Soul Eater: the third Gorgon di MadLucy (/viewuser.php?uid=134704)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Prisoner. ***
Capitolo 3: *** Abandoned. ***
Capitolo 4: *** Saved. ***
Capitolo 5: *** Accepted. ***
Capitolo 6: *** Determined. ***
Capitolo 7: *** Excited. ***
Capitolo 8: *** Rejected. ***
Capitolo 9: *** Clashed. ***
Capitolo 10: *** Followed. ***
Capitolo 11: *** Confused. ***
Capitolo 12: *** Caught. ***
Capitolo 13: *** Challanged. ***
Capitolo 14: *** Reunited. ***
Capitolo 15: *** Disoriented. ***
Capitolo 16: *** Infatuated. ***
Capitolo 17: *** Advised. ***
Capitolo 18: *** Lurking. ***
Capitolo 19: *** Upset. ***
Capitolo 20: *** Hunted. ***
Capitolo 21: *** Amazed. ***
Capitolo 22: *** Prepared. ***
Capitolo 23: *** Unearthed. ***
Capitolo 24: *** Avenged. ***
Capitolo 25: *** Murderess. ***
Capitolo 26: *** Protected. ***
Capitolo 27: *** Disappointed. ***
Capitolo 28: *** Softened. ***
Capitolo 1 *** Prologo. ***
Prologo s
Prologo.
Tutti,in questi anni bui,conoscono Medusa. Medusa,la strega dei
serpenti.
La Shibusen la cerca ormai da tempo,da quando scoprirono che non era
esattamente un'infermiera e fuggì,la notte della
resurrezione
del Kishin.
E tutti conoscono Arachne. Come si fa a non conoscerla? L'inventrice
delle armi. La strega dei ragni.
Braccata da Shinigami,braccata dalle sue stesse simili per gli
scempiosi esperimenti che ha compiuto.
Tutti le conoscono,in pochi non le temono.
Ma nessuno conosce me. Nessuno sa chi sono io.
E nessuno può saperlo,è un segreto che entrambe
non hanno rivelato ad anima viva.
Sono cresciuta in silenzio,nel loro disprezzo,nel loro odio.
Sono cresciuta in un mondo troppo oscuro per una bambina.
Sono cresciuta fra le opprimenti mura di una prigione che non riuscivo
a chiamare casa.
Ma sono cresciuta,nonstante tutto. Per
loro sfortuna.
Nessuno sa che le sorelle Gorgon non sono due. Ma tre.
Mi hanno segregata per troppo tempo.
Il mio nome è Shaula.
Shaula,la strega degli scorpioni.
Note dell'Autrice: Ciao a tutti!
Allora: il personaggio di Shaula non è inventato,esiste sul
serio: cercate su Wikipedia se non vi fidate! Fa una brevissima
apparizione nel manga Soul Eater Not!,ma non traspare
granchè
riguardo il suo carattere,perciò è
OOC,perchè ho
dovuto inventarmi qualcosa.
So che nel manga lo Shinigami dice "le tre sorelle Gorgon",e
ciò
implica che lui sappia dell'esistenza di Shaula,ma per esigenze della
storia ho preferito rimanesse segreto. Detto questo,ho finito! Non so
quanto regolarmente riuscirò ad aggiornare,farò
il
possibile,
Lucy
|
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Capitolo 2 *** Prisoner. ***
oo
Capitolo uno. Prisoner
La mia era una camera triste. Piccola,il tetto di legno spiovente e il
pavimento di assi cigolanti,quelle che alimentano le incoerenti paure
dei bambini quando cala la notte. Un armadio vuoto per
metà,con
piegate dentro camicette sbiadite e maglioni che punzecchiavano i
polsi,o perlomeno tutti gli indumenti di cui le mie sorelle volevano
liberarsi. Una lampada fioca con il paralume strappato per
metà,che gettava sul muro un'ombra obliqua ed inquietante.
Un
letto senza rete,poggiato a terra. Bambole non cen'erano,Medusa le
aveva bruciate tutte sghignazzando davanti i miei occhi di bambina.
Ma a sei anni avevo già imparato da tempo a non piangere.
Non piansi.
Nostra madre morì il giorno del mio terzo compleanno.
Un'umana,in una casa di streghe,si consuma presto.
Era una donna forte,ma stanca. Suo marito era morto. Le sue figlie
provavano per lei mero disgusto. Erano più forti,la
riducevano a
schiava.
E lei obbediva in silenzio,morta prima di morire.
Mamma,mamma,Medusa mi ha
fatto cadere dall'altalena! Guarda! Cercava un
aiuto,quella me piccola e fragile dal ginocchio sbucciato,che dopo
quella volta non pianse più.
Medicava sempre il fagottino pesto che le si presentava davanti,la
mamma.
Mi comprendeva,mi capiva. Ma non diceva nulla. Mi baciava la
fronte,incapace di tenere testa alla sua bambina serpente.
Medusa non era semplicemente agitata.
Era pazza.
E potente. Era molto piccola quando ordinò per la prima
volta ad un serpente di dilaniare un pettirosso.
Da allora bisce d'ogni tipo le circondarono sempre le braccia,la
sorvegliarono mentre dormiva.
Forse fu lei,ad uccidere nostra madre,di nascosto. O magari la
malinconia. Se ne andò senza un grido.
La seppellirono in un campo lontano,senza lacrime. Come non fosse mai esistita.
Medusa faceva paura. Il suo passatempo preferito era prendermi a
calci,tirarmi i capelli. Erano belli,i miei capelli.
E lei li odiava. Odiava me.
Forse teneva a nostro padre molto più di quanto credessi.
Non lo
conobbi mai,morì qualche mese prima della mia nascita.
Forse fu questo macabro parallelismo ad attirare su di me l'ira di
Medusa.
Era permalosa,violenta. Le piaceva sfoggiare il suo potere. Le piaceva
fare del male. Le piaceva farmi
del male.
Passavo giornate intere chiusa in camera mia,trattenendo il fiato,per
evitarla. A volte non ci riuscivo.
I lividi sbocciavano come fiori viola sulle mie braccia troppo deboli
per proteggermi.
Debole era il suo insulto preferito.
Debole,debole,debole
sibilava sogghignando facendomi cadere per terra,calpestandomi la testa
con un piede. Stupida
bambina debole.
Arachne era diversa.
Passava le giornate studiando libri di magia in camera e leggendo sotto
l'ombra degli alberi,nei campi,per non essere disturbata.
Adorava il silenzio,Arachne.
Il sapere,lo scoprire era la sua fissazione. Sapere significava
conoscere,conoscere significava poter creare e poter distruggere.
Aveva una mente razionale,matematica. Fredda.
Troppo fredda per potersi interessare di una sorella che ogni notte
piangeva con il viso contro il cuscino per non farsi sentire.
Quando vedeva Medusa maltrattarmi non ci badava,la strega dei ragni
dallo sguardo di pietra. Non rideva,ma in fondo lei non rideva mai.
Si limitava ad ignorarci,come fossimo troppo sciocche e futili per
poter essere degne della sua considerazione.
Dopo i dodici anni Medusa rimase di rado a casa,per mio sollievo.
Usciva,si era fatta degli amici in paese. Ragazzi che la consideravano
"tosta" perchè distruggeva le vetrine dei negozi solo
schioccando le dita.
Ero sola,in quella casa vuota e buia da cui non potevo uscire.
-Nessuno sa che tu esisti. E nessuno deve saperlo,chiaro?!- aveva
sbottato Medusa un giorno,stringendo quegli occhi ambrati che tanto mi
terrorizzavano.
Certo,era chiaro. Non
esistere. Divenni brava in questo.
Tanto,chi avrebbe dovuto avere intaresse della mia esistenza?
Ero uno spettro senza nome e senza futuro,che vagava nei corridoi senza
lasciare traccia.
Come una prigioniera guardavo con desiderio il panorama oltre il vetro
della finestra,immaginando una vita là fuori,in quel mondo
così diverso in cui non avevo mai vissuto.
Quando accadde,io avevo otto anni. Medusa quindici. Rimase incinta.
Note dell'Autrice: Eilà! Posto veloce veloce il primo
capitolo. Naturalmente è un flashback sull'infanzia di
Shaula.
Allora?! Non ho voluto soffermarmi apposta sui loro genitori,dato che
sono un elemento senza importanza in questa fanfic (che
tristezza,poveri!).
Ho immaginato che la madre fosse stata umana e il padre figlio di una
strega,e perciò loro ottennero i poteri dalla nonna paterna
(non
so se esiste 'sta roba,pazienza!!!)Che ve ne pare? Deprimente,eh?
Purtroppo sì,l'inizio va così! Ma poi
migliora,prometto.
Che ne dite???Vi piace? Commentate,mi raccomando! Significa molto per
questa povera scrittrice!!!
Lucy
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Capitolo 3 *** Abandoned. ***
capitolo 2
Capitolo due. Abandoned
Un altro autunno moriva,lasciando scivolare foglie rosso tiziano e oro
intenso sui prati verdi del giardino,sul macabro teatro dei miei anni
infelici.
L'inverno,più gelido e spietato che mai,erose quelle fronde
fitte e lucenti lasciando miseri scheletri neri e senza vita,che
ondeggiavano patetici al vento.
Fu proprio quell'inverno che la gente iniziò a parlare.
Prima erano solo sussurri di poco conto,dicerie senza fondamenta.
Poi chiacchiere,intense,insistenti,fastidiose,che ronzavano
continuamente alle orecchie di tutti.
Medusa Gorgon
è incinta e non sa chi è il padre,mormoravano.
Era un mistero quella volta,e lo rimase. Forse era vero,forse non lo
sapeva nemmeno lei.
Non disse esplicitamente a nessuno della gravidanza.
L'esasperante frase ormai ricorrente in casa nostra era fatti gli affari tuoi.
E Arachne fece così. Non disse nulla neanche lei.
Non diceva nulla,ma il modo in cui inarcava le sopracciglia
quando vedeva Medusa,l'espressione di sottile disgusto che le
si
dipingeva in viso parlava per lei.
Solo con ribrezzo osservava la pancia di sua sorella gonfiarsi
lentamente sotto la giacca. E con essa creebbero i pettegolezzi.
Magari il ragazzo non
vuole il bambino.
Forse era arrabbiata,Medusa. Forse confusa,forse
disperata,forse terrorizzata.
Non diede a vedere niente di tutto questo. Non diede a vedere niente.
Quel silenzio irritante,irragionevole e quasi infantile,come quello
d'un bambino che non vuole confessare una marachella,si prolungava
all'infinito.
Non diede alcuna spiegazione piegandosi sul bidone per vomitare,colta
da una profonda nausea,nè aggrappandosi al corrimano delle
scale
per bilanciare il ventre troppo grosso. Mai.
Ma non si smentì.
Non abbassava lo sguardo,incrociando quello sprezzante di
Arachne. Non arrossiva di vergogna.
Sollevava il mento con aria di sfida,testarda e orgogliosa come fu fino
all'esalare del suo ultimo respiro. Non doveva rispondere di niente a
nessuno,lei.
Ovviamente,all'avvenire di queste romanzesche vicende,ero
troppo
piccola per capire. La situazione mi era del tutto estranea. Nessuno si
prese la briga di spiegarmi nulla,come sempre.
Ero preoccupata. Avvertivo ondate sempre più negative in
casa,e
ciò significava malumore. E ciò significava guai.
O magari
vuole abortire.
Anni dopo,ripensandoci,riflessi a lungo su questo. Medusa poteva
abortire,ma non l'aveva
fatto.
Perchè? Era escluso che si fosse intenerita al pensiero del
suo
minuscolo figlio dentro di lei,era escluso che volesse diventare mamma.
Allora come mai dare alla luce un bambino che non voleva,un bastardo
senza padre?
La risposta mi giunse molto più tardi. E non fu piacevole.
Torniamo però a quello che accadde.
All'alba di un mattino senza sole Medusa si trovava nell'ingresso,una
gigantesca valigia nera stretta in pugno,un piumino che le cingeva il
pancione.
Arachne la fissava,inespressiva,in camicia da notte.
-Parto.- la informò Medusa,in un tono che non ammetteva
repliche.
Non le chiese la destinazione,Arachne. Saperla non le sarebbe servito a
nulla.
-Non tornare.- ribattè annoiata. Medusa la fissò
con odio.
-Non preoccuparti.- mormorò gelida. Uscì.
Sbattè la porta.
Un tonfo,e la strega dei ragni abbandonò sorella e nipote al
loro destino,sotto la neve che silenziosa cominciava a cadere.
Me lo sarei dovuto aspettare.Me lo sarei dovuto aspettare da tempo.
Una mattina mi svegliai. Andai in cucina,ma era deserta.
Il letto di Arachne intatto. I mobili vuoti.
In casa non c'era nessuno. Sen'era andata.
Mi aveva abbandonata.
Ero sola.
La chiamai. Bip. Bip.
Bip...
-Cosa vuoi?!-
-Arachne!-
-Tu devi dimenticarti di
me. Dimenticarti della mia esistenza.-
-Arachne!-
-Arrangiati. Ti ho
sopportata per troppo tempo,adesso basta.-
-Arachne.-
-Muori! Vai al
diavolo,tu e quella sgualdrina arrogante di Medusa! Andate al diavolo
tutte e due.-
Bip. Bip. Bip.
Quel suono metallico,eterno,instancabile mi
rieccheggiò nelle orecchie.
Mi aveva abbandonata.
Anche papà. Anche mamma. Anche Medusa. Mi avevano abbandonata.
La neve continuava a cadere.
Note dell'Autrice: Buonaseeeeera!!! Eccomi qua con il secondo capitolo.
E meno male che doveva migliorare,eh? Di male in peggio. E qua Medusa
se ne va con Crona non ancora nato. Arachne,ormai
maggiorenne,parte per i cavoli suoi. E Shaula niente. La lasciano
lì. Sigh.
Innanzitutto voglio ringraziare di cuore tutti quelli che recensiscono
e Black Nana,Death_Fanny
e Violet_ che hanno messo questa storia fra le seguite!!!
Grazie a tutti!!!
Allora,che ve ne pare? E' leggibile fin qui? Spero proprio di
sì =) Che ne pensate di Shaula? Per ora questa è
solo un'introduzione sul suo passato,necessaria per poi arrivare al
fulcro della storia,ai giorni nostri. Per voi la tiro troppo per le
lunghe? Vi prego ditemi!
Lucy
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Capitolo 4 *** Saved. ***
capitolo 3
Capitolo tre. Saved
La pendola nel corridoio rintoccava i secondi con lentezza esasperante.
Uno dopo l'altro,come dense gocce d'umidità contro il
pavimento.
Tic. Toc. Tic. Toc. Ancora tic. Ancora toc.
Troppo piccola la bambina in quella casa troppo grande.
Ero ancora lì,davanti alla porta chiusa.
Aspettando qualcuno che non sarebbe mai arrivato.
Con il telefono muto fra le dita.
Per ascoltare una voce che non avrebbe più parlato.
Avevo fame,avevo sete. Non mangiavo,non bevevo.
Quel lugubre silenzio era peggio di uno schiaffo in piena faccia. Mi
tramortiva,mi pugnalava.
La solitudine divorava la mia così giovane anima. Stava
uccidendo me come aveva ucciso le mia povera mamma.
Il tempo perdeva senso,perdeva importanza. Tanto era sempre tutto
uguale.
Che ora è?
Non m'intaressa.
Che giorno è? Non m'intaressa. Ero sola prima,sono sola
adesso e
sarò sola fra un'ora.
Stavo ferma,immobile,accucciata al muro come un patetico animale
dimenticato.
Cosa avevo fatto per meritarmi tutto questo? Questo
odio,questo rancore,questo disprezzo?!
Perchè non ero riuscita a farmi amare nemmeno dalle mie
stesse sorelle?!
Forse perchè ancora non avevo dato prova di alcun
potere,perchè non distruggevo gli oggetti e non uccidevo
senza
motivo?!
Magari erano convinte fossi umana,come mia madre.
...non saresti mai
dovuta nascere. Le parole di Medusa ferivano crudeli come
lame conficcate nella pelle,facendomi scivolare una lacrima.
Potevo piangere. Potevo urlare. Ma se nessuno mi avesse
visto,mi avesse sentito,sarebbe davvero accaduto? Era tutto
così vano.
Cercavo protezione. Cercavo sicurezza. Cercavo affetto. E non avevo niente.
Non avevo mai avuto niente,non avevo niente nemmeno in quel momento.
Anzi,prima avevo due parenti snaturate. E adesso no.
Cosa mai poteva fare un essere inutile,di cui nessuno sapeva
l'esistenza?!
Morire. Abbandonarmi e morire. Sperare che la terra mi inghiottisse,che
il sonno mi cogliesse per non destarmi più.
Un sonno dolce. Avevo bisogno di dolcezza.
I bambini hanno sempre bisogno di dolcezza.
Avanzavo barcollando,incerta sui miei piedi gelati.
Lasciavo una scia
di impronte leggere sulla distesa innevata e perfetta che mi
attorniava,in pochi
istanti svanivano.
Fiocchi candidi scivolavano lentamente a terra,impigliandosi fra i miei
ricci scuri e sciogliendosi in rivoli freddi.
Ero riuscita ad uscire. Uscire dalla mia prigione,dalla mia
gabbia,dalla mia vita per non tornarci più.
Solo ricordi saturi di lacrime e dolori erano custoditi fra quelle
mura,ero stanca.
Volevo scappare,lasciarmi alle spalle tutto.
Per andare dove? Andare,e basta.
Vagavo senza destinazione,senza meta.Camminavo senza fermarmi.
Non avevo mai visto,mai perlustrato quelle zone nonostante non fossero
molto distanti da casa mia. Era questo il guaio: non conoscevo
nulla,non sapevo nulla. Neanche come affrontare ciò che mi
circondava.
Dove dormire,cosa mangiare e indossare erano interrogativi
spaventosi,buchi neri profondi e terrificanti che preferivo ignorare
caparbiamente,o meglio rimandare la soluzione a quando i problemi si
fossero effettivamente posti.
Mi sentivo persa,costretta ad affrontare quelle novità tutte
insieme,così piccola,così
triste e così sola in un mondo così
grande,così
ignoto e così insensibile.
Ma anche stranamente libera,leggera. Euforica. Qualcosa stava per
succedere.
Quel giorno avevo sete,tanta. La gola ardeva sotto la sciarpa di lana
rossa che stringeva il mio collo,trovata in un armadio di Medusa.
Sentivo un rumore strano,uno scrosciare. Scostai piano alcuni arbusti
coperti di brina e lo vidi.
Un fiumiciattolo sottile,che si snodava fra le rocce,dalle acque rapide
e impetuose dal colore del ferro.
Mi avvicinai,piegando le ginocchia. Allungai i guanti per cogliere,fra
le mani giunte a coppa,un sorso fresco.
-Attenta!
Rischi di cadere!- Alzai la testa di scatto.
Una donna magra,con un cappello bianco panna calzato sulla chioma lunga
e bionda,mi fissava con apprensione. Stringeva saldamente una bambina
di
circa la mia età,con un paraorecchie di pelo rosa e un
cappottino in tinta,dall'aria stupita.
-Ehi piccola,stai bene? Mi senti? E' pericoloso...-
Quella fu la donna che cambiò la mia vita.
Note dell'Autrice: Nuovo capitolo per voi!!! Questo è
leggermente più breve degli altri,ma solo perchè
è l'ultimo riguardante il passato: arriviamo al presentee!!!
Vi piace? (mah,non è granchè bello...) Vi ha
incuriositi? Ditemi tutto!!!
Lucy
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Capitolo 5 *** Accepted. ***
capitolo 4
Capitolo quattro. Accepted
-Sinonimo di urlare?-
Jasmine mordicchia pensosa la punta della penna di plastica,la fronte
aggrottata dalla concentrazione.
-Mmmh. Strillare?- tento
distrattamente.
-Non ci sta.- replica.
-Allora...sbraitare.-
-Ci sta!- esclama sgranando gli occhi.
La luce si riversa come una cascata d'oro sui suoi capelli rosso
fiammante,tingendoli di stupefacenti sfumature dal cremisi all'ametista.
Perfetta per disegnare.
Jasmine alza la testa dalla sua rivista di cruciverba. -Me lo fai
vedere?!-
-No.- ribatto secca coprendo il foglio di cartoncino. -Non è
ancora finito.-
-Umpfh.- Mi fissa per qualche secondo,con quei suoi occhi giada
screziati di marrone leggermente allungati. Il
sogno di ogni pittore.
Poi china la testa.
-L'inizio e la fine di zoccolo.
Ma cosa vuol dire "l'inizio e la fine"?- protesta irritata.
Alzo gli occhi al cielo. -Possibile che tu non l'abbia ancora capito?
E' sempre quella la risposta.
Z e O.-
-Ahh. E' vero.-
Squoto la testa impercettibilmente. Non cambia mai,Jasmine,è
sempre la solita sbadata. Quando eravamo piccole chiamava la sua Barbie
sempre Barbie,perchè se le dava un nome poi non se lo
ricordava.
Per me è stata la sorella che,purtroppo,non ho mai avuto.
Una
qualsiasi altra bambina si sarebbe ingelosita nel vedere sua madre
portarne a casa un'altra così,all'improvviso,e occuparsi di
lei
come fosse sua figlia.
Ma Jasmine no. Era buona,buona sul serio. Mi cedette il suo letto e
andò a dormire nella camera degli ospiti,non mi fece domande
imbarazzanti sul mio passato e la mia famiglia,non mi chiese
nulla che io non volessi rivelarle.
Semplicemente mi accettò,non
solo come inquilina. Come amica.
Elise,sua madre,mi accettò invece come figlia. Le devo la
mia stessa vita: a volte mi chiesi come sarebbe andata,se non mi avesse
accolto lei.
Forse sarei morta,stroncata dal vento crudele di un altro inverno.
Forse sarei finita in un orfanotrofio. Chissà.
Loro furono le sole a farlo davvero. Ad accettarmi. A volermi bene.
Inizialmente ero sconvolta,frastornata da tutta quella gentilezza. Le
uniche persone con cui a lungo avevo vissuto erano Medusa ed
Arachne,dopotutto.
Non potevo credere che avessero invitato un'estranea a casa loro,che le
avessero offerto cibo e un tetto per...niente.
Ma fu questo che imparai qui,in questa casa dalle pareti azzurro cielo:
l'amore.
Quell'amore che avevo agognato,sperato,sognato e mai avevo ottenuto.
La storia andò così: Elise,la strega dei gatti,fu
costretta a fuggire dall'Inghilterra dove viveva per via di una
persecuzione; lei e la figlioletta,Jasmine,partirono per l'America.
Aveva trovato casa da poco quando,sulla strada per il
paese,percepì la mia anima. E mi prese con sè.
Mi diede tutto ciò che finora mi era mancato,e non pretese
nulla in cambio.
La bontà
dev'essere disinteressata,mi rivelò un giorno
davanti al fuoco che scoppiettava nel camino. Altrimenti è solo
profitto.
Amo Elise come avrei potuto amare mia madre,è
la persona cui tengo più al mondo.
-Cosa facciamo questo pomeriggio?- domanda Jasmine,scarabocchiando una
risposta nelle caselle.
Ci penso un attimo. -Potremmo andare al fiume a fare il bagno. Fa
caldissimo.-
-Magari. Oppure al centro commerciale. Ho bisogno di un paio di jeans
nuovi.- riflette.
