Il mio miglior nemico di Nami88 (/viewuser.php?uid=109169)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PRIMO TEMPO - Fondamentali ***
Capitolo 2: *** PRIMO TEMPO - Tutti assieme appassionatamente ***
Capitolo 3: *** PRIMO TEMPO - Finalmente in vacanza ***
Capitolo 4: *** PRIMO TEMPO - Cinque contro due! ***
Capitolo 5: *** PRIMO TEMPO - Come cambiano le cose ***
Capitolo 6: *** PRIMO TEMPO - La dura verità ***
Capitolo 7: *** PRIMO TEMPO - Ira ***
Capitolo 8: *** SECONDO TEMPO - Cambio ***
Capitolo 9: *** SECONDO TEMPO - Confessioni ***
Capitolo 10: *** SECONDO TEMPO - La sfida del secolo (parte I) ***
Capitolo 11: *** SECONDO TEMPO - La sfida del secolo (parte II) ***
Capitolo 12: *** SECONDO TEMPO - L'avevo giurato ***
Capitolo 13: *** SECONDO TEMPO - Sayōnara ***
Capitolo 14: *** SECONDO TEMPO - Il mio miglior nemico ***
Capitolo 1 *** PRIMO TEMPO - Fondamentali ***
Ciao a
tutti!
Questa
volta sono tornata con una ff su SLAM DUNK, e non su OP. Non ve
l'aspettavate vero?
Eh lo so,
però quando si ha l'ispirazione bisogna seguirla.
Questa
ff nasce da un ricordo: guardavo Slam Dunk su MTV quando avevo 15 anni
e grazie a questo fantastico anime ho iniziato ad amare il basket e,
grazie agli "insegnamenti" che ero riuscita ad apprendere, ero
diventata anche piuttosto brava a giocare a scuola, specialmente nei
canestri (grazie Mitsui). Inizialmente ero innamorata di Rukawa
(strano), ora però i miei gusti da donna si sono spostati su
Mitsui. Poi, un
paio di mesi fa, dopo esermi guardata per la seconda volta OP dalla
prima all'ultima puntata, mi sono detta "Perchè non tentare
con
Slam Dunk?". Detto fatto. Mi sono guardata Slam Dunk che non vedevo da
anni ed eccoci arrivati
alla fine dell'anime che, come ben saprete, s'interrompe qualche
capitolo prima rispetto alla fine del manga. La cosa mi ha da sempre
urtato molto ma
non avevo mai letto il manga per cui, ancora una volta, mi sono detta:
"Perchè non leggere il restante?". Detto fatto di nuovo.
L'ho letto nel
giro di una settimana e finalmente è venuta l'ispirazione
per
questa fanfiction.
Ho
deciso quindi di iniziare questo progetto perchè ho sempre
desiderato che Rukawa e Hanamichi
diventassero amici (aspettavo da troppo tempo la scena della partita
finale con il Sannoh in cui Rukawa gli batte il cinque!), quindi quale
modo migliore di realizzare questo mio sogno se non con una ff che
parlasse del loro rapporto ideale di
amicizia come mi sarebbe piaciuto vederlo??? Un rapporto come quello
tra
Sanji e Zoro, o Goku e Vegeta...
So
che il 99% delle ff su questi due è yaoi ma personalmente
non
amo il genere quindi non me ne vogliate ma la mia storia è
puramente di amicizia, spero l'apprezzerete lo stesso!!! ^_^
In
secondo luogo ho deciso di scriverla perchè Slam Dunk mi ha
dato
tanto e continua a farlo, per cui ritenevo necessario dedicargli
qualcosa scritto di mio pugno.
La
storia vede gli stessi protagonisti ma cresciuti di un paio d'anni e li
ritroveremo praticamente tutti,
divisi tra università e liceo. Hanamichi, Haruko, Rukawa,
Ryota e
Mitsui sono al terzo anno. Vi chiederete com'è possibile:
beh
nella mia versione gli ultimi due sono stati bocciati una volta e due
volte, per cui ora si trovano al terzo anno con gli altri. Akagi,
Kogure e Ayako frequentano ormai l'università.
BUONA LETTURA!
HANAMICHI SAKURAGI:
Anni 17
Terza
liceo
Nome
in codice: “Il Genio del Basket / Il Re dei Rimbalzi (bla bla
bla)”.
Segni particolari: pallone gonfiato nato.
KAEDE RUKAWA:
Anni 17
Terza liceo
Nome in codice “Volpino”
Segni particolari: senz'anima.
HARUKO
AKAGI:
Anni
17
Terza liceo
Nome in codice "Harukina"
Segni particolari: più ingenua di un bambino di 2 anni.
RYOTA MIYAGI:
Anni 18
Terza liceo
Nome in codice “Tappo” o
“Nanerottolo”.
Segni particolari: bocciato.
HISASHI MITSUI:
Anni 19
Terza liceo
Nome in codice “Tritapalle”
Segni particolari: bocciato, 2
volte!!!
AYAKO:
Anni 18
1° anno di università.
Nome in codice: "Ayakuccia"
Segni particolari: un po'........manesca?
KIMINOBU KOGURE:
Anni 19
2° anno di università
Nome in codice: “Quattrocchi”
Segni particolari: il filosofo di turno.
TAKENORI AKAGI:
Anni 19
2° anno di università
Nome in codice: “Gorilla” o
“Gori”.
Segni particolari: flagello della natura.
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Capitolo 2 *** PRIMO TEMPO - Tutti assieme appassionatamente ***
“Oh per la
miseria ma è tardissimo! Dovevo anche passare a prendere
quell’imbecille di Rukawa, il Gorilla ci farà a
pezzi!
Anzi no, se la prenderà solo con me come sempre! Devo
sbrigarmi!”.
Era
sabato pomeriggio e Hanamichi si svegliò solo
perché il
sole che entrava dalla finestra era troppo caldo e la fronte grondava
di sudore, senza dubbio una spiacevole sensazione mentre ti godi
l’unico pisolino che il tuo ex-capitano ti ha concesso quella
settimana.
Si
precipitò
letteralmente giù dal letto. S’infilò
una
canottiera, un paio di pantaloni e le scarpe. Afferrò la
borsa
da palestra riposta malamente sotto il letto e, cercando disperato
nell’armadio, agguantò la divisa pulita,
l’unica,
quella bianca. L'ex-capitano Akagi si sarebbe arrabbiato
perché
oggi avrebbero dovuto allenarsi con la rossa e sicuramente avrebbe
detto: “Sakuragi
sei il solito incompetente!”. Non
c’era altro che potesse fare comunque. La infilò
nel
borsone accompagnata dalle scarpe da basket e si fiondò al
piano
di sotto.
« Hanamichi a che
ora torni?! » chiese sua madre, come sempre intenta ai
fornelli.
Hanamichi
saltò
gli ultimi cinque gradini buttandosi sul pavimento, facendo tremare
tutta la casa, e aprì la porta uscendo di corsa.
