We were kings and queens di Chanel7_94 (/viewuser.php?uid=152752)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Solo Crystal ***
Capitolo 2: *** Solo Crystal parte 2 ***
Capitolo 3: *** Solo Crystal parte 3 ***
Capitolo 4: *** Tornei e fazzoletti ***
Capitolo 1 *** Solo Crystal ***
Le
porte di Camelot erano varcate da una
giovane fanciulla, che ansimava e allo stesso tempo barcollava per la
stanchezza. Le dolevano le gambe e non sentiva più le
braccia, che ciondolavano
lungo i fianchi. Erano tre giorni che camminava instancabilmente,
sostando solo
al calar del sole. Aveva quasi dimenticato il sapore di una pagnotta di
pane,
poiché il cibo le era scarseggiato, ma fortunatamente era
arrivata a
destinazione.
Camelot era la sua meta. Era giunta fin
lì per incontrare un vecchio che si faceva chiamare Gaius,
di cui il nome era
molto rinomato nel suo paese. Era conosciuto come uno dei migliori
medici della
Britannia e la giovane era giunta fin lì per incontrarlo e
chiedergli di
insegnargli l’affascinante arte della medicina. Era un
mestiere che le era da
sempre piaciuto e per questo, dopo aver convinto la sua famiglia, che
fino alla
fine aveva opposto resistenza, era partita da Reef, la sua vecchia
casa.
Neanche lei era entusiasta della scelta, ma lo aveva ritenuto
necessario.
Allontanarsi dal suo luogo d’origine l’avrebbe
fatta maturare parecchio, e poi
avrebbe imparato ciò che a lei era sempre piaciuto.
La
fanciulla notò che la piazza
principale era affollata. Alzò un cipiglio, incuriosita, e
si apprestò a unirsi
alla folla che era radunata. Non essendo molto alta, con quella folla
intorno
fece fatica a vedere cosa stesse succedendo. Si alzò sulle
punte, ma non riuscì
egualmente nella sua impresa. Sbuffò, maledicendo
mentalmente la sua bassezza.
Decise di chiedere a una signora, accanto a lei.
<<
Perdoni la curiosità signora
>>, la giovane richiamò la sua attenzione, e
sfoderò un ampio sorriso.
La
donna si girò e scrutò la figura
dinanzi a se. Ricambiò il sorriso. << Dimmi
caro >>, lo incitò.
La
fanciulla sbarrò gli occhi e soffocò
una risata. Era successo di nuovo. L’avevano scambiata per un
uomo. Cosa che
poteva essere giustificata, dato il suo aspetto. La giovane non si
premurò di
illustrare il suo vero sesso alla donna, ma fece un piccolo inchino,
<< potrebbe
spiegarmi il motivo per tanto trambusto? >>.
<<
Non siete di qui, giusto?
>>, chiese indagatoria, senza rispondere alla sua domanda.
<<
No >>, rispose
cordialmente la fanciulla, << mi chiamo Crystal e
provengo da Reef
>>, si presentò, credendo fermamente che dando
qualche informazione di
se, sarebbe stato il migliore modo per evitare ulteriori domande.
<<
Oh, sei qui per i
festeggiamenti? >>, continuò con le domande,
deludendo Crystal, che si
era chiesta perché la curiosità fosse
così maledettamente donna.
<<
No >>, la deluse Crystal,
esponendo quell’affermazione con indifferenza.
<<
E allora perché? >>,
chiese invadente la donna.
La
perfetta educazione di Crystal la
frenò dallo sbuffare. Non ne poteva più di quelle
domande. << Per motivi
personali >>, tagliò corto, <<
anzi >>, un’idea le balenò per
la testa, << saprebbe dirmi dove posso trovare Gaius?
>>, chiese,
preparandosi a rispondere alla seguente domanda, che la donna le
avrebbe posto.
<<
Cercate Gaius? >>,
chiese, incuriosita.
<<
Sì >>, annuì, <<
sono un suo allievo >>, le spiegò,
divertendosi nell’appellarsi con un
sostantivo maschile.
<<
Oh >>, la donna si
meravigliò udendo quell’affermazione.
<<
Quindi? >>, la esortò Crystal,
sperando che mettesse a freno la sua curiosità. La donna
smise di porle domande
e le indicò in quale luogo si trovasse la casa di Gaius.
Crystal
ringraziò e si dileguò, facendo
fatica a raggiungere il luogo indicato, vista la folla.
Ripensò a quella donna
e al fatto che l’avesse scambiata per un ragazzo. Come
avrebbe potuto darle
torto? I suoi abiti erano rigorosamente maschili. Lei era molto esile e
piuttosto bassa, nessuna forma era pronunciata abbastanza da poter
esser notate.
Portava i capelli a metà collo, erano castani e gli occhi
dello stesso colore.
Quando
fu quasi vicina, gettò un’occhiata alla piazza
principale, luogo di particolare
attenzione. Notò due ragazzi, che si stavano fronteggiando.
Uno era mingherlino
e dai capelli neri, aveva degli occhi blu bellissimi, quasi magici.
L’altro era
più muscoloso, i capelli erano biondi e gli occhi di un
azzurro intenso. Il
primo, con fatica, cercava di schivare gli attacchi del secondo, che lo
attaccava senza farsi scrupoli. Li osservò per
pochi secondi, e poi scosse la
testa, borbottando: << uomini >>.
Continuò
per la sua strada e chiedendo un’altra
indicazione, arrivò davanti alla meta tanto agognata.
Bussò alla porta, ma
nessuno rispose. Ritentò, ma non successe nulla. Sospirando,
gettò lo zaino,
che aveva sulle spalle, sul pavimento e si sedette. Sicuramente il
medico di
corte era fuori e lei lo avrebbe dovuto aspettare. Non era carino
introdursi
senza permesso nelle case altrui.
Non
attese molto, che vide arrivare un
uomo anziano, in compagnia del ragazzo mingherlino, che aveva visto
battersi.
Si alzò in piedi e fece un inchino. << Salve
>>, si presentò, prima
che i due potessero proferir parola.
<<
Buongiorno >>, si fece
avanti il vecchio, << posso esservi d’aiuto?
>>, chiese, osservando
la fanciulla.
<<
Sì >>, Crystal annuì,
<< se voi siete Gaius, sì >>,
rispose, sorridendo.
<<
Ah >>, il ragazzo emise
un gemito di dolore, che attirò l’attenzione
dell’uomo e di Crystal.
<<
Ti fa ancora male? >>, l’uomo
poggiò le mani sulle spalle del ragazzo, che emise un altro
ululato, non appena
il vecchio iniziò a massaggiarle.
<<
Secondo voi? >>, chiese
ironico il ragazzo.
<<
E’ normale >>, s’intromise
Crystal, mentre i due la fissarono. << Il tuo fisico non
è abituato a
subire sforzi del genere >>, giudicò,
<< ti ho visto sai? Dai
movimenti sembra che tu non abbia mai impugnato una spada
>>, continuò
avvicinandosi a lui. << Permettete? >>,
chiese a Gaius, che incerto,
scostò le mani, che furono prontamente sostituite da quelle
di Crystal. Fece un
movimento con le dita, che fece guaire ancora una volta il ragazzo.
<< Lo
vedi? Sei un mucchietto di pelle ossa, dovresti rafforzare i muscoli,
prima di
impugnare un’arma del genere >>.
