Hearts'n'Kidds

di kymyit_ria
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Virgin (Eddie/Casquette) ***
Capitolo 2: *** Scambio equo ***
Capitolo 3: *** 3. My Heroine ***
Capitolo 4: *** Perdere la faccia (Penguin/Killer) ***
Capitolo 5: *** Buon Natale, signorine! (Batchan/Eddie) ***
Capitolo 6: *** Ricreazione ***
Capitolo 7: *** Quando i capitani son tranquilli… (Penguin/Killer) ***
Capitolo 8: *** Fusa (Penguin/Killer) ***
Capitolo 9: *** I biscotti della fortuna (Law/Casquette) ***



Capitolo 1
*** 1.Virgin (Eddie/Casquette) ***


Signore e signori! (Più signore che signori) Io, kymyit, e la mia compare, Ria_chan, siamo ben liete di presentarvi i nostri parti quotidiani di boiate circa le due ciurme più devastanti del momento. Come non resistere ad un Massacratore dai lunghi capelli d'or che beve rum dalla cannuccia e ama la pasta e al suo pinguino da guardia? Per non parlare di zombie, pipistrelli in reggicalze, orsi ben educati, e il caro, dolce Casquette... vedete un po' che gli combino qua sotto!
E doveva essere una cosa scema, ma è degenerata. Perciò, attenzione: RATING ROSSO!
Tutto iniziò quando chiesi a Tanuki un prompt, così, per avere qualche idea e lei disse "punto croce". Ecco, poi aggiungete la canzone Beautiful di Christina Aguilera (da quel che mi dice "Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace") e un "piccolo" difetto fisico. Volevo qualcosa di tragico, ma non era il caso che anche Casquette fosse un depresso cronico come Killer per la faccenda della maschera... beh non è che non sia complicata la cosa, ma se considerate che per scrivere sta cosa stavo facendo una ricerca sui tatuaggi usati nelle prigioni, ne converrete che forse è stato meglio così per rendere il tutto più leggero. E così almeno è una fic senza pretese che non vorrò continuare perché ne ho già fino al collo xD
Basta anticipazioni!! Hearts'n'Kidds sa tanto di giocattoli per bambini XD Oppure: droga sesso e Hearts'n'Kidds! Levate pure la droga, va', le due ciurme fanno sia da droga che da musica per le nostre teste bacate!

Ok, ok, vi lascio alla lettura e poi nelle mani di Ria-chan.
Bacioni!!

kymyit


Virgin
(Eddie/Casquette)*
*Eddie è un nome di fantasia per il rastone Kiddiano, Casquette, beh, molti non sanno che il suo vero nome è Shachi, ovvero Orca.


Fu uno scontro davvero difficile.
Alla fine, sia gli uomini di Kidd sia quelli di Law le avevano suonate di santa ragione, e tutto per una stramaledettissima scaramuccia, a un'altra ciurma di pirati chiamata… nessuno lo ricordava. Forse era Porcelli Rossi… o forse Cinghiali Scarlatti… beh, non era importante davvero. Perché alla fine, con grande rammarico di Kidd e Law, fu Bepo a ridurre il capitano nemico a una chiazza sanguinolenta sulla sabbia. Una cosa alquanto seccante per i due comandanti, ma la ragione essenziale era che se il vice degli Hearts non avesse inferto quel colpo di grazia, si sarebbe presto scatenata un’altra battaglia, peggiore di quella appena combattuta.
Kidd e Law così si allearono, pensa che consolazione, per aggredire il disgraziato orso e rinfacciargli di aver loro sottratto la preda.
Killer si prodigava di fare da paciere per il comune benestare e Penguin tratteneva Law dall’ammazzare il povero comandante in seconda.

-Che bella giornata di sole.- commentò Casquette ironico, per poi dare una forte pacca alla spalla di un compagno –Finito, avanti un altro!-
Fu Eddie, il medico di bordo dei Kiddiani, quello coi rasta azzurri, a entrare in quel momento nella tenda adibita ad ambulatorio medico.
Aveva una grossa ferita alla spalla sinistra, un lungo squarcio che attraversava il suo tatuaggio spinato per almeno dieci centimetri. Casquette rabbrividì a quella vista macabra nell’insieme.
Non capita tutti i giorni di curare una sottospecie di zombie con la bocca squarciata e una ferita del genere, anche parecchio profonda fra l’altro.
I Cinghialetti avevano inferto parecchi danni un po’ a tutti, ma non ci era scappato il morto e nessuno era così grave da non poter correre a gozzovigliare sulla spiaggia tracannando alcolici e raccontando di vere battaglie truculente.
-Sono l’ultimo.- disse Eddie accomodandosi sulla sedia pieghevole, con fare calmo.
Il pirata degli Hearts si stiracchiò con evidente fatica.
 –Era ora! Sono esausto!-
-Dovresti medicarti anche tu.- disse l’altro, apparentemente disinteressato.
Il castano sorrise forzatamente, sterilizzando ago e filo per suturare la ferita.
-Tu pensa a preoccuparti per te.-
-Oh, infatti, sono preoccupato per me… Ci sai fare con quel filo?-
Casquette inarcò il sopraciglio –Di certo meglio di chi ti ha fatto quel lavoraccio lì.- gli rispose indicandogli un intreccio disordinato di suture all’altezza dell’addome.
Eddie socchiuse gli occhi.
-L’ho fatto io.- disse.
Il castano rimase in silenzio, mentre una goccia di sudore scorreva lungo la sua nuca: una gran bella figura di merda. Inoltre, Eddie con quel muso mostruoso era tutt’altro che rassicurante.
Lo zombie… pardon, il paziente, si legò i lunghi capelli in una coda di cavallo e prese a tracannare del liquore, senza ritegno.
Casquette deglutì nell’osservare il liquido ambrato sfuggire alle sue labbra allungate e sfregiate. Fu uno spettacolo alquanto raccapricciante, benché avesse visto di peggio. Insomma, non c’era nulla di eccezionale in quelle labbra tagliate e ricucite alla meno peggio, aveva visto lavori di Law che facevano decisamente più rabbrividire, ma la cosa assurda fu che, forse proprio per colpa di Law, stava iniziando ad avere un certo gusto per l’orrido.
Quando Eddie terminò di stordirsi con la bottiglia, gli porse il braccio e Casquette si gettò a capofitto su quei fasci di muscoli scuri e tatuati. Infilò l’ago nella pelle e tracciò un arco. Altro buco, altro arco. Ecco il primo intreccio a X sulla ferita.
Quello era lo stile del medico col basco.
Eddie non disse niente, lo lasciò tracciare quell’intricato intreccio di X su tutto il suo braccio, vedendo comporsi fra i rovi del suo tatuaggio una sorta di ricamo sanguinolento e dolente. Provò piacere in ogni affondo, in ogni tirata. Non distolse lo sguardo e neppure sorseggiò dell’altro liquore. Al termine dell’intervento, gli parve fossero trascorsi sì e no cinque minuti, un vero peccato.
-Non sapevo che in medicina si usasse il punto croce.- disse scrutandosi il braccio.
Casquette arrossì violentemente.
-N-Non è punto croce!- esclamò –E’ una nuova tecnica medica!-
-E io sarei la cavia?!-
Il castano gli tirò un pacco di garze e del disinfettante.
-Non me la sono inventata. Parliamo di quel disastro lì?-
Eddie si guardò nuovamente l’addome.
-E’ una nuova tecnica medica.- affermò ironicamente.
Casquette, con le braccia incrociate, inarcò il sopraciglio.
-Ceeerto… e dalla bella infezione che c’è, immagino che funzioni pure.- sospirò e si affiancò all’altro –Lascia che me ne occupi.-
Ma, come allungò la mano, l’uomo coi rasta gli afferrò il polso per fermarlo.
-Non c’è nulla di peggio di un medico che crede di non aver bisogno di curarsi.- disse serio e Casquette sudò freddo.
-Ci penserà il capitano.-
-Trafalgar è impegnato con il mio Capitano al momento e tu stai grondando di sangue. Chi è più masochista fra me e te?-
Casquette s’irritò e tentò di liberarsi, ma invano. Per quanto tentasse di sbilanciarlo, Eddie rimaneva seduto immobile.
-Perché ti dai tanta pena?- domandò allora il castano, con una punta d’ironia nella voce e un sorriso sghembo atto a mascherare sia la frustrazione sia la paura.
Beh, non che lo temesse proprio, solo che non voleva che nessun altro lo medicasse, eccetto Law. Le cose andavano così da tempi immemori, perciò perché cambiarle?
-Sono un medico anche io.- disse semplicemente –E non mi va di avere debiti, levati la tuta.-
-No, non c’è bisogno e ormai è inutile anche mascherare i favori con debiti.-
Il Kiddiano si alzò in piedi, in tutta la sua stazza, e tirò l’altro per il braccio, sbattendolo alla lettiga di metallo. Casquette gemette per il dolore alle parti basse, che per disgrazia aveva sbattuto al ferro, e rimase piegato in due il tempo necessario all’altro per strappargli di dosso, o quasi, l’ingombrante indumento bianco.
Eddie gli sollevò la maglia nera e comprese il perché di tanta reticenza.
Oltre che una dolorosa ferita, c’era un’escrescenza sulla sua schiena, sporgente come la pinna dorsale di un qualche animale marino ed era scura, oltre che coperta di sangue. Presentava, infatti, una dolorosa ferita circolare. Ce n’era anche un’altra, poco più in basso, ma, a quanto pareva, Casquette doveva aver già estratto il proiettile.
Il medico della ciurma di Kidd contemplò in silenzio la scoperta, ma non si stupì più di tanto, dopotutto, in mare aveva visto cose ben peggiori. E non solo durante la navigazione, in effetti...
Negli ospedali che visitava per far scorta di medicinali particolari, per esempio, o anche guardandosi allo specchio tutte le mattine.
Un capolavoro di mostruosità!
Lui, non quella pinna.
Quell’escrescenza era solo “curiosa” nella sua scala di mostruosità.
Lasciò dunque andare il castano che si rimise in piedi e lo spinse via. Aveva però perso così tanto sangue che fu un miracolo se riuscì a mettere un passo dietro l’altro senza cadere. Quando perse l’equilibrio, Eddie si limitò ad afferrarlo al volo e a distenderlo senza fatica sulla lettiga.
-E’ urgente, perciò per stavolta, dovrai fare a meno di Trafalgar.- disse.

