We were kings and queens

di Chanel7_94
(/viewuser.php?uid=152752)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Solo Crystal ***
Capitolo 2: *** Solo Crystal parte 2 ***
Capitolo 3: *** Solo Crystal parte 3 ***
Capitolo 4: *** Tornei e fazzoletti ***



Capitolo 1
*** Solo Crystal ***


Le porte di Camelot erano varcate da una giovane fanciulla, che ansimava e allo stesso tempo barcollava per la stanchezza. Le dolevano le gambe e non sentiva più le braccia, che ciondolavano lungo i fianchi. Erano tre giorni che camminava instancabilmente, sostando solo al calar del sole. Aveva quasi dimenticato il sapore di una pagnotta di pane, poiché il cibo le era scarseggiato, ma fortunatamente era arrivata a destinazione.
Camelot era la sua meta. Era giunta fin lì per incontrare un vecchio che si faceva chiamare Gaius, di cui il nome era molto rinomato nel suo paese. Era conosciuto come uno dei migliori medici della Britannia e la giovane era giunta fin lì per incontrarlo e chiedergli di insegnargli l’affascinante arte della medicina. Era un mestiere che le era da sempre piaciuto e per questo, dopo aver convinto la sua famiglia, che fino alla fine aveva opposto resistenza, era partita da Reef, la sua vecchia casa. Neanche lei era entusiasta della scelta, ma lo aveva ritenuto necessario. Allontanarsi dal suo luogo d’origine l’avrebbe fatta maturare parecchio, e poi avrebbe imparato ciò che a lei era sempre piaciuto.

La fanciulla notò che la piazza principale era affollata. Alzò un cipiglio, incuriosita, e si apprestò a unirsi alla folla che era radunata. Non essendo molto alta, con quella folla intorno fece fatica a vedere cosa stesse succedendo. Si alzò sulle punte, ma non riuscì egualmente nella sua impresa. Sbuffò, maledicendo mentalmente la sua bassezza. Decise di chiedere a una signora, accanto a lei.

<< Perdoni la curiosità signora >>, la giovane richiamò la sua attenzione, e sfoderò un ampio sorriso.

La donna si girò e scrutò la figura dinanzi a se. Ricambiò il sorriso. << Dimmi caro >>, lo incitò.

La fanciulla sbarrò gli occhi e soffocò una risata. Era successo di nuovo. L’avevano scambiata per un uomo. Cosa che poteva essere giustificata, dato il suo aspetto. La giovane non si premurò di illustrare il suo vero sesso alla donna, ma fece un piccolo inchino, << potrebbe spiegarmi il motivo per tanto trambusto? >>.

<< Non siete di qui, giusto? >>, chiese indagatoria, senza rispondere alla sua domanda.

<< No >>, rispose cordialmente la fanciulla, << mi chiamo Crystal e provengo da Reef >>, si presentò, credendo fermamente che dando qualche informazione di se, sarebbe stato il migliore modo per evitare ulteriori domande.

<< Oh, sei qui per i festeggiamenti? >>, continuò con le domande, deludendo Crystal, che si era chiesta perché la curiosità fosse così maledettamente donna.

<< No >>, la deluse Crystal, esponendo quell’affermazione con indifferenza.

<< E allora perché? >>, chiese invadente la donna.

La perfetta educazione di Crystal la frenò dallo sbuffare. Non ne poteva più di quelle domande. << Per motivi personali >>, tagliò corto, << anzi >>, un’idea le balenò per la testa, << saprebbe dirmi dove posso trovare Gaius? >>, chiese, preparandosi a rispondere alla seguente domanda, che la donna le avrebbe posto.

<< Cercate Gaius? >>, chiese, incuriosita.

<< Sì >>, annuì, << sono un suo allievo >>, le spiegò, divertendosi nell’appellarsi con un sostantivo maschile.

<< Oh >>, la donna si meravigliò udendo quell’affermazione.

<< Quindi? >>, la esortò Crystal, sperando che mettesse a freno la sua curiosità. La donna smise di porle domande e le indicò in quale luogo si trovasse la casa di Gaius.

Crystal ringraziò e si dileguò, facendo fatica a raggiungere il luogo indicato, vista la folla. Ripensò a quella donna e al fatto che l’avesse scambiata per un ragazzo. Come avrebbe potuto darle torto? I suoi abiti erano rigorosamente maschili. Lei era molto esile e piuttosto bassa, nessuna forma era pronunciata abbastanza da poter esser notate. Portava i capelli a metà collo, erano castani e gli occhi dello stesso colore.

 Quando fu quasi vicina, gettò un’occhiata alla piazza principale, luogo di particolare attenzione. Notò due ragazzi, che si stavano fronteggiando. Uno era mingherlino e dai capelli neri, aveva degli occhi blu bellissimi, quasi magici. L’altro era più muscoloso, i capelli erano biondi e gli occhi di un azzurro intenso. Il primo, con fatica, cercava di schivare gli attacchi del secondo, che lo attaccava senza farsi scrupoli. Li osservò per pochi secondi, e poi scosse la testa, borbottando: << uomini >>.

Continuò per la sua strada e chiedendo un’altra indicazione, arrivò davanti alla meta tanto agognata. Bussò alla porta, ma nessuno rispose. Ritentò, ma non successe nulla. Sospirando, gettò lo zaino, che aveva sulle spalle, sul pavimento e si sedette. Sicuramente il medico di corte era fuori e lei lo avrebbe dovuto aspettare. Non era carino introdursi senza permesso nelle case altrui.

Non attese molto, che vide arrivare un uomo anziano, in compagnia del ragazzo mingherlino, che aveva visto battersi. Si alzò in piedi e fece un inchino. << Salve >>, si presentò, prima che i due potessero proferir parola.

<< Buongiorno >>, si fece avanti il vecchio, << posso esservi d’aiuto? >>, chiese, osservando la fanciulla.

<< Sì >>, Crystal annuì, << se voi siete Gaius, sì >>, rispose, sorridendo.

<< Ah >>, il ragazzo emise un gemito di dolore, che attirò l’attenzione dell’uomo e di Crystal.

<< Ti fa ancora male? >>, l’uomo poggiò le mani sulle spalle del ragazzo, che emise un altro ululato, non appena il vecchio iniziò a massaggiarle.

<< Secondo voi? >>, chiese ironico il ragazzo.

<< E’ normale >>, s’intromise Crystal, mentre i due la fissarono. << Il tuo fisico non è abituato a subire sforzi del genere >>, giudicò, << ti ho visto sai? Dai movimenti sembra che tu non abbia mai impugnato una spada >>, continuò avvicinandosi a lui. << Permettete? >>, chiese a Gaius, che incerto, scostò le mani, che furono prontamente sostituite da quelle di Crystal. Fece un movimento con le dita, che fece guaire ancora una volta il ragazzo. << Lo vedi? Sei un mucchietto di pelle ossa, dovresti rafforzare i muscoli, prima di impugnare un’arma del genere >>.