<<
Grazie >>, rispose offeso
il ragazzo, che mise su un broncio.
<<
Perdona la brutalità >>,
si scusò, continuando il massaggio, << non era
mia intenzione offenderti
>>, gli spiegò dolcemente, <<
volevo solo dirti di stare più
attento. Devi pensare alla tua salute, e non a sfidare prodi cavalieri
molto
più grossi di te >>.
Quest’affermazione fece suscitare una risata da
parte del vecchio.
<<
Avrei voluto vedere te
>>, rimbeccò il ragazzo, con voce cupa,
<< se ti avesse provocato
>>, continuò, osservando Crystal.
<<
Probabilmente >>, rifletté
la ragazza, << avrei fatto lo stesso >>
terminò con un sorriso.
Dedusse dalle parole del ragazzo, che anche lui l’aveva
scambiata per un uomo.
Non poté fare a meno di ridere. Era divertita da tutto
questo.
Il
giovane, nell’udire le sue parole,
sorrise. Crystal smise di massaggiargli le spalle e disse:
<< ora i
muscoli sono a loro posto. Nello zaino dovrei avere un unguento che ti
allieverà il dolore e… >>,
s’interruppe, accorgendosi che Gaius la stesse
fissando. << Se Gaius non ha nulla in contrario,
ovviamente >>, si
riprese, sperando di non aver in qualche modo offeso l’uomo.
<<
E’ sempre un piacere vedere un
cervello attivo e competente in quest’ambito
>>, dichiarò l’uomo,
suscitando gioia in Crystal, che disse: << grazie
>>.
<<
Gradite una tazza di tè?
>>, le domandò, << mi sembra di
aver sentito che voi dobbiate
parlarmi >>.
<<
Volentieri >>, accettò
Crystal.
Gaius
aprì la porta e la invitò a
entrare: << prego >>.
Crystal
entrò, seguita dal ragazzo.
Osservò quella grande stanza, estasiata. Era piena di
oggetti interessanti e
libri. Si soffermò particolarmente su questi ultimi,
immaginando di quanti
argomenti potessero trattare.
Gaius chiuse la porta e
tuonò al ragazzo:
<< Merlino, un po’ di ospitalità
>>.
<<
Eh? >>, mormorò Merlino.
Gaius
scosse la testa, sospirando.
Crystal rise. << Merlino >>,
sussurrò Crystal, << che nome
insolito >>, commentò, fissando
l’interessato, << però carino
>>, aggiunse.
<<
E il tuo qual è? >>,
chiese Merlino.
<<
Crystal >>.
<<
Anche il tuo è insolito
>>, le fece notare Merlino, ghignando.
<<
Okay, me la sono meritata
>>, ammise Crystal, sedendosi su una sedia.
<<
Da dove vieni? >>, le
chiese, curioso.
<<
Da Reef >>, rispose con
naturalezza Crystal, << è un po’
distante da qui >>, commentò,
<< non credo che tu lo conosca >>.
Merlino
scosse la testa.
<<
Reef, eh? >>, la voce di
Gaius, attirò l’attenzione dei due ragazzi.
<< Conosco quella città
>>, disse Gaius.
<<
Siete piuttosto noto lì
>>, gli comunicò Crystal, <<
quindi, questo non mi stupisce
>>.
<<
Ci sono stato un paio di volte
>>, confessò Gaius, intento a mettere a
bollire la caraffa. << Come
sta la regina Elizabeth? >>.
Crystal
sospirò. << Non bene,
purtroppo >>, disse con voce grave, << dopo
la morte del sovrano,
di rado appare in pubblico >>.
<<
E i figli? >>.
<<
Derek si occupava degli affari
del regno. La gente spera che la regina abdichi, viste le sue assenze.
Isabelle
è diventata la personale dama di compagnia di Elizabeth.
Trascorre tutto il suo
tempo con la madre, non la lascia mai >>,
spiegò. << Reef sta per
cadere in disgrazia, e dubito si risolleverà
>>.
<<
Mi dispiace >>, Merlino
abbassò lo sguardo.
Gaius
si sedette con loro. << E’
per questo motivo che siete… >>.
Crystal
comprese cosa stesse intendendo
Gaius, e scosse freneticamente la testa. << No
>>, dichiarò decisa,
<< assolutamente no >>.
<<
Allora perché sei qui?
>>, s’intromise Merlino. << Sei
qui per i festeggiamenti? >>.
Crystal
scosse ancora una volta il capo.
<< La cattura del drago e la liberazione dei praticanti
della magia non sono
un buon motivo per festeggiare >>, affermò
seria, << almeno non per
me >>, precisò.
Merlino
si sentì sollevato nell’udire le
sue parole, un gesto che non sfuggì a Crystal.
<<
Sapete che questo è un pensiero
che non dovrete divulgare, se tenete alla vostra vita >>,
le ricordò
Gaius, che serviva il tè in delle tazze. << Il
re non tollera
dichiarazioni simili >>, le fece presente.
<<
Non ho paura di questo
>>, sorseggiò il suo tè.
<< Solo che sono qui con un preciso scopo,
e voglio portarlo a termine >>, affermò,
fissando Gaius negli occhi.
<< E voi ne fate parte >>.
<<
In che modo? >>, Gaius si
fece serio.
<<
Desidero che m’insegniate il
vostro lavoro >>, disse Crystal, lasciando di stucco
Merlino. << E’
vero che sono una donna! >>, esclamò, facendo
andare di traverso il tè a
Merlino, che sputacchiò ovunque. Tossì e Gaius
gli diede un colpo sulle spalle
per aiutarlo a respirare.
Crystal
comprese il motivo per cui
Merlino si fosse affogato, ma non ci fece caso e continuò il
suo discorso:
<< ma io voglio imparare a essere un bravo medico
>>.
Gaius
fece guizzare lo sguardo da
Merlino a Crystal, che lo guardava intensamente, nella speranza di una
sua
risposta, che non venne. A parlare fu Merlino, che con occhi sbarrati
guardava Crystal.
<< T-tu, cioè v-voi…
>>, balbettò, cercando acquisire un tono
più
formale, << siete una ragazza? >>, lo disse
come se fosse una cosa
impossibile.
<<
Lo so >>, la voce di
Crystal fu cordiale, ma allo stesso tempo calcata. << So
che il mio
aspetto fa sembrare tutto l’opposto, ma ti assicuro che sono
una ragazza, e
credimi >> abbassò lo sguardo, fissando il
contenuto della sua tazza,
<< delle volte mi piacerebbe essere il contrario
>>.
<<
Non dubito di questo >>,
asserì Gaius, infastidendo leggermente la fanciulla.
<< Anche se ho un’età
veneranda, so riconoscere una ragazza, anche se tenta di mostrare
l’opposto
>>.
<<
Non era mia intenzione >>
si giustificò Crystal, << comunque, a voi la
scelta >>.
<<
Il coraggio non vi manca
>>, giudicò, << ma non credo che
vi aiuterà nella vostra impresa
>>.
<<
Quindi è un no? >>,
chiese Crystal, innervosita.
<<
Tuttavia >>, Gaius la
ignorò, << la vostra determinazione va oltre
le convenzioni sociali,
perciò, sarò ben disposto ad aiutarvi
>> concluse. << E mi
dispiacerebbe sprecare un talento come il vostro >>,
aggiunse con un
sorriso mesto.
