Soul Eater: the third Gorgon

di MadLucy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Prisoner. ***
Capitolo 3: *** Abandoned. ***
Capitolo 4: *** Saved. ***
Capitolo 5: *** Accepted. ***
Capitolo 6: *** Determined. ***
Capitolo 7: *** Excited. ***
Capitolo 8: *** Rejected. ***
Capitolo 9: *** Clashed. ***
Capitolo 10: *** Followed. ***
Capitolo 11: *** Confused. ***
Capitolo 12: *** Caught. ***
Capitolo 13: *** Challanged. ***
Capitolo 14: *** Reunited. ***
Capitolo 15: *** Disoriented. ***
Capitolo 16: *** Infatuated. ***
Capitolo 17: *** Advised. ***
Capitolo 18: *** Lurking. ***
Capitolo 19: *** Upset. ***
Capitolo 20: *** Hunted. ***
Capitolo 21: *** Amazed. ***
Capitolo 22: *** Prepared. ***
Capitolo 23: *** Unearthed. ***
Capitolo 24: *** Avenged. ***
Capitolo 25: *** Murderess. ***
Capitolo 26: *** Protected. ***
Capitolo 27: *** Disappointed. ***
Capitolo 28: *** Softened. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo s

Prologo.



Tutti,in questi anni bui,conoscono Medusa. Medusa,la strega dei serpenti.
La Shibusen la cerca ormai da tempo,da quando scoprirono che non era esattamente un'infermiera e fuggì,la notte della resurrezione del Kishin.
E tutti conoscono Arachne. Come si fa a non conoscerla? L'inventrice delle armi. La strega dei ragni.
Braccata da Shinigami,braccata dalle sue stesse simili per gli scempiosi esperimenti che ha compiuto.
Tutti le conoscono,in pochi non le temono.
Ma nessuno conosce me. Nessuno sa chi sono io.
E nessuno può saperlo,è un segreto che entrambe non hanno rivelato ad anima viva.
Sono cresciuta in silenzio,nel loro disprezzo,nel loro odio.
Sono cresciuta in un mondo troppo oscuro per una bambina.
Sono cresciuta fra le opprimenti mura di una prigione che non riuscivo a chiamare casa.
Ma sono cresciuta,nonstante tutto. Per loro sfortuna.
Nessuno sa che le sorelle Gorgon non sono due. Ma tre.
Mi hanno segregata per troppo tempo.
Il mio nome è Shaula.
Shaula,la strega degli scorpioni.





Note dell'Autrice: Ciao a tutti!
Allora: il personaggio di Shaula non è inventato,esiste sul serio: cercate su Wikipedia se non vi fidate! Fa una brevissima apparizione nel manga Soul Eater Not!,ma non traspare granchè riguardo il suo carattere,perciò è OOC,perchè ho dovuto inventarmi qualcosa.
So che nel manga lo Shinigami dice "le tre sorelle Gorgon",e ciò implica che lui sappia dell'esistenza di Shaula,ma per esigenze della storia ho preferito rimanesse segreto. Detto questo,ho finito! Non so quanto regolarmente riuscirò ad aggiornare,farò il possibile,
Lucy

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Capitolo 2
*** Prisoner. ***


oo

Capitolo uno. Prisoner


La mia era una camera triste. Piccola,il tetto di legno spiovente e il pavimento di assi cigolanti,quelle che alimentano le incoerenti paure dei bambini quando cala la notte. Un armadio vuoto per metà,con piegate dentro camicette sbiadite e maglioni che punzecchiavano i polsi,o perlomeno tutti gli indumenti di cui le mie sorelle volevano liberarsi. Una lampada fioca con il paralume strappato per metà,che gettava sul muro un'ombra obliqua ed inquietante. Un letto senza rete,poggiato a terra. Bambole non cen'erano,Medusa le aveva bruciate tutte sghignazzando davanti i miei occhi di bambina.
Ma a sei anni avevo già imparato da tempo a non piangere. Non piansi. 
Nostra madre morì il giorno del mio terzo compleanno. Un'umana,in una casa di streghe,si consuma presto.
Era una donna forte,ma stanca. Suo marito era morto. Le sue figlie provavano per lei mero disgusto. Erano più forti,la riducevano a schiava.
E lei obbediva in silenzio,morta prima di morire.
Mamma,mamma,Medusa mi ha fatto cadere dall'altalena! Guarda! Cercava un aiuto,quella me piccola e fragile dal ginocchio sbucciato,che dopo quella volta non pianse più.
Medicava sempre il fagottino pesto che le si presentava davanti,la mamma.
Mi comprendeva,mi capiva. Ma non diceva nulla. Mi baciava la fronte,incapace di tenere testa alla sua bambina serpente.
Medusa non era semplicemente agitata. Era pazza.
E potente. Era molto piccola quando ordinò per la prima volta ad un serpente di dilaniare un pettirosso.
Da allora bisce d'ogni tipo le circondarono sempre le braccia,la sorvegliarono mentre dormiva.
Forse fu lei,ad uccidere nostra madre,di nascosto. O magari la malinconia. Se ne andò senza un grido.
La seppellirono in un campo lontano,senza lacrime. Come non fosse mai esistita.
Medusa faceva paura. Il suo passatempo preferito era prendermi a calci,tirarmi i capelli. Erano belli,i miei capelli.
E lei li odiava. Odiava me.
Forse teneva a nostro padre molto più di quanto credessi. Non lo conobbi mai,morì qualche mese prima della mia nascita.
Forse fu questo macabro parallelismo ad attirare su di me l'ira di Medusa.
Era permalosa,violenta. Le piaceva sfoggiare il suo potere. Le piaceva fare del male. Le piaceva farmi del male.
Passavo giornate intere chiusa in camera mia,trattenendo il fiato,per evitarla. A volte non ci riuscivo.
I lividi sbocciavano come fiori viola sulle mie braccia troppo deboli per proteggermi.
Debole era il suo insulto preferito.
Debole,debole,debole sibilava sogghignando facendomi cadere per terra,calpestandomi la testa con un piede. Stupida bambina debole.
Arachne era diversa.
Passava le giornate studiando libri di magia in camera e leggendo sotto l'ombra degli alberi,nei campi,per non essere disturbata.
Adorava il silenzio,Arachne.
Il sapere,lo scoprire era la sua fissazione. Sapere significava conoscere,conoscere significava poter creare e poter distruggere.
Aveva una mente razionale,matematica. Fredda.
Troppo fredda per potersi interessare di una sorella che ogni notte piangeva con il viso contro il cuscino per non farsi sentire.
Quando vedeva Medusa maltrattarmi non ci badava,la strega dei ragni dallo sguardo di pietra. Non rideva,ma in fondo lei non rideva mai.
Si limitava ad ignorarci,come fossimo troppo sciocche e futili per poter essere degne della sua considerazione.
Dopo i dodici anni Medusa rimase di rado a casa,per mio sollievo. Usciva,si era fatta degli amici in paese. Ragazzi che la consideravano "tosta" perchè distruggeva le vetrine dei negozi solo schioccando le dita.
Ero sola,in quella casa vuota e buia da cui non potevo uscire.
-Nessuno sa che tu esisti. E nessuno deve saperlo,chiaro?!- aveva sbottato Medusa un giorno,stringendo quegli occhi ambrati che tanto mi terrorizzavano.
Certo,era chiaro. Non esistere. Divenni brava in questo.
Tanto,chi avrebbe dovuto avere intaresse della mia esistenza?
Ero uno spettro senza nome e senza futuro,che vagava nei corridoi senza lasciare traccia.
Come una prigioniera guardavo con desiderio il panorama oltre il vetro della finestra,immaginando una vita là fuori,in quel mondo così diverso in cui non avevo mai vissuto.
Quando accadde,io avevo otto anni. Medusa quindici. Rimase incinta.






Note dell'Autrice: Eilà! Posto veloce veloce il primo capitolo. Naturalmente è un flashback sull'infanzia di Shaula.
Allora?! Non ho voluto soffermarmi apposta sui loro genitori,dato che sono un elemento senza importanza in questa fanfic (che tristezza,poveri!).
Ho immaginato che la madre fosse stata umana e il padre figlio di una strega,e perciò loro ottennero i poteri dalla nonna paterna (non so se esiste 'sta roba,pazienza!!!)Che ve ne pare? Deprimente,eh? Purtroppo sì,l'inizio va così! Ma poi migliora,prometto.
Che ne dite???Vi piace? Commentate,mi raccomando! Significa molto per questa povera scrittrice!!!
Lucy

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Capitolo 3
*** Abandoned. ***


capitolo 2

Capitolo due. Abandoned



Un altro autunno moriva,lasciando scivolare foglie rosso tiziano e oro intenso sui prati verdi del giardino,sul macabro teatro dei miei anni infelici.
L'inverno,più gelido e spietato che mai,erose quelle fronde fitte e lucenti lasciando miseri scheletri neri e senza vita,che ondeggiavano patetici al vento.
Fu proprio quell'inverno che la gente iniziò a parlare. Prima erano solo sussurri di poco conto,dicerie senza fondamenta.
Poi chiacchiere,intense,insistenti,fastidiose,che ronzavano continuamente alle orecchie di tutti.
Medusa Gorgon è incinta e non sa chi è il padre,mormoravano.
Era un mistero quella volta,e lo rimase. Forse era vero,forse non lo sapeva nemmeno lei.
Non disse esplicitamente a nessuno della gravidanza. L'esasperante frase ormai ricorrente in casa nostra era fatti gli affari tuoi.
E Arachne fece così. Non disse nulla neanche lei.
Non diceva nulla,ma il modo in cui inarcava le sopracciglia quando vedeva Medusa,l'espressione di sottile disgusto che le si dipingeva in viso parlava per lei.
Solo con ribrezzo osservava la pancia di sua sorella gonfiarsi lentamente sotto la giacca. E con essa creebbero i pettegolezzi.
Magari il ragazzo non vuole il bambino.
Forse era arrabbiata,Medusa. Forse confusa,forse disperata,forse terrorizzata.
Non diede a vedere niente di tutto questo. Non diede a vedere niente.
Quel silenzio irritante,irragionevole e quasi infantile,come quello d'un bambino che non vuole confessare una marachella,si prolungava all'infinito.
Non diede alcuna spiegazione piegandosi sul bidone per vomitare,colta da una profonda nausea,nè aggrappandosi al corrimano delle scale per bilanciare il ventre troppo grosso. Mai.
Ma non si smentì. Non abbassava lo sguardo,incrociando quello sprezzante di Arachne. Non arrossiva di vergogna.
Sollevava il mento con aria di sfida,testarda e orgogliosa come fu fino all'esalare del suo ultimo respiro. Non doveva rispondere di niente a nessuno,lei.
Ovviamente,all'avvenire di queste romanzesche vicende,ero troppo piccola per capire. La situazione mi era del tutto estranea. Nessuno si prese la briga di spiegarmi nulla,come sempre.
Ero preoccupata. Avvertivo ondate sempre più negative in casa,e ciò significava malumore. E ciò significava guai.
O magari vuole abortire.
Anni dopo,ripensandoci,riflessi a lungo su questo. Medusa poteva abortire,ma non l'aveva fatto.
Perchè? Era escluso che si fosse intenerita al pensiero del suo minuscolo figlio dentro di lei,era escluso che volesse diventare mamma.
Allora come mai dare alla luce un bambino che non voleva,un bastardo senza padre?
La risposta mi giunse molto più tardi. E non fu piacevole.
Torniamo però a quello che accadde.
All'alba di un mattino senza sole Medusa si trovava nell'ingresso,una gigantesca valigia nera stretta in pugno,un piumino che le cingeva il pancione.
Arachne la fissava,inespressiva,in camicia da notte.
-Parto.- la informò Medusa,in un tono che non ammetteva repliche.
Non le chiese la destinazione,Arachne. Saperla non le sarebbe servito a nulla.
-Non tornare.- ribattè annoiata. Medusa la fissò con odio.
-Non preoccuparti.- mormorò gelida. Uscì. Sbattè la porta.
Un tonfo,e la strega dei ragni abbandonò sorella e nipote al loro destino,sotto la neve che silenziosa cominciava a cadere.

Me lo sarei dovuto aspettare.Me lo sarei dovuto aspettare da tempo.
Una mattina mi svegliai. Andai in cucina,ma era deserta.
Il letto di Arachne intatto. I mobili vuoti.
In casa non c'era nessuno. Sen'era andata.
Mi aveva abbandonata.
Ero sola.
La chiamai. Bip. Bip. Bip...
-Cosa vuoi?!-
-Arachne!-
-Tu devi dimenticarti di me. Dimenticarti della mia esistenza.-
-
Arachne!-
-Arrangiati. Ti ho sopportata per troppo tempo,adesso basta.-
-
Arachne.-
-Muori! Vai al diavolo,tu e quella sgualdrina arrogante di Medusa! Andate al diavolo tutte e due.-
Bip. Bip. Bip.
Quel suono metallico,eterno,instancabile mi rieccheggiò nelle orecchie.
Mi aveva abbandonata.
Anche papà. Anche mamma. Anche Medusa. Mi avevano abbandonata.
La neve continuava a cadere.




Note dell'Autrice: Buonaseeeeera!!! Eccomi qua con il secondo capitolo. E meno male che doveva migliorare,eh? Di male in peggio. E qua Medusa se ne va  con Crona non ancora nato. Arachne,ormai maggiorenne,parte per i cavoli suoi. E Shaula niente. La lasciano lì. Sigh.
Innanzitutto voglio ringraziare di cuore tutti quelli che recensiscono e Black Nana,Death_Fanny e Violet_ che hanno messo questa storia fra le seguite!!! Grazie a tutti!!!
Allora,che ve ne pare? E' leggibile fin qui? Spero proprio di sì =) Che ne pensate di Shaula? Per ora questa è solo un'introduzione sul suo passato,necessaria per poi arrivare al fulcro della storia,ai giorni nostri. Per voi la tiro troppo per le lunghe? Vi prego ditemi!
Lucy



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Capitolo 4
*** Saved. ***


capitolo 3

Capitolo tre. Saved



La pendola nel corridoio rintoccava i secondi con lentezza esasperante. Uno dopo l'altro,come dense gocce d'umidità contro il pavimento.
Tic. Toc. Tic. Toc. Ancora tic. Ancora toc.
Troppo piccola la bambina in quella casa troppo grande.
Ero ancora lì,davanti alla porta chiusa.
Aspettando qualcuno che non sarebbe mai arrivato.
Con il telefono muto fra le dita.
Per ascoltare una voce che non avrebbe più parlato.
Avevo fame,avevo sete. Non mangiavo,non bevevo.
Quel lugubre silenzio era peggio di uno schiaffo in piena faccia. Mi tramortiva,mi pugnalava.
La solitudine divorava la mia così giovane anima. Stava uccidendo me come aveva ucciso le mia povera mamma.
Il tempo perdeva senso,perdeva importanza. Tanto era sempre tutto uguale.
Che ora è? Non m'intaressa. Che giorno è? Non m'intaressa. Ero sola prima,sono sola adesso e sarò sola fra un'ora.
Stavo ferma,immobile,accucciata al muro come un patetico animale dimenticato.
Cosa avevo fatto per meritarmi tutto questo? Questo odio,questo rancore,questo disprezzo?!
Perchè non ero riuscita a farmi amare nemmeno dalle mie stesse sorelle?!
Forse perchè ancora non avevo dato prova di alcun potere,perchè non distruggevo gli oggetti e non uccidevo senza motivo?!
Magari erano convinte fossi umana,come mia madre.
...non saresti mai dovuta nascere. Le parole di Medusa ferivano crudeli come lame conficcate nella pelle,facendomi scivolare una lacrima.
Potevo piangere. Potevo urlare. Ma se nessuno mi avesse visto,mi avesse sentito,sarebbe davvero accaduto? Era tutto così vano.
Cercavo protezione. Cercavo sicurezza. Cercavo affetto. E non avevo niente.
Non avevo mai avuto niente,non avevo niente nemmeno in quel momento. Anzi,prima avevo due parenti snaturate. E adesso no.
Cosa mai poteva fare un essere inutile,di cui nessuno sapeva l'esistenza?!
Morire. Abbandonarmi e morire. Sperare che la terra mi inghiottisse,che il sonno mi cogliesse per non destarmi più.
Un sonno dolce. Avevo bisogno di dolcezza.
I bambini hanno sempre bisogno di dolcezza.


Avanzavo barcollando,incerta sui miei piedi gelati.
Lasciavo una scia di impronte leggere sulla distesa innevata e perfetta che mi attorniava,in pochi istanti svanivano.
Fiocchi candidi scivolavano lentamente a terra,impigliandosi fra i miei ricci scuri e sciogliendosi in rivoli freddi.
Ero riuscita ad uscire. Uscire dalla mia prigione,dalla mia gabbia,dalla mia vita per non tornarci più.
Solo ricordi saturi di lacrime e dolori erano custoditi fra quelle mura,ero stanca.
Volevo scappare,lasciarmi alle spalle tutto.
Per andare dove? Andare,e basta.
Vagavo senza destinazione,senza meta.Camminavo senza fermarmi.
Non avevo mai visto,mai perlustrato quelle zone nonostante non fossero molto distanti da casa mia. Era questo il guaio: non conoscevo nulla,non sapevo nulla. Neanche come affrontare ciò che mi circondava.
Dove dormire,cosa mangiare e indossare erano interrogativi spaventosi,buchi neri profondi e terrificanti che preferivo ignorare caparbiamente,o meglio rimandare la soluzione a quando i problemi si fossero effettivamente posti.
Mi sentivo persa,costretta ad affrontare quelle novità tutte insieme,così piccola,così triste e così sola in un mondo così grande,così ignoto e così insensibile.
Ma anche stranamente libera,leggera. Euforica. Qualcosa stava per succedere.
Quel giorno avevo sete,tanta. La gola ardeva sotto la sciarpa di lana rossa che stringeva il mio collo,trovata in un armadio di Medusa.
Sentivo un rumore strano,uno scrosciare. Scostai piano alcuni arbusti coperti di brina e lo vidi.
Un fiumiciattolo sottile,che si snodava fra le rocce,dalle acque rapide e impetuose dal colore del ferro.
Mi avvicinai,piegando le ginocchia. Allungai i guanti per cogliere,fra le mani giunte a coppa,un sorso fresco.
-Attenta! Rischi di cadere!- Alzai la testa di scatto.
Una donna magra,con un cappello bianco panna calzato sulla chioma lunga e bionda,mi fissava con apprensione. Stringeva saldamente una bambina di circa la mia età,con un paraorecchie di pelo rosa e un cappottino in tinta,dall'aria stupita.
-Ehi piccola,stai bene? Mi senti? E' pericoloso...-
Quella fu la donna che cambiò la mia vita.





Note dell'Autrice: Nuovo capitolo per voi!!! Questo è leggermente più breve degli altri,ma solo perchè è l'ultimo riguardante il passato: arriviamo al presentee!!! Vi piace? (mah,non è granchè bello...) Vi ha incuriositi? Ditemi tutto!!!
Lucy







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Capitolo 5
*** Accepted. ***


capitolo 4

Capitolo quattro. Accepted

-Sinonimo di urlare?- Jasmine mordicchia pensosa la punta della penna di plastica,la fronte aggrottata dalla concentrazione.
-Mmmh. Strillare?- tento distrattamente.
-Non ci sta.- replica.
-Allora...sbraitare.-
-Ci sta!- esclama sgranando gli occhi.
La luce si riversa come una cascata d'oro sui suoi capelli rosso fiammante,tingendoli di stupefacenti sfumature dal cremisi all'ametista.
Perfetta per disegnare.
Jasmine alza la testa dalla sua rivista di cruciverba. -Me lo fai vedere?!-
-No.- ribatto secca coprendo il foglio di cartoncino. -Non è ancora finito.-
-Umpfh.- Mi fissa per qualche secondo,con quei suoi occhi giada screziati di marrone leggermente allungati. Il sogno di ogni pittore.
Poi china la testa.
-L'inizio e la fine di zoccolo. Ma cosa vuol dire "l'inizio e la fine"?- protesta irritata.
Alzo gli occhi al cielo. -Possibile che tu non l'abbia ancora capito? E' sempre quella la risposta. Z e O.-
-Ahh. E' vero.-
Squoto la testa impercettibilmente. Non cambia mai,Jasmine,è sempre la solita sbadata. Quando eravamo piccole chiamava la sua Barbie sempre Barbie,perchè se le dava un nome poi non se lo ricordava.
Per me è stata la sorella che,purtroppo,non ho mai avuto. Una qualsiasi altra bambina si sarebbe ingelosita nel vedere sua madre portarne a casa un'altra così,all'improvviso,e occuparsi di lei come fosse sua figlia.
Ma Jasmine no. Era buona,buona sul serio. Mi cedette il suo letto e andò a dormire nella camera degli ospiti,non mi fece domande imbarazzanti sul mio passato e la mia famiglia,non mi chiese nulla che io non volessi rivelarle.
Semplicemente mi accettò,non solo come inquilina. Come amica.
Elise,sua madre,mi accettò invece come figlia. Le devo la mia stessa vita: a volte mi chiesi come sarebbe andata,se non mi avesse accolto lei.
Forse sarei morta,stroncata dal vento crudele di un altro inverno. Forse sarei finita in un orfanotrofio. Chissà.
Loro furono le sole a farlo davvero. Ad accettarmi. A volermi bene.
Inizialmente ero sconvolta,frastornata da tutta quella gentilezza. Le uniche persone con cui a lungo avevo vissuto erano Medusa ed Arachne,dopotutto.
Non potevo credere che avessero invitato un'estranea a casa loro,che le avessero offerto cibo e un tetto per...niente.
Ma fu questo che imparai qui,in questa casa dalle pareti azzurro cielo: l'amore.
Quell'amore che avevo agognato,sperato,sognato e mai avevo ottenuto.
La storia andò così: Elise,la strega dei gatti,fu costretta a fuggire dall'Inghilterra dove viveva per via di una persecuzione; lei e la figlioletta,Jasmine,partirono per l'America. Aveva trovato casa da poco quando,sulla strada per il paese,percepì la mia anima. E mi prese con sè.
Mi diede tutto ciò che finora mi era mancato,e non pretese nulla in cambio.
La bontà dev'essere disinteressata,mi rivelò un giorno davanti al fuoco che scoppiettava nel camino. Altrimenti è solo profitto.
Amo Elise come avrei potuto amare mia madre,è la persona cui tengo più al mondo.
-Cosa facciamo questo pomeriggio?- domanda Jasmine,scarabocchiando una risposta nelle caselle.
Ci penso un attimo. -Potremmo andare al fiume a fare il bagno. Fa caldissimo.-
-Magari. Oppure al centro commerciale. Ho bisogno di un paio di jeans nuovi.- riflette.
-Ovvio,se continui a sbagliare il lavaggio della lavatr...-
-Shaula!-
Mi giro stupita. E' Elise. Non l'ho mai vista così sconvolta,le morbide onde di capelli biondo pallido scompigliate,i grandi e dolci occhi azzurro fiordaliso colmi d'ansia. Stringe qualcosa.
-Guarda.- Mi affretto ad alzarmi e vedere. E' un giornale,le pagine in bianco e nero spiegazzate.
Leggo il titolo a lettere cubitali.
Medusa Gorgon in libertà,individuato il covo. La Shibusen dice: prenderemo provvedimenti.
Sgrano gli occhi. Sento il cuore accellerarmi nel petto,anzi,martellare furioso come fuori controllo. Medusa. Medusa. Medusa.
-Che c'è?! Shaula...cos...- Jasmine si avvicina,alle mie spalle. Sbircia.
Impallidisce. -Medusa...?!? Quella Medusa?-
Rido amara. -Ohh,sì. Quella Medusa.-
Elise mi fissa,spaventata,triste,attendendo una reazione. -Shaula,tesoro...-
Stringo le dita sul giornale,finchè le nocche non sbiancano. -Sai,credo che non andremo nè al fiume nè al centro commerciale oggi.-
Medusa.




