Ogni favola è un gioco

di _EpicLoVe_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non abbastanza ***
Capitolo 2: *** Victoria's Secret ***
Capitolo 3: *** Piano d'azione ***
Capitolo 4: *** La verità di una bugia ***



Capitolo 1
*** Non abbastanza ***


Ogni favola è un gioco-cap.1

Dedicata a tutti coloro che leggono ciò che scrivo

e mi rendono felice con i loro commenti.



Ogni favola è un gioco

1.

Non abbastanza

 

“Ma devo lasciarti andare”

“E tu devi lasciarmi andare”

(Gossip Girl 4x22)

 

“Betulle” ordinò Blair perentoria, prendendo la sua tazza di tè e sorseggiandola con eleganza.

Il ragazzo, seduto di fronte a lei, annuì e si appuntò tutte le informazioni sul taccuino che stringeva tra le mani.

“Dove vuole le Betulle, esattamente?” le chiese con aria vagamente perplessa e la ragazza sospirò.

“Gliel’ho già detto, le metta nell’angolo, al posto delle Ortensie blu” esclamò seccamente ed il ragazzo arrossì di imbarazzo.

“Mi creda, qualunque riunione non è più importante di me, per la signorina Waldorf” i toni troppo alti di una voce imperiosa li raggiunsero e qualche secondo più tardi fece il suo ingresso in salotto Serena Van Der Woodsen.

“S” esclamò Blair alzandosi e raggiungendo la sua migliore amica per stringerla in un abbraccio e l’altra ricambiò la stretta.

“B” sospirò Serena, “Questa servitù non mi piace” aggiunse e Blair rise.

“Stanno soltanto rispettando gli ordini” si giustificò stringendosi nelle spalle, “Scusami se non sono venuta a prenderti, ma abbiamo avuto un problema dell’ultimo minuto con i fiori” esclamò seccata, rivolgendo uno sguardo di rimprovero al ragazzo che, per la seconda volta, arrossì violentemente.

“Scherzi? Mi hai mandato un jet privato ed una limousine, non era necessaria la tua presenza” esclamò la Van Der Woodsen, buttandosi di peso sul divano in pelle rosa antico.

“Allora, come procedono i preparativi per il matrimonio dell’anno?” le chiese Serena e l’altra si strinse nelle spalle con un sospiro.

“Considerando che mancano solo tre giorni alle nozze, direi bene” esclamò e Serena la osservò a lungo prima di sorridere.

“Tutto bene, B?” le chiese infine e l’altra annuì.

“Si, perché me lo chiedi?” rispose.

Serena aggrottò la fronte perplessa e Blair si voltò verso il fioraio per congedarlo, prima di tornare a dedicare tutte le sue attenzioni alla bionda.

“Mi sembri strana” dichiarò.

“Ti vedo fin tropo … tranquilla”.

Blair rise, poggiando la sua tazza sul tavolinetto in argento.

“Beh sto cercando di fare del mio meglio” affermò con sicurezza, alzandosi dal divano.

“Ma adesso vieni, ti accompagno nella tua stanza. I domestici hanno già portato lì tutta la tua roba, vedrai, ti piacerà” esclamò Blair con un sorriso felice, afferrandole una mano e trascinandola fuori dalla stanza.

“Miss Waldorf” non appena furono nell’atrio, la donna le raggiunse di fretta e Blair si voltò a guardarla piuttosto infastidita.

“Cosa c’è, Dorota?” le chiese.

Serena aggrottò la fronte.

“Dorota? Non dirmi che si chiama così davvero” esclamò e Blair si voltò a guardarla con un sorriso tirato.

“Certo che no” esclamò con un cenno della mano.

“La chiamo così perché non riesco mai a ricordare il suo nome” aggiunse subito dopo con una scrollata di spalle e Serena la guardò con severità.

“Miss Waldorf” mormorò di nuovo la domestica e Blair tornò a guardarla.

“C’è stato un problema con il menù per la festa di domani” esordì, “Dovrebbe seguirmi un attimo nelle cucine” aggiunse subito dopo con aria grave e Blair sospirò teatralmente.

“Un problema?” chiese, prima di sbuffare, visibilmente contrariata e la domestica parve terrorizzata.

“Tu accompagna Serena nella sua stanza, mentre io andrò a risolvere il problema” comandò con severità e la donna annuì.

“Blair” intervenne a quel punto Serena, ma l’amica la guardò con un sorriso gentile.

“Vai pure, S. Sistemati e rilassati. Ti ho fatto preparare un bel bagno caldo. Ci vediamo più tardi” esclamò, prima di allontanarsi nella direzione opposta a grandi passi.

“Mi segua” mormorò invece la domestica in direzione di Serena che, distogliendo lo sguardo dall’amica, annuì.

Non aspettò nemmeno di essere in camera per sfilare il cellulare dalla borsa e comporre un numero con rapidità.

Al terzo squillo una voce maschile rispose all’altro capo del telefono.

“Hei, sono io” esclamò Serena.

“Avevi ragione, Blair mi sembra strana … c’è qualcosa che non va” dichiarò con tono preoccupato.

 

Chuck Bass chiuse la telefonata e lasciò malamente cadere il telefono sull’ampio divano, mentre si lasciava andare all’indietro, contro la testiera con un sospiro stanco.

Si strofinò gli occhi, prima di piegarsi nuovamente in avanti ed allungare il braccio per afferrare la bottiglia di scoth e riempirsene un bicchiere.

Fece schioccare la lingua per assaporare meglio il liquore e attese che bruciasse nella sua gola.

Nell’ultimo periodo si concedeva solo due bicchieri di scoth al giorno.

Nei primi tempi, dopo che tra lui e Blair era tutto finito e la ragazza si era trasferita in Francia con Louis, Chuck aveva reagito nel suo solito modo, bevendo litri di alcol e organizzando festini privati nella sua suite al Palace, ma la cosa era durata poco più di una settimana, prima che si rendesse conto che tutto ciò non avrebbe alleviato il suo dolore.

Così aveva riacquistato serietà ed era tornato un perfetto uomo d’affari, iniziando il suo “periodo d’astinenza”, che Serena chiamava “via della purificazione”, dove lo scoth era permesso solo due volte al giorno.

“Chuck” esordì Nate entrando in quel momento ed il ragazzo si voltò a guardarlo e lo salutò con un cenno del capo.

“Questo è il primo o il secondo?” gli chiese accennando al bicchiere ed il ragazzo sospirò alzando due dita con aria grave, mentre ne beveva l’ultimo sorso.

Nathaniel arricciò il naso poco convinto e diede uno sguardo al suo costoso orologio da polso.

“E siamo solo ad ora di pranzo … non è affatto un buon segno” commentò il ragazzo e Chuck si limitò a sospirare con aria esausta abbandonandosi di nuovo contro il divano.

Nate si voltò a guardarlo con aria seria.

“Verrai al matrimonio?” gli chiese a bruciapelo e lo sguardo di Chuck corse al tavolino della sala da pranzo.

Al centro del tavolo troneggiava l’elegante invito arrivato diciotto giorni prima.

Non aveva ancora avuto il coraggio di aprirlo, Chuck.

Aveva riconosciuto l’elegante calligrafia di Blair e aveva immaginato di cosa si trattasse ancora prima che la sua mano corresse sul sigillo argento in ceralacca, quindici minuti dopo, Gossip Girl aveva dato il grande annuncio.