Crystal
balzò dalla sedia dall’euforia e
si fiondò sul vecchio, abbracciandolo. Gaius
arrossì e tentò di liberarsi
goffamente della fanciulla. << Grazie di cuore
>>, mormorò,
lasciando esterrefatto Merlino, che guardava la scena con la bocca
spalancata.
<<
Merlino >>, lo chiamò
Gaius, che era riuscito a sciogliere quell’abbraccio.
<< Credo proprio
che tu debba dividere il tuo giaciglio con qualcuno >>.
<<
Cosa? >>. Merlino divenne
tutto rosso, persino le orecchie si colorarono. Crystal rise e
affermò:
<< per me non ci sono problemi >>.
<<
M-ma >>, tentò di dire
Merlino, << voi siete una donna >>, le
ricordò, con un filo di
voce.
<<
E allora? >>, chiese lei
con indifferenza, << dov’è il
problema? >>. Merlino aprì la bocca,
ma Crystal non gli diede il tempo di parlare. << Sta
tranquillo, so
difendervi >>, lo rassicurò, <<
quindi, se mai una notte tu uscissi
“fuori di testa” >>, nel pronunciare
le ultime parole, soffocò una
risata, << non mi farò problemi ad attaccarti
>>, terminò il suo
discorso con una tranquillità, che lo fece rabbrividire.
<< Ah >>,
aggiunse, << io sono soltanto Crystal, perciò
rivolgiti a me come se
fossi una persona qualunque, capito? >>.
<<
Cristallina >>.
<<
Chiamami di nuovo così e sarai
tu a doverti preoccupare di un attacco notturno >>.
Ciao
a tutti, ho presentato una nuova
fan fiction. Spero sia di vostro gradimento. Allora vi darò
alcune precisazioni
sul capitolo iniziale: Crystal è una ragazza molto semplice,
non bada molto a
quello che è esternamente. Per lei conta di più
quello che nel cuore. Il nome
Reef l’ho inventato perché non sapevo che pesci
pigliare (xD) e infine… beh…
ancora non avete visto niente. So che Merlino sembra molto coinvolto in
questo,
ma non sarà lui il co-protagonista di questa storia,
e… basta ho detto troppo.
Se volete scoprire cosa succederà, leggete il prossimo
capitolo e se vi va
lasciate qualche critica.
Kiss
kiss.
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Capitolo 2 *** Solo Crystal parte 2 ***
Era
passata già una settimana da quando Crystal
era arrivata a Camelot, e cinque giorni da quando Gaius
l’aveva assunta come
sua assistente personale. La fanciulla era entusiasta di questo.
Trascorreva le
sue giornate in compagnia del medico di corte, che ogni giorno la
portava con
sé per le vie della città per visitare i vari
malati. Quando non era con Gaius,
rimaneva a casa a studiare. Faticava molto e la paga che le offriva
Gaius non
era molto soddisfacente, ma non le importava. Ormai aveva raggiunto il
suo scopo,
e non avrebbe chiesto nulla di più.
Ogni
tanto, quando si concedeva una pausa,
trascorreva il tempo con il suo timido compagno di stanza: Merlino, un
ragazzo
dolce e simpatico. Stare in sua compagnia, le giovava. Merlino, come
lei
d’altro canto, era arrivato anche lui da poco in
città, e per questo si
sentivano molto uniti.
Fin
dal principio, non tardarono a legare. La
loro prima notte passata insieme, la trascorsero a parlare delle loro
vite.
Crystal rimase stupita dall’umiltà di Merlino e
provò tenerezza quando le
raccontò che il padre l’aveva abbandonato. Invece,
il giovane si stupì nel
costare di quanto fosse rivoluzionaria Crystal, nonostante provenisse
da un
regno con le stesse restrizioni di Camelot. Crystal parlò a
Merlino di quanto
amasse la libertà di essere se stessa. Ammise che non si
vergognava di pensarla
diversamente dagli altri, e non si curava del fatto che quasi tutta la
gente
che la incontrava la guardava come se fosse una creatura anormale.
Anzi,
aggiunse che lo trovasse divertente, in un modo o nell’altro.
Le
sue parole rincuorarono Merlino, che era
apparso, fin dal primo istante, agli occhi di Crystal, speciale. Lei
era sicura
che ci fosse qualcosa in lui, che non facilmente si riusciva a trovare
nella
gente. Sperò di capirlo, ma quel ragazzo, riguardo certi
aspetti, si rivelò un
mistero. Fu felice per lui, quando seppe che durante un bacchetto aveva
salvato
il principe ereditario e che, come ricompensa, era stato assunto come
suo
valletto personale.
La
fanciulla non era lì, poiché non lo ritenne
un ambiente consono al suo stato. Aveva detto che le bastava
scandalizzare il
castello durante la vita diurna, e che desiderava che
l’attrazione principale
fosse la cantante, giunta da molto lontano, non lei stessa. Ovviamente,
protestò sulla ricompensa, affermando che l’essere
il servo di qualcuno non
fosse una ricompensa, ma era felice che Merlino avesse trovato un
lavoro.
Il
povero ragazzo tornava sempre stanco, brontolando
che il principe lo facesse sgobbare pesantemente. Crystal gli faceva
sempre un
massaggio rilassante, e gli ordinava di assumere abbastanza proteine,
curandosi
lei stessa della sua alimentazione. Gaius li osservava sempre
divertito,
ritenendo che tra quei due si stesse instaurando un forte legame.
Crystal
s’impegnava molto e lavorava sodo per
compiacere il medico, infatti, le concesse una mattina di assoluta
libertà. La
giovane accettò l’offerta ben volentieri, sentendo
il bisogno di riposarsi.
Infatti, stette qualche ora in più del dovuto a letto, e poi
uscì con l’intento
di fare una passeggiata. Aveva bisogno di sgranchirsi un po’
le gambe e stare a
contatto con la natura.
Quel
giorno, purtroppo, era il dì del mercato,
un fattore che non tangeva minimamente Crystal, che si
limitò solo a osservare.
Curiosa, volle vedere i vestiti. Erano molto simili a quelli di Reef,
solo che
questi sembravano di gran lunga più preziosi e costosi.
Scosse la testa al
pensiero di indossare un abito del genere, una seconda volta. Era
passato un
bel po’ di tempo, da quando aveva abbandonato quelle lunghe e
scomode vesti.
Gli abiti maschili erano molto più comodi, anche se inusuali
per lei.
Mentre
Crystal passeggiava per il mercato, una
ragazza attirò la sua attenzione. Non era molto alta e
indossava abiti umili. I
suoi capelli erano neri e ricci, legati in un chignon, e gli occhi
molto scuri.
Le parve familiare. Due secondi dopo, si ricordò di averla
vista in compagnia
di Merlino. Doveva lavorare presso il castello.
La
studiò accuratamente, avvicinandosi. La
ragazza in questione osservava con ammirazione un vestito, che teneva
delicatamente tra le mani. Era color oro pallido e molto semplice. A
Crystal
non piacque per nulla, dicendo a se stessa che fosse una questione di
gusti. La
ragazza continuava a prestare interesse verso il vestito, ma non si
accingeva a
decidersi. Crystal ipotizzò che fosse indecisa, e che forse
avesse bisogno di
una mano, così si fece avanti.
<<
Io lo prenderei se fossi in te
>>, le consigliò.
La
ragazza spostò la sua attenzione dall’abito
a Crystal, che continuò, sorridendo: << sono
sicura che ti starà
d’incanto >>.