Note dell'Autrice: E Lucy posta veloce veloceee!!!! Ta-dàn. Che ve ne pare? E qua incontriamo,almeno parzialmente,una Shaula non più bambina.
Ho due interrogativi da porvi:
1. Vi sembra che la stia caratterizzando troppo poco? Prometto che nel prossimo capitolo scriverò molte cose in più riguardo soprattutto i suoi poteri,e durante la storia il carattere viene fuori!
2.Mi sono soffermata troppo poco su Elise e Jasmine? E' che anche loro sono piuttosto marginali,a dire il vero. Fanno parte unicamente del passato di Shaula. Compariranno anche nel prossimo capitolo,comunque.
Ecco quaaa!!!Allora ditemi!
Lucy

 

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Capitolo 6
*** Determined. ***


capitolo cinque

Capitolo cinque. Determined

 
I miei poteri si rivelarono quando avevo undici anni.
Stavamo sgomberando la soffitta,io,Elise e Jasmine. Portavamo fuori gli scatoloni,pulivamo il pavimento,facevamo ordine.
Jasmine stava passando l'aspirapolvere in un angolo,quando ad un certo punto cacciò uno strillo acuto.
-Uno scorpione!!!-
La povera bestiolina,non più grande del mio pollice,correva lungo la parete senza fare del male a nessuno,con quelle zampette minuscole.
Allora accadde qualcosa di strano. Provai un'ondata improvvisa di affetto verso quell'indifesa creatura,così piccola e debole da poter perire semplicemente sotto  una crudele scarpa. Mi ricordava,in qualche modo,me.
Vieni qui,mormorai pianissimo. Non aver paura. Non ti faccio del male.
Lo scorpione cambiò bruscamente strada. Si voltò e sgattaiolò fra le mie mani.
Non avevo alcun timore. Mi sentivo...bene.
Da allora,nonostante Elise fosse di natura tranquilla e pacifica e avesse rifiutato di insegnarmi alcunchè,volli imparare la magia,sviluppare le mie capacità al massimo,grazie ai libri.
E non solo per assecondare la mia natura o per orgoglio personale.
Per poter,quando sarei stata pronta,cercare Medusa ed Arachne. Stanarle. E ucciderle.
Io non dimentico.
Per cercare anche solo lontanamente di far provare loro almeno un quarto del dolore che avevo provato io,sola al mondo,davanti a quella porta.
Per vendetta. Vendetta,vendetta,vendetta.
Mai parola mi era più cara,mentre nel sonno le vedevo disintegrarsi davanti ai miei occhi.
Mentre senza rimpianti trapassavo il loro cuore con un pugnale.
Mentre il sangue colava a fiotti dal loro collo mozzato.
Crudele,macabro,magari.
Ma in fondo,si raccoglie ciò che si semina,giusto?
E loro hanno seminato odio. Tanto,incalcolabile odio,che torna a galla nel buio della notte,sopraffacendomi completamente.
Io non dimentico.
Hanno distrutto tutto. La mia famiglia,la mia casa, per un certo periodo la mia voglia di vivere. La mia infanzia è macchiata d'un rosso doloroso,quello della morte,delle perdite e delle privazioni.
Alcune delle ferite che Medusa mi aveva inflitto a calci sono diventate cicatrici. Sottili,scure. Ed eterne.
Indelebili,come il mio sangue versato,come le mie lacrime ignorate.
Ma mai eterne come quelle nell'anima. Quelle non si possono coprire,non si possono nascondere.
Io non dimentico.
E adesso,finalmente,dopo tanti lunghi anni di studio,accanimento e preparazione,sono pronta.
Sono alla porta,un grande zaino nero sulle spalle e una borsa a tracolla.
Jasmine,gli occhi arrossati e gonfi,mi fissa con malinconia.
-Quindi...hai proprio deciso?- ripete per circa l'ottava volta.
-Sì. Ho proprio deciso. Non posso fare altrimenti.- Non voglio fare altrimenti. Le mie sorelle meritano tutto quello che subiranno.
-Come farò,io,senza di te?!?- sbotta,mentre altre lacrime le scivolano lungo le guance.
Le sorrido triste. -Ce la farai,come hai fatto per nove anni prima che arrivassi. E poi tornerò. Non so esattamente quando,ma tornerò di sicuro.- prometto.
Elise prende le mie mani con delicatezza fra le sue. -Questa sarà sempre la tua casa. Ricordatelo.-
Annuisco con la testa,commossa. -Mi mancherete tantissimo.-
-E ancora di più tu a noi. Sicura di voler partire solo così?- mi chiede perplessa.
-Sì,viaggio leggera. Non preoccuparti,ho la carta di credito.- la rassicuro. -Adesso...è meglio che vada.-
Jasmine mi salta al collo,abbracciandomi forte. -Ohh,Shaula! Ti voglio tanto bene!-
-Anch'io,non immagini quanto.- bisbiglio,stringendola. Non si rende conto di quanto importante sia stata per me.
Guardo gli occhi celesti,così limpidi e sereni,di Elise.
-Mi raccomando,stai attenta. Sei molto potente,ma anche troppo impulsiva. Cerca di non passare guai.-
-Ci proverò.- rispondo onestamente. Ride flebile.
-Ci vediamo!- percorro il breve vialetto di ghiaia bianca del giardino. Mi fermo.
-Elise?-
-Sì?-
-Grazie.- sussurro,cercando di imprimere in quest'unica parola tutto l'amore che provo per lei.
Non mi volto più indietro. E' il momento di partire,non c'è tempo.
Destinazione: il covo di Medusa.




Note dell'Autrice: Ciao! Vorrei prima di tutto ringraziare quelli che hanno messo la fanfic nei preferiti e nei seguiti,e ovviamente chi recensisce! Siete grandi! Tornando al capitolo,Shaula parte. Per dove? Per andare da Medusa. E cosa succederà?
Ve lo dico. Succede...NON VE LO DICO! Vi tocca leggere il prossimo! Sono simpatica eh? =)
Sì,come il mal di pancia. Lasciamo perdere...Aspetto con ansia le vostre recensioni!!!
Lucy





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Capitolo 7
*** Excited. ***


capitolo 6

Capitolo sei. Exicited

La luna si nasconde dietro opache nubi color piombo,ritagliando una striscia sottile di luce fioca nel cielo pesto.
Solo il rumore ritmico dei miei passi squarcia il silenzio.
Cammino svelta,approfittando della cortina di tenebre che mi avvolge per percorrere furtivamente la strada accidentata,in salita,disseminata di arbusti e ciottoli.
Lo Scudo dell'Anima è attivo,non può percepire la mia presenza.
Un brivido d'emozione mi attraversa la spina dorsale. Da quanto tempo attendo questo momento?! Tanto,troppo.
L'idea di incontare Medusa,proprio quella Medusa protagonista dei miei ricordi ormai sbiaditi,dei miei incubi peggiori mi fa uno strano effetto.
Non mi spaventa,no. Mi alleno,mi preparo a questo scontro da anni e anni.
Solo...mi sconcerta. L'avevo etichettata come il mostro,la megera che mi picchiava e mi ha abbandonata senza scrupoli.
Non riesco a concepirla,ora,come una persona reale,concreta,con cui posso parlare e confrontarmi.
Solo come un'idea,un personaggio evanescente,un fantasma del mio passato.
Il mantello scuro si solleva alle mie spalle,gonfiato da un soffio fugace di vento.
Non dovrebbe mancare molto: in lontananza scorgo già il profilo di una grande struttura dall'aria minacciosa.
Affretto ulteriormente il passo,fino a correre.
L'adrenalina mi scorre nelle vene come sangue,infondendo vigore ai muscoli,forza alle gambe.
Più avanzo,più una strana sottile nebbiolina biancastra si addensa aleggiando attorno a me.
Nebbia. Non mi piace,mi suona come trappola.
Rallento con prudenza,aguzzando la vista. Sicuramente Medusa ha messo qualche trabocchetto da queste parti,dato che la Shibusen ha localizzato il suo covo. Sarebbe da sprovveduti non farlo.
Ad un certo punto mi fermo di colpo. Il mio intuito mi suggerisce di controllare.
Saggio il terreno con la punta del piede,delicatamente.
Aspetta,lì non sento nulla. Vuoto. Sorrido trionfante.
Una gigantesca fossa,profonda almeno una cinquantina di metri,si spalanca davanti a me come delle fauci affamate.
Mi chino un po' per guardare. In fondo si intravedono figurette scure.
Dei poveri malcapitati con l'osso del collo rotto,oppure divorati dal groviglio indistricabile di serpenti che sibila strisciando viscidamente sul terreno.
Ecco dove sono finiti tutti gli studenti della Shibusen mandati ad ucciderla.
Ah,Medusa,Medusa.
Sorrido con indulgenza e mi limito a mormorare qualche parola.
Afferro l'arpione comparso e lo lancio verso l'altra sponda della voragine; infilza un masso incidendolo in profondità.
Hop,basta un salto.
Pensavi di fermarmi così,eh? Medusina cretina che non sei altro.


Il salone che mi ritrovo di fronte è...rosso.
Rosse sono le piastrelle squadrate del pavimento,scintillanti come rubini,rosse sono le pareti tappezzate di velluto,rossa è la luce delle lampade di costoso vetro appese negli angoli: l'atmosfera è piuttosto opprimente. Mi sento subito a disagio,in tensione.
Mi guardo intorno,circospetta. Sembra vuota,ma non posso esserne assolutamente sicura data la scarsa,soffusa illuminazione.
Inoltre l'onda potente dell'anima di Medusa mi ha condotto fin qui,facendomi strada nell'intricato dedalo di corridoi indistinguibili.
L'aroma d'un incenso confonde le mie percezioni.
Magari c'è una porta lì,da qualche parte...

-Chi è?!- Una voce seccata mi fa sussultare. Mi volto lentamente.
Prima di venire qui avevo temuto di non riconoscerla. Ma appena la vedo capisco sì,è lei.
E' in piedi,uscita da delle tende scarlatte che,mimetizzate contro il muro,non avevo distinto.
I capelli oro scuro sono acconciati in una spessa treccia che le ricade sul petto,rammentandomi le treccine sottili ai lati del viso che aveva da bambina.
E' scalza,con le unghie smaltate di nero. La vestaglia di seta aramanto,con un profondo scollo a V,le sfiora le caviglie.
Il suo volto mi è familiare,non del tutto estraneo come temevo. Sono passati tanti anni ma i lineamenti,i tratti sono rimasti gli stessi.
Provo un'ondata di emozioni travolgenti. Incredulità. Euforia. Agitazione. Rabbia. Sì,soprattutto rabbia.
In un istante mi pare di rimmergermi nel mio passato,di sprofondare in uno dei miei sogni inquieti.
Mi squadra altezzosa,le braccia conserte. I suoi occhi. Quegli occhi...
Io non ho paura di lei.
-Chi sei,cosa diamine vuoi,come hai fatto a entrare?!- mi rimbrotta,furente.
-Quante domande...tocca prima a te darmi delle risposte.- replico sorridendo.
Lascio scivolare il cappuccio all'indietro,sulle mie spalle.
-Adesso mi riconosci?-




Note dell'Autrice: Buonaseeeera! Sesto capitolo.
Che ne dite? Cosa si diranno queste due???
Non ho molto da aggiungere...Commentate!
Lucy

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Capitolo 8
*** Rejected. ***


capitolo 7

Capitolo sette. Rejected


Medusa mi fissa per qualche istante. I suoi occhi mi scrutano con sospetto. Poi con crescente confusione.
E infine con rabbiosa consapevolezza.
-Sei tu.- conclude incredula. -Sei viva.-
Scrollo le spalle. -A quanto pare. Non grazie a te,comunque.-
-No,immagino di no.- annuisce distratta. -Quando scoprii che Arachne era partita per l'Europa mi chiesi proprio che fine avessi fatto.-
Ridacchia fra sè,come se si trattasse di una questione estremamente buffa.
Il suo divertimento mi colpisce a tradimento nel petto come un coltello. 
-Che fine avevo fatto? Premuroso da parte tua. Davvero,sono commossa.- ironizzo.
Medusa socchiude gli occhi,inarcando le sopracciglia. -Cosa vuoi da me,Shaula?-
-Da te? Niente.- Chino la testa da un lato. -Dopotutto ho imparato a non aspettarmi proprio nulla dalle mie sorelle. A cavarmela da sola. E ci sono riuscita. Perciò perchè mai dovrei chiederti qualcosa?-
-Sai cosa intendo dire. Piantala di girarci attorno e riassumi.- m'interrompe infastidita.
La infastidisco. In fondo io,la piccola stupida sorellina,l'ho sempre e solo infastidita. Non prova null'altro,nel rivedermi.
Sento il rancore,tutto quel vecchio antico rancore esplodere nella mia mente in fiamme. Roventi. Inarrestabili. Devastanti.
Le parole mi arrivano svelte alle labbra.
-Certe cose non si possono riassumere,Medusa. Una vita distrutta è fra queste,temo. Ti toccherà concedermi un po' del tuo preziosissimo tempo. Non so nemmeno da che parte cominciare...- Inizio a percorrere la lunghezza della sala,a passi misurati. -Tu che ne dici? Da come avete trattato mia madre,vostra
madre?! Dalle botte?! Dai giorni passati segregata in casa,nascosta al mondo intero?!-
-Ohh,non farla troppo tragica. E' un brutto vizio di noi Gorgon,tendiamo sempre a drammatizzare.- commenta lei,placida. -Sei qui adesso,no?-
Non mi aspettavo una tale...freddezza. Indifferenza. Si comporta come non avesse una coscienza,come non avesse alcuna colpa.
Tutto ciò non la tocca minimamente. Io non la tocco minimamente.
-Sì,è vero. Sono qui adesso. Ma dove sarei,ora,se persone infinitamente migliori di voi non avessero rimediato ai vostri errori?!? Comunque ormai è tardi,non si può tornare indietro e cancellare ciò che è stato.-
-Allora,per l'ennesima volta,cosa sei venuta a fare?!- domanda esasperata.
-Pretendo semplicemente delle risposte.- Mi volto e la fisso,gli occhi colmi d'ira. -Cosa ha fatto una bambina così piccola per meritarsi il vostro odio?! Cosa ho fatto per non poter ricevere da voi nemmeno un po' d'affetto,nemmeno un abbraccio,mai?! Perchè avete voluto trasformare la mia vita in un inferno a tutti i costi?!-
Mi osserva a lungo,in silenzio,senza proferire parola. Poi,inaspettatamente,scoppia a ridere. Una risata piena di cattiveria.
-Ahahahah! Non sei cambiata proprio per niente,eh? Sei rimasta patetica come quand'eri piccola.-  si ricompone,calmando gli irrefrenabili sghignazzi. -Cosa avevi fatto,dici? Niente,proprio niente. Ma il fatto è che...non saresti dovuta esistere. Mi pare di avertelo già detto,tempo fa. Fin dalla tua nascita non feci altro che esserci d'intralcio. Eri completamente inutile,un peso che ci seccava addossarci. Crescerti era solo una grande spesa di tempo,energia e denaro. Molto più facile invece chiuderti in una stanza e ignorarti, fingere che non esistessi. Non capisco perchè avremmo dovuto volere il tuo bene. Ma ascoltati,affetto!- Mi guarda,sorride schernendomi. -Penso che tu non sia venuta qui per avere spiegazioni,Shaula,bensì per ricevere delle scuse. Volevi che supplicassi in ginocchio il tuo perdono?! Che ti dicessi che mi dispiace da morire e sono una persona ignobile?! Spiacente di deluderti. Non c'è mai stato posto per te nella mia vita,e non cen'è nemmeno ora. Vattene,perdi il tuo tempo.-
Cala un silenzio agghiacciante.
Sono interdetta,paralizzata dallo stupore e da una strana morsa allo stomaco.
Forse ha ragione,forse inconsciamente speravo in delle scuse. Ma la verità,così semplice e spiazzante,mi sconvolge.
Come si fa a dire una cosa del genere?! Come si fa a non sopportare una persona,ad avercela con lei perchè esiste?! Perchè ha commesso l'errore di nascere?! E se questa persona è tua sorella è molto peggio,se possibile.
-Non sono riuscita a farti ragionare. Non sono l'unica a non essere cambiata,sai? Sei rimasta la ragazzina menefreghista e incosciente di allora,incapace persino di riconoscere i propri errori. E chi non riconosce i propri errori continuerà a sbagliare. Ma questo non m'interessa. Sappi solo una cosa: a breve arriverà il momento in cui rimpiangerai la tua decisione.-
Medusa corruga la fronte. -Mi stai minacciando?-
Sorrido. -Credo proprio di sì. Se ti uccidessi qui,subito,non subiresti nemmeno la metà della sofferenza che voglio infliggerti.-
-Oh,che paura! Inizio già a tremare.- mi sbeffeggia,roteando gli occhi al soffitto.
Non dico nulla. Mi giro e mi avvio verso la porta.
Proprio mentre sto per chiuderla,qualcosa di nero e veloce scivola dalla manica della mia mantella.
-Vai e divertiti,tesoro.- mormoro al grosso scorpione che di nascosto zampetta nel salone che mi sto lasciando alle spalle.
Non le farà nulla di terribile,ma sarà pur sempre una bella sorpresa.
E tocca a me ridere stavolta,scendendo rapidamente le scale.
A noi,Arachne.




Note dell'Autrice: Eccomi! Vi piace??? Qualche pezzo l'ho dovuto riscrivere almeno tre volte perchè mi suonasse =)
Questo è un primo incontro tra Shaula e Medusa,e si capisce piuttosto esplicitamente che non è andato molto bene (che eufemismo,ancora un po' si tiravano sedie in faccia!). Quello con Arachne sarà forse più interessante,perchè introdurrà un incontro mooolto particolare....
Non dico niente,basta!!! La parola a voi!
Lucy

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Capitolo 9
*** Clashed. ***


Capitolo 8

Capitolo otto. Clashed


-Lady Arachne,c'è una certa...signorina Shaula che desidera vederla.- sento annunciare dentro la stanza dal bizzarro maggiordomo affetto da nanismo.
Non si scompone,Arachne. Nulla sembra riuscire a sconvolgerla.
-...falla entrare,Mosquito.- ordina leggermente apatica. Riconoscerei ovunque quel timbro di voce.
La porta in mogano si socchiude.
Il domestico di nome Mosquito si scosta e mi permette di avanzare all'interno. E' una sala molto più sobria rispetto a quella scenografica e appariscente di Medusa,mel'aspettavo.
Fra i freddi muri neri rimbomba atono l'eco dei miei passi. Il pavimento,attraversato da un tappeto grigio,è di marmo scuro. Un'immensa ragnatela si dipana sulla parete di fronte a me in un tripudio di ricami,e non posso non notare affascinata la devastante perfezione della trama.
Una donna siede al centro,le gambe,la vita circondate dai sottilissimi filamenti argentei,totalmente a proprio agio.
Mi rendo conto,interdetta,che è Arachne.
I capelli corvini sono acconciati in un elegante chignon in cima alla nuca,fermato da una spilla di smalto; il lungo strascico del vestito scivola in una livida cascata di taffettà lucente.
I suoi occhi sono proprio come li ricordo,viola e terribili. Di pietra. Arachne ha occhi di pietra.
Ha un viso altero,impassibile,le labbra carnose e cremisi serrate e le sopracciglia inarcate in un'espressione di scettica attesa.
Vederla così,cambiata,grande mi fa un certo effetto. Medusa sembra più o meno sempre la stessa.
Lei,invece...l'ultima volta che l'ho vista aveva diciotto anni. Adesso è così adulta.
Ha qualcosa che la fa risplendere,che la circonda come un'aura. E' il potere,è quella strana regalità che emana,che intimorisce.
-Credevo di averti detto chiaramente di dimenticarti della mia esistenza. O sbaglio?- si limita ad affermare seccamente.
Mi avvicino,a passo lento. -Beh,dipende dai punti di vista. A me sembra una decisione piuttosto discutibile. Ma sì,avevi detto così.-
-Per questo la tua visita mi stupisce.- Il suo tono è freddamente cortese,ma lo sguardo mi trapassa. Arachne non è schietta e diretta come Medusa,ma vuole arrivare allo stesso punto.
Sorrido mellifua. -Non sono una dei tuoi umili servetti,spiacente. Non prendo per oro colato tutto ciò che dici,se permetti. E poi...- la squadro con sufficienza. -...non pensare che mi diverta a venirvi a trovare,te e Medusa. Siete due belle carogne.-
La vedo irrigidirsi dall'irritazione. -Allora non riesco proprio ad immaginare perchè tu sia qui adesso.-
Sgrano gli occhi con sarcastico stupore. -Davvero non riesci? Sicura? Prova a fare un piccolo sforzo. Non sei tu quella intelligente?-
I suoi occhi lampano dalla furia. -Attenta a quello che dici,Shaula. Non dimenticare che ho dieci anni più di te.-
-Non lo dimentico,tranquilla. Ho questa particolare caratteristica: dimenticare mi risulta difficile.- ribatto,con un'ironia pungente che neanch'io sapevo di avere. Sospira insofferente.
-Non ho tempo per subirmi le tue beghe infantili,in questo momento. Sono molto impegnata. Se non ti dispiace...-
Beghe infantili?! Lei le chiama beghe infantili?! Mi sento fremere d'indignazione.
-In verità sì,Arachne,mi dispiace. Ho atteso per anni questo momento,quello in cui avrei potuto vendicare anni di ingiustizie taciute troppo a lungo,e non alcuna intenzione di lasciar perdere perchè tu sei molto impegnata.- sbotto con decisione.
Esibisce un sorrisetto arrogante. -Quindi è questo che vorresti fare? Vendicarti?-
-Ti sembra così assurdo come desiderio?- replico risentita.
Mi fissa,socchiudendo gli occhi beffarda. -Mi sembra un desiderio. Come credi di poter anche solo rompere un'unghia ad una strega che studiava magia mentre tu imparavi a camminare? Sei soltanto una ragazzina.-
Mi guarda dall'alto in basso,sprezzante. 
-Hai ragione. Di sicuro hai più esperienza. Ma io ho una cosa che tu non hai. L'odio.- le sorrido dolcemente. -Io vi odio. E sarà questo il motivo percui questa ragazzina vincerà. Grazie ad un odio che voi stesse avete alimentato.-
Mi volto e mi allontano. -A presto,sorella.-
Solo il rumore dei miei passi mi risponde.
Non lascio scorpioni ad Arachne,quella è stata una bambinata che ho riservato a Medusa. Solo questo piccolo successo porto via come soddisfazione.
Ma mentre chiudo la porta e percorro il corridoio per uscire dal Castello di Baba Yaga,non mi accorgo che due occhi color del sangue mi seguono nel buio.


