Someone like you

di MissingPieces
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***
Capitolo 22: *** 22 ***
Capitolo 23: *** 23 ***
Capitolo 24: *** 24 ***
Capitolo 25: *** 25 ***
Capitolo 26: *** 26 ***
Capitolo 27: *** 27 ***
Capitolo 28: *** 28 ***
Capitolo 29: *** 29 ***
Capitolo 30: *** 30 ***
Capitolo 31: *** 31 ***
Capitolo 32: *** 32 ***
Capitolo 33: *** 33 ***
Capitolo 34: *** 34 ***
Capitolo 35: *** 35 ***
Capitolo 36: *** 36 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Ho preso una decisione, lo farò. Ho venticinque anni e ho capito che ormai le cose non cambieranno, il momento è arrivato. 

In quanto omosessuale la mia vita non è mai stata facile, ho avuto parecchi problemi durante l'adolescenza; quegli anni mi hanno devastato e mi hanno fatto chiudere sempre più in me stesso, per questo e per tanti altri motivi mi sono sempre sentito diverso. 

Forse non da sempre, probabilmente solo da quando gli altri hanno cominciato a farmi sentire sbagliato e anormale.

Forse è per questo motivo che mi sono ridotto così e che sono sempre stato solo, ma ora che non sono più un ragazzino ho capito tante cose e non mi sento più così diverso.

Ho capito che in me non c'è nulla di sbagliato ma è nel mondo che mi circonda che ci sono troppe cose sbagliate.*

Nonostante questo però il mio carattere non è cambiato, quello che ho passato mi ha fatto diventare troppo diffidente e introverso, ho creato una barriera intorno a me o meglio, gli altri l'hanno creata.

Il problema è che finora nessuno si è mostrato interessato ad abbatterla. Tutti si fermano all'apparenza, nessuno è mai stato curioso di andare fino in fondo, nessuno ha mai mostrato il desiderio di conoscermi davvero.

 

Per questo e altri mille motivi sono arrivato alla conclusione che resterò solo per sempre e anche se a volte cerco di convincermene, non sono ancora rassegnato a questa cosa.

E' difficile farlo, è difficile accettare che non sarò mai amato da nessuno, che nessuno mi guarderà in un certo modo e che non sarò mai importante per nessuno.

Non saprò mai cosa si provi ad essere baciato, accarezzato, toccato e non saprò mai cosa si provi a fare l'amore. Ma non voglio rimanere vergine pr sempre. Nonostante la mia giovane età ho già troppi rimpianti. La mia vita non è mai stata come quella dei miei coetanei, ho perso tante cose che non posso più recuperare e non voglio rinunciare anche a questo.

Ho dunque preso una decisione, la mia prima volta e molto probabilmente anche l'ultima sarà con un gigolò. Non è per nulla romantico e non sarà esattamente come l'ho sempre immaginata, ma sarà meglio di niente. Sono mesi che quest'idea mi perseguita, ora ho deciso, lo farò. Ho cercato un'agenzia online di gigolò gay che sembrasse seria e sicura.

Ora il problema è scegliere la persona adatta, sì perché voglio scegliere accuratamente la persona con cui farò sesso per la prima volta.

"Farò sesso" mi sembra così squallido quello che sto facendo.

Ho sempre immaginato che quando avrei perso la verginità avrei fatto l'amore con un ragazzo che amavo e che mi amava ma si sa non si può avere tutto dalla vitae e forse pochi lo sanno bene quanto me.

Su questo sito ci sono un centinaio di uomini tra i quali posso scegliere, su alcuni punti ho già le idee chiare, vorrei che non fosse di qui e che il nostro incontro avvenisse in un posto abbastanza lontano; se qualcuno venisse a saperlo potrei morire dalla vergogna.

Passo da un profilo all'altro per cercare quello che... non so nemmeno io cosa sto cercando. So solo che più guardo queste foto più mi sento sporco, questa non è una cosa da Kurt Hummel. Non avrei mai creduto di dover ricorrere ad un gigolò e ad essere sincero mi faccio pena da solo.

E' davvero troppo imbarazzante, non so, forse dovrei lasciar perdere.

Non so nemmeno dove troverò il coraggio di fare certe cose con uno sconosciuto. Forse il fatto che io non sappia nulla di lui e lui di me mi aiuterà a lasciarmi andare di più. Non avrò la mia solita paura di essere giudicato, criticato, deriso. Lo vedrò una sola volta così uscirà dalla mia vita prima di esserci realmente entrato.

Il problema ora è trovare quello giusto, anche se forse giusto è la parola sbagliata. Non posso trovare quello giusto guardando una foto, anzi probabilmente non esiste quello giusto per una cosa del genere, ma devo comunque sceglierne uno, non vorrei sceglierlo solo in base a quello che mi attrae di più ma non è che abbia molta scelta.

Posso già scartarne parecchi in virtù del loro anno di nascita, vorrei che avesse la mia età o poco più.

Comincio la ricerca.

Troppo vecchio... 

Troppo giovane...

Troppo scialbo...

Troppo muscoloso... 

Troppo alto...

Troppo bello per me... 

Troppo... tutto...

Alto poco più di me, moro, capelli medio lunghi, occhi verdi, lineamenti quasi perfetti, un anno in più di me.
Mmmhhh... Devo tenerlo in considerazione, potrebbe fare al caso mio.

Vado avanti nella ricerca.

Anche questo troppo giovane...

Anche quest'altro troppo bello...

Un altro troppo vecchio...

Passo velocemente tra un profilo all'altro, quasi svogliatamente, forse in fondo non voglio trovarlo davvero.

Ma eccone un altro che sembrerebbe adatto a me. Vediamo... capelli corti ricci, poco più vecchio di me, statura media, occhi scuri... ok, candidato numero due.

Continuo con fare annoiato a cliccare velocemente per andare avanti nella ricerca.

Questo no...

Quest'altro no...

No...

Altri troppo vecchi...

Troppo alto...

No...

N... Oh... aspetta... torno indietro... Wow...

Occhi... che razza di colore è?! Non ho mai visto degli occhi di questo colore.

Non riesco a definirli. Non sono castani. Non sono verdi. Forse nocciola? 

Mi ricordano l'ambra, sono prevalentemente scuri ma con sfumature tendenti all'oro e al rame. 

E wow... sono così luminosi e limpidi...

Quando finalmente riesco a staccarmi da quegli occhi dal colore indefinibile, mi soffermo sulle altre sue caratteristiche.

Dunque... moro, capelli ricci né troppo lunghi né troppo corti, sopracciglia triangolari, alquanto imbarazzanti aggiungerei, qualche centimetro più basso di me, qualche mese più piccolo di me, fisico né troppo asciutto né troppo muscoloso.

Torno a concentrarmi sui dettagli del suo viso... non sarà perfetto... ma c'è qualcosa in quello sguardo e in quel sorriso.

Penso di averlo trovato, sì credo proprio sia lui quello giusto.

Continuo nella ricerca, chissà potrei trovare di meglio...

Vediamo... continuo a cliccare, ma dopo qualche minuto mi rendo conto di non stare realmente guardando nessun profilo...

Capisco subito il perché... quegli occhi e quel sorriso non vogliono darmi tregua. Torno indietro per ritornare in quel profilo e mentre scorro le pagine, mi rendo conto che nessun altro sembra andare bene, semplicemente perché nessuno è lui.

Ok, sto cominciando a diventare ancora più patetico ma non so perché quel ragazzo è come una calamita per me, non posso fare a meno di esserne attratto.

Ho deciso, è lui. Perché continuare a cercare, se ho anche avuto la fortuna di trovare uno che mi abbia preso così tanto?

Leggo come devo procedere. Bene, devo mettermi in contatto con l'agenzia e comunicare il codice della persona scelta, la cosa si fa sempre più squallida, non hanno nemmeno un nome con il quale essere identificati. 

Mi sento sempre più a disagio ma continuo a leggere, non avrò contatti con lui fino al fatidico giorno che sceglierò io.

Non so se cercare di risolvere tutto in pochi giorni o se aspettare un po' per essere completamente sicuro di questa decisione e dopo qualche minuto di riflessione decido di darmi tempo due settimane, ho bisogno di prepararmi.  

Ora non mi resta che chiamare l'agenzia e comunicare il giorno, il luogo, l'ora e gli altri dettagli. Dopodiché se il ragazzo scelto sarà libero mi daranno la conferma.

Dovrò anche dire che per me sarà la prima volta, non tutti accettano un appuntamento con un vergine.

Esito ancora un po' prima di procedere poi ripenso a lui e capisco di avere un motivo in più ora per portare a termine questa cosa.

Non so il perché ma è come se sentissi il bisogno di conoscere quel ragazzo, mi sento un idiota perché ho visto solo qualche sua foto, ma c'è qualcosa in lui che non riesco ad ignorare.

Un passo per il momento è stato fatto, ora non resta che aspettare e vedere cosa succederà.


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Note:

Salve a tutti, questa è la prima fan fiction che scrivo, non so perché mi sia venuta questa idea, ma qualcosa mi ha spinto a scriverla e a pubblicarla.
E’ stato difficile scegliere un genere unico, credo sia un insieme di più generi diversi. Come potete vedere quelli che ho scelto sono piuttosto contrastanti tra loro, ma basandomi sulla storia che ho in testa, non ho potuto fare diversamente. Ho avuto difficoltà anche a scegliere il rating, per diversi motivi per ora ho scelto l’arancione ma potrebbe diventare rosso.

Spero che questa specie di introduzione sia stata almeno leggibile, comunque tutto quello che riguarda il sito e l'agenzia è inventato, non so come funzionino queste cose :)

*E' più o meno una frase che disse una volta Chris.
 
Saluti.

 

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Capitolo 2
*** 2 ***


Domani sarà il grande giorno, il ragazzo che ho scelto ha accettato ed io non ho disdetto l'appuntamento, anche se ad essere sincero sono stato vicino a farlo un milione di volte.
Sono nervoso, preoccupato, agitato e spaventato, chissà forse non è troppo tardi per mandare tutto all'aria.
Ok, basta la devo smettere, quel che fatto è fatto, non posso più tirarmi indietro.

A questo punto è arrivato il momento di decidere cosa indossare. Dopo aver trascorso più di venti minuti a fissare il mio armadio, decido che forse è il caso di andare a fare shopping, non voglio essere né troppo elegante, né troppo casual.
Chissà poi perché mi sto facendo tutti questi problemi, non devo andare al mio primo appuntamento e non devo piacergli. Lo pago e che io gli piaccia o no sono affari suoi, non miei, è il suo lavoro.

"Lo pago"... che squallore, questa parola mi pesa incredibilmente, non avrei mai creduto di essere costretto ad arrivare a questo punto.

Dopo un'oretta buona di shopping ritorno a casa con lo stesso problema che avevo prima di uscire. Ho acquistato più del dovuto e non ho ancora deciso quale tra questi abiti indosserò, non so perché ma nonostante tutto c'è qualcosa che mi spinge a fare il possibile per essere perfetto.

Dopo svariate sfilate davanti allo specchio opto per un paio di pantaloni neri piuttosto aderenti, un gilet nero e una semplice maglia aderente a maniche lunghe color bianco panna; non voglio essere troppo appariscente quindi penso che questa sia la scelta giusta.


Il grande giorno è arrivato, mancano soltanto poche ore all'appuntamento ed io sono sempre più nervoso e impaurito.
Ho passato giorni a cercare il luogo adatto, subito ho pensato di scegliere un piccolo hotel magari sperduto su una collina o qualcosa del genere, ma poi ho capito che forse avrei attirato di più l'attenzione.
Avrebbero visto un ragazzo solo prendere una camera per essere poi raggiunto da un altro ragazzo, avrebbero sicuramente notato due uomini che passano del tempo nella stessa stanza e che non arrivano nemmeno insieme.
Avrei suscitato sicuramente parecchia curiosità e forse sono paranoico ma eviterei di dare troppo nell'occhio, meglio confondersi tra la folla.

Ho scelto un hotel molto frequentato, per lo più da uomini d'affari, quindi da persone che viaggiano molto e che non si fermano a lungo in nessun posto.
In questo modo non dovrebbe esserci nessuna probabilità di trovare qualcuno che conosco e nessun problema con la reception, è talmente frequentato che non faranno nemmeno caso a me... e a lui.

Mi trovo nella hall dell'albergo, faccio un bel respiro e cerco di muovere le gambe, che sembrano diventate sempre più pesanti, per dirigermi verso la receptionist.
Cavolo, sto per farlo davvero. Con finta tranquillità do i miei dati e aspetto che mi consegnino le chiavi della stanza che afferro con riluttanza.
Ogni piccolo gesto che sto facendo richiede un tale sforzo. E' tutto un passo in avanti verso il grande momento e ho paura perché tutto sta diventando sempre più reale.

M’incammino timorosamente verso l'ascensore per raggiungere il piano dove si trova la mia camera.
Dopo pochi istanti le porte si aprono, rimango lì, fermo, le mie gambe non ne vogliono sapere di varcare quella soglia e sento il desiderio di scappare diventare sempre più impellente.

Mi decido a muovermi solo quando mi accorgo che le porte stanno per richiudersi, così molto lentamente percorro un breve tratto e arrivo davanti alla porta della mia stanza.
 
Ci siamo. Con mano tremante inserisco la tessera, la porta si schiude, prima di entrare la spingo da un lato per vederne l'interno.
Sono fermo sulla soglia, guardo quel letto che significherà molto per me. Cerco di muovermi, ma è come se i miei piedi fossero incollati al pavimento, mi sento incatenato, mi sento soffocare, vorrei solo scappare.

Penso al motivo per cui sono qui, penso a lui e in quell'istante è come se qualcuno mi avesse liberato dalle catene che mi trattenevano.

Entro, tiro un lungo sospiro e mi chiudo la porta alle spalle, controllo l'orologio, lui dovrebbe essere qui tra circa un'ora; a quel pensiero un brivido mi percorre la schiena.
Dopo una doccia veloce indosso gli abiti che ho scelto e mi sistemo i capelli lasciandoli abbastanza liberi e scompigliati.

Negli ultimi anni ho smesso di usare chili di lacca, ora li preferisco più morbidi e naturali.
 
Do un altro sguardo all'orologio e mi rendo conto che manca davvero poco, ormai ci siamo.

Tra poco più di un quarto d'ora dovrebbe essere qui, decido di provare a rilassarmi per smorzare la tensione durante questo poco tempo che mi è rimasto a disposizione, così comincio a fare l'unica cosa in grado di calmarmi e di rasserenarmi. Cantare.
Cercando di tenere un tono di voce basso comincio a cantare la prima canzone che mi passa per la mente...

 

I'm in here, can anybody see me? 
Can anybody help?
I'm in here, a prisoner of history…can anybody help?
Can't you hear my call?
Are you coming to get me now?
I've been waiting for,
you to come rescue me,
I need you to hold,
all of the sadness I can not,
living inside of me...
I'm in here, I'm trying to tell you something,
can anybody help?
I'm in here, I'm calling out but you can't hear,
can anybody help?
Can't you hear my call?
Are you coming to get me now?
I've been waiting for,
you to come rescue me,
I need you to hold,
all of the sadness I can not,
living inside of me...
I'm crying out, I'm breaking down,
i am fearing it all,
stuck inside these walls,
tell me there is hope for me...
Is anybody out there listening?
Can't you hear my call?
Are you coming to get me now?
I've been waiting for,
you to come rescue me,
I need you to hold,
all of the sadness I can not,
living inside of me...
Can't you hear my call?
Are you coming to get me now?
I've been waiting for,
you to come rescue me,
I need you to hold...
living inside of me...
I'm in here, can anybody see me?
Can anybody help?


Traggo un lungo respiro, mi sento meglio, ogni volta che canto è come se fossi trasportato in un altro mondo, in quei tre o quattro minuti mi sento così libero e lontano dalla realtà. Peccato che quella sensazione di serenità duri così poco ma mi aiuta comunque a rilassarmi e a tranquillizzarmi.
Questa canzone non sarà molto allegra, anzi, ma la sento così mia che mi aiuta sempre cantarla.

Mi do una controllata allo specchio, manca davvero solo qualche minuto. Respiro, respiro, respiro.
Sento dei rumori provenire dal corridoio, sembrano passi. Li sento sempre più vicini finché non s’interrompono.
Rimango con il fiato sospeso per qualche minuto finché sento bussare alla mia porta.
E' un tocco leggero, delicato, così contrastante con il battito del mio cuore che sembra mi stia per scoppiare nel petto.
Non ho più scampo, non posso più tornare sui miei passi. E' fatta. In un attimo di follia penso che potrei buttarmi dalla finestra, ma non credo sia una buona idea.

Molto lentamente, forse troppo, mi dirigo verso la porta, la fisso per qualche istante, la mia mano sembra non essere intenzionata a muoversi.
Ad un tratto penso a lui, ai suoi occhi, cavolo è così vicino.
Porto la mano sulla maniglia, esito ancora qualche secondo poi finalmente, come se fosse una delle così più difficili al mondo, mi decido a togliere l'unico ostacolo che m’impedisce di vedere quegli occhi che mi tormentano da giorni.

Rimango a fissare quello sconosciuto senza muovere un passo, anche lui rimane immobile mentre molto lentamente fa passare lo sguardo lungo tutto il mio corpo.
Avere quegli occhi su di me in quella maniera, mi sconvolge. Il suo sguardo non mi piace, mi fa sentire nudo, forse mi sta giudicando per essere ricorso ad un gigolò o forse non gli piaccio fisicamente e sta pensando che sarà difficile portare a termine il suo lavoro.
Mi sento un oggetto, anche se forse in questa situazione è lui che dovrebbe sentirsi tale.

I suoi occhi arrivano all'altezza del collo per poi concentrarsi sul viso, indugiare sulla bocca e arrivare infine agli occhi.
Il suo sguardo sicuro e malizioso di poco prima sembra sparire per un attimo per lasciare spazio a qualcosa che non riesco a decifrare, per un attimo mi è sembrato sorpreso.

Di una cosa sono sicuro, quello sguardo nel mio m’innervosisce e non vedo più quella limpidezza e quella luce che vidi nella sua foto.
Mi sto agitando sempre di più, forse lo capisce o forse no, ma grazie al cielo si decide a parlare.

"Allora mi fai entrare?! Non credo che stando fermi qui, potrei eseguire il mio compito" mi dice con sguardo ammiccante.
Arrossisco e mi maledico per essermi cacciato in questa situazione, mi sposto da un lato e con un gesto della mano lo invito ad entrare.
Chiudo la porta e la paura comincia ad impossessarsi di me.
Mi sento un tale idiota, sembro un ragazzino, devo smetterla di comportarmi in questo modo, devo ricorrere alla mia tanto amata ironia e al mio talento che mi salvano nelle situazioni in cui mi sento a disagio, devo mostrare sicurezza, non posso e non voglio fargli capire quanto sia nervoso.
Ma prima che possa dire qualcosa è di nuovo lui a parlare.

"Bene, allora prima di tutto vorrei mettere in chiaro alcune cose, diciamo che ho delle regole che non ho mai trasgredito, mai.”

Annuisco per esortarlo a continuare.
"Non devono esserci presentazioni, meno cose so del mio cliente e viceversa, meglio è.
Non ho mai più di un incontro con la stessa persona, questo vuol dire che oggi è l'unica volta in cui ci vedremo; per altri appuntamenti dovrai scegliere qualcun altro."

Come si permette?! Cosa gli fa credere che vorrò altri appuntamenti?
Chi si crede di essere?! Questo suo comportamento mi da sui nervi e non riesco a controllarmi.

"Cos’è hai paura che i tuoi clienti rimangano così delusi dal primo incontro che non ti vogliano per un secondo, quindi metti le mani avanti?"

Sembra piuttosto sorpreso dal mio commento mentre si avvicina e si ferma a pochi passi da me.

Mi guarda con strafottenza, si sofferma sulle mie labbra, poi con un sorriso sarcastico e con un tono pericolosamente basso dice:
"Vedremo tra qualche ora se crederai ancora che qualcuno possa rimanere deluso da me."

Un brivido mi percorre la schiena, sarà per i suoi occhi così vicini, per il suo respiro che accarezza il mio viso, per la sua voce roca e per il suo profumo.
Dannazione quel profumo. Non so se sia il suo dopobarba, il suo shampoo, il suo bagnoschiuma, la sua acqua di colonia o semplicemente l'odore della sua pelle o se sia un misto tra tutto questo, l'unica cosa che so è che... santo cielo, non ho mai sentito un odore così eccitante.
Comincio a sentire caldo, faccio un passo indietro cercando però di nascondergli quanto mi abbia sconvolto con così poco.

Lui ha una strana espressione in volto, ma dura solo qualche istante, fa un passo indietro a sua volta prima di riprendere la parola:
"Torniamo alle mie regole.

Non bacio sulle labbra. Né con la lingua né senza, precisamente non bacio e basta.
Non coccolo e per l'amor del cielo non voglio essere coccolato e non faccio altre cose di questo genere.
E' solo sesso, semplice e puro sesso, niente di più, niente di meno.
E' tutto chiaro? Domande?"

Che razza di bastardo ho scelto.
Mi sento uno schifo e sono sempre più agitato, comincio muovere nervosamente le mani prima di chiedere.
"Una sola domanda, per quel che riguarda..." mi schiarisco la voce. "... i preliminari? Cioè... come sai... questa è la... pr... prima volta per me."
Mi fermo sperando che capisca dove io voglia arrivare, ma a quanto pare non ci arriva e si limita a guardarmi confuso.
"Voglio dire... andremo subito al sodo? Così senza... nessuna preparazione?"
Quando capisce cosa intendo mi guarda scocciato.
"Io sono un professionista, faccio quello per cui sono pagato, non sono uno stupratore è chiaro che, soprattutto nel tuo caso, ci sarà un'adeguata preparazione.

Sia ben chiaro però che nel mio servizio non sono comprese smancerie o cose del genere, se ti aspettavi qualcosa di diverso, hai sbagliato persona. Anzi hai sbagliato tutto, in questo settore funziona così, se volevi qualcosa di più, avresti dovuto cercarti un fidanzato."

Quelle parole mi arrivano dritte al cuore e mi fanno talmente male che rimango paralizzato. Sento i miei occhi riempirsi di lacrime, faccio di tutto per trattenerle, non posso piangere davanti a questo bastardo.
Ma lui se ne accorge, sembra dispiaciuto, per un attimo mi sembra di scorgere quello sguardo che vidi in quella foto e che mi ha tormentato a lungo.
Ma è solo un istante.

Deglutisco più volte prima di trovare la forza di parlare.
"Per caso sei pagato anche per giudicare o offendere i clienti?"
Tenta di rispondere ma lo interrompo e continuo.

"Non devo darti nessuna spiegazione, non sono affari tuoi i motivi per i quali ho fatto questa scelta.
Hai detto che fai quello per cui sei pagato, sei un professionista, allora non ha nessun diritto di parlarmi in questo modo. Sapevo benissimo a cosa sarei andato in contro, non mi aspettavo certo di fare l'amore, sapevo che sarebbe stato solo sesso, non so perché pensi che mi aspettassi di più.

L'unica cosa che non sapevo è che avrei scelto un bastardo maleducato pieno di sé."

Le mie parole gli fanno male e lo lasciano sorpreso, glielo leggo negli occhi, la sua sicurezza sembra vacillare per un attimo.

"Io non sono così" sussurra con un tono di voce che non gli avevo ancora sentito e con lo sguardo perso nel vuoto.
Ora tocca a me sorprendermi, sembra completamente un'altra persona.
Rimane così per qualche istante finché non sposta lo sguardo nel mio, rimaniamo così per qualche secondo, gli occhi negli occhi.
Eccolo di nuovo quello sguardo, quello che mi ha spinto a sceglierlo.
Sento qualcosa che non ho mai sentito prima d'ora, men che mai con uno conosciuto, qualcosa che non sono nemmeno in grado di spiegare.
I suoi occhi sono di nuovo scrutatori ma questa volta non indagano il mio corpo, sembrano voler andare molto più in fondo, sembrano cercare chissà che cosa nei miei e questo mi rende terribilmente vulnerabile.
Distolgo lo sguardo, non riesco a reggerlo ancora, faccio un passo indietro e cerco di riprendere il controllo.

“Scusami, non ho il diritto di dirti come sei, non ti conosco. Posso solo dirti che in questi minuti mi hai dato quest'impressione. Ma ho esagerato, non dovevo. Tu non hai il diritto di giudicare me e io non ho quello di giudicare te.”
Le mie parole sembrano sorprenderlo ancora una volta, esita un attimo prima di riprendere a parlare.
Sembra indeciso su cosa dire, poi torna velocemente ad essere il ragazzo arrogante di poco prima.

"Va bene, ma possiamo procedere? Non sono venuto qui per parlare, sono pagato per fare qualcosa di preciso, quindi atteniamoci a quello, ok?"
Basta, questo è troppo, non lo sopporto. Ho deciso, lascio perdere.

"Sai cosa ti dico? Lasciamo stare, ti pagherò comunque la cifra stabilità. Scusami per il disturbo ma non posso e non voglio continuare."
Mi guarda con uno sguardo indecifrabile per qualche minuto poi dice:

"Se è questo che vuoi, va bene. Però avresti potuto pensarci bene prima di farmi venire fin qui. Perché mi hai contattato se non eri pronto?"

Cerco di mantenere la calma.

"Il problema non è se io sono pronto o meno, il problema è che non voglio farlo con te. Ti pagherò il doppio della cifra, è abbastanza per il disturbo?"

"Diciamo di sì" risponde con tono incolore.

Vado a prendere il libretto degli assegni nel mio borsone, mentre lo cerco gli do le spalle, quando mi volto a guardarlo mi accorgo che mi stava fissando il sedere.
Mi guarda con sguardo malizioso e si lecca lentamente le labbra mentre io arrossisco in maniera piuttosto evidente.
Compilo l'assegno e glielo porgo, lui lo afferra in silenzio, poi si dirige verso la porta; prima di uscire però si volta verso di me e molto, troppo, lentamente fa passare lo sguardo lungo tutto il mio corpo soffermandosi sulle parti basse.

"Peccato però..." mi dice con sguardo ammiccante guardandomi negli occhi... "mi sarebbe piaciuto farci un giro su quel corpo!"
Sussulto e arrossisco di nuovo ma per non comportarmi come uno stupido ragazzino, cerco di rispondergli a tono.
Con finto tono dispiaciuto esclamo: "avresti potuto averlo, ci sei andato molto vicino, è stata solo colpa tua."
"Touché" mi dice prima di uscire da quella porta e molto probabilmente anche dalla mia vita.


 

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Note: Grazie mille a tutte le persone che hanno letto il primo capitolo, a quelle che l’hanno recensito e a quelle che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ ricordate!

Grazie davvero, spero che la storia vi piaccia almeno un po’! Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate!
Consigli, opinioni e critiche sono sempre ben accetti! :-)

Per quel che riguarda questo capitolo, la canzone è “I'm In Here” di Sia. L’ho scelta per un motivo che si capirà in seguito.
Alla prossima.

Saluti.


 

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Capitolo 3
*** 3 ***


Ho la testa piena di confusione per quello che è appena successo quando, dopo aver aspettato un po' di tempo per assicurarmi che lui avesse lasciato l'albergo, mi dirigo verso la reception per consegnare la chiave; lì però succede qualcosa che mi rende ancora più confuso, mi viene comunicato che qualcuno ha lasciato qualcosa per me. 
Dopo un attimo di titubanza afferro la busta che la receptionist mi sta porgendo con un sorriso, la apro e quando scopro il suo contenuto rimango decisamente di stucco.
Non so a cosa pensare, lui mi ha restituito l'assegno, ma perché? Ci penso e ci ripenso ma non riesco a trovare una spiegazione logica al suo comportamento, sono davvero stranito da questo suo gesto.
 
L'unica cosa che so e che quel ragazzo è davvero strano, ho passato solo qualche minuto con lui e non so bene il perché ma ho la sensazione che nasconda qualcosa; una parte di me è dispiaciuta per avergli detto quelle cose,
non è da me giudicare le persone in base alla prima impressione e so di aver esagerato ma mi ha fatto perdere il controllo e la cosa non mi piace; non mi succede spesso di comportarmi in quel modo, sarà lui che tira fuori il lato peggiore di me.
 
Però c'è qualcosa che mi incuriosisce in lui, qu
alcosa che non so spiegare che mi fa avere la sensazione che non sia solo un bastardo insensibile come l'ho dipinto; da qualche parte sotto quella sua maschera credo di aver intravisto di più, è stato solo per un istante ma sono sicuro di quello che ho visto.

Se solo non avessi reagito così male! Perché devo sempre rovinare tutto? Ma sopratuttto, perché mi sto facendo tutti questi problemi?
Anche se fossi andato fino in fondo non sarebbe cambiato nulla, non lo avrei comunque più rivisto e poi resta il fatto che si sia comportato da vero stronzo.
 
E' solo che quel ragazzo m’incuriosisce, mi attrae e non solo fisicamente; non so cosa sia, non mi è mai successo prima di sentirmi preso così tanto da una persona dopo averla vista solo per pochi minuti, una persona che, tra le altre cose, non mi ha trattato nel migliore dei modi.
Sono sempre stato attratto dai bravi ragazzi, educati, dolci quanto basta, sensibili, con un cuore buono ma chiaramente anche con qualche difetto, non ho mai creduto ai principi azzurri e anche se esistessero credo sarebbero un tantino "noiosi". 
 
Con lui è diverso, nonostante si sia mostrato un bastardo non riesco a non sentirmi attratto da lui. Sento il desiderio di conoscerlo meglio e di scoprire se la mia sensazione sia giusta o se non sia niente di più di come si è mostrato oggi.
 
Perché i miei piani non vanno mai come vorrei?! Perché tutto quello che programmo prende sempre un'altra direzione?
Oggi sarebbe dovuta essere una giornata particolare per me, avrei dovuto fare un’esperienza importante che mi avrebbe fatto sentire più leggero e invece quest'incontro mi ha solo creato un nuovo problema. Un nuovo peso. Lui. 
 
Sospiro pesantemente mentre mi dirigo verso la mia automobile, l'ho quasi raggiunta quando senza sapere esattamente il perché rivolgo lo sguardo verso un’auto scura che si trova non molto lontano dalla mia. E' ferma, ma c'è qualcuno al posto di guida. 
Dopo un attimo mi accorgo che quel qualcuno è lui, così cerco di nascondermi per osservarlo senza il pericolo di essere visto mentre mi chiedo cosa stia facendo ancora qui e perché stia lì fermo senza fare nulla.
 
Cerco di cambiare postazione per riuscire a vedere meglio il suo viso.
Quello che vedo mi fa sussultare, sembra completamente un'altra persona da quella che ho conosciuto non molto tempo prima.
Ha lo sguardo perso nel vuoto con un'espressione piuttosto triste, non so perché ma la sua tristezza mi colpisce come uno schiaffo, mi arriva dritto al cuore e non posso fare a meno di provarla sulla mia pelle.
Sento l'irrefrenabile voglia di aiutarlo, di fare qualcosa per quell'anima in pena, sarà perché  non sopporto vedere le persone tristi, forse perché so come ci si sente e vorrei che nessuno si sentisse così.
Vorrei che tutti potessero essere sereni, amo i sorrisi sinceri e veri, come il suo che mi colpì quando lo vidi in foto per la prima volta, quello era decisamente uno di quei sorrisi che amo, spontanei, che riescono a trasmettere luce e calore anche se bloccati in una fotografia.

Continuo a guardarlo chiedendomi come mai sia così triste, vorrei conoscere i suoi pensieri, vorrei sapere cosa c'è nella sua mente e nel suo cuore in quel momento; ma non posso fare niente di tutto questo così mi limito ad osservarlo finché un'automobile poco distante da me, per poco non si scontra con un'altra che stava arrivando dalla direzione opposta. 
Succede tutto molto velocemente, uno dei due conducenti suona il clacson, in quel momento il mio sguardo ritorna da lui. Quel suono deve averlo destato, si guarda intorno confusamente finché inaspettatamente incontra il mio sguardo.
 
A questo punto so che dovrei nascondermi, scappare o fare qualunque altra cosa a parte rimanere fermo a fissarlo come invece sto facendo ma è come se qualcosa mi impedisse di muovermi.
In un batter d'occhio vedo la sua espressione cambiare completamente, la tristezza sembra sparita o probabilmente si è solo nascosta, ci metto poco a capire che è tornato di nuovo il ragazzo arrogante che ho conosciuto.
Lo vedo mettere in moto la sua auto e venire verso di me, ancora una volta vorrei muovermi ma per qualche strano motivo rimango fermo dove sono.
 
Si avvicina sempre di più, si ferma a pochi passi, abbassa il finestrino e con sguardo malizioso mi dice: "Cosa c'è bel culetto, hai cambiato idea?"

Ok Kurt, stai calmo. Respira. Sento la rabbia impossessarsi di me. Forse mi sono sbagliato, è davvero solo un gran bastardo, forse tutto il resto è frutto della mia immaginazione mi dico.
 
Dopo aver esitato un attimo, rispondo: "Ti piacerebbe eh!?"
Ok, non pensavo di essere capace di dirgli una cosa del genere, sì, è decisamente lui a tirare fuori questo lato di me.
Sto ancora pensando quando lo vedo scendere velocemente dalla macchina e avvicinarsi pericolosamente, i nostri visi sono un passo l'uno d'altro, i nostri sguardi incatenati.
So che dovrei respingerlo, so che dovrei fare qualcosa, ma se prima non riuscivo a muovermi ora mi sento completamente paralizzato.
Dannazione di nuovo il suo profumo mi da alla testa. 
 
Sono inebriato e forse smetto di pensare, quando, come attratto da una calamita mi avvicino sempre di più. E' come una droga, più lo sento e più vorrei sentirlo, vorrei assaporarlo, vorrei afferrare quell'essenza astratta e gustarmela fino a sentirla su di me.
I nostri respiri diventano sempre più affannosi e le nostre bocche sempre più vicine.
Quando ormai sono quasi convinto che mi stia per baciare si ritrae e guardandomi negli occhi sussurra: "Vuoi sapere se mi piacerebbe?! Ti piace sentirti desiderato, non è vero?!"

 Incapace di fare o dire qualsiasi cosa non rispondo.

Passa lo sguardo sulle mie labbra prima di proseguire: "Vuoi sapere cosa mi piacerebbe fare con il tuo corpo? Vuoi davvero saperlo?"

Un attimo dopo avvicina le labbra al mio orecchio e con voce roca sussurra:

"Ti prenderei anche qui su quest’auto, in questo momento, in un modo che non avresti potuto immaginare nemmeno nei tuoi sogni più proibiti."
 
Deglutisco e sbatto le palpebre ripetutamente mentre inizio a sentirmi sempre più accaldato cercando di ignorare il flusso del mio sangue che sembra voler raggiungere un punto ben preciso.

Vorrei schiaffeggiarlo, vorrei urlargli in faccia, ma come si permette?! Per chi mi ha preso?

Eppure non riesco a fare niente di tutto questo, non riesco nemmeno a pensare con lucidità. Nella mia mente stanno prendendo vita immagini che non mi aiutano per niente, vedo il suo corpo nudo che si muove sul mio, vedo le sue mani su di me... dannazione devo smetterla subito.
Cosa mi sta facendo quest'uomo?

Cavolo Kurt, respira e riprenderti immediatamente mi ordino cercando di ritrovare un po' della lucidità che perdo molto difficilmente.
 
Così mi allontano da lui appena un po', intanto i nostri occhi lussuriosi sono fusi gli uni negli altri, non posso negare che la tensione sessuale tra di noi è decisamente tangibile. Santo cielo prima di oggi non sapevo nemmeno di preciso cosa significasse. 
Ma non posso negarlo, è fin troppo evidente, si sente nell'aria e l'avverto con il tutto il mio corpo; la parte razionale di me mi suggerisce di scappare immediatamente da lui e da tutta questa situazione che sta diventando sempre più assurda, l'altra invece mi dice di buttarmi, di lasciarmi andare e di non perdere quest'occasione.
Sono confuso, a chi devo dare retta? 
 
Forse è a causa della mia curiosità verso di lui o forse di quella luce che ogni tanto gli ho visto negli occhi o di quella tristezza di poco fa o forse di questo desiderio che non sapevo di essere in grado di provare o forse è un insieme di tutto ciò. Sta di fatto che senza pensarci troppo mi ritrovo a dire qualcosa che inconsapevolmente mi cambierà la vita.

Prendo un lungo respiro, sento l'adrenalina scorrere nelle mie vene prima di chiedere con un sussurro: "E se avessi cambiato idea?!"

Mi sorride beffardo, è soddisfatto di avere questo effetto su di me, glielo leggo negli occhi mentre con con un ghigno divertito esclama:

"Mi dispiace bel culetto ma come ti ho detto sono un professionista, non amo questi giochetti e questi tira e molla! Hai perso la tua occasione con me!"
 
Non posso crederci, che bastardo.

"Quindi mi hai provocato solo per dimostrare a te stesso che alla fine avrei ceduto, solo perché non potevi sopportare l'idea che qualcuno ti avesse respinto?!" chiedo cercando di non agitarmi troppo.

Sorride soddisfatto mentre avvicina il viso al mio e a pochi centimetri dalle mie labbra sussurra: "Esattamente!!"

"Sei veramente uno stronzo! Finiamola qui e subito!" rispondo alterato allontanandomi da lui.

"Anzi prima mi spieghi perché mi hai restituito l'assegno?" chiedo curioso tornando sui miei passi.

Sembra incerto su come rispondere e passa qualche istante prima che dica:

"Come ti ho detto sono un professionista e come tale sapevo di non meritare i tuoi soldi per qualcosa che non ho fatto."

"Allora perché li hai accettati?"

"Forse per evitare queste stupide domande?!"

Santo cielo, è arrogante e irritante tanto quanto eccitante!

"Non abbiamo più niente da dirci allora!" gli dico mentre gli volto le spalle per raggiungere la mia auto.

Sono ormai dentro quando sento una mano che mi blocca tenendomi un braccio, non può essere che lui, mi volto e lo guardo con sguardo interrogativo e scocciato.
 
Scorgo di nuovo quella luce nei suoi occhi ma svanisce così in fretta che mi chiedo se me la sia soltanto immaginata.

"Che vuoi?" gli chiedo.

"Stavo pensando che questa volta potrei fare un'eccezione, ti darò un'altra possibilità!"

"Ah davvero e come mai?"

"Oggi mi sento buono!"

"Allora gli altri giorni come sei?"

"Touché... comunque se proprio vuoi sentirtelo dire, te lo dirò..."

"Cosa mi dirai?" 

"Il vero perchè..."
 
Un attimo dopo lo vedo avvicinarsi sempre di più tanto che le nostre bocche si sfiorano, poi senza distogliere lo sguardo dal mio, con voce roca, dice:

"Ti darò un'altra possibilita perché mi ecciti e ti desidero, voglio sentire quella tua meravigliosa voce urlare dal piacere e gemere per me, voglio vedere le pupille dei tuoi stupendi occhi azzurri dilatarsi durante l'orgasmo, voglio sentire il tuo respiro diventare sempre più profondo, voglio fare mio il tuo bel culetto e voglio portarti in paradiso; so che provi lo stesso, non provare a negare l'attrazione sessuale che c'è tra noi. 
Quindi perché perdere un'occasione del genere?! Ci guadagnamo entrambi."

Quando riacquisto un minimo di lucidità le sue parole si ripetono nella mia mente.

Meravigliosa voce, stupendi occhi?!

Sono sempre più confuso, in più i miei pantaloni stanno diventando sempre più stretti e comincio a sentire davvero molto caldo. Dannazione, perché ha questo potere su di me? 
Perché riesce a farmi sciogliere con così poco?
Se ora reagisco così, cosa succederà se e quando farò sesso con lui?

Dopo un attimo di indecisione, capisco che vorrei scoprirlo anche se non sono ancora del tutto convinto, ancora una volta la parte razionale di me mi tiene legato.
 
Poi una voce dentro di me mi di dice di cogliere l'attimo, così cercando di mantenere la calma sussurro: "Ok, facciamolo."

Mi guarda per un attimo sorpreso prima di chiedermi: "Sei sicuro?"

Esito forse qualche secondo di troppo prima di rispondere: "...sicuro"

"Bene, allora torniamo in albergo" risponde.


 


 
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Note:
Grazie  mille a tutte le persone che hanno letto anche questo capitolo, a quelle che l’hanno recensito e a quelle che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ ricordate!

Grazie davvero, per me è un piacere sapere cosa ne pensate! 
Consigli, opinioni e critiche sono ben accetti! :-)
 
Che dire, questo è un capitolo un po' di passaggio. Ho pensato molto al modo in cui li avrei fatti incontrare di nuovo, ho pensato anche di farli incontrare in una situazione completamente diversa, per esempio dove erano coinvolte anche altre persone, ma per varie ragioni che spero, capirete se continuerete a leggere la storia, ho deciso di farli incontrare subito. Non so se sono apprezzate o meno, ma le mie scelte sono sempre motivate e collegate all'evoluzione della storia che ho in mente e in base a questo non ho potuto fare diversamente.
 
Forse potrebbe sembrare un po' irreale che battibecchino e che si insultino senza conoscersi o che faranno quello che faranno nei prossimi capitoli. :-), ma succede in relazione al fatto che tra di loro c'è un legame, qualcosa che non si ha con chiunque, c'è una "connessione" emotiva ma anche una tensione sessuale piuttosto forte che li spinge a comportarsi in un certo modo.

Spero quindi che non troviate tutto troppo assurdo.
Alla prossima.
Saluti.

P.S. se non pubblicherò il seguito di questa storia non sarà per mia volontà ma a causa della puntata che andrà in onda tra qualche ora! ;-)
Buona visione a tutti! *__*

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Capitolo 4
*** 4 ***


Siamo in ascensore ed io dopo quello che è successo sono ancora più nervoso di prima.
Mi sembra irreale tutto quello che sta succedendo, sento come se il mio corpo stesse facendo tutto da solo e io non potessi controllarlo.

Mentre saliamo verso il piano della nostra stanza rimaniamo entrambi in silenzio, sembra che nessuno dei due abbia più voglia di giocare al gioco delle provocazioni; e forse questa mi rende ancora più nervoso, sono così agitato che comincio a battere rumorosamente il piede sul pavimento mentre mi tormento le mani l'una con l'altra.
Sento il mio respiro diventare sempre più pesante, sospiro forse troppo rumorosamente e sento di nuovo il desiderio di scappare. 
 
Ad un tratto lui si sposta fino a porsi di fronte a me, mi guarda e con un tono sorprendentemente dolce, mi dice: 
"Stai tranquillo, non ti farò del male."

Eccola lì, di nuovo quella luce, l'ho vista e questa volta ne sono sicuro. Apprezzo questa sua rassicurazione ma mi limito a rispondere accennando un timido sorriso.
 
Le porte dell'ascensore improvvisamente si aprono facendomi pensare che ormai il momento è vicino; usciamo e in silenzio ci dirigiamo verso la stanza.

Lui apre la porta e m’invita ad entrare per primo, lentamente lo faccio pensando che se vuole allora sa anche comportarsi da gentiluomo.

Dopo un attimo sento la porta richiudersi e per un attimo mi sento come se fossi appena entrato in una cella di una prigione, mi rendo conto di essere piuttosto spaventato oltre che nervoso ma ormai non posso tirarmi indietro.
 
Ad un tratto sento le gambe cedere così mi siedo sul bordo del letto aspettando una sua mossa.

"Spogliati" mi ordina all'improvviso facendomi sussultare.

Cominciamo bene penso. Quanto tatto!
Cerco di muovermi, ma è come se fossi immobilizzato, mi sembra così squallido tutto questo, dannazione mi sento in trappola, in cosa mi sono cacciato?

Lui intanto con molta sicurezza e velocità comincia a togliersi la giacca e poi la camicia.

Quano si rende conto che non mi sono mosso di un millimetro mi rivolge uno sguardo interrogativo e mi chiede: "preferisci che lo faccia io?"

Non rispondo e con mani tremanti comincio a sbottonarmi il gilet, ad ogni bottone che tocco mi sento sempre più sporco e sbagliato. Come farò ad andare fino in fondo?! 
 
Lui intanto ora indossa soltanto i pantaloni e mi guarda scocciato per intimarmi a proseguire; così con uno sforzo non indifferente mi libero lentamente del gilet per passare poi alle scarpe.

Mi sento a disagio sempre di più, nessun ragazzo mi ha mai visto nudo prima d'ora, ovviamente sapevo che sarebbe successo ma tutto questo è difficile per me e il suo atteggiamento non mi aiuta.

Nel frattempo lo vedo poggiare sul comodino una bottiglietta, che intuisco sia lubrificante e una confezione di preservativi.

Un brivido mi attraversa il corpo e la consapevolezza che sta diventando tutto troppo reale mi fa mancare il fiato.
 
Mi sto muovendo molto lentamente per prendere tempo, ma lui ovviamente non è così stupido; lo vedo avvicinarsi, sono sicuro che ora dirà un'altra delle sue battute sarcastiche.

Si ferma a pochi passi da me, mi guarda con occhi carichi di desiderio e senza dire una parola comincia a sfilarmi la maglietta.

Me la sfila lentamente passando piano piano le mani lungo le mie braccia, mi sento ancora più vulnerabile, credo che tra poco mi scoppierà il cuore, tanto batte forte. Sono sempre più spaventato, ho la gola secca e sto tremando. 
 
Sto per farlo davvero. Una parte di me però non può non essere triste, non avrei voluto che la mia prima volta fosse così, non avrei mai voluto che fosse uno sconosciuto a vedermi nudo per la prima volta, a toccarmi in questo modo e a prendersi la mia verginità.

Mi sento sporco e la situazione appare sempre più squallida ma cerco di vedere l'unico lato positivo che c'è, non sarò innamorato di lui, ma almeno ne sono fortemente attratto, mii sarebbe potuta andare peggio. 
 
Lui intanto si è disteso sul letto mentre io sono ancora seduto sul bordo con indosso ancora i pantaloni e la canottiera. Dopo qualche istante sento il suo respiro sul collo, la sua bocca si ferma a pochi millimetri dal mio orecchio.

"Vieni" sussurra con voce roca trascinandomi poi accanto al lui.
 
Ora sono disteso, lui è cavalcioni sopra di me. Mi guarda come nessuno mi ha mai guardato prima d'ora, sento il sangue ribollire nelle vene.

Oltre alla lussuria, in quello sguardo c'è qualcosa che mi sorprende parecchio. 
Sembra quasi... tenerezza.

Ci guardiamo negli occhi per interminabili minuti poi con un sorriso sussurra:
"Sembri un cucciolo spaventato. Faccio così paura? Ti ricordo che non sono un molestatore e sono qui anche per tua volontà."
 
Non sembra più lo stronzo che ho conosciuto, sembra essere diventato improvvisamente gentile e premuroso.

"Lo so" sussurro con voce tremante. Mi sento un completo idiota, non sono più un ragazzino, dannazione!

"Sei pronto? Cominciamo?" Annuisco con pochissima convinzione.
 
Lentamente comincia a sbottonarmi i pantaloni, poi mi apre la lampo, il mio cuore intanto batte sempre più forte ma cerco di stare calmo.

Guardandomi sempre negli occhi cerca di introdurre la mano dentro i miei boxer, in quel momento capisco che sta per succedere davvero e sono terrificato.
Istintivamente poso la mia mano sulla sua per bloccarlo.

"A... aspetta" sussurro mentre comincio a tremare vistosamente.  
Respiro profondamente e chiudo gli occhi.

Ho paura di riaprirli, so che avrà un'espressione irritata e scocciata, so che molto probabilmente s'infurierà.

Dopo un altro lungo respiro mi faccio forza e li riapro, quello che vedo mi sorprende non poco; ha un'espressione piuttosto preoccupata e confusa dipinta sul volto.
 
Ad un tratto mi afferra per un braccio e con voce rassicurante mi dice:

"Hey... va tutto bene. Stai calmo, non agitarti."

"E' facile per te dirlo, lo fai per mestiere" rispondo.

"Hai ragione scusa... Senti, io credo che tu non sia pronto."

"Lo sono, te lo assicuro, ho bisogno solo di un momento."

Non voglio sembrare ancora un ragazzino e non posso rifiutarlo per la seconda volta dopo avergli detto di essere sicuro.
 
"Credimi, non lo sei. E' fin troppo chiaro, ho visto il terrore nei tuoi occhi e non hai ancora smesso di tremare."

Dannazione ha perfettamente ragione.

Rimango in silenzio per qualche minuto poi con voce debole dico: 
"mi... mi dispiace... so cosa pensi di me, ma questo non è un giochetto, non è mia intenzione prendermi gioco di te."

"Shhh" mi dice mettendomi un dito sulle labbra.

"Lo so, la paura che leggo nei tuoi meravigliosi occhi, non mi fa pensare nemmeno per un secondo che tu mi stia prendendo in giro"

"Mi dispiace" ripeto sentendomi terribilmente a disagio per quella situazione assurda.

"Non farlo, non c'è alcun bisogno" mi risponde sorprendendomi.
 
Ma chi è questo ragazzo così comprensivo e gentile? Dov'è finito il bastardo che ho conosciuto non molto tempo fa?"

Questo suo cambiare così in fretta e da un momento all'altro mi manda in confusione, non so come devo comportarmi, ho paura di fare e dire qualsiasi cosa, ma a questo punto non rimane che mettere fine al mio ennesimo fallimento.

Cerco di trovare la lucidità necessaria per farlo ma cavolo non è per niente facile mentre lui è ancora sopra di me.
 
Emetto un lungo respiro.

"Ti pagherò e questa volta dovrai accettare l'assegno, è soltanto colpa mia se non hai potuto... svolgere il tuo lavoro."

Non risponde mentre cambia posizione distendendosi accanto a me.

Devo ammettere che non era così spiacevole averlo addosso ma ora mi sento più libero e a mio agio.
Mi prende il volto con una mano e me lo sposta nella sua direzione, i nostri visi sono così vicini e di nuovo il suo odore mi fa girare la testa.
 
"E' normale che tua abbia paura" mi dice guardandomi negli occhi.

"Non hai mai avuto nessun tipo di esperienza fisica con altri ragazzi?"

"No" rispondo abbassando lo sguardo.

"Niente di niente?" chiede.

"Niente di niente" rispondo.

"Allora tutto è ancora più chiaro.

Non credo che riuscirai mai ad andare fino in fondo con me o con qualsiasi altro sconosciuto, hai saltato troppi passaggi per arrivare direttamente a quello.

"Quindi sono destinato a rimanere vergine?" chiedo timidamente.

"Certo che no, io credo che dovresti fare un passo alla volta, procedere pian piano."

"Come potrei farlo con un gigolò?"

"Forse il punto è che non è di un gigolò che hai bisogno."

"Sì, ma è l'unica possibilità che ho" dico con una punta tristezza.

Rimane in silenzio per qualche istante, prima di dire:

"Sai, non capisco come sia possibile."

"Che cosa?"

"Che questa sia la tua unica opzione, che tu sia dovuto ricorrere a questo. Che tu sia solo e... che non abbia una persona che ti ami".

A quelle parole arrossisco vistosamente.
 
Fino a poco tempo prima non avrei mai creduto di poter avere una conversazione civile con quel bastardo mentre ora mi sto addirittura aprendo a lui, che tanto bastardo non lo sembra più.

"Così è la vita, certe cose non si possono scegliere" rispondo con tono rassegnato.

"Già" dice con un’espressione malinconica.

"Beh, credo di averti fatto perdere già troppo tempo" dico facendo per alzarmi.

Lui mi blocca tenendomi fermo per un braccio, sembra confuso e incerto su cosa dire, poi sorprendendomi dice:

"A... aspetta..."
 
Lo guardo e aspetto che continui a parlare.

"Se vuoi posso... aiutarti io a fare un passo alla volta."

"Che significa?"

"Hai capito cosa intendo."

"E perché lo faresti?"

"Per soldi ovviamente, potremmo fissare più appuntamenti e procedere lentamente fino ad arrivare al grande passo."

"Non infrangeresti una delle tue regole vedendomi più di una volta?"

"Potrei fare un'eccezione per t... per un caso come il tuo, non succede nulla di grave se infrango una regola e poi sarebbe anche una soddisfazione personale; riuscire in questa missione farebbe bene al mio ego.

"Pensaci, se non hai altre possibilità perché non accettare la mia proposta?"
 
Sono una missione da riuscire a portare a termine, eccolo di nuovo lo stronzo.

Ma se avessere ragione? Se davvero lui fosse la mia unica scelta?

In fondo cosa ho da perdere?

"Ok, affare fatto, potrai occuparti di questo caso disperato" rispondo prima di cambiare idea.

"Non era questo che intendevo."

"Lascia perdere, in fondo è quello che sono."
 
"Bene, allora cominciamo subito" mi dice un attimo dopo.

Poi cambia di nuovo tono di voce e mi sussurra: "vieni qui" mentre mi fa distendere accanto a lui.

"Per prima cosa cerca di rilassarti, non pensare a nulla, cerca solo di concentrarti su quello che senti e di goderti le sensazioni che provi, ok?"

"Ci proverò" esclamo debolmente. 
 
Mi sorride e dice: "chiudi gli occhi".

Si accorge della mia titubanza e dolcemente guardandomi mi sussurra: "fidati di me".

Il modo in cui pronuncia quelle parole e il modo in cui mi guarda mi fa battere forte il cuore. In quel momento sento che posso fidarmi di lui,sento di nuovo di avere un legame con questo ragazzo e questa sensazione mi scalda il cuore ma allo stesso tempo mi spaventa, come posso sentirmi così con una persona che ho appena conosciuto?

Ma qualcosa mi dice che questo non è il momento di farsi troppe domande, chiudo gli occhi e lascio il mio corpo e forse anche qualcosa di più nelle sue mani.


 


 
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Note:
Grazie  mille a tutte le persone che hanno letto anche questo capitolo, a quelle che l’hanno recensito e a quelle che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ ricordate!
Grazie davvero, per me è un piacere sapere cosa ne pensate! 
Consigli, opinioni e critiche sono sempre ben accetti! :-)

Del capitolo che dire, mi spiace deludere chi si aspettava che i due arrivassero subito a… quello.
Ci vorrà ancora un po’, un bel po' a dire la verità, ma nel frattempo non staranno con le mani in mano! ;-)
Come si dice...ogni cosa a suo tempo!
Spero che la storia continuerà ad interessarvi.

Al prossimo capitolo!
Saluti.

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Capitolo 5
*** 5 ***


Tiro un lungo respiro e cerco di rilassarmi provando a fingere che lui non sia uno sconosciuto.

"Comincerò da semplici cose e farò in modo che tu possa iniziare a familiarizzare con me e abituartici pian piano.

Se c'è qualcosa che ti disturba non esitare a dirmelo, cercherò di essere il più delicato possibile, ok?" mi chiede sorprendendomi ancora una volta.

"Grazie..." sussurro continuando a tenere gli occhi chiusi.
 
Dopo un istante lo sento sfiorarmi il viso con dolcezza, le sue mani calde mi accarezzano le guance, poi avvicina il suo viso al mio tanto che riesco a sentire il suo respiro caldo sulla mia bocca e il suo intenso profumo che mi fa girare la testa.
La sua mano destra nel frattempo percorre il profilo del mio viso, poi arriva alla mascella e infine indugia sul collo mentre il pollice si posa delicatamente sulle mie labbra, istintivamente mi ritrovo a premerle leggermente contro quelle dita mentre forti brividi si propagano lungo la mia schiena.
 
Le sue mani continuano il loro lento percorso, scivolano dolcemente sulle mie braccia per risalire poi fino al collo e scendere ancora lungo il mio torace ricoperto solo da un sottile strato di stoffa.

Il mio respiro si fa sempre più irregolare, mi piace sentire il suo tocco su di me, è decisamente una nuova e piacevole sensazione. 
Le sue mani ora proseguono lentamente lungo le mie cosce, sfiorano le ginocchia e arrivano piano fino alle caviglie, sento la pelle bruciare sotto il suo passaggio e mi accorgo che la tensione sta cominciando a sciogliersi mentre  inizio a sentire desideri finora a me sconosciuti.
Mi fermo appena in tempo dal non assecondare l'irrefrenabile voglia che improvvisamente mi travolto di mettergli le mani nei capelli e di toccarlo a mia volta.

Involontariamente emetto un lungo sospiro di piacere, lui però poco dopo interrompe il contatto ed io comincio a sentire improvvisamente freddo.

Apro gli occhi, incontro il suo sguardo che è un misto tra passione e tenerezza.

Il cuore mi batte sempre più forte.

"Va tutto bene?" mi sussurra mentre la sua mano è tornata a posarsi sulla mia guancia.

"Sì..." è l'unica cosa che sono in grado di dire.

"Vuoi continuare o per oggi basta così?"

"Continuiamo..." rispondo senza pensarci troppo.

"Un piccolo passo lo abbiamo già fatto, un piccolo mattone del muro è stato buttato giù” mi dice.

Sorrido debolmente.
 
"Può sembrare una cosa stupida ma credo che per te sia importante cominciare dalle piccole cose e procedere per gradi, in modo che tu possa cominciare piano piano ad avere più confidenza con tutto ciò che a che fare con il contatto fisico.
A questo punto penso che il passo successivo sia quello di invertire i ruoli, te la senti di provare a prendere un po' di confidenza con il mio corpo? Di fare più o meno quello che io ho fatto a te?"
 
Me la sento? Prima o poi dovrò farlo no?

"Posso provarci" rispondo timidamente.

Si distende e aspetta che faccia io la prima mossa.

"Per favore però non giudicarmi e non prendermi in giro."

"Perché dovrei farlo?" mi chiede.

"Perché tutto questo è nuovo per me, ho paura di fare qualcosa di sbagliato, solo ora mi rendo conto di quanto io sia stato stupido e ingenuo a pensare che sarei riuscito a concedermi così facilmente ad un gigolò."

"Non sei stato per niente stupido. Volevi solo prenderti qualcosa che desideravi da tempo, anche se avresti voluto ottenerla in maniera del tutto differente, non c'è niente di sbagliato in questo. 
Probabilmente il tuo unico sbaglio è stato quello di non aspettare ancora" mi dice sorprendendomi.
 
Non sono obbligato a dargli una spiegazione ma mi ritrovo a parlare prima di rendermene conto.

"Il problema è che a volte si arriva ad un punto in cui si è stanchi di aspettare o di sperare qualcosa che quasi sicuramente non arriverà mai; e si è spaventati dal pensiero che il giorno in cui i rimpianti saranno così tanti da non riuscire a sopportarli arriverà troppo presto e, inesorabilmente, quando sarà troppo tardi."

Mi guarda con un’espressione che non riesco a decifrare,non so perché ma il suo silenzio mi esorta a continuare.

"Sai arriva il momento in cui pensi al tuo passato, al tuo presente e immaginandoti il tuo futuro non puoi fare a meno di sbattere il muso contro la dura realtà, io l'ho fatto e a quel punto ho capito che sarei rimasto solo per sempre, che non avrei trovato nessuno che mi avrebbe amato per quello che sono."
 
Ora il suo viso ha assunto un'espressione confusa.

"Come puoi dire una cosa simile?" mi chiede.

"E' quello che penso."

"Certe cose non puoi saperle con certezza, non puoi esserne sicuro" continua.

"Credimi so quello che dico, probabilmente se fossi al mio posto la penseresti come me.
Non dico queste cose per fare la vittima, lo dico perché mi conosco e conosco il mio passato, non c'è niente che tu possa dire per farmi cambiare idea" concludo per mettere fine a quella conversazione.
 
Non mi piace parlare di cose così intime con nessuno, figuriamoci con uno sconosciuto.
Mi maledico per essermi lasciato andare così tanto, come ho potuto parlare di queste cose con una persona che conosco da qualche ora?
Che cosa mi sta succedendo?
Non voglio essere giudicato né da lui, né da nessun altro.
Durante la mia vita e soprattutto durante l'adolescenza sono stato giudicato troppe volte, soprattutto riguardo cose che non potevo cambiare,  anche se solo dio sa quanto ci abbia provato.
Ora sono cresciuto e ho cercato di convincermi che le opinioni degli altri non devono influenzarmi la vita, ma è più forte di me, temo il giudizio delle persone e non mi sento mai all'altezza di nessuno.
 
"Senti, io non sono nessuno e sono la persona meno adatta a dare consigli ma vorrei dirti solo una cosa.
Non metto in dubbio che tu sia convinto di tutto questo ma penso che sia la tua infinita insicurezza a farti vedere le cose in un certo modo, a condizionarti e a volte a farti vedere una realtà stravolta.
Non voglio offenderti ma credo che se ti fosse presentata un'occasione, se per esempio avresti trovato un ragazzo interessato davvero a te, sei talmente insicuro e forse diffidente che non lo avresti mai capito.
E forse anche se ne avessi avuto il sospetto, ti saresti convinto che fosse impossibile e quindi non avresti fatto nulla."
 
Non so perché ma quelle parole mi fanno male.
 
"Quindi stai dicendo che è colpa mia, grazie davvero, mi sento meglio ora!" esclamo stizzito.
So che c'è un fondo di verità in ciò che ha detto, per questo motivo sono arrabbiato.
 
"Sì, è anche colpa tua. Forse non direttamente, forse c'è stato qualcosa o qualcuno che ti ha fatto diventare così insicuro e che ti ha portato ad innalzare una barriera intorno a te, ma non puoi pretendere che qualcuno la butti giù se sei tu il primo a fare di tutto per tenerla ben salda."
 
Nessuno era mai stato così diretto prima d'ora, comincio a sentire gli occhi pizzicare e deglutisco più volte per impedire alle lacrime di scendere; una parte nascosta dentro di me sa che ha ragione, ma il suo analizzarmi così mi fa imbestialire. 
 
"Senti, apprezzo il tentativo ma tu non mi conosci, non sai nulla di me, quindi per favore smettila di analizzarmi. Non mi sembra di aver chiesto uno psicologo!" esclamo piuttosto irritato.
 
"Vedi, lo stai facendo di nuovo" mi dice.

"Sentiamo, che cosa starei facendo?" chiedo.

"Stai lottando con tutte le tue forze per tenere eretta la tua barriera, per non permettermi di entrare nella tua corazza. Posso capire che la tua è una forma di difesa, ma credimi, così facendo rischi di perdere troppe occasioni e cose che non torneranno mai più."

"Sai cosa ti dico? A proposito di barriere, non mi sembra di essere l'unico qui a nascondersi o mostrarsi per quello che non è!" gli dico alzando il tono di voce.
 
Sembra sorpreso, ma si riprende subito.

"Non so di cosa tu stia parlando" mi dice con tono poco convincente.

"Ecco appunto" esclamo con un sorriso sarcastico.

"Comunque non siamo qui per parlare." dice tornando ad essere il ragazzo spavaldo.

"Quando si parlava di me però non avevi nulla da obiettare" gli faccio notare.

"Basta, abbiamo perso già troppo tempo. Tra qualche ora devo vedermi con un altro cliente, quindi procediamo" conclude con tono scocciato.

 "A questo punto penso sia meglio finirla qui... per oggi" rispondo.

Sono arrabbiato e infastidito, non potrei continuare.

"Come vuoi" mi dice alzandosi e cominciando a rivestirsi.

Faccio lo stesso poi vado a prendere l'assegno che prima ha rifiutato e glielo porgo.

"Oggi non abbiamo concluso nulla, non ho fatto niente, mi pagherai quando succederà qualcosa di concreto" mi dice.

"Allora non dovrei pagarti per un po' se procederemo piano piano, e questo non mi va bene, quindi accetta l'assegno e non perdiamo altro tempo" gli dico.

 Lo afferra senza dire una parola. Nei minuti successivi ci accordiamo su come e quando ci rincontreremo di nuovo. 
 
"Va bene, allora a presto" mi dice porgendomi la mano.
 
Esito un attimo prima di afferrarla.
Quel semplice contatto mi fa rabbrividire, mi aspettavo una stretta di mano forte e sicura, invece è anche delicata e carezzevole.
Le nostre mani si allontanano lentamente mentre sento le sue dita accarezzarmi il polso con tocco gentile, entrambi sembriamo quasi titubanti a interrompere quel contatto.

"A presto... e grazie" rispondo debolmente.

Si dirige verso la porta, ma prima di uscire si volta e con uno sguardo particolarmente intenso che mi scuote nel profondo, mi dice:
 
"Sappi solo una cosa. Prima o poi arriverà qualcuno che sarà veramente intenzionato a penetrare nella tua corazza, qualcuno che con pazienza riuscirà ad abbatterla e quando succederà non potrai fare niente per impedirlo.
 
Sbatto ripetutamente le palpebre, questo ragazzo ha davvero il potere di sorprendermi, non so che dire e lui esce prima che io sia riuscito a trovare una risposta.
 
"Vale anche per te..." sussurro continuando a fissare la porta che si è appena chiuso alle spalle.
 


 
 
------------------------------

 
Note:
Sarò ripetitiva  ma non posso non ringraziare infinitamente tutte le persone che hanno letto anche questo capitolo, a quelle che l’hanno recensito e a quelle che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ ricordate!! *__*

Grazie mille, non pensavo che questa storia potesse piacere a qualcuno.
Grazie davvero, per me è un piacere sapere cosa ne pensate! 

Riguardo al capitolo, spero non vi abbia deluso la piega che ha preso rispetto a com’è cominciato. ;-)
Ma a tutto c’è una spiegazione. 
Avevo il timore che sembrasse troppo irrealistico che parlassero di cose private soltanto dopo poche ore essersi conosciuti.
Ma dove succedere qualcosa che gli consentisse di sentirsi più vicini (e in questo caso non intendo fisicamente! :-) ) e come ho detto, tra di loro c’è un legame particolare che rende tutto (o quasi) possibile.

Vi assicuro che il prossimo capitolo sarà un po' più… caldo! ;-)
Grazie ancora a tutti.
Saluti.

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Capitolo 6
*** 6 ***


Sono passati tre giorni dal nostro primo incontro e per il secondo ho prenotato nello stesso albergo e nella stessa stanza in modo che mi trovi facilmente senza bisogno di avere troppe informazioni. Tra pochi minuti dovrebbe arrivare, sono piuttosto teso anche perché non so come devo comportarmi con lui. Quel suo cambiare quasi personalità da un momento all'altro mi confonde e m’irrita parecchio, non so mai cosa aspettarmi, riesce a sorprendermi come non ha mai fatto nessuno prima d'ora.

In questi giorni mi sono ritrovato spesso a pensarlo e devo ammettere che, nonostante fossi spaventato, ero anche impaziente di rivederlo e di continuare da dove eravamo rimasti, ricordo bene la sensazione che ho provato mentre le sue mani mi accarezzavano e quel piccolo assaggio mi ha fatto capire che tutto potrebbe essere piuttosto piacevole.

Sono ancora perso nei miei pensieri quando sento bussare alla porta, quel tocco mi fa sussultare. E' lui, mio cuore comincia a battere sempre più forte mentre mi do una controllatina allo specchio.
Emetto poi un lungo respiro e vado ad aprire.

Eccolo di nuovo davanti a me. Se possibile mi agito ancora di più ma cerco di non darglielo a vedere.

"Ciao" dico con finta indifferenza mentre mi sposto da un lato per farlo entrare, risponde al saluto limitandosi a fare un cenno con il capo prima di dire:

"Direi di cominciare subito, tra poche ore ho un altro appuntamento."
 
Che simpatico penso. Ma forse è  meglio così, quando è educato e gentile mi fa uno strano effetto e mi ritrovo a dirgli cose di cui potrei poi pentirmi e  poi in questo c'è un lato positivo, quando è così mi sento libero di essere stronzo quanto lui.
 
"Bene, sono pronto" dico cercando di usare il tono più convincente possibile.

"Bene allora cominciamo da dove ci eravamo interrotti. Se non sbaglio eravamo arrivati al punto in cui avresti dovuto provare a prendere un po' di confidenza con il mio corpo, giusto?"

Annuisco.

Comincia a sbottonarsi la camicia quando ad un tratto si ferma e con voce bassa mi dice:

"Spogliami tu... cominciamo da qui."

Di nuovo sento il cuore correre troppo velocemente, respiro profondamente mentre mi avvicino. E' in piedi a pochi passi dal letto, lo raggiungo mentre cerco di lasciarmi andare e di non pensare troppo.  
Mi fermo davanti al lui e lo guardo per qualche secondo prima di cominciare a spogliarlo.

Allungo le mani verso il colletto della sua camicia e con gesti lenti e insicuri inizio a sbottonargliela. Sono arrivato ai primi bottoni quando con uno scatto deciso mi prende per la vita e mi trascina verso di lui. Sussulto involontariamente.

"Eri troppo lontano" mi sussurra senza distogliere lo sguardo dal mio.

I nostri corpi sono così vicini ora, riesco a sentire il suo respiro sul mio viso e sono invaso da suo profumo eccitante, sento che sto cominciando ad allontanarmi dalla realtà e da tutto ciò che mi circonda.

Quindi riprendo da dove avevo lasciato, sto per arrivare all'ultimo bottone quando le mani cominciano a tremarmi. Cerco di proseguire ma il tremore rende piuttosto difficile il mio compito e non riesco a calmarmi. A quel punto lui mi afferra delicatamente i polsi e mi dice:

"Hey, stai tranquillo, non mangio mica. Respira e cerca di rilassarti. Pensa che non c'è niente di sbagliato in quello che stai facendo."

Annuisco abbassando timidamente lo sguardo.

"Andrà tutto bene, fidati di me" mi dice dopo avermi sollevato il mento per guardarmi negli occhi.

Ancora una volta quella frase mi arriva dritta al cuore. In quel momento capisco quanto sia bello sentirsi dire quelle due semplici parole e quanto sia meraviglioso potersi fidare di qualcuno, a quel pensiero sento qualcosa cominciare a sciogliersi dentro di me.

Incapace di parlare annuisco ancora una volta mentre finalmente riesco a sbottonare anche l'ultimo bottone, accarezzandogli lentamente il petto gliela apro risalendo fino alle spalle per poi scendere con le mani lungo le braccia e sfilargliela completamente. 
Un brivido mi percorre la schiena, sentire la sua pelle nuda sotto le mie mani mi fa impazzire e mi fa perdere un po' delle mie inibizioni, torno ad accarezzargli il torace scendendo lentamente fino a fermarmi sulla lampo dei suoi jeans.
Lo guardo come a chiedere una conferma che non tarda ad arrivare, il suo sguardo piuttosto eloquente mi esorta a continuare. 

Apro l'unico bottone prima di abbassare completamente la lampo e in quel momento comincio a tremare di nuovo. Poggio le mani sui suoi fianchi incerto sul da farsi, a  quel punto lui mi sorride e appoggia le mani sulle mie.

"Vuoi che finisca io?" mi chiede.

Un po' per orgoglio un po' perché tutto questo comincia a piacermi scuoto la testa in segno di diniego. 
Introduco le mie mani tremanti nei pantaloni e lentamente glieli faccio scivolare lungo le gambe, e lui con un semplice movimento se ne libera del tutto.
 
Ora è davanti a me con indosso soltanto i boxer. Senza rendermene conto mi ritrovo a indugiare lo sguardo sul suo corpo, un brivido mi attraversa la schiena, è tutto così nuovo e piacevole per me.
 
Dopo qualche istante mi si avvicina e sussurra: "credo che tu sia troppo vestito, non ti pare?"

A dire il vero sono ancora completamente vestito ma il pensiero di farmi vedere nudo da lui m’innervosisce.

Comincio a mordermi il labbro nervosamente.

"Capisco il tuo disagio, ma non devi vergognarti, stai tranquillo, lasciati andare  io non ti giudicherò" mi dice come se mi avesse letto nel pensiero.
 
Si avvicina sempre di più, si ferma a pochi centimetri da me e poggia le mani sui miei fianchi appena sotto la maglietta.

Con tono tremendamente dolce mi chiede: "Posso?"

Come posso resistere?

Annuisco debolmente.

Rabbrividisco quando le sue mani s’intrufolano sotto la mia maglietta cercando di varcare il mio confine proibito, in quell'istante mi rendo conto che non aspettavo altro che sentire di nuovo le sue mani lisce e vellutate sul mio corpo.
Lo guardo e lo vedo sorride prima di alzare quel sottile strato di stoffa e sfilarmelo completamente mentre io comincio a sentirmi sempre più vulnerabile e a disagio.
Inizia ad accarezzarmi la schiena, il torace e le braccia prima di spingermi dolcemente verso il letto dove mi fa adagiare delicatamente.

Mi guarda con sguardo interrogativo, capisco cosa mi sta chiedendo e anche se un po' riluttante, annuisco ancora una volta per concedergli il permesso di procedere.
Sorride e comincia a sbottonarmi i pantaloni, mi sento piuttosto accaldato mentre abbassa la lampo e lentamente fa scorrere i jeans lungo le mie gambe.
Non passa molto prima che anch'io sia quasi completamente nudo sotto quei suoi meravigliosi occhi.
 
Mi guarda con una strana espressione prima di cominciare a studiare il mio corpo, non so decifrare cosa c'è in quello sguardo, l'unica cosa che so è che il modo in cui mi guarda m’innervosisce, mi sta guardando come nessuno mi ha mai guardato prima d'ora.
Di nuovo il cuore sembra volermi scoppiare nel petto, sento la gola seccarsi e il respiro diventare sempre più irregolare.
Sono terribilmente imbarazzato, chiudo gli occhi, non voglio incontrare il suo sguardo, vorrei soltanto sprofondare, letteralmente.
Ad un tratto sento la sua mano accarezzarmi la guancia, quel semplice contatto ha qualcosa di rassicurante che mi spinge ad aprire lentamente gli occhi.

"Hey... guardarmi... non vergognarti, non ne hai motivo, credimi... sei bellissimo" mi dice lasciandomi senza parole.

Arrossisco vistosamente. Sento il cuore in gola, è così bello sentirselo dire.

"Non prendermi in giro, per favore. Così non mi aiuti, mi fai solo imbarazzare ancora di più" rispondo.

"Non sai proprio reagire ad un complimento, eh?
Non ti sto prendendo in giro, credimi, non avrei nessun motivo di farlo. Che poi a dire il vero, il mio non è un complimento. E' semplicemente la verità" continua.

Se possibile arrossisco ancora più mentre distolgo lo sguardo dal suo spostando il viso da un lato. Dopo un istante sento le sue dita posarsi sotto il mento per farmi voltare verso di lui, rimaniamo qualche istante in silenzio con gli occhi incollati.
 
"Sei bellissimo, che cosa posso fare per fartelo credere?" mi chiede poi.

"Penso che tu non possa dire o fare niente."

"Perché sei così ostinato, perché per te è cosi difficile credere che sei molto di più di quello che pensi di essere?"

"Forse perché quando per anni ti dicono che sei soltanto uno scherzo della natura, prima o poi finisci per crederci?" dico con un sorriso triste.

Le mie parole lo turbano, per un attimo sembra arrabbiato e dispiaciuto. 

"Comunque ancora una volta non stiamo facendo quello per cui siamo qui. Dopo hai anche un altro appuntamento, ricordi?" dico per mettere fine a quel discorso.

Continua a guardarmi negli occhi in silenzio, sembra mi stia scrutando dentro e non mi piace.

"Allora procediamo?" gli chiedo.

Penso che finalmente abbia deciso di lasciare perdere e continuare il suo lavoro, ma a quanto pare mi sbaglio.

"Quando comincerai a capire di avere una visione completamente sbagliata di te stesso?
Quando capirai che non devi focalizzarti sull'opinione di quegli ignoranti che si permettono di giudicarti e offenderti senza alcun motivo?
Quando capirai che se t’interessi a quello che dicono loro non avrai più tempo per quello che invece ti dice chi ti vede per come realmente sei?" mi sussurra in tono così dolce che la sua voce sembra appartenere ad un'altra persona.

Le sue parole mi hanno emozionato, ho capito che non stava più parlando del mio aspetto fisico. Mi sorprende, sembra conoscere i miei tormenti. 

"Scusa se te lo dico, ma nemmeno tu sai come sono realmente, non sai niente di me.
Dammi retta, penso di conoscermi meglio di quanto abbia potuto conoscermi tu nelle poche ore che abbiamo trascorso insieme" dico sperando che finalmente metta fine a questa conversazione.

"Ti sbagli, a volte si è talmente condizionati dai propri stati d'animo, dalle proprie sofferenze, dalle proprie confusioni, dal proprio passato, che si finisce col perdere la percezione di chi si è realmente.
A volte si ha bisogno di qualcun altro per capirlo, qualcuno che guardando dal di fuori, guardando veramente, è libero da qualsiasi tipo di filtro e riesce a cogliere la vera essenza di noi."

Rimango affascinato e sorpreso da questo discorso. E se avesse ragione? Per la prima volta dopo tanto tempo s’insinua in me il dubbio che forse potrebbe esserci qualcosa di positivo in me.

"Chissà potresti avere ragione" mi limito a rispondergli. Non so cosa dire e non voglio lasciarmi andare troppo.
A questo punto spero che la smetta di parlare o che vada via, perché sta diventando davvero imbarazzante e strano parlare di queste cose con uno sconosciuto, in un letto di albergo, con indosso soltanto la biancheria intima.

"Pensaci, ti chiedo soltanto questo" mi dice con uno sguardo penetrante che mi fa rabbrividire.

Perché sembra così interessato? Mi confonde sempre di più.

"Lo farò." rispondo.

Mi sorride prima di dire:

"Allora procediamo... ok?"

Annuisco.

Sembra indeciso sul da farsi. 

 "Mi sembra di aver capito che non hai esperienza nemmeno con i preliminari, tipo baci, carezze, giusto"? mi chiede.

Annuisco di nuovo arrossendo dalla vergogna.

"Hey, non vergognarti di cose di cui non hai nessuna colpa, rimedieremo" mi dice con un sorriso malizioso.

"Chiudi gli occhi, cerca di rilassarti e di non pensare a niente."

Provo a fare quello che mi ha detto. Tiro un lungo respiro e mi metto nelle sue mani, non so cosa mi farà, sono spaventato ma allo stesso tempo sento l'adrenalina scorrermi nelle vene. 

Un attimo dopo si mette cavalcioni su di me.

Le sue mani cominciano a muoversi percorrendo ogni centimetro della mia pelle, iniziano accarezzandomi dolcemente i capelli, la fronte, la guancia, il collo per scendere poi lungo il torace e proseguire lungo le gambe. 
Il suo tocco sembra bollente mentre risale lungo la linea del mio corpo sfiorandomi con sempre più decisione.
Le sue dita si fermano poi sulle cosce, i suoi polpastrelli ruvidi, salgono, scendono e risalgono ripetutamente fin quasi a toccarmi il membro, per poi fermarsi appena incontrano la stoffa sottile dei boxer.

Deglutisco ripetutamente, sono sempre più accaldato e sempre meno lucido.

Dopo pochi secondi le sue mani risalgono di nuovo fino a cingermi le spalle, sento il suo caldo respiro avvicinarsi sempre di più al mio viso, sono invaso dal quel suo profumo che mi fa impazzire e ancora una volta ne sono inebriato. 
La sua mano destra risale poi verso il collo solleticandomelo con la punta delle dita, mi sfiora l'orecchio con le labbra e soffia fino a fermi venire i brividi, a quel punto mi solleva il mento mentre la punta della sua lingua scivola dolcemente dietro la mia nuca passando poi a cercare un punto preciso dietro al mio orecchio.
 
Forti brividi percorrono il mio corpo, mi gira la testa, sento che mi sto allontanando sempre più dalla realtà.
Senza mai staccarsi dal mio corpo, prosegue ad accarezzarmi con la punta della lingua il collo, fino ad arrivare al mio capezzolo destro.
Da un colpettino leggero prima di cominciare a succhiarlo avidamente e stringerlo forte tra le labbra mentre le sue mani si muovono lungo i miei fianchi, dopo qualche minuto riserva poi quella stessa piacevole tortura all'altro capezzolo.
 
Sento il mio respiro farsi sempre più corto e veloce e comincio a sentire il bisogno di muovermi e di partecipare. 
Non riesco più a rimanere uno spettatore passivo di quella scena. Il mio corpo freme sempre di più sotto le sue mani e la sua lingua.
Gli cingo le spalle con le braccia, gli infilo una mano nei folti capelli ricci e con un movimento delicato comincio solleticargli la nuca. Dal gemito che gli esce dalle labbra intuisco che non gli dispiaccia.
 
Molto lentamente inizia poi a leccarmi lungo il torace, per procedere poi leccando ogni parte del mio corpo. Sentire la sua calda lingua su di me mi fa impazzire. Comincio a lasciarmi andare emettendo piccoli sospiri di piacere, le mie mani intanto sono sempre su di lui, gli accarezzo  le spalle, la schiena, i fianchi e i capelli.

Una sensazione strana mi percorre il basso ventre. Sento il sangue fluire in quella direzione, sono troppo vicino alla perdita totale dei sensi per poterli riacquistare.
Comincio a sentire la mia erezione pulsare nei boxer, sono sempre più eccitato e desidero sempre di più andare avanti.
 
In quel momento si allontana un po' da me e con voce roca e con il respiro irregolare mi dice:

"Vuoi andare avanti o preferisci smettere per oggi?"

Come può chiedermi una cosa simile dopo avermi ridotto così? Non so cosa intenda per andare avanti, ma so che non può lasciarmi in questo stato.

"Non crederai di lasciarmi così insoddisfatto dopo avermi portato a questo punto!?" chiedo mttendo da parte l'imbarazzo.

Sorride.

"Speravo fosse questa la tua risposta e... ti capisco" mi dice indicandosi la sua ormai più che vistosa erezione; mi fa uno strano effetto costatare che in qualche modo io abbia contribuito a ridurlo così.

"Non so se tu sia ancora pronto per certe cose. Faremo in modo di soddisfarci entrambi senza bisogno di esagerare, ma prima... penso di conoscere le risposte, ma devo farti qualche domanda.

"Ti masturbi?"

Non capisco perché lo voglia sapere, rimango un attimo in silenzio per la sorpresa prima di annuire.

"Spesso?" "...Sì"

"Ti piace quello che provi?" "...Sì"

"Bene, procediamo."

Si distende sopra di me poggiando i gomiti sul materasso e si avvicina sempre di più, sento il suo calore, il suo profumo, la sua essenza enon riesco più a pensare a nulla.

I nostri corpi si sfiorano, comincia a muovere il suo sul mio, poi pian piano inizia a strofinare la sua erezione contro la mia, aumenta sempre più il ritmo mentre con la lingua ritorna a torturarmi l'orecchio. 
Sento che sto per perdere il controllo, inarco la schiena e mi spingo verso di lui, così iniziamo a muoverci insieme.  Ognuno accarezza il corpo dell'altro, siamo così vicini, sento la sua pelle bollente appiccicata alla mia.
I nostri respiri e i nostri gemiti si mescolano, siamo entrambi ansimanti.

In un attimo di lucidità sento crescere in me l'imbarazzo, cerco di mettere da parte quella sensazione per godere solo quelle che quel corpo sul mio mi sta regalando.
I nostri bacini si scontrano, le nostre calde erezioni continuano a sfregarsi con sempre più forza da sopra la sottile stoffa dei boxer, sento una leggera scarica elettrica invadermi il corpo che inizia a confondermi e a farmi perdere la concezione dello spazio e del tempo.
Entrambi iniziamo ad aumentare la velocità dei nostri movimenti, i nostri respiri si fanno sempre più corti, stiamo giocando ognuno con il sesso dell'altro.
Le sue mani continuano ad accarezzarmi, cercano il mio corpo, la sua lingua lo esplora tutto. Sono molto vicino, un lieve calore comincia a salire dal basso, sento che sto per perdere il controllo, lui intanto mi prende per i fianchi, iniziamo entrambi a gemere sempre più forte, i nostri movimenti si fanno sempre più veloci. 
Un attimo dopo sento un fuoco che sta per divampare nel ventre e diffondersi in ogni parte del corpo finché dopo qualche secondo raggiungiamo contemporaneamente l'orgasmo con gemito strozzato.
 
Ci metto qualche minuto per ritornare alla realtà e per capire cosa è appena successo. Apro lentamente gli occhi, lui è ancora sopra di me e mi sorride dolcemente.
Ricambio il sorriso non riuscendo a nascondere l' imbarazzo.

Si muove sopra il mio corpo, penso che si stia spostando per alzarsi invece fa qualcosa che mi lascia piuttosto sorpreso.
Avvicina le labbra al mio viso, mi guarda a lungo negli occhi, poi con una dolcezza infinita mi posa un delicato bacio sulla fronte; istintivamente chiudo gli occhi e sono pervaso da una strana sensazione di calore che mi arriva dritta al cuore, quando li riapro si è già alzato in piedi. 
 
"Vai per primo in bagno" mi dice spiazzandomi.

"No, vai tu, io non ho fretta" rispondo in un sussurro, facendo fatica a far uscire la mia voce dopo ciò che è appena successo.

Senza dire una parola si chiude la porta alle spalle. Ne esce dopo circa dieci minuti, durante i quali io ho cercato di ricompormi e di non pensare che tra poco sarà nel letto di un altro. Non so perché, ma quel pensiero m’infastidisce.

Poco dopo, mentre ci stiamo accordando sul nostro successivo incontro, mi chiede:

"Per te sarebbe un problema scambiarci i numeri di telefono? Penso sarebbe il caso di cambiare albergo e avendo modo di contattarmi potresti farmi sapere come fare per raggiungerti."
 
"Sono d'accordo" rispondo, in fondo ha ragione.

Entrambi prendiamo il cellulare per memorizzare i rispettivi numeri.

Gli dico il mio, termina di scriverlo quando lo vedo esitare un attimo, per un attimo mi sembra imbarazzato.

"...puoi dirmi anche come ti chiami?"

"...per me va bene... ma non infrangeresti un'altra delle tue regole?"

"Non è così grave" si limita a rispondere alzando le spalle.

"Mi chiamo... Kurt..."

Esita un istante prima di dire, porgendomi la mano:

 "...piacere... Blaine..."

"Piacere mio..." rispondo afferrandogliela, questa volta, con più decisione.

"Mi comunica poi il suo numero e mi dice:

Allora ci sentiamo... a presto"

"Aspetta…”

Vado a prendere l’assegno e glielo porgo.

“A presto...  e grazie per rispettare i miei tempi" dico poi cercando di nascondere l’imbarazzo.

“Non mi devi ringraziare, mi paghi per questo” mi dice prima di uscire dalla porta, lasciandomi sorpreso e anche piuttosto irritato.
 

 

 
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Note:
Ancora una volta non posso non ringraziare infinitamente tutte le persone che hanno letto anche questo capitolo,  quelle che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ ricordate e a tutte quelle che mi lasciano meravigliose recensioni! *__*

Grazie mille! Mi fa molto piacere sapere che questa storia piace a qualcuno!

Riguardo al capitolo non ho molto da dire a parte che mi scuso perché non sono per niente in grado di descrivere “scene hot”. Ci ho provato, l’ho scritta e cancellata decine di volte, di meglio non sono riuscita a fare, quindi chiedo venia. :-(
Grazie ancora a tutti.
Saluti.
 
 

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Capitolo 7
*** 7 ***


E' passata soltanto una settimana dal nostro primo incontro e non so precisamente per quale motivo ma ho la sensazione di conoscerlo da tempo, sarà perché sto cominciando a lasciarmi andare parecchio con lui, in tutti i sensi direi.
Il suo comportamento continua a turbarmi e a confondermi, non riesco a farmi un’idea su dil lui, ha una personalità alquanto controversa.
Mi lascia completamente di sasso quando dice certe cose come se sapesse cosa ho passato e come se se ne preoccupasse e  mi lascia altrettanto allibito quando con piccoli gesti e con semplici parole riesce ad essere tremendamente dolce.

E’ un enigma per me.
 
Quando durante il nostro ultimo incontro mi ha baciato sulla fronte, dopo avermi regalato tutte quelle nuove sensazioni, come fosse la cosa più naturale del mondo mi ha davvero spiazzato.

Per lui quel gesto non avrà significato nulla, invece per me è stato comunque un qualcosa di nuovo, qualcosa che mi ha regalato una piacevole sensazione che purtroppo non provo spesso.

Quel delicato tocco delle sue labbra mi ha fatto sentire protetto, mi ha trasmesso un tale senso di sicurezza. Starò esagerando ma per un attimo ho avuto l'impressione che con quel bacio mi volesse comunicare qualcosa, come se volesse ribadire ancora una volta che posso fidarmi di lui e che si prenderà cura di me.

E’ bellissimo sentirsi protetti e al sicuro, non mi sono mai sentito così prima d’ora, ma mi sto illudendo lo so, mi sto comportando come un ragazzino. La devo smettere di fantasticare e di dare alle cose un significato diverso da quello che realmente hanno. 

Tra non molto ci rincontreremo di nuovo. Sono già arrivato nella stanza del nuovo albergo che ho scelto. Non mi piace arrivare all'ultimo momento, sarò stupido, ma ho bisogno di familiarizzare un po' con l'ambiente, mi fa  sentire più a mio agio.
Chissà che umore avrà oggi, c'è da aspettarsi di tutto da lui, quando gli ho mandato un sms per comunicargli la data, il luogo e l'ora di quest’incontro, mi ha risposto con un ridottissimo: "Ok".
 
Vedremo, ma sono piuttosto agitato, se tutto procederà come dovrebbe oggi dovrei fare un altro passo. Sono tremendamente in ansia, so di non essere alla sua altezza, ovviamente non posso competere con lui ed ho una fottuta paura di sbagliare e di essere preso in giro.

Devo cercare di stare calmo e rilassarmi, emetto respiri sempre più profondi, tra non molto lui sarà qui.

Anzi no. Ora non è più semplicemente "lui", ora ha un nome, Blaine, sì, tra poco Blaine sarà qui.

…Blaine… Mi fa uno strano effetto chiamarlo così, anche se solo nella mia testa.
Sono contento di conoscere il suo nome, per qualche assurda ragione aver saputo come si chiama e aver il suo numero di telefono mi fa sentire come se fossimo più vicini.
E' come se stessimo facendo passi avanti non solo fisicamente ma so che per lui tutto questo non significa nulla, ha già trasgredito più di una delle sue amate regole per il mio caso disperato, non posso e non devo aspettarmi altro.
 
Sono ancora immerso nei miei stupidi pensieri quando sento bussare alla porta, quel tocco mi fa sussultare e mi fa tornare alla realtà.
Spaventato ma allo stesso tempo elettrizzato mi appresto ad aprire.
 
Mi saluta con un semplice: “Hey…”

“Ciao” rispondo cercando di non mostrare l’agitazione che sta aumentando sempre di più.

“Sei pronto per provare qualcosa di nuovo?” mi chiede una volta entrato nella stanza.
 
A dire la verità non sono pronto. Il pensiero di quello che potrebbe accadere oggi e quello che, se tutto procede come deve, succederà presto mi manda in subbuglio.

A volte mi maledico ancora per essermi cacciato in questa situazione, ma poi penso a Blaine, penso a quello che mi fa provare, penso a quanto io sia curioso di capire qualcosa di lui, penso a come mi fa sentire quando in un baleno riesce a passare dall’essere un gran bastardo, all’essere così dolce da farmi quasi sciogliere ed è in quei momenti che sento che ne vale la pena, che forse per una volta ho fatto bene a lasciarmi andare senza farmi troppe paranoie.
 
“Sono pronto” esclamo con tono più convincente possibile. A questa mia risposta esplode in una fragorosa risata, lo guardo inarcando un sopracciglio piuttosto irritato da quelle sue risa che suonano piuttosto sarcastiche.

“Mi stai prendendo in giro?” chiedo con tono stizzito cercando di non pensare troppo a quanto sia bello sentire la sua stupida risata per la prima volta.

“Certo che no, non lo farei mai” mi dice con tono leggermente ironico.

Sento la rabbia salire in me, mi ripeto di stare calmo, non voglio fare una scenata ma è più forte di me, non riesco a stare zitto.

“Ti diverti a giocare con le mie paure e insicurezze, vero? Chissà quante risate ti farai alle mie spalle” dico con tono più triste che arrabbiato.

Sembra colpito da quelle mie parole. Quella luce divertita sparisce dai suoi occhi per lasciare spazio ad un buio che sa di malinconia e amarezza.
Quello sguardo perso ora chissà dove, mi colpisce come uno schiaffo e fa male. Non capisco cosa possa aver detto per averlo causato, come sempre ho esagerato e ho incasinato le cose come se non lo fossero già abbastanza.
 
“Hey Blaine…” sussurro toccandogli appena un braccio.

Si desta immediatamente e mi guarda negli occhi. Per una frazione di secondo ho avuto l’impressione che fosse tornato un lampo di luce nel suo sguardo, ma è già svanito.

“Scusa se ho detto qualcosa di sbagliato, ho esagerato. Questo è uno dei miei tanti difetti, mi sento attaccato e preso in giro anche quando non lo sono realmente e quando succede, non riesco più a pensare con lucidità.

Scusami ancora, sono paranoico” dico distogliendo lo sguardo da quegli occhi bui.
 
“Non capisco di cosa ti stia scusando… non è successo niente, che ne dici di utilizzare il tempo facendo quello per cui siamo qui?” mi dice cercando un modo piuttosto palese di sfuggire da quella situazione.
 
“Blaine, se non vuoi parlarne, ti capisco, ma sappi solo che non sono né stupido né cieco.”

“Non capisco di cosa tu stia parlando”.

“Sai, non si può fingere per sempre, non si può essere a lungo qualcuno che non si è. Prima o poi, che lo si voglia o no, quella maschera che inevitabilmente si è ancorata saldamente comincia a sgretolarsie pian piano chi vuole farlo davvero riesce a scorgere piccoli frammenti di pura e autentica pelle” dico con tono leggermente emozionato.
 
E’ un nuovo sguardo quello che mi sta rivolgendo ora, mi fa rabbrividire. Non riesco a decifrarlo, so solo che nessuno mi aveva mai guardato così prima d’ora, in quel momento una piacevole sensazione di calore mi pervade.

Ma soltanto un attimo dopo la sua espressione si fa insolente.
 
“Davvero non capisco il motivo per cui stai dicendo queste cose. Comunque non ti stavo prendendo in giro, stavo semplicemente scherzando, non pensavo fossi così suscettibile. Anche se posso capire perché tu abbia reagito così.
Comunque se ci vuoi credere bene, altrimenti sono problemi tuoi. Ora finiamola qui, non mi sembra di essere pagato per parlare. Se non ti dispiace, vorrei portare avanti il mio compito.”
 
Sento l’irrefrenabile voglia di prenderlo a schiaffi. Seriamente, se continua così prima o poi lo farò, non lo sopporto quando si comporta in questo mondo ma cerco di mettere tutto questo da parte e pensare solo al motivo per cui ci troviamo qui.

“Se è questo che vuoi… cominciamo” rispondo.
 
“Vuoi sapere cosa vorrei in questo momento?” mi chiede con un tono di voce che non promette nulla di buono.

In un batter d’occhio elimina la distanza tra i nostri corpi, mi spinge indietro con foga fino ad intrappolarmi contro una parete, mi trattiene per i polsi mentre comincia a strusciarsi contro di me, ancora una volta sono estasiato dal suo profumo.
L'aria intorno a noi comincia a surriscaldarsi, il suo viso si avvicina sempre di più al mio, il suo respiro mi accarezza l’orecchio e le sue labbra sempre più vicine alle mie

“Allora vuoi sapere cosa farei ora?” mi sussurra con voce roca.

Prosegue senza aspettare una mia risposta:

“Comincerei a strapparti questi inutili vestiti di dosso” mi dice mentre con foga mi toglie la maglietta.

“Poi ti leccherei ogni parte del corpo” mi dice mentre fa passare la lingua lungo il petto, soffermandosi poi sui capezzoli.

“Poi esplorerei il tuo bel culetto” mi dice stringendomi le natiche e spingendomi in avanti verso di lui.

Il mio respiro si ferma per un attimo, i nostri bacini si scontrano violentemente, riesco a sentire la sua semi erezione premere sulla mia. I nostri corpi cominciano a muoversi l’uno contro l’altro, la sua lingua mi solletica il collo. Sto perdendo il controllo, alzo le mani e le affondo in quei folti capelli ricci.

“Poi t’infilerei la mano nei pantaloni” mi dice mentre me li slaccia e comincia a toccarmi da sopra i boxer.

Chiudo gli occhi, la sua mano decisa ed esperta mi fa impazzire, sono sempre più ansimante e bisognoso di qualcosa di più.

Si ferma un attimo per abbassarmi i jeans poi la sua mano ritorna sul mio membro ma questa volta tenta di intrufolarsi nelle mutande. Ha già le dita sotto l’elastico quando nella mia mente s’insinua di nuovo la paura, afferrandogli il polso blocco quell’invasione.

Si ferma e mi guarda negli occhi. Il suo sguardo pieno di passione ma per un attimo s’intenerisce, inostri respiri irregolari riempiono la stanza.
 
“Vuoi che mi fermi?” mi chiede con voce bassa e piena di desiderio.

Una parte di me vorrebbe che si fermasse. Forse è stato troppo irruente, non mi aspettavo un attacco del genere, ma dannazione non posso negare che sia stato piuttosto eccitante. Però al pensiero che da un momento all’altro potrebbe vedermi completamente nudo il mio corpo inizia a tremare.

Cerco di respirare e di calmarmi, non è il momento di farsi prendere dal panico.
 
Lo sento emettere un lungo respiro prima di dirmi:

“Hey, scusa se sono stato troppo impetuoso, non volevo spaventarti. Ero così preso che per un attimo mi sono dimenticato che devo andarci piano con te” mi dice sorprendendomi.

“Vuoi che ci fermiamo?” mi ripete come se avesse ritrovato un po' di lucidità.

“…No, solo…non correre troppo per favore, ricordati che hai a che fare con me” rispondo avvampando dall'imbarazzo.
 
Sono tremendamente agitato ma ho preso la decisione di intraprendere questo percorso con lui, non posso cominciare a tirarmi indietro già ora che è arrivato il momento di fare un altro piccolo passo.

"Hai ragione, scusami... vieni..." mi dice prendendomi per il polso e trascinandomi sul letto dove mi adagia delicatamente.

 Per un attimo rimane immobile con gli occhi puntati nei miei. 
 
"Fidati di me, andrà tutto bene. Puoi fermarmi in qualsiasi momento, cioè forse in non in qualsiasi" mi dice poi con un sorriso malizioso.

A quell'affermazione non riesco a trattenere una piccola risata e mi accorgo che qualcosa sta cominciando a sciogliersi dentro di me e inizio a sentirmi più a mio agio.
 
"Credo che sarebbe impossibile anche per me cercare di fermarti... in un certo momento" dico cercando di nascondere l'imbarazzo.
 
Sorride e m’invita a chiudere gli occhi.

Ancora una volta sono nelle sue mani, ancora una volta ho paura mentre sento scorrere l'adrenalina nelle mie vene ma faccio di tutto per non pensare e per lasciarmi andare.
                                  
Sento la sua bocca respirarmi sul collo, poi iniziare a baciarlo, succhiarlo e a mordicchiarlo dolcemente, depositare poi una scia di baci sulla mia pelle scottante scendendo fino a fermarsi  all'altezza dei capezzoli.
 
Dedica lo stesso trattamento ad entrambi.

Li cattura tra i denti, giocandoci prima teneramente, succhiandoli e mordicchiandoli con voracità dopo, sotto quella bocca esperta cominciano presto ad indurirsi.

La sua bocca riprende poi la sua corsa baciandomi il petto fino a fermarsi all'ombelico per scivolare ancora poi sempre più verso il basso e arrivare infine e all'interno delle cosce.

Mi sento sprofondare in un vortice, ho il cuore in gola, sono eccitato ma allo stesso tempo intimidito, mi piace sentire la sua bocca calda sul mio corpo, i suoi baci mi fanno impazzire e in un breve momento di lucidità realizzo che ha infranto un'altra delle sue regole.
 
La sua mano ha cominciato a muoversi sul mio membro quando la blocco di nuovo, mi guarda con un'espressione spazientita prima di emettere un lungo sospiro. Ha frainteso il mio gesto. 
 
"No... è solo che… mi sono appena reso conto che hai infranto un'altra delle tue regole" dico con voce ansante.
 
Mi guarda con espressione confusa come se non si fosse nemmeno accorto di averlo fatto, rimane qualche istante in silenzio prima di dirmi con voce affannata:

"Kurt... tu ti fai troppi problemi, non ti devi preoccupare... se non lo faccio io non vedo perché dovresti farlo tu".
 
E' la prima volta che la sua voce pronuncia il mio nome, mi piace il modo in cui lo fa, sembra un dolce suono sulle sue labbra, un suono che mi trasmette un dolce calore.
 
"E' solo che mi sento in colpa, non voglio che per aiutare me tu debba infrangere tutte le tue regole" rispondo dopo qualche istante.
 
"Kurt, ti ripeto che non devi preoccuparti, per qualunque motivo io lo faccia non sono problemi tuoi, ok"?
 
"Ok" mi limito a rispondere leggermente irritato.
 
Torna ad occuparsi del mio corpo, inizia ad accarezzarmi da sopra il tessuto leggero dei boxer, la sua mano si muove sempre più freneticamente, non ci vuole molto prima che io reagisca a quelle carezze.
Sto cominciando a perdere il contatto con la realtà, inizio a sentire un forte desiderio di avere di più, infilo le mani nei suoi folti capelli e comincio a solleticargli la nuca.
 
La sua mano ora è appena sotto l’elastico dei boxer, lentamente introduce le dita e inizia a muoverle delicatamente.
Mi sento avvampare ma tutto questo è così eccitante che cerco di mettere da parte l’imbarazzo, la sua mano nel frattempo è entrata quasi completamente.
Sentire la sua pelle calda su di me mi fa uno strano effetto, spalanco gli occhi per un momento e cerco di pensare che non c'è nulla di male in tutto questo, così cerco di respirare profondamente e di rimanere concentrato solo su ciò che sto provando.
 
Lui forse intuendo il mio stato d’animo decide di non darmi troppo tempo per pensare, mi prende i fianchi e lentamente fa scivolare i boxer per le gambe fino a sfilarmeli completamente.

Inizio a tremare, il cuore mi batte sempre più forte, continuo a tenere gli occhi serrati, questa è la volta buona, ora sì che potrei morire dalla vergogna.

Il fatto di essere completamente nudo davanti a lui mi fa sentire così vulnerabile, non so per quale motivo ma mi sento indifeso e inerme.
 
Mi aspetto che continui a svolgere il suo lavoro, invece sorprendendomi mi dice:
 
“Kurt, per favore apri gli occhi.”

Piuttosto titubante faccio come mi dice, ma guardo ovunque  tranne che nella sua direzione.
 
“Kurt guardami.”

Quando si suoi occhi incontrano i miei avvampo per l’ennesima volta.

“Non devi vergognarti, non c’è niente di sbagliato in tutto questo, immagino come ti possa sentire a stare completamente nudo davanti ad un’altra persona per la prima volta ma pensa che è una delle cose più naturali del mondo.
E poi… tanto per la cronaca… sei perfetto…” conlude in un soffio.
 
Il mio imbarazzo cresce a dismisura, mi scruta lentamente facendomi sentire ancora più nudo di quanto già non fossi, il suo sguardo dolce e sensuale mi percorre tutto provocandomi forti scosse lungo la spina dorsale.
 
Non rispondo, non ci riesco, mi limito a guardarlo con uno sguardo colmo di gratitudine.
 
Mi sorride e sembra chiedermi con gli occhi il permesso di potere andare avanti così annuisco debolmente.
 
Con una delicatezza infinita prende il mio membro con una mano e inizia a muoverla su e giù lentamente con un ritmo regolare, e posso affermare che è dannatamente piacevole, ben presto reagisce al suo tocco esperto, inizia a gonfiarsi e ad indurirsi sempre di più.

Le sue dita iniziano a stringerlo facendomi rabbrividire dal piacere, i suoi movimenti ad ogni stretta aumentano la pressione e si fanno sempre più veloci, la realtà si fa sempre più lontana.
Senza rendermene conto inarco la schiena per assecondare il suo movimento mentre sento il mio respiro farsi sempre più irregolare, non posso più trattenere i gemiti così mi lascio andare libero da ogni inibizione.
La sua mano intanto continua fare su e giù, sempre più forte, sempre più veloce.

Ho la gola secca, deglutisco più volte, inizio a sentire davvero molto caldo, sento il sangue fluire tutto in quell'unico punto, capisco che sto per cedere, lui continua con quel movimento ritmico per alcuni minuti, poco dopo inizio poi a gemere sempre più forte, ansimo, rabbrividisco fino a venire più forte di quanto abbia mai fatto prima.
 
Quando torno alla realtà non posso fare a meno di pensare: “…Wow…”
E’ stato tremendamente più eccitante e più soddisfacente di quando lo faccio da solo, appena il mio respiro torna ad essere regolare apro gli occhi per incontrare i suoi e mi copro immediatamente con il lenzuolo facendo attenzione a non sporcarlo troppo.

Mi sorride, prima di dire:

“E’ stato poi così spaventoso?”

“Per niente” rispondo sorridendo a mia volta abbassando lo sguardo.
 
“Penso che per oggi possa bastare” mi dice alzandosi per dirigersi in bagno.

Torna un attimo dopo porgendomi una salvietta.
 
“Grazie… di tutto” rispondo sorpreso da quel suo gesto.
 
 “Come ti ho già detto non mi devi ringraziare, è il mio lavoro” risponde prima di chiudersi in bagno.
 
Va al diavolo! Penso prima di iniziare a ripulirmi.
 

 
 
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Note:
Sarò noiosa, ma devo farlo! Grazie infinite a tutte le persone che hanno letto anche questo capitolo, a quelle che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ ricordate e un grazie speciale a tutte quelle che mi lasciano sempre meravigliose recensioni!  *__*
Mi fa davvero un enorme piacere leggere e rispondere ai vostri commenti! Grazie!

Riguardo al capitolo che dire, ho provato a farli avvicinare un pochino di più, non solo fisicamente, ma anche “mentalmente” e “spiritualmente”, spero di esserci riuscita, ci tengo molto al fatto che il loro rapporto non cresca solo sotto il punta di visto fisico.

Per il resto mi scuso anche questa volta se non sono riuscita a rendere bene le scene più “calde” ma davvero faccio una fatica tremenda a descriverle!
Grazie ancora a tutti. *__*
Saluti.

 
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** 8 ***


Sono passati cinque giorni dal nostro ultimo incontro e non ho ancora programmato il prossimo, stavo per farlo quando all'improvviso sono tornati i dubbi, sono confuso, non so se devo portare a termine questa cosa.
Chissà cosa penserebbe mio padre se fosse a conoscenza di ciò che sto facendo, sono sicuro che lo deluderei profondamente.

Ricordo molto bene la nostra prima e unica conversazione sul sesso. Rimasi così spiazzato quando mi porse quegli opuscoli e cominciò a dirmi quelle cose ma allo stesso tempo ne fui felice e gli fui immensamente grato. 
Ero terribilmente imbarazzato ma apprezzai molto il suo gesto, anche se forse non glielo ho mai dimostrato.
Quello fu uno dei tanti momenti in cui mi resi di conto di quanto fossi fortunato ad avere un padre così speciale, mi fa stringere il cuore pensare a quella conversazione, chissà quanto fu difficile anche per lui farmi quel discorso, ma s’informò, si procurò quegli imbarazzanti opuscoli e mi parlò e fece tutto questo soltanto per me. 


Ricordo perfettamente le sue parole e la mia riluttanza iniziale ad ascoltarlo.
Mi disse che si era procurato degli opuscoli che ci avrebbero aiutato durante il cammino, poiché era arrivato il momento di fare "quel" discorso. Io ero solo un ragazzino spaventato, anzi mi rendo conto e di esserlo ancora in parte e in quel momento avrei fatto di tutto per evitare di ascoltare quello che aveva da dirmi, anche la più stupida, come per esempio coprirmi le orecchie con le mani e di mettermi a cantare.

Un sorriso mi sorge sulle labbra, che stupido che ero... e che sono.
Papà mi disse che probabilmente sarebbe stato più difficile per lui che me ma che dopo aver affrontato "la cosa" insieme saremmo stati due uomini migliori così mi calmai e cercai di seguirlo senza svenire dall'imbarazzo.

Sono quelle sue parole che mi risuonano in testa ora e che mi fanno sentire in colpa per quello che sto facendo.
In modo apparentemente tranquillo, cominciò:
"Per molti ragazzi, il sesso è una cosa che si vuole fare di continuo, è piacevole, divertente, ma non riflettiamo mai veramente sui sentimenti che ci fa provare o su cosa prova l'altra persona."
Ripensando a quelle parole non posso fare a meno di pensare a Blaine. 
 
Proseguì poi dicendomi:
"Per le donne è diverso perché sono consapevoli che il sesso è qualcosa di più di un esercizio fisico.
Quando si è in intimità, in quel senso, con un’altra persona, ci si espone, non esiste una situazione in cui si è più vulnerabili, e questo spaventa a morte molti ragazzi che spesso si trovano a doversi accollare pesanti responsabilità con ragazze che avevano detto che sarebbe stato senza impegno, solo per divertimento."

"Ma io non metterò incinta nessuna ragazza" gli risposi.

"No, per te sarà peggio, perché si tratterà di due ragazzi, cioè due persone che credono che il sesso sia solo sesso.
Sarà più facile arrivare al dunqu  e quando ci avrai preso gusto, non vorrai più smettere; invece devi renderti conto che è molto importante e che ci sono in ballo un sacco di cose.
Tu per primo, il tuo cuore, la tua autostima, anche se ti sembrerà di divertirti e basta."
 
In quel momento mi venne spontaneo chiedergli se con quel discorso volesse arrivare a dirmi che non avrei dovuto fare sesso.

"Credo che al tuo trentottesimo compleanno sarà un regalo che ti sarai meritato.

Kurt, quando sarai pronto io vorrei che ti sentissi libero di fare qualsiasi cosa, ma quando arriverà il momento, vorrei che tu lo facessi entrando profondamente in contatto con un'altra persona. 
Non gettarti via come se non contassi nulla. Perché tu sei importante Kurt" mi rispose, facendomi venire un nodo alla gola.

Sono quelle ultime frasi che mi rimbombano in testa. 
"Non gettarti via come se non contassi nulla. Perché tu sei importante Kurt."
Il momento sembra quasi essere arrivato ma non lo farò entrando veramente in contatto con Blaine e questo mi fa sentire proprio come se mi stessi gettando via.

Una lacrima mi scivola sul viso, si vede che oggi sono in vena di ricordi.
Ripenso ad un altro discorso che feci con mio padre. Parlavamo del mio desidero di poter camminare mano nella mano con la persona che amavo o quello di poter andare al ballo senza aver paura della reazione degli altri. 
Lui mi disse che avrei potuto farlo nel momento in cui avrei trovato un ragazzo coraggioso come me, ma io non mi sentivo coraggioso, mi sentivo solo un adolescente che desiderava una delle cose che tutti dovrebbero avere.
Desideravo e desidero solo avere un po' d’amore. "Quel" tipo d'amore. 
 
Vorrei trovare una persona che fosse davvero in grado di capirmi, che mi amerebbe per quello che sono e alla quale potrei dare il mio amore.

Chiedo forse troppo?
Era, ed è così sbagliato desiderare di poter camminare, un giorno, mano nella mano con il proprio ragazzo?
Era così sbagliato desiderare di poter andare al ballo della scuola con l'uomo che amavo?
E' così sbagliato desiderare di sentirsi dire "Ti amo"?
Oppure desiderare di essere baciato veramente da qualcuno che prova qualcosa per te?
E' davvero così assurdo desiderare ciò che vorrebbero milioni di persone ogni giorno? 
Per molti non c'era nulla di sbagliato in tutto questo, a parte che sono io, un ragazzo, a desiderarle.
E' davvero questo il mio destino? 
Starò solo per tutta la vita? Dovrò continuare ad affrontare tutto da solo?

A volte penso che probabilmente sia anche colpa mia, forse pretendo troppo, forse sono troppo esigente.
Eppure non voglio un ragazzo perfetto o straordinario, vorrei trovare una persona che abbia de valori, che non sia superficiale, che sappia quali cose contano veramente nella vita. 
Una persona vera, una di quelle che viene definita bella dentro.
Di persone così dovrebbe esserne pieno il mondo, non dovrebbero essere rare e speciali, dovrebbero essere semplicemente comuni, invece è il contrario, il mondo è pieno di brutte persone, ignoranti e cattive.
 
Probabilmente è anche per questo motivo che non mi sono mai interessato tanto a qualcuno, forse cerco qualcosa di troppo raro.
Ed è per questo che ho sempre detto che non mi sarei accontentato, ma non è forse questo che sto facendo in parte, con Blaine?
Se andassi fino in fondo con lui, non diventerei uno di quei tanti ragazzi che pensa che il sesso sia soltanto sesso?

Il fatto è che per quanto mi sia illuso, per quanto abbia provato a convincermi che avrei potuto farlo con uno sconosciuto, sono solo uno stupido romantico. Uno sciocco che vorrebbe fare l'amore solo quando si sentirà realmente pronto, perché avrà trovato quella persona con cui entrare veramente in contatto.

Non so davvero cosa fare, una parte di me non vorrebbe gettarsi via così ma l'altra parte vorrebbe continuare a vedersi con Blaine.
Mi rendo conto che comincio a sentire il desiderio di conoscerlo, di passare tempo con lui non facendo solo quello che abbiamo fatto finora nei nostri incontri, ma qualcosa che mi aiuti a comprenderlo, a risolvere l'enigma che è per me.
 
Non so davvero cosa fare e non posso nemmeno chiedere un consiglio a qualcuno. 
Santo cielo, la mia vita sarà mai meno complicata? Perché da quando sono nato ho dovuto combattere per avere cose che la maggior parte delle persone ha senza problemi, perché ho dovuto sempre affrontare degli ostacoli e perché nonostante questo abbia perso comunque tanto?
Non mi piace molto piangermi addosso, è solo che a volte tutto ciò che ho passato durante l'adolescenza, torna a schiacciarmi e a volte mi porta a chiedermi se ho fatto qualcosa di così sbagliato, qualcosa di così brutto per meritarmi questo.
 
Prima di tutto, la morte di mia mamma.  
Solo chi l'ha provato può capire cosa significhi perdere una delle persone che ti ha donato la vita. 
Avevo e ho ancora tanto bisogno di lei, mi è stata strappata via troppo presto e sono cresciuto come se fossi mutilato, come se ad un tratto fossi incompleto perché mi era stata estirpata una parte di me.
A questa tragedia, si sono aggiunti i problemi sorti quando crescendo, è diventato "il diverso".
 
Ricordo gli anni al liceo, ero così stanco di sentirmi etichettare in quel modo, di essere preso in giro, di essere sbattuto contro gli armadietti e di essere minacciato solo perché non ero, a detta di molti, "normale".
Ma chi erano e chi sono gli altri per giudicarmi non normale, per odiarmi solo a causa del mio orientamento sessuale?
Basta davvero questo per dare il diritto agli altri di renderti la vita un inferno? A quanto pare sì, bastava, l'ho provato sulla mia pelle ogni giorno.
 
Ma io sono fiero di essere quello che sono, io so di essere migliore, a differenza di loro so di non aver fatto nulla di male e di poter camminare a testa alta. 
Sono orgoglioso di non aver mai nascosto la mia vera natura e di essere sempre stato semplicemente me stesso.
Anche se non è mai stato facile, cercavo di farmi forza ogni giorno. Con le mie battute e la mia ironia riuscivo spesso a nascondere agli altri quanto in realtà stessi soffrendo.
Ma stavo male, solo dio sa quanto. Mi chiedevo spesso per quanto ancora le mie spalle avessero retto tutto quel peso.
Nonostante ci fosse mio padre, che per fortuna mi aveva capito e soprattutto accettato, e nonostante avessi dei veri amici, mi sentivo solo, perché in fondo nessuno di loro poteva capirmi veramente, nessuno di loro sapeva cosa significasse sentirsi così.
 
E pensandoci bene, non molto è cambiato da allora. 
 
Ed ora mi trovo in questa situazione, non so ancora cosa mi abbia spinto quel giorno a scrivere davvero all'agenzia.
Più volte mi era balenata in testa quell'idea ma mi ero sempre trattenuto dal farla diventare realtà.
Poi mi sono lasciato trasportare dagli eventi, mi sono fatto condizionare da quello che mi fa provare Blaine, ma quando mi fermo e penso attentamente cosa sto facendo sento che forse sto andando verso la direzione sbagliata.
Ma allo stesso tempo sento anche che, forse a volte, le cose accadono per una ragione e una piccola parte di me sente che Blaine è entrato nella mia vita per motivo. 
 
Dannazione a quale sensazione devo dare retta? Non riesco a venirne fuori.
Vorrei poterne parlare con qualcuno, ma l’unica persona con cui potrei farlo è lui e non mi sembra il caso, di certo non gli interessano le mie paranoie.
Credo che mi prenderò qualche altro giorno per pensarci e poi mi comporterò di conseguenza con Blaine.
 
Emetto un lungo respiro mentre mi alzo dal letto sui cui sono sdraiato da parecchio ormai, ho bisogno di fare una doccia rilassante.

E’ passata circa mezz’ora quando esco dal bagno e guardando distrattamente il display del mio telefono mi accorgo di aver ricevuto un sms. Mi stupisco quando leggo chi è il mittente.

Blaine. Che cosa vorrà? Non so perché ma aspetto un attimo prima di aprirlo. Oddio sono davvero uno stupido, mi sto “emozionando” per un semplice messaggio? Con tristezza ammetto che è così, mi sono emozionato perché è stato lui, a mandarmelo. Che stupido che sono, probabilmente mi farà anche arrabbiare.

Sospiro e dandomi dell’idiota mi decido a leggerlo.

“Questa settimana niente incontro?”

Perché me lo chiede? Non avevamo deciso che i nostri appuntamenti sarebbero stati regolari e settimanali. Lo avviso sempre con abbastanza preavviso, davo per scontato che non essendomi fatto sentire fosse chiaro che non ci saremmo visti e lui si sarebbe potuto organizzare con gli altri clienti.
Gli rispondo facendogli presente questo e aggiungendo che mi dispiace se per colpa mi ha avuto dei problemi.

La sua risposta arriva rapidissima:

“Nessun problema, era solo per sapere.”

Mah, credo che non lo capirò mai.
Ad un tratto penso che potrei approfittare per dirgli dei miei dubbi, sarà più facile per me parlargliene senza guardarlo negli occhi.

“Comunque vorrei dirti che probabilmente non ci saranno altri incontri. Ma tranquillo, te lo farò sapere al più presto” gli scrivo mordendomi leggermente il labbro.
“Allora aspetto tue notizie” mi risponde.

Quella sua indifferenza mi fa male ma cosa mi sarei potuto aspettare?  Per lui sono un cliente come tutti gli altri.

Non passa nemmeno un minuto però che mi arriva un altro messaggio:
“Ho fatto qualcosa di sbagliato?”

Oh poverino, tiene così tanto al suo ego che vuole sapere se è colpa sua.

“Puoi stare tranquillo, il tuo ego è intatto. Il problema non sei tu” rispondo.

“Hai cambiato idea?” mi scrive.

“Forse” rispondo.

“Perché?” mi chiede.