La
giovane ricambiò il sorriso, arrossendo
leggermente. << Non credo che sia adatto a me
>>, considerò,
umilmente. <<
Mi sembra troppo per
me >>, rafforzò la frase, detta in precedenza.
<<
Perché mai? >>, contestò
Crystal, percorrendo con un dito la stoffa, << una
persona con un sorriso
smagliante come il tuo, merita questo e altro >>, la
elogiò.
Le
gote della ragazza si arrossarono ancora di
più. << Sei molto gentile >>,
ringraziò, cordialmente, << ma…
>>, emise un sospiro, << non posso
>>. Ripose il vestito sul
ripiano dov’era esposto.
<<
Io credo che ti stia sbagliando
>>, replicò Crystal, serrando le braccia.
<< Comunque, >>,
non si dilungò oltre, << io sono Crystal
>>, si presentò, facendo
un inchino.
<<
Piacere di conoscerti >>, disse,
imitando il suo inchino, << io sono Ginevra, ma quasi
tutti mi chiamano
Gwen >>.
<<
Gwen >>, sussurrò Crystal,
<< che bel nome >>, si
complimentò.
<<
Ti prego basta con gli elogi >>,
mormorò Gwen, ancora più rossa.
<<
Oh suvvia >>, la ammonì Crystal,
<< la verità va sempre rivelata, specialmente
se è piuttosto piacevole
>>.
Gwen
ridacchiò, anche
se in volto era ancora rossa. << Sei proprio un bel
giovane, gentile e
educato >>, la lodò, riferendosi a lei con
termini maschili.
<<
Ti ringrazio
per i complimenti ma… >>, Crystal non voleva
che Gwen non fosse a
conoscenza del suo vero essere. Sperava che potesse nascere un legame
di
amicizia, poiché la giovane le era parsa assennata e
cordiale. << Non
credo che si rispecchino con la mia personalità
>>, ammise, con un mezzo
sorriso.
<<
Prego?
>>, chiese Gwen, confusa.
<<
Io sono una
donna >>, spiegò Crystal, facendo per
l’ennesima volta arrossire Gwen.
Ormai era un’abitudine che Crystal facesse arrossire la gente
a Camelot. Prima
era toccato al povero Merli, e adesso alla timida ragazza dinanzi a lei.
<<
Oh >>,
mormorò, a bassa voce, << perdonami
>>, si scusò in fretta,
<< io-io >>.
<<
Non devi
scusarti >>, Crystal le impedì di proseguire,
<< è normale
scambiarmi per un lui >>, la rassicurò.
<< Insomma >>, fece
una giravolta, per mettersi in mostra, << guarda come
sono conciata
>>, si burlò.
<<
In realtà,
avevo capito che ci fosse qualcosa in te che non andava
>>, confessò
Gwen, scrutando Crystal. << Cioè, avevo visto
che i tuoi lineamenti erano
troppo delicati e fini per essere maschili >>, si
spiegò meglio.
<<
E’ vero
>>, concordò Crystal, ridendo,
<< non si è mai visto un ragazzo
senza un accenno di barba >>.
<<
In effetti,
hai ragione >>, concordò Gwen.
<< Comunque, non ti ho mai visto da
queste parti >>, cambiò discorso Gwen.
<<
Sì >>,
Crystal, annuì. << Provengo da Reef
>>, affermò, << e sono
qui da circa una settimana >>.
<<
Non sono mai
stata lì >>, dichiarò Gwen.
<< Hai già un lavoro? >>, le
chiese schiettamente, << perché, se vuoi,
posso mettere una buona parola
con lady Morgana, la figliastra del re. Lei potrebbe trovarti
un’occupazione al
castello >>, le offrì.
<<
Ti ringrazio
Gwen, ma non occorre >> rifiutò educatamente
Crystal, << lavoro già
presso Gaius, come sua assistente >>.
<<
Allora sei tu
l’apprendista di cui tutti parlano! >>,
esclamò Gwen, meravigliata.
<<
Di-cui-tut-ti-par-la-no? >>, sillabò Crystal,
a bocca aperta. Anche se
non lo dava a vedere, era molto timida su quel che riguardava la sua
persona.
<<
Ovviamente
>>, disse Gwen, come se fosse scontato. <<
Sono anni che Gaius non
ha assistenti e tu sei la novità >>, le
illustrò, << si parla di
te, perfino nelle cucine >>.
<<
Oh cielo!
>>, esclamò meravigliata Crystal,
<< e cosa si direbbe su di me?
>>, chiese curiosa, ma allo stesso tempo molto
imbarazzata.
<<
Che tu sia un
giovane educato e molto riservato >>, le
raccontò Gwen, << sembra
che tutti abbiano confuso il tuo sesso >>.
<<
Oh sì
>>, concordò Crystal, << fin dal
primo momento, che ho messo piede
qui >>.
<<
Questo ti
dispiace? >>.
<<
Assolutamente
>>, Crystal scosse la testa, << la trova
alquanto buffa e
divertente >>.
<<
Mi occuperò di
sistemare le cose personalmente, chiarendo le voci che circolano su die
>>, si premurò Gwen.
<<
Mi faresti un
grande favore >>, la ringraziò la fanciulla,
<< così non dovrei più
ingannare la gente senza volerlo >>. La sua affermazione
fece ridere
Gwen. << Anche se mi diverte >>,
confessò, schietta.
<<
Mi toglie una
curiosità? >>.
<<
Certo
>>, acconsentì Crystal.
<<
Merlino sa che
tu sei una ragazza? >>, chiese Gwen.
<<
Certo che lo
sa >>, affermò Crystal, << anche
se lo ha saputo proprio come te
>>.
<<
Merlino è
proprio… >>, Gwen s’interruppe per
pensare al termine esatto per
definirlo.
<<
Credo che
volesse lasciarti il piacere della scoperta >>,
ipotizzò Crystal,
<< come è successo a lui >>.
<<
Lo credo
anch’io >>, concordò Gwen.
<<
Già >>,
riaffermò Crystal, << a ogni modo Gwen, mi ha
fatto piacere conoscerti,
spero di rincontrarti presto >>.
<<
Anch’io
>>, rispose Gwen, << ci vediamo
>>.
Crystal
si girò e fece
per andarsene, ma poi si bloccò e disse: <<
compra il vestito, mi
raccomando >>. Poi continuò per la sua strada.
Uscì dalla cittadella e si
diresse verso i boschi, canticchiando allegramente, finché
non udì chiamare da una
voce sconosciuta il nome Merlino. Crystal, incuriosita, si
voltò e si accorse
che la voce proveniva da dietro degli alberi.
Si
chiese se fosse il
caso di andare a verificare cosa stesse succedendo, ma qualcosa le
diceva che
non fosse il caso e che avrebbe fatto meglio a proseguire per la sua
passeggiata, ma la sua curiosità fu superiore
all’istinto, per questo si recò
verso quel luogo.
Sbarrò
gli occhi dalla
preoccupazione nel vedere un Merlino, alquanto confuso e armato, che
cercava di
difendersi con la spada da uno spadaccino che lo attaccava. A Crystal
sembrò di
rivivere un déjà-vu. Non impiegò molto
a capire che quel giovane, che
combatteva contro Merlino fosse il famoso principe Artù, per
cui iniziava a
provare una certa antipatia, suscitata dai racconti
dell’amico.