-Mosquito!-
-Ha chiamato,Lady Arachne?-
-Dov'è finito Asura?!?-




Note dell'Autrice: eccomi quiiii! Stavolta non dico proprio nulla,labbra cucite.
Ditemi voi invece: primo se ho reso bene Arachne,cosa temo impossibile dato che è un personaggio molto complesso,secondo cosa ne pensate naturalmente!!!
E con il prossimo capitolo arriviamo all'incontro interessante...
Lucy





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Capitolo 10
*** Followed. ***


capitolo nove

Capitolo nove. Followed


Mi chiudo pesantemente la spessa porta dai battenti di ferro alle spalle,concedendomi un sospiro stanco mi appoggio alla superficie di legno irregolare.
Sono le quattro e mezzo del mattino,mancano poche ore all'alba.
Tutta questa successione troppo veloce di fatti mi sconvolge,ho bisogno di un po' di tempo per assimilare il tutto.
Ho rivisto,dopo anni e anni,Medusa e Arachne. Proprio loro,le mie aguzzine.
Ho parlato con entrambe,e nessuna delle due è particolarmente dispiaciuta o propensa a chiedere perdono. Non importa,non mi aspettavo lo facessero.
E anche se l'avessero per assurdo fatto,non le avrei perdonate. Certo che no. Non si cancella un'infanzia di buia sofferenza con un patetico,scialbo scusa.
Davvero fuori luogo. Scusa. Che vuol dire scusa?!
Scusa di averti fatto passare notti insonni a piangere?!
Scusa di averti presa a calci fino a farti sanguinare ogni volta che mi aggradava?!
Scusa di averti lasciata a te stessa in una casa vuota a morire?!
Scusa di non essermi presa cura di te,scusa di averti fatto passare la voglia di vivere a otto anni,scusa di non averti amata?!
Io non scuso proprio niente. Nulla di tutto questo è accettabile,nulla di tutto questo è nemmeno lontanamente perdonabile.
Troppo semplice nascondere,accantonare,eliminare i propri errori con uno scusa,liquidarli con un'unica parola senza significato.
Ma neanche di quello mi hanno degnato,nemmeno di uno scusa.
Ne vanno fiere,di avere fatto crollare tutti i pilastri,le fondamenta che una bimba aveva come riferimento. La sua mamma,la sua casa,le sue sorelle.
Ora tutto ciò è solo macchiati di ricordi,dolori orribili. Hanno distrutto,raso al suolo spietatamente ogni cosa.
Non mi hanno lasciato nulla,solo macerie da ricostruire,cocci da raccogliere e riattaccare insieme da sola.
Gli occhi mi pizzicano,ma non piango. Ho imparato dalla me bambina. Non si piange.
Ti dimostri vulnerabile,debole,una preda facile. Ed è allora che gli altri ti attaccano. Che loro mi attaccavano...
Sento un rumore,che subito di dilegua nell'aria fredda della notte.
E' stato breve e quasi impercettibile,ma c'è stato.
M'irrigidisco,all'erta. Potrebbe essere uno scagnozzo di Arachne,mandato da lei per liberarsi definitivamente di me. In fondo,sono davanti al suo castello.
Estraggo molto lentamente un pugnale dalla cintura di pelle. E' corto e dal manico in osso,affilato abbastanza per perforare il petto di una persona ed infilzarla al muro con un minimo sforzo. Ma la sua più importante particolarità è l'incantesimo che ci ho fatto: se lanciato,non manca mai il bersaglio.
Un altro leggero fruscio,come di arbusti scostati appena.
E' un attimo,accade tutto molto velocemente. Scaglio la lama con tutta la forza che ho nel braccio.
Sento il fischio che produce saettando al vento,ma poi svanisce.
Un silenzio irreale mi crolla sulle spalle.
Che si trattasse semplicemente di un animale,di un escursionista notturno? Mi avvicino alla fitta macchia di cespugli dove il coltello si è inoltrato.
E' troppo buio,non vedo niente se non ombre di alberi spogli e sottili e profili incerti.
-Cerchi questo?-
Mi volto di scatto,con un tuffo al cuore.
E' un uomo,un ragazzo. Come diamine ha fatto a spostarsi così velocemente da...
E' decisamente esile,ma in altezza mi supera di quasi tutta la testa; la pelle è diafana da fare paura,bianca cadaverica,in terribile contrasto con l'oscurità che lo circonda. Ciocche nere come l'inchiostro,sfregiate da occhi sottili,gli ricadono fino alla radice del collo,lasciato scoperto da una sbarazzina camicia rossa sbottonata. Le sue iridi sembrano due gocce di sangue,di uno scuro scarlatto,e contengono pupille verticali. Pesanti bendaggi,che galleggiano pigri nell'aria come tentacoli,gli circondano il petto e le braccia.
Di fronte a me c'è Asura il Kishin.
Il pugnale gli ha trapassato la mano da parte a parte. Lo sgretola distrattamente fra due dita.
La ferita si richiude subito,il sangue nero sparisce dietro la pelle del palmo.
-Davvero un modo poco gentile di salutare una persona che è venuta soltanto a scambiare quattro chiacchiere,non ti sembra?- domanda,con uno strano sorriso che gli incurva le labbra.
La sua vicinanza mi fa girare la testa vorticosamente,mi provoca un'ondata di fastidio alle tempie.
Non riesco a parlare. Non riesco a muovermi. Mi sento come un animale in trappola.
Se faccio anche solo un movimento troppo brusco,potrebbe disintegrarmi esattamente come ha fatto con quella lama.
Sono una preda impotente nelle sue mani. Sì,posso affrontare Medusa,magari anche Arachne.
Ma con un Dio della follia potrei avere qualche problemuccio,no?!
Cosa vuole da me?! Attendo trattenendo il respiro.
Come se stesse parlando con una ritardata,si indica con un cenno della mano,che noto solo ora attraversata anch'essa da quegli occhi.
-Io mi chiamo Asura. E tu...- china la testa da un lato,come un bambino curioso. -...chi sei?-



Note dell'Autrice: Hello!!! Ecco qua il nono capitolo.
Bhe,non posso fare altro che lasciarvi in sospeso! Comunque credo che posterò già oggi il prossimo. Forse.
Cosa ne pensate??? Vi siete fatti qualche ipotesi sulla continuazione??
Lucy


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Capitolo 11
*** Confused. ***


capitolo 10

Capitolo dieci. Confused


Avanti,rispondi,non fare l'idiota, mi rimprovero.
-...Shaula.- mormoro con una voce sottile e leggermente strozzata che non riconosco come mia.
-Shaula. Shaula.- ripete Asura dopo qualche secondo,quasi assaporando le sillabe. -Shaula. Sì,mi piace. Sei la sorellina di Arachne,vero?-
Annuisco rigidamente con il capo. Un brivido mi attraversa le braccia.
Chiude gli occhi,come per inspirare a fondo un profumo. -Quanto sei spaventata. Si sente ad un miglio di distanza. Rilassati,non voglio farti del male.-
Eh già,relax,sei solo il demone più potente del mondo.
Taccio. Mi guarda negli occhi con intensità.
-Stavo dormendo al piano di sopra,quando ho avvertito un flusso di rabbia tanto potente da svegliarmi. Mi chiedevo chi potesse mai essere...e sono venuto a controllare. Sai,è così noioso in quella stanza. L'unica cosa che si può fare è pensare. Ma pensando troppo si rischia di immaginare.-
Lo fisso,cercando di mascherare lo sconcerto. Ma cosa diamine sta dicendo?!?
E' pazzo,secondo te quello che dice deve avere un senso?!
No,probabilmente no. Mi sento in dovere di spiegargli comunque quel che è successo.
Prendo un bel respiro. -Arachne mi ha...non si è presa cura di me quand'ero bambina. Mi lasciato al mio destino. Non sono morta per un soffio.- spiego titubante.
-Ahh,si tratta di questo. Il tuo è un rancore dettato dalla debolezza,lo sai? Tutto il dolore ad un certo punto ha preso fuoco. Ha iniziato a bruciare,a distruggere. La fragilità è divenuta forza.- Asura fa una breve pausa,poi riprende. -In questo mondo saturo di falsità,tutto apparentemente si basa su questo. Sulla giustizia. Sul rispetto. Sui doveri. Sull'amore,ridicolo sentimento citato e abusato fino ad essere reso privo di valore.-
Inizia a camminare in tondo attorno a me,stringendomi in un cerchio opprimente. -Dicono che l'amore è follia. Che affermazione stupida. Basta pensare un po' a cosa esso comporta. Ad un'etica morale,ad un comportamento definito da altri,ad una serie d'infiniti obblighi e privazioni d'ogni genere. Se ti lasci andare a sentimenti provocati da emozioni tanto instabili il potere che ne trai non potrà che essere instabile a sua volta. Tutta questa rabbia è passeggera,scemerà fino a svanire del tutto prima o poi. Il fuoco lascia nel caminetto solo braci.-
Sorride un sorriso enigmatico,che dice molte cose e ne tiene segrete di più.
Sono...stupefatta. E' così strano. Come si fa a pensare una cosa del genere?!
Non so cosa stia dicendo,non riesco a capire cosa c'entri e dove abbia intenzione di arrivare.
Ma non voglio che smetta. C'è qualcosa di ipnotico nelle sua parole,nei suoi movimenti,in lui.
-Dovresti permettere a percezioni più potenti di dominarti. A qualcosa che non ti abbandoni mai...e che,al contrario della triste dolorosa collera,sia molto più piacevole ed eccitante.- Un passo ed è alle mie spalle. Sento il suo respiro leggero sulla nuca.
Le guance avvampano improvvisamente.
-Qualcosa che ti infonda continuamente energia...che raddoppi,triplichi le tue capacità.- Le dita di Asura mi sfiorano la pelle,infiammandone ogni centimetro.
Ma cosa diavolo mi sta succedendo...?!
-Qualcosa che ti permetta di lasciare al passato tutte le sofferenze e le angosce. Scompaiono,e sei libera.-
Il suo indice percorre lentamente una strada dal mio zigomo al mento.
Mi mordo ferocemente il labbro inferiore per non reagire.
-Non sarebbe sollevante?-
Non muovo un muscolo. La mia mente gira e gira e gira e gira e gira,la vista è sfocata,un ronzio instancabile mi attraversa le orecchie...
-Pensaci. Ci vediamo,mia piccola Shaula.- mormora.
Silenzio. Mi volto e non c'è più.
Riaquisto la lucidità,mi strofino gli occhi confusa.
Okay. Cosa diamine mi è preso?!?
Lui...mi ha fatto tutti quei discorsetti contorti sulla follia,in pratica. E sono rimasta ad ascoltarlo come un'ebete!
Sicuramente è ricorso a qualche incantesimo persuasivo,ci scommetto.
Non devo parlarci più. E' pericoloso,imprevedibile. Potrebbe riprovare a farmi impazzire e magari riuscirci.
Ma io non posso permettermi di cedere. Devo vendicarmi,devo farla pagare a Medusa ed Arachne a tutti i costi. Devo mantenere il controllo. Devo...
Devo farmi una bella dormita. Muoio dalla voglia di riposare almeno qualche ora,dopo questi estenuanti viaggi.
Mi allontano lungo il vialetto.
Però non riesco a togliermi dalla testa le parole mia piccola Shaula.




Note dell'Autrice: Ta-daaaan!!!! Allora,che ve ne pare?! Mi sono divertita un mondo a scrivere questo capitolo.
Sì,okay,Asura non riesco mai a renderlo. E' un personaggio non complicato,COMPLICATISSIMO!!! Non per niente è il Dio della follia.
Io vorrei dire delle cose ma...lascio a voi le interpretazioni di questo incontro....
Che ne pensate?!? Recensite recensite,
Lucy



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Capitolo 12
*** Caught. ***


capitolo 11

Capitolo undici. Caught


-Asura! Asura!-
Arachne gli corre incontro e lo stringe forte,attaendo il corpo magro al suo. -Ma dove sei stato?! Ero così in pensiero...-
Asura si lascia docilmente abbracciare. Sorride vago. -Non preoccuparti. Volevo solo prendere un po' aria...la camera iniziava a diventare claustrofobica. E sai com'è,gli spazi troppo opprimenti mi rammentano brutti ricordi.-
-Certo,certo,va bene. Ma non farlo più,ti prego. Ho preso tanta paura! Non sparire così all'improvviso. Se ti succedesse qualcosa,io...-
-Sono il Kishin,Arachne. Niente mi può più ferire o fare del male. Mi sono liberato del dolore cedendo la sanità mentale. Davvero un ottimo affare,non sei d'accordo?- Storge la testa in un modo improbabile,Arachne sorride a sua volta rasserenata.
-Abbastanza.- si limita a commentare.
Asura allunga un dito e le sfiora delicatamente una tempia.
-Non mi piace abbastanza. Ma vedrai,un giorno riuscirò ad entrare in questa tua testolina razionale...un giorno ce la farò.-
-Lo credi davvero?- ribatte lei inarcando le sopracciglia.
-Sì. Voi Gorgon opponete sempre un po' troppa resistenza per i miei gusti...ma a me non si può sfuggire.- ragiona lentamente,inclinando la testa dalla parte opposta.
Arachne ridacchia,ignara del fatto che il Kishin non sta parlando di lei.


Appena uscita dalla reception fresca e ventilata dell'hotel,il caldo afoso di quest'Agosto torrido mi investe all'istante,facendomi pentire di non essere rimasta nella mia bella camera a dormire ancora un giorno. Ma non puoi passare tutto il tempo a poltrire,per quello potevi restare a casa,mi redarguisco subito. Ti sei già dimenticata che hai una vendetta da mettere in atto?!
E così,lo zaino in spalla e una bottiglietta di Sprite generosamente riempita alla cintura,m'incammino verso la più famosa meta turistica del Nevada,nonchè residenza della grande Scuola per Armi e Maestri d'Armi fondata da Shinigami.
Death City.
Non ci sono mai stata,ma mi hanno detto che è splendida. Sia chiaro,non vado là per farmi un giretto: voglio semplicemente scoprire qualcosa in più riguardo agli obbiettivi di Medusa e Arachne,che c'entrano entrambi in qualche modo con la Shibusen. Non vogliono essere ostacolate dai suoi studenti,va bene.
Ma per fare cosa?! Le risposte non possono che essere lì.
Certo,per una strega non è prudente girare nei pressi di quell'istituto,dato che ci sono tanti allievi gasati desiderosi di strapparle l'anima.
Però io non sono una fattucchiera da quattro soldi qualunque,no? Sono perfettamente consapevole del rischio e,per loro sfortuna,magnificamente equipaggiata.
In ogni caso non posso utilizzare un metodo di trasporto più veloce,perchè dovrei disattivare lo Scudo dell'Anima,e mi ci vorranno almeno cinque ore per arrivare in città a piedi. A volte la vita è davvero ingiusta con le streghe.
Sospiro e procedo a passo spedito lungo il marciapiede,il sole che picchia forte sul mio cappello a falda larga.


Sollevo speranzosa gli occhi inondati dalla luce.
Vedo un cartello dipinto di bianco,grande,con una bella scritta troneggiante al centro: Benvenuti a Death City. Mi viene quasi da piangere dal sollievo.
Ho i piedi martoriati -ebbene sì,l'amore per i tacchi non può che portare infiniti dolori- e la gola secca e asciutta,che brama ormai da ore un sorso di quella Sprite,dileguatasi nemmeno a metà strada.
L'unica cosa che voglio,al momento,è entrare nel primo chiosco che trovo e bermi almeno un litro d'acqua. Fa così maledettamente caldo...
-Ehi,tu!- Mi volto,stupita.
A parlare è stata una ragazzina esile,con capelli castano miele stretti in due codini insignificanti e un'aria agguerrita.
-...che cosa vuoi?!- rispondo impaziente. Non mi piace essere sgorbutica con le persone,ma la sete tira fuori il lato peggiore di me...
Stringe gli occhi di smeraldo. -Identificazione,prego.-
-Che diavolo vuol dire?!?- sbotto irritata.
-Vuol dire...identificazione. Devi identificarti. In parole povere,nome e cognome.- taglia corto.
Sta facendo la sacentella con me?!
-E perchè ti interessa?- ribatto gelidamente.
-Perchè dobbiamo controllare l'identità di tutti quelli che vogliono accedere a Death City,dopo la fuga della strega Medusa.- spiega. Inizia a farsi sospettosa. -Non avverto la tua anima. Come mai?-
Sorrido serafica. -E' un problema tuo,non mio.-
Mi fissa a lungo per qualche istante. Afferra istantanea un piccolo aggeggio dalla tasca.
-Soul,avverti gli altri e vieni qui. Ne ho trovata una.-



Note dell'Autrice: Ciao a tuttiii!!!!! Capitolo postato un po' tardi,chiedo perdono!
Ecco che entrano nella storia i nostri protagonisti!!! E Shaula qua si è un po'incazzata con Maka. Non hanno caratteri affini,che ci volete fare?!?
Cosa mai succederà? Recensite recensite recensite please!!!!
Lucy
 

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Capitolo 13
*** Challanged. ***


capitolo 12

Capitolo dodici. Challanged


Inutile chiederle che cosa intenda per una.
Stava cercando una strega,ed ora l'ha trovata.
All'istante,dall'angolo verso destra che le imponenti mura che circondano la città formano compare un ragazzino,a cavallo di una moto; dall'altro lato un gruppo di adolescenti trafelati,più o meno tutti dai quattordici ai sedici anni,forse.
Il tipo,capelli argentei e occhi rossi,smonta dalla moto e raggiunge svelto la ragazzina con i codini. Mi guarda con sospetto.
-E' lei?- domanda all'amica.
-Sì.- mormora l'altra. -Ha attivato lo Scudo dell'Anima,ovviamente.-
Che irritante sentire parlare di me come se non ci fossi. -Allora,cosa avete intenzione di farmi?!- li interrompo sbrigativa. -Avrei un paio di impegni da sbrigare.-
-Per esempio?- chiede la ragazzina,incrociando le braccia.
-Che t'importa?!- le rispondo a tono.
-Smettetela di annoiarmi con queste domande pallose!!! Al grande Black*Star non può fregare di meno cosa ci faccia la strega qui,vuole soltanto farla a pezzi!!! Ahahahah!!!-
Quelle urla laceranti mi fanno venire l'istinto di coprirmi le orecchie. A parlare -anzi,sbraitare come un pazzo- è stato un ragazzo basso,muscoloso,con una pelle color terracotta e voluminosi capelli turchesi dalla bizzarra forma di una stella,che stringe una lama scura.
Oh,Dio,questo parla in terza persona. Tristissimo.
Squoto la testa sdegnosa. -Non combatto contro i mocciosi,mi spiace.-
-Peccato che questi mocciosi vogliano combattere contro di te. Io sono Maka Albarn,- esclama la ragazzina allungando un braccio. Quello accanto a lei si trasforma in una gigantesca falce,dalla lama ricurva rossa e nera,che stringe con naturalezza. - e questa è la mia arma Soul Eater. Tu chi sei?-
Sogghigno. -Preferisco mantenere l'anonimato.-
-Temo non sia possibile,strega.-
Un ragazzino con lucidi capelli neri come la pece,attraversati per metà capo da striscie bianche, e occhi dorati e seri si avvicina alle mie spalle,impugnando due grosse pistole argentate. -Il mio nome è Death the Kid,figlio del Sommo Shinigami,queste sono le mie armi perfettamente simmetriche...- Una delle pistole grugnisce infastidita. -Ah,sì,e si chiamano Liz e Patty.- aggiunge lui distrattamente.
-Imbecilli! Il grande Me deve presentarsi per primo,come osate rubarmi la scena?!?- Il tornado con i capelli azzurri agita vigorosamente un pugno in aria.
-L'hai già come ti chiami! Hai detto: al grande Black*Star non può fregare di meno e blablabla. Perciò hai detto il tuo nome.- lo rimbrotta la falce.
Il nanetto rimane interdetto per qualche secondo. -Ma è ovvio,lo sapevo! Voglio presentarmi ufficialmente,intendo dire! Di fronte a te c'è l'illustre Black*Star,- urla rivogendosi a me, -perciò inizia a tremare,perchè un Big come me vince sempre e su tutti,quindi...-
-Taglia corto,non ho tutto il pomeriggio.- sbuffo. Li guardo bene,uno per uno.
Nei loro volti si legge la testarda determinazione di chi ignora ciò che sta per affrontare.
Sospiro paziente. - E va bene. L'avrei evitato,se possibile,ma immagino di non avere altra scelta.- Estraggo la lama dal fodero. E' una spada d'onice,ma ovviamente non una qualunque. -Fatevi sotto.-
Non aspettavano altro. Il ragazzino di nome Black*Star (come dimenticarlo,ormai?),all'urlo di comincio io per primo!, trasforma a sua volta l'arma in una lama scura e prova con un banalissimo attacco frontale che dimostra quanto mi sottovaluti. Lo blocco con un movimento fluido e in un istante sul suo avambraccio compare un lungo taglio sottile. Mi fissa inferocito.
-Maledetta!!! Come osi colpire colui che supera gli dèi?!?- Prova a darmi un pugno,poi ad afferrarmi la caviglia,infine trasforma la sua arma in due falcetti legati da una catena e cerca di colpirmi.
Mi basta colpirla per fare tornare il suo attacco in tutta la sua potenza verso di lui. La partner si ferma appena in tempo,ma lui cade a terra sbalzato dall'urto.
A quel punto affondo la lama nello stomaco. -Che supera gli dèi?! Non direi proprio.- ribatto sarcastica.
Sgrana gli occhi e,con mani tremanti,fa per sfilarsi l'arma dalla carne. Io lo precedo.
-Il prossimo?- replico.
-Guarda,Kid,- sussurra una delle due pistole. -Quella ha solo un orecchino.-
Il ragazzino dagli occhi gialli mi fissa inorridito. -Hai perfettamente ragione. Non meriti di esistere!!!-
Ma sono tutti fuori di testa qui?!
Inizia a sparare a tutto spiano. Peccato che l'onice mi protegga da ogni attacco di questo tipo.
Le pistole sono ragazze,è facile: mi limito a sussurrare qualche parola. Grandi scorpioni dalla corazza scura si avvicinano lentamente.
-Ki...Ki...Ki..Kiiiiid!!!!!- urla infatti una delle due terrorizzata.
-Aspettate,li faccio fuori in un baleno!- Lui prova a schiacciarne uno sotto il piede. Figurati.
L'animaletto scivola sulla sua caviglia,lacerando un pezzo di stoffa nera dai pantaloni e pungendolo ferocemente.
A quel punto si getta a terra,scoppiando in lacrime.  -Guardate! Guardatemi! Sono una creatura immonda...pungetemi anche dall'altra! Vi prego!-
Okay,sono uno peggio dell'altro...
Maka,la tipa con i codini,mi fissa. -Notevole.-
-Non ho nemmeno disattivato lo Scudo dell'Anima,pensa un po' cosa farei se utilizzassi i miei poteri!- ghigno allegra.
-Non cantare vittoria troppo presto!- Fa roteare con maestria la falce dietro la testa e poi tenta un veloce colpo obliquo. Lo blocco con la spada. Ritenta. -Perchè vuoi entrare a Death City?!- urla intanto. Decido di confessarlo,esasperata. -Cerco informazioni.-
-Informazioni? Su cosa?- domanda curiosa,con un affondo dall'alto verso il basso. Mi colpisce malamente la spalla.
Mi distraggo per un istante,per valutare la gravità della ferita,e mi rendo conto che gli altri sono alle mie spalle pronti ad attaccare.
Afferro Maka e le punto la spada alla gola,facendole sfuggire la falce di mano,che cade a terra con un rumore metallico.
-Fermi o la ammazzo!- minaccio,vedendo con soddisfazione che esitano.
-Lasciala...andare.- Mi volto di scatto. Un ragazzino alto,dai capelli rosa chiaro,mi fissa con odio. -So chi sei. Lasciala stare. Questo è un affare di famiglia.-