“Che t’importa?” mi ritrovo a scrivergli.

“Era solo una domanda, se non vuoi parlarne, va bene” mi risponde.

Non potrei mai parlare con lui dei miei dubbi, riderebbe di me e non capirebbe.

“E’ una storia lunga e non capiresti” scrivo.

“Ho parecchio tempo a disposizione in questo momento. E se non mi conosci come puoi sapere che non capirei? Stai forse diventando come quelle persone che tanto disprezzi, che si permettono di giudicare dall’apparenza?”
Ok, forse ha ragione ma sto iniziando ad irritarmi.

“Nemmeno tu mi conosci, non puoi sapere quale tipo di persona io disprezzi” gli rispondo.

“Dimmi che non è vero che le odi e che tu sei l’esatto contrario di loro?” mi chiede sorprendendomi.

“Ok, è vero, contento? Vuoi un applauso?” gli scrivo.

“Non mi serve un applauso” mi risponde.

Comincio a pentirmi di avergli parlato della mia decisione.

“In ogni caso non è una cosa di cui si può parlare tramite sms, quindi grazie per l’offerta, ma penso che declinerò, ti farò sapere al più presto la mia decisione" rispondo sicuro che questa volta non  riceverò alcuna risposta.
Mi sbaglio.

“Se vuoi, possiamo vederci” mi chiede lasciandomi di sasso.

“Per parlare intendo” mi scrive subito dopo.

“Perché lo faresti?” chiedo.

“Per dimostrarti che posso capirti” mi risponde.

Chissà perché mi aspettavo una risposta simile.

“Da quando t’interessa dimostrarmi qualcosa che non siano le tue doti a letto?” scrivo.

“Vuoi che incontrarmi oppure no?” mi chiede evitando la domanda.

“Quando?” chiedo.

“Ho la giornata libera. Questa sera andrebbe bene” scrive.

“Non sappiamo  dove abitiamo, potremmo vivere a parecchi chilometri di distanza  e poi non so se troverei un albergo con così poco preavviso” rispondo.

“Perché dovremmo incontrarci in un albergo? Non ne abbiamo bisogno per parlare. Potremmo andare a bere qualcosa. Per quel che riguarda la distanza potremmo incontrarci a metà strada” scrive.

A bere qualcosa con lui?! Quel pensiero mi fa uno strano effetto. Dannazione mi sto comportando di nuovo come uno stupido ragazzino.

“Non infrangeresti le regole ad incontrare un cliente fuori dal lavoro?” chiedo.

“Con te ho già infranto parecchie regole, una in più una in meno…” scrive.

Se non fossi così insicuro, potrei pensare che sia una cosa positiva che con me non abbia rispettato tutte le sue regole.

“Allora va bene” rispondo.

Ci mettiamo d’accordo sul luogo dell’incontro, scoprendo che non viviamo poi così lontani.

“Allora a più tardi Kurt” scrive.

“A più tardi Blaine” rispondo con mano tremante.

Il pensiero che lo vedrò in una circostanza completamente diversa dal solito m’innervosisce parecchio e quello che dovremmo parlare mi spaventa quasi di più che se avremmo dovuto fare qualcos’altro.
Perché sono così idiota, perché mi sono già pentito di aver accettato?

 

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Note:
Come avrete notato questo capitolo è piuttosto diverso dal solito. Avevo bisogno di darvi il  modo di inquadrare Kurt, almeno lui vorrei che lo conosceste bene dato che per Blaine ci vorrà ancora un po’.
  
Non voglio affrettare le cose tra di loro, vorrei che nascesse qualcosa di bello e di vero, quindi non sarebbe credibile se succedesse se continuassero a vedersi solo per fare certe cose.
Per questo motivo nel prossimo capitolo s’incontreranno per parlare.
 
Spero che questo vi sia piaciuto anche se è diverso.
Come avrete notato ci sono riferimenti piuttosto evidenti a Glee, spero non vi dispiaccia!
Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate, per me è importante ricevere le vostre opinioni, critiche e i consigli per migliorare!
 
Grazie, grazie e ancora grazie a tutte le persone che continuano a leggere la storia, a quelle che hanno cominciato a farlo, alle tante che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ ricordate; e un grazie speciale a chi mi dedica un po’ del suo tempo facendomi sapere cosa ne pensa!
Grazie mille a tutti!
Ciao!

 
 

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Capitolo 9
*** 9 ***


Perché mi ha chiesto di vederci? Perché si è offerto di parlare con me?
Proprio non capisco quel ragazzo è davvero strano, chissà forse lo fa perché vuole convincermi a continuare perché non vuole perdere un cliente.
Sì, sarà questo il motivo, non ne trovo altri validi.

Ora che ho accettato ho qualche piccolo problema. 

Problema numero uno: cosa diavolo mi metto?
 
Beh per quel che vale potrei prendere la prima cosa che trovo, infondo non capisco la mia agitazione, non è mica un appuntamento.
Devo smetterla di comportarmi come un ragazzino, ora sono un adulto e devo comportarmi come tale.

Ma pensandoci bene io sono un tipo molto attento alla moda, cerco di vestirmi sempre bene in qualsiasi occasione, quindi ora perché dovrebbe essere diverso? Non mi faccio questi problemi per Blaine, assolutamente no, ma solo perché ci tengo a vestirmi bene.
Dato che andremo a bere qualcosa cercherò di rimanere sul sobrio, di non essere esageratamente elegante e appariscente.

Bene, cominciamo a passare a rassegna l'armadio, sospiro pesantemente mentre mi accingo a farlo.
Non ho tutto il tempo del mondo, quindi devo anche sbrigarmi.

É passata circa una ventina di minuti, durante i quali, oltre a scegliere gli abiti mi sono chiesto cosa diavolo dirò a Blaine quando mi chiederà perché sono indeciso se continuare o meno questa cosa con lui.
E questo è il problema numero due.

Non credo di volergli rivelare la verità. Di certe cose non ne ho mai parlato con nessuno, non vedo come potrei farlo con lui che è poco più di uno sconosciuto. 

Controllo l'orologio e noto che comincia a farsi tardi. Indosso velocemente gli abiti che ho scelto, gli abbino un paio di scarpe, mi do una sistemata ai capelli, mi spruzzo il mio profumo preferito e mi do un'ultima controllata allo specchio.

L'insieme mi soddisfa abbastanza, ho optato per un paio di jeans blu, una maglietta a maniche lunghe bianca e un gilet nero sopra.
Sì, direi che potrebbe andare. 

Mi dirigo verso la porta con passo incerto. L'agitazione aumenta sempre di più nonostante non ne capisca il motivo.

Entro in macchina cercando ancora di pensare a cosa potrei inventarmi per spiegare il motivo dei miei dubbi, lo faccio per tutto il tragitto finché non decido che gli dirò che non c'è un motivo particolare e che ho soltanto bisogno di tempo per pensarci meglio.

Dopo poco mi guardo intorno, dovrei essere arrivato. Ci siamo dati appuntamento in un tranquillo bar non troppo frequentato e decisamente non uno dei locali più alla moda della zona.

Controllo l'ora, sono in anticipo soltanto di cinque minuti e questo significa che arriverà tra pochissimo.  

A quel pensiero il cuore mi batte più forte, sono sempre più agitato, respiro profondamente prima di scendere dall'auto.

Faccio solo in tempo a chiudere la portiera che sento dei passi dietro di me. Si fanno sempre più vicini, è lui, riconosco quel suo inconfondibile profumo, mi ripeto di stare calmo e di comportarmi da persona matura e respiro di nuovo prima di voltarmi.

"Kurt..." mi dice a mo' di saluto.

"Blaine..." rispondo.

Cavolo, è tutto così strano. Mi fa uno strano effetto vederlo qui, questa é la prima volta che "usciamo allo scoperto".

Prima d'ora nessuno ci aveva mai visto insieme, solo quelle quattro pareti delle stanze d'albergo erano state testimoni dei nostri incontri., questa è la prima volta che ci vediamo circondati da altre persone e dal mondo esterno; questo rende tutto così reale che mi spaventa terribilmente.

Mi sento come se quello che sto facendo, ora fosse alla vista di tutti. Come se ora il mondo sapesse il motivo del mio incontro con Blaine.

"Tranquillo, non si vede" mi dice.

Lo guardo con sguardo interrogativo.

"Non si vede che facciamo... certe cose, se é questo che ti preoccupa tanto" risponde. 

Rimango per un attimo sorpreso, non mi aspettavo che intuisse il mio stato d'animo. 

A questo punto non serve negare, allora gli rispondo:

"Sai leggere nel pensiero?" 

"No, forse so leggere solo nei tuoi occhi" risponde con un debole sussurro.

Entrambi rimaniamo sorpresi da quell'affermazione.

Lui sembra subito pentito di averla detta, mi è sembrato anche imbarazzato per un attimo, ma mi sarò sbagliato. È impossibile. 

"Vogliamo andare?" mi chiede dopo pochi secondi, senza darmi il tempo di replicare. 

"Andiamo" rispondo con voce tremante.

Ci avviamo verso l'ingresso del bar camminiando in silenzio uno di fianco all'altra, ci fermiamo davanti alla porta, la apre e con un gesto m'invita ad entrare per primo. 

Ringrazio e mi appresto a farlo.

Ci accomodiamo in un punto abbastanza appartato e sempre in silenzio aspettiamo che vengano a prenderci le ordinazioni.

La situazione é piuttosto imbarazzante, mi guardo intorno, lui fa altrettanto, in pochi minuti arriva la cameriera a portarci ciò che abbiamo ordinato. 
 
Mi aspetto che cominci con il chiedermi dei miei dubbi, invece sorprendendomi mi chiede: "sei mai stato qui?"

Esito un attimo prima di rispondere: "No, mai."

"Non é molto distante da casa tua giusto? Hai avuto problemi a trovarlo?" mi chiede.

"Sí è abbastanza vicino, no no, nessun problema" rispondo.
 
In quel momento capisco che forse sta cercando di mettermi a mio agio prima di cominciare a parlare di quello per cui siamo qui.
Apprezzo questa sua premura, questo ragazzo non finirà mai di stupirmi.
 
Rimaniamo ancora per qualche minuto in silenzio, forse non sa cos'altro dirmi, in fondo non ci conosciamo e non siamo qui per farlo, di cosa potremmo parlare se non di quello?
 
Decido quindi di prendere io in mano la situazione per uscire da quella circostanza imbarazzante, per entrare però in una altrettanto scomoda.
 
"Mi scuso ancora se ti ho causato problemi non avvertendoti sul fatto che non ci saremmo incontrati questa settimana" dico abbassando il tono di voce.
 
Fortunatamente il locale è praticamente vuoto e dalla nostra posizione nessuno dovrebbe essere in grado di riuscire a sentire la nostra conversazione.
 
"Come ti ho detto, nessun problema, te l'ho chiesto solo per sapere come organizzarmi con gli altri clienti" risponde.
 
"Ti farò sapere al più presto cosa ho deciso, in modo che potrai pianificare senza problemi i tuoi futuri appuntamenti" dico.
 
"Quindi sei indeciso se continuare" afferma.
 
Annuisco.
 
"Cos'è? Per caso non ti piaccio?" mi chiede ridendo.
 
Se vuole sentirsi dire che mi piace, che mi attrae e che mi fa impazzire si sbaglia di grosso.
 
"Come ti ho già detto i miei dubbi non hanno nulla a che fare con te" dico evitando di rispondere direttamente alla sua domanda.
 
"Che cosa potrebbe mai esserti successo in questi pochi giorni per averti fatto cambiare idea?" mi chiede.
 
Ad un tratto mi balena in mente un'idea. Non prendo nemmeno troppo tempo per pensarci e rispondo:
 
"Vedi il fatto è che... ho conosciuto una persona" dico abbassando lo sguardo e sperando che non si accorga che sto mentendo.
 
Senza distogliere gli occhi dal quel tavolino che ad un tratto mi sembra molto interessante, continuo:
 
"Abbiamo cominciato a frequentarci e chissà potrebbe essere quella giusta."
 
La sua reazione mi lascia basito, scoppia in una fragorosa risata.
 
Alzo gli occhi e comincio a fissarlo con sguardo torvo.
 
"Vorresti farmi credere che lo hai incontrato, hai cominciato a frequentarlo e ha capito che potrebbe essere quello giusto in cinque giorni?" mi chiede continuando a ridere.
 
Ok, forse ho esagerato, devo riconoscere che non è per nulla credibile, ma a questo punto non voglio ammettere di essermelo inventato e poi il modo in cui ha reagito mi ha irritato.
 
"Prima di tutto ti pregherei di smetterla di ridere e poi... cos'è non credi che possa aver trovato qualcuno? Ti fa tanto ridere l'idea che qualcuno si sia interessato a me?" rispondo.
 
"Non è questo il punto, non ci troverei nulla di strano se avessi trovato qualcuno interessato a te, anzi, ma non me la dai a bere, non sei quel genere di persona" dice con convinzione.
 
"Ah davvero? Illuminami, che tipo di persona sarei?" chiedo cominciando ad alterarmi.
 
"Non sei il tipo che dopo aver incontrato una persona, comincia a frequentarla subito e addirittura, senza conoscerla, pensa che sia quella giusta. Tutto questo in soli cinque giorni? Per favore Kurt non prendiamoci in giro.
Su, sentiamo, quante volte avreste parlato?" 
 
Ok, devo stare calmo. Respiro profondamente per cercare di calmarmi.
Il fatto che mi abbia inquadrato così bene, mentre lui è ancora un enigma per me, mi fa imbestialire, ma non posso nascondere che mi faccia anche piacere.
 
"Allora prima di tutto tu non puoi sapere che tipo di persona io sia, secondo non sono affari tuoi quante volte ci ho parlato, è chiaro?

Ho conosciuto una persona che mi portato a chiedermi se davvero voglio sprecare la mia prima volta con t... con un gigolò, tutto qui!" rispondo piuttosto irritato.
 
Per un secondo sembra colpito dalle mie parole, i suoi occhi si rabbuiano per un istante, poi continua:
 
"Capisco perfettamente i tuoi dubbi, avresti ragione a non volere sprecare la tua prima volta con me se avessi conosciuto qualcuno che potrebbe diventare davvero importante; ma vedi il fatto è che non credo nemmeno per un secondo che sia questa la vera ragione."
 
"Ah davvero!? Sentiamo, quale sarebbe secondo te il vero motivo?" chiedo.
 
"Forse la tua, è semplicemente paura o forse ha capito di non essere ancora pronto o forse non sei soddisfatto di come sto svolgendo il mio lavoro o forse... dimmelo tu il vero motivo" mi chiede guardandomi intensamente negli occhi.
 
Mi perdo nei suoi mentre mi chiedo se posso davvero aprirmi con lui. Ho paura che mi prenderà in giro, ho paura che riderà di me, come il solito ho paura di essere giudicato, non so perché ma sento che la sua opinione conta per me. 
In questi anni ho imparato a farmi scivolare di dosso certe opinioni e critiche altrui ma qualcosa mi dice che il suo giudizio sarà difficile da ignorare e questo non fa che spaventarmi ulteriormente.
 
Sembra intuire la mia titubanza, avvicina di poco la sedia alla mia, la sua intensa fragranza mi avvolge ed io comincio a respirare più faticosamente.

Non toglie lo sguardo dal mio, mi poggia delicatamente una mano sul braccio e con voce tenera e bassa mi dice:
 
"Puoi fidarti di me, non devi preoccuparti, non ti criticherò, non ti giudicherò, non farò nient'altro che ascoltarti e se e, quando lo vorrai, darti la mia semplice opinione. Ma stai tranquillo, in genere rispetto i pensieri e le scelte altrui, posso non condividerli, ma li rispetto."
 
Ancora una volta sembra avermi letto nel pensiero.
Mi lascio incantare dalle sue parole, c'è qualcosa di rassicurante nella sua voce e nei suoi occhi, qualcosa che mi trasmette fiducia, sicurezza, qualcosa che mi fa sentire libero di potergli parlare.
Mi chiedo come possa cambiare così rapidamente, se fosse dovuto al fatto che questa sua dolcezza che viene fuori così all'improvviso, fosse soltanto una tattica? 
 
Rimango ancora qualche istante in silenzio, limitandomi a guardarlo. In quegli occhi bui, cerco quel piccolo spiraglio di luce che mi ha colpito sin dall'inizio, lo trovo, è in profondità ma c'è.
Mi basta quello per capire che forse usa una tattica quando fa l'insolente e lo stronzo e non il contrario, mi lascio trasportare da quello che mi comunica il suo sguardo e mi lascio andare.

Sospiro pesantemente prima di cominciare:
 
"I dubbi che già avevo sono aumentati quando ho ripensato ad una conversazione che qualche anno fa ebbi con mio padre."
 
Annuisce per esortarmi a continuare.
 
Distolgo lo sguardo da lui, comincio a fissare le mie mani poggiate sul tavolino e inizio a raccontargli ciò che mi disse mio padre.
Mi ascolta in silenzio, sento il suo sguardo su me e la mia agitazione cresce.
 
"Non gettarvi via come se non contassi nulla... devi renderti conto che è molto importante e che ci sono in ballo un sacco di cose.
Tu per primo, il tuo cuore, la tua autostima, anche se ti sembrerà di divertirti e basta.
 
Ecco vedi, sono queste le parole di mio padre che non riesco a togliermi dalla testa. Se andassi avanti con te mi sentirei in colpa sia verso di lui sia  verso me stesso" dico con una punta di tristezza.
 
Continua a rimanere in silenzio, con difficoltà cerco di fargli capire cosa intendo ma non è facile con i suoi occhi puntati su di me.
Mi muovo sulla sedia e ricomincio a parlare senza mai incrociare il suo sguardo.
 
"Se sapesse cosa sto facendo sarebbe molto deluso e deluderlo è l'ultima cosa che vorrei, anche se so che è praticamente impossibile che lo venga a sapere, se non da me. 
In ogni caso anche a farlo di nascosto, so che mi sentirei comunque sporco e saprei di aver fatto qualcosa che non si aspetta da me, qualcosa che gli dispiacerebbe molto scoprire."
 
Comincio a toccarmi nervosamente le mani, ripenso a mio padre, a questa situazione complicata e per un attimo mi perdo nei miei pensieri.
Sono così confuso, non so cosa devo fare. 
Sospiro pesantemente mentre sento una mano posarsi delicatamente sulle mie e fermare il loro movimento frenetico.
 
Quel tocco gentile mi porta alla realtà e mi fa sentire al sicuro, la sua mano irradia un calore che mi fa sentire in qualche modo protetto.
Rimango qualche secondo a fissare le nostre mani, poi lentamente mi giro verso di lui.
Cerco di capire dalla sua espressione che cosa pensa di quello che gli ho appena detto, ma è come se sul suo volto ci fossero talmente tante emozioni tutte insieme che sembra impossibile riuscire a catturarne una.

Arrossisco al pensiero di ciò che potrebbe pensare di me e con tono basso e insicuro gli dico: 
"Ok, ora se vuoi, puoi giudicarmi. Ti capisco se pensi che io sia uno stupido che si comporta come un ragazz..."

"Kurt..." m'interrompe... e sorridendo, con tono dolce mi dice:

"Penso che tutto questo sia adorabile, credo che tu sia adorabile a pensare a tuo padre prima di pensare a te stesso.
Penso che poche persone al tuo posto si farebbero tutti questi problemi per non deludere qualcun altro, penso che tuo padre sia una persona speciale, non è da tutti i padri affrontare certi discorsi con il proprio figlio omosessuale e penso infine che tu sia un figlio speciale, non tutti i figli si preoccuperebbero tanto di deludere i propri genitori" dice con tono leggermente triste e malinconico.
 
Arrossisco ancora di più a quei complimenti, non mi aspettavo assolutamente di sentirmi dire queste cose da lui ma scopro che è piuttosto piacevole. Anche se forse è stato troppo buono nel giudicarmi; decido di essere completamente sincero con lui.
 
"Ma non lo faccio solo per lui, lo faccio anche per me... sarò uno stupido romantico ma ho capito anche che, per quanto mi sia illuso che avrei potuto fare quel passo con uno sconosciuto, con un uomo a pagamento, sono soltanto uno sciocco ragazzino che..."
 
"Che vorrebbe fare l'amore e non sesso fine a se stesso" conclude lui al mio posto.
 
Lo guardo lievemente sorpreso.
 
"Kurt, non è affatto stupido credimi. Non c'è niente di male ad essere romantici e a desiderare di concedersi per la prima volta alla persona giusta, con la quale si sa di essere in contatto, quel contatto particolare di cui parlava tuo padre.
Una volta anch'io ero come te" mi dice in tono malinconico, lasciandomi completamente spiazzato. 
 
Per la prima volta mi ha detto qualcosa di sé, non sarà un granché, ma per me significa molto che abbia fatto quel piccolo passo, anche se quella malinconia che gli leggo negli occhi e gli sento nella voce mi fanno male.
 
"Sai, ho capito dal nostro primo incontro che, nonostante mi avessi contattato, non eri davvero pronto e non era quello che desideravi veramente" continua.

"Ero così pessimo a fingere?" chiedo.

"Diciamo che per quanto ti sforzi a volte, il tuo corpo parla per te. I tuoi gesti involontari ti tradiscono e i tuoi occhi dicono molto di più di quanto vorresti" risponde con un tenero sorriso.
 
Mi lascia di nuovo senza parole, non pensavo di essere così facilmente "leggibile", pensavo di avere imparato piuttosto bene a camuffare i miei stati d'animo.

Rimango a fissarlo per parecchi minuti con un'espressione ebete dipinta sul volto, poi senza pensarci troppo rispondo con la prima cosa che mi viene in mente.
 
"Anche i tuoi" sussurro con voce tremante.

Appena realizzo di averlo detto a voce alta, mi pento subito di averlo fatto. Ho rovinato l'atmosfera che si era creata, ora si chiuderà di nuovo in se stesso e si arrabbierà.
 
Abbassa velocemente lo sguardo mentre un'espressione stupita, sorpresa e anche un po' spaventata gli appare sul volto, non gli piace che qualcuno possa leggerli negli occhi cose che non vorrebbe mostrare. Quel suo ultimo gesto me lo conferma, ma lo capisco perfettamente. E' lo stesso anche per me.
 
"Scusami" sussurro per cercare di rimediare. 
 
"Tranquillo, non è successo nulla" mi dice con una punta di tristezza nella voce incrociando brevemente lo sguardo col mio.
 
Quello che vedo mi fa male, i suoi occhi bui sono pieni di... paura.
Mi chiedo da che cosa sia scatenata. Vorrei poterlo aiutare, vorrei fargli capire che può fidarsi di me, come io ho fatto io con lui. Vorrei che i suoi occhi tornassero a illuminarsi di quella luce che sono sicuro, una volta non era solo di passaggio.
Ma non posso fare niente di tutto questo, non voglio essere invadente o sembrare curioso.
Se mai sarà interessato, cosa che dubito, ad aprirsi con me dovrà essere pronto e sopratutto dovrà essere soltanto lui a volerlo.

"Si è fatto tardi" mi dice qualche istante dopo dando un'occhiata all'orologio.

Ecco, vuole scappare. Ho rovinato tutto.
 
"Già" mi limito a rispondere.
 
"Riguardo alla tua decisione, penso tu abbia già capito cosa vuoi veramente. Se prima ero convinto che non ti saresti mai concesso a me fino in fondo, ora ne sono ancora più sicuro.
Sei troppo onesto, sei troppo pulito, sei troppo... puro. Non potresti mai fare sesso con me, prima che per te stesso, per non deludere tuo padre" mi dice lasciandomi ancora una volta senza parole.
 
"Quindi... pensi... che... cioè...vuoi dire che... non dovremmo più vederci?" chiedo con voce tremante.
 
"Kurt, sappiamo entrambi che non riuscirai mai a fare sesso con uno sconosciuto. Non serve prenderci in giro, non sarai mai pronto. E sia chiaro che non te ne sto facendo una colpa, anzi, è bello che ci siano ancora persone come te e come tuo padre.
Ti capisco e prima che ti vengano in mente strane idee, sappi che non t’incolpo per avermi contattato; forse avevi bisogno di andarci vicino per capire davvero che non è quello che vuoi" mi dice eludendo la domanda.
 
"Il fatto è che sono combattuto Blaine. Se non trovassi nessuno? Se non trovassi mai quella persona? Vale la pena aspettare qualcosa che forse non arriverà mai?" chiedo lasciandomi andare forse un pochino troppo.
 
Il suo sguardo si addolcisce, mi mette una mano sulla spalla e guardandomi intensamente dice:
 
"Kurt, non devi avere questo timore, sono sicuro che troverai quella persona. Una creatura come te, non può e non deve rimanere sola, sarebbe un tale spreco."
 
A quelle parole boccheggio per qualche istante e sento qualche lacrima pungermi gli occhi, deglutisco ripetutamente e abbasso lo sguardo.
Non sono abituato a sentirmi dire certe cose, non so come reagire ai complimenti.
Ormai so perfettamente come reagire agli insulti e alle offese gratuite, a questi sì che sono abituato ma sentirmi dire quelle parole da una persona che non è mio padre o uno dei miei più cari amici mi fa uno strano effetto.
 
Quelle sue parole mi arrivano dritte al cuore che inizia a battere sempre più forte.
Sento una nuova e piacevole sensazione di calore impossessarsi di me, sento come se qualcosa stesse cercando prepotentemente di entrarmi nell'anima. Cosa mi sta succedendo?
 
"So che è difficile ma prova solo a lasciarti andare un po' di più, prova a stare meno sulle difensive e sii più sicuro di te stesso. Se lo farai sono sicuro che sarà più facile per gli altri avvicinarsi a te" prosegue con tono lievemente triste.
 
"Ci proverò" sussurro.
 
"Quindi questo è una specie addio?" chiedo con voce spaventata mentre mi volto per guardarlo negli occhi.
 
Quel pensiero mi fa male anche se non capisco il perché. So solo che non sopporto l'idea che potrei non vederlo più, ento che è ingiusto e sbagliato.
 
"Non lo so Kurt, tu vuoi che lo sia?" mi chiede con tono serio.
 
"Te l'ho detto Blaine, sono confuso" rispondo.
 
Rimane qualche istante in silenzio poi in tono che sembra quasi speranzoso, mi dice:
 
"Se vuoi possiamo continuare a vederci. Magari andiamo avanti, potrei continuare ad aiutarti a fare quei piccoli passi senza però arrivare a... al grande passo... ovviamente solo se lo vuoi."
 
Rimango ancora in silenzio.
 
"Così quando arriverà il momento... con quella persona... sarai preparato" aggiunge con uno strano tono di voce.

Sembra quasi dispiaciuto, mi sarò sbagliato.
 
"Non devi rispondermi subito. Pensaci e poi mi farai sapere, ok?" chiede poi notando il mio silenzio.
 
"Ok..." sussurro.
 
Non c'è altro da dire, entrambi ci alziamo, paghiamo il conto, ognuno per sé e ci dirigiamo in silenzio verso le auto.
 
Mi fermo quando arriviamo alla mia, lui fa altrettanto.
 
Inizio a giocare nervosamente con le chiavi tra le mani, è arrivato il momento di salutarci.
 
"Bene... allora... ti farò sapere al più presto" gli dico.
 
"Quando vuoi" mi risponde.
 
"Ok, allora io vado... ciao..." mi dice voltandosi per raggiungere la sua auto.
 
Appena si volta, istintivamente elimino la distanza tra di noi e lo fermo bloccandolo per il polso.
 
"Blaine... aspetta" dico con voce insicura.
 
Si volta sorpreso mentre io lascio immediatamente la presa sul suo polso.
 
"Volevo solo dirti... beh ecco...  grazie" rispondo mentre mi sento avvampare.
 
"Di cosa?" chiede.
 
"Di tutto... grazie davvero Blaine" rispondo mentre sento il cuore battermi sempre più forte.
 
"Grazie a te Kurt" mi risponde sorprendendomi.
 
"Ma io non ho fatto nulla" dico.
 
"Ti sei confidato con me. Hai fatto una cosa che richiede molto coraggio Kurt, non tutti ci riescono.

Per molte persone non è per niente facile aprirsi con gli altri " mi dice con voce triste.
 
"Lo so benissimo Blaine, non so se per me sia stato più difficile e se mi abbia fatto sentire più nudo confidarmi con te, o quando sono stato nudo nel vero senso della parola.
Non è mai facile spogliarsi davanti agli occhi degli altri e spesso nemmeno ai nostri, né degli indumenti, né delle proprie paure e insicurezze; in entrambi i casi ci si sente troppo indifesi, invulnerabili e spaventat ma allo stesso tempo più liberi" rispondo arrossendo leggermente.

"Però tu hai fatto entrambe le cose, sei riuscito a superare la difficoltà" mi dice.
 
"Se l'ho fatto il merito non è solo mio" rispondo.
 
Mi guarda sorpreso per un attimo.
 
"Non è sempre colpa di chi non riesce a confidarsi, forse bisogna anche trovare la persona giusta con la quale riuscire a farlo" dico abbassando lo sguardo.
 
Senza dire una parola mi si avvicina, si ferma a pochi passi da me, i nostri visi sono a pochi centimetri l'uno dall'altro, mi guarda negli occhi e mi sembra di intravedere gratitudine nel suo sguardo che ora appare luminoso come non lo avevo mai visto.
 
Poi poggia delicatamente una mano sulla mia guancia e l'accarezza dolcemente quel piccolo gesto mi fa tremare dell'emozione, un attimo dopo porta la mano sul mio collo e avvicina sempre di più il suo viso al mio finché non mi posa un leggero bacio sulla guancia.
Istintivamente chiudo gli occhi per assorbire al meglio la sensazione di piacere e di calore che mi provoca quel semplice gesto.
 
In quel momento sono pervaso da una nuova e piacevole sensazione, non so darle un nome ma so che tutto questo mi spaventa e mi sento sempre più vulnerabile.
 
Dopo poco allontana il viso dal mio, mi guarda negli occhi, mi sorride e mi dice:

“Grazie Kurt…”
 
Non faccio nemmeno in tempo a replicare che si è già allontanato per dirigersi verso la sua auto.
 
Rimango lì, fermo, forse qualche minuto di troppo a pensare che ora, sono anche più confuso di prima.


 

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Note:

Prima di tutto, mi scuso ma non sono proprio riuscita a pubblicare prima. Ci ho provato diverse volte, ma c’era sempre qualcosa o qualcuno che me lo impediva.
 
Poi volevo chiarire una cosa riguardo al capitolo precedente che mi l'altra volta mi è sfuggita.
Forse vi sarà sembrato strano e non troppo credibile che Blaine abbia mandato l’sms a Kurt per chiedergli degli appuntamenti e che dopo, abbia anche proposto di vedersi.
Ma non potevo farlo fare a Kurt, lui è troppo insicuro per fare entrambe le cose, quindi poiché, uno dei due doveva farlo, ho dovuto scegliere lui.
Ma l’ho scelto anche per farvi capire che Blaine era così spaventato dal pensiero di “perdere” Kurt che si è trovato ad andare ancora una volta contro le sue stesse regole e ha fatto cose che non erano esattamente “da lui” o da quello che mostra di essere.
 
Spero poi di essere in grado in futuro di riuscire a farvi comprende anche lui.
Per vari motivi, per me è molto più facile e naturale scrivere di Kurt, anche se che a volte mi fa “soffrire”, è come se stessi male per lui, com’è successo per esempio nel capitolo precedente. A tal proposito volevo dire che mi ha fatto molto piacere che a molti sia piaciuto nonostante fosse diverso, per me, aveva un significato particolare. Grazie... 
Tornando a Blaine, spero che quando sarà il momento riuscirò a scrivere di lui nel modo più appropriato.
 
Di questo capitolo che dire, ho avuto qualche difficoltà a scriverlo. Come avrete capito non voglio affrettare i tempi. Vorrei che le cose tra di loro accadessero gradualmente sia a livello fisico sia a livello "emotivo", ma e non è mai facile trovare il giusto equilibrio. Ho sempre il timore di esagerare o da un lato o da un all'altro. 
Comunque a me non ha convinto molto... quindi posso capire se non vi piacerà.

Direi che mi sono dilungata abbastanza. :-)

Prima di lasciarvi però, non posso non ringraziare tutte le persone che hanno letto anche questo capitolo e a quelle che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ ricordate. Grazie davvero!
Per me sarebbe importante sapere le vostre opinioni, critiche e consigli. Quindi se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate.

Un ringraziamento speciale va a quelle gentili persone, che anche per questo capitolo, mi hanno dedicato un po’ del loro tempo, lasciandomi meravigliose recensioni!  *__*
Grazie infinite a tutti!
 
Ciao!
 

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Capitolo 10
*** 10 ***


Sono trascorsi quattro giorni ed io non ho ancora preso una decisione, sono così combattuto, sto lottando contro me stesso perché una parte di me pensa che sarebbe meglio se smettessi di vedermi con Blaine, l'altra inece che non ci sarebbe nulla di male a continuare senza però arrivare a fare il grande passo.
 
Cerco di valutare la situazione per riuscire a venirne fuori, penso alla prima scelta; mettendo fine a questa cosa perderei l'occasione di imparare certe cose, di fare quei piccoli famosi passi e perderei l'occasione di provare quelle sensazioni che solo lui, finora, mi ha fatto provare. Ma è davvero solo questo il motivo per il quale al pensiero che in questo caso uscirà completamente dalla mia vita sento una fitta quasi dolorosa al petto? No, per quanto mi sia difficile ammetterlo so che è molto più di questo.

Anzi se devo essere completamente sincero con me stesso mi rendo conto che potrei rinunciare facilmente al Blaine gigolò mentre avrei molte più difficoltà a rinunciare a Blaine come persona. 
Mi rendo conto che per quanto mi piaccia entrare in contatto fisico con lui, per quanto mi senta attratto da lui, per quanto mi sia sentito appagato, anche se comunque imbarazzato dopo quegli atti fisici, non è questo che ho paura di perdere.

Condividere quei momenti con lui e avvicinarci fisicamente è stato bello, ma per me che sono sempre uno sciocco romantico è stato più bello e più soddisfacente condividere quei rari e brevi momenti in cui l'ho sentito vicino emotivamente.
Mi piace il modo in cui mi tocca, mi piace sentire le sue mani su di me ma quelle sensazioni sono talmente effimere che una volta passato il momento di appagamento mi sento così... vuoto.

Invece quei piccoli gesti spontanei, come l'accarezzarmi la guancia, toccarmi la spalla o le mani; posarmi un bacio in fronte e come ha fatto l'ultima volta, lasciarmi quel delicato bacio sulla guancia mi provocano una piacevole sensazione di calore che si espande fino ad arrivarmi dritta al cuore e che in qualche modo è come se mi riempisse, come se scaldasse la mia fredda anima. 

Entrambe le sensazioni sono nuove per me ed entrambe mi fanno capire che voglio di più in ogni senso ma allo stesso tempo mi fanno capire che voglio davvero che la mia prima volta sia speciale. 
Non voglio sentirmi vuoto una volta finito l'atto in sé, vorrei che ciò che ho provato mi riempisse e mi scaldasse dentro, non voglio sentirmi sporco, come se avessi fatto qualcosa di sbagliato, vorrei sentire di essere al momento giusto con la persona giusta.
Vorrei sentirmi come se avessi appena fatto qualcosa di spontaneo, naturale e completamente giusto, non voglio dover pagare la persona con la quale ho fatto sesso per la prima volta. 
Non voglio che appena finito il suo lavoro, prenda i soldi e mi lasci solo in una camera d'albergo come se non valessi nulla, vorrei accoccolarmi tra le braccia della persona alla quale mi sono concesso e sentirmi a casa, protetto, al sicuro e per una volta, per la prima volta, vorrei poter sentire di essere amato, amato veramente, come non lo sono mai stato in quel senso.
 
Sì, é assolutamente questo che vorrei ammetto tristemente mentre la paura che tutto ciò non succederà mai mi assale. 
Sono terribilmente spaventato dal pensiero che rimarrò solo per sempre. Sì, ho mio padre, i miei amici e sono tutti fantastici, so di essere fortunato ad averli ma il fatto di non avere una persona con cui condividere la vita, con cui avere quel rapporto speciale mi fa sentire terribilmente solo.
Penso al mio futuro, mi vedo tra qualche anno in una casa troppo grande perché sia abitata da un'unica persona, in un edificio troppo vuoto e troppo freddo per essere definito casa. 

Mentre la tristezza mi travolge penso alle volte in cui entrerò e non troverò nessuno ad aspettarmi e no, non è assolutamente questo che vorrei.
Sogno di vivere in una casa accogliente, calda, riscaldata dal calore umano, sogno di rientrare e di trovare il sorriso dolce della persona che amo ad accogliermi e perché no, magari anche di qualche dolce creaturina che farà di noi una vera e completa famiglia.
 
Con un sospiro torno alla realtà, sognare non costa nulla no? O forse sì? Non costa forse la delusione che provi al risveglio, quando ti rendi conto che la realtà è tutt'altra cosa?
Ma si sa, chi non ha una vita sogna e io so che spesso a forza di sognare ho confuso giorno e notte. *
 
Comunque tornando al presente mi rendo conto di esserne ormai sicuro, non posso e non voglio che la mia prima volta sia fredda e programmata con una persona che non prova niente per me e per la quale io non provo niente. Quindi non mi resta che sperare di trovarla davvero quella persona, oppure mi toccherà solo rassegnarmi. 

A questo punto devo decidere cosa fare con Blaine. Quando penso ad interrompere ogni rapporto con lui sento come se non fosse il momento che le nostre strade prendano direzione diverse, è come se non fossi pronto a lasciarlo andare, non é facile ammetterlo ma é come se una parte di me cominciasse ad avere bisogno di lui e questo mi spaventa terribilmente.  
 
Forse é proprio per questo motivo che dovrei scappare ora che sono ancora in tempo, ho paura di questa sensazione che mi pervade quando penso a quei suoi occhi bui e tristi, a quel suo sorriso che raramente gli illumina il viso e a quella sua dolcezza che cerca invano di nascondere.
Non so cosa sia, non saprei definirla ma so che mi spaventa molto e ho paura che tutto questo mi porti solo altra sofferenza.
 
Mi soffermo a pensare ai suoi occhi, vorrei tanto trovasse qualcosa o qualcuno che riuscisse a farli tornare a splendere, mi fa male a vederlo così, vorrei aiutarlo davvero.

Non so molto di lui ma ho la sensazione che abbiamo qualcosa in comune, credo che siamo più simili di quanto pensiamo, sento che entrambi abbiamo bisogno di essere in un certo senso salvati. Ho la sensazione che lui, come me, ha sofferto e sta ancora soffrendo. Non so quale sia il motivo ma so riconoscere la sofferenza quando la vedo e ne sono sicuro, l'ho vista nei suoi occhi.
 
Ho visto quel tipo di sofferenza autentica, quella che ti fa mancare il respiro, quella che ti cambia dentro, quella che non augureresti nemmeno al tuo peggior nemico. 
 
Credo che Blaine faccia di tutto per tenerla nascosta, ed io sono l'ultima persona che può giudicarlo per questo, lo capisco perfettamente. 
Quando si soffre, quando si prova un dolore che a te, sembra il più grande di tutti, quando quel dolore ti fa mancare il respiro, quando tu vorresti soltanto abbandonarti e lasciarti travolgere dalla sofferenza, quando ti senti come se il tuo mondo non avesse alcun senso, arriva il momento in cui ti guardi intorno e capisci che non importa in quanti pezzi sia frantumato il tuo cuore, la vita va avanti e non aspetta che tu lo ricomponga. **
 
A quel punto capisci che tu lo voglia o no in un qualche modo anche la tua vita deve andare avanti, ma capisci anche che non puoi mostrare al mondo tutta quella sofferenza, perché molti non capirebbero, molti ti compatirebbero, a molti non interesserebbe nulla e pochi sarebbero disposti o in grado di aiutarti. Allora cominci pian piano a nasconderla, a tenerla custodita gelosamente dentro di te, a forza di farlo ti abitui, cominci a fingere che vada tutto bene e col passare del tempo per difenderti cominci a fingere anche con te stesso e a sperare che fingendo non farà più così male, anche se in cuor tuo sai perfettamente che è soltanto un'illusione.
 
Al primo impatto il comportamento e l'atteggiamento di Blaine mostrano tutt'altro, credo abbia imparato bene a fingere e a mostrare agli altri quello che in realtà non è.
Ma io ormai ho la certezza che non sia quello stronzo e bastardo che pensavo fosse la prima volta che ci siamo incontrati, più volte, forse non del tutto volontariamente, mi ha mostrato la parte sensibile, dolce, tenera che cerca di tenere nascosta dentro di sé ed io ne sono rimasto affascinato, incantato e in un certo senso anche privilegiato e onorato di avere avuto il permesso di poter scorgere un pezzettino del suo vero io.Vorrei tanto che capisse che io lo ascolterei, lo farei senza giudicarlo e se potessi, lo aiuterei. Vorrei che imparasse a fidarsi di me come io sto cominciando a fare con lui.
 
Mi sono già lasciato andare, non del tutto, ma più volte mi sono tolto la maschera e mi sono mostrato ai suoi occhi come sono veramente. 
E' una strana sensazione, subito mi sono sentito nudo, vulnerabile e indifeso ma poi mi sono reso conto di essermi come liberato, mi sono sentito più leggero. Condividere le mie paure mi ha fatto sentire meno solo, per questo motivo vorrei lo facesse anche lui.
Forse non vuole farlo con me ma vorrei capisse che lo aiuterebbe davvero.
 
Forse è questo mio desiderio di aiutarlo che mi fa perdere un battito al pensiero che se interrompessi ogni rapporto con lui non lo vedrei mai più. O forse è il mio desiderio di conoscerlo e di capirlo fino in fondo. 
Non so quale sia il motivo, l'unica cosa che so è che non posso ignorare questa stretta nel petto che mi provoca il pensiero che esca già dalla mia vita. 
Mi sento legato a lui in un modo particolare, come non mi sono mai sentito con nessuno, ed è successo così in fretta che mi dico che forse ci sarà un motivo se mi sento così vicino a lui. Penso che abbia ragione chi dice che non c'è nulla che avvicini le persone più in fretta di una triste e malinconica comprensione.***
Ho la sensazione che questo sia il nostro caso, è come se fosse inevitabile che ci avvicinassimo, come se fosse successo indipendentemente dalla nostra volontà. 
 
Mi chiedo però, se sto così ora, come starò quando il suo lavoro sarà finito e non ci vedremo più? 
 
Beh in fondo ho superato di peggio, di molto peggio, mi abituerò presto alla sua assenza e continuerò senza problemi la mia vita, ma ora che ne ho la possibilità, non voglio farmelo scappare.
 
Non posso. E' deciso, continuerò a vederlo. Non importa quanto starò male dopo, voglio godermi quello che la vita mi sta offrendo in questo momento. 
 
Prima che i dubbi ricomincino a tormentarmi sarà meglio che gli comunichi subito la mia decisione così una volta fatto, non potrò più cambiare idea.
 
Prendo il telefono. Sto per scrivergli un sms, quando altri dubbi mi assalgono. E se lo disturbassi? E se si fosse già dimenticato di me? E se fosse con un altro cliente?

 
Ok, devo smetterla di essere così paranoico e pensare a cose assurde.
 
Un attimo dopo però, prima che me renda conto, immagini di lui avvinghiato ad un corpo nudo, probabilmente appartenente ad un uomo molto più vecchio di lui prendono vita nella mia mente.
Cerco di scacciarle ma non ci riesco, vedo la sua bocca, la sua lingua, le sue mani fare a quel corpo ciò che ha fatto a me, mi sento avvampare e ad un tratto sento come una stretta alla bocca dello stomaco. 
E' una strana e nuova sensazione, non riesco ad attribuirle un nome ma so che mentre quelle immagini continuano a ripetersi nella mia testa mi sento sempre più irritato, infastidito, nauseato e anche un po' triste.
 
In quel momento è come se avessi un'illuminazione, forse sono geloso. Sì, per quanto sia difficile ammetterlo, sono geloso di Blaine.
Chissà con quanti corpi diversi ha fatto sesso? Chissà a quanti corpi ha regalato le stesse sensazioni che ha regalato a me?
Chissà quanti corpi gli hanno dato sensazioni che io non sono riuscito nemmeno lontanamente a dargli.
 
Un brivido mi percorre la schiena. Forse, solo ora, per la prima volta, mi sono veramente reso conto che Blaine non fa certe cose solo con me, ma che lo fa per mestiere. Probabilmente ogni giorno e con clienti sempre diversi.
Questo pensiero mi da tremendamente fastidio ma in fondo credo che chi fa un lavoro del genere abbia i suoi motivi ed io non sono nessuno per giudicare la sua scelta. 
 
Però tutto ciò mi rende triste, non mi ero mai soffermato su questo, forse per la prima volta mi chiedo che cosa lo spinga a buttarsi via in questo modo.
Ad un tratto ripenso a quando gli ho parlato del discorso sul sesso che mi fece mio padre e ho il timore di essere stato indelicato a dirgli certe cose, non vorrei che si fosse sentito giudicato da me.
 
Chissà  forse se anche lui fosse stato così fortunato da sentirsi fare quel discorso dal suo padre non sarebbe mai arrivato a fare questo.
Mi rattrista pensare che se per lui sia così facile gettarsi via in quel modo, forse è perché non capisce quanto sia importante e quanto valga. Da ciò che mostra non mi sembra che abbia una bassa opinione di se stesso, ma so che con lui non posso fidarmi di ciò che vedo ma piuttosto di ciò che intravedo.
 
Spero di avere l'occasione di capirlo sempre di più e cerco di non dare troppo peso a quella gelosia che mi attanaglia lo stomaco.
Poco dopo mi decido finalmente a scrivergli un sms.
 
"Ciao, volevo dirti che ho preso una decisione...se sei ancora disponibile, vorrei che i nostri incontri continuassero."
 
Lo rileggo più volte prima di inviarlo, sono talmente insicuro e paranoico che mi faccio mille problemi per qualsiasi sciocchezza; dire che va bene, non voglio sembrare né troppo formale, né troppo informale.
Sospiro pesantemente e lo invio prima di cambiare nuovamente idea.
 
E' fatta. Non mi resta che aspettare la sua risposta mentre un brivido di eccitazione corre lungo la mia spina dorsale; non posso negare di non vedere l'ora di rivederlo. 
 
Ripenso al motivo per il quale é entrato nella mia vita e mi rendo conto che ora quello é diventato ormai soltanto una scusa per vederlo.
 
Non avrei mai pensato che sarebbe potuta succedere una cosa del genere. Mi chiedo perché per me deve sempre essere così complicato, anche se non mi piace considerare Blaine come una complicazione, mi piacerebbe considerarlo piuttosto come un dono ma ho il timore che questa storia mi farà soffrire e  sinceramente penso di averne abbastanza.

 

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Note:
Mi spiace di non essere riuscita a pubblicare prima, ma questa volta è soltanto colpa mia e del mio umore.

Di questo capitolo che dire, non succede nulla ma è utile per lo sviluppo della storia, probabilmente è troppo noioso e ripetitivo, avrei voluto fare di meglio ma non ci sono riuscita. 
 
Come forse qualcuno avrà notato in questo capitolo ci sono frasi che non mi appartengono:
 
* Da una frase di "La tua vita non passerà" di Tiziano Ferro.
** Da un aforisma di Paulo Coelho
*** Da un aforisma di Milan Kundera
 
Siamo arrivati al decimo capitolo e devo dire che il riscontro che sta avendo la mia storia mi sta lasciando letteralmente senza parole. Davvero non capisco come sia possibile che una cosa scritta da me piaccia così tanto.
Sono sbalordita dai numeri delle visualizzazioni, delle recensioni e delle persone che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ ricordate, siete davvero troppo gentili! Ringrazio ogni singola persona!
Non potete capire quanto sia importante sapere le vostre opinioni, critiche e consigli, mi fate davvero contenta, quindi un ringraziamento speciale va a tutte quelle gentili persone che anche per lo scorso capitolo, mi hanno dedicato un po’ del loro tempo lasciandomi meravigliose recensioni!  *__* 

Grazie infinite a tutti! Siete fantastici!
Ciao!

 
 
 

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Capitolo 11
*** 11 ***


Dopo una settimana dal nostro incontro al bar sono di nuovo in una stanza d'albergo ad aspettare Blaine, come il solito sono agitato e spaventato ma questa volta penso di avere ancora più motivi per esserlo.
Il fatto di aver ammesso che sta iniziando a significare qualcosa per me mi spaventa terribilmente
ed ho il timore che in qualche modo possa capirlo, non vorrei vedere la sua reazione nel caso dovesse succedere, qualcosa mi dice che non mi piacerebbe.
 
Quando gli ho comunicato la mia decisione mi ha risposto che sì, era ancora disponibile e che aspettava i dettagli per il nostro prossimo incontro. 
 
La mia agitazione aumenta sempre di più, non so mai come devo aspettarmi da lui, l'ultima volta che ci siamo visti è stato così dolce e carino ma so che non posso abituarmi a quel suo comportamento, oggi potrebbe presentarsi di nuovo come lo stronzo e arrogante che ho conosciuto così non mi resta che aspettare e capire chi ho davanti questa volta.
 
Il tempo passa e mi rendo conto di essere sempre più nervoso ma allo stesso tempo eccitato e curioso; quando guardo l'orologio mi rendo conto che è in ritardo di dieci minuti, non voglio subito pensare male, avrà avuto un contrattempo e  arriverà tra poco mi dico.
 
Nell'attesa mi distendo sul letto e comincio a canticchiare qualcosa per far passare il tempo. Io amo cantare, amo recitare, non per niente ho frequentato un'accademia d'arte. E' sempre stato il mio sogno e fortunatamente almeno questo sono riuscito a realizzarlo.
In un certo senso il canto e la recitazione sono stati la mia salvezza e la mia via di fuga. Era lì che mi rifugiavo quando la realtà era insopportabile, invivibile e terribilmente spaventosa, quando canto o recito è come se mi trasportassi in un altro mondo ed è come se improvvisamente diventassi un'altra persona. In quei momenti è come se perdessi le mie paure, le mie insicurezze, è come se ad un tratto diventassi più forte e più libero. Per questo motivo non posso che essere felice di essere riuscito a far diventare questa passione il mio mestiere.

 
Intanto altri minuti sono passati. Ricontrollo l'ora, sarebbe dovuto essere qui mezz'ora fa. Ok, a questo punto posso cominciare a pensare male, è sempre stato molto puntale quindi credo proprio che per oggi non verrà.
 
Comincio ad irritarmi. Probabilmente è stato trattenuto da un cliente, si starà divertendo così tanto che si è dimenticato di me, oppure ha cambiato idea e non vuole più continuare i nostri incontri, in fondo credo sia piuttosto probabile, però in questo caso avrebbe potuto avere la decenza di avvertirmi.
 
Provo ad aspettare ancora un po' prima di accusarlo senza sapere cosa sia successo, non voglio giudicarlo basandomi solo sulle mie stupide supposizioni.
 
Il tempo però continua a passare mentre dentro di me crescono rabbia e delusione. E ' passata ormai un'ora e a questo punto posso essere certo che non si presenterà.
Un misto di emozioni mi travolge, sono deluso, arrabbiato e triste. Mi sento come se fossi stato abbandonato, come se avessi avuto l'ennesima prova di non valere niente, non che pensavo di significare qualcosa per lui, ma il modo in cui a volte mi ha guardato o quello che a volte mi ha detto mi ha fatto credere di avere la sua... diciamo "approvazione".  

Non so come spiegare questa sensazione ma mi sento come se anche lui, come molta gente ha fatto in passato e continua a fare oggi, mi avesse rifiutato.
 
Forse sto esagerando, in fondo lui è soltanto poco meno di uno sconosciuto. Perché m’interessa tanto il suo giudizio e perché mi fa stare così male che non si sia presentato all'appuntamento? 
Cerco di ignorare il mio cuore che sembra stia rispondendo a queste domande e mi preparo per lasciare la stanza.
 
Sto pensando a quanto sia stronzo e a quanto io sia idiota a prendermela così quando mi sorge una domanda.

"E se gli fosse successo qualcosa?" 
 
Pensare che quella possa essere la causa della sua assenza mi fa mille volte più male che pensare che non sia venuto soltanto perché è un bastardo, così ora comincio ad essere anche spaventato e spero con tutto il cuore che stia bene.
 
Sono ormai pronto a lasciare la camera quando sento bussare, chi può bussare alla mia stanza da albergo se non lui?
 
Per un attimo sono tentato dal fingere di non esserci, non voglio che capisca che sono stato ad aspettarlo per tutto questo tempo ma poi il bisogno di sapere se sta bene mi spinge ad aprire.
 
Rimango per un attimo a fissarlo senza dire nulla. Ha qualcosa di strano, sembra stordito e confuso. Mi soffermo sul suo sguardo, ha gli occhi lucidi e uno sguardo stranamente euforico, noto poi che ha le guance lievemente arrossate e che sembra faccia fatica a stare in equilibrio. In quel momento mi rendo conto che è ubriaco o comunque piuttosto brillo.
 
Non faccio in tempo a dire una parola che con passo indeciso entra nella stanza e mi afferra per la vita, ora che siamo così vicini posso guardarlo meglio negli occhi intravedendo un po' di lucidità.

Cerco di allontanarlo ma lui comincia a baciarmi il collo ed io spingo con forza le mani sul suo petto per fare incontrare i nostri sguardi.

"Blaine, smettila, sei ubriaco!" dico con tono severo.

"Non sono ubriaco bel culetto" mi dice stringendomi le natiche con le mani e tirandomi sempre più verso il suo corpo.

Ci risiamo, penso.

"Sì, che lo sei. Come hai fatto ad arrivare qui? Hai guidato in questi condizioni?" gli chiedo mentre lo allontano di nuovo.

"Ho bevuto solo qualche bicchierino e poi che t’importa, ora sono qui, non mi stavi aspettando?" mi dice un attimo prima di cercare di togliermi la maglietta.
 
"Blaine smettila" ripeto mentre gli afferro i polsi per fermarlo, non voglio fare assolutamente nulla con lui in questo stato.
 
"Dai bel culetto, lo so che lo vuoi anche tu, lo so che ti faccio impazzire!" mi dice ridendo.

"Non in questo modo Blaine" sussurro.

"Dai lo so che ti piace quando ti tocco" mi dice cercando di infilarmi una mano nei pantaloni.

"Puoi negarlo?" mi chiede con voce bassa avvicinandosi al mio orecchio.
 
Dannazione è cosi vicino. No, non posso negarlo ma non voglio lasciarmi andare ora.
Sento il suo profumo avvolgermi, non è il solito, ora è mescolato a quello acre e aspro dell'alcool ma cavolo è comunque dannatamente eccitante. Devo resistere, devo resistere.
 
Gli blocco la mano e cerco di allontanarmi definitivamente da lui, credo di esserci riuscito quando cogliendomi alla sprovvista mi fa cadere sul letto, in un attimo si distende sopra di me, sento il mio corpo schiacciato dal suo.

Con prepotenza cerca poi di slacciarmi i pantaloni, in quel momento inizio a sentirmi turbato, non mi piace ciò che sta succedendo, non mi piace il modo in cui sta trattando così cerco di respingerlo ma non ci riesco.
 
"Blaine, ti prego smettila."
 
Ignora le mie parole e comincia a leccarmi il collo mentre con furia tenta di togliermi i pantaloni.
 
"Dai Kurt, facciamolo, al diavolo il romanticismo. Al diavolo aspettare la persona giusta, al diavolo tutto!" dice con un tono che comincia a spaventarmi.
 
"Blaine, per favore lasciami andare, non sei in te" gli urlo mentre cerco di fermarlo.
 
"Non lo sai che tutto finisce? Non lo sai che le persone speciali prima o poi se ne vanno lasciandoti un vuoto incolmabile?" continua guardandomi questa volta negli occhi.
 
Non so cosa gli sia successo ma sta male, sta soffrendo terribilmente ma in questo modo sta facendo male anche a me, devo fermarlo.
 
"Dai retta a me, non cercare la persona giusta, l'amore fa solo soffrire" dice mentre infila le mani sotto la mia maglietta.
 
Torna di nuovo sul mio collo mentre tra un bacio e l'altro sussurra:

"Ti voglio Kurt, ti voglio così tanto."

La sua voce anche se roca sembra essersi addolcita mentre pronuncia queste parole, non posso nascondere che quella frase pronunciata in quel modo mi fa perdere un battito ma non è così che deve andare.
 
"Blaine per favore, sai benissimo cosa penso a riguardo e in ogni caso non verrei di certo a letto con te ora che sei in queste condizioni, mentre puzzi di alcool e probabilmente hai ancora addosso l'odore di un altro uomo" dico alzando il tono di voce.
 
Rimane in silenzio per un attimo, spero di essere riuscito a scuoterlo ma scopro presto che non è così.
 
"Credimi Kurt, il sesso fine a se stesso è molto meglio, non complica le cose e soprattutto non ti fa soffrire!
Non sprecare tempo ed energie per cercare l'amore perché una volta che lo avrai trovato sarà così facile perderlo, e quando succederà, insieme a lui perderai tutto" dice un tono pieno di frustrazione.
 
Finalmente riesco a spingerlo da un lato, penso di essermene finalmente liberato quando ad un tratto mi spinge di nuovo quasi con violenza e con foga cerca di spogliarmi.
 
Lo guardo negli occhi, il suo sguardo è pieno di rabbia e di frustrazione, si scaglia nuovamente sul mio corpo e comincio ad avere il timore che voglia sfogare la sua rabbia su di me.
 
"Blaine ti prego fermati!" urlo dimenandomi.
 
Non sembra ascoltarmi ed io per la prima volta ho paura di lui.

Cerco di muovermi per spostarlo ma ad un tratto è come se fossi paralizzato, comincio a tremare vistosamente ma non riesco a muovermi, dopo un attimo anche lui smette di muoversi, si blocca improvvisamente e rimane fermo a guardarmi negli occhi.
Forse è il terrore che vi legge dentro che lo porta alla realtà perchè in un attimo gli si dipinge in viso un'espressione dispiaciuta e sconvolta.

Credo che finalmente sia tornato in sè, almeno in parte e si sia reso conto di ciò che stava facendo quando si allontana immediatamente da me e con un sussurro dice:
 
"Oddio... sc... scusami Kurt, non so cosa mi abbia preso... oddio Kurt ti prego perdonami." 
 
La sua espressione e il suo tono di voce mi spezzano qualcosa dentro, i suoi occhi si fanno sempre più lucidi. Se non lo trovassi assurdo direi che sono lacrime quelle che ci vedo dentro.
 
Con un balzo si alza dal letto e continuando a scusarsi con passo incerto si dirige verso la porta, l'ha già aperta ed è già nel corridoio quando mi riprendo e capisco che non posso lasciarlo andare via  in quelle condizioni.
 
"Blaine aspetta" urlo con voce tremante mettendomi davanti a lui per fermarlo.

E' terribilmente sconvolto, lo siamo entrambi. 
 
Si ferma e con lo sguardo perso nel vuoto continua a dire: "mi dispiace, perdonami."

"Blaine per favore torna in camera, non sei in condizioni di guidare" dico con voce scossa.
 
"Come puoi chiedermi di tornare dopo ciò che ti ho fatto?" mi chiede sorprendendomi.
 
Come posso ignorare ciò che urlano i tuoi occhi? vorrei rispondere. 
 
"Non è quello che conta ora, per favore vieni dentro" rispondo invece.
 
"Come puoi preoccuparti per me dopo che ti ho trattato in quel modo?" chiede ancora.

Non sapendo trovare una risposta alla sua domanda non rispondo.
 
Mi avvicino a lui, lo prendo delicatamente per un braccio e lo trascino in camera mentre lui continua a scusarsi. 
 
"Basta Blaine, ne parleremo dopo, penso che tu abbia bisogno di una doccia, forse ti aiuterà a riprenderti un po'" dico.
 
Senza dire una parola si dirige verso il bagno. 
 
Comincio a respirare profondamente e mi siedo sul letto, ho bisogno di calmarmi e di pensare cosa fare in questa situazione.
 
Dai rumori che provengono dal bagno capisco che Blaine ha seguito il mio consiglio, gliel'ho suggerito anche perché avevo bisogno di rimanere un attimo da solo e di riprendermi anch'io da ciò che è successo.
 
Non so davvero cosa pensare, dovrei essere arrabbiato con lui, ma perché non ci riesco? Perché invece di stare male per me, sto male per lui? Perché invece di essere sconvolto dal modo in cui si è comportato sono più sconvolto dalla sofferenza che gli ho letto negli occhi e che ho sentito nella sua voce?
Forse perché sno convinto che dietro questo suo comportamento ci sia solo un grande dolore che ha cercato di combattere in modo sbagliato.
 
Non sento più il rumore della doccia e mi rendo conto che ormai è chiuso lì da un bel po' così mi avvicino alla porta e aspetto indeciso se chiedergli qualcosa o meno. 
 
Dopo qualche minuto però busso delicatamente e chiedo: "Hey Blaine, tutto bene?"
 
Non ricevo risposta. Attendo qualche istante e riprovo, dopo pochi secondi me lo ritrovo davanti.

E' in accappatoio, ha i capelli bagnati e scompigliati e ha gli occhi arrossati. Ha forse pianto?  Non essere ridicolo Kurt, gli sarà andata un po' di schiuma negli occhi, mi dico.

Rimaniamo in silenzio a guardarci finché lui non distoglie lo sguardo.

"Sì Kurt, tutto ok... ora mi rivesto" mi dice poi in un sussurro.

Dannazione non sopporto di vederlo così, mi si stringe il cuore, vorrei davvero essere in grado di aiutarlo.
 
"Ok" rispondo accennando un timido sorriso mentre si richiude la porta alle spalle.
 
Esce poco dopo, ovviamente indossa gli stessi abiti di prima e ha gli occhi ancora arrossati ma nonostante questo ha decisamente un aspetto migliore di quando è arrivato.
 
Sembra così impacciato, non l'ho mai visto così prima d'ora. Mi fa tenerezza, ad un tratto sento il bisogno di gettarmi tra le sue braccia e stringerlo forte. Ci sono momenti in cui penso non ci sia bisogno di tante parole e credo che questo sia uno di quelli ma non oso permettermi.
 
"Va un po' meglio?" sussurro allora.

Annuisce.
 
Che situazione imbarazzante, non so davvero cosa dire, forse il caso che me ne vada.
 
"Che ne dici di riposarti un pochino? Prenditi tutto il tempo che ti serve, la camera è già pagata" gli dico timidamente.
 
Annuisce ancora una volta, sembra aver perso l'uso della parola.
 
"Bene, allora io vado, ti lascio riposare" dico.
 
Non risponde e non si muove.
 
Non so cos'altro aggiungere, non so come andrà a finire per i prossimi incontri, in questo momento non riesco a pensare a nulla, quindi mi limito a lanciargli un'ultima occhiata e a dirigermi verso la porta.
 
Me la chiudo alle spalle e con un peso nel petto percorro il corridoio per arrivare all'ascensore, mi sento un mostro a lasciarlo lì da solo, ma per lui non sono nessuno se non uno dei suoi tanti clienti. Devo starmene al mio posto anche se devo ammettere che non è per niente facile, mi si stringe il cuore a pensarlo da solo in un momento in cui avrebbe bisogno di conforto.
Riconosco quei momenti perché ci sono passato spesso. Alcune volte sono stato fortunato, avevo o mio padre o i miei amici accanto ma altre invece non avevo nessuno a consolarmi e mi sentivo terribilmente solo.
 
Credo che ne abbia davvero bisogno in questo momento anche se non so cosa lo tormenti così. Purtroppo però io non posso nulla, spero solo che abbia una persona che possa prendersi cura di lui.
 
Sto ancora aspettando l'ascensore quando sento dei passi provenire nella mia direzione, mi volto istintivamente.
 
E' Blaine. Ha un'espressione talmente triste e sconsolata che sento il bisogno di abbassare lo sguardo per un attimo.
 
Non si muove, rimane lì, fermo a fissarmi come se si aspettasse qualcosa da me, torno a guardarlo e faccio lo stesso, aspettando che faccia o dica qualcosa.
 
Sembra imbarazzato e indeciso, ma un attimo dopo leggo una tacita domanda nei suoi occhi.
 
Mi sta chiedendo di rimanere con lui, gli costa molto farlo, così tanto che non ha il coraggio di chiedermelo con la voce.
 
Aspetto qualche istante poi annuisco sorridendo timidamente.
 
Un'espressione di stupore prima e di sollievo poi gli si dipinge in volto.
 
Spinto da non so che cosa  mi avvicino lentamente a lui e avvicino la mia mano alla sua. Entrambi abbassiamo lo sguardo sulle nostre mani, vorrei osare a stringerla tra la mia, ma ho paura quindi mi limito a dargli a lui la possibilità di farlo. 
 
Sembriamo due bambini impauriti che attendono che sia l'altro a fare il primo passo e in questo momento mi rendo conto di quanto siamo simili.
 
Sembra esitare per un attimo, poi con delicatezza poggia il palmo contro il mio. Un brivido mi percorre la schiena, dopo pochi secondi, nello stesso istante pieghiamo le dita che finiscono per intrecciarsi perfettamente le une con le altre, la stretta si fa poi più sicura e decisa.

Sento il cuore battere all'impazzata mentre una dolce e nuova sensazione si propaga attraverso il mio corpo.
 
Quell'unione, quello scambio di calore mi fa sentire di non essere solo, di avere qualcuno al mio fianco che mi sostiene e solo in quel momemnto mi rendo conto di qunto sia bella quella sensazione.
 
Un attimo dopo entrambi alziamo lo sguardo per far incontrare i nostri occhi e ci perdiamo l'uno in quelli dell'altro, mi sento così bene e cerco di trasmettergli con lo sguardo e con il tatto la sensazione di calore e di conforto che lui sta trasmettendo a me.
 
Penso che vorrei anche lui si sentisse come mi sento io mentre lo vedo accennare un timido sorriso. Non l'ho mai visto sorridere in quel modo e ancora una volta quel piccolo e all'apparenza insignificante gesto mi arriva dritto al cuore; lo sento poi stringere più forte la mia mano e in quell'istante i suoi occhi si riempiono di quella luce che ho tanto sperato di rivedere e la sua espressione si distende e si fa più serena.  
 
Quei piccoli segnali mi fanno intuire che forse anche lui si sente almeno un po' come me anche se non mi sembra possibile di essere io l'artefice delle sue sensazioni.
 
Dopo pochi secondi molto lentamente e senza lasciarmi la mano comincia a camminare verso la nostra stanza, io lo seguo in silenzio con il cuore che mi batte all'impazzata. 
 
Entriamo e senza dire una parola mi porta verso il letto, rimane fermo un attimo prima di guardarmi negli occhi, lasciarmi la mano e andare a distendersi. Io rimango fermo a guardarlo, non capisco cosa vuole che faccia.
 
Deve averlo intuito perché con un gesto della mano mi fa capire che devo distendermi accanto a lui. Non sono molto convinto, non ho intenzione di fare nulla con lui oggi, non pensavo certo che mi avesse fatto tornare per questo.
 
Ma c'è qualcosa nella sua espressione che m’impedisce di ragionare e non posso fare altro che assecondarlo.
 
Mi distendo accanto a lui, si avvicina un po' e si gira verso di me. Faccio lo stesso e per stare più comodo mi metto un braccio sotto la testa mentre l'altro lo tengo piegato contro il torace.

Lui ha un braccio piegato sulla sua vita e uno contro il petto, ad un tratto poggia una mano sul mio polso e comincia ad accarezzarmi delicatamente la mano con il pollice.

I nostri visi sono a pochi centimetri l'uno dall'altro, sento il suo respiro sulla mia bocca, i nostri nasi si sfiorano, i suoi occhi sono così vicini e così luminosi mentre sembrano scrutare i miei che rimango senza fiato.
 
Sento il mio respiro farsi sempre più irregolare così come il battito del mio cuore. Non so cosa stia succedendo in questa stanza, non so quanto tempo sia passato dall'ultima volta in cui abbiamo aperto bocca per parlare. 
Come sempre sono spaventato e imbarazzato ma per la prima volta il solo fatto di essere qui disteso accanto a Blaine, senza parlargli se non attraverso uno scambio di sguardi e toccandoci appena in modo così delicato, mi fa sentire come se stessi facendo una delle cose più naturali di questo mondo, senza forzature, senza dubbi e finalmente senza paranoie. 

Mi sento come se fossi entrato più in intimità con lui in questi ultimi minuti  rispetto a quando abbiamo condiviso momenti molto più fisici, tutto questo è nuovo per me e mi fa sentire tremendamente bene.
 
Ad un tratto si allontana un po' e mi guarda con un'espressione dispiaciuta, sta per dire qualcosa, so che vuole chiedermi di nuovo scusa, così appena apre la bocca gli poggio un dito sulle labbra.
Non voglio sentire ancora le sue scuse, non ne ho bisogno e non voglio rovinare questo momento con parole inutili.

Scuoto la testa in segno di negazione e sorrido timidamente per farglielo capire. Lui accenna un sorriso ma subito la sua espressione ritorna ad essere tormentata. Inizia a deglutire ripetutamente e i suoi occhi cominciano a luccicare, sono lacrime quelle che vedo? Blaine sta davvero per piangere davanti a me?
 
Sto ancora pensando a cosa fare quando lui con voce tremante dice:
 
"Kurt... so che non sono nelle condizioni per chiederti qualcosa... ma... ma... faresti una cosa per me? Solo per questa volta, per favore..."
 
Il suo tono di voce così tormentato e sofferente mi fa male. Non so cosa mi chiederà ma non riesco a fare altro che annuire.
 
"Kurt... ti prego... potresti abbracciarmi?" sussurra in un soffio. 
 
Trattengo il respiro per un attimo rimanendo quasi sconvolto da questa sua richiesta, mi sarei aspettato tutto ma questo decisamente no.
Il modo in cui ha pronunciato quella frase, come se fosse una supplica, come se la sua vita dipendesse da quello, come se un abbraccio in quel momento fosse un bisogno primario mi fa sciogliere completamente.
 
Tutto questo mi rende così triste, quante volte ho desiderato e desidero ancora un abbraccio. Anzi, forse potrà sembrare patetico e ridicolo, ma a volte, non solo desidero un abbraccio, una carezza o un bacio, ma ne sento proprio il bisogno.
Quel bisogno di sentire calore umano, di perdermi per un attimo e di sentirmi protetto, di ricevere qualcosa di bello, di vero, di sincero, qualcosa che sia in grado di scaldarmi, qualcosa che mi faccia sentire meno solo e che mi riempia il cuore e l'anima, qualcosa che mi permetta di ricevere, ma magari anche di dare, anche se solo per un istante. 
 
Ed ora a leggere negli occhi di Blaine quello stesso bisogno mi si stringe il cuore e mi accorgo sempre di più di quanto siamo simili.
 
Dopo essermi ripreso da questa sua richiesta, senza dire una parola mi avvicino a lui e timidamente lo stringo tra le mie braccia.
Lui piega la testa e l'appoggia sotto il mio collo e si accoccola contro di me sospirando sonoramente. Lo stringo forte, più forte che posso, mentre gli accarezzo delicatamente la schiena.
Non so per quanto tempo rimaniamo così.

Quest'abbraccio è pura emozione per me. E' pieno di sofferenza, di tristezza, di dolore ma allo stesso tempo è pieno di comprensione, di protezione, di conforto e non può che regalarmi un senso di pace.
Avverto così tanto il calore di Blaine e cerco di trasmettergli la mia vicinanza e il mio sostegno, per un attimo ho la sensazione che questo scambio di calore sia il sigillo dell'intima connessione che ci lega fisicamente e spiritualmente.
 
Ad un tratto il suo corpo comincia a sussultare e capisco che sta piangendo, mi sento così male ed impotente a vederlo così ma mi rendo conto che l'unica cosa che posso fare è lasciarlo sfogare, non serve che gli dica di smettere.
Continuo con una mano a sfiorargli la schiena mentre con l'altro inizio ad accarezzargli delicatamente la testa e per la prima volta dopo non so quanti minuti apro la bocca per dire qualcosa.
 
"Piangi Blaine, piangi... sfogati... non tenerti tutto dentro..." sussurro con tono più basso possibile per paura che le parole possano distruggere quel momento e far rinchiudere ancora una volta Blaine in se stesso.

Un attimo dopo si lascia andare in un pianto che definirei liberatorio, i sussulti aumentano sempre di più e di conseguenza anche la mia stretta.
Comincio ad avvertire un nodo alla gola, dannazione, cosa gli sarà successo? Da cosa proviene tutto questo dolore? Ovviamente non glielo chiedo, se e quando vorrà sarà lui a dirmelo.

E' davvero orribile vedere una persona soffrire in questo modo e non essere in grado di aiutarlo.
Inizio a cullarlo tra le mie braccia e per la prima volta appare così indifeso ai miei occhi, sembra un bambino che ha bisogno di cure e attenzioni, mi fa uno strano effetto vederlo così. Sembra... come me.

In quel momento lacrime finora trattenute cominciano a scendere silenziosamente anche dai miei occhi, non avrei voluto piangere ma non sono riuscito a fare diversamente.
Cerco di smettere, ci provo davvero ma non riesco a non farmi trasportare dalle mie emozioni e comincio a piangere insieme a lui.

Quando se ne accorge si allontana e alza la testa per incrociare il mio sguardo. Rimaniamo a guardarci con gli occhi pieni di lacrime e di stupore per qualche istante ma non dice nulla e io gli sono grato di non aver fatto domande. 
Poi si avvicina al mio viso, me lo prende tra le mani e preme con forza le labbra sulla mia fronte mentre io chiudo gli occhi e sento ancora più forte il desiderio di piangere.

Mi lascia il viso e mi stringe teneramente tra le braccia. Ora i ruoli sono invertiti, adesso sono io ad essere accoccolato contro di lui e ad essere consolato dalle sue braccia protettive.

Che strana sensazione, mi sento male ma allo stesso tempo così bene.
 
Per lunghi momenti gli unici suoni che riempiono la stanza sono quelli prodotti dai nostri pianti, dai nostri respiri e dai nostri cuori che battono sempre più forte.
 
Rimaniamo chissà per quanto tempo l'uno attingendo calore dell'altro, l'uno a cercare di consolare e confortare l'altro, l'uno ad esserci semplicemente per l'altro...
 
 

"...So let's just cry, cry
On each other's shoulders
Cry until it's over
Can't it just be over
And we'll just cry, cry
Cry until it's all gone
Been holding on for too long
Time for us to move on
I'm tired of tryin' to find a reason why
So let's just cry
Let's just cry..."


 

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Note:

Inizio col dire che mi spiace che il capitolo precedente sia stato piuttosto deludente, ripetitivo e banale, spero che questo vi piaccia un po' di più.

Di questo che dire...
Come mi è stato chiesto ho inserito qualche dettaglio che spieghi la strada intrapresa da Kurt una volta finito il liceo. Non è molto ma in futuro cercherò di mettere qua in là informazioni che riguardano altri lati della sua vita.
Ho scelto la strada dell'accademia d'arte, perché siccome è un sogno del Kurt che conosciamo, ho voluto "farglielo realizzare" nella mia storia, povero almeno qualcosa deve pur andargli nel verso giusto. 
 
Ho il timore di averli resi un po' troppo sdolcinati e "patetici" in questo capitolo. Ma spero di non aver esagerato! Se l'ho fatto, chiedo perdono.
 
La strofa finale appartiene a questa bellissima canzone:

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=mGOfBPIKHvQ#!
 
Che altro dire...
Grazie, grazie e ancora grazie a tutte le persone che continuano a leggere, a quelle che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ ricordate; siete davvero troppo gentili! 
Ringrazio ogni singola persona! Un grazie speciale va a chi mi dedica un po’ del suo tempo facendomi sapere cosa ne pensa lasciandomi sempre recensioni troppo buone!
 
Non potete capire quanto sia importante sapere le vostre opinioni, critiche e consigli, mi fate davvero contenta! 

Grazie infinite a tutti! Siete fantastici!
Ciao!

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Capitolo 12
*** 12 ***


Mi sveglio improvvisamente e cerco di fare mente locale, mi sento strano, non ricordo di essermi mai svegliato sentendomi così bene e provando questa strana sensazione di completezza nel petto. 
Ci metto un po’a capire dove mi trovo e quando finalmente riesco ad averne la piena consapevolezza ho un tuffo al cuore e le immagini di Blaine che piange tra le mie braccia mi fanno tornare completamente alla realtà. 
 
Con fatica apro gli occhi, me li sento particolarmente pesanti e gonfi ed ho un terribile mal di testa, ma niente di preoccupante, succede quando piangi a lungo e  di certo questa non è la prima volta per me.

Anche se in questo caso è stato diverso, non ho pianto nella solitudine della mia stanza abbracciando un cuscino e desiderando di essere confortato da calore umano.
Questa volta mentre mi lasciavo andare, mi sono sentito sicuro e protetto, mi sono sentito meno solo, mi sono sentito capito. Questa volta due forti braccia mi hanno stretto e mi hanno tenuto per chissà quanto tempo. 
Questa volta non ho pianto da solo, questa volta anch'io nel mio piccolo sono stato un appiglio per qualcuno o almeno spero.
 
Dopo avere aperto completamente gli occhi mi giro verso Blaine e un timido sorriso mi compare sul viso mentre sento una dolce sensazione di calore invadermi il petto, ripenso a quello che è successo, al fatto che dopo aver pianto finché le lacrime si sono fermate da sole siamo rimasti a lungo in silenzio l'uno stretto tra le braccia dell'altro.
 
Ci siamo solo lasciati guidare dai nostri cuori e da ciò che sentivamo, come se quella fosse l'unica cosa di cui avevamo bisogno in quel momento, come se esistessimo solamente noi, incuranti del mondo esterno e incuranti delle conseguenze, beandoci entrambi della sensazione di benessere, di sicurezza, di protezione, che l'uno era capace di dare all'altro. 
 
Poi esausti ci siamo addormentati e non ho nemmeno la più pallida idea di quanto tempo sia passato.
 
Mi soffermo a guardarlo mentre dorme con un’espressione che ora è molto più serena e rilassata, vederlo dormire mi fa uno strano effetto, sembra così indifeso, più lo guardo più mi sembra così lontano quel giorno in cui ci siamo conosciuti e più lo guardo più mi rendo conto di quanto in realtà sia diverso da quel Blaine che voleva farmi credere di essere.

Emetto un lungo sospiro, in questo momento mi sento così confuso, mi sembra tutto così surreale, ho il timore che la situazione mi stia sfuggendo di mano, sento di stare perdendo il controllo e tutto questo mi spaventa terribilmente.

Cercando di non fare troppi movimenti mi allungo verso il comodino per afferrare il telefono e controllare l'ora, noto che si è fatto davvero tardi, è quasi notte. Non so cosa fare, dovrei andarmene? 
Come al solito sono combattuto, una parte di me vorrebbe rimanere e passare la notte con lui con tutto il cuore ma come sempre la parte razionale mi fa capire che forse non è il caso.
Non so come potrebbe reagire, in fondo sono sempre un suo cliente e ho paura di oltrepassare il limite.
 
Anche se una vocina nella mia testa mi dice che lo abbiamo già oltrepassato entrambi. 
 
Questo incontro è stato decisamente strano e inusuale ma è dovuto solo al fatto che Blaine in quel momento avesse bisogno di conforto e l'ha cercato nella prima persona che ha trovato disponibile.
Niente di più, niente di meno, devo convincermene prima che la mia mente malata cominci a farsi strane idee.

Anche se il pensiero di tornare a casa a quest'ora e in condizioni non del tutto buone non mi allieta più di tanto decido di andarmene, sì, è decisamente la cosa migliore mi dico.

Sto per farlo quando sento dei movimenti provenire dall'altro lato del letto, m’immobilizzo e trattengo addirittura il respiro per paura che Blaine si svegli. In questo momento non sono pronto ad affrontarlo per discutere di ciò che è successo, non potrei sopportare di vederlo pentito di essersi fidato di me.

Sono ancora fermo come una statua quando sento il suo corpo farsi sempre più vicino al mio, inizio a tremare leggermente e cerco di non fargli capire di essere sveglio.

Ora è così vicino che sento il suo fiato soffiarmi sulla nuca, un brivido mi percorre la spina dorsale.

"Kurt" sussurra all'improvviso a pochi centimetri dal mio orecchio facendomi sussultare.

"So che sei sveglio" continua quando io non accenno a rispondere.

A questo punto capisco che non ha più alcun senso fingere.

"Scusa non volevo svegliarti, continua pure a dormire, io vado e cercherò di fare meno confusione possibile" dico con voce tremante, continuando a dargli le spalle.
Non so perché ma dopo ciò che è successo ho paura di guardarlo negli occhi, non sono ancora pronto.

Lui non risponde, ma se è possibil  si fa ancora più vicino a me, si adagia completamente contro il mio corpo, mi mette un braccio intorno alle spalle e posa la sua mano sulle mie stringendole appena.
Mi sento avvampare e il cuore comincia a battermi decisamente troppo forte.

Non riesco a trattenere un sospiro soddisfatto, mi sento al sicuro come non mi sono mai sentito. Il suo corpo così perfettamente allacciato al mio mi fa sentire come se per la prima volta in vita mia combaciassi con qualcosa, come se avessi trovato la parte complementare per me, come se avessi trovato il mio pezzo mancante.

Ok Kurt non esagerare, mi dico. Forse mi sento così solo perché Blaine è il primo con cui sto avendo questo genere di approcci, probabilmente mi sarei sentito così con chiunque.
Ma in questo momento non ho alcuna voglia di rovinare tutto come sempre pensando e ripensando, non è questo il momento giusto, cogli l'attimo e goditi a pieno queste sensazioni mi suggerisce una vocina che probabilmente viene dal mio cuore.

Rimaniamo così per qualche minuto, il corpo di Blaine saldamente stretto al mio e la sua bocca ad un soffio dal mio collo.
 
Ad un tratto si muove appena, alza leggermente la testa e indugia qualche istante con le labbra a pochi passi dal mio orecchio.
Un nuovo brivido mi percorre la schiena e un delizioso calore si propaga attraverso il mio corpo.
 
Poi si decide a rompere il silenzio sussurrando dolcemente:

"Kurt... dormi con me."
 
Spalanco un attimo gli occhi per la sorpresa prima di sentire di nuovo quella sua voce calda dentro il mio orecchio.

"Per favore..." 

Non sono più capace di respirare con regolarità e forse nemmeno di pensare con lucidità. Come posso resistere quando me lo chiede in questo modo? Quando mi supplica di rimanere?
In fondo cosa potrà mai esserci di così grave a dormire con lui? 

Il problema è che sono spaventato da tutto questo, so che è solo la sua solitudine a farlo parlare. Ha bisogno di qualcuno per sentirsi meno solo, chi meglio di me può capirlo?
Decido che non importa quale sia il motivo, non importa se mi sta usando, almeno in questo momento sento che non importa.

Sarà solo per questa notte poi non farò più quest'errore mi dico, solo per questa volta penserò esclusivamente alle sensazioni che mi fa provare, non penserò al fatto che mi stia usando.

Beh, mi rendo conto che se lui sta usando me, io sto usando lui. Siamo pari, niente complicazioni e niente drammi, abbiamo solo bisogno entrambi di sentirci meno soli. Una volta essermi convinto di questo posso rispondergli.

Ma credo che  in questo caso non ci sia bisogno di parole così mi limito a muovermi per accoccolarmi meglio tra le sue braccia e a stringergli saldamente la mano.
 
Penso abbia capito perché in risposta mi posa un tenero bacio tra i capelli.



E' ormai già mattina quando riapro di nuovo gli occhi e mi trovo il viso di Blaine a pochi centimetri dal mio e il suo braccio sulla vita, nonostante i nostri movimenti notturni siamo riusciti a rimanere ancora così vicini e in qualche modo sempre strettamente in contatto.
Mi piace il modo in cui mi stringe la vita, il modo quasi possessivo con cui lo fa mi fa sentire come se non volesse lasciarmi andare e come se fossi suo.

Questa è la prima volta che mi sveglio con il corpo di un altro ragazzo così vicino al mio e non posso negare che sia una sensazione bellissima, vorrei fosse sempre così il mio risveglio.
Cerco di ignorare quella vocina che mi dice che vorrei però che quel corpo fosse sempre e solo di Blaine. 

In quell'istante mi colpisce un pensiero improvviso, mi sono appena reso conto di una cosa tremenda. 
Nessuno mi ha mai visto appena sveglio. 
Oddio, sarò in uno stato pietoso! Non sono presentabile, non posso permettere che Blaine mi veda con gli occhi gonfi e i capelli arruffati.
No, devo assolutamente lasciare questa stanza.

Con più delicatezza possibile gli afferro il polso e piano piano gli sollevo il braccio per spostarlo dal mio corpo.

Credo di essere riuscito nel mio intento quando comincia a borbottare qualcosa.
Dannazione si sta svegliando! Kurt fa qualcosa!

Dopo un secondo mi accorgo che è troppo tardi. Sta lentamente aprendo gli occhi, cavolo cosa posso fare?!

Mi sta ormai guardando quando mi giro di scatto e cerco di correre in bagno per sistemarmi per quanto possibile senza il mio occorrente.

Ma ancora questa volta è troppo tardi. Blaine mi afferra il polso, mi tira verso di lui e mi fa cadere seduto sul letto ma fortunatamente dandogli le spalle.

"Hey tu dove credi di andare?!" mi dice con la voce ancora impastata dal sonno.

"In bagno" sussurro timidamente pregando che mi lasci andare.

"Ti sembra questo il modo? Mi lasci così solo e abbandonato in questo letto enorme?" mi chiede.

Comincio a pensare che Blaine non sia ancora del tutto sveglio e che stia sognando o probabilmente lo sto facendo io.
 
"Allora devo insegnarti proprio tutto?!" mi chiede lasciandomi intuire che allora sa con chi sta parlando.

"E' il momento delle coccole" continua.
 
Sono sempre più perplesso. Spero sia davvero consapevole di ciò che sta dicendo perché se arriverà il momento in cui si pentirà di tutto ciò farà davvero molto male.
 
Sono spiazzato da tutto questo e continuando a dargli le spalle rispondo la prima cosa che mi viene in mente:
 
"Blaine, forse non sei ancora del tutto lucido, sono Kurt, ricordi? Il caso disperato di cui ti stai... occupando e al quale hai comunicato chiaramente una lista di regole, tra cui quella che diceva che le coccole non sono permesse con i clienti."

Scoppia in una rumorosa risata.

"Kurt so benissimo chi sei! E ti sembra forse che con te stia riuscendo a rispettare quelle regole?

Ne ho infrante diverse ormai quindi quella lista non ha più alcun valore... con te.
 
E poi dopo ieri sera non credi che sarebbe una sciocchezza preoccuparsi ora della regola delle coccole? E un’altra cosa, mi vorresti spiegare perché continui a darmi le spalle? Cosa c'è su quella parete di così interessante?"

Dannazione. Ora cosa m’invento?

"Vado in bagno un attimo, torno subito" dico facendo per alzarmi, ma venendo bloccato di nuovo.
 
"Kurt, mi vuoi dire cosa c'è che non va?"

Chissà quanto riderà di me ma non ho scelta così gli dico la verità.

"Niente, è solo che... "

"Che?" mi chiede.

"Ti prego non giudicarmi, ma... nessuno mi hai mai visto appena sveglio, credimi sono in condizioni orribili, lo faccio per te" dico tutto d'un fiato.

Lo sento trattenersi faticosamente dal ridere. Ecco, mi sta prendendo in giro.

"Kurt voltati per favore" mi dice sorridendo.

Non lo faccio.

"Kurt ti prego non fare il bambino, voltati."

"Sapevo che mi avresti preso in giro" rispondo.

"Ma che prendere in giro, sto sorridendo perché penso che tu sia veramente adorabile, a volte sembri un bambino capriccioso ma resti adorabile."

Rimango in silenzio.

"Davvero Kurt posso capirti, ma sono convinto che tu sia comunque bellissimo e prima o poi succederà che qualcuno ti vedrà "al naturale" e non devi esserne imbarazzato."

Sentirgli dire che pensa che io sia bellissimo mi provoca un tuffo al cuore.
 
"Io sono il primo per diverse cose proprio per farti "sbloccare, giusto? Allora prendi anche questo come un altro piccolo passo da fare" mi dice dolcemente.

"Ok hai ragione scusa, a volte mi comporto come se fossi un bambino" gli dico voltandomi per guardarlo negli occhi.

Rimaniamo a guardarci a lungo, quando noto i suoi occhi visibilmente "trasformati" dal  pianto, tutto mi torna in mente e la tristezza e l'impotenza che ho provato mentre piangeva tra le mie braccia tornano a farsi sentire.
 
Il suo sguardo cambia improvvisamente e intuisco che sta pensando a ciò che è successo prima di lasciarsi andare in quel modo.

So che ora comincerà a scusarsi ancora e ancora quindi rompo il silenzio per primo.

Mi avvicino a lui dimenticandomi completamente del mio imbarazzo a farmi vedere così. 

"Blaine, non iniziare a scusarti ok? Non ho bisogno di sapere che cosa ti abbia spinto a comportarti in quel modo per perdonarti.

So che stavi soffrendo, avrai avuto dei buoni per bere e per... il resto, quindi non pensiamoci più, ok?
 
Apre la bocca per rispondere ma lo interrompo subito posandogli un dito sulle labbra.

Quando glielo tolgo guardandomi intensamente mi dice:
 
"Volevo solo sapere come fai ad essere così."

"Così come?" chiedo. 

"Così meraviglioso..." sussurra.
 
Arrossisco vistosamente e abbasso lo sguardo.
 
"Non dire idiozie Blaine" rispondo.
 
"E' soltanto la verità... grazie davvero Kurt e credimi mi dispiace veramente" mi risponde mentre torno a vedere quella luce nei suoi occhi.

Intuisco che per il momento non ha intenzione di dirmi altro, un po' mi dispiace che non si fidi ancora di me ma lo capisco perfettamente e so che comunque per lui non è stato facile lasciarsi andare la scorsa notte.

"Grazie a te Blaine" rispondo.

"Ah e comunque avevo proprio ragione" mi dice sorridendo.

Lo guardo con sguardo interrogativo.

"A dire che sei bellissimo anche appena sveglio" mi dice facendomi avvampare di nuovo.

Mi rendo conto di essermi completamente dimenticato di quel mio timore, abbasso nuovamente lo sguardo e dico:

"Hai proprio deciso di farmi arrossire oggi... comunque... grazie."
 
"Allora che ne dici di coccolarci un po'?" mi chiede.

Lo vorrei così tanto ma sono spaventato, dove porterà tutto questo? 

Forse dalla mia espressione intuisce i miei dubbi e mi chiede:

"Che cosa c'è Kurt?"
 
"Non lo so Blaine, è solo non ci capisco nulla. Mi chiedo cosa stiamo facendo, ieri era un conto, ci siamo entrambi lasciati andare ed è stato stupendo ma ora non pensi che dovrei andare?

Sembra dispiaciuto dalle mie parole.

"Kurt a dire la verità nemmeno io ci capisco nulla, l'unica cosa che so è che a volte, quando c'è qualcosa di più forte, le domande, i se e i ma possono essere messi da parte."

"Vedi il problema è proprio questo Blaine, tu continui a sorprendermi, a volte il tuo comportamento mi spiazza, non so mai cosa devo aspettarmi e ho sempre il timore di sbagliare quando sono con te" rispondo.

"Kurt mi dispiace ma per favore non lasciarti mai condizionare dagli altri, tantomeno da me, fai sempre ciò che senti di fare e sii te stesso indipendentemente da come possa reagire chi ti sta intorno." mi dice.

Rimango qualche istante in silenzio, quelle parole mi fanno tornare in mente vecchi episodi della mia vita e prima che possa impedirmelo comincio a parlare.
 
"E' quello che faccio sempre, o quasi. E' stato solo così che sono riuscito a superare gli anni del liceo e a non farmi mettere i piedi in testa troppo spesso.
Ho sempre cercato di essere forte e ho sempre dimostrato di essere fiero di ciò che sono anche se sarebbe stato molto più facile il contrario.
Quando i bulli se la prendevano con me ho sempre cercato di dare a vedere che non avevo paura e che nonostante tutto non sarei mai cambiato per piacere a loro, ma questa era più che altro una tattica." 

Abbasso gli occhi perché non voglio vedere la compassione nel suo sguardo e muovendo nervosamente le mani vado avanti:
 
"I loro insulti, le loro spinte contro gli armadietti e nei cassonetti, le loro prese in giro, i loro sguardi nauseati mi facevano davvero male e piano piano hanno cominciato ad intaccare la mia autostima e nonostante sapessi di non essere io ad avere qualcosa di sbagliato, dentro di me l'insicurezza è cresciuta, anche se nella vita di tutti i giorni cerco di non mostrarla."

Rimane in silenzio e mi chiedo perché ancora una volta abbia parlato di questo con lui, non gliene importerà nulla.
Mi decido a incontrare i suoi occhi per chiedergli scusa ma ciò che vedo nel suo sguardo m'impedisce di parlare.

Sembra estremamente turbato e così lontano, perso in chissà quali pensieri, mi maledico per essere riuscito a rovinare tutto.

Cerco di riportarlo alla realtà scuotendogli delicatamente un braccio.

Dopo pochi istanti mi guarda un attimo confuso prima di riacquistare la lucidità.

"Kurt, mi spiace davvero per quello che hai passato, se solo potessi far tornare indietro il tempo farei di tutto per impedirlo credimi.
Dio, quei bastardi dovrebbero ricevere una bella punizione per quello che ti hanno fatto" mi dice con una tale rabbia che quasi mi spaventa.

"Blaine ti ringrazio ma non devi preoccuparti, ormai quegli anni sono passati e grazie ai miei amici e alla mia famiglia sono riuscito a superarli" rispondo.

"Non dare tutto il merito agli altri, se ci sei riuscito è stato prima di tutto grazie a te" sussurra.

"Ma ti prego Kurt continua a combattere, non mollare mai. Purtroppo anche fuori dalle scuole ci sono persone ignoranti, ma credo tu lo sappia bene, quindi ti chiedo di continuare ad essere forte e di non lasciarti mai abbattere. Ricordati sempre che tu sei superiore e che sono loro ad avere un problema" mi dice con una tale intensità da farmi capire che non stiamo più parlando solo del mio caso.
 
Sembra così preso e così preoccupato che intuisco che ci deve essere qualcosa sotto.

Lo guardo intensamente negli occhi per qualche istante, quanto vorrei si liberasse di quel peso.
 
"Te lo prometto" è l'unica cosa che riesco a dire con voce tremante.

Rimaniamo per qualche istante in silenzio poi si alza dal letto e mi dice:

"Si è fatto tardi devo proprio andare."

Lo sapevo, sono riuscito a farlo scappare, sono passati solo pochi minuti e lui sembra essere un'altra persona da quella che poco fa mi ha invitato a tornare a letto con lui.

"Sì, hai ragione" rispondo dopo pochi secondi.

"Fammi sapere per il prossimo incontro, ok? Ti prometto che finalmente adempierò i miei compiti" mi dice prima di salutarmi con un breve bacio sulla guancia e uscire dalla porta.

I suoi compiti. Fortunatamente non sa che quello è l'ultimo dei miei pensieri e l'ultimo dei motivi per cui mi manca già.


 

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Note:
Mi spiace non essere riuscita ad aggiornare prima, ma pur avendo la storia abbastanza ben delineata in mente non riuscivo proprio ad andare avanti. Poi ho visto l'episodio e non so se abbia influenzato ma in ogni caso dopo aver visto i nostri "best-friends" (-.-) che ci hanno accolto nella loro "casetta" mi sono magicamente sbloccata.


Inutile dire cosa ho provato quando mi sono resa conto della scena tagliata! :-/

Comunque tornando al capitolo... non ho molto da dire. Spero tanto che vi piaccia e spero di non avervi deluso.
Siete sempre troppo buoni, così tanto che sono quasi "terrorizzata" di deludere le vostre aspettative.

Vi ringrazio davvero tantissimo. 
 
Grazie ad ogni singola persona che ha inserito la storia tra le seguite/ricordate/preferite e ad ognuna che mi dedica qualche minuto del suo tempo per farmi sapere cosa pensa di questa storia.

Ciao!

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Capitolo 13
*** 13 ***


Sono passati solo tre giorni da quel nostro inusuale incontro e ho cercato con tutto me stesso di trattenermi dal chiamarlo così presto ma non ne sono stato capace.
Per quanto mi costi ammetterlo sto cominciando davvero ad avere bisogno di lui ed ora mi ritrovo ancora una volta ad aspettarlo non avendo però la più pallida idea di cosa succederà questa volta.
 
So che mi aveva promesso che oggi avrebbe adempito ai suoi compiti ma so anche che con lui c'è da aspettarsi di tutto.
Il pensiero però che manterrà la sua promessa mi manda una scarica di adrenalina in tutto il corpo perché se devo essere sincero non mi dispiacerebbe per niente. Non posso negare che sia stato attratto da lui dopo pochi muniti averlo conosciuto e non posso negare che quello che mi ha fatto finora mi ha fatto letteralmente impazzire.
Ogni qualvolta mi soffermo a pensarci sento che ne voglio ancora e soprattutto che ne voglio di più.

Sì, perché arrivato alla mia età mi risulta davvero difficile continuare ad accontentarmi di "fare da solo". Santo cielo sono un essere umano e mi risulta sempre più difficoltoso ignorare certi bisogni, men che mai ora che ho avuto un piccolo assaggio con Blaine.
 
Sono decisamente intenzionato a procedere con quei famosi piccoli passi, ho già perso troppe cose nella mia vita, ho già sprecato troppo tempo, forse ho sprecato i miei anni migliori e considerando quanto a volte possa essere effimera e quanto passi velocemente la vita sono arrivato alla conclusione che non c'è tempo da perdere.
 
Quindi anche se non sarà facile ho intenzione di lasciarmi andare il più possibile e di godermi tutto ciò che posso prendere da Blaine, in ogni senso. 
Sento che con lui sarà molto più facile mettere da parte tutte le inibizioni e lasciarsi solo guidare dalle sensazioni e dalle emozioni che sono capaci di suscitare quei momenti.
Perché credo che dopo quello che abbiamo condiviso, anche se ancora non sappiamo molto l'uno dell'altro, si sia creata una nuova intimità tra noi e questo mi sarà sicuramente d'aiuto in certi momenti anche se allo stesso tempo mi spaventa terribilmente.
Controllo l'orologio, mancano davvero pochi minuti al suo arrivo e un brivido di eccitazione mi percorre la schiena. 
Per oggi vorrei però poter accantonare per un po' ciò che è successo l'ultima volta che ci siamo incontrati, ci ho pensato incessantemente in questi giorni e di certo non mi ha fatto bene, mi sento scoppiare la testa.
 
Non riesco a vedere un barlume di chiarezza in questa situazione, soffro per Blaine e vorrei sapere cosa lo fa stare così male per poterlo aiutare.
Soffro perché il suo comportamento mi confonde e mi manda in subbuglio e sono terribilmente spaventato dalla piega che potrebbero prendere i miei sentimenti.

Ho il timore di aver fatto un passo di troppo in una direzione che non avrei mai dovuto prendere, non voglio che le cose mi sfuggano di mano, non voglio che questa situazione mi porti altra sofferenza quindi non mi resta che fare qualche passo indietro ora.
 
Per questa volta ho intenzione di concentrarmi solo su altri passi, quelli per i quali ho continuato a vedermi con Blaine.
 
Sento la testa così pesante, voglio allontanare tutti i pensieri dalla mia mente e sentirmi più leggero.
Cosa ci può essere di meglio per farlo se non concentrasi solo sui desideri e bisogni fisici?

Un po' sorpreso dai miei stessi pensieri mi dirigo in bagno per darmi un'ultima controllata allo specchio, faccio appena in tempo a tornare in camera che sento bussare.
 
A quel tocco tutta la sicurezza che credevo di avere poco fa sembra svanita ma cerco di farmi forza, respiro profondamente e cercando di non fargli intuire quanto potere abbia su di me apro la porta. 
 
"Hey" si limita a dire senza un minimo accenno di sorriso.

"Hey" rispondo facendomi da parte per farlo entrare.

"Allora sei pronto per qualcosa di nuovo?" mi chiede con tono malizioso.

Wow, non ha intenzione di perdere tempo. Devo ammettere che per quanto volessi concentrarmi anch'io solo su quello, la sua impazienza mi lascia un po' deluso.

"Sì, sono pronto" rispondo.

"Bene allora procediamo" mi dice cominciando a spogliarsi velocemente.
 
Lo guardo negli occhi per un attimo cercando di capire quale Blaine si trova in questo momento davanti a me.

Non ci metto molto a capire che quello del nostro ultimo incontro sembra davvero lontano da quello che mi sta guardando ora con occhi "affamati".
 
Bene allora oggi su una cosa siamo d'accordo penso mentre, però, sento una piccola parte di me dispiacersi per la sua freddezza.
 
Per mostrarmi indifferente quanto lui anche se piuttosto impacciato inizio a spogliarmi anch'io.
 
"Vuoi che faccia io?" mi chiede.
 
"Faccio da solo" rispondo per mostrarmi ancora una volta freddo e padrone della situazione ma è dannatamente difficile riuscirci quando in realtà sto tremando come una foglia e mentre lui non mi toglie gli occhi di dosso. 
 
Mi sta guardando con occhi carichi di desiderio e indugia spudoratamente sua una precisa parte del mio corpo.
Arrossisco, deglutisco più volte e cerco di fare in fretta perché sono notevolmente imbarazzato, se vuole mettermi in difficoltà ci sta riuscendo benissimo.

Dopo pochi istanti entrambi indossiamo soltanto un paio di boxer, rimaniamo per qualche secondo uno di fronte all'altro guardandoci a vicenda.
 
Poi senza dire una parola lui mi prende per mano conducendomi sul letto si distende e con un gesto piuttosto eloquente m’invita a mettermi cavalcioni su di lui.
 
Ok Kurt, puoi farcela... mi dico mentre mi rendo conto di quanto fosse più facile pensare di fare certe cose piuttosto di farle davvero.

Vorrei avere anche solo un po' della sicurezza che sentivo di avere quando Blaine non era praticamente nudo davanti ai miei occhi.
 
Con molta riluttanza e lentezza mi accingo a fare ciò che mi ha chiesto. 
 
Sfortunatamente o fortunatamente, dipende dai punti di vista, sono praticamente nudo e non c'è stoffa che divide la sua calda pelle dalla mia e già solo questo pensiero è abbastanza da fare aumentare la mia temperatura.
 
Non so dove posizionarmi di preciso e non ho ancora deciso quando sento le sue mani sui miei fianchi venirmi in aiuto; Sentire le sue mani su di me e la sua pelle contro la mia mi fa rabbrividire all'istante.
 
Un passo è fatto, ora sono sopra di lui ma adesso non so dove mettere le mani. Sono davvero imbarazzato ma cerco di superarlo, non voglio sembrare sempre un ragazzino spaventato, anche se ho una dannata paura di fare qualcosa di sbagliato.
 
Lo guardo quindi con sguardo interrogativo come a chiedergli che cosa dovrei fare.
 
Dopo un attimo, con voce maliziosa mi risponde:

"Fai quello che ti senti di fare, quello che i tuoi sensi ti suggeriscono. Fai tutto quello che vuoi."
 
Ok, questo non mi è molto d'aiuto. Anzi.
 
"Ma... non so... cosa fare Blaine, ho paura di sbagliare... e di... deluderti" ammetto infine con voce tremante.
 
"Kurt non mi deluderai stai tranquillo. So che per te è tutto nuovo, non farti problemi. So che ti sto chiedendo tanto ma per una volta lasciati andare completamente e fatti guidare solo dal tuo corpo e non dalla mente. Vedrai che sarà tutto più semplice" mi dice.
 
"Ci proverò" rispondo con poca convinzione.
 
"Non lasciarti distrarre dai tuoi pensieri o da quello che c'è fuori da questa stanza, concentrati solo su quello che ti dice di fare e di volere il tuo corpo" continua.
 
Blaine ha ragione, devo farlo altrimenti sarà tutto inutile e non potremo mai andare avanti.

Basta paure, basta paranoie, è arrivato il momento di agire.
 
Cerco di nascondere in un angolino il Kurt insicuro, ingenuo, spaventato che complica sempre tutto perché in questo momento non ho bisogno di lui. 
Ho bisogno invece del Kurt deciso, sicuro, lussurioso, magari anche un po' spudorato che so giace da qualche parte dentro di me.
 
Non è facile trovarlo, ma so che c'è, è sepolto da qualche parte ma c'è, deve esserci. 
 
Mi concentro su ciò che vedo. Il corpo di Blaine sotto di me, a mia completa disposizione. Quella vista mi fa sentire di possedere un potere finora sconosciuto. Per una volta mi sento in una posizione di vantaggio, per una volta mi è data la possibilità di condurre il gioco.
 
Sono davvero così idiota da perdermi una simile occasione?
 
No, non lo sono mi suggerisce il Kurt di cui avevo bisogno e che man mano si sta facendo strada prepotentemente per venire fuori.
 
Blaine sembra intuire qualcosa dalla mia espressione e con tono di sfida mi sussurra:
 
"Sono nelle tue mani, fa di me ciò che vuoi."
 
Quella frase è ciò che mi serviva, sono pronto e mi sento così maledettamente libero.
 
"Va bene" esclamo con maggiore convinzione.
 
Lui deve aver intuito il mio cambiamento, mi guarda e mi sorride, un sorriso malizioso ma anche dolce che gli illumina gli occhi e il viso, un sorriso che basta a rassicurarmi e a farmi tranquillizzare ulteriormente.
 
Comincio ad accarezzargli il petto molto lentamente. Tocco ogni centimetro del suo torace, le mie mani vagano alla scoperta di nuovi territori che fino a non molto tempo fa mi erano proibiti.
 
Lui intanto ha chiuso gli occhi e sembra disposto davvero a farsi fare qualunque cosa io voglia e questa sua fiducia nei miei confronti mi da una maggiore carica.

Mi abbasso sul suo corpo cominciando a baciargli il collo per scendere poi sempre più giù.
Dio quanto mi piace la sua pelle, la mia bocca si ferma sul suo torace e inizia a giocare con la lingua sui suoi capezzoli mordicchiandoli teneramente, facendo attenzione a non fargli male e succhiandoli poi avidamente.
Li sento indurirsi sotto il mio tocco e il solo fatto di sapere di essere in grado di scatenare quelle piccole reazioni nel suo corpo mi fa venire voglia di dargli di più. 
 
Dopo qualche istante lui si lascia sfuggire un gemito soffocato ed io non posso fare a meno di sorridere maliziosamente per la piccola soddisfazione; gli rivolgo poi uno sguardo veloce mentre continuo la scoperta del suo corpo, ora ha gli occhi socchiusi e il suo respiro si sta facendo sempre più profondo.
 
La mia lingua disegna ogni suo lembo di pelle fino ad arrivare all'inguine, lasciando dietro di sè  una sottile scia di saliva.

Mi fermo poi ad osservare la sua ormai evidente erezione e ancora una volta rimango sorpreso ma anche soddisfatto di essere riuscito a provocargliela.
 
A questo punto la mia sicurezza torna a vacillare. Kurt non mollare, devi portare a termine ciò che hai iniziato mi dico.
 
Non posso certo tirarmi indietro ora, così ancora una volta cerco di concentrarmi solo su ciò che sta succedendo in quella stanza e di allontanare le mie paure e i miei pensieri il più possibile.

Dopo svariati tentativi sembro riuscire nel mio intento, emetto un profondo respiro e riprendo da dove mi ero interrotto.
 
Di tanto in tanto le nostre erezioni si sfiorano facendomi rabbrividire di piacere, l'eccitazione di entrambi è ormai palpabile.
 
Non riesco a trattenere la mia lingua che vortica sulla sua pelle, dall’ombelico ai capezzoli, poi ancora su fino alle orecchie, stuzzicandone il lobo.
Percepisco le sue vibrazioni di appagamento e leggo chiaramente i suoi sospiri di assenso mentre i nostri bacini si scontrano sempre più, in quell'istante capisco che è arrivato il momento di approfondire le cose.
 
Cpsì, quasi timidamente gli sfioro il membro da sopra il sottile tessuto dei boxer, la reazione del suo corpo mi fa acquistare sempre più sicurezza; inizio a muovere la mano sempre più freneticamente e non passa molto tempo prima che mi dia una nuova conferma di quanto apprezzi le mie carezze.

Il desiderio di dargli di più prende il sopravvento sulle mie paure.
 
La mia mano indugia a lungo appena sotto l’elastico dei boxer, lui in risposta alza sempre di più il bacino verso la mia mano ed io, pochi attimi dopo, come se entrassi in un posto nuovo in punta di piedi, pian piano introduco appena le dita e inizio a muoverle delicatamente.

La sensazione che provo mi provoca una scarica di adrenalina e non posso fare a meno di avvampare ma vedere Blaine in quello stato e nelle mie mani è talmente eccitante che cerco di mettere da parte l’imbarazzo per dare ad entrambi ciò che vogliamo.
 
Introduco sempre più in profondità la mia mano mentre dai suoi gemiti capisco che sto andando abbastanza bene, sentire quella parte di Blaine tra le mie mani mi fa uno strano effetto e ho bisogno di fermarmi per qualche istante. Dio lo sto facendo davvero.
Dopo un lungo respiro mi dico che devo stare calmo, che è una cosa più che naturale e che non devo farmi prendere dal panico.

Forse intuendo i miei dubbi, un attimo dopo, lui con voce strozzata dal desiderio mi rassicura dicendo:

"Kurt continua ti prego, sei fantastico..."

Lo ringrazio con lo sguardo e prendo un altro lungo respiro prima di procedere.
 
Porto le mani sui suoi fianchi e lentamente accarezzandogli le gambe faccio scivolare i boxer fino a sfilarglieli completamente.

Inizio a tremare, il cuore mi batte sempre più forte e cerco di non cedere all'imbarazzo, il fatto di averlo completamente nudo davanti a me mi fa sentire ancora una volta potente.
 
Con non troppa convinzione afferro il suo membro con una mano e sento il mio imbarazzo crescere a dismisura ma cerco di ignorarlo; inizio quindi a muoverla su e giù lentamente mentre sento la mia erezione sempre più pulsante.
Il suono gutturale e di abbandono che gli fuoriesce dalle labbra mi fa impazzire ed è quello che mi serve, il mio tocco si fa sempre più audace e ben presto, sotto le mie mani, anche la sua cresce e s'indurisce sempre di più.
 
Quella sua reazione mi eccita e mi fa impazzire e mi esorta a continuare, così le mie dita iniziano a stringerlo facendomi rabbrividire dal piacere, i miei movimenti ad ogni stretta aumentano la pressione e si fanno sempre più veloci.
 
Lo guardo in viso, la sua espressione estasiata e il modo in cui si morde nervosamente il labbro mi fanno quasi venire all'istante. 
 
Dopo pochi istanti comincia ad inarcare la schiena per assecondare il mio movimento mentre sento il suo respiro farsi sempre più irregolare, ad ogni mio tocco s’indurisce sempre di più e sembra non riuscire più trattenere i gemiti. 
La mia mano continua a fare su e giù, sempre più forte, sempre più veloce, quel movimento lascia entrambi senza fiato e presto lui inizia a deglutire ripetutamente.
 
Mi concentro per un attimo sul suo viso, è rosso, accaldato, ha le labbra socchiuse e respira a fatica. A quella vista sento il sangue fluire tutto in unico punto, è tutto così eccitante. Non riesco ancora a credere di essere stato io a ridurlo così e sentirlo in mio potere mi fa diventare ancora più audace.
 
Il mio movimento si fa ancora più veloce mentre stringo con maggiore forza, in risposta lui continua ad assecondare ogni mio movimento muovendo sempre più velocemente il bacino. Dopo pochi istanti inizia a gemere sempre più forte finché urlando il mio nome non viene spasmodicamente sul suo ventre.
 
Potrei venire all'istante anch'io solo per il modo in cui lo ha pronunciato.
 
Lui intanto continua a respirare affannosamente con gli occhi chiusi per qualche istante mentre io continuo a fissarlo non volendo perdere nemmeno un secondo di quello spettacolo.
 
Dopo pochi minuti il suo respiro sembra tornato alla normalità e lui alla realtà. Lo vedo aprire gli occhi faticosamente mentre io avvampo per l'imbarazzo e abbasso lo sguardo per non incontrare il suo, sono sorpreso, sono io che gli ho fatto provare quel piacere, è tutto così nuovo per me ed è anche dannatamente bello.
 
"Dio Kurt... sei proprio sicuro che questa sia stata la prima volta per te?" mi chiede con voce roca e ancora leggermente ansimante.
 
Se possibile arrossisco ancora di più mentre lui mi solleva il viso per farmi incrociare i suoi occhi.
 
"Davvero Kurt, non lo dico solo per farti piacere ma sei stato...wow... sei stato fantastico" mi dice sorridendo.
 
"Mmmhhh... allora grazie... suppongo" rispondo timidamente abbassando di nuovo lo sguardo.
 
"Ma ora tocca a te" mi dice, mentre senza darmi il tempo di rendermene conto, inverte le posizioni e mi sbatte con le spalle contro il letto.

Il suo tono così pieno di passione e il suo sguardo così lussurioso mi fanno tornare di nuovo in un altro mondo.
 
Inizia a baciarmi, a leccarmi e a succhiarmi il collo e il petto con foga, lasciando sicuramente qualche segno violaceo sulla mia pelle chiara. Sento l'umida scia che lascia su di me e il mi corpo va presto a fuoco ma tutto il calore si riunisce in unico punto.
 
Sospiro mentre lo lascio torturarmi piacevolmente, continua a depositare baci bagnati lungo tutto il mio torace finché ad un tratto mi lascia un piccolo bacio all'altezza del cuore che è invaso subito da un dolce calore.
 
Pochi istanti dopo sento la mia, ormai, incontenibile erezione aumentare sempre di più di volume, lui deve averlo notato perché non troppo delicatamente mi abbassa i boxer e me li sfila.
Il suo sguardo così carico di passione mi fa rabbrividire di eccitazione e mi fa sentire per la prima volta bello e desiderabile.

Senza perdere tempo afferra il mio membro, poi sembra esitare un attimo prima di chiedermi con voce trasformata dal desiderio:
 
"Kurt... voglio... posso...?" mi chiede indugiando lo sguardo sulla mia erezione.
 
Credo di aver capito cosa mi stia chiedendo ma non so cosa rispondere.
 
"Pensi di essere pronto?" mi chiede con voce tremendamente speranzosa.
 
Dio, come posso resistere se mi guarda in questo modo? Credo che in questo momento potrei acconsentire a qualunque cosa mi chieda.

Annuisco mentre un timido sorriso mi compare sulle labbra.

Lo vedo leccarsi le labbra e avvicinarsi molto lentamente al mio bacino non staccando mai lo sguardo dal mio.

Un brivido mi percorre la schiena mentre sento il cuore correre velocemente. 
 
Dopo pochi istanti sento la sua bocca calda e bagnata attorno a me, questa nuova sensazione mi manda in confusione per un attimo ma cerco ancora una volta di rimanere concentrato soltanto su quello che sto provando.

Sento la sua lingua torturarmi dolcemente senza tralasciare nemmeno un centimetro di pelle, inizio a mordermi il labbro e con la poca lucidità che mi è rimasta penso a quanto sia dannatamente piacevole.
Quando poi improvvisamente la sua bocca mi avvolge quasi completamente non posso trattenere un rumoroso gemito.
 
Wow... non riesco a formulare un pensiero più complesso di questo.
 
Continua ad assaporarmi prima delicatamente poi sempre più con foga e cavolo è una sensazione pazzesca, mi gira la testa, non riesco a respirare regolarmente e sento il cuore battere all'impazzata.
Non sono mai stato così eccitato, sento sempre di più il sangue affluire verso la sua bocca.
I movimenti della sua lingua e delle sue labbra mi provocano forti brividi alla schiena, ho il fiato sempre più corto e non sono più capace di pensare, sento ogni centimetro della mia pelle che brucia, ansima e vuole sempre di più, mi ritrovo involontariamente a muovermi per intensificare quelle sensazioni.
Presto sento una forte scarica elettrica invadermi il corpo, inizio ad essere confuso e a perdere la concezione dello spazio e del tempo, ad ogni suo movimento i miei gemiti si fanno sempre più numerosi e rumorosi, sento che sto per perdere coscienza di me.
 
Grazie all'ultimo barlume di lucidità che mi è rimasta lo blocco per fargli capire che sono molto vicino e che quindi deve spostarsi, così lui prontamente sostituisce la bocca con la mano e finisce così ciò che aveva iniziato.
Mi aggrappo con tutta la mia forza al lenzuolo, il piacere mi sta invadendo completamente e in pochi istanti sono scosso da forti ondate di piacere finché non raggiungo l'apice del piacere gemendo sommessamente.
 
"Bl...Blaine" è tutto ciò che riesco a dire prima di lasciarmi invadere completamente dal calore dell'orgasmo.
 
 Non so quanto tempo sia passato quando torno a prendere contatto con la realtà e quando riesco a formulare un pensiero di senso compiuto.
 
Dannazione, è stato... non riesco nemmeno a trovare una parola giusta per descriverlo.
 
Sento Blaine distendersi accanto a me mentre con la scarsa forza che ho mi copro con il lenzuolo fino alla vita.
 
Rimaniamo ancora qualche minuto in silenzio, entrambi abbiamo bisogno di riprenderci, è lui il primo a interromperlo poco dopo.

"Tutto ok? Stai bene?" mi chiede.

"Benissimo" rispondo con tono appagato continuando a rimanere fermo e con gli occhi chiusi.
 
Lo sento sorridere prima di chiedermi:

"Vuoi usare il bagno prima tu?

Non credo di essere già capace di camminare quindi lo invito ad andare per primo. Poco dopo fa ritorno così mi alzo e avvolgendomi con il lenzuolo mi dirigo verso il bagno non prima però di afferrare i miei vestiti.

Quando dopo svariati minuti esco completamente vestito rimango sorpreso nel vederlo ancora con indosso soltanto i boxer disteso sul letto.
 
Mi guarda e dolcemente mi fa segno di accomodarmi accanto a lui, io sono confuso ma non posso fare a meno di esaudire la sua richiesta.

Rimane in silenzio per un po' poi si giira su un lato e mi guarda negli occhi intensamente prima di chiedermi:
 
"Come stai? Ti è piaciuto? Spero di non aver esagerato."
 
"Blaine... è stato... meraviglioso... grazie" sussurro timidamente abbassando lo sguardo.
 
"Anche per me... e credimi sei stato davvero fantastico" sussurra a sua volta.
 
Sorridiamo entrambi, poi come se fosse la cosa più naturale del mondo si allunga verso di me tirandomi delicatamente per un braccio.

"Vieni qui" mi dice facendomi accomodare tra le sue braccia ed io non posso fare a meno di appoggiare la testa sul suo torace, chiudere gli occhi e senza nemmeno rendermene conto posare la mano sul suo cuore.

Lui inizia ad accarezzarmi dolcemente i capelli con un mano mentre poggia l'altra sulla mia.