Merlino
cercava di
difendersi a stento ma Artù non aveva pietà e
colpiva con vigore. Crystal fu
sul punto di intervenire, preoccupata per Merlino, che, per lei, aveva
un
fisico poco muscoloso per combattere contro quel
“bestione”. Infatti, quando il
povero amico cadde per terra e Artù gli puntò la
spada alla gola, Crystal
ringhiò.
Merlino
si accorse di
lei ed esclamò: << ehi! >>. Lei
gli sorrise e gli raccomandò in
tono di rimprovero: << non fare sforzi >>.
Merlino scosse la testa,
<< stai tranquilla >>, tentò di
rassicurarla. Nel frattempo, il
principe si era accorto della presenza della fanciulla e
osservò annoiato la
scena, ma stranamente non intervenne. Si limitò a
squadrare Crystal,
chiedendosi chi fosse e perché non l’avesse mai
vista a Camelot. Anche lui la
scambiò per un uomo, ma come Gwen, si soffermò
sui suoi lineamenti delicati.
<<
Mi dispiace
interrompere la vostra conversazione, signori >>,
dichiarò in tono
ironico Artù, facendo cadere l’attenzione di
Crystal su di lui, << ma se
non te ne fossi accorto >>, si rivolse a Crystal,
<< Merlino
>>, calcò il nome del povero, <<
si sta allenando >>.
<<
Certo che l’ho
notato sire >>, rispose Crystal, con la voce tagliente,
<< ma si dia
il caso che Merlino ha una muscolatura non adeguata agli scontri
aperti, e se
continuerete in questo modo, gli romperete tutte le ossa
>>, gli fece
notare, con gli occhi che erano delle scintille viventi.
Artù
si sentì offeso, e
le chiese, ruggendo: << E tu chi saresti?
>>.
<<
Crystal,
signore >>, rispose con un inchino formale,
<< solo Crystal >>.
Ciao
a tutti.
Crystal
ha finalmente
incontrato Gwen e il Pendragon, che per sua sfortuna ha trovato un osso
duro.
Crystal prova sentimenti di vera amicizia per Merlino, e per questo non
tarderà
nel difenderlo. In Gwen ha trovato una futura amica, anche se non credo
la cosa
si dilungherà eternamente…
Comunque,
ho visto che
nessuno ha lasciato commenti. Mi dispiace, ma va bene così.
Ringrazio coloro
che hanno letto la storia, e se vi va lasciate un piccolo commento.
Kiss
kiss
|
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Capitolo 3 *** Solo Crystal parte 3 ***
Il
principe Artù alzò un cipiglio e la
guardò stranito. Pensò che
quel marmocchio fosse piuttosto seccante. Infatti, non tardò
a sferrargli
contro una delle sue amabili battute:
<< Bene, solo Crystal >>, la
appellò Artù, << io ritengo che
tu non sia un solo Crystal, ma anche uno stupido Crystal
>>, la offese
volontariamente, << perché… vedi,
se tu non te ne fossi accorta, stai
parlando con il tuo sovrano.
Merlino
guardò immediatamente Crystal, aspettandosi una sfuriata
per l’offesa arrecata, ma la fanciulla non fece nulla di
tutto questo. Per
nulla intimidita, guardò il principe e diede sfogo alla sua
parlantina:
<< con tutto il rispetto sire, ma vorrei chiarire una
cosa. Vedete io non
sono ciò che voi ritenete, non fraintendetemi
>>, chiarì subito con le
ultime parole, vedendo il volto del principe stranirsi,
<< intendo che
non posso essere uno stupido >>. Artù
aprì bocca ma Crystal lo anticipò:
<< bensì una stupida >>,
precisò, lasciando Artù interdetto.
<< Perché se non ve foste accorto, io sono una
donna >>, gli
spiegò, imitando il tono del principe, << e
tale caratteristica, con cui
mi avete definito, ritengo sia più idonea
nell’essere attribuita a colui che
non è per nulla cieco, ma allo stesso tempo confonde una
spada luccicante con un
pezzo di legno >>. Concluse con un sorriso, falso
ovviamente. Crystal non
pensava che chi la confondesse per un maschio fosse stupido, ma in quel
momento
doveva pur lanciare battutine per scalfire il principe.
<< E comunque,
fermo stando alle voci che ho udito da quando sono qui, credo che voi
siate il
figlio del sovrano >>.
Le
parole di Crystal lasciarono Artù a bocca aperta. Il
principe
stentava a credere a quello che aveva appena sentito. Per prima cosa,
non
poteva credere che quell’essere fosse una ragazza,
poiché, anche se non si
faceva caso a gli abiti che la ragazza aveva in dosso, non aveva uno
straccio
di forma ed era magra quanto uno stecchino, e poi era impossibile che
qualcuno
si rivolgesse a lui con quel tono. Lui era il principe Artù
e non c’era uomo,
donna o bambino che avesse il diritto di insultarlo.
Crystal,
dal canto suo, era tranquilla e disinibita, per nulla
turbata da quella che potesse essere la reazione di Artù,
che aveva
assottigliato lo sguardo e la fissava come una preda da massacrare.
Merlino fissava
la scena con occhi sgranati, ma dentro di se provava un grande senso di
gratitudine verso l’amica.
<<
Come ti permetti di parlarmi così? >>, le
chiese,
furibondo, avvicinandosi a lei a grandi passi, << Io sono
il principe
Artù >>.
<<
Pendragon >>, continuò lei come se nulla fosse.
<<
Esatto >>, concordò, <<
Pendra… >>, non
finì mai quello che stava dicendo, poiché i suoi
occhi lampeggiavano come
fiamme ardenti. << Non osare mai più
rivolgerti con quel tono marmocchia
>>, la minacciò. Crystal fu pronta a
rispondergli, ma Artù non le diede
il tempo. << E poi non posso credere che tu sia una
ragazza >>,
affermò, incredulo, facendo ridacchiare Crystal. La risata
di Crystal non
sfuggì ad Artù e la avvertì:
<< se ti stai burlando di me… >>.
Crystal
intervenne prontamente: << spero che mi crediate,
perché, sappiate, che non ho intenzione di calare i miei
pantaloni, per farvi
controllare se sto dicendo la verità >>,
dichiarò, tranquilla.
Merlino
si portò le mani alla bocca, sconvolto, e Artù
divenne
rosso in un mix di vergogna e rabbia. Non poteva credere ai suoi occhi.
Quella
fanciulla, anzi quel maschiaccio… sembrava che provenisse
dai peggiori borghi,
nonostante avesse un linguaggio scurrile. <<
Un’altra insinuazione
>>, continuò a minacciarla, << e
finirai in prigione >>.
<<
Oh, ma certo >>, annuì Crystal,
<<
rinchiudetemi pure in una cella, e date come motivazione il fatto che
io vi
abbia annotato di esservi sbagliato, e poi di avere usato termini
estremi per
farvelo capire >>, continuò, trattenendo una
risata, << cosa che vi
farà apparire come quell’attributo, con cui mi
avete ingiustamente definito
prima >>. Artù divenne ancora più
rosso. << Fate pure >>, lo
invitò, ghignando, << io non ci
perderò nulla, anzi avrò dei giorni di
vacanza con il cibo quasi assicurato. Tanto non sarò io a perdere completamente la faccia dinanzi un reame >>,
calcò le
ultime parole.
