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di reberebecca
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 - Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


  Il motore della mia macchina ruggisce prima di arrestarmi al semaforo.
Odio andare piano. Odio i semafori. Odio tutti in questo momento.
Non  c’e la farò ancora per molto. Ma cercare è l’unico rimedio.
Un altro inverno ancora. Quanti ne dovrò passare ancora così?
Continuo a sbuffare. Dannato semaforo. Che poi  a cosa servirà mai, qui a Forks?
Ci sono solo io. Le strade sono deserte.
La mia famiglia si è trovato un bel posticino tranquillo. Perfetto per … loro.
Non per me. Sono anni che non li vedo, in un certo senso mi mancano, ma stargli  accanto mi tortura.
 La mia sofferenza si amplifica.
Mi sento debole e stanco. Mi viene da ridere per l’ironia.
Sono un vampiro. Fisicamente perfetto.
Eppure lo sento. Mi sto spegnendo dentro.
La troverò mai? Riuscirò a resistere fino ad allora?
Mentalmente mi prendo a schiaffi, come ho fatto a farmi convincere a passare il Natale con loro? Sbuffo, so già la risposta: Alice! E rivedere il sorriso di Esme mentre mi abbraccia.
E’ il mio regalo per loro.
Mi  concentro un attimo sul movimento oltre il parabrezza, è tardi, è buio e fa freddo per gli esseri umani. 
Una ragazza, tutta coperta, spunta sulla strada, la sciarpa le risparmia solo gli occhi.
Sono nocciola. Sembra triste.
Subito dopo di lei spunta un fagotto. Tutto coperto. Se non fosse che sento battere il suo cuore giurerei che è un gomitolo che rotola sulla strada.
“Tesoro sbrigati! Si fa rosso sennò.”
“Mamma”
Dalla voce, è una bimba di sicuro, riprende a camminare più veloce. Ma inciampa e cade sull’asfalto coperto di ghiaccio.
“Tesoro, riuscirai mai a camminare retta per più di cinque minuti?!”
E’ buffa la bimba. Apro il finestrino.
“Mamma la bua”
E lo sento.
Il suo odore … mi travolge.
Un’ondata di adrenalina mi smuove ogni centimetro del corpo, invadendomi completamente. Gli occhi mi si scuriscono. Tremo. Subito dopo il dolore nel petto sembra squartarmi. Sono senza fiato, mi sembra di aver perfino bisogno di respirare.
Lo trovata! E’ lei.
Ma non ero preparato al suo sangue. Così potente, così squisito
E’ come averne un overdose.
Dio fa che qualcuno mi fermi.
Lo squillo del telefono sembra esaudire la mia preghiera.
“Alice” rispondo con quel poco di aria che mi rimane nei polmoni
“Ho visto fratellino. Sto arrivando. Tieni duro”
 
La foresta intorno a noi è silenziosa, la trovo rilassante. Andare a caccia è stata una buona soluzione.
Lo trovata. Lo trovata. Finalmente.
Anche se …
“Fratellino hai finito con quel puma? Voglio andare più a nord, ne incontreremo degli altri.”
“Stavo pensando” lascio cadere l’animale ormai privo di vita. La mia attenzione è ora tutta per mia sorella.
“Lo so.”
Mi viene vicino saltellando e sorridendomi.
“Non vedo l’ora di raccontarlo agli altri,  Esme sarà felicissima.” Esulta Alice
“Non sei contento? L’hai trovata” ormai sta parlando a raffica ed è inarrestabile. Anche lei in questi anni aveva sofferto per me. Tra noi c’è un legame speciale.
Quando ho abbandonato la mia famiglia, lei è stata l’unica che ha sostenuto la mia scelta. Capisce i miei bisogni anche se deve andare contro i suoi stessi sentimenti.
“ Sì, ma è una bambina. Come farò ad aspettarla? Il meccanismo si è innescato. E tu sai benissimo che non si può tornare indietro.”
“Dovrai controllarti ed io ti aiuterò”
Ogni vampiro deve avere una compagna. Senza, siamo dannati. Diventiamo carnivori. Mangiatori di uomini, senza pietà e senza controllo. Alcuni impazziscono, altri diventano come dei gusci vuoti, ma tutti, alla fine, cercano una sola cosa … la morte.
Io, la mia compagna lo trovata. Il suo profumo mi ha risvegliato. Il mio istinto, ora, vuole solo una cosa.
Reclamarla.
Sono felice e spaventato nello stesso tempo.
Il mio sorriso ne è la prova come i miei occhi preoccupati. Ma non posso fare a meno di gioire, la mia agonia è finita, anche se ora ne comincia un'altra. Tenere una distanza di sicurezza. Sarà comunque piacevole. Pensare che lei è  così vicina.
Avevo quasi perso le speranze di trovarla.
In quel attimo in cui l’odore mi è entrato dentro mi sono sentito forte.
Potente. Rinvigorito anche nello spirito non solo nel fisico, non oso pensare come sarebbe averla sempre vicino. Tremo all’idea di quell’emozione. Ne sono già dipendente.
Non posso aspettare, devo sentire ancora il suo odore.
Solo un po’. Da lontano, tanto non potrò avvicinarmi troppo, almeno finché non cresce ancora un po’.
Ma almeno la vedrò crescere, la proteggerò, di nascosto, come un angelo custode e quando arriverà il tempo, spero … spero che mi accetterà … perché sennò … sennò...
Mi rendo conto solo ora che non so com’è fatta, com’è il suo viso, ma non importa, andrò subito a scoprirlo. La conoscerò, la scoprirò, la imparerò. Ogni tratto di lei giorno per giorno, finché sarà mia … e lo sarà ... perché sennò…
“Edward”
La voce di Alice è spenta come i suoi occhi.
Non mi sono accorto della visione che a avuto, troppo assorto nei miei pensieri esultanti. Ma ora la vedo.
“ Edward, mi dispiace”
La sua voce è dolce, rassicurante, ma io non la sento così perché dentro sento il vuoto. Sono vuoto.
“ La troveremo, Edward, la troveremo”
Anche la mia voce è vuota.
“ Se n’è andata, Alice, se n’è andata”

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Non sono una scrittrice, ma una grande lettrice.
Questa storia è una promessa alla mia cara sorellina che in questo momento della vita ha bisogno di una spinta ….
 Diciamo pure uno spintone!
Miry tesoro ora tocca a te … la vita è bella e voglio che te la godi.
Un grazie speciale a tutte voi che mi leggete.
E a quei angeli misericordiosi che hanno commentato la mia storia.
Un bacione a ila74 cullen, donna straordinaria. Grazie di tutto.
     
 
Capitolo 2
 
“Alice cosa ti dà il diritto di torturarmi così?”  Sono disperato.
“E’ tutta la notte che rovisti nel mio guardaroba. Basta!” Sono ancora più disperato.
“Edward, bisogna  rinnovare un po’ la tua immagine. Ti renderò più alla moda, più …”
“Alice ho già abbastanza problemi così, non voglio che la popolazione femminile di quella stupida scuola mi sbavi addosso più di quanto già faccia, non lo sopporto, non ne hanno il diritto, solo una ce l’ha…, ma…”
Mi viene in mente che sono passati quindici anni, la differenza è che prima la cercavo ora la sto aspettando. E’ un agonia. Soffro ogni minuto, momento, attimo, il mio corpo è in agonia per il bisogno che ho di lei, la mia anima.
Alice ha avuto una visione qualche giorno dopo la sua sparizione. Nella visione io stavo ridendo in mezzo a una raduna nei pressi di Forks. C’è solo un motivo per il quale io possa essere felice.
Lei era con me.
Così in questi anni ci siamo spostati sempre in torno senza dare nell’occhio e senza mai lasciare del tutto la zona. Ora siamo tornati nella vecchia casa e, sotto copertura, stiamo frequentando la scuola di Forks.
Mi viene la nausea.
 Tutte quelle ragazze con pensieri lussuriosi, ma è nella mia natura essere attraente per loro, per tutte ad eccezione della mia predestinata, lei è immune hai miei poteri.
Ironia della sorte, proprio quella che dovrò conquistare è l’unica che non mi vuole.
“Ho trovato, con questi sarai perfetto, questo pomeriggio poi si va a fare dello shopping, tanto, tanto shopping!”
Se ne va saltellando dopo avermi lasciato il cambio sul letto, cantando uno strano ritornello.
 Come fa suo marito a sopportarla? Ah, sì, ovvio, è la sua metà.
 
Il parcheggio davanti alla scuola è quasi pieno quando arriviamo. Ci spostiamo insieme dopo aver lasciato la macchina, sempre per conto nostro. I miei fratelli sono sereni mano nella mano con le loro compagne, tutti li invidiano, forse un po’ anch’io, perché la loro felicità è il mio dolore. L’odore che emanano non fa altro che ricordare alla mia mente e comandare al mio corpo che devo trovare la mia di compagna.
C’è fervore e curiosità nella mente degli studenti questa mattina, a quanto pare c’è un nuovo arrivo nella scuola. Non m’interessa per di più è femmina. In altre parole una seccatura in più per me.
“ Edward ci vediamo a pranzo” Mi saluta Alice con un sorriso enorme.
 Fa quasi paura. Jasper di fianco a lei, sente i miei timori e mi fa un cenno con la testa.
Ho il sospetto che, in certi momenti, anche a lui ne abbia paura.
Rose e Emmet si sono già volatilizzati, spero che non si siano chiusi in qualche sgabuzzino per proliferare. Quei due sono senza pudore.
 
L’ora di letteratura  è stata la più difficile da passare, quelle due, non la finivano di sospirarmi sul collo. In due anni non si sono ancora rassegnate.
 Resisti Edward.
Resisti. Me lo ripeto come un mantra mentre mi dirigo verso il tavolo più isolato della mensa.
 I miei fratelli sono già lì.
“Allora Edward, Lauren e Jessica hanno tentato qualche fattura oggi?”
Sbuffo e mi lascio cadere sulla sedia. “ Piantala Emmet,”
“ Perché? Devi ammettere che sono parecchio tenaci” Rosalie di fianco a lui mi guarda comprensiva.
 Sono intento da ignorarlo quando un profumo delizioso mi arriva alle narici, il mio corpo si tende subito, i muscoli  si allertano.
 E’ vicino, molto vicino.
 Infatti, pochi secondi dopo, una ragazza  minuta entra nella mensa. I miei occhi sono solo per lei, la scrutano, la imparano. Lunghi capelli castani le incorniciano un viso delicato a forma di cuore, le labbra rosse dalla forma soave sono in contrasto con la pelle candida, ma più sorprendenti sono i suoi  grandi occhi nocciola, così liquidi  e profondi da perdercisi dentro.
 E’ lei. La mia compagna.
 Grazie Dio, Grazie Strane Forze del Universo. Madre Natura è stata molto magnanima con me, conosceva i miei gusti e miei desideri quando la creata?
E’ bellissima. Il mio cuore fermo fa le capriole.
 Dentro di me nel profondo avevo paura di scoprirla … diversa, anche se sapevo che essendo stata creata per me non poteva non farmi che perdere la testa al primo sguardo, e prendo una grossa boccata d’aria, inondandomi del suo delizioso profumo.
La voglio. Ora.
Sono già in piedi, pronto a scattare.
“Edward, guardami!” Alice mi accarezza delicatamente il braccio. “Guardami! Non guastare tutto”
“E mia!” Ringhio non solo con la bocca ma anche con il corpo.
 E’ un continuo ringhiare dal profondo del petto. Udibile solo a noi.
“E’ tua, è tua” le sue carezze non si interrompono, la sua voce è come un calmante.
“Non  puoi prenderla ora, devi aspettare e rispettare le fasi” Lo so, ma è più forte di me è come perdere la ragione.
“Edward! La vuoi davvero? Allora sai cosa fare!” Mi ringhia ora arrabbiata.
Ed eccola, la ragione. Perché io la voglio davvero.
 Raccolgo tutte le mie forze imponendomi di tornare seduto, di calmarmi, senza mai staccare gli occhi da lei, che adesso mi sta guardando, intensamente.
Ed io tremo. Non posso sapere cosa le passa per la mente, e Dio sa quanto lo vorrei, ma il suo sguardo su di me è un balsamo guaritore.
“Bella, stai fissando i Cullen? Guarda che quelli non filano nessuno. E poi ci sta aspettando Mike al tavolo, sbrighiamoci!”
“Oh, va bene”
“Bella, Bella Swan” mormoro tra me, non poteva avere un nome più appropriato,  un bel cigno tutto per me. La guardo allontanarsi al tavolo di quel essere insignificante che presto sarà anche estinto se osa avvicinarsi a ciò che mi appartiene.
“Bene fratellone, visto che ti sei calmato, hai già un piano?”
“Non proprio, ma questo mi riporta a te. Tu lo sapevi?”
“Che oggi l’avresti incontrata? Ci speravo, ma non ne ero sicura. Le visioni non sono nitide” si avvicina a me con fare misterioso “Però, so per certo dove sarà nella prossima ora”
Sfoggia un sorriso da brivido, ed io sono ormai spazientito.
“Allora? Hai intenzione di dirmelo?”
“Sarà con te” conclude
Cavoli, l’ora di biologia, sono l’unico senza compagno di banco, lei starà di fianco a me.
Sto gongolando.
Gli altri scoppiano a ridere, deve essere merito del sorriso da ebete che sicuramente ho dipinto in faccia.
“Bene ragazzi, il pranzo è quasi finito, il futuro mi aspetta, devo parlare con lei e ho solo un’ora di tempo per cambiare le dicerie  che quella tavolata …” indico il tavolo dove è seduta Bella “Hanno inculcato alla mia Bella”
Mi alzo con la grazia che mi distingue e mi dirigo al uscita, sbircio verso di lei, mi sta guardando.
Sto ancora gongolando.
 
L’ora di biologia è volata troppo velocemente, almeno per i miei gusti, almeno per riuscire a combinare un approccio decente con Bella.
 Aveva ragione Alice dovevo farmi un piano, così non andava bene. Dopo le solite parole di presentazione Bella si è chiusa nel suo mutismo nascondendosi dietro i capelli.
Frustrante, ecco come è stato, io sbronzo del suo profumo, cerco di avvicinarmi di più e lei si allontana maggiormente.
 Forse non è stata una buona idea chiederle un appuntamento cinque minuti dopo essermi presentato. Accidenti a me.
L’ho rincorsa per tutta la scuola, in attesa di un’occasione migliore. Ma ogni volta che ci siamo incontrati mi sono limitato a discorsi futili, giusto per abituarla alla mia presenza.
 Lei sembra tranquilla, un po’ sulle sue. Dà poca importanza alle persone che la circondano, come se vivesse in un mondo tutto suo.
 Questo mi piace, in fondo ci assomigliamo un po’.
Allungo il passo, mantenendolo sempre il più umano possibile, senza correre. Il corridoio  è quasi deserto. Ma è meglio stare attenti.
I pensieri di quel vile di Mike Newton mi danno il voltastomaco.
Porco.
Gli strapperò le mani se sfiora Bella.  Lei fortunatamente lo ignora.
 Ma quanto ci vuole per arrivare in palestra? Manca poco al termine delle lezioni.
Sono fermo sulla porta degli spogliatoi, Bella è dentro da un po’. Sono andati via quasi tutti. Forse il suo intento è proprio questo. Meglio, potrò parlare con lei tranquillamente. Quando esce ha i capelli legati in una coda alta, sembra accaldata  malgrado la doccia appena fatta e il suo odore è ancora più delizioso. Respiro profondamente.
 Dio, è una cosa sorprendente, potrei stare ad odorarla per sempre, mi sento pieno d’energia.
“Bella, posso accompagnarti alla macchina?” cerco di usare il tono più persuasivo che ho.
“Cullen, oh…” sembra sorpresa di vedermi, e anche un po’ imbarazzata. Deliziosa.
“Eravamo d’accordo di chiamarmi Edward”
“Mh… Edward… non so”
Afferro velocemente il suo zaino e lo butto sulle spalle e mi dirigo verso l’uscita. Lei è costretta a seguirmi.
“Allora, Bella non hai risposto alla domanda cheti ho fatto a biologia. Ti va di uscire, per conoscerci meglio?”
Sfodero il miglior sorriso possibile. Maledetta immunità. Spero di far colpo lo stesso.
“Non credo sia una …”
Si avvicina di colpo, con il viso vicino, troppo vicino, deglutisco a vuoto.
“Che cosa hanno i tuoi occhi? Perché cambiano colore continuamente?”
Cavoli, se solo potessi mentirle. Se solo mi avesse posto questa domanda fra qualche giorno.
“So che dovrebbe spaventarti, ma ti assicuro che non ti farò del male, in alcun modo”
“Non mi suona molto rassicurante” dice pensierosa
“E poi mi hai seguita per tutto il giorno” Molto perspicace. 
Prendo una boccata d’aria impregnata di lei e mi faccio coraggio. Okay, tanto deve sapere tutto.
“Sono il TUO vampiro personale, Edward Cullen al tuo servizio”  Accentuo il “tuo” e accompagno il tutto con un inchino reverenziale.
Ha la bocca aperta, in una A muta, ora sì che ho paura. Poi pare riprendersi. 
“Va b-bene, e che cosa vuoi da me?” lo dice con un grosso respiro
“Oh, voglio te” lo dico con voce ovvia  “Se io sono tuo, tu … sei mia”
“Mh, Cullen si è fatto tardi, ho promesso a mio padre di preparargli la cena” si gira decisa e con passi sicuri si incammina verso l’uscita.
Che fine a fatto Edward? Siamo di nuovo al cognome?
 Bene, non è svenuta, non da segni di pazzia, la mia donna è forte.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Buongiorno a tutte.
Sono commossa del vostro interessamento per questa storia.
E’ una storia senza pretese, come ho già spiegato  è una promessa che devo mantenere.
Per ora nessuna mi ha fatto una domanda che non abbia risposta in questo capitolo.
Ringrazio con tutto’l cuore:
Queen Alexia, chihuahua, Dark night, theangelsee69,
 franz1000 ,  scricciolo89 ,  _sari_26_  e  vittoriaKf
Che hanno recensito la mia storia. Grazie angeli miei.
Un grazie speciale anche a ila74cullen  Senza di te sarei persa.
 