-Ovvio,se continui a sbagliare il lavaggio della lavatr...-
-Shaula!-
Mi giro stupita. E' Elise. Non l'ho mai vista così
sconvolta,le morbide onde di capelli biondo pallido scompigliate,i
grandi e dolci occhi azzurro fiordaliso colmi d'ansia. Stringe qualcosa.
-Guarda.- Mi affretto ad alzarmi e vedere. E' un giornale,le pagine in
bianco e nero spiegazzate.
Leggo il titolo a lettere cubitali.
Medusa Gorgon in libertà,individuato il covo. La Shibusen
dice: prenderemo provvedimenti.
Sgrano gli occhi. Sento il cuore accellerarmi nel
petto,anzi,martellare furioso come fuori controllo. Medusa. Medusa. Medusa.
-Che c'è?! Shaula...cos...-
Jasmine si avvicina,alle mie spalle. Sbircia.
Impallidisce. -Medusa...?!? Quella
Medusa?-
Rido amara. -Ohh,sì. Quella
Medusa.-
Elise mi fissa,spaventata,triste,attendendo una reazione.
-Shaula,tesoro...-
Stringo le dita sul giornale,finchè le nocche non sbiancano.
-Sai,credo che non andremo nè al fiume nè al
centro commerciale oggi.-
Medusa.
Note dell'Autrice: E Lucy posta veloce veloceee!!!! Ta-dàn.
Che ve ne pare? E qua incontriamo,almeno parzialmente,una Shaula non
più bambina.
Ho due interrogativi da porvi:
1. Vi sembra che la stia caratterizzando troppo poco? Prometto che nel
prossimo capitolo scriverò molte cose in più
riguardo soprattutto i suoi poteri,e durante la storia il carattere
viene fuori!
2.Mi sono soffermata troppo poco su Elise e Jasmine? E' che anche loro
sono piuttosto marginali,a dire il vero. Fanno parte unicamente del
passato di Shaula. Compariranno anche nel prossimo capitolo,comunque.
Ecco quaaa!!!Allora ditemi!
Lucy
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Capitolo 6 *** Determined. ***
capitolo cinque
Capitolo cinque. Determined
I miei poteri si rivelarono quando avevo undici anni.
Stavamo sgomberando la soffitta,io,Elise e Jasmine. Portavamo fuori gli
scatoloni,pulivamo il pavimento,facevamo ordine.
Jasmine stava passando l'aspirapolvere in un angolo,quando ad un certo
punto cacciò uno strillo acuto.
-Uno scorpione!!!-
La povera bestiolina,non più grande del mio
pollice,correva lungo la parete senza fare del male a nessuno,con
quelle zampette minuscole.
Allora accadde qualcosa di strano. Provai un'ondata improvvisa di
affetto verso quell'indifesa creatura,così piccola e debole
da
poter perire semplicemente sotto una crudele scarpa. Mi
ricordava,in qualche modo,me.
Vieni qui,mormorai
pianissimo. Non aver
paura. Non ti faccio del male.
Lo scorpione cambiò bruscamente strada. Si
voltò e sgattaiolò fra le mie mani.
Non avevo alcun timore. Mi sentivo...bene.
Da allora,nonostante Elise fosse di natura tranquilla e pacifica e
avesse rifiutato di insegnarmi alcunchè,volli imparare la
magia,sviluppare le
mie capacità al massimo,grazie ai libri.
E non solo per assecondare la mia natura o per orgoglio personale.
Per poter,quando sarei stata pronta,cercare Medusa ed Arachne.
Stanarle. E ucciderle.
Io non dimentico.
Per cercare anche solo lontanamente di far provare loro almeno un
quarto del dolore che avevo provato io,sola al mondo,davanti a quella
porta.
Per vendetta. Vendetta,vendetta,vendetta.
Mai parola mi era più cara,mentre nel sonno le vedevo
disintegrarsi davanti ai miei occhi.
Mentre senza rimpianti trapassavo il loro cuore con un pugnale.
Mentre il sangue colava a fiotti dal loro collo mozzato.
Crudele,macabro,magari.
Ma in fondo,si raccoglie ciò che si semina,giusto?
E loro hanno seminato odio.
Tanto,incalcolabile odio,che torna a galla nel buio della
notte,sopraffacendomi completamente.
Io non dimentico.
Hanno distrutto tutto. La mia famiglia,la mia casa, per un
certo periodo la mia voglia di vivere. La mia infanzia è
macchiata d'un rosso doloroso,quello della morte,delle perdite e delle
privazioni.
Alcune delle ferite che Medusa mi aveva inflitto a calci sono diventate
cicatrici. Sottili,scure. Ed eterne.
Indelebili,come il mio sangue versato,come le mie lacrime ignorate.
Ma mai eterne come quelle nell'anima. Quelle non si possono coprire,non
si possono nascondere.
Io non dimentico.
E adesso,finalmente,dopo tanti lunghi anni di studio,accanimento e
preparazione,sono pronta.
Sono alla porta,un grande zaino nero sulle spalle e una borsa a
tracolla.
Jasmine,gli occhi arrossati e gonfi,mi fissa con malinconia.
-Quindi...hai proprio deciso?- ripete per circa l'ottava volta.
-Sì. Ho proprio deciso. Non posso fare altrimenti.- Non voglio fare
altrimenti. Le mie sorelle meritano tutto quello che subiranno.
-Come farò,io,senza di te?!?- sbotta,mentre altre lacrime le
scivolano lungo le guance.
Le sorrido triste. -Ce la farai,come hai fatto per nove anni prima che
arrivassi. E poi tornerò. Non so esattamente quando,ma
tornerò di sicuro.- prometto.
Elise prende le mie mani con delicatezza fra le sue. -Questa
sarà sempre la tua casa. Ricordatelo.-
Annuisco con la testa,commossa. -Mi mancherete tantissimo.-
-E ancora di più tu a noi. Sicura di voler partire solo
così?- mi chiede perplessa.
-Sì,viaggio leggera. Non preoccuparti,ho la carta di
credito.- la rassicuro. -Adesso...è meglio che vada.-
Jasmine mi salta al collo,abbracciandomi forte. -Ohh,Shaula! Ti voglio
tanto bene!-
-Anch'io,non immagini quanto.- bisbiglio,stringendola. Non si rende
conto di quanto importante sia stata per me.
Guardo gli occhi celesti,così limpidi e sereni,di Elise.
-Mi raccomando,stai attenta. Sei molto potente,ma anche troppo
impulsiva. Cerca di non passare guai.-
-Ci proverò.- rispondo onestamente. Ride flebile.
-Ci vediamo!- percorro il breve vialetto di ghiaia bianca del giardino.
Mi fermo.
-Elise?-
-Sì?-
-Grazie.-
sussurro,cercando di imprimere in quest'unica parola tutto l'amore che
provo per lei.
Non mi volto più indietro. E' il momento di partire,non
c'è tempo.
Destinazione: il covo di
Medusa.
Note dell'Autrice: Ciao! Vorrei prima di tutto ringraziare
quelli che hanno messo la fanfic nei preferiti e nei seguiti,e
ovviamente chi recensisce! Siete grandi! Tornando al capitolo,Shaula
parte. Per dove? Per andare da Medusa. E cosa succederà?
Ve lo dico. Succede...NON VE LO DICO! Vi tocca leggere il prossimo!
Sono simpatica eh? =)
Sì,come il mal di pancia. Lasciamo perdere...Aspetto con
ansia le vostre recensioni!!!
Lucy
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Capitolo 7 *** Excited. ***
capitolo 6
Capitolo sei. Exicited
La luna si nasconde dietro opache nubi color
piombo,ritagliando una striscia sottile di luce fioca nel cielo pesto.
Solo il rumore ritmico dei miei passi squarcia il silenzio.
Cammino svelta,approfittando della cortina di tenebre che mi avvolge
per percorrere furtivamente la strada accidentata,in
salita,disseminata di arbusti e ciottoli.
Lo Scudo dell'Anima è attivo,non può percepire la
mia presenza.
Un brivido d'emozione mi attraversa la spina dorsale. Da quanto tempo
attendo questo momento?! Tanto,troppo.
L'idea di incontare Medusa,proprio quella Medusa protagonista dei miei
ricordi ormai sbiaditi,dei miei incubi peggiori mi fa uno strano
effetto.
Non mi spaventa,no. Mi alleno,mi preparo a questo scontro da anni e
anni.
Solo...mi sconcerta.
L'avevo etichettata come il mostro,la megera che mi picchiava e mi ha
abbandonata senza scrupoli.
Non riesco a concepirla,ora,come una persona reale,concreta,con cui
posso parlare e confrontarmi.
Solo come un'idea,un personaggio evanescente,un fantasma del mio
passato.
Il mantello scuro si solleva alle mie spalle,gonfiato da un soffio
fugace di vento.
Non dovrebbe mancare molto: in lontananza scorgo già il
profilo di una grande struttura dall'aria minacciosa.
Affretto ulteriormente il passo,fino a correre.
L'adrenalina mi scorre nelle vene come sangue,infondendo vigore ai
muscoli,forza alle gambe.
Più avanzo,più una strana sottile nebbiolina
biancastra si addensa aleggiando attorno a me.
Nebbia. Non mi piace,mi suona come trappola.
Rallento con prudenza,aguzzando la vista. Sicuramente Medusa ha messo
qualche trabocchetto da queste parti,dato che la Shibusen ha
localizzato il suo covo. Sarebbe da sprovveduti non farlo.
Ad un certo punto mi fermo di colpo. Il mio intuito mi suggerisce di
controllare.
Saggio il terreno con la punta del piede,delicatamente.
Aspetta,lì
non sento nulla. Vuoto. Sorrido trionfante.
Una gigantesca fossa,profonda almeno una cinquantina di metri,si
spalanca davanti a me come delle fauci affamate.
Mi chino un po' per guardare. In fondo si
intravedono figurette scure.
Dei poveri malcapitati con l'osso del collo rotto,oppure divorati dal
groviglio indistricabile di serpenti che sibila strisciando
viscidamente sul terreno.
Ecco dove sono finiti
tutti gli studenti della Shibusen mandati ad ucciderla.
Ah,Medusa,Medusa.
Sorrido con indulgenza e mi limito a mormorare qualche parola.
Afferro l'arpione comparso e lo lancio verso l'altra sponda della
voragine; infilza un masso incidendolo in profondità.
Hop,basta un salto.
Pensavi di fermarmi così,eh? Medusina cretina
che non sei altro.
Il salone che mi ritrovo di fronte è...rosso.
Rosse sono le piastrelle squadrate del pavimento,scintillanti come
rubini,rosse
sono le pareti tappezzate di velluto,rossa è la luce delle
lampade di costoso vetro appese negli angoli: l'atmosfera è
piuttosto opprimente. Mi sento subito a disagio,in tensione.
Mi guardo intorno,circospetta. Sembra vuota,ma non posso esserne
assolutamente sicura data la scarsa,soffusa illuminazione.
Inoltre l'onda potente dell'anima di Medusa mi ha condotto fin
qui,facendomi strada nell'intricato dedalo di corridoi indistinguibili.
L'aroma d'un incenso confonde le mie percezioni.
Magari c'è una porta lì,da qualche parte...
-Chi è?!- Una voce seccata mi fa sussultare. Mi volto
lentamente.
Prima di venire qui avevo temuto di non riconoscerla. Ma appena la vedo
capisco sì,è
lei.
E' in piedi,uscita da delle tende scarlatte
che,mimetizzate contro il muro,non avevo distinto.
I capelli oro scuro sono acconciati in una spessa treccia che le ricade
sul petto,rammentandomi le treccine sottili ai lati del viso che aveva
da bambina.
E' scalza,con le unghie smaltate di nero. La vestaglia di seta
aramanto,con un profondo scollo a V,le sfiora le caviglie.
Il suo volto mi è familiare,non del tutto estraneo come
temevo. Sono passati tanti anni ma i lineamenti,i tratti sono rimasti
gli stessi.
Provo un'ondata di emozioni travolgenti. Incredulità.
Euforia. Agitazione. Rabbia.
Sì,soprattutto rabbia.
In un istante mi pare di rimmergermi nel mio passato,di sprofondare in
uno dei miei sogni inquieti.
Mi squadra altezzosa,le braccia conserte. I suoi occhi. Quegli occhi...
Io non ho paura di lei.
-Chi sei,cosa diamine vuoi,come hai fatto a entrare?!- mi
rimbrotta,furente.
-Quante domande...tocca prima a te darmi delle risposte.- replico
sorridendo.
Lascio scivolare il cappuccio all'indietro,sulle mie spalle.
-Adesso
mi riconosci?-
Note dell'Autrice: Buonaseeeera! Sesto capitolo.
Che ne dite? Cosa si diranno queste due???
Non ho molto da aggiungere...Commentate!
Lucy
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Capitolo 8 *** Rejected. ***
capitolo 7
Capitolo sette. Rejected
Medusa mi fissa per qualche istante. I suoi occhi mi scrutano con
sospetto. Poi con crescente confusione.
E infine con rabbiosa consapevolezza.
-Sei tu.-
conclude incredula. -Sei viva.-
Scrollo le spalle. -A quanto pare. Non grazie a te,comunque.-
-No,immagino di no.- annuisce distratta. -Quando scoprii che Arachne
era partita per l'Europa mi chiesi proprio che fine avessi fatto.-
Ridacchia fra sè,come se si trattasse di una questione
estremamente buffa.
Il suo divertimento mi colpisce a tradimento nel petto come un
coltello.
-Che fine avevo fatto? Premuroso
da parte tua. Davvero,sono commossa.- ironizzo.
Medusa socchiude gli occhi,inarcando le sopracciglia. -Cosa vuoi da
me,Shaula?-
-Da te? Niente.- Chino la testa da un lato. -Dopotutto ho imparato a
non aspettarmi proprio nulla dalle mie sorelle. A cavarmela da sola. E
ci sono riuscita. Perciò perchè mai dovrei
chiederti
qualcosa?-
-Sai cosa intendo dire. Piantala di girarci attorno e riassumi.-
m'interrompe infastidita.
La infastidisco. In fondo io,la piccola stupida sorellina,l'ho sempre e
solo infastidita. Non prova null'altro,nel rivedermi.
Sento il rancore,tutto quel vecchio antico rancore esplodere nella mia
mente in fiamme.
Roventi. Inarrestabili. Devastanti.
Le parole mi arrivano svelte alle labbra.
-Certe cose non si possono riassumere,Medusa. Una vita distrutta
è fra queste,temo. Ti toccherà
concedermi un po' del
tuo preziosissimo tempo. Non so nemmeno da che parte cominciare...-
Inizio a percorrere la lunghezza della sala,a passi misurati. -Tu che
ne dici? Da come avete trattato mia madre,vostra
madre?! Dalle botte?! Dai giorni passati segregata in casa,nascosta al
mondo intero?!-
-Ohh,non farla troppo tragica. E' un brutto vizio di noi
Gorgon,tendiamo sempre a drammatizzare.- commenta lei,placida. -Sei qui
adesso,no?-
Non mi aspettavo una tale...freddezza.
Indifferenza. Si comporta come non avesse una
coscienza,come non avesse alcuna colpa.
Tutto ciò non la tocca minimamente. Io non la tocco
minimamente.
-Sì,è vero. Sono qui adesso. Ma dove sarei,ora,se
persone
infinitamente migliori di voi non avessero rimediato ai vostri
errori?!? Comunque ormai è tardi,non si può
tornare
indietro e cancellare ciò che è stato.-
-Allora,per l'ennesima volta,cosa sei venuta a fare?!- domanda
esasperata.
-Pretendo semplicemente delle risposte.- Mi volto e la fisso,gli occhi
colmi d'ira. -Cosa ha fatto una bambina così piccola per
meritarsi il vostro odio?! Cosa ho
fatto per non poter ricevere da voi nemmeno un po'
d'affetto,nemmeno un abbraccio,mai?!
Perchè avete voluto trasformare la mia vita in
un inferno a tutti i costi?!-
Mi osserva a lungo,in silenzio,senza proferire parola.
Poi,inaspettatamente,scoppia a ridere. Una risata piena di cattiveria.
-Ahahahah! Non sei cambiata proprio per niente,eh? Sei rimasta patetica come
quand'eri piccola.- si ricompone,calmando gli irrefrenabili
sghignazzi. -Cosa avevi fatto,dici? Niente,proprio niente. Ma il fatto
è che...non
saresti dovuta esistere.
Mi pare di avertelo già detto,tempo fa. Fin dalla tua
nascita
non feci altro che esserci d'intralcio. Eri completamente inutile,un
peso che ci seccava addossarci. Crescerti era solo una grande spesa di
tempo,energia e denaro. Molto più facile invece chiuderti in
una stanza e ignorarti, fingere che non esistessi. Non capisco
perchè avremmo dovuto volere il tuo bene. Ma ascoltati,affetto!-
Mi guarda,sorride schernendomi. -Penso che tu non sia venuta qui per
avere spiegazioni,Shaula,bensì per ricevere delle scuse.
Volevi che supplicassi in ginocchio il tuo perdono?! Che ti dicessi che
mi dispiace da morire e sono una persona ignobile?! Spiacente di
deluderti. Non c'è mai stato posto per te nella mia vita,e
non
cen'è nemmeno ora. Vattene,perdi il tuo tempo.-
Cala un silenzio agghiacciante.
Sono interdetta,paralizzata dallo stupore e da una strana morsa allo
stomaco.
Forse ha ragione,forse inconsciamente speravo in delle scuse. Ma la
verità,così semplice e spiazzante,mi sconvolge.
Come si fa a dire una cosa del genere?! Come si fa a non sopportare una
persona,ad avercela con lei perchè esiste?!
Perchè ha commesso l'errore di nascere?! E se questa persona
è tua sorella è molto peggio,se possibile.
-Non sono riuscita a farti ragionare. Non sono l'unica a non essere
cambiata,sai? Sei rimasta la ragazzina menefreghista e incosciente di
allora,incapace persino di riconoscere i propri errori. E chi non
riconosce i propri errori continuerà a sbagliare. Ma questo
non m'interessa. Sappi solo una cosa: a breve arriverà il
momento in cui rimpiangerai la tua decisione.-
Medusa corruga la fronte. -Mi stai minacciando?-
Sorrido. -Credo proprio di sì. Se ti uccidessi
qui,subito,non subiresti nemmeno la metà della sofferenza
che voglio infliggerti.-
-Oh,che paura! Inizio già a tremare.- mi sbeffeggia,roteando
gli occhi al soffitto.
Non dico nulla. Mi giro e mi avvio verso la porta.
Proprio mentre sto per chiuderla,qualcosa di nero e veloce scivola
dalla manica della mia mantella.
-Vai e divertiti,tesoro.-
mormoro al grosso scorpione che di nascosto zampetta nel salone che mi
sto lasciando alle spalle.
Non le farà
nulla di terribile,ma sarà pur sempre una bella sorpresa.
E tocca a me ridere stavolta,scendendo rapidamente le
scale.
A noi,Arachne.
Note dell'Autrice: Eccomi! Vi piace??? Qualche pezzo l'ho
dovuto riscrivere almeno tre volte perchè mi suonasse =)
Questo è un primo incontro tra Shaula e Medusa,e si capisce
piuttosto esplicitamente che non è andato molto bene (che
eufemismo,ancora un po' si tiravano sedie in faccia!). Quello con
Arachne sarà forse più
interessante,perchè introdurrà un incontro
mooolto particolare....
Non dico niente,basta!!! La parola a voi!
Lucy
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Capitolo 9 *** Clashed. ***
Capitolo 8
Capitolo otto. Clashed
-Lady Arachne,c'è una certa...signorina Shaula che desidera
vederla.- sento annunciare dentro la stanza dal bizzarro maggiordomo
affetto da nanismo.
Non si scompone,Arachne. Nulla sembra riuscire a sconvolgerla.
-...falla entrare,Mosquito.- ordina leggermente apatica. Riconoscerei
ovunque quel timbro di voce.
La porta in mogano si socchiude.
Il domestico di nome Mosquito si scosta e mi permette di avanzare
all'interno. E' una sala molto più sobria rispetto a quella
scenografica e appariscente di Medusa,mel'aspettavo.
Fra i freddi muri neri rimbomba atono l'eco dei miei passi. Il
pavimento,attraversato da un tappeto grigio,è di marmo
scuro.
Un'immensa ragnatela si dipana sulla parete di fronte a me in un
tripudio di ricami,e non posso non notare affascinata la devastante
perfezione della trama.
Una donna siede al centro,le gambe,la vita circondate dai sottilissimi
filamenti argentei,totalmente a proprio agio.
Mi rendo conto,interdetta,che è Arachne.
I capelli corvini sono acconciati in un elegante chignon in cima alla
nuca,fermato da una spilla di smalto; il lungo strascico del vestito
scivola in una livida cascata di taffettà lucente.
I suoi occhi sono proprio come li ricordo,viola e terribili. Di pietra.
Arachne ha occhi di
pietra.
Ha un viso altero,impassibile,le labbra carnose e cremisi
serrate e le sopracciglia inarcate in un'espressione di scettica attesa.
Vederla così,cambiata,grande
mi fa un certo effetto. Medusa sembra più o
meno sempre la stessa.
Lei,invece...l'ultima volta che l'ho vista aveva diciotto anni. Adesso
è così adulta.
Ha qualcosa che la fa risplendere,che la circonda come un'aura. E' il
potere,è quella strana regalità che emana,che
intimorisce.
-Credevo di averti detto chiaramente di dimenticarti della mia
esistenza. O sbaglio?- si limita ad affermare seccamente.
Mi avvicino,a passo lento. -Beh,dipende dai punti di vista. A me sembra
una decisione piuttosto discutibile. Ma sì,avevi detto
così.-
-Per questo la tua visita mi stupisce.- Il suo tono è
freddamente cortese,ma lo sguardo mi trapassa. Arachne non è
schietta e diretta come Medusa,ma vuole arrivare allo stesso punto.
Sorrido mellifua. -Non sono una dei tuoi umili servetti,spiacente. Non
prendo per oro colato tutto ciò che dici,se permetti. E
poi...- la squadro con sufficienza. -...non pensare che mi diverta a
venirvi a trovare,te e Medusa. Siete due belle carogne.-
La vedo irrigidirsi dall'irritazione. -Allora non riesco proprio ad
immaginare perchè tu sia qui adesso.-
Sgrano gli occhi con sarcastico stupore. -Davvero non riesci? Sicura?
Prova a fare un piccolo sforzo. Non sei tu quella intelligente?-
I suoi occhi lampano dalla furia. -Attenta a quello che dici,Shaula.
Non dimenticare che ho dieci anni più di te.-
-Non lo dimentico,tranquilla. Ho questa particolare caratteristica: dimenticare mi
risulta difficile.- ribatto,con un'ironia pungente che neanch'io sapevo
di avere. Sospira insofferente.
-Non ho tempo per subirmi le tue beghe infantili,in questo momento.
Sono molto impegnata. Se non ti dispiace...-
Beghe infantili?! Lei
le chiama beghe infantili?! Mi sento fremere d'indignazione.
-In verità sì,Arachne,mi dispiace. Ho atteso per
anni questo momento,quello in cui avrei potuto vendicare anni di
ingiustizie taciute troppo a lungo,e non alcuna intenzione di lasciar
perdere perchè tu sei
molto impegnata.- sbotto con decisione.
