Hearts'n'Kidds di kymyit_ria (/viewuser.php?uid=154865)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Virgin (Eddie/Casquette) ***
Capitolo 2: *** Scambio equo ***
Capitolo 3: *** 3. My Heroine ***
Capitolo 4: *** Perdere la faccia (Penguin/Killer) ***
Capitolo 5: *** Buon Natale, signorine! (Batchan/Eddie) ***
Capitolo 6: *** Ricreazione ***
Capitolo 7: *** Quando i capitani son tranquilli… (Penguin/Killer) ***
Capitolo 8: *** Fusa (Penguin/Killer) ***
Capitolo 9: *** I biscotti della fortuna (Law/Casquette) ***
Capitolo 1 *** 1.Virgin (Eddie/Casquette) ***
Signore
e signori! (Più signore che signori) Io, kymyit,
e la mia compare, Ria_chan,
siamo ben liete di presentarvi i nostri parti quotidiani di boiate
circa le due ciurme più devastanti del momento. Come non
resistere ad un Massacratore dai lunghi capelli d'or che beve rum dalla
cannuccia e ama la pasta e al suo pinguino da guardia? Per non parlare
di zombie, pipistrelli in reggicalze, orsi ben educati, e il caro,
dolce Casquette... vedete un po' che gli combino qua sotto!
E doveva essere una cosa scema, ma è degenerata.
Perciò, attenzione: RATING
ROSSO!
Tutto iniziò quando chiesi a Tanuki un prompt,
così, per avere qualche idea e lei disse "punto croce".
Ecco, poi aggiungete la canzone Beautiful di Christina Aguilera (da
quel che mi dice "Non è bello ciò che
è bello, ma è bello ciò che piace") e
un "piccolo" difetto fisico. Volevo qualcosa di tragico, ma non era il
caso che anche Casquette fosse un depresso cronico come Killer per la
faccenda della maschera... beh non è che non sia complicata
la cosa, ma se considerate che per scrivere sta cosa stavo facendo una
ricerca sui tatuaggi usati nelle prigioni, ne converrete che forse
è stato meglio così per rendere il tutto
più leggero. E così almeno è una fic
senza pretese che non vorrò continuare perché ne
ho già fino al collo xD
Basta anticipazioni!! Hearts'n'Kidds sa tanto di giocattoli per bambini
XD Oppure: droga sesso e Hearts'n'Kidds! Levate pure la droga, va', le
due ciurme fanno sia da droga che da musica per le nostre teste bacate!
Ok, ok, vi lascio alla lettura e poi nelle mani di Ria-chan.
Bacioni!!
kymyit
Virgin
(Eddie/Casquette)*
*Eddie è un nome di
fantasia per il rastone Kiddiano, Casquette, beh, molti non sanno che
il suo vero nome è Shachi, ovvero Orca.
Fu uno scontro davvero difficile.
Alla fine, sia gli uomini di Kidd sia quelli di Law le avevano suonate
di santa ragione, e tutto per una stramaledettissima scaramuccia, a
un'altra ciurma di pirati chiamata… nessuno lo ricordava.
Forse era Porcelli Rossi… o forse Cinghiali
Scarlatti… beh, non era importante davvero.
Perché alla fine, con grande rammarico di Kidd e Law, fu
Bepo a ridurre il capitano nemico a una chiazza sanguinolenta sulla
sabbia. Una cosa alquanto seccante per i due comandanti, ma la ragione
essenziale era che se il vice degli Hearts non avesse inferto quel
colpo di grazia, si sarebbe presto scatenata un’altra
battaglia, peggiore di quella appena combattuta.
Kidd e Law così si allearono, pensa che consolazione, per
aggredire il disgraziato orso e rinfacciargli di aver loro sottratto la
preda.
Killer si prodigava di fare da paciere per il comune benestare e
Penguin tratteneva Law dall’ammazzare il povero comandante in
seconda.
-Che bella giornata di sole.- commentò Casquette ironico,
per poi dare una forte pacca alla spalla di un compagno
–Finito, avanti un altro!-
Fu Eddie, il medico di bordo dei Kiddiani, quello coi rasta azzurri, a
entrare in quel momento nella tenda adibita ad ambulatorio medico.
Aveva una grossa ferita alla spalla sinistra, un lungo squarcio che
attraversava il suo tatuaggio spinato per almeno dieci centimetri.
Casquette rabbrividì a quella vista macabra
nell’insieme.
Non capita tutti i giorni di curare una sottospecie di zombie con la
bocca squarciata e una ferita del genere, anche parecchio profonda fra
l’altro.
I Cinghialetti avevano inferto parecchi danni un po’ a tutti,
ma non ci era scappato il morto e nessuno era così grave da
non poter correre a gozzovigliare sulla spiaggia tracannando alcolici e
raccontando di vere battaglie truculente.
-Sono l’ultimo.- disse Eddie accomodandosi sulla sedia
pieghevole, con fare calmo.
Il pirata degli Hearts si stiracchiò con evidente fatica.
–Era ora! Sono esausto!-
-Dovresti medicarti anche tu.- disse l’altro, apparentemente
disinteressato.
Il castano sorrise forzatamente, sterilizzando ago e filo per suturare
la ferita.
-Tu pensa a preoccuparti per te.-
-Oh, infatti, sono preoccupato per me… Ci sai fare con quel
filo?-
Casquette inarcò il sopraciglio –Di certo meglio
di chi ti ha fatto quel lavoraccio lì.- gli rispose
indicandogli un intreccio disordinato di suture all’altezza
dell’addome.
Eddie socchiuse gli occhi.
-L’ho fatto io.- disse.
Il castano rimase in silenzio, mentre una goccia di sudore scorreva
lungo la sua nuca: una gran bella figura di merda. Inoltre, Eddie con
quel muso mostruoso era tutt’altro che rassicurante.
Lo zombie… pardon, il paziente, si legò i lunghi
capelli in una coda di cavallo e prese a tracannare del liquore, senza
ritegno.
Casquette deglutì nell’osservare il liquido
ambrato sfuggire alle sue labbra allungate e sfregiate. Fu uno
spettacolo alquanto raccapricciante, benché avesse visto di
peggio. Insomma, non c’era nulla di eccezionale in quelle
labbra tagliate e ricucite alla meno peggio, aveva visto lavori di Law
che facevano decisamente più rabbrividire, ma la cosa
assurda fu che, forse proprio per colpa di Law, stava iniziando ad
avere un certo gusto per l’orrido.
Quando Eddie terminò di stordirsi con la bottiglia, gli
porse il braccio e Casquette si gettò a capofitto su quei
fasci di muscoli scuri e tatuati. Infilò l’ago
nella pelle e tracciò un arco. Altro buco, altro arco. Ecco
il primo intreccio a X sulla ferita.
Quello era lo stile del medico col basco.
Eddie non disse niente, lo lasciò tracciare
quell’intricato intreccio di X su tutto il suo braccio,
vedendo comporsi fra i rovi del suo tatuaggio una sorta di ricamo
sanguinolento e dolente. Provò piacere in ogni affondo, in
ogni tirata. Non distolse lo sguardo e neppure sorseggiò
dell’altro liquore. Al termine dell’intervento, gli
parve fossero trascorsi sì e no cinque minuti, un vero
peccato.
-Non sapevo che in medicina si usasse il punto croce.- disse
scrutandosi il braccio.
Casquette arrossì violentemente.
-N-Non è punto croce!- esclamò
–E’ una nuova tecnica medica!-
-E io sarei la cavia?!-
Il castano gli tirò un pacco di garze e del disinfettante.
-Non me la sono inventata. Parliamo di quel disastro lì?-
Eddie si guardò nuovamente l’addome.
-E’ una nuova tecnica medica.- affermò
ironicamente.
Casquette, con le braccia incrociate, inarcò il sopraciglio.
-Ceeerto… e dalla bella infezione che
c’è, immagino che funzioni pure.-
sospirò e si affiancò all’altro
–Lascia che me ne occupi.-
Ma, come allungò la mano, l’uomo coi rasta gli
afferrò il polso per fermarlo.
-Non c’è nulla di peggio di un medico che crede di
non aver bisogno di curarsi.- disse serio e Casquette sudò
freddo.
-Ci penserà il capitano.-
-Trafalgar è impegnato con il mio Capitano al momento e tu
stai grondando di sangue. Chi è più masochista
fra me e te?-
Casquette s’irritò e tentò di
liberarsi, ma invano. Per quanto tentasse di sbilanciarlo, Eddie
rimaneva seduto immobile.
-Perché ti dai tanta pena?- domandò allora il
castano, con una punta d’ironia nella voce e un sorriso
sghembo atto a mascherare sia la frustrazione sia la paura.
Beh, non che lo temesse proprio, solo che non voleva che nessun altro
lo medicasse, eccetto Law. Le cose andavano così da tempi
immemori, perciò perché cambiarle?
-Sono un medico anche io.- disse semplicemente –E non mi va
di avere debiti, levati la tuta.-
-No, non c’è bisogno e ormai è inutile
anche mascherare i favori con debiti.-
Il Kiddiano si alzò in piedi, in tutta la sua stazza, e
tirò l’altro per il braccio, sbattendolo alla
lettiga di metallo. Casquette gemette per il dolore alle parti basse,
che per disgrazia aveva sbattuto al ferro, e rimase piegato in due il
tempo necessario all’altro per strappargli di dosso, o quasi,
l’ingombrante indumento bianco.
Eddie gli sollevò la maglia nera e comprese il
perché di tanta reticenza.
Oltre che una dolorosa ferita, c’era un’escrescenza
sulla sua schiena, sporgente come la pinna dorsale di un qualche
animale marino ed era scura, oltre che coperta di sangue. Presentava,
infatti, una dolorosa ferita circolare. Ce n’era anche
un’altra, poco più in basso, ma, a quanto pareva,
Casquette doveva aver già estratto il proiettile.