Sono sorpreso dal suo comportamento, sta decisamente infrangendo la regola delle coccole post "rapporto" ma mi sento così deliziosamente bene tra le sue braccia che non faccio domande e mi lascio scaldare da quella sensazione di calore che sento invadermi il cuore.
 
Un attimo dopo mi depone un leggero bacio sulla fronte ed io, istintivamente, ricambio lasciandogliene uno sul petto ed è così che tra un bacio e l'altro e tra una carezza e l'altra passiamo di nuovo la notte insieme.


 

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Note:

Questa volta non vi ho fatto aspettare troppo perché prima di avere un nuovo blocco ho continuato a scrivere e poi volevo farmi perdonare per quando sono  in ritardo!
 
Su questo capitolo dirò solo che, dopo diversi capitoli pieni di "fluff", mi è sembrato fosse arrivato il momento di qualcosa di un tono più... diciamo... vivace. ;-)
Non sarà un rosso acceso ma spero di aver accontentato almeno un po' chi lo stava aspettando (con giusta ragione). :-)
Ribadisco che le scene "hot" non sono decisamente il mio forte ma ci ho provato e mi sono impegnata nonostante il risultato sia quello che è.

Nonostante inizialmente non fosse mia intenzione, alla fine sono ricaduta nel "fluff" ma è che con loro è inevitabile, almeno un pochino è doveroso! 
 
Ancora una volta non posso non ringraziare infinitamente tutte le persone che hanno letto anche questo capitolo, quelle che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ ricordate e a tutte quelle che mi lasciano meravigliose recensioni dedicando qualche minuto a me e a alla storia!


Grazie e alla prossima!
Ciao!

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Capitolo 14
*** 14 ***


Mi trovo ancora tra le calde e forti braccia di Blaine quando la suoneria del mio cellulare mi fa sussultare e lasciare il mondo dei sogni, ci metto qualche istante per capire cosa sia quel suono insistente che in questo momento trovo piuttosto fastidioso.
 
Una volta riacquistata un po' di lucidità mi sciolgo dall'abbraccio e mi sporgo per prendere il telefono. Sono ancora frastornato e confuso quando con voce impastata rispondo senza nemmeno controllare chi sia il mittente della chiamata.
 
"Kurt..." il tono preoccupato e triste con cui Carole, la moglie di mio padre, pronuncia il mio nome mi fa raggelare all'istante il sangue nelle vene e mi fa svegliare completamente.
 
Con un balzo mi metto a sedere e con lo stomaco attanagliato dalla paura rispondo semplicemente:
 
"Dimmi..." mentre nella mia testa prego di aver frainteso il motivo di quella telefonata, anche se qualcosa mi dice che ci ho visto giusto, deve essere successo qualcosa a mio padre. Me lo sento.
 
Trattengo il fiato e inizio a tremare mentre sento un sospiro provenire dall'altro capo del telefono.
 
"Non preoccuparti Kurt, non è successo nulla di grave" mi dice subito per tranquillizzarmi, ormai mi conosce molto bene e sa quanto sia diventato apprensivo dopo la morte di madre e dopo i problemi di cuore di mio padre.
 
"Devo dirti una cosa ma non agitarti ok?" continua.
 
"Carole ti prego dimmi cosa è successo a mio padre! Ha avuto di nuovo problemi al cuore?" sbotto urlando.
 
In quell'istante comincio a sentire dei movimenti dietro di me, devo aver svegliato Blaine ma sinceramente in  questo momento è l'ultimo dei miei pensieri.
 
Senza nemmeno guardarlo mi alzo e comincio a camminare nervosamente per la stanza.
 
"Kurt tuo padre ha avuto un piccolo incidente ma stai tranquillo ha solo qualche frattura e una leggera commozione cerebrale" mi comunica finalmente Carole.
 
Un leggero sospiro di sollievo mi fuoriesce dalle labbra ma non riesco a smettere di tremare.
 
"Com' è successo? Sei sicura che sia soltanto questo? Dimmi la verità ti prego!" rispondo.
 
Nel frattempo mi sono accorto che Blaine è ormai completamente sveglio e mi sta guardando con espressione confusa e preoccupata.
 
"Credimi Kurt è la verità, stai tranquillo non è successo nulla di grave. Starà meglio nel giro di poche settimane." 
 
"Prenderò il primo volo che trovo, sarò lì al più presto e spero davvero che tu non mi stia mentendo Carole" rispondo con voce più calma.
 
"Kurt rimani in linea" mi dice poco dopo Carole.
 
Comincio a sentire dei suoni confusi e delle voci che non riesco a distinguere. 
 
"Carole, Carole, tutto bene?" chiedo senza ottenere risposta.
 
Dopo quella che mi sembra un'eternità sento rispondermi da una voce non esattamente femminile.
 
"Kurt sono io, sto bene figliolo, non preoccuparti ok?"
 
Gli occhi mi si riempiono di lacrime e sento le gambe cedere dal sollievo tanto che sento il bisogno di sedermi di nuovo sul letto.
 
"Oh papà sei sicuro di stare bene? Me lo diresti se ci fosse qualcos'altro vero?" chiedo con voce rotta dall'emozione.
 
"Figliolo stai parlando con me, se ci fosse qualcosa di grave non potresti farlo, tranquillizzati ok?"
 
"Ok papà, partirò subito, sarò presto da te" dico con un tenero sorriso.
 
"Kurt non c'è bisogno che tu venga, se sei impegnato con il lavoro o se..." 
 
Lo interrompo dicendo:
 
"Papà non dire sciocchezze, anche se avessi uno spettacolo importante lo mollerei all'istante per venire da te!"
 
Con voce incrinata sento rispondermi:
 
"Grazie Kurt, sarò immensamente felice di vederti ma fai con calma, ok? Io sto bene."
 
"Ok papà, allora a presto" rispondo con più serenità.
 
"Ti voglio bene figliolo" mi dice poi scaldandomi il cuore per un attimo.
 
Con un sorriso rispondo: "Ti voglio bene anch'io papà."
 
Emetto un profondo respiro e riaggancio.
 
Ci metto qualche istante per focalizzare la situazione e per tornare alla realtà. 
 
Guardo Blaine che, mi accorgo soltato ora, è vestito e seduto accanto a me e mi guarda con uno sguardo così dolce e tenero che mi fa mancare il respiro per un attimo.
 
"Tutto bene?" mi chiede con un sussurro.
 
"Non esattamente ma per fortuna niente di grave." rispondo.
 
Penso che dalla mia conversazione abbia intuito qualcosa quindi gli spiego brevemente il perché di quella telefonata e il perché della mia apprensione.
 
Mi lascio andare e gli parlo di quando mio padre ebbe l'attacco di cuore e di quanto mi sia sentito perso e disperato al pensiero che avrei potuto perdere anche lui ma anche di quanto però fossi stato fortunato ad avere amici a sostenermi in quell'occasione, anche se ero così spaventato e arrabbiato con il mondo intero da non aver accettato il loro aiuto.
 
Cerco di trattenere le lacrime che con prepotenza spingono per scivolarmi sul volto e continuo a parlare.
 
Gli racconto di quanto mi sentissi ingiustamente responsabile dell'accaduto e di quanto fossi terrorizzato che non avrebbe mai più riaperto gli occhi, gli parlo delle ore passate in ospedale accanto a lui a parlargli, a stringergli la mano e di quanto il suo tocco o in precedenza la sua stretta mi riempisse il cuore di felicità e mi facesse sentire al sicuro.
 
Lui continua a fissarmi con un'espressione così intenerita e con gli occhi leggermente lucidi che mi mette a disagio.
 
"Che cosa c'è?" mi ritrovo a chiedere.
 
"Nulla, è solo che... mi sono reso conto ancora una volta di quanto tu sia speciale" dice facendomi arrossire da capo a piedi.
 
Abbasso lo sguardo e sorrido lievemente.
 
"E' bello vedere quanto tu e tuo padre siete uniti" mi dice.
 
"Sono veramente fortunato, è un grande uomo, penso abbia qualcosa di speciale." rispondo.
 
"Allora siete piuttosto simili" mi dice sorridendo.
 
Arrossisco di nuovo, non sono più un ragazzino ma non ho mai ricevuto molti complimenti, anzi; quindi sentirmi dire queste cose da Blaine mi provoca una strana sensazione.
 
Mi limito a sorridere con gratitudine e ripensando ancora mio padre dico:
 
"Sono così orgoglioso di essere suo figlio." 
 
"Sono sicuro che lui sia orgoglioso di essere tuo padre" mi dice con convinzione.
 
Deglutisco ripetutamente per ingoiare le lacrime che mi bloccano la gola e ritorno a parlare di lui.
 
"A volte mi chiedo come ho potuto, in passato, pensare che non mi avrebbe accettato.
Ero così spaventato dalla paura di perdere anche lui che cercavo sempre di rimandare di dirgli chi fossi veramente.
Non è stato facile fingere, a volte mi chiedevo se fosse giusto fare male a me stesso per non farlo agli altri, o se fosse giusto deludere me stesso per non avere il coraggio di essere com’ero, o se rischiare di deludere gli altri."
 
Mi guarda con uno strano luccichio negli occhi mentre io continuo:
 
"Ma lui non era semplicemente "gli altri" e per un po' ero così spaventato che non mi avrebbe più voluto come figlio che ce l'ho davvero messa tutta per reprimere la mia vera natura.
 
Però poi un giorno qualcosa è cambiato e io semplicemente non sono più riuscito a fingere di essere ciò che non ero e mi sono liberato di quel peso, subito dopo averlo fatto mi sono reso di quanto fossi stato stupido a dubitare di lui.
 
Certo all'inizio è stato difficile per entrambi ma non c'è stato un solo momento in cui mi sia sentito non accettato da lui.
 
Su questo sono stato fortunato, non tutti hanno l'appoggio e il sostegno della propria famiglia" concludo non riuscendo più a trattenere le lacrime.
 
Con un gesto veloce delle mani cerco di asciugarle ma poi ad un tratto Blaine si avvicina, mi prende la testa e l'appoggia delicatamente sul suo petto, vicino al suo cuore, poi si china, mi deposita un piccolo bacio tra i capelli, mi avvolge con le sue braccia e inizia a dondolarsi lentamente mentre con un gesto di conforto mi accarezza la schiena. 
 
Ed io non posso farne a meno, lottando contro la mia volontà comincio a piangere silenziosamente lasciando rotolare le lacrime sul mio volto mentre lui non smette di stringermi.
Nascondo il viso nel petto di Blaine e inizio a respirare pesantemente mentre sento le lacrime scendere sempre più copiose sul mio viso, mi lascio trasportare e piango, piango per mio padre, piango per me stesso, piango anche per Blaine. 
 
Lui non parla, si limita a stringermi sempre più forte e a farmi sentire tutto il suo conforto e com’è successo altre volte, quando sono con lui, mi sento così male ma allo stesso tempo così bene.

Non so quanto tempo sia passato prima che mi renda conto di aver smesso di piangere ma quando succede mi muovo subito per allontanarmi dal suo corpo ma lui mi trattiene e continua a cullarmi lentamente mentre seppellisce il viso nei miei capelli.
 
Poi quando sente ormai che il mio respiro è tornato alla normalità e che il mio corpo è più rilassato si allontana delicatamente.

"Scusa Blaine... mi sono lasciato trasportare dai ricordi e dalla paura che ho provato quando ho ricevuto la chiamata poco fa" dico con voce trasformata dal pianto.
 
"Kurt, non dirlo neanche per scherzo, non hai niente di cui scusarti" mi risponde sorridendo dolcemente.
 
Rimaniamo in silenzio per un po', lo vedo esitare e poi quasi in un sussurro mi chiede:
 
"Posso farti una domanda?" 
 
Lo guardo sorpreso e rispondo: "certo, dimmi".
 
"Non sei obbligato a rispondermi... fallo solo se vuoi."
 
Annuisco leggermente preoccupato.
 
"Prima hai detto che avevi paura di perdere anche tuo padre, hai sempre parlato soltanto di lui e la donna che ti ha telefonato... l'hai chiamata per nome... mi chiedevo..." mi dice con tono incerto prima che io lo interrompa avendo capito dove voglia arrivare.

"Ho perso mia mamma quando ero soltanto un bambino" rispondo cercando di spingere fuori quella frase che ancora dopo tutti questi anni fuoriesce con fatica dalla mia bocca.
 
Un'espressione addolorata gli compare in volto.
 
"Ma non me la sento di parlare ora, finirei per ricominciare a piangere. Non è che non voglia parlartene credimi ma ora non è il momento" continuo.
 
"Mi dispiace tanto Kurt, può sembrare una frase di circostanza ma mi dispiace davvero e posso capirti, stai tranquillo, sappi solo che se e quando vorrai farlo, ti ascolterò volentieri. Sarà un piacere sentirti parlare della donna che ha messo al mondo una meravigliosa creatura come te" mi dice accarezzandomi dolcemente una mano.
 
Rimango così sorpreso e anche un po' incredulo da quelle sue parole che mi limito a guardarlo intensamente e a sussurrare un timido: "Grazie Blaine...".
 
Una volta essermi ripreso da quella conversazione mi alzo e cerco di ricompormi per lasciare la stanza.
 
"Come hai sentito partirò al più presto e non so quanto tempo starò via" gli dico per fargli capire che non so quando ci rivedremo.
 
"Certo capisco... ma scusa se mi permetto... c'è qualcuno che può venire con te? Credo ti farebbe bene avere compagnia durante il viaggio e magari qualcuno che ti aiuti ad organizzare tutto."
 
"Grazie per la preoccupazione Blaine, ma no, per quanto mi piacerebbe non credo di avere nessuno qui a cui poter chiedere. Vado molto spesso a trovare mio padre e sua moglie ma ci sono sempre andato da solo.
 
Da quando mi sono trasferito qui ho conosciuto molte persone ma sono rimasti tutti colleghi o semplici conoscenti e nella maggior parte dei casi è successo soltanto per colpa mia, comunque non c'è problema, sono abituato a poter contare solo su me stesso" rispondo.
 
Lui rimane in silenzio, sembra pensieroso prima che un'espressione confusa e tormentata gli si dipinge in viso, poi ad un tratto prende un bel respiro prima di dire:
 
"Kurt..." 
 
S'interrompe subito dopo aver pronunciato il mio nome, lo guardo con sguardo interrogativo per esortarlo a continuare.
 
"Se... se..." dice mentre si gratta nervosamente la testa.
 
Blaine è imbarazzato!? Lo guardo sempre con maggiore curiosità e incredulità.
 
Respira di nuovo profondamente e distogliendo lo sguardo dice:
 
"Se vuoi posso... se vuoi posso venire io con te..."
 
Il mio cuore si ferma un attimo e un'espressione scioccata mi compare in volto.
 
Ha davvero detto ciò che ho sentito? Si è veramente appena offerto di venire con me? A casa di mio padre? Non sapendo nemmeno dove si trovi?
 
Sì, penso lo abbia fatto davvero mi dico sempre più sorpreso e non comprendendone il motivo.
 
Cavolo e ora cosa rispondo? Sono disposto a farlo entrare nella mia vita fino a questo punto? A farlo entrare in contatto con le mie origini?
 
Prima che abbia il tempo di rispondere esclama:

"Oddio... scusami non dovevo, ho oltrepassato il limite mi dispiace..."
 
"Sarà meglio che vada" dice incamminandosi verso la porta.
 
"Blaine aspetta" dico quando finalmente sembro aver riacquistato l'uso della parola.
 
Non so esattamente perché l'abbia fermato, cosa posso dirgli dannazione?!
 
Per prendere tempo prima di rispondere alla domanda dico:
 
"Non devi scusarti Blaine, non hai fatto niente del genere, anzi ti ringrazio per la tua disponibilità sei davvero molto gentile..."
 
Lascio in sospeso la frase perché non so ancora come concluderla. 
 
"Ma..." risponde come se avesse capito che nella mia frase ci fosse un sottinteso ma.
 
Non sapendo che cosa fare anche questa volta chiedo aiuto a quel Kurt che sembra farsi molto meno problemi di me e che sicuramente sa godersi di più la vita e sa quando non deve lasciarsi scappare certe occasioni.
 
Ed è così che mi ritrovo a dire:
 
"Non c'è nessun ma."
 
Rimaniamo qualche secondo entrambi con il fiato sospeso a guardarci poi timidamente dico:
 
"Grazie per l'offerta..."
 
Ancora una volta mi fermo.
 
Poi toccandomi nervosamente il collo e abbassando leggermente lo sguardo dico:
 
"Mi farebbe piacere se venissi con me."
 
Lui sembra essere tornato a respirare regolarmente e mi chiede:
 
"Sei sicuro? Non devi avere il timore di dirmi di no, non voglio disturbare... voglio... vorrei soltanto esserti d'aiuto."
 
"Ed io te ne sono immensamente grato Blaine, lo apprezzo davvero tanto anzi sono io che ho il timore di causarti troppo disturbo" rispondo timidamente.
 
"Nessuno mi ha costretto a chiedertelo, se l'ho fatto è perché volevo farlo, non è affatto un disturbo per me" mi dice.
 
"Ma come farai con il lavoro? E con la tua vita qui? Non so quanto tempo mi fermerò. Ah ma certo, che stupido, hai solo intenzione di accompagnarmi e poi tornare qui giusto?" chiedo gesticolando tutto d'un fiato.
 
"Hey, hey, hey, calmati Kurt" mi dice afferrandomi delicatamente i polsi.
 
Arrossisco leggermente.
 
"Tu ti fai troppi problemi per gli altri. Sono io che mi sono offerto di venire con te quindi significa che posso e voglio farlo, ci penserò io a sistemare le mie cose, tu pensa solo a sistemare le tue ok?" mi dice con un sorriso.
 
"Ma..." dico prima che lui mi interrompa mettendomi un dito sulle labbra.
 
"Kurt per favore!" esclama.
 
"Ok non dirò più niente." rispondo imbarazzato appena sposta il dito.
 
Nei minuti successivi discutiamo dei dettagli pratici per organizzarci, gli dico prima di tutto che la nostra destinazione è Lima in Ohio, lui una volta appresa quella notizia cambia radicalmente espressione ma non riesco a decifrare quella che gli si è ora dipinta in volto.

Per un attimo si blocca con lo sguardo perso chissà dove e comincia a respirare più velocemente. 
 
"Hey Blaine, tutto bene?" chiedo spaventato dal suo comportamento.
 
Ci mette un attimo di troppo prima di rispondere:
 
"Sì...sì, tutto ok..."
 
Non sembra molto convinto ma lascio perdere, voglio fare più in fretta possibile e raggiungere mio padre.
 
"Allora ora vado a casa e ti chiamerò appena avrò organizzato tutto ok?" chiedo.
 
Annuisce.
 
Prima di andare via però devo fare una cosa, ieri ha adempito ai suoi compiti quindi devo pagarlo.
 
Prendo il libretto degli assegni e comincio a compilarlo.
 
Ad un tratto lui mi chiede:
 
"Kurt cosa stai facendo?"
 
"Ti pago per ieri" rispondo con ovvietà.
 
Mi guarda per qualche istante, sembra combattuto e leggermente imbarazzato prima di dire:
 
"Kurt io non voglio più i tuoi soldi."
 
Spalanco un attimo gli occhi per la sorpresa.
 
"Gli accordi erano questi" rispondo semplicemente.
 
"Sì ma le cose possono cambiare sai? Cioè voglio dire i patti possono cambiare, non sono sempre indissolubili" mi risponde con uno strano luccichio negli occhi.
 
"Sì, ma non capisco perché..." dico.
 
"Perché voglio semplicemente aiutarti e non ho bisogno di avere qualcosa in cambio per farlo..." risponde.
 
"Che poi a dirla tutta qualcosa in cambio ce l'ho comunque e ti assicuro che vale molto di più dei soldi" aggiunge con tono malizioso.
 
Arrossisco di nuovo maledicendomi per non riuscire a controllarmi.
 
"Kurt mettiamola così, quello che abbiamo fatto ieri è stato piuttosto... ehm... se non sbaglio, soddisfacente per entrambi; ci siamo divertiti ed penso che sia tu che io possiamo dire che sia stato... piuttosto piacevole, giusto?" mi chiede.
 
Annuisco anche se non capisco dove voglia arrivare.
 
"Ecco, il punto è che non voglio essere pagato per qualcosa che mi fa stare così bene, qualcosa che rifarei anche in questo momento" mi dice guardandomi da capo a piedi confondendomi ancora di più e facendomi avvampare di nuovo.
 
"Blaine non capisco. Ti devo forse ricordare qual è il tuo mestiere?

Allora dato che il sesso e... le altre cose ti piacciono e non puoi farne a meno non ti vuoi fare più pagare? Scusa ma non lo trovo molto logico" rispondo.
 
"Kurt non ho detto di essere un malato del sesso, non è per questo che ho cominciato a fare questo lavoro e non ho detto che lo faccio gratis" mi dice.
 
Lo guardo come se gli fosse cresciuto un terzo occhio, davvero non lo capisco.
 
"Dannazione Kurt  ma davvero non capisci?

Sto dicendo che... non voglio essere pagato... da te. Punto. Non puoi semplicemente accettare la mia richiesta?" mi chiede esasperato.
 
Se possibile sono ancora più confuso di prima.

"E' solo che non lo trovo giusto, tu ti sei offerto di aiutarmi ma lo hai fatto pur sempre per lavoro e non capisco perché non debba pagarti per i tuoi… diciamo insegnamenti" rispondo.
 
"Perché..." dice urlando ma fermandosi immediatamente.
 
Sembra voler trovare le parole giuste e poi riprende a parlare:
 
"Vuoi davvero sapere il perché Kurt?" mi chiede guardandomi intensamente.
 
Non so perché quello sguardo mi spaventa ma mi trovo ad annuire debolmente.
 
Un attimo dopo si avvicina sempre di più, si ferma a pochi passi da me mentre io comincio a respirare pesantemente.
 
"Bene allora sarò chiaro" dice mentre sento il suo respiro sulle mie labbra.
 
"Tu mi ecciti Kurt, non puoi immaginare quanto. Non puoi nemmeno immaginare cosa ti farei se potessi" mi sussurra con voce roca a pochi centimetri dal mio orecchio.
 
Deglutisco ripetutamente.
 
"Con gli altri clienti è soltanto lavoro, faccio con loro quello che devo fare, per dovere... con te è... un bisogno, lo faccio per semplice e puro desiderio, lo faccio per piacere, lo faccio perché non potrei farne a meno" mi sussurra guardandomi negli occhi.
 
Ok Kurt stai calmo. Un brivido mi percorre la schiena e cavolo i miei pantaloni stanno già diventando troppo stretti. Non posso eccitarmi per così poco mi dico mentre cerco di respirare profondamente.
 
"Ora ti è chiaro perché non voglio i tuoi soldi?" mi chiede.
 
"Cr... credo di sì" rispondo mentre mi siedo sul letto e accavallo le gambe per nascondere il mio stato.
 
"Ma c'è una cosa di cui non abbiamo mai parlato, quanti... passi, secondo te dovrei ancora fare? Cioè per quanto tempo dovrebbe andare avanti il nostro accordo?" chiedo.
 
 Sembra non sapere rispondere alla domanda e ci pensa a lungo prima di farlo:
 
"Dipende tutto da te Kurt. So che non arriveremo mai a fare sesso ma ci sarebbe ancora qualcosa che potrei insegnarti senza oltrepassare quel limite" risponde.
 
Rimango in silenzio mentre penso che presto potrebbe definitivamente uscire dalla mia vita.
 
"Se poi vorrai fare pratica anche una volta aver provato tutto... io sarò disponibile" dice con un sorriso ammiccante e con un barlume di speranza negli occhi.
 
"Magari finché non troverai qualcuno chiaramente..." aggiunge subito dopo con un velo di tristezza nello sguardo.
 
"In pratica mi stai dicendo che potremmo diventare tipo amici di letto?" chiedo.
 
"Beh... una specie" risponde con leggero imbarazzo.
 
"Beh certo con l'unica differenza che non siamo amici e che non facciamo sesso" rispondo pensieroso.
 
"Diciamo che se vuoi potremmo divertirci un po' insieme finché non troverai la persona che cerchi" dice con un tono che, non so perché, mi fa quasi male.
 
"O finché non la troverai tu..." rispondo mentre sento una strana sensazione attanagliarmi lo stomaco.
 
I suoi occhi diventano più bui e la tristezza riempie il suo sguardo.
 
"Comunque non devi rispondermi subito, prenditi il tempo che vuoi per pensarci" mi dice eludendo la mia ultima frase.
 
"Ok lo farò" rispondo.
 
"Ora sarà meglio andare, ovviamente per il viaggio pagherò tutto io" dico.
 
"Non devi Kurt, non mi devi pagare perché ti accompagno, lo faccio perché voglio farlo" risponde.
 
"Non mi va che tu non voglia essere pagato per... quello, quindi per il viaggio ci penso io, fine della discussione" gli dico con sguardo severo.
 
"Ok, ok, qualcosa nel tuo sguardo mi dice che non mi conviene contraddirti" mi dice con un sorriso.
 
"Giusto!" mi limito a rispondere sorridendo.
 
Pochi minuti dopo lasciamo la stanza entrambi spaventati ma anche felici di sapere che forse le nostre strade non si divideranno poi così tanto presto. 

 

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Note:
Che dire... 
Questo capitolo non mi convince molto. So che non è molto originale il fatto che Burt abbia avuto un incidente ecc...
Non ho scelto un altro attacco di cuore proprio per essere un pochino meno banale e perché non volevo fosse qualcosa di troppo grave.
 
Ma avevo bisogno di cambiare le cose, non ho mai avuto intenzione di ridurre tutti i loro incontri in una camera d'albergo, perché a mio parere, non sarebbe credibile che si innamorassero frequentandosi solo in questo modo.
 
Credo che per farlo ci sia bisogno di ben altro ma avevo bisogno del momento e dell'occasione giusta per fare questo passo avanti, spero che comunque apprezziate il modo in cui l'ho fatto.
Penso che entrare in contatto con la famiglia e le origini di Kurt e magari anche viceversa sia un buon modo per avvicinarli e per farli conoscere.

Per la storia del pagamento di Blaine pensavo di fare questo discorso più avanti ma ho capito che fosse gia arrivato il momento ora che cercherò di farli passare alla "fase successiva".
 
Vi chiedo quindi, se vi va, di dirmi cosa non vi è piaciuto di questi nuovi sviluppi in modo da fare, magari, qualche piccola modifica ai prossimi capitoli. :-)

Grazie, grazie e ancora grazie a tutte le persone che continuano a leggere la storia, a quelle che hanno cominciato a farlo, alle tante che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ ricordate; e un grazie speciale a chi mi dedica un po’ del suo tempo facendomi sapere cosa ne pensa!
Grazie davvero!

Dato che non so quando aggiornerò di nuovo, auguro
Buone Feste a tutti!!
Spero che possiate passarle come più desiderate!

Alla prossima!

Ciao!

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Capitolo 15
*** 15 ***


Sto preparando i bagagli mentre ancora mi chiedo come abbia potuto cacciarmi in questa situazione, più ci penso più mi convinco che non sia una buona idea fare questo viaggio insieme.
Mi chiedo perché sono stato così stupido e mi dico che forse sono ancora in tempo per annullare tutto, non credo di essere pronto ad affrontare quello che succederà.
 
Gli manderò un sms per avvertirlo, sì, perché sono un codardo e non ho nemmeno il coraggio di chiamarlo, ma il mio problema è proprio questo, non ho il coraggio di affrontare le mie paure e i fantasmi del passato.
 
Ho già il telefono in mano e sto già scrivendo quando ad un tratto penso a lui e al motivo di questo viaggio insieme.
Dannazione perché mi scombussola così tanto? Perché ha questo potere su di me? Perché quando sono con lui mi dimentico di fingere? 
Perché con lui è così facile essere ciò che sono? 
Perché ogni volta che penso a lui sento una dolce sensazione di calore invadermi il cuore? Perché sento il desiderio di aiutarlo e di prendermi cura di lui? 
 
E' cominciato tutto il giorno del nostro primo incontro, arrivai in anticipo e mi fermai un po' fuori dalla porta dell'albergo prima di bussare, è che nonostante questo sia diventato il mio mestiere non ne vado fiero e sono sempre terribilmente spaventato al primo appuntamento con un nuovo cliente. 
Quel giorno arrivato davanti a quella porta sentii una voce angelica provenire da quella stanza, rimasi per un attimo stordito dalla profondità delle emozioni che una semplice voce aveva avuto il potere di provocarmi. 
Poi mi concentrai sulle parole e qualcosa s'incrinò dentro di me. Quella non era soltanto una canzone, era un grido d'aiuto e lo capii dall'intensità con cui quella voce pronunciava quelle parole che sarebbero potute benissimo uscire dalla mia bocca.

 
 
"Sono qui, qualcuno può vedermi?
Qualcuno può aiutarmi?
Sono qui, prigioniero della storia.
Qualcuno può aiutarmi?
Non puoi sentire il mio richiamo?
Stai venendo a prendermi adesso?
Sto aspettando
tu che vieni a salvarmi, 
ho bisogno di te per trattenere
tutta la tristezza che vive dentro di me.
Sono qui, sto cercando di dirti qualcosa.
Qualcuno può aiutarmi?
Sono qui, ti sto chiamando ma tu non mi senti.
Qualcuno può aiutarmi?
 
Sto urlando, mi sto rovinando,
Sto temendo tutto.
Bloccato tra queste mura.
Dimmi che c’è speranza per me.
C’è qualcuno lì fuori in ascolto?
 
Sono qui, qualcuno può vedermi?
Qualcuno può aiutarmi?"

 
 
Quelle parole che sentivo così mie, cantante in quel modo mi toccarono nel profondo e decisi che se fossi stato in grado avrei fatto di tutto per aiutare quell'anima sola. 
Mi dissi che lo avrei fatto più per me stesso che per lui, lo avrei fatto perché sapevo perfettamente come ci si sente e sapevo quanto, a volte, si ha bisogno di qualcuno che venga a salvarti perché non ha più la forza di provare a farloi da solo.
 
Ed è così che sono caduto nella sua trappola prima ancora di vederlo, chissà forse mi ha fatto qualche tipo d’incantesimo.
Non c'è altra spiegazione a come mi sento e pensandoci bene non sarebbe nemmeno troppo assurdo, più lo guardo più vedo in lui qualcosa di magico.
 
Non mi piace per niente tutto questo, le cose si stanno complicando sempre di più. Non posso credere che stia davvero per partire per Lima con lui. Sono così spaventato, non credo di farcela, non sono pronto per affrontare quella realtà dalla quale sono scappato tempo fa. 
 
Dannazione, sono così combattuto, per un attimo smetto di fare i bagagli, emetto un respiro profondo e mi distendo sul letto. Non so davvero cosa fare, non so cosa mi sta succedendo.
E' da tanto che non mi sentivo così confuso e non mi piace sentirmi come se stessi perdendo il controllo delle mie azioni, come se tutto ciò che ho costruito duramente in questi ultimi anni mi stesse sfuggendo di mano. 
Tutto è cambiato da quel giorno, tutto è diventato così complicato ma allo stesso tempo così bello da quando lui è entrato nella mia vita.
 
Prima di incontrarlo avevo faticosamente ritrovato una sorta di equilibrio, anche se vivevo in uno stato d’intorpidimento, quasi di semi incoscienza. Ma andava bene così.
Era perfetto, mi sentivo intoccabile, impenetrabile, come se avessi trovato la pozione magica per non essere più fregato dalla vita. Mi guardavo allo specchio ed ero fiero di me, ero fiero di essere diventato finalmente infallibile ed ero certo che mai niente e nessuno mi avrebbe più fatto soffrire perché nessuno mi avrebbe più fatto provare qualcosa di anche lontanamente simile ad un'emozione.
 
Ero riuscito in qualche modo a congelare la mia anima che era diventata sempre più fredda e vuota. Avevo congelato i miei sentimenti, le mie emozioni, le mie insicurezze, le mie debolezze, le mie fragilità e la mia vulnerabilità.
Avevo nascosto tutto ciò come sotto uno strato di neve e per quanto mi facesse sentire tremendamente freddo, ero fiero di me per essere riuscito a farlo e allo stesso tempo mi odiavo per aver ucciso ciò che ero una volta.
 
Poi improvvisamente un piccolo raggio di sole si è posato su quello spesso strato di neve che ha cominciato a sciogliersi lentamente prima un pochino e poi ancora e ancora.
Finché ora non capisco più cosa sento e cosa provo davvero, mi guardo allo specchio e non so più cosa sto guardando, forse iinsieme alla neve è caduto anche un po' del mondo che mi ero creato.
 
E' Kurt l'artefice di tutto questo, lui mi ha fatto mettere in discussione la mia nuova vita, lui sta riportando a galla quella parte che credevo fosse morta e sepolta da qualche parte dentro di me.
 
Improvvisamente mi compare davanti agli occhi il suo sorriso, quel raro e timido sorriso che mi fa sciogliere e che ha il potere di abbattere ogni mia difesa. Quel suo sorriso è così dolce, così trasparente, così semplice, così profondo che azzera tutto il resto e mi sconvolge.
 
Penso a quanto lui sia, al contrario di me, coraggioso e forte nonostante non pensi di esserlo e credo che forse anch'io potrei esserlo molto di più di quanto creda.
E' lui che mi ricorda che il coraggio non è come la neve sotto la quale mi ero rifugiato.
 
Ed è soltanto grazie a lui che dopo tanto tempo sento che forse è arrivato il momento di smettere di scappare e di affrontare di petto i fantasmi del passato. 
 
Ho deciso, tornerò in Ohio nonostante tutto ciò che è successo, lo faccio prima per lui e poi per me stesso, non posso abbandonarlo in questa situazione, ha bisogno di qualcuno e a quanto pare, per ora, ha solo me.   
 
Soltanto io so quanta fatica mi costi fare questo ma mi basta pensare a lui per sentirmi più leggero.
 
Ricomincio a preparare i bagagli mentre una nuova speranza, accompagnata da un'antica paura, mi riempie il cuore.
 
 
"Cade la neve ed io non capisco che sento davvero, mi arrendo, ogni riferimento è andato via... 
spariti i marciapiedi e le case e colline... sembrava bello ieri. 
Ed io, io sepolto dal suo bianco mi specchio e non so più che cosa sto guardando. 
Ho incontrato il tuo sorriso dolce, con questa neve bianca adesso mi sconvolge, la neve cade e cade pure il mondo anche se non è freddo adesso quello che sento e ricordati, ricordami: tutto questo coraggio non è neve. E non si scioglie mai, neanche se deve. 
Cose che spesso si dicono improvvisando: 
Se m’innamorassi davvero, saresti solo tu, l'ultima notte al mondo io la passerei con te mentre felice piango e solo io, io posso capire al mondo quanto è inutile odiarsi nel profondo.
Non darsi modo di star bene senza eccezione, crollare davanti a tutti e poi sorridere. Amare non è un privilegio, è solo abilità, è ridere di ogni problema... mentre chi odia, trema. 
Il tuo sorriso dolce è così trasparente che dopo non c'è niente, è così semplice, così profondo che azzera tutto il resto e fa finire il mondo. 
E mi ricorda che il coraggio non è come questa neve."
 
 

 
Siamo sull'aereo, Kurt è seduto accanto a me e sta guardando fuori dal finestrino, ha lo sguardo perso tra le nuvole, sembra estasiato da quel paesaggio e sembra così lontano.
Dopo un po' forse si accorge che lo sto fissando da parecchio ormai, si volta e con le gote lievemente arrossate mi regala un piccolo sorriso prima di chiedermi:
 
"Tutto bene?" 
 
Cerco di ricompormi, non posso andare in brodo di giuggiole per un sorriso e uno sguardo. Non posso credere di reagire così, dannazione sono un gigolò e mi sciolgo con un semplice gesto comportandomi come una dodicenne.
 
"Sì, è solo che stavo guardando la tua espressione, sembravi in adorazione" dico... come me mentre guardavo te, aggiungo mentalmente.
 
Arrossisce e volge di nuovo lo sguardo fuori prima di dire:
 
"So che è una cosa stupida, ma io adoro guardare fuori quando vado in aereo, adoro vedere le case che diventano sempre più piccole mentre le nuvole sempre più vicine.
Mi fa sentire come se mi stessi allontanando dal mondo, da quel mondo dove spesso sento di non appartenere e più vedo le strade e le case farsi piccole più mi sento libero.
Poi quando mi soffermo ad osservare i campi mi accorgo di quanto sia perfetta la natura, di che spettacolo meraviglioso sto avendo il privilegio di vedere, ma allo stesso tempo di quanto il mondo potrebbe essere ancora più meraviglioso se solo non fosse così maltrattato dagli uomini che lo abitano. Tutto questo mi fa arrabbiare e mi rende triste."
 
Quant'è adorabile, ogni volta che apre bocca ha la capacità di sorprendermi.
 
"Ti capisco..." mi limito a dire mentre lo guardo come se anch'io stessi guardando uno spettacolo della natura, un qualcosa di così perfetto che mi fa sentire come se anch'io fossi privilegiato ad avere la possibilità di guardarlo e che mi fa così arrabbiare e soffrire al pensiero di quanto sia stato maltrattato senza alcuna ragione da quelle persone ignoranti che pensano di avere il diritto di decidere cosa è giusto è cosa è sbagliato.
 
Lui torna a posare lo sguardo su di me e prima che possa impedirlo mi coglie in completa adorazione. Apre la bocca sopreso e mi guarda intensamente per qualche istante poi senza dire altro torna a posare i suoi magnifici occhi su quel paesaggio che tanto invidio in questo momento.
 
Il tempo passa e mi rendo conto che lo sto guardando ancora, è che non riesco a toglierli gli occhi di dosso, nel frattempo si è appisolato ed è così adorabile.
Ha gli occhi chiusi, la bocca socchiusa, la testa piegata da un lato quasi a toccarsi una spalla, una ciocca di capelli gli è scivolata sulla fronte ed io mi trattengo dal desiderio di spostarla.
Ha un'espressione così angelica più lo guardo più mi sento scombussolato e intrappolato.
 
Mi fa una tale tenerezza, mi fa venire voglia di proteggerlo anche se è molto più forte e coraggioso di me.
Sento il desiderio di avvicinarlo a me e fargli appoggiare la testa sulla mia spalla per tenerlo stretto e sentirmi riempire dal suo calore.
Invece me ne sto qui tormentato da questi pensieri che mi spaventano sempre di più mentre mi chiedo come abbia fatto una meravigliosa creatura come lui a sconvolgermi così tanto e ad arrivare dove mi ero promesso di non far arrivare più nessuno.
 
La risposta non tarda a venire, ci è riuscito proprio perché è così speciale e forse perché è voluto davvero andare oltre.
 
Deve esserlo davvero tanto se riesce a farmi comportare in questo modo e se è riuscito a farmi salire su quest’aereo per Lima.
 
Da quando è entrato nella mia vita non mi riconosco più, ho ricominciato a fare cose pensavo non avrei mai più fatto e soprattutto ho ricominciato a provare emozioni che pensavo di non essere più in grado di provare.
 
Tra non molto dovremmo atterrare e raggiungere subito l'ospedale. Kurt ha detto che non gli importa dei bagagli e che vuole andare subito a trovare suo padre.
 
E a questo proposito sorge un nuovo problema, non voglio entrare in quell'ospedale. So che è una cosa stupida avere repulsione per un luogo, ma è più forte di me, al solo pensiero di metterci piede mi manca il respiro.
Dovrò inventarmi qualcosa con Kurt, gli dirò che lo aspetterò fuori con i bagagli o qualcosa del genere, qualunque cosa pur di non rivedere quel posto maledetto.
 
"Blaine" mi chiama Kurt all'improvviso facendomi sussultare.
 
"Scusami" mi dice subito dopo.
 
"No, niente è solo che pensavo stessi dormendo" rispondo.
 
"Mi sono svegliato pochi minuti fa... tutto ok?" mi chiede probabilmente avendo notato la mia espressione.
 
"Per caso hai problemi a volare?" mi chiede poi.
 
"No no, è tutto ok Kurt tranquillo" dico con tono poco convincente.
 
Passano ancora parecchi minuti ed io sono sempre più spaventato e in ansia, stiamo atterrando. Mi sento come se stessi precipitando nel vuoto cercando qualcosa a cui appigliarmi per non cadere, più vedo la terra ferma avvicinarsi mi sento che vorrei rimanere su quest'aereo per sempre. 
 
Il cuore mi batte sempre più forte e sento il corpo farsi sempre più pesante mentre Kurt gentilmente m’invita ad alzarmi.
Cerco di respirare profondamente e di ordinare alle gambe di muoversi ma è così difficile, mi sento come se fossi ancorato al suolo.
 
"Blaine, tutto bene? Sembri sconvolto" mi chiede di nuovo.
 
"Tutto bene" rispondo con voce ansimante.
 
"Blaine non sono stupido, se non vuoi dirmi cosa c'è che non va capisco ma non mentirmi, ok?"
 
"Kurt non preoccuparti, non è niente di grave" mi limito a rispondere.
 
Si accontenta della mia risposta, questa volta sono grato del fatto che abbia sempre paura di essere invadente.
 
Dopo pochi minuti scendiamo, penso che respirare un po' d'aria mi farà bene.
 
Ma non è così, una volta aver appoggiato i piedi al suolo mi sento di nuovo sprofondare ed è come se qualcosa mi tirasse indietro, ma cerco di stare calmo e di respirare regolarmente.
 
Vedo Kurt guardarmi con aria sorpresa e preoccupata, poi forse spazientitosi si avvicina a me e come se fosse la cosa più naturale del mondo e mi prende per mano.
 
Appena avverto le sue dite intrecciarsi alle mie sento la tensione svanire. Più aumento la stretta più mi sento leggero e libero dalle mie paure mentre una sensazione bellissima mi pervade.
Non avrei mai immaginato bastasse questo per sbloccarmi e in questo momento, per un solo istante, un pensiero mi attraversa la mente, forse non è troppo tardi, forse posso essere ancora salvato, forse ho trovato qualcuno che sia davvero disposto a farlo.
 
Aumento di nuovo la stretta mentre un sorriso pieno speranza mi compare in volto.
 
Un'altra ora è passata, ora ci troviamo davanti all'ingresso dell'ospedale. Solo stare lì mi fa stare male ma cerco di non darlo a vedere a Kurt.
Sono sicuro che correrà il più fretta possibile da suo padre  ma mi sbaglio. Rimane lì, fermo a fissare quella porta senza muoversi di un millimetro.
 
Sono sorpreso poi lo guardo in volto e mi si spezza il cuore.
 
Sta cercando di trattenere le lacrime e si morde il labbro nervosamente mentre sembra perso in chissà quali pensieri.
 
"Hey Kurt..." gli dico mettendogli una mano sulla spalla. 
 
Sembra essere tornato alla realtà, si volta e con quei meravigliosi occhi ancora più luminosi del solito mi dice:
 
"So che sono uno stupido, so che mi comporto come un bambino ma io odio gli ospedali, in particolare odio quest'ospedale."
 
Rimango sorpreso dal costatare che condividiamo una stessa identica paura, così sorpreso che non dico nulla.
 
"E' solo che questo luogo è legato a degli eventi drammatici della mia vita, so che è soltanto un edificio e che quindi non dovrebbe condizionarmi ma è più forte di me, sento una tale avversità nei confronti di questo posto.
So di essere debole e fragile ma non posso dimenticare cosa è successo e cosa ho visto qui" continua.
 
"Non c'è niente di strano in ciò che provi Kurt" mi limito a sussurrare con tono sofferente.
 
"Ho visto tanta tristezza, sofferenza, rassegnazione e malinconia negli occhi spenti delle persone che purtroppo hanno passato gli ultimi momenti della loro vita qui ma in quegli occhi bui c'erano anche tanta dignità, voglia di combattere e di farcela, nonostante poi non sia stato abbastanza.
Ricordo bene cosa ho provato in quei momenti, la sensazione d’impotenza e di rabbia che mi assaliva e che provo tuttora solo a pensarci" dice con voce spezzata dall'emozione.
 
Comincio ad avvertire un groppo alla gola ma cerco di essere forte.
 
"Kurt posso immaginare come ti senti e credimi posso capirti. I brutti ricordi possiamo viverli ovunque, anche solo con il pensiero ma credo che un luogo renda tutto più realistico perché non solo ci ricorda cosa è avvenuto in questo posto ma ci fa rivivere gli stati d'animo che abbiamo provato in passato.
Quella tensione che ci invadeva prima di varcare quella soglia e la delusione, l'amarezza e il dolore che sentivamo dopo aver visto la sofferenza con i nostri occhi" mi ritrovo a dire senza nemmeno rendermene conto.
 
Kurt mi guarda con uno sguardo così profondo che sembra volermi penetrarmi nell'anima e con le guance rigate dalle lacrime che non è riuscito a trattenere.
 
"Sai quando ci scottiamo con l'acqua calda, abbiamo paura e quindi stiamo alla larga anche da quella fredda, pur consapevoli che non può succedere nulla" dico con voce tremante.
 
"E' questo che devo pensare, non è successo nulla di grave questa volta e lì dentro c'è mio padre ed io non vedo l'ora di vederlo. Grazie Blaine" dice asciugandosi le lacrime.
 
Emette un lungo respiro come se cercasse di farsi forza e fa qualche piccolo passo avanti prima di fermarsi di nuovo, lo vedo di nuovo spaventato e ancora titubante ad entrare. 
 
In quel momento prima che abbia il tempo di pensare mi ritrovo a fare qualcosa che mi sorprende e mi spaventa allo stesso tempo.
 
Mi avvicino a lui, gli prendo delicatamente la mano e lo guardo negli occhi. Non c'è bisogno di parole, con lo sguardo gli dico che non è solo e che sono disposto ad accompagnarlo.
 
Il suo sguardo si riempie di gratitudine e mi regala un piccolo sorriso.
 
Oh Kurt, se sapessi quanto mi costa tutto questo e quanto è difficile per me penso mentre gli stringo forte la mano e sospiro pesantemente. Lo faccio solo per te, dico tra me e me.
 
Lui si sporge un pochino e mi posa un delicato bacio sulla guancia. Chiudo istintivamente gli occhi mentre sento una sensazione che non provavo da tempo scaldarmi l'anima.
Sono sorpreso da questo suo gesto e non posso fare a meno di pensare a quanto sia stato terribilmente bello sentire quelle sue dolci labbra sulla mia guancia e di nuovo un apparente insignificante gesto ha il poter di far svanire tutta la mia tensione e di far diminuire e mie paure.
 
La sua mano stretta nella mia mi fa sentire più leggero e mi fa sentire al sicuro, come se in qualche modo mi stesse dicendo che andrà tutto bene; apro gli occhi e mi perdo in quelle due pozze trasparenti che non smetterei ma di guardare e capisco che anche lui si sente come me.
 
Non so esattamente il perché ma non sono più così spaventato al pensiero di entrare in questo posto che mi ha tolto tanto, in cui ho perso tanto, o meglio, quello pensavo fosse, il mio tutto.
Con Kurt accanto a me non ho più paura e questo mi spaventa terribilmente ma allo stesso tempo mi fa capire che forse c'é una ragione se entrato nella mia vita e non posso lasciarmi scappare una meravigliosa creatura come lui.
 
Ci scambiamo un timido sorriso e con la sensazione di essere meno soli ci incamminiamo mano nella mano per affrontare insieme una delle nostre piccole paure.

 

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Note:
Avrei voluto aggiornare prima ma avendo un rapporto tutt'altro che idilliaco con le feste non sono riuscita a farlo.
 
Comunque... non vorrei rompervi troppo ma su questo capitolo vorrei dire qualche cosina.
Cominciamo dal fatto che finalmente, come avete notato, sono riuscita a trovare il momento giusto per dare spazio ai pensieri di Blaine.
Ho sempre voluto farlo ma avevo il timore che non fosse apprezzato, che qualcuno pensasse che non c'entrasse molto dato che mi sono sempre soffermata solo su quelli di Kurt. Avevo il timore di non essere come dire... "lineare", non so se mi spiego.
In ogni caso ci tenevo molto, è solo che cercavo il momento giusto. Non so se l'abbia trovato o meno, ma ormai è fatta! :-)
 
L'ho fatto anche per quelle persone che me lo avevano chiesto, spero di avervi accontentato almeno un pochino.
Non posso negare che mi è mancato dedicarmi al mio amato Kurt *__*, in ogni caso penso che il mio amore per lui si percepisca attraverso le parole Blaine. 
Ora che avete conosciuto meglio anche quest'ultimo spero che non vi abbia deluso come lo sto caratterizzando.
 
Poi mi scuso se il capitolo risulta troppo pesante, anche perché scarso di dialoghi ma non sono riuscita a fare diversamente per dare spazio a Blaine.
 
La canzone che cantò Kurt è “I'm In Here” di Sia, nel primo capitolo la lasciai in lingua originale. Non avevo intenzione di rimetterla anche qui, ma poi ho pensato che in italiano ci potesse stare.
 
Ultima cosa... l'altra canzone. 
Forse ho sbagliato ad inserirla ma ogni volta che l'ascolto non posso fare a meno di pensare ai miei Kurt e Blaine.
Poco prima di scrivere questo capitolo l'ho ascoltata di nuovo e non ho resistito ad inserirla nella storia. 
Spero non vi abbia fatto proprio schifo questa mia scelta, indipendentemente dai vostri gusti musicali.
Comunque la canzone è di Tiziano Ferro: http://www.youtube.com/watch?v=tuBURPGsiIU
Se vi va ascoltatela pensando a questa storia. 
 
Ok forse le note sono ancora più pesanti del capitolo, scusatemi ma ci tenevo a precisare queste cose.
 
Sarò noiosa ma devo farlo. Grazie infinite a tutte le persone che hanno letto anche questo capitolo, a quelle che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ ricordate e un grazie speciale a tutte quelle che mi lasciano sempre meravigliose recensioni! Siete troppo buone! *__*
Mi fa davvero un enorme piacere leggere e rispondere ai vostri commenti, siete davvero troppo gentili! Grazie mille!
 
Ci risentiamo nel 2012!! Buon ultimo dell'anno, buon Capodanno a tutti e che il prossimo anno sia il più sereno possibile!
 
 
Ciao!
 

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Capitolo 16
*** 16 ***


Con la mano di Blaine stretta tra la mia percorro con passi lenti e insicuri il corridoio che mi porta verso la stanza di mio padre, non vedo l'ora di abbracciarlo e di vedere con i miei occhi come sta.
 
Mentre cammino per raggiungerlo non posso fare a meno di pensare a quello che sta succedendo con Blaine, non riesco proprio a capire perché si sia offerto di accompagnarmi e perché sia così carino con me.
Sono rimasto parecchio shoccato dalla sua richiesta e non so ancora il perché non ho potuto fare altro che accettare.
 
Non so ancora se sia stata una buona idea, in fondo non ci conosciamo un granché ed ora pensandoci bene mi rendo conto che forse non avrei dovuto portarlo qui.
Il fatto che conoscerà presto mio padre, che entrerà a contatto con il posto dove sono nato e cresciuto mi spaventa, mi sento come se gli avessi permesso di entrare nella mia intimità e per questo mi sento sempre più vulnerabile ai suoi occhi.
 
Il suo comportamento continua a spiazzarmi, i suoi gesti e le sue parole a volte mi confondono, non capisco perché dica o faccia certe cose con me.
Forse sbaglio a volere trovare una spiegazione ad ogni cosa ma non ne posso fare a meno, vorrei capire perché si sia offerto di venire qui con me e sinceramente vorrei capire anche perché io abbia accettato.

Nel frattempo sento la sua mano stringere la mia e mi rendo conto di quanto sia bello e di quanto mi senta al sicuro ma mi rendo anche conto di dove mi trovo e dove sto andando quindi, con un gesto veloce, allontano la mia mano dalla sua.
 
Lui mi guarda sorpreso per un attimo ma poi sembra intuire il motivo di quel gesto.
 
"Non credo sia il caso, penso che sappia anche tu come funzionano le cose soprattutto in un paese come questo, non sono tutti così aperti e poi non vorrei che qualcuno della mia famiglia ci vedesse" dico per spiegare il mio comportamento con voce spenta.
 
Lui annuisce mentre un’espressione mista di rabbia e tristezza gli si dipinge in volto.

Siamo ormai arrivati davanti alla stanza di mio padre quando mi viene in mente che non ho pensato a come presenterò Blaine, agitato cerco di pensare alla cosa giusta da dire ma non ho ancora fatto in tempo a trovarla quando  vedo Carole venirmi incontro.
 
Ci abbracciamo affettuosamente e poi lei mi trascina subito da mio padre, lancio una velcoe occhiata a Blaine e mi accorgo che è rimasto in disparte segno che non è intenzionato entrare.
 
Meglio così penso, avrò più tempo per pensare cosa dire riguardo la sua presenza qui.
 
Dopo aver abbracciato a lungo mio padre e aver costatato che nonostante tutto sta bene mi sento molto più leggero e felice, parliamo per parecchio tempo, fino a quando ad un tratto Carole mi sorprende dicendo:
 
"Kurt sbaglio o non eri solo quando sei arrivato qui?"
 
Rimango per un attimo di troppo in silenzio, non pensavo se ne fosse accorta.
 
Mio padre mi guarda subito stranito e attende la mia risposta continuando a fissarmi.
 
"Ehm sì, sono venuto con... Blaine... si è offerto gentilmente di accompagnarmi" dico cercando di sembrare il più naturale possibile.
 
"E chi sarebbe questo Blaine?" chiede mio padre con un tono da... beh da padre.
 
Non ho ancora pensato a cosa dire quando Carole continua:
 
"Non credi sia il caso di presentarcelo? Ti sta aspettando da chissà quanto tempo lì fuori. Se è stato così carino da accompagnarti ci farebbe piacere conoscerlo vero tesoro?" conclude guardando Burt.
 
Mio padre non sembra molto convinto ma annuisce.
 
Cerco di pensare a qualche scusa per non farlo entrare ma non mi viene in mente nulla, quindi mi trovo costretto ad alzarmi per andare a cercarlo.

Lo trovo dopo qualche istante, seduto su una sedia in una saletta appartata.

Mi soffermo a guardarlo per qualche minuto prima di farmi notare, ha lo sguardo perso nel vuoto, cupo e triste, sembra perso nei ricordi, che a quante pare, sono tutt'altro che piacevoli.
Per un attimo mi sembra anche di scorgere qualche lacrima nei suoi occhi ma mi sarò sbagliato.
 
Più lo guardo più mi rendo conto di quanto mi faccia male vederlo così, vorrei aiutarlo davvero; mi chiedo che cosa lo faccia soffrire in questo modo.
 
Poi finalmente mi decido ad avvicinarmi, lui sembra non notarmi finché non gli poggio delicatamente una mano sul ginocchio, il mio tocco sembra averlo riportato alla realtà, mi guarda con quegli occhi bui e mi chiede subito come sta mio padre.

Gli spiego brevemente la situazione e gli dico che lo stanno aspettando dato che Carole ci ha visti arrivare insieme.
 
Non sembra molto entusiasta all'idea di conoscerli ma dice che non c'è problema.
 
"Gli ho detto che ti sei offerto di accompagnarmi e mio padre mi ha chiesto chi sei. Non ho risposto ma so che dovrò farlo presto" dico con sguardo basso.
 
"Che cosa pensi di dire?" mi chiede.
 
"Non so se sia meglio dire che sei un conoscente o un collega. Che stupido non ci avevo pensato a questo!" rispondo.
 
"Nemmeno io, comunque per me è indifferente, di pure quello che preferisci, per quel che mi riguarda puoi anche dire che sono il tuo ragazzo" risponde facendomi trasalire con quell'ultima parola.
 
"Non credo sia il caso fingere che tu sia il mio ragazzo e credimi lo dico anche per te" rispondo cercando di mostrare indifferenza.
 
"Ok allora non potresti semplicemente dire che sono un tuo amico?" mi chiede.
 
Mi perdo in quegli occhi bui che per un attimo sembrano essersi illuminati e rispondo:
 
"Vada per l'amico."
 
Pochi minuti dopo entriamo nella stanza e subito mi accingo a fare le presentazioni.
 
"Papà questo è Blaine, un mio amico. Blaine questo è mio padre e questa è sua moglie Carole" dico con imbarazzo.
 
Mi sento sporco mentre vedo mio padre stringere la mano alla persona che ho scelto per perdere la verginità. Se sapesse che in realtà è un gigolò e che io sono un suo cliente probabilmente mi caccerebbe immediatamente da qui.
 
Mi sento così strano a vivere questa situazione. Cavolo! In che guaio mi sono cacciato?
 
Anche Blaine sembra piuttosto a disagio anche se non ne capisco il motivo, di solito è così sicuro in tutto ciò che fa e che dice.
 
Cominciamo la solita conversazione di circostanza che si fa in casi del genere finché mio padre non gli chiede:
 
"Dimmi Blaine che lavoro fai?"
 
M’irrigidisco e smetto di respirare mentre tengo lo sguardo fisso su di lui.
 
La sua espressione non è molto diversa da quella che dovrebbe essere la mia in questo momento.
 
Dopo qualche istante si decide finalmente ad aprire la bocca per dire qualcosa ma in quel momento qualcuno bussa alla porta.
 
A quell'interruzione emetto un sospiro di sollievo così profondo che ho il timore che possano averlo sentito tutti.
 
Guardo Blaine e lo vedo fare altrettanto mentre mi lancia un complice sguardo.
 
Cerco di comunicargli che non è finita qui, che sarà meglio che pensi a qualcosa per la prossima volta che Burt gli farà quella domanda.
 
Dopo pochi secondi fa il suo ingresso Finn, il mio fratellastro ed io penso che non sono mai stato così contento di vederlo come in questo momento e lo ringrazio mentalmente per il suo tempismo.
 
Da quello che so è arrivato a Lima qualche ora fa ed ha già visto Carole e mio padre perciò una volta entrato si dirige direttamente verso di me. Ci sentiamo molto spesso ma è passato un po' dall'ultima volta che ci siamo visti e sono davvero contento di riabbracciarlo anche se ovviamente avrei preferito accadesse per un'occasione diversa.
 
Gli vado incontro con un sorriso, ci scambiamo un fraterno abbraccio e qualche pacca sulla spalla mentre lo vedo accorgersi di Blaine fermo accanto a me.
 
"Ah Finn, questo è Blaine... un mio amico" dico indicandolo e notando una strana espressione sul suo volto. Sembra quasi... no, impossibile. La stanchezza del volo comincia a farsi sentire e mi fa uno strano effetto, avrò le allucinazioni perché per un attimo mi sembrava di aver scorto gelosia sul suo viso.
 
"E Blaine questo è Finn, il mio fratellastro, il figlio di Carole" dico mentre vedo comparire sul volto di Blaine un'espressione che potrebbe sembrare di sollievo.
 
Non capisco ma non è il momento per pensarci. 
 
Dopo aver assistito ad una breve stretta di mano tra i due torno ad avvicinarmi a mio padre per parlare delle sue condizioni.
 
Sento Finn scambiare qualche parola con Blaine ma non riesco a sentire di cosa stiano parlando.
 
Dopo non molto tempo siamo costretti a lasciare la stanza per rispettare gli orari di visita dell'ospedale.
 
Carole m'informa che ha il permesso di rimare qui per questa notte e mi rimprovera di non averla avvertita dell'arrivo di Blaine, mi dice che se lo avesse saputo avrebbe preparato la stanza degli ospiti.
 
Le dico di non preoccuparsi e che ci penserò io.
 
Vado ad abbracciare mio padre e gli dico che domattina sarò di nuovo qui.
 
"Ah ragazzi, in frigo trovate qualcosa che ho preparato oggi ok ?" ci dice Carole mentre stiamo per lasciare la stanza. 
 
Finn risponde che è stato invitato ad una cena con alcuni suoi amici del liceo e che quindi non cenerà a casa.
 
"Grazie Carole ma non dovevi disturbarti" le dico prima di salutarla per lasciare la stanza.
 
Finn ci dice che ha l'auto e che quindi ci accompagnerà lui a casa, così in silenzio e trascinando i nostri bagagli lo seguiamo per raggiungerla. 
 
Una volta arrivati Blaine si accomoda sui sedili posteriori e rimane in silenzio mentre io e Finn parliamo dei suo imminenti progetti, fortunatamente il tragitto è abbastanza breve quindi dopo pochi minuti arriviamo a casa.
 
Vedere Blaine entrare nella casa dove sono cresciuto mi fa sentire ancora una volta strano. 
 
"Eccoci qui, allora vi va un caffè?" chiedo poco dopo cercando di alleggerire la sitazione che si fa sempre più pesante.
 
"Sì grazie" rispondono entrambi.
 
Finn intanto fai accomodare Blaine in salotto per favore.
 
Dopo pochi minuti li raggiungo con il caffè e li trovo davanti al televisore  persi in un'animata discussione sportiva della quale ci capisco davvero poco.

Gli porgo le tazze e mi siedo nell'unico posto libero che è accanto a Blaine.

Ancora una volta sento che sta entrando sempre di più nella mia intimità e pensare che sia qui seduto accanto a me sul mio divano mi rende piuttosto nervoso.

Parliamo un po' insieme del più e del meno, poi Finn mi chiede se può farsi la doccia per primo dato che da lì a poco dovrà uscire io acconsento e dopo poco ci lascia soli.
 
Guardo Blaine e mi sembra di capire che non sono l'unico ad essere imbarazzato e nervoso.
 
Per rompere il ghiaccio gli chiedo: "Nel frattempo ti mostro la tua camera ok?" 
 
Annuisce e con i bagagli saliamo al piano superiore mentre io ad ogni scalino che faccio mi sento più vulnerabile e più nudo.
 
Lo accompagno nella camera degli ospiti e gli mostro dove può mettere gli abiti mentre arrossisco pensando in che situazione mi sia cacciato.
 
La tensione tra noi è palpabile e il mio disagio sempre più evidente.
 
"Vado a disfare i miei bagagli poi se ti va bene, quando Finn avrà finito, potrai usare il bagno mentre io ti preparo il letto  ok?" chiedo.
 
"Ok Kurt grazie."
 
"Grazie a te per avermi accompagnato" dico facendo per uscire dalla porta.

Ma Blaine mi blocca per il polso e dice:

"Kurt so quanto sia difficile per te tutto questo, capisco quanto tu ti senta invaso nel tuo spazio e nella tua intimità dalla mia presenza qui quindi ti ringrazio per avermi comunque permesso di farlo."

Gli sorrido grato della sua comprensione e mi dirigo verso la mia stanza.
 
Una volta arrivato mi butto sul letto e sospiro pesantemente.
E' tutto così strano, il pensiero di averlo portato a casa mia, il pensiero che tra poco userà il mio bagno, che mangerà al mio tavolo e che dormirà nella mia stanza degli ospiti mi porta a chiedermi cosa diavolo mi è saltato in mente quando ho accettato che mi accompagnasse.
 
Tutto questo è assurdo e non credo di essere in grado di gestirlo senza fare la solita figura del ragazzino.

Sono ancora sul letto quando sento bussare alla mia porta, è Finn che mi avverte che il bagno è libero.
 
Mi alzo quindi per andare ad avvisare Blaine; sono arrivato ormai davanti alla porta quando sento che è impegnato in una conversazione telefonica.
Faccio per allontanarmi quando noto che la porta è semi chiusa, a quel punto non posso fare a meno di sentire quasi indistintamente le sue parole.
 
So che è da maleducati origliare ma quando capisco che quella telefonata ha, in un certo senso, a che fare con me, non riesco a fare altrimenti e rimango con il fiato sospeso cercando di captare le sue parole.
 
"Sono in Ohio quindi per il momento non posso prendere nuovi appuntamenti" 
 
"Sì, ha capito bene in Ohio." 
 
"Senta non sono qui per divertimento ma per lavoro."
 
"Ho accompagnato un cliente."

Quella frase non dovrebbe farmi così male, ma lo fa, soprattutto per il tono con il quale Blaine l'ha pronunciata.

"So che avrei dovuto avvertire l'agenzia ma è stata una cosa improvvisa."
 
"No, non abbiamo ancora discusso del prezzo ma non si preoccupi so che questo è un extra."
 
"Sì, mi farò pagare per quello che valgo."
 
"Modestamente sono bravo nel mio lavoro e so come far cadere ai miei piedi i clienti."
 
Una fitta di delusione mi stringe il petto, penso di avere già ascoltato abbastanza così me ne torno nella mia stanza non sentendo però la sua ultima frase:
 
"Ma non è per parlare di questo che l'ho chiamata... l'ho fatto per avvertirla che ho intenzione di licenziarmi, appena tornerò firmerò tutti i documenti necessari."

Torno a buttarmi sul letto e cerco di convincermi che non devo rimanerci male, di cosa poi? Non è forse la verità?

Io sono solo un suo cliente, niente di più, niente di meno.
 
Quello che mi fa più  male però è che Blaine a me ha detto cose ben diverse, per esempio non abbiamo mai parlato del fatto che avrei dovuto pagarlo per il suo servizio extra.

Sono molto confuso in questo momento ma non voglio stare male per lui così cerco di convincermi che tutto questo mi sia indifferente. 
 
Aspetto una decina di minuti e facendo finta di nulla vado a bussare alla sua porta per avvertirlo che il bagno è libero.
 
Mi accoglie con un sorriso prima di dire: "Grazie Kurt, ne approfitto subito."
 
Lo accompagno per mostrargli dove si trova e per dargli tutto il necessario, lui ringrazia di nuovo con un sorriso che io non ricambio.
 
Esco e mentre gli preparo il letto  cerco di non pensare al fatto che tra pochi minuti starà usando la mia doccia.
 
Nel frattempo Finn mi raggiunge per dirmi che sta per uscire non mancando però di fare qualche battutina allusiva su me e Blaine.

"Tornerò tardi Kurt,  avrete la casa tutta per voi" mi dice con sguardo malizioso.

"Non so dove tu voglia arrivare Finn ma Blaine è soltanto un amico" rispondo cercando di rimanere calmo.
 
"Per favore Kurt, vuoi dirmi che non vai a letto con lui?" mi chiede a bruciapelo facendomi arrossire fino alla radice dei capelli.

"Finn!!"
 
"Tranquillo Kurt, ti sei già risposto da solo non c'è bisogno di aggiungere altro."
 
Lo guardo come se volessi fulminarlo.
 
"Mi spiace fratello ma non sei mai stato bravo a mentire."
 
"Finn io non ci vado a letto" dico con sicurezza, in fondo è la verità.

"Il mio intuito mi dice che comunque qualcosa è successo tra di voi, l'ho capito dopo poco che vi ho visto insieme" dice con aria convinta.

"Scusa Finn ma da quanto avresti quest'intuito?" gli chiedo.

"Sai Kurt sono cresciuto anch'io" risponde con aria da uomo vissuto.
 
"Certe cose le capisco" continua lasciandomi  perplesso. 

Non riesco più a trattenere una risata anche se devo ammettere che ci ha visto giusto.
 
"Comunque sarei felice se avessi trovato un ragazzo" dice con tono sincero.
 
"Grazie Finn, lo sarei anch'io ma non è ancora successo" dico con voce malinconica.
 
"Lo troverai" dice con sicurezza.

"Grazie Finn" rispondo con un sorriso.

Dopo aver preparato tutto mi dirigo verso il bagno per cercare di capire se Blaine ha quasi finito, ho davvero bisogno di farmi una doccia anch'io.
 
Busso delicatamente e chiedo: "Blaine tutto ok? Hai bisogno di qualcosa?" 
 
"Tutto ok grazie cinque minuti ed esco" mi risponde.

Vado quindi in camera mia a prendere ciò che mi serve e torno verso il bagno.

Sono quasi arrivato davanti alla porta quando Blaine esce con un sorriso.
 
Cosa diavolo avrà poi da sorridere mi chiedo prima che il mio cervello si disconnetta davanti a quella vista.
 
I suoi ricci ribelli sono completamente liberi e bagnati, dio quanto avrei voglia di toccarli.
E' coperto soltanto da un asciugamano che gli cinge la vita o forse ancora più giù della vita e non è ancora completamente asciutto.
Seguo con lo sguardo e con invidia il percorso di una gocciolina d'acqua che scende dal collo, accarezzandogli poi il torace sempre più giù fino a perdersi una volta arrivata all'inguine. 
 
Senza rendermene conto mi lecco il labbro. 
 
Lui intanto si avvicina sempre di più ed io sono invaso dal profumo della sua pelle mista a quella del bagnoschiuma e sento la testa cominciare a girare; all'improvviso sento molto caldo in un punto ben preciso.

Per la prima volta lo guardo negli occhi e noto che sono pieni di desiderio, il sorriso che illuminava il suo viso poco fa è svanito per lasciare spazio ad una smorfia lussuriosa.
 
In quell'istante ripenso alle sue parole durante quella telefonata, sento la rabbia crescere e un'idea mi attraversa la mente.
 
Forse si merita una lezione. 
 
Poggio le mani sul suo petto bagnato e lo spingo quasi prepotentemente contro il muro mentre lui spalanca gli occhi e la bocca dalla sorpresa.

La sua espressione quasi sconvolta mi provoca dei brividi lungo la schiena ma cerco di mantenere il controllo.
 
Sono sorpreso quanto lui ma vado avanti.
 
Inizio a muovere le mani lungo il suo torace mentre con la bocca comincio a leccargli avidamente il collo. 
 
"Kurt" dice a quel punto con tono interrogativo.
 
Io gli metto un dito sulle labbra e lo guardo maliziosamente, o almeno ci provo e a pochi centimetri dal suo orecchio gli sussurro:
 
"Shhh"
 
Continuo a occuparmi del suo collo per scendere poi sempre più giù mentre mi accorgo che sta cominciando a lasciarsi andare, lo vedo chiudere gli occhi e piegare leggermente la testa all'indietro.
 
Più volte sento che potrei cedere per l'imbarazzo per quello che sta succedendo ma non demordo, gli passo una mano tra i capelli mentre l'altra inizia a scendere sempre più giù fino a raggiungere l'inguine. 

Sento che sono la rabbia e la delusione che ho provato quando ho sentito le sue parole che mi spingono a continuare.
 
Da sopra l'asciugamano inizio ad accarezzargli la sua ormai evidente erezione e sento il suo respiro farsi sempre più irregolare, continuo a muovere la mano sempre più velocemente mentre mi sento avvampare dalla vergogna. 

Non ci credo che lo sto facendo davvero, per di più a casa mia, a casa di mio padre. 
 
Stranamente però quel pensiero invece di spaventarmi mi eccita e sento una scarica di adrenalina attraversarmi il corpo.
 
Devo essere impazzito mi ripeto mentre continuo a stringere la sua erezione e a stimolarla sempre di più.

Il cuore mi batte sempre più forte mentre con un gesto secco gli apro l'asciugamano e la faccio scivolare sul pavimento.
 
A quella vista sento fluire tutto il sangue verso l'inguine e mi rendo conto per quanto ci abbia provato non sono riuscito a rimanere indifferente.
 
Con estremo imbarazzo stringo la mia mano destra sulla sua erezione e comincio a toccarlo, lui inizia a muovere il bacino per assecondare i miei movimenti e dopo pochi minuti lo sento emettere sospiri di piacere.

Sta ormai raggiungendo l'orgasmo quando con voce ansimante pronuncia il mio nome ed io devo metterci tutta la mia buona volontà per non lasciarmi andare quanto lui.

 "Ku...rt..." continua a ripetere facendomi impazzire.

E' vicinissimo ormai, lo capisco dal suo respiro e dal modo in cui si muove e ansima.

Non mi resta quindi che mettere in atto il mio piano, lascio immediatamente la sua erezione e mi allontano da lui.
 
Dopo pochi secondi apre gli occhi e mi guarda con sguardo tra l'interrogativo e il furioso.

"Oh scusami Blaine ho proprio bisogno di una doccia" dico con voce più normale possibile.
 
Entro poi velocemente in bagno e mi chiudo la porta alle spalle lasciando un Blaine con un'espressione quasi disperata e sconvolta che si lascia cadere sul pavimento.

Beh caro mio non sei l'unico che può far cadere la gente ai suoi piedi dico tra me e me. 

Com'è che si dice?! Sedotto e abbandonato.

Beh non è andata proprio così ma per quanto ne sia sorpreso ho raggiunto il mio obiettivo, non credevo che sarei mai stato capace di fare ciò che ho appena fatto, a quanto pare i suoi insegnamenti stanno dando i suoi frutti.
 
Farlo arrivare quasi al culmine per lasciarlo poi a bocca asciutta; non sarà stata una gran vendetta ma è stato pur sempre soddisfacente.

Beh non in tutti i sensi mi dico buttando l'occhio sulla mia ancora evidente erezione, non è stato l'unico a rimanere a bocca asciutta.

Credo che me ne occuperò immediatamente mi dico cominciando a spogliarmi.

 
 

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Note:
 
Vi rinnovo gli auguri di buon 2012!
 
Questo capitolo mi piace così poco che non so che dire. Non so ho avuto difficoltà a scriverlo e alla fine non mi convince più di tanto e mi scuso anche per la lunghezza!
Quindi non abbiate il timore di criticarlo, vi capirò! ;-)
 
Grazie mille a tutte le persone che hanno letto anche questo capitolo e a quelle che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ ricordate!

Un grazie in particolare va alle persone che trovano il tempo per farmi sapere le loro opinioni lasciando una recensione o mandandomi un messaggio privato, grazie davvero!
Per me è un piacere sapere cosa ne pensate… consigli, opinioni e critiche sono sempre ben accetti! :-)
 
Grazie a chi mi ha dato l’idea per la telefonata che inserito in questo capitolo! ;-)
Anche se l’ho stravolta spero ti sia piaciuto almeno un po’ il contesto in cui l’ho inserita!
 
Alla prossima! E grazie ancora a tutti per essere così buoni e gentili con me! *__*


 

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Capitolo 17
*** 17 ***


Lo scroscio dell’acqua della doccia mi fa calmare, la sento scorrere sulla mia pelle ancora scottante e riacquisto un po' di razionalità e lucidità.

Ripenso a ciò che ho appena fatto e mi chiedo come affronterò Blaine, non credo abbia apprezzato lo scherzetto e troverà sicuramente un modo per dimostrarmelo.

Penso a cosa potrei rispondergli quando mi chiederà il perché del mio comportamento, non ho nessuna intenzione di dirgli che ero arrabbiato per aver sentito le sue parole durante quella telefonata o meglio origliato fuori dalla porta, mi sento in colpa per averlo fatto e non è da me ma in quel momento non sono riuscito ad allontanarmi.
 
Ripensandoci, ancora non capisco perché mi sia sentito, in un certo senso, ferito. Non mi devo aspettare nulla da Blaine se non quello per cui è pagato o meglio era pagato. L'ho assunto per uno scopo preciso quindi tutto il resto non deve aver alcun potere di toccarmi minimamente. 

Cerco quindi di convincermi che le sue parole non mi abbiano fatto né caldo ne freddo, in fondo perché dovrei prendermela?

Parecchio tempo dopo esco dalla doccia e mi avvolgo in un accappatoio, dopo pochi minuti mi accorgo che nella foga di attuare il mio piano ho dimenticato la biancheria quindi dopo vari sospiri mi accingo a lasciare il bagno senza potermi rivestire.

Mi dirigo verso la mia stanza con passi svelti nel timore che da un momento all'altro Blaine mi sbarri la strada e mi chieda spiegazioni.

Arrivo davanti alla porta della mia stanza, metto una mano sulla maniglia e con sollievo mi accorgo di essere salvo almeno per il momento.
Entro velocemente e altrettanto velocemente chiudo la porta appoggiandomici per qualche secondo con la fronte e gli occhi chiusi mentre mi sento sempre più ridicolo e stupido per essermi cacciato in quella situazione.

Sto respirando profondamente quando sento una voce ormai, inconfondibile per me, dire con tono ironico:

"Tutto bene Kurt?"

Emetto un gridolino di spavento e di sorpresa quando mi accorgo che quella voce proviene da dietro le mie spalle.

Con il cuore ancora a mille istintivamente mi stringo l'accappatoio e con uno sguardo furioso mi volto.

Blaine è ancora avvolto solo da quell’asciugamano, ha le braccia conserte e mi guarda con un’espressione che quasi mi fa paura.

Cerco di ignorare l'effetto che mi fa e comincio ad urlargli contro:

"Esci immediatamente! Come ti sei permesso di entrare in camera mia?"

Lui non risponde ma comincia ad avanzare verso di me con uno sguardo furibondo.

Dannazione sono io che dovrei essere arrabbiato con lui per aver invaso la mia privacy fino a questo punto cerco quindi di non lasciarmi abbindolare e di non cedere.

"Mi hai sentito? Esci immediatamente! Altrimenti..." gli urlo contro prima di essere interrotto.
 
"Altrimenti cosa?" mi chiede con un sorriso beffardo.

"Ti ricordo che non c'è nessuno in questa casa a parte noi due" aggiunge.

Si fa sempre più vicino mentre io comincio a deglutire ripetutamente e ad indietreggiare finché non mi metto in trappola con le mie stesse mani andando a sbattere contro la porta.

Con un balzo fulmineo mi raggiunge e m’imprigiona afferrandomi i polsi e alzandoli, non troppo delicatamente, sulla mia testa.
Il suo profumo mi avvolge di nuovo e già questo è sufficiente a farmi smuovere qualcosa dentro e fuori.
Il suo sguardo ormai divenuto lussurioso balla tra i miei occhi e le mie labbra ripetutamente finché non si concentra sulla mia bocca semichiusa che istintivamente inizio a leccare.

L'aria intorno a noi comincia a surriscaldarsi e so che dovrei fare qualcosa per allontanarlo e per scappare da quella, quasi piacevole, trappola. Mi basterebbe poco per spingerlo via, la sua stretta intorno ai miei polsi si fa sempre più leggera, so che con una semplice mossa sarei libero ma nonostante questo non mi muovo di un millemetro.

Non posso farlo, non sono le sue mani a tenermi legato ma il suo sguardo, mi perdo in quelle iridi color miele e mi sento ipnotizzato mentre qualcosa mi dice di non essere il solo.
I suoi occhi scuri pieni di desiderio sono paralizzati nei miei, mi guarda come nessuno mi ha mai guardato prima, ha quel luccichio tipico di soddisfazione negli occhi, di quando il cacciatore riesce a catturare la sua preda e mi guarda come se ora fossi suo, come se appartenessi a lui soltanto.

Ed io che sono soltanto un semplice essere umano non riesco a rimanere indifferente e inizio a sentirmi bruciare dentro e fuori mentre credo che tra non molto mi scoppierà il cuore tanto corre velocemente.

"Allora bel culetto vuoi davvero che vada via?" mi chiede con voce roca fissandomi nel frattempo le labbra.

Quel tono e il modo in cui mi ha chiamato non promettono niente di buono o forse sì?

"Sì..." rispondo con una flebile voce.
 
"Voglio che tu vada via" continuo mentre con lo sguardo e il corpo sto dicendo il contrario e lui a quel punto mi lascia andare i polsi e fa un piccolo passo indietro.

"Lasciami andare Blaine" sussurrò mentre in realtà vorrei dire, non lasciarmi, resta qui.
 
"Kurt sei già libero" dice con un filo di voce.

Sono libero e allora perché continuo a rimanere immobile a pochi passi da lui con gli occhi incatenati ai suoi?

Forse perché la mia testa e non solo quella, mi sta dicendo che in realtà, non voglio essere libero?

Dio è tutto così eccitante, come posso resistergli?

Blaine ha capito come colpirmi, sa come fare cadere le mie difese, sa di avere un certo potere sul mio corpo.

Per questo motivo non vorrei cedere, per questo non vorrei dargliela vinta. Chi si crede di essere? Dovrebbe capire che non tutti si sciolgono ai suoi piedi come neve al sole.

Peccato però che io non faccia parte di quelle persone perché mi sto letteralmente sciogliendo senza neppure che mi abbia toccato.
 
"Cos'è sei indeciso?" mi chiede con tono irrisorio.
 
"No..." mi limito a rispondere debolmente.
 
"E perché invece il tuo corpo e il tuo sguardo pieno di passione stanno dicendo tutt'altro?" mi chiede facendomi arrossire.
 
"Ah sì e cosa starebbero dicendo?" chiedo per provocarlo. 
 
"Sicuro di volerlo sapere? Penso che i tuoi stessi pensieri potrebbero scandalizzarti più di quanto tu creda" mi dice sorridendo maliziosamente.
 
Mi sento avvampare di nuovo e vorrei distogliere lo sguardo dal suo ma non lo faccio e continuo a sostenerlo.
 
"Forse sono meno puritano di quanto tu creda" rispondo ancora una volta per provocarlo.
 
Deduco che stia funzionando perché il suo sguardo per un attimo si riempe di sorpresa, non si aspettava una simile risposta da me e nemmeno io ad essere sincero.
Se pensa di essere l'unico a poter condurre i giochi si sbaglia di grosso.
 
Si avvicina al mio viso così tanto che sento il suo caldo respiro sul mio. Porta la bocca davanti al mio orecchio mentre mi cinge i fianchi con le mani e con voce illegalmente roca sussurra:

"Il tuo corpo sta dicendo che mi vuoi, che mi desideri, che vuoi sentire la mia calda bocca sulla tua pelle, che vuoi sentire la mia lingua bagnata giocare con i tuoi capezzoli, che desideri ardentemente sentire la mia bocca intorno alla tua erezione e che magari vorresti prendere la mia tra le tue labbra."

Arrossisco e comincio a respirare pesantemente mentre sento il sangue fluire tutto verso quella destinazione, mi piace sempre di più questo gioco.
 
"E poi?" mi trovo a chiedere sorprendendomi per la mia audacia, per mostrargli che ci vuole altro per scandalizzarmi.

Il suo attimo di titubanza a rispondere mi fa capire di esserci riuscito.
 
"Il tuo corpo sta dicendo che vuoi urlare di piacere fino allo sfinimento, che vuoi che la mia lingua arrivi in posti proibiti e che vuoi che le mie mani ti tocchino dove nessuno ha mai fatto prima."
 
Mi sta sfidando ma non sa con chi a che fare, se crede che gliela dia vinta così facilmente si sbaglia di grosso.

Alzo le mani e gliele poggio sulle sue spalle nude per avvicinare la mia bocca al suo orecchio e con voce più provocante possibile gli sussurro:

"Tutto qui? Non sono per niente scandalizzato."

Sento il suo corpo fremere sotto le mie mani e capisco che non è il solo ad avere un certo potere poi dopo un attimo di sorpresa torna all'attacco e si allontana quanto basta per guardarmi intensamente negli occhi. 
 
"Ogni fottuta fibra del tuo corpo sta urlando che vuoi sentirmi dentro di te, che vuoi che ti prenda fino a farti impazzire di piacere" dice con un tono talmente lussurioso che sento cedere le gambe.
 
Ok se la sta cavando bene devo concederglielo, anche perché per quanto mi costi ammetterlo ha dannatamente ragione.

Credo che se mi chiedesse di fare sesso in questo preciso instante acconsentirei. Probabilmente dopo me ne pentirei ma in questo momento tutti quei discorsi sul volere aspettare la persona giusta mi sembrano talmente insignificanti e privi di senso che non esiterei troppo a concedermi a Blaine.

Un ghigno soddisfatto gli compare sul volto come se avesse intuito i miei pensieri.
 
A quel punto mi slaccia l'accappatoio e me la apre un po' prima di sporgersi in avanti e cominciare a succhiarmi avidamente il collo lasciando sicuramente dei segni violacei sulla mia pelle diafana.

Continua quella piacevole tortura mentre sento la sua mano stringermi il sedere e alzarmi una gamba per farmi aderire completamente a lui.

Ormai l'accappatoio è del tutto slacciato, istintivamente alzo le mani e con una mi reggo al suo collo mentre l'altra la intreccio con suoi riccioli umidi. 
 
Chiudo gli occhi e sposto la testa all'indietro per permettergli di fare meglio il suo lavoro mentre numerosi brividi di piacere corrono lungo la spina dorsale, ora la sua lingua e la sua bocca si stanno dedicando ad un punto particolare dietro il mio orecchio e tra un bacio e l'altro con voce roca dice:
 
"Ammettilo Kurt, dimmi che mi desideri, dimmi che mi vuoi tanto quanto io voglio te."
 
"No" continuo a ripetere mentre sappiamo perfettamente entrambi che in realtà quel no significa sì.

"So che mi vuoi, lo sento, lo percepisco, lo vedo da come reagisci al mio tocco, non puoi negarlo" dice mentre mi sfila completamente l'accappatoio.

Sono completamente nudo davanti a lui ma per la prima volta non ne sono imbarazzato.
 
In quel momento sento la ragione annullarsi lentamente, il cuore battere sempre più veloce nel petto e sento che sono vicino a perdere il controllo del mio corpo e della mia mente.
 
"Invece sì che posso" sussurro con voce ansante.

"Bene allora fermami se puoi" mi dice prendendomi per le spalle e sbattendomi quasi violentemente sul letto.

Chiudo gli occhi  incapace di fare un qualsiasi movimento mentre lui inizia a muovere le mani e la lingua lungo il mio petto, è arrivato ormai all'inguine ed io sto pregustando con ansia il momento in cui la sua bocca scenderà ancora ma presto si blocca.

Oh dannazione non è per niente divertente, per un attimo ho il timore che voglia ricambiarmi il favore e fare lo stesso giochetto che io ho fatto con lui.

Apro gli occhi e lo guardo con occhi imploranti mentre lui sorride beffardo prima di dire:

"Se pensi che te la faccia pagare con la stessa moneta ti sbagli."

"Come intendi farmela pagare allora?" chiedo con voce colma di passione e lo sguardo annebbiato dal desiderio.

"Te la farò pagare dimostrandoti che non sei tu a condurre il gioco, che mi bastano pochi minuti per trasformare il tuo corpo in gelatina e per farti fare tutto ciò che voglio" risponde con tono soddisfatto.

Ha perfettamente ragione ma non cederò così facilmente.

"Sei proprio sicuro di te eh?" chiedo ripensando alle parole che ho origliato.

"Modestamente sono bravo nel mio lavoro, da quel che si dice in giro ci so fare" mi dice con voce roca.

"E lo pensi anche tu altrimenti non reagiresti così al mio tocco" continua facendomi arrossire.

"Io non posso dire se sei bravo nel tuo lavoro, non ho termini di paragone, per quel che ne so ce ne potrebbero essere milioni più bravi di te" rispondo per cercare di farlo scendere da quel piedistallo.

"Allora quando lo troverai fammi un fischio, ma fino ad allora se non sbaglio dovrai accontentarti di me" mi dice soffermando lo sguardo su un punto ben preciso del mio corpo.

"E' inutile continuare questa farsa, non puoi resistermi lo sai anche tu. Ci vorrebbe davvero poco per farti capitolare e per farti implorare di farti mio" dice provocandomi una potente scarica di brividi lungo la spina dorsale.

Io non rispondo ma sostengo il suo sguardo finché senza troppi complimenti avvicina la bocca alla mia, ormai incontrollabile, erezione.
 
Basta quel lieve contatto per portarmi in un'altra dimensione, istintivamente alzo il bacino per sentire di più e comincio a mordermi il labbro.

Continuo a ripetere che non capitolerò tanto presto ma nel frattempo sento il mio corpo cedere a lui.
 
Ho il cuore in gola e lo sguardo appannato dalla passione.
 
La sua bocca continua a giocare non troppo delicatamente finché dopo qualche minuto si stacca e dice:
 
"Vuoi che continui Kurt? Vuoi che ti faccia urlare di piacere?" chiede con voce ansimante prima di far tornare a fare aderire la sua bocca su di me.
 
Sto perdendo il controllo, inizio a respirare irregolarmente mentre porto la mano nei suoi capelli e istintivamente comincio a muovergli la testa per essere io a decidere il ritmo.
 
Dopo qualche istante si stacca di nuovo e con tono autoritario urla:
 
"Se lo vuoi Kurt, dimmelo! Dimmi che mi desideri, dimmelo se non vuoi che smetta!" 
 
Prima di aspettare una mia risposta torna da dove si era interrotto e in quel momento capisco che sono andato troppo avanti per tornare indietro e capisco che l'ultima cosa che voglio ora è che smetta quella piacevole tortura.
 
"Allora? Sto aspettando" dice ancora dopo diversi minuti.
 
Ormai ho smesso di ragionare lucidamente, sto perdendo il contatto con il mio corpo e con tutto ciò che non sia la sua calda bocca.
 
Devo ammettere che ci sa veramente fare, sì, decisamente sa come fare impazzire un uomo.
 
La sua bocca continua a muoversi mentre ogni tanto alza lo sguardo per scontrarlo con il mio, sembra mi voglia mangiare con gli occhi. 
 
Senza rendermene conto porto anche l'altra mano sulla testa e stringendola ai lati inizio a muoverla su e giù ed è in quel momento che sento le mie difese crollare completamente. Non resisto più e sto per far uscire dalla bocca parole che la mia testa finora mi ha impedito di pronunciare.
 
Gli blocco la testa tra le mani, la alzo per fare incrociare i nostri sguardi e con un filo di voce sussurro:
 
"Fai di me quello che vuoi."
 
A quella frase i suoi occhi si riempiono di soddisfazione e un ghigno beffardo gli compare sul viso. Ha vinto.
 
Senza dire una parola torna a farmi impazzire finché non troppo tempo dopo comincio a gemere sempre più forte, a mordermi il labbro, a respirare sempre più velocemente fino ad arrivare al tanto atteso orgasmo, il migliore che abbia mai avuto.
 
Mi serve più tempo del necessario per riprendermi e tornare a pensare con razionalità.
Non so quanto tempo sia passato quando apro gli occhi e vedo Blaine masturbarsi davanti a me con un'espressione talmente eccitante che soltanto quella visione potrebbe essere sufficiente a provocarmi una nuova erezione.
 
Presumo avesse fretta di soddisfarsi anche lui se ha cominciato subito a darsi piacere da solo.
 
Beh penso sia il caso di ricambiare il favore e forse anche di farmi perdonare per il mio scherzetto.
 
Lasciando da parte tutte le mie paure e inibizioni faccio qualcosa che non avrei mai creduto di essere capace di fare.
 
Fermo il movimento della sua mano afferrandola con la mia.
 
Lui sorpreso apre gli occhi e mi guarda furiosamente.
 
"Non ci provare, non di nuovo!" dice con voce travolta dalla passione.
 
"Non è questo che avevo in mente" dico con sguardo malizioso mentre con un movimento deciso ribalto le posizioni fino ad averlo sotto di me.
 
E per l'ennesima volta in questa giornata un'espressione quasi sconvolta gli si dipinge in volto.
 
"Ah no? E cosa avresti in mente esattamente?" mi chiede mangiandomi con gli occhi mentre senza pensarci due volte io mi libero completamente dell'asciugamano che gli circonda la vita.
 
Senza dire una parola continuo a fissarlo mentre mi abbasso sempre di più fino ad arrivare davanti al suo bacino.

Non so se sono pronto per farlo e non so se ne sono capace, la paura viene a galla e indugio un attimo di troppo.

Lui ha capito le mie intenzioni e sorprendendomi dice:

"Kurt non sei obbligato a farlo, non sentirti in dovere, fallo solo se te lo senti."

Per la prima volta da quando abbiamo iniziato questo gioco provocatorio la sua voce mi arriva dolce e comprensiva.

Apprezzo la sua premura e in quel momento capisco di essere pronto, ed è così che mi ritrovo ad avere io in mano le redini della situazione, sono io ora quello che conduce in gioco e che deve preoccuparsi di soddisfare l'altro.

E' tutto così nuovo per me ma dopo pochi istanti mi rendo conto che la sensazione che provo in quel momento non è per niente spiacevole, anzi.

Accogliere Blaine in quel modo nella mia bocca mi fa uno strano effetto, anche perché ho paura di sbagliare ma sapere di essere in grado di fargli provare qualcosa, nonostante sia solo un qualcosa di fisico, mi fa sentire dannatamente bene. 

 

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Note:
Dirò soltanto una cosa riguardo questo capitolo.
Magari qualcuno in alcuni punti avrà trovato Kurt non troppo realistico rispetto a com’è stato descritto finora.
Ma nonostante sia ancora pieno di paure ed insicurezze, non è più un ragazzino, quindi penso sia abbastanza probabile che dopo aver sperimentato certe cose un ragazzo della sua età senta il desiderio di approfondire e di scoprirne di nuove.
 
E poi quello che ha davanti è Blaine! :-)
 
Detto questo non posso non ringraziare infinitamente tutte le persone che hanno letto anche questo capitolo, quelle che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ ricordate e a tutte quelle che dedicano ulteriore tempo a me a alla storia facendomi sapere cosa ne pensano!

Grazie davvero!
Ciao!
 

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Capitolo 18
*** 18 ***


Dopo aver ricambiato il favore a Blaine l'ho lasciato in camera mia e sono tornato in bagno portandomi gli abiti con me questa volta, ho bisogno di pensare e di stare solo per un po'.

Non posso credere di essere stato così audace e di avere fatto quelle cose per di più in camera mia e nel mio letto.

Arrossisco al solo pensiero di quello che è successo poco fa tra quelle quattro mura e mi sento sporco quando penso che sotto questo tetto ci vive mio padre.
 
Dannazione Blaine ha perfettamente ragione, è maledettamente bravo nel suo lavoro e sa esattamente come fare per far cadere gli uomini ai suoi piedi.
 
Mi maledico per essere così debole e non riuscire a resistergli in quei momenti, posso anche ripromettermi di non cascarci di nuovo quando si presenterà l'occasione ma so perfettamente che non ci riuscirò.
 
Sono fatto di carne anch'io e lui è così sexy, in più non sono attratto da lui solo fisicamente e tutto quello che provo è un mix esplosivo per me, non ho davvero le forze per non lasciarmi travolgere.
 
In ogni caso non posso rimanere per sempre chiuso qui ma non ho intenzione di affrontarlo e di parlare di ciò che è successo, mi limiterò a comportarmi civilmente e trattarlo come mio ospite qual è.
 
Dopo venti minuti sono pronto. Anche se passeremo la serata in casa ho curato attentamente il mio aspetto e anche se continuo a negare di averlo fatto per Blaine una parte di me sa che invece è soltanto lui la causa.
 
Indugio parecchio prima di aprire finalmente quella porta, respiro profondamente e m’impongo di comportarmi come se non fosse successo nulla di strano.
 
Vado nella mia stanza sperando con tutto me stesso di non trovarlo lì, il pensiero che si trovi ancora da solo in mezzo a tutte le mie cose mi fa mancare il respiro.
 
Una volta arrivato trovo la porta completamente aperta e fortunatamente la camera vuota allora mi dirigo in cucina per preparare la cena, si è fatto abbastanza tardi e comincio ad avere fame.
 
Inizio a preparare tutto mentre una strana sensazione mi pervade al pensiero che Blaine in questo momento si trova nella mia stanza degli ospiti e che tra poco mangeremo insieme.
 
Cerco di ignorare quella sensazione di calore che sento in fondo al cuore e comincio ad apparecchiare la tavola con la mia solita cura.
 
Pochi minuti dopo è tutto pronto, Carole aveva praticamente preparato ogni cosa e non c'era bisogno di fare molto.
 
Di Blaine nel frattempo nessuna traccia; mi chiedo cosa abbia fatto in questo tempo e mi rendo conto che a questo punto dovrei andare ad avvertirlo che la cena è pronta.
 
Questa situazione ha qualcosa di così familiare e intimo che di nuovo sono pervaso da strane emozioni alle quali non riesco a dare un nome.
 
Con molta lentezza mi dirigo al piano superiore e mi fermo qualche minuto davanti a quella porta che ci divide poi  faccio un bel respiro e finalmente mi decido a bussare.

Nessuna risposta, riprovo diverse volte ma niente. Blaine non risponde.

Per un attimo penso che possa essersene andato senza dire nulla ma nonostante tutto non penso sia capace di fare una cosa simile.

Non avendo alternative mi decido quindi ad entrare lentamente nella stanza e quello che vedo mi provoca una terribile stretta al cuore. 

Blaine sta dormendo, ha un'espressione così diversa da quelle che ha di solito, mi fa tenerezza. E' rannicchiato in posizione fetale e sta abbracciando un cuscino ma ciò che mi fa male è che ha gli occhi gonfi e arrossati, non in maniera troppo evidente ma posso dire con certezza che abbia pianto. 
 
Mi torna in mente quando pianse tra le mie braccia come un bambino indifeso e mi chiedo ancora una volta cosa lo faccia soffrire così tanto. Vorrei si fidasse di me, forse non sarei in grado di aiutarlo ma so per esperienza che si sentirebbe più leggero.

Rimango a guardarlo a lungo come se perdendomi nei suoi particolari potessi capire cosa lo tormenta così tanto.  

Istintivamente mi ritrovo a posargli una mano sul viso e ad accarezzargli dolcemente la fronte per scendere poi sulla guancia.
 
Sotto il mio tocco delicato sento la sua pelle ruvida dovuta ad un accenno di barba e non posso negare che mi piace la sensazione che provo. 

Dopo pochi istanti Blaine comincia a muoversi e so che dovrei allontanarmi subito ma per una ragione a me sconosciuta non lo faccio.

Mentre ho ancora la mia mano sulla sua guancia lui apre gli occhi e dopo un attimo di sorpresa mi guarda con una tale intensità da farmi mancare il respiro da farmi battere forte il cuore.

Non so quale sarà la sua reazione ormai ho capito che con lui è tutto così imprevedibile. 
 
Da quello che è successo oggi e dal modo in cui ci siamo lasciati però tutto mi aspetto tranne quello che invece succede.
 
La sua bocca si apre in un tenero e dolce sorriso e i suoi occhi si fanno più luminosi ed io a quella vista sento il cuore correre sempre più veloce e riempirsi di una piacevole sensazione di calore.
 
Istintivamente mi ritrovo a ricambiare timidamente.
 
Ad un tratto, con ancora gli occhi persi nei suoi, sento la sua mano afferrarmi per il collo e trascinarmi giù verso il suo viso.
 
Non capisco cosa stia succedendo tra noi ma so che quello che sento in questo momento è qualcosa di nuovo e di tremendamente piacevole.  
 
I nostri nasi sono così vicini da sfiorarsi, le nostre labbra così vicine che uno respira nella bocca dell'altro e i nostri occhi sembrano incollati tra di loro. Come al solito sono invaso da quel suo travolgente profumo, non riesco più a pensare con razionalità mente sento una strana sensazione attanagliarmi lo stomaco.
 
Poi con l'ultima briciola di lucidità che mi è rimasta mi chiedo che intenzioni abbia, sembra quasi che voglia baciarmi ma so che è impossibile, io sono un suo cliente e lui non bacia i clienti.
 
Vuole forse usarmi, divertirsi e prendersi gioco di me?  
Vuole forse dimostrare ancora una volta che riesce così facilmente a farmi cadere ai suoi piedi?
 
Non sono un oggetto, semmai è lui visto il mestiere che fa ed io non sono disposto a farmi trattare in questo modo, forse non pensa che anch'io abbia dei sentimenti e non ho nessuna intenzione di soffrire a causa sua.
 
Sono questi pensieri che mi fanno scattare indietro come una molla lasciando un Blaine piuttosto sorpreso.
 
Deglutisco ripetutamente come se volessi ingoiare l'emozione presente nella mia voce per  nascondergliela e dico:

"scusa se sono entrato così... ho bussato ma non mi hai risposto... comunque volevo solo dirti che... la cena è pronta..."

Lui si limita ad annuire ed io lascio la stanza con una punta di delusione.

Dopo pochi minuti arriva in cucina e mi chiede se ho bisogno di una mano.
 
Rispondo di no e gli dico che può accomodarsi a tavola e lui senza aggiungere altro si siede; dopo pochi minuti lo raggiungo.
 
Rimaniamo in silenzio, la tensione è fin troppo tangibile, io sono tremendamente imbarazzato e ho l'impressione di non essere il solo.
 
Continuiamo a mangiare in silenzio mentre non posso fare a meno di pensare che tutto questo mi sembra assurdo.

Sto cenando con Blaine nella mia vecchia casa. Se qualche giorno fa qualcuno mi avesse detto che sarebbe successa una cosa del genere avrei pensato che fosse un pazzo.
 
La tensione continua a crescere insieme al mio disagio, non avrei voluto che questo viaggio prendesse questa piega, forse sarebbe stato meglio se non avessi accettato.
 
Comincio a mangiare lentamente mentre sono talmente teso e agitato che ho quasi paura anche di respirare.
 
Dopo minuti che a me sembrano interminabili finalmente lui si decide a mettere fine a quella tortura.
 
"Kurt non possiamo continuare così" dice semplicemente.
 
Lo guardo confuso per fargli intendere che non capisco di cosa stia parlando.
 
"Non fare il finto l'ingenuo, sai benissimo a cosa mi riferisco."
 
"Quindi cosa proponi? Vuoi andartene?" chiedo allora.
 
"E' questo che vuoi?" 
 
"Per me puoi fare quello che vuoi ma immagino tu voglia restare" dico ripensando alla sua telefonata.
 
Mi guarda con sguardo sorpreso.
 
"Beh questo viaggio per te è un extra, guadagnerai molto no?" gli chiedo mordendomi la lingua subito dopo per essermi fatto scappare questa frase.
 
Ora il suo sguardo è passato dal sorpreso allo sconvolto. 
 
"Kurt non capisco di cosa tu stia parlando!"
 
"Beh  prima di contattarti mi sono informato sul tuo lavoro e so che i viaggi sono considerati extra e che quindi comportano un aumento delle tariffe" rispondo per cercare di giustificare la mia frase precedente, non voglio che scopra che ho origliato.
 
"Sì ma cosa c'entra con... questo? dice muovendo la mano indicando qualcosa d’indefinito tra me e lui.
 
Dimmelo tu Blaine vorrei rispondere.
 
"Beh io sono un tuo cliente no? Ti ho assunto e ora mi hai accompagnato qui, quindi è chiaro che ti aspetti una giusta ricompensa. Tranquillo ti pagherò per quello che vali" dico pentendomi subito per quell'ultima frase così simile a quella che ho sentito uscire dalla sua bocca durante la telefonata.
 
E' così sorpreso da quelle mie parole che per un attimo ho il timore di avere frainteso tutto, sembra davvero non capire il perché di quelle mie risposte, che sia un così bravo attore?
 
"Kurt stai parlando seriamente?" mi chiede con un pizzico di delusione nella voce.
 
Mi limito a fissarlo incapace di parlare davanti a quel suo sguardo che sembra così sincero e dispiaciuto.
 
"Non mi sembra di averti mai detto che mi avresti dovuto pagare per accompagnarti qui" mi dice con tono confuso.
 
"Beh pensavo fosse implicito altrimenti per quale altro motivo ti saresti offerto di accompagnarmi? Non farmi credere che tu sia stato spinto da un moto di solidarietà o compassione!" dico con tono sarcastico.
 
Ok forse ho esagerato. Sì, decisamente. E' solo che mi chiedevo per quale motivo si fosse offerto, poi ho sentito la telefonata e ho collegato tutto. Non c'è altra spiegazione o almeno credo.
 
Non né non sono più tanto sicuro guardando l'espressione quasi ferita che si è dipinta ora sul suo volto.
 
"Sarebbe così tanto difficile per te credere che io non sia così stronzo da pensare di poter approfittare dell'incidente di tuo padre per guadagnarmi un extra? Kurt pensi davvero che possa essere capace di fare una cosa simile?" chiede con tono deluso.
 
Deglutisco ripetutamente con aria colpevole. La delusione che gli leggo negli occhi mi colpisce direttamente al petto, avrebbe fatto meno male se fosse soltanto arrabbiato, invece la sua espressione è talmente dispiaciuta e triste che comincio a pensare che forse sono saltato alle conclusioni troppo in fretta e soprattutto basandomi sulle apparenze. 
 
Io che ho sempre criticato chi lo fa. Dannate le mie paranoie e le mie insicurezze! Mi rendo conto che a volte mi fanno stravolgere la realtà e dannata quella telefonata che ha complicato ulteriormente le cose! 
Non so ancora perché Blaine abbia detto quelle parole ma so che posso fidarmi di ciò vedo e che sento in questo momento ed l'unica cosa che so è che posso fidarmi di lui, penso di esserne sicuro.
 
"Scusami Blaine in realtà non avevo pensato a questo. Mi dispiace so che non avresti mai approfittato di un problema altrui. Perdonami, non lo dico per giustificare il mio comportamento ma questa situazione è così strana che non so davvero come affrontarla" dico con tono sinceramente dispiaciuto.

In risposta lui punta il suo sguardo penetrante nel mio come se volesse capire se credermi oppure no e sembra che ciò che vede lo soddisfi perché la sua espressione si fa più sollevata.

"Va bene, posso capire che tutto questo sia strano e credimi non è facile nemmeno per me essere presentato alla famiglia di un mio..." dice interrompendosi bruscamente.

"Cliente Blaine, puoi dirlo. E' quello che sono" dico con una punta di dispiacere nella voce.

"Non avevamo concordato che non mi avresti più pagato?" mi chiede.

Annuisco.
 
"E allora mi spieghi perché continui a dire che sei un mio cliente?" chiede.
 
"Non lo sei più, se mai lo fossi stato" aggiunge in un flebile sussurro.
 
Il mio respiro si ferma per un attimo, il mio cuore batte più forte e sento una strana sensazione alla bocca dello stomaco ma mi do subito dell'idiota.
 
Ho sentito bene? Se mai lo fossi stato? Che cosa intende dire? Sono già abbastanza confuso per conto mio non ho bisogno anche di questo.
 
Forse è la paura che mi spinge a non voler indagare e a fingere di non aver sentito quella frase.
 
"Ok allora non mi considererò più un tuo cliente" rispondo cercando di sembrare calmo, indifferente e trattenendomi dal chiedergli come mi dovrei considerare allora.
 
Sul suo viso si dipinge un'espressione strana che proprio non riesco a decifrare. 
 
"A proposito, non mi hai ancora detto se accetti la mia proposta di diventare... amici di letto, anche se dopo ciò che è successo prima saremmo due stupidi a non diventarlo non credi?" mi chiede con sguardo malizioso.
 
Arrossisco fino alla radice dei capelli ripensando a quanto mi sono lasciato andare e cerco di trovare una risposta mentre le immagini dei nostri corpi nudi che si danno piacere l'uno l'altro non vogliono allontanarsi dalla mia mente.
 
Il suo sguardo nel frattempo è sempre più malizioso e accenna un sorriso beffardo mentre io, se possibile, arrossisco ancora di più e mi sento sempre più a disagio. 
 
"Scusa non volevo metterti in imbarazzo, ho solo detto la verità" mi dice poi con sarcasmo.

"Allora che ne dici? chiede.

"Prima di tutto direi che non potremmo comunque definirci amici di letto perché noi non siamo amici" rispondo cercando di sembrare indifferente.

"Ok questo te lo concedo ma non girarci intorno, accetti oppure no?" mi chiede.

"Quindi a quanto pare ora sei tu che mi chiedi qualcosa..." dico approfittando della situazione per provocarlo un po'.

"A quanto pare" si limita a rispondere accennando un sorriso malizioso. 

"Comunque non lo so ancora, posso pensarci ancora un po'?" chiedo. 
 
Mi rendo conto che mi piace tenerlo sulle spine anche se so perfettamente quale sarà la mia risposta; con lui è molto facile far uscire quella parte di me più audace e non solo in quelle occasioni.  

"Penso di avertene già dato abbastanza non credi?" mi chiede.

"Perché sei tanto impaziente di saperlo?" domando con una punta di malizia nella voce.

"Lo sai perfettamente Kurt" dice mentre i suoi occhi si fanno più scuri.

"Ti piace sentirti desiderato non è vero? Vuoi che ti elenchi ancora una volta cosa mi provochi e cosa ti farei?" dice ancora con tono provocante.
 
Non posso permetterlo, se solo lo farebbe perderei il controllo in pochi minuti.

"Non c'è n'è bisogno" rispondo velocemente.

Sorride compiaciuto, ancora una volta è riuscito ad avere lui l'ultima parola e ancora una volta sapeva dove doveva colpire.

A questo punto tanto vale dirgli se accetto o meno la sua proposta.

"Va bene credo di aver deciso" rispondo con finta fermezza.

"Quindi?" chiede mordendosi il labbro curioso di conoscere la mia risposta.

"Ok" mi limito a rispondere.

"Ok cosa?" mi chiede cominciando a spazientirsi.

"Accetto" dico semplicemente.

Il suo sguardo diventa un po' più luminoso e un ampio sorriso gli si dipinge in volto.

"Bene" dice soltanto.

"Ma c'è una cosa da chiarire" dico.

Mi guarda in silenzio aspettando che continui.

"Prima quando eravamo... beh, hai capito... ho detto alcune frasi che in realtà non pensavo, sai in quel momento... ero un po' troppo... preso e parlavo senza pensare" dico quasi balbettando.

Continua a guardarmi senza dire o fare nulla. Dio com’è diventato difficile parlare. 

"Ho detto che... beh ho detto che avresti potuto... faredimequellochevolevi" dico tutto d'un fiato rischiando di soffocare.

Lui sorride ma non come se si stesse prendendo gioco di me, lo fa quasi teneramente poi prima che continui a spiegargli cosa intendo m’interrompe dicendo:

"Kurt stai tranquillo, so che ci sono dei limiti con te, non preoccuparti, so che vuoi concederti alla persona giusta, so che tieni molto alla tua prima volta ed io non te la rovinerò di certo. Non ti ruberò una cosa così preziosa per te." 

Sono sorpreso dalle sue parole e dal tono con cui le ha pronunciate, sono contento che non mi giudichi e capisca la mia scelta.
 
"Grazie..." è l'unica cosa che riesco a dire abbassando lo sguardo.

Rimaniamo in silenzio per un po' e riprendiamo a mangiare, mi rendo conto di sentirmi molto meglio ora, non sento più quella tensione opprimente di poco fa.

Ad un tratto senza pensarci troppo mi ritrovo, per la prima volta, a fargli una domanda forse un po' troppo personale. 
 
"Per te come è stata la prima volta?" 

Lui sbianca e per poco non si strozza con il cibo.

"Oddio scusa non dovevo! Fai finta che non te lo abbia mai chiesto" dico avvampando.

Mi guarda per un po' ma mi accorgo che non mi sta realmente vedendo, sembra perso nei suoi pensieri e velocemente la tristezza gli riempie gli occhi ancora leggermente arrossati.

Il suo sguardo si fa più buio e si sposta dal mio prima di dire con tono malinconico:

"La prima volta che ho fatto l'amore è stata speciale e anche se eravamo terribilmente spaventati  non la dimenticherò mai, l'ho fatto con la persona con cui volevo farlo e non mi sono pentito nemmeno per un secondo."

Sono sorpreso che abbia ignorato le mie scuse e abbia risposto a quella domanda ma mi fa male la malinconia che gli leggo negli occhi.
 
"La prima volta che invece ho fatto sesso è stato squallido ma poi ho imparato ad apprezzarlo" continua sorprendendomi per aver fatto quella distinzione.

Sembra intenzionato a continuare quindi rimango in silenzio per non interromperlo.
 
"All'infuori del lavoro non ho avuto molti rapporti sessuali, a volte mi considero ancora vergine considerando quanto tempo è passato da quando provai per l'ultima volta qualcosa che non fosse puro appagamento fisico" dice lasciandomi perplesso.

Quelle sue confessioni mi sorprendono ma mi rendono anche felice del fatto che si stia lasciando andare con me.

"Allora forse anche tu ti stai conservando per qualcuno che ami?" mi trovo a chiederli in un sussurro.

Per la prima volta da quando ha iniziato a parlare alza lo sguardo e mi guarda negli occhi.

Mi maledico per non essere riuscito a tenere la bocca chiuso ed ho il timore di avere rovinato tutto ma con mia enorme sorpresa questa volta non si chiude in se stesso e non scappa.

"Non la metterei proprio così" risponde con tono quasi sofferente.

Rimango un po' in silenzio poi ancora una volta non riesco a stare zitto.
 
"Rinunceresti alle tue avventure per una storia seria?" mi trovo a dire maledicendomi ancora una volta per non essermi morso la lingua in tempo.
 
"Le mie non sono avventure" puntualizza prontamente.
 
"Allora rinunceresti alla tua carriera per un uomo?" chiedo.
 
Sembra pensarci per un attimo di troppo come se non si fosse mai posto quella domanda. 
 
"Penso di no. Quando un cliente mi paga mi sento come sollevato, è tutto più semplice così" risponde infine stupendomi ancora una volta per la sua loquacità.
 
"Non pensi che potresti sentire la stessa cosa e anche molto di più se fossi pagato in sentimenti piuttosto che in soldi?" chiedo lasciando uscire le parole dalle mie labbra senza riflettere.
 
Rimane sorpreso da quella mia domanda e per un attimo sembra confuso ma si riprende subito dicendo:
 
"E' difficile da immaginare."
 
"Forse dovresti dare alla tua immaginazione più di una possibilità" rispondo guardandolo intensamente. 
 
Rimane a bocca aperta per un attimo come se non avesse mai preso in considerazione quell’opzione ed io di nuovo mi ritrovo a parlare prima che abbia il tempo di pensarci.
 
"Hai mai pensato di smettere?
 
Dopo un attimo di titubanza scuote le spalle e dice:
 
"Faccio un sacco di soldi, non posso fare nient'altro e forse non voglio, sono bravo in questo." 

"Non credo che questa sia la tua unica capacità, sono sicuro che potresti fare molto altro" dico.
 
Mi guarda intensamente per qualche istante poi ,ad un tratto, la sua espressione cambia totalmente e con tono incolore dice:
 
"Comunque non stavamo parlando di me. Stai tranquillo non faremo nulla che non voglia fare anche tu e non preoccuparti la tua prima volta sarà speciale perché sarà con la persona che ami."
 
"Lo spero" rispondo mentre sento una strana sensazione attanagliarmi lo stomaco.
 
"Sai cosa mi disse una volta un mio cliente?" mi chiede sorprendendomi ancora una volta.
 
Tu sei una puttana, gli uomini fanno sesso con te ma fai attenzione perché il solo sesso che valga la pena di fare è quando entrambe le parti lo fanno per soddisfare l'altro prima di tutto.
 
"Quindi per te non potrà che essere giusto e speciale" continua lasciandomi un po' interdetto da quella sua volontaria condivisione e da quella frase.
 
"Quindi il sesso che fai con i tuoi clienti non ha nessun valore? E' come se non lo avessi mai fatto?" chiedo riflettendo su quelle parole.
 
"Più o meno" risponde.
 
"Quindi l'unica cosa per cui valga la pena farlo sono i soldi dato che tu soddisfi gli altri ma nessuno mai si preoccupa di soddisfare te?" chiedo.
 
Non so perché gli stia facendo tutte queste domande, è come se avessi il bisogno di sapere.
 
"Esatto. Io sono soltanto un mezzo per i clienti, spesso e volentieri fanno tutto loro e se sono fortunato anche molto velocemente, a volte anche prima che abbia il tempo di accorgermene. Io mi limito a mettergli a disposizione il mio corpo anzi più precisamente una parte del mio corpo. Una volta che raggiunto il loro scopo io non servo più e l'incontro finisce lì" dice lasciandomi quasi sbalordito da quelle confessioni.

"So che stai pensando che tutto questo è davvero squallido e che dovrei vergognarmi ma..."

"Blaine io non sono nessuno per giudicarti, la vita è tua e non fai male a nessuno, anzi in un certo senso, si può dire che aiuti il prossimo" lo interrompo concludendo la frase con un sorriso.
 
In realtà stavo pensando a quanto siano stati diversi i nostri incontri da quelli vuoti dei quali mi ha appena parlato, con me ha dovuto prendere lui in mano la situazione dal primo momento ed io ho non riesco a trovarci nulla di così squallido quando penso a quello che abbiamo condiviso.
 
"Dopo ogni incontro mi masturboe non perché sono rimasto insoddisfatto, anche se il più delle volte non mi eccito nemmeno ma perché uso la masturbazione come se fosse una gomma da cancellare, perché sento il bisogno di resettarmi" dice lasciandomi a bocca aperta per avermi raccontato di sua spontanea volontà quel dettaglio così personale.
 
Credo di aver capito che in qualche modo è come se dopo gli incontri volesse cancellare ciò che ha appena fatto, come se volesse togliersi i residui che gli hanno lasciato addosso i suoi clienti e non posso fare a meno di chiedermi se lo abbia fatto anche dopo i nostri incontri e se lo abbia fatto anche oggi. 
Mi chiedo se senta il bisogno di cancellare anche le tracce di me ma in fondo  perché con me dovrebbe essere diverso? mi dico cercando di ignorare quel pizzico di delusione che sento.

"Comunque ancora una volta il discorso si è spostato su di me" dice.
 
Dalla sua espressione intuisco che forse si è già pentito di essersi lasciato andare e non voglio insistere quindi ripensando a ciò di cui stavamo parlando riguardo me mi ritrovo a dire:
 
"Il fatto è che non so se troverò mai quella persona."
 
Sembra colpito da quella mia frase e per un po' sembra indeciso su cosa dire. Ci pensa a lungo poi con uno sguardo tremendamente dolce e con tono sincero ma anche un po' lievemente triste dice:
 
"Kurt un giorno farai molto felice qualcuno..."
 
Spalanco gli occhi per la sorpresa mentre sento il cuore aumentare pericolosamente i propri battiti, la gola diventare improvvisamente secca, il respiro fermarsi e lo stomaco attorcigliarsi dall'emozione.
 
Ci metto un po' per riprendermi e quando lo faccio per l'ennesima volta mi ritrovo a parlare istintivamente:
 
"Grazie Blaine... potresti farlo anche tu se solo lo volessi e lo permettessi."

Mi sembra di scorgere un qualche tipo di emozione nei suoi occhi, sembra piacevolmente colpito dal modo in cui mi guarda e da quel leggero luccichio che emana il suo sguardo.
 
"Grazie Kurt ma non sono d'accordo... non... non sono capace di fare felice qualcuno" risponde provocandomi una stretta al petto.
 
"Non è una cosa di cui si è capaci o meno Blaine" rispondo.
 
"In ogni caso non succederà mai" mi dice per mettere fine a quel discorso.
 
"E tu non potrai dire o fare nulla per farmi cambiare idea" dice notando che ho già aperto la bocca per ribattere.

"Sappi solo che se succederà, succederà e basta che tu lo voglia o no e non potrai fare nulla per cambiarlo, chissà forse a tua insaputa rendi già felice qualcuno" dico non riuscendo a trattenermi.

Rimane in silenzio con gli occhi puntanti nei miei per un po' prima di dire:
 
"Soddisfatto e appagato momentaneamente forse ma niente di più. Questa è la mia unica capacità."

"Penso che tu sia troppo severo con te stesso" dico allora.
 
"Mi risulta di non essere l'unico in questa stanza ad esserlo" dice forse per sviare di nuovo il discorso su di me.
 
"Touché" dico accennando un timido sorriso. 
 
"Ma è possibile che tra gli uomini con cui hai fatto sesso non ce ne sia uno che ti abbia fatto provare qualcosa di più?" chiedo maledicendomi subito dopo per averlo fatto.
 
"Nessuno" risponde deciso.
 
"Forse nessuno di loro è il tuo tipo? Com'è il tuo tipo?" chiedo ancora pentendomi subito.
 
"Io non ho tipi, ho clienti, punto" risponde con tono duro.
 