Esibisce un sorrisetto arrogante. -Quindi è questo che
vorresti fare? Vendicarti?-
-Ti sembra così assurdo come desiderio?-
replico risentita.
Mi fissa,socchiudendo gli occhi beffarda. -Mi sembra un desiderio. Come
credi di poter anche solo rompere un'unghia ad una strega che studiava
magia mentre tu imparavi a camminare? Sei soltanto una ragazzina.-
Mi guarda dall'alto in basso,sprezzante.
-Hai ragione. Di sicuro hai più esperienza. Ma io ho una
cosa che tu non hai. L'odio.-
le sorrido dolcemente. -Io vi odio. E sarà questo il motivo
percui questa ragazzina
vincerà. Grazie ad un odio che voi stesse avete alimentato.-
Mi volto e mi allontano. -A presto,sorella.-
Solo il rumore dei miei passi mi risponde.
Non lascio scorpioni ad Arachne,quella è stata una bambinata
che ho riservato a Medusa. Solo questo piccolo successo porto via come
soddisfazione.
Ma mentre chiudo la porta e percorro il corridoio per uscire dal
Castello di Baba Yaga,non mi accorgo che due occhi color del sangue mi
seguono nel buio.
-Mosquito!-
-Ha chiamato,Lady Arachne?-
-Dov'è finito
Asura?!?-
Note dell'Autrice: eccomi quiiii! Stavolta non dico
proprio nulla,labbra cucite.
Ditemi voi invece: primo se ho reso bene Arachne,cosa temo impossibile
dato che è un personaggio molto complesso,secondo cosa ne
pensate naturalmente!!!
E con il prossimo capitolo arriviamo all'incontro interessante...
Lucy
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Capitolo 10 *** Followed. ***
capitolo nove
Capitolo nove. Followed
Mi chiudo pesantemente la spessa porta dai battenti di ferro alle
spalle,concedendomi un sospiro stanco mi appoggio alla superficie di
legno irregolare.
Sono le quattro e mezzo del mattino,mancano poche ore all'alba.
Tutta questa successione troppo veloce di fatti mi sconvolge,ho bisogno
di un po' di tempo per assimilare il tutto.
Ho rivisto,dopo anni e anni,Medusa e Arachne. Proprio loro,le mie
aguzzine.
Ho parlato con entrambe,e nessuna delle due è
particolarmente
dispiaciuta o propensa a chiedere perdono. Non importa,non mi aspettavo
lo facessero.
E anche se l'avessero per assurdo fatto,non le avrei perdonate. Certo
che no.
Non si cancella un'infanzia di buia sofferenza con un patetico,scialbo scusa.
Davvero fuori luogo. Scusa. Che vuol dire scusa?!
Scusa di
averti fatto passare notti insonni a piangere?!
Scusa di
averti presa a calci fino a farti sanguinare ogni volta che mi
aggradava?!
Scusa di
averti lasciata a te stessa in una casa vuota a morire?!
Scusa di
non essermi presa cura di te,scusa
di averti fatto passare la voglia di vivere a otto anni,scusa di non averti
amata?!
Io non scuso proprio niente. Nulla di tutto questo è
accettabile,nulla di tutto questo è nemmeno lontanamente
perdonabile.
Troppo semplice nascondere,accantonare,eliminare i propri errori con
uno scusa,liquidarli
con un'unica parola senza significato.
Ma neanche di quello mi hanno degnato,nemmeno di uno scusa.
Ne vanno fiere,di avere fatto crollare tutti i pilastri,le fondamenta
che una bimba aveva come riferimento. La sua mamma,la sua casa,le sue
sorelle.
Ora tutto ciò è solo macchiati di ricordi,dolori
orribili. Hanno distrutto,raso al suolo spietatamente ogni cosa.
Non mi hanno lasciato nulla,solo macerie da ricostruire,cocci da
raccogliere e riattaccare insieme da sola.
Gli occhi mi pizzicano,ma non piango. Ho imparato dalla me bambina. Non si piange.
Ti dimostri vulnerabile,debole,una preda facile. Ed è allora
che gli altri ti attaccano. Che
loro mi attaccavano...
Sento un rumore,che subito di dilegua nell'aria fredda
della notte.
E' stato breve e quasi impercettibile,ma c'è stato.
M'irrigidisco,all'erta. Potrebbe essere uno scagnozzo di
Arachne,mandato da lei per liberarsi definitivamente di me. In
fondo,sono davanti al suo castello.
Estraggo molto lentamente un pugnale dalla cintura di pelle. E' corto e
dal manico in osso,affilato abbastanza per perforare il petto di una
persona ed infilzarla al muro con un minimo sforzo. Ma la sua
più importante particolarità è
l'incantesimo che
ci ho fatto: se lanciato,non manca mai il bersaglio.
Un altro leggero fruscio,come di arbusti scostati appena.
E' un attimo,accade tutto molto velocemente. Scaglio la lama con tutta
la forza che ho nel braccio.
Sento il fischio che produce saettando al vento,ma poi svanisce.
Un silenzio irreale mi crolla sulle spalle.
Che si trattasse semplicemente di un animale,di un escursionista
notturno? Mi avvicino alla fitta macchia di cespugli dove il coltello
si è inoltrato.
E' troppo buio,non vedo niente se non ombre di alberi spogli e sottili
e profili incerti.
-Cerchi questo?-
Mi volto di scatto,con un tuffo al cuore.
E' un uomo,un ragazzo. Come diamine ha fatto a spostarsi
così velocemente da...
E' decisamente esile,ma in altezza mi supera di quasi tutta la testa;
la pelle è diafana da fare paura,bianca cadaverica,in
terribile
contrasto con l'oscurità che lo circonda. Ciocche nere come
l'inchiostro,sfregiate da occhi sottili,gli ricadono fino alla radice
del collo,lasciato scoperto da una sbarazzina camicia rossa sbottonata.
Le sue iridi sembrano due gocce di sangue,di uno scuro scarlatto,e
contengono pupille verticali. Pesanti bendaggi,che galleggiano pigri
nell'aria come tentacoli,gli circondano il petto e le braccia.
Di fronte a me c'è Asura il Kishin.
Il pugnale gli ha trapassato la mano da parte a parte. Lo sgretola
distrattamente fra due dita.
La ferita si richiude subito,il sangue nero sparisce dietro la pelle
del palmo.
-Davvero un modo poco gentile di salutare una persona che è
venuta soltanto a scambiare quattro chiacchiere,non ti sembra?-
domanda,con uno strano sorriso che gli incurva le labbra.
La sua vicinanza mi fa girare la testa vorticosamente,mi provoca
un'ondata di fastidio alle tempie.
Non riesco a parlare. Non riesco a muovermi. Mi sento come un animale
in trappola.
Se faccio anche solo un movimento troppo brusco,potrebbe disintegrarmi
esattamente come ha fatto con quella lama.
Sono una preda impotente nelle sue mani. Sì,posso affrontare
Medusa,magari anche Arachne.
Ma con un Dio della follia potrei avere qualche problemuccio,no?!
Cosa vuole da me?! Attendo trattenendo il respiro.
Come se stesse parlando con una ritardata,si indica con un cenno della
mano,che noto solo ora attraversata anch'essa da quegli occhi.
-Io mi chiamo Asura. E tu...- china la testa da un lato,come un bambino
curioso. -...chi sei?-
Note dell'Autrice: Hello!!! Ecco qua il nono capitolo.
Bhe,non posso fare altro che lasciarvi in sospeso! Comunque credo che
posterò già oggi il prossimo. Forse.
Cosa ne pensate??? Vi siete fatti qualche ipotesi sulla continuazione??
Lucy
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Capitolo 11 *** Confused. ***
capitolo 10
Capitolo dieci. Confused
Avanti,rispondi,non fare
l'idiota, mi rimprovero.
-...Shaula.- mormoro con una voce sottile e leggermente strozzata che
non riconosco come mia.
-Shaula. Shaula.-
ripete Asura dopo qualche secondo,quasi assaporando le sillabe. -Shaula.
Sì,mi piace. Sei la sorellina di Arachne,vero?-
Annuisco rigidamente con il capo. Un brivido mi attraversa le braccia.
Chiude gli occhi,come per inspirare a fondo un profumo. -Quanto sei
spaventata. Si sente ad un miglio di distanza. Rilassati,non voglio
farti del male.-
Eh
già,relax,sei solo il demone più potente del
mondo.
Taccio. Mi guarda negli occhi con intensità.
-Stavo dormendo al piano di sopra,quando ho avvertito un flusso di
rabbia tanto potente da svegliarmi. Mi chiedevo chi potesse mai
essere...e sono venuto a controllare. Sai,è così
noioso
in quella stanza. L'unica cosa che si può fare è
pensare.
Ma pensando troppo si rischia di immaginare.-
Lo fisso,cercando di mascherare lo sconcerto. Ma cosa diamine sta
dicendo?!?
E' pazzo,secondo te
quello che dice deve avere un senso?!
No,probabilmente no. Mi sento in dovere di spiegargli
comunque quel che è successo.
Prendo un bel respiro. -Arachne mi ha...non si è presa cura
di
me quand'ero bambina. Mi lasciato al mio destino. Non sono morta per un
soffio.- spiego titubante.
-Ahh,si tratta di questo. Il tuo è un rancore dettato dalla
debolezza,lo sai? Tutto il dolore ad un certo punto ha preso fuoco. Ha
iniziato a bruciare,a distruggere. La fragilità è
divenuta forza.- Asura fa una breve pausa,poi riprende. -In questo
mondo saturo di falsità,tutto apparentemente si basa su
questo.
Sulla giustizia. Sul rispetto. Sui doveri. Sull'amore,ridicolo
sentimento citato e abusato fino ad essere reso privo di valore.-
Inizia a camminare in tondo attorno a me,stringendomi in un cerchio
opprimente. -Dicono che l'amore è follia. Che affermazione
stupida. Basta pensare un po' a cosa esso comporta. Ad un'etica
morale,ad un comportamento definito da altri,ad una serie d'infiniti
obblighi e privazioni d'ogni genere. Se ti lasci andare a sentimenti
provocati da emozioni tanto instabili il potere che ne trai non
potrà che essere instabile a sua volta. Tutta questa rabbia
è passeggera,scemerà fino a svanire del tutto
prima o
poi. Il fuoco lascia nel caminetto solo braci.-
Sorride un sorriso enigmatico,che dice molte cose e ne tiene segrete di
più.
Sono...stupefatta. E' così strano. Come si fa a pensare una
cosa del genere?!
Non so cosa stia dicendo,non riesco a capire cosa c'entri e
dove abbia intenzione di arrivare.
Ma non voglio che smetta. C'è qualcosa di ipnotico nelle sua
parole,nei suoi movimenti,in
lui.
-Dovresti permettere a percezioni più potenti di dominarti.
A
qualcosa che non ti abbandoni mai...e che,al contrario della triste
dolorosa collera,sia molto più piacevole ed eccitante.- Un
passo
ed è alle mie spalle. Sento il suo respiro leggero sulla
nuca.
Le guance avvampano improvvisamente.
-Qualcosa che ti infonda continuamente energia...che raddoppi,triplichi
le tue capacità.- Le dita di Asura mi sfiorano la
pelle,infiammandone ogni centimetro.
Ma cosa diavolo mi sta
succedendo...?!
-Qualcosa che ti permetta di lasciare al passato tutte le
sofferenze e le angosce. Scompaiono,e sei libera.-
Il suo indice percorre lentamente una strada dal mio zigomo al mento.
Mi mordo ferocemente il labbro inferiore per non reagire.
-Non sarebbe sollevante?-
Non muovo un muscolo. La mia mente gira e gira e gira e gira e gira,la
vista è sfocata,un ronzio instancabile mi attraversa le
orecchie...
-Pensaci. Ci vediamo,mia piccola Shaula.- mormora.
Silenzio. Mi volto e non c'è più.
Riaquisto la lucidità,mi strofino gli occhi confusa.
Okay. Cosa diamine mi
è preso?!?
Lui...mi ha fatto tutti quei discorsetti contorti sulla follia,in
pratica. E sono rimasta ad ascoltarlo come un'ebete!
Sicuramente è ricorso a qualche incantesimo persuasivo,ci
scommetto.
Non devo parlarci più. E' pericoloso,imprevedibile. Potrebbe
riprovare a farmi impazzire e magari riuscirci.
Ma io non posso permettermi di cedere. Devo vendicarmi,devo farla
pagare a Medusa ed Arachne a tutti i costi. Devo mantenere il
controllo. Devo...
Devo farmi una bella dormita. Muoio dalla voglia di riposare almeno
qualche ora,dopo questi estenuanti viaggi.
Mi allontano lungo il vialetto.
Però non riesco a togliermi dalla testa le parole mia piccola Shaula.
Note dell'Autrice: Ta-daaaan!!!! Allora,che ve ne pare?!
Mi sono divertita un mondo a scrivere questo capitolo.
Sì,okay,Asura non riesco mai a renderlo. E' un personaggio
non complicato,COMPLICATISSIMO!!!
Non per niente è il Dio della follia.
Io vorrei dire delle cose ma...lascio a voi le interpretazioni di
questo incontro....
Che ne pensate?!? Recensite recensite,
Lucy
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Capitolo 12 *** Caught. ***
capitolo 11
Capitolo undici. Caught
-Asura! Asura!-
Arachne gli corre incontro e lo stringe forte,attaendo il corpo magro
al suo. -Ma dove sei stato?! Ero così in pensiero...-
Asura si lascia docilmente abbracciare. Sorride vago. -Non
preoccuparti. Volevo solo prendere un po' aria...la camera iniziava a
diventare claustrofobica. E sai com'è,gli spazi troppo
opprimenti mi rammentano brutti ricordi.-
-Certo,certo,va bene. Ma non farlo più,ti prego. Ho preso
tanta
paura! Non sparire così all'improvviso. Se ti succedesse
qualcosa,io...-
-Sono il Kishin,Arachne. Niente mi può più ferire
o fare
del male. Mi sono liberato del dolore cedendo la sanità
mentale.
Davvero un ottimo affare,non sei d'accordo?- Storge la testa in un modo
improbabile,Arachne sorride a sua volta rasserenata.
-Abbastanza.- si limita a commentare.
Asura allunga un dito e le sfiora delicatamente una tempia.
-Non mi piace abbastanza.
Ma vedrai,un giorno riuscirò ad entrare in questa tua
testolina razionale...un giorno ce la farò.-
-Lo credi davvero?- ribatte lei inarcando le sopracciglia.
-Sì. Voi Gorgon opponete sempre un po' troppa resistenza per
i
miei gusti...ma a me non si può sfuggire.- ragiona
lentamente,inclinando la testa dalla parte opposta.
Arachne
ridacchia,ignara del fatto che il Kishin non sta parlando di lei.
Appena uscita dalla reception fresca e ventilata dell'hotel,il caldo
afoso di quest'Agosto torrido mi investe all'istante,facendomi pentire
di non essere rimasta nella mia bella camera a dormire ancora un
giorno. Ma non puoi
passare tutto il tempo a poltrire,per quello potevi restare a casa,mi
redarguisco subito. Ti
sei già dimenticata che hai una vendetta da mettere in atto?!
E così,lo zaino in spalla e una bottiglietta di Sprite
generosamente riempita alla cintura,m'incammino verso la più
famosa meta turistica del Nevada,nonchè residenza della
grande
Scuola per Armi e Maestri d'Armi fondata da Shinigami.
Death City.
Non ci sono mai stata,ma mi hanno detto che è
splendida.
Sia chiaro,non vado là per farmi un giretto: voglio
semplicemente scoprire qualcosa in più riguardo agli
obbiettivi
di Medusa e Arachne,che c'entrano entrambi in qualche modo con la
Shibusen. Non vogliono essere ostacolate dai suoi studenti,va bene.
Ma per fare cosa?! Le risposte non possono che essere lì.
Certo,per una strega non è prudente girare nei pressi di
quell'istituto,dato che ci sono tanti allievi gasati desiderosi di
strapparle l'anima.
Però io non sono una fattucchiera da quattro soldi
qualunque,no?
Sono perfettamente consapevole del rischio e,per loro sfortuna,magnificamente equipaggiata.
In ogni caso non posso utilizzare un metodo di trasporto più
veloce,perchè dovrei disattivare lo Scudo dell'Anima,e mi ci
vorranno almeno cinque ore per arrivare in città a piedi. A
volte la vita è davvero ingiusta con le streghe.
Sospiro e procedo a passo spedito lungo il marciapiede,il sole che
picchia forte sul mio cappello a falda larga.
Sollevo speranzosa gli occhi inondati dalla luce.
Vedo un cartello dipinto di bianco,grande,con una bella scritta
troneggiante al centro: Benvenuti
a Death City. Mi viene quasi da piangere dal sollievo.
Ho i piedi martoriati -ebbene sì,l'amore per i tacchi non
può che portare infiniti dolori- e la gola secca e
asciutta,che brama ormai da ore un sorso di quella Sprite,dileguatasi
nemmeno a metà strada.
L'unica cosa che voglio,al momento,è entrare nel primo
chiosco che trovo e bermi almeno un litro d'acqua. Fa così
maledettamente caldo...
-Ehi,tu!- Mi volto,stupita.
A parlare è stata una ragazzina esile,con capelli castano
miele stretti in due codini insignificanti e un'aria agguerrita.
-...che cosa vuoi?!- rispondo impaziente. Non mi piace essere
sgorbutica con le persone,ma la sete tira fuori il lato peggiore di
me...
Stringe gli occhi di smeraldo. -Identificazione,prego.-
-Che diavolo vuol dire?!?- sbotto irritata.
-Vuol dire...identificazione. Devi identificarti.
In parole povere,nome e cognome.- taglia corto.
Sta facendo la
sacentella con me?!
-E perchè ti interessa?- ribatto gelidamente.
-Perchè dobbiamo controllare l'identità di tutti
quelli che vogliono accedere a Death City,dopo la fuga della strega
Medusa.- spiega. Inizia a farsi sospettosa. -Non avverto la tua anima.
Come mai?-
Sorrido serafica. -E' un problema tuo,non mio.-
Mi fissa a lungo per qualche istante. Afferra istantanea un piccolo
aggeggio dalla tasca.
-Soul,avverti gli altri e vieni qui. Ne ho trovata una.-
Note dell'Autrice: Ciao a tuttiii!!!!! Capitolo postato un po'
tardi,chiedo perdono!
Ecco che entrano nella storia i nostri protagonisti!!! E Shaula qua si
è un po'incazzata con Maka. Non hanno caratteri affini,che
ci volete fare?!?
Cosa mai succederà? Recensite recensite recensite please!!!!
Lucy
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Capitolo 13 *** Challanged. ***
capitolo 12
Capitolo dodici. Challanged
Inutile chiederle che cosa intenda per una.
Stava cercando una strega,ed ora l'ha trovata.
All'istante,dall'angolo verso destra che le imponenti mura che
circondano la città formano compare un ragazzino,a cavallo
di una moto; dall'altro lato un gruppo di adolescenti
trafelati,più o
meno tutti dai quattordici ai sedici anni,forse.
Il tipo,capelli argentei e occhi rossi,smonta dalla moto e raggiunge
svelto la ragazzina con i codini. Mi guarda con sospetto.
-E' lei?- domanda all'amica.
-Sì.- mormora l'altra. -Ha attivato lo Scudo
dell'Anima,ovviamente.-
Che irritante sentire parlare di me come se non ci fossi. -Allora,cosa
avete intenzione di farmi?!- li interrompo sbrigativa. -Avrei un paio
di impegni da sbrigare.-
-Per esempio?- chiede la ragazzina,incrociando le braccia.
-Che t'importa?!- le rispondo a tono.
-Smettetela di annoiarmi
con queste
domande pallose!!! Al grande Black*Star non può fregare di
meno
cosa ci faccia la strega qui,vuole soltanto farla a pezzi!!!
Ahahahah!!!-
Quelle urla laceranti mi fanno venire l'istinto di
coprirmi le
orecchie. A parlare -anzi,sbraitare come un pazzo- è stato
un
ragazzo basso,muscoloso,con una pelle color terracotta e voluminosi
capelli turchesi dalla bizzarra forma di una stella,che stringe una
lama scura.
Oh,Dio,questo parla in
terza persona. Tristissimo.
Squoto la testa sdegnosa. -Non combatto contro i
mocciosi,mi spiace.-
-Peccato che questi mocciosi
vogliano combattere contro di te. Io sono Maka Albarn,- esclama la
ragazzina allungando un braccio. Quello accanto a lei si trasforma in
una gigantesca falce,dalla lama ricurva rossa e nera,che stringe con
naturalezza. - e questa è la mia arma Soul Eater. Tu chi
sei?-
Sogghigno. -Preferisco mantenere l'anonimato.-
-Temo non sia possibile,strega.-
Un ragazzino con lucidi capelli neri come la pece,attraversati per
metà capo da striscie bianche, e occhi dorati e seri si
avvicina
alle mie spalle,impugnando due grosse pistole argentate. -Il mio nome
è Death the Kid,figlio del Sommo Shinigami,queste sono le
mie armi perfettamente
simmetriche...- Una delle pistole grugnisce infastidita.
-Ah,sì,e si chiamano Liz e Patty.- aggiunge lui
distrattamente.
-Imbecilli! Il grande Me
deve presentarsi per primo,come osate rubarmi la scena?!?- Il
tornado con i capelli azzurri agita vigorosamente un pugno in aria.
-L'hai già come ti chiami! Hai detto: al grande Black*Star
non può fregare di meno e blablabla. Perciò hai
detto il tuo nome.- lo rimbrotta la falce.
Il nanetto rimane interdetto per qualche secondo. -Ma è ovvio,lo sapevo!
Voglio presentarmi ufficialmente,intendo dire! Di fronte a te
c'è l'illustre Black*Star,- urla rivogendosi a
me, -perciò
inizia a tremare,perchè un Big come me vince sempre e su
tutti,quindi...-
-Taglia corto,non ho tutto il pomeriggio.- sbuffo. Li
guardo bene,uno per uno.
Nei loro volti si legge la testarda determinazione di chi ignora
ciò che sta per affrontare.
Sospiro paziente. - E va bene. L'avrei evitato,se possibile,ma immagino
di non avere altra scelta.- Estraggo la lama dal fodero. E' una spada
d'onice,ma ovviamente non una qualunque. -Fatevi sotto.-
Non aspettavano altro. Il ragazzino di nome Black*Star (come
dimenticarlo,ormai?),all'urlo di comincio io per primo!,
trasforma a sua volta l'arma in una lama scura e prova con un
banalissimo attacco frontale che dimostra quanto mi sottovaluti. Lo
blocco con un movimento fluido e in un istante sul suo avambraccio
compare un lungo taglio sottile. Mi fissa inferocito.
-Maledetta!!! Come osi colpire
colui che supera gli dèi?!?- Prova a darmi un
pugno,poi ad afferrarmi la caviglia,infine trasforma la sua arma in due
falcetti legati da una catena e cerca di colpirmi.
Mi basta colpirla per fare tornare il suo attacco in tutta la sua
potenza verso di lui. La partner si ferma appena in tempo,ma lui cade a
terra sbalzato dall'urto.
A quel punto affondo la lama nello stomaco. -Che supera gli
dèi?! Non direi proprio.- ribatto sarcastica.
Sgrana gli occhi e,con mani tremanti,fa per sfilarsi l'arma dalla
carne. Io lo precedo.