 
 
Capitolo 3
 
Bella
 
Camino spedita lungo la strada, sbatto nervosamente i piedi in tutte le pozze, tanto  bagnarmi è il male minore, oggi.
Ma perché sono venuta in questo posto? Chi me lo ha fatto fare? Aveva ragione mia madre.
“Bella, tu odi Forks, lì non c’è altro che pioggia. Rimani qui con noi, ci divertiremo” ed io?
 “No, vedrai starò benissimo, tu ora hai Phil.”
Benissimo un corno.
Che ne sapevo che qui c’è il padre dei tutti maniaci!
Sbuffo fortemente nella speranza di sbollire ma non funziona.
Com’è possibile? E perché io?
E vero quel che è vero , la mia vita fino a oggi era piatta, noiosa e senza grandi prospettive ma a me piaceva così. Vivere nell’anonimato e annoiarmi il sabato sera.
 La mia vita era… No, sarà ancora così. Sì. Quell’arrogante presuntuoso. Come si permette.
 Della mia vita faccio quello che voglio.
Il livello della rabbia sale ancora con l’ennesima pozza che prendo in pieno , sono zuppa, persino le mutande mi si sono incollate  addosso. Maledetto pick- up, ti dovevi spegnere proprio oggi?
 Almeno aspetta di morire a casa! Finisci il tuo dovere, portami a casa e poi crepa. No, dovevi essere la ciliegina sulla torta di questa giornata infernale.
Al  diavolo la pioggia, la città  incluso quel buco che chiamano scuola, la mia macchina e per finire al diavolo Edward - sono figo- Cullen.
Il rumore di una macchina che si avvicina, mi distrae dai miei pensieri.
“Bella, dai sali in macchina, ti prenderai un malanno” Mi dice mentre mi affianca con la macchina lungo la strada.
Parli del diavolo … “Sparisci Cullen.”
“Non sei per niente simpatica, sono solo preoccupato per la tua salute”  replica sorridendomi.
 Un brivido mi attraversa tutta la schiena. Dio, una donna potrebbe uccidere per un uomo così.
No. Bella, riavvia il cervello, ricordi gl’insegnamenti di tua madre: “niente ragazzi prepotenti, causano guai e stai lontano dalle religioni strane”. Sì.
“Grazie” sfodero un finto sorriso che sa tanto di smorfia “ Ma hai già fatto abbastanza per me, oggi.”
In un attimo è dietro di me, le sue braccia mi circondano e mi attira a sé.
E’ stato velocissimo.
Sono completamente appiattita al suo corpo.
 E’ duro, freddo, è una statua vivente ma con un profumo squisito.
-
“Che cosa ti sconvolge tanto? Il fatto che sono un vampiro? O che sei mia?” Ecco. Secondo lui?
“Io non sono di nessuno!” Cerco di imprimere più rabbia possibile, ma parlare con la bocca a contato con il suo petto, fa si che la mia voce suoni più simile a quella di un pulcino bagnato che pigola.
“Capisco, è perché sono un vampiro! Ma non ti farò del male. Te lo prometto. Anche perché mi è impossibile. Non potrei neanche volendo” il suo respiro mi soffia nei cappelli. Li sta annusando fortemente, di continuo. Non capisco di cosa stia parlando.
“Ma sei un maniaco, o cosa? Io non sono tua! Puoi essere anche Belzebù o un Monaco Buddista per me non fa differenza!” spero con questo di aver chiarito una volta per tutte la mia posizione “E smettila di annusarmi!”
“Non respingermi, Bella, non lo fare. Ti prego” la sua voce è dolce, supplichevole.
“Perché io? Io non sono nessuno, sono una ragazza normale.”
“No, non lo sei. Sei bellissima, intelligente, dolce sei fantastica e sei mia” Detta così sembra convincente. Ma io sono ostinata.
“Ancora! Ti ho detto che non sono tua.” Cerco di distanziarmi da lui ma è impossibile.
 Spingo forte con i palmi, cercando di non pensare che le mie mani sono appoggiate su un ammasso di muscoli sinuosi capaci di eccitare anche una scolaretta tredicenne, ma è inutile, sembro solo più goffa.
“Non rendere tutto più difficile. Se solo tu lo vorresti potrei farti sentire così bene...”
La sua bocca si sposta sul mio collo mentre parla, con il respiro traccia linee continue sulla pelle scoperta. Raggiunge  l’orecchio e poi ci infila la punta del naso, ora il suo respiro mi tocca lo stomaco e volendo essere sincera anche qualcosa di più giù.
“Potrei farti felice…” con le labbra prende il lobo del mio orecchio e lo ricopre di piccoli baci.
“Chiedimi qualsiasi cosa, qualsiasi, voglio solo renderti felice”
Ora basta.
“Edward, voglio che mi lasci. Questa è violenza!”
Si scosta, nei suoi occhi un’infinita tristezza, ed io, oltre ad una sensazione di mancanza per questa lontananza, mi sento anche in colpa.
“Mi dispiace Edward, ma non puoi avvicinarti così ad una ragazza e dirle “Ciao sono il tuo vampiro, ora appartieni a me!” non siamo nella preistoria, mancava solo la botta in testa.”
“Non è andata così, lo sai, solo che la tua vicinanza mi ha inebriato la mente e ho accelerato la conversazione…” Allunga la mano e mi accarezza la guancia con la punta delle dita. C’è qualcosa di estremamente dolce  in questo gesto e nel suo sguardo.
Ai suoi occhi  mi sento davvero speciale.
“Ti ammalerai. Entriamo in macchina. Ti accompagno, prometto che sarò un gentiluomo” sorride e assume una posa di giuramento, una mano sul petto e con l’altra fa il segno dei boyscout, ma i suoi occhi sono birichini.
Alzo scettica un sopraciglio, per niente convinta della sue parole. “Sei stato nei boyscout?”
“No, ma pensavo di avere un approccio più contemporaneo con te. Il novecento mi sembra un po’ antiquato per te, per non parlare del metodo preistorico … sai la botta in testa …”
Riesce a farmi ridere, in effetti a pensarci bene… ma quanti lati ha quest’uomo? Mh,vampiro, in un attimo è riuscito a farmi sentire a mio agio in sua compagnia.
“Ma quanti anni hai?” esprimo il mio dubbio a voce alta
“ E poi a me le cose antiche piacciono” Lo dico con un’alzata di spalle. Giusto a titolo informativo, non altro.
“Bene, è già un passo avanti, perché io sono abbastanza antiquato e per rispondere alla tua domanda, diciamo che ti ho aspettata parecchio “
Vorrei stare qui a replicare ma ha ragione.
“Va bene” Sospiro sconfitta, ma solo per ora. “Ma dobbiamo mettere in chiaro molte cose.”
“Come vuoi, abbiamo tutta l’eternità davanti a noi” Mormora con aria leggera.
“Cosa? Di che cosa stai parlando?”
“Oh, tranquilla, saprai tutto. Ora andiamo.”
 
Mentre viaggiamo in macchina ho mille domande in testa, ma non sono sicura di volerle porre e soprattutto non sono sicura di voler sapere le risposte.
“Dai, spara!” Mi dice tranquillo.
“Forse non lo farò” Dico poco convinta.
“Posso capire i tuoi timori, ma in sostanza te l’ho già detto. tutto il resto sono solo dettagli”
Be, se questo è vero, forse posso togliermi qualche curiosità.
Salto domande sui suoi fratelli, per ora non mi interesano e neanche quelle personali , non ho intenzione di conoscerlo meglio.
“Hai detto che mi hai aspettato tanto, perché? E cosa ti fa pensare che sia io quella giusta?”
“Ogni vampiro può avere un solo compagno, che sia maschio o femmina non ha importanza il procedimento è lo stesso. Il suo odore ci chiama come una luce nella notte più buia È istintivo. Il tuo odore..” dice prendendo un profondo respiro.
“Mhmm … chiama solo me. Ma non è solo l’odore, una volta trovata, la tua anima gemella te ne innamori al primo sguardo. Come se non bastasse.”
Come? Voglio chiedergli ma non faccio in tempo perché lui continua con la voce seria con cui ha iniziato, ma con più dolcezza. “Tutto ti differenzia da qualunque donna su questa terra. Prima di tutto sei immune a me.” Lo dice con una smorfia come se fosse qualcosa di orrendo.
“Ma c -come?” Balbetto senza capire.
“Chiamalo Karma o equilibrio naturale delle cose. Forse perché sarebbe troppo facile per un vampiro prendersi un umana.” Fa una pausa, come se stesse valutando se sia il caso di dire di più, poi il suo sguardo cambia addolcendosi completamente.
“Innamorarsi è solo una conseguenza, un passo ovvio a quello che tu già rappresenti per me.”
Allunga la mano e mi passa le ditta tra i capelli. E’ un gesto intimo ma in questo momento non mi dà fastidio.
Sono intrappolata nel suo sguardo, nel odore che emana di cui l’aria che respiro è satura. La strada davanti a noi scorre senza importanza.
“Senza di te morirei” Lo dice  tranquillamente. Senza provare alcun dolore.
“Ma sarebbe un sollievo, perché vivere senza te è molto più che doloroso, è impensabile.”
Ora sì che sento il dolore nella sua voce.
Esce dal suo profondo, è come se rievocasse un dolore in parte già vissuto.
Quanto ha sofferto prima di trovarmi? Questo dolore sembra raggiungermi, trasformandosi in senso di colpa, in pena.
Ed io? Posso farmi condizionare da tutto questo? Posso stargli accanto per non vederlo morire?
 Sì e no. No non mi farò condizionare, ma non posso neanche vederlo morire.
“Io non posso” Che frase stupida ho scelto, ma lui sembra capirmi. Le sue dita vagano sui miei capelli, sul collo, sembra un gatto che si struscia sulla sua padrona.
 E forse lo sono, la sua padrona. Perchè se tutta questa follia fosse vera, sarei la padrona del suo futuro.
Oh, al diavolo! E troppo per una giornata sola, troppo per me.
“Sono io che non posso, Bella.” Sospira. Mi cattura le mani con le sue, accarezzandole dolcemente.
Mi giro per distogliere lo sguardo da lui e mi accorgo che siamo parcheggiati di fronte a casa mia. Il tempo è volato.
“Non posso starti lontano. E non lo farò. Ti ho perso una volta e non ti perderò ancora. Tu appartieni a me. Sei mia da quando sei nata.”
Porta le nostre mani intrecciate alla bocca, e le sfiora con piccoli baci.
Io lo odio. Lo odio, perché fa tremare il mio corpo. Il mio corpo traditore che risponde a lui come una calamita.
“Ti darò un po’ di tempo, non molto. Per me è già insopportabile non prenderti ora, adesso che sei vicino a me.” Si passa le mie ditta sulla faccia tra un bacio e l’altro.
 Le sta adorando. Sono sconcertata per le parole e i gesti che usa con me.
“Mi è così difficile resisterti” La sua voce è cosi suadente. 
Questo vampiro mi farà impazzire.
Lo conosco solo da un giorno e mi ha già scombussolata, non oso pensare come sarà nei giorni a venire.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Salve a tutte.
Grazie a chi legge la mia storia e alla mia sorellina che mi ha inspirato.
Ti voglio bene tesoro.
Un infinito grazie anche ai miei angeli che hanno recensito la mia storia.
 luna89,  myryamzskigiu, theangelsee69, Queen Alexia, Queen Alexia
 Dark night, LadySile, LadySile, sissilotti, Katy71
Siete fantastiche!
A.A.A Cercasi beta. Non potrò postare tanto presto senza. Quindi chiedo disperatamente aiuto.
 
 
Capitolo 4
 
 
Appollaiato sul l’albero vicino a casa di Bella. Ho un visuale perfetta della sua camera. Mi basterebbe un salto per entrare dentro la stanza, cosa che farò appena Bella si addormenterà.
Ormai è il rituale dell’ultima settimana. In un modo o nell’altro sono sempre con lei.
Non so se sospetta che dorme vicino a me durante la notte, ma di giorno, come mi chiama lei, sono il suo incubo peggiore. Sorrido al ricordo di tutte le smorfie che fa durante la giornata e qualcuna anche durante il sonno, ma poi mi accorgo che quando non le sono fisicamente accanto, mi cerca.
Riesco a notarlo dalla mente dei suoi ormai amici, da come si assenta e perlustra lo spazio intorno a lei con occhi speranzosi. So che cerca me perché, anche se borbotta, i suoi occhi non mentono.
Seguo i suoi spostamenti tra la camera e il bagno. E’ splendida. Anche con addosso quella tuta di un colore ormai indefinibile talmente è vecchia, lei risplende comunque.
 Non vedo l’ora di averla, di averla completamente. Le mie membra vibrano al pensiero. Devo calmarmi, se continuo così impazzirò.
Non passa molto tempo e Bella è nel mondo dei sogni. Prima di balzare dentro controllo Charlie, suo padre, i suoi sogni mi sono chiari come il suo russare.
I miei passi silenziosi attraversano la stanza. E’ piccola ma accogliente. Conosco ogni granello di polvere, ogni cosa che può rappresentare Bella in questa camera. Riguardo con lo stesso interesse della prima volta, le foto appese sulla parete. C’è Bella, al età di cinque anni, abbracciata a sua madre. La donna che ho visto quella fatidica sera, la sera della mia rinascita. Perché è così che mi sento da quando l’ho incontrata. Rinato. Per lei.
Poi altre sue immagini man mano che cresceva, probabilmente scattate dalla madre. Hanno viaggiato in quasi tutto il continente fin quando, soddisfatto lo spirito nomade di sua madre, si sono trasferite a Phoenix.  Presto attenzione a come i suoi lineamenti sono cambiati fino a diventare la bellissima donna che è. E’ cresciuta senza di me, mentre io impazzivo nell’aspettarla. 
I suoi occhi non sono cambiati, sono sempre un po’ malinconici, in ogni foto il suo sguardo è sempre lontano, non triste bensì assente; Io invece lo sono, perché avrei voluto essere con lei. Ma forse è stato meglio così, è già faticoso trattenermi per così poco tempo, non avrei resistito per anni.
Mi avvicino al suo letto.
Bella dorme di pancia sotto, la guancia schiacciata sul cuscino, i capelli disastrosamente sparpagliati intorno a lei. Sono lunghissimi e setosi.
Li accarezzo passando le ditta tra loro, mi piego ad odorarli più da vicino. Sanno di fragola e un misto fiori di cui prevale la fresia, l’odore di Bella. Non posso far a meno di immergere completamente il viso in quella seta, e respiro continuando a drogarmi di lei.
Il mio stomaco si contorce. Piacere e dolore si mescolano. Ho represso per troppo tempo il mio bisogno di lei. Non posso più aspettare.
“Bella!” la chiamo dolcemente. “Bella..”
“Mhm” il suo mormorio è delizioso. Poi da questa distanza mi basta abbassarmi per averlo sulle mie labbra.
“Bella, tesoro, non gridare, ma ho bisogno che ti svegli.” Continuo a parlarle all’orecchio, ancora nascosto dai suoi capelli. E’ un sollievo averla così vicina.
“Mhm, è già mattina? Ancora cinque minuti”
Ridacchio leggermente, è assolutamente divertente. Che tipo la mia Bella.
Inizio a canticchiare un motivetto che si forma nella mia mente. Solo lei può ispirarmi così.
Comincia  a muoversi e  stiracchiarsi leggermente fino ad arrivare a mettersi seduta. Seguo i suoi movimenti rimanendo al suo fianco. Apre gli occhi ed il suo sguardo si fissa nel mio.
“Edward!” rantola, poi si schiarisce la voce e continua. “Cosa diavolo ci fai qui?” E’arrabbiata.
“Sei vero?” piega la testa come per guadarmi da un'altra angolazione. “Cosa..?”
“Bella, mi dispiace averti svegliata, ma sai durante la giornata non mi dai il tempo…”
“Tempo? Che ora sono?”
“E’ notte fonda” la informo.
Mi allontano un po’, per darle spazio. E’ seduta in  mezzo al letto, le lenzuola tutte attorcigliate intorno a lei ne limitano i movimenti. Tentando di svegliarsi per bene si strofina le mani sulla faccia, i capelli sono un instrigabilie groviglio. Un gattino arruffato. Ecco cosa sembra. Ed ai miei occhi, sempre più deliziosa.
Passiamo qualche minuto in silenzio. I suoi occhi fissi sui miei. E quando scorgo un barlume di compressione attraversare quel mare di cioccolata, inizio a credere che ha capito. E se ha capito, il mio compito sarà più facile. Ma lei sbotta.
“Se cercavi il cassetto delle mutande, è in basso a sinistra come sicuramente sai. Non c’èra bisogno di svegliarmi.”
Sono inorridito. Lei sarà sempre un mistero per me. Non mi rimane che fare la cosa più ovvia che un uomo può fare.
Mentire.
“Cosa …? Bella, no. No mi permetterei. Mai.”
Lei sventola la mano, come se scacciasse un brutto pensiero. “Sì. Come vuoi tu. Ma non mi fido, per ogni evenienza, sei in debito con me.”
 
Cosa? Oh. Sì.
Parlo senza nascondere un sorriso malizioso “Ti interessa la mia biancheria?”
“Neanche per sogno. Il pervertito qui sei te. Basti e avanzi. Mi limiterò ai tuoi pensieri”
I miei pensieri? Ma non era assonnata? La sua capacità razionale mi affascina come sempre.  Me lo aspettavo, dopo averle raccontato un po’ di noi e dei nostri “doni”, la curiosità ha preso il sopravvento, facendola diventare una bimba ansiosa di apprendere. Continuo a pensare però, che la biancheria sarebbe più stimolante. Soprattutto a quest’ora.
“Sarò felice di aiutarti. Conoscerai tutto di me comunque, quindi, non può che farmi piacere il tuo interessamento.”
Annuisce soddisfatta, poi si rende conto, con disagio, che quel pigiama  stretto e sbiadito, copre poco, per mia fortuna, e i miei occhi sono neri. Neri di desiderio. E lei lo sa. Devo calmarmi. Cercando di non spaventarla, prendo dei profondi respiri, e continuo a parlare.
“No. Ti prego non coprirti” Con voce sensuale cerco di convincerla mentre fermo le sue piccole mani in cerca della coperta.“Non vergognarti. Non con me. Ti prego” insisto.
“Sei l’unica donna che posso e che voglio guardare, in cento anni. L’unica.”
Il mio respiro la raggiunge, come il mio corpo. Mi basta alzare la mano per toccarla.
“Non ti farò del male. Non ti toccherò neanche. Se tu non lo vorrai.”
Si rilassa, convinta alle mie parole, ed io non posso che esultare dentro di me per questa piccola conquista.
“Ti ho cercata, aspettata e desiderata per così tanto tempo” Sospiro con tristezza nel ricordo di quei anni bui.
“Non ti chiedo di amarmi subito. Ma di accettarmi e conoscermi. Lascia che sia io ad amarti. Perché non posso farne a meno.” per me, amarla, è vitale.
La sfiorò appena la guancia arrossata, le punte delle dita bruciano al contatto. E lei non si ritrae al mio tocco.
Tremo dall’emozione. Il bisogno di lei è opprimente.
“Le tue labbra … sono così …” sospiro frustrato.“Mi piacerebbe … mi piacerebbe toccarle...” le sussurro e la mia voce è resa roca dal desiderio di lei“ …con le mie.”
 