"Ok scusa, non volevo essere invadente" rispondo.
 
"Comunque grazie per aver parlato con me e scusa se ho esagerato e sono stato inopportuno" dico abbassando lo sguardo.
 
Ad un tratto sento il tocco delicato della sua mano sulla mia e alzo la testa per incrociare i suoi occhi.
 
"E' stato un piacere parlare con te Kurt e sono io che dovrei ringraziarti" mi dice sorprendendomi per l'ennesima volta in pochi minuti.
 
Sorrido timidamente e dico:
 
"Forse ora sarebbe meglio continuare a mangiare se non vogliamo che il cibo diventi immangiabile."
 
Ricambia il sorriso e si accinge ad afferrare la forchetta.
 
Dividiamo così quella cena e tra un boccone e l'altro parliamo del cibo, delle condizioni di mio padre, della casa e di altre piccole cose che mi fanno sentire sempre più vicino a lui.
 
E pian piano mi rendo conto che ormai la tensione si è completamente dissolta e che mi sento spaventosamente a mio agio a cenare con lui parlando tranquillamente come se lo facessi da sempre.


 

------------------------------


 

Note:
Questa volta non ho nulla da dire se non che spero che il capitolo vi convinca almeno un pochino di più di quanto abbia convinto me e che mi scuso per la lunghezza eccessiva. Spero non sia risultato troppo pesante!

Grazie infinite a tutte le persone che in qualche modo hanno considerato la mia storia, o mettendola tra le seguite, o tra le ricordate o tra le preferite! 
Grazie infinite a chi addirittura le dedica ulteriore tempo scrivendo una recensione! Siete davvero troppo gentili, così tanto che a volte sento che i vostri complimenti siano immeritati, anche se mi fanno davvero molto contenta!
Grazie davvero, spero di non deludervi mai! :-*

 Ciao!

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Capitolo 19
*** 19 ***


Dopo aver chiacchierato tranquillamente per chissà quanto tempo, mi decido ad alzarmi, la stanchezza del volo comincia a farsi sentire.

Mentre inizio a sparecchiare mi rendo conto sempre di più di quanto, dopo il disagio iniziale, mi sia trovato a mio agio con Blaine durante questa cena. Forse non ho fatto poi così male ad accettare di farmi accompagnare, mi piace stare in sua compagnia e mi piace che oggi per la prima volta si sia lasciato andare a piccole confessioni riguardanti la sua vita privata, anche se più che altro abbiamo parlato della sua vita lavorativa ma chissà forse pian piano arriverà anche a qualcosa di più.

Mentre sono perso in questi pensieri sento la sua voce dire con tono quasi autoritario:
 
"Ai piatti ci penso io, tu hai già fatto abbastanza!"

"Non ho fatto praticamente nulla, Carole aveva già preparato tutto e poi tu sei mio ospite quindi non preoccuparti ci penso io, vai pure a letto se vuoi" rispondo contento però di quella sua piccola attenzione.

"Kurt perché per te è così difficile farti aiutare? O meglio perché è così difficile credere che qualcuno voglia aiutarti semplicemente e senza secondi fini?" mi chiede.

Rimango stupito da quella sua domanda così a bruciapelo tanto che ci impiego un po' a rispondere e so benissimo che non ha nulla a che fare con i piatti. 

"Forse perché non capita spesso che qualcuno che non sia un mio famigliare o un mio amico  sia intenzionato ad aiutarmi.

Di solito quella è l'ultima cosa che posso aspettarmi dagli altri, è che sono abituato ad un trattamento diverso" rispondo con voce triste mentre i miei pensieri corrono a quegli anni d'inferno che ho passato al liceo.

Blaine sembra dispiaciuto da questa mia risposta e dopo avermi guardato come se stesse cercando le parole giuste da dire si avvicina a me, mi toglie i piatti che ho ancora tra le mani e li appoggia di nuovo sul tavolo.

Non so che intenzioni abbia ma so che non riesco a sopportare quel suo sguardo compassionevole, non mi piace essere guardato così, quindi mi allontano da lui, riprendo i piatti e a passi veloci mi dirigo verso il lavello, poi dandogli le spalle comincio quindi a lavarli.

All'improvviso sento i suoi passi dietro di me farsi sempre più vicini e non posso fare a meno di agitarmi, fingo indifferenza e respiro profondamente mentre sento il suo corpo ormai a pochi centimetri dal mio.
 
Ad un tratto sento le sue mani posarsi delicatamente sulle mie spalle e a quel contatto inaspettato sussulto appena e sento il respiro fermarsi per un momento.
 
Non so che cosa fare e credo di non riuscire comunque a muovermi quindi rimango fermo aspettato la sua prossima mossa.
 
Le sue mani ora mi stringono calorosamente le spalle e non so precisamente il perché ma quel gesto mi rassicura e mi conforta. 
 
Poi dopo qualche istante sento le sue braccia avvolgermi e le sue mani fermarsi sulle mie, rese scivolose dall'acqua e dal detergente. Delicatamente ferma i miei movimenti e mi toglie i piatti e la spugna dalle mani, poi continua semplicemente a stringerle tra le sue mentre schiaccia sempre di più il suo corpo contro il mio.

Il suo petto aderisce quasi perfettamente alla mia schiena, il suo caldo respiro mi soffia sul collo e santo cielo, il suo bacino spinge contro il mio sedere.
 
Cerco di stare calmo ma respirare sta diventando sempre più difficoltoso, inizio ad avvertire molto caldo, troppo caldo e cerco di non perdere il controllo mentre sento sempre di più il mio corpo reagire al contatto con il suo. 
 
A questo punto credo di aver capito quali siano le sue intenzioni ma dopo pochi minuti capisco di avere frainteso tutto. 
 
Avvicina le sue labbra al mio orecchio e con voce dolce sussurra:
 
"Allora forse dovresti abituarti anche ad un altro tipo di trattamento perché ci sono anche persone oneste e sincere che vogliono aiutarti e basta."
 
Quella frase mi spiazza, mi sarei aspettato qualche commento più spinto e un tono più malizioso invece solo questo.
 
Nonostante sentire il suo respiro dentro il mio orecchio mi abbia provocato una scarica di brividi di piacere lungo la schiena, quella frase sussurrata in quel modo mi arriva dritta al cuore e mi fa sentire meno solo.
 
"Kurt prima o poi dovrai cominciare a fidarti di qualcuno, so che è difficile farlo dopo ciò che hai passato ma se continuerai ad essere così diffidente non potrai mai trovare ciò che cerchi. Non potrai mai trovare la persona giusta che aspetti" continua provocandomi di nuovo una stretta al petto. 
  
Non ha ancora capito quanto io mi fidi di lui per avergli permesso di venire qui? 
 
Approfittando del fatto che non lo sto guardando negli occhi mi lascio andare e in un sussurro dico:
 
"Ho già cominciato a fidarmi di qualcuno... altrimenti tu non saresti qui..."
 
Per un attimo non si muove e non dice nulla poi stupendomi di nuovo mi lascia un deciso bacio sul collo che mi provoca un lungo brivido lungo la spina dorsale.
 
Dopo un attimo, spinto da non so che cosa, lascio andare la testa indietro fino a sistemarla nell'incavo del suo collo e senza che me ne renda conto, alzo le braccia ancora legate alle sue e le intreccio contro il mio petto in modo da farmi abbracciare.
 
Lui rafforza la presa, mi stringe e inizia a lasciarmi piccoli baci tra i capelli, rimaniamo in silenzio in quella posizione per un po' e mi rendo conto di sentirmi beatamente bene.

Poi lui continuando a stringermi dice:
 
"Kurt permettimi di ricambiare la tua ospitalità, finisco io qui, è stata una giornata pesante, hai bisogno di riposarti."
 
Ci penso un po' prima di rispondere anche perché devo ancora riprendermi completamente, poi dico:
 
"Non c'è bisogno di ricambiare nulla ma se proprio vuoi fai pure, io intanto guarderò un po' di televisione."
 
"Bene" risponde con un sorriso prima di darmi un bacio sulla guancia.
 
Ancora una volta sono stupito da questo suo comportamento. Quando è così affettuoso mi confonde, non capisco perché lo sia ma questo suo lato mi piace da impazzire e ogni suo piccolo gesto mi riempie il cuore.
 
Lo lascio alle prese con le stoviglie e vado a in salotto ad aspettare che finisca, non passa molto tempo prima che mi raggiunga e che mi scuota dal mio stato di dormiveglia.

Poggia una mano sulla mia spalla e con voce bassa dice:

"Kurt che ne dici di andare a letto?" 

Non ho nemmeno il tempo di rispondere che lui accortosi del doppio senso di quella frase dice:
 
"Cioè... intendevo dire... di andare a dormire... hai bisogno di farti una bella dormita, così domattina presto potrai andare a trovare subito tuo padre."
 
Mi piacciono quelle sue velate attenzioni, mi fanno sentire come se importassi a qualcuno.
 
Mi limito a sorridere, spegnere il televisore e ad alzarmi dal divano. 
 
In silenzio raggiungiamo poi il piano superiore, arriviamo davanti alla porta della sua stanza ed io invece di proseguire per la mia mi fermo per chiarire alcune cose.
 
"Mio padre fortunatamente potrebbe tornare presto a casa e dovremmo pensare a cosa dirgli se ci fa altre domande sulla tua professione o sul modo in cui ci siamo conosciuti; magari ci penso e poi ti faccio sapere, odio mentirgli ma non posso certo dirgli la verità" dico un po' imbarazzato.
 
"Certo Kurt, non puoi certo dirgli come ci siamo conosciuti e che adesso siamo beh... quello che siamo" risponde abbassando lo sguardo.

"In effetti non saprei come definire il nostro rapporto, comunque a proposito di questo vorrei farti una domanda..." dico cercando di sembrare sicuro di me.

"Come funziona questa... cosa tra noi? Ci sono regole?" chiedo.

Lui sembra indeciso su come rispondere poi dice:
 
"Siamo due persone abbastanza intelligenti dall'aver deciso di approfittare dell'attrazione reciproca per divertirsi un po', niente di più, niente di meno. Ovviamente ci saranno le solite restrizioni, puoi stare tranquillo che non oltrepasseremo certi limiti."
 
So che non devo aspettarmi nulla di più ma devo ammettere che per quanto non mi piaccia ammetterlo le sue parole non mi lasciano indifferente. Sono un'idiota ma non posso farci niente se quel suo "niente di più, niente di meno" mi provoca una piccola fitta di dolore al petto.
 
Cerco di nascondere la mia punta di delusione e sorridendo dico:
 
"Fa tanto quel film... come si chiama... "Amici, amanti e..."
 
"Anche se noi non siamo amici" preciso subito ripensando a quel suo "Niente di più".

"Già è vero..." dice con tono divertito.
 
"Ma io faccio Natalie Portman" dico sorridendo.
 
"Affare fatto" risponde ridendo a sua volta.
 
Poi ad un tratto sul suo viso compare un'espressione ambigua che non riesco a decifrare, mi guarda con uno sguardo quasi spaventato e con tono serio dice:
 
"Non si mettono insieme alla fine?"
 
Quella domanda e soprattutto il modo in cui me l'ha posta mi lasciano alquanto stupito, dannazione non voglio che pensi che mi aspetti qualcosa di più da lui, tanto meno quello.
 
"Sì ma quello è un film, era scontato che finisse così" rispondo allora, con una scrollata di spalle, fingendomi indifferente.
 
"Il nostro... chiamiamolo accordo... sarà, come dicevano nel film, solo esclusivamente sesso, beh non proprio in questo caso, ma qualunque cosa sia, sarà senza impegno né seccature. Niente obblighi, niente bugie, niente colazioni condivise, niente "mi manchi", niente soprannomi, niente cd mixati, niente vincoli, niente baci sulle labbra, niente coinvolgimenti; in breve, "niente impegni" aggiungo per fargli intendere che la penso come lui anche se non ne sono poi tanto sicuro.
 
La sua espressione è talmente sollevata dopo queste mie parole che mi fa ancora più male ma cerco come al solito di non darlo a vedere.
 
"Quindi siamo d'accordo?" chiedo porgendogli la mano mentre una scarica di adrenalina mi attraversa il corpo al pensiero di quale patto sto per stringere.
 
"D'accordo" risponde stringendomela con decisione.
 
"Ok ora sarà meglio che vada a dormire" dico sentendomi di nuovo improvvisamente imbarazzato.
 
"Buonanotte Blaine..." dico perdendomi per un attimo in quei suoi occhi scuri.
 
"Buonanotte Kurt..." risponde prima di sporgersi per depositarmi un bacio sulla fronte.
 
Istintivamente chiudo gli occhi a quel piacevole contatto e ancora il suo comportamento mi confonde, spesso è così contraddittorio. Non so, a volte ho l'impressione che a parole dica una cosa, poi con dei piccoli gesti come questo, dica tutt'altro.
Sarà soltanto una mia sensazione, in ogni caso questa sua ambiguità non mi è certo d'aiuto.
 
Con l'amaro in bocca, anche se non so per quale motivo, gli sorrido e mi dirigo nella mia stanza. Dopo essermi preparato per la notte finalmente mi distendo e ripenso a tutto ciò che è successo in questa giornata.
Cavolo è stata davvero assurda, capisco perché mi sento così esausto. 
Cerco di non pensare ancora a Blaine e alla sensazione di vuoto che sento da quando ci siamo salutati, sarà che ho passato così tanto tempo con lui oggi che ora mi sento come se mi mancasse qualcosa.

Sono convinto che la stanchezza presto avrà la meglio sui miei pensieri e presto cadrò finalmente tra le braccia di Morfeo ma dopo parecchi minuti sono costretto a ricredermi.
 
Nonostante abbia cercato di impedirlo i fantasmi del passato, prepotentemente, sono tornati a farsi vivi nella mia mente.
Mi succede sempre quando torno qui da mio padre, soprattutto quando mi ritrovo qui nella mia stanza e nel mio letto, tra queste quattro mura che hanno assistito ad ogni mio dolore, ad ogni mia sofferenza e ad ogni mia lacrima.
Queste mura che per anni sono state l'unico posto in cui mi sentivo al sicuro e libero di essere semplicemente me stesso, ripenso a tutte quelle volte in cui mi rifugiavo qui per dare sfogo a quelle emozioni che davanti a mio padre o ai miei amici non potevo mostrare.

Prima o poi arrivava sempre il momento in cui non avevo più la forza di contenere tutta quella rabbia, quella frustrazione e quella paura perché bastava poco per far scoppiare in rabbiose lacrime tutto ciò che mi tenevo dentro.
A volte bastava una semplice parola o un semplice gesto e tutto tornava a galla; risentimenti imputriditi, desideri inappagati, delusioni infinite, tutto diventava così dolorosamente immenso che era impossibile da trattenere e allora straboccava.
Ricordo quante volte mi accovacciavo qui mentre sentivo un dolore pungente stringermi la gola e pensavo che non ci sarebbero mai state braccia pronte ad avvolgermi o una voce confortante a dirmi che sarebbe andato tutto bene e piangevo, piangevo finché non ero troppo stremato per continuare.
 
Avevo bisogno di quei momenti perché se ogni tanto non avessi liberato tutte quelle emozioni che mi ribollivano dentro un giorno o l'altro o sarei esploso o mi sarei spezzato.
 
Ed ora al solo pensare a qui momenti sento il cuore riempirsi di nuovo di quelle orribili sensazioni e cerco con tutte le forze di non lasciarmi trascinare ancora una volta da esse.
 
Ben presto però le immagini del mio passato s’impossessano della mia mente, mi rivedo nei corridoi della scuola mentre venivo spinto e deriso senza che qualcuno facesse realmente qualcosa per aiutarmi.
Allora come al solito mi rialzavo contando solo sulle mie forze e fingevo che ogni dannato spintone non mi colpisse più di tanto e che tutto quello non facesse così male; ma in realtà solo io sapevo quanto dolore provassi in quei momenti e non si trattava di dolore fisico, quello era l'ultimo dei miei problemi, quello passava presto, quello non ti segnava per sempre.
 
Scuoto la testa e apro gli occhi per cercare di scacciare quei ricordi ancora fin troppo vividi, non ho bisogno anche di questo dopo una simile giornata.
 
Come facevo allora quando non riuscivo più a sopportare quel dolore da solo, immagino di essere tra due braccia forti che mi cullano e che mi fanno sentire protetto.
A volte sentivo così bisogno di un abbraccio che non mi restava che ricrearlo nella mia mente e cercare di catturare più calore possibile da quel contatto immaginario. Non mi soffermavo mai su chi appartenessero quelle braccia, l'unica cosa che contava era che quelle erano braccia amiche.
 
Lo faccio anche ora ma questa volta so perfettamente che volto dare al proprietario di quel corpo che mi stringe rassicurandomi e facendomi sentire al sicuro.
 
Quel corpo che è a soli pochi passi da me e che potrei raggiungere in un attimo se solo potessi farlo.
Dio quanto vorrei rifugiarmi tra le braccia di Blaine, sarebbe così bello poterlo fare, ora che per la prima volta ci sarebbero due braccia vicine, anche se forse non pronte ad accogliermi.
 
Il desiderio di andare da lui aumenta sempre di più ma non posso farlo, devo resistere.
Non posso e non voglio disturbarlo e se mi mandasse via, ci starei ancora peggio  e poi starà dormendo ormai.
 
Cerco di distrarmi da tutti quei pensieri per provare a prendere sonno ma mi è davvero impossibile.
 
Il bisogno che ho di Blaine m'impedisce di calmarmi, decido quindi che per una volta correrò il rischio di ascoltare soltanto il mio cuore.
 
Mi alzo dal letto e raggiungo la sua stanza velocemente prima di cambiare idea ma una volta arrivato sono indeciso se bussare oppure no.

Poi decido di farlo delicatamente e dopo pochi minuti sento la sua voce dire semplicemente:

"Avanti."

Rimango fermo davanti a quella porta indeciso se entrare o se tornarmene in camera mia, c'è la solita parte razionale di me che come sempre mi frena.

Sto ancora pensando cosa fare quando ad un tratto rimanendo a bocca aperta mi ritrovo Blaine con indosso soltanto un paio di boxer che punta gli occhi nei miei e aspetta una mia mossa.
 
I nostri occhi sono incatenati, mi rendo conto che anche lui era ancora sveglio e guardando attentamente mi sembra di scorgere nel suo sguardo la mia stessa tristezza.
 
Dopo un po' è lui che rompe il silenzio:
 
"E' successo qualcosa Kurt? Sembri spaventato..."
 
Dopo un attimo di esitazione mi decido a parlare.
 
"E' solo che sono tornati a farmi visita i fantasmi del passato e..." dico imbarazzato.
 
"Sì beh, diciamo che la loro compagnia non è così gradevole... anzi..." continuo a disagio.
 
"Per questo motivo... mi chiedevo se... ecco se potrei dormire qui stanotte..." dico abbassando lo sguardo incapace di reggere il suo.
 
Lui non risponde, si avvicina con un tenero sorriso, mi prende per mano e insieme ci dirigiamo verso il letto.
 
Ci distendiamo ed io mi sento in obbligo di dire alcune cose.
 
"Ti prometto che non ti disturberò, mi basta stare qui accanto a te" sussurro, anche se vorrei tuffarmi tra le sue braccia ma mi accontenterò della sua sola presenza, non voglio essere troppo invadente.
 
Lui ancora una volta si limita a sorridere senza aprire bocca ed io mi chiedo se abbia perso l'uso della parola.
 
"Non sentirti obbligato Blaine, se non vuoi tolgo subito il disturbo" gli dico.
 
Lui si avvicina sempre di più e mi fa accomodare contro il suo petto, poi mi prende tra le braccia e comincia ad accarezzarmi dolcemente i capelli e il braccio.

Io non posso fare altro che stringergli la vita e godere di quelle sensazioni.
 
"Non voglio che tu vada via..." mi sussurra con un tono quasi sofferente prima di depositarmi un bacio sulla fronte mentre sento il mio respiro fermarsi per un attimo.

"Speravo saresti venuto... anch'io non ero in buona compagnia e preferisco di gran lunga la tua..." aggiunge come se però quelle parole gli costassero molto da pronunciare.
 
Il cuore mi batte sempre più velocemente e sono spiazzato come succede sempre quando mi coglie di sorpresa con frasi del genere.
 
Ancora una volta sento che siamo molto simili e che nonostante vogliamo sembrare forti, in alcuni momenti non possiamo farcela da soli.
 
Lo stringo forte e mi accoccolo meglio tra le sue braccia per cercare di donargli un po' di quel calore che lui sta donando a me poi improvvisamente sento il bisogno di guardarlo negli occhi.
 
Mi sposto appena e appoggio il mento sul suo petto per incrociare il suo sguardo.
 
Mi limito a guardarlo con gli occhi pieni di gratitudine e forse anche qualcos'altro che però non dovrei mostrare. Non c'è bisogno di parole in questo momento, non c'è bisogno di nient'altro, abbiamo già tutto ciò che ci serve.
 
Gli sorrido timidamente e mi perdo in quei suoi occhi che sembrano essere diventati un po' più luminosi.
 
Poi mi sporgo appena avvicinandomi al suo volto per accarezzarlo e per dargli un bacio sulla guancia; a quel contatto lo vedo chiudere gli occhi e cambiare espressione, non so decifrarla ma so che mi riempie il cuore di gioia.
 
Dopo un attimo anche le sue labbra disegnano un tenero sorriso ed io non posso fare a meno di stringerlo ancora più forte e appoggiare la testa sul suo petto. 

Poi istintivamente porto la mano sul suo cuore, sembra battere forte quanto il mio e un sorriso mi nasce spontaneo, anche se trovo difficile credere che stia battendo così per me.
 
Restiamo così a lungo, forse finché entrambi non cadiamo in un sonno profondo, in silenzio, accarezzandoci a vicenda, cercando di donare all'altro ciò di cui ha bisogno e beandoci di quelle sensazioni che raramente abbiamo la fortuna di provare.

 

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Note:
Questa volta vorrei iniziare ringraziando infinitamente ogni singola persona che dedica un po' del suo tempo a questa storia.
Alle tante che l'hanno considerata a tal punto da inserirla o tra le seguite o tra le ricordate o addirittura tra le preferite.
I numeri di questa FF mi lasciano veramente di stucco, grazie davvero, senza di voi non avrei continuato.

Grazie ad ogni singola persona che mi rende ancora più contenta facendomi sapere cosa ne pensa! 
 
Grazie a tutti, davvero!
 
Tornando alla storia...
Nello scorso capitolo ho dimenticato di precisare una cosa. Come mi è stato fatto notare e ringrazio chi lo ha fatto, Blaine mentre parla con Kurt del suo lavoro dice che non è intenzionato a smettere mentre nella telefonata ha detto il contrario.
Beh Blaine si vuole licenziare ma non lo vuole dire a Kurt, per questo ha risposto che non vuole smettere, mentre in realtà è come se lo avesse già fatto.
Mi scuso per non averlo chiarito prima, è stata una mia dimenticanza.
 
Poi vorrei farvi una domanda. Come ho detto molte volte anche rispondendo alle vostre recensioni ci tengo a farli procedere con calma per rendere tutto più realistico e credibile.
Ma a volte ho il timore di esagerare e di rendere tutto troppo noioso, quindi vi chiedo, preferireste che accelerassi un po' le cose?
Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate a questo proposito. Grazie mille in anticipo a chi lo farà!

Di questo capitolo che dire, sarebbe dovuto essere diverso, ma è venuto fuori così.
 
Per chi non lo sapesse il film citato "Amici, amanti e..." è questo:http://it.wikipedia.org/wiki/Amici,_amanti_e...
 
So che non è stato molto originale rifarmi al dialogo usato da Glee riguardo al film "When Harry Met Sally" ma non ho potuto farne a meno.
 
Spero di non aver dimenticato qualcosa, in ogni caso chiedete pure se notate qualcosa che non va o non vi torna!

Grazie ancora a tutti!

Ciao!

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Capitolo 20
*** 20 ***


Le prime luci del giorno iniziano ad invadere la stanza mentre io molto lentamente apro gli occhi, quando mi rendo conto di non essere nella mia camera mi torna in mente tutto.

Sono girato su un lato verso il comodino e sono avvolto dall'abbraccio di Blaine, ieri sera è stato così protettivo nei miei confronti, mi ha davvero fatto sentire al sicuro come mi succede raramente.
 
Mi ha tenuto tra le braccia e mi ha coccolato come se fossi un bambino spaventato, cosa che a volte sono davvero, e ancora non mi ha lasciato andare.
A questo pensiero un sorriso mi compare in viso, queste sue attenzioni mi fanno sentire meno solo e, non dico importante, ma come se valessi qualcosa per qualcuno. 
Una sensazione spaventosamente bella mi attanaglia lo stomaco mentre istintivamente alzo il braccio per posare la mia mano sulla sua e stringerla lievemente.
 
Mi rendo conto che stranamente non ho avuto incubi, mi succede sempre quando torno qui e dormo da solo nella mia stanza.
Questa volta invece è stato diverso, ho dormito tranquillamente e non mi sono svegliato con la solita angoscia nel cuore e non posso fare a meno di ammettere che il merito è soltanto di Blaine.
 
Sarebbe così bello svegliarmi ogni giorno così mi dico un attimo prima di rendermi conto di ciò che ho appena pensato e di ammonirmi per averlo fatto.
Mi è dato di volta il cervello, forse?! Come posso pensare cose del genere? Sarà perché sono ancora mezzo addormentato mi dico per giustificarmi con me stesso.
 
Cerco di scacciare via quei pensieri assurdi mentre sento quel corpo così vicino al mio cominciare a muoversi.
 
"Buongiorno" mi soffia Blaine in un orecchio continuando a tenermi stretto.
 
"Buongiorno" rispondo girandomi verso di lui.
 
Mi dico che devo stare tranquillo, che non devo essere imbarazzato e che non devo comportarmi come uno stupido ragazzino ma appena incontro i suoi occhi mi rendo conto che non ho bisogno di farmi queste raccomandazioni.
 
Sarà che ci sono già passato, sarà che mi sono appena svegliato, sarà che le cose sono cambiate, ma con mia grande sorpresa mi accorgo di non sentirmi per nulla a disagio anzi; mi rendo conto che, per la prima volta, sento che posso agire spontaneamente e senza alcun tipo di filtro. 
 
Tutto questo mi appare così naturale e mi dico che invece di farmi le solite paranoie, devo solo godermi il momento. Sono stanco di perdermi certe occasioni o di non prendere il massimo da ciò che la vita mi offre a causa delle mie paure e insicurezze.
 
Quindi, dopo essermi girato ed essermi perso nei suoi occhi, sorrido e con voce piena di gratitudine sussurro:
 
"Grazie Blaine..."
 
"Non mi devi ringraziare, non ho fatto nulla..." mi risponde.
 
Non si rende davvero conto di quanto ha fatto per me e senza pensarci troppo mi ritrovo a dirglielo.
 
"Nulla?! Mi sei stato vicino, mi hai confortato, mi ha coccolato, mi hai evitato tremendi incubi... mi hai... mi hai fatto sentire meno solo, mi hai fatto sentire protetto come non mi succede spesso.
Mi hai fatto sentire come se per la prima volta qualcuno ci tenesse a me... in breve mi hai dato tutto ciò di cui avevo bisogno ieri sera" gli dico timidamente distogliendo lo sguardo dal suo.
 
Lui sorride teneramente e apre la bocca per dire qualcosa, ma ad un tratto, pensando al discorso di ieri, mi rendo conto che forse ho esagerato, quindi cerco un modo per rimediare e lo interrompo dicendo:
 
"So perfettamente che non siamo nulla di più di... beh di quello che siamo e so che il nostro rapporto consiste solo nel divertirci insieme a letto. 
 
Ieri sera non sono venuto da te per chissà quale motivo ma è che quando torno qui a casa i brutti pensieri dell'adolescenza si fanno strada nella mia mente e ti assicuro che non sono molto piacevoli, di solito finisco con fare incubi terribili e per svegliarmi con un'orribile sensazione di angoscia. 
Quindi ho approfittato del fatto che questa volta c'eri t... che questa volta c'erano due braccia nelle quali avrei potuto rifugiarmi."

In fondo è la verità o almeno una parte mi dico mentre il sorriso scompare dal suo volto e la sua espressione dolce si fa sempre più delusa e amareggiata.

Mi chiedo perché ora reagisca così. Dannazione, è possibile che sbagli sempre con lui?
 
"Quindi mi hai usato..." dice con voce indifferente o che vuole sembrare di esserlo, non ne sono sicuro ma mi sembra di percepire una punta di frustrazione.
 
Quella frase mi fa mancare un attimo il respiro e mi manda in confusione. Ora sono io quello che passa per il cattivo quando è stato lui a dirmi espressamente che non eravamo niente di più e niente di meno di quello che siamo?
 
"Non è forse basato su questo il nostro rapporto?! Ci usiamo a vicenda per soddisfarci, no? L'unica differenza è che stavolta lo scopo era diverso" rispondo cercando di ignorare quanto male mi faccia pronunciare queste parole.
 
"Lo pensi davvero?" mi chiede come se non fosse riuscito a trattenersi, con un tono e con uno sguardo che mi trafiggono il cuore.
 
Dannazione Blaine, davvero non ti capisco, vorrei urlargli. Cerco però di mantenere la calma e di parlare con tono indifferente.
 
"Se non sbaglio era questo il nostro accordo, se non ricordo male sei stato tu ieri sera a dire che siamo soltanto due persone che hanno capito che possono divertirsi approfittando della reciproca attrazione fisica; niente di più, niente di meno, no?" chiedo sforzandomi con tutto me stesso di non sembrare troppo coinvolto.
 
Mi guarda con sguardo incerto, come se non sapesse cosa dire.
 
"Non erano queste le tue parole?" chiedo ancora mentre sento crescere la rabbia dentro di me.
 
Di nuovo si limita a fissarmi con uno sguardo tra lo spaventato e il confuso, poi, dopo interminabili minuti, risponde:
 
"S... sì... hai ragione... è quello che ho detto..." 
 
E allora cosa significa questa tua reazione?! Ti diverti a confondermi? Vorrei chiedergli.
 
Ma il tono con cui ha pronunciato quella frase e lo sguardo con cui mi ha guardato in quel momento fanno scemare tutta la rabbia dando spazio a qualcosa di ben diverso.
 
Lo vedo confuso, perso, insicuro, timoroso, trattenuto, triste, forse quanto me; sembra non sapere ciò che vuole davvero e mi fa male vederlo così.
 
E' possibile che anche lui si trovi in difficoltà ad affrontare ciò che ci sta succedendo? E' possibile che io non sia l'unico ad avere la sensazione che ci sia qualcosa di più, di un semplice usarci a vicenda, in questo strano rapporto?
 
Mi risulta difficile crederlo ma non trovo altre spiegazioni a questo suo strano e contraddittorio comportamento e mi chiedo perché tutto debba essere così complicato.
 
Continuo a guardarlo e a vedere la paura nei suoi occhi, mi fa tenerezza e capisco che non posso essere arrabbiato con lui, sento che ha i suoi motivi per comportarsi così.
 
"Bene allora è tutto chiarito" dico con un sorriso per sorvolare su quel momento di tensione.
 
"Già è tutto chiarito" risponde con poca convinzione.
 
A quel punto mi alzo dal letto e prima di uscire dalla stanza dico:
 
"Io andrò da mio padre tra qualche ora, purtroppo devo rispettare gli orari di visita, comunque non so a che ora tornerò. Tu cosa hai intenzione di fare? Se hai bisogno di qualcosa dimmelo... se vuoi puoi rimanere qui, non ci sono problemi. Se invece vuoi farti un giro a pochi passi da qui c'è una fermata dell'autobus."
 
Lo vedo titubante e sempre più spaventato ma non riesco a capire da cosa e non mi piace per niente vederlo così.
 
Dopo qualche minuto d’incertezza, grattandosi la testa, con tono quasi imbarazzato dice:
 
"Ehm... io... pensavo di andare... a trovare i miei genitori."
 
A quella frase rimango di stucco. I suoi genitori vivono qui?! Ma allora... è cresciuto anche lui qui? Ad un tratto un milione di domande mi riempiono la mente e sono sempre più confuso e curioso di scoprire qualcosa di più.
Ma dopo essermi ripreso dalla sorpresa, per non essere troppo invadente, gli dico semplicemente:
 
"Ah non immaginavo che i tuoi genitori vivessero qui."
 
"Beh... precisamente vivono a Westerville."
 
"Ah..." mi limito a rispondere.
 
Vorrei fargli qualche domanda ma ho il timore di oltrepassare il limite, quindi rimango in silenzio pensando a qualcosa da dire che non sia troppo sfrontato.
 
Poi ad un tratto mi viene in mente una cosa e vedo tutto più chiaro o almeno è quello che credo.
 
Ora si spiega perché si sia offerto di accompagnarmi qui ed io che gli ho anche pagato il viaggio che idiota.
Gli ho dato un passaggio gratis a casa e lui si permette di dire che io l'ho usato?! Che faccia tosta!
 
Sono deluso da me stesso, dopo anni di diffidenza come ho potuto fidarmi del primo venuto, fino a questo punto? Come ho potuto portarlo a casa mia? 
 
Mi sono soltanto fidato delle mie sensazioni ma a quanto pare ho sbagliato.
 
Sono così deluso e dispiaciuto che non so cosa dire, vorrei solo mandarlo via, il più lontano possibile dalla mia vista.
 
"Capisco la tua sorpresa, mi spiace di non avertelo detto prima..." mi dice, notando forse il mio prolungato silenzio.
 
Certo se me lo avessi detto prima non avresti potuto fare la figura del buon samaritano, penso.
 
Ma poi ripenso al giorno in cui si è offerto di accompagnarmi e mi rendo conto di essere davvero un'idiota. Dio, la mia paranoia mi spaventa. Non ci posso fare niente se tendo a pensare sempre male di tutto e tutti ma a volte esagero davvero troppo.
 
Sì perché questa volta Blaine non ha fatto nulla di sbagliato, perché si offerto di accompagnarmi prima di sapere quale fosse la mia destinazione.
 
Mi rendo conto che ha ragione, faccio davvero molta, troppa, fatica a credere che ci sia qualcuno intenzionato ad aiutarmi e basta.
Mi vergogno per avere pensato male di lui e ringrazio il cielo di essermi tenuto questi pensieri per me, avrei fatto la figura del completo idiota.
 
"Tranquillo... non devi scusarti, non sei obbligato a dirmi nulla" dico allora.
 
"E se volessi farlo?" mi chiede
con tono timoroso, qualche istante dopo, puntando gli occhi nei miei.
 
Vedo un barlume di speranza in quella domanda, sembra quasi una richiesta d'aiuto ed io non posso fare altro che accoglierla con immenso piacere.
 
Capisco che nonostante per lui non sia facile vuole provare a lasciarsi andare, forse per la prima volta vuole provare a fidarsi di me.
 
Io ho paura di rovinare tutto, ho paura che quel momento scivoli via troppo presto, ho paura che la fiducia che ha riposto in me sia talmente debole che possa incrinarsi da un momento all'altro e far crollare tutto.
 
Ma so che devo afferrare al volo questo momento, devo farlo prima che sia troppo tardi. Se esitassi troppo potrebbe chiudersi di nuovo in se stesso; quindi mi decido a parlare, nonostante sia terrorizzato che il muro che si è appena abbassato, si rialzi di nuovo.
 
Gli sorrido dolcemente e con voce carezzevole dico:
 
"Se volessi farlo io sarei più che lieto di ascoltarti, mi limiterò a fare questo." 
 
Mi accorgo di stare trattenendo il respiro in attesa del suo prossimo gesto. Ecco, sono sicuro che ora con una scusa mi manderà via; ho rovinato tutto come al solito.
 
Ma dopo qualche minuto devo ricredermi, senza dire una parola si mette a sedere con la schiena contro la testiera del letto e con un gesto della mano m’invita a fare altrettanto.
 
Obbedisco mentre sento il cuore correre sempre più veloce e in quel momento mi sento come se fossi un privilegiato.
 
Lui prende un respiro profondo e guardando dritto davanti a sé comincia a parlare lentamente.
 
"Io sono nato e cresciuto proprio a Westerville, che coincidenza vero?" chiede più a se stesso che a me.
 
Non rispondo, non voglio interromperlo rischiando di rovinare tutto ma dentro di me penso che sia davvero una strana coincidenza, mi sono scelto un gigolò quasi mio compaesano, non sono proprio capace di fare nulla di buono, mi dico poi.
 
Lui intanto continua il suo racconto.
 
"Nonostante i soliti problemi di un comune adolescente, uniti a quelli di un adolescente omosessuale, ho avuto un’infanzia più o meno serena. 
 
Nella mia famiglia tutto procedeva tranquillamente come dovrebbe procedere in ogni famiglia normale. 
 
Che strana parola normale, cos'è la normalità e soprattutto chi stabilisce cosa sia normale o anormale. E cosa fa pensare a queste persone di avere il diritto di stabilirlo? 
 
Questo è stato il mio pensiero ricorrente da quando ho cominciato ad essere etichettato come il diverso ma diverso da chi e da cosa mi sono sempre chiesto."
 
Deglutisco ripetutamente per cercare di ingoiare il groppo alla gola, so perfettamente di cosa sta parlando Blaine, so molto bene come ci si sente. 
 
"Capii presto di essere gay e lo accettai senza troppi problemi. Non ci vedevo nulla di così strano o di così pesante e ingenuamente ero convinto che il resto del mondo la pensasse come me.
Mi piacevano i ragazzi invece che le ragazze. Dove stava il problema? Era forse un reato? Avrei forse fatto del male a qualcuno? Ero forse un criminale?
 
Alle prime avversità cercai veramente di capire cosa ci fosse di così sbagliato in me, mi sforzai con tutte le mie forze di capire cosa facessi di così sbagliato agli occhi degli altri amando una persona del mio stesso sesso.
Ma non lo capii e non l'ho ancora capito in realtà" continua con gli occhi lucidi mentre io mi avvicino sempre di più a lui, sia fisicamente che emotivamente.
 
"Un giorno decisi quindi di informare i miei genitori. Pensai che fosse loro diritto saperlo, pensai che fosse il diritto di ogni genitore conoscere realmente il proprio figlio e pensai che fosse anche il desiderio di ogni genitore conoscere il proprio figlio per ciò che realmente è; e sbagliando, pensai anche, che fosse il diritto di ogni figlio essere semplicemente accettato e supportato per quella che è la sua vera natura, dalle persone che l’hanno messo al mondo" prosegue facendomi salire le lacrime agli occhi.
 
Comincio ad avere il timore che abbia avuto seri problemi con la sua famiglia e che non sia stato fortunato ad avere un padre come il mio, spero solo che non sia stato cacciato da casa o cose del genere, ma se ora vuole andare a trovarli forse non é successo nulla di così grave mi dico cercando di non pensare al peggio.
 
"Quindi senza troppi giri di parole gli comunicai di essere gay. Dire che rimasero sconvolti è un eufemismo. Con quella dichiarazione avevo spezzato il loro equilibrio di famiglia perfetta, avevo mandato in frantumi la loro normalità, gli avevo dato il dolore più grande della loro vita, mi disse quel giorno mio padre con le lacrime agli occhi."
 
Non riesco più a rimanere fermo, mi avvicino sempre di più e gli afferrò la mano stringendola poi affettuosamente mentre sento qualche lacrima scivolarmi sul viso. Mi fa doppiamente male tutto questo.
 
Lui, per la prima volta da quando ha cominciato a parlare, si volta a guardarmi e intreccia la mano con la mia; poi notando una lacrima che sta per scendermi sulla guancia, con il pollice libero, la trascina via dolcemente.
 
Dovrei essere io a consolarlo e non viceversa, santo cielo, non sono nemmeno capace di fare questo.
 
"Scusa Blaine, invece di confortarti mi metto a piangere, non sono per niente d'aiuto" dico in un sussurro.

"Non è vero Kurt, non puoi neanche immaginare quanto tu mi sia d'aiuto" mi dice con uno sguardo sincero scaldandomi il cuore.
 
"Sono io che mi scuso, non era mia intenzione farti piangere. Non voglio che tu stia male a causa mia" aggiunge con tono dolce.
 
"Non devi preoccuparti per me, se te la senti vai pure avanti, ti ascolterò" dico cercando di ricompormi.
 
"Grazie Kurt..." sussurra guardandomi intensamente prima di continuare.
 
"Forse questa parte della storia ti piacerà di più" mi dice un attimo prima di tornare a guardare davanti a sé.
 
"I miei genitori quindi non accettarono subito la mia omosessualità, erano arrabbiati, delusi, forse anche con se stessi. In qualche modo era come se si sentissero in colpa; ingiustamente, ovviamente.
 
Quindi inevitabilmente la nostra quotidianità s'incrinò, per parecchi mesi ci limitammo a scambiarci soltanto qualche parola di circostanza, senza mai più accennare al mio orientamento sessuale.
Mi sentivo terribilmente solo e abbandonato in quel periodo, come se non avessi nessuno su cui contare; le uniche persone che credevo mi avrebbero accettato incondizionatamente mi avevano voltato le spalle. 
 
Iniziai a chiedermi insistentemente se davvero ci fosse qualcosa di sbagliato in me e poi cominciai a cercare fuori casa quell'appoggio di cui tanto avevo bisogno.

Il tempo passò e pian piano mi resi conto che la tensione sembrava diminuita e che l'atmosfera in casa sembrava migliorata, ricominciammo a parlare come una vera famiglia  e lentamente mi resi conto che, anche se silenziosamente e a modo loro, lo avevano accettato, mi avevano accettato.
 
Mi sentii più leggero e quando un giorno, mia madre all'improvviso mi abbracciò e mi disse che l’era mancato il suo bambino, mi sentii come se fossi nato di nuovo."
 
Un enorme sospiro di sollievo mi fuoriesce dalle labbra quando sento le sue ultime parole e non posso fare a meno di sorridere felice per lui.
 
In quel momento si volta e ricambia il sorriso prima di dire:
 
"Sapevo che questa parte ti sarebbe piaciuta di più." 
 
"Ma... tuo padre?" mi ritrovo a chiederli sperando di non aver oltrepassato il limite, trattenendo il respiro in attesa della sua risposta.
 
Tornando a guardare dinanzi a sé prima di rispondere senza esitazioni:
 
"Mio padre ci mise più tempo ad accettare completamente l'idea di avere un figlio gay ma alla fine lo fece anche lui e pian piano il nostro rapporto tornò ad essere quello di una volta.
 
Non c'era mai stata molta confidenza tra noi, non siamo mai stati niente di più di un padre e un figlio; non abbiamo mai avuto un rapporto simile a quello che hai tu con tuo padre ma ci vogliamo molto bene e in qualche modo entrambi riusciamo a percepirlo.
 
E quando dopo tutto quel tempo di silenzio e astio lui smise di guardarmi come se fossi un appestato o un delinquente e cominciò invece a guardarmi semplicemente come se fossi suo figlio, capii che quello che c'era tra noi era perfetto e andava più che bene così.
 
Comunque per una serie di motivi è da un po' che non torno a casa, quindi volevo approfittare di quest’occasione per andarli a trovare, penso che sarà una grande sorpresa per loro." 
 
Dopo aver sentito anche quell'ultima parte di discorso, un sorriso da ebete m’illumina il viso e dico:
 
"Sono davvero felice che alla fine tutto si sia sistemato e che la tua storia abbia avuto un lieto fine" rispondo con il cuore più leggero. 
 
Ma un'ombra di tristezza e di dolore gli compare in volto e capisco che non tutto si è sistemato, che non tutto si è concluso con un lieto fine ma non voglio infierire. Mi sento già fortunato che si sia confidato con me fino a questo punto.

Istintivamente gli stringo forte la mano e mi sporgo per baciarlo sulla guancia. So che non è abbastanza ma vorrei fargli scomparire quel dolore e quella sofferenza dagli occhi e se fossi capace, vorrei farli scomparire sopratutto dal suo cuore.
 
Dall'espressione che fa sembra apprezzare quel gesto ed io inizio a sentire quella strana sensazione, non più così tanto rara, attanagliarmi lo stomaco.
 
"Grazie Kurt..." mi dice poi guardandomi con uno sguardo pieno di gratitudine.
 
Sorrido dolcemente e rispondo:

"Grazie  a te Blaine..." 
 
"Di cosa?" mi chiede.
 
"Grazie per esserti fidato di me, grazie per esserti confidato e grazie per avermi permesso di entrare nel tuo mondo" rispondo con sguardo, ne sono sicuro, adorante.

Lui sembra emozionato prima di rispondere:

"Grazie a te per esserci voluto entrare e grazie per averlo fatto in punta di piedi."
 
Arrossisco, sento il cuore battere decisamente troppo forte, il respiro fermarsi per un momento e ho la gola serrata dall'emozione.
 
Rimaniamo così, con gli occhi incatenati, come se volessimo comunicarci qualcosa senza bisogno di parlare ed è in questo momento che capisco cos’è quella, che io definisco strana, sensazione che sempre più spesso mi attanaglia lo stomaco.
Ed è in questo momento che per la prima volta mi sembra di vedere tutto più chiaramente ed è in quel preciso istante che mi rendo conto di quanto sarebbe facile innamorarsi di Blaine.
 
Quest'ammissione mi costa parecchio e mi spaventa terribilmente ma è soltanto la pura e semplice verità.
 
Cerco di riprendermi dalla sorpresa dei miei stessi sentimenti e timidamente rispondo:
 
"E' stato un piacere."
 
La sua espressione improvvisamente cambia, mi guarda con uno, per me, indecifrabile sguardo, l'unica cosa che so è che mi manda in subbuglio. 
 
Ad un tratto lo vedo avvicinarsi sempre di più al mio viso mentre con una mano mi sposta una ciocca di capelli dalla fronte.
Le nostre mani ancora intrecciate si stringono saldamente.
Istintivamente inizio a tremare mentre vedo che sta avvicinando la sua bocca alla mia.
Con gli occhi sempre ben puntati nei miei, accorcia la distanza tra i nostri corpi mentre io inizio a guardarlo spaventato anche se per qualche ignota ragione lo lascio fare.

Vorrei chiedergli cosa sta facendo ma non riesco più a pensare né tanto meno a parlare, i nostri visi ormai si sfiorano, entrambi possiamo sentire sulla bocca il respiro dell'altro. 
Sono invaso dal suo profumo e sento che la realtà si sta allontanando sempre più.

E' sempre più vicino; ci guardiamo per un lungo istante mentre la distanza tra le nostre labbra diminuisce ed io non posso fare altro che chiudere gli occhi  mentre sento che il cuore potrebbe scoppiarmi nel petto da un momento all'altro.
 
Dopo pochi istanti sento le sue mani afferrarmi delicatamente per il viso, sto perdendo completamente la lucidità, inizio a respirare irregolarmente e dopo qualche secondo sento la sua bocca sulla mia.
 
Per un attimo mi sembra di essermi pietrificato ma poi quel suo tocco leggero e delicato fa cadere completamente le mie difese.
Inizia ad accarezzarmi le labbra lentamente e pian piano comincio a sentire il suo sapore terribilmente buono riempirmi la bocca, il contatto delle sue labbra contro le mie mi provoca un formicolio che si estende in tutto il corpo e una scarica di brividi mi attraversa la spina dorsale.
 
In quel momento si stacca e mi guarda con il fiato corto, i suoi occhi puntati nei miei m’imprigionano.
Con quello sguardo capisco che vuole chiedermi il permesso di continuare, vuole darmi la possibilità di tirarmi indietro ma non è affatto questo che voglio, dopo un attimo di esitazione gli sorrido con imbarazzo e lui torna ad avvicinarsi sempre di più.

Comincio a perdere il senso del tempo e dello spazio, istintivamente gli metto una mano tra i capelli per attirarlo a me, poi lentamente comincio ad accarezzargli il collo per scendere poi verso le spalle. 
Le nostre labbra si cercano e come due calamite si spingono le une verso le altre, non riesco più a pensare, riesco solo a sentire ed è tutto meravigliosamente bello.

Iniziamo a baciarci con lenta e delicata tenerezza ed io mi sciolgo sempre di più. Una fitta mi stringe la bocca dello stomaco mentre con la poca lucidità rimasta penso che questo è il mio primo vero bacio; ed è qualcosa di sublime.
 
Blaine mi sta baciando lentamente, dolcemente e teneramente, sta assaporando le mie labbra con attenzione e con cura come se si preoccupasse delle mie esigenze e mi sta regalando qualcosa d’indimenticabile.
 
Pian piano, forse rendendosi conto del mio coinvolgimento, prova ad osare di più e ben presto il bacio si fa più profondo e passionale.
M’immobilizzo per un attimo per la paura e per la sorpesa mentre però sento il mio corpo fremere, dopo un attimo apriamo entrambi gli occhi e dopo esserci scambiati un altro sguardo e aver preso fiato capisco che non posso fare altro che obbedire al mio corpo, così mi lasciò andare socchiudendo le labbra e cominciando a rispondere al bacio.

In quel momento non posso fare altro che sciogliermi completamente.
Spingo il mio corpo sempre più verso il suo che mi accoglie con piacere contro il suo petto mentre le sue mani mi avvolgono in un caldo abbraccio.

Il bacio diventa sempre più profondo, sento la sua lingua farsi largo con delicatezza e premura nella mia bocca e inizia a girarmi la testa.
In quell'ultimo sprazzo di lucidità che mi è rimasta penso che non so cosa fare, che tutto questo è nuovo per me e che non vorrei assolutamente sbagliare qualcosa.
 
Ma le sensazioni che sento sono così intense da superare i miei pensieri e non posso fare altro che abbandonarmi ad esse, mi rendo così conto che devo solo lasciarmi trasportare da ciò che sento e tutto verrà da sé.
 
Ed ecco che poco dopo sento le nostre lingue intrecciarsi mentre i nostri cuori battono all'impazzata.
Ondate di piacere mi sconvolgono il corpo mentre assaporiamo avidamente l'uno il sapore dell'altro ed intensi brividi mi attraversano la spina dorsale mentre lui lentamente comincia a mordermi le labbra.
Dopo un momento di esitazione ricambio il gesto, lui emette un gemito e capisco che forse non sto andando poi così male.

Le nostre bocche continuano ad assaporarsi a vicenda, ormai abbiamo completamente perso il controllo; il tempo si è fermato, il mondo si è fermato, esistiamo solo noi due ed è tutto ciò che conta in questo momento.

Dopo diversi minuti però con riluttanza siamo costretti a staccarci per respirare.
 
Continuo a tenere gli occhi chiusi  mentre sono investito da una miriade di sensazioni diverse.
Sono imbarazzato, emozionato, confuso, spaventato; il cuore non vuole saperne di tornare a battere regolarmente e il corpo non vuole saperne di smettere di tremare ma ciò che mi stupisce più di tutto è che sono sorprendentemente felice.
 
Sto ancora cercando di riprendermi quando sento la sua fronte poggiarsi delicatamente alla mia, sento il suo caldo respiro sulla mia bocca, rimaniamo così finché non riprendiamo fiato e finché non torniamo alla realtà.
 
Dopo qualche minuto lui si stacca e sento che è arrivato il momento di aprire gli occhi, nonostante sia terribilmente spaventato di incontrare i suoi. 
 
Solleviamo la testa finché i nostri sguardi si fondono, ci guardiamo a lungo con lo sguardo pieno di sorpresa, di paura, d’insicurezza ma anche di tenerezza, di speranza e di qualcosa che ho paura di interpretare.
 
Sento lo stomaco andare in subbuglio e il cuore battere di nuovo troppo velocemente. 
 
Ed è in questo momento che mi chiedo se è questa la sensazione che dovrebbero farti provare le famose farfalle nello stomaco e per la seconda volta in pochi minuti, mi rendo conto che sì, è davvero molto, troppo, facile innamorarsi di Blaine.

 

 

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Note:
Prima di tutto vorrei precisare una cosa, ho parlato del coming out di Blaine ma non ho idea di come ci si possa sentire in situazioni simili quindi mi scuso con chi magari ci è passato per non averlo trattato in maniera opportuna e per aver detto troppe sciocchezze.
 
Secondo, ho saputo che qualcuno ha parlato di questa storia su twitter e mi ha davvero molto sorpreso, piacevolmente ovviamente. Grazie davvero a tutti quelli che apprezzano la mia storia!
 
Terzo, beh che dire… il tanto atteso primo bacio è finalmente arrivato. Sono emozionata… :)
 
Ogni volta che aggiorno ho il timore di deludervi ma questa volta sono davvero terrorizzata.
Avrei voluto che la scena del bacio venisse meglio e ce l’ho messa tutta per cercare di non deludervi, ho cercato di dare il massimo ma questo è stato il risultato, mi spiace di non essere riuscita a fare di meglio.
 
Ringrazio tutti quelli che hanno risposto alla mia domanda riguardo all’andamento del rapporto tra Kurt e Blaine, prenderò in considerazione ogni vostro commento e cercherò di accontentare tutti e di non deludere nessuno.
 
Questo (enorme) capitolo era ben diverso nella mia mente prima di cominciare a scriverlo. Dovevano succedere tre cose precise, beh di queste ne è successa soltanto una e ne sono accadute due che non avevo affatto programmato.
Una di queste è il bacio, non ero intenzionata ad inserirlo ma poi scrivendo è come se si fosse fatto largo da solo e ho capito che quello forse era il momento giusto che stavo aspettando. Spero che non lo abbiate trovato forzato o fuori luogo.
 
Ok, dopo tutte queste cose che molto probabilmente non v’interessano minimamente, concludo con ringraziare infinitamente ogni singola persona che ha inserito la storia tra seguite/ricordate/ preferite e ogni anima buona che sempre molto gentilmente mi fa sapere cosa ne pensa, sia tramite le recensioni sia tramite messaggi privati.
Grazie mille a tutti, mi fate davvero molto contenta!
 
Ciao!

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Capitolo 21
*** 21 ***


Non mi sono mai sentito come mi sento in questo momento e non mi sono ancora ripreso completamente mentre continuo ad avere lo sguardo incollato al suo e mi rendo conto di non avergli mai visto una luce così luminosa e splendente negli occhi. E' quasi accecante ed è come se riuscissi a percepirne il calore, quel calore che arriva dritto a scaldarmi il cuore.

Sembra che nessuno sia capace di parlare, io forse perché vorrei che quel momento non finisse mai e ho paura che anche un flebile sussurro possa rovinarlo. Lui, non so, come sempre mi è impossibile immaginare cosa gli passi per la testa.
 
Così rimaniamo in silenzio, fermi, senza smettere di guardarci finché sul suo volto non compare un limpido sorriso ed io ne rimango affascinato.  
Penso di non averlo mai visto sorridere in questo modo, per la prima volta il suo sorriso sembra completamente sincero, dolce, sereno, autentico, senza ombre di quella tristezza che è presente di solito.
 
Sembra trasformato, la sua espressione non è mai stata così distesa e serena, non l'ho mai visto così e mi sembra che sia ancora più bello del solito.
 
Possibile che sia io la causa di tutto questo? Trovo assurda questa ipotesi, anche se una piccola parte di me riconosce che è l'unica che abbia un briciolo di senso.
 
Continuo a guardare il suo viso ed è così che anche il suo sorriso arriva direttamente a scaldarmi il cuore e non posso fare a meno di ricambiare cercando di trasmettere quello stesso calore che lui ha trasmesso a me.
 
Nel frattempo le sue mani non mi hanno ancora lasciato andare, continuano ad accarezzarmi dolcemente il collo fino a scendere lungo le braccia per arrivare ad afferrarmi dolcemente le mani.
 
Dopo qualche istante sento il bisogno di interrompere quel silenzio che sta diventando imbarazzante, vorrei dirgli quanto sia stato bello e cosa abbia significato per me quel bacio e vorrei ringraziarlo per avermelo donato ma so che non posso azzardare tanto. 
 
Lui è stato molto chiaro su quale sia la natura del nostro rapporto ed io non voglio rovinare quello che abbiamo. Sì perché mi sono appena reso conto che forse potrei desiderare qualcosa di più e siccome non potrò mai averlo, dovrò accontentarmi di qualunque cosa lui possa offrirmi.
So che farà male, molto male e so anche che non porterà a nulla di buono ma quello che provo quando sono con lui mi fa capire che ne vale la pena o almeno questo è quello che sento in questo momento.
 
Per questo motivo fingerò che sono d'accordo e che voglio esattamente ciò che vuole lui, anche se dopo questo bacio e dopo gli sguardi che ci siamo scambiati non sono più convinto di sapere realmente cosa voglia Blaine e a volte penso che, forse, non lo sappia nemmeno lui.
 
Come capita spesso mi chiedo se devo fidarmi delle sue parole o dei suoi gesti e dei suoi sguardi, è davvero difficile fare chiarezza quando si ha a che fare con una persona così.
 
Dopo averci pensato, a malincuore decido che forse sia il caso di credere più alle sue parole, quindi abbassando lo sguardo timidamente con una voce che non sembra nemmeno essere la mia, sussurrò qualcosa che non ha niente a che vedere con ciò che vorrei dire davvero.
 
"Scusa Blaine... mi dispiace... "
 
Dico queste parole, anche se una parte di me continua a ripetere che è stato lui a baciarmi, che è stato lui il primo ad infrangere questa regola, come sempre del resto.
E' sempre stato lui ad infrangere le regole a cui sembra tenere tanto.
Davvero non lo capisco, più cerco di dare un senso al suo comportamento più mi confondo.
 
Ho ancora lo sguardo rivolto verso il basso quando sento le sue dita posarsi delicatamente sotto il mio mento per alzarmi la testa e per incatenare di nuovo il mio sguardo al suo. Appena lo faccio sento una stretta al cuore, mi trasmette così tanta sincerità e pace che sono sempre più confuso.
 
Dopo un attimo con voce dolce e carezzevole dice:
 
"Perché ti scusi? Non hai fatto nulla di sbagliato..."
 
"Non lo so... abbiamo infranto un'altra regola..." rispondo con titubanza.
 
"Sono stato io ad infrangerla e se c'è qualcuno che deve scusarsi quello sono io" dice con tono serio.
 
Ad essere sincero penso che nessuno dovrebbe scusarsi per un qualcosa di così bello e profondo vorrei rispondergli, ma non posso così rimango in silenzio.

"Kurt mi dispiace davvero, scusami" mi dice con sguardo dispiaciuto.
 
Non capisco perché ad un tratto sia diventato così serio e direi quasi affranto e non capisco perché si scusi in questo modo.
 
"Non sono molto esperto in questo genere di cose ma penso che per baciarsi servano due persone quindi non è solo colpa tua, entrambi abbiamo infranto la regola" dico cercando di mostrare quella stabilità che non ho affatto.
 
"Al diavolo la regola Kurt, non è quello... è che non avrei dovuto rovinare il tuo primo bacio, ti prego perdonami" dice lasciandomi di stucco. 
 
"Non avrei dovuto rubarti qualcosa di così prezioso per te, qualcosa che avresti dovuto condividere con una persona che ti piace davvero e non con... me. Mi spiace Kurt, non era mia intenzione farti questo.

Se potessi tornare indietro non commetterei questo errore..." continua provocandomi una fitta di dolore al petto.
 
Per lui è stato soltanto un errore, ma di cosa mi stupisco? Cos'altro avrei potuto aspettarmi?

Era logico che non la pensassimo allo stesso modo riguardo questo bacio ma non voglio che si senta in colpa per qualcosa che invece mi ha reso così felice.
 
"Blaine non hai nessuna ragione di sentirti in colpa. Non hai fatto nulla... di irreparabile e di terribile" rispondo.
 
"E’ che so quanto significava per te e so che non sarei dovuto essere io a darti il tuo primo bacio, non avevo alcun diritto di farlo" mi dice con tono convinto.
 
"E perché?" mi ritrovo a chiedergli.
 
"Perché cosa?"
 
"Perché non saresti dovuto essere tu? Cos'è che ti rende così non adatto a farlo?" Chiedo di nuovo senza pensarci.
 
Sembra sorpreso da quella domanda e inizia quasi a balbettare mentre cerca di rispondere.
 
“Perché... perché io...”

Lo guardo alzando un sopracciglio per esortarlo a rispondermi.
 
"Perché... tu meriti solo il meglio Kurt, meriti di vivere momenti indimenticabili con la persona giusta, con una persona che sia alla tua altezza, che possa renderti felice e che possa donarti tutto ciò che hai il diritto di avere, con una persona che ti ami come meriti di essere amato" mi dice quasi in un sussurro.
 
A quelle parole sento il respiro bloccarsi per un attimo e sento una stretta allo stomaco e una fitta al petto, sono così colpito ed emozionato che sono rimasto a bocca aperta.

Il cuore mi batte sempre più forte mentre sento che vorrei fare soltanto una cosa in questo momento. Baciarlo di nuovo.
 
Questo improvviso istinto mi stupisce, non ho mai sentito il desiderio impellente di baciare qualcuno come mi sta succedendo ora, vorrei solo buttarmi di nuovo tra le sue braccia per unire la mia bocca alla sua e cavolo devo davvero farmi forza per non farlo sul serio.
 
Mi rendo conto di essere ancora a bocca aperta mentre lo sto fissando con un’espressione sicuramente inebetita.
 
Cerco di pensare cosa dire e decido di essere sincero o almeno in parte. Voglio fargli capire che vale molto di più di ciò che crede, non può e non deve considerarsi una nullità e non importa se per farlo devo scoprirmi io mettendo da parte un po' di orgoglio.
 
"Grazie Blaine..." sussurro con voce spezzata dall'emozione.
 
"Mi fa molto piacere sapere che pensi questo di me e sono anche molto stupito... ma voglio che tu sappia che… non mi sento affatto come se mi avessi rubato qualcosa di prezioso... e non l'ho considerato nemmeno per un secondo, un errore...
Anzi... sono contento che sia successo... non sono per niente pentito e non ho nessun rimpianto... che il mio primo vero bacio sia stato... con te" dico timidamente e facendomi forza per far uscire quella piccola confessione che per me ha un enorme peso.
 
Ora è lui a guardarmi a bocca aperta con uno sguardo quasi incredulo. La tensione cresce sempre di più ed io continuo a trattenere il respiro e a tremare mentre penso che questa situazione si sta facendo via via più surreale.
 
Poi  ripensando a ciò che ho appena detto, dopo pochi istanti mi sento in dovere di aggiungere:

"Comunque questo non cambia le cose tra noi e non cambia il nostro rapporto... si è trattato soltanto di una piccola parentesi piacevole... almeno per me e non posso fare altro che ringraziarti per quello che io considero... un piccolo grande dono."
 
"Kurt..." inizia con voce traballante, prima di venire interrotto dalla voce di Finn proveniente dal corridoio.
 
In quel momento mi rendo conto che il mio fratellastro mi sta chiamando e probabilmente sta aspettando davanti alla mia stanza che gli apra la porta.

Al pensiero che possa scoprire che abbia dormito con Blaine mi faccio prendere dal panico.
 
"Oh mio dio cosa faccio? Finn non se ne andrà dalla porta della mia stanza finché non gli aprirò e se non lo farò entrerà, è già successo in passato.
 
Se non risponderò, anche se non è mai stato uno dei ragazzi più svegli che conosca, capirà presto che non ci sono" dico saltando dal letto e iniziando a camminare avanti e indietro per cercare una soluzione.
 
Blaine mi guarda sbalordito, probabilmente per quel cambio di situazione improvviso e continua a fissarmi a bocca aperta come se non fosse completamente presente.
 
"Blaine per favore dì qualcosa, aiutami a pensare!" gli dico a voce bassa per non farmi sentire da Finn.
 
Finalmente dopo quella che sembra un'eternità pare essersi svegliato e dice:
 
"Penserà che sei in bagno o in qualche altra stanza, non devi preoccuparti, perché dovrebbe pensare che tu sia proprio in camera mia?"
 
Mi astengo dal dirgli di quel discorsetto durante il quale il mio caro fratellastro mi disse chiaro e tondo che era piuttosto evidente che noi due andassimo a letto insieme.
 
"Dai  vedrai che tra un po' andrà a cercarti da qualche altra parte e tu potrai correre nella tua stanza e inventare qualche scusa" mi dice poi notando il mio silenzio.
 
"Hai ragione, non devo preoccuparmi, farò così, in fondo nn si permetterebbe mai di venire a bussare alla tua porta per chiederti di me" dico dopo essermi tranquillizzato appena.
 
Ma non ho fatto nemmeno in tempo a finire quella frase che sento i passi di Finn farsi sempre più vicini e ad ogni passo il cuore mi batte più forte e prego che non si fermi davanti alla porta della camera di Blaine.
 
Ci guardiamo allarmati e ci avviciniamo alla porta, ad un tratto non sento più nulla e trattengo il respiro pregando che Finn non sia davvero così idiota e maleducato da bussare alla porta di un semi sconosciuto mentre molto probabilmente sta ancora dormendo.
 
No, non lo farà mi dico, non si permetterebbe di svegliare Blaine senza un motivo valido.
 
Toc. Toc.
 
A quel colpo il mio cuore fa un balzo. Dannazione Finn, non puoi averlo fatto davvero mi dico mentre sto pensando a cosa succederebbe se dicesse a mio padre di avermi trovato nella camera da letto di Blaine. Sarebbe troppo imbarazzante e tutti fraintenderebbero ogni cosa.
 
Blaine mi guarda con sguardo interrogativo per sapere cosa deve fare.
 
Io intanto mi guardo intorno per cercare un posto dove nascondermi ma quella è la camera degli ospiti, non è molto grande ed è arredata solo con l'essenziale.
 
Per un attimo mi viene il pensiero di nascondermi nell'armadio ma noto affranto che è troppo piccolo.
 
"Non rispondere" sussurro allora a Blaine muovendo quasi solo le labbra.
 
Però Finn sa essere davvero insistente e continua imperterrito a bussare e a chiamarlo.
 
Dopo pochi istanti Blaine mi si avvicina e con voce quasi inesistente mi dice:
 
"Ormai è fatta Kurt, non c'è nulla che possiamo fare, ora apro e diciamo che sei appena venuto qui, non c'è altra soluzione."
 
Lo guardo scuotendo vigorosamente la testa in segno di negazione.
 
"Ma di cosa ti preoccupi poi, non sei più un ragazzino! Non ci sarebbe nulla di male se anche sapessero che hai passato la notte con me" continua.
 
"Sì ma non penserebbero che abbiamo soltanto dormito e poi lo dico anche per te, credimi, la situazione diventerebbe imbarazzante per entrambi se pensassero che stiamo insieme o cose del genere" dico per persuaderlo a non aprire.
 
"In effetti non abbiamo solo dormito..." mi dice in tono malizioso per farmi arrabbiare ancora di più.
 
"Blaine così non mi aiuti!" gli dico dandogli un colpetto sul braccio.
 
 "Kurt basta, siamo entrambi adulti, ora apro, al resto ci penseremo poi" dice tornando serio, ormai con la mano sulla maniglia.
 
A quel gesto cerco di ricompormi come meglio posso e di allontanarmi il più possibile dal letto spalmandomi contro una parete.
 
"Hey Blaine, scusa se ti ho disturb..." dice Finn prima di notarmi mentre cerco di sorridere con indifferenza.
 
"Kurt..." dice allora il mio fratellastro.
 
Lo guardo senza aprire bocca, non credo di esserne in grado di parlare senza apparire esageratamente agitato.
 
Blaine, forse intuendolo, interviene con un sorriso dicendo:
 
“Kurt è appena passato a portarmi degli asciugamani puliti.”
 
Finn non risponde, non prima di aver passato a rassegna la stanza con lo sguardo, soffermandosi un po' troppo sul letto.
 
Faccio lo stesso e mi accorgo che basta notare le lenzuola e i cuscini per capire che in quel letto ci hanno passato la notte due persone e non una soltanto.
 
Dannazione, che idiota, perché non ci ho pensato prima? Spero che Finn non se ne accorga, di solito non è molto intuitivo, perché dovrebbe esserlo proprio ora?

Ma guardando il sorrisetto divertito che gli è appena comparso in volto capisco che ha già fatto due più due.
 
Perché quando non deve è più sveglio di me?
 
"Non c'è bisogno di darmi spiegazioni, non sono Burt..." dice poi con un sorriso.
 
"Non sono spiegazioni, è la verità" dico per cercare di convincerlo.
 
"Come vuoi, comunque stavo cercando proprio te, volevo mettermi d'accordo per andare a trovare tuo padre" mi risponde.
 
"Ti aspetto di sotto ok?" chiede ancora.
 
Mi limito ad annuire mentre, prima di chiudere la porta, lo sento dire con tono divertito:
 
"Spero di non aver interrotto nulla..."
 
Appena Finn esce dalla stanza mi sento di nuovo come poco prima che entrasse, io e Blaine rimaniamo a guardarci in silenzio per qualche istante e sento ancora quella strana sensazione attanagliarmi lo stomaco ma non è il momento per darle retta, devo ignorarla e cercare di tornare alla realtà.
 
"Va bene, allora… io vado... tra poco andrò da mio padre, tu fai pure come se fossi a casa tua. No credo tu abbia bisogno d’indicazioni per raggiungere i tuoi genitori, comunque se ti serve qualcosa, dimmelo..." dico allora.
 
"Grazie ma penso di non aver bisogno di nulla..." mi risponde.
 
"Ok allora ci vediamo..." dico dirigendomi verso la porta con la sensazione di aver lasciato qualcosa in sospeso.
 
"Magari ci sentiamo più tardi ok?" mi chiede avvicinandosi.
 
"Certo... ah... se vuoi rimanere a casa tua, non so anche a dormire, non farti problemi.

Anche se siamo venuti insieme non significa che tu debba rimanere qui se non vuoi" dico pensando che a questo punto la situazione è piuttosto diversa. Sicuramente desidera stare dai suoi genitori.
 
Sembra pensarci un attimo e poi grattandosi la testa dice:
 
"Non lo so... non ci ho ancora pensato, ti faccio sapere qualcosa più tardi se per te non è un problema."
 
"Ok, sappi solo che comunque qui non disturbi" dico per paura che pensi che voglia mandarlo via quando invece è esattamente il contrario.

"Grazie Kurt" mi dice facendomi perdere un battito per il modo in cui mi guarda.
 
Sorrido timidamente e con ormai la mano sulla maniglia dico:
 
"Va bene, allora a più tardi... buona giornata, ciao..."
 
"Ciao Kurt" mi risponde.
 
Mi volto e apro la porta per lasciare la stanza.
 
"Kurt..." sento la sua voce titubante, incerta e quasi emozionata chiamarmi mentre sto già per uscire.
 
"Sì?" chiedo voltandomi appena, leggermente spaventato da quel suo tono e notando che è a pochi passi da me.
 
Rimane in silenzio per qualche istante, allora mi volto a guardarlo aspettando una risposta.
 
Continua a fissarmi in silenzio ed io faccio altrettanto.
 
"No, niente... vai pure, Finn ti sta aspettando" dice un attimo dopo provocandomi una fitta di delusione nel petto.
 
Cosa mi aspettavo poi? Che mi dicesse che anche per lui è stato bello?

Beh forse non mi aspettavo nulla, ho imparato a farlo anni fa, è solo che forse una piccolissima parte di me sperava che mi dicesse che anche per lui non fosse stato soltanto un errore.
 
A quel punto, senza aggiungere altro, lascio la stanza e mi do dell'idiota per quella sensazione che mi opprime, sento come un peso, come se qualcosa fosse stato lasciato incompiuto e in sospeso.
 
Cerco però di mettere da parte tutto ciò che è successo con Blaine; oggi voglio concentrarmi solo su mio padre. 
 
Quindi cercando di allontanare dalla mente gli ultimi avvenimenti raggiungo Finn sperando che non continui a fare battututine stupide che me lo ricordino.
 
 

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Note:
Inizio col dire che sono sconvolta dal riscontro che ha avuto lo scorso capitolo, siete fantastici, grazie di cuore. Non mi sarei mai aspettata che avrebbero recensito così tante persone. Grazie davvero, non credo di meritarlo!
Vorrei fare di più per ringraziarvi ma oltre a leggere ogni vostra singola riga e rispondervi con piacere non saprei cos’altro fare.
 
Di questo che dire...
Capitolo bruttino, sicuramente vi aspettavate di più dal capitolo post bacio quindi molto probabilmente sarà stato deludente... e vi capisco.
Avrei dovuto aggiornare ieri, era già pronto ma non mi convinceva, era come se mancasse qualcosa e ho provato a modificarlo ma ancora non mi convince e non sono riuscita a fare di meglio.
 
Non odiatemi per aver rovinato in questo modo il dopo bacio ma era troppo presto per una dichiarazione d'amore o cose del genere. Sarebbe stato bello ma anche troppo facile; ci vuole ancora qualche ostacolo prima di arrivare al lieto fine. 
Dovranno soffrire ancora un po' prima di capire finalmente che sono fatti l'uno per l'altra. ;-)
 
Grazie, grazie e ancora grazie a tutte le persone che continuano a leggere la storia, alle tante che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ ricordate e un grazie speciale a chi mi dedica un po’ del suo tempo facendomi sapere cosa ne pensa!
Grazie davvero!
 
Ciao!
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 22
*** 22 ***


Che cosa mi sta succedendo? Perché mi sento come se la maschera che avevo costruito con tanta fatica, si stesse sgretolando sempre di più? Come ho potuto permettere che ciò accadesse? Come ho potuto abbassare la guardia fino a questo punto?
 
Non mi riconosco più, dove è finito quel Blaine che, non con poche difficoltà, aveva imparato a chiudere il suo cuore?
Ero davvero convinto di averlo chiuso ermeticamente ed ero maledettamente convinto che niente e nessuno sarebbe mai stato più in grado di entrarci. 
Ne ero certo, e se qualcuno mi avesse detto il contrario, non ci avrei mai creduto.
 
Ma allora, non avevo idea che esistesse una persona che sarebbe riuscita a far crollare in così poco tempo tutto quello che avevo costruito con tanta fatica e a farmi perdere tutto ciò che avevo e che pensavo di volere.
 
Non potevo averla, semplicemente, perché non conoscevo Kurt, e non avrei mai pensato che sarebbe arrivato il giorno in cui sarei stato così fortunato da incrociare sulla mia strada.
 
Kurt. Dannazione Kurt, non hai la minima idea di quello che mi hai fatto e che mi stai facendo. Mi hai letteralmente sconvolto la vita, hai cominciato a farne parte in punta di piedi, ma per me è come se ci fossi entrato prepotentemente e senza che io sia riuscito a fare qualcosa per impedirlo.
 
Ed ora sono qui, a casa tua, nella tua camera degli ospiti, disteso sul letto, guardando il soffitto cercando di mettere un po' di ordine nella mia testa e soprattutto cercando di mettere a tacere il cuore.
 
Sì, perché non sai cosa ha significato per me quel bacio, non sai quante e quali barriere ha abbattuto e non sai quanto è stato dannatamente bello per me; e se non lo sai è soltanto colpa mia.
Perdonami Kurt, sono un vigliacco, sono un codardo, ma non posso permetterti di farmi del male e non posso permettermi di farne io a te. 
 
Prova a capirmi Kurt, ho paura, ho una fottuta paura di sentirmi così inerme, indifeso e vulnerabile.
 
Sono terrorizzato che quest’affetto che ho iniziato a provare nei tuoi confronti presto possa trasformarsi in qualcosa di più profondo. E credimi Kurt, potrebbe succedere davvero, ormai l'ho capito e l'ho ammesso a me stesso.
Sarebbe così facile innamorarsi di te Kurt, così naturale e così tremendamente bello.
 
Ma non posso permetterlo, non posso davvero. Le mie spalle sostengono già un peso troppo pesante e se qualcosa dovesse andare male, non sarebbero più in grado di reggerne ancora.
 
Chissà se mi capiresti se avessi il coraggio di parlarti di come mi sento; se avessi la forza di dirti che quel bacio mi ha fatto sentire vivo come non mi sentivo da anni, mi ha fatto sentire di avere ancora un cuore capace di battere dall'emozione, mi ha fatto provare sensazione dimenticate, che avevo nascosto e racchiuso in un angolo del mio cuore, sensazioni che avevo giurato, non avrei provato mai più.
Quel bacio mi ha fatto sentire come se forse, anch'io potrei avere un'altra possibilità di essere felice. Se solo lo volessi, o meglio se solo potessi. 
 
Ma non posso Kurt e mi dispiace di non riuscire a dirti queste cose, mi dispiace di aver letto quel velo di delusione nei tuoi occhi quando hai creduto che considerassi il nostro bacio soltanto un errore, mi dispiace di essere stato interrotto da Finn, non so cosa ti avrei detto, ma forse in quel momento sarei riuscito a lasciarmi andare, almeno un po'.
E mi dispiace di non essere riuscito a farlo quando ti ho visto lasciare la mia stanza mentre sentivo una terribile stretta nel petto, e mi dispiace veramente di averti portato via qualcosa di così prezioso. Non avevo alcun diritto di farlo, ma non ho avuto scelta, ho solo ascoltato il mio cuore.
 
E se anche dopo quel bacio sono ancora più terrorizzato, e se anche mi sento in colpa, una parte di me è tremendamente felice di averlo fatto, e se è vero quello che mi hai detto, forse ha significato qualcosa anche per te, nonostante tu abbia subito precisato che si è trattato soltanto di una parentesi.
 
Io non so cosa provi per me, ma so che il mio comportamento ti manda in confusione. Lo leggo nei tuoi occhi e non posso biasimarti, come potrei? Chissà cosa pensi di me? 
Penserai che mi diverta a prenderti in giro, o chissà che cosa. Ma la verità e che sono soltanto un ragazzo spaventato e il primo ad essere confuso sono io.
 
E la colpa è soltanto tua Kurt, se solo non fossi così straordinario, così maledettamente meraviglioso, così dannatamente bello dentro e fuori. Se solo non mi guardassi con quelle due pozze azzurre come se volessi scrutarmi nell'anima e come se t'importasse davvero farlo. 
 
Se solo non fossi semplicemente tu; se solo ti fossi comportato come un qualsiasi altro cliente. 
No, tu sei stato l'unico cliente, che nonostante non ti abbia trattato bene, dal nostro primo incontro mi hai rispettato e non mi hai mai giudicato per il mio lavoro.
 
Anche se a volte mi rispondevi a tono, ho sempre letto nei tuoi occhi quel tacito rispetto e quella tacita comprensione, nonostante non conoscessi i motivi per i quali svolgevo un simile lavoro.
Tu non mi hai mai guardato come se non valessi nulla soltanto perché ero un gigolò, o come se fossi soltanto un oggetto attraverso il quale raggiungere uno scopo.
 
Dalla prima volta che hai posato i tuoi occhi su di me, mi sono sentito come se mi vedessi semplicemente come se fossi un essere umano, una persona, un comune ragazzo, e col passare del tempo come se avessi cominciato a guardarmi e non solo a vedermi.
 
E da quel momento io ho avuto paura Kurt. Paura di deluderti un giorno, paura di farti del male, paura di non avere nemmeno il diritto di far parte della tua vita, mentre allo stesso tempo mi manca il respiro al solo pensiero di non farne più parte.
 
Oh Kurt, sono veramente arrivato a questo punto? Davvero non riesco più ad immaginare di vivere senza di te?
No, non posso permetterlo. Non posso.

Una parte di me vorrebbe implorarti di lasciarmi libero, di uscire dalla mia mente e soprattutto di non entrare sempre di più nel mio cuore, ma l'altra parte invece vorrebbe supplicarti di non lasciarmi più da solo.

Ed è in questo momento che mi rendo conto che ho bisogno di te. Non posso più nasconderlo nemmeno a me stesso e ne sono terribilmente spaventato. Perché mi fa così male il cuore al solo pensiero di perderti ma anche a quello di averti?
 
Non mi piace tutto questo, ero convinto di aver trovato il modo per non soffrire mai più, e invece ora sto male Kurt.
Inconsapevolmente mi stai facendo del male, ed io non so fino a quando riuscirò a sopportarlo.
 
Ma quanto sono stupido? Sto dicendo queste cose a me stesso, mentre tu sei soltanto a pochi passi da me. Se penso a quanto sarebbe facile raggiungerti, a quanto sarebbe bello aprirsi con te, a quanto sarebbe meraviglioso lasciarsi andare completamente senza essere bloccato da questa maledetta paura che m'impedisce di vivere di nuovo.
 
Mentre questi pensieri mi affliggono, non riesco ad impedire che qualche lacrima mi scivoli sulle guance. Sento una fitta di dolore che mi stringe il cuore e un peso terribile opprimermi il petto.
 
Continuo a piangere e sento il desiderio di rifugiarmi tra le sue braccia, mentre mi rendo conto che la cosa più brutta, quando piangi è sapere che l'unica persona che potrebbe consolarti è quella per la quale stai piangendo.*
E come uno stupido ragazzino mi ritrovo a stringere il suo cuscino ancora intriso del suo odore, immaginando di avere il suo corpo stretto al mio.
 
 
Non so quanto tempo sia passato prima che trovi la forza di muovermi e di alzarmi da quel letto. Sono solo in casa, ho sentito la porta chiudersi parecchio tempo fa, ed ora che sono certo di non poterlo incontrare mi decido ad uscire da quella stanza per andare a casa dei miei genitori.
 
Chissà come saranno sorpresi di vedermi, di certo non se lo aspettano, non dopo ciò che è successo.
Mentre mi preparo ad uscire, cerco anche di preparami psicologicamente per affrontare la giornata che mi aspetta. Non sarà facile, per niente, ma sento di essere un po' più forte ora e credo di potercela fare.
 
Eccomi qui, sono fermo da diversi minuti a fissare la mia vecchia casa, aspetto prima di entrare, aspetto di essere pronto ad essere investito dai ricordi che so mi tormenteranno appena lo farò.
A quest'ora non dovrebbe esserci nessuno, i miei saranno a lavoro e mio fratello sono anni che non vive qui. 
Ma dopo altri istanti di esitazione suono il campanello, mentre respiro profondamente, in modo da essere sicuro che non ci sia davvero nessuno ed aprire con le chiavi che ho portato con me.
 
Come immaginavo la casa è vuota e con passo incerto mi accingo ad entrare sentendo il cuore battere più velocemente, ma so che è arrivato il momento di superare almeno in parte queste paure.
E' tutto come lo avevo lasciato e mi fa uno strano effetto ritrovarmi qui, per un attimo sembra che nulla sia cambiato, che tutto sia esattamente come prima.
 
Ma non è così, e per la prima volta penso che forse sia veramente arrivato il momento di farmene una ragione e magari di provare a superarlo, anche se non potrò mai farlo completamente.
 
Pensando a questo mi faccio forza e con passi lenti mi dirigo verso quella che era la mia camera da letto e con sorpresa scopro che anche lì, è tutto come era una volta. Mentre mi siedo sul letto rivedo nella mia mente quei momenti felici passati qui, seguiti a ruota da quelli terribili che vorrei riuscire a dimenticare.

Respiro profondamente diverse volte e cerco di essere forte e di non lasciarmi travolgere dalle emozioni negative che mi scaturiscono quei pensieri. 
Però poi penso che forse è proprio quello che dovrei fare, forse dovrei assecondare quel dolore e lasciarlo libero per poterlo superare veramente.
Forse avrei dovuto farlo tempo fa invece di nasconderlo e ignorarlo.
Forse il dolore non scompare solo perché lo chiudiamo a chiave in un cassetto; anche se questo è ciò che spesso mi sono detto. Mi ripetevo ogni giorno di ignorarlo così magari sarebbe scomparso prima o poi. Ma mi rendo conto ora più che mai, di quanto sia stata superficiale, questa mia decisione; le voci del silenzio, lasciate a riecheggiare senza risposta, diventano più ossessionanti delle parole espresse.**

Ed ora ho capito che è arrivato il momento di affrontarlo quel dolore, non posso più continuare così, non importa quanto tempo ci vorrà, ma devo provarci, devo farlo, devo farlo per me e devo farlo per... no, devo farlo per me e nessun'altro.
Forse dopo tanto tempo, è arrivato il momento di pensare di nuovo a me stesso, in fondo sono ancora giovane, e ho una vita davanti, e mai come ora mi rendo conto di essere interessato a viverla quella vita.
Non potrò mai dimenticare ciò che è successo e non potrò mai smettere di sentirmi in colpa, ma se ci fosse davvero una seconda possibilità per me, non sarebbe da stupidi lasciarmela scappare?
 
Il problema è che finché sarà presente la paura, non riuscirò mai ad afferrarla quella possibilità, nemmeno se ce l'avessi sotto il naso.
 

Eccomi qui, seduto a tavola con i miei genitori. Sono rimasti quasi sconvolti quando mi hanno visto, ma sembrano anche molto felici. Mi hanno riempito di domande, ma sempre con attenzione e premura, sanno quanto mi abbia fatto soffrire ciò che è successo. 
E mentre vedo mia madre guardarmi con gli occhi pieni di amore e di felicità, mi sento sempre più in colpa per avergli mentito in tutto questo tempo. Ma non avrei mai potuto dirgli come mi mantenevo per vivere. Sarebbe un'enorme delusione per loro sapere come ho trascorso gli ultimi anni. In quelle occasioni in cui sono venuti a trovarmi sono sempre riuscito a non fargli scoprire la verità e a fingere di aver un lavoro onesto.
 
Stiamo mangiando tranquillamente quando mi ho padre improvvisamente, mi chiede:
 
"Siamo felici che tu sia finalmente tornato, ma cosa ti ha fatto cambiare idea? Ricordo quando scappasti da qui giurando di non voler mai metterci più piede. Siamo dovuti venire noi da te, per vederti. Cos'è successo che ti ha dato la forza di tornare?"
 
A quella domanda, prima che abbia il tempo di pensarci, il volto di Kurt mi compare immediatamente davanti agli occhi. 
 
Dopo qualche istante, rispondo dicendo che sono venuto per accompagnare un mio amico il cui padre aveva avuto un incidente.
Per paura che possano interpretare male, e forse per auto convincermi, gli dico anche che mi sono offerto di accompagnarlo prima di sapere dove fosse diretto e che una volta saputo, era troppo tardi per tirarmi indietro.
 
Mia madre non sembra molto convinta da quella risposta e mi guarda con uno strano sorriso che non promette nulla di buono.

"Che bel gesto, sono proprio fiera di te e sono contenta che tu abbia trovato un amico" mi risponde poi pronunciando l'ultima parola con un tono che non mi piace per niente e guardandomi maliziosamente.
 
"Anch'io sono felice di aver trovato Kurt..." rispondo spontaneamente accennando un sorriso, mentre sento il cuore correre più veloce solo a pronunciare il suo nome.

Il modo in cui mi stanno guardando ora i miei genitori mi mette in imbarazzo, non capisco le loro espressioni e non mi piacciono, quindi cerco di cambiare discorso.
 
Dopo aver finito di pranzare, ci spostiamo in salotto e ad un tratto mi rendo conto di quanto mi manchi Kurt.
Senza pensarci troppo decido di mandargli un sms che però non sembri fuori luogo.
 
"Hey Kurt, tutto ok? Come sta tuo padre?" 
 
Lo rileggo e sì, direi che va bene. Mentre premo invia mi sento come un tredicenne alla sua prima cotta, che aspetta con ansia l'sms di risposta della persona che gli piace.
 
Riprendo poi a parlare con mia madre, mentre mio padre è impegnato in una telefonata di lavoro.
 
Dopo circa dieci minuti sento il bip del telefono che mi avvisa che ho ricevuto un messaggio e quando leggo chi è il mittente, un lieve sorriso mi compare in volto.
 
Chiedo scusa a mia madre e leggo immediatamente:
 
"Hey Blaine, molto meglio grazie, probabilmente verrà dimesso questa sera. Tu tutto bene?"
 
"Sono contento per tuo padre, sì tutto ok, sono felice di essere venuto qui. Grazie Kurt..." rispondo senza pensarci troppo.
 
"Di cosa?" arriva subito la sua risposta.


“Di avermi portato qui..." non posso dire troppo.
 
"Ma sei tu che ti sei offerto di accompagnarmi..." mi risponde giustamente.
 
"Ma senza di te non sarei venuto..." scrivo, leggermente emozionato.
 
Passano diversi minuti e ancora non mi risponde. Se lo conosco almeno un po', lo avrò confuso di nuovo e non saprà cosa dire.

"Non farti troppe domande Kurt, sappi solo che ti sono grato ok?" gli scrivo allora.
 
"Allora siamo pari... io ti sono grato per avermi accompagnato..." risponde dopo qualche minuto, facendomi sorridere.
 
"Bene ;-)" gli rispondo.
 
Non vorrei ammettere che quella sensazione di pace che improvvisamente mi pervade, sia dovuta al semplice fatto di aver avuto un qualche contatto con lui. Ma non mi resta che farlo.
 
Quando alzo gli occhi e incrocio quelli di mia madre vedo di nuovo quell'espressione che mi manda in agitazione.
 
"Come sta il padre di Kurt?" chiede lasciandomi di sorpresa.

"Cosa ti fa pensare che lo sappia?" chiedo.
 
Sorride prima di rispondere:
 
"Non sono nata ieri, e tu sei mio figlio. Ho immaginato stessi parlando con Kurt, perché avevi lo stesso sguardo di quando ci hai parlato di lui poco fa."
 
La guardo stranito e prima che possa pentirmene, chiedo:
 
"E che sguardo sarebbe?"
 
"Ti si sono illuminati gli occhi e hai sorriso come poche volte ti ho visto fare negli ultimi anni" risponde facendomi imbarazzare leggermente.
 
"Non so, dove tu voglia arrivare, ma Kurt è soltanto un amico" rispondo pensando che in realtà non so nemmeno come definirlo.

"Sei diverso Blaine, a malincuore vedo ancora il tormento nel tuo sguardo, ma anche un qualcosa di nuovo e di bello, sono anni che non vedevo più la luce che da vita ai tuoi occhi, e se Kurt ne è la causa come credo, allora è proprio un amico speciale e ti consiglio di stare attento e di tenertelo stretto.
Non tutti sono fortunati a trovare un... amico capace di darti tanto. Pensaci, ti chiedo solo questo" mi dice facendomi spaventare al pensiero che non sono più nemmeno in grado di nascondere ciò che sto cominciando a provare per lui.
 
"Lo farò" sussurro mentre sento stringersi la bocca dello stomaco.
 
Dopo aver passato l'intero pomeriggio con i miei genitori, che sono riusciti a liberarsi dal lavoro, mi chiedono quanto resterò e se ho intenzione di rimanere da loro.

Non so proprio rispondere a quella domanda, una parte di me vorrebbe rimanere qui, ma l'altra vorrebbe correre da Kurt e non perdersi per niente al mondo l'occasione di passare un'altra notte tra le sue braccia.
 
Notando, forse, la mia espressione combattuta mia madre mi dice:
 
"Non farti problemi per noi, vai da lui se è ciò che vuoi. Noi siamo sempre qui, ed ora magari puoi venire a trovarci più spesso."
 
La guardo con occhi pieni di gratitudine e mando un sms a Kurt per avvertirlo.

"Se non ti dispiace, preferirei tornare a casa tua questa sera..."
 
"Certo che non mi dispiace, ti aspetto per cena? mi chiede dopo pochi minuti.
 
"Va bene, grazie! :-)" rispondo. 
 
"Ma sappi che molto probabilmente ci sarà anche mio padre, tra poco sapremo se lo dimettono, e quindi potrebbe essere una cena in famiglia. Se non vuoi più venire, ti capisco! ;-)"

Ci penso un attimo, non so è il caso. Non so se sono pronto ad affrontare le domande di Burt o di Finn. Però mi dispiace lasciare Kurt da solo ad occuparsene. Come se fosse soltanto questo il motivo mi dice una vocina dentro di me.
 
"Tu preferisci che venga? O sarebbe ancora più imbarazzante per te, se ci fossi anch'io?" chiedo allora.
 
Come immaginavo, non risponde subito. Me lo vedo mentre si morde il labbro indeciso su cosa rispondermi.

"Tu vuoi venire? O sarebbe troppo imbarazzante per te, affrontare le domande della mia famiglia?" mi chiede poi, facendomi sorridere.
Non ha risposto alla mia domanda.
 
Mi rendo conto, che a volte ci comportiamo come due stupidi, io, non voglio ammettere che non m'interessa cosa succederà, ma muoio dalla voglia di rivederlo e quindi ci andrei anche subito e lui, forse per orgoglio, non vuole ammettere che gli farebbe piacere se ci andassi.
 
"Io voglio venire, tu vuoi che venga?" scrivo allora cercando di comportarmi come una persona più matura.
 
Ancora non mi risponde immediatamente. Mi accorgo di stare aspettando quella risposta con il fiato sospeso, e quando finalmente arriva, sospiro di sollievo.
 
E' una semplice e brevissima parola, ma basta per farmi perdere un battito e far apparire un sincero sorriso sul mio viso.
 
"Sì..."
"Bene, ci sarò... a più tardi Kurt..." rispondo cercando di non mostrare troppo il mio entusiasmo.
 
"Grazie... credo di aver bisogno di te..." mi scrive dopo poco, lasciandomi a bocca aperta.

Sto continuando ad analizzare quella frase per capire cosa possa significare quando quasi immediatamente mi arriva un altro suo sms.
 
"Cioè, intendevo dire che non sarei riuscito a reggere la cena e quelle domande da solo... ho bisogno di un appoggio."
 
Perché ho l'impressione che per ogni passo avanti che fa, ne fa immediatamente due indietro?
Perché ho l'impressione che appena si lascia un po' andare, sembra pentirsene e sente subito il bisogno di spiegarsi?
 
Dopo averci riflettuto, mi rendo conto che non è l'unico a comportarsi così. In questo siamo entrambi molto bravi.

"Kurt, sentiti libero di dire quello che vuoi, non trattenerti dall'essere ciò che sei anche con me. Un ragazzo saggio un giorno mi disse che non è così tremendo ammettere di aver bisogno di qualcuno..."  gli scrivo allora, ripensando a quelle parole che mi disse proprio lui.

Da che pulpito viene la predica, penserà.
"Credo di averlo ammesso spesso con te... l'ultima volta ieri sera, quando mi sono presentato alla porta della tua camera." mi scrive.
 
"Già, mi hai detto che questa volta hai approfittato del fatto che c'erano due braccia a portata di mano nelle quali saresti potuto rifugiarti..." gli scrivo ancora un po' ferito da quell'affermazione.
 
Ma che cosa posso poi aspettarmi da lui, quando con il mio comportamento lo confondo soltanto? Come posso pretendere che, anche se fosse vero, ammetterebbe che è di me che ha bisogno, quando io lo tratto in questo modo?
 
"Sono contento che quelle braccia appartenessero a me..." gli scrivo allora, sentendo il bisogno di essere più sincero con lui. Se lo merita.
 
Aspetto con i battiti accelerati la sua risposta che come temevo tarda ad arrivare.
 
"Anch'io..." mi risponde soltanto, ma provocandomi una piacevole sensazione di calore nel petto.

"E sono contento che quella bocca appartenesse a me..." gli dico per fargli capire che sono contento di averlo baciato. Mi sento in colpa per avergli rovinato oltre al primo bacio, anche il momento dopo. Non sarebbe dovuto andare così. Non sarei voluto sembrare così freddo e indifferente quando invece dentro mi sentivo come se stessi andando a fuoco.

Ma riflettendoci questa mia frase lo confonderà ancora di più. Dio, perché non riesco a farne una giusta quando di tratta di lui?
Mi sento anche uno stupido a dirgli queste cose tramite sms, ma mi sembra più facile farlo, senza essere distratto dai suoi occhi che mi guardano togliendomi il respiro.
 
Sono convinto che non mi risponderà. Controllo e mi accorgo che sono passati parecchi minuti ormai, ma quando ormai ho perso le speranze, mi arriva un suo nuovo sms.
 
Mi sento un ragazzino imbranato mentre lo apro con il timore di leggerlo.
"Anch'io Blaine... grazie per essere stato tu, a fare anche questo passo con me."
 
Mi si stringe il cuore dall'emozione e vorrei soltanto correre da lui per baciarlo di nuovo. Ho davvero capito bene?
 
"E' stato un onore Kurt... in un certo senso è stato un qualcosa che si avvicina ad un primo bacio anche per me. E non avrei potuto desiderare di meglio..." rispondo preso dall'emozione.
"Non esagerare... non so nemmeno come si fa..." mi scrive dopo qualche minuto.
 
"E' semplicemente la verità Kurt e per una volta che riesco a dirti cosa provo, credimi..." mi trovo a rispondergli senza pensarci troppo.
 
"Ci proverò Blaine..." mi scrive dopo quella che mi sembra un'eternità.
 
Non riesco a non sorridere mentre sento una nuova sensazione impadronirsi di me.
 
E' come se dopo tanto tempo avessi ancora voglia di vivere, come se cominciassi a sentire il desiderio di essere di nuovo felice. 
Per la prima volta dopo quello che è successo mi sento in grado di provare a combattere i fantasmi del passato, mi sento come se fossi più forte, come se non fossi più da solo a farlo, e più di tutto per la prima volta mi sento come se valesse davvero la pena di rischiare.
Come se valesse la pena tornare a vivere.
 
E non posso nascondere nemmeno a me stesso che è soltanto grazie a Kurt, è lui che pian piano è come se mi stesse riportando in vita.
E' lui che mi sta facendo uscire da quel lungo letargo nel quale mi ero rifugiato per proteggermi, ed è lui che mi sta facendo capire che non sono poi così immune all'amore come pensavo.
 
Al solo pensarlo mi si scalda il cuore e mi rendo conto che ci tengo sempre di più a lui, e che gli voglio bene, gliene voglio davvero. 
E ora vorrei solo correre da lui per stringerlo tra le braccia e trasmettergli tutto il mio affetto.
 
Non so se sono degno di far parte della sua vita, ma so che non posso più pensare alla mia senza di lui.
 

Non riesco più a ignorare i miei sentimenti.
Anche se ho ancora paura di lasciarli scorrere.
Quella che era iniziata come un'amicizia, ora è cresciuta e si è rafforzata.
Vorrei solo avere la forza di mostrartelo.
E anche quando mi trovo a vagare
Ti ho sempre in mente.
Sei una candela sul davanzale,
Nelle notti d'inverno buie e fredde.
E mi sto avvicinando a te più di quanto avrei mai immaginato fosse possibile.
E non riesco più a ignorare i miei sentimenti.
Ho dimenticato per cosa ho iniziato a combattere.
E' ora di far approdare questa barca
E di buttare i remi,
Non riesco più a ignorare i miei sentimenti.
La mia vita si è trasformata in un tornado da quando ti ho visto.
Sto girando in tondo nella mia testa.
E sembra sempre che ti seguo
Perché mi porti in posti che mai avrei potuto scoprire da solo.
E anche quando mi trovo a vagare, ti ho sempre in mente.
Sei una candela sul davanzale,
nelle notti d'inverno buie e fredde.
Non riesco più a ignorare i miei sentimenti. ***
 
 
------------------------------


 
Note: 
*Frase non mia, ma di autore sconosciuto (almeno io non l'ho trovato)
**Frase di Hope Edelman, ho solo fatto qualche piccola modifica per adattarla alla storia.
*** La canzone è "I Can't Fight This Feeling Anymore" - Reo Speedwagon
 
Qualche precisazione...
Ho aggiornato in fretta per farmi perdonare dopo l'ultimo capitolo e dato che sono sommersa dalla neve, ho più tempo a disposizione.
 
I genitori di Blaine ho voluto descriverli così perché nella maggior parte delle FF che ho letto, sono descritti come genitori che non accettano l'omosessualità del figlio. Soprattutto il padre. Quindi non volevo scrivere qualcosa di già visto o meglio già letto.
In più penso che Blaine abbia già un dolore piuttosto grande da sopportare, almeno questo glielo dovevo! :-)
 
Sono un'idiota ma scrivere questo capitolo, soprattutto la parte degli sms, mi ha emozionato... 
 
Poi vorrei precisare una cosa che probabilmente non importerà a nessuno, ma ci tengo a farlo. 
So che i tempi di questa storia sono stati e sono esageratamente lunghi, so che aspettare venti capitoli per farli baciare possa sembrare esagerato. Ma c'è una spiegazione a questa mia scelta. Premetto che sono uno strano essere umano.
 
Di solito mi ci vuole il tempo necessario per provare un certo tipo di sentimento per una persona, non riuscirei a dire ti voglio bene o ti amo solo così per dire e soprattutto se non lo sento veramente.
 
Siccome volevo che il loro primo bacio nascesse da un sentimento, trovavo impensabile farlo accadere troppo presto, come anche fargli ammettere anche solo a se stessi di essere innamorati l'uno dell'altro. Ho bisogno del giusto spazio e del tempo necessario per far sviluppare il loro rapporto affinché possa crescere fino a far sbocciare l'amore.

A questo proposito, approfittando anche del fatto che mi è stato chiesto... tempo fa mi sono imposta di non superare i trenta capitoli. Non volevo rischiare di rendere la storia troppo pesante e noiosa ma ogni volta che inizio a scrivere un nuovo capitolo, faccio succedere solo la metà delle cose che avevo in mente di far succedere.
Quindi rimando sempre al prossimo e così facendo mi sono resa conto che molto probabilmente supererò i trenta capitoli.
Spero che nel frattempo non vi stancherete di seguire la storia.
 
Se siete arrivati fin qui, meritate un applauso. Scusate ma siete così fantastici che penso meritiate di sapere certe cose.

Ovviamente non posso lasciarvi se non dopo aver ringraziato tutte le persone che hanno letto anche questo capitolo, a quelle che hanno inserito e che continuano a farlo, la storia tra seguite/preferite/ ricordate e a tutte quelle che dedicano un po' del loro tempo a me e a alla storia facendomi sapere cosa ne pensano!
Vorrei davvero essere in grado di ringraziarvi come meritate.

Ah ultima cosa… visti gli ultimi spoiler ho accennato al fratello di Blaine... e che fratello gli hanno scelto! Matt... : Q___  http://s1.postimage.org/sl9vcy0t7/sbavazz.gif
Ok, scusate, ma quell'uomo mi fa uno strano effetto! ;-)

Grazie davvero di tutto!
Ciao!
 

 

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Capitolo 23
*** 23 ***


Mio padre fortunatamente è stato dimesso, le cure ospedaliere non erano più necessarie, l’unica cosa di cui ha bisogno ora è di riposo e di non fare movimenti azzardati, niente che non possa fare a casa, quindi.
 
Ed è proprio quello che sta facendo ora, mentre Carole si sta occupando del pranzo, Finn è in camera sua ed io mi sto preparando per farmi una doccia.
Devo togliermi assolutamente di dosso quell'odore nauseante che mi sento sulla pelle ogni volta che esco da un ospedale, non lo sopporto un minuto di più.
 
Ma mentre mi preparo, non riesco a fare a meno di pensare a Blaine, a dire la verità è tutto il giorno che lo penso, e ancora di più da quando ci siamo scambiati quegli ultimi messaggi.
 
Mi rendo conto che forse mi sono lasciato andare troppo, ma è stato così semplice e naturale, forse anche complice il fatto di non doverlo guardare negli occhi. E' stato come se mi sentissi più libero e anche se sarebbe dovuto essere più freddo, privo di tono di voce, o di sguardi; le sue parole sono state in grado comunque di trasmettermi un piacevole calore che si è diffuso in tutto il mio corpo.
 
E sono ore che penso a ciò che mi ha detto, e come al solito le sue parole mi hanno confuso.
 
Se non fosse così assurdo, penserei che con quelle parole abbia cercato di dirmi che dopo tutto il bacio gli sia piaciuto e che sia stato contento di avermi baciato; ma devo avere interpretato male le sue parole, non poteva intendere quello... o forse sì?
 
Cerco di mettere da parte le mie insicurezze e le mie paranoie e analizzando obiettivamente la situazione, mi rendo conto che quelle parole non potevano significare altro che questo.
 
Un leggero tremore mi pervade e il cuore sembra battere un po’ troppo velocemente.
 
Ripenso ad una sua frase in particolare: "per una volta che riesco a dirti cosa provo, credimi...", non significa forse che... nonostante tutto... prova qualcosa... per me? 
 
Santo cielo! Blaine prova davvero qualcosa per me? Probabilmente arà semplicemente compassione o pena... o forse no?

Perché ogni piccolo passo che fa verso di me mi confonde più di quanto non lo fossi già prima?
 
Forse perché mi riesce così difficile, quasi impossibile credere che qualcuno provi un certo tipo di sentimento per me.
Forse perché non mi è mai successo e non riesco a capire o a distinguere ciò che vedo.
Non posso andare avanti così, non sono più un ragazzino e la devo smettere di comportarmi come tale.
Forse è arrivato il momento di mettere da parte un po' di quelle insicurezze che influenzano ogni mia azione e di godermi quello che succede senza farmi troppe domande o troppe paranoie.

Non so cosa provi Blaine per me, ma a questo punto so che qualcosa prova e al solo pensiero sento lo stomaco stringersi dall'emozione, e mi rendo conto che nemmeno io so cosa sento esattamente per lui, chissà, forse è troppo presto, forse tra un po' di tempo mi sarà tutto più chiaro e a quel punto potrò darci il giusto peso.
 
Ora no, sono già troppo incasinato, prenderò quello che viene, prenderò tutto ciò che Blaine vorrà donarmi, ma lo farò cercando di non farmi coinvolgere troppo e provando ad agire senza pensare troppo alle conseguenze.
 
Sono passati ormai quindici minuti da quando ho finito di farmi la doccia, ma ancora non ho deciso cosa indossare.
Non so perché mi faccia tanti problemi, anzi lo so perfettamente.
 
Quella che mi aspetta è una cena in famiglia e se fosse solo questo sarei già pronto da tempo, ma questa volta sarà diverso, ci sarà lui.
E per quanto stupido possa essere, mi rendo conto di voler, in un certo senso, fare colpo su di lui e anche se magari Blaine non mi noterà nemmeno, voglio cercare di essere perfetto.

Dopo una buona mezz'ora mi sono finalmente deciso e dopo un'oretta sono completamente pronto; do un'occhiata veloce all'orologio e mi accorgo che l'ora di cena si avvicina; probabilmente lui sarà qui tra non molto.
Nel frattempo raggiungo mio padre per passare un po' di tempo con lui.
 
Mi chiede di Blaine, gli dico che è andato a trovare i suoi genitori, e che come gli ho detto qualche ora fa, cenerà con noi.
Spero che non mi faccia troppe domande, anche perché potrei non conoscere le risposte, in fondo, non so molto.
Dopo pochi minuti inizia uno strano discorso e non ci metto molto a capire dove voglia arrivare.
 
Vuole sapere se è soltanto un amico o qualcosa di più.
Ovviamente rispondo la prima e lui non troppo convinto dalla mia risposta mi dice:
 
"Te lo chiedo perché è la prima volta che vieni a trovarci in compagnia, non hai mai portato nessuno. Quindi pensavo che... beh, pensavo che allora Blaine potesse essere qualcuno di speciale."
 
Rimango un attimo impietrito non sapendo cosa rispondere, poi dico semplicemente la verità, credo non ci sia nulla di male.
 
"Forse non ho mai portato nessuno, perché nessuno mai si è offerto di accompagnarmi, e quando Carole mi ha chiamato per dirmi del tuo incidente, eravamo insieme. Ha visto la mia preoccupazione e la mia agitazione e ha pensato che forse mi avrebbe fatto bene non affrontare il viaggio da solo, per questo è stato così gentile di chiedermi di potermi accompagnare" dico, credendo, forse completamente, per la prima volta, che quello è davvero l'unico vero motivo.
 
Dopo un attimo l'espressione di mio padre si fa torva e incuriosita, poi con tono non troppo dolce mi dice:
 
"Quando Carole ti ha chiamato, non era praticamente l'alba? Cosa ci facevi insieme a Blaine a quell’ora?"
 
Rimango pietrificato e mi si blocca il respiro per un attimo, ma quanto sono stupido?! Come ho potuto mettermi da solo in questa situazione? 
Dio Kurt, pensa, pensa! Mi ripeto appena mi riprendo dallo shock.
 
Dopo pochi istanti dico la prima cosa che mi viene in mente:
 
"Blaine frequenta un corso di approfondimento che frequento anch'io... ci siamo conosciuti così.
E a volte c'incontriamo per... provare insieme magari prima di uno spettacolo, sai per fare un po' di pratica..."
 
Dio cosa ho appena detto? Per fare un po' di pratica?
 
Sono sicuro di essere arrossito mentre immagini del tipo di pratica che facciamo insieme prendono vita nella mia mente.
Cerco di mantenere la calma, ma mi accorgo che mio padre sembra ancora più confuso. Dopo un attimo infatti mi chiede:
 
"Vi incontrate di notte?" 
 
Ancora una volta rimango pietrificato e penso che sto solo peggiorando la situazione, ma quanto sono idiota! Dannazione!
 
"Sai come sono fatto, sono molto preciso, a volte c'incontriamo dopo cena, ma continuiamo a provare finché non raggiungiamo quasi la perfezione, sai che quando faccio una cosa m'impegno per dare il meglio di me.
E tra una cosa e l'altra il tempo passa davvero in fretta e a volte è già mattina prima che ce ne rendiamo conto" rispondo cercando di ignorare le immagini sempre più vivide di me e Blaine impegnati a fare qualcosa, che non ha nulla a che vedere con quello che sto dicendo a mio padre.
 
"Tra una cosa e l'altra?" mi chiede allora mio padre.
 
E' possibile che dia peso ad ogni cosa che dico, anche se non ha nulla di ambiguo?
 
"Beh tra una prova e l'altra facciamo qualche pausa, prendendo un caffè o parlando un po' del più e del meno" rispondo pensando che non è poi tutto così lontano dalla verità.
 
"Papà, so che ti preoccupi per me, e mi fa piacere, ma non sono più un ragazzino e se devo essere sincero, tutte queste domande m'imbarazzano e mi fanno sentire come se non avessi fiducia in me" dico poi, sentendomi davvero sotto pressione per quella specie d’interrogatorio, anche se una vocina mi ricorda che fa bene a non fidarsi di me visto il modo con cui ho realmente conosciuto Blaine.
 
"Hai ragione figliolo, ma per me sei ancora il mio bambino e voglio solo che tu sia felice. Te lo meriti, e scusa se sono invadente, ma non voglio che qualcuno ti faccia ancora del male o che ti spezzi il cuore."
 
"Lo capisco papà..." dico teneramente prendendogli una mano.
 
"Ma non puoi impedire che qualcuno mi faccia del male, non puoi impedire che io possa soffrire ancora. Purtroppo sono cose che capitano nella vita e anche se tu sei mio padre non potrai proteggermi sempre" dico cominciando a sentire un groppo alla gola.
 
"E poi sai non è così facile buttare giù Kurt Hummel" dico con un sorriso cercando di tranquillizzarlo.
 
"Non sei stato forse tu a dirmi che sono inarrestabile? Ricordi cosa dicesti con le lacrime agli occhi quel giorno, quando eri più eccitato di me da una certa notizia..." dico con un sorriso.
 
"Se non ricordo male, furono più o meno queste le tue parole:
 
Ce l'hai fatta Kurt, li hai battuti tutti, ti hanno fatto di tutto, hanno cercato di buttarti giù, ma sai cosa? Tu sei inarrestabile ed io sono molto fiero di essere tuo padre. Questo non potranno mai portartelo via.
Proprio adesso, in questo momento, in questo giorno, tu hai vinto" continuo con gli occhi lucidi, guardandolo teneramente.
 
"Quindi papà, non devi preoccuparti, sono abbastanza forte da cavarmela da solo. Quello che ho passato mi ha reso la persona che sono ora e mi ha reso sicuramente meno debole" dico poi, più che per tranquillizzarlo che perché ci creda veramente.
 
"Hai ragione figliolo, io ho piena fiducia in te, ma vorrei solo che tu fossi felice e pienamente soddisfatto della tua vita" mi dice.
 
"Ma lo sono papà..." rispondo con poca convinzione.
 
"Forse lo sarai per quel che riguarda la tua vita professionale, ma non lo sei completamente" risponde.
 
Ha perfettamente ragione, ma non voglio che stia in pena per me.

"Va bene così, credimi... almeno per ora..." dico.
 
"Sai Kurt ogni volta che vieni a trovarmi spero di vedere una certa luce nei tuoi occhi. Quella luce che mi fa capire che tu abbia finalmente trovato qualcosa che riempia quel vuoto che è sempre presente nel tuo sguardo.
 
T’immagino spesso nella tua casa, da solo; e mi fa male, vorrei tu avessi una persona ad aspettarti e ad accoglierti come meriti, vorrei che trovassi una persona che possa amarti quanto meriti e che tu possa amare come soltanto tu sai fare.
 
Tu sei unico Kurt, sei troppo speciale per non donarti a qualcuno, qualcuno che sia altrettanto speciale da essere alla tua altezza e che sia degno di condividere la vita con te" mi dice facendomi stringere il cuore, mentre mi asciugo velocemente una lacrima che mi è appena scivolata sulla guancia.

Lo guardo con occhi pieni di gratitudine e di affetto e mi sento anche un po' in colpa. Mi fa un enorme piacere sapere che pensa questo di me, ma so che mi sopravvaluta. So che ai suoi occhi sono migliore di come sono invece in realtà.
 
Sento il bisogno improvviso di abbracciarlo e mi sporgo appena per farlo.
 
"Grazie papà, sono fiero di essere tuo figlio, è anche merito tuo, se sono la persona che sono ora, e non devi preoccuparti per me. Vedrai che presto troverò qualcuno che possa colmare quel vuoto" dico mentre sono ancora tra le sue braccia, e mentre penso che non credo per niente a quell'ultima frase. 
Anche se una vocina dentro di me, che cerco di ignorare, mi dice che forse ho già trovato chi vorrei che lo riempisse.
 
"Ma sto bene, forse non sono felice, ma sono sereno e tranquillo; quindi devi stare tranquillo e non devi stare in pena per me, ok?
 
"Ok figliolo" mi risponde mentre mi sciolgo da quell'abbraccio.
 
"Certo che non mi sarei mai aspettato che un giorno mio padre, si fosse preoccupato non perché sono fidanzato, ma perché non lo sono" dico ridendo, per rendere più leggera l'atmosfera.
 
"Forse non me lo sarei aspettato nemmeno io Kurt, ma so che l'unica cosa che voglio è che tu sia felice" mi dice ancora leggermente commosso.
 
"Grazie papà, ti prometto che quando lo sarò, sarai il primo a saperlo... ti voglio bene" rispondo con tono dolce.
 
"Ora vado ad aiutare Carole, ok?" dico alzandomi dal divano.
 
Annuisce, ma mentre sto già camminando per raggiungere la cucina, sento la sua voce chiamarmi.

Mi volto e lo vedo cercare di dire qualcosa, come se fosse imbarazzato.
 
"Sei proprio sicuro che tra te e Blaine non possa nascere qualcosa di... beh, hai capito" dice poi dopo diversi secondi.
 
Quella domanda, per una serie di motivi, mi provoca una stretta quasi dolorosa al petto.

"Perché me lo chiedi?" domando.

"Così per sapere..." risponde con una scrollata di spalle.
 
Dopo averci pensato un attimo, rispondo:
 
"No, non credo che potremmo mai diventare qualcosa di più di ciò che siamo ora."
 
Forse deve aver notato il tono triste e quasi rassegnato con cui ho pronunciato quella frase e mi chiede:
 
"Ma tu lo vorresti?" 
 
Quella domanda mi lascia per un attimo con il fiato sospeso. Qualche volta me la sono posta anch'io, ma sentirmelo chiedere da un'altra persona mi fa ancora più paura, perché dire la risposta a voce alta e condividerla con qualcuno, è come se la rendesse più reale e forse anche più dolorosa.

Dire a mio padre che lo vorrei sarebbe un'ammissione non molto facile e una volta
fatta, è come se non potessi più tornare indietro. Non sono pronto a rischiare, ma nemmeno a mentire, quindi prima di voltarmi di nuovo, mi limito a rispondere:
 
"Forse..."
 
 
Ho appena finito di apparecchiare la tavola quando sento il campanello suonare. Sento immediatamente il cuore sobbalzare, ma cerco di non mostrare la mia agitazione.
 
Vedo Finn andare verso la porta, e prontamente con voce appena alterata gli dico:
 
"Vado io!" 
 
Voglio essere io ad aprirgli, non voglio troppi occhi addosso nel momento in cui i nostri sguardi s'incroceranno.
Mentre mi appresto ad aprire, mi rendo conto di quanto mi sia mancato durante questa giornata, non vedo l'ora di vederlo.
Questo mi spaventa terribilmente ma cerco di non dargli troppo peso.
 
Emetto un lungo respiro e apro lentamente la porta cercando di non mostrare troppo la mia gioia nel rivederlo, ma mi rendo conto troppo tardi che istintivamente un caldo sorriso mi è comparso sul viso.

Ed ecco che un secondo dopo, il momento che con trepidazione aspettavo da ore finalmente è arrivato. 
Appena lo vedo sento il respiro mancarmi per un attimo e il cuore correre troppo velocemente, più lo guardo più non posso fare a meno di pensare a quel bacio che ci siamo dati; i nostri sguardi s'incrociano e non sembrano intenzionati a separarsi troppo velocemente; sul suo volto, presto si disegna un caloroso sorriso e sono completamente investito da luce che emette il suo viso in quel momento.
E così tremendamente abbagliante e intensa che mi trasmette una meravigliosa sensazione.

Poi accade tutto così velocemente, non so quando è successo, non so chi si sia avvicinato per primo, ma so che dopo pochi attimi mi ritrovo stretto tra le sue braccia, perso in un piacevole e dolce abbraccio. 
Sentire il suo corpo così vicino al mio è così maledettamente accogliente, mi trasmette un senso di calore, di pace, di serenità, di pienezza, di arrivo... come se avessi raggiunto la mia destinazione... come se avessi trovato quello che stavo cercando.

Sì, molto probabilmente sto esagerando, ma non posso farci niente se è così che mi sento.
 
Ma perché non mi sono mai sentito così bene prima? Perché deve essere proprio lui a farmi provare queste magnifiche sensazioni? Perché deve essere sempre tutto così complicato?
 
Mi si stinge ancora più a sé mentre ad un tratto con voce carezzevole sussurra il mio nome, il modo in cui lo pronuncia mi fa letteralmente sciogliere e ho la sensazione che anche lui stava aspettando questo momento quanto me.
 
Dio Blaine, cosa mi hai fatto? Perché mi sento così solo quando sono con te? 
 
E’ la tua voce che mi tranquillizza. E’ il tuo modo di parlare, il tuo modo di chiamarmi, è che sei tu, quando si tratta di te, io non lo so che mi succede.
Per quanto cerco di trattenermi, se si tratta di te, io sono felice.*        
 
Rimaniamo così per un po', senza parlare, ma è come se le parole "mi sei mancato" aleggiassero nell'aria, eppure non sono passate che ore, dall'ultima volta che ci siamo visti, perché ci stiamo stringendo come fossero passati giorni o addirittura mesi?
 
Non lo so, ma se siamo stati attratti l'uno tra le braccia dell'altro un motivo ci sarà e in questo momento il mio ultimo pensiero è quello di trovarlo.
 
Starei così per ore, per un momento è sparito tutto ciò che avevo intorno, c'eravamo solo noi, ma mi rendo conto che la mia famiglia ci starà aspettando e forse si starà chiedendo il perché del nostro ritardo, quindi a malincuore mi sciolgo da quell'abbraccio e dopo aver sorriso timidamente mi sposto per farlo entrare.
 