-Il prossimo?- replico.
-Guarda,Kid,- sussurra una delle due pistole. -Quella ha solo un
orecchino.-
Il ragazzino dagli occhi gialli mi fissa inorridito. -Hai perfettamente
ragione. Non meriti di
esistere!!!-
Ma sono tutti fuori di testa qui?!
Inizia a sparare a tutto spiano. Peccato che l'onice mi protegga da
ogni attacco di questo tipo.
Le pistole sono ragazze,è facile: mi limito a sussurrare
qualche parola. Grandi scorpioni dalla corazza scura si avvicinano
lentamente.
-Ki...Ki...Ki..Kiiiiid!!!!!- urla infatti una delle due terrorizzata.
-Aspettate,li faccio fuori in un baleno!- Lui prova a schiacciarne uno
sotto il piede. Figurati.
L'animaletto scivola sulla sua caviglia,lacerando un pezzo di stoffa
nera dai pantaloni e pungendolo ferocemente.
A quel punto si getta a terra,scoppiando in lacrime.
-Guardate! Guardatemi! Sono una creatura immonda...pungetemi
anche dall'altra! Vi
prego!-
Okay,sono uno peggio dell'altro...
Maka,la tipa con i codini,mi fissa. -Notevole.-
-Non ho nemmeno disattivato lo Scudo dell'Anima,pensa un po' cosa farei
se utilizzassi i miei poteri!- ghigno allegra.
-Non cantare vittoria troppo presto!- Fa roteare con maestria la falce
dietro la testa e poi tenta un veloce colpo obliquo. Lo blocco con la
spada. Ritenta. -Perchè vuoi entrare a Death City?!- urla
intanto. Decido di confessarlo,esasperata. -Cerco informazioni.-
-Informazioni? Su cosa?- domanda curiosa,con un affondo dall'alto verso
il basso. Mi colpisce malamente la spalla.
Mi distraggo per un istante,per valutare la gravità della
ferita,e mi rendo conto che gli altri sono alle mie spalle pronti ad
attaccare.
Afferro Maka e le punto la spada alla gola,facendole sfuggire la falce
di mano,che cade a terra con un rumore metallico.
-Fermi o la ammazzo!- minaccio,vedendo con soddisfazione che esitano.
-Lasciala...andare.-
Mi volto di scatto. Un ragazzino alto,dai capelli rosa chiaro,mi fissa
con odio. -So chi sei. Lasciala stare. Questo è un affare di famiglia.-
Note dell'Autrice: Un luuungo capitolo sul primo incontro fra Shaula e
i nostri protagonisti!!! Amore a prima vista,proprio =)
Vabbè,questo era solo il primo impatto. Poi le cose
cambieranno...
Mi scuso per la parte descritta male,ma con i combattimenti non sapevo
che inventarmi!
E adesso che succederà?! A voi i commenti!!!
Lucy
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Capitolo 14 *** Reunited. ***
capitolo tredici
Capitolo tredici. Reunited
Osservo meglio il ragazzino,sorpresa.
I suoi capelli sono ciuffi sforbiciati in modo impensabile,del colore
dello zucchero filato; ha grandi occhi blu notte,che stranamente sento
di aver già visto da qualche parte. Indossa un vestito nero
assurdo per una ragazza,figuriamoci per un ragazzo: è
aderente,con una specie di collo alto.
Famiglia?!
Non l'ho mai visto in vita mia.
E poi come fa a sapere chi sono?! Nessuno lo sa. La mia esistenza
è un segreto.
-Come,scusa?- chiedo quindi,inarcando le sopracciglia.
Il mio sguardo incrocia il suo,e spalanca gli occhi spaventato.
-Ho...ho detto...lasciala stare!- ripete indietreggiando di un passo.
-Lei...non ti ha f-fatto niente di ma-male.-
-Se mi conosci,sentiamo: chi sono io?- replico.
Sussulta. -Sei...la so-sorella di L...Lady Medusa. Shaula.- Stringe
più forte il braccio destro.
Lo sa veramente! Ma come
diavolo ha fatto a scoprirlo?!?
-Cosa?! Sorella
di Medusa?! Ma...- Maka si dibatte più forte. Anche i suoi
amichetti appaiono sconcertati.
-Questo sì che è un colpo di scena.- bofonchia
una delle
due pistole,mentre l'altra scoppia in un'irrefrenabile risata senza
alcun senso.
Tento di nascondere il mio stupore. -Bene,- rispondo con noncuranza -E
tu chi saresti?-
-Sono s-suo...figlio.- mormora. Sento un tuffo al cuore.
Suo figlio.
Il ragazzino alto e gracile davanti a me è...il figlio di Medusa.
Cioè...si assomigliano talmente poco che non ci avrei
scommesso cinquanta pence. Sembra così spaventato ed
indifeso.
Lui era quel bambino.
Quello che Medusa aspettava quando è fuggita.
Questa volta non riesco a trattenere l'incredulità.
-Non posso crederci! Dici sul serio?! E' davvero...- mi
interrompo,senza parole.
Non riesco a fare altro che fissarlo,frastornata.
Anche lui mi guarda ansioso. Quegli
occhi...ma dove li ho già visti?!
-Come ti chiami?- domando pacatamente.
-Cro...Crona.- balbetta.
Crona.
Crona,figlio di Medusa. Medusa,mamma.
No,no,non suona affatto.
-Se vuoi pre-prendertela con qualcuno,u-uccidi me! Ma lascia i-in pace
Ma-Maka!- prega disperato.
Lo fisso perplessa. Però,prima che io possa aprire bocca...
-Ma cosa cavolo
dici,stupido! Stai scherzando,vero?! Non puoi davvero credere che mi
sacrificherei per un'insulsa ragazzina qualsiasi! Io non muoio per
nessuno,chiaro?! E quand'è che si mangia?!? Ho fame!!!-
Non posso credere ai miei occhi. Dalla schiena di Crona
è uscito una specie di...ma
che roba è?! Un affare nero non
identificato,che fa un chiasso terribile. E' comparso proprio lacerando
la sua pelle! Ora è aggrappato alla testa e gli strilla
nelle orecchie.
-N...no,non sto scherzando! Io v-voglio salva...salvarla! E Maka non
è insulsa.- borbotta il ragazzino.
Vedo Maka sorridere intenerita.
-Ma cos'è?!- chiedo a Crona.
Lui si stringe nelle spalle. -Ragnarok.-
-E...come funziona? Voglio dire,è dentro di te?-
S'incupisce. -La...Lady Medusa ha iniettato nel mio corpo il sangue
nero to-togliendo quello normale. Ragnarok era sciolto in questo
sangue.-
Rimango basita. -Ma è pericoloso! E se qualcosa andava
storto,se...-
-Le cavie si possono sostituire.-
Solo un dolore ormai cicatrizzato nelle sue parole,il sospiro
rassegnato di chi si vede faccia a faccia con un destino che ha cercato
di dimenticare. Ma che non scompare mai definitivamente,che
è sempre lì.
Da queste cinque parole scopro molte cose.
-Non ti ha mai amato,vero?- sussurro piano. Ecco chi aveva quegli
occhi.
La Shaula che sono
stata,la piccola che si nascondeva sanguinante sotto le coperte
singhiozzando.
-Ti sembra amore
questo?! Guarda cosa gli ha fatto!- brontola Maka.
Crona tiene lo sguardo basso,imbarazzato.
Sollevo la manica del mantello fino al gomito. Allungo il braccio per
mostrargli una cicatrice a forma di M,fatta con un ferro acuminato.
-Eravamo più o meno nella stessa situazione,che ne dici?-
commento affabilmente.
Inorridisce vedendo lo sfregio,fa una smorfia. -E' stata lei.-
-Avevo sei anni.- confermo.
-Da quel che ho capito Medusa maltrattava anche te,giusto? Ma allora
perchè stai dalla sua parte?!- sbotta Maka,ancora
immobilizzata.
-Ma cosa dici?! Non sto dalla sua parte!!! Io voglio vendicarmi!- la
contraddico indignata. -Per questo sono venuta a Death City. Per
raccogliere informazioni utili.-
-Ma allora...stiamo dalla stessa parte,alla fine! Vogliamo anche noi la
morte di Medusa.- risponde la ragazzina.
-Vero. Comunque io ero partita con le migliori intenzioni,siete voi che
avete insistito per combattere!- puntualizzo saccentemente.
Maka sospira. -Hai ragione. Scusaci. Ma adesso ti dispiacerebbe...?!-
indica il coltello alla gola.
Rido. -No,figurati!- la libero. Crona le sorride radioso.
-Sei stato grande.- gli dice Maka alzando il pollice in su. Lui avvampa.
-Da...davvero?! Grazie...-
-Ma...e Soul?! Non si è fatto sentire...- si avvicina alla
figura inerme. -E' svenuto!- esclama spaventata. -Kid,dammi una mano:
portiamo Soul e Black*Star in infermeria.-
-Certo. Torniamo subito.-
Io e Crona rimaniamo lì,ad osservarli raggiungere la
Shibusen.
-Davvero credevi volessi ucciderti?- domando sconcertata.
-Beh,sì.- ammette,con aria di scusa.
Gli circondo le spalle con un braccio. -Non preoccuparti. Ora tu hai me
ed io ho te. Non è proprio come avere una famiglia,ma meglio
di niente,no?-
-...quindi dovrei chiamarti...zia?-
esita.
-Ci puoi contare,nipote.-
Note dell'Autrice: Ecco,questo capitolo finisce bene! Pace e tutti
amici! Fine!
...scherzo,ovviamente. Devono succedere ancora una marea di cose!!!
Vabbè,chiudo con questo tenero quadretto familiare. Ditemi
ditemi ditemi quello che ne pensate!!!!
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Capitolo 15 *** Disoriented. ***
capitolo 14
Capitolo quattordici. Disoriented
-Ma ceeeeeeerto che puoi restare,cara Shaula!!! Se prometti che non
farai la furbetta,la Shibusen ti
proteggerààààà
da ogni pericolo!-
Chino il capo rispettosa. -La ringrazio di cuore per questa grande
concessione,Sommo Shinigami. Le prometto che non si pentirà
di
ospitarmi.-
-Ne sono sicuuuro. Mi sembri una tipa a posto!!!- solleva un'immenso
pollice.
-Non ho intenzione di recare alcun disturbo alla città.
Voglio
solo...poter avere l'occasione di affrontare le mie sorelle. E per
farlo devo scoprire i loro punti deboli.- spiego rapidamente. Mi
fissa,con quelle grandi cavità tonde e scure sulla maschera
bianca.
-Giàà,giàà...dirò
a Kid e gli altri
di farti fare un giro per la scuola,di presentarti gli insegnanti.
Vedrai che ti troverai subitissimo a tuo agioo!!!-
Annuisco. -Per quanto riguarda la stanza...?-
-Alloggerai in una camera un po' distante da quelle di alunni e
professori,spero che ciò non ti dia fastidio...solo che
qualcuno
potrebbe lamentarsi,no,se magari non si fida di te!!! Dopotutto,resti
pur sempre la sorella di due streghe piuttosto pericolose...-
A me lui sembra il primo ad essere sospettoso.
-Assolutamente,non mi dà fastidio. Anzi,sono contenta.-
Niente
rompipalle che ridono,saltano e sbraitano mentre cerco di dormire.
-Meno male!!! Insomma,la stanza è al quinto piano,nell'ala
ovest. Ho fatto chiamare Maka per...ahhh,eccoti Makaaaaaa!!!!-
Sarà il grande,potente,invincibile,famosissimo Shinigami,ma
è fuori come un balcone.
-Porta prima Shaula Shauletta nella sua camera e poi falle fare un
giretto turistico,intesiiii?!?-
Maka compare dietro di me,sempre con i suoi adorati codini da bimba
della scuola materna. -Sì,Sommo Shinigami.-
-Molto beeeene!!! Se hai qualche esigenza o richiesta particolare
rivolgiti pure a Maka e company,okaaay? Ciao ciao,divertitevi
ragazzeee!!!-
La sua immagine scompare dall'ampio specchio circolare.
-Che personaggio. Ma lo fa apposta?!- domando scettica.
-Purtroppo no. Allora,andiamo? La Shibusen è grande e il
tempo poco!- Mi indica di seguirla.
Mi avvio. -Senti,riguardo le richieste particolari,in effetti qualcosa
ci sarebbe. Primo: il materasso. Se non è abbastanza rigido
non
riesco a dormire. Il cuscino,di piume d'oca. Ah,sì,il sapone
alla lavanda lo odio,ribes piuttosto...-
Sospiro esausta. Certo che la Shibusen è davvero grande.
Insomma,la biblioteca è tre volte casa mia! Casa
mia,già.
All'improvviso,tutta la nostalgia per Elise mi si riversa addosso come
un fiume in piena. Sono stata talmente impegnata che non ci ho fatto
caso,ma mi manca. Eccome. Lei e i suoi muffin ai mirtilli appena
sfornati al mattino,il suo grembiule di pizzo bianco che tanto mi
piaceva,i suoi capelli soffici come oro filato,impregnati d'un profumo
che sa di affetto e dolcezza.
Quante volte mi ha stretto forte,quando scoppiavo a piangere? Quante
volte mi ha fatto una crostata di marmellata per tirarmi su di morale?
Quante volte mi ha detto ti
voglio bene? Incalcolabili.
E poi Jasmine,la buffa gentile Jasmine,dalla risata contagiosa e gli
occhi verdi e pacifici. Come mi mancano le sue serate
film-popcorn-smalto alle unghie,che finivano sempre con noi
addormentate davanti alla tv e la boccetta rovesciata nella terrina!
Disgustoso.
Mi ha insegnato ad aprirmi agli altri,a concedere fiducia agli amici,a
non chiudermi in me stessa nel guscio della mia tristezza. Che le cose
possono cambiare solo se io
voglio che cambino. Che non devo lasciare che ciò che mi
hanno
fatto Arachne e Medusa mi rovini la vita,mi sconvolga per sempre.
Se c'è un indietro c'è sempre un avanti,se
c'è un
passato c'è sempre un futuro. Non si può
condizionare
qualcosa che è già successo,ma ciò che
non
è ancora avvenuto sì.
E poi c'è Crona. E' proprio com'ero io alla sua
età,schivo e timido,che fa fatica ad inserirsi in un gruppo.
Solo che io reagivo attaccando,lui raggomitolandosi su se
stesso.
La fiducia nel prossimo è una cosa che nasce e cresce nel
tempo,non che compare in un istante. Ci vorranno anni di lavoro. Ma mi
sembra circondato da ottimi amici...
Uno sbadiglio fugace mi attraversa le labbra,così spengo la
lampada sul comodino e mi sdraio sotto un lenzuolo leggerissimo.
Il sonno mi catturò a breve,ma ad un certo punto spalanco
gli
occhi nella stanza buia. Il silenzio non è turbato da
nulla,tutto tace.
Ma allora
perchè...?! Un'imposta sbatte fragorosa contro
i suoi cardini.
Ah,la finestra è rimasta aperta. Mi alzo scocciata,poggiando
i
piedi scalzi sulle piastrelle gelide. Mi avvicino,accosto le ante...
-Ciao.-
-Aaahhh!!!- Scivolo e mi aggrappo annaspando al davanzale
di pietra. E'...lui.
-Mi hai fatto prendere...-
-...paura?-
Gli occhi dipinti
di sangue del Kishin appaiono vividi nel buio pesto. -Ti ripeto che non
voglio farti alcun male. Non hai motivo di temermi,mia piccola Shaula.-
Un brivido mi attraversa il corpo.
C'è qualcosa di irresistibilmente attraente ed inquietante
in
lui,un mix letale. Un istante dopo non è più di
fronte a
me.
Mi volto ed è sdraiato comodamente sul davanzale,le gambe
che dondolano pigre nel vuoto.
-Lo sai che la Shaula è la seconda stella più
luminosa
della costellazione dello Scorpione,e precisamente ne forma
l'estremità della coda?-
Deglutisco a fatica. -No.- riesco a bisbigliare.
-Male. I nomi sono potenti.- Mi fissa,con un sorriso talmente
iperscrutabile che non posso capire se parla sul serio o no. La bianca
luce perlata della Luna illumina di riflessi argento
l'oscurità dei suoi capelli. -Per esempio,Asura significa demone. Una parola
decisamente complicata.-
Non riesco a staccargli gli occhi di dosso. Il cuore mi batte
all'impazzata. -Non posso negarlo,ho spesso desiderato un mondo
diverso. Ho mentito,ho spinto gli altri a fidarsi di me. Poi ho
tradito,ho distrutto,ho ucciso,ho divorato centinaia di anime. E ora
guardami. Sono ancora qui. E sono libero.-
In un secondo svanisce e mi rivolto di nuovo,per vederlo stravaccato
sul letto. -Libero da ogni pensiero,libero da ogni imposizione,libero
da ogni legge. Niente può più farmi del
male....semplicemente perchè non sono più umano.
Ma cel'ho fatta.- Si tira in ginocchio,fissandomi negli occhi.
-E puoi farlo anche tu,Shaula. Diventare libera,intendo.- Asura
giocherella distrattamente con una ciocca dei miei capelli. -Tutti i
tuoi problemi sparirebbero,nulla avrebbe più
peso,consistenza. Potresti distruggere Medusa,Arachne,chiunque
desideri. Il mondo sarebbe ai tuoi piedi...capisci?! Vivere senza
regole,principi,doveri. Vivere senza le ingombranti e fastidiose catene
che coloro che ci crescono ci impongono. Vivere esattamente la vita che
vuoi.- Come gelide carezze sono le sue insane parole. Come una melodia
che non posso fare a meno di adorare.
E' pazzo,è un fottuto pazzo...ma allora perchè
continuo ad ascoltarlo,perchè ciò che dice mi
ammalia?!
-Devi semplicemente cedere. Un unico,banale sì e
farò di te una creatura senza anima. Solo un sì.-
sussurra suadente.
Sì. Sì. Sì.
No,invece
no. Non posso acconsentire,non posso!
-Io...io non sono così crudele...non potrei vivere facendo
del male a degli innocenti. E poi c'è Crona...lui ha bisogno
di me,e io di lui.- Sembrano solo deboli scuse,non il rifiuto netto che
speravo di riuscire a dare.
Mi osserva per qualche secondo. Il sorriso non si affievolisce.
-Significa che ci vuole ancora un po' di tempo. Non preoccuparti,so
essere paziente. Aspetterò il momento giusto ed
invaderò la tua mente...e allora non potrai sottrarti.- Mi
rendo conto che è pericolosamente vicino.
Non starà
mica per...?!?
Come se avesse intuito i miei pensieri,Asura sorride allusivo. -Dormi
bene,mia piccola Shaula.-
Rimango sola nella camera,immobile,a fissare il vuoto dov'era fino ad
un attimo prima.
Mio Dio.
Questa storia,penso rabbiosamente chiudendo la finestra,deve finire.
Note dell'Autrice: Ciao! Come adoro i capitoli dove c'è
Asura =) Scrivere ciò che dice è uno spasso!!!
Vabbè,immagino che i più intuitivi avranno
già capito cosa sta succedendo alla nostra streghetta...
A voi la parola! Recensiiiite!!!!
Lucy
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Capitolo 16 *** Infatuated. ***
Capitolo 15
Capitolo quindici. Infatuated
Il primo sogno lo feci la notte successiva.
Fu così incredibilmente realistico e vivido che mi svegliai
di soprassalto,gli occhi sbarrati e il respiro faticoso.
Lo stesso fu quella dopo,e dopo,e dopo ancora.
Iniziò a
diventare ricorrente,e mi abbandonavo al sonno già conscia
di
ciò che mi attendeva alla soglia fra veglia
e torpore.
Pensavo a lui
tanto,troppo. Invadeva la mia mente in modo subdolo,silenzioso,senza
farsi sentire: accadeva così,quasi per caso.
Mi ritrovavo ad osservare il rubino incastonato nell'anello di Liz e
paragonarlo ai suoi
occhi,ad indossare una maglietta scura e ricordare i suoi capelli come
le piume d'un corvo,a fissare il cielo fuori dalla finestra e chiedermi
quando sarebbe tornato.
Mi sorprendeva all'improvviso,apparendo nei miei pensieri senza essere
stato evocato,e sussultavo arrossendo.
Le prime settimane alla Shibusen,per il resto,trascorsero tranquille.
Non facevo alcun tipo di lezione,ovviamente,ed ogni tanto finivo per
annoiarmi,perdendomi nei labirintici meandri della scuola. Passavo
perlopiù i pomeriggi in biblioteca,in pace e
tranquillità,a leggere qualche libro trovato negli
interminabili
scaffali strabordanti. C'era anche qualcosa su Arachne,che mi affrettai
a leggere: era citata in moltissimi volumi per le sue molteplici
invenzioni e scoperte,ma in pochi si parlava accuratamente di lei e del
suo ombroso passato.
Grazie all'aiuto di Crona invece ero riuscita a scoprire un sacco di
cose sui vari piani e progetti di Medusa,ma niente che potesse tornarmi
utile. Iniziavo a temere che ad entrambe stesse a cuore unicamente il
proprio benessere,il che è piuttosto scoraggiante.
Come colpire nel profondo dell'animo le mie due glaciali sorelle
maggiori?! Rimane un mistero.
Anche stamattina mi sveglio come al solito: sollevando di botto la
testa dal cuscino. Ci metto qualche secondo per realizzare che sono
cosciente.
Risprofondo fra i comodi guanciali,esausta. Questi sogni mi
stanno...letteralmente facendo
impazzire.
A quanto pare,Asura vuole proprio convertirmi. E sta usando i suoi
trucchi peggiori.
Ma non posso assolutamente dargliela vinta: chi cade nel baratro della
follia non ne esce.
Mi sfioro la fronte imperlata di sudore. Ho proprio bisogno di una
rinfrescata.
Dopo una breve doccia,infilo il primo vestito che trovo nel guardaroba
(di lino bianco,tassativamente esclusi il nero e il rosso) e scendo per
la colazione.
Appena entro nella mensa della Shibusen,che come sempre rimbomba del
vociare allegro e continuo degli scalmanati studenti,provo una bizzarra
sensazione di familiarità. Che mi stia abituando alla vita
qui?!
Prendo velocemente posto sulla panca accanto a Crona. -Buongiorno!-
sussurra sorridendo piano.
-Buongiorno.- rispondo,esaminando con cura il cibo sul tavolo.
-Tieni,ti ho preso le fatte biscottate e il miele.- dice
Maka,spingendo verso di me un piattino.
Annuisco. -Grazie,ho una fame da lupi.- Afferro la scodellina del burro.
-Ciao,Shaula!...?!- Liz,venendoci incontro,si
interrompe fissandomi in modo strano. -Che c'è?-
-Il...burro. Tu non metti mai il burro sul pane,non dici che fa
ingrassare?!- Si siede vicino a noi.
-Quando ci vuole ci vuole.- ribatto cupamente. -E stamattina,credimi,ci vuole.-
-Come mai? Qualcosa non va?- chiede Maka,prima di sorseggiare il suo
tè.
L'idea di dirle la verità è a dir poco
agghiacciante.
-No,no,nulla di grave. Lascia stare.- Mi volto verso Crona. -Ma tu sei
l'unico ragazzo sempre puntuale a colazione?!-
Si stringe nelle spalle. -Soul e Black*Star dormono,e Kid si alza solo
alle otto in punto.-
-Certo,dimenticavo.- Ho notato quando mi parla che non
balbetta
più,Maka dice che lo fa solo quando ha paura. Sono contenta
che
abbia smesso di considerarmi una minaccia per lui. Mi piacerebbe poter
fare molto di più per aiutarlo,ma l'unico modo è
punire
mia sorella per tutti i suoi sconsiderati errori.
