a tutto per una sua canzone; ed ora era arrivato al capolinea.
I media non avrebbero creduto che fosse stato un incidente e avrebbero notato solamente quella povera ragazza dai capelli color miele, nascosta ed impaurita senza un briciolo di memoria.
Ma d’altronde, cosa poteva fare? Abbandonarla davanti alle porte di un ospedale senza sapere se sarebbe sopravvissuta? Fregarsene di lei?
Di certo non ci sarebbe mai riuscito.
Però portarla di persona all’ospedale sarebbe stato troppo pericoloso!
Continuò a camminare, tormentato da quei pensieri; ormai ogni centimetro del suo corpo era bagnato da quella pioggia incessante.
D’un tratto, proprio nell’arrivare davanti al cancellino di casa di Mike ebbe un’idea.
Forse era folle, rischiosa ma ormai aveva deciso e avrebbe fatto così.
Animato da quel pensiero, alzò la testa esausta. Spinse con forza il cancellino che sbatté violentemente contro la siepe.
Percorse a passo svelto l’entrata di quella casa che conteneva tutti i suoi problemi.
Le scarpe zuppe lasciavano impronte infangate sul parchè.
Arrivò in fretta al piano superiore, dove ad aspettarlo c’era il fratello.
“Shannon” disse “ho deciso! La teniamo con noi” continuò deciso.
Il silenzio della notte si fece più pesante.
“Cosa?!” rispose il fratello.
“E’ l’unico modo, diremo a tutti che è nostra cugina, rimarrà con noi, le insegneremo tutto ciò che c’è da sapere, ci  inventeremo qualcosa sull’incidente, tanto lei non si ricorda nulla! Nessuno lo verrà mai a sapere.”
Era determinato a portare a buon fine la sua idea.
Intravedeva una speranza in quella soluzione. Non sarebbe stato semplice ma avrebbe lottato!
“Tu sei tutto matto Jared!” gli rispose Shannon sconvolto. 

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