<< Grazie >>, rispose offeso il ragazzo, che mise su un broncio.

<< Perdona la brutalità >>, si scusò, continuando il massaggio, << non era mia intenzione offenderti >>, gli spiegò dolcemente, << volevo solo dirti di stare più attento. Devi pensare alla tua salute, e non a sfidare prodi cavalieri molto più grossi di te >>. Quest’affermazione fece suscitare una risata da parte del vecchio.

<< Avrei voluto vedere te >>, rimbeccò il ragazzo, con voce cupa, << se ti avesse provocato >>, continuò, osservando Crystal.

<< Probabilmente >>, rifletté la ragazza, << avrei fatto lo stesso >> terminò con un sorriso. Dedusse dalle parole del ragazzo, che anche lui l’aveva scambiata per un uomo. Non poté fare a meno di ridere. Era divertita da tutto questo.

Il giovane, nell’udire le sue parole, sorrise. Crystal smise di massaggiargli le spalle e disse: << ora i muscoli sono a loro posto. Nello zaino dovrei avere un unguento che ti allieverà il dolore e… >>, s’interruppe, accorgendosi che Gaius la stesse fissando. << Se Gaius non ha nulla in contrario, ovviamente >>, si riprese, sperando di non aver in qualche modo offeso l’uomo.

<< E’ sempre un piacere vedere un cervello attivo e competente in quest’ambito >>, dichiarò l’uomo, suscitando gioia in Crystal, che disse: << grazie >>.

<< Gradite una tazza di tè? >>, le domandò, << mi sembra di aver sentito che voi dobbiate parlarmi >>.

<< Volentieri >>, accettò Crystal.

Gaius aprì la porta e la invitò a entrare: << prego >>.

Crystal entrò, seguita dal ragazzo. Osservò quella grande stanza, estasiata. Era piena di oggetti interessanti e libri. Si soffermò particolarmente su questi ultimi, immaginando di quanti argomenti potessero trattare.

 Gaius chiuse la porta e tuonò al ragazzo: << Merlino, un po’ di ospitalità >>.

<< Eh? >>, mormorò Merlino.

Gaius scosse la testa, sospirando. Crystal rise. << Merlino >>, sussurrò Crystal, << che nome insolito >>, commentò, fissando l’interessato, << però carino >>, aggiunse.

<< E il tuo qual è? >>, chiese Merlino.

<< Crystal >>.

<< Anche il tuo è insolito >>, le fece notare Merlino, ghignando.

<< Okay, me la sono meritata >>, ammise Crystal, sedendosi su una sedia.

<< Da dove vieni? >>, le chiese, curioso.

<< Da Reef >>, rispose con naturalezza Crystal, << è un po’ distante da qui >>, commentò, << non credo che tu lo conosca >>.

Merlino scosse la testa.

<< Reef, eh? >>, la voce di Gaius, attirò l’attenzione dei due ragazzi. << Conosco quella città >>, disse Gaius.

<< Siete piuttosto noto lì >>, gli comunicò Crystal, << quindi, questo non mi stupisce >>.

<< Ci sono stato un paio di volte >>, confessò Gaius, intento a mettere a bollire la caraffa. << Come sta la regina Elizabeth? >>.

Crystal sospirò. << Non bene, purtroppo >>, disse con voce grave, << dopo la morte del sovrano, di rado appare in pubblico >>.

<< E i figli? >>.

<< Derek si occupava degli affari del regno. La gente spera che la regina abdichi, viste le sue assenze. Isabelle è diventata la personale dama di compagnia di Elizabeth. Trascorre tutto il suo tempo con la madre, non la lascia mai >>, spiegò. << Reef sta per cadere in disgrazia, e dubito si risolleverà >>.

<< Mi dispiace >>, Merlino abbassò lo sguardo.

Gaius si sedette con loro. << E’ per questo motivo che siete… >>.

Crystal comprese cosa stesse intendendo Gaius, e scosse freneticamente la testa. << No >>, dichiarò decisa, << assolutamente no >>.

<< Allora perché sei qui? >>, s’intromise Merlino. << Sei qui per i festeggiamenti? >>.

Crystal scosse ancora una volta il capo. << La cattura del drago e la liberazione dei praticanti della magia non sono un buon motivo per festeggiare >>, affermò seria, << almeno non per me >>, precisò.

Merlino si sentì sollevato nell’udire le sue parole, un gesto che non sfuggì a Crystal.

<< Sapete che questo è un pensiero che non dovrete divulgare, se tenete alla vostra vita >>, le ricordò Gaius, che serviva il tè in delle tazze. << Il re non tollera dichiarazioni simili >>, le fece presente.

<< Non ho paura di questo >>, sorseggiò il suo tè. << Solo che sono qui con un preciso scopo, e voglio portarlo a termine >>, affermò, fissando Gaius negli occhi. << E voi ne fate parte >>.

<< In che modo? >>, Gaius si fece serio.

<< Desidero che m’insegniate il vostro lavoro >>, disse Crystal, lasciando di stucco Merlino. << E’ vero che sono una donna! >>, esclamò, facendo andare di traverso il tè a Merlino, che sputacchiò ovunque. Tossì e Gaius gli diede un colpo sulle spalle per aiutarlo a respirare.

Crystal comprese il motivo per cui Merlino si fosse affogato, ma non ci fece caso e continuò il suo discorso: << ma io voglio imparare a essere un bravo medico >>.

Gaius fece guizzare lo sguardo da Merlino a Crystal, che lo guardava intensamente, nella speranza di una sua risposta, che non venne. A parlare fu Merlino, che con occhi sbarrati guardava Crystal. << T-tu, cioè v-voi… >>, balbettò, cercando acquisire un tono più formale, << siete una ragazza? >>, lo disse come se fosse una cosa impossibile.

<< Lo so >>, la voce di Crystal fu cordiale, ma allo stesso tempo calcata. << So che il mio aspetto fa sembrare tutto l’opposto, ma ti assicuro che sono una ragazza, e credimi >> abbassò lo sguardo, fissando il contenuto della sua tazza, << delle volte mi piacerebbe essere il contrario >>.

<< Non dubito di questo >>, asserì Gaius, infastidendo leggermente la fanciulla. << Anche se ho un’età veneranda, so riconoscere una ragazza, anche se tenta di mostrare l’opposto >>.

<< Non era mia intenzione >> si giustificò Crystal, << comunque, a voi la scelta >>.

<< Il coraggio non vi manca >>, giudicò, << ma non credo che vi aiuterà nella vostra impresa >>.

<< Quindi è un no? >>, chiese Crystal, innervosita.

<< Tuttavia >>, Gaius la ignorò, << la vostra determinazione va oltre le convenzioni sociali, perciò, sarò ben disposto ad aiutarvi >> concluse. << E mi dispiacerebbe sprecare un talento come il vostro >>, aggiunse con un sorriso mesto.