E' un ragazzo talmente gentile e tenero che mi chiedo come ha fatto
Medusa a usarlo in quel modo. E poi,insomma,è suo figlio!
Sangue
del suo sangue!
Dopo una bella tazza di caffè mi decido. Basta. Devo parlare
molto urgentemente con una persona.
Finisco rapidamente di mangiare. -Torno subito,ragazzi. Devo fare una
telefonata.-
Salgo le scale in fretta,ansiosa di liberarmi di questo macigno che mi
opprime.
Quando sono sicura di essere sola,mi chiudo a chiave in camera.
Infine,con un respiro profondo,afferro il cellulare dalla tasca dello
zaino.
Compongo un numero che so ormai a memoria. Dopo pochi squilli risponde.
-Pronto,Shaula???- Sentire la sua voce mi rassicura.
-Sì! Ciao,Jasmine. Come va?-
-Come va a me?!
Io sto benissimo!!! Tu piuttosto,come ti trovi alla Shibusen?- strilla.
-Bene,molto bene. Sono tutti cortesi e carini con me. Non potevo
trovarmi meglio! E poi Crona è un amore,devo fartelo
conoscere!-
-Ma certo,volentieri! Qui la casa sembra vuota,senza di te...io e la
mamma ti rivogliamo al più presto!!!- si lagna.
Annuisco. -Farò il possibile. Anche voi mi mancate
tantissimo! Senti...devo parlarti di una cosa.-
-Mmmhh. Dal tuo tono non promette nulla di buono.- commenta.
-Infatti. Hai presente...- trattengo il fiato. -...il Kishin?-
-Ovvio. Si chiama Asura,giusto?-
-Già. Lui è venuto a...trovarmi,per
così dire.
Prima l'ho incontrato fuori dal castello di Arachne,poi è
venuto
qui nella scuola.-
-...santo cielo!!! Ti ha fatto del male?!? Guarda che lo prendo a calci
nel sedere!!!-
Non posso trattenere una risata. -No,non mi ha fatto niente. Ma il
punto è che...dopo averlo visto mi è capitato
di...sognarlo.-
Segue una pausa perplessa. -Sognarlo? E...-
-Mi baciava.- mormoro,avvampando furiosamente.
Silenzio di tomba. -Ti...cosa?!
Ti...baciava?! Ma stai scherzando,vero?!-
-Sì! Ho proprio la voce di una che scherza!-
sbotto irritata.
-E...oltre che a sognarlo...-
-Mi capita di pensare a lui così,senza motivo,di giorno
oppure la sera,prima di addormentarmi...-
Attende. Infine bisbiglia: - Oh,mio Dio. Ti sei innamorata di lui!-
La
conclusione,così assurda e così ovvia,fa
miseramente crollare tutta la
serenità che credevo di avere guadagnato.
Innamorata di lui.
Innamorata di lui. Innamorata di lui.
-Temo di sì.- ammetto chinando il capo.
-Non è una bella cosa,te ne rendi conto?! Non devi vederlo
più,Shaula. E lo dico per te,davvero. E' un mostro senza
scrupoli! Dimenticalo,ti prego. Dimenticalo.-
Note dell'Autrice: Ciaoo! Eccoci qua al prossimo capitolo,che ho
dedicato esclusivamente a questa importante rivelazione. Shaula
è innamoraaaata,Shaula è innamoraaaataa...Okay,la
pianto.
Vi prego,continuate a deliziarmi con le vostre sublimi recensioni!
Lucy
ps: guardate che bellissima foto che ho trovato! Adorabili. E
c'è pure Shaula!
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Capitolo 17 *** Advised. ***
capitolo 16
Capitolo sedici. Advised
Quando troppi pensieri ti affollano la mente,quando i problemi gravano
sulle tue spalle come il piombo,quando l'unica cosa che vorresti fare
è seppellirti sotto una trapunta e non uscirne
più,ecco. E' proprio quello il momento giusto per
estraniarsi dalla realtà.
Semplicemente abbandonare tutto. Dimenticarsi momentaneamente della
propria vita,esistere galleggiando in un senso
d'irrealtà,d'inconsapevolezza,liberarsi d'ogni peso ed
essere
leggera leggera,almeno per un po'.
Elise me lo insegnò presto,lo insegnò a quella
bambina
cresciuta troppo in fretta che ero. Quando mi interrogavo disperata sul
senso della mia vita,su ciò che da essa potevo
ottenere,sull'infanzia che le mie sorelle mi avevano crudelmente negato
l'unica
soluzione era svuotare beatamente il cervello d'ogni ansia.
Stasera ho tenuto fede a questo rito. Ed eccomi a contemplare il
panorama fuori dall'immensa terrazza,i gomiti sul parapetto e gli occhi
per aria.
Il cielo è una cappa serena e rassicurante spiegata sulla
città già silenziosa,del più denso e
lucente blu.
La perfezione di questi attimi è paragonabile alle perle di
una
collana,candide e preziose,ed uniche purtroppo nella mia intensa e
movimentata vita.
Quante stelle. Non mi sono mai piaciute,da piccola rivolgevo loro
preghiere mute ammirandole dal vetro opaco della finestra,supplicando
un po' di quella felicità di cui la mia nera devastante vita
era
completamente priva. Ma loro niente,si limitavano a brillare
indifferenti d'una luce fredda e lontana,sorde ad ogni
lamento,impassibili ad ogni pianto,passive spettatrici d'un teatro
dell'orrore.
Elise dice che nel cielo vi sono scritti i destini di ciascuno di noi.
Il mio è quello di tutte le Gorgon,ovviamente: sono dannata.
Cresciuta al buio,avvolta da ombre e non raggi. Il mio futuro
è
solo inchiostro,percorso da una scia di sangue e macchiato di cruenti
delitti. Solo aspra vendetta per Shaula Gorgon,nessuna pietà
per quella bambina mai accettata.
Squoto la testa impercettibilmente. Nemmeno questo funziona.
Forse la mia vita è qualcosa di troppo indomabile e
impetuoso per essere scordata così.
Sento un debole,incerto bussare alla porta,quasi qualcuno temesse di
ferirla. Ho già una mezza idea di chi potrebbe essere.
-Avanti.- concludo rientrando in camera. La tregua è
finita,eccomi ricatapultata fino al collo alla reatà.
Si apre con un cigolìo. E' Crona. Indossa un completo bianco
che
gli sta piuttosto bene,giacca e pantaloni,che mette in evidenza la sua
figura snella.
Mi fissa torcendosi le mani,uno sguardo tormentato dalle iridi sgranate.
-Ehi,ciao.- lo saluto stupita. Sono le dieci e mezza passate,mi
sorprende la sua visita. Di solito va a dormire così presto.
-C...ciao.- bisbiglia esitante. Okay,qualcosa non va.
-Tutto bene? Ti vedo strano...- Gli faccio cenno di accomodarsi,ma
rimane lì rigido e spaventato.
Mi guarda per qualche secondo,come per decidersi,infine non si
trattiene. -Ho
visto...L...L...Lady Medusa.-
-Cosa?!- Non
è
possibile! Medusa a Death City?! Ma come può essere?!
-Allora,avanti,siediti e raccontami tutto dall'inizio.-
Cede e si avvicina al letto,su cui sono accumulati strati e strati di
vestiti,collant,foulard e bigiotteria varia alla rinfusa.
Schiocco impaziente le dita per mettere un po' d'ordine.
-Così va meglio.-
Si siede sull'orlo del materasso,incurva le spalle e fissa le
piastrelle per un po',in cerca d'ispirazione.
-Sono an...andato alla festa con Maka e gli altri. E' stato
molto...divertente.- sorride appena,per poi rincupirsi. -Stavo tornando
alla Shi...Shibusen,quando è comparsa
all'improv...improvviso.
E...era dietro di me.- sussurra tremante.
-Dove? Dove?- chiedo impaziente.
-Non...non lo so,io...credo una stradina secondaria. Un vi...vicolo. Mi
ha chiesto di farle da s...spia!-
rabbrividisce.
-Da spia? Per scoprire cosa,esattamente?!- domando incalzante.
-I mo...movimenti della Shibusen. E dove si trova il Brew.- risponde
con un filo di voce.
Aggrotto la fronte. -Ma certo,il Brew...scontato che voglia metterci le
sue manacce sopra...-
-Shaula! Ho avuto tanta
paura!-
Questo disperato appello mi fa rinsavire,mi fa rendere conto della
situazione. Non è venuto per avvertirmi dove si trova Medusa
,o per consigliarmi come ammazzarla.
Improvvisamente mi sento una completa cretina. -...oddio,scusa. Tu sei
venuto qua a farti consolare,io inizio con un interrogatorio.
Scusami,Crona,scusami.
Vieni qui.- Lo abbraccio,sento il suo corpo fragile squotersi da
singhiozzi flebili.
-Io non la voglio più vedere,ca...capisci?! Nè
vedere nè sentire nè parlarci. Io la odio! La odio! La odio! La
odio!- Rabbia
stremata trabocca dai suoi gemiti soffocati,sentimenti covati nel cuore
troppo a lungo che hanno dato vita a radici sotterranee ma
inestirpabili.
So esattamente come ci si sente ad essere costretti,obbligati
ad odiare una persona che invece dovresti teoricamente amare,e che
tenti in ogni modo di apprezzare ma non ci riesci,il suo odio semina il
tuo. Nel nostro caso,è persino la stessa persona.
Ci abbracciamo stretti,io e lui,figli infelici,bambini mai
amati,innocenti nati da una famiglia i cui membri sono destinati a
sterminarsi tra loro,ci aggrappiamo l'uno all'altro per non
precipitare.
-Sshhh,sshh,non piangere,non piangere. Va tutto bene adesso. Mai
più,ti prometto che non la vedrai mai più. Mai
più.- continuo a cantilenare sottovoce,cullandolo piano e
carezzandogli delicatamente i capelli soffici. Volergli bene
è talmente facile.
-Di...dici sul se...rio?!-
-Sì,sul serio. Te lo giuro sulla mia testa.
Medusa Gorgon
non ti farà mai più del male. Prima
dovrà
uccidermi.- prometto con decisione.
In risposta singhiozza ancora più forte.
-Ma ora la cosa
più importante di tutte è scovarla,scoprire come
è
arrivata qui e dove si nasconde. Mi capisci?-
Fa segno di sì con la testa contro la mia spalla. -Bene.
Perciò se ti viene in mente qualcosa...anche un
dettaglio...che
si è lasciata sfuggire,o un modo per contattarla...-
Si raddrizza. Faccio comparire dal nulla un fazzoletto,si soffia il
naso e si asciuga le guance bagnate.
-Mi controlla attraverso una strega.- conclude in un soffio. -Eruka.
Eruka Frogg.-
Note dell'Autrice: Yuppidùùù! Eccomi
qua. Capitoluccio nuovo!
Vi faccio presente una cosa: in questa storia Medusa non è
nel
corpo di Rachel,perciò di conseguenza non è morta
nello
scontro con Stein ma solo fuggita.
Tenero piccolo Crona spaventato! Vuole solo un po' di affetto...Che
tesoro!
Ho provato ad immaginare che sarebbe accaduto se Shaula fosse venuto a
sapere di Medusa che chiede a Crona di fare la spia,ed eccoci qui.
Che ve ne pare??? Ditemiii!!!
Lucy
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Capitolo 18 *** Lurking. ***
capitolo 17
Capitolo diciassette. Lurking
-Sicuro che arriverà?-
-Credo...credo di sì. Ha detto che verrà alle
sette e mezzo,quando c'è il cambio di sentinelle alle mura
ed è certa che nessuno sospetterà niente.-
sussurra mio nipote stringendosi nelle spalle.
Sbuffo irritata. -Sono le otto meno un quarto. Veda di sbrigarsi.-
Mi stringo nel mio leggero giubbotto di pelle scamosciata. Questa sera
un'aria frizzantina e pungente sconsiglia passeggiate in
città,sferzandomi fastidiosamente le guance. Entrambi siamo
addossati allo scrostato muro grigiastro,rabbrividendo.
Crona dice che questa Eruka ha il compito di controllare a che punto
è con la missione che Medusa gli ha affidato e riferire ogni
novità; perciò vi è un luogo preciso
dove,ogni Giovedì sera,si dovrebbero incontrare.
Ed eccoci qui,ad attendere pazientemente.
Ho cercato di scoprire il più possibile su di lei,ma non
è citata da nessuna parte. Meglio,significa che è
poco famosa e magari,con un po' di fortuna,debole.
I minuti scorrono con lentezza esasperante.
-Shaula,senti...- sussurra Crona impacciato.
-Mmhh?-
-Tu...sei stata abbandonata da Medusa,no? E...e poi...dove hai
vissuto,con chi?-
Esito. Sono sempre stata piuttosto vaga sul mio passato,nonostante la
curiosità degli altri ho sempre taciuto il più
possibile.
Ma infondo non ho nulla da nascondere,no?
-Con una strega e sua figlia,due persone meravigliose che mi hanno
insegnato tutto. A cominciare dall'amore,la felicità,la
gioia,la bontà. Cose tanto semplici quanto sconosciute.-
Crona mormora un assenso,lo sguardo perso nella giallastra luce d'un
lampione proiettata contro il marciapiede scuro e bagnato.
Capisce,e anche molto bene. Capisce cosa si prova a venire catapultati
all'improvviso in un mondo totalmente estraneo,dove ti rendi conto
quanto hai perso,quanto non potrai recuperare,quanto la vita sia stata
egoista con un innocente.
-Sei ancora...ancora in contatto con loro?-
-Sì,certo. Sono loro debitrice per sempre. Non
riuscirò mai a ripagarle abbastanza.- rispondo con sicurezza.
-E...e...sei riuscita a dimenticarlo? Il dolore,intendo.-
Lo fisso stupita. -Stasera sei particolarmente loquace.-
China la testa. -Se ti do fastidio la sme...smetto.-
-No,no,tranquillo! Era un'osservazione,tutto qui.- mi affretto a
tranquillizzarlo. -Dicevi,il dolore. Ritengo che non si possa
dimenticare,anche se il tempo passa rimane lì e ci
sarà sempre. E' grazie ad esso se ora sono quella che
sono,ha formato il mio carattere. Ormai ci convivo da anni,è
una parte di me. Esattamente come il tuo è parte di te.-
Non sembra molto convinto. -Ma non sarebbe meglio
poterlo...rimuovere,per...-
-Ssshhhh! Zitto!-
Porto l'indice alle labbra.
Odo distintamente deboli tonfi sull'asfalto,poi lo
sciaquettìo di una pozzanghera. Un fioco gracidìo.
-E' lei. Avanti,vai e distraila un minuto!-
-Co...- Lo
spingo oltre il muro,sbatte le palpebre sconcertato come un coniglio
davanti ai fari di un'auto.
-Cia...o.- lo sento bisbigliare. La rana verde acido si ferma e lo
guarda rassegnata.
-Ciao,Crona. Medusa ti ha detto che sarei venuta a controllare come
procedi,vero?- esclama con voce squillante. Annuisce rigido.
-Bene. Allora,hai fatto qualche progresso?- Silenzio.
-Ehm...eh...sì,cioè,no.- borbotta,cercandomi
disperatamente con lo sguardo. Che pessimo attore.
-Ohhh,Crona! Sai che poi Medusa si arrabbia con me! Dài,fai
un favore a tutti e due: sbrigati,scopri quello che ti chiede e non ci
lascia la pelle nessuno. Che ne dici?- propone speranzosa. Crona le
lancia un'occhiata smarrita.
Sospira teatralmente. -Okay,okay,come non detto. Fai come ti pare. Non
puoi non aver scoperto niente di niente!- Sfodero lentamente la lama.
-Ma proprio niente?!-
La sollevo all'altezza delle spalle. -Ma proprio niente niente nien...?!?-
Un istante più tardi l'ho afferrata per una
zampa. -Non...ti...muovere.-
-Ahhhh!!! Aiutoooo!!! Lasciami,lasciami!!!- strilla terrorizzata.
-Così mi fai male!-
-Ritrasformati.- le ordino perentoria.
Ed ecco che sto stringendo la scintillante chioma d'argento di una
ragazzina sui quindici,sedici anni al massimo,dall'incarnato
perlaceo,il corpo snello e sottile e grandi occhi scuri e vivaci.
-Mollami! Per favore! Sono troppo giovane per perdere i capelli!-
La lascio cadere a terra,attorno alla gonna a palloncino del suo
vestito a pois neri. -Adesso tu ci dici un paio di cosette. Ti va?-
Crona spia spaventato da sopra la mia spalla.
Eruka ci fissa un po'. -No.- conclude con un sorriso tirato. -Ma
qualcosa mi dice che non ho possibilità di scelta.-
-Grande,capisci al volo.- ribatto sarcastica. -Perciò adesso
vedi di esserci utile. Altrimenti per te e i tuoi capelli potrebbero
esserci spiacevoli
conseguenze.-
Si arrende,solleva la testa avvilita. -Cosa volete sapere?-
Sarà una lunga serata.
Note dell'Autrice: Eccomi qui! Scusate,oggi non ho proprio tempo di
dilungarmi,sono di fretta! Perdonatemi se anche il capitolo
è un po' breve!
Perciò aggiungo solo RECENSITEEE!!!!
Lucy
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Capitolo 19 *** Upset. ***
capitolo 18
Capitolo diciotto. Upset
-Allora...- sospira Eruka,rassegnata.
-Allora.- ripeto io serrando gli occhi in due fessure. -Cominciamo dal
principio.-
-Ma quale principio?! Non esiste un principio. Io non sono altro che la
schiavetta di turno. Medusa ordina e io,hop! Obbedisco. Non posso fare
altrimenti.-
esclama esasperata,costretta al muro dalla mia fedele spada.
Aggrotto la fronte. -E perchè no?-
Sospira. -Ha messo nel mio corpo dei serpenti. Sì,hai capito
bene,quelle bestiacce viscide e disgustose! Se non faccio quello che mi
dice...bye bye Eruka!-
La fisso allibita. -Come hai fatto a cacciarti in un guaio del genere?!-
-Ma non lo so! Volevo ucciderla...volevamo,io
e Mizune...ma adesso lei è morta,quella maledetta l'ha
ammazzata,e
io sto impazzendo, Medusa mi costringe a fare cose orribili e mi ficco
sempre più nei pasticci...voglio soltanto che tutta questa
storia finisca...non ne posso più.- si afferra la testa fra
le
mani,con un gemito. Sfoga tutte le sue preoccupazioni in queste parole
sbottate in fretta,scivolate dal suo palato,che hanno raggiunto le
labbra prima che potesse frenarle.
Povera. Alla fine,come me e Crona,è uno strumento nelle mani
della mia perfida sorella,il cui destino dipende dalle sue volubili ed
incoscienti decisioni.
Non è cattiva,glielo si legge in faccia.
-A maggior ragione devi aiutarci. Così,se Medusa
avrà
quel che si merita,non ti tormenterà più e sarai
salva.-
ribatto.
Ci pensa su qualche secondo. -Non so granchè.-
-Ma qualcosa sì! Qualsiasi cosa. A grandi linee.- insisto.
Dopo
un attimo di esitazione rimetto la spada al suo posto,nella cintura.
-Beh,ha un piano,ovviamente.- comincia Eruka. -Vuole che Crona raccolga
informazioni su cosa lo Shinigami ha intenzione di fare contro di
lei...E su di te.-
-Di me?!- ripeto stupita. Cosa dovrebbe mai voler sapere su di me?
-Già. Per questo,quando ti ho vista,non ho
avuto dubbi.
Mi ha parlato molto di te,ha detto che voleva sapere ogni tuo
spostamento. Che sei da tenere d'occhio.- spiega la
ragazzina,aggiustandosi il gigantesco cappello arancio pallido sul capo.
In verità,sono un po' compiaciuta. A quanto pare per lei non
sono più la debole insignificante sorellina che ricordava,se
mi
ritiene addirittura un pericolo.
-Bene. Ti ha detto altro? Su cosa ha intenzione di fare?-
-Sì. In effetti sì. Vuole...ecco...- si zittisce.
La guardo,in attesa.
-...vuole...?- la esorto incoraggiante. Ma insomma,non ho tutto la
sera! Evita il mio sguardo.
-...parlava di...rapire qualcuno.- borbotta.
Sento Crona sussultare al mio fianco. Mi volto,gli sorrido e gli cingo
le spalle con un braccio. La sua preoccupazione è
adorabile,ritratta nei lineamenti delicati di ragazzino. -Tutto a
posto?- gli sussurro.
Annuisce nervosamente. Allora torno a rivolgere l'attenzione verso la
strega.
-Ha per caso...parlato a proposito di chi volesse rapire?- I timori di
Crona sono anche i miei. Se decidesse di prendersela con gli studenti
della Shibusen la fermeremmo. Sono gli unici amici di mio nipote,come
farebbe senza di loro? E poi sono stati così gentili con me.
Non
meritano di divenire ostaggi,vittime di una rabbia che non li riguarda.
-...una certa Elise. Ha detto che c'entra qualcosa con te,che la sua
morte ti avrebbe distrutta.-
-...Shaula? Shaula,cosa...cosa c'è? Shaula!-
Le loro voci mi giungono distanti,come da un altro pianeta,come
attraverso la linea disturbata di un telefono.
Elise. Elise. Vuole fare del male ad Elise.
Solo questo rieccheggia nel vuoto incredulo della mia mente. La
consapevolezza mi raggiunge lenta.
Appartengono a due mondi,due ere della mia vita talmente differenti che
l'idea che potrebbero incontrarsi pare assurda. Elise?! Come Elise?!
No. Elise no.
Non Elise,tutti ma non Elise.
Non lo permetterò,non l'avrei mai permesso. L'odio brucia
nelle mie vene.
Morirò piuttosto che lasciare che Medusa la
sfiori,morirò ben volentieri.
Non può permettersi di toccarla. Non lo farà. Non
ne avrà il tempo,le
avrò già staccato la testa.
Perchè ogni volta che credo di essere al limite,che la
rabbia
abbia raggiunto il culmine mi ritrovo ad odiarla ancora di
più?!
-Maledetta.- sibilo in un soffio. -Maledetta,maledetta,maledetta!-
Crona ed Eruka mi osservano in silenzio,a disagio. -Tranquilla,zia. Non
permetterai che faccia del male a nessuno,no?-
Sollevo il capo. Lo sguardo fiducioso di Crona,il suo sorriso sicuro mi
rasserenano. Lui ha bisogno di qualcuno di cui non dubitare mai. Non
potrebbe accettare un'ulteriore delusione.
E poi quella parola. Quella piccola,grande parola. Quell'appellativo
tanto breve che contiene così tante cose.
Zia. Mi ha chiamata zia.
D'impulso lo abbraccio stretto stretto. -Ohh,Crona,tesoro!- Ho gli
occhi lucidi. Non mi facevo così sentimentale...
Eruka sbuffa. -Sì,sì,molto commovente. Ma
qualcuno mi spiega chi diavolo è Elise? Ehi,voi due!!! Non ignoratemi! Ehiiiii!!!-
Note dell'Autrice: Sì,sì,lo so! Ho
saltato ieri.