«
Non lo so, non aspettarmi! ».
Rukawa abitava ad un paio di isolati e sicuramente non
sarebbe stato contento di quel ritardo.
“Corri corri corri
corri corri! Devo fare in fretta!!!”.
Finalmente
dopo una
corsa all’ultimo respiro arrivò davanti a casa
Rukawa e,
spossato come non mai, ancora piegato sulle ginocchia, suonò
al
campanello.
« Chi è?
» chiese la voce gentile della signora Rukawa dal citofono.
« S-signora
sono-------passato a prendere----Kaede » agonizzò
Hanamichi.
La
signora esitò un secondo per poi prodigarsi in un saluto.
« Oh ciao
Hanamichi, sei tu. Non ti avevo riconosciuto. Te lo chiamo subito. Vuoi
accomodarti caro? »
« Sono qui
» si sentì dire in sottofondo. « Io esco
».
« Hanamichi vuoi
accomodarti a bere qualcosa? » chiese la madre.
Nel
frattempo Rukawa
aprì la porta e sua madre si affacciò salutandolo
calorosamente. Hanamichi ricambiò alzando una mano.
« No signora,
dobbiamo andare. La ringrazio molto! ».
Rukawa
intanto si avvicinava e lo sguardo non prometteva nulla di buono.
Mentre
ancora Hanamichi sviolinava alla signora Rukawa, la volpe
già si avviava senza Hanamichi.
« Ehi bastardo,
aspettami!!! » gli corse dietro Hanamichi.
« Ho solo voltato
l’angolo della recinzione » gli fece notare Rukawa.
I due
ragazzi proseguirono la strada in silenzio per un tratto abbastanza
lungo. Era noto che a Rukawa non piacesse parlare.
« Certo che sei
bravo a fare l’idiota con mia madre, se solo sapesse come sei
davvero… »
« Ma che vuoi?! Io
non ti ho offeso! E poi lo stronzo tra i due sei tu, io sono stronzo
solo con chi lo è con me e tua madre non lo è.
E’
proprio una cara signora, dovresti trattarla meglio sai?! »
« Non sono affari
che ti riguardano ».
Hanamichi
grugnì e fece spallucce.
« Sei arrabbiato
perché sono arrivato tardi??? » chiese poi
scrutando lo
sguardo freddo e impassibile dell’eterno rivale.
« No »
« Ne sei certo?
» insistette pungente.
« Sì
»
« Sicuro?
»
« La vuoi
finire?..........Idiota »
« Per me lo sei
invece. Senti, mi dispiace va bene?! Ero stanco. Ieri sera Anzai mi ha
fatto allenare fino alle 2 di notte e non ho sentito la sveglia
stamattina »
« Lo dico sempre
che sei una mezzasega. Se non lo fossi non ci sarebbe bisogno di
allenarsi fino alle 2 di notte »
« Mezzasega a chi?!
»
« Piantala di
blaterare, siamo arrivati. Prepariamoci a sentire la rottura di Akagi
»
« “Prepariamoci”…
»
piagnucolò Hanamichi con il broncio. « Tanto si sa che
se la
prenderà solo con me. Non capisco perchè deve
continuare
a rompere anche se non è più in squadra. Uffi
». Rukawa
non rispose e aprì la
porta della palestra.
« Benarrivati!
Desiderate anche un caffè per fare colazione?! »
gridò
l’ex-capitano avvicinandosi. « Dove cavolo
eravate finiti?!
Avete mezzora di ritardo! ».
Akagi
quando poteva
ritornava allo Shohoku per allenarsi con i suoi vecchi compagni
di squadra e ancora si atteggiava a capitano. Miyagi,
l’attuale
capitano, glielo lasciava fare con tranquillità.
« Ecco
noi… » Hanamichi abbassò la cresta.
« Sto parlando
anche con te Rukawa! Torna subito qui! » tuonò
vedendo che si allontanava indifferente.
« E’
colpa mia » ammise Hanamichi.
« Non avevo dubbi!
Rukawa almeno può permettersi di arrivare in ritardo, ma tu
no!
E ora vai a cambiarti! Genio dei Ritardi! ».
Hanamichi
fece una
smorfia e si precipitò negli spogliatoi.
“Ma chi si
crede
di essere quello scimmione!? E’ il Tappo il capitano e da un
paio
d’anni ormai!!!”.
Entrò
nello spogliatoio e gettò malamente il borsone sulla
panchina, per poi aprirlo imprecando e sbuffando.
« La divisa bianca?
» chiese Rukawa senza emozione.
« Era
l’unica pulita » ringhiò Hanamichi.
Non ci fu
risposta.
Molte delle azioni/reazioni di Rukawa parlavano da sole. Ad esempio
fissare Hanamichi per cinque interminabili secondi e poi uscire dallo
spogliatoio significava: “Voglio
proprio sentire cosa dirà
Akagi”. E infatti, pochi minuti
dopo……
« Sakuragi cosa
significa?! Sei il solito imbecille! »
“Lo sapevo che
l’avrebbe detto! Doveva proprio venire a rompere?!?!”.
« Senti Gori mi
dispiace! Era l’unica pulita! E che problema sarai mai,
è solo un colore! »
« Il problema non
è il colore, è l’organizzazione, la
disciplina. Se
tu avessi almeno una di queste due cose ti saresti presentato con una
divisa pulita sì, ma rossa! ».
« Coraggio,
calmatevi » sorrise Miyagi. « Akagi non te la
prendere. Non ci sono problemi »
« Sei troppo
permissivo Miyagi »> tuonò il gorilla.
« Eh eh eh.
E’ solo che non mi piace arrabbiarmi di continuo ».
Hanamichi
ringhiò con lo sguardo basso.
« Dai Hanamichi non
te la prendere anche tu » sorrise Miyagi poggiandogli una
mano sulla spalla. « Sei la sua
valvola di sfogo! Ora iniziamo l’allenamento! ».
Hanamichi
si stava impegnando molto. Ormai erano tre anni che era
entrato nello Shohoku e quello era il suo ultimo anno, per
lui come anche per Rukawa, Haruko, Miyagi e Mitsui (bocciati
rispettivamente un e due anni). Ormai le
possibilità di diventare il capitano della squadra erano
sfumate. Infatti, prima di andarsene due anni prima, Akagi aveva
nominato Miyagi capitano. Sperava poi che quei due scansafatiche
potessero essere promossi, così l’ultimo anno o
lui o
Rukawa se la sarebbero giocati per il titolo, invece no: Mitsui e
Miyagi erano stati bocciati così Miyagi permaneva nel suo
ruolo.
Gli allenamenti dello Shohoku erano sempre più estenuanti,
ogni
settimana di più. Questo perché a fine mese si
sarebbero
disputate le semifinali del torneo interscolastico della prefettura e
Miyagi si era ripromesso che avrebbero finito l’anno senza
subire
sconfitte. Fino ad allora ci erano riusciti e non aveva intenzione di
mollare proprio alla fine dei giochi. La verità
però era
che solo Hanamichi era costretto alla tortura degli allenamenti feroci
e ancora si chiedeva perché.