Bella
 
Sono pietrificata. Le sue parole mi rimbombano nelle orecchie.
Vuole toccare le mie labbra … con le sue. Un bacio. Vuole un bacio.
Ed io? Cosa voglio?
Ho combattuto con la sua presenza per tutta la settimana. E devo dire che è anche piacevole quando non fa tanto il super- vampi- uomo. Ma trovarlo piacevole non vuol dire un coinvolgimento sentimentale da … Da cosa? Dargli il mio primo bacio?
Sono incollata al suo sguardo. Immersa nell’ambra infinita dei suoi occhi. Anche le sue labbra sono così … no, le sue sono semplicemente perfette.
La domanda, tutta via, rimane sempre lì , a volteggiare sopra di noi. E io non so decidere.
Perché la verità è che quelle labbra le farei subito mie se non fosse che il loro padrone vuole fare di me, la sua non so che cosa, roba strana da vampiri.
Il suo respiro mi attrae ancora più vicino. Ed io inizio a prendere il suo ritmo.
 Inspiro. Espiro. Sono ancora viva, o sono annegata nel suo mare ambrato?
Mi ritrovo a desiderarlo sempre di più. Non posso negarlo. Che male può farmi, è solo un bacio.
“Baciami” con un flebile suono gli rivelo i miei pensieri.
La sua espressione mi sciocca.
Vittoria.
I suoi occhi cambiano di colpo tornano neri.
Le labbra si curvano in un ghigno trionfante.
Forse non è stata una buona idea, ma non mi dà più il tempo di riflettere.
Le sue labbra premano velocemente le mie, fermandosi poi di colpo. Ferme sulle mie. Come in attesa del mio consenso.
Sono fredde esattamente come me le aspettavo. Ma non sento fastidio per questo. Sono delicate.
 Impaziente di gustarle, inizio a muovere le mia. E lasciandomi travolgere dalle sensazioni che sto provando non mi fermo più. Le mie braccia corono ad allacciarsi dietro il collo e subito dopo  con le ditta stringo i suoi capelli. Tirandolo più vicino. Edward mi avvolge completamente con le sue braccia. Mi sento al sicuro. Dischiudo le labbra per approfondire il bacio  e l’universo si schiuda davanti ai miei occhi. Nel momento in cui il suo respiro mi riempie la bocca  un insano bisogno si impossessa di me. Con la lingua esploro lentamente il suo labbro inferiore e quando schiude anche le sua e la sua lingua scivola piano mia bocca, mi sento morire dal piacere.
Dolce. Il suo sapore è dolce, prelibato. Miele e fiori si mischiano perfettamente creando un sapore perfetto. Perfetto per me. Tutto sembra fatto per me.  
E’ una sensazione bellissima. Se il suo profumo mi ammaliava, il suo sapore mi farà dannare. Ne sono certa.
Le nostre lingue danzano insieme. Sinuose e piene di desiderio. E ancora non mi basta. Come un ingorga, ne voglio sempre di più..
Oltre ai miei mugolii di piacere sento un ronzio costante. Mi concentro e mi rendo conto che non è un ronzio. E un ringhiare leggero che proviene dal suo petto. Sembra quasi stia facendo le fusa. Questa consapevolezza mi eccita talmente tanto da togliermi il respiro.
Si stacca piano, mi dà il tempo di prendere fiato. Mentre cerco di ossigenare i miei poveri polmoni ho gli occhi ancora sulle sue labbra. Lui se le lecca e poi ne prende una fra i denti. Una leggera pressione e una piccola macchia rossa sgorga ora dal suo labbro inferiore. Sono ipnotizzata da quel rosso. Come se fossi affamata mi chino e la lecco senza pudore. Assaggio il suo sangue. Ecco lo sapevo che avrei finito per dannarmi l’anima.
Il suo sapore è indescrivibile. Sento subito un fuoco crescermi dentro.
Sono drogata di Edward. Continuo a leccargli il labbro e la  piccola ferita da dove esce la mia ambrosia.
“Oh, Isabella”
Edward geme sulla mia bocca e io con lui.
“Brava, così … Ah, brava la mia piccola Bella”
Non capisco cosa dice e ora come ora non m’interessa. Voglio solo lui e quel liquido incantevole che mi scende nella gola.
Il fuoco che mi cresceva dentro è cresciuto talmente tanto che adesso lo avverto in tutto il corpo.
Sento caldo, molto caldo. Il mio corpo comincia a tremare Nella gola ora sento scendere anche le fiamme oltre al sangue. Voglio staccarmi, ma non ne ho le forze.
Incrocio i suoi occhi, Edward è in estasi come lo ero io fino a un attimo fa.
“Edward …” non riesco a finire la frase che una stanchezza innaturale mi assale, le forze mi abbandonano e prima di cadere nell’oblio sento le forti braccia di Edward che mi adagiano sul letto. Mi accarezza il viso con devozione.
“Il primo marchio è stato fatto ” lo sento mormorare.
 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Salve a tutte.
Un abbraccio a tutti voi che leggete la mia storia.
Un grazie a Resha91 che ha betato questo capitolo. E  a Ilacullen74 il mio angelo custode.
fania115  Grazie. Grazie. Il mio ego sale alle stelle, anche se sinceramente non credo di meritare tanta lode. Ma aprezzo….. moltissimo.  La storia sarà sempre più strana, spero che continuerà a piacerti. Kiss. rebe
 Katy71  Grazie. Punto molto sui sentimenti. Tutta la storia gira intorno ai sentimenti , visto che manca tutto il resto.  Grazie ancora. rebe
 Resha91 Tesoro, non ho parole per esprimere il mio ringraziamento. Mi inchino a te. Si dice che la pazienza  viene con l’età. Io che sono di fratta anche nella vita…. La pazienza mi cerca ma non mi trova mai. Anche se è frettolosa la ff spero che continuerai ad apprezzarla.  Un bacione. rebe
 cullengirl  Eccomi con il nuovo capitolo. Spero che ti piaccia. Un abraccio. rebe
 Paolina  Anche io adoro questo Edward. Non l’ho cambiato totalmente dal originale, ma essendo diversa la situazione lui si comporta di conseguenza. Mi sono ispirata dalle  centinaia di ff che ho letto su questo sito… con un tocco personale. Baci. rebe
 LadySile  Ciao cara. Grazie per tutte le recensioni. Hai fatto un sacco di domande. E tutte giuste. Ti rispondo a tutte, Sì! Un abbraccio. rebe
theangelsee69  Cara, quando leggo le tue recensioni mi emoziono sempre. Forse perché trovo il tuo modo di esprimerti simile al mio.  Grazie per tutti i commenti. Continua a seguirmi, ti prego. Un bacione. rebe
 Dark night Grazie Giuly per i complimenti. Sei un tesoro. Il secondo marchio arriverà presto. Nel fra tempo spero ti piaccia anche questo capitolo.
 chihuahua Eccoti il capitolo. Spero ti piaccia. Concordo con te. Beata Bella. Grazie per l’apprezzamento. Spero di non deluderti. Un bacione. rebe
 Queen Alexia  Il capitolo 4 era anche il mio preferito. Ma anche il più sofferto.  Dovevo introdurre  la svolta che prendeva la mia storia, senza risultare troppo impulsiva. E farlo accettare a chi legge. In quanto tutti abituati con un Edward molto diverso. Non è cattivo. Le sue ragioni sono valide. Più avanti sarà ancora più chiaro il suo comportamento. Grazie per i complimenti. Sei adorabile.  rebe
  luna89 Eccoti il nuovo capitolo. E sì, hai indovinato, Bella  è la solita scontrosa. Anche se questa Bella si somiglia al originale, dovevo renderla più decisa e meno remissiva nei confronti di Edward, lo richiede la storia in se. Spero che ti piaccia anche questo capitolo. Un bacione. rebe
 
 
Capitolo 5
 
Bella
 
Mi sento tutta intorpidita mentre cerco di svegliarmi. Tentare di aprire gli occhi sembra una missione impossibile. Ho la sensazione di aver dormito per giorni ma di  aver riposato male.
Provo a girarmi ma qualcosa me lo impedisce, mi sento stretta, con poco spazio intorno.
Mi basta qualche attimo per capire che la stretta che sento in realtà sono delle braccia e il proprietario delle suddette mi sta accarezzando il corpo senza il mio permesso e, come se questo non bastasse mi sta tempestando la testa con tanti piccoli bacetti. Ma che …? EDWARD!!
“Mhm… “ cerco di parlare con un pessimo risultato.
“Piano, mia piccola Bella. Il tuo corpo è ancora provato. Non me lo maltrattare. Mi serve!”
Sembra un rimprovero, ma la sua voce è dolce e carezzevole.
Apro gli occhi, questa volta con successo e me lo ritrovo ad un palmo dal naso. Un sorriso sghembo, riflesso della felicità che gli si legge nei occhi, spunta sulle sue labbra.
 Non posso che restarne incantata.
Esiste una creatura più bella di lui?
“Edward! Avevi voglia di sentire il mio alito mattutino? Cosa ci fai qui? E fammi un po’ di spazio, non sono mica una sardina!” Lo spingo per quanto mi è possibile, ma l’unico effetto che riesco a provocare è la sua risata divertita.
“Ciao anche a te. E comunque io mi prendo tutto di te, anche il tuo  alito mattutino” Parla divertito e non smette di muovere quelle labbra sui miei capelli.
Il suo viso sembra la personificazione della felicità. Ne sarei quasi contagiata se non fosse che non ha risposto alla mia domanda e che io sono una persona estremamente scontrosa la mattina.
“Te non mi ammalii  con quel sorrisetto. Fuori dal mio letto!”
Dico decisa.
Ma, quando per tutta risposta ricevo le sue labbra sulle mie, capisco subito di non essere stata abbastanza convincente.. BASTARDO!
Mmm… che meraviglia. Sono fresche e piacevolmente dolci. Rispondo al bacio senza indugio. Il suo corpo preme sul mio dolcemente e sento nascere il desiderio dentro di me. Gusto le sue labbra come se fosse la mia colazione. Succhio. Lecco. Mordo. La mia droga…
Merda!!!
Ieri sera.
Con tutta la forza e la volontà che mi ritrovo mi allontano. Ed è difficile perché il mio corpo sembra posseduto, come se avessi in me una calamita mi attira al suo.
“Non puoi più sfuggirmi. Combattere è impossibile.” Lo sento sussurrare,e avverto una certa soddisfazione nella sua voce.
“Come? Che cosa stai  dicendo?”
“Che posso baciarti quanto voglio. E non solo tu non puoi respingermi ma senti il bisogno di me, quasi quanto io ne ho di te” Mi informa tranquillo, mentre le sue mani corono lungo il mio fianco in morbide carezze.
Cavoli, cavoloni e cavoletti, ora ricordo.
“Ti ho chiesto di baciarmi…”
“Già”
“E ci siamo baciati…”
“Già” ripete divertito.
“E poi io…. Oh.”
“Già” per l’ennesima volta.
“Ho assaggiato il tuo sangue.” Affermo pensierosa.
“Eh, già. Ma non era semplicemente il mio sangue. Era molto di più.”
“Come?” Chiedo ormai Scioccata.
“Era un po’ della mia vita.” Mentre lo dice si china e mi bacia la tempia dolcemente.
Questo vampiro è l’atto contraddittorio. E’ tanto arrogante e prepotente quanto dolce e coccolone.
“Non capisco” Rimango a bocca aperta, senza sapere come continuare.
“Vedi…” inizia a parlare usando lo stesso tono che si userebbe per spiegare ad un bambino le nozioni elementari come: “lavarsi le mani prima di mangiare”.
“Nel mio “sangue” è presente anche il mio veleno e oltre al veleno ci sono tracce del mio DNA. In pratica, ora in te circola una parte di me. E questa piccola  parte, mi permette di avvicinarmi a te senza essere respinto, a percepirti meglio e, cosa più importante essere desiderato da te.”
Ho ancora la bocca aperta. La bambina che è in me non ha ancora capito “come lavarsi le mani” in realtà non ho capito proprio niente.
“Sono cambiata?” Mi viene spontaneamente da dire.   
“Non esattamente. Ma se ti piace vederla in questo modo… allora sì. Solo un po’, per ora.” Mi sorride. La cosa più sbalorditiva è che il mio corpo a quel sorriso risponde con un tremito.
 Il cuore mi batte più forte e un nodo allo stomaco prende residenza fissa nel mio ventre.
“D’ora in poi, le cose tra noi cambieranno”
Ha ragione.
La mia percezione di lui è cambiata. E questo vuol dire unicamente che il cambiamento in me è reale. Ma fino a che punto?
Più ci penso più aggiungo dettagli. Quando mi sono svegliata, sapevo che le braccia che mi stringevano erano sue. Edward è duro e freddo, ma non è quello che ho percepito.
Il freddo della sua pelle non mi ha dato il minimo fastidio. Direi che è persino piacevole.
 Mi sento attratta da lui come non mai. Se prima riuscivo a tenere, con la ragione e la testardaggine, i miei ormoni da diciassettenne a freno, ora sembra che gli stessi si stiano prendendo una rivincita, mandando al diavolo tutto il resto.
Per forza, si fanno compagnia con quelli di Edward.
Dannati vampi-ormoni.
Ancora tra le sue braccia, lo guardo con incuriosita,. Non posso negare che da una parte mi sento bene. Se avessi scelto un ragazzo di cui innamorarmi di sicuro sarebbe come Edward. Amo i suoi capelli: il colore ramato che li contraddistingue ed il modo sbarazzino con cui li porta. Per non parlare dei suoi lineamenti: così delicati e al contempo così virili. Sì, posso affermare che, il giorno che mi rassegnerò a questa pazzia, ammetterò di essere fortunata.
“Perché non mi hai baciata prima?”
“Non mi era permesso. Avevo bisogno del tuo consenso. Te l’ho già spiegato, sai il “Karma” comunque tutto si riduce al libero arbitrio. In qualche modo ti si dà una scelta”
Ma… sarà… ma a me non sembra di avere tutta questa scelta.
Faccio per alzarmi ma, a quanto pare, il mio vampiro non la pensa allo stesso modo, trattenendomi con forza.
“Se hai finito di marcare il tuo territorio, vorrei alzarmi. Sai, sono umana, io.”
Lo sottolineo con voce ferma. Spero che capisca. Ho un urgente bisogno di un  momento umano.
“Mhm, va bene. Ma torna presto.” Parla soffiando nei miei capelli, dove si è rifugiato  appena finito di parlare.
No, che non torno, se ti tocco i vampi-ormoni tornano al attacco.
Staccarmi dalle sue braccia non è facile, anche il mio corpo sembra protestare a questo distacco ma ci riesco e mi dirigo decisa verso il bagno.
Come farò a gestire Edward? Non so. Ora non ci voglio pensare.
Mi rinfresco velocemente: Primo perchè non sono il tipo di persona che si dedica molto al suo aspetto, l’importante è essere pulita, una doccia veloce e via. Secondo ho paura che se non mi sbrigo, quel vampiro lussurioso mi farà fare tardi a scuola.
Esco dal bagno avvolta nel accappatoio, in cerca della mia spazzola. Pettinarmi è la mia croce.
Edward è seduto sul mio letto.
La sua postura ha un che di regale. . Le sue movenze possiedono un’eleganza innata.
Più lo guardo e più mi sento piccola e insignificante e avvicinandomi mi stringo a disagio nell’accappatoio, almeno è di colore bianco, niente di imbarazzante.
“Cercavi questa?” Mi chiede mostrandomi la spazzola che tiene in mano.
“Posso fare io?” Il suo sguardo è dolce e carezzevole.
 Mi sta supplicando.”Per favore “
Non sono mai stata pettinata da nessuno, tranne quando ero molto piccola da mia madre. Sono cresciuta in fretta, diventando autosufficiente fin da quando ho memoria. Mia madre ha sempre avuto molte passioni, ma certo non quella di fare la madre. Come sorella invece era perfetta.
Posso lasciare che Edward faccia questo per me?
Mi farà sembrare una sciocca ragazzina hai suoi occhi?
“Voglio prendermi cura di te, Bella. Non c’è niente di male in questo?”
“Puoi leggermi nei pensieri? Forse il cambiamento…”
“Il tuo viso è molto espressivo. Come un libro aperto. Non leggo i tuoi pensieri.
Anche se a quest’ ora avrai dovuto percepire qualcosa. Forse è un tuo dono futuro.”
Si alza e in un attimo è vicino a me. Con mano gentile prende la mia e mi trascina con lui.
“Vieni. Siediti qui”
Si siede sul letto, facendomi accomodare sulle sue gambe.
Inizia a spazzolarmi i capelli partendo dalla cute scendendo pian,piano fino a raggiungere le punte.
E’ un esperienza ultraterrena.  
 Intima è piacevole.
Ogni colpo è morbido e preciso. Accompagna la spazzola con l’altra mano, accarezza ogni ciocca che prende. E’ delicato e attento a non crearmi alcun fastidio.
Dio, sono in paradiso.
I miei lunghi capelli si modellano nelle sue mani, godendo a pieno di tutta quell’attenzione a loro dedicata.
 Più la spazzola li colpisce, più li sento leggeri e morbidi.
Mi lascio sfuggire un gemito di vero piacere.
Edward è un vero maestro in carezze e gesti affettuosi.
Non oso pensare in cos’altro può eccellere.
Con un lungo e leggero colpo finisce. Le sue braccia si allargano e mi stringono al suo petto.
 Mi stringe con vigore, ma non sento dolore. Appoggia il mento sulla mia spalla e sospira profondamente.
Sì, so cosa vuole dire.
E’ bello stare tra le sue braccia, almeno in questo momento. Solo per un po’, mi lascio andare.
Il secondo sospiro che si sente nel silenzio della stanza, è il mio.
 