Note dell'Autrice: Un luuungo capitolo sul primo incontro fra Shaula e i nostri protagonisti!!! Amore a prima vista,proprio =)
Vabbè,questo era solo il primo impatto. Poi le cose cambieranno...
Mi scuso per la parte descritta male,ma con i combattimenti non sapevo che inventarmi!
E adesso che succederà?! A voi i commenti!!!
Lucy

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Capitolo 14
*** Reunited. ***


capitolo tredici

Capitolo tredici. Reunited


Osservo meglio il ragazzino,sorpresa. 
I suoi capelli sono ciuffi sforbiciati in modo impensabile,del colore dello zucchero filato; ha grandi occhi blu notte,che stranamente sento di aver già visto da qualche parte. Indossa un vestito nero assurdo per una ragazza,figuriamoci per un ragazzo: è aderente,con una specie di collo alto.
Famiglia?! Non l'ho mai visto in vita mia.
E poi come fa a sapere chi sono?! Nessuno lo sa. La mia esistenza è un segreto.
-Come,scusa?- chiedo quindi,inarcando le sopracciglia.
Il mio sguardo incrocia il suo,e spalanca gli occhi spaventato.
-Ho...ho detto...lasciala stare!- ripete indietreggiando di un passo. -Lei...non ti ha f-fatto niente di ma-male.-
-Se mi conosci,sentiamo: chi sono io?- replico.
Sussulta. -Sei...la so-sorella di L...Lady Medusa. Shaula.- Stringe più forte il braccio destro.
Lo sa veramente! Ma come diavolo ha fatto a scoprirlo?!?
-Cosa?! Sorella di Medusa?! Ma...- Maka si dibatte più forte. Anche i suoi amichetti appaiono sconcertati.
-Questo sì che è un colpo di scena.- bofonchia una delle due pistole,mentre l'altra scoppia in un'irrefrenabile risata senza alcun senso.
Tento di nascondere il mio stupore. -Bene,- rispondo con noncuranza -E tu chi saresti?-
-Sono s-suo...figlio.- mormora. Sento un tuffo al cuore.
Suo figlio. Il ragazzino alto e gracile davanti a me è...il figlio di Medusa.
Cioè...si assomigliano talmente poco che non ci avrei scommesso cinquanta pence. Sembra così spaventato ed indifeso.
Lui era quel bambino. Quello che Medusa aspettava quando è fuggita.
Questa volta non riesco a trattenere l'incredulità.
-Non posso crederci! Dici sul serio?! E' davvero...- mi interrompo,senza parole.
Non riesco a fare altro che fissarlo,frastornata.
Anche lui mi guarda ansioso. Quegli occhi...ma dove li ho già visti?!
-
Come ti chiami?- domando pacatamente.
-Cro...Crona.- balbetta.
Crona. Crona,figlio di Medusa. Medusa,mamma. No,no,non suona affatto.
-Se vuoi pre-prendertela con qualcuno,u-uccidi me! Ma lascia i-in pace Ma-Maka!- prega disperato.
Lo fisso perplessa. Però,prima che io possa aprire bocca...
-Ma cosa cavolo dici,stupido! Stai scherzando,vero?! Non puoi davvero credere che mi sacrificherei per un'insulsa ragazzina qualsiasi! Io non muoio per nessuno,chiaro?! E quand'è che si mangia?!? Ho fame!!!-
Non posso credere ai miei occhi. Dalla schiena di Crona è uscito una specie di...ma che roba è?! Un affare nero non identificato,che fa un chiasso terribile. E' comparso proprio lacerando la sua pelle! Ora è aggrappato alla testa e gli strilla nelle orecchie.
-N...no,non sto scherzando! Io v-voglio salva...salvarla! E Maka non è insulsa.- borbotta il ragazzino.
Vedo Maka sorridere intenerita.
-Ma cos'è?!- chiedo a Crona.
Lui si stringe nelle spalle. -Ragnarok.-
-E...come funziona? Voglio dire,è dentro di te?-
S'incupisce. -La...Lady Medusa ha iniettato nel mio corpo il sangue nero to-togliendo quello normale. Ragnarok era sciolto in questo sangue.-
Rimango basita. -Ma è pericoloso! E se qualcosa andava storto,se...-
-Le cavie si possono sostituire.-
Solo un dolore ormai cicatrizzato nelle sue parole,il sospiro rassegnato di chi si vede faccia a faccia con un destino che ha cercato di dimenticare. Ma che non scompare mai definitivamente,che è sempre lì.
Da queste cinque parole scopro molte cose.
-Non ti ha mai amato,vero?- sussurro piano. Ecco chi aveva quegli occhi.
La Shaula che sono stata,la piccola che si nascondeva sanguinante sotto le coperte singhiozzando.
-Ti sembra amore questo?! Guarda cosa gli ha fatto!- brontola Maka.
Crona tiene lo sguardo basso,imbarazzato.
Sollevo la manica del mantello fino al gomito. Allungo il braccio per mostrargli una cicatrice a forma di M,fatta con un ferro acuminato. -Eravamo più o meno nella stessa situazione,che ne dici?- commento affabilmente.
Inorridisce vedendo lo sfregio,fa una smorfia. -E' stata lei.-
-Avevo sei anni.- confermo.
-Da quel che ho capito Medusa maltrattava anche te,giusto? Ma allora perchè stai dalla sua parte?!- sbotta Maka,ancora immobilizzata.
-Ma cosa dici?! Non sto dalla sua parte!!! Io voglio vendicarmi!- la contraddico indignata. -Per questo sono venuta a Death City. Per raccogliere informazioni utili.-
-Ma allora...stiamo dalla stessa parte,alla fine! Vogliamo anche noi la morte di Medusa.- risponde la ragazzina.
-Vero. Comunque io ero partita con le migliori intenzioni,siete voi che avete insistito per combattere!- puntualizzo saccentemente.
Maka sospira. -Hai ragione. Scusaci. Ma adesso ti dispiacerebbe...?!- indica il coltello alla gola.
Rido. -No,figurati!- la libero. Crona le sorride radioso.
-Sei stato grande.- gli dice Maka alzando il pollice in su. Lui avvampa.
-Da...davvero?! Grazie...-
-Ma...e Soul?! Non si è fatto sentire...- si avvicina alla figura inerme. -E' svenuto!- esclama spaventata. -Kid,dammi una mano: portiamo Soul e Black*Star in infermeria.-
-Certo. Torniamo subito.-
Io e Crona rimaniamo lì,ad osservarli raggiungere la Shibusen.
-Davvero credevi volessi ucciderti?- domando sconcertata.
-Beh,sì.- ammette,con aria di scusa.
Gli circondo le spalle con un braccio. -Non preoccuparti. Ora tu hai me ed io ho te. Non è proprio come avere una famiglia,ma meglio di niente,no?-
-...quindi dovrei chiamarti...zia?- esita.
-Ci puoi contare,nipote.-




Note dell'Autrice: Ecco,questo capitolo finisce bene! Pace e tutti amici! Fine!
...scherzo,ovviamente. Devono succedere ancora una marea di cose!!!
Vabbè,chiudo con questo tenero quadretto familiare. Ditemi ditemi ditemi quello che ne pensate!!!!







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Capitolo 15
*** Disoriented. ***


capitolo 14

Capitolo quattordici. Disoriented


-Ma ceeeeeeerto che puoi restare,cara Shaula!!! Se prometti che non farai la furbetta,la Shibusen ti proteggerààààà da ogni pericolo!-
Chino il capo rispettosa. -La ringrazio di cuore per questa grande concessione,Sommo Shinigami. Le prometto che non si pentirà di ospitarmi.-
-Ne sono sicuuuro. Mi sembri una tipa a posto!!!- solleva un'immenso pollice.
-Non ho intenzione di recare alcun disturbo alla città. Voglio solo...poter avere l'occasione di affrontare le mie sorelle. E per farlo devo scoprire i loro punti deboli.- spiego rapidamente. Mi fissa,con quelle grandi cavità tonde e scure sulla maschera bianca.
-Giàà,giàà...dirò a Kid e gli altri di farti fare un giro per la scuola,di presentarti gli insegnanti. Vedrai che ti troverai subitissimo a tuo agioo!!!-
Annuisco. -Per quanto riguarda la stanza...?-
-Alloggerai in una camera un po' distante da quelle di alunni e professori,spero che ciò non ti dia fastidio...solo che qualcuno potrebbe lamentarsi,no,se magari non si fida di te!!! Dopotutto,resti pur sempre la sorella di due streghe piuttosto pericolose...-
A me lui sembra il primo ad essere sospettoso.
-Assolutamente,non mi dà fastidio. Anzi,sono contenta.- Niente rompipalle che ridono,saltano e sbraitano mentre cerco di dormire.
-Meno male!!! Insomma,la stanza è al quinto piano,nell'ala ovest. Ho fatto chiamare Maka per...ahhh,eccoti Makaaaaaa!!!!-
Sarà il grande,potente,invincibile,famosissimo Shinigami,ma è fuori come un balcone.
-Porta prima Shaula Shauletta nella sua camera e poi falle fare un giretto turistico,intesiiii?!?-
Maka compare dietro di me,sempre con i suoi adorati codini da bimba della scuola materna. -Sì,Sommo Shinigami.-
-Molto beeeene!!! Se hai qualche esigenza o richiesta particolare rivolgiti pure a Maka e company,okaaay? Ciao ciao,divertitevi ragazzeee!!!-
La sua immagine scompare dall'ampio specchio circolare.
-Che personaggio. Ma lo fa apposta?!- domando scettica.
-Purtroppo no. Allora,andiamo? La Shibusen è grande e il tempo poco!- Mi indica di seguirla.
Mi avvio. -Senti,riguardo le richieste particolari,in effetti qualcosa ci sarebbe. Primo: il materasso. Se non è abbastanza rigido non riesco a dormire. Il cuscino,di piume d'oca. Ah,sì,il sapone alla lavanda lo odio,ribes piuttosto...-


Sospiro esausta. Certo che la Shibusen è davvero grande.
Insomma,la biblioteca è tre volte casa mia! Casa mia,già.
All'improvviso,tutta la nostalgia per Elise mi si riversa addosso come un fiume in piena. Sono stata talmente impegnata che non ci ho fatto caso,ma mi manca. Eccome. Lei e i suoi muffin ai mirtilli appena sfornati al mattino,il suo grembiule di pizzo bianco che tanto mi piaceva,i suoi capelli soffici come oro filato,impregnati d'un profumo che sa di affetto e dolcezza.
Quante volte mi ha stretto forte,quando scoppiavo a piangere? Quante volte mi ha fatto una crostata di marmellata per tirarmi su di morale? Quante volte mi ha detto ti voglio bene? Incalcolabili.
E poi Jasmine,la buffa gentile Jasmine,dalla risata contagiosa e gli occhi verdi e pacifici. Come mi mancano le sue serate film-popcorn-smalto alle unghie,che finivano sempre con noi addormentate davanti alla tv e la boccetta rovesciata nella terrina! Disgustoso.
Mi ha insegnato ad aprirmi agli altri,a concedere fiducia agli amici,a non chiudermi in me stessa nel guscio della mia tristezza. Che le cose possono cambiare solo se io voglio che cambino. Che non devo lasciare che ciò che mi hanno fatto Arachne e Medusa mi rovini la vita,mi sconvolga per sempre.
Se c'è un indietro c'è sempre un avanti,se c'è un passato c'è sempre un futuro. Non si può condizionare qualcosa che è già successo,ma ciò che non è ancora avvenuto sì.
E poi c'è Crona. E' proprio com'ero io alla sua età,schivo e timido,che fa fatica ad inserirsi in un gruppo. Solo che io reagivo attaccando,lui raggomitolandosi  su se stesso. La fiducia nel prossimo è una cosa che nasce e cresce nel tempo,non che compare in un istante. Ci vorranno anni di lavoro. Ma mi sembra circondato da ottimi amici...
Uno sbadiglio fugace mi attraversa le labbra,così spengo la lampada sul comodino e mi sdraio sotto un lenzuolo leggerissimo.
Il sonno mi catturò a breve,ma ad un certo punto spalanco gli occhi nella stanza buia. Il silenzio non è turbato da nulla,tutto tace.
Ma allora perchè...?! Un'imposta sbatte fragorosa contro i suoi cardini.
Ah,la finestra è rimasta aperta. Mi alzo scocciata,poggiando i piedi scalzi sulle piastrelle gelide. Mi avvicino,accosto le ante...
-Ciao.-
-Aaahhh!!!- Scivolo e mi aggrappo annaspando al davanzale di pietra. E'...lui. -Mi hai fatto prendere...-
-...paura?- Gli occhi dipinti di sangue del Kishin appaiono vividi nel buio pesto. -Ti ripeto che non voglio farti alcun male. Non hai motivo di temermi,mia piccola Shaula.- Un brivido mi attraversa il corpo.
C'è qualcosa di irresistibilmente attraente ed inquietante in lui,un mix letale. Un istante dopo non è più di fronte a me.
Mi volto ed è sdraiato comodamente sul davanzale,le gambe che dondolano pigre nel vuoto.
-Lo sai che la Shaula è la seconda stella più luminosa della costellazione dello Scorpione,e precisamente ne forma l'estremità della coda?-
Deglutisco a fatica. -No.- riesco a bisbigliare.
-Male. I nomi sono potenti.- Mi fissa,con un sorriso talmente iperscrutabile che non posso capire se parla sul serio o no. La bianca luce perlata della Luna illumina di riflessi argento l'oscurità dei suoi capelli. -Per esempio,Asura significa demone. Una parola decisamente complicata.-
Non riesco a staccargli gli occhi di dosso. Il cuore mi batte all'impazzata. -Non posso negarlo,ho spesso desiderato un mondo diverso. Ho mentito,ho spinto gli altri a fidarsi di me. Poi ho tradito,ho distrutto,ho ucciso,ho divorato centinaia di anime. E ora guardami. Sono ancora qui. E sono libero.- In un secondo svanisce e mi rivolto di nuovo,per vederlo stravaccato sul letto. -Libero da ogni pensiero,libero da ogni imposizione,libero da ogni legge. Niente può più farmi del male....semplicemente perchè non sono più umano. Ma cel'ho fatta.- Si tira in ginocchio,fissandomi negli occhi.
-E puoi farlo anche tu,Shaula. Diventare libera,intendo.- Asura giocherella distrattamente con una ciocca dei miei capelli. -Tutti i tuoi problemi sparirebbero,nulla avrebbe più peso,consistenza. Potresti distruggere Medusa,Arachne,chiunque desideri. Il mondo sarebbe ai tuoi piedi...capisci?! Vivere senza regole,principi,doveri. Vivere senza le ingombranti e fastidiose catene che coloro che ci crescono ci impongono. Vivere esattamente la vita che vuoi.- Come gelide carezze sono le sue insane parole. Come una melodia che non posso fare a meno di adorare.
E' pazzo,è un fottuto pazzo...ma allora perchè continuo ad ascoltarlo,perchè ciò che dice mi ammalia?!
-Devi semplicemente cedere. Un unico,banale e farò di te una creatura senza anima. Solo un sì.- sussurra suadente.
Sì. Sì. Sì.
No,invece no. Non posso acconsentire,non posso!
-Io...io non sono così crudele...non potrei vivere facendo del male a degli innocenti. E poi c'è Crona...lui ha bisogno di me,e io di lui.- Sembrano solo deboli scuse,non il rifiuto netto che speravo di riuscire a dare.
Mi osserva per qualche secondo. Il sorriso non si affievolisce.
-Significa che ci vuole ancora un po' di tempo. Non preoccuparti,so essere paziente. Aspetterò il momento giusto ed invaderò la tua mente...e allora non potrai sottrarti.- Mi rendo conto che è pericolosamente vicino.
Non starà mica per...?!?
Come se avesse intuito i miei pensieri,Asura sorride allusivo. -Dormi bene,mia piccola Shaula.-
Rimango sola nella camera,immobile,a fissare il vuoto dov'era fino ad un attimo prima.
Mio Dio.
Questa storia,penso rabbiosamente chiudendo la finestra,deve finire.



Note dell'Autrice: Ciao! Come adoro i capitoli dove c'è Asura =) Scrivere ciò che dice è uno spasso!!! Vabbè,immagino che i più intuitivi avranno già capito cosa sta succedendo alla nostra streghetta...
A voi la parola! Recensiiiite!!!!
Lucy

 

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Capitolo 16
*** Infatuated. ***


Capitolo 15

Capitolo quindici. Infatuated



Il primo sogno lo feci la notte successiva.
Fu così incredibilmente realistico e vivido che mi svegliai di soprassalto,gli occhi sbarrati e il respiro faticoso.
Lo stesso fu quella dopo,e dopo,e dopo ancora. Iniziò a diventare ricorrente,e mi abbandonavo al sonno già conscia di ciò che mi attendeva alla soglia fra veglia e torpore.
Pensavo a lui tanto,troppo. Invadeva la mia mente in modo subdolo,silenzioso,senza farsi sentire: accadeva così,quasi per caso.
Mi ritrovavo ad osservare il rubino incastonato nell'anello di Liz e paragonarlo ai suoi occhi,ad indossare una maglietta scura e ricordare i suoi capelli come le piume d'un corvo,a fissare il cielo fuori dalla finestra e chiedermi quando sarebbe tornato.
Mi sorprendeva all'improvviso,apparendo nei miei pensieri senza essere stato evocato,e sussultavo arrossendo.
Le prime settimane alla Shibusen,per il resto,trascorsero tranquille.
Non facevo alcun tipo di lezione,ovviamente,ed ogni tanto finivo per annoiarmi,perdendomi nei labirintici meandri della scuola. Passavo perlopiù i pomeriggi in biblioteca,in pace e tranquillità,a leggere qualche libro trovato negli interminabili scaffali strabordanti. C'era anche qualcosa su Arachne,che mi affrettai a leggere: era citata in moltissimi volumi per le sue molteplici invenzioni e scoperte,ma in pochi si parlava accuratamente di lei e del suo ombroso passato.
Grazie all'aiuto di Crona invece ero riuscita a scoprire un sacco di cose sui vari piani e progetti di Medusa,ma niente che potesse tornarmi utile. Iniziavo a temere che ad entrambe stesse a cuore unicamente il proprio benessere,il che è piuttosto scoraggiante.
Come colpire nel profondo dell'animo le mie due glaciali sorelle maggiori?! Rimane un mistero.
Anche stamattina mi sveglio come al solito: sollevando di botto la testa dal cuscino. Ci metto qualche secondo per realizzare che sono cosciente.
Risprofondo fra i comodi guanciali,esausta. Questi sogni mi stanno...letteralmente facendo impazzire.
A quanto pare,Asura vuole proprio convertirmi. E sta usando i suoi trucchi peggiori.
Ma non posso assolutamente dargliela vinta: chi cade nel baratro della follia non ne esce.
Mi sfioro la fronte imperlata di sudore. Ho proprio bisogno di una rinfrescata.
Dopo una breve doccia,infilo il primo vestito che trovo nel guardaroba (di lino bianco,tassativamente esclusi il nero e il rosso) e scendo per la colazione.
Appena entro nella mensa della Shibusen,che come sempre rimbomba del vociare allegro e continuo degli scalmanati studenti,provo una bizzarra sensazione di familiarità. Che mi stia abituando alla vita qui?!
Prendo velocemente posto sulla panca accanto a Crona. -Buongiorno!- sussurra sorridendo piano.
-Buongiorno.- rispondo,esaminando con cura il cibo sul tavolo.
-Tieni,ti ho preso le fatte biscottate e il miele.- dice Maka,spingendo verso di me un piattino.
Annuisco. -Grazie,ho una fame da lupi.- Afferro la scodellina del burro.
-Ciao,Shaula!...?!- Liz,venendoci incontro,si interrompe fissandomi in modo strano. -Che c'è?-
-Il...burro. Tu non metti mai il burro sul pane,non dici che fa ingrassare?!- Si siede vicino a noi.
-Quando ci vuole ci vuole.- ribatto cupamente. -E stamattina,credimi,ci vuole.-
-Come mai? Qualcosa non va?- chiede Maka,prima di sorseggiare il suo tè.
L'idea di dirle la verità è a dir poco agghiacciante. -No,no,nulla di grave. Lascia stare.- Mi volto verso Crona. -Ma tu sei l'unico ragazzo sempre puntuale a colazione?!-
Si stringe nelle spalle. -Soul e Black*Star dormono,e Kid si alza solo alle otto in punto.-
-Certo,dimenticavo.- Ho notato quando mi parla che non balbetta più,Maka dice che lo fa solo quando ha paura. Sono contenta che abbia smesso di considerarmi una minaccia per lui. Mi piacerebbe poter fare molto di più per aiutarlo,ma l'unico modo è punire mia sorella per tutti i suoi sconsiderati errori.
E' un ragazzo talmente gentile e tenero che mi chiedo come ha fatto Medusa a usarlo in quel modo. E poi,insomma,è suo figlio! Sangue del suo sangue!
Dopo una bella tazza di caffè mi decido. Basta. Devo parlare molto urgentemente con una persona.
Finisco rapidamente di mangiare. -Torno subito,ragazzi. Devo fare una telefonata.-
Salgo le scale in fretta,ansiosa di liberarmi di questo macigno che mi opprime.
Quando sono sicura di essere sola,mi chiudo a chiave in camera. Infine,con un respiro profondo,afferro il cellulare dalla tasca dello zaino.
Compongo un numero che so ormai a memoria. Dopo pochi squilli risponde.
-Pronto,Shaula???- Sentire la sua voce mi rassicura.
-Sì! Ciao,Jasmine. Come va?-
-Come va a me?! Io sto benissimo!!! Tu piuttosto,come ti trovi alla Shibusen?- strilla.
-Bene,molto bene. Sono tutti cortesi e carini con me. Non potevo trovarmi meglio! E poi Crona è un amore,devo fartelo conoscere!-
-Ma certo,volentieri! Qui la casa sembra vuota,senza di te...io e la mamma ti rivogliamo al più presto!!!- si lagna.
Annuisco. -Farò il possibile. Anche voi mi mancate tantissimo! Senti...devo parlarti di una cosa.-
-Mmmhh. Dal tuo tono non promette nulla di buono.- commenta.
-Infatti. Hai presente...- trattengo il fiato. -...il Kishin?-
-Ovvio. Si chiama Asura,giusto?-
-Già. Lui è venuto a...trovarmi,per così dire. Prima l'ho incontrato fuori dal castello di Arachne,poi è venuto qui nella scuola.-
-...santo cielo!!! Ti ha fatto del male?!? Guarda che lo prendo a calci nel sedere!!!-
Non posso trattenere una risata. -No,non mi ha fatto niente. Ma il punto è che...dopo averlo visto mi è capitato di...sognarlo.-
Segue una pausa perplessa. -Sognarlo? E...-
-Mi baciava.- mormoro,avvampando furiosamente.
Silenzio di tomba. -Ti...cosa?! Ti...baciava?! Ma stai scherzando,vero?!-
-Sì! Ho proprio la voce di una che scherza!- sbotto irritata.
-E...oltre che a sognarlo...-
-Mi capita di pensare a lui così,senza motivo,di giorno oppure la sera,prima di addormentarmi...-
Attende. Infine bisbiglia: - Oh,mio Dio. Ti sei innamorata di lui!-
La conclusione,così assurda e così ovvia,fa miseramente crollare tutta la serenità che credevo di avere guadagnato.
Innamorata di lui. Innamorata di lui. Innamorata di lui.