“Ma
perché solo io?!
In fondo io sono il Genio del Basket, il Re dei Rimbalzi e delle
Schiacciate, maledizione!”. Poi però
pensava anche che in
fondo, se Miyagi spendeva così tanto tempo ed energie
nell’allenarlo, poteva significare che di lui avesse una
certa
considerazione, che volesse farlo diventare più forte degli
altri. La realtà era ben diversa: infatti, nonostante i
notevoli
miglioramenti, Hanamichi aveva ancora un bisogno estremo di disciplina
ed educazione sportiva e quantomeno doveva diventare forte come gli
altri, non necessariamente di più. Su una cosa
però aveva
ragione: se a Miyagi, e ancor prima ad Akagi, non fosse importato nulla
di lui o non ci avesse tenuto a sufficienza lo avrebbero sbattuto a
casa il primo anno quando era un cavallo pazzo.
« Basta
così ragazzi! Per oggi può bastare! ».
Certo che
poteva bastare, avevano iniziato ad allenarsi alle 14 e a quel punto
erano già le 19.
« Akagi »
« Sì,
Mitsui? »
« Domani siamo
liberi? »
« Sì.
Domani riposo »
« Ah meno male!
Devo
andare dal dentista a farmi controllare le protesi » disse
tastandole
con le dita per controllarne il dondolamento.
« Stavo pensando
una
cosa » disse Miyagi sistemando i palloni. « Mio zio ha una
casa sul lago e visto che lunedì non
c’è scuola
potremmo anche a passare là un paio di giorni »
« Che bella idea
Miyagi, bravo! »
« Veramente…
»
Akagi sembrava dubbioso. Quando rientrava
dall’università
era come se non se ne fosse mai andato dallo Shohoku. Ore e ore di
allenamenti, oltretutto il coach Anzai iniziava ad invecchiare, di
conseguenza quando Akagi poteva ne prendeva il posto volentieri
affinchè lui si riposasse.
« E dai Akagi, non
farti pregare! C’è anche un campo da basket, ci
giocavo da
piccolo. Non rischiamo di saltare gli allenamenti »
« E poi
l’aria
di montagna è molto salutare » aggiunse Kogure.
Frequentava la
stessa università di Akagi, quindi avevano gli stessi
periodi di
libertà.
« Beh...In tal caso
» sbuffò Akagi.
“Basket”
era la parola magica.
« Evvai!!!
»
« Che figata!!!
»
« Allora ci state?!
»
« Certo che
sì! Abbiamo bisogno di cambiare un po’ aria non
credete? »
« Quattrocchi ha
ragione! Tutti al lagoooo!!! »
« Io non vengo
» disse atono Rukawa.
« Cosa?!
» esclamò Mitsui.
« Perché
mai? » chiese Miyagi. « Sei il solito
guastafeste Rukawa! »
« Sì,
sei un ammazzabalotta! » lo schernì Mitsui.
« Vieni qui brutta
checca isterica » disse Hanamichi afferrandolo per il collo e
stringendolo a sé strofinandogli la testa. « Avanti,
di’
ai tuoi compagnucci che verrai! Dillo o ti spacco la testa!
Cos’è?! Il Numero Uno del Giappone non
può
permettersi una piccola vacanza?! Ops, aspetta. Tu non sei ancora il
Numero Uno del Giappone! ».
Le
minacce di Hanamichi però non servirono a niente,
specialmente con Rukawa.
« Lasciami andare
imbecille> ringhiò Rukawa divincolandosi dalla sua
presa e
tornando negli spogliatoi con l’asciugamano in testa.
« Ma che gli
prende? » chiese Mitsui. « Ho notato solo io
che è un po’ strano ultimamente? »
« Veramente a me
sembra il solito pezzo di merda di sempre. Volpino del cavolo
» ringhiò Hanamichi.
« Già
»
confermò Miyagi. « C’è
qualcosa di strano. Anche nel modo in cui gioca… »
« E’
vero.
L’ho notato anche io. Bravissimo e impeccabile come sempre ma
quasi senza…emozione. Per noi che lo vediamo poco credo sia
molto più evidente »
« Non avrei saputo
dirlo meglio Kogure. Negli ultimi
sei
mesi – spiegò Miyagi - ogni due settimane si
assenta dagli
allenamenti almeno una volta alla settimana. Mi ha sempre chiesto il
permesso ma non ho mai approfondito ».
« Avrà
la ragazza… » ipotizzò Akagi.
« Figuriamoci! Una
checca come lui che pensa solo alla pallacanestro! »
sghignazzò Hanamichi.
Si
fermarono tutti ad osservarlo mentre rientrava negli spogliatoi.
« Naaahh…
» sospirarono insieme.
« Comunque, se non
vuole venire non possiamo certo obbligarlo »
sospirò Miyagi
gettandosi l’asciugamano fradicio sulle spalle. « La macchina
la prendo io, dopotutto sono io a sapere la strada. Mia zia ha un
vecchio pullmino Volks Wagen e ce lo presterà sicuramente
»
« E cosa dobbiamo
portarci Ryo-chan? » chiese Hanamichi
« Vediamo,
là il clima è sempre abbastanza fresco senza
contare che piove spesso… »
« Capito. Quindi
abiti da mezzastagione » disse Kogure.
« Il pallone lo
porto io » disse Mitsui. « Chiederò
al signor Anzai di poter
usare uno di quelli della palestra ».
« Perfetto. Alle
6.00 davanti a casa mia. Puntuali » sottolineò il
playmaker capitano.
« Perché
guardi me Nanetto?! »
« Lo sai benissimo,
sei sempre in ritardo… » .
Hanamichi
ringhiò.
« Bene, ora andiamo
a farci una bella doccia » disse il capitano.
« Quasi
dimenticavo,
credete che Haruko e Ayako verrebbero volentieri? Non vedo Ayako da un
sacco di tempo » chiese Miyagi trepidante.
« Di’ la
verità, brutto maniaco, ci vuoi provare con Ayako eh?!
» sorrise Mitsui.
« Ma no! Cosa vai a
pensare! Non sono mica un pervertito come Hanamichi! »
« Pervertito io?!?!
Almeno non sbavo tutte le volte che vedo Haruko! »
« Ora basta,
decerebrati che non siete altro! Chiederò ad Haruko se vuole
venire e di telefonare ad Ayako, ma giù le mani da entrambe
»
« Signorsì
collega capitano! » sorrise Miyagi avviandosi verso gli
spogliatoi.
« ……Forse
» mugugnò Hanamichi.
« Come?! »
« N-no no, niente
Gori! Niente! ».