Artù
si avvicinò ancor di più alla giovane. I due
erano a un passo
di distanza. Crystal era tranquilla, a differenza di Merlino, che
temeva per la
sua sorte. La fissò truce per alcuni secondi, ma dopo sul
suo volto comparve un
sorrisetto compiaciuto. << Hai un bel coraggio, ragazza
>>, si
complimentò, ma contro le sue aspettative, Crystal non lo
ringraziò, si limitò
a dire solamente: << buon per me >>.
Il
sorrisetto scomparve dal volto di Artù, lasciando spazio a
un’espressione
seccata. << Bene >>, affermò.
<<
Bene >>, ripeté lei, inchinandosi,
<< con il
vostro permesso, tolgo il disturbo >>, si
voltò e si rivolse dolcemente a
Merlino: << tu non stancarti troppo >>. Poi
si diresse verso la
foresta, scomparendo tra gli alberi.
<<
Tu la conosci? >>, chiese inquisitorio Artù a
Merlino.
Il
giovane sospirò, annuendo. << Da quando sono
arrivato qua
>>, gli raccontò. Guardò gli alberi
che Crystal aveva superato, <<
è una brava ragazza >>, commentò,
con un lieve sorriso.
<<
Sapevi anche che fosse una ragazza? >>, il principe
si chinò accanto a lui.
Merlino
annuì. << Anch’io l’ho
scambiata per un ragazzo
>>, gli confidò, << ma non mi ha
dato dello stupido, anzi l’ha
trovato divertente >>, lo punzecchiò.
Artù alle sue parole non si
scompose e si alzò: << bene >>,
affermò, rimettendo a posto la
spada, << per oggi abbiamo terminato >>.
<<
Finalmente >>, gioì Merlino, socchiudendo gli
occhi.
<<
Ora tu puoi andare a lucidare la mia armatura per il
torneo di domani >>, lo invitò
Artù, ghignando, << ma prima di
questo, le stalle avrebbero bisogno di una pulita >>, gli
rammentò, facendo
sentire male il povero servo, che piagnucolò sottovoce.
Il
principe, sodisfatto, lo lasciò lì, marciando
verso il
castello. Borbottò tra se: << e
così sarei io lo stupido? >>. Si
girò, lanciando un’occhiata disgustata al suo
povero servo, che a fatica si
rialzava. << Donne >>, commentò,
<< è una questione di gusti
>>, straparlò.
Crystal,
nella foresta, passeggiava tranquillamente. Lungo il
tragitto vide delle erbe, che le sarebbero servite per preparare un
unguento
per le ferite superficiali. Le raccolse e le tenne tutto il tempo in
mano, non
avendo un paniere dove poggiarle. Camminò per molto e si
fermò davanti a un
ruscello, in cui sciacquo le mani e si rinfrescò il volto.
Mentre immergeva le
mani nell’acqua, osservò il suo volto riflesso.
Stette per lunghi secondi a
fissarlo, ma dopo sospirò e scosse la testa. Quando
finì, si accorse che fosse
il momento di rientrare a Camelot.
Percorse
la stessa strada e all’entrata della cittadella si
soffermò a guardare dei bambini, che giocavano.
Invidiò loro la spensieratezza
e l’innocenza. Avrebbe dato qualunque cosa per avere quegli
sguardi, così
infantili, ma anche spudoratamente veri. Crystal scosse la testa una
seconda
volta e tornò a casa, promettendosi: <<
andrà tutto bene, me lo sento
>>. Poi una lacrima solcò il suo viso, ma lei
la tolse istantaneamente.
Ciao
a tutti,
so
che questo capitolo è molto corto, ma dovevo concludere la
presentazione della ragazza. Nel prossimo capitolo tratterà
della seconda
puntata della serie televisiva, naturalmente molto modificata. Riguardo
a
questo capitolo: Crystal, come avrete capito, non ha peli sulla lingua
ed
esagera senza farsi scrupoli, una cosa a cui dovrebbe stare attenta.
Artù,
ovviamente, è infastidito da questa ragazza,
poiché nessuno può tenergli testa.
Merlino, poverino, è sempre quello su cui ricadono le colpe.
Ringrazio
a tutti quelli che hanno recensito e che hanno letto
questo capitolo. Grazie di cuore.
Vi
do delle anticipazioni:
<<
A Reef i tornei si svolgono in maniera diversa >>,
dichiarò Crystal, massaggiando le spalle a Merlino,
<< il vincitore, alla
fine, dona un bacio alla sua amata >>, spiegò.
<<
Avresti mai voluto essere il premio di qualcuno’
>>, chiese Merlino, sfogliando un libro.
<<
Secondo te? >>.
<<
E’ un idiota >>, decretò Merlino.
<<
Ti sbagli >>, lo contraddisse Crystal,
sbadigliando, << dirgli idiota sarebbe un offesa per
coloro che sono
idioti >>.
<<
Farò finta che le mie orecchie non abbiano udito nulla
>>, la voce di Artù si diffuse nella tenda.
<<
Evitate lo sforzo, altezza >>, gli consigliò
Crystal, << poi si finisce per non accettare la
realtà >>.
Spero
di aggiornare presto.
Kiss
kiss.
|
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Capitolo 4 *** Tornei e fazzoletti ***
<<
Crystal >>, chiamò titubante
Merlino, che era chinato sul letto della fanciulla, per scuoterla
così da farla
svegliare << Crystal >>, la
chiamò nuovamente, ma la ragazza non
accennava a dare senni di vita. Il giovane non si era preoccupato,
poiché il respiro
della ragazza era regolare e poi aveva appreso, con il passare dei
dì, che la
sua nuova amica amasse molto dormire. E di certo, non
l’avrebbe disturbato se
Crystal non gli avesse chiesto espressamente di voler essere svegliata
presto,
per vedere il torneo, che sarebbe stato indetto quel giorno. Merlino
non si
stupì di questo, giacché ormai conosceva i gusti
“maschili” di Crystal, che
nonostante fosse una ragazza, appariva l’opposto di quello
che era realmente.
Merlino, sinceramente, trovava piacevole la sua compagnia,
perché gli argomenti
di conversazione, che c’erano tra i due amici, erano privi di
carattere
sentimentale. Crystal, pur essendo in grado di mettere a disagio la
gente,
riusciva a dare quella sensazione di sicurezza, di cui Merlino aveva
bisogno.
<<
Crys >>, Merlino continuava a
cercare di svegliare la ragazza, ma non ci riusciva, così si
arrese e la lasciò
dormire, giustificato dal fatto che lei non avesse aperto
mezz’occhio, sebbene
lui l’avesse chiamata più volte.
Crystal
dopo varie ore aprì gli occhi. Si mise
a sedere sul letto e sbadigliò profondamente,
stiracchiandosi le braccia.
Ammise che era da un po’ di tempo che non dormiva
così bene. Sorrise, alzandosi
dal letto e andò ad aprire la finestra, così da
far illuminare la stanza, che
era piuttosto buia.
Il
suo sorriso si congelò, quando si accorse
che il letto di Merlino era già fatto. Alzò un
cipiglio, insospettita e aprì la
porta che separava la sua stanza dal resto della casa di Gaius.
Il
medico era intento a leggere un libro, infatti,
non si accorse della sua presenza. Crystal, esclamò:
<< buongiorno
>>.
Gaius
spostò la sua attenzione dal libro alla
sua allieva, << buongiorno >>,
ricambiò il saluto, <<
mattinata pesante, eh? >>, chiese, in tono allegro.