Il medico della ciurma di Kidd contemplò in silenzio la
scoperta, ma non si stupì più di tanto,
dopotutto, in mare aveva visto cose ben peggiori. E non solo durante la
navigazione, in effetti...
Negli ospedali che visitava per far scorta di medicinali particolari,
per esempio, o anche guardandosi allo specchio tutte le mattine.
Un capolavoro di mostruosità!
Lui, non quella pinna.
Quell’escrescenza era solo “curiosa”
nella sua scala di mostruosità.
Lasciò dunque andare il castano che si rimise in piedi e lo
spinse via. Aveva però perso così tanto sangue
che fu un miracolo se riuscì a mettere un passo dietro
l’altro senza cadere. Quando perse l’equilibrio,
Eddie si limitò ad afferrarlo al volo e a distenderlo senza
fatica sulla lettiga.
-E’ urgente, perciò per stavolta, dovrai fare a
meno di Trafalgar.- disse.
Si lavò le mani con cura, disinfettò le pinze
dalle punte sottili, l’ago e il filo. Infilò i
guanti sterili e tornò dal suo paziente. Il braccio leso gli
doleva, ma era sopportabile. Analizzò la situazione e
lanciò un’occhiata a Casquette che giaceva
imbronciato e imbarazzato.
-Come dicevo, non c’è nulla di peggio di un medico
che crede di non aver bisogno di essere curato.-
-Il proiettile ha fatto da tampone, era tutto calcolato.-
-Il proiettile ha tranciato un’arteria importante, a quanto
vedo, e se aspettiamo un altro minuto finisci all’inferno.-
-Ci finirò comunque, prima o poi.- disse ironico per poi
urlare d’improvviso -Fermo!-
Eddie rimase col braccio a mezz’aria e l’ago della
siringa a pochi centimetri dalla pelle del castano.
Casquette gli indicò un’altra bottiglia di liquore
mezza piena.
-Non ho bisogno di sprecare l’anestetico per una bazzecola.-
disse serio.
L’altro gliela porse, tanto più che poco gli
importava di dover operare qualcuno cosciente o meno.
Anzi, era famoso non solo per aver bruciato il culo di qualche
piratucolo, ma anche per gli strazianti orrori ai quali sottoponeva i
prigionieri di Kidd.
Al contrario di Law, Eddie era sanguinolento e non si preoccupava certo
di praticare ferite pulite o di usare disinfettanti. Le sue torture
erano più barbare e non si mascherava certo dal medico che
non era. Conosceva la medicina, ma non possedeva attestati e neppure
aveva studiato in prestigiose scuole.
La sua istruzione era la trincea, ma questa è
un’altra storia.
Al presente, le uniche persone che si premurava di salvare e curare
erano i suoi compagni, gli altri potevano precipitare
nell’inferno più nero e lui ne avrebbe solo goduto.
Il suo fu solo un gesto di cortesia spontanea, compiuto forse per
saldare il debito di pocanzi. O forse per il benestare delle ciurme.
Quando ebbe il liquore fra le mani, il castano bevette d’un
fiato diversi sorsi e subito dopo strinse gli occhi, stordito dal
bruciore che l’alcol gli arrecò alla gola. Era
dannatamente forte, come aveva fatto quello a scolarne una intera?
Eddie, ad ogni modo, non perse tempo. Estrasse il proiettile dalla
pseudo pinna scura, scoprendo che era stata tatuata e non era colorata
per natura, e ricucì attentamente l’arteria.
Dopodiché applicò dei punti a croce come quelli
realizzati dall’Heart, il quale sghignazzò
sgambettando come se niente fosse.
-Che fai, mi rubi le tecniche adesso?-
-Non vorrei far ingelosire Trafalgar. Già sopportare il
Capitano è un’impresa…-
Casquette bevette un altro sorso.
-Già… a volte è davvero difficile
mantenere il quieto vivere con loro…-
-Quel Penguin è psicologo?-
-Solo con il suo pulcino assassino.-
-Killer.-
-E che ho detto?-
I due si lanciarono un’occhiata d’intesa, poi
Casquette scoppiò a ridere.
-Comunque mi chiamo Shachi.- disse porgendo la bottiglia
all’altro. Eddie la prese e bevette d’un sorso
–E’ per colpa della pinna…-
-Che genitori fantasiosi…-
-Tu invece, eri così dalla nascita?- continuò
quello, senza preoccuparsi del fatto che l’altro potesse
offendersi o meno. Gli Heart erano tutti della stessa pasta, alla fine.
-No, sono ferite di guerra, vecchia storia. Ho finito.- disse levandosi
i guanti e risistemando a dovere gli strumenti utilizzati –Il
tuo Chirurgo della Morte non può provvedere a quella cosa?-
domandò curioso e Casquette s’incupì.
-In realtà ci stiamo lavorando da un po’,
ma…- si grattò la testa e prese a trafficare con
la tuta per cercare i suoi inseparabili occhiali scuri -…per
uno strano scherzo del destino, ci passano dei vasi sanguigni
importanti e in più si tratta di estrarre diverse
vertebre… sarebbe molto rischioso.-
Bevette un altro sorso di liquore, ormai la bottiglia era quasi vuota e
il suo sguardo vacuo. Le sue gote iniziarono ad assumere un colorito
più acceso e i suoi gesti furono meno calcolati.
Crollò con la testa sulle braccia, sospirando.
-Potrei anche morire…- disse lamentosamente -...
sigh… morire vergine a venticinque anni… che
tristezzaaaaa…-
Eddie gli lanciò un’occhiata più
duratura del previsto…
“Vergine,
eh?” pensò.
Beh, neppure lui aveva molta fortuna in fatto di sesso. Nei bordelli
riusciva a rimorchiare, ma di solito le donne fuggivano soltanto a
vederlo.
Forse fu a causa dell’alcool, forse fu l’empatia o
forse fu l’astinenza a condurre la sua mano lungo la schiena
bizzarra del castano. Casquette arrossì maggiormente quando
le dita nodose premettero contro la pelle soda attraverso la tuta.
Mugolò qualcosa.
Forse una protesta, ma Eddie non lo interpretò a quel modo.
Vi era ancora del liquore nella bottiglia e così
sollevò la testa all’altro per fargliene ingerire
ancora e Casquette bevette tutto, senza fare troppe storie.
L’alcool bruciava e gli incendiava le membra, si sentiva
euforico e quando Eddie diede uno strattone alla tuta per liberare le
natiche, lui si mosse per aiutarlo, inconsciamente, a spogliarlo.
Attraverso la nebbia scura creata dalla combinazione di occhiali da
sole e sbornia, intravide una figura femminile dai lunghi capelli
azzurri, incredibilmente alta, dagli occhi enormi ed espressivi che lo
fecero fremere.
“Una bella
donna…” si disse sogghignando, aveva
perso completamente il senno. La bella dama si chinò su di
lui e gli prese le labbra fra le sue e Casquette saggiò
quella lingua umidiccia con la sua, impastata e debole.
Corrucciò le sopraciglia e provò un poco di paura
per la ruvidità e la lunghezza di quelle labbra. Si
sentì divorare da una bocca enorme, risucchiare,
travolgere...
Due mani tozze percorrevano i suoi fianchi, esploravano il suo corpo,
saggiavano la sua intimità.
-Che donna volgare…- disse piano, sudando copiosamente.
Le dita di quella donna gli torturavano la prostata con
crudeltà, spingendolo continuamente verso il delirio e
l’oblio, verso l’inebriamento dei sensi e la
perdita di conoscenza. Era tutto così strano. Una voce,
forse negli ultimi lampi di lucidità, gli disse che non
doveva ubriacarsi, ma non vide il problema, lo faceva
sempre… allora la voce rispondeva che Penchan non gli
metteva le dita nel culo quando era ubriaco.
Casquette, incalzato da questa costatazione, tentò di
risollevarsi e di sottrarsi a quella donna zombie che, con le sue
lunghe e tozze dita, s’inerpicava nel suo corpo come un
serpente impalatore.
E altre dita si stringevano nel suo petto, torturandogli i capezzoli
senza tregua.
Manco fosse lui la femmina!
Eddie lo afferrò, per impedirgli la fuga, ma non con forza.
Non gli ci volle nessuno sforzo per riprendere il ragazzo e portarlo
fra le sue gambe.
Neppure gli passò per la testa il pensiero di sbagliare,
dopotutto gli stava facendo un favore, anche se in maniera contorta.
La guancia di Casquette premeva contro il suo pacco rigido e il pirata
con i rasta si sentì scuotere da quel contatto. Era davvero
da troppo tempo che non se la spassava con qualcuno. Con una vergine,
in particolare, il che rendeva le cose certamente più
eccitanti del previsto. Non ci pensò oltre e porse
all’altro la sua asta ormai rigida e lo
accompagnò, conducendo la sua bocca all’apice e
per poi spingere piano, inserendosi in essa. Casquette lo prese senza
fare storie e succhiò con foga, senza tregua, come uno
spiritato. Eddie si sentì trascinare, inarcò la
schiena sospingendo il bacino verso l’altro che
mugolò sommessamente. Era schifosamente ingiusto
approffittarsene, ma non poteva negare quanto gli piacesse sentire dopo
tanto tempo il cervello andarsene a puttane e i problemi scomparire.
Preso dall’estasi, Eddie premette la testa
dell’altro contro di se, quasi soffocandolo col suo sesso.
Casquette istintivamente tentò di distaccarsi e, per
sbaglio, lo morse.