-Temo di sì.- ammetto chinando il capo.
-Non è una bella cosa,te ne rendi conto?! Non devi vederlo più,Shaula. E lo dico per te,davvero. E' un mostro senza scrupoli! Dimenticalo,ti prego. Dimenticalo.-



Note dell'Autrice: Ciaoo! Eccoci qua al prossimo capitolo,che ho dedicato esclusivamente a questa importante rivelazione. Shaula è innamoraaaata,Shaula è innamoraaaataa...Okay,la pianto.
Vi prego,continuate a deliziarmi con le vostre sublimi recensioni!
Lucy
ps: guardate che bellissima foto che ho trovato! Adorabili. E c'è pure Shaula!







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Capitolo 17
*** Advised. ***


capitolo 16

Capitolo sedici. Advised


Quando troppi pensieri ti affollano la mente,quando i problemi gravano sulle tue spalle come il piombo,quando l'unica cosa che vorresti fare è seppellirti sotto una trapunta e non uscirne più,ecco. E' proprio quello il momento giusto per estraniarsi dalla realtà.
Semplicemente abbandonare tutto. Dimenticarsi momentaneamente della propria vita,esistere galleggiando in un senso d'irrealtà,d'inconsapevolezza,liberarsi d'ogni peso ed essere leggera leggera,almeno per un po'.
Elise me lo insegnò presto,lo insegnò a quella bambina cresciuta troppo in fretta che ero. Quando mi interrogavo disperata sul senso della mia vita,su ciò che da essa potevo ottenere,sull'infanzia che le mie sorelle mi avevano crudelmente negato l'unica soluzione era svuotare beatamente il cervello d'ogni ansia.
Stasera ho tenuto fede a questo rito. Ed eccomi a contemplare il panorama fuori dall'immensa terrazza,i gomiti sul parapetto e gli occhi per aria.
Il cielo è una cappa serena e rassicurante spiegata sulla città già silenziosa,del più denso e lucente blu. La perfezione di questi attimi è paragonabile alle perle di una collana,candide e preziose,ed uniche purtroppo nella mia intensa e movimentata vita.
Quante stelle. Non mi sono mai piaciute,da piccola rivolgevo loro preghiere mute ammirandole dal vetro opaco della finestra,supplicando un po' di quella felicità di cui la mia nera devastante vita era completamente priva. Ma loro niente,si limitavano a brillare indifferenti d'una luce fredda e lontana,sorde ad ogni lamento,impassibili ad ogni pianto,passive spettatrici d'un teatro dell'orrore.
Elise dice che nel cielo vi sono scritti i destini di ciascuno di noi. Il mio è quello di tutte le Gorgon,ovviamente: sono dannata. Cresciuta al buio,avvolta da ombre e non raggi. Il mio futuro è solo inchiostro,percorso da una scia di sangue e macchiato di cruenti delitti. Solo aspra vendetta per Shaula Gorgon,nessuna pietà per quella bambina mai accettata.
Squoto la testa impercettibilmente. Nemmeno questo funziona.
Forse la mia vita è qualcosa di troppo indomabile e impetuoso per essere scordata così.
Sento un debole,incerto bussare alla porta,quasi qualcuno temesse di ferirla. Ho già una mezza idea di chi potrebbe essere.
-Avanti.- concludo rientrando in camera. La tregua è finita,eccomi ricatapultata fino al collo alla reatà.
Si apre con un cigolìo. E' Crona. Indossa un completo bianco che gli sta piuttosto bene,giacca e pantaloni,che mette in evidenza la sua figura snella.
Mi fissa torcendosi le mani,uno sguardo tormentato dalle iridi sgranate.
-Ehi,ciao.- lo saluto stupita. Sono le dieci e mezza passate,mi sorprende la sua visita. Di solito va a dormire così presto.
-C...ciao.- bisbiglia esitante. Okay,qualcosa non va.
-Tutto bene? Ti vedo strano...- Gli faccio cenno di accomodarsi,ma rimane lì rigido e spaventato.
Mi guarda per qualche secondo,come per decidersi,infine non si trattiene. -Ho visto...L...L...Lady Medusa.-
-Cosa?!- Non è possibile! Medusa a Death City?! Ma come può essere?! -Allora,avanti,siediti e raccontami tutto dall'inizio.-
Cede e si avvicina al letto,su cui sono accumulati strati e strati di vestiti,collant,foulard e bigiotteria varia alla rinfusa.
Schiocco impaziente le dita per mettere un po' d'ordine. -Così va meglio.-
Si siede sull'orlo del materasso,incurva le spalle e fissa le piastrelle per un po',in cerca d'ispirazione.
-Sono an...andato alla festa con Maka e gli altri. E' stato molto...divertente.- sorride appena,per poi rincupirsi. -Stavo tornando alla Shi...Shibusen,quando è comparsa all'improv...improvviso. E...era dietro di me.- sussurra tremante.
-Dove? Dove?- chiedo impaziente.
-Non...non lo so,io...credo una stradina secondaria. Un vi...vicolo. Mi ha chiesto di farle da s...spia!- rabbrividisce.
-Da spia? Per scoprire cosa,esattamente?!- domando incalzante.
-I mo...movimenti della Shibusen. E dove si trova il Brew.- risponde con un filo di voce.
Aggrotto la fronte. -Ma certo,il Brew...scontato che voglia metterci le sue manacce sopra...-
-Shaula! Ho avuto tanta paura!-
Questo disperato appello mi fa rinsavire,mi fa rendere conto della situazione. Non è venuto per avvertirmi dove si trova Medusa ,o per consigliarmi come ammazzarla. 
Improvvisamente mi sento una completa cretina. -...oddio,scusa. Tu sei venuto qua a farti consolare,io inizio con un interrogatorio. Scusami,Crona,scusami.
Vieni qui.- Lo abbraccio,sento il suo corpo fragile squotersi da singhiozzi flebili.
-Io non la voglio più vedere,ca...capisci?! Nè vedere nè sentire nè parlarci. Io la odio! La odio! La odio! La odio!- Rabbia stremata trabocca dai suoi gemiti soffocati,sentimenti covati nel cuore troppo a lungo che hanno dato vita a radici sotterranee ma inestirpabili.
So esattamente come ci si sente ad essere costretti,obbligati ad odiare una persona che invece dovresti teoricamente amare,e che tenti in ogni modo di apprezzare ma non ci riesci,il suo odio semina il tuo. Nel nostro caso,è persino la stessa persona.
Ci abbracciamo stretti,io e lui,figli infelici,bambini mai amati,innocenti nati da una famiglia i cui membri sono destinati a sterminarsi tra loro,ci aggrappiamo l'uno all'altro per non precipitare.
-Sshhh,sshh,non piangere,non piangere. Va tutto bene adesso. Mai più,ti prometto che non la vedrai mai più. Mai più.- continuo a cantilenare sottovoce,cullandolo piano e carezzandogli delicatamente i capelli soffici. Volergli bene è talmente facile.
-Di...dici sul se...rio?!-
-Sì,sul serio. Te lo giuro sulla mia testa. Medusa Gorgon non ti farà mai più del male. Prima dovrà uccidermi.- prometto con decisione.
In risposta singhiozza ancora più forte.
-Ma ora la cosa più importante di tutte è scovarla,scoprire come è arrivata qui e dove si nasconde. Mi capisci?-
Fa segno di sì con la testa contro la mia spalla. -Bene. Perciò se ti viene in mente qualcosa...anche un dettaglio...che si è lasciata sfuggire,o un modo per contattarla...-
Si raddrizza. Faccio comparire dal nulla un fazzoletto,si soffia il naso e si asciuga le guance bagnate.
-Mi controlla attraverso una strega.- conclude in un soffio. -Eruka. Eruka Frogg.-



Note dell'Autrice: Yuppidùùù! Eccomi qua. Capitoluccio nuovo!
Vi faccio presente una cosa: in questa storia Medusa non è nel corpo di Rachel,perciò di conseguenza non è morta nello scontro con Stein ma solo fuggita.
Tenero piccolo Crona spaventato! Vuole solo un po' di affetto...Che tesoro!
Ho provato ad immaginare che sarebbe accaduto se Shaula fosse venuto a sapere di Medusa che chiede a Crona di fare la spia,ed eccoci qui.
Che ve ne pare??? Ditemiii!!!
Lucy

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Capitolo 18
*** Lurking. ***


capitolo 17

Capitolo diciassette. Lurking


-Sicuro che arriverà?-
-Credo...credo di sì. Ha detto che verrà alle sette e mezzo,quando c'è il cambio di sentinelle alle mura ed è certa che nessuno sospetterà niente.- sussurra mio nipote stringendosi nelle spalle.
Sbuffo irritata. -Sono le otto meno un quarto. Veda di sbrigarsi.-
Mi stringo nel mio leggero giubbotto di pelle scamosciata. Questa sera un'aria frizzantina e pungente sconsiglia passeggiate in città,sferzandomi fastidiosamente le guance. Entrambi siamo addossati allo scrostato muro grigiastro,rabbrividendo.
Crona dice che questa Eruka ha il compito di controllare a che punto è con la missione che Medusa gli ha affidato e riferire ogni novità; perciò vi è un luogo preciso dove,ogni Giovedì sera,si dovrebbero incontrare.
Ed eccoci qui,ad attendere pazientemente.
Ho cercato di scoprire il più possibile su di lei,ma non è citata da nessuna parte. Meglio,significa che è poco famosa e magari,con un po' di fortuna,debole.
I minuti scorrono con lentezza esasperante.
-Shaula,senti...- sussurra Crona impacciato.
-Mmhh?-
-Tu...sei stata abbandonata da Medusa,no? E...e poi...dove hai vissuto,con chi?-
Esito. Sono sempre stata piuttosto vaga sul mio passato,nonostante la curiosità degli altri ho sempre taciuto il più possibile.
Ma infondo non ho nulla da nascondere,no?
-Con una strega e sua figlia,due persone meravigliose che mi hanno insegnato tutto. A cominciare dall'amore,la felicità,la gioia,la bontà. Cose tanto semplici quanto sconosciute.-
Crona mormora un assenso,lo sguardo perso nella giallastra luce d'un lampione proiettata contro il marciapiede scuro e bagnato.
Capisce,e anche molto bene. Capisce cosa si prova a venire catapultati all'improvviso in un mondo totalmente estraneo,dove ti rendi conto quanto hai perso,quanto non potrai recuperare,quanto la vita sia stata egoista con un innocente.
-Sei ancora...ancora in contatto con loro?-
-Sì,certo. Sono loro debitrice per sempre. Non riuscirò mai a ripagarle abbastanza.- rispondo con sicurezza.
-E...e...sei riuscita a dimenticarlo? Il dolore,intendo.-
Lo fisso stupita. -Stasera sei particolarmente loquace.-
China la testa. -Se ti do fastidio la sme...smetto.-
-No,no,tranquillo! Era un'osservazione,tutto qui.- mi affretto a tranquillizzarlo. -Dicevi,il dolore. Ritengo che non si possa dimenticare,anche se il tempo passa rimane lì e ci sarà sempre. E' grazie ad esso se ora sono quella che sono,ha formato il mio carattere. Ormai ci convivo da anni,è una parte di me. Esattamente come il tuo è parte di te.-
Non sembra molto convinto. -Ma non sarebbe meglio poterlo...rimuovere,per...-
-Ssshhhh! Zitto!- Porto l'indice alle labbra.
Odo distintamente deboli tonfi sull'asfalto,poi lo sciaquettìo di una pozzanghera. Un fioco gracidìo.
-E' lei. Avanti,vai e distraila un minuto!-
-Co...- Lo spingo oltre il muro,sbatte le palpebre sconcertato come un coniglio davanti ai fari di un'auto.
-Cia...o.- lo sento bisbigliare. La rana verde acido si ferma e lo guarda rassegnata.
-Ciao,Crona. Medusa ti ha detto che sarei venuta a controllare come procedi,vero?- esclama con voce squillante. Annuisce rigido.
-Bene. Allora,hai fatto qualche progresso?- Silenzio.
-Ehm...eh...sì,cioè,no.- borbotta,cercandomi disperatamente con lo sguardo. Che pessimo attore.
-Ohhh,Crona! Sai che poi Medusa si arrabbia con me! Dài,fai un favore a tutti e due: sbrigati,scopri quello che ti chiede e non ci lascia la pelle nessuno. Che ne dici?- propone speranzosa. Crona le lancia un'occhiata smarrita.
Sospira teatralmente. -Okay,okay,come non detto. Fai come ti pare. Non puoi non aver scoperto niente di niente!- Sfodero lentamente la lama. -Ma proprio niente?!- La sollevo all'altezza delle spalle. -Ma proprio niente niente nien...?!?-
Un istante più tardi l'ho afferrata per una zampa. -Non...ti...muovere.-
-Ahhhh!!! Aiutoooo!!! Lasciami,lasciami!!!- strilla terrorizzata. -Così mi fai male!-
-Ritrasformati.- le ordino perentoria.
Ed ecco che sto stringendo la scintillante chioma d'argento di una ragazzina sui quindici,sedici anni al massimo,dall'incarnato perlaceo,il corpo snello e sottile e grandi occhi scuri e vivaci.
-Mollami! Per favore! Sono troppo giovane per perdere i capelli!-
La lascio cadere a terra,attorno alla gonna a palloncino del suo vestito a pois neri. -Adesso tu ci dici un paio di cosette. Ti va?- Crona spia spaventato da sopra la mia spalla.
Eruka ci fissa un po'. -No.- conclude con un sorriso tirato. -Ma qualcosa mi dice che non ho possibilità di scelta.-
-Grande,capisci al volo.- ribatto sarcastica. -Perciò adesso vedi di esserci utile. Altrimenti per te e i tuoi capelli potrebbero esserci spiacevoli conseguenze.-
Si arrende,solleva la testa avvilita. -Cosa volete sapere?-
Sarà una lunga serata.


Note dell'Autrice: Eccomi qui! Scusate,oggi non ho proprio tempo di dilungarmi,sono di fretta! Perdonatemi se anche il capitolo è un po' breve!
Perciò aggiungo solo RECENSITEEE!!!!
Lucy







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Capitolo 19
*** Upset. ***


capitolo 18

Capitolo diciotto. Upset


-Allora...- sospira Eruka,rassegnata.
-Allora.- ripeto io serrando gli occhi in due fessure. -Cominciamo dal principio.-
-Ma quale principio?! Non esiste un principio. Io non sono altro che la schiavetta di turno. Medusa ordina e io,hop! Obbedisco. Non posso fare altrimenti.-
esclama esasperata,costretta al muro dalla mia fedele spada.
Aggrotto la fronte. -E perchè no?-
Sospira. -Ha messo nel mio corpo dei serpenti. Sì,hai capito bene,quelle bestiacce viscide e disgustose! Se non faccio quello che mi dice...bye bye Eruka!-
La fisso allibita. -Come hai fatto a cacciarti in un guaio del genere?!-
-Ma non lo so! Volevo ucciderla...volevamo,io e Mizune...ma adesso lei è morta,quella maledetta l'ha ammazzata,e io sto impazzendo, Medusa mi costringe a fare cose orribili e mi ficco sempre più nei pasticci...voglio soltanto che tutta questa storia finisca...non ne posso più.- si afferra la testa fra le mani,con un gemito. Sfoga tutte le sue preoccupazioni in queste parole sbottate in fretta,scivolate dal suo palato,che hanno raggiunto le labbra prima che potesse frenarle.
Povera. Alla fine,come me e Crona,è uno strumento nelle mani della mia perfida sorella,il cui destino dipende dalle sue volubili ed incoscienti decisioni.
Non è cattiva,glielo si legge in faccia.
-A maggior ragione devi aiutarci. Così,se Medusa avrà quel che si merita,non ti tormenterà più e sarai salva.- ribatto.
Ci pensa su qualche secondo. -Non so granchè.-
-Ma qualcosa sì! Qualsiasi cosa. A grandi linee.- insisto. Dopo un attimo di esitazione rimetto la spada al suo posto,nella cintura.
-Beh,ha un piano,ovviamente.- comincia Eruka. -Vuole che Crona raccolga informazioni su cosa lo Shinigami ha intenzione di fare contro di lei...E su di te.-
-Di me?!- ripeto stupita. Cosa dovrebbe mai voler sapere su di me?
-Già. Per questo,quando ti ho vista,non ho avuto dubbi. Mi ha parlato molto di te,ha detto che voleva sapere ogni tuo spostamento. Che sei da tenere d'occhio.- spiega la ragazzina,aggiustandosi il gigantesco cappello arancio pallido sul capo.
In verità,sono un po' compiaciuta. A quanto pare per lei non sono più la debole insignificante sorellina che ricordava,se mi ritiene addirittura un pericolo.
-Bene. Ti ha detto altro? Su cosa ha intenzione di fare?-
-Sì. In effetti sì. Vuole...ecco...- si zittisce. La guardo,in attesa.
-...vuole...?- la esorto incoraggiante. Ma insomma,non ho tutto la sera! Evita il mio sguardo.
-...parlava di...rapire qualcuno.- borbotta.
Sento Crona sussultare al mio fianco. Mi volto,gli sorrido e gli cingo le spalle con un braccio. La sua preoccupazione è adorabile,ritratta nei lineamenti delicati di ragazzino. -Tutto a posto?- gli sussurro.
Annuisce nervosamente. Allora torno a rivolgere l'attenzione verso la strega.
-Ha per caso...parlato a proposito di chi volesse rapire?- I timori di Crona sono anche i miei. Se decidesse di prendersela con gli studenti della Shibusen la fermeremmo. Sono gli unici amici di mio nipote,come farebbe senza di loro? E poi sono stati così gentili con me. Non meritano di divenire ostaggi,vittime di una rabbia che non li riguarda.
-...una certa Elise. Ha detto che c'entra qualcosa con te,che la sua morte ti avrebbe distrutta.-
-...Shaula? Shaula,cosa...cosa c'è? Shaula!-
Le loro voci mi giungono distanti,come da un altro pianeta,come attraverso la linea disturbata di un telefono.
Elise. Elise. Vuole fare del male ad Elise.
Solo questo rieccheggia nel vuoto incredulo della mia mente. La consapevolezza mi raggiunge lenta.
Appartengono a due mondi,due ere della mia vita talmente differenti che l'idea che potrebbero incontrarsi pare assurda. Elise?! Come Elise?!
No. Elise no. Non Elise,tutti ma non Elise.
Non lo permetterò,non l'avrei mai permesso. L'odio brucia nelle mie vene.
Morirò piuttosto che lasciare che Medusa la sfiori,morirò ben volentieri.
Non può permettersi di toccarla. Non lo farà. Non ne avrà il tempo,le avrò già staccato la testa.
Perchè ogni volta che credo di essere al limite,che la rabbia abbia raggiunto il culmine mi ritrovo ad odiarla ancora di più?!
-Maledetta.- sibilo in un soffio. -Maledetta,maledetta,maledetta!-
Crona ed Eruka mi osservano in silenzio,a disagio. -Tranquilla,zia. Non permetterai che faccia del male a nessuno,no?-
Sollevo il capo. Lo sguardo fiducioso di Crona,il suo sorriso sicuro mi rasserenano. Lui ha bisogno di qualcuno di cui non dubitare mai. Non potrebbe accettare un'ulteriore delusione.
E poi quella parola. Quella piccola,grande parola. Quell'appellativo tanto breve che contiene così tante cose.
Zia. Mi ha chiamata zia.
D'impulso lo abbraccio stretto stretto. -Ohh,Crona,tesoro!- Ho gli occhi lucidi. Non mi facevo così sentimentale...
Eruka sbuffa. -Sì,sì,molto commovente. Ma qualcuno mi spiega chi diavolo è Elise? Ehi,voi due!!! Non ignoratemi! Ehiiiii!!!-