Senza dire una parola, forse perché siamo entrambi un po' imbarazzati da quel bisogno di contatto improvviso che ci ha spinti a buttarci l'uno nelle braccia dell'altro, raggiungiamo mio padre.
 
Blaine lo saluto molto educatamente, si accomoda e gli chiede subito come sta. Iniziano quindi a conversare tranquillamente.
Io rimango in silenzio, in disparte ad osservare quella scena.
Mi aspetto di trovarci qualcosa di strano, qualcosa che non va, qualcosa che stona, deve esserci qualcosa che non quadra in una situazione del genere; ma più li guardo chiacchierare sul divano, più mi rendo conto che quell'immagine mi trasmette familiarità, naturalezza, serenità e non posso provare altro che una sensazione di calore che lentamente si diffonde nel mio corpo.
 
Mi chiedo che cosa mi stia succedendo mentre sento Carole dire che la cena è pronta. Mi dirigo subito verso mio padre per dargli una mano ma arrivo troppo tardi.
Se ne sta già occupando Blaine, con una naturalezza disarmante che ancora una volta mi provoca una strana sensazione.
 
Perché deve anche essere così gentile ed educato? E' già abbastanza difficile togliermelo dalla testa, se si comporta così con la mia famiglia, diventa sempre più impossibile non rimanere affascinato da lui.
 
Più lo guardo mi rendo conto che sembra diverso. Sto forse scoprendo ancora un'altra faccia di questo misterioso ragazzo?
Ha l'aria così rilassata, sembra così a suo agio mentre s'aggira in casa mia e interagisce con la mia famiglia.
L'incontro con i suoi genitori deve avergli fatto davvero bene, quel buio perenne nei suoi occhi sembra diminuito e quel tormento che era sempre presente, sembra essersi affievolito.
 
Mi chiedo se quello che è seduto al mio tavolo sia davvero la stessa persona che quel giorno ormai lontano, vidi per la prima volta in quella camera d'albergo.
Mi sembra impossibile, è come se quel Blaine man mano stesse scomparendo ogni giorno di più, per lasciare spazio ad un ragazzo educato, dolce, altruista, speciale... un ragazzo di cui, come mi sono già detto, potrei facilmente innamorarmi.
 
La cena procede abbastanza tranquillamente, anche se con non poco disagio e imbarazzo da parte mia.
Parliamo un po' di tutto, Carole mi chiede della mia vita, degli spettacoli, ed altro ancora ed io rispondo cercando di ignorare quel disagio che sento a parlarne davanti a Blaine.
Tutte le domande che la mia famiglia mi sta ponendo mi fanno scoprire sempre di più. E più rispondo, più è come se mi sentissi nudo e vulnerabile davanti a quegli occhi dorati che mi guardano con insistenza.
 
Tutto procede senza troppi intoppi, finché mio padre non chiede a Blaine qualcosa riguardo il corso che si suppone dovremmo frequentare insieme e in quel momento mi accorgo di non averlo avvertito.
Rimango immobile, con il fiato sospeso, con lo sguardo incollato su di lui, pensando a qualcosa da dire per cambiare argomento, ma mi rendo conto presto che, dopo un attimo di titubanza, Blaine sembra se la stia cavando abbastanza bene.
 
Non è stupido, dopo ciò che ha appena sentito dirmi ha fatto due più due ed è riuscito a rispondere senza destare troppi sospetti.
 
Lo ringrazio con uno sguardo e chiedo qualcosa a Finn per allontanare il più possibile il discorso da noi due.

Ma non serve, mio padre continua e sembra intenzionato a mettere in serie difficoltà Blaine come se non credesse alla mia versione, ma ancora una volta, anche se con un po' di difficoltà, lui riesce ad uscirne, lasciando comunque uno sguardo un po' confuso sul viso di mio padre e di Carole.

Dopo pochi istanti, non contento, comincia a riempirlo di domande riguardanti la sua vita; nonostante sia maledettamente curioso di sentire le sue risposte, faccio di tutto per toglierlo da quella situazione.
Immagino che non sia per niente contento di parlare di sé con noi, sa che con me può farlo, ma solo quando se lo sente.
 
Cerco quindi di spostare l'argomento su altro, ma ancora una volta non riesco nel mio intento.
 
Gli chiede chi sono i suoi genitori, perché magari potrebbe conoscerli, lui risponde con tono tranquillo e con mia sorpresa non sembra troppo a disagio.
 
Poi gli chiede delle scuole che ha frequentato e a quel punto intervengo con tono di rimprovero dicendo:

"Papà, non pensi di essere un po' inopportuno? Blaine si sentirà come se fosse sotto interrogatorio, lasciamo un po' respirare, ok?"
 
Dallo sguardo di mio padre capisco che non pensava di stare facendo qualcosa di male e allora con una scrollata di spalle dice:
 
"Non pensavo di metterti a disagio, scusami Blaine, non era mia intenzione farti un interrogatorio."
 
A quel punto con mia grande sorpresa sento la voce del diretto interessato dire:
 
"Non c'è problema, non preoccuparti Kurt."
 
Mi volto a guardarlo e gli leggo negli occhi qualcosa che sembra voler dire che davvero non c'è problema, che va tutto bene e che può rispondere tranquillamente.
 
Continuo ad essere stupito ma lo guardo come per dire come vuoi, se si sente libero di parlare, chi sono io per impedirglielo?
 
Risponde come se fosse completamente a suo agio; e così è lui quello che ora si sta scoprendo pian piano.
Ringrazio mentalmente mio padre, perché anche se inconsapevolmente, mi sta dando l'opportunità di conoscerlo meglio.
Mi fa uno strano effetto sentirlo raccontare della sua vita, scoprire quelle piccole cose che possono sembrare insignificanti, ma che per me valgono molto. 
 
Non sono cose così private e intime, ma in un qualche modo mi fanno sentire più vicino a lui; ed è come se dopo averlo sentito raccontarsi, cercando di contenere l'adorazione che probabilmente emanava il mio sguardo, mi sentissi più pieno e anche un po' contento di aver conosciuto un'altra piccola parte di lui.
Da quel suo racconto, con mia enorme sorpresa, scopro cose molto interessanti, come per esempio che anche lui cantava nel club della sua scuola e che ne è stato addirittura il leader per un po'.
 
Sapere che abbiamo una cosa in comune e soprattutto questa cosa in comune, mi mette di buon umore e penso subito a come sarebbe sentirlo cantare. 
 
Forse anche lui ne sa qualcosa di questo mondo, probabilmente è per questo che è riuscito a cavarsela con certe domande di mio padre.
 
A quella sua frase, Finn sembra svegliarsi dopo uno stato di dormiveglia e per la prima volta, fa qualcos'altro oltre che mangiare.

Comincia anche lui a fare domande, curioso di scoprire per esempio, se per caso il glee club, si fosse mai trovato in competizione con il suo.
 
Ma ad un tratto lo sguardo di Blaine cambia completamente, si riempie di tristezza, di buio e di malinconia, prima di dire, che sì, è successo, ma che lui quell'anno non partecipò perché aveva lasciato il club qualche mese prima.
 
Prima che Finn gli possa chiedere il perché, mi alzo e cerco di distrarlo parlando del dessert.
Non so perché, ma sento che quella domanda è pericolosa e ho la sensazione che Blaine non abbia assolutamente intenzione di rispondere se gli venisse posta.
 
Lo guardo e mi rendo conto che sembra essersi perso in chissà quali pensieri e ricordi e ho il sentore che si sia chiuso in stesso. 
 
Dopo qualche secondo chiede di poter andare al bagno mentre io e Carole andiamo in cucina.
 
Appena rimaniamo soli, senza troppi giri di parole la mia matrigna, dice:
 
"Sono proprio contenta che tu abbia trovato finalmente un ragazzo."
 
La guardo strabuzzando gli occhi e preciso immediatamente che non è assolutamente il mio fidanzato.

"Dai Kurt, a me puoi dirlo..." dice ammiccando.
 
"Carole, se vuoi posso giurartelo, è solo... un amico" rispondo allora.
 
"Sarà, ma ciò non toglie che è così carino ed educato, fareste proprio una bella coppia" mi dice.

"Comunque non lo siamo e mai lo saremo" dico convinto.
 
"Perché sei così drastico? Non dirmi che è etero, perché non ci credo!" dice sorridendo.
 
"E' gay, ma ho le mie buone ragioni" rispondo.
 
"Io non ci scommetterei più di tanto, ho la sensazione che non vi guardate semplicemente come si guardano due amici" dice sorprendendomi.
 
"Beh, ti sbagli" rispondo velocemente, forse anche troppo, tanto che Carole mi guarda con aria ancora più insospettita.
 
"Se lo dici tu” mi dice con poca convinzione guardandomi come se volesse dire invece che lei non sbaglia mai su queste cose.
 
Per non prolungare ulteriormente quella conversazione torno in sala da pranzo, ignaro che Blaine abbia appena avuto una conversazione con mio padre e Finn, piuttosto simile a quella che ho appena avuto io con Carole.
Anzi, ancora più incalzante ed invadente, se si considera il fatto, che gli è stato ordinato, di non farmi soffrire per nessuna ragione al mondo, altrimenti se ne sarebbe pentito amaramente.
 
Dopo aver chiacchierato ancora per un bel po', anzi dopo che tutti tranne Blaine, che è diventato sempre più silenzioso ed io sempre più intento a guardarlo, hanno chiacchierato; e dopo che io ho dato una mano a Carole in cucina, è arrivato il momento di darci la buonanotte.

Mio padre dice di non aver bisogno di aiuto per mettersi a letto, che ci penserà sua moglie, Finn esce a bere qualcosa con un suo amico, quindi io e Blaine in silenzio ci dirigiamo soli verso il piano superiore.

Quella bella sensazione che mi aveva lasciato quella piacevole serata, è scomparsa per lasciare spazio alla tristezza che mi riempie guardando Blaine ora.

Qualcosa che ha ricordato durante tutte quelle domande lo ha ridotto così e il dolore che leggo nei suoi occhi ora, fa male anche a me.

Arrivati davanti alla mia porta, mi fermo e lo ringrazio per essere stato così disponibile e per la piacevole serata.

Lui sembra aver perso l'uso della parola, come se avesse un groppo in gola che gli impedisca di parlare e dopo parecchi istanti, si sforza di fare uscire un:

"E' stato un piacere".
 
Gli auguro la buonanotte, ma sembra che nessuno sia intenzionato a muoversi. Forse perché entrambi sentiamo il bisogno di dormire ancora una volta insieme, ma entrambi vorremmo che fosse l'altro a proporlo.
 
Continuiamo quindi a guardarci negli occhi, finché non leggo forte e chiaro nei suoi un bisogno di conforto e una specie di richiesta d'aiuto.
 
Senza dire una parola e senza pensare troppo gli prendo la mano e lo invito a seguirmi in camera mia. 
 
Una volta entrati, gli dico di aspettarmi lì, vado in camera sua a prendergli ciò di cui ha bisogno e glielo porgo dopo poco.

Senza imbarazzo, entrambi ci spogliamo e indossiamo i nostri rispettivi pigiami, poi come se fosse la cosa più naturale del mondo ci distendiamo nel mio letto e ci avviciniamo sempre di più fino a rifugiarci l'uno nelle braccia dell'altro.
Ci addormentiamo così, con i corpi allacciati, come se in quel momento nient'altro avesse importanza, come se in quel momento non avessimo bisogno di nulla se non di quello.
 
 
 

"Chissà per quale azzurra volontà
in quell'istante hai detto alla mia anima
che volevi la luna come me
e con il suo infinito andare via
il tempo ci ha concesso solo un attimo
per fermare la corsa e per
scendere qui
da questa malinconia
regina di un falso vivere.
Abbracciami,
lascia che il cielo
s'innamori un po' di noi,
riscaldami
stanotte è freddo
come non è stato mai.
Abbiamo solo questa eternità
per raccontarci tutti i nostri lividi
ma restiamo in silenzio io e te
perfetti sconosciuti in sintonia,
due linee parallele che si incontrano
sulla giostra del mondo che passa
di qui
scordando la sua follia,
padroni di un altro vivere.
Abbracciami,
stanotte è un sogno
che facciamo solo noi.
Abbracciami
e il mio corpo sarà il tuo,
riaccendimi la vita.
Abbracciami
perché domani è adesso 
e ricordati
che in questo perdersi
esistiamo solo noi."
 
 

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Note:
*C. Ruìz Zafòn
La canzone è "Abbracciami" - Marco Masini  http://www.youtube.com/watch?v=-oyQRZsJoqg (ho eliminato due frasi)
 
Capitolo ancora una volta abbastanza lunghino, ma non potevo dividerlo. Chiedo scusa a chi l’ha trovato troppo pesante e interminabile.
  
Non ho potuto fare a meno di inserire il dialogo di Burt e Kurt tratto dall’ultima puntata di glee, mi ha fatto venire la pelle d'oca e mi ha fatto stringere il cuore, per me è stata una delle parti più belle ed emozionanti della puntata... *_*
 
Per quel che riguarda la canzone, non la conoscevo fino a qualche giorno fa, ma appena l’ho sentita per caso, non ho potuto fare a meno di pensare a loro e quindi di inserirla.
 
Spero non vi sia dispiaciuto troppo il fatto che anche in questo capitolo, Kurt e Blaine non abbiano avuto il modo di interagire molto.
Ma questo era necessario.
Comunque in capitoli simili, cerco in ogni caso di dedicargli piccoli spazi solo per loro, come ho fatto in quello scorso con lo scambio degli sms e qui con quei brevi momenti in cui sono rimasti soli.
Spero li abbiate comunque apprezzati.
 
Ancora una volta non posso non ringraziare infinitamente tutte le persone che hanno letto anche questo capitolo, quelle che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ ricordate e a tutte quelle che mi lasciano meravigliose recensioni dedicando qualche minuto a me e a alla storia!
E grazie anche a chi, lasciandomi di stucco, mi ha aggiunto tra i suoi autori preferiti!
Grazie davvero a tutti!!
Ciao!
 

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Capitolo 24
*** 24 ***


Mi sono svegliato con la sensazione che mancasse qualcosa e infatti appena ho aperto gli occhi mi sono trovato solo a letto, mi chiedo subito perché Blaine sia tornato in camera sua. 
Spero di non aver frainteso ieri sera, ero convinto che volesse dormire con me quanto io con lui, comunque cerco di non essere paranoico come sempre e mi dico che probabilmente lo ha fatto per non rischiare che qualcuno ci trovasse insieme come è successo con Finn.
 
Mentre mi alzo dal letto mi rendo conto che mi sento bene come non mi succedeva da tempo, è sempre così piacevole passare la notte tra le sue braccia. 
A dire la verità è piacevole passare ogni minuto con lui e con un po’ di tristezza penso già a quando tutto questo finirà, a quando torneremo ognuno nella propria casa e ci vedremo solo per divertirci un po' insieme.
 
Non c’è voluto molto ad abituarmi alla sua presenza e nemmeno a dormire insieme a lui e per un attimo non posso fare a meno di pensare a come sarebbe svegliarsi così ogni giorno.
Cerco però di scacciare immediatamente quello stupido pensiero dalla mia mente e, con quella piacevole sensazione di serenità che mi scalda il cuore, vado a prepararmi per affrontare una nuova giornata, sperando che presto si svegli anche lui in modo da poter passare un po' di tempo insieme.
 
Quando però è passata ormai un'oretta e ancora non c'è traccia di lui inizio a preoccuparmi. Cerco di non agitarmi per nulla ma ho uno strano presentimento quando, mezz'ora dopo, decido di andare a bussare alla porta della sua stanza.
 
Dopo averlo fatto per diversi minuti e non aver ottenuto risposta, l’apro lentamente e mi sporgo pian piano con lo sguardo rivolto verso il letto.
 
Rimango immobile e di stucco quando mi accorgo che la camera è vuota e che non c'è più nulla che segni il suo passaggio qui. Non c’è più traccia di Blaine.

Con una lentezza spaventosa e con il fiato sospeso entro e mi dirigo verso l'armadio per aver un ulteriore conferma di ciò che penso.
 
E' vuoto, non c'è più alcun dubbio, Blaine ha lasciato la casa. Il mio cervello parte in quarta cercando di elaborare scuse possibili per quel suo comportamento mentre il  mio cuore comincia a stare sempre più male.
 
Provo a cercare un motivo che lo abbia praticamente fatto scappare durante la notte, quando nessuno avrebbe potuto vederlo, quasi come se fosse un ladro.
 
E per un attimo penso che in effetti, pensandoci bene, qualcosa lo ha rubato davvero, ha portato qualcosa con sé, qualcosa di mio, qualcosa di prezioso e di troppo fragile, qualcosa che involontariamente ho messo nelle sue mani, qualcosa che forse non meritava affatto.
 
Possibile che abbia sbagliato di nuovo nel giudicarlo, possibile che il vero Blaine sia soltanto un bastardo e che non abbia nulla a che fare con quello che soltanto ieri sera ha cenato con me e con la mia famiglia quasi come se ne facesse parte?
 
Inizio a sentire una forte sensazione di abbandono ma cerco di non cedere. Non voglio e non devo dargli la soddisfazione di soffrire, non vale la pena piangere per qualcuno che non lo merita mi ripeto mentre sento le lacrime spingere prepotentemente per uscire.
 
Poi perché mi sento così ferito in fondo non mi aveva promesso nulla. Perché sto così male, non era forse solo un mio amico di letto?

Non prendiamoci in giro, questo misto di sensazioni che sto provando in questo momento mi fa capire come non mai che è molto di più di quello per me.
 
Mi rifugio in camera mia e cerco di calmarmi mentre penso a cosa dirò alla mia famiglia e come farò a nascondere quanto ci sia rimasto male dalla sua partenza.

Ci sto ancora pensando quando ad un tratto mi arriva un sms, a quel suono il cuore sobbalza e comincia a battere più forte.
 
Con molta lentezza afferro il cellulare dal comò e con il fiato sospeso leggo il nome del mittente.

Il cuore saltella quando leggo il suo nome e una strana sensazione di angoscia e di paura mi assale.
 
Mi sento come se non avessi il coraggio di leggere ma cerco di comportarmi da adulto quale sono. 
 
Sospiro pesantemente e premo il tasto per leggere:
 
"Hey Kurt, scusami se sono andato via così. Ho ricevuto una chiamata dall'agenzia e sono dovuto partire subito... mi dispiace non aver avuto l'occasione di salutare la tua famiglia... ringraziali per l'ospitalità da parte mia. Ci sentiamo al tuo ritorno... se vorrai..." 
 
Rileggo ripetutamente quelle parole che trovo talmente formali e fredde che mi gelano il cuore. 
Certo, è partito per lavoro, è chiaro, è più importante un cliente di me. In fondo i clienti lo pagano e non gli creano problemi come invece faccio io.
 
Quel messaggio mi fa sentire ancora peggio di quanto non stessi prima di sapere il motivo della sua fuga però cerco di non lasciarmi sopraffare dalle emozioni che stanno per travolgermi.

Deglutisco ripetutamente e cerco di mandare giù anche questo dispiacere, in fondo è la cosa che faccio più spesso. Avrò imparato a farlo, no?
 
Come ho fatto tante volte indosso la classica maschera per nascondere il mio reale stato d'animo e con uno dei sorrisi più falsi che abbia mai fatto in vita mia, vado ad avvertire la mia famiglia della sua partenza improvvisa.

Penserò poi più tardi come rispondere al suo messaggio, è meglio che non lo faccia subito perché potrei dire cose di cui pentirmi se lo facessi ora, lo farò quando avrò sbollito un po' la rabbia e quando il cuore mi farà un po' meno male.
 
Con la mia famiglia m’inventerò qualcosa, gli dirò che è stato chiamato per un provino o qualcosa del genere, poi prometterò a me stesso che non parlerò più di lui e che cercherò di pensarlo il meno possibile.
 
Anche se so benissimo che non sarà facile toglierlo dai miei pensieri, non si dice forse che non si può cancellare qualcosa dalla mente se ormai è incisa nel cuore?*
 

 ********

 
E' passato parecchio ormai da quando ci siamo messi a letto  ma ancora non riesco a prendere sonno, ho troppa confusione nella mente e nel cuore e il fatto di avere il suo corpo così vicino al mio non mi aiuta per niente.
 
Mi sposto un pochino per guardarlo ma continuo a tenerlo tra le braccia, sta dormendo.
Ha la testa appoggiata sul mio petto, la bocca appena socchiusa e un'aria serena e tranquilla; più lo guardo più mi rendo conto che potrei stare ore e ore a guardare quel volto angelico che so, non potrei dimenticare mai più. Gli sposto una ciocca di capelli dalla fronte e continuo ad ammirarlo.
 
Non so come, non so esattamente quando sia successo e non so perché ma so che ormai mi è entrato dentro, dentro alla testa e dentro al cuore e da quando è successo è come se mi sentissi più completo.
 
Erano anni che mi sentivo vuoto, come se dentro di me avessi una lacuna, come se quel lacerante dolore che ho provato dopo quello che è successo mi avesse lasciato un buco enorme nel cuore, uno spazio vuoto che ero convinto non sarebbe stato mai più riempito da niente e nessuno. 
 
Fino a non molto tempo fa mi sentivo come se il mio cuore fosse come un puzzle con un grosso pezzo mancante e ormai mi ero abituato e mi ero rassegnato al fatto che non l'avrei mai più trovato.
 
Poi qualcosa è cambiato, io sono cambiato e mi sono reso conto che in fondo non mi ero mai rassegnato davvero e che desideravo ardentemente che quel vuoto venisse colmato e che finalmente il mio cuore si sarebbe riempito di nuovo.
Ed è proprio in questo momento, guardando il suo viso e sentendo il suo calore, che mi rendo conto di non sentire più quella terribile sensazione di vuoto che da tempo mi attanagliava il petto, o quella perenne di mancanza, di incompletezza, di assenza che ormai faceva parte della mia quotidianità, oppure quella di non sapere più come si fa a respirare o a vivere.

Più lo osservo più sento il cuore riempirsi di nuove e piacevoli sensazioni, mi sento come se avessi improvvisamente trovato qualcosa che inconsapevolmente stavo cercando da tempo, forse da sempre. 
Come se avessi finalmente trovato una ragione per continuare ad alzarmi ogni mattina pensando che la vita non è poi così orribile. Come se stessi pian piano imparando per la seconda volta a camminare, a parlare, a muovermi e soprattutto a provare un sentimento di affetto, o di qualunque cosa sia per qualcuno.
 
Kurt mi riempie, mi fa sentire completo, forte, sicuro come non mi sono mai sentito. 
 
Lo guardo e non posso fare a meno di sorridere teneramente, quel suo volto angelico lo fa sembrare ancora un ragazzino e mi rendo conto come non mai di trovarlo adorabile.
 
Sì, lo adoro. Adoro tutto di lui. Adoro il suo essere speciale, il suo essere unico; adoro ogni diversa sfaccettatura del suo carattere, ogni micro espressione del suo viso, ogni piccola sfumatura dei suoi occhi limpidi, penetranti e meravigliosi e trovo dannatamente adorabile il fatto che ancora arrossisca per un complimento o quando è in difficoltà, e il fatto di avere questo potere su di lui mi fa sentire bene.
 
Oh e poi adoro anche ogni singola parte del suo corpo. Quel corpo che ho avuto solo io il privilegio di toccare, quel corpo che mi fa impazzire e che vorrei possedere in ogni senso.
Quel corpo ancora incontaminato e puro che vorrei rimanesse solo e soltanto mio.
 
Dio quanto sono patetico, non riesco a trovare una sola cosa di lui che non mi piaccia e che non mi faccia impazzire. 
 
Dopo la cena di stasera ho scoperto cose parecchie interessanti che lo riguardano e sono riuscito ad inquadrarlo meglio, ho visto una parte di lui che ancora non conoscevo e tutto ciò che ho avuto la fortuna di vedere non ha fatto altro che alzare ancora di più l'alta opinione che avevo di lui e non ha fatto altro che farmelo adorare ancora di più.
 
Ed è questa consapevolezza che mi ha fatto capire che sono pericolosamente vicino al limite, che basterebbe davvero poco per cadere ed io non sono pronto a rischiare.

Non ce la faccio, è più forte di me. Se cadessi di nuovo potrei farmi molto male e se succedesse come potrei trovare la forza di rialzarmi ancora una volta?

Come potrei sopportare di nuovo una cosa del genere? Non potrei.
 
Continuo a guardare Kurt e più penso a ciò che provo per lui più mi sento mancare il respiro.
Ad un tratto immagini confuse di momenti passati con lui e con la sua famiglia mi attraversano la mente, rivedo Burt farmi promettere che non farò mai del male a suo figlio, rivedo Carole guardarmi con la tipica espressione di chi è riuscito ad andare oltre e a capire cosa provi nonostante tu cerchi di nasconderlo.

Mi risuonano incessantemente nelle orecchie le parole di mia madre, di Burt, di Finn, di Kurt... dio, sento che mi sta scoppiando la testa.
 
Vorrei urlare per fare cessare questo immenso caos che sta prendendo il controllo della mia mente, frastornato mi allontano da Kurt cercando di non svegliarlo.
 
Ripenso ai momenti passati con lui, al suo sorriso che è capace di sciogliere un ghiacciaio, a quei suoi occhi capaci di scrutarti dentro fino a farti sentire nudo, al suo modo di essere, capace di mandare in frantumi tutto ciò che tu credi di essere.
 
Mi concentro su ciò che sta succedendo in questo momento e mi guardo intorno. Sono nella sua stanza, nel suo letto, nella sua casa, ho passato una piacevole serata con la sua famiglia.
 
Santo cielo, cosa sto facendo? Come ho potuto spingermi così oltre? Perché è stato così dannatamente facile? 
 
Dio Kurt perché sei entrato nella mia vita? 
 
Sono sempre più confuso mentre sento il mio corpo cominciare a tremare. Mi alzo dal letto, continuo a guardarmi intorno e ad un tratto è come se quella camera fosse diventata troppo piccola, mi manca l'ossigeno, mi sento soffocare, devo uscire immediatamente.
 
Vado nella camera degli ospiti e cerco di tornare a respirare regolarmente ma la situazione peggiora, comincio a sudare, ad avvertire una forte sensazione di nausea e sento il cuore battere spaventosamente forte.
 
Cerco di calmarmi e di raggiungere il letto mentre sento che potrei perdere l'equilibrio da un momento all'altro a causa di tremendi capogiri.
Mi sento stordito, come se non riuscissi più a coordinare i miei pensieri, sento la bocca secca e avverto un desiderio impellente di piangere.
 
Una volta buttatomi sul letto inizio a muovere le gambe con irrequietezza per cercare di combattere quel senso d’intorpidimento e di formicolio; poco dopo inizio a perdere la concezione del tempo e dello spazio, mi sento come se avessi un grosso peso alla gola che mi bloccasse il respiro e qualche istante più tardi non sono davvero più in grado di pensare ed è come se avessi perso la percezione del mio stesso corpo.
 
Passo i successivi minuti a cercare di combattere quello che solo dopo capirò, essere un attacco d’ansia in piena regola. 
 
Provo a concentrarmi su Kurt, come se fosse il mio punto fermo, la mia ancora di salvezza, il mio salvagente ed è solo pensando al suo sorriso dolce, al suo modo di confortarmi, al suo modo di farmi sentire bene, che pian piano riesco ad uscire da quel tremendo tunnel buio nel quale sono entrato.
 
Ci vuole un po' di tempo prima che mi riprenda completamente e una volta fatto non posso fare a meno di pensare che, ironia della sorte, Kurt è stato la causa di questo mio malessere, ma è stato anche la mia salvezza. E' solo grazie a lui che sono riuscito ad uscire dal baratro prima di finirci completamente.

E capisco che c'è chi ti ruba l'aria e chi te la restituisce, dosandola in quel modo così perfetto da insegnarti a respirare.
 
Lui è capace di fare entrambe le cose.
 
La consapevolezza di quanto io, quindi, dipenda da lui mi spaventa terribilmente ed è l'ultima goccia che fa traboccare il vaso, è l'ultima cosa di cui avevo bisogno per prendere una decisione.
 
Non sono pronto a reggere questa situazione, devo mettere fine a tutto questo prima che sia troppo tardi.
 
Passo una buona mezz'ora a riflettere prima di decidere cosa farò, poi con il cuore dolorante faccio quello che è giusto fare, scelgo il male minore e con una forte sensazione di sconfitta preparo i bagagli, non prima, però, di aver telefonato ai miei genitori chiedendogli di venirmi a prendere qui a Lima, nonostante manchi poco più di un'ora all'alba.
 
Ho deciso, non posso più stare qui, devo allontanarmi da questa casa, da questa famiglia, devo allontanarmi da Kurt. Se stai troppo vicino al fuoco non rischi di scottarti?
Ed io ho troppa paura di rimanere ustionato, ho maledettamente paura che una nuova cicatrice si imprima sul mio cuore.
 
Starò qualche giorno dai miei genitori, poi tornerò a casa mia sperando che tutto questo serva a farmelo dimenticare almeno un po'. 

Sento però il bisogno di vederlo un'ultima volta e sperando con tutto il cuore che non si svegli, torno in camera sua e mi avvicino al letto.
Lo guardo mentre sento le lacrime pungermi gli occhi e una fitta dolorosa stringermi il petto, ed è proprio questo che mi fa capire che sto già soffrendo ora e fa già troppo male così, non posso rischiare di stare ancora più male.
 
Mi avvicino sempre di più e rimango a guardarlo, voglio imprimermi nella mente quell'immagine per non dimenticarla ma più e per ancorarmi ad essa quando mi mancherà così tanto da non riuscire a respirare, perché so che succederà.
 
Perdonami Kurt, ti prego perdonami per essere così vigliacco, per essere così spaventato da ciò che provo per te. Perdonami per non essere abbastanza coraggioso da rischiare, perdonami per tutte le volte che il mio comportamento ti ha confuso e ti ha illuso.
 
Perdonami per essere così codardo da scappare il più lontano possibile da te, perdonami se sono così terrorizzato dall'intensità di ciò che provo quando sono con te che a volte desidero che non fossi mai entrato nella mia vita.
Perdonami se ti rinnego, perdonami Kurt, perdonami per tutto ciò che di sbagliato ho fatto con te.
Sappi che non era mia intenzione, sappi che non potrei mai fare del male volontariamente ad una meravigliosa creatura come te e scusami se ora sento soltanto il bisogno di fuggire. 

Mi avvicino al suo viso e sento un disperato bisogno di poggiare le labbra sulle sue ma non posso rischiare, quindi, mentre sento le lacrime ormai scendere sul mio volto, gli accarezzo leggermente una guancia per sentire ancora una volta la sua pelle sotto la mia e con il cuore in frantumi gli rivolgo un ultimo sguardo prima di uscire da quella porta e forse per un po' anche dalla sua vita.
 
Cerco di fare meno rumore possibile mentre mi avvio verso la porta principale dando un ultimo sguardo a quel luogo in cui mi sono sentito spaventosamente a casa.
Mi sento terribilmente in colpa per ricambiare in questo modo l'ospitalità di questa meravigliosa famiglia, meritavamo un ringraziamento completamente diverso ma sono solo un vigliacco, non posso fare diversamente.
 
Con un piccolo scatto mi chiudo quella porta alle spalle sperando di aver chiuso anche quest'ultimo capitolo della mia vita. 
 
Con le lacrime che continuano a cadere aspetto i miei genitori mentre cerco di ignorare quella vocina insistente che mi urla di tornare indietro e di non lasciar scappare quella felicità che forse solo lui può darmi.
 
Sono ormai in auto da venti minuti, i miei non hanno fatto altre domande da quando gli ho chiesto, subito dopo essere salito in macchina, di non farlo e che detto che gli avrei spiegato la situazione più tardi.
Sono distrutto, ho un terribile mal di testa e mi sento sempre più confuso. Ho decisamente bisogno di dormire ed è proprio ciò che faccio una volta arrivati a casa.
 
Mi sveglio qualche ora dopo con una tremenda sensazione d’inquietudine e di angoscia nel petto ma continuo a ripetermi che ho fatto la scelta giusta, e che quello che sento ora, non è niente paragonato a ciò che avrei potuto sentire se fossi rimasto con lui.
 
Chissà se si è già accorto della mia assenza, ora non sono pronto ma più tardi devo assolutamente mandargli un messaggio e inventarmi qualcosa per la mia improvvisa partenza.
 
Mi sento uno straccio, mi faccio una doccia sperando che mi aiuti a riprendermi un pochino.
Quando mi sento un po' meglio decido che è arrivato il momento di parlare ai miei, si meritano una spiegazione, gliela devo.
 
Mio padre però è già al lavoro ed il fatto di parlare solo con mia madre mi aiuta a lasciarmi andare di più e mi ritrovo a raccontargli tutto. 

Gli parlo di Kurt, di come mi fa sentire, di quanto meraviglioso sia, della sua famiglia e soprattutto di quanto io sia spaventato da tutto ciò.
 
Gli dico che ho una tremenda paura di soffrire ancora e che dopo ciò che è successo non sarei sicuramente più in grado di alzarmi.
 
So bene cosa si prova quando ti cade il mondo addosso e ho paura che possa succedere di nuovo.
Mi ricordo perfettamente come mi sentivo subito dopo quella tragedia, era come se fossi schiacciato sotto delle macerie, come se avessi soltanto una piccola fessura attraverso la quale poter respirare, come se cercassi di liberarmi, di spostare quei massi ma essendo troppo debole non riuscissi a trovare la forza necessaria per farlo.

Sapevo che c'erano persone che mi tendevano la mano per che cercare di tirarmi fuori, ma non era abbastanza, ero consapevole che per uscire veramente soltanto io avrei dovuto trovare la spinta necessaria. 
Allora sono rimasto giù, scappando da quella che era la mia vita e allontanandomi anche dalle persone che amavo, come i miei genitori.

Dopo avermi ascoltanto mia madre mi dice che in alcuni casi vale la pena rischiare di cadere ancora ma io che non ne sono convinto cerco di far valere le mie ragioni:
 
"E' che sono stanco, mamma. A forza di cadere, a forza di stringere i denti, arriva il punto in cui ormai senti di non avere più le forze, il punto in cui senti che sarebbe più facile e meno doloroso rimanere a terra.

"Ma credo che finché avrai anche solo un piccolissimo appiglio al quale appoggiarti per rialzarti, finché, avrai una mano pronta a tirarti su e soprattutto finché avrai la volontà di rialzarti davvero, finché avrai quel qualcosa dentro che ti darà la forza di non mollare, forse riuscirai a rialzarti" mi risponde con gli occhi lucidi.

"Sì, ma dopo ogni caduta, ti rialzi sempre con più fatica, con più sofferenza, perché, probabilmente le ferite delle precedenti cadute, non si saranno ancora rimarginate e difficilmente lo faranno. Sicuramente a forza di cadere, non riesci più a camminare come prima ma zoppicherai, sarai più debole, sarai più stanco, ed io non so se sono in grado di affrontare tutto questo" dico con tono triste.

"Questo è vero ma se invece ti lascerai andare, se non combatterai, se non troverai niente e nessuno pronto a sostenerti, credo che riuscirai a reggerti in piedi davvero per poco e credo che quel qualcuno tu lo abbia trovato, perché vuoi rischiare di perderlo? 
E' questo ciò che devi pensare, non devi avere paura di cadere, devi aver paura di perdere un qualcosa che non tutti sono così fortunati di trovare.
Lo sai anche tu Blaine, so che hai paura, so che potrebbe fa male ma se solo ascoltassi il tuo cuore capiresti da solo qual è la scelta giusta" dice con tono commosso.
 
"E' proprio questo il punto, non voglio ascoltare il mio cuore, perché dovrei farlo se so che qualunque cosa mi dirà mi farà soffrire?
 
"Perché non riuscirai mai a farlo stare zitto. E per quanto tu finga di non ascoltare ciò che dice sarà sempre nel tuo petto e continuerà a ripetere quello che pensa.
Se tu saprai ascoltarlo bene non ti tradirà mai, perché conoscerai i tuoi sogni e i tuoi desideri e saprai fronteggiarli.
Nessuno riesce a sfuggire al proprio cuore, quindi è meglio ascoltare ciò che dice" ** mi dice riuscendo ad abbattere un po' le mie convinzioni.
 
"Non so se sarò mai in grado di farlo o se la paura m’impedirà di ascoltarlo completamente" sussurro.
 
"Di cosa hai paura esattamente Blaine?" mi chiede.

Sento il respiro bloccarsi per un attimo poi rispondo sinceramente:
 
"Ho paura di innamorami..."
 
"Quindi pensi ci sia questa possibilità?" mi chiede.
 
Oh dannazione se c'è.

"Sì..." mi limito a rispondere con un sussurro.

"Quindi hai paura di perdere Kurt prima ancora di averlo veramente?" mi chiede tentando veramente di capirmi.
 
Sono tante le mie paure a dire la verità.
 
"Ho paura di innamorami, poi ho paura che lui non possa mai ricambiare ma se per una qualche strana ragione dovesse farlo, sì, ho paura di quanto starei male se lo perdessi" rispondo rendendomi conto che, a dirlo ad alta voce, suona piuttosto stupido e patetico.

"Il timore di perdere la persona a cui tieni di più non dovrebbe indurti a rinunciare all'amore. Perché guardi a destra e a sinistra prima di attraversare la strada? Per paura di essere investito. Eppure continui ad attraversare la strada." *** mi dice cogliendomi di sorpresa.
 
"Hai forse paura che sia troppo bello per essere vero?" mi chiede ancora.

"No, non credo..." sussurro.
 
"Hai forse paura di essere felice perché senti che non sarebbe giusto dopo ciò che è successo? Perché ti sentiresti in colpa nei suoi confronti, come se gli stessi facendo un torto?" chiede stupendomi.
 
"Blaine ti ho ripetuto mille volte che non è colpa tua, quando lo capirai? 

Ti prego figliolo, sei giovane, devi cercare di superare ciò che è successo, non puoi vivere ancorato al passato per sempre, così facendo non avrai mai un futuro.
Meriti una seconda possibilità, meriti una vita migliore, meriti di avere accanto a te una persona capace di renderti felice, ti prego non è essere così stupido da lasciartela scappare se pensi di averla trovata.
 
"Non so se l'ho trovata, come posso capire se è davvero quella giusta?" chiedo con voce spezzata dall'emozione.
 
"Forse non potrai mai saperlo, sai quando si è infatuati o innamorati di qualcuno lo vediamo come se fosse la nostra anima gemella, come se avessimo la certezza che sarà il nostro unico grande amore ma non è detto che sia così e non puoi sapere cosa potrà succedere in futuro, ma è proprio per questo che devi cogliere al volo l'opportunità di scoprilo.
 
Se hai trovato una persona che ti fa sentire come nessun altro riesce a fare, allora devi darti una possibilità, non puoi rischiare di perdere l'occasione di essere felice o almeno di provare ad esserlo" mi dice stringendomi una mano.
 
Sospiro pesantemente, in questo momento mi sento così confuso e impaurito, non riesco a pensare con lucidità, ho bisogno di tempo per decidere cosa voglio davvero. 
 
Lei mi guarda insistentemente e mi chiede:
 
"C'è qualcos'altro vero? Di cos'altro hai paura Blaine?"
 
Ci penso un attimo prima di confessargli cos'altro mi spaventa terribilmente, poi a questo punto decido di essere completamente sincero.
 
"E' che... lui è così speciale, che mi sento in colpa anche soltanto a pensare che forse potrei innamorarmi di lui, io che sono... una nullità, io che non sono mai riuscito a fare qualcosa di buono nella mia vita.
E' che semplicemente non sono alla sua altezza, lui merita molto di più, tutto quello che io non posso dargli" dico con un groppo alla gola.
 
Mia madre mi guarda con sguardo colpevole e triste, prima di dirmi:
 
"Non dire mai più una cosa del genere, è chiaro? 

Tu vali molto di più di quanto credi e mi dispiace se io e tuo padre abbiamo contribuito in passato a farti avere questa opinione di te stesso. Tu non sei affatto una nullità e sono convinta che questo ragazzo la pensi come me, altrimenti non ti avrebbe mai accolto e ospitato così in casa sua.
Vorrà dire qualcosa, no?"
 
In effetti Kurt è così diffidente che se mi ha permesso di andare appena un po' oltre, forse significa che in qualche modo significo qualcosa per lui. 
Ma non ha più importanza, se fosse così dopo ciò che ho fatto oggi cambierà idea.
 
Dopo aver parlato ancora un po' con mia madre e averla ringraziata per la chiacchierata mi rifugio in camera mia e cerco di fare luce su tutta la situazione, non prima però di aver mandato un messaggio a Kurt.
 
Impiego un po' di tempo per decidere cosa scrivergli, poi con il cuore pesante premo il tasto per inviarlo.
 
Ho cercato di essere formale e di nascondere quanto mi sia costato scappare da quella casa. Mi sento un verme per avergli mentito spudoratamente riguardo all’agenzia ma è l'unica scusa che mi è venuta in mente non potendo dirgli la verità. Penso che non avrà problemi a credermi.
 
Lo rileggo più volte e mi accorgo di quanto gli sembrerò distante e freddo ma va bene così, è proprio questo che volevo... o forse no. 

Aspetto con il fiato sospeso una risposta che tarda parecchio ad arrivare. Sono ormai sicuro che non mi risponderà quando mi rendo conto che sono passate ore.
 
Mi chiedo cosa penserà di me, chissà se sarà rimasto indifferente alla mia improvvisa partenza oppure se sarà deluso o arrabbiato. 
 
Non so cosa preferirei, la cosa più importante è che non vorrei che soffrisse, ma se non lo facesse, significherebbe che non gli importa nulla di me.
 
Sì, per quanto mi faccia male, preferisco che non stia soffrendo a causa mia, fargli del male è l'ultima cosa che vorrei. Ed è l'ultima cosa che merita, vorrei con tutto il cuore che fosse felice, se sapessi cosa fare, farei qualunque cosa per renderlo tale.
 
Vorrei che quello sguardo triste e spaventato che spesso ha, scomparisse per sempre per lasciare spazio a quello sguardo caldo, luminoso e sereno in cui mi perderei per ore e ore.
 
Se potessi vorrei impedire anche ad una sola lacrime di scendere da quei meravigliosi occhi cangianti e vorrei che da quelle dolci labbra nascesse sempre e solo quel sorriso che ha il potere di arrivarmi dritto al cuore e scaldarmelo.
 
Quando penso all'effetto che mi fa mi sento così stupido. Sembro un ragazzino immaturo alle prese con la sua prima cotta. 
Ma forse è la mancanza di esperienze, è il fatto di non aver mai provato qualcosa di così intenso e di così speciale, è il fatto di aver saltato dei passaggi importanti che credo, ogni adolescente dovrebbe fare, che mi fanno sentire come se ancora lo fossi.
 
Sono perso da ore in questi pensieri quando ad un tratto un suono proveniente dal mio cellulare mi fa sobbalzare. Lo afferro immediatamente e quando leggo l'avviso di un suo messaggio sento il cuore in gola e senza aspettare un solo secondo lo leggo con il fiato sospeso.
 
"Tranquillo, non c'è bisogno di ringraziarli ma lo farò. Ci sentiamo..."
 
Per un attimo rimango terribilmente deluso da quella risposta. Ma cosa avrei potuto aspettarmi? Avrei forse voluto che m’implorasse di tornare o che almeno si mostrasse un po' dispiaciuto o arrabbiato?
 
Egoisticamente e ingiustamente, sì, una parte di me avrebbe voluto questo.

Tutto avrebbe fatto meno male di questa sua apparente indifferenza.
 
E se questo fosse stato anche il suo pensiero? Se questa sua freddezza fosse dovuta soltanto alla mia? 
 
Ci rifletto un attimo, poi mi chiedo con che diritto possa pretendere qualcosa di diverso da lui. Che diritto ho di rimanerci male per il suo comportamento distaccato quando sono stato io a scappare da casa sua e a trattarlo in questo modo?
 
Nessuno, non ho nessun diritto su di lui, ed è meglio che me ne faccia una ragione.
 
Vorrei solo che sapesse quanto mi sia costato tutto questo, quanto mi dispiaccia se gli ho fatto del male e quanto mi abbia devastato allontanarmi da lui. 


 

“La prima volta che ci siamo incontrati il tempo si è fermato
Mi hai lasciato senza fiato
Di colpo senza parole. 

Nel giro di un'ora eravamo una cosa sola
Due completi sconosciuti che si baciavano al chiaro di luna. 

Oh, sai che mi dispiace di esser dovuto andar via
Sono davvero dispiaciuto che questa cosa sia dovuta morire
Sono davvero dispiaciuto di averti fatto piangere.

Ci siamo innamorati tra notti
di troppi amanti e quelle di troppe lacrime. 

E il fato non si oppone a qualche lenzuola di raso
Ero così vulnerabile, del tutto spietato. 

Oh, sai che mi dispiace di esser dovuto andar via
Sono davvero dispiaciuto di averti ferito nel profondo
Sono davvero dispiaciuto di averti fatto piangere 
Piangere, piangere. 

L'amore t’innalza e ti trascina giù
Ti fa girare, girare e girare
Il tempo si ferma e poi è tutto finito,
buffo come i ricordi persistano.”

 
 
-----------------------------


 
Note:
Odiatemi, me lo merito. Io mi odio, soprattutto per aver fatto questo a Kurt. Non starò qui ad annoiarvi ancora con le mie motivazioni, penso che ormai "conoscendomi", avrete capito il perché di questo nuovo ostacolo.
Comunque se avete domande e critiche non fatevi problemi!
Vi prometto che nei prossimi capitoli darò di nuovo spazio ai loro incontri ma capitoli come questo sono necessari per lo sviluppo della storia. Abbiate pazienza! So che con me ce ne vuole parecchia.
Data la scarsissima presenza dei dialoghi e quindi della pesantezza eccessiva, il capitolo è meno lungo del solito.
 
*frase dal web, non so chi sia l'autore.
** frase leggermente modificata dal libro L'Alchimista di Paulo Coelho
***A. Hepburn

La canzone è I'm Sorry di Roxette, ma ho preferito metterla in italiano. Comunque se volete ascoltarla è questa:

http://www.youtube.com/watch?v=KA7OrQepgEc&feature=related
 
Ringrazio infinitamente tutte le persone che continuano a leggere e ad apprezzare la mia storia, quelle che mi sostengono, m’incoraggiano e mi rassicurano! Quelle che continuano ad inserire la storia tra ricordate/seguite/preferite.
E ovviamente quelle che mi fanno molto contenta facendomi sapere cosa ne pensano dei capitoli, a questo proposito vorrei ricordarvi che non dovete farvi problemi a recensire se avete delle critiche, se i capitoli non vi piacciano mi piacerebbe saperlo, in modo da capire magari cosa potrei migliorare.
 
Ultima cosa, questo è il mio profilo facebook:
http://www.facebook.com/profile.php?id=100002784771527&ref=tn_tnmn
non è una pagina dedicata agli aggiornamenti o cose varie, potrei scrivere qualcosa di tanto in tanto della storia, ma è soltanto il mio profilo, se vi va “d’incontrarci” anche lì, potete chiedermi l’amicizia.
 
E’ stato un piacere averlo già fatto con qualcuno! :-)
 
Grazie ancora a tutti!
 
Ciao!
 

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Capitolo 25
*** 25 ***


E' arrivato il momento di partire, sono rimasto a casa di mio padre per dieci giorni, l’ho fatto per stargli vicino ma egoisticamente anche per me stesso. Avevo bisogno della mia famiglia, non riuscivo nemmeno a sopportare il pensiero di tornare nel mio appartamento freddo e vuoto da solo, non in quelle condizioni, non mentre mi sentivo come se avessi preso l'ennesima porta in faccia, non dopo aver avuto un'altra piccola grande delusione.
 
Mio padre e Carole non mi hanno fatto domande ma penso che qualcosa abbiano capito e mi sono stati di grande aiuto.
Ora penso di stare meglio, ho cercato di non lasciarmi travolgere troppo dalla tristezza anche se non è stato sempre facile. 
Mi sento uno stupido per essere così patetico, sì, perché in questi giorni mi sono reso conto di tante cose e la più evidente è che, sono davvero diventato patetico come non avrei mai pensato di poter diventare.
 
Ci ho provato, ci ho provato davvero a pensare il meno possibile a Blaine ma dopo una lunga riflessione sono arrivato alla conclusione che ormai si è introdotto nella mia vita così profondamente, che mi è quasi impossibile farlo.

Non posso fingere nemmeno con me stesso che non m'importi di lui più del dovuto, è tutto fin troppo chiaro purtroppo; e come sempre è tutto più complicato.

Mi chiedo perché quello che doveva essere soltanto un mezzo per perdere la mia innocenza sia diventato così importante e la cosa più divertente è che l'unica cosa che doveva fare è praticamente l'unica che non ha fatto.
L'ho cercato per farmi portare via la mia verginità e invece mi ha rubato ben altro.
 
Sarebbe dovuto uscire dalla mia vita così com’era entrato, sarebbe dovuto essere tutto facile, senza intoppi e sopratutto senza sofferenza.
 
E invece eccomi qui a stare male per lui, sì, perché ormai è inutile girarci intorno, per quanto abbia cercato di ripetermi che non ha fatto nulla di così grave, perché in fin dei conti non mi doveva nessuna spiegazione, il suo comportamento mi ha colpito, mi ha fatto soffrire e mi ha deluso.
 
Sorrido con ironia pensando al fatto che tra tutti quei ragazzi tra i quali potevo scegliere ho scelto, forse, uno dei pochi capace di avere questo potere su di me.
 
Se fosse rimasto quel bastardo che ho conosciuto al primo incontro probabilmente non mi avrebbe preso così tanto, probabilmente non mi sarebbe entrato dentro, probabilmente non rischierei di innamorarmi di lui.
 
Possibile che non sia capace di fare una, dico una cosa giusta nella mia vita? Perché non può mai filare tutto liscio per me? Perché devo trovare sempre qualcosa che intralci il mio percorso?
 
Passo l'intero volo a pensare e a ripensare a Blaine, a come solo lui riesce a farmi sentire, a quanta voglia ho di rivederlo nonostante sia stato male per lui e a quanto mi è mancato in questi giorni. Sì, perché per quanto ci abbia pensato non sono pronto ad interrompere il nostro rapporto.
In fondo è dovuto tornare per il suo lavoro, chissà forse la mia reazione è stata esagerata... 
 
E' inutile raccontarsi bugie, non posso fingere che quella spiegazione non mi abbia fatto ancora più male del fatto che se ne sia andato, mi ha fatto sentire come se il suo lavoro e i suoi clienti fossero al primo posto, come se fossero più importanti di qualunque cosa, più importanti di me.
 
Anche se questo sarebbe dovuto essermi chiaro da sempre, perché mai dovrei essere importante per lui?
Non posso pretendere di esserlo, soltanto perché lui lo è per me. Non posso pretendere che tenga a me, quanto io tengo a lui.
Anche se in qualche occasione ho veramente avuto la sensazione di stargli a cuore, almeno un po'.
Possibile che mi sia sbagliato? Eppure alcuni suoi gesti trasmettevano pura e semplice sincerità o almeno questo era quello che io percepivo.
 
Da quando ha lasciato casa mia, sorprendendomi, mi ha scritto due volte e non posso negare che quei semplici messaggi mi abbiano fatto piacere, anche se come al solito non sono riuscito a decifrare il suo comportamento. In tutto ci siamo scambiati meno di una decina di sms, ma non so perché ma entrambe le volte ho avuto la sensazione che fosse, non so... triste ed era come se ci fosse qualcosa di sospeso nelle sue parole. Quasi come se volesse dire altro. 
 
Il primo mesaggio arrivò tre giorni dopo la sua partenza.
 
"Ciao Kurt, scusa se ti disturbo, volevo sapere come sta tuo padre... Tutto ok?"
 
La mia risposta, che scrissi non troppo velocemente dopo essermi ripreso dalla sorpresa di vedere il suo nome come mittente, fu altrettanto formale e distaccata.
 
Un po' ci rimasi male dal fatto che sembrava preoccuparsi soltanto di mio padre, senza chiedere nulla di me personalmente ma mi fece piacere il suo interesse per Burt.
 
E alla fine risposi qualcosa tipo:

"Ciao Blaine, sì, tutto bene, va molto meglio, grazie...tu?"
 
Ricordo che fui molto indeciso se aggiungere quel pronome finale, che avrebbe cambiato il significato del messaggio e infine, un po' per educazione, un po' perché m’importava davvero, lo feci.
La sua risposta stranamente tardò parecchio ad arrivare, di solito mi rispondeva dopo pochi minuti. Dopo aver aspettato con il fiato sospeso che rispondesse, attribuii quel ritardo al fatto che probabilmente fosse impegnato con un cliente.
 
A quel pensiero fui investito da un misto di sensazioni diverse che però cercai di ignorare tanto mi spaventarono.
 
Ora invece, grazie al tempo che ho avuto a disposizione per pensare e grazie a certi discorsi velati di mio padre e Carole, sono riuscito a fare chiarezza con me stesso e non ho più così paura di chiamare le cose con il loro nome.

Quando penso a Blaine tra le braccia di un altro uomo, intento a fare quello che ha fatto a me, mi si attorciglia lo stomaco dalla gelosia e dalla rabbia.

E' stato difficile ammetterlo e mi chiedo ancora come io possa essere geloso di qualcosa che non mi è mai appartenuto e che mai lo farà.

Non ho nessun diritto di esserlo, Blaine è libero di fare quello che vuole ma non posso farci nulla se mi si contorce lo stomaco a pensare il suo corpo nudo avvinghiato ad un altro che non sia il mio.
 
Ed il problema è che non ho motivo di essere geloso soltanto come lo sono la maggior parte delle persone normali a cui interessa qualcuno, per cose che obiettivamente sono spesso futili e senza significato.

No, io mi sono infatuato e sono geloso di un ragazzo che fa il gigolò. Un ragazzo che come lavoro vende il proprio corpo e che con chissà quanti uomini diversi ha avuto e ha rapporti sessuali.
 
Mi chiedo di chissà quanti uomini dovrei essere geloso ma non ci voglio nemmeno pensare, mi basta pensarlo fare sesso con uno soltanto per essere accecato dalla gelosia.

Tornando agli sms, la sua risposta alla fine arrivò e come mi aspettavo fu la solita risposta di circostanza.
 
"Tutto ok, grazie...

Invece la seconda volta che mi ha scritto è stata due giorni fa. Niente di speciale nemmeno questa volta ma mi ha fatto comunque piacere e mi ha fatto capire che forse sono ancora nei suoi pensieri.
 
"Ciao...come va?"
 
Va che mi manchi, avrei voluto scrivergli ma ovviamente non l'ho fatto.
 
Sono stato indeciso se dirgli che sarei partito dopo due giorni ma poi ho deciso di farlo, nonostante tutto non vedevo e non vedo l'ora di rivederlo e da ciò che scrisse quel giorno in cui lasciò casa mia, anche lui sembrava intenzionato a rivedermi quando sarei tornato.

Mi sono però limitato a comunicargli il giorno della mia partenza senza menzionare un nostro possibile incontro.

"Tutto bene grazie, ho prenotato il volo, torno tra due giorni..."
 
Così gli ho lanciato l'amo aspettando di vedere se avesse abboccato o meno, come sempre aspetto che sia lui a fare la prossima mossa.

Ho aspettato la sua risposta con il fiato sospeso, avevo il timore che mi congedasse dimostrando che non gli importasse poi così tanto che presto avremmo potuto incontraci.

Quando finalmente è arrivata mi sono sentito più leggero anche se quando ho letto il messaggio non sono stato molto contento.

"Mi fa piacere che vada tutto bene..."
 
Tutto qui? Mi sono chiesto e come al solito ho cominciato a farmi mille paranoie e a dirmi che allora non era interessato a rivedermi.

Dopo qualche minuto però mi è arrivato un suo nuovo messaggio.
 
"Ti andrebbe di vederci? Se sì, fammi sapere quando sarai libero..."
 
Quelle parole hanno acceso il mio cuore di speranza e non ho potuto fare a meno di tirare un sospiro di sollievo al pensiero che presto lo avrei rivisto.
Ma di proposito ho aspettato a lungo prima di rispondergli, non volevo che capisse quanto stessi aspettando quella domanda e ovviamente ho cercato di sembrare indiffernte.

"Ok, ti farò sapere quando sarò libero..."

"Perfetto" mi ha scritto lui subito dopo.
 
Ora non so bene come comportarmi, se dovessi agire d'istinto gli scriverei per incontrarci oggi stesso ma non voglio certo che capisca quanto stia fremendo dalla voglia di vederlo, quindi per ora non mi farò sentire.
Magari farò passare qualche giorno e poi gli scriverò.
 
Intanto mi chiedo dove lui abbia intenzione di incontrarci. Le possibilità non sono molte ma mi sembra ancora più squallido ora, darci appuntamento in un albergo e mi chiedo anche se voglia vedermi per mettere in pratica l'accordo che avevamo fatto riguardo i quasi-amici di letto.
Beh non credo ci siano altri motivi, quindi sarà senz'altro quello ma io continuo a non amare molto l'idea di incontraci di nuovo in un hotel e siccome non possiamo incontrarci in un luogo pubblico, l'unica soluzione sarebbe quella di farlo venire nel mio appartamento.

Così facendo però, come se non lo avesse già fatto abbastanza, lo farei entrare di nuovo nella mia proprietà privata, gli permetterei di entrare ancora più a fondo nella mia intimità, nel mio piccolo mondo personale. 
 
A parte me non sono entrate molte persone nel mio appartamento e permettere a lui di farlo mi fa sentire come se gli dessi un privilegio e non ho ancora capito se lo merita oppure no.
 
Non so se sono pronto a scoprirmi ancora di più e a mostrargli un altro pezzo di me quindi decido che ci penserò con calma prima di prendere una decisione.
 
E' passata una settimana da quando sono tornato, ho cercato di resistere il più possibile prima di chiamarlo, ho ancora un po' di dignità e un po' d'orgoglio e grazie a questi sono riuscito a non correre subito dal lui facendogli capire quanto in realtà sia importante per me e se sono riuscito a resistere è stato anche grazie ai miei impegni professionali ma ora non posso più aspettare, mi manca così tanto che potrei impazzire se non lo rivedessi.
 
Quindi mi decido finalmente a scrivergli. Ovviamente scrivo e cancello diverse volte prima di decidere che potrebbe andare, il problema è sempre che devo fingere di essere distaccato, quando invece non lo sono per niente.

"Ciao Blaine, se ti va di vederci sono abbastanza libero in questi giorni. Dimmi come sei messo e se riusciamo a combinare un incontro..." gli scrivo mentre il cuore batte più velocemente al solo pensiero che forse presto lo rivedrò.

La sua risposta quasi istantanea mi sorprende parecchio, sia per la rapidità sia per ciò che mi ha scritto.

"Ciao... per me andrebbe bene anche questa sera."
 
Wow, questa sera stessa... se non mi sembrasse assurdo direi che sembra davvero impaziente di vedermi.

Non avevo pensato che ci fosse la possibilità di vederlo così presto e non so se sono pronto ma mi bastano pochi secondi per capire che il desiderio di rivederlo supera tutto, quindi gli scrivo:
 
"Va bene anche per me... per te va bene se ci vediamo nel mio appartamento? Non mi alletta molto l'idea di vederci in una stanza d'albergo."
 
Dopo varie riflessioni mi sono detto che sembra l'opzione migliore, nonostante mi faccia venire ancora più allo scoperto.

"Certo, per va benissimo, neanche a me allettava molto l'idea..." risponde dopo pochi istanti.

Nei successivi messaggi gli comunico l'indirizzo e concordiamo l'orario d'incontro.
 
Nelle ore successive passo da uno stato di trepidazione ad uno di vera e propria eccitazione, misto tra ansia, timore e preoccupazione.
 
Più l'orario si avvicina più mi sento agitato, ho riordinato l'appartamento, sono riuscito a mangiare qualcosina per cena, ho fatto una doccia, mi sono preparato con cura ed ora sono, o meglio dovrei, essere pronto, quindi non mi resta che aspettarlo.
 
Controllo l'orologio e noto che manca poco più di mezz'ora, comincio a darmi dello stupido per lo stato in cui sono. Mi sto comportando come un ragazzino al suo primo appuntamento e questo non mi piace, odio come il mio cuore fa un balzo ogni volta che lo vedo, odio come non riesco più a ragionare con lucidità quando i miei occhi incrociano i suoi e odio questo leggero tremore che mi pervade al pensiero che tra poco, dopo quasi venti giorni, lo rivedrò.
 
Cerco di respirare con calma mentre penso a come dovrei comportarmi, è chiaro il motivo per cui verrà qui, quindi cosa dovrei fare? 
All'improvviso la parte di me meno inibita, meno timorosa mi fa venire in mente un'idea, un modo infallibile che gli faccia capire che anche io voglio soltanto quello che vuole lui. In pochi minuti elaboro una specie di piano che possa nascondergli i miei sentimenti, cerco di infondermi coraggio per ciò che ho intenzione di fare e mi ripeto che devo fare di tutto per sembrare il più distaccato possibile.
 
In fin dei conti sono più che capace di recitare, non dovrei avere problemi.
 
Dando un'ultima controllata all'orologio mi rendo conto che se sarà puntuale sarà qui tra pochi minuti, come al solito mi guardo allo specchio per vedere se c'è qualcosa da sistemare, respiro profondamente e aspetto cercando di stare calmo di sentire il suono del campanello.
 
Passano solo pochi minuti prima che quel suono mi faccia sussultare e che ad un tratto mi faccia dimenticare come si fa a respirare.
 
Cerco di resistere alla tentazione di catapultarmi ad aprire e aspetto qualche secondo per non sembrare che lo stavo aspettando come un bambino aspetta i doni di Natale.
 
Indosso una maschera di apparente indifferenza, o almeno ci provo, e con finta naturalezza senza chiedere chi è apro la porta.
 
Il respiro si blocca mentre il cuore sembra impazzito tanto batte forte.
 
Mi basta perdermi per un solo secondo in quegli occhi dorati, ma così dolorosamente bui, per fare crollare la barriera che avevo eretto poco fa.
 
Ci vuole tutta la mia buona volontà per non buttarmi tra le sue braccia come vorrei fare. 
 
Mi sento di nuovo come quel giorno a casa mia quando dopo essere stati separati per una sola giornata sentimmo il bisogno di stringerci l'uno all'altro, solo che questa volta le emozioni sono triplicate, e se quel giorno pensavo che mi fosse mancato, era soltanto perché non sapevo cosa si provasse a stare lontano da lui per lunghi e lunghi giorni.
 
Rimaniamo in silenzio per qualche istante e mi accorgo che ha una strana espressione in viso, non sembra essere in perfetta forma, anzi. Ha il volto stanco e sofferente, profonde occhiaie gli solcano il viso e ha lo sguardo spento, non c'è un briciolo di vitalità in quegli occhi che mi scrutano.
 
Di nuovo sento l'impellente bisogno di prenderlo teneramente tra le braccia ma di nuovo riesco a non muovermi.
 
"Ciao..." mi dice un secondo dopo sporgendosi verso di me. Non so quali siano le sue intenzioni ma cerco di mantenere il controllo e faccio di tutto per essere io a tenere le redini della situazione.
 
Quindi, mentre rispondo un sussurrato ciao, mi sposto immediatamente per impedirgli di toccarmi con la scusa di volerlo fare accomodare.
 
Lui sembra esserci rimasto male da quel mio gesto e non posso fare a meno di pensare che forse un po' se lo sia cercato.

Senza dire una parola entra e continua a guardarmi in uno strano modo, sembra essersi incantato, mi mette a disagio e m'innervosisce, mi sento come se mi stesse analizzando e non mi piace. 
 
Decido quindi di andare subito al sodo, per fare gli onori di casa, prima però gli chiedo se vuole qualcosa da bere.
 
"No, grazie..." mi risponde con un'espressione stupita dipinta sul volto.

Non capisco perché mi guardi come se stesse guardando qualcosa che non ha mai visto e per farlo smettere decido di procedere.
 
"Allora, andiamo in camera da letto?" gli chiedo con finta naturalezza.
 
Mi guarda come se fossi un alieno e ancora una volta quel suo sguardo mi fa imbestialire. Che cosa avrò mai detto di così strano, non è forse per questo che è venuto qui? Mi chiedo.
 
"Ok..." si limita a sussurrare dopo che gli ho lanciato uno dei miei sguardi fulminei per esortarlo a rispondere.

Gli faccio strada e sento uno strano formicolio sulla schiena mentre ho l'impressione di sentire il suo sguardo puntato di me, su un punto particolare del mio corpo e mi dico che forse i pantaloni aderenti che ho scelto appositamente stanno avendo l’effetto desiderato.
 
Non posso negare che mi fa piacere sapere che almeno mi trova attraente, mi fa sentire bene sapere che ho questo piccolo potere su di lui, anche se vorrei fosse molto di più. 
 
Una volta arrivati in camera prima di voltarmi a guardarlo cerco di nascondere la mia paura e mi concentro per essere il più audace possibile o almeno a sembrarlo.
 
"Allora cominciamo?" chiedo subito dopo.
 
Lui mi guarda ancora perplesso ma il suo sguardo ora è leggermente cambiato, è comparsa una traccia di lussuria nei suoi occhi e questo basta a farmi rabbrividire.
 
Senza attendere una risposta mi avvicino a lui, mi fermo a pochi passi dal suo corpo e con mano tremante inizio a spogliarlo, sono immediatamente invaso dal suo profumo che tanto mi è mancato, che tanto ho desiderato di sentire di nuovo.
 
Non posso credere che stia facendo davvero una cosa simile ma più penso che è Blaine la persona che mi trovo davanti, più tutto mi sembra più naturale e giusto e più sento la mia paura dissolversi.
 
Comincio a sbottonargli la camicia molto lentamente, una parte di me spera che lui mi fermi, mentre l'altra non vede l'ora di andare avanti.

Quando la camicia è ormai completamente aperta, per la prima volta alzo lo sguardo per incrociare il suo e ciò che vedo mi fa fermare il cuore per un attimo.
 
Mi sta guardando con lussuria, con desiderio, con stupore, con meraviglia, ed anche con un po' di tristezza ma non è questo che mi fa percorrere la schiena da un lungo brivido. C'è qualcos'altro in quello sguardo, non so cosa sia ma so che mi trasmette un misto di emozioni che mi arrivano dritte al cuore.
 
Mi trasmette calore, serenità, dolcezza, tenerezza, pace... e altro ancora; sbaglierò ma ho la sensazione che con quello sguardo mi stia comunicando qualcosa che mi toglie il fiato.
 
In quello sguardo vedo qualcosa che mi risulta difficile da credere, ma è così colmo di sincerità, di purezza e di onestà che questa volta non posso dubitare di ciò che vedo. E' come se con quello sguardo mi stia dicendo che ci tiene a me e,forse per la prima volta da quando ci siamo conosciuti, non posso fare altro che credergli e provare a ricambiare con la stessa intensità, cercando di fargli capire quanto io tenga a lui.
 
Improvvisamente l'unico desiderio impellente che sento è quello di buttarmi tra le sue braccia per perderci in un lungo abbraccio prima di baciarlo, ma non posso farlo così,con molta fatica, cerco di riprendere il controllo continuando da dove mi ero interrotto.
 
Lo sento sospirare senza però dire una parola.
 
Allora gli sfilo la camicia, gli poggio le mani ancora tremanti sul petto e lo spingo lentamente fino a farlo cadere sul letto.
 
La sua espressione si fa sempre più confusa e sorpresa ma mi lascia fare.
 
Così, ancora un po' spaventato e titubante, mi metto a cavalcioni su di lui e con finta sicurezza, inizio a baciargli il collo.
 
Dopo aver dedicato lo stesso trattamento al suo petto, mentre lui si lasciava andare a piccoli sospiri di piacere, la mia bocca comincia a scendere verso l'ombelico.
 
A quel punto sempre più agitato gli apro i pantaloni per sfilarglieli ma llui cogliendomi di sorpresa mi blocca.
 
"Kurt... aspetta" dice con voce roca.
 
"Che cosa stai facendo?" mi chiede continuando a rimanere disteso e quindi senza guardarmi negli occhi.
 
"Non è ovvio?" chiedo fingendo sicurezza mentre gli apro la lampo dei pantaloni.
 
Dopo pochi istanti con poca convinzione mi ferma di nuovo afferrandomi il polso.
 
"Perché?" mi chiede.
 
"Perché cosa?" gli rispondo.
 
"Lo sai Kurt, perché lo stai facendo?" mi chiede mentre delicatamente mi afferra la vita e mi fa scendere dal suo corpo.
 
"Non sei forse venuto qui per questo? Non era questo il nostro accordo? Non è forse questo l'unico motivo per il quale vederci?" gli dico alzando appena un po' il tono di voce, rendendomi conto che non sto facendo altro che rispondere alle sue domande con altre domande.
 
"Lo pensi davvero?" mi chiede ancora.
 
"Blaine perché invece di farmi questo interrogatorio non provi a parlare chiaramente e dirmi qual è il problema? gli chiedo per evitare di rispondere.
 
"Cosa c'è non ti piaccio più? chiedo di nuovo ammonendomi subito per la piega che sta prendendo quella conversazione.
 
Non risponde ed io non riesco a frenarmi.

"Oppure è perché i tuoi clienti ti hanno sfinito?" 
 
Dannazione Kurt smettila, mi dico. Mi sto comportando come una ragazzina possessiva e gelosa e non è assolutamente questo che voglio ma qualcosa m'impedisce di fermarmi.
 
"Se è così basta dirlo, anzi potevi dirlo anche prima, avremmo evitato di incontrarci" gli dico alzandomi dal letto.

Continua a guardarmi in silenzio con un'espressione indecifrabile.
 
Sto perdendo la pazienza, il suo rimanere in silenzio, il suo guardarmi in quel modo, il suo strano comportamento che come al solito mi confonde, mi fanno andare giù di testa e non riesco più a controllarmi.
 
"Scusami Blaine ma davvero non ti capisco, mi spieghi cosa sei venuto a fare allora?" 
 
Sembra sinceramente colpito dalle mie parole e mi fa male vedere quello sguardo ma non so più che fare con lui.

"Dannazione Blaine, dì qualcosa! Mi sento preso in giro, lo capisci questo?" gli dico puntando gli occhi nei suoi.
 
"Se non vuoi più che ci incontriamo basta dirlo ma per favore smettila di comportarti in questo modo, smettila Blaine e per una volta ricordati che non sono un giocattolo ma un essere umano con dei sentimenti!" gli dico con voce alterata, pentendomene subito dopo.

Ok, forse ho esagerato, forse mi sono esposto troppo, forse ora capirà che ha il poter di farmi stare male ma non sono riuscito a trattenermi.

Quelle mie parole sembrano ferirlo ed io davvero non capisco, per un attimo ho la sensazione che non si renda davvero conto di quanto  mi mandi in confusione e di quanto mi faccia male il suo comportamento.

"Sei arrabbiato..." dice, questa volta non è una domanda ma un'affermazione.
 
Ora sono io quello sorpreso, cosa diavolo significa, mi chiedo.
 
"Sei arrabbiato perché sono andato via da casa tua vero?" mi chiede a bruciapelo.

Non gli darò questa soddisfazione.
 
"Perché dovrei?" chiedo rispondendo ancora con un'altra domanda.

"Non lo so, dimmelo tu..." mi dice.
 
Rimango un attimo di troppo in silenzio prima trovare cosa dire.
 
"Certo che non lo sono, non vedo perché dovrei essere arrabbiato" rispondo infine.

Per un attimo sembra dispiaciuto da quella mia risposta e dopo quella che sembra un'eternità, si schiarisce la voce e dice:
 
"Comunque, scusami Kurt, mi dispiace di essere andato via così ma... non ho avuto scelta... e mi dispiace se..." si blocca, come se avesse qualcosa in gola che gli impedisse di continuare.

Dopo aver deglutito ripetutamente continua:

"... se... ti ho creato problemi. Non era mia intenzione, davvero. Tu e la tua famiglia meritavate tutt'altro."
 
Ora sono io a guardarlo in silenzio.
 
"Mi spiace davvero, so di essermi comportato da maleducato ma non potevo fare diversamente."
 
Il suo tono e il suo sguardo mi fanno capire quanto sia davvero dispiaciuto, forse anche più del dovuto, in fondo non ha avuto scelta, no?

Ma è proprio questo che mi pensare che ci sia dell'altro, non so ho la sensazione che la questione sia molto più complicata di quanto non voglia farmi credere.

"Capisco Blaine, non potevi dire di no all'agenzia... è il tuo lavoro e ti capisco; basta, non parliamone più, ok?" rispondo con una punta di amarezza nella voce.
 
Viene prima di tutto, avrei voluto aggiungere ma fortunatamente mi sono morso la lingua per non farlo.

"Kurt... non..." si blocca di nuovo, sembra combattuto, come se volesse parlare ma qualcosa gli impedisse di farlo. 

Lo guardo attentamente per esortarlo a continuare e per cercare di evitare che possa tirarsi indietro di nuovo ma è troppo tardi. Glielo leggo negli occhi, ha uno sguardo pieno di rassegnazione e di resa appena prima di dirmi semplicemente:
 
"Lascia perdere... sappi solo che mi dispiace davvero, ok?"

Mi limito ad annuire. 
 
Rimaniamo in silenzio entrambi, come se non sapessimo cosa fare, lui è ancora a torso nudo sul letto mentre io sono in piedi di fronte a lui.

La questione comunque non è ancora risolta, non mi ha ancora detto cosa è venuto a fare se non ha intenzione di fare quello che pensavo.
 
Quindi respiro profondamente per incoraggiarmi a dire:

"Quindi, non vuoi più che...noi..." dico indicando prima me e poi lui, per fargli capire cosa voglio dire.
 
"Certo che lo voglio ancora..." sussurra un attimo dopo mandandomi di nuovo in confusione.

"E' solo che non pensavo che sarebbe successo... così in fretta oggi" continua.
 
Abbasso lo sguardo e timidamente dico:
 
"Beh siccome sei venuto qui per questo, pensavo non volessi perdere tempo... tutto qui..."
 
A quel punto si alza e lentamente, come se gli costasse caro, s'avvicina e si ferma a pochi passi da me. Questo basta a farmi balzare il cuore nel petto; è così vicino, posso sentire il suo profumo penetrare nelle mie narici. 
 
Con un piccolo e leggero movimento mi alza il viso fino a fare incontrare i nostri sguardi e in quel momento ho la sensazione di essere esattamente dove dovrei essere.
 
"Kurt, non puoi pensare che sia davvero soltanto questo il motivo per cui sono venuto qui. Ti prego dimmi che non lo pensi davvero..." mi dice con tono deluso e basso, guardandomi intensamente negli occhi.
 
"E' solo che a volte... io non so davvero cosa pensare Blaine" rispondo con un sussurro.

"Neanch'io..." mi risponde con tono talmente basso, che ho il dubbio di averlo sognato.
 
"So che è colpa mia, sono una persona orribile e tu non meriti di essere trattato così, sappi che non ho mai pensato che tu fossi un gioco, mai.

E mi dispiace di averti fatto sentire come se lo fossi..." continua mentre io sento il cuore battere troppo velocemente.

"Non sei una persona orribile..." dico accarezzandogli delicatamente una guancia. 

Non ho dubbi sul fatto che sia sincero ma c'è qualcosa nelle sue parole e nei suoi occhi che mi fa male.

A quel contatto lui chiude gli occhi ed io rabbrividisco e comincio a respirare irregolarmente.
 
"Perché deve essere tutto così complicato?" chiede in un sussurro quasi più a se stesso che a me, continuando a tenere gli occhi chiusi.

"Non lo so..." rispondo togliendo la mano dal suo viso.
 
Apre subito gli occhi ed io posso intravedere con sorpresa e piacere uno spiraglio di quella luce che tanto speravo di vedere.

"Mi credi quando ti dico che per me non sei mai stato un gioco e non ho mai avuto intenzione di prenderti in giro?" mi chiede subito dopo.

Come posso dubitare di lui quando mi guarda in quel modo? 
 
"Ti credo..." sussurro.

Un piccolo sospiro di sollievo gli esce dalle labbra prima di appoggiare la fronte contro la mia, rimaniamo così per un po' con gli occhi chiusi. 
 
"La senti anche tu?" mi chiede qualche istante dopo, con la bocca così vicina alla mia che riesco a sentire il suo respiro sul mio viso.
 
"Che cosa?" chiedo stupito.
 
"Questa cosa... tra di noi... non so cosa sia Kurt ma c'è qualcosa, dimmi che la senti anche tu..." dice con tono quasi disperato.
 
Sento la gola seccarsi, il respiro fermarsi e il cuore battere così velocemente che sembra impazzito. Ho sentito bene?
 
Sono pietrificato dalla sorpresa e non riesco a dire nulla, allora lui si allontana solo un pochino per guardarmi negli occhi e aspetta la mia risposta.
 
Sento che se lo ammettessi tutto potrebbe cambiare e non so se sono pronto ma sento anche di non poter mentire di fronte a quello sguardo penetrante che aspetta speranzoso la mia prossima mossa.

Sono ancora indeciso su cosa dire quando improvvisamente come se non potessi controllarlo sento il mio viso farsi sempre più vicino al suo, l'ultima cosa che vedo sono i suoi occhi puntati sulle mie labbra, prima di sentire le sue sulle mie e le sue mani prendermi delicatamente il viso.
In quel preciso istante sono convinto che il cuore presto mi scoppierà davvero, istintivamente gli cingo il collo con le braccia e schiaccio il mio corpo contro il suo.
Le sue labbra iniziano a muoversi prima lentamente, quasi timorose e incerte, poi quando comincio a rispondere al bacio con sempre più ardore e sicurezza.
 
In quel bacio sono racchiusi il nostro desiderio finalmente appagato dopo quella dolorosa lontananza, la nostra passione finalmente libera e il bisogno che abbiamo l'uno dell'altro.
 
Le nostre labbra continuano a cercarsi e a trovarsi come se quello fosse il loro destino e così ci scambiamo un lungo bacio, un bacio che sa di tanto, forse di troppo.

Un bacio che sa di paura, di malinconia, di tristezza ma anche di resa, di calore, di gioia, di vita  e perché no, forse anche un po' d'amore.



 

"Aiuto, l'ho fatto di nuovo 
sono stato qui molte volte prima di adesso 
mi sono ferito di nuovo oggi 
e la parte peggiore è che 
non c'è nessun altro a cui dare la colpa,
sii mio amico, 
stringimi, avvolgimi, coprimi 
sono piccolo, ho bisogno di aiuto 
scaldami, e respirami 
ahi, mi sono perso di nuovo 
mi sono perso e non posso 
essere trovato da nessuna parte 
si, penso che potrei spezzarmi 
mi sono perso di nuovo e 
non mi sento al sicuro,
sii mio amico, 
stringimi, avvolgimi, coprimi 
sono piccolo, ho bisogno di aiuto 
scaldami, e respirami 
sii mio amico, 
stringimi, avvolgimi, coprimi 
sono piccolo, ho bisogno di aiuto 
scaldami, e respirami."
 

-----------------------------


 
Note:
Penso di non avere niente da dire su questo capitolo se non che spero di non avervi deluso e che vi piaccia almeno un po'.
La canzone è "Breathe Me" di Sia ma anche questa volta ho preferito metterla in italiano, anche se a mio parere, rende molto di più in lingua originale.
Vi consiglio di ascoltarla: http://www.youtube.com/watch?v=hSH7fblcGWM
 
Grazie infinite a tutte le persone che continuano a leggere e ad apprezzare la mia storia, a quelle che continuano ad inserirla tra ricordate/seguite/preferite.
E ovviamente a quelle che dedicandomi un po' del loro tempo mi fanno un piccolo grande regalo facendomi sapere cosa ne pensano! 
 
Grazie a tutti!
Ciao!
 

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Capitolo 26
*** 26 ***


Dopo quel lungo bacio, per respirare siamo costretti ad allontanarci l'uno dall'altro; rimaniamo qualche secondo in silenzio, con gli occhi chiusi e con le fronti unite, quel bacio così intenso e profondo, quel bacio così pieno di tutto è come se avesse avuto il potere di sciogliere tutta la mia tensione, tutte le mie paure, tutti i miei dubbi, tutta l'ansia che avevo prima di rivederlo, tutto quel doloroso bisogno insoddisfatto che mi ha accompagnato in questi lunghi giorni senza di lui.
 
In pochi minuti tutto sembra essersi dissolto. Siamo rimasti soltanto noi. Soltanto due uomini forse un po' troppo spaventati e insicuri che hanno capito, forse, per la prima volta veramente, che non si può lottare contro qualcosa di così ineluttabile come i sentimenti.
 
Il bacio che ci siamo appena scambiati è stato tutto fuorché un semplice contatto fisico. Non è stato l'incontro di due labbra vogliose, è stato l'incontro di due anime bisognose, di due cuori soli che finalmente si sono trovati, ma che non sono ancora liberi di amarsi. 
Quel bacio mi ha riempito, mi sento come se attraverso di esso Blaine mi avesse trasmesso un po' di quella linfa vitale che ho perso nel corso degli ultimi anni, ed ora mi sento cose fossi più libero, soddisfatto e sazio, come fossi un affamato che finalmente dopo giorni e giorni di digiuno ha potuto assaggiare qualcosa.

E' forse così che ci si sente sempre dopo un bacio? E' questo quello che sentono tutti dopo aver baciato qualcuno? Si prova sempre qualcosa di così intenso, profondo e spaventoso?
No. Non credo, ci deve essere qualcosa tra di noi, penso di averlo capito ormai, ci deve essere qualcosa di speciale se mi sento così bene e se per la prima volta dopo tanto tempo non mi sento sbagliato e inadeguato. 
 
Mi sono reso conto solo ora di essermi aggrappato a lui durante quel bacio, mi sono appigliato al suo corpo, alle sue spalle, al suo collo, come se fosse la mia unica ancora di salvezza, mi sono ancorato a lui come se avessi paura che da un momento all'altro mi avrebbe abbandonato di nuovo e no, questo non posso più permetterlo, non potrei sopportarlo una seconda volta.
 
Non ora che ho capito quanto sia diventato importante e fondamentale per me;  non so ancora con certezza cosa provo per lui, ma ora ho compreso con terrore che è diventato vitale per me; e che non posso fare nulla per cambiare le cose o per combattere contro questo potente ed intenso sentimento che mi lega a lui.
 
Allontano la fronte dalla sua per guardarlo in viso; sono spaventato da ciò che potrei vedere nel suo sguardo. Forse una parte di me ha paura di non vedere quello che vorrebbe, di non scorgere sul suo volto la stessa espressione che so perfettamente avere io.
Ma allo stesso tempo l'altra parte è terrorizzata invece di trovare proprio quello stesso sguardo, è spaventata perché sa che basterebbe vedere anche una minuscola parte di quella stessa emozione per far sì che le cose cambino per sempre e che tutto sarà più difficile e più complicato.
 
Prendo quindi un bel respiro quando apro gli occhi per incrociare i suoi e rimango senza fiato da quello che vedo.
 
Il suo viso trasmette qualcosa di così intenso che mi colpisce come uno schiaffo e mi provoca una fitta dolorosa al petto. I suoi occhi sono luminosi e accecanti come non lo sono mai stati, la sua bocca è piegata appena in un tenero sorriso, il suo volto non appare così stanco come prima, ha una serena e distesa espressione, sembra come se qualcuno gli avesse improvvisamente iniettato un qualche tipo di medicina, di cura.
 
Ma non è questo ciò che mi provoca questa tremenda stretta al cuore, è quell'autentica e palpabile paura che un secondo dopo gli riempie gli occhi.
Non è la mia stessa paura, è molto di più. E' qualcosa che si avvicina al terrore, a quel terrore che non si vorrebbe mai provare di nuovo.
Quel tipo di terrore che solo chi ci ha già avuto a che fare, conosce così bene.
 
Ed è in quel preciso momento che mi lascio andare completamente e faccio la cosa che avrei voluto fare da quando l'ho visto davanti alla mia porta.
Sono spinto dall'irrefrenabile desiderio di stringerlo e di fargli sentire che in un certo senso va tutto bene e che io ci sono, quando con delicatezza mi avvicino a lui e lo prendo tra le braccia. 
 
Non sono più in grado di pensare, quando pochi secondi più tardi, con un flebile sussurro lascio parlare il cuore e dico la sola cosa che voglio davvero dire in quel preciso momento:
 
"Quanto mi sei mancato Blaine..."
 
Lo sento irrigidirsi tra le mie braccia, ma soltanto pochi secondi dopo ricambia l'abbraccio, avvicina le labbra al mio orecchio e con il tono di chi sta dicendo qualcosa che non dovrebbe dire, si lascia scappare un disperato:
 
"Oh Kurt, anche tu... mi sei mancato così tanto..."
 
Quell’ammissione che sembra essergli costata così cara dal tono con cui l’ha pronunciata, mi arriva dritta al cuore e sento lentamente sciogliersi qualcosa dentro di me. Quella ormai familiare sensazione ,che ancora non riesco a decifrare, mi attanaglia lo stomaco mentre comincio a tremare leggermente.
 
Pochi istanti dopo cominciamo a stringerci, ad accarezzarci e ad abbracciarsi come se fossimo due persone che non si vedono da anni, due persone che la vita ha costretto a separarsi, due persone che sono state obbligate a stare lontane contro la propria volontà, due persone che finalmente sono tornate a casa, che sono semplicemente dove dovevano essere, che hanno fatto ritorno esattamente nell'unico luogo al quale appartengono.
 
Continuo a stringerlo mentre mi rendo conto sempre di più, che in quell'abbraccio forsennato e dolcissimo non è il suo corpo che cerco, bensì la sua anima, i suoi pensieri, i suoi sentimenti, i suoi sogni, le sue poesie.*
 
In questo preciso istante mi sento per la prima come se facessi parte di qualcosa e come se appartenessi a qualcuno, questa sensazione è talmente bella da togliermi il fiato e improvvisamente capisco che è così che voglio continuare a sentirmi. 
Non voglio che questa sia un'effimera sensazione che svanirà troppo presto. 
 
Ora che ho trovato un posto così, non posso più rischiare di perderlo, dovrò combattere duramente contro le mie insicurezze, le mie paure, i fantasmi del passato, ma devo fare qualcosa per tenermelo stretto.
Devo assolutamente fare qualcosa per allontanare tutto il dolore che mi ha accompagnato durante questi anni e chi mi ha reso quello che sono, devo fare qualcosa per liberarmi e per cambiare la situazione.
 
Devo cercare di risolvere con me stesso, perché forse soltanto in questo modo potrei avere la possibilità di non perdermi di nuovo e di rimanere in quel luogo tanto cercato. Voglio guarire, voglio farlo prima per me, e poi per lui.


"(Quando questo è iniziato)
Io non avevo niente da dire
e mi ero perso nel nulla dentro di me
(ero confuso)
Ho cercato di scoprire che non sono l'unica persona con queste cose in mente
(dentro di me)
Ma tutto ciò che loro possono vedere sono le parole rivelate,
è l'unica cosa vera che mi sono permesso di provare.
(Niente da perdere)
Bloccato, depresso e solo
e la colpa è mia, la colpa è mia.
Voglio guarire, voglio provare sensazioni,
quello che pensavo non fosse mai stato reale,
voglio lasciare andar via il dolore che ho provato così a lungo.
(Cancellare tutto il dolore, finché sarà sparito)
Voglio guarire, voglio provare sensazioni, sentirmi vicino a qualcosa di vero,
voglio trovare qualcosa che ho vorrei da tanto,
un luogo al quale appartenere.
(ero confuso)
Guardo ovunquesolo per scoprire
che non è proprio come mi ero immaginato nella mia mente.
(Così cosa sono io?)
Cos'ho io? Solo negatività?
Perché non riesco a giustificare il modo in cui tutti mi guardano,
(Niente da perdere)
niente da guadagnare, depresso e solo
e la colpa mia, la colpa è mia.
Non conoscerò mai me stesso finché non proverò a farlo per conto mio
E non proverò mai nient’altro finché le mie ferite non saranno guarite,
non sarò mai qualcosa fino a che non mi separerò da me stesso.
Lo farò, troverò me stesso oggi… " **


Dopo che entrambi ci sentiamo abbastanza appagati, riusciamo ad allontanarci e a guardarci di nuovo. 
Ci sorridiamo teneramente prima che io abbassi lo sguardo imbarazzato per essermi lasciato andare in quel modo, ma un attimo dopo mi rendo conto di non sentirmi così a disagio come pensavo, anzi, quello che è appena successo tra di noi, mi è sembrato così spontaneo e naturale che sento che non c'è nulla di male.
 
Sto quindi per alzare lo sguardo di nuovo, quando sento le sue dita precedermi sotto il mio mento.
Continua a guardarmi con un sorriso dolce che mi arriva dritto al cuore, il terrore sembra essere diminuito nei suoi occhi, e ne sono felice; ma vorrei sapere da cosa sia così spaventato.

Ho la sensazione che quella paura lo blocchi e gli impedisca di essere del tutto se stesso, è come se lo trattenesse dal lasciarsi andare come vorrebbe. 
Anche in questo istante mi sta guardando, ma è come se non fosse libero, come se non fosse il solo padrone dei suoi gesti e della sua voce, come se fosse condizionato da quella paura.
 
Sembra incatenato a qualcosa di potente, qualcosa da cui non riesce a slegarsi nonostante ci provi. Sembra così combattuto, così confuso in questo momento. 
Vorrei davvero aiutarlo a sciogliere quelle catene, vorrei liberarlo da quel macigno che sembra opprimergli il cuore, vorrei riuscire a vedere almeno una volta uno sguardo di completa e pura serenità sul suo volto.

Se me lo permettesse, farei qualunque cosa per aiutarlo a fuggire da quella gabbia in cui è rinchiuso, farei qualunque cosa per curare la sua ferita. 
Non dico guarirla, perché non credo di averne la capacità, ma mi basterebbe provare a curarla, mi accontenterei che trovasse un po' di sollievo.

Continuo a guardarlo mentre mi rendo conto ancora una volta di quanto, seppur diversi, siamo simili.
Lo guardo, posso percepire il suo disordine e lo comparo al mio. C'è somiglianza, c'è lo stesso slabbro di ferite identiche.***
 
In quel momento mi chiedo se mai guariremo, mi chiedo se mai riusciremo a trovare la serenità che credo entrambi, meritiamo; mi chiedo se saremo mai abbastanza forti da superare i nostri fantasmi, mi chiedo fino a quando riusciremo a sopportare di conviverci e mi chiedo se saremo mai in grado di rinascere.
 
No, non credo che riusciremo mai a farlo da soli, forse non siamo abbastanza forti per farcela con le sole nostre forse. 
 
Per un attimo mi balena in testa il pensiero che forse insieme potremmo farcela, che forse se volessimo, potremmo salvarci l'uno l'altro, ma cerco di scacciarlo via subito, che stupido che sono. Non succederà mai.

Cerco di tornare alla realtà ma non so cosa dire per rompere quel silenzio che sta diventando sempre più pesante e difficile da sopportare.
Poi ricordo l'ultima domanda che mi ha fatto e con il cuore più leggero di quanto pensassi con un sussurro dico:
 
"Sì, Blaine la sento anch'io..."

Non ha bisogno di chiedermi a cosa mi riferisco, lo sa molto bene. Lo capisco dall'enorme sorriso misto tra sollievo e paura che gli compare sul volto.
 
Torna ad avvicinarsi a me e mentre mi accarezza delicatamente una guancia con un tono triste mi chiede:
 
"Ti sono mancato davvero Kurt?" 
 
Rimano sorpreso da quella domanda, ma capisco che abbiamo entrambi bisogno di qualche certezza per avanzare un po'. 
 
Forse stiamo aspettando la stessa cosa, forse entrambi aspettiamo che sia l'altro a fare un piccolo passo ma così facendo non c'incontreremo mai e non posso permettere che questo accada.

Lo guardo dolcemente, sento il cuore battermi all'impazzata e con un po' di titubanza e con voce, forse troppo bassa, rispondo:
 
"Sì, mi sei mancato Blaine, mi sei mancato come non avresti dovuto, più di quanto avresti dovuto, molto di più..."

Lo vedo spalancare appena un po' gli occhi dalla sorpresa ma continua a rimanere in silenzio.

Allora con voce emozionata e con il cuore in gola, continuo:

"Ci ho provato a non sentire la tua mancanza Blaine, ci ho provato davvero, credimi; ho anche creduto di esserci riuscito una volta, ma poi ho capito che si possono chiudere gli occhi alle cose che non vogliamo vedere, ma non possiamo chiudere il cuore alle cose che non vogliamo provare."****
 
La sua espressione si fa sempre più sconvolta e confusa, ma anche più triste e per un attimo sembra che abbia smesso di respirare.
 
"Quindi.. tu... non... volevi sentire la mia mancanza, perché?" mi chiede quasi balbettando.
 
"No, non volevo, mi sono odiato così tanto per non riuscire a sopportare quel senso di vuoto che mi provocava la tua assenza.
Mi chiedi perché, vuoi veramente sapere il perché Blaine?" gli dico con tono rassegnato.
 
Lui annuisce appena facendomi capire di proseguire.
 
Prendo un bel respiro ed esito qualche istante prima di lasciare di nuovo che sia il cuore a parlare.
 
"Perché tutto questo mi spaventa Blaine, perché odio sentirmi così vulnerabile a causa di qualcuno, perché le cose non sarebbero dovute andare così... perché tutto sarebbe dovuto essere meno complicato... perché non avevo messo in conto la possibilità di..." dopo aver sputato quelle frasi con rabbia mista a tristezza, grazie al cielo riesco a fermarmi in tempo, prima di dire qualcosa di troppo.
 
Perché non avevo messo in conto la possibilità di potermi innamorare di te... stavo per dire.
 
Lui mi guarda con una delle sue indecifrabili espressioni e sembra aver bisogno di qualche istante prima di poter chiedermi con tono spaventato:

"di...?"
 
Non posso osare tanto, ho già detto troppo. Cerco di non farmi prendere dall'agitazione e rispondo:

"Non ha importanza..."
Sembra essere sollevato da quella mia risposta e dopo aver deglutito più volte con tono di chi si è già pentito di dire ciò che sta per dire, sussurra:
 
"Se ti può consolare... è lo stesso per me..." 
 
"Cioé?" chiedo spinto dal bisogno di un briciolo di chiarezza e di concretezza.
 
"Mi sei mancato come non pensavo qualcuno potesse mancarmi... mi sei mancato ogni giorno ed ogni giorno ho cercato di combattere contro questa sensazione... e ho cercato di farla smettere di farmi stare così male" mi risponde con tono quasi colpevole.

"E... ci sei riuscito?" chiedo in un sussurro, mentre non riesco più a controllare il battito del mio cuore.

"Sì..." risponde provocandomi una fitta di delusione nel petto.

"Ci sono riuscito soltanto aggrappandomi al pensiero che ti avrei rivisto prima o poi, o meglio alla speranza che ti avrei rivisto.
Alla speranza che non ti avevo perso per sempre perché non eri svanito completamente dalla mia vita.
Mi bastava leggere un tuo semplice messaggio e sapere che stavi bene, per riempire in parte il vuoto. 
 
Mi bastava sapere che forse non era troppo tardi, perché forse sì, eri a miglia e miglia di distanza, ma da qualche parte c'eri, non ti avevo perso per sempre" dice con un tono sofferente e gli occhi appena velati di lacrime e pieni di un dolore così intenso da bloccarmi il respiro per un attimo.
 
Il mio cuore batte sempre più forte e sento un pesante nodo alla gola. Avverto il desiderio di piangere dopo quelle sue parole, ma so che non stiamo più parlando soltanto di noi, almeno non di me; ne sono sicuro.
C'è qualcos'altro, qualcosa di molto più grande di tutto questo. 
Quelle sue parole così sentite, hanno un significato molto più profondo, glielo leggo negli occhi; in quel suo sguardo non più puntato nel mio, perso chissà dove, forse tra ricordi troppo dolorosi e non così lontani.
 
Lo guardo è lo vedo sempre più distante, come se qui davanti a me fosse rimasto soltanto il suo corpo inerme. Si sta perdendo, si sta lasciando travolgere da quei ricordi e la sua espressione mi fa sempre più male.

Odio vederlo in questo stato e spinto dal desiderio di aiutarlo, mi avvicino fino a prenderlo per le spalle.
Comincio a massaggiarle delicatamente e con più delicatezza possibile gli sussurro dolcemente con voce spezzata dall’emozione, come se parlassi ad un bambino:
 
"Blaine, sono qui, per te, riesci a sentirmi? 
Per favore resta con me... non lasciarmi... 
... ho... bisogno di te..."
 
Quell'ultima frase sembra avere l'effetto desiderato, dopo pochi secondi finalmente sposta di nuovo lo sguardo nel mio. 
Quello che vedo mi strazia, mi spezza, mi distrugge. Mi chiedo cosa abbia passato, cosa gli sia successo di così grave e doloroso da farlo soffrire in questo modo.
 
I suoi occhi si riempiono di lacrime e ben presto anche i miei.

"Blaine..." è l'unica cosa che riesco a dire con voce spezzata dall'emozione, accarezzandogli dolcemente una guancia. 

Sembra fare di tutto per non piangere, deglutisce più volte e sembra riuscirci, non vuole lasciarsi andare, lo vedo combattere per cercare di non perdersi di nuovo. 

Lo guardo profondamente mentre gli accarezzo le spalle e le braccia, sperando di riuscire a trattenerlo.

Dopo qualche minuto sembra trovare nei miei occhi quello che stava cercando e prima di buttarsi tra le mie braccia, con voce tremante dice:
 
"Non lasciarmi Kurt..."
 
Il tono disperato con cui pronuncia quella frase mi colpisce dritto al cuore, e fa male, molto male, forse troppo.

Lo sento stringermi sempre di più, si aggrappa al mio corpo, come fosse un bambino che ha paura del buio e che si rifugia nelle calde e accoglienti braccia della sua mamma per essere consolato e protetto.
 
Mi fa tenerezza vederlo in questo stato, con una mano continuo a stringerlo forte, mentre con l'altra gli accarezzo dolcemente la testa e cerco di trasmettergli quanto più conforto possibile.
 
"Non ti lascerò Blaine..." gli dico in un orecchio in tono serio, prima di sentire un piccolo sospiro di sollievo uscirgli dalle labbra.
 
Quella semplice frase che ho appena pronunciato, sembra essere quasi una promessa e mi spaventa terribilmente.
Senza smettere di tenerci tra le braccia ci sediamo a bordo del letto, continuo ad accarezzarlo e a confortarlo, lui si limita a rimanere fermo, non piange, non parla, non si muove, continua soltanto a farsi coccolare finché non sembra avere riacquistato almeno in parte il controllo di sé.
 
Sembra quasi imbarazzato quando mi guarda dopo essersi sciolto da quell'abbraccio, si alza e con movimenti insicuri cerca di indossare la camicia.

"E' meglio che vada adesso..." mi dice cogliendomi di sorpresa.

"Grazie Kurt... e scusami..." continua mentre si sta abbottonando l'ultimo bottone.
 
"Grazie..." ripete guardandomi fermamente negli occhi, prima di voltarsi e lasciare la stanza.

Lo seguo sorpreso e lo vedo dirigersi verso la porta.
 
"Blaine aspetta..." dico per cercare di fermarlo.

"Kurt devo andare... mi dispiace, per tutto... perdonami..." dice mentre apre la porta.
Ad un tratto mi sembra di avere tutta la situazione più chiara, è come se avessi trovato dei pezzi di un puzzle, che finalmente combaciano.
 
"Stai scappando di nuovo?" sento la mia voce chiedergli, mentre la mia mano gli afferra il polso.
 
A quelle mie parole si blocca, sembra pietrificato. 
 
"Da cosa mi chiedo..." continuo con tono triste.
 
Si volta lentamente e punta lo sguardo nel mio. 
 
"Non sto scappando da nulla Kurt, non l'ho mai fatto" dice in tono poco sicuro.
 
"Ne sei convinto Blaine?" chiedo sostenendo il suo sguardo.
 
Sembra non trovare la risposta giusta e continua a fissarmi confuso e incerto.

"Blaine, resta con me questa notte, per favore" dico lasciando parlare il cuore.
 
Mi guarda sorpreso e sembra combattuto.
 
"Ne hai bisogno... e ne ho bisogno io..." aggiungo con voce emozionata.

Sembra vacillare e sono quasi sicuro stia per accettare quando si avvicina e mi posa un tenero e lungo bacio sulla fronte.
 
Chiudo gli occhi assaporando quella sensazione e li riapro solo quando non sento più le sue labbra contro la mia pelle.

Mi guarda con uno sguardo che sembra volere dire perdonami, e con voce incrinata e colpevole sussurra:
 
"Non posso Kurt, non posso farlo..." 
 
Non faccio in tempo a replicare che lo vedo chiudersi la porta alle spalle e lasciarmi terribilmente confuso, incredulo e triste per tutto ciò che è successo in quella serata che ero convinto andasse diversamente.


“Nonostante questa precarietà, o forse proprio per questo, i loro incontri sono sempre molto forti, molto emotivi, molto ricchi. In un certo senso, si appartengono, ma in un modo speciale.
 Si appartengono, ma non si possiedono.”  *****


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Note: 
Lo so che mi odiate, ma non credevate davvero che sarebbe filato tutto liscio fino alla fine? :-) "Conoscendomi" sarebbe stato troppo bello per essere vero, no?! Comunque tranquilli, questa volta non staranno lontani per molto e un pochino di angst ci voleva ancora.
                               
Detto questo, spero tanto che nonostante il finale, il capitolo vi sia piaciuto almeno un pochino io penso di non avere nulla da dire, a parte la doversa legenda.
 
*(Leggermente modificata) Oriana fallaci
**"Somewhere I Belong" dei Linkin Park 
http://www.youtube.com/watch?v=gcs5PRxEXq4&ob=av3n
Spero che l'abbiate letta e che non l'abbiate saltata, perché va ad integrare i pensieri di Kurt e mette in evidenzia anche quelli di Blaine! ;-)
***Mariangela Gualtier
****  (Leggermente modificata)  J. Depp
***** Pier Vittorio Tondelli  

A proposito delle citazioni e delle canzoni, spero non vi disturbi il fatto che ultimamente ne faccia molto uso. Ma magari mentre scrivo mi vengono in mente frasi e canzoni che conosco e non riesco a fare a meno di inserirle tanto le trovo adatte; oppure per caso (o forse perché magari, ormai tutto mi fa pensare a loro) leggo frasi o sento canzoni che non avevmo mai sentito, che sembrano così adatte alla storia che ne usufruisco.
 
Grazie infinite a tutte le persone che hanno letto anche questo capitolo, a quelle che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ricordate e un grazie speciale a tutte quelle che mi lasciano sempre meravigliose recensioni, anche tramite messaggi privati! Siete troppo buoni! *__*
Mi fa davvero piacere leggere e rispondere ai vostri commenti, siete davvero troppo gentili! Grazie mille!
 
Ciao!
 

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Capitolo 27
*** 27 ***


Perché mi sento così male? Perché mi sento tremendamente in colpa per essere scappato via da Kurt?
Perché sono ancora sotto casa sua, chiuso in macchina, da chissà quanto tempo?
Sono così confuso, perché mi manca il respiro sia al pensiero di tornare da lui, sia a quello di andarmene il più lontano possibile?
Come posso trovare una soluzione?
Provo a pensare a quale sia la via di fuga per fuggire da questa intricata situazione. Ma non riesco a trovarla, mi sento in trappola, come se fossi in un labirinto senza via d'uscita, come se ovunque mi girassi trovassi un grosso ostacolo da superare, ma sono troppo debole per farcela, ho troppa paura per infrangere quella barriera. 
 
Mi sembra di impazzire. Ripenso a Kurt, a quel misto di tristezza e di delusione nei suoi occhi quando sono fuggito da lui.
Quello sguardo e il tono con cui mi ha chiesto di rimanere mi hanno spezzato il cuore, ho sentito come se qualcosa in me si fosse rotto per sempre, e mi hanno fatto capire ancora di più che non lo merito; è troppo per me.
Non sono degno di fare parte della sua vita. 
 
E' stato così dolce e comprensivo con me, mi ha appoggiato, mi ha confortato senza mai farmi domande, c'è semplicemente stato per me, come nessuno c'è stato negli ultimi anni, e continua a farlo nonostante io mi sia comportato così male.
Avrebbe potuto mandarmi a quel paese tempo fa, invece non l'ha fatto.
 
E qual è stato il mio ringraziamento? Quello di fuggire da lui, dall’unica persona che mi fa sentire bene, dall’unica persona che sembra a cui sembra importare davvero di me, dall’unica persona che dopo tutti questi anni, ha portato luce nella mia vita, dall’unica persona capace di scombussolarmi così tanto, capace di farmi battere il cuore all’impazzata, capace di farmi desiderare dopo tanto tempo di essere felice.
 
Lui ha capito perfettamente, io sto scappando, sto fuggendo dalla mia, forse, unica possibilità di tornare a vivere.
 
Sono soltanto un codardo. Come posso voltare le spalle a qualcosa di così prezioso, di così raro, di così speciale?
Come posso voltare le spalle ad una creatura così meravigliosa, quando ho avuto la fortuna e l'onore di incontrarla?

Come potrò abituarmi alla sua assenza? Come potrò farlo, se questi ultimi venti giorni senza di lui, sono stati così vuoti e inutili? 
Se ho pregato ogni giorno che mi chiamasse per incontrarci, perché non vedevo l'ora di rivederlo e di perdermi in quelle isole che ha al posto degli occhi?
 
Mi è mancato così tanto, la sua mancanza è stata dolorosa, come lo è stata la consapevolezza di quanto realmente mi mancasse.
Ho cercato di essere forte, di distrarmi di non lasciarmi travolgere da lui, ma non riuscivo a smettere di pensarlo e a desiderare di rivederlo.
Avevo giurato a me stesso che non sarebbe più successo, che non lo avrei permesso di nuovo, invece sono stato ancora io ad allontanarmi da lui.


Ripenso a tutto quello che ho provato questa sera. Quando ci siamo guardati, quando ci siamo baciati, quando ci siamo abbracciati, quando mi ha spogliato in quel suo modo tenero e dolce, fingendosi sicuro e quando mi ha detto che gli sono mancato.
 
Santo cielo, in quell'istante ho pensato davvero che il cuore mi stesse per esplodere in petto. Il modo in cui l’ha sussurrato mi ha fatto capire che fosse completamente sincero e soprattutto che allora, anche lui prova qualcosa per me.
Al solo pensiero sento una strana sensazione stringermi lo stomaco e il cuore battere un po' più forte.
E' possibile che una creatura come lui provi qualcosa per uno come me? 
Sembrerebbe di sì, ma se da una parte questo mi rende felice, dall'altra mi fa male, perché so di non meritarmelo e so che non potrei mai dargli ciò che merita.
 
Più volte durante il nostro incontro mi si è bloccato il respiro e più volte ho desiderato di non avere questa maledetta paura capace di impedirmi di essere semplicemente me stesso.

Ed è pensando all'intensità e alla profondità di tutte le sensazioni che mi ha fatto provare che sento ancora di più la necessità di allontanarlo dalla mia vita.

Chiudo gli occhi e istintivamente il mio pensiero torna a quel bacio. 
Non ho baciato molte persone nella mia vita, soprattutto negli ultimi anni.
Non ho mai permesso a nessuno dei miei clienti di farlo, ma con Kurt è stato subito completamente diverso. 
Ho sentito il desiderio di farlo, anzi ne ho sentito il bisogno, quel bisogno di entrare in contatto con lui in quel modo speciale, di sigillare quella connessione intima, l'ho considerato un mezzo per potersi respirare un po' il cuore e per poter assaporarsi l'anima a fior di labbra.

Quello che ho provato è stato talmente sorprendente ed emozionante che penso che forse avevo semplicemente dimenticato cosa si provasse.

Questa sera è stato ancora più stupefacente e spaventoso e mi ha fatto capire che passerei ore a baciarlo, in verità passerei ore a fare qualunque cosa a lui e con lui.
 
Non so come abbia fatto a resistergli quando ha cominciato a sedurmi, con quel suo fare adorabile, ero davvero vicino dal mandare tutto al diavolo e farmi fare qualunque cosa avesse intenzione di fare, ma non potevo.
Mi sarei sentito come se lo avessi umiliato e in quel momento mi sono sentito in dovere di fargli capire che non è quello che voglio da lui. Non solo, almeno.
 
La sua bellezza interiore è disarmante, ma non è da meno nemmeno quella esteriore, come posso resistere ad una tale combinazione?

Più penso a quell'angelo più mi sento una nullità. Da quando è entrato nella mia vita, è come se mi avesse aperto gli occhi su ciò che sono e quello che ho visto, non mi è piaciuto per nulla.
 
Mi sono reso conto di che orribile persona sono stato negli ultimi anni, e posso tranquillamente ammettere che mi faccio schifo. 
 
Ho permesso a degli sconosciuti di usare il mio corpo, ho fatto di questo il mio lavoro. Ero pieno di persone intorno a me, ma in realtà non sono mai stato così solo come in quel periodo.
 
Quegli uomini mi desideravano, o almeno così mi ero convinto che fosse, e questo faceva bene al mio ego, mi piaceva sentirmi desiderato, mi faceva sentire forte.
 
Ma solo ora mi rendo conto che loro desideravano soltanto un corpo qualunque per soddisfare i propri bisogni fisici, nessuno è mai andato oltre, e non solo perché io non lo permettessi, ma anche perché nessuno fosse interessato a farlo.
 
Nessuno mi ha mai guardato come se fossi qualcosa di più di un oggetto, nessuno si è spinto un po' più in là, nessuno mi ha mai guardato come se fossi una persona, nessuno si è mai preoccupato di chiedersi perché quello fosse il mio lavoro.
 
Anzi, una volta ottenuto ciò che voleva, qualcuno si permetteva anche di criticarmi e giudicarmi. Qualcuno che magari veniva a letto con me solo per trasgredire le regole, nonostante avesse un compagno.
Ora mi chiedo se sia più sbagliato farsi pagare per andare a letto con qualcuno o pagare qualcuno per andarci a letto tradendo il tuo partner. 

Nessuno mi ha guardato dentro, nessuno mi ha trattato come se fossi una persona prima di tutto, nessuno tranne Kurt.
 
La cosa più nauseante è che mi sentivo fiero e soddisfatto della mia vita, mi sentivo forte e intoccabile e completo.
Ora invece ho capito che, trovare qualcuno che  ti vuole interamente, che vuole il tuo cuore, la tua anima, la tua mente e non soltanto il tuo corpo, è la più grande soddisfazione, questo è l’unico mezzo per sentirti veramente appagato e realizzato.
 
Forse sono cambiato, o forse ho solo aperto finalmente gli occhi, l'unica cosa che so è che tutto merito di Kurt.
E' soltanto grazie a lui se sono arrivato a desiderare certe cose e a capirne altre, è solo grazie a lui, che sento di essere diventato una persona migliore.
E' grazie a lui che ho cominciato ad abbandonare alcune delle maschere che ho indossato in questi anni e che inizio a sentirmi più leggero da un lato, ma allo stesso tempo più pesante dall'altro.
 
Di questo gli sarò eternamente grato. Kurt mi ha cambiato la vita e ma mi ha anche fatto desiderare di entrare a far parte della sua.
Sono ancora davanti al suo appartamento, più volte ho sentito l'irrefrenabile desiderio di tornare da lui, ma come sempre sono combattuto e confuso.

Se dovessi seguire l'istinto e il cuore sarei già lì da tempo, ma la mia parte razionale e debole mi frena. 
Con una stretta nel petto penso al modo in cui mi ha guardato appena prima di uscire da casa sua e solo quello basterebbe per farmi correre da lui. 
Ma poi egoisticamente penso alla mia solita paura di soffrire, sono terrorizzato che mi faccia soffrire.
 
Ma poi mi chiedo se una meravigliosa creatura come lui possa mai fare del male a qualcuno. Non credo ne sia capace, ma so bene che potrebbe farlo involontariamente, anche senza averne nessuna colpa.
 
Decido di rimanere ancora un po' a pensare prima di decidere se tornare da lui e sperare che possa perdonarmi ancora una volta o se andarmene a casa con il cuore spezzato.
Vorrei essere capace di capire realmente cosa voglio e sopratutto di avere il coraggio di accettarlo senza pensare alle conseguenze.
 
Chiudo gli occhi, appoggio la testa all'indietro e respiro profondamente cercando di trovare uno spiraglio di chiarezza che mi permetta di capire quale sia la scelta giusta. 
 

"In questa notte di cenere, 
che non smette di piangere, 
faccio i conti con l'anima, che ormai 
si è stancata di me, 
delle solite belle maschere 
che ho portato per vivere, 
questa tenera abitudine 
che non ho tradito mai. 
Se potessi rinascere 
e cambiare di colpo la realtà, 
che non smette di offendere 
questa splendida e breve eternità, 
se potessi raggiungere 
il cuore di me stesso 
con un treno che non c'è 
e riuscire ad ammettere 
che ho bisogno di te. 
 
E in quante notti di estasi, 
in mezzo a un branco di acrobati, 
ho fatto finta di credere che Dio 
fosse fiero di me, 
di quegli squallidi amori a perdere, 
che ho consumato per vivere 
questa gelida solitudine 
che non mi ha lasciato mai. 
 
Se potessi rinascere 
e buttare nel cesso la realtà, 
che continua a difendere
questa inutile e sporca verità, 
se potessi raggiungere 
il cuore di me stesso 
con un volo che non c'è 
e riuscire ad ammettere 
che ho bisogno di te.
 
Perché credo in qualcosa di profondo 
oltre i confini di questa trincea, 
perché voglio una rivincita, 
per non rimpiangere 
tutto l'amore che ho buttato via.
 
Se potessi rinascere 
e sognare di nuovo la realtà, 
se potessi riaccendere
questa splendida e breve eternità.
 
Se potessi raggiungere 
il cuore di me stesso, 
liberandomi di me, 
e riuscire ad ammettere 
che ho bisogno di te.
 
Che ho bisogno di te."
 

 

La voce del mio cuore continua a ripetermi che per quanto non voglia ammetterlo e accettarlo, io ho bisogno di lui. Ne ho bisogno per uscire dal buio.
Ne ho bisogno come un fiore ha bisogno dell'acqua, come un bambino ha bisogno della sua mamma, come un cuore ha bisogno di un altro cuore per battere all'unisono, come un malato ha bisogno di cure, come un'anima sola ha bisogno della sua gemella, come un puzzle ha bisogno di quel solo e unico pezzo per sentirsi veramente completo.
 
Dannazione cosa devo fare? A chi devo dare ascolto? 
E' più forte la paura o quello che sento per lui? Sono disposto a rischiare pur di averlo o sono disposto a rischiare di perderlo?
C'è una lotta interiore in me e sono sempre più confuso. L'unica cosa di cui sono sicuro è che vorrei soltanto trovare un po' di felicità.
In quale direzione devo andare per trovarla? Questo dovrebbe essermi chiaro, ma... c'è sempre un ma di troppo.
 
Ripenso alle parole che mi ha detto mia madre in una delle nostre ultime conversazioni.
 
"E quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuto al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora. Stai fermo, in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti parla, alzati e va' dove lui ti porta."*

Dopo diversi minuti in cui ero sicuro mi sarebbe scoppiata la testa, con una strana sensazione nel petto capisco di aver preso la mia decisione. 
Penso di aver capito quale strada devo intraprendere. 
 

 --------------

 
Non voglio piangere, non sono un ragazzino e devo smettere di comportarmi come tale.  Respiro profondamente diverse volte prima di sedermi sul divano e di cercare di capirci qualcosa.
Appoggio la testa all'indietro e chiudo gli occhi provando ad analizzare ciò che è appena successo.
 
Non posso fare altro che ripetermi e ripetermi che non lo capisco. Non capisco perché si comporti così e nonostante tenda a credere che ci sia un motivo valido, sto cominciando a stancarmi di essere trattato in questo modo.
Vorrei che almeno mi aiutasse a capire e mi spiegasse chiaramente come stanno le cose.
 
Un momento prima mi chiede di non lasciarlo mai e quello dopo mi dice di non poter rimanere con me e scappa.
 
Dannazione Blaine, cosa devo fare con te?
 
Perché nonostante tutto non riesco ad essere completamente arrabbiato con te?
Perché ha il potere di scombussolarmi così tanto? Perché ti permetto di farmi sentire così?
 
E pensare che questa volta mi sono anche sbilanciato con lui, mi sono lasciato andare e penso di avergli fatto capire che non mi è indifferente e da come ci siamo baciati, da come ci siamo guardati e da come mi ha chiesto di non lasciarlo, penso di avere avuto la sorprendente e piacevole sorpresa che anch'io non gli sono indifferente, ma ho anche capito che preferirebbe lo fossi.
 
Questa consapevolezza mi ferisce e mi sento rifiutato, mi sento come se non volesse avermi conosciuto, come se volesse scappare da me. 
Mi chiedo se il problema sono io, se ho fatto qualcosa di sbagliato, ma non capisco, sono sempre più confuso dal suo comportamento.
 
L'unica cosa di cui sono certo è di quello che provo quando sono con lui, di quello che mi fa provare quando mi bacia e quando mi guarda come nessuno mi aveva mai guardato prima d'ora. Mi sento dannatamente bene e giusto quando siamo insieme, mi sento come se non fossi più così solo, come se avessi trovato qualcuno che mi capisca.

Al solo pensare a lui sento il cuore battere forte nel petto, perché mi fa sempre quest'effetto? 
 
So che sto giocando con il fuoco, perché provare qualcosa per qualcuno che non ti corrisponde, o che non ti può corrispondere, non può portare a niente di buono. 

L'ultima cosa che voglio è soffrire, ma mi rendo conto di non essere nemmeno così forte da resistergli.
Ma se valesse la pena rischiare?
Forse è questo pensiero che mi porta a perdonarlo sempre e a sperare che un giorno le cose cambieranno?
Ho sofferto parecchio nella mia vita, una sofferenza in più o una in meno non mi cambierebbe nulla, ci sono abituato, ma se invece proprio dopo tutta la sofferenza, potrei trovare un pizzico di felicità?
Non varrebbe forse la pena rischiare, anche se ci fosse un'unica e minuscola possibilità di trovare quella serenità tanto attesa?
 
Mi rendo conto di non aver poi così più paura di soffrire. Sono temprato.
Purtroppo mi sono scontrato con il dolore quando ero molto piccolo.
Quel tipo di dolore vero e profondo, quello che ti toglie il respiro e ti fa sentire come se avessi perso una parte fondamentale di te, come sei fosse venuta a mancarti la terra sotto i piedi.
 
Quel dolore che ti fa chiedere come diavolo farai a continuare a vivere, come farai a riprendere le tue solite abitudini, come farei a continuare a respirare, a camminare, a dormire, a svegliarti la mattina, a mangiare, ad uscire di casa, a stare in contatto con altre persone, a guardare il tuo programma preferito, come farai a sorridere di nuovo e soprattutto come farai a non smettere di piangere.
Quel dolore che con il tempo ti farà capire quanto, nonostante tutto, sia forte l'essere umano per sopportare tutto questo, quanto sia forte per sopravvivere ad una delle cose più terribili che possano accadere, ad una di quelle cose che più ci pensi più ti fanno impazzire.
 