Eddie gemette di dolore, ma riuscì a tornare in
sé e uscì dalla bocca dell’altro.
Perché c’era un altro posto dove voleva penetrare
e quel posto era un piccolo antro caldo ed invitante, ignaro del sesso
ed indifeso, profanato soltanto dalle sue dita, e forse solo da quelle
del castano… in mare non si sa mai.
Lo rimise carponi, per evitare che la ferita e la strana escrescenza
gli creassero problemi. Entrò in lui con una sola spinta e
Casquette gemette, voltandosi appena per fissarlo. Gli sorrise, persino.
Che fosse un ennesimo lampo di lucidità?
Eddie sospinse il bacino in avanti e poi indietro.
Avanti e indietro a ritmo regolare e lento, generando un coro di gemiti
sommessi, via via più acuti, da parte dell’altro.
Le scariche di piacere s’inerpicavano lungo la sua schiena e
stuzzicavano il suo cervello, ma ogni spinta non bastava a soddisfarlo
e così aumentò il ritmo dando vita ad una danza
frenetica.
Casquette quasi urlava di piacere, ma non era ben chiaro se capiva cosa
accadeva, anche Eddie ormai era rumoroso, col sesso duro da far male,
pronto ad esplodere.
Strinse i denti. Per resistere a cosa poi?
Non voleva che finisse troppo presto, ma non riusciva a trattenersi e
le sue braccia agivano da sole, faccendolo affondare maggiormente sul
corpo dell’altro.
Casquette piangeva, piangeva dal piacere che ciò gli
arrecava, piangeva dal dolore del morso che Eddie inflisse alla sua
pinna scura nella foga dell’orgasmo e le lacrime scorsero
copiose lungo le sue guancie quando il sesso caldo gli vibrò
fra le gambe, esplodendo in lui con vigore.
L’ultima cosa che sentì prima di perdersi nella
beatitudine del suo primo vero orgasmo, fu proprio quella vibrazione,
quel primo attimo in cui sentì quel fremito e poi…
E poi il seme di Eddie fu in lui.
Al suo risvegliò, si ritrovò avvolto in una
coperta ed il medico coi rasta era lì, seduto accanto al
tavolo, nella sedia dove lui l’aveva ricucito, intento a
leggere qualcosa con attenzione. Casquette non disse nulla, non ne
aveva le forze e poi era davvero imbarazzante. Non ricordava poi molto,
ma il piacere che aveva provato ancora era lì, fremente
sotto la sua pelle.
Che imbarazzo…
C’era solo da sperare che non dicesse a nessuno della sua
pinna, ma sembrava un tipo di poche parole.
Eddie si voltò, sentendosi osservato ed incrociò
il suo sguardo. Gli sorrise malizioso carezzandogli il capo come ad un
bambino –La vergine ha apprezzato?- gli chiese, il che lo
fece andare in bestia, ma non si lamentò, perché
l’emicrania lo annientò all’istante.
Sbuffò, maledicendosi e maledicendo l’altro.
-Ho fatto sesso con un morto…- borbottò prima di
ricadere profondamente addormentato.
Note: Spero abbiate gradito... io ho già un
altra coppia a cui dedicare attenzioni. Il solito sfiga-pairing al
quale mi affeziono, sono irrecuperabile...Credo di avervi
già detto tutto, povero Casquette, sono stata cattiva con
lui, ma tanto lo sappiamo, Trafalgar Law troverà una
soluzione!
Bacioniiiii!!
Kymyit
|
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Capitolo 2 *** Scambio equo ***
Oggi tocca a me...sono emozionata cavoli!
Beh di fare altre presentazioni non credo sia il caso, la mia sociazza Kym, ha già detto tutto il necessario ieri :D ecco quindi che passo direttamente a presnetarvi la seconda fic della raccolta.
Prima di tutto, contando l'esordio fenomenale della mia socia, spero di non far piombare la raccolta nel buio totale con questo mio scempio ma purtroppo al momento, non ho davvero di meglio da proporvi.
Non vi anticipo nulla, sono cattiva lo so XD, ma vi ringrazio comunque da parte di entrambe per aver deciso di leggere e seguirci.
Ne siamo davvero entusiaste e felici!
Detto ciò...buona lettura :D
Scambio equo
Avrebbe preferito davvero chiunque, il nano con la coppola e gli occhiali scuri, il tizio col cappello con il pon-pon sopra, perfino l’orso gli poteva andare bene ma, quel dannatissimo, stramaledetto, rompicoglioni, di pinguino, proprio no.
Aveva notato come ci provasse col suo vice, come gli stesse addosso alla stregua di una cozza su uno scoglio, ma non era certo questo il motivo per cui aveva desiderato più di una volta di eliminarlo dalla faccia della terra.
La verità è che quel bastardo era identico a quel suo ancora più bastardo capitano.
Emanavano la stessa aura sadica e perversa e, se gli era stato già difficile imparare a sopportarne uno così, non riusciva proprio a capacitarsi del perché ce ne dovessero essere ben due al mondo.
“Kidd! Kiiiidd! Lo squarta cadaveri ti manda il suo animaletto a dirti che ti vuole sul sottomarino.”
Eccolo lì..parli del diavolo e le corna spuntano alla vista.
“No Kira-chan, dovrei parlare in privato con la tua queen, prima di tornare “di là””
“Kidd? P-posso farlo entrare?”
“Vieni dentro dannato pinguino” questa è la volta buona che ti ammazzo.
Una rapida occhiata in giro, a quel tragico casino definito “cabina” e poi si era voltato fissando il rosso alle sue spalle che sbatteva delicatamente la porta con un calcio.
Penguin non gli dette neanche modo di rivolgergli parola che lo afferrò alla gola sbattendolo contro la porta.
Che sembrasse un coglione rincoglionito era vero e forse proprio per quel comportamento idiota Kidd non riusciva a mantenere alta la guardia quando quel pinguino gli era intorno ma, doveva ricordarsi, che si trattava pur sempre della butta copia di Trafalgar Law…
Ora si che nessuno lo avrebbe salvato dopo questo. Neanche Dio sceso in terra gli avrebbe impedito di farlo a pezzi e poi gettarlo in mare.
Dopo averlo bloccato contro la porta, il moro, sportosi con il volto verso quello del rosso, avvicinatosi ad un orecchio e sospirandovi dentro, prese a parlare:
“ho un consiglio per te, mr Eustass.”
Ci mancavano solo i suoi consigli…ora basta…
la pazienza ha un limite, e quello di Kidd era stato raggiunto e superato non appena aveva sentito la voce di quel maledetto.
“non provare neanche a…”
Mi minaccia anche?...gli stacco la testa..gli sparo in bocca, lo faccio a fette e poi lo mangio per cena..
“Se stai per dirmi di non sbattermi il tuo stramaledetto capitano…troppo tardi” in fin dei conti, poteva divertirsi un po’ prima di toglierlo definitivamente dalla faccia della terra.
“ e da come urla direi che farsi fottere da me gli piace parecchio” una risata gutturale accompagnò quell’ultima frase prima che il moro gli si avvicinasse ancora di più.
Il naso a premere contro la guancia diafana, il respiro caldo nell’orecchio,
Il tono basso, la voce seria: “non provare neanche a…” prese a ripetere.
“…a dire al capitano che te l’ho detto io o ti uccido, ma sappi che ora sta facendo una doccia e lui..non chiude mai la porta del bagno”
Il cambio di voce improvviso e l'assurdità di quelle parole lo lasciano interedetto per qualche attimo, prima di realizzare appieno il significato delle parole appena udite.
Ok.... forse la vita, per questa volta, gliela risparmio...
Quando infine Penguin lasciò la presa sulla gola, Kidd, per un attimo, trovò la sua visione persino un po’ meno nauseante...
“In cambio…mi prendo il tuo vice”
“AH???!!”
“intrattengo Kira-chan mentre sei impegnato, Capitano. Mi sembra uno scambio equo”
E, senza attendere risposta, sorridendo semplicemente, era uscito dalla stanza.
Lo ammazzo! Parola! E poi forse…. lo ammazzo di nuovo!
Non avrebbe avuto nessuna pietà verso quello stramaledettissimo, infido, pinguino anche se viò significava dare il via ad una guerra con gli Heart's...poco importava, riusciva già a pregustarsi le urla di quel bastardo incappucciato quando lo avrebbe sventrato con l'aiuto di Killer sul ponte della nave...già, urla...
Prima però..ci sono altre grida che voglio sentire.
ehm, ehm...che posso dire a mia discolpa XD ? mantenere alto il ritmo dopo il capolavoro di ieri è davvero dura T_T
Ho fatto del mio meglio davvero *w*
ma mettere Penguin e Kidd insieme, è stata una sfida unica -.-'
volevo farli anche "divertire" ma sinceramente non sono stata proprio capace.
Spero comunque possa esservi piaciuta almeno un pochetto e comunque avrete modo di rifarvi domani con la Kym *w*
Qui da Ria-chan è tutto! Passo e chiudo :D
Ria-chan
|
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Capitolo 3 *** 3. My Heroine ***
E dopo
lo spassosissimo capitolo della socia ** si torna nel baratro della
depressione... o quasi... Spero che vi piaccia, non ho messo la coppia,
perché... prché in realtà è
tutto molto più complicato del solito. Buona lettura ^_^
My Heroine
Kidd gliel’aveva detto un sacco di volte e sembrava aver
capito, Killer.
Ma poi tornava su quel sottomarino e a chi toccava raccoglierlo col
cucchiaino?
A lui.
Il Capitano, esasperato, afferrò il massacratore per il
colletto della camicia e lo fissò dritto negli occhi, a muso
duro.
-Devi smetterla di farti
del male.-ruggì.