 
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Buon giorno a tutte!
Mi scuso con voi per il ritardo.
La mia scusa più valida è… Sono stata rapita dai alieni….
Ma… siccome oggi è il mio compleanno…^^ mi hanno rilasciato in semi libertà dopo una sudata buona condotta.
Ringrazio tutti, tutti quelli che preferiscono, seguono e leggono questa storia.
Grazie. Grazie. Grazie.
Un infinito grazie ai miei angeli che commentano.
 mikycullen2, cullengirl,  LadySile,  erika1975,  oria71
 Dark night,  chihuahua,  starlight89, theangelsee69,
 antonella64,  bambola_e_bibola,  Queen Alexia,  Karima.
Siete magnifiche.
Un bacione anche a   Resha91.
Un  GRAZIE speciale a ila74cullenche senza di lei non starebbe in piedi questa storia. Ti voglio bene tesoro.
Un abbraccio.
rebe
 
 
Capitolo 6
 
 
 
 
 
EDWARD
 
 
 
La sala d’attesa del ospedale di Forks è abbastanza silenziosa.  
Niente a che vedere con gli ospedali delle grandi città.
Di tanto in tanto fa capolino qualche paziente che cammina lento lungo i corridoi quasi deserti. Dal punto dove sono seduto riesco a vedere l’infermiera che dall’accettazione mi lancia furtive occhiate maliziose.
 I suoi pensieri sono inconfondibili, mi desidera. Sbuffo più volte rumorosamente nella speranza di persuaderla dal continuare quell’inutile interessamento.
L’odore della candeggina è così forte da coprire quasi completamente l’odore del sangue. Anche se non mi dà particolarmente fastidio non è un posto che prediligo. Per mio padre è diverso, fare il medico è la sua passione, dopo Esme naturalmente.
“Ho quasi finito, Edward. Ti raggiungo tra poco”suoi pensieri mi raggiungono quando sono ormai al limite della pazienza.
Ho urgente bisogno di parlare con Carlisle, non posso aspettare che finisca il turno, devo fare presto. Lasciare Bella, sola, in giro per la scuola anche se controllata a distanza dai miei fratelli, mi innervosisce. Più tempo passo lontano da lei più l’ansia cresce. Sento un vuoto dentro di me.
Ora capisco  perché i miei fratelli non si separano quasi mai dalle loro compagne.
Carlisle mi raggiunge, come promesso, pochi istanti dopo. Osservando il suo viso noto sia curiosità che preoccupazione per la mia visita inaspettata..
“Andiamo nel mio studio, Edward” Dice ancor prima di salutarmi e, lasciandoci alle spalle quel infermiera insistente, ci incamminiamo insieme.
“E’ successo qualcosa?” la sua domanda arriva un attimo dopo aver chiuso la porta dietro di sè.
“No, no, stiamo tutti bene” Rispondo anticipando le domande che leggo nella sua mente.
“Volevo un aiuto con…  Bella…” sussurro vergognandomi un po’.
I suoi occhi s’illuminano di contentezza nel udire il nome della mia compagna. Si toglie quell’aria professionale di dosso e veste i panni del padre che tanto ammiro.
“Cosa ti preoccupa figlio mio” chiede con calma mentre si accomoda sul piccolo divanetto che affianca la scrivania.
Mi siedo vicino a lui e respiro profondamente. L’aria è impregnata del suo odore e ciò ha un effetto calmante su di me.
“Lei continua a respingermi” mi confido tutto d’un fiato. Confidandomi con lui il macigno che mi opprime sembra sgretolarsi..
“Non posso immaginarmi in continuo conflitto con Bella. E’ una pena troppo grande.”
Ho bisogno di aiuto. Il mio orgoglio perde d’importanza se si tratta di conquistare definitivamente la mia compagna.
“Hai iniziato la connessione?” Con la sua semplice domanda arriva subito al centro della questione.
“Sì…” Rispondo sospirando ancora una volta. “Il primo marchio è andato bene… penso.”
La mia mente fugge subito al ricordo della notte appena trascorsa. L’eccitazione mi scorre velocemente nelle membra. Spingo subito tutto nell’angolo più recondito della mia mente e provo nuovamente a concentrarmi sul presente; questo non è il momento adatto..
“Il legame è iniziato. “ Confermo
Un lampo di emozione gli attraversa il viso, la sua mente si allontana al giorno in cui lui ha rivendicato la sua compagna.
“Con Esme è stato più semplice, più naturale. Perché io non sono così fortunato?” mi rammarico ad alta voce senza preoccuparmi di ferirlo.
 “Edward tu sei fortunato!” risponde continuando a sorridermi.
“Sì. Lo so. Ma sono egoista e stanco di soffrire la solitudine. La voglio con me. E la voglio subito.”
 Sono stanco di dovermi trattenere. Frenare i baci, per non osare troppo.
Misurare ogni carezza per non spaventarla. Vorrei farla mia, seppellirmi dentro di lei, per sempre.
 
“Le hai parlato?” Fa una pausa, passandosi le mani nei cappelli. Quel gesto così umano, mi fa rendere conto di quanto mio padre s’immedesimi perfettamente nel suo ruolo umano di dottore.
“Intendo dire di tutto… anche di quello che lei, È…?”
“Non completamente” rispondo imbarazzato“Ho paura di allontanarla ancora di più. Voglio aspettare ancora un po’” Sono frustrato e nervoso.
Ho vissuto per più di un secolo, ho conosciuto tragedie e drammi , ho assaporato momenti di piccole e grandi gioie direttamente o attraverso la mente degli umani e dei vampiri che hanno incrociato il mio cammino, ma di fronte alla mia umana… sto capitolando.
“Edward, per ora potrai forzarla, spingendo il legame ancora un po’, ma sai bene che non potrai completarlo senza il suo pieno consenso…” Il suo tono è serio, ed io annuisco, sapendo perfettamente a cosa si sta riferendo.
“Devi avere fiducia in te stesso Edward, falle conoscere il vero te e quanto sei straordinario, non potrà che ricambiarti.” Le sue parole mi lusingano, non posso che ricambiare la fiducia che ha riposto in me.
 
 “Grazie, papà” Non ci sono abbracci tra di noi o pacche rassicuranti sulle spalle, il sentimento che ci lega è molto più profondo. Io leggo la sua mente, lui mi legge dentro.
“Perché non la porti a conoscerci ufficialmente. Esme sarà felicissima, per non parlare degli altri. A Bella non potrà fare che bene vedere da vicino il legame che ci unisce.”
“Forse” rispondo vago, non voglio che Esme faccia progetti in grande stile; ma in cuor mio inizio già a programmare tutto per rendere la visita a Bella più tranquilla possibile.
“Bene, Edward, ci vediamo a casa, io devo andare” dice mentre controlla e spegne il cerca persona, che ha iniziato a pigolare.
Usciamo insieme dallo studio, ed io mi dileguo subito, cercando di evitare sguardi indiscreti.
La mia mente è occupata dalla breve conversazione appena avuta con mio padre e, soprattutto, su come trovare il modo di invitare Bella senza essere rifiutato. Quella donna così bella e, in apparenza, tanto fragile nasconde in sè una grinta da leone. Questa sua dualità la rende perfetta. Dove nasconde tutto quel temperamento in un corpicino così  minuto?
Non posso che ammirarla ed apprezzarla sempre di più, è anche per questo che impazzisco per lei!
 
Immerso nei miei pensieri mi accorgo di essere ormai a metà strada,. Le gomme sfrecciano a tutta velocità sull’asfalto bagnato. Fremo dal desiderio di tornare il prima possibile a scuola. Ho saltato le prime ore di lezione unicamente perché la so al sicuro.
Ma ho già esaurito le mie energie senza di lei.  Ho bisogno, disperato di lei. Tutto un tratto, inspiegabilmente, divento ansioso.
Il passare dei minuti non fa che aumentare anche il mio malessere fino a trasformarsi in un forte crampo al petto.
Schiaccio il piede sull’acceleratore più del lecito..
E’ orribile; il crampo è diventato dolore lancinante ed il disagio,paura.
Impiego un attimo per capire che  è Bella ad essere in pericolo e soffrire. Quelle sono le sue sensazioni.
Ho sentito parlare del legame empatico tra le copie, ma questo è prematuro e troppo intenso per avvertirlo da questa distanza. Deve esserle successo qualcosa di grave.
 “Dio, fa che non le accada niente” è ciò che mi ripeto nella mente come un mantra.
Quando il dolore arriva ad intensificarsi talmente tanto da levare il fiato, inizio a valutare di abbandonare la macchina sul ciglio della strada e proseguire a piedi, ormai però sono quasi arrivato.
Che diavolo sta succedendo? L’ho lasciata tranquilla questa mattina-. I miei fratelli dovrebbero essere con lei. Dovrebbe essere al sicuro.
Mi fermo nel primo spazio libero che trovo nel parcheggio, scendo di corsa , non c’è nessuno nei paraggi, e questo mi permette di sfrecciare alla ricerca di Bella.
Seguo il suo odore come un disperato, il dolore è insopportabile e opprimente, tanto da togliermi il respiro, se fossi umano sarei già svenuto.
Il mio corpo agisce da solo, correndo lungo i corridoi, la mia mente è alla ricerca di spiegazioni.
“Mi dispiace Edward, non l’ho visto succedere”Si giustifica Alice raggiungendomi con il pensiero
“Presto… nel aula musica.”Continua angosciata.
Sì, lo so, vorrei risponderle, ormai sono arrivato al secondo piano, e l’aula di musica è a cinque secondi da me.
Quando spalanco la porta dell’aula, i miei nervi sono talmente tesi che è difficile tenere a bada il mostro che è in me.
Lo scenario che ho davanti è agghiacciante:Bella è schiacciata contro il muro, che cerca disperatamente di divincolarsi da una mano che le sta premendo sul petto impedendole di scappare; l’altra mano, sulla sua bocca, non le consente né di gridare né di respirare  normalmente.
 
In una frazione di secondo sono dietro a quell’essere schifoso.
Lo afferro per le spalle e, mentre scaravento contro il muro opposto, dalla mia gola esce un ruggito mentre tutto il mio corpo freme pregustandosi  la vendetta.
“Io ti ucciderò adesso, Newton” Sibilo infine tra i denti.
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Salve a tutte!
Voglio ringraziarvi. Siete fantastiche.
Davvero sono commossa per i vostri commenti.
Grazie. Grazie. Grazie.
Vi ricordo che rispondo alle vostre domande tramite la nuova finzione di Efp. Trovate il messaggio nel vostro account.
Un bacione alla mia sorellina.  Sto mantenendo la promessa tesoro!!!!
Questa storia è in piedi anche grazie a  ila74cullen   la mia sorella di penna. Grazie tesoro.
Allora prima del capitolo faccio un chiarimento.
Il capitolo 6 e 7 doveva essere un unico capitolo. Ma per vari problemi ho dovuto dividerlo.
Quindi in questo capitolo trovate il punto di vista di Bella.
Non credo di postare ancora per quest’anno. Quindi:
Un grasso abbraccio.
 Auguri a tutti  e  Buone Feste
Rebe
 
 
Capitolo 7
 
 
 
Bella
 
 
Come volevasi dimostrare,  quel vampiro lussurioso è riuscito a farmi  fare tardi, ed ora siamo nel cortile della scuola, mentre tutta la popolazione scolastica di Forks ci guarda, mentre un odioso vampiro, uno a caso, mi sfoggia come un trofeo, lanciando occhiate minacciose ad ogni maschio presente.
Dio, vorrei seppellirmi dalla vergogna.
“Edward per favore, almeno allenta la presa!” Dico indicando il suo braccio che saldamente mi stringe al suo fianco.
“Perché? A me piace. Poi il tuo calore… mi rilassa.”  Dice sfoggiando la più innocente delle espressioni.
E ti pareva! Parlare con un sasso avrebbe dato più risultati.
I suoi fratelli sono arrivati quasi contemporaneamente a noi, chissà se lo hanno fatto apposta? Non mi sorprenderei se fosse così. Mi salutano con un cenno, mantenendo comunque le distanze. L’unica che mi sorride sfacciatamente, continuando ad agitare la mano, è Alice.
 Sembra davvero felice di vedermi.
Edward riesce abilmente a nascondere la sua natura possessiva, dietro quei modi tanto gentili. Le carezze, i sorrisi ed i baci innocenti, hanno come unico scopo gridare a tutti l’evidenza: IO SONO SUA.
Questo increscioso spettacolo finisce quando arriviamo all’aula di aritmetica. 
“Bene, sono arrivata sana e salva, mio cavaliere. Presumo di vederti qui fra cinquanta minuti, quindi, bando ai saluti e vai alla tua lezione”  La mia voce formale cerca di evidenziare il fastidio che il suo comportamento mi scatena.
“No, mia signora. Non sarò qui per le prossime ore, ma confido nella vostra sicurezza.” Risponde sorridendo sornione.
“Va via? E dove?” Ancora  stupita dalle sue parole non ho nemmeno il tempo di elaborare se ciò sia un bene o no per me che due braccia mi attirano al suo corpo. Ha una presa delicata, come se  nelle sue mani stringesse l’oggetto più fragile di questa terra. Immerge il viso nei miei capelli e con voce soffice mi sussurra all’orecchio.
“Bella… tornerò il più presto possibile, ma te, promettimi di non fare sciocchezze, devo saperti al sicuro, altrimenti impazzisco.”
Si scosta e fissa il suo sguardo nel mio. La serietà che leggo nei suoi occhi mi travolge, non posso che annuire.
“D’accordo” sospiro “ Se decido di fare bungee jumping, aspetterò il tuo ritorno”
“Bella… ti prego” La sua voce trasuda ansia.
Scostandomi da lui, alzo le braccia in segno di resa.
“Va bene, hai la mia resa incondizionata, poi ci sono sempre i tuoi fratelli, giusto?”
“Esatto! Vedo che cominci a capirmi.”
Mi riprende tra le sue braccia e senza pudore inizia ad annusarmi il collo. Ci struscia sopra le labbra e il naso dandomi i brividi. Questo gesto, è tanto raccapricciante quanto erotico, da riuscire a risvegliare nel mio corpo innumerevoli sensazioni. Finirà mai di trattarmi come una bambola? O forse sono solo io a sentirmi tale.
Si china piano e con delicatezza poggia le sue labbra sulle mie. La sua bocca diventa sempre più  esigente. Muove le labbra duramente quasi forzandomi ad aprire la bocca per lui e quando lo faccio, sembra divorarmi. Muove le labbra con frenesia, sembra  la disperazione di un bacio d’addio.
Non va oltre le labbra, non osa di più, ed io mi sento sollevata e al contempo dispiaciuta, in continuo conflitto con me stessa.
Non capisco la sua afflizione, dal nostro primo bacio ce ne sono stati altri… ma mai così…
“Ti amo, mia Bella, incondizionatamente e disperatamente. Non dimenticare mai che la mia vita è nelle tue mai”
Ecco che inizia con i sensi di colpa, anche se da una parte non posso che essere lusingata da tutta questa dedizione a me.
,Con un lieve tocco sulla bocca mi dà un ultimo bacio, mi accarezza la guancia piano e poi, sospirando, si allontana  definitivamente.
Si gira lentamente e incamminandosi nel corridoio si dilegua in mezzo alla folla nel corridoio.
Ancora ferma sulla porta della classe, l’immagine che ho d’avanti sono gli occhi di Edward prima di voltarsi. Nel suo sguardo c’era un’angoscia infinita. Sembrava così sofferente…
“No,no”, scuoto la testa cercando di far sparire quell’ immagine dalla mia mente ed entro in aula , “non può stare così male per me, solo per qualche ora di separazione!” Credo che la conclusione: dei miei ragionamenti sia: non cercare di capire un vampiro potenzialmente psicopatico, perché, porterebbe alla pazzia.
Con questo pensiero mi rilasso e mi preparo ad una giornata senza la presenza costante di Edward.
 