Io ho conosciuto questo tipo di dolore quando ho perso la persona che mi ha donato la vita. In quel momento ho capito che non sarei mai potuto più essere lo stesso bambino, non sarei mai stato più la stessa persona.
Sono diventato un menomato, come se avessi perso un organo fondamentale senza il quale non riuscire a vivere più come prima. 
Ho perso un pezzo di cuore e niente e nessuno potrà mai darmelo indietro.
 
Poi sono cresciuto e mi sono scontrato ancora una volta con la dura realtà. Ero diverso, o meglio il mondo mi faceva credere di esserlo.
 
Presto sono cominciati i problemi a scuola, mi chiamavano checca, finocchio, frocio.
Era spaventoso entrare in quell'edificio realizzando che quei ragazzi mi provocavano con delle parole così vicine a ciò che ero realmente e non potevo fare altro che tornare a casa piangendo.**
Tutti si divertivano un sacco al liceo, per come mi vedevano e per come parlavo.
Ero il brutto anatroccolo in un lago pieno di cigni, la scuola era orribile e in più avevo troppi sogni ad occhi aperti, ma sono stati proprio quei sogni a farmi iniziare a sperare per avere una via di fuga.***
Più volte sono anche arrivato a pensare di farla finita, ma grazie a mio padre sono riuscito a stringere i denti e ad andare avanti.

Mi chiedo spesso cosa avrei fatto se non avessi avuto il suo appoggio; cosa avrei fatto se avessi avuto contro tutto e tutti?
Dove avrei trovato la forza per andare avanti e sopportare tutto? 
Deve essere orribile sentirsi non accettati nemmeno dalle persone che ti hanno messo al mondo, per questo mi sento così fortunato ad avere avuto un padre come il mio, e non smetterò mai di ringraziarlo per quello che ha fatto per me. Sono così orgoglioso di lui e lui mi ha ampiamente dimostrato di esserlo anche lui di me.

I suoi insegnamenti e i suoi consigli mi hanno dato la forza di lottare e di riporre tutte le mie energie nell'unica cosa che volevo fare veramente nella mia vita, è stato lui a spronarmi e farmi credere di non essere io quello sbagliato.
Ricordo una frase che era solito dirmi.
 
"Quando le persone continuano a ferirti tu pensa a loro come se fossero carta vetrata. Potranno ferirti e graffiarti un po', ma alla fine tu sarai levigato e loro sciupati."****
 
E' per tutto questo che la sofferenza non mi spaventa più così tanto, quando conosci qualcosa così bene, non ti fa forse meno paura?

I miei pensieri tornano a Blaine, mi chiedo se si farà sentire di nuovo o se cercherà di uscire per sempre dalla mia vita; non so proprio cosa aspettarmi, ma al solo pensiero di non rivederlo più mi manca il respiro, decido quindi che se non lo farà, sarò io a contattarlo.
 
Non voglio perdere l'unica persona capace di farmi sentire così, e non importa quanto tempo ci vorrà, farò di tutto per fargli capire che di me si può fidare, cercherò di fargli capire che se vuole, potremmo anche essere amici.
Quel dolore e quella paura che gli riempiono gli occhi mi fanno mancare il respiro e mi spezzano il cuore. Se solo potessi fare qualcosa per aiutarlo, se solo mi permettesse di avvicinarmi a lui.
 
Penso anche a come reagirò nel caso tornasse a farsi sentire, come dovrei comportarmi? Come dovrei trattarlo, dovrei essere arrabbiato per questa sua continua ambiguità? Decido che mi porrò il problema se e quando si presenterà.

Sospiro ripetutamente mentre sento un'infinita tristezza riempirmi il cuore.
Sono triste per quello che è successo con Blaine, per aver visto quella sofferenza nel suo sguardo, per la sensazione d’impotenza nel non poterlo aiutare, per il suo rifiuto, per la situazione che sembra diventare sempre più complicata, per i sentimenti che sento nascere per lui e per i ricordi del passato che non smetteranno mai di fare male.

Forse tutto questo in un unico momento, è troppo anche per me. Sento che queste sensazioni sono troppe, mi riempiono, ne sono sopraffatto, non riesco più a contenerle e non posso fare altro che lasciarle andare nell'unico modo possibile.
 
Piccole lacrime iniziano a scivolarmi sulle guance, per un attimo cerco di trattenerle, ma ho bisogno di sfogarmi, ho bisogno di piangere.
Forse non starò meglio dopo, forse non cambierà nulla, a parte che mi ritroverò con un tremendo mal di testa in più e gli occhi gonfi e arrossati, ma sento che potrei scoppiare da un momento all'altro se non mi lasciassi andare.
 
Sono passati diversi minuti quando spontaneamente le lacrime cessano di scendere. Rimango ancora un po' rannicchiato, con le mani sulle ginocchia e con il volto rivolto verso il basso cercando di riprendere il controllo.
 
Ad un tratto sento un lieve bussare alla porta, ma è un suono così leggero che penso di averlo immaginato, però dopo qualche istante lo sento di nuovo, è appena un po' più forte, ma abbastanza da farmi alzare dal divano.

Mi chiedo chi potrà mai essere a quest'ora, forse un vicino mi dico. Pensando alle condizioni in cui sono, per un attimo penso di fingere di non essere in casa.
Ma quel suono si fa sempre più insistente e mi chiedo perché, chiunque sia, non stia usando il campanello. 
 
"Chi è?" chiedo dopo aver cercato di ricompormi un po'.
 
Nessuna risposta.

"Chi è?" ripeto.
 
Dopo qualche istante sento un flebile sussurro che mi fa battere il cuore a mille. Sarà frutto della mia immaginazione mi dico, mentre ho già la mano sulla maniglia.
 
Ma quando apro la porta capisco di non essermi sbagliato, quel quasi impercettibile Blaine era stato pronunciato davvero.
 
Di nuovo mi scontro con i suoi occhi e mi basta poco per capire che non è in condizioni migliori di me. 

Mi guarda colpito, dispiaciuto, affranto, confuso, addolorato, ma c'è qualcos'altro nel suo sguardo, è ancora spaventato, ma sembra più libero, più consapevole, c'è qualcosa di nuovo che non riesco a decifrare, qualcosa che però mi fa provare ancora quella piacevole sensazione alla bocca dello stomaco.
 
"Kurt, perdonami se puoi, per favore" mi dice con sguardo supplichevole.
 
Apro la bocca per rispondere ma lui mi blocca.
 
"Aspetta, non dire niente, ti prego ascoltami prima di dire qualunque cosa" mi dice con tono serio.
 
Annuisco appena con il cuore in gola mentre lui prende un lungo respiro.
 
"Kurt, so che il mio comportamento ti confonde, so che ti senti usato e pensi che mi stia prendendo gioco di te, e so anche che non meriti niente di tutto questo e che l'ultima cosa che vorrei è farti del male. 
 
Mi dispiace, mi dispiace davvero Kurt, vorrei essere una persona diversa, vorrei che le cose fossero più semplici, ma non posso cambiarle. Non ancora almeno.

Il problema è che non so quello che faccio, fingo di saperlo; il primo ad essere confuso sono io."
 
Continuo a guardarlo in silenzio, mentre lo vedo prendere di nuovo un lungo respiro.
 
"Ad essere sincero non so dove voglia arrivare con questo discorso, l'unica cosa che so è che non voglio perderti. Tu ti sei comportato da amico con me, sei sempre stato più buono di quanto meritassi e lo apprezzo davvero tanto Kurt.

La mia situazione è complicata, e ci vuole tanta pazienza con me, troppa a volte, lo so, e so anche di chiedere molto, ma... ma... se riuscissi a perdonarmi e ad accettarmi così come sono, vorrei continuare a fare parte della tua vita."

Sento il cuore cedere per un attimo e il respiro bloccarsi. Gli salterei al collo dalla felicità di sapere che nemmeno lui vuole allontanarsi da me, ma cerco di concentrarmi sulla sua richiesta.
 
Se non ho capito male mi ha sta dicendo che comunque non mi darà spiegazioni.

Quindi se non voglio perderlo, non mi resta che accettare la sua richiesta, nonostante ci sia la possibilità che continui a comportarsi in questo modo.

Lo vedo fissarmi con sguardo timoroso e speranzoso, come se stesse trattenendo il respiro in attesa della mia risposta.
 
Non vorrei farlo aspettare troppo, ma devo pensarci bene, la responsabilità è soltanto mia in questo momento.
 
Emetto un sonoro sospiro prima di dire:
 
"Nemmeno io voglio perderti... e se questo vuol dire avere solo una parte di te, penso di non aver scelta."
 
Mi guarda con gli occhi lucidi e sempre più luminosi.
 
"...e comunque non devo accettarti, odio questa parola, non dovremmo dare a nessuno la possibilità di accettarci o meno. Siamo quello che siamo, possiamo piacere agli altri oppure no, possiamo essere simpatici o meno, ma non dobbiamo permettere che qualcuno si senta superiore a noi e quindi in grado di accettarci o meno" aggiungo ripensando agli insegnamenti di mio padre.
"Grazie Kurt... ti prometto che non sarà sempre così, che farò di tutto per cambiare e per essere per te, l'amico che meriti" mi dice con voce emozionata.
"Permettimi di dirti una cosa, però..." dico.
 
Annuisce ed io guardandolo intensamente dico:
 
"Sappi che se e quando ti sentirai pronto a parlare con me di ciò... che ti fa così paura, io sarò pronto ad ascoltarti."

Mi guarda con gli occhi sgranati.
 
"Non ho bisogno di accettarti, ma ho quello di comprenderti, vorrei farlo davvero Blaine, e se potessi, farei qualunque cosa pur di vedere sparire quel dolore dai tuoi occhi" continuo, mentre lui mi guarda sempre più sorpreso.
 
"Sappi che non ti sto chiedendo nulla, non devi mai sentirti obbligato di fare qualcosa con me, devi fare e dire solo ciò che senti e se un giorno sarai pronto di donarmi un altro piccolo pezzettino di te, io sarò onorato di accoglierlo."
 
I suoi occhi diventano sempre più lucidi e il suo sguardo sempre più pieno di... affetto, credo.

Si avvicina lentamente, mi prende le mani e con un sorriso dolce mi dice:

"Sei vero Kurt?" 
 
Lo guardo stranito e lui continua con voce emozionata.
 
"Come fai ad essere così meraviglioso? A volte mi chiedo se tu sia un angelo..." 
 
Arrossisco e abbasso lo sguardo alla consapevolezza che abbia una così alta opinione di me.

"Non esagerare..." sussurro timidamente.
 
"Sono soltanto un essere umano che, avendolo conosciuto, sa riconoscere il vero dolore, quando lo vede. Un essere umano che si sente impotente quando non può affievolire in alcun modo quel dolore degli altri, un essere umano che vorrebbe essere tuo amico e aiutarti, un semplice essere umano che vorrebbe vedere sempre quella splendida luce nei tuoi occhi" sussurro alzando lo sguardo per incontrare il suo.
 
"Vedi? Come posso pensare che tu sia reale? Non ho mai conosciuto una meravigliosa creatura come te, sai non credo di meritarti" dice con una punta di tristezza.
 
"Non dire sciocchezze..." gli dico prendendogli il viso tra le mani e sentendo il cuore battere troppo velocemente.

"Tu sei meraviglioso e credimi, farò di tutto per fartelo capire" continuo.
 
Sorride teneramente e mi chiede:

"Come può dire che sono meraviglioso dopo il modo in cui mi sono comportato con te?"

"Sono sempre stata una persona che va oltre ciò che vede, o quello che gli altri cercano di fare vedere. Non mi fermo mai alla superficie, cerco sempre di capire cosa c'è dietro o meglio dentro una persona. Forse lo faccio, perché avendolo fatto io, so quanto sia facile nascondersi dietro una maschera di protezione" dico, mentre mi avvicino per accarezzargli una guancia.
 
"Kurt, tu hai detto che vorresti capirmi, ma credo che tu lo faccia meglio di chiunque altro, a volte anche di me stesso" mi dice interrompendomi.
 
Sorrido e continuo:
 
"Dietro la tua maschera ho visto molto di più di quello che dai a vedere, ho visto un ragazzo che ha sofferto terribilmente, che per sopravvivere è diventato un'altra persona, e che è tremendamente spaventato. Spero di non sbagliare, ma sento che hai un motivo valido per comportarti così, e questo mi basta, almeno per il momento."
 
Il modo in cui mi guarda mi fa sciogliere qualcosa dentro, mi fa battere forte il cuore e mi fa sentire importante.

"Non so che dire Kurt... grazie" sussurra avvicinandosi sempre di più e attirandomi a lui cingendomi i fianchi con le mani.

I nostri profili si sfiorano, sento quel suo profumo che tanto amo penetrarmi nelle narici, sento il suo respiro caldo soffiare sulla mia bocca, mentre i suoi occhi non smettono di scrutare i miei.
 
Comincio a tremare dall'emozione quando capisco che intenzioni abbia, istintivamente gli cingo il collo con le braccia e chiudo gli occhi aspettando con trepidazione di sentire le sue labbra sulle mie.

Quando accade, mi sento trasportato in un altro mondo, mi dimentico di tutto ciò che c'è intorno a noi, con dolcezza comincio subito a rispondere al bacio; la sua lingua s'insinua lentamente nella mia bocca incontrando presto la mia e comincia ad esplorarla con movimenti sinuosi, facendola completamente sua.
 
Continuiamo a baciarci e ad accarezzarci per diversi minuti, finché ansimanti non siamo costretti a smettere.

Appena ripreso il controllo, almeno il parte, apro gli occhi per guardarlo e lo vedo sorridermi in un modo così intenso e luminoso che mi fa perdere un battito.
 
Poi una domanda s'insinua nella mia mente, se noi siamo amici o quasi, perché ci baciamo? Anche quando eravamo soltanto amici di letto i baci erano proibiti ed ora che forse siamo diventati qualcosa di più come amici, perché continuiamo a baciarci?

Non trovo una risposta, ma mi dico che non è necessario trovarla, è così bello e piacevole che non smetterei mai e ora non è il momento di farsi troppe domande sul nostro rapporto.
Quello che c'è tra di noi, è qualcosa di strano e d’indefinito, ma qualunque cosa sia mi fa stare bene e questo è l'unica cosa che conta per il momento. Non voglio cominciare a farmi mille paranoie pensando al futuro, vivrò giorno per giorno e mi godrò al massimo tutto ciò che Blaine mi farà provare.

Rispondo a quel sorriso e con voce incerta sussurro:

"Resti con me questa notte?" 
 
"Speravo me lo chiedessi" risponde con un dei più dolci sorrisi che abbia mai visto sul suo viso, prima di lasciarmi un tenero bacio sulla fronte.

"Però permettimi di essere chiaro su una cosa..." mi dice con tono serio.

Annuisco e attendo.
 
"Quello che hai visto in me... è vero. Ho sofferto molto in passato e anche se è trascorso parecchio tempo, quel dolore non mi abbandona mai. E sì, anche se ho cercato di nasconderlo per non sembrare debole, ci sono cose che mi spaventano terribilmente, ma se non te ne parlo, non è perché non mi fidi di te, il problema è mio, ricordatelo, ok?" mi dice con uno sguardo pieno di tristezza.

"Ok, Blaine, ma lasciati dire una cosa, che una volta una delle persone più importanti della mia vita, mi disse..."

Annuisce appena.
 
"Blaine tu non hai bisogno di fingere che sei forte, non devi sempre dimostrare che tutto sta andando bene, non puoi preoccuparti di ciò che pensano gli altri, se ne avverti la necessità piangi perché è bene che tu pianga fino all'ultima lacrima, poiché soltanto allora potrai tornare a sorridere. *****
 
Mi guarda sorpreso e grato, prima di buttarsi tra le mie braccia, per stringermi così forte da fare quasi male.
 
Quando si allontana, vedo che ha gli occhi lucidi e senza dire altro lo prendo per mano e con il cuore contento al pensiero che dormirò finalmente tra le sue braccia, ci incamminiamo verso la mia camera da letto.

 

"Era l'errore che tutti gli uomini fanno da sempre. Cercare di mostrarsi forti e sprezzanti vincitori quando forse basta avere il coraggio di chinare la testa e dire: ho paura."******


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Note:
Avete visto che Blaine poi è tornato?! Alla fine non era scappato come pensavate o meglio come io vi ho fatto pensare! Dai non sono stata poi così cattiva e nemmeno Blaine, no? ;-)
Forse non avrete apprezzato molto le parti in cui entrambi si sono soffermati a pensare alla loro vita, ma ci tengo a farvi conoscere i personaggi, in  modo da farvi avere un'idea più completa possibile su di loro e dopo aver visto “8” non ho potuto trattenermi da scrivere certe cose.
(Vogliamo aprire una piccola parentesi per l’interpretazione di Chris?!
Personalmente mi ha lasciato senza parole, più volte mi si è fermato il respiro, nell'ultima sua scena poi, mi ha definitivamente spezzato il cuore.
Io penso che ci si possa solo commuovere davanti al suo talento, per la persona che è, per tutto quello che ha passato e per quello che passano ogni giorno ragazzi e ragazze che si trovano in situazioni simili.
Fortunatamente l'appoggio della sua famiglia lui l’ha avuto e l’ha ancora, ma se penso a tutte le persone hanno tutto e tutti contro, che rabbia e che tristezza!
E non posso fare altro che chiedermi come possano esistere genitori come quelli del ragazzo interpretato da Chris. Trovo sia veramente inconcepibile che accadano cose simili... spesso mi vergogno di vivere in un mondo così.
Perdonate il mio sfogo…)
 
La canzone è "Se potessi rinascere" di Marco Masini, vi chiedo di leggere o di ascoltare attentamente ogni singola riga, perché penso sia perfetta per la storia di Blaine.
http://www.youtube.com/watch?v=NqGpugQu_Ps&feature=related 
 
Gli autori delle citazioni sono:
 
* Susanna Tamaro
** Se avete visto "8" avrete riconosciuto questa frase.
*** Chris Colfer :-( (con qualche piccola modifica)
**** Chris Colfer  *_*
***** P. Coelho
******Giorgio Faletti
 
Prima dei ringraziamenti generali vorrei ringraziare Sakuraelisa, che lasciandomi a bocca aperta, ha fatto un video su questa storia. 
http://www.youtube.com/watch?v=YM4Br0E7rtI 
Vi consiglio di guardarlo, merita davvero, sia per le immagini sia per la canzone che è semplicemente perfetta per i "miei" Kurt e Blaine... quindi vi consiglio di ascoltarla anche questa, attentamente.
(Se volete, qui http://testitradotti.wikitesti.com/2011/05/19/arms-testo-traduzione-e-video-del-singolo-di-christina-perri/  c'è la traduzione.)
Grazie Elisa, grazie per il tempo che hai dedicato a questo video, e grazie per aver fatto sentire me e la storia importanti... 
 
Grazie infinite a tutte le persone che in qualche modo hanno considerato la mia storia, o mettendola tra le seguite, o tra le ricordate o tra le preferite! 
Grazie infinite a chi addirittura le dedica ulteriore tempo scrivendo una recensione! Siete davvero troppo gentili, così tanto che a volte sento che i vostri complimenti siano immeritati, anche se mi fanno sempre più emozionare.
Grazie davvero, spero di non deludervi mai! 
 
Ultimissima cosa, la prossima settimana partirò e starò via qualche giorno, vi prometto che farò di tutto per aggiornare prima di partire, ma non posso assicurarlo! Quindi iil prossimo aggiornamento potrebbe slittare alla settimana dopo. 
 
Ciao! 
 
 

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Capitolo 28
*** 28 ***


Le prime luci del nuovo giorno invadono la stanza, lentamente comincio a muovermi, mentre mi torna in mente quello che è successo ieri sera.
Una sensazione di pace e serenità mi riempie il cuore e apro gli occhi impaziente di vederlo accanto a me.

Non è molto lontano, ma è girato di spalle. Non so esattamente come comportarmi con lui, ma so che non rimpiango per nulla di essere tornato. 
Ho deciso di ascoltare il mio cuore semplicemente perché non sono riuscito a fare altrimenti. Sono stato spinto verso di lui come se fossimo due calamite che nonostante siano state separate con prepotenza alla fine grazie ad una forza maggiore riescono finalmente a trovarsi di nuovo.
 
Sono ancora spaventato, ma ho capito che dovevo rischiare, ho capito che se non ci avessi provato, mi sarei pentito ogni giorno della mia vita, ho capito che forse quello che mi lega a lui è un po' più forte dell'enorme paura che mi rendeva prigioniero e mi sono detto che se ho trovato qualcosa di così forte e potente da superare la grandezza di quella paura, allora non posso proprio rischiare di perderlo.
No, non posso essere così stupido da lasciarmi scappare una simile occasione, da lasciarmi scappare una persona come lui. 

Un angelo. Non riesco più a vederlo diversamente. C'è qualcosa di magico in lui, qualcosa di sopranaturale, sarà per questo che mi sento come se mi avesse fatto un incantesimo, mi ha completamente stregato, in ogni senso.
 
Nonostante sia di spalle non riesco a distogliere lo sguardo da lui, le coperte sono scivolate via, mi soffermo a guardare quella schiena bianca, quelle sue scapole appuntite sembrano lì lì per trasformarsi in ali.*
 
In quel momento mi sento così fortunato e per la prima volta dopo tanto tempo, come se finalmente abbia fatto la scelta giusta.

Non passa molto tempo prima che cominci a muoversi anche lui e lentamente, con la sua solita grazia, si giri verso di me.
 
Quando vedo il suo viso, ancora assonnato, guardarmi con un'espressione prima stupita, poi intimidita e poi più dolce e tenera, capisco che è quello che vorrei vedere ogni mattina al mio risveglio, per un attimo penso che non vorrei mai più svegliarmi senza di lui al mio fianco.
Questo pensiero mi colpisce come uno schiaffo facendomi capire ancora una volta quanto io sia pericolosamente vicino ad innamorarmi di lui.
 
Ma quando, un istante più tardi si avvicina sempre di più e mi regala uno di quei suoi rari sorrisi che mi fanno sentire così speciale e fortunato a riceverli, un sorriso così dolce e sincero da farmi perdere un battito del cuore, non riesco più a pensare, ma solo a godermi quei momenti, cercando di mettere da parte le mie paure e perché no, anche un po' della mia razionalità.
 
Dopo aver ammirato quel sorriso contagioso con un'espressione da ebete, non posso fare a meno che ricambiare.

"Buongiorno..." sussurro un attimo dopo, mettendogli un braccio intorno alla vita, per attirarlo verso di me.

"Buongiorno..." mi risponde con una punta di imbarazzo nella voce, mentre però si accoccola tranquillamente contro il mio petto.
 
"Hai dormito bene?" mi chiede.

"Benissimo... non mi ricordo nemmeno più quando è stata l'ultima volta che abbia dormito così bene..." dico non distogliendo lo sguardo dal suo.
 
Rimane in silenzio per un attimo, poi sorridendo dice:
 
"Sarà per il mio materasso, è piuttosto comodo..."
 
Non ci penso troppo prima di rispondere con un sussurro:

"Oppure sarà per te..."
 
Vedo i suoi occhi spalancarsi un attimo per la sorpresa e riempirsi poi di confusione.
 
So quanto io lo confonda con queste mezze frasi e soprattutto con il mio strano comportamento e non voglio più farlo, almeno quando posso.

Merita chiarezza e trasparenza da parte mia e anche se per adesso non posso dargliela completamente, voglio farlo almeno in parte.

"Non guardarmi così Kurt, volevo dire esattamente quello che ho detto. Non so perché, ma la tua presenza mi fa sentire bene, mi fa bene addormentarmi e svegliarmi con te accanto, mi sento più tranquillo, più sereno e meno solo e dopo questi giorni in cui siamo stati lontani, averti di nuovo tra le mie braccia mi sembra un sogno..." 
 
Dopo avermi guardato per un attimo a bocca aperta, abbassa timidamente lo sguardo e con voce bassa dice:
 
"E' così anche per me..."

A quelle parole sento il cuore sobbalzare nel petto e riempirsi di una piacevole sensazione di calore. 

Non so esattamente cosa dire, quindi mi limito a stringerlo più forte e a depositargli un leggero bacio sulla fronte. 
 
Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, beandoci l'uno del calore dell'altro finché mi costringo a parlare.

"Forse è meglio che vada, non voglio disturbarti troppo... oggi è domenica, è la tua giornata libera, non voglio essere da intralcio ai tuoi programmi..."

Non risponde subito, sembra combattuto.
 
"Non ho nessun programma... se... se vuoi... possiamo fare colazione insieme... ma solo se vuoi e puoi, se hai altri impegni, ti capisco..." dice poi sorprendendomi.
 
"Nessun impegno, mi farebbe molto piacere." rispondo forse troppo velocemente.

"Ok..." risponde con un sorriso.
 
"Grazie per l'offerta..." dico sorridendo a mia volta.
 
"Allora vado a preparare qualcosa..." dice facendosi per alzare.
 
Istintivamente lo blocco e quando lui mi guarda con sguardo interrogativo, gli chiedo semplicemente:

"Puoi rimare soltanto un altro po' qui con me? Per favore..."
 
Mi sembra ancora impossibile che finalmente tutto questo mi faccia un po' meno paura e che abbia trovato la forza di ascoltare soltanto il mio cuore, per questo ho paura che sia soltanto un sogno e che presto tutto finirà e sarò risucchiato ancora in quel tunnel buio pieno di confusione, di dubbi e di terrore.
 
Sarà per questo motivo che sento il bisogno di tenerlo tra le braccia il più possibile e di stringerlo fino a convincermi che se voglio, tutto questo potrei farlo durare.
 
Alla mia richiesta mi guarda intenerito, come se fossi un bambino al quale non si riesce a dire di no, e senza dire nulla fa esattamente come gli ho chiesto.
 
Non so quanto tempo siamo stati così, in silenzio, abbracciati, l'uno perso nei propri pensieri, ma soprattutto deliziandoci di quelle sensazioni che soltanto tra le braccia dell'altro possiamo trovare.


Mi rendo conto di non averne mai abbastanza, credo che potrei passare l'intera giornata in questa precisa posizione, non avrei nemmeno bisogno di mangiare o di bere, tanto mi sento appagato e soddisfatto quando il suo corpo è intrecciato al mio.

Non avrei mai pensato che tutto questo mi sarebbe piaciuto così tanto, io che non abbracciavo qualcuno, che non fossero i miei genitori, da non so quanto tempo.
Io che non avevo un rapporto fisico fatto di baci, di carezze, di abbracci, di mani intrecciate, da... tanto tempo, troppo... forse da sempre.
 
Non pensavo nemmeno di esserne capace, ma forse non è una capacità... ma so che tutto questo è spaventosamente spontaneo con Kurt, è come se non potessi farne a meno.
 
Riconosco però che forse è arrivato il momento di alzarci e con un po' di riluttanza interrompo quel momento perfetto e dico:
 
"Grazie Kurt..."

"E di cosa?!" mi chiede con un sorriso, facendomi l'occhiolino.
 
"Ora posso andare o hai intenzione di tenermi prigioniero incatenato a questo letto per l'intera giornata?" chiede scherzosamente.

A quella frase, immagini non esattamente caste e pure m’invadono la mente, deglutisco ripetutamente mentre penso che quell'idea non mi dispiacerebbe per niente.

"Incatenarti a letto per tutto il giorno?! Non sarebbe male come idea!" rispondo, non riuscendo a trattenermi, con sguardo malizioso, passando lo sguardo lungo tutto il suo corpo.
 
Dopo pochi secondi vedo la sua espressione cambiare di colpo e le sue guance colorarsi adorabilmente di una tonalità accesa di rosa.
Sorrido e lo guardo divertito, mi piace avere il potere di farlo arrossire.
 
"Blaine!!" urla stizzito subito dopo, dandomi un piccolo schiaffo sulla spalla.
 
"Hey!!" dico ridendo toccandomi con la mano nel punto in cui mi ha colpito.
 
"Te lo sei cercato!" mi dice in tono dispettoso, alzandosi dal letto.
 
"Ok, hai ragione, scusa... ma anche tu te la sei cercata" dico ridendo. 


"Sei tu che sei così malizioso da trovare doppi sensi dove non ci sono" risponde non volendo darmi ragione.
 
"Ok, scusa... la mia sarà deformazione professionale" rispondo sempre più divertito da quello scambio di battute.

Scoppia in una fragorosa risata che anche in quel momento mi riempie il cuore.
 
Non ho mai sentito una risata così melodiosa e aggraziata, quel dolce suono è musica per le mie orecchie e il suo viso assume un’espressione adorabile che lo rende ancora più bello; mi riprometto che da questo momento farò di tutto per farlo ridere ancora e ancora e non solo perché mi piace vederlo ridere, ma soprattutto per lui. 
 
"Deformazione professionale!? L'hai inventata tu in questo momento?" chiede ancora ridendo.

"Mi stai per caso prendendo in giro Kurt Hummel?" chiedo, pronunciando per la prima volta il suo cognome.
 
"Scusa, ma anche questa te la sei cercata!" risponde poco dopo.
 
"Hai ragione! Non è questione di deformazione professionale, è questione che ti desidero e a quella tua frase il mio cervello non ha potuto fare a meno di pensare a... quello" dico in tono più serio.
 
Ok, se volevo sorprenderlo e zittirlo, ci sono riuscito.

Ma a quanto pare non vuole lasciarmi l'ultima parola e mostrandosi indifferente dice:
 
"Tutte le scuse sono buone pur di non ammettere che sei soltanto troppo malizioso."
 
"Ora vado a preparare la colazione, il bagno è nella stanza accanto, se hai bisogno di qualcosa dimmelo" dice subito dopo, prima di uscire dalla stanza senza darmi il tempo di rispondere.
 
Non riesco a fare a meno di sorridere. Non abbiamo mai avuto un momento così, non abbiamo mai scherzato in questo modo e mi rendo conto che mi piace, mi sento come se dopo quello di ieri sera, avessimo fatto un altro piccolo passo in avanti.
Il nostro rapporto, anche se lentamente, sta crescendo ed io invece di sentirmi più spaventato e tormentato, mi sento sempre più leggero.


--------------
Sto preparando la colazione cercando di non dare troppo peso a quel misto di emozioni che mi stanno riempiendo.
Sono ancora imbarazzato per le sue ultime frasi, ma sono anche divertito e lusingato e mi rendo conto che mi piace ridere e scherzare con lui.

Credo che mi piaccia fare qualsiasi cosa con lui, quando siamo insieme, mi sento diverso e finalmente diverso nel senso buono.
Mi sento più forte e meno solo, proprio come ha detto lui, scaldandomi il cuore, di sentirsi con me.
 
Ma è tutto così strano e surreale, mi sembra di vivere un sogno e ho paura che da un momento all'altro dovrò svegliarmi e tornare di nuovo alla realtà.
Ho paura che tutto questo sia troppo bello per essere vero, ho paura che da un momento all'altro possa allontanarsi di nuovo da me, ma ho anche paura che se mi rimarrà accanto, sarà veramente difficile non innamorarmi di lui.
 
Ripenso a quello che è successo ieri sera e questa mattina, a tutto quello che Blaine mi ha detto, finalmente mi sento come se entrambi avessimo fatto qualche piccolo passo avanti nella giusta direzione per andare l'uno incontro all'altro.
E' come se finalmente quello che ci teneva incatenati e bloccati sul posto, si fosse allentato permettendoci di muoverci fino ad avvicinarci un po'.
 
Mi si riempie il cuore a pensare agli ultimi momenti che abbiamo condiviso ed ora faremo anche colazione insieme nel mio appartamento. E' tutto così intimo e piacevole, sono confuso ma allo stesso tempo non posso fare a meno di sentirmi contento e sereno.
 
Mi raggiunge non molto tempo dopo e con naturalezza si accomoda di fronte a me, mentre io sono ancora in piedi a preparare.
Sorride e ha un'espressione così serena e tranquilla dipinta in volto che non posso fare a meno di sorridere a mia volta nel vederlo così, rimango a fissarlo incantato, sembra ancora più bello del solito e i suoi occhi sono così dorati e luminosi che mi accendono il cuore.
 
Un attimo dopo lo vedo guardarmi con sguardo interrogativo e capisco che mi ha beccato; dannazione chissà che espressione da ebete avevo mentre lo fissavo.
 
"Cosa c'è Kurt? Mi è per caso spuntato un terzo occhio in fronte?" mi chiede sorridendo.

Per un attimo penso di non dirgli la verità, ma poi mi vengono in mente gli ultimi avvenimenti e mi rendo conto di non aver più così paura di dire ciò che penso.

"E' solo che mi piace vederti così..." sussurro mentre sento un leggero rossore imporporarmi le guance.

Mi guarda stupito e mi chiede:
 
"Così come?"
 
Ok, potrebbe essere più difficile di quanto pensassi dare voce a quelle sensazioni che mi fa provare.

"Non lo so... sembri così sereno e rilassato e succede raramente che i tuoi occhi siano così luminosi, solitamente sono bui e pieni di tormento e... è bello vederti così... tutto qui..." dico abbassando lo sguardo fingendomi molto indaffarato a preparare la colazione.

Ad un tratto con la coda dell'occhio lo vedo girare intorno al tavolo e fermarsi alle mie spalle, appena sento il suo respiro sul collo il mio corpo reagisce e inizio a tremare leggermente aspettando la sua prossima mossa.

Pochi istanti dopo sento le sue braccia cingermi le spalle e non posso fare a meno di sussultare mentre inizio a respirare irregolarmente, le sue mani poi scivolano fino a posarsi sulle mie, dopo un attimo senza dire nulla mi stringe più forte e mi lascia un dolce bacio all'altezza del collo, quel breve contatto mi provoca un lungo brivido lungo la spina dorsale.

Un momento dopo prendendomi per le spalle mi fa voltare verso di lui e con un tenero sorriso mi dice:

"Grazie Kurt... mi fa piacere che tu l'abbia notato ed hai ragione, sarà che mi sento così bene in questo momento che il mio viso riflette il mio stato d'animo e… sono contento che ti piaccia vedermi così" dice con una punta di imbarazzo nella voce.
 
Sorrido timidamente non sapendo cosa dire.
 
"Sai Kurt, penso proprio che questo sia anche merito tuo..." dice subito dopo provocandomi una piacevole stretta al cuore. 

"Non è vero Blaine... ma grazie, é bello sentirselo dire..." rispondo mentre sento un lieve rossore colorarmi le guance.

"Kurt, credimi se ti dico che è così. Te l'ho detto tu mi fai stare bene, e ti posso assicurare che sono anni ormai che non mi sentivo in questo modo..." dice facendomi emozionare.

Rimango stupito e non so ancora cosa dire.
 
"Perché è così difficile credermi Kurt, che cosa devo fare per far entrare in quella tua adorabile testolina che vali molto di più di quanto credi?
Che cosa devo fare per farti vedere quanto tu sia speciale?" dice con tono così dolce da farmi fermare il respiro per un attimo.
 
Dopo un attimo di esitazione con voce emozionata rispondo:
 
"Dai Blaine non esagerare, non sono per niente speciale e mi dispiace ma tu non potrai dire o fare nulla per farmi cambiare idea."
 
Sta per dire qualcosa ma lo interrompo subito, non mi piace questo discorso, mi mette in imbarazzo soprattutto perché mi conosco e so quanto stia sbagliando.
 
"Allora vogliamo fare colazione oppure no?" dico con un sorriso cercando di cambiare argomento.

Sembra ancor esser sul punto di voler dire qualcosa ma fortunatamente sembra ripensarci e finalmente si accomoda a tavola.
 
"Serviti pure" dico mentre lo vedo guardarmi in un modo che non piace, sembra che stia cercando di analizzarmi e mi mette a disagio.

Non voglio rovinare questo momento quindi cerco di distrarlo chiedendogli se la colazione è di suo gradimento.
 
Passiamo così i successivi minuti a mangiare e a chiacchierare tranquillamente di cibo e dei nostri gusti culinari.
 
Mentre chiacchieriamo però non riesco a fare meno di pensare a quanto tutto questo sembri così intimo e naturale, come se dormissimo insieme, ci svegliassimo e facessimo colazione insieme da sempre e mi piace così tanto che penso che potrei farlo per molto tempo.
 
Come al solito cerco di scacciare pensieri del genere e di concentrarmi solo sul presente.
 
Con mia grande sorpresa quando lancio uno sguardo all'orologio, mi accorgo che è trascorsa circa un'ora da quando siamo seduti qui e mi rendo conto che è proprio vero che quando stai così bene con una persona il tempo vola senza che tu te accorga.
 
Dopo pochi minuti si alza e comincia a sparecchiare, mentre mi dice che ha bisogno di farsi una doccia e che quindi andrà a casa.
 
Sono stato così bene con lui che non vorrei andasse via, vorrei passasse tutto il giorno con me, ma non posso chiederglielo. Sicuramente avrà degli impegni e chissà forse dovrà vedere qualche suo cliente penso mentre sento lo stomaco attorcigliarsi.
 
"Non preoccuparti, ci penso io qui" dico cercando di rimare calmo dopo l'immagine che si è appena materializzata nella mia mente.
 
"Mi fa piacere darti una mano" mi risponde con un sorriso spontaneo e dolce, che ha il potere di sciogliermi.

"Grazie... ma non disturbarti, ci metto un attimo" rispondo.

"Ma è possibile che non vuoi accettare l'aiuto di qualcuno anche in cose stupide come queste?" mi chiede con tono di rimprovero.

"Mi pare che abbiamo già affrontato un discorso simile, comunque sono abituato a fare tutto da solo, non é un peso per me e poi volevo essere ospitale... ma se proprio ci tieni, fa pure" rispondo con un piccolo sorriso sulla frase finale.
 
"Prima o poi dovrai abituarti a poter contare su qualcuno Kurt e a condividere tutto con lui, sia le cose piccole sia quelle più grandi... sono sicuro che troverai presto un uomo che vuole essere quella persona..." mi dice guardandomi intensamente, lasciandomi di nuovo sorpreso e provocandomi l'ennesima stretta al petto.

Vorrei averlo già trovato quell'uomo... vorrei fossi tu, mi ritrovo a pensare rimanendo colpito da quel mio improvviso pensiero.
 
"Allora inizierò subito permettendoti di aiutarmi" rispondo con un sorriso cercando di mascherare l'emozione.
 
"Bene..." risponde con un sorriso che sembrerebbe triste.
 
Passiamo così qualche minuto a sistemare, rimanendo però in silenzio; una volta finito con un tono quasi dubbioso dice:

"Beh, allora io vado..."

"Ok... allora ci vediamo" mi limito a rispondere con un pizzico di delusione nel cuore.
 
Lo vedo combattuto come se volesse dire o fare qualcosa di cui però non è molto convinto; è ormai arrivato davanti alla porta quando dopo aver preso un lungo respiro, con tono quasi imbarazzato dice:
 
"Kurt... stavo pensando... se non hai altri impegni e se ne hai voglia... potremmo andare fuori a pranzo."

Quella frase è sufficiente a farmi risollevare il morale e forse con troppo entusiasmo rispondo:

"Mi farebbe molto piacere."

Un sorriso gli compare subito in volto prima di chiedermi se ho qualche preferenza per il posto.
 
Lascio decidere tutto a lui, ci accordiamo quindi per l'orario e per il luogo.
 
"Va bene se ti passo a prendere io? E' inutile andarci con due auto no?" mi chiede poi.
 
"Va bene, grazie..." rispondo.
 
"Ok, allora ci vediamo più tardi..." dice sorridendo.
 
"A più tardi Blaine... e grazie..." dico.
 
"Grazie a te Kurt..." mi dice prima di baciarmi sulla guancia e di scomparire oltre la porta.
 
Cerco di non agitarmi e di non comportarmi come un ragazzino al suo primo appuntamento, ma scopro che un po' è così che mi sento.

Mi sento strano all'idea di uscire con lui in mezzo alla gente, come se per la prima volta condividessimo con il mondo il nostro rapporto, qualunque esso sia.
 
Siamo usciti insieme soltanto un'altra volta, ma ora è completamente diverso ed io non posso fare a meno di agitarmi quando penso alla piega che sta prendendo la nostra relazione.
 
Se penso a come è cominciato; mi sembra impossibile di averlo conosciuto in quel modo e mi sembra assurdo quando sia diventato parte fondamentale della mia vita e quanto sia diventato importante per me.
 
Non avrei mai detto che quel ragazzo che più volte definivo bastardo mi entrasse nel cuore e rischiasse di rubarmelo, no, non avrei mai immaginato che quel ragazzo un giorno mi avrebbe fatto provare qualunque cosa provi ora per lui e soprattutto non avrei mai pensato che potessi mai sentirmi così bene con qualcuno.
 
Tra le tante cose, Blaine, ha portato speranza nella mia vita, la speranza che forse c'è ancora la possibilità per me di essere felice; questo pensiero mi stupisce e mi spaventa, non so quando sia stata l'ultima volta che ho creduto che le cose sarebbero migliorate, ma da quando l'ho conosciuto, è cambiato tutto.
 
Questa piacevole sensazione che m’invade il cuore quando penso a lui e a quello che abbiamo, mi fa credere che forse arriverà anche per me un po' luce in tutto il buio che mi ha circondato finora. 

Faccio un bel respiro e con un’insolita leggerezza nel cuore e un sorriso da ebete dipinto sul volto inizio a prepararmi per l'appuntamento.
 


"Venivamo da esperienze sbagliate, 
ben lontani dal vedersi mai più 
ma siamo qua fabbricanti di sogni… 
il mio inizio sei tu… 
Sconosciuti tu non eri nei piani, 
stiam vivendo nuove complicità 
ma era un po' che il cuore voleva 
Funzionerà… 
Con te che io voglio riempire i miei giorni 
Te che io voglio far veri i miei sogni 
Questo viaggio ha porti sicuri 
Chiari contorni… 
Ci sarò per la fine del mondo 
Ci sarò per amarti di più 
E così se chiami rispondo 
Il mio vero inizio sei tu… 
La nostra vita passava 
cercando felicità 
Con te un futuro ce l'ho 
Lo aspettavo da un po' 
Niente ora ci cambierà… 
Con te che io voglio riempire i miei giorni 
Te che io voglio far veri i miei sogni 
Questo viaggio ha porti sicuri 
Chiari contorni… 
Ci sarò per la fine del mondo 
Ci sarò per amarti di più 
E così se chiami rispondo 
Il mio vero inizio…

sei tu…"


-------------------

 

Note:
Spero di non aver esagerato con il fluff iniziale... ma ho i miei dubbi!
Spero vi sia piaciuto comunque questo capitolo, anche se non è successo nulla di particolare. A me non mi convince molto, ma non sono riuscita a fare di meglio, quindi capirei la vostra delusione.
 
Mi spiace moltissimo non essere riuscita a rispondere alle recensioni del precedente capitolo, ma con il poco tempo a disposizione non avrei potuto aggiornare e rispondere, quindi ho preferito fare la cosa che pensavo, vi avrebbe fatto più piacere!
 
Perdonatemi! Ovviamente quando tornerò, risponderò a tutti! ;-)
 
* C. Bukowski.
La canzone è “Il mio inizio sei tu” dal film d'animazione Anastasia
http://www.youtube.com/watch?v=4eNPV6o-ehs 

Grazie infinite a chiunque in qualsiasi modo, prenda in considerazione la mia storia!
Grazie davvero a tutti!
 
Ciao!

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Capitolo 29
*** 29 ***


Eccoci qui, seduto l'uno di fronte all'altro ad un tavolo piuttosto appartato , che mentre aspettiamo le nostre ordinazioni, parliamo tranquillamente; o almeno questo è quello che chi ci guarda potrebbe pensare. In realtà io non sono completamente a mio agio e anche se sto facendo di tutto per nasconderlo sono piuttosto imbarazzato.

Non so il perché, ma il fatto di essere qui con lui, in un luogo pubblico circondati da altre persone e il fatto che soprattutto questa è quasi come se fosse la nostra prima uscita ufficiale, mi rende terribilmente nervoso.
Mi sento esposto, come se facendomi vedere insieme a lui, abbia ammesso, non solo più a me stesso, che in un certo modo è davvero entrato a fare parte della mia vita.
 
Condividere con gli altri il nostro stare insieme, mi fa sentire come se ormai non potessi più tornare indietro a quando lui non era ancora così importante per me, ma in ogni caso non credo di volerlo.
 
Cerco di prestare attenzione a quello che mi sta dicendo, ma mi è quasi impossibile concentrarmi, mi sento così agitato e nervoso, santo cielo, sembro davvero un ragazzino al suo primo appuntamento.
 
Beh, in fondo, questo ne è una sorta, tristemente penso che non ho mai avuto un appuntamento con un ragazzo.

Mi batte forte il cuore quando penso che questa sia una delle tante prime cose che sto facendo insieme a Blaine, lui sta diventando in sempre più occasioni, il mio primo e non posso negare che la cosa mi rende piuttosto felice.
Non so ma, nonostante l'imbarazzo, sento che con lui è tutto così facile, spontaneo e naturale, come se le cose andassero in un certo modo semplicemente perché è così che devono andare.
 
Sarà che per me tutto questo è nuovo, ma ho una tremenda paura di dire o fare qualcosa di sbagliato, di comportarmi come un'idiota e di fargli una brutta impressione.

Non so perché mi faccio questi problemi, in fondo mi devo ricordare che questo non è comunque un appuntamento galante, ma è un pranzo tra amici e che devo stare tranquillo e cercare solo di essere me stesso.
 
Dopo pochi istanti lo vedo guardarmi con uno sguardo interrogativo, mentre mi chiede se va tutto bene.

Cavolo mi sono già fatto scoprire, devo stare calmo e comportarmi da adulto.

"Benissimo, grazie..." rispondo con un sorriso leggermente forzato.
 
"Sembri turbato, preoccupato... sei sicuro che non ci sia qualcosa che non va?" mi chiede.
 
Non posso e non voglio dirgli il motivo della mia agitazione, chissà cosa penserebbe di me se sapesse quanto questa situazione mi faccia quasi paura, soprattutto per il modo in cui mi sento in questo momento, mentre lui mi sta guardando dolcemente con quegli occhi luminosi che per un attimo mi fanno fermare il respiro.
 
"Va tutto bene, davvero" rispondo, cercando di essere il più convincente possibile.
 
Dopo pochi istanti arrivano le nostre ordinazioni, cominciamo a mangiare parlando del più e del meno. Tra una portata e l'altra approfondiamo la nostra conoscenza rispondendo a vicenda a domande semplici e non troppo rilevanti, come i nostri gusti musicali, i nostri film e programmi televisivi preferiti ed altro ancora.

L'atmosfera è sempre più rilassata ed io mi sento sempre più sereno e a mio agio. Cominciamo poi a parlare del mio lavoro e della scuola che ho frequentato, mi fa molte domande e sembra davvero interessato, è molto piacevole parlarne con lui.
 
Per un attimo penso a quanto sia strano il nostro rapporto, ci conosciamo già da un po' ormai e non avevamo ancora parlato da soli di argomenti futili e leggeri, invece ogni volta che ci vedevamo finivamo per parlare di cose molto più profonde e importanti, è stato così da subito; è stato così facile aprire il cuore con lui e parlargli della mia adolescenza, dei miei problemi e di tutto il resto e non m'importa se abbiamo fatto l'opposto di quello che si fa di solito.
 
Il nostro rapporto non ha nulla di usuale, a partire dal modo in cui ci siamo conosciuti, al fatto che abbiamo iniziato a dormire insieme quasi subito, al fatto che continuiamo a baciarci nonostante continuiamo a considerarci amici o quasi, fino ad arrivare ad ora. 
 
Non avremmo seguito i soliti passi o le solite regole preimpostate dalla società, ma questo non vuol dire che quello che sta succedendo tra noi non sia bello, anzi forse è proprio questo a rendere speciale, qualunque cosa ci sia tra noi.
 
Tra una chiacchiera e l'altra siamo ormai giunti alla fine del pranzo, mi guardo intorno e mi rendo conto che il locale è, ormai completamente vuoto.
 
Dopo un attimo, anche lui si guarda intorno e mi chiede:
 
"Sei mai stato qui?"
 
"Sì, un paio di volte... e tu?" rispondo.

"Qualche volta..." risponde con uno sguardo indecifrabile.
 
Ad un tratto ripenso al suo lavoro e mi dico che chissà quante volte ci sarà venuto con i suoi clienti. A quel pensiero un leggero senso di nausea mi riempie lo stomaco.
 
"Anche con i tuoi clienti immagino..." affermo, prima di riuscire a trattenermi.
 
Per un attimo mi guarda come se fossi pazzo, poi con un'espressione seria mi dice:
 
"No, non ci sono mai venuto con un cliente." 
 
"Allora questa è la tua prima volta..." dico ironicamente.
 
Ma dal suo sguardo intuisco che non sembra aver apprezzato molto la battuta.
 
"Kurt, non penserai davvero che ti porterei in un posto dove sono solito andare con i clienti? E poi sai bene, cosa penso. Non ti ho mai considerato un cliente... non uno come tutti gli altri almeno, non vedo perché dovrei cominciare a farlo ora" mi dice fissandomi con sguardo fermo.

La sua ultima frase fa sobbalzare appena un po' il mio cuore ma cerco di non illudermi troppo.
 
"Lo so Blaine, stavo solo scherzando..." dico cercando di non far trapelare la mia emozione.

"Bene... non vorrei che pensassi che sia solito invitare i clienti a pranzo o cose del genere" mi dice.
 
Ancora una volta sono travolto dall'emozione e cerco di continuare a respirare regolarmente.

"A dire la verità Blaine, io non so cosa pensare, cioè tenderei a credere di più al fatto che tu lo faccia, piuttosto che abbia invitato solo me.
Ma ti credo quando dici che non è tua abitudine farlo" rispondo con una punta di imbarazzo nella voce.

"E invece devi credere che tu sei il primo che abbia portato qui... anzi se vuoi saperla tutta, sei il primo ragazzo con cui sono venuto, le altre volte è stato con i miei genitori" mi dice facendomi bloccare il respiro.
 
"Beh... allora... grazie..." sussurro.

Mi guarda per qualche istante come se fosse indeciso e come se stia per dire qualcosa di cui potrebbe pentirsi, poi uno sguardo leggermente triste, lasciandomi di stucco dice:
 
"Kurt, tu sei il mio primo per parecchie cose..."

"Ho cominciato quasi subito a fare il gigolò quando mi sono trasferito qui... e negli ultimi anni, non ho avuto molti rapporti umani con persone che non fossero i miei clienti, non ho avuto una vita sociale particolarmente intensa, ogni tanto qualche mio vecchio amico mi veniva a trovare, ma niente di più.
 
In un certo senso tutto questo è nuovo per me... erano anni che non conoscevo qualcuno, che non instauravo un rapporto che non fosse lavorativo con qualcuno, erano anni che non parlavo con qualcuno, erano anni che non mi sentivo così bene in compagnia di un'altra persona" dice non distogliendo mai lo sguardo dal mio.

So che forse dovrei dire qualcosa, ma non mi esce nulla dalle labbra, quindi rimango in silenzio, con il cuore in tempesta.

Un attimo dopo, comincia a muoversi e con un leggero movimento avvicina di qualche centimetro la sedia alla mia.
 
Poi inaspettatamente appoggia delicatamente la sua mano sulla mia, la stringe appena e con tono quasi imbarazzato inizia a parlare mentre io continuo a fissarlo con gli occhi spalancati per la sorpresa.

Non so dove voglia arrivare, ma inizio involontariamente a tremare leggermente e a trattenere il respiro in attesa della sua mossa successiva.

"Kurt..." mi dice aumentando la stretta sulla mia mano e provocandomi una scarica di brividi lungo la spina dorsale.
 
"Sono stato a lungo chiuso tra le mura della prigione che mi ero costruito e dopo questo lungo letargo, tu sei stato il primo che mi ha guardato veramente, come se fossi una persona e non un oggetto, sei stato il primo che ha voluto farlo, ed il primo che è riuscito a vedere almeno in parte, come sono veramente.
Sei stato il primo che ha cercato di capirmi e che si è offerto di aiutarmi. 
Sei stato il primo che è riuscito a fare breccia prima nella mia corazza e poi... anche nel mio cuore.
Sei stato il primo che si è fidato di me a tal punto da portarmi a casa sua e a farmi conoscere la sua meravigliosa famiglia" dice con voce emozionata, mentre io sono ormai sicuro che da un momento all'altro mi scoppierà il cuore nel petto.

Ancora una volta non riesco a pronunciare una singola parola e rimango a fissarlo con un'espressione tra il sorpreso e l'estasiato.
"E poi Kurt... dopo questo lungo periodo, tu sei stato il primo che mi ha fatto capire di avere ancora un cuore che palpita... tu mi emozioni Kurt… ed è solo grazie a te se ho capito di essere ancora in grado di provare qualcosa di bello."
 
Sembra agitato quanto me e deglutisce ripetutamente prima di tornare a parlare, mentre io mi limito a fissarlo e a respirare irregolarmente.
 
"Ed infine tu sei stato il primo ragazzo che negli ultimi anni ho stretto tra le braccia, ho tenuto per mano, ho coccolato... ho baciato.
Kurt, la verità è che con te ho fatto praticamente tutto quello che mi ero ripromesso di non fare con i clienti, mi ero imposto quelle regole ed ero riuscito a non infrangerle finché non sei arrivato tu" dice facendomi sciogliere completamente.
 
Lo guardo sempre più emozionato mentre lui con espressione dolce che mi arriva dritta al cuore dice:
 
"Tu sei stato il mio primo... amico... da quanto ti ho conosciuto, è come se fossi tornato a vivere, come se avessi iniziato la mia seconda vita."

Penso che a questo punto sia arrivato il momento di dire qualcosa, non posso continuare a guardarlo con un’espressione da ebete senza dire una parola, ma il problema è che non riesco a connettere il cervello per decidere cosa dire.

Respiro profondamente e cerco di ignorare quella piacevole sensazione che mi attanaglia lo stomaco. Non so perché stia reagendo in questo modo esagerato, dannazione devo controllarmi.
 
Sarà perché non sono abituato a sentirmi dire certe cose e mi sento come un adolescente, ma non posso controllare le emozioni che stanno invadendo il mio corpo e il mio cuore.
 
Forse non mi era mai successo di sentire il mio cuore così pieno, pieno di un'intensa sensazione di benessere, di pace, di serenità, di speranza e di un qualcosa che ho paura di chiamare con il giusto nome.
 
Lo vedo guardarmi con sguardo di attesa, come se stesse trattenendo il respiro e aspettando con ansia che io rompa il silenzio.
 
Mi decido quindi a dire qualcosa, forse la prima che mi viene in mente.
 
"Bl... Blaine, io non so cosa dire... ma sappi che mi spiace di averti creato problemi, mi spiace di averti fatto infrangere le regole... non era mia intenzione farlo" dico intimidito.
 
Lui per un attimo sembra risentito, ma pochi istanti dopo un sorriso dolce e tenero gli si disegna sul viso.
 
"Kurt, cosa devo fare con te?" mi chiede continuando a sorridere.
 
Gli rivolgo uno sguardo interrogativo perché non capisco cosa voglia dire.
 
"Sei adorabile, ma la devi smettere di avere una così bassa opinione di te... è possibile che dopo ciò che ti ho detto l'unica cosa che sembra tu abbia percepito, sbagliando però, è che tu mi abbia creato dei problemi?
 
Hai ascoltato quello che ti ho detto? Hai capito cosa tu, Kurt Hummel in persona, hai significato per me?" mi chiede stringendomi sempre più forte la mano e guardandomi con una tale intensità da togliermi il respiro.
 
A quella domanda non posso fare a meno di arrossire, sperando che le mie guance non abbiano assunto un colore troppo acceso. 
Dannazione, odio il fatto di non riuscire a controllare le reazioni involontarie del mio corpo.
Deglutisco ripetutamente sperando di riuscire a riavere l'uso della parola e cerco di riprendermi in modo da non fare esageratamente la figura dell'idiota, ma è tutto così nuovo e piacevole per me che è veramente difficile.
 
A questo punto mi chiedo come sia possibile che il cuore non mi sia ancora scoppiato nel petto tanto batte forte. Dannazione, sono proprio ridotto male, sto reagendo esattamente come se fossi un adolescente e il fatto che continui a fissarlo ammutolito, non è certo d'aiuto alla mia immagine.
 
Mi sento così confuso e spaventato, ho paura di cosa porterà tutto questo, ho paura di fraintendere, ho paura di illudermi, ho paura di credergli.
 
Ho paura che lui sia come tutti gli altri e che si stia solo prendendo gioco di me, ho paura di quanto soffrirò se mi fidassi e poi anche lui mi deludesse.

Lui intanto continua a guardarmi in attesa di una mia risposta, quando ad un tratto la sua espressione s'incupisce.

Sto per dirgli qualcosa quando lui m'interrompe e con una punta di delusione nella voce dice:

"Non ti fidi ancora di me..."
 
Subito dopo ritrae la mano dalla mia come se si fosse appena scottato.
 
Rimango per un attimo sorpreso dalla sua abilità a leggermi nel pensiero, succede raramente che qualcuno ne sia capace con me.
 
La sua non è una domanda, è un'affermazione, e il modo in cui ha pronunciato quella frase, mi provoca una dolorosa stretta al cuore.

Mi fido di lui? Non lo so nemmeno io... so solo che ho paura di soffrire.
 
Respiro profondamente e mi dico che merita la mia completa sincerità e anche se non sarà molto facile, sono disposto a dargliela.
 
"Blaine... mi dispiace... è che, la vita mi ha reso una persona diffidente, troppo forse;  credimi, è così difficile non riuscire a fidarsi di qualcuno, nonostante lo si vorrebbe fare..." dico puntando gli occhi nei suoi.
 
"Quindi non credi a quello che ti ho detto? Pensi che ci sia un secondo fine o cosa?" mi chiede.
 
Il suo tono non è accusatorio o arrabbiato, sembra davvero intenzionato a capire le mie motivazioni, ma non credo possa mai farlo.
 
"Blaine, non ti chiedo di capirmi... forse non è ancora nata una persona capace di capire Kurt Hummel, nemmeno io ci riesco a volte.
Il problema è che sono così complicato, paranoico, insicuro che spesso potrei essere preso per pazzo e chissà, forse lo sono davvero…  il fatto è che è difficile spiegare come mi sento in questo momento..." dico, abbassando appena lo sguardo.
 
"Provaci Kurt..." sussurra dolcemente poggiando di nuovo la mano sulla mia.
 
A quel gesto alzo lo sguardo sorpreso per incontrare il suo. Il modo dolce, tenero e affettuoso con cui mi sta guardando mi fa sciogliere completamente, di nuovo.

Dannazione, perché deve essere così adorabile? Come posso rimanere indifferente, come posso non rischiare di innamorarmi di lui?

Sarà quello sguardo così caloroso e confortante a fare cadere le mie difese e lasciar parlare soltanto il mio cuore.
 
"Ok..." sussurro con un timido sorriso prima di cominciare, mentre senza rendermene conto gli accarezzo delicatamente il dorso della mano con il pollice.
 
"Non è per fare la vittima, ma nella mia vita ci sono state molte persone che mi hanno fatto del male e che mi hanno ferito sia nel corpo sia nell'anima... ma se sono riuscito in qualche modo a superarlo con il tempo... è stato solo perché di loro non m’importava nulla." 
Alla mia ultima frase, vedo un luccichio comparirgli negli occhi, ma rimane in silenzio per farmi continuare.
 
"Quando mi ferivano, mi dicevo che fosse colpa mia, che non dovevo permettergli di farmi del male, che non dovevo dargli quel potere e quell'importanza... ma la verità è che la loro cattiveria, la loro ignoranza erano talmente grandi e quasi irreali per me, che non solo stavo male per me stesso, ma stavo male anche per loro e per tutte quelle persone che come me, sono attaccate, offese, aggredite e a volte purtroppo anche uccise, soltanto perché sono considerate diverse. 
Anche se, non ho mai capito chi o che cosa gli desse l'autorevolezza di stabilire cosa sia realmente normale" dico distogliendo più volte lo sguardo dal suo, mentre comincio a sentire un lieve pizzicore agli occhi.
 
Respiro più volte mentre sento la sua mano stringere la mia in una calda e gentile stretta, istintivamente cerco i suoi occhi e per l'ennesima volta sento che potrei liquefarmi dal modo in cui mi sta guardando.
 
Sembra stia contemplando qualcosa di speciale, con ammirazione e adorazione, e al pensiero che quel qualcosa sia io, arrossisco visibilmente e per un attimo ho la tentazione di abbassare lo sguardo intimidito, ma c'è qualcosa di così intenso nei suoi occhi, che non posso essere così stupido da perdermelo.
 
Rimane in silenzio, ma con quella sua espressione, con quei suoi occhi e con la sua mano sulla mia, mi sta comunicando qualcosa di così forte che mi arriva dritto al cuore.

Sembra mi stia dicendo... 
Ti capisco, ci sono passato anch'io, non sei solo, forza... coraggio*
Senza bisogno di usare parole, mi sta trasmettendo, comprensione, conforto, sostegno e... é affetto quello che avverto così prepotentemente? E' possibile?
 
Lo sento così forte e chiaro che non posso sbagliarmi e non posso dubitarne. 
 
Non può fingere un sentimento così puro e naturale ed io non posso ignorare quella luce di onestà e di sincerità che gli riempie gli occhi, non posso non fidarmi di lui. 
 
Anche se con qualche difficoltà, cerco di riprendere il discorso mentre sento il cuore riempirsi sempre di più di una piacevole sensazione di calore.
 
"Comunque... crescendo ho capito che sono loro ad avere un problema e a fare qualcosa di male non io... quindi mi sono ripromesso che avrei sempre cercato di farmi scivolare di dosso le offese gratuite e infondate, e anche se non è sempre facile, sto cercando la promessa" dico con voce emozionata per quello che mi sta facendo provare in quel momento facendo così poco.
 
Accenna un sorriso tenero ed io continuo, dicendo una delle cose più difficili del discorso.
 
"Ma se a farmi del male fosse una persona che reputo importante, una persona… alla quale… tengo non credo che sarebbe così facile superarlo.
La delusione sarebbe troppo grande ed io non penso che sarei pronto ad affrontarla... sarò un debole e un vigliacco ma ho paura di soffrire" dico a voce bassa, come se stessi confessando un crimine e guardando ovunque fuorché lui. 
  
Lui rimane in silenzio, ma potrei giurare di aver sentito la sua mano tremare lievemente nella mia; ed io con lo sguardo rivolto verso il basso, ripenso a quello che ho appena sussurrato e mi rendo conto che anche se non direttamente gli ho detto che è importante per me e che tengo a lui.
 
Ho forse esagerato? Ho forse parlato troppo? Però anche lui si è lasciato andare parecchio dicendomi quelle cose.
In pratica ha detto che mi considera un suo amico, beh l'amico è una persona importante, alla quale ci si tiene, quindi non ho poi detto nulla di troppo.
 
Il silenzio però che si è creato mi mette a disagio, allora apro la bocca per dire qualcosa, ma lui mi anticipa con una domanda che mi sarei dovuto aspettare ma alla quale forse non sono pronto a rispondere così esplicitamente. 
 
Dirlo a me stesso, o dirlo a lui tra le righe, è una cosa, ma dirlo ad alta voce, a lui per di più, è un'altra, non so se sono pronto ad ammetterlo a qualcuno che non sia io.
 
"Questo significa che... in qualche modo anche tu tieni a me?" mi chiede con una punta di imbarazzo nella voce.
 
Sai che c'è Blaine? Prendimi per stupido... ma c'è ti voglio bene, non troppo, ancora... soltanto un po'.
 
E' questo che vorrei rispondergli, è questo quello che ho appena realizzato di provare nei suoi confronti; ma riesco a tenere a freno la lingua e a non dire qualcosa di cui forse non sarei capace di sopportare il peso.

Cerco quindi di rispondere sinceramente ma senza lasciarmi andare troppo e ripensando a cosa mi ha detto poco fa, con voce un po' incrinata dall'emozione, rispondo:
 
"Blaine... anche tu sei stato il mio primo, in assoluto tra l'altro, per parecchie cose. E ovviamente non mi riferisco solo a quelle fisiche, ma a cose ben più importanti..."

Mi guarda intenerito con un luccichio sempre più esteso negli occhi ed io istintivamente muovo le dita della mia mano che è ancora sotto la sua, fino a farle intrecciare saldamente con le sue. 

Lui sorride leggermente, ma quel suo piccolo sorriso è sufficiente a spronarmi a continuare il mio discorso. Prendo un bel respiro prima di parlare di nuovo.
 
"Blaine... tu sei stato il primo ragazzo al quale sembrava importare qualcosa di me, il primo che si è offerto di ascoltarmi, e per certi versi, il primo che mi ha capito... e che a volte, ha la capacità di farmi sentire importante... 
Tu sei stato il ragazzo che mi ha regalato il mio primo bacio, sei stato il primo che, anche se in circostanze non del tutto usuali, ho portato a casa mia... sei stato il primo al quale ho lasciato varcare la mia soglia, quella che nessuno prima aveva oltrepassato... sei stato il primo che mi ha accarezzato, che mi ha abbracciato, che mi ha baciato e che mi ha toccato in un certo modo e non lo hai fatto solo fisicamente, tu non hai toccato solo il mio corpo, soprattutto tu hai toccato il mio cuore e la mia anima e sei riuscito ad arrivare dove nessuno prima aveva mai nemmeno mai tentato di arrivare... tu sei il mio primo amico... ed è per questo motivo che è chiaro che ci tenga a te" dico con un sussurro abbassando sempre di più lo sguardo e arrossendo forse da capo a piedi.
 
Ok, è stato più facile di quanto pensassi, ora mi sento più leggero anche se ancora più spaventato e mi torna il dubbio di aver detto troppo, ma non ho tempo di pensarci perché un attimo dopo sento la sua mano sollevarmi delicatamente il mento per fare incrociare i nostri sguardi.
 
"Hey..." mi dice dolcemente.
 
"Anche se trovo adorabile il fatto che ancora arrossisci e che t'imbarazzi, non devi mai vergognarti di esprimere quello che provi..." mi dice sorridendo.
 
Questo non mi è d'aiuto e se possibile arrossisco ancora di più.

Lui deve notarlo e sorride di gusto, quella sua risata mi riempie il cuore e non posso fare a meno di esserne contagiato.

"Ahahah, molto divertente..." dico però, fingendomi offeso.
 
"Scusa Kurt, non ti sto prendendo in giro, è che sei veramente tenero e adorabile quando arrossisci e t'imbarazzi..." dice con tono più serio.
 
"Per fortuna che più rosso di così non posso diventare, altrimenti sarei arrossito di nuovo..." dico ridendo per superare il lieve disagio.
 
Sorridiamo entrambi per qualche istante e qualcosa mi dice che anche lui non è perfettamente a suo agio, anzi non sembro l'unico ad essere imbarazzato.

"Grazie Kurt..." mi dice dopo un attimo, stringendomi più forte la mano.
 
Non ho bisogno di chiedergli di cosa... quindi rispondo sinceramente:
 
"Grazie a te Blaine."
 
Poi lo vedo incupirsi prima di dire:
 
"Mi spiace di essere stato il tuo primo, per certe cose..." 
 
Lo guardo a dir poco perplesso e sto già partendo in quarta con le mie solite paranoie, quando lo sento dire:
 
"Aspetta, non fraintendere... io sono felice di esserlo stato ma... mi dispiace per te, avresti meritato di condividere quei momenti con qualcuno di speciale, non dico quanto te, perché non so se esista qualcun altro così, ma sicuramente più di me." 
 
Per l'ennesima volta mi si blocca il respiro e il cuore sembra fermarsi per un attimo... wow, pensa davvero che io sia così speciale? 
Come può pensarlo, cosa vede in me che io non riesco a vedere?
 
Dopo essermi ripreso almeno in parte cerco di dire qualcosa di sensato.
 
"Blaine tu hai un'opinione troppo alta di me e una troppo bassa di te..." rispondo con un filo di emozione nella voce.

"Tralasciamo il discorso su di me, perché sarei ripetitivo, ma non capisco affatto perché pensi che io meritassi di più... te l'ho già detto, sono contento che il mio primo bacio sia stato con te e non lo rimpiango... e che tu ci creda o no, per me è stato bellissimo e speciale, non avrei voluto niente di più e niente di meno... è stato perfetto per me..." dico abbassando di nuovo lo sguardo su quell'ultima frase.
 
Mi guarda con il suo ormai solito sguardo tenero che ancora una volta fa crollare le mie difese.
 
"E sai una cosa Blaine? Mi sono appena reso conto che se ti ho permesso di fare tutto questo significa che in fondo, una parte di me ha già cominciato a fidarsi di te... e dopo questa conversazione, credo di essermi quasi convinto di poterlo fare completamente" sussurro, questa volta però puntando gli occhi nei suoi.
 
Vedo il suo volto illuminarsi e quella è l'ultima cosa di cui ho bisogno per sapere che posso farlo davvero.


"Sì Blaine, mi fido di te..." dico infine, sentendomi come se mi fossi appena lanciato nel vuoto con un paracadute.


"Ho riposto tra le tue mani un sentimento prezioso e raro, coccolalo, non confonderlo, abbine cura, è la mia fiducia"


--------------

 
Cerco di concentrarmi su ciò che ha appena detto negli ultimi minuti e mi sembra ancora impossibile che quelle parole siano uscite dalla sua bocca, ma le sento ancora forti e chiare rimbombarmi nella testa. 
 
Forse fin troppo forti, così forti e potenti che sembrano urla, urla che non vorrei sentire, urla dalle quali vorrei fuggire.
Le sento ancora riecheggiare come se fossero un allarme che continua a suonare interrottamente e dal quale per proteggermi non farei altro che mettermi le mani sulle orecchie e cercare ad ogni costo di non sentirlo.
 
Sì, il mio corpo sta reagendo come se fosse scattato un allarme perché qualcuno si è introdotto in un posto che pensavo di aver blindato e non posso fare altro che sentirmi ancora una volta spaventato da questa situazione.
 
Ho paura che questo sia troppo per me, ho paura di non riuscire a gestire questa cosa, ho paura perché ho la sensazione che le cose siano già troppo vicine all'andare oltre, ho paura che ormai manchi un passo e non potrò più tornare indietro.
 
Ma soprattutto ho paura che lui abbia sbagliato a riporre in me la sua fiducia, ho paura di farlo soffrire, ho paura di non essere all'altezza delle sue aspettative e ho paura che arriverà il giorno in cui, forse involontariamente, gli farò del male.
E questo non potrei mai perdonarmelo, non sopravvivrei con la consapevolezza di averlo fatto soffrire.
 
Mi ha appena donato la sua fiducia, e per quanto ci sperassi, sapere di averla ottenuta mi spaventa e mi destabilizza.
Facendomi questo regalo così prezioso mi ha automaticamente donato anche la possibilità di infrangerla quella fiducia ed è diventata questa la mia nuova paura più grande.
 
Eppure sono stato io ad aprire per primo il mio cuore, lui ha soltanto risposto.
Non so perché io l'abbia fatto, è stato così spontaneo e naturale essere sincero riguardo quello che significa per me.
Ma forse l'ho fatto anche perché davanti a me c'era lui, lui che tira fuori la parte migliore di me e che mi fa essere semplicemente me stesso; e poi anche perché voglio che capisca quanto valore abbia e soprattutto quanto ne abbia per me.

Una parte di me in questo momento si sente come se si fosse tirata la zappa sui piedi, ma l'altra invece, si sente leggera, onesta, come non si succedeva da troppo tempo.
 
Per un attimo mi chiedo ancora se scegliere di ascoltare il mio cuore sia stata la scelta giusta, ma questa volta, per trovare la risposta, mi basta guardare quel viso angelico che ho davanti, quelle due isole azzurre che mi stanno scrutando intensamente.
 
Mi basta perdermi nei suoi occhi per essere immediatamente catapultato in un altro mondo, un mondo nuovo, un mondo migliore, pieno di posti mai visti, pieno di luoghi da esplorare, un mondo dove io, mi sento una persona diversa, dove sento di essere più forte, di essere più potente, di essere quasi imbattibile e soprattutto di non essere più solo.
 
Ed è in quest'esatto momento che mi rendo conto come non mai, di voler entrare in quel mondo, di volerne farne parte a lungo, perché qualcosa mi dice che è proprio lì che troverò quello di cui ho bisogno e quello che forse inconsciamente, da sempre stavo cercando.
 
Ha detto che si fida di me ed io lo sto ancora guardando sorridendo come un ebete in silenzio.
Ma non posso fare a meno di farlo, la sua bellezza mi toglie il fiato, mi smuove qualcosa dentro, mi annienta e non parlo soltanto della sua bellezza fisica, ma sopratutto di quella accecante della sua anima e del suo cuore.
 
Questo ragazzo è qualcosa di unico e io farò di tutto per farglielo capire, non importa come e quanto ci vorrà, l'importante è che alla fine riesca a vedere quello che vedo io, deve assolutamente riuscire a vedersi per come è realmente.

Mi chiedo ancora una volta se sarò mai alla sua altezza e se merito anche solo di stare qui seduto di fronte a lui, ma il modo in cui mi sta guardando in questo momento mi fa sentire come se anch'io fossi almeno un po' speciale, e sapere di esserlo per lui mi riempie il cuore di gioia, ma allo stesso tempo mi spaventa.

Ho paura di deluderlo ma in questo preciso momento giuro a me stesso che farò qualunque cosa per non rischiare di farlo.
 
Finalmente mi decido a dire qualcosa e cercando di contenere l'emozione dico:

"Grazie Kurt, so quanto sia difficile per te farlo, per questo motivo mi sento doppiamente onorato per aver la tua fiducia... ti prometto che farò qualunque cosa in mio potere per non tradirla mai."

Mi guarda in quel modo capace di far catapultare il mio cuore come se fossi un ragazzino alle sue prime esperienze e mi regala uno di quei suoi dolci e trasparenti sorrisi capaci di farmi andare in pappa il cervello e di farmi rabbrividire.
E' quello il suo modo di ringraziarmi. 

Se solo sapesse, veramente quale effetto ha su di me, se sapesse che ha il potere di ridurmi in questo stato e se sapesse quanto lo desidero ogni giorno di più, in ogni senso.

E' già passato un po' dall'ultima volta che ho fatto sesso con un cliente, era ancora prima che mi licenziassi, era diventato così difficile sopportare la situazione.
Ogni volta che sentivo un corpo nudo sotto o sopra di me, mi veniva in mente l'unico corpo che ho mai desiderato così ardentemente e forse uno dei pochi che non potrò mai avere. 
 
E non è l'astinenza che per uno che fino a poco tempo fa faceva il gigolò, potrebbe o dovrebbe pesare, a farmelo desiderare così tanto.

No, io non ho bisogno di un corpo qualsiasi, ho bisogno del suo, ho bisogno delle sue mani e della sua bocca su di me, ho bisogno di sentire la sua pelle calda sotto il mio tocco, ho bisogno di sentire quegli adorabili ed eccitanti suoni che emette nei momenti di piacere, ho bisogno di vedere come si trasforma la sua espressione quando sta per raggiungere il massimo piacere e ho bisogno di ammirare quella dolce e tenera che gli compare in volto subito dopo averlo raggiunto.
 
Desidero tutto questo così ardentemente che a volte credo di impazzire e mi chiedo come potrebbe reagire se gli chiedessi di mantenere fede al nostro accordo.
Ho il timore che visti gli sviluppi per lui non valga più oppure che possa pensare che sia soltanto questo ciò che voglio da lui.

In quel momento lo sento schiarirsi la voce e dopo essersi guardato intorno, dice:
 
"Penso sia ora di andare..." 

"Penso anch'io... ormai siamo rimasti soltanto noi" dico sorridendo guardando il locale deserto.

Dopo pochi minuti raggiungiamo l'auto, ma non sarei ancora pronto a separarmi da lui, più passiamo del tempo insieme, più vorrei passarne e questa consapevolezza mi spaventa ma non posso farci niente. 

Lui mi fa stare bene, quando siamo insieme mi sembra di vivere in un altro mondo, lontano dal dolore e dalla solitudine degli ultimi anni.
La sua presenza mi rasserena e mi trasmettere pace e serenità, ma ho il timore che se gli chiedessi di stare ancora un po' insieme mi prenderebbe per uno stalker o qualcosa del genere, quindi una volta saliti in auto con un sorriso dico:
 
"Ti porto a casa, allora…”
 
Lui esita un attimo prima di rispondere con un semplice ok.
 
Subito dopo cala il silenzio, io ogni tanto cerco di buttare lì qualche frase, ma non riesco a coinvolgerlo, ho l’impressione che ci sia qualcosa che non va.
 
Gli lancio una velocissima occhiata e sembra pensieroso, lontano, ma anche preoccupato e un po’ turbato.
 
Ogni tanto gli rivolgo veloci sguardi e sembra sempre più nervoso, si mordicchia ripetutamente il labbro e non smette toccarsi le mani.
 
Sembra intento a prendere chissà quale decisione.
 
Mi chiedo se abbia fatto qualcosa di sbagliato, ma non riesco proprio a capire, fino a pochi minuti fa sembrava essere tutto a posto.
 
Mi chiedo anche se sia il caso di indagare o di lasciar perdere, non vorrei peggiorare la situazione.
 
Non ho ancora deciso cosa fare quando fermo l’auto sotto il suo appartamento e con un sorriso un po’imbarazzato, mi volto a guardarlo e dico:
 
“Eccoci qui….”
 
Lui sembra sempre più teso e si limita a rispondere con un sorriso piuttosto forzato.
 
Sempre più confuso, mi sposto un po’ per girarmi il più possibile verso di lui e provo a dire qualcosa:
 
“Kurt… grazie infinite per la bella giornata… la colazione, il pranzo… e anche ieri… è stato tutto magnifico… sono stato molt…”
 
Vengo interrotto bruscamente e rimango per un attimo paralizzato quando mi rendo di essere stato praticamente assalito con irruenza da un paio di labbra soffici e umide che sembrano volermi far smettere di respirare.
 
Subito dopo essermi ripreso dallo shock, approfondisco quel bacio iniziando a giocare con lingua di Kurt e afferrandogli la testa con le mani.
 
Lui intanto si sporge sempre più verso di me e mi cinge il collo mentre le nostre bocche continuano a cercarsi assetate di passione.
 
Il bacio si fa sempre più appassionato e irruento, le nostri mani, per quanto possibile, ben presto cominciano a muoversi freneticamente sul corpo dell’altro.
 
Dopo diversi minuti siamo costretti a separarci, lo facciamo lentamente, ci guardiamo intensamente, i nostri occhi sembrano non riuscire a smettere di guardare quelli dell’altro.
 
Rimango ancora di più senza fiato quando vedo il suo sguardo vestirsi di puro desiderio.
 
Non ho mai visto in quegli occhi quello che sto vedendo ora, non qualcosa di così intenso perlomeno e non posso fare a meno di rabbrividire.
 
Dannazione Kurt, non puoi farmi questo, come diavolo posso resistere dal saltarti addosso?
 
Sto ancora cercando di non perdere completamente il controllo quando con la bocca a pochi centimetri dalla mia, con voce roca dice:
 
“Vieni dentro con me…”
 
Quel tono di voce roco ma allo stesso tempo spaventato e quasi intimidito, mi fa impazzire e ad un tratto comincio a sentire il sangue fluire tutto verso un unico punto.
 
Non posso credere che mi abbia appena rivolto quell’invito e prima di dire qualunque cosa torno ad impossessarmi delle sue labbra.
 
Ne ho bisogno come se fossero acqua per un assetato.
 
Quando diversi minuti dopo ci costringiamo ad allontanarci con un sorriso enorme  gli dico:
 
“Con piacere Kurt… con molto piacere…”
 
 

"Non so esattamente cosa spinga due persone a legarsi. Forse la sintonia, forse le risate, forse le parole. Probabilmente l'incominciare a condividere qualcosa in più, a parlare un po' di sè, a scoprire pian piano quel che il cuore cela. Imparare a volersi bene. O forse accade perchè doveva accadere. Perchè le anime son destinate a trovarsi, prima o poi."***


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Note:
* immagino che abbiate afferrato il riferimento a "courage"
**Stephen Littleword
***P.Coelho
 
Immagino che vi aspettavate qualcosa di diverso dal pranzo ma avevo bisogno di farli parlarein un certo modo, per far andare avanti la storia.
 
Scusate se è troppo sdolcinato (sarà che in questo periodo ho bisogno di dolcezza…) o troppo lungo, o non so… troppo qualsiasi cosa… chiedo perdono se ho esagerato in qualcosa e se non è stato di vostro gradimento.
 
Grazie infinite a tutte le persone che continuano a leggere e ad apprezzare la mia storia, a quelle che continuano ad inserirla tra ricordate/seguite/preferite.
E ovviamente a quelle che dedicandomi un po' del loro tempo, mi fanno un piccolo grande regalo facendomi sapere cosa ne pensano! 
 
Grazie mille anche a chi mi ha inserito tra i suoi autori preferiti! o.O
 
Grazie a tutti… You move me!!




 

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Capitolo 30
*** 30 ***


Non riesco a ragionare, vedo il mio corpo muoversi e seguire quello di Kurtche nel frattempo, mi ha preso per mano e con passi veloci mi sta conducendo verso il suo appartamento.
Sono ancora frastornato da quello che è appena successo; con quella semplice richiesta e con le parole che mi ha detto oggi, mi ha letteralmente mandato in pappa il cervello.

Entriamo  mentre comincio a sentire un misto di emozioni travolgermi sempre di più. 

Dall'irruenza di poco fa, mi aspetto che Kurt mi salti subito addosso e ricominci da dove si era interrotto, ma a quanto pare non sono queste le sue intenzioni e pochi istanti dopo mi trovo costretto a ricredermi.
 
Senza dire una parola si ferma davanti a me e punta gli occhi nei miei, le sue mani cominciano a muoversi lentamente sulle mie braccia, così lentamente che ho tutto il  tempo per perdermi in quei suoi meravigliosi occhi cristallini; pochi istanti più tardi qualcosa mi dice che è stato un errore.
Mi sento come se avessi appena oltrepassato un punto di non ritorno, come se avessi raggiunto un luogo dal quale sia impossibile tornare indietro e mi sento come se non riuscissi più a pensare con razionalità.
 
Kurt mi sta guardando come nessuno mi ha mai guardato, il suo sguardo è talmente intenso, profondo, tenero, dolce, caloroso e disarmante che sento formarsi presto un groppo alla gola e non riesco a non ritenermi così fortunato, quasi privilegiato per essere io ad essere guardato da lui in questo modo.
 
Deglutisco ripetutamente per cercare di mandare giù quell'emozione così intensa che sembra poter esplodere da un momento all'altro, ma non è per niente facile.
Soprattutto perché non molto tempo dopo, avvicina lentamente il suo viso al mio mentre io non posso fare a meno di sussultare; intuendo le sue intenzioni, mi lecco velocemente le labbra in trepidante attesa che s’ incontrino con le sue ed è solo quando le avverto sulle mie che chiudo gli occhi e mi lascio trasportare in un luogo meraviglioso e lontano dalla realtà.
 
Comincia a baciarmi con una tale lentezza e dolcezza, da fare quasi male; mi deposita una serie di piccoli baci sulle labbra mentre le sue mani non smettono mai di accarezzarmi lentamente le guance, il collo e le spalle.
 
Mi sciolgo sempre di più e spero di riuscire a tenere il suo passo e a non rovinare tutto preso dalla foga del momento.
E' solo che è tutto così nuovo per me, non sono abituato a questo, sono sempre andato dritto al sodo con i miei clienti e mi sento come se non sapessi fare altro; ma solo un istante dopo mi rendo conto che con Kurt è tutto completamente diverso ed io non voglio assolutamente correre e perdermi tutto quello che ho il privilegio di avere in questo momento. 
Con mia grande sorpresa sento di non aver nessun bisogno di affrettare i tempi per arrivare al più presto al sodo; anzi, più sento le sue labbra sulle mie prendersi tutto il tempo che vogliono, più desidero che la fine di tutto questo non arrivi mai.
 
E più passa il tempo, più mi rendo conto di quanto sia dannatamente bello, intimo e speciale tutto ciò che sta succedendo in questa stanza e capisco che l'unica cosa giusta da fare ora è quella di concentrarmi su questo momento e di lasciarmi guidare solo dall'istinto e dal cuore.
 
Dopo aver terminato quella piacevole tortura dandomi quella serie di piccoli baci, si ferma e si allontana appena, senza però togliere le mani dal mio corpo.
Apro gli occhi e di nuovo mi perdo in quello spettacolo che mi trovo davanti, mi sento così vulnerabile e indifeso in questo momento; come se avessi perso il controllo di me stesso e la situazione non migliora, quando un istante dopo, le sue labbra s’incurvano in uno di quei suoi dolci e teneri sorrisi capaci di sciogliermi qualcosa nel petto.
 
Mi si blocca il respiro per un attimo prima di ricambiare con un sorriso spontaneo e il più caloroso possibile.
Continuiamo a guardarci negli occhi mentre le nostre labbra si avvicinano di nuovo, lentamente, come se avessero tutto il tempo del mondo, fino a toccarsi appena per poi ritrarsi un attimo e infine ritrovarsi di nuovo.
 
Per alcuni secondi ci scambiamo casti baci mentre avvicino sempre di più il mio corpo al suo e gli infilo una mano tra i capelli all'altezza della nuca e con l'altra gli accarezzo una guancia.
 
Prima che abbia il tempo di approfondire il bacio, le labbra di Kurt iniziano ad accarezzare le mie, i nostri respiri ormai sono diventati uno solo e pochi istanti dopo le nostre bocche s'incollano l'una all'altra. 
 
Inizio a perdere sempre più la percezione della realtà e di tutto ciò che mi circonda, l'unica cosa che percepisco in questo momento è Kurt, lui e le meravigliose sensazioni che mi sta facendo provare.
Poco dopo le nostre lingue s’intrecciano e cominciano a muoversi in armonia mentre io sento una strana e forte sensazione riempirmi lo stomaco.
Non sono più in grado di pensare lucidamente mentre lo stringo sempre più forte a me e non smetto di accarezzargli il collo e la schiena. 
Mi lascio guidare solo dalle sensazioni da cui sono pervaso mentre con delicatezza gli mordo e gli succhio il labbro inferiore.
 
Il gemito che gli esce dalle labbra un attimo dopo manda in tilt quel poco di cervello che ancora mi era rimasto attivo e inizio a baciarlo sempre con più passione, cercando però di riuscire a mantenere un briciolo di autocontrollo.
Solo diversi istanti più tardi le nostre labbra si separano per permetterci di riprendere fiato; apriamo gli occhi quasi nello stesso momento e per l'ennesima volta mi ritrovo ipnotizzato, come se davvero non avessi altra scelta se non quella di annegare in quelle due pozze azzurre che, a volte , ho la sensazione mi permettano raggiungere i fondali della sua anima.
 
Mi sento come se Kurt mi avesse fatto un incantesimo, come se mi tenesse sotto il suo controllo, quasi come se fossi suo schiavo; sì, mi sento come se mi avesse reso suo prigioniero. 
 
Tutto questo però mi spaventa e cerco di riacquistare un po' di lucidità; non sono abituato a perdere il controllo della situazione, nemmeno durante gli incontri con i clienti, anche durante il rapporto sessuale in sé, ho sempre piena consapevolezza di dove sono e cosa sto facendo e soprattutto con chi. Ogni mio gesto è perfettamente controllato dalla mia mente, ed è sempre tutto automatico e meccanico, quasi finto.
 
Quello che invece sta succedendo ora non ha assolutamente niente di programmato o di falso. Anzi.
E forse è proprio questo che mi spaventa, è proprio la consapevolezza di quello che solo Kurt è in grado di darmi a farmi spaventare.
 
Il suo viso è ancora a pochi passi dal mio, posso sentire il suo caldo respiro sulla mia pelle mentre mi guarda come forse nessuno mi ha mai guardato in momenti del genere, come se non fosse solo interessato al mio corpo, come se ci tenesse veramente a me, e basta quello per farmi capitolare definitivamente.
 
Per un attimo mi attraversa il pensiero che questa volta Kurt voglia andare fino in fondo, ma poi mi rendo conto del suo discorso sulla sua prima volta e non so bene il perché ma ne sono sollevato. 
Non so il motivo ma in questo momento non potrei andare a letto con Kurt, lo desidero con ogni cellula del mio corpo, ma c'è qualcosa mi spaventa solo all'idea di farlo. Sarà forse che so quanto sia importante per lui, sarà forse che non voglio fare sesso fine a se stesso con lui, non voglio usare il suo corpo per soddisfare un bisogno fisico ma so anche di non essere in grado di fare altro.
 
Qualche secondo dopo mi dico che è arrivato finalmente il momento di smettere di pensare e decido di mettermi completamente nelle sue mani e di lasciarmi guidare solo da quello che provo.  
 
A quel punto lui mi prende per mano e mi porta in camera sua, ci fermiamo ai piedi del letto, uno di fronte all'altro mentre sento il cuore battermi all’impazzata.
 
Sento l’emozione crescere in me e sono sempre più stupito da queste mie reazioni; mi sento come se fossi un ragazzino alle sue prime esperienze e la cosa è piuttosto nuova per me.
 
Cerco di capire cosa sta provando Kurt invece e per un attimo mi sembra di cogliere incertezza e dubbio sul suo viso, ho la sensazione che si stia per tirare indietro e prego con tutto me stesso che non lo faccia. Non potrei sopportarlo.
 
Continuo a guardarlo e mi rendo conto di quanto sia teso nonostante stia facendo di tutto per nasconderlo. 
Mi avvicino sempre di più e cerco di tranquillizzarlo nonostante non sia in condizioni migliori delle sue; quindi gli accarezzo delicatamente la guancia e gli sorrido cercando di trasmettergli quella tranquillità che io non ho affatto.
Poco dopo, quel mio gesto sembra aver avuto l'effetto desiderato e sembra cominciare a rilassarsi.
 
Fa un profondo respiro e sempre con delicatezza e lentezza poggia le labbra sulle mie afferrandomi per i fianchi, riprendiamo così a baciarci dolcemente, allontanando le labbra l’une dalle altre diverse volte per guardarci negli occhi.
Dopo qualche istante le sue mani s’intrufolano timidamente sotto la mia maglietta e con tocco insicuro iniziano a muoversi sulla mia pelle nuda.
 
Il mio corpo reagisce immediatamente al quel contatto delizioso e non riesco più a stare fermo. Inizio ad accarezzargli la schiena mentre i baci che ci scambiamo diventano sempre più umidi e profondi.
 
Poco dopo, con mio grande disappunto le sue mani smettono di muoversi e si fermano sui fianchi mentre lui si allontana appena un po'.
 
Ha il fiato corto e gli occhi un po' più scuri del solito, quando lo vedo mordersi un labbro, afferrare i lati della mia maglietta e con un tono talmente dolce da farmi sciogliere qualcosa dentro, sussurrare:
 
"Posso?" 
 
Oh cielo, come può essere così adorabile, anche in momenti del genere? Mi chiedo mentre non posso trattenere un tenero sorriso davanti alla sua solita insicurezza, alla sua adorabile delicatezza e all’emozione che trasmette il suo sguardo.
"Certo che puoi..." sussurro subito dopo.
 
Ricambia il sorriso e dopo pochi secondi rimango a torso nudo; i suoi occhi indugiano sulla mia pelle nuda ed io sento il cuore battere sempre più velocemente. Sono abituato ad essere guardato e toccato, ma per la prima volta mi sento quasi intimidito sotto lo sguardo di un’altra persona.
 
E so perfettamente che mi sento così perché è il suo sguardo e non uno qualunque.
Non importa in che punto del mio corpo o del mio viso si posino i suoi occhi, ogni volta mi sento guardato in un modo diverso, particolare, in un modo unico che mi fa bloccare il respiro per un attimo.
 
Presto il suo sguardo incontra di nuovo il mio ed io ancora una volta mi sento sprofondare. Nei suoi occhi c’è qualcosa che mi fa tremare le ginocchia e mi manda il cuore in gola.
C’è qualcosa in più questa volta, uno spruzzo d’affetto, un qualcosa di raro e prezioso, c’è quel frammento di fiducia che ha riposto in me e che mi fa sentire come se avessi appena trovato uno dei tesori più grandi del mondo.
 
Ho bisogno di un attimo prima di riprendermi e di riuscire ad assimilare la miriade di emozioni che mi ha appena travolto.
 
"Ora tocca a me..." sussurro appena ne sono in grado, mentre mi avvicino e inizio a sbottonargli la camicia lasciandogli di tanto in tanto un veloce bacio sulle labbra.
Con calma arrivo all'ultimo bottone e accarezzandogli lentamente il petto gliela apro risalendo fino alle spalle per poi scendere con le mani lungo le braccia e sfilargliela completamente. 
 
Un brivido mi percorre la schiena, sentire la sua pelle nuda sotto le mie mani mi fa impazzire e mi fa desiderare di avere molto di più; torno ad accarezzargli il petto scendendo lentamente fino a fermarmi sulla lampo dei jeans. Lo guardo come per chiedere il permesso che fortunatamente non tarda ad arrivare.

Il solo pensiero di ciò che succederà tra poco mi fa impazzire e cerco con tutto me stesso di non correre troppo. Apro l'unico bottone prima di abbassare completamente la lampo, appoggiargli le mani sui fianchi e far scorrere lentamente i pantaloni lungo le sue gambe.
 
Con un movimento veloce se ne libera completamente prima di farmi la stessa cosa che io ho appena fatto a lui.
 
Non siamo ancora completamente nudi quando lo prendo per mano e lo adagio sul letto sotto di me, ma voglio fare le cose con calma e per quello c'è ancora tempo.
 
Dopo avergli sorriso e accarezzato dolcemente una guancia lo bacio di nuovo, sempre con maggiore passione. Presto le mie labbra scendono sul collo, sulle spalle, poi sul petto, fino a fermarsi a mordicchiare dolcemente i capezzoli. 
I gemiti che fuoriescono dalla sua bocca mi spronano a continuare ma non mi aiutano con la decisione di non correre troppo. Ogni suono che proviene dalla sua gola mi fa eccitare di più.
 
Continuo a baciarlo e a toccarlo ovunque, mentre anche le sue mani cominciano a muoversi delicatamente sulla mia pelle. I nostri corpi caldi iniziano a muoversi l'uno contro l'altro e ben presto le nostre erezioni si scontrano facendoci sussultare.
 
Respirare diventa sempre più faticoso e mentre lo sento alzare il bacino verso il mio, mi fermo un attimo per guardarlo ma mi rendo conto ben presto di aver fatto di nuovo un grosso errore. 
 
Ha gli occhi chiusi, la testa piegata all'indietro, le gote leggermente arrossate, si sta mordicchiando ripetutamente il labbro e dannazione, non smette di muoversi sotto di me; la cosa più sorprendente è che oltre a trovarlo tremendamente sexy, mi fa anche tenerezza e lo trovo adorabile. 
Santo cielo, solo lui può farmi questo effetto anche in questi momenti e più lo guardo e lo sento gemere in quel modo, più mi rendo conto che potrei venire all'istante, senza bisogno d’altro.
 
Ma non è questo ciò che voglio, cerco quindi di mantenere il controllo mentre torno ad occuparmi delle sue labbra umide e sempre più gonfie.
 
Poco dopo capisco che è arrivato il momento di procedere, altrimenti, considerando lo stato delle nostre erezioni, non arriveremmo molto lontano prima di raggiungere l'orgasmo.
 
Con più delicatezza possibile gli sfilo i boxer mentre sento il cuore battere all'impazzata, il modo in cui si sta concedendo a me e il sapere che sono l’unico a cui finora ha permesso di fargli quello che sto per fare, mi fa stringere il cuore. 
 
Sto per cominciare ad occuparmi della sua ormai pulsante erezione, quando la sua mano mi ferma. Gli rivolgo uno sguardo interrogativo e lui mi sorride dolcemente prima di dire:
 
"Prima voglio essere io a prendermi cura di te..."
 
Rimango per un attimo sorpreso e confuso, poi mi rendo conto di quanti diversi significati racchiuda quella frase ed una dolce e piacevole emozione mi riempie il cuore.
 
Nessuno prima d'ora hai mai pensato a me, nessuno ha mai messo i miei desideri e bisogni davanti ai propri, nessuno si è mai preoccupato di soddisfare me prima di se stesso e non solo durante rapporti sessuali.
Il gesto di Kurt va ben oltre tutto questo, lo percepisco, lo sento dentro e non posso fare a meno di rimanerne sorpreso ed emozionato. Vorrei dire qualcosa ma non trovo le parole giuste, mi limito a guardarlo sperando che capisca cosa sto provando in questo momento.
 
Lui sorride come soltanto lui sa fare e come sempre sento qualcosa sciogliersi dentro di me. Pochi istanti dopo ribalta le nostre posizioni e con una lentezza quasi dolorosa mi toglie l'ultimo pezzo di stoffa che ancora ci separa.
 
Lo vede esitare per qualche momento, in fondo tutto questo è ancora piuttosto nuovo per lui; gli leggo negli occhi il desiderio di farlo, ma anche la paura di sbagliare e ancora una volta mi rendo conto di quanto sia adorabilmente sexy.
 
Con la voce piena di passione e di emozione riesco a sussurrare:
 
"Kurt, stai tranquillo... qualunque cosa farai non potrai mai deludermi, con me non devi mai aver paura di fare qualcosa di sbagliato. Lasciati guidare dal tuo corpo e da quello che senti e tutto andrà bene, ok?"
"Come fai a sapere sempre quello che penso?" mi chiede con voce bassa e sorpresa.
 
"Ormai credo di aver imparato a conoscerti... almeno un po'..." dico.
 
Non dice niente, risponde prendendomi il viso tra le mani e facendo incontrare le nostre lingue in un bacio lento e sempre più profondo.
 
Subito dopo inizia ad occuparsi del mio corpo, soffermandosi a baciarmi il collo per scendere poi sempre più giù; la sua bocca si ferma sul mio petto e inizia a giocare con la lingua sui capezzoli mordicchiandoli teneramente prima e succhiandoli avidamente poi.
 
Nel frattempo non smette di muoversi ed io non riesco a trattenere un gemito mentre sento le nostre erezioni nude scontrarsi e un attimo dopo la sua lingua scendere lentamente fino ad arrivare all'inguine, lasciando una sottile scia di saliva.

Il mio respiro si fa sempre più pesante e a questo punto penso proprio di non poter resistere a lungo e ne ho la conferma quando sento la sua mano fermarsi proprio nel punto in cui speravo arrivasse presto. Con delicatezza comincia a muoverla su e giù per alcuni istanti prima di sostituirla con la bocca.
 
Istintivamente inarco la schiena per assecondare il suo movimento mentre il mio respiro diventa sempre più irregolare e il mio cuore batte sempre più forte.
La sua bocca è capace di portarmi ben presto in un'altra dimensione, sa come farmi impazzire e continua quella piacevole tortura mentre le mie mani tra i suoi capelli lo aiutano a muoversi nella giusta direzione.
 
Con voce strozzata dal desiderio, riesco a dire:
 
"Kurt...sei fantastico...continua ti prego..."  
 
Non riesco più a controllarmi e alzo il bacino per assecondare il suo movimento, ad ogni spinta sento la mia erezione indurirsi sempre di più e non posso più trattenere gemiti di piacere. 
 
Le sue labbra continuano ad assaporarmi prima delicatamente, poi sempre con più passione, inizio a sentire tutto il sangue affluire verso la sua bocca, i movimenti della sua lingua e delle sue labbra mi provocano forti brividi lungo la schiena, ho il fiato sempre più corto e non sono più capace di pensare.

Sento ogni centimetro della mia pelle andare a fuoco e desiderare sempre di più, non smetto di muovermi per intensificare quelle meravigliose sensazioni; ad ogni suo movimento i miei gemiti si fanno sempre più numerosi e rumorosi, mi sento la mente annebbiata e sento che sto per perdere la percezione del mio corpo.
 
Non troppo tempo dopo capisco di essere veramente vicino. Ben presto comincio ad ansimare più forte, a mordermi il labbro e a respirare sempre più velocemente; grazie all'ultimo barlume di lucidità che mi è rimasta, riesco a fermarlo per fargli capire che sono molto vicino e che quindi deve spostarsi, lui prontamente sostituisce la bocca con la mano e finisce così ciò che aveva iniziato.
Mi aggrappo con forza al lenzuolo, il piacere mi sta travolgendo completamente e in pochi istanti sono scosso da forti ondate di piacere finché non raggiungo l'apice del piacere gemendo sommessamente.
 
"K...Kurt..." è tutto ciò che riesco a dire prima di lasciarmi invadere completamente dal calore dell'orgasmo. 
 
Non so quanto tempo sia passato quando torno a prendere contatto con la realtà e riesco a formulare un pensiero di senso compiuto.
 
"Mio dio Kurt… sei stato grandioso..." è la prima cosa che riesco a dire senza nemmeno aprire gli occhi.
Lo sento muoversi accanto a me, mi volto e finalmente apro gli occhi e incrocio i suoi. Il suo viso è così vicino, mi guarda come soltanto lui sa fare e quei suoi occhi sono pericolosamente vicini, non posso non rimanerne ancora una volta incantato. 
Dopo diversi minuti gli sorrido teneramente e gli deposito un delicato bacio sulla fronte, poi torno a puntare gli occhi nei suoi, prima di sussurrare con tono dolce e sincero:
 
"Grazie Kurt..."
 
Lui con sguardo emozionato mi sorride e sussurra:
 
"E' stato un piacere Blaine..."
In quel momento mi rendo conto che lui non è ancora stato soddisfatto e con un movimento veloce mi metto cavalcioni su di lui, poi con un sorriso dico:
 
"Ora tocca a me prendermi cura di te..." 
"Non vedo l'ora..." lo sento dire un attimo prima che la mia bocca si impossessi della sua.
 
--------------
 
Sto ancora cercando di tornare a respirare regolarmente e ho ancora gli occhi chiusi quando sento la mano di Blaine spostarmi delicatamente una ciocca di capelli dalla fronte; mi ha appena regalato uno dei momenti più eccitanti della mia vita, ma ho avuto la sensazione che questa volta ci fosse qualcosa di diverso.
 
Dopo ciò che ci siamo detti oggi sento che il nostro rapporto ha fatto un altro piccolo grande passo avanti.
Sono contento di essere riuscito finalmente a dirgli cosa provo, anche se forse non sono stato completamente sincero, ma ci sono cose che non ho ancora ammesso nemmeno a me stesso, ci sono cose che non possono ancora essere dette.
 
Ripenso a quello che mi ha detto lui e sento il cuore gonfiarsi dall’emozione.
Sono felice che mi consideri un suo amico e che anch’io per lui significhi qualcosa, è bello sapere di essere stato anch’io il suo primo per quelle cose.
 
Forse è stata questa nostra reciproca sincerità a cambiare le cose e a renderle ancora più speciali, e forse anche la fiducia che oggi gli ho donato.
Non so esattamente cosa sia cambiato, ma quello che è appena successo non è stato un semplice scambio di favori sessuali, non si è trattato solo di darci piacere a vicenda, c’era qualcosa di più profondo, qualcosa che andava oltre la semplice fisicità.
Ho sentito una nuova connessione tra noi, come se ci fossimo legati con un filo ancora più forte e resistente, nono so precisamente da cosa sia scaturita, l'unica cosa che so è che mi fa sentire così bene, mi rende quasi felice.
 
Con un sorriso mi volto verso di lui per incrociare il suo sguardo, il modo in cui mi guarda mi fa fermare il cuore per un attimo.
 
"Vieni qui" mi dice subito dopo facendomi accomodare tra le sue braccia.
Lo assecondo molto volentieri e lui mi mette un braccio intorno alle spalle mentre io appoggio la testa sul suo petto, chiudo gli occhi e senza nemmeno rendermene conto poggio una mano sul suo cuore.
 
Non ci vuole molto prima che sia riempito da una magnifica sensazione di calore e di appartenenza, mi sento sicuro e protetto come solo tra le sue braccia riesco a sentirmi. 
Come mi è già successo quando siamo insieme, mi sento come avessi trovato il mio pezzo mancante, come se dopo aver vagato a lungo in cerca della strada giusta, l'avessi finalmente trovata.
Questa sensazione mi riempie e non posso trattenere un lungo sospiro di beatitudine, mentre lui comincia ad accarezzarmi dolcemente i capelli lasciandomi un delicato bacio tra i capelli.
Rimaniamo a coccolarci per un po', senza parlare; forse entrambi con il timore di rovinare quel momento di pace e tranquillità che vorremmo non finisse mai.
Siamo così rilassati e soddisfatti che ci addormentiamo abbracciati, chissà per quanto, forse per un'oretta, ed io mi rendo conto che, in un certo qual modo, quello è anche meglio che far l'amore.*
 
Quando più tardi mi sveglio ancora con il suo corpo così vicino al mio, non posso fare a meno di soffermarmi sul suo viso; la sua espressione così beata, mi riempie il cuore di gioia; sembra così rilassato e sereno, così diverso da quando i suoi occhi sono pieni di tormento e di dolore.
 
Per l'ennesima volta, mi chiedo che cosa lo faccia soffrire così tanto e mi chiedo se un giorno si fiderà mai di me abbastanza da parlarmene; rimango a guardarlo a lungo, come se perdendomi nei particolari del suo viso e imparandoli a conoscere, potessi arrivare a conoscere anche un piccolo pezzo della sua anima.
 
Più lo guardo più mi rendo conto di quanto sia diventato parte fondamentale della mia quotidianità. Non posso ignorare come mi fa sentire, non posso fingere che non sia diventato uno dei miei pensieri fissi e non posso far finta di non desiderare che il nostro rapporto continui a crescere.
Non ho più così paura di ammettere che vorrei diventasse qualcosa di più penso mentre un lungo sospiro mi fuoriesce dalle labbra.
 
Continuo a guardarlo finché decido che non è questo il momento di pensare, sono qui, con lui e non mi sono mai sentito così bene, perché non approfittarne? 
 
Sorrido tra me e me, mi accoccolo di nuovo tra le sue braccia, chiudo gli occhi, gli cingo delicatamente la vita e poggio la testa sul suo cuore mentre mi chiedo se mai  un giorno possa battere per me come il mio batte per lui.

 
"Parlarono poco: ciascuno era già felice di sentire l'altro accanto a sé. Più niente importava, se non il fatto di essere insieme."**
 
 
-----------------------------

 
Note:
*(Frase originale: "Poi dormimmo abbracciati per un'oretta. Era in un certo qual modo anche meglio che far l'amore.") C. Bukowski.
 **G. Musso.  
 
Ciao a tutti! Inizio con il dire che mi spiace davvero tanto di aver aggiornato soltanto ora. Purtroppo, come ho scritto sul mio profilo facebook, ho avuto dei problemi personali e non sono stata davvero in grado di scrivere prima.
Ora va un po' “meglio”… ringrazio anche qui tutte le persone che mi hanno offerto la loro disponibilità e mi sono state vicine.
Grazie davvero di cuore.
 
Ringrazio infinitamente anche chiunque sia ancora interessato alla mia storia (posso comprendere chi invece si è stancato di aspettare e ha lasciato perdere) e che nonostante sia passato parecchio tempo, ha letto anche questo capitolo, sul quale non ho nulla di particolare da dire, a parte che forse anche a causa di questo periodo, non mi sembra un granché, ma non sono riuscita a fare di meglio.
Spero comunque che vi sia piaciuto almeno un po', anche se non succede nulla di così importante, non "esplicitamente" almeno.
Ma dopo lo scorso, c'era bisogno di un capitolo del genere e poi mi sono "data" quello che purtroppo gli scrittori di Glee di non ci danno mai. (-.-)
Chiaramente non è la stessa cosa, ma avevo veramente bisogno di immaginarli e di scrivere di loro in momenti simili.
 
Concludo ringraziando ogni singola persona che ha dedicato e ha intenzione di dedicare un po' del suo tempo a questa storia, alle tante che l'hanno considerata a tal punto da inserirla tra le seguite, ricordate, o addirittura tra le preferite. Grazie a chi mi rende ancora più contenta facendomi sapere cosa ne pensa!  
 
Grazie di cuore anche a chi gli ha voluto dedicare qualcosa di più. <3
 
Grazie infinite Rach Criss per aver avergli dedicato questo bellissimo disegno...

 
 
E grazie infinite a Annuporpi per questa dimostrazione d'amore alla storia... 

 
Con questi piccoli grandi regali mi lasciate davvero senza parole. <3
Grazie a tutti.
 
Ultima cosa… Se volete leggere qualcosa di emozionate date un’occhiata qui:
Grazie infinite Elisa…
 
Ciao a tutti! 

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Capitolo 31
*** 31 ***


Sono passati due mesi da quella specie di primo appuntamento; da quel giorno un po' di cose sono cambiate ma tutto si è sviluppato naturalmente. 

Dopo quell'incontro Blaine ha cominciato a mandarmi quasi ogni giorno messaggi del tipo: 

"Pensavo di mangiare una pizza, ti va se te porto una?"

"Caso vuole che sia proprio qui sotto...che ne dici se prendo qualcosa da mangiare e salgo da te?"

Entrambi sapevamo che quelle erano soltanto scuse, Blaine sapeva che io ormai non potevo più credere che fosse sempre soltanto un caso ma entrambi continuavamo questo giochetto senza farci troppe domande. L'unica cosa piuttosto evidente era nostro desiderio di stare insieme.

Così, con il passare del tempo ho cominciato a giocare anch'io, mandandogli messaggi del tipo:

"Ho cucinato qualcosa ma mi sono reso conto di aver esagerato con le quantità... ti va di venire ad aiutarmi?"

"Hai voglia di mangiare qualcosa che dall'aspetto sembra piuttosto invitante? ;-) Ho cucinato per un esercito, non vorrei buttarlo via, sarebbe uno spreco non trovi?"

Io non ho mai avuto una vita sociale molto intensa quindi alle sue richieste ho sempre risposto di sì, ma ovviamente non è solo questo il motivo. Non posso negare che quelle volte in cui non lo vedo entrare nel mio appartamento con il pranzo, la cena o semplicemente con un pacco di birre in mano, mi manca terribilmente e mi rode il fegato quando penso che sarà con un cliente.

Sono due mesi ormai che passiamo buona parte della giornata insieme. Spesso onoriamo il nostro patto di letto ma non succede sempre. Siamo anche arrivati al punto di sederci sul divano dopo cena e di rimanere soltanto a guardare un film insieme; al termine di queste serate succede sempre più spesso che rimanga a dormire con me, all'inizio il più delle volte ero io a chiedergli di rimanere ma poi non ce ne più stato bisogno.

A volte ci siamo anche addormentati abbracciati sul divano senza nemmeno rendercene conto, accoccolati come una vecchia coppia. 

Tutto questo mi spaventa ogni giorno di più, a volte pensando al nostro rapporto, mi rendo conto che potremmo sembrare quasi una coppia sposata, l'intimità che si è creata tra noi a volte mi terrorizza, non mi sono mai sentito così in sintonia con un ragazzo, con lui sembra tutto così spontaneo, naturale... giusto.

Quello che provo per lui è cresciuto ogni giorno di più, è diventato una persona fondamentale della mia vita, è la persona più vicina a me nell'ultimo periodo ed io gli voglio bene davvero, e so benissimo che manca davvero poco prima che questo sentimento possa trasformarsi ulteriormente, ma non posso fare niente per impedirlo e per il momento penso solo a godermi giorno per giorno.

Sono perso in questi pensieri quando suona il campanello, non ho bisogno di chiedermi chi sia, negli ultimi giorni ha anche smesso di avvisare, me lo trovo qui come se ci fossimo messi d'accordo di vederci.

Con un sorriso vado ad aprire e come sempre quando lo vedo il mio cuore fa un piccolo salto di gioia.

"Ciao Kurt... disturbo? Sono andato a comprare qualcosa da mangiare ma si vede che non mi sono spiegato bene, mi hanno dato delle porzioni enormi e sai non vorrei sprecare tutto questo cibo..." mi dice con un di quei sorrisi sinceri che ultimamente non sono più così rari.

"Sei hai un altro impegno vado via subito" dice un attimo dopo, rimanendo fermo sulla soglia.
Cerco di nascondere un sorriso davanti a quell'ennesima scusa che sappiamo entrambi molto
bene, non può più essere credibile e mi chiedo quando saremmo abbastanza maturi da ammettere l'uno con l'altro che abbiamo semplicemente voglia di passare del tempo insieme. Anzi a volte più che voglia è come se ne avessi bisogno.

"Mmmhhh... aspetta che controllo l'agenda..." rispondo fingendomi pensieroso.

Ma non resisto a lungo quando vedo quel pizzico di delusione nei suoi occhi e afferrandolo per un braccio lo faccio entrare.
Sul suo viso si disegna immediatamente uno di quei sorrisi capaci di sciogliermi e una volta entrato, come sempre mi lascia un tenero bacio sulla guancia, facendomi sussultare appena.

Questo è diventando il nostro saluto ormai da due mesi ma ancora non riesco a rimanere indifferente a quel gesto affettuoso.
Ceniamo tranquillamente, parlando del più e del meno come solito, come fa spesso mi chiede come è andata a lavoro e sembra sempre molto interessato a quello che racconto.

Ormai mi conosce molto bene, parliamo di tutto o quasi. Ci troviamo spesso a parlare davvero, non di cose futili, ma della nostra vita, o meglio della mia. Sì, perché lui ancora non si è aperto completamente con me, ogni tanto mi racconta qualche aneddoto di quando era un adolescente, o dei suoi genitori, o di qualche suo attuale vicino di casa, ma non so ancora cosa gli sia successo di così grave, non so ancora perché sia diventato un gigolò, non so ancora chi sia il vero Blaine Anderson, anche se credo di averne visto una buona parte ultimamente.


Evito accuratamente di parlare del suo lavoro, è già piuttosto fastidioso solo pensarci, figuriamoci parlarne con lui. Non ne voglio sapere assolutamente nulla anche se c'è una domanda che ultimamente mi pongo spesso, anzi a dire la verità ce ne sono molte che riguardano lui e il nostro rapporto, ma non ho mai il coraggio di parlarne. 


Dopo cena come sempre andiamo in salotto e rimaniamo sul divano finché non decidiamo quale piega dare alla serata. Di solito è lui a prendere l'iniziativa per farmi capire se vorrebbe spostarsi in camera da letto o meno. Ogni volta che leggo quella tacita domanda nei suoi occhi sono ben lieto di accontentarlo. 

Il ragazzo di qualche mese fa spaventato dal sesso e dal resto ha fatto grandi progressi ultimamente. Non ha fatto ancora il grande passo, ma il mondo che ha scoperto grazie a Blaine gli piace  davvero molto.

Dopo esserci accomodati sul divano, mi appoggia una mano sulle spalle e mi tira verso di lui fino a farmi appoggiare la testa sulla sua spalla.
Mi accoccolo tra le sue braccia mettendogli una mano sul petto, rimaniamo così per un po', in silenzio; non so che intenzioni abbia ma so che starei in questa posizione per ore.

Dopo un po' lo sento sospirare mentre mi accarezza dolcemente i capelli e il collo provocandomi una serie di brividi lungo la spina dorsale.

"Tutto ok Blaine?" chiedo con un sussurro, accarezzandogli lentamente il petto.

"Mmmhh mmmhh" si limita a rispondere.

Ma sento che c'è qualcosa che non va, allora cercando sempre di non risultare invadente provo ad insistere.

"Blaine, non voglio forzarti, non lo farei mai.. ma puoi parlare con me, di qualunque cosa, lo sai" dico alzando la testa per guardarlo negli occhi.  

Mi guarda in maniera così intensa e strana che mi sento sciogliere e sento il cuore battere forte; credo che non mi abbia mai guardato in questo modo; arrossisco, vengo percosso da un brivido e mi si blocca il respiro in gola. 

Ha la testa leggermente inclinata da un lato, sembra avere gli occhi leggermente lucidi e accenna un dolcissimo sorriso.

Per un attimo mi è sembrato che mi stesse guardando come se fossi una delle cose più belle al mondo, come se fossi importante per lui, come se tenesse davvero a me ed io sono quasi convinto di averlo guardato allo stesso modo.

Dopo un momento di confusione con voce incerta mi sussurra:

"Come fai ad essere così perfetto? Come posso essere stato così fortunato ad averti incrociato sul mio cammino?"

Spalanco gli occhi dalla sorpresa non aspettandomi questa sua frase così all'improvviso, arrossisco di nuovo e abbasso lo sguardo non sapendo cosa dire.
Lo sento sorridere e dire, mentre mi mette un dito sotto il mento per farmi alzare la testa: 

"Sei adorabile Kurt e non devi sentirti in imbarazzo, io penso davvero di essere fortunato ad avere il privilegio di starti accanto, anche solo in questo momento. Mi sento un privilegiato a fare parte della tua vita... in qualche modo. Quindi grazie per avermici fatto entrare."

Sempre più sorpreso, imbarazzato e felice per le sue parole, rispondo:

"Vedo che questa sera sei intenzionato a farmi arrossire..."

"Direi che ci sto riuscendo" risponde ridendo.

Rido anch'io e gli do un piccolo colpetto sul petto prima di tornare serio e di dirgli:
"Non so cosa dire Blaine... solo grazie a te per esserci voluto entrare."

Dopo un attimo di silenzio cambia posizione, si gira verso di me in modo da essere uno di fronte
all'altro, sembra emozionato quando mi prende la mano e dice:

"Sai, ho provato a non farlo... era come se mi trovassi davanti alla porta di una stanza meravigliosa, così meravigliosa che mi spaventava entrarci. Una stanza dove io non potevo appartenere, dove non meritavo di entrare, nella quale non ero nemmeno all'altezza di camminare."

Si ferma ed io credo di non essere più in grado di respirare. Sento il calore della sua mano sulla mia che unito alle sue parole mi riscalda il cuore.

Continua a guardarmi in quella nuova maniera che mi fa stringere lo stomaco dall'emozione. 

Non sono in grado di parlare e credo che non sia il momento giusto, accenno un piccolo sorrisoaspettando che continui.

"Non pensare troppo male, ma io ho davvero provato a scappare lontano da quella porta, ci ho provato diverse volte, ma non ce l'ho fatta ad allontanarmi troppo. Finivo sempre per trovarmici davanti,come se fossi attirato da una calamita; mi ritrovavo sempre lì, inerme e indifeso, finché il desiderio di entrarci ha superato qualunque altra cosa... ed eccomi qui" conclude con tono sempre più emozionato e con gli occhi lucidi.

"Ti sei pentito di averlo fatto?" sento la mia voce chiedere con tono timoroso e basso.

"Mai" risponde con decisione puntando gli occhi nei miei.

La sincerità e l'affetto che gli leggo negli occhi mi danno la conferma che cercavo.

"In quel momento io sono entrato nella tua vita. Un momento un po' strano e non felice, ma non ho avuto nemmeno il tempo di esitare ancora, perché ho visto il mio nome in fondo al tuo sorriso e mi sono tuffato.
D'altra parte forse non era nemmeno il mio nome. Forse ero ansioso di dimostrarti che avevo capito, che non eri solo, e allora mi sono tuffato"* continua facendomi battere il cuore sempre più forte. 