Così Chuck aveva abbandonato quella busta sul tavolo per sottoporsi, volutamente, al dolore che essa gli procurava ogni qual volta il suo sguardo cadeva rovinosamente sulla carta color panna finemente stampata, macchiata solo dall’inchiostro nero con cui Blair aveva inciso il suo nome.

“No, non ci sarò” esclamò seccamente e allungò di nuovo la mano verso la costosa bottiglia di scoth.

Nate lo guardò contrariato e fece per aprire la bocca e protestare, ma cambiò subito idea.

Forse, per quel giorno, il terzo bicchiere poteva essere accettato.

“Chuck, sai bene che per lei è importante” affermò il ragazzo biondo e l’altro sospirò, mentre si portava il bicchiere alla bocca.

“No, Nathaniel, non abbastanza”.

E la freddezza di quel commento si perse nel silenzio della stanza.

Subito dopo Chuck si alzò con un sospiro, abbandonando il bicchiere ormai vuoto sul tavolinetto di vetro, e afferrò il suo cellulare, scoccando uno sguardo all’amico.

“Mi spiace, adesso devo andare, ho una riunione d’affari molto importante. Ci vediamo stasera?” gli chiese mentre si dirigeva alla porta, afferrando al volo la sua ventiquattrore.

Nate si strinse nelle spalle.

“Non lo so, dipende da che ora torni. Domani, all’alba, ho il volo per Parigi, probabilmente andrò a dormire presto” esclamò e Chuck annuì appena prima di sparire oltre la porta.

 

Serena sorrise, portando la forchetta alla bocca con aria elegante e assaporò la pietanza che qualche cuoco dal nome importante aveva preparato per loro quella sera.

La tavolata era piuttosto spenta ed i momenti di silenzio risultavano pesanti e le davano una sensazione di soffocamento.

Pensò che quel tavolo fosse troppo grande per le persone presenti a cena quella sera e la stanza fosse esageratamente grande per essere una semplice sala da pranzo.

“Allora, che ne dite del mio progetto per la serata?” chiese di nuovo la bionda e si voltò a guardare Louis.

Il ragazzo si strinse nelle spalle prima di sospirare.

“Mi dispiace, Serena, ma io non potrò essere dei vostri” esclamò.

“Domani dovrò alzarmi all’alba per occuparmi di un affare prima della festa” aggiunse subito dopo e Serena si esibì in un’espressione triste, prima di voltarsi verso Blair.

“Oh, non lo so, S” esclamò la Waldorf e Serena sgranò gli occhi.

“Non accetto un rifiuto da te, Blair!” affermò con risolutezza e la ragazza sospirò.

“Va  bene, ma risparmiamoci le follie, domani dovrò essere sveglia e fresca” concordò Blair e la bionda sorrise vittoriosa, cambiando subito dopo discorso per evitare che Blair cambiasse idea.

“Dove sono i tuoi genitori, Louis?” chiese ed il ragazzo smise di sorseggiare il vino che aveva nel bicchiere.

“Rientreranno domani in mattinata” rispose con educazione.

Un paio d’ore più tardi, seduta in un pub francese, Serena rideva sguaiatamente, cercando di rinfrescare la sua memoria e biascicando un paio di parole in un francese non molto corretto, mentre il ragazzo carino, seduto accanto a lei, al bancone, la guardava sorridendo e annuendo felice, più per quella visione che per lo scempio che era costretto ad udire.

“Serena” il tono secco e severo di Blair la investì, mentre la ragazza arrivava al suo cospetto come una furia.

La bionda si voltò a guardarla allegramente e il suo sorriso si spense quando incontrò lo sguardo gelido di Blair.

“Blair, ti ho presentato il mio nuovo amico … ?” Serena si bloccò, guardando con aria interrogativa il ragazzo, ma prima che quest’ultimo potesse aggiungere qualcosa, Blair afferrò la mano dell’amica spingendola giù dallo sgabello.

“Per favore, seguimi” le ordinò, trascinandola via.

Quando si appartarono vicino ad un tavolinetto, Blair le rivolse un’occhiataccia.

“Basta, S, torniamo a casa” dichiarò e l’altra alzò gli occhi al cielo annoiata.

“Dai, Blair, è divertente” protestò, ma la mora scosse la testa.

“Si, era divertente al primo drink nel primo locale, adesso non lo è più” affermò con risolutezza e Serena sbuffò di nuovo.

“Cosa c’è, Blair? Noi lo facciamo sempre, no?” disse sorridendo dolcemente e Blair sospirò, portandosi una mano alle tempie.

“Si, ed ogni volta io riporto a casa te ubriaca” sospirò, “Ma sta volta è diverso. Adesso siamo cresciute, Serena. Dopodomani mi sposo e l’ultima cosa che voglio è una nostra foto su Gossip Girl che ci ritrae barcollanti ed ubriache” mormorò Blair e Serena annuì.

“Va bene, andiamo a casa” acconsentì poco entusiasta.



Spazio autrice:
Tadan, ecco a voi il mio nuovo progetto a breve termine. 
In verità è un po' che ci lavoro, ma solo ora sono riuscita a rivedere questo primo capitolo per pubblicarlo.
Sarà una long breve, composta da  massimo cinque capitoli, se non anche quattro.
Vorrei specificare che questo è solo frutto della mia immaginazione, ovvero non so nulla della prossima stagione.
Inoltre, il titolo dell'opera nasce dal fatto che Blair e Chuck parlano della loro favola nell'ultima puntata e "Ogni favola è un gioco" è il titolo di una canzone di Bennato.
Spero che troverete quest'opera interessante.
Grazie dell'attenzione.

_EpicLoVe_

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Capitolo 2
*** Victoria's Secret ***


Ogni favola è un gioco-cap.2

2.

Victoria’s Secret

 

“C’è una bella differenza tra il grande amore e l’amore giusto”

(Gossip Girl 4x22)

 

 

Quando Chuck Bass fece la sua comparsa oltre la soglia della sua stanza, quella mattina, il suo volto cupo non preannunciava nulla di buono.

Si era svegliato con un gran mal di testa, dovuto, forse, più alle numerose riunioni d’affari e alle innumerevoli scartoffie che aveva dovuto leggere fino a notte fonda, che a tutto lo scotch che gli aveva tenuto compagnia durante la notte.

Nate non c’era, ma al suo posto, aveva lasciato un sacchetto ed un bigliettino.

Chuck aprì il sacchetto di carta e vi guardò dentro, subito dopo lo lasciò cadere di nuovo sul tavolo e sorrise appena, afferrando il biglietto scritto in fretta.

Sono in partenza,

ti lascio qui un cornetto caldo e ti chiamo appena arriviamo.

Spero che tu decida di cambiare idea.

Nate

Chuck scosse la testa, lasciando andare il biglietto con un sorriso e lanciò un’altra occhiata al cornetto ormai freddo.

Il solito, geniale Nathaniel.

Ma del resto non si poteva pretendere molto da lui, o meglio, dalla sua mente distratta, specie all’alba.

In ogni caso, Chuck non mangiava quasi mai cornetti, almeno non se la sera prima era andato a dormire senza sbronze o sballamenti, altrimenti la situazione sarebbe stata diversa.