Come di consueto,
lo
spogliatoio maschile diventava il nido di
un’infinità di
pettegolezzi e commenti sconci sulle ragazze della scuola. Una
novità piuttosto interessante era che finalmente Mitsui si
era
trovato una ragazza con la quale stava all’incirca da sei
mesi.
Era una ragazza molto carina e davvero in gamba, anche di buona
famiglia.
Si erano
conosciuti un
pomeriggio in cui Mitsui si stava allenando da solo al campo da basket.
Quando arrivò trovò una ragazza seduta su di una
panchina
che sfogliava un libro e già gli era sembrata molto carina.
Siccome però la ragazza non lo considerava di un solo
sguardo, e non
potendola cacciare da lì, cominciò ad allenarsi
perdendola di vista. Ad un certo punto, forse accortasi di lui, lo
raggiunge in campo facendogli i complimenti e dicendogli che
l’aveva riconosciuto. Da cosa nasce cosa, e
così…
« Come
farà Kodama a stare con un Tritapalle come te?
Perché hai tutte le fortune?! »
« Tritapalle sarai
tu, scimmia dai capelli rossi! Cos’avrei di tanto sbagliato
scusa?! »
« Ma dai Mitsui,
lei
è bella e intelligente. E’ la prima della sua
classe ed
ricchissima…è molto sopra la tua portata!
»
« Ti ci metti anche
tu Miyagi?! »
« Io invece trovo
che la vicinanza di Kodama ti faccia bene. Almeno adesso vai meglio a
scuola e non devo più diventare matto per farti passare gli
esami. L’importante è che continui a mantenere
costanti
gli allentamenti » disse Akagi.
« Per questo non
c’è problema »
« Pensi che non
verrebbe al nostro piccolo ritiro spirituale? »
« Non credo Kogure,
sai com’è…è molto timida e
mi ha confessato
che si sente a disagio. D’altra parte la capisco, a stare
accanto
a dei buzzurri maniaci come voi…. »
« Ma che
dici?… »
La
provocazione non era riferita al Kogure, naturalmente.
« E bravo
Mitsui… » ridacchiò Hanamichi. « Ti invidio
proprio ».
« Quando vorrai
diventare anche il Genio degli Appuntamenti allora fammi un fischio
Sakuragi » lo canzonò. « Non ridere Ryota,
vale anche per
te! ».
Scoppiarono
tutti a
ridere. La doccia era il momento che apprezzavano di più
dell’allenamento infatti. No, non fatevi strane idee, ognuno
aveva la propria doccia; era il più apprezzato probabilmente
perché era l’unico momento in cui potevano parlare
davvero. La squadra dello Shohoku infatti, dalla partita di due anni
prima con il temibile e quasi imbattibile Sannoh, era molto cambiata.
Se prima il problema maggiore era sempre stato la coesione inesistente
e la dominazione incontrastata della rivalità fra i
titolari,
dopo quella storica partita cominciarono piano piano a regnare la
fiducia reciproca e il gioco di squadra ma soprattutto
iniziò ad
essere sempre più presente, giorno dopo giorno, la vera
amicizia. I ragazzi infatti non erano mai stati amici: caratteri
diversi, età e anche classi differenti non avevamo mai
permesso
loro di conoscersi davvero. Lo dimostravano appunto la continua
competizione ed egoismo che mostravano in campo l’uno verso
l’altro. Ma quando arriva la fiducia è inevitabile
che
dopo un po’ arrivi anche l’amicizia. Ora uscivano
volentieri assieme e Hanamichi addirittura doveva dividere il suo tempo
tra gli allenamenti, i compagni di squadra-amici, e le sue vecchie e
instancabili Truppe. Inoltre, questo nuovo clima li aveva cambiati
molto: i più maneschi e irascibili (ndr: Rukawa, Mitsui,
Sakuragi) erano lontano dalle risse ormai da più di un anno.
Finita la doccia, Hanamichi notò Rukawa uscire in silenzio
per
primo quasi non volesse dare nell’occhio.
Il rosso
si asciugò malamente e ficcò in borsa ogni cosa
senza cura e decise di volerlo seguire.
« Allora a domani
ragazzi! »
« A domani
Hanamichi! »
Sembrava
che nemmeno si fossero accorti che Rukawa non era più
lì.
« Ehi Rukawa
aspettami! »
La volpe
non si voltò né tantomeno si fermò
alla richiesta di Hanamichi.
« Dannazione piove!
Non me n’ero accorto durante l’allenamento
» disse
Hanamichi coprendosi con la borsa. Infilò una mano senza
guardare e a tastoni trovò l’ombrello. « Aspettami ho
detto! Aspettami maledizione! »
« Che vuoi?>
chiese Rukawa una volta che Hanamichi l’ebbe raggiunto.
« Piove.
Cos’è? Non te ne sei accorto!? »
« E allora?
»
« Non pensi alla
tua povera mamma? Se arrivi a casa bagnato avrà un sacco di
lavoro da fare, brutto ingrato! ».
Rukawa
acconsentì e permise ad Hanamichi di portare
l’ombrello.
« Senti - disse
Hanamichi dopo molto tempo senza parlare – va tutto bene?
»
« Sì
».
Hanamichi
fece una smorfia.
Due anni
prima
sicuramente avrebbe menato il suo compagno per fargli
“sputare il
rospo”, ora però era cresciuto e sapeva che
insistere non
avrebbe portato a farlo confessare.
« Sei sicuro di non
voler venire domani? »
« Ti ho
già detto di no. Non rompere »
Hanamichi
grugnì scandalizzato.
« Se il tuo
problema
è perdere tempo invece di allenarti, quel nano di Ryota ha
detto
che c’è un campo da basket e Mitsui
porterà »
« Ho detto di no
»
Hanamichi
sobbalzò. “Il
solito arrogante”.
Fece
spallucce e grugnì di nuovo.
“Che
caratteraccio”.
Senza che
Rukawa se ne
accorgesse, mentre apriva la porta di casa, Hanamichi riuscì
ad
entrare di soppiatto sgattaiolando dentro come una biscia e non
esitò per far sì che sua madre potesse accorgersi
della
sua presenza prima che Rukawa lo cacciasse fuori.
« Ma che diavolo
fai? » tuonò Rukawa.
“Hihihihi”
pensò Hanamichi con ghigno malefico “Ora vedrai”.
« Porcaccia la
miseriaccia quanto piove!!! » urlò. « Sono
più bagnato di un pulcino!!! »
La
signora Rukawa si affacciò dalla cucina e subito
s’illuminò in un sorriso.
« Oh Hanamichi! Che
bella sorpresa! »
« Salve signora!
» sorrise ingenuo come un agnellino dopo aver tolto le scarpe
ed
essersi inchinato debitamente « Le dispiace se
resto un po’
finché non smette di piovere? ».
Rukawa lo
trafisse con lo sguardo e fece ruotare gli occhi al cielo senza
speranza.