Crystal balzò dalla sedia dall’euforia e si fiondò sul vecchio, abbracciandolo. Gaius arrossì e tentò di liberarsi goffamente della fanciulla. << Grazie di cuore >>, mormorò, lasciando esterrefatto Merlino, che guardava la scena con la bocca spalancata.

<< Merlino >>, lo chiamò Gaius, che era riuscito a sciogliere quell’abbraccio. << Credo proprio che tu debba dividere il tuo giaciglio con qualcuno >>.

<< Cosa? >>. Merlino divenne tutto rosso, persino le orecchie si colorarono. Crystal rise e affermò: << per me non ci sono problemi >>.

<< M-ma >>, tentò di dire Merlino, << voi siete una donna >>, le ricordò, con un filo di voce.

<< E allora? >>, chiese lei con indifferenza, << dov’è il problema? >>. Merlino aprì la bocca, ma Crystal non gli diede il tempo di parlare. << Sta tranquillo, so difendervi >>, lo rassicurò, << quindi, se mai una notte tu uscissi “fuori di testa” >>, nel pronunciare le ultime parole, soffocò una risata, << non mi farò problemi ad attaccarti >>, terminò il suo discorso con una tranquillità, che lo fece rabbrividire. << Ah >>, aggiunse, << io sono soltanto Crystal, perciò rivolgiti a me come se fossi una persona qualunque, capito? >>.

<< Cristallina >>.

<< Chiamami di nuovo così e sarai tu a doverti preoccupare di un attacco notturno >>.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti, ho presentato una nuova fan fiction. Spero sia di vostro gradimento. Allora vi darò alcune precisazioni sul capitolo iniziale: Crystal è una ragazza molto semplice, non bada molto a quello che è esternamente. Per lei conta di più quello che nel cuore. Il nome Reef l’ho inventato perché non sapevo che pesci pigliare (xD) e infine… beh… ancora non avete visto niente. So che Merlino sembra molto coinvolto in questo, ma non sarà lui il co-protagonista di questa storia, e… basta ho detto troppo. Se volete scoprire cosa succederà, leggete il prossimo capitolo e se vi va lasciate qualche critica.

Kiss kiss.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Solo Crystal parte 2 ***


Era passata già una settimana da quando Crystal era arrivata a Camelot, e cinque giorni da quando Gaius l’aveva assunta come sua assistente personale. La fanciulla era entusiasta di questo. Trascorreva le sue giornate in compagnia del medico di corte, che ogni giorno la portava con sé per le vie della città per visitare i vari malati. Quando non era con Gaius, rimaneva a casa a studiare. Faticava molto e la paga che le offriva Gaius non era molto soddisfacente, ma non le importava. Ormai aveva raggiunto il suo scopo, e non avrebbe chiesto nulla di più.

Ogni tanto, quando si concedeva una pausa, trascorreva il tempo con il suo timido compagno di stanza: Merlino, un ragazzo dolce e simpatico. Stare in sua compagnia, le giovava. Merlino, come lei d’altro canto, era arrivato anche lui da poco in città, e per questo si sentivano molto uniti.

Fin dal principio, non tardarono a legare. La loro prima notte passata insieme, la trascorsero a parlare delle loro vite. Crystal rimase stupita dall’umiltà di Merlino e provò tenerezza quando le raccontò che il padre l’aveva abbandonato. Invece, il giovane si stupì nel costare di quanto fosse rivoluzionaria Crystal, nonostante provenisse da un regno con le stesse restrizioni di Camelot. Crystal parlò a Merlino di quanto amasse la libertà di essere se stessa. Ammise che non si vergognava di pensarla diversamente dagli altri, e non si curava del fatto che quasi tutta la gente che la incontrava la guardava come se fosse una creatura anormale. Anzi, aggiunse che lo trovasse divertente, in un modo o nell’altro.

Le sue parole rincuorarono Merlino, che era apparso, fin dal primo istante, agli occhi di Crystal, speciale. Lei era sicura che ci fosse qualcosa in lui, che non facilmente si riusciva a trovare nella gente. Sperò di capirlo, ma quel ragazzo, riguardo certi aspetti, si rivelò un mistero. Fu felice per lui, quando seppe che durante un bacchetto aveva salvato il principe ereditario e che, come ricompensa, era stato assunto come suo valletto personale.

La fanciulla non era lì, poiché non lo ritenne un ambiente consono al suo stato. Aveva detto che le bastava scandalizzare il castello durante la vita diurna, e che desiderava che l’attrazione principale fosse la cantante, giunta da molto lontano, non lei stessa. Ovviamente, protestò sulla ricompensa, affermando che l’essere il servo di qualcuno non fosse una ricompensa, ma era felice che Merlino avesse trovato un lavoro.

Il povero ragazzo tornava sempre stanco, brontolando che il principe lo facesse sgobbare pesantemente. Crystal gli faceva sempre un massaggio rilassante, e gli ordinava di assumere abbastanza proteine, curandosi lei stessa della sua alimentazione. Gaius li osservava sempre divertito, ritenendo che tra quei due si stesse instaurando un forte legame.

Crystal s’impegnava molto e lavorava sodo per compiacere il medico, infatti, le concesse una mattina di assoluta libertà. La giovane accettò l’offerta ben volentieri, sentendo il bisogno di riposarsi. Infatti, stette qualche ora in più del dovuto a letto, e poi uscì con l’intento di fare una passeggiata. Aveva bisogno di sgranchirsi un po’ le gambe e stare a contatto con la natura.

Quel giorno, purtroppo, era il dì del mercato, un fattore che non tangeva minimamente Crystal, che si limitò solo a osservare. Curiosa, volle vedere i vestiti. Erano molto simili a quelli di Reef, solo che questi sembravano di gran lunga più preziosi e costosi. Scosse la testa al pensiero di indossare un abito del genere, una seconda volta. Era passato un bel po’ di tempo, da quando aveva abbandonato quelle lunghe e scomode vesti. Gli abiti maschili erano molto più comodi, anche se inusuali per lei.

Mentre Crystal passeggiava per il mercato, una ragazza attirò la sua attenzione. Non era molto alta e indossava abiti umili. I suoi capelli erano neri e ricci, legati in un chignon, e gli occhi molto scuri. Le parve familiare. Due secondi dopo, si ricordò di averla vista in compagnia di Merlino. Doveva lavorare presso il castello.

La studiò accuratamente, avvicinandosi. La ragazza in questione osservava con ammirazione un vestito, che teneva delicatamente tra le mani. Era color oro pallido e molto semplice. A Crystal non piacque per nulla, dicendo a se stessa che fosse una questione di gusti. La ragazza continuava a prestare interesse verso il vestito, ma non si accingeva a decidersi. Crystal ipotizzò che fosse indecisa, e che forse avesse bisogno di una mano, così si fece avanti.

<< Io lo prenderei se fossi in te >>, le consigliò.