Comunque, in quel momento, aveva solo bisogno di un caffè.

Tornò in camera ed afferrò il cellulare malamente buttato sul letto, guardando con aria truce il messaggio che circa un’ora prima Gossip Girl aveva mandato.

Dolore.

Fu tutto ciò che provò nel vedere quella foto.

Un dolore profondo e lancinante gli colpì lo stomaco.

Blair sorrideva ed una Serena eccessivamente esuberante, mentre uscivano da un pub per entrare nella limousine che le stava aspettando.

In quei tre lunghi mesi di assenza aveva già visto alcune sue foto, ma era stato diverso.

Aveva visto Blair passeggiare per le strade di Parigi con Louis, aveva visto Blair precedere una nuova Dorota in versione francese e ancora aveva visto Blair indaffarata con i preparativi del matrimonio.

Ma mai l’aveva vista ridere così allegramente con Serena.

E questo riusciva quasi a turbarlo.

Chiuse il messaggio con un sospiro e lo buttò malamente sul letto.

Una doccia era tutto ciò che ci voleva per sentirsi meglio.

 

“Serena” la voce di Blair irruppe nella stanza e la bionda aprì gli occhi con uno sbuffo, chiudendoli subito dopo per via della luce.

Quando ebbe di nuovo il coraggio di aprirli, puntò lo sguardo su Blair e si mise a sedere con qualche sforzo.

“Ho mal di testa” protestò e la Waldorf sospirò.

“Saranno tutti i Martini che hai bevuto ieri sera” commentò raggiungendola sul letto.

Serena sbuffò e guardò l’amica con attenzione.

“Che ore sono?” le chiese e Blair le sorrise.

“Le nove e mezza e dovresti alzarti” rispose.

“Stanno anche arrivando gli altri, Louis ci teneva particolarmente ad andare a prenderli di persona, così ne ho  approfittato per sistemare gli ultimi preparativi della festa di oggi pomeriggio” le spiegò la ragazza e Serena annuì scostando le coperte per scendere dal letto, poi si bloccò e parve ricordarsi di qualcosa.

Cercò il suo cellulare con lo sguardo e si allungò fino al comodino per afferrarlo.

“Gossip Girl ha pubblicato qualche notizia?” le chiese sospettosa e Blair inarcò un sopracciglio evitando di rispondere, infine sospirò.

“Niente di importante” mormorò, mentre Serena apriva l’ultima foto pubblicata.

“Oh B, mi dispiace” esclamò la bionda guardando il cellulare con rammarico e Blair le sorrise poggiandole una mano su una gamba con fare affettuoso.

“Non è niente, è solo una stupida foto, non ci sono nemmeno notizie incriminanti, quindi non c’è motivo per cui preoccuparti” dichiarò e Serena la guardò corrugando la fronte perplessa.

In quel momento qualcuno bussò alla porta e pochi minuti dopo fece il suo ingresso la domestica.

“Signorina Waldorf” esclamò, “I suoi invitati sono arrivati” la informò, poi si voltò verso la bionda.

“Buongiorno signorina Serena” aggiunse e quest’ultima le sorrise.

“Giorno Melaniè”.

“Bene, arriviamo subito” disse invece Blair alzandosi dal letto e avviandosi alla porta e Serena la seguì infilandosi le ciabatte.

“Quando hai scoperto il nome della domestica?” chiese Blair mentre si dirigevano al piano di sotto e Serena rise.

“Quando l’ho conosciuta” rispose con un sospiro.

“Oh B, sarà il caso di presentarmi così al cospetto del tuo lord?” chiese Serena quando furono in fondo alle scale e l’altra si voltò a lanciarle un’occhiata prima di stringersi nelle spalle.

“In vestaglia e ciabattine?!” esclamò con un cenno della mano e accelerò il passo.

“Benarrivati” Blair accolse i suoi ospiti con un sorriso e si precipitò ad abbracciarli.

“Oh Blair, cara, ti trovo benissimo” esclamò Lily e la ragazza sorrise.

“Oh Lily, non sai quanto sono felice di avervi qui” esclamò la mora.

“Oh piccola J” mormorò infine, regalando un abbraccio anche alla biondina che ricambiò piuttosto perplessa.

Nate si avvicinò a Serena stringendola in un abbraccio e portò la bocca al suo orecchio.

“Beh, c’è proprio qualcosa che non va in lei” esclamò con sicurezza.

 

Blair fece accompagnare gli ospiti nelle loro stanze e poi sparì, troppo impegnata a prepararsi per la festa che ci sarebbe stata quel pomeriggio.

Così, l’intera Upper East Side si ritrovò sola per buona parte della mattinata e durante il pranzo.

“Io, Jenny ed Eric andiamo a fare una passeggiata per le vie di Parigi, voi venite?” chiese Dan a Nate e Serena, entrando in camera di quest’ultima ed entrambi annuirono.

Trovandosi, così, a passeggiare per le strade affollate di Parigi.

“Non vorrei dirlo, ma Blair mi sembra piuttosto strana” commentò d’un tratto Jenny.

Serena ingoiò di fretta il suo ultimo pezzo di baquet e lanciò uno sguardo a Nate, prima di voltarsi nuovamente verso gli amici.

“L’abbiamo notato anche noi” esclamò e per qualche minuto rimasero tutti in silenzio.

“Andiamo ragazzi, sappiamo tutti che in questo c’entra Chuck Bass!” esclamò d’un tratto Dan e nessuno poté contraddirlo.

Serena sospirò.

“Chuck verrà?” chiese a Nate e quest’ultimo scosse la testa.

“Allora dobbiamo fare in modo che venga” azzardò Eric.

Jenny sorrise.

“Si, ci vuole proprio uno dei nostri vecchi complotti” affermò con sicurezza, ma Serena scosse la testa.

“No” mormorò e tutti si voltarono a guardarla con aria perplessa.

“Sentite, Blair ha sofferto tantissimo per colpa di Chuck ed anche lui è stato molto male per questa situazione. Non possiamo farlo, non dovremmo fare niente. Le cose andranno come devono andare” affermò con sicurezza e nessuno fu d’accordo con lei.

 

“Blair” la voce di Serena risultò preoccupata, mentre si affacciava nell’enorme camera da letto.

Non appena era rientrata nel castello, Melaniè era andata a chiamarla agitata, dicendole che la signorina Blair non si sentiva molto bene e aveva urgente bisogno di lei.

Blair Waldorf era stretta in un vestitino nero e aveva i boccoli ritirati sulla nuca.

Si voltò a guardarla e l’espressione grave dipinta sul suo volto turbò profondamente Serena.

“Si è rotta la lampo!” dichiarò la mora con una certa agitazione, non appena la migliore amica fu nella stanza e l’altra corrugò la fronte.

“Si è rotta la lampo del vestito” aggiunse ancora, il respiro accelerato e il volto cupo.

“Sta’ tranquilla, la faremo riparare subito da un sarto” biascicò Serena, raggiungendola davanti allo specchio.

Blair scosse la testa, portandosi una mano in fronte e scuotendo la testa con un sospiro esasperato.

“Non sarà più come prima” affermò con sicurezza e, quando alzò di nuovo il volto, Serena capì che stava per piangere.

Si affrettò a raggiungerla e le prese le mani.

“Ok, B, sta calma!” dichiarò e la Waldorf fece un paio di respiri profondi.