« Ma certo,
accomodati pure! Vieni, ti offro un bel the caldo. Kaede, caro, porta
in camera tua la borsa e riponi gli abiti sporchi in lavanderia
».
Rukawa
ringhiò
sotto i baffi e fece spallucce, pensando che se avesse potuto ucciderlo
con le proprie mani lo avrebbe fatto.
« Signora, sa una
cosa? – cominciò Hanamichi sorseggiando il the e
complimentandosi per quanto era buono - Domani i ragazzi della
squadra
hanno organizzato una piccola gita al lago. Lo zio di Miyagi ha una
casa e avevamo pensato che dopo tutti questi allenamenti abbiamo
bisogno di una bella vacanza. Kaede può venire signora? Ci
ha
detto che lei non sarebbe stata d’accordo e io voglio provare
a
convincerla. I ragazzi ci tengono tanto…e beh, anche le
ragazze ». Si morsicò la lingua mentre lo disse ma
era
necessario.
« Cosa? Oh cielo,
ma
certo che può. Kaede – disse vedendolo entrare nel
soggiorno – perché hai detto hai tuoi amici che
non voglio
che tu vada? Così mi fai passare per una madre snaturata
caro.
Vai pure e non preoccuparti per me, io a casa ho sempre tanto da fare.
Non mi accorgerò nemmeno della tua assenza, se
ciò che ti
preoccupava era che mi potessi sentire sola. Vai, divertiti e riposati.
Ti sei allenato tanto ultimamente ».
Rukawa
osservò
Hanamichi e Hanamichi contraccambiò soddisfatto: “Ti ho
fregato Volpino. Nemmeno tu puoi deludere la tua mammina”. Ma la
volpe non tradì i suoi veri sentimenti e recitò
la parte
alla perfezione, tenendo il gioco all’
“idiota”.
« Scusa, pensavo
che avresti preferito non restare a casa da sola. Se ci tieni tanto, ci
andrò »
« Certo che ci
tengo tesoro. Sei così serio da un po’ di tempo a
questa parte, hai bisogno di distrarti »
“Quando
mai non è serio?!” pensò Hanamichi.
« Non te ne devi
andare tu? » tuonò rivolto ad Hanamichi.
« Kaede ma che modi
sono? »
« Probabilmente sua
madre lo starà aspettando per cena »
ipotizzò seccato.
« Posso chiamarla e
dire che resti qui, ti va Hanamichi? »
« No signora, devo
davvero scappare » “Hihihihihihi!
Obbiettivo raggiunto e ora me
ne vado”. « Ma la ringrazio,
è sempre troppo gentile ».
« Ti accompagno
alla
porta » disse Rukawa avanzando per primo. « E ringrazia che
non ti
caccio fuori a calci » bisbigliò di modo che sono
Hanamichi
potesse sentire.
« Hihihihihi
» rise l’altro di sottecchi. « Arrivederci
signora e buona serata! »
Hanamichi
aprì la porta e uscì.
« Sei proprio un
figlio di buona donna, con tutto il rispetto per tua madre. Me la
pagherai »
Hanamichi
sorrise.
« Sì, lo
vedremo. Alle 6.00 a casa di Ryota. Ciao ciao checca isterica!
».
« Bastardo
».
Hanamichi
s’incamminò verso casa assolutamente soddisfatto.
“Solo un genio
come me poteva riuscirci! Siiiii" pensò
crogiolandosi nel
proprio brodo. "Sono il
numero uno, il mago della
recitazione!”.
Ogni volta che vedeva
la Signora Rukawa, si domandava come una signora buona e gentile come
quella potesse avere un figlio come Rukawa. La signora era la classica
donna giapponese sulla cinquantina, non vecchio stampo ma chiaramente
di una generazione indietro: capelli corti e cotonati, occhiali rotondi
sul viso altrettanto rotondo e paffutello e gentile sul quale
c’era sempre un tenero sorriso da regalare a qualcuno. Ogni
volta
che Hanamichi l’aveva vista, non mancava di indossare una
gonna
lunga fino al ginocchio solitamente di colore marrone o blu scuro e un
maglioncino dal collo alto grigio o nero d’inverno,
d’estate una maglietta monocolore azzurrognola o giallo
canarino.
Hanamichi era certo che passasse la maggior parte del suo tempo a
pulire perché indossava sempre un grembiule…ne
aveva una
vasta collezione: rosa tinta unita, bianchi con grossi fiori stampati,
a righe, a pois…di ogni tipo. Era bassa, sicuramente non
più di un metro e mezzo, al massimo un metro e sessanta.
Rukawa
sembrava un gigante accanto a lei. Da dove l’avrà
tirato
fuori un figlio così grande? Chissà
com’era suo
padre…Hanamichi se lo chiedeva da sempre ma non aveva mai
visto
sue fotografie in casa e ancora dopo tanto tempo non sapeva cosa gli
fosse successo. Ma soprattutto, di cosa potevano mai parlare lei e
Rukawa? E lei l’aveva mai visto sorridere? Quelli erano dei
veri
misteri. Probabilmente quel disgraziato se ne stava tutto il giorno in
camera sua o al campo di basket, escluso il tempo che trascorreva tra
la scuola e la palestra, e non dava mai una mano a quella dolce signora
che sicuramente non faceva altro che sgobbare e pulire per lui. Puah.
“Volpino
ingrato”.
Questo
era il primo vero capitolo della storia. Spero siate già
riusciti
a comprendere il rapporto di questi due bambinoni. Se così
non
fosse, portate pazienza e presto quei pettegoli dei loro amici ne
parleranno ampiamente.
A
prestissimo con il prossimo capitolo.
Edit1: avevo pubblicato questo capitolo con delle emoticon che
potessero aiutare a rendere il tutto più simpatico e
burlesco ma non ero convinta in partenza. L'ho pubblicato comunque
perchè volevo vedere cosa ne usciva e come giustamente mi ha
fatto notare Koa_chan, non è "corretto" nei confronti di chi
si impegna per scrivere un prodotto decente. Ci tengo a precisare che
non l'ho fatto per renderlo più decente insicura che senza
non lo fosse, l'ho fatto solo perchè come dicevo pensavo
potesse essere interessante e "divertente" ma non ero convinta nemmeno
io. Oltretutto, so alla perfezione cosa significa stare svegli alla
notte per mesi a scrivere e metterci l'anima (le mie "fan" di OP lo
sanno bene ^_^) quindi lo scopo non era quello di usare dei "mezzucci"
per rendere la storia più credibile. Chiedo scusa di nuovo.
Ieri sera l'ho spogliata delle emoticon e ripubblicata allo stato
originale.
Spero continuiate a leggerla. Mi sto gettando su un mercato difficile e
me ne rendo conto, pubblicare una storia di amicizia dove tutte (o
quasi) sono yaoi.....come riproporre i pantaloni a campana adesso
insomma. ^_^ Tuttavia spero vi piacerà.