La ragazza spostò la sua attenzione dall’abito a Crystal, che continuò, sorridendo: << sono sicura che ti starà d’incanto >>.

La giovane ricambiò il sorriso, arrossendo leggermente. << Non credo che sia adatto a me >>, considerò, umilmente.  << Mi sembra troppo per me >>, rafforzò la frase, detta in precedenza.

<< Perché mai? >>, contestò Crystal, percorrendo con un dito la stoffa, << una persona con un sorriso smagliante come il tuo, merita questo e altro >>, la elogiò.

Le gote della ragazza si arrossarono ancora di più. << Sei molto gentile >>, ringraziò, cordialmente, << ma… >>, emise un sospiro, << non posso >>. Ripose il vestito sul ripiano dov’era esposto.

<< Io credo che ti stia sbagliando >>, replicò Crystal, serrando le braccia. << Comunque, >>, non si dilungò oltre, << io sono Crystal >>, si presentò, facendo un inchino.

<< Piacere di conoscerti >>, disse, imitando il suo inchino, << io sono Ginevra, ma quasi tutti mi chiamano Gwen >>.

<< Gwen >>, sussurrò Crystal, << che bel nome >>, si complimentò.

<< Ti prego basta con gli elogi >>, mormorò Gwen, ancora più rossa.

<< Oh suvvia >>, la ammonì Crystal, << la verità va sempre rivelata, specialmente se è piuttosto piacevole >>.

Gwen ridacchiò, anche se in volto era ancora rossa. << Sei proprio un bel giovane, gentile e educato >>, la lodò, riferendosi a lei con termini maschili.

<< Ti ringrazio per i complimenti ma… >>, Crystal non voleva che Gwen non fosse a conoscenza del suo vero essere. Sperava che potesse nascere un legame di amicizia, poiché la giovane le era parsa assennata e cordiale. << Non credo che si rispecchino con la mia personalità >>, ammise, con un mezzo sorriso.

<< Prego? >>, chiese Gwen, confusa.

<< Io sono una donna >>, spiegò Crystal, facendo per l’ennesima volta arrossire Gwen. Ormai era un’abitudine che Crystal facesse arrossire la gente a Camelot. Prima era toccato al povero Merli, e adesso alla timida ragazza dinanzi a lei.

<< Oh >>, mormorò, a bassa voce, << perdonami >>, si scusò in fretta, << io-io >>.

<< Non devi scusarti >>, Crystal le impedì di proseguire, << è normale scambiarmi per un lui >>, la rassicurò. << Insomma >>, fece una giravolta, per mettersi in mostra, << guarda come sono conciata >>, si burlò.

<< In realtà, avevo capito che ci fosse qualcosa in te che non andava >>, confessò Gwen, scrutando Crystal. << Cioè, avevo visto che i tuoi lineamenti erano troppo delicati e fini per essere maschili >>, si spiegò meglio.

<< E’ vero >>, concordò Crystal, ridendo, << non si è mai visto un ragazzo senza un accenno di barba >>.

<< In effetti, hai ragione >>, concordò Gwen. << Comunque, non ti ho mai visto da queste parti >>, cambiò discorso Gwen.

<< Sì >>, Crystal, annuì. << Provengo da Reef >>, affermò, << e sono qui da circa una settimana >>.

<< Non sono mai stata lì >>, dichiarò Gwen. << Hai già un lavoro? >>, le chiese schiettamente, << perché, se vuoi, posso mettere una buona parola con lady Morgana, la figliastra del re. Lei potrebbe trovarti un’occupazione al castello >>, le offrì.

<< Ti ringrazio Gwen, ma non occorre >> rifiutò educatamente Crystal, << lavoro già presso Gaius, come sua assistente >>.

<< Allora sei tu l’apprendista di cui tutti parlano! >>, esclamò Gwen, meravigliata.

<< Di-cui-tut-ti-par-la-no? >>, sillabò Crystal, a bocca aperta. Anche se non lo dava a vedere, era molto timida su quel che riguardava la sua persona.

<< Ovviamente >>, disse Gwen, come se fosse scontato. << Sono anni che Gaius non ha assistenti e tu sei la novità >>, le illustrò, << si parla di te, perfino nelle cucine >>.

<< Oh cielo! >>, esclamò meravigliata Crystal, << e cosa si direbbe su di me? >>, chiese curiosa, ma allo stesso tempo molto imbarazzata.

<< Che tu sia un giovane educato e molto riservato >>, le raccontò Gwen, << sembra che tutti abbiano confuso il tuo sesso >>.

<< Oh sì >>, concordò Crystal, << fin dal primo momento, che ho messo piede qui >>.

<< Questo ti dispiace? >>.

<< Assolutamente >>, Crystal scosse la testa, << la trova alquanto buffa e divertente >>.

<< Mi occuperò di sistemare le cose personalmente, chiarendo le voci che circolano su die >>, si premurò Gwen.

<< Mi faresti un grande favore >>, la ringraziò la fanciulla, << così non dovrei più ingannare la gente senza volerlo >>. La sua affermazione fece ridere Gwen. << Anche se mi diverte >>, confessò, schietta.

<< Mi toglie una curiosità? >>.

<< Certo >>, acconsentì Crystal.

<< Merlino sa che tu sei una ragazza? >>, chiese Gwen.

<< Certo che lo sa >>, affermò Crystal, << anche se lo ha saputo proprio come te >>.

<< Merlino è proprio… >>, Gwen s’interruppe per pensare al termine esatto per definirlo.

<< Credo che volesse lasciarti il piacere della scoperta >>, ipotizzò Crystal, << come è successo a lui >>.

<< Lo credo anch’io >>, concordò Gwen.

<< Già >>, riaffermò Crystal, << a ogni modo Gwen, mi ha fatto piacere conoscerti, spero di rincontrarti presto >>.

<< Anch’io >>, rispose Gwen, << ci vediamo >>.

Crystal si girò e fece per andarsene, ma poi si bloccò e disse: << compra il vestito, mi raccomando >>. Poi continuò per la sua strada. Uscì dalla cittadella e si diresse verso i boschi, canticchiando allegramente, finché non udì chiamare da una voce sconosciuta il nome Merlino. Crystal, incuriosita, si voltò e si accorse che la voce proveniva da dietro degli alberi.

Si chiese se fosse il caso di andare a verificare cosa stesse succedendo, ma qualcosa le diceva che non fosse il caso e che avrebbe fatto meglio a proseguire per la sua passeggiata, ma la sua curiosità fu superiore all’istinto, per questo si recò verso quel luogo.

Sbarrò gli occhi dalla preoccupazione nel vedere un Merlino, alquanto confuso e armato, che cercava di difendersi con la spada da uno spadaccino che lo attaccava. A Crystal sembrò di rivivere un déjà-vu. Non impiegò molto a capire che quel giovane, che combatteva contro Merlino fosse il famoso principe Artù, per cui iniziava a provare una certa antipatia, suscitata dai racconti dell’amico.