Sono senza parole e posso rispondere soltanto con un gesto.

Dopo avergli lanciato un timido ed emozionato sorriso mi rifugio tra le sue braccia e lo abbraccio stretto, forse come non ho mai fatto.

Una volta qualcuno non disse forse che un abbraccio vuol dire :"Tu non sei una minaccia. Non ho paura di starti così vicino. Posso rilassarmi, sentirmi a casa. Sono protetto, e qualcuno mi comprende."**

Ed è proprio questo che cerco di trasmettere e di fargli capire nei minuti successivi.

Mentre lo stringo forte lo sento sospirare contro i miei capelli e, come se gli costasse un piccolo sforzo, sussurrare:

"Ti voglio bene Kurt, non sai quanto..."

Sento formarsi un groppo alla gola e gli occhi inumidirsi.

E io ti amo Blaine.

Quel pensiero è nato così spontaneamente che mi sorprende e mi colpisce come uno schiaffo.
Lo amo davvero? Sono già arrivato al punto di non ritorno? Sono così spaventato che inizio a tremare.
Lui se ne accorge, sicuramente fraintendendo il motivo e inizia ad accarezzarmi la schiena delicatamente. 

Dopo qualche istante cerco di calmarmi e mi dico che non é questo il momento di fermarsi ad analizzare i miei sentimenti.

Mi sciolgo dal suo abbraccio per guardarlo negli occhi e dire:"ti voglio bene anch'io Blaine..."

Sorride e mi guarda ancora una volta in quel modo che mi blocca il respiro, scorgo stima, affetto, ammirazione nel suo sguardo. Non avrei mai creduto che qualcuno un giorno mi avrebbe guardato così.

Mi lascio guidare dall'istinto e lentamente avvicino le mie labbra alle sue, il suo profumo ed il suo respiro caldo mi allontanano presto dalla realtà. Le nostre bocche ben presto si cercano, si trovano e si perdono in lungo e profondo bacio. 

Un bacio che sa di qualcosa di nuovo, che mi fa arrivare il cuore in gola e che mi fa pensare di essere davvero arrivato al punto di non ritorno. 

E' troppo tardi per tornare indietro, non posso cancellare questo nuovo sentimento che provo per lui, non ho potuto impedire che nascesse ed ora non posso ignorarlo.
Quando le nostre labbra si dividono ci guardiamo a lungo negli occhi ed io scorgo un nuovo luccichio nel suo sguardo che mi fa rabbrividire e che, anche se non so perché, mi accende qualcosa dentro.

Forse è un briciolo di speranza, non so, ma per un attimo ho la sensazione che ci sia anche per me la possibilità di essere felice.

Ci guardiamo e sorridiamo mentre mi accorgo che Blaine sembra strano, quasi imbarazzato mentre abbassa lo sguardo e sussurra un timido: 

"Grazie..."

"Di cosa?" chiedo sorpreso.

Dopo un attimo di esitazione risponde con voce emozionata:

"Di non avere mai preteso di sapere nulla da me,di non aver mai fatto domande, di aver sempre rispettato il mio silenzio e nonostante esso, di aver continuato a starmi vicino con pazienza e rispetto. So di non meritare questo tuo comportamento nei miei confronti, so che ti devo di più..."

Lo interrompo prima che dica qualche sciocchezza, gli poso delicatamente la mano sulla sua e gliela stringo. 

"Blaine tu non mi devi niente. Non mi devi niente che non voglia darmi ok? Io non voglio nulla se devi sentirti obbligato, voglio solo cose spontanee e vere. 

Non importa quanto dovrò aspettare affinché tu sarai pronto a darmele, sempre e solo se vorrai farlo, ma aspetterò. So essere paziente, sono abituato a non avere tutto subito... soprattutto se credo che ne valga la pena."

Dopo avermi donato l'ennesimo sguardo capace di farmi tremare le ginocchia posa la mano libera sulle nostre e sussurra:

"Credo di essere pronto Kurt... anzi, sono sicuro di esserlo."

Sento il mio cuore iniziare a battere più velocemente e non riesco a trattenere un sorriso.

"Solo se lo sei davvero... ricordati che non ti sto chiedendo nulla" dico con dolcezza.

"Lo so..." sussurra con gli occhi lucidi, portando una mano sulla mia guancia per accarezzarla dolcemente.

"Grazie Blaine..." dico sinceramente.

Mi guarda confuso prima che io continui:

"Grazie per fidarti di me..."

"Grazie a te Kurt..." sussurra prima di avvicinarsi e lasciarmi un tenero bacio sulla fronte.
Pochi istanti dopo prende un bel respiro e inizia a raccontare.

 

-------------- 
 

Non ho programmato tutto questo, all'improvviso perdendomi per l'ennesima volta in quei meravigliosi occhi mi sono reso conto che era arrivato il momento giusto. 

Pensare di raccontargli cosa mi è successo non solo non mi spaventa più, ma mi fa sentire bene, come se dopo tanto tempo stessi facendo la cosa giusta. Voglio dirglielo, voglio che lo sappia, voglio renderlo partecipe di quella parte della mia vita e non perché mi senta in dovere ma perché lo desidero con tutto il cuore.

Mi fermo un attimo a guardarlo, credo in adorazione, come sempre del resto; è qui davanti a me, sta aspettando che io sia pronto con la sua solita pazienza e gentilezza. Per la millesima volta mi chiedo come possa essere così dannatamente perfetto e come io possa essere in grado di resistergli.

Come posso non oltrepassare il limite di ciò che provo per lui, se ogni volta che incrocio il suo sguardo mi si riempie il cuore, se ogni volta che lo vedo triste mi viene voglia soltanto di abbracciarlo, proteggerlo e promettergli di prendimi cura di lui sempre e per sempre.

Come posso impedirgli di rubarmi il cuore? Quando sembra avere tutte le carte in regola per farlo?
Dannazione Kurt, cosa mi hai fatto? Mi chiedo per l'ennesima volta da quando è entrato nella mia vita.

Dopo una serie di lunghi respiri mi decido a parlare:

"Non so da dove cominciare esattamente..."

"Non preoccuparti Blaine, fai solo come ti senti... prenditi tutto il tempo che ti serve e prenditi tutte le pause di cui hai bisogno... io sono qui e non vado da nessuna parte..." mi dice con tenerezza.

Gli sorrido con gratitudine mentre sento quell'ormai non più nuova sensazione alla bocca dello stomaco. Abbasso lo sguardo e torturandomi le mani comincio a raccontare:

"Quando avevo 13 anni conobbi un ragazzo, Jake, frequentava la mia stessa scuola. Eravamo molto simili, eravamo entrambi considerati i sfigati della classe, i diversi, i derisi, quelli che non potevano appartenere a nessun gruppo."

Sento una fitta al cuore solo a pronunciare il suo nome, ma vado avanti.

"Forse fu questo a farci legare così tanto, quando ci trovammo, entrambi scoprimmo di non essere più soli e diventammo inseparabili, cominciammo a condividere tutto, a passare ogni minuto libero insieme, fino ad estraniandoci quasi completamente dal mondo intorno a noi.

Quel mondo che non ci voleva."

Continuo a parlare, mentre cerco di non farmi travolgere troppo dai quei ricordi.

"Parlavamo di tutto e in una delle nostre tante conversazioni parlammo anche del fatto che entrambi fossimo omosessuali. Quello ci unì ancora di più, era come se avessimo trovato un alleato con cui combattere in un mondo pieno di mostri.

Il tempo passò e quasi inevitabilmente finimmo per innamorarci l'uno dell'altro. Lui era diventato tutto per me ed io per lui."

Per la prima volta alzo lo sguardo per incrociare quello di Kurt, ha lo sguardo concentrato, attento e forse anche un po' triste, ma è in quello sguardo che trovo la forza di proseguire.

"Un giorno spinti dal desiderio di essere considerati normali come tutti gli altri, decidemmo di andare insieme ad un festa da ballo che si sarebbe tenuta a scuola."

"Mi ricordo quanto eravamo emozionati e ottimisti" dico scuotendo la testa.

"Insieme ci sentivamo forti e capaci di combattere contro tutto e tutti" che stupidi eh? Chiedo più a me stesso che a Kurt.

Non gli do il tempo di rispondere e continuo:

"Ovviamente ci sbagliavamo.

Non arrivammo mai a quel ballo. Prima che potessimo entrare a scuola, un gruppo di ragazzi ci fermò e cercò di farci capire con le buone che non avevamo il permesso di parteciparvi.
Noi ingenui, cercammo di rispondergli a tono e loro quando capirono che le buone non erano bastate, decisero di farcelo capire con le cattive" dico con una smorfia di disgusto e di dolore al ricordo di quei momenti.

All'improvviso sento il calore della mano di Kurt sulla mia e ho la sensazione di sentirmi più leggero mentre me la stringe forte.

"Ci ridussero piuttosto male, ovviamente quell'evento ci segnò molto. Ci vollero mesi prima che le ferite del corpo si rimarginassero mentre quelle dell'anima... beh forse non lo faranno mai" dico con tristezza.

Un istante più tardi sento la sua mano accarezzarmi dolcemente una guancia e alzo di nuovo lo sguardo.
Nei suoi occhi non c'era pietà come mi aspettavo quando immaginavo che un giorno avrei raccontato lamia storia a qualcuno.

Lui però non è uno qualsiasi e nei suoi occhi oltre alla tristezza, c'è comprensione; questo però mi fa stare solo peggio, perché non vorrei che lui capisse così bene come io e Jake ci siamo sentiti, non vorrei che sapesse di cosa sto parlando, perché la presenza nel suo sguardo di quella tacita comprensione significa che ci è passato anche lui e questo mi spezza il cuore.

In quel momento mi prometto che non permetterò mai più a nessuno di fargli del male, per un attimo sento il bisogno di prenderlo tra le braccia e dirgli che andrà tutto bene, ma cerco di concentrarmi sul mio racconto.

Mi rendo conto che ad ogni parola che dico mi sento più leggero ed è come se tutto facesse un po' meno male e dopo aver preso l'ennesimo lungo respiro continuo:

"Io reagii un po' meglio a quell'aggressione... per Jake invece fu la fine. Cominciò a chiudersi sempre più in sé stesso, perse completamente l'autostima, ripeteva di continuo di essere un derelitto, una nullità, un rifiuto dell'umanità. 

Con il passare del tempo si convinse di essere davvero lui quello sbagliato."

Sento le lacrime cominciare a pungermi gli occhi e deglutisco ripetutamente prima di continuare:

"Io provai con tutte le forze ad aiutarlo, non lo lasciai mai solo, mai.

Gli ripetevo spesso cose di cui nemmeno io ero molto convinto ma sapevo che dovevo fare qualcosa per farlo reagire. Una volta gli dissi che prima o poi le cose sarebbero cambiate, che sarebbe arrivato il giorno in cui noi fieri e orgogliosi di essere noi stessi saremmo stati visti di buon occhio da tutti.

Gli ripetevo che la stupidità e l'ignoranza umana, prima o poi sarebbero dovute scomparire e che tutti avrebbero capito un giorno che noi eravamo soltanto due ragazzi innamorati ed era questa l'unica cosa contasse davvero.

Gli promisi che ci sarei sempre stato per lui, che qualunque cosa fosse successa non sarebbe rimasto solo."

Mi fermo per il groppo alla gola che si è formato che sembra impedirmi di parlare. Guardo Kurt, è sempre lì, con la mano sulla mia e con gli occhi sempre più lucidi.Rimane in silenzio e aspetta che io sia pronto a proseguire, limitandosi ad accarezzarmi dolcemente.

Il suo tocco gentile ha il potere di confortarmi, rilassarmi e di darmi la forza di riprendere a parlare:

"Cercavo ogni giorno di infondergli quella forza che nemmeno io possedevo e mi feci promettere che non avrebbe mai mollato e che avrebbe creduto sempre in sé stesso, qualunque cosa gli altri avessero pensato di lui.
Per giorni lo riempii di parole a cui non credevo nemmeno io, ma non sapevo cos'altro fare.

Dopo mesi non molto facili, sembrò riprendersi, tutto sembrava essere tornato alla normalità.
Aveva ripreso a sorridere, a scherzare e ad arrabbiarsi per stupidaggini come faceva una volta.

Ed insieme a lui, anch'io tornai ad essere felice, ma avrei dovuto sapere quanto è effimera la felicità. Era soltanto un'illusione" dico con con tono addolorato.

Mi fermo ancora qualche istante prima di riuscire a proseguire.

"Dopo quattro mesi ricadde nel tunnel della depressione, io non lo abbandonai mai. Ero disposto a tutto per lui, lo amavo, lui era stato il mio primo ragazzo, il mio primo bacio, la mia prima volta, lui era tutto per me. Lui era stato il mio primo amico, la prima persona che mi aveva capito, che mi aveva accettato per come ero e che mi aveva fatto sentire di non essere solo.

Il nostro sarà stato un amore adolescenziale, ma era vero ed eravamo così stupidi da pensare che sarebbe durato per sempre" dico con tristezza scuotendo la testa.

Kurt continua a confortarmi con gesti affettuosi che mi aiutano ad andare avanti.

"Lo accompagnai da diversi specialisti sperando che potessero aiutarlo, ma un giorno mi resi conto che di quel Jake che amavo c'era rimasto ben poco. Era sempre stato un ragazzo solare, estroverso, divertente. Quel giorno capii che quello che avevo ora davanti era solo la sua ombra.

Quella consapevolezza mi distrusse, mi squarciò l'anima perché quando lo guardai negli occhi e non ci vidi più la voglia di combattere e di vivere capii che non sarebbe mai più tornato come prima; allora piansi, piansi tutte le lacrime che avevo, perché non ero stato in grado di aiutarlo, perché non ero riuscito a fare abbastanza."

A quel punto qualche lacrima mi scende sul viso ed io prontamente l'asciugo con il dorso della mano.

"In quel momento persi anch'io la speranza e credo che con il passare dei giorni se ne accorse anche lui. Forse fu proprio questo a spingerlo a compiere quel gesto maledetto."

Di nuovo sento una lacrima scivolarmi sulla guancia, poi un'altra e un'altra ancora.

Non riesco più a parlare, sento un peso nel petto, ed è come se mi bloccasse il respiro.

Pochi istanti dopo, Kurt si avvicina a me con il volto rigato dalle lacrime e con le sue soffici mani mi asciuga le mie prima di stringermi forte al suo petto.

Mi prende tra le braccia e inizia a cullarmi dolcemente accarezzandomi la schiena e lasciandomi piccoli baci tra i capelli.
Il modo in cui lo sento vicino, il modo in cui mi sta consolando e confortando mi fanno venire ancora più voglia di piangere. Lui è perfetto ed io non lo merito.

Lui è il primo a cui ho raccontato tutto questo e mi rendo conto di aver scelto la persona giusta con cui aprirmi e lasciarmi andare. Non mi sono mai sentito così protetto da qualcuno, non ho mai avuto la sensazione che qualcuno fosse davvero interessato a prendersi cura di me.

Non sono un bambino e nemmeno un ragazzino, ma in questo momento tra le sue braccia mi sento soltanto un essere umano spaventato e indifeso che ha bisogno di sentirsi nuovamente amato.

Tra una carezza e l'altra, con la voce incrinata dall'emozione dopo un po' mi sussurra all'orecchio:

"Vorrei poterti aiutare ma l'unica cosa che posso fare è stare qui ad ascoltarti prestandoti un po' di me."***

Sento un tuffo al cuore al pensiero che lui è qui per me e che ci tiene davvero. Su questo non ho dubbi, glielo leggo negli occhi e lo sento con il cuore.

Con il suo tocco gentile riesco a calmarmi un po' e mi rendo conto di quanto mi stia aiutando e di quanto abbia fatto per me durante questi mesi.

Ringrazio il cielo ogni giorno per averlo incontrato. Non finirò mai di sentirmi fortunato per questo dono che la vita mi ha fatto. Sì, considero Kurt, un dono, un qualcosa di magico che mi ha cambiato la vita.

Dopo pochi istanti mi allontano da lui e mi rendo conto di non sentirmi nemmeno imbarazzato per essermi mostrato così debole e per avere pianto tra le sue braccia come fossi un bambino.

Lo guardo con sguardo adorante, non riesco più a guardarlo diversamente ormai; lui come sempre sgrana appena un po' gli occhi e spalanca la bocca, forse non è abituato a essere guardato così; ma con me dovrà farlo presto.

"Grazie Kurt..." sussurro stringendogli una mano.

Si limita a sorridere come solo lui sa fare e come sempre il mio cuore inizia a correre più forte.

Dopo una serie di lunghi respiri decido di continuare il mio racconto.

"Una mattina, come sempre andai a trovarlo molto presto, lui mi chiese di portarlo nel nostro posto preferito e mi disse di voler passare l'intera giornata con me.
Fui felice pensando che fosse un segno di ripresa. Non mi dimenticherò mai quel giorno, eravamo così felici, almeno è quello che pensavo. 

Quando la sera lo riaccompagnai a casa, mi chiese di dormire con lui quella notte, ancora una volta lo accontentai più che volentieri. 

Infine come ultima richiesta mi chiese di fare l'amore con lui, era passato un po' di tempo dall'ultima volta che me lo aveva chiesto ed io lo avevo sempre rispettato. 

Pensai che anche quello fosse un buon segno e ne fui felice.
Quella fu la notte più bella che passammo insieme, ci amammo come se fosse la prima volta... non avrei mai pensato che invece fosse l'ultima."

Sento Kurt piangere e soffro anche per lui, ma mi faccio forza e proseguo.

"La mattina dopo ci salutammo con l'accordo che ci saremmo rivisti quel pomeriggio. Non lo rividi mai più, non sveglio almeno.

Due ore dopo ricevetti una chiamata da sua sorella, una di quelle chiamate che non vorresti mai ricevere, una di quelle che ti cambiano la vita e che ti squarciano il cuore.

Jake, aveva tentato il suicidio ed era tutta colpa mia."

Kurt ormai sta singhiozzando e io con lui, mi spiace vederlo così, non voglio vederlo piangere a causa mia, ha già i suoi motivi per farlo.

Un attimo dopo vengo investito dal suo profumo e avvolto dalle sue braccia.

Rimane in silenzio a lungo prima di dire con voce spezzata:
"Oh Blaine, non so cosa dire, mi dispiace così tanto, per Jake, per te... per tutto. Vorrei poter cancellare quello che è successo, vorrei poter fare qualcosa per te, ma non posso fare nulla... Mi sento così impotente davanti a tutto questo, mi sento così piccolo e inutile davanti all'ignoranza e alla cattiveria della gente... e davanti al tuo dolore..."

Mentre sento le sue mani continuare ad accarezzarmi la schiena che riescono a farmi calmare rispondo:

"Mi dispiace Kurt, non volevo far stare male anche te... e non devi mai sentirti piccolo, sappi che sarai sempre e comunque migliore e superiore di quelle persone che credono di avere il diritto di deriderci o di stabilire chi sia normale o meno..."

Si allontana un po' per guardarmi in viso e con tristezza dice:

"Lo so Blaine, me lo ripeto da anni, è solo che davanti a cose del genere capisco che sono loro i più forti... con Jake sono stati loro ad averla vinta...vero?"

Capisco che con quella domanda vuole sapere se il tentato suicidio di Jake abbia avuto successo oppure no.

Attende la mia risposta con il fiato sospeso e con lo sguardo pieno di paura.
Non serve che io dica qualcosa, lo capisce solo guardando i miei occhi riempirsi di nuovo di lacrime e trattenerle a fatica.

Mi prende di nuovo tra le braccia e mi stringe fino a farmi male quasi. Piange, piango; per Jake, per me, per lui, per noi, per tutti quelli come noi... per il mondo che ci circonda.

Siamo uomini ma in quel momento sembriamo soltanto due bambini impauriti, indifesi, delusi e stanchi di combattere.

Ma io non posso permettere che anche Kurt perda la fiducia o la speranza. E' per lui quindi che cerco di ricompormi e cercare di dargli quella forza che nemmeno io ho.

Mi allontano a malincuore da lui e punto gli occhi nei suoi, lui sembra sconvolto e mi si spezza il cuore a vederlo così.

"Kurt, ti prego, non perdere la speranza che un giorno le cose andranno meglio e che finalmente l'ignoranza diminuirà. Non possiamo permettere a quegli idioti di rovinarci la vita" dico mentre ho la sensazione di essere tornato indietro nel tempo.

"Kurt promettimi che non mollerai mai, promettimi che sarai sempre più forte di tutto questo, promettimelo Kurt..." gli dico con tono supplichevole.

Lui mi guarda con una strana espressione in viso e dopo poco con la sua solita spontaneità capace di spiazzarmi mi dice:

"Blaine, non è stata colpa tua... non so di preciso come siano andate le cose, ma questo lo so."

Sgrano gli occhi per la sorpresa quando sento quel suo tono così sicuro e sento un tuffo al cuore per la fiducia che dimostra di avere in me.

"Non pensare di non aver fatto abbastanza, non pensare che avresti potuto cambiare il corso degli eventi se avessi fatto qualcosa di diverso" continua spaventandomi dal fatto che sembra conoscere così bene i miei pensieri.

"Se Jake stava così male da arrivare a prendere quella decisione, niente e nessuno avrebbe
potuto fargli cambiare idea. Non c'è nessuno da incolpare se non quei bastardi che si sono permessi di farlo sentire sbagliato. Non è né colpa tua, né sua" mi dice con dolcezza accarezzandomi una guancia.

"Vorrei crederti Kurt, vorrei farlo davvero, ma non riesco a togliermi dalla testa che se avessi capito le sue intenzioni avrei potuto evitarlo..." rispondo abbassando lo sguardo.

"Farò il possibile per farti capire che non è così" mi dice con fermezza.

Gli lancio un altro dei miei sguardi adoranti prima di sentirlo dire:

"Facciamo un patto, io ti prometto che proverò a non mollare mai e tu mi prometti che proverai a vederla diversamente e a credere che il tuo senso di colpa non ha ragione di esistere. Ok?"

Lo guardo a lungo prima di allungare la mano verso di lui e dire:
"Prometto."

Sul suo viso si disegna un leggero sorriso di trionfo prima di afferrare la mia mano e dire a sua volta:

"Prometto."

"Sai Kurt... un po' mi ricordi lui" gli dico prima che possa fermare la mia voce.

Il suo sguardo si fa attento, ovviamente ha capito a chi mi riferisco.

"Ma tu sei più forte. Tu sei più forte di noi. L'ho capito dalla prima volta che mi hai raccontato del tuo passato. Per questo ti chiedo di non perderei mai quella forza e quella fierezza che vedo nei tuoi occhi. Quella forza è dentro di te, tienila stretta e non permettere mai a nessuno di rubartela" continuo guardandolo intensamente.

Lui mi guarda con una strana luce negli occhi e con un'espressione che mi fa fermare il cuore per u attimo.

"Ci proverò Blaine... proverò a combattere sempre, lo farò per me, per Jake, per te e per tutti quelli che subiscono ingiustizie" mi risponde con tono sicuro e fiero.

Sento una stretta allo stomaco prima di sentirlo chiedere con una luce di speranza negli occhi e in un flebile sussurro:

"Lo farai insieme a me?"

Ho la sensazione che il cuore mi stia scoppiando nel petto e cerco di respirare regolarmente ma non è facile. Non so cosa cosa mi stia chiedendo esattamente, ma come posso resistere a quegli occhi e a quel tono?

E poi ormai ho capito che farei qualunque cosa con lui e per lui.

Inclino leggermente la testa da un lato, gli stringo forte una mano con la mia tremante e con gli occhi lucidi rispondo:

"Lo farò Kurt."

"Grazie Blaine per aver condiviso con me quel pezzo della tua vita, posso soltanto immaginare quanto sia stato difficile per te" mi dice dopo un attimo di silenzio.

Lo guardo con un triste e grato sorriso e mi rendo conto di quanto mi senta più leggero e di quanto quell'antico dolore sembra essersi affievolito appena un po'.

Penso anche che Kurt debba sapere ancora qualcosa di importante sul mio conto, per questo motivo riprendo a parlare distogliendo però lo sguardo dal suo.

"Dopo la morte di Jake mi sentii perso, come se mi fosse crollata la terra sotto i piedi, come se avessi perso il mio pezzo mancante, come se senza di lui non valessi più niente. 

Avevamo passato gli ultimi anni in simbiosi, eravamo l'uno la forza dell'altro e quando lui morì, persi la mia forza, persi la ragione per la quale combattevo e continuavo a sperare" dissi con voce spezzata dall'emozione, mentre lo sento stringermi la mano.

Lo guardo e ancora una volta e vedo nei suoi occhi quella comprensione che mi fa capire che ancora una volta sa di cosa sto parlando.

"A quel punto fu come se non sapessi nemmeno più chi fossi senza di lui, mi sentivo vuoto e inutile. Era come se quel Blaine che ero sempre stato fosse morto insieme a lui.
Mi sentivo confuso come se non sapessi dove andare o cosa fare. I miei genitori provarono ad aiutarmi ma non fu abbastanza. 

Il senso di colpa mi distrusse e dopo un lungo periodo di depressione mi risvegliai ma non ero più lo stesso. Cominciai ad uscire, ad andare nei luoghi che frequentavo con lui e mi sembrava di impazzire.

Non riuscivo a sopportare più nulla che me lo ricordasse, sentivo il bisogno di cancellare il suo ricordo dalla mia vita. Egoisticamente pensai che quello fosse l'unico modo per non sentire più quel senso di vuoto opprimente.

Cercai a lungo una soluzione e per prima cosa decisi di trasferirmi; avevo bisogno di fuggire e in poco tempo lasciai casa dei miei genitori che ormai non mi riconoscevano più e venni qui. 

Qualche tempo dopo dissi loro che avevo trovato un lavoro per mantenermi e che sarei rimasto qui per un po', almeno fino a quando non sarei stato meglio" continuai fermandomi di tanto in tanto.

"Hai iniziato subito a fare il gigolò?" mi chiede Kurt quasi con timore. E' sempre restio a pormi delle domande, ormai l'ho capito.

"No, avevo davvero trovato un lavoro vero, facevo il barista" gli risposi.

Vedo nei suoi occhi la curiosità, come se non vedesse l'ora di scoprire come sono diventato un gigolò.

"Lo feci per mesi, poi un giorno senza nemmeno rendermene conto pensai di aver trovato un modo per sfogare la mia rabbia, la mia frustrazione e il mio dolore. Inizia a portarmi a casa ogni giorno un ragazzo diverso con il quale andare a letto. 

All'inizio sapevo che era sbagliato ma poi mi dicevo che io non avevo più nessun valore, ero soltanto un corpo che aveva dei bisogni.

In una di quelle serate un ragazzo mi disse che ero così privo di sentimenti, così meccanico, che avrei potuto fare il gigolò. Non posso nascondere che subito le sue parole mi colpirono e ferirono quella piccola parte di me che ancora provava emozioni; un mese dopo però ero a letto con il mio primo cliente."

Guardo Kurt, pensando di trovare disgusto nei suoi occhi, ma l'unica cosa che vedo è tristezza e ho un tuffo al cuore.

Cerco però di non farmi distrarre e continuo:

"Mi ero illuso che facendo sesso con tutti quei corpi mi sarei dimenticato di lui, della nostra prima volta e dell'amore che ci legava. 

Mi ero illuso che quello fosse un modo per non pensare più a quanto il mio cuore fosse spezzato.

Mi promisi anche che non avrei ma più permesso a qualcuno di rubarmi il cuore, nessuno mi
avrebbe mai più fatto soffrire, non mi sarei mai più avvicinato emotivamente ad una persona. 

Pensavo di aver trovato la mia via di fuga, ma non sapevo che a volte quando pensi di voler scomparire, in realtà vorresti soltanto essere trovato" dico sussurrando appena quelle ultime frasi.

Ho paura di guardarlo negli occhi, ho paura di quello che potrebbe leggere nei miei, quindi decido di continuare.

"Così facendo però sono diventato un cinico, un bastardo senza cuore e senza sentimenti... ma credo che questa parte tu la conosca già" dico tra l'imbarazzato e il triste.

Rimane in silenzio così a lungo che cerco il suo sguardo; non riesco a decifrarlo, so solo che mi fa battere forte il cuore e provare una strana sensazione alla bocca dello stomaco. 

"Blaine, non ho ti mai giudicato prima e non lo farò nemmeno ora. So come ci sente quando perdi una delle persone più importanti della tua vita, è come se avessi perso un arto o un parte fondamentale di te, una parte senza la quale sai di non poter continuare a vivere" sussurra un attimo dopo facendomi stringere il cuore per il tono triste e pieno di dolore che ha usato.

Ancora una volta sento il desiderio di proteggerlo e di dirgli che non soffrirà mai più, ma non posso promettergli una cosa simile. Mi limito a guardarlo comprensivo aspettando che continui.

"Come è giusto che sia, ognuno reagisce a proprio modo ed io non mi permetterò mai di giudicare il tuo o quello di chiunque altro. Davanti a tragedie di queste dimensioni io non posso fare altro che rispettare le scelte che ognuno prende.

Non sono nessuno per dire se siano giuste o sbagliate e tu non devi vergognarti o sentirti in colpa per quella che è stata la tua" dice con gli occhi lucidi e malinconici.

In quel momento non posso che lanciargli uno dei mie soliti sguardi adoranti e ringraziarlo per l'ennesima volta in quella giornata.

"Posso farti soltanto una domanda Blaine?" mi chiede intimidito.

"Certo che puoi" rispondo immediatamente.

"Come mai ultimamente hai a disposizione tutto questo tempo? Pensavo che il tuo lavoro ti tenesse piuttosto occupato" mi chiede sorprendendomi appena, anche se immaginavo che quella domanda prima o poi sarebbe arrivata.

A questo punto non posso fare altro che essere sincero.

"Kurt..." inizio prendendogli una mano e deglutendo ripetutamente.

"Ho lasciato il lavoro un po' di tempo fa" dico soltanto, non so quanto sia capace di espormi e aspetto di vedere la sua reazione.

Rimane piuttosto sorpreso e sembra si stia impegnando a nascondere un sorriso. So che vuole sapere di più ma che non ha il coraggio di chiedere.

"Capisco" si limita a rispondere, mentre ho l'impressione che avrebbe voluto chiedere perché.

Forse è il caso di spiegare mi dico mentre cerco di trovare le parole giuste per non fargli capire troppo.

"L'ho fatto quando sono tornato qui dopo essere stato a Lima con te" dico guardandolo negli occhi per vedere la sua reazione.

Sgrana gli occhi e si lascia sfuggire: "Da tutto questo tempo?"

Annuisco e lo vedo sempre più curioso di sapere il motivo per cui mi sono licenziato. Per un attimo penso di dirgli di essermi semplicemente stancato, ma a questo punto voglio essere sincero con lui, almeno per quanto possibile.

"Non mi sentivo più in grado di farlo, c'era... qualcosa che mi impediva di continuare e allora ho deciso di smettere" spiego semplicemente.

Vuole sapere di più, glielo leggo negli occhi, ma non so fin dove posso spingermi.

"E' successo tutto quasi senza che me rendessi conto e senza che potessi impedirlo; mi sono accorto di sentirmi diverso... qualcosa del vecchio Blaine era tornato, era come se una parte di me, dopo aver dormito a lungo, si fosse risvegliata e quel nuovo me, non era adatto a quel lavoro" dico.

Mi guarda confuso e rimane in silenzio.

"E' successo qualcosa...le cose sono cambiate e senza possibilità di scelta, io sono cambiato..." dico stando attendo a non incrociare il suo sguardo.

Dopo pochi istanti sento la sua voce chiedere:
"Ti dispiace di essere cambiato e di aver lasciato il lavoro, ti sei mai pentito di averlo fatto?" 

Ci metto un po' a rispondere, poi con voce bassa dico:
"All'inizio non ho preso molto bene quel mio cambiamento e tutto quello che ne è conseguito, semplicemente perché ero spaventato, o meglio terrorizzato.

Tutto quello che avevo creato si stava lentamente sgretolando ed io ancora una volta non mi riconoscevo più." 

"Sembra ci siano solo cose negative... " sussurra.

"Così la vedevo all'inizio, ma con il passare del tempo ho capito molte cose e quando finalmente ho deciso di lasciarmi andare e di provare a combattere quella paura che mi perseguitava, mi sono sentito come se fossi rinato" dico con un sorriso.

"Iniziare un nuovo cammino spaventa. Ma dopo ogni passo che percorriamo ci rendiamo conto di come era pericoloso rimanere fermi" **** aggiungo con un tremolio nella voce.

Un attimo dopo, senza neanche rendermene conto cerco il suo sguardo prima di dire, con tono emozionato:

"Mi sono reso conto che non avevo più bisogno di andare a letto con degli sconosciuti per riempirmi, cosa che poi non è mai successa, avevo trovato ben altro capace di farmi sentire vivo e di farmi battere il cuore."

Vedo uno strano luccichio nei suoi occhi prima di continuare, con un groppo alla gola:

"La morte di Jake mi aveva stravolto la vita ed era come se il vero Blaine fosse andato in letargo... poi è successo qualcosa che ha sconvolto anche quella seconda vita e quell'equilibrio che avevo costruito... è stato quello a riportare in vita il vero me... nonostante provassi a non farlo tornare per paura di soffrire di nuovo."

Il cuore mi batte più forte mentre pronuncio quelle frasi senza mai distogliere lo sguardo dal suo.

Un istante dopo con voce incrinata dall'emozione lo sento sussurrare:

"Sono contento che sia successo qualcosa che ha fatto tornare il vero te..."

Ho un tuffo al cuore e mi rendo conto di non essere pronto a confessargli che è stato lui la causa di tutto, che è stato lui a farlo tornare; qualcosa però mi dice che potrebbe averlo intuito se non fosse così insicuro.

"E' stato un piacere conoscere il vero Blaine" dice ancora con un sorriso.

Mi limito a sorridere un po' imbarazzato.

"Grazie di esserti confidato con me, grazie per avermi permesso di conoscere questo pezzo della tua vita Blaine" mi dice sfiorandomi una mano.

"Sono io che devo ringraziarti... non ti rendi conto di quanto tu abbia fatto per me" mi lascio sfuggire, guardandolo intensamente, guardandolo come se fosse la cosa più bella che mi sia mai capitata, come se fosse la cosa più preziosa che io abbia mai visto, come se fosse una creatura magica... forse come se, in certo senso, fosse la parte migliore di me. 

"Certe persone non sanno, 

quanto sia bello semplicemente vederle...

Certe persone non sanno, quanto sia incoraggiante il loro Sorriso...

Certe persone non sanno, quanto sia importante la loro vicinanza...

Certe persone non sanno, quanto saremmo più poveri se loro non ci fossero...

Certe persone non sanno, di essere un Dono... 

Se non glielo diciamo non lo sapranno mai"*****

 

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Note:

*David Grossman

**Paulo Coelho

***BiagioAntonacci

****R. Benigni

*****Anonimo

Ciao a tutti... 

Avrei voluto pubblicare molto prima, ma la notte in cui ho pubblicato il 30° capitolo è successo un disastro.

Avrete sentito parlare del terremoto in Emilia, io abito nel paese dove c'è stato l'epicentro della scossa del 20 maggio...

Non starò qui ad annoiarvi raccontandovi i vari problemi che si sono venuti a creare, penso che possiate immaginare il perché non abbia potuto scrivere prima.

Comunque, ultimamente ho ripreso a farlo perché considero lo scrivere, la mia via di fuga dalla realtà, un modo per non pensare e di conseguenza per non impazzire. 

Del capitolo cosa dire... mi scuso per gli errori, la lunghezza, la pesantezza e l'angst... per tutto quello che non va, ma questo è un capitolo essenziale e di svolta come avrete notato e non sono riuscita a tagliarlo o a renderlo più leggero.

E' stato uno dei capitoli più difficili da scrivere, per certi versi, e più facile per altri.

Insieme a Blaine, è come se mi fossi tolta anch'io un peso condividendo la sua storia con voi; è molto in sintonia con il mio stato d'animo di questo periodo ma non posso negare che qualche lacrima mi sia scesa in alcuni punti che mi ricordavano qualcosa che ho vissuto.

So che il motivo per cui Blaine è diventato un gigolò è piuttosto banale e scontato, ma era questo quello che ho pensato fin dall'inizio e ho deciso di non cambiarlo.

Spero che ci sia ancora qualcuno interessato alla storia, ringrazio di cuore chi leggerà questo capitolo nonostante il tempo trascorso.

Grazie davvero a chi non ha intenzione di abbandonarla! Ne approfitto per dire che io non ho nessuna intenzione di lasciarla incompiuta e che cercherò di trovare sempre il modo di portarla a termine. 

Avrei voluto inserire una canzone, ma siccome penso ci fosse già troppo, non l'ho fatto, comunque se vi va di ascoltarla è questa:

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=maAyfcO-X3k 

Concludo ringraziando ogni singola persona che ha dedicato e ha intenzione di dedicare un po' del suo tempo a questa storia, alle tante che l'hanno considerata a tal punto da inserirla tra le seguite, ricordate, o addirittura tra le preferite. Grazie a chi mi rende ancora più contenta facendomi sapere cosa ne pensa.  

Purtroppo non ho potuto rispondere alle recensioni del precedente capitolo (spero di poterlo fare presto) ma ringrazio tantissimo chi mi ha lasciato quelle bellissime parole. Non avete di  idea di cosa significhino per me.

 

Questo capitolo è dedicato ad Alessandra, una persona speciale che ho conosciuto grazie alla Klaine e più precisamente a questa storia. Grazie di tutto.

Vi saluto e a presto, spero.
Grazie.

 

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Capitolo 32
*** 32 ***


E se ti mostro il mio lato oscuro mi stringerai ugualmente questa notte? E se ti apro il mio cuore e ti mostro il mio lato debole, che cosa farai?*
Ed ecco che così all'improvviso posso rispondere a questa domanda che ogni tanto mi sono posto.
In quelle rare volte in cui mi sono davvero soffermato a pensare alla reazione che Kurt avrebbe avuto ascoltando la mia storia, non sono mai riuscito ad immaginare che potesse essere così.
 
Per l'ennesima volta la sua purezza mi ha stupito. Il modo in cui mi ha ascoltato e soprattutto il modo in cui mi ha capito e non giudicato mi hanno fatto capire ancora una volta quanto sia speciale e quanto io sia stato fortunato ad averlo trovato.
 
E' passata una settimana da quando ho aperto una parte del mio cuore e lui non ha esitato nemmeno per un attimo; mi ha subito accolto tra le sue braccia, mi ha stretto e mi ha consolato come solo lui sa fare.
 
E' stato in quei momenti che ho capito che non potrei più vivere senza di lui, sono ancora terribilmente spaventato ma da quando mi sono lasciato andare con lui, da quando ho ammesso che qualcosa ha fatto tornare il vecchio Blaine, mi sento più leggero e più libero.
 
Non so esattamente cosa provi per Kurt, è passato molto tempo dall'ultima volta che ho provato dei sentimenti per qualcuno, non mi ricordo nemmeno più cosa significhi amare un'altra persona. Era tanto tempo fa quando il mio cuore era in grado di riconoscere e sentire quel sentimento così forte e puro,  ed io ero così giovane quando pensavo che l'amore tra Jake e me durasse per sempre.
 
Che stupido ingenuo, credevo davvero che il nostro fosse un amore come quelli che si vedono nelle fiabe e che la nostra si sarebbe conclusa con il classico vissero felici e contenti; purtroppo però ho avuto modo di capire presto che le favole non esistono; la realtà è tutta un'altra cosa e ci vogliono molta resistenza, forza e coraggio per affrontarla, e forse è anche un po' più facile se si ha l'appoggio e il sostegno di un'altra persona.
 
Ogni volta che penso a Kurt, sono confuso, non riesco a dare un nome a quello che provo per lui ma sono sicuro di provare qualcosa, sono sicuro che sia diventato una delle persone più importanti della mia vita e che non potrò più farne a meno. Lo so, lo sento con ogni fibra del mio corpo e il solo pensiero di perderlo mi fa impazzire.
 
Sento il costante desiderio di passare il tempo con lui, di stringerlo tra le braccia, di addormentarmi tra le sue, di stargli così vicino da sentire il battito del suo cuore, di svegliarmi la mattina ed incrociare i suoi occhi e il suo sorriso; sì, credo che potrei farlo per sempre.
 
Sento il desiderio di baciarlo, di toccarlo, di farlo mio e ci vuole tutta la mia forza di volontà per non andare mai oltre. 
Ogni volta che vedo il suo corpo nudo davanti a me, ogni volta che lo vedo perdere il controllo e lasciarsi andare a fino ad urlare il mio nome, diventa sempre più difficile tenere a bada il desiderio di farlo mio all'istante e non so quanto ancora riuscirò a resistere a questa tortura. Ma so che non potrei mai approfittare della situazione, lui merita di trovare una persona da amare e che lo ami senza paure e insicurezze, che lo ami e che lo renda felice.
 
Non so come farò ad allontanarmi da lui quando questo succederà, più penso a lui più mi rendo conto che il mio non è solo desiderio, il mio è un bisogno, una necessità. Voglio Kurt, voglio tutti di lui, ne ho bisogno e questo è tutto quello che so con certezza.
 
Vorrei fargli capire cosa quanto sia importante per me, ma ho paura di spezzare l'equilibrio che si è creato tra noi.
Vorrei dirgli apertamente che la ragione per la quale sono rinato è lui; vorrei sapesse che è stato lui a farmi tornare come ero, che è stato lui a donarmi una nuova scintilla di vita.
 
Mi chiedo come abbia potuto cercare di allontanarmi dal lui, come abbia anche solo pensato di lasciarmelo scappare; sono così felice di non aver lasciato vincere la paura e di aver solo ascoltato il mio cuore; se non fosse per lui, se non lo avessi seguito in questo straordinario viaggio, ora sarei ancora quell'uomo vuoto e cinico che ero.
 
Non so se credo al destino, non so se lui sia entrato nella mia vita per un motivo, ma so che me l'ha cambiata, so che lui, semplicemente mi ha salvato, mi ha salvato in ogni modo nel quale una persona può essere salvata.**
 
Per questo motivo io non potrò mai ringraziarlo abbastanza.
 
Vorrei davvero che capisse quanto sia straordinario per quello che è stato capace di fare con me, ma come posso farlo se nemmeno io so cosa significa esattamente tutto questo? 
Ho paura di dire qualcosa che non dovrei, ho paura che il nostro rapporto possa incrinarsi, per questo credo che prima di rischiare di perderlo debba capire meglio i miei sentimenti; solo quando riuscirò a fare chiarezza e ad essere sincero con me stesso, potrò esserlo anche con lui.
 
 
"In un mondo che comprendo di rado, i venti del destino soffiano quando meno ce lo aspettiamo.
A volte hanno la furia di un uragano, a volte sono lievi come brezze. Ma non si possono negare, perché spesso portano un futuro impossibile da ignorare.
Tu, mio caro, sei il vento che non mi aspettavo, il vento che ha soffiato più forte di quanto potessi immaginare.
Tu sei il mio destino.
Come un viaggiatore prudente cercavo di proteggermi dal vento, e invece perdevo la mia anima.
Sono stato sciocco a ignorare il mio destino, ma anche gli sciocchi hanno dei sentimenti, e mi sono accorto che sei la cosa più importante che ho al mondo." ***
 
-------------- 
 
Ho pensato a lungo a Blaine e a ciò che mi ha raccontato, tutto ora ha un senso, finalmente ho potuto completare una buona parte del puzzle. Ho capito tante cose che prima non riuscivo a comprendere di lui ma il suo racconto mi ha portato altre domande e soprattutto una grande consapevolezza.
 
Non so di preciso quando sia successo, non so quanto questo possa essere una cosa buona, ma mentre lo stringevo tra le braccia e cercavo di consolarlo, ho capito.
 
Ormai ne sono certo, mi sono innamorato di Blaine. Non ho avuto molte esperienze prima d'ora quindi sono anche arrivato a pensare che magari potessi confondere i miei sentimenti, ma non è così.
Proprio perché so di non aver mai provato per nessuno quello che sento ora, so che è qualcosa di speciale, di prezioso, di raro.
 
E' bastato ammetterlo con me stesso, per rendermi conto di amarlo con tutto me stesso, ma ho paura. Ho paura perché mi chiedo come farò d'ora in avanti a convivere con questo sentimento e come farò fingere di non provarlo. Come farò a reprimerlo e a nasconderlo quando sarò con lui? 
 
Ripenso a come ci siamo conosciuti, a come tutto è iniziato, a come è entrato nella mia vita fino ad insinuarsi talmente a fondo da diventare fondamentale per me.
 
Mi sento così bene quando sono tra le sue braccia, mi sento sciogliermi quando mi guarda in un certo modo, sento il cuore battere all'impazzata ogni volta che mi tocca e sento le ginocchia cedere ogni volta che mi bacia.
 
Quello che provo quando sono con lui è talmente emozionante e bello che mi toglie il respiro e mi fa capire che questo sentimento è troppo profondo per scomparire. 
 
Ma come potrò sopportare questa nuova sofferenza? Alla mia lista dei miei problemi mancava la voce cuore spezzato, ora invece posso dire che sia completa.
 
Mi chiedo se sarò davvero in grado di fingere a lungo, se sarò così bravo a nascondere quello che provo, ma so che farò di tutto per riuscirci, mi sacrificherò perché non posso rischiare di perderlo.
 
Terrò tutto l'amore che provo racchiuso dentro di me sperando di resistere, lo farò perché anche se sarà difficile, forse è meglio continuare ad averlo come amico, che perderlo per sempre.
 
Tra poco sarà qui, l'ho invitato a cena da me senza nessuno tipo di giochetto, penso che siamo abbastanza maturi da cercarci a vicenda senza inventare scuse stupide.
 
Dopo il suo racconto, il nostro rapporto è come se fosse arrivato ad un nuovo livello, ha fatto un altro passo avanti. Ormai possiamo considerarci amici e confidenti e in un certo senso anche amanti.
 
Ho pensato molto a quello che mi ha detto riguardo il suo lavoro, non posso negare che il fatto che lo abbia lasciato mi riempia di gioia, mi sento come se mi avessero tolto un peso. Non riuscivo a sopportare l'idea di dividerlo con gli altri, anzi, forse dovrei dire di condividerlo, in fondo non è mai stato mio e mai lo sarà.
 
Sono rimasto molto sorpreso quando mi ha detto da quanto tempo si è licenziato, in tutti questi mesi mi sono roso il fegato per nulla, ma non importa più, l'unica cosa che conta è che abbia smesso.
 
Non è stato molto chiaro sul motivo per il quale lo ha fatto, ma sembrava felice quando parlava di questa cosa che lo ha cambiato, aveva una nuova luce negli occhi, una luce che non gli ho mai visto prima d'ora.
 
Sembra davvero un uomo completamente diverso da quello che ho era quando ci siamo conosciuti e non posso fare a meno di pensare che il merito di un simile cambiamento possa essere dovuto ad un altra persona.
 
E se avesse conosciuto qualcuno? Se la vicinanza con questa persona fosse stata la sua cura? Se fosse questo il motivo per il quale si sia deciso a lasciare il lavoro?
 
Cerco di riflettere e di concentrarmi un attimo senza lasciarmi condizionare dalle mie paranoie e obiettivamente mi rendo conto che non dovrebbe avere avuto molto tempo per frequentare questo fantomatico ragazzo.
 
Eppure, non so, ho visto pochi uomini nella mia vita trasformarsi in questo modo e so che ogni volta la spinta per cambiare l'avevano avuta grazie ad un'altra persona o meglio al sentimento che provavano per questa persona. 
 
Ma considerando l'ultimo periodo, penso di essere certo che Blaine non abbia davvero avuto il tempo materiale per farlo, credo che negli ultimi mesi, abbia passato più tempo da me che nel suo appartamento e penso che se questa persona esistesse davvero il tempo libero lo passerebbe con lui non con me.
 
Quindi questa ipotesi è da scartare, a meno che... no Kurt, non pensarci nemmeno mi dico quando una strana idea mi balena nella mente e per un attimo il cuore sembra mi stia per scoppiare nel petto.
 
Non posso essere così idiota da potere pensare una cosa del genere. E' impossibile, la devo smettere immediatamente. Tutto questo mi farà soltanto soffrire di più.
 
Quella fantomatica persona, non posso essere io. E' soltanto un caso, mi dico mentre alcune domande irrisolte sembrano ad un tratto aver trovato una risposta. E' soltanto una coincidenza, non posso e non devo illudermi, punto e basta. Di delusioni ne ho avute già abbastanza.
 
Devo essere realista e accettare le cose come stanno, mi sono innamorato di Blaine, sono solo un imbranato. 
 
 
"E' iniziato tutto per un mio capriccio 
Io non mi fidavo... era solo sesso 
Ma il sesso è un'attitudine 
Come l'arte in genere 
E forse l'ho capito e sono qui 
Scusa sai se provo a insistere 
Divento insopportabile 
Ma ti amo...ti amo...ti amo 
Ci risiamo...vabbè, è antico, ma ti amo...
E scusa se non parlo piano 
Ma se non urlo muoio 
Non so se sai che ti amo...
E scusami se rido, dall'imbarazzo cedo 
Ti guardo fisso e tremo 
All'idea di averti accanto 
E sentirmi tuo soltanto 
E sono qui che parlo emozionato 
e sono un imbranato..."****
 
--------------  
 
 
Questa sera Kurt mi ha invitato a cena da lui, anche se ormai sono abituato, ogni volta che suono il campanello di casa sua, mi sento emozionato come un adolescente all'idea che passerò la serata con lui e ultimamente non mi preoccupo nemmeno più di tanto di nasconderlo.
 
Sono stanco di controllare ogni mio minimo gesto o parola, per troppo tempo ho nascosto il mio vero me stesso, non posso continuare a farlo ancora per molto, ho bisogno di sentirmi libero.
 
Con questo pensiero mi accingo a suonare alla sua porta, non passa solo che qualche istante prima che si apra e che per un attimo, un lungo attimo, mi sento come se avessi perso la capacità di respirare.
 
Kurt è decisamente in forma questa sera penso appena mi riprendo un po' continuando però a fissarlo inebetito, cosa che, notando il rossore che gli imporpora le guance, non gli è sfuggita.
Non riesco a togliergli lo sguardo di dosso, sono come ipnotizzato e senza rendermene conto comincio ad accarezzarlo o meglio a mangiarlo con gli occhi.
 
Lo guardo come se non volessi perdermi nemmeno un particolare della sua essenza e per un attimo mi sembra di essere tornato indietro nel tempo. Ricordo la prima volta che lo vidi, quando mi aprì la porta di quella stanza d'albergo e io alla vista di quell'angelo, rimasi talmente folgorato che non riuscii a staccare lo sguardo dal suo corpo e dai suoi occhi.
 
Sicuramente lui mi scambiò per un pervertito, visto anche il motivo per il quale mi trovavo lì, ma la cosa che più mi colpì quel giorno, non fu il suo corpo perfetto, ma fu quello che vidi nel suo sguardo. In fondo a quei suoi meravigliosi occhi c'era qualcosa che mi arrivò dritto all'anima. Non avrei immaginato che quegli occhi sarebbero stati la mia rovina, o forse la mia fortuna.
 
Cerco tornare alla realtà  mentre con finta disinvoltura lo saluto con il solito bacio sulla guancia e vengo subito invaso da un profumo estasiante. Chiudo gli occhi come se così facendo, riuscissi ad assaporarlo meglio e capisco che non sarà affatto facile arrivare alla fine di quella serata.
 
Quel profumo unito all'odore della sua pelle mi manda letteralmente fuori di testa e devo davvero fare uso di tutto il mio autocontrollo per non saltargli letteralmente addosso in questo preciso istante.
 
Dannazione Kurt, così non mi aiuti per niente. Sembra aver curato ogni minimo particolare della sua immagine questa sera, è semplicemente perfetto, così perfetto da lasciarmi senza fiato. 
 
Non capisco, sapeva che sarei venuto, mi stava aspettando, si è forse dato così tanto da fare per me? Aveva forse intenzione di provocarmi o di farmi perdere il controllo? Perché se così fosse, forse dovrei avvertirlo che ci è riuscito in pieno.
 
Cerco di comportarmi con la mia solita disinvoltura ma sento una strana tensione nell'aria, qualcosa di nuovo che non riesco a capire, lo guardo per cercare di capire se sono l'unico a percepirla ma dalle sue gote leggermente arrossate e dal suo impegno ad evitare il mio sguardo capisco di non essere il solo.
 
Si prospetta una serata interessante penso con ironia prima di ripetermi che non sono un adolescente e che devo assolutamente riacquistare il controllo della situazione.
 
Con decisione e mostrandomi perfettamente a mio agio rompo il ghiaccio e gli chiedo che cosa ha preparato di buon per cena. Dopo un attimo di esitazione mi risponde e vedo che fortunatamente anche lui sembra più tranquillo.
 
Cominciamo a chiacchierare sentendoci via via più a nostro agio e ci accomodiamo sul divano per bere qualcosa prima di cenare.
 
Parliamo del più e del meno ma più passa il tempo più rendo conto che Kurt non sembra comportarsi come il solito, c'è qualcosa che non va in lui, ma mi dico che sarà la mia impressione e proseguo facendo finta di nulla.
 
Ceniamo e all'apparenza tutto sembra tranquillo, ma in realtà io continuo a sentirmi strano, come se non fossi completamente a mio agio, Kurt intanto non mi aiuta affatto, sono sempre più convinto che ci sia qualcosa che non vada nel suo comportamento.
 
Non capisco cosa stia succedendo, tra di noi si era creata una giusta intimità e confidenza, non avevamo più problemi ad abbracciarci o a toccarci, ma oggi, ogni volta che parlando gli sfioro la mano o un braccio, si ritrae subito come se avesse preso la scossa, come se il mio tocco scottasse e sembra avere tutte le intenzioni di guardarmi negli occhi il meno possibile.
 
Non capisco, sembra stia scappando da qualcosa, ad un tratto sembra quasi abbia paura di me. Sono confuso, tutto questo non mi piace per niente. Non voglio che quello che c'è tra di noi sia rovinato da non so nemmeno che cosa, ma non so cosa fare quindi ancora una volta cerco di prendere in mano la situazione fingendo di non sentire questa strana tensione che riempie la stanza. 
 
Finiamo di cenare e mi rendo conto che la situazione si sta facendo insostenibile, oltre al fatto che Kurt mi sta confondendo e che io mi sento strano, c'è da aggiungere che sto per impazzire e che forse è meglio concludere la serata, perché non credo di potere resistere a lungo, ho voglia di toccarlo, di baciarlo e vorrei che la serata prendesse decisamente un'altra piega.
 
Ma credo proprio che oggi per Kurt non sia serata, mi sento così frustato, è come se avesse attaccato in fronte un cartello con scritto,guardare ma non toccare, ma dannazione sono soltanto un essere umano, non può impegnarsi per apparire ancora più bello ed affascinante per poi torturarmi in questo modo.
 
Se voleva farmi impazzire ci sta riuscendo benissimo, non credo di riuscire a reggere ancora a lungo questa situazione, sono molto vicino a perdere il controllo e non mi sembra il caso di farlo; se dovessi seguire il mio istinto saremmo già impegnati in camera da letto.
 
Sì, penso proprio sia il caso di andarmene a casa e chiudermi in bagno per una lunga doccia fredda, penso mentre cerco di sembrare il più disinvolto possibile.
 
Mi soffermo a guardarlo mentre insieme sparecchiamo la tavola e sistemiamo la cucina, sembra sempre più agitato e tormentato e cerca a tutti i costi di starmi il più lontano possibile.
 
In quel momento perdo la pazienza, lo prendo delicatamente per un polso e senza troppi giri di parole gli chiedo:
 
"Kurt, mi vuoi dire che cosa c'è?"
 
Lo sento irrigidirsi sotto il mio tocco e come immaginavo finge di non aver capito.
 
"A cosa ti riferisci Blaine?" mi chiede liberandosi dalla mia stretta e guardando verso il basso.
 
"Kurt, per favore, sai benissimo a cosa mi riferisco" gli dico, mettendo un dito sotto il suo mento per costringerlo a guardarmi negli occhi.
 
Lui di nuovo sembra non gradire quel contatto e cerca di spostarsi, ma io non glielo permetto.
 
Con un movimento veloce mi avvicino a lui che indietreggia il più possibile e non si rende conto che così facendo si sta improgionando da solo. Il suo corpo è schiacciato contro il lavabo ed io approfittandone mi avvicino sempre di più fino ad appoggiare le mani sul piano dietro di lui, in modo da circondarlo con le braccia e impedirgli di scappare.
 
La sua espressione non mi piace, sembra spaventato ed io non riesco proprio a capire.
 
"Kurt, mi vuoi spiegare cosa c'è che non va? Hai per caso paura di me adesso?" chiedo dolcemente.
 
Lui continua a tenere lo sguardo basso e sembra sempre più nervoso.
 
"Kurt per favore guardami" gli chiedo.
 
Con una lentezza esasperante alza il volto e finalmente punta gli occhi nei miei, e così, una volta essersi incontrati, i nostri sguardi sembrano non essere più in grado di separarsi. Si fondono l'uno nell'altro per non so quanto tempo, il mio cuore inizia a battere più velocemente e ancora una volta in quella giornata mi sembra di non essere più in grado di respirare.
 
Nei suoi occhi c'è qualcosa di così forte da togliermi il fiato, non so cosa sia, ma so che mi fa sentire vulnerabile ed è talmente intenso che questa volta sono io a sentire il bisogno di distogliere lo sguardo, ma m'impongo di non farlo.
 
Non posso essere così stupido da perdermi un simile spettacolo e mi rendo conto che non potrei farlo nemmeno se volessi, c'è qualcosa che mi tiene incatenato ai suoi occhi, come se fossi vittima di un incantesimo.
 
Senza nemmeno rendermene conto sposto le mani fino a mettergliele sulla vita e lo sento tremare appena, porto poi una mano sulla sua guancia e l'accarezzo dolcemente mentre sussurro:
 
"Kurt, di che cosa hai paura? Sai vero che non potrei mai farti del male?"
 
La sua espressione ferma sembra cedere per un attimo e vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime mentre sembra stia combattendo contro qualcosa.
 
"Per favore Kurt parlami, ti prego dì qualcosa" continuo dolcemente.
 
Dopo quello che sembra un'eternità, vedo uno sguardo di resa sul suo volto e sento il mio cuore perdere un battito quando lo vedo farsi sempre più vicino, fino a far toccare le nostre fronti.
 
Una, ormai,conosciuta, sensazione mi stringe lo stomaco mentre sento la sua mano posarsi delicatamente sulla mia nuca, credo di aver capito le sue intenzioni e non posso che esserne immensamente felice ma allo stesso tempo sorpreso.
 
Chiudo gli occhi in trepidante attesa di sentire le sue soffici labbra sulle mie e mi lascio guidare da lui.
 
Un piccolo sospiro che sembra essere di rassegnazione gli fuoriesce dalle labbra un attimo prima di posarle sulle mie.
Comincia ad accarezzarmi le labbra lentamente, ben presto inizio a sentire il suo sapore e mi rendo conto che sto facendo quello che volevo fare dal momento in cui ho messo piede nel suo appartamento.
 
Il contatto tanto atteso con le sue labbra mi provoca un formicolio che si estende in tutto il corpo mentre una scarica di brividi mi attraversa la spina dorsale.
 
Comincio a perdere il senso del tempo e dello spazio, istintivamente gli metto una mano tra i capelli per attirarlo ancora più verso di me.
Le nostre labbra si cercano disperatamente, come fossero due calamite si spingono le une verso le altre con prepotenza ma allo stesso tempo con gentilezza.
Kurt sembra non avere fretta, mi prende il volto tra le mani e mi bacia come se avesse tutto il tempo del mondo, lo fa lentamente, delicatamente e con tenerezzaUna fitta mi stringe la bocca dello stomaco mentre con la poca lucidità rimasta, mi rendo conto che forse non sono mai stato baciato in questo modo.
 
Continua a baciarmi dolcemente e con calma, assapora le mie labbra con attenzione e con cura, come se si preoccupasse delle mie esigenze, come se pensasse anche ai miei bisogni e questo mi riempie il cuore, sono anni che non mi sentivo così.
 
Non so quanto tempo sia passato prima che il bacio si faccia sempre più profondo e passionale, gli accarezzo la schiena e lo stringo sempre più forte, mentre sento il mio corpo fremere e desiderare ancora di più.
 
La sua intraprendenza mi sorprende quando sento la sua lingua farsi largo con un pizzico di timidezza e incertezza nella mia bocca e non posso fare altro che accoglierla con piacere.
 
Ondate di piacere mi sconvolgono il corpo mentre assaporiamo avidamente l'uno il sapore dell'altro ed intensi brividi mi attraversano la spina dorsale quando lo sento iniziare a mordermi delicatamente il labbro.
 
Rispondo con sempre maggiore trasporto, le nostre bocche continuano ad assaporarsi a vicenda, ormai abbiamo completamente perso il controllo; il tempo si è fermato, il mondo si è fermato, esistiamo solo noi due ed è tutto ciò che conta in questo momento.
 
Solo molti istanti più tardi lentamente ritorniamo alla realtà e cerco di concentrarmi su quello che è appena successo.
 
Ho fatto una domanda a Kurt e lui mi ha risposto baciandomi, baciandomi forse come non sono mai stato baciato prima. 
 
Spinto dal desiderio di avere delle risposte con dolcezza gli chiedo:
 
"Kurt, non capisco... vuoi parlarne?"
 
Lui sembra pensarci un attimo, poi con un sussurro risponde:
 
"No...non ora."
 
Vorrei capirlo, vorrei aiutarlo ma non posso farlo se non mi da una mano.
 
"Vuoi che vada via? Hai bisogno di stare solo?" chiedo poi.
 
Sembra pensarci anche su questa domanda prima di rispondere:
 
"No." 
 
Un sospiro di sollievo mi fuoriesce dalle labbra quando sento la sua risposta. 
 
"Vuoi che guardiamo semplicemente un film sul divano?" chiedo ancora.
 
In quell'istante la sua espressione muta decisamente, non so decifrarla ma c'è qualcosa di eccitante che mi fa rabbrividire nel suo sguardo.
 
"No" ripete semplicemente.
 
"Kurt, mi dispiace, ma non capisco, aiutami a farlo in modo che poi io possa aiutare te" dico sempre più confuso.
 
"Dimmi cosa vuoi che faccia Kurt" continuo non ricevendo risposta.
 
Dopo un interminabile silenzio, mi prende le mani con le sue tremanti, mi guarda serio, puntando con decisione gli occhi nei miei e con voce bassa e appena incrinata sussurra:
 
"Blaine, voglio che tu faccia l'amore con me."
 
Dire che la sua risposta mi ha scioccato è poco, per un attimo mi si blocca il respiro e sento il cuore correre sempre più veloce, un brivido mi percorre la spina dorsale al solo pensiero che potrei avere finalmente quello che tanto desidero.
 
Rimango talmente spiazzato dalla sua richiesta che credo di aver capito male ma dal modo in cui mi sta guardando capisco che no, non sto sognando.
Deglutisco più volte prima di riuscire a dire qualcosa, il suo sguardo è pieno di attesa e di paura e mi dispiace terribilmente deluderlo ma non posso fare diversamente.
 
Vorrei tanto dirgli di sì e portarlo immediatamente in camera da letto, vorrei dirgli che lo desidero con tutto me stesso, ma non posso, così mi ritrovo a dire:
 
"Kurt... non avevi detto che... avresti voluto aspettare la persona giusta?" chiedo vedendo la luce nei suoi occhi affievolirsi.
 
Ci pensa un attimo prima di rispondere con incertezza:
 
"Ho.. ho cambiato idea... non voglio più aspettare..."
 
"Perché?" chiedo semplicemente.
 
Lo vedo in difficoltà, sembra combattuto prima di dire:
 
"Perché mi sono stancato di aspettare, perché non sono più un ragazzino, perché molto probabilmente non troverò mai la persona giusta..." s'interrompe come se non fosse sicuro di voler proseguire.
 
"Kurt... tu meriti di farlo con la persona della quale sei innamorato, non è giusto che sia io..." gli dico con tristezza. 
 
Leggo una profonda delusione nei suoi occhi e anche qualcos'altro  che non riesco a decifrare, mi si spezza il cuore a vederlo così e sapere che la causa sono io.
 
Con la voce incrinata dall'emozione sussurra:
 
"Va bene, ho capito... scusa se volevo che fossi tu il primo..."
 
Il cuore potrebbe esplodermi da un momento all'altro per l'emozione, ho bisogno di un attimo per riprendermi e per trattenermi da non prenderlo immediatamente tra le braccia e fare quello che mi ha chiesto.
Mi sento un verme, ma lui non capisce che lo faccio per lui, se solo sapesse quanto vorrei dirgli di sì e da quanto desideravo questo momento.
 
"Kurt... riesco soltanto a dire prima di essere interrotto.
 
"Ho capito Blaine, finiamola qui... so accettare un rifiuto" mi dice facendomi odiare con tutto me stesso.
 
Poco fa gli ho detto che non gli avrei mai fatto del male, ed ora è proprio questo che sto facendo. Mi si spezza il cuore a pensare quanto gli faccia male sentirsi rifiutato in questo modo.
 
"Kurt, per favore, credimi... non ti sto rifiutando... è solo che non voglio rovinarti questa esperienza" dico cercando di fargli capire le mie ragioni.
 
Lui in quel momento sbotta e alzando il tono di voce dice:
 
"Smettila di fare sembrare che sia colpa mia e che tu lo faccia solo per fare un favore a me... almeno abbi il coraggio di dire la verità."
 
"Ti faccio così schifo? Se è così basta dirlo..." mi dice con la voce incrinata.
 
Mi sto odiando con tutto me stesso in questo momento.
 
"Kurt, io ti desidero con ogni fibra del mio corpo... e se la situazione fosse diversa non ci penserei due volte a... venire a letto con te" dico sentendomi sempre peggio.
 
"Spiegami Blaine... perché davvero non capisco... per anni hai fatto sesso con chiunque facendoti anche pagare... ed ora inventi scuse su scuse per non venire a letto con me... cosa diavolo dovrei pensare?" mi chiede con voce calma e con un velo di tristezza negli occhi.
 
Le sue parole mi fanno male, molto male.
 
"Kurt, non capisci che è perché sei importante che non voglio fare... sesso con te? Di quelle persone non mi è mai importato nulla, erano solo degli oggetti per me, come io lo ero per loro. Con te è diverso, è completamente diverso, tu meriti di più" dico alzando un po' il tono di voce.
 
Rimaniamo in silenzio per un po' limitandoci a guardarci. 
 
"Che cos'è che ti spaventa Blaine? Di che cosa hai tanta paura?" mi chiede quasi dolcemente lasciandomi sorpreso.
 
Sto lasciando ancora una volta che sia la paura a condizionarmi? E' la paura che ancora una volta m'impedisce di essere semplicemente me stesso e di ascoltare soltanto il mio cuore? Sì, Kurt ha perfettamente ragione.
 
Ho paura che con te non sarebbe solo sesso, ho paura che con te sarebbe fare l'amore, ed io non sarei in grado di gestirlo, sbaglierei tutto, perché non sono più capace amare.
 
E' questo che vorrei avere il coraggio di dirgli, ma è come se avessi qualcosa in gola che mi impedisse di parlare. Mi sento così vulnerabile e vorrei solo andarmene via il più lontano possibile. Forse lui lo intuisce e con la sua solita dolcezza mi dice:
 
"Per favore Blaine, non scappare di nuovo, ti prego..."
 
La sua supplica mi stringe il cuore e mi dico che non potrei mai fargli una cosa del genere.
 
"Parlami... con me puoi essere te stesso, puoi sentirti libero di dirmi quello che vuoi, lo sai..." continua accarezzandomi la guancia.
 
Dopo lunghi attimi di silenzio perso nei suoi occhi lucidi, mi decido a parlare:
 
"Ho paura... paura di non essere alla tua altezza, paura di non essere abbastanza per te, paura di deluderti, paura di non meritarti, paura di perderti..."
 
Rimane spiazzato dalle mie parole, spalanca leggeremente gli occhi, sembra trattenere il respiro per un attimo e abbassa lo sguardo intimidito, la sua espressione piena di stupore lascia spazio presto ad una di completa dolcezza.
 
Mi guarda intenerito, posso leggere tutto l'affetto che prova per me sul viso e il mio cuore perde un battito. Mi prende le mani con gentilezza e con la voce incrinata dall'emozione dice:
 
"Tu non mi perderai Blaine..."
 
Lo guardo emozionato deglutendo ripetutamente.
 
"Io non permetterò che questo accada, farò tutto quello che posso affinché non succeda..." mi dice con fermezza stringendomi forte tra le sue braccia.
 
Mi sento così in colpa mentre chiudo gli occhi e beato mi perdo nel suo abbraccio. So quanto sia stato difficile per lui farmi quella richiesta, so che sforzo abbia fatto ed io come ho ricambiato il suo coraggio? Con la solita paura.
 
Dopo qualche istante mi allontano da lui e cerco di scusarmi:
 
"Kurt, mi dispiace..." dico prima di essere interrotto.
 
"Blaine, io non volevo creare problemi tra noi, fingiamo che non sia successo nulla.. ma dimmi solo una cosa, perché dovresti perdermi se venissi a letto con me?" mi chiede facendomi sentire sempre più un verme.
 
Come ho potuto aver rovinato un momento che sarebbe potuto diventare il più bello della mia vita? Come ho potuto essere proprio io a causargli altro dolore? Come ho potuto farlo sentire rifiutato quando lo desidero con tutto me stesso?
 
E come posso dirgli che ho paura di fare l'amore con lui, perché ho il timore di rendermi conto quello che davvero sento nei suoi confronti? O che non voglio farlo perché ho paura che sarebbe troppo bello per essere vero, e che vorrei mantenere le distanze, perché so già che quando troverà qualcuno degno di lui, mi si spezzerà il cuore?
 
Sono così confuso, non so cosa fare o dire; l'ultima cosa che vorrei è farlo soffrire, sapevo che non avrei dovuto avvicinarmi così a lui, sapevo che avrei finito per fargli del male.
 
Non posso credere che le mie più grandi paure si stiano concretizzando, ho permesso a me stesso di soffrire ancora e soprattutto ho causato sofferenza a lui.
Cerco di fargli capire le mie ragioni:
 
"Kurt, ti prego credimi, io non volevo farti del male, non volevo rifiutarti, non pensare che sia colpa tua, te ne prego. La tua unica colpa è quella di essere troppo per me..." dico abbassando lo sguardo.
 
"Per favore Blaine smettila di dire sciocchezze, non so perché tu abbia una così alta opinione di me e una così bassa di te, ma ti assicuro che ti sbagli di grosso... noi siamo amici ora, no? Siamo amici e confidenti, io ti... voglio bene... e quando penso alla mia prima volta non riesco a pensare ad una persona più perfetta di te con la quale condividerla. 
 
Non ero pronto a fare sesso con uno sconosciuto, ma tu non sei più tale e ho capito che non importa quale sia il sentimento che ci lega, mi basta sapere che qualcosa c'è, mi basterebbero... l'affetto e la fiducia che nutro per te. 
 
Per me è stato già abbastanza difficile fare questo passo e chiedertelo, di certo non lo farò più. Se tu non vuoi, bene, basta che lo sappia. Ora ti chiedo solo ti dimenticare questo episodio e magari di lasciarmi solo, è già alquanto imbarazzante per me" mi dice facendomi sussultare ripetutamente il cuore. 
 
E' così dolce e adorabile... ed è così coraggioso, riesce sempre a farmi sciogliere qualcosa dentro.
 
"Kurt mi dispiace davvero..." ripeto, ma vengo ancora interrotto.
 
Leggo tristezza e delusione nei suoi occhi e ancora una volta mi odio con tutto me stesso.
 
"Non dispiacerti Blaine, è tutto ok, ti assicuro che tra noi non è cambiato nulla, ho solo bisogno di stare solo in questo momento."
 
"Ma..." provo a riprendere il discorso.
 
"Blaine ti prego..." mi supplica con lo sguardo lucido.
 
Non so che cosa fare, non mi piace vederlo così, ma mi sta implorando di lasciarlo solo e se questo è quello che vuole, lo farò.
 
Senza aggiungere altro mi avvicino a lui e lo stringo tra le braccia, cercando di trasmettergli tutto il mio affetto mentre con un sussurro gli dico:
 
"Ti voglio bene Kurt..."
 
Lo sento tremare leggermente mentre ricambia l'abbraccio rimanendo però in silenzio.
 
Pochi attimi dopo si ritrae e capisco che è arrivato il momento di andarmene. Con un'infinita tristezza nel cuore, gli lancio un ultimo sguardo e mi dirigo verso la porta uscendo dal suo appartamento.
 
 
"Ti vedo per tutto quello che sei 
Ti vedo con la tua forza che nemmeno tu sai 
Vedo quel bambino nascosto in fondo ai tuoi occhi e 
Vedo dentro ai tuoi giochi come tu vuoi che ti tocchi 
 
Ti vedo da dietro alle parole 
Ti vedo e mi scivoli nel cuore 
 
Ti vedo con le tue insicurezze 
Proprio perché stai urlando tutte le tue certezze 
Ti vedo e ti accarezzo con lo sguardo 
Vedo che lo vedi ma che non riesci a dirlo 
 
Ti vedo perché ti so guardare 
Ti vedo per farmi sentire 
Ti vedo perché tu sei come me 
E se mi guardi bene lo vedi pure te 
 
Io vedo tutti i sogni che fai 
I tuoi desideri, anche se... 
Non li confesserai 
Tu me li dirai, no mai 
Io ti darò tutto quello che vuoi 
Anche se adesso tu forse 
Ancora non lo sai 
O forse non lo chiedi mai 
 
Ti vedo dentro ai tuoi sentimenti 
E vedo quello che pensi, vedo quello che senti 
Ti vedo per ciò che potresti dare 
Se tu ti abbandonassi, se ti lasciassi andare 
 
Ti vedo e più ti vedo capisco 
Che sei come ti voglio, che ti riconosco 
Ti vedo perché tu sei come me 
E se mi guardi bene lo vedi pure te."*****
 
 
-------------- 

 
* Frase da "The Final Cut" - Pink Floyd
** Frase dal film "Titanic"
*** Nicholas Sparks
**** Strofa leggermente modificata della canzone "Imbranato" -Tiziano Ferro http://www.youtube.com/watch?v=GGkbuptJo2I
***** "Ti vedo" - Eugenio Finardi, con una piccola modifica http://www.youtube.com/watch?v=jsy9t5ScI70
 
 
Ciao a tutti... forse non avrete apprezzato la parte finale, ma vi assicuro che è davvero l'ultimo ostacolo e il loro ultimo problema da superare.
Non ci sarà altro angst... anche perché ormai siamo alla fine. Mancheranno uno o due capitoli, forse tre con l'epilogo, non lo so ancora con certezza.
 

Ringrazio infinitamente chi non ha abbandonato la storia e nonostante tutto continui a seguirla.

Grazie davvero ad ogni singola persona che le ha dedicato e ha intenzione di dedicarle un po' del suo tempo, alle tante che l'hannoinserita tra le seguite, ricordate, o addirittura tra le preferite. Grazie a chi mi rende ancora più contenta facendomi sapere cosa ne pensa.  
Mi spiace non essere riuscita a rispondere alle recensioni degli ultimi capitoli, prima o poi lo farò sicuramente; ringrazio davvero tantissimo chi mi ha lasciato quelle bellissime parole. Rileggo spesso i vostri commenti, mi danno la spinta per scrivere i nuovi capitoli, se sono andata avanti è anche grazie alle vostre parole.

Quindi grazie davvero a tutti!

 

P.S.: dico solo... Che bel Natale... *_*

 

 

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Capitolo 33
*** 33 ***


Non ho chiuso occhio per tutta la notte, da quando Blaine se n'è andato non ho fatto altro che piangere; ho cercato di essere forte e di non permettere che quello che è successo facesse troppo male, ma non ci sono riuscito e mi odio per questo.
 
Sono stanco di piangere a causa degli altri, sono stanco di permettere agli altri di ridurmi in questo stato, mi ero ripromesso che non avrei mai pianto per Blaine, ma forse non sapevo ancora che lui potesse farmi così male.
 
Probabilmente sto esagerando, ma il suo rifiuto mi ha spezzato il cuore, mi è sembrato di ritornare indietro nel tempo, quando mi sentivo continuamente sbagliato, inadatto, come se non valessi nulla e il fatto che sia stato lui a farmi sentire così mi fa stare molto più male di quando, a farlo, erano persone che non avevano nessuna importanza per me.
 
Ora mi sento umiliato e tremendamente stupido, mi chiedo come abbia potuto chiedergli una cosa del genere e per un attimo illudermi anche che avrebbe potuto accontentarmi.
 
In questo momento non mi interessano le sue ragioni, qualunque esse siano non posso fare a meno di sentirmi così, ho passato la notte in bianco a piangere, a pensare e a maledirmi per avergli fatto quella richiesta.
 
E' solo che avevo davvero sperato che le cose fossero cambiate, che io fossi cambiato, invece sono rimasto il solito bambino fragile e debole che permette agli altri di distruggerlo.
 
Il problema è che non avrei mai creduto che Blaine fosse capace di farmi sentire come mi facevano sentire quei bulli che mi hanno rovinato l'adolescenza, è una cosa completamente diversa, ma mi sento esattamente come quando venivo deriso, preso in giro, o spinto contro gli armadietti, l'unica differenza è che ora il dolore fisico non c'è, c'è soltanto quello al cuore, aggravato dal fatto che è stato provocato dall'uomo di cui sono innamorato.
 
In questo momento mi sento come se fossi entrato in un tunnel buio, mi sento demotivato, senza speranze, inutile, solo; mi succedeva spesso ma in qualche modo anche se non so come, sono sempre riuscito ad uscirne.
 
Questa volta è diverso, sarà più dura risalire e non mi sento in grado di farlo; forse agli occhi degli altri sono sempre sembrato coraggioso, ma la verità è che io non mi sento affatto così, la verità è che sono stanco, la verità è che vorrei soltanto essere felice e sono stato talmente stupido da sperare che con Blaine avrei potuto esserlo.
 
Il suo comportamento mi ha sempre confuso, a volte quando ho l'impressione che ci tenga a me, un attimo dopo sembra voler a scappare il più lontano possibile ed io non so davvero come comportarmi con lui.
 
Non gli ho mai chiesto nulla, gli ho dato il tempo necessario per fidarsi di me, l'ho ascoltato e ho cercato di confortarlo, ma non è stato abbastanza, ho sbagliato ancora una volta  ed ora rischio di perderlo per sempre.
 
Il terrore che aveva negli occhi quando cercava di spiegarmi le sue motivazioni, era talmente intenso da farmi spaventare a mia volta, mi guardava come come se gli avessi chiesto chissà che cosa, mi guardava come se avesse paura di me e questo proprio non capisco come sia possibile.
 
Mi ha raccontato la sua storia e l'ho visto cambiare davanti ai miei occhi nell'ultimo periodo, è diventato più sereno, sembra un'altra persona, ma quella paura non se n'è mai andata dal suo sguardo. 
 
Mi chiedo ancora una volta cosa possa spaventarlo tanto, ma come sempre non riesco a rispondermi. Però ho la sensazione che abbia a che fare con Jake... e se fosse ancora innamorato di lui? E se parlandone con me, i suoi sentimenti per lui fossero tornati a galla? 
 
Ma cosa c'entrerebbe con me ancora non lo capisco.
 
Sono così confuso e se avessi esagerato, se fosse soltanto colpa mia? Se fossi o a dovergli chiedere scusa per averlo messo in questa situazione?
 
Ho passato buona parte della notte a pensare ma sono solo più confuso di prima e ho un terribile mal di testa che non mi aiuta a concentrarmi per capire cosa davvero è successo ieri sera.
 
Tutto questo però è servito a farmi capire una cosa, se il male che ti può fare una persona è direttamente proporzionale al bene che gli vuoi, allora posso dire con certezza di essere irrevocabilmente e incondizionatamente innamorato di lui.
 
Ora posso dire di sapere cosa significhi soffrire per amore.
 
Ma cerco di ricordarmi che ho ancora una dignità e mi costringo ad alzarmi da letto e iniziare in qualche modo questa giornata, ringraziando il cielo che oggi è domenica e che non devo andare a lavoro.
 
Provo a non pensare a lui, provo ad ignorare il desiderio di tornarmene a letto e passarci l'intera giornata standomene completamente al buio e magari piangere disperatamente mangiando gelato, lasciandomi trascinare nel vortice della depressione, come succede nei peggiori film romantici, ma dannazione in questo momento mi rendo conto che è l'unica cosa che farei.
 
Sono ridotto proprio male penso tristemente.
 
Dopo aver riflettuto per qualche minuto penso che la dignità possa andare a farsi friggere per questa volta e mi rannicchio di nuovo stringendo il cuscino tra le braccia.
 
Mi sento così solo e vuoto in questo momento, ho così bisogno di un po' d'amore, chiedo forse troppo? 
 
 
 
"Certe sere spengo la luce e rimango per ore
da solo con me 
resto lì con la radio accesa a guardare nel buio 
perché faccio i conti con la mia vita e poi dico a me stesso
adesso o mai più 
cerco le intenzioni migliori piango tutti gli errori 
perché ho bisogno d'amore e di aprire il mio cuore 
in un mondo che corre più veloce di me 
di cercare un mio senso delle cose a cui  penso... 
ho bisogno di te, dimmi dove sei,
resto lì a guardarmi allo specchio e mi chiedo se 
un giorno io ti incontrerò 
forse questa notte anche te vuoi parlare  con me 
perché hai bisogno d'amore e di aprire il tuo cuore 
in un mondo che corre più veloce di te 
di cercare un tuo senso delle cose a cui pensi 
hai bisogno di me dimmi dove sei...
hai bisogno d'amore.. ho bisogno di te...
ho bisogno d'amore e di aprire il mio cuore 
in un mondo che corre più veloce di me 
di cercare un mio senso piccolissimo e immenso 
ho bisogno di te 
dimmi dove sei 
ho bisogno d'amore.. ho bisogno di te 
hai bisogno di me 
dimmi dove sei 
ho bisogno di te 
dimmi dove sei..."*
 
 
Non so quanto tempo sia passato quando sento suonare il campanello, sussulto dalla sorpresa e mi chiedo chi mai possa essere di domenica mattina. 
 
Decido di ignorarlo, chiunque sia se ha bisogno di qualcosa ritornerà, non aprirò di certo in queste condizioni, sembrerò uno spaventapasseri, con i capelli arruffati, gli occhi gonfi e arrossati e l'espressione di uno che abbia intenzione di tagliarsi le vene da un momento all'altro.
 
Ma con mio grande dispiacere il fastidioso disturbatore continua a suonare imperterrito facendomi imbestialire. 
Mi copro le orecchie con un cuscino sperando che presto perda la pazienza e se ne torni da dove è venuto, ma niente da fare, probabilmente non capisce che ci sia la possibilità che in casa non ci sia nessuno.
 
Quindi sono costretto ad alzarmi dalla mia tana e molto lentamente mi trascino fuori dal letto dirigendomi svogliatamente verso la porta, sperando che nel frattempo quel maleducato che suona come un forsennato il mio campanello di domenica mattina si sia volatilizzato.
 
Mi accorgo ben presto che purtroppo lo scocciatore non si è mosso, a questo punto con tono seccato chiedo chi è, stupendomi quando sento la mia voce così spenta e triste.
 
Non ottengo risposta e questo mi fa ancora più arrabbiare, sono decisamente irritabile questa mattina, non sopporto niente e nessuno, voglio solo rimanere solo; ma a quanto pare non mi è permesso.
 
Dopo aver chiesto per l'ennesima volta chi sia e non aver ottenuto risposta, perdo la pazienza e senza pensarci due volte con un gesto veloce e rabbioso apro quella dannata porta pronto ad assalire verbalmente chiunque mi trovi davanti.
 
Apro la bocca per parlare ma quando incrocio due occhi caramellati bui, gonfi e arrossati quanto i miei,non riesco ad emettere alcun suono e per la sorpresa rimango in quell'esatta posizione; immobile con la bocca spalancata.
 
Vedere l'uomo che amo guardarmi con quegli occhi da cucciolo spaventato e quasi vergognoso, come se avesse appena fatto qualcosa di male e dovesse farsi perdonare mi stringe il cuore e per un attimo mi dimentico di tutto quello che è successo ieri sera.
 
Ma è solo un attimo, riprendo a guardarlo e mi accorgo che lo stato in cui si trova non è molto diverso dal mio, anzi, se possibile sembra stare anche peggio di me. Mi fa male il cuore a vederlo così, come puoi sopportare di vedere tutta quella sofferenza negli occhi di chi ami? 
 
Mi dico che in teoria dovrei essere arrabbiato con lui e che forse dovrei reagire sbattendogli la porta in faccia come fanno sempre in quegli stessi film romantici e sdolcinati, ma un minuto dopo mi dico che la vita non è un film e che non è facile avere un lieto fine se non combatti e fatichi per averlo.
 
Però mi rendo conto che in questo momento non sono in grado di fare nulla, così rimaniamo a guardarci con sguardi tristi e pieni di sensi di colpa, poi ad un tratto lui sembra come essersi svegliato e con passi veloci e sicuri si dirige verso di me. 
 
Non faccio nemmeno in tempo a finire di dire il suo nome che mi ritrovo le sue labbra incollate alle mie. Rimango spiazzato e confuso da questo suo gesto, pensavo volesse parlare, ma per quanto mi sforzi non riesco a non ricambiare quel bacio dal sapore triste e malinconico.
 
Muoviamo le nostre labbra lentamente in perfetta sincronia come se le nostre bocche fossero nate per incontrarsi; il mio cuore inizia a battere sempre più forte e ho l'impressione che Blaine stia leggermente tremando. Mi allontano dal lui quanto basta per guardarlo negli occhi e quello che vedo mi blocca il respiro, il suo sguardo è velato di lacrime, sembra stanco e distrutto, come se avesse appena combattuto una lunga battaglia. 
 
Il suo tormento mi arriva dritto all'anima e una nuova crepa si crea nel mio cuore, per un attimo ho il timore che quello sia stato un bacio d'addio e un groppo alla gola mi impedisce di parlare. 
 
Un secondo dopo sento le sue braccia circondarmi e stringermi come se non volesse lasciarmi mai più, cerco di ricambiare il suo abbraccio facendogli capire che sono qui e che non intenzione di andare in nessun altro posto. 
 
Accarezzo la sua schiena dolcemente con mano tremante e con l'emozione che mi travolge sempre di più.
 
Diversi minuti dopo, si allontana appena un po' da me,poggia la fronte sulla mia e una mano sulla guancia, i nostri respiri sono così vicini che si fondono l'uno l'altro, i nostri profili si sfiorano, sento quel suo profumo che tanto amo penetrarmi nelle narici, sento il suo respiro caldo soffiare sulla mia bocca e  riesco a percepire di non essere l'unico ad essere così emozionato e spero che finalmente si decida a parlare e a farmi capire qualcosa, ma non è questo che fa poco dopo.
 
Con infinita dolcezza mi prende il volto tra le mani mentre lo sento farsi sempre più vicino e comincio a tremare dall'emozione, vedo i suoi occhi puntati sulle mie labbra prima di sentire di nuovo la sua bocca sulla mia, istintivamente gli cingo il collo con le braccia e schiaccio il mio corpo contro il suo.
 
Le sue labbra iniziano a muoversi lentamente, mi lascia un piccolo bacio all'angolo della bocca, poi passa all'altro, le sento quasi timorose e incerte mentre toccano le mie, intanto io inizio a sentire la gola seccarsi, il respiro fermarsi e il cuore battere così velocemente da sembrare impazzito. 
 
Il bacio si fa via via più profondo, intenso e significativo, ha l'essenza del bisogno che abbiamo l'uno dell'altro, dell'impossibilità di stare troppo lontani, del desiderio di diventare una cosa sola. 
 
Mi sento come se avessi trovato la luce in fondo al tunnel, come se fossi un pezzo di un puzzle che finalmente ha trovato il pezzo perfetto con il quale incastrarsi.
 
Le nostre labbra continuano a cercarsi e a trovarsi ripetutamente, come se quella fosse la loro missione, come se aspettassero di trovarsi da una vita intera e come se non vorrebbero allontanarsi mai più.
 
Quel bacio è pieno di paura, di malinconia, di tristezza, di resa, di calore, di gioia, di vita e dell'amore che provo per lui, forse il mio amore potrebbe essere abbastanza per entrambi, decido che me lo farò bastare, è l'unica cosa che posso fare.
 
Il bacio continua e quanto sento la sua lingua insinuarsi lentamente nella mia bocca esplorandola con movimenti sinuosi perdo completamente il controllo, mi schiaccio contro di lui, mi aggrappo al suo corpo come se fosse il mio unico appiglio, come se fosse una barca in un mare in tempesta e mi rendo conto di quanto abbia bisogno di lui, di quanto mi senta incompleto al solo pensiero che possa uscire dalla mia vita.
 
Diversi minuti più tardi, ansimanti siamo costretti a separarci.
 
Penso sia finalmente arrivato il momento che mi dica qualcosa, ma ancora una volta rimane in silenzio a quel punto allora decido di dire qualcosa io.
 
"Blaine..." riesco soltanto a dire prima che metta un dito sulle mie labbra dicendo: "Shhhh..."
 
Lo guardo sempre più confuso, ma lui ricambia guardandomi con il suo solito sguardo capace di farmi sciogliere e con una lentezza disarmante mi prende per mano con dolcezza.
 
Istintivamente, entrambi spostiamo lo sguardo sulle nostre mani perfettamente intrecciate, sembra esitare un attimo prima di stringere con più decisione mentre un brivido mi percorre la schiena; quell'unione, quello scambio di calore, mi fa sentire di aver finalmente trovato un compagno di viaggio, una persona pronta a sostenermi e a farmi sentire meno solo.
 
In quel momento entrambi alziamo lo sguardo per far incontrare i nostri occhi, ci perdiamo l'uno in quelli dell'altro ed io non posso trattenere un tenero sorriso; mi sento così bene, adoro la sensazione che mi dà la sua mano nella mia.
 
Vorrei che anche lui si sentisse come mi sento io e che trovasse in me il suo posto sicuro come io lo trovo in lui, continuo a guardarlo e lui pochi istanti dopo accenna un timido sorriso, poi senza lasciarmi la mano, comincia a camminare in direzione della mia camera da letto.
 
Divento sempre più curioso e stupito dal suo comportamento, ma lo seguo in silenzio con il cuore che batte all'impazzata e le gambe che fanno sempre più fatica a reggermi.
 
Senza dire una parola, una volta entrati mi porta verso il letto, rimane fermo un attimo prima di guardarmi negli occhi, lasciarmi la mano e andare a distendersi. Io rimango fermo a guardarlo non capendo quale siano le sue intenzioni.
 
Mi sembra di aver già vissuto questa situazione con lui, anche in quell'occasione mi prese per mano e mi portò nella nostra stanza d'albergo e infine mi chiese di abbracciarlo.
 
Se penso a quante cose sono cambiate da allora, a quanto i miei sentimenti siano cambiati, a quanto noi siamo cambiati.
 
Mi sta facendo capire che oggi come allora, vuole che lo abbracci e che dorma con lui?
 
Il suo silenzio sta cominciando a diventare insopportabile, ma decido di assecondarlo e mi distendo accanto a lui iniziando a tremare leggermente.
 
Dopo pochi istanti s'avvicina un po' girato verso di me, io faccio lo stesso mettendo un braccio sotto la testa e tenendo l'altro piegato contro il torace; ho una strana sensazione, non so esattamente il perché ma mi sento l'agitazione crescere in me.
 
Cerco di non pensare e troppo e mi concentro su di lui, ha un braccio piegato appoggiato in vita e l'altro uno contro il petto, mi sorride dolcemente prima di poggiare una mano sul mio polso e cominciare ad accarezzarmi delicatamente il dorso della mano con il pollice.
 
Inizio a sentire un lieve formicolio sotto il suo tocco e non riesco a smettere di tremare, i nostri visi sono così vicini, posso sentire il suo respiro sulla mia bocca; i nostri nasi si sfiorano e si rincorrono dolcemente ed i suoi occhi sono così vicini e così luminosi in questo momento che rimango quasi abbagliato.
 
Vorrei ancora cercare di capirci qualcosa e di farlo parlare ma è difficile continuare ad essere razionale in questo momento.
 
Non riesco più a respirare regolarmente e credo che il mio cuore possa scoppiare molto presto, lo amo così tanto, penso mentre mi rendo conto che potrei rimanere in questa posizione per ore.
 
Non mi stancherei mai di perdermi in quei suoi occhi e di cercare di trovarci qualcosa che mi permettesse di aiutarlo.
 
Un istante più tardi con delicatezza gli sposto dalla fronte un ricciolo ribelle e gli sorrido dolcemente, lui per un attimo chiude gli occhi e respira profondamente.
 
La sua espressione muta velocemente, lo vedo agitato, irrequieto e spaventato, a quel punto come per tranquillizzarlo inizio ad accarezzarlo delicatamente.
 
Lui chiude di nuovo gli occhi e si rilassa sotto il mio tocco, ma pochi minuti dopo li riapre e si sporge verso le mie labbra; mi bacia ancora una volta fino a togliermi il fiato; questa volta però le sue mani indugiano di più sul mio corpo, si fanno strada sotto la mia maglietta mentre io cerco di mantenere il controllo.
 
Poi riprende a baciarmi continuando a toccarmi ovunque, in quell'istante capisco le sue intenzioni, ma cerco di fermarlo. E' venuto forse con l'unico scopo di divertirsi un po' a letto?
 
Senza nemmeno dirmi una parola? Mi dispiace e non è facile per me, ma mentre continua a baciarmi, mi allontano da lui e lo spingo da una parte.
 
"Blaine... dobbiamo parlare" gli dico.
 
"Mi puoi spiegare il tuo comportamento? Ti presenti a casa mia, dopo quello che è successo come se fosse tutto a posto?"  gli chiedo alzandomi.
 
Lui mi guarda confuso ma continua a rimanere in silenzio. 
 
"So di aver detto non era cambiato nulla tra di noi, ma mentivo, ok?" gli dico perdendo il controllo.
 
Senza dargli il tempo di aprire bocca inizio a parlare con rabbia.
 
"Qualcosa è cambiato, non ho passato l'intera notte a piangere a causa tua! Non mi sono sentito per l'ennesima volta umiliato e sbagliato a causa del tuo rifiuto! Non mi sono ripetuto un milione di volte che pensavo tu non mi avresti mai fatto del male!" gli dico alzando il tono di voce faticando a trattenere le lacrime.
 
Mi dio ho davvero appena detto queste cose? Dal suo sguardo colpevole e dispiaciuto direi di sì.
 
In pochi istanti mi raggiunge e mi prende tra le braccia ed io a quel punto scoppio a piangere come un bambino.
 
"Ti prego Kurt perdonami, non volevo farti del male, mi sento uno schifo a pensare di averti fatto soffrire..." mi dice con voce rotta dall'emozione.
 
"E se non vuoi perdonarmi ti posso capire ma ti prego credimi quando ti dico che farti del male è l'ultima cosa che farei se potessi scegliere" continua.
 
"Però lo hai fatto Blaine ed mi sono sentito così stupido e ferito..." rispondo tra le lacrime, mentre mi rendo conto che il suo abbraccio mi sta calmando.
 
La sua espressione si fa sempre più sofferente e mi dispiace di esserne stato io la causa ma sono stanco di tenermi tutto dentro.
 
"Blaine, so che non lo hai fatto di proposito, so che non avresti voluto farlo, so che non è colpa tua, forse è solo colpa della tua paura..." gli dico accarezzandogli la guancia con dolcezza e rendendomi conto che il dolore che ho visto nei suoi occhi ha avuto il potere di rassicurarmi e mi ha fatto capire che non devo prendermela con lui.
 
La paura non si può controllare, l'unica cosa che posso fare è cercare di aiutarlo a combatterla.
 
"Kurt non riesco a sopportare il fatto di averti fatto del male, una delle mie paure più grandi era proprio questa... uno dei motivi per il quale ho cercato di allontanarmi da te era la paura di non essere all'altezza di starti accanto, di non essere in grado di farlo come meriti e quindi di farti soffrire.
 
Non posso sopportare il fatto che proprio io ti abbia fatto sentire così, non sono riuscito a prendermi cura di te come non sono riuscito a farlo con Jake" mi dice con voce triste.
 
"Blaine smettila di dire sciocchezze, la devi smettere di sentirti in colpa, Jake è stato fortunato ad averti incontrato e a passare gli ultimi giorni accanto a te... è stato fortunato ad essere... amato da te; ed io sono stato fortunato ad averti incontrato.
 
Mi dispiace, ho esagerato a prendermela così con te, è soltanto colpa mia... sono io che non devo permettere agli altri di farmi del male" gli dico con un groppo alla gola.
 
"Kurt, potremmo andare all'infinito a scusarci l'uno con l'altro, io continuerò a pensare che sia colpa mia e tu che sia colpa tua, ma davvero tu non hai fatto niente di male e non devi mai più sentirti sbagliato.
Per favore ricordati, che sei perfetto Kurt, non credere di non valere nulla, per favore sappi che sei perfetto... sei perfetto per me." **
 
Mi si blocca il respiro quando sento le sue parole e vedo il suo sguardo intenso, sono così confuso, non so davvero cosa fare, ho soltanto paura di illudermi e di soffrire ancora.
 
Mi soffermo a guardarlo e vedo ancora tormento e paura nel suo sguardo, se solo riuscisse ad essere completamente sincero con me, farei di tutto per aiutarlo.
 
Con delicatezza gli faccio una domanda, per spronarlo a liberarsi anche di questo peso.
 
"Blaine, con questa tua paura c'entra per caso Jake?" chiedo quasi in un sussurro.
 
Lui mi guarda sorpreso e confuso prima di diventare pensieroso e serio.
 
"In un certo senso" mi risponde distogliendo lo sguardo dal mio.
 
"Sei ancora innamorato di lui?" mi trovo a chiedergli con il fiato sospeso in attesa della sua risposta.
 
Con espressione stupita, allaccia di nuovo lo sguardo al mio e il modo in cui mi guarda mi fa stringere lo stomaco dell'emozione.
 
Dopo quella che sembra un'eternità mi risponde con un flebile sussurro:
 
"Non lo so Kurt... sono confuso, non riesco a dare un nome a quello che provo, ma credo di essermi dimenticato come si fa ad amare...non ne sono capace, non so più cosa sia l'amore."
 
Cerco di tornare alla realtà, perché per un momento sono quasi stato convinto che non stesse parlando di Jake; appena mi riprendo e torno a respirare regolarmente gli rispondo:
 
"Io invece credo che tu saresti perfettamente capace di amare..." gli dico guardandolo intensamente cercando di fargli capire che ne sono davvero convinto.
 
"Solo perché negli ultimi anni hai chiuso a chiave il tuo cuore non significa che non sappia più farlo" dico con voce bassa.
 
"Sono sicuro che quando troverai un'altra persona capace di farti battere il cuore come Jake, che sia capace di farti stare bene con un semplice sorriso, che ti sembra sia il tuo pezzo mancante, che ti faccia sentire il desiderio di passare la vita insieme e di non perderlo mai più, allora tutto sarà chiaro e non avrai bisogno di chiederti cosa provi e soprattutto non avrai dubbi sul fatto di essere ancora capace di amare" dico con voce emozionata faticando a tenere a freno le lacrime.
 
Ho appena descritto quello che lui è per me, senza poter dirgli che sono innamorato di lui; cerco di calmarmi e di continuare il discorso.
 
Lui intanto mi guarda con un'espressione indecifrabile, mentre i suoi occhi si fanno sempre più lucidi e sembra stia tremando leggermente.
 
"Quando arriverà quel momento, lo sentirai e basta, lo sentirai qui" dico poggiando delicatamente una mano sul suo cuore, sentendo che batte forte quasi quanto il mio.
 
A questo punto non riesco più a parlare, il groppo che si è formato in gola è troppo grosso e se continuassi a parlare sono sicuro che potrei dire qualcosa di cui poi mi pentirei.
 
Così entrambi rimaniamo in silenzio, con gli occhi lucidi, le mani tremanti e i cuori che battono all'impazzata.
 
Un attimo dopo Blaine intreccia la sua mano alla mia ed in quel momento mi rendo conto che posso cercare di non parlare, ma non posso trattenermi dal fare questo.
 
Ne ho bisogno, quindi con lentezza mi avvicino a lui sempre di più, aspetto qualche secondo, chiudo gli occhi e poggio le labbra sulle sue, lo bacio lasciandomi completamente andare, mettendoci tutto l'amore che provo per lui.
 
Pochi istanti dopo le nostre mani si slacciano per cominciare a toccare l'uno il corpo dell'altro; i nostri corpi si schiacciano sempre di più e le nostre bocche continuano rincorrersi a lungo.
 
Poi quando siamo costretti a smettere, sono così sconvolto da quello che ho provato che ci metto diversi minuti a riprendermi ed a riacquistare la capacità di pensare con lucidità.
 
Incrocio il suo sguardo confuso e mi rendo conto che non sembra essere in condizioni molto diverse dalle mie.
 
Quel silenzio però sta diventando insopportabile, quindi dopo qualche istante gli chiedo:
 
"Blaine, perché sei venuto qui oggi?" 
 
Questa volta, sorprendendomi, risponde immediatamente, senza pensarci un attimo, prima però mi prende le mani tra le sue, la sua stretta mi infonde calore e speranza.
 
Con voce incrinata dall'emozione e con fare nervoso dice:
 
"Kurt... sono venuto qui perché ho passato l'intera notte a pensare a te e a quello che ti avevo fatto e mi sono reso conto che la paura di perderti è superiore a qualsiasi altra paura, mi sono reso conto che solo l'idea di non averti più accanto a me mi fa mancare il respiro; ho capito che se prima la mia paura più grande era quella di avvicinarmi troppo a te, ora è quella di perderti per sempre."
 
Spalanco gli occhi dalla sorpresa mentre sento il cuore scoppiarmi nel petto e il respiro fermarsi.
 
"Sono venuto per chiederti scusa, con la speranza che potessi perdonarmi..." continua.
 
".... e sono venuto perché... voglio fare l'amore con te Kurt" conclude facendomi sussultare.
 
Per l'ennesima volta mi si blocca il respiro e mi sembra di aver perso la capacità di parlare, mi limito a fissarlo con uno sguardo ebete, forse però per troppo tempo, perché sento la sua voce dire:
 
"Se a questo punto potessi dire qualcosa te ne sarei infinitamente grato Kurt..."
 
Le sue parole mi svegliano e anche se mi odio per quello che sto facendo dico:
 
"Blaine io non voglio che tu faccia sesso con me solo perché te l'ho chiesto e quindi vuoi accontentarmi per non farmi del male, non voglio che tu lo faccia soltanto perché hai paura di perdermi... non voglio che..."
 
Le sue dita sulle mie labbra mi zittiscono.
 
"E se ti dicessi, che voglio fare l'amore con te perché lo desidero?" mi dice lanciando un veloce sguardo verso la mia bocca.
 
"Se ti dicessi che sarei onorato di essere il primo e sono felice che tu me lo abbia chiesto? mi chiede prima di lasciarmi una leggera carezza su una guancia.
 
"Se ti dicessi che in fondo al cuore ho sempre sperato che cambiassi idea e che prima o poi mi avresti chiesto di fare anche questo passo insieme a me?" mi dice con voce sempre più emozionata, posandomi un leggero bacio sulla fronte.
 
"Se ti dicessi che sono soltanto un idiota, mi diresti di sì?" mi chiede prima di depositare un leggero bacio sulle mie labbra.
 
Ancora una volta rimango a bocca aperta dallo stupore e inizio a tremare dall'emozione mentre mi ripeto di respirare, perché credo di aver smesso alla prima frase. Intanto lui mi sta guardando speranzoso con ansia in attesa della mia risposta.
 
L'intensità e la sincerità nel suo sguardo mentre mi ha detto quelle cose non mi fanno aver alcun dubbio, so che posso fidarmi di lui.
 
Quindi? Gli direi di sì? 
 
Con voce talmente bassa che potrebbe esserci il rischio che non mi senta e con il cuore a mille, rispondo:
 
"Sì Blaine, ti direi di sì..."
 
Sul suo viso compare uno di quei rari sorrisi capaci di illuminare l'intera stanza e con un'infinita dolcezza dice:
 
"Grazie Kurt."
 
So che quel grazie ha tanti significati, so cosa intende e non posso fare a meno di rispondere:
 
"Grazie a te Blaine."
 
Sorridiamo entrambi quasi intimiditi ed emozionati mentre lentamente ci avviciniamo per far incontrare di nuovo le nostre labbra.
 
Un istante dopo però vengo colpito da un pensiero e lo allontano mettendogli una mano sul petto.
 
Lui mi guarda sconvolto pensando forse che abbia cambiato idea, quindi prontamente cerco di rassicurarlo.
 
"No, è solo che... sono un mostro" dico timidamente portandomi una mano tra i capelli scompigliati.
 
Lui mi guarda confuso.
 
"Ho un aspetto orribile..." dico pensando allo stato in cui ero l'ultima volta che mi sono guardato allo specchio prima che lui arrivasse.
 
La sua espressione si addolcisce e accarezzandomi una guancia con un sorriso dice:
 
"Sei bellissimo Kurt."
 
Lo guardo in adorazione e sorrido imbarazzato.
 
"Dai smettila di dire sciocchezze, sembrerò uno spaventapasseri" dico distogliendo lo sguardo dal suo.
 
"Uno spaventapasseri adorabile e tremendamente sexy" mi dice con voce maliziosa facendomi arrossire.
 
"Blaine, ti prego sii serio" rispondo.
 
"Sono serissimo Kurt, sei bellissimo anche con i capelli arruffati e gli occhi gonfi... tu emani bellezza sempre, non importa quale sia il tuo aspetto..." mi dice facendo sussultare il mio cuore.
 
"E poi non è che io mi trovi in condizioni migliori non ti sembra?" mi chiede sorridendo.
 
"Se vuoi possiamo essere spaventapasseri insieme, che ne dici, ti va?" mi dice strappandomi un sorriso.
 
In quel momento mi rendo conto, forse per la prima volta, cosa succederà tra poco, farò con Blaine quello per cui l'ho cercato e l'ho scelto. Farò l'amore per la prima volta e anche se l'amore è unilaterale mi basterà e per me non sarà solo sesso.
 
Per me sarà condividere un'esperienza importante con l'uomo che amo, per me sarà la realizzazione di un desiderio, per me sarà un ulteriore modo di legarmi a lui e spero con tutto il cuore di riuscire a reggere tutto.
E' pericoloso quello che sto facendo, perché non sarà facile averlo così vicino ma non nel modo che vorrei; però non posso lasciarmi sfuggire l'occasione di poter avere accanto la persona che amo, anche se lei non ricambia il mio amore.
 
Sorrido timidamente, ma comincio ad essere spaventato, ho paura di fare qualcosa di sbagliato, ho paura di deluderlo, ho paura di tante cose; lui a quanto pare intuisce il mio stato d'animo e con uno sguardo tenero mi chiede:
 
"Ti fidi di me?"
 
Non ho bisogno di pensarci come un volta, rispondo immediatamente annuendo, lui sorride e continua:
 
"Non devi aver paura di nulla, vedrai che andrà tutto bene, ricordati che possiamo fermarci se qualcosa t'infastidisce. Sei libero di fare quello che vuoi, io farò di tutto per farti stare bene."
 
"Grazie Blaine" sussurro mentre mi chiedo se sto facendo la cosa giusta.
 
Poi penso a quanto lo amo, a quanto è importante per me e mi rendo conto che non avrei potuto fare scelta migliore.
 
Mi accorgo che anche lui sembra pensieroso e agitato, mi chiedo cosa possa avere, non può essere spaventato, l'avrà fatto un milione di volte.
 
Eppure quando avvicina le sue labbra alle mie sembra avere le mie stesse paure nello sguardo.
 
Inizia a baciarmi e a toccarmi lentamente ma mi accorgo che sta tremando, allora lo fermo delicatamente e gli chiedo:
 
"Blaine, perché stai tremando?"
 
Mi guarda intensamente per un lungo attimo, si lascia andare ad un lungo respiro e tremando sempre di più, con un sussurro mi risponde:
 
"Perché è passato tanto tempo dall'ultima volta che ho fatto l'amore".
 
 
"Ho un segreto 
Ognuno ne ha sempre uno dentro
Ognuno lo ha scelto o l'ha spento 
Ognuno volendo e soffrendo 
E nutro un dubbio 
non sarà mai mai mai inutile 
ascoltarne l'eco 
consultarlo in segreto 
ed è l'estate che torna 
sembrava lontana 
o tutto è più triste 
oppure resiste 
quello sguardo da oltraggio che insinua...
Ti verrò a prendere con le mie mani  e sarò quello che non ti aspettavi 
Sarò quel vento che ti porti dentro 
E quel destino che nessuno ha mai scelto 
E poi l'amore è una cosa semplice e adesso, adesso…, adesso, te lo dimostrerò...
 
...Amore mio, prendi le mie mani ancora e ancora, 
come chi parte e non saprà mai se ritorna. 
Ricorda, sei meglio di ogni giorno triste, dell'amarezza, di ogni lacrima, della guerra con la tristezza. 
Tu sei il mio cielo. 
Sì, sei il mio cielo 
Ti verrò a prendere con le mie mani 
Sarò quello che non ti aspettavi 
Sarò quel vento che ti porti dentro 
E quel destino che nessuno ha mai scelto 
E poi l'amore è una cosa semplice e adesso, adesso…, adesso 
te lo dimostrerò."***
 
 
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Note: 
 
 
* Ho bisogno d'amore - Paolo Meneguzzi http://www.youtube.com/watch?v=iqXK43hG8uo
** Non penso ci sia bisogno di dire cosa mi ha fatto pensare questa frase.
*** L'amore è una cosa semplice - Tiziano Ferro http://www.youtube.com/watch?v=0CKmLvsDYzU&fb_source=message
 
Questa volta non vi ho fatto aspettare troppo vero? Non potevo lasciarvi troppo a lungo in attesa.
 
Non odiatemi per aver concluso questo capitolo così ma era già abbastanza lungo, cercherò di non farvi aspettare troppo per il prossimo aggiornamento.
A proposito del capitolo successivo, sono un po' indecisa se descrivere quello che succederà o se diciamo farlo solo intuire; il fatto è che non vorrei rovinare il momento dato che non sono capace di descrivere certe scene, voi cosa preferireste?
 
Per quanto riguarda la lunghezza della storia, ho pensato che potrei aggiungere qualche capitolo, ma non vi farò penare ancora troppo; ho pensato che come mi è stato suggerito potrei scrivere della loro vita "dopo". Vi può piacere come idea?
 
Mi dispiace farvi troppe domande ma m'interesserebbe davvero la vostra opinione.
 
So che molto probabilmente vi rompo le scatole con tutte queste canzoni ma non posso farne a meno. Spero non vi diano troppo fastidio e spero che non le saltiate durante la lettura, la seconda poi vi consiglierei di ascoltarla.
 
Di questo capitolo invece, non so cosa dire... come al solito, spero vi sia piaciuto almeno un po'...
 
Grazie infinite a tutte le persone che hanno letto anche questo capitolo, a quelle che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ricordate e un grazie a tutte quelle che mi lasciano sempre meravigliose recensioni, anche tramite messaggi privati; mi fa davvero piacere leggere e rispondere ai vostri commenti, siete davvero gentili e le vostre opinioni mi invogliano a continuare a scrivere.
Finalmente sono riuscita a rispondere a tutti, mi sentivo in debito con voi a non farlo.
 
Al prossimo aggiornamento, ciao... 

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Capitolo 34
*** 34 ***


"Perché è passato tanto tempo dall'ultima volta che ho fatto l'amore".
 
Ora siamo in due a tremare ed io penso che potrei avere presto un attacco cardiaco tanto forte mi batte il cuore e potrei smettere di respirare da un momento all'altro.  
Per la sorpresa rimango a bocca aperta, forse un po' troppo a lungo, a guardarlo con un'espressione semi sconvolta.
 
Mi chiedo cosa significhi questa frase, ma non ho nemmeno il tempo di cercare una risposta che pochi istanti dopo sento le sue labbra sulle mie e mi dico che non è questo il momento di pensare o di farsi domande.
 
Questo è  il momento di dare vita a quello che sento, a quello che è racchiuso nel mio cuore, è ora di lasciare da parte tutto il resto e di concentrarmi solo su quello che desidero e mi rendo conto di non essere mai stato più convinto di ciò che voglio come adesso.
 
Voglio Blaine, lo voglio in tutti i sensi possibili e mi accontenterò di prenderlo in qualunque modo lui voglia donarsi a me. 
Sono decisamente spaventato in questo momento pensando a quello che succederà tra poco ma allo stesso tempo sento qualcosa dentro di me che mi dice che non c'è bisogno di esserlo, che quello che sto facendo è giusto; mi sento davvero come se stessi facendo quello che avrei dovuto fare da tempo, come se stessi andando verso l'unico posto dove sarei dovuto andare.
 
Questa sensazione mi calma almeno un po', ma lo fa anche quello che vedo in quei gli occhi dorati che in questo momento mi stanno guardando di nuovo come se fossi la cosa più preziosa di questo mondo e vedo quel bagliore che non è mai stato luminoso come in questo momento.
Cerco anche solo una briciola di quel buio e di quel tormento che hanno sempre caratterizzato il suo sguardo, cerco, cerco, ma non trovo altro che luce e qualcosa che non ho il coraggio di chiamare per nome.
 
Mi ripeto che non è tempo di domande ma è tempo solo di seguire il cuore e di fare ciò che lui comanda.
 
Così gli sorrido dolcemente mentre timidamente alzo una mano e con delicatezza gli accarezzo una guancia; lui ricambia il sorriso ed io mi sciolgo sempre  di più.
 
Sembriamo due adolescenti inesperti e impauriti, beh io inesperto e impaurito lo sono, ma anche lui sembra così fragile in questo momento, così vulnerabile, così spaventato, quasi come se non sapesse cosa fare esattamente.
 
Mi fa tenerezza e lo trovo tremendamente adorabile, se penso al Blaine che ho incontrato la prima volta  e a quello che ho davanti ora mi sembra impossibile siano la stessa persona.
 
Lo guardo e mi accorgo che non è sicuro di sé, non è padrone della situazione come pensavo sarebbe stato, sembra aver bisogno di una guida tanto quanto me e per quanto sembri assurdo sembra non volere essere lui a far la prima mossa.
 
Per un attimo mi viene il dubbio che ci abbia ripensato o che e non abbia mai voluto farlo davvero e sono quasi tentato di allontanarmi da lui; ma non posso rovinare questo momento per un mio pensiero che può essere sbagliato, in fondo i suoi occhi dicono tutt'altro.
 
Faccio quindi un bel respiro e con delicatezza gli chiedo:
 
"Blaine, sei sicuro di volerlo fare? Sembri un po' incerto... sappi che se non v..."
 
La pressione delle sue dita sulla mia bocca però interrompono le mie parole.
 
Dopo un attimo di silenzio sussurra:
 
"Non sono mai stato più convinto di volere qualcosa come in questo momento Kurt. Non ho mai desiderato nessuno come desidero te."
 
Nell'aria aleggia una domanda che non ho il coraggio di fare.
 
Nemmeno Jake?
 
Forse però lui riesce a sentirla nonostante io sia rimasto in silenzio.
 
"Nessuno" sottolinea con sicurezza guardandomi intensamente.
 
L'ennesimo colpo al cuore mi fa smettere di respirare per un attimo, sembra così sincero e onesto che non posso non credergli.
 
"Allora cosa c'è che non va?" chiedo timidamente.
 
"E' che ho paura Kurt... ho paura di fare qualcosa di sbagliato... io di solito... sono abituato ad andare dritto al sodo, senza tanti... passaggi... vorrei che per te fosse speciale come meriti... per questo ho paura di non essere all'altezza delle tue aspettative... forse mi sono dimenticato come si fa... nel modo giusto..." risponde quasi balbettando.
 
Gli sorrido dolcemente con tenerezza, trovandolo sempre più adorabile.
 
"Blaine" inizio mettendogli una mano sul petto.
 
"Stai tranquillo... tu non mi deluderai, di questo ne sono certo... e se neanche tu sai come si fa... beh allora potremmo farci guidare da quello che proviamo, dalle nostre sensazioni..." dico distogliendo lo sguardo.
 
"Potremmo cercare di lasciarci andare e... seguire il nostro cuo... il nostro istinto..." dico, riuscendo per fortuna a fermarmi in tempo dal dire qualcosa di troppo.
 
Lo sento sospirare e a quel punto incrocio di nuovo il suo sguardo e mi chiedo se mai smetterà di farmi quest'effetto quando mi guarda come se fossi una delle tante meraviglie del mondo.
 
"Come fai?" mi chiede con un sorriso un attimo dopo.
 
"A fare cosa?" rispondo confuso.
 
"A trovare sempre la cosa giusta da dire, ad essere così adorabile, ad essere così perfettamente imperfetto..." risponde facendomi balzare il cuore nel petto e arrossire leggermente.
 
Mi sento così stupido e abbasso lo sguardo mentre mi chiedo quando la smetterò di arrossire come un adolescente.
 
"Vedi, sei adorabile anche per questo..." mi dice sorridendo facendomi imbarazzare ancora di più.
 
Pochi istanti dopo vedo avvicinarsi le sue labbra alle mie, chiudo gli occhi e mi dico che è davvero arrivato il momento; prima di perdere la lucidità, mi viene in mente qualche frase del famoso discorso che mi fece mio padre.
 
Quando si è in intimità con qualcuno, in quel senso, ci  si espone, non esiste una situazione in cui si è più vulnerabili.
 
Devi sapere che è molto importante, ci sono in ballo un sacco di cose, tu per primo, il tuo cuore, la tua autostima.
 
Quando sarai pronto, vorrei che tu lo facessi per connetterti profondamente con un'altra persona.
 
Più penso a quelle parole più capisco che non avrei potuto fare una scelta migliore, capisco che questa è la strada giusta, capisco che Blaine è la persona giusta e capisco che non vorrei connettermi in questo modo, con nessun'altro che non fosse lui.
 
Grazie al quel discorso di mio padre ho la conferma che Blaine è la persona che stavo aspettando, lo sento con ogni fibra del mio corpo, ed è così che mi accorgo di essere ancora meno spaventato.
 
Non sono più terrorizzato, perché dovrei esserlo quando per la prima volta sento con tutto me stesso di stare facendo la cosa giusta?
 
Blaine nel frattempo ha cominciato a depositare piccoli baci sulle mie labbra con dolcezza e senza alcuna fretta mentre io inizio ad accarezzargli i capelli e la nuca.
 
Dopo quella serie di casti baci, le nostre labbra chiedono di più e iniziano a premere le une contro le altre sempre con più passione, si cercano e si trovano ripetutamente, scontrandosi dolcemente.
 