Più passano le ore più mi convinco che quell’arrogante, lussurioso, e borioso di un vampiro mi ha imbrogliata. Deve aver usato qualche trucco  alterando i miei sensi con la sua costante presenza.
Continuo a guardarmi intorno come se mi aspettassi  di vederlo da un momento all’altro. Ho passato le ultime tre ore con uno strano senso di vuoto nello stomaco.
 Mi rifiuto categoricamente di pensare o in qualche modo di ammettere che mi manchi Edward.
Ho bisogno di stare da sola e pensare, senza dover far finta di seguire la lezione.
Così, faccio la cosa più spregevole che un’alunna modello come me può fare: Saltare le lezioni.
Il corridoio è ormai deserto, origlio dietro le porte per trovare un aula vuota, non ho voglia di rinchiudermi nel bagno e fuori piove.
“Ciao, Bella” Una voce dietro di me quasi mi spaventa a morte.
“Oh, ciao Mike” Rispondo in imbarazzo, ancora con il cuore in gola.
“Se cercavi un’aula dove nasconderti, quella di musica è vuota.”
Sagace il ragazzo.
“No… io, eh…mhm… Sì.” Mi vergogno di me stessa, non sono una brava bugiarda per cui ogni volta che mi prendono con le mani nel sacco non posso che ammettere le mie colpe.
Mike ride della mia ammissione ed io con lui.
“Dai, Bella, non dirmi che è la prima volta che marini le lezioni?”
“Be, sì… in effetti.” Certo prima non ne avevo bisogno.
“Dai ti faccio strada.” Dice mentre mi affianca, forse un po’ troppo per i miei gusti.
“No, tranquillo, vai pure alla tua lezione”
“Secondo te cosa faccio in giro, quando la mia ora di storia è  iniziata da un pò?”Risponde con tono beffardo e alzando un sopraciglio  in senso di intesa.
Già cosa ci faceva? Mi viene istintivamente da pensare che mi seguisse, ma poi, valutando che è una cosa improbabile mi do della stupida da sola.
“Bhe, non so, potevi sempre cercare Jessica, ho visto come ti guarda…”
“Niente Jessica” Taglia corto, ed io ho paura di aver sbagliato argomento.
 Voglio trovare   la scusa giusta per togliermelo di torno.
Ho programmato per questa ora, con un colloquio a tu per tu con me stessa e non ammetto spettatori.
“Bella, stavo pensando… perché qualche volta non ci vediamo… fuori? Tipo, non so, sabato sera, ho i biglietti per il cinema, puoi scegliere tu il film da vedere.”
Oh. Questa poi…
Non sono abituata  a cose del genere, di solito, con il mondo degli adolescenti ho, al massimo, uno scambio di battute di cortesia,  saluti di routine, nessuno si è mai interessato a me. Almeno non per un appuntamento, e a me va bene così. Mi sento così sbagliata nel pensarmi come…  non lo so come.
Guardo Mike che aspetta la mia risposta con viso speranzoso. Non so ancora cosa dirgli o come.
Apro la bocca per dire qualcosa di sensato. Ma ne esce soltanto un confuso farfugliamento
 “Mike, io… mi dispiace, ma non…”
“Niente di impegnativo se… tu non vuoi” Replica senza lasciarmi finire.
Un senso di repulsione mi pervade.
E’ sbagliato, tutto sbagliato, io, lui, questo corridoio vuoto, a due passi da quella stupida, e deserta, aula di musica e cosa non da poco, la determinazione che gli vedo dipinta sul viso.
“Mh, Mike, in realtà sono già impegnata… con qualcuno, intendo.” Parlo calma, cercando di non creare malintesi.
“Non ci credo, stai mentendo!” Esclama con voce è tagliente.
“Ti ho osservato, non dai importanza a nessuno, neanche a quello stupido di Cullen che ti ronza continuamente intorno”
Il suo tono accusatorio diventa sempre più cattivo. Lo stomaco mi si contorce nell’udire il nome di Edward sputato con tanto disprezzo dalla bocca di Mike.
“Mike, forse ti sei perso il nostro ingresso questa mattina. Ti assicuro che ora siamo una coppia” Affermo con decisione, meglio mettere le cose in chiaro una volta per tutte. Devo dare atto ad Edward che forse lo spettacolo di questa mattina non è stato del tutto insensato..
“Non capisco. No, non ci credo….” Fa una pausa, come ad afferrare tutto il discorso. Quando la rabbia inizia a velargli gli occhi capisco che la comprensione delle mie parole deve essergli finalmente chiara.
“Sei stata con Cullen?” La crudeltà con cui mi parla, adesso mi spaventa e non capisco da cosa sia dovuta. Il mio rifiuto? E una gara tra i maschi? Chi prima arriva meglio alloggia? Cosa diamine è?
“Non so cosa intendi con “ci sei stata” ma qualunque cosa sia, non sono affari tuoi!” Replico con tono deciso mentre gli punto contro l’indice.
Devo allontanarmi.
“Ora devo andare. Ciao Mike!” Mi giro in fretta con l’intenzione di darmela a gambe.
“Tu… non vai da nessuna parte.” Dice bloccandomi da dietro. Senza neanche accorgermene mi ritrovo nell’aula di musica. Con una spinta vengo catapultata dentro e mi trovo con la schiena al muro.
“ Non dopo aver sprecato due settimane a cercare di piacerti senza che neanche ti accorgessi di me” Mi sibila tra i capelli.
Lo odio.
Non voglio sentire il suo fiato su di me.
Sono paralizzata. Disorientata. Spaventata a morte.
“ Che idiota, cercare di far colpo su di te mentre tu te la spassavi con Cullen”
Edward…
Voglio Edward!
Lui che è stato sempre gentile e paziente con me. Perché sotto quell’arroganza è dolce, quando  dice di amarmi lo dice con tutto se stesso.
 Voglio Edward!
“Dovresti darmi una possibilità, Bella. Potrei piacerti di più di quel bell’imbusto!” 
Non posso rispondere, non posso gridare, faccio fatica pure a respirare.
Le mani di Mike stringono forte. Una si muove su di me ma l’altra mano è ferma sulla mia bocca. Il suo corpo mi schiaccia sempre di più al muro dietro di me.
Dio, perché, perché…
Un attimo dopo sento il vuoto intorno a me.
Mi accascio per terra sentendomi meno le forze.
Un ruggito rabbioso risuona nel aria e io capisco che lui. E’ arrivato.
Sento il sollievo coprirmi completamente. Sono salva.
Vorrei alzarmi e abbracciarlo per poi , piangere come una bambina.
Lo cerco con lo sguardo.
Davanti a me non c’è Edward però. Almeno non quello che io conosco.
Questo Edward ha gli occhi cattivi, pieni di odio per quel essere che a osato toccarmi e che ora giace per terra.
Un dio spietato e vendicativo.
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


BUON GIORNO A TUTTE!!!
Sono dispiaciuta per il ritardo. E so per certo che subirò la vostra furia dopo aver letto tutto… per non dire il capitolo.
Mi vado a nascondere subito dopo.
Mi sembrava scorretto sparire senza dire niente e gli avvisi sono odiosi.
A mio a parere sono un modo subdolo di tornare in prima pagina.
Così ho deciso di postare un altro capitolo.
Allora la buona notizia è che questa storia la finirò, mantenendo la mia promessa.(Altrimenti la mia sorellina mi uccide. Lei sta mantenendo il suo impegno. Brava Miry.)
La brutta notizia è che farò una pausa. Per vari motivi, che non sto ad annoiarvi elencandoli. Ma tornerò presto e nel fra tempo imposto i capitoli in modo da non farvi più aspettare in futuro.
Prima del capy ringrazio quella santa donna di  ila74cullen senza di lei sarei persa.
E naturalmente un grosso abbraccio ai miei angeli che commentano la mia storia. 
 Queen Alexia cullengirlellesse Karima maryc RenEsmee_Carlie_Cullen,
 chihuahua Rael82 oria71 bambola_e_bibola Moni68 Lalayasha.
Un bacione a tutti quelli che leggono questa storia.
GRAZIE. GRAZIE. GRAZIE
Rebe.
 
 
 
 
Capitolo 8
 
 
Bella
 
 La scena che ho davanti a me, è raccapricciante. Degna di un film horror.
Ed io sono in prima fila.
Edward si scaglia contro il corpo privo di sensi di Mike. Sembra un bimbo capriccioso che gioca con il suo orsacchiotto di pezza, senza averne la minima cura. Sbattendolo ovunque.
Ma non è così.
Edward non è un bambino, è un vampiro, in questo momento, molto, molto arrabbiato; E sta mostrando quella parte di lui, che normalmente nasconde, per non spaventarmi. Una realtà, in cui il vampiro detiene il potere e l’umano soccombe. 
Mike non è l’orsacchiotto di pezza, è un umano, uno sciocco, sconsiderato e stupido. Ma comunque sempre umano. 
Non voglio assistere a tutto questo. Non voglio essere la causa della fine di una vita umana. È un peso che la mia coscienza non potrebbe sostenere.
“Sei un insulso umano che non merita di vivere.” La voce di Edward dà brividi. Trasuda morte. Il verdetto finale prima di scendere nell’inferno.
No. No. Adesso basta.
Mi rendo conto che quello davanti a me è Edward. Non un demone. Non un ragazzo o vampiro qualsiasi.
 Lui è il mio vampiro. Il mio ragazzo.
Mio.
E con questa nuova certezza mi muovo. Con passo veloce lo raggiungo e lo abbraccio da dietro stringendogli i fianchi. Appoggio la fronte sulla sua schiena, mentre lui trattiene ancora Mike per il collo sollevato da terra.
Ho timore di aver fatto troppo tardi. Poi sento un lamento; forse no,e dato non sono io a mugolare, proviene sicuramente da Mike.
“Edward, ti prego. Non farlo.” La mia supplica è appena un sussurro e spero comunque che lui mi  senta.
“Ti prego. Io non voglio che tu lo uccida… Non per me.” La mia voce è rotta dal pianto.
“Sei arrivato in tempo. Non è successo niente.” Continuo con più determinazione.
“Per favore!”
Sperando con tutta me stessa che ascolti la mia preghiera, lo ascolto continuare a ringhiare. Mike penzola ancora appeso  per mano di Edward. Devo essere forte mi ripeto nella mente per non lasciarmi sopraffare dal panico.
“Ti prego…” Ripeto senza sapere cos’altro aggiungere.
Edward sembra riflettere. Il suo corpo è ancora rigido, ma il suo ringhiare si è calmato. Quando parla però la sua voce è ancora distorta dalla rabbia.
“Questo stupido umano, voleva spaventarti. Nella sua mente meschina pensava che così, tu … spinta dalla paura, mi avresti lasciato per lui. Come se fosse possibile.” E una sadica risata fa risaltare la sua ultima affermazione.
In un certo qual modo sono sollevata, perché, realizzo che, Mike non è un assassino o uno stupratore ma soltanto uno stupido all’ennesima potenza..
Questo non lo giustifica, ma fa sì, di farmi essere più convinta e motivata nel tentativo di salvargli la vita.
“Edward, ti supplico, lascialo. Non potrei vivere in pace con la mia anima se sapessi che l’hai ucciso a causa mia. Ti prego. Fallo per me”
Il corpo di Edward si irrigidisce. Abbassa le mani lasciando così cadere a terra il corpo privo di sensi di quel meschino.
Si gira veloce e  adesso si trova di fronte a me. Mi prende il viso a coppa tra le mani, costringendo i miei occhi a guardalo  fisso .  Respira pesante, con affanno.
“La tua anima non a niente a che fare con questo. Niente. Tu sei mia… Sei mia.”
Le sue parole sono morbide. Il repentino cambiamento della sua tonalità mi confonde. Fino a un momento prima parlava come la morte stessa ed ora sembra un angelo che cerca di convincermi delle sue parole con dolci suppliche.
Chiudo gli occhi in un sospiro. Il peggio è passato.
Quando li riapro mi accorgo che sono tra le sue braccia, sotto di noi non c’è più il pavimento, ma l’erba del cortile. La finestra aperta dell’aula la vedo sparire in lontananza. Edward è saltato giù dal secondo piano, ed ora sfreccia veloce verso la foresta. Mi stringo forte al suo petto e chiudo nuovamente gli occhi. In qualunque posto mi stia portando sento che sarò al sicuro. Ora lo so per certo.
Non ho la cognizione del tempo, ma dopo un po’, il silenzio intorno a noi mi induce ad aprire gli occhi. La luce che mi accoglie mi dona un senso di pace. L’aria impregnata del suo profumo aumenta il mio senso di beatitudine.
Non riesco a credere ai miei occhi quando realizzo dove mi sto trovando. Per quanto ne so potevamo essere in cima al Himalaya. Ma la sua camera non è tra le opzioni prese in esame dalla mia fantasia.
Cerco distrattamente di guardarmi intorno, ma non me lo permette.
Immobile d’avanti a me, le braccia intorno ai miei fianchi, lo sguardo fisso sul mio viso.
“Nessuno può intromettersi! Nessuno” Mentre parla inizia ad accarezzarmi il viso, il collo, le spalle.
E’ ancora nervoso e arrabbiato, i suoi occhi neri ne sono la conferma, so esattamente cosa sta cercando di fare. Si sta trattenendo, posso intravedere la paura nei suoi pensieri; sfogare la sua rabbia su di me lo renderebbe come Mike. Ma non è così.  Il mio Edward non è così e mai lo sarà.
“Tu sei mia… Mia.” Ogni parola voleva essere morbida, ma la sua rabbia è più forte… il risultato: Un ringhiare morbido, al mio orecchio, una candela per accendere il mio corpo.
Il mio vampiro… Mio.
“Sì. Sono tua.” Sussurro piano.
Possono tre parole provocare un uragano? A quanto pare sì.
Edward ruggisce forte. Il mio corpo gli risponde subito, contorcendosi. Le sue mani viaggiano veloci su di me, toccando ogni pezzettino di pelle esposto.
Ma non gli basta. Non mi basta. In un attimo i primi tre bottoni della mia camicetta saltano. Il mio seno racchiuso in un reggiseno semplice, bianco, viene esposto a lui.
“Ridilo” dice suadente.
“Tua… sono tua.” Rispondo esaudendo la sua preghiera.
Edward ruggisce ancora. Basta. Sto impazzendo.
Muove le mani con morbide carezze. Scende sul mio ventre piatto. Con gesti lenti, ipnotici, sposta quelle mani sulla mia pelle infiammando sempre di più il mio corpo.
“Non sai da quanto tempo ho sognato di sentirtelo dire” Sospira e si  avvicina ancora , fino a sentire il suo respiro nel mio orecchio.
“Lo sai cosa implica questo, vero?” Mi chiede serio.
“Sì” Rispondo in un sussurro che cambierà la mia vita per sempre.
Riconoscendomi come sua, porta ad una cosa inevitabile… un altro marchio.
Non ne abbiamo parlato proprio apertamente, l’unica cosa che ho capito è che presto mi avrebbe marchiata di nuovo e il nostro legame sarebbe stato ancora più forte. Sono davvero pronta per tutto questo?
“Non posso trattenermi più…” Mi parla a denti stretti, con voce strozzata, sofferta, mentre le mani le muove lente dal colo, giù sul mio petto, fino ad arrivare quasi al mio seno.
“Ho desiderato toccarti dal primo momento che ho posato gli occhi su di te.” Il suono basso e intimo di ogni parola, mi tocca sempre di più lo stomaco. Sento l’eccitazione crescermi dentro.
“Ogni notte veglio su di te… e mentre il tuo sonno è sempre più profondo, io… sogno di toccarti, di assaggiarti e la mia fantasia cresce quando immagino che quella mano che mi dà piacere… sia la tua.”
Le sue parole mi raggiungono come un tonfo.
Dio, fallo smettere. Sto andando a fuoco. Non resisto ad ascoltarlo, mentre dice quelle cose.
“Ho bisogno di te, Bella...” Respira pesante, le sue mani tornano su fino a prendere il mio seno, a coppa tra le mani. Stringendolo forte.
“Ne ho bisogno, adesso”  Finisce. Decretando così il punto di non ritorno.
Sono pronta.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Buongiorno a tutti.
Scusate l’attesa.
Se sono tornata, è grazie a  ila74cullen  che ha iniziato una nuova bellissima storia   http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=721924
LE VOCI DI BREAKING DAWN
Dato che aspettiamo tutte noi  Breaking  Dawn,  ve l’ho consiglio di tutto cuore.  
Naturalmente ringrazio quella brontolona di mia sorella.  Zitta!  Vedi che ho postato!
Un ringraziamento speciale a chihuahua che  ha continuato a “tormentarmi “con i suoi squisiti messaggi.
Un bacione a tutte voi che leggete.
rebe  
 
 
 
 
Capitolo 9
 
 
Edward
 
 
Mia.
Solo mia. L’unica cosa che la mia mente registra mentre corro verso casa.
Portarla al sicuro, lontano dagli occhi del mondo … lontano da gente come Newton.
Il suo “sono pronta” m’inebria ancora la mente-;mentre l’adagio sul divanetto accanto alla grande finestra della mia stanza, ho finalmente il suo consenso.
Bella, la mia Bella. Finalmente.
La frenesia di questa consapevolezza mi sta consumando pezzo per pezzo. Cerco di concentrarmi per trovare un pizzico di razionalità altrimenti finisce che consumo moltopiù del dovuto e, per ora, non posso.
Non posso deludere la fiducia che leggo nei suoi occhi e che ho, con tanta fatica, conquistato.
La tengo stretta tra le mie braccia sussurrandole il mio amore e ringraziandola per la fiducia che mi dà.
L’odore di Bella intorno a me è così forte da sopraffarmi.
Non riesco ancora a formulare un solo pensiero coerente.
Il richiamo del suo sangue è  potente. Tutto il suo corpo mi chiama.  
 
Ho bisogno di calmarmi e al contempo  calmare il suo cuore che lo sento battere forte. Troppo forte.
“Bella amore, ho bisogno che ti rilassi. Non so quanto tempo posso ancora trattenermi.”
Un gemito le sfugge malgrado i suoi denti torturino le labbra, mordendole e martoriandole insistentemente.
E’ così maledettamente desiderabile.
“Bella…devi sapere che i vampiri sono creature sessuali. E’ un punto importante, se non fondamentale per noi è la nostra connessione.”
Prendo un altro respiro profondo. Devo resistere ancora pochi minuti.
Oltre ai flebili gemiti non sento altro intorno a noi e Bella è troppo presa dalle mie mani che non smettono di rivendicare ogni centimetro della sua soffice pelle.
“Amore…” sospiro ormai perso. “Dopo questo ti dirò ogni cosa, ma ora ho bisogno di te…  Devi fidarti di me”
Per un attimo vedo i suoi occhi tornare lucidi ed annuire.
“Grazie” La mia voce si rompe.
Non resisto più m’immergo nel suo petto. Disperato ed estasiato. Il suo seno mi accoglie come se fossi un bambino. Mi rassicura, ed io non posso che adoralo. Morbido, caldo…mio.
 