Merlino cercava di difendersi a stento ma Artù non aveva pietà e colpiva con vigore. Crystal fu sul punto di intervenire, preoccupata per Merlino, che, per lei, aveva un fisico poco muscoloso per combattere contro quel “bestione”. Infatti, quando il povero amico cadde per terra e Artù gli puntò la spada alla gola, Crystal ringhiò.

Merlino si accorse di lei ed esclamò: << ehi! >>. Lei gli sorrise e gli raccomandò in tono di rimprovero: << non fare sforzi >>. Merlino scosse la testa, << stai tranquilla >>, tentò di rassicurarla. Nel frattempo, il principe si era accorto della presenza della fanciulla e osservò annoiato la scena, ma stranamente non intervenne. Si limitò a squadrare Crystal, chiedendosi chi fosse e perché non l’avesse mai vista a Camelot. Anche lui la scambiò per un uomo, ma come Gwen, si soffermò sui suoi lineamenti delicati.

<< Mi dispiace interrompere la vostra conversazione, signori >>, dichiarò in tono ironico Artù, facendo cadere l’attenzione di Crystal su di lui, << ma se non te ne fossi accorto >>, si rivolse a Crystal, << Merlino >>, calcò il nome del povero, << si sta allenando >>.

<< Certo che l’ho notato sire >>, rispose Crystal, con la voce tagliente, << ma si dia il caso che Merlino ha una muscolatura non adeguata agli scontri aperti, e se continuerete in questo modo, gli romperete tutte le ossa >>, gli fece notare, con gli occhi che erano delle scintille viventi.

Artù si sentì offeso, e le chiese, ruggendo: << E tu chi saresti? >>.

<< Crystal, signore >>, rispose con un inchino formale, << solo Crystal >>.

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti.

Crystal ha finalmente incontrato Gwen e il Pendragon, che per sua sfortuna ha trovato un osso duro. Crystal prova sentimenti di vera amicizia per Merlino, e per questo non tarderà nel difenderlo. In Gwen ha trovato una futura amica, anche se non credo la cosa si dilungherà eternamente…

Comunque, ho visto che nessuno ha lasciato commenti. Mi dispiace, ma va bene così. Ringrazio coloro che hanno letto la storia, e se vi va lasciate un piccolo commento.

Kiss kiss

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Solo Crystal parte 3 ***


Il principe Artù alzò un cipiglio e la guardò stranito. Pensò che quel marmocchio fosse piuttosto seccante. Infatti, non tardò a sferrargli contro una delle sue amabili battute: << Bene, solo Crystal >>, la appellò Artù, << io ritengo che tu non sia un solo Crystal, ma anche uno stupido Crystal >>, la offese volontariamente, << perché… vedi, se tu non te ne fossi accorta, stai parlando con il tuo sovrano.

Merlino guardò immediatamente Crystal, aspettandosi una sfuriata per l’offesa arrecata, ma la fanciulla non fece nulla di tutto questo. Per nulla intimidita, guardò il principe e diede sfogo alla sua parlantina: << con tutto il rispetto sire, ma vorrei chiarire una cosa. Vedete io non sono ciò che voi ritenete, non fraintendetemi >>, chiarì subito con le ultime parole, vedendo il volto del principe stranirsi, << intendo che non posso essere uno stupido >>. Artù aprì bocca ma Crystal lo anticipò: << bensì una stupida >>, precisò, lasciando Artù interdetto. << Perché se non ve foste accorto, io sono una donna >>, gli spiegò, imitando il tono del principe, << e tale caratteristica, con cui mi avete definito, ritengo sia più idonea nell’essere attribuita a colui che non è per nulla cieco, ma allo stesso tempo confonde una spada luccicante con un pezzo di legno >>. Concluse con un sorriso, falso ovviamente. Crystal non pensava che chi la confondesse per un maschio fosse stupido, ma in quel momento doveva pur lanciare battutine per scalfire il principe. << E comunque, fermo stando alle voci che ho udito da quando sono qui, credo che voi siate il figlio del sovrano >>.

Le parole di Crystal lasciarono Artù a bocca aperta. Il principe stentava a credere a quello che aveva appena sentito. Per prima cosa, non poteva credere che quell’essere fosse una ragazza, poiché, anche se non si faceva caso a gli abiti che la ragazza aveva in dosso, non aveva uno straccio di forma ed era magra quanto uno stecchino, e poi era impossibile che qualcuno si rivolgesse a lui con quel tono. Lui era il principe Artù e non c’era uomo, donna o bambino che avesse il diritto di insultarlo.

Crystal, dal canto suo, era tranquilla e disinibita, per nulla turbata da quella che potesse essere la reazione di Artù, che aveva assottigliato lo sguardo e la fissava come una preda da massacrare. Merlino fissava la scena con occhi sgranati, ma dentro di se provava un grande senso di gratitudine verso l’amica.

<< Come ti permetti di parlarmi così? >>, le chiese, furibondo, avvicinandosi a lei a grandi passi, << Io sono il principe Artù >>.

<< Pendragon >>, continuò lei come se nulla fosse.

<< Esatto >>, concordò, << Pendra… >>, non finì mai quello che stava dicendo, poiché i suoi occhi lampeggiavano come fiamme ardenti. << Non osare mai più rivolgerti con quel tono marmocchia >>, la minacciò. Crystal fu pronta a rispondergli, ma Artù non le diede il tempo. << E poi non posso credere che tu sia una ragazza >>, affermò, incredulo, facendo ridacchiare Crystal. La risata di Crystal non sfuggì ad Artù e la avvertì: << se ti stai burlando di me… >>.

Crystal intervenne prontamente: << spero che mi crediate, perché, sappiate, che non ho intenzione di calare i miei pantaloni, per farvi controllare se sto dicendo la verità >>, dichiarò, tranquilla.

Merlino si portò le mani alla bocca, sconvolto, e Artù divenne rosso in un mix di vergogna e rabbia. Non poteva credere ai suoi occhi. Quella fanciulla, anzi quel maschiaccio… sembrava che provenisse dai peggiori borghi, nonostante avesse un linguaggio scurrile. << Un’altra insinuazione >>, continuò a minacciarla, << e finirai in prigione >>.

<< Oh, ma certo >>, annuì Crystal, << rinchiudetemi pure in una cella, e date come motivazione il fatto che io vi abbia annotato di esservi sbagliato, e poi di avere usato termini estremi per farvelo capire >>, continuò, trattenendo una risata, << cosa che vi farà apparire come quell’attributo, con cui mi avete ingiustamente definito prima >>. Artù divenne ancora più rosso. << Fate pure >>, lo invitò, ghignando, << io non ci perderò nulla, anzi avrò dei giorni di vacanza con il cibo quasi assicurato. Tanto non sarò io a perdere completamente la faccia dinanzi un reame >>, calcò le ultime parole.