Non sopportava di vedere i suoi occhi azzurri perennemente annebbiati
da qualcosa e circondati dalle occhiaie e il suo cervello fino ridotto
ad una gelatinosa massa di carne viscida senza pensieri.
Kidd non gli chiedeva molto in fondo.
Tornare a ridere, bere, sognare insieme. A scazzottarsi, insieme.
Ma dallo sciagurato giorno in cui Law gli aveva prestato le sue cure
d’emergenza, il massacratore era finito nel pugno di ferro
del Chirurgo della Morte.
-Posso smettere quando
voglio.-
La stronzata delle stronzate.
Kidd odiava le puttanate chimiche. Odiava di per sé i
farmaci ed era sempre restio a farsi curare, ma non era deficiente. Una
cura è un conto, sballarsi era un altro. L’alcol
era di suo una dipendenza, ma Killer non aveva quel problema.
Il problema del suo comandante in seconda aveva due occhi grigi molto
furbi e un sorriso da schiaffi, era un medico e gli dava delle dosi.
E benché il Massacratore si fosse ostinato a dire
-E’ successo qualche volta. Ho smesso.-Kidd l’aveva
poi scoperto nella sua stanza a sniffare.
L’aveva preso a calci fino allo sfinimento.
Killer smise per un po’ di farsi.
E poi rincontrarono Trafalgar in un’isola tropicale. Si
aggregarono per necessità e quando Kidd si recò a
far legna li scoprì in una radura.
Per il sesso non avrebbe avuto problemi. Affari loro.
Ma Trafalgar gli stava faccendo ingoiare delle pasticche.
E aspirine non erano.
Killer non era in sé, mentre quel bastardello d’un
chirurgo era lucidissimo, intento a farsi i suoi porci comodi.
Kidd parlò con il suo vice quella sera stessa.
-Ti sei divertito oggi?-
-Eh?-
-A fartelo mettere in
culo da Trafalgar, intendo.-
-La mia vita privata non
è affar tuo, Kidd.- aveva ribattuto quello, freddamente.
Il Capitano gli
spaccò il labbro superiore con un pugno.
-Della privata non me ne
fotte un cazzo, è di quella generale che mi preoccupo, pezzo
d’idiota!-
E si ritrovarono nella situazione di cui sopra s’accennava.
Killer respinse Kidd con un calcio, che il Capitano riuscì a
parare.
-Mi sta curando, Kidd.- disse pacato il Massacratore.
-Ti sta drogando, Killer. Per averti ai suoi piedi!-
Il vice annuì col capo –Lo so.-
Rimase poi in silenzio per qualche secondo, faccendo intuire a Kidd di
aver altro da dire. Boccheggiò, il Massacratore, poi
riuscì a continuare il discorso –Non è
per la droga che ci sto.-
Kidd corrugò le sopracciglia rasate, non seguendolo.
Di per sé, non concepiva che uno come Killer si facesse
scopare per avere della fottutissima droga.
-Spiegati meglio.- gli comandò perentorio.
-Devo pur trovare una scusa…- Killer si strinse nelle
spalle, imbarazzato.
Le sopracciglia di Kidd si corrucciarono ancora più di
pocanzi, i suoi occhi furono attraversati da un lampo
d’improvvisa e sgradita consapevolezza.
-Dimmi che non è come penso…- deglutì
amareggiato.
-Posso smettere di farmi quando voglio.- esclamò Killer,
sicurissimo della cosa –Ma in che altro modo posso stare con
lui?-
Kidd, deluso, lo afferrò nuovamente, stavolta per la spalla,
conficcandogli le unghie nella carne, e lo sbatté al legno
della parete con estrema violenza.
-E per questo ti fai sbattere da quello come uno straccio?!-
Le certezze del Capitano stavano crollando.
Per lui, Killer era sempre stato l’incarnazione della
crudeltà. Impassibile, silenzioso, letale.
Chi aveva davanti in quel momento, era una donnicciola con la sindrome
di… di dov’era? Vabbe’, quella in cui la
vittima s’innamora del carnefice.
Killer, prima almeno, non dipendeva da nessuno, mentre Kidd confidava
perennemente in lui.
Era quello l’ordine naturale delle cose e Trafalgar Law aveva
stravolto del tutto!
La visione del mondo che si era costruito, si stava sgretolando innanzi
ai suoi occhi.
Non era quella fottutissima puttanata chimica che Law aveva
somministrato a Killer per operarlo d’urgenza, la droga.
Era proprio lui la sostanza stupefacente di cui il suo fidato vice non
poteva fare a meno. Lo vedeva, afflitto a scrutare il mare, nervoso a
rigirarsi fra le coperte, con la testa fra le nuvole a sospirare per
uno stupido medicastro che, sicuramente, se la rideva al sicuro nel suo
sottomarino.
Ora, Kidd doveva svolgere il suo dovere di Capitano e prendere in mano
le redini della situazione. Gli si aprivano due strade.
La prima portava allo sputtanamento di Killer per sua mano. Ma andare
da Trafalgar per minacciarlo di sparire dalla vita del suo vice era,
oltre che inutile, troppo umiliante sia per lui sia per il suo secondo.
L’altra via era quella che conduceva dritta dritta a
fracassare il deretano di Killer affinché la piantasse di
portare la sua maschera da tossico per leccare il culo a Law e tornasse
ad indossare quella da Massacratore.
Lo fissò dritto nei suoi occhi di ghiaccio.
Era lucido, meglio così.
Kidd emise il suo verdetto tagliente ed insindacabile,
nonché doloroso.
-Scopa come e con chi ti pare, ma, o risolvi questo casino, o sei fuori
dalla mia ciurma.-
Note:
Non so se definirla una Law/Killer/Kidd... in
realtà doveva essere una Law/Killer, ma è uscita
fuori così e forse Killer è molto OOC, non lo
so... semplicemente non ce lo vedevo con un mazzo di fiori a correre
dal doc... insomma, voleva un motivo serio... da scemo, ma serio.
E qui Kidd dimostra di non essere solo un super muscolo sexy, ma anche
un buon Capitano e il suo vice dovrà scegliere U_U
Grazie a chi ci segue e preferisce e recensisce **
La parola a te sociazza, facci sognare!!
kymyit
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Capitolo 4 *** Perdere la faccia (Penguin/Killer) ***
Demenziale..si lo è XD
Dopo lo splendore offertovi ieri dalla mia socia, mantenere il tono mi era impossibile ecco perchè ho deciso di proporvi invece una delle mie solite follie XD
Non ho molto da dire oggi per la verità.
Solo spero vi possa divertire *w*
PERDERE LA FACCIA
(Penguin x Killer)
Questa volta la questione era delicata, ed anche urgente.
Circolavano assurde voci su una possibile relazione amorosa tra Trafalgar Law e Eustass Kidd..ma dico, vogliamo scherzare?
Le voci dovevano essere messe subito a tacere e, che i due poi fossero sulla stessa isola, nello stesso momento, beh... non provava proprio niente!
Da quello che erano riusciti a scoprire alcuni loro uomini, le voci erano partite da una bettola non lontana dal molo in cui erano ormeggiate le rispettive imbarcazioni.
Per fortuna, sembrava che le voci si limitassero, esclusivamente, a quella topaia di pirati pettegoli.
La soluzione esisteva, era rapida ed indolore (indolore ovviamente per loro) ed anche divertente, aggiungerei.
Ahhh, era da tempo che non facevano un massacro come si deve.
Avviandosi sprezzanti verso la missione avevano affidato il comando e la salvaguardia delle navi l’uno al suo fedele capellone, ehm vice, biondo e l’altro al suo pinguino da guardia.
Erano in mani sicure!...le imbarcazioni.
Al ritorno dal massacro, accompagnati da una chiacchierata e una soddisfacente gara a chi “ne aveva fatti fuori di più” i due capitani si erano presentati sul molo fermandosi a pochi possi dall’ingresso che portava sul giallo sottomarino quando, Killer ne era schizzato fuori, seguito a ruota da Penguin.
Prontamente era stato bloccato da quell’armadio del suo capitano che, a sfiga, gli si era giusto parato davanti
“Che è successo?”
Una voce che sembrava provenire dalla sua chioma, no forse da dietro, la sua chioma, rispose
“cercavo di convincere Kira-chan che non deve avere paura a fare la doccia sul sottomarino”
“PAURA??? Di che sta parlando quel maledetto incappucciato Killer? Che diavolo avete combinato?”
“Niente signor calamita, abbiamo solo scopato qua e là”
>Oh santissimo! < Abbiamo spazzato Kidd, quel fottuto sottomarino è lercio. ”
“oh si, Kira-chan è un ottimo..spazzatore.. non sapevo fosse così bravo in questo genere di faccende”
“Effettivamente…è Killer che rompe sempre i coglioni per l’ordine..” Sembrava abbastanza confuso Kidd mentre…mentre Law, che fesso non era, se la sogghignava di tutto gusto.
“E poi siamo passati al letto, anche lì Kira-chan è imbattibile sa, capitano?”
“Abbiamo rifatto qualche letto e cambiato le lenzuola, nulla di che”
“Hai messo il mio vice a fare le pulizie sul tuo fottutissimo sottomarino??? Trafalgar! Giuro che questa me la paghi!”
“Io non c’entro, Eustass-ya e poi, sono convinto che avrà avuto qualcosa in cambio, giusto Penguin?”
“certo Captain! Gli ho servito il mio miglior dolce!”
“ora capisco perché sei così rachitico Trafalgar…se cucina il pinguino.. col cazzo che verrò mai a mangiare su quella bagnarola!”
Killer non sapeva, davvero, se ringraziare Eneru di avere un capitano così ritardato o se Kidd lo stesse facendo apposta per salvargli quel minimo di faccia che, seppur non si era mai vista, gli era rimasta.