Note dell'Autrice: Sì,sì,lo so! Ho saltato ieri. Che ci posso fare? La scuola,tutta colpa di quel terribile mostro! Vabbè,non ero particolarmente ispirata oggi.
A quanto pare Medusa vuole colpire Shaula dove è più vulnerabile...Cosa farà la nostra eroina?
Non so se aggiornerò con regolarità,vi avviso e mi scuso in anticipo!!! Farò il possibile. Ma voi recensiiiiite!!!!
Lucy






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Capitolo 20
*** Hunted. ***


capitolo 19

Capitolo diciannove. Hunted


Entro,camminando delicatamente sulle punte dei piedi per non svegliare qualcuno al piano di sotto,le scarpe strette in una mano. La camera è immersa nella penombra,il letto fatto con le lenzuola fresche di bucato. Un leggero profumo di limone aleggia nei ditorni.
Infilo distrattamente le calzature in uno scomparto della scarpiera e barcollo fino al letto,dove permetto al mio corpo esausto di sprofondare.
Lancio un'occhiata al display della radiosveglia sul comodino. Mezzanotte e tre,lampeggiano numeretti rossi e squadrati.
Sospiro e mi sdraio più comodamente sul materasso. L'unica cosa che voglio fare è dormire. Sono stanca di oggi,voglio che sia subito domani.
Voglio svegliarmi e scoprire che Medusa è morta,Arachne è morta,che sono crepate e non faranno più del male a nessuno. Voglio vedere i miei problemi scivolare via,uscire dal mio corpo e scorrere come acqua fino ad esaurirsi. Voglio un po' di semplicità,voglio che per la prima volta non vi sia nulla di complicato nella mia burrascosa esistenza.
Ma è tardi. Ho deciso di rivangarlo,questo mio passato tanto scomodo ed oscuro,ed ora mi ha sopraffatto senza via di scampo,mi ha trascinato in quell'uragano fuori controllo che sono le mie sorelle. Ma davvero posso continuare a chiamarle così?! Sorelle?! Non avrei nemmeno dovuto iniziare. Non meritano una parola tanto nobile.
Mi accuccio,facendomi cullare dal ticchettìo rassicurante di un orologio. Non ho mai apprezzato tanto la pace,la dolce calma del silenzio.
Che casino,stasera. Che immenso casino. Medusa e le sue diavolerie.
Elise?! Che c'entra Elise?! Lei,in tutta questa storia,è più innocente di chiunque altro. L'unico cosa che ha fatto,l'unico errore imperdonabile è stato salvare una bambina infreddolita dalla strada.
Lei è...tutto. Tutto per me. Tutto quello che Medusa,mia madre,mio padre non sono stati,e molto di più. La mia famiglia,la mia maestra,il mio riferimento.
Ma a mia sorella -devo piantarla,a quella brutta stronza senza cuore- non interessa,vero? A lei non importa chi deve distruggere,chi deve calpestare pur di raggiungere i suoi obbiettivi. Niente e nessuno può ostacolarla. Il dolore altrui è irrilevante.
Che schifo,conosco la sua mente contorta meglio della mia.
Non permetterò che faccia subire a chi amo gli stessi supplizi che ho dovuto sopportare io. Nè ad Elise,nè a Jasmine,nè a nessun altro.
Alla fine,a prendermi con loro,ci hanno guadagnato ben poco. Ho portato soltanto rogne.
La loro bontà ricompensata con la morte,per colpa mia...
No!
Non lo permetterò mai! Non accadrà. No. No.
Io sono potente,io le difenderò. Sì. Certo.
Piano piano il tepore mi riavvolge,come una calda coperta. Sento i pensieri furiosi di poco fa affievolirsi,divenire un brusìo indistinto nella mia mente ovattata.
Clack.
Sento gli occhi sgranarmisi nel buio. Fisso la parete tinta di scuro dalla notte.
Cos'è stato? Il vento,magari. Mi impongo di rilassarmi e chiudere lentamente le palpebre,obbedisco rigida.
Ma come,basta così poco per spaventarmi? Il vento fra gli alberi? E dovrei essere una stre...
Clack. Sobbalzo istintivamente. Ma cosa diavolo...
La finestra si è aperta. La finestra si è aperta. Oh,mio Dio.
No. No. Non può essere. Non può essere lui! Mi alzo di scatto,dimenticata tutta la stanchezza.
Fisso i vetri socchiusi,paralizzata dallo shock. No,no,no!!!
Qualcosa agita le tende. Un'ombra attraversa la parete. 
-Ciao,Shaula...ti sono mancato,eh?-

Cazzo. Smetto di ragionare ed inizio a correre,senza meta,senza destinazione.
Lo sento sogghignare. -Vuoi giocare ad acchiapparella? Sì,mi piace.-
Raggiungo l'armadio dove dentro tengo tutte le armi,allungo il braccio per aprirlo. Asura compare davanti a me,con il gaio sorriso di un bimbo che ha vinto.
-Trovata.- Mi giro e riprendo ad avanzare nell'oscurità,stavolta verso la porta d'ingresso; ma non faccio neanche in tempo a sfiorare la maniglia.
-Trovata di nuovo. Stai perdendo!- Corro,spalanco la porta del bagno e la chiudo fulminea alle mie spalle. Giro un paio di volte la chiave nella serratura,mi ci appoggio contro ansimando. Tutto inutile,ovvio.
Sento un rumore e mi chino sul buco,cercando di cogliere qualche movimento.
-Presa.- Mi volto ed eccolo lì,i capelli mori e la carnagione lattea illuminati dalle luci giallastre. Sento il cuore pulsarmi in gola all'impazzata.
-Vattene! Vattene!!! Cosa vuoi da me?!? Lasciami in pace!!!- urlo,armeggiando con la chiave.
-Su,non fare così.- mi riprende benevolo,senza scomporsi minimamente. -Io voglio solo farti fare la scelta giusta.-
-Impazzire ti sembra la scelta giusta?! Perdere il controllo...perdere coscienza della realtà?! Non vivere più una vera vita?!- sento la mia stessa voce sbraitare.
-Oh,no. Non è affatto così. Tutto il contrario. La follia ti concede una nuova vita,molto meno complessa e stessante di quella attuale. Non è ciò che desideri forse?- Asura mi guarda innocente,con i suoi terribili -splendidi- occhi rossi.
Come fa a saperlo?! Come diamine fa?! Lo fisso impotente,le spalle al muro. Non voglio ascoltarlo. Altrimenti mi convincerà.
-
Non dovrai pensare al tuo passato mai più. Sarai finalmente libera di fare ciò che vuoi della tua esistenza. Non piangerai mai più angosce nè dolori,non ricorderai nessuna sofferenza che ti ha afflitto precedentemente.- canticchiano suadenti le sue parole,invitanti come non mai. Perchè ora l'unica cosa che voglio davvero è evadere,evadere dalla realtà,evadere da tutto questo e non tornarci.
Ha ragione. E' tutto talmente semplice e divertente. Perchè non provare?
Ma cosa dico?! Cosa dico?!? Stiamo parlando della follia,non di un centro benessere! La follia porta morte,distruzione,nuove angosce e nuovi dolori. E poi la mia vendetta,che ho passato tutta la vita a progettare?! E le persone che amo,come posso arrendermi ed abbandonarle così?!
-E poi staremo insieme per sempre,mia piccola Shaula. Questo non basta a convincerti?- inarca leggermente le sopracciglia.
-Non sono piccola.- mormoro. -E non sono tua.-
-Ma davvero?- sibila Asura pianissimo. L'ultima cosa che vedo sono le sue iridi cremisi.
L'ultima cosa che sento,le sue labbra sulle mie.
Poi più niente.





Note dell'Autrice: Ciaooo!!! Ennesimo ritardo. Colpa del mio professore di Greco e Latino,non mia!
...mi piace questo finale! *-* (che pervertita...) Perchè è successa una cosa MOLTO importante! Molto! Ahahahahah!!! Okay,follia finita.
Ora vado. Mi raccomando recensite miei amati lettori!!!
Lucy






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Capitolo 21
*** Amazed. ***


capitolo 20

Capitolo venti. Amazed

-...si sta svegliando! Shaula,Shaula! Mi senti? Shaula!!!-
Riacquisto lentamente conoscenza. Metto a fuoco ciò che mi circonda.
Sono in bagno,nel bagno della mia stanza. Bagno...
Improvvisamente ricordo,sussultando. Il bacio. Mi ha baciata. Mi sono fatta baciare da lui!
Ma...sono distesa a terra,sul pavimento. Una luce fastidiosamente accecante rischiara l'assurda scena che mi si presenta davanti.
Rosso. Il rosso ricopre le pareti,macchia le piastrelle azzurro chiaro,inzuppa la mia camicetta e i jeans.
Ed il rosso è sangue. Sangue,sangue,sangue.
Mi accerchiano miliardi di frammenti luccicanti,sparsi a terra come cose morte.
-...ma...cosa...- bofonchio incredula. Non riesco a capire.
-Shaula! Come stai?- Sollevo a fatica il mento,rendendomi conto di avere la testa irrigidita.
E' Maka,scorgo subito i suoi grandi occhi verde intenso e i codini sottili. Sorride cordiale.
-Io...non lo so. Un po' indolenzita e parecchio confusa.- rispondo,con voce roca. -Ma cosa è successo?-
A quel punto si fa seria. -Questo devi dircelo tu a noi. E' un vero mistero.- Si inginocchia accanto a me. -Stamattina a colazione non arrivavi,così ci siamo preoccupati. Siamo venuti qui e...beh,ti abbiamo trovata svenuta,per terra,in un lago di sangue. Stringevi fra le mani un martello...ed era tutto distrutto. Hai fatto a pezzi l'intera camera.- mi fissa,seria.
Non è possibile. Sta scherzando?!? Distrutto la camera,io?! Impossibile,non ricordo di averlo fatto. Non ricordo nulla,in verità.
L'unica cosa che so con certezza è che...Asura mi ha baciata. Sì. Proprio così. Null'altro.
Cerco di alzarmi,di poggiarmi sulle braccia: questo gesto mi strappa solo un gemito di dolore. Sono...ricoperte di tagli,di sfregi.
Colpa di quelle dannate scheggie traslucide. Ma cosa sono?!
Guardo meglio. Aspetta,riflettono il soffitto...
Sono pezzi di specchio. Sollevo lo sguardo sopra il lavandino: niente. L'ho mandato in frantumi.
Inoltre l'appendino per gli asciugamani è rotto,le ante di legno dell'armadietto fracassate,la porta è ricoperta da crepe sottili come ragnatele. I faretti non funzionano più. La tenda della doccia è stata lacerata,giace a terra macchiata di scarlatto.
Allora è vero. -Ma come cavolo può essere successo?!- sbotto. - Non posso aver fatto una cosa del genere! Ricordo solo che...ero in bagno,poi ad un certo punto niente.-
Maka si incuriosisce. - Mi stai dicendo che non ricordi nulla? Che non l'hai fatto...volontariamente?-
-Certo che no!- esclamo incredula.
-Deve esserci una spiegazione logica. Magari hai preso un colpo in testa. Cosa ricordi?- Mi guarda in attesa di una risposta.
-Ehm...mi stavo...per mettere il pigiama. Saranno state le...dieci.- mento disperatamente.
Aggrotta le sopracciglia. -Ma se Crona ha detto che siete rientrati tardi,ieri sera.-
-Ah,è vero! Mezzanotte. Volevo dire mezzanotte.- mi affretto a balbettare.
Qualche secondo di silenzio. -Quando esattamente hai perso conoscenza?- mi chiese circospetta.
-Io...non lo so. Non riesco a dirlo con precisione. Mi dispiace.- mormoro. Quante bugie,quante bugie.
-Credi di aver sbattuto contro qualcosa?-
-Potrebbe essere. Ma contro cosa?- domando perplessa. Scuote le spalle.
-Non ne ho idea. O potresti aver avuto un malore...è meglio se vai in infermeria a farti visitare da qualcuno.-
-Non cen'è bisogno,sul serio. Per questi posso fare da sola,- indico i graffi sanguinanti. - e per il resto sto bene. Non preoccuparti.-
-Come vuoi.- conclude poco convinta. -Se hai bisogno di qualcosa,oppure ti torna la memoria...- percepisco un leggero sarcasmo nella sua voce.
Ha capito che sto mentendo. Alla grande. -...chiedo a te. Okay,grazie.-
Maka annuisce,stiracchia un debole sorriso ed esce. Una figura entra al posto suo.
-E così non volevi andare in infermeria,eh?- Il professor Stein,il Maestro d'Armi più forte dell'intera Shibusen,mi guarda divertito,le mani affondate nelle tasche del camice bianco.
-Sto bene.- replico,stringendo gli occhi. Non mi è mai stato granchè simpatico,lui continua a chiamarmi fattucchiera ed io vecchio pazzo. Ma nessuno dei due se la prende veramente.
-Questo lo decido io,non tu. Adesso ti bendo il braccio,perchè dei tuoi abracadabra da quattro soldi non mi fido. Poi vai dallo Shinigami,ti vuole parlare.- ordina secco. Riesco faticosamente ad alzarmi,borbottando. -Ai suoi ordini,mio signore e padrone.-


-Ti conviene sbrigarti.-
Torno improvvisamente alla realtà. Stein sta avvolgendo il mio braccio con una serie di garze d'un bianco triste,da ospedale. Sono seduta sul lettino in ferro dell'infermeria,e quel malefico uomo mi sta fissando attentamente dietro le lenti tonde degli occhiali.
-Uhm? Cosa intende?- chiedo distratta.
-Ti consiglio di dire a tutti la verità su ciò che è accaduto ieri sera,qualsiasi cosa sia.- risponde,senza interrompere la medicazione. -In molti hanno già dei dubbi su di te,sulle tue intenzioni,e tu comportandoti così non fai altro che alimentarli.-
-...ma io ho detto la verità.- bofonchio a disagio. Ha proprio questo potere su di me: riesce a farmi esitare.
-Menti indescrivibilmente male. Il mio era solo un suggerimento: sbrigati a confessare. I segreti,alla Shibusen,non lo rimangono a lungo.- si limita a fermare le bende sul gomito.
Non rispondo. Deglutisco a fatica. Come faccio a rivelare cosa è successo,se neanche io lo so?!
Asura deve avermi fatto qualcosa. Sì. Ma il punto è: cosa?!?




Note dell'Autrice: Ciaoo! Ecco a voi il prossimo capitolo. Oggi avevo il pomeriggio libero e mi sono messa a scrivere!!!
Che ve ne pare? Lo so,non è granchè,ma pazienza. Stiamo per avvicinarci ad un punto cruciale di questa storia...
In attesa delle vostre -graditissime- recensioni,vi saluto =)
Lucy



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Capitolo 22
*** Prepared. ***


capitolo 21

Capitolo ventuno. Prepared


Pace.
Assoluta pace.
Solo il pacato ronzìo del condizionatore,che soffia nella stanza una delicata brezza fresca,concilia il mio riposo.
Ed io qui,avvolta da un lenzuolo immacolato,sonnecchio intontita.
Il lancinante dolore alla testa che mi comprimeva le tempie in una tenaglia d'acciaio si sta lentamente affievolendo,scompare graduale man mano che le ore scorrono. Penso,fissando il soffitto. Penso a ieri sera.
Non posso crederci,è troppo assurdo per essere vero. Il Kishin mi ha baciata! Il Kishin! Il Kishin!
Il lontano,sfocato ricordo che devo faticare per trattenere nella mia scombussolata mente,quel ricordo che ritrae Asura che preme le sua labbra sulle mie...No,no,impossibile. L'inverosimiglianza della scena mi fa quasi ridere.
Io non bacerei mai Asura! Mai!
...oh,sul serio?! sibila irritante una vocina nella mia testa. Se non sai mentire nemmeno agli altri,come pretendi di mentire a te stessa?
A cosa sto pensando?! Per quanto possa amarlo mi possa piacere,è pur sempre il Dio della follia. Ciò che fa è sbagliato,è crudele. Va fermato.
Ma al cuore non si comanda,giusto?
Sospiro esausta. Oh,eccome se è giusto.
Non posso fare a meno di amarlo,amarlo tantissimo provare qualcosa per lui. Nonostante tutto. Nonostante lui.
E se ne sta approfittando. Approfitta di questa mia debolezza. Ne approfitta,del mio amore intendo,per insinuare la follia in me.
Come è successo ieri sera,suppongo.
Mi ha fatta impazzire. Ci è riuscito.
Nulla potè il buonsenso: ogni cosa che non fosse Asura,in quell'istante,si sbiciolò. Incredibile cosa può la passione la follia.
Cosa devo fare?! Come posso più,d'ora in poi,fidarmi di me stessa? Come posso avere la certezza che non cederò nuovamente?!
-Shaula! Shaula!- Urla traboccanti d'angoscia mandano in frantumi il mio silenzio perfetto.
La porta si spalanca,facendo entrare nella camera un fascio d'intensa luce. L'ombra della figura alta ed esile di Crona viene proiettata sul pavimento.
Crona. L'avevo dimenticato,che idiota...
-Shaula! Co...come stai?!? Mi hanno de...detto solo ora che ti sei sveglia...svegliata!- Subito raggiunge una sponda del letto e crolla in ginocchio,fissandomi con gli occhioni sgranati e spauriti.
-Tutto okay,tranquillo. Ho solo bisogno di riposare un po'. Ci vuole molto peggio,per fare fuori la tua zietta. Anche se per un pelo...- rido fioca.
-Neanche per scherzo.- ansima Crona,stringendomi le mani. -Non dirlo neanche per scherzo.-
-Su,su. Va tutto bene adesso.- mormoro piano,finchè il suo respiro non si regolarizza. Mi vuole davvero bene. Non credo di meritare un affetto tanto morboso.
-Credevo che...che ti fosse successo qualcosa di terribile. Che saresti mo...mo...morta.- bisbiglia terrorizzato. -Avevo paura. Ma...ma ho tentato in ogni modo di con...controllarla. Come mi avevi detto di fare tu.- Mi guarda ansioso.
-E sei stato bravissimo,Crona! Davvero bravissimo.- lo lodo commossa. Renderlo felice è talmente semplice...lui chiede così poco.
Mi sorride. -Gra...grazie. Ma...cosa ti è successo ieri sera?! Non ho capito bene.- Aggrotta la fronte.
-Nemmeno io lo so. Ho un vuoto totale su tutto ciò che è accaduto. Inizio però a pensare...- Chiudo gli occhi. Non è facile pronunciare queste poche parole. -...di dover partire.-

Sono diventata una preda facile qui,alla Shibusen,individuabile senza sforzo.
Ho un'idea su come agire nei confronti di Medusa ed Arachne.
Le visite di Asura sono troppo,troppo frequenti,e non posso permettermi di affrontarlo di nuovo.
Devo mettere in pratica la mia vendetta,ho perso già abbastanza tempo.
Ma tutte queste corrette,valide motivazioni si sgretolano miseramente davanti alle lacrime di mio nipote.

-Tornerò,Crona. Naturale che tornerò! Adesso devo partire. Capisci il motivo,vero?-
-Sì,lo capisco.-
-Mi perdoni?-
-Sì.-
-Grazie.-
-Ma...-
-Cosa?-
-Ma non abbandonarmi.-
-Promesso.-



Note dell'Autrice: CIAOCIAOCIAOOO!!! (sclera alla grande. No,è che sono felice,domani non vado a scuolaaaa!)
Mmmmhhh. Shaula parte. Parte per andare a compiere la sua vendetta,finalmente! E' da tanto che aspettate questo momento,no?
Sentite,ho bisogno di un consiglio: in un megasclero mi è venuto in mente che potrei scrivere un continuo...ambientato nella Nuova Generazione. Ricollegato comunque...in un modo che non vi dico...a Shaula. Non sono certa che sia una buona idea però,bho. Voi che ne dite?
Recensiiiite numerosi,mi raccomando!
Lucy