“Adesso togliti il vestito” le ordinò la bionda e l’altra ubbidì.

“Melaniè, voglio che sia ricucito nel migliore dei modi, riferisci questo messaggio a Jenny Humphrey e dalle il vestito. Dille che ha solo quindici minuti” esclamò con sicurezza Serena e la domestica annuì, afferrando il vestito con delicatezza ed uscendo dalla stanza a passi svelti.

Poi Serena si rivolse alle due domestiche rimaste e cercò di sorridere.

“Potreste lasciarci sole?” chiese e quest’ultime si affrettarono ad annuire e si dileguarono fuori dalla stanza.

Quando furono rimaste sole, Serena prese entrambe le mani di Blair e le scostò dal viso della ragazza.

“Blair, puoi calmarti?!” le chiese, ma quest’ultima scosse la testa e sfuggì alla sua presa, iniziando a camminare nervosamente lungo la stanza, mettendo in mostra la sua biancheria intima, Victoria’s Secret.

“Non si tratta solo del vestito, vero?” azzardò Serena e la ragazza si fermò improvvisamente, alzando gli occhi verso di lei.

“Certo che si tratta del vestito, Serena!” affermò con sicurezza.

è arrivato questa mattina ed era perfetto, e adesso, mezz’ora prima della cerimonia, la cerniera è rotta. Non tornerà mai come prima, perché una cosa rotta non si aggiusta mai completamente” biascicò nervosamente e Serena la osservò in silenzio.

“Si tratta di Chuck, vero?” sospirò la Van Der Woodsen e Blair si voltò a lanciarle uno sguardo di fuoco.

“Non farlo, S! Non nominarlo” e più che un ordine, risultò una debole preghiera.

Serena sospirò.

“Sei strana, Blair. Lo sei da quando sono arrivata e forse anche da prima. Sei troppo tranquilla, troppo serena, troppo sorridente. Niente crisi isteriche, niente complotti … questa non è la Blair che conosco! Cosa ti succede?” le chiese e la mora scosse la testa, abbassando il volto per qualche secondo.

Quando tornò a guardarla il suo viso pareva aver riacquistato nuova calma, ma Serena sapeva bene che non era così.

“Si cresce, Serena, lo sai bene. Ed io sono semplicemente cresciuta. Questo è tutto, adesso mi sento di nuovo meglio” biascicò, ma la bionda scosse la testa e si alzò dal letto.

“Sono la tua migliore amica, B, ti conosco da una vita, non mi convinci così” insistette e Blair scosse la testa, mentre gli occhi iniziarono a riempirsi di lacrime.

“E va bene, cosa vuoi che ti dica? Che mi manca Chuck?” le sputò addosso e Serena poté leggere tutto il suo dolore in quelle poche parole.

“Si, mi manca, mi manca maledettamente, ma questo è sbagliato” Blair sospirò, mentre alzava il volto nella vana speranza di trattenere le lacrime.

“E la cosa giusta da fare è vestirsi e andare su quella dannatissima barca che Louis ha affittato per la nostra festa pre nozze. E lo sposerò e le cose cambieranno, cambierà tutto, ma va bene così, perché è giusto ed io sarò felice” dichiarò la ragazza con finta sicurezza e l’altra la guardò scuotendo la testa.

“Non puoi essere felice così, Blair. Lontano da New York, lontano da noi, al fianco di un uomo che non ami …”, ma Blair la interruppe e il suo sguardo divenne improvvisamente freddo.

“Io amo Louis e sarò felice con lui!” dichiarò con freddezza.

Poi sospirò e si esibì in uno dei suoi sorrisi migliori.

In quell’esatto istante qualcuno bussò alla porta e qualche secondo dopo fece la sua comparsa Melaniè, seguita da Jenny.

“Questo è stato tutto ciò che ho potuto fare” esclamò la biondina mostrandole il vestito.

Blair le sorrise.

“Va benissimo, grazie Jenny” mormorò con affabilità e l’altra la guardò corrugando la fronte.

“Prego” biascicò ancora troppo sorpresa da quel comportamento inusuale.

Blair si voltò verso Serena e le sorrise.

Il volto rilassato e un avvertimento fin troppo chiaro nascosto negli occhi.

“S, mi aiuti ad infilarlo, per favore?” le chiese e la bionda annuì con un sospiro.  









Spazio autrice: Eccoci giunti al secondo capitolo.
Sono felice che il primo vi sia piaciuto e spero che possiate apprezzare anche il secondo.
Come potrete notare all'inizio di ogni capitolo c'è una frase tratta dalla 4x22, che penso si addica al capitolo stesso.
Grazie mille per le vostre recensioni, ragazze.

Alla prossima _EpicLoVe_

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Capitolo 3
*** Piano d'azione ***


Ogni favola è un gioco cap.3

3.

Piano d’azione

 

“Non ero pronta a lasciarti andare”

(Gossip Girl 4x22)

 

 

Chuck Bass sospirò stancamente, afferrando la bottiglia di scotch quasi vuota e la osservò .

Questa volta aveva decisamente esagerato, pensò tra sé.

Se ne versò un ultimo bicchiere e poi si avvicinò al tavolo a passi strascicati.

Sentiva già l’alcool bruciargli nella gola e iniziava a provare la piacevole sensazione di confusione, che precede una sbronza colossale.

Buttò uno sguardo alla busta color panna e afferrò il cellulare in uno sporadico attacco d’ira.

Scrisse rapidamente un messaggio e scorse la rubrica, alla ricerca di uno dei tanti nomi femminili.

Qualche minuto dopo un messaggio di assenso lo fece sorridere e Chuck abbandonò nuovamente il cellulare, pronto a godersi la vuota scopata di quella sera.

Aveva scelto Morine per quella sera.

Una moretta dai ricci ben definiti ed il corpo da bambolina.

Gli ricordava vagamente Blair e questo gli faceva male.

Era per questo che l’aveva chiamata, per infliggersi altro dolore, perché lui non meritava nient’altro che quello.

Le dita corsero veloci alla busta dell’invito e tentennò ancora qualche minuto, prima di rompere il sigillo argento e sfilare i fogli dalla busta.

Blair e Louis invitavano i loro amici a raggiungerli il giorno prima delle nozze alla loro festa prematrimoniale in un lussuoso jot.

Chuck sorrise.

Riusciva ad immaginare troppo bene Blair, alle prese con il suo matrimonio, in ansia e agitata che si guardava attorno, fulminando chiunque fosse capitato sul suo cammino.

Un ricordo arrivò improvviso, togliendogli il respiro.

“Oh è poi il nostro matrimonio sarà fantastico. Una cosa fuori dal comune, ma comunque molto elegante” esclamò una Blair sorridente, agitandosi nel letto, mentre lui le teneva un braccio intorno alle spalle e sorrideva.

Il mattino li aveva sorpresi già svegli a fantasticare su un improbabile futuro.

“Certo che sarà fantastico” esclamò Chuck, “Ma sono sicuro che tu riuscirai a farmi scappare prima delle nozze” aggiunse subito dopo e Blair gli diede un debole pugno sul braccio, prima che lui si piegasse a poggiarle un morbido bacio sulle labbra.

Il suono del campanello lo fece sobbalzare e scacciò dalla sua mente quei ricordi troppo dolorosi da sopportare.