Ma quando i quattro si divisero e Kidd gli si rivolse, capì. Capì chi doveva ringraziare e, mentalmente lo fece…oh se lo fece!
“Posso passare sul fatto che fraternizzi col nemico Killer, ma.. se ti fai prendere per culo da quel fottutissimo pinguino giuro che ti spacco la faccia!”
"...si, Kidd..."
Beh, poco aveva da perdere. La faccia, quella ormai era già andata a farsi benedire!
E comunque....mai si sarebbe fatto prendere per.... giusto Penguin?
Ecco la mia demenzialata di oggi XD
e con questo, passo la parola alla mia sociazza!
A domani con Kym gente *w*
Ria-chan
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Capitolo 5 *** Buon Natale, signorine! (Batchan/Eddie) ***
Ecco, questa non saprei bene
come definirla.... è ROSSA,
ma non credo eccessivamente, nonostante il
prompt "Frustino" suggerito da Tanuki
XD In effetti, potevo anche
sforzarmi di essere originale, ma questi due mi ispiravano questo... E
sono strani un botto come coppia, ma ho visto fan art da far sciogliere
anche le più restie *ç* Spero quindi di non
schifarvi troppo, anche
perché, coppia a parte, non sono ben sicura di come sia
uscita questa
cosa. So solo che per scriverla ho penato... vabbè, vi
lascio a dopo
coi commenti finali, così vi spiego XD
Buon Natale, signorine!
Se c’era una cosa che non molti sapevano, o meglio che non
riuscivano ad immaginare, era che anche i pirati di Kidd amavano
festeggiare il Natale. Certo non per una questione di credenze
religiose, ma per altri due motivi. Il primo era decisamente poco
natalizio ed era la soddisfazione della loro insaziabile ingordigia
d’alcol: durante il Natale bevevano tutti fino a rimanere
stesi sul ponte della nave anche per giorni.
Il secondo, per quanto si ostinavano a puntualizzare la sua messa in
secondo piano, era il potersi scambiare più gesti
d’affetto e d’amicizia del solito. Si sentivano
tutti più umani e meno stronzi, meno sanguinari. Facevano
anche qualche buona azione in quel periodo. Per esempio non uccidevano
nessuno dal ventiquattro al ventisei dicembre. Il ventisette tornava
tutto come prima, ma almeno in quei tre giorni facevano i bravi bambini.
Era la vigilia, quella notte, nevicava e a prua della nave Kidd si
esibiva nel solito discorso brillo circa i propositi per il nuovo anno.
In teoria faceva le prove per il discorso di Capodanno.
Diceva di voler impiccare Trafalgar con l’elastico delle
mutande…
Certo nessuno il giorno dopo gli avrebbe ricordato nulla, altrimenti
addio Natale e apriti cielo.
Mentre il Capitano, dunque, si esibiva, a prora della nave
c’erano due individui, seduti a bere accanto al parapetto, in
santa pace.
-E copriti!- esclamò Eddie gettando contro l’altro
una coperta.
Il secondo uomo tracannò la sua bella bottiglia di vino
rosso, ma non accennò a volersi rivestire.
-Non ho capito come fai con questo freddo!- protestò Eddie,
stringendosi nelle spalle. Al diavolo l’essere duri,
c’era un freddo cane!
-Sto benissimo, non vedo perché dovrei coprirmi.- rispose,
giocherellando distrattamente con la sua collana d’asce.
-Ho freddo solo a guardarti.- lo fissò storto
l’uomo con i rasta, con le labbra increspate e gli occhi
grandi socchiusi che fissavano il povero idiota che non sapeva che cosa
stava faccendo.
Il compagno si grattò la guancia e guardò
l’orologio.
-Ehi, è quasi mezzanotte, andiamo, altrimenti il Capitano ci
impiccherà all’albero maestro per
l’elastico delle mutande.- sghignazzò correndo
verso prua, mentre Eddie sorrideva sospirando.
Se lo sentiva il Capitano…
Una volta riunitisi agli altri i due brindarono, fischiarono per
qualche strampalato brindisi, consolarono Killer in astinenza dal suo
pinguino e lo salvarono da Kidd che invece doveva essere in conflitto
con il suo dottore. Cose normali, insomma.
E poi giunse la mezzanotte e a un cenno di Kidd furono sparati tappi di
champagne costoso e piccoli botti.
-Bevete e ingozzatevi, figli di buona donna!- esclamò il
Capitano in piedi sulla polena, con le braccia nude e diafane aperte al
cielo notturno –Questa notte è la nostra notte!
L’avvento della nuova era! LA NOSTRA ERA!-
-Kidd, scendi da lì o…-
Cadde in mare.
-Forse era il caso se aspettavamo un po’ prima di…-
-Ci penserà Killer a lui.- disse il moro strattonando
l’altro sottocoperta. Quel giorno era davvero molto su di
giri, ma Eddie non se la sentì di smorzare il suo
entusiasmo, dopotutto Axelrose festeggiava il Natale giusto da quando
si era unito a Kidd. Per lui era una cosa nuova, mentre per il medico
era solo un giorno come gli altri.
Anche più stressante, considerato che poi doveva rifilare a
tutti pasticche per il post sbornia.
La prigione della nave era vuota, anche perché loro non
facevano prigionieri, solo che a Kidd piaceva l’idea di
possederne una e poi, se qualcuno gli rompeva molto le palle, lui lo
ficcava lì dentro e tanti saluti.
Axelrose si era premurato di chiudersi la grata alle spalle e sospinse
Eddie verso il muro. Quest’ultimo rabbrividì al
contatto gelido con le sue mani che tastavano la sua pelle calda,
privandolo del cappotto in cuoio e della camicia scura, e scendevano
poi verso i pantaloni. Le sue dita, tozzi pezzi di ghiaccio, gli
calarono i pantaloni fin sotto le natiche, ma non troppo.
Ed eccolo lì, nudo, ancora una volta di fronte al suo amante
occasionale, altresì detto
“pipistrello-montagna-in reggicalze”.
-Fanculo!- esclamò allontanandolo da sé
–Sei un pezzo di ghiaccio!-
-Perché non mi scaldi tu?-ribatté quello,
impaziente, baciandolo senza concedergli un attimo di tregua
né di respiro. Eddie avrebbe volentieri voluto scuotere la
testa sconsolato, ma non lo fece, troppo preso dall’effusione
prima casta ed innocente, poi volgare.
Perché le loro lingue si scontrarono animalesche e le loro
mani facevano a gara sui rispettivi corpi, ardite, maliziose.
-Axel…- disse il medico, rosso in volto mentre quello
s’insinuava nei suoi pantaloni come un viscido serpente
tentatore voglioso di cogliere un frutto proibito e succulento, oltre
che peccaminoso.
-Sssst…- zittì l’altro
–Chiamami Batchan, Eddy…-
-Non farmi commentare, baldracca di un pipistrello.- lo
sgridò sogghignando, Eddy, artigliando i suoi lunghi capelli
corvini e tirandogli la testa all’indietro. Di riflesso il
più alto gli spinse il ginocchio fra le gambe faccendolo
gemere sonoramente. Axelrose s’inumidì le labbra
con la punta della lingua, prima di baciare quelle scarne e sgraziate
del compare, quasi con dolcezza.
Erano bollenti e sapevano di bruciato, di alcool e cenere. Per quanto
fosse una miscela letale e disgustosa, non poteva esimersi
dall’amarle, semplicemente perché erano parte del
modo di essere di Eddie e lui lo accettava così
com’era.
-Sei lo zombie più carino che esiste…-
commentò, infatti, giocando con le sue ciocche azzurre,
mentre con l’altra mano gli stringeva il sesso,
torturandoglielo a dovere e Eddie arrossì, imbarazzato e
accaldato.
-E finiscila…- protestò afferrando a sua volta il
sesso del moro per rendergli pan per focaccia.
-Guarda che è vero!- ribatté l’altro
–Anzi, prima di continuare, voglio farti un regalo.-
E ciò detto, lo piantò in asso per mettersi a
frugare freneticamente dentro il sacco contenente i regali che la
mattina dopo sarebbero stati scartati con grande gioia di tutti gli
avanzi di galera presenti a bordo.
Quando trionfante riemerse dal mucchio di pacchi e pacchetti, Axelrose
porse a Eddie il suo regalo, senza curarsi dell’etichetta che
scivolava via da sotto il nastrino nero. Il medico afferrò
il dono titubante e quando scoperchiò la scatola scarlatta,
alzò gli occhi al cielo nello scoprirvi un completo sadomaso
con tanto di frustino e briglie.
Com’è che si dice? L’importante
è il pensiero?
Bene, perché lui pensava seriamente di uccidere quel
pervertito di un pipistrello!
-E questa roba da dove te la sei tolta?!- chiese prendendo per le
unghie tutta una serie di cinghie e legacci. Non con disgusto, ma ce
n’erano un’infinità e non aveva la
più pallida idea di come ci s’infilasse in
quell’affare.
-Me li ha regalati una suora che non li usava
più… da un sexy shop, no?- gesticolò
l’altro prendendoglieli dalle mani e iniziando a imbrigliarlo
per bene, un po’ contro la sua volontà,
giacché ancora se ne stava nudo e stordito con la scatola
fra le mani.
-Aspetta.- protestò, scocciato dalla fretta
dell’altro.
-Dai, fammi questo regalo…- sospirò il moro nel
suo orecchio, mandandolo in confusione.
Eddie recuperò presto la sua calma proverbiale e
sogghignò malizioso a sua volta.