Si lavò le mani con cura, disinfettò le pinze dalle punte sottili, l’ago e il filo. Infilò i guanti sterili e tornò dal suo paziente. Il braccio leso gli doleva, ma era sopportabile. Analizzò la situazione e lanciò un’occhiata a Casquette che giaceva imbronciato e imbarazzato.
-Come dicevo, non c’è nulla di peggio di un medico che crede di non aver bisogno di essere curato.-
-Il proiettile ha fatto da tampone, era tutto calcolato.-
-Il proiettile ha tranciato un’arteria importante, a quanto vedo, e se aspettiamo un altro minuto finisci all’inferno.-
-Ci finirò comunque, prima o poi.- disse ironico per poi urlare d’improvviso -Fermo!-
Eddie rimase col braccio a mezz’aria e l’ago della siringa a pochi centimetri dalla pelle del castano.
Casquette gli indicò un’altra bottiglia di liquore mezza piena.
-Non ho bisogno di sprecare l’anestetico per una bazzecola.- disse serio.
L’altro gliela porse, tanto più che poco gli importava di dover operare qualcuno cosciente o meno.
Anzi, era famoso non solo per aver bruciato il culo di qualche piratucolo, ma anche per gli strazianti orrori ai quali sottoponeva i prigionieri di Kidd.
Al contrario di Law, Eddie era sanguinolento e non si preoccupava certo di praticare ferite pulite o di usare disinfettanti. Le sue torture erano più barbare e non si mascherava certo dal medico che non era. Conosceva la medicina, ma non possedeva attestati e neppure aveva studiato in prestigiose scuole.
La sua istruzione era la trincea, ma questa è un’altra storia.
Al presente, le uniche persone che si premurava di salvare e curare erano i suoi compagni, gli altri potevano precipitare nell’inferno più nero e lui ne avrebbe solo goduto.
Il suo fu solo un gesto di cortesia spontanea, compiuto forse per saldare il debito di pocanzi. O forse per il benestare delle ciurme.

Quando ebbe il liquore fra le mani, il castano bevette d’un fiato diversi sorsi e subito dopo strinse gli occhi, stordito dal bruciore che l’alcol gli arrecò alla gola. Era dannatamente forte, come aveva fatto quello a scolarne una intera?
Eddie, ad ogni modo, non perse tempo. Estrasse il proiettile dalla pseudo pinna scura, scoprendo che era stata tatuata e non era colorata per natura, e ricucì attentamente l’arteria. Dopodiché applicò dei punti a croce come quelli realizzati dall’Heart, il quale sghignazzò sgambettando come se niente fosse.
-Che fai, mi rubi le tecniche adesso?-
-Non vorrei far ingelosire Trafalgar. Già sopportare il Capitano è un’impresa…-
Casquette bevette un altro sorso.
-Già… a volte è davvero difficile mantenere il quieto vivere con loro…-  
-Quel Penguin è psicologo?-
-Solo con il suo pulcino assassino.-
-Killer.-
-E che ho detto?-
I due si lanciarono un’occhiata d’intesa, poi Casquette scoppiò a ridere.
-Comunque mi chiamo Shachi.- disse porgendo la bottiglia all’altro. Eddie la prese e bevette d’un sorso –E’ per colpa della pinna…-
-Che genitori fantasiosi…-
-Tu invece, eri così dalla nascita?- continuò quello, senza preoccuparsi del fatto che l’altro potesse offendersi o meno. Gli Heart erano tutti della stessa pasta, alla fine.
-No, sono ferite di guerra, vecchia storia. Ho finito.- disse levandosi i guanti e risistemando a dovere gli strumenti utilizzati –Il tuo Chirurgo della Morte non può provvedere a quella cosa?- domandò curioso e Casquette s’incupì.
-In realtà ci stiamo lavorando da un po’, ma…- si grattò la testa e prese a trafficare con la tuta per cercare i suoi inseparabili occhiali scuri -…per uno strano scherzo del destino, ci passano dei vasi sanguigni importanti e in più si tratta di estrarre diverse vertebre… sarebbe molto rischioso.-
Bevette un altro sorso di liquore, ormai la bottiglia era quasi vuota e il suo sguardo vacuo. Le sue gote iniziarono ad assumere un colorito più acceso e i suoi gesti furono meno calcolati. Crollò con la testa sulle braccia, sospirando.
-Potrei anche morire…- disse lamentosamente -... sigh… morire vergine a venticinque anni… che tristezzaaaaa…-
Eddie gli lanciò un’occhiata più duratura del previsto…
“Vergine, eh?” pensò.
Beh, neppure lui aveva molta fortuna in fatto di sesso. Nei bordelli riusciva a rimorchiare, ma di solito le donne fuggivano soltanto a vederlo.
Forse fu a causa dell’alcool, forse fu l’empatia o forse fu l’astinenza a condurre la sua mano lungo la schiena bizzarra del castano. Casquette arrossì maggiormente quando le dita nodose premettero contro la pelle soda attraverso la tuta.
Mugolò qualcosa.
Forse una protesta, ma Eddie non lo interpretò a quel modo.
Vi era ancora del liquore nella bottiglia e così sollevò la testa all’altro per fargliene ingerire ancora e Casquette bevette tutto, senza fare troppe storie. L’alcool bruciava e gli incendiava le membra, si sentiva euforico e quando Eddie diede uno strattone alla tuta per liberare le natiche, lui si mosse per aiutarlo, inconsciamente, a spogliarlo. Attraverso la nebbia scura creata dalla combinazione di occhiali da sole e sbornia, intravide una figura femminile dai lunghi capelli azzurri, incredibilmente alta, dagli occhi enormi ed espressivi che lo fecero fremere.
“Una bella donna…” si disse sogghignando, aveva perso completamente il senno. La bella dama si chinò su di lui e gli prese le labbra fra le sue e Casquette saggiò quella lingua umidiccia con la sua, impastata e debole. Corrucciò le sopraciglia e provò un poco di paura per la ruvidità e la lunghezza di quelle labbra. Si sentì divorare da una bocca enorme, risucchiare, travolgere...
Due mani tozze percorrevano i suoi fianchi, esploravano il suo corpo, saggiavano la sua intimità.
-Che donna volgare…- disse piano, sudando copiosamente.
Le dita di quella donna gli torturavano la prostata con crudeltà, spingendolo continuamente verso il delirio e l’oblio, verso l’inebriamento dei sensi e la perdita di conoscenza. Era tutto così strano. Una voce, forse negli ultimi lampi di lucidità, gli disse che non doveva ubriacarsi, ma non vide il problema, lo faceva sempre… allora la voce rispondeva che Penchan non gli metteva le dita nel culo quando era ubriaco.
Casquette, incalzato da questa costatazione, tentò di risollevarsi e di sottrarsi a quella donna zombie che, con le sue lunghe e tozze dita, s’inerpicava nel suo corpo come un serpente impalatore.
E altre dita si stringevano nel suo petto, torturandogli i capezzoli senza tregua.
Manco fosse lui la femmina!
Eddie lo afferrò, per impedirgli la fuga, ma non con forza. Non gli ci volle nessuno sforzo per riprendere il ragazzo e portarlo fra le sue gambe.
Neppure gli passò per la testa il pensiero di sbagliare, dopotutto gli stava facendo un favore, anche se in maniera contorta.
La guancia di Casquette premeva contro il suo pacco rigido e il pirata con i rasta si sentì scuotere da quel contatto. Era davvero da troppo tempo che non se la spassava con qualcuno. Con una vergine, in particolare, il che rendeva le cose certamente più eccitanti del previsto. Non ci pensò oltre e porse all’altro la sua asta ormai rigida e lo accompagnò, conducendo la sua bocca all’apice e per poi spingere piano, inserendosi in essa. Casquette lo prese senza fare storie e succhiò con foga, senza tregua, come uno spiritato. Eddie si sentì trascinare, inarcò la schiena sospingendo il bacino verso l’altro che mugolò sommessamente. Era schifosamente ingiusto approffittarsene, ma non poteva negare quanto gli piacesse sentire dopo tanto tempo il cervello andarsene a puttane e i problemi scomparire.
Preso dall’estasi, Eddie premette la testa dell’altro contro di se, quasi soffocandolo col suo sesso. Casquette istintivamente tentò di distaccarsi e, per sbaglio, lo morse.
Eddie gemette di dolore, ma riuscì a tornare in sé e uscì dalla bocca dell’altro. Perché c’era un altro posto dove voleva penetrare e quel posto era un piccolo antro caldo ed invitante, ignaro del sesso ed indifeso, profanato soltanto dalle sue dita, e forse solo da quelle del castano… in mare non si sa mai.
Lo rimise carponi, per evitare che la ferita e la strana escrescenza gli creassero problemi. Entrò in lui con una sola spinta e Casquette gemette, voltandosi appena per fissarlo. Gli sorrise, persino.
Che fosse un ennesimo lampo di lucidità?
Eddie sospinse il bacino in avanti e poi indietro.
Avanti e indietro a ritmo regolare e lento, generando un coro di gemiti sommessi, via via più acuti, da parte dell’altro.
Le scariche di piacere s’inerpicavano lungo la sua schiena e stuzzicavano il suo cervello, ma ogni spinta non bastava a soddisfarlo e così aumentò il ritmo dando vita ad una danza frenetica.
Casquette quasi urlava di piacere, ma non era ben chiaro se capiva cosa accadeva, anche Eddie ormai era rumoroso, col sesso duro da far male, pronto ad esplodere.
Strinse i denti. Per resistere a cosa poi?
Non voleva che finisse troppo presto, ma non riusciva a trattenersi e le sue braccia agivano da sole, faccendolo affondare maggiormente sul corpo dell’altro.
Casquette piangeva, piangeva dal piacere che ciò gli arrecava, piangeva dal dolore del morso che Eddie inflisse alla sua pinna scura nella foga dell’orgasmo e le lacrime scorsero copiose lungo le sue guancie quando il sesso caldo gli vibrò fra le gambe, esplodendo in lui con vigore.
L’ultima cosa che sentì prima di perdersi nella beatitudine del suo primo vero orgasmo, fu proprio quella vibrazione, quel primo attimo in cui sentì quel fremito e poi…
E poi il seme di Eddie fu in lui.