Artù si avvicinò ancor di più alla giovane. I due erano a un passo di distanza. Crystal era tranquilla, a differenza di Merlino, che temeva per la sua sorte. La fissò truce per alcuni secondi, ma dopo sul suo volto comparve un sorrisetto compiaciuto. << Hai un bel coraggio, ragazza >>, si complimentò, ma contro le sue aspettative, Crystal non lo ringraziò, si limitò a dire solamente: << buon per me >>.

Il sorrisetto scomparve dal volto di Artù, lasciando spazio a un’espressione seccata. << Bene >>, affermò.

<< Bene >>, ripeté lei, inchinandosi, << con il vostro permesso, tolgo il disturbo >>, si voltò e si rivolse dolcemente a Merlino: << tu non stancarti troppo >>. Poi si diresse verso la foresta, scomparendo tra gli alberi.

<< Tu la conosci? >>, chiese inquisitorio Artù a Merlino.

Il giovane sospirò, annuendo. << Da quando sono arrivato qua >>, gli raccontò. Guardò gli alberi che Crystal aveva superato, << è una brava ragazza >>, commentò, con un lieve sorriso.

<< Sapevi anche che fosse una ragazza? >>, il principe si chinò accanto a lui.

Merlino annuì. << Anch’io l’ho scambiata per un ragazzo >>, gli confidò, << ma non mi ha dato dello stupido, anzi l’ha trovato divertente >>, lo punzecchiò. Artù alle sue parole non si scompose e si alzò: << bene >>, affermò, rimettendo a posto la spada, << per oggi abbiamo terminato >>.

<< Finalmente >>, gioì Merlino, socchiudendo gli occhi.

<< Ora tu puoi andare a lucidare la mia armatura per il torneo di domani >>, lo invitò Artù, ghignando, << ma prima di questo, le stalle avrebbero bisogno di una pulita >>, gli rammentò, facendo sentire male il povero servo, che piagnucolò sottovoce.

Il principe, sodisfatto, lo lasciò lì, marciando verso il castello. Borbottò tra se: << e così sarei io lo stupido? >>. Si girò, lanciando un’occhiata disgustata al suo povero servo, che a fatica si rialzava. << Donne >>, commentò, << è una questione di gusti >>, straparlò.

Crystal, nella foresta, passeggiava tranquillamente. Lungo il tragitto vide delle erbe, che le sarebbero servite per preparare un unguento per le ferite superficiali. Le raccolse e le tenne tutto il tempo in mano, non avendo un paniere dove poggiarle. Camminò per molto e si fermò davanti a un ruscello, in cui sciacquo le mani e si rinfrescò il volto. Mentre immergeva le mani nell’acqua, osservò il suo volto riflesso. Stette per lunghi secondi a fissarlo, ma dopo sospirò e scosse la testa. Quando finì, si accorse che fosse il momento di rientrare a Camelot.

Percorse la stessa strada e all’entrata della cittadella si soffermò a guardare dei bambini, che giocavano. Invidiò loro la spensieratezza e l’innocenza. Avrebbe dato qualunque cosa per avere quegli sguardi, così infantili, ma anche spudoratamente veri. Crystal scosse la testa una seconda volta e tornò a casa, promettendosi: << andrà tutto bene, me lo sento >>. Poi una lacrima solcò il suo viso, ma lei la tolse istantaneamente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti,

so che questo capitolo è molto corto, ma dovevo concludere la presentazione della ragazza. Nel prossimo capitolo tratterà della seconda puntata della serie televisiva, naturalmente molto modificata. Riguardo a questo capitolo: Crystal, come avrete capito, non ha peli sulla lingua ed esagera senza farsi scrupoli, una cosa a cui dovrebbe stare attenta. Artù, ovviamente, è infastidito da questa ragazza, poiché nessuno può tenergli testa. Merlino, poverino, è sempre quello su cui ricadono le colpe.

Ringrazio a tutti quelli che hanno recensito e che hanno letto questo capitolo. Grazie di cuore.

Vi do delle anticipazioni:

<< A Reef i tornei si svolgono in maniera diversa >>, dichiarò Crystal, massaggiando le spalle a Merlino, << il vincitore, alla fine, dona un bacio alla sua amata >>, spiegò.

<< Avresti mai voluto essere il premio di qualcuno’ >>, chiese Merlino, sfogliando un libro.

<< Secondo te? >>.

 

<< E’ un idiota >>, decretò Merlino.

<< Ti sbagli >>, lo contraddisse Crystal, sbadigliando, << dirgli idiota sarebbe un offesa per coloro che sono idioti >>.

<< Farò finta che le mie orecchie non abbiano udito nulla >>, la voce di Artù si diffuse nella tenda.

<< Evitate lo sforzo, altezza >>, gli consigliò Crystal, << poi si finisce per non accettare la realtà >>.

 

Spero di aggiornare presto.

Kiss kiss.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Tornei e fazzoletti ***


<< Crystal >>, chiamò titubante Merlino, che era chinato sul letto della fanciulla, per scuoterla così da farla svegliare << Crystal >>, la chiamò nuovamente, ma la ragazza non accennava a dare senni di vita. Il giovane non si era preoccupato, poiché il respiro della ragazza era regolare e poi aveva appreso, con il passare dei dì, che la sua nuova amica amasse molto dormire. E di certo, non l’avrebbe disturbato se Crystal non gli avesse chiesto espressamente di voler essere svegliata presto, per vedere il torneo, che sarebbe stato indetto quel giorno. Merlino non si stupì di questo, giacché ormai conosceva i gusti “maschili” di Crystal, che nonostante fosse una ragazza, appariva l’opposto di quello che era realmente. Merlino, sinceramente, trovava piacevole la sua compagnia, perché gli argomenti di conversazione, che c’erano tra i due amici, erano privi di carattere sentimentale. Crystal, pur essendo in grado di mettere a disagio la gente, riusciva a dare quella sensazione di sicurezza, di cui Merlino aveva bisogno.

<< Crys >>, Merlino continuava a cercare di svegliare la ragazza, ma non ci riusciva, così si arrese e la lasciò dormire, giustificato dal fatto che lei non avesse aperto mezz’occhio, sebbene lui l’avesse chiamata più volte.

Crystal dopo varie ore aprì gli occhi. Si mise a sedere sul letto e sbadigliò profondamente, stiracchiandosi le braccia. Ammise che era da un po’ di tempo che non dormiva così bene. Sorrise, alzandosi dal letto e andò ad aprire la finestra, così da far illuminare la stanza, che era piuttosto buia.

Il suo sorriso si congelò, quando si accorse che il letto di Merlino era già fatto. Alzò un cipiglio, insospettita e aprì la porta che separava la sua stanza dal resto della casa di Gaius.

Il medico era intento a leggere un libro, infatti, non si accorse della sua presenza. Crystal, esclamò: << buongiorno >>.

Gaius spostò la sua attenzione dal libro alla sua allieva, << buongiorno >>, ricambiò il saluto, << mattinata pesante, eh? >>, chiese, in tono allegro.