-Fammelo tu un regalo e mettiti questo…
cos’è? Filo interdentale?-
-E’ un perizoma, non lo vedi?-
-Scordati che lo metto!-
-Andiamoooo…- continuò a schiacciarlo contro il
muro, con quegli occhi da cerbiatto disperso e il labbro inferiore
proteso verso di lui.
Ecco perché era il suo amante occasionale: perché
era perverso! Un romantico perverso…
E Eddie, in tutta sincerità, non aveva voglia di finire
sodomizzato da un pipistrello un giorno sì e
l’altro pure. Meglio fare il contrario, no?
Ma poi quello prese il frustino e cominciò a sventolarglielo
davanti, dandogli dei colpetti qua e là sulle natiche e
sulle cosce.
-Finiscila!- esclamò tra l’infastidito e il
divertito –Non rompere le palle!-
-Non istigarmi…- disse quello premendogli le suddette con la
stecca dello scudiscio.
-Fi… finiscila…- ripetè il medico,
tremando per la piacevole scossa che ricevette
–Non… mi c’infilo… in quella
cosa…-
-Non fare il timido, l’ho scelto apposta per te, ti
starà d’incanto!-
Eddie, al limite della pazienza, afferrò il corpetto
strettissimo e glielo sbatté in faccia –Non ci
entro! Sicuro… di non aver bisogno di occhiali?-
Il moro non riusciva a capire… quel corpetto doveva essere
della misura giusta! Aveva rischiato la vita per avere le misure esatte
e invece…
Oh beh… stretto fa sexy…
Incurante delle proteste dell’altro, alla fine Axelrose aveva
svestito e “rivestito” Eddie in maniera
“impeccabile”.
Quel corpetto aderente in lattice rosso gli stava d’incanto,
per non parlare del filo interdentale, come lo chiamava lui, che
scopriva le natiche ed esaltava il pacco. Non poté fare a
meno di eccitarsi a quella visione e si morse le labbra fremente
d’impazienza.
-Ok, muoviti!- esclamò il medico, tanto quello era peggio di
un bambino e Killer aveva il coraggio di lamentarsi di Kidd!
Il moro gli afferrò i capelli e premette le labbra carnose
sul suo petto scuro, lasciando piccoli segni, senza curarsi che
potessero venir o meno nascosti dai capelli. Tanto era una cosa nota
che se la spassassero ogni tanto. Qualcosa si doveva pur fare in mare
in quei giorni in cui non si ammazzava e non c’erano
occupazioni da svolgere!
Eddie rimise mano al suo sesso e glielo strinse ben bene, per
provocarlo, per non dargli la soddisfazione di essere “lo
zombie più carino che esiste”. Il compagno
più alto tremò a quella stretta dolente, ma
sogghignò, per poi mordergli la pelle in corrispondenza
della clavicola e lo fissò dritto negli occhi, per
provocarlo.
Lo schiacciava col suo peso, lo sovrastava con la sua altezza ma Eddie
sapeva difendersi molto bene a quelle pressanti avances e gli morse a
sua volta il petto, con l’unica differenza che i suoi morsi
ardevano come bruciature e per il moro fu un tantino più
doloroso, ma era così che andava e nessuno se la prese con
nessuno.
Neppure quando il frustino si abbatté impaccabile sulle sue
natiche lasciando una dolorosa scia sanguinolenta Eddie
s’infuriò, anzi, sorrise maliziosamente.
-Sai fare solo questo, Batchan?- lo prese in giro e gli
afferrò la testa fra mani –Ti faccio vedere io
come si fa…-
-Ho già visto abbastanza.- disse una voce incrinata, ma non
era quella di Axelrose, anche detto Batchan.
Veniva da fuori della grata, per la precisione da un paio di labbra
scarlatte e da due occhi gialli chiusi a fessura. Da un cespuglio rosso
sfatto dall’acqua salmastra, da una pelliccia sanguigna
grondante per il bagno indesiderato… insomma, da un Kidd
indignato e lucido.
-Capitano!- esclamarono i due mettendosi sull’attenti, o
quasi… si staccarono insomma –Noi…
ehm…-
-Non m’interessa cosa stavate faccendo!- esclamò
il rosso indicandoli furioso –Voglio sapere perché
avete preso il mio regalo!- sbottò.
Axelrose inarcò il sopracciglio.
-Capitano, guardi che si sbaglia.- tentò di calmarlo, mentre
il rosso entrava furente nella gabbia e Eddie tentava di recuperare la
sua dignità rimettendosi il pacco dentro il perizoma, almeno
quello…
Kidd avanzò per qualche metro e l’occhio gli cadde
sul sacco dei regali. C’era una scatola rossa, che con molta
grazia lanciò allo spilungone.
-Questo
era il tuo regalo, idiota!- gli ringhiò contro, mentre col
piede tentava di nascondere il biglietto che diversi minuti prima era
caduto all’uomo pipistrello.
Ovviamente recitava: “Fatti
fottere, Trafalgar!”.
Quando il Capitano ebbe raccattato tutto ed uscì dalla
cella, i due rimasero soli, in silenzio, nudi, al freddo e al gelo.
Axelrose guardò Eddie, Eddie guardò Axelrose, poi
scoppiarono a ridere.
-Il suo regalo, eh?- disse il moro –Chissà per chi
era…-
-Dalle dimensioni di bustino e pacco direi che è per
Trafalgar…-
-Io direi più dal rossore del Capitano.-
-Io invece direi che qualcuno vuole passare la notte al fresco.-
commentò Kidd manifestandosi nuovamente ai due come
un’apparizione diabolica e usando il magnetismo per rubar
loro la chiave e chiuderli dentro.
–Buon Natale, signorine!- esclamò ridendo.
I due rimasero nuovamente soli, nudi, vicini…
-Siamo fottuti…- commentò aspramente Eddie.
-Tu sei fottuto…-
Grazie ai suoi riflessi, il medico schivò
l’abbraccio del compagno, che però non desistette.
-Oh, andiamo… dobbiamo rispettare ancora l’usanza
del vischio…-
Note:
Dicevo:
non ero ben sicura se esagerare e dar sfogo alla mia cattiveria, se
mettere tutto sull'erotico o sul comico... il finale lo volevo stupido,
altamente stupido xD Però non voleva farsi scrivere, la
dannata one shot Q_Q
Pooooi... Axelrose l'ho inventato di sana pianta. Perché un
omone così non può chiamarsi Batchan davvero xDD
E mi piace il contrasto fra la parola Axel e Rose... più che
altro la parola Axe. Sempre colpa delle fan art, che lo dipingono come
un prestante uomo sexy... qualcuno lo vede anche come un dongiovanni
xDD Però è un Kiddiano, capite che non
può essere solo un romanticone?
Insomma, con questi due ho avuto più difficoltà
per gestire i caratteri che Oda non ci ha mostrato.
Comunque, se avete qualche prompt sentitevi libere ^_^
Grazie a chi ci segue, commenta, preferisce e sostiene col pensiero!!
Vi lascio alla mia sociazza adorata e alle sue chicche!! *O*
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Capitolo 6 *** Ricreazione ***
E' tutta colpa miaaa!!! Solo ed esclusivamente miaaa!!!
Scusate l'imperdonabile ritardo T_T ma mi sono davvero vista avvilita per la mancanza di ispirazione T_T
RICREAZIONE
Quelle tranquille e sonnacchiose giornate di navigazione si protraevano ormai da una settimana piena e, a bordo del sottomarino Heart, la noia sembrava aver preso infine il sopravvento.
Perfino Law, che di certo aveva modo di divertirsi all’allegro chirurgo, o almeno intrattenersi leggendo libri, non ne poteva più di quella forzata pace e tranquillità.
“Potessi almeno mettere le mani su…”
In quella settimana, comunque, sembrava che le sue occhiaie si notassero notevolmente di meno: non certo perché si fossero attenuate sia chiaro, semplicemente perché l’attenzione era stata spostata alle guance del capitano che non facevano altro che gonfiarsi e sgonfiarsi in sonori sbuffi.
Era davvero ai limiti del possibile vederlo ridotto così, ma nessuno poteva farci nulla.
O almeno, qualcuno avrebbe potuto..peccato non fosse lì al momento né la sua nave a vista su quella rotta.
Dirigendosi in cucina per l’ennesimo caffè e spuntino, che al momento considerava un modo come un altro per ingannare il tempo, vi aveva trovato Penguin seduto e accasciato sul tavolo.
“Ti manca la tua bionda assassina?”
“Ah? No capitano, Casquette mi ha sbattuto fuori dalla cabina”
“Cosa?”
Finalmente qualcosa di interessante con cui divertirsi.
Finse, trattenendo a stento un sorriso divertito, di non apparire interessato
“Cosa è successo?”
“non ne ho idea..ha blaterato per qualche minuto qualcosa di incomprensibile tipo..ricezione, recessione..poi ha detto che voleva una ricreazione e mi ha sbattuto fuori”
“ricreazione? Che c’è non hai voluto dargli la tua merendina?”
“Capitaaaanoooo, non è divertente!”
Dal tono lagnoso capì che forse, considerato il fatto che quei due stessero sempre insieme, doveva forse prendere in serio le parole del suo sottoposto
“Riflessione…”
“Eh?”
“credo intendesse riflessione…”
“Oh, vero…cosa devo fare allora?”
“Scusati, semplice”
Beh la situazione non era affatto grave infondo e, dopo aver preso il caffè che gli spettava e mangiucchiato qualche dolce, se ne sarebbe tornato alle sue occupazioni o…magari avrebbe usato il denmushi per scambiare due insulti con qualche rossa conoscenza..
“e ricordati di dargli la merendina…”
Se n’era tornato mesto verso la sua cabina Penguin. Cabina che, ovviamente, condivideva con Casquette.
Aveva bussato e, alla risposta del castano era rimasto sorpreso che gli avesse rivolto parola.