Al suo risvegliò, si ritrovò avvolto in una coperta ed il medico coi rasta era lì, seduto accanto al tavolo, nella sedia dove lui l’aveva ricucito, intento a leggere qualcosa con attenzione. Casquette non disse nulla, non ne aveva le forze e poi era davvero imbarazzante. Non ricordava poi molto, ma il piacere che aveva provato ancora era lì, fremente sotto la sua pelle.
Che imbarazzo…
C’era solo da sperare che non dicesse a nessuno della sua pinna, ma sembrava un tipo di poche parole.
Eddie si voltò, sentendosi osservato ed incrociò il suo sguardo. Gli sorrise malizioso carezzandogli il capo come ad un bambino –La vergine ha apprezzato?- gli chiese, il che lo fece andare in bestia, ma non si lamentò, perché l’emicrania lo annientò all’istante.
Sbuffò, maledicendosi e maledicendo l’altro.
-Ho fatto sesso con un morto…- borbottò prima di ricadere profondamente addormentato.




Note:
Spero abbiate gradito... io ho già un altra coppia a cui dedicare attenzioni. Il solito sfiga-pairing al quale mi affeziono, sono irrecuperabile...Credo di avervi già detto tutto, povero Casquette, sono stata cattiva con lui, ma tanto lo sappiamo, Trafalgar Law troverà una soluzione!

Bacioniiiii!!
Kymyit

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Capitolo 2
*** Scambio equo ***


Oggi tocca a me...sono emozionata cavoli!
Beh di fare altre presentazioni non credo sia il caso, la mia sociazza Kym, ha già detto tutto il necessario ieri :D ecco quindi che passo direttamente a presnetarvi la seconda fic della raccolta.
Prima di tutto, contando l'esordio fenomenale della mia socia, spero di non far piombare la raccolta nel buio totale con questo mio scempio ma purtroppo al momento, non ho davvero di meglio da proporvi.
Non vi anticipo nulla, sono cattiva lo so XD, ma vi ringrazio comunque da parte di entrambe per aver deciso di leggere e seguirci.
Ne siamo davvero entusiaste e felici!

Detto ciò...buona lettura :D


Scambio equo


Avrebbe preferito davvero chiunque, il nano con la coppola e gli occhiali scuri, il tizio col cappello con il pon-pon sopra, perfino l’orso gli poteva andare bene ma, quel dannatissimo, stramaledetto, rompicoglioni, di pinguino, proprio no.
Aveva notato come ci provasse col suo vice, come gli stesse addosso alla stregua di una cozza su uno scoglio, ma non era certo questo il motivo per cui aveva desiderato più di una volta di eliminarlo dalla faccia della terra.
La verità è che quel bastardo era identico a quel suo ancora più bastardo capitano.
Emanavano la stessa aura sadica e perversa e, se gli era stato già difficile imparare a sopportarne uno così, non riusciva proprio a capacitarsi del perché ce ne dovessero essere ben due al mondo.
“Kidd! Kiiiidd! Lo squarta cadaveri ti manda il suo animaletto a dirti che ti vuole sul sottomarino.”
Eccolo lì..parli del diavolo e le corna spuntano alla vista.
“No Kira-chan, dovrei parlare in privato con la tua queen, prima di tornare “di là””
“Kidd? P-posso farlo entrare?”
“Vieni dentro dannato pinguino” questa è la volta buona che ti ammazzo.
Una rapida occhiata in giro, a quel tragico casino definito “cabina” e poi si era voltato fissando il rosso alle sue spalle che sbatteva delicatamente la porta con un calcio.
Penguin non gli dette neanche modo di rivolgergli parola che lo afferrò alla gola sbattendolo contro la porta.
Che sembrasse un coglione rincoglionito era vero e forse proprio per quel comportamento idiota Kidd non riusciva a mantenere alta la guardia quando quel pinguino gli era intorno ma, doveva ricordarsi, che si trattava pur sempre della butta copia di Trafalgar Law…
Ora si che nessuno lo avrebbe salvato dopo questo. Neanche Dio sceso in terra gli avrebbe impedito di farlo a pezzi e poi gettarlo in mare. 
Dopo averlo bloccato contro la porta, il moro, sportosi con il volto verso quello del rosso, avvicinatosi ad un orecchio e sospirandovi dentro, prese a parlare:
“ho un consiglio per te, mr Eustass.”
Ci mancavano solo i suoi consigli…ora basta
la pazienza ha un limite, e quello di Kidd era stato raggiunto e superato non appena aveva sentito la voce di quel maledetto.
“non provare neanche a…”
Mi minaccia anche?...gli stacco la testa..gli sparo in bocca, lo faccio a fette e poi lo mangio per cena..
Se stai per dirmi di non sbattermi il tuo stramaledetto capitano…troppo tardi”  in fin dei conti, poteva divertirsi un po’ prima di toglierlo definitivamente dalla faccia della terra.
“ e da come urla direi che farsi fottere da me gli piace parecchio” una risata gutturale accompagnò quell’ultima frase prima che il moro gli si avvicinasse ancora di più.
Il naso a premere contro la guancia diafana, il respiro caldo nell’orecchio,
Il tono basso, la voce seria: 
“non provare neanche a…” prese a ripetere.
“…a dire al capitano che te l’ho detto io o ti uccido, ma sappi che ora sta facendo una doccia e lui..non chiude mai la porta del bagno” 
Il cambio di voce improvviso e l'assurdità di quelle parole lo lasciano interedetto per qualche attimo, prima di realizzare appieno il significato delle parole appena udite.
Ok.... forse la vita, per questa volta, gliela risparmio...
Quando infine Penguin lasciò la presa sulla gola, Kidd, per un attimo, trovò la sua visione persino un po’ meno nauseante...
“In cambio…mi prendo il tuo vice”
“AH???!!”
“intrattengo Kira-chan mentre sei impegnato, Capitano. Mi sembra uno scambio equo”
E, senza attendere risposta, sorridendo semplicemente, era uscito dalla stanza.
Lo ammazzo! Parola! E poi forse…. lo ammazzo di nuovo! 
Non avrebbe avuto nessuna pietà verso quello stramaledettissimo, infido, pinguino anche se viò significava dare il via ad una guerra con gli Heart's...poco importava, riusciva già a pregustarsi le urla di quel bastardo incappucciato quando lo avrebbe sventrato con l'aiuto di Killer sul ponte della nave...già, urla...
Prima però..ci sono altre grida che voglio sentire.

ehm, ehm...che posso dire a mia discolpa XD ? mantenere alto il ritmo dopo il capolavoro di ieri è davvero dura T_T
Ho fatto del mio meglio davvero *w*
ma mettere Penguin e Kidd insieme, è stata una sfida unica -.-'
volevo farli anche "divertire" ma sinceramente non sono stata proprio capace.
Spero comunque possa esservi piaciuta almeno un pochetto e comunque avrete modo di rifarvi domani con la Kym *w*
Qui da Ria-chan è tutto! Passo e chiudo :D

Ria-chan

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Capitolo 3
*** 3. My Heroine ***


E dopo lo spassosissimo capitolo della socia ** si torna nel baratro della depressione... o quasi... Spero che vi piaccia, non ho messo la coppia, perché... prché in realtà è tutto molto più complicato del solito. Buona lettura ^_^
                                                                 kymyit