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Capitolo 23
*** Unearthed. ***


capitolo 22

Capitolo ventidue. Unearthed


Il cielo è d'un tenue color albicocca,sfumato di miele; il sole mi riscalda debolmente le braccia abbronzate,stanco dopo una giornata d'afa insopportabile.
Non c'è stato modo di uscire fino adesso,il caldo faceva desistere anche i più determinati,quasi volesse ritardare la mia partenza.
Ho salutato tutti con un'allegria forzata che non provavo,imprimendomi in viso un falso sorriso.
La verità è che non mi sento affatto bene. Provo la bizzarra sensazione di poter crollare a terra in qualsiasi momento: piuttosto inquietante,dato che ho in programma di uccidere due streghe fra le più pericolose mai esistite. Per questo ho atteso una settimana,allenandomi regolarmente per poter essere più in forma possibile.
Ma è rimasto,questo strano malessere senza nome: paura? No,non è affatto paura. Ho smesso di temere le persone,è controproducente.
Allora sarà insicurezza? Impossibile,mi sono esercitata fino allo sfinimento.
Rimorso,magari? No,no. Non provo alcuna pietà verso le mie vuote sorelle,per sconfiggerle bisogna essere come loro. Fredde. Glaciali. Impassibili.
Cos'è,perciò,quello che provo? Per ora solo un cattivo presentimento,un augurio infausto.
Niente può andare storto! Progetto questo da troppo tempo. Andrà tutto bene,bene,bene ripete meccanicamente,incessante,la mia mente nervosa e confusa.
Per eliminare definitivamente Medusa bisogna colpirla dov'è vulnerabile: nell'anima. E non lo dico in senso metaforico,è proprio così.
Distruggere il suo corpo è inutile,se non muore con lui ciò che vi è all'interno. E' capace di infondere la sua anima in altri esseri viventi,così da sopravvivere. Ecco,io non devo permetterglielo.
Con Arachne è tutto più complicato: non ho avuto modo di scoprire completamente i suoi poteri,le sue abilità. Posso tentare qualche attacco fra i più potenti che conosco,sperando che basti.
Mi sto dirigendo nuovamente al castello,ma questa volta non mi dilungherò in chiacchiere. Quando lo scontro sarà finito,vi sarà nel mondo una sorella Gorgon in meno.
Odio il tardo pomeriggio,ha un che di malinconico. Cerco di incitarmi,al pensiero del tanto agognato scontro definitivo...ed ottengo solo passivo disintaresse.
Per quanto ho permesso a loro di fare parte di ogni mio desiderio,di ogni mia ambizione?! Le ho odiate,ma sono state l'unico obbiettivo che mi sono posta nella vita. Sono riuscite a monopolizzare la mia esistenza,dopotutto.
Quest'idea mi fa corrugare pensosa le sopracciglia. Sarà davvero la verità?! Questo rancore è divenuto un'ossessione troppo radicale?!
La risposta,temo,è sì. Da ragazzina non ho avuto i classici sogni irrealizzabili come tutte le mie coetanee. Soltanto un unico chiodo fisso: farla pagare a coloro che mi avevano abbandonata senza pietà.
Certo,ho comunque delle passioni. Mi piace molto disegnare,per esempio. Poso semplicemente la punta della matita ed essa danza sul foglio,si muove tracciando linee sinuose e figure d'ogni genere. Non penso,quando disegno: dimentico tutto e tutti,se non il soggetto che sto ritraendo,che si materializza piano piano sulla carta come per magia.
Quanto tempo sarà che non faccio uno schizzo? Mesi e mesi,da quando sono partita. Non ho avuto tempo per nulla.
Magari dovrei chiamare Jasmine. E' da quando le ho detto...di Asura,che non la sento. Non posso dire esattamente di aver seguito i suoi consigli...
All'improvviso sento un pizzicorino alla caviglia,leggero leggero,un impercettibile dolore. Abbasso lo sguardo.
Un minuscolo ragno zampetta indisturbato lungo la mia caviglia; lo allontano con un calcio. Ma subito ne arriva un altro. E un altro ancora. Li schiaccio irritata sotto la suola dello stivale. Ma l'ennesimo animaletto li segue a ruota.
In pochi istanti mi rendo conto di essere circondata da uno sciame di ragni. A destra,a sinistra,alle mie spalle. Può significare solo una cosa.
-Arachne.- mormoro atona.
Infatti avanza lentamente dai fitti alberi della foresta,che si affaccia oltre la strada asfaltata. Sì,è proprio lei.
Davvero strano: Arachne non esce volentieri dalla sua inespugnabile fortezza,è anche per questo che si sa molto poco di lei. Cosa l'ha spinta a scomodarsi dal suo confortevole trono? Io? Sono onorata.
Eppure...è strana. Fa quasi paura.
Apparentemente sembra sempre la stessa. Ma un occhio più attento può accorgersi di qualcosa nel suo sguardo,un bagliore pericoloso che illumina le sua iridi di pietra. Il suo passo è misurato,senza fretta. Le braccia sono abbandonate lungo i fianchi. I pugni sono stretti in una morsa che mette i brividi.
-Shaula.- La sua voce mi fa sussultare. E' poco più di un basso,roco ringhio. Non ho mai sentito fluire,da labbra umane,tanto odio in una sola parola.
Un nome. Shaula. Il mio.
-Arachne,guarda un po' chi si vede.- la saluto,e mi sorprende sentire il mio tono tanto sgaio e rilassato,visto che io non lo sono neanche un po'. -Stavo giusto pensando di farti una visita.-
Invece mi hai trovata prima tu. Attendo,ostentando indifferenza.
C'è decisamente qualcosa che non va in Arachne. Decisamente,decisamente,decisamente. Perchè tace?! Dì qualcosa!
Si limita a fissarmi,con quegli spaventosi occhi che splendono di...cosa?
-Ora ti farò una domanda. E tu mi dirai la verità.- Non dico niente. Non è una richiesta,infondo. Ma cosa posso averle fatto? L'ultima volta che l'ho vista non era così...furibonda.
-Perchè Asura è venuto da te?-
Come ha fatto a scoprirlo?! Per un istante il mio cuore perde un battito. Nessuno doveva scoprirlo.
-Intendi la settimana scorsa?- chiedo,per prendere tempo.
-La settimana scorsa. E quella prima. E tutte le altre,intendo.- Fatica a trattenere la rabbia. Ma cosa diamine le sta succedendo?!
-Lui...è venuto a fare quattro chiacchere. Sai,così,per ammazzare il tempo.- divago a disagio. 
-Non...mentire...a me.- sibila,avanzando. -Cosa vuoi fargli?! Cerchi di ucciderlo per conto dei tuoi amichetti della Shibusen?!-
Ma cosa dice?! Non ci capisco più niente. Io,uccidere Asura? Perchè dovrei volere una cosa simile?!
-Non devi vederlo mai più,capito?! Non deve succedergli niente. Io devo proteggerlo,devo difenderlo. Da questo mondo ingrato. Da Shinigami. E da te! Non ti permetterò di fargli ancora del male. Mai più. Mai più. Mai più.- ripete ossessivamente.
Credo di capire,ora,cos'ha Arachne.
-Oh,mio Dio.- sussurro. -Sei impazzita.-
Il suo sguardo allucinato è privo di qualcosa. La ragione.
La sua solita imperturbabilità si infrange in una risata insana. Sta sghignazzando. 
Guarda,Shaula. Guarda come il Kishin l'ha ridotta.
Guardala annegare fra i flutti della sua mente corrotta,della sua anima imbrattata di nero.
Assisti alla sua fine.





Note dell'Autrice: Ehilà,salve! Come va? Sono felice,il ventotto è uscito il nuovo Professor Layton. E i miei me lo comprano per Natale! *-* Me amare quel videogioco!
Ma cosa ce ne importa a noi,starete pensando. E avete ragione! Chiedo perdono,volevo solo rendervi partecipi della mia gioia. Magari posterò una fanfic anche su quello,prima o poi. Comunque.
Non so ancora se scrivere quel benedetto continuo. Perchè per scriverlo deve necessariamente succedere una cosa,e temo sia troppo assurda. Non vi dispiace se è assurda,vero?! Voi siete come Asura,avete la mente aperta ad ogni possibilità! (traduzione: siete pazzi. Altrimenti non sareste arrivati a leggere fin qui,credetemi. Dai che scherzo!) Fine di questo sclero totale. Andate in pace! Amen. Ma prima recensite!
Lucy








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Capitolo 24
*** Avenged. ***


capitolo 23

Capitolo ventitrè. Avenged

-E' giunta la tua fine,stupida ragazzina!-
Il brulicante mare di ragni avanza all'improvviso verso i miei piedi. Impossibile evitarli,giungono da ogni lato. Salgono,salgono,mi si arrampicano sulle gambe.
Attivo un semplice scudo e vengono tutti sbalzati indietro. Ricadono qualche metro più in là,sibilando irati.
Arachne continua a ridere,bella e terribile,i capelli neri come le tenebre sciolti sulle spalle,liberi dal solito rigido chignon; le labbra cremisi sono incurvate in un ghigno distorto e malato.
-Ti pentirai di aver anche solo potuto pensare di fare del male al mio Asura!- Il terreno sotto i miei piedi sussulta vistosamente; subito una crepa genera una terrificante voragine di cui non riesco a scorgere il fondo. Da essa,come in un film dell'orrore,esce l'ennesimo sciame di ragni,stavolta grandi come maltesi. Qualcosa mi dice che non basterà uno scudo per tenere lontani loro.
-Ma perchè ti comporti così?! Mi stai dicendo che sei...innamorata di lui?!- esclamo,estraendo la spada dal fodero e conficcandola rapidamente nel corpo peloso di uno degli animali.
Inarca sprezzante le sopracciglia. -Innamorata? Che sciocchezza. E' un dio,e non si ama un dio. Lo si venera.- Sorride vagamente.
Okay,sì,come le pare. Convinta lei. Peccato che io lo ami,quel dio.
-E come credi che io potrei ferire o addirittura distruggere un Kishin,dato che sono solo una...ah,sì,stupida ragazzina?- ribatto sarcastica,trafiggendo ancora qualche ragno.
-Non ne ho idea...ahahaha! Come faccio a saperlo?! Ahahahah!- Continua a ridere,a ridere,a ridere.
La guardo,e provo quasi un po' di pena per lei. Un po'. Incredibile in che cosa si sia improvvisamente trasformata,la mia gelida e razionale sorella.
Questo poteva benissimo succedere anche a te,bisbiglia malignamente una vocina nella mia testa. E sarebbe stata tutta colpa di quel bacio.
Maledizione. Quel dannatissimo bacio! Non riesco a pensare ad altro,in questi giorni.
Ma come gli è saltato in mente,ad Asura?! Perchè diamine l'ha fatto?! Beh,non tutto quello che fa ha esattamente un senso.
Però...insomma,poteva evitarlo ma io non volevo che lo evitasse,io lo bacerei ancora e ancora e ancora sì,poteva proprio evitarlo.
Mi libero degli ultimi ragni rimasti con pochi colpi di spada.
-Allora,hai intenzione di affrontarmi direttamente o solo di lanciarmi addosso queste bestiacce?!-
Un ghigno. -Non preoccuparti. Ti accontento subito.- Senza alcun preavviso,qualcosa di fulmineo e molto resistente si avvinghia al mio corpo e mi solleva da terra.
Mi rendo conto che si tratta degli invisibili fili di una ragnatela,ma consistenti quanto cavi d'acciaio. Cerco inutilmente di divincolarmi,ma invano.
Arachne si avvicina,con quel suo terrificante sorriso: mi ricorda una vedova nera che si appresta a divorare la mosca in trappola. E non è una similitudine piacevole,tenendo conto che la mosca sarei io.
-Bene bene bene. Che c'è,non fai più la spiritosa?- mi provoca con ironia,con quel tono di voce stridulo,insano ed incontrollabile così poco da lei. La voce di chi ha ceduto,di chi si è lasciato vincere da un morbo senza cura. Perchè è vero: ormai non ha speranze. La follia è un pozzo in cui si può solo sprofondare,sprofondare,sprofondare sempre più giù. Mai riemergere.
-Adesso finalmente taci,finalmente hai smesso si scocciare. Come hai fatto,del resto,per tutta la mia vita. Non hai fatto altro che rendermi le cose difficili. All'epoca ero un'adolescente,ero ambiziosa,volevo studiare. E d'un tratto mi sono trovata addossato sulle spalle il peso di una mocciosa a cui badare.- Nelle sue parole colgo qualcosa...una lucidità,una sincerità che solo ora potrà rivelare. -Tutte quelle responsabilità,quei doveri. Costretta ad occuparmi di una famiglia che non amavo,non avrei mai amato. E quando sono riuscita a scappare,a lasciarmi tutto alle spalle...sei tornata! Ancora e ancora!- strilla,fuori di sè.
Cose mai dette,rancori mai sfogati si riversano come le acque di una cascata. Incredibile come la follia tiri fuori parti di noi inaspettate,come l'Arachne frustrata e ribelle che fugge dai suoi problemi per risolverli. -Ma ora eccoci qui. Pagherai,Shaula Gorgon. Pagherai per tutti i torti che fino ad oggi sono rimasti impuniti!- Stringe le dita della mano destra in un pugno serrato. Avverto i miei legacci stritolare al massimo le braccia e le gambe,segare rudemente la pelle. Trattengo a fatica un gemito fra i denti.
-Fa male,eh?! Fa male. Ma questo è nulla! Vuoi sapere,cara la mia sorellina,cosa si prova a morire di dolore?!- ride sguaiatamente.
No. No. Non posso morire. Devo fare qualcosa,ed anche in fretta!
E,mentre i miei occhi vagano disperati alla ricerca di qualcosa,qualsiasi cosa,lo vedo.
Il dardo infilato nel suo mantello viola. Perfetto.
Devo solo guadagnare un po' di tempo,un po',un po'...
-Cosa farai,dopo avermi uccisa?- chiedo quindi,aggrappandomi al primo argomento che mi viene in mente.
-Andrò da Asura,naturalmente. Gli dirò che può stare tranquillo,- L'arma si smuove pianissimo dalla sua posizione. -che niente più lo minaccia,nè lo minaccerà mai. Ci sarò io a proteggerlo.- L'arma si alza di qualche centimetro. -Ci sarò io a prendermi cura di lui,non lo abbandonerò mai. Gliel'ho promesso. E manterrò il giuramento per l'eternit-
La letale punta di pietra si intravede spuntare dal suo petto. E dopo,lentamente,anche il manico sottile.
La minuscola macchia di cupo cremisi sul tessuto si allarga,si propaga fino a divenire una pozza scarlatta attorno al suo corpo.
Una delle mie nemesi è morta. Dovrei essere felice,soddisfatta.
Ma non riesco a non provare mera malinconia per quella strega tanto talentuosa quanto sventurata. Ma dopotutto è una Gorgon,è come tutte noi. Dannata.
Arachne Gorgon non riuscì a mantenere quella promessa. Il suo sangue si disperse e seccò sulla terra battuta.



Note dell'Autrice: Buonasera! Aggiorno -come al solito- in ritardo.
E qui muore Arachne! Un po' mi dispiace,lei mi piace come personaggio. Pazienza,the show must go on. Avrei voluto anche darle una morte un po' più gloriosa,ma siccome odio descrivere i combattimenti -fa tanto sfigato,dài!- questo è stato tutto quello che mi è vento in mente =) Mi dispiace.
Vi avverto: mancano solo tre o quattro capitoli alla fine,e dopo...ebbene sì,scriverò questo benedetto/maledetto seguito. Contenti?
Un'ultima cosa,da qua in poi siete autorizzati a fucilarmi virtualmente se trovate troppo assurdo quel che succede! Solo che sono vittima dell'ispirazione =)
Recensite,recensite miei adorati!!!
Lucy






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Capitolo 25
*** Murderess. ***


capitolo 24

Capitolo ventiquattro. Murderess


La notte inizia a fiorire lenta nel cielo ambrato,offuscando la luce calda e dorata. Riesco a scorgere già il bagliore tenue delle prime stelle.
Cammino incerta sui piedi,quesi barcollando. La stanchezza intorpidisce il mio corpo esausto dal troppo vagabondare.
Pensavo che mi sarei sentita meglio,dopo aver eliminato una delle mie parenti. Realizzata,soddisfatta,addirittura felice.
Invece solo una sorta di torpore,di angoscia mi invade. Cosa diamine mi succede?!
La morte di Arachne mi ha sconvolto molto più di quel che credevo,a quanto pare. Non mi sembra ancora vero,sinceramente.
Io,un'assassina? Certo,ho ucciso una strega ignobile,e per buone ragioni. Ma è pur sempre sottrarre il soffio vitale ad un essere umano. E' pur sempre fermare un cuore per l'eternità. E' pur sempre un'azione imperdonabile.
Non riesco a pentirmi fino in fondo. Abbastanza da provare amaro rimorso,ma non sufficente da non farlo più.
Sospiro. Dormire,devo trovare un posto dove dormire. L'unica cosa che voglio è riposare,smettere di pensare...scivolare in sonno profondo e candido,dove l'oscurità gelida della morte non può raggiungermi.
-Tu ed Arachne che vi azzuffate per un uomo?! Davvero esilarante. Ma piuttosto pietoso,non trovi?-
Una voce tagliente come una lama perfora quel silenzio precario ed irrequieto,che mi stava permettendo di crogiolarmi in un falso senso di sicurezza.
Non è possibile. No,anche lei no. Non adesso,non stasera,non così.
Non sono pronta,voglio del tempo per riflettere.
Ma Medusa è qui. E non se ne andrà. E so anche che cosa devo fare.
Sono stanca di distruggere,sono stanca di fare del male. Io non sono così,non voglio essere così.
La morte continua ad inseguirmi imperterrita,decisa a rendermi discepola delle sue leggi,schiava dei suoi capricci.
-Non pensavo che due streghe potessero abbassarsi ad un simile livello. Avete proprio toccato il fondo,oggi. Almeno qualcosa di buono ne abbiamo tratto,quella bacchettona noiosa ha tirato le cuoia.- Il suo sarcasmo glaciale è insostenibile.
Mi fermo e mi volto lentamente.
E' a pochi passi da me,avvolta nel suo bizzarro vestito di velluto nero. Non ricordavo quanto potente fosse l'onda della sua anima...nè quanto odio provassi nel vederla,quanto fastidio mi destasse il suo sorrisetto arrogante,quanta rabbia impotente della me bambina riaffiorasse all'improvviso.
E capisco che no,non c'è scampo. Deve morire. Medusa Gorgon deve morire,per il bene di tutte le persone che altrimenti potrebbe ancora fare soffrire. Per mettere in salvo delle povere anime innocenti. Così come per permettermi di dormire le notte,di vendicare la piccola Shaula. Se lo merita. Me lo merito.
I suoi terribili occhi d'ambra generano ancora più furia,più rancore in me.
-Però...però mi ha permesso di pensare. A te ed alle tue potenzialità.- Mi soppesa con lo sguardo. -Forse ti ho un po' sottovalutata. Dopotutto sei mia sorella,non puoi essere un totale fiasco.-
-Tua sorella?! Utilizzi queste parole con troppa disinvoltura. Ti suggerisco di andarci più cauta. Sorelle significa molte cose,troppe,forse infinite. Mentre io e te non siamo niente.- controbbatto con freddezza. Fa una smorfia.
-Ma che sentimentale che sei. Intendevo solo geneticamente. A proposito di sentimenti...cosa mi dici del Kishin? Come può aver gettato tanto scompiglio?!- Scoppia a ridere.
Stringo i denti. -Non potrai mai scoprirlo,temo. Non sei stata capace di volere bene nemmeno al tuo stesso figlio. Come credi di saperne qualcosa,di sentimenti?!- Faccio una pausa. -L'ho conosciuto,Crona. Una ragazzo tenerissimo e adorabile.-
-Una creatura inutile,capace solo di lamentarsi e piagnucolare.- ringhia. -Assolutamente indegno del mio interesse. Cosa stavo dicendo,prima che come al solito divagassi? Ah,sì. Speravo che tu ed Arachne vi disintegraste a vicenda,in quel titanico scontro,ma ahimè non è accaduto. Mi toccherà rimediare.-
-Era a questo che avevi intenzione di arrivare?!- sbuffo annoiata.
Solleva le sopracciglia. -Tu no?-
-Effettivamente.- ammetto. - Ma potevi evitare tutto questo giro di parole. Non mi piace perdere tempo.-
-Mi duole avvertirti che da adesso in poi non te ne rimarrà nemmeno un po'. Sei diventata scomoda...troppo pericolosa. Perciò bye bye,cara Shaula! Vector Blade.-
Una gigantesca freccia nera di scaglia contro di me. La evito per un soffio,ma questa cambia direzione per colpirmi.
Qualcosa mi dice che non me la sbrigherò tanto in fretta.


Mi fermo,ansante,annaspando in modo difficoltoso. Dall'avambraccio al gomito la mia carne è martoriata da far paura,gronda sangue a profusione. Mi reggo a malapena in piedi,mi gira vorticosamente la testa,mi ronzano le orecchie. Voglio soltanto accasciarmi a terra.
Ma non posso. Non ora che cel'ho fatta.
Medusa giace a terra,il tessuto dell'abito è strappato in più punti e sporco di terra,la pelle cerea e coperta di graffi rossastri.
La sua caviglia è marchiata dalla puntura di uno scorpione,gonfia e livida. Il veleno sta agendo nel suo corpo,la sta distruggendo dall'interno. Persino la sua anima verrà annientata,corrosa fino a consumarsi.
Morirà in pochi minuti.
-E così siamo giunti all'epilogo.- commento blandamente. Niente euforia,niente soddisfazione. -E' finita,Medusa. Non ti resta granchè. Che ne dici di pentirti,una volta per tutte? Di ammettere di aver sbagliato,di morire con il cuore in pace?! E' la tua ultima possibilità.-
Qualche secondo di attesa. Poi ride roca,debolmente. Solleva a fatica le palpebre. -Pentirmi?! Mai e poi mai. Vado fiera di tutto ciò che ho fatto,non cambierei nulla se potessi tornare indietro. Sono le sole cose che mi hanno dato soddisfazioni. Perchè dovrei rinnegarle?!-
Sospiro. -Se consideri tutto il male che hai inflitto una soddisfazione...non ti vergogni neanche un po'?!?-
L'aurea intensità delle sue iridi mi trafigge. -Non ne ho motivo. Ho vissuto proprio come volevo. Ho seguito sempre i miei ideali,mai quelli altrui. Non ho permesso a nessuno di intralciarmi la strada. Non la ritieni,questa,una vittoria?- La sua voce strafottente diviene sempre più flebile. -Io ho vinto,Shaula. E se non ci credi...chiedilo alla tua amichetta. Elise,se non sbaglio.-
Sento una sensazione di gelo invadermi. -Elise?! Cosa le hai fatto?! Cosa cazzo le hai fatto,rispondi!!!-
-Considerala già morta. Una persona...la ucciderà...per conto mio. Io non perdo mai...- Dopo aver mormorato queste parole le sue labbra si pietrificano,immobili. I suoi occhi mi fissano sbeffeggiandomi. E poi,ad un certo punto,non mi vedono più,vitrei.
Considerala già morta. Mi sono fermata a questo.