Entrato nella cabina e richiusosi la porta alle spalle, gli si avvicinò.
Doveva ammetterlo, senza occhiali e cappello e con la tuta calata fino ai fianchi, quel ragazzino era davvero sexy e attraente.
Gli si avvicinò quatto quatto, cingendogli la vita e tirandolo a sé fino a far coincidere la schiena scoperta al suo petto.
“Sei ancora arrabbiato Cas-chan?”
Glielo sussurrò nell’orecchio, calandosi poi sul collo chiaro.
“Se ti do la mia merendina, facciamo pace?”
L’altra mano era corsa ad accarezzare il ventre liscio e scoperto del ragazzo che, a quel tocco, non riuscì a trattenere un gemito e la sorpresa.
“Ah?”
Non che non gli piacesse quel contatto, solo non ne capiva il motivo e soprattutto, al momento, non poteva permettersi di essere toccato da altri.
Dibattendosi un po’ riuscì infine a liberarsi dalla presa del moro:
“non vuoi proprio perdonarmi?”
“perdonarti?“
“c’è giusto un caldo biscotto qui che vorrei farti assagg-“
Non ebbe il tempo di terminare la frase che fu malamente sbattuto fuori per la seconda volta.
Ok, forse il suo “biscotto” non lo voleva. Forse non si sarebbe fatto perdonare con qualche stupida battuta.
Ma…perché poi ce l’avesse con lui, Penguin, ancora non lo aveva capito.
Prima di allontanarsi, sconsolato e leggermente infastidito, lo senti parlottare all’interno della stanza.
Si avvicinò premendo l’orecchio sulla porta con l’intenzione di ascoltare meglio:
“Ok ok, ti perdono. Ma solo se la prossima volta eviti di dire certe cazzate”
Stava per esultare, Penguin, infondo aveva appena detto che lo perdonava.
Convinto che, allora, qualche “assaggio” avrebbe potuto comunque rimediarlo, fece per irrompere nuovamente nella cabina quando l’altro compagno di stanza passò dietro di lui
“Ha cacciato anche te?”
“ah?”
“E’ da oggi che litiga col suo zombie attraverso la den-mushi e ogni volta mi sbatte fuori!”
“Zombie?”
“Quello che fa il mangiafuoco sulla nave di Eustass. Litigano, fanno pace e poi litigano ancora. E ogni volta ci butta fuori…ti consiglio di non entrare, al momento..”
“Capisco…peccato”
In fin dei conti doveva essere contento che non ce l’avesse con lui.
“eh? Perché?”
“speravo di farmi perdonare con un biscotto”
E senza aggiunger altro se ne ritornò in cucina, tanto al momento, Cas-chan, non aveva fame…
E' decisamente demenziale lo so T_T
Prometto che mi farà perdonare T_T
domani però potete già consolarvi con la mia sociazza *w*
Ria-chan
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Capitolo 7 *** Quando i capitani son tranquilli… (Penguin/Killer) ***
Signore e signori, dopo la
delizia della sociazza, ecco un'altra demenzialata, che spero vi
piaccia... E' GIALLA,
credo... in realtà è una storia tranquilla, se
non fosse per le solite dolci parole che si scambiano i pirati xDD
Quando i capitani son tranquilli…
(Penguin/Killer)
… i vice non lo sono.
E neppure quelli che del vice fan le veci, come per esempio Penguin.
Quando Kidd o Law erano troppo tranquilli, la trafila di eventi che si
susseguiva sulla nave del rosso e sul sottomarino era
pressoché identica.
-Pinguino a Stallone, passo!- esclamò divertita una voce dal
Lumacofonino e Killer alzò gli occhi al cielo, rassegnato.
–Pinguino a Stallone, mi senti, passo?-
Il Massacratore si lasciò scappare una risatina divertita.
-Stallone a Pinguino, ti ricevo…- fece una pausa
–Siamo in vena di fare gli agenti segreti adesso? Passo.-
-Però intanto ci stai, passo.- ribatté Penguin,
sogghignando –Bando alle ciance, che rotta state seguendo?
Passo.-
Killer diede una rapida scorsa alla mappa che aveva sotto mano e
rispose.
-Dovremmo raggiungere Edelweiss fra due o tre giorni, passo.-
-Il giochino ti diverte proprio, passo.- rise Penguin, per poi tornare
serio –Anche noi siamo diretti lì, passo.-
Ecco, alla fine sarebbe stato tutto molto bello se non ci fosse stato
un particolare inquietante a dipingere di giallo la faccenda. Come
facevano Kidd e Law a ritrovarsi sempre, qualunque rotta scegliessero?
Che si mettessero d’accordo era da escludere totalmente. Si
minacciavano di morte una volta sì e dieci il doppio,
perciò, perché pendersi la briga di rivedersi
dopo essersele appena suonate a sangue?
Sì, andavano a letto insieme, questo era ovvio, ma non erano
i tipi da messaggi sdolcinati su lettere strappalacrime o telefonate
nel cuore della notte intrise di sospiri e certo nessuno dei due
avrebbe mai osato chiedere al’altro –Ci rivediamo?-
Era una cosa sottintesa, ma il modo in cui l’incontro
avveniva era davvero, davvero assurdo.
-Non credo che si siano messi d’accordo, passo.- disse,
infatti, Killer.
-Neppure io.- rispose Penguin –Ho tenuto il capitano sotto
STRETTISSIMO controllo per TUTTO il mese e non ha fatto niente di
sospetto. Passo.-
Il Massacratore si sentì pungolare da una cocente gelosia,
ma ci doveva convivere, perciò sorvolò sul COME
Penguin avesse tenuto Law sotto “strettissimo controllo per
tutto il mese”.
-Anche Kidd non ha fatto nulla di strano. Passo.-
-Ho sviluppato una tesi, su questo strano fenomeno, la vuoi sentire
Stalloncino del mio cuore? Passo.-
Killer inarcò il sopraciglio, chiedendosi quale assurda
teoria l’altro avesse elaborato nel cervellino bacato.
-Dai, spara, Pinguino.- poi aggiunse –Passo.-
-Duuunque…- il moro fece una pausa, probabilmente per
stravaccarsi sulla sedia girevole o per prendere qualche snack, o forse
solo perché stava per spararne una grossa. –Sono
dell’idea che si tratti di Magnetismo Animale, passo.-
-Pensavo fosse una teoria seria, invece è un’altra
delle tue cazzate… - sospirò Killer gettandosi
sul letto.
-Guarda che esiste davvero… certo non è
comprovato dalla medicina… comunque, quello che voglio
dirti, mocciosetto, è che fra quei due
c’è amour, passione, attrazione! Sono come due
calamite e nel caso di Eustass è doppiamente
vero… ma, di fatto, si ritrovano sempre, anche se fossero ai
quattro angoli della terra, inconsciamente si dirigono l’uno
verso l’altro. E’ nella loro natura come per i
piccioni viaggiatori, i salmoni che risalgono la corrente…-
-I pinguini che covano!- sbottò una voce roca
all’altro capo del telefono.
-Stalloncino mio, sbaglio o quella era mamma Eustass?-
-Non sbagli, pinguino, ora chiudete questi cazzo di lumacofoni che
c’è gente che vuole dormire!-
Il povero Massacratore era mortificato e imbarazzato dalla situazione.
-Kidd…- si morse il labbro. Se avesse chiesto a Kidd
perché diavolo stava ascoltando la conversazione, quello
l’avrebbe evirato seduta stante. Gli avrebbe fatto un
discorsetto a parte.
Gli avrebbe…
Se non ci avesse pensato già qualcuno.
-Ora ti metti ad ascoltare le conversazioni del tuo Puledrino,
Eustassya?-
-Trafalgar!- il ringhio del Capitano riecheggiò nella nave
come un boato.
-Si, caro, sono io. Mi manchi tanto tanto…- lo
sbeffeggiò.
-Vedremo se ti mancherò “tanto tanto”
quando ti scoperò a morte!-
-Non vedo l’ora, Rosso Malpelo!-
Piano piano, sottovoce, mentre i due si scannavano lumacofonicamente,
Penguin e Killer si salutarono con una tacita occhiata attraverso il
muso dei piccoli animali.
Altro che Magnetismo Animale… era solo questione di
pettegolio!
-Ora capisco perché mi odia così
tanto…- rifletté Penguin rimettendosi a letto,
mentre a miglia e miglia di distanza, Killer era giunto alla stessa
conclusione e si arrovellava rigirandosi fra le coperte come un ossesso.
-Perché, perché, perché diavolo ho
accettato di fare sesso telefonico con quello, cazzo?!-
Note: Ehm,
questa era demente forte... Giusto l'altro giorno vedevo un poliziesco
con due agenti in incognito e uno di questi dice esattamente "Pinguino
a Stallone, mi ricevi, passo?"
Ho riso come una scema per un'ora buona per quanto calzasse
perfettamente con i due piccioncini. Per il resto, dovevo pur svelare
come fanno Kidd e Law ad incontrarsi sempre... anche se così
il segreto di Killer è andato a farsi un giro...
Beh, spero di avervi divertito almeno un pochetto. Bacioniiii!!
Kymyit
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Capitolo 8 *** Fusa (Penguin/Killer) ***
Occielo!
Questo è stato un parto traumatico con anni di ritardo T_T
Non sapevo davvero che inventarmi questa volta XD e devo dire che l'idea l'ha avuta un'amica suggerendo l'intruso nella coppia e Kym che mi ha indirizzato sulla stesura.
Insomma....io non ho fatto proprio nulla XD
FUSA
“Non mi toccare!”