Che ci posso fare? La scuola,tutta colpa di quel terribile mostro!
Vabbè,non ero particolarmente ispirata oggi.
A quanto pare Medusa vuole colpire Shaula dove è
più vulnerabile...Cosa farà la nostra eroina?
Non so se aggiornerò con regolarità,vi avviso e
mi scuso
in anticipo!!! Farò il possibile. Ma voi recensiiiiite!!!!
Lucy
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Capitolo 20 *** Hunted. ***
capitolo 19
Capitolo diciannove. Hunted
Entro,camminando delicatamente sulle punte dei piedi per non svegliare
qualcuno al piano di sotto,le scarpe strette in una mano. La camera
è immersa nella penombra,il letto fatto con le lenzuola
fresche
di bucato. Un leggero profumo di limone aleggia nei ditorni.
Infilo distrattamente le calzature in uno scomparto della scarpiera e
barcollo fino al letto,dove permetto al mio corpo esausto di
sprofondare.
Lancio un'occhiata al display della radiosveglia sul comodino.
Mezzanotte e tre,lampeggiano numeretti rossi e squadrati.
Sospiro e mi sdraio più comodamente sul materasso. L'unica
cosa
che voglio fare è dormire. Sono stanca di oggi,voglio che
sia
subito domani.
Voglio svegliarmi e scoprire che Medusa è morta,Arachne
è
morta,che sono crepate e non faranno più del male a nessuno.
Voglio vedere i miei problemi scivolare via,uscire dal mio corpo e
scorrere come acqua fino ad esaurirsi. Voglio un po' di
semplicità,voglio che per la prima volta non vi sia nulla di
complicato nella mia burrascosa esistenza.
Ma è tardi. Ho deciso di rivangarlo,questo mio
passato
tanto scomodo ed oscuro,ed ora mi ha sopraffatto senza via di scampo,mi
ha trascinato in quell'uragano fuori controllo che sono le mie sorelle.
Ma davvero posso continuare a chiamarle così?! Sorelle?! Non avrei
nemmeno dovuto iniziare. Non meritano una parola tanto nobile.
Mi accuccio,facendomi cullare dal ticchettìo rassicurante di
un
orologio. Non ho mai apprezzato tanto la pace,la dolce calma del
silenzio.
Che casino,stasera. Che immenso casino. Medusa e le sue diavolerie.
Elise?! Che c'entra
Elise?! Lei,in tutta questa storia,è
più innocente di chiunque altro. L'unico cosa che ha
fatto,l'unico errore
imperdonabile è stato salvare una bambina
infreddolita dalla strada.
Lei è...tutto. Tutto per me. Tutto quello che Medusa,mia
madre,mio padre non sono stati,e molto di più. La mia
famiglia,la mia maestra,il mio riferimento.
Ma a mia sorella -devo
piantarla,a quella brutta stronza senza cuore-
non interessa,vero? A lei non importa chi deve distruggere,chi deve
calpestare pur di raggiungere i suoi obbiettivi. Niente e nessuno
può ostacolarla. Il dolore altrui è irrilevante.
Che schifo,conosco la sua mente contorta meglio della mia.
Non permetterò che faccia subire a chi amo gli stessi
supplizi
che ho dovuto sopportare io. Nè ad Elise,nè a
Jasmine,nè a nessun altro.
Alla fine,a prendermi con loro,ci hanno guadagnato ben poco. Ho portato
soltanto rogne.
La loro bontà
ricompensata con la morte,per colpa mia...
No!
Non lo permetterò mai! Non accadrà. No. No.
Io sono potente,io le difenderò. Sì. Certo.
Piano piano il tepore mi riavvolge,come una calda coperta. Sento i
pensieri furiosi di poco fa affievolirsi,divenire un brusìo
indistinto nella mia mente ovattata.
Clack.
Sento gli occhi sgranarmisi nel buio. Fisso la parete tinta di scuro
dalla notte.
Cos'è stato? Il vento,magari. Mi impongo di rilassarmi e
chiudere lentamente le palpebre,obbedisco rigida.
Ma come,basta così poco per spaventarmi? Il vento fra gli
alberi? E dovrei essere una stre...
Clack.
Sobbalzo istintivamente. Ma cosa diavolo...
La finestra si è aperta. La finestra si è
aperta. Oh,mio Dio.
No. No. Non può essere. Non può
essere lui! Mi alzo di scatto,dimenticata tutta la stanchezza.
Fisso i vetri socchiusi,paralizzata dallo shock. No,no,no!!!
Qualcosa agita le tende. Un'ombra attraversa la parete.
-Ciao,Shaula...ti sono mancato,eh?-
Cazzo.
Smetto di ragionare ed inizio a correre,senza meta,senza destinazione.
Lo sento sogghignare. -Vuoi giocare ad acchiapparella? Sì,mi
piace.-
Raggiungo l'armadio dove dentro tengo tutte le armi,allungo il braccio
per aprirlo. Asura compare davanti a me,con il gaio sorriso di un bimbo
che ha vinto.
-Trovata.- Mi giro e riprendo ad avanzare
nell'oscurità,stavolta verso la porta d'ingresso; ma non
faccio neanche in tempo a sfiorare la maniglia.
-Trovata di nuovo. Stai perdendo!- Corro,spalanco la porta del bagno e
la chiudo fulminea alle mie spalle. Giro un paio di volte la chiave
nella serratura,mi ci appoggio contro ansimando. Tutto inutile,ovvio.
Sento un rumore e mi chino sul buco,cercando di cogliere qualche
movimento.
-Presa.- Mi
volto ed eccolo lì,i capelli mori e la carnagione lattea
illuminati dalle luci giallastre. Sento il cuore pulsarmi in gola
all'impazzata.
-Vattene! Vattene!!! Cosa vuoi da me?!? Lasciami in pace!!!-
urlo,armeggiando con la chiave.
-Su,non fare così.- mi riprende benevolo,senza scomporsi
minimamente. -Io voglio solo farti fare la scelta giusta.-
-Impazzire
ti sembra la scelta giusta?! Perdere il controllo...perdere coscienza
della realtà?! Non vivere più una vera vita?!-
sento la mia stessa voce sbraitare.
-Oh,no. Non è affatto così. Tutto il contrario.
La follia ti concede una nuova vita,molto meno complessa e stessante di
quella attuale. Non è ciò che desideri forse?-
Asura mi guarda innocente,con i suoi terribili -splendidi- occhi
rossi.
Come fa a saperlo?! Come diamine fa?! Lo fisso impotente,le spalle al
muro. Non voglio ascoltarlo. Altrimenti
mi convincerà.
-Non dovrai pensare al tuo passato mai più.
Sarai finalmente libera di fare ciò che vuoi della tua
esistenza. Non piangerai mai più angosce nè
dolori,non ricorderai nessuna sofferenza che ti ha afflitto
precedentemente.- canticchiano suadenti le sue parole,invitanti come
non mai. Perchè ora l'unica cosa che voglio davvero
è evadere,evadere dalla realtà,evadere da tutto
questo e non tornarci.
Ha ragione. E' tutto talmente semplice e divertente. Perchè
non provare?
Ma cosa dico?! Cosa
dico?!? Stiamo parlando della follia,non di un
centro benessere! La follia porta morte,distruzione,nuove angosce e
nuovi dolori. E poi la mia vendetta,che ho passato tutta la vita a
progettare?! E le persone che amo,come posso arrendermi ed abbandonarle
così?!
-E poi staremo insieme per sempre,mia piccola Shaula. Questo non basta
a convincerti?- inarca leggermente le sopracciglia.
-Non sono piccola.- mormoro. -E
non sono tua.-
-Ma davvero?- sibila Asura pianissimo. L'ultima cosa che
vedo sono le sue iridi cremisi.
L'ultima cosa che sento,le sue labbra sulle mie.
Poi più niente.
Note dell'Autrice: Ciaooo!!! Ennesimo ritardo. Colpa del mio professore
di Greco e Latino,non mia!
...mi piace questo finale! *-* (che pervertita...) Perchè
è successa una cosa MOLTO importante! Molto! Ahahahahah!!!
Okay,follia finita.
Ora vado. Mi raccomando recensite miei amati lettori!!!
Lucy
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Capitolo 21 *** Amazed. ***
capitolo 20
Capitolo venti. Amazed
-...si sta svegliando!
Shaula,Shaula! Mi senti? Shaula!!!-
Riacquisto lentamente conoscenza. Metto a fuoco
ciò che mi circonda.
Sono in bagno,nel bagno della mia stanza. Bagno...
Improvvisamente ricordo,sussultando. Il bacio. Mi ha baciata.
Mi sono fatta baciare da
lui!
Ma...sono distesa a terra,sul pavimento. Una luce fastidiosamente
accecante rischiara l'assurda scena che mi si presenta davanti.
Rosso. Il
rosso ricopre le pareti,macchia le piastrelle azzurro chiaro,inzuppa la
mia camicetta e i jeans.
Ed il rosso è sangue. Sangue,sangue,sangue.
Mi accerchiano miliardi di frammenti luccicanti,sparsi a terra come
cose morte.
-...ma...cosa...- bofonchio incredula. Non riesco a capire.
-Shaula! Come stai?- Sollevo a fatica il mento,rendendomi conto di
avere la testa irrigidita.
E' Maka,scorgo subito i suoi grandi occhi verde intenso e i codini
sottili. Sorride cordiale.
-Io...non lo so. Un po' indolenzita e parecchio confusa.- rispondo,con
voce roca. -Ma cosa è successo?-
A quel punto si fa seria. -Questo devi dircelo tu a noi. E' un vero
mistero.- Si inginocchia accanto a me. -Stamattina a colazione non
arrivavi,così ci siamo preoccupati. Siamo venuti qui
e...beh,ti
abbiamo trovata svenuta,per terra,in un lago di sangue. Stringevi fra
le mani un martello...ed era tutto distrutto. Hai fatto a pezzi
l'intera camera.- mi fissa,seria.
Non è possibile. Sta scherzando?!? Distrutto la camera,io?!
Impossibile,non ricordo di averlo fatto. Non ricordo nulla,in
verità.
L'unica cosa che so con certezza è che...Asura mi ha baciata.
Sì. Proprio così. Null'altro.
Cerco di alzarmi,di poggiarmi sulle braccia: questo gesto mi strappa
solo un gemito di dolore. Sono...ricoperte di tagli,di sfregi.
Colpa di quelle dannate scheggie traslucide. Ma cosa sono?!
Guardo meglio. Aspetta,riflettono il soffitto...
Sono pezzi di specchio. Sollevo lo sguardo sopra il lavandino: niente.
L'ho mandato in frantumi.
Inoltre l'appendino per gli asciugamani è rotto,le ante di
legno
dell'armadietto fracassate,la porta è ricoperta da crepe
sottili
come ragnatele. I faretti non funzionano più. La tenda della
doccia è stata lacerata,giace a terra macchiata di scarlatto.
Allora è vero. -Ma come cavolo può essere
successo?!-
sbotto. - Non posso aver fatto una cosa del genere! Ricordo solo
che...ero in bagno,poi ad un certo punto niente.-
Maka si incuriosisce. - Mi stai dicendo che non ricordi nulla? Che non
l'hai fatto...volontariamente?-
-Certo che no!- esclamo incredula.
-Deve esserci una spiegazione logica. Magari hai preso un colpo in
testa. Cosa ricordi?- Mi guarda in attesa di una risposta.
-Ehm...mi stavo...per mettere il pigiama. Saranno state le...dieci.-
mento disperatamente.
Aggrotta le sopracciglia. -Ma se Crona ha detto che siete rientrati
tardi,ieri sera.-
-Ah,è vero! Mezzanotte. Volevo dire mezzanotte.- mi affretto
a balbettare.
Qualche secondo di silenzio. -Quando esattamente hai perso conoscenza?-
mi chiese circospetta.
-Io...non lo so. Non riesco a dirlo con precisione. Mi dispiace.-
mormoro. Quante bugie,quante bugie.
-Credi di aver sbattuto contro qualcosa?-
-Potrebbe essere. Ma contro cosa?- domando perplessa. Scuote le spalle.
-Non ne ho idea. O potresti aver avuto un malore...è meglio
se vai in infermeria a farti visitare da qualcuno.-
-Non cen'è bisogno,sul serio. Per questi posso fare da
sola,-
indico i graffi sanguinanti. - e per il resto sto bene. Non
preoccuparti.-
-Come vuoi.- conclude poco convinta. -Se hai bisogno di qualcosa,oppure
ti torna la memoria...- percepisco un leggero sarcasmo nella sua voce.
Ha capito che sto mentendo. Alla grande. -...chiedo a te. Okay,grazie.-
Maka annuisce,stiracchia un debole sorriso ed esce. Una figura entra al
posto suo.
-E così non volevi andare in infermeria,eh?- Il professor
Stein,il Maestro d'Armi più forte dell'intera Shibusen,mi
guarda
divertito,le mani affondate nelle tasche del camice bianco.
-Sto bene.- replico,stringendo gli occhi. Non mi è mai stato
granchè simpatico,lui continua a chiamarmi fattucchiera ed io vecchio pazzo. Ma
nessuno dei due se la prende veramente.
-Questo lo decido io,non tu. Adesso ti bendo il
braccio,perchè dei tuoi abracadabra
da quattro soldi non mi fido. Poi vai dallo Shinigami,ti vuole
parlare.- ordina secco. Riesco faticosamente ad alzarmi,borbottando.
-Ai suoi ordini,mio
signore e padrone.-
-Ti conviene sbrigarti.-
Torno improvvisamente alla realtà. Stein sta avvolgendo il
mio
braccio con una serie di garze d'un bianco triste,da ospedale. Sono
seduta sul lettino in ferro dell'infermeria,e quel malefico uomo mi sta
fissando attentamente dietro le lenti tonde degli occhiali.
-Uhm? Cosa intende?- chiedo distratta.
-Ti consiglio di dire a tutti la verità su ciò
che
è accaduto ieri sera,qualsiasi cosa sia.- risponde,senza
interrompere la medicazione. -In molti hanno già dei dubbi
su di
te,sulle tue intenzioni,e tu comportandoti così non fai
altro
che alimentarli.-
-...ma io ho detto la verità.- bofonchio a disagio. Ha
proprio questo potere su di me: riesce a farmi esitare.
-Menti indescrivibilmente male. Il mio era solo un suggerimento:
sbrigati a confessare. I segreti,alla Shibusen,non lo rimangono a
lungo.- si limita a fermare le bende sul gomito.
Non rispondo. Deglutisco a fatica. Come faccio a rivelare cosa
è successo,se neanche io lo so?!
Asura deve avermi fatto qualcosa. Sì. Ma il punto
è: cosa?!?
Note dell'Autrice: Ciaoo! Ecco a voi il prossimo capitolo.
Oggi avevo il pomeriggio libero e mi sono messa a scrivere!!!
Che ve ne pare? Lo so,non è granchè,ma pazienza.
Stiamo per avvicinarci ad un punto cruciale di questa storia...
In attesa delle vostre -graditissime-
recensioni,vi saluto =)
Lucy
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Capitolo 22 *** Prepared. ***
capitolo 21
Capitolo ventuno. Prepared
Pace.
Assoluta pace.
Solo il pacato ronzìo del condizionatore,che soffia nella
stanza una delicata brezza fresca,concilia il mio riposo.
Ed io qui,avvolta da un lenzuolo immacolato,sonnecchio intontita.
Il lancinante dolore alla testa che mi comprimeva le tempie in una
tenaglia d'acciaio si sta lentamente affievolendo,scompare graduale man
mano che le ore scorrono. Penso,fissando il soffitto. Penso a ieri sera.
Non posso
crederci,è troppo assurdo per essere vero. Il Kishin mi ha
baciata! Il Kishin! Il Kishin!
Il lontano,sfocato ricordo che devo faticare per
trattenere
nella mia scombussolata mente,quel ricordo che ritrae Asura che preme
le sua labbra sulle mie...No,no,impossibile. L'inverosimiglianza della
scena mi fa quasi ridere.
Io non bacerei mai Asura! Mai!
...oh,sul
serio?! sibila irritante una vocina nella mia testa. Se non sai mentire nemmeno agli
altri,come pretendi di mentire a te stessa?
A cosa sto pensando?! Per quanto possa amarlo
mi possa piacere,è pur sempre il Dio della follia.
Ciò che fa è sbagliato,è crudele. Va
fermato.
Ma al cuore non si
comanda,giusto?
Sospiro esausta. Oh,eccome se è giusto.
Non posso fare a meno di amarlo,amarlo
tantissimo provare qualcosa per lui. Nonostante tutto. Nonostante lui.
E se ne sta approfittando. Approfitta di questa mia
debolezza. Ne approfitta,del
mio amore intendo,per insinuare la follia in me.
Come è successo ieri sera,suppongo.
Mi ha fatta impazzire.
Ci è riuscito.
Nulla potè il buonsenso: ogni cosa che non fosse Asura,in
quell'istante,si sbiciolò. Incredibile cosa può la passione
la follia.
Cosa devo fare?! Come posso più,d'ora in poi,fidarmi di me
stessa? Come posso avere la certezza che non cederò
nuovamente?!
-Shaula! Shaula!- Urla
traboccanti d'angoscia mandano in frantumi il mio silenzio perfetto.
La porta si spalanca,facendo entrare nella camera un fascio d'intensa
luce. L'ombra della figura alta ed esile di Crona viene proiettata sul
pavimento.
Crona.
L'avevo dimenticato,che idiota...
-Shaula!
Co...come stai?!? Mi
hanno de...detto solo ora che ti sei sveglia...svegliata!- Subito
raggiunge una sponda del letto e crolla in ginocchio,fissandomi con gli
occhioni sgranati e spauriti.
-Tutto okay,tranquillo. Ho solo bisogno di riposare un po'. Ci vuole
molto peggio,per fare fuori la tua zietta. Anche se per un pelo...-
rido fioca.
-Neanche per scherzo.- ansima Crona,stringendomi le mani. -Non dirlo
neanche per scherzo.-
-Su,su. Va tutto bene adesso.- mormoro piano,finchè il suo
respiro non si regolarizza. Mi vuole davvero bene. Non credo di
meritare un affetto tanto morboso.
-Credevo che...che ti fosse successo qualcosa di terribile. Che saresti
mo...mo...morta.-
bisbiglia terrorizzato. -Avevo paura. Ma...ma ho tentato in ogni modo
di con...controllarla. Come mi avevi detto di fare tu.- Mi guarda
ansioso.
-E sei stato bravissimo,Crona! Davvero bravissimo.- lo lodo commossa.
Renderlo felice è talmente semplice...lui chiede
così
poco.
Mi sorride. -Gra...grazie. Ma...cosa ti è successo ieri
sera?! Non ho capito bene.- Aggrotta la fronte.
-Nemmeno io lo so. Ho un vuoto totale su tutto ciò che
è
accaduto. Inizio però a pensare...- Chiudo gli occhi. Non
è facile pronunciare queste poche parole. -...di dover
partire.-
Sono diventata una preda facile qui,alla Shibusen,individuabile senza
sforzo.
Ho un'idea su come agire nei confronti di Medusa ed Arachne.
Le visite di Asura sono troppo,troppo
frequenti,e non posso permettermi di affrontarlo di nuovo.
Devo mettere in pratica la mia vendetta,ho perso già
abbastanza tempo.
Ma tutte queste corrette,valide motivazioni si sgretolano miseramente
davanti alle lacrime di mio nipote.
-Tornerò,Crona. Naturale che tornerò! Adesso devo
partire. Capisci il motivo,vero?-
-Sì,lo capisco.-
-Mi perdoni?-
-Sì.-
-Grazie.-
-Ma...-
-Cosa?-
-Ma non abbandonarmi.-
-Promesso.-
Note dell'Autrice: CIAOCIAOCIAOOO!!! (sclera alla grande.
No,è che sono felice,domani non vado a scuolaaaa!)
Mmmmhhh. Shaula parte. Parte per andare a compiere la sua
vendetta,finalmente! E' da tanto che aspettate questo momento,no?
Sentite,ho bisogno di un consiglio: in un megasclero mi è
venuto in mente che potrei scrivere un continuo...ambientato nella
Nuova Generazione. Ricollegato comunque...in un modo che non vi dico...a
Shaula. Non sono certa che sia una buona idea però,bho. Voi
che ne dite?
Recensiiiite numerosi,mi raccomando!
Lucy
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Capitolo 23 *** Unearthed. ***
capitolo 22
Capitolo ventidue. Unearthed
Il cielo è d'un tenue color albicocca,sfumato di miele; il
sole mi
riscalda debolmente le braccia abbronzate,stanco dopo una giornata
d'afa insopportabile.
Non c'è stato modo di uscire fino adesso,il caldo faceva
desistere anche i più determinati,quasi volesse ritardare la
mia
partenza.
Ho salutato tutti con un'allegria forzata che non provavo,imprimendomi
in viso un falso sorriso.
La verità è che non mi sento affatto bene. Provo
la
bizzarra sensazione di poter crollare a terra in qualsiasi momento:
piuttosto inquietante,dato che ho in programma di uccidere due streghe
fra le più pericolose mai esistite. Per questo ho atteso una
settimana,allenandomi regolarmente per poter essere più in
forma
possibile.
Ma è rimasto,questo strano malessere senza nome: paura?
No,non
è affatto paura. Ho smesso di temere le persone,è
controproducente.
Allora sarà insicurezza? Impossibile,mi sono esercitata fino
allo sfinimento.
Rimorso,magari? No,no. Non provo alcuna pietà verso le mie
vuote
sorelle,per sconfiggerle bisogna essere come loro. Fredde. Glaciali.
Impassibili.
Cos'è,perciò,quello che provo? Per ora solo un
cattivo presentimento,un augurio infausto.
Niente può
andare storto! Progetto questo da troppo tempo. Andrà tutto
bene,bene,bene ripete meccanicamente,incessante,la mia
mente nervosa e confusa.
Per eliminare definitivamente Medusa bisogna colpirla dov'è
vulnerabile: nell'anima. E non lo dico in senso metaforico,è
proprio così.
Distruggere il suo corpo è inutile,se non muore con lui
ciò che vi è all'interno. E' capace di infondere
la sua
anima in altri esseri viventi,così da sopravvivere. Ecco,io
non
devo permetterglielo.
Con Arachne è tutto più complicato: non ho avuto
modo di
scoprire completamente i suoi poteri,le sue abilità. Posso
tentare qualche attacco fra i più potenti che
conosco,sperando
che basti.
Mi sto dirigendo nuovamente al castello,ma questa volta non mi
dilungherò in chiacchiere. Quando lo scontro sarà
finito,vi sarà nel mondo una sorella Gorgon in meno.
Odio il tardo pomeriggio,ha un che di malinconico. Cerco di
incitarmi,al pensiero del tanto agognato scontro definitivo...ed
ottengo solo passivo disintaresse.
Per quanto ho permesso a loro
di fare parte di ogni mio desiderio,di ogni mia ambizione?! Le ho
odiate,ma sono state l'unico obbiettivo che mi sono posta nella vita.
Sono riuscite a monopolizzare la mia esistenza,dopotutto.
Quest'idea mi fa corrugare pensosa le sopracciglia. Sarà
davvero la verità?! Questo rancore è divenuto
un'ossessione troppo radicale?!
La risposta,temo,è sì. Da ragazzina non ho
avuto i
classici sogni irrealizzabili come tutte le mie coetanee. Soltanto un
unico chiodo fisso: farla pagare a coloro che mi avevano abbandonata
senza pietà.