Edit2: chiedo scusa se ieri sera qualcuno ha provato a leggere
e non c'erano i dialoghi O_O. Non so cosa sia successo, probabilmente
è accaduto mentre la sistemavo ma ora dovrebbe essere ok.
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Capitolo 3 *** PRIMO TEMPO - Finalmente in vacanza ***
« Ehi
ragazzi »
« Hanamichi!
Già qui?! »
« Certo
Tappo cosa ti aspettavi dal Re della Puntualità? Hihihihihi! »
« Non ci
posso credere, sei arrivato in orario! »
« Fai
poco lo spiritoso Mitsui » lo
bacchettò il rosso.
« Se no
che mi fai? »
« Te le
suono! »
« Sì,
come no. E’ più di un anno che non alzi le mani
contro un moscerino!>
« Da che
pulpito eh?!? »
« Ragazziiiiiii!!!! »
un’angelica voce li chiamava da lontano.
« Ma
questa è… » le
orecchie di Hanamichi si drizzarono.
« Ma
guardalo, gli si sono drizzate le orecchie! »
« Stai
attento a non far drizzare qualcos’altro »
sogghignò Mitsui sotto i baffi.
« …Harukina… »
sospirò Hanamichi.
« Ciao a
tuttiiiii! »
un’altra ragazza sbucò da dietro
l’angolo.
« …e
c’è anche Ayakuccia! ».
Haruko
si sbracciava per salutare non appena girato l’angolo.
« Hanamichi
non squadrarla così o Akagi ti ucciderà »
Akagi era proprio
accanto a sua sorella, da perfetta guardia del corpo con lo sguardo
già incupito.
« Almeno
morirò felice »
mugugnò tra le nuvole.
« Sì…d’accordo »
« Fai
presto tu a parlare che sei già accompagnato Tritapalle »
« Sì,
lo ammetto. Sono molto fortunato »
« Ciao a
tutti »
« Ciao
Akagi, sei riuscito a convincere queste due signorine a quanto
pare… »
« Non mi
ci è voluto molto a dire la verità. Non vedevano
l’ora »
Haruko
arrossì e Akagi buttò gli occhi al cielo.
« Dai a
me la borsa Harukina »
« Ti
ringrazio Hanamichi »
sorrise cedendogliela. Il rosso l’afferrò e la
caricò sul furgone.
« Ma che
bella carretta Miyagi » lo
sfotté Hanamichi picchiando sul tettuccio.
« Ehi
ehi vacci piano! E’ un mezzo storico! I miei zii ne vanno
molto fieri »
« Eh
sì, è proprio un pezzo d’epoca »
sorrise Mitsui calciando piano il paraurti.
« Ho
detto di fare attenzione! Ayakuccia dammi anche tu la borsa »
« Ti
ringrazio Ryota »
facendogli l’occhiolino.
« A
quanto pare mancano solo Kogure e Rukawa » disse
Akagi guardandosi attorno.
« Cosa?!
Rukawa? Ma fratellone non avevi detto che non sarebbe venuto? » le
guance di Haruko diventarono rosse.
« E’
tutto merito mio Harukina! Sono riuscito a convincere
quella testa di rapa » non
appena lo disse sobbalzò. “Mi
sono appena vantato di essere riuscito a
farlo partecipare…Accidentaccio a me. Ma dove ho la testa?!
Avrei
potuto avere campo libero con la mia Harukina e invece.... Aaaah!
Stupido
idiota che non sono altro!”.
« Là
c’è Kogure. Finalmente
» fece
notare Akagi.
« Bene » disse
Miyagi salutandolo da lontano. « Ora
manca solo
Rukawa, ma dove si sarà cacciato?! Ormai sono le
6.30………Ah ecco lo là! Alla
buon’ora! »
« Rukawa,
brutto sbruffone che non sei altro a che ora pensavi di
arrivare?! E poi ti lamenti con me perché sono arrivato in
ritardo l’altra mattina??! »
« Taci,
mezzasega ».
“Ma come ti
permetti?!?!!?”.
« Rukawa
ti senti bene? »
chiese Kogure osservando il colorito più pallido del solito.
« Sì.
Partiamo, avanti »
« Ma
sentitelo! "Partiamo, avanti". Arriva con mezzora di ritardo e pretende
che siamo
tutti pronti per partire quando lo dice lui! Senti un po’ ma
chi
ti credi di essere?!?!? »
« Basta
piantatela! Mettersi a urlare così presto alla mattina,
dateci un taglio una buona volta »
tuonò Akagi zittendo Hanamichi.
« Tutti
in carrozza!!! Si parte! »
annunciò Miyagi salendo al volante.
« Io
voglio stare vicino ad Harukina bella »
« Non ci
pensare neanche – tuonò Akagi – Haruko e
Ayako resteranno davanti con Miyagi »
« Uffi.
Gori sei cattivo »
« Io
vado dietro! » si
affrettò Mitsui salendo.
« Anch’io! » lo
seguì veloce Kogure.
Hanamichi
fece per entrare.
« Dove
pensi di andare? » lo
fulminò il gorilla.
Hanamichi
strabuzzò gli occhi. « Ma
così mi toccherà andare nel posto dietro con
Rukawa! »
Akagi
gli rivolse solo uno sguardo ammonitore. Hanamichi ringhiò
ma alla fine non poté fare diversamente. Chi la sposta
quella
montagna di Akagi?
« Tsè,
proprio dietro con i bagagli dovevo stare! Ingrati. Non è
questo il modo di trattare un genio »
Dopo mezzora di macchina dormivano tutti.
« Non
è giusto però, se tutti dormono io mi annoio. Ho
ancora due ore di guida! »
« Lo sai
cosa non è giusto invece?! Che io sia costretto a restare
qui dietro con un presuntuoso e sommerso dai bagagli »
« Allora
qualcuno di sveglio c’è »
sorrise Ryota.
« E come
potrei mai dormire??? Questa macchina è fatta su misura per
i nani »
« Per
tua informazione siete voi ad essere smisuratamente alti »
rispose Miyagi facendo l’offeso. « Se
devi stare sveglio per
dire stronzate puoi anche dormire come fanno gli altri! »
« Dai
Tappo non offenderti, stavo scherzando. Comunque accetto il consiglio,
proverò a dormire un po’ ».
A seguito di due ore di auto, durante le quali i
ragazzi si svegliavano a turni per fare compagnia a Ryota e poi si
riaddormentavano come dei bambini, finalmente arrivarono a destinazione.
« Aaaaaahhhh!
– Miyagi scese e si stiracchiò –
Finalmente! Non ne potevo più… »
« Che
bel posto Ryota! »
« Ti
piace Ayakuccia? Sono tanto felice che ti piaccia! Puoi venire qui ogni
volta che lo desideri! »
« Mitsui,
come mai Kodama non è venuta? »
chiese Ayako cambiando argomento.
« Uffi,
non mi ha nemmeno ascoltato »
piagnucolò il capitano.