“ma così non posso curarti! Sta buono fatti spogliare”
“Ti ammazzo!! Dove tocchi?? Giù le mani dai miei pa-“
“Avanti smettila di lamenta-“
…………………..
“Trafalgar! Dove cazzo sei dottorino maledetto?? Vieni fuori dannazione!”
“Mi cercavi Eustass-ya? Ti sono mancato, dillo”
“Col ca-….ma chi cazzo è che sta urlando come una femminuccia? Vedi di che gente ti circondi Trafalgar!”
Incuriositi si diressero verso la fonte delle urla per rimanere poi, davanti alla porta in metallo, impietriti e interdetti.
…………………
“Sta fermo non riesco a centrare il punto giusto!”
“Brucia dannazione”
“Sei un massacratore sopporta!”
“Fanculo pinguino”
“Si si…e tu smettila di leccarmi”
“Ah?”
“Ho quasi fatto smettila di agitarti!”
“Dove stai toccaaaa-“
“Diamine non riesco a concentrarmi se mi lecchi la faccia!”
Quella fu l’ultima goccia, per Kidd e Law, che irruppero nella stanza trovandosi davanti a qualcosa di esilarante? Spaventoso? Neanche loro avrebbero saputo dirlo
“Killer! CHE. COSA. STAI. FACENDO,”
“Ki-Kidd”
“E perché, di grazia, sei in quella posizione col culo all’aria?”
“Oh andiamo signor calamita, non vedi che sono impegnati”
“E’- è colpa di quella palla di pelo Kidd!”
Effettivamente nella stanza, un gatto c’era ed anche intento a fare le fusa artigliato sul cappello di Penguin.
“E’ vero, Io stavo solo tentando di mettergli..”
“Ok basta! Non dite più una parola dannazione!”
Kidd uscì furioso dalla stanza, sbattendo la porta in metallo alle sue spalle.
“Scusate il disturbo signori” e sorridendo abbandonò la stanza anche Law
“Eustass-ya”
“Fanculo Trafalgar!”
“Andiamo…non ti va di sentire ….come so farle io, le fusa?”
…………………………………………………………….
“….tentando di mettergli…il disinfettante…”
“Porca puttana! Hai visto che hai combinato dannato pinguino? Penseranno che stavo per prenderlo da te!”
“Peccato che si sbaglino….vediamo di non farli sbagliare allora…”
Ringraziò mentalmente Bepo, che quel giorno si era presentato a bordo con quella piccola, felina, palla di pelo mentre si gettava nuovamente sulle natiche del biondo per “completare il lavoro”
Demenziale e insenstao lo so T_T
Perdonateeeemi!
Però fossi in voi attenderei domani per la chicca della mia mogliera =ç= sono certa che con quella sarate troppo distratti e contenti per poter ricordarvi di picchiare me U_U
a te la parola mogliera *w*
Ria-chan
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Capitolo 9 *** I biscotti della fortuna (Law/Casquette) ***
Eccomi qui con questa cosa
dolce e smielata, quindi direi VERDE! Su Law
e Caschan **
I biscotti della fortuna (Law/Casquette)
-“La noia
è uno dei mali più gravi che abbiamo da
sopportare.” di Marcel Proust.- lesse Penguin ad
alta voce, divertito –Parole sante.-
Casquette sbadigliò annoiato, i turni di notte erano
alquanto monotoni da un po’ di tempo a quella parte. Era un
bene che non ci fossero problemi in vista, ma all’orizzonte
c’era solo il nero delle profondità oceaniche e
nient’altro, neppure il più piccolo mostro marino
o banco di sardine a disturbare la quiete.
Davvero un deserto quel tratto di mare…
-“Gli uomini
di poche parole sono i migliori.”-
continuò ancora il moro, quasi canticchiando -William
Shakespeare!-
Casquette scosse la testa e si alzò dalla sedia, sgranchendo
le ossa di schiena, gambe e braccia.
-Vado a mettere su un caffè.- disse al compagno, tutto preso
dai biscotti rinvenuti dalla dispensa.
-Mi raccomando, bello forte!- esclamò Penguin sgranocchiando
il dolce.
-Ti farai venire la carie con tutti quegli zuccheri!- lo
ammonì.
-Ehi, questo è adatto per Kirachan!- ribatté
quello, quasi ignorandolo –Fanciulli angeli, in
età diavoli…-
-Da quando quello sarebbe un angelo?- domandò interdetto il
castano.
-Tu non puoi capire, Casquette…- disse trasognato
l’amico, perso in chissà quali impuri pensieri.
–Chi sta con i mocciosi s’imbratta la camicia!
Parole sante…- ridacchiò.
Il castano inarcò il sopraciglio, guardando ora il compare,
ora il vassoio dimezzato di biscotti della fortuna e i bigliettini
sparsi fra i comandi.
-Sei un maiale e se diventi cieco, ti si cariano i denti o ti viene il
diabete, non dire che non ti avevo avvertito.- lo ammonì,
abbandonandolo ai suoi pensieri sconci.
Una volta in cucina si accorse della presenza del capitano in un
angolo, seduto al tavolo col viso schiacciato in uno dei suoi tomi e il
cappello ancora calato sul viso, ma in procinto di rotolare via.
I tratti del volto apparivano più rilassati del solito, il
che era una sorta di evento, poiché Law soffriva
d’insonnia e la maggior parte delle volte stava in guardia,
spada alla mano, pronto a scattare e uccidere. Vederlo in quello stato,
disarmato, rilassato, appagato dal sonno nonostante la scomoda
posizione, fu una sorta di tuffo al cuore che costrinse il sottoposto a
contemplarlo estasiato.
Disturbare il capitano sarebbe stato un autentico delitto, per cui,
invece di accendere la macchina del caffè, Casquette, con
molta attenzione e attento a non fare il minimo rumore,
riempì due tazze d’acqua calda e vi sciolse del
caffè in busta al ginseng. Penchan avrebbe capito, neppure
lui resisteva al fascino “innocente” di Law.
Prima di rientrare in sala macchine però, il castano si
attardò per contemplare un’ultima volta il sorriso
dolce del comandante e gli posò piano sulle spalle una
coperta, lasciandolo al suo riposo.
Avrebbe avvertito Bepo, l’unico che non rischiava
d’esser fatto a fettine per aver svegliato il capitano che
dorme.
-Come mai hai fatto questo?- protestò Penguin, un poco
seccato.
Casquette sorrise con dolcezza –Il capitano se la dorme in
cucina, non potevo disturbarlo.- disse, afferrando di fortuna il
compagno che già schizzava fuori dalla sala macchine
–Se lo svegli, ti farà a pezzi!- lo
ammonì sudando freddo.
-Non m’importa!- ribatté il moro –Io
devo vederlo!-
-Sarà l’ultima cosa che vedrai! Pensa alla tua
barbie, su!!-
Al pensiero di perire senza poter più istigare il suo
pulcino assassino, Penguin si placò, risedendosi composto a
leggiucchiare biglietti dei biscotti della fortuna che aveva
collezionato nel giro di quelle quattro ore di guardia.
Casquette prese un dolce fra due dita, insospettito dalla sua
consistenza.
-Per curiosità… da quanto giacevano sul fondo
della dispensa?-
-Un mese o due… credo… beh, ma non sono
scaduti… forse... - disse l’altro, al che il
castano decise che no, non avrebbe mangiato il biscotto e non avrebbe
avuto la diarrea il giorno seguente. Però lesse la massima,
tanto per far qualcosa.
“Un bacio
legittimo non vale mai un bacio rubato… Guy de
Maupassant…”
Le solite cazzate, insomma. Solo Penguin poteva trovarle divertenti,
anche perché sembrava tutto preso nel selezionare le frasi
più fraintendibili, probabilmente per ripeterle al suo caro
e paziente “fidanzato”.
Dopo altre tediose ore di veglia, Casquette si accasciò sui
comandi, sprofondando nel sonno più profondo e impenetrabile.
Penguin sorrise allora, scuotendo il capo a sua volta e fece per
risvegliarlo, anche solo per convincerlo a smammare a letto, quando la
porta della sala si aprì e Law fece il suo ingresso a passo
felpato, avvolto da una morbida coperta. Inutile dire che Penguin si
preoccupò alquanto per l’amico e fece per
risvegliarlo all’istante, quando Law gli afferrò
il polso, faccendogli segno col capo di lasciarlo dormire.
E gli sorrise, malizioso.
Casquette russava leggermente, quasi come un bambino.
Law scorse lo sguardo sul suo viso, studiandolo attentamente in ogni
minimo dettaglio. Dalle labbra socchiuse alle ciglia chiare, dalle
guancie abbronzate al setto nasale stretto che si divideva in due
grandi narici. Eppure quelle narici apparentemente enormi a lui
piacevano, forse perché era un tipo che non amava giudicare
i particolari distaccati dal loro insieme. Dopotutto il corpo umano che
tanto amava era una grande accozzaglia di cose completamente diverse,
no?
Sotto lo sguardo attonito di Penguin si levò la coperta
dalle spalle e la adagiò delicatamente su quelle del moro e
nel chinarsi su di lui, gli scoccò un bacio leggero sulla
guancia, sorridendo dolcemente, come poco prima, mentre dormiva e le
mani di Casquette l’avevano svegliato nel tentativo di
proteggerlo dal freddo.
Uscì dalla sala, senza dire nulla, senza lamentarsi del
turno di guardia non rispettato, senza minacciare Penguin
perché stesse zitto.
Dopotutto era un essere umano anche lui, no?
Note:
Spero abbiate gradito la cosa, non ho molta di dire se non
che sono quasi crollata sulla tastiera perché non sto
benissimo in questi giorni Q_Q
Vabbè, grazie a tutti tutti e baciotti, alla prossima chicca
della mia Mogliettina!!
Kymyit
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