“ Edward…” Bella ansima dolcemente.
“Sì, piccola, lasciati guidare da me” le sussurro suadente.
La mia mano si sposta in cerca del suo piacere. Giù sulla pancia, fino a trovare la sua intimità.
“Queste non ci servono” Dico mentre faccio scorrere le sue mutandine giù lungo le cosce. Le mie ditta si muovono ansiose sulla sua femminilità.
Dio. Penso di essermi innamorato di nuovo. La sua femminilità è quasi totalmente liscia, il palmo della mia mano viene riscaldato subito dal calore che emana. Come un fuoco che mi accende e spegne con i suoi  umori e poi, di nuovo, mi alimenta con il suo squisito odore. Liscia morbida, bagnata, profumata….Mia!
Altri gemiti liberano nel aria e mi accorgo che non sono solo di Bella.
Il mio corpo ha agito senza comando emettendo fusa di apprezzamento e di ringraziamento per la sua padrona.
“Oh Bella. Cosa mi fai.”
La tocco più profondamente, sentendo i suoi umori scendere sulle mie dita. Sono pazzo di questa donna. Vorrei seppellirmi dentro di lei. Ma per ora mi deve bastare.
“Bella ho bisogno del tuo piacere. Ti prego… vieni per me” Ansimo  le parole nella sua bocca e lei geme in risposta.
E lei mi ubbidisce stingendo i suoi muscoli intorno alle mie ditta. Si lascia andare esplodendo sulla mia mano. Ringhio forte. Possessivo.
“ Edwrad…” Bella grida quando l’orgasmo la raggiunge.
Mi sono sempre chiesto se i suoi occhi in preda della passione si sarebbero allargati oppure ristretti invece ora vedo che la mia immaginazione non le ha reso giustizia perchè i suoi occhi sono liquidi fusi di una luminosità assolutamente sensuale. Perfetti.
La guardo affamato.
 Il suo seno sinistro, completamente esposto, mi chiama.
Sento ancora le onde del suo piacere, e il battito impazzito del suo cuore. Mi chino, bacio piano la cima di quella morbida collina e mi  sposto più su, quasi vicino al cuore. Con uno scatto veloce prima che Bella riacquisti lucidità: la mordo.
Oh, sì. Ecco il mio orgasmo. Perché questo è il paradiso.
Succhio piano il suo sangue. Il suo cuore pompa forte grazie all’orgasmo ancora presente mandandomi quell’ambrosia direttamente in bocca e poi giù in gola.
Conto ogni goccia che scende. Perché ogni goccia mi sta dando la vita. Con ogni goccia mi sto legando a lei, ogni goccia segna il nostro legame. Gioisco  con ogni fibra del mio corpo di ogni goccia che mi sta donando.
Sono rapito dal suo straordinario gusto. E’ estasi pura.
“Ah, Bella…” La mia pace.  
Prima che i sensi la abbandonano del tutto mi stacco piano. Ed è difficile.
E’ come lasciare un rifugio caldo e sicuro per tornare nella tempesta.
Combatto contro tutti i miei istinti mentre lecco la piccola ferita per non affondare le mie zane ancora e ancora. Guardo con orgoglio la cicatrice che subito si forma grazie al veleno presente sulla mia lingua.
Da lontano sembra un piccolo fiorellino o una stana voglia, ma io so esattamente che cosa è: èil mio marchio.
La tengo stretta  tra le mie braccia mentre respira nell’ incoscienza, cullandola. Incapace di allontanarmi da lei.  Perché lei non lo sa ancora ma se prima l’ho legata a me con il mio sangue, creando un’attrazione per portala più vicino a me ora, lei,con il suo di sangue, mi ha fatto diventare come uno schiavo. Legandomi eternamente a lei.
Sarò per sempre suo. 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


 Salve a tutti.
Siete in vacanza? Bene, anch’io, quasi.
Prima però vi lascio il capitolo. Spero sia di vostro gradimento.
E se vi piace, è anche merito di ila74cullen.
Un bacione a tutte voi che leggete.
rebe
 
 
 
 
 
Capitolo 10
 
 
Bella
 
D’avanti a me, disposti in modo quasi casuale la famiglia Cullen al completo.
Guardando attentamente mi rendo conto sempre di più che niente è casuale in loro. Ognuno tiene il proprio compagno vicino, i movimenti “casuali” in realtà sono un modo di sfiorarsi continuamente tra di loro. Come a rassicurare o riaffermare la propria presenza e appartenenza. Non ho mai visto niente di simile, se poi esistono altre coppie simili a loro. Un completarsi a vicenda in una sintonia perfetta.
Alice e Jasper si scambiano sguardi complici, seduti con grazia sul tappeto, come se fosse la cosa più naturale del mondo. La bellissima Rosalie e il suo compagno Emmet in piedi vicino alla grande vetrata, così diversi eppure perfetti insieme. Carlisle ed Esme da impeccabili padroni di casa tengono accesa la conversazione che a me, in questo momento, troppo presa a studiare la mia nuova famiglia, sfugge.
Tutto è in armonia. I colori chiari e delicati dei vari oggetti nel salotto sono disposti in modo da non stonare con il bianco che padroneggia in tutta la stanza. Non ho scampo al loro sguardo, il divano, anche questo ovviamente bianco, dove sono seduta, è in mezzo alla sala. Io studio loro e, di conseguenza, loro studiano me. Forse con più discrezione di quanto io non sia capace.
Imbarazzata cerco di nascondermi dietro la spala di Edward, seduto accanto a me, lui stringe più forte la persa del suo braccio sulla mia spala, anche in questo caso “casualmente” possessivo. Mi tiene a sé con una nota di orgoglio.
“Allora Bella, ti piace Forks?” Carlisle continua con l’ennesima domanda banale, cercando si farmi sentire a mio agio. La tensione sul mio viso è palese in contrasto con la calma e la naturalezza dei presenti. Ribadisco, sono bravissimi a far sembrare “casuale” anche una situazione strana e estrema come questa.
Continuo a pensare che una vita noiosa sia l’opzione più gradita, ma il respiro calmo di Edward al mio fianco, mi ricorda che è stata anche una scelta mia, se così si può dire, ma continuo ad essere del parere che sono stata truffata.
“No” Rispondo sincera.  Con un colpo di tosse mi schiarisco la voce.
Sento Emmet ridacchiare. In effetti, continuo con la mia sincerità impulsiva, dovrei pensarci prima di parlare.
“Mi dispiace. Magari con tempo… Noi la adoriamo” Mi sorride gentile Carlisle. Un sorriso anche questo complice di un segreto di cui ora faccio parte. Sì, Forks in effetti è perfetta per loro. Forse e dico forse, un giorno sarà perfetta anche per me.
Guardo ancora Edward di fianco a me,  oltre a quel aria possessiva e arrogante,sembra sereno. Lui si accorge del mio sguardo e ricambia sorridente.
No. Sono ancora arrabbiata con lui, e subito lo distolgo.
“Guarda che non ti ho ancora perdonato” Gli sibilo fredda.
Ma lui sorride ancora di più. Bastardo. C’è qualcosa che può cambiargli l’umore oggi?
Credo di no. Sembra fatto di felicità.
“Ti ho già detto che sei bellissima e quanto sono fortunato ad averti?”
Mi sussurra all’orecchio approfittandone per lasciarmi qualche bacio sul collo mentre, “casualmente”, finge di sistemarsi più comodamente sul divano. Intorno a noi l’indifferenza totale ci regala quell’illusione di privacy che in realtà non esiste.
“Sì. Una decina di volte da questa mattina e non è ancora mezzogiorno.”
Borbotto infastidita, più di quanto lo sia realmente.
La mente fugge subito a poche ore prima, al momento in cui mi sono svegliata. Già … quando mi sono svegliata più riposata e più in forma di quanto lo sia mai stata.
Contenta, scoprendo le braccia di Edward che mi stingevano a lui protettive. Tutto sembrava perfetto, i miei occhi erano intenti ad adorarlo.
Il mio vampiro… fin quando… non è diventato il bastardo traditore che realmente è!
-Flashback-
“Bella, piccola, va tutto bene?”
Sento Edward che mi chiama mentre mi stiracchio come un gattino pigro.  Ho dormito così bene.
Mi ricordo quello che è successo. Mike, la rabbia di Edward, il mio intervento e… la mia accettazione. Niente di tutto questo mi sconvolge. Tutto, in qualche modo sembra giusto.
“Sì” Rispondo tranquilla, strofino il naso nel suo petto respirando il suo odore meraviglioso e poi mi sporgo appena per coprire il poco spazio che ci separa e gli bacio quelle labbra perfette che non smettono di ammaliarmi.
“Mhm, questo conferma che stai più che bene. Ed io con te” ridacchia felice.
 Si lecca le labbra come un felino e questo mi tenta ancor di più. Lo bacio ancora, sempre morbido, assaporandolo piano.
Adoro le sue labbra, così come adoro le sue mani, che si sono dimostrate divine il giorno prima e che ora mi fanno perdere la ragione. Potrei anche mettermi a miagolare se questo potesse servire a prolungare questo fantastico risveglio.
“Bella” Sospira in adorazione il mio nome ed io mi accendo in risposta.
“Bella, sono un vampiro fortunato e, in questo momento, anche al settimo cielo… Ma ci dobbiamo fermare”
Smetto subito di fare le fusa. Il suo sguardo serio mi mette sulla difensiva.
“Cosa succede?” Gli chiedo piano. Non voglio che questa atmosfera serena finisca.
“Sono tutti di sotto e oltre a sentirci, aspettano di conoscerti ufficialmente”
“Ufficialmente?”
No!
 
“Lo sapevo che c’era il trucco!” Sbotto infastidita mentre prendo le distanze da lui.
“Sentiamo, quale altra catastrofe mi deve investire? Cosa non ti basta ora? Penso di averti dato tutte le concessioni possibili, attenuanti generiche comprese.” Continuo sempre più irritata.
“Non mi dirai che ora devo presentarti pure a mio padre come mio ragazzo? Perché sarebbe troppo anche per lui, diamine, sono arrivata neanche dieci giorni fa!!”
Mi fermo dalla mia arringa con il fiatone, attendo le sue parole, pronta a ribattere nuovamente.
La sua espressione non preannuncia niente di buono.
“Beh,no, non proprio”  Parla lentamente con calma come se dovesse tranquillizzare un animale feroce. In effetti, nell’attesa, mi sto affilando le unghie.
“La mia famiglia ci tiene a conoscerti, ufficialmente, e no, non come la mia ragazza.” Fa una smorfia come se la parola fosse in qualche modo sbagliata e poi continua.
“Ma sarebbe comunque carino presentarmi a Charlie” Sorride furbo al pensiero.
No che non sarebbe carino.
“Allora è così, ho indovinato?” Perché lui sembra sempre più felice ed io sempre più irritata? Lui continua a sorridere.
“Aspetta, cosa vuol dire non come mia ragazza? In che senso?”
“Mh, vedi quando tu…eh, voglio dire quando ci siamo scambiati…ah”
“Edward!” Alzo la voce non sopporto il suo balbettio. Non è normale per un vampiro. Anche la voce trasudava imbarazzo… o forse paura?
Prende un respiro profondo, si passa la mano tra i cappelli nervosamente.
“Bella… per i vampiri, lo scambio si sangue… equivale al matrimonio.”
Silenzio.
Il mio respiro è l’unico rumore che percepisco. Per parecchio tempo.
Tutto tace,anche la mia mente.
Non avevo ragione. E’ molto, molto peggio.
Che fine a fatto il “Vuoi sposarmi?” Non era un vampiro all’antica?
- Fine flashback –
Questa è la prova inconfutabile di ciò che  ho sempre sostenuto: Edward è un grande imbroglione.
Io gli concedo una cosa e lui ci guadagna più del doppio. Anzi no, lui prende tutto.
Gli concedo un bacio… e lui ci guadagna il mio totale interesse.
Gli do un po’ del mio sangue… e mi ritrovo sposata.
E con questo si è chiarito il concetto di “come truffare Bella” definitivamente.
 
Sbuffo ancora.
 
Edward muove le ditta in cerchi rilassanti sulla mia spalla, cerco di trattenermi  dal sospirare di piacere, non voglio dargliela vinta, da me non avrà nessuna soddisfazione. Almeno fin quando non si sarà guadagnato il perdono.
Doveva chiedermelo, come minimo. Almeno prendersi la briga di informarmi, una cosa del genere non si fa senza il consenso del diretto interessato.
Deve servirgli da lezione, giocare sporco, non paga.
“E’ un piacere averti con noi Bella. Hai reso mio figlio felice”
La voce di Carlisle mi distoglie dal mio ragionamento, ricordandomi che sono ancora nel salotto di casa Cullen; che Charlie, grazie alla copertura che mi ha procurato Esme con lusinghe e bugie, non mi aspetta a casa fino a sta sera; che devo ancora elaborare un discorso decente con i genitori di Edward, in modo da non sembrare una completa idiota; e che devo escogitare ancora qualcosa di estremamente perfido per pareggiare i conti con il mio nuovo marito.
Troppe cose.
Decido di rinunciare temporaneamente a dimostrare la mia intelligenza, sperando in altre occasioni future per rifarmi.
“Grazie” Rispondo abbastanza serena. Cosa potrei mai dire? Sembrano così gentili.
“Edward, penso che abbiate molte cose di cui discutere ancora e, noi dobbiamo andare a caccia.”
Edward si acciglia allo sguardo del padre. Con molta probabilità stanno avendo un discorso silenzioso, padre- figlio.
Ci salutano tutti sorridendo per poi sparire subito dopo dalla porta finestra.
Sono stati velocissimi. Da un lato, mi affascina la loro natura. Sono cresciuta con la convinzione che i miti e le leggende hanno sempre un fondo di verità. Sono sempre stata sensibile al mondo che mi circondava notando differenze che ad altri sfuggivano, troppo immersi nella routine e nella banalità o paurosi di apparire strani. Niente è mai stato troppo irreale per me. In un certo qual modo, ora, tutto a un senso. Era destino.
“Cosa stai pensando?” Mi chiede sussurrandomi dietro l’orecchio.
“Mh, non cercare di distrarmi,  ho già detto che non ti perdono”
“Questo però non m’impedisce di provare”
“Sì, hai un punto”
“Ti va di conoscere il mio posto preferito?” Chiede speranzoso e anche un po’ eccitato.
“Non so se posso fidarmi ancora” Non posso far a meno di farlo presente. So di ferirlo. E ferisco anche me. La smorfia di dolore sul suo viso e specchio del crampo empatico nel mio stomaco. Siamo in una tale sintonia, che fa quasi paura. Non lo credevo possibile.
“Bella” m’implora amareggiato “Ti prego, vedrai ti piacerà”
Ho già detto che non posso vederlo soffrire?
“Va bene” Cedo infine. “Caspita, un’altra concessione … speriamo bene…” 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Salve a tutti.
Eccomi con un nuovo capitolo.
Come sempre ringrazio ila74cullen
Augurandole un bocca al lupo per la sua splendida fic
LE VOCI DI BREAKING DAWN 
Ti voglio bene tesoro.
E naturalmente un GRAZIE enorme a quei angeli che hanno commentato la mia storia, e che io amo letteralmente.
GRAZIE. GRAZIE. GRAZIE.
Buone vacanze!
Ci vediamo a settembre.
 
 
 
 
 