Certo,ho comunque delle passioni. Mi piace molto disegnare,per esempio.
Poso semplicemente la punta della matita ed essa danza sul foglio,si
muove tracciando linee sinuose e figure d'ogni genere. Non penso,quando
disegno: dimentico tutto e tutti,se non il soggetto che sto
ritraendo,che si materializza piano piano sulla carta come per magia.
Quanto tempo sarà che non faccio uno schizzo? Mesi e mesi,da
quando sono partita. Non ho avuto tempo per nulla.
Magari dovrei chiamare Jasmine. E' da quando le ho detto...di Asura,che
non la sento. Non posso dire esattamente di aver seguito i suoi
consigli...
All'improvviso sento un pizzicorino alla caviglia,leggero leggero,un
impercettibile dolore. Abbasso lo sguardo.
Un minuscolo ragno zampetta indisturbato lungo la mia caviglia; lo
allontano con un calcio. Ma subito ne arriva un altro. E un altro
ancora. Li schiaccio irritata sotto la suola dello stivale. Ma
l'ennesimo animaletto li segue a ruota.
In pochi istanti mi rendo conto di essere circondata da uno sciame di
ragni. A destra,a sinistra,alle mie spalle. Può significare
solo
una cosa.
-Arachne.- mormoro atona.
Infatti avanza lentamente dai fitti alberi della foresta,che si
affaccia oltre la strada asfaltata. Sì,è proprio
lei.
Davvero strano: Arachne non esce volentieri dalla sua inespugnabile
fortezza,è anche per questo che si sa molto poco di lei.
Cosa
l'ha spinta a scomodarsi dal suo confortevole trono? Io? Sono onorata.
Eppure...è strana. Fa quasi paura.
Apparentemente sembra sempre la stessa. Ma un occhio più
attento
può accorgersi di qualcosa nel suo sguardo,un bagliore
pericoloso che illumina le sua iridi di pietra. Il suo passo
è
misurato,senza fretta. Le braccia sono abbandonate lungo i fianchi. I
pugni sono stretti
in una morsa che mette i brividi.
-Shaula.-
La sua voce mi fa
sussultare. E' poco più di un basso,roco ringhio. Non ho mai
sentito fluire,da labbra umane,tanto odio in una sola parola.
Un nome. Shaula.
Il mio.
-Arachne,guarda un po' chi si vede.- la saluto,e mi sorprende sentire
il mio tono tanto sgaio e rilassato,visto che io non lo sono neanche un
po'. -Stavo giusto pensando di farti una visita.-
Invece mi hai trovata
prima tu. Attendo,ostentando indifferenza.
C'è decisamente qualcosa che non va in Arachne.
Decisamente,decisamente,decisamente. Perchè tace?! Dì qualcosa!
Si limita a fissarmi,con quegli spaventosi occhi che
splendono di...cosa?
-Ora ti farò una domanda. E tu mi dirai la
verità.-
Non dico niente. Non è una richiesta,infondo. Ma cosa posso
averle fatto? L'ultima volta che l'ho vista non era
così...furibonda.
-Perchè Asura è venuto da te?-
Come ha fatto a scoprirlo?! Per un istante il mio cuore perde un
battito. Nessuno doveva scoprirlo.
-Intendi la
settimana scorsa?- chiedo,per prendere tempo.
-La settimana scorsa. E quella prima. E tutte le altre,intendo.- Fatica
a trattenere la rabbia. Ma cosa diamine le sta succedendo?!
-Lui...è venuto a fare quattro chiacchere.
Sai,così,per ammazzare il tempo.- divago a disagio.
-Non...mentire...a me.- sibila,avanzando.
-Cosa vuoi fargli?! Cerchi di ucciderlo per conto dei tuoi amichetti
della Shibusen?!-
Ma cosa dice?! Non ci capisco più niente. Io,uccidere Asura?
Perchè dovrei volere una cosa simile?!
-Non devi vederlo mai più,capito?! Non deve succedergli
niente. Io devo proteggerlo,devo difenderlo. Da questo mondo ingrato.
Da Shinigami. E da te!
Non ti permetterò di fargli ancora del male. Mai
più. Mai più. Mai
più.- ripete ossessivamente.
Credo di capire,ora,cos'ha Arachne.
-Oh,mio Dio.- sussurro. -Sei impazzita.-
Il suo sguardo allucinato è privo di qualcosa. La ragione.
La sua solita imperturbabilità si infrange in una risata
insana. Sta sghignazzando.
Guarda,Shaula.
Guarda come il Kishin l'ha ridotta.
Guardala annegare fra i flutti della sua mente corrotta,della sua anima
imbrattata di nero.
Assisti alla sua fine.
Note dell'Autrice: Ehilà,salve! Come va? Sono
felice,il ventotto è uscito il nuovo Professor Layton. E i
miei me lo comprano per Natale! *-* Me amare quel videogioco!
Ma cosa ce ne importa a
noi,starete pensando. E avete ragione! Chiedo
perdono,volevo solo rendervi partecipi della mia gioia. Magari
posterò una fanfic anche su quello,prima o poi. Comunque.
Non so ancora se scrivere quel benedetto continuo.
Perchè per scriverlo deve necessariamente succedere una
cosa,e temo sia troppo assurda. Non vi dispiace se è
assurda,vero?! Voi siete come Asura,avete la mente aperta ad ogni
possibilità! (traduzione: siete pazzi. Altrimenti
non sareste arrivati a leggere fin qui,credetemi. Dai che scherzo!)
Fine di questo sclero totale. Andate in pace! Amen. Ma prima recensite!
Lucy
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Capitolo 24 *** Avenged. ***
capitolo 23
Capitolo ventitrè. Avenged
-E'
giunta la tua fine,stupida ragazzina!-
Il brulicante mare di ragni avanza all'improvviso verso i
miei
piedi. Impossibile evitarli,giungono da ogni lato. Salgono,salgono,mi
si arrampicano sulle gambe.
Attivo un semplice scudo e vengono tutti sbalzati indietro. Ricadono
qualche metro più in là,sibilando irati.
Arachne continua a ridere,bella e terribile,i capelli neri come le
tenebre sciolti sulle spalle,liberi dal solito rigido chignon; le
labbra cremisi sono incurvate in un ghigno distorto e malato.
-Ti pentirai di aver anche solo potuto pensare di fare del male al mio
Asura!- Il terreno sotto i miei piedi sussulta vistosamente; subito una
crepa genera una terrificante voragine di cui non riesco a scorgere il
fondo. Da essa,come in un film dell'orrore,esce l'ennesimo sciame di
ragni,stavolta
grandi come maltesi. Qualcosa mi dice che non basterà uno
scudo
per tenere lontani loro.
-Ma perchè ti comporti così?! Mi stai dicendo che
sei...innamorata di lui?!- esclamo,estraendo la spada dal fodero e
conficcandola rapidamente nel corpo peloso di uno degli animali.
Inarca sprezzante le sopracciglia. -Innamorata? Che sciocchezza. E' un
dio,e non si ama
un dio. Lo si venera.-
Sorride vagamente.
Okay,sì,come le pare. Convinta lei. Peccato che io lo
ami,quel dio.
-E come credi che io
potrei ferire o addirittura distruggere un Kishin,dato che sono solo
una...ah,sì,stupida
ragazzina?- ribatto sarcastica,trafiggendo ancora qualche
ragno.
-Non ne ho idea...ahahaha! Come faccio a saperlo?! Ahahahah!- Continua
a ridere,a ridere,a ridere.
La guardo,e provo quasi un po' di pena per lei. Un po'. Incredibile
in che cosa si sia improvvisamente trasformata,la mia gelida e
razionale sorella.
Questo poteva benissimo
succedere anche a te,bisbiglia malignamente una vocina
nella mia testa. E
sarebbe stata tutta colpa di quel bacio.
Maledizione. Quel dannatissimo bacio! Non riesco a pensare ad altro,in
questi giorni.
Ma come gli è
saltato in mente,ad Asura?! Perchè diamine l'ha fatto?!
Beh,non tutto quello che fa ha esattamente un senso.
Però...insomma,poteva evitarlo ma io non volevo che
lo evitasse,io lo bacerei ancora e ancora e ancora
sì,poteva proprio evitarlo.
Mi libero degli ultimi ragni rimasti con pochi colpi di spada.
-Allora,hai intenzione di affrontarmi direttamente o solo di lanciarmi
addosso queste bestiacce?!-
Un ghigno. -Non preoccuparti. Ti accontento subito.- Senza alcun
preavviso,qualcosa di fulmineo e molto resistente si avvinghia al mio
corpo e mi solleva da terra.
Mi rendo conto che si tratta degli invisibili fili di una ragnatela,ma
consistenti quanto cavi d'acciaio. Cerco inutilmente di divincolarmi,ma invano.
Arachne si avvicina,con quel suo terrificante sorriso: mi ricorda una
vedova nera che si appresta a divorare la mosca in trappola. E non
è una similitudine piacevole,tenendo conto che la mosca
sarei io.
-Bene bene bene. Che c'è,non fai più la
spiritosa?- mi
provoca con ironia,con quel tono di voce stridulo,insano ed
incontrollabile così poco da lei. La voce di chi ha
ceduto,di
chi si è lasciato vincere da un morbo senza cura.
Perchè
è vero: ormai non ha speranze. La follia è un
pozzo in
cui si può solo sprofondare,sprofondare,sprofondare sempre
più giù. Mai
riemergere.
-Adesso finalmente taci,finalmente hai smesso si
scocciare. Come
hai fatto,del resto,per tutta la mia vita. Non hai fatto altro che
rendermi le cose difficili. All'epoca ero un'adolescente,ero
ambiziosa,volevo studiare. E d'un tratto mi sono trovata addossato
sulle spalle il peso di una mocciosa a cui badare.- Nelle sue parole
colgo qualcosa...una lucidità,una sincerità che
solo ora
potrà rivelare. -Tutte quelle responsabilità,quei
doveri.
Costretta ad occuparmi di una famiglia che non amavo,non avrei mai
amato. E quando sono riuscita a scappare,a lasciarmi tutto alle
spalle...sei tornata! Ancora e ancora!- strilla,fuori di sè.
Cose mai dette,rancori mai sfogati si riversano come le acque di una
cascata. Incredibile come la follia tiri fuori parti di noi
inaspettate,come l'Arachne frustrata e ribelle che fugge dai suoi
problemi per risolverli. -Ma
ora eccoci qui. Pagherai,Shaula Gorgon. Pagherai per tutti i torti che
fino ad oggi sono rimasti impuniti!- Stringe le dita della mano destra
in un pugno serrato. Avverto i miei legacci stritolare al massimo le
braccia e le gambe,segare rudemente la pelle. Trattengo a fatica un
gemito fra i denti.
-Fa male,eh?! Fa male. Ma questo è nulla! Vuoi
sapere,cara la mia sorellina,cosa si prova a morire di dolore?!-
ride sguaiatamente.
No. No. Non
posso morire. Devo fare qualcosa,ed anche in fretta!
E,mentre i miei occhi vagano disperati alla ricerca di
qualcosa,qualsiasi cosa,lo vedo.
Il dardo infilato nel suo mantello viola. Perfetto.
Devo solo guadagnare un po' di tempo,un po',un po'...
-Cosa farai,dopo avermi uccisa?- chiedo quindi,aggrappandomi al primo
argomento che mi viene in mente.
-Andrò da Asura,naturalmente. Gli dirò che
può
stare tranquillo,- L'arma si smuove pianissimo dalla sua posizione.
-che niente più lo minaccia,nè lo
minaccerà mai.
Ci sarò io a proteggerlo.- L'arma si alza di qualche
centimetro.
-Ci sarò io a prendermi cura di lui,non lo
abbandonerò
mai. Gliel'ho promesso. E manterrò il giuramento per l'eternit-
La letale punta di pietra si intravede spuntare dal suo petto. E
dopo,lentamente,anche il manico sottile.
La minuscola macchia di cupo cremisi sul tessuto si allarga,si propaga
fino a divenire una pozza scarlatta attorno al suo corpo.
Una delle mie nemesi è morta. Dovrei essere
felice,soddisfatta.
Ma non riesco a non provare mera malinconia per quella strega tanto
talentuosa quanto sventurata. Ma dopotutto è una
Gorgon,è
come tutte noi. Dannata.
Arachne Gorgon non riuscì a mantenere quella promessa. Il
suo sangue si disperse e seccò sulla terra battuta.
Note dell'Autrice: Buonasera! Aggiorno -come al solito- in ritardo.
E qui muore Arachne! Un po' mi dispiace,lei mi piace come personaggio.
Pazienza,the show must
go on.
Avrei voluto anche darle una morte un po' più gloriosa,ma
siccome odio descrivere i combattimenti -fa tanto
sfigato,dài!-
questo è stato tutto quello che mi è vento in
mente =) Mi
dispiace.
Vi avverto: mancano solo tre o quattro capitoli alla fine,e
dopo...ebbene sì,scriverò questo
benedetto/maledetto
seguito. Contenti?
Un'ultima cosa,da qua in poi siete autorizzati a fucilarmi virtualmente
se trovate troppo assurdo quel che succede! Solo che sono vittima
dell'ispirazione =)
Recensite,recensite miei adorati!!!
Lucy
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Capitolo 25 *** Murderess. ***
capitolo 24
Capitolo ventiquattro. Murderess
La notte inizia a fiorire lenta nel cielo ambrato,offuscando la luce
calda e dorata. Riesco a scorgere già il bagliore tenue
delle
prime stelle.
Cammino incerta sui piedi,quesi barcollando. La stanchezza intorpidisce
il mio corpo esausto dal troppo vagabondare.
Pensavo che mi sarei sentita meglio,dopo aver eliminato una delle mie
parenti. Realizzata,soddisfatta,addirittura felice.
Invece solo una sorta di torpore,di angoscia mi invade. Cosa diamine mi
succede?!
La morte di Arachne mi ha sconvolto molto più di quel che
credevo,a quanto pare. Non mi sembra ancora vero,sinceramente.
Io,un'assassina?
Certo,ho
ucciso una strega ignobile,e per buone ragioni. Ma è pur
sempre
sottrarre il soffio vitale ad un essere umano. E' pur sempre fermare un
cuore per l'eternità. E' pur sempre un'azione imperdonabile.
Non riesco a pentirmi fino in fondo. Abbastanza da provare amaro
rimorso,ma non sufficente da non farlo più.
Sospiro. Dormire,devo trovare un posto dove dormire. L'unica cosa che
voglio è riposare,smettere di pensare...scivolare in sonno
profondo e candido,dove l'oscurità gelida della morte non
può raggiungermi.
-Tu ed Arachne che vi azzuffate per un uomo?! Davvero esilarante. Ma
piuttosto pietoso,non trovi?-
Una voce tagliente come una lama perfora quel silenzio precario ed
irrequieto,che mi stava permettendo di crogiolarmi in un falso senso di
sicurezza.
Non è possibile. No,anche lei no. Non adesso,non stasera,non
così.
Non sono pronta,voglio del tempo per riflettere.
Ma Medusa è qui. E non se ne andrà. E so anche che cosa devo fare.
Sono stanca di distruggere,sono stanca di fare del male.
Io non sono così,non voglio essere così.
La morte continua ad inseguirmi imperterrita,decisa a rendermi
discepola delle sue leggi,schiava dei suoi capricci.
-Non pensavo che due streghe potessero abbassarsi ad un simile livello.
Avete proprio toccato il fondo,oggi. Almeno qualcosa di buono ne
abbiamo tratto,quella bacchettona noiosa ha tirato le cuoia.- Il suo
sarcasmo glaciale è insostenibile.
Mi fermo e mi volto lentamente.
E' a pochi passi da me,avvolta nel suo bizzarro vestito di velluto
nero. Non ricordavo quanto potente fosse l'onda della sua
anima...nè quanto odio provassi nel vederla,quanto fastidio
mi
destasse il suo sorrisetto arrogante,quanta rabbia impotente della me
bambina riaffiorasse all'improvviso.
E capisco che no,non c'è scampo. Deve morire. Medusa Gorgon
deve
morire,per il bene di tutte le persone che altrimenti potrebbe ancora
fare soffrire. Per mettere in salvo delle povere anime innocenti.
Così come per permettermi di dormire le notte,di vendicare
la
piccola Shaula. Se lo merita. Me
lo merito.
I suoi terribili occhi d'ambra generano ancora
più furia,più rancore in me.
-Però...però mi ha permesso di pensare. A te ed
alle tue
potenzialità.- Mi soppesa con lo sguardo. -Forse ti ho un
po'
sottovalutata. Dopotutto sei mia sorella,non puoi essere un totale
fiasco.-
-Tua sorella?! Utilizzi
queste parole con troppa disinvoltura. Ti suggerisco di andarci
più cauta. Sorelle
significa molte cose,troppe,forse infinite. Mentre io e te non siamo
niente.- controbbatto con freddezza. Fa una smorfia.
-Ma che sentimentale che sei. Intendevo solo geneticamente. A proposito
di sentimenti...cosa mi
dici del Kishin? Come può aver gettato tanto scompiglio?!-
Scoppia a ridere.
Stringo i denti. -Non potrai mai scoprirlo,temo. Non sei stata capace
di volere bene nemmeno al tuo stesso figlio. Come credi di saperne
qualcosa,di sentimenti?!-
Faccio una pausa. -L'ho conosciuto,Crona. Una ragazzo tenerissimo e
adorabile.-
-Una creatura inutile,capace solo di lamentarsi e piagnucolare.-
ringhia. -Assolutamente indegno del mio interesse. Cosa stavo
dicendo,prima che come al solito divagassi? Ah,sì. Speravo
che tu ed Arachne vi disintegraste a vicenda,in quel titanico
scontro,ma ahimè non è accaduto. Mi
toccherà
rimediare.-
-Era a questo che avevi intenzione di arrivare?!- sbuffo annoiata.
Solleva le sopracciglia. -Tu no?-
-Effettivamente.- ammetto. - Ma potevi evitare tutto questo giro di
parole. Non mi piace perdere tempo.-
-Mi duole avvertirti che da adesso in poi non te ne rimarrà
nemmeno un po'. Sei diventata scomoda...troppo pericolosa.
Perciò bye bye,cara Shaula! Vector Blade.-
Una gigantesca freccia nera di scaglia contro di me. La
evito per un soffio,ma questa cambia direzione per colpirmi.
Qualcosa mi dice che non me la sbrigherò tanto in fretta.
Mi fermo,ansante,annaspando in modo difficoltoso. Dall'avambraccio al
gomito la mia carne è martoriata da far paura,gronda sangue
a
profusione. Mi reggo a malapena in piedi,mi gira vorticosamente la
testa,mi ronzano le orecchie. Voglio soltanto accasciarmi a terra.
Ma non posso. Non ora che cel'ho fatta.
Medusa giace a terra,il tessuto dell'abito è strappato in
più punti e sporco di terra,la pelle cerea e coperta di
graffi
rossastri.
La sua caviglia è marchiata dalla puntura di uno
scorpione,gonfia e livida. Il veleno sta agendo nel suo corpo,la sta
distruggendo dall'interno. Persino la sua anima verrà
annientata,corrosa fino a consumarsi.
Morirà in pochi minuti.
-E così siamo giunti all'epilogo.- commento blandamente.
Niente
euforia,niente soddisfazione. -E' finita,Medusa. Non ti resta
granchè. Che ne dici di pentirti,una volta per tutte? Di
ammettere di aver sbagliato,di morire con il cuore in pace?! E' la tua
ultima possibilità.-
Qualche secondo di attesa. Poi ride roca,debolmente. Solleva a fatica
le palpebre. -Pentirmi?! Mai e poi mai. Vado fiera di tutto
ciò
che ho fatto,non cambierei nulla se potessi tornare indietro. Sono le
sole cose che mi hanno dato soddisfazioni. Perchè dovrei
rinnegarle?!-
Sospiro. -Se consideri tutto il male che hai inflitto una soddisfazione...non
ti vergogni neanche un po'?!?-
L'aurea intensità delle sue iridi mi trafigge. -Non ne ho
motivo.
Ho vissuto proprio come volevo. Ho seguito sempre i miei ideali,mai
quelli altrui. Non ho permesso a nessuno di intralciarmi la strada. Non
la ritieni,questa,una vittoria?- La sua voce strafottente diviene
sempre più flebile. -Io ho vinto,Shaula. E se non ci
credi...chiedilo alla tua amichetta. Elise,se non sbaglio.-
Sento una sensazione di gelo invadermi. -Elise?! Cosa le
hai fatto?! Cosa cazzo
le hai fatto,rispondi!!!-
-Considerala già morta. Una persona...la
ucciderà...per
conto mio. Io non perdo mai...- Dopo aver mormorato queste parole le
sue labbra si pietrificano,immobili. I suoi occhi mi fissano
sbeffeggiandomi. E poi,ad un certo punto,non mi vedono
più,vitrei.
Considerala
già morta. Mi sono fermata a questo.
Note dell'Autrice: Ciao! Ecco a voi uno degli ultimi capitoli.
Perdonate la palese omissione di scene d'azione! Come ormai sapete,non
riesco proprio a descrivere i combattimenti. Che ve ne sembra? Mah,a me
non pare un granchè. Ma nemmeno malissimo.
Insomma,che succederà ad Elise?! Lo scoprirete quando
posterò!
Mi raccomando,recensiiite!!!!
Lucy
|
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Capitolo 26 *** Protected. ***
capitolo 25
Capitolo venticinque. Protected
Non riesco ad alzarmi. Non riesco a muovermi. Non riesco a respirare.
Perciò rimango qui,una sciocca statuetta di cera che attende
di sciogliersi piano piano.
Elise. Elise. Elise.
No,no.
Non può essere! No! Impossibile,inconcepibile!
Poteva uccidere me. Poteva torturare me. Poteva ridurre il mio corpo a
brandelli.
Ma come ha potuto prendersela con lei?! Come ha potuto prendersela con
una delle persone più buone dell'universo?!
Voglio morire. Voglio morire qui per terra per non soffrire
più,non pensare più,non sentire più
niente.
Quante disgrazie,quante tragedie ha portato la mia esistenza?!
Se non fossi nata Elise e Jasmine non sarebbero mai state in
pericolo,avrebbero vissuto proprio la vita che meritavano.
Oh,mio Dio. Oh,mio Dio,non mi alzerò mai più da
qui. Morirò di fame,di sete,di freddo.
E sarà un paradiso,in confronto a questa sensazione orribile
che si propaga,questo vuoto insopportabile.
Il cadavere di Medusa è di fronte a me,scompostamente
abbandonato sul terreno polveroso. Il suo ultimo sguardo,immortalato
per sempre dalle iridi di pietra,è beffardo come al solito.
Il
sorriso,crudele. Come lei è stata per tutta la vita.
La tentazione di accanirmi sul suo corpo impotente è quasi
incontrollabile. Di prendere a calci la sua faccia fino a renderla ad
un'irriconoscibile maschera di sangue.
Ma sono senza forze,senza nulla. Non ce la faccio. Rimango
lì.
-Shaula! Shaula!
Oh,Shaula,eccoti!-
Una voce squarcia i miei pensieri in brandelli di confusione.
Ma...è...
Sento quel qualcuno correre. Avvicinarsi sempre di più.
Inginocchiarsi accanto a me ed abbracciarmi.