My Heroine



Kidd gliel’aveva detto un sacco di volte e sembrava aver capito, Killer.
Ma poi tornava su quel sottomarino e a chi toccava raccoglierlo col cucchiaino?
A lui.
Il Capitano, esasperato, afferrò il massacratore per il colletto della camicia e lo fissò dritto negli occhi, a muso duro.
-Devi smetterla di farti del male.-ruggì.
Non sopportava di vedere i suoi occhi azzurri perennemente annebbiati da qualcosa e circondati dalle occhiaie e il suo cervello fino ridotto ad una gelatinosa massa di carne viscida senza pensieri.
Kidd non gli chiedeva molto in fondo.
Tornare a ridere, bere, sognare insieme. A scazzottarsi, insieme.
Ma dallo sciagurato giorno in cui Law gli aveva prestato le sue cure d’emergenza, il massacratore era finito nel pugno di ferro del Chirurgo della Morte.
-Posso smettere quando voglio.-
La stronzata delle stronzate.
Kidd odiava le puttanate chimiche. Odiava di per sé i farmaci ed era sempre restio a farsi curare, ma non era deficiente. Una cura è un conto, sballarsi era un altro. L’alcol era di suo una dipendenza, ma Killer non aveva quel problema.
Il problema del suo comandante in seconda aveva due occhi grigi molto furbi e un sorriso da schiaffi, era un medico e gli dava delle dosi.
E benché il Massacratore si fosse ostinato a dire -E’ successo qualche volta. Ho smesso.-Kidd l’aveva poi scoperto nella sua stanza a sniffare.
L’aveva preso a calci fino allo sfinimento.
Killer smise per un po’ di farsi.
E poi rincontrarono Trafalgar in un’isola tropicale. Si aggregarono per necessità e quando Kidd si recò a far legna li scoprì in una radura.
Per il sesso non avrebbe avuto problemi. Affari loro.
Ma Trafalgar gli stava faccendo ingoiare delle pasticche.
E aspirine non erano.
Killer non era in sé, mentre quel bastardello d’un chirurgo era lucidissimo, intento a farsi i suoi porci comodi.
Kidd parlò con il suo vice quella sera stessa.
-Ti sei divertito oggi?-
-Eh?-
-A fartelo mettere in culo da Trafalgar, intendo.-
-La mia vita privata non è affar tuo, Kidd.- aveva ribattuto quello, freddamente.
Il Capitano gli spaccò il labbro superiore con un pugno.
-Della privata non me ne fotte un cazzo, è di quella generale che mi preoccupo, pezzo d’idiota!-
E si ritrovarono nella situazione di cui sopra s’accennava.
Killer respinse Kidd con un calcio, che il Capitano riuscì a parare.
-Mi sta curando, Kidd.- disse pacato il Massacratore.
-Ti sta drogando, Killer. Per averti ai suoi piedi!-
Il vice annuì col capo –Lo so.-
Rimase poi in silenzio per qualche secondo, faccendo intuire a Kidd di aver altro da dire. Boccheggiò, il Massacratore, poi riuscì a continuare il discorso –Non è per la droga che ci sto.-
Kidd corrugò le sopracciglia rasate, non seguendolo.
Di per sé, non concepiva che uno come Killer si facesse scopare per avere della fottutissima droga.
-Spiegati meglio.- gli comandò perentorio.
-Devo pur trovare una scusa…- Killer si strinse nelle spalle, imbarazzato.
Le sopracciglia di Kidd si corrucciarono ancora più di pocanzi, i suoi occhi furono attraversati da un lampo d’improvvisa e sgradita consapevolezza.
-Dimmi che non è come penso…- deglutì amareggiato.
-Posso smettere di farmi quando voglio.- esclamò Killer, sicurissimo della cosa –Ma in che altro modo posso stare con lui?-
Kidd, deluso, lo afferrò nuovamente, stavolta per la spalla, conficcandogli le unghie nella carne, e lo sbatté al legno della parete con estrema violenza.
-E per questo ti fai sbattere da quello come uno straccio?!-
Le certezze del Capitano stavano crollando.
Per lui, Killer era sempre stato l’incarnazione della crudeltà. Impassibile, silenzioso, letale.
Chi aveva davanti in quel momento, era una donnicciola con la sindrome di… di dov’era? Vabbe’, quella in cui la vittima s’innamora del carnefice.
Killer, prima almeno, non dipendeva da nessuno, mentre Kidd confidava perennemente in lui.
Era quello l’ordine naturale delle cose e Trafalgar Law aveva stravolto del tutto!
La visione del mondo che si era costruito, si stava sgretolando innanzi ai suoi occhi.
Non era quella fottutissima puttanata chimica che Law aveva somministrato a Killer per operarlo d’urgenza, la droga.
Era proprio lui la sostanza stupefacente di cui il suo fidato vice non poteva fare a meno. Lo vedeva, afflitto a scrutare il mare, nervoso a rigirarsi fra le coperte, con la testa fra le nuvole a sospirare per uno stupido medicastro che, sicuramente, se la rideva al sicuro nel suo sottomarino.
Ora, Kidd doveva svolgere il suo dovere di Capitano e prendere in mano le redini della situazione. Gli si aprivano due strade.
La prima portava allo sputtanamento di Killer per sua mano. Ma andare da Trafalgar per minacciarlo di sparire dalla vita del suo vice era, oltre che inutile, troppo umiliante sia per lui sia per il suo secondo.
L’altra via era quella che conduceva dritta dritta a fracassare il deretano di Killer affinché la piantasse di portare la sua maschera da tossico per leccare il culo a Law e tornasse ad indossare quella da Massacratore.
Lo fissò dritto nei suoi occhi di ghiaccio.
Era lucido, meglio così.
Kidd emise il suo verdetto tagliente ed insindacabile, nonché doloroso.
-Scopa come e con chi ti pare, ma, o risolvi questo casino, o sei fuori dalla mia ciurma.-


Note: Non so se definirla una Law/Killer/Kidd... in realtà doveva essere una Law/Killer, ma è uscita fuori così e forse Killer è molto OOC, non lo so... semplicemente non ce lo vedevo con un mazzo di fiori a correre dal doc... insomma, voleva un motivo serio... da scemo, ma serio.
E qui Kidd dimostra di non essere solo un super muscolo sexy, ma anche un buon Capitano e il suo vice dovrà scegliere U_U
Grazie a chi ci segue e preferisce e recensisce **
La parola a te sociazza, facci sognare!!

kymyit

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Capitolo 4
*** Perdere la faccia (Penguin/Killer) ***


Demenziale..si lo è XD
Dopo lo splendore offertovi ieri dalla mia socia, mantenere il tono mi era impossibile ecco perchè ho deciso di proporvi invece una delle mie solite follie XD
Non ho molto da dire oggi per la verità.
Solo spero vi possa divertire *w*


PERDERE LA FACCIA
(Penguin x Killer)


Questa volta la questione era delicata, ed anche urgente.
Circolavano assurde voci su una possibile relazione amorosa tra Trafalgar Law e Eustass Kidd..ma dico, vogliamo scherzare?
Le voci dovevano essere messe subito a tacere e, che i due poi fossero sulla stessa isola, nello stesso momento, beh... non provava proprio niente!
Da quello che erano riusciti a scoprire alcuni loro uomini, le voci erano partite da una bettola non lontana dal molo in cui erano ormeggiate le rispettive imbarcazioni.
Per fortuna, sembrava che le voci si limitassero, esclusivamente, a quella topaia di pirati pettegoli.
La soluzione esisteva, era rapida ed indolore (indolore ovviamente per loro) ed anche divertente, aggiungerei.
Ahhh, era da tempo che non facevano un massacro come si deve.
Avviandosi sprezzanti verso la missione avevano affidato il comando e la salvaguardia delle navi l’uno al suo fedele capellone, ehm vice, biondo e l’altro al suo pinguino da guardia.
Erano in mani sicure!...le imbarcazioni.
Al ritorno dal massacro, accompagnati da una chiacchierata e una soddisfacente gara a chi “ne aveva fatti fuori di più” i due capitani si erano presentati sul molo fermandosi a pochi possi dall’ingresso che portava sul giallo sottomarino quando, Killer ne era schizzato fuori, seguito a ruota da Penguin.
Prontamente era stato bloccato da quell’armadio del suo capitano che, a sfiga, gli si era giusto parato davanti
“Che è successo?”
Una voce che sembrava provenire dalla sua chioma, no forse da dietro, la sua chioma, rispose
“cercavo di convincere Kira-chan che non deve avere paura a fare la doccia sul sottomarino”
“PAURA??? Di che sta parlando quel maledetto incappucciato Killer? Che diavolo avete combinato?”
“Niente signor calamita, abbiamo solo scopato qua e là”
>Oh santissimo! < Abbiamo spazzato Kidd, quel fottuto sottomarino è lercio. ”
“oh si, Kira-chan è un ottimo..spazzatore.. non sapevo fosse così bravo in questo genere di faccende”
“Effettivamente…è Killer che rompe sempre i coglioni per l’ordine..” Sembrava abbastanza confuso Kidd mentre…mentre Law, che fesso non era, se la sogghignava di tutto gusto.
“E poi siamo passati al letto, anche lì Kira-chan è imbattibile sa, capitano?”
“Abbiamo rifatto qualche letto e cambiato le lenzuola, nulla di che”
“Hai messo il mio vice a fare le pulizie sul tuo fottutissimo sottomarino??? Trafalgar! Giuro che questa me la paghi!”
“Io non c’entro, Eustass-ya e poi, sono convinto che avrà avuto qualcosa in cambio, giusto Penguin?”
“certo Captain! Gli ho servito il mio miglior dolce!”
“ora capisco perché sei così rachitico Trafalgar…se cucina il pinguino.. col cazzo che verrò mai a mangiare su quella bagnarola!”
Killer non sapeva, davvero, se ringraziare Eneru di avere un capitano così ritardato o se Kidd lo stesse facendo apposta per salvargli quel minimo di faccia che, seppur non si era mai vista, gli era rimasta.
Ma quando i quattro si divisero e Kidd gli si rivolse, capì. Capì chi doveva ringraziare e, mentalmente lo fece…oh se lo fece!
“Posso passare sul fatto che fraternizzi col nemico Killer, ma.. se ti fai prendere per culo da quel fottutissimo pinguino giuro che ti spacco la faccia!”
"...si, Kidd..."
Beh, poco aveva da perdere. La faccia, quella ormai era già andata a farsi benedire!