Si avvicinò alla porta e l’aprì con lentezza, rivelando la figura sottile e sorridente di Morine.

La ragazza gli sorrise ed entrò nell’appartamento, piegandosi a poggiargli un bacio all’angolo della bocca.

Chuck la vide entrare e sistemarsi in casa sua con una certa familiarità, ma, in un attimo, capì che non aveva nessuna voglia di andare a letto con Morine quella sera.

In verità non aveva voglia di andare a letto con nessuna ragazza, nessuna che non fosse Blair Waldorf.

Blair Waldorf sorrideva felice.

La festa stava procedendo bene, esattamente come Blair se l’era immaginata.

Personalità di spicco facevano la loro comparsa all’evento dell’anno e tutti sfoggiavano vestiti elegantissimi e acconciature ricercate.

L’Upper East Side si aggirava all’interno dello jot con un sorriso allegro stampato sul viso, fatta eccezione per qualche espressione di vaga malinconia che ogni tanto appariva sui loro volti curati.

Un caro cugino di Louis salì sul palco su cui una band suonava dal vivo, e si esibì in un estenuante discorso, così, subito dopo, Serena fu invitata a fare altrettanto.

La bionda scoccò uno sguardo all’amica che la incoraggiò con un sorriso ed un cenno del capo e si recò sul palco, afferrando il microfono e guardando con attenzione tutti i presenti.

Blair era aggrappata al braccio del suo lord, stretta nel suo vestitino nero.

Appariva perfetta.

Con il sorriso gioviale e gli occhi lucidi, ma Serena sapeva bene che era una finta allegria quella che esibiva.

Poteva notarlo dalle spalle tese, dalle piccole rughe che le si erano formate attorno agli occhi e dalla posizione particolare della sua bocca, intenda a formulare un sorriso convincente.

La Van der Woodsen sorrise.

“Conosco Blair Waldorf da una vita” esordì e sul viso di tutti si dipinse un’espressione di dolcezza.

“La conosco da quando sono nata e la amo profondamente. Lei è la mia migliore amica, è mia sorella, è parte di me e sono certa che io sia altrettanto per lei. So per certo che l’una non può essere felice se l’altra non lo è, per questo io chiedo alla mia dolce B di essere felice” sospirò scoccandole un’occhiata e lo sguardo di Blair si ammorbidì.

“Si può cercare la felicità in mille modi diversi, in persone diverse ed io voglio solo che Blair trovi la sua felicità. Non mi importa in chi o in che modo, voglio solo che sia felice” sospirò, preparandosi a chiudere il discorso.

Poi alzò il bicchiere di champagne che stringeva tra le mani e sorrise.

“A Blair, a Louis e alla loro felicità” concluse in uno scroscio di applausi.

Quando Serena scese dal palco, destreggiandosi tra la folla, Blair la raggiunse e la strinse in un tenero abbraccio.

“L’ho trovata la mia felicità” le mormorò e Serena la guardò negli occhi.

“Ne sei sicura?” le chiese passandole dolcemente una mano sul volto e sparendo tra la folla, lasciandola ai suoi invitati.

La festa volgeva ormai al termine e la maggior parte degli invitati si stava recando verso l’uscita, quando Serena raggiunse i suoi amici, seduti in uno dei numerosi tavolini.

“Direi di mettere in atto il piano” dichiarò scoccando uno sguardo ai ragazzi seduti accanto a lei e Nate sorrise, afferrando il suo cellulare.

“Sapevo che l’avresti detto!”.

 

Chuck Bass sedeva sul divano del salotto, con lo sguardo perso nel buio della notte ed il solito bicchiere di scotch stretto tra le mani.

Aveva mandato via Morine esattamente tre minuti dopo il suo arrivo, dichiarando che le sue intenzioni erano cambiate e poi era rimasto per il resto della serata abbandonato a se stesso, mentre i suoi pensieri si perdevano in ricordi più o meno felici.

Lanciò uno sguardo all’orologio sulla parete, le lancette fosforescenti segnavano le 3.48.

Chuck sorrise.

L’aveva scelto Blair quell’orologio.

La stessa Blair che un paio d’ore più tardi si sarebbe svegliata per prepararsi al matrimonio, il suo matrimonio.

Questo pensiero lo disgustò terribilmente e, con un sorso, finì il liquido ambrato rimasto nel bicchiere.

Solo un paio d’ore prima, Gossip Girl aveva annunciato a tutti che la grande festa pre nozze era riuscita perfettamente e aveva allegato un paio di foto alla notizia, foto che Chuck non aveva avuto il coraggio di guardare.

D’un tratto qualcuno bussò alla porta ed il ragazzo si alzò con aria perplessa, chiedendosi chi potesse essere a quell’ora.

“Servizio in camera, signore, c’è una cosa per lei” esclamò la voce oltre la porta e quando Chuck l’aprì si trovò davanti un fattorino dall’aria familiare che stringeva una busta.

“Questa è arrivata per lei qualche minuto fa” esclamò l’uomo porgendogli la busta e, quando il ragazzo l’ebbe afferrata, lo salutò con un rispettoso cenno del capo e si dileguò nel corridoio illuminato.

Chuck raggiunse il divano e aprì la busta con un sospiro.

Un biglietto spiegazzato cadde e lui si piegò per raccoglierlo.

Qui c’è bisogno di te.

Una breve frase scritta con la calligrafia disordinata di Serena e Chuck corrugò la fronte perplesso, mentre tirava fuori un biglietto aereo.

Era un biglietto per Parigi e aveva un’ora di tempo.

Il ragazzo sospirò, guardandosi attorno indeciso sul da farsi e fece per rimettere il biglietto nella busta ed ignorarlo, ma qualcosa lo trattenne.

Improvvisamente la risata di Blair fece eco nella sua mente e Chuck si diresse in camera sua quasi senza pensare.

Afferrò il cellulare e compose rapidamente un numero.

“Fammi preparare una limousine, sto per partire” annunciò con sicurezza.

 

Blair Waldorf era raggiante quella mattina.

Non che durante la notte avesse dormito molto, non lasciando nemmeno a Serena la possibilità di dormire.

L’aveva costretta a dormire con lei per poi tormentarla per tutta la notte con le sue preoccupazioni, fino a quando, verso le quattro del mattino, la bionda era crollata distrutta tra le braccia di Morfeo.

Ma la Waldorf non aveva provato nessuna pietà per lei, così verso le sei e trenta del mattino l’aveva nuovamente buttata giù dal letto, costringendola a sottoporsi al restauro.

Così, mentre truccatori e parrucchieri si occupavano di tutti gli ospiti della villa, il catering assediava il piano di sotto per preparare l’intera residenza ad accogliere gli importanti invitati.

Serena fu sul punto di avere una crisi isterica, costretta a salire e scendere sotto gli ordini di Blair, accertandosi sempre che la sua acconciatura non cedesse, così quando ore dopo fu finalmente tutto pronto per iniziare, si ritrovò quasi a tirare un sospiro di sollievo.

Quando entrò in camera di Blair, la sposa era ferma davanti allo specchio, con una mano poggiata sul ventre piatto e lo sguardo perso in qualche pensiero lontano.

Serena si sedette silenziosamente sul letto e la guardò fino a quando Blair spostò lo sguardo su di lei, concedendole un breve sorriso.