<<
No >>, replicò Crystal,
stranita, << almeno >>, ci pensò
su, riflettendo per cinque
secondi, << credo >>, terminò,
guardandolo incuriosita. <<
Perché dovrebbe esserlo? >>, chiese, schietta.
<<
Un uccellino mi ha riferito che tu non
riuscissi ad alzarti dal letto stamane >>, le disse,
tornando a studiare
il suo libro, << pare che tu abbia la stessa pesantezza
di un sasso
>>.
Crystal
ridacchiò nervosamente, per poi
riacquistare un po’ di contegno. << Io, come
dire, avevo chiesto a
Merlino… proprio per questo >>.
<<
Merlino ha tentato di svegliarti
>>, la avvertì, << ma il tuo
sonno era troppo profondo >>.
Crystal
sbarrò gli occhi, << questo
significa che… >>, iniziò,
inorridendo.
<<
Che tra mezz’ora inizierà il torneo
>>, terminò Gaius in maniera affabile,
<< ti conviene sbrigarti, se
vuoi veder… >>, ma Gaius non
terminò la sua frase poiché la sua allieva
era già corsa verso la sua stanza per prepararsi.
Gaius
scosse la testa, continuando a leggere,
però fu nuovamente interrotto dal rumore di una porta che
era sbattuta, che era
proprio quella di casa sua. Scocciato, si girò e vide
Merlino trafelato.
Inizialmente si preoccupò, chiedendogli: <<
cosa è successo? >>.
Merlino,
però, non riuscì a dire nulla, poiché
il suo respiro era troppo affannoso ed era troppo impegnato ad
ansimare. Le uniche
cose, che Merlino riuscì a borbottare, furono:
<< fazzoletto… Artù…
guai…>>,
queste parole erano state dette a lunga distanza tra loro. Poi
aggiunse:
<< non ho tempo per spiegarvi >>, e
sgattaiolò verso la sua stanza.
Gaius
tentò di fermarlo, ma non ci riuscì,
poiché
Merlino era già entrato nella stanza, dove Crystal si stava
preparando. Il buon
medico arricciò le labbra e scosse la testa, quando
udì un urlo isterico:
<< fuori! >>. Merlino fu scaraventato fuori
dalla stanza. Il
giovane aveva dipinta sul volto un’espressione scandalizzata,
ma allo stesso
tempo sorpresa. << I-io >>,
balbettò, indicando con il pollice la
stanza.
<<
Dovresti imparare a bussare, prima di
entrare nella stanza di una donzella >>,
dichiarò saggiamente Gaius, non
potendo fare a meno di ridacchiare.
<<
Si dia il caso che quella sia pure la
mia stanza >>, precisò Merlino, che
iniziò a innervosirsi, << e poi
come si può definire quell’essere: una donzella?
>>, gli chiese, a bassa voce.
<<
Guarda che non sono sorda >>,
gli fece notare Crystal, dall’altra stanza.
<<
Donne >>, brontolò Merlino.
<<
Ho sentito anche questo >>,
dichiarò Crystal, uscendo dalla stanzetta. <<
Brutto grossolano >>.
<<
Grossolano a me? >>, Merlino la
guardò male, << ma ti sei vista tu? Che di
femminile non hai nulla
>>, le fece notare.
<<
Beh, sicuramente… >>.
<<
E’ stato un malinteso >>, s’intromise
Gaius, fermandoli, << Merlino >>, si
rivolse al giovane, <<
non dovevi entrare nella stanza? >>, gli
ricordò, mentre il giovane
annuiva e correva verso il luogo indicato.
<<
Uomini e donne sono incompatibili >>,
commentò Crystal, sorridendo a Gaius, che annuì,
consapevole.
<<
Crystal >>, la chiamò Merlino,
urlando disperato, facendo sobbalzare la ragazza.
<<
Che è successo? >>, chiese
spaventata. Entrando nella stanza, in cui si trovava Merlino.
<<
Ho bisogno di aiuto >>, le
spiegò, mentre era accucciato sul pavimento, con la testa
sotto il letto.
<< Non trovo il mio foulard >>.
<<
E allora? >>, chiese Crystal,
<< sarà da qualche parte. Dai, andiamo, che
sta iniziando il torneo
>>, lo incitò, prendendogli il braccio e
cercando di tirarlo su.
<<
Appunto >>, sospirò Merlino,
alzandosi.
<<
Scusa, ma a che ti serve? >>,
chiese, curiosa Crystal. Poi un’idea le attraversò
la mente, facendola
sogghignare, << non è che ti stai preparando,
perché al torneo ci sarà
una bella fanciulla? >>, gli chiese, facendo arrossire
l’amico, <<
magari si chiama Gwen? >>, lo stuzzicò.
<<
Che dici? >>, Merlino arrossì
ancora di più, facendo ridere Crystal. <<
Comunque, >>, cambiò
argomento, cercando di non arrossire, << ho bisogno di un
foulard, perché
ho problemi alla gola >>, mentì.
<<
Mmm >>, Crystal lo squadrò,
dirigendosi verso il suo zaino, << se è un
foulard di cui hai bisogno, te
lo darò certamente >>. Frugò tra le
sue cose e prese un foulard viola.
<< Puoi tenerlo, io tanto non lo uso spesso
>>, concesse,
porgendolo.
<<
Non è necessario >>, chiarì
Merlino, in fretta, << appena troverò il mio,
te lo ridarò >>,
promise, chinando il capo in segno di gratitudine, per poi schizzare
via.
Crystal
fece una smorfia. Aveva sempre visto
Merlino con un foulard in dosso, ma non avrebbe mai creduto che fosse
per un
fattore estetico. Scrollò le spalle e raggiunse Gaius, al
quale domandò:
<< che voi sappiate, Merlino ha problemi alla gola?
>>.
Il
medico s’insospettì nel sentire quelle
parole, e non capendone il senso, scosse la testa. Crystal lo
ringraziò e lo
avvertì che si sarebbe recata al torneo. Durante il tragitto
pensò alle parole
di Merlino, che di sicuro le stava nascondendo qualcosa, e siccome di
mezzo c’era
il suo foulard, che teoricamente gli aveva regalato, lei rientrava in
quella
faccenda, e per questo era tenuta a scoprire cosa ci fosse dietro. Una
volta
arrivato nel luogo dove si sarebbe svolto il torneo, cercò
un posto a sedere
negli spalti, già occupati. Mentre camminava, una voce
attirò la sua
attenzione. Era Gwen, che parlava con… Lady Morgana. Era
certa che fosse lei. L’aveva
intravista due giorni prima nei corridoi ed era rimasta estasiata alla
vista di
questa donna così bella ed elegante.
Senza
vergogna, si avvicinò a loro e salutò
Gwen: << ciao cara >>.
Gwen
si voltò, insieme alla sua signora. La
giovane fu lieta di rivederla, << ciao Crys
>>, ricambiò il saluto.
Poi si accorse che Lady Morgana le stava fissando, curiosa,
così Gwen si
premurò a presentarle: << Crystal
>>, si rivolse a lei formalmente,
<< questa è Lady Morgana, la figliastra del re
>>. Lady Morgana le
sorrise, e Crystal fece subito un profondo inchino. <<
E’ un piacere fare
la vostra conoscenza, mia signora >>.
<<
Crystal >>, la chiamò Morgana,
<< Gwen mi ha parlato molto di te. Sei proprio come
t’immaginavo
>>, espresse.