<< No >>, replicò Crystal, stranita, << almeno >>, ci pensò su, riflettendo per cinque secondi, << credo >>, terminò, guardandolo incuriosita. << Perché dovrebbe esserlo? >>, chiese, schietta.

<< Un uccellino mi ha riferito che tu non riuscissi ad alzarti dal letto stamane >>, le disse, tornando a studiare il suo libro, << pare che tu abbia la stessa pesantezza di un sasso >>.

Crystal ridacchiò nervosamente, per poi riacquistare un po’ di contegno. << Io, come dire, avevo chiesto a Merlino… proprio per questo >>.

<< Merlino ha tentato di svegliarti >>, la avvertì, << ma il tuo sonno era troppo profondo >>.

Crystal sbarrò gli occhi, << questo significa che… >>, iniziò, inorridendo.

<< Che tra mezz’ora inizierà il torneo >>, terminò Gaius in maniera affabile, << ti conviene sbrigarti, se vuoi veder… >>, ma Gaius non terminò la sua frase poiché la sua allieva era già corsa verso la sua stanza per prepararsi.

Gaius scosse la testa, continuando a leggere, però fu nuovamente interrotto dal rumore di una porta che era sbattuta, che era proprio quella di casa sua. Scocciato, si girò e vide Merlino trafelato. Inizialmente si preoccupò, chiedendogli: << cosa è successo? >>.

Merlino, però, non riuscì a dire nulla, poiché il suo respiro era troppo affannoso ed era troppo impegnato ad ansimare. Le uniche cose, che Merlino riuscì a borbottare, furono: << fazzoletto… Artù… guai…>>, queste parole erano state dette a lunga distanza tra loro. Poi aggiunse: << non ho tempo per spiegarvi >>, e sgattaiolò verso la sua stanza.

Gaius tentò di fermarlo, ma non ci riuscì, poiché Merlino era già entrato nella stanza, dove Crystal si stava preparando. Il buon medico arricciò le labbra e scosse la testa, quando udì un urlo isterico: << fuori! >>. Merlino fu scaraventato fuori dalla stanza. Il giovane aveva dipinta sul volto un’espressione scandalizzata, ma allo stesso tempo sorpresa. << I-io >>, balbettò, indicando con il pollice la stanza.

<< Dovresti imparare a bussare, prima di entrare nella stanza di una donzella >>, dichiarò saggiamente Gaius, non potendo fare a meno di ridacchiare.

<< Si dia il caso che quella sia pure la mia stanza >>, precisò Merlino, che iniziò a innervosirsi, << e poi come si può definire quell’essere: una donzella? >>, gli chiese, a bassa voce.

<< Guarda che non sono sorda >>, gli fece notare Crystal, dall’altra stanza.

<< Donne >>, brontolò Merlino.

<< Ho sentito anche questo >>, dichiarò Crystal, uscendo dalla stanzetta. << Brutto grossolano >>.

<< Grossolano a me? >>, Merlino la guardò male, << ma ti sei vista tu? Che di femminile non hai nulla >>, le fece notare.

<< Beh, sicuramente… >>.

<< E’ stato un malinteso >>, s’intromise Gaius, fermandoli, << Merlino >>, si rivolse al giovane, << non dovevi entrare nella stanza? >>, gli ricordò, mentre il giovane annuiva e correva verso il luogo indicato.

<< Uomini e donne sono incompatibili >>, commentò Crystal, sorridendo a Gaius, che annuì, consapevole.

<< Crystal >>, la chiamò Merlino, urlando disperato, facendo sobbalzare la ragazza.

<< Che è successo? >>, chiese spaventata. Entrando nella stanza, in cui si trovava Merlino.

<< Ho bisogno di aiuto >>, le spiegò, mentre era accucciato sul pavimento, con la testa sotto il letto. << Non trovo il mio foulard >>.

<< E allora? >>, chiese Crystal, << sarà da qualche parte. Dai, andiamo, che sta iniziando il torneo >>, lo incitò, prendendogli il braccio e cercando di tirarlo su.

<< Appunto >>, sospirò Merlino, alzandosi.

<< Scusa, ma a che ti serve? >>, chiese, curiosa Crystal. Poi un’idea le attraversò la mente, facendola sogghignare, << non è che ti stai preparando, perché al torneo ci sarà una bella fanciulla? >>, gli chiese, facendo arrossire l’amico, << magari si chiama Gwen? >>, lo stuzzicò.

<< Che dici? >>, Merlino arrossì ancora di più, facendo ridere Crystal. << Comunque, >>, cambiò argomento, cercando di non arrossire, << ho bisogno di un foulard, perché ho problemi alla gola >>, mentì.

<< Mmm >>, Crystal lo squadrò, dirigendosi verso il suo zaino, << se è un foulard di cui hai bisogno, te lo darò certamente >>. Frugò tra le sue cose e prese un foulard viola. << Puoi tenerlo, io tanto non lo uso spesso >>, concesse, porgendolo.

<< Non è necessario >>, chiarì Merlino, in fretta, << appena troverò il mio, te lo ridarò >>, promise, chinando il capo in segno di gratitudine, per poi schizzare via.

Crystal fece una smorfia. Aveva sempre visto Merlino con un foulard in dosso, ma non avrebbe mai creduto che fosse per un fattore estetico. Scrollò le spalle e raggiunse Gaius, al quale domandò: << che voi sappiate, Merlino ha problemi alla gola? >>.

Il medico s’insospettì nel sentire quelle parole, e non capendone il senso, scosse la testa. Crystal lo ringraziò e lo avvertì che si sarebbe recata al torneo. Durante il tragitto pensò alle parole di Merlino, che di sicuro le stava nascondendo qualcosa, e siccome di mezzo c’era il suo foulard, che teoricamente gli aveva regalato, lei rientrava in quella faccenda, e per questo era tenuta a scoprire cosa ci fosse dietro. Una volta arrivato nel luogo dove si sarebbe svolto il torneo, cercò un posto a sedere negli spalti, già occupati. Mentre camminava, una voce attirò la sua attenzione. Era Gwen, che parlava con… Lady Morgana. Era certa che fosse lei. L’aveva intravista due giorni prima nei corridoi ed era rimasta estasiata alla vista di questa donna così bella ed elegante.

Senza vergogna, si avvicinò a loro e salutò Gwen: << ciao cara >>.

Gwen si voltò, insieme alla sua signora. La giovane fu lieta di rivederla, << ciao Crys >>, ricambiò il saluto. Poi si accorse che Lady Morgana le stava fissando, curiosa, così Gwen si premurò a presentarle: << Crystal >>, si rivolse a lei formalmente, << questa è Lady Morgana, la figliastra del re >>. Lady Morgana le sorrise, e Crystal fece subito un profondo inchino. << E’ un piacere fare la vostra conoscenza, mia signora >>.

<< Crystal >>, la chiamò Morgana, << Gwen mi ha parlato molto di te. Sei proprio come t’immaginavo >>, espresse.