Capitolo 11
 
 
Edward
 
La raduna intorno a noi è silenziosa e tranquilla. Un piccolo spazio di paradiso immerso nella foresta più fitta.
Nessun canto d’uccello disturba questa quiete, nessun animale nelle vicinanze. Tutto tace. La foresta sembra trattenere un respiro collettivo.
Ed è tutto per me. Che, per l’ansia, ho smesso di respirare, l’ora dei conti è arrivata.
Ho paura di perdere tutto. Di perdere Bella.
La osservo mentre contempla il panorama. Ne è affascinata. Sapevo che le sarebbe piaciuto. Questo posto ha incantato anche me, a suo tempo.
“E’ bellissimo” sussurra piano.
Sì, lo è.
Ma lei lo è di più. Tutto il resto fa solo da sfondo.
“Posso vedere come luccichi?” mi chiede con un tono capriccioso.
“Hai fatto la brava bimba?” Sogghigno furbo.
“Ma…” L’ho spiazzata, ma non resisto al suo adorabile broncio da bambina.
“Non posso, non c’è il sole.” Le rispondo indicando il cielo sopra di noi.
“E’ nuvoloso. E poi dal tono con cui l’hai chiesto sembrava ti riferissi ad una palla da discoteca… Così mi ferisci.” Replico mettendo il broncio a mia volta.
Bella ride della mia espressione, è un vero incanto vederla così, non posso che unirmi alla sua risata.
Impiego un attimo per realizzare che questo esatto istante è quello che ho visto anni fa nella  visione di Alice.
Sta succedendo, adesso.
Mi riscalda il cuore pensare che sono riuscito a resistere e aspettarla per vivere  questo momento. È stata questa visione che mi ha dato speranza in tutti questi anni.
“Guarda che il tuo “broncio-bimba” superava il mio” La provoco, godendo di questo attimo spensierato che si è creato tra di noi.
 Bella incrocia le braccia al seno indignata e sbuffa. Per fare questo allontana la mano sciogliendo l’intreccio delle nostre dita. Subito ne sento la mancanza.
 Il nostro legame è quasi completo, ma, manca ancora una parte fondamentale e manca ancora la certezza che lei non mi respinga più. Il bisogno di toccarla continuamente è solo una minima parte di come mi sento. Il bisogno di lei è pressoché costante.
Prendo un respiro profondo. Non posso più rimandare.
“Bella”  Riprendo la sua mano tra le mie, delicatamente.
“So che è difficile per te. Tutto quanto…”
Lei sbuffa leggermente e si siede, trascinandomi con sè sull’erba. Siamo seduti vicini, le nostre ditta si intrecciano nuovamente. Riesco a sentire il suo nervosismo, il legame è sempre più forte.
Non voglio complicare questo momento con sensi di colpa, che in realtà non ho, non nel modo in cui lei si aspetta, almeno.  Purtroppo le nostre nature ci portano a ragionare in modi differenti.
I miei obiettivi sono: prendermi Bella e riuscire a vivere la mia eternità; e li conseguirò in questo esatto ordine.
Lei… sembra marciare per i diritti femminili , lottando per la sua indipendenza in modo da non essere  soprafatta da me; e non ho la minima idea dell’ordine dà alle sue priorità.
 Ma di una cosa sono certo, non potrò mai sopraffarla in alcun modo, sarà lei semmai che avrà il totale controllo su di me; e questo è un dato di fatto.
La rabbia di questa mattina sembra affievolita, ma sono certo che in qualche modo si vendicherà con me per aver agito a sua insaputa.
Sorrido internamente. Posso sopportare tutto, tranne la sua lontananza.
“Mi dispiace” Dico solenne. Non basta, ma sono sincero.
“Avevo paura di perderti… che tu mi rifiutassi… e non riuscivo più ad aspettare”
Cerco di spiegarle, posso solo sperare che la mia completa sincerità basti a convincerla.
Non dice niente, quanto darei per sapere cosa le passa per la mente. Sembra pensierosa, ed io approfitto per continuare o meglio iniziare di parlare.
“Ti ho cercata disperatamente… per più di cento anni. Quando ti ho vista per la prima volta, quindici anni fa, eri un piccolo fagotto...”  Parlo con voce leggera studiando il suo viso.
E’ scioccata.
“Respira” Le ordino deciso e lei obbedisce, ma non dice niente, ed io continuo.
“Era la sera in cui Renèe ti ha portato via da Forks. Alice ha avuto una visione in cui diceva che saresti tornata ed io… io  ti ho aspettata, qui.”
La visione di questo, momento, vorrei aggiungere ma poi un brivido mi attraversa la schiena, sono stati anni terribili.
Bella sembra concentrata sul mio racconto e su come respirare.
“Quella speranza mi ha permesso di non rastrellare la terra per cercarti, ma avevo paura che dopo averti trovata non sarei stato in grado di fermarmi o che sarei impazzito ad esserti così vicino… e non poterti avere. Eri troppo piccola.”
Faccio una pausa, controllo ogni linea del suo viso ma non c’è alcun cedimento, mi limito a giocare con le sue ditta, lei non mi allontana ed io godo come un egoista di questo tocco, ne ho bisogno.
“Mi dispiace che tu sia andata via, io qui avevo la mia famiglia, mi avrebbero aiutato, vederti crescere sarebbe stato un dono che avrei ricordato per sempre, ma l’importante e che  tu… Tu sia qui, con me, adesso.”
Le stringo la mano, spero in qualche sua reazione, ma niente, non posso fare altro che continuare.
Devo spiegare, deve capire.
“Tu sei la mia compagna, non fa differenza, come nel mondo dei umani, ci sono fidanzati… mogli, mariti, per noi è molto di più. Non volevo sconvolgerti, una volta trovato il nostro compagno è per sempre, le leggi umane tra noi non hanno valore.”
“Avresti comunque dovuto…  E’ peggio di come pensavo… Volevo sapere…”
La sua voce è piccola. Poco convinta. Non finisce nessuna frase iniziata. Forse ha scelto di dire l’ultimo suo pensiero coerente.
“Perché tutto questo…” Parla ancora più lentamente.
“ Non capisco… questa cosa del compagno… “
Mi scruta diffidente e poi un lampo le si accende nei occhi.
“C’è di più…” Sussurra ed io annuisco. 
“I vampiri sono forti, sono veloci, sono belli, sono potenti … sono eterni. Ma tutto questo a un prezzo. Un prezzo molto alto, oppure, molto giusto, dipende dai punti di vista. Come ti ho detto quando mi hai conosciuto, è questione di equilibrio.”
“Se non trovi la tua compagna muori. E’ il nostro punto debole, ma anche la nostra forza. Avere una compagna ti permette di mantenere il tuo equilibrio, non cacci gli umani e la tua eternità non ti pesa in alcun modo, i tuoi sensi sono appagati.
 Ironia della sorte non dai fastidio a nessuno. Altrimenti si impazzisce, l’odio ti distrugge fino  a cercare tu stesso la morte.”
Evitò di dirle che un vampiro impazzito, può fare più vittime di una guerra, che diventiamo come animali senza pietà e razionalità e quando l’animale in noi si esaurisce diventiamo come gusci vuoti.
 Un'altra volta magari. Non ora che può ancora respingermi, voglio che mi accetti senza sensi di colpa.
 Almeno non più di quelli che ha già. 
“Il prezzo dell’eternità, per un vampiro, è la sua anima… “
Le do il tempo di assimilare, di collegare tutti i suoi perché non espressi ad alta voce.
“Che cosa sono io… per te” Chiede,  dopo un po’, con un filo di voce.
“La mia anima” 
Letteralmente, sussurro, ma troppo piano per essere sentito.
Il silenzio adesso è surreale, troppo anche per me.  
La osservo con la speranza che ora non si alzi e mi lasci qui, da solo, lei potrebbe ancora vivere una vita, io no.
Non c’è più tempo per me.
 Resistere cento anni è stato anche troppo per un vampiro senza compagna … senza la sua anima.
Il suo sguardo è lontano, in un punto indefinito, attraversa la raduna e si perde da qualche parte della foresta.
Dove sei Bella? Dove ti ha portato la tua mente. Stai scappando da me?
 
 
“Bella”
La chiamo, ma non risponde, è un ora che stiamo qui. Non si è mossa.  Così immobile  sembra un vampiro e mi fa paura proprio perché non lo è. E’ ancora umana e dovrebbe muoversi, reagire.
 Le mie ditta le accarezzano ancora la mano, non hanno mai smesso.
“Devo sedermi” Mormora dopo quella che a me è sembrata un’eternità.
“Lo sei già” Le ricordo preoccupato. 
“Allora devo sdraiarmi” Si gira e i nostri occhi si incontrano ci sono così tante emozioni in lei che non so cosa pensare… Cosa sceglierà?
“Portami a casa, ti prego” Mormora ancora.
Non posso che accontentarla, per un attimo, tra quelle infinite emozioni, ho visto dolore.
“D’accordo Bella.” Le sussurro prendendola tra le mie braccia, inizio a correre verso casa.
“Io aspetterò.”   

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***





Buongiorno a tutti.
Finita l’estate?? Pare di sì.
Sono tornata a grande richiesta della mia tormentina favorita^^ chihuahua
Forza cara.
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
Vi ricordo che è una storia senza pretese ed è quasi alla fine.
Mi dispiace di non avere la capacità di approfondire questa storia; e già un miracolo che sono arrivata a questo punto.
Tutto merito della mia “sorella- web”ila74cullen.   Grazie tesoro.
Manca un solo capitolo e dopo ci sarà l’epilogo, alias “La vendetta di Bella” ^^
Grazie a tutti voi che leggete.
 
 
 
 
 
Bella
 
 
Alice. Un corpo minuto, dotato di grazia e fascino. Con un’energia inarrestabile.
 Intorno a lei si respira sempre un’aria di spensieratezza e di vitalità. L’unico problema è la sua ossessione per la moda e per gli armadi altrui. In questo caso: il mio.
“Alice, ti prego, basta buttare i miei vestiti per aria.”  Ormai sono vicina alla disperazione.
“Perché questi tu li chiami vestiti?” La sua voce per un attimo ha sfiorato gli ultrasuoni. Povere le mie orecchie. E’ più di un’ora che perquisisce la mia camera, è una macchina da guerra inarrestabile, mi dà i brividi.
“Alice” mi lamento ancora.
“Tu e Edward siete uguali: due ingrati.” Non si gira mentre parla, la sua testa è immersa completamente nel mio armadio, come se cercasse un tesoro, e lancia alle sue spalle tutto ciò che non le interessa.
“Non ho mica la tua super velocità per rimettere tutto a posto” Mi lamento ancora, guardando avvilita il mare d’indumenti disteso  per terra.
“Tranquilla, oggi sono in vena di bontà mentre vado via, penserò io a gettarli nella spazzatura”.
Nella spazzatura? Le mie cose? No!
“Alice, su qualche capo posso anche essere d’accordo con te, ma sono comunque tutte cose mie. Quindi, no.” Affermo convinta. Almeno spero.
“Mhmm… vedremo” Risponde con una smorfia della bocca, che su di lei sembra ugualmente carina. Ah, bellezza vampirica.
“Allora…” fa una pausa squadrandomi da capo a piedi. “Dove ce l’hai?”
“Cosa?” Sono confusa.
“Il tuo marchio, no?” Risponde con ovvietà.
“Ah.”
“Sono curiosa, dei gusti di Edward” Fa spallucce con naturalezza.
Più che altro sei impicciona. Vorrei dirle, ma penso che non sia una mossa saggia. Basta Rosalie a guardarmi di traverso.
Riprende a rovistare nelle mie cose senza risparmiare niente. Infatti, ora è passata ai cassetti.
Sbuffo rassegnata e mi sdraio sul letto. Con la speranza che non le venga in mente di rovistare anche tra le lenzuola. Sotto il cuscino ho nascosto il mio pigiama, non importa quanto sia rovinato, ci sono affezionata.
“Me l’ho fai vedere?” Mi guarda intensamente e sbatte le ciglia. Oh, per l’amor del cielo. Tutti uguali in questa famiglia. Ricattatori.
“Mhm… No.”
“Dannazione.  Edward ti ha insegnato bene. Siete più simili di quanto pensi.” Sbuffa seccata.
“Ti prego!!!” Insiste piagnucolando come una bambina.
Oh, accidenti a lei.
Mi sbottono rassegnata la camicetta e sotto il reggiseno le rivelo quello che a me sembra solo un piccolo fiorellino rossiccio che segna la mia pelle all’altezza del cuore.
“Sul seno? Il nostro Eddino ha gusti… come dire… materni.” Ridacchia divertita.
Il suo continuo ridacchiare inizia a infastidirmi seriamente anche perchè sembra che non abbia intenzione di smettere presto.
Sono indignata e offesa. Incrocio le mani sotto il seno e faccio quello che sembra più vicino a un ringhio. Non è molto credibile, forse più tardi le farò ringhiare Edward.
Alice si ferma di colpo. La mia faccia deve essere stata abbastanza eloquente.
“Bhe…” fa spallucce scusandosi con un sorriso, come se fosse una cosa normale, come se avessi dovuto aspettarmi questo da lei.
“Jasper è stato molto più passionale in quel momento” Sorride maliziosa e mi mostra l’interno coscia. Quasi vicino al linguine giace un piccolo cuoricino violaceo.
Ci metto più di un momento per capire. E’ il suo marchio.
Oh.
Questo vuol dire che Jasper… oh.
Sì, forse è stato ancora più intimo, se così si può dire.
Deglutisco imbarazzata.
“Quindi sei tu, la sua compagna? Cioè… prima… voglio dire…” Mi sto incartando senza riuscirmi a spiegare.
“Vuoi sapere se ero io l’umana? Sì.” Sorride dolcemente.
Si siede accanto a me sul letto. Mi accarezza dolcemente i cappelli.
“Hai paura?”
“Sì.” Rispondo piano. Non avevo pienamente compreso fino in questo momento. Diventerò una vampira. Dividendo la mia anima con Edward condividerò anche il suo destino.
“Tu, avevi…paura?” Le chiedo speranzosa, ho bisogno di sapere.
“Sai, quando ero umana, avevo già delle visioni, niente di simile a quelle di adesso s’intende. Ma a quei tempi una come me era strana davvero.”  Sospira tristemente per un istante, poi il sorriso compare nuovamente sul suo viso.
“Sapevo già il mio destino. Non i dettagli, ma a grandi linee mi ero fatta un’idea.”
Continua ad accarezzarmi e inizia a intrecciare una coda con i miei capelli.
Muove le mani delicatamente. Mi ricorda Edward. Sospiro piano. Ho già deciso cosa farò per il nostro legame, il problema è che ho paura. Tanta.
“Quando ho incontrato Jasper, mi sono innamorata al primo sguardo. Il nostro rituale del accoppiamento è stato molto più… rapido”
 La sua voce trasuda adorazione. Ed io non posso che sentirmi un po’ in colpa. Il nostro non è così… veloce. Far soffrire Edward sembra sia l’unica cosa a riuscirmi veramente bene.
Alice ride più forte. Divertita. 
Fermo i miei pensieri deprimenti, restando a guardarla in attesa che mi spieghi cosa c’è di così divertente, se è una barzelletta potrebbe raccontarla anche a me, ho voglia di allegria, almeno per oggi.
“Non così veloce come Emmet e Rose.”
 Ride di gusto tra una parola e l’altra. Ma come fa? Io mi sarei, come minimo, strozzata.
“Emmet come l’ha vista le è saltato  addosso come un assatanato. Sembrava lui il vampiro in calore, non Rosalie.”
Scoppio a ridere anch’io. In effetti, è meglio di una barzelletta. Mi sarebbe piaciuto vederlo.
“Donna fortunata, Rose non ha dovuto nemmeno corteggiarlo” Conclude ancora ridendo.
No. Fortunati entrambi. Li ho osservati, insieme sono favolosi.
“Ecco qua” Finisce di intrecciare e mi appoggia uno specchio tra le mani. Una lunga treccia mi scende da un lato del viso in un modo così… carino.
“E non dire solo carina, sei bellissima.” Mi ammonisce gentilmente. “Edward è fortunato ad averti”
Continuo a guardare la mia immagine nello specchio, ma vedo solo me, una ragazza nella norma, come faccio a vedermi con gli occhi di Edward? Forse sarebbe troppo semplice.
“Non farlo aspettare troppo” Mi sussurra carezzando un’ultima volta la treccia, e subito dopo sparisce.
Guardo verso la finestra aperta da dove si è dileguata con un senso di nostalgia. Mi manca Edward. E’ passata una settimana da quando siamo stati insieme sul prato. Sette giorni lunghissimi, per me, per lui deve essere stato l’inferno.
Mi serviva tempo per pensare e assimilare tutto.
Non so se sono stata più colpita dal fatto di essergli destina dalla nascita e in qualche modo non aver avuto alcuna possibilità di scelta, oppure di avere comunque una scelta, come dice Edward, ma che sarebbe devastante per lui.
Sento però il mio corpo come lo cerca e come il cuore saltella al solo nominarlo. Capisco solo ora, quella sensazione di perenne attesa  che ho sempre avuto e il perché non mi è mai realmente interessato nessuno, fino a questo momento. Ero sempre in cerca di qualcosa senza sapere esattamente cosa. 
Io la scelta, in realtà, non lo mai avuta.
Ah, questo ragionamento è degno del miglior psicologo, come minimo un anno di terapia ben retribuita.
Un impercettibile spostamento d’aria mi porta ai sensi un profumo squisito, ne sono subito soprafata, lo riconoscerei tra mille.
L’odore di Edward.
Alzo lo sguardo alla finestra. E lui è lì.
Non ci sono parole.
 I nostri occhi si cercano e finalmente si incontrano.
Sospiro sollevata. Finalmente.  

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Buongiorno a tutti.
Ecco a voi l’ultimo capitolo di questa storia.
Un po’ corto ma è meglio di niente. Mi dispiace.
Per chi è di parere meglio aspettare e avere qualcosa ”di più” (in tutti i sensi) dico ancora, mi dispiace, ma sarebbe stata un attesa molto lunga, per cui…
Dopo questo ci sarà l’epilogo… un po’ dopo… appunto... ma ci sarà. Mi scuso  per l’attesa d’adesso.
Ringrazio tutti voi che avete letto e commentato, siete stati i miei angeli , mi avete dato la forza e la voglia di continuare. Grazie con tutto il  cuore.
E per ultimo, ma non ultimo, saluto la mia cara dolce sorellina- Ti voglio bene, Miri-
 e quella santa donna ila74cullen  -anche a te voglio bene^^
Un “ in bocca a Jack” per la sua fantastica storia.  LE VOCI DI BREAKING DAWN
 
 Grazie!!!
Un bacione
Rebe
 
 
 
 
 
 
 
 
Capitolo 13
 
 
Edward
 
 
Una settimana. Una dannatissima settimana.
Che cosa è una settimana di pazienza in confronto a cento anni di attesa? Tutto!!
Tutto perde d’importanza se lei non è vicina a me; e tutto sfugge se non c’è lei ad alleviare questa tortura.
Non ha importanza se sono stato la sua ombra in questi giorni, cerando di rubacchiare un po’ del suo profumo. Cercando di soddisfare il mio bisogno di lei con il solo sguardo. Morire dalla voglia di poterla toccare solo un po’ solo una volta. Ho contato i minuti, le ore e poi i giorni di questa interminabile attesa e ogni secondo mi consumava, uccidendomi.
Che cosa farò se non potrò averla?
Forse sarò fortunato e l’apatia mi consumerà prima della pazzia.
Senza danni, da solo, lontano da tutti…
“Sciocco vampiro melodrammatico, smettila di tormentarti e dimostra alla tua sorellina quanto la ami!”
Un groviglio di pensieri mi raggiunge. Alice. Non posso risponderle però, è ancora troppo lontana.
Sta correndo verso casa, sono così in sintonia con lei che posso sentirla anche da molto più lontano. Sorrido al pensiero di quel piccolo folletto.
Ha fatto di tutto per sollevarmi il morale in questi giorni. Ma c’è poco da fare con uno come me.
Ho trascorso il tempo pedinando Bella o rinchiuso nella mia stanza, come adesso.
Circondato dalle mie cose, ho l’illusione di stare meglio, forse, perché, metà di esse appartengono a lei, si può dire che le ho prese in prestito.. Sono oggetti dei quali so per certo, non ne avrà bisogno immediato, come il vestitino lilla, che tengo tra le mani, gioco con le ditta tra la stoffa leggera, primaverile, di tanto in tanto lo porto al naso beandomi del suo profumo.
“Ora puoi andare” La voce di Alice mi distoglie ancora. Ci metto un attimo per capire, dove devo andare: da lei.
Finalmente.
In un lampo sono già fuori di casa. Alice deve aver visto sicuramente qualcosa allora, perché negli ultimi giorni non ha fatto altro che ripetermi continuamente di aspettare.
Le mie gambe corrono veloci, è un impulso naturale, non devo concentrarmi. Devo solo pensare a Bella e il mio corpo agisce da solo, eccitato dall’idea di poterla incontrare ancora.
Trovo Alice a metà strada, che sorride furbescamente, la sua mente è piena d’immagini di Jasper, non mi fermo comunque, continuo a correre e anche lei. Ci sorpassiamo a vicenda e ricambio il suo sorriso.
Qualunque cosa il destino mi riservi… “Grazie Alice” Finisco il mio pensiero in un sussurro e,la  sento ridere più forte in lontananza capisco che mi ha sentito.
L’ansia mi assale mentre mi avvicino alla meta della mia folle corsa. Sento lo stomaco in subbuglio, se non fossi un vampiro, direi che sto per vomitare.
Continuo la mia corsa, sfreccio velocissimo in mezzo agli alberi che, ai miei occhi sono semplicemente una lunga linea verde.
Una linea che mi separa da Bella.
Assaporo gli ultimi momenti d’incertezza o forse di speranza, quando incontrerò il suo sguardo, conoscerò anche il mio destino. La fine di tutte le corse. L’ora della verità.
La casa di Bella è davanti a me ora, con un semplice balzo mi aggrappo alla finestra aperta e salto dentro.
Lei è lì, al centro della stanza come se mi aspettasse. La sua presenza mi accoglie con un tonfo.
Il suo odore…i suoi occhi. Mi perdo completamente, incapace di riconoscere il mio stesso corpo, la mia stessa mente, si spegne tutto e ricomincio da capo. Affogo in quel calore che leggo nei suoi occhi che mi accoglie e mi culla con dolce speranza.
Mi accorgo di non respirare solo quando Bella allunga la mano, d’istinto mi avvicino, bramoso del suo tocco.
Le sue labbra mi raggiungono quasi subito, senza preavviso, senza esitazioni, senza dubbi. L’ansia si dirada, il mio corpo si rilassa, persino il mio stomaco da vampiro ritorna alla normalità, senza quella fastidiosa sensazione umana e mi ritrovo più vivo che mai. Anzi, vivo e basta.
“Bella…”
Ansimo nella sua bocca al primo tocco.
Le mie braccia si aprono per accoglierla automaticamente: impaziente la stringo forte a me per paura che scappi via, che ci ripensi. Le dita si perdono grate tra i suoi capelli, adorando ogni filo di quella seta.
Tutto è perfetto adesso. 
 Mi lascio sedurre dal bacio. Le labbra di Bella si muovono dolci e bagnate sulle mie. La sensazione della lingua che lentamente accarezza ogni angolo della sua bocca inebriandomi. Il calore si diffonde lentamente in tutto il suo corpo e il suo sangue inizia a cantare. Lo sento come se fosse mio. Mi lascio annegare in questo lento, incredibile, meraviglioso bacio, dove tutto o niente ha importanza.
Niente perché, non c’è niente oltre Bella.
Tutto perché le sue labbra mi dicono che sono mie e il suo sapore ammette che mi appartiene. E’ mio… tutto.
Tutto finisce e inizia da qui.  Con questo bacio di affermazione, di accettazione, di…Noi.
Si stacca piano ed io protesto mugolando.
Non voglio staccarmi. Voglio stare così con lei tra le mie braccia.
Non c’è niente che possa migliorare questo momento così perfetto.
“Tu sei mio ed io sono tua. Mi do liberamente”
Le parole di Bella m’invadono tutti i sensi. Mi sta accettando.
Mi sbagliavo. Ora è perfetto.
 