« Non ne
vuole da te Tappo, non te la prendere! »
sorrise Hanamichi consolandolo.
« Aveva
da fare e poi, come dicevo agli altri, si sente un po’ a
disagio in mezzo a questo branco di bestie ».
Ayako
annuì comprensiva. « In
effetti, solo io e Haruko riusciamo a tenervi a bada quando siete tutti
assieme ».
« Così
pare »
sorrise Mitsui scaricando i bagagli.
Il cottage di montagna che
pochissime persone potevano permettersi, si sedeva proprio sulla riva
del lago e abbracciava una terrazza che si alzava su di esso. Al di
là del lago c’erano le montagne le cui cime erano
delicatamente cosparse di bianco anche se era già primavera
inoltrata. Tutt’intorno c’era un piccolo boschetto
verdeggiante dal quale si sentiva provenire lo scorciare di un ruscello.
« Ragazzi
che freddo che fa qui, sembra di essere in pieno autunno »
« Se
vuoi ti scaldo io Harukina »
« Ma
Hanamichi, cosa dici!? »
inorridì lei diventando paonazza.
« Giù
le mani dalla mia sorellina maniaco »
tuonò Akagi dandogli un pugno in testa.
« Ahio
Gori »
« Eh eh
eh Hanamichi te le vai sempre a cercare! »
« Zitto
Quattrocchi ».
« Credo
che tra poco verrà a piovere » fece
notare Ryota guardando un cumulo grigio oltre le montagne.
« Coraggio
allora, sbrighiamoci a tirare giù i bagagli. Avanti ragazzi » li
esortò Kogure.
Portarono
dentro i bagagli e cominciarono a girare il cottage a destra e a
sinistra.
La
cucina era subito davanti all’entrata accanto alla rampa di
scale che conduceva al piano superiore. A destra c’era il
soggiorno con il caminetto e i divani, più in fondo
c’era
la sala da pranzo e a destra due camere da letto. Il bagno era uno e al
piano di sopra.
« Non mi
sembra lo stile giapponese… »
osservò Ayako spaesata.
« No,
infatti. I miei zii hanno vissuto diversi anni in America e sono stati
influenzati »
« America…infatti
c’era qualcosa di diverso »
“America”.
La parola bastò a far risvegliare Rukawa dal suo sonno, che
prima di ogni cosa si era gettato sul divano per appisolarsi.
« Stavi
già dormendo Rukawa?! »
gridò Miyagi sorpreso.
« Sì »
« Scusa
se ti abbiamo svegliato »
« Nessun
problema » e si
rimise a dormire.
« Che
tipo. Ragazze la vostra stanza è di sopra »
« Vieni
Haruko, andiamo a vedere e a sistemare le nostre
cose. Haruko???..................Pronto?????
C’è nessuno in casa? ».
Haruko
era incantata ad osservare Rukawa che dormiva come un angioletto.
« Haruko?!?! » le
diede una gomitata e Haruko si svegliò arrossendo.
« Coraggio
– sorrise l’amica – andiamo »
« S-sì ».
Nel
frattempo i ragazzi decisero le stanze: Miyagi, Mitsui e Hanamichi.
Rukawa, Kogure e Akagi.
La prima giornata la trascorsero facendo allenamento dalle 11.00 del
mattino fino alle 16.00, mentre le ragazze restavano a guardare.
« Che
pallosi che sono – sbuffò Ayako seduta a bordo
campo – Va bene che non devono perdere tempo ma credevo
fossimo
venuti qui per riposarci e divertirci ».
Haruko
non rispose e Ayako la osservò gettando gli occhi al cielo.
« Haruko?!? »
« Oh
sì! Presente! » disse
imbarazzata.
« Certo
che sei di compagnia… »
« Scusami
Ayako, stavo solo…ehm, cosa dicevi? »
Ayako
sorrise maliziosa e le diede una gomitata.
« Lo so
cosa stavi facendo, ti sei incantata a guardare Rukawa e ti sei messa a
viaggiare con la fantasia… »
« Io… »
« Oh
andiamo, non ti preoccupare. Ormai è più che
evidente. Persino i canestri se ne sono accorti… ». Haruko
divenne paonazza e nascose il viso tra le mani abbozzando un sorrisetto
imbarazzato.
« Sono
molto carini quando si allenano, non trovi? »
La
domanda di Ayako però fu pronunciata come un
sussurrò, proprio mentre Ryota andava a canestro.
« Io li
trovo più carini in divisa – sorrise Haruko -
quella rossa> specificò.
Continuarono
ad osservare il gioco.
« Allora,
come vanno le cose? »
« I-in
che senso scusa? »
« Ma con
Rukawa, mi pare ovvio »
sorrise furbescamente l’altra.
« Ayako…ma
no, n-non vanno per niente. Cosa dici?! »
« Sei
ancora innamorata di lui a quanto pare ».
Haruko arrossì.
« Brutto
babbuino ti avevo detto di passarmi la palla! » si
sentì gridare Mitsui dal campo.
« Mi
dispiace Tritapalle, non potevo certo perdere l’occasione per
mostrarvi uno dei canestri del Genio!
Hihihihi! ».
« Posso
chiederti – continuò Ayako incrociando le gambe
– cosa ti piace di lui? Voglio dire, è
innegabilmente un
bel ragazzo anche se non è il mio tipo. Ma a parte quello? ».
Haruko
esitò; nessuno gliel’aveva mai chiesto ma tra lei
e
Haruko negli ultimi anni si era instaurato un buon rapporto prima che
finesse il liceo.
« Beh…non
lo so... Voglio dire, lui
è…è… »
Ayako
sospirò sconsolata. « Egoista,
presuntuoso, per niente
cordiale, non gentile, non dolce, con un pessimo carattere, solitario,
rissoso? Forse simpatico ma ti dirò la verità,
l’ho
sentito parlare così poco che non te lo so dire con
certezza… »
concluse dubbiosa.
« Da
come lo dipingi sembra un mostro »
s’imbronciò Haruko.
« Rukawa,
passa! »
gridò Miyagi.
« Tua! »
«
Grazie amico! Canestro! Canestro! »
« No,
non è un mostro. Anzi lo trovo incredibilmente buffo
alle volte, così grande e grosso ma a volte sembra un
bambino di dieci anni. Volevo solo chiarirti le idee. Rukawa non
è un
cattivo ragazzo. Tuttavia non ha un carattere molto alla mano, e non
capisco come mai una ragazza dolce e timida come te potrebbe mettersi
nelle mani di un ragazzo così rude che nessuno ha mai visto
sorridere ».
Haruko
sembrò pensare a quelle parole mentre osservava gli
allenamenti.