E comunque....mai si sarebbe fatto prendere per.... giusto Penguin? 

Ecco la mia demenzialata di oggi XD
e con questo, passo la parola alla mia sociazza! 
A domani con Kym gente *w* 

Ria-chan

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Capitolo 5
*** Buon Natale, signorine! (Batchan/Eddie) ***


Ecco, questa non saprei bene come definirla.... è ROSSA, ma non credo eccessivamente, nonostante il prompt "Frustino" suggerito da Tanuki XD In effetti, potevo anche sforzarmi di essere originale, ma questi due mi ispiravano questo... E sono strani un botto come coppia, ma ho visto fan art da far sciogliere anche le più restie *ç* Spero quindi di non schifarvi troppo, anche perché, coppia a parte, non sono ben sicura di come sia uscita questa cosa. So solo che per scriverla ho penato... vabbè, vi lascio a dopo coi commenti finali, così vi spiego XD



Buon Natale, signorine! 


Se c’era una cosa che non molti sapevano, o meglio che non riuscivano ad immaginare, era che anche i pirati di Kidd amavano festeggiare il Natale. Certo non per una questione di credenze religiose, ma per altri due motivi. Il primo era decisamente poco natalizio ed era la soddisfazione della loro insaziabile ingordigia d’alcol: durante il Natale bevevano tutti fino a rimanere stesi sul ponte della nave anche per giorni.
Il secondo, per quanto si ostinavano a puntualizzare la sua messa in secondo piano, era il potersi scambiare più gesti d’affetto e d’amicizia del solito. Si sentivano tutti più umani e meno stronzi, meno sanguinari. Facevano anche qualche buona azione in quel periodo. Per esempio non uccidevano nessuno dal ventiquattro al ventisei dicembre. Il ventisette tornava tutto come prima, ma almeno in quei tre giorni facevano i bravi bambini.
Era la vigilia, quella notte, nevicava e a prua della nave Kidd si esibiva nel solito discorso brillo circa i propositi per il nuovo anno. In teoria faceva le prove per il discorso di Capodanno.
Diceva di voler impiccare Trafalgar con l’elastico delle mutande…
Certo nessuno il giorno dopo gli avrebbe ricordato nulla, altrimenti addio Natale e apriti cielo.

Mentre il Capitano, dunque, si esibiva, a prora della nave c’erano due individui, seduti a bere accanto al parapetto, in santa pace.
-E copriti!- esclamò Eddie gettando contro l’altro una coperta.
Il secondo uomo tracannò la sua bella bottiglia di vino rosso, ma non accennò a volersi rivestire.
-Non ho capito come fai con questo freddo!- protestò Eddie, stringendosi nelle spalle. Al diavolo l’essere duri, c’era un freddo cane!
-Sto benissimo, non vedo perché dovrei coprirmi.- rispose, giocherellando distrattamente con la sua collana d’asce.
-Ho freddo solo a guardarti.- lo fissò storto l’uomo con i rasta, con le labbra increspate e gli occhi grandi socchiusi che fissavano il povero idiota che non sapeva che cosa stava faccendo.
Il compagno si grattò la guancia e guardò l’orologio.
-Ehi, è quasi mezzanotte, andiamo, altrimenti il Capitano ci impiccherà all’albero maestro per l’elastico delle mutande.- sghignazzò correndo verso prua, mentre Eddie sorrideva sospirando.
Se lo sentiva il Capitano…
Una volta riunitisi agli altri i due brindarono, fischiarono per qualche strampalato brindisi, consolarono Killer in astinenza dal suo pinguino e lo salvarono da Kidd che invece doveva essere in conflitto con il suo dottore. Cose normali, insomma.
E poi giunse la mezzanotte e a un cenno di Kidd furono sparati tappi di champagne costoso e piccoli botti.
-Bevete e ingozzatevi, figli di buona donna!- esclamò il Capitano in piedi sulla polena, con le braccia nude e diafane aperte al cielo notturno –Questa notte è la nostra notte! L’avvento della nuova era! LA NOSTRA ERA!-
-Kidd, scendi da lì o…-
Cadde in mare.



-Forse era il caso se aspettavamo un po’ prima di…-
-Ci penserà Killer a lui.- disse il moro strattonando l’altro sottocoperta. Quel giorno era davvero molto su di giri, ma Eddie non se la sentì di smorzare il suo entusiasmo, dopotutto Axelrose festeggiava il Natale giusto da quando si era unito a Kidd. Per lui era una cosa nuova, mentre per il medico era solo un giorno come gli altri.
Anche più stressante, considerato che poi doveva rifilare a tutti pasticche per il post sbornia.
La prigione della nave era vuota, anche perché loro non facevano prigionieri, solo che a Kidd piaceva l’idea di possederne una e poi, se qualcuno gli rompeva molto le palle, lui lo ficcava lì dentro e tanti saluti.
Axelrose si era premurato di chiudersi la grata alle spalle e sospinse Eddie verso il muro. Quest’ultimo rabbrividì al contatto gelido con le sue mani che tastavano la sua pelle calda, privandolo del cappotto in cuoio e della camicia scura, e scendevano poi verso i pantaloni. Le sue dita, tozzi pezzi di ghiaccio, gli calarono i pantaloni fin sotto le natiche, ma non troppo.
Ed eccolo lì, nudo, ancora una volta di fronte al suo amante occasionale, altresì detto “pipistrello-montagna-in reggicalze”.
-Fanculo!- esclamò allontanandolo da sé –Sei un pezzo di ghiaccio!-
-Perché non mi scaldi tu?-ribatté quello, impaziente, baciandolo senza concedergli un attimo di tregua né di respiro. Eddie avrebbe volentieri voluto scuotere la testa sconsolato, ma non lo fece, troppo preso dall’effusione prima casta ed innocente, poi volgare.
Perché le loro lingue si scontrarono animalesche e le loro mani facevano a gara sui rispettivi corpi, ardite, maliziose.
-Axel…- disse il medico, rosso in volto mentre quello s’insinuava nei suoi pantaloni come un viscido serpente tentatore voglioso di cogliere un frutto proibito e succulento, oltre che peccaminoso.
-Sssst…- zittì l’altro –Chiamami Batchan, Eddy…-
-Non farmi commentare, baldracca di un pipistrello.- lo sgridò sogghignando, Eddy, artigliando i suoi lunghi capelli corvini e tirandogli la testa all’indietro. Di riflesso il più alto gli spinse il ginocchio fra le gambe faccendolo gemere sonoramente. Axelrose s’inumidì le labbra con la punta della lingua, prima di baciare quelle scarne e sgraziate del compare, quasi con dolcezza.
Erano bollenti e sapevano di bruciato, di alcool e cenere. Per quanto fosse una miscela letale e disgustosa, non poteva esimersi dall’amarle, semplicemente perché erano parte del modo di essere di Eddie e lui lo accettava così com’era.
-Sei lo zombie più carino che esiste…- commentò, infatti, giocando con le sue ciocche azzurre, mentre con l’altra mano gli stringeva il sesso, torturandoglielo a dovere e Eddie arrossì, imbarazzato e accaldato.
-E finiscila…- protestò afferrando a sua volta il sesso del moro per rendergli pan per focaccia.
-Guarda che è vero!- ribatté l’altro –Anzi, prima di continuare, voglio farti un regalo.-
E ciò detto, lo piantò in asso per mettersi a frugare freneticamente dentro il sacco contenente i regali che la mattina dopo sarebbero stati scartati con grande gioia di tutti gli avanzi di galera presenti a bordo.
Quando trionfante riemerse dal mucchio di pacchi e pacchetti, Axelrose porse a Eddie il suo regalo, senza curarsi dell’etichetta che scivolava via da sotto il nastrino nero. Il medico afferrò il dono titubante e quando scoperchiò la scatola scarlatta, alzò gli occhi al cielo nello scoprirvi un completo sadomaso con tanto di frustino e briglie.
Com’è che si dice? L’importante è il pensiero?
Bene, perché lui pensava seriamente di uccidere quel pervertito di un pipistrello!
-E questa roba da dove te la sei tolta?!- chiese prendendo per le unghie tutta una serie di cinghie e legacci. Non con disgusto, ma ce n’erano un’infinità e non aveva la più pallida idea di come ci s’infilasse in quell’affare.
-Me li ha regalati una suora che non li usava più… da un sexy shop, no?- gesticolò l’altro prendendoglieli dalle mani e iniziando a imbrigliarlo per bene, un po’ contro la sua volontà, giacché ancora se ne stava nudo e stordito con la scatola fra le mani.
-Aspetta.- protestò, scocciato dalla fretta dell’altro.
-Dai, fammi questo regalo…- sospirò il moro nel suo orecchio, mandandolo in confusione.
Eddie recuperò presto la sua calma proverbiale e sogghignò malizioso a sua volta.
-Fammelo tu un regalo e mettiti questo… cos’è? Filo interdentale?-
-E’ un perizoma, non lo vedi?-
-Scordati che lo metto!-
-Andiamoooo…- continuò a schiacciarlo contro il muro, con quegli occhi da cerbiatto disperso e il labbro inferiore proteso verso di lui.
Ecco perché era il suo amante occasionale: perché era perverso! Un romantico perverso…
E Eddie, in tutta sincerità, non aveva voglia di finire sodomizzato da un pipistrello un giorno sì e l’altro pure. Meglio fare il contrario, no?
Ma poi quello prese il frustino e cominciò a sventolarglielo davanti, dandogli dei colpetti qua e là sulle natiche e sulle cosce.
-Finiscila!- esclamò tra l’infastidito e il divertito –Non rompere le palle!-
-Non istigarmi…- disse quello premendogli le suddette con la stecca dello scudiscio.
-Fi… finiscila…- ripetè il medico, tremando per la piacevole scossa che ricevette –Non… mi c’infilo… in quella cosa…-
-Non fare il timido, l’ho scelto apposta per te, ti starà d’incanto!-
Eddie, al limite della pazienza, afferrò il corpetto strettissimo e glielo sbatté in faccia –Non ci entro! Sicuro… di non aver bisogno di occhiali?-
Il moro non riusciva a capire… quel corpetto doveva essere della misura giusta! Aveva rischiato la vita per avere le misure esatte e invece…
Oh beh… stretto fa sexy…