“Non sembri molto felice per essere una sposa che sta andando sull’altare” esclamò la Van Der Woodsen in tutta sincerità e Blair sbuffò continuando a sorridere.

“Non iniziamo di nuovo, per favore” l’ammonì e Serena scrollò le spalle in segno di resa e poi sorrise.

“Gli invitati sono già tutti ai loro posti, il catering ha preparato tutto alla perfezione, lo sposo sta per raggiungere la sua postazione e tu sei bellissima” le disse alzandosi e prendendole le mani e Blair le sorrise emozionata.

“Da oggi cambierà tutto” mormorò e Serena continuò a sorriderle.

“Non cambierà mai quello che c’è tra di noi, Blair! Anche se tu stai per sposare un lord e ti trasferisci a Parigi” sospirò, trattenendo l’emozione.

“Verrò a trovarti spesso … sarà una buona occasione per rimpinzarmi di baquet e passeggiare per le vie parigine” esclamò ed entrambe risero.

“Ti voglio bene, S” sospirò Blair abbracciandola e la ragazza la strinse forte a sé.

“Ti voglio tanto bene anche io, B” le rispose con un sospiro e poi si separarono.

Serena ebbe come l’impressione che Blair stesse per dirle qualcosa, ma la ragazza sorrise scuotendo la testa.

“Mio padre è arrivato?” chiese Blair e Serena sorrise.

“Oh si, è in fondo alle scale e muore dalla voglia di accompagnarti all’altare” sospirò e Blair le sorrise, stringendole per l’ultima volta la mano.

“Allora andiamo” esclamò avviandosi fuori dalla stanza.

I fotografi immortalarono la loro passerella lungo le scale ed i loro sorrisi emozionati fino alla porta, poi Serena sorrise e lasciò Blair nelle mani di suo padre, raggiungendo gli invitati in giardino, dove sarebbe stata celebrata la messa, e fece un cenno di assenso a Louis ed ai musicisti, mentre percorreva la navata, sparpagliando petali di rosa e sistemandosi sull’altare.

Lo sposo sorrise ed un suono armonioso si diffuse nell’aria, riempendo quel caldo giorno di emozioni nuove.

Blair sospirò, stringendo il sobrio mazzetto di fiori che teneva tra le mani, e lasciando che il braccio forte di suo padre la sostenesse.

Apparve sulla navata e mosse qualche passo in avanti, guardando gli invitati emozionati, poi il suo sguardo si fermò su Serena che sorrideva da perfetta damigella e saettò su Louis nell’esatto istante in cui sentì quella voce.

“Blair”.

La voce di Chuck si insinuò rapidamente tra i suoi pensieri, bloccandole il respiro e facendole sentire una fitta allo stomaco.

Si voltò con estrema lentezza, mentre gli sguardi di tutti i presenti si erano già spostati sulla figura scura dietro di lei.

Chuck era fermo, in piedi, dietro di lei, il fiato corto per la corsa che evidentemente aveva fatto ed i capelli leggermente scompigliati.

L’abbigliamento come al solito impeccabile e l’aria agitata.

La stava guardando e quello sguardo le provocò dolore.

Per qualche istante la ragazza non seppe cosa dire, poi deglutì a fatica e aprì la bocca.

“Chuck” esclamò con un filo di voce ed il ragazzo mosse un passo verso di lei, tendendole una mano.

“Aspetta, ti prego” sospirò e Blair pensò che Chuck Bass non pregava la gente, solitamente impartiva ordini e basta.

Strinse il mazzo di fiori con forza, decisamente agitata, mentre suo padre sospirava lanciandole uno sguardo truce.

“Vogliamo proseguire, tesoro?” le chiese incerto, invitandola a prendere una qualsiasi decisione.

Blair respirò profondamente e si voltò verso Louis con uno sguardo di scuse.

Il ragazzo la guardava con estrema serietà, un certo timore dipinto sul volto e l’indecisione stampata negli occhi sinceri.

“Scusami solo un attimo, Louis” esordì con la massima calma e, lasciando il braccio di suo padre con uno sguardo affettuoso, si afferrò l’orlo del vestito e sfilò davanti a Chuck, lanciandogli un’occhiata glaciale e sparendo dalla vista degli invitati, rientrando in casa.

Il ragazzo la seguì senza esitare, mentre Louis abbassava il volto sconfortato e Serena scendeva lentamente dall’altare per raggiungere gli amici seduti in prima fila.

“Sapevo che sarebbe arrivato in tempo” bisbigliò con un sorriso e Nate le sorrise stringendole una mano, mentre Dan scuoteva la testa divertito.

 

Blair aveva abbandonato il suo mazzo di orchidee su una sedia all’angolo della sala e adesso si tormentava il velo del vestito nervosamente, mentre guardava Chuck arrivare.

Si fissarono per un lungo istante, infine Blair sospirò.

“Che ci fai qui, Chuck?” gli chiese ed il ragazzo sembrò sorridere.

“Non potevo lasciarti sposare lui senza fare nulla per evitarlo” mormorò e Blair scosse la testa con un sorriso amaro.

“Dovevi, invece” sospirò, ma Chuck scosse la testa avvicinandosi a lei.

“Blair, mi spiace, mi spiace davvero, ma io non ci riesco a stare senza di te” sospirò e la ragazza lo guardò arrabbiata.

“Allora perché mi hai lasciato andare?” gli sputò addosso con rabbia e lui la guardò con tristezza.

“Pensavo che fosse la cosa giusta, ma vedendoti adesso non ne sono molto convinto” sospirò e la ragazza deglutì a fatica, scuotendo la testa.

“No Chuck, questo è sbagliato, è tutto sbagliato” esclamò esausta, passandosi una mano sul viso ed allontanandola subito dopo, come se temesse di rovinare il trucco.

“Non dovresti essere qui” sospirò e Chuck si mosse in fretta, coprendo la distanza tra di loro.

“Dimmi che vuoi sposare Louis, dimmi che ami lui, solo lui” le chiese, ma lei non rispose.

“Non ce la fai a dirlo, vero? Non ci riesci perché la tua voce risulterebbe troppo falsa perfino a te stessa” esclamò con estrema sincerità e Blair sospirò disperata, trattenendo a stento le lacrime.

Quando alzò nuovamente il viso verso di lui i suoi occhi erano lucidi e pieni di un’infinita tristezza.

“Devi andartene via, Chuck, devi lasciare che faccia le mie scelte senza di te” mormorò ed il ragazzo la guardò da pochi centimetri di distanza, corrugando la fronte quasi con perplessità.

“Cosa c’è che non va, Blair? Perché sei così strana?” le chiese, afferrandola per il polsi e costringendola a guardarlo ed una lacrima solitaria sfuggì al suo controllo, rigandole una guancia.

Blair corrugò la fronte e le sue labbra si incresparono.

“Sono incinta, Chuck” esclamò lentamente ed il ragazzo sgranò gli occhi sorpreso.

In quell’esatto istante Serena si fermò sull’arco d’ingresso, trattenendo Nate per un braccio e sgranò gli occhi sorpresa.

“Ecco perché eri così strana” esordì, senza riuscire a trattenersi ed entrambi i ragazzi si voltarono a guardarla spaesati.

La bionda si avvicinò a loro, senza sapere realmente cosa fare, mentre Nate boccheggiava perplesso.