 
Bella
 
 
Semplice. Tutto mi sembra semplice ora.
Aveva ragione Edward, è tutta questione di Karma. Un dare e avere.
Bastava accettarlo e il mio mondo acquista un nuovo senso.
Un senso di appartenenza e di sicurezza. Nessuna paura.
Mi sento amata e mi do della stupida per non aver capito prima quanto ricambiassi pienamente questo sentimento.
C’erano così tanti indizi ma come una cieca guardavo dall’altra parte cercando solo i difetti di questa pazzia che ora chiamo, destino, amore…Noi.
Il viso di Edward è luminoso, sorridente, colmo d’amore.
Come ho fatto ha dirgli di no, ha farlo soffrire?
Accettarlo e donarmi a lui era il minimo che potevo fare.
“Quanto tempo abbiamo?” Gli chiedo respirando quasi la sua stessa aria.
Non mi ha lasciato allontanarmi neanche di un centimetro.
“Non molto, ma potrai finire comunque la scuola e nel frattempo ci organizzeremo per bene.”
Quindi un paio di anni, penso, e poi sarò una vampira.
Mi bacia le labbra prima, durante e dopo la frase. Affamato di recuperare il tempo perduto.
Ed io non posso dargli altro che ragione condividendo questa fame.
Gli passo le ditta piano sulle labbra. Mi sono mancate.
Sono fresche e lisce, ma anche morbide e assolutamente desiderabili.
Incapace di trattenermi infilo l’indice tra le sue labbra e gli tocco piano i denti.
Sono affascinata da come sono bianchi e affilati. Un piccolo sussulto di Edward mi fa rendere conto di essermi ferita. Non ho sentito niente, ma ora ritraendo l’indice vedo la macchia rossa che gocciola dalla punta e sento un leggero pizzico.
Come un’irresponsabile, non ci penso due volte e l’ho rinfilo nella bocca di Edward. Con una leggera esitazione mi accoglie, mentre i suoi occhi s’incatenano ai miei cercando una qualche esitazione, ma non trovandola, inizia a leccare e succhiare dal mio dito senza pudore.
Dovrei essere inorridita o come minimo vergognarmi. Ma niente.
Mi sembra assolutamente giusto. In fondo appartengo a lui. Tutta.
Anche il mio sangue.
“Mi hai fatto aspettare tanto” Geme piano mentre mi guarisce la piccola ferita passando accuratamente e minuziosamente la lingua su tutto il polpastrello in un modo a dir poco sensuale.
“Ma ora sono qui” mormoro soffice.
E l’ho sarò sempre d’ora in poi.
Con l’indice, ora del tutto guarito, riprendo ad accarezzare le linee aggraziate e perfettamente simmetriche del suo viso.
Lo guardo con attenzione, lo studio, attenta alle sue espressioni. Sono affascinata dall’assoluta devozione che trovo nel suo sguardo e dalle carezze che sparge sul mio corpo con assoluta reverenza.
Quest’uomo amerà solo me, vivrà per me e solo per me, per tutta l’eternità.
La consapevolezza di questi sentimenti scatena anche i miei; non c’è ragione o logica, nè grafici o statistiche a spiegare questo calore che sento nel petto, non è come si legge nei libri o come si vede nei film, questo sentimento è troppo forte, troppo potente; Lo sento dentro di me radicato nel profondo, lo sento nelle ossa, nella carne, nella mente.
Sembra troppo grande anche per parlarne. Come posso spiegarlo e dirgli tutto questo?
Il mio cuore trova un modo più semplice.
“Ti amo” Le mie labbra sussurrano decise.
Edward trema così violentemente che per un attimo temo si possa rompere sotto le mie stesse mani. Mi stringe più forte nell’abbraccio e quando il tremito si calma, sentivo l’euforia e il sollievo attraversare il suo corpo e poi subito dopo il mio.
In quello stesso momento mi sento scoppiare dentro.
Condivido le sue stesse emozioni. Un forte calore esplode nelle mie viscere circondandomi completamente, più s’impossessa di me più mi accorgo che non è altro che l’amore: il suo, il mio, mescolati, forti, inscindibili.
La mia anima… la sua… che ci avvicina ancora di più.
Mi rendo conto che voglio stare con lui ogni giorno, ogni momento, sempre, perché separarmene sarebbe troppo doloroso, voglio condividere con lui tutto: i miei sentimenti, il mio corpo… la mia anima; e già so che non mi sarebbe mai bastato.
Tutto mi sembra giusto, come se ogni cosa fosse finalmente al suo posto, e il mio, di posto, è con Edward. 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 - Epilogo ***


Buongiorno a tutti!
Eccomi con il capitolo fresco,fresco e revisionato dalla meravigliosa  ila74cullen
Consiglio sempre le sue altrettanto meravigliose storie.
Come dicevo ecco a voi l’ultimo capitolo, il finale, l’epilogo…  alias  “la vendetta di Bella”
Spero che vi piaccia.
Ringrazio in anticipo tutti voi che leggete e quei splendidi angeli che recensiscono e  che sempre hanno commentato alzando così il mio ego e la voglia di continuare.
Grazie siete stati fantastici.
Un bacione.
rebe
 
 
 
 
Capitolo 14 - Epilogo
 
 
 
Bella
 
Si dice che il peso dell’anima sia di 21 grammi.
Mi chiedo quanto possa pesare la mia ora che, pian piano, la sto condividendo con lui; e quando da vampira sarà divisa letteralmente a metà … ne sentirò il peso?
Sarò più leggera?
Guardo il cielo stellato, una vera rarità a Forks, soprattutto in pieno inverno, godo della pace che mi circonda, è talmente potente che riesce a invadere il mio cuore; perché perdersi con ragionamenti contorti e melodrammatici quando ho la felicità a portata di mano, anzi in mano.
Finalmente mi è chiaro perché non riuscissi a trovare l’altra metà del mio cuore, qualcuno da amare e che mi amasse per quella che sono, non riuscivo a trovarlo perché c’era già qualcuno: c’era già Edward che mi amava.
Adesso sono felice e lo sarò per sempre, anche se il futuro mi riserverà brutti momenti, so con certezza che Edward sarà con me … per sempre … il resto non ha importanza.
Prendo un respiro profondo, l’odore della sera e della foresta che circondano la nostra casa m’invadono i polmoni.
Oh, la nostra casa. Tutta nostra.
Esme, ha pensato che ogni coppia sposata, “seria”, come spesso ama ricordarcelo, deve avere un po’ di privacy ha detto di considerarlo un regalo di benvenuto in famiglia.
Naturalmente non ha importanza che per il resto del mondo siamo soltanto fidanzati, anzi per Charlie siamo soltanto una coppia in piena crisi adolescenziale ed è convinto che presto ci passerà.
Sì certo, presto!
Sono sposata, con un vampiro, con cui condivido l’anima, il mio destino è stato scritto probabilmente ancor prima di nascere …
Sì, certo, mi passerà presto, come no, ma è meglio che lui non lo viene a sapere.
Mi lascio scivolare nel tepore dell’acqua calda, rilasso i muscoli tesi, beandomi di questa meraviglia.
La Jacuzzi incastonata nel pavimento nel retro della casa è stata il fiore all’occhiello di Emmet, un suo specifico contributo a quello che per me non è una casa ma una reggia, dicendo e cito testuale parole: “ ogni coppia che si rispetti deve avere un posto speciale dove tenere alto il nome dei Cullen” accompagnato da una risata fragorosa. 
Tutti hanno così contribuito a rendere tutto perfetto, l’unica per così dire pretesa era che doveva essere vicino alla grande casa Cullen, così Esme ha ristrutturato un rudere vicino, trasformandolo nella casa dei miei sogni.
Li adoro tutti. Sono la mia famiglia.
Mi stendo sospirando.  Appoggio la testa sul poggiatesta incorporato nella piscina.
Le candele disposte intorno oltre ad illuminare e creare un’atmosfera romantica, emanano anche un buon profumo, non come a quello di Edward, s’intende, niente è così squisito, ma il delicato profumo è piacevole, piacerà sicuramente anche a Edward.
Ho passato settimane a programmare tutto questo.
E tutto deve essere perfetto.
Voglio che questo Natale sia perfetto per noi e poi ho un paio di rivincite che ancora mi spettano.
Sono eccitata dall’idea, ma m’impongo di continuare a rilassarmi.
Edward dovrebbe tornare dalla caccia da un momento all’altro.
Lui e Jasper sono partiti tre giorni fa ed io ho approfittato di passare più tempo con Charlie, presto non mi sarà più possibile.  Anche se tecnicamente viviamo ancora in casa insieme, almeno è quello che sembra, Edward ed io,  sgattaioliamo fuori al suo primo russare, per correre alla nostra casetta per far poi ritorno al mattino seguente.
Devo dire che se da una parte è molto faticoso, dall’altra ne vale la pena.
Un leggero cambiamento intorno, mi avvisa che Edward è vicino.
lo sento a pelle oltre all’ormai familiare formicolio nella pancia.
Mi stupisco ancora di come il mio corpo reagisca subito alla sua vicinanza, di come la sensazione di anticipazione m’invada ancora prima che i nostri occhi si incontrano o la nostra pelle si sfiori.
Un tocco freddo mi sposta i capelli e il suo profumo subito mi invade.
Mhmm, è qui.
“Ciao” La sua voce è un balsamo che scende dolce su di me.
“Ciao” sussurro mentre mi godo le sue mani che delicate massaggiarmi il collo.
“Ti unisci a me?” Lo invito fiduciosa, mi è mancato così tanto.
“Non c’è che da chiedere”
Non finisce nemmeno la frase che è già nell’acqua, nudo, dietro di me.
Quando la sua bocca tocca la mia pelle sulla nuca, lo sento sospirare profondamente, eco del mio, come se entrambi avessimo trattenuto il respiro per lungo tempo e solo ora si possa tornare alla normalità. Riprende a massaggiarmi il collo e le spalle, alternando mani e labbra, disponendo dolci baci su ogni parte di pelle esposta.
Sono in paradiso.
“Hai fatto buona caccia?”
Non mi è facile parlare mentre le sue labbra giocano  così dannatamente bene con la mia pelle; solo che il mio piano non prevede ancora il sesso sfrenato, quello ci sarà più tardi … abbiamo tutta la notte.
In fondo è la Vigilia di Natale e i regali non si scartano prima di mezzanotte; e non sarò certo io a rompere questa tradizione.
 Ho un completino intimo favoloso, a prova di vampiro... a detta di Alice, non era necessario prenderlo commestibile tanto Edward lo avrebbe divorato comunque, ma non ho resistito.
Mi giro desiderosa di assaggiare le sue labbra, lo abbraccio con foga, so che gli piace quando mi lascio guidare dalla possessività, infatti, di colpo gli occhi gli si scuriscono imprimendo nel suo sguardo il desiderio che condivido.
Le sue labbra sono velocemente sulle mie, rispondendo con altrettanto foga.
Le sue mani continuano a scorrere senza sosta facendomi impazzire.
Edward mi ha dimostrato un sacco di volte il suo amore e la sua dedizione a me.
 Negli ultimi mesi, queste stesse mani hanno avuto modo di adorarmi più e più volte.
Edward mi ha adorato con le mani, la bocca, le labbra, la lingua… con tutto il suo corpo, ed io, naturalmente, mi sono lasciata adorare, ogni volta.
Continuo a baciarlo, gustando la sua bocca, il suo sapore.
Mi aggrappo ancora di più a lui, scorro le mani lungo il suo corpo, accarezzando ogni parte di lui, adorandolo a mia volta.
Il suo corpo risponde all’istante emettendo un ringhio gutturale, pieno di lussuria.
E’ come se il suo corpo fosse nato per me e ora mi supplica di prendermi cura di lui.
 
Dio quanto mi è mancato.
Sentirmi circondata dalle sue braccia e dal suo profumo è assolutamente perfetto.
Non c’è niente che desidero di più.
Tutto quello che voglio è questo. Io e lui, per sempre… o forse…
 Improvvisamente, sento Edward irrigidirsi di colpo tra le mie braccia, si sposta in posizione di difesa e inizia a ringhiare, subito dopo un tonfo accompagna lo spruzzo dell’acqua che letteralmente ci bagna completamente. Non capsico cosa succede ma lo sguardo mi scatta subito dove avevo nascosto la scatola con la sorpresa. 
E’ rovesciata, si vede perfettamente da come spunta dietro la colonna.
Edward ringhia più forte mentre io mi affretto ad afferrare quella palla di pelo che sbuca da sotto l’acqua.
Mi allungo e lo perendo tra le braccia.
“Buono cuccioletto” gli intimo mentre lui comincia a leccarmi il viso.
Rido giocosa di quel batuffolo voglioso di coccole.
Guardo Edward, che non smette di ringhiare minaccioso, a giudicare della sua faccia penso che la sorpresa, a modo suo, sia riuscita.
“Cattivo ragazzo!” lo sgrido bonariamente mentre gli gratto un punto dietro le orecchie.
“Bella?...”  Cosa? Non sgridavo certo lui!
“Sì, Edward?” riesco a imprimere nella mia voce un’innocenza da Oscar.
“Che cos’è?”
“Oh, amore, ma è il nostro cucciolo, no?”
“Bella… io sono un vampiro… i cuccioli me li mangio a collazione, a pranzo, a cena… nei fine settimana…”
Lo guardo perplessa con l’espressione ovvia del tipo : “ho capito sai, non andare oltre”
“No che non lo mangi!”
“Bella…”
“Niente Bella, prendere decisioni senza permesso, è di famiglia, ed io ho già deciso” Il mio tono non concede replica e il suo sguardo quasi colpevole mi conferma che ho centrato perfettamente il punto.
“Jake, rimane con noi” Ribadisco accarezzandogli il musetto.
Per essere solo un cucciolo è bello grosso, non oso pensare quando crescerà.
Quando ero piccola come quasi ogni bambina che sogna l’irraggiungibile, io sognavo di avere un pony.
Forse Jake colmerà anche quel sogno, con la stazza che sì ritrova.
“Jake?...  Ma… Bella ti prego…”
“Edward… no, è mio!” Stringo Jake ancora di più a me, enfatizzando il mio capriccio.
“Va bene… ma che ne dici di un gatto, piuttosto?”
Tenta in vano con voce supplichevole ma in un certo senso anche arrendevole.
Lo sguardo che continuo a lanciargli conclude ogni suo tentativo di persuasione.
“Ti odio, cane!” Esclama Edward rassegnato.
Come se risentisse di quest’affermazione, Jake si svincola dalle mie braccia e salta fuori dalla piscina, non prima di scrollarsi per bene l’acqua di dosso, con conseguenze disastrose, ovviamente. Per poi allontanarsi, sbattendo dispettoso la coda di qua e di là, verso i primi alberi della foresta. Sicuramente ha allagato tutto il cortile e ora, probabilmente, proseguirà oltre, segnando il territorio. 
Edward è sconcertato, con una smorfia di disgusto, m’indica con il dito il disastro che ci circonda. In effetti, non ci sono parole per descriverlo.
Sorrido teneramente a mio marito, siamo una famiglia, queste cose dovrebbero essere nella norma, perché per noi deve essere diverso.
Tiro Edward più vicino a me e sospiro beata una volta tornata tra le sue braccia.
“Tranquillo amore…” gli sussurro rassicurante al orecchio.
“Chissà… magari sarà il mio primo pasto da vampira” Dio, spero proprio di no.
Ridacchio divertita, è bello vedere la speranza che gli brilla negli occhi di Edward.
“Lo sai che ti amo e non ti resisto quando fai così” Mi sussurra sensuale dietro l’orecchio.
“Oh, sì…” rispondo maliziosa
“ Andiamo a scartare il regalo, amore” Gli afferro una mano saldamente, Edward si lascia trascinare facilmente fuori dall’acqua e ci incamminiamo verso casa.
D’altronde ormai è Natale… 

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