Incurante delle proteste dell’altro, alla fine Axelrose aveva svestito e “rivestito” Eddie in maniera “impeccabile”.
Quel corpetto aderente in lattice rosso gli stava d’incanto, per non parlare del filo interdentale, come lo chiamava lui, che scopriva le natiche ed esaltava il pacco. Non poté fare a meno di eccitarsi a quella visione e si morse le labbra fremente d’impazienza.
-Ok, muoviti!- esclamò il medico, tanto quello era peggio di un bambino e Killer aveva il coraggio di lamentarsi di Kidd!
Il moro gli afferrò i capelli e premette le labbra carnose sul suo petto scuro, lasciando piccoli segni, senza curarsi che potessero venir o meno nascosti dai capelli. Tanto era una cosa nota che se la spassassero ogni tanto. Qualcosa si doveva pur fare in mare in quei giorni in cui non si ammazzava e non c’erano occupazioni da svolgere!
Eddie rimise mano al suo sesso e glielo strinse ben bene, per provocarlo, per non dargli la soddisfazione di essere “lo zombie più carino che esiste”. Il compagno più alto tremò a quella stretta dolente, ma sogghignò, per poi mordergli la pelle in corrispondenza della clavicola e lo fissò dritto negli occhi, per provocarlo.
Lo schiacciava col suo peso, lo sovrastava con la sua altezza ma Eddie sapeva difendersi molto bene a quelle pressanti avances e gli morse a sua volta il petto, con l’unica differenza che i suoi morsi ardevano come bruciature e per il moro fu un tantino più doloroso, ma era così che andava e nessuno se la prese con nessuno.
Neppure quando il frustino si abbatté impaccabile sulle sue natiche lasciando una dolorosa scia sanguinolenta Eddie s’infuriò, anzi, sorrise maliziosamente.
-Sai fare solo questo, Batchan?- lo prese in giro e gli afferrò la testa fra mani –Ti faccio vedere io come si fa…-
-Ho già visto abbastanza.- disse una voce incrinata, ma non era quella di Axelrose, anche detto Batchan.
Veniva da fuori della grata, per la precisione da un paio di labbra scarlatte e da due occhi gialli chiusi a fessura. Da un cespuglio rosso sfatto dall’acqua salmastra, da una pelliccia sanguigna grondante per il bagno indesiderato… insomma, da un Kidd indignato e lucido.
-Capitano!- esclamarono i due mettendosi sull’attenti, o quasi… si staccarono insomma –Noi… ehm…-
-Non m’interessa cosa stavate faccendo!- esclamò il rosso indicandoli furioso –Voglio sapere perché avete preso il mio regalo!- sbottò.
Axelrose inarcò il sopracciglio.
-Capitano, guardi che si sbaglia.- tentò di calmarlo, mentre il rosso entrava furente nella gabbia e Eddie tentava di recuperare la sua dignità rimettendosi il pacco dentro il perizoma, almeno quello…
Kidd avanzò per qualche metro e l’occhio gli cadde sul sacco dei regali. C’era una scatola rossa, che con molta grazia lanciò allo spilungone.
-Questo era il tuo regalo, idiota!- gli ringhiò contro, mentre col piede tentava di nascondere il biglietto che diversi minuti prima era caduto all’uomo pipistrello.
Ovviamente recitava: “Fatti fottere, Trafalgar!”.
Quando il Capitano ebbe raccattato tutto ed uscì dalla cella, i due rimasero soli, in silenzio, nudi, al freddo e al gelo.
Axelrose guardò Eddie, Eddie guardò Axelrose, poi scoppiarono a ridere.
-Il suo regalo, eh?- disse il moro –Chissà per chi era…-
-Dalle dimensioni di bustino e pacco direi che è per Trafalgar…-
-Io direi più dal rossore del Capitano.-
-Io invece direi che qualcuno vuole passare la notte al fresco.- commentò Kidd manifestandosi nuovamente ai due come un’apparizione diabolica e usando il magnetismo per rubar loro la chiave e chiuderli dentro.
–Buon Natale, signorine!- esclamò ridendo.

I due rimasero nuovamente soli, nudi, vicini…
-Siamo fottuti…- commentò aspramente Eddie.
-Tu sei fottuto…-
Grazie ai suoi riflessi, il medico schivò l’abbraccio del compagno, che però non desistette.
-Oh, andiamo… dobbiamo rispettare ancora l’usanza del vischio…-

Note:

 Dicevo: non ero ben sicura se esagerare e dar sfogo alla mia cattiveria, se mettere tutto sull'erotico o sul comico... il finale lo volevo stupido, altamente stupido xD Però non voleva farsi scrivere, la dannata one shot Q_Q
Pooooi... Axelrose l'ho inventato di sana pianta. Perché un omone così non può chiamarsi Batchan davvero xDD E mi piace il contrasto fra la parola Axel e Rose... più che altro la parola Axe. Sempre colpa delle fan art, che lo dipingono come un prestante uomo sexy... qualcuno lo vede anche come un dongiovanni xDD Però è un Kiddiano, capite che non può essere solo un romanticone?
Insomma, con questi due ho avuto più difficoltà per gestire i caratteri che Oda non ci ha mostrato.
Comunque, se avete qualche prompt sentitevi libere ^_^

Grazie a chi ci segue, commenta, preferisce e sostiene col pensiero!!
Vi lascio alla mia sociazza adorata e alle sue chicche!! *O*

kymyit

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Capitolo 6
*** Ricreazione ***


E' tutta colpa miaaa!!! Solo ed esclusivamente miaaa!!!
Scusate l'imperdonabile ritardo T_T ma mi sono davvero vista avvilita per la mancanza di ispirazione T_T