<< Sono lieta di non avere deluso le vostre aspettative >>, disse Crystal.

<< Perché non ti siedi con noi? >>, la invitò la castellana.

<< Volentieri >>, accettò Crystal, sedendosi accanto a Gwen, che subito le fece posto. << Si sa già quale sarà la posta in palio? >>, domandò Crystal.

<< Oh sì >>, rispose Gwen, eccitata, << il vincitore vincerà delle monete d’oro e avrà l’onore di accompagnare Lady Morgana al ballo >>.

<< Capisco >>, mugugnò Crystal, << certo, che deve essere una grande noia, essere il premio di qualcuno >>, osò dire, lasciando Gwen stupita da tanta schiettezza.

<< Non sai quanto >>, ammise Lady Morgana, cupa.

<< Speriamo almeno che a vincere sia un giovane aitante >>, le augurò Crystal, facendola rallegrare.

<< Ad esempio il principe Artù >>, propose Gwen.

<< Assolutamente no >>, rispose la nobildonna, scuotendo la testa, << ho già accompagnato svariate volte il mio fratellastro >>, sospirò, dicendolo come se fosse un fardello, << mi piacerebbe scortare un altro cavaliere, magari intrigante e bello, e anche… >>, ma il suono delle trombe, che segnavano l’entrata dei cavalieri, la interruppe.

Entrarono svariati cavalieri e Crystal riconobbe il principe fra i tanti. Notò come Morgana scrutasse i volti, e questo la fece ridacchiare sottovoce. Un uomo, che Crystal pensò fosse il re, alzandosi in piedi disse loro quale sarebbe stato il premio e augurò una buona sorte a tutti.

Il torneo iniziò ufficialmente, e uno dei primi combattenti era Artù. Crystal ammise che fosse un bravo spadaccino, ma ne aveva visti di migliori. Una cosa che catturò la sua attenzione fu il fazzoletto che Artù aveva legato al braccio. Era viola, con dei ricami, notò che assomigliava tantissimo al… sgranò gli occhi, rendendosi conto che quello fosse il suo foulard. Immediatamente il suo sguardò si spostò sulla tenda, da dove era fuori uscito il principe. Vide Merlino, che la fissava dispiaciuto. Crystal, con un falso sorriso, gli fece cenno, che avrebbero fatto i conti dopo. Il povero Merlino alzò gli occhi al cielo, domando agli Dei dell’antica religione, poiché la sorte l’aveva sempre con lui.

Crystal sbuffò, guardando pigramente tutto il torneo. Fu scontato che Artù arrivò in finale, e con lui altri. Uno in particolare colpì Lady Morgana. Si chiamava Valiant. A Crystal fu indifferente, la sua mente era rivolta al suo amico/traditore. Una volta terminato tutto. Salutò le due con un inchino e si congedò alla ricerca di Merlino.

Lo trovò nella tenda, che stava riponendo l’armatura di Artù. Lei gli regalò un sorriso, che lo fece rabbrividire. << Io non volevo >>, iniziò Merlino ma Crystal gli disse: << dammi una sola ragione per cui non dovrei strozzarti con il MIO >>, precisò l’appartenenza dell’oggetto in questione, << foulard >>.

<< Artù aveva bisogno di un pegno >>, si giustificò Merlino.

<< E giustamente tu hai pensato bene di dargli il mio >>, concluse Crystal, furente.

<< Mi ha chiesto di chiederglielo a una dama qualunque, >>, continuò Merlino, << lui non aveva il tempo di farlo >>, la guardò mortificato, << sapessi quante ragazze gli muoiono dietro >>.

<< E tu hai pensato bene, tra tutte le dame esistenti in questo regno, di domandarlo a me >>, sbottò Crystal, << per tua informazione, io non gli muoio dietro, quindi non rientro nella categoria >>.

<< Perdonami >>, si scusò Merlino, << non accadrà più >>.

Crystal sì addolci un po’. << Tranquillo >>, lo rassicurò.

Merlino sospirò di sollievo, ma gemette dal dolore nel muovere il braccio.

<< Che hai? >>, chiese prontamente Crystal.

<< Mi fa male la schiena >>, si lagnò.

<< Siediti >>, gli ordinò Crystal, indicando una sedia, << ti faccio un massaggio >>.

Lui acconsentì di buon grado, annuendo e si sedette. << Ti è piaciuto il torneo? >>, chiese Merlino.

<< Mmm, sì >>, rispose Crystal iniziando a massaggiargli la schiena.

<< Come sono i tornei nel luogo da dove provieni? >>.

<< A Reef i tornei si svolgono in maniera diversa >>, dichiarò Crystal, massaggiando le spalle a Merlino, << il vincitore, alla fine, dona un bacio alla sua amata >>, spiegò.

<< Avresti mai voluto essere il premio di qualcuno? >>, chiese Merlino.

<< Secondo te? >>.

<< Non credo proprio >>, rise Merlino. << A proposito, hai notato quel Valiant? >>.

<< Oh sì. E’ entrato nelle grazie di Morgana >>.

<< Ha ferito brutalmente il suo avversario >>, le comunicò Merlino pensieroso.

<< E dove sarebbe la novità? Tutti i cavalieri sono feriti, quando gareggiano >>, gli rammentò la fanciulla.

<< Sì, ma… >>.

<< Merlino >>, Artù fece irruzione nella tenda. Rivolse uno sguardo di sbieco ai due, e commentò sarcastico: << ma bene, vedo che adesso ci rilassiamo >>.

Merlino tentò di alzarsi, ma Crystal lo bloccò. << E anche se? >>, ribatté, << sarebbe un problema? Guardate che anche i vostri servi hanno questo diritto >>.

<< La tua sfacciataggine non ha limiti Crystal! >>, esclamò il principe, rassegnato.

<< Oh, vedo che vi siete ricordato il mio nome >>, notò Crystal, continuando il massaggio, come se niente fosse, a un Merlino imbarazzato.

<< Non dimentico mai il nome di qualcuno che non tollero >>, rimbeccò il principe, << quando finisci, vai a lucidare la mia armatura >>, si rivolse a Merlino, sbattendogli contro i guanti e andando dall’altra parte della tenda.

<< E’ un idiota >>, decretò Merlino.

<< Ti sbagli >>, lo contraddisse Crystal, sbadigliando, << dirgli idiota sarebbe un offesa per coloro che sono idioti >>.

<< Farò finta che le mie orecchie non abbiano udito nulla >>, la voce di Artù si diffuse nella tenda.

<< Evitate lo sforzo, altezza >>, gli consigliò Crystal, << poi si finisce per non accettare la realtà >>.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti,

ecco il secondo capitolo. Spero che vi piaccia. Non aggiungo altro perché devo scappare. Ringrazio chi ha letto, e anche chi ha recensito. Mi raccomando, fatemi sapere com’è questo capitolo.

Kiss kiss.

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=854306