« Posso
capire che sia il “bello e dannato”. Che tu lo veda
come il cavaliere
rude e forte che ti saprebbe proteggere contro il mondo intero e magari
allo stesso tempo il tuo bel principe azzurro pronto ad amarti
e a
stringerti quando lo desideri. Rukawa
però non è così, ma non
perché non gli
interessi tu, perché in questo momento il basket
è la sua
priorità. Rukawa è solo il cavaliere rude, Haruko ».
« Non mi
vede nemmeno, non è così? » disse
Haruko con un filo di voce tremante.
Ayako
le poggiò una mano sulla spalla e sospirò
comprensiva. La realtà era dura però, in effetti,
era proprio così.
« Questo
è il suo film; lui è il protagonista, unico e
assoluto, e noi siamo tutte comparse. Non vede te, come non vede
nessun’altro. Sai invece chi sa della tua esistenza? ».
Era
il momento di tentare di aprire gli occhi all’innocente
Haruko. Ayako desiderava mettere una buona parola per Hanamichi, che
aveva rivalutato molto negli ultimi anni.
« Avanti
Tappo! Passami la palla! Sono smarcato, sono smarcato! »
« No!
Tua Kogure! »
« Cosa!?!?
Ma perchè?!?!! Era mia quella palla! Sei cieco forse oltre
che nano?!?! »
« Hanamichi »
uscì come un soffio dalle sue labbra. In un misto tra
domanda e affermazione.
« Sì,
proprio lui »
confermò Ayako distendendo le gambe e incrociandole.
« E
questa palla è tutta per il Genio! Vai Hanamichi! »
« Grazie
Tappo! Finalmente! »
Dunk!
« Bel
lavoro Hanamichi! »
« Grazie
grazie! Ma cosa vi aspettavate dal Genio delle Schiacciate?! Ah ah ah
ah! »
« Hanamichi
sarebbe proprio il tipo giusto per te »
Haruko
arrossì.
« So che
non è il principe azzurro. E’ infantile e
chiassoso, ma ha un grande cuore e sono certa che ti divertiresti un
mondo con quello scemo. Inoltre, saprebbe proteggerti ma anche
amarti…proprio come vuoi tu ».
Haruko
non rispose. Probabilmente era iniziato il suo confronto fra i due
ragazzi nella sua testa.
« Tu
che mi dici di Ryota? »
chiese Haruko, cambiando argomento.
« Non
c’è niente da dire »
« Ma
davvero? Mi sembra che ultimamente siate molto vicini… »
« Sto
bene con lui. E’ davvero un ragazzo dolcissimo e con cui
si può parlare di qualunque cosa ma non voglio correre.
Siamo
usciti "seriamente" solo un paio di volte a mangiare un gelato e in
sala giochi, e per ora
può bastare. Voglio farlo correre fino alla fine del
campionato
almeno. Deve essere promosso. Il basket lo distrae già
abbastanza....non voglio influire troppo ».
« Ti
invidio così tanto… »
« Per
cosa scusa? »
« Io non
saprei mai dichiararmi apertamente »
« Ma io
non mi sono dichiarata. Ho solo lasciato intendere a Ryota
che c’è la possibilità che forse lui mi
interessi
ma niente di più, senza contare che è molto
più
semplice quando sai che dall’altra parte qualcuno prova gli
stessi sentimenti… »
« Tu
dici? »
« Ma
certo. Pensaci Haruko. Magari più che di Rukawa sei
innamorata del suo mito…in fondo, come si può
amare una
persona che non si conosce? Come essere
innamorati di una rockstar... i sogni sono una cosa, ma la
realtà è un'altra ».
E
aveva ragione.
Haruko
alzò la mano per contraccambiare il saluto di Hanamichi a
seguito di un canestro. Uno dei tanti in quella mattina.
“Sì, Rukawa
non mi degna nemmeno di uno sguardo…”.
« Ragazzi
per oggi basta! Vi siete allenati troppo per gente che dice
di essere in vacanza! Coraggio, tutti dentro, puzzate come dei
caproni »
« Sì,
Ayakuccia! Ai tuoi ordini!
».
Arrivò finalmente l’ora di cena.
« Che
bello il caminetto acceso! Non si vede in nessuna casa giapponese!
L’ho sempre visto nei film e mi sarebbe sempre piaciuto
averne
uno! »
esclamò Haruko.
« Scusate
ma dov’è Hanamichi? »
chiese Mitsui.
« Oh,
non ve l’ho detto! E’ in cucina a preparare la
cena…incredibile »
« Cosa?! »
chiese sconvolto Miyagi. « Dici
sul serio Kogure?! »
« Ma
sicuro! Sembra che sia un ottimo cuoco. O almeno così dice »
« Sì
come no……me lo immagino – sorrise Ayako
– “Il Genio dei Fornelli” »
I
ragazzi risero sonoramente, escluso uno naturalmente. Quello che non
aveva mai sorriso in vita sua.
« Puoi
anche sorridere Rukawa, lo sai? » lo
prese in giro Mitsui.
Rukawa
emise un lieve mugugno e si voltò dall’altra parte.
« Secondo
me non sa più come si fa »
continuò a sfotterlo.
« No,
secondo me non ha mai imparato » si
aggregò Miyagi.
« Basta
ragazzi lasciatelo in pace » lo
difese Haruko diventando
rossa, tuttavia senza guadagnare nemmeno la coda dell’occhio
del
suo amato Volpino che a sua volta non la considerò nemmeno.
« Ragazziiiii
la cena è prontaaaaa! »
gorgeggiò Hanamichi.
Hanamichi
arrivò in soggiorno con due vassoi carichi di cibo.
« Caspita! »
esclamarono i compagni.
« Che
aspetto delizioso! »
« Puoi
ben dirlo Tappo, sono il Genio dei Fornelli dopotutto! Ah ah
ah ah! »
sorrise posando i vassoi sul tavolino al centro del
soggiorno. « Sentirete
che sapore! ».
I
ragazzi si buttarono a capofitto sui piatti, tutte
specialità della
cucina Giapponese. Certo, l'aspetto non era quello che avrebbero avuto
in un ristorante, era molto più casaligo ma decisamente
invitante.
Poiché nessuno
parlò per diverso tempo e i piatti vennero completamente
ripuliti, si poteva dedurre che Hanamichi aveva fatto centro con la
cena preparata.
« Hanamichi
i miei complimenti, è tutto buonissimo »
« Ti
ringrazio Harukina »
piagnucolò Hanamichi commosso. « Li ho
fatti con tanto amore ».
« Mi fa
un po’ impressione accedere il fuoco in pieno marzo » osservò
Akagi.
« E’
vero fratellone, però fa freddo e io lo trovo
così romantico »
« Io
preferisco di gran lunga il freddo al caldo. Almeno se hai
freddo ti puoi vestire e coprire, se hai caldo a volte vorresti
toglierti la
pelle ma poi avresti caldo comunque »
« Il
primo ragionamento intelligente di Mitsui da un anno a questa parte.
Tutto merito di Kodama »
« Senti
chi parla, Hanamichi il Genio dei Bambocci ».
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