Ha lunghe,soffici onde di capelli dorati. La sua pelle morbida profuma
di miele e torte appena sfornate. La sua stretta è calorosa
e
familiare.
Quel qualcuno è Elise.
-Finalmente ti ho trovata,bambina mia! Ero talmente in pensero per
te...come hai potuto rischiare la vita in questo modo?!-
Sono...sconvolta. Incredula.
-Ma...Medusa ha detto che ti aveva fatto...che tu...eri...-
-...morta?- Sorride con dolcezza. -Andandosene mi ha
lasciata con una ragazza tanto cara che mi ha liberato,quando
non
ha più avvertito l'onda della sua anima. Non ricordo il suo
nome...ma era la strega delle rane.-
Eruka. L'ho
sempre saputo che in realtà è buona.
-Significa che...stai
bene?- bisbiglio pianissimo.
-Certo! Benissimo. Sei tu quella che deve riposare,tesoro! Guardati,sei
sfinita...-
Non ci sono termini abbastanza superlativi per descrivere il mio
sollievo,la mia incontaminata gioia. Vengo attraversata da un'ondata di
pura felicità,mi sento leggera d'un peso che mi stava
schiacciando inesorabilmente.
E' viva! E' viva! Elise
è viva! Ve ne rendete conto?!? Viva!
-Non...ci posso credere! Stai bene!
Oddio,stai bene! Sono
talmente...talmente...- Scoppio in un pianto liberatorio,le lacrime
scorrono in torrenti irrefrenabili.
E io non voglio fermerle. Piango perchè sono troppo
contenta. Piango e piango e piango.
La osservo,il suo viso pallido ma privo di qualsiasi ferita,gli occhi
azzurri e splendidi come il cielo in primavera che pensavo non avrei
più visto.
-Ssshhh,ssshhh,non piangere,non piangere più. Va tutto bene!
Vedi? Stiamo tutti bene. Non devi preoccuparti di niente. Ora torniamo
a casa,al sicuro. Va tutto bene.- ripete gentilmente,asciugando le mie
incessanti lacrime.
-S...sì. Lo so. E' che per qualche momento...per qualche
orribile istante ho creduto...che non ci fossi più. Che non
saresti più tornata...- balbetto incerta.
-Ma non è così! Su,riprenditi,ti prego. E'
terribile
vederti tanto angosciata.- mi scongiura carezzandomi una guancia.
Cerco di mantenere un contegno. -O...okay,d'accordo. Dov'è
Jasmine?-
-A casa che ci aspetta. Andiamo?-
-Sì,sì.- Mi alzo barcollando,lasciandomi aiutare.
Ora il
cielo è nero e trapuntato di incalcolabili stelle. Ora tutto
è perfetto.
-E...che facciamo con...?- Elise indica a disagio il cadavere.
Lancio un'occhiata sprezzante a quella che fu la mia peggior nemica.
-La lasciamo qui. Cosa dovremmo fare,portarcela dietro?!-
Non è forse la cosa giusta da fare. Ma dubito che,per tutte
le crudeltà prive di scrupoli che ha riservato al
prossimo,qualcuno ci tenga a ricordarla.
Incredibile come un semplice viaggio in macchina possa essere
rilassante.
Sprofondata nel confortevole sedile sto...bene,davvero bene.
Non devo pensare a nulla,non devo temere nulla. Sono al sicuro.
Lascio che il correre della macchina sull'asfalto concili il mio sonno.
All'improvviso qualcosa si mette a vibrare e squillare impazzito. Il
mio cellulare,nella tasca del borsone.
-E' il mio.- bofonchio infastidita ad Elise,che sta guidando.
Leggo il numero sul display illuminato. Sconosciuto. Mah.
Clicco Accetta
chiamata. -Pronto?-
-Buonasera,Shaula. Sono il professor Stein.- risponde una voce
asciutta. Stein?! Cosa
vuole?
-Buonasera?! Sono le dieci passate. Le sembra il caso di
chiamare?!- scherzo.
-Non fare tanto la spiritosa,signorina. Qui sono tutti preoccupati per
te. Come stai?-
-Bene,bene. Ora meglio. Sono accadute tante cose...vi
spiegherò
di persona. Vi basti sapere che non corro alcun pericolo,che sto
tornando a casa.- Sorrido,immaginando l'ansia di Crona.
-Senti,non è l'unico motivo per cui ti ho chiamata. Ci
sarebbe un'altra cosa.- Tace.
-Okay. Dica.- lo esorto.
-Ricordi che,quando venisti in infermeria per medicare il braccio,ti
feci un prelievo di sangue per controllare che non avessi alcuna strana
malattia?-
-Certo.- Aggrotto le sopracciglia. -Qualcosa non va? Mi sta dicendo che
sono malata,per questo non ricordo nulla di quella sera e...?!-
-No,no. Non c'entra nulla. Quel vuoto di memoria è ancora un
mistero. Solo che...dall'analisi è risultata un'altra cosa.
E mi
sono sentito in dovere di dirtela.-
Le poche,brevi parole che seguirono sconvolsero completamente la mia
vita.
Note dell'Autrice: Ciaooo!!! Ed eccoci al terz'ultimo capitolo. Ne
mancano solo due!!! E poi,se volete,potete leggere anche il continuo.
Vi lascio con questa domanda: cosa avrà detto Stein a
Shaula?...inutile aggiungere che lo scoprirete nel prossimo capitolo!
(ma l'ho aggiunto ^^)
Aspetto impaziente le vostre magnifiche recensioni!!!
Lucy
|
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Capitolo 27 *** Disappointed. ***
capitolo 26
Capitolo ventisei. Disappointed
Oh.
Questa è l'unica cosa che riesco a pensare. Geniale,no?
Oh.
Sono qui,in camera,in piedi davanti alla finestra. Mi sento stranamente
tranquilla,serena. Non sono nervosa,nè
preoccupata,nè
isterica.
Solo un senso di pacata calma si propaga in me,riscaldandomi come un
sole.
Ora tutto sembra avere un senso.
Sto aspettando,poggio la schiena contro il muro. E' l'alba. Il cielo
è sfumato d'oro intenso,rosa pallido e luce.
So che arriverà. Lo so. Devo solo attendere,non ho fretta.
Il piccolo villaggio vicino si sta svegliando: le imposte scure delle
botteghe vengono sollevate,le bancarelle del mercato allestite. Le
campane rintoccano lente e solenni.
E' una strana giornata.
-Buongiorno.- lo sento sussurrare al mio orecchio.
-Ciao,Asura.- rispondo serenamente.
Avanzo fino all'estremità opposta della camera.
-Ci hai messo tanto.-
-Io non ho orari. Dovresti aver capito che gli
schemi non fanno per me.-
Mi volto. Siede sul davanzale della finestra,a gambe incrociate.
La pelle scintilla come neve al sole,i suoi capelli sono onice
liquida sciolta sul collo. E'
dannatamente bello. Sfoggia il suo tipico sorriso
sarcastico ed impertinente,a cui non riesco
ancora a resistere. Ah,sarebbe tutto così facile se non
fossi innamorata di lui.
-E' da tanto che non ti vedo.- mormoro. -Mi sei mancato.-
-Ma
io ti ho
sempre seguita. Forse tu non mi hai visto,però
ciò non
vuol dire che non ho assistito a tutto quello che è
successo.-
replica torcendo innaturalmente la testa. Sorrido piano.
-Niente di ciò che dirò ti
sorprenderà,non è così?-
-Temo di sì. Con me l'effetto sorpresa non funziona.-
Continuo a camminare avanti e indietro. -Ascoltami. Devo chiederti di
essere assolutamente sincero. Cosa...- prendo un bel respiro.
-...cos'è successo precisamente
la sera in cui sei venuto da me alla Shibusen?-
Una breve pausa. -Perchè me lo chiedi?-
-Perchè sono incinta.- Queste parole,talmente irreali da
sconvolgere persino chi le ha pronunciate,aleggiano eccheggiando nel
misero spazio che ci divide.
Incinta.
Ancora non riesco a capacitarmene. Un piccolo Asura nella mia pancia.
Un esserino che avrà qualcosa di me...e qualcosa di lui. Mi
sarei aspettata qualsiasi cosa,qualsiasi...ma
mai una gravidanza.
-Non credo ci sia bisogno di ulteriori delucidazioni,allora. Immagino
che un'idea tu possa avercela.- ribatte senza scomporsi.
Sento le mie guance arrossire delicatamente. -Beh,sì.-
Silenzio. -Tu lo sapevi già.-
-Sento la sua anima.- spiega Asura con voce indefinibile.
-La sua...anima?- Sento gli occhi inumidirmisi leggermente. E'
piccolissimo,ma ha già un'anima. La sua minuscola anima.
-Non preoccuparti. Ci sono modi piuttosto rapidi ed indolori per
sbarazzarsene.- taglia corto,annoiato.
Sento un tuffo al cuore. -Sbarazzarsene?!
Io non ho nessuna intenzione di sbarazzarmene.-
sbotto.
-E perchè no?- Mi guarda,con sincera curiosità.
-Come perchè
no?! E' il mio bambino. Il tuo bambino. Perchè
dovrei voler fargli del male?!- Sento la voce addolcirmisi.
-Ti rendi conto che se tieni quell'affare ti rovinerà la
vita?!
L'unica cosa che otterrai saranno costrizioni a non finire,obblighi
noiosi e responsabilità estenuanti.Tu gli dovrai dare tutto
senza ricevere nulla. Davvero è così che vuoi
vivere?!-
Fa una smorfia quasi disgustata.
Quell'affare. Lo chiama
quell'affare. Non mi aspettavo niente di meglio,in fondo.
E' ovvio che non gli darà che fastidio,è ovvio
che mi odierà,che
ci odierà. E' ovvio che non ci vuole tra i
piedi,magari deciderà addirittura di uccidermi.
Ma io,una
sciocca che non sa vivere,l'ho sperato fino alla fine. Ho sperato in
quel lato umano che non ha.
Sospiro. -Fai come Medusa. Pretendi di
comprendere,giudicare sentimenti
che non hai mai provato. Tu non ami,Asura. Non puoi amare. Hai giocato
un po' con me,un po' con Arachne,e ti sei divertito. Siamo state le tue
marionette,abbiamo seguito inermi ogni tuo copione. Lei è
impazzita,ha recitato la parte che le avevi scitto e... basta. Poi
è morta.- Lo fisso,in quelle iridi color sangue. -Ma
c'è
niente più diverso di questo dall'amore. Hai convertito al
male
più assoluto la tua anima,l'hai
avvelenata,lacerata,distrutta.
Non ne rimane niente. Sei insensibile a qualsiasi emozione.
Eppure...questo non ti impedisce di essere amato.- Taccio. -Io lo amo.
Lo amo perchè è mio figlio,e anche se non
rientrava certo
nelle mie previsioni...ora c'è,e
io voglio che continui ad esserci.- Mi mordo il labbro inferiore.
-Fai quello che vuoi. Non è un mio problema. Fallo
nascere,se ci
tieni tanto.- Il suo sguardo è perso in un punto impreciso
oltre
il vetro. -Ma non vivrà a lungo. Perirà presto,in
questo
mondo spietato. Non è una creatura esistente in
natura,è...uno strano esperimento. Non l'accetteranno.-
Sono tentata di urlargli di stare zitto. Ha detto delle cose talmente
brutte nel giro di pochi secondi...Sento gli occhi pizzicare.
Ma io non piango. Ho imparato.
-Perchè dici così?! Cosa ti ha fatto di
male,questa creaturina innocente?! Non è un esperimento,è
tuo figlio. E vivrà! Vivrà perchè io
lo proteggerò ad ogni costo.- Non mi guarda. Fissa il cielo.
Mi volto ed esco,apro la porta e me la sbatto alle spalle. Non ho
nient'altro da dirgli.
E mi ritrovo Maka davanti. Sì,è proprio lei,con
tanto di
cappotto nero svolazzante e minigonna a fantasia scozzese.
-Ehilà!- mi sorride.
-C...ciao. Ma che ci fai qui?! Non dovresti essere a scuola?- le
domando stupita.
-Io e Soul stavamo cercando Asura,ho percepito la sua presenza qui e mi
sono ricordata che Crona mi aveva accennato che vivevi nei dintorni. Mi
ha aperto la porta una signora molto gentile...- spiega.
-Oh,va bene.- bisbiglio. -State cercando Asura.-
-Sì. E' lì dentro?- chiede. Annuisco.
Entra nella stanza.
So già cosa
accadrà,alla fine,è inevitabile. Porto
le mani allo stomaco.
Stai per perdere il
papà ancora prima di conoscerlo,piccolino.
Note dell'Autrice: Saluti! Ho scritto questo capitolo
tutto d'un fiato. E ne sono piuttosto orgogliosa =) Quando ho finito di
scrivere e ho riletto ho solo pensato che bastardo Asura.
Ma infondo cosa vi aspettavate dal Dio della Follia?! Che si mettesse a
comprare pappine e cambiare pannolini?!-.- Percui si è
comportato in modo ignobile.
Questo era il penultimo capitolo,gente!!! Mi raccomando,recensite che
non vedo l'ora di sapere le vostre opinioni!!!
Lucy
|
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Capitolo 28 *** Softened. ***
capitolo 27
Prima di lasciarvi leggere l'ultimo
capitolo di questa
storia,voglio dedicarla alla mia migliore amica Eleonora.
Perchè solo una pazza come lei può sopportare
ogni giorno
una pazza come me.
E
vorrei ringraziare con tutto,ma
proprio tutto il cuore voi,se siete arrivati a leggere fin qui.
Soprattutto coloro che hanno recensito costantemente questa storia,che
l'hanno messa nelle seguite o addirittura preferite. E' grazie al
supporto dei miei lettori se sono arrivata a scrivere questo capitolo.
Io scrivo per voi,dopo che per me stessa. Grazie,davvero.
Capitolo ventisette. Softened
Tonfi. Schianti. Esplosioni. Oltre quella porta si sta scatenando un
inferno.
Oltre quella porta,sta avvenendo qualcosa d'irreparabile.
Ed io posso solo premere i palmi delle mani sulle orecchie,ignorare
questo,ignorare tutto. Come facevo da piccola,quando Medusa mi cercava.
Fingere di non esistere,non sentire,non accorgersi di nulla. Svanire.
E' straziante. E' desolante. E' terribile.
Vorrei urlare ma non ho voce,vorrei piangere ma non ho lacrime.
Asura sta morendo. Sì,morirà. Morirà,e
la morte
è per sempre. Se ne andrà e non
tornerà.
Non ci sarà più per nessuno. Nè per
me,nè per suo figlio.
So cosa si prova a vivere senza un genitore. Monchi,incompleti.
Talvolta infelici,talvolta soli.
E' come non avere un braccio. Si è privi di qualcosa che
dovrebbe esserci,costantemente tormentati da quel vuoto,da quella
mancanza che non verrà mai colmata.
Non riesco a pensare che non lo rivedrò mai più.
Che non
mi perderò più nelle screziature cremisi dei suoi
meravigliosi occhi,che non tornerà più a farmi
visita in
piena notte. Che il suo sorriso,quello di chi si ritiene infallibile,si
spegnerà come una candela consumata.
Mi rendo conto solo ora di non avergli mai detto ti amo.
Anzi,ti amo.
Perchè è così,negarlo è
inutile ormai. Lo amo,lo amo,lo amo.
E non smetterò di amarlo. Nemmeno quando le palpebre
ricadranno oscurandogli la realtà per sempre.
Ma qualcosa di lui mi rimarrà. Una prova,la piccola prova
che
è esistito,che esisterà per sempre. Il bambino.
Quel bambino che piangerà l'assenza di suo padre tutta la
vita.
Ma a quante disgrazie è già condannato,ancora
prima di
nascere?! Ad essere lo strano ibrido di un Kishin ed una strega,a
rappresentare l'unione di due mondi che per natura si odiano. A
crescere solo con la madre,ad essere minacciato da tutti quelli che
avranno dei sospetti.
Davvero ci riuscirò?! Davvero potrò proteggere
l'indifesa creatura che porto in grembo?!
Asura pensava di no. Asura non lo voleva. Ma in fondo lui scappava
davanti a qualsiasi responsabilità.
Era fatto così,non era mai cresciuto. Era rimasto un eterno
bambino,che desiderava soltanto la libertà,il divertimento.
Che
distruggeva tutto ciò che lo spaventava per non temerlo
più,che non ha mai saputo affrontare le sue paure ma
soltanto
spazzarle via con un potere che per questo ha ottenuto.
La porta si apre. Un acre,denso fumo che sa di fuoco e morte scivola
fuori silenzioso come un prigioniero che evade dalla cella.
Maka emerge dalla nube grigiastra,arrancando a fatica,zoppicando per
una profonda ferita alla gamba. Soul,la T-shirt a brandelli e le guance
sporche di cenere,la sorregge premurosamente.
Li fisso,una muta domanda negli occhi luminosi d'ansia.
-E' morto.- annuncia solennemente con voce fioca,esausta ma con un
sorriso vittorioso sulle labbra.
Qualcosa si spezza definitivamente in me. Lo sapevo. Lo sapevo. Non devo
sorprendermi.
Lo sapevo,ma non sarà mai abbastanza sopportabile.
-Fantastico.- rispondo arida con tono monocorde. Non lo notano,sono
troppo elettrizzati. -Sarà meglio che ti faccia vedere da
qualcuno. Sanguini.-
-Oh,non è niente.- mente allegra. Vedo Elise,seguita da
Jasmine,salire trafelata le scale.
-Ragazzi! Cosa sta succedendo qui?! Siamo uscite un secondo a
fare
la spesa,e rientrando abbiamo sentito...- Il suo sguardo cade sul
taglio di Maka. -Cosa ti sei fatta,cara?-
-Nulla,davvero...-
-Sciocchezze! Vieni con me,andiamo in salotto che ti disinfetto. E'
rischioso lasciare aperte ferite così grandi,non lo sai?-
-La signora ha ragione,Maka. Non provare ad insistere.- la rimprovera
Soul. La ragazza,sospirando,li segue al piano di sotto. -E va bene...-
Rimango ferma dove sono,a sentire i loro passi disperdersi nelle scale.
-Shaula. Come ti senti? E' da ieri sera che non dici una parola.- La
voce di Jasmine mi desta all'improvviso.
Mi volto verso di lei. I capelli ramati sono sciolti sulla schiena,come
fiamme sulla sua semplice maglietta bianca. Porta dei bellissimi jeans
svasati azzurro intenso,miracolosamente indenni dai soliti supplizi che
infligge lavandoli a tutti i suoi capi di vestiario.
Mi guarda,gli occhi verdi dolci come al solito. Non ho avuto nemmeno
modo di parlarle,ero esausta.
-Non molto bene.- bisbiglio sottovoce. Tutte queste cose che sono
accadute tutte insieme mi hanno destabilizzata,ho bisogno di un po' di
calma,di pace.
-Cosa c'è che non va?! Dài,sai bene che puoi
dirmi tutto.- m'incoraggia. Devo avere proprio un'aria distrutta.
E' vero. Merita di sapere.
-Asura è morto.- rivelo piano.
-Oh.- Mi fissa,con severità. -Ma tanto a te non
interessa,giusto? Tu l'hai dimenticato,no?-
-Aspetto un bambino.- Cala un silenzio agghiacciante.
-...cos'hai detto?!- riesce
a chiedere,sconcertata. Ha gli occhi sgranati.
-E' successo per...sbaglio,va bene?! Non era certo mia
intenzione...insomma...che accadesse. L'ho scoperto ieri. Ma Asura ha
detto che mi sarei solo rovinata la vita a farlo nascere,che non era un
suo problema e...-
-Aspetta. Aspetta.- Mi interrompe scioccata. -Significa che voi due avete...-
-Jasmine!- sbotto avvampando. -Ti sembra il caso?!-
-Ti avevo detto di stargli lontana! Non di portartelo a letto,cavolo!
Ohh,perchè non mi ascolti mai?!- si lamenta. E' preoccupante
sentirla dire cavolo,perchè
secondo il suo carattere pacifico equivale a porca troia. E'
proprio arrabbiata.
-Ma che importanza ha,ora?! E' morto. Ed anche se fosse
sopravvissuto,aveva già fatto intendere chiaramente di non
volerlo. Perciò dovrò volergli bene per due.-
Sussulta,come l'avessi schiaffeggiata. -Mi stai dicendo che vuoi tenere
il figlio di quel mostro?!-
Ci rimango di sasso. Non ci posso credere. Lo pensa anche lei.
-Certo che voglio tenerlo! Che colpe ha,lui?! Merita di
nascere
come chiunque altro! E' un bimbo,soltanto un bimbo. Cosa ci trovi di
ripugnante in questo?!?-
Stringe gli occhi. -Oh,no. Non è un bimbo qualsiasi! Non
potrà mai esserlo,un figlio suo. Non raccontiamoci storie:
non
hai idea di che cosa sia.-
-Mi stai dicendo che dovrei ucciderlo?! Che dovrei ammazzare un
esserino così piccolo e così fragile? Che
dovrei...liberarmene?!-
Questa parola,aspra quanto orribile,mi esce a fatica dalle labbra,come
un insulto.
Qualche secondo di silenzio. Sorride,intenerita. -Puoi fare quello che
vuoi,ovviamente. Ti sto dicendo che...non sarà facile. Vieni
qui,su.-
Mi abbraccia,stretta stretta. -Qualsiasi cosa succeda,io ci
sarò
sempre per te. Ti sosterrò in ogni caso. Lo sai,vero?-
Annuisco. -Le sorelle fanno così.-
Passiamo qualche secondo in silenzio. -Possibile che ti devi sempre
cacciare nei guai?! Ti levi dalle scatole Medusa e Arachne e ti fai
mettere
nei casini da quello stronzo che,con molta nonchalance,ti ha liquidata
con un non è
un problema mio...-
-Piantala. Non chiamarlo casini.
Per me non è un casino,è una benedizione.
Capisci? Gli
voglio bene.-
Lascio scivolare le mani sul ventre piatto,che
crescerà sempre di più. Ce la faremo,io e te. Ce la
faremo anche senza papà.
E ovviamente ci saranno
Elise e
Jasmine con me,non saremo soli. Andrà tutto bene,non
preoccuparti. Farò in modo che vada tutto bene.
Sorrido,fra me e me. Sopravviverà,caro il mio
Asura.
Dopotutto ha il tuo sangue nelle vene. E anche il mio. Anche quello dei
Gorgon.
Diventerà
qualcosa di incredibile. Vedrai.
Note dell'Autrice: Fine. Eh,già,fine. E' malinconicamente
soddisfacente scriverlo.
Ecco,la storia è finita,e spero con tutto il cuore che voi
l'abbiate apprezzata. Per me è stato fantastico
scriverla,leggere i vostri commenti...davvero,mi sono divertita.
Durante questi capitoli,scrivendoli in prima persona,mi ci sono
affezionata a Shaula. Adesso è un po' come conoscerla,non so
se
mi spiego...E mi dispiace lasciarla così,in un momento fra i
più importanti della sua vita. E' un po' come un tradimento.
(
sì,ormai lo sapete che sono totalmente
andata,perciò
lasciatemi sclerare)
Però chi vuole,se vuole,può leggere il
seguito,che
comunque potranno leggere anche quelli che non hanno letto questa
storia,perchè comunque non parla di Shaula. Allora,che ne
dite?
Commentate anche questo ultimo capitolo?
Lucy
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