Note dell'Autrice: Ciao! Ecco a voi uno degli ultimi capitoli. Perdonate la palese omissione di scene d'azione! Come ormai sapete,non riesco proprio a descrivere i combattimenti. Che ve ne sembra? Mah,a me non pare un granchè. Ma nemmeno malissimo.
Insomma,che succederà ad Elise?! Lo scoprirete quando posterò!
Mi raccomando,recensiiite!!!!
Lucy














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Capitolo 26
*** Protected. ***


capitolo 25

Capitolo venticinque. Protected


Non riesco ad alzarmi. Non riesco a muovermi. Non riesco a respirare.
Perciò rimango qui,una sciocca statuetta di cera che attende di sciogliersi piano piano.
Elise. Elise. Elise. No,no.
Non può essere! No! Impossibile,inconcepibile!
Poteva uccidere me. Poteva torturare me. Poteva ridurre il mio corpo a brandelli.
Ma come ha potuto prendersela con lei?! Come ha potuto prendersela con una delle persone più buone dell'universo?!
Voglio morire. Voglio morire qui per terra per non soffrire più,non pensare più,non sentire più niente.
Quante disgrazie,quante tragedie ha portato la mia esistenza?!
Se non fossi nata Elise e Jasmine non sarebbero mai state in pericolo,avrebbero vissuto proprio la vita che meritavano.
Oh,mio Dio. Oh,mio Dio,non mi alzerò mai più da qui. Morirò di fame,di sete,di freddo.
E sarà un paradiso,in confronto a questa sensazione orribile che si propaga,questo vuoto insopportabile.
Il cadavere di Medusa è di fronte a me,scompostamente abbandonato sul terreno polveroso. Il suo ultimo sguardo,immortalato per sempre dalle iridi di pietra,è beffardo come al solito. Il sorriso,crudele. Come lei è stata per tutta la vita.
La tentazione di accanirmi sul suo corpo impotente è quasi incontrollabile. Di prendere a calci la sua faccia fino a renderla ad un'irriconoscibile maschera di sangue.
Ma sono senza forze,senza nulla. Non ce la faccio. Rimango lì.
-Shaula! Shaula! Oh,Shaula,eccoti!-
Una voce squarcia i miei pensieri in brandelli di confusione. Ma...è...
Sento quel qualcuno correre. Avvicinarsi sempre di più. Inginocchiarsi accanto a me ed abbracciarmi.
Ha lunghe,soffici onde di capelli dorati. La sua pelle morbida profuma di miele e torte appena sfornate. La sua stretta è calorosa e familiare.
Quel qualcuno è Elise.
-Finalmente ti ho trovata,bambina mia! Ero talmente in pensero per te...come hai potuto rischiare la vita in questo modo?!-
Sono...sconvolta. Incredula.
-Ma...Medusa ha detto che ti aveva fatto...che tu...eri...-
-...morta?- Sorride con dolcezza. -Andandosene mi ha lasciata con una ragazza tanto cara che mi ha liberato,quando non ha più avvertito l'onda della sua anima. Non ricordo il suo nome...ma era la strega delle rane.-
Eruka. L'ho sempre saputo che in realtà è buona.
-Significa che...stai bene?- bisbiglio pianissimo.
-Certo! Benissimo. Sei tu quella che deve riposare,tesoro! Guardati,sei sfinita...-
Non ci sono termini abbastanza superlativi per descrivere il mio sollievo,la mia incontaminata gioia. Vengo attraversata da un'ondata di pura felicità,mi sento leggera d'un peso che mi stava schiacciando inesorabilmente.
E' viva! E' viva! Elise è viva! Ve ne rendete conto?!? Viva!
-Non...ci posso credere! Stai bene! Oddio,stai bene! Sono talmente...talmente...- Scoppio in un pianto liberatorio,le lacrime scorrono in torrenti irrefrenabili.
E io non voglio fermerle. Piango perchè sono troppo contenta. Piango e piango e piango.
La osservo,il suo viso pallido ma privo di qualsiasi ferita,gli occhi azzurri e splendidi come il cielo in primavera che pensavo non avrei più visto.
-Ssshhh,ssshhh,non piangere,non piangere più. Va tutto bene! Vedi? Stiamo tutti bene. Non devi preoccuparti di niente. Ora torniamo a casa,al sicuro. Va tutto bene.- ripete gentilmente,asciugando le mie incessanti lacrime.
-S...sì. Lo so. E' che per qualche momento...per qualche orribile istante ho creduto...che non ci fossi più. Che non saresti più tornata...- balbetto incerta.
-Ma non è così! Su,riprenditi,ti prego. E' terribile vederti tanto angosciata.- mi scongiura carezzandomi una guancia.
Cerco di mantenere un contegno. -O...okay,d'accordo. Dov'è Jasmine?-
-A casa che ci aspetta. Andiamo?-
-Sì,sì.- Mi alzo barcollando,lasciandomi aiutare. Ora il cielo è nero e trapuntato di incalcolabili stelle. Ora tutto è perfetto.
-E...che facciamo con...?- Elise indica a disagio il cadavere.
Lancio un'occhiata sprezzante a quella che fu la mia peggior nemica.
-La lasciamo qui. Cosa dovremmo fare,portarcela dietro?!-
Non è forse la cosa giusta da fare. Ma dubito che,per tutte le crudeltà prive di scrupoli che ha riservato al prossimo,qualcuno ci tenga a ricordarla.


Incredibile come un semplice viaggio in macchina possa essere rilassante.
Sprofondata nel confortevole sedile sto...bene,davvero bene. Non devo pensare a nulla,non devo temere nulla. Sono al sicuro.
Lascio che il correre della macchina sull'asfalto concili il mio sonno.
All'improvviso qualcosa si mette a vibrare e squillare impazzito. Il mio cellulare,nella tasca del borsone.
-E' il mio.- bofonchio infastidita ad Elise,che sta guidando.
Leggo il numero sul display illuminato. Sconosciuto. Mah.
Clicco Accetta chiamata. -Pronto?-
-Buonasera,Shaula. Sono il professor Stein.- risponde una voce asciutta. Stein?! Cosa vuole?
-Buonasera?! Sono le dieci passate. Le sembra il caso di chiamare?!- scherzo.
-Non fare tanto la spiritosa,signorina. Qui sono tutti preoccupati per te. Come stai?-
-Bene,bene. Ora meglio. Sono accadute tante cose...vi spiegherò di persona. Vi basti sapere che non corro alcun pericolo,che sto tornando a casa.- Sorrido,immaginando l'ansia di Crona.
-Senti,non è l'unico motivo per cui ti ho chiamata. Ci sarebbe un'altra cosa.- Tace.
-Okay. Dica.- lo esorto.
-Ricordi che,quando venisti in infermeria per medicare il braccio,ti feci un prelievo di sangue per controllare che non avessi alcuna strana malattia?-
-Certo.- Aggrotto le sopracciglia. -Qualcosa non va? Mi sta dicendo che sono malata,per questo non ricordo nulla di quella sera e...?!-
-No,no. Non c'entra nulla. Quel vuoto di memoria è ancora un mistero. Solo che...dall'analisi è risultata un'altra cosa. E mi sono sentito in dovere di dirtela.-
Le poche,brevi parole che seguirono sconvolsero completamente la mia vita.



Note dell'Autrice: Ciaooo!!! Ed eccoci al terz'ultimo capitolo. Ne mancano solo due!!! E poi,se volete,potete leggere anche il continuo.
Vi lascio con questa domanda: cosa avrà detto Stein a Shaula?...inutile aggiungere che lo scoprirete nel prossimo capitolo! (ma l'ho aggiunto ^^)
Aspetto impaziente le vostre magnifiche recensioni!!!
Lucy





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Capitolo 27
*** Disappointed. ***


capitolo 26

Capitolo ventisei. Disappointed

Oh.
Questa è l'unica cosa che riesco a pensare. Geniale,no?
Oh.
Sono qui,in camera,in piedi davanti alla finestra. Mi sento stranamente tranquilla,serena. Non sono nervosa,nè preoccupata,nè isterica.
Solo un senso di pacata calma si propaga in me,riscaldandomi come un sole.
Ora tutto sembra avere un senso.
Sto aspettando,poggio la schiena contro il muro. E' l'alba. Il cielo è sfumato d'oro intenso,rosa pallido e luce.
So che arriverà. Lo so. Devo solo attendere,non ho fretta.
Il piccolo villaggio vicino si sta svegliando: le imposte scure delle botteghe vengono sollevate,le bancarelle del mercato allestite. Le campane rintoccano lente e solenni.
E' una strana giornata.
-Buongiorno.- lo sento sussurrare al mio orecchio.
-Ciao,Asura.- rispondo serenamente.
Avanzo fino all'estremità opposta della camera.
-Ci hai messo tanto.-
-Io non ho orari. Dovresti aver capito che gli schemi non fanno per me.-
Mi volto. Siede sul davanzale della finestra,a gambe incrociate. La pelle scintilla come neve al sole,i suoi capelli sono onice liquida sciolta sul collo. E' dannatamente bello. Sfoggia il suo tipico sorriso sarcastico ed impertinente,a cui non riesco ancora a resistere. Ah,sarebbe tutto così facile se non fossi innamorata di lui.
-E' da tanto che non ti vedo.- mormoro. -Mi sei mancato.-
-Ma io ti ho sempre seguita. Forse tu non mi hai visto,però ciò non vuol dire che non ho assistito a tutto quello che è successo.- replica torcendo innaturalmente la testa. Sorrido piano.
-Niente di ciò che dirò ti sorprenderà,non è così?-
-Temo di sì. Con me l'effetto sorpresa non funziona.-
Continuo a camminare avanti e indietro. -Ascoltami. Devo chiederti di essere assolutamente sincero. Cosa...- prendo un bel respiro. -...cos'è successo precisamente la sera in cui sei venuto da me alla Shibusen?-
Una breve pausa. -Perchè me lo chiedi?-
-Perchè sono incinta.- Queste parole,talmente irreali da sconvolgere persino chi le ha pronunciate,aleggiano eccheggiando nel misero spazio che ci divide.
Incinta. Ancora non riesco a capacitarmene. Un piccolo Asura nella mia pancia. Un esserino che avrà qualcosa di me...e qualcosa di lui. Mi sarei aspettata qualsiasi cosa,qualsiasi...ma mai una gravidanza.
-Non credo ci sia bisogno di ulteriori delucidazioni,allora. Immagino che un'idea tu possa avercela.- ribatte senza scomporsi.
Sento le mie guance arrossire delicatamente. -Beh,sì.- Silenzio. -Tu lo sapevi già.-
-Sento la sua anima.- spiega Asura con voce indefinibile.
-La sua...anima?- Sento gli occhi inumidirmisi leggermente. E' piccolissimo,ma ha già un'anima. La sua minuscola anima.
-Non preoccuparti. Ci sono modi piuttosto rapidi ed indolori per sbarazzarsene.- taglia corto,annoiato.
Sento un tuffo al cuore. -Sbarazzarsene?! Io non ho nessuna intenzione di sbarazzarmene.- sbotto.
-E perchè no?- Mi guarda,con sincera curiosità.
-Come perchè no?! E' il mio bambino. Il tuo bambino. Perchè dovrei voler fargli del male?!- Sento la voce addolcirmisi.
-Ti rendi conto che se tieni quell'affare ti rovinerà la vita?! L'unica cosa che otterrai saranno costrizioni a non finire,obblighi noiosi e responsabilità estenuanti.Tu gli dovrai dare tutto senza ricevere nulla. Davvero è così che vuoi vivere?!- Fa una smorfia quasi disgustata.
Quell'affare. Lo chiama quell'affare. Non mi aspettavo niente di meglio,in fondo.
E' ovvio che non gli darà che fastidio,è ovvio che mi odierà,che ci odierà. E' ovvio che non ci vuole tra i piedi,magari deciderà addirittura di uccidermi.
Ma io,una sciocca che non sa vivere,l'ho sperato fino alla fine. Ho sperato in quel lato umano che non ha.
Sospiro. -Fai come Medusa. Pretendi di comprendere,giudicare sentimenti che non hai mai provato. Tu non ami,Asura. Non puoi amare. Hai giocato un po' con me,un po' con Arachne,e ti sei divertito. Siamo state le tue marionette,abbiamo seguito inermi ogni tuo copione. Lei è impazzita,ha recitato la parte che le avevi scitto e... basta. Poi è morta.- Lo fisso,in quelle iridi color sangue. -Ma c'è niente più diverso di questo dall'amore. Hai convertito al male più assoluto la tua anima,l'hai avvelenata,lacerata,distrutta. Non ne rimane niente. Sei insensibile a qualsiasi emozione. Eppure...questo non ti impedisce di essere amato.- Taccio. -Io lo amo. Lo amo perchè è mio figlio,e anche se non rientrava certo nelle mie previsioni...ora c'è,e io voglio che continui ad esserci.- Mi mordo il labbro inferiore.
-Fai quello che vuoi. Non è un mio problema. Fallo nascere,se ci tieni tanto.- Il suo sguardo è perso in un punto impreciso oltre il vetro. -Ma non vivrà a lungo. Perirà presto,in questo mondo spietato. Non è una creatura esistente in natura,è...uno strano esperimento. Non l'accetteranno.-
Sono tentata di urlargli di stare zitto. Ha detto delle cose talmente brutte nel giro di pochi secondi...Sento gli occhi pizzicare.
Ma io non piango. Ho imparato.
-Perchè dici così?! Cosa ti ha fatto di male,questa creaturina innocente?! Non è un esperimento,è tuo figlio. E vivrà! Vivrà perchè io lo proteggerò ad ogni costo.- Non mi guarda. Fissa il cielo.
Mi volto ed esco,apro la porta e me la sbatto alle spalle. Non ho nient'altro da dirgli.
E mi ritrovo Maka davanti. Sì,è proprio lei,con tanto di cappotto nero svolazzante e minigonna a fantasia scozzese.
-Ehilà!- mi sorride.
-C...ciao. Ma che ci fai qui?! Non dovresti essere a scuola?- le domando stupita.
-Io e Soul stavamo cercando Asura,ho percepito la sua presenza qui e mi sono ricordata che Crona mi aveva accennato che vivevi nei dintorni. Mi ha aperto la porta una signora molto gentile...- spiega.
-Oh,va bene.- bisbiglio. -State cercando Asura.-
-Sì. E' lì dentro?- chiede. Annuisco.
Entra nella stanza.
So già cosa accadrà,alla fine,è inevitabile. Porto le mani allo stomaco.
Stai per perdere il papà ancora prima di conoscerlo,piccolino.


Note dell'Autrice: Saluti! Ho scritto questo capitolo tutto d'un fiato. E ne sono piuttosto orgogliosa =) Quando ho finito di scrivere e ho riletto ho solo pensato che bastardo Asura. Ma infondo cosa vi aspettavate dal Dio della Follia?! Che si mettesse a comprare pappine e cambiare pannolini?!-.- Percui si è comportato in modo ignobile.
Questo era il penultimo capitolo,gente!!! Mi raccomando,recensite che non vedo l'ora di sapere le vostre opinioni!!!
Lucy





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Capitolo 28
*** Softened. ***


capitolo 27

Prima di lasciarvi leggere l'ultimo capitolo di questa storia,voglio dedicarla alla mia migliore amica Eleonora. Perchè solo una pazza come lei può sopportare ogni giorno una pazza come me.

E vorrei ringraziare con tutto,ma proprio tutto il cuore voi,se siete arrivati a leggere fin qui. Soprattutto coloro che hanno recensito costantemente questa storia,che l'hanno messa nelle seguite o addirittura preferite. E' grazie al supporto dei miei lettori se sono arrivata a scrivere questo capitolo. Io scrivo per voi,dopo che per me stessa. Grazie,davvero.

Capitolo ventisette. Softened

Tonfi. Schianti. Esplosioni. Oltre quella porta si sta scatenando un inferno.
Oltre quella porta,sta avvenendo qualcosa d'irreparabile.
Ed io posso solo premere i palmi delle mani sulle orecchie,ignorare questo,ignorare tutto. Come facevo da piccola,quando Medusa mi cercava.
Fingere di non esistere,non sentire,non accorgersi di nulla. Svanire.
E' straziante. E' desolante. E' terribile.
Vorrei urlare ma non ho voce,vorrei piangere ma non ho lacrime.
Asura sta morendo. Sì,morirà. Morirà,e la morte è per sempre. Se ne andrà e non tornerà.
Non ci sarà più per nessuno. Nè per me,nè per suo figlio.
So cosa si prova a vivere senza un genitore. Monchi,incompleti. Talvolta infelici,talvolta soli.
E' come non avere un braccio. Si è privi di qualcosa che dovrebbe esserci,costantemente tormentati da quel vuoto,da quella mancanza che non verrà mai colmata.
Non riesco a pensare che non lo rivedrò mai più. Che non mi perderò più nelle screziature cremisi dei suoi meravigliosi occhi,che non tornerà più a farmi visita in piena notte. Che il suo sorriso,quello di chi si ritiene infallibile,si spegnerà come una candela consumata.
Mi rendo conto solo ora di non avergli mai detto ti amo.
Anzi,ti amo. Perchè è così,negarlo è inutile ormai. Lo amo,lo amo,lo amo.
E non smetterò di amarlo. Nemmeno quando le palpebre ricadranno oscurandogli la realtà per sempre.
Ma qualcosa di lui mi rimarrà. Una prova,la piccola prova che è esistito,che esisterà per sempre. Il bambino.
Quel bambino che piangerà l'assenza di suo padre tutta la vita.
Ma a quante disgrazie è già condannato,ancora prima di nascere?! Ad essere lo strano ibrido di un Kishin ed una strega,a rappresentare l'unione di due mondi che per natura si odiano. A crescere solo con la madre,ad essere minacciato da tutti quelli che avranno dei sospetti.
Davvero ci riuscirò?! Davvero potrò proteggere l'indifesa creatura che porto in grembo?!
Asura pensava di no. Asura non lo voleva. Ma in fondo lui scappava davanti a qualsiasi responsabilità.
Era fatto così,non era mai cresciuto. Era rimasto un eterno bambino,che desiderava soltanto la libertà,il divertimento. Che distruggeva tutto ciò che lo spaventava per non temerlo più,che non ha mai saputo affrontare le sue paure ma soltanto spazzarle via con un potere che per questo ha ottenuto.
La porta si apre. Un acre,denso fumo che sa di fuoco e morte scivola fuori silenzioso come un prigioniero che evade dalla cella.
Maka emerge dalla nube grigiastra,arrancando a fatica,zoppicando per una profonda ferita alla gamba. Soul,la T-shirt a brandelli e le guance sporche di cenere,la sorregge premurosamente.
Li fisso,una muta domanda negli occhi luminosi d'ansia.
-E' morto.- annuncia solennemente con voce fioca,esausta ma con un sorriso vittorioso sulle labbra.
Qualcosa si spezza definitivamente in me. Lo sapevo. Lo sapevo. Non devo sorprendermi.
Lo sapevo,ma non sarà mai abbastanza sopportabile.

-Fantastico.- rispondo arida con tono monocorde. Non lo notano,sono troppo elettrizzati. -Sarà meglio che ti faccia vedere da qualcuno. Sanguini.-
-Oh,non è niente.- mente allegra. Vedo Elise,seguita da Jasmine,salire trafelata le scale.
-Ragazzi! Cosa sta succedendo qui?! Siamo uscite un secondo a fare la spesa,e rientrando abbiamo sentito...- Il suo sguardo cade sul taglio di Maka. -Cosa ti sei fatta,cara?-
-Nulla,davvero...-
-Sciocchezze! Vieni con me,andiamo in salotto che ti disinfetto. E' rischioso lasciare aperte ferite così grandi,non lo sai?-
-La signora ha ragione,Maka. Non provare ad insistere.- la rimprovera Soul. La ragazza,sospirando,li segue al piano di sotto. -E va bene...-
Rimango ferma dove sono,a sentire i loro passi disperdersi nelle scale.
-Shaula. Come ti senti? E' da ieri sera che non dici una parola.- La voce di Jasmine mi desta all'improvviso.
Mi volto verso di lei. I capelli ramati sono sciolti sulla schiena,come fiamme sulla sua semplice maglietta bianca. Porta dei bellissimi jeans svasati azzurro intenso,miracolosamente indenni dai soliti supplizi che infligge lavandoli a tutti i suoi capi di vestiario.
Mi guarda,gli occhi verdi dolci come al solito. Non ho avuto nemmeno modo di parlarle,ero esausta.
-Non molto bene.- bisbiglio sottovoce. Tutte queste cose che sono accadute tutte insieme mi hanno destabilizzata,ho bisogno di un po' di calma,di pace.
-Cosa c'è che non va?! Dài,sai bene che puoi dirmi tutto.- m'incoraggia. Devo avere proprio un'aria distrutta.
E' vero. Merita di sapere.
-Asura è morto.- rivelo piano.
-Oh.- Mi fissa,con severità. -Ma tanto a te non interessa,giusto? Tu l'hai dimenticato,no?-
-Aspetto un bambino.- Cala un silenzio agghiacciante.
-...cos'hai detto?!- riesce a chiedere,sconcertata. Ha gli occhi sgranati.
-E' successo per...sbaglio,va bene?! Non era certo mia intenzione...insomma...che accadesse. L'ho scoperto ieri. Ma Asura ha detto che mi sarei solo rovinata la vita a farlo nascere,che non era un suo problema e...-
-Aspetta. Aspetta.- Mi interrompe scioccata. -Significa che voi due avete...-
-Jasmine!- sbotto avvampando. -Ti sembra il caso?!-
-Ti avevo detto di stargli lontana! Non di portartelo a letto,cavolo! Ohh,perchè non mi ascolti mai?!- si lamenta. E' preoccupante sentirla dire cavolo,perchè secondo il suo carattere pacifico equivale a porca troia. E' proprio arrabbiata.
-Ma che importanza ha,ora?! E' morto. Ed anche se fosse sopravvissuto,aveva già fatto intendere chiaramente di non volerlo. Perciò dovrò volergli bene per due.-
Sussulta,come l'avessi schiaffeggiata. -Mi stai dicendo che vuoi tenere il figlio di quel mostro?!-
Ci rimango di sasso. Non ci posso credere. Lo pensa anche lei.
-Certo che voglio tenerlo! Che colpe ha,lui?! Merita di nascere come chiunque altro! E' un bimbo,soltanto un bimbo. Cosa ci trovi di ripugnante in questo?!?-
Stringe gli occhi. -Oh,no. Non è un bimbo qualsiasi! Non potrà mai esserlo,un figlio suo. Non raccontiamoci storie: non hai idea di che cosa sia.-
-Mi stai dicendo che dovrei ucciderlo?! Che dovrei ammazzare un esserino così piccolo e così fragile? Che dovrei...liberarmene?!- Questa parola,aspra quanto orribile,mi esce a fatica dalle labbra,come un insulto.
Qualche secondo di silenzio. Sorride,intenerita. -Puoi fare quello che vuoi,ovviamente. Ti sto dicendo che...non sarà facile. Vieni qui,su.-
Mi abbraccia,stretta stretta. -Qualsiasi cosa succeda,io ci sarò sempre per te. Ti sosterrò in ogni caso. Lo sai,vero?-
Annuisco. -Le sorelle fanno così.-
Passiamo qualche secondo in silenzio. -Possibile che ti devi sempre cacciare nei guai?! Ti levi dalle scatole Medusa e Arachne e ti fai mettere nei casini da quello stronzo che,con molta nonchalance,ti ha liquidata con un non è un problema mio...-
-Piantala. Non chiamarlo casini. Per me non è un casino,è una benedizione. Capisci? Gli voglio bene.-
Lascio scivolare le mani sul ventre piatto,che crescerà sempre di più. Ce la faremo,io e te. Ce la faremo anche senza papà.
E ovviamente ci saranno Elise e Jasmine con me,non saremo soli. Andrà tutto bene,non preoccuparti. Farò in modo che vada tutto bene.
Sorrido,fra me e me. Sopravviverà,caro il mio Asura. Dopotutto ha il tuo sangue nelle vene. E anche il mio. Anche quello dei Gorgon.
Diventerà qualcosa di incredibile. Vedrai.




Note dell'Autrice: Fine. Eh,già,fine. E' malinconicamente soddisfacente scriverlo.
Ecco,la storia è finita,e spero con tutto il cuore che voi l'abbiate apprezzata. Per me è stato fantastico scriverla,leggere i vostri commenti...davvero,mi sono divertita.
Durante questi capitoli,scrivendoli in prima persona,mi ci sono affezionata a Shaula. Adesso è un po' come conoscerla,non so se mi spiego...E mi dispiace lasciarla così,in un momento fra i più importanti della sua vita. E' un po' come un tradimento. ( sì,ormai lo sapete che sono totalmente andata,perciò lasciatemi sclerare)
Però chi vuole,se vuole,può leggere il seguito,che comunque potranno leggere anche quelli che non hanno letto questa storia,perchè comunque non parla di Shaula. Allora,che ne dite? Commentate anche questo ultimo capitolo?
Lucy








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