In quel momento Blair sgranò gli occhi, aggrappandosi con una mano al braccio di Chuck, mentre portava la mano libera al ventre.

Il suo volto si contrasse in un’espressione di dolore e lei emise un respiro strozzato, piegandosi su se stessa.

Serena scattò in avanti.

“Blair, cosa succede?” le chiese, ma la ragazza non riuscì a darle risposta e sembrò perdere l’equilibrio, Chuck la sostenne e Nate balzò in avanti.

“Dobbiamo portarla in ospedale” esclamò Serena agitata e Chuck la sollevò di peso, stringendola tra le braccia.

“C’è una limousine qui davanti” esclamò e Nate annuì, mentre Serena si allontanava verso la porta.

“Vado ad annunciare a tutti che le nozze sono sospese a causa di un malore della sposa e vi raggiungo” esclamò, correndo via.

Spazio autrice: Salve mie care. 
Mi scuso infinitamente per il ritardo, purtroppo sono stata troppo impegnata in questo periodo.
Comunque spero che questo penultimo capitolo vi piaccia...cercherò di non farvi aspettare tanto per l'ultimo.
Grazie di tutto. 

Alla prossima _EpicLoVe_

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Capitolo 4
*** La verità di una bugia ***


Ogni favola è un gioco-cap.4

4.

La verità di una bugia

 

“Gli amori più grandi sono quelli più folli”

(Gossip Girl 4x22)

 

 

Blair Waldorf restava immobile nel letto del lussuoso ospedale.

L’acconciatura ormai scomposta, i capelli riversati sul cuscino e il trucco sbiadito le donavano un’aria estremamente stanca, ma agli occhi di Chuck appariva ugualmente bellissima.

Louis era uscito dalla sua stanza qualche minuto prima.

Dopo che i medici l’avevano visitata d’urgenza ed avevano rassicurato i familiari, il futuro sposo era stato il primo ad avere la precedenza, ma il loro incontro non era durato più di qualche minuto e il principe era uscito dalla stanza con il volto triste e l’aria perplessa di chi non riesce a capire.

Chuck e Serena l’avevano guardato andar via, scambiandosi una breve occhiata prima di precipitarsi entrambi nella stanza.

Nate sedeva fuori dalla camera, in compagnia di Dan, Jenny e Rufus che li avevano raggiunti in tutta fretta, mentre Eleanor, suo marito e Lily si occupavano di sbrigare le faccende di casa insieme ai genitori di Louis e  scusarsi con tutti gli invitati presenti.

Non appena Chuck e Serena si precipitarono nella stanza, Blair si voltò a guardarli e quasi sorrise degli sguardi omicidi e delle gomitate che i due si scambiavano.

“Sono la sua migliore amica, Chuck, ho il diritto di parlarle per prima” affermò Serena, incrociando le braccia sotto al seno e Chuck le scoccò un’occhiataccia.

“Io ho bisogno di parlarle immediatamente” rispose il ragazzo dal canto suo e la Van Der Woodsen sbuffò esasperata.

In quel momento un’infermiera si affacciò nella stanza con aria corrucciata e l’espressione severa.

“Vi ho già detto che la paziente può ricevere una sola visita alla volta, è molto stressata ed ha solo bisogno di riposo” esclamò ed entrambi i ragazzi si affrettarono ad annuire, voltandole le spalle.

Blair sorrise.

“Chuck, per favore, potrei parlare un attimo con Serena? Ti prometto che ti dedicherò tutto il resto del tempo” mormorò flebilmente ed il ragazzo annuì a malincuore uscendo dalla stanza.

Solo allora la bionda si precipitò accanto al letto, afferrando la mano della sua migliore amica e guardandola con preoccupazione.

“Come stai, B?” le chiese e la mora annuì flebilmente.

“Piuttosto bene” mormorò.

“I dottori hanno detto che ho solo bisogno di riposo, a quanto pare in questi giorni mi sono stressata troppo e questo non ha fatto bene al bambino. Ma ora siamo entrambi fuori pericolo e mi dimetteranno domani stesso” la rassicurò e la ragazza tirò un sospiro di sollievo.

“Preoccupati solo di rimetterti allora. Non preoccuparti di nient’altro, il tuo vestito è stato già sistemato nella limousine e tua madre arriverà tra poco con un cambio decente, così potrai toglierti questa orribile casacca dell’ospedale. Gossip Girl avrà già dato la notizia, ma non credo che dovresti preoccuparti di questo adesso” le mormorò e Blair rise di cuore.

Poi improvvisamente i suoi occhi divennero estremamente tristi.

“Mi spiace tanto, S” esordì, “Mi dispiace di non averti detto subito la verità, ma ero così spaventata” esclamò.

“L’ho scoperto solo un paio di settimane fa e non sapevo davvero che fare. I preparativi del matrimonio procedevano e Louis era così dolce con me. Ho pensato che se non l’avessi detto ad alta voce potevo fingere che non fosse vero ed io avevo un disperato bisogno di credere che non fosse vero” un singhiozzo improvviso interruppe la sua confessione e Blair le accarezzò la fronte, scostandole una ciocca di capelli e le strinse più forte la mano.

“Oh B, non preoccuparti, capisco cosa stai provando adesso” le mormorò, “E mi dispiace tanto, ma temo che tu sia costretta ad affrontare questa situazione”.

Blair annuì sconfortata.

“Lo so, lo so bene. Prima ho detto tutto a Louis e mi è dispiaciuto così tanto vederlo andar via così triste” esclamò con un sospiro e Serena corrugò la fronte.

“Blair” esclamò lentamente, “Ma il bambino è di Louis, vero?” le chiese e la ragazza si strinse nelle spalle.

“Non lo so, Serena, non ne ho la più pallida idea” esclamò semplicemente.

 

Poco tempo prima, mentre i medici visitavano Blair ed i suoi amici erano seduti ad aspettarla, Chuck si era alzato piuttosto spazientito e si era avvicinato ad una delle finestre dell’ospedale guardando la strada.

Louis continuava a lanciargli occhiate minacciose e di Blair non avevano ancora notizie, questo lo rendeva piuttosto agitato.

Le urla della ragazza, che l’avevano accompagnato durante il viaggio in ospedale, ancora riecheggiavano nella sua mente e la parola “bambino” continuava a perdersi nei meandri della sua memoria.

Chuck non riusciva davvero a rendersi conto di ciò che stava succedendo, ma soprattutto non riusciva a capire come aveva potuto continuare a vivere senza di lei durante quei pochi mesi e come avrebbe fatto per il resto della sua vita.

Serena gli si avvicinò con cautela e seguì l’indirizzo del suo sguardo, fin quando il ragazzo non si voltò a guardarla.

“Grazie per il biglietto” bisbigliò e la ragazza sospirò.

“Dovevo farlo, Chuck” esclamò in risposta.

Il ragazzo sorrise amaramente, mentre il suo sguardo si perdeva nei corridoi silenziosi dell’ospedale.

“So che stai incolpando me di tutto questo, Serena, ma ti giuro che io non volevo farla soffrire” sospirò e la ragazza scosse la testa.