Il mio corpo sta cominciando a reagire a quel delizioso contatto e mi sta dicendo che vuole di più; inizio a mordergli il labbro facendo attenzione a non esagerare mentre sento le mie mani  senza controllo iniziare a vagare sul suo corpo.
 
Dalla sua brevissima titubanza intuisco che sia sorpreso dal mio gesto e questo mi fa venire voglia di fare un altro piccolo passo, ma non ho nemmeno il tempo di procedere che sento la sua lingua farsi spazio nella mia bocca, lo fa con la sua solita premura, come se chiedesse il permesso di entrare e solo quando gli viene concesso entra sempre più a fondo, incontrandosi  finalmente con la mia.
 
Il bacio diventa presto più profondo, più umido e più passionale mentre i nostri corpi sempre più eccitati e desiderosi di molto di più.
 
Ormai siamo distesi, le nostre bocche incollate, i nostri corpi appiccicati, le nostre mani che vagano sul corpo dell'altro alla ricerca di un lembo di pelle scoperto, i nostri cuori che battono all'impazzata e la nostra biancheria intima che sta cominciando a diventare stretta.
 
Il modo in cui la sua lingua gioca con la mia mi fa girare la testa e mi fa desiderare sempre di più, presto però siamo costretti a separarci per respirare; ci allontaniamo il meno possibile e ci fermiamo un attimo a guadarci negli occhi.
 
Lui mi sorride dolcemente come per infondermi coraggio ed io faccio lo stesso con lui, non è come la prima volta in cui  ci siamo avvicinati fisicamente, quando lui sembrava così sicuro di sé e mi assicurava che sarebbe andato tutto bene,  mi ripeteva che dovevo stare tranquillo perché non stavo facendo nulla di male e mi chiedeva se mi fidassi di lui.
 
Ricordo con un sorriso quando mi diceva di rilassarmi, di respirare e di stare tranquillo, sembra esattamente quello di cui ha  bisogno di sentirsi dire lui in questo momento.
 
Ma non è di certo l'unico, lui forse non sa che anch'io ho il timore di deluderlo, di non essere alla sua altezza e di fare la figura dell'idiota essendo così inesperto soprattutto considerando il suo passato da gigolò.
 
Probabilmente nota nei miei occhi la mia preoccupazione e con la sua solita gentilezza dice:
 
"Kurt, farò il possibile per darti quello che meriti, ma se c'è qualcosa che t'infastidisce, qualcosa che non ti piace, non esitare ad interrompermi, ok?"
 
Annuisco con poca convinzione.
 
"Cosa c'è che non va Kurt?" mi chiede notando il umore.
 
"E' solo che... non riesco a dimenticare il fatto che io sia alla mia prima esperienza mentre tu sia stato un gigolò... sono così inesperto e farò sicuramente la figura dell'idiota davanti ad uno con la tua esperienza.
 
Ho paura che farò qualcosa di sbagliato o che reagirò in modo sbagliato e che tu mi prenderai in giro" ammetto intimidito.
 
"Kurt, primo di tutto come puoi pensare che io possa prenderti in giro riguardo una cosa così delicata? 
Secondo ti ho detto poco fa che la mia esperienza è praticamente nulla in... casi del genere, non devi sentirti inferiore; il sesso che ho fatto con i miei clienti, non ha nulla a che fare con tutto questo..." dice indicandoci.
 
"E terzo, non siamo mai arrivati al grande passo, ma ti ho già visto in azione e ti posso assicurare che non te la cavi per niente male... anzi..." dice con un ghigno sensuale facendomi arrossire per l'ennesima volta.
 
"Kurt sei fantastico qualunque cosa tu faccia e sei dannatamente eccitante..." mi dice con un barlume di lussuria negli occhi.
 
"Non devi vergognarti di nulla con me Kurt, sei bellissimo, sei perfetto e sei l'unica cosa che voglio in questo momento..." mi dice facendomi rabbrividire da capo a piedi.
 
"Sentiti libero di fare quello che vuoi, lasciati andare, non farti condizionare da nulla, sii libero da ogni limite, ok?" mi chiede.
 
Mi limito ad annuire.
 
"Non avere paura Kurt" mi sussurra poi, accarezzandomi con dolcezza una guancia.
 
"Neanche tu" rispondo guardandolo negli occhi.
 
Mi sorride un attimo prima di dire:
 
"Certo che io e te siamo messi bene a paure... io dico che ho paura e tu mi rassicuri, tu dici che hai paura e io cerco di rassicurarti... siamo veramente buffi..."
 
"Sì, lo siamo..." rispondo con un sorriso.
 
"Che ne dici se per questa volta mandiamo a quel paese tutte le nostre paure, insicurezze, paranoie e ci concentriamo solo su questo nostro momento? mi chiede con tono serio.
 
"Proviamoci..." rispondo con decisione.
 
L'attimo dopo le nostre labbra si uniscono di nuovo e iniziano a muoversi in perfetta sintonia... diverso tempo dopo, la sua bocca si separa dalla mia e inizia a baciarmi il mento, scendendo poi giù verso il collo fino ad arrivare a scontrarsi con la stoffa della mia maglietta.
 
Capiamo entrambi che è arrivato il momento di sbarazzarci di un po' di quegli indumenti che non  sono mai sembrati inutili come in questo momento.
 
Si allontana dal mio corpo quanto basta per guardarmi negli occhi e con la sua solita delicatezza e come se avesse a disposizione tutto il tempo del mondo, poggia le sue mani calde sui miei fianchi appena sotto la maglietta.
 
Un attimo dopo con tono tremendamente dolce e con un mezzo sorriso mi chiede: "Posso?"
 
Sorrido e annuisco.
 
A quel punto non smettendo di guardarmi negli occhi, sorride di nuovo, prima di alzare quel sottile strato di stoffa e sfilarmelo completamente.
 
Rabbrividisco quando le sue mani s’intrufolano sotto la maglietta sfiorando la mia pelle e in quell'istante mi rendo conto di quanto mi piaccia sentire le sue mani lisce e vellutate sul mio corpo. Comincio a sentirmi sempre più vulnerabile e sempre più bisognoso di sentirlo più vicino.
 
Si sofferma a guardarmi con un'indecifrabile espressione e come sempre il modo in cui lo fa m’innervosisce e mi fa sciogliere qualcosa dentro, nessuno mi ha mai guardato come mi sta guardando Blaine in questo momento.
 
Di nuovo il cuore sembra volermi scoppiare nel petto, sento la gola seccarsi e il respiro diventare sempre più irregolare; anche se mi ha visto nudo già parecchie volte, non riesco a non essere imbarazzato e ad abbassare lo sguardo intimidito.

Ad un tratto sento la sua mano accarezzarmi la guancia, quel semplice contatto come sempre ha qualcosa di rassicurante che mi spinge ad incrociare il suo sguardo.
 
"Sei bellissimo, quante volte devo ripetertelo prima che tu ci creda?" mi chiede con tenerezza.
 
"Come ti dissi la prima volta che me lo dicesti, ti ripeto che non c'è nulla che tu possa fare o dire per farmi cambiare idea" rispondo con convinzione.
 
"Ricordo che ti chiesi perché per te è cosi difficile credere che sei molto di più di quanto immagini" continua.
 
Faccio per aprire la bocca e rispondere ma le sue dita posate sulle mie labbra me lo impediscono.
 
"Ricordo perfettamente cosa mi rispondesti... quelle parole mi fecero male al cuore, mi fecero pensare a Jake" dice con tono serio.
 
Ripenso alla mia risposta... forse perché quando per anni ti dicono che sei soltanto uno scherzo della natura, prima o poi finisci per crederci.
E anch'io penso a Jake, ora capisco la sua fermezza nel cercare di convincermi a non dare peso alle parole di chi si permetteva di giudicarmi senza conoscermi.
 
"Ma questa volta non ti ripeterò quello che dissi allora... ti farò una promessa invece" mi dice un attimo dopo con tono solenne.
 
"Cosa mi prometti?" chiedo in un sussurro.
 
"Ti prometto che, se me lo permetterai, passerò giorni, mesi, anni, o se è necessario l'intera vita a ripeterti che sei bellissimo sia dentro che fuori...lo farò Kurt, ti giuro che lo farò finché non finirai per crederci..." dice sfiorandomi una guancia, con gli occhi leggermente lucidi, guardandomi come se fossi davvero bellissimo, anzi come se fossi la cosa più bella su cui abbia mai posato lo sguardo.
 
Ed io una volta essermi ripreso dalla sorpresa, non posso fare altro che trattenere le lacrime e cercare di ricordare come si fa a respirare. L'intera vitaLo ha detto davvero? Vuole forse intendere che vorrebbe fare parte della mia vita per sempre?
 
Quel pensiero mi fa scoppiare il cuore dalla felicità e penso a cosa rispondere, ma come posso trovare le parole giuste?
 
Mi trovo a dire la prima cosa che mi viene in mente.
 
"Sarò lieto di permettertelo... ma sappi che non sarà facile convincermi... non credo che giorni, mesi e forse nemmeno anni saranno sufficienti..."  
 
"Non importa quanto tempo ci vorrà.. te l'ho detto Kurt, potrebbe volerci anche un'intera vita, ma ti convincerò..." dice seriamente.
 
"Te lo sentirai dire così spesso che inevitabilmente finirai per crederci e per accorgerti che ho sempre avuto ragione" continua.
 
"E' una minaccia?" chiedo con un mezzo sorriso.
 
"E' una promessa" afferma con decisione puntando gli occhi nei miei ed in quel momento ho come l'impressione che ci sia molto di più dietro a quella frase.
 
"Che ne dici, allora di suggellare questa promessa con un bacio?" chiedo.
 
Sembra sia d'accordo da come, un attimo dopo, la sua lingua si sta muovendo nella mia bocca.
 
Pochi istanti dopo le sue mani cominciano a muoversi su di me, iniziano accarezzandomi dolcemente i capelli, la fronte, la guancia, il collo, per scendere poi lungo il torace e proseguire lungo le gambe. 
Il suo tocco sembra bollente mentre risale lungo la linea del mio corpo sfiorandomi con sempre più decisione.
 
Allontana poi le labbra dalle mie ma continuo a sentire il suo caldo respiro sul mio viso e sono inebriato dal quel suo profumo che mi fa ogni volta impazzire, presto comincia a depositarmi una scia di caldi baci sul mento, per scendere poi sempre più, arrivando al collo, alle spalle e ancora più in giù.
 
Sento il mio respiro farsi sempre più corto e veloce e comincio a sentire il bisogno di muovermi e di agire anch'io, non riesco più a rimanere uno spettatore passivo della scena, il mio corpo freme sempre di più sotto il suo tocco caldo.
 
Gli cingo le spalle con le braccia, gli infilo una mano nei folti capelli ricci e con un movimento delicato comincio solleticargli la nuca; dal gemito che gli esce dalle labbra  intuisco che non gli dispiaccia.
 
Mi rendo conto poi che lui è ancora troppo vestito ed io ho bisogno di sentire la sua pelle sotto il mio tocco, lo allontano appena un po' per permettere alle mie mani di spogliarlo.
 
Allungo le mani tremanti verso il colletto della sua camicia e con gesti lenti e sempre un po' insicuri inizio a sbottonargliela, lui mi guarda e mi sorride dolcemente mentre cerca di aiutarmi per quanto gli è possibile; dopo aver aperto anche l'ultimo bottone, accarezzandogli lentamente il petto gliela apro risalendo fino alle spalle per poi scendere con le mani lungo le braccia e sfilargliela completamente. 

Un nuovo brivido mi percorre la schiena, sentire la sua pelle nuda sotto le mie mani è sempre una novità per me ed è una sensazione deliziosa, che mi fa impazzire e mi fa desiderare di avere di più.
 
Qualche attimo dopo molto lentamente inizia a baciarmi lungo il torace, per scendere poi fino all'ombelico; sentire la sua calda bocca umida su di me mi fa impazzire; comincio a lasciarmi andare emettendo piccoli sospiri di piacere mentre le mie mani non lasciano il suo corpo, gli accarezzo le spalle, la schiena, i fianchi e i capelli.
 
Pochi minuti dopo si posiziona meglio sopra di me, con i gomiti sul materasso e si avvicina sempre di più; sento sempre più forti, il suo calore, il suo profumo, la sua essenza e non riesco più a pensare a nulla che non siano quelle intense sensazioni che sto provando.
 
Ognuno accarezza il corpo dell'altro, siamo così vicini, sento la sua pelle bollente appiccicata alla mia, i nostri respiri e i nostri gemiti si mescolano; i nostri bacini si scontrano ripetutamente, le nostre erezioni appena accennate, cominciano a sfregarsi con sempre più forza e una leggera scarica di brividi mi attraversa il corpo.
 
Entrambi capiamo che è arrivato il momento di spogliarci ancora un po', con il mio solito imbarazzo proto le mie mani sui suoi fianchi e lentamente gli accarezzo la vita fino a fermarmi sulla lampo dei suoi jeans.
 
I nostri sguardi si incrociano per un attimo e con un sorriso chiedo:
 
"Posso?"
 
Si lascia sfuggire una piccola risata e con tono malizioso, risponde:
 
"Certo... devi..."
 
Faccio un bel respiro, non è la prima volta che mi trovo in questa situazione ma sono sempre imbarazzato e nervoso, poi però  improvvisamente mi rendo conto che questa volta è diverso... sembra tutto più facile.
Lentamente apro l'unico bottone prima di abbassare completamente la lampo e di introdurre le mie mani tremanti per farli scivolare fin dove posso, lui poi con un semplice e rapido movimento se ne libera del tutto.
 
Ora è davanti a me con indosso soltanto la biancheria intima, per me è sempre come se fosse la prima volta e come allora rimango affascinato e non riesco a non   indugiare lo sguardo su quel corpo che in questo momento è mio e di nessun'altro e che considerando la sporgenza nelle parti basse è già semi eccitato.
 
Lui notando il mio sguardo puntato sul suo corpo sorride maliziosamente prima di poggiare le mani sui miei fianchi e di chiedermi con lo sguardo il permesso di procedere, permesso che gli viene ben presto concesso.
 
Sento le sue mani tremare leggermente mentre con lentezza fanno scivolare i miei  pantaloni fino ad arrivare alle caviglie. 
 
Un attimo dopo entrambi siamo coperti soltanto da un piccolo pezzo di stoffa, entrambi tremiamo leggermente, entrambi facciamo fatica a respirare ed entrambi i nostri cuori sembrano potere scoppiare da un momento all'altro.
 
Ci guardiamo dolcemente come se l'uno fosse la cosa più importante per l'altro,  ancora una volta come se fossimo due ragazzini inesperti e spaventati da quello che succederà, ma allo stesso tempo più pronti che mai. 
 
Non sappiamo che se qualcuno potesse vederci in questo momento rimarrebbe folgorato dal tanto amore che sprigionano i nostri sguardi, non abbiamo idea di quanto amore siamo capaci di trasmettere soltanto guardandoci, non sappiamo che chiunque guardandoci ora, non potrebbe avere alcun dubbio sul fatto che siamo perdutamente innamorati l'uno dell'altro.
 
Il modo in cui continua a guardarmi mi fa sciogliere qualcosa nel petto, il mio cuore batte sempre più forte e sento lo stomaco stringersi dall'emozione; se prima non ne fossi sicuro, ora ne ho la certezza, amo Blaine, lo amo con tutto me stesso e vorrei fosse mio per sempre. 
 
Sembra perso nei miei occhi tanto quanto io nei suoi e non so quanto tempo passi prima che cominciamo a muoverci di nuovo.
 
Quando lui lo fa, le sue mani tornano ad accarezzarmi lentamente e delicatamente e la sua bocca a lasciarmi una scia di baci bollenti e bagnati lungo il mio torace fino ad arrivare all'ombelico.
 
Quando sento la sua bocca raggiungere l'interno cosce mi sento sprofondare in un vortice, non ci vuole molto prima che cominci a sentire la mia erezione pulsare.
 
A quel punto lui comincia ad accarezzarmela, sfiorandola appena da sopra il sottile tessuto dei boxer, la sua mano si muove leggera, ma ci vuole molto poco per farmi reagire a quelle carezze.
Inizio ad emettere suoni non troppo casti e sento che sto per lasciare definitivamente la realtà, un attimo dopo sento la sua mano poggiarsi appena sotto l’elastico dei boxer e lo lascio fare in trepida attesa dal sentire finalmente la mia erezione libera. Lentamente introduce la mano sempre più all'interno, come al solito  mi sento avvampare e tremo a quel caldo contatto, la sua mano nel frattempo è entrata quasi completamente e penso di poter perdere presto il controllo.
 
Sentire la sua mano calda intorno a me, mi fa sempre mancare per un attimo il respiro, sento il bisogno di toccarlo anch'io, infilo le mani nei suoi folti capelli e comincio a solleticargli la nuca.
La sua mano continua quella piacevole tortura e i boxer ormai sono diventati davvero troppo stretti, fortunatamente capisce anche lui che ho davvero bisogno di toglierli, mi prende quindi per fianchi e lentamente li fa scivolare  per le gambe fino a sfilarmeli completamente.

Inizio a tremare leggermente mentre sento il mio cuore battere all'impazzata ma non ho tempo nemmeno di pensare che pochi istanti dopo, con una delicatezza infinita torna ad occuparsi della mia pulsante erezione. Lo fa prima con il tocco delicato ma allo stesso tempo deciso della sua mano per continuare poi a farmi impazzire con la sua bocca.
 
Sento che se continuasse così, tutto si potrebbe concludere troppo presto e non è questo che voglio, quindi con tutta la mia buona volontà, lo allontano; lui dopo un attimo di smarrimento sembra capire.
 
A quel punto mi rendo conto che lui sta indossando ancora la biancheria, quindi con mani tremanti e con il cuore a mille mi accingo a liberarlo da quell'ultimo indumento che ci separa.
 
Mentre lo faccio sento le guance andare in fiamme e non riesco a sostenere il suo sguardo, mi sento così stupido, starò facendo sicuramente la figura dell'idiota e come al solito sto rovinando tutto.
 
Ma un attimo dopo, sento la sua voce carezzevole sussurrare:
 
"Kurt, sei perfetto... tutto quello che fai è perfetto, non c'è nulla che tu possa fare per deludermi e trovo tremendamente adorabile la tua timidezza..."
 
In quel momento capisco che è sincero e sento che non devo davvero preoccuparmi, non è uno sconosciuto, non è un ragazzo qualsiasi, è Blaine, è l'uomo che amo; lui non mi giudicherà, non mi prenderà in giro, non farà nulla di male.
 
Quando raggiungo questa consapevolezza è come se mi sentissi più leggero e più libero di essere semplicemente Kurt.
 
Gli sorrido dolcemente e gli sussurro un semplice:
 
"Grazie"
 
Lui come risposta, lasciandomi di stucco, si lascia andare sul mio corpo e mi abbraccia, mi stringe forte, come se avesse paura di perdermi da un momento all'altro ed io non posso fare altro che ricambiare.
 
Sento il suo corpo nudo contro il mio, la sua pelle incollata alla mia, i nostri bacini incastrati così perfettamente, mi vengono quasi le lacrime agli occhi tanta è l'emozione che sto provando in questo momento. Sento un cuore battere all'impazzata e per un attimo mi chiedo se questo battito appartenga a me o a lui, poi capisco che è il ritmo dei nostri cuori che battono all'unisono, è il nostro battito, ed è il suono più bello che abbia mai sentito in vita mia.
 
E' così difficile trattenere il ti amo che si è fermato appena in tempo sulla punta della mia lingua spingendo con aggressività per uscire dalle mie labbra, è quasi impossibile tenere dentro di sé un sentimento così grande e così forte che vorrebbe fuoriuscire così prepotentemente; ma con tutta la mia buona volontà riesco a respingere quelle parole così faticosamente trattenute.
 
Quando lentamente Blaine si scioglie dall'abbraccio, solleva la testa appena un po', quanto basta per incrociare il mio sguardo ed io rimango spiazzato da ciò che vedo.
Qualche lacrima brilla agli angoli dei suoi occhi dorati, luminosi come non mai in questo momento e c'è una cosa che mi colpisce arrivandomi dritta al cuore, sembra felice; anzi è felice, non c'è alcun dubbio, è come se fosse scritto a lettere cubitali nei suoi occhi e se l'uomo che amo è felice, come non potrei esserlo anch'io?
 
Un sorriso nasce spontaneo sul mio viso a vedere la gioia nel suo sguardo e ancora una volta quelle fatidiche due parole spingono prepotentemente per venire alla luce, ma ancora una volta riesco ad impedirlo.
 
Gli prendo il volto tra le mani senza distogliere lo sguardo dal suo, poi con delicatezza gli poso un delicato bacio sulla fronte, a quel mio gesto, lo sento sospirare beatamente e il mio cuore non può fare un piccolo salto all'idea che sia io farlo sentire così.
 
Un attimo dopo le mi labbra scendono solo un po'fino ad arrivare alle sue; si fermano a pochissimi millimetri di distanza, si sfiorano appena, sento il suo caldo respiro nel mio, i nostri nasi cominciano a rincorrersi lentamente, mentre le nostre bocche continuano ad accarezzarsi senza mai scontrarsi completamente, ma sono come calamite e come tali, ben presto non possono fare altro che essere attratte le une verso le altre.
 
Premo le mie contro le sue, prima delicatamente poi con maggiore spinta, sento la sua bocca umida accarezzarmi dolcemente prima un labbro e poi l'altro; istintivamente dischiudo le labbra e inizio a muoverle sulle sue.
 
Questo non è un bacio frenetico, non è un bacio fatto di bocche che si cercano e si rincorrono velocemente per soddisfare un bisogno fisico.
 
Questo è un bacio dove a cercarsi, a rincorrersi e finalmente ad avere la consapevolezza di essersi trovati, sono i nostri cuori, le nostre anime, sono semplicemente Kurt e Blaine.
 
Questo bacio mi fa stringere la bocca dello stomaco, mi fa tremare le ginocchia, mi fa battere il cuore all'impazzata... mi fa sentire a casa.
 
Sospiro mentre lo lascio torturarmi piacevolmente, continua a depositare baci bagnati percorrendo tutta la lunghezza del mio collo, poi del torace, finché ad un tratto mi lascia un piccolo bacio all'altezza del cuore che viene invaso da un dolce calore, la sua bocca poi prosegue fino a raggiungere l'ombelico e tornare di nuovo a giocare con la mia virilità.
 
Io intanto con gli occhi chiusi lo lascio fare beandomi di quella meravigliosa sensazione che sa darmi.
 
Presto sento la sua mano posarsi sulla mia coscia, inizia a massaggiarla delicatamente spostandosi sempre più verso l'interno, pochi istanti dopo, senza fermarsi con voce dolce e carezzevole dice:
 
"Se quello che sto per fare t'infastidisce, ti disturba o ti fa troppo male, fermarmi all'istante, ok?"
 
Con un piccolo tremolio nella voce rispondo con un semplice:
 
"Ok."
 
"Andrà tutto bene Kurt, farò del mio meglio affinché sia cosi... e non avere paura, non ti farei mai del male" sussurra poi.
 
A quel punto apro gli occhi per mandargli uno sguardo pieno di gratitudine e con voce ferma e sicura dico:
 
"Mi fido di te Blaine... se non lo facessi, non saremmo qui..."
 
Lui si limita a regalarmi uno di quei suoi sorrisi capaci di farmi sciogliere il cuore e con delicatezza cambia posizione fino a trovare quella più comoda per entrambi.
 
"Rilassati" mi sussurra sulle labbra prima di lasciarmi un tenero bacio.
 
Faccio un bel respiro, non posso negare che pensando a quello che sta per fare mi senta terribilmente in imbarazzo, ma poi mi basta pensare che si tratta di Blaine e tutto sembra improvvisamente più facile.
 
Con quella poca lucidità che mi è rimasta, leggermente imbarazzato lo informo che troverà il necessario nel cassetto in basso a sinistra.
 
Dopo aver seguito le mie indicazioni, torna ad avvicinarsi a me.
Presto sento una sua mano sfiorarmi dolcemente l'interno coscia fino a spostarsi poi sempre più verso il centro, mentre con l'altra non smette di accarezzarmi delicatamente la gamba, come se volesse rassicurarmi; senza che me ne renda conto inizio a tremare leggermente e lui, forse per aiutarmi inizia a parlare; dal suono sembrano sembrano parole dolci, ma non non riesco a percepirle visto lo stato in cui sono.
 
Cerco di rilassarmi e di respirare per preparami a quella novità che presto il mio corpo proverà; con una dolcezza disarmante sento il suo dito scivoloso iniziare quella tortura, che subito, di piacevole ha ben poco.
 
E' tutto ok, è Blaine, non c'è niente di strano in quello che stiamo facendo, mi ripeto mentre cerco di rilassarmi.
 
"E' sopportabile?" mi chiede con tono leggermente preoccupato qualche istante dopo.
 
"Direi di sì..." rispondo dopo un attimo di silenzio.
 
I suoi movimenti sono così premurosi e attenti che presto comincio a sentire la tensione diminuire, mi lascia tutto il tempo di cui ho bisogno per abituarmi a quella sensazione e non smette mai di accarezzarmi una qualsiasi parte del corpo, di sussurrarmi dolci parole o di sporgersi fino ad arrivare a lasciarmi piccoli baci sulle labbra.
 
Parecchio tempo dopo mi accorgo che le sue dita mi stanno regalando solo sensazioni positive, il fastidio è quasi completamente sparito o comunque offuscato dal piacere.
 
Amo il modo in cui nel frattempo, ogni due o tre minuti mi chiedeva se poteva procedere, se era troppo fastidioso o se era troppo spiacevole.
 
Amo il modo in cui i suoi movimenti sempre gentili e delicati mi hanno fatto capire quanto tenesse al mio stato.
 
Amo il modo in cui la sua voce carezzevole mi rassicurava e mi rilassava.
 
Amo il modo in cui le sue dita si stanno muovendo in questo momento e amo il modo in cui mi sta guardando ora che ho cercato il suo sguardo.
 
Vengo travolto da queste nuove sensazioni mentre la realtà che mi circonda si fa sempre più lontana, presto mi lascio andare e inizio ad gemere sonoramente.
 
Senza smettere di muoversi pochi istanti dopo avvicina il suo viso al mio e con un sorriso mi dice:
 
"Come ti senti?"
 
"Bene...penso di essere  pronto Blaine" rispondo con decisione.
 
Continua a guardarmi e a sorridere mentre allontana le dita dal mio corpo che ad un tratto sembra più vuoto.
 
"Kurt..." comincia a dire prima che io lo interrompa mettendogli due dita sulle labbra.
 
"Sì Blaine, stai tranquillo... ti fermerò se qualcosa dovesse andare male o se il dolore sarà insopportabile... ho capito, ora rilassati" dico sorridendo con il cuore che però batte all'impazzata.
 
"Sembri quasi più nervoso di me... ti rendi conto?" gli chiedo notando la sua preoccupazione.
 
"Lo sai perché Kurt... voglio donarti un'esperienza indimenticabile e non voglio che tu possa pentirti di averla condivisa con me..." dice con tono serio.
 
"Blaine, ti ho già detto che non mi deluderai e che non potrò mai pentirmi di aver scelto te..." gli dico con determinazione.
 
"Come puoi esserne così sicuro?" mi chiede.
 
Perché ti amo.
 
"Non importa, l'unica cosa che conta è che lo so... lo sento" rispondo.
 
Ci specchiamo per un attimo l'uno negli occhi degli altri, ho paura di quello che lui possa leggere nei miei, se guardasse bene forse non noterebbe soltanto la mia eccitazione, ma forse anche la mia felicità e anche il mio amore.
Un attimo dopo mi bacia di nuovo in quel modo capace di farmi sentire al sicuro, di essere arrivato a destinazione. Le nostre mani nel frattempo non smettono di toccare il corpo dell'altro; con movimenti delicati gli accarezzo il torace, poi scendo sempre più giù.
 
Con titubanza inizio a toccarlo e non molto tempo dopo comincio a sentirlo gonfiarsi sotto il tocco della mia mano.
 
Quando le nostre labbra si dividono lo vedo allungarsi verso il comodino e un brivido di paura mi percorre la schiena, ma cerco di rilassarmi e pensare che è Blaine, che fino a questo momento si è occupato di me con premura e con attenzione, pensando soltanto ai miei bisogni e preoccupandosi delle mie sensazioni.
 
Faccio un bel respiro, cerco di rilassarmi e di allontanare i pensieri, le preoccupazioni e le paure; ma prima non posso fare a meno di pensare che finalmente il momento del grande passo è arrivato e che in un certo senso tutto è iniziato da qui.
 
Ho bisogno di fare una cosa però, prima di continuare, ho bisogno di sentirmi protetto ancora una volta nelle sue braccia, ho bisogno di sentire il suo calore infondermi coraggio, quindi  fermo i suoi movimenti e senza dire una parola chiudo gli occhi e mi stringo forte a lui.
 
Lui per un attimo sembra irrigidirsi dalla sorpresa, ma poco dopo si scioglie tra le mie braccia e mi stringe dandomi tutto ciò di cui ho bisogno.
 
"Restiamo solo un attimo così, per favore..." gli sussurro nel suo orecchio.
 
Lui come risposta si lascia andare ad un lungo sospiro, mi stringe più forte e sposta la testa per lasciarmi un leggero bacio sulla tempia.
 
E' tutto così perfetto in questo momento e ancora una volta capisco quanto sia giusto quello che sta per succedere.
 
Per un attimo mi chiedo come sarebbe andata se non lo avessi cercato, come sarebbe stata ora la mia vita se non avessi scelto proprio lui? Non avrei conosciuto il mio grande amore? Avrei perso una simile occasione per una stupida scelta e quasi per caso? 
 
Chissà forse ci saremmo incontrati comunque in un modo o nell'altro, forse i nostri cammini erano destinati ad incontrarsi, forse ci sarebbe voluto solo più tempo.
 
E se il fatto di aver scelto proprio lui,che per anni ha vissuto a pochi chilometri da casa mia, non fosse stato solo un caso?
 
Chissà forse le nostre vite in passato si sono già sfiorate ma non siamo stati abbastanza attenti da rendercene conto o abbastanza pronti a cogliere l'occasione.
In fondo ci sarebbe voluto poco per incontraci, abbiamo più o meno la stessa età, forse abbiamo partecipato alle stesse competizioni canore, ma non è mai successo o forse sì, chissà.
 
E chissà cosa sarebbe successo tra di noi se ci fossimo conosciuti durante l'adolescenza, chissà se mi avrebbe rubato il cuore anche in quel caso; chissà se saremmo diventati amici, chissà se averlo nella mia vita in quei duri anni mi avrebbe fatto sentire meno solo.
 
E chissà se avrei potuto aiutarlo a rimanere sé stesso, a confortarlo e a sostenerlo se fossi stato nella sua vita dopo la morte di Jake... chissà forse entrambi avremmo potuto soffrire molto meno se solo ci fossimo incontrati prima.
 
Chissà... forse sarebbe potuto anche diventare il mio ragazzo, forse sarebbe stato comunque il mio primo bacio, la mia prima volta, il mio primo amore. Chissà, chissà... troppi chissà, troppi se e troppe domande inutili.
 
Quello che è conta è che ora ci siamo incontrati e forse se non avremmo passato quello che abbiamo passato non saremo le persone che siamo ora.
 
Qualunque cosa è successa nella nostra vita ci ha portati qui e questa è l'unica cosa importante.
 
Lo stringo un'ultima volta più forte inalando il suo odore e poi per fargli capire che possiamo continuare, lo allontano un po' per baciarlo languidamente.
 
Prontamente ricambia il bacio e presto le nostre mani iniziano a muoversi sulla pelle dell'altro scendendo sempre di più.
 
Qualche minuto dopo si sporge per prendere il necessario e capisco che è arrivato davvero il momento e con mia grande sorpresa non sono terrificato ma solo un po' spaventato e allo stesso tempo curioso.
 
Poco dopo inizia a baciarmi prima con dolcezza, poi con più passione; il bacio si fa sempre più umido e più profondo, le nostre lingue cominciano a cercarsi bramose con impazienza mentre le nostre mani scivolano smaniose sulla pelle dell'altro.
 
La sua bocca comincia a scendere avida verso il mio collo, lasciando sicuramente qualche segno violaceo sulla mia pelle chiara.
 
Nel frattempo le sue dita tornano a muoversi con gentilezza e con premura facendo il possibile per preparare al meglio il mio corpo.
 
E' così preoccupato e attento che, con una punta d'imbarazzo e con il fiato corto, sono io a dovergli dire di essere pronto; se non lo avessi fatto probabilmente avrebbe continuato all'infinito.
 
"Sei sicuro?" mi chiede con voce roca guardandomi serio.
 
"Sono pronto Blaine" rispondo guardandolo con determinazione.
 
Cerca la posizione migliore e mi chiede minimo tre volte se sono sicuro di essere comodo e quando io rispondo affermativamente per l'ennesima volta se ne convince, o almeno così sembra.
 
Dopo essersi preparato anche lui si ferma un attimo a guardarmi, quasi come se volesse chiedermi un'ultima volta se voglio davvero andare fino in fondo.
 
Gli sorrido e mi limito ad accarezzargli dolcemente una guancia, penso che a questo punto non sarei in grado di parlare.
 
Ricambia il sorriso e si abbassa di nuovo per baciarmi languidamente, poi sposta la testa per raggiungere il mio orecchio e con voce roca dice:
 
"Rilassati..."
 
Cerco di seguire il suo consiglio mentre sento il cuore battere sempre più forte nel petto e la gola cominciare a seccarsi.
 
Sento la sua erezione avvicinarsi a me sempre di più, inizio a deglutire e a mordermi le labbra freneticamente mentre mi ripeto che andrà tutto bene.
 
Sento l'istinto di chiudere gli occhi ma non voglio perdermi lo spettacolo che ho ora davanti agli occhi.
 
Blaine mi sta guardando con lo sguardo acceso di desiderio ma allo stesso tempo pieno di una dolcezza disarmante che mi fa tremare il cuore ancora una volta.
 
Ha incatenato il suo sguardo con il mio e ora anche se volessi non potrei più distoglierlo; lo sento tremare leggermente mentre con delicatezza prende il mio braccio che era sulla schiena, si porta la mia mano alla bocca lasciando un piccolo bacio sul palmo e poi lo adagia sul letto.
 
Non smette di guardarmi intensamente mentre poggia il palmo della sua mano contro il mio e abbassa le dita fino ad intrecciare saldamente le nostre mani  e in quell'esatto momento comincia a farsi strada, il più delicatamente possibile, dentro di me.
 
Per un attimo sento il respiro bloccarsi tanto forte è il dolore e rimango quasi pietrificato; un fremito invade tutto il mio corpo  facendomi quasi sobbalzare e non riesco a trattenere un gemito roco e soffocato.
Lui si ferma e mi da tutto il tempo necessario per farmi abituare a quell'intrusione e nel frattempo con la sua solita dolcezza mi sussurra di rilassarmi e mi deposita una serie di baci sulla fronte umida.
 
La tensione inizia così a sciogliersi e piano piano riesco a rilassarmi permettendogli di entrare più profondamente.
 
Mi mordo freneticamente il labbro mentre stringo così forte la sua mano che sono sicuro di fargli davvero male, ma ho disperatamente bisogno di quell'appiglio.
 
"Mi dispiace Kurt, non voglio farti del male ma non posso fare diversamente e ti assicuro che non sarà così ancora per molto" mi dice con voce incrinata dall'emozione.
 
Provo a dire qualcosa ma nessuna parola sembra volere uscire dalle mie labbra, quindi mi limito a lanciargli uno sguardo pieno di gratitudine.
 
Quando qualche istante dopo sento di essere pronto ad andare avanti quindi muovo leggermente il bacino verso il suo per farglielo capire.
 
Non mi sorprende sentire la sua voce un secondo dopo, chiedermi se sono sicuro e guardandolo annuisco con più convinzione possibile.
 
Inizia così a muoversi lentamente dentro di me e una volta essere entrato completamente non riesco a trattenere un piccolo urlo che presto Blaine interrompe chiudendomi la bocca con la sua mentre io continuo a stringere saldamente  la sua mano.
 
I suo movimenti sono regolari, misurati e delicati, mi rilasso sempre di più e  presto le sensazioni che provo cominciano a cambiare; qualche imprecazione è l'unica cosa che riesco a pensare quando il dolore inizia a lasciare spazio al piacere.
 
E' tremendamente piacevole e sento che potrei impazzire da un momento all'altro; presto capisco di volere di più  e senza rendermene conto inarco la schiena per assecondare le sue spinte mentre sento il mio respiro farsi sempre più irregolare e comincio a perdere la percezione di tutto il resto.
 
Non riesco più a pensare lucidamente e quando pochi istanti dopo lo sento spingere ripetutamente sempre più profondamente rimango senza fiato dall'intensità delle sensazioni che sto provando.
 
Non ho mai provato una sensazione del genere, la mente completamente svuotata, concentrata solo a sentire il suo respiro, il suo profumo, la sua pelle così a contatto con la mia; sentirlo completamente dentro di me, avere i nostri corpi incastrati alla perfezione  in quel modo mi fa sentire completo come non lo sono mai stato. Mi sento pieno, Blaine mi sta riempiendo in tutti sensi, mi sta riempiendo della sua essenza, mi sta riempiendo non solo il corpo, ma soprattutto il cuore e l'anima e sento che per questa sensazione di completezza il mio cuore potrebbe esplodere da un momento all'altro.
 
Mi trovo a stringere forte le gambe intorno alla sua vita e spingo sempre più il bacino contro il suo invitandolo ad aumentare il ritmo, lui mi asseconda mentre prende tra le mani la mia pulsante erezione che ad ogni suo tocco s’indurisce sempre di più, il movimento del suo corpo dentro il mio unito a quello delle sue mani mi fanno impazzire e mi lascio andare completamente libero da qualsiasi inibizione. 
 
Assecondo sempre di più i suoi movimenti spingendomi verso di lui, così facendo presto il mio punto più sensibile viene raggiunto e non posso trattenere una piccola imprecazione seguita da un urlo di piacere.
Ed è in questo momento che sento le mie difese crollare completamente, la sensazione che provo mi provoca una scarica di adrenalina e non posso fare a meno di avvampare sempre di più, 
Con la testa rivolta all'indietro incapace di controllare i miei movimenti, inizio a mordermi ripetutamente il labbro e a gemere rumorosamente; la sua mano intanto continua a muoversi sempre più forte, sempre più veloce andando al ritmo con il suo bacino mentre il mio respiro si fa sempre più irregolare.
 
Ho la gola secca, deglutisco più volte mentre sento un lieve calore nascere nel ventre, capisco che sono molto vicino a perdere il controllo e dal suo respiro affannoso e dal modo in cui sta gemendo penso che sia così anche per lui, a quel punto il suo ritmo aumenta e comincia a spingere dentro di me con più forza e decisione, continuando comunque ad essere delicato; presto iniziamo entrambi a gemere più forte, i nostri movimenti si fanno sempre più veloci, i nostri respiri più ansimanti, i nostri corpi sudati e allacciati sembrano diventati una cosa sola e  i nostri cuori battono sempre più forte.
 
Sentirlo uscire ed entrare ripetutamente dentro di me mi fa impazzire e cerco di farmi forza ed aprire gli occhi per guardarlo.
Lo scopro intento a fissarmi con uno sguardo indecifrabile capace però di farmi battere il cuore ancora più forte, i nostri sguardi sono di nuovo incatenati, mentre continua a spingere con sempre più intensità, allunga la mano verso il mio viso e dolcemente sposta una ciocca di capelli umidi dalla mia fronte.
 
Quel gesto così tenero mi fa sciogliere il cuore e mi fa capire ancora una volta quanto sia innamorato di lui, quel pensiero unito alle sue spinte a al movimento della sua mano mi fa perdere totalmente il controllo. 
 
"Blaine..." sento la mia voce pronunciare con voce incrinata, un attimo prima di leccarmi le labbra mentre sento il mio corpo andare a fuoco, sento ogni centimetro della mia pelle che brucia, ansima e vuole sempre di più, mi ritrovo a muovermi freneticamente per intensificare quelle sensazioni.
 
I nostri gemiti ormai stanno riempiendo la stanza, siamo in perfetta sintonia e per un lungo attimo è come se la mia mente, il mio corpo e il mio cuore si fondessero totalmente con lui; mi costringo ad aprire di nuovo gli occhi per guardarlo, il suo ghigno sensuale si allarga sempre di mentre continua a muoversi dentro di me, mi concentro per un attimo sul suo viso, è rosso, accaldato, ha le labbra socchiuse e respira a fatica, il suo sguardo carico di passione mi fa rabbrividire e a quella visione sento il piacere crescere ogni istante di più e l'eccitazione salire; i nostri respiri ansimanti diventano presto una cosa sola.
 
Ad ogni suo movimento i nostri gemiti si fanno sempre più numerosi e rumorosi, sento che sto per perdere coscienza del mio corpo e di tutto ciò che mi circonda, un'altra serie di spinte sempre più decise,mi fa capire di essere molto vicino, sento fluire il sangue in unico punto, ho la mente annebbiata dalle sensazione che mi sta facendo provare, sento 
 una forte scarica elettrica attraversarmi il corpo. 
Mi aggrappo con tutta la forza che ho alle sue spalle mentre mi mordo ripetutamente il labbro, il piacere mi sta invadendo completamente e in pochi istanti sono scosso da forti ondate di piacere finché una potente esplosione mi scoppia nel ventre facendomi gemere sommessamente.
 
"Bl...Blaine" è tutto ciò che riesco a dire prima di lasciarmi invadere completamente dal calore dell'orgasmo mentre sento la sua voce urlare il mio nome e il suo corpo venire scosso da forti tremiti che mi fa capire di aver raggiunto l'apice del piacere nello stesso momento.
 
Un attimo dopo lo sento accasciarsi stancamente su di me e depositarmi  un tenero bacio sulla fronte prima di prendermi tra le braccia e stringermi forte, ricambio l'abbraccio e in quel momento, dopo essere tornato alla realtà, mi rendo conto di essere felice, forse come non lo sono mai stato.
 
Sono così innamorato di lui e sento forte il desiderio di dirglielo, di fargli capire quanto sia importante per me, ma ancora una volta per paura di perderlo, decido di seppellire i miei sentimenti.
 
Mentre lo stringo forte tra le braccia, quando riacquisto la capacità di parlare, non posso trattenermi dal dirgli:
 
"Grazie Blaine..."
 
Lui non risponde ma alza il viso appena un po' per guardarmi negli occhi, rimango senza fiato per un attimo quando incrocio i suoi. C'è un misto di emozioni che non riesco a decifrare, l'unica cosa che so è che fanno vibrare il mio cuore, ma non sono tutte positive; per un attimo sembra quasi sconvolto e mi sembra d'intravedere ancora un po' di quella paura che è spesso stata presente nel suo sguardo, solo che questa volta sembra essere ancora più potente.
 
Cerco di non farmi rovinare questo momento dai troppi pensieri e mi costringo a godermelo e basta; gli sorrido dolcemente e gli sfioro un ricciolo ribelle che si è fermato sulla fronte umida;  vorrei così tanto vederlo felice e vorrei essere in grado di donargliela io stesso quella felicità che merita.
 
Dopo qualche secondo la sua espressione diventa più serena e tranquilla e mi regala uno dei suoi sorrisi capaci di farmi tremare le ginocchia e con voce dolce mi chiede:
 
"Come ti senti? Ti ho fatto troppo male?"
 
La sua preoccupazione mi scalda il cuore e con sguardo serio rispondo:
 
"Sto benissimo, è stato tutto perfetto Blaine, tu sei stato perfetto e non avrei potuto chiedere di meglio..."
 
Mi sembra quasi imbarazzato per un attimo e dopo qualche secondo si distende accanto a me e  con tono serio risponde:
 
"Neanch'io Kurt... avevo dimenticato cosa si provasse ad essere coinvolti non solo fisicamente, avevo dimenticato come ci sente quando tieni davvero alla persona che hai davanti, avevo dimenticato tutto questo e non avrei immaginato che sarebbe stato così diverso."
 
"Cosa è stato diverso?" mi azzardo a chiedere, mentre mi giro anch'io su un fianco per guardarlo negli occhi.
 
Mi guarda come se fosse indeciso se rispondere o meno alla mia domanda, poi fortunatamente decide di farlo.
 
"Tutto quello che ho provato, la miriade di emozioni dalla quale sono stato travolto, l'intensità delle sensazioni che mi hanno riempito.  Da quando ho cominciato a fare il gigolò, non c'è stata una sola volta in cui una dopo aver finito tutto non mi fossi sentito vuoto.
Lo facevo sperando di riuscire a riempire un vuoto, non accorgendomi che in realtà mi stavo solo svuotando sempre di più, l'appagamento era solo fisico e durava qualche istante o addirittura  a volte non arrivava nemmeno" dice facendo sobbalzare il mio cuore.
 
Mi ha detto quello che provava prima con gli altri, non quello che ha provato oggi con me, ma va bene così, credo di aver capito quanto sia difficile per lui lasciarsi andare e parlare di quello che prova e non posso fargliene una colpa, io non sono poi molto diverso da lui.
Mi basta sapere che con me è stato diverso per farmi battere forte il cuore e per farmi sentire un po' più importante degli altri.
 
Non gli farò altre domande, non è questo il momento di parlare, ora ho solo bisogno di sentirlo vicino, così mi sposto per diminuire la distanza che ci separa, poggio il mento sul suo torace e con dolcezza gli dico:
 
"Grazie per essere stato il mio primo..."
 
I suoi occhi sembrano farsi più lucidi  mentre mi guarda con dolcezza, come se fossi  la cosa a cui tiene di più a questo mondo ed io ancora una volta sento stringere lo stomaco dell'emozione.
Non posso sapere che lui in questo momento è investito da un turbinio di emozioni contrastanti perché ha da poco avuto la conferma di quello che temeva da tempo, non posso sapere che quella consapevolezza che temeva arrivasse, lo ha colpito in pieno come uno schiaffo. Non posso immaginare  che una delle sue più grandi paure si è appena  realizzata.
 
"Grazie a te Kurt..." sussurra poco dopo, con voce incrinata dall'emozione mentre sul suo viso si dipinge un tenero sorriso.
 
Ci perdiamo per qualche istante l'uno negli occhi dell'altro,  in silenzio, con due sorrisi così dolci che qualcuno potrebbe definire stupidi, ma sono i nostri cuori che sono stati per tanto tempo soli e tristi a sorridere in questo momento. Sono le nostre anime a sorridere perché hanno capito prima di noi, di appartenersi, di essere destinate a completarsi a vicenda, di essere l'una la salvezza dell'altra.
 
Più tardi Blaine mi trascina tra le sue braccia, con piacere mi accoccolo sul suo petto, poggio la testa e una mano all'altezza del suo cuore che sento battere freneticamente, subito sento la sua mano coprire la mia e racchiuderla  poi tra le dita per stringerla saldamente.
 
In questo preciso momento capisco che nella vita ci sono attimi che possono durare anche solo un soffio di vento o un battito di ciglia, ma che non puoi fare a meno di definire perfetti. 
 
 
 
"C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, dove rimani senza fiato per quanta emozione provi; 
dove il tempo si ferma e non hai più l’età. 
Quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare."*
 
 
 

 ------------------------------


Note: 
 
*A. Merini.  
 
Non ho molto da dire su questo capitolo...
Avrei voluto  fosse diverso, avrei voluto fosse perfetto, ma questo è stato il risultato e non sono riuscita a migliorarlo, mi dispiace perché è un capitolo importante e  mi sarebbe piaciuto fosse migliore di così.
 
Ancora una volta non posso non ringraziare infinitamente tutte le persone che continuano a leggere, a quelle che hanno inserito la storia tra seguite/preferite/ricordate e a tutte quelle che mi lasciano meravigliose recensioni dedicando qualche minuto a me e a alla storia.
 
Grazie davvero a tutti!
 
Un grazie speciale alla persona che ha letto questo capitolo in anteprima... lei sa perché  <3
 
Ciao! 

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Capitolo 35
*** 35 ***


Kurt dorme beatamente tra le mie braccia mentre io ho la mente troppo piena di pensieri per riuscire a prendere sonno, la sua espressione così serena e rilassata mi provoca una dolce sensazione alla bocca dello stomaco, in questo momento più che mai capisco che la mia felicità ormai è diventata direttamente proporzionale alla sua; mi basta vederlo sorridere per sorridere anch'io, mi basta vederlo felice per esserlo anch'io e mi rendo conto di quanto siano diventate priorità per me proteggerlo, prendermi cura di lui e cercare di cancellare tutta la sofferenza dai suoi occhi e perché no, anche dal suo cuore.

Forse sono un po' presuntuoso a pensare di poterne avere la capacità, ma sento che tutto quello che voglio è renderlo felice. Posso dirlo con certezza ora che ci vedo chiaramente, ora che è come se la nebbia che mi ha offuscato la vista per mesi fosse finalmente scomparsa, permettendomi di vedere con limpidità e nitidezza.

L'ho capito oggi, l'ho capito mentre lo vedevo mordersi il labbro e muoversi sotto di me, mentre stando dentro di lui mi rendevo conto di non essermi mai sentito così completo, mentre mi guardava con la sua solita espressione adorabile anche quando stava per raggiungere l'apice del piacere, mentre sentivo battere i nostri cuori tanto forte, da non riuscire a capire a chi appartenesse il battito e l'ho capito mentre mi regalava uno di quei sorrisi così dolci capace di fare crollare ogni mia difesa.

O chissà forse l'avevo già capito da tempo, forse sapevo già, ma non ero ancora pronto ad accettare questa verità. Forse lo capii quando gli permisi di entrarmi nell'anima, quando gli aprii il mio cuore, quando non ebbi la forza di scappare da lui nonostante la paura mi spingesse a farlo, quando tra le sue braccia per la prima volta mi sentii a casa, quando non riuscivo a smettere di pensare a lui o semplicemente quando lo presi per mano e sentii di aver trovato una mano che avrei voluto stingere per sempre.
Allora è davvero questa la verità?

Al pensiero di ciò che questo significa, per un attimo, mi sento mancare il respiro e aspetto che arrivi la solita sensazione di panico che mi faccia desiderare di scappare il più lontano possibile da lui e dai miei sentimenti.
Stranamente però mi accorgo che non arriva, questa volta non arriverà, in questo momento non ho nessuna intenzione di scappare, per la prima volta ho il desiderio e soprattutto il bisogno di rimanere dove sono in questo preciso istante.

Qualcuno dice che quando senti il bisogno di andare da un'altra parte è perché ti senti solo ed io non mi sento più così.
Non più ora che ho trovato la mia casa, il mio posto sicuro, qualcuno da cui valga la pena tornare, qualcuno che vorrei trovare sempre pronto ad accogliermi; ora che ho finalmente trovato il mio pezzo mancante, quello senza il quale la mia vita sarebbe incompleta, ora che ho trovato l'unica persona capace di colmare il mio vuoto.

Mentre questa consapevolezza si fa strada dentro me sento gli occhi inumidirsi di lacrime e la gola stringersi dall'emozione.
E' una sensazione così bella sentire di aver trovato chi ti completa, chi ti riempie, chi ti fa sentire come se valesse davvero la pena di vivere, qualunque cosa accada.

L'emozione è talmente intensa che per un attimo ne vengo sopraffatto, ad un tratto sento il desiderio di condividerla con il mondo intero, vorrei gridare ai quattro venti che dopotutto la luce è arrivata anche per me.

Non so quello che Kurt provi  per me, ma se prima pensavo che tra noi ci fosse qualcosa di speciale, dopo aver fatto l'amore con lui, non ho alcun dubbio, c'è qualcosa tra noi, qualcosa di puro, qualcosa di raro, qualcosa che non può più aleggiare nell'aria, qualcosa che ha bisogno di esplodere e di vivere alla luce del sole.

Continuo a guadarlo dormire ed è come se ogni secondo che passa lo amassi di più. Solo il fatto di essere qui accanto a lui, di poterlo osservare in silenzio mi rende felice.

"Volevo solo guardarti dormire, la più pura, vera, grande magia che mi accadde fu questa. Seguire per tutta la notte il ritmo del tuo respiro, senza toccarti. Ti amavo già, me ne accorsi da questo, da questo spietato desiderio. E la paura d'innamorarsi di qualcuno, l'ho capito in quell'istante, è già un po' amore silenzioso. Se potessi addormentarmi e risvegliandomi cancellare tutti i miei errori e ricominciare da zero, saprei sempre ritrovarti. Ricomincerei dal primo battito nato pensandoti e saresti l'unica cosa che non correggerei, né col rosso né col blu. Se non sei tu l'amore, l'amore non esiste."*

Un leggero movimento tra le mie braccia mi fa capire che sono riuscito a svegliare Kurt nonostante avessi provato a non agitarmi troppo.

Non faccio nemmeno in tempo a pensare a qualcosa che infatti lui, con qualche difficoltà, cerca di aprire gli occhi; nonostante la stanza non sia molto illuminata riesco a vedere la confusione nei suoi occhi, prima di sentire la sua voce impastata dal sonno chiedermi:

"Va tutto bene Blaine? Cosa stai facendo?"

"Pensavo..." rispondo dopo un momento d'incertezza.

"In piena notte?" mi chiede alzando un sopracciglio dopo aver lanciato uno sguardo veloce all'orologio.

"Non c'è orario per venire a patti con la verità" gli dico.

Kurt mi guarda come se fossi un pazzo, si sporge per accendere l'abat jour e si siede continuando a scrutarmi.

"Ti senti bene Blaine?" mi chiede tornando a guardarmi confuso.

"Mai stato meglio" rispondo con un sorriso a trentadue denti.

"Blaine mi sto preoccupando, sei strano... sembri..."

"Sembro?" chiedo continuando a sorridere.

Mi scruta per qualche secondo prima di rispondere:

"Sembri al settimo cielo..."

"Lo sono" rispondo.

"E si può sapere cosa ti rende così felice da stare sveglio a quest'ora?" chiede sorridendo.

Per un attimo il mio sorriso si spegne. E' questo il momento giusto per parlargli, in piena notte? Senza nemmeno aver pensato cosa dirgli precisamente?
Non sarebbe più romantico magari, vestirmi di tutto punto, invitarlo a cena, portargli dei fiori... e cadere così in uno dei cliché più clichè che ci sia?

Ci penso un attimo e mi dico che per quello che voglio dirgli, qualsiasi momento e qualsiasi ora è perfetta. In fondo noi non abbiamo mai rispettato le tappe che di solito si seguono, il nostro percorso non è stato uno dei più comuni.

Quindi al diavolo, è arrivato il momento.

Prendo un bel respiro e mi allungo per accendere anche l'altra abat jour, non voglio perdermi nemmeno una sua micro espressione.

Mi metto seduto cercando la posizione più comoda e lo invito a fare lo stesso.

Lui mi guarda sempre più perplesso e quasi spaventato.

Prendo un altro bel respiro e punto gli occhi nei suoi.

"Kurt...quello che sto per dirti cambierà le cose tra noi... non so in che modo, ma niente potrà più essere come prima.

Nonostante questo mi spaventi non posso e non voglio fare finta di niente, ho bisogno di parlartene" gli dico con voce tremante.

Lui rimane a guardarmi in attesa mentre io gli prendo le mani tra le mie.

"Ti chiedo solo di ascoltarmi Kurt, sappi che non ti chiedo nient'altro" gli dico guardandolo seriamente.

Lui annuisce appena e con sguardo curioso e attento aspetta la mia prossima mossa.

Cerco di trovare le parole giuste e di non rovinare questo momento ma quello che sto per fare per me è estremamente difficile, ed è una cosa che pensavo non avrei fatto mai più.

"Questa notte mi è successa una cosa... è come se improvvisamente mi si fossero aperti gli occhi, come se fossi stato cieco a lungo e all'improvviso tutto avesse preso di nuovo forma e colore davanti ai miei occhi.

Forse quello che c'era da vedere era da tempo davanti a me, ma io avevo troppa paura di aprirli e guardare, allora ho preferito rimanere nel buio; pensavo fosse più facile, ormai ci avevo fatto l'abitudine e non avrei mai creduto che un giorno sarei stato capace di vedere di nuovo nemmeno un misero spiraglio di luce" dico con un mezzo sorriso.

"Non avrei creduto che un giorno il mio cuore sarebbe tornato a pulsare fino a farmi sentire così vivo, non avrei creduto che un giorno sarebbe arrivato il momento anche per me, in cui guardando un'altra persona, avrei pensato:eccoti qui, ti stavo cercando da una vita" continuo cercando di tenere a freno l'emozione mentre vedo che la sua espressione inizia a cambiare senza però abbandonare la confusione.

Faccio una piccola pausa e prendo un lungo respiro prima di continuare.

"Ho sempre pensato che cose del genere accadessero solo nei film o nei romanzi, ero troppo cinico e troppo deluso per sperare che potesse succedere anche nella realtà.

Invece mi sono sbagliato, è accaduto, proprio a me" dico non riuscendo a trattenere un sorriso sull'ultima frase.

Lui non fa nulla, continua ad attendere che continui.

"Io che fino a mesi fa ero convinto di non aver bisogno di nessuno, io che ero sicuro di aver chiuso a chiave il mio cuore, io che mi vantavo di essere riuscito per così tanto tempo a non permettere a nessuno di oltrepassare la mia corazza, io che ero convinto di non sapere più provare emozioni e sentimenti, io che non sapevo potesse esistere anche per me...ho trovato il mio pezzo mancante" dico deglutendo ripetutamente, cercando di controllare l'emozione nella mia voce.

Alla mia ultima frase lo vedo sussultare e le sue mani strette tra le mie cominciano a tremare leggermente, nel suo sguardo compare qualcosa di nuovo che non riesco a decifrare, allora continuo aumentando la stretta.

"Ho trovato quella parte di te che non sai nemmeno sia così necessaria per vivere, che non sai nemmeno esista, che non sai quanto sia impossibile vivere senza finché non la trovi, quella parte che s'incastra così perfettamente a te, che non puoi avere dubbi sul fatto che t'appartenga.

Quel pezzo mancante capace di colmare quell'immenso vuoto che pensavi fosse impossibile da riempire, quello capace di scaldare la tua anima come non credevi fosse possibile, quello capace semplicemente di riportarti in vita.

Quello che solo quando lo hai trovato puoi dire di sentirti completamente completo" dico stringendo forte le sue mani e faticando a mantenere il controllo.

E' così difficile e ho paura di sbagliare tutto, di non trovare le giuste parole, ho paura di quello che Kurt potrebbe pensare di me e soprattutto della sua reazione.

Mi fermo ancora un attimo, non distogliendo mai lo sguardo dal suo e mi rendo conto che i suoi occhi sono diventati più lucidi e che il suo respiro sembra appena un po' più veloce.

Cerco di rimanere calmo e di controllare il turbinio di emozioni che mi sta invadendo e dopo un altro lungo respiro mi preparo a dire la cosa più difficile da dire a voce alta.

Mi avvicino ancora di più a lui e gli sorrido dolcemente prima di chiedere:

"Kurt ti ricordi quando ti dissi che un giorno avresti fatto felice qualcuno?"

Lui annuisce appena guardandomi come se stesse trattenendo il respiro.

Sorrido di nuovo e abbasso un attimo lo sguardo prima di sussurrare con voce tremante:

"Beh quel giorno è arrivato... Kurt, il mio pezzo mancante sei tu e la persona che rendi felice sono io."

Il suo viso passa dallo stupore, all'incredulità, alla confusione, alla gioia in pochi secondi, mentre i suoi occhi cominciano a riempirsi di lacrime.

"Ho combattuto contro questo sentimento, ci ho provato, ma è stato tutto inutile...


"...stavo attento a non amare prima di incontrarti
e confondevo la mia vita con quella degli altri..
non voglio farmi più del male adesso..."**


Kurt, io ti amo..." dico finalmente con voce emozionata rimanendo sorpreso io stesso dal sentire la mia voce dire quelle semplici parole.

Ho appena detto a Kurt di amarlo, l'ho fatto davvero.

Vedo che sta per dire qualcosa ma lo fermo dicendo:

"Non dire nulla per favore, non ancora..."

Lui annuisce con un sorriso che mi riempie il cuore di speranza e allora continuo cercando di mantenere la voce ferma.

"Ti amo come non sapevo fossi capace di amare, ho lottato contro questo sentimento perché avevo paura di soffrire ancora, avevo paura di dipendere così tanto da un'altra persona, avevo paura di sentirmi così vulnerabile.

Dal giorno del nostro primo incontro ho capito che fossi speciale...sai quel giorno arrivai in anticipo e mi fermai un po' fuori dalla porta dell'albergo prima di bussare, anche se forse lo maschero molto bene sono sempre terribilmente spaventato quando devo vedermi con un nuovo cliente.

Beh quel giorno sentii una voce angelica provenire da quella stanza, rimasi per un attimo stordito dalla profondità delle emozioni che una semplice voce aveva avuto il potere di provocarmi, a me che non pensavo di essere capace di poter provare una semplice emozione come quella.

Rimasi bloccato e mi ritrovai a concentrarmi sulle parole e in quel momento qualcosa s'incrinò dentro di me. Quella non era una canzone, era un grido d'aiuto, lo capii dall'intensità con cui la tua voce pronunciava quelle parole che sarebbero potute benissimo essere mie.

Quelle parole cantante in quel modo, mi toccarono nel profondo e decisi che se fossi stato in grado, avrei fatto di tutto per aiutarti.
Mi dissi che lo avrei fatto più per me stesso che per te, lo avrei fatto perché sapevo perfettamente come ci si sente e sapevo quanto, a volte, si ha bisogno di qualcuno che venga a salvarti perché non ha più la forza di provare a salvarti da solo.
 
Ed è così che sono caduto nella tua trappola prima ancora di vederti.

Non fraintendere le mie parole, sono così felice di averti trovato e non mi sono avvicinato a te solo per aiutarti e cosa più importante non l'ho mai fatto per me, era una bugia che mi ero raccontato perché era tutto troppo difficile da ammettere.

Più i giorni passavano, più ti conoscevo e più capivo quanto fossi speciale e più sentivo il desiderio di prendermi cura di te e di proteggerti.
Ma quelle emozioni mi devastavano, mi confondevano e mi facevano arrabbiare" dico cercando di essere il più sincero possibile. Voglio essere completamente onesto con lui, non voglio più nascondergli nulla.

Sul suo viso incredulo continua ad aleggiare un piccolo sorriso che mi fa scaldare il cuore.

"Prima di conoscerti avevo faticosamente ritrovato una sorta di equilibrio, anche se vivevo in uno stato d’intorpidimento, quasi di semi incoscienza. Ma era tutto perfetto o almeno pensavo lo fosse, mi sentivo intoccabile, impenetrabile, come se avessi trovato il segreto per non essere più fregato dalla vita. Mi guardavo allo specchio ed ero fiero di me, ero fiero di essere diventato finalmente infallibile ed ero certo che mai niente e nessuno mi avrebbe più fatto soffrire, perché nessuno mi avrebbe più fatto provare qualcosa di anche lontanamente simile ad un'emozione" continuo con un pizzico di tristezza nella voce.
 
Lui lascia le mie mani per un attimo, mi guarda con una tenerezza infinita e senza dire nulla mi accarezza dolcemente una guancia, facendo sobbalzare il mio cuore.

Dio quanto lo amo penso cercando di trasmettergli tutto il mio amore con uno sguardo pieno di gratitudine.

"Ero riuscito in qualche modo a congelare la mia anima che era diventata sempre più fredda e vuota; avevo congelato i miei sentimenti, le mie emozioni, le mie insicurezze, le mie debolezze, le mie fragilità e la mia vulnerabilità.
Avevo nascosto tutto questo e per quanto mi facesse sentire tremendamente vuoto, ero fiero di me per essere riuscito a farlo, ma allo stesso tempo mi odiavo per aver ucciso ciò che ero una volta ed essere diventato la persona che hai conosciuto.

Ma quando soffri così tanto prima o poi arriva il momento in cui ti accorgi che quel dolore ti ha cambiato dentro, ha cambiato il tuo modo di vedere le cose e di vedere il mondo che ti circonda, allora capisci che farai tutto ciò che è in tuo potere per evitare di soffrire ancora in quel modo" proseguo, cercando di ingoiare le lacrime.

Lui stringe forte le mie mani e mi guarda comprensivo, sa perfettamente di cosa sto parlando.
 
"Poi improvvisamente un piccolo raggio di sole si è fatto spazio tra il buio e con delicatezza si è spinto sempre un po' di più fino a cominciare a scaldare la mia anima" dico con un sorriso.

"Per la prima volta con te, ho cominciato ad infrangere una per una quelle regole che ritenevo fondamentali ed ogni volta che lo facevo mi sentivo più vulnerabile e più spaventato.
Ma poi sono arrivato alla conclusione che era inevitabile e che quelle regole con te non servivano a nulla, non ti ho considerato un cliente nemmeno per un secondo, sei stato molto di più fin dal primo nostro incontro.

Tu che con il tuo sguardo sembravi interessato a me e non al mio corpo, tu che in punta di piedi cercavi di entrare nella mia anima, tu che ti preoccupavi per me e non hai mai pensato solo a te stesso, tu che mi hai stravolto la vita e l'hai resa migliore più di quanto potessi mai pensare, tu e solo tu sei stato capace di regalarmi una seconda possibilità, tu che mi hai fatto rinascere e mi hai fatto capire che ero ancora in grado di provare dei sentimenti.

E' solo grazie a te se sono rinato... a te..."

 
"A te che mi hai trovato
all' angolo coi pugni chiusi
Con le mie spalle contro il muro
pronto a difendermi
Con gli occhi bassi
stavo in fila
con i disillusi
Tu mi hai raccolto come un gatto
e mi hai portato con te

Non ho altro
niente di meglio da offrirti
di tutto quello che ho
 
A te che hai preso la mia vita
e ne hai fatto molto di più
A te che hai dato senso al tempo
senza misurarlo
A te che sei il mio amore grande
ed il mio grande amore
A te che io
ti ho visto piangere nella mia mano
fragile che potevo ucciderti
stringendoti un po'
E poi ti ho visto
con la forza di un aeroplano
prendere in mano la tua vita
e trascinarla in salvo
A te che mi hai insegnato i sogni
e l'arte dell'avventura
A te che credi nel coraggio
e anche nella paura
A te che sei la miglior cosa
che mi sia successa"***



"Kurt, tu sei l'artefice di tutto questo, è grazie a te che ho messo in discussione la mia vecchia vita, tu hai riportato a galla quella parte che credevo fosse morta e sepolta da tempo" dico ormai il fiato corto per l'emozione.

E' così adorabile mentre con quei suoi occhi meravigliosi pieni di lacrime continua a guardarmi incredulo, come se si stesse chiedendo se sta vivendo un sogno.

Non riesce proprio a capire quanto sia speciale e quanto abbia fatto per me.

Ho promesso che a costo di ripeterglielo ogni giorno, glielo farò entrare in quella adorabile testolina e ho tutte le intenzioni di mantenere la mia promessa. Così continuo ad aprirgli il mio cuore.
 
"Mi trovavo spesso a pensare al tuo sorriso. Quel raro e timido sorriso che mi fa sciogliere ancora oggi e che ha il potere di abbattere le mie difese. Quel tuo sorriso così dolce, così trasparente, così semplice, così profondo che è capace di sconvolgermi completamente.
Ogni volta che sorridi capisco che nel tuo sorriso c'è tutto quello che stavo cercando senza nemmeno saperlo.

Ti guardavo e pensavo a quanto tu, al contrario di me, fossi coraggioso e forte. Tu che dopo tutto quello che hai passato non hai permesso al dolore di cambiarti, tu che sempre a testa alta non l'hai data vinta né alle persone che ti hanno fatto del male né alla vita che a volte è stata così ingiusta con te.

So che non credi alle mie parole, ma vorrei davvero che tu potessi vederti con i miei occhi, se solo potessi farlo capiresti quanto sei speciale e quanto hai fatto per me, quanto coraggio mi hai dato, quanto da ispirazione sei stato per me, quanta forza mi hai trasmesso e quanto mi hai cambiato la vita" dico non riuscendo a trattenere tutta l'emozione che provo in questo momento.

La sua espressione sempre più adorabile e incredula mi fa venire voglia di prenderlo all'istante tra le braccia, ma voglio andare avanti e dirgli tutto quello che ho da dire.

"Ero terrorizzato ad analizzare i miei sentimenti, ma è stato inevitabile, non ho potuto fare a meno di innamorarmi di te.

Sei un essere speciale Kurt e se vorrai e me lo permetterai mi prenderò cura di te... sappi che non ti sto chiedendo niente, non mi aspetto nulla ma voglio solo che tu sappia che sei così speciale che mi hai cambiato la vita, voglio che tu sappia che mi rendi felice e che c'è un ragazzo che non sarà mai alla tua altezza ma che si è sinceramente e profondamente innamorato di te.

C'è un ragazzo che farebbe di tutto per farti felice, una persona che tiene a te più di quanto tenga a sé stesso.

Voglio che tu sappia che mi hai salvato la vita, tu mi ha salvato in tutti i modi possibili.

Voglio che tu sappia che c'è una persona disposta a prenderti per mano e ad accompagnarti in questo mondo difficile e a volte crudele. Una persona pronta a sostenerti, sulla quale potrai appoggiarti ogni volta che nei avrai bisogno, una persona che è pronta a condividere questa vita fatta di alti e bassi con te.

Una persona che non ha molto da offrirti a parte il suo amore" concludo mentre vedo piccole lacrime iniziare a scivolare sulle sue guance e sento che il mio cuore potrebbe scoppiare dall'emozione molto presto.

Dopo un attimo di silenzio lui si avvicina e si tuffa nelle mie braccia, mi abbraccia, forse come non hai mai fatto, mi stringe talmente forte da fare quasi male, mi stringe come se volesse essere sicuro che io sia reale.
Io ricambio la stretta e presto vengo invaso dal suo calore mentre lo stringo più forte che posso per fargli capire che sono davvero qui e che non ho nessuna intenzione di andarmene.

"Non mi sono mai sentito così a casa come quando sono tra le tue braccia Kurt" dico spontaneamente beandomi di quel meraviglioso momento.

Dopo non so quanto tempo mi allontano da lui e preso dai dubbi dico:

"Forse questo non era il momento giusto per dirti queste cose, forse avrei dovuto farlo in modo diverso, forse non avrei dovuto stare qui davanti a te, indossando un tuo pigiama, ad aprirti il mio cuore, in piena notte con i capelli arruffati e gli occhi stanchi.

Mi dispiace Kurt, scusami non meritavi questo, meritavi qualcosa di più romantico... oddio mi dispiace,ho rovinato tutto... sono uno stupido" dico mettendomi una mano tra i capelli facendomi prendere dal panico di aver sbagliato tutto.

"Blaine..." mi dice subito Kurt, bloccandomi con delicatezza la mano e guardandomi con infinita dolcezza.

"Blaine, a me non importa il luogo in cui siam o quello che indossiamo, pensa che non m'importa nemmeno di essere praticamente inguardabile, in pigiama, con il capelli in disordine e gli occhi gonfi e credimi questo è davvero strano per Kurt Hummel" mi dice sorridendo, facendo sorridere anche me.

"Non sono queste le cose che contano per me.

Questa è stata la dichiarazione più perfetta che potessi mai sperare di ricevere, fatta dall'uomo più perfetto che potessi mai sperare di trovare.

Il luogo, l'ora, il nostro aspetto, è tutto perfetto in questo momento... semplicemente perché tu sei perfetto, tu e tutto quello che hai detto" mi dice con gli occhi pieni di lacrime facendomi sobbalzare il cuore nel petto.

"Blaine io non so cosa dire, come posso trovare parole che non sembrino banali, dopo aver ascoltato le tue?

Mi chiedo se sto sognando perché è tutto troppo bello per essere vero.

Io non avrei mai pensato di essere così fortunato a trovare una persona che mi amasse e neanche nelle mie fantasie più nascoste avrei immaginato che non solo lo avrei trovato, ma che fosse una persona come te" dice con voce emozionata mentre io sento il respiro venire a meno.

"Blaine, io ti amo" sussurra con la sua solita tenerezza capace di sciogliermi il cuore e lasciandomi di stucco.

"Tu sei stato il mio primo per tante cose, sei stato il primo che si è mostrato interessato a me, il primo che mi ha fatto provare determinate emozioni, sei stato il primo a regalarmi momenti indimenticabili, ma non è per questo che mi sono innamorato di te.

Non mi sono innamorato di te perché sei stato l'unico a farmi sentire importante o fare certe cose con me.

Mi sono innamorato di te per la persona che sei, per i tuoi pregi e i tuoi difetti, per quel tuo cuore buono e un po' ammaccato che sapevo fosse dentro di te, per la tua anima limpida che sono riuscito a scorgere già al nostro primo incontro.

Quel giorno i tuoi occhi erano così bui e spenti, così pieni di dolore che quasi mi tolsero il respiro, perché non sapevo i motivi della tua sofferenza, ma immaginavo come potessi sentirti.

Avrei voluto tanto essere capace di cancellare quel tuo dolore, perché proprio perché lo conosco vorrei che non lo provasse nessuno.

Ti vidi anche piangere in auto quel giorno poco dopo che te ne andasti dalla stanza d'albergo e mi si strinse il cuore a vederti così.

Ad ogni nostro incontro m'incuriosivi sempre di più finché ho cominciato a pensare che quello che mostravi non fosse il vero Blaine, ho cominciato a credere che la tua fosse una maschera che poi piano piano ho visto cadere.

Spesso la tua bocca diceva una cosa e i tuoi occhi e i tuoi gesti dicevano tutt'altro e non posso negare che il tuo comportamento mi abbia molto confuso, non sapevo davvero come comportarmi con te.
Non sapevo mai se quando ti avessi rivisto avresti indossato la tua maschera o se almeno ti saresti sciolto un po'.

A dire la verità il tuo comportamento mi ha confuso fino a pochi minuti fa.
Il modo in cui mi guardi mi toglie il respiro... nessuno mi ha mai guardato così, tu mi guardi... non so, come se...

"Come se avessi finalmente trovato quello che stavo cercando?
Come se fossi la cosa migliore che mi sia mai capitata?
Come se fossi la cosa più bella del mondo?
Come se fossi l'amore della mia vita?" concludo al suo posto.

Lui sembra sconvolto dalle mie parole, rimane a guardarmi a bocca aperta per qualche secondo poi dopo essersi ripreso dallo stupore mi regala uno di quei sorrisi timidi e imbarazzati che tanto amo e continua a parlare con la voce piena di emozione.

"Non sono mai riuscito a dare un nome a tutto questo... l'unica cosa di cui ero certo è che ti amavo, è che ti amo.

L'ho capito da un po' e ultimamente mi sono detto che avevo finalmente trovato la persona giusta con cui fare l'amore, quella persona di cui parlava mio padre, quella persona con cui mi sentivo completo, quella persona che non mi avrebbe mai fatto sentire un oggetto, quella persona con cui vale la pena entrare in intimità in quel modo.

E' questo il motivo per cui ti ho chiesto di fare l'amore con me.

Ti ho mentito quando ho detto che lo volevo perché non volevo più aspettare, anche se in un certo senso era la verità.
Non volevo più aspettare che arrivasse la persona giusta, perché l'avevo già trovata. Ne ero certo, lo sentivo con ogni particella del mio corpo.

L'unico motivo per cui te l'ho chiesto è perché ti amo e mi dicevo che il mio amore sarebbe bastato, che non importava se per essere ancora più perfetto avresti dovuto amarmi anche tu.

Ero già stato fortunato ad avere trovato la persona che amavo, non avrei potuto sperare di trovare anche quella che potesse ricambiare" dice facendomi emozionare di più ad ogni parola.

"Kurt mi dispiace di averti fatto stare così male e di averti rifiutato... non sai quanto mi odi per questo, ma avevo paura..."

"Shhh..." sussurra un attimo dopo, mettendomi un dito sulle labbra.

"Ormai non ha più importanza, adesso è tutto più chiaro. Non c'è più bisogno di spiegazioni Blaine" mi dice prima di sporgersi fino a fermare le sue labbra a pochi centimetri dalle mie.

Non resisto più di un secondo al suo tacito invito e con dolcezza le catturo tra le mie.

Le nostre bocche come sempre si cercano bramose, le nostre lingue si rincorrono all'infinito mentre i nostri cuori si trovano, questa volta però con la certezza assoluta di appartenere l'uno all'altro, con la consapevolezza di essere finalmente arrivati a destinazione.

Ed è così che ci baciamo come non abbiamo mai fatto, come se fosse la prima volta, liberi di esprimere tutto l'amore che fino a questo momento era rimasto imprigionato dentro di noi.

Ci stacchiamo solo quando siamo costretti a farlo e con la fronte appoggiata alla sua e con un sorriso da ebete stampato in viso, a pochi centimetri dalle sue labbra sussurro:

"Ti amo"

E lui con lo stesso sorriso e la stessa felicità nello sguardo risponde:

"Ti amo"

"E adesso?" chiedo un attimo dopo pensando al futuro.

Lui si allontana quanto basta per guardarmi negli occhi e dopo un attimo di silenzio risponde.

"Se vuoi, adesso faremo le cose con calma, ci prenderemo tutto il tempo che vogliamo, faremo tutto quello che non abbiamo fatto prima.
Usciremo insieme, andremo a cena fuori, andremo al cinema...proveremo a divertirci insieme, cosa che non abbiamo mai avuto l'occasione di fare.

Poi vedremo come va, non facciamo troppi progetti Blaine, concentriamoci solo su quello che abbiamo ora, il resto verrà da se.. ok?" mi dice con la sua solita saggezza.

"Ok... mi sembra una scelta perfetta" rispondo con un sorriso prima di depositargli un piccolo bacio sulla fronte.

Poi però sento il bisogno di dire qualcos'altro.

"Kurt, sappiamo entrambi che la vita non è una favola, non posso prometterti che non soffriremo mai più, non posso prometterti che saremo felici e contenti per sempre, non posso prometterti che sarà tutto rose e fiori.

Ma posso prometterti che farò tutto quello che è in mio potere per renderti felice e per non farti più soffrire.
Posso prometterti che insieme proveremo a costruire quella felicità che entrambi meritiamo, perché insieme sarà tutto più facile, più leggero, insieme ce la faremo ad andare avanti Kurt, me lo sento" dico facendo emozionare entrambi.

"Blaine tu sei l'uomo della mia vita e non puoi immaginare quanto tu mi renda già felice" mi dice con la voce incrinata dall'emozione, facendomi stringere il cuore.

"Potrei avere una vaga idea" rispondo sorridendo pensando a quanto lui renda felice me.

"Non avrei mai creduto di poterlo dire Blaine, ma sono felice, lo sono davvero... sono felice per me, per te, per noi.
Sono felice perché entrambi abbiamo trovato la nostra ancora di salvezza, la nostra cura, la nostra speranza.

Sono felice perché i tuoi occhi non sono mai stati così luminosi come in questo momento e non sai quanto mi faccia piacere non vedere più quel dolore nel tuo sguardo, non sai quanto sia bello vederti sorridere, non sai quanto mi faccia bene il tuo sorriso" mi dice riempiendomi il cuore di gioia.

"E' tutto merito tuo Kurt" rispondo con convinzione.

"Ti prometto che farò il possibile per essere il compagno che meriti, che mi prenderò cura di te come meglio potrò e che anch'io farò di tutto per renderti felice" mi dice con tono serio prima di catturare le mia labbra tra le sue.

"Oggi ho scoperto una cosa" mi dice quando, qualche istante dopo, ci allontaniamo per prendere fiato.

"Che cosa?" chiedo.

"Ho capito che la cosa più grande che tu possa imparare è amare e lasciarti amare"**** risponde guardandomi seriamente.
 
"Sono d'accordo" rispondo prima di prenderlo tra le braccia e trascinarlo fino a farlo distendere tra le mie braccia.

Lui si sistema sul mio petto mentre io gli lascio un tenero bacio tra i capelli e le nostre mani si cercano fino ad incastrasi perfettamente l'una con l'altra.

Rimaniamo un po' in silenzio mentre gli accarezzo delicatamente un braccio.

"Blaine?" sussurra qualche attimo più tardi.

"Dimmi amore" rispondo spontaneamente.

Non ricevendo risposta però, sollevo la testa per vederlo in viso.

La sua espressione è così strana che quasi mi spaventa.

"Cosa c'è Kurt?" chiedo.

Lui con voce emozionata risponde:

"E' solo che è strano sentirsi chiamare amore."

"Beh allora preparati amore, perché dovrai farci l'abitudine" rispondo con un sorriso.

Lui sorride ma presto il suo sorriso si spegne.

"Non hai paura Blaine? Io sono terrorizzato, ho paura di deluderti, ho paura di non essere abbastanza per te, ho paura di sbagliare tutto" mi dice con tono preoccupato.

Non mi aspettavo questa domanda e rimango un attimo a pensare alle sue parole prima di rispondere.

"Sì Kurt, ho paura di tante cose, ho paura di non essere alla tua altezza, ho paura di non essere la persona che meriti e ho paura che arriverà il giorno in cui, involontariamente, ti farò soffrire.

Ma sappiamo entrambi quanto possano condizionare le paure e credo che a volte è necessario metterle da parte, quello che abbiamo ora è troppo importante per essere rovinato dalle nostre paure, non possiamo rischiare di perderlo.

Dobbiamo essere fiduciosi nel nostro amore e per ora dobbiamo concentrarci solo su quello, ok?" dico accarezzandogli una guancia.

"Grazie Blaine..." mi dice dopo un attimo guardandomi intensamente.

"Di cosa?" chiedo.

"Di tutto... ma soprattutto grazie per essere entrato nella mia vita, grazie per essere qui tra le mie braccia... è una vita che aspettavo qualcuno come te."*****


"Quando nasce un amore non è mai troppo tardi
scende come un bagliore da una stella che guardi
e di stelle nel cuore ce ne sono miliardi
quando nasce un amore, un amore.
Ed è come un bambino che ha bisogno di cure
devi stargli vicino devi darli calore
preparargli il cammino il terreno migliore
quando nasce un amore, un amore.
E' un emozione nella gola da quando nasce a quando vola
che cosa c'è di più celeste di un cielo che ha vinto mille tempeste
che cosa c'è se adesso sento queste cose per te
farò di te la mia estensione farò di te il tempo della ragione
farò di più farò tutte le cose che vuoi fare anche tu.
Ti fa bene, ti piace questa voglia di dare
e ti senti capace non ti puoi più fermare
come un fiume alla foce che si getta nel mare
quando nasce un amore, un amore...
E' l'universo che si svela quante parole in una sola
amore mio immenso e puro ci penso io a farti avere un futuro
amore che sta già chiedendo strada tutta per sè
farò di te la mia estensione farò di te il tempo della ragione
farò di più farò tutte le cose che vuoi fare anche tu."


 
 

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Note:
 

*M.Bisotti
** Frase dalla canzone Il regalo più grande di Tiziano Ferro
*** Frasi della canzone A te di Jovanotti
**** Frase dal film Moulin Rouge
*****Per chi non lo sapesse qualcuno come te è la traduzione in italiano del titolo della storia.
****** Quando nasce un amore di Anna OXa


Mi dispiace di aver pubblicato soltanto ora ma non starò qui a giustificarmi, ho cose più importanti da dire.

Quasi sicuramente questo è l'ultimo capitolo, penso di inserire le cose che mancano tutte nell'epilogo che spero arriverà presto, per questo motivo penso sia arrivato il momento di dire due parole.

Mi farebbe piacere se perdesse qualche minuto per leggere queste note e  ringrazio in anticipo chi lo farà.

Quando ho iniziato a scrivere questa storia non avrei pensato assolutamente che dopo quasi un anno sarei stata ancora qui a pubblicare, non era mia intenzione metterci tanto, ma si sa che spesso non si possono fare programmi perché può succedere di tutto.

Questa è stata la mia prima storia ed ho cominciato a scriverla quasi per gioco; se ho continuato è stato grazie al riscontro che ha avuto.
Non mi sarei mai aspettata che potesse piacere nemmeno ad una sola persona figuriamoci a così tante.

Sono rimasta basita quando mi è stato detto che era tra le storie più popolari o quando vedevo crescere i numeri dei lettori che la inserivano tra le seguite e lasciandomi ancora più di stucco tra le preferite e quando le vostre bellissime recensioni mi facevano capire che non solo dedicavate del tempo a leggerla ma che per molti valeva anche la pena perdere qualche minuto o molto di più per commentarla e per farmi sapere cosa ne pensavate.

Le vostre recensioni positive mi lasciavano sempre molto stupita e ogni volta che leggevo che la mia storia, le mie parole vi avevano fatto emozionare rimanevo scioccata.
Questo è il più bel complimento che poteste farmi, sapere di essere stata in grado di arrivare a farvi provare qualcosa di bello, mi ha sempre fatto molto piacere.
Mi fa sentire come se questa storia non fosse stata completamente inutile, come se non fosse servita solo a me ma anche a qualcos'altro.

A me è servita perché le paure dei "miei" Kurt e Blaine spesso erano le mie paure, nelle loro insicurezze, nelle loro paranoie c'era un po' di me.
Quello che è successo a loro non ha nulla a che vedere con me, la loro storia non ha nulla a che vedere con me, ho solo trasportato le mie sensazioni ed emozioni in un contesto completamente diverso ed è venuta fuori questa storia.
A volte l'ho considerata come un diario, come una valvola di sfogo, come un modo per non tenermi tutto dentro, in un certo senso come un modo per essere ascoltata.

Non avevo nessuna aspettativa su questa storia, primo perché so di non essere una scrittrice (anche perché so che nonostante l'impegno, finisco sempre per fare degli errori), poi perché era la prima volta che scrivevo una FF e che qualcuno leggesse un qualcosa di questo tipo di mio ed infine perché non ci credevo troppo che qualcuno potesse apprezzare qualcosa "fatto" da me.
So che probabilmente molte persone si sono stancate di aspettare e le capisco perfettamente, ne avevano tutte le ragioni, e so che c' chi ha abbandonato questa storia perché non era più interessato o perché si aspettava qualcosa di diverso.
Grazie comunque per essere arrivati dove siete arrivati.
 
Anche se sono stupita so anche che invece ci sono persone non l'hanno mai abbandonata.
Quindi grazie, grazie a chi è ancora qui dopo tutto questo tempo, grazie a chi ha letto qualche capitolo e grazie anche a chi ha perso un po' del suo tempo leggendone anche uno solo.
Grazie a chi mi ha dato fiducia e grazie davvero a chi mi ha accompagnato in questo lungo percorso dandomi la spinta ad andare avanti.

Grazie infinite a tutti per avermi fatto compagnia, per avermi fatto sentire meno sola e un grazie in particolare a chi non mi ha "ascoltata" solo tra le righe di questa storia ma che è voluto andare oltre.

Non farò nomi, le persone di cui parlo capiranno. Grazie davvero.

Grazie ad ogni singola persona che ha dedicato anche solo un minuto alla mia storia, grazie a tutti per avermi fatto credere che forse qualcosina di buono posso essere capace di farlo anch'io.

Un grazie speciale alla persona che ha letto questo capitolo in anteprima, grazie per l'amore che hai sempre mostrato per questa storia, grazie per il supporto, grazie per i tuoi messaggi, grazie di tutto.


E infine ringrazio questa storia perché mi ha permesso di conoscere delle persone speciali, delle persone che sono entrate a fare parte della mia vita che ringrazio ancora una volta.

Grazie per esserci sempre, grazie per capirmi, per sostenermi e per farmi sentire importante <3

Vorrei dire un ultima cosa riguardo questa storia che ho raccontato.

Anche se forse sembra il contrario io non credo nell'amore eterno, quello delle favole fatto di principi azzurri e di lieti fine.
Sono abbastanza cinica su questo punto, ma mi sono resa conto di essere stata troppo sdolcinata in questa FF.
Ci sono canzoni d'amore che trovo esageratamente sdolcinate (canzoni che ho anche usato nella storia) ma che se penso affiancate a Kurt e Blaine non mi sembrano più tali.
Non so esattamente il perché ma è così.
Quindi mi sono resa conto che è tutta colpa loro, sono loro che fanno uscire questo lato di me, quindi se a volte è stata troppo fluff prendetevela con loro :-)

Non credo neanche che se questi Kurt e Blaine fossero reali troverebbero un amore tale da "salvarli", ma proprio perché la realtà è diversa ho voluto dare questo tocco di irrealtà.

Ho sempre tenuto molto a rendere la storia il più realistica possibile, ma tranne su questo punto in particolare, sul loro amore ho voluto volare un po' troppo con la fantasia.

Per quanto riguarda l'angst... so che a volte ho esagerato anche con quello, ma è l'unico modo in cui avrei potuto scrivere una storia, non sono in grado di far ridere o di scrivere di felicità.
Davvero non avrei potuto fare diversamente.

A questo punto direi di avervi annoiato abbastanza, vorrei solo ringraziarvi ancora.

Grazie a tutti, davvero... è stato bello fare questo viaggio in vostra compagnia.

A presto con l'epilogo.

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Capitolo 36
*** 36 ***


Sono passati due mesi da quando finalmente io e Blaine abbiamo parlato apertamente de nostri sentimenti ed io ancora non riesco a credere che sia successo veramente, sembra tutto troppo bello per essere vero.
Sono così felice che ho paura che da un momento all'altro mi sveglierò e mi renderò conto che stavo soltanto sognando.

Credo di non essere mai stato felice come lo sono da quella notte, da quando Blaine ha fatto l'amore con me e mi ha confessato i suoi sentimenti.

E' stato tutto semplicemente perfetto, il modo in cui si è preso cura di me e mi ha regalato una prima volta indimenticabile, il modo in cui mi ha aperto il suo cuore, il modo in cui finalmente entrambi ci siamo lasciati andare; tutto è stato meraviglioso e non avrei potuto desiderare di meglio.

Mi volto a guardarlo e non riesco a fare a meno di sorridere, lui è abbastanza agitato in questo momento; siamo in aereo, andremo a casa dio mio padre e poi a casa dei suoi per informarli di persona dell'evoluzione del nostro rapporto.
Abbiamo discusso molto su questo punto e abbiamo deciso di prenderci prima un po' di tempo solo per noi, anche per vedere come sarebbe andata e abbiamo deciso che solo quando ce la saremmo sentita avremmo condiviso con gli altri il nostro amore.

Ed ora eccoci qui, spaventati ma decisamente felici e innamorati.
Non mi sono ancora abituato all'idea di aver un ragazzo e di aver trovato una persona da amare e che dimostra ogni giorno di amarmi; è tutto nuovo per me, ora non ci sono solo io, ora ci sono io e c'è Blaine, c'è un noi e c'è un percorso davanti a noi che, mano nella mano, percorreremo insieme.

Lo sto ancora fissando e quando se ne accorge con un dolce sorriso mi chiede:

"Cosa c'è?"

Allungo una mano fino ad intrecciarla con la sua e sussurro:

"Niente... è solo che sono così felice Blaine, mi sento così bene e proprio per questo ho paura che tutto questo presto svanirà."

Lui mi regala uno di quei suoi sorrisi capaci di farmi tremare le ginocchia e portando l'altra mano sulle nostre intrecciate, con tono serio, dice:

"So come ti senti, anch'io non riesco a credere che sia tutto vero, non riesco a credere di avere avuto una seconda possibilità per essere felice e soprattutto non riesco a credere di averla avuta con un essere speciale come te."

Non è la prima volta che mi dice cose del genere, ma per il mio cuore è sempre come se lo fosse. Non si è ancora abituato, continua a battere forte ogni volta che Blaine mi sorride, ogni volta che mi bacia, ogni volta che mi fa sentire importante e amato.

"Tesoro non so cosa ci riserverà il futuro ma sappi che non ho nessuna intenzione di lasciarti andare, non lo farò almeno che non sarai tu a chiedermelo e anche in quel caso credo che farò di tutto per farti cambiare idea" mi dice mentre il suo sguardo s'incupisce appena un po' quando pronuncia l'ultima frase.

"Nemmeno io so cosa succederà, non so se le cose cambieranno ma di una cosa sono sicuro; tu sei il mio pezzo mancante, sei diventato una parte di me, quella parte senza la quale non posso più vivere.

Non ho mai creduto nell'amore eterno ma so che quello che c'è tra noi è qualcosa che ci va molto vicino, lo sento Blaine, il nostro è un amore vero e forte; fin dal primo nostro incontro ho sentito come se fossimo legati da un filo invisibile, come se fossimo destinati ad incontrarci, come se stavamo aspettando l'uno l'arrivo dell'altro per sentirci interi e per non vivere con la costante sensazione che ci mancasse qualcosa" dico con voce emozionata e gli occhi appena un po' lucidi.

"Non penso che molte persone abbiano la nostra fortuna, non penso che capiti spesso di avere qualcosa di così prezioso.
Io credo in te, credo in me, credo in noi e nel nostro amore e per questo ti prometto che non ti dirò mai addio" dico stringendogli forte la mano.

Lui sorride teneramente prima di guardarmi per l'ennesima volta come se fossi la cosa più bella del mondo e con voce incrinata dall'emozione dice:

"Kurt, io  prometto di amarti sempre, prometto che sarò al tuo fianco qualunque cosa accada, prometto che mi troverai ogni volta che mi cercherai, prometto di sorprenderti ogni giorno, prometto che m'innamorerò di te ogni giorno di più e farò in modo che tu faccia lo stesso con me, ma soprattutto ti prometto che farò in modo di ricordarti ogni giorno quanto perfettamente imperfetto tu sia."

Con il cuore che batte all'impazzata e gli occhi lucidi mi sporgo verso di lui per baciarlo con tutto l'amore che provo in questo momento.

"Ti amo" sussurro sulle sue labbra cercando di riprendere fiato dopo quel bacio.

"Ti amo" mi risponde prima di depositarmi un piccolo bacio sulla fronte.

Rimaniamo poi qualche minuto in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri ma senza smettere di sorriderci.

"Blaine pensi che saremmo in grado di mantenere le nostre promesse?" chiedo ad un tratto interrompendo il silenzio.

"Non voglio che le nostre parole siano parole buttate al vento e che si riveleranno essere solo dettate dall'entusiasmo del momento, vorrei che i nostri discorsi fossero concreti, voglio davvero costruire un futuro con te e voglio seriamente impegnarmi per costruire una relazione solida " continuo con tono serio.

Dopo qualche istante con espressione seria mi risponde:

"Anch'io lo voglio Kurt e non so se saremo in grado di mantenere le nostre promesse, ma so con certezza che entrambi lo vogliamo veramente, so che possiamo impegnarci con tutte le nostre forze per farlo; se poi per caso dovessimo sbagliare, se non dovessimo riuscirci, ci impegneremo anche a riprovarci e riprovarci sempre e comunque, perché quello che abbiamo è e sarà troppo prezioso per rischiare di perderlo."

Dopo aver deglutito diverse volte rispondo:

"Allora l'unica cosa che dovremmo prometterci è che cercheremo di proteggere il nostro amore ad ogni costo, da tutto e da tutti, anche da noi stessi e dagli errori che potremmo commettere."

"Sono d'accordo e prometto" mi risponde un attimo dopo con tono solenne.

"Prometto" sussurro con un sorriso prima di baciarlo di nuovo.


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Siamo davanti casa di mio padre da parecchi minuti ormai e sto cercando di convincere Blaine che andrà tutto bene ma non sembra molto convinto.

"Per favore Blaine non preoccuparti, non devi aver paura di nulla, mio padre ti conosce già e non può andare così male" dico cercando di tranquilizzarlo.

"Sì lo so, ma adesso mi presenterai come il tuo ragazzo, sono il primo ragazzo che gli presenti, puoi immaginare come possa sentirmi? mi chiede con tono talmente spaventato da non riuscire a farmi  trattenere un sorriso.

"Non ridere Kurt! Non prenderti gioco di me, la mia è una posizione abbastanza scomoda..." mi dice.

"Forse te ne sei dimenticato ma presto dovrò affrontare anch'io i tuoi genitori e potrò non piacergli, potrebbero odiarmi, non so come reagiranno, tu sai già che piaci alla mia famiglia, non sarà molto, ma almeno è qualcosa" rispondo tornando serio.

"Ma ho paura Kurt, ho paura di come potrà reagire tuo padre alla notizia, penserà che voglia portargli via il suo bambino..." mi dice sconsolato.

"Blaine non sono più un ragazzino, sono sicuro che mio padre sarà solo felice che abbia trovato qualcuno che amo e che mi ama.

Non ti farà nulla, non devi aver paura, ok?" chiedo accarezzandogli una guancia come se fosse un bambino spaventato.

"Non trattarmi come se fossi un bambino impaurito" dice mettendomi il broncio.

"Blaine scusa, ma sei tu che ti comporti come tale, lo hai fatto anche ora" dico non riuscendo a trattenere una piccola risata.

Dopo qualche istante di silenzio lo sento sorridere, fare un bel respiro e dire:

"Ok, hai ragione... sto facendo la figura dell'idiota, ora penserai che sono un immaturo e un piagnucolone" dice con tono dispiaciuto.

Gli sorrido e gli accarezzo dolcemente una guancia prima di rispondere:

"Penso solo che tu sia adorabile... è normale essere un po' preoccupati ma ti assicuro che andrà tutto bene. Ora entriamo, cerchiamo di stare calmi e al momento giusto glielo diremo.

Vedrai che probabilmente qualcosa capiranno quando ti vedranno insieme a me dato che non ti aspettano."

"Forse avresti dovuto avvisarli che ci sarei stato anch'io" dice dubbioso.

"E' solo che dopo l'altra volta so che avrebbero fatto troppe domande e non volevo dire nulla per telefono" rispondo.

"Ok, hai ragione, ora basta... facciamolo..." dice convinto facendo un passo verso la porta.


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Mio padre e Carole non sono sembrati molto sorpresi quando hanno visto che non ero solo, sono stati molto gentili con Blaine e hanno cercato subito di metterlo a suo agio.
Quando gliel'ho fatto notare, in un attimo in cui siamo rimasti soli, mi ha risposto che quando avrebbe saputo la verità mio padre non sarebbe stato più così gentile con lui; ma io mi fido di lui e sono convinto che non andrà poi così male.

Tra una chiacchiera e l'altra è già arrivata ora di cena ed io sto continuando a cercare il momento giusto per parlargli ma ogni volta che apro bocca Blaine sembra supplicarmi con lo sguardo di non farlo.

Gli ho dato retta più volte ma la situazione sta cominciando a diventare insostenibile e sta cominciando ad essere difficile non poterlo toccare e baciare ma fingere di essere solo amici.

Ho deciso che cercherò di resistere fino alla fine della cena per non rovinare tutto e per accontentare Blaine ma poi succeda quel che succeda parlerò con mo padre e con Carole.

La cena preocede abbastanza bene senza troppe domande inopportune o situazioni imbarazzanti finché mio padre improvvisamente mi chiede:

"Kurt perché non ci hai detto che sarebbe venuto anche Blaine? Gli avremmo preparato la camera degli ospiti."

Non ho nemmeno il tempo di pensare ad una risposta che sento Carole dire:

"Tranquillo Kurt non c'è nessun problema lo farò dopo..."

Lancio uno sguardo a Blaine che sembra star trattenendo il respiro e senza pensarci troppo rispondo:

"Grazie ma non ce n'è bisogno..."

Un silenzio imbarazzante cala nella stanza prima che Carole lo interrompa dicendo:

"Davvero Kurt, lo faccio con piacere non c'è bisogno che lo faccia tu."

Aspetto qualche istante prima di ricominciare a parlare.

"Intendevo dire che non serve un'altra stanza per Blaine..." dico guardando quest'ultimo che sembra un carcerato in attesa che il giudice pronunci la sua condanna.

Ok Kurt ormai è fatta, prendi un bel respiro e parla, è troppo tardi per tornare indietro mi dico mentre il silenzio regna nella stanza.

Blaine aveva ragione, ora sono terrorizzato anch'io e non riesco a dire una parola.

Mio padre mi guarda con un espressione indecifrabile e dopo un attimo mi chiede:

"Cosa intendi dire?"

Mi sento mancare il respiro per un attimo e cerco di dire qualcosa mentre penso che non c'è nulla di male in quello che devo dire, non devo confessargli di essere un delinquente o di aver ucciso qualcuno, devo solo dirgli che sono innamorato e ricambiato.

Facile no?

Ok no, non è facile.

Non mi accorgo che Blaine si è alzato finché non sento le sue mani posarsi sulle mie spalle e stringerle appena prima di prendere un bel respiro.

"Quello che Kurt intendeva dire è che..." sento la sua voce dire prima di interromperlo.

"Ti ringrazio Blaine, ma devo farlo io" dico voltandomi per guardarlo dolcemente.

"Quello che intendevo dire è..." dico cercando la mano di Blaine per stringerla tra la mia.

"...che Blaine ed io ci amiamo, stiamo insieme da due mesi, non sono mai stato più felice di così e vorremmo la tua benedizione papà" dico tutto d'un fiato.

Mio padre continua a guardarmi per diversi istanti con un espressione indecifrabile prima di dire:

"Kurt pensi davvero che sia così stupido?"

Non capisco il suo comportamento, cosa c'è di stupido nel darci la sua approvazione?

"Perché saresti stupido ad accettare il nostro amore?" chiedo incredulo mentre sento Carole trattenere una risata.

Un istante dopo sento la risata di mio padre unita a quella di sua moglie riempire la stanza e sento la tensione diminuire.

"Kurt quello che voglio dire è che pensi davvero che io sia così stupido da non essermi accorto che voi due state insieme?
Mi dispiace deludervi ragazzi ma siete dei pessimi attori, è da quando avete messo piede in questa casa che lo abbiamo capito, il modo in cui continuate a  guardarvi credendo di non essere notati mi avrà fatto sicuramente venire il diabete" dice poi lasciando me e Blaine di stucco.


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L'interrogatorio di Burt e Carole sembra finito quando, parecchio tempo più tardi, finalmente ci alziamo dal divano per prepararci per la notte.
Mi sento molto più leggero e devo dire che non avevo ragione di essere così spaventato, Burt è un padre d'oro, il papà che tutti vorrebbero, sono felice che una persona speciale come Kurt abbia un padre così.

Mentre ci stiamo congedando sento Carole chiedere a Kurt di andare un secondo in cucina con lui, mi rendo conto che presto rimarrò solo con Burt e mi faccio prendere dal panico mentre vedo Kurt lanciarmi un'occhiata preoccupata prima di lasciare la stanza.

Passano solo pochi secondi prima che Burt mi inviti a sedermi di nuovo e dica:

"Ragazzo voglio fare due chiacchiere con te se sei d'accordo"

Mi limito ad annuire sempre più spaventato.

"Andrò dritto al sodo... mio figlio è una persona fantastica, è forte ma ha sofferto molto in passato... sappi che se gli farai del male ti verrò a cercare e dovrai vedertela con me, sono stato chiaro?" mi chiede con tono severo.

Deglutisco più volte prima di riuscire a rispondere:

"Signor Hummel io rispetto e amo suo figlio, non potrei mai fargli del male."

"Dicono tutti così all'inizio... adesso lo vedi con occhi innamorati ma se un giorno qualcosa dovesse cambiare, se un giorno anche non volendo dovessi fare qualcosa di sbagliato, potresti farlo soffrire e credimi potresti fargli davvero molto male.
Come penso saprai lui ha sofferto parecchio nella sua vita, ne ha passate tante... ha perso sua madre quando era poco più di un bambino ed io ho cercato di non fargli mancare nulla ma so che non è stato abbastanza, ho fatto del mio meglio ma ho sempre saputo che non sarebbe stato lo stesso, è semplicemente impossibile sostituire una figura così importante" dice con tono emozionato.

"Poi ha dovuto attraversare da solo la fase in cui ha capito di essere omosessuale pensando che io non lo avrei accettato, ha dovuto combattere ogni giorno contro l'ignoranza e i pregiudizi della gente che lo facevano sentire diverso e sbagliato" continua con rabbia.

 "Ed ora io vorrei solo che soffrisse il meno possibile perché il suo cuore è andato in frantumi così tante volte che ho paura che prima o poi non possa più ricomporsi; so che mio figlio è forte e sono più che fiero di lui ma so anche che quando qualcosa o qualcuno lo fa soffrire tende a chiudere il suo cuore, almeno per un po', per paura di stare così male di nuovo.

Ora io vorrei soltanto che finalmente avesse la felicità che merita" mi dice con gli occhi lucidi.

Deglutisco più volte per mandare giù quel groppo che mi si è formato in gola e cerco le parole giuste da dire.

"Le assicuro che mi prenderò cura di suo figlio con tutto il mio amore, è la cosa più preziosa che abbia mai avuto e farò di tutto per non fargli del male. Lui in un certo senso mi ha salvato la vita..." dico con voce emozionata e tono deciso.

Gli occhi di Burt sembrano inumidirsi mentre si limita a darmi una pacca sulla spalla prima di alzarsi dal divano ma un attimo dopo sembra cambiare idea e tornando verso di me dice:

"Ah figliolo, un'ultima cosa... voglio ringraziarti."

"Per cosa?" chiedo stupito.

"Sai Blaine io so riconoscere gli occhi di qualcuno che ha sofferto davvero, qualcuno che ha rischiato di cadere e di non rialzarsi più, purtroppo ho imparato guardando in quelli di mio figlio e sempre grazie a lui so riconoscere una persona speciale quando la vedo e permettimi di dire che credo tu faccia parte di entrambe le categorie.

"Non voglio sapere cosa hai passato, ma so che hai sofferto anche tu e quindi puoi capire di cosa parlo.

E voglio ringraziarti per quello che fai per mio figlio, perché in tutti questi anni sei stato la prima persona capace di farlo felice, non l'ho mai visto così credimi... ho visto come ti guarda e ho visto come tu guardi lui.

Non ho mai visto Kurt guardare qualcuno come guarda te e non ho mai visto nessuno guardare lui come fai tu" dice con voce emozionata.

"Credimi vedere qualcuno che guarda mio figlio come se fosse la cosa più bella di questo mondo mi riempie di gioia, ho aspettato tanto questo momento.
Ho visto tante, troppe persone guardarlo come se fosse sbagliato, come se fosse uno scherzo della natura, come se fosse un mostro e puoi immaginare quanto male mi abbia fatto ogni singolo sguardo.
Ogni volta era come se ricevessi due pugnalate, una per il modo in cui facevano sentire mio figlio e l'altra perché non c'era nulla di concreto che potessi fare per cambiare le cose.

Ed ora finalmente è arrivato qualcuno che lo vede per come è realmente, qualcuno che lo vede come lo vedo io e che lo ama per quello che è" dice facendomi venire un groppo in gola.

"C'è qualcosa di speciale tra voi, prendetevene cura perché è prezioso, Kurt è stato fortunato a trovarti... benvenuto nella nostra famiglia Blaine..." dice dandomi una pacca sulla spalla.

"Grazie signor Hummel ma quello fortunato sono io..." dico con voce emozionata.

"Burt, chiamami Burt... allora diciamo che siete stati fortunati a trovarvi e a salvarvi a vicenda" dice sorridendo.

"Grazie Burt, Kurt è fortunato anche ad avere un padre come lei..." rispondo sorridendo toccandogli una spalla.

"Hey...che succede qui?" sento dire in quel momento da una voce angelica.

Mi volto e vedo Kurt avvicinarsi a me e prendermi la mano.

"Stavo solo dando il benvenuto a Blaine nella nostra famiglia..." dice Burt facendomi l'occhiolino.

"Ti ha minacciato tesoro?" mi chiede Kurt preoccupato.

"Papà ti prego, lo hai minacciato vero? chiede poi rivolto a suo padre.

"Stai tranquillo amore, è tutto ok... mi ha solo fatto un discorso che farebbe un qualsiasi padre che ama suo figlio e lasciami dire che siete fortunati ad avervi" rispondo sorridendogli.

Dopo un attimo Kurt guarda suo padre con sguardo fiero ed emozionato prima di corrergli tra le braccia e sussurragli:

"Grazie papà, ti voglio bene."

"Ti voglio bene anch'io figliolo" risponde suo padre stringendolo forte.

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L'incontro con i genitori di Blaine sta andando bene, sembrano persone molto cordiali e gentili ed io spero tanto di fargli una buona impressione.

Sono terrorizzato dall'idea di non piacergli ma più tardi quando sua madre,  approfittando del fatto che siamo soli, si avvicina per fare due chiacchiere capisco che non ho motivo di esserlo.

"Sono contenta di averti conosciuto Kurt, ero così curiosa di conoscere il ragazzo che è stato capace di far tornare la luce negli occhi di mio figlio" mi dice cogliendomi di sorpresa.

"Non ho fatto nulla, suo figlio è una persona speciale e merita solo di essere felice" dico abbassando lo sguardo intimidito.

"Kurt forse tu non ti rendi conto di quello che hai fatto per lui, prima di conoscerti era  distrutto, sembrava che fosse rimasto solo il suo corpo vuoto, sembrava che avesse perso la sua linfa vitale, i suoi occhi erano pieni di dolore e di tormento... io e suo padre abbiamo cercato di farlo tornare quello di un tempo, ci abbiamo provato fino a che lui ce lo ha permesso... ma poi si è allontanato da noi e da tutto il suo mondo... ma credimi ci abbiamo provato davvero, purtroppo però non ci siamo riusciti.

Tu invece ce l'hai fatta, tu gli hai ridato la vita, sei stato capace di farlo tornare a splendere come un tempo, tu lo hai salvato e non potrò mai ringraziarti abbastanza per riavermi ridato mio figlio" dice asciugandosi qualche lacrima e facendomi stringere lo stomaco dall'emozione.

"Anche lui ha salvato me mi creda e mi rende felice ogni giorno di più, non potrei desiderare di avere accanto una persona migliore di lui.
Lo amo come non sapevo si potesse amare, forse non lo amo come merita, ma lo amo completamente e profondamente, con tutto me stesso" dico con tono convinto.

"Io credo che siate perfetti l'uno per l'altro e credo che siate stati fortunati a trovarvi, non ho passato molto tempo con voi  ma quello che ho visto mi è bastato per capire che se davvero esistono le anime gemelle voi lo siete senza ombra di dubbio.

"Non sai quanto mi renda felice vedere quella gioia nei suoi occhi e vedere l'amore che sprigionate anche solo guardandovi, voglio ringraziarti Kurt, grazie per amare mio figlio e grazie per renderlo felice" dice con tono emozionato.

Sorrido imbarazzato mentre rispondo:

"Non mi deve ringraziare, per me è così facile amarlo, è naturale, come se non potessi fare diversamente."

"E' lo stesso per lui, ne sono convinta" mi dice prima di chiedermi il permesso di abbracciarmi.


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Dopo essere atterrati invito Blaine a dormire da me, nell'ultimo mese ha dormito più a casa mia che a casa sua ed è bellissimo svegliarsi tra le sue braccia quasi ogni giorno.

Siamo proprio a letto abbracciati quando con un sorriso gli chiedo:

"Allora adesso che abbiamo la benedizione delle nostre famiglie possiamo dire di essere ufficialmente fidanzati?"

"Direi proprio di sì, ora posso dire che io Blaine Anderson sono fidanzato con l'essere più straordinario di questa terra, Kurt Hummel" mi risponde facendomi battere forte il cuore.

"No ti sbagli, io Kurt Hummel sono fidanzato con l'essere più straordinario di questa terra" gli dico guardandolo seriamente.

"Beh allora è una fortuna che le due persone più straordinarie della terra si siano incontrate, non credi?" dice ridendo.

Mi limito a guardarlo sorridente per qualche attimo prima di sporgermi per baciarlo.

Dopo una serie di baci e coccole gli chiedo:

"Blaine ti va di fare un gioco?"

Lui mi guarda incuriosito e dopo un attimo annuisce.

Pochi istanti dopo si avvicina un po' e si gira verso di me, io faccio lo stesso e per stare più comodo mi metto un braccio sotto la testa mentre l'altro lo tengo piegato contro il torace. Lui ha un braccio piegato sulla sua vita e uno contro il petto, ad un tratto poggia una mano sul mio polso e comincia ad accarezzarmi delicatamente la mano con il pollice.

"Ora sono pronto" mi dice allora con un sorriso mentre i nostri visi sono solo a pochi centimetri l'uno dall'altro.

Sorrido e lo guardo con adorazione mentre sento il suo respiro sulla mia bocca e il suo naso sfiorare il mio.

"Chiudi gli occhi" sussurro pochi attimi dopo.

"Ok" risponde.

"Proviamo ad immaginare come sarà la nostra vita tra dieci anni" gli dico cercando la sua mano per stringerla forte tra la mia.

"Va bene..." risponde.

"Cosa vedi?" chiedo mentre sento le sue dita intrecciarsi perfettamente con le mie.

"Vedo te con qualche ruga intorno agli occhi e qualche capello bianco" dice dopo pochi secondi ridendo.

Non posso trattenermi dal dargli un leggero e affettuoso schiaffo sulla spalla mentre cerco di rimanere serio.

"Ok, non voglio più giocare" dico fingendo di mettergli il broncio.

Ride di gusto mentre dice:

"Dai stavo scherzando e poi eri sempre bellissimo anche con le rughe e i capelli bianchi"

"Troppo tardi" rispondo, ma poco dopo non posso fare a meno di ridere anch'io mentre torno a stringergli forte la mano.

"Vuoi sapere cosa vedo davvero?" mi chiede tornando serio mentre chiude gli occhi di nuovo.

"Sì..." sussurro.

"Vedo una bella casa che sembra essere molto calda, accogliente e piena di fotografie..." dice con un sussurro.

"Vuoi sapere cosa ritraggono quelle fotografie?" mi chiede subito dopo.

"Non ce n'è bisogno... le vedo anch'io..." dico con voce emozionata.

"In una di quelle cornici vedo due uomini che sorridono felici mentre tagliano una torta nuziale..." dico cominciando a tremare leggermente.

Mi stringe sempre più forte la mano mentre dice:

"Oh sì, sembrano davvero molto felici... qualunque fotografia guardi li vedo felici ed innamorati..."

"Ma aspetta... non sono le uniche persone che vedo in quelle foto..." dice con voce emozionata.

"Ah sì, chi altri vedi?" dico trattenendo il respiro.

"Vedo un bambino e una bambina che sorridono..." dice mentre sento la sua mano tremare nella mia.

"Sono bellissimi..." sussurro mentre sento gli occhi cominciare a riempirsi di lacrime.

"Oh sì, lo sono..." risponde sorridendo.

"E tu cosa vedi ora?" mi chiede poco dopo.

"Se sposto un po' lo sguardo vedo due uomini e due bambini che giocano e si divertono insieme, vedo due persone innamorate che si prendono cura dei loro figli... vedo una famiglia felice e tu?" dico mentre sento le lacrime scendere sulle guance.

"La stessa identica cosa... riesco quasi a sentire le risate di quella famiglia e riesco quasi a percepire l'amore che riempie quella stanza e quella casa" dice  con voce incrinata dall'emozione stringendomi la mano.

A quel punto apro gli occhi e trovo Blaine con gli occhi pieni di lacrime che mi guarda emozionato.

Sorridiamo e ci abbracciamo forte mentre i nostri cuori battono all'impazzata.

Dopo qualche attimo lo guardo intensamente negli occhi e dico:

"Vorrei davvero che la nostra vita fosse così Blaine..."

Lui mi guarda emozionato e risponde:

"Lo sarà Kurt, faremo di tutto affinché lo sia."

"Ti amo Blaine" sussurro mentre mi rendo conto di amarlo ogni istante di più.

"Ti amo Kurt" risponde prima di baciarmi teneramente.

"Blaine pensi che il nostro amore possa fare miracoli?"* chiedo poco dopo.

"Sì lo penso Kurt, penso che il nostro amore possa fare tutto ciò che vogliamo"* mi risponde.

Dopo avergli sorriso mi rifugio tra le sue braccia e lo stringo forte.

Penso ai mesi scorsi, al giorno in cui lo vidi per la prima volta sorridente in quella foto che mi spinse a sceglierlo, al giorno in cui lo vidi per la prima volta davanti a me, penso al modo in cui giorno dopo giorno mi rubò il cuore, al modo in cui sembrava capace di leggermi dentro, al modo in cui mi fece sentire al sicuro per la prima volta, penso al giorno in cui ci mi baciò per la prima volta, al giorno in cui mi resi conto di essermi innamorato di lui.

Penso a tutto quello che ha fatto per me, al modo in cui ha cambiato la mia vita, a quanto mi renda felice ogni attimo di più, a quanto mi faccia sentire amato e a quanto io lo ami.

Penso al passato, al presente e poi con una dolce sensazione nel cuore penso al futuro che ci attende e non posso fare altro che stringergli forte la mano pronto ad incamminarmi con lui verso un nuovo lungo cammino insieme.

Con due sorrisi stampati in viso ci addormentiamo abbracciati e felici come non mai con la consapevolezza che il meglio per noi deve ancora venire.

Forse non vivremo felici e contenti per sempre ma ci proveremo e qualcosa mi dice che insieme ce la faremo.


Fine


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Note:
*Frase originale: Do you think that our love can create miracles?" "Yes I do, I think our love can do anything we want it to" - The Notebook

Eccoci qui, il momento di salutarci è arrivato.
E' stato strano riempire lo spazio completa ma considerando quando tempo ci ho messo direi che era ora.

So che tra alti e bassi è stato un lungo percorso ed immagino che qualcuno sia rimasto deluso e anche se queste persone non leggeranno vorrei dire che mi dispiace.

Per chi è rimasto invece, sarò ripetitiva ma GRAZIE.
Grazie per aver letto la storia, per averla inserita tra seguite/ricordate/preferite; grazie per tutte le recensioni che mi avete lasciato, non avrei mai pensato che sarebbero state così tante per una mia storia; grazie a tutti i complimenti che mi avete fatto lasciandomi senza parole, grazie a chi si e emozionato leggendola e grazie a chi miha aggiunto ai sui autori preferiti lasciandomi ancora più incredula e ovviamente grazie anche a chi l'ha letta in silenzio.

Grazie alle persone che sono entrate nella mia vita grazie a questa storia, grazie alla storia stessa per avermele fatte conoscere, grazie a Kurt, a Blaine, a Chris, a Darren e grazie a (qui lo dico qui lo nego ;))Ryan Murphy & co.... grazie perché avete fatto nascere la Klaine e anche se ora per loro va come va, per me rimaranno una delle pochissime coppie che riescono a trasmettermi qualcosa anche solo con uno sguardo, quindi sarà sempre e comunque una coppia speciale per me.

Mi è stato chiesto se ci sarà un sequel ma posso dire con certezza che non ci sarà, penso sia arrivato il momento di concluderla definitivamente, ma grazie davvero per la richiesta.

Grazie anche a chi vorrebbe leggere un'altra mia storia, io ero praticamente convinta che questa fosse la mia prima e ultima storia ma sicomme mi è stato chiesto da più di una persona potrei farci un pensierino.
Quindi chissà, forse ci rivedremo qui... sempre se vorrete.

Spero che l'epilogo non vi abbia deluso troppo, per questo capitolo e per il precedente il timore di deludervi è stato ed è molto forte.
Forse in questo vi aspettavate qualcosa di diverso, forse vi ha lasciato l'amaro in bocca, forse avreste voluto un finale diverso ma questo è il meglio che ho potuto fare e spero vi sia piaciuto almeno un pochino.

Grazie a tutti per tutto, è stato un piacere per me.

Che la felicità sia con voi  :)

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