RICREAZIONE


Quelle tranquille e sonnacchiose giornate di navigazione si protraevano ormai da una settimana piena e, a bordo del sottomarino Heart, la noia sembrava aver preso infine il sopravvento.
Perfino Law, che di certo aveva modo di divertirsi all’allegro chirurgo, o almeno intrattenersi leggendo libri, non ne poteva più di quella forzata pace e tranquillità.
“Potessi almeno mettere le mani su…”
In quella settimana, comunque, sembrava che le sue occhiaie si notassero notevolmente di meno: non certo perché si fossero attenuate sia chiaro, semplicemente perché l’attenzione era stata spostata alle guance del capitano che non facevano altro che gonfiarsi e sgonfiarsi in sonori sbuffi.
Era davvero ai limiti del possibile vederlo ridotto così, ma nessuno poteva farci nulla.
O almeno, qualcuno avrebbe potuto..peccato non fosse lì al momento né la sua nave a vista su quella rotta.
Dirigendosi in cucina per l’ennesimo caffè e spuntino, che al momento considerava un modo come un altro per ingannare il tempo, vi aveva trovato Penguin seduto e accasciato sul tavolo.
“Ti manca la tua bionda assassina?”
“Ah? No capitano, Casquette mi ha sbattuto fuori dalla cabina”
“Cosa?”
Finalmente qualcosa di interessante con cui divertirsi.
Finse, trattenendo a stento un sorriso divertito, di non apparire interessato
“Cosa è successo?”
“non ne ho idea..ha blaterato per qualche minuto qualcosa di incomprensibile tipo..ricezione, recessione..poi ha detto che voleva una ricreazione e mi ha sbattuto fuori”
“ricreazione? Che c’è non hai voluto dargli la tua merendina?”
“Capitaaaanoooo, non è divertente!”
Dal tono lagnoso capì che forse, considerato il fatto che quei due stessero sempre insieme, doveva forse prendere in serio le parole del suo sottoposto
“Riflessione…”
“Eh?”
“credo intendesse riflessione…”
“Oh, vero…cosa devo fare allora?”
“Scusati, semplice”
Beh la situazione non era affatto grave infondo e, dopo aver preso il caffè che gli spettava e mangiucchiato qualche dolce, se ne sarebbe tornato alle sue occupazioni o…magari avrebbe usato il denmushi per scambiare due insulti con qualche rossa conoscenza..
“e ricordati di dargli la merendina…”
Se n’era tornato mesto verso la sua cabina Penguin. Cabina che, ovviamente, condivideva con Casquette.
Aveva bussato e, alla risposta del castano era rimasto sorpreso che gli avesse rivolto parola.
Entrato nella cabina e richiusosi la porta alle spalle, gli si avvicinò.
Doveva ammetterlo, senza occhiali e cappello e con la tuta calata fino ai fianchi, quel ragazzino era davvero sexy e attraente.
Gli si avvicinò quatto quatto, cingendogli la vita e tirandolo a sé fino a far coincidere la schiena scoperta al suo petto.
“Sei ancora arrabbiato Cas-chan?”
Glielo sussurrò nell’orecchio, calandosi poi sul collo chiaro.
“Se ti do la mia merendina, facciamo pace?”
L’altra mano era corsa ad accarezzare il ventre liscio e scoperto del ragazzo che, a quel tocco, non riuscì a trattenere un gemito e la sorpresa.
“Ah?”
Non che non gli piacesse quel contatto, solo non ne capiva il motivo e soprattutto, al momento, non poteva permettersi di essere toccato da altri. Dibattendosi un po’ riuscì infine a liberarsi dalla presa del moro:
“non vuoi proprio perdonarmi?”
“perdonarti?“
“c’è giusto un caldo biscotto qui che vorrei farti assagg-“
Non ebbe il tempo di terminare la frase che fu malamente sbattuto fuori per la seconda volta.
Ok, forse il suo “biscotto” non lo voleva. Forse non si sarebbe fatto perdonare con qualche stupida battuta.
Ma…perché poi ce l’avesse con lui, Penguin, ancora non lo aveva capito.
Prima di allontanarsi, sconsolato e leggermente infastidito, lo senti parlottare all’interno della stanza.
Si avvicinò premendo l’orecchio sulla porta con l’intenzione di ascoltare meglio:
“Ok ok, ti perdono. Ma solo se la prossima volta eviti di dire certe cazzate”
Stava per esultare, Penguin, infondo aveva appena detto che lo perdonava.
Convinto che, allora, qualche “assaggio” avrebbe potuto comunque rimediarlo, fece per irrompere nuovamente nella cabina quando l’altro compagno di stanza passò dietro di lui
“Ha cacciato anche te?”
“ah?”
“E’ da oggi che litiga col suo zombie attraverso la den-mushi e ogni volta mi sbatte fuori!”
“Zombie?”
“Quello che fa il mangiafuoco sulla nave di Eustass. Litigano, fanno pace e poi litigano ancora. E ogni volta ci butta fuori…ti consiglio di non entrare, al momento..”
“Capisco…peccato”
In fin dei conti doveva essere contento che non ce l’avesse con lui.
“eh? Perché?”
“speravo di farmi perdonare con un biscotto”
E senza aggiunger altro se ne ritornò in cucina, tanto al momento, Cas-chan, non aveva fame…

E' decisamente demenziale lo so T_T
Prometto che mi farà perdonare T_T
domani però potete già consolarvi con la mia sociazza *w*

Ria-chan

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Capitolo 7
*** Quando i capitani son tranquilli… (Penguin/Killer) ***


Signore e signori, dopo la delizia della sociazza, ecco un'altra demenzialata, che spero vi piaccia... E' GIALLA, credo... in realtà è una storia tranquilla, se non fosse per le solite dolci parole che si scambiano i pirati xDD



Quando i capitani son tranquilli…

(Penguin/Killer)

… i vice non lo sono.
E neppure quelli che del vice fan le veci, come per esempio Penguin.
Quando Kidd o Law erano troppo tranquilli, la trafila di eventi che si susseguiva sulla nave del rosso e sul sottomarino era pressoché identica.

-Pinguino a Stallone, passo!- esclamò divertita una voce dal Lumacofonino e Killer alzò gli occhi al cielo, rassegnato. –Pinguino a Stallone, mi senti, passo?-
Il Massacratore si lasciò scappare una risatina divertita.
-Stallone a Pinguino, ti ricevo…- fece una pausa –Siamo in vena di fare gli agenti segreti adesso? Passo.-
-Però intanto ci stai, passo.- ribatté Penguin, sogghignando –Bando alle ciance, che rotta state seguendo? Passo.-
Killer diede una rapida scorsa alla mappa che aveva sotto mano e rispose.
-Dovremmo raggiungere Edelweiss fra due o tre giorni, passo.-
-Il giochino ti diverte proprio, passo.- rise Penguin, per poi tornare serio –Anche noi siamo diretti lì, passo.-
Ecco, alla fine sarebbe stato tutto molto bello se non ci fosse stato un particolare inquietante a dipingere di giallo la faccenda. Come facevano Kidd e Law a ritrovarsi sempre, qualunque rotta scegliessero? Che si mettessero d’accordo era da escludere totalmente. Si minacciavano di morte una volta sì e dieci il doppio, perciò, perché pendersi la briga di rivedersi dopo essersele appena suonate a sangue?
Sì, andavano a letto insieme, questo era ovvio, ma non erano i tipi da messaggi sdolcinati su lettere strappalacrime o telefonate nel cuore della notte intrise di sospiri e certo nessuno dei due avrebbe mai osato chiedere al’altro –Ci rivediamo?-
Era una cosa sottintesa, ma il modo in cui l’incontro avveniva era davvero, davvero assurdo.
-Non credo che si siano messi d’accordo, passo.- disse, infatti, Killer.
-Neppure io.- rispose Penguin –Ho tenuto il capitano sotto STRETTISSIMO controllo per TUTTO il mese e non ha fatto niente di sospetto. Passo.-
Il Massacratore si sentì pungolare da una cocente gelosia, ma ci doveva convivere, perciò sorvolò sul COME Penguin avesse tenuto Law sotto “strettissimo controllo per tutto il mese”.
-Anche Kidd non ha fatto nulla di strano. Passo.-
-Ho sviluppato una tesi, su questo strano fenomeno, la vuoi sentire Stalloncino del mio cuore? Passo.-
Killer inarcò il sopraciglio, chiedendosi quale assurda teoria l’altro avesse elaborato nel cervellino bacato.
-Dai, spara, Pinguino.- poi aggiunse –Passo.-
-Duuunque…- il moro fece una pausa, probabilmente per stravaccarsi sulla sedia girevole o per prendere qualche snack, o forse solo perché stava per spararne una grossa. –Sono dell’idea che si tratti di Magnetismo Animale, passo.-
-Pensavo fosse una teoria seria, invece è un’altra delle tue cazzate… - sospirò Killer gettandosi sul letto.
-Guarda che esiste davvero… certo non è comprovato dalla medicina… comunque, quello che voglio dirti, mocciosetto, è che fra quei due c’è amour, passione, attrazione! Sono come due calamite e nel caso di Eustass è doppiamente vero… ma, di fatto, si ritrovano sempre, anche se fossero ai quattro angoli della terra, inconsciamente si dirigono l’uno verso l’altro. E’ nella loro natura come per i piccioni viaggiatori, i salmoni che risalgono la corrente…-
-I pinguini che covano!- sbottò una voce roca all’altro capo del telefono.
-Stalloncino mio, sbaglio o quella era mamma Eustass?-
-Non sbagli, pinguino, ora chiudete questi cazzo di lumacofoni che c’è gente che vuole dormire!-
Il povero Massacratore era mortificato e imbarazzato dalla situazione.
-Kidd…- si morse il labbro. Se avesse chiesto a Kidd perché diavolo stava ascoltando la conversazione, quello l’avrebbe evirato seduta stante. Gli avrebbe fatto un discorsetto a parte.
Gli avrebbe…
Se non ci avesse pensato già qualcuno.
-Ora ti metti ad ascoltare le conversazioni del tuo Puledrino, Eustassya?-
-Trafalgar!- il ringhio del Capitano riecheggiò nella nave come un boato.
-Si, caro, sono io. Mi manchi tanto tanto…- lo sbeffeggiò.
-Vedremo se ti mancherò “tanto tanto” quando ti scoperò a morte!-
-Non vedo l’ora, Rosso Malpelo!-
Piano piano, sottovoce, mentre i due si scannavano lumacofonicamente, Penguin e Killer si salutarono con una tacita occhiata attraverso il muso dei piccoli animali.
Altro che Magnetismo Animale… era solo questione di pettegolio!

-Ora capisco perché mi odia così tanto…- rifletté Penguin rimettendosi a letto, mentre a miglia e miglia di distanza, Killer era giunto alla stessa conclusione e si arrovellava rigirandosi fra le coperte come un ossesso.
-Perché, perché, perché diavolo ho accettato di fare sesso telefonico con quello, cazzo?!-

Note: Ehm, questa era demente forte... Giusto l'altro giorno vedevo un poliziesco con due agenti in incognito e uno di questi dice esattamente "Pinguino a Stallone, mi ricevi, passo?"
Ho riso come una scema per un'ora buona per quanto calzasse perfettamente con i due piccioncini. Per il resto, dovevo pur svelare come fanno Kidd e Law ad incontrarsi sempre... anche se così il segreto di Killer è andato a farsi un giro...
Beh, spero di avervi divertito almeno un pochetto. Bacioniiii!!