<<
Sono lieta di non avere deluso le
vostre aspettative >>, disse Crystal.
<<
Perché non ti siedi con noi? >>,
la invitò la castellana.
<<
Volentieri >>, accettò Crystal,
sedendosi accanto a Gwen, che subito le fece posto. << Si
sa già quale
sarà la posta in palio? >>, domandò
Crystal.
<<
Oh sì >>, rispose Gwen,
eccitata, << il vincitore vincerà delle monete
d’oro e avrà l’onore di
accompagnare Lady Morgana al ballo >>.
<<
Capisco >>, mugugnò Crystal,
<< certo, che deve essere una grande noia, essere il
premio di qualcuno
>>, osò dire, lasciando Gwen stupita da tanta
schiettezza.
<<
Non sai quanto >>, ammise Lady
Morgana, cupa.
<<
Speriamo almeno che a vincere sia un
giovane aitante >>, le augurò Crystal,
facendola rallegrare.
<<
Ad esempio il principe Artù >>,
propose Gwen.
<<
Assolutamente no >>, rispose la
nobildonna, scuotendo la testa, << ho già
accompagnato svariate volte il
mio fratellastro >>, sospirò, dicendolo come
se fosse un fardello, <<
mi piacerebbe scortare un altro cavaliere, magari intrigante e bello, e
anche…
>>, ma il suono delle trombe, che segnavano
l’entrata dei cavalieri, la
interruppe.
Entrarono
svariati cavalieri e Crystal
riconobbe il principe fra i tanti. Notò come Morgana
scrutasse i volti, e
questo la fece ridacchiare sottovoce. Un uomo, che Crystal
pensò fosse il re,
alzandosi in piedi disse loro quale sarebbe stato il premio e
augurò una buona
sorte a tutti.
Il
torneo iniziò ufficialmente, e uno dei primi
combattenti era Artù. Crystal ammise che fosse un bravo
spadaccino, ma ne aveva
visti di migliori. Una cosa che catturò la sua attenzione fu
il fazzoletto che Artù
aveva legato al braccio. Era viola, con dei ricami, notò che
assomigliava
tantissimo al… sgranò gli occhi, rendendosi conto
che quello fosse il suo foulard.
Immediatamente il suo
sguardò si spostò sulla tenda, da dove era fuori
uscito il principe. Vide
Merlino, che la fissava dispiaciuto. Crystal, con un falso sorriso, gli
fece
cenno, che avrebbero fatto i conti dopo. Il povero Merlino
alzò gli occhi al
cielo, domando agli Dei dell’antica religione,
poiché la sorte l’aveva sempre
con lui.
Crystal
sbuffò, guardando pigramente tutto il
torneo. Fu scontato che Artù arrivò in finale, e
con lui altri. Uno in
particolare colpì Lady Morgana. Si chiamava Valiant. A
Crystal fu indifferente,
la sua mente era rivolta al suo amico/traditore. Una volta terminato
tutto.
Salutò le due con un inchino e si congedò alla
ricerca di Merlino.
Lo
trovò nella tenda, che stava riponendo l’armatura
di Artù. Lei gli regalò un sorriso, che lo fece
rabbrividire. << Io non
volevo >>, iniziò Merlino ma Crystal gli
disse: << dammi una sola
ragione per cui non dovrei strozzarti con il MIO >>,
precisò l’appartenenza
dell’oggetto in questione, << foulard
>>.
<<
Artù aveva bisogno di un pegno
>>, si giustificò Merlino.
<<
E giustamente tu hai pensato bene di
dargli il mio >>, concluse Crystal, furente.
<<
Mi ha chiesto di chiederglielo a una
dama qualunque, >>, continuò Merlino,
<< lui non aveva il tempo di
farlo >>, la guardò mortificato,
<< sapessi quante ragazze gli
muoiono dietro >>.
<<
E tu hai pensato bene, tra tutte le
dame esistenti in questo regno, di domandarlo a me >>,
sbottò Crystal,
<< per tua informazione, io non gli muoio dietro, quindi
non rientro
nella categoria >>.
<<
Perdonami >>, si scusò Merlino,
<< non accadrà più >>.
Crystal
sì addolci un po’. << Tranquillo
>>, lo rassicurò.
Merlino
sospirò di sollievo, ma gemette dal
dolore nel muovere il braccio.
<<
Che hai? >>, chiese prontamente
Crystal.
<<
Mi fa male la schiena >>, si
lagnò.
<<
Siediti >>, gli ordinò Crystal,
indicando una sedia, << ti faccio un massaggio
>>.
Lui
acconsentì di buon grado, annuendo e si
sedette. << Ti è piaciuto il torneo?
>>, chiese Merlino.
<<
Mmm, sì >>, rispose Crystal iniziando
a massaggiargli la schiena.
<<
Come sono i tornei nel luogo da dove
provieni? >>.
<<
A Reef i tornei si svolgono in maniera diversa >>,
dichiarò Crystal,
massaggiando le spalle a Merlino, << il vincitore, alla
fine, dona un
bacio alla sua amata >>, spiegò.
<<
Avresti mai voluto essere il premio di qualcuno? >>,
chiese Merlino.
<<
Secondo te? >>.
<<
Non credo proprio >>, rise Merlino. << A
proposito, hai notato quel
Valiant? >>.
<<
Oh sì. E’ entrato nelle grazie di Morgana
>>.
<<
Ha ferito brutalmente il suo avversario >>, le
comunicò Merlino
pensieroso.
<<
E dove sarebbe la novità? Tutti i cavalieri sono feriti,
quando gareggiano
>>, gli rammentò la fanciulla.
<<
Sì, ma… >>.
<<
Merlino >>, Artù fece irruzione nella tenda.
Rivolse uno sguardo di
sbieco ai due, e commentò sarcastico: << ma
bene, vedo che adesso ci
rilassiamo >>.
Merlino
tentò di alzarsi, ma Crystal lo bloccò.
<< E anche se? >>, ribatté,
<< sarebbe un problema? Guardate che anche i vostri servi
hanno questo
diritto >>.
<<
La tua sfacciataggine non ha limiti Crystal! >>,
esclamò il principe,
rassegnato.
<<
Oh, vedo che vi siete ricordato il mio nome >>,
notò Crystal, continuando
il massaggio, come se niente fosse, a un Merlino imbarazzato.
<<
Non dimentico mai il nome di qualcuno che non tollero >>,
rimbeccò il
principe, << quando finisci, vai a lucidare la mia
armatura >>, si
rivolse a Merlino, sbattendogli contro i guanti e andando
dall’altra parte
della tenda.
<<
E’ un idiota >>, decretò Merlino.
<<
Ti sbagli >>, lo contraddisse Crystal, sbadigliando,
<< dirgli
idiota sarebbe un offesa per coloro che sono idioti >>.
<<
Farò finta che le mie orecchie non abbiano udito nulla
>>, la voce di
Artù si diffuse nella tenda.
<<
Evitate lo sforzo, altezza >>, gli consigliò
Crystal, << poi si
finisce per non accettare la realtà >>.
Ciao
a tutti,
ecco
il secondo capitolo. Spero che vi piaccia. Non aggiungo altro
perché devo
scappare. Ringrazio chi ha letto, e anche chi ha recensito. Mi
raccomando,
fatemi sapere com’è questo capitolo.
Kiss
kiss.
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