“Non ti sto incolpando di niente, Chuck, so quanto la ami e so che vorresti solo la sua felicità” sospirò, “Ma penso che voi dobbiate crescere entrambi, Chuck, ed affrontare il peso delle vostre decisioni. Non si può sempre giocare a “mordi e fuggi”, perché c’è il rischio di rimanere feriti piuttosto gravemente durante la fuga” mormorò la ragazza con rammarico e lui annuì.

“Io la amo, Serena” le mormorò in una confessione che gli costò fatica e la ragazza gli sorrise, poggiandogli una mano sulla spalla.

“Allora diglielo, Chuck, diglielo e basta”.

Ma in quel momento, mentre era fermo al suo cospetto, a Chuck Bass parve piuttosto difficile pronunciare quelle parole.

“Come ti senti?” le chiese invece, avvicinandosi a lei e fermandosi al suo fianco, un sorriso amaro si dipinse sul volto della ragazza.

“Piuttosto da schifo” commentò in un’espressione volgare che non si addiceva affatto ad una Waldorf e che lo fece sorridere.

Chuck sospirò, mentre sondava il suo volto con sguardo attento ed allungò appena una mano per sfiorare quella di lei.

“Eppure non si direbbe” commentò e Blair gli sorrise dolcemente.

“Puoi chiedermelo, Chuck, hai il diritto di sapere” esclamò lei d’un tratto ed il ragazzo rimase a fissarla senza parlare.

“Non mi importa di chi sia questo bambino, Blair” esclamò lentamente, “Voglio solo poter stare con te” concluse deglutendo a fatica e la ragazza sgranò gli occhi sorpresa.

“Cresceresti un figlio che non è tuo pur di stare al mio fianco?” gli chiese in un debole sussurro e Chuck sorrise.

Fu un sorriso dolce, che di Bass aveva ben poco.

“Sei l’unica donna a cui ho detto ti amo, Blair Waldorf, farei qualsiasi cosa per restare al tuo fianco” mormorò e gli occhi della ragazza si riempirono d’un improvvisa dolcezza.

Il giovane Bass sospirò, tornando improvvisamente serio.

“Mi dispiace, mi dispiace per il modo in cui ti ho lasciata andare, per non averti trattenuto, in quel momento credevo soltanto che fosse la cosa più giusta” affermò e Blair annuì, tirandosi su a fatica e mettendosi a sedere sul letto.

“Ho detto a Louis che non posso sposarlo ora e gli ho promesso che farò un test di paternità” gli confessò e Chuck la guardò attentamente.

Blair sospirò e sembrò improvvisamente troppo stanca.

“Vedi, Chuck, io non voglio un figlio, non credo di essere in grado di crescere un bambino adesso, ma lui è dentro di me ed io devo tener conto di questo”, Blair fece una breve pausa.

“Non posso sposare Louis perché non lo amo, non lo amo affatto. Mi sono rifugiata in lui soltanto per riuscire a scappare dal tuo ricordo, ma non ha funzionato. Sei l’unico ragazzo che amo e l’unico con cui vorrei passare il resto della mia vita, ma non sono sicura che tu sia il padre di mio figlio e fino a quando non lo saprò non credo di poter prendere nessuna decisione” affermò decisa e Chuck la guardò corrugando la fronte.

“Se quello che porti in grembo non fosse mio figlio?” chiese allora debolmente e Blair si strinse nelle spalle, trattenendo a stento le lacrime.

“Vedi Chuck, non sono mai stata una brava fidanzata, né una brava figlia, tanto meno una brava amica, ma vorrei essere una brava madre” rispose.

“E per riuscirci devo mettere il bene del bambino davanti a tutto il resto” concluse.

Il ragazzo aprì la bocca per dire qualcosa, ma lei lo precedette.

“Quindi ti amo, Chuck Bass, ma devo chiederti di fare un test di paternità e di lasciare l’ospedale” concluse, voltandosi per nascondergli le lacrime.

“Blair” sussurrò il ragazzo, ma lei scosse la testa senza guardarlo.

“Per favore, fai come ti dico” si limitò a sussurrare flebilmente e a Chuck non rimase che lasciare la stanza senza guardarsi indietro.

 

Si perse in quei ricordi, Chuck, fermo nell’atrio in penombra dell’ospedale.

Vide un bambino infelice ed un padre crudele.

Vide se stesso in quel padre.

Perché per quanto avesse cercato di negarlo, sapeva bene che somigliava a Bart molto più di quanto avrebbe voluto.

Blair avrebbe voluto essere una buona madre e Chuck era sicuro che ci sarebbe riuscita, ma lui non sarebbe mai riuscito ad essere un buon padre.

Lo pensò nell’esatto istante in cui lasciò la camera di Blair e continuò a pensarlo fino a quel momento, mentre il suo sguardo si fermava sulla figura elegante di Louis che stava entrando dalla porta e si fermava a guardarlo.

Chuck gli si avvicinò a passi lenti, con la solita camminata che l’aveva sempre contraddistinto e l’espressione sicura.

“Cosa vuoi, Chuck? Perché mi hai chiamato?” gli domandò Louis con un forte accento francese, sembrava arrabbiato, ma nel suo tono c’era sempre una sfumatura di eleganza, quella di cui un reale non può fare a meno.

Così un ghigno rilassato comparve sul volto di Chuck.

“Per farti una vantaggiosa proposta” rispose seccamente ed il ragazzo corrugò la fronte perplesso.

“Blair vuole che ci sottoponiamo ad un test di paternità per scoprire di chi è il bambino che porta in grembo” esordì e Louis annuì.

“Tu ami Blair e so bene che faresti di tutto per tenerla con te” aggiunse allora Chuck abbassando appena lo sguardo, per poi tornare a puntarlo sul ragazzo di fronte a lui, “Hai molta influenza qui in Francia, basta una tua parola in questo ospedale per far si che le cose vadano come tu vuoi” continuò.

“Il test confermerà che sei tu il padre del bambino, vi sposerete ed io uscirò di scena per sempre” concluse Chuck ed il ragazzo sembrò più perplesso di prima.

“Perché faresti una cosa del genere?” gli chiese e Chuck si strinse nelle spalle con un sorriso amaro dipinto sul volto.

“Perché la amo più di qualsiasi altra cosa al mondo e voglio che sia felice” mormorò con semplicità e Louis si trovò ad annuire.

Chuck gli tese la mano ed il ragazzo la strinse con forza.

“Prenditi cura di lei”.

Si limitò ad esclamare queste semplici parole, Chuck Bass, prima di lasciare l’ospedale, voltando le spalle al ragazzo ed inoltrandosi nel buio della sera parigina.

Spesso nella vita si commettono degli errori e per riparare a quegli errori bisogna commetterne altri.

Spesso nella vita per vedere felice chi ami, hai bisogno di rinunciare alla tua felicità.

E se ami davvero una persona la lasci andare perché sai che è la cosa più giusta, l’unica che può renderla felice.

Spazio autrice: Ed eccomi qui con l'ultimo capitolo.
In verità ho pensato che avrei potuto continuare questa storia, ma poi ho deciso di attenermi al piano iniziale e finirla qui...però sto già pensando ad una continuazione.
In verità credo che la butterò giù molto presto.
Non ho ancora visto la quinta stagione e ho passato in rassegna almeno tre diversi finali prima di decidere per questo, mi sembrava quello più da Chuck Bass.
Ringrazio tutte per avermi seguito e spero che continuerete a farlo. 

Alla prossima _EpicLoVe_

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