Kymyit

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Capitolo 8
*** Fusa (Penguin/Killer) ***


Occielo!
Questo è stato un parto traumatico con anni di ritardo T_T
Non sapevo davvero che inventarmi questa volta XD e devo dire che l'idea l'ha avuta un'amica suggerendo l'intruso nella coppia e Kym che mi ha indirizzato sulla stesura.
Insomma....io non ho fatto proprio nulla XD


FUSA

“Non mi toccare!”
“ma così non posso curarti! Sta buono fatti spogliare”
“Ti ammazzo!! Dove tocchi?? Giù le mani dai miei pa-“
“Avanti smettila di lamenta-“
…………………..
“Trafalgar! Dove cazzo sei dottorino maledetto?? Vieni fuori dannazione!”
“Mi cercavi Eustass-ya? Ti sono mancato, dillo”
“Col ca-….ma chi cazzo è che sta urlando come una femminuccia? Vedi di che gente ti circondi Trafalgar!”
Incuriositi si diressero verso la fonte delle urla per rimanere poi, davanti alla porta in metallo, impietriti e interdetti.
…………………
“Sta fermo non riesco a centrare il punto giusto!”
“Brucia dannazione”
“Sei un massacratore sopporta!”
“Fanculo pinguino”
“Si si…e tu smettila di leccarmi”
“Ah?”
“Ho quasi fatto smettila di agitarti!”
“Dove stai toccaaaa-“
“Diamine non riesco a concentrarmi se mi lecchi la faccia!”
Quella fu l’ultima goccia, per Kidd e Law, che irruppero nella stanza trovandosi davanti a qualcosa di esilarante? Spaventoso? Neanche loro avrebbero saputo dirlo
“Killer! CHE. COSA. STAI. FACENDO,”
“Ki-Kidd”
“E perché, di grazia, sei in quella posizione col culo all’aria?”
 “Oh andiamo signor calamita, non vedi che sono impegnati”
“E’- è colpa di quella palla di pelo Kidd!”
Effettivamente nella stanza, un gatto c’era ed anche intento a fare le fusa artigliato sul cappello di Penguin.
“E’ vero, Io stavo solo tentando di mettergli..”
“Ok basta! Non dite più una parola dannazione!”
Kidd uscì furioso dalla stanza, sbattendo la porta in metallo  alle sue spalle.
“Scusate il disturbo signori” e sorridendo abbandonò la stanza anche Law
“Eustass-ya”
“Fanculo Trafalgar!”
“Andiamo…non ti va di sentire ….come so farle io, le fusa?”
…………………………………………………………….
“….tentando di mettergli…il disinfettante…”
“Porca puttana! Hai visto che hai combinato dannato pinguino? Penseranno che stavo per prenderlo da te!”
“Peccato che si sbaglino….vediamo di non farli sbagliare allora…”
Ringraziò mentalmente Bepo, che quel giorno si era presentato a bordo con quella piccola, felina, palla di pelo mentre si gettava nuovamente sulle natiche del biondo per “completare il lavoro”

Demenziale e insenstao lo so T_T
Perdonateeeemi!
Però fossi in voi attenderei domani per la chicca della mia mogliera =ç= sono certa che con quella sarate troppo distratti e contenti per poter ricordarvi di picchiare me U_U
a te la parola mogliera *w*

Ria-chan

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Capitolo 9
*** I biscotti della fortuna (Law/Casquette) ***


Eccomi qui con questa cosa dolce e smielata, quindi direi VERDE! Su Law e Caschan **



I biscotti della fortuna (Law/Casquette)


-“La noia è uno dei mali più gravi che abbiamo da sopportare.” di Marcel Proust.- lesse Penguin ad alta voce, divertito –Parole sante.-
Casquette sbadigliò annoiato, i turni di notte erano alquanto monotoni da un po’ di tempo a quella parte. Era un bene che non ci fossero problemi in vista, ma all’orizzonte c’era solo il nero delle profondità oceaniche e nient’altro, neppure il più piccolo mostro marino o banco di sardine a disturbare la quiete.
Davvero un deserto quel tratto di mare…
-“Gli uomini di poche parole sono i migliori.”- continuò ancora il moro, quasi canticchiando -William Shakespeare!-
Casquette scosse la testa e si alzò dalla sedia, sgranchendo le ossa di schiena, gambe e braccia.
-Vado a mettere su un caffè.- disse al compagno, tutto preso dai biscotti rinvenuti dalla dispensa.
-Mi raccomando, bello forte!- esclamò Penguin sgranocchiando il dolce.
-Ti farai venire la carie con tutti quegli zuccheri!- lo ammonì.
-Ehi, questo è adatto per Kirachan!- ribatté quello, quasi ignorandolo –Fanciulli angeli, in età diavoli…-
-Da quando quello sarebbe un angelo?- domandò interdetto il castano.
-Tu non puoi capire, Casquette…- disse trasognato l’amico, perso in chissà quali impuri pensieri. –Chi sta con i mocciosi s’imbratta la camicia! Parole sante…- ridacchiò.
Il castano inarcò il sopraciglio, guardando ora il compare, ora il vassoio dimezzato di biscotti della fortuna e i bigliettini sparsi fra i comandi.
-Sei un maiale e se diventi cieco, ti si cariano i denti o ti viene il diabete, non dire che non ti avevo avvertito.- lo ammonì, abbandonandolo ai suoi pensieri sconci.
Una volta in cucina si accorse della presenza del capitano in un angolo, seduto al tavolo col viso schiacciato in uno dei suoi tomi e il cappello ancora calato sul viso, ma in procinto di rotolare via.
I tratti del volto apparivano più rilassati del solito, il che era una sorta di evento, poiché Law soffriva d’insonnia e la maggior parte delle volte stava in guardia, spada alla mano, pronto a scattare e uccidere. Vederlo in quello stato, disarmato, rilassato, appagato dal sonno nonostante la scomoda posizione, fu una sorta di tuffo al cuore che costrinse il sottoposto a contemplarlo estasiato.
Disturbare il capitano sarebbe stato un autentico delitto, per cui, invece di accendere la macchina del caffè, Casquette, con molta attenzione e attento a non fare il minimo rumore, riempì due tazze d’acqua calda e vi sciolse del caffè in busta al ginseng. Penchan avrebbe capito, neppure lui resisteva al fascino “innocente” di Law.
Prima di rientrare in sala macchine però, il castano si attardò per contemplare un’ultima volta il sorriso dolce del comandante e gli posò piano sulle spalle una coperta, lasciandolo al suo riposo.
Avrebbe avvertito Bepo, l’unico che non rischiava d’esser fatto a fettine per aver svegliato il capitano che dorme.

-Come mai hai fatto questo?- protestò Penguin, un poco seccato.
Casquette sorrise con dolcezza –Il capitano se la dorme in cucina, non potevo disturbarlo.- disse, afferrando di fortuna il compagno che già schizzava fuori dalla sala macchine –Se lo svegli, ti farà a pezzi!- lo ammonì sudando freddo.
-Non m’importa!- ribatté il moro –Io devo vederlo!-
-Sarà l’ultima cosa che vedrai! Pensa alla tua barbie, su!!-
Al pensiero di perire senza poter più istigare il suo pulcino assassino, Penguin si placò, risedendosi composto a leggiucchiare biglietti dei biscotti della fortuna che aveva collezionato nel giro di quelle quattro ore di guardia.
Casquette prese un dolce fra due dita, insospettito dalla sua consistenza.
-Per curiosità… da quanto giacevano sul fondo della dispensa?-
-Un mese o due… credo… beh, ma non sono scaduti… forse... - disse l’altro, al che il castano decise che no, non avrebbe mangiato il biscotto e non avrebbe avuto la diarrea il giorno seguente. Però lesse la massima, tanto per far qualcosa.
“Un bacio legittimo non vale mai un bacio rubato… Guy de Maupassant…”
Le solite cazzate, insomma. Solo Penguin poteva trovarle divertenti, anche perché sembrava tutto preso nel selezionare le frasi più fraintendibili, probabilmente per ripeterle al suo caro e paziente “fidanzato”.
Dopo altre tediose ore di veglia, Casquette si accasciò sui comandi, sprofondando nel sonno più profondo e impenetrabile.
Penguin sorrise allora, scuotendo il capo a sua volta e fece per risvegliarlo, anche solo per convincerlo a smammare a letto, quando la porta della sala si aprì e Law fece il suo ingresso a passo felpato, avvolto da una morbida coperta. Inutile dire che Penguin si preoccupò alquanto per l’amico e fece per risvegliarlo all’istante, quando Law gli afferrò il polso, faccendogli segno col capo di lasciarlo dormire.
E gli sorrise, malizioso.
Casquette russava leggermente, quasi come un bambino.
Law scorse lo sguardo sul suo viso, studiandolo attentamente in ogni minimo dettaglio. Dalle labbra socchiuse alle ciglia chiare, dalle guancie abbronzate al setto nasale stretto che si divideva in due grandi narici. Eppure quelle narici apparentemente enormi a lui piacevano, forse perché era un tipo che non amava giudicare i particolari distaccati dal loro insieme. Dopotutto il corpo umano che tanto amava era una grande accozzaglia di cose completamente diverse, no?
Sotto lo sguardo attonito di Penguin si levò la coperta dalle spalle e la adagiò delicatamente su quelle del moro e nel chinarsi su di lui, gli scoccò un bacio leggero sulla guancia, sorridendo dolcemente, come poco prima, mentre dormiva e le mani di Casquette l’avevano svegliato nel tentativo di proteggerlo dal freddo.
Uscì dalla sala, senza dire nulla, senza lamentarsi del turno di guardia non rispettato, senza minacciare Penguin perché stesse zitto.
Dopotutto era un essere umano anche lui, no?

Note:  Spero abbiate gradito la cosa, non ho molta di dire se non che sono quasi crollata sulla tastiera perché non sto benissimo in questi giorni Q_Q
Vabbè, grazie a tutti tutti e baciotti, alla prossima chicca della mia Mogliettina!!

Kymyit

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